Acquisizione dei fonemi marcati in italiano L2 - discentes.net · 3 Begotti P., La Glottodidattica...
Transcript of Acquisizione dei fonemi marcati in italiano L2 - discentes.net · 3 Begotti P., La Glottodidattica...
2
Titolo originale: I fonemi marcati dell’italiano L2 nei migranti africani
© Copyright Edizioni Circolo Virtuoso 2017-10-25
Tutti i diritti riservati
ISBN: 978 – 88 – 94908 – 10 – 7
www.circolovirtuoso.net
www.discentes.net
3
Durante questa indagine ho avuto l’occasione di conoscere
persone per la prima volta ed altre per la seconda volta. La
parte sociolinguistica e la natura sperimentale dell’indagine
hanno acconsentito un accostamento produttivo ad una cerchia
più ampia di persone, ma la mia famiglia rimane il mio
punto di riferimento basilare.
Nella mia famiglia, soprattutto in mio marito, ho
apprezzato l’ambizione scientifica e dal quale, tra infinite
cose inestimabili, ho appreso la costanza e la consacrazione
all’osservazione.
4
“Una lingua ti apre un corridoio per la vita.
Due lingue ti aprono tutte le porte
lungo il percorso”
Franck Smith
5
Introduzione
La voglia di conoscere una nuova lingua ci pone di fronte a numerose
problematicità che hanno a che fare principalmente con i compromessi
linguistici a cui siamo costretti quando entriamo in contatto con strutture
grammaticali e prosodiche che non appartengono alla nostra lingua madre.
Sicuramente l’apprendimento di una nuova lingua non è cosa facile e richiede
impegno e dedizione. Il plurilinguismo, ancor di più nel bilinguismo, sta
diventando un fattore discriminante anche nel campo lavorativo dove notiamo
ogni giorno che più lingue si conoscono, e si padroneggiano dignitosamente, più
ci sarà competitività e possibilità di una crescita lavorativa personale.
Tanto nel lavoro quanto nella vita privata, quando da turisti si visitano nuovi
posti con culture e lingue straniere, conoscere almeno una seconda lingua ci
rende più sicuri nell’approccio con l’altro che può o non conoscere la nostra
lingua.
Nei vari studi effettuati nel tempo sul tema dell’acquisizione dell’italiano come
L2, tanti sono stati gli elementi analizzati tanto le influenze derivanti dalla L1.
Ogni parlante che si trova di fronte alla possibilità di imparare una nuova lingua
incontra più o meno difficoltà anche a seconda la propria attitudine
all’apprendimento. Ciò detto notiamo come vi siano sicuramente persone che
sono più portate all’acquisizione di una nuova lingua e che quindi procederanno
più in fretta rispetto ad altri, nell’apprendimento di una lingua straniera.
Tanti sono gli elementi discriminanti nell’apprendimento di una nuova lingua,
come ad esempio l’età, infatti, i bambini non avendo un sistema linguistico della
propria lingua madre completamente radicato, sono più facilitati a metterlo in
discussione e ad apprendere il sistema linguistico della nuova lingua. Per un
adulto sarà, sì più difficile ma non impossibile soprattutto se l’acquisizione è
6
dettata dalla necessità di stabilirsi in un nuovo paese dove iniziare una nuova
vita.
Altri fattori importanti sono l’ansia o la motivazione che abbassano o alzano il
filtro dell’apprendimento, ciò vuol dire che più si è messi sotto pressione
nell’apprendimento di una nuova lingua, minori saranno i risultati positivi
riscontrabili a breve tempo.
Tra questi ed altri numerosi fattori che hanno un ruolo fondamentale
nell’apprendimento ciò che ha un ruolo di maggior rilievo nel campo delle L2 è
soprattutto lo studio costante ed il regolare utilizzo della lingua da imparare che
aumenta la capacità di ricordare quanto appreso.
Il fenomeno migratorio che ci vede protagonisti e ospiti ci pone di fronte alla
necessità di aprirci al nuovo e confrontarci con il diverso.
Da qui nasce il problema della lingua. Nuovi arrivi, nuove storie, nuove lingue.
Il grande numero di migranti che arriva e, spesso si ferma sulla nostra penisola,
è costretto ad imparare in fretta la nostra lingua e a padroneggiarla al meglio al
fine di rendersi autonomo e relazionarsi con i nativi del posto.
Il fenomeno migratorio che sta interessando il popolo africano apre le porte
anche a nuovi studi che potrebbero riflettere su come la nostra lingua madre sia
inevitabilmente influenzata dalla cultura e dalla lingua dei nostri nuovi
concittadini.
Sebbene siano ancora pochi gli studi effettuati sulle lingue africane, il momento
storico che ci troviamo a vivere ci pone di fronte alla necessità e soprattutto alla
curiosità di conoscere un po’ meglio coloro che arrivano nel nostro paese in
cerca di fortuna.
Proprio come anni fa, quando la maggior parte dei migranti erano italiani spinti
verso quello che fu definito “il sogno americano”, ancora oggi, siamo spinti alla
ricerca di fortuna oltre i confini della nostra madre terra. Quotidianamente
vediamo arrivare sui nostri territori nuovi popoli e nuove culture che tentano di
integrarsi e stabilirsi i un nuovo e non sempre ospitale paese.
7
Nel sistema di accoglienza in cui i migranti trovano ad essere assistiti dal
momento in cui sbarcano in Italia fino alla fine del loro percorso all’interno dei
centri di accoglienza, vengono offerti corsi di alfabetizzazione, insegnamento di
italiano a livelli diversi e inclusione scolastica. Un’insegnante, che si trova di
fronte una classe multietnica e plurilingue, osserverà come il sistema di
apprendimento cambi e come ogni studente nel tentativo di riuscire al meglio
nella nuova lingua, metterà in discussione il proprio sistema linguistico e
realizzerà, per gradi, forme linguistiche nuove, avvicinandosi a quelle regole che
caratterizzano la lingua italiana.
Nello studio di seguito presentato, verrà presa in esame l’acquisizione di
particolari fenomeni della lingua che non sono presenti in altre lingue e, la cui
realizzazione, pone l’apprendente di fronte a notevoli difficoltà.
Gli apprendenti che hanno accettato di collaborare per la presente ricerca
provengono tutti dall’Africa Occidentale. Chi più, chi meno, ciascuno ha una
particolare propensione all’apprendimento di una lingua straniera sia perché nel
viaggio che li ha portati in Italia si sono trovati a vivere, ed anche a
sopravvivere, in paesi africani con una lingua diversa dalla loro lingua madre e
sia perché la voglia di relazionarsi e di un futuro migliore in Italia li spinge ad
impegnarsi al meglio per raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati.
In questo contesto la motivazione, come si è detto poc’anzi, che spinge gli
apprendenti è molto alta ed ha sicuramente un’influenza positiva che porterà
l’apprendente a padroneggiare, con il tempo, la lingua italiana come L2.
Dopo aver tracciato i fenomeni che si verificano, in generale, durante il processo
di acquisizione della fonetica, si passerà alle caratteristiche fonetiche legate
prettamente alle lingue madri degli apprendenti del campione della ricerca, per
indagare come la L1 influisca nell’apprendimento e quali siano gli errori tipici
che vengono commessi dall’apprendente nella realizzazione dei fenomeni
marcati. La scelta è ricaduta sui fenomeni marcati, ossia su quelli che presentano
più tratti di distinzione, che non sono presenti in tutte le lingue del mondo, e che,
8
in questo caso, sono specifici dell’italiano. E poiché sono propri della lingua
italiana i parlanti di diverse L1, non solo di L1 di origine africana presentano
difficoltà nell’apprenderli e spesso li sostituiscono con articolazioni
semplificate.
9
CAPITOLO 1
Acquisizione dell’italiano L2: aspetti generali
Un proverbio africano recita:
“Un uomo che parla una lingua vale un uomo; un uomo che parla due lingue
vale due uomini; un uomo che ne parla tre vale tutta l’umanità.”
L’importanza, così come la necessità, di conoscere le lingue ci spinge
inevitabilmente a confrontarci con sistemi grammaticali spesso ostici e
all’apparenza incomprensibili o inarrivabili. L’uomo viaggiatore, esploratore e
alla ricerca di fortuna, nell’apprendere una lingua diversa dalla propria si
confronta anche con sistemi di pensiero e culture nuove.
L’Italia, in prima linea nell’accoglienza dei migranti, si trova oggi ad affrontare
una pluralità linguistica e culturale che mette in discussione continua non solo il
nostro sistema di valori ma anche la capacità di relazionarsi e“farsi capire” dallo
straniero (inteso come colui che appartiene ad una società, una cultura e con una
lingua “altra”) e la lingua italiana subisce inevitabilmente delle variazioni nel
confronto con l’altro.
Ma l’Italiano è davvero una lingua così difficile? Spesso lo si sente dire e spesso
ne siamo convinti anche noi, parlanti madrelingua, confrontandoci ogni giorno
con regole grammaticali e ampio lessico. D’altronde è possibile pensare che
superati i primi scogli fatti da regole di grammatica la strada per padroneggiare
la lingua non sia poi così in salita.
Un parlante straniero nell’apprendere l’Italiano come L2 è disorientato dalle
tante regole e, anche se apprese e utilizzate in maniera funzionale, compare un
nuovo “scoglio”: quello della pronuncia.
10
In un tentativo di venire incontro alle difficoltà che un parlante straniero
incontra nel rapporto con un parlante nativo, spesso il parlante nativo ricorre a
“scorciatoie” linguistiche allo scopo di rendere fruibile la comunicazione.
È il caso del Foreigner Talk1: un particolare modo di enunciazione caratterizzato
da una pronuncia lenta e cadenzata, parole brevi, sintassi semplice, pause lunghe
e numerose, volume del parlato più alto del normale. Accanto all’enunciazione
esistono due strategie di adattamento.
La prima vede l’enunciato caratterizzato da frasi allungate, uso di perifrasi,
contestualizzazione accentuata e l’uso di deissi. Una seconda strategia si
caratterizza per una riduzione della complessità del messaggio sia a livello
lessicale che morfosintattico. Nei contesti scolastici il Foreigner Talk può essere
assimilato al Teacher talk2.
Abbiamo quindi da un lato l’Italiano (in questo caso) che cerca di comunicare e
“agganciare” lo straniero ricorrendo spesso a strutture linguistiche semplificate e
dall’altro lato abbiamo lo straniero che, catapultato in una diversa realtà, tenta di
adattarsi al meglio partendo proprio dall’apprendimento della lingua italiana.
Ma quali sono le difficoltà a cui si va incontro nell’apprendere una nuova
lingua?
L’apprendente di una L2 è soggetto ad una serie di fattori che lo influenzeranno
nell’approccio con una nuova lingua sia in senso positivo che negativo. Le
principali variabili che possono influenzare un apprendente adulto possono
essere sintetizzate in tre categorie, ovvero:
1TerminetecnicoconiatodallinguistastatunitenseCharlesAlbertFergusonnel19712BerniniG.,Foreignertalk,Enciclopediadell’Italiano(2010)in:www.treccani.it3BegottiP.,LaGlottodidatticaumanistico-affettivanell’insegnamentodell’italianoLSedL2adadultistranieri,UniversitàCa’FoscariVenezia,pagg.3-44IlconcettodiInterlinguasisviluppatraglianni60e70efariferimentoall’ideachel’apprendenteutilizziuna2BerniniG.,Foreignertalk,Enciclopediadell’Italiano(2010)in:www.treccani.it
11
1. variabili individuali: ossia i caratteri di ciascun individuo come la
motivazione, i bisogni linguistici, i tratti della personalità
(estroversione vs introversione) oppure fattori emotivi (come l’ansia);
2. variabili sociali: determinate dall’ambiente e dal contesto in cui viene
appresa una lingua;
3. variabili naturali: possono essere definite come aspetti innati che
caratterizzano ogni apprendente e possono essere l’età o l’attitudine
personale3.
Considerando l’apprendimento di una lingua L2 come un processo che si
sviluppa sulla base di strategie che hanno come scopo la costruzione di un
sistema linguistico funzionale della seconda lingua, l’apprendente costruisce
quella che viene definita Interlingua4, un sistema linguistico provvisorio che
sottostà ad uno schema di varietà di apprendimento5. Nello specifico, per
esempio, il Progetto Pavia6 ha elaborato le varietà di apprendimento della lingua
italiana, individuando tre varietà:
1. pre-basica: fase in cui vengono sfruttati principi pragmatici per la
formazione degli enunciati e le parole non sono organizzate per classi
grammaticali;
2. basica: in questa fase si assiste alla formazione del verbo e
all’opposizione verbo/complemento. Compaiono elementi
morfosintattici e vi è una prevalenza di elementi lessicali per segnalare
le relazioni grammaticali;
3BegottiP.,LaGlottodidatticaumanistico-affettivanell’insegnamentodell’italianoLSedL2adadultistranieri,UniversitàCa’FoscariVenezia,pagg.3-44IlconcettodiInterlinguasisviluppatraglianni60e70efariferimentoall’ideachel’apprendenteutilizziunaveraeproprialinguaconcaratteristichespecificheeprincipidisviluppopropri.5Andorno C. (Università di Pavia) e Cattana A. (Università di Torino), Linguistica acquisizionale; analisi delleinterlingue;errorelinguisticoederrorecomunicativo;modalitàdicorrezione,pag.346“ProgettodiPavia”,inwww.unipv.it/wwwling,èunprogettointeruniversitariosviluppatoapartiredaglianni’80,dedicatoallaricercasullalinguisticaacquisizionalee,inparticolare,alleinterlingueitaliane.
12
3. post-basica: l’ordine delle parole risulta più organizzato e vicino alla
lingua da apprendere. Si assiste, inoltre, ad un uso significativo di
elementi morfologici7.
1.1 Interferenze e transfer: dalla 1.1 alla 1.2
L’apprendimento della L2 è condizionato, oltre che da fattori esterni come sopra
citati, anche dalla L1 del parlante. La figura madre, infatti, influenza e
interagisce nell’apprendimento di un’altra lingua in base a quattro fattori:
1. età; negli adulti l’influenza della L1 è maggiormente riscontrabile
rispetto ai bambini;
2. stadio di apprendimento: maggiore è lo stadio di conoscenza di parole
della L2 r maggiore sarà la possibilità di identificazione con parole e
strutture della L1;
3. distanza tipologiche tra L1 e L2; lingue vicine all’italiano, ad esempio,
permettono di ricalcare le strutture della L1 più che lingue distanti;
4. componente del sistema linguistico; più permeabile alle interferenze è
la fonologia; meno permeabili sono il lessico, la sintassi, la
morfologia. La relativa vicinanza tipologica tra L1 dell’apprendente e
l’italiano è e le regole riflessa in misura proporzionale nella crescente
permeabilità alle interferenze di tutte le componenti del sistema
linguistico8.
Il confronto della propria lingua madre con la lingua straniera da apprendere è
inevitabile. Vi sono casi in cui le similitudini tra due lingue possono influenzare
l’apprendimento poiché il parlante che si cimenta con una nuova lingua avrà
strutture di riferimento proprie della sia L1 che lo potranno aiutare a
comprendere le strutture e le regole della L2. Ad esempio, nelle lingue romanze
7Ibidem,AdornoC.eCattanaA.,pag.348Cfr.BerniniG.,Acquisizionedell’italianocomeL2,Enciclopediadell’Italiano(2010),www.treccani.it
13
(come il francese, l’italiano e lo spagnolo) le similitudini lessicali sono
molteplici tanto da far pensare che un apprendente di italiano L2 e di francese
madrelingua, possa essere più avvantaggiato piuttosto che un apprendente
madrelingua, di ad esempio, tedesca.
D’altro canto però le differenze strutturali e lessicali e linguistiche tra una L1 e
una L2 possono anch’esse essere funzionali e di successo nell’apprendimento.
Apprendendo una lingua straniera, la totale diversità e la mancanza di strutture
comuni potrebbero risultare utili per l’apprendente che, non potendo far
riferimento alla sua L1, assimila le strutture della L2 senza condizionamenti.
1.2. Tentativi autonomi nell’apprendimento della L2: tipologie di errore
Nell’acquisizione di una L2 particolare rilevanza hanno i tentativi autonomi
dell’apprendente che, partendo dagli elementi conosciuti di una L2 procede
nell’apprendimento elaborando strutture indipendenti dalla sua L1. Sebbene ai
nativi questi processi di elaborazione autonome appaiono come errori, essi non
sono altro che gli sforzi di un apprendente al fine di elaborare uno schema
linguistico funzionale. É possibile individuare quattro categorie d’errore (cosi
come vengono percepiti i tentativi autonomi dai parlanti nativi di una lingua) e
sono:
1. sovra estensioni di forme e morfemi: sono attribuite funzioni più
ampie rispetto a quelle che un nativo attribuisce;
2. formazioni analogiche (presato «preso» come andato, lavorato ecc.;
caderò «cadrò» da cadere);
3.formazioni analitiche (in la prima figura «nella prima figura»; era c’è
«c’era») invece di quelle sintetiche;
14
4. uso di elementi della lingua di arrivo per esprimere funzioni transitorie
della varietà di apprendimento: ”i papà che lavoro” «il papa che lavora»
(che manca di articolazione in Topic e Comment)9
1.3. Acquisizione della fonetica di una lingua come L2
Iniziando ad entrare nello specifico dello studio che verrà presentato in questa
sede, e prescindendo quindi da aspetti morfologici e sintattici della lingua
italiana, andremo ad affrontare il tema dell’apprendimento della fonetica
dell’italiano come L2.
La fonetica e la fonologia possono essere considerate come i tratti che creano
maggiore difficoltà di apprendimento oltre che essere i più suscettibili a
fossilizzazioni e a subire le influenze della L1. É subito udibile e riconoscibile
un parlante straniero semplicemente dall’ «accento» e in generale
dall’andamento prosodico del discorso. La pronuncia della L2 è forse uno degli
elementi più complessivi da apprendere soprattutto quando l’influenza della
lingua madre è particolarmente incidente.
Nell’approccio all’acquisizione fonetica della L2, il parlante fu affidamento agli
elementi prosodici e alle strutture di intonazione che già conosce quelle della sua
L1 attivando quindi un processo di transfer nel tentativo di strutturare la
pronuncia della L2. Solo successivamente con il crescere dell’apprendimento
della nuova lingua, si riduce il molo deltransfer.
Questo procedimento avviene sia attraverso la categorizzazione a livello
cognitivo dei suoni della L2 e sia attraverso l’acquisizione di abitudini
articolatorie nuove.
L’analisi contraccettiva non è da sola sufficiente a spiegare tutti i meccanismi
che influenzano l’acquisizione fonologica di un’altra lingua, infatti, molti studi
evidenziano anche l’importanza di fattori evolutivi che fanno parte degli
9Ibidem,BerniniG.,Enciclopediadell’italiano,2010
15
Universali Linguistici10 comuni a tutte le lingue e, negli anni, si sono create due
scuole di pensiero relative al loro studio. Nello studio di Noam Chomsky
(1958/1965) e della sua Grammatica Universale 11 (GU) gli Universali
Linguistici sono principalmente ascrivibili all’acquisizione della propria L1 e
infatti essi si presentano come strutture universali accessibili a tutti e a cui ogni
individuo accede nella costruzione della propria lingua madre. Nel caso
dell’apprendente di una L2 però, si ha un accesso limitato o nullo alla GU.
Altro approccio metodologico teso a spiegare fenomeni di acquisizione della L2
è quello tipologico-funzionale di Joseph Greenberg 12 che identifica gli
Universali Linguistici come generalizzazioni induttive dei diversi livelli
linguistici partendo da lingue geograficamente e tipologicamente distanti tra
loro.
Tra le ricerche tipologiche importanti sono gli studi di Fred R. Eckman (1977) e
della sua Markedness Differential Hypothesis13 (MDH) secondo la quale un
apprendente di una L2 avrà meno difficoltà ad acquisire un suono meno marcato
della L2 rispetto alla marcatezza che ha lo stesso suono nella sua L1. Al
contrario dunque un suono più marcato in L2 e non marcato nella L1 sarà più
difficile da apprendere.
10Iltermineuniversalilinguisticiindical'insiemediproprietàcherisultanocomuniatuttelelinguedelmondooperlomenoaunaltonumerodiesse.Alcuniu.sonoovvi:peres.,tuttelelinguehannosiavocalisiaconsonanti,tuttehanno risorse appropriate adesignare gli oggetti (i ''nomi'').Altri sonomenovisibili a unnonesperto:tutte le linguehannoparoleper esprimere localizzazione spaziale, come "qui" e "lì"; le consonanti sonopiùnumerose delle vocali (il caso inverso, di lingue con più vocali che consonanti, sembra rarissimo: cosìl'hawaiano);traleconsonanti,cenesonoalcunechenonmancanoinnessunalingua(così/k/,/m/,/b/),elastessacosaaccadeperlevocali/i/,/u/e/a/;isuoninasaliesistonosolosecisonolecorrispondentiocclusivenonnasali(inpratica,c'è/m/solosec'è/b/),ecc.Altriu.,infine,esprimonocorrelazionicomplesse:unalingua,sehavocalinasali(comeilfrancese/ã/di/grã/grand"grande"),haanchevocalinonnasali(come/a/di/pas/passe"(egli)passa"),manonèverol'inverso,cioènonesisteneppureunalinguacheabbiavocalinasalimasiaprivadiquellenonnasali.Dawww.treccani.it11Teorialinguisticachepostulacheiprincipidellagrammaticasianocondivisidatuttelelingue,esianoinnatipertuttigliesseriumani.12Linguistaedantropologostatunitense,specializzatonellecultureafricaneeconosciutopercontroversilavorinell'ambito della tipologia linguistica e nella classificazione delle lingue, respinti come pseudoscienza dallamaggioranzadeglistudiosi.Dawww.wikipedia.it13Questa ipotesipostulacheladifficoltàdellestrutturesonoredellaL2dipendanonsoltantodalledifferenzetra L2 e L1, ma anche dal grado di marcatezza delle strutture nelle rispettive lingue. Ad esempio, é statodimostratocheiltratto[sonoro]delleostruentidiunaL2vieneacquisitodifficilmenteneicontestifonotatticimarcati–comelaposizionefinaledisillaba–selaL1nonpossiedeostruentiintalecontesto.
16
I processi di apprendimento e sviluppo fonetico variano nel tempo e sono
rilevabili sia da uno sviluppo non regolare nel tempo e sia dalle influenze che
l’apprendente subisce, come ad esempio le influenze fonologiche della L1, le
fossilizzazioni e i ripensamenti. La difficoltà per uno straniero non è tanto quella
di apprendere la differenza fonematica ma quanto metabolizzarne la differenza
nell’uso quotidiano.
Da ciò si evince come apprendenti di una lingua L2 strutturalmente simile alla
lingua madre incontreranno maggiori difficoltà causate dalle interferenze della
L1; mentre per apprendenti con strutturali diversità tra L2 e L1 si
considereranno maggiormente gli Universali Linguistici14.
Vari studi hanno dimostrato come nel percorso di apprendimento di una L2 il
parlante faccia prima riferimento alle strutture e alle categorie che egli conosce
della sua L1 e solo successivamente, quando queste categorie risultano inefficaci
inizia ad utilizzare le strutture della L2.
Nell’insegnamento di una L2 bisogna quindi considerare gli stadi di
apprendimento e i processi universali indipendenti dalla L1 di partenza
dell’apprendente. Acquisire in maniera strutturata un fonema di L2 inesistente in
L1 richiede un periodo di apprendimento importante in cui la lingua di partenza
via via lascia posto all’incidenza della L215.
1.4. Tipologie di interferenze nell’acquisizione fonetica di una L2
Abbiamo visto come La L1 incida profondamente soprattutto nei primi stadi
acquisizionali della L2 ma quali sono le diverse interferenze, o transfer, che si
rilevano nell’interlingua dell’apprendente di una L2?
14Cfr. ItalianoLinguaDue,Vol.2n.1,2010,MastrantuonoE.,“Considerazioniteoricheeproposteapplicativesull’acquisizione della fonologia nell’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2”, in Italiano Linguaseconda/straniera.15Cfr. Costamagna L. e Marotta G., Processi fonetici e categorie fonologiche nell’acquisizione dell’italiano,Pacini,Ospedaletto,Pisa,2008,pagg.67-92
17
Le interferenze sono state definite da Max Weinreich in un suo famoso lavoro
del 195316 e vengono classificate in:
1. ipodifferenziazione dei fonemi:si verifica quando il parlante
confonde due fonemi della L2 che non sono distinti nella sua L1;
2. iperdifferenziazione dei fonemi: il parlante trasferisce
differenziazioni fonematiche della L1 nel sistema fonematico della
L2. Ad esempio in tedesco ed in inglese le doppie non hanno
valore fonematico al contrario del valore che assumono in italiano.
3. Reinterpretazioni delle distinzioni: il parlante distingue suoni che
sono ridondanti nella L2 ma fondamentali nella L1. È il caso, per
esempio, di un parlante giapponese che distingue la lunghezza
vocalica nella sua L1, caratteristica non presente nell’italiano.
4. Sostituzione dei foni: il parlante assegna una pronuncia diversa a
fonemi uguali nella L1 e nella L2. Ad esempio, un parlante inglese
che pronuncia il suono [t] in italiano con le caratteristiche del
suono inglese attuando quindi una sostituzione.
Weinreich, analizzando questi casi di interferenza, ne descrive un altro che ha
caratteristiche principalmente psicologiche che influenzano il parlante, ovvero il
caso dell’ipercorrettismo, in cui il parlante nel preoccuparsi di ipodifferenziare
le distinzioni fonematiche di una L2, eccede nella correzione.
La conseguenza di tutti questi casi di interferenza è la difficoltà quindi di
apprendere la pronuncia di una L217.
16WeinreichMax,Languages in contact: findingsandproblems,NewYork,1953.PerWeinreich il terminediinterferenza implica la “risistemazione delle strutture risultanti dall’introduzione di elementi stranieri neidominidella linguapiùcomplessamentestrutturati,adesempionellamaggiorpartedelsistemafonemico, ingran parte dellamorfologia e della sintassi. e in certe aree del vocabolario (la parentela, il colore, il tempoecc.)”(UrielWeinreich2008,pag.3).17Cfr.CostamagnaL.,Insegnareeimpararelafonetica,Paravia-Scriptorium,Torino,2000,pagg.69-70
18
1.5 Acquisizione dei fonemi marcati: le consonanti affricate
La difficoltà di un’apprendente dell’italiano come L2 si evidenzia
principalmente nell’acquisizione consonantica e in particolare di quelli che sono
i fonemi marcati. Non essendo tra i fonemi più frequenti nelle varie lingue
risultano ostici per lo straniero a causa della scarsa naturalezza dei segmenti più
complessi.
Il sistema fonologico italiano è caratterizzato dalla presenza di fonemi marcati
quali: [ʦ], [ʥ], [ʧ], [ʤ], [ʎ], [ɲ]. Nel processo del loro apprendimento si attuano,
generalmente, processi di sostituzione che ne semplificano la pronuncia come
nel caso di [ʦ] e [ʥ] che vengono resi rispettivamente con [s] e [z]18. I fonemi
marcati vengono appresi in tempi più lunghi ed hanno bisogno di un’esposizione
percettiva ed un elevato uso produttivo affinché si inseriscano stabilmente nel
sistema fonologico dell’interlingua di un apprendente. Proprio questi fonemi
marcati saranno l’oggetto dello studio che verrà presentato nel prossimo
capitolo.
Le consonanti affricate, del sistema fonologico italiano, rappresentano
articolazioni consonantiche sorde o sonore prodotte articolando un’occlusione e
rilasciandola al fine di realizzare una costrizione che generi un periodo
prolungato di frizione. In italiano abbiamo l’affricata alveolare sorda [ʦ] e
quella sonora [ʥ] che corrispondono al grafema /z/; la post alveolare o
palatoalveolare sorda [ʧ] e la sua variante sonora [ʤ] che invece corrispondono
ai grafemi /c, g/ seguiti da /i/.19 Esempi di realizzazione dei suoni sopra citati
sono (in ordine):pizza, azienda, caccia e giovo.
Per quanto riguarda la realizzazione della consonante nasale il velo palatino è
abbassato ed il passaggio rinofaringale è aperto per permettere all’aria di
fuoriuscire dalle cavità nasali. Tale meccanismo è fondamentale nella
contrapposizione consonantica tra suoni orali e suoni nasali.
18Ibidem,CostamagnaL.,Paravia-Scriptorium,Torino,2000,pag.7119Cfr.GiliFivelaB.,Affricate,inwww.treccani.it
19
La nasale palatale sonora [ɲ] rientra tre le consonanti lunghe per posizione,
quelle cioè prive di una controparte breve, un esempio della suo realizzazione è
in termini come pigna pi[ɲ:]a e gnomo [ɲ:]omo.20
Le consonanti laterali vengono chiamate così in quanto, nella loro produzione,
la lingua assume una particolare forma che permette all’aria di fuoriuscire dai
suoi lati. Si realizza una completa chiusura della nella parte mediana della cavità
orale e un abbassamento dei bordi della lingua. La laterale palatale sonora [ʎ] è
resa con il trigramma /gli/21, come nella parola aglio.
I fonemi marcati rappresentano suoni di non facile realizzazione anche per
l’italiano madrelingua, ovvero per il bambino che impara l’italiano in quanto
l’apprendimento di tali fonemi richiede tempo. Per il parlante straniero le
difficoltà aumentano se non ha, nella sua L1, un suono corrispondente.
Nell’ultimo capitolo della presente ricerca verranno analizzati i tentativi di
realizzazione di tali suoni in parlanti stranieri apprendenti dell’italiano come L2,
e le possibili differenze a seconda delle influenze della L1 e del periodo di
permanenza in Italia.
20Cfr.,CalamaiS.,Nasali,inwww.treccani.it21Cfr.,GianniniA.,Laterali,inwww.treccani.it
20
CAPITOLO 2
Le lingue dell’Africa
Il continente africano è sicuramente uno dei più ricchi per quanto riguarda la
varietà linguistica. Si calcola che le lingue parlate siano oltre due migliaia22, la
maggior parte delle quali è utilizzata da gruppi etnici spesso numericamente
ristretti. Se da u lato ciò porta ad un interessante sviluppo plurilingue ha, per
contro, una difficile reperibilità nello studio e nella ricerca di informazioni
poiché scarse sono le risorse a cui possiamo attingere.
La classificazione linguistica finora più utilizzata è quella di Joseph Greenburg
che, nel 1963, con la pubblicazione di “The Languages of Africa”23 propose la
più accurata suddivisione degli idiomi africani. Greenburg suddivise le lingue
del continente in famiglie linguistiche, testandone le somiglianze lessicali e
sintattiche. In questo modo, risultarono esserci tre gruppi principali, o phyla.
1. Le lingue nilo-sahariane:
Il gruppo linguistico nilo-sahariano ricopre un’area molto vasta. Tra le numerose
lingue di questo gruppo, vanno ricordate (soprattutto per motivi politici) le
lingue parlante in alcune aree del Sudan come il nubiano e il fur parlato
dall’etnia che dà il nome alla regione del Darfur. Nilo-sahariane sono anche la
lingua degli acholi nel Nord Uganda e il maasai parlato in Kenia. Ad ovest, il
wolof del Senegal ricopre notevole importanza, poiché assieme all’arabo è una
delle lingue più parlate nel paese.
22Cfr.,www.ethnologue.com/region/Africa:”LivingLanguage:2139”[cit.]23Greenberg è anche noto per il suo sviluppo di un nuovo sistema di classificazione per le lingue africane,pubblicatonel1963.Lapartepiùcontroversadelsaggioèstatainoriginelapropostadelladefinizionediunafamiglia linguistica nilo-sahariana, che in seguito fu tuttavia accettata dagli specialisti di lingue africane. Dawww.wikipedia.it
21
2. Le lingue Nigar-Congo-Kordofanino:
è uno dei ceppi linguistici più ampi al mondo. Delle lingue del gruppo Niger-
Congo-Kordofaniano la famiglia più conosciuta è quella bantu, alla quale
appartengono circa 450 lingue. Il gruppo bantu è uno dei più studiati dai
linguisti e africanisti, poiché, oltre a possedere una notevole uniformità
tipologica, ricopre un’area vastissima che percorre tutta l’Africa sud-equatoriale.
Tra le più importanti vanno ricordate, oltre al già citato zulu, loisixhosa, il
chivenda e il sesotho del Sudafrica, il kinyarwanda in Ruanda, il luganda in
Uganda e il kikuyu in Kenia.
3. Lingue Afro-Asiatiche:
La famiglia delle lingue Afro-Asiatiche è molto complessa. Molte delle lingue
del gruppo Afro-Asiatico sono antichissime e molte altre si sono estinte, come
l’antico egiziano e il ge’ez, ora utilizzato come lingua della chiesa ortodossa in
Etiopia. Tra le lingue attualmente parlate, vanno ricordate le lingue berbere,
parlate in molte zone del Nord Africa, le lingue chadiche, come l’hausa
parlatoin Nigeria e Niger e lingue cuscitiche, come il somalo, l’afar, l’oromo e
l’amarico, lingua ufficiale in Etiopia.
Da non sottovalutare, inoltre, la colonizzazione che l’Africa ha subito e subisce
da secoli infatti, lingue quali l’inglese e il francese sono considerate e utilizzate
come “lingue burocratiche” a differenza delle altre lingue locali nate
principalmente per scopi commerciali. Un esempio è il Pdgin, lingua che nasce
dall’esigenza di creare una comunicazione unica in zone fortemente multi-
linguistiche e generalmente caratterizzata da strutture lessicali semplici con
termini riconosciuti validi in entrambe le lingue a confronto.
Nell’ampio panorama che fin qui si è cerato di illustrare, seppur in maniera
sommaria e frammentaria di particolare interesse risultano alcune lingue (e
etnie) ai fini dello studio che, più avanti, si presenterà. Le lingue in oggetto che
saranno presentate sono: Bambara, Wolof, Mandugno, Jola e Pulaar.
22
2.1. Bambara
I Bambara sono un gruppo etnico di circa 2,5 milioni di persone che vive
principalmente in Mali, alcune comunità più piccole risiedono anche in Burkina
Faso, Guinea e Senegal. Essendo l’etnia Bambara particolarmente numerosa
appare evidente come la diffusione della lingua sia di notevole rilevanza. Senza
addentrarci in caratteristiche etniche. La riflessione si soffermerà sulle
caratteristiche linguistiche. Dagli studi, non molto numerosi, e dalle ricerche
effettuate su questa lingua si nota la sua ortografia stabile, la distinzione nel
parlato di tre toni: basso, modulato ascendente e alto. Proprio i toni permettono
la differenziazione tra parole diverse ma scritte allo stesso modo.
In Bambara la lettera c si pronuncia [tf]
J si pronuncia [dg]
U = [g] ò =[C]
N dopo vocale forte subisce una nasalizzazione
S e g si pronunciano sorde [s] e [g]
Di rado [n] è pronunciata [ng]
Importate per la diffusione della cultura maliana e della lingua Bambara è
sicuramente la pubblicazione del “Vocabolario Bambara-Italiano” (Eut 2008) a
cura della studiosa, traduttrice e scrittrice maliana Mah Aissata Fofana.
2.2 Wolof
Il Wolof è la più importante delle lingue senegalesi, parlato e capito da oltre
l’80% della popolazione. Molto diffusa, è quasi una sorta di lingua franca anche
in Gambia. Fa parte della grande famiglia delle lingue del Niger-Congo che a
partire dal XVIII secolo si inizia a scrivere utilizzando la grafia latina.
A livello grammaticale è una lingua molto interessante. Influenzata a livello di
classi nominali dalle lingue Bantu, il Wolof non dà particolare rilevanza alla
cronologia dell’azione. A livello terminologico sono state adottate parole
23
europee e arabe con modificazioni di significato. Il Wolof infine è una lingua
priva di toni quindi sostanzialmente semplice da pronunciare. Alcune particolari
caratteristiche sono:
le vocali lunghe sono raddoppiate
e si pronuncia [e]
n si pronuncia [n]
c si pronuncia [tf]
x si pronuncia [x]
j si pronuncia [dg]
2.3 Mandingo (o Mandinka)
I Mandingo rappresentano uno dei gruppi maggioritari in Africa Occidentale
appartenenti in larga parte al Gambia, ma presenti anche in Mali, Burkina Faso,
Costa d’ Avorio, Guinea Bissau, Senegal. Le lingue parlate fanno parte di un
gruppo di dialetti appartenenti alle lingue Mande.
Lingua bi-tonale (tono alto e tono basso), in Senegal e in Gambia il Mandingo
sta assumendo un ulteriore accento che va a differenziare il significato di due
parole uguali graficamente.
Tutte le vocali possono essere lunghe o corte e non ci sono suoni nasali. Altre
caratteristiche consonantiche sono:
j e c sono pronunciate approssimativamente come [dy] e [ty]
p si trova nei termini in prestito dal Francese
r (principalmente in termini in prestito e onomatopeici) riprodotta come
l’allofono intervocalico [d].
2.4 Jola (o Diola)
I Jola sono un gruppo etnico che si è stabilito in Gambia, Senegal e Guinea
Bissau. In Senegal popolano principalmente la zona di Casamance che divide il
24
Senegal dal Gambia e dalla Guinea. Il Jola linguisticamente fa parte delle lingue
atlantico-occidentali e risulta essere costituto da una serie di dialetti con
variazioni per lo più vocaliche che non impediscono la comprensione reciproca.
Costituito da nove classi nominali, il Jola è più vicino linguisticamente alle
lingue bantu, rispetto alle lingue del suo stesso gruppo come il Wolof.
Ma, come nel nel Wolof, le vocali lunghe si raddoppiano e la j si pronuncia [di]
il che spiega l’ortografia Jola o Diola.
2.5 Pulaar
In francese è detto Peul e fa parte delle lingue Fula della famiglia linguistica
della zona Niger-Congo. Parlato principalmente in Senegal, Gambia, Guinea
Bissau e Mali. È una lingua non tonale basata su radici verbo-nominali da cui
sono derivati nomi e altre parole modificate tramite l’uso di suffissi. Una
caratteristica interessante è il mutamento consonantico a inizio nome o verbo
che differenzia il plurale dal singolare. I verbi hanno tre forme: attiva, media e
passiva. Altre caratteristiche sono:
b e d sono vicine a [b] e [d] ma più “esplosive”,
n si pronuncia [ng]
y è vicina al suono [g] ma “glottizzato” (pronuncia in fondo alla gola)
raddoppiamento delle vocali lunghe.
25
CAPITOLO 3
Acquisizione fonetica dei fonemi marcati in migranti provenienti dall’Africa
Occidentale
I dati analizzati in questa sede sono stati raccolti presso lo SPRAR di Lecce che
accoglie ragazzi che provengono dall’Africa Occidentale e che alle spalle hanno
storie difficili, toccanti e. il più delle volte, quasi incredibili.
I dati sono stati raccolti sul campo da chi scrive, in qualità di Mediatrice
Linguistica. La maggior parte delle volte, all’interno della Comunità, si
affrontano temi del quotidiano e, fatto salvo l’uso dell’italiano in questi contesti
quotidiani, l’inglese e il francese sono le lingue veicolari principalmente
utilizzate con gli ospiti, soprattutto quando è richiesta una comprensione totale e
non equivoca del messaggio, con lo scopo di garantire un supporto completo e
avviare gli ospiti ad un percorso di autonomia in vista della loro uscita dal
sistema assistenziale dei progetti di accoglienza.
Non pochi sono stati i casi in cui, parlando in italiano, ci sono stati
fraintendimenti generati o da costrutti o parole non ancora note allo straniero o
di tratti prosodici e fonetici non ancora acquisiti. Ma l’incomprensione tra ospite
ed operatore è un rischio calcolato e dopo un po’ si impara ad utilizzare tratti
prosodici differenti anche a seconda dell’ospite col quale s’interagisce.
Nel confronto invece con le istituzioni (quali Questure, Commissioni per il
riconoscimento della protezione internazionale, Medici) il rischio di non capire è
alto, tanto più che l’ansia e la preoccupazione aumentano, mettendo in difficoltà
anche la scarsa comprensione dell’italiano che ha il parlante non madrelingua.
Ragion per cui l’utilizzo e la conoscenza, da entrambe le parti, di una lingua
veicolare si rende necessario.
26
Dall’esigenza di trasmettere anche una certa regolarità e, perché no, anche
sicurezza, nasce la necessità di insegnare agli ospiti l’italiano. Chi più, chi meno,
al momento dell’arrivo in una “Comunità di Accoglienza”, riesce ad esprimersi
minimamente nella nostra lingua e l’obiettivo dell’équipe è quindi quello di
incrementare e aumentare questa conoscenza sia attraverso l’inserimento
scolastico sia attraverso le lezioni di alfabetizzazione interne.
Durante le lezioni di italiano si può notare come gli studenti siano molto
interessati all’apprendimento della regola grammaticale e attenti durante le
lezioni frontali, piuttosto che quando si utilizzano metodi di insegnamento meno
convenzionali.
Lezioni di gruppo, lezioni singole o aiuto nello svolgimento nei compiti dati a
scuola, fanno sì che l’operatore e l’ospite mettano in discussione il proprio
sistema linguistico. L’operatore nello sforzo di farsi capire in italiano e di
trasmettere il messaggio e l’ospite nel tentativo di comprendere e, a sua volta, di
rispondere in maniera adeguata.
L’apprendimento di una lingua straniera è sicuramente avvantaggiato dalle
situazioni e contesti naturali di confronto con l’esterno, ma è stimolato e
accelerato soprattutto dal rapporto quotidiano con l’operatore/insegnate di
italiano.
L’idea di svolgere i test linguistici presentati in questa tesi nasce dalla
consapevolezza e dalla voglia di consegnare agli ospiti della comunità una
conoscenza della lingua italiana che sia la più adeguata e funzionale possibile in
vista della loro uscita dal progetto e, quindi, in vista del confronto con il mondo
reale.
27
3.1 I parlanti
I parlanti del campione preso esame, in tutto 11, sono stati suddivisi in due
gruppi; l’elemento discriminante è dato dal periodo di tempo che ciascuno di
essi ha trascorso in Italia.
Di seguito vengono presentate due tabelle che riassumono le informazioni
raccolte dopo aver somministrato al gruppo di parlanti un Test informatore per
la raccolta delle informazioni (vedi allegato: Test informatore).
Nella Tabella 1 sono elencati i parlanti africani con permanenza in Italia da un
anno o più.
Provenienza Età Lingua
madre
Altre
lingue
parlate
Scuole
nel
paese
di
origine
Scuole in
Italia
Residenza
in Italia
1 Mali 19 Bambara Francese,
Mandingo
6 anni Scuola
alberghiera,
I° anno
2 anni
2 Mali 17 Bambara Pulaar No CPIA 1
anno
1 anno
3 Senegal 17 Wolof,
Pulaar
Francese,
Bambara,
Pulaar,
Wolof
6 anni CPIA 1
anno
1 anno
4 Senegal 17 Wolof Pulaar No CPIA 1
anno
1 anno
5 Senegal 19 Wolof Francese,
Bambara,
Pulaar,
Wolof
6 anni ITIS I° anno 2 anni
28
Come si evince da quanto schematizzato, i parlanti provengono tutti da zone
francofone dell’Africa ma non tutti parlano o comprendono il francese (anche ad
un livello medio-basso) poiché il loro trascorso scolastico – culturale è
pressoché limitato. Osserviamo appunto come i parlanti 2 e 4 non abbiano mai
frequentato le scuole nel loro paese di origine provenendo da contesti familiari
molto poveri e il loro livello di alfabetizzazione al momento dell’arrivo in Italia
era, infatti, molto basso. Hanno, così, iniziato ad apprendere a leggere e scrivere
partendo da una scolarizzazione di base proprio nel periodo trascorso in Italia. In
base anche a tale periodo osserviamo come i parlanti 1 e 5 abbiano frequentato il
primo anno di una scuola superiore professionale. Il parlante 3, sebbene molto
dotato e con un buon percorso scolastico avviato nel suo paese di origine, data la
sua minore permanenza in Italia continuerà gli studi successivamente.
Un ulteriore dato importante è caratterizzato dalle lingue parlate; tutti infatti,
oltre alla propria lingua madre, hanno competenze avanzate in altre lingue per
loro veicolari.
Nel Tabella 2 sono invece elencati i parlanti che si trovano in Italia da meno di
un anno.
Provenienza Età Lingua
madre
Altre
lingue
parlate
Scuole
nel
paese
di
origine
Scuole in
Italia
Residenza
in Italia
1 Gambia 17 Mandingo Inglese 3 anni Corso di
Alfabetizzazione
5 Mesi
2 Gambia 17 Mandingo Wolof No Corso di
Alfabetizzazione
5 Mesi
29
3 Gambia 18 Mandingo Wolof,
Jola
No Corso di
Alfabetizzazione
5 Mesi
4 Ghana 18 Inglese Inglese,
Wolof
6 anni CPIA 6 mesi 7 Mesi
5 Mali 17 Bambara Francese No Corso di
Alfabetizzazione
5 Mesi
6 Gambia 16 Mandingo Bambara,
Pulaar,
Wolof
6 anni Corso di
Alfabetizzazione
7 Mesi
Tab. 2
Qui troviamo elencati parlanti provenienti da paesi sia anglofoni che francofoni.
Solo tre di essi (parlanti 1, 4 e 6) hanno avuto un percorso scolastico più o meno
breve, mentre i parlanti 2, 3 e 5 non sono mai andati a scuola. Questi ultimi
hanno un bassissimo livello di alfabetizzazione e, solo in Italia, stanno
imparando a leggere e scrivere. Tutti i parlanti attualmente frequentano un corso
di alfabetizzazione per il conseguimento della licenza media. Possiamo
osservare che i parlanti in grado di esprimersi in altre lingue veicolari oltre la
loro lingua madre e i contesti culturali di partenza sono più o meno simili.
Tranne il parlante 5, che utilizza come lingua veicolare anche l’inglese, gli altri
parlanti non hanno conoscenza di altre lingue europee.
In breve: osserviamo di seguito la percentuale relativa al tempo che i parlanti
stranieri hanno trascorso in Italia.
30
3.2 Le tecniche di elicitazione
Nella preparazione dei test somministrati agli informanti sono stati utilizzati
termini per lo più di uso comune e facilmente riconoscibili al parlante. Quelli
sconosciuti sono stati poi spiegati cogliendo l’occasione per fare imparare parole
nuove. La somministrazione è avvenuta in ordine casuale e in diversi momenti.
L’obiettivo è quello di aumentare la capacità relazionarsi con un parlante
straniero nell’insegnamento della lingua italiana come L2 e di perfezionare
anche le tecniche utilizzate per rendere l’esperienza dell’apprendimento positiva
e stimolante e, quindi, meno frustrane.
Ad entrambi i gruppi sono stati somministrati i medesimi questionari. I parlanti
sono stati intervistati individualmente e le loro produzioni registrate. In una
seconda fase le registrazioni sono state sbobinate e i fonemi marcati sono stati
riascoltati più volte al fine di individuare le caratteristiche di pronuncia.
Nel Test per immagini (vedi allegato 2) i parlanti sono stati invitati ad esprimere
specifiche frasi al fine di valutare il livello di pronuncia dei fonemi marcati.
Parlannstranieri
InItaliada1anno InItaliada2anni InItaliada5mesi InItaliada7mesi
31
Contestualizzandoli in espressioni del quotidiano o riconoscendo immagini a
loro familiari.
Il Test è articolato in diversi sezioni: per ogni fonema marcato vengono proposte
cinque diverse frasi. Osserviamo infatti come in alcuni casi, ad esempio
nell’enunciazione per elenco dei mesi dell’anno, i fonemi che in questa porzione
di Test sono presi in esame siano nascosti in diverse posizioni all’interno delle
parole. In altre frasi al parlante è richiesto semplicemente di conoscere l’oggetto
presentato nella foto; mentre in altri casi le risposte alle domande poste
dall’intervistatore sono connesse a situazioni e/o eventi del quotidiano.
Nel Test di lettura. I parlanti sono invitati a leggere 30 frasi, 5 per ogni fonema
marcato oggetto d’analisi. Anche in questo caso, ogni fonema analizzato si trova
in differenti posizioni: iniziale, centrale o finale, all’interno delle parole.
Lo studio, in questo caso, è svolto allo scopo di analizzare la realizzazione dei
fonemi marcati quando l’attenzione del parlante è principalmente concentrata
sulla lettura e, quindi, vi è uno sforzo maggiore nella realizzazione delle frasi a
discapito della reale comprensione del significato.
3.3 Risultati attesi
Dai dati raccolti, analizzando i dati della Tabella 1 ci aspettiamo che
l’acquisizione dei fonemi marcati sia qui più sviluppata data la maggiore
permanenza in Italia dei parlanti e data il più elevato livello di scolarizzazione.
Altro fattore interessante è la lingua di partenza dei parlanti che, provenienti da
paesi francofoni, anche nelle lingue originarie dei loro paesi francofoni
esprimono suoni tendenzialmente simili a quelli dei loro storici colonizzatori.
Abbiamo però, nella Tabella 2, parlanti che non potendosi affidare a lingue
veicolari quali il francese o l’inglese, hanno dovuto approcciarsi direttamente,
senza mediazioni, all’italiano. Non essendo quindi influenzati da lingue europee
si potrebbe pensare ad un’acquisizione dei fonemi marcati meno influenzata
32
rispetto all’italiano acquisito dai parlanti della Tabella 1. Ma l’influenza delle
loro lingue di origine sarà sicuramente inevitabile sia in termini positivi che
negativi.
3.4 Analisi dei dati raccolti, Gruppo 1
Di seguito andremo ad analizzare e osservare i dati che sono stati raccolti
durante la somministrazione dei Test.
Il primo gruppo di parlanti preso in esame (Tabella 1) è composto
principalmente da coloro che sono residenti in Italia da uno più di un anno.
All’interno del gruppo stesso notiamo delle notevoli differenze di pronuncia dei
fonemi in esame. Di seguito verranno riportate le realizzazioni dei fonemi
marcati, evidenziando il tipo di errore commesso qualora ci sia.
Legenda delle sigle:
P = Parlante
Lm = Lingua madre
3.4.1 Test per immagini
1. [ʦ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Canzone kanʦone kansone P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Terzo tɛrʦo terzo
terso
P: 1,5
P: 2,3,4
- Tentativo > di
produrre suono
33
Lm: Bambara,
Wolof
L1
-Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Marzo marʦo marso P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zampa ʦampa sampa P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zucchero ‘ʦukkero ‘sukkero P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
2. [ʣ]
Parola
in
esame
Pronuncia corretta Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Pranzo pranʣo pranso P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zanzara ʣanʣara zanzara
sansara
P: 1,5
P: 2,3,4
Lm: Bambara,
Wolof
-Tentativo > di
produrre suono
L1
-Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zaino ʣaino zaino P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Tentativo > di
produrre suono
L1
Orzo ɔrʣo orzo P: tutti
Lm: Bambara,
Tentativo > di
produrre suono
34
Wolof L1
Zenzero ‘ʣenʣero ‘sensero P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
3.[ʧ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Cena ʧena ʧena P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
Ciao ʧao ʧao P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
Cipolla ʧipolla ʧipolla P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
Cioccolato ʧokkolato ʧokkolato P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
Cinque ʧinqwe ʧingue P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
4.[ʤ]
Parola
in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della L1 Errore
Gennaio ʤennajo ʤennajo P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
35
Giocare ʤokare ʤokare P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
Pioggia piodʤa piodʤa P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore. Influenza
positiva di L1 su L2
Maggio madʤo Majjo P: 2, 3, 4
Lm: Bambara,
Wolof
Riproduzione del suono
di L1
Giugno ʤuɲɲo jiuɳo P: 2, 3, 4
Lm: Bambara,
Wolof
Riproduzione del suono
di L1
5.[ɲ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Spagna spaɲɲa espaɲɲa P: 1, 2
Lm: Bambara,
Wolof
Influenza da L1 e da
francese
Ragno raɲɲo raɲo P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore, ma suono
lenito
Legno leɲɲo leɲo P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore, ma suono
lenito
Montagna montaɲɲa montaɲa P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore, ma suono
lenito
Bagno baɲɲo baɲo P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore, ma suono
lenito
36
6. [ʎ]
Parola
in esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della L1 Errore
Aglio aʎʎo alio P: tutti
Lm: Bambara, Wolof
Sostituzione del
fonema con laterale
alveolare 1
Foglie foʎʎe folie P: tutti
Lm: Bambara, Wolof
Sostituzione del
fonema con laterale
alveolare 1
Bottiglia bottiʎʎa botilia P: tutti
Lm: Bambara, Wolof
Sostituzione del
fonema con laterale
alveolare 1
Maglia maʎʎa malia P: tutti
Lm: Bambara, Wolof
Sostituzione del
fonema con laterale
alveolare 1
Sveglia zveʎʎa zvelia P: tutti
Lm: Bambara, Wolof
Sostituzione del
fonema con laterale
alveolare 1
3.4.2 Test di lettura
1. [ʦ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Zona ʦona sona P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Zio ʦio sio
zio
P: 2, 3, 4
P: 1,5
Lm: Bambara,
Realizzazione con
fricativa alveolare s
or z
37
Wolof - Tentativo > di
produrre suono L1
Attenzione attenʦjone atensione P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Pazzia paʦia passia P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Pazienza paʦiɛnsa pasiensa P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
2. [ʣ]
Parola
in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della L1 Errore
Zero ʣero sero P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Zitto ʣitto sitto P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Alzare alʣare alsare
aldzare
P: 2, 3, 4
P: 1,5
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
- No errore
Spaziosa spaʣiosa spasiosa P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Zaino ʣaino saino P: tutti
Lm: Bambara,
Realizzazione con
fricativa alveolare s
38
Wolof
3. [ʧ]
Parola
in esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Voce voʧe voʧe P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore
Cesto ʧesto ʧesto P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore
Cinema ‘ʧinema ‘sinema P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
Amici amiʧi amiʧi P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
No errore
Medicine mediʧine medisine
mediʧine
P: 2, 3, 4
P: 1,5
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
fricativa alveolare s
-No errore
4. [ʤ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Pagine ‘paʤine pajine P: tutti
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Giornate ʤornate ʤornate P: tutti
Lm: Bambara,
No errore
39
Wolof
Giovane ‘ʤovane Jovane P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
approssimante palatale
j
Gita ʤita jita P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
approssimante palatale
j
Giusto ʤiusto justo P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
approssimante palatale
j
5. [ɲ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Ogni oɲɲi onni P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
nasale alveolare n
Sogno soɲɲo soɲo P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
nasale alveolare ɲ
Ognuno oɲɲuno oɲɲuno P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
nasale alveolare ɲ
Cagnolina caɲɲolina caɲolina P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
nasale alveolare ɲ
Pugni puɲɲi punni P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione con
nasale alveolare ɲ
40
6. [ʎ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Tovaglia tovaʎʎia tovallia P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Sostituzione
del fonema con
laterale
alveolare
allungata 1
Tagliato taʎʎiato taliato P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Sostituzione
del fonema con
laterale
alveolare 1
Figli fiʎʎi filli P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Sostituzione
del fonema con
laterale
alveolare 1
Meglio meʎʎio mejio
mellio
P: 1, 5
P: 2, 3, 4
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con
approssimante
palatale j
- Sostituzione
del fonema con
laterale
alveolare 1
Moglie moʎʎie mojie
mollie
P: 1, 5
P: 2, 3, 4
Lm: Bambara,
Wolof
Realizzazione
con
approssimante
palatale j
- Sostituzione
del fonema con
laterale
alveolare 1
41
3.5 Analisi dei dati raccolti. Gruppo 2
Come per l’analisi effettuata per il primo gruppo, vediamo ora quali sono le caratteristiche del secondo gruppo di parlanti in oggetto, ovvero i residenti in Italia da meno di un anno.
3.5.1 Test per immagini
1. [ʦ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Canzone kanʦone kansone P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Terzo terʦo tɛrso
P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Marzo marʦo marso P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zampa ʦampa sampa P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zucchero ‘ʦukkero ‘sukkero P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
2. [ʣ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia del
parlante
Influenze della
L1
Errore
Pranzo pranʣo pranso P: tutti Realizzazione
42
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
con fricativa
alveolare s
Zanzara ʣanʣara sanzara
zansara
P:
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
P: 4,6
Lm: Mandingo,
Inglese
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
-Tentativo>di
produrre suono
L2
Zaino ʣaino saino P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Orzo ɔrʣo orso P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
Zenzero ‘ʣenʣero ‘senzero P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
alveolare s
3. [ʧ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Cena ʧena ʃena P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione con
fricativa post
alveolare ʃ
Ciao ʧao ʧao P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
No errore
Cipolla ʧipolla ʧipolla
cipola
P: tutti
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Realizzazione con
fricativa post
alveolare ʃ
- influenza
43
Lm: Inglese positiva di
L1 su L2
Cioccolato ʧokkolato ʧokkolato P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
No errore
Cinque ʧinqwe ʃingue P: tutti
Lm: Wolof, Pulaar,
Mandingo
Realizzazione con
fricativa post
alveolare ʃ
4. [ʤ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del
parlante
Influenze
della L1
Errore
Gennaio ʤennajo jennaio P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Giocare ʤokare jokare
giokare
P: 1,2,3,5,6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Lm: Inglese
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Realizzazione con
occlusiva velare g
Pioggia piodʤa piodja P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Maggio madʤo Madjo P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale
Giugno ʤuɲɲo Juno
jiuno
P: 1,2,3,5,6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Lm: Inglese
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Realizzazione con
occlusiva velare g
44
5. [ɲ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Spagna spaɲɲa espanja P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
nasale +
approssimante
palatale j
Ragno raɲɲo Lanno P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
nasale alveolare n
Legno leɲɲo lenno P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
nasale alveolare n
Montagna montaɲɲa montanja P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
nasale alveolare n
+ approssimante
palatale j
Bagno baɲɲo banjo P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
nasale alveolare n
+ approssimante
palatale j
6. [ʎ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Aglio aʎʎo alio
ajio
P: 1, 2, 3, 5, 6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare
1
45
Lm: Inglese
Foglie foʎʎe follie P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare
1
Bottiglia bottiʎʎa Botilia
botija
P: 1, 2, 3, 5, 6
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
P: 4
Lm: Inglese
Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare
1
Maglia maʎʎa malia P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare
1
Sveglia zveʎʎa ezvelia P: tutti
Lm: Bambara,
Wolof
Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare
1
3.5.2 Test di lettura
1. [ʦ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Zona ʦona sona
P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo,
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
Zio ʦio Sio
zio
P: 1, 2, 3, 5, 6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
46
Lm: Inglese - Tentativo
˃ di produrre
suono L1
Attenzione attenʦione Atensione
P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
Pazzia paʦia pasia P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
Pazienza paʦiɛnsa pasiensa P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
2. [ʣ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Zero ʣero sero
P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo,
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
Zitto ʣitto sito
zito
P: 1, 2, 3, 5, 6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Lm: Inglese
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
- Tentativo
˃ di produrre
suono L1
Alzare alʣare alsare
P: Tutti
Lm: Wolof,
Realizzazione con
fricativa alveolare
47
Pulaar, Mandingo
s
Spaziosa spaʣjosa espasjosa P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
Zaino ʣaino saino P: Tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
fricativa alveolare
s
3. [ʧ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Voce voʧe voʃe P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
postalveolare ʃ
Cesto ʧesto ʧesto P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
No errore
Cinema ‘ʧinema ‘ʃinema P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con fricativa
postalveolare ʃ
Amici amiʧi amiʃi
amiʧi
P: 1,2,3,5,6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4,
Lm: Inglese
Realizzazione
con fricativa
postalveolare ʃ
No errore
Medicine mediʧine mediʧne P: 1,2,3,5,6 Realizzazione con
48
mediʧine
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4,
Lm: Inglese
fricativa
postalveolare ʃ
No errore
4. [ʤ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Pagine ‘paʤine pajine P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Giornate ʤornate jo:nate P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Giovane ‘ʤovane jovane P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Gita ʤita jita P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Giusto ʤiusto jiusto P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Realizzazione con
approssimante
palatale j
5. [ɲ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Ogni oɲɲi oni P: tutti
Lm: Wolof,
Realizzazione
con nasale
49
Pulaar,
Mandingo
alveolare n
Sogno soɲɲo sono P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con nasale
alveolare n
Ognuno oɲɲuno onnuno P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con nasale
alveolare n
Cagnolina caɲɲolina cannolina P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con nasale
alveolare n
Pugni puɲɲi puni P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar,
Mandingo
Realizzazione
con nasale
alveolare n
6. [ʎ]
Parola in
esame
Pronuncia
corretta
Pronuncia
del parlante
Influenze della
L1
Errore
Tovaglia tovaʎʎia tovalia P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
-Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare l
Tagliato taʎʎiato taliato P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
-Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare l
Figli fiʎʎi fili P: 1,2,3,5,6 -Sostituzione del
50
fiji
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4
Lm: Inglese
fonema con
laterale alveolare l
Realizzazione con
approssimante
palatale j
Meglio meʎʎo Melio P: tutti
Lm: Wolof,
Pulaar, Mandingo
Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare l
Moglie moʎʎe molie
mojie
P: 1,2,3,5,6
Lm: Mandingo,
Bambara
P: 4,
Lm: Inglese
-Sostituzione del
fonema con
laterale alveolare l
Realizzazione con
approssimante
palatale j
51
CONCLUSIONI
Il presente lavoro aveva come obiettivo quello di studiare la realizzazione dei fonemi
marcati in un preciso momento dello sviluppo linguistico dell’interlingua del parlante
ossia nel momento della somministrazione dei test.
In particolare, dai dati raccolti è stato osservato come, nonostante il diverso periodo
di tempo trascorso in Italia, i parlanti tendano ad essere ancora influenzati dalla loro
L1. Prendendo in considerazione alcuni fonemi marcati abbiamo osservato come
anche le lingue veicolari, quali l’inglese e il francese, tendano ad influenzare il
parlante; ad esempio in suoni come [ʧ], [ts], [gn].
I parlanti del primo gruppo, ossia quelli che risiedono in Italia almeno da un anno,
hanno definitivamente acquisito in maniera più profonda alcune strutture tipiche
dell’italiano, ma faticano ancora a riconoscere questi particolari suoni.
I parlanti del secondo gruppo, cioè quelli che risiedono in Italia da meno di un anno,
essendo da minor tempo a contatto con l’italiano, sono ancora nella fase di creazione
dell’interlingua.
I parlanti di entrambi i gruppi hanno mostrato, in maniera quasi analoga, che le
maggiori difficoltà di pronuncia dei fonemi marcati (e della parola che il contiene) si
hanno nella realizzazione verbale al momento dell’ostensione delle immagini, ossia
durante il Test per immagini. Trascurando, però, la pronuncia. L’attenzione e
l’interesse dei parlanti è stata maggiormente incentrata nella consegna del messaggio
in maniera funzionale e comprensibile.
In particolare, per i parlanti del primo gruppo si sono registrati:
1. la perdita dell’elemento occlusivo nelle affricate dentali sorde e sonore;
2. realizzazioni corrette delle affricate palatali sorde e sonore, tranne che per
alcuni casi – più frequenti nel test di lettura – per i quali i parlanti hanno
realizzato l’affricata palatale sonora come approssimante probabilmente per
influenza della L1;
52
3. lo scempiamento delle nasali palatali;
4. la resa con laterale alveolare della laterale palatale.
Per i parlanti del secondo gruppo, invece, si sono osservati:
1. la perdita dell’elemento occlusivo nelle affricate dentali sorde e sonore;
2. la perdita dell’elemento occlusivo nella realizzazione delle affricate palatali
sorde;
3. la realizzazione dell’affricata palatale sonora come approssimante o come
occlusiva velare (solo quest’ultima registrata nel Test per immagini);
4. la realizzazione con nasale + approssimante palatale j delle nasali palatali, nel
Test per immagini; con nasale alveolare nel Test di lettura;
5. la resa con laterale alveolare o con approssimante palatale j della laterale
palatale.
In generale possiamo osservare che durante la somministrazione del Test di lettura,
contrariamente a quanto osservato per quello relativo alle immagini, i parlanti hanno
concentrato la loro attenzione sul riconoscimento delle singole lettere e, quindi, sulla
realizzazione dei singoli fonemi. Nel primo gruppo, anche dato il livello maggiore di
scolarizzazione, i parlanti hanno dimostrato minori difficoltà nel leggere oltre che una
maggiore speditezza. Il secondo gruppo, pur con tempi di attesa nella lettura
maggiori, ha realizzato le frasi somministrate con pochi errori.
Per entrambi i gruppi, durante la somministrazione di questo test e differenza del
primo, l’ansia e lo stress sono stati indubbiamente più alti. L’incertezza e
l’insicurezza nel leggere la frase correttamente hanno aumentato lo stress dei parlanti
a discapito della comprensione stessa di quanto leggevano. Infatti, solo pochi
informanti hanno realmente compresso il significato delle brevi frasi prese in esame.
Invece, il contesto informale, quello creatosi durante le ostensioni delle immagini, se
per un verso ha aiutato i parlanti ad allentare la pressione, dall’altro, ha influenzato
53
negativamente la resa della pronuncia, che è resultata trascurata, grazie anche alla
convinzione degli intervistati che il ricercatore il avrebbe comunque compresi.
Come è stato già osservato, il fattore ansia che influenza l’apprendimento di una
lingua può avere differenti effetti, In questo caso, essendo l’ansia e lo stress da esame
relativamente bassi, non si sono avute ripercussioni negative. I parlanti, in un
contesto familiare e informale, sono risultati essere tranquilli di esprimersi, senza
esser giudicati positivamente o negativamente.
Assunto che nei test di lettura il fattore ansia è cresciuto, notiamo come non
necessariamente sia un elemento negativo; infatti, il parlante sotto pressione che
ricerca la pronuncia migliore, leggendo realizza i suoni con maggiore precisione,
sempre nei limiti dei livelli di L1 acquisiti.
Un altro fattore interessante è quello del tempo, infatti maggiore è il tempo di
permanenza in Italia e quindi maggiore il tempo di esposizione alle L2, maggiori
sono i casi di pronuncia corretta, anche dei foni marcati, per entrambi i test. Da ciò si
evince che da una maggiore esposizione ne deriverà un’influenza positiva per
l’apprendimento. Il parlante realizzerà così suoni che si avvicinino maggiormente al
sistema linguistico dell’italiano, riducendo le influenze della propria L1 o delle lingue
veicolari.
Infine osserviamo come molte lingue madri dei parlanti abbiamo tratti simili che a
loro volta influenzano più o meno sia la creazione delle strutture dell’interlingua e sia
la realizzazione della pronuncia dei suoni marcati presi in esame. Parlanti di una
stessa madre lingua (ad. esempio il Wolof) mostrano simili rese nella pronuncia dei
suoni anche a condizioni di permanenza differente in Italia. Inoltre notiamo come
paesi francofoni, quali il Senegal e il Mali subiscano l’influenza linguistica dei loro
colonizzatori e, pertanto, il suono prodotto ricorderà in alcuni casi suoni di origine
francese, riducendo quindi l’influenza della lingua madre, Wolof o Bambara.
Dall’analisi dei dati non mancano casi in cui, alcuni foni, come ʎ e ɲ, sembrano
creare analoghe difficoltà in entrambi i gruppi poiché sono suoni completamente
54
sconosciuti alle loro lingue di partenza. Mentre altri, come ʧ e ʤ, possono essere di
più facile realizzazione quando il parlante fa riferimento alle strutture universali della
L1.
Dai dati raccolti sono emersi, dunque, numerosi spunti per studi futuri relativi alla
possibile evoluzione della realizzazione dei foni presi qui in esame, a distanza di
tempo, al fine di analizzare e studiare gli eventuali progressi e/o lo stabilizzarsi della
pronuncia quando i suoni marcati qui esaminati siano stati acquisiti e utilizzati dal
parlante ormai in diversi contesti ed in maniera sistematica.
55
Allegato 1
Questionario informatore
____________gruppo
Informatore N° _____________
Sesso M F 1. Quanti anni hai?
_______________________________________________________________
2. Da dove vieni? _______________________________________________________________
3. Sei stato in altri paesi prima di venire in Italia? Quali? _______________________________________________________________
4. Hai frequentato corsi nei paesi in cui sei stato? _______________________________________________________________
5. Qual è la tua lingua madre? _______________________________________________________________
6. Parli altre lingue? Se si, quali sono? _______________________________________________________________
7. Sei andato a scuola nel tuo paese? Se si, per quanto tempo?
_______________________________________________________________
8. Come sei arrivato in Italia?
_______________________________________________________________
9. Da quanto tempo sei in Italia?
_______________________________________________________________
10. Sei andato a scuola in Italia? Se si, per quanto tempo?
_______________________________________________________________
56
11. Da quanto tempo studi l’italiano?
_______________________________________________________________
12. Con chi parli italiano più spesso?
_______________________________________________________________
13. Pensi sia utile conoscere l’italiano?
_______________________________________________________________
14. Ti sembra difficile imparare l’italiano?
_______________________________________________________________
15. Autovalutazione del livello di conoscenza dell’italiano: Conosco l’italiano:
Molto poco Poco Abbastanza bene
Bene Molto bene
57
Allegato 2 Test per immagini Il candidato verrà ascoltato mentre pronuncia i seguenti suoni in differenti contesti
(riconoscendo le immagini o rispondendo alle domande).
§ [ʦ]:
1. Che cosa fa la ragazza nella foto?
2. A che posto è arrivato l’omino di bronzo?
3. Quali sono i mesi dell’anno?
(Gennaio, Marzo, Maggio, Giugno, Luglio, Dicembre)
4. Come chiami il “piede” di un animale?
58
5. Cosa vedi nella foto?
§ [ʣ]:
1. Come si chiamo i pasti del giorno? (Pranzo/Cena)
2. Cosa vedi nella foto?
3. Cosa vedi nella foto?
59
4. Cosa vedi in foto?
5. Cosa vedi in foto?
§ [ʧ]:
1. (Vedi su: pasti-cena)
2. Come si saluta in Italia tra amici?
3. Che cos’è?
60
4. Cosa vedi in foto?
5. Che ore sono?
§ [ʤ]:
1. (Vedi mesi: Gennaio-Maggio-Giugno)
2. Cosa fa l’uomo nella foto?
61
3. Che cosa si vede nella foto?
4. Mesi
5. Mesi
§ [ɲ]:
1. Che posto è questo?
2. Che animale è questo?
62
3. Che cos’è questo?
4. Come si chiamano?
5. Dove ti lavi?/ Che cosa c’è nella foto?
§ [ʎ]:
1. Che cos’è?
64
Allegato 3
Test di lettura
Il candidato leggerà le frasi seguenti, suddivise in gruppi fonetici a seconda del suono
preso in esame.
§ [ʦ]:
1. Abito in una zona tranquilla.
2. Mio zio vive in America.
3. Fai attenzione quando attraversi la strada.
4. E’ una pazzia uscire con questo freddo!
5. Quanta pazienza che vi vuole?
§ [ʣ]:
1. Ho preso zero al compito di matematica.
2. Stai zitto, è tardi!
3. Non alzare il volume della musica.
4. La mia camera è molto spaziosa.
5. Vorrei comprare uno zaino per domani.
§ [ʧ]:
1. Quando canti hai una voce molto bella.
2. I vestiti sporchi sono nel cesto blu.
3. Vorrei andare al cinema domani.
4. Questa sera esco con i miei amici.
5. Vado in farmacia a comprare le medicine.
65
§ [ʤ]:
1. Ho tante pagine da studiare.
2. E’ una bella giornata per andare al mare.
3. Mia madre è molto giovane.
4. Con la scuola andremo gita a Roma.
5. E’ giusto non sprecare il cibo.
§ [ɲ]:
1. Mi sveglio ogni mattina alle nove.
2. Ho fatto un bellissimo sogno!
3. Ognuno, dopo mangiato, lava il proprio piatto.
4. La mia cagnolina è incinta.
5. Quei ragazzi hanno litigato e si sono presi a pugni!
§ [ʎ]:
1. Metti la tovaglia sul tavolo, per favore.
2. Mi sono tagliato un dito.
3. Quanti figli hai?
4. E’ meglio non fare tardi.
5. La moglie di mio fratello si chiama Maria.
66
Bibliografia
Andorno C. e Cattana A.,Linguistica acquisizionale; analisi delle interlingue; errore linguistico ed errore comunicativo; modalità di correzione, Università di Torino, 2004
Begotti P.,La Glottodidattica umanistico-affettiva nell’insegnamento dell’italiano LS e L2 ad adulti stranieri, Università Ca’ Foscari Venezia, 2007
Costamagna L.,Insegnare e imparare la fonetica, Paravia-Scriptorium, Torino, 2000
Costamagna L. e Marotta G.,Processi fonetici e categorie fonologiche nell’acquisizione dell’italiano, Pacini, Ospedaletto, Pisa, 2008
Malherbe M., Dizionario enciclopedico delle lingue dell’uomo, Mondadori, Milano, 2007
Mastrantuono E., Italiano LinguaDue, Vol. 2 n, 1 «Considerazioni teoriche e proposte applicative sull’acquisizione della fonologia nell’insegnamento / apprendimento dell’italiano L2, Università degli studi di Milano, 2010
Weinreich M., Languages in Contact: Findings and Problems, New York, 1953
67
Sitografia
http://archivio.internazionale.it/bambara-per-tutti, 3 Luglio 2017.
http://www.didaweb.net/mediatori/articolo.php?id_vol=450, Le linguedell’Africa.
http://www.ethnologue.com/region/Africa, 2016
http://www.internazionale.it, Bambara per tutti. 2010.
http://www.sancara.org, Bambara, 14 settembre 2017.
http://www.sancara.org, Jola, 2 maggio 2017.
http://www.sancara.org, Mandingo, 25 settembre 2017
http://www.sancara.org, Wolof, 23 settembre 2017.
http://www.treccani.it/enciclopedia/acquisizione-dell-italiano-come-l2, Enciclopedia dell’Italiano, 2017.
http://www.treccani.it/enciclopedia/affricate, Enciclopedia dell’Italiano, 2017.
http://www.treccani.it/enciclopedia/foreigner-talk_(Enciclopedia-dell’Italiano)/, Enciclopedia dell’Italiano, 2017
http://www.treccani.it/enciclopedia/laterrali , Enciclopedia dell’Italiano, 2017
http://www.treccani.it/enciclopedia/nasali , Enciclopedia dell’Italiano, 2017
http://www.unipv.it/wwwling, Progetto di Pavia, 2002
http://www.academia.edu/2225920/Le_lingue_dellAfrica, Micheli I.
http://en.wikipedia.org/wiki/Fula_language, 5 settembre 2017
http://en.wikipedia.org/wiki/Mandinka_language, 11 settembre 2017
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_bantu, 22settembre 2017
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_mande, 7 settembre 2017
https://www.britannica.com/biography/Joseph-H-Greenburg,2017
Tutti gli articoli sono stati consultali in settembre 2017
68
INDICE
Introduzione 5
Capitolo I
Acquisizione dell’Italiano come L2: aspetti generali 9
1.1 Interferenza e transfer: dalla L1 alla L2 12
1.2 Tentativi autonomi nell’apprendimento della L2: tipologie di errore 13
1.3 Acquisizione della fonetica di una Lingua come L2 14
1.4 Tipologie di interferenze nell’acquisizione fonetica di una L2 16
1.5 Acquisizione dei fonemi marcati: le consonanti affricate 18
Capitolo 2
Le lingue dell’Africa 20
2.1 Bambara 22
2.2 Wolof 22
2.3 Mandingo 23
2.4 Jola 23
2.5 Pulaar 24
Capitolo 3
Acquisizione fonetica dei fonemi marcati in migranti provenienti dall’Africa Occidentale 25
3.1 I parlanti 27
3.2 Le tecniche di elicitazione 30
3.3 Risultati attesi 31
3.4 Analisi dei raccolti. Gruppo 1 32
3.4.1 Test per immagini 32
3.4.2 Test per lettura 36
3.5 Analisi dei raccolti. Gruppo 2 41
3.5.1 Test per immagini 41
69
3.5.2 Test per lettura 45
Conclusioni 51
Allegato 1 Questionario informatore 55
Allegato 2 Test per immagini 57
Allegato 3 Test di lettura 64
Bibliografia 66
Sitografia 67