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REGIONE PUGLIA Assessorato al Turismo ed Industria Alberghiera OSSERVATORIO TURISTICO REGIONALE RAPPORTO SUL TURISMO PUGLIESE 2009

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REGIONE PUGLIA

Assessorato al Turismo ed Industria Alberghiera

OSSERVATORIO TURISTICO REGIONALE

RAPPORTO SUL TURISMO PUGLIESE

2009

Rapporto sul turismo in Puglia 1

INDICE

CAPITOLO I - PER UNA STRATEGIA INTERPRETATIVA

1. Per trasformare il trend positivo in sviluppo consolidato 5 2. Per una ipotesi interpretava di partenza 7

2.1 Mercato reale e mercato immaginario 7 2.2 Punti forza e di debolezza del turismo regionale 8

3. Terme e benessere 9 3.1 Il quadro nazionale 9 3.2 Il quadro regionale 10

4. Come cambia il ruolo della intermediazione turistica 11 5. Le nuove regole e le tendenze del mercato 12

CAPITOLO II - IL SISTEMA DELLA RICETTIVITÀ

1. La dimensione del comparto in Italia e nel Mezzogiorno 17 2. Evoluzione e posizionamento della Puglia 20 3. L’offerta alberghiera 24 4. L’offerta extralberghiera 26 5. Analisi provinciale 28

5.1 Le strutture ricettive alberghiere 28 5.2 Le strutture ricettive extralberghiere 30

6. Focus 2008 32

CAPITOLO III - LE DUE GEOGRAFIE DELL’OSPITALITÀ

1. Il Mezzogiorno 37 1.1 Con e senza seconde case 37 1.2 La dimensione del fenomeno secondo la ricettività ufficiale 40

2. Il ruolo delle abitazioni per vacanze (seconde case) 43 2.1 Le indagini nazionali 43 2.2 Il caso della Puglia 47

3. Alcune valutazioni 51

CAPITOLO IV - POSIZIONAMENTO DELLA PUGLIA: DALLA DOMANDA ALL’ECONOMIA DEL TURISMO

1. Si può parlare di decollo turistico della regione? 53 1.1 Il grande sviluppo dell’ultimo decennio 53 1.2 La contestualizzazione dello sviluppo 54

2. I punti critici dell’asset turistico regionale 57 2.1 L’internazionalità della domanda 57 2.2 I paesi di provenienza 58

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2.3 Le provenienze dalle altre regioni italiane 58 2.4 La stagionalità della domanda 59 2.5 La permanenza media 60

3. L’economia del turismo 61 3.1 La rilevanza del comparto 61 3.2 La spesa turistica 62 3.3 Il valore aggiunto turistico e gli effetti interregionali 65

CAPITOLO V - IL MOVIMENTO TURISTICO NELLA PUGLIA, NELLE PROVINCE E NEI COMUNI

1. La necessità di osservare il fenomeno per capirlo 69 2. I flussi turistici regionali 70 3. L’andamento dei flussi turistici 73

3.1 Una regione in forte sviluppo 73 3.2 La permanenza media 78 3.3 La stagionalità 80 3.4 Turismo domestico e turismo internazionale 81

4. Il livello provinciale 83 4.1 Le tendenze in atto 83 4.2 La permanenza media nelle province 88

5. Le tipologie ricettive utilizzate 89 6. La domanda domestica 95

6.1 L’andamento di lungo periodo 95 6.2 Oltre la congiuntura 100 6.3 La permanenza media dei turisti provenienti dalle altre regioni 101 6.4 La ricettività utilizzata dai flussi domestici 102

7. Il turismo delle province 103 7.1 Un primo approssimato indice della valenza del turismo locale 103 7.2 La domanda estera nelle province 106

8. I Principali comuni turistici 109 8.1 Le tendenze della seconda metà degli anni duemila 109 8.2 I comuni più caratterizzati da lunghe permanenza 112

9. I comuni con maggiore tasso di internazionalità 113

CAPITOLO VI - I TRASPORTI

1. Il traffico commerciale del sistema aeroportuale pugliese ed il suo posizionamento nel panorama nazionale 115

1.1 Il traffico commerciale passeggeri e aeromobili in Puglia 119 1.2 I primi dati dell’anno in corso 122 1.3 Il sistema aeroportuale pugliese tra flussi turistici e low cost 124

2. Il grande sviluppo dei voli low cost 126 3. Trasporto marittimo e nautica da diporto in Puglia 127

3.1 Infrastrutture, posti barca ed unità da diporto in Puglia 127

Rapporto sul turismo in Puglia 3

3.2 I transiti nei porti e negli approdi pugliesi secondo l’indagine sul turismo nautico in Italia 129 3.3 Il Bechmarking con Calabria, Toscana e Croazia 129 3.4 Il traffico passeggeri 131

4. Crociere, un settore oltre la crisi 134 4.1 Il traffico crocieristico a Bari 135 4.2 2009, l’ascesa continua 137

CAPITOLO VII - IL TURISMO PROGRAMMAZONE COMUNITARIA. DALLE STRATEGIE 2000-2006 A QUELLE 2007-2013

1. Le politiche pubbliche per il turismo nelle strategie di sviluppo regionale 139 1.1 Il ciclo di programmazione 2000-2006: strategie, risorse e risultati 139

2. La programmazione 2007-2013 141 2.1 Priorità strategiche e obiettivi per il turismo 141 2.2 I programmi operativi comunitari 2007-2013: priorità strategiche, obiettivi e allocazioni

programmatiche per il turismo 143

CAPITOLO VIII - I TURISMI DI NICCHIA

1. Il turismo enogastronomico 147 1.1 La rilevanza della filiera in Italia 147 1.2 Le strade del vino e dei sapori 149 1.3 Il caso della Puglia: le strade del vino e dell’olio 150

2. Il turismo religioso 152 2.1 L’Italia e le risorse religiose: alcune valutazioni preliminari 152 2.2 Il caso di San Giovanni Rotondo 154

3. Il richiamo dei borghi storici e dell’autenticità 157 3.1 I “Borghi più belli” 157 3.2 I “Borghi autentici” 158 3.3 Le altre associazioni per la valorizzazione dei prodotti locali 158

4. Il cicloturismo … e altro 158

CAPITOLO IX - I PROGETTI TURISTICI INTERREGIONALI: FOCUS PUGLIA

1. La Legge 135/2001 161 2. I progetti interregionali di sviluppo turistico 163 3. Legge 296/2006 167 4. Focus Puglia 167

CAPITOLO X - LA COMPETIZIONE TURISTICA ATTRAVERSO I TOUR OPERATOR

1. Il prodotto Puglia richiesto dagli operatori internazionali 175 2. La Puglia nei cataloghi nazionali ed internazionali 179

2.1 La presenza della regione nei cataloghi analizzati 179 2.2 Il prezzo del soggiorno 182

Indice 4

3. Un confronto con i competitors europei rilevati 184 3.1 Province costiere della Catalogna 184 3.2 Province costiere dell’Andalusia 186 3.3 Isole Ionie della Grecia 188

CAPITOLO XI - LA PROMOZIONE TURISTICA DEL TERRITORIO

1. Aspetti generali e azioni previste 191 2. Gli interventi ammessi a finanziamento 194

2.1 Criteri di selezione 195 2.2 Fonti di finanziamento 195

3. Altri interventi 195

CAPITOLO XII - PROGRAMMAZIONE E INNOVAZIONE

1. Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo 203 1.1 Punti forza e di debolezza della Puglia e dei suoi turismi nello scenario nazionale e internazionale 203 1.2 Dalla Brand proposition allo Slow tourism 206 1.3 Per la valorizzazione dell’arte e della cultura e delle tradizioni locali 208 1.4 Le politiche orizzontali 210

2. La nuova legge quadro 211 3. I sistemi turistici locali di prodotto e di filiera 212 4. Progetto nautica da diporto 214

CONSIDERAZIONI FINALI

1. Le buone performances di questi ultimi anni 217 2. I punti critici 219 3. Le strategie per il futuro 220

Rapporto sul turismo in Puglia

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CAPITOLO I PER UNA STRATEGIA INTERPRETATIVA1

1. Per trasformare il trend positivo in sviluppo consolidato La Puglia, nel decennio 1998 ha visto uno dei più alti tassi di sviluppo del movimento turistico

fra le regioni italiane e mediterranee delle Riva Nord, ma vi sono ulteriori grandi potenzialità di miglioramento del proprio posizionamento, testimoniate dai gap ancora esistenti nel sistema di ospitalità, sul piano delle infrastrutture ed in alcuni servizi.

Sono essenziali, perciò, alcune riflessioni strategiche preliminari. Il turismo può essere visto come un complesso di servizi materiali e immateriali fra loro

coordinati per soddisfare le esigenze del cliente-consumatore: in senso astratto è un bene atipico localizzato perché può essere consumato solo nella località di destinazione, mentre molti altri beni raggiungono il cliente nel negozio o nel supermercato vicino alla propria abitazione; concretamente esistono diversi livelli di prodotti turistici utilizzabili a seconda delle possibilità economiche del cliente, per cui si va dalla disponibilità di grossi yacht, goduti da poche persone, alle vacanze di prossimità in abitazioni prese in affitto o in campeggio (a pagamento o libero), cioè dal bene di lusso alla necessità di un “prodotto” comunque fruibile. In altre parole quello turistico è un mercato dei mercati così come lo è quello della moda, con un paradigma generale di riferimento ma con specificità che caratterizzano la composizione di ognuno e le modalità di convivenza fra comparti e settori. Da ogni mercato, inoltre, per gemmazione, nascono altri mercati per cui ogni tipologia classica di turismo ha dato luogo ormai a una pluralità di segmentazioni che si intersecano fra loro.

Il caso forse più evidente è il modo in cui si è evoluta la tipologia che più caratterizza ed identifica il turismo pugliese, cioè il comparto balneare, un comparto che la colloca in una posizione di rilievo nel contesto nazionale con la presenza, ad esempio, di circa 1.100 stabilimenti balneari variamente configurati fra quelli ufficialmente censiti e gli altri, che fanno fronte alla domanda tradizionale, ma anche con porti e approdi turistici e per il charter nautico. Il turismo balneare è stato a lungo concepito, a livello nazionale e internazionale, come settore monolitico caratterizzato dai lunghi soggiorni che prima, fino agli anni ottanta, si identificavano con la concezione di villeggiatura mensile e stagionale, ed oggi è articolato in fruizioni molto differenziate che vedono anche una forte presenza di short break, in particolare weekend, insieme ad una pluralità di opzioni che vanno dalla nautica da diporto e dal charter nautico alla pescaturismo, alla pesca subacquea, agli sport acquatici, alla elioterapia, alle combinazioni benessere-mare, alle crociere ecc..Queste ultime, peraltro, hanno visto una lunga trasformazione passando da un orientamento al mare ad un orientamento a terra, secondo la concezione “innovativa” di un villaggio turistico galleggiante che si sposta da una destinazione ad un’altra. Il fare una crociera è,

1 A cura di Emilio Becheri.

Per una strategia interpretativa

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infatti, molto concorrenziale rispetto alla fruizione di un villaggio turistico o anche rispetto ad itinerari d’arte e culturali, mentre si pone anche secondo un rapporto di complementarità rispetto ad altre tipologie di soggiorno al mare. Per questi motivi non ha più senso parlare di turismo balneare, mentre appare più consona la definizione di turismi del mare.

Per lungo tempo, fino alla metà degli anni settanta, l’Italia è stata, per il turismo balneare, la principale destinazione dell’Area Mediterranea, con pochi competitor e con una offerta apprezzata, articolata e solida.

A partire dagli anni settanta diversi altri paesi dell’Area mediterranea, quelli della Riva Sud, sono entrati con forza nel mercato dei turismi del mare, mentre altri, quelli maturi come Francia e Spagna, hanno rinnovato le loro offerte, poggiando essenzialmente sulla concezione allargata di villaggio turistico ed esercitando una forte concorrenza alle destinazioni italiane.

Per i paesi new comers, il comparto del balneare era quello più facile da competere in termini di competitività dei prezzi, e sul piano della facilità della costruzione del prodotto, perché fondato sulla semplice associazione fra trasporto aereo point to point, prima con i voli charter e poi con quelli low cost, e sul binomio sole mare.

Questa tipologia di sviluppo massa market implicava l’esistenza di una corrispondente organizzazione a terra in grado di supportare prima l’arrivo dei voli charter e poi di quelli low cost.

Su questo punto per la Puglia si sono verificati alcuni ritardi storici che hanno creato difficoltà rispetto alla concorrenza internazionale delle altre regioni mediterranee come Andalusia, Isole dell’Arcipelago greco, ma anche rispetto a destinazioni nazionali come Sicilia e Campania.

Parallelamente si è accentuata la concorrenza anche con riferimento alla componente domestica, attratta dai bassi prezzi dei concorrenti mediterranei.

Ovviamente l’evoluzione che si è verificata e che è ancora in atto ha risentito in modo determinante dei condizionamenti storici e degli assetti già esistenti dell’ospitalità, penalizzando i paesi turisticamente maturi, proprio mentre i new comers potevano costruire una offerta e organizzare i propri prodotti in funzione delle esigenze specifiche della clientela, con una qualità più immediatamente percepibile, privilegiando la formula del villaggio-albergo e le grandi dimensioni con conseguenti risparmi di costi che, insieme al più basso costo della mano d’opera, hanno favorito un ulteriore vantaggio competitivo.

L’illusione che si è coltivata a lungo in Italia, è che la qualità dei nostri prodotti fosse comunque maggiore e che la grande quantità di risorse artistiche e culturali, rispetto alle quali ci si è autoproclamati leader nel mondo, ci differenziasse comunque, con un valore aggiunto, rispetto alle altre destinazioni, senza capire che nell’immaginario del turista la presenza di alcuni prodotti pivot è più condizionante della loro quantità: i clienti turisti visitano solo una minima parte delle emergenze artistiche e culturali e ambientali presenti; tale atteggiamento è ancora più accentuato se la motivazione principale del viaggio è di tipo balneare.

Il cambiamento è stato rapido, determinato dalla evoluzione della domanda e non dagli assetti esistenti dell’ospitalità.

È questo, forse, il principale passaggio critico che si è trovato ad affrontare il nostro paese, recepito dagli operatori più innovativi, ma per lungo tempo ignorato dalle istituzioni, che, anzi, hanno introdotto vincoli e restrizioni normative che non trovano riscontro in alcuna altra destinazione mediterranea. In sintesi si è creduto di governare l’evoluzione in atto partendo dagli assetti dell’offerta esistenti invece di recepire le esigenze di una domanda sempre più aggressiva e mutevole, con la conseguenza che molte strutture non sono commercializzabili sul mercato internazionale, non per un

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problema dimensionale, ma per i vincoli istituzionali esistenti, oltre che per come sono costruite e gestite. In altre parole, almeno fino all’anno 2008, si è accentuato quel gap fra l’economia reale e le istituzioni, con queste ultime a lungo arroccate su di un loro mercato immaginario di fatto inesistente, così come è stato teorizzato negli ultimi rapporti sul turismo italiano.

2. Per una ipotesi interpretava di partenza

2.1 Mercato reale e mercato immaginario Quello del gap fra mercato reale (degli operatori) e mercato immaginario (delle istituzioni) è un

concetto che viene portato avanti dal tredicesimo Rapporto sul turismo, dell’anno 2004. Le considerazioni ivi presentate sono state recepite in diversi documenti dagli operatori e dal

mondo scientifico. Infatti chiudono le loro valutazioni conclusive citandole sia il documento di Confindustria presentato a Napoli nel settembre 2005, Per un progetto paese sul turismo, sia il documento scientifico L’Italia in competizione” presentato a Roma a fine 2007 dalla Società geografica italiana, turismo e territorio, della quale fanno parte docenti universitari geografi e territorialisti.

È come se esistessero due mercati separati, uno lento ed autoreferenziale proprio degli enti, ed uno proprio degli operatori, che ogni giorno deve fare i conti con una concorrenza sempre più agguerrita e che non lascia scampo.

Quello degli enti è un mercato immaginario che non esiste nella realtà come mostrano in modo evidente alcuni fatti inequivocabili:

1. l’organizzazione delle troppe fiere, borse e manifestazioni esistenti in Italia, con ottica quasi esclusivamente incoming, ad eccezione di alcune, quando in realtà il mercato è strutturalmente outgoing. Dono le AdV ed i TO dei paesi di origine che muovono il mercato e non quelli dei paesi di destinazione;

2. lo stacco esistente fra il momento della promozione e quello della commercializzazione;

3. la predilezione delle configurazioni amministrativo territoriale, con prodotti regionali che non esistono, se non in pochi casi, associata alla promozione di alcune entità territoriali regionali o locali che non sono riconosciute dal mercato e non possono raggiungere livelli significativi di visibilità;

4. la mancanza di una vera promozione nazionale a fronte delle molte e disperse promozioni regionali e locali;

5. una “riprova” della necessità di una programmazione nazionale del comparto è data anche dal fatto che i vari indici di competitività internazionale fanno esclusivamente riferimento ai singoli paesi e non alle diverse regioni o aree interne;

6. le diverse modifiche legislative e regolamentari che, nell’ultimo quarto di secolo, hanno riguardato l’attività dell’ENIT stesso, facendone l’ente che più è stato riformato e che più è rimasto uguale a se stesso.

7. il ritardo con il quale si dispone delle statistiche ufficiali sul turismo, imputabile alle vischiosità che si determinano nel trasferimento dei dati raccolti presso gli esercizi ricettivi dalle istituzioni locali delegate, alle regioni ed all’ISTAT;

8. i diversi strumenti che utilizzano gli operatori che hanno come riferimento le camere

Per una strategia interpretativa

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ed il loro tasso di utilizzazione, mentre le statistiche ufficiali disponibili fanno riferimento ai posti letto;

9. la mancata copertura, nelle valutazioni sugli andamenti, del fenomeno turistico per quanto riguarda il fenomeno delle abitazioni per vacanza, mentre altri paesi, come ad esempio la Francia, le rilevano e le considerano anche se in modo molto approssimato;

10. il ruolo inconsistente dei Sistemi turistici locali, che non hanno rari riscontri operativi anche per i pochi prodotti-territorio esistenti;

11. la difficile sensibilizzazione del mercato alle certificazioni di qualità aziendali ed ambientali;

12. la costruzione di itinerari che non hanno riscontro nella realtà perché manca il momento della commercializzazione. Itinerari dell’olio, strade del vino o di altri prodotti tipici;

13. i numerosi protocolli d’intesa locali, nazionali e internazionali che spesso, più che un punto di partenza per svolgere le conseguenti attività, hanno rappresentato solo punto di arrivo;

14. la diversa regolamentazione delle classificazioni della ricettività, in particolare di quella alberghiera, adottate dalle regioni, per cui il turista cerca maggiore affidabilità in guide presenti sul mercato, come ad esempio la Michelin;

15. la diversa classificazione istituzionale degli esercizi extralberghieri rispetto ai modi con le quali li classifica il mercato: relais, chalet, studio, aparthotel, resort, masserie, residenze storiche, green house, case coloniche, fattorie ecc.

16. la mancata presa d’atto che è necessaria una politica mediterranea delle attività turistiche, per ora limitata solo ad alcuni comparti senza una integrazione fra loro funzionale, come si verifica nel caso del Plan Bleu.

2.2 Punti forza e di debolezza del turismo regionale

Parte di questo scenario evolutivo è la Puglia, regione che ha goduto di uno dei maggiori tassi di sviluppo dell’ultimo decennio, ma che si porta dietro alcuni problemi strutturali perché il suo prodotto turistico è percepito dal grande pubblico come quasi esclusivamente balneare, con una serie di problemi che ne derivano. Nell’ordine i principali nodi del turismo regionale, emersi anche nel piano di marketing strategico regionale realizzato da Invitalia due anni fa, sono:

scarsissima incidenza della clientela straniera, un delle più basse d’Italia eccessiva concentrazione stagionale delle vacanze nei medi estivi ed in particolare a

luglio e agosto; mancata valorizzazione, rispetto alle potenzialità, delle grandi risorse artistiche e

culturali, sia materiali che immateriali (tradizioni) delle quali la regione dispone; presenza di un forte turismo “che non appare”, costituito dalla grande movimentazione

che si realizza nelle abitazioni per vacanza, le cosiddette “seconde case”; prevalere di una clientela di prossimità, in particolare dalle altre regioni del Mezzogiorno scarso orientamento al segmento business e MICE, in modo analogo a quanto si

verifica per le altre regioni meridionali. presenza di una clientela medio bassa sul piano delle capacità di spesa, associata al

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prevalere di forme di fruizione all’aria aperta, e nelle abitazioni per vacanza, rispetto a quella alberghiera. I prezzi risultano fra i più bassi d’Italia;

livello organizzativo non molto efficiente e figure professionali non qualificate al di fuori dei villaggi turistici;

turismo d’arte e culturale visto più come pertinenza del soggiorno balneare che come opzione autonoma.

A fronte di queste valutazioni negative che possono essere identificate come tanti punti di debolezza, stanno altri aspetti positivi:

qualità del mare e delle spiagge, riconosciuta fra le migliori del paese e una costa molto ampia e differenziata fra quella Adriatica e quella Jonica;

presenza di un ambiente non ancora troppo contaminato, nonostante la saturazione estiva di alcune destinazioni;

sistema di portualità efficiente efficiente scalo per le crociere; risorse d’arte e culturale di prestigio, proposte come differenziazione del soggiorno

balneare; relativamente facile raggiungibilità delle destinazioni come combinazione del viaggio

aereo e del soggiorno; buona disponibilità della popolazione e degli operatori verso il cliente turista; grandi tradizioni popolari e di eventi che ancora oggi caratterizzano ed identificano

alcune destinazioni; forte appeal di alcune destinazioni

Alcune delle voci indicate presentano contemporaneamente una valenza positiva ed una negativa e debbono essere interpretate.

Ne emerge, ad esempio, un atteggiamento positivo dei locali verso i visitatori, turisti ed escursionisti che può essere sintetizzato nel concetto di buona ospitalità, ma non in quello di buona professionalità. Non è una contraddizione: la disponibilità di fondo, la buona ospitalità non riesce a tradursi in una corrispondente buona professionalità.

3. Terme e benessere

3.1 Il quadro nazionale A livello internazionale e nazionale In campo termale si è verificata una evoluzione che per

buona parte degli anni novanta ha visto contrapporre le prestazioni termali tradizionali a quelle benessere. Gli operatori degli stabilimenti termali che, attraverso il pagamento del corrispettivo delle prestazioni al curando da parte del SSN, fruivano di tale sostegno finanziario, hanno tardato a capire la tendenza del mercato verso il benessere spinte dalla presunta necessità di salvaguardare il carattere scientifico delle prestazioni offerte. In un primo momento, per questo motivo, il comparto benessere si è sviluppato con centri e beauty farm fuori dagli stabilimenti termali, anche se questi, paradossalmente, rappresentavano il luogo deputato alla loro accoglienza. Il ritardo, peraltro, è stato maggiore presso i grandi stabilimenti termali ex Eagat quali quelli di Montecatini, Chianciano, Salsomaggiore, Fiuggi, Castellamare di Stabia, gestiti dalle istituzioni. I ritardi accumulati nel corso degli anni hanno determinato per tali località una

Per una strategia interpretativa

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situazione di crisi e la necessità di una riconversione difficile da gestire. Hanno reagito in modo migliore al mercato e contribuito alla sua evoluzione le terme gestite

dagli operatori privati che accanto alle cure tradizionali hanno sviluppato il comparto benessere, con la conseguenza che queste prestazioni hanno più che compensato le perdite che nel corso degli anni si sono verificate nel comparto termale, contribuendo anche, in alcuni casi, ad una sua ripresa attraverso una virtuosa integrazione2.

È stato questo, ad esempio, il caso delle Terme di Sirmione e quello dalla Grotta Giusti a Monsummano Terme.

In realtà si parla ormai di sesta generazione di attività termale per significare, da un lato una concezione olistica della cura del proprio aspetto psichico e fisico, dall’altro, appunto, l’integrazione fra terme e benessere, con la identificazione della concezione di benessere termale, come “prodotto” in grado di fornire un valore aggiunto rispetto al benessere tour court che può essere praticato ovunque, anche nei centri beauty e fitness delle località di residenza del cliente.

Ovviamente alla crisi del comparto hanno contribuito, fin dai primi anni ottanta, le restrizioni che si sono verificate nella concessione dell’assistenza da parte del SSN, ma tale scelta è stata anche una causa della superficialità con la quale veniva gestito il sistema termale, con molta approssimazione e pochi controlli.

A questa situazione hanno reagito gli operatori delle varie località indirizzando la loro offerta ad altri segmenti, quali quello degli eventi ed il turismo d’arte e culturale. In particolare le località termali relativamente vicine alle grandi città d’arte hanno organizzato la loro offerta in funzione di questo segmento, puntando su una forte competitività dei prezzi, e diventando, di fatto, un supplemento di ricettività delle città d’arte. È il caso di Montecatini nei confronti di Firenze e della Toscana, con meno del 10% degli arrivi imputabili alla motivazione termale, di Fiuggi nei confronti di Roma, di Chianciano per Roma e Firenze e anche delle terme Euganee nei confronti di Venezia.

La crisi di riconversione delle grandi città termali verso una concezione compatibile di benessere è uno dei principali e dei più sottostimati problemi del turismo nazionale.

3.2 Il quadro regionale

La Puglia si caratterizza per la presenza di alcune destinazioni termali di grande tradizione storica come, ad esempio, Santa Cesarea, Torre Canne e Margherita di Savoia, che sono contemporaneamente anche destinazioni balneari, e come Castelnuovo della Daunia, in zona collinare.

Si può dire subito che il connubio fra terme e promozione della salute non è mai stato adeguatamente valorizzato perché gli stabilimenti sono rimasti, e lo sono ancora oggi, all’interno di una concezione sanitarizzata, senza orientarsi verso una concezione di benessere termale.

Per la stessa motivazione l’integrazione fra benessere e soggiorni balneari è stata difficile anche per altre destinazioni con le stesse potenzialità in tutto il Paese, mentre la commistione rende difficile stabilire quanti arrivi e presenze sono imputabili ad una ed all’altra causa del soggiorno.

Non è stata adeguatamente valorizzato neppure il fatto che le tre località termali sono anche destinazioni balneari di grande richiamo per un i vacanzieri, né il fatto che è presente un

2Cfr. E. Becheri Terme e benessere. Come cambia il mercato della salute. Osservatorio regionale per il sistema informativo delle terme toscane. Uniocamere-Regione Toscana, 2009.

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significativo gruppo di termalisti locali che compie le proprie prestazioni come escursionista. Si tratta di componenti che andrebbero meglio individuate per il loro peso relativo nella

composizione quali quantitativa del prodotto locale. Negli ultimi anni, tuttavia, si è realizzata una importante novità con l’affidamento delle terme di

Torre Canne, al gruppo abruzzese Maresca; la prima scelta è stata proprio quella di riorientare il comparto verso il benessere termale come valore aggiunto, da un lato rispetto al benessere tout court e dall’altro come opzione aggiuntiva per la qualificazione del soggiorno balneare.

Inoltre si sta cercando di valorizzare le potenzialità esistenti a Castelnuovo della Daunia con la costruzione di un nuovo Parco Termale.

Il moneto è favorevole per una valorizzazione degli stabilimenti come rete regionale del, benessere termale, nell’ambito della più generale rete nazionale.

Quelle che sono state considerate sono le tipologie classiche tradizionali, ma sono presenti numerosi altri turismi da quello religioso agli eventi ed a quello enogastronomico. Spesso in una stessa destinazione sono presenti più segmenti che si integrano e, talvolta, si oppongono fra loro.

Altre classificazioni sono possibili in rapporto all’età (giovanile, scolastico, terza età), alle tipologie ricettive, alle provenienze, ecc.

L’insieme che ne deriva è complesso e spesso difficilmente decifrabile senza attente investigazioni, anche perché quasi mai un territorio è, di per sé, un prodotto turistico e sono necessarie varie condizioni perché lo diventi e possa essere percepito come tale.

4. Come cambia il ruolo della intermediazione turistica

Lo sviluppo del turismo di massa che ininterrottamente, salvo le diverse crisi congiunturali, si è verificato a partire dalla i anni sessanta e settanta, è stato favorito dal ruolo degli intermediari delle vacanze, tour operato ed agenzie di viaggio.

Gli operatori turistici con la loro funzione di aggregazione del prodotto, come combinazione della organizzazione del viaggio e del soggiorno, sono stati considerati come i “creatori di sogni”.

II TO hanno svolto il loro ruolo di aggregatori di prodotti e gli AdV quello di veri negozi al dettaglio, a contatto con la domanda potenziale. Con lo sviluppo dei pacchetti turistici tutto compreso (inclusive toru) si può parlare di turismo di massa.

Oggi il mercato del turismo può essere distinto in alcune grandi macrosegmentazioni base: business e leisure; organizzato (pacchetti inclusive tour) e indipendente (FIT): è negli incroci fra queste macrocategorie che si collocano le scelte operative di coloro che compiono viaggi, con una quantità di sub-segmentazioni e di prodotti praticamente infinita.

In questo processo di sviluppo è opportuno ricordare che il mondo dei viaggi organizzati è stato storicamente dominato, fino ai primi anni duemila, dagli operatori dei paesi origine dei flussi e non da quelli dei paesi di destinazione, in quanto l’assemblaggio del prodotto non si poteva che verificare ove era localizzata la domanda. Più specificatamente, sono stati i grandi TO e le AdV dei paesi di origine a fare accordi con i gestori dell’ospitalità dei paesi di destinazione, spesso investendo direttamente proprie risorse nella costruzione di resort. Un esempio tipico di questo modo di comportarsi è dato dalla tedesca TUI (Touristik Union International), il maggiore TO europeo che ha investito in diversi paesi mediterranei negli anni sessanta e settanta, prediligendo l’Italia e successivamente altri paesi quali la Spagna, altri della Riva Sud e più recentemente la Croazia e la Slovenia. Per questo motivo, ancora oggi, i tre maggiori TO continentali operano dalla

Per una strategia interpretativa

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Germania, e per questo stesso motivo i TO di paesi come Spagna e Italia presentano imprese di minore dimensione, che, peraltro, si sono sviluppate parallelamente alla diffusione del turismo domestico ed outgoing.

La ferrea legge della dominanza dell’outgoing sull’incoming, tuttavia, ora comincia a non avere più una valenza assoluta, proprio per l’avvento di internet e la correlata scoperta e possibile valorizzazione delle offerte locali e/o puntuali.

Nell’attuale contesto evolutivo, inoltre, l’intermediazione turistica sta vivendo un particolare momento perché è in atto una evoluzione verso una figura ibrida: i tour operator (grossisti) stanno caratterizzandosi sempre più come momento commerciale attraverso le vendite dirette su Internet, con offerte componibili; gli agenti di viaggio (dettaglianti) si stanno organizzando in modo da configurarsi sempre più anche con una connotazione di tour operator, secondo un processo favorito anche questo da internet, e dalla diffusione delle reti o network, come strumento di aggregazione per conseguire economie e svolgere una promozione più efficace. La rete è la grande novità degli ultimi anni del sistema agenziale europeo ed italiano, con alcune differenze significative fra i diversi paesi. In Germania la diffusione delle reti è di tipo orizzontale, con aggregazioni fra agenzie che operano nella stessa posizione all’interno della filiera produttiva dei viaggi, disponendo peraltro di un notevole patrimonio ricettivo. Resta potente il ruolo dei grandi TO, ma si sta sempre più imponendo il ruolo delle “reti”; nel Regno Unito è maggiore l’integrazione verticale, coinvolgendo direttamente, oltre alla ricettività, anche alcuni vettori aerei, che si configurano come veri e propri TO.

L’Italia vede una integrazione orizzontale fra agenzie. Nel 2008 nel nostro Paese i network significativi di agenzie erano una trentina (anche se ne

sono stati contati circa 100), dei quali i primi otto con più di 300 agenzie affiliate. È in corso anche un parallelo sviluppo delle OLTA (On Line Travel Agencies), che non hanno

punti vendita materiali e che operano con efficacia nel modo virtuale. Tenuto conto dei rapidi cambiamenti tecnologici, tuttavia, l’uso dei pacchetti turistici continua ad

avere un grande ruolo nelle scelte del turista. Dal punto di vista commerciale i “pacchetti” rappresentano il momento più significativo della organizzazione dell’intermediazione, ma in realtà la gran parte del movimento dei turisti, considerando anche il fenomeno delle abitazioni per vacanza, si muove secondo la formula del turismo indipendente con o senza internet. Nel 2005 si stimava che le vendite di pacchetti fossero il 31,4% del totale dei viaggi in Germania, il 16,7% nel Regno Unito, il 13,0% in Italia, l’8,6% in Spagna, il 6,6% in Francia (dati Eurostat – Familitur 2005).

Di fatto l’evoluzione ed i nuovi paradigmi del mercato portano alla individuazione di una nuova figura di travel agent (New travel agente generation), di un operatore, cioè, che in modo proprio a preferenzialmente attraverso l’adesione ad un network assume caratterizzazioni proprie del tour operating.

5. Le nuove regole e le tendenze del mercato

L’avvento di Internet ha determinato una nuova logica del mercato delle vacanze e di quello degli affari da un lato favorendo la diffusione delle politiche low cost, last minute e advanced booking, dall’altro consentendo al turista-consumatore di sperimentare virtualmente una grande quantità di opzioni possibili e di collegarsi direttamente all’offerta finale, stando comodamente

Rapporto sul turismo in Puglia

13

seduto di fronte al proprio computer. Il potenziale viaggiatore può accedere direttamente ai siti aerei, ferroviari ed ai motori di ricerca

specializzati in viaggi e turismo come Expedia, Opodo, Venere ecc. che di si configurano come grandi tour operator.

Più in generale se l’avvento di Internet è stato recepito come uno strumento per accelerare i processi decisionali, per disporre di maggiori informazioni e per avere una maggiore consapevolezza preventiva del prodotto da acquistare, la sua diffusione e generalizzazione ha determinato nuovi comportamenti avvicinando direttamente il cliente-consumatore al prodotto finale e rivalutando il ruolo della domanda rispetto all’offerta.

Il volo point to point collega di preferenza scali piccoli e regionali, abbassa i costi, accorcia i tempi e costituisce una rivoluzione nell’ingegneria del trasporto, con una parallela grande rivoluzione negli utenti del volo e quindi nel modo di fare vacanza. Tale processo, che induce e favorisce la nascita di nuovi bacini di origine dei flussi e di nuove destinazioni, è, in buona parte, effetto della diffusione di internet, che da strumento diventa logica di comportamento3.

La diffusione di Internet determina un nuovo modo di pensare e di ragionare ed un vero e proprio cambiamento dei processi decisionali perché attribuisce, direttamente ed indirettamente, un maggiore potere contrattuale da un lato al cliente finale, al turista, dall’altro, almeno teoricamente, ai locali sistemi di ospitalità.

Consente, inoltre, a qualsiasi tipologia di offerta, anche a quella di una sperduta destinazione, di potere essere virtualmente presente sul mercato, rendendola visibile o comunque rintracciabile.

L’operare per network, le scelte last minute, i voli low cost, la concezione glocal, come locale che diventa globale, gli scambi di alloggi, i pacchetti selfmade, il diffondersi degli short break e la valorizzazione dei turismi di nicchia sono tutti fenomeni strettamente connessi alla diffusione di Internet, e alla logica comportamentale che tale “strumento” sottende.

In parallelo si sono sviluppate, nel corso dell’ultimo quarto di secolo, alcune tipologie di ricettività che pian piano stanno facendo una concorrenza sempre maggiore a quella alberghiera e che per loro natura sono tendenzialmente poco intermediate come gli agriturismi, i Bed and Breakfast (B&B) e gli appartamenti vacanza, questi ultimi con una concezione assai diversa da quella tradizionale degli appartamenti in affitto.

Per alcuni mercati il grado di intersostituibilità di B&B e agriturismi con gli alberghi è molto maggiore di quanto in prima approssimazione appare dalla evoluzione percepita dalle rilevazioni statistiche ufficiali.

La conseguenza più rilevante, anche se indiretta, della diffusione di internet, associata ai mutamenti nella composizione della ricettività ed alla forte segmentazione della domanda, è che, se fino ad oggi il mercato è stato “governato” dai paesi di origine dei flussi turistici (dall’outgoing), da oggi in poi, proprio per internet e la sua logica, “può o potrebbe essere governato” anche dai paesi di destinazione (dall’incoming). Proprio perché la domanda acquista più potere rispetto all’offerta ne consegue la rivalutazione dell’incoming rispetto all’outgoing. Fino ad oggi i grandi TO internazionali sono cresciuti e si sono sviluppati nei paesi di origine dei flussi turistici perché in essi era localizzata la domanda; oggi, attraverso il proprio web, anche una piccola località o un prodotto di nicchia possono, teoricamente, far parte del mercato internazionale.

3 In proposito vedi anche, a cura di P. Barucci - E. Becheri, L’industria turistica del Mezzogiorno, Svimez, edizioni il Mulino, 2006.

Per una strategia interpretativa

14

È certo, comunque, che il potere contrattuale del cliente che utilizza internet è aumentato rispetto al cliente “tradizionale” che si reca presso l’agenzia di viaggio, ed è certo anche che i clienti indipendenti, in virtù dello stesso processo, stanno aumentando rispetto a quelli inclusive tour. Attraverso internet, un soggetto, nella distensione della propria abitazione, ha la possibilità di costruire ed organizzare anche nei minimi dettagli la propria vacanza, combinando modalità di viaggio e modalità di soggiorno.

Proprio la diffusione della logica di internet rende evidente, peraltro, un’altra importante caratterizzazione: il mercato internazionale è regolato da una concorrenza sui prodotti (sui turismi) attraverso la quale deve essere letta anche la concorrenza fra paesi. È questa la chiave di volta che consente di capire le diverse realtà ed i diversi comportamenti.

Ogni turismo si configura come specifico mercato. I turismi si sono moltiplicati e si sono progressivamente caratterizzati per ulteriori sub-

segmentazioni, con una valenza autonoma ed una dignità di veri e propri mercati. Basti pensare, come si è già visto, alle molte articolazioni del turismo balneare: tradizionale soggiorno, nautica da diporto, charter nautico, pesca subacquea, crociere, balneofitness, naturismo, ecc. Ognuno dei submercati opera con logiche differenziate per omologare e “legare” la propria clientela.

Nel potenziamento dell’attività turistica, quale leva di sviluppo economico di un sistema, è fondamentale la capacità di essere al passo con le tendenze del mercato (independent traveller, low cost, short break, internet, ecc.) senza più pensare al turista come ad una generica figura, mentre è essenziale una qualificazione ed una specializzazione, allo stesso modo in cui non si parla più di turismo, ma di turismi e di mercato dei mercati.

Lo sviluppo delle attività turistiche potrà essere conseguito solo se vi sarà uno scenario coerente dal punto di vista delle policy pubbliche, recuperando quel gap attualmente esistente fra il mercato reale degli operatori ed il mercato immaginario ed autoreferenziale delle istituzioni.

Al di là di tutte le situazioni congiunturali ed esogene che ne potranno rallentare temporaneamente la tendenza, il “non settore” del turismo è uno dei volani dell’economia mondiale destinato, nel medio e lungo periodo, a un forte sviluppo sia per la sua componente internazionale che per quella domestica, secondo ritmi superiori alla media degli altri comparti produttivi.”4

Si propone il richiamo al non settore, perché, come è noto, il fenomeno del turismo è la ricomposizione e riclassificazione a posteriori di molte altre attività che concorrono a definire il prodotto: agricoltura, edilizia, comparto alimentare, pubblici esercizi ecc. Si tratta di attività autonome che diventano turistiche quando sono utilizzate a tale scopo: un bicchiere di vino bevuto da un residente non è un fatto turistico, ma lo diventa se è consumato da un vacanziere o da chi si sposta per affari.

Da questa constatazione derivano molte delle difficoltà che ostacolano una più adeguata comprensione del fenomeno e delle sue articolazioni, nonché una adeguata valutazione del suo ruolo nell’economia.

Nel periodo 1995-2007 il movimento turistico internazionale, che rappresenta solo una quota compresa fra un quarto ed un quinto del movimento turistico mondiale (che comprende anche quello domestico, cioè la movimentazione interna dei vari paesi), è aumentato secondo le statistiche UNWTO (United Nations World Tourism Organization), ad un tasso medio annuo del

4 Cfr. XVI Rapporto sul turismo italiano.

Rapporto sul turismo in Puglia

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4,4% passando da 536 milioni di arrivi di clienti-turisti a 903 milioni (ed a 924 milioni nel 2008). In termini di ricavi, nello stesso periodo, si è passati da 405 miliardi di dollari Usa a 856 miliardi, ad un tasso di crescita medio annuo nominale di circa il 6,5%.

Da notare che l’aumento del comparto è stato migliore rispetto alle previsioni effettuate a metà degli anni novanta, che per il 2007 stimavano 558 milioni di arrivi internazionali, a fronte dei 903 effettivi.

Il trend rilevato è destinato a durare e probabilmente anche ad aumentare, visto che nell’anno 2007 gli arrivi hanno registrato un incremento del 6,6% rispetto all’anno precedente e nel 2008, con riferimento al periodo gennaio-agosto, in un anno di conclamata crisi economica internazionale, l’aumento degli arrivi internazionali è stimato intorno al 3,7%.

Nel lungo periodo si prevede che gli arrivi internazionali raggiungeranno 1,6 miliardi nel 2020. L’andamento è differenziato per aree e per prodotti. Ad esempio in Europa, area di turismo

maturo, l’aumento rilevato nel 2007 sull’anno precedente è stato del 4,9% e nel 2008 si stima sia intorno all’1,7%, mentre nel Medio Est Asiatico, trascinato dagli Emirati Arabi ed in particolare da Dubai, l’aumento rilevato nel 2007 sul 2006 è stato del 14,3% e si prevede sarà del 17,3% nel 2008. L’Area mediterranea continua a presentare un trend in linea ed anzi lievemente migliore della media europea (anche perché la determina in gran parte) con un incremento che nel 2007 è stato del 6,9% rispetto al 2006 e nel 2008 si avvia ad essere del 2,1%.

Una tendenza nella tendenza sarà il minore sviluppo percentuale dei paesi europei rispetto alla media mondiale, pur potendo continuare ad aumentare maggiormente i valori assoluti. Lo scenario del turismo internazionale ha visto negli ultimi anni una crescita sostenuta dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo, anche come effetto di alcuni new comers che sono entrati con forza nel mercato, come Cina, India, Brasile, alcuni paesi Arabi. È questo un fenomeno che si è sviluppato già da diversi anni, portando la quota degli arrivi europei sul totale mondiale dal 58% del 1995 al 54% del 2007.

Più in generale il mercato del turismo presenta forti gradi di anelasticità perché il “fare vacanza” è ormai diventato un bene primario, una commodity, per i posizionamenti di grado più elevato, e/o una necessity, per tutti. Fenomeni negativi temporanei, di carattere esogeno, possono causare difficoltà temporanee per un paese, con un diverso riorientamento dei flussi, ma rapidamente riprende il trend dello sviluppo tendenziale mondiale. Peraltro questa considerazione è vera a livello globale, ma esistono tendenze strutturali di lungo periodo che ridefiniscono, lentamente ma progressivamente, ruoli e posizioni, con l’apparire di nuove destinazioni e di nuove convenienze rispetto ai vari turismi nei quali si articola il mercato dei mercati (del turismo). In questo contesto sono tendenze generalizzate riscontrabili a livello internazionale, la propensione ad un numero di viaggi sempre maggiore nel corso dell’anno da parte dei commodity travel, la durata media sempre minore del viaggio, anche a causa del forte aumento degli short break, anche al di fuori degli weekend, lo sviluppo contemporaneo del last minute e, più recentemente, dell’advanced booking, la diffusione del low cost nel trasporto aereo, in estensione anche ad altri comparti della filiera, la tendenza verso i dynamic packages.

Fanno parte di questi scenario in evoluzione anche i mutamenti che nel corso degli ultimi anni si sono realizzati sia nell’assetto delle ricettività, sia nelle modalità di fruizione delle vacanze della clientela nazionale ed estera.

Continua ad essere presenti con forza, tuttavia, alcuni modelli di ricettività consolidati come quello delle “seconde case”, il cosiddetto turismo che non appare perché non vi è alcun obbligo di rilevazione statistica, ma che rappresenta la parte più rilevante ancorché la più sconosciuta del

Per una strategia interpretativa

16

fenomeno delle vacanze. Nel prossimo capitolo si presenta una sintesi del sistema dell’ospitalità locale e in quello

successivo una analisi del ruolo delle abitazioni per vacanza.

Rapporto sul turismo in Puglia

17

CAPITOLO II IL SISTEMA DELLA RICETTIVITÀ1

1. La dimensione del comparto in Italia e nel Mezzogiorno Prima di addentrarci nel dettaglio dell’offerta ricettiva, occorre sottolineare che essa si basa su

dati di fonte ISTAT e quindi sulle strutture cosiddette ufficiali, non si tiene perciò conto delle “seconde case” ovvero alloggi in affitto o di proprietà. Una ulteriore problematica che sorge nell’analisi riguarda le strutture extralberghiere. Vi sono sostanziali difformità di disciplina applicate dalle singole regioni per questa tipologia ricettiva. Le modalità di rilevazione delle regioni non sono omogenee, per cui anche le variazioni relative alla ricettività vanno confrontate con cautela.

Tenuto conto di tali precisazioni, passiamo adesso ad analizzare nel dettaglio la dinamica dell’offerta turistica nazionale.

I dati relativi alla consistenza delle strutture ricettive nel periodo compreso tra il 2000 e il 2007 evidenziano una crescita continua nella dotazione dei posti letto, sia per gli esercizi alberghieri che per gli esercizi extralberghieri. In particolare il comparto alberghiero presenta un tasso di variazione medio annuo del 0,3% in termini di strutture e del 2,1% in termini di posti letto, mentre quello complementare del 2,1% e dell’1,9% rispettivamente.

Anche per il Mezzogiorno si rileva una crescita della numerosità degli esercizi e dei posti letto ed in particolare gli esercizi alberghieri registrano un tasso di variazione medio annuo del 2,5% (con un aumento dei posti letto del 4,1%), mentre quelli complementari del 17,1% (+1,2% dei posti letto).

Graf.1 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 delle strutture ricettive alberghiere in Italia e Mezzogiorno. Valori in %

11,5

6,63,1

-3,3-5,6

0,3

15,3

8,6

4,5

-3,4 -3,7

2,5

5 stelle e 5stelle lusso

4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Italia Mezzogiorno Fonte: elaborazione su dati ISTAT

1 A cura di Serena Scarcella. Il paragrafo 2 è anche a cura di Eva Iannario.

Il sistema della ricettività

18

Graf.2 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dei posti letto nelle strutture ricettive alberghiere in Italia e Mezzogiorno. Valori in %

11,2

6,7

2,6

-4,1-5,8

2,1

18,5

9,2

2,9

-5,4 -4,2

4,1

5 stelle e 5stelle lusso

4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella Totale

Italia Mezzogiorno Fonte: elaborazione su dati ISTAT

A livello nazionale, il settore alberghiero incide nel 2007 per il 26,0% sul totale esercizi e per il 47,8% sul totale posti letto. In termini assoluti, nel 2007 sono stati rilevati 34.058 esercizi per 2,1 milioni di posti letto, con una dimensione media di 63 posti letto per albergo.

La dinamica del settore alberghiero mostra una tendenza verso una riqualificazione del strutture di categoria medio-basse (1 e 2 stelle) con conseguente aumento delle strutture di categoria media e di categoria alta. Anche nel Mezzogiorno, che conta nel 2007 6.463 alberghi per un totale di 568.619 posti letto, gli anni duemila hanno portato ad una riqualificazione dell’offerta ricettiva ed infatti le variazioni percentuali annue più elevate si riferiscono alle strutture a 5 e 4 stelle.

Le strutture ricettive extralberghiere sono passate da 83.858 unità nel 2000 a 96.991 unità nel 2007 in Italia e da 3.543 unità a 10.701 unità nel Mezzogiorno. Il Mezzogiorno, per quanto riguarda le tipologie considerate, evidenzia nell’arco temporale 2000-2007 un leggero calo di campeggi e villaggi turistici sia in termini di strutture (-0,6%) che di posti letto (-1,3%), ed un elevato incremento degli alloggi agrituristici (+10,3% delle strutture e +13,2% dei posti letto).

Graf.3 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 delle strutture ricettive extralberghiere in Italia e Mezzogiorno. Valori in %

1,2

10,8

1,1 2,1

-0,6

10,3

25,2

17,1

Campeggi evillaggi turistici

Alloggi agrituristici Altri esercizi Totale

Italia Mezzogiorno Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Rapporto sul turismo in Puglia

19

Graf.4 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dei posti letto nelle strutture ricettive extralberghiere in Italia e Mezzogiorno. Valori in %

0,2

11,8

3,4 1,9

-1,3

13,2 15,1

1,2

Campeggi evillaggi turistici

Alloggi agrituristici Altri esercizi Totale

Italia Mezzogiorno Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Graf.5 - Distribuzione degli esercizi alberghieri e complementari per categoria e tipologia in Italia. Anni 2000 e 2007 (valori in percentuale)

Esercizi Alberghieri Esercizi Complementari

8,5

42,249,3

13,3

51,1

35,6

5 stelle, 5 stellelusso e 4 stelle

3 stelle e R.T.A. 2 e 1 stella

2000 2007

2,8

82,2

8,1 6,82,7

63,7

14,4 19,2

Campeggi eVillaggiTuristici

Alloggi inaffitto

Alloggiagro-turistici

Altri esercizi

2000 2007 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Graf.6 - Distribuzione dell’offerta di letti nel settore alberghiero ed extralberghiero per categoria e tipologia in Italia. Anni 2000 e 2007 (valori in percentuale)

Esercizi Alberghieri Esercizi Complementari

21,4

51,9

26,729,7

53,7

16,6

5 stelle, 5 stellelusso e 4 stelle

3 stelle e R.T.A. 2 e 1 stella

2000 2007

63,9

22,83,8 9,6

56,9

24,47,2 11,5

Campeggi eVillaggiTuristici

Alloggi inaffitto

Alloggiagro-turistici

Altri esercizi

2000 2007 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Il sistema della ricettività

20

Graf.7 - Distribuzione degli esercizi alberghieri e complementari per categoria e tipologia nel Mezzogiorno. Anni 2000 e 2007 (valori in percentuale)

Esercizi Alberghieri Esercizi Complementari

13,8

46,140,1

21,2

52,6

26,2

5 stelle, 5 stellelusso e 4 stelle

3 stelle e R.T.A. 2 e 1 stella

2000 2007

25,540,7

28,8

5,08,120,9 18,9

52,1

Campeggi eVillaggiTuristici

Alloggi inaffitto

Alloggiagro-turistici

Altri esercizi

2000 2007 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Graf.8 - Distribuzione dell’offerta di letti nel settore alberghiero ed extralberghiero per categoria e tipologia nel Mezzogiorno. Anni 2000 e 2007 (valori in percentuale)

Esercizi Alberghieri Esercizi Complementari

27,2

56,3

16,4

39,4

52,0

8,6

5 stelle, 5 stellelusso e 4 stelle

3 stelle e R.T.A. 2 e 1 stella

2000 2007

89,9

6,0 2,5 1,7

75,6

10,7 5,4 8,3

Campeggi eVillaggiTuristici

Alloggi inaffitto

Alloggiagro-turistici

Altri esercizi

2000 2007 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

2. Evoluzione e posizionamento della Puglia L’evoluzione della capacità ricettiva regionale è abbastanza in linea con il contesto nazionale;

essendovi anche per tale regione una presenza di esercizi complementari notevolmente maggiore rispetto al numero di strutture alberghiere, sia in termini esercizi che di camere e letti.

I dati sugli esercizi complementari risentono dei cambiamenti nelle modalità di rilevazione verificatesi nel corso degli anni per cui alcuni, come quelli relativi ai B&B sono particolarmente erratici.

Tenuto conto di questa precisazione sono stati rilevati dagli uffici regionali, nel 2008, un numero di esercizi extralberghieri (campeggi e villaggi turistici, alloggi in affitto, alloggi agro-turistici, altri esercizi complementari e bed and breakfast) pari a 2.686 unità e un numero di alberghi pari a 924. unità, con un incremento rispetto a quattro anni prima del 15,4%, mentre i posti letto aumentano del 24,1%; il tasso medio di incremento annuo è rispettivamente del 3,6% e del 5,6%. Nei confronti del 1998 il tasso medio annuo di aumento nel decennio è stato del 3,2% e del 3,8%.

Rapporto sul turismo in Puglia

21

Si è verificato, dunque, un più forte aumento negli ultimi quattro anni.

Tab.1 - Offerta ricettiva in Puglia per tipologia. Anni 1998, 2004 e 2008 alberghi campeggi agriturismi B&B Totale numero letti numero letti numero letti numero letti numero letti 1998 673 56.011 211 104.595 172 4.844 228 12.131 1.368 179.575 2004 801 65.655 208 104.677 207 5.028 1 332 1.866 195.362 2008 924 81.498 224 101.636 273 6.743 1.688 11.827 3.610 222.159 Variazioni percentuali medie annue ‘98-‘08 3,2 3,8 0,6 -0,3 4,7 3,4 22,2 -0,3 10,2 2,2 ‘04-‘08 3,6 5,6 1,9 -0,7 7,2 7,6 541,0 144,3 17,9 3,3 Quote di mercato altri esercizi 1998 49,2 31,2 15,4 58,2 12,6 2,7 16,7 6,8 6,1 1,1 2004 42,9 33,6 11,1 53,6 11,1 2,6 0,1 0,2 34,8 10,1 2008 25,6 36,7 6,2 45,7 7,6 3,0 46,8 5,3 13,9 9,2 Fonte: elaborazione su dati Regione Puglia

Per numero di esercizi, quelli alberghieri rappresentano poco più di un quarto del totale nel 2008, mentre nel 1998 erano quasi la metà. La quota di posti letto alberghieri aumenta progressivamente dal 31,2% del 1998, al 33,6% del 2004 ed al 36,7% nel 2008.

Relativamente alle camere delle strutture alberghiere (37.997 nel 2008) si registra un incremento del 22,0% rispetto al 2004 ed il 44,3% rispetto al 2001.

Graf.9 - Distribuzione degli esercizi tra le tipologie di ricettività. Focus anno 2008

ALTRI ESERCIZI RICETTIVI**

0,78

BED &BREAKFAST 46,73

CAMPEGGI E VILLAGGI 6,20

ALBERGHI 25,58

ESERCIZI COMPLEMENTARI

27,69

AGRITURISMO 7,56

ALLOGGI PRIVATI* 13,15

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia

In termini di composizione, nel 2008 le strutture alberghiere pesano per il 25,6% sul totale strutture, mentre le strutture complementari per il restante 74,4%; considerando, invece, i posti letto totali, come riportato nel grafico seguente le prime pesano per il 36,6%, rispetto ai 58,06 punti percentuali degli altri esercizi cui si aggiungono il 5,32% dei posti disponibili nei bed and breakfast.

*ALLOGGI PRIVATI: AFFITTACAMERE, CASE E APPARTAMENTI VACANZA ** ALTRI ESERCIZI RICETTIVI: CASE PER FERIE, OSTELLI DELLA GIOVENTU'

Il sistema della ricettività

22

Graf.10 - Distribuzione dei posti letto tra le tipologie di ricettività. Focus anno 2008

ALTRI ESERCIZI RICETTIVI**

0,78

BED &BREAKFAST 5,32 CAMPEGGI E VILLAGGI

45,68

ALBERGHI 36,63

ESERCIZI COMPLEMENTARI

58,06AGRITURISMO

3,03

ALLOGGI PRIVATI* 8,57

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia

Passando ad analizzare il posizionamento della Puglia rispetto alle altre regioni. A tal fine faremo riferimento all’anno 2007, ultimo anno divulgato dall’ISTAT. Nell’anno 2007, la regione Puglia si aggiudica la 14esima posizione in termini di numero di esercizi, con quota 2,2%, e la ottava posizione in termini di posti letto (4,7%).

Rispetto al 2000, la regione perde due posizioni nella graduatoria del numero di esercizi, mentre ne guadagna una rispetto a quella del numero dei posti letto.

La crescita del comparto risulta in linea con il trend nazionale.

Graf.11 - Rank delle regioni per incidenza % sull’offerta totale nazionale. Anno 2007 Esercizi Letti

34,19,9

8,27,5

6,25,0

4,13,62,92,82,62,62,22,22,11,41,30,80,40,2

VenetoTrentino-A. A.

ToscanaFriuli-V. G.

Emilia-R.Lazio

LombardiaPiemonte

SiciliaLiguria

CampaniaUmbriaMarchePuglia

SardegnaAbruzzoCalabria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

14,110,8

9,68,4

7,16,1

5,14,74,34,24,24,04,03,53,4

2,31,81,10,80,3

VenetoToscanaEmilia-R.

Trentino-A. A.Lombardia

LazioMarchePuglia

CalabriaSardegnaCampania

SiciliaPiemonte

LiguriaFriuli-V. G.

AbruzzoUmbria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Rapporto sul turismo in Puglia

23

Graf.12 - Rank delle regioni per incidenza % sull’offerta totale nazionale. Anno 2000 Esercizi Letti

48,412,1

7,36,8

3,52,72,72,22,11,91,71,51,31,31,21,01,00,70,40,2

VenetoTrentino-A. A.

Emilia-R.Toscana

LombardiaLazio

PiemonteLiguria

CampaniaMarcheUmbriaPugliaSicilia

Friuli-V. G.Abruzzo

SardegnaCalabria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

16,410,29,89,4

6,35,75,24,84,64,23,83,83,63,22,82,4

1,51,30,60,3

VenetoToscanaEmilia-R.

Trentino-A. A.Lombardia

LazioMarche

CalabriaPuglia

CampaniaLiguria

SardegnaPiemonte

SiciliaFriuli-V. G.

AbruzzoUmbria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Nella graduatoria del numero di esercizi, sia nel 2000 che nel 2007, la prima posizione è intercettata dal Veneto e la seconda dal Trentino-Alto Adige. L’Emilia-Romagna, presente in terza posizione nel 2000 con il 7,3% degli esercizi, si porta in quinta posizione nel 2007 sorpassata dalla Toscana e dal Friuli-Venezia Giulia.

Nella classifica del numero di posti letto disponibili, invece, a seguire il Veneto sono la Toscana e l’Emilia Romagna. Il confronto con il 2000 non rileva alcun cambiamento nelle prime e nelle ultime posizioni, mentre aumentano il proprio peso relativo la Puglia, la Sardegna e la Sicilia.

Passiamo adesso ad analizzare in specifico il quadro evolutivo della regione Puglia. La Puglia ha incrementato dal 2000 al 2007 il proprio numero di esercizi e di posti letto con un tasso di variazione medio annuo rispettivamente del 9,4% e del 2,1%, valori vicini a quelli rilevati per il Mezzogiorno nel complesso (+9,7% esercizi; +2,6% posti letto) e maggiori rispetto alla media italiana (+3,3% esercizi; +2,0% letti).

Gli esercizi alberghieri passano da un valore di 714 unità nel 2000 a 854 unità nel 2007, con una variazione media annua del 2,6%. Con 76mila posti letto nel 2007 e una dimensione media di 89 letti, crescono, rispetto all’anno precedente, dello 0,7% in termini di numerosità e del 4,0% nella dotazione di letti.

Gli esercizi complementari, che incidono nel 2007 per il 70,3% sul totale strutture e per il 63,6% sull’offerta di letti, associano ad un lieve incremento dei posti letto un notevole aumento delle strutture che passano da 815 unità nel 2000 a 2.018 unità nel 2007. Rispetto al 2006, gli esercizi extralberghieri aumentano del 9,2% con riferimento alla numerosità, mentre i posti letto diminuiscono dello 0,6%.

Il sistema della ricettività

24

Tab.2 - Evoluzione dell’offerta ricettiva pugliese per tipologia di esercizio. Anni 2000-2007. Valori assoluti, variazioni % annue e t.v.m.a % ‘07/’00 Esercizi alberghieri Esercizi Extralberghieri Totale esercizi Numero Letti Dim.

media Numero Letti Dim.

media Numero Letti Dim.

media 2000 714 57.175 80,1 815 123.764 151,9 1.529 180.939 118,3 2001 743 59.603 80,2 685 124.168 181,3 1.428 183.771 128,7 2002 756 61.906 81,9 843 126.205 149,7 1.599 188.111 117,6 2003 790 65.421 82,8 1.049 128.471 122,5 1.839 193.892 105,4 2004 827 68.127 82,4 1.345 135.878 101,0 2.172 204.005 93,9 2005 831 69.308 83,4 1.521 133.109 87,5 2.352 202.417 86,1 2006 848 73.366 86,5 1.848 134.246 72,6 2.696 207.612 77,0 2007 854 76.301 89,3 2.018 133.400 66,1 2.872 209.701 73,0

Variazione % 01/'00 4,1 4,2 -16,0 0,3 -6,6 1,6 02/'01 1,7 3,9 23,1 1,6 12,0 2,4 03/'02 4,5 5,7 24,4 1,8 15,0 3,1 04/'03 4,7 4,1 28,2 5,8 18,1 5,2 05/'04 0,5 1,7 13,1 -2,0 8,3 -0,8 06/'05 2,0 5,9 21,5 0,9 14,6 2,6 07/'06 0,7 4,0 9,2 -0,6 6,5 1,0

t.v.m.a % 07/'00 2,6 4,2 13,8 1,1 9,4 2,1

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

3. L’offerta alberghiera La classifica regionale 2007 per incidenza dell’offerta alberghiera sul totale nazionale posiziona

la Puglia in 12esima posizione sia in termini di esercizi che di posti letto.

Graf.13 - Rank delle regioni per incidenza % sull’offerta alberghiera totale nazionale. Anno 2007 Esercizi Letti

17,313,8

9,68,78,7

5,44,74,74,7

3,52,82,52,52,42,42,2

1,71,5

0,70,3

Trentino-A. A.Emilia-R.

VenetoToscana

LombardiaLazio

CampaniaPiemonte

LiguriaSicilia

MarchePuglia

SardegnaAbruzzoCalabria

Friuli-V. G.Umbria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

13,811,4

9,88,78,4

7,05,3

4,94,54,5

3,93,63,3

2,92,3

1,81,41,11,0

0,3

Emilia-R.Trentino-A. A.

VenetoToscana

LombardiaLazioSicilia

CampaniaSardegna

CalabriaPiemonte

PugliaLiguria

MarcheAbruzzo

Friuli-V. G.Umbria

Valle d'AostaBasilicata

Molise Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Rapporto sul turismo in Puglia

25

Apre la classifica della numerosità di strutture il Trentino Alto Adige con il 17,3%, seguito dall’Emilia Romagna (13,8%), il Veneto (9,6%), la Toscana (8,7%) e la Lombardia (8,7%). Queste stesse regioni sono anche leader per disponibilità di letti presso le quali si concentra il 52,1% di tale offerta.

Tab.3 Offerta alberghiera pugliese per categoria di esercizio. Valori assoluti, dimensione media e distribuzione %. Anni 2000, 2003 e 2007 Anno 5 stelle e 5

stelle lusso 4 stelle 3 stelle e

R.T.A. 2 stelle 1 stella Totale

alberghiero 2000 Esercizi 6 106 391 148 63 714 Letti 743 15.629 34.962 4.384 1.457 57.175 Camere 394 7.442 16.217 2.389 792 27.234 Letti/Esercizi 123,8 147,4 89,4 29,6 23,1 80,1 2003 Esercizi 11 144 444 142 49 790 Letti 1748 20.012 38.084 4.475 1.102 65421 Camere 727 9.499 18.077 2.416 606 31325 Letti/Esercizi 158,9 139,0 85,8 31,5 22,5 82,8 2007 Esercizi 20 186 468 129 51 854 Letti 3.379 25.795 42.075 3.939 1.113 76.301 Camere 1.569 11.981 19.253 2.082 629 35.514 Letti/Esercizi 169,0 138,7 89,9 30,5 21,8 89,3 Distribuzione % 2000 Esercizi 0,8 14,8 54,8 20,7 8,8 100,0 Letti 1,3 27,3 61,1 7,7 2,5 100,0 Camere 1,4 27,3 59,5 8,8 2,9 100,0 2003 Esercizi 1,4 18,2 56,2 18,0 6,2 100,0 Letti 2,7 30,6 58,2 6,8 1,7 100,0 Camere 2,3 30,3 57,7 7,7 1,9 100,0 2007 Esercizi 2,3 21,8 54,8 15,1 6,0 100,0 Letti 4,4 33,8 55,1 5,2 1,5 100,0 Camere 4,4 33,7 54,2 5,9 1,8 100,0 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

L’analisi per categoria alberghiera evidenzia una marcata incidenza degli esercizi intermedi (3 stelle e Residenze Turistico Alberghiere) che incidono nel 2007 per il 54,8% in termini di esercizi e per il 55,1% in termini di posti letto. Rispetto al 2000, come già rilevato per l’Italia e per il Mezzogiorno, si riscontra una tendenza a riqualificare le strutture alberghiere verso le categorie più elevate. Le strutture a 2 e 1 stella registrano decrementi medi annui rispettivi dell’1,9% e del 3,0%, con un calo dei posti letto dell’1,5% per i primi e del 3,8% dei secondi, mentre le strutture ad elevata categoria aumentano la propria numerosità e disponibilità di letti e camere. Dal 2000 al 2007, gli esercizi a 5 stelle passano da una incidenza dell’1,3% ad una del 4,4% e quelli a 4 stelle dal 27,3% al 33,8%, con un incremento medio annuo dei posti letto del 24,2% per i primi e del 7,4% per i secondi.

Il tasso di occupazione lordo dei posti letto registrato dalle strutture alberghiere nel 2007 e del 22,3%, ben al di sotto della media italiana del 32,8%. La Puglia presenta infatti uno degli indici più bassi assieme alla Calabria (20,3%), Molise (17,3%) e Basilicata (16,0%).

Rispetto al 2000, il tasso di utilizzazione lordo cresce nelle strutture ad elevata categoria (4 e 5 stelle) e di bassa categoria, mentre subisce una flessione nelle categorie intermedie.

Il sistema della ricettività

26

Graf.14 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dell’offerta ricettiva alberghiera per categoria di esercizio. Valori in percentuale

18,8

8,4

2,6

-1,9 -3,0

2,6

24,2

7,4

2,7

-1,5-3,8

4,2

21,8

7,0

2,5

-1,9 -3,2

3,9

5 stelle e 5stelle lusso

4 stelle 3 stelle eR.T.A.

2 stelle 1 stella Totalealberghiero

Esercizi Letti Camere Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Graf.15 - Tasso di utilizzazione lordo dei posti letto delle strutture alberghiere pugliesi per categoria di esercizio. Anni 2000, 2003 e 2007. Valori in percentuale

24,7 23,4

15,0

22,924,8 24,5

16,2

23,927,6

23,3

16,7

24,5

5 stelle, 5 stellelusso e 4 stelle

3 stelle e R.T.A. 2 e 1 stella Totale alberghi

2000 2003 2007

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

4. L’offerta extralberghiera Prendendo in analisi il comparto complementare, la regione Puglia detiene nel 2007 la 12esima

posizione in riferimento al numero di esercizi e la sesta in riferimento alla disponibilità di posti letto. In prima posizione, in entrambi i casi, si trova la regione Veneto, che incide per il 42,7% sul totale esercizi complementari italiani e per il 18,1% sul totale posti letto disponibili nello stesso comparto.

Rapporto sul turismo in Puglia

27

Graf.16 - Rank delle regioni per incidenza % sull’offerta extralberghiera totale nazionale. Anno 2007 Esercizi Letti

42,79,4

8,17,3

4,93,53,22,92,62,42,22,12,01,91,91,10,90,50,40,2

VenetoFriuli-V. G.

ToscanaTrentino-A. A.

LazioEmilia-R.Piemonte

UmbriaSicilia

LombardiaLiguriaPuglia

MarcheSardegnaCampania

AbruzzoCalabria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

18,112,7

7,15,95,85,75,65,24,94,24,13,93,73,5

2,92,32,3

1,20,70,3

VenetoToscanaMarche

LombardiaEmilia-R.

PugliaTrentino-A. A.

LazioFriuli-V. G.

CalabriaPiemonteSardegna

LiguriaCampania

SiciliaAbruzzoUmbria

Valle d'AostaBasilicata

Molise

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

L’offerta ricettiva extralberghiera pugliese è in gran parte intercettata da campeggi e villaggi turistici che incidono nel 2007 per l’74,6% in termini di posti letto. Con 214 esercizi e 99.524 letti, i campeggi e i villaggi turistici pugliesi sono però in diminuzione rispetto al 2000; infatti, subiscono una flessione media annua dello 0,2% in numerosità e dell’1,1% nella dotazione di letti dal 2000 al 2007, mentre aumentano gli alloggi agro-turistici (+5,4% esercizi e +12,0% posti letto).

Tab.4 - Offerta extralberghiera pugliese per tipologia di esercizio. Anni 2000, 2003 e 2007 Anno Campeggi e

Villaggi Turistici Alloggi

agrituristici Bed&Breakfast Altri esercizi Totale

extralberghiero 2000 Esercizi 217 176 n.d 422 815 Letti 107.730 2.877 n.d 13.157 123.764 Letti/Esercizi 496,5 16,3 n.d 31,2 151,9 2003 Esercizi 206 213 280 350 1.049 Letti 103.876 4.978 2.247 17.370 128.471 Letti/Esercizi 504,3 23,4 8,0 49,6 122,5 2007 Esercizi 214 255 1.129 420 2.018 Letti 99.524 6.369 7.913 19.594 133.400 Letti/Esercizi 465,1 25,0 7,0 46,7 66,1 Distribuzione % 2000 Esercizi 26,6 21,6 n.d 51,8 100,0 Letti 87,0 2,3 n.d 10,6 100,0 2003 Esercizi 19,6 20,3 26,7 33,4 100,0 Letti 80,9 3,9 1,7 13,5 100,0 2007 Esercizi 10,6 12,6 55,9 20,8 100,0 Letti 74,6 4,8 5,9 14,7 100,0 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Il sistema della ricettività

28

Graf.17 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dell’offerta ricettiva extralberghiera pugliese per tipologia di esercizio. Valori in percentuale

-0,2

5,4

20,4

13,8

-1,1

12,0 11,1

1,1

Campeggi eVillaggi Turistici

Alloggi agroturistici Altri esercizi Totaleextralberghiero

Esercizi Letti Nb. la voce “altri esercizi” comprende i Bed&Breakfast Fonte: elaborazione su dati ISTAT

5. Analisi provinciale

5.1 Le strutture ricettive alberghiere L’offerta alberghiera si concentra in primo luogo nella provincia di Foggia che incide nel 2007

per il 30,6% sul totale esercizi regionali e per il 31,6% sul totale posti letto, seguita da Lecce (25,8% e 27,8% rispettivamente), Bari (19,7% e 17,3%), Taranto (9,5% e 11,8%) e Brindisi (8,4% e 11,6%).

La provincia di Foggia aumenta la propria offerta alberghiera dal 2000 al 2007 dello 0,9% annuo in termini di esercizi e dell’1,6% annuo in termini di posti letto, raggiungendo 313 unità per 24.079 letti. Più del 50% della dotazione di letti della provincia è concentrata negli esercizi di livello intermedio, ma alta è anche l’incidenza dei 4 stelle (25,6%).

Lecce, con 220 esercizi e 21.179 letti, riporta variazioni percentuali annue del 4,4% nella numerosità degli esercizi e del 7,2% nella dotazione di letti, Bari del 2,5% e dell’1,6% rispettivamente, Taranto del 5,1% e del 12,7%, Brindisi del 2,6% e del 3,5%.

Rapporto sul turismo in Puglia

29

Tab.5 - Offerta alberghiera pugliese per provincia e categoria di esercizio. Anno 2007. Valori assoluti e distribuzioni % di colonna Alberghi a 5 stelle e 5 stelle lusso Alberghi a 4 stelle Alberghi a 3 stelle e RTA Numero Letti Camere Numero Letti Camere Numero Letti Camere Foggia 2 517 271 39 6.162 2.714 177 14.352 6.478 Bari 4 166 84 53 5.131 2.750 90 7.367 3.319 Taranto 3 772 257 26 4.945 2.152 39 2.986 1.462 Brindisi 5 1.367 718 23 3.449 1.472 34 3.812 1.641 Lecce 6 557 239 45 6.108 2.893 128 13.558 6.353 Puglia 20 3.379 1.569 186 25.795 11.981 468 42.075 19.253 Distribuzione % di colonna Foggia 10,0 15,3 17,3 21,0 23,9 22,7 37,8 34,1 33,6 Bari 20,0 4,9 5,4 28,5 19,9 23,0 19,2 17,5 17,2 Taranto 15,0 22,8 16,4 14,0 19,2 18,0 8,3 7,1 7,6 Brindisi 25,0 40,5 45,8 12,4 13,4 12,3 7,3 9,1 8,5 Lecce 30,0 16,5 15,2 24,2 23,7 24,1 27,4 32,2 33,0 Puglia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Alberghi a 2 stelle Alberghi a 1 stella TOTALE Numero Letti Camere Numero Letti Camere Numero Letti Camere

Foggia 66 2.379 1.199 29 669 380 313 24.079 11.042 Bari 14 357 215 7 146 82 168 13.167 6.450 Taranto 11 280 150 2 18 14 81 9.001 4.035 Brindisi 8 206 110 2 41 21 72 8.875 3.962 Lecce 30 717 408 11 239 132 220 21.179 10.025 Puglia 129 3.939 2.082 51 1.113 629 854 76.301 35.514 Distribuzione % di colonna Foggia 51,2 60,4 57,6 56,9 60,1 60,4 36,7 31,6 31,1 Bari 10,9 9,1 10,3 13,7 13,1 13,0 19,7 17,3 18,2 Taranto 8,5 7,1 7,2 3,9 1,6 2,2 9,5 11,8 11,4 Brindisi 6,2 5,2 5,3 3,9 3,7 3,3 8,4 11,6 11,2 Lecce 23,3 18,2 19,6 21,6 21,5 21,0 25,8 27,8 28,2 Puglia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Tab.6 - Distribuzione % del numero di esercizi e letti alberghieri per categoria e provincia. Anni 2000 e 2007. Valori percentuali.

5 stelle e 5 stelle lusso

4 stelle 3 stelle e RTA 2 stelle 1 stella Totale alberghi

Nume

ro

Letti

Nume

ro

Letti

Nume

ro

Letti

Nume

ro

Letti

Nume

ro

Letti

Nume

ro

Letti

2007 Foggia 0,6 2,1 12,5 25,6 56,5 59,6 21,1 9,9 9,3 2,8 100,0 100,0 Bari 2,4 1,3 31,5 39,0 53,6 56,0 8,3 2,7 4,2 1,1 100,0 100,0 Taranto 3,7 8,6 32,1 54,9 48,1 33,2 13,6 3,1 2,5 0,2 100,0 100,0 Brindisi 6,9 15,4 31,9 38,9 47,2 43,0 11,1 2,3 2,8 0,5 100,0 100,0 Lecce 2,7 2,6 20,5 28,8 58,2 64,0 13,6 3,4 5,0 1,1 100,0 100,0 Puglia 2,3 4,4 21,8 33,8 54,8 55,1 15,1 5,2 6,0 1,5 100,0 100,0 2000 Foggia 0,3 1,6 9,2 22,1 54,9 61,6 23,9 11,0 11,6 3,8 100,0 100,0 Bari 2,1 1,5 23,4 35,9 52,5 55,5 17,0 5,8 5,0 1,3 100,0 100,0 Taranto 0,0 0,0 14,0 24,8 56,1 64,2 24,6 9,9 5,3 1,1 100,0 100,0 Brindisi 1,7 1,3 28,3 46,6 51,7 48,0 13,3 3,0 5,0 1,1 100,0 100,0 Lecce 0,6 1,0 12,9 18,7 57,1 71,7 19,6 5,7 9,8 2,9 100,0 100,0 Puglia 0,8 1,3 14,8 27,3 54,8 61,1 20,7 7,7 8,8 2,5 100,0 100,0

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Il sistema della ricettività

30

Graf.18 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dell’offerta ricettiva alberghiera (numero esercizi) pugliese per provincia e categoria di esercizio. Valori in percentuale

10,4

4,2

-

25,829,2

5,47,0

18,3

4,4

11,5

1,4 2,8 2,91,3

4,7

-0,8

-7,4

-3,4

0,0

-0,9-2,2

0,0

-5,6 -5,6 -5,2

0,92,5

5,12,6

4,4

Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce

5 stelle e 5 stelle lusso 4 stelle 3 stelle e RTA 2 stelle 1 stella Totale Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Graf.19 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dell’offerta ricettiva alberghiera (letti) pugliese per provincia e categoria di esercizio. Valori in percentuale

6,1

-1,3

-

46,8

23,5 24,2

3,8 2,8

26,2

0,8

14,0

7,4

1,2 1,7 2,5 1,95,5

-9,0-4,5

0,0

-0,4-2,7

-0,2

-11,4-8,3 -6,5

-3,8

1,6 1,6

12,7

3,57,2

4,22,7

-1,5

0,1

Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Puglia

5 stelle e 5 stelle lusso 4 stelle 3 stelle e RTA 2 stelle 1 stella Totale

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

5.2 Le strutture ricettive extralberghiere Considerando i posti letto, anche l’offerta extralberghiera si concentra prevalentemente nella

provincia di Foggia con il 53,7% sul totale regionale. Rispetto al 2000, gli esercizi complementari

Rapporto sul turismo in Puglia

31

di Foggia hanno subito un incremento medio annuo del 3,2% in termini di esercizi, a fronte di una leggera flessione dei posti letto (-0,5%).

Tab.7 - Offerta extralberghiera pugliese per provincia e tipologia di esercizio. Anno 2007. Valori assoluti e distribuzioni % di colonna Campeggi e

Villaggi Turistici Alloggi

Agroturistici Bed and Breakfast

Altri esercizi

Totale

Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti Foggia 158 63.499 38 717 92 737 186 6.671 474 71.624 Bari 11 2.716 68 861 92 606 45 718 216 4.901 Taranto 9 2.790 24 309 52 380 13 599 98 4.078 Brindisi 11 8.528 46 967 85 566 23 1.356 165 11.417 Lecce 25 21.991 79 3.515 808 5.624 153 10.250 1.065 41.380 Puglia 214 99.524 255 6.369 1.129 7.913 420 19.594 2.018 133.400 Distribuzione % di colonna Foggia 73,8 63,8 14,9 11,3 8,1 9,3 44,3 34,0 23,5 53,7 Bari 5,1 2,7 26,7 13,5 8,1 7,7 10,7 3,7 10,7 3,7 Taranto 4,2 2,8 9,4 4,9 4,6 4,8 3,1 3,1 4,9 3,1 Brindisi 5,1 8,6 18,0 15,2 7,5 7,2 5,5 6,9 8,2 8,6 Lecce 11,7 22,1 31,0 55,2 71,6 71,1 36,4 52,3 52,8 31,0 Puglia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Tab.8 - Distribuzione % del numero di esercizi e letti extralberghieri per tipologia e provincia. Anni 2000 e 2007. Valori in percentuale Campeggi e

Villaggi Turistici Alloggi

Agroturistici Bed and Breakfast

Altri esercizi Totale

Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti Numero Letti 2007 Foggia 33,3 88,7 8,0 1,0 19,4 1,0 39,2 9,3 100,0 100,0 Bari 5,1 55,4 31,5 17,6 42,6 12,4 20,8 14,7 100,0 100,0 Taranto 9,2 68,4 24,5 7,6 53,1 9,3 13,3 14,7 100,0 100,0 Brindisi 6,7 74,7 27,9 8,5 51,5 5,0 13,9 11,9 100,0 100,0 Lecce 2,3 53,1 7,4 8,5 75,9 13,6 14,4 24,8 100,0 100,0 Puglia 10,6 74,6 12,6 4,8 55,9 5,9 20,8 14,7 100,0 100,0 2000 Foggia 43,8 94,2 7,6 0,7 n.d. n.d. 48,6 5,1 100,0 100,0 Bari 9,0 76,4 45,9 12,8 n.d. n.d. 45,1 10,8 100,0 100,0 Taranto 6,8 87,4 9,0 3,1 n.d. n.d. 84,2 9,5 100,0 100,0 Brindisi 16,4 84,0 60,0 5,7 n.d. n.d. 23,6 10,3 100,0 100,0 Lecce 16,9 71,5 37,1 3,1 n.d. n.d. 46,0 25,4 100,0 100,0 Puglia 26,6 87,0 21,6 2,3 n.d. n.d. 51,8 10,6 100,0 100,0 Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Lecce con 1.065 esercizi e 41.380 posti letto incide rispettivamente per il 52,8% e il 31,0% sul totale regionale e incrementa la propria offerta rispetto al 2000 ben del 36,0% annuo in termini di strutture, mentre più contenuto l’aumento dei posti letto (+5,5%). Per quanto riguarda le altre province, sia Taranto che Brindisi presentano una flessione nel periodo considerato nel numero di posti letto offerti (-1,8% l’una e -0,4% l’altra), mentre Bari registra una sostanziale stabilità (+0,4%).

Il sistema della ricettività

32

Graf.20 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dell’offerta ricettiva extralberghiera (numero esercizi) pugliese per provincia e tipologia di esercizio. Valori in percentuale

-0,8

0,0 0,02,9 2,5

-0,2

3,9 2,8

10,44,9

8,05,46,0

13,9

-7,5

35,3

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3,28,5

-4,3

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36,0

20,4

13,8

Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Puglia

Campeggi e Villaggi Turistici Alloggi Agrituristici Altri esercizi Totale Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Graf.21 - Tasso di variazione medio annuo ‘07/’00 dell’offerta ricettiva extralberghiera (letti) pugliese per provincia e tipologia di esercizio. Valori in percentuale

-1,3-4,1 -5,2

-2,0

1,1

-1,1

3,8 5,0

11,3

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12,010,214,4

12,16,9

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-1,8 -0,4

5,5

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1,1

Foggia Bari Taranto Brindisi Lecce Puglia

Campeggi e Villaggi Turistici Alloggi Agrituristici Altri esercizi Totale Fonte: elaborazione su dati ISTAT

6. Focus 2008 Le ultime statistiche messe a disposizione dalla regione Puglia, rivelano un buon andamento

dell’offerta turistica anche per l’anno 2008. Rispetto al 2007, gli esercizi ricettivi aumentano del 15,1%; le nuove aperture hanno riguardato principalmente gli esercizi complementari (+19,2%).

Considerando i posti letto, nel 2008 la Puglia offre 86.036 letti nelle strutture ricettive ufficiali, il 5,0% in più rispetto all’anno precedente.

Entrando nel dettaglio, l’offerta alberghiera si caratterizza per le ottime performance degli alberghi a 4 e 5 stelle, mentre stabile rimane l’offerta intermedia; in lieve aumento gli alberghi a 1

Rapporto sul turismo in Puglia

33

stella, mentre decrescono quelli a 2 stelle. Fra gli alloggi complementari, mentre risulta positivo l’andamento generale, sono bastate le difficoltà di alcuni esercizi per determinare una variazione negativa per i villaggi turistici, mentre positivo è il quadro nel suo complesso.

Tab.9 - Offerta ricettiva per tipo di esercizio in Puglia. Valori assoluti anno 2008 e variazione % su anno precedente 2008 Var.% 08/07 Tipo di esercizio ricettivo Numero

esercizi Camere Posti

letto Numero esercizi

Camere Posti letto

Alberghi 5 stelle lusso 7 431 1.125 -12,5 -20,3 -17,0 Alberghi 5 stelle 16 1.033 2.444 14,3 23,3 19,7 Alberghi 4 stelle 224 13.800 29.741 13,7 9,9 7,8 Alberghi 3 stelle 429 15.685 31.984 1,9 0,5 0,8 Alberghi 2 stelle 132 2.058 3.939 -2,9 -3,3 -2,2 Alberghi 1 stella 47 596 1.048 2,2 1,2 1,5 Residenze tur. alberghiere 4 stelle 17 1.965 4.382 54,5 10,0 9,7 Residenze tur. alberghiere 3 stelle 36 1.897 5.463 2,9 -2,8 -0,9 Residenze tur. alberghiere 2 stelle 16 532 1.372 14,3 13,9 13,9 Totale esercizi alberghieri 924 37.997 81.498 4,8 4,2 3,8 Affittacamere 209 1.000 2.119 19,4 20,6 19,6 Alloggi agrituristici 273 2.136 6.743 5,4 3,5 2,6 Altri esercizi ricettivi 2 84 336 0,0 0,0 0,0 Bed & breakfast 1.688 5.611 11.827 25,8 26,2 26,2 Campeggi 4 stelle 10 4.905 15.813 25,0 10,8 13,7 Campeggi 3 stelle 65 14.947 45.848 6,6 4,5 5,8 Campeggi 2 stelle 42 3.994 13.623 0,0 -6,2 -4,2 Campeggi 1 stella 15 524 1.644 15,4 26,9 22,7 Case e appartamenti vacanza 266 6.716 16.940 12,7 3,3 2,8 Case per ferie 23 682 1.328 9,5 5,4 5,1 Ostelli della gioventù 3 29 68 50,0 45,0 47,8 Villaggi turistici 4 stelle 10 1.428 4.478 -16,7 -22,1 -27,8 Villaggi turistici 3 stelle 64 4.911 16.166 4,9 9,7 8,4 Villaggi turistici 2 stelle 18 1.072 4.064 -14,3 -10,8 -12,8 Totale esercizi extralberghieri 2.688 48.039 140.997 19,2 5,6 4,9 TOTALE RICETTIVO 3.612 86.036 222.495 15,1 5,0 4,5 Fonte: elaborazione su dati forniti dalla Regione Puglia

In termini di incidenza percentuale (Tab.10), nel 2008 gli alberghi a 3 stelle rappresentano il 46,4% del totale in termini di numero di esercizi alberghieri, e il 39,2% sul totale posti letto alberghieri. Gli alberghi dell’insieme delle categorie più elevate (4 stelle, 5 stelle) rappresentano, invece, il 26,7% del totale degli esercizi alberghieri, ma una quota piuttosto elevata (40,9%) sul totale posti letto, quale risultato di una dimensione media decisamente elevata rispetto al totale altre tipologie alberghiere.

Le strutture di classe inferiore (alberghi a 2 stelle e a 1 stella) continuano a pesare anche se in maniera non eccessivamente consistente (il 19,4% sul totale esercizi alberghieri e il 6,1% sul totale posti letto alberghieri), divenendo il 26,8% del totale strutture alberghiere quando accorpano le residenze turistiche citate tra tali strutture. Nel 2008, infatti, le residenze turistico - alberghiere pesano per il restante 7,5% sul totale alberghi (e per li 13,8% sul totale dei posti letto alberghieri).

Gli indicatori di dimensione (numero di posti letto sul numero di esercizi) indica che in media la dimensione totale (alberghiera e complementare) nel 2008 è di 62 letti per struttura; con una componente alberghiera di 88 letti per struttura, dato di gran lunga superiore rispetto a quello registrato a livello nazionale (63 letti per struttura).

Il sistema della ricettività

34

Tab.10 – Composizione % dell’offerta ricettiva in Puglia per categoria alberghiera e tipologia extralberghiera. Incidenze % sul totale alberghiero ed extralberghiero ed incidenze % delle due macrotipologie sul totale ricettivo. Anno 2008 Tipo di esercizio ricettivo Numero esercizi Camere Posti letto Alberghi 5 stelle lusso 0,8 1,1 1,4 Alberghi 5 stelle 1,7 2,7 3,0 Alberghi 4 stelle 24,2 36,3 36,5 Alberghi 3 stelle 46,4 41,3 39,2 Alberghi 2 stelle 14,3 5,4 4,8 Alberghi 1 stella 5,1 1,6 1,3 Residenze tur. alberghiere 4 stelle 1,8 5,2 5,4 Residenze tur. alberghiere 3 stelle 3,9 5,0 6,7 Residenze tur. alberghiere 2 stelle 1,7 1,4 1,7 Inc.% es. alberghieri sul totale ricettivo 25,6 44,2 36,6 Affittacamere 7,8 2,1 1,5 Alloggi agrituristici 10,2 4,4 4,8 Altri esercizi ricettivi 0,1 0,2 0,2 Bed & breakfast 62,8 11,7 8,4 Campeggi 4 stelle 0,4 10,2 11,2 Campeggi 3 stelle 2,4 31,1 32,5 Campeggi 2 stelle 1,6 8,3 9,7 Campeggi 1 stella 0,6 1,1 1,2 Case e appartamenti vacanza 9,9 14,0 12,0 Case per ferie 0,9 1,4 0,9 Ostelli della gioventù 0,1 0,1 0,0 Villaggi turistici 4 stelle 0,4 3,0 3,2 Villaggi turistici 3 stelle 2,4 10,2 11,5 Villaggi turistici 2 stelle 0,7 2,2 2,9 Inc.% es. extralberghieri sul totale ricettivo 74,4 55,8 63,4 TOTALE RICETTIVO 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione su dati forniti dalla Regione Puglia

A livello provinciale, emerge che la maggior parte delle strutture ricettive alberghiere è localizzata nella provincia di Lecce (30%), mentre la provincia di Foggia detiene la maggior percentuale di strutture complementari (49%). Interessante la concentrazione delle strutture extralberghiere nelle due province di Lecce e Foggia che racchiudono oltre l’80% delle strutture complementari totali.

Graf.22 - Il sistema ricettivo alberghiero ed extralberghiero. Distribuzione per provincia. Anno 2008 Esercizi Alberghieri 2008

Brindisi13%

Foggia28%

Lecce30%

Taranto11%

Bari18%

Esercizi Extralberghieri 2008

Brindisi9%

Foggia49%

Lecce35%

Taranto3%

Bari4%

Fonte: elaborazione su dati forniti dalla Regione Puglia

La provincia di Foggia presenta, rispetto alle altre, un rallentamento nella crescita dell’offerta turistica (+0,9% di posti letto totali) dal 2007 al 2008, mentre ottimi sono i risultati congiunturali della provincia di Lecce (+9,0%), Brindisi e Taranto (+6,9%) e di Bari (+4,4%).

Come valutazione di sintesi si può affermare che la ricettività locale aumenta un po’ più della media nazionale e che aumenta la dimensione e migliora la qualità degli esercizi ricettivi.

Lecce

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35

Tab.1

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Rapporto sul turismo in Puglia

37

CAPITOLO III LE DUE GEOGRAFIE DELL’OSPITALITÀ1

Esistono una Geografia dell’ospitalità ufficiale ed una geografia dell’ospitalità stimata. La prima fa riferimento alle statistiche ufficiali ex post raccolte presso gli esercizi ricettivi di fonte

Istat che di fatto escludono il fenomeno delle abitazioni per vacanza, cioè le cosiddette seconde case, che per il movimento attivato rappresentano la parte più rilevante del fenomeno turistico.

Altre fonti ci permettono di avere un’idea approssimata del movimento delle seconde case attraverso indagini campionarie, alcune ufficiali come l’Indagine sui viaggi e le vacanze degli italiani di fonte Istat e l’Indagine alle frontiere sugli stranieri in entrata e i residenti in uscita della Banca d’Italia (ex Ufficio Italiani Cambi). Altre società come Isnart, Ciset e Mercury forniscono stime anche a livello di dettaglio provinciale e, in casi specifici, comunali.

Utilizzando tali ultime fonti, ufficiali e non, si arriva ad una stima reale della Geografi dell’ospitalità.

Le due “geografie” non corrispondono ed anzi nel caso del Mezzogiorno risultano, per certi aspetti, opposte, come è destino di molti aspetti dell’organizzazione sociale ed economica del Paese.

Come in altri settori l’economia che appare non è quella reale, che considera anche molte attività non turisticamente censite dalle statistiche ufficiali.

Tali considerazioni risultano particolarmente vere per la Puglia, che è una delle regioni con la maggiore incidenza del fenomeno delle abitazioni per vacanze.

1. Il Mezzogiorno

1.1 Con e senza seconde case

Considerando l’anno 20072, l’ultimo anno disponibile con statistiche definitive, il dato più clamoroso che emerge è il seguente: se si considerano i dati ufficiali Istat raccolti presso gli esercizi ricettivi il Mezzogiorno, con le sue otto tradizionali regioni, si colloca al terzo posto fra le quattro macroaree nelle quali tradizionalmente si suddivide l’Italia (graf. 1 e 2), con una incidenza percentuale del 20,3%, preceduta dal Nord Est con il 39,9% e dal Centro (24,9%) e seguita dal Nord Ovest (14,9%)3.

Rapportando le presenze al numero dei residenti nelle varie aree il “divario” appare ancora maggiore perché a fronte di 3.665 pernottamenti ufficiali ogni mille abitanti che si rilevano per il Sud e le Isole, se ne verificano 6.318 per tutta l’Italia , 3.564 nel Nord Ovest, 8.020 nel Centro e

1 A cura di Emilio Becheri. 2 Non sono ancora disponibili i dati ufficiali Istat relativi all’anno 2007 e neppure le stime relative alla abitazioni per vacanza. 3 Queste valutazioni, e altre di seguito riportate, sono riprese dal XVI Rapporto sul turismo italiano al momento in corso di stampa.

Le due geografie dell’ospitalità

38

38

ben 13.269 nel Nord Est. Il posizionamento del Mezzogiorno è analogo a quello del Nord Ovest, che rappresenta una delle aree più evolute del paese, ma che, accanto al turismo, dispone di ben altre risorse produttive.

Graf.1 - Movimento turistico ufficiale e movimento turistico stimato includendo le abitazioni per vacanza (seconde case) in termini di presenze: distribuzione delle presenze fra le macroaree italiane. Anno 2007

14,9

39,9

24,920,319,7

24,2 22,1

34,0

Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno

dati ufficiali stime con le seconde case

Fonte: elaborazioni su dati Istat e XVI Rapporto sul turismo italiano

Graf.2 - Movimento turistico ufficiale e movimento turistico stimato includendo le abitazioni per vacanza (seconde case) in termini di presenze: valori assoluti delle macroaree italiane in milioni di presenze. Anno 2007

56,2

150,4

93,6 76,3

217,0265,9

242,8

374,3

Nord Ov est Nord Est Centro Sud

dati uff iciali stime con le seconde case

Fonte: elaborazioni su dati Istat e XVI Rapporto sul turismo italiano

Se invece si considerano le statistiche stimate includendo anche il fenomeno delle abitazioni per vacanza (le cosiddette seconde case), il Mezzogiorno si colloca nettamente al primo posto con il 34,0% del movimento turistico in termini di presenze, seguito dal Nord Est con il 24,2%, dal Centro (22,1%) e dal Nord Ovest (19,7%)4.

4 Questa distribuzione è tratta dal Rapporto sul turismo italiano, sedicesima edizione, Mercury 2009, in particolare dal capitolo a cura di Roberto Gambassi La rilevanza degli appartamenti per vacanza fra consolidamento del mercato e difficoltà, ove è esplicitata anche la metodologia adottata.

Rapporto sul turismo in Puglia

39

Compiendo la stessa analisi vista sopra che rapporta le presenze al numero degli abitanti, ma tenendo conto anche delle abitazioni per vacanza, emerge che comunque l’area ha un peso inferiore alla media nazionale, con 17.973 pernottamenti ogni mille residenti a fronte di 18.706 pernottamenti delle altre regioni del Centro Nord. Le aree più turistiche, comunque, conservano un divario considerevole con 23.456 pernottamenti nel Nord Est e 20.792 nel Centro. L’incidenza delle presenze turistiche stimate nel Nord Ovest è considerevolmente minore con 13.750 presenze per mille residenti.

Per il movimento nelle “nelle seconde case” l’area del Mezzogiorno è nettamente leader con una stima del 41,2% del totale nazionale, mentre il 22,2% di questa tipologia di presenze si colloca nel Nord Ovest, il 20,6% nel Centro ed il 16,0% nel Nord Ovest. Ne risulta che a fronte di un moltiplicatore che corrisponde a 2,92 a livello nazionale, quello del Mezzogiorno risulta pari a 4,9; significa che per ogni turista che viene rilevato ufficialmente ne esistono circa 4 che non appaiono. Il moltiplicatore risulta assai elevato anche per l’area del Nord Ovest (3,9), assume un rilievo significativo anche per il Centro (2,5), mentre appare più ridotto per il Nord Est.

Le letture possibili sono molteplici: intanto non si può parlare solo di sommerso, che pure è presente, in quanto non vi è alcun obbligo di registrare ufficialmente i pernottamenti nelle abitazioni per vacanza, come teoricamente si verificava fino al 1989 attraverso la rilevazione dell’imposta di soggiorno, alla quale anche queste strutture erano tenute. Di fatto anche allora veniva rilevata solo una parte del fenomeno per la forte evasione che si verificava rispetto a tale obbligo. Comunque nel 1990 fu abolita l’imposta di soggiorno e le seconde case sparirono dalle rilevazioni.

Tuttavia la dimensione del fenomeno è notevole, come appare anche considerando L’ndagine sui viaggi e le vacanze degli italiani che l’Istat stessa effettua con metodologia campionaria.

Come si è già detto vi è poi l’Indagine sui passaggi alle frontiere della Banca d’Italia. Considerando anche i dati ufficiali Istat raccolti presso gli esercizi ricettivi, le tre indagini non sono coerenti fra loro per cui i relativi valori non possono essere sommati e debbono essere interpretati.

A tal proposito possono essere effettuate alcune valutazioni: 1) affermare che in una destinazione esiste un movimento non rilevato che in molti casi arriva

ad essere pari a molte volte quello che appare dalle statistiche ufficiali, bel al di là di quello che appare co0nsiderando la media nazionale per la quale questa parte del fenomeno è quasi doppia, implica una notevole quantità di servizi sul piano dei trasporti, nonché sul piano della gestione dell’accoglienza e, in generale, dei pubblici esercizi;

1) Il fenomeno delle “seconde case” è diversamente caratterizzato a seconda delle aree e delle singole destinazioni, con un peso della economia del turismo che non appare e che invece da un lato è determinante nelle società locali che accolgono il turista, e dall’altro, ha, appunto, una conseguenza immediata sul piano dei servizi aggiuntivi richiesti;

3) una ulteriore lettura porta a considerare il modo immediato che la maggiore incidenza delle abitazioni per vacanza può essere letta come una minore strutturazione del mercato ed una minore organizzazione imprenditoriale. La commercializzazione delle abitazioni per vacanza da porte dell’intermediazione turistica è, infatti, molto ridotta perché non è possibile conseguire grandi numeri per il mass market. Inoltre e poche abitazioni che sono commercializzate, lo prevalentemente sono in buona parte dai tour operator e dalle agenzie di viaggi delle regioni del Centro Nord e da quelle estere.

L’avvento e la diffusione di internet ha tuttavia portato anche al recepimento delle potenzialità

Le due geografie dell’ospitalità

40

40

del comparto da parte delle OLTA (On Line Travel Agencies) ed ha favorito anche l’inserimento dei singoli proprietari delle località più sperdute nel mercato globale. Si può dire che quello delle abitazioni per vacanza è uno dei settori più favoriti da internet perché la pubblicità sulla rete può arrivare dal singolo cliente al singolo fornitore.

1.2 La dimensione del fenomeno secondo la ricettività ufficiale

Tenendo conto delle considerazioni svolte le statistiche ufficiali possono essere lette come quella parte del mercato che è più strutturata e più articolata e si prestano. Dunque, ad alcune interessanti e fondamentali analisi, consentendo anche una valutazione affidabile dei trend.

Anche considerando questa parte del fenomeno turistico emergono in modo inequivocabile i gap di fondo ancora oggi esistenti rispetto al resto dell’Italia, ben espressi dal ridotto appeal esercitato nei confronti dei diversi bacini di origine della clientela.

Il confronto fra la situazione del 2004 e quella del 2007 rende evidente come non sia cambiato molto fra le due date di riferimento. Nel 2007 e 2008 sembra si sia verificata una situazione differenziata ma complessivamente le regioni del Mezzogiorno hanno visto un peggioramento della loro situazione, dopo anni di lieve miglioramento.

Comunque il dato più evidente è che le regioni del Mezzogiorno, salvo qualche eccezione non riescono ad attrarre le quote di mercato che potrebbero dall’estero; sia nel 2004 che tre anni dopo solo il 13,8% delle presenze straniere rilevate (e nel 2007 il 12,4% degli arrivi) si distribuisce nelle regioni del Sud e delle Isole, determinando il 29,6% delle presenze totali (domestiche e internazionali) dell’area. Questa ultima quota è in aumento.

Per capire bene la differente propensione del mercato estero basti considerare che per le regioni del Centro Nord la quota delle presenze sul totale di quelle rilevate corrisponde al 46,9%.

Da quando, insieme al Prof. Piero Barucci, abbiamo pubblicato il Rapporto sull’industria turistica del Mezzogiorno (Svimez – Il Mulino 2006) è apparso un fatto che non era stato mai evidenziato nel modo adeguato: il Mezzogiorno non solo ha poco appeal per il mercato dall’estero, ma anche per il mercato domestico dei residenti. Oggi si conferma quanto allora detto precisando che tale appeal sembra ancora diminuito e lo è ancora di più nel 2008 per i noti fatti campani che possono essere considerati congiunturali ed esogeni, ma che hanno influito in modo determinante sull’immagine di tutto il Sud Italia (graf. 3 e 4). La Puglia, peraltro, è una delle due regioni che, almeno secondo le statistiche ufficiali, realizza le migliori performances nel decennio che arriva fino 2006 e al 2007, mentre per la Campania si riscontrano gli andamenti più negativi; è questo un fatto che non dipende dall’emergenza rifiuti perché si è verificato già per tutto il periodo precedente fino al 2006 ed al 2007.

La quota dei residenti turisti delle altre regioni italiane che nel 2007 ha effettuato vacanze nel Mezzogiorno corrisponde al 17,6% ed è in diminuzione dello 0,6% rispetto a tre anni prima, mentre aumenta la percentuale di turisti del Mezzogiorno che compiono le vacanze nell’area che dal 49,8% ha raggiunto il 52,3%. È in aumento dal 45,4% al 46,6% anche la quota di turisti residenti nel Mezzogiorno sul totale delle presenze rilevate nell’area.

In gran parte, quindi, quello delle regioni del Sud è un turismo di prossimità.

Rapporto sul turismo in Puglia

41

Graf.3 - L’attrattività del Mezzogiorno in termini di quote di mercato della clientela estera e di quella domestica; confronto con il Centro Nord. Anno 2004

14,1

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preseze(italiane+straniere)nel Mezzogiorno

Quota di presenzestraniere sul totale

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nel Centro-Nord

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regioni cheeffettuano vacanze

nel Mezzogiorno

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italiane nell'area

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compiono levacanze nell'area

Graf.4 - L’attrattività del Mezzogiorno in termini di quote di mercato della clientela estera e di quella domestica; confronto con il Centro Nord. Anno 2007

13,8

29,6

46,9

17,6

46,652,3

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Mezzogiorno sultotale presenzestraniere in Italia

Quota di presenzestraniere sul totalepresenze (italiane +

straniere) nelMezzogiorno

Quota presenzestraniere sul totalepresenze (italiane +straniere) nel Centro

Nord

Quota delle presenzedi italiani residenti

nelle altre regioni cheeffettuano vacanzenel Mezzogiorno

Quota dei residentinel Mezzogiorno sultotale delle presenze

italiane nell'area

Quota dei residentinel Mezzogiorno checompiono le vacanze

nell'area

Fonte: elaborazioni su dati Istat

I dati riportati mettono in chiara evidenza come la positiva inversione di tendenza, con un n certo recupero del divario turistico con le regioni del Centro Nord, manifestatasi fino a metà degli anni duemila, pur se molto lenta, non abbia avuto la forza necessaria per proseguire e come, con riferimento alle altre aree, il divario già in atto si sia ulteriormente accentuato, anche se alcune regioni, come ad esempio la Puglia, hanno migliorato il loro posizionamento.

“Sul piano delle politiche del turismo, si compiono alcune considerazioni fra le tante possibile, da valutare come linee strategiche per il prossimo futuro.

a) a parte la variabile endogena impazzita dei rifiuti solidi urbani, il fatto più rilevante avvenuto negli ultimi anni è la mancata valorizzazione delle politiche comunitarie in chiave turistica dopo che per il Poin Mezzogiorno era stata avanzata l’idea di un progetto South(ern) Italy. Era questa l’occasione per presentare un unico progetto e non una sommatoria di progetti fra loro non integrati attribuiti alle singole regioni. Con la nuova programmazione comunitaria si voleva

Le due geografie dell’ospitalità

42

42

invertire la tendenza a recepire i microprogetti che vengono dal basso e che con la loro sommatoria non fanno sistema, per creare un unico grande progetto relativo alla macrozona, all’interno del cui paradigma collocare tutte le iniziative regionali e locali coerenti.

Questa opportunità rischia di essere un’occasione persa; b) altro ritardo strutturale che riguarda il Mezzogiorno è quello delle ICT e, in particolare, quello

della intermediazione turistica con le agenzie di viaggi che agiscono non in linea con l’evoluzione determinata dalla nuove tecnologie, anche se vi sono punte di eccellenza nel campo delle crociere e dei traghetti. Le OLTA (On Line Travel Agencies) si stanno diffondendo e stanno orientando sempre più i flussi turistici, mentre la diffusione di internet da strumento diventa logica di mercato e lo condiziona fornendo ampie possibilità alle attività di incoming che finora sono sempre state subordinate a quelle di outgoing.

c) bisogna organizzarsi per recuperare quote di mercato, non con una promozione generica che il più delle volte lascia le cose come stanno, ma con una comunicazione-promozione mirata ed orientata alla commercializzazione dei vari target e delle varie segmentazioni nella piena convinzione che spesso ognuna di esse rappresenta un vero e proprio mercato autonomo da aggredire come tale. In tal senso bisogna che le istituzioni cessino, anche con riferimento alle altre regioni d’Italia ma in particolare nel caso del Mezzogiorno, di impostare politiche ed azioni autoreferenziali che non vengono sottoposte alla prova del mercato. Per rispondere a queste esigenze e smuovere il mercato potrebbe essere costituita, ad esempio anche con l’appoggio delle camere di commercio una task force per l’incoming.

d) altra considerazione da fare è quella relativa alle grandi classificazioni del mercato che definiscono politiche diverse e sono ispirate a criteri diversi. Nel Mezzogiorno la movimentazione business è assai meno rilevante rispetto alle altre aree e, conseguentemente, anche il settore MICE (Meeting Incentives Conferences Events) è poco presente. Ciò spiega anche la ridotta attenzione che storicamente l’Alitalia, prevalentemente orientata al mercato nazionale business, ha dato al comparto vacanziero del Sud Italia. Il recupero del Mezzogiorno deve passare anche attraverso la valorizzazione del comparto business e derivati;

e) il trasporto aereo pare decisivo perché molte destinazioni del Mezzogiorno sono preferenzialmente raggiungibile dalle destinazioni estere attraverso la combinazione aereo-bus o rentcar. La diffusione delle linee low cost orientate anche al turista indipendente offre una grande opportunità che alcune destinazioni stanno cogliendo. Tuttavia per il segmento mass-market resta essenziale il ruolo del touroperating;

f) infine il Ponte dello stretto di Messina, al di là di tutte le diatribe in atto, se viene fatto dovrà essere utilizzato in modo da rappresentare anche una grande opportunità comunicazionale simile a quanto si è verificato con il ponte sull’Oresund che unisce Svezia e Danimarca, più precisamente la città di Malmoe e Copenaghen; sono otto chilometri che collegano il Mare del Nord con il Mar Baltico. Questa occasione potrebbe costituire una grande opportunità per il rilancio del Sud Italia e della Sicilia;

g) infine la strategia di un progetto Southern Italy non deve essere vista come la costruzione e valorizzazione di un marchio, che probabilmente non potrà mai avere la forza comunicazione dei marchi, anche informali, che identificano isole come la Sicilia e la Sardegna o come le Isole del Golfo, ma come un quadro di riferimento e come una cabina di regia con la quale coordinare l’insieme delle attività turistiche, in modo che non si sovrappongano e possano determinare reciproco valore aggiunto. A tal proposito sembra opportuna una nota sulle destinazioni d’arte

Rapporto sul turismo in Puglia

43

meridionali: finché non saranno recuperate ad una valorizzazione turistica le grandi capitali del Sud non si avrà un vero e proprio sviluppo5”.

2. Il ruolo delle abitazioni per vacanze (seconde case)

2.1 Le indagini nazionali La metodologia utilizzata per le valutazioni seguenti è la stessa usata nel XVI Rapporto sul

turismo italiano (Franco Angeli, 2009), nel capitolo relativo alle abitazioni per vacanza, ma trova fondamento in un percorso di analisi realizzate fin dal 2005.

Le stime sono state effettuate con riferimento al 2006 ed al 2007, con un aggiornamento della Puglia al 2008 dal momento che non sono ancora disponibili i dati ufficiali Istat per le altre regioni.

Le analisi rappresentano il punto di partenza per la realizzazione di un possibile Osservatorio delle abitazioni per vacanza, nell’ambito del più generale osservatorio regionale, sia attraverso gli indicatori indiretti, sia attraverso alcune indagini campionarie ad hoc che consentano una valutazione più organica e precisa6.

In Puglia poche volte è stato analizzato in modo sistematico il fenomeno delle abitazioni per vacanza, le cosiddette “seconde case”, anche se vi è la consapevolezza che si tratta di un fenomeno di grande rilevanza, di dimensione molto superiore alla ricettività ufficiale..

Con questo lavoro si vuole porre il problema all’attenzione dei policy makers e del pubblico, proponendo una ipotesi interpretativa partendo dalle valutazioni effettuate nel settimo capitolo del XVI Rapporto sul turismo italiano (Mercury, Franco Angeli 2009).

Si tratta di una ipotesi interpretativa che aggiorna l’indagine svolta nel 2006 al 2007 ed al 2008, sulla base degli andamenti rilevati dagli agenti immobiliari e dagli operatori turistici che operano con la Puglia, correlata alle rilevazioni Istat sulle utilizzazione delle abitazioni per vacanza da parte degli italiani ed a quelle della Banca d’Italia, ex ufficio italiano cambi, da parte degli stranieri.

Un primo lavoro realizzato per Rescasa e Fime nel 20057, con dati 2003, è stato stimato che, a fronte dei 344,4 milioni di presenze rilevate presso gli esercizi ricettivi dall’Istat nel 2003, vi siano state 1.073,6 milioni di presenze considerando anche il fenomeno delle abitazioni per vacanza, le cosiddette “seconde case”. Il movimento turistico non rilevato, con un moltiplicatore di 3,12, sarebbe, quindi, un po’ più di due volte quello valutato sulla base dei dati raccolti presso le strutture ricettive.

Le considerazioni che seguono arrivano fino al livello provinciale ma è in preparazione una analisi specifica che arriva fino al livello di alcuni comuni e di distretto turistico.

5 XVI Rapporto sul turismo italiano. Cfr. Considerazioni finali. 6 Mercury Srl ha realizzato diverse stime a carattere nazionale e regionale, queste ultime articolate fino al livello provinciale per quanto riguarda la territorializzazione, la prima indagine è stata effettuata con riferimento al 2003, la seconda al 2006. Ha svolto, fin dall’ann0 1993 più ricerche anche su singole destinazioni a livello comunale, purché dimensionalmente validabili, o in ambito di distretto, come nel caso di alcune destinazioni balneari della provincia di Grosseto, di Jesolo, di Massa Carrara, di Scalea e altre. Il alcuni casi si è arrivati fino a stabilire le presenze giornaliere riscontrabili in certi periodi ed il differenziale fra presenze turistiche ufficiali, presenze nelle abitazioni per vacanza e presenze di escursionisti. Quasi tutte queste ricerche sono state coordinate da Roberto Gambassi, che insieme a Emilio Becheri ha ideato il modello di riferimento che poi è stato realizzato. 7 Il turismo degli appartmenti per vacanza, Mercury, Firenze, 2005

Le due geografie dell’ospitalità

44

44

Nel 2006, a distanza di tre anni dalla prima, l’indagine è stata presentata per la seconda volta come capitolo del XVI Rapporto sul turismo italiano 2008-2009. L’aggiornamento ridimensiona il moltiplicatore nazionale portandolo a 2,96, rispetto al 3,12 precedente.

Di fatto risultano diminuiti i pernottamenti nelle abitazioni per vacanza, in particolare gli affitti, come a più riprese è stato evidenziato dalle analisi condotte in vari periodi e da più enti, mentre sono significativamente aumentate le presenze nelle strutture ufficiali censite.

È in atto, inoltre, la tendenza a “spezzare” le vacanze ed a fruire di periodi di vacanza più brevi che favorisce l’utilizzazione di strutture ricettive censite; inoltre alcuni appartamenti per vacanza si sono trasformati in bed & breakfast.

Il dato, inoltre, è condizionato dal fenomeno della trasformazione delle “seconde case” in prime abitazioni attraverso l’intestazione di comodo ad un familiare che prende residenza nei luoghi di vacanza.

Anche i resoconti delle agenzie immobiliari turistiche confermano che il numero delle abitazioni gestite in proprietà è leggermente aumentato, mentre è diminuito quello delle case concesse in affitto.

Considerando l’andamento nazionale nei triennio l’utilizzazione delle “seconde case” è diminuita ad un tasso medio annuo dello 0,9%, quella degli esercizi ricettivi ufficialmente censiti è aumentata dell’1,6%; il dato stimato globale è diminuito dello 0,1%.

I moltiplicatori sono stati corretti al ribasso; la regione con quello più elevato si conferma il Molise (8,7) seguito da Sicilia (7,2), Puglia (6,2), Sardegna (5,9) e Calabria (5,7): tutte regioni meridionali presentano un indice elevato come tre anni prima.

A livello di macroaree l’inclusione delle “seconde case” determina una redistribuzione, con il Mezzogiorno che passa al primo posto con circa un terzo del movimento nazionale complessivo (italiani e stranieri) mentre le statistiche ufficiali ne segnalano meno di un quinto.

In gran parte il movimento dell’area è determinato dal turismo interno sia con riferimento alle rilevazioni ufficiali che al fenomeno delle abitazioni per vacanza.

Il Centro Italia, possedendo un moltiplicatore inferiore alla media nazionale, vede diminuire la quota parte di presenze passando dalle rilevazioni ufficiali che coprono circa un quarto del fenomeno, a quelle stimate, inclusive delle seconde case, che ne coprono circa un quinto, come evidenziato nella tabella.

In questo conteso la Puglia riduce dello 0,6% il proprio moltiplicatore che si attesta su 6,2, ma con valori differenziati che a livello provinciale oscillano fra oltre il 12% e meno del 3%. Le presenze passano dai 10,3 milioni ufficiali (-3,7%) ai 63,9 milioni considerando anche quelle stimate (-12,1%).

La regione ha visto una diminuzione nella utilizzazione delle abitazioni per vacanze, a fronte dell’aumento che si è verificato nelle statistiche ufficiali.

Per i due anni successivi prima (2007) si è verificato un aumento e poi (2008) una situazione stazionaria.

Rapporto sul turismo in Puglia

45

Tab.1 - Presenze stimate nelle abitazioni per vacanza, presenze ufficiali, turismo pernottante complessivo 2006 e indicatori compositi di impatto e utilizzazione per regione e totale nazionale. Anno 2006 Presenze di

turisti che usano le abitazioni

per vacanza

Pernottamenti ufficiali ISTAT

2006

Pernottamenti totali

Pernottamenti nelle

abitazioni per vacanza

2006

Pernottamenti ufficiali ISTAT

Pernottamenti stimati

valori assoluti

Moltipli- catore

Distrib. % Abruzzo 31.536.701 7.449.579 38.986.280 5,2 4,4 2,1 3,6 Basilicata 3.130.967 1.743.680 4.874.647 2,8 0,4 0,5 0,5 Calabria 38.168.162 8.155.053 46.323.215 5,7 5,4 2,3 4,3 Campania 42.693.346 19.145.883 61.839.229 3,2 6,0 5,3 5,8 Emilia-R. 41.821.475 37.469.142 79.290.617 2,1 5,9 10,4 7,4 Friuli-V. G. 8.057.649 8.483.114 16.540.763 1,9 1,1 2,3 1,5 Lazio 84.587.455 32.166.213 116.753.668 3,6 11,9 8,9 10,9 Liguria 54.012.473 14.212.325 68.224.798 4,8 7,6 3,9 6,4 Lombardia 55.244.844 26.686.656 81.931.500 3,1 7,8 7,4 7,7 Marche 11.846.602 13.048.927 24.895.529 1,9 1,7 3,6 2,3 Molise 5.729.059 742.536 6.471.595 8,7 0,8 0,2 0,6 Piemonte 42.439.867 11.063.326 53.503.193 4,8 6,o 3,1 5 Puglia 53.558.455 10.320.781 63.879.236 6,2 7,6 2,9 6 Sardegna 27.709.931 5.653.271 33.363.202 5,9 3,9 1,6 3,1 Sicilia 90.183.114 14.574.524 104.757.638 7,2 12,7 4,0 9,8 Toscana 43.695.346 40.943.455 84.638.801 2,1 6,2 11,3 7,9 Trentino A.A. 22.755.436 40.989.430 63.744.866 1,6 3,2 11,3 6 Umbria 5.871.061 6.137.303 12.008.364 2 0,8 1,7 1,1 Valle d'A. 5.579.136 3.207.724 8.786.860 2,7 0,8 0,9 0,8 Veneto 40.300.840 59.359.084 99.659.924 1,7 5,7 16,4 9,3 ITALIA 708.921.919 361.552.006 1.070.473.925 3,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: La rilevanza degli appartamenti per vacanza fra consolidamento del mercato e difficoltà, Cap. 7 del XVI Rapporto sul turismo italiano,Mercury Srl, in corso di stampa

Tab.2 - Presenze ufficiali totali e presenze stimate nelle macroaree italiane. Valori assoluti e distribuzione percentuale. Anno 2006

Presenze in valori assoluti Distribuzione percentuale abitazioni vacanza

alberghi ed extra totali abitazioni

vacanza alberghi ed extra totali

Nord Ovest 157.276.320 55.170.031 212.446.351 22,2 15,3 19,8 Nord Est 112.935.400 146.300.770 259.236.170 15,9 40,5 24,2 Centro 146.000.464 92.295.898 238.296.362 20,6 25,5 22,3 Mezzogiorno 292.709.735 67.785.307 360.495.042 41,3 18,7 33,7 Totale 708.921.919 361.552.006 1.070.473.925 100,0 100,0 100,0

Fonte: nostre elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat

Nel 2006 rispetto al 2003 la regione più turistica in termini di movimento considerando anche il

Le due geografie dell’ospitalità

46

46

fenomeno delle seconde case è il Lazio; rispetto a tre anni prima (2003) sopravanza la Sicilia. Ovviamente il posizionamento della Puglia migliora dalla dodicesima alla nona posizione del

passaggio dalle statistiche ufficiali a quelle stimate.

Graf.5 – Graduatoria Delle regioni secondo le presenze ufficiali rilevate dall’Istat e secondo le presenze stimate comprensive anche di quelle rilevate nelle abitazioni per vacanza. Anno 2006

Ufficiali Stimate (ufficiali + abitazioni per vacanze)

0,2

0,5

0,9

1,6

1,7

2,1

2,3

2,3

2,9

3,1

3,6

3,9

4

5,3

7,4

8,9

10,4

11,3

11,3

16,4

Molise

Basilicata

Valle d'Aosta

Sardegna

Umbria

Abruzzo

Calabria

Friuli-V. G.

Puglia

Piemonte

Marche

Liguria

Sicilia

Campania

Lombardia

Lazio

Emilia-R.

Toscana

Trentino A.A.

Veneto

0,5

0,6

0,8

1,1

1,5

2,3

3,1

3,6

4,3

5

5,8

6

6

6,4

7,4

7,7

7,9

9,3

9,8

10,9

Basilicata

Molise

Valle d'Aosta

Umbria

Friuli-V. G.

Marche

Sardegna

Abruzzo

Calabria

Piemonte

Campania

Puglia

Trentino A.A.

Liguria

Emilia-R.

Lombardia

Toscana

Veneto

Sicilia

Lazio

Fonte: nostre elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat.

Il riferimento è all’anno 2006 e può sembrare datato, ma in realtà il turismo delle seconde case è, in condizioni normali, un dato strutturale che si modifica lentamente nel tempo perché è condizionato dalle molte abitazioni fruite in proprietà che ne vincolano la fruizione e perché presenta una certa flessibilità in termini di prezzo nel caso della commercializzazione, in quanto solo in piccola percentuale passa attraverso gli intermediari dell’organizzazione turistica; nelle contrattazioni si fa riferimento agli operatori immobiliari invece che a quelli turistici.

Più precisamente nelle contrattazioni dall’esterno dell’area, dalle altre regioni e dai paesi esteri dai quali provengono i turisti, il riferimento è sempre un intermediario turistico, tour operator o agente di viaggio. In quelle locali incoming è quasi sempre un agente immobiliare.

Rapporto sul turismo in Puglia

47

È anche questo un aspetto del quale tenere conto nella programmazione e gestione delle attività vacanziere, ma è anche un aspetto che, per la diffusone di internet sta cambiando e può essere cambiato anche nella regione Puglia per la maggiori potenzialità che può assumere l’attività di incoming.

Graf.6 - Graduatoria delle regioni secondo il moltiplicatore per passare dalle presenze ufficiali a quelle stimate considerando il fenomeno delle seconde case. Anno 2006

1,61,7

1,9

1,92,02,12,1

2,7

2,83,03,13,2

3,64,84,8

5,25,75,9

6,27,2

8,7

Trentino-A.A.

Veneto

Friuli-V. G.

Marche

Umbria

Emilia-R.

Toscana

Valle d'Aosta

Basilicata

MEDIA ITALIA

Lombardia

Campania

Lazio

Liguria

Piemonte

Abruzzo

Calabria

Sardegna

Puglia

Sicilia

Molise

Fonte: nostre elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat

2.2 Il caso della Puglia Per la valutazione degli andamenti nel 2003 e nel 2006 si rileva una diversità fra le statistiche di

fonte Istat e quelle fornite dal Servizio statistica della regione. Il valore di partenza e di 10.702.634 per l’Istat e di 10.711.125 per la Regione, quello di arrivo 2006, invece risulta molto diverso, perché per l’Istat è di 10.320.761 e per la Regione di 11.228.844. La conseguenza è che se si utilizza il dato Istat nel triennio si verifica una diminuzione del 3,6%, se si considera il dato regionale un aumento del 4,8%.

La scelta dovrebbe essere quella di fare riferimento al dato Istat8 che è quello che fa fede nelle comunicazioni ufficiali a livello nazionale, così come si è fatto nei confronti fra le regioni.

8 Di fatto la variazione dei tale dato della Puglia implicherebbe un aggiornamento dei dati nazionali che non è stata fatta.

Le due geografie dell’ospitalità

48

48

Nella realtà, tuttavia, in particolare una amministrazione provinciale, quella di Foggia, trasmise con ritardo, quando l’Istat aveva già pubblicato i propri dati per cui l’anno 2006 ne risulta sottostimato il dato con una impossibile diminuzione del -10,4% delle presenze. I dati del 2007 tornano poi a coincidere, e quindi, in un certo senso l’errore è stato riassorbito, ma con interpretazioni distorte sia sulle variazioni del 2006 rispetto all’anno precedente, sia su quelle del 2008.

Tab.3 - Presenze di turisti nelle abitazioni per vacanza nelle province pugliesi. Anno 2006 Ufficiali Abitaz, vacanza Totali Moltiplicatore Bari 1.407.237 9.912.164 11.319.639 8,0 Brindisi 1.323.661 9.634.574 10.857.724 8,2 Foggia 4.438.301 7.787.464 11.519.977 2,6 Lecce 3.211.683 16.230.612 19.343.525 6,0 Taranto 847.962 9.993.641 10.838.371 12,8 Puglia 11.228.844 53.558.455 64.787.299 5,8 quote regionali Bari 12,5 18,5 17,5 Brindisi 11,8 18,0 16,8 Foggia 39,5 14,5 17,8 Lecce 28,6 30,3 29,9 Taranto 7,6 18,7 16,7 Puglia 100,0 100,0 100,0 quote su Mezzogiorno Bari 2,1 3,4 3,1 Brindisi 2,0 3,3 3,0 Foggia 6,5 2,7 3,2 Lecce 4,7 5,5 5,4 Taranto 1,3 3,4 3,0 Puglia 16,6 18,3 18,0 quote su Italia Bari 0,4 1,4 1,1 Brindisi 0,4 1,4 1,0 Foggia 1,2 1,1 1,1 Lecce 0,9 2,3 1,8 Taranto 0,2 1,4 1,0 Puglia 3,1 7,6 6,1 Fonte: elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat; nostre stime

Graf.7 - Graduatoria delle province Pugliesi secondo il moltiplicatore per passare dalle presenze ufficiali a quelle stimate considerando il fenomeno delle seconde case. Anno 2006

12,8

8,2 8,0

6,2 5,8

2,6

Taranto Brindisi Bari Lecce Puglia Foggia

Fonte: elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat; nostre stime

Rapporto sul turismo in Puglia

49

Graf.8 - Presenze ufficiali e nelle abitazioni per vacanze) nelle province pugliesi. Anno 2006 (migliaia)

1.407 1.2233.733 3.113

845

9.912 9.6357.787

16.231

9.994

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

Abitaz, vacanzaUfficiali

Fonte: elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat; nostre stime

Da notare che nell’anno 2007 l’andamento del turismo nella regione è stato condizionato dal fatto esogeno degli incendi che hanno devastato alcune parti della provincia, in particolare Vieste e Peschici, comuni che hanno vissuto grandi difficoltà. In realtà la diminuzione delle presenze che si è verificata è elevata, anche se ad un livello un po’ inferiore di quanto si prospettava durante l’Estate. La provincia di Foggia è la sola che, nell’anno 2007, in una situazione generale molto positiva vede una diminuzione delle presenze del 4,1%, determinata in modo più accentuato dalla ricettività ufficiale (-7,6%), mentre più attenuato è stato il fenomeno nelle abitazioni per vacanza (-2,3%).

Nel triennio 2003-2006 il turismo ufficialmente rilevato nella Puglia, tenuto conto della correzione, ha visto un aumento delle presenze del 4,8% ad un tasso medio annuo dell’1,6%, mentre a livello nazionale l’aumento è stato del 6,5% (tvma del 2,1%).

Tenendo conto delle abitazioni per vacanze si verifica una diminuzione complessiva del movimento stimato del 10,8% ad un tasso medio annuo del 3,8%.

Negli ultimi due anni si verifica una tenuta della movimentazione nelle seconde case favorita in particolare dalle prenotazioni via internet e dalle qualità intrinseche cha sono riconosciute alla Regione per il turismo balneare. In particolare sembra che per questa via sia in aumento il movimento di stranieri dall’estero; tale tendenza, ovviamente, non appare dalle statistiche ufficiali.

Nel 2007 l’aumento del movimento nelle abitazioni (2,5%) è in linea con quanto si verifica per la ricettività ufficiale (2,3%).

Per l’anno 2008 si può parlare di una stazionarietà del movimento delle seconde case (+0,3%), che ha risentito in modo più sensibile della congiuntura economica negativa in quanto comparto più marginale, mentre le presenze ufficiali sono notevolmente aumentate (6,1%).

Il peso delle singole province non varia molto anche se aumenta la quota delle domanda ufficialmente rilevata rispetto a quella delle seconde case. Di fatto la clientela delle abitazioni per vacanza è più omogenea e meno reattiva perché più consolidata e di prossimità, per cui la variazioni, in un senso o nell’altro, sono sempre più contenute.

Le due geografie dell’ospitalità

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Tab.4 - Presenze ufficiali e presenze stimate (comprensive delle abitazioni per vacanza) negli anni 2006, 2007 e 2008: valori assoluti, moltiplicatore e variazioni percentuali. Valori assoluti Variazioni percentuali Ufficiali Abitaz. vacanza Totali

Xre Ufficiali Ab. vacanza Totali

2006 Bari 1.407.237 9.912.164 11.319.401 8,0 Brindisi 1.323.661 9.634.574 10.958.235 8,9 Foggia 4.438.301 7.787.464 12.225.765 3,1 Lecce 3.211.683 16.230.612 19.442.295 6,2 Taranto 847.962 9.993.641 10.841.603 12,8 Puglia 11.228.844 53.558.455 64.787.299 5,8 2007 Bari 1.465.743 10.173.784 11.639.527 7,9 4,2 2,6 2,8 Brindisi 1.371.747 9.954.571 11.326.318 8,3 3,6 3,3 3,4 Foggia 4.101.437 7.617.674 11.719.111 2,9 -7,6 -2,2 -4,1 Lecce 3.609.469 16.634.567 20.244.036 5,6 12,4 2,5 4,1 Taranto 933.207 10.403.628 11.336.835 12,1 10,1 4,1 4,6 Puglia 11.481.603 54.784.224 66.265.827 5,8 2,3 2,3 2,3 2008 Bari 1.524.878 10.095.890 11.620.768 7,6 4,0 -0,8 -0,2 Brindisi 1.369.730 9.892.324 11.262.054 8,2 -0,1 -0,6 -0,6 Foggia 4.495.013 7.845.678 12.340.691 2,7 9,6 3,0 5,3 Lecce 3.843.131 16.924.375 20.767.506 5,4 6,5 1,7 2,6 Taranto 950.624 10.303.674 11.254.298 11,8 1,9 -1,0 -0,7 Puglia 12.183.376 55.061.941 67.245.317 5,5 6,1 0,5 1,5 Fonte: elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat; nostre stime

Risulta di un certo rilievo notare che attraverso internet il comparto delle seconde case, almeno in parte, sta divenendo più intermediato; si parla a tal proposito di re intermediazione del mercato delle vacanze.

.L’evoluzione che da questo punto si verificherà potrà essere decisiva per la valorizzazione della Regione.

La distribuzione dei movimenti stimati fra italiani e stranieri rivela che la quota di questi ultimi secondo le statistiche ufficiali degli ultimi tre anni è stabile intorno al 14% delle presenze.

Considerando le abitazioni per vacanza e le altre strutture non rilevate si stima, invece, un moltiplicatore in aumento che si sta avvicinando a quello dei residenti in Italia. Nell’ultimo anno a fronte dei 67,245 milioni di presenze totali stimate quelle attribuibili alla componente estera sono 9,105 milioni, cioè una quota del 13,5%, mentre secondo le statistiche ufficiali Istat la percentuale di incidenza è del 14,1%.

Tab.5 - Presenze di stranieri negli anni indicati secondo le statistiche ufficiali Istat e secondo le stime; quote di mercato nei confronti del totale delle presenze e moltiplicatore turistico. presenze ufficiali presenze stimate v.a. quota v.a. quota

Xre

2006 1.578 14,1 6.608 12,3 12,3 2007 1.601 13,9 7.062 12,9 12,9 2008 1.714 14,1 7.452 13,5 13,5 Fonte: elaborazioni su dati del XVI Rapporto sul turismo italiano e Istat; nostre stime

Rapporto sul turismo in Puglia

51

3. Alcune valutazioni Il turismo è un fenomeno molto complesso per la sua ramificazione in tutti i comparti produttivi e

perché è la sintesi dell’andamento e della integrazione di molte attività, anche apparentemente lontane, e dei diversi modi di fare vacanza.

Per quanto riguarda la ricettività, nell’ultimo ventennio del secolo scorso e fino ad oggi si sono aggiunte diverse tipologia e quelle già presenti da tempo sono state ricollocate dal mercato e spesso ricodificate da leggi e regolamenti.

Le categorie di riferimento tradizionale, ed in particolare gli alberghi, ne risultano fortemente condizionate, perché subiscono una forte concorrenza secondo modalità diverse. Ad esempio nelle città d’arte si stanno sempre più diffondendo i B&B che, invece, trovano più difficoltà a penetrare nel balneare. Anche gli agriturismi stanno aumentando la loro rilevanza, per la loro collocazione preferenziale vicina ai grandi centri di attrazione, con la possibilità di molte differenziate escursioni.

Il fenomeno più rilevante resta, comunque, quello delle abitazioni per vacanza non censite (seconde case ed altro) che sono nettamente prevalenti nelle destinazioni balneari, ma che stanno assumendo sempre maggiore importanza per tutti i turismi, con percentuali sempre più elevate di prenotazioni via internet, dirette o tramite le agenzie di viaggio.

I dati che abbiamo presentato consentono di avere una prima idea del fenomeno, anche se vi è la consapevolezza che il modello utilizzato deve essere migliorato; inoltre deve essere definita in modo migliore la loro caratterizzazione sul piano dell’economia del turismo, pur se tradizionalmente si afferma che un soggiorno in albergo corrisponde ad almeno 2,7 soggiorni nelle “case”. È questo un aspetto da valutare in modo nuovo proprio alla luce della rivoluzione causata dalla diffusione della rete.

Altro aspetto da notare è che al momento non è possibile distinguere che in modo approssimato fra clienti stranieri ed italiani, né fra le diverse provenienze regionali dei residenti in Italia.

Anche il riferimento ai diversi turismi non può essere specificato con molto dettaglio, ma il fenomeno è abbastanza diffuso e trasversale, anche se il peso in termini relativi è nettamente maggiore per le destinazioni balneari.

È tempo di fare una indagine campionaria ad hoc per chiarire questi aspetti decisivi per la programmazione del turismo, sia dal punto di vista dimensionale che con riferimento alla qualità della domanda. La sommatoria finale delle presenze è il risultato della somma e della integrazione fra i diversi turismi, ognuno dei quali richiede servizi almeno in parte diversi.

Rapporto sul turismo in Puglia

53

CAPITOLO IV POSIZIONAMENTO DELLA PUGLIA: DALLA DOMANDA ALL’ECONOMIA DEL TURISMO1

1. Si può parlare di decollo turistico della regione?

1.1 Il grande sviluppo dell’ultimo decennio In un mercato del turismo altamente competitivo, a livello internazionale e locale, come quello

dell’ultimo decennio la Puglia ha conseguito una delle migliori performance a livello nazionale, come testimoniano inequivocabilmente i dati statistici.

Secondo le statistiche ufficiali disponibili la Puglia è la regioni che ha realizzato il maggiore aumento di presenze turistiche nel decennio 1998-2008 dopo l’Umbria e la Calabria, con un variazione percentuale media annua che nel decennio 1998-2008 è stata del 5,4% a fronte del 2,0% riscontrabile a livello nazionale.

In particolare anche nell’anno 2008 la Puglia, in controtendenza con l’andamento negativo riscontrabile a livello nazionale per la sfavorevole congiuntura economica, stimabile a livello nazionale, secondo ConIstat, in una diminuzione del 2,8% delle presenze, ha visto un aumento considerevole del 6,1% del proprio movimento.

Anche considerando il periodo 1998-2001 appare comunque la buona performance della regione con un aumento del tasso medio annuo dei pernottamenti del 5,3% a fronte di una media nazionale del 2,6%.

Abbiamo preso in considerazione l’anno 2007 per i confronti fra regioni e per valutare la serie storica perché solo a tale data sono disponibili le statistiche definitive Istat. Con riferimento al contesto nazionale, in tale anno, la Puglia occupa la dodicesima posizione fra le regioni italiane per il numero dei pernottamenti ufficialmente attivati dai turisti, con una quota di mercato del 3,0%.

Come si può verificare (graf.1), nell’anno 2007 mantiene la dodicesima posizione fra le regioni italiane ma migliora la propria quota di mercato recuperando lo 0,6% a livello nazionale rispetto a nove anni prima (1998). In questa graduatoria la regione è preceduta dalla Sardegna con il 3,1% ed un miglioramento della propria quota di 0,3%, e seguita dal Piemonte che mantiene la propria quota del 2,7%.

La buona perfomance della Puglia è determinata da un aumento della componete nazionale del 5,4% e di quella estera del 4,5%, per un totale del 5,3%. A livello nazionale i rispettivi aumenti sono del 2,0%, 3,4% e 2,6%.

Con riferimento alle stime al 2008 il tasso di aumento medio nel decennio della componente nazionale corrisponde al 5,5% e quello degli stranieri al 4,6%, per un totale del 5,4%. A livello nazionale gli aumenti corrispondenti sono dell’1,6%, del 2,6% e del 2,0%.

La Puglia vede dunque un saggio di sviluppo maggiore per residenti in Italia, mentre a livello nazionale aumentano di più gli stranieri.

1 A cura di Emilio Becheri (paragrafo 1), Perluigi Picilli (paragrafo 2), Serena Scarcella (paragrafo 3).

Dalla domanda all’economia del turismo

54

Si può parlare a questo punto di un decollo turistico?

1.2 La contestualizzazione dello sviluppo In realtà le valutazioni relative agli incrementi percentuali debbono essere interpretate

considerando anche i valori assoluti, perché altrimenti i diversi livelli di partenza determinano distorsioni interpretative.

Graf.1 - Presenze complessive dei turisti. Quote di mercato delle regioni italiane negli anni 1998 e 2007

1998 2007

0,2

0,5

0,8

1,7

2,0

2,3

2,3

2,7

3,0

3,1

3,6

3,8

3,9

5,3

7,6

8,5

10,1

11,1

11,2

16,3

Molise

Basilicata

Valle d'Aosta

Umbria

Abruzzo

Calabria

Friuli-VG

Piemonte

Puglia

Sardegna

Marche

Liguria

Sicilia

Campania

Lombardia

Lazio

Emilia-R.

Toscana

Trentino-AA

Veneto

0,2

0,4

1,1

1,2

2,0

1,8

2,6

2,7

2,4

2,8

3,8

5,3

3,7

6,4

7,6

7,2

11,2

10,9

12,1

14,3

Molise

Basilicata

Valle d'Aosta

Umbria

Abruzzo

Calabria

Friuli-V.G.

Piemonte

Puglia

Sardegna

Marche

Liguria

Sicilia

Campania

Lombardia

Lazio

Emilia-Romagna

Toscana

Trentino-A.A.

Veneto

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Graf.2 - Variazioni assolute delle presenze: prime dieci regioni nel periodo 1998-2007 (migliaia).

18.607

10.4078.952

5.770 5.6524.595 4.347

3.483 3.462 3.374

Ven

eto

Lazi

o

Tosc

ana

Lom

bard

ia

Tre

ntin

o-A

A

Em

ilia-

R.

Pugl

ia

Sar

degn

a

Sic

ilia

Cal

abria

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Rapporto sul turismo in Puglia

55

Appare evidente che per le movimentazioni turistiche già elevate, come quelle delle regioni che risultano ai primi posti della graduatoria (graf. 2), piccole percentuali possono determinare elevati incrementi in termini di valori assoluti, così come si verifica che le regioni leader del comparto.

Graf.3 – Variazione percentuale media annua delle presenze complessive delle singole regioni nel periodo 1998-2007nel periodo 1998-2007

0,3

1,2

1,4

1,6

2,0

2,0

2,2

2,5

2,6

2,7

2,7

3,1

3,9

4,1

4,4

5,0

5,4

5,6

6,1

-1,0

-1,2Liguria

Valle d'Aosta

Campania

Friuli-V.G.

Emilia-Romagna

Trentino-A.A.

Molise

Marche

Abruzzo

Lombardia

Media Italia

Piemonte

Toscana

Sicilia

Sardegna

Veneto

Lazio

Basilicata

Puglia

Calabria

Umbria

Fonte: elaborazioni su dati Istat

A livello di macroaree si verifica un leggero recupero del Mezzogiorno che in termini di presenze passa da una quota del 19,7% nel 1998 ad una del 20,3% nel 2007, con un tasso di variazione medio annuo del 2,9% a fronte di uno del 2,5 per il Centro Nord, e del 2,6% per l’intero paese, Sud e Isole comprese. Ovviamente la Puglia, rispetto a tale ultima area, passa da una incidenza del 12,2% ad una del 15,0%.

Il vero problema la componente straniera che, secondo i dati regionali, dopo una incidenza massima del 18,9% delle presenze raggiunta nel 1999, diminuisce di anno in anno fino al 2003 fino al 13,8% per attestarsi intorno a questo valore fra un minimo del 13,6% del 2005 ed un massimo del 14,1% nel 2006 e nel 2008.

La scarsa incidenza della componente straniera, insieme alla eccessiva stagionalità, resta uno dei principali problemi della Puglia come testimoniano la seguente scheda di sintesi sulla regione.

Le caratteristiche del turismo regionale sono ben sintetizzate in alcuni indicatori che evidenziano come vi siano ancora ampi margini di sviluppo se è vero che la regione nel 2007 raccoglie un po’ meno dell’1% del totale delle presenze straniere in Italia, a fronte di una quota di

Dalla domanda all’economia del turismo

56

circa il 14% di presenze straniere sul totale (stranieri più residenti in Italia) delle presenze interne, circa il 3% del totale delle presenze attivate in Italia dai residenti nel Centro Nord e più del 6% dei residenti nelle altre regioni del Mezzogiorno. Inoltre il totale delle presenze dei residenti nella regione sul totale delle presenze dei nazionali corrisponde a circa un quinto e la quota dei residenti nel Centro Nord che compie le vacanze nella regione rispetto al totale del Mezzogiorno è maggiore del 10%:

I grafici che seguono evidenziano che nel corso degli anni, dal 2000 al 2007, le quote a favore della Puglia sono in aumento con la sola eccezione della componente straniera che resta il principale problema del sistema di ospitalità locale, insieme alla stagionalità.

Graf.4 – Alcuni indicatori del turismo pugliese. Confronto fra anno 2000 e 2007

1,030,43

2,61

4,67

0,43

3,33

6,45

0,98

Quota presenzestraniere in Puglia sultotale delle presenze

stranieri in Italia

Quota delle presenzestraniere sul totale delle

presenze(italiane +straniere) in Italia

Quota delle presenze diresidenti nelle regionidel Centro Nord sul

totale delle vacanze cheeffettuano in Italia

Quota delle presenze diresidenti nelle altre

regioni del Mezzogiornoche compiono levacanze nell'area

a 2000a 2007

16,7423,30

50,17

8,8913,94

20,06

55,18

10,14

Quota delle presenzestraniere sul totale delle

presenze in Puglia

Quota presenzeresidenti nella regione

sul totale delle presenzedegli italiani

Quota delle presenze deiresidenti nelle regioni del

Centro Nord sul totaledelle presenze italiane

nell'area

Quota delle presenze deiresidenti nel Centro Nordsul totale delle vacanze

che effettuano nelMezzogiorno

a 2000a 2007

NB: ll raffronto è fra l’anno 2000 e l’anno 2007, perché per il 1998 ed il 1999 non sono disponibili i dati dei movimenti dei nazionali fra le regioni. Fonte: elaborazioni su dati Istat.

Rapporto sul turismo in Puglia

57

2. I punti critici dell’asset turistico regionale

2.1 L’internazionalità della domanda La Puglia mostra un significativo aumento dell’incidenza di questa componente nel periodo

1995-2000, per poi tornare a una percentuale più bassa che, come si è visto è intono al 14% nel 2007, e 2008, comunque maggiore di più di un punto rispetto a quella iniziale.

Le prime cinque nazionalità di provenienza determinano nel 1995 quasi i tre quarti del movimento, e i tedeschi da soli più della metà, seguiti da austriaci, svizzeri, francesi e statunitensi. Alla fine del periodo l’incidenza del top five è del 57,5% e quella dei clienti tedeschi solo del 29%, seguiti dai francesi, mentre si insinuano al terzo posto gli austriaci, prima degli statunitensi e dei britannici (Cfr. Graf 6).

Graf.5 - Grado di internazionalità della Puglia per tipologia ricettiva. Confronti con Mezzogiorno e resto dell’Italia. Anni 1995, 2000 e 2007

Esercizi alberghieri

10,616,5 16,1

32,4 32,9 33,843,0 44,3 48,0

1995 2000 2007

Puglia Mezzogiorno escluso Puglia Centro Nord

Esercizi extralberghieri

15,8 17,010,8

24,428,0 27,6

39,644,3 44,8

1995 2000 2007

Puglia Mezzogiorno escluso Puglia Centro Nord

Esercizi totali

12,716,7 13,9

30,1 31,7 32,3

42,1 44,3 46,9

1995 2000 2007

Puglia Mezzogiorno escluso Puglia Centro Nord

Fonte: elaborazione dati ISTAT

Dalla domanda all’economia del turismo

58

2.2 I paesi di provenienza

Graf.6 - Distribuzione % delle presenze di stranieri in Puglia. Anni 1995, 2001 e 2007 1995 2001

51,08,3

6,64,34,13,8

1,71,51,21,00,70,60,60,50,40,40,30,30,30,2

12,1

GermaniaAustria

SvizzeraFrancia

USARegno Unito

ex Jugoslavia*Belgio

Paesi BassiGreciaRussia

SpagnaGiappone

IrlandaCanadaSvezia

AustraliaDanimarca

TurchiaBrasile

Altri Paesi

36,46,66,56,36,1

5,04,9

3,62,8

1,81,41,21,21,10,90,70,60,60,50,4

11,3

GermaniaFrancia

SvizzeraRep.Ceca

AustriaUSA

Regno UnitoPoloniaBelgio

SlovacchiaPaesi Bassi

SveziaGiappone

GreciaSpagnaIrlanda

SloveniaRussia

CanadaDanimarcaAltri Paesi

2007

28,88,5

6,96,86,5

5,33,52,92,92,21,81,51,41,31,31,21,10,80,80,7

13,7

GermaniaFranciaAustria

SvizzeraRegno Unito

Stati Uniti d AmericaRep.Ceca

PoloniaBelgio

GiapponePaesi Bassi

SpagnaGreciaRussia

SlovacchiaPortogalloRomania

IrlandaSvezia

CanadaAltri Paesi

Fonte: elaborazione dati ISTAT

2.3 Le provenienze dalle altre regioni italiane Fra le regioni del Mezzogiorno la Puglia appare caratterizzata da una certa diversificazione

delle provenienze regionali, ma al primo posto si colloca il movimento infraregionale; seguono Lombardia, Campania, Lazio e alcune regioni del Centro Nord. Le prime tre regioni determinano il 48,8% delle presenze nel 2000 e il 49% nel 2007, le prime cinque il 66,5% e il 68,6%. Le provenienze dall’interno della regione erano più accentuate ad inizio del periodo.

Rapporto sul turismo in Puglia

59

2007

20,114,614,3

13,26,4

5,44,4

3,63,2

2,52,32,0

1,71,61,31,10,90,9

0,40,3

PugliaLombardi

CampaniaLazio

Emilia-R.Veneto

PiemonteSicilia

ToscanaMarche

AbruzzoCalabriaUmbria

Trentino-Basilicata

LiguriaFriuli-V.G.

MoliseSardegna

Valle d'

Graf.7 - Distribuzione % delle presenze di italiani in Puglia per regione di provenienza. Anni 2000 e 2007

2000

23,314,1

11,411,4

6,35,5

4,84,0

3,42,8

2,02,01,81,51,41,31,21,0

0,60,2

PugliaLombardi

CampaniaLazio

Emilia-R.Veneto

PiemonteSicilia

ToscanaMarche

AbruzzoTrentino-CalabriaUmbriaLiguria

BasilicataFriuli-V.G.

MoliseSardegnaValle d' A.

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

2.4 La stagionalità della domanda La stagionalità è una delle più accentuate fra tutte le regioni del Mezzogiorno. Le tendenze,

tuttavia, indicano che si è verificata una redistribuzione fra i quattro mesi estivi a favore di giugno e settembre, anche se si verifica un’accentuazione della loro incidenza sul totale annuo.

Graf.8 - Stagionalità della domanda in termini di pernottamenti in Puglia e raffronto con il resto del Mezzogiorno (Puglia esclusa) e il Centro Nord. Anno 1995. Valori in %

76,469,6

61,756,546,0 40,134,8

27,5 22,0

Puglia Mezzogiorno esclusaPuglia

Centro Nord

giugno-settembre luglio-agosto agosto Fonte: elaborazione dati ISTAT

Dalla domanda all’economia del turismo

60

Graf.9 - Stagionalità della domanda in termini di pernottamenti in Puglia e raffronto con il resto del Mezzogiorno (Puglia esclusa) e il Centro Nord. Anno 2007. Valori in %

77,870,3

58,555,044,2

36,731,924,9 19,4

Puglia Mezzogiorno esclusaPuglia

Centro Nord

giugno-settembre luglio-agosto agosto Fonte: elaborazione dati ISTAT

Graf.10 - Stagionalità della domanda turistica in Puglia per macrotipologia di provenienza. Anni 1995, 2000 e 2007. Valori in %

1995 2000

0,05,0

10,015,020,025,030,035,040,0

gen

feb

mar apr

mag giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

italiani stranieri totale

0,05,0

10,015,020,025,030,035,040,0

gen

feb

mar apr

mag giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

italiani stranieri totale

2007

0,05,0

10,015,020,025,030,035,040,0

gen

feb

mar apr

mag giu

lug

ago

set

ott

nov

dic

italiani stranieri totale Fonte: elaborazione dati ISTAT

2.5 La permanenza media L’andamento della permanenza media mostra una tendenza alla diminuzione, riscontrabile in

tutti i comparti, leggermente più accentuata per gli stranieri rispetto agli italiani.

Rapporto sul turismo in Puglia

61

Graf.11 - Permanenza media di italiani e stranieri in Puglia per macrotipologia di esercizio. Anni 1995, 2000 e 2007

Totale Esercizi

4,9 5,2 4,94,6 5,3 4,74,3 3,8 4,3

italiani stranieri totale

1995 2000 2007

Esercizi Extralberghieri10,5 9,3 10,39,4 8,8 9,38,0 7,0 7,9

italiani stranieri totale

1995 2000 2007

Esercizi alberghieri

3,6 3,6 3,63,3 4,0 3,43,3 3,2 3,2

italiani stranieri totale

1995 2000 2007

Fonte: elaborazione dati ISTAT

3. L’economia del turismo

3.1 La rilevanza del comparto Le attività turistiche, considerate nel loro complesso rappresentano il principale comparto

produttivo e quello che negli ultimi anni ha registrato i maggiori incrementi. In proposito si rileva che, come è indicato nel XVI Rapporto sul turismo ed in particolare nel capitolo IX sull’economia, a cura di Mara Manente, con riferimento al 2007 (ultimo anno per il quale sono disponibili i dati) il valore aggiunto determinato dal comparto del turismo, pari al 4,8% di tutto il valore aggiunto prodotto nel Paese, corrisponde a “più di due volte e mezzo quello prodottosi nel comparto agricolo-alimentare, vale quasi 4 volte la ricchezza generata dal settore del Tessile, abbigliamento, pelli cuoio e calzature; ……esso inoltre è pari al 67% del reddito prodotto dai Prodotti in metallo, macchine e forniture elettriche, e al 48% del valore aggiunto del settore del Commercio” (Cfr. par. 2 cap. 9). Inoltre, considerando il comparto allargato dei viaggi e del turismo secondo al definizione dello WTTC (World Travel and Tourism Council), che include anche le spese del governo per il comparto, le spese per investimenti, le spese effettuate in Italia per viaggi all’estero (outgoing) dei residenti, l’incidenza della domanda turistica sul PIL raggiunge l’11,3%. Il valore sarebbe ancora maggiore fino a superare il 15% del PIL, se si considerassero anche le spese infrastrutturali, le costruzioni e altre attività per la quota di competenza del turismo.

Il turismo, dunque, rappresenta uno dei settori strategici e trainanti per l’incremento dell’occupazione e per la crescita complessiva dell’economia di un territorio. Secondo le rilevazioni effettuate dalla Banca d’Italia per il primi nove mesi del 2008, il turismo è uno dei pochi comparti che, in una situazione di incertezza e di crisi economica diffusa che ha colpito anche la regione Puglia, continua a dare risultati positivi.

Dalla domanda all’economia del turismo

62

Il seguente capitolo evidenzia il ruolo macroeconomico del turismo nella regione, riadattando i risultati presentati da Mara Manente (CISET) per il XVI Rapporto sul turismo italiano 2008-2009 alla Puglia. Le statistiche fanno riferimento all’anno 2007, anno in cui le turbolenze finanziarie, che hanno segnato il quadro macroeconomico internazionale con la crisi del mercato immobiliare americano e la corsa al rialzo del prezzo del petrolio, hanno solo marginalmente toccato il settore turistico. Il PIL turistico pugliese, infatti, registra nel 2007 un peso su quello totale regionale superiore alla media nazionale (5,0% contro una media del 4,8%) a conferma del rafforzamento dell’economia turistica sul sistema produttivo regionale.

3.2 La spesa turistica In base alle elaborazioni contenute nel XVI Rapporto sul turismo italiano, i turisti in Puglia

hanno speso, nel 2007, 4 miliardi e 454 milioni di euro, con un incremento medio annuo del 2,9% rispetto al 20052. La crescita è stata trainata dalle performance della componente nazionale: sia gli autoctoni che gli italiani residenti nelle altre regioni hanno incrementato la spesa del 3,7% annuo dal 2005; diminuisce la spesa degli stranieri (-2,7%).

Dal confronto tra la spesa effettuata dai propri abitanti fuori regione e la spesa effettuata dai non residenti nella regione, emerge un saldo positivo. Per quanto riguarda le altre regioni del Mezzogiorno, negativi sono i saldi del Molise, della Basilicata e della Campania: le spiegazioni vanno ricercate nella minor capacità di attrattività turistica delle prime due regioni, che nel 2007 intercettano lo 0,2% e lo 0,5% delle presenze turistiche registrate in Italia, mentre per la Campania nel forte incremento della spesa all’estero (tvma +14,1% dal 2005 al 2007). Assieme alla Puglia, positivi i saldi dell’Abruzzo (+511 mln di euro), della Calabria (+429 mln di euro), della Sicilia (+1.071 mln di euro) e della Sardegna (+1.086 mln di euro), a conferma di un buon andamento generale della macroarea del Mezzogiorno.

I residenti della Puglia hanno aumentato le spese turistiche nel biennio 2005-2007 sia all’estero (+3,8% medio annuo) che nelle altre regioni italiane (+3,7% medio annuo).

Tab.1 - Spesa turistica in Puglia, nel Mezzogiorno e in Italia. Mln di euro correnti. Anni 2005 e 2007 Puglia Mezzogiorno Italia 2005 2007 2005 2007 2005 2007 Spesa degli stranieri (1) 557 527 3.989 4.410 29.112 31.506 Spesa all'estero (2) 464 500 2.602 3.120 18.002 19.730 Spesa nella regione di residenza (3) 2.265 2.437 9.858 6.152 22.959 24.702 Spesa degli altri italiani (4) 1.384 1.489 7.698 8.282 36.485 39.256 Spesa nelle altre regioni (5) 928 998 6.245 6.719 36.485 39.256 Saldo totale (1+4)-(2+5) 549 518 2.840 2.854 11.110 11.776 Fonte: elaborazioni IRPET

È interessante notare come la spesa complessiva sia il risultato di diverse componenti (spesa degli stranieri nella regione, spesa dei residenti e spesa dei residenti nelle altre regioni. Risulta molto ridotto l’apporto economico degli stranieri, quasi a conferma della competitività dei prezzi.

2 Il dato, come specificato nel rapporto, comprende anche una parte del movimento non registrato e una quota significativa di presenze nelle seconde case.

Rapporto sul turismo in Puglia

63

Graf.12 - Distribuzione della spesa effettuata in Puglia fra gli stranieri, i residenti nella regione ed i residenti nelle altre regioni. Confronto fra la distribuzione della spesa nelle altre regioni del Mezzogiorno ed dalle altre regioni in Italia. Anno 2007

PUGLIA

Spesa degli stranieri;

11,8

Spesa dei residenti;

54,7

Spesa degli altri italiani;

33,4

MEZZOGIORNO (Puglia esclusa)

Spesa dei residenti; 17,9

Spesa degli altri italiani; 55,7

Spesa degli stranieri; 26,5

ITALIA (Puglia esclusa)

Spesa degli stranieri; 42,7

Spesa dei residenti; 26,5

Spesa degli altri italiani; 30,7

Fonte: elaborazioni su dati XVI Rapporto sul turismo italiano su elaborazioni Ciset Irpe

Da notare che per il complesso della spesa la regione si colloca in buona posizione, al nono posto fra le regioni italiane, subito dopo le grandi destinazioni turistiche; la gran parte di questo apporto economico è, tuttavia, imputabile al turismo domestico dei residenti nella regione, che incidono per più della metà sulla spesa attivata.

Il fenomeno è spiegabile con la presenza di numerose seconde case dei residenti e si ricollega alle argomentazioni che sono state fatte a proposito del turismo che non appare.

Per questo motivo se si considera solo l’apporto esterno dei residenti nelle altre regioni e quello dei clienti esteri il la Puglia retrocede di alcune posizioni. Una buona quota dell’economia turistica, dunque, rappresenta un fatto autoctono.

A livello nazionale, la spesa turistica in tutte le sue componenti (domestica, degli altri italiani e degli stranieri), rappresenta il 10,4% dei consumi che avvengono all’interno del nostro Paese. Tra le regioni con il maggior grado di specializzazione turistica troviamo la Valle d’Aosta (36,8% dei consumi regionali), il Trentino-A.A. (28,8%), la Toscana (15,7%) e la Liguria (15,3%), mentre bassa è l’incidenza della spesa turistica nella Lombardia (6,4%), Molise (6,0%), Basilicata (4,6%) e Piemonte (4,4%).

La regione Puglia si colloca nel contesto nazionale al di sotto della media rilevata (9,2%), come molte altre regioni del Mezzogiorno, ad eccezione della Sardegna (13,5%), delle Marche (11,3%)

Dalla domanda all’economia del turismo

64

e dell’Abruzzo (12,4%).

Graf.13 - Spesa dei turisti stranieri e degli italiani; spesa degli stranieri e dei residenti nelle altre regioni d’Italia (milioni di euro)

220,5

298,5

974,8

1.011,9

2.164,4

2.293,8

2.617,8

2.694,5

3.086,2

3.231,1

4.358,6

4.453,5

4.988,4

5.544,6

5.793,7

9.603,4

9.907,9

10.185,7

10.662,5

11.372,9

Molise

Basilicata

Umbria

Valle d'Aosta

Abruzzo

Calabria

Friuli-VG

Marche

Sardegna

Piemonte

Liguria

Puglia

Campania

Trentino-AA

Sicilia

Lazio

Emilia-R.

Toscana

Lombardia

Veneto

124,3

208,9

947,8

998,4

1.084,2

1.386,3

1.899,0

2.016,2

2.056,7

2.110,0

2.477,4

2.526,6

3.446,8

3.946,2

5.049,8

7.502,6

7.557,1

7.932,0

8.638,3

8.853,6

Molise

Basilicata

Umbria

Valle d'Aosta

Calabria

Abruzzo

Sardegna

Puglia

Marche

Friuli-VG

Piemonte

Sicilia

Campania

Liguria

Trentino-AA

Emilia-R.

Lazio

Toscana

Lombardia

Veneto

Fonte: elaborazioni su dati XVI Rapporto sul turismo italiano su elaborazioni Ciset Irpet

Graf.14 - Peso dei consumi turistici sul totale dei consumi interni. Anno 2007

36,828,8

15,715,3

13,913,5

12,612,412,4

11,310,4

9,49,39,2

7,67,6

6,46,0

4,64,4

10,4

Valle d'AostaTrentino-A.A.

ToscanaLiguriaVeneto

SardegnaEmilia-R.Abruzzo

Friuli-V.G.Marche

LazioSicilia

CalabriaPuglia

UmbriaCampaniaLombardia

MoliseBasilicataPiemonte

Italia Fonte: elaborazioni CISET e IRPET

Rapporto sul turismo in Puglia

65

3.3 Il valore aggiunto turistico e gli effetti interregionali Per l’anno 2007, si può stimare che il valore aggiunto turistico attivato direttamente ed

indirettamente dalla spesa turistica nella regione Puglia sia stato pari a 3 miliardi e 473 milioni di euro, con una incidenza sul valore aggiunto regionale del 5,0%. A livello nazionale, circa il 4,8% del valore aggiunto prodotto nel nostro Paese dipende direttamente e indirettamente dai consumi turistici.

In generale, si registra in tutte le regioni un’alta dipendenza di valore aggiunto dai consumi turistici; spiccano in particolar modo il Trentino Alto Adige (12,4%), la Valle d’Aosta (11,7%), la Liguria (8,0%), la Sardegna (7,0%) e la Toscana (7,0%).

L’impatto generato dalla spesa turistica si propaga non solo nella regione ove ha avuto luogo, ma su tutto il territorio nazionale; di conseguenza solo una parte di essa rimane all’interno della regione. I prodotti e servizi che vengono acquistati in una determinata area, infatti, provengono sia da aziende in loco sia da importazioni dall’esterno, generando una redistribuzione dei vantaggi e di valore aggiunto tra le aree coinvolte. Queste relazioni vengono identificate con il termine “effetti trasmessi”, che misurano il grado di dispersione verso altri sistemi produttivi regionali, ed “effetti ricevuti”, che invece stimano la capacità di catturare benefici economici avviati in altre regioni; il saldo delle due componenti misura il beneficio netto o la perdita netta per la regione.

Per quanto riguarda la regione Puglia, si conferma un saldo negativo di 205 milioni di euro, per cui gli effetti ricevuti, pari nel 2007 a 518 mln di euro, sono inferiori di quelli trasmessi (723 mln di euro). In generale, l’intera area del Mezzogiorno è classificabile come diffusore netto di benefici economici prodotti dalla domanda turistica: nel 2007, con la sola eccezione della Basilicata, anche le altre regioni del Sud e le Isole presentano saldi negativi, con picco in Sicilia (-454 mln di euro).

Graf.15 - Valore aggiunto attivato direttamente e indirettamente dalla spesa turistica. Peso percentuale sul valore aggiunto regionale. Anno 2007

12,411,7

8,07,07,0

6,15,55,55,35,15,05,04,9

4,64,6

4,34,0

3,42,9

2,54,8

Trentino-A.A.Valle d'Aosta

LiguriaSardegnaToscanaAbruzzo

Emilia-R.VenetoMarche

Friuli-V.G.Puglia

CalabriaSicilia

UmbriaLazio

MoliseCampaniaBasilicata

LombardiaPiemonte

Italia Fonte: elaborazioni CISET e IRPET

Dalla domanda all’economia del turismo

66

Graf.16 - Valore aggiunto turistico: effetti trasmessi, ricevuti e saldo in Puglia. Valori in milioni di euro. Anno 2007

723

518

-205

trasmessi ricevuti saldo

Fonte: elaborazioni CISET e IRPET

A completamento del quadro di analisi, la seguente tabella mostra i flussi di valore aggiunto originati dalla spesa turistica degli italiani e degli stranieri nelle regioni italiane. L’industria di viaggi e turismo localizzata in Puglia è stata attivata per 2.485,7 mln di euro dalla spesa che i turisti-residenti hanno effettuato nella regione stessa e per 339,8 mln di euro da quella che i turisti italiani hanno effettuato in tutte le altre regioni, per un totale di 2.825,5 mln di euro. Considerando anche la spesa degli stranieri, il valore aggiunto da turismo interno sale a 2.955 mln di euro e gli effetti ricevuti a 518 mln di euro.

Tab.2 - Effetti interregionali diretti e indiretti di valore aggiunto generati dai consumi turistici in Puglia (milioni di euro). Anno 2007 Puglia Italiani Stranieri Piemonte 6,9 4,8 Valle d’A. 3,4 2,0 Lombardia 15,3 17,5 Trentino-a.a. 21,2 14,9 Veneto 23,0 18,1 Friuli-v.g. 6,5 4,4 Liguria 10,6 4,8 Emilia-R. 37,2 7,6 Toscana 27,7 18,3 Umbria 5,8 4,5 Marche 16,3 3,0 Lazio 26,6 39,0 Abruzzo 19,4 3,2 Molise 3,2 0,4 Campania 36,0 15,6 Puglia 2.485,7 469,2 Basilicata 7,8 3,1 Calabria 29,8 3,7 Sicilia 31,0 10,6 Sardegna 12,1 2,5 Totale 2.825,5 647,4

Fonte: elaborazioni CISET e IRPET

Rapporto sul turismo in Puglia

67

Rispetto al 2005, il valore aggiunto da turismo interno alla regione Puglia subisce una incremento medio annuo del 3,9% (+216 mln di euro in termini assoluti), mentre gli effetti ricevuti dalle altre regioni diminuiscono annualmente del 14,6% (-162 mln di euro).

I due grafici seguenti analizzano in dettaglio l’entità degli effetti di valore aggiunto ricevuti e l’entità di quelli di dispersione sia per la domanda turistica totale, che per la componente nazionale ed estera.

Graf.17 - Quote di valore aggiunto attivate in Puglia dalla spesa turistica effettuata nelle altre regioni (Valori percentuali). Anno 2007

27,5

12,014,9

Stranieri Italiani Totali

Fonte: elaborazioni CISET e IRPET

Con riferimento agli effetti ricevuti, questi rappresentano nel 2007 il 14,9% del valore aggiunto totale generato nella regione, quota sostanzialmente stabile rispetto al 2005 (14,7%). Nel quadro nazionale, la Puglia è tra le regioni il cui sistema economico trae minori benefici economici dal turismo che si svolge altrove; assieme alla Puglia si collocano la Sardegna (14,8%), la Val d’Aosta (12,4%), il Trentino A.A. (12,0%) e la Sicilia (10,9%). Per quanto riguarda le altre regioni del Mezzogiorno, l’incidenza degli effetti ricevuti è rilevante in Molise (51,5%), Basilicata (48,1%), Abruzzo (24,0%) e in misura inferiore in Calabria (18,1%).

Graf.18 - Incidenza degli effetti di dispersione generati dalla spesa turistica italiana e straniera nella regione Puglia sul valore aggiunto attivato da ciascuna componente. Anno 2007

14,6

22,220,8

Stranieri Italiani Totali

Fonte: elaborazioni CISET e IRPET

Dalla domanda all’economia del turismo

68

Per quanto riguarda gli effetti di dispersione, il 20,8% del valore aggiunto turistico generato in Puglia dalla spesa turistica si disperde verso le altre regioni (723 mln di euro in termini assoluti). Estendendo l’analisi a livello nazionale, alte sono le dispersioni in Val d’Aosta (49,0%), Trentino Alto Adige (33,5%) e Calabria (29,2%); basse in Piemonte (13,8%) e Lombardia (10,8%). Le altre regioni del Mezzogiorno non citate presentano le seguenti quote: Abruzzo 24,1%, Basilicata 23,7%, Molise 21,8%, Sicilia 21,7%, Campania 19,6%, Sardegna 18,3%.

L’entità degli effetti ricevuti e trasmessi cambia a seconda dell’origine della clientela: in termini relativi, la Puglia riceve dalla spesa della componente internazionale nelle altre regioni una quota significativa di valore aggiunto (27,5%), mentre inferiore è l’incidenza degli italiani (12,0%); al contrario gli effetti di dispersione verso le altre regioni italiane sono attivati principalmente dai turisti nazionali (22,2%) che non dagli stranieri (14,6%).

Anche le valutazioni econometriche proposte evidenzino i problemi del turismo locale, per il suo carattere di prossimità, lasciando intendere gli ampi margini di sviluppo di una economia più orientata ai mercati esterni.

Rapporto sul turismo in Puglia

69

CAPITOLO V IL MOVIMENTO TURISTICO NELLA PUGLIA, NELLE PROVINCE E NEI COMUNI1

1. La necessità di osservare il fenomeno per capirlo Si riprendono e si approfondiscono alcune valutazioni svolte nella scheda sintetica sulla Puglia

presentata nel capitolo precedente, orientandole maggiormente alla evoluzione degli ultimi anni. Di fronte alle profonde evoluzioni del settore turistico, attraversato da una rapida espansione dei

mercati spinta da una forte concorrenza, le località turistiche hanno visto crescere le loro economie e sono state attraversate da grandi cambiamenti sociali, a fronte della sempre maggiore necessità di rendersi “attrattive”, sia nei confronti degli operatori che dei turisti, secondo le più rilevanti tendenze del place marketing.

La tendenza ad approfondire la gestione dei sistemi locali, in una logica di integrazione d’offerta, individuando gli elementi principali del processo di elaborazione strategica e di management delle destinazioni turistiche, si è associata alla volontà di creare prodotti differenziati in grado di caratterizzare l’identità, il genius loci, dei diversi territori, nell’ambito di un mercato nazionale e/o internazionale che comunque fa riferimento ad alcuni marchi ombrello formali e informali. Peraltro non sempre la forma coincide con la sostanza.

Negli ultimi anni si è maggiormente diffusa la consapevolezza che per valutare le potenzialità del comparto siano necessarie valutazioni statistiche mirate alla quantificazione del “mercato” attuale, alla descrizione e comprensione dei suoi aspetti qualitativi, ed alla descrizione di previsioni e trend.

In concomitanza col rafforzarsi della consapevolezza delle istituzioni e della classe dirigente della necessità di recuperare il gap che esiste rispetto agli operatori si sono attivati strumenti utili per l’interpretazione della realtà, in primo luogo i diversi osservatori del turismo, per lo studio e la programmazione delle policy del comparto ai vari livelli territoriali.

Bisogna costruire un sistema statistico-economico in grado di individuare i riferimenti per l’impostazione di strategie efficaci, coerenti fra loro ed in modo da anticipare gli stimoli del marcato.

La trasversalità del comparto, l’integrazione e l’interdipendenza con altri settori, gli effetti dei cambiamenti degli stili di vita rappresentano altrettanti condizionamenti per l’interpretazione del fenomeno turistico, nella consapevolezza che si tratta di limiti ed opportunità che si identificano contemporaneamente come causa ed effetto delle dinamiche in atto.

Secondo questa ottica si vogliono presentare le dinamiche turistiche della regione Puglia nel medio e lungo periodo ed anche alcune ipotesi prospettiche.

È necessario operare congiuntamente per promuovere un risultato efficace, cooperare per la promozione di tutto il territorio, lavorare al servizio del turismo e non pensare ad esso come

1 A cura di Emilio Becheri, Elena Caramaschi e Eva Iannario.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

70

servizio da “sfruttare” imponendo una logica di sviluppo decrescente e di breve periodo. L’obiettivo è accrescere la ricchezza e la competitività del territorio ma in modo coerente con la preservazione dell’ambiente. «Il turismo è un prodotto locale che si vende su scala globale; tale constatazione porta al superamento della distinzione fra sviluppo locale e sviluppo a livello di macroaree perché generalmente prevale una logica di filiera o di rete; anche quando il prodotto è un territorio, in realtà è sempre parte di una rete di territori» (E. Becheri, 2007).

2. I flussi turistici regionali Nel corso del periodo 1997-2007, alcune regioni del Mezzogiorno tra le quali la Puglia, hanno

recuperato parte di quel gap che ancora le distanzia da altre realtà del Centro-Nord, così come evidenziato dalla disaggregazione territoriale del movimento di seguito effettuata.

La crescita di queste regioni fa parte di un lento processo che potrebbe, nel caso continuasse nel tempo, dare luogo a quel riequilibrio territoriale che rappresenta uno dei principali obiettivi delle politiche nazionali, ma che è difficile da raggiungere.

Da un punto di vista più generale il movimento turistico dei residenti in Italia ha vissuto profondi cambiamenti che, per il miglioramento dell’economia e della conseguente capacità di spesa dei soggetti, ha portato a differenziare le vacanze ed ha favorito la propensione ad andare all’estero. Successivamente le mete mediterranee, in particolare quelle tipicamente balneari, hanno accentuato la loro competitività anche sul piano dei prezzi, per cui non raramente un pacchetto di vacanze all’estero (viaggio più soggiorno) costa meno di un periodo di vacanze da vivere all’interno del Paese.

Il numero delle destinazioni fra loro concorrenti è fortemente aumentato sia in senso orizzontale, fra tipologie di turismo uguali o simili, sia in senso verticale e trasversale, fra tipologie di turismo diverse.

In questo periodo di fatto si è passati da un movimento in netta prevalenza nazionale (primi anni ’80) alla ricerca di destinazioni alternative, come ad esempio le altre mediterranee o, anche, le mete esotiche facilmente raggiungibili prima con i voli charter ed oggi con i voli low cost.

In questo contesto il cliente-turista, come si è detto nel primo capitolo, ha avuto la possibilità di acquisire più consapevolezza delle proprie scelte per la diffusione prima di internet come strumento, e poi della logica che tale strumento sottende.

Lo sconvolgimento provocato da internet è stato determinante per i nuovi assetti delle destinazioni e per la ridefinizione delle filiere e dei prodotti turistici, per la maggiore possibilità che il cliente finale ha di pensare e costruire il proprio prodotto e per la possibilità di verificarne la rispondenza reale alle aspettative, sotto tutti i punti di vista, da quello materiale della ricettività, a quello immateriale delle emozioni.

A questa evoluzione che ha riguardato tutti i paesi, secondo la logica glocal, perché internet non ha confini, si sono sovrapposti fatti esogeni che hanno avuto una portata avvenimentale come i cambiamenti politici di alcuni paesi, le guerre e gli attentati, nel quadro di una maggiore tendenza alla mobilità internazionale delle persone, favorita dai maggiori gradi di libertà. Un effetto decisivo, anche se spesso di portata solo congiunturale, hanno avuto i problemi sanitari e le difficoltà di alcune destinazioni, come il caso dei rifiuti solidi urbani a Napoli, a cavallo fra gli anni 2007 e 2008.

Nello scenario sopra delineato, tra le destinazioni nazionali la “piccola” Puglia ha rappresentato

Rapporto sul turismo in Puglia

71

uno delle destinazioni più favorite dalle tendenze in atto. Il riferimento è al decennio 1997-2007 perché per l’anno 2008 sono disponibili solo le statistiche

aggregate a livello nazionale.

Graf.1 - Presenze. Evoluzione 1997-2007, variazione % media annua

1,0

2,62,8

3,12,4

3,33,4

3,12,0

3,92,9

3,73,2

4,04,0

4,86,4

5,73,3

1,1-0,2

LiguriaValle d'A.Campania

Friuli-V. G.Trentino-Alto A.

Emilia-R.Marche

LombardiaPiemonte

ItaliaMolise

AbruzzoToscana

SiciliaUmbria

SardegnaVeneto

LazioPuglia

BasilicataCalabria

Arrivi

-1,0

1,41,61,71,8

2,32,52,62,72,82,9

3,63,63,93,9

5,15,9

4,94,3

0,6-0,8

LiguriaValle d'A.Campania

Friuli-V. G.Trentino-Alto A.

Emilia-R.Marche

LombardiaPiemonte

ItaliaMolise

AbruzzoToscana

SiciliaUmbria

SardegnaVeneto

LazioPuglia

BasilicataCalabria

Presenze

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Come si è già anticipato la Puglia è fra le regioni turistiche che, nel quadro di riferimento nazionale, hanno visto il maggiore incremento di arrivi (tasso medio annuo del 5,7%) e di presenze (4,8%) a fronte di una media nazionale che è stata, rispettivamente, del 3,1% e del 2,5%.

Solo la Calabria per gli arrivi, insieme alla Basilicata per le presenze, mostrano un migliore tasso medio di incremento annuo nel decennio 1997-2007.

Risultano minori della media nazionale ad eccezione del Lazio (anche come conseguenza dei mutati criteri di rilevazione statistica), gli andamenti di altre regioni turisticamente più mature e con maggiori valori assoluti di partenza, come Emilia Romagna, Toscana e Trentino.

Le variazioni percentuali, però, non sono sufficienti a spiegare le tendenze in atto perché non evidenziano il peso delle singole regioni, e cioè le loro quote di mercato e come mutano nel tempo.

Se ad esempio si considerano le variazioni assolute del numero delle presenze appare nettamente al primo posto il Veneto, che pur con una variazione percentuale media annua del 3,9% realizza un aumento di 19,6 milioni di presenze a fronte dei 4,4 milioni della Puglia, che comunque è la regione del Mezzogiorno che registra il maggiore incremento come numero di presenze. Necessariamente cambiano anche le quote di mercato.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

72

Graf.2 - Incremento del numero delle presenze in valori assoluti nelle regioni indicate nel decennio 1997-2007.

19.611,3

10.247,3

6.018,3 5.821,5 5.777,04.390,1 4.309,8 3.817,1 3.733,9

11.046,3

Ven

eto

Lazi

o

Tosc

ana

Tren

tino-

AA

Emili

a-R

.

Lom

bard

ia

Pug

lia

Sic

ilia

Cal

abria

Sar

degn

a

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Graf.3 -Quote di mercato delle regioni in termini di presenze. Anno 1997 e anno 2007

1997

0,2

0,4

1,2

1,5

1,7

1,9

2,4

2,6

2,7

2,8

3,5

3,9

5,4

6,4

7,2

7,8

10,8

11,1

12,3

14,3

Molise

Basilicata

Valle d'Aosta

Umbria

Calabria

Abruzzo

Puglia

Friuli-VG

Piemonte

Sardegna

Sicilia

Marche

Liguria

Campania

Lazio

Lombardia

Toscana

Emilia-R.

Trentino-AA

Veneto

2007

0,2

0,5

0,8

1,7

2,0

2,3

2,3

2,7

3,0

3,1

3,6

3,8

3,9

5,3

7,6

8,5

10,1

11,1

11,2

16,3

Molise

Basilicata

Valle d'Aosta

Umbria

Abruzzo

Calabria

Friuli-VG

Piemonte

Puglia

Sardegna

Marche

Liguria

Sicilia

Campania

Lombardia

Lazio

Emilia-R.

Toscana

Trentino-AA

Veneto

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Rapporto sul turismo in Puglia

73

3. L’andamento dei flussi turistici

3.1 Una regione in forte sviluppo Negli ultimi anni l’implementazione del settore turistico ed il potenziamento delle politiche

comunitarie indirizzate a valorizzare le risorse intangibili presenti in alcuni territori del Mezzogiorno hanno contribuito al potenziamento del sistema di ospitalità del settore, nonostante le storiche difficoltà economico-strutturali e alcune situazioni contingenti negative.

A tal proposito si precisa che non sempre coincidono i dati Istat ed i dati forniti dalla Regione Puglia, anche se dovrebbero. Le differenze, tuttavia, sono generalmente molto lievi.

Per questa diversità nei confronti nazionali fra regioni si è optato per utilizzare i dati Istat, mentre per i confronti interni alla regione, a livello di province e di comuni, si utilizzano i dati messi a disposizione dalla stessa regione.

Lo sviluppo turistico della Puglia è continuato anche nel 2008, a differenza di quanto si è verificato nell’andamento delle altre regioni e anche con il dato medio nazionale che, secondo i dati diffusi dalla Banca dati ConIstat, è stimato in diminuzione di quasi il 3%.

Questo comportamento apparentemente da regione leader si è scontrato con valori assoluti di partenza caratterizzati da notevoli deficit che non sono stati recuperati, per cui permangono notevoli differenziali sul piano della competitività e degli assetti organizzativi, pur se si è verificato un miglioramento competitivo.

Nel priodo 1997-2007, e anche nel 2008, il movimento turistico della Puglia ha vissuto un considerevole incremento sia in termini di arrivi che di presenze, soprattutto negli ultimi anni, con una maggiore tenuta rispetto altre regioni anche in occasione di andamenti congiunturali negativi sia con riferimento al 2001 e 2002 che alla crisi attuale, rispetto alla quale si è verificata una controtendenza positiva.

Dal 2007, infatti, se a livello del Paese la congiuntura economica sfavorevole, le difficoltà economiche generali e le modifiche dei comportamenti di spesa hanno influito sulla scelta dell’investimento turistico da parte dei vacanzieri, con un mutamento generale del profilo di scelta e nel portfolio dei visitatori, a livello locale tali tendenze sembrano avere inciso sul complesso delle destinazioni pugliesi, che hanno continuato ad aumentare la loro movimentazione.

La lettura dei dati, tuttavia, secondo quanto indicato nel secondo capitolo di questo stesso volume, deve necessariamente essere effettuata in modo attento e circoscritto avendo ben presente l’esistenza di due “Geografie dell’Ospitalità”, una che analizza i dati statistici raccolti e rilevati presso le imprese ricettive dall’Istat; l’altra che somma ai dati così rilevati anche quelli derivanti dal fenomeno delle abitazioni per vacanze, le cosiddette “seconde case”, che in realtà determinano, come vedremo, un numero di pernottamenti di gran lunga maggiori di quelli ufficiali.

Nelle analisi degli enti e delle istituzioni tale fenomeno normalmente viene ignorato e non si considerano vacanzieri coloro che nei loro viaggi optano per appartamenti di proprietà, case di amici o parenti, abitazioni locate nei periodi feriali, ecc. che, invece, presentano una forte incidenza nel contesto territoriale pugliese.

Questo gruppo di soggetti che non viene generalmente considerato nelle stime da luogo al cosiddetto “turismo che non appare”; non può essere definito, infatti, come sommerso perché non vi è alcun obbligo di rilevazione. Quasi sicuramente, invece, una quota più e meno rilevante di sommerso è presente nelle rilevazioni ufficiali, per ragioni di evasione fiscale.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

74

Occorre rilevare, inoltre, che nel corso del tempo, sono cambiati alcuni riferimenti normativi riguardanti la metodologia di rilevazione, nonché alcuni aspetti definitori a causa dell’apparire di nuove tipologie di ricettività.

Tali fatti incidono sulla lettura complessiva delle serie storiche e sulla valutazione quindi delle variazioni che vanno effettuata tenendo conto delle opportune composizioni del fenomeno.

Sulla base dei dati di fonte Regione Puglia gli arrivi rilevati in Puglia erano 1,6 milioni nel 1998, aumentati a 1,9 milioni nel 2000 ed a 2,9 milioni del 2008, con una crescita, quindi, dell’82,9%, pari ad un tasso medio annuo di circa il 6,2%. Le presenze nel 1998 erano circa 7,4 milioni, salite a quasi 9 milioni nel 2000, ed a più di 12,2 milioni del 2008; con un aumento del 65,5%, inferiore a quello degli arrivi, corrispondente ad un tasso medio annuo di circa il 5,2%.

Se come anno di riferimento prendiamo il 2000 il tasso medio annuo di incremento degli ultimi otto anni è del 5,4% per gli arrivi e del 3,9% per le presenze, perché la forte crescita dei primi anni rallenta un po’ successivamente.

Si può affermare che arrivi e presenze crescono di pari passo con andamenti simili, come generalmente accade nel medio periodo.

Graf.4 - Arrivi totali. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Evoluzione 2000-2008. Indice anno base 2000=100

80

100

120

140

160

180

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Italia (senza Puglia) Puglia

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Anche se si sono verificati mutamenti nella logica del fare turismo che hanno caratterizzato tutte le destinazioni, ad esempio con la diffusione degli weekend short break en con la generalizzata tendenza a soggiornare meno in una destinazione per poterne visitare di più nello stesso viaggio, tali mutamenti non sembrano avere inciso significativamente sul caso della Puglia, che fonda la forza dei propri prodotti sul turismo di massa e su nicchie di turismo culturale, queste ultime in forte espansione e con un forte appeal per la componente straniera che visita la regione, come indica la loro prevalenza rispetto al mare nei cataloghi internazionali.

Rapporto sul turismo in Puglia

75

Graf.5 - Presenze totali. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Evoluzione 2000-2008. Indice anno base 2000=100

80

100

120

140

160

180

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Italia (senza Puglia) Puglia

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.6 - Arrivi per nazionalità. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Evoluzione 2000-2008. Indice anno base 2000=100

80

100

120

140

160

180

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Italia(senza Puglia)_Italiani Italia(senza Puglia)_StranieriPuglia_Italiani Puglia_Stranieri

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

I grafici evidenziano come l’andamento della regione risulti migliore di quello della media delle altre regioni italiane sia in termini di arrivi che di presenze.

Si può affermare, perciò che, almeno dal punto di vista quantitativo, si è verificato un miglioramento del proprio posizionamento.

La differenziazione fra italiani e stranieri rivela subito che, considerando gli arrivi, i secondi aumentano più dei primi, con un tasso medio annuo del 7,5%, a fronte del 5,2%. Opposta situazione si verifica per le presenze che per gli stranieri aumentano ad un tasso medio annuo del 4,6% e per gli italiani ad uno del 5,5%.

A fronte di un valore della permanenza media generale che nel 2008 è intorno a 4,2 giornate come dieci anni fa, diminuisce considerevolmente quella di coloro che provengono dall’estero

Il movimento turistico nella Regione Puglia

76

passando da 5,3 a 4,0 giornate, mentre aumenta quella della componente domestica, passando da 4,1 a 4,2 giornate.

Graf.7 - Presenze per nazionalità. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Evoluzione 2000-2008. Indice anno base 2000=100

80

100

120

140

160

180

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Italia(senza Puglia)_Italiani Italia(senza Puglia)_StranieriPuglia_Italiani Puglia_Stranieri

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Gli stranieri continuano a rappresentare una quota molto ridotta della domanda locale, incidendo sul totale degli arrivi per il 14,5% e su quello delle presenze per il 14,1%.

Da notare che tale incidenza è una delle minori fra le regioni italiane e che mentre è in aumento l’incidenza degli arrivi, che nel 1998 erano circa il 12% del totale, sono in diminuzione le presenze che dieci anni prima rappresentavano una quota del 15,2%.al 1998, a differenza di quanto accaduto nel contesto nazionale, ove si verifica una contrazione della domanda a seguito dei noti fatti esogeni del 2001, hanno vissuto una crescita permanente.

Su questo punto, tuttavia, va evidenziato che l’incidenza della componente straniera nelle è una delle più basse fra tutte le regioni italiane.

Più complessa la condizione delle presenze differenziata fortemente in base alla nazionalità (italiani e stranieri). Considerando la componente estera, invece, appare evidente l’impatto del 2001 con un calo degli arrivi e delle presenze, e la discontinuità fra gli anni appare maggiore. Si verifica una tendenza negativa dal 2001 al 2004, ma poi avvia la ripresa che porta a recuperare il trend positivo precedente.

Tendenzialmente sempre crescente, invece, il movimento degli italiani, con previsioni di ulteriore incremento.

L’andamento delle variazioni percentuali degli arrivi e delle presenze degli italiani evidenzia un trend positivo anche se i fatti esogeni del 2001 determinano un effetto di rallentamento della crescita dal 2002 al 2004. Il solo dato negativo è quello relativo alle presenze dell’anno 2004, a fronte del quale si verifica un significativo aumento degli arrivi.

Sia per gli arrivi che per le presenze si realizza un andamento positivo nella seconda metà del decennio.

Nell’ultimo anno (2008) le due componenti si mostrano in crescita, ma per gli italiani aumenta di più il numero degli arrivi e per gli stranieri quello delle presenze.

Rapporto sul turismo in Puglia

77

Graf.8 - Arrivi di turisti per nazionalità nella Puglia. Evoluzione 1999-2008 (Variazioni % anno su anno precedente)

-5

0

5

10

15

20

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.9 - Presenze di turisti per nazionalità nella Puglia. Evoluzione 1999-2008 (Variazioni % anno su anno precedente)

-10

-5

0

5

10

15

20

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Il movimento turistico nella Regione Puglia

78

Tab.1 - Arrivi e presenze di turisti per nazionalità nella regione Puglia. Anni 1998-2008 (Valori assoluti) Arrivi Presenze Anno Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale 1998 1.392.199 205.296 1.597.495 6.268.115 1.095.721 7.363.836 1999 1.556.597 248.930 1.805.527 6.499.941 1.515.929 8.015.870 2000 1.628.567 287.245 1.915.812 7.476.934 1.497.832 8.974.766 2001 1.813.487 277.803 2.091.290 8.177.825 1.411.793 9.589.618 2002 1.940.708 313.865 2.254.573 8.764.113 1.501.009 10.265.122 2003 1.979.342 324.072 2.303.414 9.231.221 1.479.904 10.711.125 2004 2.043.426 346.127 2.389.553 9.143.181 1.501.850 10.645.031 2005 2.119.014 367.404 2.486.418 9.356.790 1.476.658 10.833.448 2006 2.187.667 385.465 2.573.132 9.650.621 1.578.223 11.228.844 2007 2.276.402 417.479 2.693.881 9.880.693 1.600.910 11.481.603 2008 2.499.045 423.200 2.922.245 10.469.631 1.713.745 12.183.376 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.10 - Presenze di turisti in Puglia. Incidenza % di italiani e stranieri. Anni 1998 e 2008

87,1 85,5 85,1 85,9

12,9 14,5 14,9 14,1

1998 2008 1998 2008

Arrivi Presenze

Italiani Stranieri Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Nel corso degli ultimi dieci anni, la regione e le sue destinazioni hanno attratto un crescente numero di turisti italiani e stranieri, con saggi di sviluppo superiori alla media nazionale, ma poiché l’aumento della componente nazionale è stato percentualmente maggiore di quello dei clienti esteri, la quota relativa di mercato di questi ultimi è diminuita e negli ultimi anni, come si è già visto, si è attestata intorno al 14%.

3.2 La permanenza media La presenza di clienti esteri è rilevante in alcune regioni dell’Italia centro-settentrionale ed in

Sicilia e Campania, mentre risulta molto scarsa nelle altre regioni del Sud. Le valutazioni effettuate confermano la contrazione della permanenza media dell’insieme del

movimento turistico, determinata, come si è già detto, dall’andamento della domanda straniera.

Rapporto sul turismo in Puglia

79

Graf.11 - Permanenza media. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Anni 1998, 2003 e 2008

4,1 3,94,14,7

4,24,5

1998 2003 2008Italia (senza Puglia) Puglia

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.12 - Permanenza media in Puglia, per nazionalità. Anni 1998, 2003 e 2008

Italiani Stranieri

4,3 4,04,34,4 4,24,7

1998 2003 2008

Italia (senza Puglia) Puglia

3,9 3,94,0

5,3

4,04,6

1998 2003 2008

Italia (senza Puglia) Puglia

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

I cambiamenti più rilevanti sono stati avvertiti dagli inizi del 2000. Le spiegazioni della tendenza alla diminuzione della permanenza media della componente straniera sono collegate a molteplici aspetti.

Un primo possibile cambiamento è il passaggio da lunghe vacanze da trascorrere in specifici periodi dell’anno, alla nuova tendenza orientata a usufruire di periodi di vacanza più brevi e ripetuti, con la grande diffusione degli short break. Un ulteriore aspetto è collegato alla promozione dei pacchetti vacanza con permanenze più brevi. Una delle ipotesi più accreditate, tuttavia, è connessa al cambiamento del consumatore e alla evoluzione della domanda italiana sempre più condizionata dallo sviluppo degli strumenti e delle reti di comunicazione che consentono vacanze in luoghi esotici a prezzi inferiori e con sistemi di trasporto più efficienti.

Per la Puglia, tuttavia, la principale motivazione sembra essere dovuta al fatto che per la clientela straniera alla motivazione balneare si è aggiunta anche quella d’arte e culturale, come opzione autonoma e non subordinata e come pertinenza del soggiorno balneare. I trulli e le gravine, nonché la masserie, hanno una grande capacità di attrazione che ha portato a una certa diffusione dei flussi, pur se contenuta, anche in alcune aree interne.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

80

3.3 La stagionalità Altra caratterizzazione essenziale del turismo pugliese è l’eccessiva stagionalità con percentuali

di concentrazione degli arrivi e delle presenze molto elevata nel periodo estivo ed in particolare nei due mesi centrali di luglio ed agosto. Nel terzo capitolo si è visto come nel lungo periodo si è evoluta la stagionalità.

Graf.13 - Stagionalità delle presenze. Anni 2005 e 2008

05

10152025303540

Gen

naio

Febb

raio

Mar

zo

April

e

Mag

gio

Giu

gno

Lugl

io

Ago

sto

Sette

mbr

e

Otto

bre

Nov

embr

e

Dic

embr

e

2005 2008

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Nonostante le nuove tendenze, tuttavia, continua a permanere per la regione Puglia, una elevata stagionalità: da giugno a settembre, con un forte picco durante il mese di agosto, si concentra la maggior parte del turismo nazionale e straniero.

L’andamento è molto simile a quello che si verifica per la Sardegna. I due mesi di punta rivelano una concentrazione maggiore di quella di tutte le altre regioni, ma

mente prima del periodo di punta l’andamento dei vari mesi è montante, da agosto a settembre si evidenzia un brusco calo che porta le presenze mensili ad un livello inferiore rispetto a quelle di giugno.

Il raffronto nel corso degli ultimi quattro anni, dal 2005 al 2008 evidenzia come il fenomeno, rimasto praticamente uguale per molti anni, abbia visto negli ultimi tre anni una leggera tendenza ad una minore concentrazione delle vacanze, che infatti passando da una incidenza dei due mesi estivi del 56,1%, ad una del 54,7% nel 2008; anche per i quattro mesi centrali la percentuale di incidenza passa dal 79,3% al 76,9%.

I “vacanzieri” estivi sembrano aver in parte anticipato il periodo di ferie a giugno, mese che passa dal 11,96% (2005) delle presenze, al 12,24% (2008) con una stabilizzazione nei mesi di luglio, al 23%, ed agosto, al 33%, ed una piccola contrazione delle vacanze relative al mese di settembre (dal 10,26% del 2005 al 9,89 dl 2008). La scelta di anticipare le proprie ferie può essere letta come una tendenza a ripetere i periodi di vacanza, sfruttando i primi giorni caldi, le giornate più lunghe, il piacere delle località non affollate, i prezzi più competitivi (in particolare si sono diffusi gli short break anche infrasettimanali), la contrazione dei periodi di vacanza a settembre può invece essere condizionata dall’anticipazione del calendario scolastico.

Rapporto sul turismo in Puglia

81

Si è arrivati anche ad attribuire i cambiamenti della stagionalità al contesto climatico, cioè al global worming, ma questo fatto non ha un effetto significativo per gli attuali assetti del turismo regionale.

Dalla sintesi dei dati è possibile evincere come la stagionalità continui a rappresentare un problema, dovuto in gran parte alla netta prevalenza dei turismi del mare.

L’ampliamento della stagione turistica sembra, dunque, uno dei principali problemi di un orizzonte temporale di breve-medio periodo; si può parlare a tal proposito di ampliamento prima all’interno dei quattro mesi centrali da giugno a settembre, da associare ad un ampliamento esteso a tutto l’anno.

Tab.2 - Stagionalità delle presenze. Anni 2005 - 2008 (Composizione %) 2005 2006 2007 2008 Gennaio 1,47 1,44 1,58 1,59 Febbraio 1,64 1,61 1,66 1,75 Marzo 2,37 2,16 2,43 2,31 Aprile 3,47 3,67 3,90 3,33 Maggio 5,11 4,55 4,77 5,62 Giugno 11,96 12,51 12,68 12,24 Luglio 23,25 23,10 23,15 22,10 Agosto 32,96 33,04 31,86 32,64 Settembre 10,26 10,62 10,09 9,89 Ottobre 3,57 3,46 3,62 3,95 Novembre 2,16 2,07 2,33 2,52 Dicembre 1,77 1,77 1,93 2,05 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Una strategia mirata alla gestione differenziata nel tempo e nello spazio delle risorse intangibili ed endogene proprie del luogo, ma più che altro la diffusione di forme di turismo esperenziali, rivolte ad un turista/consumatore sempre più attento alla componente ambientale e voglioso di vivere in modo emozionale il proprio modo di fare turismo, potrebbe consentire una maggiore intercettazione dei flussi in un mercato tendenzialmente in crescita. Bisogna prendere atto anche del fatto che comunque il tradizionale soggiorno balneare è per sua natura un fenomeno stagionale e che è necessario differenziare i territori con altri prodotti turistici che possono essere venduti nelle altre stagioni.

3.4 Turismo domestico e turismo internazionale La composizione dei flussi per nazionalità rispetto al numero di residenti è un indicatore proxy

del livello di impatto territoriale. In tal senso è parso significativo domandarsi quanti sono gli stranieri che arrivano nel territorio

regionale ogni 100 italiani (quindi ogni 100 arrivi domestici). La scelta è quella di riportare il confronto rispetto alle altre regioni italiane posizionate al di sotto

del valore medio (100 arrivi di italiani, 80 di stranieri). Il gruppo delle regioni prescelte (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e

Calabria) è, ovviamente, fortemente caratterizzato dal turismo balneare, presenta, in termini di arrivi, la seguente composizione di stranieri ogni 100 residenti.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

82

Graf.14 - Rapporto di coesistenza. Stranieri ogni 100 turisti residenti in italia

3421 14 8 14 9 9

74

3219 14 13 18 14 18

80

Emili

a-R

.

Mar

che

Abru

zzo

Mol

ise

Pugl

ia

Basi

licat

a

Cal

abria

Italia

1997 2007

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Graf.15 - Grado di internazionalità (presenze straniere/presenze totali x 100) delle regioni italiane nel 1998 e nel 20082.

1998

9,7

10,4

13,2

13,3

14,5

15,4

21,6

24,3

24,3

25,5

33,9

36,1

40,6

43,2

44,9

45,0

46,0

52,8

54,7

59,4

40,5

Calabria

Molise

Abruzzo

Basilicata

Puglia

Marche

Sardegna

Valle d'Aosta

Emilia-Romagna

Liguria

Umbria

Sicilia

Piemonte

Campania

Toscana

Lombardia

Friuli-Venezia Giulia

Trentino-Alto Adige

Lazio

Veneto

Media Italia

2007

10,2

11,4

13,4

13,9

16,4

17,7

23,6

28,2

32,3

32,6

34,5

40,6

40,9

42,1

42,3

47,9

51,6

53,6

58,7

66,2

43,4

Basilicata

Molise

Abruzzo

Puglia

Marche

Calabria

Emilia-R

Liguria

Valle d'Aosta

Sardegna

Umbria

Sicilia

Friuli-VG

Piemonte

Campania

Toscana

Lombardia

Trentino-AA

Veneto

Lazio

Media Italia

Fonte: elaborazioni su dati Istat

2 La quota della Puglia risulta del 14,5% mentre in un precedente grafico era il 14,9%; come già detto dipende dal fatto che il primo è il ambtio nazionale.

Rapporto sul turismo in Puglia

83

Si ha conferma che la Puglia, contestualizzata nel Mezzogiorno, mostra un leggero ritardo da recuperare nella capacità di attrazione della componente estera.

Un modo per rappresentare il grado di internazionalità di una regione è la quota del movimento che questa componente determina rispetto al totale dei visitatori. Tale indice è per la Puglia uno dei più bassi perché ogni 100 presenze rilevate nella regione nel 2007 solo 13,9 sono straniere; in termini di arrivi la quota è più elevata a prova che per questa componente una motivazione determinante del soggiorno è la visita alle città d’arte e delle tradizioni locali.

Nel 1998 risultava più elevata l’incidenza delle presenze straniere, con una quota del 14,5% del mercato regionale, mentre minore era l’incidenza degli arrivi, pari al 12,5%. Lo sviluppo del turismo d’arte e culturale è un fenomeno dell’ultimo decennio.

Nel panorama turistico nazionale la Puglia appare come una delle regioni di retroguardia per quanto riguarda il grado di internazionalità.

4. Il livello provinciale

4.1 Le tendenze in atto La Puglia si presenta sul mercato anche come un prodotto ombrello regionale in grado di

godere di una propria autonomia; si identifica con il bel mar, le belle spiagge le belle scogliere e la qualità delle acque, con alcuni prodotti culturali pivot come i famosi trulli, le gravine, le cattedrali romaniche, Castel Del Monte. Tali prodotti territoriali, poco valorizzati rispetto alle potenzialità, fanno riferimento alle province, ai distretti ed ai comuni, enti che hanno un ruolo decisivo per la programmazione delle attività turistiche e la attivazione di un sistema di ospitalità.

Tab.3 - Arrivi e presenze per provincia. Anni 1998-2008 (Valori assoluti) Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 1998 333.719 911.619 173.144 808.660 605.342 2.922.019 346.943 2.196.285 138.347 525.253 1999 441.668 1.123.823 196.821 902.913 670.359 3.278.077 352.723 2.148.864 143.956 562.193 2000 408.237 1.080.553 212.556 1.115.586 715.592 3.527.814 414.442 2.615.158 164.985 635.655 2001 454.442 1.217.486 235.894 1.198.961 812.200 3.911.373 417.944 2.635.655 170.810 626.143 2002 513.446 1.273.167 235.688 1.168.832 872.244 4.229.011 455.288 2.875.204 177.907 718.908 2003 528.109 1.301.802 248.554 1.238.457 797.199 4.165.890 537.427 3.228.550 192.125 776.426 2004 550.917 1.335.220 250.032 1.248.092 843.751 4.291.020 544.061 3.033.353 200.792 737.346 2005 593.705 1.422.745 264.697 1.313.471 854.432 4.264.640 567.386 3.086.236 206.198 746.356 2006 613.094 1.407.237 265.842 1.323.661 871.800 4.438.301 590.114 3.211.683 232.282 847.962 2007 648.581 1.465.743 273.990 1.371.747 868.283 4.101.437 662.630 3.609.469 240.397 933.207 2008 659.955 1.524.878 277.482 1.369.730 1.022.504 4.495.013 725.450 3.843.131 236.854 950.624

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Assume un certo rilievo, perciò, una analisi articolata a livello territoriale prima provinciale e poi comunale, anche perché le presenze turistiche spesso si concentrano in poche destinazioni.

Di seguito si presenta il confronto fra l’andamento della singola provincia in rapporto alla evoluzione delle altre province, prendendo come base di riferimento l’anno 2000. Seguirà quella dei comuni turistici.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

84

Graf.16 - Valori assoluti delle presenze turistiche nelle province pugliesi. Anni 2000 e 2008.

636

1.525 1.370

4.495

3.843

9511.081

2.615

3.528

1.116

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

a 2000a 2008

Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio del turismo)

L’analisi delle variazioni è preceduta però dal diverso peso che il turismo ha nelle varie province ad inizio ed alla fine del periodo in termini di numero di presenze attivate.

Nel decennio considerato tutte le province aumentano notevolmente il numero delle proprie presenze turistiche, ma anche come si evince dall’esame delle distribuzioni percentuali, che nel corso degli anni aumentano leggermente ma progressivamente il loro peso le province di Lecce e di Taranto essenzialmente a svantaggio di quella di Foggia.

In valori assoluti la provincia di Lecce aumenta, nel decennio, di più di 1,65 milioni di pernottamenti, quella di Foggia di 1,57 milioni, quella di Bari di 613mila.

Graf.17 - Quote di mercato in termini di presenze turistiche delle province pugliesi: anni 2000 e 2008

2000 2008

Foggia; 39,3

Lecce; 29,1

Bari; 12,0Taranto; 7,1

Brindisi; 12,4

Bari; 12,5

Brindisi; 11,2

Foggia; 36,9

Lecce ; 31,5

Taranto; 7,8

Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio del turismo)

Rapp

orto

sul t

uris

mo

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uglia

85

Graf.

18 -

Pres

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lle si

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prov

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tre pr

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00-2

008.

Indice

anno

base

2000

=100

80100

120

140

160

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Fogg

iaA

ltre

prov

ince

8010

0

120

140

160

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Lecc

eA

ltre

prov

ince

8010

0

120

140

160

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Bar

iA

ltre

prov

ince

80100

120

140

160

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Brin

disi

Altre

pro

vinc

e

8010

0

120

140

160

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

Tara

nto

Altre

pro

vinc

e

Fonte

: Elab

oraz

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u dati

Reg

ione P

uglia

(Oss

erva

torio

Turis

tico R

egion

ale)

Il movimento turistico nella Regione Puglia

86

Graf.19 - Arrivi e presenze. Distribuzione % del flusso regionale tra le province. Anno 2008 (valori in %)

8,1

22,6

9,5

24,8

35,0

7,812,5

31,5

36,9

11,2

Taranto Brindisi Bari Lecce Foggia

Arrivi Presenze

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.20 - Presenze per provincia e nazionalità. Evoluzione 1999-2008 (Variazioni % anno su anno precedente)

Foggia

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Foggia

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Lecce

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Lecce

Rapporto sul turismo in Puglia

87

(segue) Graf.20 - Presenze per provincia e nazionalità. Evoluzione 1999-2008 (Variazioni % anno su anno precedente)

-40

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Bari

-40

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Bari

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Brindisi

-30

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Brindisi

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Taranto

-20

-10

0

10

20

30

40

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Italiani Stranieri Totale

Taranto

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Nel 2008 i dati sul flusso totale di clienti nell’insieme degli esercizi ricettivi ha fatto rilevare più di 12 milioni di giornate di presenza, per un complesso di 2,9 milioni di arrivi. Rispetto al 2007 si osservano incremento/decremento variabile a seconda delle province sia per gli arrivi che per le presenze. Il 2008 ha quindi segnato la prosecuzione della tendenza generale riscontrata nell’attività turistica della regione.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

88

4.2 La permanenza media nelle province Il confronto fra la permanenza media del 1998 e quella del 2008 mostra alcune variazioni degne

di rilievo, nell’ambito di una tendenza alla diminuzione. Foggia sembra la provincia ove gli stranieri permangono di più, anche se negli anno la permanenza media si riduce da 7,8 a 5,1 giornate.

Graf.21 - Indice di permanenza media per provincia. Anno 2008

2,3

4,9

4,4

5,3

4,0

Bari

Brindisi

Foggia

Lecce

Taranto

Fonte: Elaborazioni su Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.22 - Indice di permanenza media per nazionalità per provincia. Anno1998 1998 2008

2,7

5,0

3,4

6,4

3,63,13 3,30

7,77

5,57

4,23

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

Italiani Stranieri

2,3

5,14,3

5,4

3,9

2,50

4,285,08 4,59 4,91

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

Italiani Stranieri

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Nel 2008 la permanenza media diminuisce i suoi valori massimi e mostra un andamento differenziato con province che in qualche caso l’aumentano ed altre che vedono una diminuzione.

In generale la permanenza media registrata nel 2008 mostra una restrizione della durata rispetto al 1998, con una stabilizzazione generale intorno ai 4-5 giorni per tutte le province in equilibrio tra la componente italiana e straniera.

Fa eccezione la provincia di Bari che presenta una media più bassa per la maggiore incidenza del turismo d’affari che tradizionalmente si caratterizza per brevi soggiorni.

L’indice di permanenza media per provincia nel 2008 mostra che quella di Lecce è la provincia che più riesce a trattenere il turista (5,3 giorni).

Rapporto sul turismo in Puglia

89

5. Le tipologie ricettive utilizzate Come già previamente affermato, le variazioni dei flussi turistici sono determinate in primo

luogo dal sistema di ospitalità, e in particolare dalla composizione della ricettività delle varie destinazioni, oltre che dai mutamenti nel sistema economico globale.

Sugli assetti della ricettività influiscono anche fattori giuridico strutturali che introducono nuove tipologie e ne cambiano gli assetti.

Nel corso degli anni si verificano, inoltre, anche alcune variazioni metodologiche nella raccolta dei dati statistici, in particolare con riferimento al comparto extralberghiero,3 che proprio per questo motivo presenta, con le sue diverse tipologie che vanno dai campeggi alle case per ferie, un andamento più differenziato ed erratico rispetto a quello alberghiero

Tenendo presenti queste premesse, dall’analisi di medio-lungo periodo si evidenzia una bipolarizzazione del mercato con due tendenze riferibili alla scelta della tipologia di ricettività e alla nazionalità di provenienza. I cluster evidenziano la presenza di due gruppi:

- chi ricerca autonomia, economicità, un contatto più diretto con il territorio, si spinge verso l'extralberghiero e in particolare verso forme autonome di soggiorno orientate alla diretta conoscenza di abitudini e tradizioni;

- chi invece è alla ricerca di comfort, si muove verso le fasce più alte del settore alberghiero, riproposto negli ultimi anni con una qualità crescente e nuovi elementi di tipicità e distinzione in grado di rendere più attrattive le strutture, spesso adeguate agli standard di sostenibilità ambientale.

A tal proposito è opportuna una precisazione, perché le classifiche tradizionali Istat non corrispondono a quelle del mercato. L’esempio più lampante è dato dai villaggi turistici che sono considerati nelle rilevazioni turistiche come esercizio extra di fatto assimilato ai campeggi, con la conseguenza che si sommano le relative presenze sotto l’unica voce “campeggi e villaggi turistici” che insieme definiscono il cosiddetto fenomeno del turismo all’aria aperta.

In realtà i villaggi turistici sul piano della gestione e della letteratura aziendale, nonché nelle valutazioni delle stesse imprese e nel loro criterio di appartenenza, sono del tutto assimilati alle gestioni alberghiere per numero e qualità dei servizi offerti.

La Puglia è tipica regione del turismo all’aria aperta, dei campeggi e dei villaggi turistici. Ciò premesso il movimento turistico rilevato in Puglia, differenziato per tipologia ricettiva

(alberghiero ed extralberghiero) ricalca sostanzialmente quanto già evidenziato per i flussi totali. Ad un momento di break registrato nel 2001 è seguita una ripresa che ha visto i turisti stranieri preferire forme di alloggio maggiormente comode e sofisticate, a differenza della compagine nazionale che ha sostenuto una tendenza orientata verso la crescita costante in entrambe le tipologie ricettive. La contrazione alberghiera ed extralberghiera per il profilo stranieri (durata nel periodo 2001-2003), ha fatto seguito alla flessione generata da cause esogene al sistema, seguita

3 Tra le note pubblicate dallo stesso Istat “La voce “Alloggi in affitto iscritti al REC”, denominata “Alloggi in affitto”, dall’anno 2000 include tutte le tipologie di alloggio in affitto gestite in forma imprenditoriale. Il processo di revisione ed aggiornamento degli archivi relativi agli esercizi complementari, soprattutto per quanto riguarda gli “Alloggi in affitto”, gli “Alloggi agro-turistici” e le “Altre strutture ricettive” può comportare, soprattutto in alcune regioni, sensibili variazioni da un anno all’altro nel numero di strutture complementari e del relativo Movimento [..] Le variazioni annue delle variabili relative alla capacità delle strutture ricettive e al movimento dei clienti possono incorporare l’effetto spurio di revisioni straordinarie degli archivi degli esercizi ricettivi utilizzati dagli enti periferici del turismo per la raccolta dei dati”.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

90

dalla ripresa fisiologica del mercato con quote non proporzionali all’incremento registrato rispetto all’anno base 1998.

Per la ricettività la prima distinzione fondamentale è quella fra turismo alberghiero ed extralberghiero, quest’ultimo prevalentemente caratterizzato dal turismo all’aria aperta dei campeggi e dei villaggi turistici.

La Puglia ha sempre avuto una incidenza percentuale del comparto complementare (extralberghiero) maggiore di quella nazionale e della media delle altre regioni dei Mezzogiorno; più precisamente si caratterizza per il grande ruolo che in particolare assume la domanda di turismo all’aria aperta.

Nel 2007 è la regione con la maggiore quota interna di movimento plein air, identificato dalle presenze nei campeggi e nei villaggi turistici, che determinano il 27,5% dell’intera domanda locale.

Graf.23 - Quota di presenze alberghiere sul totale di quelle rilevate nelle regioni: Anno 2007

41,5

44,8

48,4

53,8

55,0

59,4

61,8

66,7

67,5

69,1

69,3

70,9

71,6

73,0

73,7

79,0

79,5

79,8

80,9

84,1

84,3

Friuli-VG

Marche

Veneto

Umbria

Toscana

Puglia

Molise

Piemonte

Media Italia

Basilicata

Abruzzo

Liguria

Sardegna

Campania

Valle d'Aosta

Trentino-Alto Adige

Emilia-R.

Lombardia

Calabria

Lazio

Sicilia

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Nel 2007 il comparto alberghiero determina il 59,4% del movimento turistico in termini di presenze, mentre a livello nazionale la percentuale corrispondente è del 67,5% e nel Mezzogiorno il 73,3%. La percentuale elevata del comparto alberghiero nel Mezzogiorno dipende anche dal fatto che diverse regioni rilevano in modo assai approssimato il comparto alberghiero. Fra tali regioni, comunque, la Puglia presenta la percentuale di movimento alberghiero meno elevata.

Rapporto sul turismo in Puglia

91

Per la quota dei turisti che sceglie di alloggiare in albergo la Puglia si colloca in sedicesima posizione con grandi destinazioni turistiche che presentano un indicatore minore come ad esempio la Toscana e il Veneto. La regione più “alberghizzata”, nel senso indicato, appare la Sicilia con l’84,3% della movimentazione attivata, seguita dal Lazio con l’84,1%.

La grande importanza che per la Puglia ha il comparto del turismo all’aria è ben testimoniata dal relativo grafico che colloca la regione al primo posto per l’incidenza interna di questa componente.

L’andamento appare assai differenziato, anche per le altre regioni, fra comparto alberghiero ed extralberghiero.

L’evoluzione del rapporto è ben evidenziata dalle variazioni percentuali delle due tipologie di ricettività e dalla quota di mercato all’inizio ed alla fine del decennio considerato: il relativo andamento non presenta grandi differenziazione ed appare, rispetto alla componente nazionale, uno dei più elevati d’Italia; il tasso medio di incremento totale del 5,5% è causato da un aumento del 6,1% del comparto extralberghiero e del 5,1% di quello alberghiero.

I grafici seguenti evidenziano il percorso di sviluppo seguito dalle diverse tipologie ricettive. A differenza di quanto verificatosi nel contesto nazionale, ove nel corso di oltre un decennio si è

visto un forte sviluppo del comparto extralberghiero (in particolare, per l’emergere di nuove tipologie di ricettività dall’agriturismo al bed & breakfast), nel territorio pugliese le variazioni più sensibili sono state registrate nel settore alberghiero, in genere garanzia per le opzioni aggiuntive rese al cliente e per una immagine di maggiore garanzia e affidabilità, in particolare in rapporto alle lontane provenienze.

La Puglia, comunque, resta una delle regioni più cateterizzate dalla componete extralberghiera ed in particolare dalla voce “campeggi e villaggi turistici”.

Il peso della componente alberghiera, tuttavia, è prevalente ed in aumento nel corso del decennio, ma risulta comunque inferiore alla media nazionale ed a quella media delle altre regioni

Rispetto ai livelli del 1998, si è creata negli ultimi anni una sorta di forbice nella capacità di crescita del movimento specificatamente a favore della componente straniera per il settore alberghiero e di quella italiana per quello extralberghiero.

Il grafico di confronto fra l’andamento del comparto alberghiero e di quello extralberghiero, in termini di presenze, evidenzia come nel periodo critico (2003-2004) si sia di fatto verificato un effetto sostituzione della ricettività alberghiera con quella extra, quest’ultima più flessibile e più a buon mercato.

Il quadro di sintesi proposto nel grafico 26 sintetizza l’andamento delle presenze in relazione all’anno base 2000 mostrando la tendenza evolutiva nel comparto alberghiero in rapporto a quello extralberghiero, evidenziando l’inversione di tendenza a favore degli extralberghieri nel periodo 2003-2005, rientrata poi in seguito al 2006.

Le evoluzioni descritte per nazionalità e comparto ricettivo sono evidenziate anche dalla composizione percentuale dei flussi.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

92

Graf.24 - Quota di presenze del turismo del turismo all’aria aperta (campeggi e villaggi turistici) sul totale di quelle rilevate nelle regioni: Anno 2007

6,8

8,0

8,5

11,0

11,3

12,3

13,6

15,6

16,3

16,9

17,4

21,2

21,3

22,1

23,2

23,4

23,6

23,6

25,1

26,8

27,5

Trentino-AA

Sicilia

Lazio

Umbria

Valle d'Aosta

Lombardia

Emilia-R.

Calabria

Liguria

Piemonte

Media Italia

Sardegna

Friuli-VG

Toscana

Basilicata

Campania

Molise

Marche

Abruzzo

Veneto

Puglia

STRANIIERI

4,1

4,5

6,4

6,9

7,4

8,3

9,7

13,8

14,7

15,3

15,3

15,5

16,7

16,9

19,8

21,5

22,1

23,3

23,3

24,9

31,0

Lazio

Sicilia

Valle d'Aosta

Basilicata

Molise

Trentino-AA

Calabria

Lombardia

Emilia-R.

Liguria

Marche

Toscana

Media Italia

Umbria

Sardegna

Abruzzo

Campania

Piemonte

Puglia

Friuli-VG

Veneto

ITALIANI

5,1

8,0

10,3

10,8

12,2

13,2

13,7

16,7

16,9

16,9

17,8

18,9

20,7

21,8

24,3

25,0

25,2

25,6

25,7

28,1

28,2

Trentino-AA

Umbria

Sicilia

Lombardia

Piemonte

Emilia-R.

Valle d'Aosta

Liguria

Calabria

Lazio

Media Italia

Friuli-VG

Veneto

Sardegna

Campania

Basilicata

Marche

Abruzzo

Molise

Toscana

Puglia

7

Fonte: elaborazioni su dati Istat

Rapporto sul turismo in Puglia

93

Graf.25 - Arrivi. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Evoluzione 2000-2008. Indice anno base 2000=100

80

100

120

140

160

180

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Italia (senza Puglia)_Alberg. Puglia_Alberg.Italia (senza Puglia)_Extralberg. Puglia_Extralberg

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Graf.26 - Presenze. Confronto Puglia e altre regioni italiane. Evoluzione 2000-2008. Indice anno base 2000=100

80

100

120

140

160

180

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Italia (senza Puglia)_Alberg. Italia (senza Puglia)_Extralberg.Puglia_Alberg. Puglia_Extralberg

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Nella tabella 4 sono riportate le distribuzioni congiunte e marginali dei flussi turistici relativi ad alcuni anni. La quota relativa di italiani che, in termini di presenze, fruisce di strutture alberghiere è passata dal 47,5% del 1998 al 51,1%; parallelamente si è registrato un decremento della quota percentuale di italiani che soggiornano presso le strutture extralberghiere, passata dal 37,3% di inizio decennio al 34,9% della fine.

L’incidenza relativa delle presenze straniere, in linea con la tendenza nazionale, è aumentata nel comparto alberghiero, passando dal 6,7% del 1998 all’8,4% del 2008; è diminuita nel comparto extralberghiero passando dal 6,7% del 1997 al 5,7% del 2008.

Non è possibile riportare la ripartizione dei flussi nelle diverse categorie ricettive per le dimensioni numeriche non sempre allineate con i principi della privacy. Una successiva analisi sull’offerta regionale avallerà ulteriormente tale nota.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

94

Graf.27 - Presenze. Andamento del comparto alberghiero ed extralberghiero per nazionalità della clientela. Evoluzione 1999-2008. (Variazioni % anno su anno precedente)

Italiani

-5

0

5

10

15

20

25

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Alberghiero Extralberghiero

Stranieri

-20

-15

-10

-5

0

5

10

15

20

00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07

Alberghiero Extralberghiero

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.4 - Arrivi e presenze per comparto ricettivo e nazionalità. Anni 1998-2008 (Valori assoluti) Esercizi Alberghieri Esercizi Extralberghieri Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

Arrivi 1998 1.128.641 149.965 1.278.606 263.558 55.331 318.889 1999 1.269.063 182.138 1.451.201 287.534 66.792 354.326 2000 1.272.769 210.197 1.482.966 355.798 77.048 432.846 2001 1.428.730 201.019 1.629.749 384.757 76.784 461.541 2002 1.532.137 229.828 1.761.965 408.571 84.037 492.608 2003 1.506.953 246.790 1.753.743 472.389 77.282 549.671 2004 1.571.909 269.209 1.841.118 471.517 76.918 548.435 2005 1.630.774 294.310 1.925.084 488.240 73.094 561.334 2006 1.690.097 311.334 2.001.431 497.570 74.131 571.701 2007 1.757.442 345.256 2.102.698 518.960 72.223 591.183 2008 1.921.098 340.777 2.261.875 577.947 82.423 660.370

Rapporto sul turismo in Puglia

95

Esercizi Alberghieri Esercizi Extralberghieri Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

Presenze 1998 3.584.510 545.351 4.129.861 2.683.605 550.370 3.233.975 1999 3.724.021 829.606 4.553.627 2.775.920 686.323 3.462.243 2000 4.155.343 815.492 4.970.835 3.321.591 682.340 4.003.931 2001 4.649.973 750.937 5.400.910 3.527.852 660.856 4.188.708 2002 5.012.345 748.241 5.760.586 3.751.768 752.768 4.504.536 2003 4.907.708 799.357 5.707.065 4.323.513 680.547 5.004.060 2004 4.931.546 891.366 5.822.912 4.211.635 610.484 4.822.119 2005 5.224.314 913.802 6.138.116 4.132.476 562.856 4.695.332 2006 5.470.051 966.015 6.436.066 4.180.570 612.208 4.792.778 2007 5.721.970 1.097.513 6.819.483 4.158.723 503.397 4.662.120 2008 6.105.837 1.136.482 7.242.319 4.363.794 577.263 4.941.057 Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.5 - Arrivi e presenze per tipologia ricettiva e nazionalità. Anni vari. Distribuzione % congiunta e marginale Arrivi Presenze Italiani Stranieri Totale Italiani Stranieri Totale

1998 Esercizi Alberghieri 70,7 9,4 80,0 48,7 7,4 56,1 Esercizi Extralberghiero 16,5 3,5 20,0 36,4 7,5 43,9 Totale 87,1 12,9 100,0 85,1 14,9 100,0

2000 Esercizi Alberghieri 66,4 11,0 77,4 46,3 9,1 55,4 Esercizi Extralberghiero 18,6 4,0 22,6 37,0 7,6 44,6 Totale 85,0 15,0 100,0 83,3 16,7 100,0

2002 Esercizi Alberghieri 68,0 10,2 78,2 48,8 7,3 56,1 Esercizi Extralberghiero 18,1 3,7 21,8 36,5 7,3 43,9 Totale 86,1 13,9 100,0 85,4 14,6 100,0

2004 Esercizi Alberghieri 65,8 11,3 77,0 46,3 8,4 54,7 Esercizi Extralberghiero 19,7 3,2 23,0 39,6 5,7 45,3 Totale 85,5 14,5 100,0 85,9 14,1 100,0

2006 Esercizi Alberghieri 65,7 12,1 77,8 48,7 8,6 57,3 Esercizi Extralberghiero 19,3 2,9 22,2 37,2 5,5 42,7 Totale 85,0 15,0 100,0 85,9 14,1 100,0

2008 Esercizi Alberghieri 65,7 11,7 77,4 50,1 9,3 59,4 Esercizi Extralberghiero 19,8 2,8 22,6 35,8 4,7 40,6 Totale 85,5 14,5 100,0 85,9 14,1 100,0

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

6. La domanda domestica

6.1 L’andamento di lungo periodo Nelle pagine successive si propone un’analisi di dettaglio dei flussi di provenienza nazionale

che rappresentano di gran lunga la principale componente ed anche la principale

Il m

ovim

ento

turi

stic

o ne

lla R

egio

ne P

uglia

96 Tab.6

- Ar

rivi d

i itali

ani p

er re

gione

di pr

oven

ienza

. Ann

i 199

8-20

08 (V

alori a

ssolu

ti)

Regio

ne di

prov

enien

za

1998

19

99

2000

20

01

2002

20

03

2004

20

05

2006

20

07

2008

Pi

emon

te 72

.333

72.35

1 71

.939

78.34

3 83

.509

83.78

7 83

.357

83.96

0 91

.438

88.23

2 94

.745

Valle

D'A

osta

7.348

7.4

34

4.544

6.0

21

5.783

7.8

59

9.470

4.5

79

4.642

4.6

78

4.385

Lo

mbar

dia

178.1

53

195.0

22

193.4

96

219.0

60

239.7

99

238.4

86

234.5

32

247.9

02

260.3

05

261.8

89

266.1

69

Tren

tino-

Alto

Adige

27

.032

30.25

9 24

.583

29.09

0 31

.054

33.41

3 32

.773

27.55

3 28

.290

26.74

8 28

.256

Vene

to 78

.012

85.31

6 81

.984

103.2

00

111.7

82

106.6

24

103.6

69

107.6

32

107.3

93

110.2

08

117.2

94

Friul

i-Ven

ezia

Giuli

a 19

.565

20.84

6 20

.919

25.39

3 24

.162

23.40

8 26

.051

22.29

1 20

.373

21.80

8 24

.659

Ligur

ia 26

.525

25.79

6 27

.493

29.56

2 30

.070

29.61

0 30

.625

30.24

4 28

.240

30.62

4 34

.695

Emilia

-Rom

agna

88

.398

99.27

9 99

.095

115.6

76

127.5

79

126.0

20

129.5

35

134.0

78

136.4

07

135.6

25

141.6

02

Tosc

ana

61.52

1 67

.485

65.61

7 82

.515

86.71

4 82

.123

81.33

1 85

.918

82.52

8 84

.080

92.56

1 Um

bria

24.25

5 31

.481

28.41

4 33

.767

36.76

0 35

.388

37.90

6 38

.373

36.84

6 36

.503

44.41

1 Ma

rche

35.90

5 43

.539

48.86

1 49

.694

55.49

1 57

.330

63.22

6 62

.934

63.97

4 64

.795

71.72

9 La

zio

180.9

24

194.3

28

214.1

00

239.4

24

258.9

70

258.0

19

269.7

52

282.6

54

298.8

58

305.9

70

318.6

30

Abru

zzo

26.72

5 33

.029

35.51

1 39

.642

41.36

7 46

.481

47.28

1 52

.466

55.51

2 58

.827

64.48

5 Mo

lise

10.00

5 11

.829

15.77

6 15

.087

14.93

6 16

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ia 12

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250.7

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61

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97

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31

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)

Il movimento turistico nella Regione Puglia

98

caratterizzazione del turismo locale. L’analisi è condotta considerando le statistiche messe a disposizione dalla Regione Puglia.

Le frequenze assolute riportate nel medio-lungo periodo (1998-2008) consentono di valutare l’evoluzione del turismo nazionale in Puglia in rapporto a quanto è avvenuto nelle altre regioni italiane. Ne emergono alcune considerazioni di grande rilievo che evidenziano la rilevanza del turismo di prossimità sia in termini di arrivi che di presenze: In termini di arrivi i residenti nella regione che effettuano le proprie vacanze all’interno della stessa sono il 16,9% nel 1998 ed aumentano fino al 20,2% del 2008; i residenti nel Mezzogiorno che compiono le loro vacanze nella regione determinano più di metà degli arrivi, passando dal 42,3% del 1998 al 50,4% del 2008.

Nell’anno 2000 i residenti nella regione, in termini di presenze, determinavano quasi un quarto (23,2%) dei pernottamenti totali nel 2000, che diventano il 20,3% nel 2008; quelli del Mezzogiorno passano, nello stesso periodo, dal 45,6% al 46,8%.

Di fatto, dunque, con riferimento alla componente nazionale della domanda un quinto del movimento interno alla regione è determinato dai residenti, mentre più della metà degli arrivi, ed un po’ meno della metà delle provenienze è dovuta ai clienti del Mezzogiorno.

Tab.8 - Arrivi in Puglia per regione di provenienza. Anni 1999-2008 (Variazioni % anno su anno precedente e tasso di variazione medio annuo) 00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07 T.v.m.a. Piemonte -0,6 8,9 6,6 0,3 -0,5 0,7 8,9 -3,5 7,4 3,0 Valle D'Aosta -38,9 32,5 -4,0 35,9 20,5 -51,6 1,4 0,8 -6,3 -5,7 Lombardia -0,8 13,2 9,5 -0,5 -1,7 5,7 5,0 0,6 1,6 3,5 Trentino-Alto Adige -18,8 18,3 6,8 7,6 -1,9 -15,9 2,7 -5,5 5,6 -0,8 Veneto -3,9 25,9 8,3 -4,6 -2,8 3,8 -0,2 2,6 6,4 3,6 Friuli-Venezia Giulia 0,4 21,4 -4,8 -3,1 11,3 -14,4 -8,6 7,0 13,1 1,9 Liguria 6,6 7,5 1,7 -1,5 3,4 -1,2 -6,6 8,4 13,3 3,3 Emilia-Romagna -0,2 16,7 10,3 -1,2 2,8 3,5 1,7 -0,6 4,4 4,0 Toscana -2,8 25,8 5,1 -5,3 -1,0 5,6 -3,9 1,9 10,1 3,6 Umbria -9,7 18,8 8,9 -3,7 7,1 1,2 -4,0 -0,9 21,7 3,9 Marche 12,2 1,7 11,7 3,3 10,3 -0,5 1,7 1,3 10,7 5,7 Lazio 10,2 11,8 8,2 -0,4 4,5 4,8 5,7 2,4 4,1 5,6 Abruzzo 7,5 11,6 4,4 12,4 1,7 11,0 5,8 6,0 9,6 7,7 Molise 33,4 -4,4 -1,0 9,6 25,8 -5,5 -12,8 9,7 11,6 6,5 Campania 16,8 11,9 6,7 8,8 5,5 11,3 9,4 7,2 11,7 9,9 Puglia 6,3 0,2 1,8 15,9 1,3 7,3 4,2 8,6 10,7 6,1 Basilicata 14,5 8,6 1,8 9,8 6,4 -2,6 5,2 12,1 10,3 7,2 Calabria 15,8 20,0 15,2 -7,6 15,2 1,4 -1,1 12,1 25,5 10,2 Sicilia 4,1 12,8 10,2 -11,7 5,9 -3,5 -3,3 3,2 23,6 4,1 Sardegna 2,8 10,8 16,3 -20,7 11,2 -10,3 7,7 -8,1 23,7 2,8 ITALIA 4,6 11,4 7,0 2,0 3,2 3,7 3,2 4,1 9,8 5,4

Nord-ovest -1,0 11,9 7,9 0,2 -0,5 2,4 4,9 0,2 3,8 3,2 Nord-est -3,9 20,6 7,8 -1,7 0,9 -0,2 0,3 0,7 5,9 3,2 Centro 6,0 13,6 8,0 -1,2 4,5 3,9 2,6 1,9 7,3 5,1 Sud e Isole 9,4 7,3 5,9 5,7 4,9 5,3 3,8 7,5 14,0 7,0 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Nel decennio la maggiore quota di arrivi interni, sul totale di quelli dei residenti in Italia, si realizza nei primi anni, con un massimo di quasi un quarto (24,6%) nel 1999. Poi si verifica una diminuzione, mentre dal 2002 la quota è stabile intorno al 20%, con un leggero calo nel 2006 al

XVI Rapporto sul turismo italiano

99

19,0%: i pernottamenti determinati dalle regioni del Mezzogiorno, in termini relativi, raggiungono il loro massimo nell’ultimo anno (46,8%) ed il loro minimo nel 2002, con il 42,4%. In termini assoluti i maggiori valori rilevati sono, ovviamente, quelli dell’ultimo anno per tutte le componenti considerate.

Se si considera anche la componente straniera le presenze dei residenti nella regione nel 19998 determinano circa il 14% del movimento complessivo nel 1998 e più del 17% nel 2008.

Le variazioni percentuali annue evidenziano un andamento abbastanza differenziato delle varie provenienze regionali, con andamenti più discontinui per quelle di minore per le quali anche variazioni assolute ridotte hanno comunque una forte incidenza percentuale.

Tab.9 - Presenze in Puglia per regione di provenienza. Anni 1999-2008 (Variazioni % anno su anno precedente e tasso di variazione medio annuo 1999-2008) 00/'99 01/'00 02/'01 03/'02 04/'03 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07 T.v.m.a. Piemonte 15,4 7,6 5,9 6,4 -1,3 1,9 3,8 -2,6 4,5 4,5 Valle D'Aosta -39,4 41,0 13,8 48,0 -16,6 -27,9 -14,3 36,6 -23,1 -2,7 Lombardia 17,5 14,5 9,6 4,5 -1,6 2,6 6,2 -2,4 -1,2 5,3 Trentino-Alto Adige -7,2 8,6 33,5 1,4 -6,3 -12,0 5,1 -14,6 5,3 0,7 Veneto 9,0 16,5 9,3 2,2 -1,1 0,2 4,6 -4,1 2,4 4,2 Friuli-Venezia Giulia 15,5 26,3 -9,0 1,2 3,1 -12,0 -4,3 -4,7 14,0 2,7 Liguria 31,3 8,3 6,1 -4,9 -4,6 -2,1 -5,1 5,3 15,3 5,0 Emilia-Romagna 15,9 15,0 11,0 7,6 -2,7 -0,2 2,8 -2,3 1,1 5,1 Toscana 13,2 11,6 9,5 6,6 -6,6 2,0 1,2 -0,1 6,0 4,6 Umbria 5,8 21,7 12,3 6,2 -0,6 5,2 -1,2 -1,0 16,7 6,9 Marche 21,4 -4,2 8,3 6,3 2,6 1,4 -0,9 4,9 7,0 5,0 Lazio 20,1 15,7 7,7 5,8 -1,0 5,0 7,9 3,1 -0,3 6,9 Abruzzo 10,5 4,3 6,3 10,1 -2,6 12,3 3,6 6,9 9,5 6,7 Molise - -25,8 4,4 2,2 20,5 3,2 -17,1 18,5 9,4 6,4 Campania 25,0 11,6 8,0 11,0 -0,8 12,2 7,2 4,4 8,8 9,5 Puglia 8,4 0,7 0,2 7,8 -1,0 0,0 -1,8 7,8 7,1 3,2 Basilicata 30,4 0,4 -8,3 20,8 -1,2 -0,3 4,2 11,8 18,9 7,9 Calabria 26,8 12,0 13,3 -6,9 5,6 0,0 3,7 14,3 29,3 10,3 Sicilia 12,8 12,4 11,7 -14,3 7,2 -4,0 -1,6 6,7 26,3 5,8 Sardegna 6,7 8,4 22,8 -20,7 5,0 -6,4 11,2 -16,5 17,2 2,1 ITALIA 15,0 9,4 7,2 5,3 -1,0 2,3 3,1 2,4 6,0 5,4

Nord-ovest 16,7 12,7 8,6 4,9 -2,0 1,6 4,8 -1,7 0,6 5,0 Nord-est 9,7 15,6 11,4 4,3 -2,3 -2,5 3,3 -4,6 2,8 4,0 Centro 17,8 12,5 8,5 6,0 -1,5 4,0 4,9 2,5 3,0 6,3 Sud e Isole 15,0 4,5 4,4 5,6 0,4 3,7 1,5 6,8 10,8 5,8 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Con riferimento alle macroaree di provenienza il massimo incremento di presenze del decennio è determinato dai clienti del Centro Italia che aumentano dell’85,2%, a fronte di una media regionale del 70,8%, ad un tasso medio annuo del 6,4% (media nazionale 5,5%).

Aumentano più della media anche le presenze del Mezzogiorno, mentre più contenuto è l’aumento del aree del Nord.

Rispetto alle singole regioni solo due di dimensione minore presentano valori negativi alla fine del decennio rispetto all’inizio, la Valle d’Aosta, per gli arrivi (-4,4% tasso medio annuo) e le presenze (-2,2%), ed il Trentino Alto Adige (considerando insieme le province autonome di Trento e Bolzano) con una diminuzione dei soli arrivi dell’1,1%.

Le regioni che presentano la dinamica più positiva per gli arrivi sono l’Abruzzo (tasso medio di

Il movimento turistico nella Regione Puglia

100

incremento dell’8,1%), la stessa Puglia con il 7,0%, la Basilicata (6,6%), il Lazio (5,3%) e le Marche (5,0%).

In termini di presenze le regioni che aumentano maggiormente la loro attrazione sono la Calabria (9,7%), che ovviamente aumenta considerevolmente la propria permanenza media, la Campania (9%), l’Abruzzo (8,2%), la Basilicata (8,0%) ed il Lazio (6,7%).

Per queste regioni la permanenza media aumenta. Appare evidente che si tratta di movimenti di prossimità dalle regioni limitrofe o vicine per le

quali la Puglia conserva ed aumenta il proprio appeal, ed il proprio mix di offerta, con una componente significativa del prezzo.

Con riferimento alle grandi macroaree nelle quali tradizionalmente si suddivide il Paese, il maggiore incremento degli arrivi è determinato proprio dalle regioni del Mezzogiorno che aumentano ad un tasso medio annuo del 7,0% a fronte di una media nazionale del 5,2%; segue il Centro 4,6% e le due aree del Nord con il 2,9%. Conseguentemente in termini di quote di mercato aumenta considerevolmente il peso del Mezzogiorno e diminuisce quello delle altre aree, in modo più sensibile per le provenienze dal Nord.

Con riferimento alle presenze, la macroarea che mostra i maggiori incrementi è il Centro Italia, con un aumento di presenze che si verifica ad un tasso medio annuo del 6,4% a fronte di una media nazionale del 5,5% e di una media delle regioni del sud dl 5,9%:

In termini di quote di mercato aumentano la loro rilevanza il Sud ed il Centro, a scapito del Nord Ovest e del Nord Est. In particolare è quest’ultima area di provenienza che negli ultimi anni vede diminuire la sua importanza relativa

Nel periodo considerato i comportamenti delle regioni nei confronti dell’appeal della Puglia sono assai diversificati con effetti sulle quote del mercato nazionale. Nel 1998 la principale regione di origine della clientela nazionale per numero delle presenze era la Puglia stessa con una percentuale del 23,7%, seguita dalla Lombardia con il 14,4%, dal Lazio con il 10,9% e dalla Campania con il 10,6%. A distanza seguiva l’Emilia Romagna (6,4%).

Dieci anni dopo la prima regione di provenienza continua ad essere la Puglia, che però ha ridotto la sua quota da circa un quarto a circa un quinto del movimento totale dei nazionali.

In seconda posizione si colloca la Campania con un considerevole aumento della sua incidenza al 14,7%, seguita dalla Lombardia (13,6%), dal Lazio (12,4%) e quindi, sempre a distanza, dall’Emilia Romagna (6,1%).

Le prime tre regioni, Puglia compresa, determinano quasi la metà (48,6%) del movimento dei nazionali, così come ad inizio del decennio; le prime quattro regioni raggiungono l’incidenza del 61%.

La valutazione del peso relativo delle destinazioni deve essere integrata con quella delle variazioni assolute, perché a piccole variazioni percentuali possono corrispondere variazioni relativamente grandi nei valori assoluti.

In questo caso le solite 5 regioni si collocano ai primi posti, ma la Campania determina il maggiore movimento con un aumento di circa 890mila presenze (20,5% dell’aumento totale verificatosi) seguita dalla Puglia con 667mila (15,4%), dal Lazio (632mila e 14,6%), dalla Lombardia (543mila e 12,5%) e dall’Emilia Romagna (248mila e 5,7%).

6.2 Oltre la congiuntura Un focus sull’ultimo anno consente di approfondire alcuni aspetti significativi della evoluzione

XVI Rapporto sul turismo italiano

101

del turismo regionale evidenziando il favorevole andamento del 2008 in confronto all’anno precedente a fronte delle difficoltà riscontrate a livello nazionale. La Puglia rileva un aumento del 9,8% degli arrivi e del 5,6% delle presenze dei turisti residenti in Italia, mentre per l’intero Paese si stima una leggera diminuzione contenuta intorno all’1% di questa stessa componente, ed una diminuzione considerevolmente maggiore intorno al 4% pere la componente estera. Ma questi ultimi sono dati provvisori suscettibili di cambiamento quando saranno disponibili quelli definitivi. Fra le regioni crescono notevolmente Calabria e Sicilia aumentando di più di un quinto le presenze rispetto all’anno precedente. Aumentano considerevolmente la loro quota anche la Basilicata, la Sardegna, l’Umbria e la Liguria.

Le regioni leader sono ben consolidate e sia nel 2007 che nel 2008, ma sono ancora le regioni del Mezzogiorno quelle che dimostrano la dinamica più positiva giacché Lombardia e Lazio mostrano un leggero calo delle presenze, mentre Campania e Puglia rilevano un considerevole aumento.

6.3 La permanenza media dei turisti provenienti dalle altre regioni La permanenza media appare più elevata per le provenienze dal Nord, anche a causa della

maggiore distanza.

Graf.28 - Permanenza media per regione di provenienza. Anni 1998 e 2008

2,2

2,5

2,6

3,6

3,7

3,7

3,8

4,0

4,1

4,1

4,2

4,2

4,3

4,5

4,5

4,6

4,8

4,8

5,9

2,4

2,3

4,0

5,1

4,0

4,5

5,4

3,8

5,9

5,3

4,7

4,5

5,1

5,3

4,1

2,8

3,6

4,4

4,1

4,3

4,3

4,7

5,0

Calabria

Sicilia

Sardegna

Toscana

Marche

Liguria

Abruzzo

Friuli-Venezia Giulia

Lazio

Basilicata

ITALIA

Puglia

Umbria

Molise

Emilia-Romagna

Veneto

Valle D'Aosta

Piemonte

Campania

Lombardia

Trentino-Alto Adige

2008 1998

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Il movimento turistico nella Regione Puglia

102

Nel corso del decennio di riferimento risultano tendenzialmente in aumento Lombardia e Piemonte, in controtendenza con quanto avviene a livello generale in Italia e nel mondo; il fatto trova giustificazione anche nella prevalenza della componente balneare e di forme di turismo all’aria aperta.

Per la presenza del turismo d’affari di interscambio la durata del soggiorno risulta più ridotta in Sicilia, Sardegna e Calabria, con tendenza comunque all’aumento.

La regione di provenienza che vede la minore durata del soggiorno è la Calabria con 2,2 giorni, quella che si caratterizza per una più lunga durata è il trentino A.A. con 5,9 presenze medie ogni turista, seguito dalla Lombardia con 5,3.

6.4 La ricettività utilizzata dai flussi domestici

Tab.10 - Presenze di italiani per comparto ricettivo. Anni 1998 e 2008 (Valori assoluti e percentuali) Valori assoluti T.v.m.a. Quote di mercato 1998 2008 2008/1998 1998 2008 Alberghieri 3.584.510 6.105.837 5,5 57,2 58,3 Extralberghieri 2.683.605 4.363.794 5,0 42,8 41,7 Totali 6.268.115 10.469.631 5,3 100,0 100 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.11 - Presenze per provenienza regionale in Puglia per tipo di esercizio. Valori assoluti 2008 e variazioni percentuali dal 1998 al 2008 2008 Variazione 2008/1998 Alberghi Extralb Alberghi Extralb Totale Piemonte 247.238 207.647 2,8 6,1 4,2 Valle D'Aosta 11.491 9.247 -0,2 -4,2 -2,2 Lombardia 768.391 654.296 4,0 6,2 4,9 Trentino-AA 70.307,00 96.183 -0,9 2,7 1,0 Veneto 298.766 243.601 3,0 7,0 4,6 Friuli-VG 60.918 37.722 1,4 5,0 2,6 Liguria 86.521 41.452 7,6 2,2 5,5 Emilia-R 345.994 292.513 3,1 8,0 5,0 Toscana 208.869 126.750 5,6 5,4 5,5 Umbria 104.341 86.583 7,2 6,2 6,7 Marche 161.687 102.004 6,6 2,8 4,9 Lazio 818.354 483.781 6,3 7,9 6,9 Abruzzo 159.887 85.176 8,4 7,7 8,2 Molise 55.432 37.280 9,0 -0,8 3,8 Campania 898.477 643.404 12,1 5,8 9,0 Puglia 1.049.008 1.073.398 1,9 6,2 3,8 Basilicata 109.372 43.198 6,8 12,2 8,0 Calabria 222.773 36.459 9,7 9,5 9,7 Sicilia 388.334 55.164 5,3 6,8 5,5 Sardegna 39.677 7.936 9,4 -10,7 1,5 ITALIA 6.105.837 4.363.794 5,1 6,1 5,5 Nord Ovest 1.113.641 912.642 3,9 5,8 4,7 Nord Est 775.985 670.019 2,5 6,5 4,1 Centro 1.293.251 799.118 6,3 6,5 6,4 Sud e Isole 2.922.960 1.982.015 5,9 5,9 5,9 Fonte: elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia

XVI Rapporto sul turismo italiano

103

La quota di mercato dell’extralberghiero aumenta di più di un punto passando dal 39,4% al 41,7%.

La dinamica delle presenze alberghiere è trascinata in alto dalle provenienze dal Centro, che presenta il maggiore tasso di crescita (6,3%) e dal Mezzogiorno (5,9%) mentre inferiori alla media risultano gli aumenti delle presenze dalle regioni del Nord.

Per il comparto extralberghiero, invece, i maggiori incrementi si realizzano per le provenienze dal Nord est e dal Centro.

Complessivamente la maggiore variazione si realizza per l’area del Centro e per il Mezzogiorno. A livello di singola regione complessivamente risultano più che raddoppiate le presenze della

Calabria, della Basilicata e dell’Abruzzo e quasi raddoppiate quelle dell’Umbria e del Lazio. Solo la Valle d’Aosta vede un valore negativo.

Relativamente al comparto alberghiero triplica il proprio movimento la Campania mentre presentano valori più che doppi la Calabria, il Molise e l’Abruzzo.

Gli esercizi extralberghieri aumentano di più il proprio richiamo per la Basilicata, con valori più che tripli, mentre presentano incrementi più che doppi la Calabria, l’Emilia Romagna, il Lazio e L Abruzzo e doppi il Veneto.

Considerando gli andamenti delle singole province lungo l’arco del decennio appare un comportamento abbastanza omogeneo con un trend di lungo periodo simile che fatto 100 il valore iniziale del periodo, porta ad un risultato compreso più di 180 (Taranto) e più di 160 (Foggia). Appare evidente il recupero di Lecce negli ultimi anni.

Con riferimento al breve periodo emerge chiaramente un declino in termini di presenze registrato per la Provincia di Foggia nell’anno 2007, per i noti incendi che hanno allontanato la clientela..

7. Il turismo delle province

7.1 Un primo approssimato indice della valenza del turismo locale A livello provinciale il comune denominatore prevalente del mare determina situazione non

troppo diversificate, anche se aumentano le quote di mercato delle province di Lecce e di Taranto a svantaggio di quella di Foggia.

Come a livello regionale anche per le singole province si può avere una prima idea della valenza del comparto turistico rapportando il numero delle presenze al numero degli abitanti.

Si tratta di un indice molto approssimativo, ma rappresenta, comunque, una prima indicazione del ruolo che il turismo ha per le economie provinciali.

Ovviamente risulta nettamente dominante il ruolo della provincia di Foggia, mentre tutte le altre evidenziano un indicatore inferiore alla media nazionale. Sul dato regionale incide fortemente il peso della popolazione che corrisponde al 31% di quella dell’intera regione.

Considerando il numero delle presenze ogni mille abitanti la rilevanza è massima nella provincia di Foggia con più di 7.000 presenze ogni mille residenti e in quella di Lecce, con più di 4700.

Il numero di turisti rapportato a quello degli abitanti risulta assai inferiore a livello regionale rispetto alla media nazionale.

È anche questo un indice indiretto delle potenzialità di turismi della Puglia.

Il movimento turistico nella Regione Puglia

104

Graf.29 - La rilevanza del turismo per le attività locali. Numero di presenze ogni mille abitanti nelle province pugliesi. Anno 2008.

7.015

4.737

3.399

1.6381.219

2.989

6.317

Foggia Lecce Brindisi Taranto Bari Puglia MediaItalia

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.12 - Presenze di italiani per regione di provenienza, dettaglio provinciale. Anno 2008 (Valori assoluti) Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Puglia Piemonte 43.066 42.750 198.337 137.383 33.349 454.885 Valle D'Aosta 1.818 2.620 7.917 7.267 1.116 20.738 Lombardia 129.083 147.317 567.244 471.978 107.065 1.422.687 Trentino-Alto Adige 8.594 8.867 95.641 47.203 6.185 166.490 Veneto 59.243 46.620 234.835 161.057 40.612 542.367 Friuli-Venezia Giulia 14.166 7.933 31.573 39.345 5.623 98.640 Liguria 17.827 14.737 37.331 45.127 12.951 127.973 Emilia-Romagna 61.586 53.084 273.439 211.567 38.831 638.507 Toscana 41.910 26.075 129.645 114.335 23.654 335.619 Umbria 17.445 14.824 85.407 62.605 10.643 190.924 Marche 34.647 19.673 109.751 84.842 14.778 263.691 Lazio 152.260 123.040 455.443 475.022 96.370 1.302.135 Abruzzo 33.102 23.017 94.276 76.675 17.993 245.063 Molise 9.465 10.090 33.641 34.636 4.880 92.712 Campania 153.840 193.310 568.609 492.368 133.754 1.541.881 Puglia 270.078 337.048 522.521 794.617 198.142 2.122.406 Basilicata 20.350 23.942 42.604 51.760 13.914 152.570 Calabria 45.647 40.788 103.366 48.258 21.173 259.232 Sicilia 61.967 31.063 260.414 55.515 34.539 443.498 Sardegna 9.166 4.637 21.769 7.352 4.689 47.613 Totale 1.193.854 1.180.302 3.969.404 3.466.115 826.446 10.636.121

Nord Ovest 191.794 207.424 810.829 661.755 154.481 2.026.283 Nord Est 143.589 116.504 635.488 459.172 91.251 1.446.004 Centro 246.262 183.612 780.246 736.804 145.445 2.092.369 Sud e Isole 612.209 672.762 1.742.841 1.608.384 435.269 5.071.465 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Foggia e Lecce sono le province verso le quali si evidenziano i maggior flussi di turismo domestico; insieme determinano più di due terzi (69,9%) del movimento turistico nel 2008.

La distribuzione rispetto allae regioni di provenienza è molto articolata; il movimento in provenienza dalle regioni dal Nord Est per più di tre quarti si concentra nelle due province leader;

XVI Rapporto sul turismo italiano

105

quello in provenienza dal Nord Ovest e dal centro per un po’ meno di tre quarti.

Graf.30 - Distribuzione delle presenze dei residenti in Italia fra le province e distribuzione delle presenze di turisti. Anno 2008.

Numero di abitanti Presenze di turisti

Bari; 39,2

Brindisi ; 9,9Foggia; 16,7

Lecce; 19,9

Taranto; 14,2 Bari; 11,2

Foggia; 37,3

Lecce; 32,6

Taranto; 7,8Brindisi ;

11,1

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia

Tab.13 - Presenze, incidenza % sul totale provinciale. Rank delle regioni di provenienza nelle singole province. Anno 2008 (Valori %)

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Puglia 22,6 Puglia 28,6 Campania 14,3 Puglia 22,9 Puglia 24,0 Campania 12,9 Campania 16,4 Lombardia 14,3 Campania 14,2 Campania 16,2 Lazio 12,8 Lombardia 12,5 Puglia 13,2 Lazio 13,7 Lombardia 13,0 Lombardia 10,8 Lazio 10,4 Lazio 11,5 Lombardia 13,6 Lazio 11,7 Sicilia 5,2 Emilia-R 4,5 Emilia-R 6,9 Emilia-R 6,1 Veneto 4,9 Emilia-R 5,2 Veneto 3,9 Sicilia 6,6 Veneto 4,6 Emilia-R 4,7 Veneto 5,0 Piemonte 3,6 Veneto 5,9 Piemonte 4,0 Sicilia 4,2 Calabria 3,8 Calabria 3,5 Piemonte 5,0 Toscana 3,3 Toscana 2,9 Piemonte 3,6 Sicilia 2,6 Toscana 3,3 Marche 2,4 Calabria 2,6 Toscana 3,5 Toscana 2,2 Marche 2,8 Abruzzo 2,2 Abruzzo 2,2 Marche 2,9 Basilicata 2,0 Calabria 2,6 Umbria 1,8 Marche 1,8 Abruzzo 2,8 Abruzzo 2,0 Trentino-AA 2,4 Sicilia 1,6 Basilicata 1,7 Basilicata 1,7 Marche 1,7 Abruzzo 2,4 Basilicata 1,5 Liguria 1,6 Liguria 1,5 Umbria 1,3 Umbria 2,2 Calabria 1,4 Umbria 1,3 Umbria 1,5 Liguria 1,2 Basilicata 1,1 Trentino-AA 1,4 Trentino-AA 0,7 Friuli-VG 1,2 Molise 0,9 Liguria 0,9 Liguria 1,3 Friuli-VG 0,7 Molise 0,8 Trentino-AA 0,8 Molise 0,8 Friuli-VG 1,1 Molise 0,6 Sardegna 0,8 Friuli-VG 0,7 Friuli-VG 0,8 Molise 1,0 Sardegna 0,6 Trentino-AA 0,7 Sardegna 0,4 Sardegna 0,5 Sardegna 0,2 Piemonte 0,1 Valle D'Aosta 0,2 Valle D'Aosta 0,2 Valle D'Aosta 0,2 Valle D'Aosta 0,2 Valle D'Aosta 0,1 Totale 100,0 Totale 100,0 Totale 100,0 Totale 100,0 Totale 100,0

Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Le provenienze regionali per provincia confermano il ruolo primario del turismo infraregionale e di prossimità.

Rispetto alle macroaree quella più caratterizzata dalle provenienze dalle regioni del Mezzogiorno è la provincia di Brindisi con il 56,7% delle presenze; segue Taranto (52,3%), mentre la minore incidenza si verifica per sola la provincia di Foggia (42,5%). Escludendo la Puglia (altre regioni del Sud) le provenienze dalle altre regioni del Mezzogiorno oscillano fra un minimo del 22,4% per la provincia di Lecce ed un massimo 29,0% di quella di Foggia rispetto alla media regionale del 28,2%.

Con riferimento alle provenienze regionali solo la Provincia di Foggia vede precedere le provenienze dall’interno della Puglia da quelle della Campania e della Lombardia, ma

Il movimento turistico nella Regione Puglia

106

sostanzialmente le prime quattro regioni di provenienza, oltre alla stessa regione, restano le stesse: Campania, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna; questa ultima è preceduta di poco nella quinta posizione dalla Sicilia nel caso della provincia di Bari, e dal Veneto nei casi della provincia di Taranto.

Dall’insieme di queste valutazioni risulta che la provincia di Foggia è quella più orientata al mercato del Centro Nord. La provincia di Bari vede una significativa presenza della componente extraregionale perché caratterizzata anche dal turismo d’affari.

7.2 La domanda estera nelle province Come è stato più volte indicato la componente straniera ha un peso ridotto all’interno del

sistema di ospitalità pugliese. L’incidenza delle presenze che determina è una delle più basse fra tutte le regioni italiane.

Per quanto riguarda le provenienze dai vari continenti è nettamente dominante l’Europa, che nel corso del decennio, vede diminuire la sua quota dal 91% all’86% perché le presenze dagli altri continenti, ed in particolare dalle Americhe e dall’Asia aumentano a tassi ci crescita più sostenuti.

Graf.31 - Analisi sulla presenze del flusso dei turisti nella regione Puglia confronto 1998 -2008

Europa91%

Africa1%

Asia2%

Oceania1%

America5%

Europa86%

America7%

Oceania2%

Asia4%

Africa1%

1998 2008

Fonte: Elaborazioni su dati Istat

Il trend di lungo periodo (dal 1998 al 2008), relativamente alle presenze dei paesi europei, mostra che l’aumento che si verifica è in linea con quello dei turisti residenti con percentuali di aumento fra il 61% (Bari e Foggia) e l’85% (Taranto). Quest’ultima provincia, tuttavia, è quella che detiene la minore quota di mercato regionale (6,2%), mentre i clienti europei si concentrano per il 42,6% nella provincia di Foggia, per il 25,5% in quella di Lecce, per il 15,1% in quella di bari e per il 10,6% nell’area di Brindisi.

Ciò significa che l’aumento dell’85,6% rilevato a Taranto, trasferendo gli stessi valori assoluti a Foggia, determinerebbe solo una variazione 19,4%, per i diversi livelli di partenza.

L’analisi dei singoli paesi rivela che anche nel 2008, come mostrano le percentuali di riga della tabella 16 è nettamente leader la Germania, con più di un terzo delle presenze; la sua quota di mercato è, però, in riduzione per il maggiore sviluppo delle altre provenienze. Seguono nell’ordine le presenze dei francesi e quelle degli inglesi e degli austriaci.

L’incidenza delle componente tedesca è massima nella provincia di Lecce così come quella dei francesi, mentre il peso degli inglesi è maggiore nella provincia di Bari.

XVI Rapporto sul turismo italiano

107

Risultato interessante l’incrocio delle provincie rispetto al paese di provenienza europeo nell’anno 2008.

Tab.14 - Presenze dei turisti europei per provincie. Indice base 1998=100. Valori assoluti, variazione percentuale, tasso medio annuo di variazione e variazioni percentuali annue. Anno Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Puglia 1998 861.106 789.491 2.721.700 2.140.799 485.268 6.998.364 1999 1.019.377 856.184 3.190.837 2.082.174 536.938 7.685.510 2000 998.751 1.039.120 3.422.504 2.550.029 605.746 8.616.150 2001 1.132.424 1.108.920 3.830.952 2.576.400 596.825 9.245.521 2002 1.178.321 1.111.531 4.116.765 2.809.780 695.305 9.911.702 2003 1.206.781 1.185.917 4.067.296 3.157.987 751.901 10.369.882 2004 1.228.759 1.197.888 4.197.999 2.962.283 702.634 10.289.563 2005 1.295.556 1.264.104 4.171.135 3.020.100 720.104 10.470.999 2006 1.282.437 1.268.727 4.326.904 3.141.037 816.113 10.835.218 2007 1.323.798 1.306.556 4.010.982 3.511.287 893.856 11.046.479 2008 1.386.578 1.308.252 4.382.216 3.738.312 900.358 11.715.716 Var.% 1998-2008 61,0 65,7 61,0 74,6 85,5 67,4 Tvma % 4,9 5,2 4,9 5,7 6,4 5,3 Variazioni percentuali medie annue 1999 18,4 8,4 17,2 -2,7 10,6 9,8 2000 -2,0 21,4 7,3 22,5 12,8 12,1 2001 13,4 6,7 11,9 1,0 -1,5 7,3 2002 4,1 0,2 7,5 9,1 16,5 7,2 2003 2,4 6,7 -1,2 12,4 8,1 4,6 2004 1,8 1,0 3,2 -6,2 -6,6 -0,8 2005 5,4 5,5 -0,6 2,0 2,5 1,8 2006 -1,0 0,4 3,7 4,0 13,3 3,5 2007 3,2 3,0 -7,3 11,8 9,5 1,9 2008 4,7 0,1 9,3 6,5 0,7 6,1 Fonte: Elaborazioni su dati Istat e regione Puglia

Graf.32 - Andamento delle presenze dei turisti europei nelle province

80,090,0

100,0110,0120,0130,0140,0150,0160,0170,0180,0190,0200,0

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia

Il movimento turistico nella Regione Puglia

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Tab.15 - Presenze anno 2008 secondo la provenienza dai paesi europei valori assoluti Provincia Paese di Provenienza Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto

Puglia

Germania 60.120 45.992 220.115 137.533 17.370 481.130 Francia 28.518 15.205 24.515 71.160 11.300 150.698 Regno Unito 27.357 28.844 9.457 26.380 6.181 98.219 Austria 13.418 4.797 38.006 14.483 4.625 75.329 Polonia 6.173 1.123 60.303 3.120 4.124 74.843 Repubblica Ceca 3.111 2.955 61.885 4.576 797 73.324 Belgio 5.816 9.589 11.687 17.801 3.556 48.449 Paesi Bassi 7.504 2.989 18.810 9.099 3.150 41.552 Grecia 9.141 3.420 843 9.068 2.487 24.959 Spagna 9.631 1.812 4.184 5.678 2.961 24.266 Slovacchia 938 1.604 20.192 216 996 23946 Irlanda 1.568 1.968 15.367 1.759 434 21096 Portogallo 2.760 692 2.149 1.267 10.102 16.970 Danimarca 2.242 616 3.463 1.722 3.669 11.712 Ungheria 2.219 596 3.250 1.861 483 8409 Slovenia 2.143 562 3.376 801 909 7791 Lussemburgo 1.473 822 709 2.736 943 6683 Bulgaria 999 1.931 640 602 375 4547 Finlandia 1.374 378 642 1.183 252 3829 Estonia 796 1417 553 341 259 3366 Lituania 574 2132 143 96 234 3179 Cipro 113 2107 89 172 63 2544 Malta 384 132 1164 49 31 1760 Lettonia 128 411 142 90 111 882 Totale complessivo 192.088 135.330 543.430 325.254 78.415 1.274.517

Tab.16 - Distribuzione delle presenze delle nazionalità indicate nelle varie province e distribuzione delle singole nazionalità fra le province .

Distribuzione di colonna Distribuzione di riga Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Puglia Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto Puglia

Germania 31,3 34,0 40,5 42,3 22,2 37,7 12,5 9,6 45,7 28,6 3,6 100,0 Francia 14,8 11,2 4,5 21,9 14,4 11,8 18,9 10,1 16,3 47,2 7,5 100,0 Regno Unito 14,2 21,3 1,7 8,1 7,9 7,7 27,9 29,4 9,6 26,9 6,3 100,0 Austria 7,0 3,5 7,0 4,5 5,9 5,9 17,8 6,4 50,5 19,2 6,1 100,0 Polonia 3,2 0,8 11,1 1,0 5,3 5,9 8,2 1,5 80,6 4,2 5,5 100,0 Repubblica Ceca 1,6 2,2 11,4 1,4 1,0 5,8 4,2 4,0 84,4 6,2 1,1 100,0 Belgio 3,0 7,1 2,2 5,5 4,5 3,8 12,0 19,8 24,1 36,7 7,3 100,0 Paesi Bassi 3,9 2,2 3,5 2,8 4,0 3,3 18,1 7,2 45,3 21,9 7,6 100,0 Grecia 4,8 2,5 0,2 2,8 3,2 2,0 36,6 13,7 3,4 36,3 10,0 100,0 Spagna 5,0 1,3 0,8 1,7 3,8 1,9 39,7 7,5 17,2 23,4 12,2 100,0 Slovacchia 0,5 1,2 3,7 0,1 1,3 1,9 3,9 6,7 84,3 0,9 4,2 100,0 Irlanda 0,8 1,5 2,8 0,5 0,6 1,7 7,4 9,3 72,8 8,3 2,1 100,0 Portogallo 1,4 0,5 0,4 0,4 12,9 1,3 16,3 4,1 12,7 7,5 59,5 100,0 Danimarca 1,2 0,5 0,6 0,5 4,7 0,9 19,1 5,3 29,6 14,7 31,3 100,0 Ungheria 1,2 0,4 0,6 0,6 0,6 0,7 26,4 7,1 38,6 22,1 5,7 100,0 Slovenia 1,1 0,4 0,6 0,2 1,2 0,6 27,5 7,2 43,3 10,3 11,7 100,0 Lussemburgo 0,8 0,6 0,1 0,8 1,2 0,5 22,0 12,3 10,6 40,9 14,1 100,0 Bulgaria 0,5 1,4 0,1 0,2 0,5 0,4 22,0 42,5 14,1 13,2 8,2 100,0 Finlandia 0,7 0,3 0,1 0,4 0,3 0,3 35,9 9,9 16,8 30,9 6,6 100,0 Estonia 0,4 1,0 0,1 0,1 0,3 0,3 23,6 42,1 16,4 10,1 7,7 100,0 Lituania 0,3 1,6 0,0 0,0 0,3 0,2 18,1 67,1 4,5 3,0 7,4 100,0 Cipro 0,1 1,6 0,0 0,1 0,1 0,2 4,4 82,8 3,5 6,8 2,5 100,0 Malta 0,2 0,1 0,2 0,0 0,0 0,1 21,8 7,5 66,1 2,8 1,8 100,0 Lettonia 0,1 0,3 0,0 0,0 0,1 0,1 14,5 46,6 16,1 10,2 12,6 100,0 Altri paesi 1,9 2,4 7,7 4,1 3,8 5,1 5,5 5,0 64,2 20,7 4,6 100,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 15,1 10,6 42,6 25,5 6,2 100,0

Fonte: Elaborazioni su dati Istat e Regione Puglia

XVI Rapporto sul turismo italiano

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La distribuzione della movimentazione straniera fra le province, percentuale di riga, rivela che i tedeschi preferiscono Foggia (il 45,7% delle presenze), i francesi si concentrano per quasi la metà (47,2%) nell’area di Lecce, gli inglesi in quella di Brindisi (29,4%); più di metà degli austriaci sceglie Foggia.

Gli stranieri si rivolgono preferenzialmente verso la scelta di esercizi alberghieri ma è in aumento la propensione ad utilizzare altre tipologie ricettive come i bed & breakfast e gli agriturismi, che nella regione offrono soluzioni di qualità, anche con la conversione in tal senso di diverse masserie, tipiche strutture tradizionali.

Tab.17 - Focus sull’Europa 2008 Arrivi

Esercizi Alberghieri Esercizi Extralberghieri 2.133.089 645.174

Presenze Esercizi Alberghieri Esercizi Extralberghieri

6.873.504 4.842.212 Fonte: Elaborazioni su dati Istat

8. I Principali comuni turistici

8.1 Le tendenze della seconda metà degli anni duemila L’analisi a livello comunale evidenzia come le presenze si concentrino in alcune destinazioni

pivot, ma anche il dettaglio comunale non è sufficiente per definire il livello di concentrazione che si verifica in alcune frazioni, come nel caso di Torre Canne in rapporto al comune di appartenenza di Fasano.

Una prima graduatoria dei venti comuni più turistici della Puglia porta ad evidenziare che nel 2008 questi raccolgono quasi i tre quarti (73%) del movimento vacanziero, mentre i primi dieci ne raccolgono più della metà.

Da notare che in prima posizione si colloca Vieste con il 15,0% delle presenze di tutta la regione, seguita dalla destinazione “religiosa” di San Giovanni Rotondo, con una quota del 6,1% e da Otranto con il 5,8%.

Di seguito si riportano per ogni provincia i primi dieci comuni per numero di presenze, con le relative variazioni percentuali del periodo 2005-2008, il tasso di variazione medio annuo e le quote di mercato provinciale.

Per ogni provincia si riportano i 10 più comuni più turistici secondo il numero delle presenze

Tab.18 - Provincia di Bari. Arrivi e presenze. Comuni top ten per presenze . Valori assoluti, variazioni percentuali annue, media annua e quote del mercato locale. BARI a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Bari 465.389 457.376 487.267 471.811 32,7 30,9 Monopoli 263.093 258.308 243.057 254.478 18,5 16,7 Alberobello 89.130 100.935 106.473 126.405 6,3 8,3 Giovinazzo 105.453 84.385 101.203 107.280 7,4 7,0 Bisceglie 54.348 49.165 55.213 59.283 3,8 3,9 Barletta 47.712 49.325 51.250 51.855 3,4 3,4 Trani 48.747 49.646 49.238 47.781 3,4 3,1

Il movimento turistico nella Regione Puglia

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BARI a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Corato 31.120 36.829 41.474 42.806 2,2 2,8 Polignano a M. 20.625 31.329 36.036 40.909 1,4 2,7 Modugno 32.823 32.816 39.452 40.669 2,3 2,7 Top ten 1.158.440 1.150.114 1.210.663 1.243.277 81,4 81,5 Altri comuni 264.305 257.123 255.080 281.601 18,6 18,5 Totale 1422745 1407237 1465743 1524878 100,0 100,0 Variazioni percentuali Tvma 2006/2005 2007/2006 20008/2007 2008/2005 Bari -1,7 6,5 -3,2 0,5 Monopoli -1,8 -5,9 4,7 -1,1 Alberobello 13,2 5,5 18,7 12,4 Giovinazzo -20,0 19,9 6,0 0,6 Bisceglie -9,5 12,3 7,4 2,9 Barletta 3,4 3,9 1,2 2,8 Trani 1,8 -0,8 -3,0 -0,7 Corato 18,3 12,6 3,2 11,2 Polignano a M. 51,9 15,0 13,5 25,6 Modugno 0,0 20,2 3,1 7,4 Top ten -0,7 5,3 2,7 2,4 Altri comuni -2,7 -0,8 10,4 2,1 Totale -1,1 4,2 4,0 2,3 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.19 - Provincia di Brindisi. Arrivi e presenze. Comuni top ten per presenze . Valori assoluti, variazioni percentuali annue, media annua e quote del mercato locale. BRINDISI a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Ostuni 505.132 488.031 506.065 459.136 38,3 36,9 Fasano 377.887 378.069 395.242 382.591 28,7 28,6 Carovigno 209.015 239.725 251.343 298.063 15,9 18,1 Brindisi 146.342 130.552 126.352 134.359 11,1 9,9 Mesagne 32.790 40.434 47.967 44.962 2,5 3,1 Cisternino 24.616 26.962 26.247 23.082 1,9 2,0 Ceglie Messapica 8.912 9.720 10.739 12.218 0,7 0,7 Torchiarolo 40 316 1.948 5.015 0,0 0,0 S. Vito dei Norm. 8.311 4.661 475 3.547 0,6 0,4 Francavilla Fontana 3.055 3.255 1.903 2.013 0,2 0,2 Top ten 1.316.100 1.321.725 1.368.281 1.364.986 99,8 99,9 Altri comuni 2.077 1.936 3.466 4.744 0,2 0,1 Totale 1.318.177 1.323.661 1.371.747 1.369.730 100,0 100,0 Variazioni percentuali Tvma 2006/2005 2007/2006 20008/2007 2008/2005 Ostuni -3,4 3,7 -9,3 -3,1 Fasano 0,0 4,5 -3,2 0,4 Carovigno 14,7 4,8 18,6 12,6 Brindisi -10,8 -3,2 6,3 -2,8 Mesagne 23,3 18,6 -6,3 11,1 Cisternino 9,5 -2,7 -12,1 -2,1 Ceglie Messapica 9,1 10,5 13,8 11,1 Torchiarolo 690,0 516,5 157,4 400,5 San Vito dei Normanni -43,9 -89,8 646,7 -24,7 Francavilla Fontana 6,5 -41,5 5,8 -13,0 Top ten 0,4 3,5 -0,2 1,2 Altri comuni -6,8 79,0 36,9 31,7 Totale 0,4 3,6 -0,1 1,3 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

XVI Rapporto sul turismo italiano

111

Tab.20 - Provincia di Foggia. Arrivi e presenze. Comuni top ten per presenze . Valori assoluti, variazioni percentuali annue, media annua e quote del mercato locale. FOGGIA a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Vieste 1.735.358 1.830.456 1.713.150 1.822.063 40,7 41,2 San Giovanni Rotondo 582.774 539.602 593.421 739.219 13,7 12,2 Peschici 765.848 782.873 543.066 608.310 17,9 17,6 Rodi Garganico 279.328 318.118 310.694 325.423 6,5 7,2 Manfredonia 140.950 172.972 161.560 174.033 3,3 3,9 Mattinata 151.199 162.117 153.403 171.253 3,5 3,7 Vico del Gargano 118.028 119.080 100.928 102.479 2,8 2,7 Foggia 95.986 99.674 96.552 101.860 2,2 2,2 Isole Tremiti 71.086 80.255 101.112 86.600 1,7 1,8 Lesina 63.154 70.805 76.201 69.319 1,5 1,6 Top ten 4.003.711 4.175.952 3.850.087 4.200.559 93,8 94,1 Altri comuni 263.267 262.349 251.350 294.454 6,2 5,9 Totale 4266978 4438301 4101437 4495013 100,0 100,0 Variazioni percentuali Tvma 2006/2005 2007/2006 20008/2007 2008/2005 Vieste 5,5 -6,4 6,4 1,6 San Giovanni Rotondo -7,4 10,0 24,6 8,2 Peschici 2,2 -30,6 12,0 -7,4 Rodi Garganico 13,9 -2,3 4,7 5,2 Manfredonia 22,7 -6,6 7,7 7,3 Mattinata 7,2 -5,4 11,6 4,2 Vico del Gargano 0,9 -15,2 1,5 -4,6 Foggia 3,8 -3,1 5,5 2,0 Isole Tremiti 12,9 26,0 -14,4 6,8 Lesina 12,1 7,6 -9,0 3,2 Top Ten 4,3 -7,8 9,1 1,6 Altri comuni -0,3 -4,2 17,1 3,8 Totale 4,0 -7,6 9,6 1,8 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.21 - Provincia di Lecce. Arrivi e presenze. Comuni top ten per presenze . Valori assoluti, variazioni percentuali annue, media annua e quote del mercato locale. LECCE a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Otranto 625.334 664.189 699.296 707.105 20,3 20,7 Ugento 539.349 584.970 594.910 649.722 17,5 18,2 Gallipoli 392.101 390.512 406.609 421.162 12,7 12,2 Melendugno 275.230 243.911 288.547 316.820 8,9 7,6 Lecce 314.129 260.195 290.111 310.139 10,2 8,1 Porto Cesareo 121.559 177.432 216.846 235.005 3,9 5,5 Nardo' 206.436 163.514 214.826 233.768 6,7 5,1 Santa Cesarea Terme 115.657 100.932 95.439 105.083 3,7 3,1 Lizzanello 13.505 81.060 101.574 101.847 0,4 2,5 Castrignano del Capo 85.006 69.880 75.651 83.517 2,8 2,2 Top ten 2.688.306 2.736.595 2.983.809 3.164.168 87,1 85,2 Altri comuni 397.930 475.088 625.660 678.963 12,9 14,8 Totale 3.086.236 3.211.683 3.609.469 3.843.131 100,0 100,0 Variazioni percentuali Tvma 2006/2005 2007/2006 20008/2007 2008/2005 Otranto 6,2 5,3 1,1 4,2 Ugento 8,5 1,7 9,2 6,4 Gallipoli -0,4 4,1 3,6 2,4 Melendugno -11,4 18,3 9,8 4,8 Lecce -17,2 11,5 6,9 -0,4

Il movimento turistico nella Regione Puglia

112

LECCE a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Variazioni percentuali Tvma 2006/2005 2007/2006 20008/2007 2008/2005 Porto Cesareo 46,0 22,2 8,4 24,6 Nardo' -20,8 31,4 8,8 4,2 Santa Cesarea Terme -12,7 -5,4 10,1 -3,1 Lizzanello 500,2 25,3 0,3 96,1 Castrignano del Capo -17,8 8,3 10,4 -0,6 Top ten 1,8 9,0 6,0 5,6 Altri comuni 19,4 31,7 8,5 19,5 Totale 4,1 12,4 6,5 7,6 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

Tab.22 - Provincia di Taranto. Arrivi e presenze. Comuni top ten per presenze . Valori assoluti, variazioni percentuali annue, media annua e quote del mercato locale. TARANTO a 2005 a 2006 a 2007 a 2008 a 2005 a 2008 Castellaneta 212.401 232.441 282.269 242.503 28,5 27,4 Taranto 144.799 161.691 182.731 212.285 19,4 19,1 Ginosa 27.298 126.833 130.834 126.164 3,7 15,0 Martina Franca 62.731 89.340 86.564 86.613 8,4 10,5 Leporano 89.257 50.226 50.560 55.415 12,0 5,9 Massafra 36.174 39.022 43.356 48.201 4,8 4,6 Pulsano 53.688 46.771 43.374 44.214 7,2 5,5 Manduria 34.683 30.611 34.860 39.824 4,6 3,6 Torricella 23.464 5.920 4.826 24.620 3,1 0,7 Palagiano 17.560 14.194 22.979 22.092 2,4 1,7 Top ten 702.055 797.049 882.353 901.931 94,1 94,0 Altri comuni 44.301 50.913 50.854 48.693 5,9 6,0 Totale 746356 847962 933207 950624 100,0 100,0 Variazioni percentuali Tvma 2006/2005 2007/2006 20008/2007 2008/2005 Castellaneta 9,4 21,4 -14,1 4,5 Taranto 11,7 13,0 16,2 13,6 Ginosa 364,6 3,2 -3,6 66,6 Martina Franca 42,4 -3,1 0,1 11,4 Leporano -43,7 0,7 9,6 -14,7 Massafra 7,9 11,1 11,2 10,0 Pulsano -12,9 -7,3 1,9 -6,3 Manduria -11,7 13,9 14,2 4,7 Torricella -74,8 -18,5 410,2 1,6 Palagiano -19,2 61,9 -3,9 8,0 Top ten 13,5 10,7 2,2 8,7 Altri comuni 14,9 -0,1 -4,2 3,2 Totale 13,6 10,1 1,9 8,4 Fonte: Elaborazioni su dati Regione Puglia (Osservatorio Turistico Regionale)

8.2 I comuni più caratterizzati da lunghe permanenza La valutazione della permanenza media se associata ai singoli comuni evidenzia in modo netto

come quelli balneari, con la una forte incidenza della ricettività non alberghiera, presentino una clientela che soggiorna mediamente per più tempo.

A fronte del dato regionale che indica un soggiorno media di 4,2 giorni emerge che sette comuni della regione presentano una permanenza media superiore ai dieci giorni, mentre altri 17 superiore alla settimana. Sono quelli più caratterizzati dal turismo all’aria aperta dei villaggi turistici

XVI Rapporto sul turismo italiano

113

e dei campeggi delle località balneari. Anche le destinazioni balneari-termali presentano un soggiorno medio abbastanza elevato,

come si verifica per Santa Margherita di Savoia e Santa Cesarea Terme, mentre le terme di Torre Canne, Comune di Fasano, vedono una forte presenza di fruitori termali locali, molti dei quali effettuano il periodo di cura come pendolari dalla loro abituale abitazione.

Alcune delle più note destinazioni come Peschici e Vieste presentano una durata del soggiorno abbastanza elevata, intorno agli otto giorni.

Graf.33 - I comuni della Puglia con la maggiore permanenza media. Anno 2008.

14,111,011,0

10,510,210,2

9,99,2

8,48,38,38,2

7,87,87,77,67,57,57,47,4

7,27,07,06,96,86,86,6

6,36,16,06,0

7,0

Carovigno(BR)Giurdignano(LE)

Lizzanello(LE)Leporano(TA)Ischitella(FG)

San Paolo di Civitate(FG)Noicattaro(BA)

Morciano di Leuca(LE)Peschici(FG)

Cagnano Varano(FG)Palagiano(TA)

Vieste(FG)Torricella(TA)

Melendugno(LE)Vico del Gargano(FG)

Nociglia(LE)Ginosa(TA)

Salve(LE)Candela(FG)

Lesina(FG)Otranto(LE)

Rodi Garganico(FG)Monteleone di Puglia(FG)

Biccari(FG)Nardo'(LE)

Martignano(LE)Mattinata(FG)

Palagianello(TA)Santa Cesarea Terme(LE)Margherita di Savoia(FG)

Villa Castelli(BR)Manduria(TA)

Focus Foggia 10,2 10,28,4 8,3 8,2 7,7 7,4 7,4 7,0 7,0 7,0 6,8 6,1

0,02,04,06,08,0

10,012,0

Ischit

ella

San P

aolo

Pesc

hici

Cagn

ano

Vies

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lCa

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Lesin

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nteleo

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ttinata

Marg

herita

Focus Lecce11,0 11,0

9,27,8 7,6 7,5 7,2 6,9 6,8 6,3

0,02,04,06,08,0

10,012,0

Giur

digna

no

Lizza

nello

Morci

ano d

iLe

uca

Melen

dugn

o

Nocig

lia

Salve

Otra

nto

Nard

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Martig

nano

Santa

Cesa

rea

Fonte: elaborazioni su dati Regione Puglia

9. I comuni con maggiore tasso di internazionalità Il rapporto fra presenze degli stranieri e totale delle presenze esprime bene il grado di

internazionalità con riferimento ai singoli comuni. Tre di questi godono di una prevalenza della componente straniera, mentre in altri undici l’incidenza di questa componente è superiore al 30%.

Tab.23 - I comuni con il maggiore grado di internazionalità della Puglia Squinzano 55,4 Valenzano 40,1 Turi 29,6 Nociglia 55,4 Matino 38,5 Monte Sant'Angelo 28,7 Locorotondo 51,1 Mesagne 37,0 Rutigliano 28,6 Alberobello 49,1 San Vito dei Normanni 35,5 Panni 27,7 Avetrana 48,0 San Pietro Vernotico 34,1 Brindisi 27,1 San Paolo di Civitate 44,9 Ruvo di Puglia 34,1 Sammichele 27,0 Palagiano 40,2 Martina Franca 30,8 Polignano 26,7 Fonte: elaborazioni su dati Regione Puglia

Rapporto sul turismo in Puglia 115

CAPITOLO VI I TRASPORTI1

Il presente contributo analizza il traffico commerciale2 nel sistema aeroportuale pugliese,

partendo in primis dal posizionamento della regione nel panorama nazionale; segue una sintetica analisi del comparto marittimo (infrastrutture, navi di linea e segmento crocieristico).

L’analisi evolutiva interessa gli anni compresi tra il 2000 ed il 2008, mentre l’ultima sezione del contributo si sofferma sui principali risultati emersi nei primi mesi dell’anno in corso.

1. Il traffico commerciale del sistema aeroportuale pugliese ed il suo posizionamento nel panorama nazionale

In Italia il settore del trasporto aereo può contare, ad oggi, 100 aeroporti dei quali 49 di tipo comunitario internazionale, ovvero classificati come scali dell’Unione Europea ed abilitati al traffico aereo commerciale con i Paesi terzi.

La regione Puglia conta 5 aeroporti di cui 4 di tipo comunitario (Bari Palese, Brindisi Papola Casale, Foggia Gino Lisa e Taranto Grottaglie) ed uno, quello di Lecce San Cataldo, chiuso al traffico. Per numero di aeroporti, la Puglia rappresenta la seconda realtà del Sud (dopo la Sicilia).

Confrontando le performance della Puglia con le altre regioni d’Italia, il traffico passeggeri intercettato nel 2008 è stato pari al 2,6% del totale nazionale, peso analogo al sistema aeroportuale piemontese, ma ancora inferiore al traffico commerciale registrato per lo stesso periodo in Campania (4,2%).

Tab.1 – Le caratteristiche infrastrutturali degli aeroporti nazionali, graduatoria (1°Gennaio 2008) Totale Comunitari

internazionali Ad uso

civile Doganali Sanitari Valichi di

frontiera Lombardia 14 5 1 6 3 4 Emilia Rom 12 4 8 4 1 4 Veneto 12 6 6 4 1 4 Lazio 9 3 3 4 2 3 Piemonte 8 3 6 1 1 2 Toscana 8 4 4 3 2 Sicilia 6 5 3 2 1 3 Puglia 5 4 3 2 1 2 Sardegna 5 4 3 3 4 Calabria 3 2 3 2 2 2 Campania 3 1 1 1 1 Friuli V. Giulia 3 1 2 1 1 Liguria 3 2 2 2 2 Abruzzo 2 1 1 1 1 1

1 A cura di Pierluigi Picilli. 2 Traffico effettuato per trasportare persone o cose dietro remunerazione. Esso comprende quindi il trasporto aereo di linea, charter e aerotaxi.

I trasporti

116

Totale Comunitari internazionali

Ad uso civile

Doganali Sanitari Valichi di frontiera

Marche 2 1 1 1 1 Trentino A. A. 2 1 1 1 1 Umbria 2 1 2 1 Valle D'Aosta 1 1 Italia 100 49 49 38 14 38 Nord Est 29 12 17 10 2 10 Nord Ovest 26 11 9 9 4 8 Centro 21 9 9 8 3 7 Sud e Isole 24 17 14 11 5 13 Legenda: Aeroporto comunitario: qualsiasi aeroporto situato nel territorio doganale della Comunità; aeroporto

comunitario di carattere internazionale: qualsiasi aeroporto comunitario che previa autorizzazione rilasciata dalle autorità competenti, è abilitato al traffico aereo con i paesi terzi.

Aeroporto ad uso solo civile: aperto esclusivamente al traffico civile. Aeroporto doganale: aeroporto in cui si svolge traffico passeggeri e/o merci da/per l’estero, per cui è prescritto

l’espletamento dei controlli e delle formalità doganali. Aeroporto sanitario: aeroporto abilitato ad accogliere traffico da qualsiasi provenienza, comprese le zone

sottoposte ad Ordinanza Sanitaria (cioè affette da malattie epidemiche, come colera, febbre gialla, etc.). Valico di frontiera: aeroporto abilitato all’ingresso di cittadini extracomunitari soggetti all’obbligo di visto. Fonte: elaborazione su dati CNIT ed Annuario statistico del trasporto aereo

Graf.1 – Incidenza % del traffico passeggeri commerciali sul totale nazionale. Anno 2008*

29,826,3

9,08,5

4,64,44,24,2

2,62,6

1,60,90,60,30,30,10,00,0

LazioLombardia

VenetoSicilia

SardegnaToscana

Emilia RomagnaCampaniaPiemonte

PugliaCalabria

LiguriaFriuli Venezia Giulia

MarcheAbruzzoUmbria

Trentino Alto AdigeValle d'Aosta

Fonte: Elaborazione su dati ENAC

La Puglia solo nel 2008 ha gestito in termini di traffico commerciale circa 3,4 milioni di passeggeri, confermando nel corso degli ultimi anni un crescente peso all’interno del sistema aeroportuale italiano. Il numero di aeromobili atterrati e decollati dagli scali pugliesi, pari a circa 43 mila unità, rappresenta il 3% di tutto il traffico aeroportuale italiano. Analizzando la serie storica, il movimento aeromobili e quello passeggeri, evidenzia una maggior dinamicità degli scali regionali in particolar modo a partire dall’anno 2005.

Rapporto sul turismo in Puglia 117

Tab.2 – Movimenti di aeromobili (arrivi + partenze) e passeggeri (arrivi + partenze), serie storica 2000-2008, valori assoluti, variazioni % di breve periodo e incidenza %

Puglia Italia Inc % Puglia/Italia Movimenti Var % Passeggeri Var % Movimenti Var % Passeggeri Var % Movimenti Passeggeri

2000 30.852 - 1.875.088 - 1.247.419 - 91.454.127 - 2,5 2,1 2001 27.982 -9,3 1.748.927 -6,7 1.238.239 -0,7 90.210.038 -1,4 2,3 1,9 2002 27.530 -1,6 1.866.107 6,7 1.216.750 -1,7 90.609.737 0,4 2,3 2,1 2003 30.359 10,3 2.159.583 15,7 1.301.868 7,0 100.107.925 10,5 2,3 2,2 2004 33.113 9,1 2.484.243 15,0 1.312.445 0,8 106.989.798 6,9 2,5 2,3 2005 31.391 -4,9 2.422.944 -2,5 1.348.715 2,8 112.931.916 5,6 2,3 2,1 2006 35.577 13,0 2.773.713 14,5 1.419.875 5,3 122.889.091 8,8 2,5 2,3 2007 39.818 11,9 3.275.900 18,1 1.532.987 8,0 135.308.151 10,1 2,6 2,4 2008 43.742 9,9 3.465.216 5,8 1.468.476 -4,2 132.928.179 -1,8 3,0 2,6

Fonte: Elaborazione su dati ENAC

Nel dettaglio, il sistema aeroportuale pugliese ha registrato nel 2006 una crescita di movimenti aeromobili e passeggeri rispettivamente del 13% e del 14,5%, nel 2007 in modo più marcato del 12% e del 18%, e nel 2008, pur non ripetendo le performance degli ultimi anni ha continuato a segnare incrementi di traffico sia in termini di aeromobili atterrati e decollati (10%), sia in termini di passeggeri partiti e arrivati (6%); soprattutto con riferimento all’ultimo anno, è da considerare come gli scali pugliesi, ed in particolare quelli di Bari e Brindisi, hanno registrato incrementi di traffico in controtendenza con l’evoluzioni del traffico del sistema aeroportuale italiano che, invece, per il 2008 ha segnato una significativa riduzione del movimento aeromobili (-4,2% - che si è attestato intorno ad 1,4 milioni) ed una lieve riduzione del traffico passeggeri (-1,8% - attestatosi a circa 132,9 milioni di viaggiatori).

Graf.2 – Evoluzione del traffico commerciale aeromobili e passeggeri in Puglia ed in Italia. Numero indice base fissa anno 2000 = 100

75

90

105

120

135

150

165

180

195

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Puglia aeromobili Puglia passeggeriItalia aeromobili Italia passeggeri

Fonte: Elaborazione su dati ENAC

Le ottime performance del sistema aeroportuale pugliesi sono rese ancor più evidenti dai grafici 2 e 3. Confrontando la crescita indicizzata (rispetto al sistema aeroportuale italiano) del traffico aeromobili e passeggeri nel periodo 2000-2008, si riscontra pur segando un andamento similare,

I trasporti

118

una maggiore pendenza del trend pugliese. Anche utilizzando i tassi di variazione medio annui, la crescita dal 2000 evidenzia come gli scali pugliesi, dalle forti potenzialità ancor non sfruttate appieno (in particolare gli scali di Foggia e Taranto, in attesa della ripresa delle attività nell’aeroporto San Cataldo di Lecce), siano aumentati in termini di traffico aeromobili mediamente del 4,5% annuo (contro la crescita media nazionale pari al 2%) ed in termini di traffico passeggeri dell’8% annuo rispetto al quasi 5% del traffico complessivo nazionale.

Graf.3 – Movimenti di aeromobili (arrivi + partenze) e passeggeri (arrivi + partenze), tasso di variazione medio annuo 2008/2000 in Puglia ed in Italia

4,5

2,1

8,0

4,8

Puglia Italia

tvma 08/00 Movimenti Aeromobili tvma 08/00 Passeggeri Fonte: Elaborazione su dati ENAC

Tab.3 – Graduatoria degli scali italiani in base al numero totale di movimenti aerei commerciali e al numero di passeggeri. Prime 20 posizioni e posizioni degli aeroporti toscani. Anno 2008 e confronto Rank 2000

Rank Rank 2000 2008

Aeroporto Movimenti Inc.% 2000 2008

Aeroporto Passeggeri Inc.%

1 1 Roma Fiumicino 340.971 23,2 1 1 Roma Fiumicino 34.815.230 26,2 2 2 Milano Malpensa 212.841 14,5 2 2 Milano Malpensa 19.014.186 14,3 3 3 Milano Linate 96.823 6,6 3 3 Milano Linate 9.264.561 7,0 4 4 Venezia 73.744 5,0 4 4 Venezia 6.848.244 5,2 10 5 Bergamo 61.980 4,2 16 5 Bergamo 6.462.591 4,9 6 6 Napoli 60.448 4,1 6 6 Catania 6.020.606 4,5 5 7 Bologna 56.993 3,9 5 7 Napoli 5.594.043 4,2 8 8 Catania 56.704 3,9 19 8 Roma Ciampino 4.778.059 3,6 16 9 Roma Ciampino 51.275 3,5 8 9 Palermo 4.424.867 3,3 7 10 Torino 48.797 3,3 7 10 Bologna 4.124.298 3,1 9 11 Palermo 47.120 3,2 15 11 Pisa 3.940.490 3,0 14 12 Pisa 37.887 2,6 9 12 Torino 3.402.047 2,6 12 13 Verona 36.362 2,5 10 13 Verona 3.366.766 2,5 11 14 Firenze 35.305 2,4 11 14 Cagliari 2.924.805 2,2 13 15 Cagliari 33.824 2,3 14 15 Bari 2.465.539 1,9 18 16 Bari 29.156 2,0 12 16 Firenze 1.926.837 1,4 17 17 Olbia 18.323 1,2 13 17 Olbia 1.739.619 1,3 15 18 Genova 18.322 1,2 25 18 Treviso 1.697.720 1,3 20 19 Trieste 14.731 1,0 18 19 Lamezia Terme 1.495.421 1,1 23 20 Lamezia Terme 14.076 1,0 20 20 Alghero 1.383.296 1,0 22 24 Brindisi 11.321 0,8 21 22 Brindisi 967.546 0,7 29 36 Foggia 2.916 0,2 37 38 Foggia 29.231 0,0 45 46 Taranto 143 0,0 44 44 Taranto 2.900 0,0 Altri aeroporti 108.414 7,4 Altri aeroporti 6.239.277 4,7 TOTALE 1.468.476 100,0 TOTALE 132.928.179 100,0 Fonte: Elaborazione su dati ENAC

Rapporto sul turismo in Puglia 119

Secondo le ultime statistiche prodotte dall’Enac, lo scalo di Bari nel 2008 è risultato il 16esimo a livello nazionale per movimenti di aeromobili ed il 15esimo per numero di passeggeri; segue Brindisi in 22esima posizione per numero passeggeri e 24esima per movimento di aeromobili. Gli scali di Foggia e Taranto, invece, sono risultati rispettivamente 38esimo e 44esimo per movimento passeggeri, 36esimo e 46esimo per movimenti di aeromobili. Confrontando il peso percentuale degli scali pugliesi rispetto alla medesima graduatoria stilata dall’Enac nel 2000, le posizioni appaiono complessivamente similari, ad eccezione di Foggia che nel 2000 costituiva il 29esimo scalo nazionale per movimento aeromobili. Bari che nel 2008 ha concentrato il 2% sia del movimento aeromobili che del traffico passeggeri, risultava nel 2000 18esimo, mentre Brindisi (che concentrava nel 2008 lo 0,7-0,8% del movimento aeromobili e passeggeri) nel 2000 risultava 22esimo per movimenti e 21esimo per passeggeri.

1.1 Il traffico commerciale passeggeri e aeromobili in Puglia Il presente paragrafo analizza l’evoluzione del traffico aeromobili e passeggeri nei quattro scali

pugliesi.

Tab.4 – Movimenti di aeromobili (arrivi + partenze) e passeggeri (arrivi + partenze) negli scali pugliesi, serie storica 2000-2008, valori assoluti Bari Brindisi Foggia Taranto Puglia

Movim

enti

Pass

egge

ri

Movim

enti

Pass

egge

ri

Movim

enti

Pass

egge

ri

Movim

enti

Pass

egge

ri

Movim

enti

Pass

egge

ri

2000 19.043 1.247.110 7.812 597.388 3.888 28.852 109 1.738 30.852 1.875.088 2001 18.220 1.155.230 7.218 582.619 2.544 11.078 27.982 1.748.927 2002 18.427 1.243.807 7.309 615.798 1.794 6.502 27.530 1.866.107 2003 20.271 1.438.029 7.996 713.629 1.970 7.784 122 141 30.359 2.159.583 2004 22.603 1.722.523 8.555 753.706 1.889 7.858 66 156 33.113 2.484.243 2005 20.446 1.624.361 9.178 792.355 1.767 6.228 97 401 31.391 2.422.944 2006 24.412 1.950.857 9.279 816.126 1.880 6.714 6 16 35.577 2.773.713 2007 27.930 2.343.499 9.643 921.478 2.055 7.726 190 3.197 39.818 3.275.900 2008 29.362 2.465.539 11.321 967.546 2.916 29.231 143 2.900 43.742 3.465.216 Fonte: Elaborazione su dati ENAC

Tab.5 – Movimenti di aeromobili (arrivi + partenze) e passeggeri (arrivi + partenze) negli scali pugliesi, ,variazioni % di breve periodo, anni 2000-2008 Bari Brindisi Foggia Movimenti Passeggeri Movimenti Passeggeri Movimenti Passeggeri 01/'00 -4,3 -7,4 -7,6 -2,5 -34,6 -61,6 02/'01 1,1 7,7 1,3 5,7 -29,5 -41,3 03/'02 10,0 15,6 9,4 15,9 9,8 19,7 04/'03 11,5 19,8 7,0 5,6 -4,1 1,0 05/'04 -9,5 -5,7 7,3 5,1 -6,5 -20,7 06/'05 19,4 20,1 1,1 3,0 6,4 7,8 07/'06 14,4 20,1 3,9 12,9 9,3 15,1 08/'07 5,1 5,2 17,4 5,0 41,9 278,3 Nota: le variazioni % dell’aeroporto di Taranto, a causa dell’esiguità dei valori assoluti non sono significative Fonte: Elaborazione su dati ENAC

I trasporti

120

L’aeroporto di Bari, con 2,4 milioni di passeggeri (+5% rispetto al 2007) e quasi 30mila aeromobili atterrati e decollati (+5%), è il primo regionale, e come già indicato in precedenza concentra il 2% del traffico complessivo nazionale. L’evoluzione di medio periodo evidenzia una crescita sostenuta in termini di traffico sia di aeromobili che di passeggeri sin dal 2006; l’anno di riferimento, infatti, fu caratterizzato da incrementi attorno al 20% sia per movimenti, che per passeggeri e anche nel 2007 la crescita dello scalo è stata sostenuta con incrementi del 14% per movimenti ed ancora del 20% per passeggeri.

Brindisi, invece, secondo scalo regionale registra una crescita marcata del traffico sin dal 2002. Nel 2008 con quasi un milione di passeggeri ha incrementato il proprio traffico del 5%, mentre in termini di movimenti, la crescita è stata addirittura del 17% attestandosi su quota 11mila. L’aeroporto di Foggia registra nel 2008 un forte incremento di traffico, e se la crescita del 2008 rispetto al 2007 si dovesse ripetere nei prossimi anni (42% per movimento aeromobili e 279% per passeggeri), potrà facilmente guadagnare posizioni ed importanza nel contesto nazionale, favorendo al contempo il decongestionamento del traffico su Bari. Anche lo scalo di Taranto dal 2007 ha ripreso a registrare volumi significativi rispetto ai valori degli anni precedenti in termini di traffico di aeromobili e passeggeri sebbene questi, in termini di peso percentuale, pongano il quarto scalo pugliese ancora tra gli ultimi scali nella graduatoria nazionale.

Infine, analizzando le variazioni di lungo periodo, è possibile notare come sia l’aeroporto di Bari che quello di Brindisi evidenzino una crescita medio annua superiore alla media del sistema aeroportuale italiano (che risultava essere il 2% medio annuo per movimenti ed il 4,8% per passeggeri). Palese Macchie ha registrato rispetto al 2000 una crescita medio annua del 6% per movimenti e del 9% per passeggeri, mentre Papola Casale per lo stesso periodo di riferimento ha segnato un +5% medio annuo per movimenti e un +6% per passeggeri.

Graf.4 – Movimenti di aeromobili (arrivi + partenze) e passeggeri (arrivi + partenze), tasso di variazione medio annuo 2008/2000 aeroporti di Bari e di Brindisi

5,64,7

8,9

6,2

Bari Brindisi

tvma 08/00 Movimenti Aeromobili tvma 08/00 Passeggeri Fonte: Elaborazione su dati ENAC

I seguenti grafici, evidenziano il peso relativo dei quattro scali pugliesi rispetto al traffico

Rapporto sul turismo in Puglia 121

commerciale complessivo in Puglia. L’aeroporto di Bari ha visto aumentare il proprio peso rispetto al 2000 passando dal quasi 62%

del traffico regionale complessivo di aeromobili al 67% del 2008. Anche per percentuale di passeggeri trasportati, il primo scalo regionale vede aumentare la sua incidenza passando dal 66% del 2000 al 71% del 2008. Significativa la minor incidenza dell’aeroporto Gino Lisa di Foggia che, mentre nel 2000 concentrava il 13% del traffico regionale, nel 2008 si abbassa al 7%.

Graf.5 – Incidenza % del traffico commerciale aeromobili negli scali pugliesi rispetto al totale nazionale. Anni 2000 e 2008

61,7

25,3

12,6

0,4

67,1

25,9

6,7

0,3

Bari

Brindisi

Foggia

Taranto

2000 2008

Fonte: Elaborazione su dati ENAC

Graf.6 – Incidenza % del traffico commerciale passeggeri negli scali pugliesi rispetto al totale nazionale. Anni 2000 e 2008

66,5

31,9

1,5

0,1

71,2

27,9

0,8

0,1

Bari

Brindisi

Foggia

Taranto

2000 2008

Fonte: Elaborazione su dati ENAC

I trasporti

122

1.2 I primi dati dell’anno in corso La crisi che sta investendo il settore del trasporto aereo nazionale ed internazionale, iniziata già

negli ultimi mesi del 2008, ha stravolto le previsioni ottimistiche che erano state poste dagli osservatori ed operatori del comparto, giustificate dai sostenuti tassi di crescita registrati nel primo semestre 2008.

Secondo le stime effettuate da IATA, Eurocontrol e Aci Europe, era prevista una crescita del trasporto aereo a livello mondiale a tassi annui compresi tra il 4,5% ed il 5,5%, previsioni che sono state ben presto abbandonate. Come precisa il direttore generale e CEO di IATA «La situazione del settore del trasporto aereo è pesante. Col rallentamento dell’economia la domanda è calata molto più rapidamente di quanto era possibile prevedere soltanto qualche mese fa. La nostra previsione per il 2009 è ora di perdita di 4,7 miliardi di dollari (3,4 miliardi di euro). Tutto questo si aggiunge ad un debito del comparto pari a 170 miliardi di dollari (124,5 miliardi di euro), che va a gravare in modo pesantissimo sul bilancio del settore».

Le nuove previsioni formulate dalla IATA3 per l’anno 2009 parlano di un calo del traffico passeggeri nell’anno in corso del 5,7% a livello mondiale, che si traduce in un calo del 6,5% per i soli vettori europei.

La tabella 6 mostra i risultati mondiali aggiornati al primo trimestre 2009 in confronto con il medesimo periodo dell’anno precedente. Il traffico passeggeri, espresso in Revenue Passenger Kilometres4, ha subito un calo mondiale pari al 9,1%, superiore al calo dell’offerta di posti (ASK = -4,2%), portando il load factor medio al 71,6%. Per quanto riguarda l’Europa, la capacità d’offerta ha subito, nel primo trimestre del 2009, un taglio del 5,1% e il traffico passeggeri si è ridotto, perfettamente in linea con la media mondiale, del 9,1%.

Tab.6 – Principali indicatori IATA della domanda di trasporto aereo passeggeri per area territoriale. Variazione % primo trimestre 2009 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente

Gen-Mar 2009 vs. Gen-Mar 2008 RPK ASK PLF Gen-Mar

2009 Africa -11,2 -9,8 70,3 Asia/Pacifico -12,4 -7,6 71,5 Europa -9,1 -5,1 71,3 America Latina -3,7 0,1 72,2 Medio Oriente 2,7 10,5 69,9 Nord America -10,6 -5,1 73,5 Totale -9,1 -4,3 71,6

Legenda: RPK - Revenue Passenger Kilometres, misura il traffico passeggeri ASK - Available Seat Kilometres, misura l’offerta posti disponibile PLF - Passenger Load Factor, indica la % di posti occupati sul totale posti offerti

Fonte: IATA

3 Le previsioni IATA (International Air Transport Association) includono solo il traffico di linea internazionale e non quello domestico. La IATA rappresenta circa 230 compagnie aeree (il 93% del traffico di linea internazionale). 4 Ricavo passeggero/km è una delle misure del volume di passeggeri trasportati da una compagnia aerea. Un passeggero per il cui trasporto un vettore aereo riceve una remunerazione commerciale è chiamato revenue passenger. L’RPK è il calcolo che unisce il numero di revenue passengers ad il numero totale di chilometri percorsi.

Rapporto sul turismo in Puglia 123

Facendo riferimento ai dati prodotti da Assaeroporti5, è possibile quantificare per i primi mesi dell’anno in corso (Gennaio - Maggio) alcune statistiche relative al movimento aeromobili e passeggeri dai 3 principali scali pugliesi, quelli di Bari, Brindisi e Foggia e quelle relative al sistema aeroportuale italiano.

Tab.7 – Principali indicatori IATA della domanda di trasporto aereo passeggeri per area territoriale. Variazione % primo trimestre 2009 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente

Nazionali Internazionali Totale

Gen -

Mag

09

Gen -

Mag

08

Var %

Gen -

Mag

09

Gen -

Mag

08

Var %

Gen -

Mag

09

Gen -

Mag

08

Var %

Bari 8.764 10.001 -12,4 2.805 2.461 14,0 11.569 12.462 -7,2 Brindisi 3.466 3.813 -9,1 457 331 38,1 3.923 4.144 -5,3 Foggia 1.569 877 78,9 25 3 733,3 1.594 880 81,1 Italia 245.956 270.286 -9,0 289.901 319.905 -9,4 535.857 590.191 -9,2 Fonte: Elaborazione su dati Assaeroporti

In termini di movimenti passeggeri, ad eccezione dello scalo di Foggia, i cui valori assoluti sono ancora esigui rispetto ai volumi registrati da Brindisi e Bari, la situazione generale degli scali pugliesi nei primi cinque mesi del 2009 rispecchia in modo quasi analogo quella dei movimenti di aeromobili negli scali nazionali (diminuzione rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente pari al 9%). Bari registra una riduzione dei movimenti del 12%, mentre Brindisi riduce la quantità di aeromobili atterrati e decollati del 9%. A livello di movimenti internazionali, invece, il sistema aeroportuale pugliese, risulta in controtendenza rispetto al dato nazionale (e sebbene il peso relativo traffico nazionale risulti tuttora limitato), in calo anche per queste tratte del 9%. Quasi 3.000 aeromobili da Gennaio a Maggio sono atterrati e decollati da Palese Macchie, evidenziano un incremento del 14% rispetto al 2008, e altrettanto dicasi per Brindisi, che vede aumentare il numero di movimenti del 38%.

Tab.8 – Principali indicatori IATA della domanda di trasporto aereo passeggeri per area territoriale. Variazione % primo trimestre 2009 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente

Nazionali Internazionali Totale

Gen -

Mag

09

Gen -

Mag

08

Var %

Gen -

Mag

09

Gen -

Mag

08

Var %

Gen -

Mag

09

Gen -

Mag

08

Var %

Bari 783.010 752.912 4,0 227.481 211.560 7,5 1.021.702 976.343 4,6 Brindisi 328.313 314.814 4,3 31.715 27.925 13,6 361.299 346.204 4,4 Foggia 28.335 4.342 552,6 218 28.553 4.342 557,6 Italia 20.031.487 21.878.854 -8,4 27.521.661 29.824.113 -7,7 47.923.957 52.130.212 -8,1 Fonte: Elaborazione su dati Assaeroporti

5 Assaeroporti o Associazione Italiana Gestori Aeroporti e un'associazione che rappresenta i gestori degli aeroporti civili italiani. Costituita il 31 maggio 1967, raggruppa le società di gestione dei maggiori Aeroporti italiani.

I trasporti

124

Per quanto riguarda il numero di passeggeri, gli scali pugliesi hanno registrato nei primi mesi dell’anno un incremento generalizzato che è proseguito anche nel mese di Giugno 2009. Bari registra un aumento del 4% dei passeggeri che hanno utilizzato l’aereo sulle tratte nazionali e del 7% per quelle internazionali, accrescendo il volume complessivo dei passeggeri rispetto all’analogo periodo del 2008 del 4,4%.

Anche l’aeroporto di Brindisi vede incrementare del 4,3% i passeggeri che hanno utilizzato l’aereo per destinazioni nazionali e del 14% per quelle internazionali. La situazione complessiva degli scali aderenti ad Assaeroporti, segnala invece una riduzione, analogamente a quanto detto per i movimenti; infatti, i voli nazionali registrano una riduzione dei passeggeri del 8,4%, mentre quelli internazionali del 7,7% segnando nel complesso un calo di passeggeri del 8% rispetto al 2008.

Risultati estremamente positivi a cui si affianca anche il dato relativo al traffico charter; su Bari si segnala come nel primo semestre (Gen - Giu) del 2009 su Bari i voli sono aumentati del 17% rispetto all’analogo periodo del 2008.

1.3 Il sistema aeroportuale pugliese tra flussi turistici e low cost La Puglia, analogamente alle altre regioni del sud, ha nell’accessibilità e nella limitata dotazione

infrastrutturale uno de limiti al potenziamento ed allo sviluppo dell’economia turistica. Qualsiasi investimento infrastrutturale che tenga conto degli impatti ambientali e al contempo garantisca un miglioramento delle prospettive di mobilità intra e verso il Mezzogiorno rappresenta una grande opportunità da cogliere necessariamente, soprattutto in considerazione dell’ultima tranche di finanziamenti strutturali 2007-2013 erogabili dall’Unione Europea che interessano, appunto, il Mezzogiorno. Le strategie di rilancio e di miglioramento del sistema aeroportuale pugliese, attraverso il Master Plan ed i relativi Piani di Sviluppo, potranno garantire già nel breve periodo un miglioramento consistente dei flussi turistici, in particolare quelli internazionali diretti nelle destinazioni della Puglia. Già da qualche anno le coste pugliesi intercettano in modo crescente i flussi turistici che in precedenza preferivano l’alta costa adriatica, ed il potenziamento dell’accessibilità aeroportuale, con l’incremento delle rotte low cost/low, l’apertura verso nuovi bacini di provenienza e il parallelo miglioramento dei servizi di intermodalità per i passeggeri potranno rappresentare un ulteriore incentivo per la scelta, da parte dei turisti, di effettuare le vacanze in Puglia.

E così, il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture aeroportuali potrà favorire un maggior sviluppo del sistema turistico regionale nel complesso ed in modo diretto favorirà gli operatori turistici pugliesi presenti nelle aree prossime agli aeroporti. A tal proposito si presenta il grafico sottostante, che evidenzia la distribuzione dei posti letto per distanza dagli aeroporti di Bari e di Brindisi. Valutando su base comunale l’offerta turistica, è possibile notare come tra i 25 ed i 50 km di distanza dall’aeroporto, Bari detiene l’8,1% dei posti letto provinciali, mentre Brindisi il 14%; invece, in un raggio compreso tra i 100km ed i 125Km dall’Aeroporto, Bari intercetta il 68% dei posti letto totali, mentre Brindisi “solo” il 53%.

Proprio con riferimento all’intermodalità ed alla raggiungibilità delle destinazioni pugliesi, la difficoltà di generare una comoda integrazione del trasporto pubblico porta ovvii problemi allo spostamento dei turisti in una fase in cui la ricerca di autonomia organizzativa del viaggiatore è in forte crescita, aiutata dall’affermarsi di internet e dallo sviluppo delle compagnie low cost.

Rapporto sul turismo in Puglia 125

Graf.7 – Distribuzione dei posti letto per distanza dagli aeroporti, Offerta comunale, 2007

1,1

36,2

48,2

53,0

53,9

54,8

57,4

93,9

98,7

100,0

100,0

100,0

21,9

12,1

4,8

0,9

0,8

2,7

4,2

8,1

19,4

27,6

68,0

75,8

94,6

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

100,0

11,3

8,2

40,4

7,7

18,9

5,4

14,2

1,3

4,8

36,4

13,2

minore o uguale a 25

tra 25 e 50

tra 50 e 75

tra 75 e 100

tra 100 e 125

tra 125 e 150

tra 150 e 175

tra 175 e 200

tra 200 e 225

tra 225 e 250

tra 250 e 275

tra 275 e 300

tra 300 e 325

Brindisi Progressivo Brindisi Bari Progressivo Bari Fonte: Istat

L’insufficienza dell’organizzazione di un trasporto pubblico integrato e l’incapacità di attivare valide azioni di marketing connesse, si sono tradotte talvolta nella sostituzione del trasporto pubblico su rotaia con quello privato su gomma, spesso con la conseguenza dell’esclusione, a seguito dell’eccessiva distanza, dei turisti provenienti dai bacini geografici extra europei, che rappresentano una quota importante nelle bilance turistiche delle Regioni del Centro e del Nord, e che, invece, rappresentano solo delle quote residuali nelle destinazioni del Mezzogiorno. L’accordo strategico per la concreta attuazione del sistema aeroportuale regionale, dunque, attraverso protocolli ed accordi di programma tra istituzioni, società che gestiscono gli scali, compagnie aeree (attraverso il consolidamento dei collegamenti di linea attuali e l’individuazione di nuove rotte e quindi di nuovi bacini di provenienza dei viaggiatori) rappresenta una risorsa ed un’opportunità indispensabile per poter effettivamente puntare sul turismo.

Se l’aeroporto di Bari rappresenta il primo scalo pugliese per movimenti passeggeri ed aeromobili i recenti investimenti per il potenziamento e la riqualificazione dello scalo non solo favoriranno i viaggiatori d’affari presenti in un’area, quella barese, dalla forte dinamicità economica, ma potranno garantire nuovi flussi di carattere internazionale, grazie soprattutto ai nuovi collegamenti di linea con le principali destinazioni europee (tab. 9).

Anche negli scali di Brindisi e Foggia, i nuovi collegamenti nazionali e internazionali previsti rappresentano concrete opportunità di collegamento per i turisti diretti o intenzionati a trascorrere le vacanze nelle destinazioni turistiche pugliesi. Lo scalo da uno è inserito strategicamente in un sistema viario e ferroviario ben articolato ed una volta ottimizzato il suo utilizzo in termini di traffico, potrà costituire un ulteriore fattore di scelta dell’area, suscitando maggiore “appeal” sia per i turisti appartenenti al segmento religioso (diretti a San Giovanni Rotondo), che a quelli

I trasporti

126

appartenenti al mercato leisure diretti verso le Isole Tremiti ed il Gargano. Lo scalo di Brindisi, invece, anche grazie al Piano degli interventi che tra i vari investimenti

prevede la futura realizzazione di una banchina per l’attracco delle navi in piena logica di intermodalità, costituisce uno dei più importanti “porti di accesso” per un territorio a fortissima vocazione turistica che comprende oltre a Brindisi ed alla sua Provincia, anche la Provincia di Lecce, e parte di quella di Taranto.

Tab.9 – I collegamenti di linea nazionali ed internazionali nel sistema aeroportuale pugliese destinazioni Aeroporto

Nazionali Internazionali Bari Alghero, , Bergamo, Bologna,

Catania, Genova, Milano, Olbia, Pisa, Roma, Tornio, Venezia, Verona

Amsterdam, Atene, Barcellona, Basilea, Bruxelles, Bucarest, Colonia, Dusseldorf, Francoforte, Istanbul, Londra, Lussemburgo, Madrid, Malta, Monaco, Parigi, Praga, Stoccarda, Timisoara, Tirana

Brindisi Bergamo, Bologna, Milano, Roma, Torino, Venezia, Verona

Bruxelles, Colonia, Ginevra, Londra, Memmingen, Monaco, Norimberga, Parigi, Vienna, Zurigo

Foggia Bergamo, Milano, Palermo, Roma, Torino Ginevra Fonte: Aeroporti di Puglia

2. Il grande sviluppo dei voli Low cost Tra le motivazioni che hanno determinato il forte sviluppo del traffico passeggeri negli aeroporti

pugliesi, c’è senz’altro da annoverare il potenziamento e lo sviluppo delle compagnie Low cost. I voli Low Cost rappresentano una risorsa strategica per le destinazioni europee ritenute

secondarie rispetto agli abituali e meglio serviti circuiti turistici principali, e la loro quota rispetto alle compagnie tradizionali cresce ininterrottamente dalla loro entrata nel mercato del trasporto aereo.

Tab.10 – Incidenza offerta low cost su totale per paese. Anno 2008. N Paese Low_cost Totale %LCC 1 United_Kingdom 69,260,779 119,812,009 57.8% 2 Spain_and_Canary_Islands 47,277,269 119,630,022 39.5% 3 Germany 42,452,800 109,562,278 38.7% 4 Italy 28,264,857 87,068,254 32.5% 5 Ireland 16,116,566 18,868,763 85.4% 6 France 15,304,013 73,159,735 20.9% 7 Norway 8,830,611 36,406,496 24.3% 8 Poland 6,112,641 12,224,433 50.0% 9 Sweden 5,891,649 23,642,521 24.9% 10 Netherlands 5,785,183 22,007,507 26.3% Fonte: RDC Aviation Ltd

Solo nel 2008 il numero di aeroporti serviti da compagnie low cost in Europa è stato di 319, con un aumento del 73% dal 2002. Un mercato che in Italia rappresenta il 32% dell’offerta, in un

Rapporto sul turismo in Puglia 127

panorama che va dall’85% dell’offerta in Irlanda al 21% della Francia (dove la resistenza posta dalla compagnia di bandiera si fa sentire). A livello europeo, il primo Paese per offerta di posti Low Cost è il Regno Unito, dove tale offerta rappresenta nel 2008 il 58% dell’offerta complessiva di posti aerei, mentre l’Italia con 28 milioni di posti low cost (32% dei posti complessivi) rappresenta la quarta destinazione europea.

Con riferimento allo scenario low cost nazionale (tab.11) si nota come il primo scalo per voli e capacità dei posti offerti e venduti nel 2008 è stata Stansted (Londra), seguito da Catania e da Milano Malpensa. Solo 26esimo l’aeroporto di Bari, con circa 2000 partenze e 340mila posti low cost offerti.

Attualmente nel sistema aeroportuale pugliese operano sei compagnie Low Cost (Air Berlin, EasyJet, MyAir, Ryanair, Sky Europe e TUIfly); nel 2009 (ed i particolare per la stagione estiva) sono previsti incrementi nel numero di voli settimanali e la creazione di nuove rotte sia da Bari che da Brindisi da parte dei vettori Ryanair, MyAir e Tuifly. Solo con riferimento alla compagnia MyAir, i dati relativi agli ultimi tre anni evidenziano un forte incremento dei passeggeri trasportati e del numero di voli; relativamente al 2008 si sono registrate quasi 2000 partenze da Bari, 800 da Brindisi e 400 da Foggia; praticamente in ognuno degli scali indicati il numero di voli e di conseguenza la capacità dei posti a sedere si sono raddoppiati.

Tab.11 – Offerta di voli low cost in Italia (partenze e capacità) per aeroporto di destinazione Rank Aeroporto Partenze LC Capacità LC Dimensione Media LC

1 Stansted 9.946 1.860.936 187,1 2 Catania 7.959 1.403.767 176,4 3 Milano Malpensa 6.592 1.056.719 160,3 4 Barcellona 5.939 1.045.312 176,0 5 Palermo 5.336 931.587 174,6 6 Bergamo 4.583 829.729 181,0 7 Gerona 3.916 740.124 189,0 8 Parigi (De Gaulle) 3.944 646.937 164,0 9 Dublino 3.375 621.192 184,1

10 Hahn 3.263 616.707 189,0 11 Madrid 3.574 615.801 172,3 12 Bucarest 3.660 606.426 165,7 13 Gatwick 3.824 588.956 154,0 14 Parigi (Orly) 3.546 578.390 163,1 15 Colonia 3.470 539.307 155,4 16 Venezia 3.002 526.216 175,3 17 Roma Fiumicino 2.956 522.574 176,8 18 Charleroi 2.736 517.104 189,0 19 Pisa 2.730 509.112 186,5 20 Amsterdam 2.679 446.075 166,5 26 Bari 2.036 339.809 166,9

Fonte: RDC Aviation Ltd

3. Trasporto marittimo e nautica da diporto in Puglia

3.1 Infrastrutture, posti barca ed unità da diporto in Puglia Alla fine del 2006, secondo i dati delle capitanerie di Porto riportati sul conto Nazionale delle

Infrastrutture e dei Trasporti, il numero di posti barca nei porti turistici in Italia è stato pari a circa 65mila unità, negli approdi 60 mila e nei punti di ormeggio quasi 15mila.

I trasporti

128

Tab.12 – Posti Barca per tipologia di approdo e per Regione al 31/12/2006, dist. % di colonna Porto Turistico Approdo Turistico Punto di

Ormeggio Posti Barca

Totali Liguria 21,3 13,9 14,6 17,4 Toscana 16,0 11,1 19,4 14,2 Sardegna 8,2 12,6 14,0 10,7 Campania 13,1 8,7 7,0 10,6 Friuli V.G. 8,3 11,8 0,9 9,0 Sicilia 10,0 8,5 0,0 8,3 Puglia 11,1 3,4 10,2 7,7 Lazio 1,7 8,6 8,6 5,4 Veneto 0,1 5,9 22,3 4,9 Emilia Rom. 4,2 4,3 0,1 3,8 Marche 1,9 6,4 0,0 3,6 Calabria 3,1 1,3 2,2 2,2 Abruzzo 0,6 3,6 0,7 1,9 Molise 0,4 0,0 0,0 0,2 Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: CNIT 2006-2007

La Puglia per lo stesso periodo contava ben 7mila posti barca nei porti turistici (l’11% del totale nazionale, ovvero la quarta regione italiana), 2mila negli approdi (il 3% nazionale) e 1500 nei punti di ormeggio (10% del totale nazionale). Complessivamente la Puglia concentra circa l’8% (in termini assoluti 10.857) degli oltre 141mila posti barca offerti lungo le coste italiane, risultando la settima regione per capacità.

Con riferimento alle unità da diporto iscritte negli uffici marittimi, il dato relativo alla fine del 2006, evidenzia come in Italia si contavano 75mila imbarcazioni di cui il 21% a vela (in termini assoluti quasi 16mila unità) e il restante 79% a motore (pari a circa 75mila unità). Nello stesso periodo di riferimento secondo i dati degli uffici marittimi presenti nel Conto Nazionale delle Infrastrutture e Trasporti 2006-2007 (CNIT), in Puglia sono state iscritte 2.683 imbarcazioni (il 3,5% nazionale) di cui quasi 300 a vela (solo l’1,8% di quelle iscritte in Italia) e le restanti 2.300 a motore (il 4% nazionale).

Tab.13 – Numero di Unità da diporto iscritte negli Uffici marittimi al 31/12/2006 per tipologia e per regione tipologia distribuzione % colonna Regione

A vela* A motore Totale A vela* A motore Totale Liguria 4.604 14.974 19.578 28,8 25,3 26,0 Toscana 2.259 7.753 10.012 14,2 13,1 13,3 Lazio 1.742 6.636 8.378 10,9 11,2 11,1 Campania 494 8.124 8.618 3,1 13,7 11,5 Calabria 67 973 1.040 0,4 1,6 1,4 Puglia 281 2.357 2.638 1,8 4,0 3,5 Molise 2 31 33 0,0 0,1 0,0 Abruzzo 148 527 675 0,9 0,9 0,9 Marche 547 2.660 3.207 3,4 4,5 4,3 Emilia Rom. 1.934 2.684 4.618 12,1 4,5 6,1 Veneto 1.328 3.425 4.753 8,3 5,8 6,3 Friuli V.Giulia 1.462 2.147 3.609 9,2 3,6 4,8 Sardegna 555 2.874 3.429 3,5 4,9 4,6 Sicilia 538 4.077 4.615 3,4 6,9 6,1 Italia 15.961 59.242 75.203 100,0 100,0 100,0 Fonte: CNIT 2006-2007; NOTA * = con o senza motore ausiliario

Rapporto sul turismo in Puglia 129

3.2 I transiti nei porti e negli approdi pugliesi secondo l’indagine sul turismo nautico in Italia

Secondo i dati emersi dall’indagine realizzata dall’osservatorio nazionale sul turismo nautico in Italia nel 2007 in Puglia la domanda di ormeggi si è concentrata prevalentemente nei mesi di Luglio ed Agosto (70% dei transiti italiani e 59% dei transiti stranieri). Mentre gli italiani nel 2007 hanno effettuato domanda di ormeggio per il transito soprattutto durante l’alta stagione, la domanda di ormeggi da parte degli stranieri risulta distribuita in modo significativo anche nei mesi di maggio-giugno (22% di quella complessiva) e settembre-ottobre (16%).

Complessivamente le richieste di ormeggio nel 2007 sono state effettuata da italiani nel 64% dei casi e da stranieri per il restante 36%. Infine con riferimento all’offerta di charter nei porti pugliesi, le aziende che offrono questa tipologia di servizio sono presenti nel 54% dei porti ed approdi pugliesi.

Graf.8 – Domanda di ormeggi per il transito per provenienza, anno 2007

0,9% 1,5%

15,7%

70,2%

10,5%

1,2%0,5% 1,2%

22,3%

58,6%

16,4%

0,9%

gen-febr. marz-apr. mag-giug. lugl-ago. sett-ott. nov-dic.

Italiani Stranieri

Fonte: Osservatorio Nazionale sul Turismo nautico di Assonautica Italiana

3.3 Il Bechmarking con Calabria, Toscana e Croazia Le tabelle che seguono mettono a confronto alcuni indicatori relativi al comparto nautico della

Puglia con la Croazia, la Calabria e la Toscana. L’analisi di alcune tra le destinazioni concorrenti la Regione Puglia evidenziano un maggior

numero di posti barca per chilometri di costa in Puglia (12,6 contro il 2,4 della Croazia ed il 4,4 della Calabria, pur restando tale indicatore inferiore rispetto alla Toscana – 33,5 posti barca/km costa) un maggior numero di posti barca ogni 1.000 residenti (2,7 contro lo 0,2 della Croazia, l’1,6 della Calabria, inferiore solo ) ed un maggior numero di posto barca ogni 1.000 presenze (rapporto di quasi parità di posti barca ogni mille presenze rispetto agli 0,3 posti barca della

I trasporti

130

Croazia, gli 0,4 della Calabria e gli 0,5 della Toscana). Anche relativamente alle seconde case, si evidenzia come la regione pugliese detenga circa

0,15 posti barca ogni mille seconde case, dato superiore alla Calabria (0,06) ma ancora inferiore alla Toscana (0,23).

Tab.14 – Principali indicatori nel settore nautico: un confronto tra Calabria, Puglia, Toscana e Croazia, al 31/12/2006 (a) Posti barca Km di costa posti barca/

km di costa posti barca/

residenti*1000

posti barca/ presenze*100

0

posti barca /seconde

case*1000 Croazia* 13.807 5.835 2,4 0,2 0,3 n.d. Calabria 3.119 715,7 4,4 1,6 0,4 0,06 Puglia 10.857 865 12,6 2,7 1,1 0,15 Toscana 20.155 601,1 33,5 5,6 0,5 0,23

Fonte: Elaborazione su dati Pagine Azzurre, National Tourist Board della Croazia 2008, ISTAT (a) Per la Croazia è stato preso in considerazione anche il numero di posti a secco per un totale di 2.170.

Graf.9 – Ripartizione dei posti barca per tipo di approdo sul totale dei posti barca

4,8 3,3

22,3

95,2

4,5 0,46,9 1,1 0,1

73,4

4,9

52,2

12,5 11,47,1

Dar

sena

Por

to m

ilita

re

Por

to c

anal

e

Mar

ina

priv

ato

App

rodo

/Rad

a

Por

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mer

cial

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Spi

aggi

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trezz

ata

Ban

chin

a/po

ntile

Por

to p

ortic

ciol

o

Calabria Croazia Puglia

Fonte: Elaborazione su dati Pagine Azzurre, National Board della Croazia

Il grafico 7 mostra come la tipologia di approdo prevalente in Puglia rispetto alle altre destinazioni in analisi sia relativa ai posti barca presenti nei porti/porticcioli (73,4%).

Anche in termini di infrastrutture portuali è possibile evidenziare come la Puglia risulti maggiormente competitiva rispetto alla Calabria; sebbene si riscontri una lunghezza maggiore di oltre 100 km delle coste, la regione pugliese conta 29 porti e 146 accosti (di cui 7 adibiti anche al servizio passeggeri e 9 con servizi di diporto). La regione concentra circa l’11% del totale dei porti esistenti in Italia e quasi il 10% degli accosti, evidenziando un maggior peso rispetto alla Calabria che invece concentra il 5% dei porti nazionali ed il 6% degli accosti.

Rapporto sul turismo in Puglia 131

Tab.15 – Opere infrastrutture portuali per Capitaneria di Porto in Puglia, al 31/12/2007 Accosti

Capitaneria Porti Accosti totali

Con servizio passeggeri

Con servizio diporto

Taranto 2 26 3 4 Gallipoli 9 26 4 18 Brindisi 4 34 12 7 Bari 2 15 12 1 Molfetta 5 24 4 Manfredonia 7 21 7 9 Puglia 29 146 38 43 Italia 263 1.523 382 468 Inc % su Italia 11,0 9,6 9,9 9,2 Fonte: CNIT 2006-2007

Tab.16 – Opere infrastrutture portuali per Capitaneria di Porto in Calabria, al 31/12/2007 Accosti

Capitaneria Porti totali Con servizio passeggeri

Con servizio diporto

Vibo Valentia Marina 5 23 6 12 Gioia Tauro 1 9 1 Reggio Calabria 4 31 13 11 Crotone 4 35 6 3 Calabria 14 98 25 27 Italia 263 1.523 382 468 Inc % su Italia 5,3 6,4 6,5 5,8 Fonte: CNIT 2006-2007

3.4 Il traffico passeggeri I dati ivi presentati sono relativi al traffico passeggeri delle navi di linea che svolgo servizi di

trasporto nei porti di Bari e di Brindisi. Le valutazioni relative al traffico nazionale sono riferite al 2007 mentre i dati analizzati per il traffico passeggeri dei porti di Bari e di Brindisi sono riferiti al periodo compreso tra il 1999/2000 ed il 2008.

Per quanto riguarda il traffico passeggeri, si rileva nel 2007 un aumento a livello nazionale del 2,6%. Primo porto di Italia per numero di passeggeri imbarcati e sbarcati si conferma quello di

Messina-Milazzo con 9.959.657 unità (20,87% del totale) in lieve flessione rispetto al 2006 (-2,08%). Al secondo posto il porto di Napoli con 8.988.056 passeggeri (-0,44%) che rappresentano il 18,83% del totale nazionale, seguito da Olbia-Golfo Aranci con 4.789.927 unità (+5,92%) che costituiscono il 10,04% del totale nazionale, Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta con 3.897.741 unità (+8,28%), Piombino-Porto Ferraio con 3.827.172 unità (-0,65%), Genova con 3.223.196 unità (+3,52%), Livorno con 2.995.554 unità (+2,71%) e Palermo con 2.305.991 unità (+12,67%). Tra gli altri principali scali passeggeri da segnalare gli aumenti registrati dai porti di Bari con 1.780.029 unità (+12,99%) e Savona-Vado con 1.075.312 unità (+20,15%).

3.4.1 Il traffico passeggeri nei porti di Bari e Brindisi focus 1999-2008 L’evoluzione del traffico passeggeri delle navi di linea nei porti di Bari e Brindisi, da sempre porti

principali per il collegamento tra Occidente ed Oriente segue l’andamento e l’evoluzione delle rotte

I trasporti

132

legate alle destinazioni balcaniche ed alla Grecia. In particolare proprio negli ultimi anni si assiste ad una perdita di competitività per le tratte servite nel porto di Brindisi a favore di quello di Bari. Prima di addentrarsi nel dettaglio del movimento passeggeri è necessario anticipare come i tassi di variazione medio annua nel periodo 2000 – 2008 del traffico passeggeri segnano una crescita media del 3,5% a Bari ed una diminuzione medio annua del 7% per il porto di Brindisi.

Tab.17 – Porto di Bari, evoluzione del traffico passeggeri complessivi e per singola destinazione, anni 1999-2008 Passeggeri 1999 2000 2005 2006 2007 2008 Grecia 450.438 481.512 435.877 513.241 587.119 527.683 Croazia 22.270 39.416 81.566 86.231 85.661 76.955 Montenegro 52.933 51.883 59.953 71.480 74.837 75.520 Albania 528.537 475.598 599.573 601.065 680.515 700.501 Passeggeri/navi di linea 1.054.203 1.048.409 1.176.969 1.272.017 1.428.132 1.380.659 Passeggeri complessivi 1.055.709 1.155.198 1.454.948 1.575.355 1.780.029 1.846.398 Fonte: elaborazioni su dati Autorità Portuale del Levante e BPM

L’andamento del traffico passeggeri di linea dal porto di Bari segna negli ultimi anni una forte crescita di tutte le rotte internazionali servite. Complessivamente la crescita dei passeggeri trasportati sulle navi di linea segna nel 2008 una diminuzione del 3% (ma nel 2007 la crescita risultava pari al 12%), mentre i passeggeri complessivi (addizionando anche quelli relativi al traffico crocieristico) fa si che il sistema portuale di Bari registri un aumento del quasi 4% rispetto al 2007 e addirittura del 13% considerando la variazione del 2007 rispetto al 2006.

In particolare sebbene i passeggeri imbracati e sbarcati per la destinazione Croazia evidenzino una diminuzione del quasi 1% nel 2007 rispetto al 2006 e addirittura del 10% nel 2008, complessivamente dall’anno 2000 i passeggeri su questa rotta sono aumentati mediamente ogni anno del 9%. Anche la destinazione Grecia (seconda destinazione per numero di passeggeri da e per il porto di Bari), che nel 2008 ha segnato una diminuzione dei passeggeri del 10%, vede crescere il traffico relativo dal 2000 dell’1,2% annuo. Le navi dirette e provenienti dall’Albania rappresentano, invece, quelle con il più elevato movimento passeggeri. La destinazione, la cui quota di passeggeri legati a motivazioni di carattere “turistico” è residuale rispetto ai passeggeri complessivi, vede crescere il proprio traffico del 5% medio annuo dal 2000. Nel 2008 il traffico passeggeri è cresciuto del 3%, mentre la variazione del traffico nel 2007 segnava un aumento de 13%.

Tab.18 – Porto di Bari, Traffico passeggeri complessivi e per singola destinazione, variazioni di breve e lungo periodo, anni 1999-2008 Passeggeri 00/'99 05/'04 06/'05 07/'06 08/'07 tcma

08/00 Grecia 6,9 23,0 17,7 14,4 -10,1 1,2 Croazia 77,0 16,2 5,7 -0,7 -10,2 8,7 Montenegro -2,0 11,9 19,2 4,7 0,9 4,8 Albania -10,0 0,2 0,2 13,2 2,9 5,0 Passeggeri/navi di linea -0,5 9,3 8,1 12,3 -3,3 3,5 Passeggeri complessivi 9,4 8,6 8,3 13,0 3,7 6,0 Fonte: elaborazioni su dati Autorità Portuale del Levante e BPM

Rapporto sul turismo in Puglia 133

Graf.10 – Porto di Bari, composizione percentuale del traffico passeggeri, anni 2000 e 2008

1999

Grecia42,7%

Albania50,1%

Croazia2,1%

Montenegro5,0%

2008

Grecia38,2% Albania

50,7%

Croazia5,6%

Montenegro5,5%

Fonte: elaborazioni su dati Autorità Portuale del Levante e BPM

La composizione del traffico dal Porto di Bari per destinazione risulta, confrontando il dato del 2000 con quello relativo all’ultimo anno disponibile (2008) pressappoco invariata. Si evidenza un maggior peso delle rotte per la Croazia (passata dal 2% del 2000 al quasi 6% del 2008) e per la Grecia (che vede diminuire il proprio peso dal 43% del 2000 al 38% del 2008). Leggermente aumentato il peso della destinazione Montenegro, che con un tasso di crescita medio annua del quasi 5% dal 2000 e con un incremento dei passeggeri dell’1% rappresenta, nel 2008, il 5,5% del traffico passeggeri del porto di Bari.

Tab.19 – Porto di Brindisi, evoluzione del traffico passeggeri, anni 1999-2008, valori assoluti, variazioni di breve periodo e Numero Indice base fissa 2000 = 100 Brindisi Passeggeri Var % N.I. 2000 = 100 2000 949.894 100,0 2001 863.211 -9,1 90,9 2002 721.187 -16,5 75,9 2003 684.578 -5,1 72,1 2004 544.457 -20,5 57,3 2005 562.257 3,3 59,2 2006 454.386 -19,2 47,8 2007 412.204 -9,3 43,4 2008 525.791 27,6 55,4 Fonte: elaborazioni su dati Autorità portuale porto di Brindisi

Il porto di Brindisi ha, invece, subito negli ultimi anni un forte calo del traffico passeggeri; la serie storica in analisi evidenzia con gli attuali 500mila passeggeri, una minor competitività di circa il 50% del traffico rispetto al 2000, quando il numero di passeggeri sfiorava quasi il milione. Il 2008

I trasporti

134

mostra però segnali di ripresa (quasi 30% in più rispetto al 2007) dopo due anni di marcate riduzioni (-9% nel 2007 rispetto al 2006 e -19% nel 2006 rispetto al 2005) e segnali di ottimismo per il rilancio del porto sembrano arrivare anche da parte delle Istituzioni, attraverso l’attuazione dei piani programmatici per la riqualificazione e per lo sviluppo del porto. Attualmente le destinazioni collegate risultano essere la Grecia e l’Albania.

4. Crociere, un settore oltre la crisi6 Le crociere rappresentano il comparto turistico che più si è sviluppato nel corso dell’ultimo

quindicennio. Solo quelle mediterranee sono aumentate nel periodo 1997-2008 ad un tasso medio annuo del 12,8%, mostrando profondi cambiamenti anche qualitativi.

Le cifre del rapido sviluppo sono rappresentate, nell’anno 2008, da 15,2 milioni di fruitori nel mondo, con una forte differenza fra grandi mercati, perché in USA il 3% della popolazione ed il 6,4% dei vacanzieri effettua una crociera, mentre in Europa le percentuali corrispondente sono intorno all’1% ed al 2%. Di fatto il 65% dei clienti è statunitense, il 23% europeo il 4% canadese, mentre gli altri paesi del mondo incidono per il restante 8%.

Si stima che nel 2015 si supereranno i 20 milioni di crocieristi, dei quali circa 6 milioni europei; vi sono, perciò, ancora grandi possibilità di sviluppo.

Il mercato europeo in ritardo, sta rapidamente crescendo, anche per effetto delle politiche promozionali, proprio partendo dal presupposto che la percentuale di vacanzieri che sceglievano tale tipologia di vacanze era molto minore, e lo è tuttora, rispetto a quanto si verificava per il mercato nordamericano.

La prima azione svolta è stata quella di convincere la potenziale clientela che il costo non è eccessivo in rapporto alle opzioni offerte, compatibile con il soggiorno in albergo di media qualità. La seconda azione ha comportato una modifica dell’organizzazione del viaggio, perché oltre alla tradizionale vita di bordo, la nave viene considerata anche come il mezzo più facile di trasporto per visitare le principali e più note destinazioni, nel caso specifico del Mediterraneo. Ad esempio nessun altro mezzo consente di visitare un gran numero di città d’arte in così poco tempo, risparmiando sui tempi e anche sulle proprie risorse finanziarie, perché la nave effettua una buona parte degli spostamenti durante le notti che compongono la settimana classica di un viaggio.

Naturalmente esiste anche l’altra faccia della medaglia perché le visite alle città d’arte e culturali o a qualsiasi altra risorsa di rilievo spesso identificano una tipologia di turismo mordi e fuggi, pur se molte possono essere le alternative offerte alla clientela. I crocieristi, ad esempio, creano problemi ad una città come Firenze, contribuendo all’addensamento ed all’intasamento del centro storico ed all’aumento dei bus turistici, con di fatto, poco valore aggiunto, perché tutto è organizzato all’interno della nave e non viene utilizzata, ad esempio, la ristorazione locale.

Al di là di queste valutazioni critiche le visite, dei crocieristi nei porti europei sono circa 15 milioni ed ogni passeggero spende circa 100 euro nel porto di partenza e circa 50 euro nel porto di scalo.

L’Italia è il motore della crescita Europea del comparto con un aumento del 28% degli imbarchi nel 2007; segue a ruota la Spagna con il 26%, mentre la media europea è del 13%.

In Italia si concentra il maggiore numero di porti con cinque scali di rilievo: Napoli, Civitavecchia, Venezia, Savona e Livorno. Nel 2007 sono stati effettuati 4,415 scali. In Italia sono presenti anche

Rapporto sul turismo in Puglia 135

alcuni grandi operatori crocieristici come MSC Crociere e come Costa Crociere, fra i leader del mercato mondiale.

Se Barcellona è il primo porto crocieristico del Mediterraneo, l’Italia, con i suoi diversi porti, è il primo paese di destinazione con un movimento in forte sviluppo.

4.1 Il traffico crocieristico a Bari Analogamente a quanto scritto a livello nazionale, dai dati emersi dall’analisi del traffico

passeggeri e approdi nel porto di Bari, emerge la forte crescita in termini di competitività del sistema portuale pugliese per il segmento crocieristico. Un segmento che ha destato negli ultimi anni l’interesse delle istituzioni regionali che hanno garantito, anche attraverso la Bari Porto Mediterraneo (BPM), un forte miglioramento dei servizi di logistica e di assistenza ai passeggeri. Il peso percentuale dei passeggeri delle crociere rispetto a quelli complessivi registrati dall’Autorità portuale di Bari è passato dal 9% del 2000 al 25% del 2008, mentre rispetto al 2000, il numero di approdi è più che raddoppiato.

Tab.20 – Porto di Bari, evoluzione del traffico crocieristico passeggeri e approdi, valori assoluti, incidenza e variazioni % di breve periodo, anni 1999-2008 Passeggeri 1999 2000 2005 2006 2007 2008 Croceristi 1.506 106.789 277.979 303.338 351.897 465.739 Passeggeri 1.055.709 1.155.198 1.454.948 1.575.355 1.780.029 1.846.398 Approdi n.d. 64 136 120 120 142 Inc % crociere su totale 0,1 9,2 19,1 19,3 19,8 25,2 Var.% 00/’99 05/’04 06/’05 07/’06 08/’07 Croceristi - n.c. 5,7 9,1 16,0 32,4 Approdi - n.d 12,4 -11,8 0,0 18,3 Fonte: elaborazioni su dati Autorità Portuale del Levante e BPM

Graf.11 – Porto di Bari, tasso di variazione medio annua, anni 2000-2008

12,8

20,2

Italia Puglia

Fonte: elaborazioni su dati Autorità Portuale del Levante e BPM e CNIT 2006-2007

6 Fonte: cfr. “Trasporti aerei e turismo internazionale” per conto di Osservatorio regionale del turismo in Toscana

I trasporti

136

Una forte crescita, quella pugliese, superiore a quanto evidenziato a livello nazionale, con un segmento che in Italia è cresciuto mediamente dal 2000 del 13% annuo mentre in Puglia del 20% medio annuo (Graf.11).

Solo nel 2008 il porto di Bari ha registrato un incremento dei passeggeri del 32% rispetto al 2007 arrivando a quota 1,8 milioni tra imbarchi e sbarchi. Anche il numero degli approdi appare in forte crescita (+18% rispetto al 2007) confermando il crescente interesse da parte delle compagnie da crociera nei confronti di questo porto, anche a seguito del miglioramento dei servizi offerti e garantiti ai passeggeri. Come si può notare dalla serie storica in tabella, i passeggeri registrano incrementi dei flussi durante tutto il periodo in esame, ed in particolare gli ultimi anni hanno evidenziato una crescita ancor più marcata (+9% nel 2006 e +16% nel 2007) del segmento crocieristico.

Anche analizzando l’evoluzione mensile del traffico crocieristico dei passeggeri imbarcati e sbarcati appare evidente una miglior distribuzione dei flussi durante il corso dell’anno, risultato di un’efficace politica di destagionalizzazione dell’attività crocieristica. Se nel 2007 il periodo giugno – agosto concentrava il 53% del totale dei passeggeri diretti e provenienti dal porto di Bari, nel 2008 lo stesso periodo ha concentrato il 47%, ed anche prendendo in analisi la percentuale di passeggeri che utilizzano il porto di Bari per una vacanza in crociera nel periodo compreso tra Maggio e Settembre, la percentuale che nel 2007 risultava pari al 76% del traffico crocieristico complessivo, risulta ridotta di un punto percentuale nel 2008.

Per quanto riguarda il numero di approdi, è importante segnalare come gli stessi che nel 2008 risultavano 142 siano aumentati rispetto agli anni precedenti, in modo significativo soprattutto nei mesi di Marzo, Aprile e Novembre.

Graf.12 – Evoluzione mensile del traffico crocieristico di passeggeri, anni 2006-2008

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

Gen

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Nov

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Dic

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e

2006 2007 2008 Fonte: elaborazioni su dati Autorità Portuale del Levante e BPM

Rapporto sul turismo in Puglia 137

4.2 2009, l’ascesa continua*7 Secondo quanto riferito dall’amministratore delegato Guadagnuolo della società Bari Porto

Mediterraneo (BPM), il traffico crocieristico anche nel 2009 segnerà incrementi nel numero di approdi (+34% rispetto al 2008) che arriveranno a quota 187 rispetto ai 142 del 2008 e di riflesso nel numero di passeggeri.

Nel 2009 oltre alle Costa Crociere ed alla MSC approderanno sulle coste pugliesi le compagnie: Seabourne, SilverSea Royal Caribbean, Kristina Cruises, Azmara Cruises, Iles de Ponant, Arion, Maritime and Leasing Ltd.

Le ottime performance registrate dal segmento crocieristico pugliese sono frutto dalle recenti e diverse sinergie messe in atto dagli operatori locali e dalla politica di internazionalizzazione e di promozione garantita dalla BPM che tra i primi risultati raggiunti, oltre all’incremento dei flussi turistici ha decisamente destagionalizzato gli stessi (graf.10). Sono, inoltre, da segnalare i miglioramenti nell’erogazione del servizio passeggeri, attraverso iniziative quali la vendita online dei tagliandi parcheggio (Park&Cruise) per i passeggeri che si imbarcano a Bari e la realizzazione di un tariffario convenzionato per il servizio taxi offerto ai turisti intenzionati ad effettuare escursioni nella città di Bari e nelle zone limitrofe.

Come valutazione di sintesi appare evidente che la collocazione geografica della Puglia nel esalta il ruolo dei trasporti ed in particolare quello dei trasporti aerei e quello delle crociere e della nautica da diporto. Per la valorizzazione turistica della regione sembra essenziale, in particolare, lo sviluppo dei due aeroporti esistenti di Bari e Brindisi e la valorizzazione di quello emergente di Foggia. Nell’epoca dei low cost risulta necessario essere parte di una rete aeroportuale che propone voli point to point fra loro integrati, sul presupposto di un insieme di servizi sul territorio di destinazione. La logica che nell’area mediterranea sembra vincente è quella di predisporre servizi di supporto per il turista che vanno dai trasporti in, ai vari pubblici esercizi, con una rete fatta di maglie non troppo rade.

Se si saprà cogliere questa opportunità continuerà il rapido sviluppo di questi anni e potranno essere valorizzati i turismi ispirati ad altre motivazioni, oltre alla componente tipicamente balneare.

Sui porti turistici il recente piano attivato ne accompagnerà lo sviluppo aumentando i posti barca di circa un terzo nel prossimo decennio, facendo della regione nel suo complesso una delle punte più avanzate della portualità turistica.

7 Fonte: Uffici stampa Autorità Portuale del Levante e BPM.

Rapporto sul turismo in Puglia

139

CAPITOLO VII IL TURISMO PROGRAMMAZONE COMUNITARIA. DALLE STRATEGIE 2000-2006 A QUELLE 2007-20131

1. Le politiche pubbliche per il turismo nelle strategie di sviluppo regionale

Le politiche di sviluppo regionale attivate nel ciclo di programmazione 2000-2006 e nel 2007-2013 hanno attribuito al turismo un ruolo importante sia in fase di impostazione che per quanto riguarda l’entità delle risorse programmate. Si fa riferimento alle politiche pubbliche che si pongono come obiettivo la riduzione delle disparità territoriali; si tratta di politiche concentrate nel Mezzogiorno del Paese, ma che, pur in un quadro di regole assai diverso, interessano tutte le regioni italiane.

1.1 Il ciclo di programmazione 2000-2006: strategie, risorse e risultati Il periodo do programmazione 2000-2006 avviato con l’ Approvazione del Piano Comunitario di

Sostegno (QCS) per l’utilizzo dei Fondi Strutturali Comunitari aveva interpretato la politica di sviluppo del Paese in un’ottica di medio-lungo periodo, volta a migliorare il contesto territoriale accrescendo gli investimenti privati e aumentando la dotazione quantitativa e qualitativa delle infrastrutture.

La politica per il turismo era dunque rivolta all’innalzamento del grado di attrattività dei territori tramite la valorizzazione delle risorse naturali e culturali.

L’obiettivo più generale dell’aumento delle presenze turistiche nel Mezzogiorno era affiancato a obiettivi specifici volti ad accrescere l’efficienza e la compatibilità ambientale delle imprese turistiche, accrescere l’integrazione produttiva del sistema turistico in connessione con le politiche di valorizzazione del patrimonio, destagionalizzare i flussi e innalzare la qualità delle strutture ricettive.

Gli interventi messi in atto nel corso della programmazione 2000-2006 sono stati suddivisi in due categorie:

politiche turistiche settoriali che comprendono gli incentivi alle imprese turistiche e l’infrastrutturazione materiale e immateriale;

politiche turistiche di contesto che comprendono gli interventi per la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e le politiche volte a favorire l’imprenditorialità.

In particolare in Puglia, sono stati erogati 1.080,62 milioni di euro per la politiche comunitarie, 960,40 per le politiche nazionali di sviluppo e 2.041 per le politiche regionali.

1 A cura di Anna Farinazzo. Il capitolo è un adattamento al caso della Puglia dell’analogo capitolo a cura di Oriana Cuccu e Simona De Luca l turismo nelle politiche di sviluppo: dalla programmazione comunitaria 2000-2006 a quella 2007-2013, del XVI Rapporto sul turismo italiano, Mercury, F. Angeli, Milano, 2009.

Programmazione comunitaria

140

Tab.1 - Ciclo di programmazione 2000-2006. Politiche turistiche (settoriali e di contesto). Risorse pubbliche programmate a dicembre 2007. Milioni di euro Totale

politiche comunitarie1

di cui FESR

Totale politiche

nazionali di sviluppo 2

di cui Accordi di Programma

Quadro

Totale politiche regionali

Piemonte 881,95 834,22 244,72 219,06 1.126,67 Valle d'Aosta 23,91 23,91 - - 23,91 Lombardia 231,71 213,58 27,35 11,22 259,06 Trentino-A.A. 88,31 73,58 3,35 0,44 91,66 Veneto 303,51 279,34 101,65 51,74 405,16 Friuli-VG 289,55 271,55 36,30 10,57 325,85 Liguria 491,44 488,44 57,05 22,51 548,49 Emilia-R. 205,22 180,45 12,16 - 217,38 Toscana 568,81 415,81 217,35 78,71 786,16 Umbria 302,19 285,16 81,73 53,26 383,92 Marche 144,49 88,91 30,02 9,85 174,51 Lazio 594,60 553,23 182,11 142,25 776,71 Abruzzo 272,21 242,21 170,66 101,98 442,87 Molise 71,80 69,36 135,79 101,48 207,59 Campania 2.772,02 2.464,62 827,91 230,18 3.599,93 Puglia 1.080,62 871,04 960,40 344,33 2.041,02 Basilicata 312,58 290,19 306,84 100,01 619,42 Calabria 1.090,24 869,43 716,86 134,04 1.807,10 Sicilia 2.204,78 1.907,15 1.677,03 615,20 3.881,81 Sardegna 1.301,17 1.166,69 496,86 156,65 1.798,03 Centro Nord3 4.397,90 3.950,39 1.164,46 701,58 5.562,36 Sud3 8.833,21 7.638,48 5.121,69 1.681,90 13.954,90 Italia 13.231,11 11.588,87 6.286,15 2.383,48 19.517,26 1 La quantificazione delle Politiche comunitarie riguarda FESR, FEOGA e SFOP e non include le quote di erogazioni pubbliche destinate alla valorizzazione delle risorse umane, cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo, in quanto la struttura della programmazione di tale Fondo non permette una quantificazione settoriale ex-ante che sarebbe possibile soltanto attraverso un sistema di monitoraggio dei bandi non disponibile. 2 la quantificazione delle Politiche nazionali di sviluppo riguarda i Patti Territoriali, i Contratti di Programma, i bandi turismo della L.488/1992 e gli Accordi di Programma Quadro (strumenti attuativi delle Intese Istituzionali di Programma). 3 Con la finalità di rendere confrontabili le risorse finanziarie comunitarie e nazionali, si è adottata una ripartizione territoriale che esclude dal Sud la Regione Abruzzo, inclusa invece nelle Regioni del Centro Nord. Fonte: Elaborazioni UVAL su dati Programmi Regionali, Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (MISE)

Tab.2 - Ciclo di programmazione 2000-2006. Politiche turistiche (settoriali e di contesto) finanziate dai Fondi Strutturali e dal Fondo per le Aree Sottoutilizzate a dicembre 2007 e confronto con il 2005. Milioni di euro e variazioni percentuali Totale al 2005 Totale al 2007 Var.% 2007/2005 Politiche turistiche settoriali Centro-Nord 1.337,91 1.731,57 29,4 Sud 5.154,60 5.509,36 6,9 Italia 6.492,51 7.240,93 11,5 Politiche turistiche di contesto Centro-Nord 2.508,98 3.830,86 52,7 Sud 5.037,51 8.445,61 67,7 Italia 7.546,49 12.276,48 62,7 Totale politiche turistiche Centro-Nord 3.846,89 5.562,43 44,6 Sud 10.192,11 13.954,97 36,9 Italia 14.039,00 19.517,40 39,02 Fonte: Elaborazioni UVAL su dati Programmi Regionali, Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (MISE)

Rapporto sul turismo in Puglia

141

Tab.3 - Ciclo di programmazione 2000-2006: Politiche turistiche (settoriali e di contesto). Quota di erogazioni pubbliche a dicembre 2007 sulle risorse finanziarie pubbliche programmate. Valori percentuali Totale

politiche comunitarie

di cui FESR Totale politiche

nazionali di sviluppo

di cui Accordi di Programma

Quadro

Totale politiche regionali

Piemonte 84,5 89,2 62,0 64,3 79,6 Valle d'Aosta 100,0 100,0 - - 100,0 Lombardia 79,7 86,2 22,5 17,2 73,7 Trentino A.A. 77,7 93,1 61,1 25,5 77,1 Veneto 85,0 91,5 39,4 44,9 73,5 Friuli V.G. 80,8 86,0 27,5 79,1 74,9 Liguria 78,0 78,5 41,6 48,0 74,3 Emilia R: 88,4 100,0 38,3 - 85,6 Toscana 69,0 93,9 43,6 56,3 62,0 Umbria 73,6 77,8 35,8 33,2 65,6 Marche 55,5 88,8 35,7 57,8 52,1 Lazio 74,0 78,8 35,7 37,0 65,0 Abruzzo 72,5 81,1 49,1 51,8 63,5 Molise 88,0 87,6 26,7 21,8 47,9 Campania 66,5 65,0 41,6 48,0 60,8 Puglia 66,2 65,3 32,5 24,1 50,4 Basilicata 82,9 87,3 37,1 17,1 60,2 Calabria 80,9 82,6 25,8 24,5 59,1 Sicilia 57,6 56,0 21,4 14,1 42,0 Sardegna 67,1 70,9 30,4 5,9 57,0 Centro Nord 77,6 86,0 44,8 51,1 70,7 Sud 66,9 66,7 29,3 21,5 53,1 Italia 70,4 73,3 32,2 30,2 58,1 Fonte: Elaborazioni UVAL su dati Programmi Regionali, Dipartimento Politiche di Sviluppo (MISE)

Nella tabella 2 si disaggrega tra politiche settoriali e di contesto e per ripartizione territoriale e si confrontano i valori programmati al dicembre 2007 con quanto definito al 2005.

Nel periodo 2005-2007 le risorse programmate hanno continuato ad aumentare, passando da più di 14 miliardi a più di 19 miliardi di euro.

Una nota da sottolineare riguarda la forte ricomposizione delle politiche programmate a favore di quelle di contesto rispetto a quelle settoriali.

L’aggiornamento a fine 2007 delle risorse spese rileva una maggiore capacità di spesa per le politiche cofinanziate dai Fondi strutturali Comunitari mentre un forte ritardo nella spesa in tutti gli strumenti attuativi del Fondo per le aree Sottoutilizzate.

In particolare in Puglia sono state erogate il 66,2% delle risorse programmate per le politiche comunitarie, il 32,5% per le politiche di sviluppo e il 50,4% per le politiche regionali.

2. La programmazione 2007-2013

2.1 Priorità strategiche e obiettivi per il turismo Le novità introdotte dalla riforma della politica di coesione per il periodo di programmazione

2007-2013 sono state riprese per quanto riguarda l’Italia nel Quadro Strategico Nazionale (QSN). Il QSN contiene le linee di indirizzo strategiche delle politiche di sviluppo regionale introducendo

Programmazione comunitaria

142

una novità: Stato centrale e Regioni hanno deciso di unificare la programmazione della politica regionale comunitaria con quella della politica regionale nazionale.

La strategia individuata dal QSN si articolava su quattro macro-obiettivi centrali con associate dieci priorità tematiche come rappresentato nel prospetto 1.

Prospetto 1 - Macro -obiettivi e Priorità del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 (giugno 2007) Macro-obiettivi Priorità

1 - Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane Sviluppare i circuiti della conoscenza 2 - Promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la

competitività 3 - Energia e ambiente: uso sostenibile e efficiente delle risorse per lo sviluppo Accrescere la qualità della

vita, la sicurezza e l’inclusione sociale nei territori

4 - Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale

5 - Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività per lo sviluppo 6 - Reti e collegamenti per la mobilità 7 - Competitività dei sistemi produttivi e occupazione

Potenziare le filiere produttive, i servizi e la concorrenza

8 - Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani 9 - Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse Internazionalizzare e

modernizzare l’economia, la società e l’amministrazione 10 - Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali e efficaci

Fonte: QSN 2007-2013

La strategia del QSN per il periodo 2007-2013 si discosta notevolmente dalla precedente programmazione ciò si riflette sulla allocazione delle risorse finanziarie che vedono, con riferimento alle politiche per il turismo nel Mezzogiorno un peso attribuito alla Priorità 5 (Valorizzazione delle risorse naturali e culturali) pari a circa il 9% della dotazione finanziaria complessiva.

La Priorità 5 punta alla valorizzazione degli asset naturali e culturali individuando la realizzazione di progetti integrati capaci di attivare la filiera del turismo culturale e del turismo ambientale.

Le politiche per l’attuazione della strategia dovranno essere calibrate in funzione delle specificità della dotazione regionale di risorse e delle caratteristiche dei mercati e della domanda turistica di riferimento.

Si dovrà stabilire una piena integrazione fra politiche di tutela e valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del paesaggio, predisporre politiche formative per la promozione di attività imprenditoriali innovative, introdurre l’innovazione tecnologica nell’offerta di servizi turistici e culturali, potenziando quelli esistenti e creandone di nuovi.

La strategia espressa nella Priorità 5 mira al conseguimento di un obiettivo generale articolato in tre obiettivi specifici tematici e un obiettivo specifico di orientamento per i programmi di cooperazione territoriale europea.

L’attuazione della strategia richiede un approccio integrato che consideri in maniera unitaria la complessità delle risorse naturali e culturali e che sia in grado di coniugare le esigenze di tutela con quelle dello sviluppo sociale ed economico.

Rapporto sul turismo in Puglia

143

Prospetto 2 - Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 - Priorità 5: Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo – Obiettivi generali e specifici

Obiettivo generale Valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali, trasformandole in vantaggio competitivo per aumentare

l’attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile

Obiettivi specifici

Valorizzare la rete ecologica e tutelare la biodiversità per migliorare la qualità dell’ambiente e promuovere opportunità di sviluppo economico sostenibile

Valorizzare i beni e le attività culturali per aumentare l’attrattività territoriale, per rafforzare la coesione sociale e migliorare la qualità della vita dei residenti

Aumentare in maniera sostenibile la competitività internazionale delle destinazioni turistiche, migliorando la qualità dell’offerta e l’orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali e valorizzando gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e culturali

Rafforzare la capacità di conservazione e gestione delle risorse naturali e culturali mediante i programmi di cooperazione territoriale, programmi che coinvolgono altri Paesi con più spiccata vocazione culturale e che sono anche finalizzati ad accrescere la capacità amministrativa e tecnica in materia di sviluppo turistico sostenibile

Fonte: QSN 2007-2013

2.2 I programmi operativi comunitari 2007-2013: priorità strategiche, obiettivi e allocazioni programmatiche per il turismo

Le strategie e le priorità individuate nel QSN si attuano attraverso diversi Programmi Operativi a valere sui Fondi Comunitari e sul fondo Aree Sottoutilizzate. Ciascun Programma Operativo cofinanziato dai Fondi Comunitari ha il compito di delineare le priorità strategiche per settore e/o per territorio. In Italia per il nuovo ciclo di programmazione 2007-2013 sono stati individuati 66 PO, 42 finanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e 24 dal Fondo Sociale Europeo (FSE).

L’analisi fa riferimento ai soli Programmi Operativi regionali FESR approvati a fine 2008. Tra le criticità settoriali segnalate dalla maggior parte delle Regioni vi è la scarsa integrazione a

sistema delle imprese turistiche; per i territori del Mezzogiorno viene evidenziata la modesta attrattività internazionale e la forte stagionalità della domanda turistica.

La struttura degli assi di intervento nei Programmi operativi cofinanziati dal FESR si differenzia per l’aggregazione di una o più priorità del Quadro Strategico Nazionale:

un asse strategico dedicato alla Priorità 5 (Sicilia, Puglia, Calabria, Campania, Bsilicata, Lombardia);

un asse di intervento che oltre alla priorità 5 include anche la Priorità 8, Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani (Piemonte, Friuli VG, Toscana, Aruzzo);

un asse di intervento che oltre alla priorità 5 include la Priorità 3 (Energia e ambiente: uso sostenibile ed efficiente delle risorse per lo sviluppo): caso più frequente che interessa tutte le regioni.

Per la quantificazione delle risorse finanziarie allocate sono state aggregate le categorie di spesa destinate ad azioni di promozione e valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche (Tab.4).

Programmazione comunitaria

144

Tab.4 - Programmi Operativi Regionali FESR 2007-2013– Risorse programmate nelle categorie di spesa per la promozione e valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche. Milioni di euro Turismo Risorse culturali Risorse naturali Totale Piemonte 29,23 68,20 29,23 126,66 Valle d'Aosta 4,00 8,00 - 12,00 Lombardia 30,49 21,93 20,41 72,83 Trentino A.A. 5,00 1,05 4,67 10,72 Veneto 7,67 23,01 15,34 46,02 Friuli Ven. Giulia - 6,00 5,25 11,25 Liguria 8,25 46,75 11,25 66,25 Emilia Romagna 22,37 17,40 22,37 62,14 Toscana 81,19 37,93 88,55 207,67 Umbria 8,36 6,27 16,71 31,34 Marche 7,24 13,69 8,27 29,20 Lazio 21,00 35,00 21,00 77,00 Abruzzo nq nq nq nq Molise 15,33 2,48 7,43 25,24 Campania 205,00 210,00 115,00 530,00 Puglia 106,00 188,00 54,00 348,00 Basilicata 22,50 32,50 19,50 74,50 Calabria 152,91 182,89 33,88 369,68 Sicilia 640,23 338,43 210,58 1.189,24 Sardegna 66,79 38,29 41,01 146,09 Centro Nord 224,80 285,23 243,04 753,07 Sud 1.208,76 992,59 481,39 2.682,74 Italia 1.433,56 1.277,82 724,43 3.435,81 nq: non quantificabile, interventi inseriti in progetti integrati territoriali e non attribuiti a singole categorie di spesa.

Fonte: Elaborazioni UVAL su dati Programmi Regionali, Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (MISE)

Graf.1 - Ciclo di programmazione 2007-2013: Programmi Operativi Regionali FESR - Promozione e valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche. Quota percentuale su totale POR

0,0

5,0

10,0

15,0

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Turismo Risorse culturali Risorse naturali

nq: non quantificabile, interventi inseriti in progetti integrati territoriali e non attribuiti a singole categorie di spesa.

Fonte: Elaborazioni UVAL su dati Programmi Regionali, Dipartimento Politiche di Sviluppo (MISE)

Rapporto sul turismo in Puglia

145

In particolare per quanto riguarda la Puglia, sono state programmate maggiori risorse finanziarie per le risorse culturali (188 milioni di euro), 106 milioni per il turismo e infine 54 milioni per le risorse naturali.

Il peso attribuito alla priorità 5 nei diversi PO FESR è comunque significativo pur con forti differenze tra territori, la cui valutazione deve tenere sempre conto dell’entità delle risorse destinate alle diverse Aree obiettivo dei fondi comunitari. Tale peso è pari a circa l’11% nel Mezzogiorno.

La priorità 5 prevede per la Regione Puglia l’obiettivo specifico di migliorare l’attrattività del territorio regionale a fini turistici. Questo sarà possibile attraverso il perseguimento di diversi obiettivi operativi: la qualificazione e la diversificazione dell’offerta turistica integrata dei sistemi territoriali, la qualificazione delle infrastrutture, la tutela e la valorizzazione dei beni storico-culturali, la promozione delle infrastrutture per lo sviluppo delle attività culturali, lo sviluppo del turismo verde e del marketing territoriale sostenibile.

Per i territori di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania si aggiungono le risorse allocate nel Programma Operativo Interregionale “Atrattori culturali, naturali e turismo” pari complessivamente a 1,2 miliardi di euro. Tale programma identifica la sua specificità nelle visione strategica sovra-regionale, mirante a costruire una politica unitaria e competitiva del prodotto turistico e concentrando le risorse su un ristretto numero di ambiti territoriali su cui insistono attrattori naturali e culturali. I “confini territoriali e operativi” del Programma sono rappresentati dai Poli (territori riconducibili ad uno o più comuni fisicamente contigui) e dalle Reti Interregionali di Offerta ( iintegrazione di Poli caratterizzati da un’offerta culturale e naturale omogenea e/o complementare.

L’articolazione del programma prevede due assi prioritari di intervento: “Valorizzazione ed integrazione su scala interregionale dei Poli e degli attrattori culturali,

naturali e paesaggistici in essi localizzati” dedicato allo sviluppo della competitività, in particolare internazionale, delle destinazioni turistiche;

Competitività delle imprese del settore turistico, culturale ed ambientale e promozione dell’offerta” finalizzato a rafforzare il tessuto imprenditoriale del settore.

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Rapporto sul turismo in Puglia

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CAPITOLO VIII I TURISMI DI NICCHIA1

Il sistema di ospitalità pugliese è in gran parte orientato ai turismi del mare ma si deve anche

riconoscere la presenza di molte nicchie di mercato che stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore.

Terme e benessere termale, turismo religioso, turismo ambientale & archeologico, turismo d’arte dei castelli federiciani e delle cattedrali rappresentano prodotti sempre più in grado di assumere una loro autonomia, ma costituiscono anche una caratterizzazione ed un valore aggiunto per il soggiorno balneare attivando numerose presenze escursioniste che andrebbero meglio analizzate e valorizzate.

Per spiegare la rilevanza di queste nicchie, alcune delle quali di tradizione relativamente recenti, basti pensare che il secondo comune della Puglia in termini di pernottamenti attivati è la destinazione religiosa di San Giovanni Rotondo, che si colloca (anche se con meno della metà del movimento) dopo Vieste e prima di Otranto.

Esistono inoltre altri prodotti caratterizzanti come quelli legati alle tradizioni locali, che hanno la loro principale manifestazione nell’enogastronomia.

Di alcuni turismi si è già parlato nel corso dei precedenti capitoli, come del termale e della nautica da diporto. È ora nostra intenzione presentarne uno tipico della realtà pugliese, il turismo religioso.

1. Il turismo enogastronomico

1.1 La rilevanza della filiera in Italia I prodotti della filiera enogastronomica vengono considerati già da tempo come elementi in

grado di caratterizzare l’offerta turistica di un territorio e rappresentano in tanti casi uno dei punti di forza dei sistemi di ospitalità locale, nonché dell’intero paese.

Il fenomeno certamente più evidente è quello che si osserva da alcuni anni in Italia e che ruota principalmente intorno al vino ma si estende con modalità analoghe anche ad altri prodotti enogastronomici, come ad esempio l’olio, il formaggio, il pane, la nocciola ecc.

I prodotti enogastronomici sono espressione della cultura del territorio, depositari di tradizioni che affondano le loro radici in tempi lontani e i mezzi attraverso i quali si tramandano di generazione in generazione usi e costumi di una popolazione.

Possono essere configurati come tradizioni immateriali che però si sostanziamo nella definizione di un prodotto che viene “esperimentato” dal cliente.

E’ evidente che il prodotto enogastronomico rappresenta una risorsa in grado di generare flussi turistici, perché si propone non solo come prodotto in sé, ma anche come luogo ove viene

1 A cura di Emilio Becheri e Anna Farinazzo.

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coltivato come caratterizzazione del paesaggio tanto da identificare, spesso, il luogo ove viene coltivato.

Per il cliente-turista una motivazione può essere quella di andare alla scoperta delle origini del prodotto stesso, per conoscere direttamente i luoghi e i modi di produzione.

La caratteristica principale di gran parte dei prodotti enogastronomici è che possono essere trasportati e consumati in luoghi diversi rispetto ai territori di produzione. Così questi prodotti finiscono per costituire non solo componenti essenziali di un’offerta turistica, ma anche strumenti di promozione di un territorio.

Il consumo di prodotti enogastronomici può specializzare singoli prodotti turistici, caratterizzando uno specifico segmento (quello del turismo enogastronomico) oppure essere complementare rispetto ad altre tipologie di turismo.

E’ possibile compiere una classificazione all’interno dei prodotti che offrono i territori, distinguendo da un lato i prodotti che provengono da attività artigianali (lavorazione ceramiche, ferro, cuoio,..) e dall’altro prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento (vino, olio, frutta,..). Questi prodotti avranno un valore maggiore se saranno il risultato di processi di lavoro certificato e garantito. Quindi, l’esistenza di marchi di qualità, l’indicazione delle denominazioni di origine controllata e garantita e di origine protetta servono a conferire al prodotto un valore di unicità e irripetibilità.

Perché un marchio sia valido è però necessario che alla forma corrisponda un radicamento sul territorio in rapporto ad un prodotto identitario.

A volte i prodotti enogastronomici possono assumere il ruolo di vero e proprio “simbolo” di una nazione”, come avviene in Italia, ad esempio, per il vino, la pizza e la pasta.

Il prodotto vino è fortemente legato al territorio in cui è vinificato e imbottigliato, tanto da trasformarsi in marchio e logo turistico, come è avvenuto con grande forza per la zona del Chianti in Toscana, che rappresenta forse, in tal senso, l’esempio più evidente di una valorizzazione realizzata, peraltro verificatasi in modo indotto nel corso degli anni. Il vino come mezzo di attrazione turistica, diviene il pretesto per entrare in un territorio ed apprezzarne le sue valenze storiche, culturali e ambientali. Per queste sue caratteristiche rappresenta il più emblematico dei prodotti ad alto contenuto territoriale: e, in un certo senso, simboleggia il modo di vivere italiano, la sua qualità diffusa sul territorio.

L’importanza del ruolo assunto da un prodotto turistico ad alto contenuto territoriale sta nel fatto che aumentando il valore di un territorio e dell’offerta turistica locale in generale ne accresce l’attrattività e di conseguenza determina la soddisfazione del consumatore. Di contro, il consumatore soddisfatto comunica ad altri l’attrattività del territorio visitato durante la vacanza, potenziando, in questo modo, l’immagine che quel territorio e quel prodotto hanno sul mercato.

L’enoturismo storicamente si pone per l’Italia come innovazione della più generale offerta turistica e non è tanto importante come prodotto specifico, quanto e di più come caratterizzazione del sistema di ospitalità, come qualificazione del soggiorno per motivazioni diverse da quella d’arte a quella balneare.

Il vino simboleggia il modo di vivere italiano e trova in tutte le regioni connotazioni differenti, che conferiscono forza e carattere all’offerta enoturistica nazionale; il turismo del vino coinvolge anche altri prodotti dell’agricoltura locale e dell’allevamento, la gastronomia tipica e ormai anche l’arte.

L’enoturismo coinvolge maggiormente un target fatto di adulti, con livelli di reddito medio-alto e maggiori disponibilità di tempo libero, sensibile non solo alle buone bottiglie ma anche al territorio e alle tradizioni culturali. E’ possibile distinguere tra turisti-clienti:

Rapporto sul turismo in Puglia

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marginali: scelgono le mete più tradizionali come destinazione del loro viaggio e ricercano soluzioni economicamente vantaggiose;

politeisti: dalle motivazioni e dai gusti molto diversi, interessati a proposte e occasioni a buon prezzo;

affluenti: hanno maggiori capacità di spesa e aspettative di qualità, cercano luoghi, prodotti e servizi di successo;

esclusivisti: gruppi minoritari, disposti ad affrontare costi selettivi, scelgono destinazioni emergenti e di grande notorietà.

Per contro, anche l’offerta turistica appare quanto mai diversificata, poiché gli elementi di cui si compone (attrattive, strutture ricettive,..) appartengono a categorie differenti. Tuttavia la formula organizzativa prevalente è quella degli itinerari, “le strade”, che corrono lungo tracciati che toccano aree e luoghi di produzione, ma che offrono contemporaneamente al turista l’opportunità di conoscere le risorse naturali e culturali che caratterizzano il territorio.

1.2 Le strade del vino e dei sapori L’esigenza di valorizzare i territori a vocazione vitivinicola ha portato alla nascita delle Strade

del Vino, più di recente diventate dei sapori. Le Strade del vino e dei sapori costituiscono uno strumento attraverso il quale i territori vinicoli, così come quelli dove si producono olio e altri prodotti tipici, e le relative produzioni, possono essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica. Si caratterizzano per percorsi che si snodano all’interno di un territorio al fine di valorizzarne non semplicemente le aziende di produzione, ma anche le specificità naturali, ambientali, culturali, le tradizioni e così via. In tal senso possono contribuire a delineare un sistema integrato di offerta turistica che si snoda per un intero itinerario lungo il quale si collocano luoghi del vino visitabili (vigneti, aziende, cantine) e attività imprenditoriali collegate (ristoranti, alberghi, agriturismi, enoteche, ecc…).

La Legge nazionale 268 del 1999, istitutrice delle Strade del Vino, ha previsto che a farne parte fossero le cantine, le aziende vitivinicole, le strutture legate alla commercializzazione del vino, all’accoglienza turistica rurale e agrituristica, le strutture di ristorazione, i musei del vino. L’intenzione del legislatore era quella di valorizzare i territori a vocazione vinicola e permettere la fruizione degli stessi, attraverso una serie di interventi mirati: la predisposizione di segnaletiche comuni e omogenee, la realizzazione di un disciplinare che stabilisce le regole per l’adesione, la definizione di standard minimi di qualità per ogni soggetto aderente.

Da notare che il paradigma nell’ambito del quale si sviluppa la nascita e lo sviluppo delle strade del vino è più l’agricoltura che il turismo, perché l’obiettivo è quello di rivalorizzare località agricole in difficoltà. Per questo motivo tali itinerari vengono realizzati e gestiti dagli assessorati regionali all’agricoltura più che da quelli del turismo. Ovviamente in molti casi, ma non in tutti, si realizza una fattiva collaborazione fra i due assessorati.

In Italia le prime Strade del Vino sono state realizzate negli anni ’90, prima ancora che fosse emanata la legge 268/1999 sulla base della quale le Regioni hanno, successivamente, disposto regolamenti attuativi per l’istituzione delle loro strade. Nel complesso su tutto il territorio nazionale si contano 140 Strade del Vino e dei Sapori riconosciute anche se non tutte operative ed efficienti. Dal IV Rapporto Censis sul Turismo del Vino del 2007, si rileva che le strade effettivamente funzionanti sono 60; inoltre sono 1.300 i comuni aderenti al network delle strade del vino e dei

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sapori con 358 denominazioni di origine controllata e garantita. Sulla base dei dati di Censis Servizi, su 38 Strade del vino è emerso che, in media, 36 strade dispongono di un sistema di comunicazione e promozione al passo con i tempi, avendo un sito web e partecipando a fiere di settore nazionali, 34 strade, in media, organizzano eventi dell’enogastronomia locale e di promozione dei vini locali e 11 strade eventi culturali, 30 distribuiscono materiale informativo.

Tab.1 - Le Strade del Vino in Italia Regione N. Distr. % Regione N. Distr. % Valle d’Aosta 1 0,7 Umbria 4 2,9 Piemonte 5 3,6 Lazio 3 2,1 Liguria 2 1,4 Abruzzo 7 5,0 Lombardia 7 5 Molise 1 0,7 Veneto 19 13,6 Campania 7 5,0 Alto Adige 2 1,4 Puglia 10 7,1 Trentino 6 4,3 Basilicata 1 0,7 Friuli VG 7 5 Calabria 11 7,9 Emilia R 12 8,6 Sicilia 9 6,4 Toscana 19 13,6 Sardegna 6 4,3 Marche 1 0,7 Totale 140 100,0 Fonte: CENSIS

Ciò che diviene determinante per il funzionamento di una Strada, sono gli obiettivi che si intendono perseguire e le modalità con cui renderli condivisi da tutti gli aderenti. Tra queste alcune possono assumere una valenza strategica determinante ai fini del successo di una.

La probabilità di successo delle Strade del vino e dei sapori, come offerta turistica, è strettamente dipendente dal livello di funzionamento operativo e competitivo che esse sanno esprimere, in modo da permettere al turista di scoprire le radici di un prodotto, di vivere l’ambiente e non solo di degustare un piatto; in breve, di trasformare la vacanza o l’escursione in una esperienza da ricordare e da raccontare, e non soltanto in una sporadica occasione di acquisto.

In realtà sono molto poche le strade del vino che hanno avuto un certo successo perché questa esperienza nasce con un vizio di fondo nell’ambito del comparto agricolo e fin dalla loro attivazione mancano di un vero e proprio momento di promozione e commercializzazione. Di fatto è un prodotto turistico che non è destinato a non decollare.

In realtà la gastronomia ed il vino rappresentano una caratterizzazione dello stile di vita italiano e come tali sono prodotti che fanno parte sostanziale di qualsiasi prodotto e motivazione turistica del soggiorno nelle nostre regioni.

L’essere parte essenziale di un soggiorno al mare o alle terme è la vera forza di questi prodotti che esprimono bene la sintesi della cultura e delle tradizioni locali.

1.3 Il caso della Puglia: le strade del vino e dell’olio

Negli ultimi anni l’interesse per il turismo enogastronomico è certamente aumentato ed i prodotti tipici pugliesi cominciano a incuriosire anche perché i produttori hanno migliorato sensibilmente la qualità. Inoltre l’Assessorato all’Agricoltura, attraverso l’istituzione di un marchio Puglia, ha avviato un processo di riconoscimento della qualità dei prodotti.

Parallelamente, non vi è stata una programmazione attenta di eventi: ad esempio manca un calendario puntuale che consenta di promuovere le iniziative sulle riviste di settore sempre più

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numerose (viaggi e sapori, cucina e vini, vie del gusto, viaggi di repubblica, ecc…). Ciò non consente ai tour operator di costruire pacchetti mirati. Inoltre, non esiste un sito dedicato che orienti chi è interessato a recarsi nei territori interessati.

D’altra parte, esistono varie realtà che organizzano lezioni di cucina in masseria e degustazioni di vini, ma ciascuno si promuove in modo spontaneo e spesso i potenziali turisti del vino non realizzano le proprie aspettative generando spostamenti sul territorio della regione.

Gli enoturisti sono tendenzialmente interessati alle novità e si rileva (Rapporto Censis) un crescente interesse verso Sicilia e Puglia.

Anche gli itinerari del vino, e simili, della Puglia risentono dei condizionamenti negativi prima evidenziati che rendono difficile il raggiungimento del cliente finale come prodotto specifico mentre assumono grande forza come modo di essere del soggiorno e come fruizione esperienziale delle tradizioni locali.

Tra le possibili idee e proposte utili per favorire lo sviluppo del turismo enogastronomico, alcune azioni possono assumere un ruolo strategico rilevante, come l’avviare una attività formativa rivolta agli addetti ai lavori e l’individuazione di una lista di eventi forti e mirati, da inserire nei pacchetti turistici a completamento dell’offerta di strutture ricettive di qualità (ristoranti, trattorie, masserie, bed & breakfast, cantine, frantoi, ecc…), coinvolgere fin dal primo momento gli operatori della intermediazione nella costruzione di alcuni pacchetti. Se non si fanno coinvolgere significa che c’è qualcosa di sbagliato.

Prospetto 1 - Le strade del vino e dell’Olio in Puglia Nome della Strada Itinerari e territori di

riferimento delle strade Vini e prodotti tradizionali

Strada dei Vini DOC della Murgia Carsica

Itinerario non ancora attivato Vini: Gravina DOC, Gioia del Colle DOC.

Strada del Vino “l’Appia dei Vini” DOC Brindisi-Ostuni

Itinerario non ancora attivato Vini: Brindisi DOC, Ostuni DOC, Latiano IGT.

Strada del Vino Vigna del Sole

- Salice DOC - Leverano DOC - Squinzano DOC - Copertino DOC

Vini: Salice Salentino DOC, Leverano DOC, Squinzano DOC, Copertino DOC.

Strada dei Vini DOC Locorotondo e Martina Franca

Itinerario non ancora attivato Vini: Locorotondo DOC, Martina Franca DOC.

Strada dei Vini DOC della Daunia

Nord di Foggia Vini: San Severo DOC, Cacc'emmitte di Lucera DOC, Aleatico di Puglia DOC. Altri prodotti tradizionali: Farina di grano arso, Lampascioni, Orecchiette, Troccoli, Cecatelli, Caciocavallo, Scamorza, Pecorino, Mozzarella anche di latte di bufala.

Strada degli Antichi Vini Rossi

-percorso delle masserie -percorso archeologico

Vini: Rosso Barletta DOC, Rosso Canosa DOC, Rosso di Cerignola DOC, Rosso Orta Nova DOC.

Strada dei Vini DOC Castel del Monte

Itinerario non ancora attivato Vini: Castel del Monte DOC, Moscato di Trani DOC.

Strada dei Vini Doc Primitivo di Manduria e Lizzano

Taranto-San Giorgio Jonico Vini: Primitivo di Manduria DOC, Lizzano DOC.

Strada del Vino del Salento Itinerario non ancora attivato Vini: Alezio DOC, Matino DOC, Nardò DOC, Aleatico di Puglia DOC, Salento IGT.

Strada dell’olio Extravergine di oliva DOP Dauno

Itinerario Garganico provenzale, I Monti della Daunia, Il Tavoliere e le Saline

Ogliarola garganica, Peranzana, Coratina, Ogliarola Rotondina, Rotondella

Strada dell’Extravergine Castel del Monte

Il Tratturo Regio Extravergine di Castel del Monte, associato al Moscato di Trani

Fonte: Strade del Vino

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In realtà anche in Puglia le associazioni delle strade del vino e dell’olio, dopo i mancati successi, stanno vivendo un periodo di stallo che non può certo essere superato con il ricorso a ulteriori certificazioni di qualità, che altro non farebbero se non accentuare la separazione fra mercato e istituzioni.

Si può dire che l’enogastronomia pugliese, più che rappresentare un prodotto autonomo si identifica con un marchio-ombrello che come condizione di qualità caratterizza tutti i possibili soggiorni in Puglia e tutti i suoi territori.

Per quanto riguarda la Regione Puglia, le strade del vino sono state pianificate e organizzate attraverso i fondi FEOGA a valere sul POR 94/99.

Anche in questo caso si ha una dimostrazione dello stacco esistente fra l’attività delle istituzioni e quella degli operatori, fra il mercato immaginario delle prime ed il concreto operare dei secondi. Le “strade del vino” sono state volute più dalle istituzioni, che hanno fatto riferimento alle associazioni di categoria, che dagli operatori, che sembrano averle “subite”, per questo motivo diverse non sono attive.

Come si è potuto pensare a creare un prodotto senza adeguate indagini di mercato e senza pensare al momento della commercializzazione?

Sopra si presenta un prospetto relativo alle nove strade del vino e alle due strade dell’olio realizzate in Puglia.

2. Il turismo religioso

2.1 L’Italia e le risorse religiose: alcune valutazioni preliminari I soggiorni per motivazione religiosa rappresentano per il nostro Paese un fenomeno che

rispetto alle grandi tipologie che caratterizzano il sistema di ospitalità assume alcuni aspetti propri del prodotto di nicchia, ma che nei confronti delle destinazioni ove sono localizzati grandi santuari e ove è vivo il ricordo di alcuni personaggi storici, ha una impronta decisiva tanto da caratterizzare l’economia e la società locale.

La difficoltà maggiore nello studiare e definire il Turismo Religioso si riscontra nel fatto che nella quasi totalità dei casi non si hanno a disposizione studi che analizzano dati e flussi in termini di arrivi, presenze, ecc.; questo anche perché, nella maggior parte delle situazioni, si tratta di un tipo di viaggio che si esaurisce in una giornata ed è spesso organizzato da parrocchie e gruppi religiosi.

La difficoltà di stima dipende da due ragioni principali: il turismo religioso è spesso associato ad altre tipologie che rendono impossibile la

sua individuazione specifica del pellegrino all’interno delle altre figure turistiche; la figura del pellegrino che visita un santuario è suddivisibile in due sottofigure tipiche

che sono quella del pellegrino escursionista e quella del pellegrino turista. Il TCI ha stimato che in Italia vi sono 1.763 santuari e più di 100.000 chiese, ma in realtà i

santuari famosi ed in grado di attirare una significativa clientela propriamente turistica sono relativamente pochi, circa un ventina alcuni dei quali molto noti come Assisi (Umbria), Loreto (Marche) e San Giovanni Rotondo (Puglia).

Mentre il richiamo dei primi due ha alle spalle una grande tradizione storica, il Santuario di San

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Giovanni fa parte di un recente passato che trova più difficoltà a radicarsi fra la popolazione, con difficoltà ancora maggiori come prodotto turistico, almeno in parte da riconvertire.

Inoltre è necessario distinguere tra le stime riferite in un primo caso alle motivazioni di viaggio esclusivamente o prevalentemente religiose e, in un secondo caso, a motivazioni all’interno della quali la componente religiosa è presente in modo secondario.

Tenuto conto di queste precisazioni e considerando le varie fonti disponibili (Indagine sui viaggi degli italiani dell’ISTAT e Indagine sui passaggi alle frontiere dell’UIC) si arriva a stimare che i viaggi per motivazione esclusivamente o prevalentemente religiosa in Italia rappresentano normalmente circa l’1% del totale stimato; hanno raggiunto una quota del 2,6% nell’anno 2000, quello del Giubileo ed una quota simile anche in occasione del decesso del Papa Giovanni Paolo II (Papa Woityila).

Più precisamente nel 2000 i viaggi per motivazione religiosa degli italiani sono stati 1,271 ml su un totale di 42,363 ml., per una quota del 3% circa, in termini di pernottamenti la quota rispetto al totale è stata del 2,6%; in termini di apporto economico la quota è pari a circa il 2,8% della spesa complessiva per turismo effettuata all’interno del paese.

E questo l’ultimo dato disponibile con un certo grado di affidabilità. Dall’analisi appare subito un’altra caratteristica del viaggio religioso, e cioè la sua breve durata:

l’incidenza prevalente della motivazione religiosa riguarda il 4,6% dei viaggi con pernottamento di 3 notti o meno e solo l’1,7% dei viaggi con pernottamento di più lunga durata.

Considerando la componente straniera i viaggi per motivazione esclusivamente o prevalentemente religiosa, secondo l’UIC, hanno riguardato nell’anno 2000 circa l’1% dei turisti, l’1,5% dei pernottamenti e l’1,6% della spesa complessiva degli stranieri in Italia.

Le nazionalità maggiormente caratterizzate dalla motivazione religiosa nel 2000 sono, secondo un ordine indicativo del numero dei pernottamenti effettuati, la Spagna, la Francia, la Germania, gli USA e il Portogallo.

Il totale di questi ha determinato l’85,5% dei pernottamenti per motivazione religiosa ed il 79,3% della spesa.

Del tutto diversa apparirebbe la graduatoria dei paesi di origine in base alla incidenza che la motivazione ha sulle singole provenienze, con ai primi posti alcuni paesi che presentano valori assoluti molto ridotti ed incidono molto sul movimento complessivo nazionale, quali la Repubblica Dominicana (che peraltro vede anche una forte presenza di emigrati in Italia) e l’Indonesia.

Considerando la motivazione religiosa insieme alle altre principali è possibile disporre solo di alcuni dati relativi ad indagini campionarie locali che possono essere generalizzate con difficoltà e solo in via sperimentale.

L’incidenza, in questo caso si attesta, secondo una indagine Mercury di inizio anni duemila, intorno al 5/6% del totale del movimento turistico in Italia.

La ricettività tipica normalmente utilizzata per i viaggi di turismo religioso è normalmente quella alberghiera, con una percentuale di utilizzazione che è intorno al 92%, ma spesso si utilizzano alloggi presso enti religiosi che in qualche caso si sono organizzati anche come veri e propri B&B

In termini di offerta la ricettività in località con disponibilità per forme di turismo religioso, inteso in senso allargato e quindi anche come motivazione secondaria, può essere stimata in circa il 12% dell’offerta complessiva ed è, perciò, assai significativa essendo stimata intorno alle 100 mila camere.

Anche il turismo religioso si trova alle prese con il problema della ridotta permanenza media,

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perché il soggiorno generalmente si chiude dopo aver raggiunto lo scopo e cioè visitato i luoghi del “Santo”.

Inoltre un problema in più è rappresentato dalla forte presenza di un turismo escursionista che visita la destinazione in meno di un giorno.

Osservando il fenomeno nell’ottica promozionale-turistica si osserva una netta differenza tra quanto avviene a nord ed a sud di Roma.

Regioni come l’Umbria, il Lazio, il Veneto e la Toscana sono note al pellegrino per la vastità di scelta di luoghi sacri.

Basti pensare agli itinerari francescani che coinvolgono ben quattro Regioni, alla Sacra Sindone, a ciò che rappresenta S. Antonio di Padova e, nello stesso tempo, esistono anche località religiose ad alta concentrazione come Assisi e Loreto con oltre 4 milioni di presenze annue dichiarate; il solo santuario che può competere con quelli del Centro Nord è quello di San Giovanni Rotondo legato alla figura di Padre Pio da Pietrelcina.

Tale destinazione rappresenta un caso clamoroso di sviluppo di una località di turismo religioso con una quarantina di alberghi per più di 1200 camere sorti nel giro di pochi anni.

2.2 Il caso di San Giovanni Rotondo Nel caso in questione è disponibile una lunga serie storica che evidenzia l’andamento dei flussi

dal 1958 ad oggi e le loro modificazioni di carattere qualiquantitativo, con anche la possibilità di distinguere fra quattro grandi categorie di riferimento:

1) il turismo religioso alberghiero; 2) il turismo religioso giornaliero (mordi e fuggì) dei pellegrini 3) i flussi sanitari alberghieri: comprende arrivi per convegni e per assistenza di familiari

ricoverati nella Casa Sollievo della Sofferenza; 4) i flussi sanitari giornalieri: comprese le visite ambulatoriali ed ai parenti ricoverati nella Casa

di cura. E' difficile tenere sotto controllo i numeri del movimento giornaliero mentre risulta più facile osservare i dati dei flussi ricettivi-alberghieri, considerando congiuntamente quello religioso e quello sanitario, utilizzando i dati comunicati dalle singole strutture ricettive agli uffici statistici periferici.

Di seguito vengono riportati i dati relativi alla dinamica dei flussi dal 1958 al 2001 compreso. Dalla tabella si può osservare l'andamento molto altalenante negli anni sessanta, quando si

registrano delle oscillazioni piuttosto elevate, dovuti anche all’approssimazione con la quale venivano raccolti i dati.

È da notare la fase crescente degli anni dal '64 al '67, con la riduzione delle presenze proprio nell'anno della morte di Padre Pio. Un vero e proprio crollo si registra l'anno successivo, il '69, quando si ha una riduzione rispetto all'anno precedente di oltre il 60%. La tendenza alla riduzione delle presenze continua ancora per alcuni anni sino al 1973, quando si registra il minimo storico dal '58 al 2001 con sole 24.189 presenze. In quell'anno anche gli arrivi (9.460) registrarono il valore più basso dello stesso periodo considerato. Dopo un quinquennio di stasi, dal 1978 c'è un primo sussulto nei dati relativi alle presenze (con una variazione positiva del 53,07% rispetto all'anno precedente), come quelli relativi agli arrivi (qui la variazione raggiunge addirittura il 60,62%).

Una tappa importantissima degli anni '80 è stato l'anno della celebrazione del centenario della

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nascita del Beato Padre Pio, il 1987, quando si sono succeduti eventi storici straordinari: la visita del Santo Padre Giovanni Paolo II, il 25 maggio; l'inaugurazione della piazza Padre Pio, con il monumento a lui dedicato; la presenza di Madre Teresa di Calcutta all'incontro nazionale dei giovani. In quell'anno il numero di presenze balzò a 117.623, con un aumento del 33,09%, rispetto al già cospicuo numero dell'anno precedente (88.376). Il superamento delle centomila presenze sembra abbia dato slancio a tutto il sistema ricettivo che nel giro di 5 anni, nel 1992, supera le duecentomila presenze. Dopo tre anni, nel 1996, vengono superate con uno slancio ancora maggiore anche le 300.000 presenze. Con soli due anni anche il traguardo delle 400.000 presenze viene superato nel 1998. Nel 1999 e nel 2000 le presenze, pur in forte aumento - specialmente nel 1999 - restano al di sotto delle 500.000 unità, che vengono solo sfiorate nel 1999 con 494.378 presenze. E' una scalata che si perfeziona con il salto in alto del 2001, durante il quale è stata raggiunta quota 602.656 presenze. Tale fenomeno va, però, spiegato alla luce di quanto negli anni considerati è stato fatto per raggiungere questi risultati.

L’andamento nel corso degli anni rivela come gli eventi abbiano una importanza determinante per la valorizzazione di una destinazione turistica, in particolare di una destinazione religiosa.

In realtà la grande fama della località si sviluppa dopo la morte di Padre Pio avvenuta nel 1968 con al creazione di una pluralità di iniziative anche di carattere sanitario che portano, di fatto, ad un incremento eccessivo dell’offerta di posti letto, con la conseguenza che spesso aumentano le presenze complessive a scapito dei tassi di occupazione degli esercizi ricettivi.

Ne sono un esempio gli andamenti degli anni 2000 e 2001; in particolare per il secondo anno l’andamento parrebbe positivo perché si verifica un incremento di 154.473 presenze rispetto al 2000, fino a superare le 600mila presenze. Gli incrementi percentuali sono pari al 34,46% rispetto al 2000, il quale, però, aveva subito una riduzione del 9,34% rispetto all'anno precedente.

Il 2001 segna, quindi, un incremento pari al 21,90% rispetto al 1999, che rappresentò un anno boom perché vi fu la beatificazione del Santo.

Il valore positivo di questi dati viene messo in discussione se si considerano altri dati, quali il tasso di utilizzo dei posti letto, che scende da 181,09 giorni del 1999 ai 103,32 giorni nel 2001, cioè da un tasso di occupazione del 50% ad uno del 28%. La spiegazione di questa situazione che si verifica nel corso di due anni è da ricercare nel considerevole aumento di posti letto, più che raddoppiato dal 1999 al 2001, passando dai 2.741 del 1999 ai 5.847 del 2001.

Tab.2 - Il turismo a San Giovanni Rotondo. Presenze in valori assoluti, tasso di variazione medio annuo e annuale e quote di mercato italiani Stranieri Totale italiani Stranieri Totale italiani Stranieri Totale Valori assoluti Tasso medio annuo di variazione Quote di mercato 1961 40.234 13.473 53.707 74,9 25,1 100,0 1971 25.168 5.552 30.720 -4,6 -8,5 -5,4 81,9 18,1 100,0 1981 53.647 12.072 65.719 7,9 8,1 7,9 81,6 18,4 100,0 1991 143.673 16.077 159.750 10,4 2,9 9,3 89,9 10,1 100,0 2001 571.602 31.054 602.656 14,8 6,8 14,2 94,8 5,2 100,0 2005 526.558 56.216 582.774 90,4 9,6 100,0 2006 483.287 56.315 539.602 -8,2 0,2 -7,4 89,6 10,4 100,0 2007 533.201 60.220 593.421 10,3 6,9 10,0 89,9 10,1 100,0 2008 661.201 78.018 739.219 24,0 29,6 24,6 89,4 10,6 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Regione Puglia

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Anche gli arrivi e le presenze giornaliere hanno avuto un trend ascensionale nel decennio, passando dai circa 239 arrivi giornalieri del '92 ai circa 946 del 2001 e dalle 512 presenze giornaliere del 1992 alle 1651 presenze giornaliere del 2001. Si intuisce anche, però, come il rapporto tra presenze e posti letto fosse molto più alto nei primi anni del decennio, quando il tasso di utilizzo dei posti letto raggiungeva il suo massimo nel 1996 con 79,02%.

Si può affermare che dal 2001, ed in particolare dal 2005 ad oggi, il movimento turistico si assesta ad un livello inferiore alle 600.000 presenze, pur se con qualche discontinuità, per raggiungere le 739.219 presenze nel 2008; è un valore di non poco conto se è vero che corrisponde a circa il 6% di tutte le presenze regionali.

Le ragioni dello sviluppo stanno nella valorizzazione che gli operatori hanno cercato di realizzare degli altri turismi presenti nelle Regione, mentre la motivazione propriamente religiosa sta perdendo la sua importanza relativa, come mostra l’aumento delle presenze estere, ed in particolare di quelle di lungo raggio dei giapponesi e degli americani sia del Nord che del Sud.

Di fatto i flussi complessivi degli ultimi anni presentano una dinamica di crescita continua dall'anno di beatificazione (1999) a quello della canonizzazione (2002) di Padre Pio. Questo risultato è legato senza dubbio agli eventi realizzati ed alla forza attrattiva del cappuccino con le stimmate, ma un impulso forte è venuto dalla infrastrutturazione di un più generale itinerario e soggiorno regionale. Manca ancora un completamento delle infrastrutture secondarie, come migliori strade di accesso dalla pianura e dalle zone garganiche ed una grande struttura polivalente per il turismo congressuale. Il fenomeno della domanda ricettiva stimolata dalle infrastrutture primarie è evidente.

La crescita della ricettività è parsa, tuttavia, eccessiva, ed ora si pone il problema di gestirla; dato l’andamento altalenante del numero di fedeli, nonostante il sovrapporsi di altri turismi, anche le strutture ricettive, negli ultimi anni,sono rimaste praticamente le stesse.

Attualmente si contano 167 esercizi per un totale di 6.241 letti, 37 camere in meno del 2007. Il visitatore si sta sempre più trasformando da turista a escursionista.

Negli ultimi anni (2005-2008) le presenze turistiche hanno seguito un trend crescente; come è possibile constatare dalla relativa tabella, nonostante una lieve flessione avvenuta nel biennio 2005-6, si registra un incremento del 24,57% fra il 2007 e il 2008.

Permane il problema della scarsa capacità della destinazione di far permanere il turista vista che la permanenza media si è ridotta nel corso degli anni da più pernottamenti ad arrivo fino alla metà degli anni novanta agli attuali 1,7 pernottamenti ed è stabilizzata su tale dato da alcuni anni.

Come esempio di innovazione per attrarre di più i turisti e per ovviare al problema della limitata permanenza media viene considerato il Tour del Pellegrino, attivato nell’Aprile del 2008 dalla Pro Loco di San Giovanni Rotondo. L’iniziativa ha provocato subito un certo interesse ma stenta a decollare e ad assumere una valenza differenziale.

Il trenino, mezzo sul quale si svolge il tragitto, dopo una presentazione della figura del Santo, conduce, con una guida, all’interno del centro storico o al Museo delle Cere di Padre Pio, a seconda della scelta per la quale avranno optato gli stessi turisti.

Sembra questa una realizzazione poco in grado di portare valore aggiunto al sistema di ospitalità locale che, invece, si deve aprire ai molteplici turismi non balneari presenti nella zona proponendo la sua ricettività a prezzi concorrenziali.

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3. Il richiamo dei borghi storici e dell’autenticità Una delle scelte strategiche della promozione regionale dovrebbe essere quella di riscoprire

l’autenticità dei borghi storici locali, in particolare di quelli ove sono ancora vive le tradizioni più autentiche.

Tale scelta rientra pienamente in quella logica dello slow tourism che potrebbe identificarsi come paradigma per le attività di promozione e di commercializzazione, nell’ambito di una logica di turismo sostenibile per potere procedere ad un uso che salvaguardi quell’autenticità che altrimenti andrebbe persa.

È questa una ipotesi di lavoro che vede già presenti alcune interessanti iniziative. In Italia sono già presenti diverse associazioni che operano per valorizzare in chiave turistica

alcune destinazioni minori. Riportiamo di seguito quella dei Borghi più belli d’Italia, che fa capo all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e quella dei Borghi Autentici che è sempre diretta ai comuni, ma è di natura privata.

3.1 I “Borghi più belli” Nel marzo del 2001 è nato il Club de I Borghi più Belli d'Italia su impulso della Consulta del

Turismo dell' Associazione dei Comuni Italiani (ANCI). Questa iniziativa è sorta dall'esigenza di valorizzare il grande patrimonio di Storia, Arte, Cultura,

Ambiente e Tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti.

Sono infatti centinaia i piccoli borghi d'Italia che rischiano lo spopolamento ed il conseguente degrado a causa di una situazione di marginalità rispetto agli interessi economici che gravitano intorno al movimento turistico e commerciale.

Per questo si è deciso di costituire un Club di Prodotto che raccogliesse le giuste esigenze di quegli amministratori più accorti e più sensibili alla tutela e alla valorizzazione del Borgo e che intendessero partecipare con convinzione ad una struttura associativa così importante ed impegnativa.

Per essere ammessi occorre infatti corrispondere ad una serie di requisiti di carattere strutturale e di carattere generale.

E’ necessario possedere un patrimonio architettonico e/o naturale certificato da documenti in possesso del Comune e/o dalla Sovrintendenza delle Belle Arti. Gli edifici storici devono prevalere sull'insieme della massa costruita e dar luogo ad un complesso esteticamente omogeneo.

I borghi devono offrire un patrimonio di qualità che si faccia apprezzare sia dal punto di vista urbanistico e architettonico e debbono perseguire politiche di valorizzazione, di sviluppo e di animazione dei centri. Fra le azioni da svolgere si ricordano la chiusura permanente o temporanea del borgo alla circolazione automobilistica, l’organizzazione di parcheggi esterni, il rinnovamento e l’abbellimento delle facciate, la cura del verde pubblico e installazione di fioriere, l’organizzazione di visite guidate, l’edizione di guide o opuscoli promozione.

Si cura molto, inoltre il sito dell’associazione, in modo integrato con le destinazioni locali. In Puglia sono stati attivati nove dei 57 Borghi più belli attivati nel Mezzogiorno e dei quasi 180

attivati in Italia. I borghi sono: Alberona, Bovino, Cisternino, Locorotondo, Otranto, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, Specchia, Vico del Gargano.

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Tab.3 - I comuni “più belli” e quelli “autentici” nelle regioni del Mezzogiorno Regione Borghi più belli Borghi autentici Totale Distribuzione %. Abruzzo 19 13 32 29,1 Molise 1 4 5 4,5 Campania 6 9 15 13,6 Puglia 9 6 15 13,6 Basilicata 5 4 9 8,2 Calabria 8 10 18 16,4 Sicilia 7 3 10 9,1 Sardegna 2 4 6 5,5 Totale 57 53 110 100,0 Fonte: Dati ANCI

3.2 I “Borghi autentici” Borghi Autentici è una rete fra territori italiani promossa dalle comunità, dagli amministratori

locali e dagli operatori economici e culturali dei luoghi. Come per i “Borghi più belli” si vuole trasformare il rischio di declino di alcune località in una opportunità per creare nuovo sviluppo. Borghi Autentici è un’Associazione fra piccoli comuni che s’impegnano in un complesso percorso di miglioramento continuo della struttura urbana, dei servizi verso i cittadini, del contesto sociale, ambientale e culturale.

Nell’ambito del percorso, sono previste attività per migliorare costantemente la qualità complessiva del borgo e del territorio, sia sul piano fisico che su quello immateriale, allo scopo di ottenere concreti vantaggi competitivi. In questo quadro l’Associazione promuove i “Laboratori”.

In Puglia ne fanno parte sei comuni a fronte dei 53 del Mezzogiorno e dei quasi cento dell’Italia: Bitetto, Cannole, Capo S.M. di Leuca, Mattinata, Melpignano, Minervino Murge.

Complessivamente pare evidente la rilevanza che i borghi hanno in Abruzzo, ma si può dire che il fenomeno è in rapida crescita ed è diffuso su tutto il territorio nazionale.

3.3 Le altre associazioni per la valorizzazione dei prodotti locali Le due associazioni dei “borghi” in realtà sono fra loro concorrenti perché hanno obiettivi simili. Entrambe aderiscono a Res Tipica, Associazione alla quale aderiscono altre 20 associazioni

delle città di identità che ha come obiettivo salvaguardare e promuovere il patrimonio ambientale, culturale, turistico ed enogastronomico dei comuni dell’Italia.

Si ritrovano in questa associazione le città del pane, con tre comuni pugliesi su 43 in Italia; come è noto il pane pugliese è ormai diffuso in tutto il Paese; le città del vino con 597 aderenti, le Città dell’Olio (343), le Città dei sapori (141), le Città slow (63) ed altre.

La presenza di queste associazioni conferma che l’enogastronomia ed i prodotti tipici rappresentano prevalentemente una caratterizzazione qualitativa dei Sistema Italia, e come tali vanno valorizzati.

4. Il cicloturismo … e altro Altra tipologia di turismo emergente, ancora molto di nicchia, ma in rapida espansione è il

cicloturismo che si colloca nell’ambito di una concezione di slow tourism. Su questo segmento di domanda, già più avanzato in altri paesi ed in particolare in quelli del

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Centro e Nord Europa, si sta dando una sempre maggiore attenzione anche come recupero di percorsi verdi su vecchi percorsi ferroviari abbandonati.

Di fatto è già presente una rete europea dei percorsi ciclabili. In Puglia basta collegarsi via Internet con la voce specifica per scoprire la realtà di un mondo

molto dinamico che il mercato sta imponendo dal basso all’attenzione dei policy makers. Sono presenti diversi noleggi di biciclette per fare questa esperienza che ruotano intorno

all’Associazione Puglia in bici, che insieme Southern Visions - Active & Cultural Vacations" e NRG Bike offre “una vacanza in bicicletta dedicata alla scoperta delle bellezze naturali ed artistiche della Puglia, con i suoi paesi caratteristici ed unici al mondo come Alberobello con i suoi trulli, Cisternino tra i borghi più antichi d'Italia, Ostuni la Città Bianca, Martina Franca, Locorotondo e la Valle d'Itria tra sapori e bellezze naturali con tutti i suoi paesi , in bicicletta tra i paesaggi marini di Monopoli, Polignano a Mare o tra le bellezze naturali come le Grotte di Castellana e Putignano o tra i centri storici tra i più belli in assoluto come Conversano e Monopoli, il Gargano ed il Salento; Puglia in bici è un'idea vacanza per appassionati di cicloturismo e gite in bicicletta per famiglie; Una vacanza in bicicletta in Puglia alla scoperta degli innumerevoli monumenti artistici e naturali creati dal tempo e dalle tradizioni pugliesi, senza dimenticare la nota enogastronomia pugliese con i suoi insuperabili ed indimenticabili sapori”.

Presso l’Assessorato ai trasporti è stato realizzato uno studio di fattibilità degli Itinerari della Rete Ciclabile del Mediterraneo, con il progetto Cycle Route Network of the Mediterranean, che ha coinvolto anche la Campania, la Calabria e la Basilicata, nonché alcune regioni della Grecia, malta e Cipro. La rete Ciclabile del Mediterraneo è parte della Rete Ciclabile Europea EuroVelo e della Rete Ciclabile Italiana Bicitalia.

La forza del cicloturismo come nicchia emergente sta nel fatto che si propone come modo esperienziale di “fare vacanza”, lontano dai percorsi di massa e dalle masse dei turisti e alla ricerca di luoghi minori ove i paesaggi sono ancora poco contaminati e la vita è più autentica ed hessianamente attraente.

Le associazioni di amici della bici sono molto attive ed hanno ipotizzato più di cinquanta itinerari raggruppati in tre tipologie: itinerari natura, itinerari pericolosi, itinerari e storia, con depliant e relative cartine dei percorsi. Un loro obiettivo è la realizzazione del progetto Vie verdi di Puglia, con il quale si vuole attivare una rete di strade sicure da percorrere con bicicletta da passeggio o in bike, coniugate in senso ambientale, recuperando anche alcuni antichi percorsi dei tratturi.

La vitalità di questo comparto ha determinato anche la nascita di diverse agenzie incoming specializzate.

Sono attive anche altre nicchie di turismo alcune delle quali, come il charter nautico e come il pescaturismo riconducibili ai turismi del mare, altre come il trekking, i percorsi a cavallo di carattere più generale e destinati alla valorizzazione delle zone interne.

Per il charter nautico la Puglia è una delle regioni leader per la sua posizione geografica che la colloca vicino alla Grecia, in un punto centrale del Mediterraneo.

Anche in questo caso sono sorte diverse agenzie che propongono come charter e come noleggio anche itinerari definiti. Si è in presenza di un prodotto che viene commercializzato prevalentemente dalle agenzie turistiche extraregione, ma che ha sulle coste locali una rete abbastanza diffusa di punti di partenza e di arrivo.

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CAPITOLO IX I PROGETTI TURISTICI INTERREGIONALI: FOCUS PUGLIA1

1. La Legge 135/2001 Fino all’inizio del 2001 la legge fondamentale che regolava il turismo italiano era la 217 del

lontanissimo, in termini non solo temporali ma soprattutto di sviluppo, anno 1983. Qualcosa è infatti cambiato proprio nel 2001, sia dal punto di vista legislativo ma anche da

quello costituzionale, dal momento che, nel breve lasso di tempo di circa un mese, sono stati adottati due rilevanti provvedimenti:

a) la nuova legge quadro, L. 135, del 29 marzo, con forti connotazioni “centralistiche” in quanto avviata quando la materia turismo era “concorrente” fra Stato e Regioni;

b) e, immediatamente dopo, in aprile, la riforma del Titolo V della Costituzione che, invece, ha attribuito alle Regioni la competenza esclusiva in materia.

Nel 2001, anno in cui immediatamente dopo l’emanazione dei provvedimenti citati si è insediato un nuovo Governo, ci si è trovati di fronte ad un rilevante problema istituzionale: da un lato l’opportunità, e si potrebbe dire anche la necessità, di attuare e dare applicazione ad una legge sicuramente innovativa ed attesa dal comparto per quasi vent’anni, tra l’altro ricca di una rilevante dotazione di risorse finanziarie ma soprattutto di potenzialità di sviluppo positivo delle tematiche in essa contenute, e, dall’altro, la presenza di una riforma costituzionale la quale, di diritto, avrebbe potuto determinare la sopravvenuta incostituzionalità della legge 135.

Tale tempistica aveva provocato, per di più, la presentazione presso la Corte Costituzionale, da parte di diverse Amministrazioni regionali di entrambi gli schieramenti politici, di alcuni ricorsi avverso la legge quadro e quindi finalizzati alla sua cancellazione.

L’attività intrapresa immediatamente non era certo delle più facili ed è stata dunque volta a riaffermare il fatto che, pur nel rispetto dei ruoli istituzionali, la positiva collaborazione fra le istituzioni, quella centrale e le regionali, potesse rappresentare non un ostacolo ma addirittura un importante riferimento ed un fattore di sviluppo per l’intero settore.

Quasi a garantire la bontà del lavoro di concerto espletato fin dal principio, vale solo la pena di menzionare la sentenza n. 197, del 23 maggio e 5 giugno 2003, della Corte Costituzionale, la quale ha certificato la piena vigenza e costituzionalità della legge 135/2001, col dichiarare inammissibili i citati ricorsi per incostituzionalità e motivando tale provvedimento proprio in relazione al fatto che le attività poste in essere in raccordo fra Stato e Regioni erano state positive e non avevano arrecato alcun danno.

Per quanto invece attiene specificatamente il processo di attuazione della legge 135/2001, i principali passaggi possono essere sintetizzati come di seguito:

a) l’emanazione del D.P.C.M. (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) 13

1 I paragrafi 1 e 2 sono di Franco Vitale, gli altri di Elena Caramaschi.

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settembre 2002, pubblicato sulla G.U. 25 settembre 2002, predisposto in attuazione dell’art. 2, comma 4, della L. 135/2001 e contenente i “Principi per l’armonizzazione, la valorizzazione e lo sviluppo del sistema turistico”, che ha recepito l’”accordo” con le Amministrazioni regionali sancito in sede di Conferenza Stato-Regioni il 14/2/2002 ed ha abrogato l’ormai obsoleta legge 217/83, e i cui contenuti modificano, ampliano ed aggiornano sostanzialmente l’intero sistema turistico italiano e il quadro normativo in materia;

b) nel corso dei diversi anni si è anche provveduto, in attuazione di quanto previsto dai commi 2 e 3, art. 6 della L. 135/2001, al trasferimento alle Regioni, con sette specifici DDMM approvati sempre in prima istanza in sede di Conferenza Unificata, delle ingenti risorse disponibili, per le finalità di riqualificare e rilanciare l’offerta turistica;

c) è stata inoltre possibile la realizzazione, ai sensi dell’art. 3 della L. 135/2001, di tre edizioni della Conferenza Italiana del Turismo, la prima tenutasi a Lamezia Terme il 27 e 28 settembre del 2002, ed attuata in stretta collaborazione con la Regione Calabria, la seconda, nei giorni 20 e 21 settembre 2004, tenutasi con grande successo a Genova in pieno e positivo raccordo con il Coordinamento delle Regioni e la Regione Liguria in particolare, e la terza, anch’essa con ottimi risultati, organizzata a Montesilvano (PE) il 30 settembre/1 ottobre 2006 organizzata in concordanza con il Coordinamento delle Regioni conferito alla Regione Abruzzo;

d) e, considerata la tempistica della presente pubblicazione, sembra opportuno citare anche la quarta Conferenza 2008, tenutasi a Riva del Garda il 20-21 giugno, che, non solo ha proseguito tale itinerario ma ha rafforzato con chiarezza il processo di collaborazione fra Stato, Regioni, Enti locali e imprese2.

L. 29-3-2001 n. 135 Riforma della legislazione nazionale del turismo. Pubblicata nella Gazz. Uff. 20 aprile 2001, n. 92. Art. 5. Sistemi turistici locali. 1. Si definiscono sistemi turistici locali i contesti turistici omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali

appartenenti anche a regioni diverse, caratterizzati dall'offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell'agricoltura e dell'artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate.

…...(omissis)….. 5. Il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, a decorrere dall'esercizio finanziario 2001,

nell'àmbito delle disponibilità assegnate dalla legge finanziaria al Fondo unico per gli incentivi alle imprese, di cui all'articolo 52 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, provvede agli interventi di cofinanziamento a favore dei sistemi turistici locali per i progetti di sviluppo che prestino ambiti interregionali o sovraregionali. Con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono definiti i criteri e le modalità per la gestione dell'intervento del Fondo unico per gli incentivi alle imprese.

…...(omissis)…..

2 Anche nel caso della Conferenza Italiana del Turismo è opportuno evidenziare il fatto che è intervenuta, di comune accordo fra Stato e Regioni, soltanto la modifica alla denominazione, individuandone una più consona al nuovo assetto costituzionale, dal momento che la definizione contenuta nel citato art. 3 della legge 135/2001, ovvero la realizzazione di una Conferenza Nazionale del Turismo, appariva troppo centralistica: in tal modo è stata salvata l’essenza e la necessità di un confronto importante fra tutti i soggetti pubblici e privati con cadenza almeno biennale.

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2. I progetti interregionali di sviluppo turistico Fra le diverse iniziative mirate all’attuazione della legge quadro, un particolare rilievo va

conferito alla realizzazione di una iniziativa del tutto originale che, seppure prevista dalla stessa legge 135 all’art. 5, comma 5, rischiava di non essere adottata in considerazione degli aspetti inediti e soprattutto delle difficoltà connesse ad individuarne con precisione i destinatari, i percorsi attuativi, le soluzioni amministrative.

Il lungo lavoro svolto di concerto con le Amministrazioni regionali alla fine ha però dato i suoi frutti: sono state individuate le modalità e le procedure per l’applicazione del dettato di legge ed i risultati hanno pienamente ripagato gli sforzi intrapresi.

L’impegno delle Regioni nella realizzazione di progetti assolutamente innovativi, concertati in vario modo fra le stesse ha portato al cofinanziamento, in tre trance ed attraverso tre DDMM (uno per l’anno 2003, uno per il 2004 ed uno per il 2005), per un ammontare complessivo di trasferimenti da parte dello Stato di circa 135 milioni di euro, di 59 iniziative pluriennali originali, denominate Progetti Interregionali di sviluppo turistico. Si tenga conto che molti di questi progetti sono stati rifinanziati ai fini di un loro ampliamento.

Dal punto di vista dell’attuazione amministrativa di quanto previsto del comma 5, art. 5, della L. 135/2001, riportato in precedenza, che appunto prevede l’utilizzo di fondi dello Stato per “interventi di cofinanziamento a favore dei sistemi turistici locali per i progetti di sviluppo che prestino ambiti interregionali o sovraregionali” (come detto più semplicemente denominati “Progetti interregionali di sviluppo turistico”), attraverso apposito decreto ministeriale sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano (Conferenza Stato-Regioni), si è provveduto, nel corso dei citati anni, a:

a) l’emanazione del D.M. 18 novembre 2003, relativo al primo co-finanziamento per circa 74 milioni di euro: va segnalato che hanno partecipato al bando tutte le Regioni che hanno presentato 34 importanti iniziative concertate fra loro;

b) l’emanazione del D.M. 11 novembre 2004, relativo al secondo co-finanziamento per circa 36 milioni di euro: anche in questo caso le Regioni hanno provveduto presentando 35 importanti iniziative concertate fra loro, delle quali 11 assolutamente nuove e altre 24 quali potenziamenti e/o ampliamenti dei precedenti progetti;

c) l’emanazione del D.M. 2 dicembre 2005, relativo al terzo co-finanziamento per circa 25 milioni di euro: ancora una volta le Regioni hanno provveduto presentando 34 progetti concertati fra loro, dei quali 14 completamente originali e altri 20 potenziamenti e/o ampliamenti di quelli già presentati ed in corso di realizzazione.

E’ stato questo processo dunque la vera innovazione di questi ultimi anni: i sistemi interregionali non solo hanno saputo cogliere un’opportunità determinata dalle risorse a disposizione ma soprattutto:

a) hanno rappresentato una nuova via di sviluppo turistico, incentrato su tematiche di attrazione ed al contempo di emersione e di valorizzazione delle potenzialità esistenti od originali;

b) hanno fatto collaborare in vario modo tra loro tutte le Regioni, che sono le titolari esclusive del turismo italiano;

c) rappresentano infine il nucleo di base sul quale innestare altre risorse territoriali, pubbliche e private, anche contermini alla stretta logica turistica.

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Di seguito (Tab. 1) viene riportato un elenco dei progetti presentati: come si può constatare tutte le Regioni hanno partecipato nei modi e secondo gli intenti più diversi, le finalizzazioni sono le più svariate ma sempre coerenti e la maggior parte degli stessi è indirizzato a prodotti turistici importanti, significativi e a grande valenza non solo nazionale ma anche internazionale.

Ed è ancora opportuno evidenziare come il percorso effettuato, nella sua logicità e correlazione, abbia permesso di conseguire, attraverso il combinato disposto dei vari provvedimenti, il risultato progettuale ed attuativo dei sistemi interregionali e sia stato decisivo anche nella possibilità di sviluppo degli stessi.

Infatti, l’ampliamento delle tipologie di attività, attraverso l’adozione del succitato DPCM, ha consentito di allargare in maniera sensibile il raggio d’azione delle iniziative interregionali ed, in alcuni casi, addirittura di incentrare la progettualità regionale su tali “nuove” tipologie, che in precedenza non erano considerate “ufficialmente” turistiche.

E così, anche da un rapido esame della Tab.1 emerge con evidenza come quasi la metà delle iniziative siano incentrate su “nuovi” prodotti, nuovi ovviamente dal punto di vista regolamentare, come si è detto in precedenza. Si possono riconoscere infatti due progetti incentrati sulla valorizzazione dell’enogastronomia, 8 sul turismo culturale, 3 sul balneare ed uno (o forse più) sulla nautica da diporto, 6 sulle diverse attività sportive, uno sul congressuale, uno sul termalismo, 3 sui prodotti di natura informatica e di comunicazione, due sul turismo giovanile e scolastico, uno sul treno, uno sull’aeroportuale, uno sull’accessibilità e il turismo per tutti ed uno infine, rilevante, rivolto ad un aspetto attrattivo ed economico molto importante del made in Italy, quale il prodotto motoristico.

Per non parlare poi di un altro aspetto fondamentale espresso da tali progetti, anche quando trattano la valorizzazione di elementi “consueti”, ovvero la volontà di sviluppare prodotti territoriali caratteristici, dalle lagune ai laghi ai fiumi alle montagne, connettendo realtà ed eccellenze a volte limitrofe ma appartenenti a versanti diversi e in altri casi anche distanti geograficamente e naturalisticamente ma logicamente interrelate.

In realtà usare le parole dei due punti precedenti, “incentrati”, “trattano”, “consueti”, è sicuramente riduttivo in quanto, nella gran parte dei casi anche tali progetti, come il turismo d’altronde, non riescono ad essere ingabbiati in precisi confini. Ed è questo il fascino maggiore di questa materia.

Per concludere, come sempre si è sostenuto, appare opportuno evidenziare ancora una volta come “fare sistema”, sia tra enti pubblici, che fra questi e i privati, che, infine fra i privati fra loro, possa essere uno dei cardini del rafforzamento dell’offerta turistica italiana, troppo parcellizzata, troppo frammentata, spesso anche caratterizzata da poco dialogo: quando gli interessi possono e riescono a convergere solo allora il comparto può essere riconosciuto per la sua valenza reale e sviluppato in modo coerente. E possiamo dare ancora più forza al “Made in Italy”.

In tabella sono presentate le regioni aderenti ai progetti così come previsto dai DM che li hanno finanziati (o rifinanziati).

Come già evidenziato, i progetti sono i più diversi ai quali le regioni hanno aderito in modalità differente e con tempistiche differenziate. Alcuni progetti, ideati inizialmente da un gruppo di regioni, hanno visto - a successive richieste di rifinanziamento - il subentrare di nuove regioni e la parallela uscita di altre. Degno di nota è il progetto Azioni di promozione interregionale del sistema congressuale: Italia for events (www.italiaforevents.it) che dalle dieci regioni iniziali ne riunisce ad oggi diciassette.

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Rapporto sul turismo in Puglia

167

3. Legge 296/2006 Lo sviluppo delle idee progettuali attraverso la concessione di fondi dallo Stato alle Regioni è

proseguito con la Legge n. 296 del 27 dicembre 2006 ( Legge Finanziaria 2007) che autorizza una spesa per tre annualità a favore di interventi a sostegno del settore turistico. L’articolo 1, comma 1227 della L. 296/2006 stabilisce che “Per il sostegno del settore turistico è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009. Con regolamento da emanare ai sensi dell’art. 17, comma2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, si provvede all’attuazione del presente comma”.

Il successivo regolamento attuativo (approvato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Febbraio 2007) ha restrinto il campo di azione prevedendo specificatamente la natura dei progetti ammissibili, ovvero i progetti presentati debbono essere itinerari turistici. In particolare il regolamento prevede “(...) gli interventi concernono specificamente la valorizzazione di itinerari turistici a valenza interregionale regionale o provinciale caratterizzati da spiccati elementi di rilevanza storica, culturale, religiosa e da un potenziale di attrazione della domanda turistica internazionale”. Esso prevede inoltre finalità ed oggetto degli interventi, modalità di riparto dei fondi tra le Regioni.

Alcuni dei progetti riprendono la logica di quelli già presentati e finanziati (o rifinanziati) con la L. 135/2001. Questa pare un’azione oculata ed intelligente volta a economizzare e massimizzare l’efficacia dei fondi spesi.

4. Focus Puglia L’aver tracciato i punti salienti dell’evoluzione, legislativa e non, che ha interessato il comparto

del turismo ha consentito di inquadrare il contesto nel quale si collocano di fatto i Progetti turistici interregionali riconducibili alle L. 135/2001 e L. 296/2006.

Come è stato evidenziato precedentemente, le Regioni si sono attivate in modalità differenti attraverso proposte innovative e diversificate tutte, comunque, volte a esaltare tipicità e potenzialità territoriali di notevole pregio, in un clima positivo di collaborazione e dialogo tra organi centrali e peritici. Quanto alla effettiva attuazione e realizzazione dei progetti va evidenziato, purtroppo, che non tutte le regioni hanno potuto “dare il via” simultaneamente agli stessi nell’ambito dei territori di competenza (o lo hanno fatto in modo solo parziale) a causa dei ritardi coi quali i fondi sono stati di fatto trasferiti alle regioni. Le realtà regionali con maggiori liquidità, quindi più “facoltose”, potendo anticipare le risorse finanziarie statali hanno “iniziare i lavori”, mentre altre, come la Puglia, pur trovandosi nella piena volontà di iniziare i lavori ma non potendo attingere a fondi propri in eccedenza, sono penalizzate a causa dei ritardi di erogazione delle risorse e in attesa di ricevere quanto di loro competenza.

I Progetti interregionali cui partecipa la Regione Puglia sono elencati nella tabella sottostante dei quali sono descritte le finalità generalità3 e nello specifico obiettivi e azioni messe in atto dalla

3 Per un approfondimento si rimanda a “Progetti Interregionali di Sviluppo Turistico. Valorizzare le risorse territoriali per dare sostegno al turismo” reperibile online nel sito di Promuovi Italia (all’indirizzo www.promuovitalia.it) al quale è stato affidatato, tra l’altro, il monitoraggio dello stato degli interventi.

Progetti interregionali

168

Puglia stessa. Precisamente i progetti interregionali ai quali partecipa la Puglia e finanziati attraverso i provvedimenti (DDMM) attuativi della L. 135/2001 sono Enogastronomia Mediterranea, Balneare, Azioni di promozione interregionale del sistema congressuale: Italia for events, Valorizzazione del turismo scolastico e giovanile, Ospitalità nei borghi – Itinerari turistici culturali nei centri storici minori, Terme d’Italia. Promozione del sistema termale italiano, Itinerari di Federico II di Svevia. I restanti progetti fanno capo alla L. 296/2006.

Tab. 2 – Tabella riepilogativa dei progetti ai quali partecipa attualmente la Regione Puglia Progetto Regione

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Campania, Molise, Toscana, Puglia Novembre

2009 Valorizzazione del turismo Scolastico e giovanile

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Novembre 2009

Turismo balneare Toscana Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna

Novembre 2009

Itinerari di Federico II Basilicata Puglia, Calabria, Sicilia Novembre 2009

Promozione del sistema congressuale: Italia for events

Toscana Puglia, Campania, Emilia-Romagna, Friuli V. Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, veneto, P.A. Bolzano, P.A. Trento

Novembre 2009

Enogastronomia mediterranea Calabria Sicilia, Puglia Novembre 2009

Terme d'Italia Toscana Campania, Calabria, Emilia-R., Veneto, Friuli V. Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, P.A. di Bolzano

Novembre 2009

La rete delle destinazioni congressuali Incentive a supporto del sistema degli itinerari storici, culturali e religiosi di rilevanza internazionale

Toscana Abruzzo, Prov. Aut. Bolzano, Campania Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto

Agosto 2010

Itinerari nella cultura, storia, tradizioni, paesaggi del mare e delle miniere di mare

Emilia-Romagna

Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Molise, Puglia, Sicilia

Agosto 2010

Itinerari della fede – cammini della fede

Lazio Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo, Calabria, Veneto, Friuli V. Giulia, Sicilia, Puglia

Agosto 2010

Itinerari culturali e tematici nei borghi storici italiani

Emilia-Romagna

Emilia-Romagna, Basilicata, Molise, Puglia Agosto 2010

Itinerari di qualità Percorsi di fede, gioia e gusto

Abruzzo Abruzzo, Campania, Marche, Puglia, Umbria Agosto 2010

Itinerari di Federico II di Svevia Basilicata Basilicata, Puglia, Sicilia Agosto 2010 Itinerari nella cultura, storia, tradizioni, paesaggi del mare e delle miniere di mare

Emilia-Romagna

Emilia-Romagna, Liguria, Sardegna, Molise, Puglia

Maggio 2011

Itinerari della fede – cammini della fede

Lazio Lazio, Umbria, Molise, Abruzzo, Calabria Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Puglia

Maggio 2011

Itinerari culturali e tematici nei borghi storici italiani

Emilia-Romagna

Emilia-Romagna, Basilicata, Molise, Puglia Maggio 2011

Itinerari interregionali tra siti e villaggi del patrimonio della civiltà rupestre

Puglia Basilicata, Toscana Maggio 2011

Rapporto sul turismo in Puglia

169

Enogastronomia Mediterranea Finalità generali. L’enogastronomia quale canale di collegamento tra turismo ed attività

commerciali, tra turismo e popolazione residente. Obiettivo è di riclassificare i locali dediti alla ristorazione di Calabria, Sicilia e Puglia in base alle diverse tipicità, rilasciando un marchio attestante la qualità dell’offerta. Agli altri pubblici esercizi, invece, sarà rilasciata una certificazione relativa ai prodotti tipici venduti. La finalità è quindi la valorizzazione, non solo dei prodotti tipici, ma anche della ristorazione e quindi dei processi alla base dell’offerta enogastronomica.

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia si pone come finalità di intervento la valorizzazione della ristorazione e della produzione enogastronomica pugliese, nonché la promo-commercializzazione delle produzioni e delle imprese legate all’enogastronomia mediterranea “Made in Puglia” attraverso anche seminari di formazione per operatori del settore. Sono già stati realizzati dei volumi tematici.

Turismo Balneare

Finalità generali. Esaltare territorio, ambiente e bellezze costiere attraverso una unica attività valorizzatrice. L’intento è di fornire un’offerta nazionale balneare completa, di alta qualità, mostrando come il balneare si integra con un ampio ventaglio di opportunità culturali, di enogastronomia, promozione di aree marine protette e di iniziative differenziate, attrattori di flussi turistici anche in periodi di bassa stagione. Il punto nodale è quindi la sensibilizzare la cultura del mare e la fruizione del suo patrimonio.

Interventi specifici della Regione Puglia. Obiettivo specifico del territorio è di mettere in luce il patrimonio ambientale di cui è dotata la regione attraverso la promozione di aree marine protette e l’individuazione di itinerari naturalistici.

Azioni di promozione interregionale del sistema congressuale: Italia for events

Finalità generali. Itialia for events è ad oggi un vero e proprio network composto da 17 regioni, alcune delle quali iniziali promotrici del progetto ed altre che vi hanno aderito nel corso del tempo. Obiettivo è lo sviluppo di un sistema congressuale nazionale, quindi, la promozione dell’Italia come destinazione congressuale sia all’estero sia nel contesto nazionale attraverso una serie di azioni che spaziano da attività di commercializzazione e promozione, ideazione di un marchio comune ed un catalogo di offerta, incentivazione della qualità del comparto. Da segnalare che nel 2005 è stato siglato un accordo di partnership con l’Agenzia Italiana per il Turismo-ENIT e Federcongressi ed è stato istituito un Comitato di Coordinamento.

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia si è posta finalità mirate al sostegno di questa importante tipologia di turismo (lo ricordiamo ad alta capacità di spesa): campagne promozionali, marketing diretto, realizzazione di materiale pubblicitario dedicato alle strutture congressuali, educational e workshop, analisi di settore, incentivi per l’avvio dei Convention Bureau, interventi formativi ed animazione. Tra le azioni svolte si segnala l’attivazione di un corso di “Destination Manager”, partecipazioni a fiere settoriali, inserimento nel sito dedicato al progetto delle strutture congressuali pugliesi rispondenti ai requisiti di qualità individuati dallo stesso

Valorizzazione del turismo scolastico e giovanile Finalità generali. Cultura, istruzione e formazione rappresentano colonne portanti per un

sistema che vuole, non solo mantenersi vivo, ma avere le forze per svilupparsi e (ri)innovarsi costantemente. Tali elementi sono ancor più rilevanti quando si tocca la fascia di utenza giovanile;

Progetti interregionali

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per la quale l’istruzione rappresenta un momento formativo ed educativo. Questo progetto interregionale mira a incentivare i flussi turistici scolastici per la conoscenza del patrimonio storico, artistico, archeologico, quindi, culturale in senso lato; mira a far conoscere le risorse naturalistiche perché anche l’educazione ambientale diventi parte integrante della culturale giovanile.

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia sta attuando azioni pubblicitarie in Italia ed all’estero e acquisendo materiale promozionale. In corso di attuazione altri interventi specifici come educational tour per insegnanti umbri.

Per quanto riguarda il progetto interregionale “Itinerari per la valorizzazione del turismo scolastico” (facente riferimento alla L. 296/2006, Annualità 2009) si propone di implementare l’area tematica del turismo scolastico all’interno del portale regionale www.viaggiareinpuglia.it, nonché azioni promozionali nelle scuole di altre regioni per far conoscere itinerari pugliesi e relativi aspetti culturali meno noti della Regione.

Ospitalità nei borghi – Itinerari turistici culturali nei centri storici minori Finalità generali. Varie sono le misure che possono favorire la sostenibilità del turismo in modo

tale che esso si integri nel territorio con il minor carico ambientale, disagio sociale ed aggravio dei bilanci comunali. Tra queste azioni rientrano sia l’opera di destagionalizzazione dei flussi sia il portare a conoscenza dei turisti altre destinazioni (a volte ingiustificatamente chiamate “minori”) oltre quelle classiche e spesso troppo inflazionate per goderne a pieno. Ospitalità nei borghi rappresenta un interessante progetto finalizzato a riqualificare i borghi, spesso localizzati nell’entroterra, attraverso opere di intervento di varia natura (dalla manutenzione vera e propria, alla sistemazione di aree verdi, predisposizione di adeguata cartellonistica, miglioramenti sul fronte dell’offerta e dell’accoglienza, ecc.) ed attività di promozione per far conoscere bellezze spesso poco note o sconosciute. A tal fine importante sarà anche la concessione del marchio “Bandiera Arancione”.

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia si impegna ad intraprendere azioni promo-pubblicitarie, nonché alla individuazione e promozione di itinerari tematici per la valorizzazione dei borghi.

Terme d’Italia. Promozione del sistema termale italiano Finalità generali. Il progetto mira a far conoscere, in primis all’estero, l’offerta termale del nostro

Paese che riguarda una molteplicità di aree ed è di alta qualità. Gli interventi infrastrutturali mirano in particolare a riqualificare gli uffici di accoglienza e di informazione, punto di riferimento fondamentale in particolare per chi arriva dall’estero; anche segnaletica e cartellonistica rappresentano una guida imprescindibile per agevolare gli spostamenti e favorire il raggiungimento delle località. Altri interventi sono diretti alla formazione professionale degli addetti termali ed operatori turistici.

Ruolo importante rivestono la promozione e la definizione di un marchio nazionale. Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia condividendo a pieno la necessità di far

adeguatamente conoscere il patrimonio termale prevede di intraprendere azioni promo-pubblicitarie volte a rendere più conosciuta ed appetibile l’offerta termale e parallelamente al miglioramento delle condizioni di accoglienza dell’utenza.

Itinerari di Federico II di Svevia Finalità generali. L’idea di fondo è di favorire e realizzare le numerose proposte contenute nel

Rapporto sul turismo in Puglia

171

Programma PON ATAS per la realizzazione degli itinerari legati alla presenza di Federico II nell’Italia meridionale, di concedere e controllare l’uso del marchio di Federico II, già individuato con il Progetto PON ATAS, non solo come strumento di identificazione ma anche come vero e proprio marchio di garanzia e di qualità dei luoghi, degli esercizi, dei prodotti e delle manifestazione legate a Federico II. Tra le finalità vi è anche intercettare flussi di pendolari proveniente dai circostanti serbatoi turistici, sostenere la nascita e la valorizzazione di eventi folkloristici, enogastronomici, manifestazioni musicali e culturali e rievocazioni che riconducano all’epoca e alla figura di Federico II, nonché la nascita di una valida oggettistica artigianale di carattere specialistico. Di rilievo anche l’obiettivo di promuovere itinerari di turismo organizzato proveniente da aree di origine lontane e, in particolar modo, dalla Germania. Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia prevede la costituzione di un itinerario federiciano, individuazione, attraverso la realizzazione di una serie di iniziative di eccellenza incentrate sul patrimonio culturale e storico federiciano, di un itinerario finalizzato alla destagionalizzazione dei flussi turistici ed alla promozione del patrimonio culturale e storico mirata a sviluppare flussi turistici.

“Itinerari di Federico II di Svevia” è stato rifinaziato con i fondi stanziati dalla L. 296/2006, annualità 2006.

La rete delle destinazioni congressuali/incentive a supporto del sistema degli itinerari

storici, culturali e religiosi di rilevanza internazionale Finalità generali. Questo progetto ricalca in parte la natura del precedente relativo all’ambito

congressuale nell’ottica di integrazione tra pubblico e privato con l’obiettivo di creare un network congressuale di sviluppo dell’offerta nazionale.

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia partecipa alla creazione di un club di prodotto congressuale che integri i diversi turismi: benessere, cultura, terme, enogastronomia. Ciò nell’ottica di una destagionalizzazione dei flussi e una diversificazione dei target di domanda.

Itinerari nella cultura, storia, tradizioni, paesaggi del mare e delle miniere di mare Finalità generali. Il mare, seppure troppo spesso associato al turismo balneare, è un patrimonio

dal valore inestimabile per il nostro Paese, una risorsa che offre molto di più di una semplice vacanza estiva. Anche questo progetto interregionale si ispira in parte ad uno già precedentemente presentato “Mare e miniere del mare”. Il mare appunto come miniera di bellezza, ma anche di tradizioni, di attività produttive, di occupazione. Questo progetto relativo agli itinerari aspira alla diffusione della cultura del mare intesa come riscoperta della storia, delle tradizioni, di arti e mestieri.

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia mira alla individuazione di percorsi turistici che valorizzino la conoscenza di siti naturalistici (oasi marine), parchi acquatici, grotte, miniere del mare e di tutto quel patrimonio che fa parte della storia regionale legato alle attività economiche marine, quindi, cantieri navali, centri di produzione ittica, saline marine, navi storiche, porti militari di rilievo ed altro ancora. Questi itinerari saranno promossi anche attraverso il portale Regionale e dell’Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera.

Itinerari della fede- Cammini di fede Finalità generali. Anche questo progetto si ispira in parte agli obiettivi del precedente progetto

Progetti interregionali

172

“Itinerari della fede”. Obiettivo è il rafforzamento del brand "Cammini di fede", per una sorta di "marchio di qualità", elemento di garanzia per il turismo religioso, naturalistico e culturale; si pone il fine di attirare un turismo non di massa attraverso la promozione di percorsi alternativi poco noti, ma di ineguagliabile valenza religiosa e culturale, percorsi raggiungibili solamente a piedi, a cavallo o con bicicletta, in armonia con l’ambiente. L’idea, infatti, è di promuovere i cammini di fede in modo integrato con il territorio valorizzando le risorse naturalistiche ed enogastronomiche.

Interventi specifici della Regione Puglia. Diffusione e promozione di percorsi devozionali legati al culto di San Michele Arcangelo, di San Nicola, al culto mariano, di San Marco, di San Pio, percorsi devozionali negli habitat rupestri, percorsi di pellegrinaggio che lungo la via Appia Traiana, la via Sacra Longobardorum, la via Francigena del Sud, al patrimonio delle icone presso cripte e santuari minori, agli arredi liturgici (la croce del pellegrino) di particolare pregio storico artistico, ai maggiori santuari e attraverso le più importanti testimonianze storico-architettoniche medievali e barocche delle cinque province; itinerari turistici nei luoghi della celebrazione della Settimana Santa.

Itinerari culturali e tematici nei borghi storici italiani Finalità generali. L’Italia è dotata di una vastità di piccoli borghi, perle di storia situati in

paesaggi fuori dal tempo. La valorizzazione di questi luoghi può rappresentare un punto nevralgico per il turismo delle nostre regioni attraverso itinerari interregionali volti allo scambio e alla conoscenza dei territori reciproci. Questo progetto, anch’esso recupera la logica di un procedente progetto “Ospitalità nei borghi”, volto a creare una rete interregionale di borghi storici, mira a migliorare ospitalità ed accoglienza, creare la rete interregionale dei " Borghi e città fiorite” per la valorizzazione anche dei giardini storici italiani e delle manifestazioni di rilevanza a tema floreale, potenziare la diffusione di marchi di qualità (esempio Bandiere Arancioni, Targa dell’Accessibilità Culturale, ecc.).

Interventi specifici della Regione Puglia. La Puglia mira a intraprendere azioni integrate con quelle già intraprese in Ospitalità nei borghi. Obiettivo è appunto la realizzazione del circuito Borghi fioriti. Poiché questo progetto riveste un ruolo centrale è prevista una iniziativa volta alla sensibilizzazione degli operatori turistici verso la qualificazione dell’offerta, coordinamento delle offerte e partecipazione al circuito di qualità interregionale.

Itinerari di qualità – percorsi di fede, gioia e gusto Finalità generali. Obiettivo è stabilire modalità comuni per la rilevazione di itinerari e percorsi

trasversali ispirati ad elementi storici, geografici, ambientali e turistici. Interventi specifici della Regione Puglia. Potenziamento degli itinerari esistenti e potenziali che

si sviluppano negli ambiti territoriali individuati dalla Regione Puglia nelle 5 macro aree territoriali dei Progetti Integrati Settoriali promossi dallo stesso (PIS) in ambito turistico, coerentemente ed a supporto della strategia del Programma operativo regionale 2000-2006: PIS 1 Itinerario turistico culturale Barocco Pugliese, PIS 2 Itinerario turistico culturale Normanno Svevo Angioino, PIS 3 Itinerario turistico culturale Habitat Rupestre, PIS 4 Turismo, cultura e Ambiente Sud Salento, PIS 5 Turismo, cultura e Ambiente Gargano.

È prevista inoltre la individuazione e definizione del contenuto di un disciplinare tecnico sui requisiti degli itinerari turistici.

Rapporto sul turismo in Puglia

173

Itinerari interregionali tra siti e villaggi del patrimonio della civiltà rupestre Finalità generali. L’idea di fondo è di far conoscere attraverso itinerari turistici habitat ed

insediamenti rupestri per uno sviluppo socio-economico delle aree interessate, con una positiva ricaduta sul sistema economico in termini di opportunità, di impresa e di occupazione. L’intento è quindi di sperimentare un modello di turismo sostenibile coinvolgendo soggetti pubblici e privati (turismo, servizi, commercio, agricoltura, artigianato) nella valorizzazione dei siti interessati, cercando di promuovere il territorio a livello nazionale ed internazionale.

Interventi specifici della Regione Puglia. In questo progetto di cui la Puglia è capofila, ci si propone la valorizzazione del patrimonio rupestre con la partecipazione di associazioni culturali; promuovere questi territori anche attraverso la realizzazione della cartellonistica.

Altri progetti turistici ai quali partecipa la Regione Puglia: La Via Appia “Regina Viarum” 2008 Finalità generali. Promuovere e valorizzare la “Regina Viarum” come “cammino del gusto” delle

produzioni tipiche locali, valorizzando il patrimonio archeologico ubicato nel percorso. Proporre la via Appia come percorso alternativo.

Interventi specifici della Regione Puglia. Valorizzazione dei territori attraversati dalla via Appia meridionale e dalla via Traiana, che si caratterizzano appunto per a presenza di emergenze storico-architettoniche, archeologiche e paesaggistiche. Obiettivo del progetto è anche la promozione di località meno note, comunque legate allo sviluppo delle grandi vie romane.

Progetti cui la Regione Puglia partecipa per le azioni comuni: Itinerari storico-culturali tra centri urbani, ville, castelli e luoghi dello spirito Finalità generali. Consolidare la promozione degli itinerari storico-culturali e religiosi di maggior

interesse per offrire prodotti turistici finalizzati all’incremento delle presenze turistiche, della permanenza e della destagionalizzazione. Realizzare iniziative per favorire lo sviluppo competitivo delle aree interessate anche mediante attività formative, eventi didattico-educativi, promozione e commercializzazione di pacchetti turistici, dell’offerta e dei prodotti tipici, dell’enogastronomia e dell’artigianato

Itinerari interregionali di turismo per tutti Finalità generali. Il progetto si propone di creare itinerari accessibili anche a turisti con disabilità

o bisogni speciali. Il progetto, seppur presentato in modo ufficiale per la prima volta, poggia su una moltitudine di iniziative a livello internazionale, nazionale, regionale e sub-regionale.

La Puglia partecipa alle azioni comuni, in modo particolare per quanto riguarda la rilevazione dell’accessibilità di strutture ricettive, extraricettive e dei servizi, aree museali e di interesse storico culturale compresi in itinerari regionali esistenti ed in corso di definizione, nonché collegate a particolari prodotti turistici promossi dalla Regione.

Rapporto sul turismo in Puglia 175

CAPITOLO X LA COMPETIZIONE TURISTICA ATTRAVERSO I TOUR OPERATOR1

1. Il prodotto Puglia richiesto dagli operatori internazionali L’industria dei viaggi organizzati è stata inevitabilmente alterata dai grandi mutamenti strutturali

del mercato turistico, determinati dalla diffusione di internet e da una nuova figura di turista, più consapevole ed orientato al fai da te. Nonostante questo, il ruolo della intermediazione non ha perso la propria importanza. Lo conferma l’incremento delle imprese che svolgono tale attività: nell’anno 2008, i punti vendita delle agenzie e dei tour operator che hanno per oggetto principale della loro attività l’intermediazione turistica, comprese quelle che svolgono tale attività in modo secondario, sono arrivati a quota 18.020, registrando un tasso di variazione medio annuo dal 1998 del 9,5%2.

Tuttavia, il sistema dell’intermediazione turistica. agenti di viaggio e tour operator, è improntato in tutti i paesi secondo un’ottica prevalentemente outgoing, che spinge i residenti ad andare in vacanza altrove, più che richiamare i turisti dall’sterno e fare incoming.

Diventa essenziale, perciò, verificare cosa i tour operator esteri pensano di una destinazione per potere valutare le politiche di promozione e di commercializzazione.

Secondo questa filosofia di seguito viene analizzato il mercato dei tour operator esteri, al fine di valutare il livello di attrattività della regione Puglia nel contesto internazionale.

Tab.1 – Prime 5 regioni italiane vendute dai Tour Operator nel 2008 (% sul totale Tour Operator)e posizione della regione Puglia

T.O. Europei T.O. Statunitensi T.O. Indiani T.O. Giapponesi Rank Regione % Rank Regione % Rank Regione % Rank Regione %

1 Toscana 66,4 1 Toscana 93,0 1 Lazio 94,0 1 Lazio 72,7 2 Veneto 58,2 2 Lazio 85,0 2 Veneto 81,0 2 Toscana 63,6 3 Lazio 57,9 3 Veneto 84,0 3 Toscana 75,0 3 Sicilia 45,5 4 Sicilia 48,1 4 Campania 77,0 4 Lombardia 65,0 4 Lombardia 45,5 5 Campania 41,2 5 Sicilia, Lombardia 60,0 5 Campania 30,0 5 Campania 45,5

13 Puglia 20,1 15 Puglia 24,0 16 Puglia 0,0 8 Puglia 27,3 Fonte: elaborazione su dati ISNART Indagine sul turismo organizzato internazionale

Secondo l’indagine ISNART3 sul turismo organizzato internazionale, in rapporto alle altre

1 A cura di Serena Scarcella. 2 Cfr. Il sistema della intermediazione turistica in Italia, Mercury srl, Dicembre 2008. 3 L’universo di riferimento dell’indagine è composto da circa: 2.500 Tour Operators europei 284 statunitensi, 67 Giapponesi e 973 Indiani che trattano, quale meta turistica, l’Italia. Il campione finale utilizzato, stratificato per Nazione, è pari a 529 unità: detta numerosità determina stime campionarie che hanno, ad un livello di confidenza del 90%, un margine di errore inferiore al 4,4% (+/-).La metodologia adottata per la rilevazione del questionario, di durata complessiva media

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

176

regioni di punta del turismo italiano, la Puglia ha una presenza ancora limitata sui circuiti dell’intermediazione, sia europei che extraeuropei. Hanno venduto la Puglia nel 2008 il 20,1% degli operatori europei (in calo rispetto al 2007 di 6 punti percentuali); il 24,0% degli operatori statunitensi; il 27,3% di quelli giapponesi. Praticamente nullo l’apporto del mercato indiano, che si concentra prevalentemente su Lazio (94,0% degli operatori), Veneto (81,0%), Toscana (75,0%), Lombardia (65,0%) ed in misura inferiore alla Campania (30,0%). Ciò nonostante, l’interesse espresso dagli operatori per l’anno 2009 si rivela in crescita.

A livello nazionale, l’Italia viene mediamente venduta dal 35,6% degli operatori intervistati, nonostante le richieste da parte della clientela si aggirino intorno all’ 87%.

I dati che seguono sono rilevati dallo studio sulle richieste del prodotto Italia da parte delle imprese d’intermediazione che l’ENIT predispone dal 2001. Nel 2008, in totale, sono stati intervistati 7.915 intermediari turistici di 33 nazionalità.

Il 10,5% degli operatori ha mostrato un interesse per la regione Puglia. Nell’ambito delle regioni del Mezzogiorno, migliori le performance della Campania e della Sicilia, trattate dal 25,5% e dal 19,1% degli operatori. Aprono la classifica le regioni Lazio (42,3%), Veneto (41,9%) e Toscana (39,9%).

Graf.1 – Incidenza degli interessi per regione segnalati dagli intermediari. Valori in percentuale

42,341,9

39,933,3

25,519,1

17,416,015,5

13,212,512,4

10,810,5

8,37,87,8

6,35,8

4,72,8

LazioVeneto

ToscanaLombardiaCampania

SiciliaEmilia Romagna

LiguriaUmbria

PiemonteSardegna

TrentinoAlto Adige

PugliaCalabria

Friuli Venezia GiuliaMarche

Valle d'AostaAbruzzo

BasilicataMolise

N.B. Possibili più risposte Fonte: Elaborazione dati ENIT

Su 833 operatori che propongono pacchetti che interessano la regione Puglia, il 15% si trova negli Stati Uniti d’America, il 12,2% nel Regno Unito e l’11,6% in Germania. Tale distribuzione non

pari a circa 20 minuti, è stata quella C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interviews). Le interviste hanno avuto luogo nel mese di maggio 2008 e sono state condotte nelle lingue correnti nei mercati analizzati.

Rapporto sul turismo in Puglia 177

rispecchia la dimensione dei flussi turistici stranieri in Puglia, dato che la frequenza degli operatori per Paese non è proporzionale al numero di presenze attivate sul territorio nazionale.

Nonostante il mercato tedesco rappresenti il principale bacino di provenienza estera (28,1% di presenze sul totale stranieri nel 2008) per la Puglia, solo il 13,4% dei T.O. tedeschi intervistati dichiara un interesse specifico. La Francia, secondo Paese per dimensione di flussi turistici (8,8% delle presenze), propone pacchetti con 57 operatori su 246 intervistati e la Svizzera (7,4% delle presenze) con 35 su 200.

Tab.2 – Incidenza degli intermediari interessati alla Puglia per Paese di origine. Valori in percentuale Paesi n° di operatori

intervistati n° di operatori

interessati alla Puglia

Distr.% operatori interessati alla Puglia

Inc.% operatori interessati alla Puglia

sul totale operatori intervistati

Usa 365 126 15,1 34,5 Regno Unito 461 102 12,2 22,1 Germania 722 97 11,6 13,4 Australia 164 65 7,8 39,6 Francia 246 57 6,8 23,2 Russia 238 50 6,0 21,0 Austria 291 49 5,9 16,8 Svizzera 200 35 4,2 17,5 Polonia 91 33 4,0 36,3 Repubblica Ceca 151 32 3,8 21,2 Giappone 81 30 3,6 37,0 Olanda 224 24 2,9 10,7 Nuova Zelanda 28 24 2,9 85,7 Brasile 400 14 1,7 3,5 Spagna 114 13 1,6 11,4 Slovacchia 55 13 1,6 23,6 Canada 79 12 1,4 15,2 Ucraina 90 10 1,2 11,1 Danimarca 54 10 1,2 18,5 Svezia 56 8 1,0 14,3 Belgio 45 7 0,8 15,6 Ungheria 117 6 0,7 5,1 Irlanda 37 5 0,6 13,5 India 3.259 4 0,5 0,1 Norvegia 33 3 0,4 9,1 Bielorussia 7 2 0,2 28,6 Lettonia 11 1 0,1 9,1 Corea 86 1 0,1 1,2 Lituania 7 0 - 0,0 Kazakistan 30 0 - 0,0 Finlandia 24 0 - 0,0 Estonia 4 0 - 0,0 Cina 145 0 - 0,0 Totale complessivo 7.915 833 100,0 10,5 Fonte: Elaborazione dati ENIT

Gli operatori che propongono pacchetti che includono la Puglia, trattano, in generale, prodotti legati principalmente all’arte e alla cultura (71,1% e 61,9% rispettivamente) e al mare (59,9%). A seguire troviamo la categoria laghi (46,6%) e le proposte enogastronomiche (38,7%) che suscitano un interesse simile a quello della montagna (36,3%); i prodotti termale e sportivo si

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

178

attestano intorno al 23%, mentre il business travel e il religioso al 17-18%. Si ricorda, a tal proposito, che il database fornito dall’ENIT non permette di verificare le associazioni dirette tra la Puglia e i prodotti trattati per la singola regione, ma solo di rilevare connessioni tra un set di regioni italiane per cui gli operatori esprimono interesse e i prodotti trattati in generale. Questo rende particolarmente difficile trovare una caratterizzazione della regione come destinazione turistica e devia le informazioni proprie del mercato reale, creando un gap di non poco conto.

Graf.2 – Incidenza sugli intermediari interessati alla Puglia delle tipologie di prodotto. Valori in percentuale

71,7

61,9

59,9

46,6

38,7

37,0

36,3

23,6

22,9

18,2

17,0

Città d'arte

Culturale

Mare

Laghi

Enogastronomico

Vario

Montagna

Termale

Sportivo

Congressi

Religioso

N.B. Possibili più risposte Fonte: Elaborazione dati ENIT

Graf.3 – Incidenza sugli intermediari interessati alla Puglia e al prodotto mare delle associazioni ad altri elementi. Valori in percentuale

83,6

51,763,5

43,9

23,0

68,5

16,226,5 31,1 35,7

Citt

à d'

arte

Mon

tagn

a

Lagh

i

Eno

gast

rono

mic

o

Con

gres

si

Cul

tura

le

Rel

igio

so

Spo

rtivo

Term

ale

Var

io

N.B. Possibili più risposte Fonte: Elaborazione dati ENIT

Rapporto sul turismo in Puglia 179

Essendo il turismo balneare quello in realtà caratterizzante della regione, è stato ricreato nel grafico sovrastante un collegamento incrociato tra gli operatori interessati alla regione che operano con il prodotto mare con gli altri elementi presenti. Le associazioni tra il prodotto mare ed altri trattati dalle agenzie di intermediazione, possono determinare le caratterizzazioni richieste alle destinazioni costiere. A livello generale, si conferma il valore del fattore artistico-culturale. Il turismo balneare risulta, quindi, avvalorato dalla presenza di un importante patrimonio artistico-culturale, legato anche alle tradizioni ed al modus vivendi.

Il 66,4% degli operatori interessati alla Puglia dichiara di orientarsi prevalentemente su una fascia media di clientela, seguita da una clientela con reddito alto (58,9%); il 19,1% ha una clientela di lusso e il 10,1% una clientela a basso reddito.

Graf.4 – Incidenza sugli intermediari interessati alla Puglia delle classi di clientela. Valori in percentuale

19,1

58,9

66,4

10,1

Clientela di lusso Clientela alta Clientela media Bassa N.B. Possibili più risposte Fonte: Elaborazione dati ENIT

2. La Puglia nei cataloghi nazionali ed internazionali

2.1 La presenza della regione nei cataloghi analizzati Il seguente studio valuta la presenza della regione Puglia nei cataloghi europei e nazionali4.

L’analisi sulla intermediazione straniera è stata effettuata per la Francia, la Germania e il Regno Unito, Paesi che rappresentano importanti mercati incoming a livello regionale e nazionale e che detengono un’alta percentuale di viaggi acquistati attraverso intermediari (agenzie di viaggi e tour operator). Secondo le statistiche Eurostat, nel 2008 il 33% dei viaggi di 4 o più giorni effettuati dai tedeschi sono stati prenotati da Adv o TO, la maggior parte dei quali all’estero (82%); per il Regno Unito la quota sale a 35%, il 79% dei quali all’estero. Scarsa l’incidenza dell’intermediazione in Francia (12%), che riguarda comunque il 71% dei viaggi all’estero.

4 L’analisi sui cataloghi è tratta dallo studio edito da Doxa Spa e Mercury Srl per l’Osservatorio nazionale del turismo, qui riadattato per la regione Puglia. L’analisi della intermediazione straniera è stata effettuata su 28 cataloghi di 18 operatori, per un totale di 3.657 rilevazioni, delle quali il 26% in cataloghi francesi e la restante parte suddivisa in modo pressoché uguale tra Germania e Regno Unito. Accanto ad essa è stata effettuata una analisi della intermediazione nazionale per la valutazione del mercato interno.

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

180

A livello nazionale, la presenza dell’Italia è stata rilevata in maniera maggiore sui cataloghi degli operatori tedeschi e francesi che non su quelli del Regno Unito. La regione più citata dai francesi è la Sicilia con il 34,5%, seguita dal Veneto (21,5%) e dalla Campania (19,4%). La Germania privilegia la Sardegna (18,2%), la Toscana (17,7%) e la Campania (15,7%); il Regno Unito la Campania (39,7%) e la Sardegna (24,7%).

La Puglia riceve mediamente il 3,9% delle citazioni e si attesta, nel quadro nazionale, la settima posizione; maggiore l’interesse rilevato nei cataloghi inglesi (6,2%), mentre basso è quello dei francesi (3,1%). Le regioni del Mezzogiorno che intercettano il maggior numero di citazioni sono la Sicilia (21,7%), la Campania (17,2%) e la Sardegna (13,8%).

Tab.3 - Distribuzione delle prime venti citazioni di regioni italiane nei cataloghi europei. 2008 Regione Francia Germania Regno Unito Totale Sicilia 34,5 12,6 24,7 21,7 Campania 19,4 15,7 39,7 17,2 Veneto 21,5 12,2 3,1 16,1 Sardegna 7,7 18,2 12,9 13,8 Toscana 0,5 17,7 3,6 10,6 Liguria 2,6 7,1 6,2 5,2 Puglia 3,1 4,5 6,2 3,9 Emilia Romagna 3,8 3,6 2,6 3,7 Friuli Venezia Giulia 0,3 2,8 - 1,7 Abruzzo 1,2 1,7 - 1,5 Calabria 0,5 1,8 - 1,3 Marche 0,9 0,9 1,0 0,9 Lazio 0,4 1,0 - 0,7 Lombardia 1,7 - - 0,7 Piemonte 1,3 - - 0,6 Basilicata 0,3 0,3 - 0,3 Trentino 0,3 - - 0,1 Molise - - - - Totale 100,0 100,0 100,0 100,0

Tab.4 - Distribuzione delle prime venti citazioni di province italiane nei cataloghi esteri Regione Provincia Citazioni Incidenza Veneto Venezia 282 14,3 Campania Napoli 239 12,1 Sicilia Messina 163 8,3 Sardegna Olbia – Tempio 148 7,5 Campania Salerno 139 7,0 Sicilia Palermo 104 5,3 Toscana Livorno 95 4,8 Sardegna Cagliari 80 4,1 Toscana Lucca 61 3,1 Sicilia Trapani 49 2,5 Sicilia Siracusa 47 2,4 Emilia Romagna Rimini 44 2,2 Liguria Genova 44 2,2 Sicilia Agrigento 34 1,7 Toscana Grosseto 28 1,4 Liguria Imperia 27 1,4 Sicilia Catania 26 1,3 Puglia Foggia 24 1,2 Friuli Venezia Giulia Udine 24 1,2 Puglia Brindisi 21 1,1

Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009)

Rapporto sul turismo in Puglia 181

A livello provinciale, le province pugliesi che ricevono il maggior numero di citazioni sono Foggia e Brindisi, rispettivamente in 18esima e 20esima posizione. Aprono la classifica Venezia, con 282 citazioni e una incidenza del 14,3%, Napoli (239; 12,1%), e Messina (163; 8,3%).

La regione che riceve il maggior numero di proposte nei cataloghi domestici è l’Emilia Romagna, con 353 citazioni e una quota del 20,3%, ma in seconda posizione troviamo la Puglia, che incide per il 15,7% sul totale citazioni rilevate. La regione Puglia viene definita come “una destinazione in crescita, forte di una proposta articolata, valida sia per chi cerca un soggiorno prolungato e quindi più economico nei campeggi del Gargano, sia per chi invece è più alla ricerca di socializzazione nell’emergente Salento delle tendenze giovanili5”.

Tab.5 - Distribuzione delle prime venti citazioni di regioni italiane nei cataloghi italiani. Regione citazioni incidenza % Emilia Romagna 353 20,3 Puglia 274 15,7 Sicilia 238 13,7 Calabria 216 12,4 Sardegna 194 11,1 Toscana 164 9,4 Campania 95 5,5 Marche 82 4,7 Abruzzo 66 3,8 Liguria 20 1,1 Basilicata 16 0,9 Friuli Venezia Giulia 9 0,5 Veneto 9 0,5 Lazio 6 0,3 Molise 1 0,1

Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009)

Tab.6 - Distribuzione delle prime venti citazioni di province italiane nei cataloghi italiani Regione Provincia citazioni distribuzione % Emilia Romagna Rimini 222 12,7 Puglia Lecce 125 7,2 Puglia Foggia 109 6,3 Sardegna Olbia - Tempio 102 5,9 Toscana Livorno 95 5,5 Calabria Cosenza 78 4,5 Sicilia Messina 74 4,2 Calabria Vibo Valentia 73 4,2 Emilia Romagna Ferrara 65 3,7 Emilia Romagna Ravenna 58 3,3 Sicilia Trapani 58 3,3 Campania Salerno 49 2,8 Sicilia Agrigento 48 2,8 Abruzzo Teramo 47 2,7 Campania Napoli 42 2,4 Marche Pesaro - Urbino 39 2,2 Sardegna Cagliari 38 2,2 Calabria Catanzaro 37 2,1 Sicilia Palermo 35 2,0 Toscana Grosseto 31 1,8

Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009)

5 Cfr. Doxa Spa - Mercury Srl, Osservatorio nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia”, Capitolo VIII, Roma 2009.

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

182

Nella classifica delle prime 20 citazioni di province italiane nei cataloghi nazionali, la Puglia è presente in seconda posizione con Lecce (125 citazioni e una incidenza del 7,2%) ed in terza con Foggia (6,3%). Apre la classifica Rimini con 222 citazioni.

L’analisi dei cataloghi è utile anche per verificare quali sono le destinazioni competitors dell’Italia. Al netto dell’Italia, le destinazioni maggiormente presenti nei cataloghi esteri sono le Isole Baleari spagnole, il Dodecaneso e Creta; nei cataloghi italiani la Corsica, le Cicladi e la Croazia istriana.

Tab.7 Distribuzione delle prime dieci citazioni di regioni europee nei cataloghi europei e italiani Nazione Regione Incid.% Nazione Regione Incid.% Rank

Cataloghi europei Cataloghi italiani 1 Spagna Isole Baleari 12,4 Francia Corsica 10,6 2 Grecia Dodecaneso 9,6 Grecia Cicladi 9,0 3 Grecia Creta 9,3 Croazia Istriana 8,4 4 Grecia Isole del mar Ionio 7,7 Croazia Spalatino-Dalmata 7,2 5 Francia Provence-Alpes-Côte-d'Azur 5,1 Croazia Litoraneo-Montana 7,0 6 Cipro Distretto di Famagosta 5,0 Spagna Isole Baleari 6,8 7 Spagna Isole Canarie 5,0 Francia Provence-Alpes-Côte-D'azur 6,4 8 Cipro Distretto di Paphos 4,9 Spagna Catalogna 5,8 9 Spagna Andalusia 4,2 Grecia Dodecaneso 5,5 10 Grecia Peloponneso 3,5 Croazia Raguseo-Narentana 3,9

Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009)

2.2 Il prezzo del soggiorno I dati rilevati dai cataloghi nazionali ed internazionali consentono di fare alcune valutazioni sui

prezzi. Per quanto concerne il pernottamento alberghiero con formula hb (mezza pensione), la regione Puglia, assieme alla Sardegna e alla Toscana, detiene prezzi superiori alla media italiana sia in alta che in bassa stagione6, mentre la regione Emilia Romagna, che raccoglie il maggior numero di flussi turistici, presenta un’offerta a basso costo.

Tab.8 - Prezzi medi (euro) per pernottamento alberghiero formula hb regioni italiane. Anno 2008. 2 stelle 3 stelle 4 stelle 5 stelle

Giugno Agosto Giugno Agosto Giugno Agosto Giugno Agosto Abruzzo 53,1 88,5 68,3 111,2 Basilicata 69,0 96,0 63,0 140,0 Calabria 49,1 96,4 51,4 97,0 Campania 52,0 60,5 54,4 74,6 93,4 119,2 229,9 245,5 Emilia R. 39,0 54,8 48,1 67,4 68,4 92,2 162,9 201,4 Friuli V.G. 49,0 71,7 62,0 84,9 145,0 175,0 Lazio 44,0 54,5 73,0 129,0 Liguria 59,0 76,0 76,4 98,3 Marche 37,0 52,0 49,1 73,6 74,2 103,8 Molise 55,0 80,0 Puglia 51,0 87,0 58,6 102,3 70,4 119,5 Sardegna 68,0 89,0 75,0 129,0 131,5 202,2 460,3 753,1 Sicilia 72,5 104,8 85,2 124,5 201,0 221,5 Toscana 54,5 79,0 65,9 100,2 102,6 143,9 206,7 333,7 Veneto 55,8 69,8 77,7 92,6 Media Italia 46,2 64,1 58,2 87,0 94,6 139,1 343,3 520,2

Prezzi più alti della media italiana

6 I dati rilevati per la bassa stagione si riferiscono alla settimana dal 14 al 21 giugno 2008; per la alta stagione dal 9 al 16 agosto.

Rapporto sul turismo in Puglia 183

La tabella seguente considera, invece, tutte le tipologie di pernottamento e confronta i prezzi rilevati per le regioni italiane con i principali competitors. Nel contesto competitivo, la regione Puglia presenta tariffe in linea con la media rilevata in bassa stagione (63,3 €/notte contro la media di 63,1€/notte), ma superiori in alta stagione (109,4 €/notte contro 93,3 €/notte).

La Sardegna detiene comunque il record del prezzo più alto sia in bassa che in alta stagione, con 170,9€/notte e 267€/notte. Da notare le tariffe più contenute dell’Emilia Romagna (56,3€/notte in bassa stagione e 77,0€/notte in alta).

Mediamente l’Italia presenta prezzi più alti degli altri Paesi competitors, variando da un minimo di 87,7€/notte ad un massimo di 130,6€.

Sul fronte estero, si toccano punte di massimo rispetto alla media rilevata in Francia, nell’area della Provenza e della Costa Azzurra, e in Grecia, nella Tessalia, nelle Isole Sporadi e nelle Isole Cicladi; alti anche i prezzi delle isole spagnole e di Creta.

Tab.9 - Prezzi medi per pernottamento formula hb regioni italiane e regioni principali competitors. Anno 2008

Giugno Agosto Stato Regione €/notte confronto €/notte confronto

Spagna Isole Baleari 85,4 sup. 142,6 sup. Spagna Isole Canarie 102,2 sup. 144,5 sup. Spagna Catalogna 32,5 inf. 68,3 inf. Spagna Valencia 51,7 inf. 86,5 inf. Cipro Distretto di Famagosta 60,2 inf. 79,9 inf. Cipro Distretto di Paphos 73,1 sup. 92,8 inf. Cipro Distretto di Limassol 69,7 sup. 85,8 inf. Croazia Regione Raguseo-Narentana 53,2 inf. 73,1 inf. Croazia Spalatino-dalmata 55,8 inf. 75,6 inf. Francia Provence-Alpes-Côte-d'Azur 178,3 sup. 205,7 sup. Grecia Dodecaneso 87,4 sup. 126,2 sup. Grecia Creta 102,5 sup. 146,8 sup. Grecia Isole del mar Ionio 55,6 inf. 83,8 inf. Grecia Isole Cicladi 112,5 sup. 155,5 sup. Grecia Tessalia e Isole Sporadi 132,7 sup. 191,0 sup. Turchia Egeo 48,0 inf. 72,0 inf. Media rilevazioni netto Italia 63,1 93,3 Italia Abruzzo 59,9 inf. 98,6 sup. Italia Basilicata 63,7 sup. 122,7 sup. Italia Calabria 52,6 inf. 102,7 sup. Italia Campania 90,1 sup. 115,6 sup. Italia Emilia Romagna 56,3 inf. 77,0 inf. Italia Friuli Venezia Giulia 65,9 sup. 89,0 inf. Italia Lazio 80,6 sup. 108,0 sup. Italia Liguria 67,4 sup. 87,2 inf. Italia Marche 54,2 inf. 80,0 inf. Italia Molise 55,0 inf. 80,0 inf. Italia Puglia 63,3 sup. 109,4 sup. Italia Sardegna 170,9 sup. 267,0 sup. Italia Sicilia 73,5 sup. 107,0 sup. Italia Toscana 85,1 sup. 125,7 sup. Italia Veneto 64,0 sup. 78,3 inf. Media rilevazioni Italia 87,7 sup. 130,6 sup. Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009)

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

184

3. Un confronto con i competitors europei rilevati Il Mediterraneo è una della destinazioni turistiche mondiali con maggiore appeal. Secondo i dati

degli arrivi di turisti internazionali pubblicati dall’UNWTO, l’area mediterranea è il principale bacino incoming, con circa un terzo del totale degli arrivi internazionali mondiali. I paesi leader sono Spagna, Italia e Francia, che insieme determinano più del 60% degli arrivi di turisti internazionali7.

Per inquadrare alcuni potenziali concorrenti dell’area Mediterranea che interessano la Puglia, sono state prese in considerazione alcune aree individuate dallo studio sui cataloghi; in particolare l’analisi ha riguardato la Catalogna e l’Andalusia (Spagna) e le Isole Ionie della Grecia. Essendo il turismo pugliese a forte caratterizzazione balneare, i confronti sono stati effettuati sulle province costiere, per garantire una maggiore omogeneità delle informazioni.

3.1 Province costiere della Catalogna Le province costiere della Catalogna, Girona e Terragona, intercettano nel 2007 36,2 milioni di

presenze, il 58% dei flussi turistici regionali e il 9,5% di quelli nazionali. L’analisi non ha incluso la provincia di Barcellona, essendo questa fortemente condizionata dalla componente arte e business.

Tab.10 - Sintesi del turismo province costiere della Catalogna: dati generali. Anno 2007. province costiere Catalogna Puglia Valori 2007 Valore T.v.m.a.

(2003 - 2007) Valore T.v.m.a.

(2003 - 2007) Residenti Arrivi 3.976.947 5,3% 2.276.402 3,6% Presenze 13.799.446 3,2% 9.880.693 1,7% Stranieri Arrivi 3.965.993 2,6% 417.479 6,5% Presenze 22.367.461 -0,2% 1.600.910 2,0% Totale Arrivi 7.942.940 3,9% 2.693.881 4,1% Presenze 36.166.907 1,0% 11.481.603 1,8% Posti letto alberghi 147.126 76.301 Posti letto campeggi 257.380 99.524 Tasso di occupazione lordo alberghiero 37,4% 24,5% Tasso di occupazione lordo campeggi 11,5% 8,7% Tasso di internazionalità 61,8% 13,9% Permanenza media 4,6 4,3 Tasso presenze alberghi 55,5% 59,4% Fonte: Elaborazioni dati INE (domanda prov. costiere Catalogna), Eurostat (offerta Prov. costiere Catalogna) e ISTAT (Puglia)

La clientela di origine estera prevale nettamente sugli spagnoli: il 61,8% delle presenze sono generate da turisti non residenti in Spagna. La motivazione è da ritrovarsi principalmente sulle modalità di rilevazione effettuate dall’Insituto Nacional de Estadística (INE); come l’ISTAT, infatti, vengono raccolti i dati di movimento solo di alcune strutture ed in particolare di alberghi, appartamenti turistici, campeggi e di alloggi di turismo rurale. Se analizziamo i dati forniti

7 Anno 2007.

Rapporto sul turismo in Puglia 185

dall’Instituto de Estudios Turísticos8 (IET), vediamo che il 54% degli spagnoli che si recano nella Comunità Autonoma della Catalogna alloggia in case proprie/in multiproprietà o presso amici/parenti, generando 85,6 milioni di pernottamenti, contro i 24,5 rilevati dall’INE. Dato che anche l’ISTAT considera solo le strutture ufficiali e non le seconde case o l’accoglienza di amici/parenti, è stato opportuno utilizzare i dati forniti dall’INE. Questa considerazione, comunque, rivela la bassa propensione all’utilizzo di strutture ricettive da parte dei turisti domestici.

I turisti stranieri, diminuiscono la propria presenza dal 2003 al 2007 dello 0,2% annuo, mentre gli spagnoli registrano un incremento medio del 3,2%. Situazione ribaltata per la Puglia, dove sono gli stranieri a registrare una maggiore crescita (t.v.m.a 07/03 2,0% contro l’1,7% degli italiani). In generale, i turisti permangono mediamente nelle province costiere catalane 4,6 notti, valore leggermente superiore a quello pugliese (4,3 notti).

Dal punto di vista dell’offerta, con 147mila posti letto negli alberghi e 257mila nei campeggi, Girona e Terragona registrano tassi di occupazione lordi maggiori di quelli rilevati nelle strutture della regione Puglia.

La distribuzione mensile dei flussi turistici mostra, per entrambe le zone, una spiccata stagionalità nei mesi estivi, con picchi in agosto; le province costiere catalane intercettano nei mesi estivi (giugno-settembre) il 71,7% delle presenze, ma ancor più elevato è il valore pugliese 77,8%.

Graf.5 - Stagionalità delle province costiere della catalogna e della regione Puglia. Anno 2007.

0,0%

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Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

Province costiere Catalogna Puglia Fonte: Elaborazioni dati INE (prov. costiere Catalogna) e ISTAT (Puglia)

Al netto delle presenze domestiche, dominano i flussi originari del Regno Unito (22,5%) e della Francia (20,6%), seguiti dai Paesi Bassi (14,3%), Germania (11,7%) e Belgio (6,7%). Anche nella regione Puglia la Francia rappresenta il secondo bacino di provenienza con l’8,5% delle presenze, ma prevale nettamente il mercato tedesco con il 28,8%.

8 Lo IET si occupa, principalmente, di tre operazioni statistiche: analizza il movimento turistico degli spagnoli (Familtur), il movimento turistico alle frontiere (Frontur) e si occupa dell’inchiesta sulla spesa turistica (Egatur).

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

186

Graf.6 - Principali origini dei flussi stranieri nelle province costiere della Catalogna. Anno 2007. Prov. costiere della Catalogna* Puglia

Francia20,6%

Regno Unito22,5%

Paesi Bassi14,3%

Germania11,7%

Belgio6,7%

Altri Paesi24,2%

Francia6,0%

Germania20,2%

Austria4,9%Svizzera

4,8%Regno Unito

4,5%

Altri Paesi29,8%

* i dati per Paese di provenienza sono al netto degli alloggi di turismo rurale Fonte: Elaborazioni dati INE (prov. costiere Catalogna) e ISTAT (Puglia)

3.2 Province costiere dell’Andalusia Le quattro province costiere della Andalusia (Almeria, Cadice, Huelva e Malaga) intercettano

nel 2007 40,8 milioni di presenze, il 74,5% del totale presenze registrate nella Comunità Autonoma e il 10,7% di quelle nazionali, generando 3,6 giorni medi di permanenza.

Rispetto alle province costiere catalane e alla Puglia, maggiore è l’incremento medio annuo dei flussi turistici (+3,5%) nel periodo considerato (2003-2007), grazie principalmente alle performance della componente nazionale, che passa da 15,3 milioni a 20,8 milioni di presenze (+8,0% annuo). la componente estera, in leggera flessione (-0,3%), rappresenta il 49,0% del mercato.

Tab.11 - Sintesi del turismo province costiere della Andalusia: dati generali. Anno 2007. province costiere Andalusia Puglia Valori 2007 Valore T.v.m.a.

(2003 - 2007) Valore T.v.m.a.

(2003 - 2007) Residenti Arrivi 6.981.320 11,0% 2.276.402 3,6% Presenze 20.774.650 8,0% 9.880.693 1,7% Stranieri Arrivi 4.325.850 4,8% 417.479 6,5% Presenze 19.983.906 -0,3% 1.600.910 2,0% Totale Arrivi 11.307.170 8,4% 2.693.881 4,1% Presenze 40.758.556 3,5% 11.481.603 1,8% Posti letto alberghi 204.056 76.301 Posti letto campeggi 65.772 99.524 Tasso di occupazione lordo alberghiero 43,7% 24,5% Tasso di occupazione lordo campeggi 12,9% 8,7% Tasso di internazionalità 49,0% 13,9% Permanenza media 3,6 4,3 Tasso presenze alberghi 74,9% 59,4% Fonte: Elaborazioni dati INE (domanda prov. costiere Andalusia), Eurostat (offerta Prov. costiere Andalusia) e ISTAT (Puglia)

Anche in questo caso, l’alta internazionalità delle province costiere è collegata alle abitudini di

Rapporto sul turismo in Puglia 187

vacanza degli autoctoni, che tendono ad utilizzare maggiormente case in multiproprietà, seconde case o alloggi di parenti/amici. Secondo le statistiche IET, infatti, nella Comunità Autonoma della Andalusia, il 52,7% degli spagnoli tende ad utilizzare queste forme di alloggio su un totale di 130,4 milioni di pernottamenti, contro i 54,7 rilevati dall’INE.

Dal punto di vista dell’offerta, le province costiere dell’Andalusia presentano 204.056 posti letto alberghieri e 65.772 nei campeggi, con tassi di occupazione lordi rispettivi pari al 43,7% e al 12,9%.

I flussi mensili sono fortemente destagionalizzati rispetto alla Puglia ed anche rispetto alle province costiere catalane; nonostante siano i mesi estivi a registrare i più elevati tassi di presenza (giugno-settembre 51,3%, con picco ad agosto 16,5%), ottimi sono anche i risultati dei mesi di aprile (8,4%), maggio (8,1%), e ottobre (7,9%).

Graf.7 - Stagionalità delle province costiere della Andalusia e della regione Puglia. Anno 2007.

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov

Province costiere Andalusia Puglia Fonte: Elaborazioni dati INE (Prov. costiere Andalusia) e ISTAT (Puglia)

I principali bacini esteri di origine dei flussi sono, nel 2007, il Regno Unito e la Germania, che insieme intercettano più del 50% delle presenze straniere; seguono i Paesi Bassi (5,7%), la Francia (4,8%) e l’Irlanda (4,3%).

Graf.8 - Principali origini dei flussi stranieri in Andalusia. Anno 2007.

Prov. costiere Andalusia* Puglia

Germania20,4%

Regno Unito36,8%

Paesi Bassi5,7%Francia

4,8%

Irlanda4,3%

Altri Paesi28,0%

Francia6,0%

Germania20,2%

Austria4,9%Svizzera

4,8%Regno Unito

4,5%

Altri Paesi29,8%

* i dati per Paese di provenienza sono al netto degli alloggi di turismo rurale Fonte: Elaborazioni dati INE (Prov. costiere Andalusia) e ISTAT (Puglia)

La competizione turistica attraverso i Tour Operator

188

3.3 Isole Ionie della Grecia Le Isole Ionie della Grecia hanno accolto nel 2007 oltre 7,5 milioni di presenze, ripartite tra

Corfù (56%), Zacinto (31%), Leucade (4%) e Cefalonia (9%), registrando un incremento medio annuo del 4,3% dal 2003. Sul fronte evolutivo, ottime sono state le performance di entrambe le componenti, che registrano tassi di variazione medi annui vicino alla media rilevata.

La permanenza media supera quella pugliese di 2,3 notti, dato che la forma di turismo praticata è essenzialmente quella balneare.

L’offerta ricettiva è dominata dagli alberghi, che con 326.028 posti letto, intercettano l’81,6% delle presenze, registrando un tasso di occupazione lordo pari al 42,6%.

Tab.12 - Sintesi del turismo Isole Ionie: dati generali. Anno 2007. Isole Ionie della Grecia Puglia Valori 2007 Valore T.v.m.a.

(2003 - 2007) Valore T.v.m.a.

(2003 - 2007) Residenti Arrivi 306.157 4,7% 2.276.402 3,6% Presenze 1.194.146 4,5% 9.880.693 1,7% Stranieri Arrivi 810.852 6,5% 417.479 6,5% Presenze 6.328.611 4,3% 1.600.910 2,0% Totale Arrivi 1.117.009 6,0% 2.693.881 4,1% Presenze 7.522.757 4,3% 11.481.603 1,8% Posti letto alberghi 326.028 76.301 Posti letto campeggi 3.737 99.524 Tasso di occupazione lordo alberghiero 42,6% 24,5% Tasso di occupazione lordo campeggi 12,3% 8,7% Tasso di internazionalità 87,5% 13,9% Permanenza media 6,6 4,3 Tasso presenze alberghi 81,6% 59,4% Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009) e elaborazioni dati ISTAT (Puglia)

Graf.9 - Stagionalità delle isole Ionie della Grecia e della regione Puglia. Anno 2007.

0,0%

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Isole Ionie della Grecia Puglia Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009) e elaborazioni dati ISTAT (Puglia)

Rapporto sul turismo in Puglia 189

Anche le isole ioniche greche presentano una significativa stagionalità della domanda, che abbraccia i mesi da maggio a settembre, mesi in cui si concentrano l’86,4% delle presenze; ininfluenti i primi e gli ultimi mesi dell’anno.

I dati sui paesi di origine sono riportati a livello nazionale, in quanto non disponibili in forma disaggregata. Tra gli stranieri prevalgono i pernottamenti dalla Germania (19,8%), seguiti da quelli dal Regno Unito (15,9%). Non trascurabile il valore dell’Italia (7,4%).

Graf.10 - Principali origini dei flussi stranieri in Grecia. Anno 2007.

Grecia Puglia

Altri Paesi41,3%

Belgio e Paesi Bassi9,3%

Regno Unito15,9%

Francia6,4%

Germania19,8%

Italia7,4%

Francia6,0%

Germania20,2%

Austria4,9%Svizzera

4,8%Regno Unito

4,5%

Altri Paesi29,8%

Fonte: Osservatorio Nazionale del turismo “Il turismo balneare in Italia” (Roma, 2009) e elaborazioni dati ISTAT (Puglia)

Il confronto con le tre regioni, due delle quali presentano una movimentazione assai più elevata, fa intuire le grandi potenzialità di sviluppo della Puglia, evidenziando in modo diretto le chiave del successo nella maggiore distribuzione dio presenze fuori dal periodo di punta e nella più forte incidenza della componente straniera, che per la Catalogna incide in termini di presenze per circa il 62%, per l’Andalusia per il 49% e per le Isole greche dello Jonio per più dell’84%.

Vi sono tutte le condizioni perché tali tendenze possano realizzarsi anche per le regioni del Sud Italia, ed in particolare per il caso della Puglia

Rapporto sul turismo in Puglia 191

CAPITOLO XI LA PROMOZIONE TURISTICA DEL TERRITORIO1

1. Aspetti generali e azioni previste Il Programma triennale di promozione turistica 2007-2009, approvato con la Deliberazione della

Giunta Regionale n.146 del 26.2.2007, nasce in seguito alla esigenza di sviluppare il movimento turistico nel territorio regionale e di favorire l'affermazione di una unitaria immagine della Puglia sul mercato nazionale ed internazionale, e di stimolare la destagionalizzazione del flusso turistico. Prevede importanti azioni di supporto all’offerta che possono essere sintetizzate in sette principali direttrici:

1. Azioni sui Mercati italiani ed esteri (Fiere, workshop, road-show, educational tour, azioni di co-marketing con T.O. e vettori aerei, press agentry presso le redazioni straniere delle maggiori Guide europee ecc.);

2. Attività di comunicazione e di pianificazione media, nonché progettazione e realizzazione di prodotti di informazione e comunicazione on-line e off-line, ovvero di altri strumenti anche a carattere innovativo;

3. Programma di iniziative promozionali e di fidelizzazione dei turisti nell’ambito del territorio regionale;

4. Attività ed eventi da realizzarsi in Italia ed all’estero; 5. Progetti speciali, interregionali ed interassessorili, anche per sviluppare iniziative

comunitarie ed internazionali; 6. Implementazione, messa a regime e valorizzazione del Portale turistico regionale; 7. Specifiche misure volte ad adeguare l’offerta alle nuove tendenze della domanda turistica,

soprattutto italiana (ad esempio gli short break). Gli obiettivi, raggruppati nel prospetto sottostante, possono essere distinti in obiettivi di breve e

di lungo periodo, facendo riferimento sia ai tempi per la loro realizzabilità, che al perdurare delle azioni per ottenere i risultati preposti.

In generale, gli obiettivi di breve periodo puntano a rafforzare il sistema turistico pugliese con attività promo-commerciali, a mantenere le quote del mercato italiano, che rappresenta il bacino principale di flussi turistici nella regione, e a realizzare apposite strategie di co-marketing con vettori aerei, bus operator, tour operator, etc.

Gli obiettivi di lungo periodo, invece, mirano a potenziare l’immagine turistica regionale, ed anche ad esaltare le tipicità pugliesi, in modo da poter conquistare una nuova clientela e consolidare quella già presente. Importante, in tal senso, è l’orientamento verso i mercati internazionali, che, attraverso adeguate azioni di marketing, potranno raggiungere una maggiore conoscenza del territorio.

1 A cura di Serena Scarcella.

La promozione turistica del territorio

192

Prospetto 1 - Obiettivi della programmazione triennale di promozione turistica (2007-2009)

Rafforzare il sistema attraverso:• relazioni costanti e incontri periodici con sindacati ed associazioni di categoria;• incontri periodici del Comitato consultivo regionale;• Attività promozionali all’estero sulla base dei programmi concordati con l’ENIT;• Attività promozionali in Italia, selezionate in modo mirato;• Azioni di promo-commercializzazione a regia regionale, da realizzare nei più importanti mercati esteri di riferimento, che rappresentano i principali bacini di origine dei flussi turistici;• Collaborazione con tutti gli altri Assessorati regionali interessati, in particolare Attività Produttive, Risorse agroalimentari, Programmazione culturale e Beni culturali;• Relazioni con il sistema delle autonomie locali (Comuni, Province e Comunità Montane);• Completa attivazione del Portale turistico regionale;• Definizione di attività a carattere innovativo (es. card turistiche, navigatori palmari, reti wi-fi ecc.).

Mantenere le quote di mercato italiano:• difendere le quote di turismo nazionale dalla crescente aggressività dei concorrenti italiani ed esteri, cercando il rinnovamento della clientela.

Realizzare strategie di co-marketing:• collaborazioni con partner pubblici/privati, facendo in modo che le aree di provenienza dei voli divengano “aree obiettivo”all’interno del programma di attività;• utilizzo di studi e programmazioni sviluppati da autonomie locali.

Consolidare e conquistare nuova clientela sui mercati internazionali, salvaguardando i flussi nazionali in modo tale che la Puglia ampli il suo interesse per grandi bacini di domanda turistica europea; il Piano, oltre la partecipazione alle fiere del turismo in Italia ed Europa, individua specificheattività promozionali sui mercati di lingua tedesca, inglese e francese, in Benelux, Scandinavia e Svizzera. L’obiettivo èconsolidare e rafforzare la penetrazione dei mercati che giàconoscono la Puglia.

Esaltare, distinguere e promuovere le eccellenze della regione, per colpire l'immaginazione dei turisti attraverso prodotti trasversali a tutti i territori, così da comunicare in modo innovativo l’offerta della nostra regione principalmente all’estero.

Potenziare l'immagine turistica regionale, agendo su promozione e comunicazione dell’offerta e del territorio, con soluzioni che comunichino la naturale integrazione delle proposte e tendendo ad un più ampio coordinamento dell’immagine e della comunicazione, anche attraverso l’utilizzo delle indicazioni derivanti dal Piano di Marketing Strategico.

Continuare e accelerare il processo di innovazione nei prodotti e nell’offerta, ad esempio sperimentando e rendendo operativi nuovi approcci nei mercati, nei canali e nelle tecnologie, per raggiungere una migliore occupazione delle strutture e assicurare una maggiore stabilità alle imprese in tutti i comparti dell’offerta regionale.

OBIETTIVI DI BREVE PERIODO OBIETTIVI DI LUNGO PERIODO

Rafforzare il sistema attraverso:• relazioni costanti e incontri periodici con sindacati ed associazioni di categoria;• incontri periodici del Comitato consultivo regionale;• Attività promozionali all’estero sulla base dei programmi concordati con l’ENIT;• Attività promozionali in Italia, selezionate in modo mirato;• Azioni di promo-commercializzazione a regia regionale, da realizzare nei più importanti mercati esteri di riferimento, che rappresentano i principali bacini di origine dei flussi turistici;• Collaborazione con tutti gli altri Assessorati regionali interessati, in particolare Attività Produttive, Risorse agroalimentari, Programmazione culturale e Beni culturali;• Relazioni con il sistema delle autonomie locali (Comuni, Province e Comunità Montane);• Completa attivazione del Portale turistico regionale;• Definizione di attività a carattere innovativo (es. card turistiche, navigatori palmari, reti wi-fi ecc.).

Mantenere le quote di mercato italiano:• difendere le quote di turismo nazionale dalla crescente aggressività dei concorrenti italiani ed esteri, cercando il rinnovamento della clientela.

Realizzare strategie di co-marketing:• collaborazioni con partner pubblici/privati, facendo in modo che le aree di provenienza dei voli divengano “aree obiettivo”all’interno del programma di attività;• utilizzo di studi e programmazioni sviluppati da autonomie locali.

Consolidare e conquistare nuova clientela sui mercati internazionali, salvaguardando i flussi nazionali in modo tale che la Puglia ampli il suo interesse per grandi bacini di domanda turistica europea; il Piano, oltre la partecipazione alle fiere del turismo in Italia ed Europa, individua specificheattività promozionali sui mercati di lingua tedesca, inglese e francese, in Benelux, Scandinavia e Svizzera. L’obiettivo èconsolidare e rafforzare la penetrazione dei mercati che giàconoscono la Puglia.

Esaltare, distinguere e promuovere le eccellenze della regione, per colpire l'immaginazione dei turisti attraverso prodotti trasversali a tutti i territori, così da comunicare in modo innovativo l’offerta della nostra regione principalmente all’estero.

Potenziare l'immagine turistica regionale, agendo su promozione e comunicazione dell’offerta e del territorio, con soluzioni che comunichino la naturale integrazione delle proposte e tendendo ad un più ampio coordinamento dell’immagine e della comunicazione, anche attraverso l’utilizzo delle indicazioni derivanti dal Piano di Marketing Strategico.

Continuare e accelerare il processo di innovazione nei prodotti e nell’offerta, ad esempio sperimentando e rendendo operativi nuovi approcci nei mercati, nei canali e nelle tecnologie, per raggiungere una migliore occupazione delle strutture e assicurare una maggiore stabilità alle imprese in tutti i comparti dell’offerta regionale.

OBIETTIVI DI BREVE PERIODO OBIETTIVI DI LUNGO PERIODO

Fonte: Documento di Programmazione triennale di Promozione turistica e Piano di attuazione 2007

La progettazione della promozione territoriale tiene conto essenzialmente di 4 variabili: il mercato di riferimento, il prodotto, le modalità di intervento, gli strumenti. La tabella seguente mostra le linee di azione formulate dalla regione.

Le linee operative di intervento si focalizzano in tre direttrici: Marketing to Consumer, rivolte direttamente al mercato turistico; Marketing to Business, rivolte agli operatori specializzati dell’intermediazione turistica ed

ai vettori aerei; Azioni sperimentali, rivolte ai mercati turistici emergenti, con attività mirate sia ai

consumatori che agli operatori di settore. Considerando le difficoltà che sta attraversando il comparto turistico, l’Assessorato al Turismo e

Industria Alberghiera della Puglia ha ritenuto strategico investire sulle potenzialità del sistema per realizzare un incremento significativo dei flussi di incoming e migliorare il posizionamento della regione in ambito nazionale ed internazionale. A tal proposito è stata attivata una collaborazione tra il sistema delle Istituzioni e il sistema economico produttivo per la crescita dell’economia turistica pugliese: ne è esempio il protocollo sottoscritto il 12 agosto 2008 con le Associazioni di categoria, attraverso il quale hanno assunto l’impegno a condividere un’ampia campagna di comunicazione, finalizzata a favorire una attenzione positiva dei flussi turistici nazionali e internazionali verso la Puglia e a garantire forme di agevolazione e contenimento delle tariffe per i servizi resi.

Rapporto sul turismo in Puglia 193

Tab.1 – Linee di azione della promozione regionale Mercato di riferimento Prodotto Modalità di intervento Strumenti Italia Mare Marketing to Consumer Advertising multimedia work-shop, road-show e

azioni di co-marketing con vettori aerei, offerta pacchetti turistici ad hoc

Inghilterra, Francia, Paesi di lingua tedesca, Benelux e Scandinavia, Svizzera

Mare e natura Marketing to Consumer Advertising sui media specializzati, work-shop, road-show e azioni di co-marketing con vettori aerei, offerta pacchetti turistici ad hoc

Italia, Inghilterra e Paesi di lingua tedesca

Rurale ed enogastronomico

Marketing to Consumer Advertising multimedia in Italia e sui media specializzati all’estero, work-shop, road-show, e azioni di co-marketing con imprese pugliesi, offerta pacchetti turistici e short break

Italia, Inghilterra, Francia, Paesi di lingua tedesca, Benelux e Scandinavia, Svizzera

Storia, Arte e Cultura Marketing to Consumer Fiere di settore, Educational tour, eventi, work-shop di settore, co-marketing con TO, offerta pacchetti turistici ad hoc e short break

Italia, Inghilterra e Paesi di lingua tedesca

Sport Marketing to Consumer Advertising sui media specializzati e offerta pacchetti turistici ad hoc

Inghilterra e Paesi di lingua tedesca

Mare Marketing to Business Fiere di settore, work-shop, road-show e azioni di co-marketing con vettori aerei e Tour Operator, offerta pacchetti turistici ad hoc

Italia ed Europa Religioso Marketing to Business Incentivi a Bus Operator e organizzazioni ecclesiastiche, co-marketing con Tour Operator specializzati, offerta pacchetti turistici ad hoc.

Italia Congressuale e Incentive

Marketing to Business Partecipazione a POIR, aggregazione dell’offerta, azioni di co-marketing con Tour Operator specializzati per piccoli e medi eventi

Spagna, Est Europa, America e Far East

Mare e natura, arte e cultura

Azioni Sperimentali Fiere di settore, Educational tour, eventi, work-shop, azioni di co-marketing con vettori aerei,e offerta pacchetti turistici ad hoc

Fonte: Documento di Programmazione triennale di Promozione turistica e Piano di attuazione 2007

Per inquadrare nell’insieme le diverse attività ed iniziative che saranno sviluppate nel corso del 2008/2009, sono stati elaborati dei quadri riepilogativi che tengono conto delle integrazioni al piano di attuazione 2007 con le iniziative previste dalla Deliberazione di Giunta regionale n.1836/08 (Allegati A-B). Per far fronte al complesso delle azioni di promozione è stata stimata una spesa di €15.000.000,00 su base annua, prendendo come riferimento la spesa storica sviluppata dall’Assessorato al Turismo per lo sviluppo delle iniziative passate. L’onere complessivo è a carico dei fondi del PO FESR 2007-2013.

Per gli ulteriori interventi che saranno ammessi a finanziamento (vedi paragrafo successivo) va considerato che con la L.R. 3.4.2008, n. 4 "Terza variazione al bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2008" è stato istituito il capitolo 1154010, "Programma Operativo FESR 2007-2013. Spese per attuazione Asse IV - Linea d'intervento 4.1 Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo” - Quota UE -Stato" con una posta di €98.967.200,00.

In aggiunta, l’Assessorato al Turismo ha sottoscritto con DGR n.1396 del 22/07/2008 una convenzione con Unioncamere Puglia finalizzata allo sviluppo di azioni congiunte per la promozione turistica e l’individuazione di forme di sostegno al settore. Le attività previste riguardano la realizzazione e diffusione di materiale promo pubblicitario informativo, l’osservatorio turistico, il programma di iniziative di promozione in Italia e all’estero, sensibilizzazione sulle tematiche del turismo sostenibile nelle aree costiere ecc.. Al fine di consentire l’attuazione del disposto di tale delibera, è stata predisposta una quota massima di € 2.500.000,00 sul capitolo 1154010.

Analogamente, la Giunta Regionale ha già deliberato (DGR. n. 1504 del 1 agosto 2008)

La promozione turistica del territorio

194

l’approvazione di uno specifico progetto che la Provincia di Lecce ha presentato all’Assessorato al Turismo e Industria Alberghiera, denominato “Piano di marketing “Salento d’Amare” e Piano di Segnaletica Turistica”, volto a promuovere in maniera organica l’economia settoriale di tale territorio, nonché ad incrementare la sensibilità culturale ed una maggiore attenzione alle dinamiche ed agli impatti culturali e sociali. Al fine di consentire l’attuazione del disposto di tale delibera, sono stati assunti impegni sul capitolo 1154010 nei limiti di € 1.500.000,00.

2. Gli interventi ammessi a finanziamento All’interno dell’aggiornamento del Programma Triennale di Promozione Turistica predisposto

per il biennio 2008/2009, vengono indicate quali sono le tipologie di iniziative che potranno procedere a finanziamento. Con l’obiettivo operativo “Promuovere ulteriormente la conoscenza della regione a livello nazionale ed internazionale”, le attività finanziabili riguardano:

A. Promozione del sistema turistico regionale, attraverso l’organizzazione e/o la partecipazione ad iniziative settoriali di livello nazionale ed internazionale - Iniziative promozionali sul territorio nazionale ed all’estero, con l’obiettivo di rafforzare il posizionamento del prodotto Puglia sui diversi mercati, incrementando i flussi turistici incoming e diversificando i relativi target. Partecipazione della Regione Puglia a mostre, fiere, borse, esposizioni, manifestazioni ed eventi previsti dalla programmazione regionale e dall’ENIT. Attività sperimentale di scouting sui mercati nuovi ed emergenti.

B. Promozione dell’offerta turistica regionale, attraverso iniziative di ospitalità ed eductour - Realizzazione di iniziative di ospitalità ed educ-tour (ad esempio giornalisti, scrittori, fotografi, opinion-leaders, troupe televisive e cinematografiche, tour operator e agenzie di pubblicità e comunicazione, partecipanti ad eventi congressuali di particolare rilievo ecc.), finalizzati a far conoscere gli attrattori turistici del territorio e l’offerta di settore.

C. Azioni di sensibilizzazione delle comunità locali e del sistema imprenditoriale regionale alla cultura dell’accoglienza ed all’utilizzo di buone pratiche - Obiettivo dell’intervento è promuovere la piena consapevolezza - tra le comunità locali e gli operatori - del valore socio-economico del settore, quale leva di sviluppo per l’intero territorio.

D. Programmi finalizzati alla promozione e valorizzazione turistica regionale - Iniziative di rilevanza nazionale o internazionale che abbiano grande impatto promozionale per il territorio e che siano in grado di rappresentare in modo significativo aspetti, prodotti e segmenti rilevanti del comparto turistico. Realizzazione di un sistema di eventi a carattere territoriale, finalizzati ad arricchire ed integrare l’offerta turistica regionale attraverso la realizzazione di azioni di accoglienza e animazione delle destinazioni turistiche.

E. Piani di comunicazione integrata - Azioni di promozione e comunicazione finalizzate a potenziare l’immagine turistica regionale con soluzioni che comunichino la naturale integrazione delle risorse offerte, tenendo al coordinamento generale dell’immagine e della comunicazione e all’utilizzo delle nuove tecnologie (internet, wireless ecc.). Realizzazione e diffusione di materiale promo-pubblicitario informativo.

F. Pianificazione strategica, analisi di settore e attività di implementazione dei Sistemi Turistici Locali - L’intervento prevede attività di analisi e studio del sistema turistico a supporto della programmazione del settore, nonché operazioni finalizzate alla creazioni di marchi e assistenza tecnica funzionale all’avvio e al consolidamento Sistemi Turistici Locali.

Rapporto sul turismo in Puglia 195

2.1 Criteri di selezione La selezione dei soggetti attuatori avviene tramite il rispetto delle norme comunitarie e nazionali

e quindi tramite procedura ad evidenza pubblica, mediante l’affidamento della realizzazione a Enti Pubblici e attraverso l’utilizzo di soggetti di proprietà pubblica.

Gli interventi verranno selezionati in base: a. alle capacità del progetto di potenziare network locali, che possano rafforzare i prodotti turistici

regionali. Particolare valore sarà dato alla creazione di reti tra soggetti pubblici e privati; b. alle scelte strategiche verso segmenti di mercato di interesse per il prodotto turistico

regionale, in coerenza ai contenuti progettuali e alle specifiche vocazioni territoriali; c. alla sostenibilità economica e finanziaria dell’idea-progetto; d. all’utilizzo – nella implementazione degli interventi-attività – delle nuove tecnologie

dell’informazione e della comunicazione (ad esempio www.viaggiareinpuglia.it ecc.); e. alla capacità del progetto di integrare lo sviluppo turistico alla valorizzazione del patrimonio

culturale e naturale; f. alle azioni di governance per attuare efficaci azioni di programmazione negoziata, con il

coinvolgimento del partenariato; g. all’impatto sullo sviluppo turistico regionale che l’intervento potrà attivare, soprattutto in

considerazione della diversificazione e destagionalizzazione dei flussi turistici; h. al grado di cantierabilità dell’intervento in termini di progettazione esecutiva e fattibilità

(economica, finanziaria e organizzativa) degli interventi proposti.

2.2 Fonti di finanziamento Le risorse finanziarie verranno attinte da fondi comunitari (FESR) e fondi nazionali (FAS), in

particolare derivanti da: - Programma Operativo Regionale FESR /PAR 2007-2013 La Regione sta predisponendo i

programmi attuativi delle risorse destinate dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e il Fondo per le Aree Sottosviluppate, attraverso la redazione del Documento Unico di Programmazione (DUP); gli obiettivi operativi ricalcheranno le priorità designate dal QSN e dal QSR per la programmazione 2007-2013 a valere sul settore di riferimento.

- Programma Operativo Interregionale - PAIn “Attrattori culturali naturali e turismo” In particolare sono da considerare gli Assi:

Valorizzazione ed integrazione su scala interregionale dei Poli e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici in essi localizzati;

Competitività delle imprese del settore turistico, culturale ed ambientale e promozione dell’offerta delle Regioni Convergenza, in via di attivazione.

- L.R. n. 28/1978 “Interventi della Regione per la promozione del turismo pugliese”. - Legge n. 135/2001 “Riforma della legislazione nazionale del turismo” - art. 5 e art. 6.

3. Altri interventi Oltre agli interventi precedentemente indicati, l’Assessorato al Turismo e Industria alberghiera

punta ad integrare le attività promozionali con interventi di segno diverso, quali la infrastrutturazione materiale ed immateriale del territorio (inteso in tutte le sue componenti) e lo

La promozione turistica del territorio

196

sviluppo di nuove attività capaci di innescare ricadute positive sulla regione (in termini di servizi, di livelli occupazionali, di incentivazione e mobilitazione di flussi turistici, di impatto sulle attività dell’indotto).

Gli interventi possono essere così sintetizzati: Agevolazioni alle imprese: - Incentivazione alle attività di promozione e commercializzazione dell’offerta turistica

regionale, realizzate in forma associata da imprese del settore; - Contributi a sostegno del Turismo sociale; - Contributi a sostegno degli eventi congressuali; - Incentivazione all’utilizzo di servizi innovativi e tecnologie della Società

dell'Informazione; - Incentivi alle imprese turistiche per interventi di ristrutturazione ed ammodernamento; - Contributi per la qualificazione degli stabilimenti balneari; - Marchi di qualità, CRM e Carta dei servizi al turista; - Azioni mirate a conoscenza, sviluppo e utilizzo di buone pratiche, per migliorare i

livelli dell’ospitalità e dell’accoglienza, nonché della qualificazione professionale degli addetti.

Interventi infrastrutturali: - Ristrutturazione, adeguamento e rafforzamento della Rete regionale di Informazione e

Accoglienza al Turista, con annesso potenziamento della infrastruttura tecnologica (II Fase);

- Progetto di potenziamento della segnaletica stradale in Puglia (II Fase); - Progetto di cartellonistica descrittiva dei monumenti in Puglia (II Fase); - Completamento degli interventi programmati dai Comuni per il potenziamento delle

infrastrutture specifiche di supporto al settore turistico (II elenco). Gli allegati C-D-E mostrano il quadro riepilogativo delle agevolazioni alle imprese

immediatamente attuabili, delle agevolazioni in regime di aiuto in esenzione e degli interventi di carattere strutturale ed infrastrutturale immediatamente attivabili.

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glia

.it,

ha

avut

o ot

timi

risul

tati

ed

ha

inte

so

sens

ibili

zzar

e tu

risti

e co

mun

ità l

ocal

i ai

gra

ndi

tem

i de

lla q

ualit

à de

lla v

ita e

del

tur

ism

o ec

o-so

sten

ibile

, con

l’ob

ietti

vo d

i val

oriz

zare

le e

ccel

lenz

e e

cura

re le

ferit

e de

l ter

ritor

io.

Nov

embr

e 20

08

3

Pia

no S

trate

gico

e S

tudi

o di

Fat

tibili

tà p

er il

M

arke

ting

e lo

Svi

lupp

o Tu

ristic

o in

Pug

lia

Il P

iano

, di c

ui s

i pre

vede

ent

ro d

icem

bre

la p

resa

d’a

tto d

a pa

rte d

ella

Giu

nta

Reg

iona

le (

al te

rmin

e de

lla f

ase

di a

scol

to d

el t

errit

orio

, at

tività

in

cors

o) è

sta

to d

efin

ito n

ell’a

mbi

to d

el p

roce

sso

di

prog

ram

maz

ione

stra

tegi

ca p

er i

l ril

anci

o de

l tu

rism

o in

Pug

lia,

pers

egui

to d

all’A

sses

sora

to.

La

elab

oraz

ione

è s

tata

affi

data

all’

Agen

zia

nazi

onal

e pe

r l’a

ttraz

ione

deg

li in

vest

imen

ti e

lo s

vilu

ppo

d’im

pres

a. I

l Pia

no r

appr

esen

ta u

n’in

vers

ione

di t

ende

nza

rispe

tto a

lla p

rece

dent

e pr

ogra

mm

azio

ne,

perc

hé in

divi

dua

una

“vis

ion”

di l

ungo

per

iodo

e fa

rife

rimen

to a

d un

insi

eme

di li

nee

stra

tegi

che

per l

e po

litic

he d

i se

ttore

. Le

pro

post

e sc

atur

isco

no d

a in

dagi

ni s

volte

sul

cam

po a

ttrav

erso

una

ric

erca

es

perie

nzia

le s

ul te

rrito

rio c

on to

ur o

pera

tor

e sp

ecia

listi

del s

etto

re e

dal

l’ana

lisi q

uali-

quan

tativ

a de

l m

erca

to a

ttual

e e

delle

sue

pro

spet

tive

futu

re.

Dic

embr

e 20

08

4

Con

vegn

i Tem

atic

i O

rgan

izza

zion

e di

co

nveg

ni

nazi

onal

i in

P

uglia

, in

eren

ti m

ater

ie

di

rilev

ante

in

tere

sse

turis

tico

(term

alis

mo,

BB

CC

, am

bien

te,

com

unic

azio

ne,

aree

mar

gina

li ec

c.),

in c

olla

bora

zion

e co

n E

ELL

e

oper

ator

i di c

ateg

oria

.

Gen

naio

200

9 –

Apr

ile 2

009

5

Pro

getti

Inte

rreg

iona

li

Par

teci

pazi

one

ai P

roge

tti p

revi

sti d

alla

Leg

ge 1

35/2

001

per

lo S

vilu

ppo

delle

Pol

itich

e in

terr

egio

nali:

Iti

nera

ri de

lla fe

de, I

tiner

ari d

i qua

lità,

Itin

erar

i di F

eder

ico

II, R

ete

del t

uris

mo

cong

ress

uale

, Pae

sagg

i de

l mar

e e

delle

min

iere

, Bor

ghi s

toric

i.

in c

orso

6

Pro

getti

Spe

cial

i N

ell’a

mbi

to d

el P

rogr

amm

a Tr

ienn

ale

di P

rom

ozio

ne tu

ristic

a so

no s

tati

affid

ati a

div

ersi

sog

getti

loca

li de

gli

spec

ifici

pro

getti

per

la

prom

ozio

ne e

cre

azio

ne d

i pr

odot

ti tu

ristic

i di

nic

chia

e t

emat

ism

i di

pr

odot

to: E

noga

stro

nom

ico,

Nau

tico,

Acc

essi

bile

, Rel

igio

so, T

reni

sto

rici.

Gli

esiti

del

lavo

ro s

aran

no a

br

eve

disc

ussi

e v

alut

ati,

anch

e al

fine

di i

ndiri

zzar

e le

futu

re a

zion

i del

l’Ass

esso

rato

.

in c

orso

Rapp

orto

sul t

uris

mo

in P

uglia

199

ALLE

GATO

C

A

GEV

OLA

ZIO

NI A

LLE

IMPR

ESE

IMM

EDIA

TAM

ENTE

ATT

UA

BIL

I

Tito

lo

Des

criz

ione

D

ata

stim

ata

pe

r l’a

vvio

1

In

cent

ivaz

ione

alle

atti

vità

di p

rom

ozio

ne e

co

mm

erci

aliz

zazi

one

dell’

offe

rta tu

ristic

a re

gion

ale,

real

izza

te in

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a as

soci

ata

da

impr

ese

del s

etto

re

Ban

do p

er la

con

cess

ione

di a

gevo

lazi

oni f

inan

ziar

ie a

sos

tegn

o de

l sis

tem

a im

pren

dito

riale

turis

tico

regi

onal

e, p

er fa

vorir

e la

div

ersi

ficaz

ione

del

l’offe

rta -a

ncor

a tro

ppo

lega

ta a

pro

dotti

con

side

rati

mat

uri

-e la

des

tagi

onal

izza

zion

e, a

ttrav

erso

la c

reaz

ione

e la

com

mer

cial

izza

zion

e di

“pa

cche

tti c

ompl

eti”,

ad

egua

ti al

la e

volu

zion

e de

lla d

oman

da,

final

izza

ti al

la a

ggre

gazi

one

delle

impr

ese

di s

etto

re e

d in

lin

ea c

on i

pro

cess

i di

int

erna

zion

aliz

zazi

one.

In

tale

con

test

o è

anch

e pr

evis

to i

l su

ppor

to a

lla

real

izza

zion

e di

eve

nti

prom

ozio

nali,

di

livel

lo n

azio

nale

ed

inte

rnaz

iona

le,

cui

parte

cipi

no i

n fo

rma

asso

ciat

a op

erat

ori

ed a

zien

de t

uris

tiche

. L’

acce

sso

al b

enef

icio

(en

tro u

n lim

ite m

assi

mo

di E

uro

50.0

00)

è su

bord

inat

o al

la p

rese

ntaz

ione

di

appo

sito

pro

getto

ed

al p

osse

sso

di s

peci

fici

requ

isiti

: pa

rteci

pazi

one

di a

lmen

o 30

stru

tture

alb

ergh

iere

, ope

rant

i in

tre p

rovi

nce

e co

n di

spon

ibilit

à m

inim

a di

10

00 p

osti

letto

, su

perio

di p

ari o

sup

erio

ri a

4 no

tti, c

oinv

olgi

men

to d

i tou

r-op

erat

or, a

genz

ie v

iagg

i, ve

ttori

ecc.

.

Dic

embr

e 20

08

2

Con

tribu

ti a

sost

egno

del

Tur

ism

o so

cial

e

Ince

ntiv

azio

ne a

l tur

ism

o di

gru

ppi,

nei p

erio

di d

i bas

sa s

tagi

one,

con

rife

rimen

to a

stu

dent

i, an

zian

i e

disa

bili.

L’in

terv

ento

pre

vede

inte

graz

ioni

con

l’A

sse

III “I

nclu

sion

e so

cial

e e

serv

izi p

er la

qua

lità

della

vi

ta e

l’at

tratti

vità

ter

ritor

iale

” e

con

l’azi

one

“Svi

lupp

o di

stru

tture

di a

ccog

lienz

a re

side

nzia

le e

per

il

tem

po li

bero

a s

uppo

rto d

el tu

rism

o so

cial

e, in

am

bito

rur

ale

e ba

lnea

re o

ltre

che

nei b

orgh

i ant

ichi

” pr

evis

ti da

l PO

FE

SR

200

7-13

.

Gen

naio

200

9

3

Con

tribu

ti a

sost

egno

deg

li ev

enti

cong

ress

uali

L’

inte

rven

to è

fin

aliz

zato

a p

oten

ziar

e il

segm

ento

del

tur

ism

o d’

affa

ri e

cong

ress

uale

, in

cent

ivan

do

l’attr

azio

ne d

i ev

enti

e m

anife

staz

ioni

sul

ter

ritor

io r

egio

nale

. pu

glie

se.

Le f

orm

e di

sos

tegn

o ag

li op

erat

ori d

el s

etto

re p

er le

atti

vità

di p

rom

o-co

mm

erci

aliz

zazi

one

sara

nno

affia

ncat

e da

altr

e az

ioni

(c

reaz

ione

di C

onve

ntio

n B

urea

u, a

ppos

iti e

duct

our

di li

vello

naz

iona

le e

inte

rnaz

iona

le, u

na s

ezio

ne

spec

ifica

del

por

tale

turis

tico

regi

onal

e de

dica

ta a

tale

offe

rta, e

cc.).

Gen

naio

200

9

La p

rom

ozio

ne tu

rist

ica

del t

erri

tori

o

200

ALLE

GATO

D

A

GEV

OLA

ZIO

NI A

LLE

IMPR

ESE

IN R

EGIM

E D

I AIU

TO IN

ESE

NZI

ON

E2

Tito

lo

Des

criz

ione

D

ata

stim

ata

per l

’avv

io

1

Ince

ntiv

azio

ne a

ll’ut

ilizz

o di

ser

vizi

inno

vativ

i e

tecn

olog

ie d

ella

Soc

ietà

del

l'Inf

orm

azio

ne

Ban

do p

er la

con

cess

ione

di c

ontri

buti

finan

ziar

i fin

aliz

zati

alla

com

mer

cial

izza

zion

e di

pro

dotti

turis

tici

da p

arte

di

PM

I, at

trave

rso

il so

steg

no e

l’a

dozi

one

di s

ervi

zi i

nnov

ativ

i e

tecn

olog

ie d

ella

Soc

ietà

de

ll'Inf

orm

azio

ne.

Tra

gli

obie

ttivi

si

segn

alan

o: m

iglio

ram

ento

del

la c

omun

icaz

ione

int

ra e

int

er-

azie

ndal

e, i

ncre

men

to d

ella

com

petit

ività

, co

oper

azio

ne (

netw

orki

ng)

e ad

ozio

ne d

i so

luzi

oni

e-bu

sine

ss. P

riorit

à sa

rà d

ata

agli

inte

rven

ti rig

uard

anti

l’inst

alla

zion

e di

app

licat

ivi p

er l’

asso

lvim

ento

in

via

tele

mat

ica

degl

i obb

lighi

rela

tivi a

lla s

tatis

tica

turis

tica.

Mar

zo 2

009

2

Ince

ntiv

i alle

impr

ese

turis

tiche

per

inte

rven

ti di

ris

truttu

razi

one

ed a

mm

oder

nam

ento

C

on l

’ado

zion

e de

l R

egol

amen

to d

ei r

egim

i di

aiu

to i

n es

enzi

one

alle

im

pres

e tu

ristic

he,

sarà

co

nsen

tita

la e

roga

zion

e di

con

tribu

ti pe

r int

erve

nti d

i ris

truttu

razi

one

ed a

mm

oder

nam

ento

(ele

vazi

one

dei l

ivel

li qu

alita

tivi d

elle

stru

ttura

e/o

dei

ser

vizi

ero

gati)

al f

ine

di: i

nnal

zam

ento

del

la c

lass

ifica

zion

e,

real

izza

zion

e di

spa

zi d

estin

ati a

lle a

ttivi

tà c

ongr

essu

ali,

allo

spo

rt e

tem

po li

bero

, al b

enes

sere

ed

alla

cu

ra d

ella

per

sona

, el

imin

azio

ne d

elle

bar

riere

arc

hite

ttoni

che,

rin

novo

e a

ggio

rnam

ento

tec

nolo

gico

, m

iglio

ram

ento

del

l’impa

tto a

mbi

enta

le. L

’am

plia

men

to e

l’in

crem

ento

del

num

ero

com

ples

sivo

dei

pos

ti le

tto s

aran

no s

oste

nuti

solo

in q

uant

o co

mpl

emen

tari

ad a

zion

i di a

mm

oder

nam

ento

e m

iglio

ram

ento

de

gli s

tand

ard

di q

ualit

à. F

orm

eran

no re

quis

ito d

i pre

mia

lità

gli a

ccor

di c

on n

etw

ork

e so

ciet

à ge

stio

nali

del s

etto

re tu

ristic

o, d

i liv

ello

naz

iona

le e

d in

tern

azio

nale

, non

ché

gli i

nter

vent

i per

l’ab

batti

men

to d

elle

ba

rrie

re a

rchi

tetto

nich

e e

per l

’util

izzo

di m

ater

iali

eco-

sost

enib

ili.

Apr

ile 2

009

3

Con

tribu

ti pe

r la

qual

ifica

zion

e de

gli s

tabi

limen

ti ba

lnea

ri

Mis

ure

di s

oste

gno

all’i

nnov

azio

ne e

alla

qua

lific

azio

ne d

el s

iste

ma

dell’

offe

rta t

uris

tica

baln

eare

, fin

aliz

zate

al

la

salv

agua

rdia

pa

esag

gist

ico-

ambi

enta

le

delle

sp

iagg

e e

alla

ot

timiz

zazi

one

delle

po

tenz

ialit

à tu

ristic

he d

ella

cos

ta. S

aran

no a

gevo

lati

gli i

nter

vent

i di r

istru

ttura

zion

e e

riqua

lific

azio

ne d

i im

pian

ti es

iste

nti

(attr

aver

so l

a so

stitu

zion

e di

man

ufat

ti in

cem

ento

con

stru

tture

rea

lizza

te c

on

mat

eria

li ec

o-co

mpa

tibili

e

rimov

ibili

) ch

e in

cent

ivin

o il

rispa

rmio

en

erge

tico,

no

nché

la

vori

di

adeg

uam

ento

fin

aliz

zati

all’a

cces

sibi

lità

per

porta

tori

di b

isog

ni s

peci

ali.

Son

o al

lo s

tudi

o fo

rme

di

prem

ialit

à ag

giun

tive

(rig

uard

anti

aspe

tti u

rban

istic

i, ca

noni

dem

ania

li ec

c.).

Apr

ile 2

009

Rapp

orto

sul t

uris

mo

in P

uglia

201

ALLE

GATO

E

IN

TER

VEN

TI A

CA

RA

TTER

E ST

RU

TTU

RA

LE E

D IN

FRA

STR

UTT

UR

ALE

IMM

EDIA

TAM

ENTE

ATT

IVA

BIL

I

Tito

lo

Des

criz

ione

D

ata

stim

ata

per l

’avv

io

1

Ris

truttu

razi

one,

ade

guam

ento

e ra

fforz

amen

to

della

Ret

e re

gion

ale

di In

form

azio

ne e

A

ccog

lienz

a al

Tur

ista

, con

ann

esso

po

tenz

iam

ento

del

la in

frast

ruttu

ra te

cnol

ogic

a

(II F

ase)

Con

del

iber

azio

ne n

. 89

8/20

08,

la G

iunt

a R

egio

nale

ha

appr

ovat

o il

prog

etto

di

ristru

ttura

zion

e e

pote

nzia

men

to d

ella

rete

deg

li U

ffici

IAT.

La

proc

edur

a ha

rite

nuto

idon

ei 1

15 C

omun

i, fin

anzi

ando

ne in

pr

ima

ista

nza

70.

Son

o in

cor

so d

i ve

rific

a le

pro

cedu

re a

mm

inis

trativ

e pe

r as

sicu

rare

le

risor

se a

i C

omun

i res

tant

i.

Dic

embr

e 20

08

2

Pro

getto

di p

oten

ziam

ento

del

la s

egna

letic

a st

rada

le in

Pug

lia (I

I Fas

e)

L’in

izia

tiva

inte

nde

pros

egui

re

il la

voro

av

viat

o co

n A

NA

S,

final

izza

to

al

pote

nzia

men

to

e rio

rgan

izza

zion

e de

lla s

egna

letic

a st

rada

le a

car

atte

re i

nfor

mat

ivo-

turis

tico,

in

tutta

la

Pug

lia,

prev

ia

verif

ica

dei r

isul

tati

cons

egui

ti.

Gen

naio

200

9

3

Pro

getto

di c

arte

lloni

stic

a de

scrit

tiva

dei

mon

umen

ti in

Pug

lia (I

I Fas

e)

Si p

reve

de la

pos

sibi

lità

di a

ttuar

e un

a se

cond

a fa

se d

i un

ampi

o ed

arti

cola

to p

roge

tto,

avvi

ato

nel

2007

e a

ffida

to a

l M

iBA

C,

final

izza

to a

mig

liora

re l

a co

nosc

enza

e l

a fru

izio

ne d

el p

atrim

onio

am

bien

tale

e c

ultu

rale

a f

inal

ità t

uris

tiche

, at

trave

rso

la r

ealiz

zazi

one

e is

talla

zion

e di

pan

nelli

info

rmat

ivo-

dida

ttici

a c

orre

do d

ei p

iù s

igni

ficat

ivi m

onum

enti

pres

enti

sul t

errit

orio

regi

onal

e.

Gen

naio

200

9

4

Com

plet

amen

to d

egli

inte

rven

ti ef

fettu

ati d

ai

Com

uni p

er il

pot

enzi

amen

to d

elle

infra

stru

tture

sp

ecifi

che

di s

uppo

rto a

l set

tore

turis

tico

(II

ele

nco)

Rea

lizza

zion

e di

int

erve

nti

pubb

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CAPITOLO XII PROGRAMMAZIONE E INNOVAZIONE1

Le politiche della Regione Puglia per il turismo sono state molto attive negli ultimi anni. In particolare alcune iniziative hanno portato innovazioni e cambiato l’approccio al comparto del

turismo, cercando un riavvicinamento fra l’attività delle istituzioni ed il mercato reale. Fra queste sembrano di grande rilievo la redazione del Piano di Marketing Strategico per il

turismo, la nuova Legge quadro per il turismo, con la riforma che ha portato alla individuazione dei Sistemi Turistici Locali e il progetto relativo alla Nautica da diporto.

1. Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo Per il rilancio del turismo in Puglia, l’Assessorato al Turismo e l’Industria Alberghiera ha affidato

all’ Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa (Invitalia) la redazione di un Piano di Marketing Strategico e di fattibilità per lo sviluppo turistico in Puglia, secondo le indicazioni contenute nelle Linee guida degli interventi di politica turistica regionale del mese di settembre 2005.

L’Agenzia si è avvalsa, per l’elaborazione del Piano, di un Comitato di indirizzo strategico e di un Team Operativo, composti da tecnici ed esperti del settore di alto profilo tecnico-scientifico.

Partendo da una valutazione dello scenario internazionale e mondiale sono stati affrontati tutti i temi cruciali del turismo locale, dall’economia,e dall’analisi delle risorse e delle varie fonti disponibili, all’analisi costi/benefici, alla valutazioni dei rischi/opportunità, alla nuova Legge Quadro del settore e alla individuazione di alcune linee strategiche.

1.1 Punti forza e di debolezza della Puglia e dei suoi turismi nello scenario nazionale e internazionale

Nel 2020, gli arrivi internazionali di tutto il mondo raggiungeranno quota 1,6 miliardi (UNWTO): 1,2 miliardi deriveranno da viaggi di breve-medio raggio, 378 milioni da viaggi di lungo raggio.

Il mercato europeo realizzerà incrementi al di sotto della media mondiale, ma l’Europa continuerà comunque a mantenere il valore assoluto più elevato di arrivi internazionali, pur in presenza di una ovvia diminuzione della quota di mercato (dal 54% registrato nel 2005 al 46% nel 2020).

Per quanto riguarda i mercati le nuove destinazioni turistiche entreranno nel mercato anche come bacini di origine della clientela (Cina, India, Brasile).

La propensione a “fare vacanza” sarà molto forte e la domanda sarà più rigida, nel senso resisterà più di quanto si verificherà per gli altri comparti in situazioni di crisi economica internazionale. Questa ipotesi è già in atto nel periodo che stiamo vivendo, con il mercato del

1 A cura di Emilio Becheri.

Programmazione e innovazione

204

turismo che ha risentito meno degli altri comparti della crisi congiunturale in atto. Ovviamente cambierà anche l’atteggiamento della clientela con il passaggio ad una pluralità di

soggiorni nel corso dell’anno mentre in Europa e USA si diffonderà il residential tourism, cioè si godranno periodi di soggiorno prolungato in località dove la qualità della vita è ritenuta migliore rispetto al luogo di residenza. più in generale per quanto riguarda la tipologia di domanda stanno già aumentando considerevolmente gli over 65.

Per quanto riguarda la fruizione turistica vi è una crescente attenzione verso i last-minute, associata al suo opposto, cioè agli advanced bookimg e alle offerte low cost.

Si diffondono le forme esperenziali di turismo autentico che abbraccia prodotti locali, cibo e tradizioni.

L’utilizzazione di internet e delle OLTA (On Line Travel Agencies) sarà sempre più diffusa. In questo quadro di riferimento si collocano le valutazioni sulla regione e sui suoi turismi che

sono state fatte nei capitoli precedenti evidenziando i principali punti-punti problema della destinazione nel suo complesso e dei suoi turismi sia come prodotti-territorio che come prodotti di filiera.

Nell’individuare le difficoltà ed i divari esistenti non va dimenticato, tuttavia, che la Puglia è una delle regioni che negli ultimi anni ha visto i maggiori tassi di sviluppo turistico con la attivazione di destinazioni e di tipologie di ricettività di qualità.

I principali problemi, comunque, restano: eccessiva stagionalità ridotto tasso lordo e netto di occupazione degli esercizi (24,8% di occupazione

alberghiera lorda a fronte del 31,8% nazionale, e 29,9% di quella netta a fronte del 41,8%)

prevalenza del turismo di prossimità scarsissima presenza della componente straniera ridotta spesa delle clientela prevalenza della componente balenare concentrazione del movimento turistico in alcune destinazioni, con i primi 14 comuni

pugliesi per numero di presenze che registrano il 69% delle presenze totali approssimazione organizzativa di alcune destinazioni scarsa intermediazione la dominanza non percepita delle “seconde case” forte componente locale della domanda scarsa predisposizione dell’offerta all’on line la inadeguatezza delle infrastrutture una difficile mobilità le situazioni di degrado ambientale ed umano collocazione nel contesto del Sud Italia non sempre percepito come positivo la scarsa valorizzazione delle tipicità scarsa valorizzazione della cultura e dell’ambiente, anche se questa tipologia di

offerta prevale nei cataloghi internazionali eccessiva concentrazione del turismo in alcune destinazioni , come viene dimostrato

dal fatto che le province di Lecce e Foggia raccolgono da sole il 71% dell’offerta complessiva; la prima tipologia di alloggio è l’ospitalità di amici e parenti (23,2%),

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seguono appartamenti o residence in affitto (19,8%) ed infine gli hotel (19,6%). In sintesi si può affermare che la Regione è troppo poco caratterizzata come destinazione non

balneare e la concorrenza risulta essere molto forte (Spagna, Egitto, Croazia, Tunisia, Turchia e Marocco).

Sono necessarie politiche che valorizzino la mobilità interna, l’azione formativa e il sistema dell’accoglienza. Inoltre deve essere intrapresa un’attività di promozione sui mercati nazionali e internazionali.

La qualità e la quantità di alberghi e agriturismi e la buona immagine turistica della regione sono i principali punti di forza; è necessario promuovere offerte di pacchetti di soggiorno e tariffe speciali per particolari segmenti di clientela.

A a livello generale è necessaria un’opera di riscoperta del territorio ancora turisticamente marginale. Sarà dunque fondamentale puntare sulla valorizzazione della “Puglia diffusa”, rilanciando percorsi e itinerari alla scoperta di ricchezze naturali e folkloristiche, con un’attenzione particolare per i prodotti del territorio e le attività sportive complementari.

In Italia soltanto il 3% delle visite nelle città d’arte riguarda i centri storici della Puglia. Se questo è lo stato dell’arte attuale è’ necessario sottolineare il grande potenziale di sviluppo

che il patrimonio culturale pugliese sottende, nascosto dai ritardi nella valorizzazione, organizzazione e promozione turistica delle risorse presenti.

I turismi del mare , presentano una immagine di grande qualità, ma sono caratterizzati da bassa redditività.

Il prodotto balneare vede la Puglia svantaggiata in termini di dotazione di stabilimenti balneari rispetto a regioni (Emilia-Romagna, Toscana e Liguria) che presentano servizi complementari di altissima quantità e qualità. Un miglioramento della competitività del settore balneare pugliese dovrà necessariamente passare da un potenziamento dei servizi offerti: garantire un’offerta attenta a differenti motivazioni d’acquisto, come il divertimento, lo sport, la vacanza con bambini.

Anche per il settore nautico emergono alcuni elementi oggettivi che sembrano svantaggiare la Puglia in un confronto con altre regioni; oltre alla bassa dotazione di posti barca e punti charter, bisogna considerare che l’occupazione dei posti barca nei mesi estivi raggiunge in molti porti la saturazione. È necessario creare nuova offerta portuale e destagionalizzare fortemente l’attività, cosa peraltro difficilissima in questo settore specifico.

La Puglia apparentemente non sembra in grado di competere nel comparto termale e del benessere, ma in realtà possiede alcune stazioni di una certa efficacia, pur se orientate ad un turismo di massa quasi esclusivamente nazionale e di prossimità.

Le località termali ospitano il 2,6% della ricettività pugliese, una percentuale non lontana dalla media nazionale anche se distante dalle grandi regioni termali quali Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Campania.

La valorizzazione della linea del benessere termale appare come una politica da perseguire, anche perché le destinazioni termali si collocano geograficamente a ridosso delle località balneari. L’integrazione fra terme a mare può favorire l’attenuazione della stagionalità a condizione che si superi una concezione ancora troppo ancorata alla sanitarizzazione del comparto e poco orientata al benessere termale.

Il MICE (Meeting Incentives Conferences Events) è un segmento di turismo d’affari altamente specializzato per il quale debbono essere adottate politiche mirate di valorizzazione sia su di un piano infrastrutturale (centri congressi e loro raggiungibilità) che promozionale.

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Nell’immediato un interessante sviluppo del segmento incentive e convention può essere quello della promozione di workshop, seminari e laboratori coinvolgendo i grandi intermediari di questo prodotto. Una nicchia a parte degli incentive può essere ricondotta alla spiritualità e alla religione; a questo proposito, sarebbe utile monitorare il grande interesse del turismo americano riguardo alle tematiche legate al folklore e alla spiritualità.

Dall’analisi SWOT emerge che la Regione Puglia. A fronte dei punti di debolezza visti, presenta numerosi punti di forza: un patrimonio culturale ampio, diversificato e di pregio, un tasso di crescita positivo negli ultimi anni, la tendenza alla declinazione del balneare verso fenomeni di nicchia, la convinzione che si è in presenza di una natura ancora poco contaminata dal “progresso,” l’immagine positiva dei prezzi e il gradimento dei mercati esteri verso la cultura enogastronomia, clima e ospitalità, numerose opportunità da cogliere e valorizzare (benessere, eventi, arte).

Le minacce riguardano la forte concorrenza con i Paesi dell’area mediterranea sul turismo balneare e in parte su quello culturale, la riduzione della durata del soggiorno che impone la predisposizione di offerte ad hoc orientate agli short break, la crescita dei mercati interni e internazionali.

Tra le opportunità si propone la valorizzazione della vicinanza tra costa ed entroterra, l’incentivazione del turismo rurale, la necessità di insistere sulle rotte aeree con no frills carriers, il potenziamento della mobilità.

1.2 Dalla Brand proposition allo Slow tourism Per la proposta di posizionamento strategico è necessario tenere in considerazione l’attuale

posizionamento delle altre regioni del mediterraneo, in particolare quelle limitrofe e con caratteristiche simili e l’opportunità di creare un brand ombrello regionale che porti ad una caratterizzazione di tutto il territorio e possa quindi essere utilizzabile anche per la promozione di altri settori.

Da notare che il posizionamento competitivo risulta assai diverso a seconda che si consideri il mercato domestico e quello internazionale. Con riferimento al 2007, ultimo anno con statistiche definitive, per il primo, con una quota del 4,6% del movimento nazionale,la regione si colloca in decima posizione per numero di presenze attivate, fra la Liguria (4,8%) e la Sicilia (4,1%); per il secondo con una quo, dall’Abruzzo e dalle piccole regioni (Valle d’Aosta, Basilicata e Molise).

Considerando il posizionamento competitivo sul mercato domestico di pochi anni fa secondo alcune indagini di mercato la Puglia si posiziona al settimo posto fra le regioni italiane con una percentuale preferenziale del 7,0%, preceduta da Toscana (19,1%), Emilia R., Sicilia, Trentino A. A., Lazio e Sardegna (indagine Doxa, 2006).

Secondo la stessa rilevazione DOXA 2006 solo circa il 27% dei turisti esteri “conosce” (ci è stato o ne ha sentito parlare) la Puglia, a fronte dell’86% che conosce la Sicilia, del 65% la Sardegna, del 57% la Campania e del 39% la Calabria.

In positivo è da valutare che per la componente estera le motivazioni non balneari sono prevalenti e considerevolmente maggiori (68% circa) rispetto alla componente domestica (20%).

Di fatti i turismi della Puglia sono sottodimensionati rispetto alle potenzialità come è dimostrato dal ridotto tasso di occupazione delle strutture ricettive, dalla ridotta incidenza del turismo rispetto alla popolazione e dalla ridotta capacità di attrazione rispetto alle altre regioni straniere.

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Esiste dunque una immagine che è migliore dalla realtà e sembra che vi siano alcuni condizionamenti e vincoli organizzativi e infrastrutturali che impediscono ai potenziali clienti di

In positivo la presenza di poco turismo ha preservato l’ambiente e le risorse locali di molte aree, anche costiere. Masserie, trulli, tavolieri e località come Altomonte, Gallipoli,Otranto, le Isole Tremiti sono momenti di forte identificazione dell’offerta e del modus vivendi locale. In tal senso il concetto di Puglia slow tourism, particolarmente diretto al mercato indipendente, può rappresentare un paradigma di riferimento ed una chiave di lettura di qualità, che non rifiuta ma si aggiunge e qualifica il turismo mass-market che trova la sua principale caratterizzazione nei villaggi turistici e nei campeggi.

Lo slow tourism è un modo di fare vacanza che corrisponde ad una filosofia di vita che vede nella vacanza una realtà diversa e anche opposta alla quotidianità; ha una valenza generale e può essere applicato a tutte le tipologie. Il paradigma da accettare è che la Puglia è una regione particolarmente vocata per lo slow tourism, inteso anche come applicazione concreta dei principi di turismo sostenibile.

In tale paradigma possono essere più facilmente collocate alcune filiere di prodotto, come ad esempio le vacanze benessere e quelle relax e può essere trovata l’attualizzazione per la valorizzazione del turismo d’arte e culturale.

Di fatto lo slow tourism è una tendenza in atto nella quale sembra opportuno credere ed inserirsi vista la presenza di condizioni favorevoli e di una immagine di marca ombrello coerente.

I valori che caratterizzano il turismo pugliese sono: generosità, schiettezza, profondità, ritmicità. Questi valori devono confluire in un pay off di sintesi per poter avere una valenza operativa in termini di immagine e di promozione.

Il passo successivo sarà l’individuazione dell’identity proposition e del pay off che potrà essere declinato sulle diverse linee/prodotti arricchendoli di contenuti evocativi.

Le politiche di brand regionale dovranno essere coordinate con quelle a livello di macroarea, come Mezzogiorno e come Mediterraneo, in particolare con il brand sovra-regionale in parte già percepito dal mercato, come Southern (South) Italy promosso dall’Autocoordinamento degli Assessori regionali al turismo del Mezzogiorno.

Nel PMS sul fondamento di queste riflessioni si propone di stabilire una nuova identità del turismo in Puglia e inserire la regione nel gruppo di testa delle mete turistiche del Sud Italia.

Le azioni da promuovere sono: la valorizzazione dei turismi del mare e delle altre forme di turismo (culturale, congressuale, termale,..), l’individuazione dei prodotti sui quali puntare come pivot di qualità e la promozione di eventi di grande richiamo internazionale

I risultati attesi al 2020 riguardano un aumento della quota di mercato arrivando al 6% del mercato domestico (oggi al 4%) e al 3% su quello internazionale e per quanto riguarda il mercato nazionale una riduzione del peso del turismo “di ritorno”.

Ponendo come obiettivo l’attrazione di segmenti di domanda turistica che creino maggiori effetti di diffusione sul territorio si potrà aumentare il peso delle altre componenti rispetto al mare, destagionalizzare i flussi con una maggiore utilizzazione delle strutture ricettive e aumentare la spesa media fondata su altri acquisti oltre che sulla voce alberghi e pubblici esercizi.

Tenuto conto della valutazione dell’ambiente competitivo, del brand proposition e degli interessi e priorità espressi dal territorio, si può ritenere che gli obiettivi e le linee di prodotto strategiche in grado di muovere il sistema turistico pugliese verso il perseguimento degli obiettivi indicati siano rappresentate da due macro-prodotti:

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- “Le Puglie” per il turismo culturale, salutistico e di relax, di territorio e naturalistico; - “Il mare” per le tipologie di turismo balneare.

A medio termine, gli obiettivi di prodotto a livello generale possono essere riassunti nel facilitare e stimolare lo sviluppo di prodotti in fase di decollo e nel consolidamento e miglioramento dei prodotti specifici che hanno già un livello di sviluppo riconosciuto.

A questi obiettivi seguono alcune ipotesi operative quali la “Via della Pietra” e “Via Monumentale”, come segmenti di offerta individuati per ri-definire i principali prodotti non-balneari, nell’ambito del progetto Le Puglie.

La “Via della Pietra” è innanzitutto turismo di territorio, che trova appunto nella pietra un tratto unificante e caratterizzante dell’intera Regione; le modalità di fruizione si riferiscono in via prevalente a questo livello tematico, simboleggiato dalla pietra sotto svariate forme: in primo luogo i borghi e le città di tutta la Puglia, ma anche gravine, trulli, i promontori del Gargano, ecc.

La “Via Monumentale” invita invece a scoprire e soprattutto riscoprire i grandi tesori d’arte presenti in Puglia, rivolgendosi a coloro che desiderano aggiungere un segmento nuovo e ricco al già conosciuto grand tour d’Italia; si parla quindi dei grandi poli di attrazione internazionale, ma anche di quelli che ancora non lo sono ma hanno tutti i requisiti per diventarlo, con una particolare attenzione per Taranto quale potenziale centro del circuito museale e monumentale.

All'interno del macro-prodotto “il Mare” si inseriscono le azioni denominate “il Mare” mass market (mare Ikea) e “il Mare” Plein Air.

Con l’azione Mare mass market si propone di qualificare l’attuale offerta balneare. Una politica di innalzamento dello standard qualitativo offerto può rappresentare un valore aggiunto, anche in termini di ricavi potenziali, a fronte di un cliente-turista che, di fronte ad un’offerta migliore, sarà disposto ad una spesa maggiore. Se non verranno aumentati i prezzi, a fronte di un’offerta di servizi migliorata, i vantaggi saranno valutati in termine di positioning del prodotto e fidelizzazione del turista, aspetti che non sono certamente secondari.

L’azione Mare Plein Air si propone di diversificare l’attuale offerta balneare. Un plein air moderno è l’unica forma di turismo in grado di rispondere alle esigenze di

bassissimo impatto ambientale, sia per le tipologie urbanistiche che gli sono proprie, sia per un fattore culturale relativo al target, storicamente amante della natura e quindi attento alla sua salvaguardia.

Sul piano della ricettività quelle che possono nascere, in alcune selezionate zone costiere, sono essenzialmente due: l’eco-lodge e il bungalow.

1.3 Per la valorizzazione dell’arte e della cultura e delle tradizioni locali Per quanto riguarda i target relativi al turismo culturale si distinguono: Gli scopritori del territorio, che prediligono le regioni che presentano capacità di attrazione

maggiore e/o storicamente più riconosciute, che hanno saputo coniugare paesaggio e sapori, cultura e tradizione. Da questo punti di vista i principali competitor della Puglia sono le regioni di consolidata tradizione e con un brand quali Toscana, Umbria, Sicilia e Campania.

I prosecutori del Grand Tour, per i quali è necessario seguire gli esempi di valorizzazione dei percorsi storico-artistici che abbiano la valenza del grand tour, secondo un’articolazione basata non solo su grandi attrattori (pochi) bensì, soprattutto, su un patrimonio diffuso di poli culturali. Le regioni italiane che maggiormente sono interessate da questo turismo sono Sicilia, Campania e

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Lazio. Facendo riferimento ai target del turismo balneare: I cercatori di acqua chiara, che percepiscono il mare come una zona naturalisticamente

protetta, un’enclave paesaggistica rara. I competitor della Puglia sono la Corsica, l’Algarve, alcune piccole isole della Grecia e della vicina Dalmazia e alcuni lembi della costa francese.

Le famiglie, per questo target rincorrere i leader di costo nel settore (Tunisia, Turchia, Egitto) agendo sulla leva del prezzo sembra essere una strada difficilmente percorribile In questo senso i competitor futuri della Puglia dovranno essere rintracciati tra quelle destinazioni che hanno cercato di innalzare gli standard della loro offerta turistica balneare, come la Sardegna o l’Emilia Romagna per l’Italia, Croazia e Grecia e Spagna per l’Europa.

Dal punto di vista del la articolazione dei prodotti-terriorio la Regione presenta 4 poli di attrazione di valenza internazionale (Promontorio del Gargano, Castel del Monte, Alberobello e Lecce); e 3 porte d’ingresso (Bari, Brindisi e Foggia).

Altri centri possono essere considerati come “hub” per attraversare il territorio Tricase, Galatina, Corigliano d’Otranto, Manduria, Taranto, Mesagne, Ceglie Messapica, Massafra, Martina Franca, Locorotondo, Castellana Grotte, Gioia del Colle, Gravina di Puglia, Altamura, Ruvo di Puglia, Minervino Murge, Canosa di Puglia, Troia, Lucera, Monte Sant’Angelo

Sono possibili: percorsi a raggiera hub& spokes dove centri medio-piccoli ma ben serviti e dotati di risorse attrattive si prestano a fungere da “campo base” per escursioni con vari mezzi nel territorio circostante, percorsi trasversali di hub in hub che permette di incrociare in maniera ottimale il prodotto territorio/natura/eno-gastronomia con il turismo culturale in senso stretto, percorsi fast tourism che significa passare esclusivamente per le attrazioni principali, è quindi un turismo prettamente culturale e quasi esclusivamente organizzato.

Nell’ambito delle attività formative e promozionali, devono essere previste azioni specifiche di sensibilizzazione ed informazione rivolte sia ai cittadini sia agli operatori al fine di sviluppare l’identity proposition.

Parallelamente, spostare l’attenzione sulle “Puglie”, invece che sulla “Puglia”, troverebbe in questa operazione un rilancio importante utile a censire e valorizzare le diversità che attraversano, caratterizzano - e a loro modo unificano - il territorio pugliese.

Per quanto riguarda la ricettività si propone di ricatalogare e qualificare le strutture alberghiere ed extralberghiere e favorire la ricettività rurale e diffusa.

L’intervento strategico sul contesto urbano propone la sua riqualificazione attraverso fondi e contributi, interventi di manutenzione e modernizzazione dei siti e il recupero e la valorizzazione di siti di pregio.

Fra gli interventi organizzativi si propone di aumentare la fruibilità e valorizzazione dei siti d’interesse (anche in relazione ad eventi), incrementare l’attività divulgativa (anche per potenziare l’autoconsapevolezza dell’identità locale) e l’organizzazione di mostre ed eventi di livello, promuovere, anche attraverso l’avvio di etichette regionali di promozione/qualità, una specializzazione dell’offerta per segmenti di domanda, in particolare adatti alle stagioni di spalla, coinvolgere la governance locale nel potenziamento del sistema di offerta e la creazione di filiere, rafforzare creazione circuiti culturali e biglietti unici/card, redigere la nuova legge regionale sul turismo rurale.

Fra gli interventi di formazione e promozione si propone di sostenere, stimolare, promuovere brevi manifestazioni in aree costiere anche per rafforzare l’informazione, informare e coinvolgere

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vettori di linea e operatori low cost, rafforzare l’informazione in loco nelle aree costiere per turismo nel territorio, potenziare la diffusione dell’informazione nei principali hub, presso gli autonoleggi, i TO e le AdV.

Fra le strategie di breve-medio periodo si propone di aumentare l’indice di utilizzazione lordo e netto delle strutture ricettive nei mesi spalla, migliorare il rapporto qualità-prezzo, fare emergere il sommerso e migliorare l’utilizzo dei canali distributivi.

Fra gli interventi strutturali si intende sviluppare nuove tipologie di ricettività (eco lodge, bungalow), razionalizzare il sistema delle case vacanza, innalzare lo standard qualitativo e la riqualificazione delle parti sovra costruite.

Fra gli interventi organizzativi la costituzione di un Piano Regionale di valorizzazione delle spiagge e servizi alla balneazione, fondo regionale di rotazione per il prestito ed il risparmio turistico, contributi regionali per la creazione e promozione di package mare-cultura, piano regionale per la costituzione di sistemi turistici di prodotto per la destagionalizzazione.

Fra gli interventi di informazione e promozione vi è il rafforzamento dell’informazione in loco presso siti e beni culturali, erogazione di contributi regionali alle strutture minori (B&B, agriturismo ed alberghi diffusi) per la dotazione di strumenti finalizzati al booking on line.

Tutte proposte sono finalizzate anche alla volontà di volere passare da una concezione di turismo balneare di massa, definita efficacemente come Mare Ikea, ad un prodotto mare griffato Puglia, fondato sulla qualità delle acque, sul favorevole ambiente naturale e su un retroterra con molte opzioni turistico-culturali.

Recentemente (fine maggio 2009) nell’ambito del Programma Operativo Interregionale “Attrattori Culturali, Naturali e Turismo” è stato approvato il Programma Interregionale che ha la finalità di promuovere e sostenere lo sviluppo economico e sociale dei territori attraverso la valorizzazione, anche a fini turistici, del patrimonio di attrattori culturali, naturali e paesaggistici in essi localizzato.

Il programma mira a strutturare un sistema interregionale di offerta culturale e naturalistica, sia attraverso dei Poli attrattori con forza autonoma, sia attraverso le Reti di attrattori e di prodotti di fileira “diffusi”. Come poli per la Puglia si individuano il Polo del Gargano, il Polo della Valle d’Itria ed il Polo del Salento. Come reti le destinazioni turistiche locali possono fare parte della Rete della Magna Grecia, della Rete del gusto e dei sapori; della Rete delle baie e dei port, Rete della mobilità slow, Rete delle eccellenze, della Rete dei parchi e della natura, della Rete del barocco, della Rete degli eventi e della religione.

1.4 Le politiche orizzontali Per potere realizzare gli obiettivi previsti si propongono alcune politiche orizzontali che hanno

come obiettivo una qualità diffusa e la realizzazione di un sistema di formazione coerente. E’ necessario il riequilibrio verso l’alto dei livelli qualitativi dell’offerta, con la valorizzazione

delle eccellenze e delle opportunità connesse a nuove tipologie di impresa. Dall’analisi del Piano emergono in modo chiaro ed inequivocabile due principali esigenze:

aumentare la qualità delle strutture ricettive del settore alberghiero ed extralberghiero e portare gli operatori a creare una sinergia per una migliore “fruibilità del territorio”.

Si propone di realizzare un marchio di qualità “a tutela dell’ospite”, ovvero un elemento distintivo a tutela della qualità del servizio. Il Marchio di Qualità, diventando una garanzia per il turista,

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assume anche le caratteristiche di investimento promozionale e commerciale ed offre vantaggi sia per gli esercenti che per i turisti. Il piano è disegnato a regime per essere applicato a tutte le strutture ricettive del territorio ogni due anni.

La metodologia per la definizione di un progetto promozione presuppone la conoscenza delle proposte formative disponibili nel territorio regionale, il recepimento delle istanze rilevate nella elaborazione del Piano sul versante dei fabbisogni formativi e quindi la formulazione dei percorsi di formazione ritenuti più idonei.

Nell’ambito delle analisi e delle indagini di approfondimento condotte durante la stesura del Piano di Marketing Strategico, sono state rilevate una serie di criticità, rispetto alle quali il piano della formazione intende fornire una risposta.

Di seguito, si sintetizzano le principali debolezze rilevate: Ridotta qualità dei servizi turistici Mancanza di una diffusa cultura dell’accoglienza Scarsa managerialità Insufficienti competenze in materia di aggregazione dell’offerta Scarsa conoscenza delle lingue straniere Debolezza delle competenze in materia di destination management

Il piano di formazione proposto mira a superare tali criticità, in diretta relazione con le scelte strategiche di sviluppo del turismo pugliese.

Tra gli obiettivi prioritari vi è la creazione di nuove figure professionali in grado di interpretare le dinamiche dei mercati e le esigenze dei diversi turismi.

Altri obiettivi sono quelli di affermare e diffondere una nuova mentalità, che superi il tradizionale modo di concepire e classificare i singoli servizi turistici (viaggio, ricettività, ristorazione, ecc.) per arrivare a configurare un sistema integrato di accoglienza della destinazione, accrescere le competenze in materia di aggregazione verticale e orizzontale dell’offerta e di management delle imprese turistiche, colmare il deficit di scarsa conoscenza delle lingue straniere.

2. La nuova legge quadro La realizzazione di un progetto per la riorganizzazione del settore turistico pugliese è

direttamente connessa alla definizione di una normativa completa, che individui con chiarezza la struttura e le procedure attraverso le quali regolamentare e dare una spinta propulsiva alle professioni e alle imprese attive da attivare in ambito turistico.

Il quadro proposto assicura chiarezza di funzioni per ciascun livello dell’ordinamento regionale, valorizza il contributo delle imprese, delle loro associazioni di rappresentanza, potenzia il compito delle Camere di Commercio e la loro rappresentatività, consente di favorire una riqualificazione degli operatori e di aprire il mercato del lavoro a nuove competenze professionali particolarmente importanti per l’ammodernamento e lo sviluppo del settore. Le strutture che presiederanno ai nuovi strumenti previsti (CTT, STL, ORT) saranno tutte molto leggere e valorizzeranno prioritariamente le professionalità già presenti negli organici delle Amministrazioni interessate.

Il modello di governance che viene proposto risponde ad alcuni requisiti fondamentali riconducibili ai principi della sussidiarietà, attribuendo compiti e funzioni agli enti locali, laddove la loro prossimità con i cittadini e i turisti può garantire una migliore qualità dei servizi e delle prestazioni, e ai privati laddove essi possono sviluppare e migliorare le proprie capacità

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competitive e migliorare l’attrattività della Puglia. Agiscono diversi enti:

Regione: ha compiti di indirizzo, programmazione e controllo finalizzati anche ad assicurare una presenza coordinata e unitaria dell’immagine della Puglia turistica in Italia e all’estero

Province: hanno compiti di controllo su alcuni soggetti che operano nel settore, oltre che di partecipazione alla programmazione e promozione dello sviluppo turistico territoriale in una logica intersettoriale

Comuni: hanno compiti di promozione e gestione di servizi di accoglienza ai turisti, oltre che di partecipazione agli organismi territoriali di promozione e sviluppo turistico territoriale

Sistemi Turistici Locali (STL): assumono un ruolo strategico per l’organizzazione funzionale di un territorio e per l’integrazione delle offerte locali, sia secondo la logica di filiera che secondo quella di prodotto-territorio

Consorzi Turistici Territoriali: le Province e i Comuni rivestono un particolare ruolo nella loro promozione e costituzione

Comitato Consultivo per la programmazione, istituito presso l’Assessorato regionale al Turismo: vi partecipano anche ANCI Puglia e URP, attraverso le rispettive Associazioni a carattere regionale allo scopo di favorire il pieno coivolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali nelle principali scelte programmatiche.

Privati, associazioni no-profit, organismi di rappresentanza degli interessi generali, autonomie funzionali: hanno compiti di rilievo sia nella concertazione dei programmi di sviluppo sia nella predisposizione di piani e progetti per migliorare la qualità dell’offerta turistica della regione.

3. I sistemi turistici locali di prodotto e di filiera La Puglia è stata una delle ultime regioni a darsi una regolamentazione per la realizzazione dei

Sistemi Turistici Locali, cercando di introdurre una innovazione che porta a distinguere i distretti territoriali dai meta distretti di prodotto o di filiera.

Sulla base di questa indicazione preliminare la Legge ed il Regolamento attuale distinguono in i Sistemi Turistici Locali in due diverse tipologie: Sistema Turistico Territoriale (STT) e Sistema Turistico di Prodotto (STP).

I Sistemi Turistici Locali (STL) concorrono a promuovere e realizzare interventi destinati ad incrementare e diversificare l’offerta regionale e a valorizzare gli aspetti di attrattività del territorio, migliorandone la fruibilità e la qualità dei servizi erogati; inoltre, attraverso i STL, la Regione definisce e realizza programmi di interventi per il perseguimento di specifici obiettivi di rafforzamento dell’offerta turistica regionale.

La realizzazione degli STL, prevista dalla Legge Quadro 1356 del 2001, generalmente non ha dato i risulti sperati e diverse regioni di fatto hanno solo cambiato denominazione alla precedente configurazione istituzionale, mentre altre ne hanno ridotto la portata con un accentramento delle funzioni a livelle regionale.

Riprendendo la definizione nazionale il recente regolamento regionale del marzo 2009 definisce gli STL come “contesti turistici omogenei e integrati, comprendenti ambiti territoriali appartenenti

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anche a regioni diverse, caratterizzati dall’offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale, o dalla presenza diffusa di imprese turistiche singole o associate.”

Oltre ai STT ed ai STP il regolamento prende in considerazione anche i Sistemi Turistici Interregionali (STI), cioè i sistemi dei quali fanno parte aree appartenenti a regioni diverse, anche per il fatto che sono già attivi alcuni progetti interregionali.

La portata di questo provvedimento è innovativa perché mai nelle regolamentazioni regionali era apparsa la necessità di considerare anche i Sistemi di Prodotto. Anche se alcune regioni, come ad esempio l’Emilia Romagna, hanno introdotto da tempo il concetto di club di prodotto come aggregazione funzionale, si è poi sempre fatto riferimento preferenziali alle organizzazioni territoriali locali.

In realtà il regolamento della Regione Puglia attenua la portata della distinzione rispetto all’idea originaria, diminuendone l’orientamento al mercato vantaggio delle istituzioni, perché di fatto associa ai STT esclusivamente le forme associative fra soggetti pubblici, costituite in ambiti territoriali ed omogenei di dimensioni significative. I STT sono promossi dai comuni stessi o dalle Unioni di comuni, dalle Comunità Montane, dalle Province. Dalle Camere di Commercio, dagli Enti di gestione dei parchi e da altri soggetti pubblici rilevanti per la filiera di riferimento.

I STP sono attivati da forme associative fra soggetti privati e pubblici destinati a rafforzare la competitività, l’innovazione, l’internazionalizzazione della rete e della filiera regionale dei servizi turistici, nonché a favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese turistiche, creando nuova occupazione e qualificando le risorse umane operanti nel settore.

I STP sono ispirati all’idea di rete dei prodotti e sembrano particolarmente adatti al caso della Puglia che si caratterizza per la presenza di diversi poli attrattori con motivazioni diverse, come nel caso delle terme, della nautica da diporto, degli attrattori culturali prima definiti e, anche, dei turismi del mare.

Le criticità alle quali in particolare i STP dovranno rispondere sono la frammentazione del sistema, l’assenza di coordinamento tra i vari Enti che governano il territorio e lo scarso sviluppo di ITC, la scarsa qualità del sistema di ospitalità di alcune aree.

I due Sistemi Turistici Locali possono rappresentare l’occasione per dare nuovo slancio ai territori ed ai prodotti, mediante una specifica pianificazione dedicata al turismo, che fino ad oggi è stata preferenzialmente integrata alla programmazione delle Aree Vaste, e agli interventi di innovazione e internazionalizzazione previsti dalla legge regionale sui Distretti produttivi.

Sapersi organizzare in questo senso può consentire di recuperare alcuni gap e può determinare un considerevole valore aggiunto alle ipotesi di sviluppo locale.

In tale contesto, tuttavia, è da valutare il modo e le sovrapposizioni che si verificheranno fra ruolo e funzioni dei STL e delle dieci Aree Vaste individuate dalla Regione in modo da coprire tutto il territorio; le aree vaste sono intese come tipico strumento di della programmazione territoriale regionale insieme ai distretti produttivi.

L’Area Vasta è un’area che si caratterizza per un'interdipendenza economica, sociale e territoriale con l’obiettivo di definire priorità e obiettivi che superano il livello provinciale, soprattutto in riferimento alla specificazione e alla localizzazione di servizi particolari.

Infatti, la programmazione europea 2007-2013 guarda alle grosse città e alle Aree Vaste quali punti propulsori dello sviluppo territoriale. La ragione principale di una interpretazione del territorio per "aree vaste" è il superamento della dimensione locale, da un lato, e la ricerca di una

Programmazione e innovazione

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dimensione della programmazione che supera gli ambiti amministrativi comunali e provinciali, senza arrivare al livello regionale.

Dalla integrazione funzionale fra queste “paraisituzioni” può dipendere, almeno in parte, il futuro sviluppo turistico regionale.

4. Progetto nautica da diporto2 La Puglia occupa una posizione strategica per proposte turistiche che riguardano i turismi

vissuti sul mare, dalla nautica da diporto, al charter nautico, alla pesca turismo ed alle crociere. L’effettuazione di una Analisi di prefattibilità per la creazione del sistema regionale di portualità

turistica assume, perciò, un ruolo strategico decisivo per lo sviluppo della nautica da diporto, che rappresenta il fenomeno più rilevante da un punto di vista sociale ed economico, in una logica di turismo sostenibile.

Dallo studio condotto emerge che per la nautica da diporto la destinazione Puglia presenta notevoli ritardi se è vero che a fine 2007 disponeva di circa 7,0% dei posti barca rilevabili a livello nazionale e di circa il 16,2% di quelli del Mezzogiorno, a fronte, però, di un media intorno al 10% dei posti barca per km, mentre per l’intera Italia è del 16,9%; il dato del Mezzogiorno è in linea con quello regionale.

In assenza di un incremento del numero dei posti barca il trend naturale di crescita della domanda era ipotizzato, fino a metà degli anni duemila, intorno al 2,5% annuo; tuttavia miglioramento qualitativo dei servizi avrebbe consentito comunque un aumento della domanda.

Il sinallagma sottostante al progetto che si vuole realizzare è riconducibile all’idea dei grandi itinerari nautici per quanto riguarda la fascia adriatica ed alla nautica dei percorsi medi e brevi per la fascia ionica.

Il progetto di fattibilità evidenzia che si può ottenere un notevole aumento delle potenzialità, sia sul piano dimensionale che su quello della qualità, realizzando una “Rete della portualità turistica pugliese” organizzata in ambiti nei quali sono individuati dei Porti Pivot, di grande richiamo e dimensione, ben attrezzati con ricchezza di servizi e funzioni, e altri porti medi e piccoli con disponibilità differenziata di posti, ma dotati di servizi essenziali e sufficientemente integrati con il territorio circostante.

L’offerta della portualità turistica pugliese al 2007 era di 10.968 posti barca effettivamente disponibili, mentre si stima che al 2009 siano aumentati a quasi 11.900.

Come caratteristiche qualitative la domanda soddisfatta dai porti pugliesi è prevalentemente stanziale, infatti, il numero dei posti barca destinati al transito corrisponde al 5-6% dei posti barca disponibili. La metà circa della domanda da parte di imbarcazioni in transito ha una origine regionale.

I porti pugliesi, dunque, soddisfano una domanda di prossimità e di residenti, mentre il tasso di occupazione dei posti barca nei tre mesi estivi è vicino alla saturazione.

Ne emerge la necessità di una Rete in modo da attrarre il diporto di transito e connettere il Mare al Territorio.

Sono stati individuati 23 porti di primo livello e 16 porti di secondo livello, individuando sette

2 Nell’ambito della programmazione delle risorse del FAS ripartite dal CIPE con la Delibera 20/04, la Regione Puglia ha determinato di realizzare uno studio di fattibilità sul sistema regionale della portualità turistica, afffidato poin a Invitalia che l’ha realizzato con la collaborazione di un gruppo di esperti.

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ambiti di portualità turistica, ognuno dei Quali con un porto pivot: Garganico (Manfredonia), Nord–Barese (Bisceglie), Barese (Bari), Brindisino (Brindisi), Salentino–Adriatico (Meendugno), Salentino–Ionico (Gallipoli), Tarantino (Taranto).

Il Piano di fattiblità stima che al 2012, sulla base delle progettualità in atto, vi potranno essere circa 14.000 posti barca ed al 2017 circa 15.800.

In totale, per il potenziamento della rete della portualità turistica pugliese dal 2008 al 2017, si stima che occorra attivare risorse per un importo complessivo di circa € 190.000.000.

Ovviamente tale importo è costituito in parte dal finanziamento pubblico, in particolare per l’esecuzione di opere essenziali e, comunque, di interesse della collettività (quali le opere di difesa dei bacini portuali, ecc.), e in parte da investimenti privati.

Si ipotizza anche che i nuovi investimenti potranno portare ad una maggior incidenza del movimento di transito.

Anche per la programmazione e la gestione della portualità turistica è necessario conoscere i diversi target di riferimento distinguendo fra fruitori locali, fruitori annuali provenienti da altri bacini e utenti in transito.

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CONSIDERAZIONI FINALI1

1. Le buone performances di questi ultimi anni Nel valutare le performances del turismo pugliese negli ultimi anni è opportuno notare che in

Italia l’aumento complessivo delle presenze che si è verificato fino al 2007 è stato spinto prevalentemente dal turismo d’arte e culturale e dai forti saggi di crescita di città come Roma e Venezia, mentre il turismo balneare ha incontrato diverse difficoltà per la fase di maturità che sta vivendo, a fronte di una concorrenza sempre più spinta degli altri paesi mediterranei.

La Puglia, che si caratterizza per la forte prevalenza dei soggiorni balneari, ha comunque retto il mercato essenzialmente in virtù della forte competitività dei prezzi associata ad una immagine di grande qualità delle proprie acque, pur in presenza di strutture da rammodernare.

Il ruolo delle attività turistiche è rilevante, ma abbastanza in linea con la media nazionale, anche perché la Puglia è una regione ove il peso delle altre attività economiche è più rilevante rispetto alla media delle altre regioni del Mezzogiorno.

In base alle elaborazioni contenute nell'ultimo Rapporto sul Turismo italiano 2008-2009 (sedicesima edizione) i consumi turistici, secondo gli ultimi dati disponibile relativi all’anno 2007, concorrono direttamente e indirettamente per il 4,9% alla produzione del valore aggiunto della Puglia, a fronte di un'incidenza nazionale stimata pari al 4,8%2. Nel 2008 queste percentuali si valutano un po’ più elevate, rispettivamente pari al 5,1% ed al 5,0%.

Per una valutazione della importanza del comparto dal punto di vista economico, questo dato la colloca in una posizione mediana (11ma) fra le regioni italiane, ed al terzo posto fra quelle meridionali dopo Sardegna (6,6%) e Abruzzo (5,9%).

Non sembri poco un valore aggiunto del 4,8% riscontrato a livello nazionale, se è vero che corrisponde a più di due volte e mezzo quello prodottosi nel comparto agricolo-alimentare, vale quasi 4 volte la ricchezza generata dal settore del Tessile, abbigliamento, pelli cuoio e calzature; esso, inoltre, è pari al 67% del reddito prodotto dai Prodotti in metallo, macchine e forniture elettriche, e al 48% del valore aggiunto del settore del Commercio.

Inoltre, considerando il comparto allargato dei viaggi e del turismo secondo la definizione dello WTTC (World Travel and Tourism Council), che include anche le spese del governo per il comparto, le spese per investimenti, le spese effettuate in Italia per viaggi all’estero (outgoing) dei residenti, l’incidenza della domanda turistica sul PIL raggiunge l’11,3%. Il valore sarebbe ancora maggiore fino a superare il 15% del PIL, se si considerassero anche le spese infrastrutturali, le costruzioni e altre attività per la quota di competenza del turismo.

1 A cura di Emilio Becheri 2 Cfr. Rapporto sul turismo italiano 2008-2009, XVI edizione; Mercury Srl 2009, FrancoAngeli editore. P. 231 e ss.

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Queste ultime considerazioni possono essere estese con più intensità anche al caso della Puglia per i forti investimenti attivati dalle costruzioni che a vario titolo sono configurabili come turistiche.

Dagli studi connessi al medesimo rapporto nazionale emerge che la quota dei consumi turistici sul totale dei consumi nazionali è pari al 10,4%, dato assai stabile degli ultimi anni. Si tenga conto che la domanda dei beni e servizi connessa al fenomeno turistico genera ricadute a cascata su una molteplicità di settori di cui l'industria alberghiera non è che una voce, ancorché tra le più significative.

Considerando il peso dei consumi turistici sul totale dei consumi interni l’incidenza della Puglia del 9,6% è un po’ inferiore alla media nazionale. In tal caso la regione si colloca al 14mo posto fra quelle italiane ed al quarto posto fra quelle meridionali, insieme alla Calabria, preceduta da Sardegna, Abruzzo e Sicilia.

L’occupazione turistica diretta ed indiretta attivata nella regione è pari a circa il il 10,2% di quella totale regionale, mentre a livello nazionale la quota è pari al 9,7%. Tale fatto dipende da un mercato regionale più labour intensive e da una spesa media dei turisti minore. Per la componente straniera, la spesa media giornaliera rilevata nel 2007 risulta quasi 90 euro a livello nazionale e intorno ai 60 euro per la Puglia; in questo caso, fra quelle del Sud la regione è preceduta dalla Campania (circa 102 euro), dalla Sardegna (circa 84 euro) e dalla Sicilia (circa 72 euro), ed a livello nazionale si colloca in sedicesima posizione

Il fatto che sussista un'apprezzabile differenza tra l'incidenza del turismo stimata rispetto al valore aggiunto e quella ipotizzata rispetto all'occupazione, attesta il fatto che il turismo, nonostante le innovazioni tecnologiche che - in varie forme - hanno coinvolto e stanno coinvolgendo un largo numero di imprese, continua a costituire uno dei settori a più elevata intensità di lavoro. Basti riflettere sul ruolo insostituibile della manodopera nell'industria alberghiera, tradizionalmente considerata la principale attività collegata al turismo.

Un ulteriore elemento di valutazione dal quale si desume chiaramente la centralità del turismo in Puglia è l'indicatore di impatto sociale, calcolato nel Rapporto sul turismo italiano con riferimento al totale dei flussi turistici. In tal caso si considera anche quella parte del fenomeno turistico che sfugge ai sistemi tradizionali di rilevazione, costituita, in prevalenza, dalle abitazioni per vacanza, cioè dalle cosiddette “seconde case”.

Emerge che la Puglia è una delle regioni con il maggiore movimento nelle “seconde case”, se è vero che tale dato corrisponde a 4,5 volte le presenze ufficialmente rilevate, per cui il moltiplicatore per passare dalle presenze Istat a quelle stimate considerando anche tale componente è 5,5. Solo Molise e Sicilia presentano un valore maggiore a fronte di un moltiplicatore nazionale pari a circa il 3,0.

Sul piano della governance e della rilevanza del settore dire che in Puglia ci sono 12,2 milioni di presenza o dire che ce ne sono più di 67,2 milioni non è la stessa cosa.

Da notare che il moltiplicatore del 5,5 a livello regionale è pari a 11,8 a Taranto, a 8,2 a Brindisi, a 7,6 a Bari, a 5,4 a Lecce ed a 2,7 a Foggia.

Si tenga conto che durante il periodo intercorso tra il censimento del 1991 e quello del 2001, il numero delle abitazioni non occupate è aumentato in valori assoluti passando da oltre 441mila a circa 472mila unità, per una quota rispetto al totale delle abitazioni esistenti nella regione pari al 25,6%, a fronte del 20,7% riscontrabile a livello nazionale.

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Con riferimento alle abitazioni per vacanza, in Puglia, queste, nel 2001, corrispondono al 53,1% di quelle occupate. Le abitazioni per vacanza sono passate da 234mila secondo il censimento 1991, a 251mila secondo il censimento 2001. Fino al 2006 si è verificato un ulteriore aumento del 3,8% che porta le abitazioni a 260mila unità.

Nel contesto di una crescita strutturale del turismo in Puglia, che negli ultimi anni ha visto risultati particolarmente lusinghieri, nel 2007 rispetto all’anno precedente gli arrivi sono aumentati dell’8,6% e le presenze dell’11,6%, realizzando la seconda perfomance fra le regioni italiane dopo la Sardegna (15,6% e 12,5%). In dettaglio, in Puglia sono aumentate del 6,9% le presenze nel comparto alberghiero e del 18,2% quelle del comparto extralberghiero. Se è vero che il Mezzogiorno ha visto maggiori difficoltà rispetto alle altre aree d’Italia, la Puglia mostra una controtendenza positiva con un aumento delle presenze ufficiali del 6,1%, del quale sono state indicate le cause reali e fittizie.

2. I punti critici A fronte dell’andamento positivo del turismo regionale degli ultimi anni restano alcuni grandi

problemi del turismo locale sintetizzabili nella eccessiva dipendenza dai turismi del mare, e più specificatamente dal turismo balneare tradizionale:

• fortissima concentrazione stagionale del movimento turistico, la più alta in Italia insieme alla Sardegna, nel periodo Giugno-Settembre ed in particolare nei due mesi centrali di Luglio e Agosto;

• nell’ambito della dominanza dei turismi del mare, netta prevalenza di una concezione tradizionale del balneare;

• scarso grado di internazionalità per la ridotta presenza della componente straniera, con una delle più basse incidenze fra le regioni;

• presenza di un movimento più di quantità che di qualità per tutte le componenti della domanda, dal balneare a quello d’arte e termale;

• forte incidenza del turismo all’aria aperta (villaggi e campeggi) rispetto alla media delle altre regioni del Mezzogiorno e dell’Italia;

• maggiore valenza qualitativa del turismo all’aria aperta rispetto a quello alberghiero; • conseguentemente, ridotta spesa media della clientela; • scarsa presenza di turismo congressuale e delle manifestazioni; • prevalenza di un turismo di prossimità locale e dalle regioni vicine; • forte prevalenza di forme di turismo all’aria aperta; • scarsa valorizzazione delle zone interne e dei siti archeologici nonostante la presenza di

località di grande fama e richiamo come ad esempio Alberobello e la zona delle Gravine; • maggiore valorizzazione ed inquadramento più sistematico delle tradizioni locali di

grande rilevanza come ad esempio le feste della Taranta; • presenza di località termali poco valorizzate rispetto alle potenzialità, destinate

prevalentemente al movimento locale o di vicinanza; • scarsa capacità di attrazione degli investimenti, in particolare dall’estero.

A fronte di queste valutazioni demand side ne esistono altre supply side in parte interrelate:

Considerazioni finali

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• problema dei trasporti ed in particolare di quelli ferroviari, con la linea a binario unico da Bari in poi;

• rete di aeroporti da orientare maggiormente ai voli low cost, perché questa è la modalità di viaggio-soggiorno scelta in particolare dalla clientela estera;

• scarsa integrazione intermodale delle varie modalità di trasporto presenti; • buona ospitalità della popolazione e degli operatori, che non riesce a tradursi in una

altrettanto buona professionalità; • scarsa qualità delle strutture ricettive alberghiere, particolarmente nelle città capoluogo; • mancanza di una vera e propria attività di incoming; • prevalere di un concezione territoriale di distretto rispetto a quella di filiera e di prodotto

(meta distretto), quest’ultima più orientata al mercato.

3. Le strategie per il futuro Sul piano delle politiche da realizzare per alimentare il trend dello sviluppo e qualificarlo

ulteriormente, con particolare riferimento al mercato estero, si ipotizzano come essenziali poche ma decisive scelte.

La prima scelta è assumere consapevolezza dell’appartenenza al Mezzogiorno e del grande ruolo che tale area potrebbe avere per il turismo di tutto il Paese.

L’intera macroarea si identifica con un turismo rarefatto nel quadro di una economia rarefatta, con un possibile decollo che è lì, a portata di mano, ma che non riesce ad essere attivato.

Il dibattito in corso sul ruolo del Sud Italia in rapporto a quelle del Cento Nord è oggi molto attivo, ma già da alcuni anni erano state avanzate alcune valutazioni ed alcune ipotesi significative come quando nel 2006, nell’ambito del volume edito dalla Svimez sul turismo nel Mezzogiorno3, si propose la trasformazione di Sviluppo Italia, oggi InvItalia, in una società di ingegneria turistica che funzionasse come merchant bank specifica per il Mezzogiorno.

Altro punto chiave è quello che riguarda la concezione di Southern Italy, avendo la consapevolezza che a livello internazionale, sul piano dell’immagine, talvolta il Sud Italia arriva a comprendere anche la città di Roma ed il Lazio.

Negli ultimi anni era stata avanzata l’ipotesi di un piano South Italy, con riferimento alle otto regioni del Mezzogiorno, da inserire come parte attiva della programmazione comunitaria 2007-2013, ma tale ipotesi sembra avere avuto non poche difficoltà per cui di fatto non è stata portata avanti secondo le aspettative iniziali, anche per la contrapposizione che si è verificata fra alcune regioni.

L’obiettivo era quello di creare un marchio-ombrello in grado di identificare l’intera area per farle assumere una identità definita anche a livello internazionale, in modo da attribuire maggiore valore aggiunto anche alle molte iniziative locali. In tale ambito dovrebbe essere stata ricollocata la caratterizzazione della personalità regionale.

Tenuto conto delle considerazioni svolte per impostare un vero e proprio piano di sviluppo sembra fondamentale tenere conto di alcuni punti paradigmatici che riportiamo di seguito:

3 P. Barucci E. Becheri (a cura di), Rapporto. L’industria turistica nel Mezzogiorno, Svimez, Il Mulino 2006.

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• assumere come riferimento per le strategie di sviluppo le distinzioni fra turismo indipendente e mass-market e quella fra comparto business e leisure; gli incroci fra queste categorie sono essenziali per capire le tendenze in atto;

• per la promozione dei prodotti passare da una logica territoriale ad una logica di prodotto e di filiera (club di prodotto), vedendo secondo tale paradigma anche le singole destinazioni;

• individuare progetti specifici per singoli prodotti, con piani ad hoc come è stato fatto, ad esempio, per la nautica da diporto;

• avere consapevolezza del grande ruolo che le abitazioni per vacanza in proprietà o in affitto hanno, pur se non vengono rilevate dalle statistiche ufficiali;

• quindi, mettere a sistema l’economia delle seconde case introducendo anche circuiti e standard qualitativi, per giungere alla emersione economica di tale fenomeno;

• fare riferimento non più ad un concetto monolite di turismo balneare, ma parlare di turismi del mare, perché ognuno di questi rappresenta un segmento con proprie regole e con un diverso modello di comportamento; in particolare nautica da diporto, charter nautico, crociere, pescaturismo, subacquea ecc… mentre per il mare tradizionale si deve pensare ai servizi innovativi sulla spiaggia;

• individuare le nicchie di mercato presenti da valorizzare come tali: naturisti, pesca subacquea, trekking balneare ecc….;

• favorire una maggiore integrazione fra zone costiere e quelle interne, attraverso proposte concrete fondate su itinerari ad hoc secondo la formula un breve periodo al mare, un breve periodo per conoscere l’arte e le tradizioni locali;

• assumere la consapevolezza che i turismi d’arte e culturali, per potere essere sviluppati comunque debbono essere proposti come prodotti autonomi e non solo come pertinenza del soggiorno balneare;

• ricondurre il turismo religioso nell’ambito della domanda d’arte e culturale e viceversa; • di conseguenza fare assumere all’area una maggiore caratterizzazione come

destinazione non balneare, avendo la consapevolezza che questo è un problema per tutta la zona costiera dell’Adria del Centro Sud;

• ampliare la fruizione stagionale con proposte integrate fra mare, cultura e tradizioni locali, enogastronomia compresa;

• prendere atto della trasversalità e della valenza qualitativa di alcune componenti come, appunto, l’enogastronomia ed il modus vivendi locale;

• valorizzazione della “tipicità” pugliese, attraverso il racconto del territorio e l’identificazione del genius loci;

• comunque è anche necessario imparare a gestire la stagionalità che sarà sempre elevata per molti anni ancora;

• favorire la creazione di pacchetti di offerta fondati sull’arte e la cultura locale diretti non solo a mass-market ma anche al mercato sempre più ampio dei turisti indipendenti che utilizzano internet ed i voli low cost;

• realizzare progetti integrati per i turismi del mare con le altre vicine regioni mediterranee; • predisporre offerte differenziate, ad esempio a favore della terza età ancora attiva; • realizzare progetti qualità specifici per il turismo religioso e per quello termale;

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• gestire in modo efficiente le politiche di trasporto aereo, ed in particolare le low cost; • migliorare l’efficienza della organizzazione pubblica e semplificarla; • aumentare il livello della spesa media del cliente, come effetto del miglioramento della

qualità dei propri prodotti turistici; • individuare i competitor specifici per prodotto in modo da fare anche azioni di

benchmark: ad esempio la Croazia per il turismo all’aria aperta ed in particolare i campeggi, la Spagna e la Grecia per i villaggi turistici e gli alberghi;

• prendere atto della competitività del mercato interno con riferimento a regioni similmente caratterizzate come l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, la Campania.

Infine, come sintesi di tutti i punti sopra evidenziati occorre prendere atto da un lato che i turismi

della Puglia sono sottodimensionati rispetto alle potenzialità, come mostrano da un lato il ridotto tasso lordo di occupazione alberghiera e delle altre strutture ricettive, la ridotta incidenza del movimento turistico rispetto alla popolazione, la ridotta capacità di attrazione rispetto alle altre regioni italiane, sia per la domanda domestica che, ed in modo più accentuato, per quella internazionale; dall’altro lato sembra opportuno prendere atto del posizionamento sempre migliore che la regione assume nelle indagini presso i potenziali clienti rispetto alle scelte effettive della clientela come destinazione turistica, per cui l’immagine risulta migliore della realtà.

Per queste valutazioni pare essenziale impostare azioni di comunicazione e promozione più coerenti con le attività di commercializzazione degli operatori, perché probabilmente è su questo punto, oltre che su alcuni aspetti infrastrutturali, che si verifica il maggiore gap fra potenzialità e scelte effettive.

In altre parole i vincoli ad un maggiore sviluppo sono in buona parte di natura organizzativa, funzionale ed infrastrutturale.

A fronte di questa situazione sono da valutare alcuni aspetti positivi perché la presenza di poco turismo ha preservato l’ambiente e le risorse locali di molte aree, anche costiere, con alcune caratterizzazioni tipiche che nel loro insieme possono definire il pay off regionale.

Le masserie, le gravine, i trulli, i tavolieri e località come Altomonte, Gallipoli, Otranto, le Isole Tremiti e altre … non sono solo tradizioni storiche o testimonianze del passato, ma momenti di forte identificazione dell’offerta e del modus vivendi locale, lontano dai ritmi frenetici del Centro-Nord d’Italia ed anche dei paesi industrializzati europei; inoltre, assumono ancora grande peso le relazioni interpersonali.

In tal senso, il concetto di Puglia slow tourism, particolarmente diretto al mercato indipendente (in forte aumento a causa del ruolo sempre più rilevante di internet), può rappresentare un paradigma di riferimento ed una chiave di lettura di qualità, che non rifiuta ma si aggiunge e qualifica il turismo mass-market, che trova la sua principale caratterizzazione nei villaggi turistici e nei campeggi.

Lo slow tourism è un modo di fare vacanza che corrisponde ad una filosofia di vita che vede nella vacanza una realtà diversa e anche opposta alla quotidianità; ha una valenza generale e può essere applicato a tutte le tipologie.

Volere caratterizzare in tal senso l’immagine di una regione ha una propria autonoma valenza ed implica la costruzione di un progetto, perché ne derivano particolari azioni di promozione e di valorizzazione, nonché, come presupposto di base, la costruzione di una concezione immateriale di ospitalità fondata su tale scelta.

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Il paradigma da accettare è che la Puglia è una regione particolarmente vocata per lo slow tourism, inteso anche come applicazione concreta dei principi di turismo sostenibile, come regione da provare e da sperimentare, secondo la logica del turismo esperienziale.