ADR NOI OTTOBRE 2013 PAG1.pdf

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5 rimo piano rimo piano Nella foto, a sinistra la collega Isabella Russo con alcuni dei volontari di Sant’Egidio. IL CORAGGIO DELLA SPERANZA Dal 29 settembre al 1° ottobre, ADR ha assistito la Comunità di Sant’Egidio nell’accogliere i rappresentanti delle religioni e i partecipanti provenienti da tutto il mondo per intervenire all’incontro internazionale per la pace svoltosi a Roma. Abbiamo intervistato due rappresentanti della Comunità che hanno trovato nei nostri colleghi professionalità e disponibilità umana di Genny Lamatore S tefano Capparucci e Luigia Fioramonti so- no due tra i rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio impegnati nell’accoglienza dei partecipanti al nuovo incontro internazionale di Roma. Li intervistiamo, insieme alla nostra col- lega Federica Crucianelli, tra i presenti in queste giornate, per dare supporto e collaborazione. Quando hanno avuto inizio gli incontri inter- nazionali per la pace? Era il 16 ottobre 1986 – risponde Stefano Cappa- rucci – quando Giovanni Paolo II convocò ad As- sisi i rappresentanti delle religioni mondiali in- vitandoli a pregare per la pace e ad andare nel profondo delle proprie religioni per condivide- re le radici di pace insite in ogni credo. Da quel momento iniziò un pellegrinaggio che, gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, ha negli anni coinvolto numerose città europee, per giun- gere quest’anno a Roma. Questi appuntamenti non sono solo degli incontri formali tra tutti i ca- pi religiosi, ma un confronto tra persone, con il fi- ne di costruire attraverso il dialogo la vera pace; scoprire che la soluzione non è la guerra e che nessuna religione istiga alla violenza. Nel tempo si sono aggiunti molti esponenti del mondo laico perché è dall’unione di idee ed esperienze diver- se, è possibile arrivare alla base dei conflitti. Oggi, il percorso di queste giornate si articola in più incontri, 32 panel, che trattano i temi più diversi, accomunati dalla presenza dei massimi esponenti della cultura religiosa che si confron- tano sulla pace. Di cosa si occupa la Comunità di Sant’Egidio? La Comunità – risponde Luigia Fioramonti – non si occupa solo della preghiera per la pa- ce, ma dei poveri di Roma e di tutto il mondo. L’esperienza della carità è una delle idee più forti del nostro attuale Papa Francesco ed è la traduzione del Vangelo nei nostri giorni. Inol- tre, vivere con i poveri costituisce il cuore di ogni religione. Lavorare in Africa per curare e prevenire l’AIDS significa salvare vite umane, impegno che a sua volta è sinonimo di pace. Il secondo aspetto alla base della nostra Co- munità è la gratuità: tutte le persone coinvol- te offrono volontariamente il loro tempo, met- tendo a disposizione di tutti e “dell’altro” le proprie capacità. Com’è stata la collaborazione tra Aeroporti di Roma e la Comunità di Sant’Egidio? La sinergia con ADR – risponde Stefano Cappa- rucci – è stata positiva per tanti motivi. Avete offerto gratuitamente il vostro supporto e spo- sato in tutto e per tutto la causa. Noi non abbia- mo un budget da dedicare agli eventi e la vostra preziosa collaborazione ha significato non solo mettersi a disposizione, ma aver creduto nell’im- portanza dell’evento. Per un popolo di “cerca- tori di pace” è utile dimostrare questa sinergia. ADR è la “porta d’ingresso” di Roma e dell’Italia e avete colpito non solo per l’efficienza, ma an- che per la disponibilità nell’accogliere insieme a noi 450 delegati istituzionali, oltre alle 4.500 persone provenienti da tutte le parti dell’Euro- pa per prendere parte ai vari convegni. È sull’unione di varie forze e competenze che si basa il nostro lavoro. Ad esempio quando dob- biamo preparare i pacchi da inviare a chi è meno fortunato di noi, ci mettiamo davanti ai super- mercati e creiamo la cosiddetta “spesa solidale”. Ognuno, così, nel proprio piccolo compie un at- to di carità e partecipazione. È questa la solida- rietà che vogliamo, una solidarietà semplice fat- ta di piccole cose. In ADR è stato così, ognuno con il suo lavoro, ha contribuito al risultato. Federica Crucianelli, collega della Pianifica- zione Operativa, è stata presente nei giorni dell’evento in aeroporto. In che modo ADR ha supportato e gestito la collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio? L’informativa sull’evento è stata inviata a tutti i settori coinvolti: ADR Security, ADR Assistance, Polizia, Guardia di Finanza, Dogana. Sono stati collocati 5 desk presso la hall arrivi del T3 e T1 e nell’area ritiro bagagli. Le 5 postazioni d’accoglienza, presidiate dai volontari della Co- munità, sono state dislocate in punti strategici per permettere una stretta collaborazione e si- nergia con i colleghi dei punti informazione ADR. Tengo a sottolineare il coinvolgimento e la di- sponibilità da parte di molti colleghi, in un gioco di squadra che ha visto collaborare diverse unità organizzative. Oltre all’Aviation Fiumicino, hanno contribuito alla riuscita dell’evento i colleghi del- la Comunicazione Esterna, fornendo cinque desk e mettendo a disposizione la sala blu, e i colleghi di ADR Mobility. Sono stati infatti sistemati quat- tro stalli fronte terminal, rispettivamente due al T1 e due al T3, per agevolare il parcheggio dei mez- zi messi a disposizione per l’evento, nella fattispe- cie autobus, minivan e auto private. Inoltre, i vo- lontari hanno potuto parcheggiare gratuitamente all’interno degli spazi dedicati a noi dipendenti. È doveroso citare anche il ruolo della Polizia Muni- cipale nel sorvegliare e regolare le aree antistan- ti l’aerostazione, secondo questa specifica esigen- za. Infine, grazie al supporto della Polizia sono stati creati dei canali preferenziali per il controllo passa- porti e per l’iter dei controlli documentali. La Comunità di Sant’Egidio tornerà nuova- mente all’aeroporto di Fiumicino? Certamente – risponde Stefano Capparucci –. Abbiamo tenuto a battesimo questa collabo- razione tra ADR e la Comunità di Sant’Egidio e prossimamente la chiederemo nuovamente per un evento che vedrà coinvolti i ministri della giu- stizia dei Paesi africani per l’abolizione della pena di morte. Roma continuerà ad essere la capitale per questi incontri. Non bisogna avere paura di “chiedere aiuto”, anche perché è possibile riceve- re una risposta positiva, come è stato nel vostro caso. Anche il cuore vuole la sua parte… Il 23 settembre scorso, in sala blu, il Pronto Soccorso di ADR ha organizzato la presentazione del libro “A un passo dal cuore”, l’appassionante diario di un medico che lotta ogni giorno per ridare speranza a Chaaria, un piccolo villaggio in Kenya. Presente l’autore, Fratel Beppe Gaido, del quale riportiamo la coraggiosa testimonianza I l Chaaria Mission Hospital è un nome noto ai colleghi di ADR, perché da qualche anno il nostro giornalino ne segue, da lontano e con molto affetto, i grandi progressi e le storie di coraggio e speranza. L’ospedale opera in una zona rurale e poverissima del Meru, in Kenya. Inizialmente strutturato come dispensario, og- gi è arrivato ad essere dotato di 160 posti letto e vi vengono offerti servizi di medicina interna, pediatria, maternità, riabilitazione-fisioterapia e chirurgia generale. Sono presenti inoltre un programma di prevenzione, diagnosi e tera- pia dell’AIDS e delle malattie sessualmente tra- smesse, un servizio giornaliero di vaccinazioni per i bambini e di prevenzione per le donne in gravidanza. Il “Cottolengo Center” è una strut- tura complessa, dove, oltre all’ospedale, si trova una casa per l’assistenza ai “buoni figli”, persone disabili che non avrebbero altrimenti alcun altro luogo in cui vivere. Fratel Beppe Gaido, medico infettivologo spe- cializzato in igiene e malattie tropicali, è in Africa dal 1997 ed è il direttore dell’ospedale. Da diversi anni, il Pronto Soccorso ADR è impegnato nel re- perimento di farmaci e presidi sanitari per Chaa- ria, occupandosi concretamente anche dell’invio a destinazione del materiale raccolto. Questo è il link del blog, in cui vengono pubblicate quotidia- namente le lettere di Fratel Beppe, le immagini dalla missione e le testimonianze dei volontari: http://chaariahospital.blogspot.com. Insieme alla giornalista Anna Bonanate, Fratel Beppe ha scritto il libro “A un passo dal cuore”, che ha presentato in sala blu, introdotto da Car- lo Racani e da Nadia Monari e preceduto dalle letture di alcuni passi da parte di Marzia Diolet- ta e Alessandro Russo, tutti colleghi del nostro Pronto Soccorso. Il libro, delle Edizioni Paoline, è andato esaurito in poco tempo. Una buona notizia, poiché il ricavato verrà utilizzato per co- struire la nuova maternità dell’ospedale. Al termine della presentazione, abbiamo inter- vistato Fratel Beppe per chiedergli di descrivere la sua esperienza umana e di medico in Africa. Lei ha definito Chaaria un “ospedale rurale”. Cosa vuol dire? A Chaaria non esiste l’idea del villaggio, ma gli abitanti risiedono nella loro terra. Si tratta di ter- ritori difficili da coltivare, in cui l’acqua è un bene introvabile e la terra è avara, di colore rosso per- ché, si dice, colorato del sangue versato da gene- razioni di schiavi. Chaaria si trova su un altopia- no di 1.100 metri. I bambini costituiscono il 50% della nostra gente, anche se vivono in un posto sperduto, in mezzo al nulla. Molte famiglie ven- gono da molto lontano e prima di arrivare da noi “A un passo dal cuore”

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nella foto,a sinistra la collega Isabella Russo con alcuni dei volontari di Sant’Egidio.

Il CORAggIO dellA SPeRAnzA

dal 29 settembre al 1° ottobre, AdR ha assistito la Comunità di Sant’egidio nell’accogliere i rappresentanti delle religioni e i partecipanti provenienti da tutto il mondo per intervenire all’incontro internazionale per la pace svoltosi a Roma. Abbiamo intervistato due rappresentanti della Comunità che hanno trovato nei nostri colleghi professionalità e disponibilità umana

di genny lamatore

Stefano Capparucci e Luigia Fioramonti so-no due tra i rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio impegnati nell’accoglienza

dei partecipanti al nuovo incontro internazionale di Roma. Li intervistiamo, insieme alla nostra col-lega Federica Crucianelli, tra i presenti in queste giornate, per dare supporto e collaborazione. Quando hanno avuto inizio gli incontri inter-nazionali per la pace?Era il 16 ottobre 1986 – risponde Stefano Cappa-rucci – quando Giovanni Paolo II convocò ad As-sisi i rappresentanti delle religioni mondiali in-vitandoli a pregare per la pace e ad andare nel profondo delle proprie religioni per condivide-re le radici di pace insite in ogni credo. Da quel momento iniziò un pellegrinaggio che, gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, ha negli anni coinvolto numerose città europee, per giun-gere quest’anno a Roma. Questi appuntamenti non sono solo degli incontri formali tra tutti i ca-pi religiosi, ma un confronto tra persone, con il fi-ne di costruire attraverso il dialogo la vera pace; scoprire che la soluzione non è la guerra e che nessuna religione istiga alla violenza. Nel tempo si sono aggiunti molti esponenti del mondo laico perché è dall’unione di idee ed esperienze diver-se, è possibile arrivare alla base dei conflitti. Oggi, il percorso di queste giornate si articola in più incontri, 32 panel, che trattano i temi più diversi, accomunati dalla presenza dei massimi esponenti della cultura religiosa che si confron-tano sulla pace.

di cosa si occupa la Comunità di Sant’egidio?La Comunità – risponde Luigia Fioramonti – non si occupa solo della preghiera per la pa-ce, ma dei poveri di Roma e di tutto il mondo. L’esperienza della carità è una delle idee più forti del nostro attuale Papa Francesco ed è la traduzione del Vangelo nei nostri giorni. Inol-tre, vivere con i poveri costituisce il cuore di ogni religione. Lavorare in Africa per curare e prevenire l’AIDS significa salvare vite umane, impegno che a sua volta è sinonimo di pace. Il secondo aspetto alla base della nostra Co-munità è la gratuità: tutte le persone coinvol-te offrono volontariamente il loro tempo, met-tendo a disposizione di tutti e “dell’altro” le proprie capacità.

Com’è stata la collaborazione tra Aeroporti di Roma e la Comunità di Sant’egidio?La sinergia con ADR – risponde Stefano Cappa-rucci – è stata positiva per tanti motivi. Avete offerto gratuitamente il vostro supporto e spo-

sato in tutto e per tutto la causa. Noi non abbia-mo un budget da dedicare agli eventi e la vostra preziosa collaborazione ha significato non solo mettersi a disposizione, ma aver creduto nell’im-portanza dell’evento. Per un popolo di “cerca-tori di pace” è utile dimostrare questa sinergia. ADR è la “porta d’ingresso” di Roma e dell’Italia e avete colpito non solo per l’efficienza, ma an-che per la disponibilità nell’accogliere insieme a noi 450 delegati istituzionali, oltre alle 4.500 persone provenienti da tutte le parti dell’Euro-pa per prendere parte ai vari convegni. È sull’unione di varie forze e competenze che si basa il nostro lavoro. Ad esempio quando dob-biamo preparare i pacchi da inviare a chi è meno fortunato di noi, ci mettiamo davanti ai super-mercati e creiamo la cosiddetta “spesa solidale”. Ognuno, così, nel proprio piccolo compie un at-to di carità e partecipazione. È questa la solida-rietà che vogliamo, una solidarietà semplice fat-ta di piccole cose. In ADR è stato così, ognuno con il suo lavoro, ha contribuito al risultato.

Federica Crucianelli, collega della Pianifica-zione Operativa, è stata presente nei giorni dell’evento in aeroporto. In che modo AdR ha supportato e gestito la collaborazione con la Comunità di Sant’egidio?L’informativa sull’evento è stata inviata a tutti i settori coinvolti: ADR Security, ADR Assistance, Polizia, Guardia di Finanza, Dogana. Sono stati collocati 5 desk presso la hall arrivi del T3 e T1 e nell’area ritiro bagagli. Le 5 postazioni d’accoglienza, presidiate dai volontari della Co-munità, sono state dislocate in punti strategici per permettere una stretta collaborazione e si-nergia con i colleghi dei punti informazione ADR. Tengo a sottolineare il coinvolgimento e la di-sponibilità da parte di molti colleghi, in un gioco di squadra che ha visto collaborare diverse unità organizzative. Oltre all’Aviation Fiumicino, hanno contribuito alla riuscita dell’evento i colleghi del-la Comunicazione Esterna, fornendo cinque desk e mettendo a disposizione la sala blu, e i colleghi di ADR Mobility. Sono stati infatti sistemati quat-tro stalli fronte terminal, rispettivamente due al T1 e due al T3, per agevolare il parcheggio dei mez-zi messi a disposizione per l’evento, nella fattispe-cie autobus, minivan e auto private. Inoltre, i vo-lontari hanno potuto parcheggiare gratuitamente all’interno degli spazi dedicati a noi dipendenti. È doveroso citare anche il ruolo della Polizia Muni-cipale nel sorvegliare e regolare le aree antistan-ti l’aerostazione, secondo questa specifica esigen-za. Infine, grazie al supporto della Polizia sono stati creati dei canali preferenziali per il controllo passa-porti e per l’iter dei controlli documentali.

la Comunità di Sant’egidio tornerà nuova-mente all’aeroporto di Fiumicino?Certamente – risponde Stefano Capparucci –. Abbiamo tenuto a battesimo questa collabo-razione tra ADR e la Comunità di Sant’Egidio e prossimamente la chiederemo nuovamente per un evento che vedrà coinvolti i ministri della giu-stizia dei Paesi africani per l’abolizione della pena di morte. Roma continuerà ad essere la capitale per questi incontri. Non bisogna avere paura di “chiedere aiuto”, anche perché è possibile riceve-re una risposta positiva, come è stato nel vostro caso. Anche il cuore vuole la sua parte…

Il 23 settembre scorso, in sala blu, il Pronto Soccorso di AdR ha organizzato la presentazione del libro “A un passo dal cuore”, l’appassionante diario di un medico che lotta ogni giorno per ridare speranza a Chaaria, un piccolo villaggio in Kenya. Presente l’autore, Fratel beppe gaido, del quale riportiamo la coraggiosa testimonianza

Il Chaaria Mission Hospital è un nome noto ai colleghi di ADR, perché da qualche anno il nostro giornalino ne segue, da lontano e

con molto affetto, i grandi progressi e le storie di coraggio e speranza. L’ospedale opera in una zona rurale e poverissima del Meru, in Kenya.

Inizialmente strutturato come dispensario, og-gi è arrivato ad essere dotato di 160 posti letto e vi vengono offerti servizi di medicina interna, pediatria, maternità, riabilitazione-fisioterapia e chirurgia generale. Sono presenti inoltre un programma di prevenzione, diagnosi e tera-

pia dell’AIDS e delle malattie sessualmente tra-smesse, un servizio giornaliero di vaccinazioni per i bambini e di prevenzione per le donne in gravidanza. Il “Cottolengo Center” è una strut-tura complessa, dove, oltre all’ospedale, si trova una casa per l’assistenza ai “buoni figli”, persone

disabili che non avrebbero altrimenti alcun altro luogo in cui vivere.Fratel Beppe Gaido, medico infettivologo spe-cializzato in igiene e malattie tropicali, è in Africa dal 1997 ed è il direttore dell’ospedale. Da diversi anni, il Pronto Soccorso ADR è impegnato nel re-perimento di farmaci e presidi sanitari per Chaa-ria, occupandosi concretamente anche dell’invio a destinazione del materiale raccolto. Questo è il link del blog, in cui vengono pubblicate quotidia-namente le lettere di Fratel Beppe, le immagini dalla missione e le testimonianze dei volontari: http://chaariahospital.blogspot.com.Insieme alla giornalista Anna Bonanate, Fratel Beppe ha scritto il libro “A un passo dal cuore”, che ha presentato in sala blu, introdotto da Car-lo Racani e da Nadia Monari e preceduto dalle letture di alcuni passi da parte di Marzia Diolet-ta e Alessandro Russo, tutti colleghi del nostro Pronto Soccorso. Il libro, delle Edizioni Paoline, è andato esaurito in poco tempo. Una buona notizia, poiché il ricavato verrà utilizzato per co-struire la nuova maternità dell’ospedale.Al termine della presentazione, abbiamo inter-vistato Fratel Beppe per chiedergli di descrivere la sua esperienza umana e di medico in Africa.

lei ha definito Chaaria un “ospedale rurale”. Cosa vuol dire?A Chaaria non esiste l’idea del villaggio, ma gli abitanti risiedono nella loro terra. Si tratta di ter-ritori difficili da coltivare, in cui l’acqua è un bene introvabile e la terra è avara, di colore rosso per-ché, si dice, colorato del sangue versato da gene-razioni di schiavi. Chaaria si trova su un altopia-no di 1.100 metri. I bambini costituiscono il 50% della nostra gente, anche se vivono in un posto sperduto, in mezzo al nulla. Molte famiglie ven-gono da molto lontano e prima di arrivare da noi

“A un passo dal cuore”