Adhd a scuola c

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Dott.ssa Alice Bruscaini Psicologa Psicoterapeuta [email protected]

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Dott.ssa Alice Bruscaini Psicologa Psicoterapeuta [email protected]

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Caratteristiche dei bambini con ADHD

I bambini con ADHD hanno difficoltà:

a mantenere la concentrazione nelle attività proposte

ad assumere comportamenti conformi alle aspettative dell’ambiente scolastico

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Sintomi primari Disattenzione Iperattività ImpulsivitàSintomi secondari Comportamenti aggressivi Difficoltà scolastiche Problematiche interpersonali Disturbi emotivi

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Difficoltà di autoregolazione

Il bambino non riesce a regolare

Organizzazione e controllo dei processi cognitivi

Concentrazione ed attenzione sostenuta

Impulsività

Motivazione e fiducia nell’impegno e nello sforzo

Gestione delle emozioni Comportamento motorio

Comportamento sociale

Autostima

Pianificazione eproblem-solving

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insuccesso scolastico

comportamenti disistimainadeguati

bassa immaginedisturbi emotivi di sé

ansia

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Obiettivi dell’intervento

favorire l’adattamento del bambino

sostenerlo nel percorso di apprendimento considerando le sue potenzialità

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Circolare MIUR 4089 del 15.06.2010

Descrittiva

Operativa

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Osservazione sistematica del comportamento

1. Identificazione il comportamento-problema

modello

2. Individuazione degli antecedenti

ABC

3. Individuazione delle conseguenze

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Il modello ABCAntecedente (A) evento che precede e dirige il

comportamento

Comportamento (B) condotta messa in atto

Conseguenza (C) evento che segue il comportamento e che può intensificare o ridurre la sua emissione

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1. Comportamento Comportamento

ciò che un bambino fa (NON quello che non fa)

Es. Non scrive (non è un comportamento)

Es. Disegna durante la lezione (è un comportamento)

Deve essere:

• osservabile• misurabile

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Comportamento - problema

• rischio per la vita ed il benessere del bambino• rischio per la vita ed il benessere altrui• ostacolo all’adattamento• ostacolo all’apprendimento

è osservabile e misurabile?

Osservazione condotta x 5/10 gg (linea di base)

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2. AntecedentiAntecedentieventi che dirigono il nostro comportamento

Es. vedo il semaforo rosso (antecedente) mi fermo

Gli antecedenti possono essere: regole aspettative comunicazioni pensieri

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Interventi basati sugli antecedenti Modificano l’ambiente per:

• ridurre i comportamenti disfunzionali• facilitare i comportamenti desiderabili

si attua un cambiamento PRIMA che il problema sipresenti

creazione di un contesto facilitante

QUINDI

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Interventi basati sugli antecedenti

a) Organizzazione dell’aula

b) Organizzazione dei materiali

c) Attività routinarie

d) Regole

e) Organizzazione del lavoro

f) Attività di transizione e momenti liberi

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a) Organizzazione dell’aulaDisposizione dei banchi

3 obiettivi:

limitare noia e disturbo

favorire le interazioni positive

incrementare l’applicazione al compito

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Indicazioni

• prima fila, al centro (sguardo, monitoraggio)

• vicino a compagni attenti

• lontano da fonti di distrazione

• spazio fisico che consenta libertà di movimento (“buoni

movimento”)

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Fonti di distrazione

• cartelloni• cestino non è possibile eliminarle tutte• finestre• porta livello ottimale di stimolazione • orologio• ecc.

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b) Organizzazione dei materialiObiettivi

incrementare la capacità di organizzazione e pianificazione

ridurre i comportamenti di disturbo (es. lamentarsi di non avere il materiale, chiederlo al compagno durante la lezione)

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cartelloni da appendere in classe con l’elenco dei materiali

schema con l’elenco del materiale per ogni materia da apporre sul diario (o figurine per ogni elemento del materiale scolastico)

cassetta in cui poter riporre il materiale

quaderni e cartellette ben contrassegnate (colore, etichetta)

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Penne Diario

Sussidiario Pastelli

Pennarelli Matita

Gomma Colla

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Routine per favorire la gestione del materiale scolastcico1. preparare immagini del materiale

2. ad un orario stabilito: far leggere il cartellone delle materie per il giorno

successivo far elencare il materiale necessario per ogni

materia far incollare sul diario le immagini corrispondenti

3. ogni mattina, all’inizio della lezione, verificare la presenza del materiale (gratificazione, costo della risposta)

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c) Attività routinarieVantaggi:

Permettono di prevedere tempi e richiesteambiente prevedibile

Favoriscono l’adattamento

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ingresso in classe ad un’ora stabilita

routine di inizio lezione (controllare il materiale) presentazione delle attività per la giornata

(definizione dei tempi di lavoro, pause concordate)

dettatura dei compiti ad un orario che consenta di verificare la comprensione delle consegne

routine di saluto a fine giornata

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È importante garantire un programma giornaliero costante

proporre anche una diversificazione all’interno di ogni attività per limitare la noia (es. mezzi audiovisivi, attività manuali, ecc.)

MA

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d) RegoleFunzioni:

comunicano le aspettative

stabiliscono in clima di giustizia

permettono di consolidare il comportamento desiderato (attraverso l’applicazione sistematica)

costituiscono un segnale per rispondere adeguatamente al comportamento

necessarie per le interazioni

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Principi per la costruzione di un sistema di regole: poche (3 o 4 per i bambini piccoli, max 6/8 per i più

grandi) semplici formulate in positivo devono descrivere il comportamento in modo operativo specifiche per situazione (lezione, intervallo, ecc.) corredate da simboli grafici condivise esposte

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Regole poco chiare chiare

Il bambino appare confuso

Es. “Devi fare i compiti dopo la scuola”

subito? dopo pranzo? prima di cena?

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Esempio

Regola meno efficace“Per uscire bisogna mettersi in fila per due ed aspettare che tutti siano pronti”

Regola più efficace

“Usciamo in fila per due”

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Per facilitare il rispetto delle regole: anticipare le situazioni problematiche

favorire la comprensione del legame causa-effetto per facilitarne l’interiorizzazione ed il rispetto

rispetto della regola:conseguenza positiva (gesto di approvazione)

violazione della regola: conseguenza negativa (intervento con calma

e fermezza)

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e) Organizzazione del lavoroStrategie utili: chiamare per nome + contatto oculare

fornire consegne chiare

assicurarsi che siano state comprese Ricordare al bambino di

- ripeterle prima di iniziare il compito riduce- verificare di averle comprese

l’impulsività

definire piccoli obiettivi realistici

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Messaggi poco chiari

Il bambino non sa come comportarsi

Es. “Devi comportarti bene”

Cosa significa “bene”?

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I bambini con ADHD faticano a fare stime realistiche di:

• grandezze• tempi non riescono a valutare tempi e • quantità difficoltà nello svolgimento di un • difficoltà compito

organizzazione del lavoro carente +

disorientamento

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discutere sulla difficoltà del compito all’inizio dare indicazioni poi

confrontarsi sui tempi necessari chiedere agli alunni

suddividere il compito in unità più piccole

consentire di fare brevi pause

promuovere il controllo del compito prima della consegna

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Simboli relativi alla difficoltà del compito

Facilissimo facile medio difficile difficilissimo

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Simboli relativi ai tempi di lavoro

pochissimo poco tempo tantotantissimo

tempo tempo medio tempotempo

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Gratificare i progressi

L’apprendimento richiede tempo

Permettere il consolidamento attraverso

l’esercizio

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f) Attività di transizione e momenti liberiMomenti che rendono più probabile l’emergeredi comportamenti problematici:

Inizio e fine delle lezioni

Intervallo

Mensa

Passaggio da un luogo ad un altro

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Inizio e fine delle lezioni

Strategie utili prevedere delle routine pianificare l’uscita

(es. evitare di dettare i compiti durante gli ultimi 5 minuti, di chiedere ai bambini di preparare la cartella dopo il suono della campanella, ecc.)

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Intervallo

• permette l’attività motoria• consente di sfogarsi dopo alcune ore di

lezione

Strategie utili regole specifiche NON usare la sospensione dell’intervallo

come punizione minuti di “decompressione”

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Mensa

Strategie utili regole specifiche ruoli/compiti ben definiti gratificare la condotta adeguata

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Passaggio da un luogo ad un altroStrategie utili regole specifiche

(es. camminare in fila per due, affidare la testa della fila a tutti i bambini a turno, ecc.)

organizzare i tempi (per evitare che il passaggio avvenga precipitosamente)

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3. Conseguenze

Conseguenzeevento che segue il comportamento e che può intensificare o ridurre la sua emissione

Es. studio prendo un voto positivo (conseguenza)

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Interventi basati sulle conseguenze positive

Obiettivo del rinforzo:

aumentare la frequenza, intensità e/o la durata di un comportamento

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Tipologia dei rinforzi positivi

Rinforzi tangibili premi materiali

Rinforzi sociali manifestazioni di approvazione o affetto

Rinforzi simbolici bollini/punti che possono essere scambiati con un altro rinforzo

Rinforzi dinamici attività gratificanti o privilegi particolari

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Aspetti importanti

elargire il rinforzo in modo contingente

rispettare le preferenze personali

variare spesso i rinforzi

fornire un rinforzo che sia proporzionale al comportamento messo in atto

utilizzare una frequenza adeguata

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Rinforzo socialeCosa fare:

sottolineare la correttezza del comportamento messo in atto Es. “Hai aspettato il tuo turno nella conversazione”

aggiungere commenti positivi al rinforzoEs. “Mario, sei stato seduto al tuo posto durante il compito, così va proprio bene”

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usarlo spesso (almeno 4/5 volte in una mattinata)

pronunciarlo con un lieve innalzamento del tono di voce

se necessario abbinarlo ad un rinforzo dinamico

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Cosa NON fare:

NON dare attenzione al bambino che si sta comportando negativamente

NON esprimere giudizi sul bambinoEs. “Bravissimo!” non dice nulla sul

comportamento!

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NON aggiungere commenti negativi Es. “Mario, sei stato seduto al tuo posto durante il compito, perché non riesci a farlo sempre?”

NON rinforzare il comportamento prima che sia stato attuato

NON promettere una ricompensa di fronte ad un comportamento oppositivo

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Vantaggi del rinforzo sociale

sempre disponibile

economico

richiede poco tempo

può essere adottato da insegnati diversi

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Rinforzo = incentivo estrinseco

Rinforzo intrinseco

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Interventi basati sulle conseguenze negative

Obiettivo:

ridurre la frequenza, intensità e/o la durata di uncomportamento

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Quando usarlo?

Un comportamento negativo porta ad un vantaggio per il bambino Es. Aggredisce un compagno per ottenere un oggetto

Pericolo per il bambino o per altre persone

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NON dovrebbe essere la prima o l’unica strategia

la punizione fornisce informazioni su ciò che èsbagliato ma non spiega nulla sul comportamento

corretto

MA

perché

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Tipologie di conseguenze negative

Ignorare pianificato

rimprovero

conseguenze logiche

costo della risposta

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Ignorare pianificatoIgnorare il comportamento indesiderabile

Quando NON si può usare? Comportamento pericoloso per se stessi o per

gli altri Comportamento molto disturbante Il comportamento non viene mantenuto

dall’attenzione

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Rimprovero

Rimprovero pubblico permette di attirare l’attenzione

Rimprovero privato più efficace

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Rimprovero centrato sul comportamento1. Descrizione del comportamento inadeguato2. Spiegazione del motivo per cui è sbagliato3. Indicazione del comportamento alternativo4. Comunicazione dei vantaggi del

comportamento adeguato

Vantaggi Assenza di giudizio Indicazione circa il comportamento corretto

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Conseguenze logiche

Permette di spiegare la conseguenza spiacevoledi un comportamento scorretto

è la conseguenza logica, collegata a quel comportamento (se…allora)

Es. “Se svolgi i compiti frettolosamente dovrai rifarli”

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Costo della risposta

Associa all’emissione del comportamentonegativo la perdita di un privilegio (es. bollini)

Va integrato con il rinforzo positivo

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Punizioni inutili e dannoseEs. notaGentile sig.ra suo figlio si è comportato come un bambino piccolo, le chiedo di prendere provvedimenti. Per castigo dovrà scrivere 30 volte: “Devo fare il bravo”.

Svalutante nei confronti del bambino Non viene identificato il comportamento-

problema Viene delegata alla madre l’intervento Castigo inutile

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In sintesiGestione delle conseguenze:

immediate frequenti modificate spesso le conseguenze positive si devono applicare

prima di quelle negative

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Insegnare ai bambini con ADHDDidattica flessibile:

Brevità favoriscono i comportamenti

Varietà funzionali e l’apprendimento

Struttura

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Brevità

I bambini con ADHD iniziano i compiti con unlivello attentivo più basso

compiti brevi e frequenti o brevi unità di apprendimento

pause

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VarietàI bambini con ADHD percepiscono maggiormente la ripetitività e la monotonia di un’attività

Variare la modalità di presentazione dei contenuti Lezioni stimolati Tono di voce variato Coinvolgimento degli alunni Attività piacevole usata come ricompensa per

un’attività poco gradevole

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Apprendimento cooperativo

Favorire la cooperazione ed evitare situazioni di

competizione

Modellare nuovi comportamenti Rinforzare le abilità esistenti

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Struttura

Routine Aspettative Regole devono essere ben

specificate Conseguenze

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Suggerimenti per la lettura

Suddivisione in brevi unità di lavoro

Lista delle parole più complesse scritta alla

lavagna

Presentare le parole nuove all’interno di una

frase per favorirne la comprensione

Piccoli gruppi di lettura

Favorire gli interessi personali

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Suggerimenti per la matematica Usare colori diversi per i simboli matematici

Fogli a quadretti per l’organizzazione delle

colonne

Schemi per la risoluzione dei problemi

Strategie mnemoniche

Calcolatrice per la verifica del proprio lavoro

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Altri suggerimenti

Suddividere le unità di lavoro

Usare strumenti quali: pc, mappe, tabelle,

ecc.

Per le lingue straniere usare cartoncini

colorati su cui scrivere i diversi elementi

grammaticali (giallo-aggettivi, verde-verbi,

ecc.)

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Usare promemoria

Fornire un feedback costante e frequente

permette di aumentare il controllo

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Lavorare sui punti di forza

Caratteristiche positive spesso oscurate dai

Abilità comportamenti negativi

elenco dei punti di forza e di debolezza

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Maggiori difficoltà

mantenere l’attenzione nel tempo

porre la necessaria attenzione alle consegne

impulsività e scarsa pianificazione

procedure di controllo del livello attentivo poco efficaci

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Mantenere l’attenzione nel tempo

Valutare il tempo necessario per un compito

Fare una stima della tenuta attentiva del

bambino

Suddividere il compito in più parti

Permettere una pausa tra una parte e l’altra

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Esempio

12 operazioni di aritmetica

4 operazioni Pausa 4 operazioni Pausa 4 operazioni

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Porre attenzione alle consegne Ripetere la consegna (magari suddividendola per

punti

Verificare la comprensione della consegna

Sottolineatura delle parti salienti della consegna

Costruzione di un piano di azione per punti (o

diagramma)

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Impulsività e scarsa pianificazione Prevedere un tempo di riflessione tra la

consegna e l’inizio dell’attività

Problem solving

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Problem-solving

1) capisco qual è il problema2) penso alle possibili alternative per la

risoluzione3) scelgo un’alternativa4) la applico5) verifica

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Procedure di controllo del livello attentivo Segnali concordati per sintonizzarsi sull’attività

(maggiore consapevolezza sui propri meccanismi attentivi)

NO richiami

Esercizi di “caccia all’errore” (NO per DSA)

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Sensibilizzare i bambini all’adhd

Giustizia

non significa trattare tutti bambini allo stesso modo

dare ad ognuno ciò di cui ha bisogno

MA

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Bibliografia• Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca Infanzia” di Treviso

(2008). Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione. Giochi e attività sul controllo attentivo – Volume 1. Trento: Erickson .

• Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca Infanzia” di Treviso (2009). Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione. Giochi e attività sul controllo della risposta impulsiva – Volume 2. Trento: Erickson.

• Caponi, B., Clama, L., Re, A.M., Cornoldi, C., & Gruppo docenti “Rete Ricerca Infanzia” di Treviso (2009). Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione. Giochi e attività sul controllo della memoria di lavoro – Volume 3. Trento: Erickson

• Celi, F., & Fontana, D. (2010). Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia. Seconda edizione. Milano: McGraw Hill.

• Cornoldi, C., De Meo, T., Offredi, F., & Vio, C. (2001). Iperattività e autoregolazione cognitiva. Trento: Erickson.

• Cornoldi, C., Gardinale, M., Masi, A., & Pettenò, L. (1996). Impulsività e autocontrollo. Interventi e tecniche metacognitive. Trento: Erickson.

• Di Pietro, M., Bassi, E., & Filoramo, G. (2002). L’alunno iperattivo in classe. Problemi di comportamento e strategie educative. Trento: Erickson

• Di Pietro M., & Dacomo, M. (2009). Largo arrivo io! Manuale di auto aiuto per bambini iperattivi e i loro genitori. Trento: Erickson.

• Kirby, E.A., & Grimley, L.K. (2000). Disturbi dell’attenzione e iperattività. Guida per psicologi e insegnanti. Trento: Erickson.

• Lochman, J.E., Wells, K, & Lenhart, L.A. (2012). Coping power. Programma per il controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti. Trento: Erickson.

• Marzocchi G.M., & Centro per l’Età Evolutiva (2011). La presa in carico dei bambini con ADHD e DSA. Costruzione della rete tra clinici, genitori e insegnanti. Trento: Erickson.

• Marzocchi, G.M., Molin, A., & Poli, S. (2000). Attenzione e metacognizione. Come migliorare la concentrazione della classe. Trento: Erickson.

• SINPIA – Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2006), Linee guida per il DDAI e i DSA: Diagnosi e interventi per il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività e i Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Trento: Erickson.

• Vio, C., Marzocchi, G.M., & Offredi, F. (1999). Il bambino con deficit di attenzione/iperattività. Diagnosi psicologica e formazione dei genitori. Trento: Erickson.