A fuoco lento volantino

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s pagi ne Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A. L. Verri Lecce, 20 ottobre 2014 - anno II Spagine Volantino/FOTOGRAFIA Una fotografia di Francesca Fiorella A FUOCO LENTO rassegna ideata dall’Associazione Positivo Diretto in collaborazione con la Galleria Francesco Foresta che ospita la mostra a lecce in via Federico d’Aragona, 1 fino a domenica 26 ottobre

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Tra mostre, racconti e sapori, sabato 18 ottobre alle 20, si è inaugurata A FUOCO LENTO - Viaggi fotogastronomici, la nuova rassegna dedicata al cibo e alla fotografia ideata dall’Associazione Culturale Positivo Diretto e realizzata presso gli spazi della galleria Francesco Foresta (a Lecce, in via Federico d’Aragona), nella formula innovativa del coworking avviata dal gruppo Foresta con il progetto “iArchitettura” con l’obiettivo di aggregare e generare nuove opportunità professionali per il territorio, dove arte, architettura, design e pittura trovano la loro espressione.

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spaginePeriodico culturale dell’Associazione Fondo Verri

Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A. L. Verri

Lecce, 20 ottobre 2014 - anno II Spagine Volantino/FOTOGRAFIA

Una fotografia di Francesca Fiorella

A FUOCO LENTOrassegna ideata

dall’Associazione Positivo Direttoin collaborazione con

la Galleria Francesco Forestache ospita la mostra a leccein via Federico d’Aragona, 1

fino a domenica 26 ottobre

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spagine

T ra mostre, racconti e sapori,sabato 18 ottobre alle 20, siè inaugurata A FUOCOLENTO - Viaggi fotogastro-nomici, la nuova rassegnadedicata al cibo e alla foto-

grafia ideata dall’Associazione CulturalePositivo Diretto e realizzata presso glispazi della galleria Francesco Foresta (aLecce, in via Federico d’Aragona), nellaformula innovativa del coworking avviatadal gruppo Foresta con il progetto “iArchi-tettura” con l’obiettivo di aggregare e ge-nerare nuove opportunità professionaliper il territorio, dove arte, architettura,design e pittura trovano la loro espres-sione.

Concepita sul tema portante diExpo2015, “Nutrire il pianeta”, la rasse-gna A FUOCO LENTO si propone dicreare momenti di riflessione sul cibo el’alimentazione generati da quattro di-verse esposizioni di artisti visuali emer-genti, incentrate sul binomio cibo, qualefonte di nutrimento e mezzo di espres-sione, e fotografia, come specchio fatatoe costante tentativo di ri-scrittura delreale. E "lento" è il viaggio intrapreso peril guardare, l'osservare, il mettere a‘fuoco’, con l'occhio o l’obiettivo di unamacchina fotografica. Lo sguardo dei quattro artisti s’incontrafelicemente sul tema di tempo e fuoco inun mix emozionante d’immagini e rac-conti metafisici: Francesco Biasi indagauna dimensione del cibo preziosamentetrasversale, che sia necessità o piacere,socialità o consumo compulsivo, il cibonon riguarda solo il corpo ma anchel'anima e il modo in cui le comunità si di-

spongono al fare, al vivere il propriotempo; Carmen Mitrotta ci porta nelmondo sospeso delle sue "sculture" vi-suali, il concetto del cibo si trasforma quiin un unico interessante esercizio di per-cezione, tra forme, colori e rimandi; GioiaPerrone si muove in uno slalom di spuntiche giocano a mettere in campo alcuneparti del proprio corpo e della propriasfera privata ed emotiva, in sintonia conle forme e i messaggi di cui elementi le-gati al cibo sono intrisi; Francesca Fio-rella, che ripone per un attimo l’anima direporter, gioca con quello che si è recen-temente definito “food-porn”, termine cheidentifica un reiterato e consolidato com-portamento sociale che si espleta nellarealizzazione e condivisione ‘social’, diimmagini di cibi pronti per essere man-giati.

I viaggi fotogastronomici di A FUOCOLENTO sono stati aperti da un open talkdi approfondimento a cura dell’Associa-zione Positivo Diretto, con gli artisti coin-volti, gli architetti Alfredo ed EsterForesta, Mauro Marino (Fondo Verri) el’esperienza della fattoria biologica diGiuseppe Pellegrino, che nel biologico enella filiera corta individua gli strumentifondamentali per rendere possibileun’agricoltura e una commercializzazionesostenibile dei prodotti sani e naturali.

La mostra sarà visitabilefino al 26 ottobre ai seguenti orari:

10:30-13:30 / 16:30-20:30(nel weekend l’orario

si estende fino alle 23:30). Ingresso libero

Il cibo

Gioia Perrone

La copertuna della brochure di A FUOCO LENTOrealizzata da Valerio Nicoletti

Carmen Mitrotta

in posa

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in Mostra

Death foods for new worlds, 2013Le libagioni di Carmen Mitrotta sono scultureche l’immaginazione assapora, un gusto che fil-tra dallo sguardo e si adagia inesorabile moltoin fondo, dietro all’iride, in un cantuccio caoticoe fluido, ricco di esperienze pop, film cult, pit-tura, pubblicità. Quello che è certo è che qual-cosa si accende e ci attraversa in modosensuale. Le sculture fotografiche, fatte nonsolo con pezzi di cibo, ma anche con concetti enature legati alla su-realtà del mezzo fotogra-fico, trasformano il soggetto in questione, il ciboappunto, in una “possibilità aperta” di nutrimentoe di sapore, come l’immagine fotografica tra-sforma la realtà in “possibilità aperta” disguardo. Il cibo di Mitrotta ha più che mai animae nuovo nome, ha una lingua e una voce chedialoga con l’immaginario collettivo, prendonopiede e si stagliano creature che vogliono es-sere guardate, a volte innocue a volte subdoleche magari ci guardano e già sognano di man-giarci... Carmen Mitrotta è nata a Grottaglie, il 4 mag-gio 1987, vive e lavora a Milano. Da sempre in-teressata alle arti visive, si laurea nel 2010presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce comin-ciando a dedicarsi alla pittura, che però prestoabbandona per rivolgersi alla fotografia dopo lapartecipazione al programma Erasmus che laporta a conoscere l’Europa dell’Est. Sceglie cosìdi trasferirsi a Milano dove prosegue la sua for-mazione iscrivendosi al Corso superiore profes-sionale dell’Istituto Italiano di Fotografia.Attraversando l’autoritratto, la sperimentazione,il lavoro in camera oscura, arriva a elaborareuna sintesi che, legata al design delle forme edel colore, diventa soprattutto nello still-life ca-ratteristica e filo conduttore della sua poetica. Allavoro professionale accosta una intensa ri-cerca espressiva che la porta a vincere, nel set-tembre 2013, il concorso CONFINI 11 iniziandocosì ad esporre in mostre collettive e personali.

Foodies, 2013La famiglia, la strada, il fast food, il ristorante, ilricevimento, il lavoro, la solitudine dell’uomo equella dell’animale, il cibo nel lavoro di France-sco Biasi è un’indagine preziosamente trasver-sale. Che sia necessità o piacere, socialità oconsumo compulsivo, il cibo di Biasi non ri-guarda solo il corpo, ma anche l’anima e il modoin cui le comunità si dispongono al fare, a vivereil proprio tempo. Il progetto, che l’autore defini-sce in fieri, getta uno sguardo ambiziosamenteesaustivo e ricco, pregno di sfumature e rimandiai grandi sguardi della storia del mezzo e purecosì carico di una poetica originale, che si svi-luppa attraverso una scelta di tagli intimi e scru-tanti, le vedute desolanti di luoghi dove il cibo siproduce, si cucina o si vende, e soprattutto lascelta e lo sviluppo sapiente della rappresenta-zione del cibo durante la sua “socialità”. Losguardo di Biasi si aggira con fare oggettivodentro e fuori le strade del cibo, ma ciò che cirestituisce è la sua passeggiata dentro e fuori imomenti più vivi e fondanti del quotidiano di chiincontra.Francesco Biasi è nato a Verona il 18 luglio1976. Si affaccia alla fotografia dopo gli studi ineconomia, frequentando il Master triennale allaScuola Romana di Fotografia classe 2013. At-tualmente parte dell' Accademy dell'agenza Luza Milano, è membro del Collettivo Domino conil quale ha partecipato al Sifest 2014 OFF con ilprogetto Gone to the dogs.

Spring&Hands, 2013La poetica di Gioia Perrone, artista visuale mul-tisfaccettata e caotica si incentra su un raccontoprivato che sfocia spesso in un legame pro-fondo con un immaginario che è collettivo e cheriguarda tematiche come identità e processi dicostruzione di memoria privata e comune. Ilprogetto nasce come un gioco in linea con unacerta abitudine a utilizzare alcune tracce del

quotidiano, oggetti suggestivi ritrovati in casa ericiclati. La mano sinistra aperta mostra nel suopalmo di volta in volta un oggetto-amuleto, cheha attirato la sua attenzione e che fulminea-mente si è mostrato ai suoi occhi come simbolodi una sensazione o di uno stato d’animo pri-vato, ma che probabilmente si può estenderealla collettività. Ogni “mano” aperta è a mo-strare ciò che sta nel palmo, dunque un dono,un invito, una porta verso qualcos’altro. La Per-rone si muove in uno slalom di spunti che gio-cano a mettere in campo alcune parti delproprio corpo e della propria sfera privata edemotiva in sintonia con le forme e i messaggidi cui elementi legati al cibo sono intrisi.Gioia Perrone è nata nel 1984, vive e lavoranel Salento. Ha studiato comunicazione, ma lasua sperimentazione artistica inizia precoce-mente slegandosi da percorsi istituzionali. Dal 2005 si dedica a poesia, comunicazionescrittura creativa, cultura fotografica, in un co-stante percorso di auto-formazione. Legata pre-minentemente a un approccio concettuale delmezzo fotografico, lo pratica e ne studia gliaspetti teorici e gli usi sociali, indagando e inte-ressandosi soprattutto al legame con la memo-ria e l’identità personale e collettiva. I suoi scrittipoetici, in parte raccolti nel libro “Il ritorno del-l’Ofisauro” (Icaro 2008) rientrano nella mesco-lanza di codici ed esperimenti che ama portareavanti, come le relazioni nate spesso sul webcon altri artisti visivi.

The instant before, 2014“Foodporn” è un neologismo che identifica unreiterato e consolidato comportamento socialeche si espleta nella realizzazione e condivisionesui social, di immagini di cibi appena pronti peressere mangiati. Questo apparente e compul-sivo atto sta di fatto cambiando su larga scalale regole del mangiare, anteponendo nel rap-porto col cibo il senso della vista in un gioco ametà tra vanità e voyeurismo. Quasi come se ilsenso di trasmissione visiva di quel momentoappena precedente la degustazione, in cui ri-siedono sinestesie puramente tattili, olfattive egustative, fosse una necessaria sintesi tra unnarcisistico compiacimento e una definitiva di-vulgazione di gioia. Il foodporn quindi è pulsioneall’ostentazione della bellezza e insieme amoreper il cibo, e Francesca Fiorella, anima da re-porter, non si esime dal giocare con questa for-mula divenuta ormai status. La partita si svolgecome sempre su un linguaggio a sé, totalmenteautonomo, un linguaggio dai codici estetici benprecisi, fatto di filtri e colorazioni virtuali contem-poranee, e lo sfondo è la vita che scorre, èl’esperienza e il godimento personale. Francesca M. Fiorella, nasce a Lecce nel1987. Laureata in Scienze Politiche nel 2012,si avvicina alla fotografia nel 2009. Dopo averfrequentato la scuola di fotografia Foto ScuolaLecce e diversi workshop con fotografi di famainternazionale, si indirizza verso la fotografiadocumentaristica, sviluppando nel 2012 il la-voro “Welc(h)ome”, sull’esigenza di far lucesulla condizione abitativa dei migranti che vi-vono a Lecce. Attualmente sta portando avantiil progetto "Dreaming out of my camp", checoinvolge i ragazzi della comunità rom di Lecce.

Testi a cura di Andrea Laudisa e Gioia Perrone

Francesca Fiorella

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Due fotografie di Francesco Biasi

Volantino / FOTOGRAFIA - 20 ottobre 2014 - anno 2 n.0in Mostra