FRATERNAMENTE · PDF fileO Amore ineffabile, dolcissimo Gesù, o amoroso Verbo, eterna...
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Fratelli e sorelle carissimi,
il Signore vi dia Pace!
Il 7 giugno celebreremo la solennità del Sacro Cuore di Gesù, titolo della Chiesa di viale Piave: è l’unico tempio a Milano dedicato al Sacro Cuore. Alle ore 18 ci troveremo insieme per la solenne concelebrazione. E’, in parte, anche il titolo della nostra fraternità. La storia ce lo ricorda: al termine del me-se di gennaio 1897 si tennero nella chiesa le missioni po-polari. Frutto di quella pre-dicazione più intensa e stra-ordinaria fu l’introduzione della dottrina cristiana. Dalle Missioni e dalla catechesi nacque il Terz’Ordine. Carissimi, in questo mese di giugno dedichiamo la no-stra preghiera ai fratelli del Primo Ordine, ma soprattutto ai nostri Assistenti. Da quando ho iniziato il cammino in Fra-ternità, ho sempre sentito i fratelli e le sorelle più anziani parlare di loro con grande affetto. Negli Annali francesca-ni si racconta, che dovunque i frati andassero la gente accorreva attratti dalla sem-plicità del carisma francesca-no ed essi erigevano le fra-ternità del Terz’Ordine. Il carisma del Santo di Assisi ha sempre affascinato miriadi di persone, uomini e donne di ogni estrazione sociale e culturale, disposte a seguire Francesco secondo la Regola del Terz’Ordine. Osservare il Santo Vangelo significa con-durre uno stile di vita che
proprio dalla Parola trae il proprio fondamento e con la propria vita annuncia e testimonia la verità del Vangelo. Da oltre ottocento anni scorre la linfa nell’albero dell’Ordine Francescano Seco-lare e anche noi oggi ci sentiamo parte di questa storia e di questa grande famiglia. Ancor più ci sentia-mo pietre vive della fami-glia francescana dove Primo, Secondo e OFS continuano nel tempo ad annunciare e rendere visibili gli irrinun-ciabili valori che Francesco e Chiara ci consegnano. In ogni tempo l’OFS ha amato e ama profonda-mente i propri Assistenti, ci sentiamo uniti a loro da un profondo legame. Molti di noi hanno verificato il pro-prio cammino vocazionale nell’OFS grazie all’incontro con un frate che ci ha fatto conoscere il Signore e ciò ha cambiato la nostra vita. Si sono presi cura di ognuno di noi, facendoci gioiosa-mente crescere nella fede e nell’amore al Signore. Essi sono il “nostro buon pastore” e noi il piccolo greg-ge che ascolta la voce del pastore e lo segue. La vita del francescano secolare è spesso presa da tanti avve-nimenti che la quotidianità impone: la situazione econo-mica, il lavoro, la politica, la famiglia, i figli, la scuola, i genitori anziani che talvolta ci preoccupano per la loro salute… e tanti altri problemi
Editor iale
NOTIZIARIO
GIUGNO 2013
O R D I N E F R A N C E S C A N O S E C O L A R E F R A T E R N I T À S A C R O C U O R E S A N R A F F A E L E
FRATERNAMENTE
email: [email protected] • www.ofsvialepiave.it V.le Piave, 2 • 20129 Milano • 0277122581• Anna 3805233368 • Francesco 3485147969
Il Cuore che ha tanto amato gli uomini.
presenti nelle nostre famiglie. Gli Assistenti ci aiutano ad avere uno sguardo di fede su ciò che accade, ci aiuta-no a cogliere l’immutabile volontà di Amore del Si-gnore per ciascuno di noi, anche quando questa vo-lontà è segnata dalla Croce. Ci aiutano a ritrovare la speranza, anzi con Papa Francesco ci dicono “non fatevi rubare la speranza”. Senza retorica, ai nostri cari Assistenti va tutta la nostra affettuosa gratitudine e anche la nostra preghiera perché il Signore, per mezzo di Francesco d’Assisi, conti-nui a mandare tante sante vocazioni nella sua vigna. E a proposito di vocazioni, vogliamo insieme porgere gli auguri più belli a Fra Jude della fraternità dei cappuccini del Cameroon, in Italia da qualche anno per cure mediche. Dopo l’Ordinazione sacer-dotale avvenuta a Shisong il 17 maggio ritornerà in Viale Piave e qui condividerà la sua gioia sacerdotale con tutti i fedeli in una solenne celebrazione, domenica 9 giugno alle ore 10.30. In questa occasione tutta la nostra fraternità è invitata a ritrovarsi alle ore 9 nel salone per un momento di preghiera, poi tutti insieme andremo in Chiesa per la solenne concelebrazione.
Con profondo affetto. Anna Sorella vostra
Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del cuore immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al sacrificio eucaristico, le preghiere e le zioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno...
Sommario:
Riflessione degli Assistenti
2
La voce del Papa 3
Agenda 5
I fratelli e le sorelle ci scrivono
6
Calendario di giugno
10
PAGINA 2
FRATERNAMENTE NOTIZIARIO GIUGNO 2013
E’ terminato lo stupendo pe-riodo pasquale, dove la nostra attenzione era rivolta alla persona del Risorto che ci richiamava ogni istante ad ele-vare mente e cuore a Lui no-stra unica salvezza. Era insi-stente l’esortazione apostolica: “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”. Il mese di maggio ci ha presentato la figura di Maria che vuole accompagnarci ogni giorno ver-so l’incontro con Cristo. Quanto bene il Signore ci vuole! Quanto amore ci viene donato! Ma non è finita. Ecco ancora tre mo-menti liturgici che in giugno ci vengono offerti perché il nostro cuore non si turbi. Solennità del CORPO DEL SIGNORE (2 Giugno): dopo averci dato tutto sé stesso, Gesù vuole continuare la sua presenza in mezzo a noi attraverso il sacramento dell’Eucarestia. Qui noi non soltanto possiamo adorarlo, pregarlo, sostare in contem-plazione… addirittura Egli vuole far parte di noi attraverso l’assunzione del Suo Corpo e del Suo Sangue. Da Lui noi veniamo trasformati: “non son più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Quale degnazione, quale dono, quale grazia! Francesco d’Assisi si estasiava nel me-ditare questo grande mistero dell’amore e voleva che ogni persona avesse la più alta riverenza verso l’Eucarestia e che desiderasse adorarLa in ogni chiesa del mondo dove Egli era presente: “Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo qui e in tutte le tue Chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo perché con la tua santa Croce hai redento il mondo” (FF.111). Sì quella Croce sulla quale fu spalancato quel cuore inna-morato perché potesse ac-cogliere ogni persona che lo riconoscesse Figlio di Dio. Ecco, allora la seconda festa che in questo mese ci viene proposta: IL CUORE SANTISSIMO DI GESU’ (7 Giugno): proviamo soffermarci a guar-dare quel cuore trafitto: mi sem-
bra di intravvedere un’attenzione tenera e profonda per ogni per-sona. In esso non c’è distin-zione di popolo, lingua, razza… c’è solo desiderio di amore., c’è dolcezza, c’è preoccupa-zione, c’è tanta voglia di donazione. Ma si nota anche tanta sofferenza per coloro che non comprendono o non vogliono corrispondere a que-sto stupendo dono d’amore. Se ci penso che questo dono è il tesoro di Dio per me, qua-le gioia, quale trepidazione, quale desiderio di corrispon-dere con tutto me stesso!!! Capisco, allora, quei santi che per rispondere all’amore infinito di Dio si offrono vittime d’amore per riparare le of-fese all’Amore! Mi viene spontaneo ripetere con tanto affetto quello che S. Teresa d’Avila (credo sia lei) diceva riferita a Gesù: O Amore ineffabile, dolcissimo Gesù, o amoroso Verbo, eterna deità. Tu sei fuoco d’amore, eterna verità. Resurrezione nostra, Signore. Tu abisso di carità, pare che sia pazzo delle tue creature. Chi ti muove a fare tanta misericordia? L’Amore! Tu sei somma dol-cezza nell’amarezza nostra, splendore nelle tenebre, sapienza nella stoltezza. Tu sei Signore, Padre, Fratello nostro. Tu sei deità eterna, purissima bellezza” (da un canto musi-cato da Frisina). Quanto è bello fermarsi in
questa contemplazione, ma quanto altrettanto difficile essere fedele a questo Amore
ineffabile. La vita odierna, la società moderna ci portano ad evadere frequentemente
cercando altrove la pienezza dell’amore. E ci dimentichia-mo di Colui che ogni istante è
per noi AMORE! Ecco, allora, che la Chiesa pone alla nostra attenzione Colei che Gesù
dalla Croce ci ha dato come Madre: SOLENNITA’ DEL
CUORE IMMACOLATO DI MARIA (8 Giugno). Ecco il mezzo più efficace
per condurci sulla via dell’Amore: Ella non smet-
terà mai di amarci col cuore
di mamma. E’ sempre pre-murosa verso noi suoi figli.
E’ interamente dedita alla
nostra meta: rispondere con tutto noi stessi all’amore del Suo Amato Figlio Gesù,
in cui sta la nostra reden-zione e la nostra gioia. Oh quale gratitudine dovrebbe
sbocciare dal nostro cuore verso questa persona tanto grande ed amata dallo
stesso Dio Padre! Quanta devozione e preghiera do-vrebbe sbocciare dal nostro
spirito verso questa premu-rosa Madre che tanto gioisce e soffre con noi. Lo faccio
anch’io con S. Francesco: Ave, Signora, santa regina, santa Madre di Dio, Maria, che sei vergine fatta chiesa ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo Suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Pa-raclito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ave, suo palazzo, ave suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, suo vestimento, ave, sua ancella, ave sua Madre.” (FF. 259). Tre grandi feste con un unico scopo: ricordarci che Dio è amore gratuito sem-
pre attento al nostro vero bisogno: la nostra piena
gioia che raggiungeremo raggiungendo Lui! Fra Eugenio
RIFLESSIONI DEGLI ASSISTENTIRIFLESSIONI DEGLI ASSISTENTI
Quale degnazione, quale dono, quale grazia! Francesco d’Assisi si estasiava nel meditare questo grande mistero dell’amore
CUORI INNAMORATI DI TE
Proviamo soffermarci a guardare quel cuore trafitto: mi sembra di intravvedere un’attenzione tenera e profonda per ogni persona.
NOTIZIARIO GIUGNO 2013 FRATERNAMENTE
PAGINA 3
CHI È LO SPIRITO SANTO?
catechesi 8 maggio 2013
Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il tempo pasquale che con gioia stiamo vivendo, guidati dalla liturgia della Chiesa, è per eccellenza il tempo dello Spirito Santo donato «senza misura» (cfr Gv 3,34) da Gesù crocifisso e risorto. Questo tempo di grazia si conclude con la festa della Penteco-ste, in cui la Chiesa rivive l’effusione dello Spirito su Ma-ria e gli Apostoli raccolti in pre-ghiera nel Cenacolo. Ma chi è lo Spirito Santo? Nel Credo noi professiamo con fede: «Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita». La prima verità a cui aderiamo nel Credo è che lo Spirito Santo è Kýrios, Signore. Ciò significa che Egli è veramente Dio co-me lo sono il Padre e il Figlio, oggetto, da parte nostra, dello stesso atto di adorazione e di glorificazione che rivolgiamo al Padre e al Figlio. Lo Spirito Santo, infatti, è la terza Per-sona della Santissima Trinità; è il grande dono del Cristo Risorto che apre la nostra mente e il nostro cuore alla fede in Gesù come il Figlio inviato dal Padre e che ci guida all’amicizia, alla comu-nione con Dio. Ma vorrei sof-fermarmi soprattutto sul fat-to che lo Spirito Santo è la sorgente inesauribile della vita di Dio in noi. L’uomo di tutti i tempi e di tutti i luoghi desidera una vita piena e bel-la, giusta e buona, una vita che non sia minacciata dalla morte, ma che possa matu-rare e crescere fino alla sua pienezza. L’uomo è come un viandante che, attraversando i deserti della vita, ha sete di un’acqua viva, zampillante e fresca, capace di dissetare in profondità il suo desiderio profondo di luce, di amore, di bellezza e di pace. Tutti sen-tiamo questo desiderio! E Gesù ci dona quest’acqua viva: essa è lo Spirito Santo, che procede dal Padre e che
Gesù riversa nei nostri cuori. «Io sono venuto perché ab-biano la vita e l’abbiano in abbondanza», ci dice Gesù (Gv 0,10). Gesù promette alla Samaritana di donare un’“acqua viva”, con sovrab-bondanza e per sempre, a tutti coloro che lo riconoscono come il Figlio inviato dal Padre per salvarci (cfr Gv 4, 5-26; 3,17).
Gesù è venuto a donarci quest’“acqua viva” che è lo Spirito Santo, perché la no-stra vita sia guidata da Dio, sia animata da Dio, sia nutri-ta da Dio. Quando noi diciamo che il cristiano è un uomo spirituale intendiamo proprio questo: il cristiano è una per-sona che pensa e agisce se-condo Dio, secondo lo Spirito Santo. Ma mi faccio una domanda: e noi, pensiamo secondo Dio? Agiamo secondo Dio? O ci lasciamo guidare da tante altre cose che non sono pro-priamente Dio? Ciascuno di noi deve rispondere a questo nel profondo del suo cuore. A questo punto possiamo chiederci: perché quest’acqua può dissetarci sino in fondo? Noi sappiamo che l’acqua è essenziale per la vita; senz’acqua si muore; essa disseta, lava, rende feconda la terra. Nella Lettera ai Romani tro-viamo questa espressione: «L’amore di Dio è stato river-sato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è sta-to dato» (5,5). L’“acqua viva”, lo Spirito Santo, Dono del Risor-to che prende dimora in noi, ci purifica, ci illumina, ci rin-nova, ci trasforma perché ci rende partecipi della vita stessa di Dio che è Amore. Per questo, l’Apostolo Paolo afferma che la vita del cri-stiano è animata dallo Spirito e dai suoi frutti, che sono «amore, gioia, pace, magna-nimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22-23). Lo Spirito Santo ci introduce nella vita
divina come “figli nel Figlio Unigenito”. In un altro passo della Lettera ai Romani, che abbiamo ri-cordato più volte, san Paolo lo sintetizza con queste parole: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi … avete ricevuto lo Spi-rito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo “Abbà! Padre!”. Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cri-sto, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria» (8,14-17). Questo è il dono prezioso che lo Spirito Santo porta nei nostri cuori: la vita stessa di Dio, vita di veri figli, un rappor-to di confidenza, di libertà e di fiducia nell’amore e nella misericordia di Dio, che ha come effetto anche uno sguardo nuovo verso gli altri, vicini e lontani, visti sempre come fratelli e sorelle in Gesù da rispettare e da amare. Lo Spirito Santo ci insegna a guardare con gli occhi di Cristo, a vivere la vita come l’ha vissuta Cri-sto, a comprendere la vita come l’ha compresa Cristo. Ecco perché l’acqua viva che è lo Spirito Santo dis-seta la nostra vita, perché ci dice che siamo amati da Dio come figli, che possiamo amare Dio come suoi figli e che con la sua grazia pos-siamo vivere da figli di Dio, come Gesù. E noi, ascoltia-mo lo Spirito Santo? Cosa ci dice lo Spirito Santo? Dice: Dio ti ama. Ci dice questo. Dio ti ama, Dio ti vuole bene. Noi amiamo veramente Dio e gli altri, come Gesù? Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo
Ma mi faccio una domanda:
e noi, pensiamo secondo Dio?
Agiamo secondo Dio?
O ci lasciamo guidare da tante
altre cose che non sono
propriamente Dio? Ciascuno
di noi deve rispondere a
questo nel profondo del
suo cuore.
E noi, ascoltiamo lo
Spirito Santo? Cosa ci dice lo Spirito Santo?
Dice: Dio ti ama.
Ci dice questo. Dio ti ama
LA VOCE DI PAPA FRANCESCOLA VOCE DI PAPA FRANCESCO
La mitezza di Dio affascina e convince. Dio ama, e proprio perché ama, lascia liberi. Chi è mite si rivela e si propone, ma non priva mai della libertà dell’ascolto.
LA FORZA DELLA MITEZZA
NOTIZIARIO GIUGNO 2013 FRATERNAMENTE
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Editoriale de “La Rivista
del Clero Italiano” 4/2013. Mite è un aggettivo che defini-sce una persona che sa essere calma, pacata e gentile, quando
parla, discute e difende la sua verità, persino quando correg-ge e rimprovera. La mitezza
definisce il profondo di una persona. È qualità interiore, che si manifesta in tutti i rapporti.
Il mite trova la forza nella veri-tà in cui crede. Non ha bisogno di cercare abbellimenti esterni
per convincere, non esibisce segni di potenza che il mondo
spesso apprezza. Mite è anche Dio, soprat-tutto Dio. La sua
rivelazione convince con la forza del suo amore, con segni
che colpiscono per la loro bellezza, umiltà e discrezione. La mitez-
za di Dio affascina e convince. Dio ama, e proprio perché ama,
lascia liberi. Chi è mite si rivela e si propone, ma non priva mai della libertà dell’ascolto. La
mitezza è la virtù – grande e intelligente – di chi cerca la forza capace di convincere a
proposito della bellezza di ciò che dice e difende. Le ragioni
per capire sono interne a ciò che si afferma, non esterne. La mitezza – che è esperienza
di calma, di amore alla verità, di rispetto – è rivolta a tutti: all’amico e all’avversario, al vici-
no e allo straniero. La mitezza è sempre piena di speranza, oltre che di rispetto. Sa che a
vincere sono sempre la verità e l’amore. Non sente il bisogno di ricorrere alla violenza, nem-
meno per difendere Dio. La violenza non è mai di Dio. La mitezza è la virtù di chi non
avanza pretese di dominio
nei confronti degli altri. Già l’Antico Testamento ne parla. Il profeta Zaccaria (9,9) an-
nuncia il Messia come un re mite che cavalca un asino, non un cavallo da guerra. È
u n ’ i m m a g i n e c h e l’evangelista Matteo applica a Gesù stesso. E la prima
lettera di Pietro (3,15) racco-manda di fuggire da ogni ar-roganza, anche quando sia-
mo chiamati a rendere ragio-ne della nostra fede. La mis-
sione è sempre priva di ogni forma di arroganza. Nei vangeli è soltanto Matteo
che parla esplicitamente di mitezza. E ne parla tre volte. La prima volta troviamo la pa-
rola mitezza nelle beatitudini: «Beati i miti perché possede-ranno la terra» (Mt 5,5): i
mansueti assomigliano a Cristo. Sono coraggiosi, si compro-mettono, suscitano problemi
e anche disagi, ma non ricorrono alla violenza, perché sanno che Dio è dalla loro parte: affidano
la loro difesa a Dio, e hanno molta fiducia nell’amore, nella
verità e nella giustizia. La mitezza è qui elencata fra le virtù, le beatitudini appunto,
che definiscono il vero cristiano e prima del cristiano rivelano lo stesso Gesù. I miti assomi-
gliano a Gesù. Volendo indi-care ai suoi lettori il signifi-cato profondo dell’attività di
Gesù (compresi i miracoli), Matteo (12,18-21) ricorre alla figura del Servo del Signore
di cui ha parlato Isaia: «Ecco il mio servo che io ho scelto, nel quale mi sono compiaciu-
to. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà la giustizia alle genti. Non contenderà né
griderà, né si udrà nelle piazze
la sua voce. La canna infran-
ta non spezzerà. Non spe-gnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare
la giustizia. Nel suo nome spereranno le genti» (Is 42,1-4). Dunque la missione
di Gesù è universale, come quella del Servo del Signo-re, e il suo scopo è di far
trionfare la giustizia di Dio. Ma l’intera sua missione av-viene in un clima di rispetto-
sa discrezione. Nessun chiasso inutile e invadente,
nessuna contrapposizione, tutte cose che spesso ac-compagnano la potenza
degli uomini. La potenza del Servo Gesù è, invece, mite («non con-
tenderà né griderà») e ri-spettosa del «lucignolo fu-migante». Lo riattizza, non
lo spegne. Un secondo testo di Matteo lo troviamo in 11,28-30.
Quando Gesù parlava e quando Matteo scriveva, l’espressione «i sapienti e i colti» designava
concretamente le élites religiose di Israele, rabbini
e farisei, che restavano ciechi di fronte alla chiarezza delle parole di Gesù e irritati di
fronte alla sua predicazione in favore dei poveri (se ne scandalizzavano). Di conse-
guenza ‘piccolo’ non si op-pone ad adulto (e quindi non designa i bambini), ma
si oppone a sapiente e col-to. Piccoli sono gli uomini senza cultura (così si dice),
senza competenza religio-sa, senza abilità dialettica, senza la parola facile. Con-
cretamente, al tempo di Gesù, erano i così detti uo-mini della terra, i poveri
contadini della Galilea che i
La mitezza che è esperienza di calma, di amore alla verità, di rispetto è rivolta a tutti: all’amico e all’avversario, al vicino e allo straniero. La mitezza è sempre piena di speranza, oltre che di rispetto.
lasciamo che Lui ci parli al cuore e ci dica questo: che Dio è amore, che Dio ci aspetta, che Dio è il Padre, ci ama come vero Papà, ci ama vera-mente e questo lo dice sol-tanto lo Spirito Santo al cuore.
Sentiamo lo Spirito Santo, ascoltiamo lo Spirito Santo e andiamo avanti per questa strada dell'amore, della mi-sericordia e del perdono. Grazie. Prima di cantare il Padre Nostro, ricordatevi:
dobbiamo ascoltare lo Spirito Santo che è dentro di noi, sentirlo. Cosa ci dice? Che Dio è buono, che Dio è padre, che Dio ci ama, che Dio ci perdona sempre. Ascoltiamo lo Spirito Santo.
Ecco, il tuo Re
viene a te mite,
seduto su un asino,
con un puledro
figlio di una bestia
da soma
Giotto L’entrata di Gesù in Gerusalemme
NOTIZIARIO GIUGNO 2013 FRATERNAMENTE
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Promemoria esercizi spiritua-li della fraternità ad Armeno. Vi ricordiamo di inserire nella vostra agenda questo im-
portante appuntamento all’inizio del nuovo anno pa-storale. Sono giorni di pre-
ghiera e di meditazione che ci aiuteranno nel nostro cammino spirituale persona-
le e comunitario. Quota di partecipazione € 135,00. Vi preghiamo per questioni lo-
gistiche, di dare l’adesione e l’acconto di € 55,00 a Marisa
possibilmente entro il 28
giugno. Il saldo di € 80,00 come al solito in pullman durante il
viaggio di andata. Diversa-mente come solito, chi si ritira negli ultimi 20 giorni
saremo costretti a non resti-tuire l’acconto in quanto le suore che ci ospitano ci fa-
ranno comunque pagare la mancata partecipazione. La loro decisione è dovuta al
fatto che ultimamente molti si ritirano all’ultimo momento
e non possono più
accogliere altri gruppi. Per mantenere la
loro struttura di Armeno - che ha molte spese - sono
costrette a chiede-re purtroppo que-sto sacrificio.
Quindi vi preghiamo se è possibile di mantenere l’impegno preso.
AF
AGENDA - ESERCIZI SPIRITUALI AD ARMENO 27/29 SETTEMBRE
dottori della legge e i farisei
disprezzavano. erano coloro che penavano sotto le intol-lerabili e complicate prescri-
zioni della legge farisaica e che si sentivano smarriti di fronte alla dottrina, difficile
e sottile, dei rabbini. Essi dicevano: «Un ignoran-te non può sfuggire al pec-
cato e un uomo dei campi non può essere di Dio». E nel contesto storico del tem-
po di Gesù gli affaticati e gli oppressi Gesù invita costoro
a cercare altrove, cioè nel suo vangelo e nel suo esem-pio, la vera volontà di Dio:
una volontà esigente, senza dubbio, ma anche lineare e semplice, a portata di tutti.
Ed è per motivare il suo invito e per offrire il suo esempio che Gesù si definisce «mite
e umile di cuore». Umile in-dica l’atteggiamento obbe-diente di di Gesù, in tutto
docile alla volontà del Padre: una docilità interiore, libera e voluta «di cuore». Mite indica
l’atteggiamento di Gesù nei confronti degli uomini: un
atteggiamento lineare, co-raggioso, ma non violento: misericordioso, tollerante,
pronto al perdono, ma an-che severo. Un terzo testo è l’entrata di Gesù a Gerusa-
lemme: «Ecco, il tuo re vie-ne a te mite, seduto su un asino, con un puledro figlio
di una bestia da soma» (Mt
21,5). L’ingresso di Gesù as-
somiglia a una scena regale, ma senza alcun segno di grandezza.
È il Messia, ma è un Messia diverso, per molti aspetti inatteso, umile. Gesù entra
a Gerusalemme come un Messia mansueto e pacifico, un atteggiamento antitetico
a quello dei gruppi degli ze-loti e di tutti i sostenitori di un rinnovamento politico.
Della mitezza parla anche Giacomo nella sua lettera
(che purtroppo non si legge quasi mai), In 1,21 quando raccomanda di «accogliere
con docilità la parola»: acco-gliere la parola non è solo ascoltarla. Accogliere è mol-
to più di ascoltare: significa far proprio ciò che si ascolta e contiene una nota di cor-
dialità che non è necessaria-mente compresa nel sempli-ce ascoltare. Il verbo greco
dèchesthai significa offrire ospitalità a qualcuno, fargli spazio in casa e in se stessi.
Il vangelo, ad esempio, lo utilizza per l’ospitalità che si
deve ai profeti e ai giusti (Mt
10,41) e ai bambini (Mt 18,5;
Mc 9,37; Lc 9,48). Più in ge-
nerale, il Nuovo Testamento se ne serve per indicare l’atteggiamento del cristiano
di fronte a tutte quelle realtà che discendono da Dio come un dono, ma un dono che
impegna ed esige spazio
interiore e dispo-
nibilità. Bisogna accogliere il Re-gno come un
bambino (Mc 10,15),
cioè prontamente e fiduciosamente.
Bisogna accoglie-re la Parola di Dio con gioia
(Lc 8,13). Paolo (2Ts 2,10) definisce i peccatori come coloro che «non hanno
accolto l’amore della verità». Giacomo specifica poi che si
deve accogliere la Parola con «mansuetudine», un atteggiamento esattamene
contrario alla collera. La mansuetudine è la docilità, la pacatezza, l’assenza di
ogni spirito polemico. Per concludere, la mitezza non è mancanza di coraggio. È il
suo contrario. Non è il se-gno di un’autorità che si impone. Non è una difesa
violenta della verità. La mi-tezza è il vero coraggio del-la verità, che non ricorre in
nessun modo alla violenza, né all’arroganza di imporsi.
L’uomo vero (e quindi il vero discepolo di Gesù) è mite con tutti, anche quan-
do è chiamato ad ammonire gli oppositori. La mitezza è forte, non de-
bole. Ed è forte perché con-ta sulla forza della verità, dell’amore, non sulla potenza
del mondo.
La bellissima parrocchia romanico/novarese di
Armeno
FRATERNAMENTE
PAGINA 6
FRATERNAMENTE
Pubblichiamo con piacere la mail del Signor Mario Scaloni che ci scrive da Cannara culla dell’Ordine Francescano Seco-lare. Lo ringraziamo di vero cuore per averci inviato delle pubblicazioni di un Confratello della Fraternità di Cannara e delle bellissime fotografie di luoghi a noi tanto cari.
Da: mario scaloni
[mailto:[email protected]] Inviato: martedì 7 maggio 2013 A: [email protected]
Oggetto: Cannara Francescana
Gentile Anna, le scrivo da Cannara, paese a
lei noto per averlo scritto nella sua bella riflessione "Dove è nato l'OFS", pubblicata
su il notiziario OFS di marzo 2010. Pur non facendo parte della locale Fraternità OFS,
seguo con particolare interesse le vicende francescane del mio
paese e mi piace segnalare a persone che credo interessate, aspetti di un francescanesimo
meno conosciuto ma senza dubbio importante. Cannara è pregna di immagini e tradizioni
francescane, sconosciute in parte anche agli stessi canna-resi. E' sufficiente guardare
con attenzione i dipinti nelle chiese e ci si accorge subito della presenza continua di
San Francesco, Santa Chiara d'Assisi, Sant'Antonio da Pa-dova ecc. ecc. Dopo un periodo
di oblio, da qualche tempo Cannara si sta svegliando da quel torpore che la avvolta
forse per troppo tempo, merito anche dell'attività costante
della Fraternità OFS locale. Tra le tradizioni francescane più partecipate è senza dubbio
"La Processione a Piandarca"
che partendo da Cannara (Chiesa di San Francesco, il
cui affresco frontale è raffi-gurato nel suo articolo) fino a raggiungere, dopo circa
tre chilometri, attraverso un sentiero tra la campagna incontaminata, un'edicola
dove si celebra la Messa. La processione è nota almeno
fin dalla metà del 1600, e ricorda l'istituzione del Terz'Ordine e la Predica agli
uccelli di San Francesco. Quest'anno è stata in forse fino all'ultimo per le proibiti-
ve condizioni atmosferiche ma alla fine il tempo è stato clemente e si è riusciti a
farla, pur con un percorso alternativo. Le allego un interessante
saggio su Piandarca, scritto dal prof. Ottaviano Turrioni membro della Fraternità OFS
di Cannara e Consigliere OFS Regionale dell'Umbria. Le rimetto pure alcune foto
dell'ultima processione. Notizie più dettagliate le
troverà nell'allegato saggio. Grazie per l'attenzione. Cordiali saluti.
Mario Scaloni
DA CANNARA LA CULLA DELL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
NOTIZIARIO GIUGNO 2013
Pubblichiamo uno stralcio del sag-gio del confratello di Cannara. Sulla bacheca del nostro sito lo trovate pubblicato per intero.
Il sentiero di Piandarca custodi-
sce una memoria storica e di
fede che va ben oltre l’ambito
locale, dal momento che F. F.,
studiosi del francescanesimo
di ogni tempo, autorevoli per-
sonalità della Chiesa ne rico-
noscono il grande significato
religioso, oltre a sottolineare la
be l l ezza paesagg i s t ic a
dell’insieme. Il Leprohon così
spiegava le ragioni del suo pelle-grinaggio sulle vie percorse
da San Francesco (op. cit. p. 261):
“… Non basta visitare
l’Umbria francescana:
bisogna percorrerla,
contemplarla, ascoltarla.
Come si può conoscere
Francesco senza aver
vissuto, magari per poche
settimane soltanto, con la
terra e le cose di cui, più
d’ogni altro, egli fu il
cantore e il messaggero?”.
E’ nostra ferma convinzione
che il sito di Piandarca debba
essere difeso, valorizzato e non snaturalizzato: è pur vero
che i Cannaresi nei secoli non
sono stati in grado di farne
un luogo di grande richiamo
religioso e turistico, ma è anche
vero che i secoli ci hanno
consegnato un ambiente incon-
taminato, assolutamente libero
da pesanti interventi della mano
dell’uomo, cosicché solo la
natura ha fatto il suo corso, in
questo lembo di terra ancora
vergine, capace di suscitare
emozioni in chi percorre quel
sentiero sulle tracce di
San Francesco.
PIANDARCA • DELLA “PREDICA AGLI UCCELLI” LETTERATURA E TRADIZIONE
La pietra a ricordo della predica agli uccelli
La processione a Piandarca.
Celebrazione della Messa al termine della processione all’edicola che ricorda la
predica agli uccelli.
Giotto La predica agli uccelli
La bellissima Chiesa di
S. Alessandro in Zebedia.
POMERIGGI CULTURALI
Visita alla Chiesa di S. Alessandro
Proseguendo l’itinerario delle chiese barocche di Milano, iniziato l’anno scorso, abbiamo
scelto questa, che ne è un notevole esempio di cultura e di stile.
Perciò, in un piovoso e freddo pomeriggio di aprile, un buon numero di fratelli e
sorelle ha sfidato le intem-perie per ritrovarsi nella bel-lissima piazzetta che acco-
glie la Chiesa di S. Alessandro in Zebedia ed il suo sagrato. Arrivati nella piazza, si è
presi da una sensazione è stranissima, come di un luogo
custodito e protetto e questo deriva dal fatto che le strade che si vi immettono sono
piccolissime, e non la attra-versano, bensì costeggiano i fianchi e il sagrato
dell’edificio sacro. L’ edificio ha origine nel 1589, quando i Chierici regolari di
San Paolo, l’ordine religioso pensato da S. Antonio Maria Zaccaria, detti comunemente
Barnabiti, perchè la loro casa madre era presso la chiesa di S. Barnaba, ebbero
la concessione per una chiesa parrocchiale dedicata a San Alessandro.
S. Alessandro era un legio-nario romano, martire della
fede insieme ai suoi commi-litoni della Legione Tebaide, particolarmente caro al fon-
datore dei Barnabiti. Infatti la chiesa sorge nel luogo dove la tradizione narra che
il santo fu tenuto prigioniero, il carcere chiamato Zebedia, da cui deriva il nome una
delle stradine di accesso. L’ordine era nato alla vigilia del Concilio di Trento
sull'onda dei movimenti di "riforma" della vita cristiana
e il cardinale Carlo Borromeo, appena assunto l'incarico di arcivescovo di Milano, capì
subito le potenzialità di questi sacerdoti e decise di sce-
glierli come strumento per la
riforma della Chiesa milanese. Il nuovo ordine sconvolse i milanesi per le sue pratiche,
il suo modo di predicare, il suo modo di vestire e le sue penitenze. Tra le iniziative
che sorsero proprio grazie a loro in quel periodo, si devo-no annoverare l'usanza di
suonare le campane alle tre del pomeriggio di ogni vener-dì, a perenne ricordo della
morte di Gesù, e l'esposizio-ne solenne dell'Eucaristia, a
turno, nelle chiese della città (le Quarantore). Fu il cardinale Federigo Bor-
romeo ad assistere alla posa della prima pietra della chiesa e l’architetto che ne curò la
realizzazione, non comple-tando però l’opera, fu un Padre Barnabita e un altro
Padre Barnabita ne curò la conclusione. Il tutto eseguito secondo i dettami della con-
troriforma e il rigore mate-matico e scientifico che è nello spirito dei barnabiti, il cui
principale carisma è di essere educatori, dediti all’apostolato
nella scuola. La chiesa è mo-numentale, come l’ampia fac-ciata e la scalinata di accesso
in marmo, che la percorre.
La pianta dell’interno, molto buio per le poche finestre
presenti, chiuse da vetrate istoriate, è quadrata, a croce greca, suddivisa da quattro
complessi, colonne e con-trafforti che sostengono la grandiosa cupola e che a loro
volta creano tre fasce oriz-zontali, così da costituire una
sorta di scacchiera di nove
settori: un cerchio iscritto in un quadrato, a significare la perfezione e la compiutezza
di Dio e del creato. L’interno è molto ricco: non vi è spazio
che sia libero da cicli pittori-ci, da importanti pale d’altare e da decorazioni in marmo e
pietre dure, portate dai luo-ghi di missione dei barnabiti.
In particolare abbiamo ammirato
gli intarsi dei bellissimi confes-
sionali di noce e quelli dei due confessionali realizzati in mar-mi misti, arricchiti di pietre du-
re. Un vero capolavoro è anche il pulpito, ricoperto di pietre grandissime, fra le quali spicca
una corniola gigantesca, insie-me a innumerevoli ovali di dia-spro paesina, di agata e di
diaspro rosso. Infine il presbi-terio con l’altare maggiore, dove spicca l’ azzurro dei lapi-
slazzuli, mentre gli affreschi ed i decori celebrano il martirio di
S. Alessandro, decapitato a Bergamo. Non vi dico altro, per lasciare a voi la curiosità di una
visita o di un approfondimento. Anche questo è catechesi e formazione, che impegna il
senso della vista, oltre che quello dell'udito, per imparare ad approfondire, attraverso
l’arte, la nostra fede e la nostra conoscenza della Chiesa e della sua storia. Usiamo ed esercitiamo
tutti quanti i sensi e le facoltà che ci sono stati donati e rin-graziamo il Signore per tutte le
cose belle che ha concesso all’uomo di fare.
Clara
S. Alessandro era un
legionario romano, martire della
fede insieme ai suoi commilitoni
della Legione Tebaide,
particolarmente caro al fondatore
dei Barnabiti. Infatti la chiesa sorge nel luogo
dove la tradizione narra che il santo fu tenuto prigioniero,
il carcere chiamato Zebedia,
da cui deriva il nome una delle
stradine di accesso.
FRATERNAMENTE NOTIZIARIO GIUGNO 2013
PAGINA 7
La vista aerea della magnifica Sacra San Michele
SONO TOMMASO! IN BRACCIO AL NONNO
.......e poi verrà Tommaso
( l’amore di un nonno si rinnova - 06 maggio 2013)
Pensavo d'aver speso ogni
parola che la mente e il cuore suggeriva per fare festa e
poi gioire ad ogni mio nipote che nasceva. Pensavo d’aver donato tutto l’amore
All’esperienza sublime di una vita nuova. Pensavo di non aver più nulla da donare do-
po aver dato affetto a Fede-rico Riccardo e poi Gabriele. Ma l'amore di un nonno non
ha fine; ad ogni inizio di vita si rinnova ed eccomi pronto
con trepidazione ad acco-
gliere Tommaso; e sarà come agli altri, nuovo, unico amore.
Nonno Enzo Da tutta la fraternità, auguri vivissimi, ai genitori Francesca e Piero e al fratellino Gabriele per l’arrivo di Tommaso.
DOMENICA 23 GIUGNO PELLEGRINAGGIO ALLA SACRA SAN MICHELE
FRATERNAMENTE NOTIZIARIO GIUGNO 2013
PAGINA 8
Il culto di San Michele L’angelo Michele ricorre cinque
volte nella Sacra Scrittura: in particolare, nel libro di Daniele, di lui si dice essere
il capo supremo dell’esercito celeste in difesa dei giudei perseguitati, mentre nel libro
dell'’Apocalisse, Michele è il principe degli angeli fedeli a Dio, combatte e
scaccia il drago (Satana) e gli angeli ribelli.
San Michele è quindi venerato dalla tradizione cristiana come difensore del popolo cristiano,
e, rappresentato come guer-riero, è chiamato in difesa contro i nemici della Chiesa
Dall’oriente il culto dell’Arcangelo si diffuse e si sviluppò nelle regioni medi-
terranee in particolare in Italia, dove giunse assieme all’espansione del
cristianesimo. Nel V secolo
sul promontorio del Gargano
sorse il più antico e più fa-moso luogo di culto micaelico dell’occidente, il Santuario
di San Michele a Monte Sant’Angelo. Molto presto questo Santu-
ario divenne un luogo im-portante per la diffusione del culto micaelico in Euro-
pa e in Italia e rappresentò il modello ideale per tutti i santuari angelici successivi,
che furono appunto eretti “ad instar” di quello garga-
nico: le cime dei monti, i colli, i luoghi elevati, le grotte profonde furono dalle
origini considerate come la sede più appropriata per il culto degli angeli e di Mi-
chele in particolare.
In Francia nel 708 o 709, su un altro promontorio, sulla
costa della Normandia, fu consacrato all’Angelo un santuario detto di Mont-
Saint-Michel au péril de la mer a causa del fenomeno dell’alta e bassa marea che
rendeva pericoloso quel luogo.
La Sacra è di San Michele perché nasce e cresce con la sua storia e le sue strut-
ture attorno al culto di San Michele che approdò in Val di Susa nei secoli V o VI.
La sua ubicazione in altura
e in uno scenario altamente suggestivo, richiama imme-diatamente i due insedia-
menti micaelici del Gargano e della Normandia. Fondata tra il 983 e il 987 sullo
sperone roccioso del monte Pirchiriano si trova al cen-tro di una via di pellegri-
naggio di oltre duemila chilometri che unisce quasi tutta l’Europa occidentale da
Mont-Saint-Michel a Monte Sant’Angelo.
Carissimi, questo bellissimo pellegrinaggio nella data sopra descritta per la chiu-
sura dell’anno pastorale. E per dare la possibilità a tanti fratelli che non sono
potuti venire ad Assisi di godere insieme una giorna-ta speciale. Ma sino ad ora
pochissimi sono gli iscritti e se non saremo almeno 35 tra fratelli e sorelle
dell’Ofs entro il 3 giugno, nonostante il lavoro fatto, saremmo costretti con di-
spiacere ad annullarlo per l’alto costo del pullman.
Aspettiamo fiduciosi le vo-stre risposte sia per si che per il no.
Grazie. Il Consiglio di Fraternità
Dall’oriente il culto dell’Arcangelo si diffuse e si sviluppò nelle regioni mediterranee in particolare in Italia, dove giunse assieme all’espansione del cristianesimo.
FRATERNAMENTE
PAGINA 9
NOTIZIARIO GIUGNO 2013
Volontari fantastici per un progetto d’amore.
Sabato pomeriggio e dome-
nica 12 maggio abbiamo tenuto i banchi missionari allestiti per la Festa della
Mamma per raccogliere fondi per il Centro di Emmaus, un'opera che
sta crescendo destinata ad aiutare persone molto povere bisognose, am-
malate e diversamente abili che altrimenti sareb-bero abbandonate a loro
stesse. Quest'anno la festa coincideva con l'Ascensione:
che ci consegna la scena di Gesù che sale al Padre non per allontanarsi bensì
per essere, sempre e di più, presente tra noi, col dono dello Spirito e con sua be-
nedizione. E così è stato. Accanto a noi francescani secolari si sono prodigati ai
banchi con entusiasmo sim-patizzanti e volontari di Opera San Francesco per
offrire, come dice sempre Anna col sorriso, “cose bel-le” (tra cui i fiori che sono
andati a ruba già la mattina di domenica) e “cose buone”
(tra le quali spiccavano le ormai note torte, crostate e biscotti, preparate con amo-
re e cura da alcune da alcu-ni di noi e da familiari di buona volontà). E' stata
un'occasione per incontrarci e lavorare insieme in letizia, per conoscerci, conoscere e
farci conoscere. Un'occasione
in più per essere acco-
glienti, nel mese della Madonna, che ha ac-colto e portato al mon-
do - e che ancora cu-stodisce - Gesù. Ci risuonava ancora nel
cuore quel “ Siate ma-dri!”' invito che il Papa ha rivolto alle suore ma
che va bene per ogni donna per ricordare che la maternità non è un fatto
biologico ma un' acco-glienza, un'apertura fidu-
ciosa alla vita....pur nei momenti di fatica… A molte signore abbiamo
dato una rosa. “Io non sono mamma” ha detto qualcuna. “Non importa, di sicuro ha accolto, abbrac-ciato, aiutato, confortato qualcuno”: “Oh sì, questo sì... tanti ...! “Grazie davvero: me la dovrebbe regalare mia figlia o mio marito ma non ci pensano... meno male che ci siete Voi! “Non ho soldi...Dio Vi be-nedica” E una signora di
colore l'ha accolta con gio-ia e se ne è andata rega-landoci il suo sorriso e la
benedizione.. Qualcuno era venuto da lontano per ringraziare fra
Cecilio per avere sfamato la sua mamma e tante altre persone negli anni
della guerra in cui in Italia
si pativa pesantemente
“Quanto Bene ha fatto ri-cordava.. quante persone ha sfamato” e che bella questa vostra iniziativa... ! Anch'io sono tornata a casa con un pensiero per la mia
mamma: Sono contenta grazie! ma ricordati... “Ogni giorno è la Festa della Mamma!” mi ha risposto e... anche questa è una piccola -
grande verità! Pace e bene a tutti!
Paola Pasqua
Alcune foto: della “nostra squadra” presente ai banchi: ma non dimentichiamo chi ha lavorato dietro le quinte: chi ha organizzato e allestito, cucinato, chi ha raccolto e preparato gli oggetti, chi li ha dati. Grazie anche a chi ha aspettato a casa - con pazienza - chi di noi è stato ai banchi e a chi non è potuto venire ma ci è stato vicino col pensiero e la preghiera.
Il ricavato dell’evento è stato di Euro 3.400,00.
Grazie di vero cuore a tutti fratelli e sorelle e sopratutto a Padre Maurizio per il suo insostituibile aiuto e per i preziosi consigli.
Il Consiglio di Fraternità.
12 MAGGIO FESTA DELLA MAMMA BANCHI MISSIONARI
Ci risuonava ancora nel cuore quel
“ Siate madri!”' invito che il Papa
ha rivolto alle suore ma che va
bene per ogni donna per
ricordare che la maternità non è
un fatto biologico ma un' accoglienza,
un'apertura fiduciosa alla vita...
pur nei momenti di fatica…
Lucia, Roberto e Marisa
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FRATERNAMENTE
CALENDARIO DI GIUGNO 2013CALENDARIO DI GIUGNO 2013
9/6 Sabbioni Giuseppina • 14/6 Frassetto Misette • 16/6 Dacrema Gabriella •
17/6 Uberti Tina • 18/6 Della Volta Maria Luisa • 22/6 Gangai Mapelli Maria Laura •
27/6 Omiccioli Crippa Miriam • 28/6 Griffini Fiorella Stefania
NOTIZIARIO GIUGNO 2013
PORTARE SEMPRE LA PREGHIERA DEL FRANCESCANO E LA BIBBIA DI GERUSALEMME
Attenzione: tutte le celebrazioni ed eventi della nostra Chiesa del Sacro Cuore li troverete
sul NUOVO SITO WEB www.ofsvialepiave.it
e nel bollettino allegato.
Venerdì 7 ore 18,00 Sacro Cuore di Gesù - Titolo della nostra Chiesa di viale Piave e della nostra Fraternità, S. Messa solenne, raccomandiamo la massima partecipazione di tutti.
Sabato 8 ore 14,00 Formazione per Iniziandi.
Sabato 8 ore 15,30 Formazione per Novizi e neo Professi
Domenica 9 ore 9,00 10° domenica del tempo ord. Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. (Sal 29)
Ritrovo nel salone per un momento di preghiera sino alle ore 10 a seguire tutti insieme andremo in chiesa per la prima Santa Messa solenne di Fra Jude. Sabato 22 ore 15,30 Formazione per Novizi e neo Professi.
Domenica 23 ore 8,30 12° domenica del tempo ord. Ha sete di te, Signore, l’anima mia, (Sal 62)
Lodi 4° sett., Santa Messa, incontro fraterno, catechesi dell’assistente, Angelus Oppure alle ore 7,00 partenza per il pellegrinaggio alla Sacra San Michele e alla Basilica di Superga.
Sabato 29 ore 14,00 Formazione per Iniziandi.
Il codice fiscale della nostra Associazione Attività OFS d’Italia Onlus è 97311130153
Anche quest'anno, sui moduli della dichiarazione dei redditi (modello integrativo CUD 2012, modello 730/2012 o Modello Unico Redditi Persone Fisiche) si potrà devolvere il 5 per mille del
gettito Irpef alla nostra Associazione Grazie ad una norma introdotta dalla legge finan-ziaria del 2006, il contribuente ha la facoltà di decidere di indirizzare il 5 per mille, comunque dovuto, senza nessuna spesa a diverse finalità.
Avviso • cinque per mille (è tempo della dichiarazione dei redditi)
Buon Compleanno