Aborto

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I dati della scienza non permettono, da soli, di attribuire all’embrione umano lo statuto ontologico di persona, o di essere umano di pieno diritto, perché il concetto di persona non è di natura empirica, ma filosofica. Però la biologia e la genetica affermano che l’embrione umano è individuo della specie umana fin dal momento iniziale del suo sviluppo vitale , che lo condurrà, per mezzo di un processo coordinato continuo e graduale a diventare adulto. Separare individuo umano e persona Separare individuo umano e persona non è che un gioco sterile. non è che un gioco sterile. CCC 2258 “La vita umana è sacra sacra perché, fin dal suo inizio , comporta l'azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Solo Dio Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente”

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I dati della scienza non permettono, da soli, di attribuire all’embrione umano lo statuto ontologico di persona, o di essere umano di pieno diritto, perché il concetto di persona non è di natura empirica, ma filosofica.

Però la biologia e la genetica affermano che l’embrione umano è individuo della specie umana fin dal momento iniziale del suo sviluppo vitale, che lo condurrà, per mezzo di un processo coordinato continuo e graduale a diventare adulto.

Separare individuo umano e persona Separare individuo umano e persona non è che un gioco sterile.non è che un gioco sterile.

CCC 2258 “La vita umana è sacrasacra perché, fin dal suo inizio, comporta l'azione creatrice di

Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il

Creatore, suo unico fine. Solo Solo DioDio è il Signore della vita dal

suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente”

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Non spetta al magistero ecclesiale ed alla teologia stabilire o constatare quando un individuo inizi la sua esistenza e quando la termini; loro compete l’affermazione che la “vita animata” si snoda fra l’inizio e la fine della vitalità biologica individualizzata, e che va difesa sempre come vita umana.

Nel passato filosofi e teologi preferivano paralare di animazione, cioè di infusione dell’anima spirituale nel corpo, per indicare la specificità della vita umana. Si distingueva tra anima vegetativa, sensitiva e razionale, e si riteneva che fosse solo quest’ultima a caratterizzare la vita umana, mentre la vegetatività e la sensitività precedono la razionalità.

Ma anche quei moralisti del passato che distinguevano tra “feto inanimato” e “feto animato” (dal 40° giorno per i maschi, più tardi per le femmine), pur attribuendo un grado minore di malizia all’espulsione dell’embrione nelle prime settimane rispetto alla soppressione del feto già animato (= omicidio) condannavano sempre l’aborto in quanto interruzione di un processo di formazione di una persona umana.

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Se oggi qualcuno volesse supporre una animazione tardiva rispetto al concepimento (ad esempio nell’annidamento dell’embrione nell’utero materno, o con la formazione del cervello), bisogna affermare che esiste già una vita umana che “prepara e richiede un’anima”, nella quale si completa la natura ricevuta dai genitori. D’altronde basta che la presenza dell’anima sia probabile (e non si proverà mai il contrario!) perché togliere la vita significhi il rischio di uccidere un uomo, non soltanto in attesa, ma già provvisto della sua anima.

Nel dubbio che sia già presente la vita di una persona, va rispettata come tale.

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«Il frutto della generazione umana dal primo momento

della sua esistenza, e cioè a partire dal costituirsi dello

zigote, esige il rispetto incondizionato che è

moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità corporale e spirituale. L’essere umano va

rispettato e trattato COME UNA PERSONA fin dal suo concepimento, e pertanto,

da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti

della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di

ogni essere umano innocente alla vita».

(Donum Vitæ I,1)

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L’aborto è l’espulsione del feto/embrione vivo non viabile, cioè non ancora in grado di vivere fuori dall’utero materno. L’espulsione di un feto non viabile è causa diretta e certa della sua morte, poiché il feto viene sottratto all’unico ambiente in cui può sopravvivere.

L’aborto può essere volontario (compiuto con la volontà di sopprimere il concepito) o involontario (senza alcuna iniziativa mediata o immediata e, in genere, avviene per il distacco spontaneo del feto dalla parete uterina, seguito dalla sua espulsione. Può avvenire per malattie materne o dell’embrione, può essere accidentale oppure colposo, cioè causato da un’azione pericolosa compiuta per imprudenza); diretto (voluto e programmato) o indiretto (non voluto e non programmato. È la conseguenza di un intervento medico che tendeva a salvare la donna da malattie gravi e richiedevano tale intervento e l’aborto risulta come “effetto collaterale”, non cercato, non voluto, non pensato).

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Talvolta si usa chiamare l’aborto terapeutico l’aborto terapeutico anche aborto indiretto ma è tutt’altra cosa.

L’aborto terapeutico può configurarsi o per salvare la vita della madre o per salvaguardarne la salute.

Il primo caso avviene quando la prosecuzione della gravidanza comporterebbecomporterebbe la sicura sicura morte sia della madre che del feto o la morte morte sia della madre che del feto o la morte della madre con la speranza di salvare il figliodella madre con la speranza di salvare il figlio.

Nel secondo caso c’è l’eventualità’eventualità che la gravidanza sia un rischio mortale per la vita rischio mortale per la vita della madre e un danno alla sua salute che della madre e un danno alla sua salute che può avere anche delle ripercussioni può avere anche delle ripercussioni psicologiche.psicologiche.

È un aborto per la salute della madre non del È un aborto per la salute della madre non del feto!feto!

L’aborto terapeutico è l’aborto: eugeneticoeugenetico (malformazione o malattia del feto); selettivo; selettivo; della motivazione contraccettivadella motivazione contraccettiva (rsu486; pillola del giorno dopo); delle motivazioni delle motivazioni economicheeconomiche.

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«La vita umana innocente, in qualsiasi condizione si trovi, è sottratta, dal primo istante della sua esistenza, a qualunque diretto attacco volontario. […] Questo principio vale per la vita del bambino, come per quella della madre. Mai e in nessun caso la Chiesa ha insegnato che la vita del bambino deve essere preferita a quella della madre. È erroneo impostare la questione con questa alternativa: È erroneo impostare la questione con questa alternativa: o la vita del bambino o quella della madreo la vita del bambino o quella della madre.. No, né la vita della madre, né quella del bambino, possono essere sottoposte ad un atto di diretta soppressione. L’esigenza non può essere che una sola: FARE OGNI SFORZO PER SALVARE LA VITA DI AMBEDUE. […] Ma – si obbietta – la vita della madre, principalmente di una madre di numerosa famiglia, è di un pregio incomparabilmente superiore a quella di un bambino non ancora nato. […] L’inviolabilità della vita di un innocente non dipende dal suo maggiore o L’inviolabilità della vita di un innocente non dipende dal suo maggiore o minor valore. […]minor valore. […] Del resto chi può giudicare con certezza quale delle due vite è in realtà più preziosa?» (Pio XII, Allocuzione al Fronte della famiglia, 27.11.1951)

In ogni caso, la vita del nascituro non può essere strumentalizzata alla salute della madre: trattasi di un bene e di un valore “indisponibile”bene e di un valore “indisponibile”. Il concepito si è affacciato alla vita perché “chiamato”“chiamato” dai genitori: non ha non ha chiestochiesto di introdursi nella loro vita, tanto meno come “ingiusto aggressore”; vi è stato portato in modo che egli non poteva neppure rifiutarsi; ed ora che esiste nessuno può togliergli il diritto che egli ha ricevuto con il concepimento.

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L’aborto era considerato, già nei tempi antichi un omicidio.

-Per i filosofi, nel momento in cui l’embrione assumeva una forma (feto) vi era presente l’anima mentre, se non era formato non aveva un’anima.

Per Aristotele ci “volevano” 40 gg. Per i maschi e più di 40 gg. per le femmine.

-Il codice di Hammurabicodice di Hammurabi punisce l’aborto in quanto lesione inflitta alla proprietà con una ammenda pecuniaria.

- La Bibbia- La Bibbia (Es 21,22-23) condanna l’aborto distinguendo tra l’aborto avvenuto sul feto non formato (a cui conviene un’ammenda) e al feto formato (a cui corrisponde il pagamento con la vita).

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Vi sono infine metodiche di uccisione per

avvelenamento: l'embrione viene

raggiunto da sostanze chimiche irritanti, che generano un'indicibile sofferenza, spasmi e

contorsioni, determinando una

morte lenta e dolorosa.

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• aspirazione (si introduce nell'utero un tubo collegato ad un potente aspiratore (20 volte più di un comune aspirapolvere). Il corpo viene lacerato, ed il tutto è succhiato e maciullato. Solitamente usato per embrioni inferiori ai tre mesi.)

• embriotomia (si introduce un cucchiaino aguzzo ricurvo col quale si taglia a pezzi l'embrione, e poi si procede col raschiamento dell'utero. Più praticato nei primi tre-quattro mesi di vita).

• isterotomia o aborto col taglio cesareo (fino al taglio del cordone ombelicale, del tutto uguale ad un parto per taglio cesareo)

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L'aborto per parto parziale comincia quando il dottore

prende con una pinza il bambino dal ventre

materno.

Quando i piedi del bambino sono fuori dall'utero, l'abortista lo

prende con le sue mani e lo tira fuori, come se si trattasse di un

parto naturale, però assicurandosi che esca con i

piedi.

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Quando il bimbo è fuori con il corpo ma la sua testa è ancora

dentro il ventre materno, l'abortista gli trafigge la nuca con delle

forbici.

Il crimine termina quando l'abortista, mediante una sonda, aspira la massa encefalica del bambino

che, durante tutto il processo, ha agitato il suo piccolo corpo per cercare inutilmente di difendersi.