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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale Giardina a pag. 14 ALLARME USA Esercito afghano troppo costoso servizio a pag. 14 COLPA DI FREE Orange perde 200 mila abbonati Galli a pag. 13 * con guida «Le 4 manovre del 2011 + la inanziaria del 2012» a € 6,00 in più; con «Guida agli strumenti inanziari derivati» a € 7,90 in più; con guida «TUIR 2012» a € 6,00 in più; con guida «Le novità iscali sulla casa» a € 6,00 in più; con «L’Atlante delle Società 2012» a € 1,30 in più; con guida «Le comunicazioni telematiche al isco» a € 6,00 in più; con «Orsi&Tori Volume 11» a € 9,90 in più QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Enti locali - Sulle misure anticriminalità la regione non può rendere più strin- genti le leggi nazionali Cerisano a pag. 37 Fisco - Contri- buenti in attesa di rimborsi Irap risalenti al 2009 Bongi-Stroppa a pag. 27 Professioni - Avvocati, set- te giorni di sciopero. Contro le liberalizzazioni e la rotta- mazione della giustizia D’Alessio a pag. 30 Documenti/1 - Il decreto milleproroghe approvato in via definitiva dalle Camere Documenti/2 - La bozza di decreto legge sulle semplifi- cazioni tributarie Documenti/3 - La sentenza della Cor- te di cassazione sul doppio cognome www.italiaoggi.it L’azienda può controllare la posta elettronica del dipendente sospettato di infedeltà e, se nelle mail trova la divulgazione di informazioni riservate, può licenziarlo. Insomma, è un diritto del datore esercitare il potere di verifica ex post. È quanto affermato dalla Cor- te di cassazione che, con la sentenza n. 2722 del 23 febbraio 2012, ha respinto il ricorso di un dirigente di banca con- tro la sentenza della Corte d’appello di Brescia che legittimava il licenziamento fondato su informazioni raccolte in se- guito a un controllo nella posta elettro- nica aziendale. Oggi in consiglio dei ministri il regolamento che consentirà di unire il nome del padre e della madre Doppio cognome molto facile Diventa realtà la possibilità di avere un doppio cognome. Si potrà chiedere di unire al cognome del padre quello della madre, ma si potrà anche chiedere di aggiungere il cognome del marito ai propri figli da parte della donna che, rimasta vedova o divorziata, si è risposata. Potrà fare istanza anche chi è divenuto cittadino italiano e vuole però che venga mantenuto il nome con cui è cono- sciuto al di fuori. Il regolamento di modifica delle disposizioni in materia di stato civile relativamente alla disciplina sul cognome sarà oggi all’esame del consiglio dei ministri. a pag. 30 D t d Nella trasmissione Omnibus, di ieri, su La7, efficacemente con- dotta da Andrea Pancani, il sociologo Domenico De Masi ha ricordato che, nel parlare del lavo- ro che manca, usiamo purtroppo categorie superate che non trova- no riscontro nella realtà. Bisogna rispondere a nuovi bisogni. Ad esempio, reintroducendo la figura del portinaio eventualmente ribat- tezzato assistente del condominio. In effetti, questa figura è ritornata di moda nelle grandi città stra- niere. Ma poi chi vorrebbe fare il portinaio, sia pure ribattezzato e magari anche ben retribuito? Non certo i nostri giovani ma gli immi- grati. Da noi non mancano i posti. Mancano solo i posti che piacciono agli italiani. DIRITTO & ROVESCIO Fi b d r IL Giornale dei professionisti * * * E-mail sotto controllo L’azienda può sempre controllare la posta elettronica del dipendente e licenziarlo se si riscontra la divulgazione di informazioni riservate Alberici a pagina 24 DOPO I TASSISTI Si è proprio insabbiata di brutto anche la liberalizzazione delle spiagge Bucchi a pag. 6 l h àd l dl d d ll d Sull’articolo 18 in molti stan- no con il governo e contro la li- nea del Pd. I radicali, per esem- pio, hanno le idee chiare. Rita Bernardini a ItaliaOggi: «Serve una politica che sappia capire i bisogni dell’Italia e Pier Luigi Bersani non sembra avere una visione oculata». Il ragionamen- to della Bernardini è semplice: i radicali del Pd sosterranno la linea del governo Monti e non quella di Bersani. Dal segreta- rio del Pd e dalla Cgil si disso- cia anche LegaCoop. «Bisogna avere il coraggio di capire che la crisi ha dimensioni tali per cui tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora va riletto», dice Gianpiero Calzolari. Gioventù e Ponziano alle pagg 5 e 6 I radicali non sosterranno il Pd sull’art. 18, LegaCoop si dissocia da Camusso e Bersani r e d t I d n p m c g M a PUBBLICITÀ +50% Il magazine del Wall Street trainato dalle donne Odini a pag. 19 ORFANI DEL CAV Gruber: a me manca tanto Berlusconi Plazzotta a pag. 17 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A. da pag. 37 da pag 37 IN EDICOLA www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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GERMANIAFa carriera il re del CarnevaleGiardina a pag. 14

ALLARME USAEsercito afghano troppo costososervizio a pag. 14

COLPA DI FREEOrange perde 200 mila abbonatiGalli a pag. 13

* con guida «Le 4 manovre del 2011 + la i nanziaria del 2012» a € 6,00 in più; con «Guida agli strumenti i nanziari derivati» a € 7,90 in più; con guida «TUIR 2012» a € 6,00 in più; con guida «Le novità i scali sulla casa» a € 6,00 in più;con «L’Atlante delle Società 2012» a € 1,30 in più; con guida «Le comunicazioni telematiche al i sco» a € 6,00 in più; con «Orsi&Tori Volume 11» a € 9,90 in più

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

90 secondi

La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

Enti locali - Sulle misure anticriminalità la regione non può rendere più strin-genti le leggi nazionali

Cerisano a pag. 37

Fisco - Contri-buenti in attesa di rimborsi Irap risalenti al 2009 Bongi-Stroppa a

pag. 27

Professioni - Avvocati, set-te giorni di sciopero. Contro le liberalizzazioni e la rotta-mazione della giustizia

D’Alessio a pag. 30

Documenti/1 - Il decreto milleproroghe approvato in via definitiva dalle Camere

Documenti/2 - La bozza di decreto legge sulle semplifi-

cazioni tributarie

Documenti/3 - La sentenza della Cor-te di cassazione sul doppio cognomewww.italiaoggi.it

L’azienda può controllare la posta elettronica del dipendente sospettato di infedeltà e, se nelle mail trova la divulgazione di informazioni riservate, può licenziarlo. Insomma, è un diritto del datore esercitare il potere di verifi ca ex post. È quanto affermato dalla Cor-te di cassazione che, con la sentenza n. 2722 del 23 febbraio 2012, ha respinto il ricorso di un dirigente di banca con-tro la sentenza della Corte d’appello di Brescia che legittimava il licenziamento fondato su informazioni raccolte in se-guito a un controllo nella posta elettro-nica aziendale.

Oggi in consiglio dei ministri il regolamento che consentirà di unire il nome del padre e della madre

Doppio cognome molto facileDiventa realtà la possibilità di avere un doppio cognome. Si

potrà chiedere di unire al cognome del padre quello della madre, ma si potrà anche chiedere di aggiungere il cognome del marito ai propri fi gli da parte della donna che, rimasta vedova o divorziata, si è risposata. Potrà fare istanza anche chi è divenuto cittadino italiano e vuole però che venga mantenuto il nome con cui è cono-sciuto al di fuori. Il regolamento di modifi ca delle disposizioni in materia di stato civile relativamente alla disciplina sul cognome sarà oggi all’esame del consiglio dei ministri.

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Nella trasmissione Omnibus, di ieri, su La7, efficacemente con-dotta da Andrea Pancani, il sociologo Domenico De Masi ha ricordato che, nel parlare del lavo-ro che manca, usiamo purtroppo categorie superate che non trova-no riscontro nella realtà. Bisogna rispondere a nuovi bisogni. Ad esempio, reintroducendo la fi gura del portinaio eventualmente ribat-tezzato assistente del condominio. In effetti, questa fi gura è ritornata di moda nelle grandi città stra-niere. Ma poi chi vorrebbe fare il portinaio, sia pure ribattezzato e magari anche ben retribuito? Non certo i nostri giovani ma gli immi-grati. Da noi non mancano i posti. Mancano solo i posti che piacciono agli italiani.

DIRITTO & ROVESCIO

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IL Giornale dei

professionisti* * *

E-mail sotto controlloL’azienda può sempre controllare la posta elettronica del dipendente e licenziarlo se si riscontra la divulgazione di informazioni riservate

Alberici a pagina 24

DOPO I TASSISTI

Si è proprio insabbiata di brutto anche

la liberalizzazionedelle spiagge

Bucchi a pag. 6

l h à d l d l d d ll d

Sull’articolo 18 in molti stan-no con il governo e contro la li-nea del Pd. I radicali, per esem-pio, hanno le idee chiare. Rita Bernardini a ItaliaOggi: «Serve una politica che sappia capire i bisogni dell’Italia e Pier Luigi Bersani non sembra avere una visione oculata». Il ragionamen-to della Bernardini è semplice: i radicali del Pd sosterranno la linea del governo Monti e non quella di Bersani. Dal segreta-rio del Pd e dalla Cgil si disso-cia anche LegaCoop. «Bisogna avere il coraggio di capire che la crisi ha dimensioni tali per cui tutto quello che abbiamo fatto fi no ad ora va riletto», dice Gianpiero Calzolari.

Gioventù e Ponziano alle pagg 5 e 6

I radicali non sosterranno il Pd sull’art. 18,LegaCoop si dissocia da Camusso e Bersani

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trainato dalle donne

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ORFANI DEL CAV

Gruber: a me manca

tanto Berlusconi

Plazzotta a pag. 17

e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DELLA P.A.dapag.37

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2 Venerdì 24 Febbraio 2012

Il Faentino è in questi giorni scombussolato dalla vertenza della fabbrica Omsa, uno stabilimento

con 273 operai (anzi, prevalentemente operaie) quasi certamente destinato a es-sere chiuso perché l’imprenditore, Neri-no Grassi, vuol trasferirne la produzione presso un suo impianto in Serbia. Gras-si, proprietario del gruppo Golden Lady che controlla tra gli altri marchi anche la Omsa, ha metà dipendenti in Italia e metà all’estero, tra l’altro in Serbia. Dove la paga sindacale è di 250 euro al mese (da fame anche lì, ma per loro è anco-ra manna) e dove, soprattutto, lo Stato eroga un’impressionante sfilza di agevolazioni per gli stranieri che investo-no. Addirittura, tre anni di stipendi rimborsati per chi intraprende una nuova attività. Una con-venienza imbattibile.

Chi paga? Ma l’Europa, naturalmen-te, attraverso la Bei (Banca europea in-vestimenti). Che invece, da molti anni, ormai non fa più cose del genere nelle aree «svantaggiate» dei Paesi cosiddet-ti sviluppati, e quindi neanche nel Sud Italia, dove pure, in passato, per esempio nel ’92, fu proprio grazie a fondi di que-sta natura che la Fiat realizzò da zero lo stabilimento di Melfi , in Basilicata. Morale: l’Europa è quell’istituzione che impone agli Stati membri discipline di bilancio talmente severe da spingerli – o bloccarli – in recessione per ridare sta-

bilità all’euro; e grazie a questa ritrovata stabilità monetaria, mobilita mon-

tagne di soldi per fi nanziare il «dumping» sociale imbattibile di alcuni Paesi emer-genti ai danni dei Paesi emersi, e quindi tartassati.

Per dirla ancora più brutalmente: le tasse dei contribuenti italiani aggravano la disoccupazione italiana. Per due effetti avvelenati: perché deprimono i consumi, accentuando così la recessione; e perché fi nanziano i concorrenti sleali di chi do-vrebbe fare occupazione in Italia.

Se a questo aggiungia-mo altre «chicche», come quella circolata – era ora! – nei giorni scorsi sugli armamenti della Grecia, si resta senza parole: il governo di Atene, con le pezze al sedere che ha,

mette a bilancio nel 2012 (e Bruxelles non eccepisce) 7 miliardi di euro (il 3% del pil) di spese militari, quasi intera-mente destinate ad acquistare armi dalle industrie produttrici statali tedesche e francesi. Ebbene, sono queste le irra-zionalità che inducono tanti a chiedersi quali logiche animino l’Unione europea. E visto che il Time lo considera capace di “«salvare l’Europa», perché il professor Monti non si incarica di porre le doman-de giuste al Consiglio, alla Commissione e alla Banca centrale europee? Gli sareb-bero assai grati le operaie della Serbia e i contribuenti: greci e italiani.

IL PUNTO

La Ue boicotta con i nostri soldi le operaie dell’Omsa

DI SERGIO LUCIANO

mette a bilanci

Agevolandoil decentramento

in Serbia

Il modello sociale eu-ropeo non è morto ma sta sicuramente molto male, visto che in Spagna, e

in altri paesi ad essa simili, la disoccu-pazione giovanile ha già raggiunto il 50 per cento. La riforma del lavoro nell’Eu-rozona, quindi, secondo il governatore della Bce, Mario Draghi (che, in questo caso, dà una mano a Draghi), non è più un optional ma è un’assoluta necessità per cercare di distribuire sulle spalle di tutta la popolazione il peso della ristrut-turazione dell’economia.

Oggi infatti l’Europa si trova ad es-sere attardata su un modello di svilup-po brutalmente duale, all’interno del quale l’in-tero peso della fl essibilità (che è diventata inevita-bile) viene fatto sostenere dalla frazione più giovane della popolazione men-tre quella più anziana è libera da queste costrizioni, in forza di diritti precedentemente acquisiti (e per-ciò indebitamente ritenuti inalienabili, anche se non sono più economicamente sostenibili). I giovani quindi pagano per tutti il peso della realtà mentre i vecchi fanno fi nta che i vincoli debbano valere per essi anche perché sono convinti che essi, se proprio sono necessari, possano essere sostenuti solo dai giovani.

Non solo, Draghi, sempre sul WSJ, ha rilevato l’anomalia tipicamente novecen-tesca di una politica retributiva basata sul procedere dell’anzianità (tanto più invecchi, tanto più guadagni) anziché

essere basata sulla produttività (tanto più contribuisci alla cresci-

ta della ricchezza aziendale e tanto più guadagni).

Draghi, in sostanza, recupera in gran parte le tesi effi cacemente espres-se dall’economista Edoardo Narduzzi, fondista di ItaliaOggi, nel suo libro dal titolo Ciascuno per sé – Vivere senza wel-fare pubblicato con i tipi della Marsilio due anni fa. In quel libro, Narduzzi so-steneva che «grazie alla diffusione delle tecnologie, alla ricchezza prodotta con lo sviluppo e alla rete globale, le ragio-ni che avevano favorito la nascita del

welfare state, così come lo abbiamo conosciuto, sono venute meno». Si apre quindi uno scenario che Narduzzi ha defi nito con il neologismo di «oli-bu», una società nuova, fatta appunto di «oligar-

chie» e «di tribù» che mette insieme i due poli estremi della globalizzazione contemporanea. In questa nuova socie-tà si imparerà a vivere senza welfare o con un welfare molto ridimensionato. Per Narduzzi stiamo infatti «vivendo in una società nata dalla caduta del muro di Wall Street nel 2008 (quasi venti anni dopo il crollo del Muro di Berlino) dove tutto cambia e tutto si rinnova». Chi pre-tendesse di tenere ingessato il sistema (come sta tentando di fare la Camusso) fi nirebbe per renderlo così fragile fi no a farlo rompere.

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i in forza di chie» e «di trib

Il welfare attualemette i vecchi

contro i giovani

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Mario Draghi dà una manoa Monti sul Wall Street J.

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI PIERRE DE NOLAC

I modi sono quelli di sem-pre, affabili e quasi leziosi: ma l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta in realtà ha un diavolo per capello. Stringe le mani come ai vec-chi tempi, partecipa a ogni tipo di evento (ieri sera si trovava in prima fi la alla presentazione del libro di Giulio Tremonti, a palazzo Wedekind), ma sente che l’aria è cambiata. Il primo risentimento, racconta chi lo conosce bene, è tutto de-dicato a Silvio Berlusconi: motivo di questo astio, an-che se trattenuto dal sor-riso, è la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. In fondo, secondo il ragionamento dei lettiani, al Cavaliere non costava nulla firmare la lettera di appoggio alla capitale, quando era a palazzo Chigi. E invece, per non inimicarsi l’alleato leghista Umberto Bossi, Berlusconi ha prefe-rito lasciare la missiva sul tavolo presidenziale senza

apporre la fi rma: risultato, il no dell’attuale premier Mario Monti. «Quel giorno si è decisa la fi ne dell’era Letta», dicono nei salotti

romani, abituati da sem-pre a soccorrere il vincitore. Anche perché c’è un tragico effetto a catena, un terremo-to di poltrone che si porta via, come primo atto, il Coni di Gianni Petrucci (che già

pensa alle elezioni ammini-strative, correndo come can-didato centrista per diven-tare sindaco di Sabaudia, per poi spiccare il volo nelle liste dell’Udc alle prossime politiche) e una lunga se-rie di poteri burocratici. Per non parlare di quanto sta accadendo alla Festa del cinema di Roma, con le dimissioni di Gianluigi Rondi, novantenne criti-co cinematografico che è ancora titolare di una ru-brica dedicata ai fi lm in programmazione, sul quo-tidiano romano Il Tempo. A questo punto, come si sente dire nel Partito de-mocratico, «l’unico modo per continuare a far vive-re politicamente Letta può venire da un ritorno alla guida del Pd, cacciando Pier Luigi Bersani, di uno storico alleato di Gianni:

l’ex sindaco della capitale Walter Veltroni». Uno che non ha mai fatto mistero di voler vedere proprio Letta al Quirinale, dopo la presiden-za di Giorgio Napolitano.

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IL CASO DEL GIORNO

Le Olimpiadi e la Festa del cinemaper Gianni Letta due colpi da ko

DI MARCO BERTONCINI

Non c’è ancora bisogno di una maggioranza variabile. La fi ducia espressa dalla Ca-mera conferma che il percor-so parlamentare del governo procede senza scivolare verso l’esclusione di un gruppo del tripartito su qualche prov-vedimento. È probabile che pure il decreto-legge sulle li-beralizzazioni riesca, quando passerà nell’aula del Senato, a superare gli odierni malu-mori, ritrovando l’unità della maggioranza. Un discorso più complesso, invece, riguarda la riforma del mercato del lavoro. Anche se il Pd è profondamen-te lacerato, il governo si dimo-stra cauto, nei fatti, prima di giungere alle Camere (c’è an-cora tempo, però) con un testo sul quale dovesse pesare il no della Cgil, che trascinerebbe con sé il dissenso della segre-teria democratica.

Una sponda al governo è senz’altro confermata dal Quirinale. Il decreto millepro-roghe, nonostante le saccenti esternazioni iniziali dei mi-nistri (che avrebbero preteso essere un testo assolutamente

diverso dagli omologhi degli anni andati), si è confermato un provvedimento omnibus. È servito al Parlamento come treno cui agganciare vagoni legislativi del tutto incoerenti con l’articolato governativo.

In queste condizioni, dopo la dirompente sentenza n. 22 della Corte costituziona-le (secondo la quale norme inserite nella conversione di un decreto-legge, se del tutto estranee alla materia e alle fi nalità dello stesso, sono co-stituzionalmente illegittime), intervenuta mentre le Camere esaminavano il milleproroghe, avrebbe comportato come im-mediata conseguenza la ri-nuncia a convertire in legge il provvedimento.

L’aveva correttamente rile-vato il Comitato per la legisla-zione, a Montecitorio. Così non è stato, e si può star sicuri che la promulgazione quirinalizia avverrà senza patemi. In tal modo la settimana prossima il fiducioso governo porrà un’altra fiducia, sul decreto liberalizzazioni, così da evita-re variabili nei voti a favore e contro.

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LA NOTA POLITICA

Sponda preziosada parte del Quirinale

Gianni Letta

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4 Venerdì 24 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Napolitano bacchetta le Camere sugli emendamenti estranei e chiude un occhio sulle troppe i ducie

Liberalizzazioni e lavoro in stand-byL’agenda di Monti: Rajoy, Bill Gates, Shultz e Bersani

DI FRANCO ADRIANO

Faro acceso su liberalizza-zioni e lavoro. Con la Bce di Mario Draghi e il pre-sidente della repubblica

Giorgio Napolitano che cercano di dare una mano al governo di Mario Monti. L’assalto finale alla carovana delle liberalizzazioni era atteso per ieri notte al Senato. Ma dopo l’inequivocabile bacchettata del presidente Napolitano la se-duta notturna della commissione Industria di palazzo Madama è stata sconvocata. È saltata an-che la seduta di questa mattina. Segno che il governo corre seri pericoli di tenuta. La lettera di Napolitano che il presidente del Senato, Renato Schifani, ha immediatamente girato ai capi-gruppo non poteva essere igno-rata. Professioni e farmacie sono al centro della trattativa politica prima di tornare alla prova del voto. Napolitano ha puntato il dito contro l’eccessivo ricorso da parte del parlamento alla presentazio-ne di emendamenti, «spesso fuori contesto» ai decreti da trasforma-re in legge. Incurante degli appelli della Lega, sul fatto che il Colle non si curerebbe più dell’eccessivo numero di voti di fiducia in par-lamento. «Sul decreto Millepro-roghe il governo Monti ha messo tre fi ducie. C’è qualcosa di costi-

tuzionalmente strampalato», ha sottolineato l’ex ministro dell’Eco-nomia Giulio Tremonti. Ma per il Quirinale è della «prassi» degli emendamenti che i presidenti dei due rami del parlamento e il pre-mier devono occuparsi. Altrimenti la legislazione è a rischio di boccia-tura da parte della Consulta. E se il Milleproroghe ieri ha ricevuto il convinto voto di fiducia della Ca-mera, è sul decreto liberalizzazioni che è puntata l’attenzione politica in quanto il governo rischierebbe di compiere «il passo del gambe-ro», secondo l’allarme lanciato da Pier Ferdinando Casini. «In materia di banche e assicurazio-ni soprattutto», ha sottolineato invece il capogruppo Pd, Anna Finocchiaro, «possiamo dire, senza paura di essere smentiti, di aver ottenuto molto di quello che chiedevamo dall’inizio attraverso i nostri emendamenti».

L’ennesimo appello di Draghi

Che la questione sia dirimen-te per l’azione di governo è testi-moniato anche dall’intervista-appello al Wall Street Journal del presidente della Bce, Mario Draghi: «La liberalizzazione del mercato dei beni e dei servizi è la prima riforma strutturale che deve essere varata in Europa». E il lavoro? Per Draghi lo è altret-

tanto se ne devono solo più con-vincere Pd e Pdl, poi sarà fatta, seppur fra le proteste.

Oggi il governo vara il primo decreto legge sul i sco

Il decreto con le semplifi cazioni fi scali approda oggi in Consiglio dei ministri (per il disegno di legge delega che fi sserà i paletti della riforma fi scale vera e propria biso-gnerà aspettare qualche altra set-timana). Comunque, fi no all’am-bito pareggio di bilancio nel 2013, non ci sarà nessuna riduzione delle tasse. C’è grande attesa da parte dell’opinione pubblica sulle norme che dovrebbero estendere

il pagamento dell’Imu anche agli immobili ecclesiastici usati ai fi ni commerciali. Si può dire la stessa attenzione che c’è per i tassisti e per i farmacisti. Si tratta di vedere se Mario è davvero Super Mario o se si arrende alle pressioni delle singole categorie. Per il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, intanto il decreto sarà «un buon passo avanti per la diminu-zione dei costi» degli adempimenti dei contribuenti.

I tre operai Fiat di Melfi benedicono l’articolo 18

La Corte d’Appello di Potenza ha accolto il ricorso della Fiom

contro il licenziamento di tre-operai ravvisando la condotta antisindacale nello stabilimento Fiat di San Nicola di Melfi . Ver-ranno reintegrati al loro posto, per legge. «Dimostra che le nor-me antidiscriminatorie a tutela del posto di lavoro servono», ha detto Finocchiaro. Quello della Fiat «è atteggiamento intimi-datorio», per la collega Rosy Bindi. In questo clima il mini-stro del Lavoro, Elsa Fornero, aprendo il tavolo della trattativa ha puntato l’attenzione sulle ri-sorse: sono sette milioni le perso-ne oggi escluse dal sistema degli ammortizzatori sociali.

Incontri ravvicinati a Palazzo

Il presidente del consiglio Monti ha ricevuto a palaz-zo Chigi, il primo ministro di Spagna, Mariano Rajoy, è si è detto «impressionato» (pro-prio come Angela Merkel con l’Italia) per le riforme che ha messo in cantiere. L’agenda del presidente del consiglio è stata davvero particolare ieri. Dopo Rajoy, Monti si è intrattenuto per due ore con Bill Gates della Microsoft, poi con il presidente del parlamento europeo Martin Shultz ed infi ne con Pier Luigi Bersani.

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DI GIAMPIERO DI SANTO

Il mondo li guarda. Forse con ammirazione, di certo con invidia. Perché sono italiani i manager pubblici

più pagati dei paesi Ocse, come risulta dalla lista consegnata ieri dal ministro della pubblica amministrazione Filippo Pa-troni Griffi alle commissioni affari costituzionali e levoro della camera. Un elenco non completo, quello degli stipendi superiori a 294 mila euro subi-to ritwittata dai parlamentari, che vede in prima posizione il capo della Polizia Antonio Manganelli, dall’alto dei suoi 621.253, 75 euro. Secondo, in quella che è per ora una clas-sifica provvisoria, il ragioniere generale dello Stato Mario Canzio, con 562.331,86 euro , seguito dal capo del Dipar-timento dell’amministrazione penitenziaria, Franco Ionta con 543.954,42 euro.

Un vero tris di assi, anche se il protagonista assoluto del-la scena è proprio Manganelli. Che con la sua smisurata bu-sta paga riesce quasi a doppia-re il suo ex collega di Scotland

Yard, che in euro guadagnava circa 325 mila bigliettoni. Vero è che la lista è incompleta, per-ché Patroni Griffi ha spiegato di non avere un panorama com-pleto dei doppi e tripli incarichi di alcuni, molti, grand commis. . Ragion per cui presto potrebbe scoprirsi che Manganelli non è il più ricco dei manager. Resta il fatto che in media, i 60 perso-naggi con stipendi superiori a 294.000 euro percepiscono circa 400.000 dollari (circa 300mila euro), la cifra più alta all’interno dei paesi Ocse. E fa un po’ rumore il fatto che in presenza forze dell’ordine non proprio strapagate e non proprio di tutto punto equipag-giate, i vertici siano invece dotati di robusti sti-pendi: Leonar-do Gallitelli, comandante generale dei Carabinieri, inta-sca 462642,56 euro in 12 mesi. Mentre il comandan-te generale della Guardia di fi nanza, in

pensione Nino Di Paolo ha per-cepito fi no al 19 agosto dell’anno scorso 302.939,25 euro. Quanto al direttore generale del Corpo fo-restale, Cesare Patrone, lo sti-pendio annuo è di 362.422,123 euro. Mentre il capo del Dipar-timento della Protezione civile,

Franco Gabriel-li , in busta

paga si ritro-va 364.196 euro, som-ma che ne fa i l più ricco «tra il persona-

le dei ruoli con incarico

di struttura» di palazzo

Chigi e quindi l’unico che ver-rà assoggettato al taglio che porterà il suo stipendio alla soglia di 294 mila euro. Dalla lista emerge che la retribuzione dei presidenti delle Authority è al massimo di 475.643 euro. somma percepita dai presiden-ti dell’Antitrust, Giovanni Pitruzella, dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, Pier Paolo Borboni, e dell’Autorità per le garanzie nelle comunica-zioni Corrado Calabro. Nel caso di Pitruzzella, però, è da segnalare che il presidente è entrato in carica alla fi ne del novembre 2011 e che lo stipen-dio 2012 è stato ridotto a 304 mila euro. Pitruzzella quindi sa-rebbe dietro al presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che ha una retribuzione di 387.000 euro. Ancora inferiori gli stipendi dei componenti dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, del garante per la Privacy e del-la Covip, sotto quota 294 mila euro. È da notare, peraltro, che il direttore generale della Con-sob, Antonio Rosati, distanzia con 395 mila euro (più gratifi ca annuale) anche Vegas.

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Manganelli, capo della Polizia, comanda con 621.253 €. Seguito da Mario Canzio

Negli stipendi i manager pubblici sono veri numeri uno al mondo

Vignetta di Claudio Cadei

Antonio Manganelli

di Pierre de Nolac

Anche Papa Ratzinger andrà su Twitter.

Il suo cinguettio dovrà mettere a tacere i corvi.

* * *

Bersani a palazzo Chigi per parlare di lavoro con Monti.

Il segretariodel Pd fi nalmentecambia mestiere?

* * *

Fassino sta lavorando per creare un polo di smaltimento di rifi uti.

Ha deciso di rottamare il Pd.

* * *

Strasburgo condanna l‚Italia per i respingimen-ti verso la Libia.

Meglio fare come i francesi che usano il caccia Mirage.

* * *

Alemanno: sulla discarica di Malagrotta la procura farà pulizia.

Mission impossible.

PILLOLE

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5Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24 FebbrP R I M O P I A N O

Chi dice che con la sua abolizione lo spread diminuirebbe di 200 punti è fuori dal mondo

L’art. 18 non rimedia a tutti i maliMa darebbe il senso di un governo che è capace di decidere

DI MICHELE ARNESE

La riforma del lavoro in cantiere nel governo Monti provoca divisioni trasver-sali. Le fibrillazioni tra i

sindacati non si contano, con la Cisl di Raffaele Bonanni e la Uil di Luigi Angeletti più dialo-ganti rispetto alla Cgil di Susan-na Camusso sulla flessibilità in uscita; ma Cisl e Uil sono anche irritate per il metodo seguito dal ministro Elsa Fornero e per le dichiarazioni del premier Ma-rio Monti («Avanti anche senza intesa preventiva»). Le tensioni solcano in profondità anche il Partito democratico di Pier Lu-igi Bersani, che, nelle ultime ore, si divide sulla partecipazio-ne o meno alla manifestazione indetta dalla Fiom di Maurizio Landini per il 9 marzo contro la riforma governativa.

A ben vedere, comunque, sep-pure sotto traccia, anche nel Pdl la direzione di marcia non è uni-voca. Alle dichiarazioni pubbli-che di totale appoggio all’azione di Monti giunte dal vertice del partito fondato da Silvio Ber-lusconi e adesso guidato da Angelino Alfano si sono acca-vallati negli ultimi giorni chiari auspici del predecessore di For-nero, l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi (Pdl). Sac-coni si è prima chiesto malizio-samente perché il tecnogoverno

concertava con i sindacati una riforma come quella del lavoro a differenza di quanto avvenuto sulle pensioni. Poi l’ex ministro ha caldamente invitato Palazzo Chigi a intervenire con decisione sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Sarà d’accordo anche uno dei più stretti collaboratori di Sacconi? La domanda non è del tutto peregrina se si legge un recentissimo paper apparso sul sito di Adapt, nato dalla collabo-razione tra l’omonima associazio-ne sulle relazioni industriali e il centro studi Marco Biagi diretto da Michele Tiraboschi, consi-gliere di Sacconi nell’esecutivo Berlusconi. Francesca Fazio (Adapt research fellow) ed Em-manuele Massagli (vice pre-sidente Adapt) smentiscono in vario modo l’assunto in base al quale la riforma dell’articolo 18 sia indispensabile e utile anche ai fi ni della riduzione dello spre-ad. Il paper parte da una frase contenuta in una recente analisi di Roberto Mania sul quotidia-no la Repubblica: «La prossima discesa passa, secondo il governo Monti, da un intervento netto e chiaro sul mer-cato del lavoro compre-so l’articolo 18, perché questo può dare il se-gno della discontinuità e può «regalarci» - stando alle stime dei tecnici al tavolo del lavoro - altri

duecento punti di affidabilità, quasi tornando alla situazione pre crisi». I due studiosi scrivono invece: «La riforma del mercato del lavoro italiano e, in partico-lare, l’eventuale cancellazione dell’articolo 18, rappresenta sicu-ramente un cambiamento impor-tante, in grado di condizionare i mercati; tuttavia, attribuire la

discesa di 200 punti base dello spread all’intervento sull’arti-colo 18 pare eccessivo». Prima dell’Italia, «il segno della discon-tinuità» è stato impresso con forza dalla recente riforma del lavoro spagnola del governo Ra-joy, «ma l’effetto sull’andamento dello spread non è nemmeno lon-tanamente vicino ai 200 punti»,

certifi cano i ricercatori di Adapt: «La reazione immediata dei mercati alla riforma del lavo-ro spagnola», scrivono, «appare tiepida e, lungi dal «regalare duecento punti di affi dabilità», ri-consegna, all’indomani

dell’approvazione, 6 (sei!) miseri punti e, ad oggi, non si è assistito a ulteriori diminuzioni degne di nota». Eppure quello spagnolo è stato un intervento incisivo e particolarmente «aggressivo», come ha ammesso il Ministro dell’Economia De Guindos. Un intervento avvenuto in un con-testo simile a quello italiano in termini di rigidità e dualismo nel mercato del lavoro.

Dunque, «cosa faccia preve-dere con tale sicurezza il crollo dello spread italiano-tedesco connesso all’abolizione dell’ar-ticolo 18, non è chiaro e nem-meno plausibile nell’entità annunciata», aggiungono Fazio e Massagli, «Il superamento dell’articolo 18 probabilmente determinerebbe un abbassa-mento nel breve periodo dello spread, comunque già in disce-sa, poiché i mercati ben acco-glierebbero una riforma che, di fatto, è da loro stessi chiesta all’Italia, oltre che dall’Europa». Conclusione: «Come suggerisce l’esempio spagnolo, attribuire all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori 200 punti di spread è chiedere troppo. Chi spaccia il superamento dell’articolo 18 come la medicina contro tutti i mali economici mente sapendo di mentire e anche gli indicatori di borsa chiaramente dimostrano la ben più vasta complessità».

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DI EMILIO GIOVENTÙ

Era il 2000 quando i radicali chia-marono alle urne referendarie gli italiani per cancellare l’articolo 18. «Se avessimo fatto allora la

riforma non ci saremmo trovati oggi a distanza di tanti anni a discutere di una cosa che si ripercuote sulle imprese, che tendono a non crescere per non avere la mannaia dell’articolo 18, e sul mercato del lavoro». La deputata radicale Rita Ber-nardini vive con disagio la convivenza nel Pd, che sulla riforma del lavoro ha una vi-sione diametralmente opposta ai radicali, decisamente «rifor-matori» e con Italia Oggi non ne fa mistero. La posizione dei radicali sistemati nei mean-dri del Partito democratico è semplice: su lavoro, pensioni e articolo 18 non stiamo con Bersani né con la Cgil. «Nel Pd non c’è una linea su que-sto argomento». O meglio «c’è la linea del segretario», ma Rita Bernardini, già pre-sidente dei Radicali, non sembra disposta a turarsi il naso e subirla. «In questo mo-mento c’è un deficit di politica, manca un governo delle situazioni. Manca, cioé, una politica responsabile che sappia affrontare

la situazione che c’è oggi in Italia». Come dire: «La posizione del segretario del Pd sulla riforma del lavoro è poco oculata», dice Bernardini che fa capire che non farà sconti al segretario del Pd. Di certo Ber-sani e il Pd dovevano aspettarselo. «Ogni tanto si incazzano, ma su certe cose fummo chiari con il Pd nel momento in cui decise di accogliere le nostre candidature». Della serie: Se c’è da andare ciascuno per la pro-

pria strada, loor sono pronti. «Voglio ricordare che in fondo abbiamo accettato un ricatto e lo abbiamo detto espressa-mente quando ci hanno posto il veto su Marco Pannella», spiega Bernardini. «Ciascuno degli argomenti sul piatto del governo noi radicali li abbia-mo già trattati facendo anche lotte durissime. Se avessimo fatto nel ’99 piuttosto che oggi la riforma delle pensioni di

anzianità, il nostro paese vivrebbe un’al-tra situazione». La cosa che «dispiace è che in tutti questi anni non si è fatto niente su questi fronti riformatori». Insomma, i radicali stanno con il governo Monti («un positivo incidente della partitocrazia», lo defi nisce Bernardini), e sono pronti a non seguire Bersani e la Cgil.

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Bernardini: sull’articolo 18 il segretario sbaglia

I radicali del Pdnon stanno con Bersani

DI ANTONIO CALITRI

Nel Pd sembra essere in atto una sceneggiata. Mentre per il se-gretario nazionale Pier Luigi Bersani è arrivato il turno di

essere ricevuto da Mario Monti sulla riforma del lavoro e sull’articolo 18, scop-pia la diatriba dopo l’intervista di Walter Veltroni su Repubblica. La strategia del «ma anche» lanciata ai tempi della candi-datura di Veltroni a premier adesso piace a tutto il partito. Anche al segretario na-zionale, ma non deve trapelare. Scorrendo gli ultimi sondaggi, nel Pd ritengono che la strategia dell’indecisionismo sta pa-gando. E sembrano stare sta bene a tutti le finte divisioni. Insomma, spiegano nel Pd, adesso si raccolgono voti al centro e tra gli italiani moderati. Ma il Pd pren-de voti anche a sinistra perché Bersani è una garanzia per i vecchi compagni con i suoi collaboratori, finti guastatori come Stefano Fassina, che servono assoluta-mente alla causa. L’uscita di Veltroni con l’intervista di domenica scorsa a Curzio Maltese, dove ha chiesto al suo partito di «non fermarsi di fronte ai santuari del no che hanno paralizzato l’Italia per decenni. Il nostro è un paese rissoso e immobile e perciò a rischio. Credo che finora il gover-no Monti stia realizzando una sintesi fra

il rigore dei governi Ciampi e Amato e il riformismo del primo governo Prodi», non ha fatto altro che dare visibilità a quelle posizioni rappresentate dai meno media-tici Enrico Letta, Dario Franceschini e Beppe Fioroni per non far dimenticare di essere dei sostenitori convinti di Mon-ti. Mentre Bersani deve recitare la parte del difensore di quelle radici di sinistra del partito per evitare che una parte del consenso venga perso e avvantaggi Nichi Vendola e Antonio Di Pietro. Fassina poi che «minaccia» di partecipare alla prossima manifestazione della Fiom non fa altro che cercare di non coprire un’altra piazza scoperta. Una scelta quindi che fa comodo a tutti. Anche perché se Bersani e il gruppo dirigente maggioritario met-tesse davvero in silenzio la posizione dei moderati, o addirittura li costringesse ad andarsene con Pier Ferdinando Casini come qualche ingenuo spera, non acqui-sterebbe molti più voti a sinistra perché quel serbatoio è limitato. Al contrario però perderebbe tutta la parte moderata. Ecco allora che la strategia della lacerazione e dello scontro, man mano che arrivino passaggi imbarazzanti per l’una o l’altra posizione serve a nascondere la posizione onnicomprensiva del sostegno a Monti senza se e senza ma.

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È una strategia per prendere voti al centro e a sinistra

Sulle riforme il Pdfa finta di litigare

Vignetta di Claudio Cadei

Rita Bernardini

DOMANI, COME TUTTI I SABATI, SU ITALIAOGGI

L’EDITORIALE DI PAOLO PANERAISU ECONOMIA, POLITICA E FINANZA

ORSI & TORI

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6 Venerdì 24 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

La potente organizzazione si dissocia dall’oltranzismo della Cgil e dalle paure di Bersani

Legacoop: l’art. 18 non è un tabùDetta la nuova linea, Calzolari, presidente di Granarolo

DI GIORGIO PONZIANO

Un’altra crepa nella diga Pd contro la mo-difica dell’articolo 18 dopo quella provoca-

ta dall’intervista al Corriere della Sera dell’ex-leader Wal-ter Veltroni, che ha criticato Pier Luigi Bersani: «L’arti-colo 18 non può essere tabù, è sbagliato rincorrere la Cgil».

Con Veltroni si schiera Le-gacoop e la diga ha un altro sconquasso. D’altra parte an-che le coop tengono famiglia, o meglio tengono aziende in difficoltà: per la prima volta dal dopoguerra la cassa inte-grazione e i contratti di soli-darietà si diffondono dalle co-struzioni alle librerie coop (in queste ultime, per 156 dipen-denti a tempo indeterminato e 13 precari, la cassa integra-zione straordinaria scatterà all’inizio di marzo).

Così anche le coop si alline-ano, pur con qualche distin-guo, a Confindustria e all’ala montiana del Pd nel chiedere maggiore flessibilità del lavo-ro a cominciare dalla riformu-lazione dell’articolo 18.

A dettare la nuova linea Legacoop è Gianpiero Cal-zolari, figura storica della cooperazione, presidente di Legacoop Bologna e presi-dente di Granarolo, una del-le maxi-coop del movimento (880 milioni di fatturato). «Bisogna avere il coraggio di capire», dice, «che la crisi ha dimensioni tali per cui tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora va riletto».

E chiarisce: «Purtroppo dovremo affrontare anche il tema delle ristrutturazioni perché la crisi è quella che è, e quindi se è vero che l’arti-colo 18 non è dirimente, non possiamo neppure cavarcela dicendo che non è il primo problema sul piatto, perciò bisogna parlarne e tirare fuori una posizione del mon-do cooperativo che dev’essere molto rispettosa delle persone e del lavoro, ma anche delle aziende. Noi abbiamo tenuto l’occupazione a discapito dei margini della nostra impresa. La crisi sta durando troppo e ciò rischia di compromettere le imprese, è una riflessione importante da fare».

Insieme a Confindustria, l inea-dura-senza paura? «Dobbiamo assumerci le no-stre responsabilità», chiarisce Calzolari, «ciò non significa mettere in discussione unila-teralmente le tutele esistenti, come viene fatto da qualcuno, ma discuterne e trovare solu-zioni».

Quindi un invito a Emma Marcegaglia ad abbassare i toni dello scontro, dopo le sue recenti dichiarazioni sul sindaco che hanno provocato anche i rimbrotti di Alberto Bombassei, ma un avverti-

mento anche ai sindacati e al Pd che non si può rimanere sulla riva del Piave a difen-dere il totem.

Il sasso lanciato da Gianpie-ro Calzolari sta mettendo in subbuglio Legacoop, i suoi co-operatori pidiessini e la Cgil, tanto che il responsabile per le politiche contrattuali della

Cgil Emilia-Romagna, Anto-nio Mattioli, bolla la «resa» di Calzolari con parole dure: «Non c’è limite alla decenza. Calzolari, alla stregua della Marcegaglia, sta utilizzando il canale mediatico per sollevare un polverone utile a nascon-dere le vere ragioni della crisi e le responsabilità del sistema

produttivo e finanziario. Pro-prio lui, che negli ultimi anni ha chiuso 5 stabilimenti del gruppo Granarolo scaricando sulla società più di 600 posti di lavoro, ora pone il proble-ma di modificare l’art. 18 per favorire l’uscita dalla crisi».

L’incendio divampa e a ten-tare di salvare quel che si può entra in campo il presidente nazionale delle coop rosse, Giuliano Poletti. Anche lui però, sotto la pressione delle coop, non se la sente di difen-dere lo status quo dell’artico-lo 18: «Sull’articolo 18», dice, «abbiamo espresso più volte la convinzione che il tema va affrontato con l’obiettivo di modifi che idonee a rendere la normativa sul lavoro più mo-derna ed effi cace, superando l’eccesso di precarizzazione e aprendo nuove opportunità per l’occupazione dei giovani».

Parole giunte gradite al mi-nistro Elsa Fornero e un po’ meno a Bersani, alle prese col dissenso interno sull’atteggia-mento da tenere verso la trat-tativa sul mercato del lavoro.

Le coop sono divise in tre:

rosse, bianche e verde-rosa. Sotto l’incalzare della crisi hanno deciso di provare a mar-ciare insieme ed eletto un unico portavoce, un democristiano di lungo corso, Luigi Marino, che si ritrova così a capo dell’Alle-anza delle cooperative italiane e cerca di trovare un punto di equilibrio tra le diverse posi-zioni, il che signifi ca: «bisogna prendere il treno», sintetizza, «ma serve coesione sociale». Poi aggiunge: «l’art. 18 sembra di-ventato l’eterno pretesto per non fare niente».

Ma Marino, insieme a Emma Marcegaglia (Confin-dustria) e Giuseppe Mussa-ri (Abi) avrebbe anche «bac-chettato il ministro» all’uscita dal’ultimo incontro, secondo l’Unità, giornale vicino pure alle coop, per la proposta di un maggiore costo del con-tratto per i precari: «ci colpi-sce troppo, ora per bilancia-re vogliamo che sull’articolo 18 tu caro ministro ottieni il massimo sennò si dirà che i sindacati hanno vinto su tutta la linea».

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DI GIOVANNI BUCCHI

Dopo i tassisti, le li-beralizzazioni del governo Monti si in-sabbiano tra lettini

e ombrelloni. Gli imprenditori balneari

l’avevano scampata già a gen-naio, quando le gare pubbliche per l’assegnazione delle spiag-ge e le concessioni di quattro anni senza rinnovi automatici, così come chiesto dalla diretti-va Ue Bolkestein, erano state prima inserite poi subito de-pennate dall’articolo 26 del decreto liberalizzazioni.

Così ieri i ministri al Turi-smo e agli Affari europei, Pie-ro Gnudi ed Enzo Moavero Milanesi, hanno incontrato le 4 associazioni di categoria, ovvero Fiba Confesercenti, Assobalneari Confindustria, Cna Balneatori e Sib Con-fcommercio, assicurando se non altro un trattamento di favore a una categoria rite-nuta fondamentale per il tu-rismo italiano.

Sono proprio i sindacati a dirsi soddisfatti tra il migliaio di bagnini arrivati a Roma per manifestare. «Prendiamo atto con soddisfazione che il Go-verno italiano intende risol-vere il problema delle conces-sioni demaniali e valutiamo

positivamente l’impegno del ministro Moavero ad affron-tare personalmente il tema con la Comunità europea», di-cono all’unisono Fiba-Confe-sercenti, Sib-Confcommercio, Assobalneari-Confindustria e Cna-balneatori. Che addi-rittura si sperticano in elogi all’esecutivo dei tecnici, «in virtù della recuperata consi-derazione del ruolo dell’Italia in Europa», ritenendo «la de-roga possibile senza aspetta-re il 2015». Anzi, «è urgente accelerare i tempi, vista la crisi del turismo, il blocco de-

gli investimenti e la difficoltà per le imprese di competere a livello internazionale».

Dalla Oasi-Confartigia-nato, il presidente Giorgio Mussoni chiede che «il nuo-vo regime delle concessioni demaniali marittime ristabi-lisca un sistema di garanzie e di condizioni essenziali per le prospettive di crescita del comparto balneare italiano, un sistema alternativo al meccanismo legato al diritto di insistenza, ormai abrogato, ma altrettanto valido e com-patibile con il diritto comu-

nitario». Senza il territorio demaniale, dice Mussoni, le imprese balneari sono desti-nate a morire.

Anche Gnudi e Moavero parlano di «primo incontro positivo» per «condividere il percorso». I ministri «hanno manifestato forte attenzione alle esigenze delle aziende, per l’importante contributo che queste garantiscono al turismo e all’economia del paese». Tuttavia, se i bagni-ni credono nella possibilità di evitare «in toto» la Bolke-stein, i membri del governo assicurano sì la «massima attenzione per contempera-re i legittimi interessi degli operatori» ma anche «il ri-spetto della direttiva e i trat-tati comunitari e le esigenze dell’erario». Quindi, nono-stante tutti gli accorgimenti a favore dei balneari che si potranno prendere, la deroga alla direttiva Ue appare poco probabile. Almeno così lascia intendere il Governo.

Per mettere mano al decre-to legislativo sulle concessio-ni del demanio marittimo en-tro a 6-8 mesi, come ha detto qualche giorno fa Gnudi alla Stampa, sarà convocato un tavolo tecnico con Regioni e imprese.

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Ieri i ministri Gnudi e Moavero hanno incontrato le associazioni di categoria

Stabilimenti balneari, le liberalizzazionidi spiagge e ombrelloni possono attendere

Gianpiero Calzolari

I ministri Enzo Moavero Milanesi e Piero Gnudi

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7Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24 FebbrP R I M O P I A N O

Non a caso Gianni Letta, che non è neppure iscritto, conta molto più di tutti i dirigenti

Per B. il partito è un paraventoAnche per questo motivo il Pdl è da tempo in caduta libera

DI MARCO BERTONCINI

Per capire le condizioni, non solo attuali, del Pdl, basta rifarsi alla dele-gazione che due giorni

addietro è andata al pranzo di palazzo Chigi.

C’erano Silvio Berlusconi e Angelino Alfano. Fin qui, tutto normale: si tratta del presidente, ideatore, fondato-re e proprietario del partito, accompagnato da colui che lo stesso presidente ha creato segretario nazionale, incari-co prima inesistente. Il terzo esponente, invece, era Gianni Letta. L’uomo di fi ducia, l’alter ego, il braccio destro del Cav: questo è noto. Un personaggio di tale potere e prestigio da essere considerato il vicepresi-dente del consiglio quando era semplicemente sottosegretario della Presidenza. Si dice che, pur partecipando alle sedute governative quale segretario del consiglio, le presiedesse di fatto durante qualche assenza di Berlusconi. Tutto esatto. Ma nel Pdl, come prima in Fi, non risulta che Letta abbia mai rivestito un in-carico. I maligni dicono che non sia nemmeno iscritto. Al più, appun-to, sarebbe un semplice

tesserato. Eppure partecipa al vertice con Mario Monti.

Ciò conferma che del partito a Berlusconi non importa nulla, ma proprio nulla. Ne disprezza riti e incarichi, riunioni e tes-seramenti, organi e gerarchie e pro-blemi interni. Quando ha bisogno di consultarsi, o meglio d’impartire ordini fi ngendo di sentire il parere di chi gli inte-ressa, chiama chi vuole dove vuole.

Certamente, non riuni-sce mai gli organi di parti-to nella sede istituzionale del partito, bensì, come lunedì scorso, chiama a casa propria (in una del-le case proprie,

dove quel giorno più gli piaccia o gli sia comodo) chi ritiene op-portuno convocare, a suo esclu-sivo piacimento. Il partito per Berlusconi è come l’intendenza per Napoleone: seguirà.

In tali oggettive condizioni, è naturale che il partito sia in-capace di produrre politica, di generare consenso, di crescere. Si discute perfi no se mutarne il

nome, la sigla, il sim-bolo; addirittura, se sopprimerlo per sostituirlo con un altro movimento. Il tutto, però, non nei luoghi deputati a simili decisioni.

Oggi il movimen-to berlusconia-

no attra-

versa il peggior momento della propria storia: sta peggio di Fi nel ’95, dopo il ribaltone, o nel ’96, dopo la mazzata elettorale, o nel 2005, dopo i tracolli ammi-nistrativi, europei e regionali. Psicologi-camente, i pidiellini sono a terra. In queste settima-ne di preparazione alle ammi-nistrative, palpano abbandoni e incapacità di alleanze. In queste settimane congressuali, vivono polemiche interne sfi branti, che hanno perfino recato a inter-venti della magistratura.

I dirigenti del partito, a Roma come in periferia, procedono tentoni. Quel che è peggio, molti di loro s’interrogano perfi no non già sulla possibi-lità di recupero (un maestoso recupero avvenne nel 2006, con un’indicibile risalita elettorale, merito del Cav, e poi nel vitto-rioso 2008), ma sulla soprav-vivenza medesima del movi-mento. L’aria che si respira è di sbaraccamento, con una con-sistente fetta di parlamentari ostili al governo. Non è fi nita: la stragrande maggioranza dei residui elettori del partito è avversa a Monti, proprio a quel Monti cui Berlusconi fa capire il desiderio di averlo a palazzo Chigi perfi no dopo le prossime politiche.

© Riproduzione riservata

Sta promuovendo il suo li-bro «Uscita di sicurezza”, l’ex ministro dell’econo-mia Giulio Tremonti. Dal-la mattina alla sera, dato che ieri ha cominciato la giornata entrando nelle case degli italiani grazie a RaiTre e alla trasmissione Agorà condotta da Andrea Vianello. Ma a palazzo We-dekind, in serata, dove ac-canto a Tremonti c’erano Paolo Mieli, Giuliano Ama-to (Gianni Letta in prima fi la), Vittorio Grilli gli ha rubato la scena, dicendo che non ci sarà bisogno di nuovi interventi sui conti pubblici per quest’anno. Vice ministro dell’econo-mia, Grilli, a margine della presentazione del volume tremontiano, ha affermato che «per ora le cose stan-no andando bene, abbiamo fatto riforme importanti e stiamo aspettando i risul-tati che spero non tarde-ranno ad arrivare».

Donato de’ Bardi © Riproduzione riservata

Giulio in scena, applausi a Grilli

DI ISHMAEL

Mai la giacchetta di Tonino Di Pietro (benché lui, gran far-fallone, se ne vantasse fingen-do fastidio, come le signorine

sdegnose) fu tirata quanto oggi viene tirato il loden di Nonno Mario. All’ini-zio, avendo trasformato il Cavaliere (da leader anche troppo vivo e vivace) in una Buonanima, il Caro Leader era il cocco della sinistra, che se lo figurava come «uno dei nostri»: un elegantone, d’accordo, però amico del popolo, for-se domiciliato nei quartieri alti ma dal cuore proletario. Poi i primi dubbi. E se il Caro Leader facesse sul serio quando afferma che intende rivoltare come un calzino il mercato del lavoro? Adesso, poi, minaccia addirittura i sindacati e, con loro, i partiti di sinistra: se sono d’accordo con le riforme bene, se non lo sono bene lo stesso, ché la riforma si fa comunque (sgarbo sull’Art. 18 ac-cluso). Ne hanno subito approfittato, a sinistra, Walter Veltroni e i suoi boys, a destra la Buonanima e i suoi zombies. Veltroni ha detto, in sostanza, che biso-gna appoggiare il Caro Leader, qualun-que cosa faccia o dica, perché incarna l’unico riformismo possibile, e si sa che il riformismo è per sua natura di (anzi de) sinistra. Mentre Bersani, pressato da vendoliani, dipietristi, sindacalisti rinati e persino leghisti, è costretto a prendere le distanze dall’esecutivo tec-

nico, da parte sua sempre meno dispo-sto a portare pazienza, Veltroni esorta il partito democratico a non regalare Nonno Mario alle destre. Questo è quel che capita a sinistra.

E a destra? Col Caro Leader ora e sem-pre, ha detto la Buonanima, parlando al cerchio magico del suo partito: i trapassati di rango, ex ministri, belle signore. Dove «sempre», ha specificato colui che fu presidente del consiglio in un’altra vita, non significa soltanto «fino al 2013» ma anche «oltre il 2013». Tutti dietro il capo; se avanza seguia-molo, se indietreggia indietro anche noi; lui decide la musica e noi balliamo. Sbalorditi, però usi a obbedir tacendo, gli zombies annuivano con lo spavento nel cuore. Oltre il 2013? Ma se siamo già bell’e morti adesso? Quelli tra noi che stanno meglio di salute sono soltanto semidecomposti e non ancora decompo-sti del tutto! Pur avendo captato questi umori, la Buonanima non si è lasciato commuovere: fino al 2013 e oltre, ha ri-badito con inflessibile autorità. Nonno Mario è «dei nostri», e non lo regaleremo certo alle sinistre. Sì, forse è sempre se-rio, a messa la domenica, l’inglesorum, il tedescorum, però non è meno antico-munista d’Ignazio La Russa e, se l’aria è un po’ snob, un po’ caviar, nel cuore è un borghesone come me (e anche un po’ un borghesuccio come Renato Brunetta).

©Riproduzione riservata

L’ARIA È UN PO’ SNOB CAVIAR MA È UN BORGHESONE COME ME

Per il Cav, Nonno Mario non è menoanticomunista di Ignazio La Russa

Prima lo dice, poi lo nega. Don Enrico Pan-zeri, «parroco della chiesa di San Giovanni Evangelista, a Galbia-te», provincia di Lecco, dove «il Molleggiato vive da anni in una blindatissima villa in collina», al mattino racconta che il Vegliar-do della Via Gluk, ben-ché se ne sia vantato a Sanremo, non ha cac-ciato un euro per ri-parare la chiesa (c’è la registrazione sul sito di Tv, sorrisi e canzoni) ed è anzi tirato come uno scozzese e la sera ritira il pettegolezzo. Non sapremo mai se Don Enrico ha esagerato di giorno, quando ha accusato d’avarizia il Re degli ignoranti, o se ha minimizzato la sera, ritirando l’accusa. Chi la vede come Don Enrico nel tardo pomeriggio fa notare che, se davvero il Molleggiato fosse un arpagone, non avrebbe chiesto la chiusura immediata di Famiglia cristiana e dell’Avvenire ma avrebbe preteso che gli fosse rimborsato il costo dell’abbonamento incautamente sottoscritto o della copia sconsideratamente acquistata. Chi la vede invece come Don Enrico appena sveglio sottolinea quel passaggio dell’intervista al parrocco di Galbiate, Lec-co, in cui s’accenna alle copie dell’Avvenire e di Famiglia cristiana che possono essere consultate gratuitamente in chiesa.

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NON CACCIA UN EURO PER RIPARARE LA CHIESA

Il parroco accusa di avariziail Re degli ignoranti

Silvio Berlusconi

Adriano Celentano

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8 Venerdì 24 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Girandola di incontri politici ma niente progressi sulla riforma del Porcellum chiesta dagli italiani

Legge elettorale, carte in tavolaSono 38 le proposte in esame. E l’accordo non si trova

DI CESARE MAFFI

Passano i giorni, pro-cedono gli incontri politici, e intanto il cammino parlamen-

tare della riforma elettorale resta in buona sostanza fer-mo. In concreto, è come se fossimo al primo giorno della legislatura.

La commissione Affari costi-tuzionali del Senato ha all’or-dine del giorno decine di dise-gni di legge in materia e con serena correttezza si riunisce periodicamente. Invano.

Poco dopo la scissione di Fli, Gianfranco Fini tentò di por-tare la riforma a Montecitorio, ma dovette adattarsi, in un in-contro con il collega presiden-te di palazzo Madama, a con-sentire che il provvedimento fosse trattato dal Senato, ove l’allora maggioranza Pdl-Lega stava ben più tranquilla che nella turbolenta Camera. I senatori fi nsero di avviare la discussione. Che non volesse-ro saperne di giungere a veri risultati l’attesta il fatto che avviarono perfino audizioni informali, chiamando esimi costituzionalisti, quasi che un gruppo di parlamentari come quello della commissione Affa-ri costituzionali avesse bisogno di ascoltare qualche illustre cattedratico (sovente di parte) per comprendere i meccanismi dei sistemi elettorali.

Chiuse nell’estate scorsa le

audizioni (non è chiaro con quale profitto), i senatori si sono occupati più volte della riforma, ma semplicemente perché il relatore, Lucio Ma-lan (Pdl), con inappuntabile diligenza procede a illustrare in sintesi ai colleghi i nuovi progetti depositati. In tal modo siamo giunti, nell’ultima riu-nione tenutasi questa stessa settimana, a quota trentotto disegni di legge, delle più varie prove-nienze (ci sono senatori che hanno fi rmato più progetti). In concreto, siamo ancora all’anno zero.

Quasi qua-ranta propo-ste sono ovvia-mente ingestibili, senza una previa intesa pol i t ica sulle linee

fondamentali. Oggi come oggi, non si vede nulla di concreto all’orizzonte. Le ripetute af-fermazioni su accordi di mas-sima si sono fi nora rivelate di una massima così larga da tradursi in assenza di accordi. Anzi, ancora non è stato de-ciso dove avviare veramente la discussione, se al Senato, come oggi, o alla Camera, come altri vorrebbero. Siamo in quella fase che veniva de-

fi nita, quando a Parigi Stati Uniti e Viet Nam discute-

vano per raggiungere la pace, «le prediscussioni sui prenegoziati per la prepace»-. Quelle trat-tative si tradussero, alla fine, nella fuga americana. Chissà come fi niranno le pre-

trattative per la nuova prelegge elettorale?

© Riproduzione riservata

Far crescere il Pil si può: grazie alla cultura. E’ il messaggio che viene lan-ciato con il IX rapporto Civita, «Citymorphosis. Politiche culturali per città che cambiano», e che verrà presentato questa mattina al Maxxi di Roma. Dallo stu-dio emerge che le città che hanno puntato di più sulla cultura e sulla creatività, come per esempio Bilbao, Siviglia e Edimburgo) pre-sentano tassi di crescita nettamente superiori alla media europea. Sottolinean-do che nessuna città italiana fi gura nella graduatoria di Price Waterhouse Coopers sulle «cities of opportunity», dove sulla base di diversi indicatori viene misurato il «capitale intellettuale urba-no». Anche qui le gerarchie sono internazionali: Lon-dra, Parigi e Tokyo. Oggi, durante l’incontro romano, di questi temi ne parleran-no tre sindaci: Gianni Ale-manno, Vincenzo De Luca e Matteo Renzi.

Bartolomeo Scappi© Riproduzione riservata

Il Pil crescecon la cultura

Gianfranco Fini

DI MASSIMO TOSTI

Un nuovo dibattito anima la sini-stra giornalistica: se sia meglio la casta o l’élite, se sia meglio il governo di Creso o quello dei

Paperoni. Questi interrogativi impegnano le discussioni animate nella redazione del Fatto Quotidiano, finendo per tracimare sulle pagine del giornale diretto da An-tonio Padellaro. Luca Telese indossa i panni dell’accusatore dei Paperoni, Nan-ni Delbecchi quelli del difensore. È ovvio che le suggestioni maggiori vengono dalle argomentazioni del primo: il giustiziali-smo fa sempre più proseliti del garantismo (soprattutto sulle pagine del Fatto Quo-tidiano). Siamo passati, sostiene Telese, «dall’autocrazia dell’imprenditore fai-da-te al governo illuminato degli ottimati». E, pur escludendo che ci sia qualcosa di male in questo («i soldi guadagnati con onestà sono sempre legittimi»), il conduttore di In onda denuncia le titubanze con le quali i ministri si sono arresi all’idea di rivelare i loro redditi, convinti che «l’immagine dei Paperoni è meno accattivante di quella dei francescani sobri, dei professori austeri, del trolley e del loden». Per giungere a due riflessioni: «La ricchezza non è un peccato, ma una responsabilità» e «se la politica diventa il gioco dei ricchi che possono permettersi di rinunciare a emolumenti principeschi, siamo sicuri che

la democrazia ci guadagni»? Conclusione: «Si può anche essere ricchi e disinteressati (e molti di questi ministri lo sono), ma le persone hanno diritto a interrogarsi su chi chiede sacrifici senza preoccuparsi di quel che costano a chi li deve fare: Paperone di-venta antipatico quando chiede prestiti a Paperino». Dubbi, interrogativi e riflessioni che hanno anche una parvenza di ragione-volezza, se non nascondessero (al fondo) i vecchi pregiudizi marxi-sti, e l’idea che i soldi siano co-munque lo sterco del diavolo. Nanni Delbecchi esprime la posi-zione opposta con questa battu-ta: «L’élite è trasparente quanto la casta è opaca» (che è una non verità, visto che da decenni le di-chiarazioni dei redditi non solo dei ministri, ma anche dei parla-mentari, sono pubbliche). La ca-sta è il peggio del peggio, è la deriva della politica dopo la caduta delle ideologie, con la corsa all’arricchimento personale. Nell’era di Berlusconi, argomenta Delbecchi, «la po-litica diventa la carriera delle carriere e il parlamento la casta delle caste». Una banda di magliari, faccendieri e soubrette «che ci hanno governato fino a ieri, e sperano di ricominciare da domani». E, allora «come si fa a non dire grazie ai ministri del go-verno Monti, Paperoni fin che vi pare, ma almeno non a loro insaputa, anzi, pronti a

dimostrarci che sul piano meramente re-tributivo per loro la politica può essere un cattivo affare»? Rivolti la medaglia, e scopri che la faccia è sempre la stessa: i soldi sono lo sterco del diavolo. E allora, tanto meglio affidarsi a chi ce l’ha, e non cerca di costruirsi il castelletto entrando in politica. La discussione ha il fa-scino estremo della novità. Alla fine dell’Ot-

tocento si discuteva sui notabili al governo. Ricchi signori, proprietari terrieri, banchieri, faccendieri no (semplicemente perché il vocabolo non esisteva ancora nei dizionari dell’epoca), che si occupavano del bene pubblico, disinteressatamen-te perché non avevano bisogno di arraffare. Eppure, la sinistra di allora, i socialisti di allora, pro-testavano contro la fisionomia e la composizione di quei governi, impermeabili alle istanze del-

la classe operaia, dei poveri, dei derelitti. Impermeabili perché distanti mille miglia dalle condizioni di vita degli emarginati e dei miserabili di allora. Victor Hugo aveva descritto magnificamente la disperazione dei poveri. Oggi, purtroppo, Camilleri (un grande elettore della sinistra) continua a sfornare romanzi sul commissario Mon-talbano, da adulto e da giovane. Manca un’autorità che dirima la controversia fra i redattori del Fatto

© Riproduzione riservata

I REDDITI DEI MINISTRI (E ANCHE QUELLI DEI SUPERBUROCRATI) SUSCITANO SPESSO REAZIONI DATATE

Siamo ancora fermi ai soldi come sterco del demonio

Antonio Padellaro

DI PUCCIO D’ANIELLO

Vittorio Sgarbi superstar, a Roma. A palazzo Venezia, parlando di sant’Agostino, si è messo a commentare (da par suo) le mani del pre-mier Mario Monti. E oggi non mancherà di presenziare all’inau-gurazione della grande mostra dedicata all’arte di Tintoretto, nelle Scuderie del Quirinale, esposizione che sarà visitata dal capo dello stato Giorgio Napolitano. Senza dimenticare di compiere qualche blitz insieme alle telecamere di “Striscia la notizia”.

* * *

Maria Grazia Cucinotta in Campidoglio. Ieri mattina l’attrice e produttrice, nei panni della testimonial di Susan G. Komen Italia, si trovava nella sala Pietro da Cortona per presentare un libro fotografico e due mostre per un progetto dedicato alle 365 facce della donna. Intitolato “365D”, l’iniziativa vede pro-tagoniste, oltre alla Cucinotta, anche Lella Costa, Rosanna Banfi, Erminia Manfredi, Elisabetta Rocchetti, Franca Fendi. Senza dimenticare il patrocinio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che ha come titolare una donna, Elsa Fornero.

* * *

In Siria il Rotary non esiste dal 1969: erano cinque i sodalizi pre-senti nella nazione. Un particolare che è stato ricordato ieri sera a Roma, nei Musei Capitolini, in occasione dell’evento Rotary Day per il progetto internazionale End Polio Now (più di cinque mi-lioni salvati, e due miliardi immunizzati, a partire dal 1985). E quest’anno a prestare l’immagine per la campagna “This Close” sarà il capitano della Roma calcio Francesco Totti.

* * *

In quella che è stata la sede storica della direzione centrale della Dc in piazza del Gesù, a Roma, oggi c’è la redazione del settimanale satirico “Il Male”, di Vauro e Vincino. Grande festa, stamatti-na: nell’occasione verrà esposta al pubblico, per la prima volta, la mummia millenaria rinvenuta intatta proprio nella piazza, conservata dalla neve che recentemente ha coperto la capitale: lo spettacolo è assicurato.

INDISCREZIONARIO

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9Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24 FebbrP R I M O P I A N O

Il cane a sei zampe si aggiudica la fornitura di carburanti per la p.a. In ballo i no a 214 mln

Benzina di stato, Eni pigliatuttoIl Tesoro preferisce Scaroni a big come Q8, Gdf Suez, Tamoil

DI STEFANO SANSONETTI

È un po’ come se fosse una partita di giro. Il Tesoro, al quale l’Eni ha garan-tito una cedola da 1,2

miliardi di euro, adesso potreb-be «ritrasmetterne» al cane a sei zampe fino a 214 milioni, alla faccia di chi, con spirito battagliero, si era candidato ad ottenere questo ambito gettone. Parliamo di gruppi energetici e petroliferi internazionali come Q8 (Kuwait), Tamoil (Olanda) e Gdf Suez (Francia). Già, perché proprio nei giorni scorsi il colos-so guidato da Paolo Scaroni si è aggiudicato la bellezza di 5 lotti, sugli 8 complessivamente assegnati dal ministero di via XX Settembre, per la fornitura di carburanti e gasolio alla pubblica amministrazione italiana. Dav-vero niente male, se si considera non soltanto la forza d’urto dei concorrenti sconfitti, ma anche il fatto che l’Eni è una società controllata dal Tesoro stesso, con un 3,93% del capitale dete-nuto direttamente e un 26,37% che fa capo alla Cassa depositi e prestiti. I numeri in gioco danno le dimensioni del business. Dei 5 lotti incamerati dalla società di Scaroni, 4 fanno riferimento alla fornitura di carburanti per autotrazione (benzina super sen-

za piombo, gasolio autotrazione e gasolio «artico», ovvero quello che resiste alle temperature più rigi-de). Questi quattro lotti coprono un’area geografi ca che compren-de Trentino Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Ro-magna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basili-cata, Calabria e Sicilia. Il servi-zio ha una durata biennale e per Eni può arrivare a valere in tutto 186.975.790 euro, sempre che le pubbliche am-ministrazioni facciano per-venire richie-ste pari a un massimale di fornitura complessivo di 184 mi-lioni di litri. Un rapido calcolo ci fa capire che il carburante verrà fornito a poco più di 1 euro al litro, in un periodo in cui i valori si aggira-

no intorno agli 1,9-2 euro al litro. È bene precisare che tutta que-sta benzina servirà fondamental-mente per il funzionamento dei mezzi di servizio, per esempio dei

Vigili del Fuoco, della Polizia e della Guardia di Finanza.

La Consip, ovvero la so-cietà del Tesoro guida-ta da Domenico Ca-salino e presieduta da Raffaele Ferra-ra che funge da cen-trale acquisti per la Pa, ha predisposto i

documenti

di gara che prevedono lo sche-ma della convenzione da stipu-lare con chi si è aggiudicato il bando. La stessa convenzio-ne dovrebbe consentire alle pubbliche amministrazioni di approvvigionarsi di car-burante con un risparmio

che oscilla tra il 2,2 e il 4,9% del prezzo media-mente praticato alla Pa. A questi 4 lotti, poi,

l’Eni aggiunge anche quello incassato per la for-

nitura di gasolio da riscal-damento. Qui il valore può ar-

rivare a 27.498.440 euro per un

massimale di fornitura di 28 milioni di litri. In-somma, facendo le som-me l’Eni, sempre che le ordinazioni dovessero equivalere ai massi-mali, potrebbe portarsi a casa fi no a 214,4 mi-lioni di euro. Una bella cifra, che spiega il mo-tivo per cui per i vari lotti erano pervenute ben 12 candidature. Ed è qui che spuntano sor-prese gustose, perché secondo quanto risulta a ItaliaOggi il cane a sei zampe ha avuto la meglio su big energetici e petroliferi del calibro di Q8 (Kuwait), di Co-

fely Italia (del gruppo francese Gdf Suez) e di Tamoil (sede in Olanda e siti estrattivi in Libia). Alle altre società, per il momen-to, sembrano essere andate solo le briciole. Per esempio i 3 lotti rimanenti riguardavano la forni-tura di gasolio da riscaldamento e hanno visto vincitrici alcune società italiane di distribuzio-ne. Tra queste la Pvb Fuels e la Bronchi Combustibili. Solo il lot-to 8, relativo alle regioni Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruz-zo e Molise ha visto prevalere il gruppo spagnolo Repsol.

© Riproduzione riservata

DI DIEGO GABUTTI

Dominique Strauss-Khan è finito di nuovo in cella e sotto interrogatorio (stavolta in Francia) per una delle sue solite avventure boccaccesche. Una sto-ria di escort e di fondi d’impresa stornati da certi suoi amici ma-nager per pagarne le prestazioni. Secondo i suoi avvocati, Strauss-Kahn «non sapeva si trattasse di prostitu-te». Pensava fossero nipoti di Berlusconi.

* * *«Esiste una stupidi-

tà lieve, oppure dovu-ta all’effettiva scarsa intelligenza d’una persona, e allora che farci... pazienza, non è rovinosa per nessuno. Invece mi fa paura la stupidità aggressiva, che si esprime solo con violenza — l’idiozia convinta d’essere nel giusto» (Wisława Szymborska, L’indispensa-bile naturalezza, in W. Szymborska, Opere, Adelphi 2008).

* * *Che faranno «i capitalisti» italiani,

anzi «i manager», o meglio «i padroni», come li chiama Gad Lerner all’Infede-le, rivolgendo agli ospiti il suo sorriso da saputello? Investiranno? Quanto? E dove? Creeranno «nuovi posti di la-voro»? Quanti? E quali? Rischieranno

i loro preziosi danè per combattere la recessione provocata (duole ammet-terlo, ma a dirlo è «l’Europa», sono «i mercati») dalle manovre di ministri, viceministri, vice dei vice e sottosegre-tari? Se non lo faranno, a cosa andan-

no incontro? Galera? Una multa? Ma met-tiamo che lo faccia-no. Non bisogna che sappiano perché lo fanno, a che scopo in-vestono? Per senso di responsabilità? Per-ché il morbo infuria, il pan ci manca e sul ponte sventola ban-diera bianca? Sì, il senso di responsabili-tà è un buon motivo. Ma il senso di respon-sabilità dell’esecutivo bocconiano? Devono essere responsabili le imprese sfi atate dalle tasse, mentre Nonno

Mario, i gabellieri, gli onorevoli, i banchieri e la più costosa burocrazia europea non sono tenuti?

* * *Come il mondo, secondo i bounty kil-

ler di Sergio Leone, si divideva in due, chi sparava col fucile e chi con la pi-stola, oppure chi metteva il collo nella corda e chi sparava per tagliarla, anche l’Italia si divide in due, da una parte «i padroni» che rischiano il capitale, nonchè i lavoratori che rischiano il po-sto di lavoro, e dall’altra chi trasforma

il profi tto in gabelle e poi lo dilapida a sostegno neanche più delle cliente-le, come in epoche più innocenti, ma dell’euro.

* * *E se la farfallina di Belen Rodriguez

non fosse poi così innocente? Se fosse ancora più colpevole di quanto ne dico-no i baciapile? Se quella di B.R. fosse in realtà la farfalla che sbattendo le ali a Sanremo provoca (come mette in guar-dia la teoria del caos) un terremoto in qualche terra lontana, San Francisco, il ministero del welfare e del lavoro, Sanremo, casa Bersani?

* * *«I tre grandi romanzi della riconqui-

sta del mondo sono stati scritti: l’uno da un ex schiavo, Miguel de Cervantes, l’altro da un ex galeotto, Fëdor Micha-jlovic Dostoevskij, il terzo da un ex condannato alla gogna, Daniel Defoe» (André Malraux, Antimemorie, Bom-piani 1968).

* * *A Romano Prodi non è piaciuto un

passaggio «agghiacciante» dell’inter-vista che Walter Veltroni ha rilasciato qualche giorno fa a Repubblica. È il punto in cui il fondatore e primo se-gretario del partito democratico spiega che con Massimo D’Alema, ai bei tem-pi dell’ultimo esecutivo di centrosini-stra, si discuteva di «cose serie», cose importanti, per esempio «se far vivere o morire il governo Prodi». Quest’ulti-mo è comprensibilmente trasecolato. Co-osa? Se far vivere o morire il mio governo? Ma come? Allora D’Alema e

Veltroni fi ngevano soltanto di litigare! Era per cullare lui, Prodi, nell’illusione che Veltroni fosse un suo alleato, oltre che il suo amico più caro, che D’Alema li aveva defi niti «due viscidi imbroglio-ni», quando i viscidi imbroglioni erano effettivamente due, ma Prodi non era uno di loro. Lui era al massimo il visci-do imbrogliato.

* * *Giorgio Napolitano è stato fi schiato

a Cagliari da indipendentisti, disoccu-pati, pastori sardi, «gruppi organizza-ti anti-Equitalia» e persino «sindaci». Tutti lo accusavano d’essere la mario-netta delle banche, italiane e «stranie-re». Che dire? Be’, che qui viene deci-samente a fagiolo la massima spesso citata da quel gran latinista della Buonanima: sic transit eccetera. Ma-rionetta dei banchieri lui! Lui, che da giovane (ma non proprio da giovanissi-mo, anzi già da attempatello e persino, diciamolo, da signore ormai d’una certa età) tifava per l’Armata rossa contro la marmaglia controrivoluzionaria un-gherese palesemente manovrata dai burattinai della fi nanza e delle grandi banche internazionali!

* * *Siamo sempre lì a minacciare col pu-

gno i banchieri, in particolare i «ban-chieri tedeschi», che affamano i popoli e non conoscono la pietà. E gli «gnomi svizzeri»? Non ne parla più nessuno. Che fi ne hanno fatto? Sono diventati buoni? Tutti morti? Si sono uniti al proletariato?

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L’EX PRESIDENTE DEL FMI, IN CELLA IN FRANCIA, RITENEVA CHE LE ESCORT NON FOSSERO ESCORT

DSK pensava che fossero delle nipotine di Berlusconi

Mario Monti

Paolo Scaroni

Dominique Strauss-Khan

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10 Venerdì 24 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Presenteranno liste unite in alcuni comuni della Toscana come Carrara, Rignano e Regello

Allam si allea con gli ex lumbardAbbiamo storie diverse, dice, ma vedo un futuro comune

DI GOFFREDO PISTELLI

Magdi Cristiano Allam ama an-che gli ex-leghisti. Dopo l’esperimento

di Io Amo Milano alle ultime comunali meneghine (3.050 voti, pari allo 0,51%), l’euro-deputato e già editorialista di Repubblica e vicedirettore del Corsera, egiziano, continua a esportare il suo marchio poli-tico. L’altro ieri ha, infatti, uf-ficializzato un’alleanza con i fuoriusciti dal Carroccio tosca-no, capitanati dalla consigliera regionale Marina Staccioli. Post-padani e Io Amo l’Italia-Ali, così si chiama il movimen-to di Allam, presenteranno liste comuni nelle elezioni am-ministrative che a primavera interesseranno alcuni comuni della Toscana, quali Carrara, Rignano e Reggello, questi ul-timi due centri del Fiorentino. L’obiettivo però, come hanno rivelato europarlamentare e consigliera in una conferenza stampa svoltasi a Firenze, è puntare dritti dritti alle poli-tiche del 2013.

«Abbiamo storie diverse», ha ammesso Allam, «ma possiamo avere un futuro comune, in nome di una ritrovata eticità nella politica e di un nuovo mo-dello di sviluppo, alla base del quale ci sia la comunità terri-toriale» e, citando sondaggi che darebbero al 92% la sfi ducia degli italiani nei partiti tra-dizionali, i neoalleati hanno ribadito di voler offrire ai to-scani un’alternativa.

Un terreno su cui Allam e gli ex-lumbard della Tosca-na troveranno certamente punti di contatto sarà l’op-posizione all’insediamento di nuove moschee. Argomento che è da sempre nelle corde dei le-ghisti toscani, fi eri oppositori con il capogruppo in Regione, Anto-nio Gambet-ta Vianna , della grande m o s c h e a che dovreb-be sorgere nel Sene-se, a Colle Val d’El-sa, con la

benedizione del Pd toscano a livello regionale e provinciale. Quello stesso tempio contro cui si scagliò nel 2006 Oriana Fal-laci, promettendo addirittura di «farlo saltare». Temi su cui i leghisti separati di Identità

toscana, que-sto il nome del gruppo f u o r i u s c i -to, faranno certamen-te concor-renza a l Carrocc io

ufficiale. E battaglie su cui il cristiano

convertito

Allam (ricevette il battesimo da Benedetto XVI nel 2008 avendo come padrino il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi) è attivissimo, avendo inserito nel programma del proprio partito «la lotta al multicul-turalismo» e non mancando di intervenire sulle proposte di nuove apertura (l’ultima, pochi giorni, fa a Como).

Identità toscana e Ali in-tanto hanno già un candidato sindaco per Carrara: si tratta di Cesare Micheloni, 45enne consigliere provinciale eletto con la Lega. Il gruppo ex-le-ghista, nel cui logo ci sono i cipressi del tipico panorama toscano e il bianco e rosso dello stemma dei granduchi Lorena, è nato in seguito alle forti con-

trapposizioni che hanno visto opposti alcuni dirigenti lo-cali del Carroccio ai vertici del partito stesso, anzi al segretario regionale Clau-dio Morganti, 39enne, pratese, eletto anche a Strasburgo. Accusato di guidare il Carroccio tosca-no col pugno di ferro, Mor-ganti s’era visto inscenare

una manifestazione ostile nel cuore stesso dell’annuale festa di S.Genesio (Pisa), dove ogni anno i militanti ricordano la loro Pontida, perché qui giu-rarono i comuni toscani contro Federico Barbarossa.

Una rivolta cui Morganti aveva reagito con una serie di espulsioni in varie sezioni, sospendendo i segretari di Fi-renze, Lucca, Massa, Pistoia e Grosseto. E un provvedimento aveva colpito la stessa Staccio-li, confl uita nel gruppo misto in Regione, dove era già approda-to il consigliere regionale Da-rio Locci, avvocato di Borgo S.Sepolcro (Ar), leghista ven-tennale. Gli stessi anni di mili-tanza della Staccioli, 48enne di Forte dei Marmi (Lu), impren-ditrice e fi glia di un pioniere padano in Versilia, Ennio.

Ali e Identità toscana punta-no insieme a dare l’assalto ai quasi 100mila elettori che la Lega mise assieme nelle regio-nali del 2010, convinti di aver buoni argomenti per molti dei quasi 500mila che invece scel-sero Pdl e Udc.

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Due consulenze affi date con imprudenza fanno scivolare il presidente della giunta regionale del Molise Angelo Mi-chele Iorio. Il tribunale di Campobasso lo ha ri-tenuto colpevole di abu-so d’uffi cio. Il governa-tore del Pdl, confermato nell’ottobre scorso, per la terza volta consecuti-va, alla guida della regio-ne più giovane d’Italia, è stato condannato a un anno e sei mesi, all’in-terdizione dai pubblici uffi ci per lo stesso perio-do di durata della pena, oltre al pagamento delle spese processuali. Se-condo i giudici di primo grado, Iorio, forte della sua carica istituzionale, ha favorito la multina-zionale Bain&Company affidandogli due con-sulenze. Una legata alla riorganizzazione della sanità regionale e l’altra relativa alla realizzazione dell’auto-strada Termoli-San Vit-tore. I fatti risalgono al 2003-2004, quando alla Bain&Company lavorava uno dei fi gli del gover-natore. La pena è stata sospesa. Quindi Iorio resta saldamente alla guida della sua giunta. In attesa dell’appello.

Antonello Di Lella© Riproduzione riservata

Abuso d’uffi cioIorio nei guai

Magdi Cristiano Allam

I Signori Azionisti sono convocati in Assemblea ordinaria presso la Sede sociale inBologna, Via Irnerio n. 43/B il giorno 28.03.2012 - ore 6.00 ed occorrendo inseconda convocazione nello stesso luogo per il giorno

29 marzo 2012, alle ore 14,00per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO 1. Presentazione ed approvazione del Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2011:

Relazione del Consiglio di Amministrazione e proposta di destinazione dell’utiledi esercizio;

Relazione del Collegio Sindacale e della Società di Revisione;Deliberazioni inerenti e conseguenti.

2. Approvazione di politiche di remunerazione ai sensi dell'articolo 6, sesto comma,dello Statuto sociale - Relazione ai Soci

L'ammissione dei Soci all'Assemblea avverrà a partire dalle ore 13,30;dalla medesima ora sarà disponibile un piccolo buffet di accoglienza.

PARTECIPAZIONE ALL’ASSEMBLEAAi sensi di legge e di statuto sono legittimati all’intervento in Assemblea ed all’eser-cizio del diritto di voto i Soci per i quali sia pervenuta alla Società, entro l’orario pre-visto per l’inizio dell’Assemblea, la comunicazione dell’intermediario autorizzato atte-stante la relativa legittimazione ai sensi della normativa vigente.

DELEGA DI VOTOSi rammenta ai Soci che ogni azionista può farsi rappresentare in Assemblea da terzi,anche non soci, mediante delega scritta con l’osservanza delle disposizioni di legge.La stessa persona non può rappresentare in assemblea più di 200 soci (art. 2372 c.c.),nè può essere conferita delega ad amministratori, sindaci o dipendenti Farbanca.La suddetta Delega di voto potrà essere rilasciata sottoscrivendo il “Modulo didelega” reperibile: (i) sul sito internet della Società www.farbanca.com - sezioneLa Banca/Documenti societari; oppure (ii) per i Soci che hanno le azioni depositatepresso Farbanca – in allegato all’apposita comunicazione attestante la partecipazio-ne azionaria; o infine (iii) inviando richiesta scritta presso la Sede della Società che –in tal caso – invierà il formato cartaceo presso la residenza del richiedente.

Il Delegato o il Delegante dovranno inoltre anticipare alla Società, la copia del sud-detto Modulo di delega, compilato in ogni sua parte come sopra descritto e corre-

dato da copia del Documento di identità del Delegato e del Delegante, inviandoloalla Società stessa prima dell’Assemblea, alternativamente a mezzo:− posta elettronica certificata del Delegante o del Delegato; o− e-mail del Delegante o del Delegato, con scansione del Modulo di delega firma-

to in formato Pdf; o− fax, al numero 051 2100890; o− raccomandata a/r presso la Sede della Società.INTEGRAZIONE DELL’ORDINE DEL GIORNOAi sensi del novellato art. 126 bis del D.Lgs 58/98 (TUF), i Soci che - anche congiuntamen-te, purchè tutti sottoscrivano in originale la relativa richiesta - rappresentino almeno il 2,5%del capitale sociale con diritto di voto della Società possono chiedere, entro dieci giornidalla pubblicazione del presente Avviso, l’integrazione dell’elenco delle materie da trattareall’ordine del giorno, specificando nella domanda gli ulteriori argomenti. La domanda dovràessere presentata per iscritto ed inviata in originale a mezzo Raccomandata a/r presso laSede della Società - corredata da copia dei documenti di identità dei richiedenti - antici-pandone copia via fax al n. 051 2100890 o scansione in formato PDF a mezzo posta elet-tronica all’indirizzo [email protected]. La domanda verrà presa in considerazione acondizione che pervenga alla Società entro il suddetto termine e contenga tutti gli elementinecessari per identificare i soggetti richiedenti, la rispettiva legittimazione nonché il detta-glio circa gli ulteriori argomenti proposti, il tutto ai sensi del citato art. 126 bis TUF; entro ilsuddetto termine e con le medesime modalità di cui sopra, dovrà essere presentata, daparte degli eventuali proponenti l'integrazione, una relazione sulle materie di cui viene pro-posta la trattazione e che verrà sottoposta al Consiglio di amministrazione. Ex art. 126 bis TUF, si ricorda che l'integrazione dell'ordine del giorno non e' ammes-sa per gli argomenti sui quali l'assemblea delibera, a norma di legge, su propostadegli Amministratori o sulla base di un progetto o di una relazione da essi predi-sposta, diversa da quella sulle materie all’ordine del giorno.Delle eventuali integrazioni ammesse dal Consiglio di Amministrazione è data notiziaalmeno quindici giorni prima della data fissata per l'Assemblea, nelle stesse forme pre-scritte per la pubblicazione dell'Avviso di convocazione. Contestualmente alla pubblica-zione della notizia di integrazione, il Consiglio di Amministrazione mette a disposizionedel pubblico - presso la Sede sociale, nonché mediante pubblicazione sul sito internetwww.farbanca.com - la relazione, accompagnata dalle proprie eventuali valutazioni.DOCUMENTAZIONESi informa che, in ottemperanza alla normativa vigente, è a disposizione presso laSede Sociale, nonché pubblicata sul sito internet www.farbanca.com - sezione LaBanca/Documenti societari, la relazione del Consiglio di Amministrazione sullematerie all'ordine del giorno.Inoltre si conferma che, nei termini previsti dalla vigente normativa, sarà messa adisposizione, con le modalità di cui sopra, la seguente documentazione:− Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2011 (di cui al punto 1. dell’assemblea ordinaria);CAPITALE SOCIALEIl capitale sociale sottoscritto e versato dalla Società, pari ad € 28.242.100 è suddi-viso in n. 2.824.100 azioni.Il presente Avviso viene inoltre pubblicato sul sito internet www.farbanca.com.

Bologna, 16 febbraio 2012 Il Presidente del Consiglio di Amministrazione

AVVISO DI CONVOCAZIONE DI ASSEMBLEA

FARBANCA S.p.A.

Sede sociale in Bologna - Via Irnerio 43/b - Società iscritta al numero 5389 dell’Albo delle Banchee dei Gruppi Bancari appartenente al Gruppo Bancario Banca Popolare di Vicenza e soggettaalla Direzione e coordinamento della stessa BANCA POPOLARE DI VICENZA - Capitale socialeeuro 28.242.100 i.v.- Codice Fiscale, Partita IVA e Registro delle Imprese Bolognan. 01795501202 - Codice ABI 3110 - Aderente al Fondo interbancario di tutela dei depositi.

www.farbanca.com

Ai fini dell’intervento in Assemblea :• i Soci che hanno le azioni depositate presso Farbanca, possono richiedere a que-

st’ultima la comunicazione attestante la propria partecipazione azionaria al momentodell’ammissione all’Assemblea

• i Soci che hanno le azioni depositate presso altro Istituto, dovranno richiedere aquest’ultimo che invii a Farbanca – entro l’orario di inizio dell’assemblea - l’appositacomunicazione attestante la relativa partecipazione azionaria (art. 83-sexies, comma 1del D.Lgs. n. 58/98).

Ai fini della partecipazione in Assemblea, il Delegato dovrà presentare - in sede diammissione - l’originale del Modulo di delega, compilato in ogni sua parte, sottoscrittodal Delegante e corredato da copia del documento d’identità di quest’ultimo, nonché dalproprio documento di identità in originale. Inoltre - per i Soci che hanno le azioni depo-sitate presso altro Istituto – il Delegato dovrà consegnare in sede di Assemblea anche larelativa Comunicazione dell’intermediario.

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Page 11: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

11Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24 FebbrP R I M O P I A N O

Il i glio è ricercatore in Cina, lui i rma memorandum

Prodi ora fa il cineseL’ex premier con la testa a Oriente

DI ANTONIO CALITRI

Da europeista convinto a fan dell’espansio-ne cinese in Europa. Questa la metamorfo-

si di Romano Prodi compiuta nel corso di questi tre anni lontano dalla politica nazio-nale e comunitaria. Ieri ha manifestato il cambiamen-to di rotta nell’ateneo più antico del mondo, insieme con l’ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei. Prodi, dopo diversi cicli di lezioni nelle università cinesi, si è riscoperto un vero e proprio ambasciatore di Bologna in Cina. Intanto ha svelato che suo «figlio è in Cina in que-sto momento, sta facendo il ricercatore e secondo me ha fatto un’ottima scelta». Una dichiarazione che ha fatto subito scattare negli storici detrattori di Prodi quel male-volo sospetto che ad aprirgli la strada in quelle università sia stato proprio cotanto padre. Ma non è soltanto questo. Negli ultimi giorni c’è stata proprio un’accelerazione di Prodi in versione cinese, che prima ha siglato un memorandum d’in-tesa tra l’Alma Mater, l’univer-sità più antica del mondo nella quale ha insegnato e nella qua-

le il rettore Ivano Dionigi l’ha delegato per i rapporti con le università cinesi, e la Nankai University di Tianjin per una collaborazione e uno scambio di studenti. Ieri poi, doppio even-to, prima nella biblioteca Ca-

bral è stata siglata l’intesa di collaborazioni culturale e per l’organizzazione di eventi de-dicati alla civiltà cinese e alle relazioni storiche, politiche ed economiche tra Oriente e Oc-cidente. Poi, alle 17, nell’aula Santa Lucia, il convegno «Alma Mater incontra la Cina» con Prodi a fare da padrone di casa a dialogare con l’ambasciatore Ding Wei e a discutere anche

con gli imprenditori felsinei delle opportunità di collabo-rare con la Cina. Mentre al bersaniano sindaco Virginio Merola il professore manda a dire che Bologna per i cinesi «è un grande condominio, o poco

di più. Fatta questa premes-sa, gli direi che è una città in sofferenza, come il resto d’Italia, che ha i piedi ben piantati nella storia ma la voglia di avere uno sguardo verso il mondo. Un po’ perché credo sia così, un po’ perché lo spero».

E così in pochi giorni Prodi conferma la svolta e punta tutte le sue carte nei rapporti con la Cina con un jolly ancora nascosto, pronto a essere giocato se le acque delle finanze statali torne-ranno ad agitarsi e lo spre-ad ricomincerà a correre. Il professor, con il profilo che si

sta costruendo e i rapporti che sta intrattenendo ad alti livel-li con i dirigenti cinesi mira a essere l’unico che, in caso ser-vano investimenti finanziari cinesi sul nostro debito, possa essere persuasivo in tal senso. Trasformandosi di nuovo in salvatore della patria e rien-trando nei giochi della politica nazionale.

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DI ANNALISA CHIRICO*

Certe cose non vanno neppure pensate, figuratevi se vanno scritte. Accade che Giorgio Magliocca, sindaco di Pigna-taro Maggiore, perché, per sua sventura,

il prode ha scelto di impegnarsi in politica in una provincia come quella casertana, divenga il boss in pectore, il collegamento tra il clan camorristico locale e la politica, naturalmente in salsa Pdl. Un poliziotto, tale Di Lauro, che nello stesso paese si è candidato sotto le insegne comuniste, guida le indagini. Nel giro di pochi mesi Magliocca diventa l’uomo nero, gli vengono infl itti 11 mesi di carce-razione preventiva. Dietro le sbarre da presunto innocente, anzi da innocente. Alla fi ne, infatti, il giudice assolve Magliocca perché il fatto non sus-siste. Il castello accusatorio viene giù pezzo dopo pezzo e quell’uomo torna in libertà, ma la vita che lo attende fuori non è più la sua. Il tornado giudiziario travolge tutto, la carriera è stroncata e la reputa-zione infangata. Sì, come sempre accade in questi casi, la «macchina del fango» non risparmia niente e nessuno, anzi precede di gran lunga il processo in aula. In cima alla lista degli «infangatori» com-pare, quantomeno per caratura internazionale, il romanziere Roberto Saviano. Il quale romanziere agisce «in buona fede», come scrive egli stesso nella lettera indirizzata al «gentile avvocato Magliocca» nel 2009, quando di fronte alla querela per diffama-zione e alle testimonianze degli investigatori (che smentiscono la sua ricostruzione) l’icona antimafi a si prende la briga (o la premura) di mettere nero su bianco le sue personali scuse per quell’articolo

pubblicato nel 2003 sul settimanale «Diario»; un articolo nel quale con la sicumera di chi adopera il terzo occhio Saviano accusa il sindaco dei reati che a Magliocca sono costati l’ingiusta detenzione e per i quali egli è stato, per l’appunto, assolto.

Nello scusarsi Saviano ricorda che il qui pro quo è avvenuto perché stretto dai «tempi imposti dalle esigenze editoriali» e dall’ «impossibilità di accedere ad altre fonti» il romanziere non ha avuto il tempo di verifi care la veridicità delle cose riferitegli. Il tempo, come si dice, è tiranno.

Ora, noi non osiamo neppure immaginare che le uniche fonti di Saviano, dell’esimio Saviano, siano pentiti in odore di benefi ci e pm alla ricerca di no-torietà, ce ne guardiamo bene. Anche queste sono cose che non vanno neppure pensate, fi guratevi se scritte. Fatto sta che anche nel caso Magliocca la «macchina del fango» ha funzionato alla perfezio-ne.

Poiché crediamo alla buona fede di Saviano, un consiglio ci permettiamo di darlo. A forza di spa-rare sentenze preventive su persone indagate o inquisite, a forza di imbastire processi paralleli o addirittura anticipatori rispetto a sospette inizia-tive giudiziarie, a forza di salire sul podio dei giusti per mazzolare gli improbi in attesa di giudizio, un rischio, caro Saviano, lo corri. C’è da temere che nel giro di qualche anno, giustizia italiana permetten-do, di lettere di scuse ti toccherà scriverne più di una. Poi magari no, d’ora in avanti ci azzeccherai sempre, e noi ce lo auguriamo per davvero. Per te e ancor di più per chi ti capita a tiro. Con rispetto parlando, s’intende.

da *TheFrontPage

Lo scrittore e il caso di Magliocca, in galera da innocente

Se l’esimio Saviano sparasentenze preventive

Romano Prodi

DI PAOLO SIEPI

La Direzione nazionale del Pd si è chiusa con l’ap-provazione della relazione di Bersani. La votazione si è svolta per alzata di spalle. Daniele Vergassola: «Panta Rai - La notizia scorre». Feltrinelli.

Io Craxi, dice Carlo De Benedetti, lo consideravo un bandito con atteggiamenti fascistoidi. Era uno

che ti diceva: guardi, lei, di politica non capisce un cazzo. Ma era diffi cile dargli torto nell’esigenza di modernizzare il Paese che era bloccato da quella tenaglia di arretratezza economica e culturale che il segretario socialista vedeva incarnato nelle due forze conser-vatrici: Dc e Pci. Marco Da Milano: «Eutanasia di un potere». Laterza.

Siamo passati dalla Demografi a Cristiana alla crescita sottozero, nonostante l’effetto serra. Massimo Bucchi. il venerdì.

Senza Berlusconi il Pdl non esisterebbe più. Il povero Alfano sarà pure una persona per bene che sa usare le posate per il pesce, ma senza il Cavaliere dove caz-zo va? Non può prescindere da Berlusconi che lo ha messo lì. Vittorio Feltri. Il Fatto.

I leader dell’Italia dei valori sono bravissimi a vedere il marcio che c’è negli altri partiti, un po’ meno ad ammettere quello che non va in casa propria. Agostino Cullati, ex membro del di-rettivo provinciale dell’Idv, dimessosi dal partito. Tempi.

Roma è la città europea più danneggiata dal traffi co. Nessuno oggi si preoccupa di tutelare questo meraviglioso deposito d’arte. A Roma trionfano distrazione, svago, intrattenimento. Regnano ignoranti e illetterati. Robert Huges: «Rome». Knops.

Cerchiamo il successo anche per essere invidiati da chi non ne ha. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

È sempre meglio venire da dietro. Nils Liedholm.

Il 1973 ci fu l’ecatombe del giornalismo liberale in Italia. Alberto Ronchey, direttore de La Stampa, si dimette, ha resistito poco più di me. Il Messaggero dei Perrone non accetta Luigi Barzini come nuovo direttore. Piero Ottone conquista, al Corriere, la poltrona di Spadolini, e il giornale perde Indro Montanelli, dimissionario pure lui. Anche l’economista Libero Lenti, esce dal Corriere e Ferdinan-do Di Fenizio da La Stampa. Sergio Ricossa. «Straborghese», IBLlibri.

Sul Saturnia prevalgono, tra gli uffi ciali di bordo, ahimè, gli uomini anzianotti e panciuti, inconsciamente grotteschi nell’abbigliamen-to sommario del Mar Rosso. Soltanto inglesi e norvegesi possono accoppiare gli short e la ciccia senza essere ridicoli. Paolo Caccia

Dominioni: «Ascari K7 1935-36». Longanesi

La luna è cattolica, il sole musulmano. Gesualdo Bufalino: «Bluff di parole». Bompiani.

Due signore che prendono il te: «Suo marito è già impotente?». «E chi lo sa?». Altan: «Donne nude».

Longanesi.

Ricordo che andai alla Camera del lavoro per salutare i tanti amici che lasciavo. Gli dissi commosso che ci mettevamo in proprio, an-dando nella «Libera Cgil» poi denominata Cisl, in attesa del giorno in cui le nostre strade certamente si sarebbero reincontrate. E li abbandonammo così al loro triste destino, a scrivere ancora sui muri delle edicole cristiane: «Ha da venì Baffone», con la vernice nera di proprietà del sindacato. Valfrido Paoli: «Il Sancarlo» Istituto S. Carlo - Foligno.

Ipotizzare la bagna cauda senza aglio è come ipotizzare un’auto senza ruote. Rocco Moliterni «Parlami d’amore ragù». Mon-dadori Electa.

Un capo è un tipo che ha la mentalità di un impiegato ma che non vuole restarlo. Coluche. «Pensées et anecdotes». Le cherche midi éditeur.

Nella prima repubblica ci si mascherava da buoni perché essere cattivi era considerato brutto, adesso non c’è neanche più la ma-schera. Piercamillo Davigo, ex componente del pool Mani pulite. Corsera.

Resto un apologeta della voluttà, concepita come sconfi namento dello spirito nella carne. Marguerite Yourcenar: «Memorie di Adriano» (Einaudi).riproduzione riservata

Ti faccio una domanda io: secondo te Bossi ha a cuore gli interessi dell’Italia? Vittorio Feltri. Il Fatto.

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Page 12: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

12 Venerdì 24 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Le chiedono i suoi antagonisti nella Sudtiroler Volkspartei per riuscire a farlo fuori

Primarie contro Luis Durnwalder Chieste mentre il Landeshauptmann (il presidente) era in Africa

DI GOFFREDO PISTELLI

Presidenti da rottama-re in Trentino-Alto Adige. In vista delle elezioni 2013, nelle

province autonome di Bolza-no e Trento, in singolare coin-cidenza temporale, quasi che l’idea fosse discesa giù con l’acqua dell’Adige, si pensa già, e con una certa anima-zione, Luis Durnwalder, presidente della Sudtiroler Volkspartei, e Lorenzo Del-lai, coordinatore nazionale dei rutelliani e che governa a capo di una coalizione di cen-trosinistra.

Per il partito della Stella alpina si parla addirittura di primarie e non per scimmiot-tare il Pd, che pure è alleato di governo, ma perché vengono al pettine definitivamente le forti tensioni interne al parti-to, contrassegnate anche con lo scontro con gli editori del potente giornale Dolomiten, la famiglia Ebner da sempre vicina alla Svp.

In vista del congresso che gli eredi di Silvius Magnago, sto-rico leader Svp della prima re-pubblica, terranno il prossimo 24 marzo, un gruppo di espo-nenti ha formalizzato una ri-soluzione che chiede l’adozione

delle elezioni interne. Secondo quanto riportato dal quoti-diano Alto Adige, la richiesta è stata sottoscritta da molti membri del consiglio provin-ciale, fra cui il capogruppo Elmar Pichler Rolle.

Col dettaglio che tutto è av-venuto mentre il ladeshaupt-mann, come chiamano quassù il presidente, era in Africa in missione ufficiale. Il fatto ha conferito a tutta la vicenda una singolare aurea di con-giura, con tanto di telefona-ta dal Mali, dove si trova la

delegazione altoatesina, di Richard Theiner, obmann cioè segretario della Svp, ad alcuni dei firmatari, in cui avrebbe paventato la trasfor-mazione del congresso in una dibattito monocorde sul dopo Durnwalder.

Per la verità, di elezioni in-terne s’era già cominciato a parlare da qualche settimana, tanto che il deputato Karl Zeller, da sempre un fiero antipatizzante di Durnwal-der, era corso a dichiarare al Corriere Alto Adige che se il

presidente «si dovesse candi-dare dovrà passare per le pri-marie perché ci sarà un contro candidato». Mossa che aveva spinto l’uscente, che governa dal 1989, a ribadire quanto dichiarato per la prima volta nell’agosto scorso e cioè che non si sarebbe ricandidato.

Ma le assicurazioni del 71enne amministratore della Val Pusteria, che ha studiato Agraria a Firenze ed arrivato alla guida della Svp dalla po-tentissima Südtiroler Bauer-nbund, l’associazione dei colti-vatori, a qualche avversario (o ex-amico) non devono essere bastate, tanto da pretendere le primarie.

Pochi chilometri più a Sud, in quel di Trento, è accaduto invece che contro un possibile quarto mandato di Dellai, si sia ribellata la maggioranza di centrosinistra.

Il 53enne trentino, che esor-dì giovanissimo, nel 1990, come sindaco della sua città, nei giorni scorsi aveva infatti pacatamente segnalato la sua disponibilità a ricandidarsi. Di mezzo però c’è lo statuto stes-so della Provincia, che prevede un limite a tre mandati.

Modificarlo? I capogruppo della maggioranza hanno fatto capire che non se ne parla pro-

prio. Il più diretto è stato quel-lo del Pd, Luca Zeni che, col Corriere Trentino, l’ha presa larga, dicendo che «Dellai è ed è stato sicuramente un grande presidente», ma aggiungendo che «il limite agli incarichi è tuttavia una condizione es-senziale nell’attuale sistema di governo in Trentino». Il democrat ha infatti spiegato che a Trento hanno «costruito un’intelaiatura istituzionale per dare grande governabilità. Il bilanciamento a questo am-pio potere è proprio il limite ai mandati, garanzia di ricambio e di apertura a energie nuove». E far saltare il limite, ha riba-dito Zeni, signifi ca «far cascare il palco».

Una presa di posizione così netta che ha fatto dire allo stesso Giorgio Lunelli, se-gretario provinciale del par-tito di Dellai, l’Unione per il Trentino, che l’abolizione del limite «non è all’ordine del giorno».

Resta da vedere se Dellai, personaggio di rango naziona-le, corteggiato anche dall’ex-leghista Alessandro Cè che sta per lanciare il suo movi-mento Verso Nord con Massi-mo Cacciari, ci starà a farsi mettere da parte.

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DI GIUSEPPE STAIANO *

È stato un discorso di alto profilo, quel-lo tenuto ieri dal Presidente della Corte costituzionale. Tuttavia, esso ha anche rivelato il persistere di una

situazione di criticità nei rapporti tra le Isti-tuzioni giudiziarie e certi settori del mondo dell’informazione. Dopo avere, infatti, tratteggiato un quadro della giurisprudenza costituzionale dell’anno 2011, teso a dimostrare i sempre più stretti rapporti che legano la nostra Corte a quel-le europee di Strasburgo e di Lussemburgo, Alfonso Quaranta ha ritenuto, nella parte conclusiva dell’ormai tradizionale incontro con la stampa del Presidente della Corte, di non poter «sottacere alcuni fatti sui quali riflettere».In particolare, egli ha voluto stig-matizzare il «ripetersi di attacchi alla Corte nel suo complesso o a singoli giudici» da par-te dei media e, soprattutto, «la pubblicazio-ne di ricostruzioni, tra l’altro generalmente inesatte, delle discussioni che si svolgono all’interno della camera di consiglio».Nel rivendicare, per contro, «l’imparzialità della Corte e dei suoi componenti» (sebbe-ne essi operino, come è ovvio, in una «con-dizione di contiguità, oltre che con le altre istituzioni di garanzia, anche con gli organi costituzionali politici»), il presidente Qua-ranta ha espresso l’auspicio «che gli organi di stampa, la cui funzione è certamente essen-ziale nell’ordinamento democratico, si basino sempre su dati controllati e verificati, pur nell’esercizio del sacrosanto diritto di critica,

anche aspra, delle decisioni della Corte».Tuttavia, l’invito rivolto ai rappresentanti del mondo dell’informazione, affinché «sia possibile avere un dialogo costruttivo», è su-bito sembrato cadere nel vuoto. La sobria riflessione di Alfonso Quaranta è stata immediatamente equivocata, essendovi stato chi, tra gli operatori dell’informazione presenti all’incontro, ha chiesto all’interes-sato se non intendesse connotare «in senso oscurantista» la sua lunga presidenza della Corte (la stessa, infatti, terminerà alla fine di gennaio del 2013). La verità è che siamo, ormai, talmente abitua-ti alla sovraesposizione mediatica di alcuni appartenenti all’ordine giudiziario (non tutti, per fortuna), alla loro ricerca spasmodica di una «tribuna» (si tratti del palco di un con-gresso di partito o di una ribalta televisiva), che appaiano quasi retrò affermazioni, per contro ineccepibili, come quelle di Quaranta. In un mondo in cui dominano i talk show, in cui la stessa informazione si fa spettacolo di intrattenimento (infotainment, lo chiamano gli anglosassoni), bene ha fatto, per contro, il Presidente della Corte a ricordare a tutti gli operatori (quelli del modo del diritto, non meno che quelli della stampa), come la profes-sionalità (e l’imparzialità) di ogni singolo or-gano giudicante passi attraverso la «rigorosa osservanza del principio di collegialità» e «la trasparenza del suo agire», a garanzia della quale, in definitiva, si pone soltanto la «neces-saria motivazione delle sue decisioni».

*Avvocato penalista [email protected]

I GIORNALISTI DOVREBBERO ESSERE D’ACCORDO COL PRESIDENTE DELLA CONSULTA

Chissà perché è ritenuto un attaccodire che la stampa verifichi le fonti

Luis Durnwalder

La Wealth-X Company, gui-data da Mykolas Rambos, ceo di colore (perché no «diver-samente bianco»?) ha pochi funzionari, un solo asset, un archivio di 186 mila nomi-nativi di individui di raz-za Uhnwi (ultra high net worth individual), diffusi in 109 paesi. Una razza che esiste dai tempi di Caino e Abele, un tempo con piccoli numeri, aumentati in modo esponenziale dopo l’epidemia post-globalizzazione, nessun aspetto fisiognomico li ca-ratterizza, vivono mischiati fra noi, amano, si riprodu-cono, muoiono come noi, ma noi non potremo mai essere come loro (e loro non voglio-no assolutamente essere come noi), a meno di possedere al-meno 30 milioni di dollari cash (ovviamente immobili-preziosi-opere d’arte non contano). Sede a Singapore, filiali a New York-Londra-Lugano-Guangzhou-Mum-bay-Sidney, Wealth-X indi-vidua otto classi di Uhnwi, l’ottava (para-barboni) ha 82.000 adepti (30-50 milio-ni), la prima 1.235 (oltre 1 miliardo), in totale posseg-gono 25.000 miliardi di dol-

lari. USA e Europa hanno 120 mila Uhnwi per 15.000 miliardi; gli italiani, che vergogna, sono l’1%, quattro gatti con poca trippa. Sot-tolinea che gli Uhnwi occi-dentali hanno abbandonato la strategia aggressiva pre-crisi, scegliendo la pura con-servazione del patrimonio, segno suicida dell’»egoismo da decrescita», secondo eco-nomisti celebri, una lebbra. La Grande Crisi è certifi cata. La Wealth-X, creando la sua Schindler’s List («chi salva una vita salva il mondo in-tero», Talmud), ha avuto una business idea tanto geniale quanto semplice: fare quat-trini (molti) vendendo i nomi di chi di quattrini ne ha in modo mostruoso ma cerca di-speratamente di nasconderlo (Uhnwi), a individui altret-tanto pieni di quattrini (ban-chieri) che vogliono, in nome dell’etica-tracciabilità, sot-trargliene almeno una parte. Diffi cile decidere con chi sta-re, chi scegliere fra Caino e Abele. Soprattutto chi è Abe-le? Chi è Caino? E se Abele non esistesse, Caino avesse un gemello fi nto-buono?

[email protected]

A CIASCUNO IL SUO

Fare soldi vendendo i nomi di chi, i quattrini, ce li ha

DI RICCARDO RUGGERI

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13Venerdì 24 Febbraio 2012ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Il quarto operatore francese di cellulari, Free, glieli ha sottratti in solo un mese e mezzo

Orange perde 200 mila abbonatiColpita in pieno dalla tariffa forfait di 19,90 euro al mese

DI MASSIMO GALLI

È bastato un mese e mezzo a Free Mobile, il quar-to operatore francese di telefonia mobile, per

soffiare circa 200 mila abbonati (201 mila per la precisione) a Orange, la società appartenente al colosso France télécom. Me-rito dell’offerta tutto compreso da 19,90 euro, che include telefono e navigazione in-ternet illimitata a 3 Gb. Un prezzo stracciato, che ha obbligato i concorrenti a rivedere all’ingiù le loro tariffe e che, soprattutto, ha rimescolato le carte dell’intero settore.

La divisione mobile di Orange detiene il 40% del mercato transalpino ed è quella che soffre, e probabilmente con-tinuerà a soffrire di più per la discesa in campo dell’operatore a basso costo. All’inizio il colpo è stato duro, anzi durissimo. Come ha sottolineato Stéphane Richard, amministratore dele-gato di France télécom, all’in-domani dei risultati di bilancio 2011 che hanno visto un calo

dell’utile pari al 20%, nelle pri-me 48 ore seguite all’annuncio di Free, avvenuto il 10 gennaio, si è registrato un picco di 150 mila rinunce al giorno. Circa il 40% di tali richieste si concre-tizzava nell’abbandono vero e proprio. Così, fi no al 15 febbra-io, un milione di clienti ha preso il volo, in gran parte abbonati all’offerta internet di Free, ai

quali è stata proposta an-che una car-ta sim.

N e l l o s t e s s o p e r i o -do, tutta-via, Orange è p a s s a t a al contrattacco ed è riuscita a recuperare

837 mila clienti grazie alla ri-sposta commerciale chiamata Sosh (un’offerta da 19,99 euro al mese, pochi centesimi sopra quella di Free) e alle proposte Origami e Open. Resta il saldo negativo di 201 mila clienti. Per il primo trimestre Orange si at-tende una perdita netta fi no a 450 mila abbonati. Nell’intero anno potrebbe essere conteggia-ta la fuoriuscita di un milione di persone, pari al 3,7% degli ab-bonati complessivi. L’arrivo di

Free p u ò

e s s e r e p a r a g o -

nato a un terremoto di natu-ra commerciale. Anche perché

la società ha saputo preparare

bene il terreno all’annuncio della propria offerta economi-ca. Il barometro dell’economia digitale dell’università di Pari-gi ha reso noto che l’86% degli internauti era al corrente delle strategie di Free come operato-re di telefonia mobile. Una noto-rietà raggiunta, peraltro, quasi senza pubblicità. Le persone di fascia sociale più elevata erano quelle meglio informate. A non conoscere il nome della società erano soprattutto donne. I tre quarti dei francesi interpellati a inizio anno hanno spiegato che pagavano, per l’offerta forfait telefonica utilizzata, tra 11 e

50 euro al mese. Ma questa situazione cambie-

rà profondamente nei prossimi mesi, a causa del ribasso pra-ticato da Free. Ora i due terzi della popolazione d’Oltralpe pagano più di 20 euro al mese. Quanto a internet, l’85% dei francesi sarebbe pronto a cam-biare fornitore in caso di dimi-nuzione del prezzo. E si tratta di volumi notevoli, visto che tre famiglie su quattro sono colle-gate online.

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DI ELISABETTA IOVINE

Accor vuole diventare la cate-na alberghiera numero uno al mondo. Parola di Denis Hen-nequin, amministratore dele-

gato del gruppo francese, che annuncia i suoi obiettivi per il 2012 in un’intervista al quotidiano Le Figaro. L’anno scorso sono state aperte 38.700 camere, di cui il 51% fuori dall’Europa. Ora l’obiettivo è passare a un ritmo di 40 mila nuove stanze a partire dal 2012, di cui il 40% nel Vecchio continente e il 45% nell’area Asia-Pacifico. Seguendo questa tabella di marcia, nell’arco di un quinquennio Accor punta a diventare il primo albergatore del pianeta, per numero di hotel, davanti a In-tercontinental e Marriott.

Per raggiungere questo obiettivo non è esclusa la strada delle acquisizioni. L’ultima in ordine di tempo, avvenuta a dicembre, ha riguardato Mir-vac, società asiatica che gestisce 48 strutture. Accor ritiene di essere ben piazzata per rilevare gli alberghi di lusso messi in vendita da Starwood Capital, tra cui il Martinez a Cannes e l’Hotel du Louvre a Parigi. Operazioni limitate, comun-que, perché al momento non è in programma una grossa acquisizione e neppure un matrimonio con qualche protagonista del settore.

Per quanto riguarda il progetto di raggruppare le strutture economiche sotto il marchio Ibis, a fi ne anno il 70% degli hotel in questo segmento avrà fatto questo passaggio: sarà la prima rete di fascia medio-bassa in tutti i continenti, tran-ne il Nord America. Una strategia che, invece, non sarà fatta propria dai comparti di medio e alto livello. I marchi di fascia media (Novotel, Mercure) e alta (Sofitel, Mgallery, Pullman)

hanno una loro ragion d’essere e nessuno di loro sarà soppresso. In Cina, inoltre, si innoverà lan-ciando un nuovo marchio, Meijue, che equivale a Grand Mercure.

Si era parlato della creazione di una società nella quale confl uissero gli attivi immobiliari di Accor: a chiederlo sono i principali azionisti del gruppo, Eurazeo e Colony Capital. Ma l’a.d. osser-va che la questione non è all’ordine del giorno. Gli azionisti si pongono il problema di far percepire meglio il valore degli attivi, poiché il valore del ti-tolo Accor in borsa non rifl ette quello dell’azienda. La priorità è avere i mezzi per portare a termine la ristrutturazione e accelerare la trasformazione verso un modello che abbia bisogno di pochi inve-stimenti in capitale. Accor è ancora proprietario di 600 alberghi, di cui oltre metà appartenente alla catena low cost americana Motel 6. Si pro-cederà alla vendita di edifi ci per aumentare la redditività degli investimenti. Nel 2011 sono stati ceduti 530 milioni di euro di attivi e quest’anno l’operazione frutterà altri 670 milioni.

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Già leader in Europa, aprirà 40 mila camere quest’anno

Ora Accor vuol diventare la prima catena alberghiera

Passi in avant i a Shanghai sul fronte del mercato immobiliare, che viene liberalizzato.

Le vendite ristagnano e la città cinese ha deciso di ammorbidire le regole restrittive. Secondo la stampa locale, le autorità stanno per dare via libera all’acquisto di una seconda casa a chi ci vive da almeno tre anni. Ciò era finora vietato formalmente ai non resi-denti per combattere la specula-zione e l’impennata dei prezzi.

Gli esperti sostengono che tale provvedimento dovrebbe incre-mentare le compravendite tra il 20 e il 30%. Ciò, peraltro, non signifi ca che il governo centra-le di Pechino intenda anch’es-so seguire questo percorso di ammorbidimento. Anzi, per far

sgonfi are la bolla immobiliare, l’esecutivo del paese asiatico ha attivato nel 2010 misure per la limitazione del credito e del nu-mero di appartamenti acquista-bili dai privati.

Ora il panorama è cambiato: la domanda è calata e i prezzi hanno cominciato a scende-re, provocando l’attendismo di molti potenziali compratori. Secondo le statistiche uffi ciali, su 70 città analizzate, 48 hanno visto le quotazioni in ribasso a gennaio rispetto al mese prece-dente. Per il momento, tuttavia, il primo ministro Wen Jiabao ritiene che, in nome dell’equità e della stabilità, i provvedimen-ti restrittivi non debbano essere revocati.

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Sarà più facile acquistare la seconda

Shanghai, case liberalizzate

Una veduta di Shanghai

Stéphane Richard

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14 Venerdì 24 Febbraio 2012 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

In Germania, organizzare questi festeggiamenti un po’ folli serve per diventare molto noti

Fa carriera il re del CarnevalePerdono voti i politici che non si entusiasmano all’evento

da Berlino ROBERTO GIARDINA

Non c’è nulla di più serio del Carnevale in Ger-mania. Comincia con puntualità rigorosa alle

11 e 11 minuti dell’11 novembre, e il clou è in quest’ultima setti-mana. Si comincia con il Rosen-montag, che non è il lunedì delle rose come si potrebbe credere, bensì il lunedì delle follie (da Rasen), e termina con il giovedì grasso. Quattro giorni che muo-vono miliardi di euro e possono aprire fortunate carriere politi-che. Al lunedì, lungo il Reno, per un’antica tradizione che risale al Medioevo, comandano le don-ne, e se ne vanno in giro armate di forbici per tagliare le cravatte dei signori uomini, che per l’oc-casione sfoggiano le peggiori.

In Italia, per diventare sinda-co, e domani deputato o ministro, chissà, è meglio diventare presi-dente di una squadra di calcio, come consiglia Berlusconi. Pur-ché si possano comprare cam-pioni e vincere lo scudetto. In Germania si diventa presidente di un’associazione carnevalesca:

bisogna vincere una dura concor-renza e saper giocare in prima persona. Ci si traveste da clown e si animano le grandi feste po-polari, o si balza sul carro di una sfi lata. Oltre al temperamento, occorre mettere mano al portafo-glio per fi nanziare i costumi, gli addobbi, i carri e saldare il conto di decine di barilotti di birra e quintali di würstel.

Per i politici è richiesta al-meno la partecipazione alle fe-

ste insieme con le consorti. Se non si dimostra di condividere la passione per il Karneval, si perdono voti. I carri migliori sono quelli dedicati ai temi di attualità, e per i politici è con-sigliabile stare al gioco e non offendersi, per quanto sia spie-tata la caricatura in cartapesta. Quest’anno l’obiettivo principale è stato l’ex presidente della re-pubblica, Christian Wulff. Le sue dimissioni hanno costretto

gli artigiani specializzati a un lavoro straordinario nelle ul-time ore: avevano previsto un Wulff nelle vesti di coniglio e lo hanno dovuto trasformare in una specie di Dracula che, sotto il mantello, occulta i regali ri-cevuti: auto, ville e abiti per la moglie Bettina. Dimenticato Berlusconi, che era protago-nista fi sso in cartapesta nelle passate edizioni, oggi troviamo Sarkozy, sempre in compagnia di Carla o di Angela Merkel.

Volker Wagner, presidente del Bundes Deutscher Karne-val, la federazione del carne-vale tedesco, assicura che l’an-no scorso, grazie alla festa più pazza dell’anno, si è raggiunto un fatturato di almeno un mi-liardo e mezzo di euro. Herr Wa-gner fornisce conti dettagliati: per 2,4 milioni di costumi per adulti e 1,9 milioni di costumi per bambini se ne sono andati 300 milioni di euro. Per un buon costume su misura bisogna cal-colare almeno 1.200 euro, sen-za dimenticare gli accessori, a cominciare dai nasi fi nti. Sono state comprati un milione di parrucche, 2,15 milioni di cap-

pelli e 6,7 milioni di completi per il make-up.

Naturalmente alberghi, oste-rie e chioschi di salamini fanno affari d’oro, diffi cili da calcola-re, ma per salsicce e dolciumi si calcola che la spesa superi i 460 milioni di euro; i boccali di bir-ra scolati sono almeno 300 mila. Per i trasporti si arriva a 160 mi-lioni. I conti per quest’anno, ov-viamente, non sono ancora stati fatti, ma si dovrebbero sfi orare i 2 miliardi. Ormai la crisi è alle spalle, almeno da queste parti, e si spende a cuor leggero.

Un affare per poche regioni. Nel Nord puritano e luterano il Carnevale non viene festeg-giato, al contrario delle regioni con tradizione cattolica come la Renania e la Baviera. Le città che incassano di più sono Colo-nia e Düsseldorf, a cui va il 43% del fatturato, seguite da Ma-gonza, in Renania Palatinato. A Monaco resta il 13%. Grazie al trasloco della capitale dalla renana Bonn a Berlino, il Car-nevale è emigrato anche in riva alla Sprea, ma lì rimane un fe-nomeno marginale.

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Gli Stati Uniti lanciano l’allarme: serve ur-gentemente un dima-grimento dell’esercito

afghano. Costa troppo e gli or-ganici vanno tagliati di 124 mila uomini entro il 2017. Una volta che le truppe della coalizione internazionale se ne saranno andate, tra un paio d’anni, sarà impossibile farlo funzionare ef-ficacemente.

Il generale John Allen, a capo delle forze armate Usa e Nato nel paese asiatico, spiega che, al ritmo di formazione attuale, in maggio i membri dell’esercito di Kabul arriveranno a quota 352 mila. Ma bisogna far sì che le truppe corrispondano ai bisogni reali del paese e, soprattutto, che esse possano funzionare autono-mamente in futuro.

Il luogotenente generale ame-

ricano Daniel Bolger ha detto che si è lavorato su un piano di sicurezza che costerà 4,1 mi-liardi di dollari (3,1 mld euro) all’anno dopo la partenza della Nato. Bisognerà passare da 352 a 228 mila effettivi: un numero suffi ciente per eseguire i compiti di sicurezza. A questi 228 mila si aggiungeranno 30 mila addetti di polizia locale: piccole milizie di villaggio che però, secondo alcuni critici, fi niranno per di-fendere altri interessi rispetto a quelli della nazione afghana. Inoltre 15 mila guardie private dovranno occuparsi di compiti che prima erano affi dati a socie-tà straniere, soprattutto ameri-cane. Su 4,1 miliardi di dollari, gli Usa ne garantirebbero tra 2,1 e 2,5. Il resto sarebbe suddi-viso tra i paesi dell’alleanza.

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Per gli Usa bisogna ridurre gli organici

Esercito afghano troppo costoso

Un omaggio alla New York degli anni 30 e alla fotografa Bere-nice Abbott (1898-

1991) che l’ha immortalata in tante fotografie. È quello che propone la mostra allestita a Parigi, al Jeu de paume, aperta fino al 29 aprile. Abbott, pionie-ra della fotografia documentaria americana, offre immagini che emergono dall’anonimato e spic-cano per la forza espressiva.

Prima tappa del percorso artistico di Abbott sono stati i ritratti umani: foto di volti e persone che diventano, secondo gli addetti ai lavori, vere radio-grafi e parlanti: da James Joy-ce a Walker Evans a Peggy Guggenheim. Poi il passaggio alla raffi gurazione delle città, in particolare la Grande Mela. La sua rappresentazione al buio del 1932 (Veduta notturna, New York) è da cineasta. Guardando il grattacielo dall’alto serve a in-seguire la civilizzazione ameri-cana all’opera.

L’anno seguente la fotografa immortala Wall Street, tempio della fi nanza e sede della borsa. Poi le case della Quinta Strada. Il suo libro Changing New York (New York che cambia) diventa nel 1939 una guida di viaggio per l’Expo che si tiene nella me-tropoli.

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Omaggio del museo parigino Jeu de paume a Berenice Abbott

La New York anni 30 fotografata da una donna

Militari afghani

Veduta notturna, New York (1932)

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22 Venerdì 24 Febbraio 2012

i di lDiritto

onin edicola co

& Fisco

Ieri in senato la risposta dello Sviluppo economico all’interrogazione del senatore Sangalli

Nessun balzello su tablet e pcCanone speciale Rai solo su tv a segnale satellitare o terrestre

DI MATTEO RIGAMONTI

Niente tassa sul pos-sesso di pc, tablet e smartphone per im-prese e professionisti.

Sulla vicenda del pagamento degli abbonamenti «speciali» restano solo da stabilire le eventuali responsabilità della Rai. Alla fi ne la tanto attesa risposta del governo è arriva-ta. Il pagamento del canone è relativo «solo al servizio di radiodiffusione», ha dichia-rato ieri in senato Massimo Vari, sottosegretario allo Svi-luppo economico, rispondendo oralmente all’interrogazione presentata in aula martedì scorso da un gruppo di sena-tori di ogni schieramento con Gian Carlo Sangalli primo fi rmatario. Pertanto, non è pos-sibile includere altre forme di distribuzione del segnale au-dio/video, come, per esempio, web radio, web tv e altre forme che sono basate, come dicono i tecnici, su «portanti fi sici di-versi». Sono dunque esclusi dal pagamento del canone speciale i personal computer, fi ssi o por-tatili, i tablet, come gli iPad, e gli smartphone, cioè tutti quegli strumenti che di per sé consentono la connessione alla rete internet, ma che possono anche essere utilizzati come semplici strumenti di lavoro. E non per vedere i programmi

della televisione pubblica.Nella risposta (riportata

a lato in pagina) si precisa inoltre che l’obbligo di paga-mento del canone speciale per imprese e società sul possesso di televisori è da intendersi «nei limiti sopra accennati». Il governo peraltro si rende disponibile a stabilire le even-tuali responsabilità di viale Mazzini in merito alle lette-re di sollecitazione inviate conseguentemente all’entra-ta in vigore dell’art. 17 della manovra Monti, dl 201/2011. Le missive infatti chiedevano esplicitamente il pagamento del canone sui dispositivi in questione «indipendentemen-

te dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti» (si veda Ita-liaOggi del 21 febbraio).

«Alla fine il governo ha fat-to chiarezza», ha commentato Sangalli soddisfatto: «ha spie-gato quali apparecchi vadano assoggettati al pagamento del canone e ha evidenziato che le pretese della Rai andava-no ben oltre quello che la Rai poteva chiedere». Sangalli, che ora resta in attesa della risposta scritta all’interroga-zione presentata in senato, ha poi aggiunto: «Credo che la televisione pubblica debba chiedere scusa: sarebbe un atto di civiltà».

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La questione sta in questi termini. La normativa in esame porta a riferire il pagamento del canone solo al servizio di ra-diodiffusione. Pertanto, non è possibile includere altre forme di distribuzione del segnale audio/video, per esempio web radio, web tv, altre forme che sono basate, come dicono i tecnici, su portanti fi sici diversi. In linea generale sono quindi esclusi i personal computer, fi ssi o portatili, i tablet come gli «iPad» e gli smartphone, cioè gli strumenti suscettibili di per sé, in linea di principio, di connessione alla rete internet. È però ne-cessario, per essere più chiari, qualche ulteriore specifi cazione tecnica. In altre parole dobbiamo circoscrivere il campo degli apparecchi soggetti al pagamento del canone a quelli utili alla ricezione dei segnali televisivi su piattaforma terrestre e su piattaforma satellitare. Tali apparecchi sono quelli carat-terizzati da un sintonizzatore che ha la funzione essenziale di prelevare il segnale di antenna nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione e la capacità autonoma di erogare il servizio di radiodiffusione o, come veniva chiamato nel regio decreto testè citato, di radioaudizione. Devo dire che abbiamo trovato la Rai già in linea con questa interpretazione, tanto che essa si è impegnata a fare tutte le necessarie azioni di chiarimento in questo senso. Quanto all’articolo 17 del cosiddetto decreto salva-Italia, con il quale è stato introdotto l’obbligo per le im-prese e le società di indicare nella dichiarazione dei redditi il numero dell’abbonamento speciale alla radio e alla televisione e la categoria di appartenenza, va da sé che tale obbligo ricorre nella misura in cui sussiste il correlativo obbligo di pagare il canone speciale nei limiti sopra accennati. Concludo sulla richiesta di chiarire eventuali responsabilità sulla diffusione di queste notizie da parte della Rai. Il Governo ne prende atto e si rende disponibile per stabilire se e in quale misura tali responsabilità sussistano.

*la risposta di Massimo Varisottosegretario allo sviluppo economico

LA RISPOSTA DEL GOVERNO*

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23Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Rischia una sanzione disciplinare l’av-vocato che percepisce un acconto senza rilasciare ricevuta. Se la cava con l’av-vertimento se non ha mai ricevuto altre contestazioni. Lo hanno sancito la sezioni unite civili della Corte di cassazione che, con la sentenza n. 2703 del 23 febbraio, ha confermato la misura dell’avvertimento a carico di un legale che aveva percepito 60 euro di acconto senza rilasciare ricevuta. In particolare l’atteggiamento del difen-sore, ad avviso del cliente, non era stato dei migliori. Il professionista sulle prime si era infatti rifi utato di fi ssare un appunta-mento per chiarimenti dopo aver ricevuto

dal cliente dei documenti importanti. Non solo. Aveva percepito dall’assistito, in un incontro successivo, 600 euro a titolo di acconto per i quali non aveva rilasciato ricevuta. Per questo l’Ordine di Trani l’ha sanzionato con l’avvertimento, anche perché, aveva motivato, il difensore non si era mai imbattuto in procedimenti disci-plinari. Ora il Massimo consesso di Piazza Cavour ha reso defi nitiva la misura. D’altronde, ha motivato la Cassazione, il legale non ha mai forni-to valide spiegazioni cir-ca l’accaduto, in quanto il

professionista si era limitato a dire che a seguito della ritrattazione del cliente, che aveva negato i rapporti di prestazione pro-fessionale, l’omessa fatturazione era rima-sta priva di ogni consistenza fattuale, «po-teva perciò ritenersi incontestata al pari, d’altronde, della commissione dell’illecito da parte dell’avvocato». Un giustifi cazio-ne insuffi ciente secondo i giudici di Piazza

Cavour. In defi nitiva ora il legale dovrà «scontare» l’avvertimento. Il verdet-to è ormai defi nitivo.

Debora Alberici© Riproduzione riservata

Sanzionato il legale che non rilascia la ricevuta sull’acconto

DI DEBORA ALBERICI

D’ora in avanti in caso di genitore accusato di altera-zione di stato, magari perché ha dichiarato il fi glio come naturale sapendolo legitti-mo, la potestà non si perde automaticamente ma il giudi-ce può riservarsi di decidere diversamente. Può stabilire, cioè, se sussiste o meno un pregiudizio per l’interesse morale e materiale del bam-bino. Lo ha stabilito la Corte costituzionale che, con sen-tenza 31 di ieri, ha dichia-rato l’illegittimità dell’art. 569 c.p., nella parte in cui stabilisce che, in caso di condanna pronunciata con-tro il genitore per il delitto di alterazione di stato, pre-visto dall’art. 567, c. 2, c.p., consegua di diritto la perdi-ta della potestà genitoriale, così precludendo al giudice ogni possibilità di valutazio-ne dell’interesse del minore nel caso concreto. Insomma ad avviso dei giudici a questo reato non va collegato alcun automatismo sulla perdita della potestà genitoriale che potrà d’ora in poi esse-re pronunciato solo dopo che il giudice avrà valutato il pregiudizio per il bambino. A pesare sulla bilancia anche le norme internazionali che hanno sempre come obietti-vo primario il bene del mino-re. In sentenza si legge sul punto che «nell’ordinamen-to internazionale è principio acquisito che in ogni atto co-munque riguardante un mi-nore deve tenersi presente il suo interesse, considerato preminente. E non diverso è l’indirizzo dell’ordinamento interno, nel quale l’interesse morale e materiale del mi-nore ha assunto carattere di piena centralità, special-mente dopo la riforma attua-ta con legge 19 maggio 1975, n. 151 (Riforma del diritto di famiglia), e dopo la riforma dell’adozione realizzata con la legge 4 maggio 1983, n. 184 (Disciplina dell’adozione e dell’affi damento dei minori), come modifi cata dalla legge 28 marzo 2001, n. 149, cui hanno fatto seguito una se-rie di leggi speciali che han-no introdotto forme di tutela sempre più incisiva dei diritti del minore». In altri termini, è evidente che la potestà ge-nitoriale, se correttamente esercitata, risponde all’ inte-resse morale e materiale del minore, il quale, dunque, è inevitabilmente coinvolto da una statuizione che di quella potestà sancisca la perdita.

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Page 18: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

24 Venerdì 24 Febbraio 2012 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Cassazione: se c’è fuga di informazioni si può licenziare

Mail sotto controlloPer i dipendenti presunti infedeli

DI DEBORA ALBERICI

L’azienda può controllare la posta elettronica del dipendente sospettato di infedeltà e, se nelle

mail trova la divulgazione di informazioni riservate può li-cenziarlo. Insomma, è un dirit-to del datore esercitare il potere di verifi ca «ex post». È quanto affermato dalla Corte di cas-sazione che, con la sentenza n. 2722 del 23 febbraio 2012, ha respinto il ricorso di un dirigen-te di banca contro la sentenza della Corte d’appello di Brescia che legittimava il licenziamento fondato su informazioni raccolte in seguito a un controllo nella posta elettronica aziendale.

La Corte emiliana ha ritenuto non contrastante con l’articolo 4 dello statuto dei lavoratori l’ispe-zione della posta elettronica del dipendente, in quanto diretto ad accertare ex post, successivamen-te, «una condotta attuata in viola-zione degli obblighi fondamentali di fedeltà e riservatezza e postasi in contrasto con l’interesse del datore». Da quanto ricostruito in sentenza il dirigente avrebbe vio-

lato, con «piena consapevolezza soggettiva», l’obbligo di segretezza e correttezza imposto a tutti i la-voratori e fi ssato dall’articolo 2104 del codice civile, dal regolamento interno e dal codice deontologico, assumendo un comportamento lesivo, nato da un abuso della sua alta posizione professionale. La sezione lavoro, al riguardo, ha confermato la legittimità del con-trollo effettuato dal datore sulla posta elettronica aziendale, in quanto, hanno spiegato i giudici, l’accertamento è stato compiuto ex post, «ossia dopo l’attuazione del comportamento imputato al dipendente, quando erano emer-si elementi di fatto tali da avviare un’indagine retrospettiva: è stata fatta un’attività di controllo sulle strutture informatiche aziendali che prescindeva dalla pura e sem-plice sorveglianza sull’esecuzione della prestazione lavorativa de-gli addetti ed era, invece, diretta ad accertare la perpetrazione di eventuali comportamenti illeciti, poi realmente riscontrati». Di più. In sentenza si legge inoltre che «il controllo difensivo, in altre parole, non riguardava l’esatto adempi-mento delle obbligazioni discen-

denti dal rapporto di lavoro, ma era destinato ad accertare un com-portamento che poneva in pericolo la stessa immagine dell’azienda presso i terzi: in questo caso entra-va in gioco il diritto del datore di lavoro di tutelare il proprio patri-monio, che era costituito non solo dal complesso dei beni aziendali, ma anche dalla propria immagine esterna presso il pubblico».

La sentenza depositata ieri è una voce fuori dal coro rispetto a una giurisprudenza orientata verso la censura del controllo del-le mail dei lavoratori. Fra le sen-tenze depositate dalla Cassazione, la n. 4375 del 2010 affermò che il datore di lavoro non può control-lare con delle apparecchiature elettroniche gli accessi a internet e alla posta elettronica fatti dai dipendenti. Non solo. Qualche ac-cesso al web per motivi personali non è suffi ciente per giustifi care il licenziamento.

© Riproduzione riservata

Legittimo l’accertamento induttivo a carico dell’impresa che pur avendo un notevole volume d’affari ha un ritorno sugli investimenti «infi mo». Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza n. 2613 del 22 febbraio 2012, ha respinto il ricorso di una commerciante che aveva ricevuto un accer-tamento induttivo con il quale venivano applicate delle per-centuali di ricarico dell’89% nei periodi normali e del 43% nei periodi di saldi. L’uffi cio aveva contestato alla contribuente di aver fatto grossi investimenti a fronte di un ritorno troppo basso. In proposito la sezione tributaria ha considerato cor-retta la decisione della Ctr del Lazio che ha esposto con quale sia il fondamento di legittimità del metodo induttivo usato: «l’ispezione», afferma, «ha rilevato l’incongruità della percen-tuale di ricarico dichiarata, nonché la scarsa aderenza alla realtà commerciale di un esercizio commerciale con notevole volume d’affari (anche superiore al miliardo di lire) con un ritorno sugli investimenti addirittura infi mo (con percentuali inferiori al 3%) tale da essere ottenuto anche con investimenti a molto minor rischio». E hanno aggiunto gli Ermellini: «Non si comprende quale sia la pulsione di un imprenditore movi-mentare capitali ingenti per ottenere rendimenti inferiori a quelli di un investimento in titoli di stato». Questa ordinanza si incardina nel fi lone giurisprudenziale che boccia tutte le attività antieconomiche dell’imprenditore contestando, in alcuni casi, in virtù del principio sull’elusione fi scale, ogni operazione sospetta. Nel 2010, con la sentenza n. 3542 un altro collegio della sezione tributaria della Suprema corte aveva sancito la legittimità dell’accertamento induttivo fondato sul maggior reddito di un commerciante accertato sul listino dei prezzi esposti al pubblico. In quell’occasione i giudici avevano richiamato il principio generale per cui «in tema di accerta-mento dell’Iva il ricorso al metodo induttivo è ammissibile anche in presenza di una contabilità formalmente regolare, ai sensi dell’articolo 54 del dpr 26 ottobre 1972 n, 633, il quale autorizza l’accertamento anche in base ad «altri documenti» o «scritture contabili» o ad «altri dati e notizie».

Debora Alberici© Riproduzione riservata

Sugli investimenti sospettiè legittimo l’accertamento

In merito all’articolo comparso su ItaliaOggi del 21 febbraio scorso, dal titolo «Se il Consiglio di stato non molla sulle liste», a firma di Carlo Forte, in cui si evidenzia una contraddizio-ne fra l’Adunanza plenaria, che ha escluso la giurisdizione amministrativa nella materia, e la decisione in questione, si ritiene utile far presente che il difetto di giurisdizione non è stato esaminato dalla Sesta sezione perché non sollevato in appello; per quanto riguarda il merito, in effetti esiste una giurisprudenza oscillante, ma sul punto la Sezione ha am-piamente motivato.

Cynthia Canti, Capo Ufficio Stampadel Segretariato generale

della Giustizia amministrativa

LETTERA

Le liste e il Cds

Il Gruppo Alticor, di cui fa parte Amway, leader mondia-le nel settore vendita diretta, ha annunciato un fatturato 2011 a livello globale superio-re a 10,.9 miliardi di dollari (pari a 8,2 miliardi di euro), con un incremento del 17% rispetto ai 9,2 miliardi di dollari fatturati nel 2010. Lo scorso anno è il sesto consecu-tivo di crescita per l’azienda, che ha chiuso il fatturato con segno positivo in 11 degli ultimi 12 anni. Amway è in crescita di vendite in nove dei propri dieci mercati di punta: Cina, India, Corea, Malesia, Russia, Thailandia, Taiwan, Ucraina e Stati Uniti. Anche il Giappone ha registrato una crescita netta nonostante ter-remoto e tsunami.

Sicurezza e formazione sul lavoro, sindacati e imprese

si incontrano. L’Ebicc, l’ente bilaterale fra Confimpresa Italia e il Cse (Confederazione indipendente sindacati euro-pei) preposto a gestire appren-distato e sicurezza sul lavoro, ha indetto un convegno sui temi della sicurezza sul la-voro e della formazione sulla stessa e possibili contratti di apprendistato. Il convegno si terrà oggi dalle 15 alle 17 presso The Hub Hotel in via Privata Polonia 10 Milano.

La gestione strategica del board aziendale. L’Associazio-ne dei dottori commercialisti e degli esperti contabili delle Tre Venezie organizza oggi a Padova, dalle 9 alle 13.30, il seminario «Sviluppare cresci-ta e professionalità nei board aziendali».

© Riproduzione riservata

BREVI

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25Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24I M P O S T E E TA S S E

Cassazione sul sistema di prelievo su base mondiale

Tasse pagate in locoÈ decisiva la sede amministrativa

DI DEBORA ALBERICI

Stretta della Suprema corte sulla tassazione su base mondiale, co-siddetta world-wide.

Infatti, paga le imposte in Ita-lia l’azienda che, pur avendo sede legale e oggetto sociale all’estero, ha nel Belpaese la sede amministrativa.

Lo ha sancito la terza sezio-ne penale della Corte di cassa-zione con la sentenza n. 7080 del 23 febbraio 2012.

Dunque, ad avviso del Su-prema collegio in questa ipote-si va applicato l’articolo 73 del Tuir e cioè il principio per cui «una società che abbia la sede amministrativa in Italia è sog-getta a tassazione world wide (tassazione su base mondiale), anche se la propria sede lega-le o il proprio oggetto sociale sono fi ssati all’estero».

La motivazione risponde al principio generale secondo cui con riferimento alle per-sone giuridiche la nozione di

residenza fisca-le è stabilita

dall ’art . 5 comma 3 de l Tuir ed è r i -presa con riferimen-

to ai sog-getti passivi

dell’Ires, se-condo cui, ai fi ni

delle imposte sui redditi, si considerano residenti in Italia le società e gli enti che, per la maggior parte del periodo di imposta, hanno la sede lega-le o la sede amministrativa o l’oggetto principale nel terri-torio dello Stato.

Dunque la terza sezione pe-nale ha confermato il sequestro dei beni di un armatore che navigava con bandiera porto-ghese, in relazione all’omessa dichiarazione dei redditi san-cita dall’articolo 5 del dlgs 74 del 2000. In sostanza l’azienda aveva la sede legale e l’oggetto sociale all’estero ma, di fatto, il centro dei suoi interessi, per usare la parole dei giudici, la sede amministrativa era a Brindisi.

Per questo d’ora in avanti dovrà presentare la dichiara-zione e i suoi redditi verranno regolarmente tassati. Va in-fatti considerato che l’attività principale e sostanziale di una società si concretizza nella sua gestione amministrativa, nel-la programmazione di tutti gli atti necessari affi nché il fi ne sociale venga raggiunto, nel-la organizzazione economico-fi nanziaria della stessa, e non nella esplicazione materiale degli obblighi contrattuali as-

sunti, con la prestazione dei relativi servizi, approntati, in questo caso, per il rimorchio di altura e per la assisten-za a piattaforme petrolifere nell’Oceano Atlantico.

Fra l’altro la questione non è poi così pacifi ca: la Procura

generale della Suprema corte, nell’udienza tenutasi al Palaz-zaccio lo scorso 24 gennaio, ha chiesto al Collegio di legittimi-tà di annullare con rinvio la misura disposta dal Tribunale di Brindisi.

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Primo disco verde della Commissione Giustizia della Came-ra al divorzio breve: respinti tutti gli emendamenti resta sul tappeto l’ipotesi del relatore Maurizio Paniz di ridurre da tre a un anno il periodo di separazione che consente il divorzio per coppie senza fi gli o con prole in eta’ adulta. Distanza che si allunga a due anni di fronte alla presenza di fi gli minorenni. Per dare formale mandato al relatore si attendono ora i pareri delle commissioni competenti, poi la parola passerà all’Aula di Montecitorio.

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha defi nito ieri le linee di indirizzo per il confronto di merito con il Governo sul nuovo Patto per la Salute (2013-2015). Si punta ad assicurare i livelli essenziali di assistenza (Lea), l’appro-priatezza dei servizi e la garanzia dei relativi fi nanziamenti.

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26 Venerdì 24 Febbraio 2012 I M P O S T E E TA S S E

Attilio Befera, Entrate, in audizione alla camera ha tratteggiato l’incremento del ruolo degli enti

Lotta all’evasione, tocca all’AnciL’associazione dei comuni unico interlocutore sui dati

DI STEFANO SANSONETTI

Sulla lotta all’evasione fiscale, male endemico del sistema Italia che ogni anno inghiotte 120

miliardi di euro, Attilio Befera getta la palla nel campo dell’An-ci. Secondo il direttore dell’Agen-zia delle entrate, che ieri di buon mattino ha affrontato un’audi-zione in commissione di vigi-lanza sull’anagrafe tributaria, è arrivato il momento che l’Asso-ciazione dei comuni si organizzi

per diventare l’unico interlocu-tore a cui l’amministrazione fi -nanziaria può fare riferimento per avere accesso a dati certi e qualitativamente inattaccabi-li. Insomma, non più soltanto sindacato dei comuni nostrani, ma anche attore fondamentale nella strategia di contrasto ai furbetti del fi sco. Anche perché, con le norme che già in passato hanno riconosciuto la possibilità di pagare a rate i debiti fi scali e hanno ammorbidito l’utilizzo selvaggio delle ipoteche, e con quelle che in futuro potrebbero aggiungersi nella stessa direzio-ne, i recuperi di risorse da parte di Equitalia risultano minaccia-ti. Per questo Befera cerca alle-anze e collaborazioni nel mondo dei sindaci, depositari dei segre-ti fi scali dei loro municipi. Tutto questo in un momento in cui il governo si aspetta che gli 11,5 miliardi di euro recuperati nel 2011 possano in qualche modo aumentare, per alleggerire poi il carico fi scale sui contribuenti. Obiettivo diffi cile, in un conte-sto in cui rimane essenziale il conseguimento del pareggio di bilancio nel 2013 e in cui la stes-sa Equitalia ha dovuto affron-tare un faticoso processo di ra-zionalizzazione per consolidare all’interno di tre grandi società i risultati fi nanziari non certo virtuosi fatti registrare dalle precedenti società controllate. Davanti alla commissione pre-sieduta da Maurizio Leo, Befera è stato chiaro. «L’Anci può svol-gere un ruolo di coordinamento e messa in sicurezza dei dati fi scali in possesso dei comuni», ha detto davanti a deputati e se-natori, «per garantire per questa via lo scambio di informazioni con l’amministrazione». Del resto, ha proseguito il direttore dell’Agenzia delle entrate, ma

anche presidente di Equitalia, «parlare e scambiare informa-zioni con 8 mila comuni, di cui 5 mila di piccole dimensioni, o parlare solo con l’Anci non è la stessa cosa». Certo, bisogna poi vedere se l’associazione, adesso presieduta da Graziano Delrio,

abbia la voglia e le capacità di ricalibrarsi come collettore unico e garante dei dati in pos-sesso dei municipi italiani. Di certo per Befera, concetto che è stato ribadito ieri, la colpa della cattiva immagine che si è fatta Equitalia nel tempo è da ascri-

vere proprio ai comuni. «Non tutti gli enti sono aggiornati sui propri dati», ha argomentato sul punto, «ed Equitalia ha fi ni-to per risentire di queste ineffi -cienze riscontrabili nelle banche dati». Sulle voci di superamento di alcune funzioni della Sogei, la

società che custodisce 41 milio-ni di dichiarazioni fi scali, e su quella di una razionalizzazione delle Agenzie fi scali, Befera ha glissato spiegando che si tratta di decisioni che riguardano i ver-tici del ministero.

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Avviso sulle modalità di adempimento dell’obbligo di acquisto ai sensi dell’articolo 108, secondo comma,del D. Lgs. n. 58 del 24 febbraio 1998, come successivamente modificato ed integrato, (“TUF”)

OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTOVOLONTARIA TOTALITARIA

ai sensi degli articoli 102 e seguenti del TUF avente ad oggetto azioni ordinarie di

GRUPPO MINERALI MAFFEI S.P.A.

OFFERENTI

INIZIATIVE MINERARIE S.R.L.e

PAVIM S.R.L.

CONSULENTE FINANZIARIO DEGLI OFFERENTI E INTERMEDIARIO INCARICATO DEL COORDINAMENTO

DELLA RACCOLTA DELLE ADESIONI

GLOBAL INFORMATION AGENT

Iniziative Minerarie S.r.l. e Pavim S.r.l. (“Offerenti”) comunicanoche, successivamente alla conclusione, avvenuta in data 16 di-cembre 2011, dell’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitariapromossa dagli Offerenti ai sensi degli articoli 102 e seguenti delTUF (“Offerta”) avente ad oggetto massime n. 1.270.592 azioniordinarie di Gruppo Minerali Maffei S.p.A. (“Azioni” e “Emittente”)incluse le n. 203.426 azioni proprie dell’Emittente, pari al 21,176%del capitale sociale dell’Emittente, quotate sul Mercato TelematicoAzionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., prive del-l’indicazione del valore nominale, pari alla totalità delle Azioni emes-se dall’Emittente alla data di pubblicazione del documento di of-ferta approvato da Consob con delibera n. 18003 del 18 novembre2011 e pubblicato in pari data (“Documento di Offerta”) dedottecomplessive n. 4.729.578 azioni ordinarie di Gruppo Minerali Maf-fei S.p.A. (pari al 78,824% del capitale sociale), già nella titolaritàdegli Offerenti alla medesima data, questi ultimi sono venuti a de-tenere, alla data di pagamento del Corrispettivo, una partecipazio-ne pari al 90,085% del capitale sociale dell’Emittente, corrispon-dente a n. 5.405.225 Azioni, di cui: (i) 4.729.578 Azioni (pari al78,824% del capitale sociale), già nella titolarità degli Offerenti alladata di pubblicazione del Documento di Offerta; (ii) n. 629.695 Azioniportate in adesione all’Offerta (incluse le n. 203.426 azioni propriedell’Emittente) che rappresentano il 10,495% del capitale socialedell’Emittente; e, (iii) n. 45.952 Azioni, corrispondenti allo 0,766%

del capitale sociale dell’Emittente acquistate dagli Offerenti diret-tamente sul mercato nel corso dell’Offerta.

Essendosi verificati i presupposti di legge, come dichiarato nelDocumento di Offerta, gli Offerenti intendono adempiere all’obbli-go di acquisto ai sensi dell’articolo 108, secondo comma, del TUF(“Obbligo di Acquisto”) con riferimento alla totalità delle Azioniancora in circolazione - pari a n. 594.945 Azioni e corrispondenti al9,915% del capitale sociale dell’Emittente (“Azioni Residue”) -,attraverso la procedura concordata con Consob e Borsa ItalianaS.p.A. (“Procedura”), nei termini di seguito indicati.

Tutti i termini utilizzati nel presente avviso con la lettera maiuscola,ove non diversamente precisato, hanno il medesimo significatoattribuito agli stessi nel Documento di Offerta. Si veda il Glossarioposto all’inizio del Documento di Offerta.

CORRISPETTIVO PER L’ADEMPIMENTO DELL’OBBLIGO DIACQUISTOIl prezzo per ciascuna Azione Residua che gli Offerenti corrispon-deranno ai rispettivi titolari sarà pari ad Euro 4,00, come determi-nato da Consob, ai sensi del combinato disposto degli articoli 108,quarto comma, del TUF e 50, quinto comma, del RegolamentoEmittenti, con provvedimento n. 18112 del 22 febbraio 2012, co-municato agli Offerenti in data 22 febbraio 2012 e reso noto almercato con comunicato stampa del 23 febbraio 2012, (“Prezzo”).

Attilio Befera

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27Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24I M P O S T E E TA S S E

Rimborsi dell’Irap forfettaria cer-cansi. Mentre la nuova deducibili-tà analitica dell’Irap prevista dalla manovra Monti fa prospettare la possibilità di nuovi rimborsi, negli ultimi giorni allo studio del governo, i contribuenti si interrogano sull’esito delle richieste di rimborso dell’Irap forfettaria presentate con il click day «regionalizzato» del novembre-dicembre 2009. L’articolo 6 del dl n. 185/2008, nell’introdurre la parzia-le deducibilità ai fi ni Irpef/Ires del

10% di Irap, aveva infatti previsto la possibilità di recuperare le maggio-ri imposte sui redditi versate negli esercizi precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2008 per effetto del mancato scomputo dell’Irap.

All’indomani della presa visione che nel testo del decreto-legge sulle semplifi cazioni tributarie all’esame del consiglio dei ministri di oggi po-trebbe trovare spazio una disposizio-ne del tutto analoga a quella intro-dotta dall’articolo 6 del dl 185/2008,

lettori e professionisti si rivolgono a ItaliaOggi per chiedere lumi circa lo stato di avanzamento delle richieste di rimborso prodotte nel 2009.

«Prima di cimentarsi in nuove istanze», precisa Daniele, commer-cialista di Pisa, «sarebbe interessan-te capire la sorte di quelle presen-tate oltre due anni fa relative alla mancata deducibilità limitata al solo 10% dell’imposta forfettariamente riferita agli interessi passivi ed al costo del lavoro».

Sulla stessa linea Francesco, com-mercialista di Milano, che rileva come «in studio abbiamo valutato immediatamente la possibilità di presentare istanze per il rimborso delle maggiori imposte dirette pa-gate dai nostri clienti alla luce della manovra Monti. Ma ci siamo anche da subito chiesti che fi ne avessero fatto le istanze presentate nel 2009 a seguito delle disposizioni del dl n. 185/2008». Considerazioni analoghe a quelle di un professionista di Novara

che sottolinea come «delle numerose posizioni pre-sentate all’amministra-zione finanziaria attra-verso il click day, sebbene per importi mediamente abbastanza bassi, ad oggi non è stato ricevuto alcun rimborso».

Intanto, in attesa di se-gnali e di sblocco dei pa-gamenti delle istanze ex dl n. 185/2008, ecco che il pacchetto di misure sulle semplifi cazioni tributarie predisposto dall’esecutivo rilancia. In cantiere c’è una norma che va a mo-difi care l’articolo 2 del dl n. 201/2011 e demanda a un provvedimento del di-rettore dell’Agenzia del-le entrate le modalità di presentazione delle istan-ze di rimborso relative alle annualità preceden-ti all’esercizio in corso al 31 dicembre 2012 (si veda ItaliaOggi del 21 febbra-io scorso). Naturalmente ai fi ni della possibilità di presentare domanda è ne-cessario tenere conto del termine di decadenza di 48 mesi previsto per la re-stituzione dei versamenti diretti dall’articolo 38 del dpr n. 602/1973.

Se tale misura verrà confermata si aprirà una nuova stagione di richie-ste di rimborso. Richieste che stavolta, al contrario di quanto avvenuto con l’introduzione della de-duzione Irap in misura forfettaria, potrebbero essere di importo deci-samente più sostanzioso. Soprattutto laddove il valore della produzione ai fi ni Irap è costituto in buona percentuale dal co-sto del lavoro. Forse an-che le ragioni di gettito hanno indotto il Diparti-mento affari giuridici e le-gislativi di palazzo Chigi a esprimere riserve sulla norma. Dubbi che hanno portato i tecnici del Di-partimento delle fi nanze a riformulare la disposi-zione nelle ultime ore.

Si ricorda infi ne che la legittimità costituzionale della deducibilità forfe-taria del 10% dell’Irap è stata già oggetto di diver-si rinvii alla Consulta da parte di diverse commis-sioni tributarie (l’ultima, il 21 dicembre 2011, è sta-ta la Ctr Lombardia).

Andrea Bongi e Valerio Stroppa

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CONTRIBUENTI IN ATTESA DEGLI IMPORTI DEL CLICK DAY REGIONALIZZATO DEL 2009

Rimborsi dell’Irap forfettaria cercansi

ColombiC&E

di Novara, in data 23 febbraio 2012, sul conto corrente n.IT42 B 05608 10100 000000025436 intestato alla stessaPavim S.r.l..

Banco Popolare Società Cooperativa – Divisione Banca Popolaredi Novara ha confermato che presso di essa, sui conti correnti vin-colati intestati agli Offerenti, è depositato il Controvalore Comples-sivo finalizzato al pagamento del Prezzo da parte degli Offerentiagli azionisti dell’Emittente titolari delle Azioni Residue alle quali siapplichi l’obbligo di acquisto, ai sensi dell’articolo 108, primo esecondo comma, del TUF, ed il diritto di acquisto, ai sensi dell’arti-colo 111 del TUF, a seconda del caso.

DIRITTO DI ACQUISTO AI SENSI DELL’ARTICOLO 111 DEL TUFNell’ipotesi in cui, ad esito della Procedura, gli Offerenti venisseroa detenere, anche per effetto di acquisti eventualmente effettuatisul mercato, direttamente o indirettamente, durante il Periodo diPresentazione delle Richieste di Vendita (e, quindi, entro le 17.30del 21 marzo 2012), una partecipazione almeno pari al 95% delcapitale sociale dell’Emittente, i medesimi Offerenti eserciterannoil diritto di acquisto ai sensi dell’articolo 111 del TUF (“Diritto diAcquisto”) e, contestualmente, adempiranno all’obbligo di acqui-sto ai sensi dell’articolo 108, primo comma, del TUF (“Obbligo diAcquisto ai sensi dell’articolo 108, primo comma, del TUF”). GliOfferenti eserciteranno il Diritto di Acquisto ed adempiranno al-l’Obbligo di Acquisto ai sensi dell’articolo 108, primo comma, delTUF, dando corso ad un’unica procedura (“Procedura Congiun-ta”) avente ad oggetto la totalità delle azioni ordinarie dell’Emitten-te ancora detenute dal mercato alla Data di Pagamento. Gli Offe-renti renderanno nota l’eventuale sussistenza dei presupposti perl’avvio della Procedura Congiunta in occasione della comunicazio-ne dei risultati provvisori della Procedura entro le 7.59 del giorno diborsa aperta successivo alla chiusura del Periodo di Presentazio-ne delle Richieste di Vendita, ove verranno fornite indicazioni cir-ca: (i) il quantitativo di Azioni Residue (in termini assoluti e percen-tuali), (ii) le modalità ed i termini con cui si darà corso alla Procedu-ra Congiunta e (iii) la tempistica della revoca dalla quotazione delleAzioni. Tali informazioni saranno successivamente confermate nel-l’avviso sui risultati definitivi della Procedura, pubblicato entro ilgiorno di borsa aperta precedente la Data di Pagamento, sul quo-tidiano “Italia Oggi” e, pertanto, entro il 23 marzo 2012. La Proce-dura Congiunta avrà efficacia il 30 marzo 2012. In tale data gliOfferenti procederanno alla formale comunicazione all’Emittente,ai sensi e per gli effetti dell’articolo 111, comma terzo, del TUF, diavvenuto deposito del prezzo di acquisto presso una banca. In taledata (i) la titolarità delle Azioni Residue verrà trasferita dagli azioni-sti titolari delle stesse agli Offerenti, (ii) Gruppo Minerali Maffei S.p.A.provvederà conseguentemente ad aggiornare il libro soci. Il corri-spettivo per le Azioni Residue rimanenti da corrispondere all’esitodella Procedura Congiunta sarà pari al Prezzo per le Azioni Resi-due.

DELISTING DI GRUPPO MINERALI MAFFEI S.P.A.Qualora, ad esito della Procedura, non venga raggiunta la sogliadel 95% del capitale sociale dell’Emittente, Borsa Italiana, ai sensidell’articolo 2.5.1., ottavo comma, del Regolamento di Borsa, di-sporrà la revoca dalla quotazione delle Azioni a decorrere dal 27marzo 2012, giorno di borsa aperta successivo alla Data di Paga-mento. In tale ultimo caso, gli azionisti dell’Emittente che non avran-no ceduto le proprie Azioni Residue nell’ambito della Procedura,diverranno titolari di azioni non quotate in alcun mercato regola-mentato con conseguenti difficoltà di liquidare in futuro il proprioinvestimento. Diversamente, nell’ipotesi in cui ad esito della Pro-cedura, gli Offerenti dovessero raggiungere (tenendo conto delleAzioni dell’Emittente già nella titolarità degli Offerenti) la soglia del95% del capitale sociale dell’Emittente e si dovesse dar corso allaProcedura Congiunta, ai sensi dell’articolo 2.5.1., ottavo comma,del Regolamento di Borsa, i titoli oggetto degli acquisti ai sensi dilegge saranno sospesi nelle sedute del 27 marzo, 28 marzo e 29marzo e revocati dalla quotazione a partire dalla seduta del 30 marzo2012.

* * * * * * * * * *Il presente avviso e la Scheda di Richiesta di Vendita saranno adisposizione del pubblico presso: la sede legale dell’Emittente, inNovara, Piazza Martiri della Libertà n. 4, la sede legale di IniziativeMinerarie S.r.l., in Novara, Piazza Martiri della Libertà n. 4, la sedelegale di Pavim S.r.l., in Biella, Via Pietro Micca n. 15, la sede diBorsa Italiana S.p.A., Milano, Piazza Affari n. 6, presso la sededell’Intermediario Incaricato del Coordinamento della Raccolta delleRichieste di Vendita (e, quindi, presso Banca Aletti & C. S.p.A. -Gruppo Banco Popolare, in Milano, Via Roncaglia n. 12,), e sul sitointernet dell’Emittente www.gruppomineralimaffei.it.

Novara, Biella, 24 febbraio 2012

In considerazione del numero delle Azioni Residue e dell’ammon-tare del Prezzo, il controvalore complessivo delle Azioni Residueoggetto dell’Obbligo di Acquisto è pari ad Euro 2.379.780,00 (“Con-trovalore Complessivo”).

Il Prezzo è soggetto all’imposta sui redditi di capitale secondo lavigente normativa fiscale; rimarranno, invece, a carico degli Offe-renti i costi di eventuali bolli e commissioni bancarie.

PERIODO DI PRESENTAZIONE DELLE RICHIESTE DI VENDITAIl periodo concordato con Borsa Italiana S.p.A. entro il quale gliOfferenti adempiranno all’Obbligo di Acquisto delle Azioni Resi-due, avrà inizio alle ore 8:30 del 27 febbraio 2012 ed avrà terminealle ore 17:30 del 21 marzo 2012 (“Periodo di Presentazione delleRichieste di Vendita”).

MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLE RICHIESTE DI VENDITAI titolari delle Azioni Residue che intendono richiedere agli Offeren-ti di acquistarle (“Azionisti Richiedenti”) dovranno farlo presen-tando l’apposita richiesta di vendita (“Richiesta di Vendita”). Inparticolare, gli Azionisti Richiedenti che intendono presentare unaRichiesta di Vendita dovranno consegnare l’apposita scheda(“Scheda di Richiesta”) entro l’ultimo giorno del Periodo di Pre-sentazione delle Richieste di Vendita (vale a dire, entro il 21 marzo2012), debitamente compilata in ogni sua parte e sottoscritta, al-l’Intermediario Incaricato del Coordinamento della Raccolta delleRichieste di Vendita (come definito di seguito) per il tramite degliintermediari presso cui sono depositate le Azioni Residue di loroproprietà (“Intermediari Depositari”). L’Intermediario Incaricato delCoordinamento della Raccolta delle Richieste di Vendita è BancaAletti & C. S.p.A. - Gruppo Banco Popolare, con sede legale inMilano, Via Santo Spirito, 14 (“Intermediario Incaricato del Coor-dinamento della Raccolta delle Richieste di Vendita”). Le AzioniResidue, al fine di poter essere vendute nell’ambito della Procedu-ra, dovranno risultare regolarmente iscritte e disponibili su un con-to titoli dell’Azionista Richiedente e da questi acceso presso unIntermediario Depositario. Inoltre dovranno essere libere da vincolidi ogni genere e natura - reali, obbligatori e personali - oltre cheliberamente trasferibili agli Offerenti. Infine, le Azioni Residue rive-nienti da operazioni di acquisto effettuate sul mercato potrannoessere apportate in adesione alla Procedura solo a seguito dell’in-tervenuto regolamento delle operazioni medesime nell’ambito delsistema di liquidazione.

DATA DI PAGAMENTO DEL PREZZO – TRASFERIMENTODELLA TITOLARITÀ DELLE AZIONI RESIDUE A FAVOREDEGLI OFFERENTIIl pagamento del Prezzo avrà luogo in contanti, il terzo giorno diborsa aperta successivo al termine del Periodo di Presentazionedelle Richieste di Vendita, e pertanto, il 26 marzo 2012 (“Data diPagamento”).

Il pagamento del Prezzo verrà effettuato per il tramite dell’Interme-diario Incaricato del Coordinamento della Raccolta delle Richiestedi Vendita, che trasferirà i fondi agli Intermediari Depositari, i qualia loro volta, pagheranno gli Azionisti Richiedenti titolari delle Azio-ni Residue in base alle istruzioni rilasciate dagli stessi. L’obbligodegli Offerenti di pagare il Prezzo alla Data di Pagamento si inten-derà assolto nel momento in cui le relative somme siano state tra-sferite agli Intermediari Depositari. Resta ad esclusivo carico degliAzionisti Richiedenti il rischio che gli Intermediari Depositari nonprovvedano a ritrasferire tali somme agli aventi diritto o ne ritardinoil trasferimento.

Contestualmente, alla Data di Pagamento, le Azioni Residue og-getto delle Richieste di Vendita verranno trasferite agli Offerenti sulconto deposito titoli degli stessi.

GARANZIE DI ESATTO ADEMPIMENTOGli Offerenti intendono far fronte alla copertura finanziaria del Con-trovalore Complessivo, pari ad Euro 2.379.780,00, facendo ricorsoa mezzi propri messi a disposizione in egual misura dagli stessiOfferenti.

A tal fine:

- Iniziative Minerarie S.r.l. ha depositato l’importo di Euro1.200.000, a titolo di garanzia di pagamento del Prezzo, pres-so Banco Popolare Società Cooperativa – Divisione BancaPopolare di Novara, in data 23 febbraio 2012, sul conto cor-rente n. IT42 B 05608 10100 000000025435 intestato alla stessaIniziative Minerarie S.r.l.;

- Pavim S.r.l. ha depositato l’importo di Euro 1.200.000, a ti-tolo di garanzia di pagamento del Prezzo, presso BancoPopolare Società Cooperativa – Divisione Banca Popolare

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28 Venerdì 24 Febbraio 2012 I M P O S T E E TA S S E

SEMPLIFICAZIONI FISCALI/ Oggi il decreto legge va all’esame del consiglio dei ministri

Black list, operazioni con il filtroNiente obbligo per le cessioni di importo fi no a 500 euro

DI FRANCO RICCA

Un fi ltro alle comunica-zioni delle operazioni Iva con soggetti «black list»: l’obbligo non sussi-

sterà più per le cessioni di beni e prestazioni di servizi di importo fi no a 500 euro. La novità è con-tenuta nella bozza del dl sulle semplificazioni fiscali oggi in consiglio dei ministri. Se la pre-visione sarà confermata, si avrà quindi un’apprezzabile riduzione dell’obbligo, soprattutto in rela-zione alle prestazioni di servizi di modesto importo frequentemente acquisite da soggetti passivi na-zionali presso fornitori situati in paesi black list, ad esempio un pranzo al ristorante in Svizzera o a San Marino. Occorre ricor-dare che l’ambito oggettivo della comunicazione introdotta dall’art. 1 del dl n. 40/2010 non comprende soltanto le operazioni territorial-mente rilevanti ai fi ni Iva in Ita-lia, o comunque soggette all’obbli-go di registrazione (es. prestazioni non territoriali art. 7-ter rese a committenti stabiliti in altri paesi membri); l’art. 3 del dm 5 agosto 2010 ha esteso l’obbligo anche

alle «prestazioni di servizi che non si considerano effettuate nel territorio dello stato agli effetti dell’imposta sul valore aggiun-to e che sono rese o ricevute nei confronti di soggetti passivi aven-ti sede, residenza o domicilio nei paesi cosiddetti black list», donde la rilevanza, ai fi ni dell’obbligo in esame, anche della prestazione di ristorazione acquisita all’estero (e non territoriale in Italia), ancor-ché di modesta entità, qualora si intenda imputare la spesa all’atti-vità economica. In questo quadro, la bozza di decreto in via di appro-vazione introduce una utile sem-plifi cazione, limitando l’obbligo della comunicazione in esame alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi di importo superiore a 500 euro. Al momento, non essen-do previsto nulla in ordine alla decorrenza della semplifi cazione in esame (che fi gura, nella boz-za, tra le disposizioni sulle quali non sono annotate riserve), ci si chiede se l’adempimento verrebbe meno in relazione alle operazioni di importo sotto soglia effettuate dopo l’entrata in vigore del prov-vedimento, oppure, in un’ottica di favore, anche per quelle effettua-

te prima, per le quali l’obbligo di trasmissione della comunicazione venga a scadere successivamen-te. Tra le varie semplifi cazioni, la bozza prevede pure una nor-ma di sanatoria permanente dell’omessa comunicazione pre-ventiva prescritta per la fruizio-ne di regimi fi scali opzionali o di benefi ci tributari (ad esempio la tassazione per trasparenza delle società di capitali). In particola-

re, la fruizione dei regimi speciali o dei benefi ci, pur in carenza di preventiva opzione, resterebbe valida qualora il contribuente: abbia i requisiti sostanziali per l’accesso al regime o al benefi cio fruito; effettui la comunicazione o esegua l’adempimento richiesto entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile; versi contestualmente l’importo della sanzione minima prevista

dall’art. 11, comma 1, del dlgs n. 471/97, ossia 258 euro. Il tutto subordinatamente alla condizio-ne che la violazione non sia stata già constatata e che non siano ini-ziati accessi, ispezioni, verifi che o altre attività amministrative di accertamento delle quali l’autore dell’inadempimento abbia avuto formale conoscenza. In ambito Iva, la previsione in esame do-vrebbe dare copertura a quella che è l’unica ipotesi in cui la scel-ta del contribuente deve essere manifestata preventivamente in modo esplicito e non attraverso il comportamento concludente, giu-sta disposizione dell’art. 2 del dpr n. 442/97, ovverosia l’opzione per il regime di liquidazione dell’Iva di gruppo. Attualmente, l’attiva-zione dell’Iva di gruppo è infatti condizionata all’opzione esplicita, mediante trasmissione del mo-dello Iva 26, entro il 16 febbraio dell’anno di riferimento, senza possibilità di rimediare all’omis-sione attraverso il comporta-mento concludente; con la nuova norma, invece, sarebbe possibile convalidare la scelta effettuando gli adempimenti descritti.

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DI SERGIO TROVATO

Prorogati i termini per presentare le domande di variazione catasta-le dei fabbricati rurali

strumentali e le comunicazioni d’inesigibilità dei ruoli agli enti creditori da parte di concessiona-ri e agenti della riscossione. L’art. 29 del milleproroghe (dl 216/2011, convertito ieri in legge dalla Ca-mera con 336 voti a favore, 61 con-trari e 13 astensioni dopo il voto di fi ducia), sposta più avanti il ter-mine per presentare le istanze per ottenere il cambio di categoria ca-tastale da parte degli agricoltori, fi ssato prima al 30/9/2011 e poi al 31 marzo, e considera regolari le domande di variazione presentate entro il 30/6/2012. Inoltre, consen-te a agenti della riscossione e ex concessionari-esattori di comu-nicare ai creditori l’inesigibilità delle somme entro il 31/12/2013 per tutti i ruoli consegnati fi no al 31/12/2010. Prima di quest’ultimo intervento normativo, il termine per l’adempimento era il 30/9/2012 per tutti i ruoli consegnati fi no al 30/9/2009. Arriva dunque la pro-roga anche per la presentazione delle domande d’inesigibilità dei ruoli agli enti creditori che in passato hanno riscosso le entra-te tramite cartella di pagamento. Equitalia e gli ex concessionari potranno comunicare ai creditori

l’inesigibilità delle somme entro il 31/12/2013 per tutti i ruoli con-segnati fi no al 31/12/2010. Tutta-via, l’art. 29 concede un ulteriore rinvio sia per la presentazione delle comunicazioni sia per ef-fettuare i controlli da parte degli enti creditori. Il termine ordinario triennale per i controlli da parte delle amministrazioni interessate decorre dall’1/1/2014. Per quan-to riguarda i fabbricati rurali (si veda ItaliaOggi di ieri) proroga-to al 30 giugno il termine per la presentazione delle domande di variazione catastale all’agenzia del Territorio, al fi ne di ottenere l’esenzione sui fabbricati rurali strumentali fi no al 2011 e il trat-tamento agevolato dal 2012, con applicazione dell’aliquota ridotta al 2 per mille. Sono considerate regolari anche le domande pre-sentate dopo la scadenza del ter-mine originario, che era inizial-mente il 30/9/2011. La richiesta di variazione va presentata solo dai titolari di fabbricati strumentali. Sono interessati alle variazioni i titolari di immobili strumentali, vale a dire quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli.

Il dl milleproroghe convertito in legge

Rinvii per catasto e inesigibilità

Il dl convertito sul sito www.italiaoggi.it/documenti

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29Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24DIRITTO E IMPRESA

Registro imprese inaccessibile i no al decreto attuativo

Srl nel congelatore Stop in 4 Cdc alle società da un euro

DI CINZIA DE STEFANIS

Stop all’iscrizione della società a responsabilità limitata semplificata (a un euro) nel Registro

delle imprese. Con quattro note informative le Came-re di commercio di Milano, Torino, Roma e Venezia di-chiarano di non accettare le domande di iscrizione delle società semplificate a responsabilità limitata fino all’emanazione del de-creto attuativo che stabili-rà le regole da seguire per la redazione dello statuto standard. L’art. 3 del decre-to legge n. 1 del 24/1/2012 (pubblicato sulla G.U. n. 19 del 24/1/2012 e in vigore dalla stessa data) ha intro-dotto la possibilità di costi-tuire un nuovo modello di società: la «Società sempli-ficata a responsabilità limi-tata» (nuovo art. 2463-bis c.c.). Il comma 2 del citato art. 3, prevede inoltre che: «Con decreto ministeriale emanato dal ministro della giustizia, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze e con il ministro dello sviluppo economico, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto (24 marzo

2012), viene tipizzato lo statu-to standard della società e sono individuati i criteri di accerta-mento delle qualità soggettive dei soci». Sulla base di tali in-dicazioni normative le Camere

di commercio di Milano, Torino, Roma e Venezia fanno presente che, fino all’emanazione del pre-detto decreto interministeriale, i Registri delle imprese non po-

tranno accettare le domande di iscrizione delle società sempli-ficate a responsabilità limitata. Le domande presentate prima dell’emanazione del predetto decreto, saranno rifiutate con

provvedimento dei rispet-tivi Conservatori dei Regi-stri delle imprese. I punti salienti della nuova srl semplificata sono i seguen-ti: accesso a coloro che non hanno ancora compiuto 35 anni di età alla data di co-stituzione; possibilità di co-stituire tali società solo per le persone fisiche. La forma dell’atto non sarà quella pubblica ma basterà una scrittura privata; scrittura privata da utilizzare anche per il trasferimento delle quote sociali, le delibere assembleari e le modifiche dell’atto costitutivo. Il capi-tale sociale minimo previsto è di un euro, contro i 10 mila previsti per la srl ordinaria. Ammontare del capitale so-ciale e denominazione socia-le andranno indicate negli atti e nella corrispondenza. Atto costitutivo da deposi-tare per l’iscrizione a cura

degli amministratori entro 15 giorni presso il Registro im-prese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale.

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DI ANDREA SETTEFONTI

«Aprire ai soldi delle famiglie e dei pri-vati per fi nanziare gli investimenti

delle piccole imprese». È la pro-posta arrivata da Andrea Giotti, presidente di Eurofi di, durante il sesto convegno nazionale Confi di che si è tenuto ieri a Firenze orga-nizzato da Res Consulting group e da Lorenzo Gai della facoltà di economia dell’università di Fi-renze. «I Confi di garantiranno i privati del loro capitale investito», ha continuato Giotti. «Il sistema bancario avrà sempre più diffi -coltà a concedere fi nanziamenti a medio termine. Oggi le aziende non fanno investimenti e questo compensa il rapporto con gli isti-tuti di credito. Ma per far ripar-tire gli investimenti, la strategia di Eurofi di è quella di aprire al capitale dei privati». Dunque il singolo cittadino che investe i propri risparmi nell’azienda del proprio territorio e la fa crescere è un modo per rispondere a una lamentela che arriva dal mondo Confi di al sistema bancario. Ci sono troppi paletti, valutazioni del rating che tiene conto soltanto dei «freddi» numeri di un bilancio, mancanza di ritorni in termini di pricing per le aziende nonostante la doppia garanzia dei Confi di e del Fondo di garanzia. «Purtrop-

po oggi cambia poco in termini di risparmio per le aziende. Per una banca conta poco il fatto che il Confi di sia anche vigilato, che non sono più soltanto associazioni mutualistiche ma anche imprese con criteri e strumenti di valuta-zione come quelli delle banche», ha spiegato Lorenzo Gai, coordi-natore del convegno che aveva per sottotitolo «L’attività dei Confi di in un’economia che cambia: ob-blighi di vigilanza, nuove aree di business, soluzioni organizzative e commerciali». All’economia che cambia, alle imprese che hanno necessità di liquidità, alla diffi -coltà di accesso al credito, le ban-che dichiarano di essere pronte a dare delle risposte. Come ha sottolineato nel suo intervento Bruno Bossina di Intesa Sanpa-olo. «Dobbiamo cambiare molto in fretta, dobbiamo cambiare il sistema del rating e prendere in considerazione anche la qualità e quello che ha espresso fi no a que-sto momento una azienda». Ma al momento, tuttavia, non possono essere dimenticati i problemi le-gati «credit crunch, all’aumento delle sofferenze, allo spread con i suoi effetti sul medio lungo termi-ne». Se non cambia qualcosa il ri-schio è che possano fallire 30 mila imprese, secondo gli organizzatori del convegno, a causa della crisi ma anche del credit crunch.

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Euroi di: le banche sono in difi coltà

I confidi a garanzia del business privato

Entro fi ne maggio al via l’Autorità per la regolazione del settore trasporti; costerà per il 2012 5 milioni di euro; retromarcia sulle licenze per i taxi che tornano nella competenza degli enti locali; per le nuove concessioni autostradali si applicherà il metodo del price cap; più tutele per il trasporto ferroviario regionale. Sono le principali novità contenute in un emendamento approvato in commissione industria del senato e presentato dai relatori del provvedimento, interamente sostitutivo della norma (art. 36) del decreto legge 1/2012 sulle liberalizzazioni. La commissione ieri ha stoppato i lavori, che riprenderà stamane. Rispetto al testo del dl sparisce l’affi damento all’autorità per l’energia elettrica delle competenze previste dall’articolo 37 della legge 214/2011 per l’Au-torità dei trasporti. Viceversa l’emendamento prevede che entro il 31 maggio si proceda alla costituzione del Consiglio dell’autorità di regolazione dei trasporti che sarà composta da tre membri, presidente incluso, con un mandato settennale non rinnovabile; previsto anche un segretario generale in staff alla presidenza. I costi della nuova Autorità sono stimati in 5 milioni di euro per il 2012 (ma si tratta, appunto di sette mesi) e si prevede che, in sede di prima attuazione il 50% del personale di ruolo sia selezionato nell’ambito del personale dipendente di altre amministrazioni e comandato da altre pubbliche amministrazioni, con oneri a carico delle amministrazioni di provenienza. Per quel che riguarda le funzioni l’emendamento riprende i contenuti dei primi due commi della norma di fi ne dicembre dettagliandone però l’articolazione e facendo salve le competenze dell’Agenzia nazionale delle strade. Centrale rimane la garanzia, da parte dell’Autorità, di condizioni di accesso al mercato secondo modalità eque e non discriminato-rie, come anche il compito di defi nire i criteri per la fi ssazione di tariffe, canoni e pedaggi e di vigilare sulla corretta applicazione dei criteri stessi da parte dei soggetti competenti. L’Autorità dovrà poi, per il trasporto ferroviario regionale, verifi care che nei bandi di gara non vi siano condizioni restrittive all’accesso, come, per esempio, la disponibilità di materiale rotabile come requisito per la partecipazione (si prevede che siano dati 18 mesi all’aggiudica-tario per acquisire il materiale rotabile). Sui taxi, l’aumento delle licenze (con concorso straordinario) sarà rimesso agli enti locali.

Andrea Mascolini

Autorità trasporti a maggio Price cap per le autostrade Arriva una nuova guida per l’installazione

degli impianti fotovoltaici nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. A predispor-la un apposito gruppo di lavoro, costituito da esperti del settore elettrico e approvata recente-mente dal Comitato centrale tecnico scientifi co per la prevenzione incendi (Ccts). Con una nota del 7 febbraio scorso (prot. n. 1324), il ministero dell’interno, dipartimento Vigili del fFuoco, ha inviato alle direzioni regionali e ai comandi dei Vigili del fuoco la nuova guida per l’installazio-ne degli impianti fotovol-taici nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi. La guida recepi-sce i contenuti del dpr 151/2011. E tiene conto delle varie problematiche emerse in sede periferica a seguito delle installazioni di impianti fotovoltaici.

Va detto che gli im-pianti fotovoltaici non rientrano fra le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, ma l’installazione degli stessi in funzione delle caratteristiche elettri-che/costruttive e/o delle relative modalità di posa in opera, può comportare un aggravio del preesistente livello di rischio di incendio. L’aggravio potrebbe concretizzarsi, per il fab-bricato servito, in termini di:

- interferenza con il sistema di ventilazio-ne dei prodotti della combustione (ostruzione parziale/totale di traslucidi, impedimenti apertura evacuatori);

- ostacolo alle operazioni di raffreddamen-to/estinzione difetti combustibili; rischio di propagazione delle fi amme all’esterno o verso I’interno del fabbricato (presenza di condutture

sulla copertura di un fabbricato suddiviso in più compartimenti);

- modifi ca della velocità di propagazione di un incendio in un fabbricato monocomparti-mento). Rientrano, nel campo di applicazione della seguente guida, gli impianti con tensione in corrente continua (c.c.) non superiore a 1500 V. La guida esamina dettagliatamente:

- i requisiti tecnici (ai fi ni della prevenzione incendi gli impianti FV dovranno essere proget-tati, realizzati e manutenuti a regola d’arte;

- verifi che (periodicamen-te e a ogni trasformazione, ampliamento o modifica dell’impianto dovranno esse-re eseguite e documentate le verifi che);

- segnaletica di sicurez-za (l’area in cui è ubicato il generatore e i suoi accessori, qualora accessibile, dovrà es-sere segnalata con apposita cartellonistica conforme al dlgs 81/2008);

- salvaguardia degli ope-ratori Vigili del fuoco (è stata presa in consi-derazione l’installazione di dispositivi di se-zionamento per gruppi di moduli, azionabili a distanza, ma ad oggi non se ne richiede l’ob-bligatorietà in quanto non è nota l’affi dabilità nel tempo, né è stata emanata una normativa specifi ca che ne disciplini la realizzazione, l’uti-lizzo e la certifi cazione);

- impianti esistenti (gli impianti fotovoltaici, posti in funzione prima dell’entrata in vigore della guida 2012 e a servizio di un’attività sog-getta ai controlli di prevenzione incendi, richie-dono, unicamente, gli adempimenti previsti dal comma 6 dell’art. 4 del dpr 151/2011).

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Guida anti incendi per impianti fotovoltaici

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30 Venerdì 24 Febbraio 2012 P R O F E S S I O N I

Continuerà oggi la protesta dell’Oua e appoggiata dalla Cassa forense dei giovani dell’Aiga

Avvocati, sette giorni di sciopero Contro le liberalizzazioni e la rottamazione della giustizia

DI SIMONA D’ALESSIO

Sette giorni di sciopero (dal 15 al 23 marzo), presidio il 15 davanti al ministero della giu-

stizia e «blocco totale» dell’at-tività, con autosospensione del gratuito patrocinio e del-la difesa d’ufficio. Intanto, la protesta di 48 ore iniziata ieri contro le liberalizzazioni e «la rottamazione della giustizia», ha visto l’adesione del 90% dei legali. L’avvocatura si riunisce al cinema Adriano a Roma per pianificare la guerra contro, dichiara il presidente dell’Oua Maurizio de Tilla, «un governo a misura dei poteri forti», ma anche avversando precedenti interventi: le società di capita-li e la media-conciliazione ob-bligatoria («doveva abbattere il contenzioso, si diceva ci sa-rebbe stato un milione di cause in meno all’anno, ma soltanto 5 mila tentativi sono andati a buon fine»). E non è tutto: l’accorpamento degli uffici dei giudici di pace, la previsione di revisione della geografia giudi-ziaria e l’istituzione dei tribu-

nali per le imprese (nel decreto 1/2012 all’esame del senato) sono tasselli di un unico dise-gno: indebolire gli avvocati. Sul palco sfilano i vertici degli ordi-ni forensi delle principali città: per Francesco Caia (Napoli) la categoria «è di fronte al bara-tro, vanno modificate le norme che ci tolgono l’indipendenza e riducono la tutela dei cittadi-ni», Paolo Giuggioli (Milano) si scaglia contro le società di puro capitale, anteponendo quelle professionali, Mauro Vaglio (la

cui lista ha vinto le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Or-dine di Roma) respinge l’idea di far parte di una corporazione, perché «non vogliamo privile-gi, bensì risposte» e Francesco Greco (Palermo) ricorda che nel capoluogo siciliano, all’asten-sione dalle udienze, si accom-pagna la distribuzione di mate-riale informativo sulle ragioni dell’agitazione.

L’atmosfera si surriscalda, voci di contestazione si levano dalla sala: non basta, urlano,

proclamare lo stato di agita-zione, «è fi nito il tempo delle parole, vogliamo i fatti». Si evo-ca l’esempio dei tassisti, pro-tagonisti di scioperi selvaggi e capaci di ottenere il clamoroso dietrofront del governo (nel dl sulle liberalizzazioni l’ese-cutivo ha ridato ai sindaci il potere di decidere sulle licen-ze, mentre l’Authority dei tra-sporti esprimerà un parere non vincolante, ndr), e le proteste non si smorzano quando par-la il presidente del Cnf Guido

Alpa, che constata «il pericolo-so avanzare di un nuovo ordine corporativo, quello economico». Applausi per Dario Greco, alla guida dell’associazione dei gio-vani avvocati, che mette il dito nella piaga degli under45 («c’è un gravissimo malessere») e, denunciando che i progetti di legge anti-professionisti pare nascano più al ministero delle attività produttive che negli uf-fi ci del guardasigilli, chiede ai colleghi di passare «dalla pro-testa alla proposta, che vorrei uscisse unitaria all’assise di Milano», riferendosi al con-gresso straordinario dell’Oua di fi ne marzo.

«Siamo ancora fiduciosi si possa aprire il tavolo di con-fronto con il governo, però non accettiamo di vedere arrecare vantaggi ad altre categorie a nostro scapito», dice a ItaliaOg-gi Alberto Bagnoli, presidente della cassa di previdenza fo-rense, che avalla il blocco della giustizia come «estremo rime-dio. Non per nostra irresponsa-bilità, ma perché ci hanno messi con le spalle al muro».

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Come l’assegno per il nucleo familiare (Anf), an-che i vecchi assegni familiari, fermi ancora a 10,21 euro al mese (19.760 delle vecchie lire), sono con-dizionati dal reddito. I limiti da considerare sono rivalutati ogni anno in ragione del tasso d’infl a-zione programmato, anziché all’indice d’infl azione. Per il 2012 si registra un aumento dell’1,5%. Con la consueta circolare di inizio anno (n. 25/2012), l’Inps ha reso noto le nuove tabelle da utilizzare. Va qui precisato che la prestazione spetta ai soli soggetti esclusi dalla normativa dell’Anf (diretta ai lavoratori dipendenti), vale a dire:

* lavoratori autonomi, ossia coltivatori diretti, mezzadri e coloni (importo mensile a 8,18 €);

* piccoli coltivatori diretti che integrano fi no a 51 le eventuali giornate di lavoro agricolo dipen-dente;

* pensionati delle gestioni speciali per i lavora-tori autonomi.

Occorre inoltre aggiungere che per economicità di spazio, pubblichiamo la sola tabella «base» che

riguarda la generalità degli interessati. Per quanto invece attiene:

*i soggetti nella condizione di vedovo/a, divorziato/a, separato/a legalmente, abbandonato/a, celibe o nubile, occorre maggiorare i valori del 10%;

*i soggetti nel cui nucleo familiare siano compre-se persone, per le quali possono attribuirsi i trat-tamenti di famiglia, dichiarate totalmente inabili, i valori vanno maggiorati del 50%;

*i soggetti nella condizione di vedovo/a, divorziato/a, separato/a legalmente, abbandonato/a, celibe o nubile, nonché nel cui nucleo familiare sia-no comprese persone, per le quali possono attribu-irsi i trattamenti di famiglia, dichiarate totalmente inabili, occorre maggiorare i valori del 60%.

Occorre ricordare che i limiti di reddito mensili da considerare per il 2012 sono fi ssati 676,75 € per il coniuge, per un genitore per ciascun fi glio od equiparato e 1.184,31 € per due genitori.

Domenico Comegna

CIRCOLARE INPS CON LE NUOVE TABELLE

Assegni familiari in base al reddito

Dal Governo arriva una rivoluzione che prevede e semplifica la possibilità di avere

un doppio cognome. Una rivo-luzione, a dire la verità, doppia: per la platea cui si rivolge e perché semplifica la procedura demandando direttamente ai prefetti la decisione. Si potrà così chiedere di unire al cogno-me del padre quello della ma-dre, ma si potrà anche chiedere di aggiungere il cognome del marito ai propri figli da parte della donna che, rimasta vedova o divorziata, si è risposata. Ed altra novità, potrà fare istanza anche chi è divenuto cittadino italiano e vuole pero’ che venga mantenuto il nome con cui è co-nosciuto al di fuori.

Il testo (Regolamento recan-te modifi ca delle disposizioni in materia di stato civile relativa-mente alla disciplina sul cogno-me), oggi all’esame del consiglio dei ministri, interviene sul re-golamento per la revisione e la semplifi cazione dell’ordinamen-to dello stato civile pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 30 dicembre del 2000 e ne modifi ca sostanzialmente il titolo decimo. Si cambia intanto l’articolo 89.

Rispetto al testo precedente, si legge: «Salvo quanto dispo-sto per le rettifi cazioni, chiun-que vuole cambiare il nome o

aggiungere al proprio un altro nome ovvero vuole cambiare il cognome, anche perché ridico-lo o vergognoso o perché rivela l’origine naturale o (è questa la parte nuova ndr) aggiungere al proprio un altro cognome, deve farne domanda al prefetto della provincia del luogo di residenza o di quello nella cui circoscri-zione è situato l’ufficio dello stato civile dove si trova l’atto di nascita al quale la richiesta si riferisce.

Nella domanda l’istante deve esporre le ragioni a fondamen-to della richiesta.». Sparisce la previsione che vietava l’attri-buzione di cognomi di impor-tanza storica o tali da indurre in errore circa l’appartenenza a famiglie illustri o particolar-mente note nel luogo di nascita o di residenza.

Spariscono gli articoli 84, 85, 86 e 87 del vecchio testo che im-ponevano di far richiesta di cam-biamento o aggiunta di cognome al ministero dell’interno e al prefetto della provincia in cui il richiedente ha la sua residenza. Cambia la norma sulle affi ssio-ni e sulle opposizioni. Per queste ultime si prevede che chiunque abbia interesse può farlo entro trenta giorni dalla data dell’ul-tima affi ssione ovvero dalla data dell’ultima notificazione alle persone interessate.

In consiglio dei ministri la semplificazione

Doppio cognomea portata di tutti

Maurizio de Tilla Alberto Bagnoli Dario Greco

Come l’assegno per il nucleo familiare (Anf) an riguarda la generalità degli interessati Per quanto

I NUOVI IMPORTI

Nucleo familiareReddito familiare annuo oltre il quale cessa la corresponsione del trattamento di famiglia per il primo i glio

Reddito familiare annuo oltre il quale cessa la corresponsione di tutti gli assegni

1 persona * € 8.829,40 -

2 persone € 14.651,40 € 17546,61

3 persone €18.838,94 € 22.537,89

4 persone € 22.498,37 € 26.943,12

5 persone € 26.160,91 € 31.328,38

6 persone € 29.648,67 € 35.506,05

7 o più persone € 33.135,79 € 39.683,01

(*) L’ipotesi riguarda il soggetto maggiorenne titolare di pensione ai superstiti unico componente il nucleo familiare

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31Venerdì 24 Febbraio 2012VeCONSULENTI DEL LAVORO

Il presidente dell’Associazione invita i consulenti il primo marzo a Roma

L’Ancl al Professional day Il sindacato contro le false liberalizzazioni

L’Ancl aderisce con piena convinzione all’iniziativa di com-pattamento del le

categorie professionali, rea-lizzata per la prima volta con sistemi multimediali efficaci e rumorosi quanto e più di una manifestazione di piaz-za. La manifestazione che si terrà a Roma all’Auditorium della Conciliazione, sta racco-gliendo diffusi consensi con l’adesione già registrata dalle grandi città.

La manifestazione prende lo spunto dagli ultimi prov-vedimenti, ben cinque ma-novre negli ultimi sei mesi, che si sono succeduti senza soluzione di continuità e che sono andati a colpire in ma-niera indiscriminata e ingiu-stificata tutto il mondo delle professioni.

L’intento è quello di riuni-

re a Roma e in tutte le sedi collegate via web il più alto numeri di professionisti e presentarsi così compatti di fronte ai rappresentanti della politica e delle istituzioni per dire agli italiani che i profes-sionisti rendono un servizio al Paese e che le riforme per far ripartire l’economia sono altre.

Oltre alla sede capitolina saranno collegate centinaia di sedi territoriali e provincia-li di tutti gli ordini e collegi. Parte attiva in questo senso dovranno necessariamente svolgerla con decisa convin-zione anche le Unioni provin-ciali Ancl e i Consigli regionali del sindacato, al fine di radu-nare in ogni sede il più alto numero di colleghi, mettendo a disposizione le strutture di-sponibili. La partecipazione quanto più massiccia all’even-

to, rafforzerà senza dubbi di sorta le richieste del mondo professionale alla politica e le esigenze di correzioni delle misure legislative intraprese, da rivolgere invece alla vera valorizzazione delle/a attivi-tà professionali/e. «Ritengo», sottolinea il presidente na-zionale dell’Ancl Francesco Longobardi, «che ogni collega debba ritenersi intimamente “precettato” per l’evento, in difesa della propria profes-sione, della propria dignità e della propria eccellenza».

Sono pronte le tabelle da utilizza-re per determinare il fringe benefit in caso di uso promiscuo di auto o moto aziendali. Le tabelle elaborate dall’Aci e valide per il periodo d’im-posta 2012 sono state pubblicate in G.U. il 28 dicembre 2011.Cambiati i valori non le regole per la determinazione del fringe bene-fit. Per i dipendenti o gli ammini-stratori a cui viene assegnata un’auto aziendale per uso non esclusivamente lavorativo e per la maggior parte del pe-riodo di imposta, il datore di lavoro deve assoggettare a con-tributi e ritenute un importo calcolato secondo i valori evi-denziati nelle tabelle ovvero il 30% dell’importo corrispon-dente alla percorrenza conven-zionale di 15 mila chilometri annui. Se il dipendente versa all’im-presa, anche con trattenuta su prospetto paga, una somma a fronte dell’impiego dell’auto, l’importo della tabella Aci vie-ne ridotto in misura corrispon-dente. Qualora il corrispettivo pagato dal dipendente, com-prensivo dell’Iva, sia pari o superiore all’ammontare ri-sultante dalle tabelle, il bene-fit sarà pari a zero e nessun obbligo sorge per il datore di lavoro.Attualmente per le auto asse-gnate in benefit, che scontano l’Irpef e i contributi, il datore di lavoro deduce tutti i costi sostenuti (carburante, manu-tenzioni varie, assicurazione, bollo ecc.) per il 90% del loro ammontare. Assegnare l’auto aziendale al dipendente anche per uso personale è indubbia-mente premiante e in sede di

assegnazione sarà opportuna la pre-disposizione di idonea documenta-zione a prova dell’utilizzo promiscuo del mezzo.Come qualsiasi benefit erogato non occasionalmente anche il controva-lore in denaro dell’auto data in uso promiscuo, entra a far parte della base di calcolo del tfr. Per le aziende con più di 49 dipen-

denti un’attenzione maggiore (ad evitare conseguenze sanzionato-rie) dovrà essere posta nel calcolo in riferimento alla quota di tfr che andrà versata al Fondo tesoreria Inps.Se il dipendente che utilizza l’auto è anche socio della società assegnante scatta dal 2012 il nuovo obbligo di comunicazione al fisco (è prevista

la comunicazione anche per il 2011 con scadenza 30 aprile 2012).Qualora l’azienda fornisca anche gratuitamente il garage o il posto macchina, andrà valutato separa-tamente il valore di tali beni e tale valore concorrerà a formare il red-dito imponibile ai fini fiscali e con-tributivi per il valore normale.

Anna Maria Ermacora

PRONTE LE TABELLE

Uso promiscuo dell’auto, come regolarsi con i benefit

Francesco Longobardi

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA E RELAZIONI ESTERNE

DELL’ANCL,ASSOCIAZIONE NAZIONALE CONSULENTI DEL LAVORO

Tel: 06/5415565www.anclsu.com

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32 Venerdì 24 Febbraio 2012 S I S T E M A C A M E R A L E

Nella città toscana un convegno sulle strategie a disposizione delle piccole e medie imprese

Prato, un nuovo slancio per le pmiLa ricetta: scommettere su export e internazionalizzazione

DI SILVIA GAMBI

Aprirsi sui mercati inter-nazionali, sperimenta-re nuove partnership, costruire un’immagine

aziendale appetibile per atti-rare nuova clientela: parte da Prato l’appello al sistema delle pmi a trovare nuovo slancio per potenziare la propria vocazio-ne all’export. A sottolineare l’importanza di misurarsi con nuove e più mature strategie di internazionalizzazione sono stati i relatori del convegno «L’impegno europeo per la crescita e l’internazionalizza-zione delle pmi», promosso da Camera di commercio di Prato e Unioncamere, che ha portato nella città tessile un parterre di relatori di primo piano.

Ad animare il dibattito è stato Daniel Calleja Crespo, neodirettore generale della DG Impresa e Industria, che con la sua presenza ha voluto lanciare un segnale di vicinan-za della Commissione europea

al sistema manifatturiero, che sta attraversando un grave mo-mento di difficoltà. Crespo, che riveste anche il ruolo di pmi europeo, ha partecipato per la prima volta in Italia a una iniziativa con Giuseppe Tripoli, Mister pmi nazionale.

«Le piccole imprese italiane stanno costruendo adesso il loro futuro, cercando faticosa-mente di intraprendere nuove strade che permettano loro di uscire dalla crisi che sta inte-ressando un po’ tutti i merca-ti», ha commentato Tripoli «E lo stanno facendo cercando di mettersi insieme con altre im-prese, creando reti per l’inter-nazionalizzazione che permet-tano loro di superare l’ostacolo dimensionale per acquistare competitività». Per sostenere le imprese con interventi mirati a livello europeo il presiden-te di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, ha puntato il dito sulla necessità di disporre di dati autorevoli per l’analisi attenta della realtà economica

locale, sia dal punto di vista strutturale che del suo trend evolutivo.

Per questo ha aggiunto Dar-danello «serve dunque investi-

re per avere una mappa il più possibile aggiornata e realisti-ca dei fabbisogni di imprese e territori, ma anche una rileva-zione tempestiva sull’impatto

delle politiche realizzate, così da orientare le ulteriori scelte da fare». Un fronte sul quale il Sistema camerale possiede un know-how di assoluta eccellen-za, motivo per cui Dardanello ha riconfermato «la piena di-sponibilità delle camere di commercio italiane a collabo-rare in modo ancora più stret-to a fianco del governo, con la Commissione e il Parlamento europeo per rendere disponibi-le il proprio patrimonio di cono-scenza delle economie locali».

Ma per apportare delle inno-vazioni le pmi hanno innanzi-tutto necessità di poter contare su un sistema del credito che le accompagni, valorizzando le idee e le competenze. «Come si può parlare a una piccola im-presa di innovazione, di aper-tura verso nuovi mercati, se poi queste operazioni di rilan-cio solo con estrema diffi coltà potranno essere sostenute dal sistema bancario?» . È quanto ha commentato Carlo Longo, presidente della Camera di commercio di Prato, secondo il quale «il problema è sotto gli occhi di tutti, per il rilancio le imprese hanno necessità di investimenti concreti, per ade-guarsi alle nuove esigenze del mercato.

In un distretto come quello pratese in particolare, manifat-turiero per vocazione, che deve affrontare anche un processo di riorganizzazione per aprirsi a nuove opportunità e nuovi settori, avvicinandosi anche al tessile tecnico, il sostegno concreto del sistema bancario è fondamentale. Quando le no-stre aziende andavano bene le banche erano al nostro fi anco, è giusto che lo siano anche adesso».

Anche Tripoli ha individua-to nel rapporto con il sistema del credito l’anello debole per il rilancio. «Il Governo sta la-vorando per l’allargamento del fondo centrale di garanzia, che dovrebbe raggiungere un plafond di 20 miliardi di euro», ha aggiunto Tripoli. «Si tratta di uno strumento che si rivolge a piccole e micro imprese e ci aspettiamo una buona rispo-sta. Stiamo anche cercando di rilanciare l’azione dei confi di, rimettendone in discussione la composizione e le modalità di funzionamento».

Grande attenzione, quindi, sul fronte del credito e sulla ricostruzione di un rapporto tra banca e impresa che negli ultimi mesi si sta facendo sem-pre più complicato.

Stop ai certificati inutili e via libera alla tanto attesa e mai realizza-ta interconnessione degli archivi delle pubbliche amministrazioni.

Questo il duplice effetto che cittadini e imprese si attendono dalla Legge di sta-bilità 2012 secondo la quale, dal 1° gen-naio di quest’anno, i certificati rilasciati dalla pubblica amministrazione relativi a stati, qualità personali e fatti sono va-lidi ed utilizzabili solo nei rapporti tra privati. Secondo la norma, le pubbliche amministrazioni d’ora in poi devono ac-quisire d’ufficio i dati in possesso delle altre pubbliche amministrazioni, senza chiederli all’interessato.

Basterà un’altra legge, dopo tanti ten-tativi infruttuosi o solo parzialmente ri-usciti, a mandare in soffi tta la fi gura del cittadino-postino che recapita le infor-mazioni che lo riguardano da un ente a un altro? Le premesse ci sono ma, come il recente passato dimostra, per rende-re effi caci le norme di semplifi cazione è indispensabile puntare sulle tecnologie della rete, richiamandole sempre come il canale obbligato da utilizzare. Negli ultimi anni l’alleanza tra legislatore e nuove tecnologie è stata determinante nel semplifi care il rapporto tra pubbli-ca amministrazione e imprese, come dimostra l’esperienza delle camere di commercio. Anche in questo caso, gli enti camerali hanno risposto al dettato normativo in chiave tecnologica. A se-guito delle nuove norme, infatti, esse saranno destinatarie di un crescente numero di richieste di accessi da parte delle altre pubbliche amministrazioni ai propri archivi, primo fra tutti il Registro delle imprese. Per favorire l’operatività degli uffi ci, Unioncamere - di concerto con InfoCamere, la società consortile di informatica delle camere di commercio italiane - ha avviato un’iniziativa per

realizzare un unico sito web dal quale ogni amministrazione interessata potrà attingere senza oneri alle informazio-ni necessarie. Due gli obiettivi. Da un lato, le Camere potranno assolvere agli adempimenti in modo automatizzato ed omogeneo sul territorio. Dall’altro, le pubbliche amministrazioni potranno contare su una medesima modalità di accesso ai dati camerali, semplifi cando e velocizzando le proprie attività di ve-rifi ca. Resta esclusa la sola richiesta del certifi cato antimafi a. Le p.a. interessate dovranno rivolgersi alla prefettura, qua-le amministrazione certifi cante. Nei casi in cui le informazioni camerali on-line non siano suffi cienti, attraverso il sito le amministrazioni potranno comunque inoltrare specifi che richieste di ulteriori

informazioni. Le funzionalità del nuovo portale saranno pienamente operative entro il mese di aprile. Le nuove norme sono invece già operative dal 1° gennaio per le attività degli Sportelli unici delle attività produttive (Suap). Tutte le pra-tiche ad essi indirizzate, infatti, possono essere inoltrate senza che l’imprenditore debba allegare la certifi cazione di iscri-zione alla Camera di commercio. Attra-verso il portale www.impresainungiorno.gov.it, infatti, i Suap possono consultare il Registro Imprese per acquisire diret-tamente le informazioni desiderate. Il servizio – sempre realizzato da InfoCa-mere - si chiama SU-RI ed è disponibile senza oneri per il comune interessato.

di Carlo De Vincentiis

DECERTIFICAZIONE

Stop ai certificati inutili Per tutte le p.a. accesso telematico al registro delle imprese

L’obbligo dell’accreditamento non si applica alle camere di commercio italiane per i controlli sui prodotti e sui vini Dop e Igp. L’Europa dà ragione al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che, per il tramite della presidenza del Con-siglio, con una argomentata ed effi cace relazione aveva ribadito la propria posizione per la quale gli enti camerali in quanto autorità pubbliche competenti (come da art. 2 del regolamento Ce n.882/2004) non sono soggetti all’obbligo dell’accreditamento. La Direzione generale Agricoltura della Commissione Ue, dichiarando di accettare la risposta italiana, fa dunque chiarezza sulla questione del mancato accreditamento per l’attività di certifi cazione delle camere di commercio sollevata nei mesi scorsi in sede europea da ValorItalia, società che opera nel settore partecipata in misura rilevante da Federdoc, la federazione dei consorzi dei produttori di vino. Obbligo di accreditamento che, naturalmente, è invece richiesto agli organismi privati di controllo per garantire obiettività di giudizio a tutela di imprese e consumatori. Intanto in questi giorni il Mipaaf sta procedendo ad effettuare le modifi che al piano di controllo nazionale plu-riennale (Mancp 2011-2014) richieste da Bruxelles affi nché si faccia riferimento alle camere di commercio in quanto autorità competenti a livelli regionale o locale. Fugato ogni dubbio per la salvaguardia e la valorizzazione delle nostre eccellenze vitivinicole chi vince è l’Italia che oggi può contare su ben 399 vini Dop e 118 Igp.

Loredana Capuozzo

Camere di commercio, niente obbligo di accreditamento

Pagina a cura

dell’Ufficio Stampa e Comunicazione di

UnioncamerePiazza Sallustio 21

00187 Romawww.unioncamere.gov.it

Ferruccio Dardanello,

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33Venerdì 24 Febbraio 2012VenerdTRIBUTARISTI - ANCOT

Si è concluso il lungo iter previsto dal decreto attuativo della Direttiva Ue sulle qualii che

Riconoscimento, Ancot apripistaL’Associazione iscritta nell’elenco del ministero della giustizia

Si è concluso il lungo iter per l’iscrizione della nostra Associa-zione nell’elenco del

Ministero di giustizia. Il ministro di Giustizia e

il ministro delle Politiche comunitarie hanno firma-to il decreto atteso fin dal 7/10/2010, data dell’ultima comunicazione del Ministe-ro di giustizia con la quale ci si dava notizia che l’Uffi-cio legislativo aveva espresso nulla osta alla nostra iscri-zione.

Il Cup e l’Albo unico ave-vano ampiamente combat-tuto l’articolo 26 del dl n. 206/2007 che aveva recepito la direttiva 2005/36/Ce rela-tiva al riconoscimento delle qualifiche professionali pro-ponendo addirittura ricorso al Tar Lazio con il chiaro intento di bloccare questa apertura.

Il Tribunale amministrati-vo non bloccava la procedura delle iscrizioni e il Ministe-ro di giustizia completava l’esame delle domande delle associazioni con il parere fa-

vorevole del Cnel, degli altri ministeri interessati, nonché dell’Ufficio legislativo dello stesso Ministero di giusti-zia.

Quindi, grande soddisfa-zione del Consiglio nazionale per il riconoscimento dell’As-

sociazione come soggetto ido-neo a partecipare ai tavoli di concertazione europei. Un sentito grazie a tutti coloro che si sono adoperati per il raggiungimento di questa ambita meta.

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34 Venerdì 24 Febbraio 2012 ISTITUTO NAZIONALE REVISORI LEGALI

Dal corso sui bilanci redatti secondo i principi Ias/Ifrs a quello sugli enti locali è ricca l’offerta

Revisione con formazione integrataDal primo marzo i nuovi corsi a distanza organizzati dall’Inrl

Tra pochi giorni verranno attivati i corsi di forma-zione a distanza realizzati come ogni anno dall’Isti-

tuto nazionale revisori legali: come evidenziato dal segretario nazionale dell’Inrl, referente per la formazione, Gianluigi Bertolli «Alla luce degli obblighi di forma-zione continua imposti dall’art. 5 del dlgs 39/2010, l’Inrl propone un nutrito programma di corsi a distanza, via web e a mezzo tv criptata, per consentire ai propri associati di mantenere un costan-te aggiornamento sulle tematiche tipiche dell’attività del revisore le-gale sia nell’ambito degli enti pub-blici che delle società commerciali. In particolare, quest’anno viene proposto un nuovo corso introdut-tivo al bilancio redatto secondo i principi Ias/Ifrs che rappresenta la naturale continuazione del pro-cesso formativo in ambito societa-rio già da tempo iniziato oltre che costituire materia di grande at-tualità. Appena saranno emanati i regolamenti attuativi del dlgs 39/2011, verranno proposti nuovi corsi con novità che si annuncia-no corpose.» Gli eventi formativi dell’Inrl sono realizzati con la

preziosa collaborazione del Csel, del Fqr e della rete televisiva Rtb Network (per i programmi forma-tivi su tv criptata). Per ogni corso verranno riconosciuti 15 crediti formativi validi per l’adempimen-to formativo 2012. Nel dettaglio la proposta formativa prevede oltre al nuovo Corso enti locali 2012 e alla riedizione dei Corsi base e avanzato di revisione legale, il nuovo Corso pratico di revisione e nozioni bilancio Ias. Si tratta di un corso in collaborazione con Fqr, di dieci lezioni per un totale di 20 ore annuali. Mentre il percorso formativo sui controlli e la revi-sione negli enti locali, organizza-

to con il Centro Studi enti locali, prevede 20 lezioni per un totale di 40 ore annuali. E a proposito dei monitoraggi contabili negli enti pubblici, si è palesata una forte sintonia tra quanto denunciato dal presidente della Corte dei conti, Luigi Gianpaolino, all’inau-gurazione dell’anno giudiziario, e quanto sostenuto da tempo dai vertici dell’Istituto nazionale re-visori legali: «Il forte richiamo alla legalità e al rigore contabile negli enti locali, espresso dal massimo organo di controllo amministra-tivo quale è la Corte dei conti», ha infatti ribadito il presidente dell’Inrl Virgilio Baresi, «non può

che essere accolto totalmente dal nostro Istituto che da tempo so-stiene la necessità di dotare tutti gli enti locali e in particolare le Regioni, di revisori legali nomina-ti con la metodologia di assoluta trasparenza che è l’estrazione da Registro, per contrastare lo sperpero di denaro pubblico e la corruzione che ancora affl ig-ge la pubblica amministrazione. La presenza di un monitoraggio contabile realmente ispirato alla terzietà è l’unica garanzia per la collettività soprattutto oggi che – in base ai calcoli della Corte dei conti – ci troviamo di fronte ad un ulteriore aumento della spesa cor-rente delle regioni, pari a un +4%, che sfi ora i 150 miliardi di euro. Sosteniamo da tempo che un rigo-roso controllo contabile potrebbe generare risparmi dall’8 al 10% della spesa pubblica, a benefi cio di tutto il sistema economico del paese. Così come condividiamo la soddisfazione della Corte dei conti per quella nuova disciplina san-zionatoria sulla incandidabilità per quei revisori che si siano resi colpevoli o comunque correspon-sabili di dissesti nel bilancio de-gli enti. Siamo i primi», conclude

Baresi, «ad accettare una rigida applicazione delle leggi e quindi delle sanzioni, purché siano rico-nosciute ai revisori legali quelle prerogative professionali già stabilite dalla legge». Nei giorni scorsi, poi, la sezione delle Auto-nomie della Corte conti ha pub-blicato online la delibera n. 3 dove sono menzionati i requisiti per l’attività di revisore legale nelle Regioni. I professionisti iscrit-ti ad apposito elenco devono avere una specifi ca qualifi ca-zione professionale in materia di contabilità pubblica, e una appropriata formazione tecni-cistica col rispetto del principio di terzietà, secondo i principi di contabilità internazionale. In tale ottica i corsi di formazione dell’Inrl assumono un valore strategico.

Pagina a cura diINRL

Istituto nazionale revisori legaliSede: Via Agnello 2, 20121 - Milano

Tel. 02 669.84.967 - Fax 02 700.38.329Uff. Rappresent.: Via del Tritone 201 - Roma

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Gianluigi Bertolli e Virgilio Baresi

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35Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 2PERITI INDUSTRIALI

Si è aperto un proi cuo confronto fra l’ente di previdenza dei periti industriali e il ministero del lavoro

Riforma Eppi verso il traguardoSegnali positivi dai ministeri sull’adeguatezza delle pensioni

Si è aperto un proficuo dialogo fra i ministeri del welfare e dell’eco-nomia per dare il via

libera al pacchetto di riforme presentato a fine 2011 dall’ente di previdenza a favore dei periti industriali. Il punto chiave del-la proposta Eppi sta nella ricet-ta in due mosse per aumentare la quota delle pensioni per tutti i liberi professionisti: gestire in autonomia una parte del con-tributo integrativo e incremen-tare la contribuzione personale di ogni libero professionista dal 10 al 18% del reddito in un arco di otto anni.

Il secondo ingrediente della ricetta richiede a ogni peri-to industriale di aumentare il proprio risparmio annuale per migliorare ovviamente la pensione finale; il primo ingrediente prevede, invece, un riconoscimento per questo sforzo, utilizzando per la pro-pria pensione una parte del contributo integrativo versato in fattura dal cliente. Questa è la vera novità della riforma, permessa dall’approvazione della legge Lo Presti che ha rotto un odioso lucchetto dopo una lunga battaglia politica di equità partita nel 2005.

Ad oggi, però, i ministeri spingono per fornire una inter-pretazione un po’ di convenien-za della legge Lo Presti. Una clausola in quel testo stabilisce di utilizzare il contributo inte-grativo a patto che questo non generi «nuovi o ulteriori oneri per la fi nanza pubblica». La ri-forma Eppi presentata prevede due mosse su questo specifi co punto: aumentare il contributo

integrativo al carico del cliente dal 2 al 4 o 5% del fatturato e, poi, utilizzare quanto possi-bile per aumentare la futura pensione. Ad oggi, i tecnici del ministro Fornero traducono la clausola impedendo ai liberi professionisti di aumentare il contributo integrativo quando lavorano con la pubblica am-ministrazione. In questo modo, ad esempio si sono mossi quan-do hanno approvato la riforma degli infermieri e in questo modo intendono muoversi per dare il via libera al nuovo testo Eppi.

Perché siamo davanti ad una interpretazione di convenien-za? Emerge in modo chiaro, proprio leggendo tra gli atti del

dibattito parlamentare intor-no all’approvazione della Lo Presti, che la garanzia di quella clausola è stata voluta con ostinazione per prevenire e impedire con-seguenze sulla stabilità degli enti di previ-denza. Esiste e f f e t t i v a -mente un rischio che deve essere certamen-te monito-rato: se il risparmio dei periti

industriali aumenta anche grazie al contributo integrati-vo, l’Ente di previdenza deve essere in grado di rivalutarlo, senza mettere a rischio i propri conti, perché in caso contrario dovrebbe intervenire lo Stato a tutela di un diritto costituzio-nale degli iscritti. Dunque, è possibile dare pensioni miglio-ri a patto di «garantire l’equi-librio economico, patrimonia-le e fi nanziario delle Casse», come appunto recita in modo trasparente il testo della legge Lo Presti. Certo, gli interessi in campo sono tangibili e tutti

meritevoli, però esc ludere

l e pub-b l i c h e a m m i -nistra-z i o n i dal ver-sare i l prossimo 4% come contribu-

to integrativo contrasta con la difesa del diritto previdenziale di una categoria di liberi pro-fessionisti.

Anche perché, come a volte accade nel sistema complicato del welfare, ad altre categorie quell’aumento è stato permes-so senza vincoli ulteriori, come a dire che esiste una disparità tra liberi professionisti, quasi ledendo un ragionevole prin-cipio di uguaglianza davanti alla legge.

C’è da dire che la posizione dei ministeri è comprensibile e ragionevole a tutela di un interesse altrettanto merite-vole: in un clima di economia di spesa, il contenimento dei costi fa parte di una strategia di risanamento, però questa interpretazione tradisce la forza delle riforme del welfare nel sistema privato – che do-vrebbe essere posta un gradino più in alto – ma tradisce anche la natura del testo normativo.

I periti industriali si impe-gneranno in modo responsabi-le ad aumentare i propri versa-menti previdenziali, però con l’auspicio di utilizzare a pieno le opportunità offerte della leg-ge Lo Presti

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A che cosa servono gli ordini pro-fessionali? In un momento in cui l’immagine del professio-nista sta vivendo una delle

fasi più critiche nella storia del nostro Paese è necessario fare un po’ di chia-rezza. Senza fughe dalla realtà o vec-chie difese corporative ma, riuscendo a valorizzare alcuni elementi centrali e necessari per salvare non tanto i pro-fessionisti, ma le professioni in senso ampio. L’iniziativa del 1° marzo a Roma (il Professional day) proposta dal Cup, Pat e Adepp rappresenta in questo sen-so un’occasione per offrire all’opinione pubblica una corretta informazione sul ruolo che le professioni hanno avuto e potranno ancora avere per lo sviluppo anche economico di una società mo-derna. Ma è soprattutto un’occasione per far capire che i professionisti sono un valore e non un ostacolo. Quando si parla di funzione di sussidiarietà degli ordini non è pura demagogia ma una defi nizione che può trovare riscontro in tantissimi casi. Basta citare qualche

esempio. Per le professioni tecniche si può citare come modello valido il nuovo Regolamento (dpr 151/2011) che rifor-ma le procedure di prevenzione incen-di per le attività soggette a controllo da parte del Vigili del fuoco. Senza entrare troppo nei dettagli si può dire che questo provvedimento tra le varie novità, delinea un nuovo ruolo del professionista abilita-to, che deve assumere maggiori responsabi-lità sostituendosi, in alcuni casi, ai funzio-nari dei Vigili del fuo-co. In realtà l’obiettivo principale del provve-dimento era teso ad eliminare, ridurre e semplificare tutte le procedure ridondanti o sproporzionate in relazione al gra-do di rischio dell’attività esercitata.

Risparmio di tempo, dunque, di soldi e un sensibile alleggerimento dei com-piti dell’amministrazione pubblica. Lo stesso discorso vale nel campo dell’edi-lizia e dell’urbanistica nei quali i tecnici

sono parte attiva non solo nel campo della progettazione e delle consulenza ma anche come ausilio degli enti pubblici. Le pratiche in materia sono ormai in-viate per via telematica sotto la responsabilità del professionista. Di particolare importanza in questo settore sono le procedure legate alla Scia in cui il tecnico si assume piena respon-sabilità per l’avvio di attività di varia natu-ra. E il futuro? Aprire la strada della auto-

certifi cazioni in cui il professionisti si sostituiranno sempre più ai funzionari

dei Comuni o delle regioni in molti casi non in grado di sostenere le attività per mancanza di personale. C’è, poi, il tema di grande attualità relativo al risparmio energetico, settore nel quale i professionisti assolvono il compito di farsi garanti della prestazione energeti-ca. Nell’ambito della sicurezza i tecnici sono chiamati ad eseguire progetti e ve-rifi che nei settori più diversi: dai posti di lavoro ai cantieri, fi no all’articolato settore impiantistico. Basti pensare che se un impianto è sprovvisto della dichiarazione di conformità rilascia dall’installatore, il professionista può intervenire compilando una dichiara-zione di rispondenza a garanzia della sicurezza. Insomma senza fare troppa retorica è fi n troppo evidente anche solo citando pochi esempi, il reale ruolo di sussidiarietà che i professionisti hanno sull’intera collettività. Questo il legisla-tore non dovrebbe mai dimenticarlo e l’opinione pubblica dovrebbe essere ben informata.

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PROFESSIONAL DAY

Ordini professionali al servizio di p.a. e cittadini Appuntamento il 1° marzo a Roma per l’evento organizzato da Cup-Pat-Adepp

Florio Bendinelli

Elsa Fornero

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

DEL CONSIGLIO NAZIONALEE DELL’ENTE DI PREVIDENZA

DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI

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36 Venerdì 24 Febbraio 2012

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AZIENDA UNITÀ SANITARIA LOCALE ROMA BVia Filippo Meda, 35 - 00157 Roma

Estratto esito di gara

E’ aggiudicata una gara a procedura aperta ai sensi del D.Lgs. 163/2006 e s.i.m. per l’affidamento della gestione socio-riabilitativa del centro diurno denominato “La Mongolfiera” di via Di Casal Bruciato per un periodo di 12 mesi eventualmente rinnovabile fino ad un massimo complessivo di 36 mesi. Importo complessivo annuo € 153.831,33 iva inclusa. Offerte complessive ricevute n. 4. L’esito di gara è pubblicato sulla G.U.R.I. n. 018 del 13/02/2012, copia del Bando integrale di gara è stato inviato per la pubblicazione alla G.U.U.E. il giorno 01/02/2012 nonché pubblicato sul sito aziendale e sui siti di cui all’art. 66, comma 7 del D.Lgs. 163/2006 e s.i.m.

IL DIRETTORE GENERALE

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BANDO DI GARA N° BOLAV 002-2012 (ESTRATTO)

Il CAPO COMPARTIMENTODott. Ing. Fabio ARCOLEO

STAZIONE APPALTANTE: ANAS S.p.A. - Compartimento della viabilità per l’Emilia e Romagna - Viale A. Masini n° 8 - 40126 Bologna (Tel. 051/6301111 - Fax. 051/244970); PROCEDURA DI GARA: Procedura aperta ai sensi del DLgs 163/2006 e del DPR 207/2010 smi e nel rispetto di quanto previsto dal DM 145/2000. Considerata la natura delle prestazioni richieste, si precisa che l’intervento si confi gura come appalto per servizi ai sensi dell’art. 20 del D. Lgs. n. 163/2006. Determinazione a contrarre ai sensi dell’art. 11 comma 2 D.lgs 163/2006 del 26.08.2011 prot. n. 33494. Province: Ferrara, Bologna, Forli-Cesena, Ravenna, Rimini; Descrizione: Gara MOSERV002-2012 SS.SS. nn. 9, 16, 67, 72, 309, 309dir, 3bis, FERRARA / PORTO GARIBALDI TUTTE LE TANGENZIALI, LE SECANTI E LE COMPLANARI - servizi di manutenzione ordinaria opere in verde lungo la viabilità est del compartimento; Importo

complessivo dell’appalto: Euro 3.000.000,00 a corpo di cui per oneri della sicurezza Euro 150.000,00; Cauzione provvisoria: Euro 60.000,00; Termine di esecuzione: giorni 1095 giorni (tre anni) naturali e consecutivi a decorrere dalla data del verbale di consegna e in caso di consegna parziale dall’ultimo dei verbali di consegna; Finanziamento: L’appalto è fi nanziato con mezzi correnti del bilancio ANAS S.p.A.. Procedura indetta con riserva di importo e di aggiudicazione; CIG che identifi ca la procedura

(3191756060); Termine di ricezione: entro e non oltre le ore 12,00 del giorno 16.04.2012; Richieste

informazioni: Uffi cio Gare Compartimento ANAS di Bologna, tel 051.6301182. BANDO INTEGRALE

DI GARA: Il bando è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Uffi ciale Europea (G.U.E.E.), Gazzetta Uffi ciale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) ed è altresì disponibile in forma integrale sul sito Internet www.stradeanas.it; RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Ing. Vincenzo ORLANDO.

ANAS S.p.A.Compartimento della viabilità

per l’Emilia - Romagna

VIALE A. MASINI, 8 - 40126 BOLOGNA

Tel. 051/6301111 - Fax 051/244970 • sito internet www.stradeanas.it

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Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta,Liguria, Veneto, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, ToscanaVia Burigozzo 8, 20122 MilanoTel. 02/58219511-516, Fax 02/58305643

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Page 31: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

37Venerdì 24 Febbraio 2012

IL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

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IL GIORNALE DELLE AUTONOMIE

& Federalismo

Consulta boccia l’Agenzia sui beni coni scati e l’obbligo di un conto ad hoc

Criminalità, regioni al paloNo alla stretta della Calabria. Rischio duplicazioni

Pagina a curaDI FRANCESCO CERISANO

Le competenze dello sta-to e delle regioni devono rimanere ben distinte. Anche quando si tratta di

perseguire un fi ne nobile come il contrasto alla criminalità orga-nizzata. Sono dunque illegittime le sovrapposizioni di istituti o di enti, come invece ha tentato di fare la regione Calabria quando ha dettato regole ad hoc (anche più restrittive della normati-va statale) sulla trasparenza nell’utilizzo dei fondi o ha cre-ato un’agenzia regionale per la gestione dei beni confi scati alla ’ndrangheta.

Con due sentenze (nn. 34 e 35, depositate ieri in cancelleria) i giudici della Corte costituziona-le hanno bacchettato l’eccesso di zelo della regione guidata da Giuseppe Scopelliti. Nel miri-no del governo Berlusconi, che ha promosso i ricorsi nel maggio del 2011, è finita innanzitutto la norma (contenuta nella legge

regionale n. 4/2011) che obbligava i benefi ciari di finanziamenti regionali per importi pari o su-periori a 10 mila euro a usare un conto corrente dedicato per questo tipo di operazioni. La Consul-ta l’ha bocciata non solo perché sulla materia è già intervenuto il Codice dei contratti pubblici (dlgs n. 163/2006) prevedendo il «controllo dei fl ussi fi nan-ziari connessi alla realizza-zione dell’opera» e la tracciabilità delle risorse derivanti da Fondi strutturali europei e Fondi Fas attraverso l’apertura di uno o più conti correnti dedicati. Ma anche perché le norme calabresi sono andate oltre, vietando l’apertura di più conti e soprattutto impo-nendo l’obbligo del conto dedica-to al raggiungimento della soglia di 10.000 euro. Un obbligo invece assente nella normativa statale.

Di qui la declaratoria di ille-gittimità costituzionale, perché, come si legge nella decisione

n. 35 redatta dal giudice Gior-gio Lattanzi, se è vero che «la promozione della legalità non è attribuzione monopolistica né può divenire oggetto di contesa tra i distinti livelli di governo», è tuttavia «necessario che misure predisposte a tale scopo nell’eser-cizio di una competenza propria della regione non costituiscano strumenti di politica criminale, né generino interferenze anche potenziali con la disciplina sta-tale di prevenzione e repressione dei reati».

Agenzia regionale per i beni confi scati alle or-ganizzazioni criminali in Calabria. Sempre su ricorso della presidenza del consi-glio, la Corte (con la senten-za n.34/2012 redatta da Giu-seppe Frigo) ha dichiarato illegittima la legge calabrese n. 7/2011 che puntava a cre-are un’agenzia regionale ad hoc per la gestione dei beni confi scati alla ’ndrangheta. Secondo palazzo Chigi le norme calabresi sarebbero

illegittime in quanto assegnereb-bero alla neonata agenzia poteri e competenze (richiedere l’asse-gnazione dei beni sottratti alla mafi a, amministrarli, vigilare sul loro corretto utilizzo, collaborare con le istituzioni per prevenirne il deterioramento) lesivi della prerogativa statale in materia di ordine e sicurezza. In pratica un organismo del genere fi nirebbe col sovrapporsi all’Agenzia na-zionale a tale scopo istituita dal decreto legge n. 4/2010.

© Riproduzione riservata

Le regioni non possono prevedere crediti di impo-sta (per esempio a favore di particolari categorie di comuni disagiati come quel-li montani) a valere su tri-buti statali perché questo viola l’unità del sistema tri-butario, riservata alla com-petenza legislativa statale. Niente sconti Irap dunque alle imprese con sede legale in un ente montano, come invece volere fare la regio-ne Sardegna con la legge n. 1/2011. Nella sentenza n. 30/2012, depositata ieri in cancelleria e redatta da Paolo Maria Napolitano, la Consulta ha ancora una volta ribadito che «allo stato» non esistono tributi regionali propri (nel senso di tributi istituiti e disci-plinati dalla regione) «che possano essere considerati ai fi ni dell’agevolazione».

Ragion per cui quando la regione Sardegna ha parlato di «credito d’im-posta» non può che aver-lo fatto con riferimento a tributi erariali (tale è in-fatti l’Irap che è istituita con legge statale anche se il relativo gettito è devo-luto alle regioni ndr). Ma poiché, come fa notare la Consulta, «la previsione di un’agevolazione tributaria nella forma del credito di imposta applicabile a tribu-ti erariali costituisce un’in-tegrazione della disciplina dei medesimi tributi eraria-li», non può che derivarne l’illegittimità delle norme sarde in materia. Il cui di-fetto è di aver violato «la competenza accentrata in materia di sistema tributa-rio in assenza di una speci-fi ca autorizzazione conte-nuta in una legge statale».

Infatti, spiega la Corte costituzionale, la norma «non limitando in ma-niera espressa l’efficacia dell’agevolazione fiscale all’ambito dei soli tributi regionali, consente l’ap-plicazione dell’agevolazio-ne nella forma del credito d’imposta anche ai tributi statali».

Le sentenze della Con-sulta su www.italiaoggi.it/documenti

SARDEGNA

Irap, niente crediti

d’imposta

Nuovi impianti di gestione dei rifi uti in Campania e san-zioni contro chi viola il divieto di commercializzazione degli shopper non biodegradabili. Sono queste alcune novità del disegno di legge di conversione del decreto legge del 25 gen-naio n. 2 («Misure straordinarie e urgenti in materia ambien-tale») approvato ieri dall’aula del senato. Il provvedimento, composto da tre articoli, passa ora all’esame della camera. Per quanto riguarda la gestione dei rifi uti, prevede inter-venti urgenti sull’emergenza rifi uti in Campania. Introduce nuove misure per la realizzazione e l’ammodernamento de-gli impianti nella regione, mentre non modifi ca la normativa attuale sul trasferimento extraregionale (possibile soltanto attraverso accordi tra regioni). Contiene anche alcune norme per agevolare la produzione di compost. Per quanto riguarda i bioshopper, contiene le norme di applicazione del divieto di commercializzazione degli shopper non biodegradabili, re-cepisce gli standard europei di biodegradabilità e introduce le sanzioni contro chi viola il divieto di commercializzazione degli shopper non biodegradabili. Inoltre contiene delle di-sposizioni per facilitare, nel rispetto delle norme ambientali, i lavori di scavo nella realizzazione di opere e per promuovere la diffusione degli appalti verdi. Conferimenti in discarica disincentivati. Il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, ha precisato in aula che «non è possibile in nessun modo che questo provvedimento apra la strada al trasferimento dei rifi uti dalla regione Campania ad altre regioni prescindendo dalle leggi attualmente in vigore» che prevedono il consenso obbligatorio della regione che accoglie i rifi uti. «Una svolta per la lotta ai sacchetti di plastica e contro lo smaltimento dei rifi uti in discarica», commenta invece il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani, in merito alle nuove norme sul bando sui sacchetti di plastica e all’aggiornamento della legge sull’ecotassa per lo smaltimento in discarica dei rifi uti contenute nel decreto ambiente.

Ok dal Senato al dl rifi utiNuovi impianti in Campania

L’Italia è stata condannata dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo per i respingimenti del 2009 verso la Libia. La Corte si è pronunciata sul caso Hirsi, riguardante 11 cittadini somali e 13 eritrei, rinvenendo due violazioni dell’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo (divieto di trattamenti inumani e degradanti), l’articolo 13 (diritto a mez-zi di ricorso effettivi) e l’articolo 4 del protocollo 4 (divieto di espulsioni collettive). L’Italia è stata condannata dalla Corte a versare 15.000 euro a ogni ricorrente per danno morale. L’Unhcr ha parlato di sentenza «storica» e ha auspicato che essa «rappresenti un punto di svolta per ciò che riguarda le responsabilità degli stati e la gestione dei fl ussi migratori».I giudici europei hanno concluso che la pressione migratoria in via di intensifi cazione «particolarmente complessa» nel conte-sto marino, «non esonera» gli stati membri della Convenzione «dal loro obbligo di non allontanare una persona che rischi di subire trattamenti proibiti dall’art. 3 (divieto di trattamen-ti inumani o degradanti, ndr) dal paese di destinazione». La Corte ha anche respinto la argomentazioni italiane secondo cui la Libia sarebbe stato un luogo sicuro per i migranti, ricor-dando che «la realtà in Libia era notoria e facile da verifi care all’epoca dei fatti» e che «l’uffi cio dell’Alto commissariato dei rifugiati a Tripoli non è mai stato riconosciuto dal governo libico». Secondo la Corte poi, anche se la nozione di espulsione è legata al territorio nazionale, laddove uno stato eserciti la sua giurisdizione, a titolo eccezionale, al di fuori del suo territorio, si può parlare di espulsione collettiva, tanto più che «la specifi cità del contesto marittimo non fa del mare una zona fuori dal diritto». La sentenza «va rispettata», e ora sono in corso contatti con la nuova dirigenza libica ma «ogni nuo-va iniziativa sarà improntata all’assoluto rispetto dei diritti dell’uomo», ha affermato il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, aggiungendo però che «con altrettanta fermezza sarà contrastata l’immigrazione illegale».

Respingimenti verso la Libia Strasburgo condanna l’Italia

Le sentenze della Consulta sul sito www.italiaoggi.it/documenti

La Corte costituzionale

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38 Venerdì 24 Febbraio 2012 E N T I L O C A L I

Ormai in dirittura di arrivo il decreto del Ministero dell’economia che individuerà le p.a.

Sconti (bassi) agli enti virtuosiInteressato un numero circoscritto di province e mini-comuni

DI MATTEO BARBERO

È quasi in dirittura d’arri-vo il decreto del Mef che individuerà gli enti locali virtuosi. Ma gli sconti sa-

ranno modesti e riguarderanno un numero circoscritto di provin-ce e comuni di piccole dimensioni. A breve lo schema di tale provve-dimento dovrebbe essere sottopo-sto alla conferenza unifi cata e a quel punto si saprà chi saranno i fortunati e quale sarà l’entità dello sconto sul Patto di stabilità interno 2012 di cui essi benefi -ceranno. È già certo, però, che la faccenda riguarderà un numero circoscritto di enti. Lo impongono i numeri e il meccanismo di ri-parto, che scarica sui non virtuosi la quota della manovra abbuona-ta ai primi della classe. Per evi-tare di penalizzare i meno bravi, l’ultima legge di stabilità (legge 183/2011) ha, quindi, introdotto a favore dei primi una clausola di salvaguardia, che impedisce ai rispettivi obiettivi di superare un tetto massimo. Come noto, secon-do le regole vigenti, il Patto chiede a ciascun ente di raggiungere un saldo di competenza mista non

inferiore al valore determinato applicando alla spesa corrente media registrata (in termini di impegni) nel triennio 2006-2008 una certa percentuale. Per i co-muni, quest’ultima può oscillare fra il 15,6 e il 16%, mentre per le province fra il 16,5 e il 16,9%. Proprio il differenziale fra il co-effi ciente di calcolo più basso e quello più elevato dà la misura degli spazi fi nanziari a disposi-zione, che sono decisamente esi-gui: applicando lo 0,4% al valore della spesa corrente media 2006-2008 di ciascun comparto (circa 38 miliardi di euro per i comuni e 8,8 miliardi per le province), si ricava che, nel primo caso, sul

piatto ci sono poco meno di 155 milioni, nel secondo poco più di 35. Poca roba, neppure suffi cien-te ad azzerare l’obiettivo di due grossi enti come il comune e la provincia di Torino. Ecco perché è verosimile che gli enti virtuosi saranno pochi e/o perlopiù piccoli. Ai migliori, infatti, lo Stato chie-de di raggiungere un saldo pari a 0. C’è, però, anche un’alterna-tiva, come chiarito dalla recente circolare della Rgs n. 5/2012 (si veda ItaliaOggi del 17 febbraio): la stessa legge 183/2011, infatti, ha previsto che il relativo obiet-tivo possa assumere un valore, superiore allo 0, «compatibile» con gli spazi fi nanziari derivanti

dall’applicazione della descritta clausola di salvaguardia a favo-re dei non virtuosi. In pratica, poiché il gioco deve chiudersi in pareggio in ciascun comparto, se si intende azzerare l’obiettivo dei virtuosi, occorre limitarne il numero; viceversa, se si vuole allargare la cerchia, si dovranno abbassare gli sconti. La scelta più probabile pare la seconda, anche se non è comunque lecito attendersi una platea vasta di benefi ciari.

Questi ultimi saranno indi-viduati sulla base dei seguenti quattro parametri (art. 20, com-ma 2, del dl 98/2011, come mo-difi cato dalla legge 183/2011): 1)

rispetto del Patto (quasi certa-mente su un arco di tempo plu-riennale); 2) autonomia finan-ziaria (misurata rapportando al totale delle entrate correnti la somma delle entrate tributarie ed extratributarie); 3) capacità di riscossione (intesa come rapporto fra le entrare di parte corrente riscosse e accertate); 4) equilibrio di parte corrente (costituito dal-le entrate correnti meno le spe-se correnti, al netto del rimborso delle anticipazioni di cassa e del rimborso anticipato dei prestiti; per omogeneizzare il dato in rela-zione alla dimensione struttura-le di ciascun ente, il valore verrà rapportato al totale delle entrate correnti). Ricordiamo, infi ne, che, in base all’art. 20, comma 3, del dl 98/2011, i virtuosi dovrebbero essere anche esonerati dai tagli al fondo sperimentale di riequi-librio previsti dall’art. 14 del dl 78/2010 (complessivamente pari a 2,5 miliardi per i comuni e a 500 milioni per le province), men-tre non dovrebbero scampare da quelli previsti dal dl 201/2011 (pari, rispettivamente, 1.450 e 415 milioni).

©Riproduzione riservata

DI SERGIO TROVATO

L’area scoperta destinata a ospi-tare ombrelloni e sdraio non è soggetta al pagamento della Tarsu, in quanto non idonea a

produrre rifi uti. Possono essere conside-rate superfi ci tassabili solo quelle coperte destinate a ospitare lo stabilimento bal-neare. Lo ha stabilito la commissione tri-butaria regionale di Campobasso, sezione IV, con la sentenza n. 51 del 2 dicembre 2011. Per i giudici molisani, non è possibile tassare la spiaggia e cioè le aree scoperte occupate con ombrelloni e sdraio che non sono idonee a produrre rifi uti, «dovendosi invece individuare quali superfi ci tassabili solo quelle coperte destinate a ospitare lo stabilimento balneare vero e proprio». Il principio affermato dai giudici d’appello non può essere condiviso. Anche le aree scoperte sono soggette al pagamento del-la Tarsu, a meno che non si tratti di aree pertinenziali o accessorie di locali tassabi-li. Il presupposto della tassa rifi uti è l’oc-cupazione o la detenzione di locali e aree scoperte a qualsiasi uso adibiti. Non sono soggetti al prelievo solo i locali e le aree che non possono produrre rifi uti o per la loro natura o per il particolare uso cui sono stabilmente destinati o perché risultino in obiettive condizioni di non utilizzabili-tà nel corso dell’anno, sempre che queste circostanze siano indicate nella denuncia originaria o di variazione e debitamente riscontrate in base a elementi obiettivi direttamente rilevabili o a idonea docu-mentazione. Tra i locali e le aree che non possono produrre rifi uti per la natura del-

le loro superfi ci rientrano quelli situati in luoghi impraticabili, interclusi o in stato di abbandono. Pertanto, la legge prevede una presunzione relativa di produzione dei rifi uti che ammette la prova contraria. La sussistenza delle condizioni che fanno venir meno la presunzione di legge della potenziale produzione di rifi uti devono es-sere provate dal contribuente e riscontra-bili da parte dell’amministrazione. Sono sottratti all’imposizione solo i locali e le aree che sono oggettivamente inutilizza-bili, e non quelli lasciati in concreto inuti-lizzati. Dunque, anche la scelta soggettiva del titolare di non usare l’immobile non assume alcuna rilevanza.

Peraltro, anche la Commissione tributa-ria provinciale di Lecce, seconda sezione, con la sentenza 368/2011, ha chiarito che i titolari di concessione marittima su beni demaniali che gestiscono gli stabilimenti balneari sono tenuti a pagare la tassa ri-fi uti, sebbene solo nel periodo estivo, per la temporanea occupazione delle aree con ombrelloni e sdraio. Quindi, secondo i giudici, agli stabilimenti va applicata la tariffa giornaliera perché l’uso delle aree occupate è inferiore a 183 giorni nel corso dell’anno solare. Con quest’ultima pronun-cia i giudici hanno correttamente ritenuto tassabili gli stabilimenti balneari, ma sono incorsi in errore perché l’applicazione del-la tariffa giornaliera non ha nulla a che vedere con l’uso stagionale. L’articolo 77 del decreto legislativo 507/1993 fa infatti riferimento alla occupazione o detenzione temporanea, e non stagionale, di locali o aree pubbliche.

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Sentenza della Commissione tributaria molisana

Spiagge non soggette al pagamento Tarsu

DI SERGIO TROVATO

Fissare la sede legale in un immo-bile non impone di pagare la Tia. La semplice esistenza della sede di una società in un immobile, in-

fatti, non è elemento suffi ciente per ritene-re obbligato il contribuente al pagamento della tariffa rifiuti. Lo ha chiarito la Ctr Toscana, sezione XXI, con la senten-za n. 123/2011. Per i giudici d’appello, «la semplice esistenza della sede di una società in un manu-fatto non appare suf-fi ciente ad integrare il presupposto di applicazione della Tia». Invece, il soggetto gestore dei servizi am-bientali «avrebbe dovuto dimostrare, come ha rilevato anche il primo giudice, che la società contribuente, a prescindere dall’esi-stenza di una sede legale, occupava o dete-neva fi sicamente gli immobili». Del resto l’articolo 49 del decreto legislativo 22/1997 (cosiddetto decreto Ronchi), che disciplina il presupposto della tariffa d’igiene ambien-tale, prevede che debba essere applicata nei confronti di chiunque occupi oppure condu-ca locali o aree scoperte a uso privato non costituenti accessorio o pertinenza di locali tassabili, a qualsiasi uso adibiti, esistenti sul territorio comunale. La legge prevede una presunzione relativa di produzione dei rifi uti che ammette la prova contraria. La sussistenza delle condizioni obiettive che fanno venir meno la presunzione di

legge della potenziale produzione di rifi uti devono essere provate dal contribuente e riscontrabili da parte dell’ente pubblico. In materia di Tarsu, il cui presupposto impositivo è analogo alla Tia, come chia-rito dalla Corte costituzionale con la sen-tenza 238/2009, la Cassazione (sentenze 16785/2002 e 9920/2003) ha stabilito non

solo che l’ammini-strazione comunale si possa avvalere della presunzione di produzione dei rifi u-ti, ma, addirittura, che il contribuente non possa fornire qualunque prova per superare la pre-sunzione di tassabi-

lità. Per esempio, l’immobile non produttivo di rifi uti è soggetto alla tassa, se non venga data la prova dell’oggettiva inutilizzabilità. Anche l’immobile inutilizzato è soggetto a imposizione, purché oggettivamente utiliz-zabile. Il tributo non può essere applicato solo sulle superfi ci o sulle aree nelle quali, per specifi che caratteristiche strutturali o per destinazione, si producono rifi uti spe-ciali. Tuttavia, non può essere presunto che sussista il presupposto per l’applicazione della Tia solo perché la società ha fi ssato la sede legale in un immobile. Altrimen-ti, come evidenziato nella pronuncia della commissione regionale, si arriverebbe al paradosso che tutte le imprese aventi sede legale nello studio di un commercialista dovrebbero versare il tributo per i locali adibiti all’attività professionale.

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Ctr Toscana: il manufatto non integra requisiti

Fissare la sede legale non comporta la Tia

icazione della Tia»

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lità Per esempio l’imm

Il soggetto gestore dei servizi ambientali avrebbe dovuto

dimostrare che la società contri-buente, a prescindere dall’esi-

stenza di una sede legale, occupava o deteneva

fi sicamente gli immobili

GLI SCONTI PER I VIRTUOSI

Pattodi stabilità interno

È previsto l’abbattimento dell’obiettivo a 0 o a un valore compatibile con l ’applicazione della c lausola di salvaguardia a favore dei non virtuosi

Gli spazi finanziari disponibili ammontano a circa 155 milioni di euro per comuni e circa 35 per le province. Fondi

sperimentaledi riequilibrio

Verrà azzerato il taglio previsto dal dl 78/2010, ma non quello aggiuntivo di cui al dl 201/2011.

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39Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24 FebbrE N T I L O C A L I

In cdm il ddl con la trasformazione in enti di secondo livello

Province, si cambiaConsigli da 10 a 16 componenti

DI LUIGI OLIVERI

Al via il nuovo sistema elettorale delle province, che assumeranno a tutti gli effetti lo status di enti

di secondo livello.Nel consiglio dei ministri di

oggi il governo presenterà il disegno di legge che, attuando l’articolo 23, commi 16 e 17, del-la legge 214/2011, modifi ca il sistema elettorale degli organi di governo delle province, primo passo della più radicale riforma prevista dalla normativa. Il ddl non si occupa della traslazione delle funzioni e competenze pro-vinciali a comuni o regioni.

Il ddl dispone che i consigli provinciali siano composti da 16 membri nelle province con po-polazione residente superiore a 700.000 abitanti; da 12 nelle pro-vince con popolazione residente superiore a 300.000 abitanti; da 10 nelle altre province.

L’elezione del consiglio provin-ciale non può svolgersi nella stes-sa domenica del turno annuale ordinario di elezioni comunali. Anche perché l’elettorato passivo spetta ai consiglieri comunali e,

dunque, occorre evitare l’intasa-mento e garantire che l’elezione sia effettuata da consiglieri in carica. Sarà il ministero dell’in-terno a fi ssare la data di svolgi-mento delle elezioni, non oltre il cinquantesimo giorno anteceden-te la data della votazione.

Elettori del consiglio provin-ciale sono, come detto, i sindaci e i consiglieri comunali in cari-ca nei comuni della provincia al quarantacinquesimo giorno antecedente la data della vota-zione. Potranno candidarsi esclu-sivamente i sindaci e consiglieri comunali in carica nei comuni della provincia. Il ddl prevede la presentazione di liste e rigorose procedure di controllo delle ope-razioni di voto.

Saranno proclamati eletti con-siglieri provinciali i candidati di ciascuna lista secondo l’ordine delle rispettive cifre individuali. In caso di parità di cifra indivi-duale, sono proclamati eletti i candidati che precedono nell’or-dine di lista.

Una volta costituito, il con-siglio provinciale elegge al suo interno il presidente della pro-vincia, con votazione a scrutinio

segreto con l’intervento di alme-no tre quarti, con arrotondamen-to all’unità superiore in caso di cifra decimale, dei consiglieri assegnati alla provincia e a mag-gioranza assoluta di voti. Se, dopo due votazioni, nessuno dei consiglieri ha riportato la mag-gioranza assoluta, si procede ad una votazione di ballottaggio tra i due consiglieri che hanno otte-nuto, nella seconda votazione, il maggior numero di voti.

Il meccanismo non piace però all’Upi che lo ritiene fonte di «ingovernabilità dei territori». A farlo notare è il presidente Giu-seppe Castiglione che lamenta il fatto che non si tenga conto che «le scadenze elettorali dei singoli comuni delle province non coin-cidono». «Quindi avremo consi-gli provinciali che cambieranno continuamente fi sionomia allo scadere dei singoli consigli comu-nali. Ancora una volta saranno i territori ad essere penalizzati, dall’impossibilità per questa isti-tuzione di programmare alcun-ché, alle prese con maggioranze che muteranno continuamente», conclude Castiglione.

© Riproduzione riservata

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40 Venerdì 24 Febbraio 2012 OSSERVATORIO VIMINALE

Cosa accade quando il consigliere è colpito da sentenza non dei nitiva

Condanne, iter obbligatoIl consiglio convalida, la prefettura sospende

Quesito: è possibile con-validare l’elezione di un consigliere comunale con-dannato con sentenza non definitiva, confermata in appello, alla pena della reclu-sione di anni 2 per un delitto non colposo (art. 323 c.p.), a seguito della quale lo stesso è stato già sospeso dalla cari-ca di consigliere provinciale? Nel caso specifi co, è applica-bile l’art. 59, comma 1, lett. b) del Tuoel, considerato che la condanna in appello è inter-venuta non dopo, ma prima dell’elezione?

Negli articoli 58 e 59 del dlgs 18 agosto 2000,n. 267, il legislato-re ha distinto diverse tipologie di intervento a seconda che l’ammi-nistratore subisca determinate condanne di natura penale prima o dopo l’elezione. In particolare, il legislatore all’art. 58, nell’indi-viduare le diverse cause ostative alla candidatura, ha posto sullo stesso piano le varie fattispecie delittuose, richiedendo in ogni caso una sentenza defi nitiva, sia per quelle di maggior allarme so-ciale sia per quelle di (relativo)

minor allarme sociale. Diversa-mente, l’art. 59, nel dettare una serie di cause che danno luogo alla sospensione di diritto, ha ef-fettuato un’espressa distinzione, richiedendo un maggior grado di accertamento nel caso di reati di impatto sociale minore rispetto ai reati tipici degli amministra-tori o ai reati di associazione cri-minosa. In questo secondo caso, infatti, è suffi ciente una condan-na non defi nitiva e, quindi anche la sola condanna di primo grado, mentre per i primi la sospensio-ne opera a seguito di sentenza di primo grado confermata in appello. Così ricostruito il mo-dus operandi, risulta evidente che il legislatore ha ritenuto di effettuare, in primo luogo, un di-stinguo tra la fase relativa alle candidature, antecedente quindi alle elezioni, per la quale richiede l’assenza di determinati pregiu-dizi di natura penale da parte dell’amministratore, e la fase suc-cessiva alle elezioni, per la quale prevede la sospensione di diritto al verifi carsi di altre fattispecie. Da quanto sopra esposto, risulta ora chiaro che, a norma dell’art. 58 del Tuoel, costituiscono cause

ostative alla candidatura solo le condanne defi nitive elencate nel-lo stesso articolo, in ordine alle quali il consiglio svolge l’esame previsto dall’art. 41 Tuoel ai fi ni della proclamazione degli eletti, nella prima seduta di convocazio-ne e prima di deliberare su qual-siasi altro oggetto. Viceversa, le ipotesi elencate nell’art. 59 del Tuoel non costituiscono cause di incandidabilità ma ipotesi in cui un amministratore è sospeso di diritto dalla carica ricoperta per effetto di una ricognizione sul-la loro sussistenza, demandata all’esame del prefetto (comma 4 dello stesso articolo) e avente natura costitutiva. Solo a segui-to di passaggio in giudicato del-la sentenza di condanna o dalla data in cui diviene defi nitivo il provvedimento che applica la misura di prevenzione, il succes-sivo comma 6 del citato art. 59 dispone la decadenza di diritto dalla carica elettiva locale. La stessa causa di sospensione rile-va sia sulla carica di consigliere provinciale sia sulla carica di consigliere comunale, traendo origine i relativi provvedimenti di sospensione dalla medesima

condanna penale, portata a co-noscenza dei rispettivi enti di riferimento. La giurisprudenza ha, infatti, affermato che la so-spensione di diritto dalla carica di consigliere comunale, a seguito di sentenza di condanna non defi -nitiva per uno dei delitti previsti dall’art. 59, comma 1, del dlgs 18 agosto 2000, n. 267, non decorre dalla pubblicazione della senten-za di condanna, ma dalla comu-nicazione del provvedimento di sospensione emesso dal prefetto al consiglio comunale; ciò sulla base dell’interpretazione lettera-le e della «ratio» della disposizio-ne, anche alla luce dei successivi commi 3 (cessazione degli effetti della sospensione per decorso del tempo) e 4 dello stesso art. 59, se-condo cui l’intervento del prefetto non è meramente dichiarativo, ma costitutivo dell’effi cacia del-la sospensione (Cass. civ. , Sez. I, sent. n. n. 16052 dell’8/7/2009). In merito all’applicabilità dell’art. 59 del Tuoel al caso di specie, in quanto la condanna in appello è intervenuta non dopo, ma prima dell’elezione, la sospensione di diritto, che consegue ope legis, riveste natura cautelare, per

essere un’inibizione provvisoria dall’esercizio delle pubbliche fun-zioni, ancorata al solo presuppo-sto di una doppia condanna; tale misura cautelare è vincolata al solo presupposto della sentenza di condanna di secondo grado, a nulla rilevando che la sentenza di primo grado sia intervenuta pri-ma o dopo l’elezione. In conclusio-ne, nel caso in esame, sussistendo una sentenza non defi nitiva con-fermata in appello alla pena di due anni di reclusione per un de-litto non colposo (ipotesi contem-plata all’art. 59, comma 1, lett. b) del Tuoel), il consiglio comunale dovrà procedere alla convalida dell’eletto alla quale seguirà la comunicazione, da parte della prefettura, del provvedimento di sospensione di diritto dalla cari-ca del consigliere interessato, in applicazione della norma sopra richiamata.

PROMO P.A.

Un focus sui fondi europeiDrastica diminuzione dei tra-sferimenti statali, incertezza sul gettito derivante dall’ap-plicazione del nuovo fi sco fe-deralista, necessità, di fronte all’accentuazione della crisi economica, di promuovere pro-getti e politiche di sostegno allo sviluppo locale. Di fronte a questo scenario gli Enti locali devono porre la mas-sima attenzione a tutte le tipo-logie possibili di fi nanziamento, come la programmazione 2007 – 2013 della Comunità euro-pea per i fondi strategici, che prevede cospicui programmi di fi nanziamento intersettoriali. Per ottenere i fondi europei è fondamentale presentare pro-poste progettuali coerenti con gli obiettivi dei programmi co-munitari, costruendo i progetti utilizzando tecniche e metodo-logie specifi che e consolidate. La complessa problematica, con particolare attenzione agli strumenti più avanzati per indi-viduare i programmi e costrui-re i progetti, sarà affrontata nel seminario «I fi nanziamenti straordinari per la pubblica am-ministrazione: come utilizzare i fondi europei per far fronte alla crisi», organizzato da PROMO P.A. Fondazione a Roma il 7 e 8 marzo prossimi. Info: 0583-582783; [email protected]; www.promopa.it.

Autore – Domenico Barillà

Titolo – Federalismo am-ministrativo e federalismo fi scale

Casa editrice – Cel editrice, Pescara, 2012, pp. 330

Prezzo – 59 euro

Argomento – L’ordinamento regionale e locale è sottoposto da tempo a continui cambia-menti e a un progetto di inte-grale riforma dei rapporti fra centro e periferia. Il volume in questione, edito dalla Cel editrice in collaborazione con Legautonomie, Asso-ciazione delle autonomie locali, prendendo le mosse dalle disposizioni di cui alla Carta costituzionale e dalla legge n. 59/97, affronta il complesso fenomeno del federalismo amministra-tivo e fi scale, esaminando nello specifi co il contenuto degli otto decreti attuativi della legge n. 42/2009, gli interventi operati dalla c.d. riforma Brunetta e le ma-novre fi nanziarie del 2010 e del 2011, nonché l’approccio manifestato in questi ultimi mesi dal nuovo esecutivo in carica. Il volume, con uno sti-le semplice e chiaro, illustra il presumibile impatto che il federalismo avrà sull’or-dinamento regionale e sulle autonomie locali, basandosi su una severa analisi della normativa in vigore. L’auto-re prende in esame il profi lo

del decentramento dei poteri decisionali, che è andato di pari passo con un divergente processo di omologazione dei poteri gestionali che è possibile far risalire alla legge n. 42 del 2009, per poi illustrare le politiche di tra-sferimento di beni e risorse tra centro e periferia e i fat-tori di criticità legati al ruolo delle città metropolitane e ai piccoli comuni, nonché ad alcuni specifi ci servizi pubblici (sanità, trasporti e servizi sociali). Il libro approfondisce poi i temi del prelievo fi scale e dell’orga-nizzazione della spesa loca-le, evidenziando le necessità di raccordo tra il gettito locale ordinario e il patto di stabilità ed evidenziando luci e ombre delle imposte di scopo. Secondo l’autore la prevalenza del ricorso a misure di omologazione del modo di operare delle gestio-ni pubbliche condiziona e limita l’esercizio dell’azione amministrativa locale, con il rischio di un aumento dei costi dell’intero processo, che potrebbero ricadere sulle spalle dei cittadini in termini di maggiore prelievo fi scale e minori servizi sul territorio.

A cura di Gianfranco Di Rago

LO SCAFFALE DEGLI ENTI LOCALI

AbruzzoIstruttore direttivo. Comune di Rocca di Botte (Aq), un posto. Scadenza: 1/3/2012. Tel. 0863/998131.G.U. n. 8

CalabriaFunzionario amministrati-vo. Comune di Rossano (Cs), due posti parzialmente riservati. Scadenza: 15/3/2012. Tel. 0983/529253.G.U. n. 12

CampaniaIstruttore specialistico dell’area urbanistica. Comune di San Marcellino (Ce), un posto. Scadenza: 5/3/2012. Tel. 081/8124801.G.U. n. 9

Emilia RomagnaIstruttore direttivo economi-co fi nanziario. Comune di Rimini, un posto. Scadenza: 19/3/2012. Tel. 0541/704704.G.U. n. 13

LiguriaRagioniere. Comune di Ceriana (Im), un posto. Scadenza: 8/3/2012. Tel. 0184/551017.G.U. n. 10

Lombardia

Istruttore direttivo contabile dell’area economico fi nan-ziaria. Comune di Torre Pallavicina (Bg), un posto. Scadenza: 19/3/2012. Tel. 0363/996522.G.U. n. 13

PugliaIstruttore direttivo ammini-strativo a tempo parziale. Comune di Alberobello (Ba), un posto. Scadenza: 8/3/2012. Tel. 080/4036235.G.U. n. 10

SardegnaIstruttore direttivo tecnico. Comune di Perdasdefogu (Nu), un posto. Scadenza: 19/3/2012. Tel. 0782/94315.G.U. n. 13

SiciliaDirigente amministrativo contabile. Provincia di Trapani, cinque posti parzialmente riservati. Scadenza: 15/3/2012. Tel. 0923/806785.G.U. n. 12

UmbriaCollaboratore amministra-tivo. Comune di Tuoro sul Trasimeno (Pg), un posto. Scadenza: 22/3/2012. Tel. 075/82599205.G.U. n. 14

CONCORSI

LE RISPOSTE AI QUESITISONO A CURA

DEL DIPARTIMENTO AFFARI INTERNI E TERRITORIALI

DEL MINISTERO DELL’INTERNO

Supplemento a cura di FRANCESCO CERISANO

[email protected]

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Page 35: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

41Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 24 FebA G E VO L A Z I O N I

Anche gli enti locali possono benei ciare del fondo Kyoto, gestito da Cdp e operativo da marzo

Fonti rinnovabili a spron battutoI fi nanziamenti agevolati coprono fi no al 90% della spesa

Pagina a cura DI ROBERTO LENZI

Finanziamenti a tasso agevolato per investire in fonti rinnovabili e risparmio energetico.

Anche gli enti locali possono benefi ciare delle agevolazioni previste dal Fondo Kyoto, lo strumento gestito dalla Cassa depositi e prestiti per sostenere gli investimenti in energia pu-lita. I fi nanziamenti agevolati possono coprire fi no al 90% del-la spesa prevista. Il fondo sarà operativo a partire dal 16 marzo 2012 attraverso una procedura a sportello accessibile mediante domanda telematica. L’accredi-tamento telematico sarà possi-bile già a partire dal 2 marzo attraverso il sito internet della Cassa depositi e prestiti www.cassaddpp.it. Il termine per la presentazione delle domande è fi ssato al 14 luglio 2012, consi-derando però che la procedura è a sportello è fondamentale pre-sentare domanda quanto prima. I fi nanziamenti potranno avere una durata fi no a 15 anni, a un tasso dello 0,50%.

Ammissibili regioni, pro-vince e comuni

Possono presentare domanda di accesso al Fondo Kyoto Regio-ni, Province, Comuni, Comunità montane e gli altri soggetti a cui la legge riconosce la personalità giuridica pubblica, incluse le as-sociazioni, le unioni e i consorzi tra Enti locali, le agenzie re-gionali o locali per il risparmio energetico nonché gli Istituti uni-versitari e gli Istituti di ricerca, compresi i loro consorzi.

Finanzia-bili micro-cogenera -zione, fonti rinnovabili, r i sparmio energetico

S o n o f i -n a n z i a b i l i progetti per la microcogenera-zione diffusa connessa a Gas, Biomasse o Ibrido. Inoltre, sono fi nanziabili investimenti in fon-ti rinnovabili relativi a Eolico,

Mini-idroelettrico, Biomasse termico, Fotovoltaico, Solare termico. Inoltre, sono fi nanzia-bili interventi su involucro di edifi ci esistenti, parti di edifi ci esistenti o unità immobiliari esistenti, riguardanti struttu-re opache verticali, orizzontali o inclinate, chiusure trasparenti comprensive di infi ssi e vetri, chiusure apribili e assimilabili quali porte e vetrine anche se non apribili, delimitanti il volu-

me riscal-dato, verso l’esterno e verso vani non riscal-dati, Clima-tizzazione tramite te-leriscalda-mento da i m p i a n t i di cogene-razione di p o t e n z a nominale

fi no a 500 kWe, Climatizzazione degli edifi ci da impianti geoter-mici a bassa entalpia fi no a 1 Mwt, Impianti di cogenerazio-ne di potenza nominale fi no a

5 MWe alimentati da gas natu-rale, biomassa vegetale solida, biocombustibili vegetali liquidi, biogas e in cocombustione gas naturale biomassa. Sono inoltre fi nanziabili progetti di ricerca e progetti per la gestione fore-stale sostenibile. Gli interventi devono risultare avviati suc-cessivamente al 22 aprile 2009, comunque saranno fi nanziabi-li solo le spese successive al 1° marzo 2012.

Domanda telematica per stabilire l’ordine cro-nologico

L’inserimento della domanda tramite l’Applicativo web, oltre a ridurre gli errori di compila-zione, consentirà al richiedente di acquisire telematicamente il numero di protocollo che fi ssa l’ordine cronologico di ricevi-mento della prenotazione delle risorse del Fondo Kyoto. Suc-cessivamente, entro tre giorni dalla domanda telematica, il richiedente dovrà inviare tut-ta la documentazione cartacea di supporto, pena la decadenza dell’istanza.

©Riproduzione riservata

LOMBARDIA

Risorse per 5,5 mln per insediamenti delle impreseAmmontano a 5,5 milioni di euro le risorse che la Regione mette in campo per fi nanziare la realizza-zione di nuovi insediamenti per le imprese. Con un primo avviso pubblicato sul BUR del 17 febbraio scorso è stata lanciata una raccolta di manifesta-zioni di interesse per l’adesione al Programma Aster. Lo scopo è fornire il supporto fi nanziario e operativo ad iniziative di qualifi cazione dell’of-ferta localizzativa e insediativa provenienti dal territorio, da realizzarsi attraverso Accordi di Sviluppo territoriale per l’insediamento di nuo-ve attività di impresa. Le Province fungeranno da soggetti capofi la per la presentazione delle propo-ste, a cui potranno partecipare i Comuni e le Cciaa e gli altri attori dello sviluppo territoriale, quali ad esempio Università, Centri di ricerca, Istituti di credito, Associazioni di categoria, Fondazioni bancarie, Agenzie di sviluppo territoriale, Fondi di investimento, imprese interessate a realizzare un investimento nell’area oggetto della proposta, in qualità di soggetti attuatori, ossia i soggetti che all’interno del progetto complessivo hanno la responsabilità di realizzare gli specifi ci interventi previsti. La scadenza per presentare proposte è fi ssata al 15 giugno 2012. Il cofi nanziamento regionale, erogato nella se-conda fase di attuazione del programma, è de-stinato a concorrere alla copertura del 50% dei costi relativi alla realizzazione degli investimenti previsti nel progetto., fi no ad un massimo impor-to concedibile al singolo progetto pari a un mi-lione euro. Ciascun territorio provinciale potrà presentare più di una candidatura. La seconda fase di attuazione prevede l’emanazione di un bando predisposto dalla Regione a conclusione della fase esplorativa, per individuare e sele-zionare le proposte più mature e coerenti con gli obiettivi defi niti dal bando.

© Riproduzione riservata

FINO A 60 MILA € A PROGETTO

In Veneto contributi per gli interventi in edilizia culturalePartono i contributi per l’edilizia culturale pre-visti dalla lr 18/2011. Con la pubblicazione della Dgr 155/2012 diventa operativa la nuova legge regionale rivolta a enti locali, ivi comprese le comunità montane, le unioni o associazioni di comuni, istituti religiosi/ecclesiastici e parroc-chie, associazioni aventi fi nalità culturali senza scopo di lucro, fondazioni senza scopo di lucro, altre persone giuridiche senza scopo di lucro e onlus. Gli interventi fi nanziabili devono es-sere rivolti alla costruzione, all’ampliamento e alla straordinaria manutenzione di strutture da adibire, o già adibite, a sedi permanenti di centri di servizi culturali, rappresentati da ido-nei spazi ove si possa svolgere, con continuità, attività con fruibilità collettiva, omogenea alle fi nalità della legge. Inoltre, sono fi nanziabili le strutture adibite a auditori, sale cinema-tografi che e teatrali, biblioteche, musei e ar-chivi. Le strutture oggetto di contribuzione devono essere fruibili al pubblico indifferen-ziato per un periodo di almeno vent’anni. I contributi sono concessi nella percentuale del 60% della spesa ritenuta ammissibile ed entro il limite massimo di euro 60 mila per ogni progetto presentato. Le domande per il 2012 potranno essere presentate entro il 31 marzo p.v., ma dal 2013 in poi dovranno essere presentate dal primo gennaio al 31 gennaio di ogni anno. Gli interventi dovranno essere conclusi entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui è avvenuta l’approvazione della graduatoria salva la pos-sibilità di concedere una proroga per giusti-fi cati motivi. Spese da rendicontare entro il 31 dicembre dell’esercizio successivo. Non fi nanziabili acquisizioni immobiliari.

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Fino al 28 febbraio 2012, i pic-coli comuni possono ancora ri-chiedere il contributo previsto dall’iniziativa «Mettiamoci la faccia» per gli acquisti di dota-zioni tecnologiche necessarie per la rilevazione della custo-mer satisfaction attraverso le emoticon. Ciascun comune può arrivare a richiedere un contributo fino a 460 euro. Possono accedere al finanzia-mento oggetto del presente avviso tutti i Comuni con po-polazione residente inferiore a 5 mila abitanti, nonché le Unioni di comuni. Il fondo de-stinato al finanziamento dei bonus è pari a euro 500 mila.

Abruzzo, prorogato il ban-do per i centri di stoccag-gio delle biomasseÈ stato prorogato al 29 febbra-io 2012 il bando che prevede la concessione di contributi per la realizzazione di centri di stoccaggio per il trattamento dei materiali legnosi al fine di ottenere cippato e la posa in opera di impianti completi per l’utilizzo del cippato per la fornitura di energia termica. Il bando era stato pubblicato a novembre 2011. Il contribu-to è previsto in conto capitale al 100% e può contare su uno stanziamento di 1,4 milioni di euro. La proroga è stata disposta per ovviare ai disagi causati dal maltempo.

Toscana, contributi per va-lorizzare le foreste

I comuni possono richiedere i contributi previsti dalla misu-ra 122 del Psr 2007/13 per va-lorizzare le foreste di proprie-tà. Il bando scade il 15 marzo 2012 e prevede contributi a fondo perduto fino al 60% della spesa ammissibile per un importo massimo di 300 mila euro. Sono finanziabili piani di gestione, acquisto di attrezzature, infrastrutture a servizio delle foreste, recupe-ro di suoli boschivi, certifica-zione forestale.

Sardegna, più tempo per le iniziative ambientaliÈ stato prorogato l’avviso pubblico per il finanzia-mento di azioni innovative e sperimentali del Piano di Azione Ambientale Regiona-le, nell’ambito del Por Fesr 2007-2013 Asse IV, Linea di attività 4.1.2b «realizzazione di azioni innovative e speri-mentali del Piano di Azione Ambientale Regionale scelte in base al loro carattere di-mostrativo», che vanta uno stanziamento di oltre 4,3 milioni di euro. Le domande potranno essere presentate fino al 9 marzo 2012.

AGEVOLAZIONI IN PILLOLE

Informatica in città

a cura diSTUDIO R.M.

VIA V. MONTI, 8 20123 MILANOTEL. 02 22228604 - FAX 0247921211

VIA C. MASSEI 78, 55100 LUCCATEL. 058355465 - FAX 0583587528

WWW.STUDIORM.EU SKYPE: STUDIORMMILANO

LE TAPPE DEL FONDO KYOTO

− 1° marzo 2012: Pubblicazione della Circolare Kyoto in Gazzetta Uffi ciale

− dal 2 marzo 2012: Accreditamento dei benei ciari mediante applicativo web disponibile sul sito www.cassaddpp.it

− dal 16 marzo 2012: Presentazione delle domande di i nanziamento agevolato online mediante applicativo web disponibile sul sito www.cassaddpp.it

− 14 luglio 2012: Termine della presentazione delle domande di i nanziamento agevolato

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42 Venerdì 24 Febbraio 2012 A U T O N O M I E L O C A L I

Il risanamento dei conti pubblici resta prioritario. Ma guai a trascurare l’assetto statale e locale

Dalla crisi solo caos istituzionaleL’emergenza economica mette in secondo piano le riforme

DI MARIO COLLEVECCHIO*

La grave situazione di crisi che stiamo attraversando in una prospettiva nazio-nale ed europea di reces-

sione sempre più allarmante ha reso necessario adottare da parte del governo Berlusconi dapprima e poi in maniera più incisiva da parte del governo Monti una serie di provvedimenti prevalentemen-te rivolti al risanamento dei conti pubblici e a conseguire a tutti i costi il pareggio del bilancio nel 2013. In questo scenario sembra passare in seconda linea il pro-blema del riassetto istituzionale della repubblica. Vero è che i sud-detti provvedimenti contengono numerose norme che operano modifiche di natura sostanziale all’attuale ordinamento, specie degli enti locali, ma il tutto è av-venuto in maniera frammentaria a partire dal secondo semestre 2011. Così, con la legge 111 del 15 luglio, oltre a operare tagli della spesa, si è inciso in materia di pubblico impiego vanificando gran parte delle innovazioni del decreto Brunetta, sono stati in-trodotti parametri di virtuosità

per il patto di stabilità interno, si è indicata la via della valorizza-zione del patrimonio immobiliare pubblico. Più marcate le misure introdotte dalla legge 148 del 14 settembre che prevedono l’obbli-go dell’esercizio associato delle funzioni e dei servizi pubblici me-diante unione da parte dei comu-ni, la nuova composizione degli organi nei comuni fino a 10.000 abitanti, la disciplina dei servizi pubblici locali, la partecipazio-ne dei comuni all’accertamento tributario, il dimezzamento del numero dei consiglieri e degli as-sessori provinciali (disposizione quest’ultima modificata tre mesi dopo dal decreto Monti). Ancora, la legge di stabilità 183 del 12 novembre pone ulteriori limi-tazioni all’indebitamento degli enti locali, torna sul patto di sta-bilità interno alla ricerca di una disciplina più stabile, insiste sul problema spinoso della mobilità dei pubblici dipendenti. Ma è il primo decreto legge del governo Monti «Salva Italia», convertito dalla legge 214 del 22 dicembre attraverso la mozione di fiducia, a incidere in maniera più netta sulle autonomie locali. L’arti-

colo 23 avvia infatti il processo di soppressione delle province attraverso il trasferimento del-le loro funzioni ai comuni o alla regione di appartenenza entro il 31 dicembre 2012, relega la provincia al ruolo di indirizzo e coordinamento delle attività dei comuni, riforma i consigli provinciali i cui componenti non sono più eletti dal popolo, ma in secondo grado dai comuni e in numero non superiore a dieci. Ulteriori modifiche di natura ordinamentale sono infine con-tenute nel decreto legge 1/2012 sulle liberalizzazioni (Cresci Ita-lia) e 5/2012 in materia di sempli-ficazioni (Semplifica Italia). Ora ci si può chiedere: è possibile pro-cedere a riforme così rilevanti in via incidentale a colpi di decreti legge sotto la spinta delle pres-santi esigenze di risanamento della finanza pubblica? Che fine hanno fatto il disegno di legge As 2259 sulla Carta delle auto-nomie e il federalismo fiscale? In realtà è mancata in passato, e oggi manca ancora di più, una visione organica delle riforme istituzionali necessarie per dare concreta attuazione all’articolo

114 della Costituzione secondo il quale i comuni, le province, le città metropolitane, le regioni e lo stato sono elementi costituti-vi della repubblica. A distanza di oltre dieci anni i tentativi di avviare forme di federalismo isti-tuzionale sono rimasti sulla car-ta, mentre la via del federalismo fiscale, che ha dato luogo all’ema-nazione di otto decreti delegati ridondanti e complessi, è ancora tutta da percorrere in concreto. E che dire poi delle città metropo-litane che, previste fin dal 1990, sono ancora da realizzare dopo oltre vent’anni?

In un quadro istituzionale così incerto e confuso si perde di vi-sta la consapevolezza dei ruoli, si nascondono i livelli effettivi di responsabilità, si determinano confl itti, sovrapposizioni, sprechi e ineffi cienze. È dunque tanto dif-fi cile riprendere un cammino vir-tuoso che conduca gradualmente ad una effettiva trasformazione delle nostre istituzioni sulla base di alcune grandi linee quali: la modifi ca del modello parlamen-tare con l’istituzione del senato delle regioni e delle autonomie locali e la riduzione del numero

dei suoi componenti; un nuovo assetto organizzativo dello Stato centrale in una visione più ampia e moderna di decentramento di poteri e funzioni che conduca an-che a una signifi cativa riduzione dei ministeri; la revisione dell’or-dinamento regionale, anche sotto il profi lo delle aggregazioni terri-toriali, ridefi nendo i ruoli e elimi-nando o attenuando le disparità esistenti tra regioni ordinarie e speciali; la ricomposizione del tessuto degli enti intermedi per l’esercizio delle funzioni di area vasta, utilizzando le province in una nuova confi gurazione istitu-zionale, così come recentemente proposto dall’Upi; puntare sulla vitalità dei comuni e sull’eserci-zio associato effi ciente ed effi cace delle loro funzioni per soddisfare i bisogni fondamentali dei citta-dini e assicurare l’effettivo eser-cizio dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale.

* esperto Legautonomie

Leganet, società operativa di Legautonomie, è in grado di offrire un intervento di monito-raggio sulle modalità di gestione in Iva del patrimonio immobiliare da parte degli enti locali. L’offerta può consentire di raggiungere un livello di ottimizzazione del rapporto con l’amministrazione fi nanziaria e una conse-guente minimizzazione del carico fi scale dei tributi erariali connessi a una numerosa serie di attività e servizi svolti a livello locale.L’attenzione deve focalizzarsi principalmente sull’Iva (e indirettamente sulle altre imposte indirette registri e ipocatastali), con parti-colare riferimento alle operazioni di investi-mento su immobili del settore sport, cultura, turismo, sociale ecc., comprese le situazioni in corso di evoluzione: riqualifi cazione di edifi ci, modifi che della destinazione d’uso ecc.).Occorre ricordare al riguardo due aspetti fondamentali:1) l’attivazione della posizione Iva del ser-vizio «gestione immobiliare» rappresenta solo la conclamazione in termini di fi scalità erariale della decisione dell’amministra-zione comunale di procedere ad attivare un percorso di effettiva «valorizzazione del patrimonio immobiliare», anche ai fi ni amministrativo-contabili, rispettando in pie-no i dettami dati dalla Corte dei conti sulla messa a remunerazione almeno di una parte (quella data a terzi con evidenza di valore economico) del patrimonio locale;2) la motivazione principale che sottostà all’intervento di check-up Iva immobiliare, ossia l’effettiva «valorizzazione del patrimo-nio immobiliare» ancor prima del vantaggio fi scale, libera il campo da ogni possibile con-testazione in termini di possibile esercizio del cosiddetto «abuso del diritto», in quanto sus-siste una «valida ragione economica di fondo» a operare l’intervento.In materia di soggettività Iva del comune nell’ambito di particolari attività, si ricorda-no, tra gli ultimi più importanti interventi:- la sentenza Ue 16 settembre 2008, Causa C-288/07,

- la sentenza Ue 4 giugno 2009, Causa C-102/08, in ordine all’applicazione dell’art. 4, n. 5, commi 2 e 4, della VI direttiva Iva 17 maggio 1977, 77/388/Cee (trasfuso nell’art. 13, paragrafo 5, della direttiva 28 novembre 2006, n. 112/2006/Ce);- la risoluzione Agenzia entrate n. 169/E del 1° luglio 2009 che, richiamando la recen-te prassi e la giurisprudenza comunitaria sopra citata, ha ribadito chiaramente che «anche l’attività di gestione del patrimonio immobiliare da parte degli enti locali può rilevare agli effetti dell’Iva se integra, se-condo i criteri richiamati, lo svolgimento di un’attività commerciale».In termini gestionali, l’attivazione a cura dell’ente locale di una gestione immobiliare ai fi ni Iva nella quale far confl uire le entrate (canoni e corrispettivi di vendita) e le spese correnti (di funzionamento) e di investimento (di acquisto, costruzione, ristrutturazione, manutenzioni ecc.), determina solitamente l’insorgere di un credito d’imposta (Iva in detrazione a credito sulle spese sostenute maggiore dell’Imposta esigibile a debito sulle entrate acquisite), da indicare in dichiarazio-ne annuale Iva e da allocare in bilancio tra le entrate correnti del Titolo III.L’utilizzo del probabile credito Iva maturato (in alcuni casi anche su spese sostenute in an-nualità pregresse), una volta accertato in bilan-cio, può essere utilizzato da subito attraverso il sistema delle compensazioni orizzontali ex art. 17 del dlgs n. 241/07 (presentando in tesoreria comunale il modello F24 a saldo zero).L’intervento di razionalizzazione dovrà essere mirato anche a predisporre direttive strate-giche e operative ai vari uffi ci dell’ente per attivare e mantenere in futuro una gestione attiva del tributo, tale da rendere continui i risparmi d’imposta.Informazioni e chiarimenti in merito al ser-vizio di monitoraggio e assistenza possono essere inviati a: [email protected] / [email protected]

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Con Leganet gestioni Iva ai raggi X APPELLO

Tesoreria unica, urge dietrofront

DI ENRICO CAMPEDELLI

L’art. 35 del dl n. 1/2012, il co-siddetto decreto sulle liberaliz-zazioni, interviene sulla gestio-ne delle tesorerie di regioni ed enti locali, di fatto sospenden-do l’effi cacia delle disposizioni vigenti e riportando in vigore le norme degli anni 80, quan-do il tesoriere di ciascun ente curava soltanto pagamenti e riscossioni, ed eventualmen-te attivava l’anticipazione di cassa, senza poter gestire però la liquidità dell’ente stesso. Tornare a quell’epoca signifi ca dunque meno autonomia per gli enti locali, meno possibilità dal punto di vista fi nanziario per tutti gli amministratori.

Purtroppo siamo in una tale situazione di indebitamento del governo nazionale che si cerca di controllare i movimenti dei soggetti istituzionali. Gli am-ministratori ormai navigano a vista. Il parlamento deve as-solutamente intervenire per correggere l’art. 35, anche se purtroppo nell’ultimo periodo i sindaci sono un po’ sfi ducia-ti: pensiamo anche al Patto di stabilità, sulla cui richiesta di allentamento non si è ancora visto nulla. Dopodiché condivi-diamo tutti l’idea che bisogna lavorare per abbassare il debi-to che ha il nostro Paese.

Spl. Le manovre fi nan-ziarie succedutesi negli ultimi anni, dal dl 78/10 fino al recente dl 1/12 avranno un forte impatto sugli enti locali e le loro aziende. Su questi gra-vano molti adempimenti dettati da una normativa stringente che condizio-nerà i residui margini di autonomia degli ee.ll. sulla riorganizzazione/erogazione dei servizi. Le-gautonomie si offre come interlocutrice per enti loca-li di ogni dimensione e per le loro società. La scheda descrittiva dell’offerta è scaricabile dal sito www.legautonomie.it

Federalismo. Legautono-mie in collaborazione con il gruppo editoriale Cel editrice presenta il volume dal titolo: Federalismo am-ministrativo e federalismo fi scale, di Domenico Ba-rillà. Il volume affronta il complesso e problematico fenomeno del federalismo amministrativo e fi scale fi n dalle sue origini a par-tire dalla Costituzione e dalla legge n. 59/97.

Due utili proposte edi-toriali di Legautonomie: Il bilancio di previsione 2012, note per la redazio-ne e la gestione di Sergio Marzari e Ici e Imu, accer-tamenti ed equità fi scale di Cesare Cava, Annalisa Antonini e Silvia Fossati.

IN BREVE

Pagina a curaDELLA LEGA DELLEAUTONOMIE LOCALI

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43Venerdì 24 Febbraio 2012

Bruxelles: stabilizzazione dopo giugno. Draghi: nuovo sistema sociale

Nuovo taglio previsioni UeDopo recessione italiana, c’è quella europea

La Commissione Ue ha ufficialmente rivisto al ribasso tutte le stime di crescita dell’Europa

per il 2012. Il presidente della Bce, Mario Draghi, torna in-tanto a ribadire che occorre rivedere il sistema sociale del continente.

Per l ’ I ta l ia , Bruxel les ha previsto una riduzione dell’1,3% del pil, con un netto peggioramento rispetto alle ultime previsioni economiche, nell’autunno scorso, in cui la crescita era stimata allo 0,1%. Una contrazione dello 0,3% per il 2012 è prevista anche per l’Eurozona nel suo com-plesso, mentre il pil dell’Ue a 27 si fermerà allo 0%.

Secondo la Commissione, c’è stato un «impulso negati-vo alla crescita» nella seconda metà del 2011, pari a -0,6%, molto peggiore del -0,1% che ci si attendeva nelle previsio-ni d’autunno (pubblicate il 10 novembre), a cui va ad aggiun-gersi «un peggioramento anche delle prospettive di crescita per la prima metà del 2012», con «una contrazione di un ul-teriore 0,7% del pil nel primo trimestre e di un altro 0,2% nel secondo trimestre».

Nella seconda metà dell’an-no, secondo l’esecutivo Ue, «l’attività economica dovrebbe stabilizzarsi, a condizione che non vi siano ulteriori peggio-ramenti della situazione sui mercati finanziari e che vi sia uno spread attorno ai 370 punti base tra i titoli di stato italiani e tedeschi a 10 anni».«L’economia italiana è entrata di nuovo in recessione nella seconda metà del 2011», ha scritto la Commissione all’ini-zio del capitolo, concludendo

che, «a seguito della profonda recessione registrata nel pe-riodo 2008-2009, le proiezioni indicano che il livello del pil reale nel 2012 sarà del 6% inferiore a quello del 2007». Quanto ai dati sull’inflazio-ne, la Commissione stima che nell’Eurozona frenerà al 2,1% nel 2012, ma resterà ben più elevata in Italia dove si stima che resti invariata al 2,9% nel 2011 e nel 2012.

Nel 2011 l’infl azione media registrata in Eurolandia è sta-ta del 2,7%. Il rallentamento è causato «dall’indebolimento dell’attività economica». Con il 2,9% anche nel 2012, l’Ita-lia resta invece uno dei paesi dell’Eurozona con il più alto

tasso di inflazione. I prezzi aumenteranno a un ritmo più elevato che in Italia nel 2012 soltanto in Portogallo (3,3%), Estonia (3,1%) e Finlandia (3%). In Grecia invece l’infl a-zione calerà di mezzo punto percentuale. Anche il presiden-te della Bce, Mario Draghi, è tornato a ribadire che il quadro europeo resta sempre fragile. «È diffi cile dire se la crisi sia fi -nita», ha detto l’ex governatore di Bankitalia in un’intervista

al Wall Street Journal. Per al-tro, la crisi ha dimostrato che il modello sociale europeo è «tut-to fuorché morto».

Infi ne, il modello sociale Ue è superato, alla luce dell’eleva-ta disoccupazione giovanile e i paesi europei devono varare urgentemente riforme struttu-rali per liberalizzare il settore dei beni e dei servizi e rendere il mercato del lavoro più fl essi-bile ed equo.

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«La crisi è tutt’altro che ter-minata. Nonostante nelle ultime settimane le tensio-ni sui mercati si siano gra-dualmente ridotte, i rischi restano elevati». È questo il monito lanciato ieri da Ste-fano Mieli, direttore centrale per l’area Vigilanza banca-ria e fi nanziaria della Banca d’Italia. Nel corso di un’au-dizione alla camera dei De-putati, ha spiegato che «ne risulta ancora fortemente condizionato il clima di fi du-cia, elemento essenziale per il buon funzionamento del sistema fi nanziario e un’ef-fi ciente allocazione delle ri-sorse all’interno del sistema economico».Per ripristinare la fi ducia, ha proseguito Mieli, un con-tributo viene dal sistema di regole: una delle «principali lezioni della crisi», ha spie-gato il responsabile della Vigilanza di palazzo Koch, è infatti proprio la «conferma di quanto un quadro regola-mentare effi cace, esaustivo e rigoroso sia condizione in-dispensabile per rendere il sistema fi nanziario più so-lido ed evitare che possano ripetersi in futuro crisi della portata di quella attuale».Secondo la Banca d’Italia, «la risposta regolamentare è stata sinora tempestiva, con-vinta, effi cace» con l’agenda del G20 e, in particolare, le norme di Basilea 3. Tuttavia, il processo di attuazione del-la riforma non è completa-to» e deve procedere l’iter di recepimento delle novità regolamentari nelle singole giurisdizioni.

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BANKITALIA

Crisi resta Servono

più regole

che «a seguito della profonda tasso di inflazione I prezzi al Wall Street Journal Per al-

Borse europee molto nervose ieri. Stagnante anche lo spread Btp-Bund che, partito a 360 pb, ha chiuso a 366 pb. I soliti timori per la Grecia, insieme a prese di beneficio, han-no portato il Ftse Mib a chiudere a -1,48% a 16.312 punti. Male anche il Ftse All share a 17.339 punti (-1,39%), il Ftse Mid cap a -2,22% e il Ftse Star a -0,75%. Male anche il Dax (-0,5%); il Cac 40 è rimasto invariato, mentre il Ftse 100 ha chiuso a +0,36%. A metà sedu-ta, a New York, il Dow Jones segnava +0,35%, l’S&P 500 +0,3%, il Nasdaq Composite +0,7%.In mattinata è stato reso noto l’indice tedesco Ifo a febbraio, salito a 109,6 punti, in miglio-ramento rispetto ai 108,7 punti di consenso.Nonostante questo dato sia stato giudicato con favore dagli analisti, non è però riusci-to da solo a invertire la rotta di una seduta marcata dalle prese di profi tto. Nemmeno il dato americano sulle richieste di sussidi alla disoccupazione (351 mila uni-tà, invariate) ha fatto da spunto al rialzo. A Milano hanno dominato i cali dei bancari. Per gli analisti, ciò è dovuto alle prese di profi tto, ma anche all’attesa per la decisione di oggi del-

la Consob, con cui potrebbe essere eliminato il divieto di vendite allo scoperto. Unicredit ha perso il 6,2%, Ubi banca il 5,14%, Popolare Emi-lia Romagna il 4,1%, Popolare Milano il 3,3%, Banca Mps il 3,28%, Banco popolare il 3,55%, Mediobanca il 2,65%, Intesa Sanpaolo il 2,23%.Male Fiat (-4,47%), in modesta crescita Campa-ri (+1,19%), Finmeccanica (+0,63%), Luxottica (+1,02%), Piaggio (+0,5%) ed Enel (+0,27%). In negativo Terna (-0,36%), Sogefi (-1,63%), nono-stante i buoni dati di bilancio.

Nella galassia Premafin, crollo di Fonsai (-13,12%) e botto di Premafi n (+37,15%). Unipol -3,48% e Milano ass. -10,62%.

Quanto all’euro, ha chiuso a 1,33 dollari, ma poi si è ulteriormente rinforzato sul li-vello di 1,3310. Euro-yen a 106,61, dollaro-yen a 80,25.Infi ne il petrolio. Il dato sulle scorte Usa salite di 1,633 milioni di barili a 340,708 mln non ha infl uito saul prezzo del greggio, ancora in crescita. Il Wti era trattato a New York, a metà seduta, 106,02 dollari al barile, contro i 123,14 dollari del Brent a Londra.

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Piazza Affari piegata dai bancari

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 25,075 25,172 -0,0970 18,8534

Corona Danese 7,4374 7,4363 0,0011 5,5920

Corona Norvegese 7,471 7,5 -0,0290 5,6173

Corona Svedese 8,8175 8,808 0,0095 6,6297

Dollaro Australiano 1,243 1,2441 -0,0011 0,9346

Dollaro Canadese 1,3259 1,321 0,0049 0,9969

Dollaro N Zelanda 1,5933 1,5933 - 1,1980

Dollaro USA 1,33 1,323 0,0070 -

Fiorino Ungherese 289,5 288,82 0,6800 217,6692

Franco Svizzero 1,2053 1,2072 -0,0019 0,9062

Rand Sudafricano 10,2261 10,2085 0,0176 7,6888

Sterlina 0,8461 0,8442 0,0019 0,6362

Yen 106,72 106,22 0,5000 80,2406

Zloty Polacco 4,1803 4,1866 -0,0063 3,1431

Tasso uffi ciale di riferimento 1,00 1,25 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 4,71 4,71 0,00

Tasso Infl azione ITA 3,20 3,30 -0,10

Tasso Infl azione EU 2,70 3,00 -0,30

Indice HICP EU-12 114,20 116,30 -2,10

HICP area EURO ex tobacco 113,91 113,54 0,37

Tasso annuo crescita PIL ITA -0,50 0,30 -0,80

Tasso di disoccupazione ITA 7,65 7,78 -0,13

1 sett 0,361

1 mese 0,348

2 mesi 0,354

3 mesi 0,350

4 mesi 0,344

5 mesi 0,345

6 mesi 0,345

7 mesi 0,345

8 mesi 0,351

9 mesi 0,354

10 mesi 0,356

12 mesi 0,366

Preziosi ($ per oncia)Oro 1786,63 1787,08Argento 35,47 35,51Palladio 715,5 721,5Platino 1717,5 1727,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2229 2229Rame 8407 8408Piombo 2114 2114Nichel 19975 20000

Stagno 24030 24035Zinco 2036 2037Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 313,37 340,35Sterlina (n.c.) 314,52 345,25Sterlina (post 74) 314,52 345,25Marengo Italiano 233,44 257,09Marengo Svizzero 232,36 254,15Marengo Francese 232,36 254,12Marengo Belga 232,40 254,12

1 Sett. 0,360

2 Sett. 0,416

3 Sett. 0,495

1 M 0,592

2 M 0,794

3 M 1,014

4 M 1,112

5 M 1,205

6 M 1,309

7 M 1,375

8 M 1,436

9 M 1,492

10 M 1,539

11 M 1,587

12 M 1,642

S/N - O/N 0,279 0,140 0,559 0,043 0,106

1 sett 0,313 0,190 0,603 0,047 0,116

2 sett 0,350 0,216 0,633 0,048 0,124

1 mese 0,519 0,244 0,746 0,059 0,144

2 mesi 0,692 0,359 0,862 0,069 0,159

3 mesi 0,934 0,491 1,066 0,086 0,196

4 mesi 1,048 0,594 1,168 0,098 0,241

5 mesi 1,151 0,672 1,275 0,115 0,293

6 mesi 1,268 0,753 1,385 0,143 0,336

7 mesi 1,339 0,806 1,471 0,168 0,386

8 mesi 1,400 0,856 1,561 0,199 0,431

9 mesi 1,456 0,901 1,650 0,235 0,474

10 mesi 1,512 0,951 1,731 0,277 0,503

11 mesi 1,570 1,007 1,807 0,322 0,529

12 mesi 1,622 1,066 1,887 0,363 0,554

1 anno 1,205 1,245

2 anni 1,166 1,206

3 anni 1,240 1,280

4 anni 1,398 1,438

5 anni 1,590 1,630

6 anni 1,777 1,817

7 anni 1,943 1,983

8 anni 2,082 2,122

9 anni 2,197 2,237

10 anni 2,296 2,336

12 anni 2,460 2,500

15 anni 2,607 2,647

20 anni 2,653 2,693

25 anni 2,604 2,644

30 anni 2,546 2,586

Fonte: Icap

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Page 38: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

44 Venerdì 24 Febbraio 2012 MERCATI E FINANZA

Il gasdotto sottomarino è nodo strategico della distribuzione in Europa

Snam avvia hub del gasAcquisite quote Eni nel terminal Uk-Olanda

Snam e la belga Fluxys G hanno raggiunto un accordo per rilevare le partecipazioni detenute

da Eni in Interconnector (Uk), nel terminal Interconnector di Zeebrugge e nell’operatore Hu-berator. L’acquisizione, cui Snam e Fluxys parteciperanno su base paritetica, è la prima importan-te tappa del percorso che creerà una rete integrata del gas in Eu-ropa e segue l’accordo di genna-io per la valutazione congiunta, da parte di Snam e Fluxys G, di potenziali opportunità di svilup-po nel settore europeo del gas, con l’obiettivo di aumentare la flessibilità e la sicurezza degli approvvigionamenti in Europa.

Carlo Malacarne, a.d. di Snam, ha sottolineato che «l’ope-razione rappresenta per Snam il primo passo per diventare uno dei maggiori operatori integrati nelle attività regolate del gas in Europa, con l’obiettivo di promuovere la realizzazione di fl ussi bidirezionali e una mag-giore fl essibilità del sistema gas europeo, come previsto dal terzo Pacchetto energia Ue. L’accordo contribuisce inoltre alla crea-

zione di un hub del gas nel Sud Europa».

In base ai termini dell’accor-do, Snam e Fluxys G acquisi-ranno congiuntamente da Eni il 16,41% di Interconnector (Uk), proprietario e operatore del gasdotto sottomarino che collega Regno Unito (Bacton) e Belgio (Zeebrugge) e consente un collegamento strategico bi-direzionale tra il Regno Unito e le maggiori piazze europee del trading di gas; il 51% in Inter-

connector Zeebrugge Terminal, che comprende il terminal e gli impianti di compressione che collegano il gasdotto Intercon-nector al sistema di trasporto del gas in Belgio; il 10% in Hu-berator, società controllata da Fluxys G e operatore dell’hub di trading del gas di Zeebrugge.

L’ammontare complessivo del-la transazione è di 150 milioni di euro. Snam e Fluxys G preve-dono di completare l’operazione entro la seconda metà del 2012.

La transazione è stata già ap-provata dal cda di Snam.

A sua volta, Eni ha precisato che le cessioni rientrano «nella strategia Eni di razionalizza-zione del proprio portafoglio di partecipazioni in asset non più strategici, che ne permette la migliore valorizzazione, cre-ando valore per gli azionisti. Eni manterrà invece i propri contratti di trasporto su Inter-connector (Uk)».

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Piombata all’improvviso mercoledì sera, la proposta di Palladio e Sator su Premafi n, alternativa a quella di Uni-pol, ha trovato refrattarie le principali banche creditrici della galassia Ligresti. Da Unicredit e Mediobanca, il segnale è arrivato compat-to: «Noi andiamo avanti con Unipol».

La notizia dell’offerta Pal-ladio-Sator ha comunque fat-to schizzare in borsa il titolo Premafi n, che ha chiuso in ri-alzo del 37,15% a 0,3788 euro. Ieri l’a.d. di UniCredit, Fede-rico Ghizzoni, ha dichiarato che l’istituto, che è anche azio-nista di FonSai con il 6,6%, continua a sostenere Unipol. Stessa indicazione è arrivata da piazzetta Cuccia, creditri-ce di FonSai con un prestito subordinato da 1,1 miliardi. Già mercoledì, l’a.d. di Medio-banca, regista dell’operazione Unipol, aveva confermato il «pieno sostegno» al progetto di integrazione della compa-gnia bolognese, spiegando che è l’unico a dare garanzie di «solidità e durevolezza».

Il progetto Palladio-Sator potrebbe risultare più conso-no alla famiglia Ligresti, in quanto prevede la possibilità che quest’ultima mantenga una presenza nel capitale e una voce nella gestione di Fondiaria-Sai. Va comun-que tenuto presente che con Unipol è stato sottoscritto un contratto: se Premafi n lo rompe dovrà pagare le rela-tive sanzioni.Molti, dunque, gli interro-gativi e i nodi da valutare, anche a livello legale. Non a caso, ieri Salvatore Ligresti e la fi glia Jonella, accompagna-ti dai legali della famiglia, si sono riuniti a consulto nel-la sede di Banca Leonardo, l’advisor guidato da Gerardo Braggiotti, per un summit su Premafi n.

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PREMAFIN

No banchea Palladio

e Sator

Nel quarto trimestre Deutsche telekom ha re-gistrato una perdita netta di 1,34 mld euro, a fronte della perdita di 514 mln dello stesso periodo 2010. Il dato è legato alla fl essione del numero dei clienti in Usa e alle diffi coltà eco-nomiche in Europa. Le vendite sono diminu-ite, su base annua, del 3,7%. L’utile operativo è sceso a 18,69 mld euro dai 19,47 del 2010.Il conto economico trimestrale ha visto la contabi-lizzazione di effetti una tantum come il versamen-to in contanti di 2,3 mld euro da parte di At&T come compenso per la fallita cessione di T-Mobile Usa, le svalutazioni per 2,3 miliardi delle attività statunitensi e per 800 mln di quelle europee.

Il gruppo si è ritrovato ad affrontare un periodo diffi cile, caratterizzato da concorrenza intensa e da condizioni economiche incerte in Europa, in particolare in Grecia, dove controlla con il 40% l’operatore nazionale Hellenic telecommunica-tions organization (Ote). La società prevede di registrare un calo dell’utile operativo. Il dividendo è rimasto invariato a 0,70 euro per azione.Al pari di France télécom, anche Deutsche te-lekom prevede un 2012 pieno di diffi coltà. Tra le principali, un utile operativo in un ulteriore calo per la continua fl essione dei clienti in Usa e delle diffi coltà economiche in alcuni paesi europei.

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Anche i telefoni tedeschi sono in diffi coltà

Ridurre del 3% le spese per il personale salvaguardando i livelli occupazionali. Sul contenimento dei costi il cda del gruppo Monte dei paschi di Siena ha

dato mandato al direttore generale, Fabrizio Viola, d’iniziare, un confronto con i sindacati per raggiungere un accordo. Allo studio, per far fronte al calo dei costi per tutti i circa 31 mila dipen-denti, anche «la riduzione dell’orario di lavoro con l’adozione di eventuali «contratti di solidarietà».La fase di riorganizzazione, che riguarda i dirigen-ti del gruppo compresi i top manager, «porterà a contrattare riduzioni salariali sulla base di criteri di equità interna ed esterna».La programmazione 2012, af-ferma il gruppo, sconta gli ef-fetti delle diverse manovre che hanno cambiato lo scenario previdenziale, allungando note-volmente i tempi per maturare il requisito pensionistico, con i riflessi conseguenti sul proces-so di riduzione e ricomposizione degli organici che aveva consen-tito, negli anni scorsi, di abbas-sare in misura significativa la struttura dei costi.

Guardando infatti al Piano industriale 2011-2015, le sole minori uscite (450 risorse) per esodo negli esercizi 2011 e 2012 determineranno risparmi infe-riori a quanto preventivato.

Le proposte, che riguarde-ranno tutti i dipendenti, dalle aree professionali ai quadri e ai dirigenti, seguono la decisione, già assunta dal cda, di rivedere, sempre con l’ottica della razio-

nalizzazione, il livello dei compensi delle posizio-ni dirigenziali. Questa scelta si inserisce in un percorso attuato negli ultimi tre anni, nel corso dei quali la fusione nel gruppo di Banca agricola mantovana, Banca Antonveneta e Banca Toscana, l’eliminazione delle relative direzioni generali e l’incorporazione di Mps Banca personale e Paschi gestioni immobiliari, hanno ridotto notevolmente il numero dei dirigenti (230 uscite) che sono oggi circa 500, con un posizionamento migliore della media del sistema nell’incidenza sugli organici complessivi (1,6% per Bmps contro 2,1%).

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A breve convocherà i sindacati per tagli alle buste paga

Mps sente la crisi e puntaa ridurre le spese del 3%

BILANCIO

Cresconoi marginidi TernaTerna ha chiuso l’esercizio 2011 con un ebitda prelimi-nare di 1,22 mld euro (+4%), ricavi superiori a 1,63 mld (+2,6%) e un ebitda margin del 75% con una crescita di un punto percentuale rispet-to al 2010. Gli investimenti riferibili alle attività tradizionali sono sta-ti di 1,2198 mld euro (+5%), di cui circa 929 relativi a in-terventi di sviluppo. Infine, l’indebitamento finanziario netto è stato di 5,1231 mld, in aumento rispetto ai 4,7224 delle attività continuative di fine 2010.«Guardiamo con fiducia al futuro e alle opportunità di crescita ulteriore con le nuo-ve strategie industriali che illustreremo nelle prossime settimane», ha commentato l’amministratore delegato del-la società, Flavio Cattaneo.«I risultati del 2011», ha poi spiegato,« confermano la for-za industriale della società e la sua solidità finanziaria. Anche in una fase congiun-turale non facile, Terna ha continuato a essere volano di sviluppo, accelerando ancora sugli investimenti che ren-dono il sistema più sicuro ed efficiente, generando lavoro e occupazione».

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Eventuali vendite di titoli Intesa Sanpaolo da parte della Fondazione Cariparo non modifi cherebbero il ruolo dell’en-te nell’azionariato della banca, perché la delibera del cda e del consiglio generale della fondazione dei giorni scorsi ri-guarda soltanto le azioni inserite nel portafoglio di trading e non quelle nel portafoglio strategico, pari a circa il 4,5% del capitale di Intesa Sanpaolo. Lo ha precisato la stessa Fonda-zione, il cui presidente, Antonio Finotti, ha ribadito «piena fiducia nell’intero management dell’istituto bancario» che, «grazie alla guida competente ed esperta del nuovo consiglie-re delegato Enrico Cucchiani, saprà affrontare le importanti sfi de poste dalla situazione economico-fi nanziaria mondiale».Cariparo ha spiegato, dopo alcune indiscrezioni di stampa, che il fi nanziamento da 100 milioni ottenuto da Mediobanca in oc-casione dell’aumento di capitale realizzato dalla Ca’ de Sass «si collega a una precisa scelta di asset allocation di portafoglio fi nanziario defi nita con la consulenza dell’advisor» e che l’ope-razione è stata autorizzata dal ministero dell’economia.

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Resta solida quota Cariparonel capitale di Intesa

Campari lancerà un piano di investimenti in un nuovo impianto di imbottigliamento di Wild Turkey, in Kentucky (Usa). L’investimento sarà di 44 mln usd. L’impianto è pro-gettato per gestire una produzione iniziale fi no a 4 milioni di casse da nove litri e la sua apertura è prevista per l’autunno 2013. Secondo l’a.d. del gruppo, Bob Kunze Con-cewitz, «l’operazione ci dà pieno possesso, in un unico sito, dell’intero processo di produzione della gamma Wild Turkey».

Camparicresce in Usa

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Page 39: • Nuova serie - Anno 21 - Numero 47 - 1,20 * - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Venerdì 24 Febbraio 2012 • GERMANIA Fa carriera il re del Carnevale

45Venerdì 24 Febbraio 2012Venerdì 2MERCATI E FINANZA

Grecia. Il parlamento gre-co ha approvato con procedura d’urgenza il disegno di legge che defi nisce le modalità che consentono di procedere alla cancellazione di 107 miliardi di euro di debito che vantano i creditori privati del paese.

Assogestioni. I fondi met-tono paletti più stretti ai loro candidati nei cda delle socie-tà quotate. Il comitato per la corporate governance di As-sogestioni, a cui spetta fare le candidature, ha deciso che non potranno essere selezionati i componenti di organi di ammi-nistrazione o controllo e i fun-zionari di vertice delle società o dei gruppi di società quotate concorrenti. Il Comitato ha così esteso l’ambito di applicazione della norma del decreto Salva-Italia, che prevede il divieto di cross directorship (doppi inca-richi) solo per le società ban-carie, fi nanziare o assicurative. Non solo: l’incompatibilità non è superabile prima che sia de-corso un anno dalla cessazio-ne di tali incarichi. Spazio poi alle quote rosa.

Allianz ha chiuso il quarto trimestre con un utile netto di 492 mln euro, -57% rispetto agli 1,14 mld usd registrati nell’analogo periodo del 2010. Il gruppo assicurativo ha co-munque deciso di mantenere il dividendo del 2011 invaria-to. La società distribuirà una cedola di 4,5 euro per azione.

Commerzbank. È stato assai pesante, con utili net-ti dimezzati a 638 milioni di euro, il prezzo pagato da Commerzbank, la seconda banca tedesca, alla crisi gre-ca. L’istituto di Francoforte ha anche annunciato misure per aumentare il suo capita-le di oltre 1 miliardo di euro. L’utile netto è calato del 55,4% a 638 milioni di euro mentre gli utili operativi hanno accu-sato un crollo ancora più ac-centuato (-63,4% a 507 mln).

Crédit agricole ha regi-strato nel quarto trimestre una perdita netta di 3,1 mld euro, a fronte di un rosso di 328 mln euro nell’analogo pe-

riodo 2010. Hanno pesato gli accantonamenti da crediti in sofferenza del business greco e le ristrutturazioni. La banca ha aumentato gli accantona-menti da perdite sui bond greci dal 60 al 74% del loro valore. Il costo della crisi greca per il gruppo ha raggiunto i 2,4 mld di euro. La banca non annun-cerà un dividendo per il 2011.

Cariparma ha chiuso il 2011 con un utile netto a 205 milioni di euro, mentre le con-trollate FriulAdria e Carispe-zia hanno chiuso con un risul-tato netto rispettivamente pari a 44 milioni e 8 milioni.

Piaggio ha chiuso il 2011 con un utile netto in cresci-ta a 47 mln euro (+9,8%). I ricavi consolidati sono sa-liti a 1,5165 mld (+2,1%) e l’ebitda consolidato a 200,6 mln (+1,7%). L’indebitamen-to finanziario netto è sceso a 335,9 mln (349,9) mentre gli investimenti complessi-vi sono saliti a 126,1 mln (+31,1%). Nel 2011 il grup-po ha venduto nel mondo 653.300 veicoli (+4%) di cui 415 mila nel business delle due ruote e 238.300 nel busi-ness dei veicoli commerciali a tre e quattro ruote. Piaggio si è confermato leader europeo del settore delle due ruote e ha incrementato al 20,1% la quota di mercato, che sale al 27,6% per quanto riguarda il settore dello scooter.

Tenaris, nel quarto trime-stre 2011, ha registrato un utile netto di 426,3 milioni di dollari (+33%) e un fatturato di 2,751 mld (+33%). L’ebitda è stato di 709,6 milioni (+38%). Nell’intero 2011 l’utile netto è stato di 1,421 mld di dollari (+25%), il fatturato di 9,973 miliardi (+29%), l’ebitda di 2,449 miliardi (+22%), la po-sizione fi nanziaria è stata posi-tiva per 324 milioni di dollari

Sogefi ha archiviato il 2011 con un utile netto a 24,7 milio-ni di euro, +31,4% e con ricavi per 1.158 mln, raggiungendo «il livello più alto della sua storia trentennale» (+25,3% dai 924,7 milioni nel 2010).

BREVI

“FONDO C3”

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RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO AL IV TRIMESTRE 2011importi espressi in Euro

in conformità alle circolari isvap n° 71 del 26-03-1987, n° 336/s del 17-06-1998, n° 471/d del 12-02-2002 e alle successive disposizioni

1.00 Proventi da investimenti: A 270.684

1.01 Interessi su titoli di Stato in euro 174.585

1.03 Interessi su titoli obbligazionari in euro 96.099

2.00 Utili/perdite da realizzi: B (3.635)

2.01 Titoli di Stato in euro 2.024

2.03 Titoli obbligazionari quotati in euro (8.927)

2.50 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 3.268

2.51 Utili/perdite su altre attività inanziarie 3.268

3.00 Totale rendimenti A+B 267.049

4.00 Oneri di gestione C 5.660

5.00 Utile/perdita della gestione A+B-C 261.389

6.00 Giacenza media delle attività investite 6.330.793

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività IMPORTI

CARDIF ASSURANCE VIE S.A. - Rappresentanza generale per l’Italia: Via Tolmezzo, 15/Palazzo D - 20132 MilanoCapitale sociale Euro 688.507.760 - Sede Sociale: 1, boulevard Haussmann - 75009 Parigi - Francia

Registro commercio Parigi B 732 028 154 - Autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con D.M. del 27/02/1989P.I., C.F. e numero iscrizione del Registro delle Imprese di Milano 08916510152 - R.E.A. n° 1254537

Tasso medio di rendimento: 4,13 Aliquota di retrocessione: 75,16

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Valori al 22/02/2012

Elite France-Europe B EUR 90,52

Em Mkts Eq B($) USD 133,71

Em Mkts Eq F($) USD 132,84

Em Mkts Eq J(Chf) CHF 117,01

Em Mkts Eq L EUR 133,94

European Equities B EUR 213,34

European Equities C(Chf) CHF 194,52

European Equities D($) USD 212,1100

European Equities F EUR 208,11

European Equities H EUR 201,76

European Opp B EUR 93,24

European Opp C(Chf) CHF 89,82

European Opp F EUR 92,36

European Opp N(Chf) CHF 89,15

Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 100,91

Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 100,71

Long/Short European Eq B EUR 97,30

Long/Short European Eq D ($) USD 97,73

North American Eq. B($) USD 158,67

North American Eq. E EUR 150,1800

North American Eq. F($) USD 155,7500

North American Eq. G EUR 146,3800

North American Eq. H($) USD 146,4400

Valori al 23/02/2012

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1123,3900

Japan A1 EUR 595,08

US Large Cap Value A1 EUR 1075,19

W&R Science & Technology A1 EUR 1038,81

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Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 13,32 21/02/2012 GBP 11,1700 21/02/2012 USD 17,6700 21/02/2012

Healthcare Opportunities EUR 8,08 22/02/2012 GBP 6,8300 22/02/2012 USD 10,7000 22/02/2012

Polar Japan Fund USD 18,75 22/02/2012 GBP 11,9500 22/02/2012 JPY 1505,4100 22/02/2012

UK Absolute Return EUR 12,24 23/02/2012 GBP 10,3600 23/02/2012 USD 16,2800 23/02/2012 EUR 12,4400 23/02/2012 GBP 10,5200 23/02/2012 USD 16,5300 23/02/2012

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Sede sociale: Via Gaggia, 4 - 20139 Milano - Cap. Soc. Euro 34.178.000 i.v.

Unidesio 760071 11,4320 17/02/2012

Unidesio 760072 10,3930 17/02/2012

Unidesio 760073 10,4040 17/02/2012

Unidesio 760074 10,4610 17/02/2012

Unidesio 760075 12,0830 17/02/2012

Unidesio 760077 10,7820 17/02/2012

Unidesio 760078 10,3980 17/02/2012

Unidesio 760079 10,7070 17/02/2012

Unidesio 760080 10,5400 17/02/2012

Unidesio 760082 9,7080 17/02/2012

Unidesio 760085 10,3730 17/02/2012

Unidesio 760087 11,4760 17/02/2012

Unidesio 760088 9,5270 17/02/2012

Unidesio 760090 7,0210 17/02/2012

Unidesio 760091 10,6960 17/02/2012

Unidesio 760092 10,6630 17/02/2012

Unidesio 760095 10,2310 17/02/2012

Unidesio 760096 10,3270 17/02/2012

Unidesio 760097 10,7680 17/02/2012

Unidesio 760098 11,0250 17/02/2012

Unidesio 760099 10,8510 17/02/2012

Unidesio 760100 10,4640 17/02/2012

Unidesio 760101 10,6990 17/02/2012

Unidesio 760102 10,4480 17/02/2012

Unidesio 760104 10,1500 17/02/2012

Unidesio 760105 10,5980 17/02/2012

Unidesio 760106 10,5280 17/02/2012

Unidesio 760109 10,7450 17/02/2012

Unidesio 760110 10,5500 17/02/2012

Unidesio 760124 11,090 17/02/2012

Unidesio 760125 10,673 17/02/2012

Unidesio 760126 10,342 17/02/2012

Unidesio 760129 11,242 17/02/2012

Unidesio 760130 10,564 17/02/2012

Unidesio 760133 10,656 17/02/2012

Unidesio 760137 10,440 17/02/2012

Unidesio 760138 10,756 17/02/2012

Unidesio 760139 11,147 17/02/2012

Unidesio 760140 11,035 17/02/2012

Unidesio 760141 10,1760 17/02/2012

Unidesio 760143 10,082 17/02/2012

Unidesio 760145 10,639 17/02/2012

Unidesio 760147 10,688 17/02/2012

Unidesio 760149 10,680 17/02/2012

Unidesio 760150 10,742 17/02/2012

Unidesio 760156 9,971 17/02/2012

Unidesio 760157 10,764 17/02/2012

Unidesio 760158 10,001 17/02/2012

Unidesio 760159 10,380 17/02/2012

Unidesio 760160 10,062 17/02/2012

Unidesio 760163 10,016 17/02/2012

Unidesio 760167 10,275 17/02/2012

Unidesio 760168 10,463 17/02/2012

Unidesio 760169 10,653 17/02/2012

Unidesio 760170 10,384 17/02/2012

Unidesio 760171 10,178 17/02/2012

Unidesio 760173 10,1570 17/02/2012

Unidesio 760174 10,3830 17/02/2012

Unidesio 760179 10,104 17/02/2012

Unidesio 760180 10,215 17/02/2012

Unidesio 760181 10,130 17/02/2012

Unidesio 760182 9,376 17/02/2012

Unidesio 760183 10,451 17/02/2012

Unidesio 760184 10,446 17/02/2012

Unidesio 760185 10,442 17/02/2012

Unidesio 760186 10,371 17/02/2012

Unidesio 760187 10,424 17/02/2012

Unidesio 760188 10,344 17/02/2012

Unidesio 760189 10,447 17/02/2012

Unidesio 760191 10,069 17/02/2012

Unidesio 760192 10,366 17/02/2012

Unidesio 760193 10,448 17/02/2012

Unidesio 760198 9,0020 17/02/2012

Unidesio 760201 10,377 17/02/2012

Unidesio 760202 10,310 17/02/2012

Unidesio 760203 10,7380 17/02/2012

Unidesio 760205 10,026 17/02/2012

Unidesio 760206 10,063 17/02/2012

Unidesio Obblig.

Breve Termine 10,028 17/02/2012

Unidesio Obblig.

Medio Termine 10,297 17/02/2012

Unidesio Azionario

Area Euro 8,614 17/02/2012

Unidesio Azionario

Internazionale 10,398 17/02/2012

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VALORI AL 15/02/2012

Adesso Index Aprile '07 93,430 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio '07 99,249 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa2 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Alba Carim Index 08/07 101,175 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Alti Percorsi Index 1 – 2007 99,545 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carichieti Index Linked 2007 97,451 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Creberg altiplano marzo 07 98,700 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile '07 91,780 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile '07 91,600 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Derby Index Linked Dicembre 2006 94,000 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB UNICREDIT S.p.A. A2 | BBB+ | A- ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 95,220 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 94,850 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB- | BBB BANCO BILBAO SA Aa3 | A | A+

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 96,420 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 101,000 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Index Scatto piu' Persona Life 98,660 SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Index Up 1-2008 89,200 MORGAN STANLEY A2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Scelgo Index 10 99,704 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A | A

Scelgo Index 11 99,474 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A | A

Scelgo index 12 99,821 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Scelgo Index 13 99,472 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A | A

Scelgo Index 14 98,570 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa3 | A | AA-

Treviso Index 2007 99,545 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 94,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- UBS Ltd Aa3 | A | A

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 98,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 98,970 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie VI Aprile 2007 95,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie VII Aprile 2007 95,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie X Giugno 2007 97,921 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 98,510 MORGAN STANLEY A2 | A- | A UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie IX 2007 95,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Convergence Serie VIII 2007 94,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie XI 2007 98,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XII 2007 97,921 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Convergence serie XIV 2007 98,970 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE  VI  2006 100,128 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 99,030 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 96,570 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 101,690 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 99,230 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Crescita Sicura Serie III 2007 97,980 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 98,770 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 94,480 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 99,580 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 98,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A | A

Crescita Sicura Serie V 2007 98,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Crescita Sicura Serie VI 2007 97,921 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 99,440 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Crescita Sicura Serie VII 2007 98,970 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 100,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Crescita Sicura Serie VIII 2007 94,030 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 98,980 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 101,690 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 98,590 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 98,770 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 200699,440 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 99,580 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 98,980 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 100,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 99,030 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 98,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 100,128 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 96,570 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 101,690 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,860 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX "€uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 99,230 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 100,128 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | BBB+ | A-

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 98,770 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 98,320 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A3 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 99,440 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 100,150 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 99,580 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 98,980 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 99,230 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 96,570 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II99,030 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 94,030 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 97,921 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | A+ | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 98,600 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 98,970 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

VALORI AL 15/02/2012

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

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Previsioni nelle città d’Italia

min max V S D

PIEMONTE Alessandria 7 18 Asti 7 17 Cuneo 6 16 Novara 6 18 Torino 8 18 Verbania 8 17 Vercelli 6 19 VALLE D’AOSTA

Aosta 3 12 LOMBARDIA

Bergamo 5 17 Brescia 5 17 Como 6 17 Cremona 3 18 Lecco 5 17 Lodi 4 18 Mantova 4 18 Milano 3 17 Pavia 4 16 Sondrio 5 17 Varese 6 17 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano 6 17 Trento 9 19 VENETO

Belluno 4 16 Padova 2 17 Rovigo 2 17 Treviso 4 18 Venezia 0 12 Verona 4 17 Vicenza 3 17 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 4 17 Pordenone 3 17 Trieste 6 16 Udine 3 17 LIGURIA

Genova 9 19 Imperia 8 15 La Spezia 7 17 Savona 7 18 EMILIA-ROMAGNA

Bologna 3 17 Ferrara 2 16 Forlì 2 15 Modena 5 17 Parma 5 17 Piacenza 2 17 Ravenna 3 15 Reggio Emilia 6 18 Rimini 2 11 TOSCANA

Arezzo 3 17 Firenze 5 18 Grosseto 4 18 Livorno 6 18 Lucca 6 18 Massa Carrara 7 17 Pisa 6 16 Pistoia 6 18 Prato 6 18

min max V S D

Siena 4 17 UMBRIA

Perugia 3 18 Terni 8 18 MARCHE

Ancona 3 16 Ascoli Piceno 5 18 Macerata 2 16 Pesaro 3 15 Urbino 2 14 LAZIO

Frosinone 5 17 Latina 6 18 Rieti 7 17 Roma 6 18 Viterbo 4 16 ABRUZZO

Chieti 3 16 L’Aquila 2 15 Pescara 2 16 Teramo 4 17 MOLISE

Campobasso 3 11 Isernia 3 13 CAMPANIA

Avellino 7 16 Benevento 7 16 Caserta 7 17 Napoli 6 18 Salerno 8 17 PUGLIA

Bari 6 13 Brindisi 10 13 Foggia 6 16 Lecce 7 15 Taranto 7 15 BASILICATA

Matera 5 13 Potenza 3 11 CALABRIA

Catanzaro 9 15 Cosenza 12 16 Crotone 10 15 Lamezia Terme 6 16 Reggio Calabria 9 15 Vibo Valentia 6 12 SICILIA

Agrigento 6 13 Caltanissetta 6 13 Catania 5 17 Enna 2 10 Messina 11 16 Palermo 10 15 Ragusa 2 13 Siracusa 7 17 Trapani 7 15 SARDEGNA

Cagliari 7 18 Nuoro 5 13 Olbia 6 18 Oristano 8 16 Sassari 7 15

Canale 27 digitale terrestre

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

Vercelli +19Venezia 0

Domani

POCO NUVOLOSO NUVOLOSONEBBIASERENO VARIABILE

®

classmeteo.com

PIOGGIA INTENSA

PIOGGIA MODERATA

NEVE PIOGGIA

NEVETEMPORALI

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MARE

Calmo

QuasicalmoPoco

mosso

Mosso

Moltomosso

Agitato

Moltoagitato

Grosso

VENTO

Debole

Moderato

Forte

Molto forte

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VALORI AL 15/02/2012

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VALORI AL 15/02/2012

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VALORI AL 15/02/2012

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