ADHD e attenzione · 2017. 3. 23. · 5 Attenzione automatica vs volontaria Fedeli 2012 Dario...

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ADHD e attenzione DOTT.SSA PAOLA CERRATTI Psicologa 333.5031546 [email protected]

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  • ADHD e attenzione

    DOTT.SSA PAOLA CERRATTI

    Psicologa

    [email protected]

  • 2

    Il modello di Barkley per l'ADHD

    Meccanismi di inibizioneMeccanismi di inibizione

    Memoria di lavoroMemoria di lavoro Analisi/sintesi Analisi/sintesi eventieventi Discorso interioreDiscorso interiore Autoreg. emotivaAutoreg. emotiva

    Incapace di seguire nel tempo una regola manifestando un comportamento caotico

    Rigidità comportamentale che porta il b a compiete ripetuti errori nonostante i richiami dell'adulto

    Condotta sregolata e impulsiva.

    Impulsività e irrequietezza motoria

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    DARIOSIMONE

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    Attenzione automatica vs volontaria

    Stimolo ambientale

    Rilevanza basata sulla salienza percettiva

    SAPost

    SAAnt

    Prestazione attentiva

    Rilevanza basata sul significato

    Rappresentazione mentale degli obiettivi

    - Bottom-up: guidato dall'esterno (fattori spaziali o di novità, caratteristiche strutturali e dinamiche)- Automatico- Adattivo in naturab. piccoli

    - Top downVolontario e strategico (riorientamento attentivo)- adolescenzaRichiede maggior sforzo cognitivo, catalizzando l'att. e inibendo le interferenzeFedeli 2012

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    Attenzione automatica vs volontaria

    Fedeli 2012

    Dario ● ridotto sforzo inibitorio degli stimoli interferenti con

    un deficit di guida attiva dell'attenzione

    ● il che lo porta a spostare di continuo la sua attenzione in base alla mera salienza percettiva degli stimoli senza riuscire a concentrarla in modo stabile e continuativo in un'attività di apprendimento.

    Simone presenta una compromissione nel mantenere attiva in ML la rappresentazione mentale del compito da svolgere e degli obiettivi da raggiungere.

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    Attenzione automatica vs volontaria

    IL SOVRACCARICO ATTENTIVOIL SOVRACCARICO ATTENTIVO

    L'inefficienza del SAA diviene evidente in situazioni di elevato carico percettivo, laddove tale sistema deve selezionare fra tanti stimoli quelli più salienti e nel contempo spostare la selezione da un piano percettivo ad uno di significato.

    Coniugare STIMOLAZIONE e ORGANIZZAZIONE● Collocare il b. in contesti d'apprendimento stimolanti

    potenzia la sua capacità di attenzione attivando maggiormente le aree cerebrali deficitarie.

    ● Puntare su stimoli intracompito, cioè collegati logicamente all'obiettivo dell'apprendimento

    Fedeli 2012

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    Attenzione automatica vs volontaria

    Fedeli 2012

    Compiti attivi vs passivi

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    La strutturazione del compito

    Fedeli 2012

    COMPITO = sequenza e consegne

    0 = assenza di strutturazione: il compito è liberamente costruito dal b.1 = bassa strutturazione: il compito prevede un numero di passi variabili: il b. sceglie tra numerose alternative.2 = media strutturazione: il compito prevede una serie di passi predefiniti, che tuttavia possono essere svolti in base ad alcuni itinerari alternativi prefissati dall'insegnante.3 = elevata strutturazione: il compito è strutturato attraverso una precisa sequenza di passi predefiniti.

    Riducendo la strutturazione aumenta il numero di decisioni che il soggetto deve prendere autonomamente.

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    La strutturazione del compito

    Fedeli 2012

    COMPITO = sequenza e consegne

    0 = assenza di strutturazione: il compito contiene consegne generiche sul tipo di attività senza specificare il risultato da raggiungere.1 = bassa strutturazione: il compito contiene consegne sugli obiettivi ma non indica stimoli necessari allo svolgimento.2 = media strutturazione: il compito contiene chiare consegne sugli obiettivi e sui passi intermedi e prevede una serie di materiali tra i quali il b. può scegliere.3 = elevata strutturazione: il compito contiene istruzioni e consegne chiare sugli obiettivi da raggiungere, sui passi da compiere e sui materiali da utilizzare.

    Riducendo la strutturazione aumenta il numero di decisioni che il soggetto deve prendere autonomamente.

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    Attenzione automatica vs volontaria

    L'ABITUDINEL'ABITUDINE● La rilevanza di uno stimolo tende a ridursi quando

    diviene ripetitivo e abituale di conseguenza il SAP non si orienta più in modo automatico verso di esso e dovrà intervenire il SAA che con uno sforzo di focalizzazione lo ricondurrà al centro del campo percettivo.

    ● Con l'abitudine ai materiali e alle attività diminuisce l'orientamento automatico del SAP verso di essi aumentando parallelamente la tendenza a rivolgersi verso stimoli interferenti irrilevanti rispetto al compito, ma comunque nuovi e salienti a livello percettivo.

    Fedeli 2012

    ● Usare stimoli nuovi: i b. con ADHD spesso reagisco positivamente a situazioni nuove e di sfida.

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    Attenzione automatica vs volontaria

    Fedeli 2012

    ● Coinvolgere attivamente il bambino, per es. chiamando a caso i nomi degli alunni perché rispondano durante la lezione a qualche domanda su quanto stanno facendo.

    ● Usare materiali collegati con i contenuti che riguardano gli argomenti insegnati.

    ● Usare segnali specifici per indicare dove e quando è richiesta l'attenzione del bambino.

  • 12

    Tratto e adattato da Favorini, 2014

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    Quante attenzioni?

    Percezione e orientamento attentivo

    Preparazione dell'output e controllo

    Selettività Durata Shift

    Input

    Elaborazione

    Output

    Selettività Fedeli 2012

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    Tratto e adattato da Favorini, 2014

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    Durante la lezione, Dario continua a seguire qualsiasi stimolo: per qualche secondo guarda l'insegnante, poi sposta lo sguardo sugli scarabocchi di un suo compagno, intanto ascolta le voci che provengono dal corridoio. Dopo qualche secondo sposta l'attenzione sull'insegnante, a seguito di un cambiamento nel suo tono di voce, ma immediatamente torna a seguire con lo sguardo i movimenti dei compagni, ad ascoltare i rumori che provengono dal giardino.

    Simone sta fermo al suo banco senza parlare, a cosa starà pensando? Continua ad avere la testa fra le nuvole

    Fedeli 2012

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    L'attenzione selettiva

    L'INSEGNANTE SPIEGA E I COMPAGNI PARLANOSelettività: inibire tutte le fonti di stimolazione irrilevanti e postare le risorse cognitive verso stimoli rilevanti.

    stimolo = interno o esterno

    Dario stimolo esterno

    Simone stimolo interno (pensieri)● La testa fra le nuvole: il cervello del bambino continua a inseguire in modo

    iperattivo qualsiasi immagine mentale

    DARIO: Occorrerebbe intervenire sul contesto variando il tono di voce, richiamando l'allievo con segni verbali e gestuali

    SIMONE: Occorrerebbe impegnare il bambino in un dialogo interno in modo che così diventerà più difficile per lui spostare l'attenzione su immagini o pensieri irrilevanti.

    Fedeli 2012

  • 17

    Tratto e adattato da Favorini, 2014

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    L'attenzione sostenuta

    L'INSEGNANTE CONTINUA A SPIEGAREDario è una molla, pronto a scattare in presenza di qualsiasi stimolo ambientale.

    Simone è molto tranquillo, ma all'inizio di un compito funziona come un'auto a diesel: ci mette tantissimo tempo per svolgere l'attività prevista. Questa cosa si verifica sia nei compiti che nel gioco.

    Barkley individua 3 livelli energetici:

    1. Arousal: è la risposta veloce del sistema nervoso che reagisce alle caratteristiche dello stimolo.

    2. Attivazione. È la risposta più lenta di quando il soggetto si trova in una fase di allerta e di preparazione per affrontare un compito.

    3. Sforzo: è un atto deliberato e volontario in cui il soggetto dirige le proprie risorse attentive.

    Fedeli 2012

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    L'attenzione sostenuta

    Dario● iperattivazione dell'arousal e un deficit dello sforzo● Ha un'eccessiva reattività agli stimoli ambientali che determina una

    continua oscillazione del focus attentivo

    Simone● Inadeguata attivazione e un deficit dello sforzo● Non si verifica una adeguata preparazione al compito, per cui il b.

    rimane passivo e non indirizza le proprie risorse in modo efficace

    È opportuno modulare il livello di stimolazione: nel caso di Dario sarà importante ridurre le stimolazioni esterne e aumentare quelle interne in modo da rendere l'attività saliente; nel caso di Simone sarà opportuno cercare di rendere stimolante tutta la situazione di apprendimento

    Fedeli 2012

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    ADHD

    Il dialogo internoIl dialogo interno

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    I deficit linguistici e comunicativi

    DARIO PARLA TROPPO O TROPPO POCO E

    SIMONE NON PARLA CON SE STESSO

    Dario ha difficoltà su 3 piani:● Contenutistico: cambia continuamente tema.● Organizzativo: è disorganizzato e caotico e l'interlocutore non

    riesce a capire il senso di quello che dice.● Relazionale: non sono rispettate le regole conversazionali e di

    pragmatica.

    Definire un sistema di regole conversazionali molto semplici e chiare con contingenze di rinforzo immediate e importanti: aiutare il b. a focalizzare l'attenzione sull'argomento oggetto di discussione in modo tale da facilitare l'inibizione di idee distraenti.

    Fedeli 2012

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    I deficit linguistici e comunicativi

    DARIO PARLA TROPPO O TROPPO POCO E

    SIMONE NON PARLA CON SE STESSO

    Simone non riesce ad usare il dialogo interno come guida del comportamento. Il dialogo interno non permette di reiterare le regole del compito, di focalizzare l'attenzione sugli stimoli rilevanti inibendo quelli distraenti, di aumentare il grado di consapevolezza comportamentale.

    Il b. deve essere supportato nello sviluppo di una guida interna attraverso la procedura di modeling, nella quale dapprima l'insegnante fornisce le istruzioni al b., poi gli chiede di reiterarle a voce alta, poi gradualmente a livello subvocale mentre l'aiuto esterno viene ridotto; infine il comportamento deve essere emesso in totale autonomia, in caso avvalendosi solo dei foglietti sui quali sono scritte le istruzioni principali.

    Fedeli 2012

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    ADHD

    ADHD e apprendimenti

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    L'organizzazione del banco

    Nonostante le numerose differenze comportamentali , Dario e Simone presentano un tratto assolutamente sovrapponibile e comune: il loro banco è un vero e proprio campo di battaglia, sommerso di fogli, libri quaderni, oggetti di varia natura... Quando si deve iniziare un'attività, impiegano un'enorme quantità di tempo a cercare il materiale necessario e spesso

    finiscono con il distrarsi e l'alzarsi dal banco.

    Banco = attenzione esternaL'ambiente esterno rispecchia la caoticità dei processi di pensiero tipici dell'ADHD.

    Fedeli 2012

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    Il riordino del banco

    1. Liberare il banco considerando quanto già avvenuto in passato

    ● L'attenzione è focalizzata su attività già consolidate e materiali già usati.

    ● È adatto per b. fino alla 3° elementare2. Riordinare tenendo conto delle attività che devono ancora essere svolte: il comportamento è guidato dall'immagine mentale anticipata dei compiti futuri.

    ● L'attenzione è focalizzata a mantenere attiva in ML la rappresentazione dei compiti che lo attendono.

    ● È adatto a b. dalla 3° elementare in poiFedeli 2012

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    Organizzazione e controllo dei processi cognitivi

    I bambini ADHD hanno un assetto cognitivo particolare:

    livello intellettivo e memoria di base nella norma

    ● Scarse competenze strategiche e organizzative tali da non permettere loro di sfruttare al meglio queste risorse utilizzando adeguate procedure di elaborazione di informazioni; difficoltà nell'inibizione degli stimoli disturbanti.

    MA

  • 27

    Apprendimenti complessi

    Tratto da Cornoldi, 2009

  • 28

    Apprendimenti complessi

    Difficoltà nella comprensione dei testi

    updating: updating: abilità di aggiornare i contenuti della memoria di lavoro e quindi di attribuire differenti livelli di attivazione alle diverse informazioni

    hanno un minore ricordo delle informazioni rilevanti e contemporaneamente un maggiore ricordo delle informazioni irrilevanti!

  • 29

    Le composizioni scritte di Dario sono caratterizzate dalla più completa caoticità: non viene seguito alcun piano di lavoro, non c'è traccia di nessi temporali o causali e difficilmente si ritrovano gli argomenti previsti dalla traccia fornita. Anzi, spesso si assiste a una raccolta di elementi del tutto scollegati tra loro

    Per quanto riguarda Simone, invece, lo scenario sembra opposto: il foglio viene spesso riconsegnato in bianco. Simone rimane improduttivo anche quando deve scrivere di argomenti che conosce bene o che suscitano il suo interesse.

    Fedeli 2012

    IL FOGLIO CONFUSO DI DARIO E QUELLO BIANCO DI SIMONE

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    Il deficit di ML

    Difficoltà nella composizione dei testi

    Scrivere un testo richiede:● Mantenere in ML l'argomento da trattare.● Richiamare dalla MLT tutte le info riguardanti

    l'argomento inibendo quelle irrilevanti.● Ordinare le info selezionate in base a un criterio

    sempre usando la ML come “tavolo di lavoro” per manipolare i dati.

    ● Produrre una forma orale o scritta di quanto programmato.

    Fedeli 2012

  • La comprensione del testo

    ● Personaggi, luoghi, tempi e fatti● Fatti e sequenze● Struttura sintattica● Collegamenti● Inferenza lessicale e semantica● Sensibilità al testo● Gerarchia del testo● Modelli mentali● Flessibilità ● Errori e incongruenze

    Semplice

    Complesso

  • 32

    Il deficit di ML

    IL FOGLIO CONFUSO DI DARIO E QUELLO BIANCO DI SIMONE

    Sia Dario che Simone hanno difficoltà ad organizzare in ML le info, ma usano due strategie “compensative” diverse:

    ● Dario scrive tutto ciò che gli viene in mente prima che le info decadano; in questo modo vengono riportati anche dati incongruenti rispetto alla traccia.

    ● La ridotta attivazione preparatoria al compito porta Simone a perdere l'info richiamata prima che possa fissarla sul foglio in assenza di un supporto della ML.

    - Fornire una ML esterna (post-it)- Usare domande stimolo

    Fedeli 2012

  • 33

    Apprendimenti complessi

    Difficoltà nei problemi di matematica

    Per poter risolvere un problema il bambino deve:

    Leggere e comprendere un testo

    Rappresentarsi il problema (crearsi un'immagine mentale della relazione tra i dati)

    Identificare i dati irrilevanti

    Pianificazione del processo di soluzione

    Monitorare il processo di soluzione

    Dare la risposta

  • 34

    ADHD

    Strategie in classeStrategie in classe

  • 35

    Organizzazione del contesto

    ● Strutturazione dei tempi, degli spazi e delle attività.

    ● Prevedibilità - routines giornaliere.● Chiarificazione- aattività “auto-esplicative” per

    obiettivo e durata.● Adeguamento delle attività rispetto alle

    caratteristiche, alle capacità e alla motivazione del ragazzo.

  • 36

    La strutturazione

    L'ambiente deve fornire al bambino le seguenti informazioni:

    ● Cosa devo fare? ● Come? ● Quando? ● Per quanto tempo? ● E dopo?

  • 37

    La strutturazione

    La disposizione dei BANCHI deve essere tale per cui:dalla cattedra il b. deve essere ben visibile;deve essere favorito lo scambio di sguardo insegnante-b.;è facilmente raggiungibile;se un altro bambino di alza deve essere coinvolto il meno possibile;dal suo posto deve poter osservare meno bambini possibili;il compagno di banco non deve essere un b. con ADHD!

  • 38

    La strutturazione

    Stabilire e prevedere i TEMPI di lavoro: I b. con ADHD sono molto poco abili nel compiere stime realistiche di grandezze, tempi, quantità, difficoltà. Abituare i bambini a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi ad essere sempre più efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro, identificando anche la quantità di impegno necessario per svolgere ogni consegna.

    Tratto da Cornoldi, De Meo, Offredi e Vio; 2001

  • 39

    La strutturazione

    L'organizzazione del materiale:

    Può essere utile appendere un cartellone dei materiali e uno delle materie.

    Tratto da Cornoldi, De Meo, Offredi e Vio; 2001

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    Routine e prevedibilità

    La destrutturazione come momento di rischio.La destrutturazione come momento di rischio.● Riduzione della regolamentazione esterna.● Abbassamento del livello di monitoraggio

    I momenti destrutturati prevedono una drastica riduzione della guida esterna e ciò è particolarmente problematico per un bambino con problemi comportamentali e quindi privo di una efficace capacità di regolazione interna.

    Nei contesti destrutturati il bambino deve: discriminare i contesti, richiamare dalla memoria le regole da rispettare nello specifico ambiente in uno specifico momento inibendo le informazioni rilevanti; mettere in atto l'azione inibendo i comportamenti disturbanti e guidando l'azione con un dialogo interno.

  • 41

    Routine e prevedibilità

    ROUTINEROUTINE = script comportamentale reiterato fino a farlo diventare automatico.

    Attentione!Attentione!● Un uso eccessivo di approcci basati sul controllo esterno

    possono essere controproducenti poiché non aiutiamo il bambino a sviluppare una condotta internamente regolata.

    ● Diventando automatizzata sfugge al controllo attentivo e diventa difficilmente controllabile tendendo ad attivarsi anche in contesti inadeguati.

    ● Diventa difficile da sostituire in termini cognitivi.

  • 42

    Routine e prevedibilità

    Attività routinarie e strutturate● routine di inizio lezione (controllo del materiale...);● presentazione delle attività previste per la giornata (comprensiva

    dei tempi di lavoro);● pause concordate e possibilmente sempre alla stessa ora;● attività durante la ricreazione stabilite a priori;● dettatura dei compiti per casa (non negli ultimi minuti di lezione);● routine di fine lezione (saluto...).

  • 43

    Le regole della classe

    Le regole della classe devono:● essere condivise;● essere semplici ed esplicitate;● Descrivere le azioni in modo operativo;● Utilizzare indizi pittorici colorati;● Essere poche ed espresse sinteticamente.

  • 44

    Chiarificazione e adeguamento

    Quando le istruzioni sono inevitabilmente complesse , creare un piano sequenziale, suddividerle e presentare il compito passo per passo, fornendo un rinforzo per ogni sotto-obiettivo raggiunto.

    Ricorrere spesso al canale visivo, a stimoli colorati, a “segnali” concordati con il bambino, sia verbali che gestuali;

    Far ripetere al bambino le informazioni rilevanti contenute in un testo o in una consegna.

    Fornire al bambino delle informazioni di ritorno.

    Dare delle note positive.

  • 45

    Brevità

    Varietà

    Strutturazione

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