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1. PREMESSA

2. IL RUOLO TERRITORIALE DI RONCHI DEI LEGIONARI 2.1 Stato di fatto 2.2 Direttive 2.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano 2.4 Elementi di progetto

3. GLI ELEMENTI DI CARATTERE AMBIENTALE, AGRICOLO E PAESAGGISTICO 3.1 Direttive 3.2 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano 3.3 Elementi di progetto

4. Il MIGLIORAMENTO DELLA CITTA’ ESISTENTE: LE AREE RESIDENZIALI E LE OCCASIONI DI TRASFORMAZIONE URBANA 4.1 Stato di fatto 4.2 Direttive 4.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano 4.4 Elementi di progetto 4.5 L’applicazione del Piano di Rischio Aeroportuale

5. I SERVIZI E ATTREZZATURE COLLETTIVE 5.1 Stato di fatto 5.2 Direttive 5.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano 5.4 Verifica degli standard 5.5 Aree da reiterare

6. LE ATTIVITA’ INDUSTRIALI E ARTIGIANALI 6.1 Stato di fatto 6.2 Direttive 6.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano 6.4 Elementi di progetto

7. LE ATTIVITA’ COMMERCIALI 7.1 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano 7.2 Elementi di progetto

8. LA VIABILITA’ 8.1 Stato di fatto 8.2 Direttive 8.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano

9. PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEL PIANO

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1. PREMESSA

La presente relazione riporta per ogni capitolo/settore la descrizione di sintesi sullo stato di fatto del territorio comunale, le Direttive impartite dall’Amministrazione (“Direttive per la predisposizione della Variante generale al PRGC” adottate con D.C. n.° 28 del 9/8/2007), gli elementi direttori e le strategie di Piano (di cui all’elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000), implementando questi argomenti con le singole scelte progettuali (tav. P2 “Zonizzazione” e Norme tecniche di attuazione). Tale operazione è stata effettuata per esplicitare in maniera coerente, corretta e sequenziale l’elaborazione progettuale di definizione del progetto di Piano urbanistico.

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2. IL RUOLO TERRITORIALE DI RONCHI DEI LEGIONARI

2.1 Stato di fatto

Già nella Relazione sullo stato di fatto allegata alle analisi del progetto di Piano, si è focalizzata l’attenzione sull’importanza del ruolo del comune di Ronchi come uno degli ambiti regionali di importanza “strategica” per quanto riguarda assi, nodi infrastrutturali e aree insediative. Per questo ambito, definito dalla pianificazione regionale “piattaforma intermodale e multifunzionale di interesse regionale”, particolare attenzione viene posta nella visione strategica di livello regionale di una integrazione tra lo scalo di Cervignano, il nodo aeroportuale di Ronchi ed il porto marittimo di Monfalcone. Al contempo viene vista come necessaria la compatibilizzazione degli stessi con i vari ambiti di tutela ambientale.

Guardando più all’interno di questa particolare area, le tematiche comuni che legano Ronchi dei Legionari alla conurbazione monfalconese non sono solo legate alla stretta vicinanza dei centri abitati e alla interconnessione economica ed occupazionale (presenza di grandi sedi produttive e di grandi impianti di servizio) ma dipendono anche dalla presenza di alcune problematiche comuni con Monfalcone quali: - le tematiche relative alla viabilità e alla mobilità urbana; - la presenza e lo sviluppo di importanti attrezzature a scala territoriale e di

reti tecnologiche; - la presenza e lo sviluppo di importanti aree a carattere produttivo e

commerciale; - la presenza di una significativa “tensione” insediativa di tipo residenziale,

con le relative problematiche riguardanti le attrezzature ad essa collegate; - il passaggio del corridoio multimodale trans-europeo numero V; - le politiche di salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente carsico.

Nel contesto della conurbazione, Ronchi dei Legionari presenta una specifica individualità. Tale individualità, come evidenziato già nella “Relazione preliminare alla formulazione delle direttive” elaborata dai Comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano in occasione dell’elaborazione della Variante di adeguamento alla LR 52/91 (approvazione del PRGC gennaio 1997) deve essere reputata all’origine degli insediamenti ronchesi (formati dai quattro centri abitati di Ronchi, Vermegliano, Selz e Soleschiano) ed ai modi con cui si sono sviluppati nel tempo. Tale formazione è descritta nel testo attraverso un “processo di saldatura tra i centri abitati della fascia pedecollinare (Vermegliano e Selz) ed i borghi abitati che si sono formati intorno alle grandi sedi aziendali agricole della pianura”. Saldatura questa attuata attraverso le grandi arterie di comunicazione territoriale che interessavano, già in epoca remota, il territorio monfalconese.

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Territorio di snodo quindi, ambito territoriale attraversato da importanti infrastrutture già in epoca storica, Ronchi dei Legionari deve anche la sua specificità alla presenza di una infrastruttura di interesse regionale come l’aeroporto, con le implicazioni che tale presenza determina sul territorio comunale. Presenza che sarà ulteriormente rafforzata grazie ai progetti di sviluppo portati avanti ormai da tempo dall’Amministrazione regionale e da quella locale. Nel settore dei trasporti e dell’intermodalità, infatti, le azioni strategiche contenute nel Piano regionale di sviluppo 2005 – 2007 della Regione Friuli Venezia Giulia fanno riferimento alla realizzazione di un sistema integrato delle reti e al potenziamento dell’intermodalità e della riconversione infrastrutturale. Per quanto riguarda gli interventi inerenti alle reti si fa riferimento a quelli previsti dal progetto del Corridoio V. Per quanto riguarda il potenziamento dell’intermodalità e la riconversione infrastrutturale viene previsto (oltre al completamento della prima fase dell’Interporto di Cervignano, alla realizzazione del centro logistico dell’Interporto di Pordenone, alla riconversione, a seguito dell’allargamento dell’Unione Europea, degli Autoporti di Fernetti -Trieste e di Gorizia - Sant’Andrea) la realizzazione del Polo intermodale da collocare in prossimità dell’aeroporto.

Di estrema importanza per l’elaborazione del nuovo strumento urbanistico è la comprensione delle grandi opportunità che l’area di intervento offre. Opportunità offerta, come è stata giustamente messa in evidenza dallo Studio di fattibilità per la realizzazione del Polo intermodale di Ronchi dei Legionari, dallo straordinario livello di accessibilità e alle caratteristiche della zona (tanto da ipotizzare l’insediamento, oltre alle funzioni specifiche dell’intermodalità, anche di un mix funzionale dato da attività commerciali, di servizio e di tipo ludico capaci di attrarre un bacino di utenza geograficamente molto vasto).

La realizzazione del Polo intermodale, come emerge dalla Relazione dello Studio di fattibilità, posizionerebbe quindi la Regione Friuli Venezia Giulia “come la vera grande porta dell’Est Europa e sul Mediterraneo, ponendosi come snodo ed interfaccia dei flussi di persone che giungono dall’Europa dell’Est verso il Mediterraneo”.

Lo Studio prosegue mettendo in luce ancora le seguenti ripercussioni economiche per il territorio regionale: “- Creazione di servizi alle persone e alle imprese: attraverso la promozione di nuovi servizi ai cittadini della Regione Friuli Venezia Giulia, ai cittadini italiani e stranieri, così come alle imprese e agli operatori, che siano sempre adeguati alle nuove esigenze di qualità di vita e di lavoro. - Valorizzazione del territorio con iniziative significative: un intervento così significativo come la creazione di un Centro Intermodale è evidente come arricchisca e valorizzi l’intera area e Regione, proprio per il miglioramento delle condizioni e dei servizi che il territorio può offrire alle persone e agli operatori. - Creazione di infrastrutture e di nuove opportunità per lo sviluppo economico e d’investimento nella Regione Friuli Venezia Giulia: interventi infrastrutturali così significativi determinano un volano di stimoli e sollecitazioni al tessuto

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economico, non solo locale, che certamente porteranno a nuovo sviluppo e a nuovi investimenti con le conseguenti positive ricadute economiche, sociali ed occupazionali.”

Oltre a sottolineare l’importanza della presenza dello scalo aeroportuale e di come la sola realizzazione della nuova stazione ferroviaria in prossimità della stazione passeggeri potrebbe essere uno dei nodi fondamentali del “Sistema ferroviario metropolitano regionale (SFMR)”, bisogna mettere l’accento sulla significativa presenza, nel territorio di Ronchi dei Legionari, di attività di importanza nazionale legate all’elettronica e all’industria aeronautica.

2.2 Direttive

Obiettivo del Piano deve essere rivolto al rafforzamento e la valorizzazione del ruolo territoriale di Ronchi dei Legionari nel contesto mandamentale e regionale, un obiettivo intersettoriale che riguarda in sintesi: - l’assunzione nel Piano delle previsioni nazionali e regionali in funzione

dello sviluppo dello scalo aeroportuale e della realizzazione del Polo intermodale nella visione del ruolo di Ronchi come nodo di comunicazioni di importanza regionale (sistema di interconnessione intermodale con il Corridoio V, testata del Sistema ferroviario metropolitano regionale – SFMR, ecc.);

- l’assunzione nel Piano delle previsioni contenute nella pianificazione territoriale regionale in corso di redazione (Piano territoriale regionale - PTR);

- la valorizzazione del ruolo territoriale di Ronchi dei Legionari, come area ad elevata concentrazione e dinamica dello sviluppo, sia per quanto riguarda il settore dell’intermodalità che per il settore della produzione tecnologica avionica e dell’elettronica da attuarsi anche attraverso lalocalizzazione di un polo universitario destinato alla ricerca ed all’innovazione nel campo avionico.

2.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000

Per quanto riguarda il rafforzamento del ruolo territoriale di Ronchi dei Legionari, gli elementi direttori e le strategie intraprese dal progetto di Piano sono articolati nei seguenti ambiti strategici di intervento: - “Aeroporto internazionale” , per l’area viene previsto un ulteriore sviluppoanche alla luce dei programmi della società aeroportuale e al possibile ruolo che lo scalo aeroportuale potrà svolgere in un immediato futuro; - “Centro intermodale di livello europeo”, corrispondente al previsto Polo intermodale visto come porta dell’Est Europa e sul Mediterraneo, con il ruolo di

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snodo ed interfaccia dei flussi di persone che giungono dall’Europa dell’Est verso il Mediterraneo. In tale area, deve essere ipotizzato l’insediamento, oltre alle funzioni specifiche dell’intermodalità, anche un mix funzionale dato da attività commerciali, di servizio e di tipo ludico capaci di attrarre un bacino di utenza geograficamente molto vasto; -“Asse di interscambio treno-aereo ed attrezzature di supporto” , la sola realizzazione della nuova stazione ferroviaria in prossimità della stazione passeggeri potrebbe, infatti, essere uno dei nodi fondamentali del “Sistema ferroviario metropolitano regionale (SFMR)”.

2.4 Elementi di progetto

Alla luce degli obiettivi e delle strategie individuate nel paragrafo precedente, il progetto di Piano prevede, in zonizzazione e in normativa, la seguente classificazione: - la zona del “Polo indermodale M1/bis” sulle quali è previsto l'insediamento delle attività, dei servizi e delle attrezzature necessarie alla realizzazione di un terminale d'interesse regionale, di corrispondenza e di interscambio fra il trasporto aereo, ferroviario e su strada, costituenti il polo intermodale di integrazione e di interscambio fra sistemi di trasporto delle persone, previsto dal Piano Regionale integrato del trasporto. Per questa zona il progetto di Piano si propone, quindi, di concretizzare la realizzazione di questa infrastruttura internazionale, al fine di ottimizzare le relazioni con il territorio e di creare un ulteriore volano allo sviluppo dell’aeroporto regionale; - la zona “aeroportuale M1” comprende le aree riservate all’Aeroporto regionale di Ronchi dei Legionari ed ai servizi connessi ricadenti nel territorio medesimo. Il Piano si propone di consentire il potenziamento nell’ambito europeo ed internazionale dello scalo aeroportuale.

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3. GLI ELEMENTI DI CARATTERE AMBIENTALE, AGRICOLO E PAESAGGISTICO

3.1 Stato di fatto Il territorio comunale, dal punto di vista paesaggistico-ambientale può essere suddiviso in due grandi aree:

• l’ambito carsico a nord-est; • l’ambito di pianura, prevalentemente interessato da aspetti di tipo antropico.

La descrizione delle caratteristiche generali di questi due ambienti sono desunte dallo studio sul sistema paesaggistico ambientale della Provincia di Gorizia redatto dal dott. Pierpaolo Merluzzi all’interno del Documento “Linee guida del Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Gorizia”, anno 2001.

L’ambito del Carso Il Carso isontino (compreso tra il fiume Isonzo, il confine di stato (e la foce del Timavo) ed il mare) presenta diversi motivi di peculiarità che lo differenziano a livello morfologico dal resto del Carso litoraneo (o Carso triestino). Tra questi si possono ricordare: - una topografia caratterizzata da quote mediamente più basse di quelle del Carso triestino, che ha un'altezza media attorno ai 300-400 metri; - una morfologia del territorio priva di grandi doline e di grandi cavità ipogee che si aprono in superficie; - il solco paleofluviale del Vallone; - gli affioramenti superficiali di acque dolci in corrispondenza delle zone umide di Doberdò, Pietrarossa, Sablici, ecc. Altre zone carsiche dell'isontino, disgiunte da quella del rilevato principale, ma a questo naturalisticamente collegabili per le analogie geologiche e florovegetazionali sono il colle di Medea, del tutto isolato nell'alta pianura isontina, e la dorsale del monte Sabotino-S.Valentino contigua al Collio goriziano nel settore nord-orientale di questo. L'interazione tra gli effetti della posizione geografica, delle vicissitudini della storia naturale locale, della complessa situazione climatica locale e dell'articolatissima morfologia (modellata dall'azione corrosiva dell'acqua sulla roccia calcarea) di questo territorio - ricco di doline, lievi ondulazioni, valli fossili, rupi, ecc., dolce a livello paesaggistico ma molto tormentato nel dettaglio topografico - ha determinato i presupposti affinché nel Carso litoraneo, si verifichi la presenza di numerosi habitat peculiari (talora relittici) tra loro contrastanti, incoerenti con la situazione macroclimatica della zona (es: superfici rupestri esposte a sud - calde ed aride - ospitano aspetti di vegetazione mediterranea, mentre versanti collinari ripidi ed esposti a nord freschi ed umidi -, ospitano aspetti di vegetazione montana, ecc.). Il risultato si esprime in una grande ricchezza biologica: per quanto riguarda la flora delle piante vascolari sono

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presenti circa 1600 specie di piante, di diversa provenienza (illiriche, europee, mediterranee, pontiche, cosmopolite, nordamericane, ecc.). Quasi tutte le cenosi rispecchiano (pur se in modo non uniforme) questo mescolamento. Attualmente il paesaggio vegetazionale dell'intero Carso è attualmente dominato per 2/3 dalla boscaglia carsica a roverella, orniello e carpino nero, una certa consistenza hanno le pinete artificiali di pino nero (10% ca.), mentre landa e parasteppa - assolutamente dominanti fino ad una trentina di anni fa sono in forte e progressivo regresso, anche se proprio nel Carso isontino permangono le superfici più estese (area Fogliano-Doberdò-Monfalcone). Gli affioramenti superficiali di acque dolci (zone umide di Doberdò, Pietrarossa, Sablici, ecc.) influenzano ed arricchiscono ulteriormente i contenuti floristico-vegetazionali generali del Carso isontino poiché gli ambienti umidi ospitano numerose e tipiche ambienti palustri, certamente eccezionali su substrati calcarei carsici (per definizione privi di corsi d'acqua superficiali e di affioramenti superficiali permanenti d'acqua).

L’ambito di pianura Con il termine “Bassa Pianura” si indica quella parte del territorio isontino che, compresa tra il Carso ed i confini amministrativi provinciali, va dalla linea delle risorgive al mare Adriatico e che per gran parte è costituita dalla pianura monfalconese. Questa parte del territorio merita una menzione particolare perché nonostante le ricorrenti operazioni di bonifica per scopi agricoli (bonifica del Brancolo, bonifica di Isola Morosini, bonifica della Vittoria, ecc.), che hanno attualmente portato la maggior parte di questo territorio in condizioni di “deserto colturale” - in cui troviamo pochi, localizzati e ristretti residui di naturalità(alcuni lembi di bosco igrofilo ad ontano nero, habitat palustri e acquatici comunque rimaneggiati in corrispondenza di canali e fossi principali alcuni, arbusteti in alcuni lembi di pioppeto abbandonato) -, comprende tuttora alcune zone umide ed alcune ristrette superfici boscate di grande pregio naturalistico. Il valore di questi biotopi, oltre alle considerazioni sulla diversità ambientale e tutto quel che ne consegue, deriva soprattutto dal fatto che essi sono testimoni dell’antico assetto ambientale della zona, caratterizzato da foresta planiziale, paludi, corsi d’acqua di risorgiva non regimati. Le operazioni di bonifica, iniziate nella prima metà del secolo scorso, ebbero l’impulso decisivo - che investì anche la zona di foce dell’Isonzo e le contigue,ampie superfici di sponda destra - nel periodo 1927-1938. Ancora nel 1959 esistevano nella pianura monfalconese vaste zone umide e boscatedall’elevatissimo valore naturalistico ed ambientale. Le zone umide residue a cui si fa riferimento, concentrate nel monfalconese,procedendo da nord verso sud sono:

• la zona umida del Lisert, -la zona umida di Schiavetti con il fiume Cavana, • la zona umida della roggia di Monfalcone ad ovest della precedente, • i residui del bosco degli Alberoni e del Bosc’ Grand.

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In questi ambienti si trovano superfici emerse, olle di risorgiva, stagni e corsi d’acqua in condizioni di elevata diversità ambientale e talvolta di sostanziale naturalità morfologica. Oltre alle siepi, ai boschetti igrofili ad ontano nero e gli arbusteti igrofili a Salice cinereo, alle alberature a capitozza di salice bianco, ai vari tipi di canneto ospitano diversi habitat ormai rari in assoluto. Da ricordare ancora la presenza residuale su alcune superfici della “bonifica”del Lisert - un tempo estremo lembo di palude carsica che si spingeva fino al mare Adriatico ed in seguito ritombata con materiali di eterogenea provenienza di una serie di habitat salati derivati da fenomeni di rinaturalizzazione spontanea. Le aree boscate del Bosc Grand e degli Alberoni, governate a ceduo, rappresentano due tipologie tra loro diverse. Il primo è un minuscolo residuo dell’aspetto più umido delle antiche foreste planiziali. Si sviluppa lungo le sponde di un breve tratto di corso d’acqua di risorgiva con le sponde in condizioni di naturalità ma a deflusso delle acque sbarrato. La compagine arborea, in cui è predominante la presenza di pioppo ibrido euroamericano di piantagione artificiale, ospita anche esemplari delle specie originarie, mentre nel sottobosco erbaceo sono presenti anche specie microterme testimoni delle passate vicissitudini del glacialismo quaternario. Il secondo, che è meno umido ed è ubicato su una lente sabbiosa, si divide in due aspetti, l’uno dominato nel piano arboreo da grandi esemplari di pioppi bianchi e l’altro a prevalenza di querce e frassini. Da ricordare infine, più per la relativa estensione e l’importanza faunistica che per i contenuti floro-vegetazionali alcuni “boschi” di origine artificiale: il bosco di olmo siberiano - lungo il canale Averto, il bosco di platani di isola Morosini, la pineta di Rivalunga (Staranzano) ed alcune pioppeti abbandonati ubicati lungo il Brancolo.

3.2 Direttive

Risulta chiaro che una delle tematiche da affrontare nel progetto di Piano deve essere rivolta a costituire un sistema organico delle zone a verde con le zone di interesse ambientale tutelate (SIC – ZPS – Landa carsica – zone umide ecc…) al fine di migliorarne l’accessibilità e la fruizione pubblica.

L’attenzione al miglioramento paesaggistico e ambientale e alla valorizzazione dell’ambito carsico dovrà avvenire attraverso la valorizzazione, recupero e tutela in forma attiva dei sistemi vegetazionali costitutivi l’area carsica e la costituzione di “corridoi” atti a formare una rete di connessione tra le aree a forte valenza ambientale (le infrastrutture e, in particolare, l’autostrada A4, che attraversano il territorio carsico, rappresentano di fatto una interruzione dell’ambiente carsico).

Altre opportunità di valorizzazione del territorio sono costituite dall’ingente patrimonio di resti storici della Prima Guerra Mondiale. Questi

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corrispondono alle grotte, alle trincee e ai camminamenti, ai cippi e alle targhe, sia italiani che austroungarici che rappresentano un vero e proprio museo all’aperto dei fatti bellici del 1915-18. La valorizzazione del territorio carsico potrebbe avvenire, inoltre, in connessione con i comuni limitrofi recuperando, quindi, gli aspetti più rappresentativi dei resti storici della Grande Guerra, integrandoli con il patrimonio culturale- naturalistico e rendendoli fruibili ad utenti collegati al turismo ippico e dalla pratica della “Mountain – bike” nell’ottica di un sistema agrituristico intercomunale favorito anche dalla presenza della zona umida delle “Mucille” da collegare con le altre zone umide del mandamento.

Nell’ottica dell’interconnessione tra le diverse zone a verde il piano dovrà prevedere la possibilità (come già accennato in premessa) di recuperare la filosofia di organizzazione della città esemplificata negli obiettivi e finalità della L.R. 39/86 su parchi urbani, che consiste nella individuazione di spazi verdi attrezzati adatti alla funzione di tessuto connettivo, di valorizzazione e congiunzione dell'area urbana centrale con le aree dei servizi e con quelle collinari del Carso. In questo contesto progettuale una particolare attenzione deve essere riservata al patrimonio agricolo, ambientale e paesaggistico ponendo la massima attenzione alla conservazione e tutela di quelle parti aventi maggior valenza e di tutte le altre aree caratterizzate da una propria connotazione ed identità produttiva-agraria storica.

Per quanto riguarda le attività agricole, dovranno essere intraprese azioni atte a garantire la tutela del paesaggio agrario, ricomponendo le alterazioni prodotte dalle infrastrutture viarie territoriali e favorendo, per quanto possibile una omogeneizzazione di assetto normativo con i comuni contermini.

Risulta inoltre opportuno in queste fasi progettuali porre particolare attenzione nell’analisi del territorio anche sotto gli aspetti della natura Geologica degli ambiti di intervento.

Analogamente si rende necessario mantenere in debita considerazione l’applicazione delle nuove normative in materia:

a) Idro - Geologica b) Sismica c) Valutazione Ambientale Strategica d) Rumore e) Tutela dell’inquinamento atmosferico e acustico

3.2 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000

Una delle tematiche generali da porre nel Piano è l’assunzione di quelle legate

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all’ambiente e al paesaggio come componenti essenziali nel processo di pianificazione. A tale proposito per il sistema paesaggistico/ambientalevengono indicati i seguenti ambiti strategici: - “Parco urbano di ricucitura del sistema insediativo, comprensivo di aree pubbliche ed agricole private”, finalizzato a creare una “cintura verde della città” inserendo al suo interno diverse aree a verde con funzioni tra loro diversificate: aree sportive, a parco, aree agricole (mantenimento delle caratteristiche biotiche del territorio). Il tutto finalizzato a creare un “sistema del verde” con funzione di tessuto connettivo, di valorizzazione e congiunzione dell'area urbana centrale con le aree dei servizi e con quelle collinari del Carso; - “Parco naturalistico delle Mucille da recuperare per gli aspetti naturalistici” , collegato alla “cintura verde” in cui dovrebbero essere potenziatele attività ludico-sportive, come quella esistente, e quelle attività atte a valorizzare e ripristinare le peculiarità ambientali e paesaggistiche della zona; - “Parco del Carso da valorizzare per i suoi aspetti storici ed ambitali” ,attraverso la valorizzazione, recupero e tutela in forma attiva dei sistemi vegetazionali costitutivi l’area carsica. Specifiche azioni progettuali dovranno essere rivolte alla valorizzazione dell’area attraverso l’incremento degli usi compatibili come lo sviluppo e la valorizzazione delle attività agrituristiche e di supporto al turismo e alla ricreazione e l’incremento della rete degli itinerari (guidati e controllati). Dovranno essere perseguite, inoltre, azioni di valorizzazione del territorio ed in particolare rivolte all’ingente patrimonio di resti storici della Prima Guerra Mondiale. La valorizzazione del territorio carsico potrebbe avvenire, inoltre, in connessione con i comuni limitrofi recuperando, quindi, gli aspetti più rappresentativi dei resti storici della Grande Guerra, integrandoli con il patrimonio culturale e naturalistico (Museo all’aperto dei fatti bellici); - “Creazione di forme di permeabilità tra aree urbane” , attraverso la creazione della “cintura verde della città” (grazie anche dall’opportunità della futura possibile dismissione di una porzione della tratta ferroviaria per Gorizia). Molte potranno essere le occasione di ricucitura e riconnessione urbana, ora caratterizzanti negativamente porzioni urbane; - “Viale di accesso al borgo storico da tutelare e valorizzare nella sua componente vegetazionale”, corrispondente alla via Garibaldi vista come elemento di connessione tra le aree verdi urbane la “cintura verde” e il Parco del Carso (pista ciclabile, opere di arredo urbano, salvaguardia delle alberature, ecc.); - “Percorsi pedonali e ciclabili di connessione tra parti di città” , attraverso la realizzazione di rete ciclabile di connessione con l’intorno territoriale e le attività ricreative, i servizi, le principali aree sportive e le aree carsiche.

3.3 Elementi di progetto

L’articolazione degli ambiti territoriali di interesse ambientale a agricolo-paesaggistico ha portato all’individuazione delle seguenti zone omogenee:

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- la zona omogenea E4.0 “Ambiti agricoli di connettivo” corrisponde agli ambiti che appartengono alla unità di paesaggio della frangia peri urbana che associa all'impianto edilizio le pertinenze scoperte destinate ad agricoltura minore per auto consumo, alla trasformazione o vendita delle produzioni agrarie, attuata in ambiti non strutturati nell'assetto fondiario. Il piano ha come obiettivo la salvaguardia e la creazione di una zona di decelerazione ambientale complementare al nucleo edificato che realizzi, attraverso l’integrazione funzionale di zone verdi private e pubbliche, una cintura di connettivo per la valorizzazione del nucleo centrale del capoluogo e delle sue aree periferiche. L’inserimento programmato nel tempo di piste ciclabili, percorsi pedonali e verde attrezzato associati al potenziamento degli impianti sportivi, parchi, giardini ed aree ortive pertinenziali, connoterà questa fascia di connettivo come cornice verde di qualità e protezione ambientale anche verso le infrastrutture ferroviarie. - la zona omogenea E4.1 “Ambiti agricolo paesaggistici della zona di transizione verso l’altopiano carsico”. Sono gli ambiti di filtro e mediazione tra l’area insediativa urbana, le infrastrutture territoriali e l’altopiano carsico, ubicati nella parte nord orientale del territorio comunale a sud dell’asse autostradale Trieste-Venezia che definisce il limite meridionale delle aree, oggetto di Tutela ambientale del - SIC Landa Carsica. Il territorio si caratterizza per una certa acclività e per la presenza di formazioni arboreo-arbustive di contorno a coltivi e di zone incolte. Il piano ha come obiettivo la salvaguardia di queste qualità morfologiche e propone una disciplina che preveda l’esercizio dell’attività agricola compatibile con la tutela delle stesse. - la zona omogenea E4.2 “Ambiti agricolo-paesaggistici dell’altopiano carsico”. Sono gli ambiti ubicati nella parte nord orientale del territorio comunale oltre l’asse autostradale Trieste-Venezia che definisce il limite della zona oggetto di Tutela ambientale - SIC Landa Carsica. Il territorio si caratterizza per la prevalenza di formazioni a landa carsica alternata a formazioni arboreo-arbustive derivanti per la maggior parte da neocolonizzazione spontanea. Il piano ha come obiettivo la salvaguardia di queste qualità paesaggistiche ed ambientali e propone una disciplina che prevede la tutela compatibile con l’esercizio dell’attività agricola. - la zona omogenea E6 “Ambiti agricoli” corrisponde agli ambiti destinati alle attività agricole di coltivazione, allevamento e trasformazione dei prodotti connessi alle produzioni agrarie, corrispondenti ai territori che hanno mantenuto l’originaria struttura fondiaria. Il piano ha come obiettivo la salvaguardia dell’esercizio dell’attività agricola in essere. - la zona F1 di “interesse ambientale e naturalistico” che appartiene agli ambiti ubicati nella parte di territorio comunale posti a nord-est dell’asse autostradale Trieste-Venezia e nel settore meridionale del territorio comunale a confine con Monfalcone, ricadenti all’interno del perimetro della Riserva naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa e del Sito di Importanza Comunitaria Landa Carsica. Il piano ha come obiettivo la salvaguardia, manutenzione e valorizzazione delle qualità ecologiche ambientali delle aree di rilevante valore naturalistico, nonché la tutela di tutte le caratteristiche morfologiche del territorio e propone una disciplina che prevede la tutela

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compatibile con l’esercizio dell’attività agricola, rimandando a piano attuativo specifico gli interventi.

Le aree limitrofe alla zona urbana utilizzate a giardini, parchi, percorsi, aree intercluse nell’abitato, pertinenze di edifici esistenti sono classificate come zona omogenea V “Verde urbano”. Scopo del Piano è il mantenimento di queste aree per il loro interesse ambientale e localizzativi, prevedendone la conservazione come spazio privato senza l’imposizione di vincoli di pubblico interesse (vincoli espropriativo).

La zona omogenea V/E “Verde agricolo di protezione” comprende gli spazi posti in diretta connessione con le aree insediative storiche o di valenza ambientale urbana, generalmente utilizzate ad orto, coltivo in generale e spazi verdi scoperti. Il Piano si propone di conservare la sostanziale inedificabilità di tali aree, consentendo esclusivamente modesti interventi edilizi finalizzati all’attività agricola legata all’economia di consumo familiare ed a supporto della residenza.

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4. Il MIGLIORAMENTO DELLA CITTA’ ESISTENTE: LE AREERESIDENZIALI E LE OCCASIONI DI TRASFORMAZIONE URBAN A

4.1 Stato di fatto

Una efficace descrizione dello stato di fatto della realtà urbana del comune di Ronchi dei Legionari può essere desunta dalla “Relazione preliminare alla formulazione delle direttive” elaborata dai Comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano in occasione dell’elaborazione della Variante di adeguamento alla LR 52/91 (approvazione del PRGC gennaio 1996). Tale Documento fotografa infatti una realtà, in parte migliorata con gli interventi attuati dall’Amministrazione negli ultimi anni, ma che risente pesantemente della mancanza di qualità e dalla frammentazione degli interventi che si sono susseguiti nel “frenetico” fenomeno dell’urbanizzazione avvenuto nel territorio nei decenni passati. Il documento mette in luce infatti “la dispersione delle iniziative edificatorie degli ambiti di urbanizzazione”.. e non solo “la discontinuità, la casualità e l’ulteriore frammentazione della struttura urbana sono le caratteristiche più evidenti dello sviluppo della città da Dopoguerra ad oggi, che neanche gli interventi più recenti, pur se spesso ricercati nelle finiture e nei materiali, hanno saputo modificare”

Alla luce di queste considerazioni le politiche urbanistiche da intraprendere, secondo il citato Documento dovevano essere incentrate verso “un paziente lavoro di individuazione delle aree ancora degradate, mal utilizzate o comunque trasformabili, nelle zone centrali ma anche nella periferia di più vecchia formazione, per poter indirizzare con il nuovo Piano gli interventi strategici. Casi emblematici in questo senso, che richiedono scelte urbane appropriate, sono il quartiere di Panzano per Monfalcone e il complesso delle “Case Pater” per quanto riguarda Ronchi dei Legionari”.

Significativi sono gli interventi urbanistico/edilizi in corso di attuazione (si veda a questo proposito il paragrafo dedicato alla pianificazione attuativa). Ad una visione urbanistica improntata sulla espansione urbana, una delle principali questioni da affrontare durante la fase di predisposizione del nuovo Piano deve essere rivolta al miglioramento di parti significative della struttur a urbanistica esistente. La città da migliorare, infatti, è la città esistente in cui esistono ancora ambiti che possono essere riqualificati, o limitate porzioni di tessuto urbano che possono essere sostituite con nuovi edifici, servizi e spazi pubblici, in tal modo arricchendo la dotazione e la qualità di spazi urbani. Il recupero della qualità urbana deve essere quindi in gran parte affidato alla riprogettazione dello spazio urbano, quello esistente e quello nuovo, soprattutto quello acquisibile grazie a possibili trasformazioni urbane.

Le aree soggette a pianificazione attutiva in base al Piano vigente (nuova residenza e terziario) riguardano: - la zona omogenea A (ex Cotonificio di Vermegliano);

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- alcune aree classificate all’interno della zona residenziale B2 (interventi di ristrutturazione urbanistica) e aree per servizi ed attrezzature collettive;

- alcune aree classificate all’interno della zona residenziale B3 e aree per servizi ed attrezzature collettive;

- alcune aree classificate all’interno della zona residenziale B4 (interventi di nuova edificazione) e aree per servizi ed attrezzature collettive;

- gli ambiti di urbanizzazione C1; - gli ambiti di trasferimento e riuso urbanistico C2;

Di seguito sono elencati gli strumenti attuativi elaborati a seguito dell’approvazione del piano regolatore vigente.

Per quanto riguarda la zona omogenea A la pianificazione attuativa ha riguardato l’ambito identificato dalla Variante n.°7 al PRGC con la lettera “I” (ex Cotonificio di Vermegliano - denominato “Borgo Castelliere”). Tale ambito comprende le seguenti zone omogenee: - zona omogenea “A1” costituita dagli immobili soggetti a restauro; - zona omogenea “A6” costituita da aree libere edificabili; - area S5f (campo di calcio).

Il PRPC dell’ambito “I” (ex Cotonificio di Vermegliano) è stato approvato con delibera consiliare n. 40 del 29/9/04. Esso è entrato in vigore il 6/11/2004.

Come precedentemente affermato, il piano vigente individua, con appositi perimetri, alcuni ambiti comprendenti diverse tipologie di zone residenziali B e di aree per servizi ed attrezzature collettive soggetti a piano attuativo. Per tali aree sono stati attuati 5 piani particolareggiati: - piano di recupero di “via Verdi” (validità di 5 anni) entrato in vigore il

3/3/1998; - “Al Mulino” (ambito di trasferimento B - via Raparoni, via Mazzini, via De

Gasperi), approvato con delibera consiliare n.9 del 30/1/1995 ed entrato in vigore il 29/3/1995;

- “via XXIV Maggio” (piano di recupero di iniziativa pubblica n.7), approvato con delibera consiliare n.14 del 10/4/1995;

- “Piazza Unità” (piano di recupero di iniziativa pubblica n.6), approvato con delibera consiliare n.42 del 13/11/2000 ed entrato in vigore il 11/1/2001;

- “Androna Palmada” (ambito D di iniziativa pubblica), approvato con delibera consiliare n.43 del 13/11/2000 ed entrato in vigore in data 12/1/2001.

Per quanto riguarda gli ambiti di urbanizzazione C1, previsti dal piano per la realizzazione di nuovi nuclei insediativi, sono stati elaborati 6 piani particolareggiati: - “via dei Brechi”, ambito identificato dal PRGC con il numero 5 ed

approvato con delibera consiliare n.32 del 7/6/1995 (entrato in vigore il 31/8/1995);

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- “Villas”, ambito identificato dal PRGC con il numero 8 ed approvato con delibera consiliare n.34 del 30/8/1999 (entrato in vigore il 5/10/1999);

- “via Verdi”, ambito identificato dal PRGC con il numero 7 ed approvato con delibera consiliare n.25 del 12/7/2000 (entrato in vigore il 16/8/2000);

- “Ronchi Contado”, ambito identificato dal PRGC con il numero 6 ed approvato con delibera consiliare n.49 del 28/12/2000 (entrato in vigore il 30/1/2001);

- “via S. Lorenzo”, ambito identificato dal PRGC con il numero 2 ed approvato con delibera consiliare n.29 del 29/1/2003 (entrato in vigore il 5/3/2003);

- “via Turati”, identificato con il numero 9 ed entrato in vigore il 15/2/2005.

Gli ambiti di “trasferimento e riuso urbanistico” corrispondono alle zone C2; per tali zone sono stati elaborati 3 strumenti attuativi: - “case Pater”, ambiti F e G, approvato con delibera consiliare n.16 del

13/3/1996 ed entrato in vigore il 6/6/1996; - “Fedrigo”, ambito A, approvato con delibera consiliare n.17 del 4/5/1999

ed entrato in vigore il 19/6/1999; - “via Timavo”, ambito D, approvato con delibera consiliare n.67 del

24/12/2001 ed entrato in vigore il 30/1/2002.

4.2 Direttive

Una delle principali questioni da affrontare durante la fase di predisposizione del nuovo Piano deve essere rivolta al miglioramento di parti significative della struttura urbanistica esistente. La città da migliorare, infatti, è la città esistente in cui esistono ancora ambiti che possono essere riqualificati, o limitate porzioni di tessuto urbano che possono essere sostituite con nuovi edifici, servizi e spazi pubblici, in tal modo arricchendo la dotazione e la qualità di spazi urbani.

Il recupero della qualità urbana deve essere in gran parte affidato alla riprogettazione dello spazio urbano, quello esistente e quello nuovo, soprattutto quello acquisibile grazie a possibili trasformazioni urbane.

Un ruolo determinante riveste la ridefinizione urbanistica ed architettonica dell’ambito delle case “Pater” e delle aree circostanti, destinati ad assumere un ruolo dominante e strategico nella riorganizzazione della città.

Anche il nucleo centrale, dove attualmente sono concentrate una serie di attrezzature pubbliche, in particolare scolastiche, dovrà essere ripensato, in considerazione dei nuovi vincoli aeroportuali e per la necessità di riconfigurare l’area per funzioni urbane di centro città e per attività legate allo svago ed al tempo libero, includendo anche spazi più marginali ma integrabili .

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Oltre a queste due polarità, possono essere individuate altre occasioni di trasformazioni urbane da attivarsi preferibilmente attraverso un processo di painificazione concertata e contrattata al fine di accrescere la dotazione e la qualità dei servizi pubblici.

Ulteriori opportunità per costruire le future scelte urbane strategiche, sono: - la presenza di aree peri-urbane la cui conformazione è ancora da

ridefinire anche tramite individuazione di ambiti in zone già serviti dalle reti infrastrutturali a soddisfacimento e soluzione di esigenze e necessità di carattere pubblico;

- la riqualificazione delle statali di accesso al centro urbano finalizzata al miglioramento della qualità estetica dell’edificato circostante gli assi stradali e dell’arredo urbano (viali alberati etc…), con contestuale limitazione del transito veicolare di scorrimento.

- la presenza di aree e di assi viabilistici che potranno/dovranno essere ripensate/riprogettate in linea con le previsioni del piano del traffico e del commercio nonchè delle infrastrutture previste per il superamento della linea AV-AC “Corridoio 5”;

- la presenza di aree destinate dal Piano vigente a servizi e attrezzature collettive a vincolo scaduto, la cui destinazione potrà essere mutata;

- il completamento di un disegno viabilistico compiuto che preservi, il più possibile, le aree a carattere prettamente residenziale.

Anche in questo tipo di progettazione grande peso assume per il disegno dello spazio urbano la definizione architettonica e spaziale delle trasformazioni. Attraverso di essa si definisce la nuova città e si conformano i nuovi spazi urbani.

La concezione “strutturale” del nuovo modo di pianificare obbliga, quindi, all’individuazione degli elementi costitutivi del territorio intesi come “capisaldi” della futura politica pianificatoria. Nella fase strutturale, quindi, entrano in gioco obbligatoriamente i seguenti quadri progettuali: - i temi del paesaggio (naturale ma anche urbano); - la specificità e l’identità fisica del territorio e delle aree urbane; - i processi di tutela, riqualificazione e di valorizzazione urbana e

territoriale anche attraverso l’individuazione e la conservazione delle zone “A” e di idonei spazi verdi di filtro e protezione dell’abitato dalle infrastrutture viabilistiche, aeroportuali e ferroviarie, che condizionano il paese ;

- l’individuazione delle azioni, tecniche, tempi, risorse economiche, soggetti e modi per la realizzazione degli interventi prefigurati;

- la strutturazione di un articolato normativo agevolmente applicabile e facilmente gestibile orientato:

1. ad agevolazioni e sgravi economici finalizzate a consentire il recupero e riqualificazione di edifici ed aree centrali fatiscenti ….:

2.a tecniche costruttive di bioedilizia e risparmio energetico supportate da adeguati incentivi e sgravi economici;

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- miglioramento delle condizioni strutturali per l’esplicarsi della vita associativa e di libera circolazione delle idee e delle culture;

Particolare attenzione deve essere rivolta anche alla valorizzazione delle centralità minori presenti nel territorio comunale (luoghi centrali delle frazioni) attraverso la rilettura urbanistica delle stesse per ricostruirne gli elementi di aggregazione integrazione e recupero di qualità sociale (le piazzette).

L’obiettivo di Piano, per quanto riguarda la pianificazione attuativa, deve essere rivolto ad una migliore qualità dell’ambiente urbano ed a una sua più giusta fruizione. Particolare attenzione dovrà essere posta alle seguenti problematiche e tematiche progettuali: - il proseguimento e il rafforzamento delle politiche urbane già avviate

tramite gli interventi di ristrutturazione urbanistica; - il riconoscimento e la valorizzazione dell’ambito delle “case Pater” come

ambito “strategico” per il rilancio e al valorizzazione del ruolo di Ronchi dei Legionari nel contesto territoriale entro cui è inserito e la necessità di una progettazione, per quest’ambito, da strutturare con l’intera area urbana centrale di Ronchi (progetto che deve avere il controllo diretto da parte dell’Amministrazione Comunale);

- la definizione di indirizzi progettuali (schede allegate al Piano) per la definizione e il controllo dei progetti infrastrutturali ed architettonici;

- il miglioramento di parti significative della struttura urbanistica esistente tramite la definizione di nuovi ambiti da assoggettare a pianificazione attuativa;

- la ridefinizione delle destinazioni d’uso previste per l’area strategica del Polo intermodale;

- l’eventuale sviluppo dovrà avvenire preferibilmente attraverso Piani Attuativi (P.R.P.C.) al fine di garantire uno sviluppo razionale e funzionale. L’individuazione di detti piani avverrà in zone servite dalla principali reti infrastrutturali (fognature etc…) e dovranno risolvere esigenze e necessità di carattere pubblico

- la riclassificazione urbanistica degli ambiti destinati a piano attuativo dal Piano vigente completati o in corso di completamento.

- determinazione del dimensionamento di tali nuovi nuclei abitativi in rapporto ai necessari servizi ed attrezzature collettive ed alla capacità insediativa teorica che il nuovo piano andrà a definire entro un parametro ritenuto dimensionalmente accettabile con gli orientamenti contenuti nelle presenti direttive.

4.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000)

Al fine di delineare le principali strategie di Piano, per quanto riguarda il Sistema insediativo, vengono individuati i seguenti elementi:

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- “Aree con caratteri di centro città da potenziare”, in cui si prevede la valorizzazione del centro urbano di Ronchi come area delle funzioni centrali. “Centro urbano”, inteso come punto centrale della vita sociale, economica e culturale degli abitanti ed in cui si intende rafforzare la sua centralità migliorando a tale fine l’accessibilità e la qualità insediativa; - “Aree con impianto di borgo storico da salvaguardare”, corrispondente alle aree caratterizzate dalla presenza di edifici e complessi di origine storica per i quali è prevista la conservazione dei caratteri architettonici e ambientali per funzioni compatibili con le strutture edilizie da conservare e valorizzare; - “Ambito da riqualificare con funzioni miste e sistemi costruttivi innovativi da gestire con un processo di perequazione urbanistica”, corrispondente all’ambito delle “Case Pater” e dell’area immediatamente adiacente fino alla bretella autostradale. L’ipotesi strategica generale riconosce questa area come uno dei luoghi potenzialmente di maggiore interesse in ogni scenario di riconsiderazione del territorio, non solo urbano, di Ronchi dei Legionari. E’ questa la parte progettuale riguardante la trasformazione della città ed è quella che contiene le proposte e gli indirizzi per costruire i nuovi assetti urbani, che stabilisce le strategie che riguardano il futuro e il ruolo territoriale di Ronchi. La predisposizione di questa fase progettuale dovrà essere concepita mediante la visione del Piano come strumento progettuale al servizio dello sviluppo economico e sociale della Comunità locale, degli operatori economici, dell’utilizzo dei programmi complessi (programmi di recupero, di riqualificazione urbana e/o trasformazione urbana, perequazione urbanistica, ecc.), delle iniziative degli enti pubblici settoriali di scala locale e sovracomunale. In questo tipo di progettazione, grande peso dovrà assumere il disegno dello spazio urbano e la definizione architettonica e spaziale delle trasformazioni; - “Aree urbanizzate a prevalenza residenziale da riorganizzare e consolidare”, corrispondente al tessuto edilizio esistente ed in cui esistono ancora ambiti che possono essere riqualificati, o limitate porzioni di tessuto urbano che possono essere sostituite con nuovi edifici, servizi e spazi pubblici, in tal modo arricchendo la dotazione e la qualità di spazi urbani; - “Asse urbano da riqualificare con interveti edilizi sostitutivi destinati a funzioni direzionali, commerciali e residenziali”, questo corrisponde al tratto viabilistico urbano interessato dalle vie Dante Alighieri e via Redipuglia. Per questo ambito, per il quale si prevede una riduzione del carico viabilistico che attualmente lo caratterizza (con le conseguenti ripercussione in termini di qualità ambientale e di qualità/vivibilità urbana), si prevedono una serie di trasformazioni in modo da conferire a questa area la funzione di “cerniera connettiva” alla città (elemento di connessione tra le aree di trasformazione a nord e il centro cittadino). Per questo ambito si prevede la riconfigurazione dell’asse viabilistico (alberature, arredo urbano, piste ciclo/pedonali, ecc.) ed interventi di riqualificazione urbana tramite interventi sostitutivi del tessuto edilizio atti a garantire l’insediamento di funzioni terziarie di interesse generale, oltre a quelle prettamente residenziali; - “Elementi storici puntuali da conservare e valorizzare come memoria storica e identità del luogo”, corrispondente ad alcuni manufatti “significativi”

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in termini storici ed in termini di “visibilità” urbana (intesi nel termine specifico di “fatti urbani”) a cui dovrebbero corrispondere funzioni di primario interesse urbano e mandamentale.

4.4 Elementi di progetto

Alla luce degli obiettivi e delle strategie individuate nel paragrafo precedente, il progetto di Piano prevede, in zonizzazione e in normativa, la seguente classificazione:

- gli edifici di interesse storico-artistico; - zona A/Ambito I e Ambito B - di conservazione e di riqualificazione

urbanistica ed architettonica; - zona B0 - nuclei storici delle frazioni; - zona B0.1 - ville con parco; - zona omogenea B0.2 - residenziale limitrofa ai nuclei storici delle

frazioni; - zona B1 - residenziale di tipo intensivo; - zona B1/0 - mista centrale con funzioni direzionali e commerciali; - zona B2 - residenziale mista di tipo semintensivo; - zona B3 - residenziale estensiva; - zona B4 - di completamento convenzionata - zona C0 - completamento dei nuclei storici; - zona C1 - residenziale di espansione semintensiva del Capoluogo; - zona C2 - residenziale di espansione; - zona omogenea O - mista residenziale e terziaria; - zona omogenea T - di trasformazione e di riqualificazione urbanistica ed

ambientale; - gli Ambiti n.1 di riqualificazione urbanistica e ambientale.

Per quanto riguarda le zone A, il progetto di Piano prevede (come appena esplicitato) due zone. La prima “A1 - edifici storico-artistici” e A2 – edifici di importanza ambientale comprende i fabbricati di pregio storico, architettonico, artistico, vincolati ai sensi del D. Lgs. n. 42/2004 e anche gli elementi architettonici puntuali (muri di recinzione, portali di ingresso, ecc.) che costituiscono la memoria storica della cultura rurale. Per questa zona Il P.R.G.C. riconosce gli edifici e ne prevede la tutela sia nel rispetto delle caratteristiche originali, sia sotto l’aspetto architettonico e paesaggistico. Il Piano si pone, inoltre, l’obiettivo della salvaguardia dei manufatti storico testimoniali di matrice rurale. La seconda, la “zona A/Ambito I e Ambito B - di conservazione e di riqualificazione urbanistica ed architettonica” si riferisce a quelle aree dismesse all'interno delle quali si trovano allo stato attuale manufatti e attività incongruenti con l’assetto e le funzioni dell’area urbana centrale e coincidenti con l’area dell’ex cotonificio di Vermegliano. Il P.R.G.C. prevede, attraverso interventi di conservazione e di riqualificazione edilizia ed urbanistica, il riutilizzo di tali ambiti per funzioni compatibili con

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la residenza e in armonia con il contesto, risolvendo anche la riorganizzazione di questa parte della città.

Le zone residenziali B sono, invece, articolate nel seguente modo: - la zona omogenea B0 (ex Zona B1a) “Nuclei storici delle frazioni” si riferisce ad alcuni antichi nuclei urbani, che pur conservando alcuni elementi di valore architettonico-ambientale, non hanno un’organizzazione edilizio-urbanistica così complessa, tale da richiedere una pianificazione particolareggiata preventiva. Il P.R.G.C. si propone di conservare le caratteristiche tipologiche storiche significative ancora presenti, ammettendo modifiche all'impianto urbanistico per integrazioni volumetriche, nel rispetto degli elementi tipologici e formali dominanti, al fine di promuovere in forma diretta, ma controllata, il recupero ed il consolidamento delle funzioni insediative. Le permanenze di pregio architettonico ambientale e le relative pertinenze scoperte, dovranno essere conservate nella loro entità morfologica originaria. - la zona omogenea B0.1 “Ville con parco” comprende le ville isolate di pregio architettonico caratterizzate da una qualità compositiva data dall’edificio e dal parco/giardino annesso. Il PRGC riconosce gli edifici e le loro pertinenze a parco e prevede la tutela sia architettonica che paesaggistica, con particolare riguardo alle compagini arborate di questi episodi urbani puntuali. - la zona omogenea B0.2 “Residenziale limitrofa ai nuclei delle frazioni” . Questa zona riguarda parti di aree urbane limitrofe agli insediamenti di vecchia formazione, caratterizzate da edilizia recente priva di particolari valori architettonici ed insediativi. L’obiettivo del Piano è quello di trasformare questi insediamenti verso modelli edilizi che si rifanno alla tradizione storica. - la zona omogenea B1 (ex Zona B1b) “Residenziale di tipo intensivo”comprende i fabbricati di recente formazione ad alta densità fondiaria con tipologia a torre e con elevato rapporto di copertura, privi di interesse architettonico, talvolta in antitesi con la morfologia del tessuto edilizio contermine. Dato l’alto grado di frazionamento della proprietà che non rende praticabile la loro sostituzione con altre tipologie più compatibili, il Piano li riconosce indirizzando gli interventi ammessi verso una riqualificazione estetica, mirata in particolare al miglioramento dei prospetti e delle relazioni del piano terra con gli spazi di pertinenza e con le aree pubbliche contermini. - la zona omogenea B1/0 (ex Zona B1s e B2) “Mista centrale con funzioni direzionali e commerciali”, comprende il tessuto insediativo composto da tipologie edilizie eterogenee di media-alta densità fondiaria, aventi varie destinazioni d'uso, con presenza di residenze e di funzioni commerciali e artigianali in genere che la connotano come area centrale, nel sistema insediativo del Capoluogo. Il P.R.G.C. con la identificazione della zona B1/O si pone come obiettivo la riqualificazione fisico-morfologica e funzionale del tessuto insediativo esistente, per caratterizzarla in modo più spiccato come area di centro città.

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- la zona omogenea B2 (ex Zona B3) “Residenziale mista di tipo semintensivo” comprende gli insediamenti edilizi di media densità fondiaria, con tipologia mista eterogenea e privi di interesse architettonico, che si collocano entro i viali di penetrazione alla città storica. Il P.R.G.C. si propone la ridefinizione morfologica della zona e di incentivarne la riqualificazione e trasformazione sia tipologica che funzionale nelle componenti edilizie ed infrastrutturali, migliorando complessivamente la qualità ambientale anche mediante interventi di arredo urbano e in particolare la funzionalità viaria con opere di ristrutturazione sui viali di accesso al centro città. - la zona omogenea B3 (ex zona B3) “Residenziale estensiva” comprende le aree di recente completamento e di espansione già urbanizzate e con un buon grado di saturazione edilizia, caratterizzate da tipologie eterogenee miste. Il Piano riconosce le attuali caratteristiche morfologiche e consente il consolidamento ed il completamento con analogo assetto le porosità ancora esistenti. - la zona B4 “di completamento convenzionata”. Questa interessa le aree urbane carenti di opere di urbanizzazione necessarie all’integrazione fisica e funzionale con le aree limitrofe. Il Piano prevede l’utilizzazione di queste aree intercluse all’interno delle aree edificate condizionandole alla realizzazione delle infrastrutture necessarie.

Per quanto riguarda le zone omogenee C il progetto di Piano riconosce tre situazioni distinte: - la zona omogenea C0 “Completamento dei nuclei storici” che interessa ambiti destinati ad integrazioni edilizie, in diretto rapporto o contiguità ai borghi storici di valore ambientale. Il Piano si propone di integrare e completare il disegno urbanistico dei borghi storici con forme insediative e tipologie edilizie in continuità con l’assetto compositivo consolidato. - la zona omogena C1 “Residenziale di espansione semintensiva del Capoluogo”. In cui il progetto di Piano si propone di favorire un'edificazione ordinata ed omogenea, recependo le soluzioni distributive del piano attuativo approvato, rivedendone però la dotazione di aree per attrezzature in funzione di una razionalizzazione delle previsioni rispetto all’intero territorio comunale. - la zona omogenea C2 (ex zona C1) “Residenziale di espansione” che comprende le aree di espansione a margine degli insediamenti già consolidati, destinate a nuovi complessi residenziali. Il Piano si propone di definire il disegno insediativo con aree che completano in modo più organico l’assetto urbanistico e lo strutturano in relazione anche ad esigenze di riorganizzazione urbana.

E’ stato detto come il progetto di Piano riconosca l’ambito delle case Pater come uno dei luoghi potenzialmente di maggiore interesse in ogni scenario di riconsiderazione del territorio, non solo urbano, di Ronchi dei Legionari. A tale fine l’ambito, assieme alla zona urbana limitrofa a via Redipuglia, viene classificato dal progetto come zona omogenea O “Mista residenziale e

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terziaria ”. Per quest’area si intende prevedere una rinnovata caratterizzazione funzionale mista residenziale-commerciale-direzionale sulla base di una organizzazione razionale che riqualifichi l’immagine dell’ingresso alla città, in un rinnovato sistema relazionale urbano.

La zona omogenea T “Di trasformazione e di riqualificazione urbanistica e ambientale” si riferisce a quelle aree all'interno delle quali si trovano allo stato attuale manufatti, attività e destinazione d'uso incongruenti o non integrate con l’assetto e le funzioni delle aree contigue. Il P.R.G.C. prevede, attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica, il riutilizzo di tali ambiti per funzioni compatibili con la residenza e in armonia con l’ambiente, risolvendo anche la riorganizzazione di parti della città.

Infine, il Piano riconosce due ambiti di progettazione unitaria di riqualificazione urbanistica ed ambientale:

- l’Ambito n.1 “Ambito unitario di riqualificazione urbanistica con funzioni miste” interessa un ambito privo di edificazione, posto in adiacenza all’edificio storico denominato “Villa dei Dottori”. Il P.R.G.C. si pone l’obiettivo di riorganizzare un’area libera per creare un elemento di continuità insediativa urbana incernierato sull’asse centrale storico, definendo un nuovo impianto a prevalenza residenziale, con ampi spazi verdi.

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4.5 L’applicazione del Piano di Rischio Aeroportuale

Una delle maggiori problematiche, relativamente, alla pianificazione dell’area urbana è stata quella riguardante l’applicazione del Piano di Rischio Aeroportuale. Questo strumento (approvato con D.C. n.1 d.d. 26.01.2010), conformemente al dettato dell’art. 707, 5° comma del Codice della Navigazione aerea, costituisce infatti vincolo sovraordinato al Piano Regolatore Generale del Comune di Ronchi dei Legionari .

Nelle aree soggette a limitazioni derivanti da vincoli connessi all’attività aeronautica dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari ed al rispetto delle norme previste dal Codice della Navigazione (D.Lgs. 9 maggio 2005, n.° 96 “Revisione della parte aeronautica del Codice della navigazione, a norma dell’articolo 2 della legge 9/11/2004 n.° 265” e delle previsioni contenute del Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti edito dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) il Piano di Rischio redatto per il Comune di Ronchi dei Legionari individua delle specifiche zone di tutela identificate rispettivamente con le lettere “A”, “B”, e “C”.

Le diverse zone di tutela sono state quindi sovrapposte alla proposta di piano regolatore (si veda la tavola della “Zonizzazione” in cui, con apposito segno grafico, sono state applicate le zone di tutela). Fatta salva l’edificazione in essere, si è quindi proceduto ad applicare le limitazioni per i nuovi interventi ammessi nelle singole zone.

Di seguito si riportano le singole prescrizioni derivanti dal Piano di Rischio per le diverse zone di tutela e la relativa articolazione normativa concepita per la proposta di P.R.G.C..

Nella zona di tutela “A” l’articolo 4 della normativa del Piano di Rischio non ammette lo sviluppo di ulteriore volumetria rispetto a quanto già indicato dalle previsioni urbanistiche vigenti. La destinazione prevista deve essere, inoltre, di tipo non residenziale. A tale fine nella normativa di proposta di P.R.G.C. viene ammesso esclusivamente la realizzazione di edifici di tipo agricolo - produttivo sulla base di un indice fondiario pari allo 0,03 mc/mq (fatti salvi gli ulteriori vincoli di tipo sovraordinato).

Nella seconda zona di tutela, definita “B”, viene ritenuto ammissibile un aumento della cubatura, rispetto alle volumetrie edificate attuali, nella misura massima del 7% per la destinazione d’uso residenziale e del 10% per le destinazioni d’uso non residenziali.

Fatte salve le zone di riqualificazione urbanistica ed ambientale (definite dalla proposta di P.R.G.C. come “Zone di trasformazione T”, per le quali sono state elaborate delle apposite schede), al fine di distribuire in maniera equa le possibilità di aumento volumetrico concesso per le destinazioni

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d’uso residenziali (quantificato nel Piano di Rischio in una possibilità volumetrica di 55.159,62 mc, che corrisponde al 7% dei 787.994,50 mc di volumetria residenziale esistente nella zona di tutela “B”: 787.994,50 mc x 7% = 55.159,62 mc) l’Amministrazione ha individuato le aree caratterizzate da tipologie edilizie e caratteristiche volumetriche tali da poterle considerare “sature” dal punto di vista urbanistico (cioè dove le possibilità edificatorie possono definirsi esaurite). Contemporaneamente sono state localizzate, quelle aree (lotti e ed edifici) dove sono ancora possibili piccoli ampliamenti o edificazioni conformi alle normative di zona (“ zone non sature”). Suddividendo le possibilità edificatorie date dal Piano di rischio (55.159,62 mc, comprensivo delle zone di trasformazione “T”) si è proceduto quindi a individuare le aree sature e non sature nelle tavole di zonizzazione (apposito retino sovrapposto a quello delle zone omogenee).

Nelle “Aree non sature” rientrano quindi anche le “Zone di trasformazione – T” per le quali l’attuazione è demandata ad apposita scheda normativa che individua la volumetria realizzabile e la quantità di edificato destinato alla residenza (l’obiettivo di Piano è la riqualificazione urbana ed ambientale di questi brani del territorio, ora caratterizzati per lo più da edifici in stato di abbandono). Per tutte le altre zone omogenee è quindi ammesso l’ampliamento e/o lo sviluppo di nuova edificazione in base all’indice di zona urbanistica e fino ad un massimo di 200 mc.

Nelle altre aree definite “sature” non si è ammesso alcun sviluppo edilizio a fini residenziali; ovviamente ammettendo la manutenzione ordinaria e straordinaria. Compatibilmente con le previsioni di P.R.G.C., nella zona di tutela “B” il cambio di destinazione d’uso in residenziale è sempre consentito nei casi di recupero e ristrutturazione edilizia ed urbanistica e/o riqualificazione urbana. Inoltre, sempre conformemente al Piano di Rischio, per i fabbricati residenziali, artigianali di servizio, alberghieri e direzionali i volumi conseguenti alla realizzazione di superfici “non imponibili” ai sensi dell’art. 11 del D.P.G.R. 0139/Pres. del 29/4/1997 non concorrono al calcolo della volumetria massima realizzabile per la zona e sono applicabili le possibilità contemplate al Capo VII della L.R. 19/2009.

Sempre applicando la normativa del Piano di rischio, per la altre destinazioni d’uso non residenziali valgono i parametri edilizi ed urbanistici di zona omogenea di appartenenza, fino al raggiungimento della quantità volumetrica contemplata nella seguente tabella di cui al Piano di Rischio, suddivisa per destinazione d’uso:

ZONA B: POSSIBILITÀ DI INCREMENTO VOLUMETRICO COMPLESSIVO EDIFICI NON RESIDENZIALI

Destinazione d’uso Incremento volumetrico (mc) Edifici per attività agricole 1.327,95 Edifici per attività ricettive ed alberghiere

1.130,50

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Edifici per attività artigianali 2.614,25 Edifici per attività commerciali 13.459,50 Edifici per attività terziarie e direzionali 3.412,75 Edifici per servizi 11.118,65

Nella zona di tutela “C” Lo sviluppo edilizio ai fini residenziali prevede l’individuazione nelle tavole di P.R.G.C. di due aree:

Aree non sature: viene fatta salva la lottizzazione “Contado” (la cui attuazione è demandata al relativo piano attuativo), poiché antecedente al Piano di Rischio aeroportuale. Nelle altre zone omogenee è ammesso l’ampliamento e/o lo sviluppo di nuova edificazione in base all’indice di zona urbanistica fino ad un massimo di 120 mc.

Aree sature: non è ammesso alcuno sviluppo edilizio a fini residenziali. Sono comunque ammesse la manutenzione ordinaria e straordinaria e la realizzazione di superfici “non imponibili” come da DPGR 0139/Pres. del 29.04.1997, art. 11 lettera a.

In via generale, come da esplicita indicazione del Piano di Rischio, compatibilmente con le previsioni di P.R.G.C., nella zona di tutela “C” il cambio di destinazione d’uso in residenziale è sempre consentito nei casi di recupero e ristrutturazione edilizia ed urbanistica e/o riqualificazione urbana. Per i fabbricati residenziali, artigianali di servizio, alberghieri e direzionali i volumi conseguenti alla realizzazione di superfici “non imponibili” ai sensi dell’art. 11 del D.P.G.R. 0139/Pres. del 29/4/1997 non concorrono al calcolo della volumetria massima realizzabile per la zona e sono applicabili le possibilità contemplate al Capo VII della L.R. 19/2009.

Per le altre destinazioni d’uso non residenziali valgono i parametri edilizi ed urbanistici di zona omogenea di appartenenza, fino al raggiungimento della quantità volumetrica contemplata nella seguente tabella di cui al Piano di Rischio:

Destinazione

edifici

Vol. esistente

[mc]

Tasso di

incremento [%]

Vol. PRA

[mc]

▲ Vol

[mc]

Proporz.

[%]

Edifici non

residenziali

(comm.li)

8000,00 12% 8960,00 960,00 5,0%

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5. I SERVIZI E ATTREZZATURE COLLETTIVE

5.1 Stato di fatto

Il Decreto regionale di revisione degli standard urbanistici regionali (DPGR 0126/Pres. del 20/4/1995) classifica Ronchi dei Legionari, come Comune “di rilevanza regionale e sovraccomunale”. In particolare, il Comune di Ronchi dei Legionari (rif. Tabella 1 del citato Decreto) rientra tra quelli con popolazione compresa tra i 10.000 e i 20.000 abitanti (gli abitanti teoricamente insediabili stabiliti dalla Variante n. 6bis al vigente PRGC ammontano a 13.489 ab).

Tale provvedimento regionale stabilisce i valori minimi di riferimento a cui gli strumenti urbanistici devono attenersi per la determinazione dei valori standard fra spazi destinati a servizi ed attrezzature collettive e spazi destinati agli insediamenti residenziali. Il vigente Piano regolatore ottempera le disposizioni contenute nel Decreto regionale, confermando le attrezzature di interesse collettivo presenti nella fase di predisposizione dello strumento urbanistico ed al contempo individua nuove aree soggette a vincolo espropriativo. Tale individuazione ha, inoltre, in alcuni casi confermato le attrezzature di progetto già presenti, e non attuate, nel precedente Piano regolatore. C’è da dire che lo strumento precedente consisteva in un Piano regolatore di tipo “intercomunale” (PRGI) e riguardava la conurbazione formata dai Comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano.

La politica dei servizi attuata dal PRGC vigente è precisata nella Relazione Illustrativa in cui viene identificato come obiettivo del Piano il “soddisfacimento del fabbisogno abitativo e di quello relativo ai servizi ed alle attrezzature collettive di interesse comunale, da conseguire prioritariamente mediante interventi di recupero e completamento degli spazi urbani e del patrimonio edilizio esistente” (punto “c” degli obiettivi e strategie del Piano).

Per quanto riguarda la categoria delle attrezzature per la viabilità e i trasporti , il Piano individua complessivamente 77.157 mq di aree destinate a parcheggi di relazione arrivando, così, ad uno standard di progetto corrispondente a 5,72 mq/ab, superiore alle indicazioni minime prescritte dal Decreto (3,50 mq/ab). Non è stata, invece, computata (sempre conformemente alle prescrizioni contenute nel Decreto regionale) la superficie del parcheggio di interscambio previsto in prossimità della stazione ferroviaria Ronchi – sud. La superficie prevista per tale attrezzatura ammonta a 13.321 mq.

Per quanto riguarda il culto e la vita associativa, il PRGC vigente individua le seguenti categorie: edifici per il culto; uffici amministrativi; centro civico e sociale; biblioteca pubblica; centro culturale. Per tale settore il PRGC adotta uno standard di progetto pari a 4,65 mq/ab (62.717 mq complessivi tra aree

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esistenti e aree di progetto), superiore a quello previsto dal Decreto regionale che è pari a 2,50 mq/ab.

Per quanto riguarda le attrezzature per l’istruzione, il PRGC individua complessivamente 50.535 mq, arrivando così ad uno standard pro capite di poco superiore a quello indicato nel Decreto: 3,75 mq/ab contro i 3,50 mq/ab minimi prescritti. A tale categoria appartengono l’asilo nido, le scuole materne, le scuole elementari e la scuola media inferiore.

Alla categoria assistenza e sanità (52.600 mq complessivi) appartengono le seguenti attrezzature: attrezzature per l’assistenza alla maternità, l’infanzia, l’età evolutiva; attrezzature per l’assistenza agli anziani; attrezzature per l’assistenza ai disabili; attrezzature sanitarie di base; cimitero. Lo standard assegnato dal Piano per questa categoria ammonta complessivamente a 3,90 mq/ab, superiore a quello previsto dal Decreto che ammonta a 2,00 mq/ab.

Nell’ambito delle attrezzature per il verde, lo sport e gli spettacoli all’apertosono comprese le seguenti aree: verde di connettivo; verde di arredo urbano; nucleo elementare di verde; verde di quartiere; parco urbano; attrezzature per lo sport e gli spettacoli all’aperto e il parco territoriale relativo al “biotopo delle Mucille”. Per tale categoria il PRGC individua complessivamente 501.884 mq (non conteggiando la superficie del parco urbano delle Mucille: 449.372 mq). Lo standard di progetto è pari a 37,20 mq, di molto superiore a quello minimo prescritto che ammonta a 12,00 mq/ab.

5.2 Direttive

Nel settore delle attrezzature e servizi, il lavoro relativo alla revisione dei vincoli preordinati all’esproprio dovrà essere necessariamente rivolto a confermare le attrezzature indispensabili al soddisfacimento del fabbisogno (dimensionamento degli standard) e dovrà mirare, nel riconfermare quelle a vincolo scaduto (o nell’individuare eventuali nuove aree a standard), all’individuazione di quelle che concorreranno alla definizione di un disegno strategico e coerente di qualificazione urbana e territoriale. Inoltre, la determinazione dei servizi e attrezzature collettive dovrà rapportarsi con la capacità insediativa teorica che il nuovo piano andrà a definire entro un parametro ritenuto dimensionalmente accettabile con gli orientamenti contenuti nelle presenti direttive che si aggira intorno ad un quinto dell’attuale dimensione demografica del comune. La verifica puntuale sull’attuale dotazione di aree e strutture previste dal PRGC vigente, finalizzate alla valutazione del grado di attuazione dovrà essere finalizzata anche alla loro riorganizzazione ed integrazione, la rispondenza alle esigenze (attuali e future) di incremento e riduzione delle stesse, al fine di puntare ad una qualificazione del ruolo di Ronchi dei Legionari come “centro urbano di servizio” del territorio su cui esso gravita.

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In questo contesto rientra senz’altro la valorizzazione ed il potenziamento delle specificità sportive e ricreative (campi da baseball e da softball, ad esempio) e la realizzazione di una rete ciclabile di connessione con l’intorno territoriale e le attività ricreative, i servizi e le aree carsiche. L’intervento in argomento, attraverso un progetto unitario, dovrà garantire la riqualificazione della compagine sportiva anche attraverso l’individuazione di specifiche aree di servizio e di supporto, sostituendo la realtà precaria esistente.

Inoltre, particolare attenzione dovrà essere posta alle seguenti problematiche e tematiche progettuali: - la dotazione di parcheggi a servizio delle attrezzature, della residenza,

dell’area centrale e di quelle parti contraddistinte dalla presenza di funzioni terziarie;

- la verifica della dotazione di servizi alla residenza con riferimento a Ronchi ma anche alle frazioni in termini di accessibilità e alle nuove esigenze della Comunità;

- la riclassificazione delle aree destinate dal Piano vigente a servizi e attrezzature collettive a vincolo scaduto;

- la conferma del vincolo su quelle aree ritenute “strategiche” per il disegno complessivo del Piano;

- la costituzione e il rafforzamento del sistema delle zone a verde con le zone di interesse ambientale e le principali attrezzature pubbliche esistenti e di progetto (scuole, palestre, ecc.) connettendo questo anche ad un sistema di mobilità urbana ciclo-pedonale.

- la dotazione degli spazi pubblici, in particolare per le attrezzature scolastiche e per le attività sociali e culturali, pensate anche in relazione alle potenziali trasformazioni delle aree strategiche da riqualificare.

Un’altra questione deve riguardare la necessità della valorizzazione ed il potenziamento delle specificità sportive e ricreative (campi da baseball e da softball, ad esempio) e la realizzazione di rete ciclabile di connessione con l’intorno territoriale e le attività ricreative, i servizi e le aree carsiche.

5.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000)

L’elaborato P1 “Elementi direttori e strategie del Piano strutturale”, rappresenta gli elementi progettuali, a livello strutturale per gli ambiti considerati cruciali all’interno dell’ipotesi del nuovo strumento urbanistico. All’interno di questa settore, di particolare importanza riguarda la visione di Ronchi dei Legionari come centro di sevizi di scala territoriale. Per le zone relative ai servizi e alle attrezzature collettive gli obiettivi e le strategie più significative individuate dal Piano riguardano: - “Aree con caratteri di centro città da potenziare”, in cui si prevede la valorizzazione del centro urbano di Ronchi come area delle funzioni centrali.

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“Centro urbano”, inteso come punto centrale della vita sociale, economica e culturale degli abitanti ed in cui si intende rafforzare la sua centralità migliorando a tale fine l’accessibilità e la qualità insediativa; - “Centro ospedaliero mandamentale”, viene visto come necessario identificare questa struttura territoriale soprattutto inserendo la tematica della sua accessibilità all’interno della problematica generale di riorganizzazione del sistema della viabilità territoriale nelle sue relazioni con la viabilità urbana; Una delle tematiche generali da porre nel Piano è l’assunzione di quelle legate all’ambiente (urbano ed extraurbano), alle aree di tipo sportivo/ricreativo e al paesaggio come componenti essenziali nel processo di pianificazione. A tale proposito per il sistema del verde vengono indicati i seguenti ambiti strategici: - “Parco urbano di ricucitura del sistema insediativo, comprensivo di aree pubbliche ed agricole private”, finalizzato a creare una “cintura verde della città” inserendo al suo interno diverse aree a verde con funzioni tra loro diversificate: aree sportive, a parco, aree agricole (mantenimento delle caratteristiche biotiche del territorio). Il tutto finalizzato a creare un “sistema del verde” con funzione di tessuto connettivo, di valorizzazione e congiunzione dell'area urbana centrale con le aree dei servizi e con quelle collinari del Carso; - “Parco naturalistico delle Mucille da recuperare per gli aspetti naturalistici” , collegato alla “cintura verde” in cui dovrebbero essere potenziate le attività ludico-sportive, come quella esistente, e quelle attività atte a valorizzare e ripristinare le peculiarità ambientali e paesaggistiche della zona; - “Creazione di forme di permeabilità tra aree urbane” , attraverso la creazione della “cintura verde della città” (grazie anche dall’opportunità della futura possibile dismissione di una porzione della tratta ferroviaria per Gorizia). Molte potranno essere le occasione di ricucitura e riconnessione urbana, ora caratterizzanti negativamente porzioni urbane; - “Percorsi pedonali e ciclabili di connessione tra parti di città” , attraverso la realizzazione di rete ciclabile di connessione con l’intorno territoriale e le attività ricreative, i servizi, le principali aree sportive e le aree carsiche.

5.4 Verifica degli standard

A partire dagli obiettivi strategici appena richiamati, la tavola della zonizzazione riclassifica e ridimensiona le aree per servizi e attrezzature collettive, pubbliche e di uso pubblico, sulla base della normativa regionale e rispetto ad una verifica puntuale delle realizzazione, delle previsioni dell’Amministrazione comunale e delle esigenze della comunità.

L’individuazione specifica delle aree per sevizi ed attrezzature collettive, esistenti, da reiterare ed in previsione, sono riportate nell’elaborato P.3 “Attrezzature e servizi – Reiterazione dei vincoli” . Tale elaborato, di tipo progettuale, discende dalla tavola della zonizzazione in cui compaiono le zone distinte secondo le seguenti tipologie e destinazioni d’uso.

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Le attrezzature e i servizi previsti dal progetto di Piano si riferisce ad una popolazione massima insediabile pari a 15.000 abitanti. Così come previsto dalle Direttive di piano in cui si indicava la necessità, da parte del nuovo strumento urbanistico, di “confermare le attrezzature indispensabili al soddisfacimento del fabbisogno (dimensionamento degli standard) e dovrà mirare, nel riconfermare quelle a vincolo scaduto (o nell’individuare eventuali nuove aree a standard), all’individuazione di quelle che concorreranno alla definizione di un disegno strategico e coerente di qualificazione urbana e territoriale” si è provveduto a individuare le aree strettamente necessarie al soddisfacimento dei requisiti previsti dalla legge e all’individuazione di quelle che concorrono a formare un disegno strategico di questa categorie di aree..

Per il dimensionamento degli standard urbanistici si è fatto riferimento alle nuove denominazioni e ai nuovi rapporti riportati nel D.P.R.G. n.° 0126/Pres del 20.04.1995. Ronchi dei Legionari rientra nella categoria A, nella classe di capacità insediativa teorica da 10.000 a 20.000 abitanti, con una dotazione di 23,50 mq per ogni abitante così suddivisi:

1. attrezzature per viabilità e trasporti 3,50 mq/ab 2. attrezzature per il culto, la vita associativa e la cultura 2,50 mq/ab 3. attrezzature per l’istruzione 3,50 mq/ab 4. attrezzature per l’assistenza e la sanità 2,00 mq/ab 5. attrezzature per il verde, lo sport e gli spettacoli all’aperto 12,00 mq/ab

La verifica viene riferita a un’utenza di 15.000 abitanti, corrispondenti al dimensionamento complessivo del piano.

Nella tabella che segue sono raffrontati i valori relativi alle superfici previste dal Piano (previsione P.R.G.C.) con le superfici minime dovute all’applicazione degli standard minimi in relazione agli abitanti previsti.

Attrezzature e servizi

Standard regionali

(ab x sup. min. di

legge)

Previsione Variante

Generale

1) Viabilità 15.000 ab x 3.50 mq 52.500 mq 88.829

2) Culto 15.000 ab x 2.50 mq 37.500 mq 70.000 *

3) Istruzione 15.000 ab x 3.50 mq 52.500 mq 88.682 *

4) Sanità 15.000 ab x 2.00 mq 30.000 mq 48.673

5) Verde 15.000 ab x 12.00 mq 180.000 mq 289.925

6)Tecnologici 15.000 ab x (0.75)** mq 11.250 mq 28.962

TOTALE 15.000 ab x 23.50 mq 352.500 mq 624.052

(*) raddoppio della superficie esistente (aree comprese limite aree urbanizzate ed edificate), come

stabilito dall’art.9, comma 2 del D.P.G.R. 0126/95

(**) previsione di P.U.R.

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Nella tavola P3 “Attrezzature e servizi – Reiterazione dei vincoli” sono riportate le aree per attrezzature e servizi con l’individuazione numerica delle aree da reiterare.

La quantificazione di alcune attrezzature, in particolare il verde, risulta sensibilmente superiore agli standard minimi richiesti; tale scelta è determinata dalla necessità di garantire degli spazi funzionali adeguati anche per le diverse frazioni, visto il loro grado di distribuzione territoriale e la previsione del Parco Urbano che assicura un servizio territoriale di alto valore qualitativo.

L’ubicazione e la dimensione delle attrezzature è avvenuta attraverso una verifica dello stato di fatto, su cui sono state determinate le scelte per una organizzazione funzionale e razionale del sistema dei servizi al fine di garantire una distribuzione equa e corretta delle attrezzature a livello residenziale in modo da favorire un servizio omogeneo ed equamente distribuito su tutto il Comune.

Tutto il sistema dei servizi e delle attrezzature è stato rapportato ai problemi viabilistici, verificando il loro grado di accessibilità, la dotazione di adeguate aree di servizio e parcheggio.

5.5 Aree da reiterare

Sono rappresentate con specifica simbologia (sulla Tav. P.3 “Attrezzature e servizi – Reiterazione dei vincoli” in scala 1:5.000) le aree che l’Amministrazione Comunale ha ritenuto di reiterare in quanto necessarie al completamento della dotazione di attrezzature pubbliche a servizio della collettività.

Di seguito vengono elencate in forma puntuale e specifica le aree interessate:

1 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio di continuità per il completamento della struttura sportiva (spazi esterni e relativo deposito) al fine di garantire un’ area per un suo potenziale ampliamento funzionale dell’attrezzatura esistente.

2 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

3 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica a verde, in quanto questo sedime è necessario per garantire il completamento funzionale dell’esistente struttura sportiva nel centro di Vermegliano.

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4 E’ confermata la destinazione scolastica, in quanto questo sedime è necessario per garantire il completamento funzionale dell’esistente scuola elementare nel centro di Vermegliano.

5 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta in questo contesto urbano.

6 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio di continuità per il completamento del verde attrezzato esistente e creare un punto di aggregazione per le attività ricreative e sociali.

7 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta in questo contesto urbano.

8 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è indispensabile per garantire uno spazio riservato alle attività di medicina veterinaria, con annesso ricovero animali, necessaria a fornire un servizio indispensabile a tutto il territorio comunale.

9 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è indispensabile per garantire uno spazio riservato alle attività di medicina veterinaria, con annesso ricovero animali, necessaria a fornire un servizio indispensabile a tutto il territorio comunale.

10 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio di continuità per il completamento della zona sportiva e creare, comunque, un’area filtro verso l’aeroporto.

11 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

12 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

13 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

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14 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica a verde, in quanto in questo sedime è necessaria per garantire uno spazio pubblico adeguato.

15 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica a verde, in quanto in questo sedime è necessaria per garantire uno spazio pubblico adeguato.

16 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

17 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di un adeguato collegamento tra i Parco Urbano e le aree urbane circostanti.

18 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

19 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica a verde, in quanto in questo sedime è necessaria per garantire uno spazio pubblico per tale funzione.

20 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto è necessaria ed indispensabile per dotare questo settore urbano di adeguati spazi per la sosta.

21 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio a verde di protezione, posto in adiacenza ad una viabilità urbana, al fine di garantire un filtro verso l’area residenziale e per la necessità di ricreare un minimo di attrezzature per il tempo libero.

22 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio a verde di protezione, posto in adiacenza ad una viabilità urbana, al fine di garantire un filtro verso l’area residenziale e per la necessità di ricreare un minimo di attrezzature per il tempo libero.

23 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio a verde di protezione, posto in adiacenza ad una viabilità urbana, al fine di garantire un filtro verso l’area residenziale e per la necessità di ricreare un minimo di attrezzature per il tempo libero.

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24 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio a verde di protezione, posto in adiacenza ad una viabilità urbana, al fine di garantire un filtro verso l’area residenziale e per la necessità di ricreare un minimo di attrezzature per il tempo libero.

25 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio a verde di protezione, posto in adiacenza ad una viabilità urbana, al fine di garantire un filtro verso l’area residenziale e per la necessità di ricreare un minimo di attrezzature per il tempo libero.

26 E’ confermata la destinazione ad attrezzatura pubblica, in quanto questo sedime è necessario per garantire uno spazio di continuità per il completamento dell’attrezzatura esistente, creando un filtro verso la parte edificata residenziale.

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6. LE ATTIVITA’ INDUSTRIALI E ARTIGIANALI

6.1 Stato di fatto

Le caratteristiche del settore industriale (elemento economico preponderante dell’ambito geografico di appartenenza) proprie del comune di Ronchi dei Legionari ha sempre di fatto distinto la realtà locale da quella che invece caratterizza Monfalcone. Se infatti nel settore industriale di Monfalcone si è sempre vista la preponderanza del polo meccanico-cantieristico, Ronchi ha visto crescere un tessuto industriale fortemente basato sulla piccola e media industria con alcune peculiarità relative alla presenza dello scalo aeroportuale e alle attività ad esso collegate (avionica ed industria elettronica). Per quanto riguarda l’economia del Monfalconese (ambito geografico di cui Ronchi fa parte) in generale, si ricorda, infatti, come questa gravita quasi interamente sul porto, i cui traffici sono in ascesa (con un aumento di circa il 50% in volume fra il 2001 e il 2007) e sulla cantieristica navale. Monfalcone è infatti sede del più settentrionale porto dell'Adriatico e del Mediterraneo e di un importante cantiere navale, specializzato in particolare nella produzione di navi da crociera ad elevato tonnellaggio, fra le più grandi al mondo.

L’analisi dei dati censuari del comune di Ronchi dei Legionari relativi al periodo 1981-2001 evidenzia un rilevante aumento sia degli addetti, che passano da 616 a 2.068 unità, sia delle unità locali, che passano da 130 a 642 unità. Dal 1981 il numero degli addetti nel settore industriale mostra, infatti, un incremento sempre crescente: 616 (anno 1981); 1.687 (anno 1991); 2.068 (anno 2001). Il rapporto tra la popolazione attiva del comune e gli addetti al settore dell’industria, nel 2005, è del 36,6% (Fonte: dati Comune di Ronchi dei Legionari). Questo dato risulta ancora più significativo se paragonato a quello relativo agli addetti ai servizi presenti nel comune di Ronchi dei Legionari, sempre nel 2001. Questi, infatti, ammontano a 1.997 unità.

In numero di addetti totali è pari a 3.962 unità, quindi il 35,63% del totale degli abitanti.

Unità Addetti Percentuale sul totale

Industrie 166 1896 47,85% Servizi 207 539 13,60% Amministrazione 83 313 7,90% Altro 233 1214 30,64%

Attraverso i dati della Camera di Commercio si analizzano, gli sviluppi più recenti del sistema economico (2005-2009).

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L’analisi dei dati del Registro Imprese CCIAA mostra una tendenza al rafforzamento del tessuto economico locale, a ritmi non trascurabili: dal 2002 al 2006, infatti, le unità locali si accrescono costantemente. Dall’analisi emerge che nel 2002 le unità locali localizzate sul territorio comunale erano 1.638 e diventano 1.883 nel 2006, con un +15%.

Il settore produttivo, in termini di iscrizioni delle imprese alla CCIAA, per il periodo 2005- 2009 fa annotare un trend stabile con una punta di cessazioni nel 2006 (71) e un massimo di 69 iscrizioni nel 2007.

2005

2006

2007

2008

2009

Cessazioni 54 71 59 76 56

Iscrizioni 58 62 69 49 50

Attive 657 647 663 644 640

2005 2006 2007 2008 2009

La camera di Commercio industria, agricoltura ed artigianato di Gorizia, per il 2009, rileva la presenza di 640 attività produttive attive (unità locali) nel territorio del Comune di Ronchi dei Legionari.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle attività produttive, queste risultano correttamente inserite all’interno degli ambiti opportunamente individuati dal PRGC vigente nelle seguenti zone: - ZONE INDUSTRIALI D1a - D1b, comprendenti le aree e gli impianti che in base al P.U.R.G. formano l’agglomerato industriale di interesse regionale di Monfalcone, con estensione alle zone “D1” nel Comune di Ronchi dei Legionari; - ZONE ARTIGIANALI D3, che comprendono le aree destinate ad insediamenti industriali ed artigianali di interesse comunale. In particolare, la zona D3a comprende gli edifici e le aree incluse nei P.R.P.C. attuati adiacenti alla zona aeroportuale, mentre la zona D3b comprende le aree ancora libere destinate al completamento dell’insediamento artigianale stesso; - ZONE PER L’INDUSTRIA ESTRATTIVA D4, che comprendono le aree interessate da attività estrattive esistenti e dai relativi impianti. Nelle zone D4

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l’attività estrattiva è subordinata alla preventiva formazione di un P.R.P.C. nonché alla specifica autorizzazione regionale.

Per quanto riguarda l’indice di occupazione della zona artigianale D3 (di competenza dell’Amministrazione comunale), situata lungo la strada statale n.° 14, questa risulta occupata per circa l’86%.

Nel corso delle analisi effettuate direttamente sul territorio sono state censite puntualmente tutte le attività presenti. Da questo esame risulta che tutte le attività ricadono correttamente all’interno delle zone omogenee appena richiamante. Solo una attività (officina per la lavorazione dei metalli) è collocata all’interno della zona urbana (via san Lorenzo) e risulta classificata all’interno della zona omogenea B4.

6.2 Direttive

Le azioni del Piano, per quanto riguarda le aree industriali, dovranno essere rivolte quindi alla valorizzazione delle specificità, delle vocazioni e delle opportunità delle singole zone, attraverso: - il miglioramento delle interconnessioni con i sistemi infrastrutturali

regionali e locali e le attrezzature intermodali; - la localizzazione di nuovi insediamenti industriali artigianali in aree

idonee sotto l’aspetto logistico e infrastrutturale finalizzate allo sviluppo delle aziende nelle zone a Sud dello scalo aeroportuale.

- il potenziamento dell’offerta di aree produttive attraverso la definizione di una nuova area e definizione della sua interconnessione con il sistema viario territoriale;

- l’adeguata dotazione di infrastrutture e aree per servizi e la qualificazione delle aree;

- la scelta di azioni atte ad introdurre nuovi settori di produzione e ricerca, ad alto contenuto di innovazione tecnologica (valorizzazione del ruolo territoriale di Ronchi dei Legionari, come area ad elevata concentrazione e dinamica dello sviluppo, sia per quanto riguarda il settore dell’intermodalità che per il settore della produzione tecnologica avionica e dell’elettronica);

- l’indicazione delle destinazioni d’uso compatibili Per quanto riguarda la loro compatibilità con gli aspetti ambientali, strutturali, sociali e per lo sviluppo e modernizzazione del settore produttivo, prevedendo per ambiti e per singole aree la: - l’insediamento esclusivo di attività produttive non insalubri - mitigazione degli impatti puntuali locali di tipo paesaggistico-ambientali e

viabilistici; - riallocazione delle attività produttive incompatibili con il tessuto

residenziale; - definizione della futura destinazione dell’area della cava di calcare.

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6.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000

Al fine di delineare le principali strategie di Piano, per quanto riguarda il settore produttivo, vengono individuati i seguenti elementi: - “Polo industriale a specializzazione aeronautica”, viene riconosciuta l’area prevista dal Piano vigente anche con l’intento di migliorare la sua accessibilità e le sue connessioni con la viabilità territoriale; - “Polo industriale/artigianale di interesse locale esistente”, corrispondente all’ambito, ormai prossimo alla saturazione, posto lungo la SP 14 della “Venezia-Giulia”; - “Polo industriale/specialistico di interesse sovracomunale di progetto”, al fine di potenziare e sviluppare le attività produttive ed in particolare valorizzare il ruolo territoriale di Ronchi dei Legionari, come area ad elevata concentrazione e dinamica dello sviluppo, sia per quanto riguarda il settore dell’intermodalità che per il settore della produzione tecnologica avionica e dell’elettronica.

6.4 Elementi di progetto

Alla luce degli obiettivi e delle strategie individuate nel paragrafo precedente, il progetto di Piano prevede, in zonizzazione e in normativa, la seguente classificazione: - la zona omogenea D1a “Zona Industriale di interesse regionale”. Tale individuazione si riferisce alla parte di territorio comunale adiacente alla zona H2 a nord. Il Piano conferma la previsione esistente che risulta già servita dalla rete infrastrutturale dell’adiacente zona industriale programmatica e ne prevede il completamento mediante intervento di pianificazione attuativa. - la zona omogenea D1b “Zona industriale di interesse regionale specialistica”. Tale individuazione si riferisce alla zona industriale programmatica del P.U.R, di carattere specialistico, posta a nord dell’aeroporto, relativa all’agglomerato produttivo di Monfalcone e Ronchi, già interessata da insediamenti industriali in attuazione di un Piano territoriale infraregionale in vigore. Il Piano conferma la previsione localizzativa migliorandone l’inserimento paesaggistico ed ambientale. - la zona omogenea D3-H3 “Mista artigianale e commerciale esistente”. La zona comprende alcune aree poste in posizione strategica sulla viabilità principale di accesso al capoluogo interessate da funzioni in atto miste produttive e commerciali e un’area residua posta in adiacenza all’aeroporto. Il Piano, prendendo atto della situazione d’uso che caratterizza tali aree, le riconosce nella loro configurazione funzionale mista, mirando ad una migliore integrazione urbanistica e ambientale per riqualificare le aree interessate in rapporto al contesto.- la zona omogenea D3 “Insediamenti Industriali ed Artigianali singoli esistenti”. La zona comprende la parte del territorio comunale corrispondente

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all’area su cui insiste un singolo insediamento esistente, il cui riconoscimento è giudicato compatibile con l’assetto delle aree contermini. Il Piano riconosce l’insediamento singolo esistente consentendo interventi mirati al miglioramento della sua integrazione ambientale ed al suo adeguamento funzionale e tecnologico. - la zona omogenea D4 “Insediamenti per attività estrattive”. Queste concernono le parti del territorio corrispondenti agli insediamenti produttivi per attività estrattive già concessionate formalmente ai sensi della vigente normativa. La normativa si propone di consentire il controllo dell’avanzamento dei lavori delle attività estrattive e del loro ripristino ambientale.

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7. LE ATTIVITA’ COMMERCIALI

7.1 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000)

Al fine di delineare le principali strategie di Piano, per quanto riguarda il settore commerciale, si è visto come le azioni di piano siano rivolte al potenziamento e al miglioramento della qualità urbana e quindi alle funzioni ad esse insediate. A tale fine, nei capitoli precedenti sono state spiegate queste strategie delineate nel Piano struttura con le seguenti aree: - “Aree con caratteri di centro città da potenziare”; - “Aree con impianto di borgo storico da salvaguardare”; - “Ambito da riqualificare con funzioni miste e sistemi costruttivi innovativi da gestire con un processo di perequazione urbanistica”; - “Aree urbanizzate a prevalenza residenziale da riorganizzare e consolidare”;- “Asse urbano da riqualificare con interveti edilizi sostitutivi destinati a funzioni direzionali, commerciali e residenziali”; Oltre a ciò, al fine di potenziare il settore commerciale all’interno del territorio comunale per quanto riguarda la grande distribuzione, è stato individuato (nella tavola P.1 “elementi direttori e strategie del Piano strutturale) un preciso ambito, definito “Polo commerciali di livello comprensoriale”, in cui vengono riconosciute le aree commerciali esistenti, prevedendo un loro futuro ampliamento ed il miglioramento della loro connessione con la viabilità di interesse territoriale/comprensoriale;

7.2 Elementi di progetto

Alla luce degli obiettivi e delle, il progetto di Piano prevede, in zonizzazione e in normativa, la seguente classificazione: - la zona omogenea H, si riferisce all’insediamento commerciale di grande struttura ubicato in via Micca ovest, in prossimità dello svincolo autostradale. L’area è già stata autorizzata come zona HC ai sensi della L.R. 41/90. Il Piano riconosce l’insediamento esistente e ne ammette il consolidamento. - la zona omogenea H2 “Insediamenti commerciali di progetto”. La zona comprende le aree del territorio comunale interessate da insediamenti a carattere commerciale e terziario. Il Piano, vista la collocazione strategica delle aree sugli accessi principali dal territorio, ne prevede l’integrazione funzionale nel sistema insediativo. - la zona omogenea H3. La zona comprende le parti del territorio corrispondenti agli insediamenti commerciali isolati, distribuiti nel territorio comunale. Il Piano si propone di confermare gli insediamenti esistenti, migliorandone l’integrazione con il sistema connettivo per agevolare le relazioni e favorire quindi l’accessibilità, salvaguardando contemporaneamente la scorrevolezza della viabilità.

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8. LA VIABILITA’

8.1 Stato di fatto

Per la sua posizione geografica l’ambito di Ronchi dei Legionari svolge, a partire dall’antichità fino all’epoca moderna, un ruolo di snodo, di territorio di collegamento tra l’alta pianura isontina (a nord), la bassa friulana (ad ovest), il territorio carsico ed il territorio della città di Trieste. Attualmente, infatti come appare nella Relazione di analisi del “Piano del traffico dell’area urbana costituita dai comuni di Monfalcone, Staranzano e Ronchi dei Legionari” (ottobre 2005), l’ambito territoriale è sede di primari nodi infrastrutturali, è attraversato da corridoi di traffico di valenza internazionale ed accoglie rilevanti polarità di natura produttiva e commerciale, che inducono elevati flussi veicolari ed esigenze di spostamento”

E’ già stato detto come l’ambito è caratterizzato fortemente dalla presenza dell’autostrada A4, elemento forte di barriera fisica territoriale verso nord, dove si sviluppano le alture del Carso.

La viabilità extraurbana che interessa il comune di Ronchi dei Legionari è costituita da: - la bretella autostradale (strada statale n. 677) che collega il casello di

Redipuglia con la statale n. 14 all’altezza dell’Aeroporto; - la strada statale n. 14 “della Venezia Giulia” che percorre trasversalmente

la parte meridionale della regione per arrivare a Trieste; - la strada statale n. 305 “di Redipuglia” che collega la conurbazione

Monfalcone – Ronchi dei legionari con la pianura friulana ed in particolare l’area del Manzanese;

- la strada provinciale n. 15 che collega Ronchi dei Legionari con Doberdò del Lago per poi arrivare a Gorizia;

- la strada provinciale n. 12 che collega Ronchi con San Pier d’Isonzo; - la strada provinciale n. 11 che collega Ronchi con Staranzano.

Per quanto riguarda le previsioni degli strumenti urbanistici, il Piano regionale della Viabilità prevede la realizzazione del tratto terminale della bretella che collegherebbe il casello di Redipuglia con la strada provinciale n. 19 Monfalcone-Grado a ristrutturazione del tratto della SS n.14 in corrispondenza del previsto Polo intermodale (tratto corrispondente allo scalo aeroportuale).

Lo Studio sulla mobilità provinciale della Provincia di Gorizia mutua gli elementi fondamentali dell’armatura principale del Piano regionale della Viabilità cercando di rafforzare la questione legata alla risoluzione del problema dell’attraversamento urbano della viabilità territoriale. A tale scopo lo Studio non solo pone come elemento strutturale la realizzazione della bretella “Redipuglia – strada provinciale Monfalcone Grado” ma propone, quale elemento fondante dell’eliminazione del traffico di scorrimento della

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conurbazione, la liberalizzazione del tratto autostradale Villesse – Lisert. In particolare, la realizzazione del raccordo stradale “Casello di Redipuglia-SS 14” fino alla strada provinciale “Monfalcone-Grado”, con successiva realizzazione di una “bretella” di collegamento con la zona industriale “Schiavetti-Brancolo” viene visto come garanzia per dotare il territorio di “un’adeguata struttura viaria per la circonvallazione dei centri abitati di Monfalcone e Ronchi dei Legionari connessi ai poli industriali e portuali e alle grandi vie di comunicazione per la Pianura padana, le regioni della Comunità “Alpe Adria” e il nord-est europeo”

Nel Piano provinciale viene previsto inoltre la soppressione dei passaggi a livello nell’area di Ronchi-Monfalcone (SS 305, via San Polo) alla luce dei progetti riguardanti il Corridoio 5.

Si è detto come l’area urbana è attraversata da alcune direttrici territoriali caratterizzate da un elevato flusso veicolare. Queste riguardano: - il tratto urbano della SS 14 (via Aquileia – via Volontari della Liberà); - il tratto urbano della SS 305 (via Redipuglia – via Dante Alighieri – Via

D’Annunzio); - la via Monte Cosich a Selz (collegamento con la SP n. 15); - la SP n. 12, via Soleschiano.

Come riportata nella già citata Relazione di analisi del Piano del Traffico “esistono … all’interno del contesto urbano, dei corridoi di traffico di attraversamento ove al traffico locale si somma quello di passaggio(…). L’importanza soprattutto della SS 14 si manifesta anche nei casi di sovraccarico dell’arteria autostradale (…). Per contro, la presenza dell’autostrada rappresenta già oggi, specialmente nei confronti del traffico pesante in transito, che beneficia di una specifica convenzione di rimborso, un vantaggio per il territorio, che qui è affetto di una componente di attraversamento meno consistente di quella che altrimenti potrebbe esserci.

L’analisi effettuata dallo Studio mette in luce una consistente quantità di traffico che transita per l’abitato di Ronchi. L’analisi della distribuzione del traffico lungo gli itinerari urbani (si prende ad esempio quello che attraversa Ronchi da sud a nord) è quantificato in circa 400 veicoli all’ora, di questi 350 proseguono lungo via Roma (che sommando a quelli esistenti determina una presenza media di 510 veicola/ora).

La lettura di tali dati evidenzia problematiche legate alla viabilità urbana caratterizzata da “livelli di carico consistenti” che ha come causa l’abbassamento della qualità ambientale e della qualità/vivibilità urbana. Ciò è dovuto al fatto, come richiamato precedentemente “che questo particolare territorio si trova ad essere intercettato da direttici di traffico che supportano una molteplicità di componenti”. Accanto a questi fattori l’analisi mette però in luce situazioni diverse, accanto a tratti anche prossimi alla saturazione si affiancano infatti altre tratte caratterizzate da modesti livelli di utilizzo. A

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questo proposito le strategie del Piano del Traffico vengono poste anche verso un “riequilibrio del sistema ed, in particolare, finalizzate ad evidenziare in modo marcato le diverse funzioni assunte dagli elementi della viabilità”.

8.2 Direttive

Per quanto riguarda questo settore, il Piano dovrà prevedere, accanto alla tematica strategica della riorganizzazione del sistema della viabilità territoriale nelle sue relazioni con la viabilità urbana, la riclassificazione funzionale, la riorganizzazione e il miglioramento della rete esistente attraverso adeguati interventi sui sistemi di accesso alla viabilità territoriale, sulle principali intersezioni viarie, sulle caratteristiche geometriche delle strade, sul sistema dei parcheggi, ecc.

Particolare attenzione dovrà essere posta all’accessibilità dell’area urbana centrale e alla previsione di percorsi pedonali e ciclabili, che colleghino attrezzature con la residenza, l’area centrale, le zone verdi, le alture del Carso, gli insediamenti produttivi.

Nella definizione di tali scelte è opportuno che il Piano si confronti con il Piano del Traffico in corso di formazione, in modo che i contenuti siano omogenei tra loro e siano coerenti con le problematiche a livello generale e settoriale.

8.3 Elementi direttori e strategie per l’elaborazione del Piano (Elaborato S.1 “Trasformabilità del territorio – Vocazioni e vincoli” in scala 1:5.000)

La riorganizzazione del sistema viabilstico è uno dei nodi centrali “strategici” su cui si deve misurare il Piano. Sarebbe auspicabile, a tale fine, il completamento del sistema infrastrutturale, già delineato dallo Studio sulla mobilità provinciale della Provincia di Gorizia (2002), atto alla risoluzione del problema dell’attraversamento urbano della viabilità territoriale. A tale scopo lo Studio non solo pone come elemento strutturale la realizzazione della bretella “Redipuglia – strada provinciale Monfalcone Grado” (completamento della “Viabilità di grande comunicazione desistente”) ma propone, quale elemento risolutore dell’eliminazione del traffico di scorrimento della conurbazione, la liberalizzazione del tratto autostradale Villesse – Lisert. In particolare, la realizzazione della “Viabilità di grande comunicazione di progetto” e cioè del raccordo stradale “Casello di Redipuglia-SS 14” fino alla strada provinciale “Monfalcone-Grado”, con successiva realizzazione di una “bretella” di collegamento con la zona industriale “Schiavetti-Brancolo” viene visto come garanzia per dotare il territorio di “un’adeguata struttura viaria per la circonvallazione dei centri abitati di Monfalcone e Ronchi dei Legionari

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connessi ai poli industriali e portuali e alle grandi vie di comunicazione per la Pianura padana, le regioni della Comunità “Alpe Adria” e il nord-est europeo”.

Per quanto riguarda la viabilità urbana, si è detto come sia necessario intraprendere azioni atte alla riclassificazione funzionale, la riorganizzazione e il miglioramento della rete esistente attraverso adeguati interventi sui sistemi di accesso alla viabilità territoriale, sulle principali intersezioni viarie, sulle caratteristiche geometriche delle strade. A tale fine, è stato ipotizzato un sistema viabilistico baricentrico rispetto all’area urbana, definito “Anello di supporto urbano per la riorganizzazione del sistema viabilistico interno” finalizzato alla razionalizzazione del traffico urbano e al contempo connesso con le principali direttici territoriali. Per la viabilità principale, di penetrazione e di connessione urbana, definita “Viabilità urbana da riconfigurare sotto gli aspetti funzionali”, devono essere previsti interventi di sistemazione e di ristrutturazione, di regolamentazione del traffico, di arredo urbano e di percorribilità pedonale, ed in alcuni casi ciclabile.

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9. PROGRAMMA DI ATTUAZIONE

A) Opere pubbliche

Entro il 2° anno di vigenza

- Bretella di collegamento per Grado

- Progetto definitivo del tracciato Corridoio V

- Programma di sviluppo Aeroporto

Entro il 4° anno di vigenza

- Progetto del Centro intermodale

- Potenziamento casello autostradale

- Realizzazione viabilità di servizio abitato di Soleschiano - zona industriale a

carattere specialistico

- Ridefinizione tracciato ferroviario direzione Gorizia

Entro il 5° anno di vigenza

- Attuazione opere inerenti il Polo intermodale

- Attuazione viabilità di connessione tra aree urbane interne

B) Progetti urbanistici

Entro il 2° anno di vigenza

- Progettazione Piani particolareggiati Ambiti di riqualificazione urbana e

ambientale (Ambito n.1 e Ambito n.2)

- Riperimetrazioni e revisione del Piano particolareggiato Case Pater