Adeste15 domenica 12 aprile 2015

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SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA *In sinergia con Fondazione Migrantes (Gv 17,20-21) PASQUA CATTOLICA PASQUA CATTOLICA PASQUA CATTOLICA PASQUA CATTOLICA PASQUA ORTODOSSA PASQUA ORTODOSSA PASQUA ORTODOSSA PASQUA ORTODOSSA

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SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE SETTIMANALE DI PASTORALE E INFORMAZIONE

PER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIAPER LA COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

*In s inerg ia con Fondazione Migrantes

(Gv 17,20-21)

P A S Q U A C A T T O L I C AP A S Q U A C A T T O L I C AP A S Q U A C A T T O L I C AP A S Q U A C A T T O L I C A P A S Q U A O R T O D O S S AP A S Q U A O R T O D O S S AP A S Q U A O R T O D O S S AP A S Q U A O R T O D O S S A

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Nel 2014 tu�e le chiese cris�ane ( ca�oliche, ortodosse, protestan-� ) hanno celebrato la fes�vità pa-squale nello stessa domenica, quella del 20 Aprile. Ma non succe-de sempre ! Nel 2015, infa�, mentre per le

chiese ca�oliche e protestan� il

giorno di pasqua cadrà il 5 aprile,

per quelle ortodosse cadrà il 12

aprile.

Non ci sarà coincidenza neanche nel 2016 ( 27 marzo contro 1 mag-gio ). Invece ci sarà coincidenza nel

2017 quando per tu�e le confessioni cadrà il 16 Aprile. Per trovare un'altra coincidenza bisognerà aspe�are il

2025 !

La regola che fissa la data della Pasqua cris�ana fu stabili-ta nel 325 dal Concilio di Nicea: la "Pasqua cade la dome-nica successiva alla prima luna piena dopo l'equinozio di primavera" (all'epoca dei primi compu� l'equinozio cade-va il 21 marzo, che pertanto si fissò come data di riferi-mento). Se si usa il calendario gregoriano la pasqua sarà sempre compresa fra il 22 Marzo e il 25 Aprile. Se invece si u�lizza il calendario giuliano allora la pasqua cadrà fra il 4 aprile e l'8 maggio. La Risurrezione di Gesù è al cento della fede cr istiana, senza di essa non c"è cristianità. Questa divisione tra cristiani nel celebrare la Festa delle Feste, è un grande peccato e i cristiani di tutte le confessio-ni sanno che la divisione non viene da Dio. Perché dobbiamo pregare e sperare perché si possa celebrare tutti la Pasqua alla stessa data? Semplicemente perché, a questo riguardo, come unica famiglia cristiana, siamo divisi e la nostra divisio-ne è peccato. Quando non ci mettiamo d’accordo nel celebrare la Festa della Risurrezione nello stesso gior-

no, come possiamo sperare di esse re un segno di Pace e di Unità nel mondo? Inoltre, Il peccato della nostra divisione procura a Gesù, in senso mistico, sofferenza perché non per-mettiamo al Suo Santo Spirito di

compiere l’unità che Gesù ha ottenuto nell’unificazione della Sua Famiglia attraverso la Sua Passione, la Sua Morte e la Sua Risurrezione. Dice San Paolo: “Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfet-ta unione di pensiero e d’intenti.” (1 Co 1,10) E dice Gesù nel Vangelo: “Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: Ogni regno divi-so in se stesso va in rovina e una casa cade sull’al-tra.”(Lc 11,17) “…perché tutti siano una sola cosa.” (Gv 17,20-21) “Chi dunque sa fare il bene e non lo compie, commette peccato.” (Gc 4,17)

COME SI E’ STABILITA NEL TEMPO LA

DATA DELLA PASQUA E PERCHE’ DEVE

ESSERE UNICA PER TUTTI I CRISTIANI.

La data della Pasqua non ha niente a che fa-re con i dogmi o la teologia. Si tratta soltan-to del metodo che utilizziamo per calcolare il tempo!

PAPA FRANCESCO a proposito della data di Pasqua Ora mentre la chiesa cattolica e quelle prote-stanti usano come base il calendario gregoriano, quel-le ortodosse usano il calendario giuliano ( quello di Giulio Cesare ), da qui la non coincidenza.Mi permet-to di dire che questo non è un problema solo nostro: è anche un problema loro [degli ortodossi]. Loro hanno il problema di alcuni monaci, di alcuni monasteri che sono su questa strada. Per esempio, un problema che dal tempo del beato Paolo VI si discute, è la data della Pasqua. E non ci mettiamo d’accordo! Perché farla nella data della prima luna dopo il 14 Nisan ha il peri-colo che con gli anni va avanti, avanti e avremmo il rischio – i nostri pronipoti – di celebrarla ad agosto! E dobbiamo cercare… Il beato Paolo VI ha proposto una data fissa, una domenica di aprile, concordata. Bartolomeo è stato coraggioso, per esempio, in due casi - ne ricordo uno, ma ce n’è un altro. In Finlandia, alla piccola comunità ortodossa, lui ha detto: "Festeggiate la Pasqua con i luterani, nella data dei luterani", perché in un Paese di minoranza cristiana non ci siano due Pasque. Ma anche gli orientali catto-lici… Ho sentito una volta a tavola, in Via della Scro-fa… si preparava la Pasqua nella Chiesa cattolica, e c’era un orientale cattolico che diceva: "Ah no, il no-stro Cristo risuscita un mese dopo! Il tuo Cristo risu-scita oggi?" – E l’altro: "Il tuo Cristo è il mio Cristo". La data della Pasqua è importante. Ci sono le resisten-ze a questo, da parte loro e da parte nostra. Questi gruppi conservatori… dobbiamo essere rispettosi con loro e non stancarci di spiegare, di catechizzare, di dialogare, senza insultare, senza sporcarli, senza spar-lare. Perché tu non puoi annullare una persona dicen-do: "Questo è un conservatore". No. Questo è figlio di Dio tanto quanto me. Ma tu vieni, parliamo. Se lui non vuole parlare è un problema suo, ma io ho rispet-to. Pazienza, mitezza e dialogo. (In aereo di ritorno dalla Turchia)

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La corsa con le uova sui prati della Casa Bianca

(Easter Egg Roll)

Ogni paese, ha le proprie tradizioni per quanto riguarda i festeggiamen-ti: in Sud America vanno molto le piñata, contenitori colorati pieni di dolci che i bambini devono rom-pere con un bastone. In Scozia e in altri paesi del nord Europa, per esempio, vengono bruciati dei falò all’aperto su modello di alcuni anti-

chi riti dei Sassoni. Uno dei festeggiamenti più noti al mondo è quello che si tiene ogni anno nel giorno di Pa-squetta alla Casa Bianca: è l’Easter Egg Roll, la corsa con le uova (bollite e decorate) che i bambini fanno rotolare sul prato servendosi di una sorta di mestolo con un lungo manico. È una tradizione di Washington che esisteva già nell’Ottocento, ma che a un certo punto fu messa a rischio da una legge del Congresso americano che nel 1876 vietò ai bambini di praticarla nei prati della Casa Bianca, poiché avrebbero rovinato l’erba del palazzo. Ancora nel 1878, un articolo del Washington Post metteva in guardia i bambini di Washington dal praticare l’Easter Egg Roll nei pressi della Casa Bianca. Nell’aprile del 1878, l’allora presidente Rutherford B. Hayes decise però di consentire che i bambini giocassero nei pressi della Casa Bianca, ignorando la legge del Congresso. Perché si regalano uova di cioccolato? I primi cristiani, per ricordare il sangue di Gesù Cristo, durante la Pasqua usavano pitturare le uova di rosso e le decoravano con croci o altri simboli (una tradizione che dura ancora oggi nei paesi ortodossi e cristiano-orientali). La simbologia dell’uovo per i primi cristiani era abbastan-za evidente: dall’uovo nasce la vita che a sua volta veniva associata con la rinascita di Gesù e quindi con la Pasqua. Secondo alcuni studi la tradizione delle uova pasquali venne però raffor-zata da un’usanza tipicamente pasquale: la quaresima, cioè il periodo di quaranta giorni prima della Pasqua nel quale i credenti sono tenuti al “digiuno ecclesiastico”. In questo periodo è vietato mangiare carne. In passato, e tuttora nelle chiese cristiane orientali, era vietato mangiare anche le uova. Era difficile però costringere le galline a non depositare uova, così i primi cristiani si trovavano con un surplus di uova che non potevano mangiare. Dalla necessità di farci qualcosa sarebbe nata la tradi-zione di bollirle fino a farle diventare dure come sassi e poi dipingerle con colori sacri e simbolici. Verso la fine dell’Ottocento, poi, i progressi tecnologici avevano oramai reso possibile unire la tradizione del cioccolato (introdotto in Europa da poco) a quello delle uova regalo pasquali. L’idea venne per la prima volta ai dirigenti del-la Cadbury, un’azienda dolciaria inglese che esiste tuttora, che nel 1875 crearono il primo uovo di cioccolato pasquale vuoto con all’interno una sorpresa. Nel 1905 la Cadbury introdusse un’altra innovazione tecnologica, le uova di ciocco-lato al latte (che era stato inventato una trentina di anni prima in Svizzera). Il nuovo prodotto fu un grandissimo succes-so di vendite che in poco tempo si diffuse in tutto il mondo. Ma che c’entrano i conigli? Oggi il coniglio è assieme all’uovo di cioccolato il simbolo più diffuso della Pasqua. Non è chiaro per quale motivo sia stato negli anni associato a una festività cristiana (nel Vangelo non c’è traccia di conigli, che non sono nemmeno stati adottati come simbolo dalle prime comunità cristiane). Piuttosto, sembra che il coniglio fosse considerato nell’antichità un sim-bolo di fertilità, e quindi legato all’arrivo della primavera e alle festività pagane ad essa colle-gate. Poiché Pasqua si festeggia tradizionalmente fra marzo e aprile, a un certo punto il coni-glio è passato ad essere adottato anche come simbolo pasquale.

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E' la domenica di Tommaso e di una bea�tudine che sento mia: Bea� quelli che non hanno visto eppure credono! Le altre le ho sen�te difficili, cose per pochi coraggiosi, per pochi affama� di im-

menso. Questa è una bea�tudine per tu<, per chi fa fa�ca, per chi cerca a tentoni, per chi non vede, per chi ricomincia. Siamo noi quelli di cui parla Gesù, noi che non abbiamo visto epÈ pure di o�o giorni in o�o giorni con�nuiamo a radunarci nel suo nome, a distanza di millenni e a prossimità di cuore; di noi scrive Pietro: «voi lo amate pur senza averlo visto». O�o giorni dopo venne Gesù, a porte chiuse. C'è aria di paura in quel-la casa, paura dei Giudei, ma sopra�u�o paura di se stessi, di come lo avevano abbandonato, tradito, rin-negato così in fre�a. Mi conforta pensare che, se anche trova chiuso, non se ne va'. Otto giorni dopo è anco-

ra lì: l'abbandonato ritorna da quelli che sanno solo ab-bandonare.

Viene e sta in mezzo a loro. Non chiede di essere cele-brato, adorato. Non viene per ricevere, ma per dare. È il suo s�le inconfondibile. Sono due le cose che porta: la pace e lo Spirito.

Pace a voi. Non un semplice augurio o una promessa fu-tura, ma una affermazione: la pace è a voi, vi appar�ene, è già dentro di voi, è un sogno iniziato e che non si fer-merà più. Io vi porto questo shalom che è pienezza di vita. Non una vita più facile, bensì più piena e appassio-nata, ferita e vibrante, ferita e luminosa, piagata e guari-trice. La pace adesso.

Soffiò e disse loro: ricevete lo Spirito Santo. Su quel pugno di creature, chiuse e impaurite, scende il vento delle origini, il vento che soffiava sugli abissi, che scuote le porte chiuse: ec-co io vi mando!

Scende lo Spirito di Gesù, il suo segreto, il suo mistero, ciò che lo fa vivere, il suo respiro stesso: vivrete di ciò di cui vivo io. Lo ha sperimentato Paolo: non son più io che vivo, è Cristo che vive in me. Lo ha comunicato a tu<: Voi siete già sta� risuscita� con Cristo (Col 3,1). Già risor� adesso, per una eter-nità che già me�e le sue prime gemme. In quel soffio Gesù trasme�e la sua forza: con lo Spirito di Dio voi farete le cose di Dio. E la prima delle cose da Dio è il perdono.

Tommaso, me< qua il tuo dito nel foro dei chiodi, stendi la mano, tocca! Le ferite del Risorto, feritoie d'amore: nel corpo del crocifisso l'amore ha scri�o il suo racconto con l'alfabeto delle ferite, indelebili ormai come lo è l'amore.

Gesù che non si scandalizza dei miei dubbi, ma mi tende le sue mani. A Tommaso basta questo gesto. Non è scri�o che abbia toccato. Perché Colui che � tende la mano, che non � giudica ma � incoraggia, è Gesù. Non � puoi sbagliare!

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ADESTE COMUNITA’ ITALIANA IN ROMANIA

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Questa è la storia di un bambino, un bambino speciale.

D iego ha solo dodici anni e fin dalla sua nasci-ta soffre di una lieve forma di autismo, ma

nonostante i suoi problemi si comprende, guardando-lo, che nel suo cuore rimane un bambino gioioso e altruista. Diego purtroppo non può esprimere le proprie emo-zioni, tuttavia, anche se in un modo tutto suo, sa esse-re molto creativo e riesce a liberare tutte le idee che gli girano per la testa. La cosa che ama fare è giocare all’aria aperta e ogni giorno alcuni suoi amici passano da casa sua e insieme vanno al parco. Purtroppo Diego ha un altro problema di cui non ho ancora parlato, l'mmobilità delle gambe per la quale è costretto a stare sulla sedia a rotelle; ma per fortuna Diego gli amici se li sa scegliere, in-fatti a loro non importa dei problemi che lui ha, anzi lo considerano un bambino normale o forse, ancora me-glio, un bambino speciale! Ma adesso vi voglio raccontare una storia, una storia che vi faccia capire le vere qualità di questo bambino . Un giorno Diego si trovava al Parco d’Orleans, il più bel parco di Paler-mo, con i suoi amici di sempre, dopo la scuola, esattamente il dodici aprile del 2010, giorno del suo tredicesimo compleanno. I suoi amici gli organizzarono una festa a sorpresa ricca di attività pia-cevoli agli occhi di Diego come il gioco del mimo, disegni da colorare, giochi per ridere e scherzare tutti in-sieme. Al momento dei regali era molto contento ed emozio-nato perché aveva ricevuto tanti doni veramente splendidi che proprio non si aspettava. Ma il vero stupore fu quando un suo amico, Alessio, gli diede un biglietto tutto verde sul quale era scritto “invito speciale per una mitica giornata al Parco Avventura delle Madonie”. Diego, quasi incredulo, disse al suo amico che lui amava tanto i boschi e la natura ma non

credeva, nelle sue condizioni, che sarebbe potuto an-dare e che i suoi genitori gli avrebbero dato il permes-so. Alessio allora lo abbracciò dicendogli che già aveva pensato a tutto lui e che l’indomani, insieme al papà e alla mamma di Diego, sarebbero partiti di prima mat-tina. Tornato a casa Diego era emozionatissimo al pensiero di poter trascorrere una giornata a contatto con la na-tura, tra boschi e prati profumatissimi e coloratissimi, e così preparò con entusiasmo incontenibile il suo zai-no con tutte le cose necessarie per trascorrere una giornata all’aperto. La mattina seguente si raggrupparono tutti al punto d’incontro e si avviarono verso la meta stabilita. Ap-pena arrivati si accamparono in una grande zona erbo-sa e ombreggiata da grandi alberi di quercia, ma il cli-ma gioioso fu subito interrotto perchè Diego ebbe una sventura inciampando con la sedia a rotelle su di un sasso nascosto tra l’erba folta; per fortuna grazie al suo zaino, che era morbido, non si fece nulla e rimase a terra con aria pensosa. Diego in quell’istante percepì con le mani l’energia dell’erba fresca, il profumo della terra umida, il calore dei raggi di sole sul suo volto e si sentì, per la prima volta in tutta la sua vita, pieno di vitalità così come tutta la natura che lo accoglieva e lo circondava. Ed ecco che avvenne una cosa strabiliante: Diego pro-vò da solo ad alzarsi e… sì, iniziò a camminare! Tutti gli altri rimasero immobili nell’ammirare quel fatto

prodigioso..., proprio così, stava camminando con le sue gambe. Diego sentiva dentro di sè un’energia improvvisa e irre-sistibile che lo fece correre subito per il prato per poi but-tarsi ancora sopra l’erba mor-bida e ancora correre e corre-re ed anche tutti i suoi amici, pieni di gioia si misero a cor-rere al suo fianco. Tutta la giornata trascorse correndo da una parte all’altra del bosco, quasi senza sosta fino al tramonto. Infine, esau-sti, si avviarono verso casa e arrivarono in città alle dieci di sera. Quel giorno Diego per la prima volta riuscì ad esprime-

re le proprie emozioni e prima di addormentarsi disse alla mamma: “sono felice, ti voglio bene”. La mamma lo abbracciò teneramente e con le lacrime agli occhi gli sussurrò : “sei il mio piccolo grande campione”

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Un esempio di dedizione alla lotta per l’affer-mazione delle idee liberali e per l’unità d’Italia ce la offre un altro romeno, Titus Dunca, fratello minore del già nomi-nato Nicolae. Nato il 6 gennaio 1845 a Iassi, figlio di Ste-fan e Sofia Dunka, nel 1862 era già studente a Napoli, dove diventò fervente aderente alle idee mazziniane. Nel-lo stesso anno, dopo aver atte-

so invano da Mălinescu (amico di Rattazzi) la fondazione della legione a Torino, entrò nella legione ungherese, prendendo parte alle lotte contro i Borboni e i briganti.

Nel 1863 incontrò Garibaldi a Caprera, dopo di che passò attraver-so la Polonia nei Principati romeni. Lavorò in Turchia e al Canale di Suez. Nel 1866 era nuovamente in Italia per prender parte ai combattimenti contro l’Austria, però fu mandato nei Principati ro-meni insieme a Stefano Turr, latore di una lettera di Garibaldi a C.A. Rosetti con cui il generale italiano raccomandava il fratello d’armi Stefano Turr, per-ché Garibaldi voleva organizzare una spedizione contro l’Austria in Dalma-zia e in Transilvania.

Nel 1866, dopo l’insediamento a Bucarest del nuovo governo (in seguito all’abdicazione di Cuza), Garibaldi sperava di poter far scoppiare nella regione balcano-danubiana una rivoluzione che avrebbe messo in difficoltà

l’Impero austriaco; e, infatti, lo scoppio della guerra tra i prussiani e gli austriaci l’8 giugno 1866 aumentò in Austria la paura di un imminente attacco romeno, dal momento che il conte Montenuovo, governatore della Transilvania, aveva

a disposizione poche truppe per la difesa della provincia.

Per questo motivo si doveva preparare un corpo di volontari di 30.000 perso-ne (D. Brătianu su Românul del 24-26 aprile 1866, nell’articolo Apărarea te-ritoriului sau drepturile noastre). Già nel giugno dello stesso anno il generale Gh. Magheru aveva preparato un corpo di 10.000 volontari per ogni evenienza. Titus Dunka ritor-nò in Italia e il 21 luglio 1866 prese parte ai com-battimenti di Bezzecca, dove fu ferito ed insigni-to della medaglia "al valor militare" ottenendo così il grado di capitano. Garibaldi, si dice, gli

abbia rivolto le seguenti parole: Ecco, per il

caro Tito, degno fratello di Nicola!

Accompagnò Garibaldi, nel settembre, da Mon-za a Firenze, poi girovagò per l’Italia visitando Napoli, Roma, Caserta, Bologna. Tornato in pa-

tria, per riprendere le armi in difesa della Francia durante la guerra del 1870-1871, combattendo insieme ai suoi cari amici italiani, nella legione straniera, a Orleans, riportò nuove ferite in una cruenta battaglia, dove di 1490 fanti se ne sal-varono solo 39.La guerra d’indipendenza romena del 1877-1878 contro i turchi lo trovò alle armi. In tale occasione Garibaldi gli scrisse: Caprera 17 ott. 1877. Ca-

ro Dunka. Noi siamo orgogliosi dei valorosi nostri fratelli romeni e speriamo nel-

la piena vittoria contro i barbari. Un cordiale saluto dal cuore a tutti. G. Gari-

baldi.

VIAGGIATORI ROMENIVIAGGIATORI ROMENIVIAGGIATORI ROMENIVIAGGIATORI ROMENI

DELL’ OTTOCENTODELL’ OTTOCENTODELL’ OTTOCENTODELL’ OTTOCENTO

IN ITALIAIN ITALIAIN ITALIAIN ITALIA

QUARTA PARTE

continua

TITUS DUNKA di Iasi

Poliedrico combattente

TITUS DUNKA

Con due commilitoni

Stefano

Turr

In divisa

garibaldina

Giuseppe

Garibaldi

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SAN LUIGI ORIONE

Racconta le apparizioni di Lourdes Esposizione semplice rivolta ai suoi chierici e confratelli.

Pio IX, il Papa dell'Immacolata, definì che Maria Santissima fu sempre tutta pura, tutta santa, e definì pure l dogma dell'infallibilità pontificia, pochi anni prima della presa di Roma. Dopo quattro anni dalla definizione del dogma dell'Immacolata, l'11 febbraio 1858, un'umile fan-ciulla era uscita dalla sua casetta per cercare legna con cui far cuocere le vivande di famiglia. Uscì con una sorella. Essa, di nome Bernardetta, era stata sempre deboluccia; le altre erano più robuste, e giunsero ad un fiumicello, chiamato il Gave, appena fuori del villag-gio di Lourdes. Esse si erano scalzate, levati gli zoccoli per passare a guado… Essa, educata presso i suoi parenti, era tornata in paese per fare la Prima Comunione … Le altre dunque, tirarono avanti senza badare a lei, senza gettare le grosse pietre nel fiume perché potesse passare lei; ed essa, giunta al fiume, si scalzava, si levava le povere calzature e, mentre faceva questo, sentì un rumore e guardò ai rami degli alberi. Era di febbraio; udì come un fruscìo tra i ra-mi, guardò e vide che non si muoveva-no… Ma ecco che fu attratta da qual-che cosa di straordinario e vide illumi-narsi la grotta e, sullo sfondo, una im-magine sovrumana, come di una giovi-netta di 17 anni, vestita di bianco, coi piedi ornati da una rosa color giallo oro, e teneva in braccio una corona di perle rilegate in oro. E la Vergine bianco vestita cominciò a recitare il rosario; anche Bernardetta trasse il suo rosario e volle incominciare a segnarsi, ma solamente quando la Vergine si fece il segno di croce, essa poté muo-vere il braccio, e recitò il rosario con la Beata Vergine. Poi la visione disparve. Ritornarono presso di lei la sorella e le compagne ed incominciarono a scherzarla e a pren-derla in giro. Essa non voleva dire niente; era rimasto negli occhi e nel volto e in tutta la persona di Bernardetta qualche cosa di sovrumano; la luce sovrumana che splendeva dal volto immacolato di Maria aveva anche irradiato il volto di quell'umile ragazza. Disse alle compagne: - Se voi nulla avete da dirmi anch'io non ho nulla da raccontarvi. – Le pareva di dover conser-vare il suo segreto, ma poi tornò a casa… E poi le visioni si susseguirono per 18 volte, ad intervalli, fino al 16 luglio, quando essa, per ordine del pievano, interrogò la Vergine Santissima chi fosse: le rispose: - Io sono l'Immacolata Concezione. E la giovinetta, tornando al paese, nella sua semplicità diceva tra sé: Non è la Madonna , ma è la Im-macolata Concezione. La Madonna disse quelle parole nel dialetto del paese, mezzo francese e mezzo spagnolo, nella lingua del popolo, come Gesù, un giorno parlando alle turbe, parlava nel dialetto del paese, in aramaico. Poi le comandò di raschiare il terreno e zampillò fuori una picco-la polla d'acqua e quella sorgente, ogni giorno, getta centi-naia di litri d'acqua. E' l'acqua miracolosa di Lourdes!.

E così, a quattro anni di distanza dalla proclamazione del dogma dell'Imma-

colata Concezione, la Vergine Santissi-ma , con una appari-zione che si ripeté per 18 volte, e con prodigi che vanno ripetendosi dal 1858, volle, in un modo celestiale, indiscusso, sancire, approvare la verità del dogma che il Pontefice ave-va proclamato.: Io sono l'Immacolata Concezione” (Ai Confratelli del

“Paterno”, 27 Novembre 1938)

GIOVEDI’ 16 APRILE SANTA BERNADETTE SUBIROUS

Bernadette morì il 16 aprile 1879 ad appena 35 anni. Il cor-po incorrotto si trova a Nevers. TEFGHIEJGK FLMNMGOHPE QM SHJGH BENJHQEGGE "Per l’indigenza di mamma e papà per la rovina del mulino, per

il vino della stanchezza, per le pecore rognose: gra-zie, mio Dio! Bocca di troppo da sfamare che ero; per i bambini accuditi, per le pecore custodite, gra-zie! Grazie o mio Dio, per il Procuratore, per il Com-missario, per i Gendarmi, per le dure parole di Pey-remale. Per i giorni in cui siete venuta, Vergine Maria, per quelli in cui non siete venuta, non vi saprò rendere grazie altro che in Paradiso. Ma per lo schiaffo ricevuto, per le beffe, per gli oltraggi, per coloro che mi hanno presa per pazza, per coloro che mi hanno presa per bugiarda, per coloro che mi hanno presa per interessata. GRAZIE, MADONNA !

Per l’ortografia che non ho mai saputa, per la memoria che non ho mai avuta, per la mia ignoranza e per la mia stupidità, gra-zie! Grazie, grazie, perché se ci fosse stata sulla terra una bam-bina più stupida di me, avreste scelto quella! Per la mia madre morta lontano, per la pena che ebbi quando mio padre, invece di tendere le braccia alla sua piccola Bernadette, mi chiamò Suor Maria Bernarde: grazie, Gesù! Grazie per aver abbeverato di amarezza questo cuore troppo tenero che mi avete dato. Per Madre Giuseppina che mi ha proclamata: "Buona a nulla". GRAZIE! Per i sarcasmi della madre Maestra, la sua voce dura, le sue ingiustizie, le sue ironie, e per il pane della umiliazione, grazie! Grazie per essere stata quella cui la Madre Teresa Poteva di-re :"Non me ne combinate mai abbastanza". Grazie per essere stata quella privilegiata dai rimproveri, di cui le mie sorelle dicevano: "Che fortuna non essere come Bernadette. Grazie di essere stata Bernadette, minacciata di prigione perché vi avevo vista, Vergine Santa ! Guardata dalla gente come bestia rara; quella Bernadette così meschina che a vederla si diceva: "Non è che questa?!". Per questo corpo miserando che mi avete dato, per questa malattia di fuoco e di fumo, per le mie carni in putre-fazione, per le mie ossa cariate, per i miei sudori, per la mia febbre, per i miei dolori sordi e acuti, GRAZIE MIO DIO! Per quest’anima che mi avete data, per il deserto della aridità interiore, per la vostra notte e per i vostri baleni, per i vostri silenzi e i vostri fulmini; per tutto, per Voi assente e presente, grazie! Grazie o Gesù!"

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LA RISATA NEL CRISTIANESIMO

N el cristianesimo, il riso abbandona la sfera del divino e le mitologie che ne

attribuivano l’origine agli dei, per i quali ridere è se-gno di libertà suprema e diventa una rivincita del dia-volo, che desacralizza il mondo. Il tema del riso nel cristianesimo antico è stato studiato pochissimo; l’idea sostenuta dai Padri della Chiesa, secondo cui “Gesù non ha mai riso” ha demo-nizzato in genere il riso e lo ha definito come “conseguenza del peccato originale”. Di qui una visione negativa culminata nel XIV secolo con “Il nome della rosa” di Umberto Eco, che propagandava in forma di romanzo dall’ambientazio-ne medievale, la convinzione, che il cristianesimo sia intrinsecamente apocalittico nel senso più distruttivo, e per ciò ostile a ogni tipo di comicità; questa immagi-ne dissacratoria, viene rappresentata dalla figura di padre Jorge, che distrugge il secondo libro della Poeti-ca di Aristotele, dedicato al comico per impedire che

il mondo conosca quelle “pericolose” teorie. Parallelamente, però, anche il cristia-nesimo riconosce al riso una funzione posi-tiva. Lo stesso Frate Indovino, identificato con la figura del sim-patico fraticello, sem-pre sorridente, affer-mava: “se tutti sapes-sero ridere e far ridere, il mondo sarebbe meno triste”. Tutto nel mondo riflette l’ilarità di un Dio la cui sapienza nella Bibbia è così personificata: “Si diverte nell’orbe terrestre e (prov. 8-30) trova la sua delizia lo stare coi figli degli uomini” e ancora “Dio è il più grande umorista”. Negli ultimi cinquant’anni i teologi hanno rile-vato come la Bibbia sia ricca di immagini umoristiche e testi che glorificano questo aspetto della divinità e che, pur non mortificando il concetto stesso di Dio, lo sublimano nella Sua creatività, lo arricchiscano di un altro attributo del quale l’uomo è stato ed è onorato. Gesù, l’uomo Dio che porta nella sua natura umana tutte le caratteristiche ad essa comuni, deve aver avuto i suoi momenti di sorriso e di allegria, co-me ha avuto quelli di indignazione e di pianto. Molte delle parabole riflettono il sano e naturale umorismo con cui Gesù deve averle accompagnate. Talvolta l’umorismo potrebbe essere stato ironico, quando specialmente le sue parole erano dirette a con-futare i suoi avversari. Anche lo stesso San Paolo, che ha impersonifi-cato il Cristo come nessun altro dei suoi discepoli, non conobbe solo l’umorismo velato di ironia, bensì, Della Lingua Italiana…..

ABAT-JOUR - Frate francese che non lavora di notte. ABBACINARE - Coprire di baci ABBAINO - Verso di chihuahua (Vedi anche latratino e ululatino). ABBAZIA - Sorella della madre di un famoso com-plesso musicale svedese degli anni ‘60 (ABBA) ABBONDANTE - Congiunzione letteraria fra I Pro-messi Sposi e La Divina Commedia ABBONDANZA - Ballo di don Abbondio ne “I Pro-messi Sposi” ABBOTTONATO - Venuto alla luce a Napoli con un’esplosione ABILITARE - Soldato molto capace ABISSALE - 1) Detto di profondità marina dove più si scende più si sale. 2) Cloruro di sodio proveniente dall’A-bissinia. ACCUMULATORI - Allevatori collezionisti di bovini maschi (Il contrario di Sparpagliamucche) ACCUSATO - Imputato di seconda mano. ACCUSATORI - Tipico del processo penale dove non trovando colpevoli ne’ capri espiatori si ricorre a mezzucci atti ad inguaiare bovini ACERO - Pianta utile in ebanisteria che tutti vorrebbero

avere (Es. Ieri sono stato in falegnameria. Acero anch’io) ACETONE - Condimento per grosse quantità di insalata. ACIREALE - Versione monarchica dell’Automobile Club Italiano con sede in provincia di Catania ACQUAFORTE - Acqua che fa body building ACQUAVITE - Acqua usata in falegnameria ACQUAZZONE - Pioggia che cade solo in determinate aree; (volg): Sciocco che sta sotto la pioggia. ACQUEDOTTO - 1) Laureato in idraulica; 2) persona colta ed astemia. ACQUERELLO - Pennarello ad acqua ADULTERARE - Diventare maggiorenni ADUNARE - Contare ad uno ad uno ADUNATA - Riunione dei peggiori progettisti FIAT AEROSOL - Apparecchio per raid solitari AFFIDAMENTO DI MINORE - Quando si manda il bambino a dormire col cane AGENTE ATMOSFERICO - Collega all’aperto di un carabiniere AGGRAPPARSI - 1) Inciuccarsi con liquore tipico italiano; 2) afferrarsi saldamente ad una bottiglia d’acquavite. AGGRAPPATO - Ubriaco di grappa, ma non fino al pun-to di cadere sotto il tavolo

DOPO LA QUARESIMA E DOPO LA QUARESIMA E DOPO LA QUARESIMA E DOPO LA QUARESIMA E LA SETTIMANA SANTA, LA SETTIMANA SANTA, LA SETTIMANA SANTA, LA SETTIMANA SANTA, LA PASQUA “ SCOPPIA” LA PASQUA “ SCOPPIA” LA PASQUA “ SCOPPIA” LA PASQUA “ SCOPPIA” DI GIOIA E ALLEGRIA PER DI GIOIA E ALLEGRIA PER DI GIOIA E ALLEGRIA PER DI GIOIA E ALLEGRIA PER LA RESURREZIONE DEL LA RESURREZIONE DEL LA RESURREZIONE DEL LA RESURREZIONE DEL

SIGNORE. SIGNORE. SIGNORE. SIGNORE. COME E’ STATA E COME COME E’ STATA E COME COME E’ STATA E COME COME E’ STATA E COME VIENE VALUTATA LA RI-VIENE VALUTATA LA RI-VIENE VALUTATA LA RI-VIENE VALUTATA LA RI-SATA ALL’INTERNO DEL SATA ALL’INTERNO DEL SATA ALL’INTERNO DEL SATA ALL’INTERNO DEL

CRISTIANESIMO?CRISTIANESIMO?CRISTIANESIMO?CRISTIANESIMO?

SEGUIRA’ prossimamente

Sorridiamo con il

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partendo dalla vittoria di Gesù Cristo nella risurrezione, conobbe soprattutto l’allegra “risata” della vittoria della fede sull’esistenza. San Paolo richiede ai cristiani Filippesi (4-4) di “Godete sempre dell’allegria”, la cui radice è nella stes-sa natura del cristianesimo. Non da dimenticare, l’usanza che per secoli si è conservata del riso durante le funzioni pasquali: nella messa di Pasqua, i predicatori solevano invitare i fedeli a ridere sonoramente. Questo rito (il cosiddetto Risus pascalis) era espressione della gioia per la forza di Dio che vince anche la mor te. La Risurrezione è pro-prio l’espressione del “riso” di Dio sulla morte Tanti Santi, nel corso dei secoli, hanno seguito la strada dell’umorismo attraverso la quale hanno affron-tato il loro martirio: San Francesco d’Assisi, il “Giullare di Dio”, non esitò al suo innato senso umoristico associare l’umori-smo evangelico e studiò sempre lezioni di umoristica, come recita il celebre fioretto della “Perfetta letizia” SanFrancesco di Sales dichiara: “Un cristiano triste è un tristo cristiano”. San Filippo Neri soleva dire: “Tristezza e malinconia fuori da casa mia.” “Uno spirito allegro raggiunge più facilmente la perfezione cristiana, di quanto non faccia uno spirito melanconico.” San Filippo (“Pippo buono”) è considerato ancora oggi il patrono degli umoristi. La pedagogia cristiana fa ricorso all’umorismo nell’educazione dei giovani con l’istituzione degli orato-ri. San Giovanni Bosco che ne fu uno dei pionieri, intendeva attraverso di essi rallegrare, educare e istruire, andando ben oltre gli “scherzi da prete” e “l’umorismo di parrocchia”. Padre Pio, burbero per natura, si divertiva un mondo a raccontarci le sue barzellette e a sentire quelle dei suoi confratelli. Un giorno uscendo dal confessionale tra la folla si udì una voce di donna che gridò: “Padre Pio, la mia gamba”. Padre Pio si rivolta, e ridendo risponde: “Si mò faccio anche u massaggiatore!”

L’umorismo è segno di equilibrio. Rompe un clima “nero”. Pessimista. Fatalista. Stagnante. E poi, come diceva il cardinale Luigi Traglia (1895-1977), “un prete che non sa ridere, non è un prete serio!” ...QUESTE GIRANO PER I CONVENTI ********Un benedettino,un domenicano, un francesca-no e un gesuita stanno pregando insieme in una stanza. All’improvviso va via la luce. Il benedettino prosegue la preghiera. Tanto, la conosce a memoria. Il domenicano loda Dio per il dono della luce. È dall’assenza che si comprende il valore (rif. san Tommaso d’Aquino,“il problema del male”). Il francescano loda Dio per questa esperienza di povertà. Ad un tratto la luce torna. Il gesuita ha cambiato la lampadina. ********ll Papa aveva invitato i gesuiti a modificare alcune abitudini poco adatte a dei consacrati. Così, un gruppo di gesuiti gli chiede: “Santo Padre, dopo aver pregato, possiamo fu-mare?”. Risposta: “Assolutamente no”. I religiosi consultano i propri teologi. Poi tornano dal Pon-tefice: “Santità, mentre fumiamo, possiamo pregare?”. Risposta: “Certamente sì”. ********Un giorno l’attore Carlo Campanini (1906-1984) riferì con amarezza a Padre Pio (1887-1968) un fatto. Un suo amico aveva chiesto a un primario di Firenze un’opinione sulle stimmate

del santo frate. La risposta fu: “È tutto frutto di isterismo. A furia di pensare a Cristo crocifisso, a Padre Pio sono venute le stimmate”. Campanini era teso, contrariato. Ma il religioso gli disse: “E voi dite a quel professore di pensare intensa-mente di essere un bue. E vediamo se gli spunta-no le corna!…”. ********Teresa d’Ávila (1515-1582), durante un viaggio di fondazione, si ferì a una gamba per un inciden-te. “Signore, dopo tante noie, ci voleva anche que-sto guaio!”. “Teresa, tratto così i miei amici”. “Ah, Dio mio, ora capisco perché ne avete così pochi!”. ********Siamo in Paradiso. San Pietro avvicina Gesù. “Signore, ci sono due cappuccini alla porta…”. “Pietro, chi li ha ordinati?”. ********Un missionario, nella foresta, si imbatte in un leone affamato. Il povero prete non sapendo che fare si rivolge a Dio: “Signore, ispira a questo leone dei sentimenti cri-stiani!”. Il leone, allora, alza il muso verso il cielo e dice con devozione: “Ti ringrazio Signore del cibo che sto per prende-re…”.

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I

INTRODUZIONE C- Nel nome del Padre, e del Fi-glio e dello Spirito Santo

C- La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

ATTO PENITENZIALE C- Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chia-mati a morire al peccato per risor-gere alla vita nuova. Riconoscia-moci bisognosi della misericordia del Padre. Breve pausa di riflessione

C-Signore pietà T- Signore pietà. C-Cristo pietà T- Cristo pietà. C-Signore pietà T- Signore pietà. C- Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter-na. T- Amen

GLORIAGloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo gra-zie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, fi-glio unigenito, Gesù Cristo, Si-gnore Dio, Agnello di Dio, Fi-glio del Padre, tu che togli i peccati dal mondo abbi pietà di noi; tu che togli i peccati dal mondo, accogli la nostra sup-plica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Ge-sù Cristo, con lo Spirito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C- Dio di eterna misericordia, che nella ricorrenza pasquale rav-vivi la fede del tuo popolo, accre-sci in noi la grazia che ci hai dato, perché tutti comprendiamo l'ine-stimabile ricchezza del Battesimo che ci ha purificati, dello Spirito che ci ha rigenerati, del Sangue che ci ha redenti. Per il nostro Si-gnore... T- Amen LITURGIA DELLA PAROLA

(PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno con-siderava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infatti tra loro era bisogno-so, perché quanti possedevano cam-pi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apo-stoli; poi veniva distribuito a ciascu-no secondo il suo bisogno. Parola di Dio. T- Rendiamo grazie a Dio

SALMO RESPONSORIALE R.: Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sem-pre». Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sem-pre».R/ La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte.R/ La pietra scartata dai co-struttori è divenuta la pietra d'an-golo. Questo è stato fatto dal Si-gnore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo! R/

SECONDA LETTURA Dalla prima lettera di S.Giovanni Ap.

Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha ge-nerato, ama anche chi da lui è sta-to generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi co-mandamenti; e i suoi comanda-menti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vitto-ria che ha vinto il mondo: la no-stra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con

acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'ac-qua e con il sangue. Ed è lo Spiri-to che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Parola di Dio. T- Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO Alleluia, Alleluia. Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia C- Il Signore sia con voi T- E con il tuo Spirito!

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mo-strò loro le mani e il fianco. E i disce-poli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spiri-to Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a colo-ro a cui non perdonerete, non saran-no perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signo-re!». Ma egli disse loro: «Se non ve-do nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.

OMELIA (seduti) CREDO in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e

Letture: At 4,32-35 Sal 17

1Gv 5,1-6 Gv 20,19-31

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della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Si-gnore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre pri-ma di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sot-to Ponzio Pilato, morì e fu sepol-to. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signo-re e dà la vita, e procede dal Pa-dre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cat-tolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C- Rivolgiamo la nostra pre-ghiera a Dio Padre, perchè la co-munità cristiana, confermata nella fede, renda ragione della propria speranza davanti a tutti gli uomini. Preghiamo insieme e diciamo: Santifica nella verità la tua Chiesa, o Padre. Per tutto il popolo cristiano, convocato nel giorno del Signore, Pasqua della settimana, perchè manifesti la presenza di Gesù ri-sorto con la gioia di vivere in uno stesso luogo e con lo stesso cuo-re, preghiamo. R. Per la nostra comunità, perchè cresca insieme ai neo-battezzati, come vera famiglia di Dio, assidua all'ascolto della Paro-la, perseverante nella preghiera, testimoniante nella carità fraterna, preghiamo. R. Per tutti coloro che vivono l'esperienza del dolore, perchè non si lascino vincere dallo scon-forto, ma per la forza della fede e la solidarietà dei fratelli sentano che il Signore è vicino a ciascuno di loro, preghiamo. R. Per il cristiano che dubita, per l'incredulo che vorrebbe cre-dere, e per tutti coloro che cerca-no con amore la verità, perché illuminati dalla grazia pasquale riconoscano che non c'è altro no-

me al di fuori di Cristo in cui esse-re salvi, preghiamo. R. Per noi qui presenti, perché ci lasciamo evangelizzare con cuore docile, e diventiamo riso-nanza viva della Parola che salva, preghiamo. R. C- O Dio, nostro Padre, princi-pio e fonte di ogni dono, lo Spirito del tuo Figlio risorto ci introduca nella pienezza della verità pa-squale e ispiri i gesti e le parole per testimoniarla nella realtà ma-na del nostro tempo. Per Cristo nostro Signore. T- Amen

C- Pregate, fratelli e sorelle, per-ché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci disponiamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Pa-dre onnipotente. T- Il Signore riceva dalle tue ma-ni questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa. (in piedi)

C- Accogli con bontà, Signore, l'offerta del tuo popolo ( e dei nuovi battezzati): tu che ci hai chiamati alla fede e rigenerati nel Battesimo, gui-daci alla felicità eterna. Per Cristo nostro Signore. T- Amen PREGHIERA EUCARISTICA

C- Il Signore sia con voi. T- E con il tuo spirito. C- In alto i nostri cuori. T- Sono rivolti al Signore. C-Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. T- È’ cosa buona e giusta. C- E' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo tempo nel qua-le Cristo, nostra Pasqua, si è im-molato. Per mezzo di lui rinasco-no a vita nuova i figli della luce, e si aprono ai credenti le porte del regno dei cieli. In lui morto è re-dente la nostra morte, in lui risor-to tutta la vita risorge. Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale, l'umanità esulta su tutta la terra, e con l'assemblea degli angeli e dei santi canta l'inno del-la tua gloria: T- Santo, Santo, Santo ….

DOPO LA CONSACRAZIONE C- Mistero della fede T- Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA

C - Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te Dio, Padre onnipotente, nell’uni-tà dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. T- Amen T- P A D R E NO S T R O Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimet-tiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. C- Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T- Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C- Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chie-sa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli T- Amen C - La pace del Signore sia sempre con voi. T- E con il tuo spirito. C - Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. T - Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C - Beati gli invitati alla cena del Si-gnore Ecco l’Agnello di Dio che to-glie i peccati del mondo. T - O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C- Dio onnipotente, la forza del sacramento pasquale che abbia-mo ricevuto continui a operare nelle nostre anime. Per Cristo no-stro Signore. Signore. T-Amen. C- Il Signore sia con voi. T- E con il tuo spirito. C- Vi benedica Dio onnipotente, Padre,Figlio e Spirito Santo. T- Amen. C- Nel nome del Signore: andate in pace. T- Rendiamo grazie a Dio

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B����� !: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Poli-meni, Tel:0770953530

mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I� 4: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: I-II-III Domenica del mese ore 11,00-IV Domenica ore 9,30, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

Trasmessa in diretta su: http://www.ercis.ro/video/iasi.asp

*°* C>�?: Chiesa romano-cattolica dei Pia-risti. Strada Universitatii nr. 5, conosciu-ta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00

*°* A>A� I�>4�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262

*°* T4C4 D���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

La domenica in albis (o della Divina Misericordia) è, nell'anno liturgico della Chiesa cattolica, la

seconda domenica di Pasqua, cioè la domenica che segue tale solennità. La locuzione latina in albis (vestibus), tradotta letteralmen-te, significa in bianche (vesti). Ai primi tempi della Chiesa, infatti, il battesimo era amministrato durante la notte di Pasqua, e i battezzandi indossavano una tunica bianca che portavano poi per tutta la settimana successiva, fino alla prima domenica dopo Pasqua, detta perciò "domenica in cui si depongono le vesti bianche" (in albis depositis o de-ponendis). Con la riforma liturgica successiva al Concilio Vaticano II la domenica è stata chiamata seconda domenica di Pasqua[o domenica dell'ottava di Pasqua. Nel 2000, per volontà di papa Giovanni Paolo II, la dome-nica è stata anche denominata della Divina Misericordia, titolazione legata alla figura della santa mistica polacca Faustina Kowalska. Nella giornata è concessa, secondo determinate condizioni, l'indulgenza plenaria o parziale ai fedeli. Nel Diario di santa Faustina sono riportate alcune frasi pronunciate da Gesù durante le sue apparizioni alla misti-ca, tra le quali: « Desidero che la Festa della Misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime

che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla Santa Co-munione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine. »

Questa grazia secondo Igna-cy Różycki può essere consi-derata una grazia più grande dell'indulgenza plenaria. « Questa consiste nella can-cellazione delle pene terrene dovute ai peccati commessi, ma non è mai la remissione delle stesse colpe. La grazia straordinaria è sostanzial-mente la più grande delle grazie dei sei sacramenti ad eccezione del Sacramento del Battesimo: in quanto la re-missione di tutte le colpe e di tutte le pene è la grazia sacra-mentale del Santo Battesimo. Per quanto riguarda le pro-messe citate, Cristo legò la

remissione totale delle pene e delle colpe con l'accostarsi alla Santa Comunione ricevuta il giorno della Festa della Misericordia e l'ha elevata al rango di "secondo battesimo" »

I SANTI DELLA

SETTIMANA

DOM.12DOM.12DOM.12DOM.12 Divina MisericordiaDivina MisericordiaDivina MisericordiaDivina Misericordia

LUN. 13LUN. 13LUN. 13LUN. 13 S. Martino I papaS. Martino I papaS. Martino I papaS. Martino I papa

MART.14MART.14MART.14MART.14 S. ValerianoS. ValerianoS. ValerianoS. Valeriano

MERC.15MERC.15MERC.15MERC.15 S. AbbondioS. AbbondioS. AbbondioS. Abbondio

GIOV.16GIOV.16GIOV.16GIOV.16 S. Bernadette SubirousS. Bernadette SubirousS. Bernadette SubirousS. Bernadette Subirous

VEN.17 VEN.17 VEN.17 VEN.17 S. InnocenzoS. InnocenzoS. InnocenzoS. Innocenzo

SAB. 18SAB. 18SAB. 18SAB. 18 S. GaldinoS. GaldinoS. GaldinoS. Galdino