AGnniou XIgV n- no.6 2020 - Azione Cattolica Trento · quando mi unisco veramente a quella...

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Anno XIV - n. 6 Giugno 2020 Mensile dell’ Azione cattolica trentina - Aut. Trib. Trento nr. 768 del 23/05/1992 - Sped. in AP fil. Trento D.L. 353/2003 Poste Italiane S.P.A. Conv. in L. 27/02/2004 n. 46 art. 1, comma 2, DCB Trento - Dir. Resp. Alessandro Cagol - Via Borsieri, 15 - 38122 Trento

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2 giugno 2020

Camminiamo Insieme

Chiusura in redazione3 giugno 2020

Carta proveniente da forestecorrettamente gestite

Stampa Publistampa Arti Grafiche Pergine Valsugana

SOMMARIO

Orari di segreteria:lunedì dalle 8.30 alle 12.30martedì dalle 14.30 alle 18.30mercoledì dalle 8.30 alle 12.30giovedì dalle 8.30 alle 12.30venerdì dalle 14.30 alle 18.30

Editoriale In questo tempo ………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 3

Spiritualità Quale comunione?………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 4

Abitare Al servizio e a fianco di tutti ……………………………………………………………………………………pag. 6In sintonia spirituale e associativa …………………………………………………pag. 7Rete di relazioni ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 8La formazione al tempo del Covid……………………………………………………pag. 9Incontro di gruppo adulti via web………………………………………………………pag. 10Ma chi lo dice che “andrà tutto bene”? ………………………pag. 11Con occhi di misericordia…………………………………………………………………………………………………pag. 12La quarantena in famiglia ………………………………………………………………………………………………pag. 13La spesa... a casa tua! …………………………………………………………………………………………………………………pag. 14

Il libro Il filo infinito……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………pag. 15

Azione cattolica Diocesi di TrentoVia Borsieri, 15 - 38122 Trentotel. 0461 260985segreteria@azionecattolica.trento.itwww.azionecattolica.trento.it

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Rosario associativo, 25 maggio 2020

L’ufficio è attivo ma chiuso al pubblico.Nel mese di luglio chiuso al venerdì,chiuso per ferie dal 7 al 15 agosto.

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3giugno 2020

Camminiamo Insieme

In questo tempoeEditoriale

Il tema del tempo ha accompagnato il cam-mino associativo degli adulti per tutto l’an-no e mai come oggi riecheggia dentro di noicome spazio di prova e di Provvidenza. Ognidomenica il Vangelo esordisce con la for-mula “in quel tempo”, che pone la Parola diDio in un’epoca storica e contemporanea-mente la attualizza per ogni tempo, per que-sto tempo. Siamo chiamati a metterci ingioco, ad essere protagonisti di un tempoche è comunque sempre tempo di Grazia, incui sognare, abitare e costruire. In questo tempo siamo chiamati a misurareil nostro olio e a versarlo generosamente nelle lampade, per portare luce e vegliarenella notte in attesa del giorno, dell’incontro, della festa. Nella Pentecoste ci è sta-to ridonato l’olio dello Spirito Santo, che rigenera, risana e rivela che siamo amati diun amore divino, perdonati e resi fratelli. Una parola dell’omelia del Vescovo Lauromi è arrivata dritta al cuore, perché la sento giusta per la mia vita, per le nostre co-

munità, per l’Ac: lo Spirito è riconciliatore… facciamo nostro que-sto dono nelle relazioni e nella costruzione di un futuro comune.In questo tempo in cui si torna ad una parvenza di normalitàe anche i cimiteri tornano a fiorire, dobbiamo imparare a nongioire dissennatamente dei privilegi acquisiti e dell’abbon-danza che ci troviamo tra le mani, costruendo magari granaipersonali per accumulare, senza prenderci cura della casa co-mune. Ci è stato mostrato qual è il prezzo da pagare perl’egoismo e per la dissipazione delle risorse... non sprechiamoe non roviniamo ancora il creato, i rapporti con le persone, ifragili equilibri sociali, economici, politici, comunitari. PapaFrancesco ha indetto un Anno speciale di anniversario dellaLaudato Si’ (fino al 24 maggio 2021): impariamo a custodire laTerra e i poveri. Inizia il Tempo Estate Eccezionale, forse senzaoccasioni di campi scuola strutturati, ma pur sempre tempo

opportuno e favorevole per rimettere al centro l’essenziale e riconoscere l’inter-dipendenza tra le persone, con il creato, con Dio. Buon tempo di rigenerazione,in cui germogliare e accompagnare il fiorire di chi abbiamo accanto.

Anna

«Anche oggi, di fronte alletrasformazioni e alle emergenze diquesto tempo, all’Ac è chiesto dirimettersi in gioco: ci è chiesto didomandarci come affiancare esostenere la vita delle persone, dellefamiglie, della comunità dentro cuisiamo radicati. Come essere dentrodi esse e per esse germoglio disperanza, esperienza di fraternità,spazi di progettazione e costruzionecondivisa del futuro comune». (dall’editoriale di Matteo Truffelli su “Dialoghi 1-2020”)

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4 giugno 2020

Camminiamo Insieme

Quale comunione?

Da parte di molti fedeli, particolarmentedi chi come gli aderenti all’Ac hanno fat-to un cammino di spiritualità, la rinun-cia alla Comunione eucaristica è statoun grosso sacrificio, non facile da accet-tare. Proprio nei giorni della Pasqua diRisurrezione abbiamo giustamente av-vertito tutti che ci mancava qualcosa diessenziale, di importante: ci mancava lanostra comunità riunita nell’assemblealiturgica festiva a spezzare il Pane del-l’Eucaristia; ci mancava soprattutto nonpoter ricevere il Pane della Vita. Anche l’offerta e la possibilità di “as-sistere” alla Messa da lontano, da ca-

sa propria, si è rivelata una provviden-za grazie ai moderni e diversi mezzidella tecnologia; ma è pur sempre unsurrogato. La celebrazione di ogni Sa-cramento necessita di partecipare dipersona, non solo per essere valido,ma per essere vero! Come quando si èammalati, si può seguire in televisionela Messa trasmessa in diretta; ma nonè la stessa cosa come potervi parteci-pare; è un ripiego. Tanto più per la Co-munione eucaristica. Non ritengo nep-pure valida l’adorazione eucaristicafatta in televisione: non c’è l’essenzia-le, che è la presenza reale! Non posso

Una delle esperienze più brutte – per alcuni cristiani addiritturalacerante – di questo periodo di pandemia è stato il fatto di non poterpartecipare alla Messa e, soprattutto, di non poter ricevere la SantaComunione.

Pacemin terris

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5giugno 2020

Camminiamo Insieme

adorare il televisore! Posso unirmi nel-la preghiera, ma è un’altra cosa. Diver-sa è la possibilità di pregare il rosario;quando mi unisco veramente a quellapreghiera recitando le Ave, Maria. Restasempre il problema che in questo caso(davanti alla televisione o a un altromezzo) non solo la mente divaga (co-me capita anche in chiesa), ma in casac’è sempre qualche altra distrazione:suona il campanello o il telefono, vie-ne qualcuno, c’è una pentola da con-trollare, vedo la polvere sulla libreria…Un aspetto del tutto particolare che èemerso in questi tempi è la comunio-ne spirituale in sostituzione di quellareale. Da tanto tempo non se ne par-lava più! Oggi è tornata “di moda” perla ri-proposta che ne ha fatto PapaFrancesco. La faccenda è singolare eva capita bene. Una volta – io lo ricor-do bene da bambino – era normale in-vitare a fare la comunione spirituale;ma, badate bene, di solito la si facevain chiesa e davanti al Santissimo Sa-cramento presente sull’altare, nel ta-bernacolo, o addirittura solennementeesposto (una forma di adorazione eu-caristica). Ma non si faceva, se non conaltre modalità, a casa propria!Il desiderio di essere in comunione conil Signore è cosa ottima. Questa comu-nione spirituale (cioè nello Spirito San-to) si realizza però anche ogni volta cheio prego. Questa comunione reale conil Signore oggi si compie in una formache nel passato non si conosceva enon si praticava: nell’ascolto della Pa-rola di Dio. Un’autentica, vera e realeforma di comunione spirituale, possibi-le anche con i mezzi moderni, è l’ascol-

to, la proclamazione e la lettura dellaParola di Dio, da soli o in comunità.

In due modi, su due mense il Signore cifa entrare in comunione con lui: sia conil Pane eucaristico, sia con la sua Parola.Papa Benedetto nella Verbum Domini (n.56), rifacendosi a quanto affermato nelCatechismo della Chiesa Cattolica (n. 1373-1374) ha giustamente proclamato la sa-cramentalità anche della Parola di Dio.Già il Papa San Paolo VI nella sua letteraenciclica del 1965 Mysterium fidei, propriosull’Eucaristia, parlando della presenzareale nel Pane e nel Vino consacrati,scriveva (n. 40): «Tale presenza si dice“reale” non per esclusione, quasi che lealtre non siano “reali”, ma per antono-masia perché è sostanziale, e in forza diessa, infatti, Cristo, Uomo-Dio, tutto in-tero si fa presente». La Costituzione sullasacra liturgia (al n. 7) dichiarava appuntoche Cristo «è presente nella sua parola,giacché è lui che parla quando nellaChiesa si legge la Sacra Scrittura». Impariamo allora a riconoscere e adora-re nei nostri cuori e con i fratelli e le so-relle nella fede, questa “presenza” santae vera gustando sempre con intima gio-ia, quando possiamo, il Pane dell’Euca-ristia, ma anche la Parola della Vita.

don Giulio

Il Concilio Vaticano II nella Dei Verbum (n. 21)lo dice esplicitamente: «La Chiesa ha semprevenerato le divine Scritture come ha fatto conil Corpo stesso del Signore, non mancandomai, soprattutto nella Sacra Liturgia, di nu-trirsi del Pane di Vita dalla mensa sia della Pa-rola di Dio che dal Corpo di Cristo e di por-gerlo ai fedeli».

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6 giugno 2020

Camminiamo Insieme

Al servizio e a fianco di tuttiAbitare

«Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tuttichiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti» (Papa Francesco, 27 marzo 2020).

Mentre portiamo ancora in noi il dolore eil timore delle settimane di massima dif-fusione del virus, ci preoccupa sempre dipiù la crisi economica che seguirà; cre-sce il desiderio di normalità, ma anche lasensazione del pericolo che per un solopasso fuori casa potrebbe colpirci. Ep-pure, proprio quando la tempestasembrerebbe prendere il sopravvento,chiediamo a Gesù di manifestarsi nellebarche delle nostre vite. Vogliamo ab-bracciare questa fase tanto incerta deltempo presente, non con la presunzio-ne di voler governare le contrarietà, manella Speranza che Dio può volgere tut-to al bene e che nessuno dei nostri sfor-zi sarà vano se ci lasceremo guidare dal-l’amore per i fratelli. Nella straordinarietàdi questi mesi, è necessario chiederci dicosa c’è bisogno, partendo dai piccolie allargando lo sguardo anche a giova-nissimi, giovani e adulti. Anche se conforme nuove, dovrà essere comunqueun’estate associativa ricca di esperienzesignificative per persone, gruppi e fami-

glie. Pensando alle nostre città e alle no-stre comunità possiamo riflettere sul pe-riodo vissuto, sui percorsi formativi e sul-le esperienze di servizio che sono stateinterrotte oppure sperimentate sul digi-tale. La natura stessa della forma asso-ciativa, che ha a cuore ogni persona escommette sulla sua capacità di esserein relazione, è una risorsa che, ogni gior-no di più, si rivela imprescindibile. Difronte alla famiglia umana si apre la pos-sibilità di cristallizzare questo tempo aciò che già è accaduto, oppure di co-struire ciò che ancora non vediamo, mache ora ci appare più chiaramente comel’unica strada giusta da percorrere: vive-re da fratelli, che nella fragilità e nel diso-rientamento non si stancano di remare,tutti insieme. Con fiducia filiale nei nostriPastori, ci affidiamo con loro alla Spe-ranza che mai delude per vivere piena-mente la nostra missione di discepoli-missionari al servizio e al fianco di tutti.

la Presidenza nazionale di Ac(12 maggio 2020)

L’Azione cattolica a livello nazionale, regionale e diocesano, recependo le direttive nazionali e alivello locale, è consapevole di non poter organizzare i campi scuola estivi tradizionali.Quindi i campi scuola diocesani non si faranno; incoraggiamo e sosteniamo qualsiasi ini-ziativa possa partire a livello parrocchiale, anche mettendo gratuitamente a disposizione isussidi nazionali Ac.

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7giugno 2020

Camminiamo Insieme

In sintonia spirituale e associativaAbitare

Una delle caratteristiche fondamenta-li, belle e arricchenti dell’Ac è quelladel sentirsi una grande famiglia. Unarealtà che è tipica della Chiesa, dei cri-stiani. Anche in questi tempi di pande-mia, che ci impediscono di incontrarcia vari livelli, è sempre importante sen-tirsi uniti a tanti altri che come noi cre-dono, sperano e amano.Come Ac noi sappiamo che oltre allarealtà parrocchiale c’è anche quelladiocesana, che anche in questi tempicerca di offrire modalità nuove per con-tinuare insieme la formazione e la pre-ghiera, anche se lontani. In questo haun grande valore e fa un prezioso servi-zio la nostra curata e puntuale rivistamensile Camminiamo Insieme.Per l’Ac ci sono anche altri livelli di ve-ra comunione: quello della delegazioneregionale (le 15 diocesi del Triveneto)e quello nazionale e anche internazio-nale (FIAC). Chi naviga in internet puòvedere quanto impegno viene svolto equante proposte vengono offerte e dif-fuse.

Vorrei riferirmi ora particolarmente allivello regionale, del quale ho fattoparte per oltre sei anni. Una vera scuo-la di impegno laicale nella Chiesa conil contributo di tanti laici e sacerdotiche lavorano insieme, portano e rac-colgono le varie storie, le situazioni ele iniziative. Anche in questo tempo incui non sono possibili gli incontri ab-biamo avuto la possibilità di riunirci, inmodo “virtuale” ma vero, attraverso in-ternet con i Presidenti e gli Assistenti.Ognuno ha potuto raccontare come vaavanti l’Ac anche in questo periodo,soprattutto con le varie assembleediocesane, l’elezione dei Consigli edelle Presidenze e la nomina dei nuoviPresidenti. Interessante sentire le va-rie proposte di formazione via “etere”;vedere come i giovani sanno adattarsianche a questa nuova modalità di incontro, ma anche l’attenzione dimolti responsabili che mantengono icollegamenti, magari anche solo pertelefono, con gli adulti e adultissimidei vari gruppi parrocchiali. Da tuttiemerge la preoccupazione per il futu-ro, in particolare per l’estate, temposolitamente forte per campi e campiscuola per tutte le età. Come aderenti di Ac, quindi, nessunosi senta solo: molti altri sono con noinella preghiera e nella comune dedi-zione a far avanzare, anche tra le pan-demie, il Regno di Cristo!

don Giulio

A fine aprile la Presidenza nazionale ha in-contrato online tutti i Presidenti diocesani;la delegazione Triveneto ha svolto due in-contri di Comitato Presidenti/Assistentidiocesani e (sempre con modalità “griglia divolti sul computer”) ha incontrato anche inuovi responsabili adulti e Acr. Sentiamo-ci vicini e accompagnati da tutta l'Associa-zione, a tutti i livelli!

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8 giugno 2020

Camminiamo Insieme

Rete di relazioniAbitare

Dal livello nazionale e regionale a quello dio-cesano… abbiamo chiesto alla Rappresentan-te dei Presidenti parrocchiali come è stato pos-sibile mantenere i contatti con loro e tra di loro.Premetto che l’impegno al quale ci harichiamato Anna alla prima riunione diPresidenza, e che ci ha visto concordi, èstato quello di lavorare insieme sui bi-sogni e necessità dell’associazione. Apartire dalle limitazioni dei mesi scorsiabbiamo dato un taglio particolare almodo di essere accanto ai Presidenti:invece di incontri dal vivo abbiamo in-tensificato i contatti telefonici e creatoun gruppo whatsApp per le comunicazio-ni associative più veloci, pur mante-nendo gli strumenti già rodati come lanewsletter e Camminiamo Insieme.Le telefonate, condivise anche con i vi-ce-adulti diocesani, hanno creato unclima di condivisione di storie, fatiche,gioie, perplessità e questa confidenzaci ha permesso di incontrare da vicinoi Presidenti parrocchiali e i loro gruppi.Il telefono è stato utile, speriamo di

farne tesoro per il futuro per superarele limitazioni allo spostamento e rian-nodare i fili di quella rete di relazioniche il distanziamento fisico rischiava diallentare. I fili si sono annodati attornoal raccontarsi, al confidarsi, in qualchecaso al sognare e in altri al condivide-re dolori e fatiche. L’altro strumento, il gruppo whatsApp,vorrebbe mettere i Presidenti in rete traloro: è un mezzo nuovo che ancora fafatica a ingranare, ma stiamo imparan-do. Non è facile resistere alla tentazio-ne di “inoltrare” e così, in alcuni mo-menti, abbiamo rischiato l’indigestione.Il sogno è che diventi un modo agileper raccontarci quello che accade neinostri gruppi, che sia scrigno di istan-tanee di vita associativa belle, tristi,nuove e ordinarie. Se l’ambito formativo si è un po’ ral-lentato (ma non fermato!) grazie al-l’impegno dell’Assistente diocesano eai canali di collegamento TV e internet,non si è interrotta – e spero lo abbia-mo respirato tutti – la dimensione spi-rituale e il legame nella preghiera contutta l’associazione e la Diocesi. Personalmente ho colto la forza diquesta nostra rete, ho percepito la di-sponibilità di tutti ad annodare e rian-nodare i fili e inserirne di colori nuoviper renderla ancora più fedele al suoscopo: pronti a vivere il tempo che cisarà ancora donato.

Roberta

Consiglio diocesano elettivo (febbraio 2020)

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9giugno 2020

Camminiamo Insieme

La formazione al tempo del CovidAbitare

La vita adulta è disseminata di imprevisti che possono rendere faticosal’esistenza, quando non si è attrezzati a farne un campo di crescita.Anche i tempi imprevisti però possono essere di formazione, riflessionee approfondimento.

In questo periodo molto difficile per irapporti personali, come Presidenzadiocesana abbiamo pensato di propor-re per gli adulti un cammino condiviso,nelle modalità possibili. Abbiamo quin-di deciso di contattare telefonicamentetutti i Presidenti anche, e soprattutto,per sentire come stavano procedendole cose nelle varie parrocchie. Per nonsovraccaricare una persona ci siamo di-vise l’incarico fra di noi, come respon-sabili adulti all’interno della Presidenza eil rappresentante dei Presidenti parroc-chiali. È stato bello sentire le voci deiPresidenti e come riuscivano a mante-nere i contatti con i loro aderenti. Lamaggior parte delle volte questo avveni-va tramite telefonate e nei gruppi piùtecnologici riuscivano anche a fare qual-che incontro via video. Quel che ci hacolpito di più è stata la loro felicità disentire qualcuno della Presidenza dio-cesana che si interessava della loro vitaassociativa e non; abbiamo potuto rac-cogliere testimonianze varie di comequesto periodo di incertezza è stato vis-suto sempre però nella fede e nella pre-ghiera. Ci sembrava importante che neltempo sospeso della pandemia fossimoinvitati oltre che alla preghiera anche aritagliarci del tempo per la riflessione e la

condivisione dei nostri pensieri. È que-sta una delle ricchezze del nostro esse-re di Ac. Ci è sembrato che questo di piùdi impegno richiesto ai singoli gruppi siastato accolto e fatto germogliare neimodi più vari. Sul Vangelo di Mt 25, quel-lo delle vergini e dell’olio che viene amancare, abbiamo ricevuto i vostri con-tributi sia scritti, sia in forma di “foto”scattate ai foglietti che i singoli aderen-ti hanno messo nella cassetta delle let-tere del Presidente; raccolto le rifles-sioni al telefono, letto il resoconto dichi è riuscito fare un incontro di grup-po con mezzi tecnologici. È stato bel-lissimo avere un riscontro così genero-so da parte di molti degli associati a cuiè arrivato l’invito a condividere le loro ri-flessioni su “tempo imprevisto, tempodi grazia”. Grazie per i contributi! Li tro-verete tutti nel numero estivo di Cammi-niamo Insieme: ogni parola raccolta è ve-ro tesoro prezioso! Per il mese di maggiosi è proposta la recita del Rosario nellamodalità e negli orari più comodi perogni gruppo, confluita poi nella recitadiocesana online del 25 maggio comeConsiglio diocesano; inoltre su Telepa-ce Trento è stata proposta la Via Lucispreparata da don Giulio.

Serena, Mariassunta e Roberta

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10 giugno 2020

Camminiamo Insieme

Incontro di gruppo adulti via webAbitare

... c’è sempre la persona che lancia la sfida: nel nostro caso la neoeletta responsabile adulti Lucia lancia l’idea di vederci su piattaforma Skype.

Terrore! Senso di smarrimento. Le ri-sposte in whatsApp non tardano: io nonso come si fa… io non ho computer...Proviamo, dai basta che te sghizzi el botton...sì... ma nol vedo el botton… e no se vedegnanca la faccia... no te sei connessa… zercael link... ma no gò l’account attivato, devo rie-sumarlo... speta, ghe domando a me fiol... Insomma, io da incapace (non solo ininformatica) stavo per gettare la spu-gna. È iniziata così l’avventura dellapreghiera condivisa in internet. Certo,all’inizio delle Quarantore nessuno ciaveva detto che se parlavamo tutti in-sieme si sarebbe creato un disturbo diritardo nella voce... tant’è che il Padrenostro è riuscito a “pezi e tochi”... Pensoche il Padre Buono abbia accolto la no-stra buona volontà. Al secondo tentativo, al sabato alle ore17, la Presidente ha saputo dirimere al-la grande la questione microfoni (tuttispenti tranne il mio) poi lei democrati-camente decideva chi potesse leggere,nonostante tutte noi alzassimo le ma-ni (ma in videoconferenza non si vede-va…). Così almeno io non urlavo piùper far capire quale bottone schiaccia-re e nemmeno si sentiva suo maritoche diceva di voler tagliare l’ananas. Il nostro intento era portare la pre-ghiera e i pensieri del tempo imprevi-

sto, come proposto dalla Presidenzadiocesana; il capitolo 4 della nostraguida “Che tempo” pareva messo appo-sta per stimolare riflessioni su ciò checi sta capitando in quest’era di Coro-navirus. Un evento epocale, una soli-tudine condivisa, un lutto di tutti. Co-me affrontiamo questo tempo? Glispunti dal Vangelo di Matteo 25 nonsono mancati... Chi diceva che temevadi essere come quelle vergini mezzeaddormentate e non esserne consape-vole, lasciandosi bloccare dalla paura.Chi ha ritenuto con immenso affetto dicondividere il suo imprevisto dicendoche sì, l’imprevedibilità della vita ciporta a dover affrontare l’impensabile,per poi scoprire che dentro di te c’ètanta di quella forza che non ti imma-ginavi di avere. Te l’ha data Lui, ma vie-ne anche suggerito che il tuo olio erastato accumulato per tempo da storiefamiliari, dalla fede, da tua madre, dal-la preghiera costante. Chi sostiene chela perseveranza nella preghiera e nel-l’affidarsi alla Misericordia dovrebbeevitare di turbarci durante il camminoper tentare di stare sveglie, cogliendoquei segni nel quotidiano che solo unavita vissuta alla luce del Vangelo ti puòrivelare.

Mariassunta

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11giugno 2020

Camminiamo Insieme

Ma chi lo dice che “andrà tutto bene”?Abitare

D’accordo! Si tratta solo di un “concentrato linguistico” che, in tempi di Coronavirus, può ben servire almeno come placebo per placare l’ansia che inconsciamente ci troviamo addosso.

Ma questo mantra ripetuto di bocca inbocca, rilanciato di manifesto in ma-nifesto ai balconi, lungo le strade, da-vanti ai luoghi più esposti al contagioe a quelli deputati alla cura, corre il ri-schio di diventare irridente: possiamoben augurarci che, “passata la tempe-sta” tornino gli “augelli a far festa” earrivi di nuovo “il sereno”, ma che “tut-to andrà bene” possiamo aspettarcelosoltanto non nella visione cristianadella fine dei tempi. Passato il tram-busto del Coronavirus, non possiamocontare su un’imperitura sicurezza,anche perché la stoltezza umana, uni-ta al persistente egoismo, continueràa produrre dei guai di portata semprepiù universale. Forse avremo imparatodelle cose buone, ma è illusorio pen-sare che ci ritroveremo sicuramentemigliori: purtroppo tutta la storia del-l’umanità sta lì a smentire una simileprospettiva! Se alle prime avvisaglie del rapido dif-fondersi della pandemia si poteva smi-nuire l’idea di un catastrofismo deva-stante, tipico dei soliti incurabilipessimisti, ben presto ci siamo trova-ti tutti, dai bambini agli anziani, a do-ver fare i conti con un virus scono-sciuto e subdolo, che inquinava tuttoil mondo, senza preoccuparsi di confi-

ni, di sesso, di età – pur facendo stra-ge tra le persone anziane – e anche direligione.La chiusura di tutte le attività, dallescuole alle fabbriche, dai commerci al-lo sport, con il confinamento in casa,con le chiese chiuse, con gli oratori co-stretti ad azzerare gli incontri di cate-chesi e le diverse attività pastorali diformazione per gruppi e associazioni,ha generato un’inquietudine diffusa,un disagio indefinito, un senso di ma-lessere che raggiunge anche la mente,obbligandola a porsi domande e a cer-carvi risposte.L’impossibilità di partecipare alla Mes-sa, i sacramenti impraticabili, feste diprime comunioni, cresime, matrimonirimandate a data da destinarsi, ese-quie confinate al cimitero alla presen-za dei soli famigliari: tutto ciò ha la-sciato un senso di smarrimento che hastimolato in molti la preghiera.Come discepoli del Signore, che ci haassicurato di essere con noi sino allafine del mondo, possiamo aspettarcidi ricavare da questa esperienza laconvinzione che “è bello e fonte digioia stare insieme”, cioè “fare chiesa”per formare “un cuor solo e un’animasola”.

don Agostino Valentini

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12 giugno 2020

Camminiamo Insieme

Con occhi di misericordiaAbitare

Nel leggere la testimonianza di Etty Hillesum, scrittrice olandese ebrea vittima dell’Olocausto, ciò che mi ha colpito maggiormente è stato il definire il periodo da lei vissuto una realtà sconcertante.

È proprio un accadimento sconcertan-te questa pandemia, un periodo im-previsto, inaspettato, difficile, il qualeè stato indubbiamente caratterizzatodalle innumerevoli immagini con cuisiamo stati costantemente bombarda-ti dai media. Tra tutto questo marasmadi persone, occhi, volti, situazioni più omeno felici ho scolpito nel cuore la sfi-lata delle bare trasportate dai camiondell’esercito nella bergamasca: misembrava di rivivere quanto avvenutodurante la Seconda guerra mondialedai racconti di mio papà. Una fila dipersone esanimi, uccise da un nemicotanto invisibile ai giorni nostri quantoimponente ai tempi della Shoah. Oggi come allora, in queste bare ci so-no volti, occhi, esperienze di personeche hanno lavorato, dedicato una vitaa figli, nipoti e agli altri e ciononostan-te se ne sono andati in silenzio, senzala vicinanza dei loro familiari e senza ilrito funebre con il saluto della comu-nità, elemento fondamentale nei mo-menti più difficili, come ci ricorda sulquotidiano L’Adige il nostro assistentedon Giulio. È doveroso ammettere che un gran nu-mero di questi decessi si è verificato al-l’interno delle case di riposo, nellequali le vittime hanno trascorso gli ul-

timi giorni della loro vita, aspettandocon gioia la visita del loro cari… chenon c’è stata. A causa della pandemiasi sono trovati purtroppo soli, affidatisoltanto alle cure e alle rassicurazionidel personale. Avendo lavorato per an-ni in casa di riposo, ho ancora davantiai miei occhi i volti raggianti di ospitiche aspettavano quasi con cadenzagiornaliera i loro cari con cui dialoga-re, ma anche gli occhi tristi di altri an-ziani che non ricevevano visite, occhidesiderosi anche solo di ricevere unsorriso o il gesto di una carezza.«Io credo che per ogni evento l’uomopossieda un organo che gli consente disuperarlo», rammenta la scrittrice Hil-lesum, e credo che in questo difficilemomento lo strumento da mettere incampo da parte di ciascuno di noi siaproprio la misericordia che, come la ca-rezza tanto desiderata dai più soli, pos-sa essere vicina a tutti quelli che soffro-no, realizzabile tramite la preghiera.

Rosaria

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13giugno 2020

Camminiamo Insieme

La quarantena in famigliaAbitare

La situazione più impensabile in cui potessimo trovarci, capace di mettere a dura prova la salute mentale di chiunque, ma soprattuttoquella delle mamme (parlo per esperienza!).

Mai come in questo periodo io e Clau-dio, mio marito, siamo stati felici deltempo che negli anni abbiamo investitonella famiglia e mai come in questo pe-riodo ci sono stati momenti di sconfor-to davanti alle difficoltà di questa con-vivenza forzata. Sì perché, nonostanteio abbia una famiglia unita e molto, mamolto simpatica (…), stare chiusi in cin-que per due mesi nel nostro piccolo ap-partamento è stata una vera avventura.Nelle prime settimane, come tutti, ab-biamo assaporato la novità della chiu-sura e quindi ci siamo divertiti con i gio-chi da tavolo, abbiamo cucinato tuttele leccornie dolci e salate che ci veniva-no in mente, abbiamo fatto ginnastica eyoga da soli o “a piccoli gruppi”, abbia-mo visto film, letto libri e preso il solesul poggiolo. Quando si è capito chela cosa sarebbe andata per le lunghe,quando la scuola ha iniziato ad esserepiù impegnativa con l’inserimento nella

didattica on line di verifiche e interro-gazioni, quando anche Claudio ha ini-ziato il telelavoro alcuni giorni a setti-mana… a quel punto la situazione si èfatta meno divertente. Allora ci ho pen-sato io ad animare tutti e un pomerig-gio, per errore, ho fatto saltare la cor-rente e di conseguenza il modem diinternet… in casa sono tutti impazziti!Una delle cose più difficili da coltivarechiusi in casa è stata la fede: seguire laSanta Messa dal divano si è rivelato im-pegnativo. Troppo facile perdere la con-centrazione, annoiarsi durante i canti,mettersi a chiacchierare. Le abbiamoprovate tutte: la Messa celebrata da Pa-pa Francesco, le celebrazioni dal Duo-mo con il Vescovo Lauro, le proposteper ragazzi che ci mandava il nostroparroco, approdando alla Messa instreaming di don Riccardo, dalla par-rocchia di Vermiglio, che abbiamo tro-vato più adatta alla nostra famiglia.Come tutte le famiglie, siamo arrivati al-la fine della quarantena stanchi e prova-ti. Siamo però grati per aver superatoquesto periodo senza subire lutti e sen-za problemi legati alla perdita del lavoro. In definitiva, l’esperienza è stata inte-ressante, speriamo però di non doverlaripetere!

Cristina

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14 giugno 2020

Camminiamo Insieme

La spesa… a casa tua!Abitare

Ho chiesto a Verena, una ragazza di Volano,di raccontarmi la sua esperienza di volonta-riato per la consegna a domicilio della spesaa persone anziane o impossibilitate a usciredurante il lockdown (Pamela).«Negli ultimi mesi l’emergenza Covid haimposto l’adozione di nuove norme e li-mitazioni nelle attività di vita quotidia-na. Un’esperienza che ha messo a duraprova tutti i cittadini, facendo emergerele difficoltà delle persone più vulnerabi-li. Tuttavia è stata immediata la rispostada parte delle comunità, attraverso unariorganizzazione interna e la nascita digruppi di supporto. Una delle novità diquesto ultimo periodo è stata l’istituzio-ne di gruppi per la consegna a domiciliodi spese alimentari e farmaci all’internodei singoli comuni. A Volano hanno ade-rito all’iniziativa della spesa a domiciliotre negozi. È stata creata immediata-mente una squadra di volontari, con lan-cio su Facebook, invitando chiunque desi-derasse rendersi disponibile. Nel giro dipochi giorni sono state raccolte le ade-sioni, formando un gruppo eterogeneo dicirca 10-15 volontari. Grazie a whatsAppla comunicazione tra di noi è stata rapi-da, riuscendo così a gestire quotidiana-mente la spartizione delle spese. Le per-sone interessate a ricevere la spesa adomicilio telefonavano ai negozi entro leore 10. In un secondo momento, noi vo-lontari decidevamo come suddividerci illavoro, in base alle persone disponibili eai mezzi a disposizione. A partire dalle

ore 11 ci si attivava per effettuare le con-segne. All’inizio della quarantena nonavevamo molto lavoro, la gente preferi-va recarsi di persona presso i negozi.Tuttavia, con l’aumentare del fenomeno,abbiamo iniziato a notare un aumentodelle spese. Muniti di guanti e mascheri-na ci recavamo presso il domicilio per laconsegna; lasciavamo la spesa sulla por-ta di casa, chiedendo alla persona di ri-porre i soldi in una busta per evitare ognitipo di contatto, tutelando cittadini e vo-lontari. Nonostante questa “distanza”,non sono mancati i sorrisi e i ringrazia-menti per i servizi svolti. Le persone a cuiportiamo la spesa sono molto attente,sempre gentili; hanno apprezzato moltoquesta soluzione, riconoscendo di sen-tirsi più sicuri. In concomitanza della Pa-squa abbiamo assistito al boom di con-segne. Ora invece le richieste stannodiminuendo, la gente inizia piano pianoa sentirsi più sicura e ritornare gradual-mente alla normalità. Abbiamo ricevutonumerose offerte, creando una cassa co-mune che pensiamo di destinare a qual-che opera di beneficenza. Decideremotutti assieme una volta terminato questoperiodo. Quest’esperienza ci ha inse-gnato che unendo le forze si possono af-frontare le situazioni più complesse. No-nostante i disagi, il distanziamentosociale e le preoccupazioni di tutti, si staritrovando un equilibrio che speriamo cipermetta di ritornare alla normalità».

Verena

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15giugno 2020

Camminiamo Insieme

Potrà ancora un filo infinitolegare i popoli d’Europa? Il libro

Per esempio i monaci bene-dettini che Paolo Rumiz havisitato cercando le originidell’Europa. “Il filo infinito”del titolo (Feltrinelli, ed.2019) è quello che lega imonasteri, sparsi in lungo ein largo per il vecchio conti-nente, sia geograficamenteche nel corso della loro sto-ria. Gli uomini di San Bene-detto – non a caso patronod’Europa – in secoli di ora etlabora, bonifiche, terrazza-menti e trascrizione di antichi codici,hanno dato forma all’ambiente ma an-che alla mentalità europea, ponendo-ne le basi nell’accoglienza, nella soli-darietà, nella compassione. Quelle cheancora oggi si incontrano nei mona-steri, che non rifiutano un alloggio aipellegrini e un intervallo di pace e si-lenzio ai visitatori. Purtroppo, la basili-ca di Norcia sorretta dai ponteggi a se-guito del terremoto sembra a Rumizmetafora dello smarrimento dell’iden-tità europea: il ritorno dei nazionalismi,l’indifferenza e l’ostilità verso chi ap-proda sulle nostre coste ne sono ama-ri e attualissimi esempi. Per questo,suggerisce di tornare a guardare all’or-

dine di Benedetto per ve-dere, nelle tradizioni preser-vate dai monaci, le nostreorigini: la dedizione al lavo-ro e alla cura dell’ambien-te, lo spirito di sacrificio, iltempo per la preghiera, ilrispetto dell’individuo el’ascolto della comunità, lacura delle relazioni, la con-divisione delle responsabi-lità.«Coraggio e cuore, dun-que. Come i monaci che ri-

fondarono l’Europa sotto l’urto delleinvasioni barbariche. Come i padri fon-datori dell’Unione che dopo due guer-re mondiali ridiedero dignità e ricchez-za a un continente in ginocchio. Essisapevano che l’Europa non è un donogratuito, ma una conquista, e spessoun sogno che nasce dalla disperazioneper la sua mancanza. Osarono sognar-la nel momento in cui tutto sembravaperduto. Essi tesero dei fili. Tesseronotrame e relazioni. Imitiamoli. Costruia-mo una rete con i fratelli degli altri Pae-si per far sentire meno solo chi non sirassegna a un ritorno dei muri e al lin-guaggio della violenza».

Silvia

Si è parlato molto del silenzio durante la quarantena: lo abbiamoriscoperto grazie alle strade vuote, siamo ammutoliti davanti al dolore,abbiamo provato a farne un po’ dentro di noi. C’è chi, il silenzio, lo vivequotidianamente, per scelta, e lo riempie di vita e di storia.

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