Pompei:fascino di una città eterna Marianna Di Paolo 545/396.

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Pompei:fascino di una città eterna

Marianna Di Paolo 545/396

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La Campania è una regione con una storia che affonda le radici in epoche lontanissime.Sul suo territorio sono evidenti le tracce lasciate da popoli e culture diverse. I Greci,gli Etruschi,i Romani,i Lucani ne hanno fatto un immenso museo.

FIG.1 Cartina della Campania

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Pompei:il territorio antico

L’imponente mole del Vesuvio,la cui origine vulcanica era ignota, dominava la piana solcata dal Sarno.Una lunga serie di dune chiudeva quest’ultima verso il mare:essa si interrompeva in prossimità della foce a delta del fiume.

Fig.2 Cono del Vesuvio dall’alto

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Pompei,costruita su una collinetta di dura roccia lavica si ergeva dalle nere sabbie delle vicine spiagge:le ville di Stabia,a picco sul mare,dominavano l’insenatura del golfo. L’eruzione del 79 d.C. cambiò i luoghi:seppellì le antiche città e con esse boschi e colture. Chi arrivava dal mare,approdava su spiagge dalla sabbia scura,circondate da pinete costituite in gran parte dal pino marittimo.

Fig.3 Pino Marittimo

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L’arco del Golfo,veniva chiuso dalla lunga catena dei Monti Lattari,sui quali pingui pascoli ospitavano greggi transumanti.Alla periferia della città, verso l’Anfiteatro,in un quartiere abitato essenzialmente da persone modeste,i piccoli giardini venivano coltivati come orti;invece qualche proprietà più vasta veniva sfruttata per produrre profumi o come vivaio.Non mancavano in questo quartiere vigneti e frutteti.Questi dunque erano i paesaggi e i giardini vesuviani prima del 79 d.C.

Fig.4 Monti Lattari

Fig.5 Antico giardino pompeiano

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Pompei:la città antica

La città di Pompei distava meno di 1km dal mare sul quale si affacciava, tutta l’area compresa tra Porta Marina e la suburbana Villa dei Misteri.La vicinanza del mare fu determinante per la fioritura economica della città.Secondo la tradizione Eracle fondò Pompei,tornando dall’Iberia,vincitore di Gerione,cui aveva tolto i famosi buoi e chiamò così la città per aver fatto sfilare in corteo trionfale, ”pompa”, proprio quegli animali.

Fig.6 Pianta antica città di Pompei

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Al di là della fondazione mitica,possiamo affermare che il primo agglomerato urbano di Pompei si formò intorno al 600 a.C. ad opera di popolazioni indigene, gli Osci della tradizione letteraria classica, subendo in seguito nel corso del VI e parte del V secolo l’influenza politica e culturale greca ed etrusca.Si è individuato,nell’area sud-occidentale di Pompei,il nucleo più antico dell’abitato.

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Pompei:l’evoluzione del paesaggio

L’eruzione del 24 Agosto del 79 d.C. cambiò la geografia dell’area vesuviana.La quantità del materiale eruttato fu tale da spostare verso est il corso del fiume, da far avanzare la linea di costa,formando così l’attuale piana stabiana.L’intera area fu abbandonata e tornò a ripopolarsi in maniera sporadica intorno al II secolo d.C.Fig.7 Ricostruzione dell’eruzione del 79 d.C.

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Pompei:storia dello scavoPompei, è il più antico sito

archeologico del mondo ed ha avuto influenza pionieristica nella disciplina archeologica. I primi scavi consistevano in vere e proprie cacce al tesoro per riempire musei europei. La storia degli scavi,è storia di cambiamenti e sviluppi delle tecniche e degli obiettivi,molti dei quali corrispondono all’evoluzione delle condizioni politiche e ai diversi responsabili di scavo.

Fig.8 Cantiere archeologico

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Lo scopo principale degli scavi effettuati a Pompei,è stato di riportare alla luce le abitazioni e gli edifici esistenti nel 79 d.C. per ricostruire la vita di una città romana in un preciso momento della sua storia.

All’epoca dell’unificazione d’Italia,nel 1860,più di 22 ettari,circa 1/3 del sito erano stati scavati. Scavi sistematici si ebbero,per la prima volta a Pompei,nel 1860 quando Giuseppe Fiorelli divenne Soprintendente.

Amedeo Maiuri è la figura dominante nella archeologia italiana del XX secolo e diede una svolta importante ai lavori di scavo a Pompei.

Fig.9 Giseppe Fiorelli

Fig.10 Amedeo Maiuri

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La pittura pompeiana

Le decorazioni pittoriche pompeiane costituiscono un rinvenimento importante per qualità e quantità. La riscoperta di Pompei ed Ercolano ha permesso di conoscere lo sviluppo della pittura parietale romana dagli inizi del II secolo a.C. fino all’eruzione del 79 d.C. Chiunque si poteva permettere una dimora decorosa si rivolgeva ad officine specializzate pronte ad eseguire quanto il committente richiedeva.

Fig.11 Casa dei Vettii, fregio con amorini orafi

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Le abitazioni potevano avere mura ricoperte da decorazioni pittoriche, eclusi i settori destinati ai servizi e come alloggio per la servitù le cui pareti erano solo imbiancate o con motivi geometrici. La pittura delle zone di passaggio quali l’atrio,il peristilio, l’ingresso,presenta dipinti sobri.La pittura diventa più complessa per composizione e gusto cromatico nei vani di soggiorno:tablino,triclino e oecus.

Fig.12 Oplontis,Villa di Poppea,peristilio

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Tutta da verificare è l’esistenza di un messaggio pittorico nel programma decorativo di una abitazione o di una singola composizione attraverso la quale, il committente avrebbe fatto riferimento alla sua immagine, al ruolo ricoperto nella società. Un’eccezione in tal senso è costituita dal celebre ritratto di Terentius Neo con la moglie; il dipinto fu rinvenuto in ambiente di rappresentanza.

Fig.13 Pompei, Casa di Terentius Neo, tablino

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Diverso è il caso degli spazi artigianali, commerciali e di ristoro, dove le composizioni sono legate all’attività che veniva esercitata e rientrano nella cosiddetta Pittura Popolare dallo stile semplice ed essenziale.L’area vesuviana ha restituito insegne commerciali e piccole scene didascaliche illustranti svariate attività come quelle legate alla produzione tessile. Il pilastro rinvenuto nella più grande officina tessile di Pompei, è decorato con scene che illustrano diverse fasi della lavorazione delle stoffe di lana.

Fig.14 Pompei, Fullonica, pilastro SE del peristilio

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Lo studio della pittura parietale pompeiana fu affrontato per la prima volta da August Mau nel 1882 che classificò le pitture, stabilendo una successione cronologica in Quattro Stili. Tale suddivisione non ha subito sostanziali modifiche nel corso del tempo.

Fig.15 August Mau

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Primo StileQuesta decorazione nasce nel

mondo ellenistico a partire dal IV-III secolo a.C.;si afferma in occidente nel II secolo a.C. e si esaurisce agli inizi del I secolo a.C. A Pompei si decoravano in Primo Stile edifici pubblici e sacri,le porte e le dimore dei ceti più agiati.In questo Stile ci troviamo di fronte ad una imitazione in stucco di strutture e rivestimenti murari,costituita da grandi pannelli rettangolari simulanti lastre (ortostati) e da stretti rettangoli simulanti blocchi (bugne).Fig.16 Pompei, Casa di Sallustio, tablino

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Secondo StileIl Secondo Stile si affermò

tra la fine del II secolo e gli inizi del I secolo a.C., partendo forse da Roma. In questo stile la decorazione parietale subisce una radicale trasformazione e grazie all’inserimento di colonne,architravi,cornici e fregi determina un gioco prospettico di grande effetto visivo. Nel Secondo Stile si sviluppa la megalografia cioè rappresentazione pittorica di figure monumentali.

Fig.17 Oplontis,Villa di Poppea, oecus

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Dalla suburbana Villa dei Misteri proviene il più famoso esempio di pittura megalografica. La composizione presenta figure monumentali,inserite all’interno di spazi definiti architettonicamente,ed essa si distende sull’intera parete di una sala interrotta solamente da una finestra e da due piccole porte.

Fig.18 Villa dei Misteri triclinio

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Terzo Stile

Le testimonianze pittoriche databili tra il 20 a.C. ed il 40-50 d.C. evidenziano la nascita del Terzo Stile.Con esso le superfici delle pareti riacquistano la loro originaria solidità e l’attenzione dell’osservatore è indirizzata sul pannello centrale dove si trova la decorazione principale.Innovazione fondamentale è l’affermarsi della rappresentazione figurata,in genere,di soggetto narrativo-mitologico,collocata nel pannello centrale della zona mediana sottoforma di un quadro di grandi dimensioni sviluppato in altezza,o di figure stagliate sul campo dei pannelli.

Fig.19 Pompei,Casa di M.Lucretius Fronto,tablino

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Quarto Stile

Questo stile si sviluppò in area vesuviana negli anni successivi alla metà del I secolo d.C. Nel Quarto Stile si distinguono due filoni:il 1° denominato Scaenae Frontes, ed il 2° considerato un’evoluzione del Terzo Stile.Le Scaenae Frontes di questo stile, si presentano come composizioni che coprono l’intera parete con complesse e sontuose architetture che presentano,in primo piano,personaggi a figura intera.Scompare la divisione in zona mediana e zona superiore;a volte è presente lo zoccolo ad imitazione del marmo.

Fig.20 Pompei,Casa dei Vetti,triclinio

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La pittura da giardino

Gli elementi caratterizzanti questo particolare tipo di composizione pittorica sono una bassa staccionata,posta in primo piano, con alle spalle un lussureggiante giardino formato da svariate specie di arbusti con uccelli in volo o posati sui rami. Talvolta la scena è arricchita in basso da crateri e fontane.Il filone della pittura da giardino è per lo più presente in abitazioni private.

Fig.21 Pompei,Casa del Frutteto,cubicolo

Fig.22 Pompei,Casa del Bracciale d’Oro

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La Pittura Popolare

A questo filone pittorico,sono ascrivibili tutti quei dipinti definiti di argomento locale, che riproducono episodi di vita reale, rappresentazioni di arti e mestieri, insegne di botteghe, processioni e cerimonie in onore di divinità. Quello che colpisce l’osservatore è la mancanza di unità compositiva delle scene,per cui le figure appaiano slegate quasi senza rapporto tra loro.

Fig.23 Pompei,esempio di Pittura Popolare

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La tecnica PittoricaI colori usati dalle officine pittoriche

e descritti da Vitruvio e da Plinio il Vecchio, erano di origine naturale; alcuni, in particolare come il cinabro e l’azzurro, richiedevano una accorta preparazione in officina.Nel mondo antico si era soliti distinguere i colori scuri (austeri), da quelli vivaci (floridi);questi ultimi, essendo preziosi, avevano un alto costo e venivano acquistati dal committente. Tra i colori,il rosso, definito “pompeiano”, è stato oggetto di numerosi tentativi di simulazione, senza raggiungere, però, risultati soddisfacenti.

Fig.24

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La bellezza femminile a Pompei

Allora come oggi era costante, da parte delle donne, la ricerca della bellezza,da ottenere con ogni mezzo, a seconda delle possibilità. Creme, rossetti, monili erano usati a tale scopo.

Fig.25 Pompei,affresco dalla Casa di Venere in conchiglia

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La cura del corpo:l’igiene

La prima operazione da compiere, per eliminare i cattivi odori, era lavarsi ogni giorno. Il bagno completo, stando a quanto riferito da Seneca (Epistolae 86,12), lo si faceva ogni settimana. A Pompei, come a Roma, solo le case più ricche avevano locali per il bagno;in altri casi, per una pulizia completa, ci si recava ai bagni pubblici. Quelli di Pompei (Terme del Foro e Terme Stabiane) possedevano una sezione femminile.

Fig.26 Pompei,Terme del Foro

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Ci si lavava con la spugna e con prodotti abrasivi, polveri e pomate, ricavate da sostanze minerali o vegetali. Tra questi si può ricordare oltre alla creta fullonica, il lomentum (preparato a base di farina di fave e gusci di lumache). Le orecchie venivano pulite con gli auriscalpia, sottili bastoncelli in osso, avorio o bronzo con un piccolo disco alle estremità. Per specchiarsi si usavano specchi di varie forme generalmente in argento o bronzo fusi.

Fig.27 Specchio in argento fuso

Fig.28 Auriscalpium

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La cosmesiIl trucco delle donne

dell’antica Pompei era simile a quello odierno:dal fondotinta alla sottolineatura degli occhi, al vezzo del piccolo neo. Per rendere rosa le guance, si aggiungevano alla biacca sostanze coloranti quali la feccia del vino o l’ocra rossa. Il ritocco degli occhi poteva essere fatto con del semplice nero fumo, applicato con la punta di un punteruolo in osso. Esistevano dei contenitori per le ciprie e le creme, spesso in forma di piccole pissidi circolari.

Fig.29 Pisside con motivi geometrici

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L’acconciatura della chioma

Oltre al trucco le donne davano grande importanza alla acconciatura dei capelli; quella a boccolo era particolarmente gradita. Spesso i capelli venivano raccolti sulla nuca con spilloni (aghi crinali) in avorio, osso e bronzo;a volte le acconciature venivano impreziosite adoperando delle reticelle arricchite con decorazioni di gemme, perle e conchiglie.

Fig.30 Acconciatura pompeiana

Fig.31 Ago crinale

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Qualche goccia di seduzione...

Il tocco finale della toilette era dato dal profumo. Le categorie fondamentali dei profumi erano due:la prima era costituita dai diapasmata, preparati a secco polverizzando sostanze vegetali aromatiche; la seconda era costituita dagli unguenta, ottenuti da grassi animali o più spesso vegetali.Una volta prodotti, i profumi erano confezionati e venduti in appositi vasetti (unguentarii), per lo più in vetro di varia forma e dimensioni.

Fig.32 Unguentarii

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Gli ornamenti A partire dal I secolo a.C. il lusso e

con esso i gioielli, si diffusero nell’uso quotidiano,dopo che Roma aveva assoggettato Cartagine, la Macedonia, la Grecia e, via via, i vari regni dell’Asia Minore. Fu soprattutto la moda per le pietre preziose a diffondersi divenendo una vera e propria mania. Si hanno monili di fattura abbastanza semplice con ampie superfici lisce o al massimo decorate con motivi a sbalzo. Le gemme ebbero larga fortuna, sia per il contrasto cromatico che producevano con l’oro, sia per il valore di amuleto attributi ad alcune di esse.

Fig.33 Orecchini in oro

Fig.34 Collane con pietre dure

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Per arricchire le acconciature femminili, in alcuni casi, venivano usati dei preziosi diademi. Le perle, in particolare, erano di moda e trovavano larga diffusione nella creazione di vari tipi di monili. Ben documentato è anche il settore dei bracciali, i quali spesso riproducevano il movimento a serpentina. Gli anelli erano per lo più in oro ed al centro, in alcuni casi, presentavano una gemma incastonata di vario colore e taglio. Le città vesuviane, in particolare Pompei ed Ercolano ci hanno restituito numerose testimonianze riguardanti l’oreficeria.

Fig.35 Diadema

Fig.36 Bracciale in oro

Fig.37 Girocollo in oro e gemme

Fig.38 Anello in oro con pietra

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Le rovine dell’antichissima città di Pompei sono circoscritte da mura perimetrali oltre le quali si estende e “vive” la nuova Pompei con il suo Santuario, i suoi negozi, il suo turismo. A Pompei, passato e presente sono le due facce di una stessa medaglia e la città antica, con le sue rovine suggestive e ricche di fascino, continua a vivere come se fosse una città eterna.

Fig.39 Santuario di Pompei