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Sommario: Riflessione degli Assistenti 2 La voce del Papa 3 I fratelli e le sorelle ci scrivono 4 Testimonianza 6 Missioni Camerun Progetto speranza 7 Calendario del mese di maggio 8 inneggiò alla Ver- gine Madre, perché, per mezzo suo, il Signore della maestà si fece fratello no- stro! San Bonaventura, nella biografia dedicata a San Francesco dice: «E acco- modata la chiesa di san Pietro, Francesco se ne andò al luogo detto Porziuncola, dove era una chiesetta dedicata alla beata Vergine Maria… La quale chiesa, quando Francesco la vide così in rovina, per la grande devozione che egli aveva per la Signora del mondo, pensò di restaurarla, e per la qual cosa vi dimorò continua- mente… Facendo il servo di Dio, Francesco, dimora nella chiesa della Madre di Dio, piangendo verso di lei, continuamente, con grande devozione, orava che ella si degnasse di farsi ed essere la sua avvo- cata. Onde, per i meriti di Maria, egli pre- se in sé lo spirito di perfezione e di vita evangelica» (Leg. Major,c. 3). E canterà con gioia riverente: “ Ave, Signo- ra, santa regina, santa Madre di Dio, Ma- ria che sei vergine fatta Chiesa. Ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Para- clito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e di ogni bene. Ave, suo palazzo, ave, suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, suo vestimento, ave, sua ancella. Ave, sua Ma- dre. E ti saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli fedeli a Dio li rendiate”. Fra- telli e sorelle carissimi, mi permetto di chiedere come impegno comune in que- sto mese di maggio, alla fine del santo Rosario, la recita della stupenda preghie- ra di Francesco alla Madre del Signore e Madre nostra, che ha portato nel suo santo grembo il Figlio di Dio, perché in- terceda per tutte quelle mamme che sof- frono per i loro figli. Per quelle che in questi tempi subiscono violenze inaudite, per quelle che in momenti tragici della loro vita arrivano a sopprimere i loro bimbi, anche quelli che portano in grem- bo. Affidiamo a Maria tutte le famiglie disagiate e sofferenti perché tornino ad essere quelle chiese domestiche di un tempo: più che mai ora si avverte la ne- cessità di riportare la famiglia – quella vera – al centro, di riproporre i valori fondamentali intorno ai quali la famiglia gravita, di pregare perché la famiglia torni ad essere testimonianza di carità e solidarietà. San Francesco piange amara- mente pensando alla penuria dalla quale fu straziata la Vergine poverella. A lei, Vergine della consolazione, affidiamo il nuovo “Progetto missionario”, che la no- stra fraternità sostiene. Alla festa della mamma, sabato 10 e domenica 11 mag- gio, allestiremo come al solito i banchi missionari. Inoltre festeggeremo le mam- me e le nonne che frequentano la nostra Chiesa e offriremo come di consueto un fiore, un semplice aperitivo, ma soprat- tutto un sorriso e un augurio. Carissimi tutti, date con generosità la vostra ade- sione per questo piccolo servizio caritati- vo che darà speranza a tanti fratelli e sorelle in terra di missione assistiti dai nostri missionari Cappuccini. E a tutte le consorelle mamme e nonne l’abbraccio di tutta la fraternità. Editoriale ORDINE FRANCESCANO SECOLARE FRATERNITÀ SACRO CUORE SAN RAFFAELE FRATERNAMENTE V.le Piave, 2 20129 Milano Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014

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Sommario:

Riflessione degli Assistenti

2

La voce del Papa 3

I fratelli e le sorelle ci scrivono

4

Testimonianza 6

Missioni Camerun Progetto speranza

7

Calendario del mese di maggio

8

inneggiò alla Ver-

gine Madre, perché, per mezzo suo, il Signore della maestà si fece fratello no-

stro! San Bonaventura, nella biografia dedicata a San Francesco dice: «E acco-modata la chiesa di san Pietro, Francesco se ne andò al luogo detto Porziuncola, dove era una chiesetta dedicata alla beata Vergine Maria… La quale chiesa, quando Francesco la vide così in rovina, per la grande devozione che egli aveva per la Signora del mondo, pensò di restaurarla, e per la qual cosa vi dimorò continua-mente… Facendo il servo di Dio, Francesco, dimora nella chiesa della Madre di Dio, piangendo verso di lei, continuamente, con grande devozione, orava che ella si degnasse di farsi ed essere la sua avvo-cata. Onde, per i meriti di Maria, egli pre-se in sé lo spirito di perfezione e di vita evangelica» (Leg. Major,c. 3). E canterà con gioia riverente: “Ave, Signo-ra, santa regina, santa Madre di Dio, Ma-ria che sei vergine fatta Chiesa. Ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Para-clito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e di ogni bene. Ave, suo palazzo, ave, suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, suo vestimento, ave, sua ancella. Ave, sua Ma-dre. E ti saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché

da infedeli fedeli a Dio li rendiate”. Fra-

telli e sorelle carissimi, mi permetto di chiedere come impegno comune in que-sto mese di maggio, alla fine del santo

Rosario, la recita della stupenda preghie-ra di Francesco alla Madre del Signore e Madre nostra, che ha portato nel suo

santo grembo il Figlio di Dio, perché in-terceda per tutte quelle mamme che sof-frono per i loro figli. Per quelle che in

questi tempi subiscono violenze inaudite, per quelle che in momenti tragici della loro vita arrivano a sopprimere i loro

bimbi, anche quelli che portano in grem-bo. Affidiamo a Maria tutte le famiglie

disagiate e sofferenti perché tornino ad essere quelle chiese domestiche di un tempo: più che mai ora si avverte la ne-

cessità di riportare la famiglia – quella vera – al centro, di riproporre i valori fondamentali intorno ai quali la famiglia

gravita, di pregare perché la famiglia torni ad essere testimonianza di carità e solidarietà. San Francesco piange amara-mente pensando alla penuria dalla quale fu straziata la Vergine poverella. A lei, Vergine della consolazione, affidiamo il

nuovo “Progetto missionario”, che la no-stra fraternità sostiene. Alla festa della mamma, sabato 10 e domenica 11 mag-

gio, allestiremo come al solito i banchi missionari. Inoltre festeggeremo le mam-

me e le nonne che frequentano la nostra Chiesa e offriremo come di consueto un fiore, un semplice aperitivo, ma soprat-

tutto un sorriso e un augurio. Carissimi tutti, date con generosità la vostra ade-sione per questo piccolo servizio caritati-

vo che darà speranza a tanti fratelli e sorelle in terra di missione assistiti dai nostri missionari Cappuccini. E a tutte le

consorelle mamme e nonne l’abbraccio di tutta la fraternità.

Editor ia le

NOTIZIARIO DI

FORMAZIONE DEL

MESE DI maggio 2014

O R D I N E F R A N C E S C A N O S E C O L A R E F R A T E R N I T À S A C R O C U O R E S A N R A F F A E L E

FRATERNAMENTE

V.le Piave, 2 20129 Milano

Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio

NOTIZIARIO

DI FORMAZIONE

DEL MESE

DI MAGGIO 2014

PAGINA 2

FRATERNAMENTE NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014

E’ arrivato il tempo di contemplare

questa donna meravigliosa che fa trasparire dentro di sé la grandezza di Dio. Attraverso di lei si manifesta

la tenerezza e la dolcezza di Dio Padre: attento ai bisogni dei suoi figli e pronto a donare tutto a loro.

Maria SS.ma è Colei che ha dedicato tutta la sua vita ad una donazione totale al proprio Figlio Gesù Cristo e

ai figli che poi gli sono stati affidati. Dalla sofferenza della croce del suo Figlio diletto, risorge ad una vita

tutta spesa per i figli del Figlio. E questo perché? Semplicemente per-

ché nella sua semplicità e nel suo grande amore per il Dio della vita ha

saputo donare tutta sé stessa al progetto

di Dio. Il Dio della vita ha voluto scegliersi una donna meravigliosa per attuare il suo pia-

no di salvezza per l’umanità. L’uomo aveva sporcato con il peccato l’immagine divina che Dio aveva impresso in lui, e Dio ha

voluto preparare per il suo Figlio, che do-veva redimere l’uomo facendosi uomo, un corpo che splendesse di divinità.

Bella tu sei qual sole! Chi guarda a Maria con la luce della fede vede risplendere in Lei lo splendore di Dio Padre, il calore del-

lo Spirito d’Amore del Padre e del Figlio. E quello che più colpisce è la sua delicatezza

e coraggio di donarlo ogni momento a questo uomo degradato ma affidato a Lei perché riscopra la tenerezza

del Padre che donando suo Figlio ha testimoniato il Suo grande amore per l’uomo. Il sole è l’elemento che

dona calore e gioia a chi è attento alle meraviglie create. Maria è Colei che vuole portare calore e gioia al

cuore dell’uomo nel fargli scoprire la vera via della Salvezza che è Gesù. Bianca più della luna! La luna è quell’ele-

mento che rischiara le tenebre della notte e permette all’uomo di non inciampare negli ostacoli notturni. Maria è quella luce

che indica il cammino sicuro, aiuta a non

inciampare negli ostacoli che il diavolo

continuamente pone davanti all’uomo per distoglierlo dalla vera gioia e dalla via che lo conduce alla Patria eterna nell’abbraccio

del Padre. Sì, oggi lo spirito del male nella sua grande gelosia per le cose belle, vuole distruggere ciò che Dio Padre ha messo

nel cuore dell’uomo: la sua vita divina in attesa della pienezza del suo abbraccio paterno. E l’uomo è spesso portato ad illu-

dersi delle proposte allettanti ma deludenti che satanasso gli presenta attraverso un mondo materializzato, seducente, attratto

solo dal potere e dal piacere, dimenticando il vero amore che è totale donazione e va-lorizzazione di ogni dono di Dio.

Meno male che la Vergine Maria è sempre al fianco di coloro che hanno accolto l’invito del

Suo Figlio: “Figlio, ecco tua Madre!” Vergine santa, prendici in braccio, stringici forte al tuo cuore e non permettere che ci

allontaniamo da te: abbiamo bisogno di Te per capire la grandezza dell’amore donato a noi dal Padre nel Suo Figlio Gesù, nostro

Salvatore.

RIFFLESSIONE DEGLI ASSISTENTI

Attraverso di lei si manifesta la tenerezza e dolcezza di Dio Padre

BELLA TU SEI QUAL SOLE! BIANCA PIU’ DELLA LUNA!

Fra Eugenio

Maria è Colei che vuole portare calore e gioia al cuo-re dell’uomo nel fargli scoprire la vera via della Salvezza che è Gesù.

NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014 FRATERNAMENTE

PAGINA 3

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

SANTA MARIA MADRE DI DIO 1° gennaio 2014

La prima Lettura ci ha riproposto l’antica pre-

ghiera di benedizione che Dio aveva suggerito a Mosè perché la insegnasse ad Aronne e ai suoi figli: «Ti benedica il Signore e ti custodisca.

Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24-26).

È quanto mai significativo riascoltare queste parole di benedizione all’inizio di un nuovo anno: accompagneranno il nostro cammino

per il tempo che si apre davanti a noi. Sono parole di forza, di coraggio, di speranza. Non

una speranza illusoria, basata su fragili pro-messe umane; neppure una speranza ingenua che immagina migliore il futuro semplicemen-

te perché è futuro. Questa speranza ha la sua ragione proprio nella benedizione di Dio, una benedizione che contiene l’augurio più

grande, l’augurio della Chiesa ad ognuno di noi, pieno di tutta la protezione amorevole del Signore, del suo provvidente aiuto.

L’augurio contenuto in questa benedizione si è realizzato pienamente in una donna, Maria, in quanto destinata a diventare la Madre di

Dio, e si è realizzato in lei prima che in ogni creatura. Madre di Dio. Questo è il titolo prin-cipale ed essenziale della Madonna. Si tratta

di una qualità, di un ruolo che la fede del popolo cristiano, nella sua tenera e genuina

devozione per la mamma celeste, ha percepito da sempre. Ricordiamo quel grande momento della storia della Chiesa antica che è stato il

Concilio di Efeso, nel quale fu autorevolmente definita la divina maternità della Vergine. La verità sulla divina maternità di Maria trovò eco

a Roma dove, poco dopo, fu costruita la Basi-lica di Santa Maria Maggiore, primo santuario mariano di Roma e dell’intero Occidente, nel

quale si venera l’immagine della Madre di Dio - la Theotokos - con il titolo di Salus populi romani. Si racconta che gli abitanti di Efeso,

durante il Concilio, si radunassero ai lati della porta della basilica dove si riunivano i Vescovi e gridassero: «Madre di Dio!». I fedeli, chiedendo di

definire ufficialmente questo titolo della Ma-

donna, dimostravano di riconoscerne la divina

maternità. È l’atteggiamento spontaneo e sincero dei figli, che conoscono bene la loro Madre, perché la amano con immensa tene-

rezza. Ma è di più: è il sensus fidei del santo popolo fedele di Dio, che mai, nella sua unità, mai sbaglia. Maria è da sempre presente nel

cuore, nella devozione e soprattutto nel cam-mino di fede del popolo cristiano. «La Chiesa cammina nel tempo … e in questo cammino

procede ricalcando l’itinerario compiuto dalla Vergine Maria» (Giovanni Paolo II, Enc. Redemp-toris Mater, 2). Il nostro itinerario di fede è uguale

a quello di Maria, per questo la sentiamo par-ticolarmente vicina a noi! Per quanto riguarda

la fede, che è il cardine della vita cristiana, la Madre di Dio ha condiviso la nostra condizione, ha dovuto camminare sulle stesse strade fre-

quentate da noi, a volte difficili e oscure, ha dovuto avanzare nel «pellegrinaggio della fede» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 58).

Il nostro cammino di fede è legato in modo indissolubile a Maria da quando Gesù, morente sulla croce, ce l’ha donata come Madre dicendo:

«Ecco tua madre!» (Gv 19,27). Queste parole hanno il valore di un testamento e danno al mondo una Madre. Da quel momento la Madre

di Dio è diventata anche Madre nostra! Nell’ora in cui la fede dei discepoli veniva incrinata da tante difficoltà e incertezze, Gesù li affidava a

Colei che era stata la prima a credere, e la cui fede non sarebbe mai venuta meno. E la

“donna” diventa Madre nostra nel momento in cui perde il Figlio divino. Il suo cuore ferito si dilata per fare posto a tutti gli uomini, buoni

e cattivi, tutti, e li ama come li amava Gesù. La donna che alle nozze di Cana di Galilea aveva dato la sua cooperazione di fede per la

manifestazione delle meraviglie di Dio nel mondo, al calvario tiene accesa la fiamma della fede nella risurrezione del Figlio, e la comuni-

ca con affetto materno agli altri. Maria diven-ta così sorgente di speranza e di gioia vera! La Madre del Redentore ci precede e conti-

nuamente ci conferma nella fede, nella voca-zione e nella missione. Con il suo esempio di umiltà e di disponibilità alla volontà di Dio ci

aiuta a tradurre la nostra fede in un annuncio del Vangelo gioioso e senza frontiere. Così la nostra missione sarà feconda, perché è mo-

dellata sulla maternità di Maria. A Lei affidiamo il nostro itinerario di fede, i

desideri del nostro cuore, le nostre necessità, i bisogni del mondo intero, specialmente la fame e la sete di giustizia e di pace e di Dio;

e la invochiamo tutti insieme, e vi invito ad invocarla per tre volte, imitando quei fratelli di Efeso, dicendole “Madre di Dio”: Madre di

Dio! Madre di Dio! Madre di Dio! Amen.

LA VOCE DI PAPA FRANCESCO

Madre di Dio. Questo è il titolo

principale ed essenziale della

Madonna. Si tratta di una

qualità, di un ruolo che la fede

del popolo cristiano, nella

sua tenera e genuina

devozione per la mamma celeste,

ha percepito

È l’atteggiamento spontaneo

e sincero dei figli, che conoscono

bene la loro Madre, perché la amano con

immensa tenerezza.

NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014 FRATERNAMENTE

Qualche anno fa nel mio cuore è emerso

improvvisamente il desiderio di conoscere gli Ultimi. Mi sono chiesta: Chi sono gli Ulti-mi ? Ed ho compreso, che per me, nel mio

cuore gli ultimi sono gli Zingari. Quanto im-propriamente viene utilizzata questa parola Zingari! E’ spesso sinonimo di ladri, delin-

quenti persone sbagliate … persone diver-se…Perché non è sinonimo di persone che soffrono, che si sentono ai margini, che con

gli anni il nostro razzismo li ha emarginati? Ho chiesto e mi è stato aperto: Un Sacerdo-te mi ha fatto incontrare delle persone me-

ravigliose. Il compito che mi è stato affidato è di evangelizzazione. Non ne so nulla di ciò

ma ora da qualche anno vado più volte alla settimana dai miei Amici Rom. Sono Amici splendidi, accoglienti e buoni, spesso nella

sofferenza. A loro apro il mio cuore e loro mi aprono il loro. Con Francesco, qualche mese fa, abbiamo letto il racconto dei

“sassi” di Enzo. L’insegnamento che il rac-

conto trasmette era piaciuto a tutti e due, tant’è che ci portò a riflettere sulle nostre azioni. A distanza di tempo ho appreso che

era servito, anche, al mio giovane Amico 11enne “E’ stato difficile” mi confidò un giorno “ma non ho tirato il sasso”. Così,

consapevoli che il racconto aveva generato il suo effetto gli ho proposto di conoscere l’autore. Tutta la famiglia di Francesco ha

accolto con gioia la proposta ed il primo giorno di primavera Enzo ha conosciuto alcuni dei miei Amici Rom.

Enzo ha ricevuto sorrisi e parole amichevoli e di ringraziamento. Per me “abituata” a

questo calore non è stata una sorpresa, ma forse per Enzo si! E’ stato un incontro di condivisione del Ge-

sù che ognuno di noi ha nel cuore, là dove le diversità non esistono.

Paola

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Un Sacerdote mi ha fatto incontrare delle persone meravigliose. Il compito che mi è stato affidato è di evangelizzazione.

Signore fammi vedere In questi fratelli Il buono che l’umanità sa esprimere, il bello che traspira dai loro cuori.

Beato Zefferino

Immagine da internet di alcuni giovani anonimi Rom

DIVERSITA’

( San Donato Milanese 21/03/2014 ) Quante volte nella nostra vita, nel rapporto con gli altri, ci sentiamo diversi … non in-tendo dire migliori ma comunque diversi. Non abbiamo nulla da spartire con loro. Poi ci accorgiamo con la frequentazione che vi è una logica nel comportamento degli altri che giustifica il loro operato e allora ti ac-corgi di aver espresso giudizi temerari.

Oh Signore di tutte le genti

fammi essere dalla parte di questi fratelli;

non vi siano barriere, scaccia dal cuore della gente “bene “

l’idea che gli altri siano i diversi. Tu Signore sei quello che,

affrontando la morte,

hai redento noi tutti. Non vi siano barriere

fra gente che vive le stesse

esperienze di vita. Quando li guardo

non vedo diversi

ma un popolo solo: lo stesso destino

gli stessi sentimenti

la stessa caparbia voglia d’amore, voglia di vivere vite normali.

Ciascuno a suo modo:

le tradizioni, i costumi, quella voglia di amare la propria famiglia.

Signore fammi vedere

in questi fratelli il buono che l’umanità sa esprimere, il bello che traspira dai loro cuori.

Quella serena voglia di esser Tuo popolo e di lottare per i propri ideali,

lo sforzo costante di essere gente per bene. Signore, oggi sono stato accolto da loro

ed ho capito che abbiamo lo stesso

destino di luce. Grazie Signore, oggi sono stato portato

in un campo di Rom.

Enzo

Paola Rossi e Enzo Terranova raccontano l’esperienza con i Rom

Padre Luigi Barnabita, che segue la Pastorale dei Rom, ci ha inviato trami-te Paola alcune notizie sulla Causa di Canonizzazione del Confratello Zefferi-no che pubblichiamo con vero piacere.

UCCISO PER UN ROSARIO, UN VERO ROM. Il Comitato della Causa di Canonizzazione

del Gitano Zeffirino Gimènez Malla, detto

“El Pelè” (1861-1936), beatificato in Roma il

4 maggio 1997 da Giovanni Paolo II, ha proposto alla Conferenza Episcopale Spa-gnola (Madrid) e alla Congregazione delle

Cause dei Santi in Roma di attribuire al Gi-tano di Barbastro il titolo di

“MARTIRE DEL ROSARIO”.

Riportiamo i motivi che hanno spinto a

Beato Zefferino Gitano, Terziario Francescano, Martire del Rosario

C’è crisi e crisi

una crisi apre anche alla possibilità

di una trasformazione,

una crisi permette anche

di vedere molte cose in modo nuovo

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FRATERNAMENTE NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014

Fu arrestato per aver

difeso un prete

maltrattato sulla via e

incarcerato per il

Rosario che gli

trovarono in tasca.

E’ ormai da tempo che in molte occasioni sentiamo parlare di crisi, soprattutto dal

punto di vista economico, una crisi che toc-ca tantissime famiglie perché il lavoro viene a mancare, cresce la disoccupazione e, pen-

sando al futuro, non si ha neppure la cer-tezza che dopo una vita di lavoro, si possa avere giustamente la pensione.

Tutto questo crea grande preoccupazione, un senso di incertezza per noi e per i nostri

cari. E’ una “crisi” con cui tutti dobbiamo fare i conti, nessuno escluso, una crisi che sembra durare a lungo e di cui nessuno

riesce a prevedere la fine. Che fare? Come reagire? Come difendersi? La parola “crisi” significa rottura, salto, cambiamento rispetto

al passato. Se è vero che i cambiamenti nella vita sono all’ordine del giorno, è altrettanto vero che quando non riusciamo a vedere

verso dove ci portano, entriamo subito in ansia, perché il futuro, lo sappiamo, non dipende da noi se non per una piccola, pic-

colissima parte. Ma una crisi apre anche alla possibilità di una trasformazione, una crisi

Tina

permette anche di vedere molte cose in modo nuovo: quello di cui prima potevamo dispor-

re, quello che prima era scontato, ora non lo è più. Tante cose che sembravano indi-spensabili ora non possiamo più averle e

dopo un primo smarrimento, possiamo sco-prire che erano importanti ma non indispen-sabili, tocchiamo con mano che spesso vi-

viamo del superfluo credendo di non poter-ne più fare a meno.

Una crisi ci può costringere a ritrovare l’es-senziale, ciò che conta davvero, e non solo dal punto di vista materiale. Una crisi a vol-

te può nascondere un nuovo inizio, un ripar-tire su nuove basi. C’è crisi e crisi. E ci sono tanti modi di vivere una crisi. Di che cosa

posso fare a meno? Cosa davvero mi serve e cosa è un di più, magari utile ma non ne-cessario? Cosa posso condividere con chi è

in difficoltà più di me? E pensando al futuro, cosa mi dà sicurezza, su chi o su che cosa posso contare, dove

trovo la serenità e la fiducia per affrontare il futuro con tutte le incognite che nasconde,

formulare una simile proposta, ricavati dalle

testimonianze rilasciate al processo Diocesano di Barbastro (Huesca), contenute nella Positio” e da altre che sono raccolte nella biografia

“Un Vero Kalò”, allegata al “Transunto”. Il Rosario fu causa del suo martirio: Fu arrestato per aver difeso un prete

maltrattato sulla via e incarcerato per il Rosario che gli trovarono in tasca.

In prigione, lo pregava abitualmente

e senza dissimulazione, pur sapendo il rischio di essere ucciso.

Un influente anarchico gli offrì la li-

bertà in cambio del Rosario. Il Pelè ringraziò per l’interessamento, ma non accettò.

A più riprese –anche per l‘insistenza

dei parenti – questo amico, cresciuto nel Barro dei Gitani, vicino al Pelè,

tentò di farsi consegnare la Corona per salvargli la vita. Zeffirino non cedette.

Alla fine il giovane anarchico disse

alla figlia adottiva: “Non me la vuole dare, non me la vuole assolutamente dare”. Sconsolato e nervoso aggiun-

se: “Chiedigliela tu!”. La notte del 9 agosto 1936 è stato

fucilato nel cimitero di Barbastro.

Cadde con la Corona del Rosario nel-la mano.

Il P. Angel M. Fandos, C.M.F., nel suo

primissimo scritto sul beato (“El Pelè.

Un Gitano con madera de Santo”) termina il racconto sulla morte di Zef-

firino così: “Un gruppo di Gitani, che

ottenne il permesso di entrare nel

recinto per piangere sulla salma, rac-colse con pietoso rispetto il Rosario

che il Pelè teneva in mano morendo”.

Il Rosario era il modo di un Gitano analfabeta per esprimere la sua forte devozione a Maria

Portava sempre con sé la corona.

Ne teneva una sotto il cuscino, che la

figlia adottiva vedeva riassettando il

letto. Pregava il Rosario tutti i giorni, più

volte, anche per la strada ed al rico-

vero dei vecchi la sera. Per tutto il tempo in cui rimase vedo-

vo (14 anni), prima di coricarsi, reci-tava il Rosario per la moglie, tenendo

tra le mani una sua fotografia ed una ciocca di capelli di lei, secondo l’usanza

nomade. Amava entrare spesso nella chiesa

dedicata al Cuore Immacolato di Ma-

ria e fermarsi davanti alla statua del-la Madonna.

Tutti i lunedì di Pasqua si univa ai

pellegrini della zona per salire al san-

tuario mariano del Pueyo, a cavallo, con la nipotina alle sue spalle.

Partecipava al “Rosario dell’Alba” che

iniziava alle 5 del mattino, durava 4-5 ore, andava di chiesa in chiesa e terminava con la S. Messa. Questa

processione si teneva al primo sabato di ogni mese, da ottobre a Pasqua.

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FRATERNAMENTE NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014

Ashley, 14enne diventata mamma dopo una violenza

Nelle crisi possiamo imparare di nuovo a pregare, perché da tempo lo avevamo dimenticato.

senza cadere nell’angoscia? Nella Bibbia scopriamo che, tutte le volte che il popolo di

Israele si è trovato a vivere un momento di crisi, è ritornato verso Dio, ha riscoperto la fede in colui che resta fedele e nelle difficol-

tà non abbandona. Certo non possiamo aspettarci che Dio trovi le soluzioni a colpi di bacchetta magica, anche se per il suo

popolo ha “compiuto prodigi”, come ci dico-no i salmi.

Nelle crisi della nostra vita possiamo scopri-re la presenza di Dio che con noi condivide questi momenti e non ci abbandona; nelle

crisi possiamo imparare di nuovo a pregare, perché da tempo lo avevamo dimenticato;

nelle crisi possiamo scoprire che tante per-sone e tante certezze se ne vanno, ma Dio

è fedele e la fede è l’unica certezza. Una crisi può trasformarsi in una occasione preziosa, non perché sia Dio a provocarla

ad arte magari per metterci alla prova, ma perché quando le nostre certezze vacillano, possiamo davvero riconoscere ciò che non

vacilla, ciò che resta stabile come una roccia. Sei tu Signore la mia certezza, la mia roccia,

il mio presente e il mio futuro: in questa “trasformazione” donaci di ritrovare Te, co-me colui di cui non possiamo fare a meno.

Tina

«Sono felice di avere

accolto la nascita che Dio ha permesso» La storia della giovane

americana dell’Illinois, che ha deciso di tenere il piccolo Aiden e che ha ricevuto

aiuti inaspettati da tantissi-me persone: «Non sei quello che ti è capitato nel-

la vita» «Rimani sempre forte e ricordati che tu non sei quello che ti è capitato

nella vita, ma ciò che scegli di diventare». Sono parole

di Ashley, una quattordi-cenne americana di Elwood

(Illinois), rimasta incinta in seguito a uno

stupro e che ha deciso di non abortire. Oggi suo figlio Aiden ha sette mesi.

LA VIOLENZA. La storia di Ashley è stata raccontata da Monica Kelsey, anch’essa nata da una violenza sessuale e membro

dell’associazione americana “Save the 1″, che si occupa di aiutare le donne che scel-gono di non abortire. L’adolescente di

Elwood è stata violentata da un ragazzo di 17 anni che frequentava la sua stessa scuola e amico di suo fratello. Il ragazzo,

nonostante avesse già abusato di altre due ragazze, non si è mai fatto neanche un giorno di prigione. E «quando Ashley è

tornata a scuola è rimasta scioccata, per-ché il suo violentatore frequentava ancora il suo stesso istituto: invece che mandarlo

via, hanno chiesto a lei se preferisse essere trasferita», ha raccontato Kelsey.

AIUTI INASPETTATI.

Nonostante l’ostilità dell’ambiente, Ashley

non ha mai pensato all’aborto anche gra-zie al sostegno della sua famiglia, che però non disponeva di grandi mezzi eco-

nomici. L’incontro tra Kelsey, Ashley e

“Save the 1″ è stato provvidenziale visto

che attraverso l’associazione in tanti han-no deciso di aiutare economicamente la giovane madre: «Dopo aver incontrato

Ashley e suo figlio – scrive Kelsey – ho capito che questa giovane aveva bisogno del mio aiuto, più di quanto mi immagi-

nassi. Così ho cominciato a raccontare di lei attraverso Facebook e la risposta è sta-ta straordinaria». Mamma e figlio hanno

ricevuto pannolini, vestiti e tutto l’occor-rente per crescere un neonato.

«GRATA DELLE PREGHIERE». In tanti hanno criticato Ashley per la scelta di far nascere Aiden ma lei, grata per una nuova

vita «permessa dal Signore», non se n’è mai preoccupata. «Stare con Ashely è in-credibile, l’atteggiamento sempre positivo

è ciò che la rende unica. Cerca sempre di trarre il bene da ogni situazione. Ed è solo

grata delle preghiere e degli aiuti ricevuti in questi sei mesi», ha scritto Kelsey com-mentando le foto sempre sorridenti della

giovane e del piccolo.

La storia di Ashley ha colpito e appassio-

nato tantissime persone, che hanno anche deciso di creare un fondo per permetterle di andare al college e diventare veterina-

ria. «È una benedizione – conclude Kelsey – il fatto di poter camminare a fianco di Ashley e toccare con mano i miracoli che

vedo accadere di fronte a me».

«Non sei quello che ti è capitato nella vita» «Rimani sempre forte e ricordati che tu non sei quello che ti è capitato nella vita, ma ciò che scegli di diventare».

Ashley e il piccolo Aiden

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Studenti del College

sant’Antonio di Padova

“SAPCCCOL”

Fratelli e sorelle carissimi, è sempre commo-

vente ricordare il comune impegno che, in tempi recenti, ci ha permesso tutti insieme di aiutare tante persone e di sostenere alcuni

progetti missionari. E grazie alla generosità di tutti i sogni sono diventati realtà: in-sieme abbiano aiutato l’ospedale Araku Valley

in India, insieme abbiamo costruito il “Villaggio della Pace” ad Addis Abeba, insie-me abbiamo sostenuto l’asilo nido per bambi-

ni di strada a São Luìs in Brasile e a lungo abbiamo sostenuto il “Progetto Emmaus” di Bamenda, Camerun. Sono proprio numerosi i

poveri a dire il loro grazie: l’aiuto di molti è per loro segno di speranza! Ma altre necessi-

tà incombono, abbiamo quindi raccolto l’ap-pello di Padre Angelo Pagano, Superiore della Custodia del Camerun e delle consorelle

dell’Ofs camerunensi ideatori del “Progetto Speranza” di Mbohtong. Riportiamo con piacere la lettera di Padre Angelo. Nel 1993 nella parrocchia del Sacro Cuore di Shisong, in Camerun, fra Angelo Pagano,

allora parroco, e tre sorelle dell’OFS, si-ster Caroline, Irene e Relindis, iniziarono un progetto sociale a favore degli studenti

poveri della parrocchia. Il progetto, che si è andato evolvendo nel corso degli anni, è di-ventato oggi una Scuola Superiore: il College

Omnicomprensivo S. Antonio da Padova, (abbreviato in inglese SAPCCCOL) una delle

più grandi e soprattutto apprezzate scuole della nostra zona. Al termine degli studi, dopo gli esami finali in

loco nel College, gli studenti conseguono l’e-quivalente della nostra maturità e volendo possono accedere ai corsi

universitari. Nel presente anno scolastico 2013 - 2014 vi sono 266

studenti che frequentano la scuola giornalmente, e 256 convittori interni, cioè stu-

denti che vi risiedono in permanenza, per un totale di 522 studenti. Il College,

che era pensato in origine per circa 250 studenti, nel breve volgere di pochissimi

anni, ha visto dunque au-mentare vertiginosamente

le richieste di iscrizione, proprio per la serietà degli studi e gli ottimi risultati

scolastici; gli studenti pro-vengono anche da città come Bamenda e Yaoundé. Per il

prossimo anno scolastico

2014 - 2015 si prevedono circa 615

studenti. E’ dunque oggi indispensa-bile aumentare l’acquedotto che 11 anni fa era stato costruito sempre da

noi frati cappuccini e che serve non solo il College ma anche altri 4 vil-laggi vicini. SAPCCCOL, per il villag-

gio di Mbohtong ed altri 3 villaggi vicini, compresa una scuola elemen-tare:

Il costo dell’ampliamento dell’acquedotto è di circa Euro 22.000.

Inutile ricordare quanto sia importante e vitale l’acqua per ogni insediamen-

to umano! Il Progetto è potuto rima-nere fedele alla sua vocazione originaria di aiutare i figli di famiglie povere e disagiate -

grazie anche al fondamentale aiuto di tanti amici benefattori e sostenitori! Confidiamo che grazie alla vostra generosità

riusciremo a realizzare anche questo proget-to di incremento dell’acquedotto, bisogno oggi fondamentale per il College ed anche

per gli abitanti dei villaggi vicini. Il Signore vi benedica e vi ricompensi per la vostra generosa carità e solidarietà!

Pace e bene!

Fra Angelo Pagano Superiore della Custodia

Notizie dalle missioni del Camerun Un nuovo importante progetto

E grazie alla generosità

di tutti i sogni sono

diventati realtà

PAGINA 8

FRATERNAMENTE

CALENDARIO DEL MESE DI MAGGIO 2014

5/5 Pomini Clara - 8/5 Gangai Giuseppe - 10/5 Fiore Lina - 12/5 Fiore Filippo e

Arienti Adriana - 14/5 Prevosti Felice - 15/5 Morosini Ornella - 31/5 Terranova Elena

NOTIZIARIO DI FORMAZIONE DEL MESE DI MAGGIO 2014

PORTARE SEMPRE LA PREGHIERA DEL FRANCESCANO

tutte le celebrazioni ed eventi della nostra Chiesa del Sacro Cuore li troverete su

www.ofsvialepiave.it

sabato 10 ore 16,00 Inizio dei banchi missionari sul sagrato della Chiesa

Proseguiranno per tutta la domenica. Per i turni di servizio dare la propria

adesione a Marisa e a Lucia.

domenica 11 ore 8,30 4° Domenica di Pasqua. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. (Sal 22)

Lodi 4° sett., Santa Messa. Incontro fraterno sul sul sagrato per la festa della mamma e i banchi missionari. Venerdì 16 Santa Margherita da Cortona. Grande santa Terziaria francescana.

giovedì 22 ore 20,45 Formazione Iniziandi. Sabato 24 ore 14,15 Formazione Novizi e neo Professi.

Domenica 25 ore 8,30 Partenza per il pellegrinaggio nella Roma cristiana con papa Francesco.

Per i partecipanti, ritrovo al binario 1 della Stazione Centrale. NON CI SARÁ IL CONSUETO INCONTRO DI FRATERNITÁ.

Buon Compleanno

PRO MANOSCRITTO

Avviso cinque per mille (è tempo della dichiarazione dei redditi)

Il codice fiscale della nostra Associazione Attività OFS d’Italia Onlus è

97311130153 Anche quest'anno, sui moduli della dichiarazione dei redditi (modello integrativo

CUD 2013, modello 730/2013 o Modello Unico Redditi Persone Fisiche) si potrà devolvere il 5 per mille del gettito Irpef alla nostra Associazione. Grazie ad una norma introdotta dalla legge

senza nessuna spesa a diverse finalità.

Il pane in piazza Dono di Dio da condividere con i poveri di OSF

Sabato 17 e domenica 18 maggio alcuni di noi, francescani secolari, parteciperanno

all’evento di Opera San Francesco dal titolo “Il Pane di OSF” in alcune piazze delle città

della Lombardia. Siamo stati presenti a questo Evento sin dal suo nascere.

Un’occasione per incontrare tanta gente e per spiegare loro che cosa Opera fa, qua-

le responsabilità abbiamo verso i poveri e i più poveri. E di gente ne abbiamo incon-

trata tanta! È chi conosceva già OSF ha avuto la conferma che il lavoro va avanti ed è

sempre crescente; chi non ci conosceva ha imparato qualcosa, quelli che hanno tirato

dritto, forse, si sono portati a casa un nome, un’immagine, una parola… e chissà che

non diventino nel tempo sostenitori o volontari di OSF! C’è chi ha lasciato un’offerta

senza prendere il pane… e chi ha preso il pane senza lasciare l’offerta, perché era un

ospite di Opera. Ed è sempre bello vedere come siano riconoscenti per ciò che OSF fa

per loro. Portando il pane in piazza ricordiamo a tutti che i doni di Dio sono da con-

dividere, perché gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente doniamo.