ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI ARTE...

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84 AIAM il notiziario Trimestrale di Arte e Cultura / Anno XXXXII– n. 3 GENNAIO/ MARZO 2017 /Tassa Riscossa Direzione e Redazione 00167 Roma Via Giulio Sacchetti, 10 / Fuori abbonament0: €1,25 Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 20/b - Roma ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI ARTE MODERNA

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A I A M

il notiziarioTrimestrale di Arte e Cultura / Anno XXXXII– n. 3 GENNAIO/ MARZO 2017 /Tassa RiscossaDirezione e Redazione 00167 Roma Via Giulio Sacchetti, 10 / Fuori abbonament0: €1,25

Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abb. Post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 20/b - Roma

A C C A D E M I A I N T E R N A Z I O N A L E D I A R T E M O D E R N A

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AntonioPietro BrunoNunzio DavidMassimoFerruccioFelipe EduardLambertoGuillaumePericleGiannettoSalvatoreEmilio

H.AMARALANNIGONIBARBORINIBIBBÒBOYDCAMPIGLICASCIOLICASTAÑEDACHILLIDACIAVATTACORNEILLEFAZZINIFIESCHIFIUMEGRECO

VirgilioAlezUmbertoGiacomoIvanMarino LucianoAlfioHenryRodolfoHenryChengJosèPabloAntonio

GUIDIKATZLILLONIMANZÙMARCHUKMARINIMINGUZZIMONGELLIMOOREMORALESMUELLERNAN- YANORTEGAPALAZUELOPASSA

AugustoArnaldoMarioMarioBenedettoMimmoSvetlinAligiGregorioNelloLuigiOrfeoErnestoMarioSandro

PEREZPOMODORORADICERIVOSECCHIROBAZZAROTELLARUSSEVSASSUSCILTIANSEGURINISERVOLINITAMBURITRECCANITOZZITROTTI

DIRETTORE RESPONSABILE

Antonella Romano

SEGRETARIO DI REDAZIONE

Emiliano Locuratolo

COMITATO DI REDAZIONE

Francesca Graziano

Anna Nucciarone

COLLABORATORI

Pierpaolo Cannistraci

Francesca Romana Fragale

Aldo Jatosti

GRAFICA E DESIGN

Benedetta Bonuccelli

NGO AIAM Non-governmental Organization n.418789 / DESA / 2004 / United Nations / New York (NY) 10017Direzione e redazione Roma 00167 - Via Giulio Sacchetti, 10 - Tel./Fax 0039 06.6373303 - 380.6373303 / c.c.p. 11521002

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353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) – Art. 1 comma 1 – Roma

in copertina"RITRATTO DI DONNA"di ALBERTO SUGHIcollezione AIAM

RIVISTA TRIMESTRALE DI ARTE E CULTURA EDIZIONI AIAM

ACCADEMIA INTERNAZIONALE DI ARTE MODERNAalbo d'oro

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sommario2. Editoriale

3. PREMI DELLA CULTURA

4. 1° PREMIO MEDUSA AUREA

6. 2° PREMIO MEDUSA AUREA

8. 3° PREMIO MEDUSA AUREA

20. ANTONIO LIGABUE AL VITTORIANO di F. R. FRAGALE

22. ARTE E NUOVE AREE CELESTI di ANDREA CIRELLI

24. IL SACRO NELL’ARTE, GLI ANGELI NEL SACRO di A. G. JATOSTI

26. UNO SCATTO: CHE PASSIONE! di A. NUCCIARONE

28. DELLA STESSA SOSTANZA DEI SOGNI di ANDREA CIRELLI

30. LE MISANTHROPE DI MOLIÈRE. UN’OPERA MODERNA di L. PISERÀ

31. L’ARTE DI ESISTERE di FAUSTO PIERONI

12. EMMANUEL CHAPALAIN. LA MATERIA DEL SILENZIO di E. LOCURATOLO

10. QUARANTATRÉ ANNI ALLA RICERCA DEL BELLO! di A. NUCCIARONE

TROFEO MEDUSA AUREA XXXIX EDIZIONE

STORIE dell' arte

15. BANDO DI CONCORSO TROFEO MEDUSA AUREA XXXX EDIZIONE

14. notizie

19. notizie

ARTE e CULTURA

I lavori pubblicati rispecchiano il pensiero degli autori, i quali assumeranno tutte le responsabilità di legge. I testi dovranno essere dattiloscritti e firmati dall’autore. I pezzi scritti e le fotografie, anche se non pubblicate, non saranno restituite. Non si effettua pubblicità a pagamento. Le inserzioni pubblicitarie che possono apparire in qualche numero sono da ritenersi un omaggio ai sostenitori benemeriti della rivista. Il periodico viene inviato gratuitamente in abbonamento postale ad Enti Pubblici e Privati, Biblioteche e Associazioni Culturali. L’attività editoriale è di natura non commerciale a norma degli artt. 4 e 5 del D.P.R. del 26 ottobre 1972, n.633 e successive modifiche.

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accademia internazionale d' arte moderna

ATTRIBUZIONE DEI PREMI DELLA CULTURA CONFERITI DALL'A.I.A.M. PER IL

TROFEO "MEDUSA AUREA" XXXIX EDIZIONE Attribuzione dei Premi della Cultura conferiti dall’A.I.A.M. per il TROFEO “MEDUSA AUREA” XXXIX EDIZIONE

Cerimonia di chiusura Domenica 5 GIUGNO 2016 alle ore 10,30 nella sala dell' Auditorium San Domenico Via Casilina 323 Roma

Giuria composta da: Andrea Apruzzese , Alfredo Bonomo, Nino Cellupica, Aldo G.Jatosti, Francesca Romana Fragale , A. Maria Marfè. Coordinatore : Franca Di Furia.

1° premio medaglia aurea ex aequo Rosario AVENI A Fiorella GOBBINI ,MarinaMARINI.2° Premio medaglia argentea ex aequo a: Carlo FRONTINI, , Antonio GIORDANO.3° Premio -medaglia di bronzo ex aequo Nazzareno CAPORALI, Elena MANEO, Giancarlo REMORINI , Simone VENTURA.

1° premio medaglia aurea ex aequo Maddalena LEALI, Dato MAGRATZE ,2° Premio medaglia argentea ex aequo Matteo CASALE, Rosalba DI VONA, Stefano ZANGHERI,3° Premio -medaglia di bronzo ex aequo , Rosario AVENI, Gianpaolo MASTROPASQUA, Antonella PERICOLINI, Renzo PICCOLI,

1° premio medaglia aurea a : Salvatore MAIORANA2° Premio medaglia argentea a: Loredana NIGRI

3° Premio -medaglia di bronzo ex aequo a: Anna Maria BALZANO, Giacomo COLOSSI, Riccardo PETRICCA , Paolo FIORE.

1°Premio medaglia aurea ex aequo a: Frank PARADISI , Gianni MUNTONI

2° Premio medaglia argentea ex aequo a: Laura PEDIZZI , Fabrizio CALABRESE

3° Premio medaglia di bronzo ex aequo a:Loretta ANTOGNOZZI, Katia DI MELLA.

Aniello SARAVO

Giuria Poesia e Libro edito composta da:Andrea Apruzzese , Alfredo Bonomo, Nino Cellupica, Aldo G.Jatosti, Francesca Romana Fragale , A. Maria Marfè. Coordinatore : Franca Di Furia.

Carmela BRUSCELLA , Renzo LIMONE , Emir SOKOLOVIC

3° Premio medaglia di bronzo a: Carol PAVIO

2° Premio medaglia argentea a: Anna PELLEGRINO

POESIA INEDITA

POESIA EDITA

LIBRO EDITO

PITTURA

SCULTURA

GRAFICA

Giuria Arti figurative composta da:Pierpaolo CANNISTRACI , Francesca Romana FRAGALE , Claudio MORLENI, Benedetto ROBAZZA, Laura

TARANTOLA. Coordinatore: Franca DI FURIA

ARTI VISIVE

DIPLOMA DI BENEMERENZA

TROFEO MEDUSA AUREA XXXIX EDIZIONE

EDITORIALE

L’arte ha sempre provocato uno specifico processo nella storia, almeno in Occidente, almeno dal Rinascimento: elaborare come materia propria l’irrimediabile miseria della materia umana, evitando l’offuscamento prodotto da un sistema di pregiudizi e riconducendo l’uomo all’espressione del vitale e del vero. È in questo modo che l’uomo può esprimere -facendole proprie- sensazioni inafferrabili e determinanti della vita, come il desiderio, la pietà, la disperazione, il terrore. Tutto questo appartiene all’autonomo campo dell’arte, dove il passato può divenire materia dell’attualità più cruciale attraverso l’invenzione dell’artista.

Nelle prossime pagine, la penna di Anna Nucciarone analizza quale sia – oggi e non solo – la funzione dell’arte offrendo due interviste dense di significato, fatte rispettivamente alla Presidente dell’Accademia Internazionale di Arte Moderna, Franca di Furia, e al Direttore della Federazione Europea dei Fotografi, Giuseppe Scozzi. La riflessione dello psicoterapeuta Andrea Cirelli prosegue l’indagine sul significato dell’arte, stimolando in chi legge il pensiero critico; Emiliano Locuratolo sceglie, invece, di dare spazio alla figura dell’artista, raccontando le emozioni – e le opere – di Emmanuel Chapalain, incontrato nel suo studio di Porto Rotondo.

Nel suo importante studio sul sacro nell’arte, il critico Aldo G. Jatosti esamina l’evoluzione della figura dell’angelo nella storia dell’arte, mentre Fracesca Romana Fragale offre un’analisi psicologica e artistica di Antonio Ligabue, in mostra a Roma al Vittoriano. Laura Piserà affronta, inoltre, i temi della socialità come bisogno estremizzato e dell’asocialità come scelta estrema, attraverso una rilettura di Molière arguta e brillante. Fausto Pieroni sviluppa, infine, un approfondimento sulla sperimentazione dell’estetica come tramite per la percezione dell’Essere.

Questo numero de Il Notiziario AIAM, com’è da tradizione, è dedicato in modo particolare ai vincitori del Premio Medusa Aurea XXXIX Edizione, un premio che il fondatore dell’Accademia, Francesco De Benedetta, ha promosso oltre quarant’anni fa e che noi continuiamo a sostenere con l’obiettivo di dare visibilità ai talenti emergenti. Le opere dei vincitori del Trofeo Medusa Aurea XXXIX Edizione per le sezioni Arti Visive, Poesia edita ed inedita e Libro edito, le troverete nelle pagine che seguono. A tutti loro complimenti e auguri.

DI ANTONELLA ROMANO

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1° PREMIO poesia ineditaXXXIX EDIZIONE "MEDUSA AUREA"

Rosati colgo col pensieroMi pungisorridiscomparidissolvenza in bianco e nerodidascalia senza paroleSplendoriprofumispegni fra le mani lasciando nelle mie petali e spineBrevi fotogrammi correggi la pellicola col fiele dei disinganniRiapparimi dici:"Cadono le fogliedi un salice piangenteC'è nuova lucedietro il crepuscoloVerrà un giornoin cui spegneròogni tentativo di dissolvenzaSarai cenere

dispersa dal vento dell'oblioche spira da chissà doveda inalterato tempotrascinando con sél'umana commedia

Nuvole rosa nel mio cielo, vele bianche sul mio mare sono le tue parole d'amore che sul mio cuoredolcemente si posano.Testimoni di passione scambievole,a te esse ritornanocome farfalle danzantitra arbusti e giunchi,tra pioppi e salicinon più piangenti.Sono petali di acceso colorele nostre parole d'amore.Un etereo pianeta abitiamo,ove simili a goccedi fresca rugiadaparole d'amorerisuonano e splendono al sole.Ed è con teche voglio volareoltre i confini del cielo, oltre le ore che scorrono, oltre la notte e il giorno che in un perpetuo gioco come non si rincorrono.

Parlami,delle tue parolenon voglio cogliere il senso,ma la musicacome ignaro cantoche solo per merisuonae di chimereil mio cuore cullaMuovi il corpoe le maninell'ariaperche' la tua danzala speranza catturie di sogni mi incantiEsisti, vivi.E del tuo profumofai piena l'ariacome rosa odorosadi rugiada bagnata

Cosi' che tu sia sempre presentein quest'altra vitasenza saperlo

Sempre al mio fianco

DISSOLVENZA PAROLE D'AMORE SEMPRE AL MIO FIANCO

ROSARIO AVENI FIORELLA GOBBINI MARINA MARINI

TROFEO MEDUSA AUREA XXXIX EDIZIONE

gianni muntoni "LIBERA AL CHIARO DI LUNA" acrilico su tela / CM 70x50

Frank PARADISI "Cancello rosso " acquerello / CM 68x50

1° PREMIO arti visiveXXXIX EDIZIONE "MEDUSA AUREA"

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A MIA FIGLIA CHI NON SA VOLARE

La linea della vita nella mia mano aperta, scura ruga è scolpita da secoli di pianti.

La natura ha sorriso e ha sfiorato rosata con un segno discretola tua mano neonata.

La linea della vitabruna nella mia manoè una vecchia feritache il tempo ha disseccato.

Ché ha chiuso nel suo alveo brume di amori vani prati gialli e grigiastri ieri senza domani.

La linea della vita chiara nella tua pelle è carezza fiorita, è un luccicar di stelle.

Foglia di sensitivabaciata e non colpita mano di giovinezzas'apre verso la vita:

Il 2017 dell’Associazione Archeosofica di Siena parte con tante proposte culturali dedicate a un pubblico curioso che ama sperimentare, conoscere e conoscersi sempre di più. Sono tre e diversissimi, i corsi che prendono il via questa settimana, presso la sede di via Banchi di Sopra, 72 a Siena.

Ci troviamo a guardare gli aerei, ancora a Malpensa, come anni fa, Marlbòro che si fanno cenere nella piazzola e che sia acqua, o vento, o solo sia il tempo a spegnerne i resti o a farli attizzare.

Guardiamo gli aerei e uno stornosi posa, aggrappato al metallogià un poco ossidato, un secondo,poi sale fra i cirri, dove sonogli spazi e non i confinie dove il muoversi è in tre dimensioni.

Guarda gli aerei chi non sa volare, chi chiama radici i lunghi tentacoli, la piovra che insinua, la corda che stringe sul collo; in un'auto a Malpensa, tra soffi di fumo, chi sa volare non usa vestiti.

CARLO FRONTINIANTONIO GIORDANO

2° PREMIO poesia ineditaXXXIX EDIZIONE "MEDUSA AUREA"

TROFEO MEDUSA AUREA XXXIX EDIZIONE

Laura PEDIZZi - " senza titolo"tempera/acrilico / CM 31x79 / contè tavola

Fabrizio CALABRESE - "Bimbo in bianco"CM 60x50

notiziePERCORSI CULTURALI

INEDITI A SIENA

Anna PELLEGRINO - "Red" pastello/carta

2° PREMIO arti visiveXXXIX EDIZIONE "MEDUSA AUREA"

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STASERA IN BIBLIOTECA

COME ALLORA

E VENNE ARES

LA VERITÀ CHE CERCO

Mi trovo in biblioteca staserama sono sugli scogli, nell'Egeo:in altro tempo ho voglia di tuffarmistasera.Torni di classici, epitomi,un'elegia soltanto: quanto bastaper un tuffo in allora..nell'Egeo.In cerca di Penelope:Andromaca dov'è?Ulisse si chiamava "Odissèo"e Venere "Afrodite Anadiomène":Nettuno..e poi ninfe, sirene.E geianta l'emozione nel tradurreun giambo, un ditirambo..qualcosa che non siasoltanto la bellissima Odissea.Chissà se solo un verso,anche un verso soltanto,stasera non si chiami nostalgia.Un volume: "Poìesis"..E "via per l'onde" allora.."l'acqua sfiorando, salesu carro alato il figlio d'Iperionefin che sorga Aurora"(Mimnermo)Me ne ritorno a casa: in mano un'elegia.

Il vespro veste di scialbe ironie,dove la macchia di una fiammella estinta

cinge un leggero e insolito rumore.Alberga in me una sconosciuta verità,che cerco disperatamente di afferrarecome se fosse uno scrigno inabissato.

Nel sentire il ruggito del mio cuore,che in silenzio afferra rotoli di bugie

celate nel ventre di un riflesso,risorgo come un'incartapecorita poesia.

La verità che cercoè già nella mia fervida fantasia,

come una magia affiorata dal nulla.

Stamattina mi ha svegliato îl profumo del gelsomino.

Mi sono vistocorrere verso casa,

appena uscito dall'asilo,lungo il vialetto che pareva innevato.

Stamattina ho sentitoquel profumo che avevo dimenticato,

un'età in cui era bello cogliere il bianco fiore del gelsomino.Mi sono sentito come allora,

e sono sceso a cogliere un fiore.Anche lui è quello di allora: lui con lo stesso profumo,

io con la stessa gioia.

E venne Arescon sangue e sperma

dentro il talamodi Afrodite

Giù nell'intimodella fornace,Efesto iroso

piegava il ferroe imbrigliava

elettronicaenergia in cuori

sintetici.

GIANCARLO REMORINI

ELENA MANEO

NAZZARENO CAPORALI

SIMONE VENTURA

3° PREMIO poesia ineditaXXXIX EDIZIONE "MEDUSA AUREA"

TROFEO MEDUSA AUREA XXXIX EDIZIONE

Aniello SARAVO" Esperar" CM 80X60

Carol PAVIO "Simple compléxité" H: CM. 70 L CM 58 legno-pigmento-resina

LORETTA ANTOGNOZZI - " senza titolo"

Katia DIMELLA " Paesaggio " cm 100x100olio e acrilico /tela

3° PREMIO arti visiveXXXIX EDIZIONE "MEDUSA AUREA"

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accademia internazionale d' arte moderna

è completamente diverso da quello in cui siamo abituati a vivere; ci sono altri va-lori, altre emozioni, altre esperienze. Man mano la “famiglia” iniziale si è am-pliata sempre più ma il clima che si respirava era sempre lo stesso. Anche quando cominciarono ad intervenire personalità im-portanti del mondo dell’arte sia italiana che straniera come Annigoni, Manzù ed altri, il clima di cordialità e l’entusiasmo semplice rima-se intatto; De Chirico, per esempio, era una persona che per amicizia era capace di qualsiasi slancio: se lo in-vitavi a pranzo era capace di regalarti uno dei suoi quadri! Era un autentico piacere stare in compagnia di queste persone che in-sieme a Francesco si abban-donavano a momenti di te-nera cordialità, lontano da quei ruoli patinati ed istrio-nici che la retorica costruita intorno al mondo dell’arte ama disegnare.

Quali sono stati i momenti più salienti che hanno carat-terizzato questi anni così, po-tremmo dire, pieni?Qualche anno dopo la fonda-zione è nato il notiziario per amplificare ancora di più l’opera di divulgazione del-

le attività dell’Accademia; il notiziario, che continua ad esistere, è oggi nelle mani di giovani professionisti ed è per me un piacere guidare – quanto più possibile da lon-tano – questo strumento sia editoriale che telematico; altro momento di grande soddisfazione fu l’istituzione del Premio “Medusa Aurea” giunto quest’anno alla sua quarantesima edizione e co-nosciutissimo in varie parti del mondo; anche questo Premio nacque dal desiderio del Presidente di dare una occasione di visibilità e di incontro a quanti più artisti possibile. Ad oggi infatti sono migliaia gli artisti che hanno partecipato. Dal 2004, inoltre, l’Accademia ha ottenuto il riconoscimento di Organiz-zazione internazionale con status consultivo dal Consi-glio Economico e Sociale (ECOSOC) presso le Nazioni Unite, proprio in virtù della miriade di iniziative culturali promosse e realizzate. É un bel firmamento di attività e personalità che oggi brillano ognuna di luce propria in varie parti del mondo.Francesco De Benedetta era anche lui un artista...Cer-to anche a lui piaceva di-pingere ma lui affermava che riteneva importante di-pingere per sperimentare in

prima persona quante più possibili tecniche espressi-ve; è per questo che il suo repertorio spazia dal figurativo all’astratto, dal-l’informale al disegno, etc.

Lei che è stata e continua ad essere un po’ la memoria storica di questo progetto, come vede il momento attuale dell’Accademia e quali programmi possono essere realizzati?Dopo la scomparsa del Presidente si è sentita una forte frenata venendo a mancare lo stimolo della sua prorompente perso-nalità. Io penso che per dare nuova energia a questo progetto bisogna ritornare un po’ alle ori-gini e ricalcare le sue impronte, rivolgendosi di nuovo ai giovani che hanno talento artistico nelle più svariate espres-sioni e discipline possibili: dalla musica alla grafica, dalla pittura alla danza, dalla fotografia all’estetica, perché ognuna di queste esperienze può essere es-pressione di vita e di pia-cere. E Dio solo sa quanto il mondo ha bisogno di ri-trovare il gusto per il bello!

STORIE dell' arte

QUARANTATRÉ ANNI ALLA RICERCA

DEL BELLOANNA NUCCIARONE

Quarantatré anni orso-

no a Roma un gruppo di entusiasti appassionati, coor-dinati da quello che in tutti questi anni è stato oltre che il Presidente (carica che potremmo nei fatti ritenere riduttiva per co-tanta personalità ed impe-gno) anche l’anima di que-sta Associazione, l’Avv. Francesco De Benedetta, davano vita all’Accademia Internazionale d’Arte Moder-na (meglio conosciuta con il palindromo A.I.A.M.) con lo scopo di promuovere l’arte in tutte le sue espressioni e di divulgarne i contenuti soprattutto tra i giovani.Per molti anni ho avuto l’autentico piacere di fre-quentare io stessa l’Accade-mia e l’Avv. De Benedetta, uomo fantastico che riuniva nella sua personalità tipi-camente partenopea, la freschezza e l’apertura mentale a 360 gradi che ne facevano realmente un eter-no giovane dentro. Oggi l’Avv. De Benedetta non è più fisicamente tra noi, ma il suo spirito continua ad essere presente attraverso la sua creatura, l’Accademia appunto, oggi nelle mani della sig. Franca Di Furia.C’è un detto conosciutissimo che a fianco ad un grande uomo c’è quasi sempre una

grande donna; la sig. Franca, compagna di pensiero prima che di vita dell’avvocato, ne ha condiviso il progetto sin dagli inizi ed è per questo che ci piace oggi incontrarla per condividerne qualche esperienza.

Sig. Franca, lei è stata per tutti questi anni il braccio opera-tivo di questa organizzazione. Ci racconta come è nata l’idea di costituire l’Accademia?Francesco al tempo era già un avvocato che svolgeva la sua professione a Napoli, la città in cui era nato ed in cui si era formato. Per un certo periodo gli fu chiesto di collaborare con un giornale che si chiamava “Napoli

notte” e gli fu affidata la pagina dell’arte. Lui, che da sempre è stato un appassio-nato d’arte e di cultura in generale, accettò con entusias-mo; questo incarico lo portò a frequentare pittori, artisti, poeti, gallerie, cosa che non solo continuò ma am-pliò una volta trasferitosi a Roma. Per coltivare sempre questo progetto di promozione diede vita, insieme ad un gruppetto di amici che condividevano la stessa passione, alla cosiddetta A.I.A.M.All’inizio il gruppo era ab-bastanza ristretto e sem-brava quasi di vivere in una famiglia allargata. C’è da dire che il mondo degli artisti

giornalista

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accademia internazionale d' arte moderna

Lo seguo con lo sguardo e noto una tela con una grande mitragliatrice. I proiettili sono rossetti? Perché?«È una denuncia. Oggi veder sparare un'arma è una banalità. C'è una mancanza di percezione della pericolosità delle armi, di cui gli uomini amano il design. Io ne ho cambiato l'uso: la mia arma fa del bene, spara baci! (ride)».

Il ruolo dell’artista è anche quello di creare

“tutti i futuri possibili”. Come vedi tu il futuro? «Oltre a Porto Rotondo, vorrei trovare nuovi spazi da trasformare in atelier in altre zone della Sardegna, come Olbia. Un laboratorio in collaborazione con altri artisti, per poter lavorare ed esporre sculture per tutto l'anno. Ho bisogno di spazio. In Francia si tende a non investire sull'arte, ma sull'artista. I giusti contatti son importanti. In Italia, invece, tutti amano l'arte e parlano di arte. Gli italiani sono affascinati dalle mie opere, senza pregiudizi. In Italia, gli artisti possono essere liberi».

STORIE dell' arte

LA MATERIA DEL SILENZIO

Emmanuel Chapalain è l'artista dell'acqua e dell'aria, della solidità del metallo forgiato con la leggerezza del fuoco. Le opere nel suo studio d'artista, nel cuore di Porto Rotondo, evocano i suoi trascorsi d'infanzia in Bretagna, quando montava le reti per i pesci e le scatole per i granchi sulla barca da pesca del padre. «I pesci erano bellissimi, ne ero incantato. Ho iniziato a disegnarli. Mi affascinavano anche i cantieri navali, l'utilizzo del ferro, del legno e della vetroresina. Poi sono partito…», racconta l’artista bretone. Acciaio, granito rosa e marmo di Orosei si intrecciano lungo uno splendido sentiero dell’arte, che da via Belli si ricongiunge a via del Molo e che racconta del sistema di vita dei pesci, i più grandi che mangiano i più piccoli. Emmanuel, cos'è per te l'arte?«Pace. Libertà. Possibilità di poter viver la propria creatività ed esprimerla liberamente. Quando mi hanno proposto di fare di una strada un'opera d'arte, la Catena alimentare è stata la mia risposta. Ho raccontato del mondo marino e del signore dei mari: lo squalo. C'è dignità in questo animale, che possiede la fierezza del leone. L'uomo lo teme, lo considera una bestia orribile e sanguinaria. Ma non è così, basterebbe conoscerlo per amarlo». Nella sensibilità artistica di Chapalain si legge un tentativo di esaltare il bene - dove, in genere, viene

EMMANUEL CHAPALAIN

EMILIANO LOCURATOLO

visto il male - attraverso la conoscenza. «È raro che uno squalo attacchi un uomo. Tutti i fotografi subacquei amano gli squali, per la loro eleganza. Mi è capitato di nuotare con questi splendidi pesci».

Parli di te mentre continui a levigare una pinna del maestoso squalo d'acciaio. L'elemento del metallo, con cui scolpisci anche abiti femminili, morbidi e sinuosi, contrasta fortemente con la rigidità della materia prima. Come nasce la tua opera? «La bellezza del corpo della donna è avvolta da una corazza di metallo, un omaggio alle donna che combattono per non essere sottomesse dalla forza degli uomini, per ottenere eguale peso e rappresentanza in politica e nella società. Questa scultura di abito di donna, ad esempio, si chiama Jacqueline ed è un omaggio a Jaqueline Auriol, famosa aviatrice francese. L'opera rievoca un jet pronto al decollo e celebra la moda francese di fine Ottocento».Ci sono particolari da cui emerge grande erotismo, come il seno, l'ombelico… «E gli osservatori possono toccare l'opera, ne sono attratti!»

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accademia internazionale d' arte moderna

Gli artisti ,a cui sarà comunicata l'ammissione al concorso, dovranno inviare l'opera prescelta alla sede dell'A.I.A.M. L'elenco degli artisti finalisti sarà inserito a cura e spese della direzione del concorso nel periodico " ACCADEMIA Il Notiziario dell'A.I.A.M." La pubblicazione dell'opera ammessa alla finale è governata dalla nota in calce.

Art. 5- Sono ammesse al concorso opere di:

A) - PITTURA (olio, pastello, tempera, acquerello, acrilico e tecnica mista). Per le dimensioni vedasi l'art. 3.

B)- GRAFICA: (disegno, incisione);

C)- DECORAZIONE (pannello, affresco, mosaico , arazzo);

D)- SCULTURA:(legno, metallo, pietra, argilla) con opere di scultura, fusione, intaglio, sbalzo, cesello e ceramica. Le sculture dovranno avere almeno un lato non inferiore a cm 50, ed il peso non superiore a Kg. 10.

E)- ARCHITETTURA (decorazione, urbanistica, archi-tettura d'interni, scenografia). Per le opere di grandi complessi, potranno essere esposte riduzioni fotografiche su pannelli, o modelli plastici in scala ridotta, corredati di tutti i dati tecnici.

Art. 6- Le opere ammesse al concorso partecipano al trofeo internazionale "Medusa Aurea". Il Trofeo, opera originale in bronzo, dello scultore Nunzio Bibbò,

PREMESSA: E' bandito il concorso di pittura,

scultura, grafica ed architettura per l'attribuzione del Trofeo Medusa Aurea con frequenza annuale.

Il premio è registrato in data 8-07-1978 al N°1/234602 Reg. P.G. a norma della Legge 22/4/41 N°633. in Bollettino della Proprietà Letteraria Artistica e Scientifica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il concorso è regolato dalle seguenti norme:

Art. 1- La partecipazione al concorso è aperta a tutti.

Art. 2- Gli stranieri sono ammessi in numero di cinque per Nazione .

Art. 3- I concorrenti dovranno inviare tre fotocolor di opere diverse. L'opera originale dovrà avere dimensioni non inferiori a cm. 60 e non superiore a cm. 100 E' ammessa una tolleranza del 10%

Le fotografie dovranno pervenire alla segreteria dell' A.I.A.M. in Via Giulio Sacchetti 10 B/16 -00167 Roma a mezzo raccomandata (V. art. 9 ),in uno alla scheda di adesione.

Art. 4- Una commissione di esperti curerà la selezione delle opere. Per ciascun concorrente sarà ammessa una sola opera. Le fotografie non saranno restituite.

PREMI DELLA CULTURA TROFEO MEDUSA AUREA CONFERITO DALL'ACCADEMIA INTERNAZIONALE D'ARTE MODERNA

ANNO ACCADEMICO 2016/2017XXXX EDIZIONE ARTI VISIVEPREMIO « EDUARDO CHILLIDA »

GIOVANNI MICHELUCCI E MASSIMO BALDI TRA URBANISTICA E ARCHITETTURA

VIAGGIO NELL’ARCHITETTURA DEL NOVECENTO IN TOSCANA

notizie

IL RINNOVAMENTO DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONEGIOVANNI MICHELUCCI DI PISTOIA

MUSEONOVECENTO FIRENZE

I VOLTI DELL’ALIENAZIONE. DISEGNI DI ROBERTO SAMBONET

Dal 22 settembre 2016 a Fiesole un convegno sui temi urbanistici e una mostra sul lavoro architettonico di Massimo Baldi, in collaborazione tra Comune di

Fiesole, Comune di Pistoia, Fondazione Michelucci con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti/Fondazione Architetti Firenze

Una mostra itinerante per la Toscana - 3- appuntamento a Montecatini Terme - 23.5/proroga 28.6.2015 Un’iniziativa di Regione Toscana a cura della

Fondazione Michelucci, in collaborazione con Ordine Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Pistoia e Comune di Montecatini

Terme - Assessorato alla Cultura

Mostre temporanee, incontri e visite guidate dal ottobre 2014 a gennaio 2015 Un ciclo di iniziativa a cura della Fondazione GIovanni Michelucci e del Comune

di Pistoia con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, 8 gennaio 2015 ultimo appuntamento con "Architetture immaginate" e

presentazione catalogo on-line.

Michelucci e Firenze tra arte, cultura e società, 1945-1966 Un contributo video della Fondazione Michelucci al nuovo museo, in collaborazione con

Comune di Firenze e Università degli studi di Firenze

una mostra al teatro di Chille della Balanza a San Salvi a cura di Franco Corleone e Ivan Novelli Promotori Garante Regione Toscana dei diritti dei detenuti, Fondazione Michelucci, La società della ragione onlus, Archivio

Sambonet, StopOPG - Inaugurazione martedì 2 dicembre 2014, ore 18.30, via di san Salvi - Pad. 16.

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accademia internazionale d' arte moderna

riproduce la Gorgone dell'Athena Famese e verrà assegnato al primo classificato delle seguenti categorie. pittura,scultura, grafica, architettura.

L'assegnatario del trofeo, che non l'abbia ritirato nel giorno della manifestazione non potrà più reclamarlo e gli sarà rilasciato solo il diploma attestante il conferimento del premio. Il trofeo in formato ridotto - medaglia argentea verrà attribuita agli artisti che si classificheranno al 2° posto con un numero massimo di 2 premi ex aequo. Una medaglia di bronzo riproducente l'effigie del "Trofeo Medusa Aurea" verrà rilasciata agli Artisti classificati al 3° posto, con un numero massimo di tre premi ex aequo. Agli Artisti classificati nella fascia del 4° posto ex aequo-verrà rilasciata una pergamena con attestazione di benemerenza. e collocamento al 4° posto ex aequo .

Agli Artisti classificati nella fascia successiva verrà rilasciata una pergamena con attestazione di benemerenza e collocamento al 5° posto ex aequo. A tutti gli Artisti ammessi alla selezione finale verrà rilasciato un diploma con attestazione di merito I premi assegnati ai partecipanti al concorso non ritirati nella sede della manifestazione saranno spediti a mezzo plico raccomandato, previo versamento anticipato di € 15,00 per spese postali e diritti di segreteria .

Art. 7- La Giuria si riserva la facoltà di assegnare o meno il Trofeo a suo insindacabile giudizio. Ai primi classificati, che non abbiano raggiunto la totalità dei voti della Giuria , può essere attribuita la medaglia d'oro.

Art. 8- Gli Artisti classificati al 1 ° posto nelle edizioni precedenti possono partecipare alla manifestazione fuori concorso.

Art. 9- Il concorso ha i seguenti termini di scadenza:

I) Invio della scheda di adesione e delle fotografie delle opere entro il 30 marzo 2017.

II) Il contributo di cui alla scheda allegata dovrà pervenire entro il 20 aprile 2017.(su c.c.p. inviare copia della ricevuta)

III) Invio dell'opera ammessa alla finale entro il 20 maggio 2017.

IV) Richiesta di pubblicazione opzionale, come da nota all' art. 4, entro il 20 aprile 2017.

Art. 10- Le opere dovranno essere recapitate alla segreteria dell'Accademia, in A.I.A.M. C/O " Mali Boxes Etc.: Via dei Mille 38- 40 Roma 00185 " tel. 06.4461945-3488269566 che ne curerà la restituzione. Le opere pittoriche dovranno essere inviate con listello o cornice di cm. 3 senza vetri. La grafica dovrà essere protetta da un foglio di plexiglas con un listello.pena la esclusione.

Le opere dovranno essere assolutamente inedite.

Art. 11- La cerimonia finale della manifestazione avrà luogo in Roma, contestualmente alla proclamazione dei vincitori dei Premi della Cultura Domenica 28 MAGGIO

2017 Gli artisti ammessi alla selezione finale saranno avvertiti . La direzione si riserva la facoltà di apportare variazioni ai termini di cui innanzi. I concorrenti sono invitati a presenziare alla cerimonia di premiazione, rimanendo tutte le spese a proprio carico.

Art. 12- Le opere dei concorrenti classificati al 1°-2°-3°- posto saranno pubblicate in un numero successivo de "ACCADEMIA Il Notiziario dell'A.I.A.M." a cura e spese della direzione del concorso.

Art. 13-Le opere sono assicurate per tutti i rischi (furto, incendio, danneggiamento) con una società assicurativa di primaria importanza per un periodo che si conta da un giorno prima a un giorno dopo la esposizione delle opere, per i seguenti valori: grafica €. 250,00 - dipinti € 500,00- sculture:- € 1.000,00. Il viaggio di andata e ritorno alla sede dell' A.I.A.M. è escluso dall' assicurazione.

Art. 13- Esaurita la manifestazione le opere dovranno essere ritirate A.I.A.M. C/O " Mali Boxes Etc.: Via dei Mille 38-40 Roma 00185.

Art. 14.- La sottoscrizione della scheda di adesione al concorso comporta la conoscenza del presente regolamento e l'accettazione integrale di esso entro e non oltre il 20 aprile 2017 a mezzo vaglia postale intestato a : A.I.A.M. Via Giulio Sacchetti n° 10 B/16- 00167 -Roma od anche a mezzo versamento su c.c.p. n°11521002 -A.I.A.M. Roma .ed inviare fotocopia della ricevuta entro il 20/04/2017

Il costo della pubblicazione è di € 95,00 per riproduzione a colori, in formato di cm. 6x9

I risultati saranno pubblicati sul sito web www.aiam.it.

Dato a Roma il 15 ottobre 2016Indipendentemente dall'esito della premiazione della Giuria, la presidenza dell'A.I.A.M. si riserva di attribuire alcuni dei seguenti premi1) Una pagina sulla rivista "ACCADEMIA Il Notiziario dell'A.I.A.M.". 2) Iscrizione all'Accademia I.A.M. honoris causa. 3) Targa al merito artistico dell'A.I.A.M. 4) Coppe, targhe , medaglie di Enti Pubblici. 5) Inserimento di un'opera nella Galleria Telematica dell' A.I.A.M. per 3 mesi ai primi tre classificati.

La scheda di adesione va inviata a : A.I.A.M. Via Giulio Sacchetti 10 B/16 -00167 Roma (Aurelio) Tel. / 06-6373303 FAX 0669347252 o 3806373303Le opere dovranno essere recapitate alla segreteria dell'Accademia, in A.I.A.M. C/O " Mail Boxes Etc.: Via dei Mille 38- 40 Roma 00185 " tel. 06.4461945-3488269566 che ne curerà la restituzione.

Il concorso è regolato dalle seguenti norme:Art. 1 - La partecipazione al concorso è aperta a tutti: soci e non soci . Sono esclusi i Senatori Accademici.Art. 2 - Non è richiesta alcuna tassa d’iscrizione ma solo il mero rimborso delle spese organizzative e di segreteria. (Vedasi scheda di adesione in calce)Art. 3 - Per la sezione A i concorrenti potranno inviare da una a tre poesie (inedite) che non superino i trentasei versi ciascuna. I lavori dattiloscritti, in sei copie, non dovranno essere firmati né portare segni di riconoscimento, pena l’esclusione dal concorso. Le generalità del concorrente dovranno essere annotate in calce alla settima copia dei lavori. Su tale copia dovrà essere inserita la seguente annotazione autografa: “Dichiaro che il lavoro poetico sopra dattiloscritto è opera di mia esclusiva creatività”. Tale copia, con allegata dichiarazione, va chiusa in una busta. In caso di invio telematico spedire doppio file per ogni singola poesia (uno anonimo, l'altro contenente, in calce, la dichiarazione di cui sopra ed i dati personali) all'indirizzo e-mail [email protected] - Per la sezione B i concorrenti dovranno inviare tre copie cartacee del libro + file Word o PDF (preferibilmente PDF) all'indirizzo e-mail [email protected]. 4 - Sono ammessi al concorso poeti italiani e stranieri con opere originali nelle lingue ufficiali riconosciute. I poeti stranieri dovranno allegare la traduzione in lingua italiana.Art. 5 - Al primo classificato verrà assegnata una medaglia aurea riproducente da una faccia l’Atena Farnese - effigie dell’Accademia - e dall’altra la Medusa inoltre verrà conferito diploma di benemerenza.- Al secondo classificato verrà assegnata una medaglia argentea, dalle caratteristiche simili a quella aurea, inoltre verrà conferito diploma di benemerenza.- Al terzo classificato verrà assegnata una medaglia bronzea, dalle caratteristiche simili a quella aurea, inoltre verrà conferito diploma di benemerenza. A tutti gli altri finalisti varrà rilasciato diploma d’onore . A tutti gli altri partecipanti ammessi al concorso verrà rilasciato diploma di merito. Art. 6 - La giuria si riserva la facoltà di assegnare o meno i premi a suo insindacabile giudizio. Stralcio del verbale di giuria sarà reso pubblico a mezzo stampa e Internet.Art. 7 - La scheda di adesione potrà pervenire a mezzo raccomandata o essere consegnata a mano in accluso agli elaborati, o in allegato file (firmata e digitalizzata) all'indirizzo e-mail [email protected], entro il -30 marzo 2017.ART. 8 - I lavori non saranno restituiti.ART. 9 - La cerimonia di proclamazione dei vincitori relativa ad entrambe le sezioni di poesia avrà luogo in Roma , domenica 4 giugno 2017, contestualmente alla premiazione dell’assegnazione del Premio Eduardo Chillida per le Arti Figurative e del conferimento del Trofeo Medusa Aurea. La Presidenza si riserva la facoltà di apportare variazioni ai termini di cui innanzi. Art. 10 - Le opere dei concorrenti classificati al 1°, 2°, -3° posto saranno pubblicate in un numero successivo di “ACCADEMIA - Il Notiziario dell’A.I.A.M.”, a cura e spese della direzione del concorso e sui siti dedicati .ART. 11 - I premi assegnati, non ritirati in sede di manifestazione, saranno spediti a mezzo raccomandata, gravata dei costi e dei diritti di segreteria pari a € 15.00, a richiesta degli interessati. Si accettano deleghe per il ritiro.Art. 12 - La sottoscrizione della scheda di adesione comporta la conoscenza del presente regolamento e la sua accettazione integrale.Art. 13 Il Trofeo, opera originale in bronzo, dello scultore Nunzio Bibbò di Ø 12 cm, riproduce la Gorgone dell’Athema Farnese verrà assegnato a personalità di spicco distintosi per motivi umanitari , sociali e culturali.Art. 14 Indipendentemente dall’esito della premiazione della Giuria, la presidenza dell’A.I.A.M. si riserva di attribuire alcuni dei seguenti premi:

1) Una pagina sulla rivista “ACCADEMIA Il Notiziario dell’A.I.A.M.”.2) Iscrizione all’Accademia I.A.M. honoris causa.3) Targa al merito dell’A.I.A.M. 4) Coppe, targhe, medaglie di Enti Pubblici.5) Inserimento di un’opera nella Galleria Telematica dell’A.I.A.M. per 3 mesi ai primi tre classificati.

MEDUSA AUREAACCADEMIA INTERNAZIONALE D’ARTE MODERNA

ROMAANNO ACCADEMICO 2016/2017

Concorso di POESIA E LIBRO EDITO XXXX Edizione

“ Premio GIOVANNI PASCOLI ”Il concorso è articolato nelle due, seguenti sezioni:

A) Poesia singolaB) Libro edito (poesia, narrativa, saggistica, romanzo)

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accademia internazionale d' arte moderna

accetta il regolamento del concorso in ogni sua parte e versa all’uopo per la corrispondenza informativa e diritti di segreteria per la sezione A) POESIA INEDITA E 25,00 per la sezione B) LIBRO EDITO € 50 in contanti, a mezzo vaglia postale, c.c.p. n° 11521002 o bonifico bancario IBAN IT78C0760103200000011521002 , intestato a A.I.A.M., Via Giulio Sacchetti 10/B/16 00167, Roma. Sottolineare il tipo di versamento prescelto. Ed inviare copia della ricevuta di eventuale versamento con qualsiasi mezzo.

Partecipa alla Sezione A) Poesia singola B) Libro edito (poesia, narrativa, saggistica, romanzo)

Sottolineare la sezione alla quale si partecipa o entrambe nel caso si partecipi a tutte e due.

(data)________________________ (firma)_____________________________________

Il sottoscritto_______________________________________________ nato a_________________________________

il_____________ e domiciliato a_______________________________________________prov. ________________

Via_____________________________________________________________________n°___________ c.a.p.____________

Tel_____/_______________ E Mail ___________________ cod. fiscale___________________________________________

SCHEDA DI ADESIONEACCADEMIA INTERNAZIONALE

D’ARTE MODERNA ROMAANNO ACCADEMICO 2016/2017

Concorso di POESIA E LIBRO EDITO XXXX Edizione

“Premio GIOVANNI PASCOLI

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A.I.A.M. -ROMAPREMI DELLA CULTURA - ARTI VISIVE

TROFEO "MEDUSA AUREA" 2016/2017 - XXXX EDIZIONEPREMIO : EDUARDO CHILLIDA

SCHEDA DI ADESIONE

Il sottoscritto ................................................................ nato a ................................ (nazione e città) il

................... e residente a.......................................... (nazione e città) in via ...................................... n°

..................

c.a.............................Tel/.................................................FAX.......................................CELL...........................Sito

internet …………………………………………….. E Mail……………………………………………..

Presa visione del bando di concorso antescritto, chiede di partecipare con un'opera di pittura, scultura, architettura

Accetta il regolamento del concorso in ogni sua parte e versa all'uopo Euro 90,00 per recupero costi dellapolizza assicurativa e abbonamento a " Il Notiziario AIAM", a mezzo vaglia postale o bancario, o medianteversamento in c.c.p. n° 11521002 intestato a A.I.A.M. Via Giulio Sacchetti 10 -00167 , Roma, od anche incontanti, o mediante invio di francobolli, (sottolineare il tipo di versamento prescelto). Ed inviare copiadellaricevuta di versamento.

* A tutti i partecipanti sarà inviato un abbonamento omaggio a 4 numeri del "Notiziario dell'A.I.A.M."

* A norma dell'art. 3 allega tre fotografie a colori formato cartolina (10X15) di opere diverse con la indicazione a tergo dei dati tecnici. ( misure, tecnica, titolo dell'opera - nome e cognome dell'autore). Sarà ammessa al concorso una sola opera.

Le fotografie non saranno restituite e saranno utilizzate per la polizza assicurativa « tutti i rischi ».

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(data) (firma)

Villa Magnisi diventerà un labo-ratorio di esperienze culturali e uno spazio espositivo per l’arte contemporanea. Lo prevede un progetto denominato “Yellow - un nuovo modo di vivere l’arte”, ideato dagli artisti Tommaso Chiappa e Alessandro Di Giugno. Il progetto intende valorizzare la splendida villa settecentesca di Via Rosario da Partanna 22, sede dell’Ordine dei Medici di Palermo, attraverso alcuni eventi che dal 21 gennaio al 30 giugno metteranno assieme incontri, mostre d’arte e di pittura, fotografia, video, esibizioni musicali e teatrali. L’iniziativa è realizzata con il patrocinio dell’Ordine dei Medici e del Collegio universitario “Lorenzo Valla” di Pavia, e in collaborazione con il Centro d’Arte Malagnini

di Saronno (VA), la casa editrice People & Humanities, la Galleria La Piana Arte Contemporanea e il Comitato Civico “Cominciamo dal quartiere” di Palermo.Il progetto nasce dalla volontà di creare un ponte tra la Sicilia e aree geografiche altrettanto vivaci e ricche di fermenti artistico-culturali, instaurando un dialogo fecondo tra il pubblico, giovani esponenti dell’arte e della fotografia siciliana - come Stefania Romano, Paola Schillaci, Riccardo Paternò Castello, Tiziana Battaglia, Ales-sandro Di Giugno, Francesco Conte e altri – e i rappresentanti della scuola lombarda del nuovo futurismo - da Dario Brevi a Gianni Cella - e altri artisti, come Leonardo Santoli, Olinsky, Gianfranco Sergio, Emanuele Gregolin, Sabrina Romanò, Davide Ferro, Massimo Romani, Lele Picà, Mauro Rea, Vittorio Valente.

A Villa Magnisi va in scena “Yellow”un nuovo modo di vivere l’arte

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accademia internazionale d' arte moderna

ANTONIO LIGABUE AL VITTORIANO

FRANCESCA ROMANA FRAGALE

Si sunteggia l’intenso percorso di Ligabue, dagli anni venti agli anni sessanta in una splendida mostra allestita a Roma nella sala Brasini del Complesso del Vittoriano. La mostra termina l’8 gennaio. Da non perdere decisamente. Sono trattati tre periodi in base alla cronologia dettata da Sergio Negri; visibili i suoi animali feroci, i suoi autoritratti, una copiosa sezione grafica e sculture in bronzo.Sembra di entrare in un caleidoscopio di colori che impongono le visioni del-l’artista.Viene da riflettere: tutti conosciamo la vita particolare e gravosa di Ligabue, nato Laccabue, anche i non addetti ai lavori. Addirittura è divenuta epica la sua vicenda umana per il tramite di un famoso sceneggiato televisivo, il suo autolesionismo, la sua follia. Da notare che solo una decina di opere sono su tela, probabilmente solo alla fine poteva per-mettersele, essendo quasi tutte le altre su tavole di faesite o su cartone.Ma a voler prescindere per un attimo dalla conoscenza delle sue vicissitudini come ho fatto io stamattina al cospetto delle sue opere, ci si trova di fronte ad uno straordinario artista tecnicamente in-novativo e geniale nelle sue prospettazio-ni filosofiche.Gli animali sono narrati come mai nes-suno, nemmeno Henri Rousseau, nella loro ferocia o maestà, nella loro bellezza, nella loro umanità.Quello che li rende immortali è lo sguardo,

diverso di volta in volta a seconda della scena ritratta. Così per il leopardo che insegue il cigno o assale la gazzella, per l’aquila che tro-neggia sulla volpe. Così per la volpe con la preda in bocca che sgrana gli occhi verso l’osservatore forse in scrupolo di coscienza, forse a dire non è suonata per me la campana a questo giro. Così per il ghepardo spaventato dal serpente.Le vittime hanno uno sguardo analogo a quello dei predatori. Nel suo grido contro l’ “homo homini lupus” denunciato nelle giostre di predatori e vittime Ligabue lamenta la ineluttabilità e forse la ca-sualità del destino umano.Quando rappresenta gli esseri umani non a caso li ritrae della stessa dimensione degli animali pari protagonisti di taluni paesaggi solo apparentemente bucolici, in realtà contenitori di personaggi immobili, scenari della pochezza umana.Le donne sono rappresentate sempre in modo peculiare: o insanguinata ed esanime nelle mani di un gorilla trion-fante o Madonna e Maddalena nella straordinaria crocifissione o passeggera immobile di calessi o in una sola opera ritratta a salvare un bimbo.I suoi autoritratti sono ognuno un rac-conto di una fase della sua vita o visioni che aveva di se stesso, con il berretto da fantino, con lo spaventapasseri che assurge a uomo solo e abbandonato, con gli insetti sul volto, che rappresentano insidie o forse persone che lo volevano sfruttare o forse erano solo allucinazioni

psicotiche. Con corvi, evidenti presagi e solo una volta con una farfalla.Insolito soggetto, trasceso dal mito, di un suonatore in mezzo ad animali, seduto appoggiato ad un albero, a metà tra un incantatore di serpenti e il pifferaio ma-gico, forse racconto di un suono umano che infrange le regole. Spicca un unico va-so di fiori, di ispirazione matissiana e un’ incredibile boccia con pesci rossi dallo sguardo attonito di chi si chiede il perché si trova in gabbia.Rimangono impressi nella mente i volti di cavalli frustati da uomini vestiti di nero alla guida di una diligenza. E il suo circo, emblema

ARTE e CULTURA

della vita, rosso sangue.Straordinaria poi la prospettiva di un quadro che ha come punto focale un accerchiato dai cani, inseguito da un postiglione. Il suo sguardo grida che non ha scampo. A meglio guardare il cinghiale tiene sotto di se un uomo che non ha scampo e guarda verso l’osservatore con la stessa angosciante certezza del suo aguzzino animale.Tutte le prede, umane o animali hanno lo stesso intenso guizzo atterrito dell’attimo prima della morte.Un ‘memento mori’ espresso con una tale efficacia da lasciare pallidi i migliori trattati di teologia e filosofia.

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accademia internazionale d' arte moderna

ARTE E NUOVE AREE CELESTI

Poche capacità, spesso di-menticate, costituiscono la stra-da in grado di liberarci dagli schemi della comune ragione, di quella matrice utile in sé, anzi necessaria, ma che rischia di tenere l’uomo, che troppo vi si affida, legato ed imbavagliato. Queste capacità appartengono a quel mondo che pare astratto, pur non essendolo, che appare “folle”; sono l’intuizione, il genio, la creatività e, a volte, possono essere contenute nei sogni.Tutte queste capacità sono comprese nel concetto di Arte. Parlo di arte nella sua acce-zione più vasta, inclusa la dove-rosa - per tutti gli uomini - arte di vivere, che va applicata e che spero non venga inter-pretata attraverso i soliti mo-delli di lettura stereotipati. “L’arte racconta il suo tempo”, leggevo; certo che è vero, ma questa è già una visione ris-tretta. È come affermare che sia ferma ad una descrizione, pur significativa, simbolica ma solo referente all’accaduto storico o sociale. Altre volte è una proiezione dell’interiorità dell’artista, buono o no si vedrà nel risultato; altre volte ancora è solo mercato. Ma l’ar-

ANDREA CIRELLI

te è andare, mettere in moto e condurre anche il fruitore verso una nuova dimensione di comprensione. Anzi, a volte capita che l’artista sia l’inconsa-pevole istinto che però conduce gli altri ad oltrepassare i nor-mali limiti di coscienza.Il fatto che egli racconta nel-l’opera può proiettarci in un attimo alla scoperta di nuovi mondi che sempre fanno parte della vita umana, ma nella sua vastità, nella sua reale di-mensione possibile, talvolta contraddicendo ogni tipo di teo-ria. L’arte, quando è vera arte, parla dall’ intuito e diffonde intui-zione rendendo evidente anche la vastità che esiste, intima, nell’anima di ogni uomo, non la creduta ristrettezza; una vastità che come i frattali ripete quella dell’infinito Universo in cui viviamo e che costantemente siamo.Questa è l’arte vera, e neanche dovrei essere costretto all’aggettivo “vera” non fosse per l’esistenza del perfido meccanismo omologante che tende a distorcere ogni fatto più intimamente uma-no, soprattutto quando ci si avvicina al divino che è co-

munque in atto in ognuno di noi. La possibilità, infatti, di scoprire nuovi mondi - fuori e dentro di noi - non fa altro che costringerci a constatare in maniera logica l’infinità del-l’Universo – fuori e dentro di noi. Nuove “aree celesti”, la connessione con quelle parti che sono inimmaginabili, tanto apparentemente distanti, da ap-parirci come un “sopra” isolato, lontanissimo, e che invece sono qui, proprio qui e noi le possiamo cogliere con la stessa immediatezza con cui cogliamo una immensa volta stellata, il senso di trionfo di un’alba radiosa, l’esplosione di colori di un tramonto: aree di quel secondo cielo, secondo livello, secondo piano, terre di sopra che non dobbiamo credere di poter raggiungere solo salendo su impossibili astronavi ma che sono tutte già qui, collegate e raggiungibili “con un giorno di duro cammino”, come scritto nelle antiche storie buddiste; forse quel “giorno” che ci viene dato è la nostra vita e ci serve a ritrovare la perduta Shambhala, il nostro Eden. Tutto questo fa parte della “Forza sconosciuta”, di quella capacità di percezione

che ci appare extrasensoriale semplicemente perché collegata a quei sensi che non ricordiamo più, che abbiamo atrofizzato schiacciandoli con la nostra razionalità a senso unico. Condotta, stimolata dall’artista, quella forza straordinaria di "percezione extrasensoriale" si fa più potente nella sua presenza e si impossessa del-l’uomo - o è l’uomo che se ne impossessa perché a quel punto le distinzioni soggetto-oggetto non hanno più un senso – e lo trasporta per un attimo in una sorta di illuminazione, nel-l’incuranza delle solite, con-tinue, deduzioni logiche che ap-paiono improvvisamente prive di senso, di un prima e di un poi. In quell’attimo si conoscono i "Cieli di Sopra". Riuscire a raggiungere i celesti domini, evitando di essere ammaliati da quelle luci di passaggio in-gannevoli che spesso hanno la meglio sull’umano, quelle luci che paiono magiche, che abbrac-ciano l’uomo e lo avvolgono, ipnotizzandolo; quelle luci che egli, l’uomo, ritiene segnali che conducono da qualche par-te e che, invece, si rivelano il niente. A questo punto, per il sognatore è insignificante l’onere della derisione, che comporta il sognare ed il rac-contare i propri sogni, così come il ribelle è felice di pagare

il prezzo che gli viene richiesto per la sua ribellione. Per chi ha è prevista una ricompensa più che abbondante, inimmaginabile; mentre a chi non ha verrà tolto anche quel poco che ha, ma queste non sono certamente opinioni mie! L’Arte è muoversi e condurre altri oltre i limitati orizzonti e le percezioni ordinarie ed ordinate; il suo intervento è uno dei tanti miracoli che ne-anche più consideriamo tali, per nostra dabbenaggine.Lo scopo è l’estetica, il bello fine a sé che è l’unico, vero punto di arrivo dell’esistenza in cammino alla riscoperta del-l’Essere che l’ha posta.

ARTE e CULTURA

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accademia internazionale d' arte moderna

IL SACRO NELL'ARTEGLI ANGELI NEL SACRO

Il sacro nell’arte attraversa millenni di storia. Per quanto ci riguarda sono passati quasi venti secoli dal periodo (“paleocristiano”) in cui i protocristiani dovevano celarsi, circostanza che perdurò fino all’Editto di Costantino (313), fino ai nostri giorni. Ma il concetto, e quindi la figura, dell’angelo (dal greco ànghelos, cioè colui che annuncia, che è messaggero) risale almeno alla civiltà assiro-babilonese, con contributi mazdeici, egizi, persiani, e – naturalmente – giudaici. Ma il fatto stesso di usare il termine “angelo”, sta a significare il notevole apporto della cultura classica, segnatamente la greca, seguita poi dalla romana che – a sua volta – contiene contributi etruschi. Non mancheremo di in-formare il lettore al momento opportuno degli ascendenti storici, filosofici, teologici dell’angelologia (o “daimonologia”, per fedel-tà all’origine greca degli esseri sovraumani: i daimones) e, tuttavia, lo scopo di questo articolo è quello di ripercorrere la storia della salvezza in prospettiva cristiana. Ciò perché oggi questo meraviglioso tema sta subendo delle contaminazioni di origine esoterica, comunque non ortodossa ovvero riciclata dalle tradizioni di antiche religioni pagane, mentre non rifiuteremo – e lo dicevamo poc’anzi – gli apporti della filosofia preso-cratica e postsocratica che vedevano nell’ “eroe” la scala per l’infinito. Non a caso, infatti, l’Apollo greco fu nei primi secoli cristiani l’immagine del Buon pastore.

Ma torniamo alla storia e seguiamone i vari periodi e le relative note dominanti.

I PRIMI SECOLI DELL’ERA CRISTIANA

Gli storici suddividono questi secoli in tre periodi: -catacombale (fino all’Editto di

Costantino, 313), -basilicale (fino a tutto il V secolo), -bizantino (coincidente con la ve-nuta dei Longobardi, a tutto il VI secolo).

Le tecniche usate dai protocristiani nel periodo catacombale furono il graffito sem-plice e l’affresco, i cui segni distintivi sono la figura resa con tratti vigorosi, essenziali, quasi impressionistici e il ricorso a colori forti, palesi, atti a far risaltare i contorni somatici nonostante la penombra o addirittura il buio circostante.

Quando, con il riconoscimento della loro re-ligione, i cristiani poterono professare pub-blicamente, lo fecero in molti casi utilizzando le basiliche esistenti (donate da Costantino) ed altri edifici a pianta sia centrale, sia ro-tonda (mausolei, battisteri). Alle primitive rappresentazioni (in cui l’elemento angelico è di stampo romano) un po’ alla volta ven-nero sostituendosi i mosaici, preferiti per la loro maggiore resistenza agli agenti atmosfe-rici e per il fasto delle decorazioni. Essi deri-vavano dal romano opus tessellatum , ma con la differenza che non venivano usati quasi esclusivamente nelle pavimentazioni.

S. Gregorio Magno chiamò i mosaici biblia pauperum. Con essi i maestri dell’arte musiva ricopriranno le absidi e gli archi trionfali, dove i mosaici hanno un carattere prevalentemente mistico: scene tratte dai libri dei Profeti o dell’Apocalisse (giudizio finale, trionfo di Cri-sto,...) dove le figure sono poche, grandiose, ben visibili da lontano, fin dall’ingresso della chiesa, che restava – comunque – avvol-ta in una mistica semioscurità. Anche le pareti delle navate vengono decorate con scene tratte dai due Testamenti, oppure vi-te di santi. Ciò avverrà anche sul periodo bizantino, nel quale – tuttavia – le figure acquisteranno una maggiore ieraticità e

ALDO G. JATOSTI

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solennità, a scapito del realismo romano: basta osservare la frontalità, la fissità dello sguardo, il volto di Cristo spesso emaciato e triste. Ed un altro elemento emerge: la luce, sia pure promanante da alcuni particolari. Il mosaico assolve in tal modo al concetto della luminosità, insita nell’arte sacra. Per l’iconografia angelologica, che si ispira a Luca: “Mentre erano ancora incerte [le donne al sepolcro], ecco due uomini apparire vicino ad esse in vesti sfolgoranti” (Lc 24,2) gli angeli hanno sembianze umane e sono immersi nella luce. Ed è perciò che gli angeli del mosaico di S. Maria Maggiore, in Roma, indossano vesti candide ed hanno mani, volto e piedi meravigliosamente luminosi. Per quanto attiene alla scultura, nei primi due secoli i soggetti sacri (anche gli angeli) sono tutti affidati a simboli pagani. Questo sia perché gli scultori si erano convertiti da poco, sia perché i cristiani acquistavano pannelli già scolpiti. Dovrà venire il III secolo per trovare sui sarcofaghi soggetti tratti dalla Bibbia. Nel periodo bizantino il raffinato gusto decorativo si esprimerà non solo nel marmo ma nell’uso di materie preziose quali l’avorio, l’oro, l’argento, il vetro colorato e ricorrendo a procedimenti nuovi, fantasiosi che trasformano la scultura quasi in un intarsio: capitelli, paniere, pulvini, zoccoli di colonne tutti ornati di tenui rilievi, transenne dal disegno geometrico, con foglie di acanto spinoso ed altro ancora.

LE PRIME RAFFIGURAZIONI ANGELICHE

Nel I e nel II secolo l’arte è in stretto contatto col paganesimo e trae spunto da figure e miti che, un po’ alla volta, cedettero il passo a figure allegoriche e bibliche. La figura dell’angelo cristiano alle origini deriva icono-graficamente, sia pure con certe varianti, dalla tipologia dei geni e della Nike alata, ovvero dal tipo romano tardoimperiale della Vittoria e di Cupido (Eros) , tipologia che si consoliderà a far tempo dal IV secolo. I primo angeli, comunque, sono generalmente àpteri, cioè “senza ali”, senza aureola (attributo di sacralità) ed indossano l’abituale veste dei personaggi sacri: una tunica larga e paramen-ti liturgici. Una diffusa caratteristica del volto dell’angelo in questo periodo è la barba. Si tratta di figure molto umane che testimoniano una tradizione iconografica più ispirata alle descrizioni evangeliche che ai prototipi

figurativi della Roma imperiale.

Nel V secolo compaiono i primi angeli cristiani in senso moderno: figure androgine alate, dall’aspetto giovanile. Nel secolo successivo si assiste all’allungamento delle ali e ad una maggiore ricercatezza e ricchezza cromatica. Gli angeli sono spesso raffigurati in volo o mentre reggono dei cartigli. Anche il loro ruolo cambia: da figuranti in adorazione a protagonisti e con una funzione più narrativa negli episodi.

La gente italica, che nei secoli VI – VIII a causa delle invasioni aveva vissuto un lungo periodo di impoverimento ed imbarbarimento, ora, andando verso l’anno Mille, conosce una nuo-va, decisiva esperienza: i Comuni. Nati da condizioni socioeconomiche, essi favoriscono l’affermarsi d’una nuova arte che riprende i temi della tradizione classica romana, ma liberamente ne interpreta gli esempi e lo stile. Questa arte viene cosi chiamata “romanica”.

Scultura, pittura e mosaico tendono a reagire al convenzionalismo sontuoso bizantino ispi-randosi al naturalismo classico, come fanno gli scultori Wiligelmo e Benedetto Autèlami e i pittori Cavallini, Giunta Pisano, Cimabue e Duccio di Boninsegna.

La fantasia dei pittori nel corso dei secoli si è sbizzarrita raffigurando queste creature in moltissime fogge ed intente ad espletare le mansioni e i “mestieri” più disparati.

ARTE e CULTURA

Critico dell’A.I.C.L. (Ass. Int.Critici Letterari)

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ANNA NUCCIARONE

UNO SCATTO:CHE PASSIONE!

Incontriamo Giuseppe Scozzi di ritorno da Amsterdam dove ha partecipato alla sua ultima Assemblea in qualità di Direttore della F.E.P (Federazione Europea dei Fotografi); prenderà il suo posto la finlandese, Anna Kaleva-Tsagklas.

Dr. Scozzi, lei per trent’anni ha collaborato con una delle massime organizzazioni sindacali italiane che si interessa di artigianato ed in particolare di artigianato artistico. Dopo ha deciso di mettere la sua esperienza professionale al servizio del mondo della fotografia. E’ stata una scelta occasionale o si è trattato di una sorta di “corrispondenza di amorosi sensi”?Diciamo che si è trattato in parte di una oc-casione ed in parte della risposta ad un mio interesse personale. In passato avevo studiato fotografia nell’ambito della storia dell’arte e della comunicazione presso l’Istituto Europeo del Design e questo mi ha permesso di avere anche delle basi tecniche. Quando mi hanno proposto di diventare segretario nazionale del-l’Associazione ho accettato di buon grado. Era la fine degli anni ’80 ed ho ricoperto questa carica fino al 2008 quando sono diventato Direttore della Associazione Europea dei fotografi.

Sono quindi più o meno vent’anni che lei collabora con i fotografi professionisti. Come è cam-biato il mondo della fotografia in questi anni?E’ stata praticamente una rivoluzione coperni-

cana; l’introduzione del digitale nel mondo della fotografia ha cambiato completamente il modo di interpretare e di concepire le immagini. Prima essa si doveva imprimere su di un supporto, gelatine, bromuro, argento e solo recentemente sulla pellicola; oggi le immagini sono virtuali e si trasferiscono su un qualsiasi supporto digitale. Questo ha moltiplicato in modo esponenziale le possibilità di accesso a questo mondo che solo pochi anni fa necessitava di competenze tecniche enormemente superiori. Questo, an-che attraverso il significativo abbattimento dei costi di realizzazione, ha permesso il moltipli-carsi del numero delle foto nelle riviste, per non parlare dei social, della televisione, etc.

Lei pensa che questa divulgazione abbia in qualche modo facilitato l’approccio alla espressione anche da parte di persone che in altri momenti non avrebbero mai pensato di avere un talento?Io considero la fotografia principalmente un mezzo di comunicazione che talvolta può rag-giungere valenze artistiche, esattamente come la parola che utilizziamo costantemente e che può comunicare volgarità o esprimere una li-rica superiore. Non per niente oggi si trovano sezioni fotografiche presso il Museo della Re-gina Sofia di Madrid, nella National Gallery di Londra o il Rijksmuseum di Amsterdam. Questo ci testimonia come di fatto la fotografia sia entrata prepotentemente a far parte del mondo anche dell’espressione artistica. Certo in Italia siamo notevolmente indietro in questo campo. Non c’è un museo della fotografia (ci sono solo gallerie per lo più pri-vate o al massimo comunali ma non esiste un vero e proprio museo) e non esistono dei corsi professionali veri e propri presso le Università, cosa che invece troviamo nella maggioranza delle Università d’Europa. La fotografia viene considerata uno strumento tecnico ed infatti si studia all’Istituto tecnico mentre negli altri Paesi si studia alla facoltà di Scienza della Comunicazione. Chi vuole approfondire questa professione deve farlo attraverso canali che sono extra accademici. Questo differente approccio ovviamente limita la professionalità di questo

settore che in qualche modo viene più assimilato a forme di artigianato che all’arte in se stessa.

Quanto pesa il talento nella espressione fotogra-fica di livello?Se si parla di fotografia artistica certamente il talento ha un peso enorme, ma deve comunque essere accompagnato da una base tecnica im-portante; a questo va aggiunta una certa capacità imprenditoriale che significa saper dare un giusto valore al proprio lavoro. Tutto ciò finisce con l’avere lo stesso peso del talento. La differenza è che la tecnica ed al limite l’imprenditorialità si possono insegnare. Il talento non si può creare, se c’è può essere solo coltivato.

C’è una immagine che l’ha stupita particolar-mente in tutti questi anni?Così all’impronta mi viene in mente la foto “flesh and steel” di piazza Tienanmen dove si vedeva lo studente che affrontava a mani nude il carro armato. E’ una foto che ha fatto il giro del mondo: probabilmente di quella vicenda non sapremo mai tutta la verità, ma in ogni modo quella immagine comunica più realtà del fiume di parole che sono state spese a riguardo.Un’ultima domanda, se di domande si può parlare: so che lei ufficialmente lascia il ruolo di Dirigente

della F.E.P. tuttavia fra qualche mese parte per il Giappone. Ci dice qualcosa su questo?Si, seguo un progetto che è nato quattro anni fa e che si chiama World Fotografic Cup (Coppa del mondo della Fotografia), un progetto pensato secondo lo stile olimpico. Tutti i fotografi par-tecipano secondo squadre nazionali; ognuno, selezionato dalla propria organizzazione nazio-nale, invierà una fotografia che riceverà un punteggio assegnato da una giuria internazionale. I fotografi individualmente riceveranno le classiche medaglie d’oro, argento e bronzo a secondo del punteggio ottenuto; il Paese che avrà ottenuto punteggi maggiori sommando i punti ottenuti dai propri partecipanti, riceverà una Coppa. A Febbraio saremo in Giappone a festeggiare i vincitori della quarta edizione, il prossimo anno in Australia, poi in Austria, in Canada, in Messico… Anche questo progetto, cui stanno aderendo via via tutti i Paesi del mon-do, ha l’obiettivo di far emergere la figura del fotografo ed il contributo che egli dà all’arte ed alla cultura della comunicazione in ogni parte del Mondo.Quindi non bastano i complimenti per quello che è stato ma soprattutto gli auguri per quello che sarà!

giornalista

ARTE e CULTURA

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DELLA STESSA SOSTANZA DEI SOGNI

ANDREA CIRELLI

ARTE MODERNA

Se esiste una via maestra alla comprensio-ne dell’inconscio questa è il sogno. Sogno ed arte sono sempre stati allacciati, reciproci tra loro, collegati in più modi. Dagli innumerevoli fili che intrecciano le opere d’arte con i sogni possiamo recuperare i capi e percorrere all’inverso il percorso, riuscendo così ad interpretare l’opera e l’artista. Il linguaggio da cui partire è l’emozione suscitata, che può essere anche angosciosa o di fastidio, ma anche sensazioni di pace e bellezza.

Pensando all’arte è inevitabile andare al-le meraviglie del Rinascimento quando numerosi artisti hanno raffigurato mirabil-mente il sonno ed il sogno. Possiamo ammirare il racconto di un sogno in un capolavoro del Beato Angelico che ha rappre-sentato la guarigione del diacono Giu-stiniano; in Piero della Francesca nel sogno di Costantino; in Raffaello con il sogno del cavaliere; in Vittore Carpaccio nel sogno di sant’Orsola; in Ludovico Carracci nel sogno di S. Caterina D’Alessandria, o nell’opera non commissionata di Lorenzo Lotto, il sonno di Apollo, in cui le Muse si prendono la libertà di correre libere; nell’allegoria dei sogni di Giovan Battista Naldini; per non parlare di Bosch, nella cui interpretazione delle opere

si sono cimentati numerosi psicoanalisti. Nella letteratura il Sommo Dante racconta di tre sogni in purgatorio. In quel luogo c’è il giorno e la notte, come sulla terra, e questo permette alle anime di riposare, cosa che non avviene nell’inferno. Nella cornice degli accidiosi Dante si riposa e fa il sogno della femmina balba (balbuziente) guercia, che mano a mano diventa una donna bellissima e progressivamente inizia a parlare fluente-mente; è una sirena, racconta Dante, ma Virgi-lio, che vigila su Dante, le strappa la veste mostrando così al poeta il ventre putrido e maleodorante, la realtà vera della balba.

La stessa rappresentazione la ritroviamo in una scena del film di Kubrick “Shining “dove il protagonista interpretato da Jack Nicolson, ormai impazzito, abbraccia una donna che compare nella stanza dove c’era stato l’omicidio della donna stessa con le sue figlie ma dallo specchio (simbolo onirico per eccellenza), vede la schiena putrefatta della donna.

L’altro grande padre della nostra lingua, Alessandro Manzoni, ne I promessi sposi dimostra di essere un grande esperto del mondo onirico raccontando alcuni sogni dei

protagonisti del romanzo. Il sogno di don Ab-bondio, pieno di angoscia ed insidie, in cui i fatti della realtà, le minacce dei bravi e la sua paura, vengono incorporati nel sogno del po-vero curato. Ben più complesso e “reale” è il sogno di don Rodrigo durante la pestilenza in cui si ritrova in chiesa in mezzo a corpi giallastri che cercano di afferrarlo; sul pulpito c’è un frate che, durante la predica, punta il dito su di lui: era fra Cristoforo.

Molte storie sono piene di simboli onirici, molti grandi romanzi e molti film. Basti pen-sare a Kafka ne Il processo, dove tutta la storia del sig. Kappa è un incubo, come anche ne La metamorfosi dello stesso autore; pensiamo ad Orwell o a Thomas Mann ne La montagna incantata, dove si descrive quel particolare sogno che fa trovare il sognatore in una situazione che lo incolla e da cui sembra im-possibile qualsiasi via di uscita.

I simboli, le scene e le narrazioni contenuti in un’opera o in un film, possono essere lette nella stessa maniera di un sogno. La lettura è soggettiva - non potrebbe essere diversamente - ma se riusciamo a togliere gli stereotipi, le memorie, le morali ed avvicinarci con purezza ad un’opera, possiamo coglierne essenze a volte insospettabili. Oltre il messaggio razio-nale, voluto dall’artista o cercato dal regista emerge comunque - inevitabile e, direi, im-placabile - il contenuto inconscio, a volte op-posto al messaggio voluto. L’intreccio è tale che da un’opera si può interpretare anche lo stato inconscio di un qualsiasi fruitore, sempre attraverso emozioni e sentimenti su-scitati; la reversibilità è totale. Il messaggio che l’artista può diffondere va ben oltre i si-gnificati razionali: a volte l’input inconscio è molto più reale di qualsiasi significato attri-buito accademicamente.

Nell’arte sempre si raffigura l’inconscio, basti pensare a De Chirico in quelle piazze d’Italia, irreali, metafisiche, con la stazione ferrovia-ria e l’orologio; sogni a volte dichiarati, come il Sogno causato dal volo di una mosca intor-no a una melagrana, un secondo prima del risveglio che è una delle opere più celebri, del surrealista Salvador Dali; o quelli di Max Ernst, Magritte, Balthus e tanti altri. Per Marc Chagall dovremmo chiederci quanto bisognerebbe conoscere il simbolismo dei sogni o delle favole - che hanno lo stesso lin-guaggio - per poterlo interpretare, anche se vale forse più farsi trasportare dallo stupore

che provocano i colori di quelle figure volan-ti, angeli, donne, cavalli, caprette e che ci ri-portano a quella sorpresa che solo da bambini eravamo capaci di provare.

Che dire invece dei sogni di preveggenza, che raccontano in genere quello che avverrà, sen-za un linguaggio troppo occultato o velato ma, in genere ugualmente poco compresi? Ad esempio quello di Puskin che preconizzò la sua morte nell’opera in versi Eugene Onegin di cui l’autore rivelò l’origine in un sogno confuso. Puskin poco dopo aver terminato l’opera, morì in duello per salvaguardare l’onore della moglie contro un nobiluomo che si diceva ne fosse l’amante, proprio co-me era successo ad Onighin. Anche Fedor Dostoevskij nel suo Delitto e castigo attinge dalla propria vita onirica. Per Dostoevskij pensieri e fantasie hanno una vita propria; una volta che sono state partorite crescono, si ramificano e possono rivoltarsi contro chi le ha avute e contro gli altri. Un altro esempio di creazione onirica è quello di Robert Louis Stevenson, al quale un sogno (come egli stesso ha narrato) dette, nel 1884, l'argomento de Lo strano caso del dottor Jekyll e del sig. Hyde. Anche Goethe, in gran parte del suo Prometeo trae spunto dai suoi sogni. Per Edgar Allan Poe, invece, l’intera produzione fu alimentata dalle visioni oniriche.

Nella musica, nonostante il linguaggio diffe-rente, il mondo onirico ha pervaso il settore: basti pensare a tutti i “notturni” che sono stati composti. Il violinista e compositore Giuseppe Tartini sognò che il Diavolo (suo schiavo) eseguiva sul violino una prodigiosa sonata; il musicista, una volta sveglio, trasse dal suo imperfetto ricordo il Trillo de Diavolo. Igor Stravinskij fu sorpreso dalle visioni di sogno da cui scaturirono la Sagra della primavera e L'Uccello di Fuoco.

Possiamo dunque concludere parafrasando la frase di un altro grande artista che ha ab-bondantemente attinto dal mondo onirico, William Shakespeare, affermando che l’arte, che è l’essenza del progetto uomo, «è fatta della stessa sostanza dei sogni».

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Le opere del grande com-mediografo francese Molière si sono sempre contraddistinte per la loro arguta ironia. Alcune di queste sono veramente esila-ranti ma, nonostante il tono scanzonato, i lavori di Molière sanno lasciare un sapore amaro in bocca difficile da mandare giù.Tra le pièce maggiormente diffi-cili da digerire - a mio avviso - vi è Le Misanthrope. Il testo si divide in cinque atti in cui il protagonista, Alce-ste, cerca di portare avanti i suoi ideali basati su una fer-ma morale e sulle migliori virtù in una società in cui l’approvazione da parte degli altri sembra essere lo scopo principale dell’esistenza.La scena si apre con lo stesso Alceste indispettito dal compor-tamento superficiale del suo amico Philinte, colpevole di aver salutato con troppo affetto e ca-lore un semplice conoscente: «Quello che avete fatto è imper-donabile» – dichiara Alceste – «vi vedo coprire un uomo di complimenti, offrirgli le più ampie manifestazioni di affet-to […] e a mala pena sapete dirmi come si chiama […]». Nonostante la forte accusa ri-voltagli dall’amico, Philinte non si perde d’animo. L’uomo chia-risce la sua posizione affer-mando che i parigini prefe-riscono false manifestazioni d’affetto ed elogi ad una sin-cera indifferenza e, inoltre, ammonisce l’amico sostenendo che conta più una reputazione di “asociale”.Le argomentazioni addotte da Philinte, a ben vedere, ri-flettono il tacito dogma con-temporaneo secondo cui, nei rapporti interpersonali, l’apparenza conta più dell’essere. Oggi, infatti, grazie anche al diffondersi dei vari social net-work, siamo più preoccupati a collezionare “amicizie”

piut-tosto che viverle veramente. Siamo amici di tutti, ma al contempo non siamo amici di nessuno: l’importante è dimo-strare la nostra inclinazione alla convivenza sociale. Eppure, se le parole di Philinte rispecchiano in qualche modo il concetto di amicizia tipico della nostra epoca, il punto di vista di Alceste non merita minore attenzione. Nell’opera del drammaturgo francese, Alceste è un personag-gio che non conosce le mezze misure. È incapace di scendere a compromessi e, cosa più im-portante, fonda i suoi (pochi) affetti sul rispetto reciproco e sulla lealtà. Quando questi valori vengono a mancare, disgustato, Alceste decide di continuare a vivere la sua vita in totale solitudine, da eremita. Non possiamo negare che la scelta operata da Alceste, os-sia abbandonare il mondo e chiudersi in se stesso, sia estre-ma. Se allarghiamo la nostra prospettiva, però, vedremo un uomo non intenzionato ad ac-cettare amicizie “di facciata”; un uomo non disposto a piegarsi ed uniformarsi all’ambiguità che lo circonda. Ciò che conta, per Alceste, è non venire meno ai propri ideali, alla propria integrità morale, anche a costo di essere giudicato inadeguato dalla frivola società parigina.Tutto questo, però, porta a con-frontarsi con queste doman-de: chi è il vero inadeguato? Chi sa fingersi amico - e quindi non è adatto a venir definito tale - o chi non vuole adeguarsi all’ipocrisia? E ancora: viviamo in un mondo di “Philinte”? Siamo davvero certi che il vecchio detto “me-glio pochi, ma buoni” non sia sempre attuale?

L A U R A P I S E R À

Le Misanthrope di MolièreUn’opera moderna

La parola estetica deriva dal greco nella parola “sensazioni” e dal verbo che significa “perce-pire attraverso la mediazione del senso”. In senso originario l’estetica, infatti, non è una par-te a sé stante della filosofia, ma l’aspetto della conoscenza che riguarda l’uso dei sensi.Immanuel Kant parla di estetica nella Critica del Giudizio dove, attraverso il “giudizio estetico”, egli fa appunto confluire nell’es-tetica i due filoni di pensiero sull’arte e sul bello, gettando così di fatto le basi dell’estetica moderna.Hegel nella sua opera “Estetica” salderà ulteriormente tra loro l’arte e la riflessione filosofica invitando l’artista a liberarsi della propria soggettività per

accedere alla universalità del bello.Da queste radici si evidenzia l’importanza dell’estetica nella vita dell’essere umano: dall’am-biente che lo circonda ed in cui vive, nel proporsi come corpo, fino al modo di pensare mo-mento per momento e nella gestione del proprio quotidiano sin nelle più piccole decisioni.Creare un ambiente estetica-mente efficace per l’essere umano non significa necessa-riamente un ambiente perfetto o alla moda o creato da archi-tetti, in quanto questo potrebbe essere percepito dalla persona che ne usufruisce come freddo, non fruibile, non vivibile se-condo i criteri del proprio ego-ismo; basta pensare a quante

L'ARTE DI ESISTEREFAUSTO PIERONI

case o giardini, seppur perfetti, risultano scomodi, non apprez-zati dalle persone che vivono quegli spazi; o all’uso del ce-mento armato che, nato per realizzare forme impossibili con altri materiali quali vele o sfere, viene invece - per puro sfruttamento economico - uti-lizzato per la realizzazione di ghetti residenziali. L’importanza dell’ambiente di lavoro la evidenzia molto bene l’artista Renato Guttuso il quale, in una intervista, dichiara che, pur avendo cam-biato vari laboratori d’arte più o meno grandi nelle dimen-sioni, notava che certe caratte-ristiche si ripetevano in tutti i suoi laboratori e quanto queste caratteristiche fossero impor-tanti per la sua vena artistica. Gli antichi Mastri muratori - purtroppo oggi in estinzione - sapevano leggere le pietre con cui edificavano e le disponeva-no secondo il criterio di fruibili-tà del committente; di questo è ancora possibile averne confer-ma visitando gli antichi borghi medievali.L’estetica del proprio corpo non trova conferma nell’essere assiduo frequentatore di pale-stre, tanto che l’eccesso di eser-cizio può risultare lesivo del corpo stesso tanto quanto la assenza totale di movimento e molte persone apparentemente atletiche risultano poi essere

ARTE e CULTURA

consulente aziendale

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vittime di malori improvvisi mentre, altri meno atletici, go-dono invece di ottima salute. Questo non vuole essere un invito alla pigrizia, ma un sot-tolineamento del fatto che il movimento deve essere una continua sperimentazione del-la propria energia e non un sa-crificio fine a se stesso.La ricerca del piacere è per questo importante sin nelle piccole scelte o quotidiano in quanto determina quel piacere estetico che a sua volta è lievito per quella evoluzione persono-logica che ci fa sperimentare l’esistenza come manifestazione dell’ Essere e non come oggetto, più vissuto che vivente.

La sperimentazione dell’esteti-ca come tramite per la percezio-ne dell’Essere è la fonte ove attingere per la creatività, ca-ratteristica necessaria per lo sviluppo di ogni essere umano non solo artistico ma pro-fessionale, etico, comportamen-tale, relazionale , ecc..L’Essere ci ha posti in questa possibilità, che per convenzione definiamo “vita dell’essere umano”, al fine di confermare l’ Essere stesso; per questo, noi viventi siamo testimoni dell’Essere e l’unico modo di esserlo a pieno è quello di realizzare il bello. In questa prospettiva è impossibile accet-tare di vivere come oggetto ma

cercare costantemente di vive-re partecipando l’Essere nella vita. Questo è il senso profondo dell’arte.Per tornare con i piedi ben piantati per terra è possibile fare un paragone che renda il tutto più concreto: come la cu-cina gourmet sta alla cucina per i ghiotti, il piacere estetico fa la differenza tra essere soggetto vivente intelligente o un nume-ro vissuto dalla quotidianità.

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