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Seminario sull'Agamennone Breve riassunto degli incontri trascorsi (per chi vuole ripassare e per chi è stato assente) 6° incontro, 8 Gennaio 2008 La similitudine tra vecchi e bambini: un esempio di esegesi L'esegesi di un passo tragico, cioè la sua interpretazione, è spesso molto complessa. Questi primi incontri del seminario ci hanno fatto capire che raramente esiste una sola interpretazione, accettata da tutti: addirittura il testo stesso che viene costituito dai vari filologi è sovente diverso. Si può dire che il gioco dell'interpretazione non abbia mai fine: si continuano a vagliare le ipotesi già fatte, si cercano e si soppesano elementi a favore o contro, si fanno nuove ipotesi. A volte, certo, un critico riesce a trovare quel ragionamento o quel passo parallelo che sembrano risolvere una volta per tutte la questione (passo parallelo: luogo, auspicabilmente di sicura interpretazione, che per la sua somiglianza al passo che stiamo interpretando ne chiarisce la lingua o il contenuto); ma nessuna interpretazione viene mai veramente chiusa per sempre. Nel seminario non abbiamo il tempo di affrontare tutte le difficoltà interpretative del testo dell'Agamennone. Ma per una volta voglio proporti un esempio più completo di esegesi, ritornando sul paragone tra vecchi e bambini che abbiamo già tradotto e commentato nello scorso incontro. Il concetto di fondo è chiaro e di immediata comprensione, giacché anche noi siamo soliti accostare la debolezza dei vecchi a quella dei bambini (diverso però il motivo: per noi l'analogia riposa sul fatto che entrambi hanno bisogno di essere accuditi); ma quanti problemi deve affrontare l'esegeta! Il paragone viene introdotto dall'aggettivo ἰσόπαις, che il coro, formato dagli anziani argivi, attribuisce alla propria forza: pari a quella di un bambino. La parola παῖς, come la nostra "bambino", indica l'età in modo molto generico: nelle tragedie di Eschilo abbiamo παῖδες che sono ancora in fasce (Coefore 755) ma anche che inseguono uccellini (Agamennone 394), e addirittura nelle Coefore sono detti παῖδες i protagonisti Oreste ed Elettra. Cominciando il paragone, invece di parlare di "bambini" il poeta usa l'espressione poetica "giovane midollo" (νεαρὸς μυελός): il midollo osseo rappresenta sicuramente la forza vitale, che dall'intimo del corpo umano si trasmette a tutto l'organismo. Anche νεαρός, come il sostantivo νέος da cui

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corso letteratura greca

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  • Seminario sull'Agamennone

    Breve riassunto degli incontri trascorsi(per chi vuole ripassare e per chi stato assente)

    6 incontro, 8 Gennaio 2008

    La similitudine tra vecchi e bambini: un esempio di esegesiL'esegesi di un passo tragico, cio la sua interpretazione, spesso molto complessa. Questi primi incontri del seminario ci hanno fatto capire che raramente esiste una sola interpretazione, accettata da tutti: addirittura il testo stesso che viene costituito dai vari filologi sovente diverso. Si pu dire che il gioco dell'interpretazione non abbia mai fine: si continuano a vagliare le ipotesi gi fatte, si cercano e si soppesano elementi a favore o contro, si fanno nuove ipotesi. A volte, certo, un critico riesce a trovare quel ragionamento o quel passo parallelo che sembrano risolvere una volta per tutte la questione (passo parallelo: luogo, auspicabilmente di sicura interpretazione, che per la sua somiglianza al passo che stiamo interpretando ne chiarisce la lingua o il contenuto); ma nessuna interpretazione viene mai veramente chiusa per sempre.Nel seminario non abbiamo il tempo di affrontare tutte le difficolt interpretative del testo dell'Agamennone. Ma per una volta voglio proporti un esempio pi completo di esegesi, ritornando sul paragone tra vecchi e bambini che abbiamo gi tradotto e commentato nello scorso incontro. Il concetto di fondo chiaro e di immediata comprensione, giacch anche noi siamo soliti accostare la debolezza dei vecchi a quella dei bambini (diverso per il motivo: per noi l'analogia riposa sul fatto che entrambi hanno bisogno di essere accuditi); ma quanti problemi deve affrontare l'esegeta!Il paragone viene introdotto dall'aggettivo , che il coro, formato dagli anziani argivi, attribuisce alla propria forza: pari a quella di un bambino. La parola , come la nostra "bambino", indica l'et in modo molto generico: nelle tragedie di Eschilo abbiamo che sono ancora in fasce (Coefore 755) ma anche che inseguono uccellini (Agamennone 394), e addirittura nelle Coefore sono detti i protagonisti Oreste ed Elettra.Cominciando il paragone, invece di parlare di "bambini" il poeta usa l'espressione poetica "giovane midollo" ( ): il midollo osseo rappresenta sicuramente la forza vitale, che dall'intimo del corpo umano si trasmette a tutto l'organismo. Anche , come il sostantivo da cui

  • deriva, non indica un'et precisa: in teoria il pi grande del , per esempio il re Serse nei Persiani un (782); ma per la nostra esegesi quello che importa che il poeta pu ben usare per indicare persone troppo giovani per combattere: difatti quando al v. 359 dice che a Troia nessuno scampato alla rete della schiavit, n i grandi () n i giovani (), intende sicuramente i combattenti e i non combattenti.Secondo la lezione dei codici, il midollo "regna" dentro il petto (): un concetto, quello del regnare, che a molti pare in stridente contrasto col concetto fondamentale di questi versi, che la debolezza comune a vecchi e bambini. Abbiamo detto che per primo West ha difeso con convinzione collegandolo al rigo successivo, in cui si dice che Ares "non c' nella regione": quando a regnare nel petto un midollo giovane, intende West, la forza/spirito guerriero non presente nel territorio di quello, cio nel suo petto. Ma questo non risolve l'obiezione che Frnkel aveva gi fatto e che a me pare tuttora decisiva: egli osservava acutamente che, se si pu dire che il midollo regna nel petto, allora ci vale per tutte le et dell'uomo, non solo per la fanciullezza: ma qui Eschilo sta parlando specificamente del midollo , per cui ci vuole un'azione che sia specifica di quell'et e non comune a tutte.Molti accolgono allora la bella congettura di Hermann, secondo la quale il midollo "balza, sussulta" nel petto (): un'immagine molto pi adatta, sembrerebbe, a dei bambini, che ci immaginiamo facilmente in perenne movimento. L'obiezione di West, che la preposizione di significhi "su" e che ci non sia adeguato al midollo che secondo i greci scende dal cervello nel petto, non pare di grande peso: che esso sia sceso dal cervello oppure no, nel petto il midollo c'; e non significa certo che "balza su nel cervello", ma piuttosto che, l nel petto dove si trova, balza, sussulta. Dobbiamo per chiederci, se preferiamo la congettura di Hermann, quale sia esattamente l'immagine suggerita da , e se possibile citare passi paralleli nei quali questo verbo sia riferito o al midollo o a sostanze simili al midollo.Passi in cui il midollo sia detto , non ce ne sono. Frnkel cita con grande fiducia come passo parallelo un luogo di Aristotele, nel quale lo scienziato dice che il midollo degli animali giovani del tutto "sanguinolento" (), mentre negli animali adulti esso diviene "grasso" (ad essere precisi, di due tipi: e , che sembra indichino un grasso meno e uno pi compatto); lo studioso ne ricava che Eschilo avrebbe fatto riferimento alla grande fluidit del midollo dei bambini, fluidit che porta il midollo a muoversi e addirittura a sussultare, imitando e in un certo senso

  • fornendo la causa della vivacit tipica dei bambini. In questo senso, il verbo indicherebbe lo scorrere di un fluido, come quando Omero lo usa per indicare l'acqua che sgorga da una sorgente. L'interpretazione sembra convincente; anche se bisogna osservare che, dal punto di vista del metodo, non corretto utilizzare un passo di un'opera di zoologia scritta pi di un secolo dopo l'Orestea dal primo vero biologo dell'antichit, per ricavarne ci che Eschilo pensava del midollo dei bambini. Se Eschilo ha immaginato che il midollo dei bambini fosse fluido, l'ha fatto non sulla scorta delle sue conoscenze scientifiche ma unicamente per la sua dote poetica. Questo quanto si pu dire sul rigo 78. Aggiungo che una piccola congettura renderebbe pi chiaro il significato:

    il giovane midollo che ancora scorre nel petto

    Comunque stiano le cose, al rigo seguente il midollo dei viene definito : pari a quello di un vecchio. In realt questo il punto dove si annida la pi grande difficolt esegetica: difatti non forse strano che la comune debolezza di vecchi e bambini trovi origine in un'analogia del loro midollo? Se tutto l'organismo di vecchi e bambini tanto diverso, come pu essere simile il loro midollo? E questa stranezza diviene ancora pi sconcertante se accettiamo la congettura , dato che il midollo dei vecchi tripodi descritti da Eschilo non pu certo scorrere o sussultare! Quali vie possiamo percorrere per risolvere questa difficolt? Se non vogliamo cambiare il testo con un'altra congettura, sostanzialmente due:1) Intendere il participio come concessivo: il midollo dei giovani, sebbene sussulti dentro al petto, (in realt) (debole) come quello di un vecchio. Ma questa una soluzione solo teorica: i participi concessivi si riconoscono dal chiaro, immediato contrasto tra due azioni, mentre qui il pubblico avrebbe dovuto ragionarci sopra: impossibile.2) Intendere che la comune debolezza di vecchi e bambini dovuta non a un'analogia dei loro midolli, ma esattamente al contrario: al fatto che, opposti come sono, si trovano ugualmente distanti dal midollo dell'uomo adulto, l'unico adatto ad Ares: quello dei bambini troppo fluido e mobile, quello dei vecchi troppo compatto e statico. Dunque entrambe le et sono deboli perch -questo sarebbe il concetto sottinteso- solo una giusta gradazione tra fluidit e compattezza assicura la forza, propria della maturit. Tieni presente che al rigo seguente, venendo a parlare della vecchiaia, l'immagine del midollo ripresa da quella della foglia che "si sta ormai completamente seccando" (

  • ): la linfa per cos dire il midollo della pianta, pertanto la foglia si secca quando la linfa non scorre pi al suo interno. L'analogia tra midollo dell'uomo e linfa della foglia non solo rende pi plausibile la congettura di Hermann, ma sembra darci una chiave di lettura per spiegare come la comune debolezza di vecchi e bambini possa avere a che fare col loro midollo: il poeta direbbe che da una parte il midollo dei ragazzi troppo fluido (a tal punto da sussultare, privo di stabilit), dall'altra il midollo dei vecchi troppo poco fluido (a tal punto da smettere di scorrere, potremmo dire, come la linfa in una foglia che si secca).

    Come vedi, l'esegesi procede di difficolt in difficolt senza raggiungere certezze, a volte neppure parziali: tutto quello che possiamo fare mettere sul tappeto nel modo pi onesto e ordinato le tessere del gioco, nella speranza di intuire a un certo punto la soluzione del puzzle.

    Proseguiamo. Anche l'espressione "Ares non c' nella regione" discussa. Infatti "regione" si pu intendere in senso proprio (qui sarebbe l'Argolide) oppure in senso traslato (il petto, il corpo dei bambini). Inoltre secondo alcuni l'espressione idiomatica e significa che Ares "non al suo posto", cio che non ha ancora occupato il proprio posto nel corpo. Ma ad ogni modo il significato di fondo univoco: come i vecchi, anche i non sono adatti alla guerra.Col rigo 80 inizia la descrizione dei vecchi, dove non ci sono particolari problemi esegetici. Eschilo parla precisamente di "estrema vecchiaia" ( , neutro sostantivato, sempre che questo sia il testo: vedi l'apparato). Bisogna pensare che, se i membri del coro erano gi anziani quando la spedizione part, ora, dieci anni dopo, sono decisamente vecchi. Della foglia che si secca abbiamo gi detto; aggiungiamo che essa richiama anche la pelle raggrinzita dei vecchi; il coro poco prima ha parlato della propria "carne antica" ( ).L'immagine del vecchio "tripode" ( , enallage), cio appoggiato al bastone che funge da terza gamba, era gi stata anticipata da quella degli anziani del coro appoggiati agli scettri ( ): viene da pensare che Eschilo abbia realmente dotato di scettri i coreuti dell'Agamennone, ed in tal caso viene da chiedersi come essi se ne siano serviti durante gli anapesti di marcia e durante la seguente sezione lirica.L'ultima immagine, quella del vecchio simile a un "sogno che appare di giorno" ( ), la pi potente: il vecchio che cammina appoggiato al bastone appare evanescente come le immagini che si sognano e sembra vagare

  • senza meta (). Nell'accostamento di ad abbiamo un nuovo ossimoro, che come ormai sappiamo una figura favorita da Eschilo. Il vecchio "in nulla pi forte di un bambino": ritorna quel termine che aveva iniziato il paragone e cos quest'ultimo si chiude con un'impressione di completezza. Il maschile concordato a senso al neutro (concordatio ad sensum: non secondo la morfologia ma secondo il significato delle parole); ma i codici hanno maschile e forse l'inizio del rigo 80 va corretto diversamente da come si fatto.

    Bene, cos sai che cosa ti aspetta se ti iscrivi a lettere classiche. Ora torniamo sui binari consueti del nostro seminario.

    Traduzione e commentoMa tu, figlia di Tindaro, regina Clitemestra,

    85 che cosa c'? quale novit? che cosa avendo appreso, per la persuasione di quale annuncio sovrintendi a sacrifici disposti

    tutt'intorno?Di tutti gli dei che la citt venera,

    90 sommi, ctonii, e di quelli delle porte e di quelli dell'agor gli altari bruciano di doni.Una da una parte, una dall'altra si levano fiamme lunghe fino al cielo medicate dai di un sacro unguento

    95 morbidi, genuini conforti, dal liquido regale che viene dai penetrali.Di queste cose dicendo ci che possibile ed lecito, racconta e divieni guaritrice di questa cura che ora a volte piena di cattivi pensieri, a volte invece dai sacrifici che tu stai accendendo una speranza allontana l'incolmabile preoccupazione e il dolore che nell'animo rode il cuore.

    84 : sembra ovvio che la regina sia l sulla scena ad ascoltare la domanda del coro; ma quest'ultimo non riceve alcuna risposta, al rigo 104 inizia il pi lungo canto corale del dramma greco e solo al verso 264 la regina parler. Alcuni credono che Clitemestra resti silente sulla scena per tutto questo tempo (di spalle, forse) e sottolineano che proprio l'eccezionalit di questo comportamento (non ci sono altri esempi) di grande effetto drammatico: il coro, non ricevendo risposta, resta nell'incertezza sul significato dei sacrifici che

  • vede tutt'intorno e nella lunga sezione lirica esprime poeticamente la sua inquietudine. Frnkel invece sostiene che il coro, nella sua eccitazione, si rivolge alla regina assente mentre questa ancora all'interno del palazzo, e per questo procedimento pu citare due esempi di Sofocle e Euripide (ma altri contesta che i passi siano davvero paralleli). Dal nostro punto di vista di lettori, non fa molta differenza: ma pensate quale dilemma si pone davanti al regista teatrale! Vedremo a Siracusa.

    : un genitivo dorico. Se ricordi, avevamo gi trovato il genitivo dorico al rigo 44. La patina dorica che i tragici attici danno ai loro cori si limita, in questa sezione anapestica di recitativo, ai nomi propri: nella sezione lirica incontreremo vocalismo dorico anche in nomi comuni. Esiodo racconta che il carattere infedele di Clitemestra e della sorella Elena troverebbe origine nella dimenticanza, da parte di Tindaro, di onorare Afrodite, che si sarebbe vendicata rendendogli le figlie proclivi all'impulso amoroso.

    : Clitemestra, questa la forma antica del nome poi modificato in Clitemnestra. interessante osservare come il nome sia in entrambe le forme un nome parlante, uno dei tanti del mito greco: quello antico esprime un significato positivo, famosa () per la sua astuzia (); quello pi recente invece negativo, famosa per i suoi pretendenti ().85 ... ... : anafora. una variante epica di , "cosa".

    : il dativo di causa regge l'aggettivo interrogativo col suo sostantivo ; , gen. , uno dei pochissimi temi in omicron della terza declinazione.

    : espressione molto concentrata, che in italiano siamo costretti a sciogliere. L'aggettivo neutro sostantivato, "cose inviate intorno" ( + ), viene riempito di significato dal verbo, cos che l'espressione equivale a . Anche qui sar molto interessante, a Siracusa, vedere come il regista svilupper questa immagine evocata nel testo: una serie di fuochi in lontananza? oppure alcuni altari nell'orchestra o sulla scena?

    ... : i tre versi sono impressionanti per il suono ripetuto dei dodici lunghi omega. L'allitterazione sottolinea il gran numero degli altari che risplendono delle fiamme sacrificali e allo stesso tempo ci ricorda che ... , l'ira degli dei non si pu placare con i sacrifici. Dunque Eschilo continua a suggerire al pubblico che parole e azioni possono avere, oscuramente, un significato diverso da quello apparente: i sacrifici che Clitemestra compie per ringraziare gli dei

  • dell'annuncio ricevuto da Troia che cosa significano? sono davvero un semplice ringraziamento per l'imminente ritorno del marito? oppure una sorta di preparazione al sacrificio umano di Agamennone? o il tentativo di Clitemestra di placare preventivamente l'ira degli dei per l'omicidio? Questo quello che pu chiedersi il pubblico; il coro, che nulla sa neppure dell'annuncio giunto da Troia, spera soltanto che il gran numero di offerte agli dei sia indizio di un evento felice.

    : piuttosto che gli dei "che danno leggi alla citt" sono gli dei , che in citt sono venerati.90 : gli dei "delle porte" sono stati introdotti nel passo per congettura; i codici hanno "celesti" (). Dato che spesso parliamo di congetture, tempo che tu cominci a vedere com' che esse sono fatte; questo caso, molto semplice, si presta bene. La congettura , per cos dire, il risultato pi estremo dell'esegesi, che consiste nel modificare il testo stesso che stiamo interpretando. Essa deve essere giustificata dal fatto che il testo, cos come i codici lo riportano (testo trdito), non accettabile per gravi motivi di lingua (morfologia o sintassi non ammesse in greco), di significato (concetti assurdi, contraddittori, incomprensibili), di metrica; talvolta anche di stile (espressioni troppo diverse da quelle che l'autore solitamente impiega), ma qui ci vuole estrema prudenza perch non possiamo pretendere di stabilire che cosa un autore non poteva scrivere. Logicamente, ogni congettura dovrebbe essere preceduta dalle croci (cruces desperationis), che demarcano un luogo considerato inaccettabile: il pi delle volte per capita che il filologo, che per primo ritiene un luogo inaccettabile, proponga anche una congettura, per cui da allora in poi nelle varie edizioni critiche sar stampato o il testo trdito senza croci (se lo si ritiene accettabile) o una delle congetture proposte. In realt un uso maggiore delle croci sarebbe opportuno, in quanto il lettore non professionista pu pensare che i testi antichi siano assai meno corrotti (pieni di errori) di quanto lo sono: solo le congetture palmari (palmare: meritevole della palma della vittoria, certa, di evidente correttezza) dovrebbero essere stampate come se fossero testo trdito. Appunto palmare stata definita la congettura di Enger: vediamo perch. Il testo trdito perfetto dal punto di vista linguistico e metrico, ma non convincono n il significato n lo stile: infatti "celesti" appare una ripetizione di "sommi" e non ha nulla a che fare con il seguente dell'agor", mentre i quattro aggettivi sembrano dover formare due coppie. A dir la verit, qui forse non ci sarebbero gli estremi per intervenire sul testo, ma la congettura cos felice da imporsi. Infatti essa per significato d luogo a un testo perfetto e soprattutto d ragione dell'errore stesso, cio spiega

  • in quale modo esso si prodotto: nella scrittura maiuscola (quella usata fino al IX secolo) il teta e l'omicron sono molto simili, per cui facilmente il copista poteva scambiare per ; e a quel punto era ovvio aggiungere un ni cos da trasformare l'assurdo in . I filologi dicono in questi casi che la congettura perfetta dal punto di vista paleografico, cio dell'antica scrittura.

    : costrutto tipico del greco e del latino (alia aliunde), intraducibile letteralmente ("un'altra da un'altra parte"); - il suffisso di moto da luogo che hai gi incontrato (42 , da Zeus).

    : = lunghezza lo hai gi incontrato al v. 2.95 ... : elaborata, artefatta immagine di stampo eschileo. Si comprende bene se si percepisce la similitudine che le sottesa: come l'olio cosmetico una cura e un conforto per il corpo e rende la pelle morbida (), cos l'olio combustibile un morbido conforto per la fiamma che viene curata dall'unguento. L'aggettivo , lett. "senza inganno", viene spiegato da Frnkel col fatto che una vox media (farmaco sia nel senso di medicina che in quello di veleno), per cui serve un aggettivo che ne specifichi il senso positivo; ma non c' bisogno di questo ragionamento dato che abbastanza comunemente indica una sostanza non adulterata, cio pura (oro, vino).

    : , "liquido", apposizione di , ma sarebbe pi logico che lo fosse dell'unguento, : da qui la facile congettura che per non ha avuto fortuna, perch il testo trdito comunque accettabile. In vediamo di nuovo il suffisso di moto da luogo; il recesso, il luogo pi interno; come nota gi lo scolio antico, implicito un verbo come "recato".

    : gi al v. 38 () abbiamo trovato questa forma di aoristo sigmatico di , alternativa rispetto a quella politematica dell'aoristo forte . La traduzione del participio aoristo dipende da quella del successivo imperativo presente (contratto, ) e ci sono tre possibilit: 1) participio predicativo di = "acconsenti": acconsenti a dire; 2) participio congiunto esprimente azione anteriore ad = "acconsenti": acconsenti avendo detto; 3) participio congiunto esprimente azione contemporanea ad = "racconta": racconta dicendo. Per di pi, una congettura e non manca chi difende l'infinito dei codici!

    : non la congiunzione che conosci bene, ma il pronome relativo indefinito , ; qui, come spesso, l'elemento indefinito praticamente ininfluente e equivale a .

  • : quod et potes et fas est, what you both can and may.

    : che il Peana un canto di vittoria in onore di Apollo, lo sai; esso prende il nome da un epiteto cultuale di Apollo che significa "guaritore"; in Omero, Peone il nome di un dio della medicina. I poeti usano come attributo di cose o persone a loro piacimento.

    : imperativo aoristo forte di .100 : numerosi avverbi di tempo e di luogo divengono indefiniti quando sono enclitici: "allora" "una volta", "dove" "in qualche luogo".

    : se il - l'uomo "dai sani pensieri", savio, e l'- l'uomo benevolo, una persona "dai cattivi pensieri".

    : uno dei numerosi verbi che in poesia sono usati come sinonimo di (, , , ).

    : bella congettura per l'impossibile e ametrico ("mostri cose gentili") dei codici. Il verbo significa precisamente "rendo visibile, faccio risplendere".

    : alfa privativo e un aggettivo dalla stessa radice di , "riempio" (verbo con raddoppiamento e infisso nasale) e di , "numero"; cf. latino plenus e il nostro "completo".

    : da e la radice di , "divoro" (il verbo ha raddoppiamento, metatesi della radice, apofonia quantitativa, suffisso ). L'ultimo rigo oggetto di pesanti congetture perch i codici hanno un testo non metrico.

    E cos siamo giunti alla fine della sezione anapestica della parodo. Anche qui, come nel prologo, che variet di emozioni! Prima un inizio confidente, baldanzoso, con la rievocazione della potente spedizione sotto la guida dei due Atridi e del saldo potere di questi; e anche, introdotta dalla similitudine degli avvoltoi, la fiducia nell'appoggio degli dei e nella giustizia della causa degli Atridi. Ma ecco che si fanno strada le immagini della guerra: ginocchi piegati a terra, lance consumate... Il destino si sta certamente compiendo: ma quale? Nessun sacrificio potr stornare l'ira degli dei: ma l'ira contro chi? Il coro, rimasto in patria per l'et, impotente come un bambino, non lo sa. Ma poi vede ovunque ardere gli altari e la regina affaccendarsi: che succede? Evidentemente arrivata una notizia: ma quale? Le domande cadono nel vuoto, non c' per ora una risposta. Pensieri buoni e pensieri cattivi si affollano nella mente del coro che sta per cantare il grandioso canto della parodo.