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Ufficio stampa Rassegna stampa lunedì 12 marzo 2012 Pagina 1 di 96

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Ufficio stampa

Rassegna stampalunedì 12 marzo 2012

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

La Voce di Romagna Ravenna

INDICE

prima pagina12/03/12 Prima pagina 5

Targate oltre 500 biciclette in piazza12/03/12 Cronaca 6

«Una Cittadella con biblioteca aperta anche di notte»12/03/12 Istruzione 7

Addio ai benefici delle nevicate È già allarme rosso per lo smog12/03/12 Ambiente 8

‘Matelda’, voglia di cambiare aria «La bicicletta è la soluzione»12/03/12 Ambiente 10

Buon compleanno con Noa12/03/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 11

Due giorni con l’acqua a singhiozzo12/03/12 Ambiente 12

«L’aumento dei costi non aiuta l’occupazione»12/03/12 Lavoro 13

Un corso per volontari dei gattili12/03/12 Cronaca 14

Vichi stroncato da un infarto Era stato assessore con tre sindaci12/03/12 Lavoro 15

Faenza, ladri in azione in un negozio di fiori12/03/12 Cronaca 16

Investe un ciclista, si ferma e poi scompare12/03/12 Cronaca 17

Ragazza muore all’uscita dal pub12/03/12 Cronaca 18

Chiese gremite per la reliquia12/03/12 Cronaca 19

Campo da golf, la burocrazia frena gli imprenditori12/03/12 Edilizia e Infrastrutture 20

prima pagina12/03/12 Prima pagina 21

«Vinta la malattia giro il mondo in barca»12/03/12 Cronaca 22

Spadoni: «Se le palestre sono insicure, qual è la situazione degli istituti scolastici?»12/03/12 Cronaca, Istruzione 24

MARINA DI RAVENNA IMPIANTO “A FONDO PERDUTO”12/03/12 Ambiente 25

Droga, stamane l’udienza di convalida12/03/12 Cronaca 26

Cinque clochard ospitati negli alberghi12/03/12 Sanità e Politiche sociali 27

Oltre 1.000 studenti e 3 scuole in campo12/03/12 Istruzione 28

prima pagina12/03/12 Prima pagina 29

‘Caffè Nazionale pronto per fine anno’12/03/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 30

“De profundis per l’edilizia scolastica e per le palestre della provincia”12/03/12 Istruzione 31

“Cittadella dello studente incompleta senza una biblioteca notturna”12/03/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 32

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Corriere della Sera

Il Resto del Carlino

Il Sole 24 Ore

impianto ricambio acque12/03/12 Ambiente 33

Oggi netturbini in sciopero12/03/12 Lavoro 34

“Amianto vicino al campo sportivo”12/03/12 Cronaca 35

Udc: assemblea provinciale12/03/12 Politica 36

Il Pinocchio di Riondino12/03/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 37

Muore a 59 anni ex assessore Vichi12/03/12 Cronaca 38

Difendersi dalle true I consigli degli esperti12/03/12 Cronaca 39

APPUNTAMENTI IN ROMAGNA12/03/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 40

Lavoro, modello tedesco per la riforma dell'articolo 1812/03/12 Lavoro 41

Giarda: dalla revisione alla spesa più risorse per diminuire le tasse12/03/12 Economia Nazionale 43

Se vuol riunire i moderati Alfano non paralizzi Monti12/03/12 Politica Nazionale 45

Schifani al premier: cabina di regia sui temi non economici12/03/12 Politica Nazionale 46

In Italia quarantamila insegnanti non vanno in classe12/03/12 Istruzione 47

Se la seconda casa snatura il territorio12/03/12 Ambiente, Edilizia e Infrastrutture 48

Nella riforma della Costituzione troppe complicazioni bizantine12/03/12 Politica Nazionale 50

Meno consiglieri. E non si vota per le Province12/03/12 Politica Nazionale 51

«Sì, i pronto soccorso scoppiano L’alternativa è il medico a tempo pieno»12/03/12 Sanità e Politiche sociali 52

Ottenere la categoria rurale «scongiura» l’Ici arretrata12/03/12 Pubblica Amministrazione 54

LA ROULETTE DEL CARO-CATASTO12/03/12 Pubblica Amministrazione 55

DA IMUE IRPEF RINCARI DEL150%12/03/12 Pubblica Amministrazione 57

Dai teatri alle cascine vecchi sconti in bilico12/03/12 Pubblica Amministrazione 59

PER GLI STIPENDI VINCE ILMETODO FAI-DA-TE12/03/12 Pubblica Amministrazione 60

LE REGIONI DRIBBLANO I TAGLI12/03/12 Pubblica Amministrazione 62

Trasferimento di personale e risorse ultima tappa di un mosaico complicato12/03/12 Pubblica Amministrazione 63

PROVINCE, IL RIORDINO DIMENTICA UNA GIUNGLA DI 850 PARTECIPATE12/03/12 Pubblica Amministrazione 65

PIù IL TAGLIO E' EFFICACE PIU' I TEMPI SONO LUNGHI12/03/12 Pubblica Amministrazione 67

Manutenzione delle scuole, una chance dall’otto per mille12/03/12 Edilizia e Infrastrutture, Istruzione 68

NORME E TRIBUTI: Anche per le aziende speciali conti in pareggio obbligato12/03/12 Pubblica Amministrazione 69

NORME E TRIBUTI: Nonè «di rappresentanza» il pranzo offerto ai consulenti12/03/12 Pubblica Amministrazione 70

NORME E TRIBUTI: C’è danno se il contratto è troppo generoso12/03/12 Pubblica Amministrazione 71

NORME E TRIBUTI: VINCOLI PIù STRETTI PER IL GAS12/03/12 Pubblica Amministrazione 72

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La Repubblica

La Stampa

Unità

NORME E TRIBUTI: Case fantasma, al Comune il 75% delle sanzioni12/03/12 Pubblica Amministrazione 73

La ricetta Assifact per limitare i ritardi12/03/12 Pubblica Amministrazione 74

Il leasing si evolve e punta ai lavori «all inclusive»12/03/12 Pubblica Amministrazione 75

GRANDI CITTA', PIU' DOMANDA DI SERVIZI DAL TERZO SETTORE12/03/12 Sanità e Politiche sociali 76

Il Tesoro trova i soldi per gli ammortizzatori indennizzo ai licenziati12/03/12 Lavoro, Sanità e Politiche sociali, Politica Nazionale 77

Meno lavoro per i ceti medi ignorati impiegati e insegnanti si cercano solo qualifiche alte12/03/12 Lavoro 80

Il Pd tentato dalla riforma Fornero12/03/12 Lavoro, Politica Nazionale 82

Vittoria a rischio nelle roccaforti del Nord la svolta autarchica preoccupa i sindaci12/03/12 Politica Nazionale 83

“Ma la laurea dà più chance di impiego e uno stipendio più alto”12/03/12 Istruzione 85

2012, fuga dall’università record negativo di iscritti col diploma si cerca lavoro12/03/12 Istruzione 86

TRE STRADE PER CREARE OCCUPAZIONE12/03/12 Lavoro 89

“La soluzione è vicina Dalla Cgil troppi no”12/03/12 Lavoro 90

Due settimane per chiudere l’accordo12/03/12 Lavoro 91

La riforma in sei mosse decisive12/03/12 Lavoro 92

Sfida disoccupazione Come assumere 1,2milioni di giovani12/03/12 Lavoro 94

«Grandi spazi a sinistra Il Pd deve parlare a quegli elettori»12/03/12 Politica Nazionale 95

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il Resto del Carlino Ravenna

press LinE 12/03/2012

e Servizio a pagina 5 Tragedia nel Bolognese, la vittima è una marocchina di 27 anni di Faenza

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Travolta e uccisa da un'auto a11 'alba 4 A pagina 2 500 hanno partecìpoto Dedatat i2eMnr E' stato assessore

Vichi stroncato da infarto in Russia

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Smog atte stette

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Pierpaolo Vichi è morto l'altra notte. Aveva 59 anni

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I giovani del Pd

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Lunedì 12 marzo 2012

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GUARDA LI FOTO Tutte le immagini della biciclettata ecologica sul nostro sito Internet. Guarda La gallery, clicca

press LinE

il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

CAMPAGNA CONTRO FURII SUCCESSO DELL'INIZIATIVA PROMOSSA DAL COMUNE

Targate oltre 500 biciclette in piazza Omaggio ai partecipanti alla pedalata ecologica di Fall) e Legambiente

OVFFA più difficile per i ladri di biciclette e per coloro che, acqui-standole, rischiano un'accusa di ricettazione. Il Comune di Raven-na ha infatti avviato la campagna che propone di targare le due ruo-te. La prima fase è scattata ieri, in occasione della biciclettata ecolo-gica, a cui hanno preso parte circa 500 persone: nell'occazione è sta-to consegnato gratuitamente il kit base di targatura 'Bici Sicura' con sistema easy tag, che contiene una etichetta da appli-care sulla bici qua-le codice identifi-cativo che rende il proprietario rin-tracciabile in caso di ritrovamento del mezzo a segui-to di furto. La targa viene inserita nel Registro italiano bici. Ieri, in piazza del Popolo, c'era un punto informativo della Polizia munici-pale, per aiutare nelle operazioni di targatura e per la distribuzione di materiale informativo sulla si-curezza. Da oggi le targature sa-ranno distribuite dai rivenditori e dalle associazioni che hanno ade-

rito al progetto. L'iscrizione al re-gistro per un anno, in questo ca-so, è gratuita. Alla scadenza, il rin-novo per 3 anni costa 4 curo.

PER INVOGLIARE i ciclisti, no-ve rivenditori regaleranno il di-spositivo agli acquirenti di una bi-ci nuova o usata, così come lo rice-veranno gratis i clienti di Riciclof-ficina situata nel Villaggio del Fanciullo. Stesso dono a coloro che si recheranno al punto Fiab e

Amicinbici, do-mani dalle 15 al-le 18. Soddisfat-ta l'assessore alla Polizia munici-pale, Martina Monti che ha precisato come

l'iniziativa «non vuole essere solo uno strumento contro i furti, ma anche un'occasione per approfon-dire tutte le questioni legale alla promozione dell'utilizzo della bi-ci in sicurezza, campo nel quale la Municipale ha già fatto e sta conti-nuando a fare molto anche nella prevenzione di furti e recupero di mezzi rubati».

VOGLIA DI PRIMAVERA Due ragazzine pronte alla pedalata ecologica (Foto Coreit)

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

«Una Cittadella con biblioteca aperta anche di notte» FARI puntati sull'universi-tà a Ravenna. Ne hanno par-lato alla sala Rinascita i Gio-vani democratici e l'associa-zione studentesca Asur con il vicesindaco iviingozzi e il direttore della Fondazione Flaminia Antonio Penso. Hanno animato il dibattito Lorenzo Margotti, segreta-rio dei Giovani democratici di Ravenna, e Federico Aquilanti responsabile uni-versità per i Gd. Al centro dell'attenzione, il progetto di Cittadella universitaria, sostenuto da Regione e Ate-neo con 600mila euro per ri-qualificare palazzo Corradi-M e Centro congressi. «So-steniamo che debba nascere una biblioteca con orari fles-sibili, che offra un servizio notturno anche autogestito da studenti volontari — hanno sottolineato i Giova-ni democratici — e si renda effettiva la consultazione dei testi specialistici attra-verso la loro digitalizzazio-ne». Gli studenti sollecita-no la realizzazione di un centro polifunzionale. «Si può pensare ad una Casa dello studente, luogo luogo di socialità, ma anche front-office per le associazioni». Il dibattito ha poi investito il futuro della Darsena. «Sia-mo convinti — hanno sotto-lineato Margotti ed Aquila-ni — che, senza trascurare le sedi ora esistenti in cen-tro storico, al suo interno possa sorgere un mini cam-pus univetitario. E locali destinali agli studenti». Pro-posta infine una gestione de-gli open day «meno dispersi-va e più personalizzata sulle esigenze degli studenti, con incontri mirati all'interno delle scuole».

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Addio ai benefici delle nevicate già alL rosso per lo smog

dì ROBERTA BEZZI

"E INIZIATO MALE il 2012 per quanto riguarda l'inquinamento ambientale. Finito l'effetto benefi-co delle nevicate in febbraio, appe-na il tempo è migliorato, il livello delle polveri sottili si è immediata-niente innalzato. Ed è subito cam-panello d'allarme per la qualità dell'aria. Lo scorso 8 marzo, Arpa Emilia Romagna, ha rilevato a Ra-venna 39 superamentì in via Caor-le e 37 in via Zalainella, oltre i 50 microgrammi al metro cubo con-sentiti per legge, per le polveri sot-tili PmlO.

«L'INTERO bacino padano è sta-to fortemente colpito — illustra Patrizia Lucialli, dirigente re-sponsabile dell'area monitorag-gio e valutazione aria e rumore di Arpa Ravenna —. Se si esclude il periodo dell'emergenza neve, l'an-no è iniziato in modo critico, un po' com'era accaduto un paio di anni fa, mentre il 2011 era andato meglio». Nel bollettino di qualità dell'aria, la situazione di alcune province e miliane quali Parma,

Modena, Reggio Emilia e Piacen-za, è ben peggiore rispetto a Ra-venna, Rimini e Forlì-Cesena, le tre province costiere che probabil-mente hanno beneficiato di una maggiore circolazione d'aria gra-zie alla vicinanza al mare. C'è dun-que il rischio di sanzioni?

«L'ITALIA aderisce al sistema

CR,;NDE NEMICO «La nostra regione è più a rischio per quanto riguarda it particotato Pm 10»

di controllo europeo — spiega la dirigente —. I dati regionali sono inviati al ministero che, a sua vol-ta, li trasmette alla Comunità eu-ropea. Negli anni scorsi è già capi-tato di ricevere dei richiami uffi-ciali a livello regionale nel bacino padano, anche se poi gli enti loca-li hanno la possibilità di esprime-re delle motivazioni legandosi an-che alle specificità territoriali. E su questo punto, si sa, che la no-stra configurazione orografica non è delle migliori. La nostra re-

gione è più a rischio per quanto ri-guarda il particolato Pm10, ma ce ne sono altre nel Nord Europa, per esempio, che hanno più pro-blemi con il biossido di zolfo So2 perché sono aree molto ventose».

IN MERITO a Ravenna, le prin-cipali sorgenti inquinanti sono la presenza di un polo industriale, del porto, ma anche il riscalda-mento civile e l'eccessiva circola-zione di auto. Il modo migliore per contrastare efficacemente l'in-quinamento è quello di far fronte comune: a questo servono gli ap-positi tavoli di coordinamento nel territorio. Tempo fi, era an-che circolata voce che si potesse arrivare a una revisione dei limiti minimi, portando il valore di 50 microgrammi al metro cubo a 35. «Per il momento questo è un ri-schio che non si corre — afferma Lucialli —, in quanto nel 2010 è uscito il decreto 155 che confer-ma il vecchio limite. D'altra parte una revisione, in tal caso un abbas-samento, della soglia sarebbe giu-stificata solo da importanti consi-derazioni di tipo sanitario».

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Le cause dell'inquinamento di Ravenna sono la presenza del porto, di un polo industriale, ma non parliamo solo di industrie: anche il traffico, con le troppe auto, e il riscaldamento delle

bitazioni contribuisce ad vvelenare l'aria

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Superati più volte i 50 microgrammi al metro cubo consentiti per legge, relativamente alle polveri sottili Pm 10, in regione però la situazione :è peggiore in E

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'Matelda' voglia di cambiare aria «La bicicletta è la soluzione»

CAMBIARE la cultura della mo-bilità. Questo è l'obiettivo che sta più a cuore al circolo 'Matelda' di Legambiente, Da tempo, il grup-po di volontari ravennate è impe-gnato in vere e proprie campagne di informazione e sensibilizzazio-ne per sviluppare co mportamenti virtuosi idonei a contrastare l'in-quinamento. «Ci rivolgiamo soprattutto alle scuole, dove teniamo corsi, per cercare di offrire una diversa men-talità ai giovani che saranno i cit-tadini di domani — illustra Clau-dio Mattarozzi —. Mai come in te-ma di rispetto dell'ambiente, vale la politica delle piccole cose, ossia dei gesti quotidiani che arrecano

beneficio alla comunità. Il proble-ma dell'inquinamento tocca tutte le città della nostra regione, per cui non si può pensare che una cit-tà virtuosa risolva il problema di altre che non lo sono per nulla. Ma al contempo, se davvero non si inizia a fare qualcosa per il timo-re che altri annullino il buon esempio, non si va da nessuna par-te». Il circolo `Matelda', in partico-lare, promuove l'utilizzo della bi-cicletta per gli spostamenti verso il luogo di lavoro, per fare compe-re o per muoversi, dimostrandosi tivorevole alla sempre maggiore chiusura di vie del centro storico, costringendo quindi i cittadini a usare mezzi alternativi all'auto.

«Far cambiare le abitudini ai ra-vent'ai è difficilissimo coni-menta Mattarozzi —. Ci sono per-sone che preferibbero rinunciare ad andare in centro se non posso-no utilizzare l'auto».

ANCHE NELL'OTFICA di t-re ulteriormente simpatizzare i ra-vennati verso le biciclette, per l'8 marzo il circolo ha lanciato l'ini-ziativa 'Cestini in fiore', invitan-do a decorare i cestini delle bici-clette con decorazioni floreali, co-me segno di pace e felicità. Anche in questi giorni, continua la rac-colta di fotografie dei cestini fiore-ali che saranno pubblicate su Fa-cebook.

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MLANO sS CONCERTO DEL 14 AGOSTO

Buon compleanno con Noa CONTINUANO gli appunta-menti cervesi a Milano: oggi al-le 11 negli spazi di Urban Cen-ter in Galleria Vittorio Emanue-le II, nell'ambito delle presenta-zioni degli eventi legati al cente-nario di Milano Marittima, sarà presentato il Concerto per il compleanno. Per l'occasione si sibirà a Milano Marittima il 14 agosto la Filarmonica Arturo Toscanini accompagnata dalla celebre cantante israeliana Noa. Alla presentazione di oggi a Milano intervengono Ruggero Sintomi (direttore artistico Acca-demia Perduta/Teatro Comuna-le di Cervia), il maestro Massi-mo Mercelli (direttore artistico dì Emilia Romagna Festival), e Maurizio Roi (presidente della Fondazione Toscarlini).

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Due giorni con l'acqua a singhiozzo FIERA INFORMA che verranno effettuati interventi di manuten-zione straordinaria alla rete idrica che comporteranno la momenta-nea interruzione della distribuzio-ne dell'acqua a Godo di Russi: og- er ,, i dalle 930 alle 14.30 in via Faen- tina Nord dal civico n. 176 al n. 230, in via N. Sauro dal civico n. 2 al n. 14 e dal n. 3 al i in via a Piave al civico n. 12/B. Sospensioni anche domani, dalle 9.30 alle 13.30 in via Faentina Nord dal civico n. 193 al n. 291 via Bezzi al civico n. 1. Nel corso dei lavori potrebbero verificarsi al-cuni disservizi, come variazione di pressione e temporanei intorbi-dimenti, ma comunque resta con-fermata la potabilità dell'acqua. Info: 800.713.900.

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

CONVEGNO TRE PARLAMENTARI OSPITI DELLA CNA PER DISCUTERE DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

«L'aumento dei costi non aiuta l'occupazione» NELLA SEDE della Cna provin-ciale di viale Randi, oggi con ini-zio alle 17, è in programma il con-vegno 'La riforma del mercato del lavoro: equità e flessibilità'. Aprirà i lavori Daniela Toschi (in foto), responsabile divisione rela-zioni industriali della Cna di Ra-venna. Seguiranno gli interventi di Giuliano Cazzoia del Pdl, vice-presidente della Commissione La-voro della Camera, Paola De Mi-cheti (Pd) responsabile deelk Pmi, Nedo Poli (Udc), responsabi-le Lavoro e previdenza. Conclu-sioni di Enrico Amadei, direttore divisione economica e sociale

Cna nazionale. Presiederà Pierpa-olo Burioli (foto), vicepresidente provinciale della Cna. «Dopo la manovra economica d'emergenza molto pesante del Governo Monti. sostiene Burio-li — ci aspettiamo ora una nuova fase in cui l'Esecutivo concentri le proprie forze sul terreno dello sviluppo, degli investimenti, del-le liberalizzazioni vere». In que-sto quadro di prospettiva, la Cna colloca il confronto in corso tra Governo e parti sociali sulla rifor-ma del lavoro. «La nostra organiz-zazione ha già dichiarato da subi-to la propria disponibilità al con-

cessario colpire le patologie nell'utilizzo, mentre UffeVeiltua-le introduzione di parametri vin-colanti di carattere economico e/o qualitativo-professionale potreb-be incidere sul lavoro autonomo genuino». Infine «occorre interve-nire su oneri e contribuzioni che costituiscono forme di solidarietà impropria tra settori economici, iniziando dalla riduzione delle ta-riffe Inail delle gestioni terziario e artigianato in forte avanzo da an-ni e verificando nell'ambito delle aliquote Inps per le prestazioni temporanee la possibilità di ridur-re quella relativa alla malattia».

fronto, ma parte da un presuppo-sto preciso e condiviso da tutta Re-te Imprese Italia: per creare nuovi posti di lavoro non servono solu-zioni preconfezionate che riduca-no la flessibilità. Né l'ulteriore au-mento dei costi, né l'irrigidimen-to normativo, aiuterebbero le

aziende a favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro».

«PER SOSTENERE le politiche occupazionali — sottolinea Da-niela Toschi (foto) — è importan-te disporre di strumenti contrat-tuali adeguati. Uno strumento particolarmente efficace è il con-tratto di apprendistato. Va, inol-tre, rafforzato il contratto di inse-rimento per favorire l'occupazio-ne di donne e over 55». Al tempo stesso «il contratto a tempo deter-minato non può avere costi ulte-riori». Per quanto attiene il lavoro a progetto e le partite Iva «sarà ne-

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Un corso per voon tar de Battili LA SEZIONE provinciale dell'Enpa organizza un corso di formazione per volontari dei gattili e delle colonie feline. Le lezioni si terranno il 21 e 28 marzo alle 20.15. Il 21 marzo relatrice sarà la dottoressa Donatella Saporetti, medico veterinario del servizio sanitario regionale, il 28 marzo invece toccherà a Roberta Benigni, dell'ufficio Diritti animali del Comune, e al dottor Claudio Morigi, veterinario. Informazioni e iscrizioni: Enpa, via Zecca 6, 0544-36944, oppure inviare una mail all'indirizzo [email protected].

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Vichi stroncato da un infarto Era stato assessore con tre sindaci Una cartiera all'ombra dei PcL Ora abitava in. Russia. Aveva 59 anni

E' MORTO l'altra notte a San Pie-troburgo, stroncato da da un infar-to, Pierpaolo Vichi, ex assessore co-munale a Ravenna per diverse legi-slature. Avrebbe compiuto 60 an-ni il prossimo 25 ottobre. Era uno degli amministratori locali di pun-ta dell'allora Partito comunista. Nei primi anni Novanta aveva la-sciato la città per trasferirsi in Rus-sia dove operava come libero pro-fessionista. Leader studentesco fin dall'aprile del '68, si era diplomato all'istituto Ginanni nel 1972. Si era quindi laureato nel 1979 a Bo-logna in Lettere e Filosofia. Eletto per la prima volta in consiglio co-munale nel novembre del '73, a po-co più di VCEICaEltli, Vichi è stato presente ininterrottamente a Pa-lazzo Merlato fino all'ottobre del 92', quando ha lasciato l'incarico di assessore pochi giorni dopo le dimissioni dell'allora sindaco Dra-

EX ASSESSORE Pierpaoio Vichi è stato membro delle giunte Canosani, Angelini e Dragoni

goni. Per tredici anni era stato as-sessore comunale nelle giunte ret-te da Canosani, Angelini e, appun-to, Dragoni, al quale era particolar-mente legato.

DOPO aver lasciato l'attività am-ministrativa nella sua città natale, nel 1992 si era trasferito prima a Mosca e poi a San Pietroburgo, do-

fortissimo. Grazie ai social network, Pierpaolo Vichi manie-EICV11 i rapporti con ex amministra-tori, compagni di partito, amici. Era un assiduo di facebook e nella sua bacheca gli appunti di caratte-re culturale ed artistico erano infra-mezzati da commenti da 'comuni-sta puro' sull'attualità politica e so-ciale del nostro Paese.

NON PIÙ TARDI di tre giorni fa, il suo ultimo 'post' a proposito dello sciopero dei metalmeccanici della Cgil, a cui il Partito democra-tico non ha aderito; sul commento campeggia la :foto di Enrico Berlin-guer, che continuava ad essere il suo politico di riferimento, davan-ti allo stabilimento della Fiat. «A chi mi ricorda che nel 1980 poi per-demmo la battaglia — aveva scrit-to Vichi sul suo computer a San Pietroburgo chiedo cosa abbia-mo vinto oggi a non partecipare al corteo della Motti».

k L L'ULTIMO POST SU FACEBOOK

A chi mi ricorda che net 1980 poi perdemmo la battaglia, chiedo cosa abbiamo vinto oggi a non partecipare ai. corteo detta Fiom

ve attualmente lavorava ed abita-va, in una casa che era stata dimo-ra letteraria di Fiodor Dostoye-vsky. Era sposato con Yulia. La-scia i figli Alessandro e Giulia, che vive e lavora a Bologna.

DA TEMPO le sue visite a Raven-na si erano diradate. Anche se, so-prattutto in estate, tornava per bre-vi periodi e capitava di vederlo pas-seggiare per le vie del centro. Ma il legame con la sua città era rimasto

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Faenza, ladri in azione in un negozio di fiori Ladri in azione la scorsa notte in un nego-zio di fiori, L'Edera, nella contros [rada di corso Mazzini al civico 164/A. I ladri sono entrati abbattendo gli infissi di una porta; una volta all'interno si sono diretti verso la cassa e ne hanno rubato il contenuto, po-che decine di curo in moneta e banconote di piccolo taglio per il resto del giorno do-po. I danni alle strutture sono stati maggio-ri del bottino. Qualche settimana fa, sem-pre in zona i ladri si erano introdotti in un centro estetico e in uno studio dentistico.

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press LinE

il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

FAENZA GRAVE INCIDENTE SABATO SERA IN VIA FRATELLI ROSSELLI. LA MUNICIPALE: «SI PRESENTI»

Investe un ciclista, si ferma e poi scompare HA URTATO con l'auto un an-ziano in bicicletta e dopo essersi fermato non ha lasciato le genera-lità e se n'è andato. Si tratta del conducente di una Mercedes elk che la Polizia Municipale sta ora cercando. L'incidente è avve-nuto sabato sera verso le 22 in

via Fratelli Rosselli, all'altezza del bar Matrix. L'uomo, un SOen-ne residente della zona da via Sant'Umiltà si immetteva in via Fratelli Rosselli, verso la rotato-ai. Dal centro città, nella stessa direzione, è sopraggiunta l'auto che ha urtato il ciclista fitcendo-

lo cadere per terra. Nell'imme-diatezza l'automobilista, secon-do alcuni testimoni, si è fermato. E mentre giungeva l'ambulanza (l'uomo ha riportato la frattura del femore e la prognosi è di 45 giorni) l'automobilista ha detto di voler avvertire la moglie che a

suo dire si trovava in una pizze-ria poco distante promettendo che sarebbe tornato immediata-niente; ma i minuti sono passati e l'automobilista non si è fatto più vedere: onde evitare seri guai penali, sarebbe il caso, sotto-linea la Polizia Municipale, che si presentasse al coniando,

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

ZCAGC‘ TRAVOLTA DA UN'AUTO MENTRE ERA IN COMPAGNIA DI UN AMICO

Ragazza muore all'uscita dal pub A Crevalcore. La (giovane, marocchina, abita nel Faentino

UNA GIOVANE marocchina é morta all'ospedale di Cento e un suo amico e connazionale è in fin di vita al Maggiore di Bo-logna, a seguito di un incidente accaduto alle cinque di matti-na in via del Papa a Caselle di Crevalcore, nel Bolognese. La vittima è Sabri Sanaa, 27 anni mentre il suo amico ha 24 ed è in coma farmacologico. Secon-do i primi accertamenti, risie-dono entrambi nel Faentino. La coppia stava camminando lungo la via del Papa quando è stata investita in pieno da una Fiat Punto condotta da un alba-

nese di 30 anni, residente a Cre-valcore che stava recandosi al lavoro. L'automobilista si è fer-mato immediatamente e ha chiamato i soccorsi.

L'INCIDENTE è accaduto nei pressi del pub Kappadoss, fre-quentato da giovani marocchi-ni. Secondo quanto riferito dall'automobilista, i due sareb-bero sbucati all'improvviso da dietro alcune auto parcheggia-te lungo la strada e lui non è riu-scito ad evitare l'investimento. Da accertare se i due giovani avessero l'intenzione di attra-

versare la strada oppure stesse-ro raggiungendo la loro autovet-tura. Il conducente, che si sta-va recando al lavoro in fabbri-ca, è stato sottoposto ai test per verificare l'eventuale presenza di alcol o di sostanze stupefa-centi, ma è risultato negativo a entrambi i controlli.

CIRCA UN anno fa, sempre nei pressi di questa discoteca e sempre di domenica mattina, un marocchino accoltellò a morte un connazionale. Il ma-grebino assassino fu arrestato prontamente dai carabinieri po-che ore dopo l'omicidio.

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press LinE

il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

fedeli davanti alla reliquia del beato

Giovanni Paolo dl a S.Maria in Fabriago

Chiese gremite per la reliquia

DUE CHIESE, quella di Santa Maria in Fabriago la mattina e quella di San Lorenzo nel pomeriggio, gremite di fedeli provenienti da diverse località della Romagna, dal Bolognese e dal Ferrarese, e anche da Modena e Reggio Emilia. Tutti a venerare la reliquia contenente sangue del beato Giovanni Paolo II. Per le comunità parrocchiali delle due frazioni lughesi e per i numerosissimi cattolici presenti, quella di ieri è stata una giornata molto coinvolgente. Persone di ogni età, ammalati e tante famiglie con i loro bambini, che non si sono lasciati sfuggire questa occasione per venerare la reliquia giunta dalla cattedrale di San Cassiano (Imola), dove la sera precedente si era tenuta una veglia di preghiera. Ieri mattina, nella chiesa di Santa Maria in Fabriago, ha celebrato la messa monsignor Giuseppe Bart, rettore della chiesa di S.Spirito in Sassia (Roma).

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DOPO TEMPISTICHE che a seguito delle lungaggini bur )crati-avrebbero fatto perdere la pizzienza a che di un'a un santo la commiss ione

totalinm- . une tecnica co te ottusa quando si tratta di compren

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il Resto del Carlino 12/03/2012 Ravenna

Hzw7....Tnz ..W...Zn.NQNHHIHN : & Campo da golf, h burocrazia frena gli im prenditori

ntunale competente ha finalmente li- cenziato l'unica proposta giunta per il campo prova da golf di via Kcpie ro, anilunc:iato dall'amministrazio-ne come iato degli investimenti fiore all'occhiello della casa tre anni. Eb-bene, la proposta giunta era l'unica se non altro perché non vi era alcun altro imprenditore disposto a sborsare

importante cifra prevista per la rea-lizzazione del progetto, una cifra che lim,Prendttore ha accantonato da tempo, decidendo dunque di non in-- vestirkt in altri progetti, ma che ora,

di prendere le ragioni

p'rende del e dunque

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della poi dovranno essere concessione e poi

inivierà l'ancora più lungo e s nervan te tter per tutte le pratiche eailizie che qualunque cittadino è normalmente costretto ad avviare quando deve fè-

M9Pg4, •.•••••:•:•:•••••••••••• • • • • • : : •

Insomma, a causa della lungimiran-

città avrà un opportunità in meno per io svago e l'aumento dell'gl]èrta sportiva dei ravennati. E come sem-

ti. Alberto Ancarani

Coordinatore provinciale Pdl

• no molto ai di là del loro naso, questa

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orriere del lunedì

.,41 4.443

Grande mobilitazione per le ricerche

wasarrem Inchiesta Criminal Minds

L' ex investigatore "spiava" il Titano con un elicottero

SAN MARINO. Un elicottero in volo su San Marino per spia-re il Titano e poi sistemi di vi-deosorveglianza di ultima ge-nerazione, mutuati dai servizi militari israeliani.

• CUPO a pagina 5

Forli, ambulante nei guai per una pelliccia di lupo

FORLi. L'ambulante che ave-va messo in vendita la ripro-duzione di un elmo antico con una pelliccia di lupo (vera) di una specia protetta, è stato de-nunciato e rischia grosso.

• TASSINARI a pagina 11

O la convalida per i tre arrestati con 65 kg di droga

RAVENNA. E' in programma stamane l'udienza di convali-da dell'arresto dei tre albanesi fermati dai carabinieri con 65 chili di eroina.

• SERVIZIO a pagina 20

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press unE 12/03/2012

Caiiere

RAVENNA

REDAZIONE, 41311 ,11NISTR5ZIONE E PUBBLICITÀ: PIWZA TRE MARTIRI. 43;A- -TEL: 0541-354111 FAX: 0541-354199.35E012100E IN A.P -0.L.353/03 1CON0. IN L. 27502/0 ,0 ART. 1 COR1MA 1- DCB ORLI'ALTRE 5E01: RAVENNA(05442182624 FAENZA-LUGO (0546-23120) FORI4 (0543355204 CESENA 40547-6112004 RSM (0549-9951474 IMOLA (0542-28720)- E-MAIL: RIPIINI4CORRIERERMAGNAJT - € 1.20 INTANDEN1CON LASTAMPA 5

euro 1,20 Anno XX / N. 71

LUNEDÌ 12 MARZO 2012

2Ci Àetisti dimenticati Il verucchie Norberto collaudo

in un libro i racconti dei pescatori d'Italia

7 Aulismo al via la. tssegna dei film contro i pregiudiz o canale è

CIVITELLA DI ROMAGNA. Il ritrovamento del corpo dell'86enne Affilio Betti ieri mattina poco prima dell'alba

Morto il tartufato disperso A vegliare il cadavere era rimasto il fedele cane Stella

CIVITELLA. E' stato trovato so sabato sera dopo il man- ta la mobilitazione di forze ad un dirupo dove era caduto all'alba di ieri il corpo privo caco rientro da una battuta dell'ordine, Vigili del Fuoco, forse per un malore, vegliava di vita di Attilio Betti, tar- nei boschi iniziata col fratel- volontari e Soccorso Alpino. il suo cane Stella. tufaio 36enne dato per 'disper- lo. Dopo l'allarme era scatta- A fianco del corpo, in fondo • SERVIZIO a pagina 9

RIMINI. Rischia di mo-rire a tre anni per una va-ricella; l'infezione le pro-voca una necrosi alle gambe, ma gli specialisti di Pediatria sono riusciti a salvarla, e quelli di Der-matologia a ridarle la pel-le di prima. Protagonista della terribile vicenda u-na bimba riminese.

• CUP0 a pagina 3

Bimba rischia la vita per una varicella

Bagno di folla, ieri pomeriggio, al carnevale di San Mauro Pascoli FUSCO NI a pagina 18

Fantasia, colori ed allegria al potere con 16 carri

La piccola di 3 anni salvata in extremis all'ospedale di Rimini

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Vince la leucemia e gira il mondo in barca a vela

• ANGELI a pagina 19

CESENA

Lavoratori tagliati dai missionari: sos al Papa

CESENA. Lavoravano per le pubblicazioni dei missionari ma sono stati messi alla porta: sos al Papa. • CASTAGNOLI a pagina 13

EIMINEIREINEEIREIE CERVIA

Albergo pagato ai clochard nei giorni di gelo

CERVIA. Nei giorni del grande gelo cinque clochard sono stati ospitati in hotel a spese del Comune.

• PREVIATO a pagina 21

IMOLA

Sempre più stranieri e meno italiani nel circondario

IMOLA. Per la prima volta nel 2011 nel circon-dario imolese gli stranieri sono aumentati più della popolazione complessiva.

• SALOMONI a pagina 23

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«vintalamalattiagiroilmondoinbarca»

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MIO kk!

press LIETE 12/03/2012

Caiiere

RAVENNA

La storia di Michele Piancastelli che dopo aver sconfitto la leucemia ha lasciato tutto, gli affetti e il passato per vivere il suo grande sogno

«Vinta la malattia giro il mondo in barca» In viaggio da due anni e mezzo, i129 marzo il velista riprenderà il mare

RAVENNA. Da due anni e mezzo non tornava a Ra-venna. Michele Pianca-stelli ha lasciato tutto, gli affetti e il passato per vi-vere il suo grande sogno: fare il giro del mondo in barca a vela in solitaria. A spingerlo a trasforma-re questo progetto in real-tà è stata la leucemia. «Ho scoperto nel 2004 di esse-re ammalato - inizia il suo racconto il velista 45enne ravennate - e dopo due an-ni di cure e il trapianto del midollo osseo ho scon-fitto la malattia e ho po-tuto pensare di realizzare il mio desiderio».

Piancastelli ha lavorato all'Enichem dal 1988 a quando ha scoperto il ter-ribile male. «Sicuramen-te l'aver affrontato questa esperienza negativa ed esserne uscito vivo mi ha spinto a prendere la deci-sione di partire. Probabil-mente se non mi fosse ac-caduto non sarei ancora partito e tutto sarebbe an-cora un sogno. E' stata il trampolino di lancio che mi ha fatto scattare».

L'avventura è iniziata il 1° luglio 2009 e si è fer-mata solo momentanea-mente il 20 dicembre scorso a causa degli ura-gani che stanno colpendo la Nuova Caledonia, dove ha lasciato la sua barca che andrà a riprendere il 29 marzo per proseguire nella sua esplorazione. «Quando sono salpato so-no venuti al molo a salu-tarmi solo i miei genitori e mio figlio Mattia, che oggi ha 14 anni - ricorda -. In molti erano scettici, pensavano che dopo un mese sarei tornato, inve-ce si sono dovuti ricrede-re; evidentemente non mi conoscevano bene».

La sua passione per il mare non risale a quando era bambino, ma è piut-tosto un amore sbocciato in età matura. «Mi sono avvicinato alla vela a 26 anni per caso e per curio-sità - precisa -. Ho ritenu-to che fosse il mezzo mi-gliore per vedere e cono-scere i luoghi. Per diversi anni sono stato istruttore

fica non avere vincoli an-che se questo l'ha portato ad allontanarsi dai suoi affetti. «Non ho mai volu-to o cercato sponsor - ri-vela - perché volevo sen-tirmi libero. Sono partito solo per il gusto della na-vigazione e fino a quando continuerà a piacermi andrò avanti. Non ho mai sofferto di solitudine, so-no sempre stato bene da solo con me stesso anche per lunghi periodi, anzi mi piace. Mi sono venuti

a trovare due miei amici e per sette mesi è stata con me in barca Lù, una ragazza sarda che ho co-nosciuto a Panama. In questi due anni e mezzo solo in un paio di occasio-ni mi sono trovato in si-tuazioni di mare mosso non normali, ma le ho su-perate tranquillamente anche perché la barca la conosco bene ed è adatta a certe condizioni. Certo che stare lontano da casa per un così lungo periodo

della scuola velica Tst Soldati di Ravenna e pri-ma di partire ho lavorato in un cantiere per prepa-rarmi all'avventura. Nel 2006 ho comprato la barca (di poco più di 11 metri in acciaio, ndr) costruita da un mio amico nel 1995 che per anni ha lavorato al Pier 12. Sapevo che aveva le caratteristiche conso-ne al mio scopo, perché anche lui aveva il mio stesso intento».

Per lui navigare signi-

porta alla mancanza delle persone a cui si vuole be-ne, come mio figlio, ma ho fatto una scelta e quando hai un sogno vai avanti a testa bassa per concretiz-zarlo anche se per questo bisogna pagare un prez-zo».

Nel corso di questi mesi ha conosciuto tantissime persone e condiviso con loro le sue conoscenze. «Sono partito dopo i cin-que anni canonici in cui si ritiene che la malattia

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«vintalamalattiagiroilmondoinbarca»

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MIO kig

press LIETE 12/03/2012

Cailere

RAVENNA

sia stata debellata - pun-tualizza - e nel corso di questi mesi ho colleziona-to un bagaglio di espe-rienze incredibili. Ho in-contrato persone della mia stessa "tribù", inten-do dire che hanno il mio stesso spirito, tanti ragaz-zi, italiani e stranieri, o-gnuno con la proprio sto-ria. In ogni posto dove so-no stato ho visitato le sue meraviglie. L'isola del Coco in Costarica, la Po-linesia francese e l'isola di Suvorov nel Pacifico sono i luoghi che mi sono rimasti maggiormente impressi».

Nel suo viaggio ha toc-cato le coste dell'Italia meridionale, la Sarde-gna, le Baleari, la Spagna, lo stretto di Gibilterra, le Canarie, Capo Verde, fi-no alla traversata atlanti-ca terminata ad Antigua. Dopo è andato alla sco-perta delle isole dei Ca-raibi. «Piano piano mi so-no avvicinato al canale di Panama. Una volta arri-vato nell'oceano Pacifico ho visto le Galapagos, l'i-sola del Coco, la Polinesia

francese, Samoa e Tonga. A quel punto cominciava la stagione degli uragani e così mi sono trasferito in Nuova Zelanda dove sono rimasto sette mesi e ho svolto lavori di manu-tenzione alla barca. Non solo, mi sono recato in un centro per fare le analisi e le ho spedite a Bologna. Per fortuna è risultato tutto a posto e così ho pro-seguito nel tragitto. Ho raggiunto le Figi e la Nuo-va Caledonia».

Da lì ripartirà tra qual-che settimana e sa già do-ve si dirigerà. «Rimarrò là un mese poi mi sposte-rò in Australia e prose-guirò per l'Indonesia, la Malesia e di questi giorni il prossimo anno dovrei essere in Thailandia, do-ve probabilmente resterò per qualche stagione. Non so quando ritornerò in Italia e nemmeno dove andrò dopo». D'altronde per Michele ogni giorno significa vita. L'obiettivo di una battaglia - vinta -dopo che la morte l'ha sfiorato.

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RAVENNA

Spadoni: «Se le palestre sono insicure, qual è la situazione

degli istituti scolastici?» RAVENNA. Gianfranco Spadoni inter-

viene sul tema del riordino degli enti lo-cali sostenendo che «la strada ormai tracciata è quella di una drastica ridu-zione della spesa improduttiva per spo-stare le risorse sugli interventi in settori strategici e infrastrutturali e in quelli assolutamente fondamentali, come l'edi-lizia scolastica». Ma sull'argomento il consigliere dell'Udc critica «l'ordinanza della Provincia con la quale si dispone il divieto di accesso al pubblico in tre pa-lestre annesse ai plessi scolastici di se-condo grado, vale a dire gli istituiti tec-nici Perdisa, Baldini e Morigia di Raven-na, rispetto ai quali si richiede un ap-profondimento serio e circostanziato per valutare se esistano tutti i presup-posti riguardanti la sicurezza, non sola-mente riferita alle palestre ma all'intero corpo degli edifici scolastici. L'indigente bilancio dell'ente provinciale al capitolo riferito all'edilizia scolastica compren-de ben poche voci, fatta eccezione per le limitate risorse destinate alle manuten-zioni straordinarie, come ad esempio quello riferito agli interventi legati alle copiose nevicate di quest'anno. Nelle schede di bilancio inoltre, si assegna giu-stamente spazio alle prime fasi di valu-tazione della sicurezza e del rischio si-smico negli edifici scolastici, ma su altri fronti è il caso di prendere atto dell'as-soluta mancanza di disponibilità finan-ziarie. A questo punto sorge spontaneo chiedere come l'amministrazione inten-da affrontare la delicata gestione dell'e-dilizia scolastica per l'anno in corso e per quelli successivi riferiti al piano triennale dei lavori pubblici». Spadoni chiede poi una risposta circostanziata sullo stato di fruibilità e di sicurezza del-le citate palestre scolastiche, con l'invito a chiarire «come la Giunta intenda agire per favorire l'uso di tali strutture in con-dizioni di assoluta sicurezza».

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ga, stanane l'udienza di convalida

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Còa-,ere

RAVENNA

MARINA DI RAVENNA • IMPIANTO "A FONDO PERDUTO"

Un cartello sulla cancellata dell'im-pianto di ricambio delle acque del porto turistico di Marinara ha spinto Alvaro Ancisi a tornare sulla vicenda dei finanziamenti pubblici destinati ad una costosa opera (381.661 euro) che non ha mai funzionato per un difetto di costruzione. «L'impianto -ha ribadito il capogruppo di Lista per Ravenna - è stato pagato dal Comune con fondi del proprio bilancio erogati dal Ministero dei lavori pubblici sen-za alcun coinvolgimento del Consi-glio comunale. Sarà anche vero che, come ha detto l'assessore Gabrio Ma-raldi, che il finanziamento pubblico è assolutamente legittimo, ma l'intera vicenda resta un'enorme vergogna pubblica».

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ga, stanane l'udienza di convalida

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Droga, stamane l'udienza di convalida

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RAVENNA

Droga, stamane l'udienza di convalida. RAVENNA. E' in pro-

gramma stamane l'udien-za di convalida dell'arre-sto di Muhedin Muho, Saljion Dervishi (difeso dall'avvocato Carlo Beni-ni) e Oltjana Ajdini, i tre albanesi ventenni finiti in manette in seguito al maxi sequestro di eroina -65 chili in tutto per un va-lore stimato di un milione e mezzo di euro - operato dai carabinieri del Nu-cleo operativo di Raven-na in collaborazione con i colleghi della stazione dell'Arma di Lido Adria-no. Intanto proseguono le indagini dei militari per

Lo stupefacente ha un valore stimato

di un milione e mezzo

rintracciare eventuali complici dei tre, tutti in-censurati e ritenuti non e-lementi di primo piano. In Italia da pochi mesi i due ragazzi, da più tempo la giovane, sono stati fer-mati in via Corti alle Mu-ra dove alloggiavano. Un immobile al riparo da oc-chi indiscreti, senza nem-meno il numero. Ideale per chi, come loro, cerca-va il basso profilo. Gli in-quirenti, che erano arri-vati sulle loro tracce at-

I tre albanesi arrestati sono stati pedinati

per giorni dai militari

traverso le voci circolate nell'ambiente dello spac-cio sul litorale, erano pronti a mettere sotto controllo i loro telefoni, ma la svolta dell'indagine è avvenuta secondo meto-di tradizionali. I loro mo-vimenti sono stati atten-tamente monitorati dai carabinieri che nei giorni precedenti il blitz sono stati la loro ombra. Senza farsi notare, i militari hanno seguito ogni spo-stamento. E' stato così

che le forze dell'ordine hanno individuato il ga-rage in via Ravegnana e l'abitazione di Cesenatico di cui avevano la disponi-bilità. La sera dell'8 mar-zo l'inchiesta ha subìto un'improvvisa accelera-zione. I carabinieri han-no controllato l'apparta-mento del centro storico ritrovando pochi grammi di droga nel controsoffit-to. Uno specchietto per le allodole. Il resto era na-scosto altrove, 30 chili in un trolley nel garage e gli altri 35 in sacchi della spazzatura in via Leonar-do da Vinci a Cesenatico.

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Cinque clochard ospitati negli alberghi Il soggiorno negli hotel è stato finanziato dal Comune grazie ad una convenzione

per consentire ai senza tetto di sopravvivere nei giorni dell'emergenza per il freddo CERVIA. Cinque clo-

chard hanno dormito in albergo durante il perio-do dell'emergenza neve, grazie al progetto pro-mosso dal Comune a fa-vore dei senza tetto.

La convenzione con al-cune strutture ricettive prevedeva che queste persone potessero esse-re ospitate per un mas-simo di tre giorni ed in numero non superiore alle cinque unità per o-gni hotel.

Quelle che hanno usu-fruiti di questa opportu-nità sono sia italiane che straniere. Alcuni di questi senza fissa dimo-ra sono frequentatori a-bituali della "Mensa a-mica", altri erano di passaggio e vi hanno trovato ospitalità. Da qui la segnalazione al Comune, nei giorni del grande freddo, quando dormire all'aperto sa-rebbe stato davvero pro-blematico. Anche le ten-de, usate da alcuni di lo-ro, non sarebbero servi-te a molto con 8/10 gradi sotto zero.

«Avevamo stanziato un budget di 2.000 euro -spiega l'assessore con delega ai servizi so-cio-assistenziali Fabiola Gardelli -, per dare una mano ai senza tetto ed evitare che la loro espe-rienza finisse in trage-dia. Abbiamo speso mol-to meno, e anche se tre notti non sono molte, pensiamo ugualmente di avere alleviato le loro sofferenze. Ora - prose-gue l'amministratrice cervese - faremo tesoro di questo esperimento, contando sulla risposta ministeriale. Poi ci con-fronteremo con l'asso-

ciazione "Un posto a ta-vola", che ha segnalato questi casi, e gli alber-gatori. Abbiamo pagato normalmente il soggior-no notturno e vorrem-mo continuare su que-sta strada. Si tratta, co-me detto, di mettere ul-teriormente a punto il

progetto». Alla "Mensa amica",

nel frattempo, i volonta-ri continuano a monito-rare la situazione dei senza tetto. «Nei giorni delle grandi nevicate -spiega la presidente di "Un posto a tavola" Sil-via Berlati -, il traffico

alla mensa è calato; for-se perché molti sono an-dati a Ravenna, dove e-rano state allestite le tende. Adesso tutto è ri-tornato alla normalità e alcuni dei clochard ospi-tati negli alberghi con-tinuano a dormire sul territorio, arrangiando-

si come hanno sempre fatto».

Ma la solidarietà non si ferma e ha fatto un al-tro miracolo. E' nata in-fatti "Cervia Amica", un magazzino situato in via Levico, che ritira mobili usati. I volontari di "Cervia buona" e

"Mensa amica" li rimet-tono a posto, donandoli poi ai più poveri, oppu-re cedendoli in cambio di un'offerta.

«Regaliamo letti e ma-terassi - precisa in con-clusione la Berlati mentre raccogliamo credenze, bauli ed altre cose vecchie che sono state abbandonate, per poi ricavarci qualche soldo. Cervia buona uti-lizzerà questi fondi in o-pere di bene».

Massimo Previato

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preSSLInE 12/03/2012

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RAVENNA

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press LIETE 12/03/2012

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RAVENNA

Oltre 1.000 studenti e 3 scuole in campo Sarà la fine del mondo conduttore del programma di divulgazione scientifica. Si parte giovedì

FAENZA. "E se il mondo finisse davve-ro nel 2012?". Prende spunto dalla profe-zia Maya il programma della sesta edi-zione di "Un pozzo di scienza", il progetto di Hera dedicato alla divulgazione dei te-mi scientifici ai ragazzi delle scuole su-periori. Gli studenti quest'anno saranno chiamati a ragionare sulla "fine del mon-do", un tema che ha sempre affascinato (e spaventato) l'umanità.

Incontri e attività. Sono in programma incontri scientifici e attività ludico-di-dattiche per parlare di energia, clima, ac-qua. Ma anche di terremoti, ricerca di in-telligenze extraterrestri, Ufo, virus e pan-demie, con l'obiettivo di trovare, nel pen-siero scientifico, la guida per orientarsi tra quelle che sono le reali prospettive per l'umanità e le false superstizioni ca-tastrofiste. In calendario ci sono 31 incon-tri scientifici e 6 tra laboratori interat-tivi, proiezioni e attività dimostrative.

Aumentano da 640 a 975 gli studenti

coinvolti a Faenza. L'appuntamento ri-torna quest'anno a Faenza dal 15 al 17 marzo: le scuole coinvolte nel progetto sa-ranno il Liceo artistico Ballardini, l'Isti-tuto tecnico commerciale e per geometri A. Oriani, l'Istituto professionale statale D. Strocchi. Complessivamente 39 classi per 975 studenti insieme a 60 docenti. Ri-spetto all'edizione 2011, il numero degli studenti coinvolti è passato dai 640 dell'anno scorso ai 975 di quest'anno.

A Faenza fra i docenti ci saranno per-

sonalità di livello internazionale. A con- durre gli incontri con i ragazzi e le ra-gazze delle scuole faentine saranno do-centi universitari, scienziati, giornalisti, ricercatori, filosofi, scelti tra i massimi esperti a livello nazionale. Tra questi Vincenzo Balzani, professore di chimica all'Università di Bologna; Leopoldo Be-

naccino, professore presso l'istituto na-zionale di astrofisica all'Osservatorio di Padova; Claudia Bettiol, docente presso la facoltà di Ingegneria dell'Università Tor Vergata di Roma; Marco Cattaneo, direttore del National Geographic Italia; Piero Galeotti, professore di Fisica spe-rimentale all'Università di Torino; Paolo Musso, filosofo della scienza; Francesco Niccolini, drammaturgo, sceneggiatore e regista; Filippo Ongaro, medico, autore e divulgatore scientifico; e Guido Sarac-co, docente presso il dipartimento di Scienza dei materiali e ingegneria chimi-ca al Politecnico di Torino.

Regali alle scuole. Hera regalerà un ab-bonamento annuale a "CinemAmbiente Tv — Film per l'educazione ambientale", alla scuola partecipante che avrà dimo-strato interesse a sviluppare la riflessio-ne attraverso il linguaggio dei film e dei documentari. L'insegnante, collegandosi a www.cinemambiente.tv con una nor-male linea Adsl, potrà cercare nell'archi-vio i film sia per argomento che per or-dine di scuola, visionarli e videoproiet-tarli in classe o in laboratorio.

Scienza e innovazione. «La nostra è un'azienda che quotidianamente si occu-pa di ambiente, da svariate prospettive e in tutti i servizi che eroga - spiega Susan-na Zucchelli, direttore della struttura o-perativa territoriale Hera — sono neces-sarie competenze e conoscenze tecniche e scientifiche. Avvicinare a questo mon-do i ragazze e le ragazze è l'obiettivo prin-cipale della nostra proposta, mettendo a disposizione approcci innovativi, facili e interattivi che possano motivare i giova-ni ad incuriosirsi e allo studio delle scienze, perché la costruzione del nostro, ma soprattutto del loro futuro, passa an-che dalla tecnologia e dall'innovazione».

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Oltre 1.000 studenti e 3 scuole in campo

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DEPURAZIONE ACQUE

RAVENNA

'Caffè Nazionale pronto per fine anno' Una delle partite che il Co-mune spera di chiudere en-tro il 2012 riguarda la piaz-zetta delle Antiche Carceri. Partito con una convenzio-ne nel gennaio del 2005, il disegno di restituire al sa-lotto cittadino questa piaz-zetta di pregio e con essa lo storico Caffè Nazionale è in ritardo, anche per la man-canza di fondi pubblici.

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Muore a 59 anni ex assessore Pierpaolo Vichi E' morto all'età di 59 anni, a San Pietroburgo, Pierpaolo Vichi. Esponente del Pci, a-veva ricoperto incarici pub-blici in città fin dal 1979. Co-me consigliere comunale e-ra stato eletto per tre man-dati consecutivi. E' stato as-sessore per 13 anni, nelle giunte dei sindaci Canosani, Angelini e Dragoni.

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E GRANDE ROMAGNA

ANNO 00

13,01111 RIMINI La più comune malattia infettiva dei bambini era degenerata in porpora fulminante. E l'Ausl consiglia il vaccino

Bimba rischia la vita per colpa della varicella ROMAGNA LUNEDÌ

1,10

Troppo alcol Donna inventa violenza sessuale

fretta da varicella, u- na bimba ha rischia- to grosso per alcune gravi complicanze. -la piccola, di pochi

anni di età, è stata ricoverata all'ospedale "Infermi" di Rimini, dove è stata presa in cura dallo stufi del professor Vico Vecchi. Cure che sono sente a stabiliz-zare le sue condizioni e a gua-rirla dalla malattia, che a una settimana dalla comparsa ini-ziale dei sintomi cutanei, era de-generata in porpora fulminante "con aree di necrosi negli arti in-feriori dovuta ad una coagulo-patia autoimmune indotta dal virus, caratterizzata da micro-trombosi del piccolo circolo".

Come spiega l'Ausl, tempestivo di una terapia mira-ta ha arrestato l'evoluzione sfa-

vorevole della vasculite. Imme-diato anche il consulto e l'inter-

Chi è Trùcolo? Storia dello stagnino di Grazia Deledda

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Memoria Raccontiamo la Viserba di Elio

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Riviste Questa ortica

CESENA PDL E LEGA

non è certo CONTRO IL COMUNE erbaccia

"Sondagmb Ieri e oggi arlocco' Dove trovava

tiro che trionfo del sin- daco e della giunta, di cui sarebbero innamo-

rati quasi all'unanimità i ce-

senaLi sia di sinistra che di destra. Il sondaggio Lutto rose e fiori commissionato dal Partito democratico di Cesena all'a-genzia Kronos a febbraio su un campione di 603 cittadini e presentato sabato scorso, per Lega Nord e Pdl più che la testimonianza di un gene-rale apprezzamento dell'am-ministrazione sarebbe "una pessima trovata", che dipinge "una realtà falsata e docu-menta il bisogno della giunta di autocolebrarsi".

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vento dei professionisti dell'U-nità Operativa di Dermatologia, guidata dal dottor Catrami sia per il trattamento in fase acuta sia per minimizzare eventuali e-siti negativi futuri donarti alla ci-

catrizzazione". A pagina 10

proibite Scintille Pdl-Lega Bossi: fate pena 'Berlusconi mi fa pena: va a votare il contrario di quello che faceva. Per questo non è possibile fare accordi per le A in-ministrative''. Lo ha det-to Umberto Bossi al congresso della Lega Nord di Collegno: "Alle amministrative - ha det-to il Senatur, rispolve-rando le ruggini del centrodestra - la Lega andrà da sola. Meglio

soli che male accompa-gnati". A pagina 9

Soldato Usa uccide 17 civili

Un soldato americano, per un raptus dovuto forse ad un esaurimento nervoso, ieri all'alba ha aperto il fuoco contro quattro abitazioni nel villaggio di Alkozai, nel-la provincia meridionale afghana, uccidendo al-meno 17 persone, tra cui donne e bambini, Sale la tensione in Afgani-stan. A pagina 8

A casa del manager foto Insospettabile imprenditore forlivese con 200 file nel computer E' finito nella rete della polizia postale, che diretta dalla Procura di Catania ha gettato l'esca per far abboccare altri pesci nel torbido mare di internet. Gli investigatori si sono così imbattuti in un 45enne forlivese, denunciato per pedopomografia. Nella sua abitazione, poco distante dal centro storico forlivese, tempo fa gli agenti hamm rinvenuto circa 200 file pedopomografici, contenuti all'interno dei suoi due computer sequestrati ai fini dell'indagine.] poliziotti nel- l'abitazione dell'uomo, un insospettabile imprenditore, fidanzato e con una vita apparentemente normalissima, hanno trovato foto a quanto pare raccapriccianti. Come avviene irr questi casi, non è scat- tato l'arresto M. quanto l'imprenditore non compariva nelle foto.

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i soldi l'azdora?

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Romagnoli Miti veraci eccellenze e "rubaza"

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Lavori in corso per aprire il Caffè Nazionale entro l'anno. Sotto Andrea Astolfi

'Caffè Nazionale prora lo per fine 311110.

`Caffè Nazionale pronto per fine anno' PIAZZETTA ANTICHE CARCERI Astolfi:

`Puntiamo su pasticceria e gelato artigianale'

u na delle partite che il Comune spera di chiudere entro il 2012 riguarda la piaz-

zetta delle Antiche Carceri. Un progetto studiato insieme alla Cassa di Risparmio, proprietaria di parte degli edifici, che prevede l'apertura della galleria di colle-gamento tra piazza del Popolo e, appunto, la piazzetta, chiamata anche 'delle Poste. Partito con u-na convenzione nel gennaio del 2005, il disegno di restituire al sa-lotto cittadino questa piazzetta di pregio e con essa lo storico Caffè Nazionale è in ritardo, anche per la mancanza di fondi pubblici. La Cassa di Risparmio, sulla base dell'accordo stipulato, sta prov-vedendo ad ampliare l'edificio che ospiterà il Caffè Nazionale. Circa 150 metri quadri (di cui 71 ad uso bar e 48 ad uso pasticceria e gelateria). L'istituto bancario, i-noltre, ha finanziato di suo anche la realizzazione della galleria di collegamento tra le due piazze, opera che spettava al Comune e che Palazzo Merlato, quindi - co-me previsto dalla convenzione -dovrà rimborsare. Il gruppo ban-cario, per aprire il prima possibile passaggio e bar si è fatto carico anche delle opere di pavimenta-zione e finitura. Chi non vede l'o-ra che i lavori siano terminati è Andrea Astolfi, titolare del grup-po alberghiero Premier, società che già gestisce il Bar Grand'Ita-ha, sempre in piazze del Popolo

e che si occuperà anche del nuo-vissimo Caffè Nazionale: 'Abbia-mo fatto il punto dei lavori con la Cassa poco tempo fa - afferma Astolfi - se tutto va come deve andare contiamo di aprire entro la fine dell'anno, l'inaugurazione del locale credo possa anche fun-gere da stimolo per giungere in tempi brevi alla completa riqua-lificazione della piazzetta". Astolfi

anticipa anche quale sarà la linea del nuovo locale: "Il Nazionale andrà ad interfacciarsi con il Grand'Italia - spiega - estetica-mente saranno simili ma il primo punterà molto sulla pasticceria (che traslocherà dal Grand'Italia dove invece verrà potenziato il ri-storante) e sul gelato artigianale e poi avrà più posti a sedere, sia interni che esterni".

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L'AFFONDO DI SPADONI (UDC)

"De profundis per l'edilizia scolastica e per le palestre della provincia"

Cambiano i governi e ancora una volta riaffiora il grande tema del riordino delle istituzioni, e in particolare delle province. "La strada ormai tracciata -

afferma il consigliere provinciale Udc Gianfran-co Spadoni - è quella di arrivare ad una drastica riduzione della spesa improduttiva per spostare le risorse sugli interventi in settori strategici e infrastrutturali e in quelli assolutamente fonda-mentali, come, ad esempio, l'edilizia scolastica". Sull'argomento fa discutere l'ordinanza della Provincia con la quale si dispone il divieto di ac-cesso al pubblico in tre palestre annesse ai ples-si scolastici di scuole superiore, vale a dire gli i-stituiti tecnici Perdisa, Baldini e Morigia di Ra-venna. "Rispetto allo stato di questi immobili -afferma Spadoni in una interpellanza alla giunta Casadio - si richiede un approfondimento serio e circostanziato per valutare se esistano tutti i presupposti riguardanti la sicurezza, non sola-mente riferita alle palestre ma all'intero corpo degli edifici scolastici". Il consigliere osserva poi

come "l'indigente bilancio dell'ente provinciale, al capitolo riferito all'edilizia scolastica, com-prenda ben poche voci, fatta eccezione per le li-mitate risorse destinate alle manutenzioni straordinarie. Nelle schede di bilancio, inoltre, si assegna giustamente spazio alle prime fasi di valutazione della sicurezza e del rischio sismico negli edifici scolastici, partendo da quelli dell'a-rea faentina maggiormente soggetta a tale ri-schio, ma su altri fronti è veramente il caso di prendere atto dell'assoluta mancanza di dispo-nibilità finanziarie". A questo punto, dunque, sorge spontaneo chiedere come l'amministra-zione intenda affrontare la delicata gestione dell'edilizia scolastica per l'anno in corso e per quelli successivi riferiti al piano triennale dei la-vori pubblici. Spadoni, inoltre, chiede una rispo-sta circostanziata "sullo stato di fruibilità e di si-curezza delle citate palestre scolastiche, con l'in-vito a chiarire, al riguardo, come la Giunta in-tenda agire per favorire l'uso di tali strutture in condizioni di assoluta sicurezza".

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UNIVERSITÀ INTERESSANTE DIBATTITO ALLA SALA RINASCITA SULLO SVILUPPO DEL POLO RAVENNATE LE PROPOSTE DEI GIOVANI DEMOCRATICI: "SERVE SALA STUDIO CON ORARI FLESSIBILI"

"Cittadella dello studente incompleta senza una biblioteca notturna"

Si è svolta sabato alla sala Rinascita l'inizia-tiva organizzata da Giovani Democratici

e Asur "L'Università che vo-gliamo". Una tavola rotonda alla quale hanno partecipato il vicesindaco Giannantonio Mingozzi, il direttore della Fondazione Flaminia Anto-nio Penso, i rappresentanti e gli studenti del Polo ravenna-te. Soddisfatto Lorenzo Mar-gotti, segretario dei Giovani

Democratici: "Siamo molto entusiasti della partecipazio-ne attiva degli studenti e del-le istituzioni, ci siamo con-frontati con le realtà che vi-vono ogni giorno l'università ravennate presentando le nostre proposte". Federico A-quilanti. responsabile uni-versità per i GD sottolinea: "Le nostre proposte sono di-rette ad una riconquista da parte dello studente della centralità nel sistema univer-

sitario, in termini di diritti e di partecipazione attiva". I GD, durante il dibattito, han-

no posto l'accento sul pro-getto della "cittadella univer-sitaria". "È un progetto corag-gioso e meritevole, ma a no-stro avviso, per essere com-pleto, deve prevedere anche l'attivazione di una bibliote-ca con orari flessibili, che of-fra un servizio notturno an-che autogestito da studenti volontari e che renda effetti-va la consultazione dei testi specialistici attraverso la di-gitalizzazione dei testi".

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ANCISI (1.PRA) SU MARINARA

Impianto ricambio acque "Fondi pubblici gettati a mare" Il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi coglie l'occasione di una protesta pubblica - un cartello affisso da alcuni utenti del porticciolo - per tornare sulla que-stione dell'impianto per il ricircolo acque di Marinara. An-cisi, autore anche di un esposto sulla questione, sottoli-nea in una nota "l'inappropriato utilizzo di fondi pubblici per un impianto, che peraltro non ha mai funzionato, e che era a carico del privato, ossia di Seaser, concessiona-ria demaniale di Marinara.

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L'impianto di ricircolo di Marinara: protestano i diportisti

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Oggi netturbini in sciopero

Hera informa i cittadini che nella giornata odierna po-tranno verificarsi dei disagi nei servizi di igiene am-bientale, a causa di uno sciopero nazionale di 24 o-re indetto dalle sigle sinda-cali per i lavoratori delle a-ziende che applicano il contratto nazionale Fede-rambiente. L'astensione dal lavoro è stata proclamata per l'intera giornata lavora-tiva. Hera ricorda che sa-ranno garantite le presta-zioni minime, assicurate per legge, e che al termine dello sciopero i servizi tor-neranno alla normale ope-ratività.

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"Amianto vicino al campo sportivo"

"Un cittadino insensibile ha abbandonato un tubo di a-mianto sotto la neve nel parcheggio adiacente il campo di calcio di via Za-lamella e le autorità prepo-ste, ancorchè allertate il 29 di febbraio, non sono an-cora intervenute, tanto che l'ingombrante tubo di eter-nit è ancora lì". La denun-cia porta la firma della so-cietà sportiva Azzurra Cal-cio che in quel campo si al-lena e gioca. "Si spera -scrive l'Azzurra in una nota - che la presente segnala-zione sortisca l'effetto giu-sto e che il tubo di eternit venga rimosso". Azzurra Calcio

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Udc: assemblea provinciale

È in programma quest'oggi la riunione del Comitato provinciale Udc. L'assem-blea si terrà a Bagnacaval-lo, presso Casa Conti Guidi. Il Comitato analizzerà l'at-tuale situazione politica lo-cale e nazionale, prepa-rerà i futuri congressi com-prensoriali, da cui scaturi-ranno organi di partito cor-rispondenti alle Unioni di Comuni dell'area faentina e lughese. Il Comitato deli-bererà anche sulla propo-sta elettorale Udc per il prossimo rinnovo dell'am-ministrazione comunale di Riolo Terme.

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IN SCENA

Il Pinocchio di Riondino RAVENNA Stasera alle 20.30 al- l'Alighieri va in scena, per la gioia di grandi e bambini, "Pi- nocchio di sabbia" che ha per protagonista il burattino più ce- lebre del mondo inventato da Collodi con la voce recitante di David Riondino, i disegni su sab- bia di Massimo Ottoni e la mu- sica di Matteo Scaioli. Le avven- ture di Pinocchio, emblematiche del percorso di crescita di ogni bambino verso l'età adulta, sa- ranno rivisitati da Riondino e prenderanno forma nelle figure create nella sabbia dalle mani di Ottoni, accompagnati dalle evo- cazioni musicali di Scaioli. Rion- dino, percorrendo fra le quinte le vicende di Pinocchio, toc- cherà anche temi dell'attualità. I disegni si svilupperanno con- testualmente al racconto grazie a una tecnica particolare usata da Ottoni che sagoma disegni u- sando le mani come pennello e la sabbia come colore. Scaioli ha invece ideato una colonna sono- ra che si avvale di sintetizzatori analogici, percussioni tabla, ta- bla tarang e tamburi giapponesi. Dunque Pinocchio, mitico eroe della letteratura per l'infanzia, sarà al centro di una pièce tea- trale animata dall'arte affabula- toria di Riondino e da tecnologie innovative, sia sotto il profilo i- conografico che musicale. Il prezzo del biglietto (posto unico) è di 15 euro, 10 il ridotto (valido anche per gli abbonati alle sta- gioni d'opera, danza e prosa), mentre per i ragazzi fino a 14 an- ni tariffa speciale di soli 5 euro.

Attilia Tartagni

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MALORE

Muore a 59 anni ex assessore Vicini RAVENNA E' morto all'età di 59 anni, a San Pietroburgo, Pier-paolo Vichi. Esponente del Pci, aveva ricoperto incarici pubblici in città fin dal 1979. Come consi-gliere comunale era stato eletto per tre mandati consecutivi. E' stato assessore per 13 anni, nel-le giunte dei sindaci Canosani, Angelini e Dragoni. Nel 1992 si era traferito in Russia, prima a Mosca e poi a San Pietroburgo dove viveva e lavorava come li-bero professionista. Colto da un malore improvviso nella serata di sabato, Vichi è deceduto nella sua casa di San Pietroburgo. Era padre di due figli. Con Vichi scompare dunque uno dei mag-giori esponenti del Pci ravenna-te degli anni '70 e '80. Vichi non aveva mai spesso di tenere rap-porti con la sua Ravenna. Era molto attivo in Rete dove curava il blog pvichi.blogspot.com

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CENTRO LADERCHI INCONTRO CON DAPPORTO DELL'UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI

Difendersi dalle truffe I consigli degli esperti FAENZA C'è chi si finge un tecnico di qualche azienda per en-trare in casa e chi vuol farsi pagare le bollette sull'unghia. Tec-niche tanto fantasiose quanto illegali, dalle quali è bene restare alla larga e proteggersi. "Come difendersi da truffe e raggiri" è il titolo dell'incontro in programma domani pomeriggio (alle 15), nella sede del centro

sociale Laderchi (corso Garibaldi, 2). All'incontro, promosso dallo stesso centro sociale, interverrà Massimiliano Dapporto, presidente della sezione di Faenza dell'Unione nazionale con-sumatori. Massimiliano Dapporto, faentino, svolge attività di consulenza presso l'Associazione dal 2001. In questi anni ha curato diversi progetti in provincia di Ravenna e ha tenuto corsi nelle scuole superiori di Forlì in materia di tutela del consumatore. Dal 2005 è anche presidente del Comitato provinciale dell'Unione na-zionale consumatori. Ai cittadini saranno forniti utili suggerimenti e indicazioni per difendersi da eventuali truffe e raggiri: da quelle telefoniche alle interviste in strada, per continuare con i falsi incaricati Enel, Inps e altri ancora. L'iniziativa si chiuderà con un buffet per tutti i partecipanti.

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Ladri al bar Rubano liquori, tabacchi e soldi

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lia Pet Therapy raccontata in 12

APPUNTAMENTI IN ROMAGNA

Letteratura latina Si chiude il corso alla Casa Matha

RAVENNA Nell'ambito dei Cor-si di Istruzione Superiore della Universitas Domus Mathae di Ravenna, quest'oggi alle 17, presso l'Aula Magna della Casa

Matha (piazza A. Costa, 3) si terrà la lezione conclusiva del Corso di Letteratura latina. Il corso è tenuto dalla professo-ressa Fulvia Missiroli, è aperto a tutti ed è valido ai fini del-l'aggiornamento dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado. Questo il tema della le-zione: "Rileggendo i classici, Voces: Catullo , Orazio, Livio".

Sul palco dell'Alighieri sale l'Orchestra dei Giovani Europei

RAVENNA Mercoledì per la stagione "Ravenna Musica" dell'Associazione Angelo Ma-riani a salire sul palcoscenico del Teatro Alighieri alle 20.30 sarà l'Orchestra dei Giovani Europei. Il programma della serata sarà tutto mozartiano e prevede la partecipazione nella parte solista di una giovane promessa del clarinetto, il ra-vennate Alessandro Foschini.

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Lavoro, «modello tedesco» per la riforma dell'animi° 18 Al giudice la scelta tra reintegro o indennizzo. 111 nodo Coli

ROMA — «Modello tede-sco» per i licenziamenti e un percorso negoziale che consen-ta alla Cgil di stare al tavolo fino all'ultimo momento. L'esecuti-vo Monti procede per tappe nel-la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro che dovrà. concludersi entro una decina di giorni. 11 round di oggi pomerig-gio, il sesto presso il ministero del Lavoro, tra governo e parti sociali, non sarà quello decisivo ma servirà a mettere alcuni pun-ti fermi sui contratti e gli am-mortizzatori sociali, la parte del-l'accordo che divide di meno.

Il punto di caduta finale non c'è ancora ma va profilandosi. «Ci sarebbero le condizioni per firmare l'accordo» ha detto ieri il leader Llii, Luigi Angeletti. Si. sta trattando, e il premier Ma-rio Monti è intervenuto per tro-vare quelle risorse, un paio di miliardi, che la Ragioneria lesi-na. L'articolo 18 è in fondo a. questo percorso, ci saranno an-cora incontri riservati, ma lo schema che il governo e le parti più concilianti hanno predispo-sto è tripartito: l'articolo 18, co-sì com'è, resterebbe solo per i licenziamenti discriminatori. Per i licenziamenti economici, secondo la proposta del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è previsto un controllo d.a parte del giudice limitato alla verifica che non si tratti di un licenzia-mento discritninatorio. Ma il giudice non potrà sindacare sull'effettività del motivo eco-nomico-organizzativo. 11 licen-

ziamento seguirà una procedu-ra sindacale e non ci sarà un di-ritto al reintegro ma solo a un congruo indennizzo.

La non

Il terzoterzo tipo di licenziamento è quello chiesto dalle imprese e riguarda i motivi disciplinari: in questo caso oggi il lavorato-re, se il giudice ritiene che non esista il giustificato motivo, ot-tiene reintegro e indennizzo. Con la riforma invece avrebbe diritto, a discrezione del giudi-ce, al reintegro o all'indennizzo

Filentro In atenda Nel caso di licenziamento discriminatorio resterebbe inalterato il diritto al rientro in azienda 11

tino a 18 mensilità, secondo il modello tedesco. Ma le nuove norme varrebbero solo per nuovi assunti? Si sta affaccian-do l'idea che possano valere senz'altro per i nuovi assunti e tra un paio d'anni, a crisi supe-rata, anche per i vecchi. Un mo-do per evitare il doppio regime. Su tutta questa partita sembra. difficile ottenere il consenso della Cgil, che però potrebbe re-stare al tavolo fino alla fine per negoziare tutta una serie di isti-tuti che le consentano, pur non firmando l'accordo, di non strappare e riconoscere parzial-mente la bontà dell'intesa. Una modalità che toglie- rebbe il Pd

razzo di dover votare una rifor-ma su cui la Cgil chiamasse in-vece Io sciopero generale che il leader della Cgil, Susanna Ca-musso, in un'intervista al Cor-riere, ha comunque escluso.

~3. Ma cosa chiede il sindacato

di Camusso al governo per non strappare? Nel pacchetto la COI vorrebbe ritrovare una norma

sulla rappresentanza sinda- cale che tiri la Fiom fuori dal- le secche, dove è finita con la Fiat, uno stop alle dimis- sioni in bianco per le don-

ne, misure di conciliazione lavo- ro-famiglia, un contrasto effica- ce all'abuso del lavoro precario

e garanzie per i lavoratori «eso-dati», penalizzati dalla riforma delle pensioni.

stìrrtsì Da dove verranno le risorse per la rifor-ma degli ammortizzatori socia-li non è ancora chiaro, ma il go-verno vorrebbe rendere struttu-rali, con una voce in bilancio, quelle che per il 2012 e il 2013 serviranno alla cassa in deroga, pari a un paio di miliardi. Lo schema è quello su due pilastri: cassa integrazione ordinaria e indennità di disoccupazione, il cui tetto verrebbe alzato. La cas-sa integrazione straordinaria, che i sindacati vorrebbero man-tenere, non sarebbe prevista. Il

trattamento di disoccupazione potrebbe invece allungarsi, a ca-rico delle imprese, dopo il pri-mo anno se il lavoratore non sa-rà stato ricollocato.

Disboscare la giungla con-trattuale per eliminare sacche di precarietà resta l'obiettivo. L'apprendistato sarà la forma. contrattuale prevalente per l'in-gresso al lavoro e il contratto di reinserimento per il reimpiego. I contratti che portano precarietà saranno resi meno convenienti con disincentivi contributivi.

Antonella Baccaro O RI P ,;(-01■710h: E 12SERVA,A.

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Consumi pubblici 328.607

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Previdenza, assistenza,

trasferimenti famiglie

Contributi produzione 15.330

Altre spese correnti 15.579

..................

Spese correnti, netto interessi XX •;1

Interessi passivi L' , 70.152

31

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Conti pubblici «Entro aprile al Consiglio dei ministri un rapporto su tutte le voci critiche del bilancio statale»

Giarda: dalla revisione della spesa più risorse per • uire le tasse

ROMA Ministro Ciarda, che contributo può venire dalla «spen-ding review» al risanamento dei conti pubblici?

«La revisione della spesa è una procedura che dovrebbe costituire un dato permanente — risponde il ministro dei Rapporti con il Parla-mento, Piero Giarda, che ha ricevi] - to dal presidente del Consiglio, Ma-rio Monti, la missione di rivedere una per una tutte le voci di spesa —. La nostra attenzione è concen-trata sulle risorse impiegate per il fi-nanziamento dei servizi delle ammi-nistrazioni centrali, nel complesso quindi circa ioo miliardi di euro de-stinati alle spese di personale, di funzionamento e ai consumi inter-medi.

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Con quale obiettivo? «L'obiettivo è quello di migliora-

re la qualità dei servizi offerti a citta-dini e imprese, senza aumentare la spesa, di favorire l'ammodemamen - to e l'efficienza della Pubblica am-ministrazione. Ridurre gli sprechi, le duplicazioni, favorire l'aumento di produttività».

Un programma ambizioso. «Le proiezioni tendenziali su cui

questo e i precedenti governi han-no definito interventi correttivi im-plicano l'invarianza della spesa pri-maria (al netto degli interessi) nei prossimi anni. Per alcuni comparti la naturale tendenza difficilmente potrebbe consentire di rispettare questo principio. Bisogna allora in-tervenire sulla struttura di produ-zione dei servizi pubblici per garan-tire il raggiungimento degli obietti-vi prefissati, senza causare tagli non necessari dell'offerta dei servi-zi. Ma si può fare anche di più. La speranza è di reperire fondi da desti-nare alla riduzione della pressione fiscale o a misure per lo sviluppo».

In che tempi? «Il programma è di presentare en-

tro aprile, in Consiglio dei ministri, un primo rapporto sulle criticità che stanno emergendo dall'analisi.

L'avvio degli interventi concreti sa-rà frutto di una decisione collegia-le. La collaborazione con i vari mini-steri si sta intensificando. Gli stessi ministri organizzano gruppi di lavo-ro interni ai loro dicasteri per avvia-re i processi di revisione della spe-sa. Il primo passo sarà la rinegozia-zione del contratti di fornitura di be-ni e servizi in scadenza tra il 2W 2 e il 2013 e la revisione di alcuni pro-grammi di spesa non più prioritari. Tempi un po' più lunghi richiederà la riorganizzazione delle strutture di produzione dei servizi».

La politica dei tagli lineari adot-tata negli ultimi anni quali incon-venienti ha prodotto?

«Devo dire che essa è stata proba-bilmente la sola realistica opzione

urgenze. In qualche caso è però sue-- cesso che, invece di produrre rispar-mi, le amministrazioni si sono tro-vate nell'impossibilità di tagliare spese incomprimibili e hanno accu-mulato debiti nei confronti dei for-nitori che sono stati poi (o che devo-no ancora essere) ripianati».

Come si può spiegare a un con-tribuente qualsiasi che da una par-te ci sono auto blu chiaramente in eccesso e dall'altra che alla scuola del figlio si debba fare la colletta per comprare la carta igienica?

«L'amministrazione statale occu - pa più di due milioni di persone, vi-cino al io per cento del totale degli occupati, distribuiti su tutto il terri-torio nazionale, impiegati in una grande varietà di attività, dalla scuo-la alla polizia penitenziaria, dai vigi-li del fuoco ai cancellieri dei tribuna-li. Il più grande datore di lavoro del-la nostra economia, con tanti dove-ri specifici e con poca innovazione. Il processo di riordino richiederà anni. Oggi possiamo solo continua-re quello che di buono è stato fatto nel passato e aggiungere qualche traccia che segni, anche in questo settore, il passaggio del governo Monti».

La Consip, la centrale degli ac-quisti in rete, è uno strumento che funziona oppure le diverse am-ministrazioni continuano a com-portarsi ciascuna a modo proprio, con forti differenze nei costi degli acquisti?

«il processo di centrali zzazione degli acquisti è in corso, dove appli-cato ha portato importanti risultati, ne è in corso la progressiva esten-sione, con qualche lentezza in più di quello che sarebbe desiderabile».

Veniamo alle consulenze, anche questo un capitolo spesso tirato in ballo come esempio di sprechi.

Come stanno le cose? «L'eccesso di consulenze costa e

a volte mortifica le aspirazioni di chi nella pubblica amministrazione vuole lavorare al di là della routine. Un po' di consulenze sono una ne-cessità, perché spesso le specializza-zioni richieste per l'avvio di nuove iniziative non sono esattamente di-sponibili all'interno delle ammini-strazioni».

La «spending review» implica anche la necessità di misurare l'ef-ficacia delle singole spese in termi-ni di servizi resi ai cittadini, Come si può rendere concreto questo meccanismo?

«Si possono utilizzare meccani-smi a diverso grado di sofisticazio-ne. Uno è quello della spesa stan-dard utilizzabile soprattutto nei ser-vizi pubblici distribuiti sul territo-rio nazionale; in questo caso si met-te a confronto la spesa dei vari terri - tori con un territorio di riferimento o di benchmark. Si ottengono valori di spesa standard con i quali si effet-tua il raffronto dei costi per uno stesso servizio tra diverse Regioni».

Non crede che un elemento fon-damentale della «spending re-view» debba essere la trasparen-za? Perché non obbligare tutte le amministrazioni pubbliche a pub-blicare sui propri siti tutte le spe-se effettuate, voce per voce, l'elen-co di tutte le ditte fornitrici con i relativi contratti, il rapporto diri-genti-dipendenti e ogni altro indi-catore utile al cittadino per verifi-care come vengono spese le risor-se pubbliche? C'è qualche provve-dimento in arrivo in questo sen-so?

à' una buona idea, ci pensere-mo».

Enrico Marro FNMODUAON E RiSERVA TA.

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leader dell'Udc: Angelino ha quid c'a vendere, lasci stare la Lega

«Se vuoi n e moderati fh •

Alfano non paralizzi Monti» Casini: capisca che una legge an[icorrotti va fiati

ROMA 11 momento è delicato, e Pier Ferdinando Casini lancia l'allar-me: «E in atto un tentativo di indebo-lire il governo. E un errore molto gra-ve, perché l'esecutivo ha dimostrato di aver adempiuto all'impegno più importante che gli avevamo commis-sionato, il risanamento dell'econo-mia. Lo dimostra non solo il calo del-lo spread, ma soprattutto il sorpasso stabile sulla Spagna: la credibilità è il valore aggiunto che Monti dà al Rie - se».

Ce l'ha con Alfano, per il vertice

,f3 Una maggioranza che non parla di tutto è più debole

catastrofe del Paese. Io sono convinto che si debba ipotizzare una fase nuo-va, ma la novità spaventa e provoca rigurgiti di vecchio».

Forse lei chiede troppo al Pdl: rompere l'alleanza con la Lega e non avere nemmeno le chiavi della casa dei moderati, che Alfano ha ri-lanciato parlando di valori, di matri-moni gay...

«Io sono molto sensibile al tema della riunificazione dei moderati, an-che se non mi sembra che il terreno su cui costruirla sia quello del no ai matrimoni gay, che considero un'ov-vietà. Se è un tema che deve mettere in imbarazzo l'Udc, consiglio di tro-varne qualcuno più stimolante».

E qual è il terreno, visto che da parte sua ad ogni invito all'unità ar-riva sempre un «non così, non ora»?

«Ma cosa dovrei rispondere quan-do ci si appella all'unità dei moderati

e insieme si fa il richiamo nostalgico al rapporto con la Lega? E soprattutto, che compatibilità c'è tra la richiesta di ritrovarci in un luogo comune e il contestuale indebolimento dell'ap-poggio al governo? Non sono gli slo-gan a contare, ma quale politica pro-duce l'unione dei moderati in Italia. Perché, a parole, anche Berlusconi dal predellino fece appello ai modera-ti, ma quella scelta segnò solo una ra-dicalizzazione dannosa».

Crede che l'uscita di Berlusconi sul «quid» mancante ad All'ano ab-bia inciso? E lei che pensa di All'ano?

«Che ha "quid" da vendere, ma il problema è il tipo di politica che si mette in campo. Se si pensa che il cen-trodestra italiano che ha governato in questi anni abbia fatto un buon lavo-ro e non ci sia nulla da cambiare, allo-ra le nostre strade quid o non quid — non si incontreranno mai».

Come si fa a camminare assieme,

che ha fatto saltare, per l'indurimen-to dei toni?

«Ho sempre espresso solo stima per Alfano, ma aver mandato all'aria il vertice con una scusa palese mi fa pensare ad una nevrosi da campagna elettorale che non mi scandalizza ma che non porterà da nessuna parte».

Sembra che gli elettori del Pdl gradiscano.

«Per recuperare credibilità fra i cit-tadini i partiti che sostengono il go-verno devono fare ben altro, e cioè evitare di tornare ai giochini del teatri-no della politica. Come quello di attac-care il governo per le difficoltà che ab-biamo sulla scena internazionale, dal-la Nigeria ai marò; sono gli stessi defi-cit che abbiamo registrato nei mesi scorsi sul caso Battisti».

Non sarà che tutta l'enfasi che an-che lei ha messo sulla necessità di larghe intese anche dopo il 2013 sia insostenibile per il Pdl come per il Pd?

«Sul futuro ciascuno ha le proprie idee, però non chiedete a me di farmi carico del travaglio dei nostalgici del-la foto di Vasto o di quelli d.elfallean-za con la Lega.. Sono proprio quelle coalizioni che hanno determinato la

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»• Palazzo Madama Il presidente del Senato dice no al Porcellum. Poi rivela: nulla di incredibile in una riconferma di Napolitano sul Colle

Schifani al premier: cabina di regia sui temi non economici E boccia la proroga del Cda. Rai «Si privilegino le professionalità»

ROMA —Da un eventuale se-condo mandato del presidente Giorgio Napolitano a un Monti bis, dalla riforma della giustizia al riordino istituzionale, dalla modi-- fica del Porcellum alla governante della Rai, dal futuro politico di Sil-vio Berlusconi alla cabina di regia tra governo e partiti sui temi non economici. Renato Schifani, il pre-sidente del Senato, parla di tutto nel corso dell'intervista, a «in 1/2 ora» andata in onda su Raitre e condotta da Lucia Annunziata.

«Non ci sarebbe nulla di incre-dibile osserva a proposito di una riconferma di Napolitano al Quirinale • ma non ne parlo per rispetto del ruolo che ricopro. Ab-biamo un presidente della Repub-blica in carica autorevolissimo, di grande prestigio e di grande pro-fessionalità e storia politica».

Pronostica come possibile, do-po il voto politico del 2013, che Mario Monti possa sedere di nuo-vo a Palazzo Chigi: «Non escludo nulla, un anno è un secolo. Vedia-mo dove sarà l'Italia nel 2013. Ve-diamo se saremo fuori dal rischio contagio e di default . . Ci dovremo chiedere quali dovranno essere le caratteristiche del prossimo presi-dente del Consiglio. Se, cioè, la cri-si si risolve soltanto con manovre interne o con la guida di un econo-mista che dia fiducia ai mercati».

Schifani auspica inoltre che si. abbandonino gli scontri ideologi-ci sulla giustizia anche perché, ri-leva, ci sono ampi margini per la concertazione. «Sarebbe impor-tante dice che le tre forze po-litiche che sostengono il governo non si arroccassero». Per quanto riguarda poi la norma sulla re-

sponsabilità civile dei magistrati, il presidente del Senato ritiene che se non venisse tolta le toghe «perderebbero la serenità». In-somma, il suo giudizio è netta-mente negativo: «Mi spiace che

sia entrata nel calderone dello scontro politico». Ecco perché si dovrebbe prevedere, fa notare, «che si citi lo Stato ma con ipotesi di responsabilità più circoscritte e verificabili». Vuole «abolire l'at-

Male legge elettorale, il Porcel-lum» ma, avverte, prima bisogna mettere le mani sul riordino istitu-zionale: «Mi impegnerò moltissi-mo affinché il Senato possa appro-vare entro l'estate, in prima letti-

Responsabilità del gludid in disaccordo sulla norma sulla responsabilità civile dei magistrati: toglie loro serenità

ra, la riforma costituzionale». Ci-tando la colazione privata con Monti, Schifani ricorda di aver suggerito: «Sui temi di macroeco-nomia sono certo che consultan-doti con i segretari troverai una sintesi, ma su altri temi credo sia opportuno che si attivi una cabi-na di concertazione politica».

Alla domanda sulla Rai, se cioè si debba cambiare la legge Gaspar-ri che disciplina la materia, Schifa-rti risponde sostenendo che «non vi sono i tempi per farlo, visto che siamo in scadenza del Cda». E allo-

ra come si deve agire? «Le proro-ghe danno sempre il senso della sconfitta, sarei invece dell'idea che se non ci sono i tempi per mo-dificarla, si vada a un rinnovo del Consiglio di amministrazione ap-pellandomi ai partiti affinché fac-ciano scelte di autonomia e profes-sionalità». E sul soggetto che do-vrà essere chiamato a decidere Schifani si mostra sicuro: «La Cor-te Costituzionale è chiara, vi sono sentenze che delegano il Parla-mento come organo che se ne do-vrà occupare».

E Berlusconi? «Ha già dichiara.- to che non si candiderà premier

osserva Schifani — ma rimane uno dei fondatori del centrode-stra, un protagonista della vita po-litica del Paese. Non ritengo, pe-rò, che lasci la politica, è infatti. un elemento centrale dell'area mo-derata. In ogni caso, sarà lui a de-cidere sul suo ruolo. Anche per-ché il consenso di cui gode è anco-ra molto ampio».

Lorenzo Fuccaro twirtetA)Lorenzo...Fuccaro

RIPRODUZIOIIE RISERVATA. n tyi presidente dei Senato Renato Schifani con Lucia Annunziata (LaPresse)

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Scuola Lucrezia Stellacci (ministero dell'Istruzione): «Distaccati altrove o in permesso sindacale. Aule pollaio? Molte hanno pochi studenti»

«In Rafia quarantamila insegna ti non vanno in classe» ROMA — «Se il ministero

dell'Economia è stato così ri-gido sull'ipotesi di fare io mi la assunzioni è perché sulla scuola pesano altri 40 mila sti-pendi, per la precisione 4.1.503. Sono professori o ma-estri che però non insegna-no, non vanno in classe. So-no distaccati presso altri mini-steri oppure in permesso sin-dacale. Gli studenti non ne traggono alcun beneficio, ma il loro stipendio è sempre a carico del nostro bilancio». Lucrezia Stellacci è da poche settimane capo dipartimento del ministero dell'Istruzione dopo aver diretto, con ottimi risultati, l'ufficio regionale della Puglia, regione che ha recuperato diverse posizioni nelle classifiche sul rendi-

mento degli studenti. Quelle io mila assunzioni

erano necessarie? «Sicuramente sarebbero

servite, perché abbiamo tanti progetti e senza investire di-venta tutto più difficile anche nel tempo pieno che in questi anni ha sofferto. Ma i dipen-denti della scuola sono tantis-simi, il ministero dell'Econo-mia ha avuto sempre questo atteggiamento di rigore, tan-to più in un momento di cri-si. Diciamo che capisco la lo-ro linea ma non la condivi-do».

Sorprende che i tagli ab-biano colpito sia le regioni dove il numero degli studen-ti è diminuito, come la Sici-lia, sia le regioni dove gli alunni sono invece aumenta-

conio la Lombardia. Non è una contraddizione?

«Ci sono due motivi. Al Sud gli insegnanti che hanno un co' ntrattO a tempo indeter-minato sono più numerosi che al Nord. Tagli più decisi

Meno tagli a Merldlone A volte al Sud la scuola è l'unico presidio di legalità. Tagliare qui VUOI dire tagliare tutto

sarebbero stati impossibili, perché chi ha un contratto de - finitivo non può essere certo licenziato. Al Nord, invece, l'organico è più flessibile per-ché le supplenze sono percen-tualmente superiori. Ma c'è

anche un'altra ragione, cultu-rale e politica»,

Quale? «In alcuni casi al Sud la.

scuola è l'unico presidio di le-galità. Tagliare la scuola può voler dire tagliare tutto. Per fortuna al Nord le cose vanno meglio».

L'affollamento delle clas-si non è un problema?

«Bisogna guardare alla que-stione in tutti i suoi aspetti. Solo alle superiori abbiamo 35.800 classi con meno di io studenti, soprattutto negli ul-timi anni dei professionali. È una forma di spreco che diffi-cilmente potremo ancora per-metterci. Come per gli accor-pamenti delle scuole: non vuoi dire avere meno classi o meno insegnanti. Ma spende-- re meglio i soldi che abbia-mo».

Lorenzo Salvia Isalvia(pieorriere.it

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Ambiente Nel nostro Paese stimate cinque milion di abitaz oni «per vacanza», Legambiente: in più ci sono quelle abusive

Se la seconda casa «snatura il territorio» La Svizzera fissa il limite del 20°' Assoedilizia: «Un rischio anche da noi»

MILANO — Il popolo svizze-ro ha messo un limite alla co-struzione di case vacanza: non potranno superare il 20% dei to-tale delle abitazioni e non po-tranno occupare più di un quin-to dell'intera superficie abitata. Il referendum, lanciato dall'eco-logista Franz Weber, è passato per poco: i «sì» hanno raggiun-to il 50,6% delle preferenze, 15 i Cantoni favorevoli. Tra questi non c'è però il pezzo di Svizze-ra a noi più vicino, il Canton Ti-cino, dove anche tanti italiani hanno investito nel mattone.

I numeri elvetici ci dicono che le seconde case ai piedi del Gottardo sono 1140%, nelle val-li più turistiche sfiorano il 6o. Ma soprattutto, quei numeri, ci spingono a riflettere sul merca-to nostrano dove si arriva a. contare anche l'8o% di case va-canza. La fotografia scattata nel 2011 dall'Agenzia del Territo-rio e dal Dipartimento delle Fi-nanze ci dice che l'Italia è il Pae-se delle seconde case: sono 5 milioni e 782 mila, pertinenze incluse; rappresentano il lo,5% di tutte le abitazioni (al Sud il doppio, secondo Legambien-te). Il 5% di tutte le transazioni. E ci dice anche che il numero di case rispetto a quello delle fa-miglie «è nettamente crescente

passando dal Nord al Sud». Ef-fetto del «maggior numero di seconde case per villeggiatura nel Sud e nelle Isole» ma anche dei «fenomeni di spopolamen-to delle aree depresse».

Di cinque milioni di seconde case parla pure Assoedilizia che mettendo in fila i numeri del rapporto case-abitanti stila la classifica delle regioni con più case vacanza: «Valle d'Ao-sta, Liguria e Puglia». Il presi-dente Achille Colombo Clerici commenta: «Un tetto serve. Ma da noi non si può pensare a un limite fisso: in certi casi non serve, in altri il 20 è già troppo. Attenzione però: le seconde ca-se creano ricchezza. Con beni culturali e paesaggi rappresen-tano la forza della nostra attrat-tiva turistica. Case vacanze e... alberghi, certo».

In Svizzera il tetto è stato po-sto proprio per tutelare alber-ghi e territorio. «Lì già non è possibile trasformare un alber-go in appartamenti, da noi suc-cede anche a vecchi hotel fine 'Boo», dice Oliviero 'Fronconi, responsabile del laboratorio Gesti.Tec del Politecnico. «Il comparto delle seconde case ri-stagna non tanto per crisi e Imu, quanto per il diverso mo-do di fare vacanza. In ogni caso la promozione del turismo non

passa da lì: così non si crea ric-chezza ma deserto sociale». Ne sa qualcosa Roberto De Mar-- chi, sindaco di Santa Margheri-ta Ligure: «Su S000 abitazioni, 400o seconde case (Soo appar-tengono a So famiglie): per la maggior parte dell'anno vuote. Bisogna fermarle con politiche fiscali». Ma anche Andora, nata con le seconde case, ha deciso di dire basta: «Vincolando le aree agricole», spiega il sinda-co Franco Floris. Alberto Fiorii-lo, di Legambiente, distingue tra vecchie abitazioni trasfor-mate in case vacanza e nuovi

Cantoni Quindici cantoni favorevoli, non il Canton Ticino dove molte case sono di italiani

immobili: «Questi limitano la qualità del turismo, danneggia-no il suolo, spersonalizzano i luoghi: paesi fantasma d'inver-no diventano città ingovemabi-li d'estate con servizi (dai rifiu-ti alla depurazione, fino alle strade) sottodimensionati». Fin qui i problemi legati a quel-1'11,5% di seconde case legali: «Al quale va aggiunto un nume-ro imprecisato di abusive (trop-pi pure gli affitti abusivi): ogni anno ne sorgono tra i 30 e i 40 mila, Molte le seconde case».

Alessandra Manglarotti RIPRODUZIONE RISERVATA

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La percentuale delle seconde case rispetto al totale delle abitazioni

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« Sono troppe :osi uccidono

il turismo» «Beati loro, invidio gli sviz-

zeri che hanno questo tipo di strumenti. Questa è vera eco-nomia. Le seconde case alla lunga uccidono il turismo». Chi parla è il sindaco di Corti-na, Andrea Franceschi, primo cittadino del comune con più seconde case in Italia. «Potrei subito il limite proposto nel Veneto referendum svizzero, Non c'è Andrea equilibrio a Cortina, dove le France-proprietà immobiliari in ma- schi, no ai non residenti sono circa sindaco di l'8cist,. Anche se da questa ci- Cortina, fra togliamo le attività pro- provincia duttive, come gli alberghi e i di Belluno

negozi, resta sempre un 70as, che è un'esagerazione». Corti-na conta poco più di seimila residenti, ma nei momenti di punta la cittadina raggiunge le 35-45 mila presenze. Negli alberghi attualmente al massi-

mo ce ne stanno 4.000. Tutti gli altri sono nelle seconde case. Il gettito dei sulle abitazioni per le vacanze è stato nel zr) In di circa g milio-ni di euro, mentre 11- ci sulla prima casa in precedenza era di

600 mila euro. «Noi — conti-nua il sindaco ---- dobbiamo far fronte alle esigenze di 45 mila abitanti con l'organico concesso a un comune di 6.000, »,

Massimo Spampani RJ RIPRODUZIONE IRISERW.

«Dalin.° lavoro Non possiamo farne a meno»

Un referendum contro le se-conde case? «Borghetto Santo Spirito non se lo potrebbe per-mettere». Santiago Vacca sinda-co di centrodestra della località della Riviera ligure di Ponente è critico sull'iniziativa svizzera. «Bisogna partire dalla realtà e nel nostro territorio le seconde case sono quasi l'8o per cento, ligurla ormai determinano l'econo- Santiago mia, non solo nel campo turisti - Vacca co ma anche in quello immobi- sindaco di liare e edilizio. Ridurle drastica- Borghetto mente o cancellarle toglierebbe Santo lavoro e risorse». Quanto alle Spirito, casse del Comune il conto è Savona

semplice: «Borghetto vive di Id. Incassiamo quattro milioni di euro l'anno dall'imposta co-munale sulla seconda casa, sen-za questi soldi non andremmo da nessuna parte». In pratica i 50 mila abitanti delle seconde

case in agosto pagano servizi dei 5000 resi-denti di Borghetto. Det - to questo anche il sin-daco invita alla mode-- razione: «Purtroppo in passato si sono costruis ti palazzoni che hanno soffocato il nostro bel centro storico. Oggi

giustamente non si può più co-struire in quel modo sfrenato». E poi, dice il sindaco, perché colpevolizzare chi ha comprato la seconda casa in Liguria? «A noi piace essere accoglienti».

Erica Deilacasa ,PR^Dinn

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PROGETTI

Nella n orma della,Cos ituzione oppe complicazioni bizantine

di MICHELE AINIS

hissà se questa volta la bozza di ri- forma saprà uscire dal suo bozzolo. l precedenti, com'è noi( non rallegrano. Durante la legislatura scorsa la bozza

Violante rimase allo stato larvale, emulando il destino della bozza Calderoli, della bozza Maccanico, della bozza Boato. Ai punto in cui siamo, tuttavia, qualche restyling alla Carta del 1947 è diventato indispensabile. Non solo per irendimento della nostra forma di governo (d'altronde peggiorarla sarebbe pressoché impossibile). Anche per restaurare l'autorità perduta dei partiti. Per dimostrare che sanno ancora prendere qualche decisione, oltre ad applaudire a mani giunte le decisioni dei governo Monti. Lo faranno? Ed è un buon viatico questo progetto redatto dai tecnici della nuova maggioranza? C'è un metro di misura per esprimere una bozza di giudizio sulla bozza. Anzi un doppio metro: semplificazione e rappresentazione, Perché una legge costituzionale, al pari d'una legge fisica, funziona quando è semplice, senza troppi fronzoli, E perché un sistema di governo, per essere efficiente, deve sempre riflettersi negli amori e negli umori popolari. Altrimenti basterebbe affidarsi a un generale: il massimo del comando, il minimo di democrazia. Fin qui abbiamo sperimentato, viceversa, assetti di potere barocchi e strampalati. Senza un'autentica capacità di risolvere l'agenda dei problemi, senza un cordone ombelicale con il ventre del Paese. In base alle indiscrezioni che stanno circolando in questi giorni, la riforma costituzionale punta anzitutto a ridurre il numero dei parlamentari, allargando al contempo la platea degli elettori. Due buone idee, perché un Parlamento pletorico ha la velocità d'un pachiderma, e perché da Giolitti in poi la democrazia italiana si è nutrita estendendo progressivamente ti suffragio universale. Fino al 1.882 votava il 2% appena della popolazione; nei 1912 toccò a tatti i maschi adUlti; nel 1946 fa la volta delle donne; in futuro spazio ai giovanissimi, dato che per diciottenni s'aprirebbe l'urna del Senato. Più bassa anche l'età per diventare deputati (21 anni) e senatori (35 anni). Magari c'è chi vorrebbe spingersi più in là, rendendo eleggibili alle Camere tutti i neopatentati, o i sedicenni purché senza formicoli. Errore: la retorica della giovinezza («primavera di bellezza») l'abbiamo già ingoiata nel passato, e ci duole ancora l'intestino. Così

come è un altro errore lamentarsi per il taglio dei parlamentari: il 20% è troppo poco, dicono in coro i nen lei della Casta. Seghiamone almeno la meta, o perché no?, i due terzi. Ma sono nostalgici inconsapevoli del Duce, del tempo in cui il Parlamento si racchiudeva in un'unica persona. Questa iniezione di buon senso tuttavia s'annacqua quando dalla matematica passiamo alla geografia costituzionale. D'accordo sulla sfiducia costruttiva, d'accordo sulla corsia preferenziale per le iniziative legislative del governo, d'accordo sul potere conferito rii Premier di revocare i ministri. Un po' meno d'accordo, viceversa, sul suo potere di proposta al capo dello Stato circa lo scioglimento delle Camere. Perché la proposta non è vincolante, e allora potrebbe farla pure mia sorella. Perché se il presidente la rifiuta, s'apre un

conflitto ai vertici delle nostre istituzioni. E perché è giusto che sia sempre lui a decidere sullo scioglimento anticipato, però senza suggeritori, senza nessuno che gli mormori all'orecchio. Altrimenti delle due l'una: o il Premier diventa il burattinaio del capo dello Stato, o quest'ultimo diventa il governatore del governo. Per evitare pasticci, meglio tenere separati i loro moli. Dove però il pasticcio degenera in bisticcio permanente è a proposito della nuova architettura delle Camere. Bicameralismo eventuale, così l'hanno battezzato. Significa che i deputati

cucinano le leggi in cui si riflette la coi solitaria dello Stato, senatori quelle che importano sulle attribuzioni regionali, secondo l'art.:o? della Costituzione. Poi, quando l'altra Carriera lo chiede, via con il ring gong. E se in prima battuta si professano entrambe competenti? Ci sarà da bussare alle porte dell'Olio, e dovremo farlo a giorni alterni, perché le materie regionali sono soltanto un elenco di parole, e perché. queste parole hanno già innescato uno sterminato contenzioso davanti alla Consulta. Senza dire che nella maggior parte dei casi le leggi italiane sono leggi omnihns„ un'insalata mista con ortaggi statali e regionali insieme. No, non c'è semplicità in questa terapia costituzionale. Ed è un'altra complicazione bizantina l'idea d'introdurre una COillilliSSì011e mista fra senatori e rappresentunti regionali: or, et narrino accanto alle due Camere. Ma non c'è neppure un vero rafforzamento della rappresentanza parlamentare, attraverso strumenti di controllo degli elettori sugli eletti, come 1 ?recai. Se è per questo, manca altresì ogni riferimento ai referendum, e in generale agli istituti di democrazia diretta. Sicché rischia di trasformarsi in una riforma di Palazzo, demolendo quei poco che rimane in piedi del Palazzo.

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press LinE 12/03/2012 CORRIERE DELLA SERA

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ZSLEZOW LOW COT IL 6 E 7 MAGGIO AI SEGGI CON LE NUOVE REGOLE DEL DECRETO SALVA ITALIA

Meno consiglieri. E non si vota per le Province ROMA

E' INIZIATO il conto alla rovescia in vista delle elezioni amministra-tive che il governo Monti ha fissa-to per il 6 e il 7 maggio con l'even-tuale turno di ballottaggio il 20 e il 21 maggio. La prima scadenza è quella del 22 marzo, 45esimo giorno anteceden-te quello della votazione, giorno nel quale i sindaci pubblicheran-no il manifesto di convocazione dei comizi eleitorali: a partire dal-lo stesso giorno la comunicazione politica radiotelevisiva dovrà svol-gersi in modo da consentire il con-rronto tra le posizioni politiche e i candidati in competizione. La data per la presentazione della candidature alla carica di sindaco e delle liste di candidati alla cari-ca di consigliere comunale è il 2 e il 3 aprile.

Ai comuni interessati al voto sa-ranno applicate le nuove norme in materia di contenimento delle spese degli enti locali che prevedo-no la riduzione di circa il 20% del numero di consiglieri e degli as-sessori comunali. Con queste ele-zioni, poi, si applicherà un'ulterio-re riduzione per i comuni fino a 10.000 abitanti secondo la legge 148/2011. Da questo rinnovo di primavera, inoltre, nei comuni fi-no a 1.000 abitanti non ci sarà più la figura dell'assessore comunale e le competenze della giunta sa-ranno aitribuite al sindaco. 11 vice-sindaco sarà nominato fra i consi-glieri. Saranno oltre nove milioni gli elettori e 1024 i comuni chiamati ad eleggere il sindaco e l'ammini-strazione comunale, almeno se-

condo rilevazione, di cui 177 hanno più di 15 mila abitanti, 847 sono quelli che ne hanno me-no. I Comuni capoluogo chiamati al rinnovo sono 28: Alessandria, Asii, Cuneo, Corno, Monza, Bellu-no, Verona, Gorizia, Genova, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, L'Aqui-la, Isernia, Brindisi, Lecce, Taran-to, 'frani, Catanzaro, Agrigento, Palermo, Trapani, Oristano, La-nusei. Non si terranno invece — per effetto delle decisioni conte-nute dal decreto Salva Italia le elezioni provinciali nelle Provin-ce che avrebbero dovuto rinnova-re gli organi amministrativi: sono Como, Belluno, Vicenza, Genova, La Spezia, Ancona e Ragusa, do-ve verrà nominato come commis-sario per un anno il presidente uscente.

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press LinE 12/03/2012 il Resto del Carlino

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«Si, i pronto soccorso scoppiano L'alternava è il medico a tempo pieno» il segretario Fimmg: saremo disponibili sette giorni su sette

ROMA IL GOVERNO ha un piano. Medici di famiglia in servizio 24 ore su 24 anche festivi e domeniche. Tutto a portata di mano per chi ha bisogno urgente di un consulto sulla propria salute. Il territorio attrezzato diventa così l'alternativa al pronto soccorso, solitamente intasato dai troppi che non ne hanno bisogno. Le stime le ha fornite nei giorni scorsi il ministro della. Salute, Renato Balduzzi: su 30 milioni di accessi annui al pronto soccorso, 20 milioni sono impropri e relativi a casi che il medico di base potrebbe trattare agevolmente. L'idea c'è e Balduzzi nei giorni scorsi l'ha ribadita: «Un

ervento su più fronti, a livello di ospedale e di medici di famiglia per abbattere l'abuso del pronto soccorso». «E' il momento — ha detto il ministro — dI far funzionare meglio Il legame tra pronto soccorso e degenza e soprattutto di far funzionare meglio ciò che sta prima e può evitare il pronto soccorso». Va ripristinata, conclude Balduzzi, l'«alleanza utente-medico di base». I sindacati dei medici di famiglia sembrano, più o meno, irn sintonia con il dicastero. Un recente convegno pacilicatore ha messo allo stesso tavolo Fimmg, Cimo Asmd, Stimai e Fimp, Medici convenzionati e dipendenti insieme per rivendicare la «centralità della professione medica».

Silvia Most ROMA

LA SOLUZIONE c'è: «Se il governo po-ne il problema all'interno del Patto per la salute come obiettivo da rag-giungere, le Regioni avranno un vin-colo a realizzarlo». Si parla del piano per rivedere l'assistenza sanitaria sul territorio, dei medici di famiglia impe-gnati 24 ore su 24 e attivi anche nei week end e nei. festivi, • • •••'• ° Se ne ragiona con il se- gretario nazionale del-la Fimmg, il più gran-de sindacato che la o rappresenta. Lui si chiama Giacomo Milillo e ha una preoccupazione su tutte: «Ogni Regio- ne la vede a modo \' suo e ha esigenze di-verse. Si tratta di rior-ganizzare il comparto perché è una priorità nazio- nale, ma le competenze sono delle Regioni». Di qui l'ipotesi di vincolare il proget-to nel Patto per la salute.

Voi siete d'accordo con questa ri-voluzione promessa dal ministro Balduzzi?

«Veramente sono anni che noi propo-niamo questo tipo di soluzione. E' al-meno dal 2007 che ne parliamo, ma non c'è stata attenzione, esistevano al-tre priorità».

Lo scandalo dei pronto soccorso ha accelerato?

«Diciamo che proprio grazie ai proble-mi emersi nei pronto soccorso — mi lasci dire che da parte nostra c'è gran-de solidarietà nei confronti dei medi-ci — la questione è diventata urgen-te».

Pronti a lavorare h 24? :(Guardi che è già così: ci sono medici

sempre in servizio, giorno e notte, festivi compresi. Sono i colle-

ghi della guardia medica. Il nodo è che, al momen-

to, non hanno contatti con i medici di base. La nostra proposta prevede di unirli, di formare una squa-

• dra. In questo modo verrebbe facilitata anche la collaborazio-ne con gli ospedali». Lei pensa a poliam-

bulatori con tanti me-dici e la possibilità di fa-

re anche alcune analisi? «il modello potrebbe essere quello an-che se non si può prescindere dal con-cetto di 'prossimità' del medico che deve essere rispettato. Quando è possi-bile i medici lavoreranno nello stesso posto, dove non lo è ci sarà un'organiz-zazione per consentire uno scambio continuo di informazioni e confròn-to».

I suoi colleghi sono convinti? «Direi che per ora sono spaventati.

IL PROBLEMA k SONO LE REGIONI

«Ci vorrà almeno un anno per realizzare qualcosa, ma che succederà a livello loca dove ogni governatore v d La cosa in modo divers

Sentono parlare di lavorare 24 ote su 24, domeniche e festivi. Ma non e pen sabile che si prenda un anziano professionista e si metta a far questo. Ci saranno medici giovani, magari della guar-dia mica, per coprire questi ma sempre conia coiid h ision ti».

La nvoluzlone Pangrio?

«Non si fa in due o mesi anche se, devo dire, il livello della riflessione

nzato. dure-

anno per' nin . .ealizzare qualco-

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medici, i problema sono le Re-gioni: ogni governarci

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press LinE 12/03/2012 il Resto del Carlino

I NUMERI

ACCESSI ALL'ANNO

ammontano i dei pazienti

soccorso

20 milioni ACCESSI INUTILI

due terzi del totale uttano Impropri

munque evitabili

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bis: nun m Come si può evitare la stangata tributaria

Ottenere la categoria rurale «scongiura» l'Ici arretrata. Gian Paolo Tosoni

Gli imprenditori agricoli stanno contestando fortemente l'introduzione dell'imposta mu-nicipale propria che colpisce molto il settore primario. Per i ter-reni si arriva facilmente a un rad-doppio del carico tributario in confronto alla soppressa impo-sta comunale, per effetto del for-te aumento del coefficiente di de-terminazione del valore imponi-bile (da 75 a 130, ridotto ano per i soggetti iscritti nella previdenza agricola), oltre all'aumento dell'aliquota.

Inoltre c'è l'autonoma tassa-zione dei fabbricati rurali nono-stante che il loro valore sia com-preso nella tariffa di reddito do-minicale. Essi sono soggetti a im-posta municipale assumendo il valore determinato in base alla rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicando il risultato per 60; l'aliquota dell'imposta è dello 0,2 per cento. Per le abita-zioni rurali laprocedura è identi-ca a quelle urbane ma il coeffi-ciente moltiplicatore è di 160 e l'aliquota dello 0,76%; solo perla abitazione principale del pro-prietario l'aliquota è dello 0,4% con detrazione di 200 euro più 5o euro per ogni figlio abitante di età inferiore a 26 anni.

L'aliquota agevolata del 2 per mille è riservata alle costruzioni strumentali alla attività agricola, iscritte o iscrivibili in catasto nel-la categoria D/io. Per la verità non è la categoria catastale che qualifica il fabbricato rurale, ma la effettiva destinazione (artico-

lo 9 del D1557/93); tuttavia i Co-muni avrebbero gioco facile nel non riconoscere l'aliquota ridot-ta in forza del convincimento che la ruralità dei fabbricati è comprovata dalla loro classifica-zione nella predetta categoria D/io (Cassazione sentenza 18565/2009 e altre).

Tuttavia, tenuto conto che le costruzioni rurali attualmente in mappa nel catasto terreni do-vranno essere iscritte nel catasto fabbricati entro ilio novembre 2012 a cura dei proprietari, i tecni-ci incaricati avranno cura di provvedere alla classificazione nella categoria D/io di tutti i fab-bricati rurali strumentali, indi-pendentemente dalla natura (stalle, uffici, impianti fotovoltai-ci e così via). Per i fabbricati già iscritti nel catasto urbano, qualo-ra la categoria catastale fosse di-versa, è possibile procedere alla variazione catastale entro ilio giugno 2012 (articolo 29 del Dl 216/2011, convertito in legge).

Per gli immobili già iscritti nel catasto fabbricati, la correzione della categoria catastale in D/io, ove manchi, come pure l'attribu-zione della categoria catastale A/6Rperle abitazioni, è opportu-na soprattutto per il passato al fi-ne di scongiurare gli accertamen-ti in materia di imposta comuna-le per gli anni 2011 e precedenti, come pure per risolvere le nume-rose controversie in Commissio-ne tributaria. Infatti, ai fini dell'imposta comunale, i fabbri-cati rurali sono esclusi dall'impo-sta come previsto espressamen-

te dallanormainterpretativa con-tenuta nel comma dell'arti-colo 23 del D1 207/2008 secondo la quale le costruzioni rurali non sono considerate fabbricati ai fi-ni dell'Ici. Questa disposizione è stata abrogata dall'articolo 13, comma 14, del D1201/2011 (salva-Italia) a decorrere dal i° gennaio 2012 (abrogazione giusta essen-do le costruzioni rurali soggette a Imu dal 2012), con ciò confer-mando che lanorma interpretati-va ha effetto per il passato.

La classificazione dei fabbrica-ti nelle categorie A/6R per le abi-tazioni e D/io per i fabbricati strumentali, che può essere ri-chiesta entro il prossimo 3o giu-gno ai sensi dell'articolo 7 del Dl 70/2011, ha chiaramente effetto retroattivo in quanto nella auto-certificazione allegata alla do-manda di variazione (Dm 14 set-tembre 2011) deve essere dichia-rato che la condizione di ruralità persiste da almeno cinque anni. L'effetto retroattivo della norma è ribadito chiaramente anche nella nota metodologica del ser-vizio del bilancio del Senato espressa in sede di esame dello stesso articolo 7 del Dl 70/2011.

Ne consegue che in presenza di variazione catastale che fa as-sumere ai fabbricati rurali le ca-tegorie richieste A/6R e D/io, non è possibile alcun accerta-mento da parte dei Comuni co-me pure le commissioni tributa-rie dovranno tenerne conto in sede di giudizio delle controver-sie pendenti.

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Il Sole12

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La roulette del caro-catasto Un negozio in centro a Latina vale il triplo rispetto a Venezia

Gianni Trovati

Un trilocale a Pe s cara ren-de come quattro appartamen-ti a Lucca, e un negozio in cen-tro a Latina equivale a tre nego-zi assediati dai turisti a Vene-zia. A pensarla così non è un alieno, ma il fisco italiano, in base alle tariffe d'estimo su

LE «STORTURE»

Le tariffe d'estimo su cui

poggia la nuova imposta

sono spesso

completamente sganciate

dalla realtà di mercato

cui poggia l'Imu al debutto da quest'anno grazie all'anticipo sul calendario imposto dal de-creto Salva-Italia.

Le bizzarrie del catasto sono un fatto noto, ma è proprio la nuova imposta a riportarle al centro dell'attualità, in virtù delle nuove regole che la diffe-

renziano rispetto all'Ici. Per ga-rantire quasi 22 miliardi all'an-no - al netto delle scelte comu-nali di alzare le aliquote di rife-rimento per far quadrare i con-ti - l'Imu gonfia la base imponi-bile rispetto all'Ici, applicando i nuovi moltiplicatori che au-mentano in genere del 6o per cento la base imponibile.

Risultato: le storture dei va-lori catastali, indifferenti a qualsiasi dato di realtà attuale sui valori di mercato e sulla ef-fettiva possibilità di produrre reddito con gli immobili,balza-no all'occhio (e al portafoglio) in maniera decisamente più im-mediata rispetto a ieri.

I numeri più eclatanti sono quelli su cui sibasa l'imposta pa-gata dai proprietari di negozi (ma regole simili valgono per gli uffici). Nel caso degli eser-centi l'aumento il nuovo molti-plicatore (55, anziché 34 come accadeva per l'Ici) determina l'aumento record del 62% nel valore catastale, e va ad agire su

valori fiscali che già in partenza erano più "strani" rispetto a quelli delle altre categorie di im-mobili. Le conseguenze sono fo-tografate nella seconda delle classifiche pubblicate qui a fian-co, dov'è indicata l'Imu dovuta nel 2012 (ad aliquota di base, per-ché in molti Comuni il conto re-ale sarà reso più salato dagli au-menti di aliquota decisi dai mu-nicipi; si veda Il Sole 24 Ore del 9 marzo) da un negozio di 100 metri quadri collocato nel cen-tro storico della città.

Nella città più cara, Roma, il conto arriva a 4.057 euro all'an-no, cioè 12 volte tanto l'imposta dovuta dallo stesso negozio a Sondrio. Che il mattone di Via Condotti sia più pregiato di quello del capoluogo della Val-tellina è un fatto incontestabile, ma basta scorrere la graduato-ria per capire che di razionalità nelle richieste fiscali fissate dal-le regole nazionali non ce n'è molta. Oltre al dato di Latina, ba-sta guardare l'Imu di Crotone e

Vibo Valentia, che doppia quel-la di Bergamo o Padova e supe-ra di gran lunga anche Torino. Sul versante abitativo le distan-ze sono inferiori ma il quadro generale non cambia.

La graduatoria a destra pren-de in considerazione un appar-tamento di 100 metri quadrati concesso in locazione, e tassato sempre con l'aliquota di base dello 0,76 per cento. Su questo fronte Venezia diventa la città più cara (1.563 euro all'anno), e chiede 8 volte di più di Lucca, la più economica.

Nasce da queste storture il ri-lancio annunciato per la rifor-ma del catasto, che secondo i programmi del Governo do-vrebbe trovare spazio a breve in una legge delega. Ma tra de-creti attuativi e applicazione concreta, per avvicinare i valori fiscali alla realtà ci vorranno al-meno un paio d'anni. Nel frat-tempo, a salvare i conti pubblici ci dovrà pensare l'Imu "storta".

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Il soler /,1

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In graduatoria

L'Imu ad aliquota base per un immobile in affitto e per un negozio

Appartamento di 100 mq in zona semicentrale Negozio di 100 metri quadri in centro

Venezia 53 Macerata 574 Roma 4.057 53 Livorno 1.199 "." Roma 1.444 Verbania 574 Bologna 3.459 .54 Siracusa 1.192

3 Salerno 1.246 Pisa 574 Latina 3.400 Macerata L178

Verona 1.147 56 Crotone 554 4 Milano 2.582 56 Taranto 1.178

Savona L128 57 V. Valentia 554 Crotone 2.228 57 Bergamo 1.160

Torino 1.029 5.3 Cuneo 554 V. Valentia 2.228 Perugia 1 . 158

Bologna 1.009 59 Carbonia 554 Firenze 2.219 59 Padova 1.158

Como 969 60 Alessandria 534 Catania 2.106 60 Savona 1140

9 Firenze 969 Caltanissetta 534 Cremona 2.088 Frosinone 1.115

Genova 930 52 Belluno 534 N n Agrigento 2.011 Nuoro L113

Viterbo 870 63 Matera 514 11 Catanzaro 1.915 63 Oristano 1113

Pescara 831 64 Pesaro 514 Viterbo 1.915 64 Lodi 1.097

NapoLi 831 65 Asti 514 Aosta 1.915 65 Pavia L097 Novara 831 66 Avellino 495 14 Caltanissetta 1.856 06 Salerno 1.059

15 Caserta 791 67 Rieti 495 15 Lucca 1.799 67 Alessandria 1-059 10 Bari 791 Brescia 495 16 Enna L788 63 Varese 1047 17 Siena 791 59 Mantova 495 R. Calabria 1.784 69 Ancona 1047

Milano 752 Campobasso 495 1.3 OLbia 1.727 .„.. „ 70 Massa 1.040 19 Benevento 712 71 Isernia 495 19 Pesaro 1.646 71 La Spezia 1.013

Parma 712 '72 Lecce 495 Como 1.625 72 Novara L013 La Spezia 712 73 Catania 495 Campobasso 1.596 73 Foggia

1"In3 22 Lecco 712 74 Ragusa 495 22 Sassari 1.596 '74 Vercelli 988 ,Nt Aosta 712 75 Arezzo 495 'tt Grosseto 1.596 75 Arezzo 972

Padova 712 76 Terni 495 24 Parma 1.569 Pistoia 966 25 Ferrara 692 77 Teramo 475 25 Cagliari L532 Piacenza 952

Frosinone 692 76 R. Calabria 475 26 Pisa 1.532 BieRa 943 27 Vercelli 673 R. Emilia 475 27 Genova 1.528 „.. , 79 Matera 927 28 Biella 673 30 Forlì 475 25 Forlì 1.521 80 Ascoli P. 909

Taranto 673 81 Treviso 475 29 Caserta 1.512 R. Emilia 895 Chieti 653 92 Rovigo 475 30 Terni 1.509 82 Cuneo 895

31 Ravenna 633 93 Agrigento 455 Monza 1.503 Verbania 879 32 Imperia 633 94 Sassari 435 32 Siena L482 94 Imperia 870

Varese 633 95 Nuoro 435 '33 Torino L476 95 Mantova 870 34 Cagliari 633 c6 Cremona 415 34 NapoLi 1.448 86 Palermo 870 35 OLbia 633 g7 Massa 415 35 Trapani L419 e7 Asti 848

Latina 613 99 Livorno 415 Chieti 1.371 39 Rieti 841 37 Brindisi 613 80 Ancona 396 L'Aquila 1.367 Belluno 841

3a Andria 613 Perugia 396 Udine 1.335 90 Brindisi 821

Catanzaro 593 91 Piacenza 388 39 Bari 1,335 91 Teramo 809 40 Rimini 593 92 Ascoli P. 388 40 Rimini 1.308 'tt Fermo 809 41. Modena 593 93 Bergamo 356 41 Isernia 1.299 93 Prato 809 42 Udine 593 Messina 356 Rovigo 1.299 Andria 796 43 Pordenone 593 95 Pistoia 356 43 Ravenna 1.297 95 Avellino 705 4f4 Monza 593 Vicenza 356 44 Benevento 1.294 96 Modena 614 45 Foggia 593 9 Lodi 332 Messina 1.283 97 Potenza 605

Oristano 593 99 Trapani 332 46 Lecco 1.281 93 Ferrara 598

4'7 Enna 593 99 Fermo 289 Ragusa 1.276 99 Treviso 551 48 Siracusa 593 , 00 Sondrio 285 48 Pordenone L233 ": Verona 542 $.2.9 Prato 593 :W1 Potenza 269 49 Lecce 1.233 101 Vicenza 492 50 Grosseto u593 1.02 Cosenza 241 50 Pescara L219 102 Cosenza 474 51. L'Aquila 574 103 Palermo 229 51 Venezia 1.210 Carbonia 419 52 Pavia 574 Lucca 194 52 Brescia 1.201 104 Sondrio 338

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Il Sole12

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Da Imu e Irpef rincari de1150% In 39 capoluoghi di provincia cresce il prelievo su immobili e redditi

PAGINA A CURA DI

Cristiano Dell'Oste Giovanni Parente

Lui è avvocato, lei commer-cialista. Hanno due figli e vivo-no a Roma in una casa di proprie-tà. Per loro, le tasse locali nel 2012 saranno più care di 1.119 eu-ro. Un aumento del 154% rispet-to agli importi pagati l'anno pri-ma. Colpa dell'Imu sull'abitazio-ne principale e delle addizionali comunali e regionali all'Irpef. I numeri di Roma colpiscono, ma non sono un caso isolato: per la stessa famiglia, a Milano la stan-gata sarebbe di 394 euro (+90%) e a Bari di 356 euro (+50%).

I Comuni hanno tempo fino al 30 giugno per approvare i pre-ventivi 2012, ma la via dei rincari in molti casi è tracciata: i dati ri-portati nel grafico a destra mo-strano che circa 40 capolouoghi di provincia - tra quelli che han-no risposto al Sole 24 Ore - han-

no già messo in agenda l'aumen-to dell'addizionale Irpef o stan-no studiando aliquote Imu supe-riori a quelle base definite a li-vello nazionale.

Sono scelte che condizione-ranno i bilanci familiari non so-lo per quest'anno, ma anche per il 2013. L'aumento dell'addizio-nale comunale, infatti, anche se deciso in questi giorni, è desti-nato a pesare sulle tasse pagate l'anno prossimo. Ad esempio, la famiglia di professionisti di Bari, in prospettiva, deve mette-re in conto altri 129 euro di Irpef municipale.

Vista dalla parte degli ammini-stratori, la compilazione del bi-lancio è un gioco a incastri com-plicato. Anche per via del fatto che metà del gettito dell'Imu fini-rà allo Stato (esclusi solo gli in-cassi da prime case e fabbricati rurali strumentali). A Padova, ad esempio, si stima che appli-

Nel grafico qui a fianco sono riportati due esempi concreti, declinati in tre diverse città italiane. Il confronto tra 2011 e 2012 considera il passaggio dall'Ici ma anche l'incremento dell'addizionale regionale deciso dal Governo e gli interventi sull'addizionale comunale deliberati nel 2011.1 potenziali aumenti dell'Irpef municipale decisi nel 2012, invece, si sentiranno nel 2013.

cando le aliquote Imu ordinarie - 04% sulle abitazioni principali e 0,76% sugli altri fabbricati - il Comune perderà circa 5 milioni di euro rispetto all'Ici.

Si spiegano così le aliquote - il livello massimo -

su seconde case e immobili pro-duttivi in diverse città: da Lati-na a Pesaro, da Bergamo a Ca-serta. E si spiegano così anche gli sconti praticamente assenti per la prima casa: a parte Mon-za (che potrebbe aumentare da 200 a 300 euro la detrazione fis-sa per tutti) e Sondrio (che sta studiando di portarla a 250 o 300 euro) nessun Comune è orientato ad abbassare l'aliquo-ta sotto lo 0,4 per cento.

La geografia dei rincari è tutt'altro che omogenea. Ci so-no città che hanno scelto di au-mentare solo l'Imu, altre che in-terverranno solo sull'Irpef, e al-tre ancora che azioneranno en-

trambe le leve. E questo dipen-de da diversi fattori. Proprio Sondrio, ad esempio, ha porta-to l'addizionale comunale allo o,8% già nel 2007 e non ha molti spazi di manovra in questo cam-po. Milano, invece, i margini per non aumentare l'Irpef se li è conquistati grazie alle risorse ricavate con il recente accordo sui derivati.

Le entrate extra, insieme cita-gli delle spese superflue, sono l'unica alternativa al rincaro del-le tasse. Ma in qualche caso, co-me a Parma, è la situazione di bi-lancio del Comune - attualmen-te commissariato - a dettare l'or-dine del giorno: addizionale Ir-pef allo 0,8% e aliquote Imu al massimo (0,6% prima casa e 1,06% altri immobili).

Un numero crescente di Co-muni sta studiando di applica-re l'addizionale per scaglioni di reddito, partendo ad esem-

pio dallo 0,4% fino a 15mila eu-ro annui, poi poi salire gradual-mente allo o,8% oltre i 55mila euro. Il dato di fondo, però, non cambia. E i rincari colpi-ranno in modo trasversale an-che i lavoratori dipendenti e i pensionati, che hanno già risen-tito in busta paga o sulla pensio-ne dell'aumento dello 0,33% dell'addizionale regionale.

Ad esempio, un funzionario di banca milanese con una me-dia anzianità di servizio e due im-mobili (la casa in cui vive e un al-loggio al mare), nel 2012 rischia di pagare quasi 1.200 euro in più. A Roma e Bari se la caverebbe con circa 700 euro. Ma non è una gran consolazione.

Hanno collaborato: Nino Amadore, Nicola

Barone, Nicola Brillo, Rossano Cattivello,

Barbara Ganz, Mariangela Latella, Mirco

Marchiodi, Silvia Pieraccin i, Francesco

Prisco, Antonio Schembri

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FAMIGLIA DI LAVORATORI AUTONOMI

Imponibile di 25 Ge,,, e curo lanno con due figli e prima casa di proprietà IO vani, classe A3, zona semicentralM

SINGLE LAVORATORE DIPENDENTE ffal

Imponibile di 44,,,e, curo 'anno, prima casa lei con prima casa esente, d] proprietà (4 vani, classe A3, zona centrale) addiziona l e OPnIcomonMu Piccolo alloggio al mare (3 ani, categoria A3) a regio.. Dati in euro

Blu, addizionale comunale Possibile ritocco sbloccata e addizionale regionale i all'addizionale aumentata dello STSSss Dati in euro comunale. Dati in euro

Dati in euro

ROMA Pagina 3

Da Time Irpefrineari del 150%

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Il Sole12

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(1) esenzione fino a 15mila euro; (2) 0,6% fino a 15mila euro, 0,7% fino a 55mila euro, 0,8% oltre 55mila euro; (3) con agevolazioni per alcune categorie; (4) esenzione fino a 10mila euro e scaglioni progressivi; (5) esenzione fino a 10mila euro; (6) 0,6% fino a 15mila, 0,61% fino a 28mila, 0,78% fino a 55mila, 0,79% fino a 75mila, 0,8% oltre 75mila; (7) ipotesi in discussione; (8) ipotesi massima; (9) esenzione fino a 7.500 euro, ma oltre si paga anche sui primi 7.500 euro

Fonte: elaborazione Sole 24 Ore

Gli aumenti allo studio DOVE AUMENTA L'IRPEF

Agrigento O4 0,6 (9)

Nel grafico in basso, per ogni città, sono indicate le ipotesi allo studio per l'aumento dell'addizionale comunale all'Irpef e la definizione delle aliquote Imu. Dati in percentuale Addizionale Irpef 2011 ;;;;;; 2012

Imu prima casa I I 2011 M;; 2012

Ici/Imu altri immobili :;:;:;:;:;: 2011 2012

DOVE AUMENTANO IMU E IRPEF

carbonia 0,6

Catanzaro 0,8

Chieti 0,8

Macerata 0, 0,8

Sanluri 0,8 (2)

Teramo r ,s 0,8 (5)

DOVE AUMENTA L'IMU 0,8 (i)

Bari 0,4 nd

0,4 Aosta 0,76

0,8

Bergamo 0,4 sn 1,06

0,55 Avellino 0,76

:::;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:;:; 0,5 Benevento st.1 0,8

0,55 ( i ) Brescia 0,4

11111111111111111111111111111111111111111119,65.„ :„, 0,76 Ntt06

................................................................ 0,4 Firenze

0,99 0,8

Caserta 0,6 ni 1,06

0,55 Forlì

0,98

0,5 (2) Ferrara 0,4

0,9 (3)

0,58) Genova 1,06

0,4 Gorizia

0,76 0,8 (4)

Latina 0,4 1,06

0 ,4 Lecce "‘,•■ 0,76

0,4 Lecco

1.;1:10.1:112:11211112 :21'„1110,1110,1112„1.;A8L 0,96 0,8 (5 )

Parma 0,6 sn' 1,06

:Amummmunami Lodi 0,76

0,8 (6 )

Pesaro 0,4

1 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .11 .110,t,11,11, 1,06

0,4 Mantova

0,4 Milano 0,96

0,6 0,8 ( 7 ) Urbino 0,45 (8)

0,96 (8 )

0,4 Monza 0,84

0 ,4 Nuoro 0,76

Pordenone 0 ,4 '§ 0,76

Reggio 0,5

Emilia 0,96

Roma

Rovigo s ,, 1,06 0,47

Salerno

Torino 0,5

nd

Trento 0,783

Pagina 3

Da film e Irpef rineari del 150%

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Il Sole DIS

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Iseredìtà dealet Le agevolazioni

Dai teatri alle cascine vecchi sconti in bilico

L'arrivo dell'Imu non ri-schia solo di aumentare il prelie-vo "base", ma anche di travolge-re tutta una serie di storiche age-volazioni dell'Ici. Il caso più eclatante è quello degli affitti a canone concordato, ai quali in molte città erano abbinate ali-quote supers contate, se non ad-dirittura l'esenzione totale, co-me a Bologna.

Con l'Imu, invece, il prelievo potrebbe salire parecchio, arri-vando - in alcuni casi limite - a moltiplicare per otto l'imposta dovuta. Anche nei Comuni che manterranno un trattamento di favore, infatti, l'aliquota agevo-lata si applicherà su un valore ca-tastale più alto, perché calcola-to applicando il moltiplicatore

SCIU.TE DI EQUITÀ Pesaro cerca di salvare

i canoni concordati

Mantova va verso

l'alleggerimento

sulle case popolari

160 anziché 100, come previsto dal Dl salva-Italia.

Prendiamo un alloggio con una rendita catastale di 3oo eu-ro. A Parma potrebbe aumenta-re da 63 a 534 euro (aliquota da 0,2% a 1,06%). Ma anche a Pesa-ro, che si propone di fermare l'aliquota Imu allo 04%, si pas-serà da 63 a 201 euro, che è co-munque una moltiplicazione per tre. La conclusione è chiara: a meno di correzioni in corsa, il rincaro dell'Imu potrebbe met-tere completamente fuori mer-cato gli affitti a canone calmie-rato, già colpiti dalla cedolare secca, che limita lo sconto al 2%

rispetto alle locazioni libere (aliquota al 19% contro il 21%).

Un'altra partita delicata è quella delle case popolari, i cui enti - pur beneficiando della detrazione di 200 euro per la prima casa - dovranno pagare l'Imu ad aliquota ordinaria s en-za p oterla scaricare sugli inqui-lini. Il Comune di Mantova è

orientato ad applicare la tassa-zione più bassa possibile alle case Aler, così da non compro-mettere i lavori di ristruttura-zione. Ma quante altre cittàvor-ranno e potranno farlo? Un di-scorso analogo vale anche per i fabbricati rurali strumentali (cascine, portici, stalle), per i quali Rovigo è uno dei pochi ca-poluoghi intenzionato a porta-re il prelievo dallo 0,2 allo 0,1 per cento. Senza dimenticare tutte le agevolazioni "speciali" che si sono stratificate in quasi vent'anni di storia dell'Ici. Co-me le aliquote ridotte previste a Bologna per i cinema in cen-tro e i teatri. O come quelle in-trodotte a Genova per i negozi e i laboratori aperti nel cuore della città. O ancora come quel-le - adottate in molti Comuni -che prevedono un periodo di moratoria per le case appena costruite e ancora invendute.

Il meccanismo dell'Imu, che congelala quota di gettito desti-nato allo Stato, impone ai muni-cipi di finanziare qualsiasi scon-to con aumenti del prelievo su altre tipologie di immobili.

Le principali indiziate, in que-sto senso, sono le abitazioni sfit-te da almeno due anni, per le quali in molti casi è in arrivo l'ali-quota massima dell'1,o6% (allo studio a Milano, Bologna, Berga-mo e Trento) o dello o,96% (Ao-sta, Lecco e Urbino). Attenzio-ne, però, a non farsi ingannare da una prospettiva distorta: spesso queste case pagavano già lo 0,9% con l'Ici, rispetto al quale l'applicazione dell'aliquo-ta Imu più alta si traduce in po-co meno del raddoppio del pre-lievo. E poi bisogna considerare che l'Imu assorbe anche l'Irpef "fondiaria" sugli immobili non locati, il che rende ancora meno pesante il rincaro per i contri-buenti a maggior reddito. Su una casa con una rendita cata-stale di 5oo euro, un contribuen-te nel primo scaglione Irpef (23%) ha un aumento di 257 eu-ro; uno nell'ultimo scaglione (43%) si ferma a 117 euro.

RIP RODUZION E RISERVATA

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Da Inni e Irpef lineari del 150%

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In onfine pano Indennità da sfoltire

Per gli stipendi vince il metodo fai da te

Se sul fronte consigli domi-na l'inerzia, la situazione deita-gli alle buste paga è decisamen-te più movimentata e incerta. Ridurre gli stipendi dei consi-glieri, innanzitutto, non è un'operazione lineare: le voci che compongono il loro tratta-mento economico cambiano da Nord a Sud con una frequen-za impressionante. Orientarsi è difficile, tanto più se a essere contestato è proprio il parame-tro di riferimento per effettua-re le sforbiciate: la manovra di Ferragosto "letteralmente" sembra fissare un paletto che non piace alle Regioni.

Secondo il decreto, a decor-rere dal i° gennaio 2012 tutti gli «emolumenti e le utilità» dei consiglieri regionali doveva-no essere ridotti « entro il limi-te dell'indennità massima spet-tante ai membri del Parlamen-to». Sul primo riferimento, nessuna contestazione: nel mi-rino c'è l'intera busta paga del consigliere, che include inden-nità di carica, diaria, indennità di funzione e rimborsi vari. I problemi nascono sul secon-do parametro. A leggere il te-sto sembra si parli esclusiva-mente dell'indennità del parla-mentare, pari attualmente, do-po gli ultimi dimagrimenti, a circa 11.500 euro lordi mensili. Secondo questa interpretazio-ne, quindi, il totale del consi-gliere dovrebbe attestarsi en-tro tale soglia.

Le Regioni però non ci stan-no. E seguendo una diversa in-terpretazione del testo, vorreb-bero riferirsi agli emolumenti complessivi dei parlamentari,

sebbene come rimodulati dal-la "commissione Giovannini", che ha il compito di riallineare gli stipendi di deputati e sena-tori alla media europea. La que-stione per qualcuno è stata il pretesto per lasciare la norma inapplicata. Complice la man-canza di sanzioni dirette per gli inadempienti.

Di certo, se consideriamo il parametro di 11.500 euro, sono pochissime le Regioni in grado di rispettarlo, nonostante i ta-gli imposti e attuati in seguito alle ultime manovre nazionali. Lo sforerebb e di gran lunga, ad esempio, la Lombardia, nella quale la busta paga lorda dei consiglieri "semplici" varia tra i 14.700 e i 18.021 euro, a secon-da dell'entità del rimborso chi-

Intreccio di regole

La manovra di Ferragosto (decreto legge 138/2011) stabilisce che aa decorrere dal r gennaio 2012» siano ridotti gli emolumentl e le utilità previsti in favore dei consiglieri regionali entro il limite dell'indennità massima spettante ai membri del parlamento. Gli emolumenti e le utilità considerate (in base al DI 2/2010) comprendono le indennità di funzione, le indennità di carica, la diada e il rimborso spese percepiti a qualunque titolo in virtù del mandato di consigliere.

lometrico. In Puglia un compo-nente dell'assemblea senza particolari incarichi percepi-sce 15.720 euro (che diventano poco meno di16.5oo per un pre-sidente di commissione), men-tre in Sicilia, nonostante i re-centi tagli, arriva a 15.655, senza considerare i 4.168 euro del "rimborso spese per lo svolgi-mento del mandato", corrispo-sto al gruppo di appartenenza ma destinato principalmente a pagare i portaborse. Lo stipen-dio base lordo in Calabria arri-va a 14.400 euro, mentre in Campania, al netto della recen-te cura dimagrante, la retribu-zione media si attesta sui 14.100 euro.

Tra le amministrazioni vir-tuose, ovvero sotto la soglia de-gli nmila euro, ci sarebbero Emilia Romagna, Toscana, Marche, Valle D'Aosta, Moli-se, Abruzzo e Basilicata. An-che se, nella maggior parte dei casi, il rispetto del parametro viene centrato per un soffio e solo considerando al livello mi-nimo i rimborsi chilometrici.

C'è, infine, chi preferisce non rivelare lo stipendio lor-do dei consiglieri. Come il Pie-monte, che ha voluto fornire solo l'indennità di carica net-ta: 2.735 euro mensili. Peccato che, come risulta dalla legge regionale 25/2011, quella lor-da, quindi il carico totale per le casse pubbliche, sia di 8.631 euro. Senza contare le inden-nità di presenza (122 euro a se-duta), il rimborso forfettario mensile (976 euro) e quello chilometrico.

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Il soler /,1

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Rkonú accerpati, Decisione possibile in estate

Le Regioni proprio non ci stanno. E alla tagliola imposta dalla manovra di Ferragosto ai costi della politica locale op-pongono un secco diniego, af-fermando la loro esclusiva competenza in materia di com-posizione e stipendi delle as-semblee.

L'attacco al decreto 138/2on è stato sferrato prima di tutti dal Lazio, che ha fatto ricorso davanti alla Corte Costituzio-nale. Seguito da altre dieci re-gioni: Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna, Trenti-no Alto Adige, Umbria, Valle

D'Aosta e Veneto. Anche se tutte le altre stanno alla fine-stra ad aspettare che la pronun-cia della Consulta riporti indie-tro il "cadavere" della mano-vra.

Per capire i motivi della pro-testa basta guardare il primo ri-corso in ordine cronologico, quello del Lazio. Qui si ricorda innanzitutto come, già in fase di lavori preparatori in Parla-mento, l'articolo 14 avesse su-scitato «notevoli perplessità da parte della commissione Af-fari costituzionali del Senato». A innescare i dubbi di Palazzo Madama era stata una presun-

ta lesione dell'autonomia rico-nosciuta alle Regioni ai sensi dell'articolo 123 della Costitu-zione. Motivazioni che vengo-no a grandi linee fatte proprie anche dall'amministrazione la-ziale, che scrive: «La norma, pur salvaguardando nella lette-ra l'autonomia statutaria legi-slativa, appare lesiva, nella so-stanza, delle prerogativre co-stituzionali riconosciute alle Regioni». In pratica, un ridi-mensionamento dell'assem-blea regionale può essere de-terminato solo tramite una mo-difica dello statuto.

Le udienze per le diverse cause sono state accorpate e sa-ranno trattate congiuntamen-te dalla Consulta a partire dal prossimo 19 giugno. Entro l'estate, quindi, potrebbe arri-vare la pronuncia defmitiva.

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Stop dei governatori appeso alla Consulta.

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Il Sole12

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Il Sole12

Le Regioni dribblano i tagli Solo Veneto e Toscana hanno deciso la riduzione dei consiglieri

PAGINA A CURA DI

Giuseppe Latour

Francesco Nariello

Regioni al palo sul taglio ai costi della politica. Il 2012, guar-dando alla manovra di Ferrago-sto, sarebbe dovuto partire con una generosa potatura delle spese derivanti da consigli e giunte regionali: dal numero di politici stipendiati al volume dei loro emolumenti, la lista dei risparmi da portare a casa, en-tro il 13 febbraio, sarebbe stata lunga. Purtroppo, però, è rima-sta mestamente sulla carta.

L'articolo 14 del decreto leg-ge 138/2011 puntava i riflettori su cinque capitoli di costo del-le Regioni: numero di consi-glieri e assessori, buste paga dei consiglieri, sanzioni per i politici assenteisti, sistema pre-videnziale. Solo su questi ulti-mi due fronti, a sei mesi dal de-creto, il bilancio è parzialmen-te in attivo. Sulla questione del-le sanzioni, infatti, il decreto la-sciava mano libera alle Regio-

ni e prevedeva genericamente che il trattamento economico dei consiglieri fosse commisu-rato all'effettiva partecipazio-ne ai lavori. In pratica, basta an-che una sanzione minima a una qualsiasi voce della busta paga per essere in regola. E quasi tut-te le Regioni, nei propri statuti, già prevedevano meccanismi

VIRTUO.R MegE PRMA

Emilia Romagna e Lombardia, invece, rientravano già nei parametri numerici fissati dalla legge

di questo tipo. Chi non li aveva, li ha introdotti.

Sul fronte previdenziale tut-te le amministrazioni, messe con le spalle al muro dalle pole-miche degli ultimi mesi, hanno abolito i vitalizi. La manovra, però, prevede anche il passag-

gio al sistema contributivo per il trattamento pensionistico. Una scelta che la maggior par-te delle Regioni deve ancora portare a termine.

Ma il fronte sul quale si regi-stra uno stallo quasi totale, in-sieme al capitolo stipendi (si veda l'articolo in basso) è la ri-duzione di consiglieri e asses-sori. In questo caso la manovra stabiliva che la composizione delle assemblee fosse ridimen-sionata, a partire dalla prossi-ma legislatura, in base alla po-polazione: un criterio che im-pone tagli anche pesanti a qua-si tutti i governi locali.

Due sole le eccezioni, Lom-bardia ed Emilia Romagna, che già rientravano nei para-mentri fissati dal decreto con, rispettivamente, 8o e 5o consi-glieri. Non hanno, quindi, avu-to bisogno di approvare nuo-ve sforbiciate.

Le altre, entro il 13 febbraio, avrebbero dovuto varare una legge per ridurre la dimensio-

ne dei consigli. Ad oggi, però, le Regioni virtuose sono appe-na due. Ad aver rispettato i tempi sono solo Toscana e Ve-neto, che hanno deliberato una potatura in linea con i pa-rametri fissati dal Governo. A metà strada la Calabria, che questa settimana dovrebbe as-sestare il suo taglio.

Dietro la lavagna, quindi, fini-scono tutte le altre. Molte ammi-nistrazioni non si sono neppure mosse. Diverse hanno solleva-to la questione di costituzionali-tà, ipotizzando che la norma in-vadesse competenze esclusive delle Regioni e aspettano il re-sponso deigiudici (siveda l'arti-colo in fondo).

Qualcuna, invece, si è data da fare, ma ipotizzando tagli infe-riori a quelli richiesti. Come Si-cilia e Friuli Venezia Giulia che hanno avviato l'iter - per com-pletare il quale servirà comun-que il via libera del Parlamento (in virtù dello statuto speciale) - per snellire le proprie assem-

I parlamentini locali

TUTTO COME PRIMA Come le Regioni hanno attuato il taglio dei consiglieri

numero già adeguato ai parametri richiesti o taglio approvato con apposita legge;

Sag taglio in fase di approvazione; nessun taglio o approvati tagli insufficienti

Num ero consiglieri ;

Attuali Previsti

Abruzzo 40 30

Basilicata 30 20 Mì2 Calabria 50 40

Campania 60 50

Emilia R. 50 50

Friuli V.G. 59 30

Lazio 71 50

Liguria 40 30

Lombardia 80 80

Marche 43 30

Molise 30 20

Piemonte 60 50

Puglia 70 60

Sardegna 80 30 'n» Sicilia 90 50

Toscana 55 40

Trentino A.A. 70

Umbria 31 20

Valle d'Aosta 35 20

Veneto 60 50

GIUNTE PIÙ MAGRE La riduzione degli assessori secondo i parametri della manovra di agosto

Numero ssessori

Attuali Previsti

Abruzzo 11 6

Basilicata 7 4

Calabria 12 8

Campania 12 10

Emilia R. 12 10

Friuli V.G. 11 6

Lazio 16 10

Liguria 13 6

Lombardia 16 16

Marche 11 6

Molise 7 4

Piemonte 13 10

Puglia 14 10

Sardegna 13 6

Sicilia 13 10

Toscana 10 8

Trentino A.A.

Umbria 9 4

Valle d'Aosta 9 4

Veneto 13 10

L n

(*) Essendo strutturata in due Province autonome,fa caso a sé Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati delle Regioni

blee, senza però rispettare i pa-rametri del decreto. Nel caso della Sicilia l'obiettivo è scende-re a quota 5o consiglieri, ma la Regione si è fermata a 70, rispet-to agli attuali 9o. Stesso discor-so per il Friuli Venezia Giulia: attualmente sono 59, dovrebbe-ro scendere a quota 3o, mentre la proposta di legge ipotizza di arrivare a 48.

Il taglio degli assessori avreb-be dovuto seguire a cascata quello dei consiglieri: il decre-to, infatti, stabilisce che tra com-ponenti della giunta e del consi-glio deve esserci un rapporto massimo di uno a cinque. Ad esempio, nel caso di un'assem-blea composta da 5o membri, il governo locale non può supera-re le dieci unità. Anche qui, in generale, le Regioni sono rima-ste bloccate. E persino l'Emilia Romagna, già in regola sul nu-mero di consiglieri, si ritrova due assessori di troppo: dodici al posto di dieci.

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il nuovo ass2tto, La difficile transizione

Trasferimento di personale e risorse ultima tappa di un mosaico complicato Antonello Cherchi

Nella prossima tornata del-le elezioni amministrative non ci saranno Province. Eppure ot-to amministrazioni (Ancona, Belluno, Caltanissetta, Como, Genova, La Spezia, Ragusa e Vi-cenza) sono in scadenza. Lì, pe-rò, arriverà un commissario, che continuerà a far funzionare l'ap-parato.

Sono i primi effetti del nuovo identikit assegnato alle Provin-ce, che non scompaiono, ma de-vono rassegnarsi a diventare -secondo quanto prevede l'artico-lo 23 del decreto salva-Italia (Dl 201/2011) - "appendici" dei Co-muni. Detto con le parole del le-gislatore, a esercitare «esclusi-vamente le funzioni di indirizzo e coordinamento delle attività» dei municipi.

Una fase di transizione appe-na iniziata e che dovrebbe con-cludersi al massimo entro la pri-mavera del 2013. 11 primo tassel-lo è stato il disegno di legge sulle nuove modalità di elezione de-

gli enti, testo presentato al Con-siglio dei ministri del 24 febbra-io e ora all'esame della conferen-za unificata, che l'ha iscritto in agenda giovedì prossimo.

Con quel provvedimento vie-ne fissato il numero massimo dei futuri consiglieri provincia-li, che il salva-Italia aveva previ-sto in dieci, ma che per esigenze di rappresentatività politica so-no diventati i6 nelle Province con più di 7oomila abitanti, 12 do-ve la popolazione è compresa tra 3oomila e 7oomila abitanti, io se gli abitanti sono meno di 30 omila.I1 disegno di legge indi-ca, inoltre, le nuove modalità di elezione dei parlamentini pro-vinciali, non più basate sulla scel-

NIENTE NINNOVI

Nelle otto amministrazioni

in scadenza

che dovevano andare

al voto in primavera

arriveranno i commissari

ta diretta del presidente e del consiglio provinciale, ma sosti-tuite con un sistema proporzio-nale fra liste concorrenti. Non solo: nelle liste potranno trova-re posto solo sindaci o consiglie-ri dei Comuni della provincia, i quali, una volta eletti, faranno il doppio lavoro: amministratori municipali e provinciali.

Con le nuove regole di voto la transizione è, però, solo agli ini-zi. La fase più complicata è, infat-ti, quella che prevede il disegno esatto delle nuove competenze provinciali, così da trasferire ai Comuni (o alle Regioni, nel caso sia necessario assicurare una ge-stione unitaria di una p arte di es-se) tutte le altre. Operazione da

LA T M MSTLCA Entro fine anno

dovranno essere approvate

le nuove regole elettorali

e definite le funzioni

da assegnare ai Comuni

compiere entro il prossimo di-cembre.

Si aprirà poi la partita forse più difficile di questo nuovo as-setto: quella del trasferimento ai Comuni del personale e delle ri-sorse necessarie per mettere i municipi in grado di tradurre in praticale funzioni ricevute dalle Province. Uno "spezzatino" che si prospetta assai complicato e foriero di contenziosi. «Per tra-sferire personale, risorse e debi-ti (perché le province hanno fat-to investimenti e hanno anche si-tuazioni debitorie), ci vorranno anni e non sarà una passeggia-ta», afferma Piero Antonelli, di-rettore generale dell'Upi (Unio-ne province italiane). Il caso del-le partecipazioni che le Provin-ce hanno in vari organismi (si ve-da l'articolo sopra) è emblemati-co: «Non potranno che finire in mano alle Regioni - aggiunge Antonelli - le quali non sono in grado di gestirle direttamente e, dunque, le affideranno a società esterne. Ma è un discorso che

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non è stato ancora minimamen-te affrontato. Prima di venirne a capo passerà molto tempo».

Il trasferimento di risorse e personale non è, però soggetto a limiti temporali. A differenza di quanto previsto per le regole elettorali e per il monitoraggio delle nuove funzioni - da porta-re a termine entro dicembre - per completare il passaggio di consegne non ci sono scadenze esplicite. Anche se la tempistica del rinnovo delle Province indu-ce a pensare che non ci si possa trascinare all'infinito Le ammi-nistrazioni che scadono nel 2012

- a cominciare dalle otto che sa-rebbero dovute andare al voto la prossima primavera - potranno andare avanti con la gestione commissariale fino al 31 marzo 2013, dopodiché si dovrà proce-dere alle elezioni.

A quel punto, però, una volta che le Province si saranno forma-te secondo le nuove regole, do-vranno anche diventare operati-ve. E per farlo dovrà esser detto loro quali sono i compiti e quali le risorse e il personale su cui po-ter contare. Insomma, tutte le tessere del puzzle non potranno non andare a posto che entro la primavera del prossimo anno.

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Lo scenario futuro

I IL NUOVO 'DENTI Dopo che la sorte dette province sembrava segnat , perché durante l'estate l'indirizzo del mondo politico

e la pressione dell'opinione pubblica spingeva per una toro soppressione, il decreto Legge salva-Italia (D1201/2011, convertito dalla egge 214/2011) ha adottato soluzione intermedi • l e intermedia

amministrazioni provinciali continuano a vivere ma con 9nzioni ampiamente

ridimensionate. L'articolo 23 (commi da 14 a 20-bis) prevede, infatti, che te future province abbiano unicamente un compito di indirizzo e coordinamento delle attivit dei comuni. Non solo:gli stessi consigli provinciali vengono sottoposti a una forte cura dimagrante (il salva-Italia ne prevede massimo dieci) e la toro composizione è ristretta ai sindaci !e ai consiglieri

unali dei municipi che fanno parte della provincia, i quali devono essere eletti con nuove regole

02 I LE REGOLE ELETTORALI Si tratta del primo passaggio della transizione verso le nuove province. Il Governo ha già messo a punto un disegno di legge con Le nuove regole elettorali testo che attualmente e all'attenzione della conferenza unificata e che poi dovrà intraprendere tutto l'iter parlamentare, da portare

termine entro fine anno. Nel frattempo, te province che sono in scadenza e che sarebbero dovute andare al voto in primavera (sono otto), saranno uidate da un commissario

03 I G LI ALTRI PASSAGGI Dopo le regole elettorali, sarà

la volta del trasferimento ai comuni (o alle regioni, laddove fosse necessaria assicurare una gestione unitaria) d

ee funzioni attualmente svolte dalle province (da effettua

re entro fine dicembre), a cui seguirà il passaggio delle risorse e del personale in grado d i mettere î comuni nelle condizioni di assicurare lo svolgimento dei nuovi compiti

KIT

Co r71

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D soie/2

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Province, il riordino dimentica una giungla di 850 partecipate La normativa sul ridimensionamento lascia incerto il destino delle società

Andrea Biondi

Gianni Trovati

Il dibattito sull'abolizione delle Province è infinito, il de-creto salva-Italia che cancella le Giunte e trasforma i Consigli in organismi ultraleggeri di secon-do livello e il successivo Ddl go-vernativo per regolare i nuovi enti sembrano il punto di svolta, ma su tutto il processo pesa un "non detto" che rischia di affos-sarlo. Si tratta della foresta di so-cietà partecipate fiorite intorno alle Province e che oggi, solo nel-le partecipazioni di "primo livel-lo", conta 852 società in cui lavo-rano 56.719 persone. Un mondo, secondo i dati elaborati per Il So-le 24 Ore da Bureau Van Dijk con la banca dati AidaPa, che ac-cumula oggi un "fatturato" di 15,4 miliardi all'anno, con beni all'attivo per oltre 56 miliardi di euro, senza tener conto delle Province autonome di Trento e Bolzano. Certo, sono dati che ri-guardano le società in sé, in cui accanto alle Province fanno pe-sare le loro quote anche altri sog-getti. Ma la "dimenticanza", va-le a dire la mancata definizione di una regola chiara (e al sicuro da probabili contenziosi) per il

passaggio di consegne, rischia comunque di ipotecare qualsia-si tentativo di riordino degli en-ti di area vasta.

Eppure fra vari stop and go e con spinte di segno contrario all'interno della stessa maggio-ranza dell'allora Governo Berlu-sconi (favorevole il Pdl, ma più che mai ostile la Lega), il dibatti-to sull'abolizione delle Provin-ce va avanti da inizio legislatu-ra. Ma evidentemente la lunga decantazione non è bastata. L'ar-ticolo 23 della manovra di Nata-le del Governo Monti prevede infatti che le Province abbiano solo un ruolo di «indirizzo e co-

ordinamento» e che le Regioni assegnino ai Comuni le funzio-ni fino a oggi svolte dalle ammi-nistrazioni provinciali. La tra-sformazione in enti di secondo livello è chiara ed è stata ancora meglio stabilita dal Ddl sulle nuove modalità di elezione dei consiglieri provinciali e dei pre-sidenti delle Province, che ha avuto il via libera preliminare del consiglio dei ministri il 24 febbraio. Nulla di scritto invece sulla sorte delle partecipazioni in mano alle Province.

La questione è complicatissi-ma perché riguarda società con

partecipazioni anche rilevanti in termini di valori e di strategie amministrative, e si fa sentire so-prattutto nelle aree metropolita-ne a più alta intensità economi-ca. Uno degli snodi più impor-tanti è naturalmente a Milano, dove la Provincia del presiden-te Guido Podestà (Pd1) poggia su un groviglio di partecipazio-ni dove si incontra un capitale sociale da 666,8 milioni di euro su cui si sono accese tutte le bat-taglie politiche cruciali degli ul-timi anni intorno a Palazzo Isim-bardi. Il cuore del portafoglio è Asam - il cui 8o,8% è della Pro-vincia di Milano e il resto appar-tiene invece alla sua ex "costo-la" di Monza e Brianza - che ha in pancia, solo per fare due no-mi, il 52,9% di Serravalle (utile netto di 23,7 milioni nell'eserci-zio 2010) e il 14,56% di Sea (63,1 milioni di risultato netto).

A chi sarà destinato il tesoret-to? Il Comune di Milano, alle

ENTI SECONDO UVELLO Il salva-Italia stabilisce il passaggio di funzioni a Comuni e Regioni ma non dà indicazioni sulle quote detenute

,\••\

.•„.\\\\ ••.

Scoaa paneunate

Le società partecipate da enti pubblici sono state quantificate in circa 6mila e sono state create nel tempo per gestire servizi pubblici locali (produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua, trasporti e gestione dei rifiuti), ma non solo, entrando anche in attività culturali sportive e di sviluppo turistico, supporto alle imprese, scientifiche e tecniche, agricoltura silvicoltura e pesca, sanità e assistenza sociale, farmacie. Un intervento normativo molto incisivo sulla vita di queste società è riconducibile alle manovre estive, che hanno previsto obblighi di trasparenza e ha rilanciato l'obbligo di assoggettare al Patto le titolari di affidamenti diretti

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II soler /,1

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prese con un'emergenza conti che rischia di aggravarsi nono-stante gli inasprimenti fiscali, potrebbe farci più di un pensie-ro, ma la partita fra la Giunta di centro-sinistra che guida Palaz-zo Marino e l'asse Pdl Lega che regge la Regione non si annun-cia semplice. Musica simile nel-la Capitale, dove nel portafoglio della Provincia guidata da Nico-la Zingaretti (Pd) si incontra tra l'altro il 12,9% della società re-gionale dei trasporti (nelle due costole di Cotral Spa che gesti-sce il servizio e Cotral Patrimo-nio che possiede le strutture). Difficile pensare a una cessione gratuita e serena a Regione o Campidoglio, entrambe a guida centro-destra.

E fra Fiere, utility, società di gestione delle infrastrutture, non si parla certo di asset insi-gnificanti nemmeno sul territo-rio lontano dalle grandi metro-poli, dove rischiano di accender-si infinite battaglie fra i politici locali e dove già si è iniziato a tuonare contro la possibilità di quella che potrebbe configurar-si come la più consistente rega-lia fatta a Comuni o Regioni, a scapito delle Province. «Pensa-re che queste proprietà possano andare a finire alla Regione ci preoccupa», ha detto Marco Lombardi, consigliere regiona-le del Pdl in Emilia-Romagna. «La Regione ha sempre avuto la prospettiva di accorpare tutto a Bologna e noi, invece, siamo ge-losi delle prerogative locali es-sendo esse frutto dei sacrifici dei riminesi• non è giusto che va-dano in proprietà alla Regio-ne», ha aggiunto il consigliere di minoranza riferendosi alle partecipazioni in Fiera (fra le prime quattro d'Italia insieme con Milano, Bologna e Verona), Palacongressi e Aeradria (socie-tà che gestisce l'aeroporto di Ri-mini) possedute dalla Provin-cia. In alcuni casi, infine, l'ogget-to del contendere può apparire più che altro una zavorra. E il ca-so per esempio di Acms, l'azien-da casertana di mobilità e tra-sporti commissariata dal 2009

di cui sono azionisti la Provin-cia e 45 Comuni. In ballo c'è un dissesto, 458 dipendenti sulla graticola e la lente della Corte dei conti su presunti sprechi per 15 milioni.

andrea biondff@ilsole24ore com

gianni [email protected]

0 RIPRODUZIONE RISERVATA

.a dote in gioco

\ \\.\\>\,`,\,\•.\\

li veliodatle Province italiane

Provincia Ricavi Attivo

Agrigento 36,1 49,2

Atessarld r la 5,9 94,2

Annona 40,9 124,2

Peeeeo 141,3 318,9

14,61 66,7

Asti 32,9 186,4

Avelli rio 0:4 4,8

Bari 63,8 368,9

Bollono 27,4 523,7

iàl ■ eilLa

9,4

Bergamo 713,5 L769,1

23,0 53,0

Bologna 451,1 L482,9

Btescla 667,9 1.530,2

Brindiai 49,4 377,2

agi ari 44,2 72,7 Caltanissetta 4,9 5,3 Campobasso 0,0 2,8 Carboma 1. 0,9 Caserta 17,1 13,3 Catania 114,2 422,0 Catanzato 20,7 57,8 chie i 36,6 214,2 Como 212,9 832,9 Cosenza ... 0,5i. 24,5 Etemona 5,3 500,3 Ciotorie 16,0 48,2 Cuneo 38,7 189,1 Enna 4,9 5,0 Ferr ara 103,4 343,9 F1,,,,;€, 118,0 E.og a 50,9 372,2 Forlì Cesena 18.5 31,3

itveiìo

PARTECIPAZIONE DIRETTA ,

lesamela prese a; same

sono Le partecipate di «Primo livello» e quindi partecipate direttamente La quota di

Partecipazione in questo caso altri buna è pana quella dei ufo dall'ente beate

mt an n

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I LA NORMA L'articolo 23 del DI 201/201: convertito poi nella legge 214/2011 prevede c e le Province abbia no solo un ruolo di nind i rizza e evo dinamento» e che le Regioni as egnino ai

Com uni te funzioni nzioni fi no a oggi svolte dagli enti prov ncia h

IITEMPI Il trasferi mento deve avveniavvenire entro il 31.d icem bre 2012. A quella ala Lo Stato e le Regioni,

con Propria legge, secondo te rispettive competenze,

dovranno aver Prowed usto a trasfen re ai comuni le funzioni conferite dalla normativa

vigente alle Province, salvo che; Per assicurarne l'esercizi o unitario, te stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla base dei od ricini di

. sussidiarietà, differenziazione

1,6

t.).,1, I LE CONSEGUENZE Nel nuovo quadro diventa incerta la sortedelle partecipazioni oggi nelle mani delle Province

04 I 'NUMERI A livello nazionale la questio riguarda aziende con partecipazion i rilevanti in termini di strategie am ml nis rative, ma soprattu di valori. Solo per le partecip di

Po livello ortate nel

ta be ila a fianco s

soci et aconlricavi per 15,4 ch euro e beni all'al

Per 56,1 miliardi dl e ro. numero di partecipate di ori

o s icca la provincia d Brescia, con 30 504i ta

od attivi la leadershi p z invece a .0 Roma, con 4,7 miliardidl euro, p.

Milano (4 ,6 miliardi )

11. NUMERO

Attivo

250,9

575,6

333,9

729,2

1,1

119,0

160,3

47,9

3,0

802,9

465,3

505,1

1.982,3

318,3

1.931,9

20,9

117,5

4.642,5

L592,5

747,9

168,1

1,7

0,9

1,3

1,0

2.021,4

106,7

907,2

1.043,3

324,2

390,7

1.082,8

65,5

53,0

9,0

3,4

34,6

11,3

27.0

12,6

686,2

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349,7

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19,0

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595;0

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137,4

va n DO seguita da

non tiene conto delle Province autonome di Trento e Butzano e delle Provî ncesenza partecipate di pn

Fonte: Elaborazioni su database Arda PA - Bure

I ricavi e gli attivi Un milioni di curo)

Va rese

Venezia

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Verona

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,9 Vi sene

GLI OCCUPATI Le società partecipate «dì primo livello», dalle Province italiane danno

complessivamente lavOrn à 56719 addetti con Una media di oltre 66 occupati per società

Ricavi 18,3 53,2

142,0

141,7

226,6

0,3

,7

9

1,7

11,3

210,4

167,3

54,6

697,3

19,7

536,1

13,6

41,4

1.403,2

494,4

166,3

6,0

1,7

1,7

0,0

0,2

525,4

56,6

172,3

233,8

158

101,1

34,5

Ricavi

68

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•,, ,, 195,3

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Attivo

666,3

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715,2

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27,8

0,3

1.017,5

0,0

419,0

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1.522,1

4.702,2

666,4

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16,1

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93,2

42,6

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46,3

3.090,4

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566,6

730,1

L832,7

2.833 ,5

60,8

3.328 ,4

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L749,5

Provincia

Piacenza

Pisa

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Po 1,ot1"..eilrelaa1e 1

P rato

Ragusa

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Gli:ADDETTI

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orini parte ipate nelle sodi

press LinE 12/03/2012

Il Sole12

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L'ANALISI

Gianni Trovati

Più il taglio è efficace più i tempi sono lun

a rapidità di attuazione di un

_4taglio è inversamente proporzionale alla sua efficacia». Potrebbe suonare così il «teorema delle leggi sui costi della politica»: dal 2006 a oggi, la «Gazzetta Ufficiale» si è riempita di leggi che sfrondano posti, cancellano enti, tagliano compensi, ma la spesa per organi politici e amministrativi ha continuato tranquilla la propria corsa. Il teorema, insomma, non è ancora stato dimostrato, ma ci si può provare. Di abolizione delle Province, per esempio, si parla da anni, e dopo il tentativo patetico del D dl costituzionale varato al tramonto del Governo Berlusconi per sostituirle con altri «enti intermedi», è arrivata l'ultima parola con il decreto di Natale che le svuota di compiti e di politici e con il successivo D dl che fissa le nuove regole delle Province «ultra-leggere». È davvero l'ultima parola? Il trasferimento senza colpo ferire (e senza che una legge lo dica chiaramente) di 18 miliardi annui di fatturato da un'amministrazione all'altra non sembra un gioco da ragazzi, in un Paese in cui arrivano in Cassazione anche le liti condominiali.

La seconda «prova» del teorema è a pagina 4. Come sempre in matematica, è utile partire dai numeri. Per accumulare il costo annuo di un consigliere regionale medio

(senza cariche aggiuntive), occorrono circa 1.zoo suoi "colleghi" dei mini-enti. Quale taglio è stato applicato con più solerzia? Il teorema non mente, e la sforbiciata negli enti più piccoli si p orteràvia con le elezioni di maggio circa 4mila posti da consigliere, in larghissima parte nei Comuni sotto i 5mila abitanti dove i gettoni viaggiano intorno ai 17 euro a seduta e le riunioni spesso non arrivano a una decina all'anno. Sfoltire qualcuno dei 218 gruppi che abitano oggi i consigli regionali, magari vietando quelli con un solo componente (che in quanto capogruppo di se stesso ha ufficio, segreteria e spesso un'indennità aggiuntiva) avrebbe fatto risparmiare molto di più. Finora, però, ogni tentativo di tagliare qualcosa in Regione si è infranto contro l'autonomia legislativa dei Governatori, sempre difesa con prontezza a suon di ricorsi in Corte costituzionale. Ad appesantire davvero i costi dei piccoli Comuni sono invece le duplicazioni di funzioni tra enti fotocopia. Per questo la manovra-bis di Ferragosto aveva imposto una sorta di fusione ai municipi fino a 5mila abitanti, e la gestione associata a quelli che contano fra 5.001 e iomila residenti. Il meccanismo, però, era malfatto, avrebbe chiesto di fondere anche Comuni distanti fra loro decine di chilometri, e nel Milleproroghe è arrivato puntuale il rinvio. Se ne parlerà a metà 2013, forse. Nessun cedimento, invece, sulla norma che ha tagliato i collegi dei revisori dei conti nei Comuni sotto i 5mila abitanti. Nonostante le promesse ai professionisti, e i D dl bipartisan per cancellare quello che fu considerato un «errore» dai suoi stessi autori (il secondo Governo Prodi) il revisore unico, fatalmente ostaggio della politica, è ancora lì. Risparmi annui? Un paio di milioni. Costi del mancato controllo? Non calcolabili.

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press LinE 12/03/2012

Il Sole12

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::::::: La destinazione di una quo-ta dell'otto per mille all'edilizia scolastica trova il favore del mi-nistro dell'Istruzione, anche se per tradurre in pratica la riparti-zione della quota dell'Irpef che i contribuenti devolvono allo Sta-to (oggi riservata a calamità natu-rali, lotta contro la fame nel mon-

do, assistenza ai rifugiati e beni culturali) è ncessaria una modifi-ca legislativa.

Lo ha sottolineato il sottose-gretario all'Istruzione, Marco Rossi Doria, rispondendo la setti-mana scorsa in commissione Cultura della Camera a un'inter-rogazione di Rosa De Pasquale

(Pd), la quale aveva chiesto al Go-verno di spiegare quali iniziative ha intenzione di prendere per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, a iniziare dall'impiego dell'otto per mille e dall'allenta-mento dei vincoli del patto di sta-bilità per i comuni che si dedichi-no all'edilizia scolastica.

L'esponente pidiessina ha, infatti, spiegato che secondo un rapporto del 2011 di Legam-biente il 36% delle strutture scolastiche ha bisogno di inter-venti di manutenzione urgenti e uno studio della Krls network ofbusiness ethics rile-va che solo il 46% delle scuole ha il certificato di agibilità tec-nica, contro il 98% della Ger-mania e il 93% della Francia.

Il sottosegretario Rossi Doria ha sottolineato che la costruzio-ne di nuove scuole e la messa in sicurezza di quelle esistenti rap-presenta una priorità del ministe-ro, che si è già mosso in questo

senso anche attraverso l'inseri-mento nel decreto legge sulle semplificazioni - ora all'esame della Camera - di norme per la modernizzazione del patrimo-nio immobiliare scolastico.

Invece, niente da fare, almeno nell'immediato, sull'otto per mil-le (riforma sulla quale il Pd insi-ste da tempo). Così come posso-no essere escluse dal patto di sta-bilità - ha fatto sapere l'Econo-mia, interpellata a proposito dall'Istruzione - solo le voci di spesa previste dalla legge. E l'edi-lizia scolastica non è tra quelle.

A. Che. O RIPRODUZIONE RISERVATA

Interrogaz,onl Occorre però modificare la normativa

Manutenzione delle scuole, una chance dall'otto per mille

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press LinE 12/03/2012

Il Sole/ /,1

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ANS ,

attività d'impresa svolta nel mercato», nell'ambito della quale si è osservato che «qualsi-asi attività, anche quella istitu-zionalmente esercitata da enti pubblici e comunemente consi-derata priva di rilevanza econo-mica» (quali attività e servizi, per lo più connotati da significa-tivo rilievo socio-assistenziale, gestiti in funzione di mera co-pertura delle spese sostenute, anziché del perseguimento di profitto d'impresa, le cui spese per lo più fanno carico alla fi-nanza pubblica e la cui discipli-na è normalmente diversa da quella dei servizi a rilevanza economica) «può essere svolta in forma d'impresa». Da ultimo, è intervenuta la Corte costituzio-nale (con sentenza 26/2011) pre-cisando che «coessenziale alla nozione di "rilevanza" econo-mica del servizio è la copertura dei costi (sentenza n. 325 del 2010), non già la remunerazio-

ne del capitale»; detto altrimen-ti, il carattere rimunerativo del-la tariffa non può essere defini-to elemento caratterizzante la nozione di «rilevanza economi-ca» del servizio.

Se così è, ai fini della gestio-ne dei servizi pubblici locali di cui non sia controversa la rilevanza economica, tendo-no a divenire ammissibili quei modelli gestionali cui è, per legge, associato l'obbligo del pareggio di bilancio, da perseguire attraverso l'equili-brio dei costi e dei ricavi, ivi inclusa l'azienda speciale di cui all'articolo 114 del Dlgs 267/2000, che è, come noto, l'ente strumentale dell'ente lo-cale dotato di personalità giu-ridica, di autonomia imprendi-toriale e di proprio statuto, istituito per l'esercizio di ser-vizi sociali e dotato di autono-mia gestionale.

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Anche per le aziende speciali conti in pareggio obbligato di Massimiliano Atelli

" uali e quanti sono gli sche- mi organizzativi oggi uti- lizzabili ai fini della ge-

stione di servizi pubblici locali a rilevanza economica ?II quesi-to, niente affatto ozioso, pre-suppone necessariamente uni-vocità e chiarezza su cosa si in-tenda per «rilevanza economi-ca». Al riguardo, la giurispru-denza ha tuttavia offerto nel tempo indicazioni non sempre coincidenti.

Dapprima (Consiglio di Stato, sezione V, sentenza 5072/2006), si è ammesso che servizi che astrattamente avrebbero potu-

to essere considerati privi di ri-levanza economica (nella spe-cie, si trattava di gestione della comunità alloggio per minori, del centro educativo diurno per minori e della mensa socia-le e simili) potessero in concre-to assumerla, invece, laddove l'operazione contrattuale fosse stata congegnata in modo da

LIVOLMON La disciplina è il frutto dell'estensione della «rilevanza economica» che non dipende più solo dalla presenza di tariffe

rendere intrinseca, nell'espleta-mento del servizio, «anche una rilevante componente econo-mica tesa ad assicurare non la mera copertura delle spese so-stenute, ma anche un p otenzia-le profitto d'impresa attraver-so la copertura forfettaria dei costi di gestione nella misura del m% del valore». Successiva-mente (Consiglio di Stato, se-zione V, sentenza 6529/2010), nel ripudiare l'idea che la rile-vanza economica o meno pos-sa essere accertata facendo uso dell'«astratto criterio sostan-zialistico del carattere remune-rativo, o meno, della erogazio-ne dei servizi pubblici tramite

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Il Sole12

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Controt[1. Le indicazioni per il prospetto da compilare

Non è «di rappresentanza» il pranzo offerto ai consulenti Massimo Pollini

Il prospetto sulle spese di rappresentanza che per la prima volta va allegato al rendiconto 2011 da chiudere entro il 30 aprile, come disciplinato dal decreto in-terministeriale del 23 gennaio scorso, non è un semplice passag-gio burocratico, perché impone una revisione complessiva di que-ste voci di spesa.

Il Prospetto, allegato al rendi-conto 2011, va trasmesso alla Cor-te dei conti e pubblicato sul sito internet dell'ente entro 10 giorni

TRASPARENZA Per la prima volta

il «censimento»

va unito al consuntivo,

inviato alla Corte dei conti

e pubblicato su internet

dall'approvazione del bilancio. Il decreto riporta il sunto dei princi-pi e dei criteri generali di ammis-sibilità delle spese di rappresen-tanza (stretta correlazione con le finalità istituzionali; proiezione esterna dell'attività; motivato perseguimento dell'interesse isti-tuzionale; qualificazione del sog-getto destinatario dell'occasione di spesa; ragionevolezza e con-gruità della spesa rispetto ai fini). Viene in tal modo portata un po' di chiarezza in una materia delica-ta e controversa, che ha spesso in-teressato, con alterne soluzioni,

le procure della Corte dei conti, le procure della Repubblica e per-sino la Corte costituzionale.

Il documento base è uno rego-lamento che disciplini in via pre-ventiva la materia. E poi necessa-rio uno specifico stanziamento di bilancio, che va collocato tra le funzioni generali, servizio organi istituzionali, codice SIOPE 1207. La spesa stanziabile è limitata dall'articolo 6, commi 7 e 8, del D1 78/2010, che prevede la riduzio-ne delP8o% del complesso delle spese di rappresentanza, per rela-zioni pubbliche, convegni, mo-stre, pubblicità, studi e consulen-ze sostenute nel 2009. Va al ri-guardo precisato che il comma io dello stesso articolo 6 consente di effettuare variazioni compen-sative tra queste voci di spesa, co-sì che le spesa di rappresentanza mantengono una pur limitata ela-sticità quantitativa.

La gestione della spesa, attra-verso il Peg, deve essere assegna-ta a un funzionario responsabi-le, nominato dal sindaco ex arti-colo 5o del Dlgs 267/2000, oppu-re al segretario comunale ai sen-si dell'articolo 97, comma 4, let-tera d), dello stesso Dlgs, che ac-quisterà i beni e i servizi, impe-gnerà la spesa e liquiderà i forni-tori. Va invece escluso l'utilizzo di fondi pubblici direttamente da parte degli amministratori per evitare che gli stessi venga-no ad assumere la veste di agenti contabili impropri.

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Le linee guida

:1, i SPESE AMMISSIBILI ospitatita, trasporto,

cene in occasione di visite di personalità; 2)cerimonie, ricorr inaugurazioni commemorazioni, stampa dí manifesti, rinfreschi ; 3)gemellaggi; 4) biglietti da visita peri sin aco,

5)onoranze funebri'. per personalità, amministratori, dipend ed ex dipendenti; 6)doni - ricordo per matrimoni o nascite; 7)convegni e congressi di rilevante interesse

02 I SPESE NON AMMISSIBILI 1)mera liberalità; 2) ospitalità per visite non ufficiali 3) generi di 'conforto per riunioni della Giunta 'o del Consiglio; 4) colazioni di lavoro e cene tra soggetti dell'Amministrazione. 5) omaggi ad amministratori .

o dipe dent 6) ospitalità e pas per fornitori del Comune, con collaboratori

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Il Sole12

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Il Sole12

C'è danno se il contratto è troppo generoso Luciano Cimbolini

La Corte dei conti - Se-zione prima giurisdizionale centrale, con la sentenza 52/2012, ha fissato principi importanti sul rapporto fra contratti decentrati integra-tivi delle Pa che prevedano illegittime progressioni ver-ticali e danno erariale.

Riformando il precedente verdetto di assoluzione for-mulato dalla Corte dei conti per la Basilicata, la Sezione centrale ha condannato il rettore, i direttori ammini-strativi e i componenti del cda dell'Università lucana per aver posto in essere, me-diante i contratti integrativi e gli atti applicativi conse-quenziali, progressioni verti-cali del personale interno in violazione di alcuni limiti previsti dall'ordinamento.

Nell'ambito della fattispe-cie concreta si fa riferimento al principio della programma-zione preventiva dei fabbiso-gni del personale e al princi-pio dell'adeguato accesso dall'esterno nel reclutamento del personale pubblico, che prevede un valore minimo del 50% nel rapporto fra as-sunzioni riservate agli interni e accesso mediante concorso.

Nel caso di specie, i con-tratti integrativi e i successi-vi atti amministrativi d'inqua-dramento avevano consenti-to l'effettuazione di progres-sioni verticali e l'attribuzio-ne dei relativi incrementi eco-nomici ai dipendenti benefi-ciari, senza che l'Amministra-zione avesse precedentemen-te adottato un corretto pro-gramma triennale dei fabbi-sogni. Gli inquadramenti dei dipendenti nelle categorie immediatamente superiori, inoltre, erano avvenuti senza garantire il contemporaneo espletamento di procedure selettive di carattere concor-suale che garantissero in mi-sura adeguata l'accesso dal-

l'esterno, in applicazione del principio del 50 e 5o.

Le procedure interne, in-fatti, hanno avuto compimen-to indipendentemente dal-l'indizione e dall'espletamen-to dei concorsi esterni. Inol-tre, in base alle scelte effet-tuate dall'Amministrazione al tempo, la misura percen-tuale del 50% risultava calco-lata sull'ammontare delle ri-sorse disponibili e non sul nu-mero dei posti da coprire, at-tesa la mancanza dei docu-menti programmatori previ-sti dall'ordinamento.

Il Giudice di primo grado, tuttavia, aveva mandato assol-ti i convenuti dalle censure della Procura per carenza del requisito psicologico della colpa grave, a causa, essenzial-mente, della complessità e non univocità della normati-va in vigore al tempo della commissione dei fatti.

Il Giudice d'appello, inve-ce, seppur diminuendo l'im-porto del danno attribuito ai convenuti, ha ritenuto che i ci-tati principi, anche se declina-ti da una normativa confusa e di non facile interpretazione, altro non sono che aspetti dei principi costituzionali di lega-lità sostanziale, imparzialità e buon andamento che devono connotare l'azione di tutte le pubbliche amministrazioni, università comprese e, in quanto tali, giustiziabili an-che in sede contabile.

Appare evidente che il con-tenuto della sentenza, anche per l'autorevolezza del giudi-ce da cui promana, riveste un'importanza che va oltre il mondo delle università, finen-do per investire tutto il mon-do delle pubbliche ammini-strazioni ed, in particolare, re-gioni ed enti locali.

Per i Giudici contabili, infat-ti, può essere fonte di respon-sabilità amministrativa la pre-visione contrattuale e l'effetti-va esecuzione di percorsi ver-ticali di carriera in assenza di una corretta programmazio-ne dei fabbis ogni e senza il ri-spetto del principio che obbli-ga le pubbliche amministra-zioni all'espletamento di pro-cedure selettive che garanti-scano in misura adeguata l'ac-cesso dall'esterno, secondo quanto previsto dall'articolo 35 del Dlgs 165 del 2001.

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Sevízì et La partecipazione è possibile solo se la gestione in vigore è nella fase finale • • • piu stretti per il gas

Sugli attuali affidatari diretti nuovi divieti nell'accesso alle gare

Alberto Barbiero Le Regioni possono defini-

re ambiti territoriali ottimali con dimensione diversa da quella provinciale per la ge-stione dei servizi pubblici, e nelle gare per i nuovi affida-menti vanno tenute in partico-lare considerazione le tutele occupazionali.

Le modifiche alla disciplina dei servizi pubblici definite in sede di conversione del DI 1/2012 (su cui si veda Il Sole 24 Ore del i° marzo) rafforzano le

CONSMIKL W. STATO Le deroghe previste

dal testo unico degli enti locali

non possono essere sfruttate

dalle società che gestiscono

anche altre attività

linee di realizzazione delle pri-vatizzazioni come soluzioni di promozione dello sviluppo eco-nomico e territoriale, ricalcan-do, per alcuni versi, il quadro strutturato per il servizio gas.

Le nuove norme regolano anche gli effetti che le nuove gestioni possono produrre nei contesti locali, precisando nell'articolo 3-bis che in sede di affidamento del servizio con gara, l'adozione di stru-menti di tutela dell'occupazio-

ne costituisce elemento di va-lutazione dell'offerta. Questa prospettiva è garantita nelle procedure selettive, in quanto il bando dovrà indicare anche i criteri per il passaggio dei di-pendenti ai nuovi aggiudicata-ri del servizio, prevedendo, tra gli elementi di valutazione, l'adozione di strumenti di tute-la dell'occupazione.

La ridefinizione delle norme sui servizi pubblici presenta importanti novità anche con ri-ferimento alla disciplina per il servizio di distribuzione del gas naturale, con varie previsio-ni che incidono sulla gestione delle gare per i nuovi affida-menti in base agli ambiti terri-toriali minimi (Atem).

Il dato più rilevante è riscon-trabile nell'estensione a que-sto settore delle previsioni del-la disciplina generale dei servi-zi pubblici con rilevanza eco-nomica sul divieto di affida-mento di servizi ulteriori e sul-le condizioni per la partecipa-zione alle gare delle società in passato affidatarie dirette, sta-bilita dall'articolo 4, comma 33 della legge 148/2011.

Questa previsione implica che una società partecipata da un ente locale, che oggi gesti-sca (nel periodo transitorio) il servizio di distribuzione del gas naturale sulla base di un af-fidamento diretto possa parte-

cipare alle gare che saranno in-dette progressivamente nei va-ri Atem individuati e specifica-ti con i decreti ministeriali adottati nel corso del 2011 a condizione che il proprio affi-damento sia nella fase finale (ultimo anno), e che siano già state avviate le nuove proce-dure di affidamento.

La disposizione va analizza-ta considerando anche quanto sancito dal Consiglio di Stato, sez. V, con la sentenza n. 1173/2012. Secondo i giudici, la deroga prevista dall'articolo 15, comma lo del Dlgs 164/2000 che consente una società affi-dataria diretta (in house) del servizio gas di prendere parte

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Entro il 30 giugno 20121e Regioni devono ridefinire gli ambiti territoriali ottimali, partendo dalla dimensione provinciale

• Le dimensioni degli ambiti possono essere anche diverse : d quelle provinciali, sulla base di ragioni motivate in ordine all'efficientaniento della gestione

• Sono salvaguardati i processi di ridefinizionedeg Ato incorso e la disciplina non riguarda gli ambiti territoriali:' minimiminimi per legare del gas

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Le modifiche del Dl liberalizzazioni

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Nelle gare per i servizi pubblici locali la tutela dell'occupazione conta come punteggio

▪ Il bando di gara deve prevedere anche i criteri per "pesare' il passaggio dei dipendenti ai nuovi aggiudicata ri del servizio

• I limiti per la partecipazione alle gare l

delle affidatarie . i rette di servizi e . i pubblici locali sono estesi alle società à d gestione d

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Le attuali società a fidata n e direttepuo orl partecipare f l d o artec pare solo a

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propria gestione sia i alla fine e siano già avviate le amento proced e Le affidatarie direi e del servizio gas ches ' ano anche affidatarie dirette di altri 'rvizise e nuove gare pubblici locali non possono partecipare a ll

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alle prime gare successive al periodo transitorio su tutto il territorio nazionale, va inter-pretata in senso restrittivo, per cui riguarda solo le società che avevano ottenuto l'affidamen-to senza gara del solo servizio di distribuzione del gas, e non opera se il gestore è controlla-to o controllante di società affi-dataria diretta di altri servizi pubblici locali. Pertanto, una società che sia oggi affidataria diretta della distribuzione del gas naturale e di altri servizi pubblici locali con rilevanza economica non potrà parteci-pare alle nuove gare del servi-zio gas riferite agli atem.

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pressunE 12/03/2012

Il Sole12

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Pasquale Mirto

Dopo l'accatastamento del-le case fantasma, con l'iscrizio-ne in atti della rendita presunta ma non ancora notificata, oc-corre capire quali obblighi in-combono su Comune e contri-buente, soprattutto alla luce dell'avanzamento delle opera-zioni di emersione (si veda Il So-le 24 Ore del 6 marzo).

La prima norma da conside-rare è l'articolo 19 del Dl 78/2010 la quale prevede che in caso di mancato accatastamen-to, entro ilio aprile 2011 (termi-ne prorogato dall'articolo 2 del D1225/2010), l'Agenzia del terri-torio attribuisce una rendita presunta, con oneri a carico de-gli intestatari. Gli accatasta-menti fatti nei termini, su inizia-tiva del contribuente, sono mes-si a disposizione dei Comuni sul relativo portale. Qui scatta il primo adempimento per gli enti, in quanto la norma preve-de la trasmissione per «i con-trolli di conformità urbanistico - edilizia»; il Comune deve veri-ficare che il fabbricato accata-stato non sia stato costruito abu-sivamente. Si tratta, ovviamen-te, di attività obbligatoria.

Per i fabbricati non accatasta-ti entro il 30 aprile 2011, l'artico-lo 2, comma 5 bis, del Dl 225/2010, prevede che il Territo-rio notifichi la rendita con affis-sione all'albo pretorio dei Co-muni dove sono gli immobili. Dell'affissione si dà notizia con comunicato sulla «Gazzetta Uf-ficiale», e decorsi 6o giorni dal-la pubblicazione il proprietario potrà fare ricorso alla commis-sione tributaria. L'assenza di un termine entro il quale procede-re all'accatastamento, insieme alla possibilità di impugnare la rendita presunta, poteva indur-re il proprietario a non presen-tare l'atto di aggiornamento, so-prattutto in caso di rendite pre-sunte basse, che rischiavano co-sì di diventare di fatto definiti-

ve.A colmare ilvuoto ci ha pen-sato il D116/2012 che all'articolo 11, comma 7, ha previsto l'obbli-go per i proprietari di procede-re all'accatastamento entro 120

giorni dalla pubblicazione in Gazzetta dell'avviso di attribu-zione della rendita. In caso di mancato accatastamento, si ap-plicano le nuove sanzioni (qua-druplicate dall'articolo 2 del D1- gs 23/2011), che vanno da 1.032 a 8.264 euro, e i175% delle sanzio-ni è devoluto al Comune. La pre-cisazione della misura delle san-zioni da applicare serve, proba-bilmente, a chiarire che la viola-zione da contestare non è quel-la del mancato accatastamento originario - che potrebbe risali-re a decenni fa, e che avrebbe comportato, in base al princi-pio del favor rei, l'applicazione di sanzioni irrisorie - ma il man-cato accatastamento entro il termine stabilito dal D116/2012, che quindi assumerebbe carat-tere perentorio, diversamente da quanto prospettato dall'agenzia del Territorio con la circolare 4/2011.

Per quanto riguarda il recu-pero delle imposte, la normati-va (articolo 19 del Dl 78/2010 ed articolo 2 del Dl 225/2010)

prevede che la rendita presun-ta, e quella successivamente dichiarata con rendita propo-sta, producono effetti fiscali fin dalla loro iscrizione in cata-sto, con decorrenza dal i °gen-naio 2007, salvo prova contra-ria volta a dimostrare una di-versa decorrenza.

L'agenzia del Territorio, in molte regioni, ha già provvedu-to, tra novembre e dicembre 2011, a iscrivere in catasto le rendite presunte, ma i Comuni per poter effettuare i primi re-cuperi Ici dovranno aspettare che queste siano notificate (ar-ticolo 74, comma i, legge 342/2000) mediante affissione all'albo pretorio.

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Dopo le indagini

Case fantasma, al Comune i175% delle sanzioni

La strada per l'incasso

Conte arrivare alla sanzione per mancato a

L'agenzia del Territorio attribuisce una rendita presunta e la notifica affiggendola all'albo pretorio del Comune

l proprietario pu contestarla facendo ricorso entro 60 giorni dall'affissione

1 proprietario deve accastare fabbricato entro 12 giorni, pena una sanzione che va da 1.032 a 8.264 euro; il 75% dell'incasso va al Comune

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press LinE 12/03/2012

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I pagamenti ai fornitori

La ricetta Assifact per limitare i ritardi Barbara Bisazza

Pratiche più snelle e veloci, iniziative di "reverse factoring", una pianificazione migliore dei flussi di cassa. Sono i capisaldi delle dieci proposte stilate da As-sifact, l'associazione che rag-gruppa gli operatori del facto-ring, per affrontare i gravi ritar-di nei pagamenti della Pubblica amministrazione alle imprese. Il fenomeno ha assunto ormai proporzioni enormi, con conse-guenze pesanti per la sopravvi-venza stessa di molte imprese fornitrici, che vantano comples-sivamente, nei confronti della Pa, crediti commerciali per 70 miliardi di euro.

Con il contratto di factoring un'azienda cede a una società specializzata, il cosiddetto factor, i propri crediti. Il factor fornisce una serie di servizi ed eroga un'anticipazione finan-ziaria. Nel 2011 il flusso lordo complessivo dei crediti ceduti dalla clientela alle società di factoring (turnover) è stato di circa 169 miliardi di euro, men-tre il volume di crediti acquista-ti nel corso dell'anno è cresciu-to del 21,87 per cento.

Ecco, quindi, le proposte dell'industria del factoring, basa-te sulla considerazione che i ri-tardi di pagamento della Pa non derivano unicamente dagli squi-libri strutturali dei conti pubbli-ci e dalla stratificazione del debi-to nel corso degli anni. Per mi-gliorare la tempistica degli incas-si, Assifact propone lo sviluppo del reverse factoring: la Pa, in questo caso, promuove le opera-zioni di cessione dei debiti ver-so i propri fornitori, mentre i cre-ditori vengono pagati diretta-mente dalle società di factoring. Per fornire contemporanea-mente alla Pa la possibilità di ge-stire meglio i propri debiti com-merciali, la proposta è quella di concordare dilazioni. Lo smobi-lizzo dei crediti, inoltre, sarebbe favorito se: venisse riportato da 45 a15 giorni il termine a disposi-zione delle amministrazioni

pubbliche per rifiutare la cessio-ne di crediti derivanti da appalti; venisse superata l'eccessiva bu-rocrazia che prevede la cessio-ne del credito mediante atto pubblico o scrittura privata au-tenticata e lanotifica amezzo uf-ficiale giudiziario; venisse facili-tata la cessione dei crediti deri-vanti da appalti. Un terzo grup-po di proposte chiede una mag-giore chiarezza e trasparenza nei bilanci della Pa, oltre che una revisione delle norme che consentono alla pubblica ammi-nistrazione di non pagare i pro-pri debiti e una riduzione dei tempi per i decreti ingiuntivi.

I ritardi medi nei tempi di pa-gamento delle imprese da parte della Pubblica amministrazione sono stati di 90 giorni nel 2011;

l'intervallo di tempo tra l'emis-

LE PROPOSTE Alleggerire la burocrazia nella cessione dei crediti derivanti da appalti e accelerare lo sviluppo del factoring indiretto

sione della fattura e il saldo è arri-vato, così, a i8o giorni. Ma alcuni settori sono anche più penalizza-ti: i tempi medi di pagamento so-no saliti nella seconda parte del 2011a 8 mesi in caso di lavori pub-blici (dati Ance); per Confarti-gianato, i ritardi arrivano fino a 793 giorni, mentre per Assobio-medica il ritardo medio dei paga-menti delle strutture sanitarie pubbliche è di 30o giorni (con differenze molto marcate a se-conda delle regioni). Eppure, en-tro il marzo 2013 (ma è già previ-sta una delega al Governo che anticipai tempi alla metà del no-vembre 2012) l'Italia dovrà rece-pire la direttiva europea 2ou/7/UE, che fissa, in particola-re, a 6o giorni il limite massimo entro il quale la Pa deve pagare le imprese fornitrici.

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Pubblica mminìstrazione Atteso il contratto di disponibilità

Il leasing si evolve e punta ai lavori «all inclusive» Andrea Biondi

Numeri non grandi, ma con trend crescente e che po-trebbero migliorare grazie al-le novità previste dal decreto liberalizzazioni (il Dl 1/2012 "Cresci-Italia").

Il leasing perle opere pubbli-che continua a farsi strada, com-plice la necessità della pubbli-ca amministrazione di sfuggire alla stretta del patto di stabilità interno che diventerebbe soffo-cante con il fmanziamento di-retto delle opere, magari trami-te mutuo. Certo, non si può dire che il leasing faccia la parte del leone nel mercato delle opere pubbliche, visto che, secondo i dati elaborati dal Cresme, pesa per lo 0,4% dei bandi per opere pubbliche pubblicati nel perio-do 2008-2011. Però, si tratta di 316 avvisi per un valore di poco inferiore agli 1,3 miliardi e si tratta, in generale, di uno di quei nuovi mercati cui si guar-da per la realizzazione di opere che da una parte servono alla comunità e, dall'altra, hanno an-che la funzione di cercare di far girare il motore dell'edilizia e delle opere pubbliche. Un setto-re, quest'ultimo, che continua a soffrire, come dimostrano il -3,5% di investimenti nel 2011,

certificato dal Rapporto Cre-sme (è il quinto anno consecuti-vo di calo), e la previsione di un ulteriore stop del 2% nel 2012.

«Dalla possibilità di fmanzia-mento integrale dell'investi-mento fmo al pagamento dei ca-noni a partire dall'avvenuto col-laudo dell'opera, alla certezza di costi e tempi di realizzazio-ne, il leasing - afferma il presi-dente di Assilea, Maurizio Laz-zaroni - è una modalità senza dubbio importante per lo svi-luppo infrastrutturale del no-stro Paese, specie quello neces-sario agli enti territoriali» . Pro-prio l'associazione che raggrup-pa le società italiane di leasing ha redatto nei mesi scorsi un va-demecum per stimolare e dif-

fondere tra amministrazioni e operatori economici la "cultu-ra" del leasing in costruendo e cioè di quella modalità che pre-vede per l'ente committente (la Pa) la possibilità di ottenere dal-la società di leasing il godimen-to di un bene a fronte del paga-mento di un canone e con possi-bilità di riscatto.

Gli occhi per vedere un au-mento della torta sono ora pun-tati sul nuovo strumento previ-sto dal decreto Cresci-Italia: il contratto di disponibilità. Il nuovo strumento differisce so-prattutto perché l'opera che sa-rà adibita al servizio pubblico ha e mantiene la natura di ope-ra privata, tutti i compiti ineren-ti la realizzazione dell'opera stessa spettano al contraente privato. Con il contratto di di-sponibilità il soggetto affidata-rio offre "all inclusive" un im-mobile privato all'amministra-zione che lo destina a funzioni pubbliche (scuole, uffici, ospe-dali). Il privato incassa il cano-ne di disponibilità, mentre per il pubblico il vantaggio è quello di ottenere il bene, ma sgravan-dosi di tutti gli oneri, a comin-ciare da quello di seguire l'ap-palto, per finire con gli oneri di manutenzione. «Il nuovo stru-mento - aggiunge Lazzaroni -

funzionerà solo se si creerà un circolo virtuoso, favorito an-che da una normativa adegua-ta, fra i soggetti protagonisti ora del leasing in costruendo».

Attenzione allo strumento del contratto di disponibilità di-mostrano sicuramente i co-struttori edili. «Con questa nuo-va disciplina che non entra in concorrenza, ma che affianca gli strumenti del partenariato già esistenti, come il leasing -precisa Riccardo Giustino, vi-cepresidente Ance - potrebbe-ro considerarsi risolti taluni problemi. In questa fattispecie l'opera rimane di proprietà pri-vata e l'amministrazione, ai fini della scelta del contraente, si li-mita a porre a base di gara un capitolato». La cosa più impor-tante però è «la chiarezza sull'allocazione di rischi che, con il contratto di disponibili-tà, esuleranno dalla Pa». La chiarezza, ma anche «l'interes-se del realizzatore di effettuare una buona progettazione e una corretta esecuzione per assicu-rare la futura disponibilità dell'opera» dovrebbero com-portare - conclude Giustino -«la pressoché totale assenza di contenzioso tra imprese e par-te pubblica».

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In cantiere

Il numero e l'importo (in euro) dei bandi per opere pubbliche da realizzare con leasing in costruendo pubblicati nel periodo 2008-2011

Tipologia Numero

Impianti fotovoltaici 194 477.762.035 Edilizia scolastica 60 289 750 279

Edilizia sanitaria 13 102,644,517

Impianti sportivi 12 41.948.892

Edilizia amministrativa e direzionale 10 290.387.719

Altro 27 76.613.262

Fonte: elaborazione su dati Cresme Servizi Europa

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Sussidìwlet Il sesto rapporto della Fondazione

Grandi città, più domanda di servizi dal Terzo settore di Antonio Quaglio

dilizia sociale, car-poo- ling scolastico, famiglie

„A che gestiscono giardini pubblici: nelle grandi città ita-liane - sotto pressione per i ta-gli ai bilanci municipali - citta-dini con redditi pure in calo cominciano a guardare con occhi davvero diversi alla sus-sidiarietà. Cresce l'attenzio-ne per il rapporto qualità-co-sto di servizi non più offerti di-rettamente dai Comuni e inte-ressano ovviamente, più al-l'orizzonte, le prospettive del-la sussidiarietà attiva: nuovi spazi per imprese e lavoro del Terzo settore o, perché no, una fiscalità locale più flessi-bile per cittadini impegnati in servizi "sussidiari". E una ten-denza ben delineata quella che emerge da «Sussidiarietà a città abitabile», sesto rap-porto annuale della Fondazio-ne per la sussidiarietà, presie-duta da Giorgio Vittadini (il volume sarà presentato giove-dì 15 a Roma in Senato, presen-ti il presidente, Renato Schifa-ni e il ministro per l'Ambien-te, Corrado Clini).

Lo studio - coordinato da Paola Garrone (Politecnico di Milano) e Carlo Lauro (Uni-versità di Napoli) - ruota, co-me i precedenti, su un'indagi-ne statistica su un campione di 1.200 residenti nei primi do-dici capoluoghi italiani (Ro-ma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Fi-renze, Bari, Catania, Venezia e Verona). Quattro le aree sen-sibili sondate: casa, ambiente, tempo libero, trasporti e mo-bilità. L'estrema sintesi dice che a fronte di «un'insoddisfa-zione generale nei confronti dei servizi gestiti da Comu-ni», tre quarti degli intervista-ti «dopo aver ricevuto richia-mi a esperienze concrete ma-nifesta una propensione a ri-correre a iniziative sussidia-rie nei primi tre settori»; e due terzi in quello della mobi-

lità. Il livello di conoscenza del principio di sussidiarietà è intanto cresciuto al 26% del campione, contro il 19% rile-vato dal campione 2007.

La «questione abitativa» continua a essere centrale e critica nelle aree metropoli-tane e il 64% degli intervista-ti si dice insoddisfatto delle iniziative assunte dai loro Comuni. Nessuna sorpresa -dunque - se il 90% si dice fa-vorevole ai piani di housing sociale: alla destinazione di aree e all'apertura a progetti di edilizia "sussidiaria" a prezzo controllato (sia nella proprietà, sia nell'affitto) che abbiano come perno coo-perative, soggetti non profit, istituzioni miste come fondi immobiliari pubblico-priva-to. Il 69% sarebbe in ogni ca-so molto o abbastanza pro-penso a ricorrervi in caso di necessità: quindi ormai al di là di un bisogno di "nuova edilizia pubblica" circoscrit-to alle categorie disagiate.

Tra i casi analizzati in appen-dice la pionieristica iniziati-va milanese del "villaggio Ba-rona", che ora ha coinvolto la Fondazione Cariplo.

Non stupisce neppure una propensione vicina al 90% per forme di gestione "non comu-nale" del verde pubblico (i più positivi sono aBari, leggermen-te meno a Roma), mentre spic-ca il netto favore perché le am-ministrazioni locali aprano ai servizi di scuola-bus gestiti da gruppi di famiglie e in genera-le, a sostenere il car-pooling, an-che per la mobilità verso il lavo-ro. Una domanda di sussidia-rietà che emerge anche - a ro-vescio - dal fatto che il 73% de-gli intervistati dichiara l'assen-za o la scarsa diffusione di que-sti servizi. Ricca, anche in que-sto caso (con le esperienze di Pedibus e Car Sharing Italia a Milano e Amicobus a Torino) l'indagine qualitativa curata "sul campo" da Angelamaria Groppi e Paolo Nardi.

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Le pagelle dei quattro ambiti d'intervento

Sintesi dei giudizi sulle quattro aree analizzate per valutare le città

Casa

Ambiente e verde

Trasporti e mobilità

Tempo libero

Eventuale fruizione

Percezione diffusione iniziative sussidiarie

5,59

6,17

4,50

nh 6,68

4,19

N 5,93

6,02

L 6,56

Fonte: Fondazione Sussidiarietà

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la Repubblica DOSSIER. nalsum delresecuthpo

Il Tesoro trova i soldi per gli o • atori inde • o ai licenziati Due miliardi dai risparmi della riforma-pensioni

LUISA GRION E ROBERTO MANIA

Riforma del lavoro: si riparte. Oggi, il vertice fra governo e parti sociali potrebbe portare ai pali risultati, anche perché il tempo stringe (Monti ha confermato l'intenzione di chiudere la partita entro il 25 marzo) e alcuni nodi si vanno sciogliendo. Quello delle risorse innanzi tutto. Per garantire il nuovo meccanismo di ammortizzatori sociali che entrerà in vigore dal 2017 servono coperture. Il governo le avrebbe trovate (due miliardi circa) attingendo ai risparmi che si otterranno dalla riforma delle pensioni. Il Tesoro, che voleva destinarli solo al risanamento, si sarebbe ora convinto a metterli sui tavolo: «Me li hanno promessi», ha detto il ministro del Lavoro Elsa Fornero. Ii piano dunque si delinea: oltre alla cassa integrazione ordinaria (prevista per difficoltà temporanee) resterà in vigore anche quella straordinaria, ma sarà concessa solo in caso di ristrutturazioni, non più in caso di cessazione aziendale come finora previsto. Dal 2017 scomparirà la mobilità, ma continuerà ad essere versato l'assegno di disoccupazione. Ma se sul piano degli ammortizzatori la trattativa procede e su quella dei contratti e dell'apprendistato sembra anivata a buon punto (il governo sarebbe intenzionato a "stringere" oggi stesso), resta da risolvere il nodo dell'articolo 18 e della flessibilità in uscita. Il tema non sarà affrontato nel vertice di questo pomeriggio, ma nei prossimi giorni il ministro Fornero dovrebbe procedere con incontri bilaterali. L'idea sulla quale il governo sta lavorando é quella di estendere l'indennizzo (senza l'obbligo di reintegro sul posto di lavoro) anche ai casi di licenziamento economico (legato a crisi in atto). Una versione più rigida potrebbe prevedere il solo indennizzo, e non la riassunzione, anche in caso di licenziamento per motivi disciplinari (per

esempio assentesimo). Già si sa che se Ci sl e Uil sono disposte ad aperture, la Cgil non accetterà mai modifiche di questa portata. I possibili scenari, a quel punto, sarebbero due: la Camusso non firma la parte riguardante l'artiedlo 18 (ma Cisl e Uil non saranno favorevoli ad assumersi da soli il peso delle nuove regole). Oppure le parti sociali non saranno chiamate a firmare il punto, ma esprimeranno solo il loro parere. D'altra parte il governo ha sempre precisato che, con o senza sindacati, la riforma si farà.

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2005 2006 2007 2008 2009 2010

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Commercio Informazione Alberghi e e ristoranti

comunicazione

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Attività Trasporti Attività professionali finanziarie

e assicurative

Operai Impiegati e dirigerti

Cessazioni incentivate

Raggiunti limiti di età

press LITE 12/03/2012

la Repubblica Quanti lavoratori in ingresso e in uscita ogni mille occupati iniziali Fonte: istat

Grandi imprese: Ingressi Uscite

Quanti contratti a tempo determinato tra i nuovi occupati nelle grandi imprese

Valori in % RMS „j,:" 2010

Si riparte dagli ammortizzatori sociali. Oggi alle 16 governo, imprese e sindacati torneranno a sedersi attorno ai tavolo della trattativa sulla riforma dei mercato del lavoro. Il ministro Elsa Fornero, che aveva fermato la discussione per trovare le risorse necessarie per finanziare la riforma, dovrebbe spiegare come ha reperito i fondi necessari

Industria

Le cause di cessazione del rapporto di lavoro nelle grandi imprese

Cessazioni spontanee

scadenza termini

27 o

n 32,0 N

Licenziamenti k•,z'z.:z

Fante: istat

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la Repubblica

Via alla certificazione per evitare gli abusi E' IL capitolo sul quale sarà più facile trovare l'intesa, visto che si al.e :imprese che i sindacati già concordano sul fatto che il contratto d'ap-prendistato debba diventare - peri giovani - la forma d'ingresso prevale.nte nel mondo del la-voro.

Questo pomeriggio il tema sarà all'ordine dei giorno del vertice convocato al Ministero

del Lavoro con le parti sociali. li \-\\ governo è intenzionato a poteri-

ziare questa forma di co -ntratto, p urch è al lavoratore sia effetti-

\ vam en te data una formazione che gli consenta di maturare

professionalmente. Per evitare che l'azienda utilizzi questa fonnula solo perrisparmiare p o-trebbe essere quindi inseri to l'obbligo di cer ficazioiw della fori ui.zione fornita. li ministro Pornero ha più volte parlato di «tolleranza ze-ro» verso l'uso improprio dell'apprendistato.

Di fatto l'azienda che assume un apprendi-sta ottiene benefici contributivi e ha la Possibi-lità di inquadrare il dipendente due livelli sot-to il grado effettivamente spettante. Se poi l'impresa, aliafine del periodo di apprendista-to, assumerà definitivamente il lavoratore po-trà godere di 1:D'eri ori «sco Sec:and o i dati di Confartigianato oggi gli apprendisti sono oltre 530 mila, nel lavoro dipendente il 19,5 percen-to dei giovani già entra in azienda grazie a que-sto contratto.

,,CCUZIONE RISERVA,

Scoraggiati quelli precari stop alle finte partite Iva ASSIEME all'app rendistato, è uno dei punti su i quali il governo intende chiudere in fretta la partita, possibilmente oggi stesso. Parte degli obiettivi è già condivisa: le formule contrat-tuali sono troppe,valimitato l' uso di quelle im-proprie e varesapiù costosalafiessibilitàin en-trata.

Nel mirino ci sono soprattutto le false colla- borazioni (che spesso nascondono rapporti

esclusivi) e le partite Tva fittizie (quand o:il dipendente, per svol- gere l'incarico continuativo, è praticamente costretto ad aprirne una). Si tratta di formu- le utilizzate soprattutto nel

campo dei servizi e sono definite, in questi ca- si, d'entrata «cattiva'», perché non assicura tu- tele e prospettive occupazionali ai lavoratori che invece ne avrebbero maturato il diritto. Per evitare il ricorso a queste formule «maschera- te» si parla di intensificare i controlli nelle aziende e di eliminare la m ono com mittenza.

Resta però da risolvere il problema dei di-sincentivi: come rendere più costosa la flessi-bilitàin entrata, «buona» o «cattiva» che sua?Ai sindacati l'idea di un costo aggiuntivo (anche a vantaggio del salario)p iace molto, le aziende invece sono contrarie a qualsiasi introd uzion e di costi-extra. Chiedono seminai di facilitare l'utilizzo dellla sommin istrazione, eliminando alcune clausole che ne vincolano il ricorso.

b^ RIP RODUZICAE RISERVA,

N>. " •••:, •:` \ • \ a, 7 ,

Si alla Cig straordinaria per le ristrutturazioni

Obbligo della riassunzione sal© nelle discriminazioni

E UNO dei capitoli centrali del piano e i punti fermi sono due: lariformadegli ammortizzato - ri sociali entreràinvigore solo neI2017 e perva-rada necessita di coperture economiche. La convocazione di oggi nasce proprio dal fatto che il governo avrebbe trovato i fondi: i iTesoro sarebbe disposto a mettere sul tavolo circa di 2

miliardi, finanziati attraverso la riform a delle pens,i oni. i risparmi ottenuti grazie alla nuova previ- denza sono infatti notevoli: 6 mi- liardi saranno già disponibili dal 2013, circa 23 entro il 201; .11 go-

verno - su richiesta del ministro Fornero - di sa-rebbe convinto di stornarne una qu.otavantag-gi o degli ammortizzatori. Le aziende e ilavora-tori continueranno a versare la loro parte di contributi: per le medie-grandi imprese poco cambierà (anche perché dal 2017 non paghe-ranno più lo 0,30 per cento sul monte salari a copertura della mobilità), le piccole invece (chiamate ora contributi minimi) dovranno gradualmente versarne di più. Quanto agli strumenti adottati, oltre alla cassa integrazio-ne ordinaria (utilizzata in caso di difficoltà temporanea) resterà in vigore anche quella straordinaria. Sarà però lim nata rispetto al modello attuale:le aziende potranno acceder-vi solo in caso diri strutturazi one, n on p iùin ca-so di cessazione. Da12017 scomparirà amobi-lità e resterà l'assegno di disoccupazione.

,IPROPUZIONi, ,3ERV,^A,

RESTA il punto più difficile della trattativa, tanto che il vertice di oggi non lo affronterà. Sull'articolo 18 la spaccatura resta, anche se il governo sta lavorando ad un compromesso. Nei prossimi giorni il ministro Fornero ap-profondiràíltemain confrontibilateraii,mala soluzione che sta prendendo piede è quella di

mantenere la norma dello Sta-tuto dei lavoratori, cambiando-la. In un punto però essenziale: l'intenzione è quella di preve-dere l'indennizzo - senza rein-

,\\\-\ te gro sul posto di lavoro anche in caso di licenziamento per motivi economi-ci, ovvero per crisi in atto. Si parla anche di una versione più rigida e di un possibile risarci-mento senza riassunzione esteso ai licenzia-menti per motivi disciplinari (assenteismo prolungato per esempio). Se così fosse l'arti-colo 18 e l'obbligo di reintegro da parte del-l'impresa resterebbe valido solo per licenzia-menti legati ad atti discriminatori. Le aziende sono chiaramente d'accordo, possibili aper-ture da Cial e Uil, chiusura totale della Cgil. Gli scenari possibili diventerebbero due: la Cgil non firma questa parte della riforma, gli altri sindacati sì (ma Lisi e tifi non sarebbero con-tenti di condividere da soli la parte p in ostica dellariforma). Oppure il possibile escamotage: le parti sociali non saranno chiamate a firma-re, semplicemente esprimeranno un giudizio.

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Pagina 4 Pd tentato dalla ri fixma

Mene lavoRrper,cot rne, ignOrati ciati siceralowlequalifiels,ak

press LITE 12/03/2012

la Repubblica

Meno lavoro per i ceti medi ignorati impiegati e insegnanti si cercano solo qualifiche alte Bankitalia: così è cambiata l'o erta di posti dal '93

VALENTI NA CONTE

MENO insegnanti e impiegati, più dirigenti e professionisti. Meno colletti bianchi e tute blu, più ingegneri e imprenditori. Il mercato del la-voro cambia pelle e in_ quindici anni travolge soprattutto le qualifiche intermedie a favore delle professioni intellettuali. F' la rivincita del-la laurea, ma anche l'ultimo colpo al ceto me-dio, sempre più svuotato e impoverito. Con una sorpresa. Avanza, nel periodo più recente, anche l'occupazione a bassa qualifica. Il segno evidente di un'evoluzione ad "U" del mercato italiano, del tutto simile a quanto sperimenta-to dagli Stati Uniti negli anni '90.Si impennano workingpoors e top manager. In mezzo, crolla-no travet e operai.

MagW:gg NIARZZAMM Per descrivere l'Italiachelavora, laBancadi-

talia - nel recente studio di Elisabetta Olivieri, "Il cambiamento delle opportunità lavorative" - utilizza due termini: "upgrading" e polarizza-zione. E li mettein relazione a due fasidellasto - Ha più recen La prima, trai( 1993 e il 2000, se-gnata da un netto calo di tutte le professioni a bassa e media qualifica, a favore di. quella alta. Un classico esempio di." upgrading", di aggior-namento e miglioramento di opportunità e qualifiche, chehacaratterizzato tuttiipaesieu-ropei. Il secondo periodo, dal 2000 al 2009, più vicino all'esperienza americana: rimane alta la quota delle professioni "intellettuali", ma cre-sce anche quella dei lavori poco specializzati e dunque il mercato si "polarizza" agli estremi, a danno delle qualifiche intermedie.

gWORAUgag~ gM~Tg Cosa spiega la doppia fase? Sicuramente un

cambiamento nelladomanda di lavoro più che nel-l'offerta. Non sono i laureati. in più a modificare lo scenario, ma le nuove tecnologie (soprattutto l'informatica) e la delo cal izzaz ion e all'estero delle mansioni di routine del processo produttivo a fa-cilitare il passaggio all'automazione e a svuotare il settore di mezzo, quello a media retribuzione di operai e impiegati d'ufficio, compensati da più manager e specialisti. Lo dimostra la curva dei sa-lari, ancif e ss a p olarizzata: cresce perle profes sio M al top, ma anche per quelle più basse, soprattut-to nell'ultimo decennio, alimentate dall'enorme bacino (a basso costo) degli immigrati regolariz-

zati di quelli al nero).

g MgCg:g «La polarizzazio ne delle opportunità lavora-

tive può tradursi in un aumento di working -poorse portare a un indebolimento del ceto me-dio», osserva la ricercatrice di Bankitalia. «Tali dinamiche occupazionali hanno effetti in ter-mini di disuguaglianza salariale». Ovvero, se di-minuiscono i posti a disposizione del ceto me-dio (un calo di occupazione, non di importan-za, sottolinea lo studio), la forchetta tra ricchi e poveri tende a dilatarsi ancora di più.

9MAgg Mg :g A pagare sono ancora i giovani, e in tutti i set-

tori: espulsi dalla fascia di occupazioni "inter-medie" (ma anche basse), non ancora esperti o con i titoli giusti per rientrare in quelle "intellet-tuali", riservate agli over 35. Vincono gli uomini sulle donne (la loro quota nelle professioni qua-lificate avanza di 5 punti, ben superiore a quella "rosa") e il Centro-Nord (le mansioni medie crol-lano di 9 punti), dove il mercato è più dinamico, specializzato, sensibile ai cambiamenti della tecnologia e della domanda globale.

RiPRODUZiONE RiSE,P.TA

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skno 1.h.ere',edi medi

sectualusAcqualifiche:dte

press LITE 12/03/2012

la Repubblica Come cambiano le ore lavorate tra il 1993 e il 2009

Variazione % quota sui totale ore

1993-2009

$ $ Professioni non qualificate , n i costruzioni e attività individuali.$ »th

Artigiani, operai specializzati • settore alimentare, tesse 101-

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Operai ,.. t metalmeccanici "t ..t. .....,..,...,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,:i.

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Variazione % quota sul tolte ore

1993-2009

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Impiegati a contatto "t- $ diretto con il pubblico

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Conduttori veicoli

Operatori macchinari fissi

Insegnanti

Imprenditori, manager piccole imprese

Altre professioni tecniche

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Operai specializzati edilizia

Più lavoro o meno lavoro a seconda della qualifica Variazioni della quota % di ore lavorate

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Anni 199 .3-2000 .". 2 • • •

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Anni 2000-2009

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press LITE 12/03/2012

la Repubblica

Il Pd tentato dalla Tifo a Fomero Ma avverte il governo: ci vuole 1 accordo di tutti e niente strappi dolorosi DOFFREDO DE MARCH1S

ROMA — Il Pd è sempre alla ricerca di un accordo unitario sul mercato del la-voro. Perché condivide alcune p osizio-nidellaCgil, perché senzaintesa le nuo-ve regole rischiano di affrindare tutto il. partito. E se Susanna Calli US so firma, i democratici non soffriranno per vec-chio complesso del "nessun nemico a sinis tra". Assorbiranno cioè gli inevita-bili dissensi di Vendola e Di Pietro.

Un risultato che si ottiene solo con un'intesa di tutti. Bersani lo sa e nei giorni scorsi in a incontrato a tu per tin sia la Canti isso sia lilForoero. «Tutti i sin-

dacati hanno dato una dirnostrazione straordinariadi senso di responsabilità nel passaggio difficilissimo delle pen-sioni. Per questo oggi ci sono le condi-zioni per trovare una soluzione unita-ria». Sono parole di Stefano Fassina, re- spor iSa bile' ecco i -laico del Partito de-mocratico, Come dire: le sigle dei lavo-ratori sanno come si marcia senza la-sciare nessuno indietro. Ma anche: il governo non faccia strappi dolorosi.

Il punto, naturalmente, è l'articolo 18. Un terna che non è all'ordine del giorno dell'incontro di oggi. Ma che al-l a fine del percorso non rimarrà nell'a-male formulazione, E la fine è vicina, il

25 marzol'esecirtivovuolepresentare il suo discuto di legge. Per il gio rno suc-cessivo il Pd1ha fissato una conferenza nazionale sul lavoro, sicuro che il go-verno Monti concluderà l'opera che Maurizio Sacconi e l'esecutivo non so-no riusciti a realizzare. Dovrebbe esse-re, nelle intenzioni del centreidestra, una festa, l'epifania del loro onn,Tana-ma. Sacceti, ex ministro del \Nettare, vuole tenere un profilo di cautela. «Sta al governo fare proposte concrete. Le farà seguendo l'agenda europea». La flessibilità in uscita quindi dovrebbe esserci, secondo le indicazioni della Ecc. Così l'articolo 18 torna al centro

dell a scen a. Se ilgoverno lo cambierà in maniera sostanziale, sarà il riconosci-mento a una lunghissima battaglia del Pdl. «Condotta non per motivi ideolo-gici - giura Sacconi - ma p erché tutti gli interlocutori ci chiedevano di fare cptalcosa, L gli stessi interlocutori lo chiedono oggi a Monti e Forriero»,

q uesto caso, la scomniessa del Pcli è che Susanna Camusso si tirerà indie-tro. Pena una corposa scissione a sini-stra, quella della Fiorii. Ma non è l'opi-nione del Pd. Le parole di Fassina rac-contano di un accordo possibile sul quale il partito lavora giorno e notte. Ancorapiti ottilnistaFrances co Boccia,

«Leggo alcun e novità -nel] ' atte ggi am.en-to della Camusso. 'Fra le righe, certo, com'è costume del sindacato. Ma quando la segretaria della GO sostiene la Tav e si schiera contro i manifestanti con grande determinazione sta man-dando un messaggio al suo mondo». ll lettiano Boccia è convinto che anche Morti i sia consapevole dei pericoli e del-e opportunità. «Una riforma su CUI hai

lavorato bene prima, trova una discesa in Parlamento. Il governo sa di giocarsi la par iiia della vita sul mercato dellavo-ro, è la riforma pila importante. No, non sono pessimista».

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Pagina 4 ILRItentato daliatiformaFornero

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•Vinorili anschrcnelle roccakdti. del Nord la svolta autarchica prwccupa i sindaci

press LITE 12/03/2012

la Repubblica

Vittoria a rischio nelle roccaforti del Nord la svolta autarchica preoccupa i sindaci "Cosipassa cenfrosinista " E è chi difende il primo cittadino di Verona

RODOLFO SALA

MILANO —Alla fine lui obbedirà, perché i leghisti son soldati, an-che quando fanno i sindaci. Ma è fortissimo limai di p an.cia diMar-co Mariani, primo cittadino di Monza, di fronte all'urlo di Bossi, riecheggiato di nuovo ieri a Colle-gno, nel Torinese; alle ammini-strative di maggio «meglio soli che male accompagnati», tanti salutial Pdle a B erfusconi che reg-ge il moccolo a Monti e «fa un po' p ena».Vallo a spiegare al Mariani, che dal 2007 amministra insieme al Pdl la capitale della Brianza, la terza città della Lombardia (122mila abitanti) dopo Milano e

nizawmiam: SaMM &fende

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Brescia. Lui si adeguerà, ma il ha-rakiri proprio non lo capisce, e ha pure cercato di spiegarlo all'Um-berto, che il 3 marzo è sceso a Monza per partecipare a una ma-nifestazione della Le ga assai po co partecipata; «Guarda che se an-diamo da soli finisce come nel 2002, quando ha vinto il centrosi-nistra». Il vecchio capo ha rispo-sto così: «Dammi ancora qualche giorno di tempo», e il sindaco adesso prega che la città di Teo-dolinda possa rientrare in quelle eccezioni alla regola (già fissata dal "federale" del Carroccio) di cui Bossi ha parlato ieri, intestan-do a sé il potere esclusivo di deci-dere.

Insomma, si fa presto a dire «soli ai voto». Roba buona per pompare i militanti, ma la spe-ranza di aumentare i voti «perché siamo l'unica opposizione a Monti-Dracula» non riesce a far velo fino infondo alla fifa tremen-

da dei harakiri. Che sembra an-nunciarsi, per l'excentrodestra di governo, pure a Como, 85mila abitanti, l'altra città capoluogo della Lombardia che vota. Q uîper la prima volta, il centrosinistra ci crede davvero. Tutto già deciso, dopo anni di guerriglia ne giun-ta, divorzio nelle urne. La. Lega candida a sindaco Alberto Pa-scetti, che se la vedrà con una donna del Pdl scelta con inedite primarie. E il candidato dei Pd

Mario Lucivi, cattolico ex dc ed ex Margherita, sembra perfetto per incunearsi tra i due litiganti e ac-caparrarsi una discreta fetta del tradizionale voto moderato dei comaschi. Per testare in terra lombarda, si va in ordine sparso anche a Sesto San Giovanni, dove però da sempre governa la sini-stra; e anche lì il candidato ben-ché ancora ufficioso del Canoe-do, Celestino Pedrazzini, è tor-mentato dai dubbi.

In "Padania" sono in ballo 12 città capoluogo. Otto hanno giunte uscenti Pdl-Lega (Alessan-dria, Asti, Como, Monza, Verona, Belluno, Gorizia, Parma), le altre quattro sono di centrosinistra; Genova, La Spezia, Cuneo, Pia-cenza). Tra le prime otto non c'è n'è una dove l'alleanza di centro-des tra si riproponga. Il caso più clamoroso è Verona, dove il di-vorzio dal Pdl il sindaco leghista l'ha annunciato ben prima della

delibera del "federale". Flavio To-si gioca una partita doppia; rivin-cere nella sua città, quasi 270mila abitanti, e imporsi come uomo forte del partito in Veneto, so-spinto dalle truppe dei "barbari sognanti" di fede maroniana. I pronostici sono tutti per lui, ma la partita vera Tosi l'avrà vinta solo se riuscirà a bloccare il veto di Bossi alla sua lista "personale". Non a caso a difenderlo dagli at-tacchi di ieri del Senatùr è un ma-roniano clocco:tneMatteo Salvini: «Tosi è un grande sindaco e un. grande leghista; se per le liste civi-che è solo un problema di cogno-mi odi aggettivi, a Verona sapran-no scegliere per il meglio». Car-roccio in solitaria anche a Bellu-no, dove il le ghistalmtonio Prade sfida l'ex alleato di giunta dei Pdl Leonardo Colle. Dovrebbero es-sere, quelle di Verona e Belluno, gare tutte interne al ce:ntrodestra, che però rischia qualcosa a Gori-zia. Peggio per il Pdl, colpa sua, sembra dire Massimiliano Fedri-ga, commissario cittadino del Carroccio: «Non abbiamo scelto noi di allearci a Roma con il Pd; se la sinistra vincesse a Gorizia, vin-cerebbero gli alleati del Pdl».

Passando al Pierno nte, potreb-be succedere anche ad Alessan-dria, ora amministrata da Pdl e Lega, che divorziano dopo aver combinato guai spaventosi con il bilancio. E forse perfino ad Asti. Discorso rovesciato a Cuneo, do-ve l'haralciri si annuncia per un centrosinistra che dopo cinque anni di amministrazione si divide imitando il centrodestra, In Erni-ha il "liberi tutti" di Bossi è un mo-tivo in più per accendere le spe-ranze di rivincita del centrosini-stra a Parma e sembra inve ce inin-fluente a Piacenza. Proprio come a Genova (candidato leghista il giovane Edoardo Rixi, suo obietti-vo dichiarato portare al ballottag-gio M arco Do ria) e a La Spezia; lì la. sinistra governa da sempre.

RiPRODUZiONE RiSERVATA

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inorili nschw nelle roccalixt_f delNord la svolta autarchica prwccupa i sindaci

press LITE 12/03/2012

la Repubblica I risultati di Pdl e Lega alle ulti (% Camera dei deputati)

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IL DIRETTORE Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea

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press LITE 12/03/2012

la Repubblica ~±.3911105: 333333M. "b3:~. "b3±~33333:21, "1,33x nszkb, :

:3-, Andrea Cammelli, direttore di Al malaurea: il calo di immatricolazioni colpa della crisi e dell'assenza di una efficace poli fica a favore degli studenti

` `Ma la laurea dà più chance di impiego e uno stipendi© più alto FABIO TONACCI

ROMA — «La crisi ha demolito l'au-mento delle iscrizioni all'università che la riforma dei 2001 aveva generato. Ma la laurea rimane il miglior strumento per trovare lavoro e per guadagnare di più». A parlare è Andrea Cammelli, di-rettore di Almalaurea, il servizio (gesti-to da un consorzio di atene i italiani) che immette i curricola nella rete delle aziende.

Professore, nel 2011 solo il 59,5 per cento di diptomatiha scelto diiscriver-si all'università, contro 1174.5 per cen-

to del 2001-2002. Perché questo calo? «Ne120011'introduzione della possi-

bilità di ottenere un diploma di laurea in soli tre anni aveva convinto a iscri-versi sia persone in età adulta, sia i figli di quelle famiglie che non potevano so-stenere i costi di un corso di cinque an-ni o più. L'effetto boom è durato qual-che anno. Adesso però la crisi econo-mica e l'assenza di una seria politica del diritto allo studio hanno di nuovo escluso le fasce medio-basse dall'uni-versità».

Solo un effetto della crisi, quindi? «Anche il forte calo demografico

spiega quel dato sconfortante. Ne12010 si è scoperto che i diciannovenni in Ita-lia erano il 38 per cento in meno rispet-to al 1985. E poi il peggioramento delle condizioni occupazionali di chi ha in tasca una laurea ha creato un certo cli-ma di sfiducia verso la carriera scolasti-ca».

Ha ancora senso fare degli sforzi economici per mandare i figli all'uni-versità?

«Si, perché nonostante tutto il lau-reato ha ancora più possibilità di trova-re lavoro rispetto a chi ha interrotto gli studi. Il tasso di occupazione è superio-

re dell' i l per cento, dopo cinque anni dalla laurea 1'80 per cento dei laureati ha un impiego. E una percentuale mol-to alta. Secondo i nostri dati, nell'arco della vita chi ha frequentato l'univer-sità guadagna almeno il 50 per cento in più di un diplomato. E c'è anche un al-tro fattore da considerare».

Quale? «Il progresso tecnologico crea nuove

professioni. Se un diciannovenne oggi rinuncia ad apprendere, se rinuncia a specializzarsi, tra quattro anni saràfuo-ri dal mercato del lavoro».

RiPRODUZiONE RiSERVATA

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Pochi laureati % di popolazione di età 30/34 anni in possesso di laurea

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Fonte Eurostat

)(.ì ?anno uria laurea nella fascia d'età fra 55 e 64 anni

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press LITE 12/03/2012

la Repubblica

Dieci anni fa erano il 70%. - Una delle medie più basse in Europa

La grande fuga dall'università ci va solo il 60% dei diplomati SALVO I NTRAVAIA

IOVANI italiani in fuga dal- l'università, Mai come que- st'anno, lo spread, cioè la dif-

ferenza, fra i diplomati della scuola superiore e giiimma tricolati all'uni- versità è stato così alto. A certificarlo è lo stesso ministero dell'istruzione.

SEGUE A PAGINA 39 CON UN ARTICOLO DI FABIO TONACCI

2012 , fuga dall'università record negativo di iscritti col diploma si cerca lavoro Solo 6 su IO continuano gli studi mai così pochi dal 001

La ricerca di un lavoro % di occupati nella fascia d'età 25/64 anni in possesso di laurea

Fonte Ocse

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2012,fiaga(killinive reckmblegddvodiúd ce L dipkgna si cerca [w

Università addio Quanti sono i diplomati che non si iscrivono all'università

Fonte M iur

Diplomati Immatricolati nell'anno successivo

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press LITE 12/03/2012

la Repubblica (segue dalla prima pagina)

SALVO INTRAVAIA

MINISTERO, incrociando i dati in suo possesso, ha pub- blicato uno studio sul "pas-

saggio dalla scuola secondaria di secondo grado all'università". Il primo "ad ampio spettro", dico-no da viale Trastevere, sulle scel-te di chi prende la maturità.

Nel 2011-2012, il numero di immatricolati negli atenei italia-ni rappresenta poco meno del 60 per cento dei totale dei diploma-ti dell'anno precedente. Un dato che, sfogliando l'XI rapporto dei Comitato nazionale per la valu-tazione del sistema universitario italiano, rappresenta il valore più basso degli ultimi trent' anni. Nel 2010-2011 gli immatricolati so-no stati il 64,1 per cento dei di-plomati e dieci anni prima si su-perava quota 70 per cento, Pen ria di 'risorse economiche da par-te delle famiglie per affrontare le speserelativeatasse, alloggio per gli studenti fuor_ sede e libri di te-sto? O semplice sfiducia da parte dei giovani nelle possibilità di trovare un lavoro anche con il fa-tidico "pezzo di carta"? «La pro-spettiva di anni di precariato e

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stage gratuiti anche peri laureati non è certo incoraggiante per chi deve decidere se proseguire gli studi», dice Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'U-nione degli universitari. E ag-giunge che anche i tagli alle bor-se di studio e ai fondi hanno con-tribuito a scoraggiare i giovani: «Basti pensare che oggi, uno stu-dente su tre che per reddito avrebbe diritto alla borsa di stu-dio —dice Orezzi—non p uo p er-cepirlaper carenza di fondi e che, per effetto dei tagli, le università hanno dovuto aumentare le tas-se e introdurre il numero chiuso in quasi tutte le facoltà. Si può in-vertire la tendenza soltanto ri-prendendo ad investire sui gio-vani e sull'università».

Lastes sa distribuzione territo-riale del fenomeno sembrerebbe confermare questa tesi: al Sud, dove un maggiore tasso di disoc-cupazione si accompagna a sti-pendi medi più bassi, i neoim-matricolati scendono al di sotto del 50 per cento dei diplomati, Un fenomeno che va in contro--tendenza rispetto alla richiesta Ue d! incrementare il numero dei laureati.

Entro il 2020, la percentuale di popolazione con una laurea dei paesi Ue nella fascia d'età 30-34

anni dovrebb e raggiungere quo-ta 40 per cento, ma nel 2010 l'Ita-lia era anco ra ferma al 19,8, quat-tordici punti sotto la media tJe. Con paesi come Francia, Spagna e Regno Unito che ci surclassa-no, Ma per centrare l'obiettivo, in primo luogo, dovrebbero es-sere i giovani a credere di più nel-la laurea. Come fare se l'Italia è fra le nazioni dove il tasso di im-piego dei laureati è fra i più bassi d'Europa? in Gennania e Francia più dell' 85 per cento dei laureati di età compres a fra i 25 e i 64 anni

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per cento dei laureati è titolare di un contratto. Anche la domanda di laureati sul totale degli assunti da parte delle aziende italiane è scarsa: nei 2011, è stata soltanto del 1_2,5 p er cento „ contro ii31. per cento degli Stati Uniti. E forse a scoraggiarci giovani sono anche le basse remunerazioni dei neo-laureati. Secondo Alinalaurea, la paga media di un laureato di pri-mo livello ad un anno dalla tesi di laurea è di poco superiore ai mil-le e cento euro mensili. Dopo 10 anni arriva a 1600 euro.

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press LITE 12/03/2012

la Repubblica

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di laureati nel 2011 delle

Imprese italiane sul totale

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Gli immatricolati per tipo di diploma

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1,105 euro la busta paga di un laureato

di 1 0 livello un anno dopo la laurea

1.080 euro per gli specialistici

1.050 euro per gli specialistici a ciclo unico

2,6 milioni i lavoratori adulti laureati fra 35 e 54 anni d'età che avrebbero bisogno di aggiornare le proprie conoscenze

1.600euro lo stipendio mensile medio a 10 anni dalla laurea in Italia

Pagina 23

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TRE STRADE PER CREARE

OCCUPAZIONE DANIELE MARINI

l viaggio che La Stam- pa ha fatto in queste settimane in Italia sul tema del lavoro ha ben raccontato delle diffi-

coltà e delle emergenze che attraversano il nostro Paese. Ma ha narrato anche delle sue articolazioni, di realtà so-ciali ed economiche molto di-verse.

Alcune (purtroppo) stori-camente segnate da proble-maticità, faticano a trovare percorsi di ripresa dell'occu-pazione. Altre stanno vivendo una fase di trasformazione economica; altre ancora nono-stante tutto mostrano segni di vivacità. Lo scenario di sfondo, però, accomuna tutti: la fase che stiamo attraver-sando si caratterizza per un cambiamento strutturale del-le nostre economie. La crisi non è di natura congiuntura-le: basta attendere che passi e tutto si riaggiusterà, anche

sul versante del lavoro. Non è così. I mutamenti negli assetti produttivi a livello internazio-nale dureranno ancora a lun-go, prima di trovare un nuovo equilibrio. E, nel frattempo, i sistemi produttivi, e con essi il lavoro, devono trovare nuove modalità organizzative e di re-lazioni industriali, nuove rego-lazioni del mercato del lavoro e sistemi di tutele, nuovi profi-li professionali e di formazio-ne. Sarà banale sottolinearlo, ma la sensazione è che tale consapevolezza non sempre sia così diffusa.

CONTINUAA PAGINA 31

DANIELE MARINI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

ant'è che le risposte alla crisi del lavoro sembrano ripercor- rere le strade tradizionali. O incagliarsi, come nel caso del- la discussione sull'articolo 18,

in contrapposizioni spesso ideologiche e di bandiera, disancorate dalla realtà. Tor-nare a creare le condizioni affinché au-menti l'occupazione, affinché il lavoro riassuma una veste di continuità e stabili-tà per le persone, significa rigenerare e ridistribuire ricchezza. E offrire prospet-tive di futuro, soprattutto per le giovani generazioni.

Ma, com'è noto, il lavoro non si crea per decreto. La discussione attorno alla ridefinizione del sistema di welfare e di tutele, la riforma non procrastinabile de-gli ammortizzatori sociali (anche se in modo miope si cerca di rinviarla), sono necessari per dare una maggiore fluidità, ma anche per ricercare tutele diverse, al mercato del lavoro. Tuttavia, nello stesso tempo vanno avviate politiche industriali e iniziative a favore delle imprese: perché solo una ripresa del sistema produttivo può generare nuova occupazione. Altre strade non sono date. Le ricette non sono semplici e universalmente valide, come la crisi insegna. Ciò non di meno, è utile porre attenzione a quelle realtà imprendi-toriali che oggi - nonostante la crisi - rie-scono a offrire performance positive sot-to il profilo economico e occupazionale per individuare le corde utili da toccare per sostenere lo sviluppo.

In primo luogo, favorire gli investi-menti delle imprese nell'innovazione va-riamente intesa. Come dimostrano le ri-cerche, sono le realtà produttive che han-no avviato investimenti per innovare la propria organizzazione e produzione, già nella fase precedente alla crisi, a offrire risultati positivi. Di più, a mantenere e a incrementare ulteriormente gli investi-menti in questi anni. Tre le direzioni prin-cipali perseguite con queste innovazioni. La prima è nei confronti del proprio capi-tale umano: investimenti in formazione

dei propri lavoratori e dei propri fornito-ri è una prima leva. Perché non va dimen-ticato che la vera arma competitiva delle Pmi è la flessibilità, la capacità di fare prodotti che rispondano alle variegate esigenze dei clienti. E tale flessibilità, si può avere solo con un capitale umano for-temente professionalizzato.

La seconda direzione è di una maggio-re ricerca nei prodotti, nella qualità, nel design, nel brand: nella parte «immate-riale» del prodotto, ma che oggi ne costi-tuisce una dimensione essenziale. La ter-za direzione è andata nella ricerca di nuo-vi mercati, soprattutto nei Paesi esteri, dove la crescita economica è più rilevan-te. La seconda corda da toccare, è pro-prio quella dell'internazionalizzazione delle imprese. Sono quelle che si sono aperte ai mercati esteri a conoscere per-formance positive sotto tutti i profili. E che per seguire questa strada si sono do-vute strutturare maggiormente, crescen-do di dimensione o trovando forme di ag-

gregazione che le potessero aiutare in questa proiezione internazionale. Di più, processi di innovazione e di internaziona-lizzazione vanno a braccetto.

Quanto più un'impresa si sposta sui mercati esteri, tanto più innova. E facen-do ciò crea occupazione. E genera un'oc-cupazione buona, nel senso che alimenta lo sviluppo di profili professionali più ele-vati. Una politica industriale in grado di creare le condizioni affinché le imprese possano seguire queste strade, portereb-be ad almeno tre effetti positivi: 1) merito-cratico: perché premierebbe il merito di quelle imprese che, nonostante le condi-zioni avverse, hanno saputo individuare percorsi di crescita; 2) imitativo: perché spingerebbe almeno una parte del siste-ma produttivo a perseguire anch'esso percorsi analoghi; 3) lavorativo: perché alimenterebbe un circuito virtuoso fatto di sviluppo imprenditoriale e creazione di occupazione. Soprattutto, generativo di buona occupazione.

TRE STRADE PER CREARE

OCCUPAZIONE

Pagina 1

HE STK. \ I )f PF'Ht CREARE

x'( ITAZE NE

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55 ALESSANDRO BARBERA

ROMA

egretario Bonanni, il premier vuole chiudere la trattativa sul-

L. la riforma del mercato del lavo-ro entro fine mese, eppure le posizio-ni della Cgil sono ancora lontane dalle vostre e da quelle del governo. Ci avvi-ciniamo all'ennesimo accordo separa-to? «Non credo converrebbe a nessu-no, né credo lo cerchi il governo. Ma il rischio c'è, non posso negarlo, e il motivo ha a che fare con i troppi no e le troppe impuntature della Cgil».

UCENMAME:\M FAOU «Inflessibili sugli abusi

Per gli altri modello tedesco con ricorso veloce al giudice»

E lei che ne pensa? Lo accettereb-be come in passato?

«Mi piacerebbe che questa volta la Cgil facesse la sua parte fino in fon-do. Se però da parte loro non ci fos-se nessuna apertura, non permette-remo che il governo ne approfitti per fare da solo. Si sappia che noi resteremo attaccati al tavolo fino al-l'ultimo minuto della trattativa».

Non teme per i possibili contrac- colpi della riforma in Parlamen- to? Il Pd reggerebbe il no della Cgil senza spaccarsi?

«Tutto dipende dal governo. Siamo dentro un delicato equilibrio. Occor-re tenerne conto».

pressunE 12/03/2012 LA STAMPA

"La soluzione è vicina Dalla Cgil troppi no"

Bonanni (Cisl): "\oi saremo al tavolo fino all'ultimo minuto"

«Cambiare il nome alle cose è inutile. Quel che conta è allargare a più per-sone possibili un modello sostenibile per le casse dello Stato perché a cari-co sopratutto di imprese e lavoratori. Il cambiamento ci deve essere, ma su quel che accade durante il periodo di non lavoro. Io ad esempio propongo che vengano date alle agenzie di lavo-ro per l'outplacement le liste dei lavo-ratori in cassa straordinaria o in mo-bilità: se rifiutano altre proposte di la-voro, si può perdere l'assegno».

Perché lei preferisce un sistema co- me questo a quello universalistico inizialmente proposto dal ministro Fornero?

Perché è un sistema più responsabi-le, costa meno ed evita le truffe. Non è un caso se da dieci anni discutiamo di grandi riforme e siamo ancora al palo».

Mi scusi Bonanni, ma come si fa ad allargare a tutti il sistema della Cig?

«Superando tutti i finti contratti di subordinazione come partite Iva, as-sociati in partecipazione, collaborato-ri a progetto. Questa è la strada per ridurre la precarietà. Ho sottolineato più volte al governo che questo è un fenomeno tutto italiano. Voglio spera-re - e lo dico soprattutto al ministro Fornero - che quando ci si chiede di diventare più europei lo si faccia anzi-tutto in questo modo. Se c'è una tute-la universale da introdurre è proprio questa».

Per le piccole imprese state trattan- do però su una soluzione diversa: affidare la gestione degli assegni di- rettamente ad aziende e sindacati.

«Infatti penso che l'unica soluzione alternativa all'attuale sistema sareb- be un modello sussidiario da applica- re a tutti i settori: lo Stato fissa degli standard minimi, poi ogni categoria, all'interno del contratto nazionale, decide come gestire le politiche atti- ve del lavoro. Quanta tutela, quanta formazione, che regole per il reimpie- go. Si risparmierebbe tempo e soldi».

Dunque siete vicini all'accordo? «Io credo che le condizioni per farlo ormai ci siano. Se evitiamo la logica degli opposti estremismi...»

La questione articolo 18 resta irri-solta. Ci dica una ragione per la qua-le accettarne la modifica.

«Sulla tutela da abusi e discrimina-zioni siamo inflessibili. Per gli altri ti-pi di licenziamento proponiamo di ap-plicare il modello tedesco: un ricorso veloce di fronte al giudice con due

rappresentanti, uno del lavoratore e l'altro dell'impresa».

Il quale decide se reintegrare o me-no?

«Se c'è abuso o discriminazione di-sponde l'immediato reintegro. Negli altri casi deciderà per un congruo in-dennizzo».

E che accade se il lavoratore viene li-cenziato per motivi economici? Ver-rà riconosciuta a tutti un'indennità simile alla cosiddetta mobilità? Cir-

ca due anni di stipendio all'80%? «E' un argomento che discuteremo al tavolo a partire da oggi. Ciò detto, a noi interessa che il governo accetti la ristrutturazione dell'attuale sistema senza stravolgere gli istituti che han-no funzionato bene in questi anni di crisi».

Cioè siete disposti solo a modifica-re il sistema fondato su Cig ordina-ria, straordinaria e mobilità. E' co-sì?

OCN Ha detto

Allargare a tutti la cassa integrazione fornendo alle agenzie di lavoro le liste dei lavoratori: se rifiutano le offerte salta il sussidio

Raffaele Bonanni Segretario della Cisl

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I kN',' 'e)< \ - \ , ,tk ) I GIORNI DELLA SVOLTA

Due settimane per chiudere l'accordo Oggi sesto incontro, si parla anche di indennizzo Alfano: Fornero si mostri coraggiosa, il Mila sosterrà

FRANCESCA SCHIANCHI ROMA

A sentire il leader della Uil Angeletti, «ci sarebbero le condizioni per firmare l'ac-cordo», purché si aumenti «il numero delle risorse neces-sarie per garantire a tutti l'indennità nel caso di perdi-ta del posto di lavoro». Se è ancora presto per dare per chiusa la partita, è pur vero che l'incontro previsto oggi alle 16 tra il ministro del lavo-ro Elsa Fornero e le parti so-ciali, sindacati e Confindu-stria, darà probabilmente una svolta alla trattativa.

I tempi stringono: il presi-dente del Consiglio ha inten-zione di portare a casa la ri-forma entro questo mese. Una quindicina di giorni, po-co più, per affrontare e risol-vere alcuni nodi rimasti intri-cati, a partire dall'articolo 18

su cui non è disponibile ad al-cuna apertura la Cgil. A meno che la strada non diventi quel-la di un accordo parziale, un'intesa siglata fin dove è pos-sibile, che lasci fuori la flessibi-lità in uscita.

Intanto, primo punto da di-scutere nel pomeriggio sarà

La Camusso ribadisce che la Cgil non è disposta a cedere sull'articolo 18

quello delle risorse: una deci-na di giorni fa il vertice in pro-gramma è stato fatto saltare dal governo, «serve più tempo per trovare le risorse da desti-nare alla riforma degli ammor-tizzatori», ha spiegato. Ora quei soldi, si parla di almeno due miliardi di euro, sono stati

individuati: dai risparmi deri-vanti dalla riforma delle pen-sioni, o, in alternativa, dal ri-corso a fondi Fas. Sarà la pri-ma questione che l'esecutivo il-lustrerà alle parti sociali, pre-ambolo indispensabile per sbloccare la trattativa.

Ammortizzatori sociali (la cassa integrazione straordina-ria dovrebbe restare, ma con regole più stringenti), sfolti-mento della giungla di contrat-ti - la Cgil ne ha contati fino a 46 - che caratterizza oggi il pa-norama italiano, estensione dell'indennità di disoccupazio-ne. Tanti i temi, il più difficile, come fin dall'inizio della tratta-tiva, quello sull'articolo 18 che impedisce il licenziamento sen-za giusta causa per imprese so-pra i 15 dipendenti. La Cgil e la sua leader Susanna Camusso non vogliono sentire parlare di toccarlo, ma l'orientamento è

quello invece di consentire li-cenziamenti non disciplinari o discriminatori con diritto a un'indennità ma non al reinte-gro obbligatorio.

Alla riforma guarda con at-tenzione anche la politica, che in Parlamento dovrà tradurre in legge l'accordo. Dal Pdl, il segretario Angelino Alfano do-po aver fatto riferimento al la-voro nel suo discorso di sabato alla scuola di formazione del

partito, lancia una conferenza nazionale sul tema (il 26 mar-zo, a Milano): «Il ministro For-nero deve avere coraggio, co-me ha dimostrato di avere. Se farà politica riformatrice avrà a fianco il Pdl», che vuole «la ri-forma per fare assumere di più e meglio». Mentre, attacca «c'è la sinistra che vuole man-tenere lo status quo».

Dal Pd, l'ex ministro del la-voro Damiano suggerisce che

«i risparmi realizzati sulle vec-chie generazioni con la nuova riforma pensionistica» venga-no usati in parte «per l'obietti-vo di tutele universali».

Si vedranno oggi gli svilup-pi. La deadline indicata dal go-verno per arrivare al testo de-finitivo, la fine di marzo, è vici-na: e nelle settimane scorse ha ricordato che andrà avanti. Con o senza accordo con le parti.

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La riforma in sei mosse decisive Riparte la trattativa con le forze sociali. Tra i nodi principali c'è il reperimento delle risorse per renderla operativa. Nonostante gli sforzi del ministro Fornero è possibile realizzare adesso ii reddito minimo garantito?

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Tre miliardi dalla riforma delle pensioni Per risolvere il delicato nodo delle risorse, una decina di giorni fa il governo aveva deciso di rinviare un vertice

già fissato con sindacati e imprenditori. Non si trovavano i due-tre

miliardi di euro necessari per riformare il sistema degli ammortizzatori sociali. Ora il tavolo riparte perché

quei soldi si sono trovati: verranno forse dai risparmi realizzati con la riforma delle pensioni approvata a dicembre (si parla di 6 miliardi nel 2013, 7,5 nel 2015 e 11 miliardi nel 2017), oppure si potrebbero attingere dai fondi Fas, come è già successo per la cassa integrazione in deroga. Un miliardo servirebbe per coprire l'anno in corso, il 2012, un altro paio di miliardi nel 2013. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha fissato nei giorni scorsi un limite temporale per l'entrata a regime del nuovo sistema di ammortizzatori sociali nel 2017: ma il punto è ancora in discussione e ci sarebbe il desiderio di anticipare i tempi.

Resta in vita quella straordinaria Il pilastro principale su cui si basa tutta la riforma targata Fornero è la revisione degli ammortizzatori sociali.

Nell'idea che dovrebbe approdare oggi sul tavolo resta la cassa integrazione

ordinaria, quella che viene richiesta quando un'azienda attraversa una fase di difficoltà temporanee,

finanziata da imprese e dipendenti ed erogata dall'Inps. E si aprono spiragli anche per la cassa integrazione straordinaria, quella che viene concessa in caso di riorganizzazione, conversione, ristrutturazione di un'impresa, che, a differenza di quella ordinaria, ricade solo in parte sulle spalle di lavoratori e imprese, mentre per la gran parte è sostenuta dallo Stato. Nei giorni scorsi sembrava destinata a tramontare con l'entrata a regime della riforma: ora invece si parla di mantenerla in vita, magari intervenendo sui requisiti necessari per potervi accedere.

L'indennità arriverà a 18 mesi Il secondo fulcro fondamentale della riforma in discussione dovrebbe essere l'indennità di

disoccupazio-ne. L'idea su cui dovrebbe convergere il tavolo è quella di allungarne la

durata: attualmente è al massimo di dodici mesi (se il lavoratore ha 50 anni o più), si dovrebbe chiudere un

accordo per portarla a diciotto mesi, un anno e mezzo. E potrebbe decidersi di rendere un pochino meno rigidi i criteri per accedervi, in modo da ampliare la platea degli aventi diritto (oggi servono 52 settimane di contributi versati nei due anni precedenti il licenziamento, ma c'è anche l'indennità a criteri ridotti). Non sarà invece possibile creare un sistema di tutele esteso a tutti: il ministro Fornero ha detto di essere personalmente favorevole anche al reddito minimo garantito, ma una riforma che garantisca una rete di tutele così capillare è al momento impossibile, non ci sono le risorse.

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Più controlli per evitare gli abusi In Italia sono attualmente in vigore oltre una quarantina di contratti (46 per la precisione): troppi, il

desiderio del governo è quello di procedere a un riordino che semplifichi il

panorama. Non è detto che verranno eliminati, probabilmente molte forme contrattuali resteranno, ma

sottoposte a controlli più rigidi e accurati per essere sicuri che non si compiano abusi (come sulle partite Iva che nascondono lavoro subordinato). Una fattispecie che però potrebbe proprio essere abolita è quella dell'associazione in partecipazione, che consente ad esempio a commercianti di assumere commesse come fossero socie dell'impresa. Sull'ingresso nel mondo del lavoro c'è invece praticamente l'unanimità nel considerare la forma contrattuale migliore quella dell'apprendistato, che è stata rivista e messa a punto dal precedente governo per cui non dovrà subire ritocchi sostanziali.

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Per i sussidi più oneri alle imprese Se l'indennità di disoccupazione verrà portata, come è in discussione, da dodici a

diciotto mesi, occorre reperire risorse per coprire i sei mesi in più.

Una prima stima indica che un allungamento di questo tipo potrebbe venire a costare circa tre miliardi di

euro: l'ipotesi è che due miliardi li metta il governo, mentre il miliardo che manca possa essere recuperato con l'aumento dei contributi a carico di quelle imprese che, per questa voce, non pagano già 1'1,31%. Quelle che si fermano a percentuali più basse, lo 0,48% o lo 0,18%, potrebbero vedersi alzare la contribuzione in modo da recuperare le risorse necessarie. Per quanto riguarda i contratti a termine, si fa strada la proposta di un sistema bonus malus che incoraggi a stabilizzare i precari: le aziende che vi fanno ricorso pagano contributi più alti, ma hanno la possibilità di recuperare quei soldi assumendo.

Si apre ai licenziamenti individuali Il punto più controverso dell'intera trattativa riguarda l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che

impedisce il licenziamento senza giusta causa nelle aziende con più di quindici

dipendenti. Per la Cgil la norma assolutamente non si tocca («se il governo è in cerca di licenziamenti più

facili c'è rischio tensioni sociali», dice la leader Susanna Camusso): l'unica cosa che si può fare è accelerare i tempi dei processi. Ma l'orientamento sembra essere invece quello di aprire a licenziamenti individuali, ad eccezione di quelli discriminatori o per ragioni disciplinari: il lavoratore avrebbe diritto a una indennità (che si immagina di circa l'80% dello stipendio per due anni) In caso di licenziamento disciplinare, il giudice potrebbe scegliere tra imporre il reintegro del lavoratore (oggi obbligatorio) o la corresponsione di un indennizzo.

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U-3 ,?:..1K;RMA LE MISURE ALLO STUDIO DEL GOVERNO

Sfida disoccupazione Come assumere 1,2 milioni di giovani Più servizi all'impiego e sgravi fiscali Dall'apprendistato alla somministrazione

WALTER PASSERINI

SERVONO COMUNICATORI

DEL LAVORO omunicare il lavoro è un lavoro, una profes- sione, che ha bisogno di

bravi professionisti. Comuni-care il lavoro significa condivi-dere progetti: di lavoro, di cambiamento e di creazione di nuove culture del lavoro. Ep-pure intorno ai linguaggi e alle parole che riguardano il lavo-ro si notano sciatteria e im-provvisazione.

Facciamo tre esempi. La parola dipendente. Sta a indi-care il lavoratore subordinato, uno che dipende da qualcuno, che obbedisce agli ordini, a cui si chiede motivazione e produt-tività. Applicata al lavoratore è un crimine contro l'umanità. La seconda è la parola interi-nale, sostituita da sommini-strazione, termini che tradi-scono disprezzo ed evocano l'industria farmaceutica. Non si faceva prima a chiamarli temporanei? La terza parola è apprendistato. Evoca tute blu, olio e grassi, mani sporche e garzoni bambini. Da quando l'hanno destinato ad acquisire qualifiche o a essere svolto in «alta formazione» si è posto il problema. Dare lo stesso no-me a un diplomato di terza me-dia, a uno con maturità e a uno con laurea, master e dottorato di ricerca sembra un altro cri-mine contro la più entusia-smante attività della vita. Per-ché trattarla così male?

t9 www.lastampa.it/lavoriincorso

iparte oggi la trattativa tra Governo e parti so- ciali per la riforma del

lavoro, mentre la disoccupa- zione cresce (9,2% quella gene- rale, 31,1% tra i giovani), la pro- duzione cala (-5% quella indu- striale), il Pil arranca sul filo della crescita zero. Una tratta- tiva che, al di là di inopinate ed eventuali crociate sull'articolo 18, dovrà impostare il nuovo assetto del mercato del lavoro.

Quanti sono Oltre a comprendere nel tris delle priorità le donne e gli over 45, la riforma dovrà occu-parsi di nuove generazioni. Si tratta di una platea ampia, no-nostante gli scetticismi espres-si da diversi studiosi sui reali valori della disoccupazione giovanile. Se si tiene conto del-le persone in carne e ossa e si prendono in mano i valori asso-luti, la prospettiva diventa più reale. In Italia secondo l'Istat i giovani tra i 15 e i 34 anni sono 13,6 milioni (6,1 milioni tra i 15 e i 24 anni; 7,5 milioni tra 25 e 34 anni) Di questi, gli occupati sono sei milioni e 40mila (1.185mila tra 15 e 24 anni; 4.855mila tra 25 e 34 anni) Gli inattivi sono 6 milioni e 450mi-la, più del 50% (4,4 milioni tra 15 e 24 anni; oltre 2 milioni tra 25 e 34 anni) Tra costoro, che non lavorano né cercano lavo-ro, la maggioranza sono stu-denti, ma in questa quota van-no tenuti presenti e stimati gli scoraggiati, i rinunciatari e i la-voratori al nero. I giovani di-soccupati sempre secondo l'Istat, sono un milione e 29mi-la (428mila tra 15 e 24 anni e 601mila tra 25 e 34 anni) Po-chi? Tanti? Se a questi però sommiamo una quota di giova-ni scoraggiati nascosti tra gli inattivi (disponibili a lavorare ma rassegnati perché non cre-dono di riuscire a trovarlo),

possiamo affermare che oltre 1,2 milioni di giovani sono sen-za lavoro (ipotesi minima, al-tre stime dicono 1,5-2 milioni, senza contare i Neet, che sono oltre 2 milioni): un esercito di disoccupati in età compresa tra i 15 e i 34 anni che non può certo essere definito modesto.

Contratti Che fare? Una delle prime que-stioni sul piatto della riforma è quella del disboscamento. Cen-sire le formule contrattuali uti-li e abolire abusi e precarietà. L'operazione è avviata. Nel mi-rino soprattutto finte partite Iva e falsi contratti a progetto. Vento in poppa per sommini-strazione e apprendistato.

Apprendistato Sarà la via maestra per il con-tratto d'ingresso dei giovani. Forte discussione resta sulla quota di formazione da impar-tire. Restano gli sgravi fiscali e contributivi (10%). Va coordi-nata la nuova normativa con il Testo unico di fine 2011.

Ammortizzatori La convocazione da parte del ministro Elsa Fornero è stata confermata perché si sono tro-vate le risorse. Qualche setti-mana fa il negoziato si era in-terrotto su questo punto. È se-gno che una copertura è stata trovata. In discussione la ridu-zione della cassa integrazione a una sola formula tempora-nea e l'introduzione di un'in-dennità di disoccupazione.

Servizi all'impiego Sullo sfondo resta un'incisiva ristrutturazione dei servizi pubblici all'impiego, un raffor-zamento delle agenzie del lavo-ro e l'irrobustimento dei servi-zi di accompagnamento all'in-gresso e al ricollocamento del-le persone in cerca di lavoro.

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Pagina 26 Sfida dIsuecupamme come assumere 12 milioni di giovani

press LinE 12/03/2012 LA STAMPA

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captTrupo alla Camera «Iforìzzonte dl questo governo è lì 2013 Alle urne progresslstl coro conservatori Bersaní sarà H nostro cane:dato»

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tra. chi vuole sostenere convinta-mente Manti e ci no», E per argo-itnentare il suo giudizio Dario Fran-ceschint parte da una «semplice con-siderazione»: «11 governo LOflti noi lo i.'ohito, è la destra che lo ha subito». Per capogruppo del Pd alla Camera va quindi sgombrato il campo da discussioni sterili, men tre va utilizzato ti tern.po che separa dalle prossime elezioni per «far capi-

re che tipo di Italia .vog,liarno costrui-re noi». Avendo in narticolare un obiettivo: «Recuperare a sinistra». Parti:l-no dal govi:irrio sl di-scute sui tasso dì convevion„ CORI

CUI Pd lo so_stiene... al)iscussione inutile e stucchevole. Il nostro sostegno deve essere con-vinto perché sta lavorando sulla ba-se della missione che gli è stata affi-data, che è quella di affrontare

dei. Paese».

A prescindere da come realizzi , due-st: missione? , : ,, apevarrio dallinizio che essendo sostenu.to u.n a inag};:oranza com-posia da ayvei ' sari che or-

neratino ad affrontarsi al te ;rossi-

me elezioni ogni scelta dei go verno sarebbe stata necess:iriamente frat-to di. mediazioni. Alcune misure po-tranno soddisfai, i. di pRi, altre di meno, ma noti manche'rà Mai il no-stro sostegno».

Mano ha , fatto _saltare vertice MOC-U-krader perché si srebb, -: parlato anche di Re: e legge anticorruzione è perisabile che li gOVerne, non af-fronti sIteini? «Non si può sostenere che il gover-no si debtta occupare solo di. econo-mia e il Parlati -remo delle altre que-stioni., è una d.Nisione forzosa. Ari-(:110 pesche ogni .provvedimento che il goivei no adotta deve avere consenso del Parlamento. una vocazione -principale riguardante i temi finanziari ed economici, iita difficile togliere il resto delle que-stioni. dal tavolo. Anche Ilterdie tutti gli studi. dimostrano che a delle condizioni dell'Italia -per uscire dal-la crisi è la lotta alla corruzione che pesa qua.si guanto l'evasione, che il malfunzionamento della giustizia ha un peso economico che rica.de sulle imprese 0 sulla credibilità dei :Paese, Non si PUÒ tagliare con l'ac cetta. Nellazione del governo deve esserci tatto„ anche i. temi che ;OSSO-

no essere più spinosi». Pci passerà il prossimo a9V,10 a spie-

gare corri„ dovrebbero „sserei„ mi-sure Metti-Me da Morite

Non dovrebbe, sarebbe limitante ca-ratteri:77.2rd fino alle p.rossirne elezio-ni soltanto per le nostre posizioni sul provvedimenti del governo. Questo anno deve essere utilizzato in un al-tro inodo. Accanto al piano del no.. _stro sostegno convinto all'esecutivo ce ne deve essere un altro. Dobbiamo portare aVarlii Un. lavoro parallelo per tra:sii:lettere agii Italiani l'idea di Paese che 31)1)1a:t:no in .menit per fu-turo, far emergere le differenze ri-sbetto alla destra„ far capire che npo di. Italia vogliamo costruire noi con una coalizione costruita attorno al Pd per .Virie■'re, le elezioni e governare seguendo una precisa agenda».

Neuvna predusbee

«Non si può sostenere oie 2,ZA

C3CLL,

occuparsi solo dì economia Nell'azione di ooverno anche Ral e anticorruslone» Sì direbbe che per lel nel 2013 non do-vrebbe esserci né una grande coali-zione rio tiri Menti bis a capo di uno schieramento politico,

cosi infatti. Il governo è nada per a.ffrontate lemergeriza e ha 1113. te:Mi-

ne, che sono le prossime elezioni. Tut-ti conosciamo bene le qualità di M031-

Ina è inutile tirarlo per la giacca, Dopo aver guidato Urt eseculivo dì lar-ghe intese, dopo aver goveniato con ti sostegno di due partiti. alternativi, non potrà una delle due par-fi, Nel 2013 si torna alla fisiologia de-mocratica, progressìsti contro conser-vatori, _sinistra contro destra». Paria di. sinistra? Ma il Pd non vuole aprire 331 rrgederati?

«Issla proprio perche abbiamo nien- te ii:U'alleanza tra progresSiSt: e rnode- i-annoi:i dobbiamo limitarci al nostro Pagina 95 di 96

press LITE 12/03/2012 l'Unità

glianza, della sociale frorartmdo le sfide della modernità». partiti stanno dlscut. -Ando un model-

lò elettorale proporzlenale che, dice tra gli altri ThIOh. può portare e on sb

ese "idnittpcere". 'F roomi fondati? «Dobbiamo chiarirci le idee: non si. può essere contimi.poranemnente contro la vocazione rnaggiOritad.a. C:MITO rallean.za con l dc e coritro la foto di ;ia.a), perché altrimenti n.(331

ci presentiamo alle elezioni. L:Italia de.e :restare bipolare„ CeStO :Sa-me) tizrìCi'accordo, E il bipolarismo garantito, indipend.eritenierite dalla legge elettorale, dall'alternativila tra Pd Idi, Siccome né il Pd né il Pdi. sono autosufficienti, attorno a loro si costruiranno delle alleanze, Però ser-ve una legge elettorale cb.e non obbli-ghi. ad alleanze forzose, eterogenee, Ci sì deve poter alleare sulla base di una condivTisi eine prOgrarninadea, nOn per prendere un voto in più. sistemi proporzionale non significa

.Iss Onedel biOOkiriSni0 rna luSdr.a 3cl-tenia delle alleanze coa.tte c:1 -re

abbiamo visto quanti danni ha prOv0- caro negli ultain and sia nel nostro campo che in quello m.rverso».

manuesto

«Serve un campo ampio dei prodressisti con dentro

anche socialisti. Liniziativa di Bersani sabato prossimo

andrà in questa direzione» Per vostre campò serlìBersanl can-didato pnerat «Se si va verso un sistema più propor-ziOn ale, nel quale scompaiono le COa-liziOni, nandrale Che Ogni. parnt0 candidi proprio ie.a.d.er».

se invece orewilesse ancora il mo-delle basato sulle alleanze?

altrettanto logico che il partito più grande esprima la premiership. Ci possono e.S.Sere delle eccezioni, ma la norma resta questa». Sabato Bersaol firmerà e Parlpi ose me a Hollande e Gabriel mariti piattafor-massi praggrarntnattea comune lel è tra quanti temono che passando periEtt-ropa à punti a fare del Pd ne partito soclaldemocratico? ,±Suardi,a nodo .EurOpa è già StatO Chlarit0 COn. la nascita del gruppo dei

Socialisti e dei deinocralici, È stato detto che non basta il campo socitili-sta, che c.i vuole un campo più ampio„ progressista, con i socialisti dentro. L'iniziativa dr Bersani va in questa di-rezione. E dirò di più, ad aprile fare-mo un seminario cori molri dei grup-pi parlamentati progressisn. europei. e di altre parti del mondo. LI si capra con chiarezza che se si esce dalia.13au-ra per le sigle smiamo tutti ; socialisti e non socialisti., nello stesso :fronte»,

Carnp0 COSS ende de? «Nella pirosstma legisiatura andran-no :realizzate riforme profonde e que-sto non si -potrà fare, sia per ragioni elettorali che per :ragioni 1 -3 -i.ù SOrAan..-

cori un calma° limitato numeri-camente e soda:l:me:Tue. Servirà u.n l-leanza aperta a pezzi di centro. Ma questo non è in alternativa e anzi è complementare alla necessita di non. lasciare incustodira o nelle mani di al-tri una vera e propria pra:t ria alla no.- stra sinistra, Dai sondaggi risulta che Sei P Id.V:113:Pinie 31:Thiana al 5%, Se si tilitirigorio altre sigle, il fenome-no Grillo e l'astensionismo per scelta si arriva attorno al 2023%. Nemn ha. senso immaginare che un grande -par-tito progressista possa avere alla Sua SiniSira uno spazio COSÌ grande». Dice che Pd ottO p: 'dama quinli elet-tori? «Dico che il Pd de Ve parlare a quegli elettori. COnOsco tu t:.:0 peso che in

Italia deriva da un medita della sto-ria. issla non miò immaginare che un grmsie partina coni.e. il nostro par rendo clai. dell'u ,„maglianza e della. giustizia sociale, non cerchi di occupare uno spazio a sinistra e por-tare una parte di quegli elettori che sono su -posizioni di pura protesta. di COnServaziOne, Sulle 1)05:nani di una sinistra moderna ; di governo,,,

Parlare e quell'elettorato, dlce, e però i Pd non ha parteclpato alla maolL-StraZdOne della «Primo, qu.eila mo.nifestazione era contro il governo che noi. a.bbiamo YO -hi -t0 e sosteniamo. Secondo, una Stra moderna e quella che non ha pau-ma delle sfide del carúbb:imento. In Ita-lia c'è un pezzo di sinistra che è con-tro ogni innovazione. che ha paura della. Tav, di. :ma riforma. dei mercato del lavoro, Sta a irecuperare a sini stra, tenendo fermi valori d.ell'ugua-

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