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aiga Rassegna Stampa Rassegna Stampa 22.01.2012 – 28.01.2012 Sommario Pag. 3 LIBERALIZZAZIONI . Milano 23-24 marzo: gli avvocati a congresso (www.mondoprofessionisti.eu - 22.01.12) Pag. 4. LIBERALIZZAZIONI . Professioni: nuovi adempimenti di Ignazio Marino (Italia Oggi - News – 23.01.12) Pag. 6. AVVOCAT I. Greco: non si possono premiare i furbi (Italia Oggi Sette 23.01.12) Pag. 7. LIBERALIZZAZIONI . Stop al sapere precario e unità tra i professionisti di Serena Roberto (www.mondoprofessionisti.eu) Pag. 8. LIBERALIZZAZIONI . Perifano (Anf), molto rumore per nulla: Severino prosegue lo smantellamento della giurisdizione pubblica (www.mondoprofessionisti.eu) Pag. 9. COMUNICAZIONE AIGA del 23.01.2012 Pag. 10. LIBERALIZZAZIONI . Scoppia la rivolta delle 'toghe'. Non siamo una casta di intoccabili (Il Resto del Carlino – 23.01.2012) Pag. 11. LIBERALIZZAZIONI . Le tre mosse per il riordino (Il Sole 24 Ore – 23.01.2012) Pag. 13. CARCERI . Il Guardasigilli: “Le carceri luogo di tortura” (Il Corriere della Sera – 23.01.2012) Pag. 14. CARCERI . Carceri: DL torna in Aula Senato, Pdl assicura soluzioni (Ansa – 23.01.2012) Pag. 15. COMUNICATO STAMPA del 24.01.2012 Pag. 16. LIBERALIZZAZIONI . Abolite le tariffe minime ci saranno 1.500 notai in più (Il Messaggero) Pag. 17. LIBERALIZZAZIONI . Le liberalizzazioni arrivano al Senato. Tutti pronti a cambiare il decreto (Libero) Pag. 18. LIBERALIZZAZIONI . Compensi, il preventivo non serve di Fabrizio G. Poggiani (Italia Oggi) Pag. 19. LIBERALIZZAZIONI . Preventivo scritto su richiesta. Il cliente potrà chiedere il conteggio. Tirocinio anche negli uffici pubblici (Il Sole 24 Ore) Pag. 20. PREVIDENZA . Il Ministro Fornero chiarisce sulle casse (Il Sole 24 Ore) Pag. 21. PREVIDENZA . Casse: prove tecniche di fagocitazione. E intanto il Ministro parla di super Inps (www.mondoprofessionisti.eu) Pag. 22. GIUSTIZIA . “Basti alibi, cambiare la giustizia si può” (Il Messaggero) Associazione Italiana Giovani Avvocati Via Tacito 50 · 00193 Roma · [email protected] · http://www.aiga.it 1

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Rassegna Stampa22.01.2012 – 28.01.2012

Sommario

Pag. 3 LIBERALIZZAZIONI. Milano 23-24 marzo: gli avvocati a congresso(www.mondoprofessionisti.eu - 22.01.12)

Pag. 4. LIBERALIZZAZIONI. Professioni: nuovi adempimenti di Ignazio Marino(Italia Oggi - News – 23.01.12)

Pag. 6. AVVOCATI. Greco: non si possono premiare i furbi(Italia Oggi Sette 23.01.12)

Pag. 7. LIBERALIZZAZIONI. Stop al sapere precario e unità tra i professionisti di Serena Roberto (www.mondoprofessionisti.eu)

Pag. 8. LIBERALIZZAZIONI. Perifano (Anf), molto rumore per nulla: Severino prosegue lo smantellamento della giurisdizione pubblica (www.mondoprofessionisti.eu)

Pag. 9. COMUNICAZIONE AIGA del 23.01.2012

Pag. 10. LIBERALIZZAZIONI. Scoppia la rivolta delle 'toghe'. Non siamo una casta di intoccabili (Il Resto del Carlino – 23.01.2012)

Pag. 11. LIBERALIZZAZIONI. Le tre mosse per il riordino (Il Sole 24 Ore – 23.01.2012)

Pag. 13. CARCERI. Il Guardasigilli: “Le carceri luogo di tortura”(Il Corriere della Sera – 23.01.2012)

Pag. 14. CARCERI. Carceri: DL torna in Aula Senato, Pdl assicura soluzioni(Ansa – 23.01.2012)

Pag. 15. COMUNICATO STAMPA del 24.01.2012

Pag. 16. LIBERALIZZAZIONI. Abolite le tariffe minime ci saranno 1.500 notai in più(Il Messaggero)

Pag. 17. LIBERALIZZAZIONI. Le liberalizzazioni arrivano al Senato. Tutti pronti a cambiare il decreto (Libero)

Pag. 18. LIBERALIZZAZIONI. Compensi, il preventivo non serve di Fabrizio G. Poggiani(Italia Oggi)

Pag. 19. LIBERALIZZAZIONI. Preventivo scritto su richiesta. Il cliente potrà chiedere il conteggio. Tirocinio anche negli uffici pubblici(Il Sole 24 Ore)

Pag. 20. PREVIDENZA. Il Ministro Fornero chiarisce sulle casse (Il Sole 24 Ore)

Pag. 21. PREVIDENZA. Casse: prove tecniche di fagocitazione. E intanto il Ministro parla di super Inps (www.mondoprofessionisti.eu)

Pag. 22. GIUSTIZIA. “Basti alibi, cambiare la giustizia si può” (Il Messaggero)

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Pag. 23. CARCERI. Carceri, oggi il sì del Senato (Il Messaggero)

Pag. 24. COMUNICATO STAMPA del 26.01.2012

Pag. 25. ANNO GIUDIZIARIO. “Troppe sentenze di prescrizione. Nelle carceri situazione tragica (Il Corriere della Sera)

Pag. 26. LIBERALIZZAZIONI. La giustizia roba per ricchi – Il Tribunale delle imprese costerà 4 volte di più (Italia Oggi)

Pag. 27. LIBERALIZZAZIONI. Sulle professioni il Governo è andato avanti senza concertazione (www.mondoprofessionisti.eu)

Pag. 28. LIBERALIZZAZIONI. Penalisti pronti allo sciopero contro le liberalizzazioni(www.mondoprofessionisti.eu)

Pag. 29. LIBERALIZZAZIONI. La favola bella delle liberalizzazioni (www.mondoprofessionisti.eu)

Pag. 31. PREVIDENZA. Il Ministro Fornero tende una mano alle casse (Italia Oggi)

Pag. 32. LIBERALIZZAZIONI. Lettera avvocati Ue a Governo, salvaguardare professione(Adrkronos)

Pag. 33. LIBERALIZZAZIONI. Mortificato il ruolo degli avvocati (Italia Oggi)

Pag. 34. LIBERALIZZAZIONI. Avvocati, dal Triveneto la prima bozza di contratto con indicazione del preventivo(Italia Oggi – Tempo Reale)

Pag. 35. LIBERALIZZAZIONI. Niente riferimenti sulle tariffe. E il Giudice non liquida le spese processuali (Italia Oggi – Tempo reale)

Pag. 36. CARCERI. Sì al decreto carceri, chiusi gli ex manicomi criminali (Il Sole 24 Ore)

Pag. 38. AVVOCATI. La guerra degli avvocati alle consulenze on line di Groupon(www.linkiesta.it)

Pag. 40. Agenda del Presidente del mese di gennaio 2012

Pag. 41. Eventi delle Sezioni del mese di gennaio 2012

A cura di Avv. Fleur Casanova: [email protected] e Avv. Alberto Vermiglio: [email protected]

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MILANO 23 E 24 MARZO: GLI AVVOCATI A CONGRESSO

La decisione del Cnf dopo la richiesta dell'Oua.Il Congresso Straordinario dell'Avvocatura, indetto su proposta dell'OUA per far fronte ai vari provvedimenti legislativi che stanno fortemente danneggiando la nostra professione, è stato fissato, in una riunione del CNF tenutasi sabato, per il 23 e 24 marzo a Milano. I Delegati, per statuto, sono gli stessi del Congresso Nazionale di Genova.

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www.italiaoggi.ithttp://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201201231100189890&chkAgenzie=ITALIAOGGI&sez=news&testo=&titolo=Professioni

PROFESSIONI, NUOVI ADEMPIMENTI

di Ignazio Marino

Nuovi adempimenti per i professionisti. Debutta l'obbligo del preventivo scritto da rilasciare al cliente sulla prestazione richiesta. E soprattutto scatta il vincolo della polizza assicurativa sui danni eventualmente causati dall'esercizio dell'attività professionale. Vanno quindi in soffitta i tariffari (non più vincolanti dal 2006 ma comunque indicativi) per definire l'onorario su una determinata prestazione. A meno che non sia il giudice a dover calcolare tale compenso. In questo caso sarà possibile utilizzare i parametri stabiliti con decreto del ministero vigilante (cioè gli stessi tariffari vietati fra privati). Sono queste alcune delle previsioni contenute nel decreto legge sulle liberalizzazioni approvato in consiglio dei ministri.Tariffe. Il governo sceglie la linea soft (rispetto alle ipotesi della prima ora). Se in una prima versione la definizione del compenso era rimessa alla completa contrattazione fra le parti, nel decreto approvato si rimane confermata l'abrogazione delle tariffe delle professioni nel sistema ordinistico ma il giudice, in caso di liquidazione dei compensi, potrà fare riferimento ai parametri stabiliti con decreto del ministero vigilante. Questa parte, in un primo momento non c'era. Ma non solo. Restando in tema di compensi, questi devono essere calcoli in base all'importanza dell'opera e vanno pattuiti (oltre che per iscritto) in modo omnicomprensivo. Il che vuol dire che il professionista avrà la possibilità di quantificare la qualità e il rischio della prestazione.Preventivo. In nome della trasparenza, il decreto conferma che il professionista deve rilasciare un preventivo scritto con il prezzo della prestazione richiesta dal cliente. L'atto deve essere corredato del grado di complessità dell'incarico, fornendo tutte le informazioni circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell'incarico. L'inottemperanza di quanto disposto costituisce illecito disciplinare e in quanto tale sarà sanzionabile dall'ordine.Assicurazione. Rappresenta la vera novità del provvedimento. In una prima versione del Dl, infatti, si prevedeva solo l'obbligo per il professionista di indicare nel preventivo se era titolare o meno di una polizza assicurativa. Nella versione approvata ieri invece scatta un vero e proprio vincolo. Anticipando così una misura contenuta all'articolo 3, comma 5, della legge nella legge 148 del 2011. E non è l'unica.Tirocinio. Un'altra misura che il governo ha inteso anticipare, infatti, è quella sui tirocini. Nel confermare che il periodo di pratica in studio utile ai fini della partecipazione all'esame di stato non potrà essere superiore ai 18 mesi, si prevede che sei mesi potranno essere svolti durante il corso di laurea. Servirà però una convenzione quadro ad hoc stipulata fra i consigli nazionali degli ordini e il ministro dell'istruzione, università e ricerca. Questa disposizione non si applica alle professioni sanitarie per le quali resta confermata la normativa vigente. In materia di tirocinio però, il governo ha fatto saltare (indirettamente) l'equo compenso previsto per il giovane che nella legge 148/2011 era previsto. Il decreto, sopprime, fra le altre cose, dalla Manovra di Ferragosto alcune sue parti. Una di queste (articolo 3, comma 5, lettera c - secondo periodo) è proprio la previsione della remunerazione per il praticante.Notai. Più concorrenza fra i notai. L'attuale pianta organica (che prevede sulla carta 5.779 professionisti in servizio anche se al momento ce ne sono poco meno di 4.700), come

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revisionata da ultimo con i decreti del ministero della giustizia il 23 dicembre 2009 e in data 10 novembre 2011, è aumentata di 500 posti. Per arrivare a questo risulto si procederà con una serie di concorsi a raffica. Non prima, però, di aver concluso quelli in corso. Al momento infatti ci sono tre bandi che aspettano di essere conclusi per 550 posti. Il decreto prevede che entro il 2012 siano espletate tutte le procedure per la nomina dei professionisti nei vari distretti che ne necessitano. In un secondo momento, cioè entro il 31 dicembre 2013, ci sarà un nuovo bando per altri 500 posti. Entro il 31 dicembre 2014 toccherà ad altri 470 notai. Così facendo, a giudizio dell'esecutivo, ci saranno abbastanza professionisti sul mercato da creare la concorrenza necessaria. Tuttavia, «per assicurare il funzionamento regolare e continuo dell'ufficio, il notaro deve tenere nel comune o nella frazione assegnatagli studio aperto con il deposito degli atti, registri e repertori notarili, e deve assistere personalmente allo studio stesso almeno tre giorni a settimana e almeno uno ogni 15 giorni per ciascun comune o frazione di comune aggregati».Confidi. Nella maggioranza del capitale sociale dei consorzi fidi e delle società cooperative che esercitano l'attività di garanzia collettiva fidi spazio ai liberi professionisti. È quanto emerge dal decreto che modifica il comma 7, del dl n. 201/2011 (cosiddetta «manovra Monti»), convertito nella legge n. 214/2011. I consorzi di garanzia collettiva dei fidi sono enti costituiti nella veste giuridica di cooperativa o società consortile, che esercitano in forma mutualistica attività di garanzia collettiva dei finanziamenti in favore delle imprese socie o consorziate. La modifica introdotta estende la partecipazione anche ai liberi professionisti (soci) a prescindere dall'attività esercitata che, insieme alle piccole e medie imprese (Pmi), devono detenere almeno la metà più uno dei voti esercitabili in assemblea, con il diritto a nominare gli organi con funzione di gestione e controllo strategico, di cui al richiamato art. 39, dl n. 201/2011.

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Italia Oggi Sette

GRECO: NON SI POSSONO PREMIARE I FURBI

Il fenomeno non è così diffuso tra i giovani, anche perché in Italia l'esame non è così difficile.Ne è convinto Dario Greco, presidente dei giovani avvocati dell'Aiga. “Stiamo parlando di qualche centinaio di abogados che vengono in Italia”, afferma, “e mi dispiace soprattutto per i loro clienti. Ritengo infatti dannosa la scorciatoia spagnola per coloro che hanno concluso la pratica professionale. Quel che è certo è che non è garanzia di qualità”.“Non sono contro gli avvocati stabiliti, sia chiaro”, precisa Greco, “ma contro i furbi, e cioè quelli che in Spagna non hanno mai avuto un cliente, non hanno mai seguito una causa, ma hanno semplicemente aggirato una norma pagando qualche società che consentisse loro di aggirare una norma. Si tratta di un abuso di diritto. Perciò, prosegue il presidente dell'Aiga, “l'istruttoria avviata dall'Antitrust mi pare inopportuna. Gli ordini non hanno fatto che applicare la legge con l'unico obiettivo di non privilegiare i furbi”.

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STOP AL SAPERE PRECARIO E UNITÀ TRA I PROFESSIONISTI

Duemila professionisti dimostrano a Napoli contro il governo Monti e le sue false liberalizzazioni

di Serena Roberto

“Sapere precario: ora basta!”: è stato questo lo slogan del Forum delle professioni svoltosi stamane a Napoli. All'evento, promosso dal Comitato Unitario Professioni e dall'Ordine dei Commercialisti partenopeo, hanno partecipato esponenti di tutti gli ordini professionali, della Consulta delle professioni, dei Sindacati di categoria, delle Casse di Previdenza, dei Politici e dei Cittadini, in una sala gremita oltre la sua capienza. Concordi tutti i professionisti nel sostenere, attraverso le parole di Achille Coppola, Presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli che: "occorrono nuove idee per battere il precariato professionale" e che "il mondo delle professioni deve agire in maniera unitaria per avere una rappresentatività più incisiva". Il “sapere precario” è, infatti, un fenomeno dilagante ed inaccettabile in una società che si vorrebbe civile, ma che in realtà si autodistrugge, non consentendo ad una parte così rilevante del Paese di partecipare alla crescita. È indubbio che la frammentazione degli Ordini Professionali costituisca un grave elemento di debolezza e parimenti evidente che la mancata sinergia tra Ordini e Casse di Previdenza non è più sostenibile. Occorre che in simbiosi le due entità operino un massimo sforzo per un progetto di sviluppo strutturato delle professioni. È necessario mobilitare ingenti risorse degli Enti di categoria (Casse in primis), perché strutturino progetti di rete che amplino la dimensione degli Studi e consentano loro un potenziamento dell’offerta di servizi (soprattutto nuovi) e dei valori aggiunti. “Noi professionisti non siamo una lobby, viviamo nel precariato e siamo le prime vittime di una crisi sistemica, che riguarda il capitalismo. Per combattere le difficoltà dobbiamo comunicare e fare sintesi" ha ribadito lo stesso Coppola. “Siamo contro il modello delle società di professioni con socio di capitale in maggioranza: è una scelta che presenta il rischio di infiltrazioni malavitose – ha attaccato Maurizio de Tilla, presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup) di Napoli e dell’Organismo unitario della Avvocatura - occorre invece riaffermare – aggiunge – il ruolo etico delle professioni ordinistiche e il loro ruolo di garante della qualità delle prestazioni. Il governo è bugiardo quando attacca i professionisti - ha rimarcato de Tilla - ci dice che siamo la casta e i privilegiati quando invece è vero il contrario. Colpire i professionisti è fuori da ogni logica, l’abolizione delle tariffe danneggerà ancora una volta i più deboli. Quello sulle liberalizzazioni è un decreto gravissimo, vogliono annientare le professioni e la loro indipendenza e metterla al servizio del capitale. Faremo decine di manifestazioni in tutta Italia, saremo in migliaia contro questo governo che sta facendo infinitamente peggio di quanto fece Bersani da ministro”. "Candidatevi" è stato, poi, l'invito di Claudio Siciliotti, Presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, il quale nell'auspicare un governo di professionisti in sostituzione del "governo dei professori" ha anche sottolineato come i commercialisti avessero lanciato l'allarme crisi già due anni fa e che la vera priorità è la riduzione della spesa. Il parlare fuori dagli studi professionali, comunicando direttamente con la gente e l'essere i protagonisti di una lotta propositiva per la crescita dell'intera società sono gli obiettivi finali di tutti i professionisti riunitisi a Napoli e la speranza è che il loro manifesto unitario venga preso finalmente in considerazione.

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www.mondoprofessionisti.euhttp://www.mondoprofessionisti.it/sezione_s-58-Liberalizzazioni.html

PERIFANO (ANF), MOLTO RUMORE PER NULLA: SEVERINO PROSEGUE LO SMANTELLAMENTO DELLA GIURISDIZIONE PUBBLICA

'Dal decreto legge varato ieri non arriva nessuna vera novità per i servizi professionali. Delle sedicenti liberalizzazioni approvate non ce ne è una che vada ad intaccare le vere sacche di privilegio che esistono nell'ambito delle attività professionali e che non sono nemmeno state sfiorate”. È quanto afferma il segretario generale dell'Associazione nazionale forense, Ester Perifano. 'Le tariffe -aggiunge- sono state già sostanzialmente abrogate dal 2006, mentre il tirocinio all'Università' esiste già da anni, anche se solo per alcune professioni. Anche il contratto con il cliente non è una novità, essendo già entrato nelle manovre d'estate. Quanto all'assicurazione obbligatoria per la responsabilità professionale, è stata solo anticipata di qualche mese. È ben altro -sottolinea Perifano - quello che serve al Paese e che deve interessare i cittadini. Basti considerare che il ministro Severino, in sordina e senza tentennamenti, continua nell'opera di smantellamento della giurisdizione pubblica avviata dal suo predecessore, con provvedimenti che favoriscono nettamente le giustizie private e a pagamento'.

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COMUNICAZIONE del 23.01.2012

GIOVANI PROFESSIONISTI: inizia un percorso comune

AIGA, ASIGN, GIARCH, UNGCDL, UNGDC: si incontrano le rappresentanze nazionali Presso la Casa dell'Architettura di Roma si sono incontrate le rappresentanze delle associazioni nazionali giovanili degli Architetti, degli Avvocati, dei Commercialisti, dei Consulenti del Lavoro e dei Notai. Sono stati affrontati i temi delle liberalizzazioni, della formazione, dell'accesso alla professione, del mercato del lavoro professionale e delle società tra professionisti nonché le problematica previdenziale, argomenti che necessitano, secondo le organizzazioni giovanili, di particolare attenzione ed approfondimento. Al termine dell'incontro si è deciso di aprire un tavolo di lavoro comune, per presentare proposte condivise, che tutelino le singole peculiarità professionali, ma che al contempo possano garantire un miglioramento delle condizioni delle giovani generazioni e condurre ad un più qualificante accesso alle libere professioni.

Riportato sulle testate on line:

www.mondoprofessionisti.eu

www.blizquotidiano.it

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IL RESTO DEL CARLINO

SCOPPIA LA RIVOLTA DELLE 'TOGHE' "NON SIAMO UNA CASTA DI INTOCCABILI"

Ferrara, 22 gennaio 2012 -«Ci sarà pure un motivo se protestano i taxisti e gli avvocati, gli edicolanti ed i pensionati ma non si leva una sola critica da Confindustria, dai banchieri e dalle grandi compagnie d’assicurazioni!». L’arringa di Piero Giubelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati, è sferzante e venata dalla ironia: «Magari qualcuno mi accuserà di essere vetero-marxista — sorride —, io però non mi vergogno di difendere colleghi che, anche a Ferrara, hanno un reddito medio di 1500 euro al mese». Il decreto sulle liberalizzazioni, afferma Giubelli, «non produrrà alcun vantaggio per i cittadini: l’abolizione dei minimi sulle tariffe è stata introdotta con la legge Bersani nel 2006, ora gli unici effetti possibili saranno nelle cause di separazione poco complicate, i clienti potranno chiedere preventivi al ribasso ai vari avvocati e spuntare prezzi stracciati. Per il resto, si tratta invece di un favore alle società più grosse». Banche, assicurazioni, aziende di grandi dimensioni «potranno non solo chiedere agli avvocati di lavorare a condizioni per loro di maggior favore, facendo leva su pacchetti di cause, ma addirittura istituire propri servizi di assistenza legale attraverso la formula delle società di capitali. Ed utilizzando la nostra categoria non più come supporto professionale, ma come braccianti dell’intelletto!». Dalle perplessità sui meccanismi del decreto («E’ previsto che il giudice possa liquidare l’onorario agli avvocati secondo... equità: assurdo, le parcelle potranno variare di aula in aula a seconda del sentimento o della simpatia») alla protesta: sabato prossimo anche gli avvocati ferraresi diserteranno l’inaugurazione dell’Anno Giudiziario. «Ho letto che si prepara l’occupazione simbolica dei tribunali — prosegue Giubelli —; personalmente ritengo questa iniziativa inutile e persino troppo morbida. Su scala ferrarese, io invece lancio una proposta provocatoria a due nostri parlamentari». Dario Franceschini del Pd e Alberto Balboni del Pdl, entrambi avvocati: «Dicano apertamente se intendono confermare la fiducia in Parlamento su questi provvedimenti. Pensino al loro futuro professionale e facciano capire ai loro colleghi come la vedono — conclude il presidente dell’Ordine —, poi ognuno potrà regolarsi di conseguenza». Stefano Lolli

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IL SOLE 24 ORE

LE TRE MOSSE PER IL RIORDINO

I PROVVEDIMENTI CHE MODIFICANO (E MODIFICHERANNO) L'ATTIVITÀ DEI LIBERI PROFESSIONISTI

LA MANOVRA DI FERRAGOSTO

01 | RIFORMA DEGLI ORDINAMENTI PROFESSIONALI La manovra di Ferragosto (contenuta nel decreto legge 138/2011) indica i principi della riforma degli ordinamenti professionali. Un apposito regolamento, approvato con decreto del presidente della Repubblica, dovrà essere emanato entro il 12 agosto 2012. 02 | ACCESSO Un primo principio direttivo del regolamento riguarda l'accesso alla professione. Ogni limitazione all'accesso può essere consentita solo per ragioni di interesse pubblico purché non introduca discriminazioni. 03 | FORMAZIONE E TIROCINIO Tra le regole da adottare anche quelle sulla formazione. Il professionista sarà obbligato a seguire percorsi di formazione continua permanente. Il tirocinio dovrà conformarsi a criteri che garantiscano l'effettivo svolgimento dell'attività formativa e non potrà essere superiore a 18 mesi (come poi ribadito anche nel decreto sulle liberalizzazioni).04 | PUBBLICITÀ La pubblicità informativa, con ogni mezzo, sull'attività professionale, le specializzazioni e i titoli posseduti, la struttura dello studio e i compensi delle prestazioni, diventerà libera.05 | LA POLIZZA A tutela del cliente, il professionista dovrà stipulare una polizza assicurativa contro i rischi derivanti dall'esercizio della propria attività.

LA LEGGE DI STABILITÀ

01|SOCIETÀ PROFESSIONALI La legge di stabilità (legge 183/2011, ultimo atto del governo Berlusconi) ha ammesso la costituzione di società per l'esercizio di attività professionali. Entro il prossimo 30 giugno, un regolamento adottato dal ministero della Giustizia, di concerto con il ministero dello Sviluppo economico ne disciplinerà alcuni aspetti. 02|ESCLUSIVO ESERCIZIO L'esercizio dell'attività professionale da parte dei soci dovrà essere esclusivo. 03|OK AI SOCI DI CAPITALE Sono ammessi, in qualità di soci, i soli professionisti iscritti a ordini, albi e collegi, anche in differenti sezioni, nonché dei cittadini Ue in possesso del titolo di studio abilitante. Sono inoltre ammessi anche soggetti non professionisti soltanto per prestazioni tecniche, o per finalità di investimento. 04|DENOMINAZIONE La denominazione sociale, in qualunque modo formata, deve contenere l'indicazione di «società tra professionisti».05|L'INCARICO Il regolamento dovrà anche fissare i criteri e le modalità affinché l'esecuzione dell'incarico professionale conferito alla società sia eseguito solo dai soci in possesso dei requisiti per

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l'esercizio della prestazione richiesta. Bisogna poi assicurare che la designazione del socio professionista sia compiuta dall'utente.

IL DECRETO LIBERALIZZAZIONI

01|L'ULTIMO INTERVENTO L'ultimo tassello del puzzle della riforma delle libere professioni è contenuto nel decreto sulle liberalizzazioni approvato dal governo venerdì scorso in una seduta durata ben otto ore. Su tariffe e tirocinio i principali interventi.02|ADDIO TARIFFE Il decreto dispone l'abrogazione delle tariffe delle professioni ordinistiche. Solo per le somme liquidate da organi giurisdizionali, il compenso del professionista sarà determinato con riferimento ai parametri fissati dal ministero vigilante.03|ACCORDO SUI COMPENSI Stabilito l'addio alle tariffe, il compenso per la prestazione sarà pattuito nero su bianco al momento del conferimento dell'incarico. Il professionista dovrà informare il cliente sul grado di complessità dell'incarico e sugli oneri ipotizzabili fino alla conclusione e dovrà indicare i dati della polizza assicurativa. Il mancato rispetto delle prescrizioni relative ai compensi costituirà illecito disciplinare del professionista.04|TIROCINIO Fermo restando che la durata non può essere superiore a 18 mesi, per i primi sei mesi il tirocinio può essere svolto anche presso le università previa convenzione tra ministero dell'Istruzione e consigli professionali.COSA CAMBIA

IN ARRIVO 500 NOTAI. Il decreto liberalizzazioni interviene anche sulle piante organiche della professione notarile. L'ingresso di 500 nuove unità è un intervento che «amplia il bacino di concorrenza» ha spiegato il ministro della Giustizia, Paola Severino. Ogni tre anni sarà poi verificato il rapporto notai-abitanti. Il notaio dovrà tenere aperto uno studio almeno una volta ogni 15 giorni nei Comuni o frazioni aggregati alla sede principale.OK AI CONFIDI. Un'altra disposizione del decreto sulle liberalizzazioni apre ai liberi professionisti la possibilità di partecipare alla patrimonializzazione dei Confidi, i consorzi di garanzia costituiti per agevolare le imprese nell'accesso ai finanziamenti, a breve, medio e lungo termine, destinati allo sviluppo delle attività economiche e produttive.

Eventi delle Sezioni

MESE DI GENNAIO

27.01.2012 La Previdenza Forense: i giovani avvocati – BIELLA

19.01.2012 Osservatorio nazionale su confisca, amministrazione e destinazione dei beni e delle aziende – PALERMO

13.01.2012 Il Codice del Processo Amministrativo tra criticità e novità – COSENZA

11.01.2012 Il Corpo, il Diritto, la Libertà - RIMINI

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IL CORRIERE DELLA SERA

IL GUARDASIGILLI: “LE CARCERI LUOGO DI TORTURA”

Il Ministro della Giustizia Paola Severino ieri è tornata in carcere.Un'altra prigione dove c'è stato un suicidio, il 7 gennaio scorso, a Sollicciano, Firenze. Un'altra visita dolorosa. “Il carcere è sì un luogo di espiazione, ma che non deve perdere i diritti dell'uomo. L'uomo in prigione è un uomo sofferente che deve essere rispettato. Oggi invece il carcere è una tortura più di quanto non sia la detenzione”. Il Ministro Severino si era commossa, uscendo. Aveva visto anche i bambini in cella con le loro madri.“Un bambino non si può svegliare al mattino e vedere davanti a sé le sbarre di una cella”, ha detto il ministro Severino spiegando che pensando alle case famiglia sta cercando una soluzione anche a questo problema dei bambini e delle mamme. Per l'altro problema, il sovraffollamento dei penitenziari italiani, ha già redatto un provvedimento di legge in discussione al Senato.Siamo arrivati a un record di detenuti nelle prigioni italiane inimmaginabile fino a pochi anni fa. Ci sono 68mila persone rinchiuse oggi nelle prigioni nostrane, a fronte di di 45.654 posti disponibili. Quasi uno su due (il 42%) è in attesa di giudizio. Le donne sono soltanto 2mila 600 (il 4% del totale), ma dietro le sbarre ci sono anche 70 bambini.In alcune carceri il sovraffollamento tocca picchi che non hanno nulla a che fare con un Paese civile. Quelle pugliesi fra queste. A Lecce, ad esempio, ci sono 1.441 detenuti per 680 posti letto. Ma nella terza sezione del carcere di Bari c'è una situazione che è difficile da credere. L'ha denunciata Maria Giuseppina d'Addetta, presidente del Tribunale di sorveglianza: 44 detenuti stipati in solo 2 celle.Anche a Bolzano le carceri scoppiano. E ieri per questo un gruppo di detenuti ha messo in atto una rivolta: sei celle della seconda sezione sono state completamente distrutte dalla rabbia dei carcerati e dalle fiamme. I detenuti hanno poi spaccato finestre e distrutto i bagni, bloccando anche alcuni medici, poi rilasciati. Per sedare la rivolta sono intervenuti polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria.Pur di risolvere il problema dell'affollamento ieri il ministro Severino non ha esitato a parlare di amnistia, anche se ha precisato: “Per poter fare questo occorre l'accordo di tutti i partiti”. Anche per il cosiddetto provvedimento “svuota carceri” i partiti stanno cercando un accordo. È in Senato il provvedimento. La Commissione giustizia tornerà ad occuparsene nel pomeriggio, dopo uno stop della settimana scorsa per l'intervento polemico in Aula di Francesco Nitto Palma, senatore pdl ed es guardasigilli. Contestava l'eccessivo ricorso alla custodia a domicilio per gli arrestati in flagranza in attesa di convalida o di processo per direttissima. Adesso in Senato si sta cercando un compromesso che potrebbe essere rappresentato da una lista di reati esclusi dal beneficio dei domiciliari.Alessandra Arachi

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ANSA

CARCERI: DL TORNA IN AULA SENATO, PDL ASSICURA SOLUZIONI

(Adnkronos) - Berselli difende il lavoro sul provvedimento fatto in Commissione giustizia, dove ''era stato approvato, con larghissime intese, poi le tensioni si sono create in Aula'', e invita a ''evitare che su un provvedimento importante come questo si possano incrinare i rapporti all'interno della commissione e soprattutto nel gruppo del Pdl in Aula''. Poi, rivolge un appello a Palma e ad altri nel partito ''a non impuntarsi su un provvedimento che mira a risolvere il problema drammatico del sovraffollamento carcerario, per cui e' necessario sacrificare qualcosa delle proprie posizioni. Non fermiamoci a questo provvedimento e votiamolo in fretta''. Ma anche l'ex ministro della Giustizia e' pronto a vestire i panni della colomba. ''Sono certo che situazione si risolverà - ripete - le argomentazioni tecniche portate sono valide e la discussione porterà a una soluzione condivisa con i relatori e con il ministro''. E in ogni caso, assicura, ''sono disciplinato se il gruppo vota io mi adeguo, o non partecipo a voto''. ''Come posso essere contrario a decreto se da ministro ho favorito discussione sulle carceri al Senato, ho presentato io stesso un decreto sullo svuota-carceri prima della caduta del governo simile a quello attuale, come si può dire che non voglio questo provvedimento?'' chiede Palma, che ribadisce ''massimo rispetto e considerazione per il ministro Severino, che conosco e stimo dai tempi dell'università''. E si spinge anche su una previsione fin troppo ottimistica sui tempi di approvazione: ''domani, per quello che mi riguarda, in un'ora possiamo votare tutto. Tra l'altro molti emendamenti fanno parte di altri provvedimenti e molto probabilmente verranno ritirati. Quindi si può fare in fretta'. La parola torna dunque all'Aula, dove prosegue l'iter per la conversione in legge del dl, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 22 dicembre scorso e che pertanto 'scade' il 20 febbraio. E allora il tempo a disposizione, dovendo passare poi all'esame della Camera, davvero non e' molto.

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COMUNICATO STAMPA del 24.01.2012

LIBERALIZZAZIONI. AIGA: GOVERNO VICINO A GIOVANI SOLO A PAROLE

GRECO: ABOLIZIONE COMPENSO A PRATICANTE È INTERVENTO PUNITIVO

«Con la manovra di agosto era stato introdotto l’obbligo di corrispondere un equo compenso al praticante; secondo le versioni che sono circolate in questi giorni, il decreto legge sulle liberalizzazioni dovrebbe avere abrogato parte dell’art. 3 del D.L. 138/2011: ciò significa che il compenso per il praticante non sarà più un obbligo di legge. È evidente che il governo Monti è a favore dei giovani soltanto a parole, ma nei fatti è capace di sfornare esclusivamente provvedimenti punitivi per i liberi professionisti». Lo afferma Dario Greco, presidente dell'Aiga, Associazione italiana dei giovani avvocati. Per il leader dei legali under45 «non si sta liberalizzando l’economia, ma si stanno ampliando soltanto le rendite di posizioni della grande impresa, delle banche e delle assicurazioni, mentre il numero dei notai aumenta solo sulla carta di 500 unità. Se davvero si vuole dare slancio all’economia – conclude Greco – si liberalizzi il mercato immobiliare consentendo anche agli avvocati di stipulare gli atti di compravendita: questa è la vera riforma di cui in cittadini hanno bisogno».

Riportato sulle testate on line:

www.osservatoriosullalegalità.org

www.mondoprofessionisti.eu

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IL MESSAGGERO

ABOLITE LE TARIFFE MINIME CI SARANNO 1.500 NOTAI IN PIU'

Via le tariffe minime, arrivano 1.500 notai in più in tre anni, concorsi più rapidi, obbligo di preventivo al cliente. Si comincia con l'abolizione “di tutte le tariffe minime e massime”, comprese quelle per la determinazione degli onorari dei notai. Cosa succede nel caso di una controversia tra un professionista e un cliente che non vuole pagare il corrispettivo pattuito tra di loro? Cambia l'articolo del codice civile (2233) che disciplina la determinazione giudiziale del compenso: il giudice non farà più riferimento alle tariffe professionali stabilite dagli Ordini; sarà lui a determinare il compenso secondo gli usi o secondo equità e non più attraverso la preventiva consultazione dell'ordine professionale a cui appartiene il professionista. Anche in caso di decreto ingiuntivo, il giudice salterà il passaggio dagli Ordini. Quando il cliente si rivolge ad un professionista questi avrà l'obbligo di proporgli un preventivo e di indicare se ha un'assicurazione per gli eventuali danni legati all'attività. Per facilitare l'accesso dei giovani alle professioni è confermata la possibilità di svolgere il tirocinio o il periodo di pratica durante gli ultimi due anni di università (laurea specialistica), escluse le professioni mediche o sanitarie.Aumenta il numero dei notai che dovranno rispettare una serie di nuove regole, finalizzate ad accrescere la concorrenza nei distretti in cui ottengono l'assegnazione dell'attività. La pianta organica esistente è aumentata, da subito, di 500 posti ed entro il 30 giugno viene bandito il primo concorso per la loro assegnazione. Altri due concorsi da 500 posti ciascuno sono previsti nel 2013 e 2014 ed ogni 30 giugno degli anni successivi per le sedi che dovessero rendersi vacanti.Il notaio dovrà inoltre assicurare la sua presenza nel Comune in cui ha vinto il concorso, per almeno tre giorni a settimana e almeno un giorno nei Comuni o frazioni ad esso aggregati. Potrà inoltre aprire sedi secondarie del suo studio all'interno del distretto di Corte d'Appello in cui si trova la sua sede, ma non al di fuori. In sostanza, viene limitata l'apertura di sedi secondarie al di fuori del distretto ma viene ampliata la possibilità di esercitare la professione di notaio nell'ambito territoriale più ampio delle Corti d'Appello.

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ITALIA OGGI

COMPENSI, IL PREVENTIVO NON SERVE

di Fabrizio G. Poggiani

Il compenso del professionista va pattuito per iscritto solo se è il cliente a chiederlo. Gli iscritti agli ordini avranno il mero obbligo di comunicare il compenso al momento del conferimento dell’incarico indicando il dettaglio delle voci di costo, delle spese e dei contributi. È quanto emerge dall’articolo 9, inserito nel decreto legge sulle liberalizzazioni n. 1/2012 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, in tema di professioni regolamentate. Tra la prima versione del dl uscita dal Cdm e quella (rivisitata) oggi disponibile la differenza è sostanziale giacché il preventivo, pena l’apertura di una procedura disciplinare, si rendeva necessario a prescindere che il cliente avesse conferito l’incarico (ante), mentre ora si parla chiaramente di determinazione degli onorari nel momento in cui il cliente ha effettuato la scelta (post), tenendo conto ulteriormente degli «oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico...».Inoltre, è stato previsto che il «mandato professionale» (definizione più corretta), peraltro sempre predisposto dall’iscritto all’albo più oculato anche al fine di evitare ripensamenti ingiustificati da parte del cliente, oltre che all’indicazione presuntiva dell’onorario, debba indicare le singole prestazioni e tutte le ulteriori voci di costo, come spese, oneri e contributi. In ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera. L’incarico professionale, inoltre, va coperto da assicurazione per eventuali danni causati nell’esercizio dell’attività professionale e i dati della polizza vanno comunicati ali cliente. L’inottemperanza di quanto disposto costituisce illecito disciplinare del professionista. Va ancora evidenziata la discriminazione tra gli obblighi posti a carico dei professionisti iscritti agli ordini, rispetto a quelli non iscritti che, guarda caso, non dovendo tenere conto di queste disposizioni, creano vere e proprie «alterazioni» del mercato.

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IL SOLE 24 ORE DEL 25.01.2012

PREVENTIVO SCRITTO SU RICHIESTA

IL CLIENTE POTRÀ SOLLECITARE IL CONTEGGIO TIROCINIO ANCHE NEGLI UFFICI PUBBLICI

MILANO. Contrordine: il preventivo del professionista va messo per iscritto solo se a richiederlo è il cliente stesso. Si attenua la formulazione dell'articolo 9 del Dl liberalizzazioni (atteso per la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale») che individua l'obbligo deontologico di fornire per iscritto la pattuizione del compenso e una previsione di onorario. Il testo conferma il vincolo, tra cliente e professionista, di mettere nero su bianco il compenso per le prestazioni richieste (e i dati della copertura assicurativa) con il conferimento dell'incarico, la misura è «previamente resa nota al cliente anche in forma scritta se da questi (il cliente, ndr) richiesta».Non è l'unica novità. Accanto al decreto ministeriale che dovrà fornire i parametri che servono al giudice nei casi di contenzioso e di liquidazione delle spese giudiziali, si profila un altro decreto Giustizia-Economia dove sono stabiliti «i parametri per oneri e contribuzioni alla Casse professionali e agli archivi precedentemente basati sulle tariffe». Un riferimento alla Cassa dei notai che basa i versamenti sul valore degli atti iscritti dai professionisti nel repertorio notarile.«Dall'onorario di repertorio – ha spiegato Paolo Pedrazzoli, presidente della Cassa del notariato – dipendeva non solo il calcolo dei contributi, ma anche le spese di funzionamento di Ordini e Consiglio nazionale, oltre che la cosiddetta tassa archivio di cui noi siamo solo esattori, visto che la giriamo allo Stato. Speriamo solo che il decreto con i nuovi parametri arrivi presto, perché la Cassa rischia di non poter avere versamenti per settimane. Se dovesse tardare, dovrò mantenere i vecchi parametri tariffari solo per calcolare gli oneri previdenziali».Per evitare, però, che questi parametri possano rientrare come tariffe "mascherate" nella determinazione degli onorari, la norma chiarisce che ogni pattuizione di compenso fatta sulla loro base è nulla. Nessuna retromarcia, almeno in questa fase, sull'equo compenso per il praticante, già approvato lo scorso agosto con la legge 148/2011 ma cancellato dal decreto legge.Infine, il tirocinio si arricchisce di una possibilità in più. Confermata la possibilità – previa convenzione tra Ordini e ministero dell'Istruzione – di svolgere i primi sei mesi di tirocinio (su 18 mesi al massimo) in concomitanza con i corsi universitari, analoghe convenzioni possono essere stipulate tra Consigli nazionali e ministero della Pubblica amministrazione per consentire, a laurea ottenuta, di poter svolgere il tirocinio, in tutto o in parte, presso pubbliche amministrazioni.Capitolo-reazioni. I commercialisti delle sigle sindacali Sic e Andoc non si scandalizzano tanto per le misure sulle tariffe, quanto piuttosto per «i danni» delle semplificazioni su collegio sindacali e tirocinio. Nel primo caso – spiegano – la riduzione da tre a uno dei "controllori" nelle Srl «non comporterà un risparmio a carico delle piccole imprese destinatarie ma solo maggiori responsabilità a carico dei professionisti incaricati, sempre nominati dalla maggioranza societaria». Nel secondo caso, si profila la «mortificazione» del tirocinio.Contro il Governo anche i giovani avvocati dell'Aiga, che se la prendono contro l'abolizione dell'equo compenso da erogare al praticante, introdotto con la manovra d'agosto: «È evidente – sottolinea il presidente di Aiga, Dario Greco – che il Governo è a favore dei giovani soltanto a parole, ma nei fatti è capace di sfornare esclusivamente provvedimenti punitivi». Laura Cavestri

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IL SOLE 24 ORE

IL MINISTRO FORNERO CHIARISCE SULLE CASSE

L'appuntamento è per le 8.30. L'audizione del ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, è fissata per questa mattina, di buon'ora, di fronte alla commissione bicamerale di controllo sugli enti previdenziali, presieduta da Giorgio Jannone. «La richiesta, avanzata dalla commissione stessa – ha sottlineato Jannone – è di chiarire gli orientamenti del Governo e le nuove disposizioni che riguardano i criteri più stringenti per la sostenibilità delle Casse di previdenza professionali». Il Dl 201/2011 (il decreto Salva-Italia, convertito con la legge 214/2011), infatti, prevede che le Casse debbano assicurare un orizzonte positivo su un arco temporale di 50 anni sulla sola base del saldo previdenziale (cioè del rapporto tra entrate per contributi e uscite per prestazioni). Un primo termine, per le Casse, per mettersi in regola con tali criteri, era già stato posticipato dal 31 marzo al 30 giugno. Venerdì scorso, un emendamento (accolto) di Giuseppe Francesco Marinello (Pdl) al Dl milleproproghe ha fatto ulteriormente slittare dal 30 giugno al 30 settembre la scadenza delle Casse per mettersi in regola. Tanto che il presidente dell'Adepp, Andrea Camporese, ha dato la sua disponibilità al Governo per discutere sull'applicabilità dei criteri stessi. Ma all'appuntamento di oggi, molti parlamentari attendono al varco il ministro Fornero. «È necessario – ha affermato Nino Lo Presti (Fli), vice presidente della commissione bicamerale – che si scoprano le carte, perché è forte e legittimo il sospetto che ci si voglia appropriare del ricco patrimonio delle Casse per coprire altre spese, decise nelle ultime manovre degli esecutivi Berlusconi e Monti». I professionisti, ha concluso Lo Presti, «soffrono come tutti gli altri lavoratori italiani e hanno avuto flessioni sulla media dei redditi negli ultimi cinque anni. E hanno diritto di sapere cosa sarà della loro pensione».

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CASSE: PROVE TECNICHE DI FAGOCITAZIONE.E INTANTO IL MINISTRO PARLA DI SUPER INPS

La Fornero non piange ma ribadisce: sostenibilità a 50 anni e fuori il patrimonio dalle previsioni.Davanti alla Bicamerale sugli enti previdenziali il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non ha ripetuta la patetica scenetta del pianto. Ma affrontato il tema delle casse dei professionisti esordendo con un’ipocrita affermazione che le dice lunga sulle sue prossime mosse. “È un tema – ha esordito - che mi sta molto a cuore. E per questo - ha ribadito – credo che queste casse isolatamente prese, ma anche nel loro insieme, possano avere problemi di sostenibilità finanziaria e credo che sia dovere del legislatore assicurare che questa sia raggiunta in modo da evitare situazioni, come già avvenuto, di intervenire quando ormai è tardi e a carico del bilancio pubblico". Le casse dovranno presentare entro sei mesi i piani di sostenibilità per i prossimi 50 anni. Un tempo più che sufficiente, secondo Fornero. "Il sistema pensionistico è stato cambiato per tutti gli italiani in poco più di venti giorni - ha detto - , diamo alle casse sei mesi di tempo per vedere se le loro proiezioni assicurano una sostenibilità per i prossimi 50 anni. "Sul piano delle mie impressioni - ha quindi aggiunto la Fornero - non credo che sia corretto prevedere l'utilizzo generalizzato del patrimonio per queste previsioni. Mentre prevedere l'utilizzo dei rendimenti del patrimonio è tutta un'altra cosa. Credo che le casse abbiano gli strumenti tecnici e la capacità gestionale e organizzativa per presentare i piani richiesti entro il 30 giugno. Sarei felice – ha concluso - che tutte le casse passassero al sistema contributivo perché ci sarebbe una sostenibilità finanziaria più sicura.”

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COMUNICATO STAMPA DEL 26.01.2012

GIUSTIZIA. AIGA: AVVOCATI NON RESPONSABILI ENORME CONTENZIOSO

GRECO: CRISI COLPISCE SOGGETTI DEBOLI CATEGORIA, GIOVANI E DONNE

«Abbiamo deciso di non partecipare alle cerimonie inaugurali dell’anno giudiziario per ribadire ancora una volta il grido d’allarme che i Giovani Avvocati da anni denunciano per la tenuta democratica del nostro Paese e del sistema Giustizia: se è certamente vero che una giustizia lenta è malagiustizia, è altrettanto vero che una giustizia frettolosa, una giustizia dai costi d’accesso irragionevoli, una giustizia sommaria è denegata giustizia. La principale preoccupazione di chi amministra la macchina giudiziaria deve essere il sacro rispetto dei valori costituzionali del diritto di difesa e del giusto processo in contraddittorio tra le parti, perciò spiace constatare che il primo presidente della Cassazione sappia valutare la produttività dei magistrati soltanto sulla quantità delle decisioni e non sulla qualità delle stesse, ritenendo gli avvocati responsabili dell’enorme contenzioso italiano, senza spendere una parola per le ingenti carenze di organico in magistratura, causate anche dai magistrati fuori ruolo perché destinati agli uffici ministeriali». Lo afferma in una nota Dario Greco, presidente dell'Aiga, Associazione italiana dei giovani avvocati, nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte di Cassazione. Secondo il leader dei legali under45 «c'è preoccupazione per il gravissimo stato di crisi in cui versa l’Avvocatura Italiana. Le recenti statistiche diramate dalla Cassa di Previdenza dimostrano un continuo calo del reddito pro-capite degli avvocati, in persistente discesa dal 2007, con una perdita di ricchezza dell’avvocato medio italiano del 12% (comprensivo dell’inflazione) nel triennio 2008-2010. Crisi che colpisce maggiormente i soggetti deboli della nostra categoria: i giovani e le donne». Il presidente dell'Aiga aggiunge che la categoria ha deciso di protestare «perché non si sta liberalizzando l’economia, ma si stanno ampliando soltanto le rendite di posizioni della grande impresa, delle banche e delle assicurazioni, mentre il numero dei notai aumenta solo sulla carta di 500 unità. Se davvero si vuole dare slancio all’economia – conclude Greco – si liberalizzi il mercato immobiliare consentendo anche agli avvocati di stipulare gli atti di compravendita: questa è la vera riforma di cui in cittadini hanno bisogno».

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ITALIA OGGI – TEMPO REALE

LA GIUSTIZIA ROBA PER RICCHI

IL TRIBUNALE DELLE IMPRESE COSTERÀ 4 VOLTE DI PIÙ

di Luigi Chiarello e Antonio Ciccia

Da un lato il governo, con il decreto liberalizzazioni, istituisce il tribunale delle imprese e dirotta su di esso le class action e tutti i contenziosi tra aziende. Dall’altro, l’esecutivo quadruplica il contributo unificato che tutti i cittadini devono pagare per accedere alle sezioni del tribunale delle imprese. Rendendo così molto più costoso il ricorso alle aule giudiziarie. Un rincaro, che secondo le stime contenute nella relazione illustrativa al decreto legge liberalizzazioni, dovrebbe portare un extragettito nelle casse dello stato, pari a oltre 7,7 mln di euro. La moltiplicazione di oneri, riguarderà in particolare il secondo grado di giudizio, che passa da un gettito ordinario di 337.500 euro a uno stimato di 1.350.000 euro. Un boom di costi, evidentemente voluto per scoraggiare il più possibile la litigiosità in tribunale e dirottare la risoluzione delle controversie su binari alternativi. Come la conciliazione e l’arbitrato. E che trova riscontri nell’evidenza dei fatti. Due per tutti. Da giugno 2011 a oggi è il terzo rincaro deciso per il contributo unificato. E dal primo gennaio 2012, per effetto della legge di stabilità, anche le domande riconvenzionali sono soggette a pagamento del contributo unificato.L’escalation. La manovra di luglio (dl 98/2011, art. 37, comma 7) ha introdotto un aumento generalizzato dei contributi unificati. Sono diventate soggette a contributo cause prima esenti, come le cause di lavoro (oltre una certa soglia di reddito) o le separazioni coniugali. Sempre questo decreto ha introdotto il contributo unificato per le liti tributarie e aumentato quelle per il contenzioso amministrativo. In particolare per un ricorso per gli appalti si pagano 4 mila euro. Lo stesso decreto ha disposto che il contributo viene aumentato della metà se l’avvocato dimentica di indicare sull’atto il proprio indirizzo di posta elettronica certificata e il proprio fax. O se non viene indicato il codice fiscale del cliente. La legge di stabilità (legge 183/2011), poi, come detto ha disposto un aumento dei contributi unificati per le impugnazioni: l’aumento è della metà per l’appello e del doppio per i ricorsi in Cassazione. Inoltre, viene previsto il versamento di un contributo per tutte le domande riconvenzionali, per gli atti di intervento e per le chiamate di terzo in causa.Ora, interviene in materia anche il decreto legge liberalizzazioni, che comparta le cause di competenza del tribunale delle imprese e le assoggetta a un contributo unificato quadruplicato rispetto agli importi modificati nel tempo, previsti dall’art. 13 del Testo unico delle spese di giustizia (dlgs 115/2002). Inoltre, il dl liberalizzazioni prevede che il contributo quadruplicato sia la base per il calcolo dell’aumento della metà in caso di appello e del doppio in caso di ricorso in cassazione. Insomma, a conti fatti, una causa davanti al tribunale delle imprese può costare un occhio della testa: chi comincia paga un contributo pari a quattro volte il valore normale. Se poi la controparte svolge una domanda riconvenzionale, a sua volta, dovrà pagare un contributo quadruplicato. Poi, in appello, il tutto viene calcolato al 150%, Per poi arrivare a pagare addirittura il doppio del quadrupli in cassazione. Insomma la manovra da un lato fa cassa per lo stato e dall’altro disincentiva il ricorso alla giustizia.

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SULLE PROFESSIONI IL GOVERNO È ANDATO AVANTI SENZA CONCERTAZIONE

Un attacco ingiustificato agli ordini professionali, il mancato ricorso alla concertazione e una pericolosa indifferenza per i valori giuridici a vantaggio delle ragioni economiche. In questi tre punti il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, sintetizza il profondo disagio degli Avvocati italiani in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario. “In materia di giustizia non si può procedere in modo frammentario - lamenta Alpa - senza consultare i soggetti coinvolti, cosa che il governo non ha fatto neanche sulle misure che riguardano le professioni, come se si potesse agire in materia di lavoro autonomo senza sapere quali sono i problemi delle varie categorie”. Quanto all'avvocatura “si è andati avanti ignorando la proposta di riforma della professione forense che giace in Parlamento”. E se si osserva che il numero degli Avvocati è eccessivo, sottolinea Alpa, “questo dipende dall'ignavia del legislatore”.

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PENALISTI PRONTI ALLO SCIOPERO CONTRO LE LIBERALIZZAZIONI

Lo ha annunciato ieri il presidente dell’Unione delle Camere penali, Valerio Spigarelli: anche gli avvocati penalisti sono pronti a scioperare contro le liberalizzazioni, con due giorni di astensione dalle udienze già calendarizzate per Febbraio. Dopo il colloquio con i capigruppo del Terzo Polo nella commissione di Giustizia di Montecitorio, il leader dei penalisti ha espresso “allarme” in particolar modo per la regolamentazione delle società professionali, ribadendo la “profonda necessità di una riforma organica della professione forense” e non di “misure estemporanee”. Moltissimi i temi discussi durante l’incontro che vanno dalla pericolosità delle previsioni delle liberalizzazioni al decreto svuota – carceri, fino a toccare la presunta negazione del principio di terzietà del giudice. Sulle motivazioni che hanno spinto allo sciopero di Febbraio, il presidente dei penalisti ha poi aggiunto che ”le società professionali partecipate e controllate da soci non professionisti sono pericolosissime per l’indipendenza e l’autonomia degli avvocati, come anche oggi ribadito persino dall’autorevole CCBE” e che l’Europa non chiede assolutamente di “mutare geneticamente l’avvocatura, come sta avvenendo in Italia, ma di rispettarne i caratteri propri”. Infine, sul tema del decreto svuota – carceri, Valerio Spigarelli ha insistito sulla necessità di ”riformare in toto il sistema della custodia cautelare, rendendola davvero eccezionale”, mentre ha sottolineato, riguardo il principio di terzietà del giudice, quanto questo non possa essere ”dimenticato o peggio negato, facendo cadere nell’oblio quelle proposte che realizzavano la separazione delle carriere”.

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LA FAVOLA BELLA DELLE LIBERALIZZAZIONI

di Confprofessioni

Ci hanno raccontato che le liberalizzazioni dovevano essere la molla che avrebbe scatenato la concorrenza; la leva per aprire il mercato dei servizi professionali; l’elisir che avrebbe rimesso in circolo l’economia del Paese. Avevano persino riconosciuto il contributo di molte attività professionali alla diffusione dell’innovazione scientifica e tecnologica nell’interesse della competitività del Paese. Avevano promesso di non disconoscere le peculiarità che connotano le attività intellettuali, che mai sarebbero state assimilate alle attività commerciali. È tutto scritto nero su bianco nel dossier che ai primi di gennaio l’Antitrust ha consegnato al governo per rimuovere gli ostacoli della concorrenza nelle professioni e per favorire la competitività del sistema Paese. Tra le priorità veniva ribadita la necessità di abolire qualsiasi forma di tariffario, ma aveva anche sollecitato una profonda riforma nella composizione degli organi disciplinari degli Ordini, e nuove regole su formazione e pubblicità dei professionisti. Si trattava di principi concorrenziali che potevano essere applicati, anche nel settore delle professioni, in modo compatibile con le esigenze di protezione sociale e di tutela dei rilevanti interessi pubblici ad esso sottesi. Insomma, una maggiore ispirazione del quadro regolamentare ai principi della competitività poteva solo arrecare benefici stimoli ai professionisti e, di riflesso, all’intera collettività. A parte l’abolizione delle tariffe, di tutto questo non c’è traccia nel decreto legge sulla concorrenza, le liberalizzazioni e le infrastrutture, varato venerdì 20 gennaio dal consiglio dei ministri. Forse c’è stato un corto circuito tra l’autorità garante e il Governo, o forse l’esecutivo non ha avuto l’ardire di affondare il colpo, eliminando una volta per tutte quelle rendite ingiustificate che imbrigliano, tra costi imposti e burocrazia, l’attività dei liberi professionisti. Le “lenzuolate” di Monti si fermano sul pelo dell’acqua, limitandosi ad alleggerire gli oneri a carico dei clienti, siano esse imprese o cittadini. Ma non affrontano il nocciolo del problema: rendere davvero competitivi i liberi professionisti all’interno delle moderne dinamiche del mercato. Siamo fermamente convinti che il settore delle attività intellettuali debba essere profondamente rinnovato e confermiamo la nostra fiducia sull’azione del governo, ma il risultato che emerge dal primo intervento “liberalizzatore” è ampiamente sotto le attese. Partendo dalla manovra di Ferragosto, il presidente Monti aveva la possibilità di intervenire direttamente sul mercato delle libere professioni, ridefinendo alcune funzioni attribuite agli ordini che complicano la vita agli iscritti agli albi. Si attendeva, per esempio, una maggior apertura sul fronte della formazione, consentendo quindi ai professionisti di scegliere i percorsi formativi più idonei alla loro preparazione professionale; l’abolizione delle tariffe dovrebbe prevedere procedure certe per l’esigibilità delle parcelle; un altro intervento atteso dai professionisti riguardava la sottoscrizione delle assicurazioni professionali: l’attribuzione agli ordini di stipulare convenzioni con le compagnie assicurative, oltre a limitare la scelta dei professionisti, appare incompatibile con la loro funzione pubblica; insieme con il tirocinio nelle università si poteva intervenire sull’equo compenso ai praticanti, insistendo nel solco dell’apprendistato di alta formazione e ricerca (come per altro, disciplinato nel nuovo Ccnl degli studi professionali) per assicurare ai giovani un inquadramento contrattuale e maggiori tutele di welfare. È mancato, insomma, quello che tutti gli iscritti a un albo professionale si aspettavano: creare la condizione per un alleggerimento dei costi, così come una semplificazione delle procedure collegate alle prestazioni professionali, soprattutto verso la pubblica amministrazione: fisco, uffici del lavoro, enti locali... Intervenendo su questi semplici punti, il presidente Monti avrebbe potuto dare un segnale forte ai cittadini e ai professionisti di reale apertura del mercato dei servizi professionali. Non è andata così. Le liberalizzazioni hanno lasciato immutato il sistema che

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governa le libere professioni. Per salvaguardare le prerogative di pochi, sono stati sacrificati i milioni di iscritti agli albi professionali, che ora si trovano di fronte a nuovi adempimenti burocratici e costi occulti utili solo a perpetuare lo status quo. Pensiamo, per esempio, ai vincoli imposti dal nuovo compenso che prevede di formulare ex ante gli oneri legati alla prestazione professionale e di comunicare al cliente gli estremi della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale, senza contare l’illecito disciplinare che scatta se non si adempie all’obbligo normativo. Nessuna categoria, nessuna, nel panorama delle attività produttive e commerciali, è sottoposta a una simile procedura. Il ritratto del professionista che emerge dalla lettura del decreto legge è al di fuori di qualsiasi realtà. La manciata di commi, infilati sotto l’art. 9 del decreto legge, rendono l’immagine di un soggetto professionalmente ed economicamente poco affidabile, minando alla radice il rapporto fiduciario che esiste tra professionista e cliente. Quello che non emerge dalla novella normativa è che le tariffe sono state ampiamente superate dalla crisi, in compenso sono schizzati alle stelle i premi delle polizze assicurative per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale.

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ITALIA OGGI – TEMPO REALE

IL MINISTRO FORNERO TENDE UNA MANO ALLE CASSE

di Simona D'Alessio

Elsa Fornero tende una mano alle casse di previdenza dei professionisti. E lo fa ribadendo il «no» all'uso generalizzato del patrimonio nel calcolo per assicurare di avere saldi positivi a 50 anni, ma aprendo subito dopo all'utilizzo dei «flussi di rendimento che originano dallo stock» dei beni. Nel corso dell'audizione di ieri mattina nella commissione bicamerale di controllo sugli enti privatizzati, il ministro del lavoro si è detta certa che gli istituti abbiano «strumenti tecnici e capacità gestionale per presentare i piani richiesti entro il 30 giugno prossimo», così come deciso dal decreto «salva-Italia» (201/2011), che ha innalzato la soglia entro cui garantire la sostenibilità attuariale da 30 a 50 anni. Malgrado ciò, allo stato attuale, afferma che «isolatamente credo vi siano casse che abbiano problemi finanziari» e, pertanto, «bisogna evitare di intervenire quand'è ormai troppo tardi, e a carico del bilancio pubblico» sottolinea, rievocando così implicitamente la funzione di vigilanza dei ministeri, fra cui quello di cui è titolare, sugli enti privatizzati con i dlgs n. 509 del 1994 e nati con il dlgs n. 103 del 1996. E, poiché la manovra stabilisce il passaggio al sistema contributivo per gli enti che non riusciranno ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche per cinque decenni, Fornero ribadisce che sarebbe «felice» dell'applicazione generalizzata di quel meccanismo di calcolo (basato sui versamenti effettuati dall'iscritto), «l'unico metodo in grado di dare la sostenibilità».E, durante il dibattito in commissione, in cui presidente e vicepresidente (Giorgio Jannone del Pdl e Nino Lo Presti di Fli) prendono la parola per sottolineare quanto sia importante per gli istituti poter considerare l'intero patrimonio acquisito negli anni nella stesura dei bilanci tecnici, il ministro dichiara che «sarebbe opportuno pensare ad un accorpamento delle casse», anche perché così facendo «si limiterebbero le spese attualmente non dedicate al pagamento delle pensioni». Spazio anche al cosiddetto «SuperInps» (sebbene la numero uno di via Veneto ritenga «prematura» l'audizione su questo tema), in cui confluiranno Inpdap ed Enpals: sul piano della governance, «non mi è ovvio quale sarà la tipologia per questo ente molto grande, e su questo avremo anche bisogno di suggerimenti tecnici», a seguire ci sono «tutte le conseguenze della riforma pensionistica» recente, tuttavia, secondo Fornero l'istituto guidato da Antonio Mastrapasqua è assolutamente «in grado di gestire le prestazioni». Com'è noto, la nuova realtà dovrà amministrare tutta la previdenza pubblica, «bisognerà attendere che i bilanci degli enti incorporati siano approvati, e questo potrebbe avvenire entro marzo», aggiunge la rappresentante governativa, dopo di che «sono fiduciosa che l'Inps e i suoi organi facciano tutto quanto previsto per l'assorbimento efficiente non solo di tutta la parte amministrativa, ma anche del personale».

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ADNKRONOS

LIBERALIZZAZIONI: LETTERA AVVOCATI UE A GOVERNO, SALVAGUARDARE PROFESSIONE

ALLARME PER SOCIETA' DI CAPITALI

La ''difficoltà a capire il legame che i governi, ivi compreso quello italiano, sembrano voler creare tra la professione di avvocato e la crisi economica nei rispettivi paesi'', pur nella consapevolezza del ''particolare momento di difficoltà che gli stato membri stanno vivendo''. E l'appello alla ''salvaguardia dei valori fondamentali della professione legale''. E' quanto scrive il Ccbe, il Consiglio degli Ordini forensi europei, in una lettera, a firma della presidente, Marcella Prunbauer-Glaser, indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al ministro della Giustizia, Paola Severino. Una lettera che arriva alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, le cui cerimonie quest'anno saranno disertate dagli avvocati per protesta contro le misure del governo. Le maggiori preoccupazioni espresse dagli avvocati europei si riferiscono ''alle nuove disposizioni che riguardano le cosiddette 'alternative business structures''', ovvero la possibilità di società di capitali tra professionisti che ''consentono il controllo di maggioranza anche a soggetti estranei alla professione''. Con il rischio ''della nascita di situazioni conflittuali'', denuncia il Ccbe, che possono sottoporre gli avvocati ''a pressioni da parte degli azionisti esterni di maggioranza'', il che sarebbe ''contrario ai principi fondamentali della professione''. La presidente degli avvocati europei si rivolge infine direttamente al ministro Severino che ''in virtù della sua esperienza di avvocato, sarà senza dubbio consapevole dell'importanza di proteggere il rapporto di fiducia tra l'avvocato e il suo cliente contro le indebite intrusioni da parte dello Stato, nonché della necessità di salvaguardare l'indipendenza decisionale dell'avvocato, anche al fine di tutelare efficacemente i diritti e le libertà dei cittadini''.

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ITALIA OGGI

MORTIFICATO IL RUOLO DEGLI AVVOCATI

Alpa: misure afflittive, i diritti vengono prima del mercato «I diritti prima del mercato». È lo slogan con cui Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, conduce la protesta degli avvocati che denunciano provvedimenti «afflittivi», non lesinando critiche all'attuale governo che «dimostra di essere contro le professioni». E il primo atto si terrà oggi, quando in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, l'avvocatura, attraverso il solo presidente dell'ordine distrettuale, leggerà un manifesto comune in tutte le sedi di corte d'Appello, abbandonando poi la cerimonia per mettere in luce le «anomalie che stanno sempre più comprimendo il diritto del cittadino all'accesso alla giurisdizione, mortificando il ruolo sociale» del legale. Alpa, che terrà il discorso in cassazione, ricorda che le giornate di sciopero (il 23 ed il 24 febbraio, ndr) rappresentano una contestazione «legittima», in considerazione delle norme contenute in recenti iniziative (dalla manovra bis 148/2011 dell'esecutivo Berlusconi al decreto definito dal premier Mario Monti «cresci-Italia» 1/2012, contenente le liberalizzazioni). Secondo il numero uno del Cnf, le categorie professionali, «tacciate di corporativismo, sono state ingabbiate da provvedimenti di ogni tipo», che sul versante forense hanno riguardato «la formazione, l'accesso, il tirocinio, la pubblicità, le tariffe, i procedimenti disciplinari, le modalità di organizzazione interna», senza tener conto che molte di quelle scelte, a volte correttive le une delle altre, «avevano già trovato espressione in progetti di legge pendenti in parlamento»; inevitabile e chiaro il riferimento all'incerto destino del ddl di riforma della professione, presentato all'inizio della XVI legislatura, che giace da mesi in commissione giustizia alla camera, dopo essere stato licenziato dal senato. In soccorso alle istanze degli avvocati della Penisola sono arrivate, in questi giorni, le parole di Marcela Prunbauer-Glaser, presidente del Ccbe (il Consiglio degli ordini forensi europei), in una lettera inviata, oltre che al Cnf, al capo del governo e al guardasigilli Paola Severino: le recenti disposizioni sulla creazione di società professionali in Italia (all'interno della legge di stabilità, 183/2011), si legge, possono facilmente condurre «alla nascita di situazioni conflittuali, per effetto delle quali gli avvocati possono essere esposti a pressioni da parte degli azionisti esterni di maggioranza nello svolgimento della propria attività», con conseguenti violazioni ai principi di indipendenza della professione, e con un probabile «pregiudizio per i clienti». Un «modello atipico», commenta Alpa, sostenendo che una forma societaria così composta «tranne che in Danimarca, non è presente in altri stati europei». Quanto, poi, ad un altro tema caldo, quello delle tariffe, il vertice degli avvocati tiene a precisare, rievocando parole udite a palazzo Chigi, che «non sono incrostazioni di una casta, erano approvate dal ministero e non imposte direttamente ai clienti». Ciò che appare «curioso», al contrario, nell'opera dell'esecutivo Monti è non aver pensato, se veramente «preoccupato dell'accesso alla giustizia da parte dei cittadini, all'eliminazione del patto di quota lite», ossia l'intesa fra professionista e cliente in virtù della quale il compenso del primo viene calcolato in percentuale rispetto al risultato ottenuto dal suo assistito. Purtroppo, prosegue, si sta manifestando un orientamento contrario alle professioni che pure sono responsabili dell'11% del prodotto interno lordo, laddove perfino il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi ha sostenuto, «senza mai portare dati a supporto della sua tesi», che costano l'1% del pil. Le spese certificate ed in costante aumento, invece, sono quelle per il contributo unificato, su cui è intervenuto il dl 1/2012: la somma per il giudizio di primo grado nelle controversie di competenza dei nuovi Tribunali delle imprese, sarà quadruplicata rispetto a quella per le cause ordinarie, che si aggiunge ad altri incrementi previsti per i gradi successivi (appello e cassazione).

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TEMPOREALE

AVVOCATI, DAL TRIVENETO LA PRIMA BOZZA DI CONTRATTO CON INDICAZIONE DEL PREVENTIVO

di Filippo Grossi

Nel conferimento dell'incarico all'avvocato con obbligo di preventivo trova spazio anche la delega al legale stesso di attivare l'eventuale fase della procedura di mediazione introdotta con il dlgs 28/2010. È quanto emerge dal modello di contratto- tipo con preventivo che è stato messo a punto nei giorni scorsi dall'Unione Triveneta dei Consigli degli Ordini degli Avvocati e che tiene conto del decreto legge sulle liberalizzazioni, n. 1/2012, il quale all'art. 9, prevede l'obbligo per il professionista di pattuire per iscritto il compenso al momento del conferimento dell'incarico professionale fornendo a richiesta del cliente anche un preventivo scritto.La bozza, la prima nel suo genere, sta già facendo il giro degli altri Ordini forensi italiani. «In attesa di esaminare il testo del decreto legge nella sua versione definitiva», spiegano dall'Unione Triveneta Avvocati, «abbiamo ritenuto opportuno predisporre un contratto-tipo come prima indicazione operativa per i colleghi».La bozza si articola in quattro passaggi base: innanzitutto, la delega che il cliente assegna al legale (Preventivo e conferimento incarico professionale, si veda modello riprodotto in pagina) dove vengono inseriti i dati anagrafici del cliente e il conferimento vero e proprio (Conferisce/Conferma) con il quale il cliente dà incarico al legale di prestare assistenza, rappresentanza, consulenza e difesa in una determinata pratica.La bozza di contratto-tipo con preventivo entra poi nel contenuto specifico dell'accordo (Pattuisce) che contiene nove clausole per dedicare lo spazio conclusivo alla firma congiunta del cliente e dell'avvocato del contratto in ordine all'informativa sulla privacy e sull'antiriciclaggio e alla copia dei documenti identificativi del cliente come allegati al contratto stesso e, da ultimo, la firma del solo cliente della clausola n. 2 delle clausole vessatorie poste nei numeri 3, 5, 6, 7 e 8. In particolare, però, spicca nella prima clausola alla lettera a), il riferimento all'assistenza dell'avvocato anche in via stragiudiziale allo scopo di una bonaria definizione della controversia, compresa l'eventuale fase della procedura di mediazione introdotta col dlgs 28/2010. L'avvocato, in questo modo, vedrà riconosciuto dal proprio cliente un compito che nel decreto originario non lo vedeva protagonista e, al tempo stesso, si impegnerà a mettere il cliente nelle condizioni di poter definire in via di conciliazione la sua lite.Non si tratta, però, dell'unico aspetto di riguardo del modello predisposto dagli avvocati trentini. Alla clausola n. 2, infatti, viene posto l'accento sul grado di complessità dell'incarico di cui il cliente dichiara di esserne consapevole ed informato relativamente alla possibilità di dover corrispondere eventuali oneri ipotizzabili dalla complessità della pratica stessa. Da notare, poi, che nel modello messo a punto dall'Unione Triveneta Avvocati le clausole che vanno dalla n. 3 alla n. 8 sono clausole vessatorie per il cliente. In particolare, la clausola n. 3 obbliga il cliente a pagare all'avvocato i preavvisi di parcella che il legale emetterà, in acconto o a saldo, nel termine di 15 giorni dal ricevimento degli stessi, pena lo scioglimento del contratto e l'autorizzazione per il professionista di dare immediata rinuncia del mandato conferitogli con esonero da ogni responsabilità.

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TEMPO REALE

NIENTE RIFERIMENTI SULLE TARIFFE

E IL GIUDICE NON LIQUIDA LE SPESE PROCESSUALI

di Roberto Miliacca

Niente tariffe forensi? E allora niente liquidazione delle spese processuali da parte del giudice. Cominciano ad affiorare i primi effetti del decreto liberalizzazioni del governo Monti. Il giudice dell'esecuzione del tribunale di Cosenza, Giuseppe Greco, ieri, probabilmente primo magistrato in Italia ad averlo fatto, ha richiamato espressamente l'articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, per sancire che «l'abrogazione delle tariffe forensi inibisce, allo stato, di liquidare le spese della presente procedura».Il giudice Greco, che avrebbe dovuto provvedere alla conversione di un pignoramento immobiliare e alla liquidazione delle spese legali in favore del creditore procedente, nello sciogliere la riserva assunta l'8 novembre dell'anno scorso, ha insomma deciso di non liquidare le spese, applicando la nuova normativa in maniera retroattiva, nonostante il contenzioso, come segnala l'avvocato Fernando Scalpelli del foro di Cosenza, «sia stato avviato nel 2003 e la riserva fosse anteriore di un paio di mesi all'entrata in vigore del decreto legge».Il magistrato del tribunale cosentino, comunque, sa che se da una parte sono state abolite le tariffe professionali a far data dall'entrata in vigore del dl 1/2012, il governo, al comma 2 dello stesso articolo 9, ha previsto che «nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, il compenso del professionista è determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del ministro vigilante». Insomma, questi parametri, prima o poi, arriveranno. Quando, però, non si sa. Per prudenza, quindi, il magistrato ha convocato le parti il prossimo 28 febbraio, chissà forse anche per liquidare le spese, magari in via equitativa, in assenza del decreto.

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IL SOLE 24 ORE

SÌ AL DECRETO CARCERI, CHIUSI GLI EX MANICOMI CRIMINALI

ROMA. Entro il 31 marzo 2013 chiuderanno gli ospedali psichiatrici giudiziari, gli Opg, figli degli ex manicomi giudiziari, dove attualmente sono internate (ma sarebbe più appropriato dire rinchiuse o abbandonate) 1.500 persone, giudicate colpevoli di reati commessi senza avere «la capacità di intendere e di volere». Al posto dell'"inferno dei dimenticati" nasceranno, sempre entro quella data, strutture nuove, interamente a carattere ospedaliero e con una rete di vigilanza esclusivamente esterna per curare questi malati psichiatrici nel rispetto della loro dignità umana. È questa la novità più importante introdotta nel decreto Severino sul carcere, approvato ieri dal Senato con 226 sì, 40 no (Lega e Idv) e 8 astenuti. Una maggioranza più alta del sì alla soppressione degli Opg, che ha avuto 175 voti favorevoli, 66 contrari e 27 astenuti. Un sì comunque storico che, se sarà confermato dalla Camera, impegna lo Stato, le regioni, la magistratura a cancellare concretamente l'«orrore» degli Opg, per usare la definizione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Governo ha garantito la copertura finanziaria per la costruzione di nuove strutture che, quindi, dovranno essere avviate al più presto per evitare che un'altra riforma storica sul carcere rimanga nei fatti lettera morta. Scettica la Lega, che ha osteggiato la chiusura degli Opg agitando il fantasma degli «incontrollabili istinti criminali» degli internati. «Non ho mai pensato di mettere in libertà potenziali serial killer», ha ribattuto il ministro della Giustizia, spiegando che «le persone socialmente pericolose, finché rimarranno tali, saranno custodite in luoghi in cui si privilegia la cura, ma ci sarà vigilanza. La vera questione - ha aggiunto - riguarda le persone non più socialmente pericolose, che verranno trattate diversamente». Ma la Lega si è opposta duramente, al limite dell'ostruzionismo, anche a un'altra importante modifica proposta dai relatori Filippo Berselli (Pdl) e Alberto Maritati (Pd), approvata con 206 sì e 44 contrari (tra cui l'Idv), quella secondo cui gli arrestati in flagranza per reati di competenza del giudice monocratico debbono essere mandati non nelle celle di sicurezza, come stabilisce il decreto Severino, ma agli arresti domiciliari, fatta eccezione per i reati di furto in appartamento, scippo, rapina ed estorsione semplice. «Un cedimento nei confronti della criminalità, che consente a molti colpevoli di reati di stare comodamente a casa propria anziché in carcere» ha sentenziato la Lega, dimenticando che, secondo le statistiche ministeriali, oltre 2mila arrestati in flagranza vengono liberati nel giro di tre giorni perché l'arresto non viene convalidato dal giudice. Proprio per evitare questo ingorgo in carcere (ogni anno entrano circa 9mila persone e altrettante ne escono dopo detenzioni brevissime, stressando il sistema sia come costi che come risorse umane e sottoponendo gli arrestati a trafile umilianti), il governo aveva deciso di dirottare una parte degli arrestati nelle celle di sicurezza delle Questure, dimezzando però (da 96 ore a 48) il tempo di attesa per la convalida o per il giudizio direttissimo (a seguito dei quali l'arrestato viene liberato o va in carcere). Al Senato la maggioranza ha fatto un passo in più rispetto al governo, stabilendo i domiciliari come destinazione prioritaria, sia per ridurre il «flusso» in entrata in carcere (e quindi il relativo costo) sia per evitare all'arrestato il passaggio (discutibile) nelle celle di sicurezza nonché l'aggravio di costi che ne deriva (per la manutenzione delle celle e la vigilanza dell'arrestato). La modifica era stata avversata, però, da una parte del Pdl a cui aveva dato voce l'ex guardasigilli Francesco Nitto Palma contrario ai domiciliari (e favorevole al carcere o alle celle di sicurezza) per tutti i reati per i quali è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza e comunque per i reati considerati di «maggior allarme sociale». La soluzione finale è dunque un compromesso, al quale ha dato via libera anche la commissione Bilancio precisando che, se non è possibile l'uso del domicilio o delle celle di sicurezza e il pm dispone il carcere, l'arrestato va condotto nell'istituto penitenziario più «vicino».

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Il decreto Severino passa ora alla Camera, che ha tempi strettissimi poiché il provvedimento dev'essere convertito in legge entro il 20 febbraio. Il provvedimento, fra l'altro, porta da 12 a 18 mesi la pena residua che può essere scontata in detenzione domiciliare: una misura, questa sì, diretta a incidere sul sovraffollamento, sia pure soltanto per 3-4mila persone, perché si applica (fino a tutto il 2013) anche ai recidivi, rimasti fuori da ogni beneficio con la ex Cirielli: legge che il Pd avrebbe voluto modificare, ma a cui ha rinunciato perché non ci sono ancora le «condizioni politiche» per farlo.Donatella Stasio

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LA GUERRA DEGLI AVVOCATI ALLE CONSULENZE ON LINE DI GROUPON

L’Ordine di Firenze emana una delibera contro il sito di acquisti e consulenze on line più famoso del mondo, invitando i professionisti dell’albo a evitare di stipulare simili convenzioni del genere. All’origine un annuncio di uno studio di infortunistica di Pistoia che offriva pratiche con ribassi del 92%. «Ma non erano avvocati». Groupon, si sa, è il sito dove ogni giorno sono disponibili offerte per ristoranti, eventi, prodotti messi a disposizione dai venditori. Il meccanismo è noto: se un dato numero di persone sottoscrive on line il deal ovvero l'accordo – l’offerta scatterà e lo sconto sarà valido per tutti. Altrimenti nulla. Andato a buon fine l’acquisto di gruppo, i singoli si presentano entro un prestabilito arco di tempo per riscuotere l’offerta con il proprio coupon. Groupon vive tempi non facili, con i consumatori sul piede di guerra, per merce non consegnata e rimborsi in ritardo. «In Rete si è più esposti, perché gli utenti sono sempre più attenti e hanno la possibilità di dire la propria», spiega a Linkiesta Federica Moscheni, responsabile comunicazione Groupon Italia. I grouponisti, comunque, nel tempo hanno visto ampliarsi di molto l’offerta dei deal disponibili. Accanto a ristoranti e centri estetici, sono ormai stabilmente approdati dentisti, architetti, persino chirurghi. E consulenze legali. Nell’ultimo caso, però, il divorzio all’italiana si è consumato subito. «Solo in Italia abbiamo avuto problemi per l'offerta di prestazioni sanitarie», si lamentava qualche tempo fa il Ceo per l’Italia di Groupon, Boris Hageney. «Noi non violiamo nessuna legge, creiamo lavoro e portiamo nuovi clienti». Ma... “Lei si comprerebbe mai un parere medico on line super scontato?”: è la domanda ricorrente fatta da molti avvocati quando parlano di Groupon. «Che cosa c’è di male se un giovane professionista vede in internet uno spiraglio per farsi largo?», rilanciava Hageney in un’intervista. E che cosa c’è di male a offrire un procedimento stragiudiziale a prezzi discount? La questione, raccontata dall’avvocato civilista Silvia Surano su LeggiOggi, è giunta a risoluzione in questi giorni, ma è cominciata un paio di mesi fa. Quando lo studio di infortunistica Giusto Risarcimento di Pistoia ha pubblicato su Groupon l’annuncio “Una trattazione di un procedimento stragiudiziale senza ricorrere alle vie legali a 39 € invece di 500 oppure 2 procedimenti a 69 € invece di 1000”. Insomma: uno sconto del 92%. Cifra schiacciante che però da un lato ha raccolto solo due adesioni, dall’altro ha visto l’intervento dell’Ordine degli Avvocati. Quello di Firenze, nella fattispecie, che dopo una segnalazione ha aperto un’istruttoria per verificare se nell’offerta grouponiana fossero coinvolti legali iscritti all’albo. «Non ce n’erano», spiega Sergio Paparo, presidente dell’ordine fiorentino. Lo studio di infortunistica Giusto Risarcimento è un’agenzia che tratta di sinistri extragiudiziali e può, in quanto tale, offrire assistenze risarcitorie: tutto legittimo, dunque. «In questo Paese chiunque può dare consulenza legale», lamenta l’avvocato Paparo. «E invece ci dovrebbe essere una legge che impedisca chi non abbia i titoli legali di farlo. Ma non c’è la riserva a favore di chi ha studiato per questo». Nessun avvocato coinvolto, dunque. E anzi, la vicenda, alla fine, si è risolta solo in pubblicità negativa per lo studio di Pistoia, come lamentato dallo stesso fondatore. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze comunque ha colto la palla al balzo: non si è limitato all’istruttoria e ha colto l’occasione per ribadire in una delibera che l’equazione avvocati-Groupon lede la deontologia della categoria. La delibera è n. 5 del 2011: l’unica, per il momento, in Italia sul tema. “Suggerisce” agli avvocati iscritti all’albo e ai praticanti di “astenersi dalla stipulazione di convenzioni” del genere. «Non una chiusura», avvisa Sergio Paparo. Ma preoccupazione per la svalutazione, e segnalazione di oggettivi problemi di ordine deontologico, quello sì. «Abbiamo fatto una delibera ricognitiva delle norme del codice deontologico che disciplinano i sistemi di pubblicità e di consulenza», spiega il presidente a Linkiesta. «E di rapporto con la clientela di contatto.

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Abbiamo ricordato ai colleghi le norme a seguito della Bersani». Perché un’iniziativa come Groupon e l’intermediazione di soggetti terzi sono concetti che vanno ad inserirsi nel “rapporto fiduciario” tra avvocato e cliente, spiega l’Ordine. Senza dimenticare che Groupon prende anche una percentuale sulle transazioni, fino al 70% (cifra non confermata dall’azienda). Le regole riportate alla memoria dal Consiglio dell’Ordine sono chiare. I coupon non nominativi sono “titoli di credito al portatore” e l’attività professionale dell’avvocato che si serve di questo sistema di diffusione dei propri servizi viene qualificata come “prevalentemente commerciale”. Violando la deontologia. “L’avvocato può utilizzare esclusivamente i siti web con domini propri e direttamente riconducibili a sé, allo studio legale associato o alla società di avvocati alla quale partecipa, previa comunicazione tempestiva al Consiglio dell’Ordine di appartenenza della forma e del contenuto in cui è espresso”, ricorda l’Ordine. I rapporti con la clientela non possono essere acquisiti “a mezzo di agenzie o procacciatori o con modi non conformi alla correttezza e decoro”, men che mai su provvigione o altro compenso – come accade con Groupon, ad esempio – “quale corrispettivo per la presentazione di un cliente”. L’Ordine richiama anche la necessità di un costante “comportamento ispirato a correttezza e lealtà” nei confronti dei colleghi, richiamando anche il codice civile in tema di concorrenza sleale: come quella dell’applicazione di prezzi non concorrenziali e inferiori ai costi sostenuti. E poi c’è il capitolo del rapporto fiduciario: quello con l’assistito. Quello stesso rapporto che “salta” nel mondo grouponiano, dove lo sconto è ragione di preferenza di un’offerta. Un rapporto fiduciario speculare: il legale stesso, “prima di accettare l’incarico, deve accertare l’identità del cliente e dell’eventuale suo rappresentante”. E non, insomma, approcciare via coupon. Groupon Italia non si scompone. «Mai fatto offerte in ambito legale. Il caso di cui si parla era relativo a pratiche stragiudiziali», sottolinea Federica Moscheni. «Certo, non è detto che non le faremo». Per l’azienda, la vicenda toscana «rientra tra le varie polemiche con gli ordini di categoria come quello dei medici». Ma l’azienda ribadisce il rispetto della legge, del decreto Bersani, del codice deontologico dei professionisti. «Crediamo sia una questione di chiusura da parte degli ordini di categoria. Una difesa di interessi corporativi», chiosa la Moscheni. Non è un caso, dopotutto, che a dicembre Groupon Italia abbia dichiarato guerra a “certe chiusure” segnalando all’Antitrust l’Ordine dei medici. “Ogni giorno riceviamo tante richieste di adesione dagli stessi professionisti”, prosegue Federica Moscheni. Insomma: lo scontro non sarebbe tra Groupon e avvocati (o medici, o dentisti) ma all’interno delle categorie, tra professionisti e ordini di appartenenza. Professionisti giovani, ma anche meno giovani, “magari più attenti al mondo che cambia”. Il dipartimento interno di Quality di Groupon verifica i contratti chiusi dalla forza vendita, che devono rispondere a una serie di requisiti. Legali, deontologici e di contenuto. «Verifichiamo l’identità dal richiedente, se il professionista è regolarmente iscritto, se ha carichi pendenti, quale tariffario ci sta sottoponendo». Già, perché le scontistiche grouponiane «vengono applicate sui tariffari dati dai professionisti stessi». E il risultato di tutte queste verifiche, assicura Groupon Italia, è poi «ben visibile nell’offerta, a beneficio della scelta dell’utente» (insieme al lauto sconto, naturalmente): con il logo dell’esercente, l’indirizzo, il sito internet. «Siamo una multinazionale che agisce in 45 paesi», conclude la Moscheni. «Capiamo che Groupon abbia dato fastidio a molte categorie professionali e che per questo sia esposta ad attacchi, ma agiamo da sempre nel totale rispetto della legge». Angela Gennaro

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Agenda del Presidente

MESE DI GENNAIO

21.01.2012. Congresso Nazionale Forense Straordinario – ROMA – CNF, Via del Governo Vecchio, n. 3

20.01.2012 Assemblea OUA – ROMA – Cassa Forense, Sala Seminari, I piano, Via Ennio Quirino Visconti, n. 8

19.01.2012 Un nuovo scenario per la gestione degli studi legali nel terzo millennio – PADOVA – Camera di Commercio, P.za Zanellato, n. 21

14.01.2012 Incontro con tutte le componenti dell'Avvocatura – ROMA – CNF, Via del Governo Vecchio, n. 3

13.01.2012 CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE PISA – PISA, Auditorium G. Toniolo, P.za Arcivescovado

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Eventi delle Sezioni

MESE DI GENNAIO

27.01.2012 La Previdenza Forense: i giovani avvocati – BIELLA

19.01.2012 Osservatorio nazionale su confisca, amministrazione e destinazione dei beni e delle aziende – PALERMO

13.01.2012 Il Codice del Processo Amministrativo tra criticità e novità – COSENZA

11.01.2012 Il Corpo, il Diritto, la Libertà - RIMINI

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