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Addome:Anatomia e biomeccanicaFunzioni dei muscoli addominaliNotizie scientifiche dal mondoRidurre il pannicoloadiposo localizzato

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  • Anno 3 numero 4 - aprile La rivista online per i professionisti del settore

    Fitmedonl in e

    Osteopatia:azione sul

    sistema nervosovegetativo

    ddomeAnatomia e biomeccanica

    Funzioni dei muscoli addominali

    Notizie scientifiche dal mondo

    Ridurre il pannicoloadiposo localizzato

    Postura e movimento

    AVIS Milano e GetFIT

    AA

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    Alea edizioni una casaeditrice specializzata in libridi finess, be-nessere e rie-ducazione funzionale, conpi di 50 titoli a catalogo.

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    ANNO3

    N4APRILE

    2011

    Fitmed online una rivista mensile di aggiorna-mento che si rivolge a imprenditori, manager,opinion leader, professionisti che operano nelmondo del fitness, benessere, prevenzione esalute. Propone articoli riguardanti metodiche diallenamento, rieducazione funzionale, alimenta-zione, prevenzione e benessere, marketing emanagement.

    EditoreAlea Edizioni di Alessandro Lanzani

    via G. Sapeto, 5 - 20123 Milano

    Redazione e ufficivia P. Orseolo, 3 - 20144 Milano

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    Direttore responsabile Alessandro Lanzani

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    RedazioneMia DellAgnello

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    Progetto graficoStefano FrattalloneImpaginazione

    Anita Lavoce

    PubblicitAlessandro Lanzani

    [email protected]

    Hanno collaborato a questo numeroAngelo Di Addario, Sergio Giulio Roi,

    Roberto Tarullo, Davide Traverso, Giovanni Chetta

    Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 578 del 20.12.93.

    LEditore e lautore non potranno in alcun modo essere respon-sabili per incidenti o danni provocati dalluso improprio delleinformazioni o delle immagini contenute nel materiale ricevuto;inoltre non necessariamente le opinioni pubblicate rispecchianoil pensiero delleditore. Il materiale (testi, immagini e disegni) per-venuto in redazione non verr restituito, anche se non pubblica-to e viene considerato libero da diritti. La riproduzione del mate-riale apparso su Fitmed online in qualsiasi forma e per qualsiasiscopo non consentita se non dietro richiesta scritta e firmatadal direttore responsabile e dalleditore. Per eventuali controver-sie il Foro di competenza quello di Milano.

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    RUBRICHE

    15 CORSI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE

    26 NEWS

    COMMUNITY BUSINESS

    4 AVIS MILANO E GETFIT: uniniziativa di Responsabilit Socialedi Angelo Di Addario

    FOCUS: ADDOME

    6 ANATOMIA E BIOMECCANICA di Alessandro Lanzani

    8 FUNZIONI DEI MUSCOLI ADDOMINALIdi Sergio Giulio Roi

    12 RIDURRE IL PANNICOLO ADIPOSO LOCALIZZATOdi Roberto Tarullo

    16 NOTIZIE SCIENTIFICHE DAL MONDOa cura della redazione

    ALLENAMENTO E REHAB

    18 OSTEOPATIA: azione sul sistema nervoso vegetativodi Davide Traverso

    22 POSTURA E MOVIMENTO Il moto specifico dell'uomo di Giovanni Chetta

  • mario ottenere un beneficio -sociale, di salute - per i destina-tari del progetto. Ovviamentestrategie di marketing sociale at-tuate da soggetti profit possonocreare un contesto favorevole allapromozione di benefici sociali, maintegrano tale obiettivo in un piampio progetto di impresa, senzaidentificarlo come unico scopo.

    FITNESS E MARKETING SO-CIALEGli operatori del fitness e le as-sociazioni di categoria hannointeresse a che la pratica del fit-ness sia associata, sia a livello diimmagine che per le auspicate -ma di l da venire - conseguenzein termini di agevolazioni, esenzio-ni e/o recuperi fiscali, a quella diprevenzione dalle pi diffusepatologie sociali causate da sti-li di vita sbagliati; si parla peresempio di farmaco-fitness, o co-me ricorrentemente e approfondi-tamente su queste pagine, di fit-ness metabolico. Nel fitness sdistinto un operatore britannicocon iniziative di risparmio energeti-co; un altro operatore, sempre bri-tannico, sponsorizza eventi di rac-colta fondi e lo stesso fa una notacatena statunitense di fitness club.Una famosa azienda di abbiglia-mento sportivo, invece, forse perfar dimenticare certe polemichesullo sfruttamento della manodo-pera a basso costo nei paesi pi

    Il Marketing Sociale si pu definirecome l util izzo di strumentimarketing per influenzare ungruppo ad accettare, modificareo abbandonare dei comporta-menti al fine di ottenere un van-taggio per i singoli individui e lasociet nel suo complesso .Suscita oggi un interesse crescen-te nella prevenzione e promozionedella salute, intervenendo sullebarriere di tipo ambientale, socio-economico e personale che rendo-no difficoltoso mettere in atto sanistili di vita. Si pone cos a fiancodelle tradizionali attivit di promo-zione della salute, quali la comuni-cazione sociale, leducazione allasalute, normative ad hoc. Il Marketing Sociale si inscrive nelpi generale contesto del laResponsabi l i t Socia le del leAziende, dellEticit dei comporta-menti e dellimmagine pubblica; siparla anche di Corporate SocialInvestment, Corporate Socia lResponsabil ity, Cause RelatedMarketing ecc.Nonostante utilizzi principi e tecni-che del marketing (come il rappor-to costi/benefici, lattenzione ai de-stinatari, il concetto di marketingmix), il marketing sociale diversoda quello commerciale per valori efinalit: con il marketing commer-ciale si ricerca un vantaggioeconomico per chi vende (ovveroper chi attua liniziativa), mentre nelmarketing sociale lobiettivo pri-

    community business

    uniniziativa diResponsabilit Sociale

    AVIS Milano eGetFIT: di Angelo Di Addario [email protected]

    con link di approfondimento

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    arretrati, ha creato una fondazioneche finanzia progetti di formazionee di micro-credito, ma limpressio-ne generale che, a fronte di altrisettori (quali lalimentare, labbi-gliamento, il credito ecc.), il fitnesssia meno sensibile e si impegni inmodo meno significativo.Il gruppo GetFIT (13 fitness club),per la filosofia sottesa al suo pro-duct mix (4P: Product-Pr ice-Place-Promotion, ovvero la praticadel fitness in un contesto ad altovalore aggiunto, rivolto a un targetdi clientela medio-alto e comuni-cato in maniera efficace, sobria edelegante) ha pensato di potertrarre ulteriore beneficio di im-magine dallassociazione conun ente prestigioso, attivo nelcampo della prevenzione, dellacura, della filantropia. Nello spe-cifico, ha pensato ad AVIS Milano,il livello comunale della benemeritaassociazione donatoria (www.avi-smi.it), instaurando una partner-ship che ha coinvolto tutti i la-voratori e i clienti dei centri fit-ness.Ma questo solo il risvolto utilitari-stico lato-azienda, che pu e deveporsi essendo il fine ultimo di que-sta il consolidamento della posi-zione sul mercato; in GetFIT, per,ha agito unaltra, ben pi efficacee autenticamente disinteressataforza, rappresentata dai suoi colla-boratori, gi donatori di sangue,che per fini esclusivamente solida-

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  • ristici hanno coinvolto il soggetto-azienda con le sue potenzialit.

    LA RACCOLTA DI SANGUEUna realt come GetFIT, con oltre40.000 iscritti, era potenzialmenteindicata a riproporre un modellodi raccolta di sangue come ac-cadeva trentanni fa, quandolauto-emoteca stazionava di-nanzi alle fabbriche, allora popo-late di migliaia se non decine dimigliaia di operai, realizzandosempre il tutto esaurito. I fattori li-mitanti, allepoca, erano la ricetti-vit dellautomezzo, i tempitecnici per la conser-vazione e il trasportodel sangue, i l soprag-giungere del la pausapranzo con loggettiva diffi-colt di mantenere i potenziali do-natori in sostanziale digiuno. Daallora, insieme alla mutata realtdel mondo del lavoro (la scompar-sa dei grandi insediamenti produt-tivi e la terziarizzazione) quei con-testi cos favorevoli alle raccolte sisono andati via via diradando sinquasi a scomparire del tutto, tan-t che le odierne raccolte, anchequelle dinanzi ai centri direzionali,portano a risultati inferiori per ordi-ni di grandezza a quelli duna vol-ta.Nelle intenzioni, per la raccolta disangue si voleva proporre il singo-lo GetFIT Club, con le sue migliaiadi iscritti, cos come un tempo av-veniva in fabbrica. Eppure il bilan-cio di un anno e mezzo di attivitha evidenziato una realt ben dif-ferente. Innanzitutto, le migliaia diiscritti non sono contemporanea-mente presenti, n lo sono perlintera giornata lavorativa, comegli operai e gli impiegati in una fab-brica; anzi, solo una ridotta per-centuale frequenta al mattino,quando si realizza la raccolta.Inoltre lafflato solidaristico deri-vante dal l ideologic izzazioneduna volta, vuoi quella dellunaispirazione, vuoi quella dellaltra,che spingeva alla donazione, sindubbiamente attenuato di questitempi contraddistinti piuttosto da

    atteggiamenti di neghittosa rifles-sivit. In compenso, il bacino diGetFIT si rivelato gi sensibi-lizzato alle ragioni della dona-zione di sangue: quando fu co-municato lavvio delliniziativa, co-piosi furono gli apprezzamenti daparte dei clienti molti dei quali, pe-r, si dichiararono gi donatori econ un proprio polo ospedaliero diriferimento; peraltro questo veroanche per i l gruppo donator iaziendale GetFIT, che tradizional-mente dona allincirca ognitre mesi,

    di sabato,allOspedale San Paolo di

    Milano.

    CONCLUSIONIA un iniziale entusiasmo suben-trata la consuetudine, tantche,con linizio del 2011, s deci-sa una pausa di riflessione, quasiun fermo biologico, di modo darilanciare liniziativa da qui a qual-che mese con una sorta di effettonovit per la componente di clien-tela avvicendatasi nel frattempo,epperci non ancora coinvolta, eper dar modo, a coloro che hannodonato, di poterlo fare nuovamen-te (dopo tre mesi per gli uomini esei per le donne). Pure il modo dicomunicare liniziativa e i singolieventi va affinato: i primi appunta-menti beneficiarono di una comu-nicazione via sms assai efficacegrazie alla pervasivit del mezzo(pi diffuso e, soprattutto, raccoltocome dato, che non le-mail) manon gratuito, il che ha messo pre-sto chi predisposto in condizionedi non poterne pi usare; impor-tantissimo poi individuare leleve motivazionali e le personeallinterno dei centri da coinvol-gere e responsabilizzare: neiclub ove vi sono donatori nellostaff, che si attivano coi clienti edespongono appropriatamente ilmateriale di comunicazione, i risul-tati sono significativamente miglio-ri che non dove questo coinvolgi-mento personale non sussiste.Del resto, come su accennato, allaconta delle sacche si dovrebbe

    aggiungere il prezioso e sostanzio-so contributo del gruppo azienda-le GetFIT che da anni si presentapuntuale e numeroso allappunta-mento trimestrale, ma questinizia-tiva precede quella della partner-ship con AVIS Milano e prescindeda quella. Allo stato i risultati sonointeressanti, non soloper le 224 unitraccol-t e ,

    che un risultato di tutto rilie-vo, peraltro sostanziosamentecorroborato da quante negli eventisuccessivi i primi trentaquattronon ancora statisticizzati, quantoper il fatto che oltre quattrocentopersone sono state iniziate alladonazione e se non in quella spe-cifica circostanza, e se non sul-lauto-emoteca parcheggiata di-nanzi al club, altrove ed in momen-ti successivi hanno donato. Del re-sto continuare a creare nuovidonatori, diffondere la culturadella donazione di sangue ilvero pi significativo obiettivoche GetFIT si propone.

    community business

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  • teriore) in una cifosi (concavit ante-riore). Gli antagonisti degli addomi-nali sono i muscoli paravertebralilombari e il quadrato dei lombi. Sealla parola addominali associamouninterpretazione di anatomia topo-grafica gli addominali sono esclusi-vamente i retti.

    ANATOMIA FUNZIONALESe l'approccio funzionale dobbia-mo ricordare che i muscoli non rea-lizzano una semplice funzione moto-ria, ma anche di stabilizzazione eprotezione delle articolazioni, chepossiamo chiamare stabilit attivamuscolare delle articolazioni, per di-stinguerla da quella passiva realizza-ta dalle capsule e dai legamenti.L'apparato locomotore un sistemadi leve di cui i fulcri, cio i punti di ap-poggio, sono le articolazioni. Perstabilizzare questi fulcri, su cui siscaricano continuamente potenze eresistenze, occorre l'aiuto della sta-bilizzazione muscolare oltre che diquella capsulo-legamentosa. A livel-lo della regione addominale il trattolombare della colonna stabilizzato

    La parola "addominali" evocanel soggetto allenato, nel-l'atleta e nell'istruttore unasensazione di confidenza e

    sicurezza. In effetti, gli addominalisono muscoli anteriori, superficiali,quindi visibili e hanno un alto valoreestetico. Tuttavia lesperienza per-sonale di medico sportivo e di rela-tore a corsi per istruttori mi porta aritenere che, talvolta, a unapparenteconoscenza dell'argomento fa se-guito qualche incertezza.

    ANATOMIA TOPOGRAFICA l'aspetto pi semplice e conosciu-to. I due retti addominali, muscolipari e simmetrici, originano a livellodell'arcata costale e della parte infe-riore dello sterno e, inserendosi a li-vello della sinfisi pubica, costituisco-no la parete anteriore dell'addome.La contrazione concentrica realizzal'avvicinamento dello sterno al pubee viceversa. A livello scheletrico que-sto provoca un movimento di fles-sione del tratto lombare della colon-na che progressivamente trasformala lordosi lombare (a convessit an-

    focus: addome

    da un sistema di muscoli che circon-dano tutto l'addome. Pertanto nonsolo i retti addominali ma anche gliobliqui (lateralmente), i paraverte-brali e i quadrati dei lombi poste-riormente. Un altro fatto importante che nell'evoluzione della specie laconquista della posizione eretta hatrasformato gli addominali da pavi-mento a parete: la nuova disposizio-ne nello spazio ha aumentato la fun-zione di tutta la muscolatura che cir-conda i visceri addominali. Infatti untempo la forza di gravit che la terraesercitava sul tronco e sugli arti an-teriori (quando ancora eravamo inquadrupedia) si scaricava a terra di-rettamente tramite gli arti anteriori,mentre ora le forze si scaricano, lun-go il tratto addominale e lombare,solo sugli arti inferiori. Il tratto lomba-re della colonna il pi mobile assie-me a quello cervicale: laddove c'mobilit necessaria anche una sta-bilizzazione muscolare che regoli leforze che si scaricano sulle articola-zioni, modulando il movimento epreservando la parte scheletrica daimicro e macrotraumatismi provocati

    di Alessandro Lanzani [email protected]

    AAnnaattoommiiaa eebbiioommeeccccaanniiccaa

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  • ESERCIZI PER GLI ADDOMINALISe lobiettivo semplicementequello di allenare gli addominali se-condo un criterio di anatomia topo-grafica, ci riferiamo senz'altro allal-lenamento dei retti addominali; sestiamo parlando degli addomi-nali in modo funzionale, allora ciriferiamo a tutta la cintura mu-scolare dell'addome. Il tipo dicontrazione che i muscoli sonochiamati a fare (concentrica, ec-centrica o isometrica) dipenderdalle caratteristiche biomeccanichedell'esercizio prescelto. Per esem-pio: flessione delle cosce al pettoda posizione supina, piuttosto checrunch. La difficolt dell'eserciziopu essere meglio inquadrata co-noscendo alcuni semplici schemi difisica riguardo alle leve. Cos potre-mo leggere su quel corpo e in quel-l'esercizio fulcro, potenza e resi-stenza e valutare la posizione degliarti superiori (incrociati al petto,mani alle tempie, braccia distese inalto) da cui dipende lallunga-mento o laccorciamento del brac-cio della resistenza.

    siamo costruire prevede che il ful-cro sia a livello del centro di rotazio-ne dell'articolazione coxo-femorale.Il punto di applicazione della po-tenza a livello delle inserzioni deimuscoli flessori della coxo-femora-le: il retto femorale a livello della spi-na iliaca anteriore inferiore, l'ileopsoas a livello delle inserzioni sullafaccia interna delle ali iliache e deiprocessi trasversi delle vertebrelombari. Il punto di applicazionedella resistenza a livello del bari-centro della parte del corpo cossollevata (tronco, arti superiori e te-sta), circa a livello del manubriosternale. In questo tipo di leva biso-gna rendere rigido il segmento sucui vengono applicate queste forze:praticamente e soprattutto il trattolombare della colonna. I retti addo-minali funzionano, eccome, nontanto per realizzare una contrazioneconcentrica (infatti in alcune modali-t di esecuzione sinfisi pubica esterno non si avvicinano) ma perrealizzare una contrazione iso-metrica che stabilizzi il trattolombare della colonna.

    da improvvise e intense accelerazio-ni o decelerazioni. Pertanto se as-sociamo agli addominali un signi-ficato di anatomia funzionaledobbiamo riferirci a tutti i muscolidella cintura addominale. Peresempio, un allenamento funzionaledegli addominali prevede che sianoprima trattate le eventuali zone diminore resistenza, poi potenziati imuscoli in modo simmetrico e coor-dinato. Questo uno dei capisaldidella preparazione atletica di basesenza la quale mancano i presuppo-sti per una ragionevole preparazionespecifica.

    BIOMECCANICA Dal punto di vista motorio i retti ad-dominali realizzano le flessionedel tratto lombare della colonna enon la flessione della tronco sullecosce come potrebbe apparire os-servando gli esercizi specifici. I rettiaddominali non si inseriscono sulfemore e quindi non possono realiz-zare un movimento di flessione reci-proca tra bacino e femore; ma sta-bilizzano il tronco. La leva che pos-

    focus: addome

    Da in alto a sinistra:1. muscoli retti 2. muscolo piramidale 3. obliquo interno 4.obliquo esterno 5. trasverso delladdome 6. quadrato dei lombi 7. muscolo ileopsoas

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  • chiusa, impediscono la diminuzionedella pressione endo-addominaleattraverso lespirazione, e il torace bloccato in una posizione inter-media tra espirazione e inspirazio-ne. Un simile meccanismo messoin atto nella tosse e nello starnuto,atti espiratori forzati di difesa, il pidelle volte di origine riflessa, tramitei quali la pressione endo-addomi-nale sale rapidamente e pu rag-giungere valori assai elevati, anchesuperiori a 250 millimetri di mercu-rio (mmHg) (Baldissera, 1996).Nella tosse, l'aumento pressorioavviene a glottide chiusa, mentrenello starnuto avviene anche con lacontrazione dell'elevatore del pala-to. Caratteristica comune della tos-se e dello starnuto la elevata velo-cit del flusso espiratorio, che av-viene dalla bocca nella tosse e dalnaso nello starnuto.

    FUNZIONI SOMATICHEI muscoli della parete addominale

    Distinguiamo le funzioni de-gli addominali in vegetati-ve e somatiche. Le primesono quelle che si produ-

    cono involontariamente, comeeventi fisiologici oppure riflessi di di-fesa, pur essendo possibile un cer-to ambito di controllo volontario; leseconde quelle tipicamente volon-tarie e legate al movimento e allapostura.

    FUNZIONI VEGETATIVE Le funzioni vegetative degli addo-minali si esplicano sempre attraver-so l'aumento della pressione endo-addominale, a causa di una contra-zione clonica della muscolatura,denominata torchio addominale. Iltorchio addominale fisiologica-mente attivo nei meccanismi del-la vita vegetativa, che presiedo-no allo svuotamento dell'intesti-no retto, della vescica e dell'ute-ro durante il parto. In questi casi ildiaframma contratto e la glottide

    sono reclutati con diverse funzionisia statiche che dinamiche; le loroazioni principali sono di flessione edi rotazione del tronco. In questeazioni i muscoli retti dell'addomesono i flessori diretti, mentre gliobliqui hanno azione flessoriasolo quando sono attivati con-temporaneamente i muscoli deidue emisomi. Infatti, l'azioneprincipale dei muscoli obliqui rotatoria, avendo essi direzionespiroidale attorno alla vita, cosicchla loro azione si propaga anche alrachide dorsale. Per ottenere la ro-tazione del tronco, per esempioverso sinistra, entrano quindi in gio-co contemporaneamente, sia il mu-scolo obliquo esterno di destra, siail muscolo obliquo interno di sini-stra. Questi due muscoli sono av-volti nel medesimo senso attorno albusto cosicch le loro fibre musco-lari e le loro lamine aponeurotichepossono essere considerate incontinuit nella stessa direzione.

    focus: addome

    FFuunnzziioonnii ddeeii mmuussccoollii aaddddoommiinnaallii di Sergio Giulio Roi

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  • allungati, mentre la muscolaturalombare accorciata, cosicch ilbacino ruotato in avanti (figura 1).In questa condizione coinvoltaanche la muscolatura dell'anca,che presenta un allungamento deiglutei e soprattutto degli ischiope-roneotibial i (Kreighbaum &Barthels, 1996).Nel caso di un'inclinazione poste-riore (retroversione) del bacino, gliaddominali e gli ischioperoneotibialisaranno ipertonici e accorciati,mentre i flessori dell'anca e la mu-scolatura lombare saranno ipotoni-ci e allungati. Questa situazionepu presentarsi in coloro che, in al-lenamento, dedicano un'attenzionesquilibrata (in tutti i sensi!) alla solle-citazione degli addominali. Nellastazione eretta gli addominali in-tervengono per mantenerel'equilibrio dell'intera colonna. Ilmuscolo generalmente pi attivo l'obliquo interno, che contrattodurante la normale stazione erettaa scopo protettivo, probabilmenteassieme al trasverso dell'addome,per impedire l'accesso dei viscerinel canale inguinale (Basmajan &De Luca, 1985). Il movimento diflessione in avanti del tronco vieneeffettuato dal retto addominale edall'obliquo esterno, mentre l'obli-quo interno e il trasverso dell'addo-me agiscono come stabilizzatori(Miller & Madeiros, 1987).

    no in sinergia funzionale con i mu-scoli del rachide, con gli estensori ei flessori dell'anca e con gli addut-tori e gli abduttori della coscia. chiaro che una gestione patologicadella posizione del rachide lombareo del bacino, pu derivare dallamancanza di coordinazione fine trai vari gruppi muscolari che agisco-no su tali strutture. Ci pu provo-care manifestazioni patologiche di-verse, che possono presentarsi al-ternativamente come lombalgia,pubalgia o patologia inserzionaledegli ischioperoneotibiali, in dipen-denza dalla zona funzionalmentepi sollecitata. Ne deriva che as-sai difficile identificare la causa pre-cisa della sintomatologia e che iltrattamento di queste patologienon pu assolutamente essere limi-tato al sintomo, ma deve compren-dere tutti quegli interventi volti al rie-quilibrio funzionale dell'intero siste-ma. In particolare, per quanto ri-guarda la posizione della pelvi,osserviamo che i retti addomina-li agiscono impedendo unec-cessiva iperestensione (iperlor-dosi) della colonna lombare euneccessiva inclinazione ante-riore (antiversione) del bacino. Incaso di iperlordosi, i retti addomi-nali solitamente non possiedono untono sufficiente a garantire un ade-guato equilibrio nella posizione deisegmenti corporei, e sono spesso

    Un'altra funzione somatica degliaddominali, spesso misconosciuta, quella di stabilizzazione dellacolonna: gli addominali interven-gono per controbilanciare l'equili-brio della colonna nel 20-25% deicasi (Asmussen & Klausen, 1962).I muscoli addominali nelle loro fun-zioni somatiche non sono mai atti-vati singolarmente, ma cooperanotra di loro e intervengono sinergica-mente ad altri muscoli per control-lare l'equilibrio o per espletare ilcompito motorio desiderato. In pra-tica, l'azione volontaria isolata diun solo muscolo addominale impossibile. Inoltre, nella maggio-ranza delle posizioni assunte dal-luomo durante la sua normale vitaquotidiana, gli addominali sonoassai poco frequentemente atti-vati: sia nella stazione eretta chenella posizione seduta, lattivit de-gli addominali praticamente as-sente, poich in queste situazionisono attivi i muscoli antigravitari.Gli addominali sono attivati so-prattutto quando loro richiestoun ruolo antigravitario, cosa che,tutto sommato, accade abbastan-za poco frequentemente durante lagiornata; questo uno dei motiviper cui gli addominali tendono anon avere un tono soddisfacente.

    CONTROLLO DELLA POSIZIONEDEL BACINO E DELLA COLONNALa muscolatura addominale plu-riarticolare, poich la sua azionecoinvolge sempre numerose artico-lazioni. Essa situata anteriormen-te e ha azione flessoria, essendoantagonizzata dalla muscolaturaposteriore del rachide, che ha azio-ne estensoria. Nella stazione erettal'azione degli addominali favoritadalla gravit, mentre nella posizionesupina l'azione degli addominali di-venta anti gravitaria. Sia in stazioneeretta che durante i movimenti de-ambulatori, la muscolatura addo-minale pu entrare in gioco perdistribuire adeguatamente i cari-chi gravitazionali e inerziali, e permantenere il bacino e il rachidenelle posizioni pi appropriate. Inqueste azioni gli addominali agisco-

    focus: addome

    Figura 1. a) posizione normale del bacino; b) inclinazione anteriore; c) inclinazioneposteriore

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  • La stabilizzazione della colonnain numerose attivit, soprattuttoquando sono coinvolte le azionidegli arti, effettuata principal-mente dal trasverso dell'addomee dagli obliqui interni. Questi mu-scoli sono attivati prima dell'iniziodel movimento (Hodges &Richardson, 1996; O' Sullivan eColl., 1997); questa preattivazione programmata e tipica delle attivitanticipatorie. L'attivazione ritardata

    del trasverso dell'addome e degliobliqui interni, ritarda la stabilizza-zione della colonna ed spesso inrelazione con la sintomatologialombalgica. Nel meccanismo distabilizzazione della colonna en-trano spesso in gioco anche iretti e gli obliqui esterni, soprat-tutto nei casi di carichi assai ele-vati sulla colonna (Zetterberg eColl., 1987) e nei casi di perturba-zioni postural i inaspettate(Cresswell e Coll., 1994). In questesituazioni, un'insufficiente attivazio-ne di questi muscoli come stabiliz-zatori secondari, provoca inevitabil-mente un sovraccarico degli stabi-lizzatori primari (trasverso dell'ad-

    dome e obliquo interno). Cholewickie Coll. (1997) hanno dimostratoche una sufficiente stabilit dellacolonna viene ottenuta con un'atti-vazione degli addominali pari al 2-3% della massima contrazione vo-lontaria isometrica: dunque lavelocit di attivazione muscola-re, e non la forza assoluta, il fat-tore principale di stabilizzazione.Tuttavia, in termini di prestazione,anche la capacit di resistere al-

    la fatica assume un ruolo deter-minante per l'attivit degli stabi-lizzatori secondari (Warden eColl., 1999): stato dimostrato cheuna riduzione delle capacit di resi-stenza di questi muscoli correlatacon la sintomatologia lombalgica(Rissanen e Coll., 1994). Anche du-rante i movimenti di estensione e dirotazione della colonna gli addomi-nali sono attivati per stabilizzarla(Zetterberg e Coll., 1987). inte-ressante osservare che una delletante cause di dismenorrea pu es-sere fatta risalire a un insufficienteforza degli addominali (Fox, 1965),che potrebbero determinare posi-zioni anomale della pelvi.

    LA RESPIRAZIONEI muscoli addominali intervengo-no nella respirazione durantel'espirazione forzata , poichlespirazione normale a riposo, nelsoggetto sano, un fenomenopassivo che avviene senza il coin-volgimento muscolare, ma graziealla restituzione dell'energia elasticaaccumulata dal tessuto polmonaredurante l'inspirazione. L'espirazio-ne forzata interviene soprattutto

    durante l'esercizio fisico, quando laventilazione polmonare supera i 40L/min. In particolare, durante l'in-spirazione si verifica la contra-zione del diaframma, mentre imuscoli addominali si rilasciano;durante l'espirazione forzata, gliaddominali si contraggono,mentre il diaframma si rilassa.Nell'espirazione forzata l'azione de-gli obliqui e dei trasversi molto piimportante di quella dei retti addo-minali. L'azione sinergica della mu-scolatura addominale e degli inter-costali interni volta a ridurre il vo-lume toracico. In particolare, l'azio-ne degli addominali produce unaumento della pressione endo-

    focus: addome

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  • addominale che a sua volta ge-nera una spinta verso l'alto suldiaframma. In questo modo si ge-nera una compressione del polmo-ne dal basso verso l'alto e conse-guentemente l'espirazione forzata.A riposo, in posizione supina, pos-sono essere distinte due modalitdi respirazione, diaframmatica eaddominale, che possono essereadottate anche spontaneamente.La respirazione diaframmatica quella fisiologica, che avvienesenza l'intervento dellespirazio-ne attiva ed assai comune.D'altra parte nella respirazione ad-dominale, intervengono attivamen-te gli addominali durante l'espira-zione e ci pu avvenire sia sponta-neamente, sia in seguito a un alle-namento specifico. A questo pro-posito, doveroso ricordare che gliesercizi di espirazione addominalesono spesso compresi nelle sedutedi rilassamento proposte con le pisvariate tecniche (Yoga, TrainingAutogeno, ecc...). Diversi studihanno dimostrato che l'allenamen-to aerobico di lunga durata aumen-ta l'attivit degli enzimi mitocon-driali del 10-26% del retto addomi-nale e dell'obliquo esterno (Grintone Coll., 1992; Powers e Coll.,1992), ma tale allenamento nonsembra avere effetti sull'obliquo in-terno e sul trasverso dell'addome(Uribe e Coll., 1992). Il retto addo-minale e l'obliquo esterno agisconosia come muscoli espiratori, checome fissatori del tronco durante lacorsa (Abbrecht e Coll., 1991). interessante notare che durantelesercizio, l'azione muscolare degliaddominali si deve conciliare conl'iperventi lazione sotto sforzo.Soprattutto quando richiestauna notevole ventilazione, gli attirespiratori sono effettuati a ope-ra della muscolatura della gab-bia toracica, che sembra esserecapace di azioni pi rapide ri-spetto al diaframma e alla mu-scolatura addominale. Inoltre, leazioni volte a esprimere forze eleva-te per brevi periodi (esercizi con so-vraccarichi ed esercizi di potenza),sono effettuate dopo un'inspirazio-

    ne forzata, durante l'espirazione aglottide chiusa (quindi senza effetti-va espirazione). In questa situazio-ne, denominata manovra diValsalva, i gruppi muscolari dellaparete toracica e dell'addome ri-sultano contratti e la pressioneendo addominale aumentata,con lo scopo di fissare salda-mente sia il torace che l'addomee aumentare cos la possibilit diazione della muscolatura appen-dicolare. Durante esercizi addomi-nali di flessione del busto in avantidalla posizione supina, si evidenziache la normale frequenza respirato-ria interrotta dalla manovra diValsalva che viene effettuata in cor-rispondenza dei movimenti di fles-sione e di estensione della colonna(Ricci e Coll., 1981). In questi eser-cizi la pressione intraesofagea puraggiungere anche i 55 mmHg.Infine, gli addominali intervengonoanche quando necessario con-trollare la velocit del flusso espira-torio, come per esempio avvienenel canto, nel suonare uno stru-mento a fiato e nell'eloquio.

    BIBLIOGRAFIA1. Baldissera F. (a cura di). Fisiologia ebiofisica medica. Poletto Editore,Milano, 1996.2. Asmussen E., Klausen K. Form andfunction of erect human spine. Clin.Orthop. 25:55-63, 1962.3. Kreighbaum E., Barthels K.M.Biomechanics. A Qualitative approachfor studying human movement. Allyn &Bacon, Needham Heights MA, 1996.4. Basmajan J.V., De Luca C.J.Muscles al ive. Wil l iam & Wilkins,Baltimore USA, 1985.5. Mil ler M. & Medeiros J.M.Recruitment of internal oblique andtransversus abdominis muscles duringthe eccentric phase of the curl upexercise. Phys. Ther. 67: 1213-1217,1987.6. Hodges P.W., Richardson C.A.Inefficient muscular stabilization of thelumbar spine associated with low backpain. A motor control evaluation oftransversus abdominis. Spine 21:2640-2650, 1996.7. Zetterberg C., Anderson G.B.J.,

    Schultz A.B. The activity of individualtrunk muscles during heavy physicalloading. Spine 12: 1035-1040, 1987.8. Cresswell A.G., Oddsson L.,Thorstensson A. The influence of sud-den perturbations on trunk muscle ac-tivity and intra abdominal pressure du-ring standing. Exp. Brain Res. 98: 336-341, 1994.9. Cholewicki J., Panjabi M.M.,Khacharryan A. Stabilizing function oftrunk flexior-extensor muscles arounda neutral spine posture. Spine 22:2207-2212, 1997.10. Warden S.J., Wajswelner H.,Bennell K.L. Comparison of Abshaperand conventionally perfromed abdomi-nal exercises using surface electro-myography. Med. Sci. Sports. Exerc.31: 1656-1664, 1999.11. Rissanen A., Alaranta H., Sainio P.,Harkonen H. Isokinetic and non dyna-mometric tests in low back pain pa-tients related to pain and disability in-dex. Spine 19: 1963-1967, 1994.12. Zetterberg C., Anderson G.B.J.,Schultz A.B. The activity of individualtrunk muscles during heavy physicalloading. Spine 12: 1035-1040, 1987.13. Fox M.G. The relationship of abdo-minal strength to selected posturefaults. Res. Q. 22: 141-144, 1951.14. Grinton S., Powers S., Lawler J.,Criswell D.,Dodd S., Edwards R.Endurance training-induced increasesin expiratory muscle oxidative capacity.Med. Sci. Sports Exerc. 24: 551-555,1992.15. Powers S., Grinton S., Lawler J.,Criswell D., Dodd S. High intensityexercise training-induced metabolic al-terations in respiratory muscles. Resp.Physiol. 89:169-177, 1992.16. Uribe J., Stump C., Tipton C.,Fregosi R. Influence of exercise trainingon the oxidative capacity of rat abdo-minal muscles. Resp. Physiol. 88:171-180, 1992.17. Abbrecht P., Rajagopal K., Kyle R.Expiratory muscle recruitment duringinspiratory flow-resistance loading andexercise. Am. Rev. Respir. Dis.144:113-120, 1991.18. Ricci B., Marchetti M., Figura F.Biomechanics of sit-up exercises.Med. Sci. Sports Exerc. 13: 54-59,1981.

    focus: addome

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  • brose formano dei solchi trasversaliai lati della linea alba conferendo al-laddome il caratteristico aspetto ascacchiera. Altri muscoli di note-vole valenza estetica sono gli obli-qui poich danno forma alla pa-rete antero-laterale delladdome.Per gli addominali la definizionemuscolare sicuramente pi ap-prezzata della massa poich unaloro unipertrofia contribuisce adaumentare il giro vita.Un discorso a parte lo riserviamo altrasverso delladdome, il quale,pur essendo il pi profondo, influi-sce in modo determinante sul-laspetto dellindividuo, poichtende a retrarre la pancia. Unoscarso trofismo di questo muscolocomporta un addome prominente,che sul piano funzionale si riper-cuote su portamento, postura efunzionalit di alcuni organi interni.Per sollecitare adeguatamentequesto muscolo, durante lesecu-zione dei normali esercizi per gli ad-dominali, necessario forzare la

    Amodellare laddome sonoi cosiddetti muscoli deltorchio addominale; adifferenza di tutti gli altri

    muscoli, gli addominali non si fissa-no alle ossa che formano larticola-zione nel cui ambito essi agiscono.Nella fase di contrazione, infatti, so-no le vertebre, soprattutto quelledel tratto lombare, che si inclinanoin avanti. Il pi evidente di questimuscoli il retto addominale, co-stituito da due lunghi cordoni mu-scolari, che vanno dallapofisi dellosterno alla sinfisi pubica, separati alcentro in senso longitudinale dallalinea alba. Lungo il suo decorsoquesto muscolo presenta delle in-scrizioni tendinee disposte oriz-zontalmente e ben visibili neisoggetti magri e allenati (la classi-ca tartaruga). Queste inscrizioni so-litamente sono tre, situate una al-laltezza dellombelico e due al disopra, in alcuni individui pu esser-ne presente una quarta situata al disotto dellombelico. Queste strie fi-

    fase di espirazione retraendoladdome verso linterno.

    PANNICOLO ADIPOSO SOT-TOCUTANEOFra la pelle e lo strato superficialedei muscoli si trova uno strato digrasso, di spessore variabile da zo-na a zona e da persona a persona,che contribuisce con la massa mu-scolare a modellare laspetto.Normalmente questo pannicolo sottile nelle zone sporgenti espesso negli avvallamenti; solonellinfanzia lo spessore di questostrato quasi uniforme per cui lamorfologia del bambino roton-deggiante e le uniche linee di de-marcazione fra i segmenti corporeisono rappresentate dalle pieghe ar-ticolari. Oltre che allet, lo spes-sore e la distribuzione di talepannicolo sono soggetti a varia-zioni in rapporto al sesso (nelladonna generalmente pi spessoche nelluomo, con il risultato di for-me pi rotonde e muscoli pi na-

    focus: addome

    llooccaalliizzzzaattooaaddiippoossoo

    ppaannnniiccoolloo RRiidduurrrree iill

    di Roberto Tarullo [email protected]

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  • degli organi interni verso il basso,che si verifica quando lindividuo in piedi.

    ALLENAMENTOQuando, in una qualunque zona delcorpo, il pannicolo adiposo di-venta troppo spesso, nella stes-sa zona la microcircolazionepeggiora: quel grasso molto diffi-cilmente sar utilizzato per soddi-sfare necessit energetiche, anchecon diete a bassi regimi calorici. Inquesti casi la prima cosa da fare migliorare la circolazione locale,in modo da aumentare lafflusso disangue e quindi lapporto di ossi-geno, con esercizi di isolamentoche local izzino perfettamentelazione muscolare nella zona inte-ressata. Oltre a migliorare la capilla-rizzazione dovr anche esserefortemente sollecitato linter-scambio gassoso con forti econtinue tensioni muscolari. Unbuon allenamento rappresentatoda esercizi aerobici alternati al

    scontra nella zona sopra-ombeli-cale, nelle donne lo spessore maggiore nella regione sotto-ombelicale. Per le donne parlare diaddominali equivale a parlare dipunto vita, cio di quella zona delcorpo che in modo universale de-nota il livello di femminilit. Per met-tere in risalto questa zona e aumen-tare il loro potere di seduzione mol-te donne del passato hanno indos-sato corsetti stretti fino allinverosi-mile. Fortuna-tamente, per la salutedelle donne, oggi accessori del ge-nere non sono pi usati. Questi bu-stini, infatti, provocano un indeboli-mento della parete addominale edella zona lombare, con conse-guenze a volte anche gravi. Unanota curiosa relativa la circonferen-za del punto vita riguarda la diffe-renza che si pu riscontrare se lamisurazione eseguita nella stazio-ne eretta o nel decubito con diffe-renze del 2/3% a vantaggio del de-cubito. Questa differenza ricon-ducibile allo spostamento gravitario

    scosti), alla lipofilia locale del tes-suto sottocutaneo, alla vascola-rizzazione della zona, alleserci-zio muscolare, allazione regola-trice del sistema neurovegetati-vo e alla quantit di glicogenocontenuta nei muscoli sottostan-ti. Il grasso di riserva predilige sedidove i muscoli sono ricchi di glico-geno per una forma di autotutela:tanto maggiore la quantit di gli-cogeno contenuta nel muscolo,tanto minori saranno le probabilitdi essere consumato a scopo ener-getico. In alcune parti del corpo ilpannicolo sottocutaneo moltomolle e permette alla pelle di scor-rere e di essere sollevata in piccolepliche; in altre parti pi compattoe mantiene la pelle pi aderente aitessuti sottostanti. Il grasso che siaccumula nella zona addominaled profondit allombelico e con-ferisce al ventre una forma con-vessa, nascondendo la forma delsottostante muscolo retto. Negliuomini il massimo spessore si ri-

    focus: addome

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  • metodo delle serie giganti, dovein maniera sistematica sono esegui-te in successione serie di esercizidiversi, tutti per rivolti alla stessa

    area muscolare, avendo cura di ri-durre gradualmente i tempi dellepause di riposo. Con le serie gigan-ti, quando gli esercizi, i carichi, i re-cuperi e il ritmo desecuzione sonoscelti sapientemente, a livello mu-scolare si ottiene una buona sa-turazione, cio un forte afflussodi sangue, ma si evita la conge-stione muscolare; questo perch,essendo gli esercizi uno diverso dal-laltro, ogni serie chiama in causa ungruppo differente di fibre muscolari,evitando di coinvolgere quelle solle-citate nel movimento precedente. Questa metodica, quindi, con-sente una forte vasodilatazionelocale con unaumentata capaci-t dazione delle catecolamine eun aumento della temperatura lo-cale, variazioni che sicuramentehanno un ruolo nella riduzionedello spessore del pannicolo adi-poso localizzato.Quando, durante gli esercizi, il pun-to fisso nella parte inferiore del-

    laddome (pube) si ha una flessionedel busto sul bacino, se invece ilpunto fisso sulla parte alta dellad-dome (processo xifoideo e costole)

    si ha una flessione del bacino sulbusto. In considerazione di questaprecisazione, quando si eseguonogli esercizi per gli addominali, si de-vono ricercare posizioni che per-mettano di neutralizzare leventualeintervento del muscolo ileo-psoas edel retto femorale. A questo propo-sito sarebbe opportuno assumereuna posizione desercizio con le co-sce flesse sul bacino di almeno 45,per inibire lazione di tutti i muscoliche dal bacino vanno a inserirsi su-gli arti inferiori. Se poi si vuole unisolamento completo dei muscoliaddominali, necessario eseguirelesercizio sopra descritto a ginoc-chia divaricate (crunch a gambeaperte). In aggiunta agli esercizispecifici, per migliorare la vasco-larizzazione e aumentare il con-sumo dei grassi del pannicolo sipotr inserire unattivit aerobicada eseguire per almeno 20 minuti:pur non intervenendo direttamentesui muscoli in questione, lattivit

    aerobica fondamentale per la ri-duzione del grasso sottocutaneo,anche se il tessuto adiposo meta-bolizzato solo in modo sistemico,

    cio da tutte le parti del corpo. Perrisultati pi rapidi utile personaliz-zare in modo adeguato la dieta inrelazione al fabbisogno energeticoquotidiano dell'individuo.

    ROBERTOTARULLOLaureato inScienze Motorie,ha insegnatoTecnica gene-rale delleduca-zione fisica,Tirocinio didattico e Ginnasticaeducativa allISEF di Perugia edEducazione Motoria al corso di laureain Scienze della Formazione PrimariaallUniversit degli Studi di Macerata.Esperto in metodologia dellallena-mento ha partecipato, in qualit direlatore, a vari congressi e stage. collaboratore scientifico di importantiriviste specializzate e autore di libri,progetti didattici, progetti editoriali eprogetti ergonomici.

    focus: addome

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  • TEST ADDOMINALE (CORE)Il Plank pu essere utilizzato pervalutare la forza e la stabilit delCore e monitorare lo sviluppo e ilmiglioramento della forza di basedi un atleta e la resistenza neltempo. Per preparare la valutazionesono necessari un tappetino e unorologio con conta secondi.Iniziare in posizione di Plank: gliavambracci e le dita dei piedi sulpavimento, il busto dritto e rigido e ilcorpo in linea retta dal capo ai piedi,senza cedimenti o flessioni. La testa rilassata e si dovrebbe guardare ilpavimento. Mantenere per 60 se-condi; sollevare il braccio destro per15 secondi; ritorno il braccio destroa terra e sollevare il braccio sinistroper 15 secondi. Ritorno il braccio si-nistro a terra e sollevare la gambadestra per 15 secondi, alternandopoi con la gamba sinistra. Sollevarequindi contemporaneamente i lbraccio destro e la gamba sinistra eviceversa, sempre per 15 secondi.Ritornare infine alla posizione diPlank (gomiti a terra) per 30 secon-di. Se possibile completare il testpienamente, si ha una buona resi-stenza Core. Se invece non si riescea completare la prova, oppure du-rante lesecuzione sono presentimovimento del tronco inutili e on-deggianti, la forza del Core insuffi-ciente e dovr essere allenata ripe-tendo la routine tre o quattro volteogni settimana.The Best and the Worst Ab ExercisesResearch Finds the Best and the WorstAbdominal (Ab) ExercisesBy Elizabeth Quinn, About.com GuideUpdated March 04, 2011

    quando le cosce e il tronco sonoparalleli al pavimento; contrarre gliaddominali sollevando il busto anon pi di 45 gradi. Per lavorare coni muscoli obliqui: rendere l'eserciziomeno stabile posizionando i piedipi vicini alla palla.4. Crunch con gambe estese inalto5. Torso Track6. Crunch con braccia estesedietro la testa7. Crunch inverso8. Crunch con talloni a terra9. Esercizio con Roller10. Plank 11. Crunch tradizionale 12. Esercizio con elastici13. Esercizio Ab Rocker

    MUSCOLI OBLIQUI1. Captain's Chair 2. Biciclette Crunch 3. Crunch inverso4. Plank (hover) 5. Crunch con gambe estese inalto6. Crunch su palla 7. Torso Track8. Crunch con talloni a terra9. Crunch con brac-cia estesedietro la te-sta10. Eserciziocon Roller 11. Crunch tradizionale 12. Esercizio con elastici 13. Ab Rocker

    Allenamento della muscola-tura addominale: gli esercizimiglioriUno studio effettuato presso ilLaboratorio di Biomeccanica allaSan Diego State University haesaminato tredici fra i pi comuniesercizi addominali al fine di deter-minare quali fossero i pi efficaci.Ogni esercizio stato classificato, inbase alla stimolazione muscolaremisurata con elettromiografia(EMG), nei gruppi muscolari: retto eobliqui.RETTO ADDOMINALE1. Biciclette Crunch, il miglioresercizio per il retto addominale.Stesi sul pavimento con la parte in-feriore della schiena a terra, maniaccanto alla testa: portare le ginoc-chia fino un angolo di circa 45 gradie lentamente eseguire il movimentodella pedalata, toccare con il gomi-to sinistro il ginocchio destro, e vi-ceversa. La respirazione uniformedurante tutto l'esercizio.2. Captain's Chair il secondo mi-glior esercizio per il retto addomina-le, uno dei pochi esercizi efficaci"che richiede attrezzature da pale-stra: le parallele. Dalla posizione di partenza con legambe distese, si flettono lenta-mente le ginocchia al petto, per poitornare alla posizione di partenza.3. Crunch su una palla. Seduti sul-la palla, con i piedi appoggiati al pa-vimento, lasciare che la palla rotolilentamente verso la schiena, fino a

    con link di approfondimento

    focus: addome

    Notizie scientifiche dal mondoa cura della redazione

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  • Il dolore addominale transi-torio: un problema tutto dachiarireFitta al fianco, mal di fianco, e cram-pi laterali sono i termini utilizzati perdescrivere un fastidio o un doloreche accompagna lesercizio fisico,che ben noto ma poco compreso.Largomento ha ricevuto scarsa at-tenzione nella letteratura medica,che solo da poco ha indagato il pro-blema. In una recente pubblicazio-ne stato adottato un approccioepidemiologico per esplorare lediverse spiegazioni di questo do-lore, per lo pi descritto come acu-to o da taglio se grave mentre, semeno intenso, come un crampo ouna sensazione di stretch.Il disturbo stato definito ETAP,ovvero dolore addominale relativoallesercizio transitorio. Le personecoinvolte nello studio, praticanti va-rie attivit sportive, hanno descrittola sua manifestazione sintomatica inmodo molto simile e questo fa pen-sare che ETAP corrisponda a unasola condizione, un dolore ben lo-calizzato che pu verificarsi inqualsiasi regione del ventre, ma pi comune nella met lateraledell'addome. Si manifesta pidiffusamente in attivit che com-portano movimenti ripetuti deltronco, soprattutto quando il bu-sto in estensione, ed aggra-vata dallo stato post-prandiale.Anche se di natura transitoria, que-sto dolore diffuso nella popolazio-ne sportiva e pu influenzare negati-vamente le prestazioni; report retro-spettivi indicano che oltre il 60% deicorridori hanno sperimentato ETAPnegli ultimi due anni. Questa sinto-matologia anche comunementeosservata negli sport di squadra, nelnuoto e nellequitazione. Tradizionalmente in letteraturasono state individuate due possi-bili cause: ischemia diaframmati-ca e stress sui legamenti sotto-diaframmatici che sostengono leviscere addominali. Tuttavia, re-centi scoperte hanno messo in di-scussione entrambe le teorie. Provecontro lorigine diaframmaticadell'ETAP comprendono l'alta pre-

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    valenza di casi negli sport equestri,attivit che tipicamente non neces-sitano di elevato fabbisogno respi-ratorio; cos come la distribuzionedel dolore al livello pi basso delventre, come le regioni iliache e ipo-gastrica. Inoltre, stato dimostratoche le misure spirometriche ri-mangono invariate durante unepisodio di ETAP, portando aescludere tendenzialmente impli-cazioni dei muscoli respiratori. Lavariabilit osservata nel punto dimanifestazione del dolore allostesso modo in contrasto con lateoria del legamento viscerale, coscome l'osservazione del dolore nelnuotatore, in cui non presente ilsobbalzo traumatico del tronco,dinamica fondamentale per convali-dare la teoria. Inoltre, l'innervazioneviscerale dei legamenti sembra incontrasto con la natura ben localiz-zata di ETAP, la cui sintomatologiasuggerirebbe unorigine somatica.Queste osservazioni hanno portatoallo sviluppo di una spiegazione al-ternativa per la malattia.

    NUOVE PROSPETTIVEIl peritoneo parietale sensibile aqualsiasi movimento del tronco, so-prattutto quando irritato, ed esten-dendosi in tutto l'addome pu cau-sare dolore ben localizzato in ulte-riori siti. La porzione sottodiafram-matica del peritoneo parietale in-nervata da rami del nervo frenico, ilche pu spiegare l'osservazione deldolore alla spina della scapola a vol-

    te associato con ETAP. Si supponeche un meccanismo dirritazionepossa essere determinato dal-l'attrito causato da una maggiorepressione sul tessuto, come nelcaso di un viscere dilatato, peresempio dopo un pasto, o comeconseguenza di variazioni del volu-me o delle propriet del liquido sie-roso contenuto all'interno della ca-vit peritoneale. Ovviamente l'obiettivo finale quel-lo di sviluppare strategie per la pre-venzione e/o il trattamento di ETAP.Alcune recenti osservazioni portanoa considerare che questo disturbopu manifestarsi maggiormentecon l'ingestione di energy drinkipertonici, piuttosto che con bevan-de isotoniche e ipotonico. Di conse-guenza, questi liquidi devono esse-re evitati come strategia di preven-zione. Inoltre, anche la colonnavertebrale pu giocare un ruoloimportante, perch stato osser-vato che le persone con cifosisono pi suscettibili al dolore, eETAP pu essere riprodotto, in al-cune persone, attraverso la palpa-zione delle faccette articolari prossi-mali. Questi risultati potrebbero indi-care che gli sforzi per ottimizzarel'integrit spinale possono esse-re importanti nella gestione diETAP.

    Br J Sports Med 2003; 37:287-288doi: 10.1136/bjsm.37.4.287D P Morton, Avondale College,Cooranbong, NSW, Australia

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  • di Davide Traverso [email protected]

    Il sistema neurovegetativo o auto-nomo (SNA) viene spesso stu-diato in modo asettico e distac-cato, come una struttura che

    agisce indipendentemente dallanostra volont e che non facil-mente influenzabile se non con far-maci specifici. Nella medicinaosteopatica riveste invece unruolo fondamentale nellinqua-dramento del paziente, influen-zando la scelta del tipo di tratta-mento; un suo corretto riequili-brio rende la terapia efficace intutte le sue potenzialit.Lerrore che si fa comunementenello studiare le strutture che com-pongono il sistema nervoso quel-lo di considerarle come lhard diskdel computer, una serie di strutturesigillate che adempiono a delle fun-zioni, con cui si pu comunicarema non avere un contatto diretto. Inrealt lSNA composto di struttu-re anatomiche individuabili topo-graficamente in modo preciso e,come vedremo in seguito, raggiun-gibil i dalle mani delloperatoreesperto. La conoscenza della strut-tura dellSNA, delle sue reazioni aidiversi stimoli, il loro significato e imeccanismi attraverso cui espleta ilsuo lavoro, importante per capirediverse reazioni quotidiane di cuiparleremo pi avanti. Importante ricordare che questa parte del no-stro sistema nervoso indispensa-

    bile alla sopravvivenza, e sovrain-tende alla qualit della vita. Il siste-ma Neurovegetativo una dellecomponenti pi antiche del no-stro SNC e concorre a formare ilcervello rettiliano. Prima di vederecome losteopata lavora in modomirato sullSNA, dobbiamo cono-scere la posizione anatomica dellediverse strutture che lo compongo-no e le loro complesse funzioni. L-SNA viene diviso in due compo-nenti principali: il sistema orto-simpatico e il sistema parasim-patico. Queste due strutture nondevono essere intese come an-tagoniste, ma come sinergichenellalternanza delle fasi che ca-ratterizzano la vita quotidiana. Idue sistemi svolgono ruoli ben pre-cisi, lavorando sempre contempo-raneamente e adattandosi a ognisituazione; la prevalenza di uno deidue, in modo costante e non giusti-ficato, pu creare diversi problemi,sia nellimmediato che a lunga di-stanza. Entrambi i sistemi hanno lacaratteristica di portarsi alla struttu-ra bersaglio, per esempio un visce-re, con una fibra composta da unneurone pregangliare e uno po-stgangliare.

    IL SISTEMA ORTOSIMPATICOOrigina dal corno intermedio latera-le del midollo spinale, le sue fibreescono attraverso la radice nervosa

    spinale con la fibra pregangliare e,dopo aver preso rapporto con unganglio della catena laterovertebra-le o uno dei gangli viscerali, a se-conda del livello preso in conside-razione, vanno a innervare con la fi-bra postgangliare ogni viscere, ad-dominale, toracico e pelvico, e tuttii vasi arteriosi. Importante consi-derare la posizione della catena la-tero-vertebrale, che si trova ante-riormente ai processi trasversi dellevertebre da D1 a L2; i gangli pren-dono una posizione pi esternanelle prime vertebre per poi media-lizzarsi progressivamente proce-dendo verso il basso. Le fibre orto-simpatiche concorrono a formare igangli cervicali (presenti lateralmen-te alle vertebre C2-3, C5 e C7) edentrano nel cranio con la carotideper fornire la loro componente ner-vosa ai visceri della testa. Questosistema costituito da una fibrapregangliare corta e una po-stgangliare lunga; questa caratte-ristica pu trovare giustificazionenel fatto che la sua azione siste-mica, agisce cio su tutto lorgani-smo nello stesso tempo. Il sistemaortosimpatico crea una condizio-ne di attenzione e attivit che cipermette di svolgere la nostra vi-ta di relazione e le attivit che ciimpegnano quotidianamente.Importante: un sistema catabo-lico, cio consuma energia. Il suo

    osteopatia

    aazziioonnee ssuull ssiisstteemmaa nneerrvvoossoo vveeggeettaattiivvoo

    OOsstteeooppaattiiaa::

    18

  • e gli organi a uno sforzo non giusti-ficato e prolungato (il ritorno allostato iniziale sar lento e problema-tico): questa non altro che laspiegazione scientifica dellostress. Ora possiamo capire il per-ch di alcune patologie cos diffuse(pressione alta, glicemia elevata,problemi digestivi e intestinali, pro-blemi urinari).

    IL SISTEMA PARASIMPATICO formato dai nervi cranici 3 oculo-motore, 7 facciale, 9 glossofarin-geo, 10 vago e dal 2-3 e 4 ner-vo sacrale. Il N. vago rappresentail 75% delle fibre parasimpati-che. Mentre i nervi oculomotore efacciale iniziano e terminano il lorodecorso nella regione cefalica, importante considerare che i nerviglossofaringeo e vago fanno il loroingresso nella regione cervicale at-traverso il foro giugulare. Il foro giu-gulare, che si forma tra losso occi-pitale e losso temporale, si trovaestremamente vicino allarticolazio-ne tra occipite e atlante. La caratte-ristica fondamentale di questo si-stema di avere fibre pregangliarimolto lunghe e fibre postganglia-ri estremamente corte, che sitrovano nei pressi, o addiritturaallinterno dellorgano bersaglio.Questa sua caratteristica spiega-ta dal fatto che questo sistema haun azione selettiva e specifica suidiversi organi. Il sistema parasim-patico regola il sonno, la dige-stione e la guarigione da qualun-que problema riguardi lorgani-smo. Importante: un sistemaanabolico, cio produce energia; fondamentale per il recupero. definito anche rest up and di-gest; a prima vista sembrerebbeche questa parte del SNA non pos-sa creare problemi, ma non cos;basti pensare che lattacco dasmanon altro che un episodio di iper-parasimpaticotonia. Pi comune-mente una distonia di questo siste-ma pu creare eccessiva sonnolen-za postprandiale, disturbi dellat-tenzione, colite, dissenteria, difficol-t ad addormentarsi (lespressionesono cos stanco che non riesco a

    venta una molla pronta a scattare. Una volta che lazione a cui si pre-parato si espleta, lorganismo ritor-na allo stato iniziale.Il suo funzionamento relativamen-te semplice: a uno stimolo di po-tenziale pericolo la reazione sem-pre la stessa, creata da un rilasciodi acetilcolina e noradrenalina.Questa semplicit necessaria perottenere una reazione estrema-mente veloce, fuori dalla coscienza;sono tutti casi in cui la componenteortosimpatica sovrattivata dallasituazione di emergenza e permet-te di ottenere reazioni impensabili. Ildifetto di questo complesso si-stema che non riconosce il pe-ricolo reale da quello figurato.Molte situazioni odierne quotidiane(il rimprovero di un superiore, lapossibilit di commettere un errorelavorativo, il pensiero per un proble-ma di salute personale o di un fami-liare ecc) possono mettere inmoto le reazioni di iperortosimpati-cotonia; in questo caso per lamolla difficilmente ha occasione discattare, sottoponendo le strutture

    ruolo arcaico di preparare lindivi-duo al combattimento o alla fuga:fight or fly. Luomo primitivo sitrovava di fronte a una belva e do-veva reagire in modo estremamen-te rapido (ecco il perch dellazionesistemica) scappando o combat-tendo. Parliamo in questo caso diiperortosimpaticotonia.Cosa succede al nostro corpo inquesta situazione?- La capacit visiva aumenta (mi-driasi pupillare).- La frequenza respiratoria e car-diaca aumentano.- Tutto il sistema arterioso, tran-ne le coronarie, si riduce di volu-me, con conseguente aumentodella pressione.- I muscoli aumentano il loro to-no per prepararsi allazione.- Il sistema digerente riduce lasua azione diminuendo la peristal-si e contraendo gli sfinteri.- Il fegato rilascia glucosio nelsangue per renderlo velocemen-te disponibile.- La diuresi diminuisce.Sostanzialmente il corpo umano di-

    osteopatia

    SISTEMA ORTOSIMPATICOSISTEMA PARASIMPATICO

    19

  • osteopatia

    dormire trova qui una spiegazione).

    QUALI SONO I SEGNI DELLAPREVALENZA DI UNO DEI DUESISTEMI?Al di l di quella che pu essere laprima impressione che ci d unapersona in evidente distonia neuro-vegetativa, esistono test clinici spe-cifici. In ogni caso, lascolto del pol-so radiale, considerando il numerodi battiti per minuto e il tono pi omeno scoccante pu indicarci qua-le parte del SNA prevalente inquel momento. Una buona indica-zione la riceviamo anche da unasemplice stretta di mano: se la ma-no del soggetto preso in considera-zione fredda e umida, saremo difronte a una persona con prevalen-za ortosimpatica. Se la mano cal-da e asciutta, la persona avr unaprevalenza parasimpatica. Natural-mente questo semplice test soloindicativo, non fornisce certezzecliniche.

    IN CHE MODO LOSTEOPATASI RAPPORTA CON IL SNADEL PAZIENTE?Le tecniche di cui abbiamo giparlato nello scorso articolo han-no un effetto generale sul siste-ma neurovegetativo. Le tecnichecraniosacrali e la manipolazione vi-scerale hanno un effetto parasim-patico stimolante; le tecniche dedi-cate alla liberazione delle articola-zioni ossee, in particolare le mani-polazioni vertebrali, hanno un effet-to ortosimpatico st imolante.Queste ultime, infatti, creano unostimolo diretto sui gangli della cate-na latero-vertebrale e sui ganglicervicali. Possiamo incontrare pa-zienti con disfunzioni vertebrali chedeterminano unirritazione sul gan-glio corrispondente, dando luogo adiversi disturbi. Gli esempi pi evi-denti sono:- la disfunzione della prima verte-bra dorsale, che sovrastimolando ilganglio stellato pu creare sensa-zione di soffocamento e ansia;- la disfunzione dellarticolazionetra atlante e occipite, che pucreare disturbi ai nervi Vago e

    Glossofaringeo.

    DAL PUNTO DI VISTA VISCERALEInquadrando un organo o un vi-scere in disfunzione dal punto divista neurovegetativo, lo si putrattare agendo sul ganglio corri-spondente allinnervazione dellasua arteria nutritizia a livello del-la catena latero-vertebrale. Percapire meglio questultima partedobbiamo sottolineare che il siste-ma arterioso non ha innervazio-ne parasimpatica per cui, peragire sul lume di un arteria, do-vremo stimolare o inibire il gan-glio ortosimpatico che lainnerva. Ricordiamo che una sti-molazione ortosimpatica riduce illume dellarteria, mentre la sua ini-bizione ne aumenta i l lume.Facendo un esempio: lo stomacoin disfunzione per eccesso di sti-molo ortosimpatico (orto+) daruna sintomatologia con dolore espasmo, il classico crampo conti-nuo. Lo stesso organo in disfunzio-ne per difetto ortosimpatico (orto-)sar soggetto a pirosi, per unec-cessiva produzione di acido gastri-co. Possiamo risolvere entrambe leproblematiche agendo sul gangliolatero-vertebrale a livello di D7,ganglio corrispondente allarteriagastrica. In disfunzione orto+ cree-remo uninibizione a questo livello,mantenendo una pressione co-stante per un certo tempo; in di-sfunzione orto- andremo a creareuna stimolazione con pressioni ri-petute. Infine, esistono una serie ditecniche per stimolare o inibire idue sistemi mirate al riequilibriodellSNA, o alla risoluzione di pro-blematiche specifiche.

    PER CONCLUDEREUna volta individuato un pazientecon prevalenza orto o para, possia-mo utilizzare tecniche di stimolazio-ne o inibizione dei due sistemi. peresempio, losteopata pu aiutare inmodo importante il paziente asma-tico (causata da una prevalenzaneurologica parasimpatica) stimo-lando la catena latero-vertebrale oinibendo il sistema parasimpatico.

    Inibizione del ganglio latero-vertebrale

    DAVIDETRAVERSO

    Osteopata D.O.presso la IEMOdi Genova,laureato in Scienze Motorie pressolUniversit di Torino, ha conseguito ilMaster Europeo in Osteopatia pressoUniversit di Bruxelles. Personal trainerpresso centri fitness di Genova dal2001, specializzato in body building,fitness e rieducazione funzionale.Docente presso la FormaMentisOlisticaAcademy, stato docente di corsi dimassaggio tradizionale. Pratica la liberaprofessione di osteopata a Genova.www.chinesiologiaglobale.it

    Inibizione del nervo vago

    Una semplice tecnica dinibizionedel nervo vago che pu essere in-segnata anche al paziente da utiliz-zare in caso di attacco asmatico econsiste nel comprimere linsor-genza di questo nervo a livello del-lincisura clavicolare, presente nelterzo mediale della clavicola.

    Link

    20

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  • l'uomo: dalla rotazione sul pianotrasverso che scatta il meccanismoantigravitario, il quale consente lamigrazione del baricentro verso l'al-to. L'altezza del baricentro carica ilsistema di energia potenziale, ov-vero di instabilit, che si trasformain indispensabile energia cineticanella dinamica, consentendo cos,grazie al passaggio sul piano fron-tale a livello podalico, la progressio-ne nello spazio con un modestoconsumo di energia muscolare.Nella deambulazione tipo (velo-cit 7 km/h), lattivit muscolare richiesta unicamente per man-tenere il rapporto fra le due for-me di energia nei termini conso-ni con la specificit del proces-so. In altre parole, al fattore musco-lare non si chiede di far fronte alla ri-salita periodica del centro di gravi-t, ma di controllare il contributodellambiente modulando il rappor-to istantaneo tra energia potenzialeed energia cinetica contenendolonei limiti delledificazione del motospecifico. Essendo tale compitodeputato alle fibre muscolari rosse

    (aerobiche), esso risulta a bassoconsumo energetico (Cavagna,1973): un soggetto del peso di 70kg in una passeggiata in piano di 4km sostiene una spesa energeticacoperta dallingestione di 35 gr dizucchero (Margaria, 1975). Per taleragione luomo pu risultare uncamminatore instancabile, a dif-ferenza dei quadrupedi il cui motoad articolazioni flesse richiede undispendio di energie interne moltomaggiore (Basmajian, 1971). Lastatica , in realt, un caso spe-ciale della deambulazione: essa caratterizzata da oscillazioni postu-rali, visibili e quantificabili tramitelesame stabilometrico, corrispon-denti a ritmici movimenti sui pianitraverso e frontale. Quale motosenza progressione, la stazioneeretta comprende linibizionedello spostamento col relativointervento muscolare supple-mentare decelerante. Essa per-tanto risulta pi difficoltosa e pidispendiosa dal punto di vistaenergetico rispetto alla normalelocomozione: luomo fatto per

    Luomo necessita di muoversiper la propria sopravvivenzae il proprio stato di benesse-re: per tale ragione la loco-

    mozione l'attivit che possiede laprecedenza su tutte le altre.L'attuale corpo umano soprat-tutto la conseguenza del bisognodi eseguire una deambulazione dimassima efficacia su due piedinel campo gravitazionale. Le fac-cette e i dischi intervertebrali nonprevengono la rotazione, ma la fa-voriscono; le vertebre non sono sta-te costruite per la stabilit struttura-le statica. La lordosi lombare, insie-me alla flessione laterale, induce,tramite un sistema di coppia mec-canica, una torsione della colonnavertebrale. La formazione e l'ac-crescimento del sistema musco-lo-fasciale-scheletrico sono per-lopi il risultato della complessae personale azione antigravita-zionale dell'individuo ed nelpiano trasverso che la modernabiomeccanica ha individuatol'elemento spaziale prioritarionella statica e nella dinamica del-

    allenamento & rehab

    Postura e movimento

    IIll mmoottoo ssppeecciiffiiccoo ddeellll''uuoommoo di Giovanni Chetta www.giovannichetta.it

    22

  • allenamento & rehab

    camminare (sul terreno naturale).

    MECCANICA ARTICOLARELe articolazioni in cui si compie ilmovimento nel piano trasverso so-no, a catena cinetica chiusa, la sot-toastragalica, la coxofemorale e lecerniere rachidee. In particolare,l'articolazione coxofemorale el'articolazione astragalo-scafoi-dea sono analogicamente strut-turate e disposte in maniera cor-rispondente. I movimenti essen-ziali nella meccanica antigravitariadell'anca sono l'estensione e laconcomitante rotazione esterna:nel trasferimento dalla flessione al-l'estensione, il femore ruota versol'esterno riflettendosi nel meccani-smo di rilasciamento-irrigidimentodellelica podalica (lo svolgimento-rilassamento adattativo al terrenodellelica podalica connesso allarotazione interna dei segmenti so-vrapodalici e dellosso astragalo e,viceversa, lavvolgimento-irrigidi-mento propulsivo dell'elica podali-ca connesso alla rotazione ester-na). Tutte le vertebre hanno la ca-ratteristica di essere mobili, in di-versi gradi in base alla loro colloca-zione e quindi struttura, nelle variedirezioni dello spazio. Lampiezzadei movimenti elementari, scarsa alivello dei singoli segmenti, divienerilevante considerando il rachidenel suo insieme, che risulta cos incontinuo aggiustamento con movi-menti di estensione, flessione, rota-zione, inclinazione e scivolamento.Tuttavia esistono, lungo la colon-na vertebrale, delle zone di rota-zione sul piano trasverso privile-giate, definite cerniere di rota-zione. Tali cerniere coincidonocon i punti dinversione dellecurve fisiologiche della colonnavertebrale (lordosi lombare, cifosidorsale, lordosi cervicale) e con isegmenti a livello dei quali i movi-menti di rotazione dei tratti rachideisottostanti e sovrastanti si contrap-pongono. Le caratteristiche strut-turali delle vertebre variano in basealla curva rachidea di appartenen-za e presentano, a livello dellecerniere fisiologiche di passag-

    tiva (la cerniera lombo sacrale, co-me visto, ruota al massimo di 5),che consente di rimanere stabili nelproprio assetto verticale durante larotazione. Ogni segmento verte-brale dorsale ha stretti rapporti conle coste corrispondenti le quali, for-mando la gabbia toracica, oppon-gono resistenza limitando i movi-menti. Per tale motivo il grado di ro-tazione del tratto dorsale (35, fles-sione 40, estensione 30, inclina-zione 20) massimo in corrispon-denza D10-D11, in quanto le ultimedue coste sono fluttuanti, ossia nonsi articolano con lo sterno. Cerniere cervicali: C7-D1 (7 ver-tebra cervicale/1 dorsale), C1-C2(atlante-epistrofeo), C0- C1 (occipi-te-atlante). Lorganizzazione ge-nerale del rachide cervicale cor-risponde allesigenza della ricer-ca e acquisizione sensoriale,permettendo lorientamento e lacollocazione nello spazio e neglieventi. A livello di C7-D12 si ha lin-

    gio fra esse, una vertebra ditransizione che somma le carat-teristiche delle vertebre delgruppo superiore e inferiore. Lecerniere di rotazione della colonnavertebrale sono: - cerniera lombo-sacrale;- cerniera dorso-lombare;- cerniere cervicali.

    LE CERNIERE DI ROTAZIONECerniera lombo-sacrale: L5-S1(5 vertebra lombare/1 sacrale). Lerotazioni minime caratteristiche dellacolonna lombare (5), che presentainvece movimenti di flessoestensio-ne (50-35) e inclinazione (flessionelaterale 20) analoghi agli altri livellirachidei, sono principalmente a cari-co della cerniera lombo-sacrale esono dimportanza fondamentaleper il bilanciamento corporeo du-rante la deambulazione. Cerniera dorso-lombare: D12-L1(12 vertebra dorsale/ 1 lombare) eD8-D7 (8 e 7 vertebra dorsale).La complessa attivit della cer-niera D12-L1 consente la varia-zione della posizione del tronconello spazio. La dodicesima ver-tebra dorsale (D12) rappresentail fulcro immobile della cernieradorso-lombare, paragonata daDelmas a una vera rotula dellasserachideo: presenta un voluminosocorpo vertebrale, con articolazionisuperiori di tipo toracico e quelle in-feriori di tipo lombare, i principalimuscoli spinali passano a pontedietro il suo arco vertebrale. A que-sto livello c un cambio di capa-cit di rotazione e della curva fi-siologica della colonna vertebra-le (cifosi dorsale, lordosi lombare).Durante la deambulazione, le verte-bre al di sopra di D12 e fino alla D7permettono la rotazione del troncosufficiente a seguire larto inferioreche avanza. Le vertebre dorsali su-periori alla D7, invece, ruotano insenso contrario, seguendo il bilan-ciamento dato dallavanzamentodellarto superiore controlaterale al-larto inferiore; da cui limportanzaanche del cingolo scapolo omeralenelle attivit motorie. Al di sotto diD12 possibile una rotazione rela-

    L5

    D12

    D7

    C7

    C1 OCCIPITEC2

    Cerniera lombo-sacrale

    Cernieradorso-lombare

    3 Cernieracervicale

    1 e 2Cernieracervicale

    23

  • L'evoluzione ha quindi dovuto ap-prontare ulteriori muscoli, posizio-nandoli, sia per motivi funzionaliche di spazio, al di fuori del tronco,ossia sugli arti inferiori. Il primocompito degli arti inferiori quin-di fornire l'energia che ci con-sente alte velocit di sposta-mento. Grazie a essi, i movimentiintervertebrali, le rotazioni sul pianotrasversale in particolare, possonousufruire dell'apporto complemen-tare dei muscoli ischio-crurali (bici-pite femorale, semitendinoso e se-mimembranoso) a cui la spina dor-sale connessa tramite specifichee considerevoli catene anatomichemiofasciali: a) legamento sacrotuberoso - mu-scolo longissimus lumborum (si-tuato ai lati della colonna vertebrale); b) legamento sacrotuberoso eiliocostalis thoracis (in tal modogli ischio-crurali di destra controlla-no parte dei muscoli toracici di sini-stra e viceversa); c) muscoli grande gluteo - grandorsale opposto (che a sua voltacontrolla il movimento degli arti su-periori). Tutte queste connessioni incrociateischiocrurali/colonna vertebrale for-mano una piramide che assicurauna forte integrit meccanica dagliarti inferiori ai superiori: la fascia necessaria per trasmettere dalleestremit inferiori a quelle superioritale complemento forza per il motospecifico delluomo. L'impulsoenergetico risale lungo gli arti infe-riori filtrato da essi (caviglia, gi-nocchio e anca rappresentano a talproposito dei passaggi critici), cosda giungere alla colonna vertebralenell'appropriata fase e ampiezza. Intal modo, il tronco pu utilizzarequesta energia ruotando ogni ver-tebra e il bacino appropriatamente(Gracovetsky, 1987). Dal punto di vista dell'ontogenesi,alla nascita sono gi presenti i cir-cuiti nervosi predisposti alla deam-bulazione; essi per, al fine di con-sentire l'adeguato e indispensabilesviluppo muscolo-scheletrico, so-no temporaneamente inibiti daicentri superiori. La postura quale

    allenamento & rehab

    versione delle curve rachidee (cifosidorsale, lordosi cervicale), nonchla contro-rotazione fra esse quandosi ruota la testa. A livello cervicale,cos come negli altri tratti della co-lonna, a ogni rotazione si accom-pagna uninclinazione (flessione la-terale) fisiologicamente controlate-rale e viceversa; fa eccezione la ro-tazione pura di C7 su un piano incli-nato di 10 rispetto lorizzonte. Imovimenti di rotazione cervicali(80) dipendono in gran parte dallacerniera C1-C2 (articolazione atloi-do-assoiodea), quelli di flesso-estensione (50-70) partono dallacerniera C0-C1 per poi coinvolgerele vertebre sottostanti, mentre quellidi inclinazione (45) fanno fulcro a li-vello di C3 e secondariamente diC0-C1.

    EVOLUZIONE E SVILUPPOFilogeneticamente, il ruolo degliarti inferiori secondario a quel-lo della colonna vertebrale: essida soli non sono in grado di ruo-tare la pelvi in maniera da con-sentire il moto, ma possono am-plificarne il movimento. Un uomoa cui sono stati amputati completa-mente gli arti inferiori in grado dicamminare sulle tuberosit ischiati-che senza significative alterazionidella deambulazione, ossia senzainterferire sul movimento primariodel bacino. Gli arti inferiori, in realt,derivano dalla necessit evolutivadi sviluppare la velocit del motodelluomo. La maggior potenza ri-chiesta a tal scopo non pu deriva-

    re dai muscolidel tronco, chea tal f ineavrebbero do-vuto sviluppa-re una massa

    improponib i ledal punto divista dell'in-g o m b r o .

    atto volontario diviene cos unfenomeno maturativo e di ap-prendimento. A circa un anno ini-zia la deambulazione, dapprimaappresa e in seguito automatizzata.Solo a circa due anni di et, a se-guito dello sviluppo delle strutturerelative, il controllo automatico ef-ficiente. Il completo sviluppo del-la funzione posturale (sistematonico posturale) avviene inveceabitualmente verso gli undici an-ni e resta poi stabile sino a circa65 anni. L'equilibrio e i movimentisono garantiti da importanti mec-canismi fisiologici ai quali contribui-scono principalmente, oltre allacorteccia cerebrale, le funzioni ve-stibolari (labirinto), del cervelletto,della formazione reticolare, dei re-cettori visivi e, in minor misura, udi-tivi, degli esterocettori di tatto epressione (della pianta dei piedi inparticolare) e dei propriocettori dicapsule articolari, tendini, muscoli evisceri (enterocettori).

    ORGANIZZAZIONE E CON-TROLLO DEL MOVIMENTOIn generale, il sistema motorio, alpari di un sistema cibernetico,contiene rappresentazioni cere-brali (engrammi) costituite dal-linsieme delle esperienze moto-rie memorizzate dall'individuo,che consentono un meccanismodecisionale anticipatorio (feed-forward) rispetto al comporta-mento motorio che sta per esse-re messo in atto. Tale meccani-smo trasforma gli engrammi in co-dice nervoso che, tramite la viatronco-encefalica e poi midollare,arriva ai motori muscolari periferici;l'energia mentale viene cos trasfor-mata in energia meccanica, ovveroin movimento. Affinch sia armoni-co, anche il pi piccolo dei movi-menti coinvolge sempre pi gruppimuscolari, che sono reclutati in ma-niera temporale gerarchica, agen-do cos in modo coordinato, comese fossero un unico muscolo (coor-dinazione motoria). La scelta delmovimento determinata in manie-ra rapida e armonica dal sistema afeed-forward, grazie agli engrammi,

    24

  • mentre il controllo viene effettuatodal sistema retroattivo, o a feed-back, costantemente vigile durantel'azione. Le eventuali variazioni dimovimento, necessarie a causa diperturbazioni, sono in realt effet-tuate da meccanismi di correzioneanch'essi anticipatori (feed-for-ward) e quindi basati su engram-mi; ci consente una maggiore ef-ficacia in termini di tempo e modo. Le attivit motorie ritmiche, comela deambulazione e la masticazio-ne, hanno la caratteristica di esse-re generalmente volontarie in par-tenza e termine, riflesse, ovverogestite automaticamente dai rifles-si propriocettivi, in particolarequelli semplici, che presentano ilgrande vantaggio della rapidit (40m/s per quelli rapidi), per il restodella durata. L'encefalo fornisce almidollo spinale il valore desiderato,tale valore viene confrontato con lasituazione presente realmente, os-sia col valore reale, che viene mi-surato da uno specifico recettoresensoriale. Tramite il confronto travalore reale e quello ideale, il mi-dollo spinale regola il tipo di pre-stazione che il muscolo in questio-ne deve svolgere. Tale complessitdi meccanismi azione-reazione,presente nella gestione posturale,richiede necessariamente che tuttele funzioni relative al controllo delmovimento e della postura sianodistinte ma interdipendenti. La ge-stione dell'esecuzione del movi-mento , nello stesso tempo, ge-rarchica e parallela .L'organizzazione gerarchicaconsente lo sviluppo, nei livelliinferiori, di importanti meccani-smi riflessi (cortocircuitazione mi-dollare tramite i riflessi spinali otroncoencefalica per mezzo dei ri-flessi troncoencefalici), grazie aiquali i livelli superiori possono daresolo comandi generali senza doverdettagliare l'atto motorio. Tuttavia,grazie alla modalit parallela, i li-velli superiori possono interagiredirettamente sugli inferiori inte-grando e vicariando, in manieraimmediata, le loro funzioni (que-sto aspetto risulta fondamentale

    nel recupero funzionale di alcunelesioni del sistema nervoso centra-le); per esempio, il midollo spinaleda solo non in grado di garantireuna deambulazione fluida e sicura.

    Tutto ci fa comprendere come lapostura, in statica e in deambula-zione, necessiti di pi livelli di con-trollo nervoso, in quanto l'azioneantigravitaria richiede un ampio ecomplesso coordinamento. Tramite i meccanismi sopra descrit-ti, le stimolazioni cutanee sono ingrado di modulare riflessi moltocomplessi con funzioni posturalinotevoli. Da qui nasce l'importan-za del terreno e delle calzature neldeterminare atteggiamenti posturalie quindi nel creare engrammi cere-brali. Va qui ricordato il fondamen-tale ruolo del sistema connettivonella determinazione di postura epattern motori. Qualunque causain grado di modificare (in meglioo in peggio) l'equilibrio, dovun-que posta lungo l'asse cefalo-podalico, avr riflessi immediati,trasmessi per via ascendente odiscendente lungo le catene mu-scolari e la rete connettivale, su

    tutti gli altri segmenti corporei.Avviene cos una riprogrammazionedel sistema posturale e dell'equili-brio, che comporta modifiche delleprincipali vie afferenti, sia funziona-li sia, dopo un certo periodo di tem-po, perfino anatomiche, determi-nando un nuovo engramma moto-rio. Quanto pi ripeteremo, inmaniera cosciente o inconscia,tali gesti motori programmati,tanto pi rinforzeremo, al pari diun condizionamento neuroasso-ciativo mentale, quell'engrammamotorio. La funzione precede eplasma la struttura, la coordinazio-ne posturale pi importante dellastruttura.

    BIBLIOGRAFIACavagna G. A., Human locomo-tion, Comparative Physiology,North Holland P. C. (1973)Margaria R., Fisiologiamuscolare, Mondadori ed. (1975)Ginnastica Posturale TIB - ed.10/2010Basmajian J.V., Lelettromiografianellanalisi dinamica delle funzionimuscolari, ed.Piccin (1971)Delmas A., Les variations numeri-ques et morphologiques rachidien-nes, Med. Ed. Phys.et Sport, 11,120 (1955)Gracovetsky S., Iacono S., Energytransers in the spinal engine, JBiome Eng 9, pp. 99- 114 (1987)

    Giovanni Chetta Ideatore del metodo TIBodywork, alimentarista a indirizzo biochimico,massofisioterapista, posturologoergonomista, istruttore MBT e masterpractitioner in programmazione neuro-linguistica. ricercatore in campoposturologico presso lUniversit Charit diBerlino, e con lquipe di BiomedicaPosturale. responsabile del reparto diPosturologia presso Residenza Villa Arcadiadi Bareggio (MI) ed esercita stabilmentepresso poliambulatori e palestre. Collaboracon riviste e siti internet e conduce corsisu: posturologia, ginnastica posturale,massaggio e alimentazione. presidente dellassociazione culturale-sportiva AssoTIB (Alfa/CSAIn/CONI).http://www.giovannichetta.it

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    7 RAPPORTO SULLOBESIT IN ITALIA

    LIstituto Auxologico Italiano ha presentato il 7 rapportosullobesit in Italia. Il titolo, Obesit e genetica: oltre lostile di vita, dichiara lapprofondimento tematico propostoin questa edizione, che dedica ampio spazio alle innovazio-ni della ricerca genetica e della biologia molecolare.Innanzitutto, abbiamo due notizie da segnalare: una buonae una cattiva. Tradizione vuole che si cominci da quella cat-tiva, ma lurgenza emotiva di buone novelle ci costringe afare qui uneccezione. Dunque, la buona notizia che daalmeno cinque anni i dati epidemiologici relativi allinci-denza di obesit e soprappeso in Italia sono costanti,dato in contrasto con gli allarmismi a cui i media ci hannoabituato proprio in questi ultimi anni. La cattiva notizia cheil BMI in aumento, soprattutto nella fascia di popola-zione definita obesa: se fino a qualche tempo fa le tabelledi riferimento indicavano a 41/42 di BMI il grande obeso,oggi molto facile verificare che questa cifra arriva non dirado a 46/47, con un proporzionale aumento di disabilit emortalit legate allinsorgere delle patologie collegate. Neapprofittiamo per ricordare che la scala di riferimento delBMI (Body Mass Index), pur essendo insostituibile co-me riferimento dal punto di vista epidemiologico e sta-tistico, non una misura specifica del tessuto adiposo:

    non esprime un indice di grasso corporeo, ma un indice di massa. Di fatto, il limite di 30 BMI utilizzato co-me riferimento per separare il soprappeso dallobesit non