Acquaviva Paese delle Pajarole

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Un lavoro artigianale portato avanti con passione.

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A partire dal 1999, anno della sua nascita, l’Associazione haavuto tra i suoi obiettivi quello di mettere in campo un insiemedi iniziative allo scopo di non far morire il più tipico ed esclu-sivo lavoro artigianale acquavivano.Da cinque anni a questa parte abbiamo cercato di concretizza-re, con iniziative mirate, questo nostro intento.Si è voluto cioè chiamare a raccolta intorno a questo progettol’interesse dei cittadini da una parte e, il desiderio di quelledonne che ancora,seppure marginalmente, si dedicano a questolavoro,per tramandarlo alle giovani generazioni e, possibil-mente, farlo diventare nel tempo anche una attività remunera-tiva,complementare al bilancio familiare.

La passione si fa mestiere

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E’ partito, con questo motto, il primo corso di lavorazione dellapaglia riservato a tutti.Il terzo è iniziato il primo marzo scorso.I corsi hanno visto una presenza di oltre 25 donne con preva-lenza di giovani.Nel settembre poi del 2011 abbiamo presentato il nostro pro-getto al locale Istituto scolastico comprensivo di Acquaviva eMonsampolo che l’ha fatto proprio ed è stato inserito nelProgetto “insieme nella cooperazione”.L’associazione ha provveduto a mettere a disposizione deglialunni tutto il materiale necessario e una brochure con unamini storia della “pagliarola” in Acquaviva.Le “insegnanti”, socie dell’associazione, sono rappresentatedalle seguenti signore: TRAVAGLINI CLARA, GAETANI DIANA,GAETANI MARIA, GAETANI RITA, MASSICCI MIMMA,NAPOLETANI RENATA, MOSCA NADIA, MOSCA STELLA eVOLPI ROSSELLA.A tutt’oggi già 15 alunni hanno iniziato e continueranno pertutto l’anno scolastico a dedicarsi a questo lavoro. Anzi già dopo solo tre mesi di corso sono in grado di realizza-re degli oggetti in paglia.I lavori eseguiti sono stati messi in esposizione nella “MostraMercato” organizzata dall’Associazione durante il periodonatalizio presso i locali dell’ ex edificio delle Suore diSant’Anna.

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Da sinistra: Gaetani Rita, Gaetani Diana, Travaglini Clara. Da sinistra: Mosca Stella, Massicci Mimma, Mosca Nadia.

Volpi Rossella. Da sinistra: il Presidente dell’Associazione Filippo Gaetani, Travaglini Clara, Gaetani Rita, PietroColonnella, Gaetani Maria, Mosca Stella, Mosca Nadia, Volpi Rossella, Gaetani Diana, Massicci Mimma

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Le paiarolare di Acquaviva

Quello che sembrava il compito più difficile per l’Asso-ciazione,cioè quello di trovare in Acquaviva un gruppo didonne che condividesse il nostro progetto, si è dimostratoinvece più facile del previsto. Abbiamo dapprima interpellato quelle donne , non più gio-vani, che occasionalmente si dedicavano a questo lavoro,poiquelle che di questo lavoro erano e sono appassionate. Così abbiamo trovato le sottoelencate signore:

- TRAVAGLINI CLARA

- GAETANI DIANA

- MASSICCI MIMMA

- GAETANI RITA

- GAETANI MARIA

- NAPOLETANI RENATA

- MOSCA NADIA

- MOSCA STELLA

- VOLPI ROSSELLA

Con queste donne che, da qui in avanti, chiameremo: “lepaiarolare di Acquaviva”, l’Associazione ha inteso costitui-re il vero nucleo fondamentale, con il quale portare avantitutto il “PROGETTO” che andiamo di seguito ad sintetizza-re nei seguenti punti:

1) Realizzazione del “costume” tipico della Pajarolara;2) Ricerca di nuove strategie di commercializzazione;3) creazione e invenzione di nuovi prodotti artigianali

sempre legati alla lavorazione della paglia;4) ideazione di un marchio commerciale;5) omologazione dello stesso;6) richiesta all’Amministrazione di un locale,possibilmente

nel centro storico,come sede di questo “progetto”e luogoper lo svolgimento dei vari corsi e attività conseguenti;

7) attivare tutte le forme e le occasioni per una incisiva ecapillare pubblicità;

8) riconoscimento da parte dell’AmministrazioneCumunale del marchio DE.CO. DENOMINAZIONECOMUNALE, una volta che il Comune avrà avviato ecompletato l’intero iter per il riconoscimento di questonuovo strumento a disposizione degli enti locali;

9) partecipazione a Mostre e mercato per far conosceremeglio e di più il nostro unico ed esclusivo lavoro arti-gianle;

10) continuare nei corsi anche con la possibilità di creare“borse di lavoro” per giovani dai 16-20 anni;

11) riprendere l’iniziativa per la realizzazione di un “monu-mento” alla “Pajarolara” di cui l’Associazione possiedegià un bozzetto con il contributo dell’intera popolazioneda collocare in un luogo particolare del centro storico.

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Materiale per la lavorazione della paglia

Come noto la lavorazione delle pagliarole presupponeva ,e pre-suppone tuttavia, la provvista del materiale da utilizzare costitui-to dalla semplice paglia essiccata e dalle legature vegetali. La paglia è quella degli steli del grano mietuto e, confalce,reciso delle spighe.Un tempo si sceglievano i grani più alti,quali la “Solima”el’”Avanziotto” con preferenza per quest’ultimo il cui stelo era piùchiaro;quando poi furono sostituite queste varietà di grano sipassò al “Frassineto” ed al “Virgilio”:qualità di grano che già dadue anni abbiamo seminato e mietuto grazie alla collaborazionedei soci MERLI ALFREDO e DI GIROLAMO FRANCO ai quali si èunito Quinzi Paolo.Questo materiale è quello che viene usato per la creazione deicesti di paglia realizzati dalle soce e dai ragazzi del corso.Le legature classiche ed esclusive sono le “crolle” ricavate,la piùparte,dalla spaccatura dei vimini del salice e, in minor parte,dairovi (i rúgh) recisi nella fase finale del ciclo vegetativo.I vimini (lu vench’) per la caratteristica resistente loro flessibili-tà,dopo che si è essiccata la linfa,vengono spellati,spaccati eridotti in crolle dalle nostre donne.Lavoro più difficile è stato ed è ancora la ricerca del vimine ,i“vinc’” perchè quest’albero è in via di estinzione.Così si è cercato di fare nel nostro territorio una specie di “censi-mento” delle piante ancora esistenti.Grazie alla collaborazione di BARTOLOMEI EUGENIO si è provve-duto a piantarne una certa quantità lungo il torrente Albula, dalmomento che questa pianta cresce bene in luoghi freschi e ricchid’acqua. Naturalmente dobbiamo aspettare ancora prima di po-terli concretamente utilizzare.

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Tipologie edenominazione “Pajarole”

Le pagliarole sono in generale,come la tradi-zione ci ha tramandato,cesti e cestini di pagliadi frumento e nella prevalente variegata loroconnotazione sono identificate e conosciutecon questi specifici nomi:“Pajarola (pagliarola); pajarlitt (piccolapagliarola o pagliaroletta); pajarúle (paglia-rolo); cuppitt’ (coppetta); cuppttella (coppet-tella); nannetta; scallapann’ (scalda panni);sementarola; crivllicc (crivello); crivllccitt(piccolo crivello); sfarinapesce; cuppittsbzzrate (coppetta smerlata).Al fine di poter ufficialmente catalogare edomologare i sopradescritti oggetti e per defi-nire una volta per tutte le loro peculiarità nediamo qui di seguito una più dettagliatadescrizione.La pagliarola si presenta a forma di troncorovesciato dell’altezza medio-massima di 40cm.con il diametro base tra i 20-25 cm e conquello della svasatura superiore di 30-35 cmcon la capacità di 20 Kg di granaglie.Essa,poi-chè in questa descrizione è pressochè d’obbli-

go il tempo narrativo,serviva per contenerecereali, legumi e frutti appena raccolti e dariportare sopra la testa nei brevi tragitti sino acasa.La pagliaroletta, analogamente alla più picco-la cuppttella, assolveva con più pratica mane-gevolezza alla stessa funzione della pagliarola.Il pagliarolo, era un contenitore a forma cilin-drica, normalmente chiuso con coperchio, del-l’altezza di cm 140 e del diametro di cm 70-75,usato nelle case o per conservarvi gli sfarinatio per roporvi sacchi vuoti ed altri oggetti dimodesto uso.La nannetta, nella sua dimensione più o menoallungata,era una pagliarola ovale di altezzanon superiore a 30 cm.Essa deriva il nome dalla culla (chiamatananna per traslato) cui nelle case povere veni-va adibita,in formato più grande e spesso con lasovrapposizione di una tastiera,sempre dipaglia, per tenervi i piccoli nati sino a 12 – 18mesi d’età.La classica nannetta, di dimensioni ridotte,peril suo più facile allocamento negli interstizi deilimitati disponibili spazi della casa,serviva agliusi più diversi ed occasionali.Lo scaldapanni, era ed è un pagliarolo privo di

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fondo dell’altezza inferiore di una metà rispet-to al normale e della larghezza ristretta di 1/3;leggermente rastremato verso l’altro venivaugualmente chiuso con un coperchio di paglia;nell’interno, poco al di sotto del centro vi veni-va inserita e fermata una grata ordita di cannecon maglie aperte 3 – 4 cm quadrati.Era usato per scaldare la biancheria intimadegli adulti ed i panni (anche per asciugarli)dei lattanti e dei bambini oncora in fasce.Biancheria e panni venivano posti sopra lagrata di canne al di sotto della quale, sul pavi-mento, venica collocato un piccolo ricolmobraciere acceso o, diversamente,uno scaldinoanche in terracotta (la monaca) o uno scalda-letto.La sementarola,come dice il nome,era unanannetta leggermente più corta e più alta usatadai contadini e particolarmente dai “terrazza-ni”, in alternativa alla “saccutella”, che il se-minatore portava appesa al collo con una funi-cella legata alle opposte estremità,nel suo ince-dere lento e solenne per spandere a mano ilgrano con l’ampia rotazione del braccio.Il coppetto aveva la forma della comune impa-gliatura dei fiaschi e veniva usato per mettervispecialmente tutto il necessario per i piccoli

lavori del cucito e della maglia ed anche permantenervi in caldo,avvolte in un panicello,lecastagne arrostite sul fuoco e per tenervi purei pochi semplici dolcetti fatti in casa.I crivelli si presentavano con un fondo piattocircolare di diametro variabile oltre i 20 cmcomposto da esili cannucole poggiate orizzon-talmente su stecche o asticelle di ramette diolmo,legate in ognuno dei punti di intersezio-ne con la càciola (il falasco).Di norma il crivello più grande veniva usatoper la “concia” (vaglio) ad uso domestico deicereali e dei legumi,mentre quello più piccoloera usato per appoggiarvi la verdura o la fruttafresca o il pesce da consumare nella giornata.La sfarinapesce era e rimane un cestino parti-colare composto da una piccola nannetta,sullaquale, a mò di coperchio,vi si inserisce unmobile crivello di cannucole. Il cavo dellanannetta veniva riempito per metà di farinabianca setacciata nella quale in un bagno,percosì dire di farina,veniva immerso e rivoltatoil pesce da friggere, pesce che una volta infa-rinato veniva portato sopra la grata del crivel-lo reinserito nella sottostante nannetta e quin-di agitato per liberarlo della superflua nonaderita farina che così scossa ricadeva sopra a

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quella, da riutilizzare,residuata dentrola nannetta stessa.Con lo stesso procedimento,oltre cheper il pesce,veniva e tuttora viene uti-lizzata per la frittura di ogni altro ciboda infarinare.La coppetta smerlata era un modestosvasato cestello del diametro superio-re di circa 20 cm e dell’altezza massi-ma di circa 15 cm con sovrapposta,tut-t’intorno, una merlatura di intrecciativariopinti fili di paglia colorati inverde, rosso, turchino e giallo.Serviva tale cestello,tenuto nel centrodella tavola e guarnito da un ricamatopiccolo panno,per contenere,oltre chei dolcetti fatti in casa,anche,le rarevolte che se ne aveva, le paste secche,icioccolatini, i torroni ed i confetti, op-pure la frutta secca e quella più pregia-ta di non immediata decomposizione.

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Le “storiche” tipologie e denominazio-ne dei cesti di paglia verranno tuttemantenute nelle forme, ma con dimen-sioni “micro” e legate da materialediverso da quello usate per il tradiziona-le prodotto artigianale.I cesti che verranno realizzati verrannoadeguatamente pubblicizzati e indivi-duati da nuovo marchio studiato e rea-lizzato dall’Architetto Adele Ciarrocchiche qui riproduciamo e per il quale èavviato l’iter per la sua iscrizione all’ap-posito Registro.Qui di seguito riportiamo le foto di tuttigli oggetti che l’Associazione con lepajarolare sta realizzando per la relativavendita.

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La musica e il ballo saranno il nuovo “motivo-guida” e logo dellaAssociazione e dell’intera manifestazione.Naturalmente un ringraziamente di cuore va a tutti i sopracitati artistiper la squisita disponibiltà e la generosità dimostrata.Per il gruppo di ballo è stato disegnato un costume realizzato dallenostre socie Mosca Stella, Mosca Nadia e Volpi Rossella.

DI PAOLO MARCONasce a San Benedetto del Tronto, dove risiede, il 24.7.1968.Compositore ed autore. Nel 1992 si trasferisce negli Stati Uniti (Boston) perstudiare presso il BERKLEE COLLEGE OF MUSIC. Vincitore come “composi-tore” di concorsi quali:- festival della Canzone Italiana “San Remo” 2004;- Premio Mia Martini 2002;- Festival del Mediterraneo a Fethije (TURCHIA) 2004;- Festival degli sconosciuti in Svizzera 2008.

Lavora presso “Roland Europe” con il ruolo di Marketing Menager.

NERONI MARIA LUIGIANata a S. Benedetto del Tronto, il 22/02/1979, coniugata, residente adAcquaviva Picena, p.le XXV Aprile n.2, 63030 (AP), recapito telefonico0735/764059, 339/8632407.1993-1998 - Liceo “B. Rossetti” S. Benedetto del TrontoMaturità scientifica con votazione 60/6014 luglio 2008 - Laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi diMacerata con votazione 105/110Qualifica di Operatore Artistico Danza - rilasciata dalla Regione Marche,Ministero del Lavoro, Amministrazione Provinciale di Ancona in collaborazio-ne con l’Accademia Vaganova di S. Pietroburgo, anno formativo 2004, votazio-ne 80/100.

Ideatrice , coreografa e sceneggiatrice della “LA DANZA DELLA PAJAROLA”, siavvale del suo corpo di ballo che è formato dalle seguenti ballerine:

AMABILI SILVIA - AURELI SERENA - DE ANGELIS SAMANTA - PINTACUDA

KIRA - POLI VALERIA - SIMONETTI ANNA LAURA - VAGNONI CATERINA

IL BALLO DELLA PAJAROLA

5ª EDIZIONE5ª EDIZIONE

ASSOCIAZIONE LABORATORIO TERRAVIVA

16 - 22 16 - 22 luglioluglio 2012 20121ª SAGA DELLA PAJAROLARA SAGA DELLA PAJAROLARA-Domenica 22 LUGLIO 2012-

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Inaugurazione Mostra Mercato - 18 dicembre / 6 gennaio 2012

L’Assessore Donati inaugura la Mostra Mercato. Il Presidente Solazzi in visita alla Mostra. Il Presidente Solazzi in visita alla Mostra degli alunni della IIIA.

Il Presidente Solazzi con alcuni alunni del corso della classe IIIA. Omaggio al Maestro Stelvio Cipriani in visita alla mostra. La prof.ssa Stefania Severi, il pres. Colonnella e il pres. della BPTAldo Mattioli.

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1 marzo 2012 - Inizio 3° corso di lavorazione della paglia

I piccoli alunni delle elementari: novità del corso.

Immagini dei partecipanti.

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Piazza Della Libertà, 363075 ACQUAVIVA PICENA (AP)

tel./fax: 0735 764501 [email protected] - [email protected]

www.associazioneterraviva.it

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