A Firenze il 24° congresso internazionale Sido · come è cambiato nel tempo? ... generale, sono...

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A Firenze il 24° congresso internazionale Sido Al centro di questa edizione il tema dell’ortodonzia fissa, sviluppato da relatori nazionali e internazionali Anno VII Numero 9/2012 MAURIZIO MANUELLI, presidente Sido Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue ISSN 1970-7428 GRIFFIN EDITORE www.griffineditore.it Dental Market I grandi personaggi FOTO ESCLUSIVA SPECIALE Ortodonzia Eventi e aziende CHECK POINT NEOFORMAZIONE DEL LABBRO SUPERIORE

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A Firenze il 24° congresso internazionale SidoAl centro di questa edizione il tema dell’ortodonzia fissa,sviluppato da relatori nazionali e internazionali

A n n o V I I N u m e r o 9 / 2 0 1 2

MAURIZIO MANUELLI, presidente Sido

Poste Italiane Spa - Sped. in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. I comma I, DCB Milano Taxe Perçue

ISSN 1970-7428GRIFFIN EDITOREwww.griffineditore.it

Dental Market

I grandi personaggi FOTO ESCLUSIVA

SPECIALE Ortodonzia

Eventi e aziende

CHECK POINT NEOFORMAZIONE DEL LABBRO SUPERIORE

<<3 << << PRIMA PAGINA

La nuova lotta di classe

è lo scontro generazionale

EDITORIALE

Paolo [email protected]

Dottor Manuelli, può pre-sentare ai nostri lettori ilprossimo congresso Sido?Il congresso sarà suddivisoin due parti, una costituitadai corsi pre-congressuali euna dal congresso vero eproprio, che avrà luogo nellegiornate di venerdì e sabato.L’argomento centrale sarà ilconfronto tra le tecniche or-todontiche fisse. Come è no-to, esistono diverse tecnicheortodontiche e la comunitàdegli ortodontisti è abituataa discussioni molto animatein cui ciascun specialista di-fende metodiche diverse; hopensato di sfruttare questaricchezza di opinioni e misono rivolto ai miglioriesperti di tutte le tecnicheortodontiche, in Italia e nelmondo.In pratica avremo due salecon sessioni contempora-nee; gli speaker sarannoun’ottantina, provenienti daBrasile, Stati Uniti,Inghilterra e altri Paesi.L’interesse della comunitàdegli ortodontisti sul temadelle tecniche fisse è moltoelevato e speriamo che, no-nostante le difficoltà econo-miche generali, anche questaedizione del congresso siaun successo.

La dimensione internazio-nale del congresso diFirenze è molto evidente.Che visibilità ha la Sido al-l’estero?L’esperienza recente mi haconfermato la considerazio-ne che a livello internazio-nale è attribuita alla Sido.Sono stato al congresso dellaEuropean orthodontic so-ciety (Eos) a Santiago deCompostela, in Spagna, e hoavuto una grande richiesta

di partecipazione al nostrocongresso e di iscrizione allasocietà.La nostra rivista (Progress inorthodontics) è in inglese e lanostra vocazione al confron-to internazionale non è unanovità, ma vedere tanti col-leghi europei che voglionoiscriversi alla società italianami ha fatto piacere.I corsi pre-congressuali, del-la durata di un giorno, sa-ranno tenuti da ortodontistifamosi nel mondo comeRichard McLaughlin, RafaelGarcia Espejo, LawrenceAndrews ed altri ancora.Contemporaneamente ci sa-ranno assemblee e incontridi società satellite: alla Sidosono affiliate società che sioccupano in modo specificodelle diverse tecniche orto-dontiche.

Fin dal titolo, e poi nelle di-verse relazioni, si parla mol-to di “filosofia”. In che sensoviene utilizzato questo ter-mine?Le terapie ortodontiche fissesi basano su un attacco che,a seconda delle tecniche, èfatto in un modo diverso einfluenza tutti i passaggidella pratica ortodontica.Gli autori che utilizzanoqueste tecniche hanno por-tato all’eccesso questo aspet-to meccanicistico, creandovere e proprie filosofie ditrattamento e scuole diffe-renti.Le faccio un esempio: annifa portai a un congresso in-ternazionale una mia allieva,una specializzanda che vole-va iniziare un trattamentoortodontico. La feci visitareda dieci grandi ortodontististranieri e da tre italiani, cheipotizzarono 13 piani di

trattamento differenti. Nelcorso degli anni le linee dipensiero cambiano e talvoltatornano in auge approcciche erano stati abbandonati.In generale, negli anniCinquanta c’era la tendenzaa trattamenti molto estratti-vi; oggi la percentuale deidenti estratti a scopo orto-dontico si è molto ridotta.Ma certamente, nel corsodegli anni ci sono stati nonsolo corsi e ricorsi ma ancheun miglioramento culturale,in cui ha svolto una parteimportante la tecnologia.

In quali modi la tecnologiaha cambiato l’ortodonzia?Abbiamo avuto migliora-menti tecnologici pazzeschisia nella diagnosi che nellaterapia.La diagnosi si avvale oggi deinuovi sistemi radiologici, inparticolare della metodolo-gia cone beam. Sia la radio-grafica panoramica che lateleradiografia potranno es-sere sostituiti in futuro dalcone beam. I costi sono an-cora elevati ma sono desti-nati a diminuire, così comel’esposizione dei pazienti al-le radiazioni.Per quanto riguarda la tera-pia, abbiamo attacchi sem-pre più piccoli, estetici e c’èinoltre la possibilità di ricor-rere a mini impianti, i cosid-detti Tad (temporary ancho-rage device), che vengonoutilizzati per l’ancoraggio; seper esempio un dente infe-riore si è inclinato, invece difare ortodonzia fissa si puòmettere un mini impiantodietro il dente per raddriz-zarlo, dopodiché l’impiantopuò essere tolto.Un altro esempio dei pro-gressi tecnologici è dato dai

sistemi che consentono direalizzare un sistema orto-dontico già a partire dal-l’impronta mediante unapersonalizzazione dell’appa-recchiatura ortodontica fis-sa.

E il bonding ortodontico,come è cambiato nel tempo?Lo schema classico prevede-va che si mettano delle ban-de intorno a tutti i denti;adesso non si usano piùbande, ma attacchi che ven-gono incollati. Il materialedi incollaggio non ha alcunatossicità ed è miglioratosempre di più.Gli attacchi possono essereapplicati dente per dente e siparla in questo caso di ban-daggio diretto, ma oggi si stamolto diffondendo il ban-daggio indiretto. Con questosistema, il laboratorio co-struisce una mascherina sulmodello in gesso su cui ven-gono incollati i bracket.Alcuni ritengono che questosistema permetta di dimi-nuire i tempi di terapia, diridurre il re-bonding e direalizzare una migliore fini-tura.

A Firenze si parlerà moltodi tecniche terapeutiche, maqual è l’importanza dellapianificazione in ortodon-zia?Con un titolo che mette alcentro il confronto tra letecniche ortodontiche fissesi rischia di dimenticare ilmomento fondamentale deltrattamento ortodontico,che è appunto quello dia-gnostico.Il congresso di Firenze è indi-rizzato in modo specifico allaterapia, ma l’argomento della

Tecniche ortodontichefisse a confrontoLa terapia sarà al centro del congresso internazionale Sido (Firenze, 10-13 ottobre). Una panoramica delle differenti filosofie di trattamento alla luce dei recenti progressi tecnologici

Come di consueto, ogni due anni torna aa FFiirreennzzee il congres-

so internazionale della Società italiana di ortodonzia (Sido).

Quella di quest’anno sarà l’edizione numero XXIV e, nella cor-

nice della Fortezza da Basso, accoglierà ddaall 1100 aall 1133 oottttoobbrree

gli ortodontisti che vorranno confrontarsi sui “Vecchi e nuovi

miti nelle filosofie ortodontiche”.

Il tema appassionante e molto controverso dell’ortodonzia fis-

sa, la presenza di relatori nazionali e internazionali di altissi-

mo livello e la capacità di mobilitazione della Società italiana

di ortodonzia (tra le società odontoiatriche italiane, la Sido è

quella con il maggior numero di soci, circa 3500) fanno pre-

vedere un afflusso notevole. MMaauurriizziioo MMaannuueellllii, presidente

della Sido e del congresso, punta a raggiungere i 2.000 par-

tecipanti.

Mentre scrivo è in gestazione la spending review

della sanità: alla fine saranno certamente lacrime e

sangue, nonostante le limature e gli aggiustamenti

che si prevedono in corso d’opera. La crisi perdura

e se ne avrà per un bel pezzo.

E l’odontoiatria come sta? I dai presentati dalla

Dental Monitor Convention organizzata da Key Stone

giusto prima delle ferie – e che riguardano le attuali

dinamiche del mercato – ci dicono che, nonostante

tutto, viviamo in una nicchia “quasi” felice.

Certamente i numeri dell’industria e della distribuzio-

ne portano il segno meno, ma nel complesso il com-

parto regge all’urto: il consumo tiene, e sono addirit-

tura in crescita la chirurgia, l’endodonzia, l’igiene.

Tuttavia lo studio odontoiatrico vive comunque una

profonda crisi, più ampia di quella di un mercato che

fa perno sulle esportazioni e che certamente, prima

o poi, si riprenderà. I cambiamenti dello studio, inte-

so anche come struttura aziendale, sono invece per

sempre. Occorre prendere atto che non riavremo più

ciò che si perde.

La pensione è sempre più lontana, quasi un mirag-

gio, e il momento è difficile anche da un punto di vi-

sta esistenziale. Ne fa le spese il dentista ma ne fan-

no le spese anche i pazienti e – in primo luogo – ne

fanno le spese i giovani che stanno sulla soglia di un

posto di lavoro diventato un sogno impossibile. Una

contraddizione dura, un enigma quasi insolubile: co-

me conciliare l’esigenza di allungare la vita lavorati-

va – così come si allunga la vita media – con quella

di far entrare forza lavoro giovane ed entusiasta, che

rappresenta non solo un indispensabile ricambio so-

ciale, ma anche un’iniezione di competenze fresche

e preziose? Dilemma ragionevolmente quasi insolu-

bile, perché le sue radici affondano in un terreno che

è tanto di natura politica ed economica quanto stret-

tamente biologica.

L’allungamento della vita è una realtà e, da un punto

di vista medico, è una vera e propria conquista, se

pensiamo che una persona su tre ha più di 65 anni e

che la percentuale di ultraottuagenari è superiore al

10%. Se molti dei grandi anziani hanno una qualità

di vita scadente, sono però più numerosi quelli (un

tempo individui attempati, ora definibili “paragiova-

ni”, ben conservati e spesso restaurati) che sono an-

cora ben presenti sul lavoro e che, d’altronde, non

possono permettersi il lusso di mollare. Sicuramente

non è facile farsi strada tra adulti che, grazie anche

ai progressi della medicina e facilitati dal benessere

generale, sono fisicamente più forti e non intendono

né possono dare spazio e fiducia ai più giovani. Se

un settantacinquenne si considera un post adole-

scente, un cinquantenne è in piena adolescenza e

un venticinquenne è praticamente un lattante. Non è

una paese per vecchi, il nostro, ma nemmeno per

giovani. È nell’incubatore una realtà sociale che po-

trebbe diventare una miscela esplosiva in poco tem-

po. Come se la vecchia lotta di classe fosse sostitui-

ta da una più attuale (e ci si augura non cruenta!) lot-

ta tra generazioni.

Una riflessione che dovrà pur portarci da qualche

parte, ma che per adesso è del tutto aperta e non

prevede facili soluzioni. Forse non è una riflessione

da ripresa autunnale ma, di questi tempi, non è be-

ne regalarsi ottimismi troppo facili, almeno non sen-

za una ragionevole via d’uscita.

diagnosi sarà approfonditosoprattutto nel corso delprossimo anno, che si svol-gerà a Roma con la presiden-za del professor Felice Festa esarà focalizzato in modomolto approfondito sulle in-novazioni tecnologiche.Grazie alla tecnologia pos-siamo migliorare moltissi-mo la fase diagnostica, ren-dendo tutto il percorso tera-peutico decisamente piùsemplice.

In una relazione si parleràdi “L’età dell’oro dell’orto-donzia: dall’occlusione alviso”; in un’altra di “evolu-zione del sorriso”. Come so-no variate nel tempo le con-siderazioni estetiche in or-todonzia?È noto che l’attenzione all’e-stetica nella nostra societàsia sempre maggiore e i trat-tamenti ortodontici devonotener conto di questa esigen-za. In passato si facevanomolte estrazioni ortodonti-che e il profilo ne poteva ri-sultare appiattito; in genera-le ci si limitava a prestare at-tenzione all’allineamentodei denti, mentre oggi siprende in considerazionel’estetica del viso nel suocomplesso.L’ortodonzia può produrre

benefici enormi all’esteticafacciale ma ha anche la possi-bilità di arrecare danni se sitrascura l’aspetto complessi-vo del viso del paziente.Sempre più spesso l’ortodon-zia viene unita alla chirurgiaper risolvere le malocclusionigravi. Ovviamente è necessa-rio cercare il giusto equilibriotra la funzione e l’estetica enon si possono sempre segui-re tutte le richieste dei pa-zienti.In questo ambito si sono af-fermate filosofie di tratta-mento senza attacchi. Unodei corsi pre-congressuali èdedicato al sistema propostodalla ditta Invisalign – societàquotata al Nasdaq – che uti-lizza delle mascherine traspa-renti per realizzare un tratta-mento ortodontico senza at-tacchi; siamo qui al culminedell’estetica: il paziente, inve-ce di un apparecchio orto-dontico fisso, mette apparec-chi mobili trasparenti chevengono cambiati ogni duesettimane. La terapia ha deilimiti e richiede una “com-pliance” del paziente.

Il congresso si aprirà con unomaggio in ricordo diTiziano Baccetti. Ci può ri-cordare la figura di questocollega?

In Italia abbiamo tanti gio-vani ortodontisti bravi e neavevamo uno bravissimo,Tiziano Baccetti, che pur-troppo ha perso la vita pre-maturamente in un inciden-te a Praga. Lo scorso annoBaccetti aveva vinto negliStati Uniti il Salzmannaward, il più importantepremio mondiale per gli or-todontisti. Di solito vieneassegnato a ortodontisti allafine della loro carriera.Abbiamo deciso di onorarela sua memoria con una lec-tio magistralis che sarà tenu-ta da un ortodontista digrande prestigio, SheldonPeck dell’Università diHarvard.Mi preme comunque sotto-lineare la crescita dell’Italiaall’interno del movimentoortodontico mondiale.Quando ho iniziato la miaattività, nessun collega pub-blicava sulle riviste scienti-fiche internazionali, mentre

oggi non c’è testata di pre-stigio che non ospiti contri-buti degli ortodontisti ita-liani.In Italia e in Europa, esisto-no board a cui un ortodon-tista può portare i propri ca-si e ricevere un attestato dieccellenza se i suoi lavorivengono giudicati di altaqualità; ebbene, presso loEuropean board of ortho-dontics, la presenza italianaè del 35%, superiore a qual-siasi altra nazione europea eanche questo dimostra chela nostra scuola è all’avan-guardia.Il risultato è stato ottenutograzie a una formazione diprim’ordine: le scuole dispecializzazione italianepreparano un numero limi-tato di esperti, ma di qualitàmolto elevata. E poi, non di-mentichiamo il lavoro dellesocietà scientifiche!

Renato Torlaschi

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LA ONLUS DEGLI ORTODONTISTI

La crisi economica ha toccato anche gli ortodontisti,

che hanno subito una riduzione degli incassi nei loro

studi, ma la Società italiana di ortodonzia (Sido) ha

sentito la necessità di venire incontro alle fasce più bi-

sognose della popolazione. Da qualche anno, la so-

cietà scientifica ha infatti proposto ai propri soci di of-

frire gratuitamente terapie ortodontiche a pazienti in

condizioni economiche e familiari disagiate.

«Si trattava di individuare le strutture a cui offrire questi

trattamenti – spiega il dottor MMaauurriizziioo MMaannuueellllii, presi-

dente Sido – e abbiamo scelto i centri di accoglienza,

gestiti dai vari comuni, a cui arrivano minori con proble-

mi economici e familiari».

Ci sono delle lentezze burocratiche: è necessario fir-

mare protocolli d’intesa con ciascun comune e il presi-

dente Sido si è trovato ad andare in giro per l’Italia: «ho

appena fatto una accordo con 48 comuni della bassa

lodigiana» ci ha raccontato.

Lo scorso anno è stata però creata una onlus apposita,

che è governata dal professor CCllaauuddiioo CChhiimmeennttii, past

president Sido; l’iniziativa è ancora in una fase iniziale,

ma c’è stata un’ottima adesione da parte degli associa-

ti: in 800 hanno risposto e ora l’obiettivo è raggiungere

800 bambini a cui offrire il trattamento ortodontico gra-

tuito.

Tradizionalmente la Società italiana di ortodonzia invi-

tava una personalità esterna alla società ad aprire il

congresso e arricchiva il programma sociale con un

comico o un intrattenitore: quest’anno a Firenze si è de-

ciso di rinunciare a entrambi e devolvere alla onlus le

migliaia di euro risparmiate.

RR.. TT..

XXIV CONGRESSO INTERNAZIONALE SIDO

Firenze, Fortezza da Basso

10-13 ottobre 2012

Per informazioni e iscrizioni:

Sido - Società italiana di ortodonzia

Tel. 02.56808224 - Fax 02.58304804

www.sido.it - [email protected]

Dopo il successo dell’edizione 2012, che si è

tenuta ad Honolulu, anche nel 2013, dal 3 al 7

maggio, si terrà la sessione annuale

dell’American Association of Orthodontists.

Questa volta la sede dell’evento sarà il

Pennsylvania Convention Center di Filadelfia.

Michael B. Rogers, presidente Aao, nella let-

tera di invito 2012 sottolinea come durante

questi anni, sia “stato continuamente impres-

sionato dalla diffusa e intensa curiosità circa

gli avanzamenti scientifici e la conoscenza di

questa specialità”. L’evento, che durante la

scorsa edizione ha ospitato più di 160 confe-

renze, propone anche un contest tra i membri

Aao sulle seguenti tematiche: igiene orale in

ortodonzia, presentazione di casi clinici, ge-

stione dello studio (controllo degli inventari e

conservazione dei materiali), tipi di bande e

loro impiego, il paziente odontoiatrico e le sue

peculiarità, importanza del materiale informa-

tivo e didattico. Il programma scientifico è

completato da una ricca offerta sociale e da

opportunità turistiche per gli accompagnatori.

Per informazioni: www.aaomembers.org

S. Z.

Dal 26 al 29 giugno 2013 si terrà a Reykjavik

l’ottantanovesima edizione del Congress of

the European Orthodontic Society. Sarà il pri-

mo congresso Eos in Islanda ed è per questo

che è stata scelta come location dell’evento

l’Harpa, un prestigioso centro per congressi e

concerti ultimato nel maggio 2011. La struttu-

ra è situata nelle vicinanze del porto, in una

posizione strategica.

Al congresso ci sarà un dibattito attivo sugli

ultimi sviluppi e le nuove tecnologie in orto-

donzia con conferenze e discussioni. Il pro-

gramma è stato elaborato dal comitato

scientifico insieme a specialisti e ricercatori

nei diversi campi di specializzazione della

disciplina per creare un congresso innovati-

vo, ma soprattutto interattivo. I principali ar-

gomenti saranno: l’agenesia dentale, la

cooperazione interdisciplinare per il rag-

giungimento di risultati migliori, la qualità del

trattamento e l’imaging 3D.

«I partecipanti avranno

l’opportunità di visitare

alcune delle attrazioni

naturali più rinomate

dell’Islanda durante un

periodo dell’anno in cui

il sole non tramonta

mai» dice il presidente

Eos, AArrnnii TThhoorrddaarrssoonn, nella lettera di invito

all’evento.

Tra i relatori: Renato Cocconi (Italia), Hugo De

Clerk (Belgio), Christos Katsaros (Svizzera),

Anne Marie Kuijpers-Jagtman (Olanda), Björn

Ludwig (Germania), Friederike Luther (Regno

Unito), James A. McNamara Jr. (Stati Uniti),

Sheldon Peck (Stati Uniti), Bjarni Elvar Pjetursson

(Islanda), Mirco Raffaini (Italia), Marco Rosa

(Italia), Asgeir Sigurdsson (Islanda) e Jonathan

Sandler (Regno Unito).

Per informazioni: www.eos2013.com

Silvia Zanfrini

INTERNATIONAL ORTHODONTIC CONGRESS27-30 settembre 2015, Londra

Dal 27 al 30 settembre 2015 si terrà a Londra, presso il cen-

tro congressi ExCeL, l’ottava edizione dell’International

Orthodontic Congress, organizzato dalla British Orthodontic

Society (Bos) in collaborazione con la World Federation of

Orthodontists (Wfo). La Bos è una società scientifica che an-

novera più di 1.800 ortodontisti associati ed è il gruppo più

numeroso di specialisti del settore dentale nel Regno Unito,

con una storia ormai centenaria.

Ogni cinque anni, grazie a questo evento, ortodontisti di fa-

ma mondiale e altri professionisti del settore hanno l’opportu-

nità di incontrarsi, creare relazioni e scambiare aggiorna-

menti e idee con colleghi provenienti da tutto il mondo.

Si tratta dell’occasione ideale per migliorare le proprie com-

petenze cliniche e per accrescere la propria conoscenza

dell’ortodonzia. Il congresso offrirà tra i suoi relatori sia orto-

dontisti di grande esperienza sia astri nascenti del panorama

internazionale per garantire un contributo completo ai parte-

cipanti. Il programma sarà infatti caratterizzato dal tema del-

l’esperienza e dell’innovazione, con l’ambizioso obiettivo di

raccogliere, analizzare e trasmettere la conoscenza collettiva

e la competenza pratica di tutti i presenti. Sono previsti due

programmi scientifici: uno dedicato agli ortodontisti e l’altro

dedicato ai professionisti correlati: odontotecnici, igienisti, as-

sistenti alla poltrona e staff dello studio.

Gli argomenti includeranno il trattamento della malocclusio-

ne, l’imaging contemporaneo, le evidenze cliniche, la cresci-

ta e lo sviluppo e la meccanica dei trattamenti.

Ulteriori dettagli riguardanti l’invio degli abstract saranno di-

sponibili nel 2014.

L’inglese sarà la lingua ufficiale del congresso. Durante alcu-

ne sessioni sarà comunque disponibile un servizio di tradu-

zione simultanea.

Per informazioni: http://wfo2015london.org

S. Z.

CONGRESS OF THE EUROPEAN ORTHODONTIC SOCIETY26-29 giugno 2013, Reykjavik

2013 AAO ANNUAL SESSION 3-7 maggio 2013, Filadelfia

ALFABETIZZAZIONE ALFABETIZZAZIONEELEMENTARE MEDIA

ALFABETIZZAZIONE USO CREATIVOSUPERIORE

In occasione del 66°Congresso Fimmg-Metis diVillasimius (3-8 ottobre2011) Isabella Cecchini, di-rettore del dipartimento sa-lute GfK Eurisko, ha presen-tato l'indagine “Medici, pa-zienti e web” realizzata loscorso giugno: sotto inchie-sta il comportamento on li-ne di medici di famiglia especialisti, anche in relazio-ne al paziente 2.0.Dalla ricerca, che ha coin-volto 200 medici di medici-na generale e 700 specialisti(diabetologi, infettivologi,ematologi, gastroenterologi,psichiatri, reumatologi),emerge che Internet è un ri-ferimento primario per l’ag-giornamento, accanto a ca-nali classici quali corsi econgressi (tab. 1). Per i me-dici il web rappresenta una“biblioteca universale” e im-parziale del sapere scientifi-co, nella quale però nonsempre risulta facile orien-tarsi. Emerge l’esigenza dipercorsi guidati e semplifi-cati, attraverso i quali poteraccedere a “contenitori” si-curi e garantiti dell’informa-zione.Il 53% dei medici di famigliaaccede a Internet da un mo-tore di ricerca generalista(principalmente Google),mentre il 35% si collega at-traverso un sito salvato tra i“preferiti”. Questa percen-tuale però cambia notevol-mente se si tratta di medicispecialisti: solo il 26% iniziala navigazione con un’inter-rogazione su un motore diricerca, mentre il 48% si af-

fida a un sito di fiducia.L’uso “on demand”, in rispo-sta a un problema specifico,è il modello ancora preva-lente tra i medici di medici-na generale (47%). Di nuovouna differenza di fruizionerispetto agli specialisti, chesi avvicinano al web per stu-diare e approfondire temati-che (69%).Il medico accede a diverse ti-pologie di siti, muovendosidai portali dedicati al medi-co, ed eventualmente spon-sorizzati dalle aziende far-maceutiche, a quelli di rivi-ste specialistiche. Ma è ai si-ti delle società scientificheche si attribuisce la massimautilità.I siti sponsorizzati sono lar-gamente visitati (i medici sicollegano in media tre voltealla settimana), ma vengonoconsiderati di minore utilità.

Social networkRisulta ancora marginale lapartecipazione a blog, fo-rum e discussioni on line;solo una minoranza dei me-dici ritiene utili questi mezzicome canale di comunica-zione fra colleghi e pazienti.Sicuramente il bisogno diconfronto, discussione epartecipazione tra colleghinon è ancora del tutto sod-disfatto dall’offerta in rete,ritenuta ancora troppo di-sorganizzata e non chiarasui tempi e sugli scopi deldibattito.I numeri però sono in partecontraddetti dal dilagare diassociazioni on line e di

consulti offerti anche attra-verso siti. Basti pensare al fe-nomeno di MedicItalia(www.medicitalia.it), sitodedicato ai consulti on line,che sembra in parte smenti-re il trend della ricerca. Imedici a disposizione delpaziente sono 5.335, le ri-chieste di consulto sono279.313 e le risposte fornite961.137.Il fenomeno dei socialnetwork va però analizzatoanche attraverso sfumaturegeografiche, in Italia il rap-porto diretto e personalespesso prevale ancora rispet-to a quello virtuale impostoda Internet. Le adesioni aquesti media crescono digiorno in giorno (basti pen-sare che Facebook ha quasiraggiunto i 20 milioni diiscritti nel nostro Paese – cir-ca due volte la popolazionedella Regione Lombardia),ma solo alcune categoriehanno davvero adeguato laloro modalità comunicativaai nuovi mezzi.In questo senso è dagli StatiUniti che arrivano esempi emodelli di network applicatial settore salute come col ca-so Sermo (www.sermo.com),la community creata dai me-dici per i medici, dove dot-tori specialisti e non siscambiano informazioniscientifiche e collaborano sucasi clinici.La partecipazione è gratuita,i medici devono semplice-mente compilare un formper accedere al sito. Possonoquindi scambiarsi pareri,consigli e tenersi aggiornati

Web, medici di famiglia e specialisti a confronto Una recente indagine Eurisko mette in luce le differenze di fruizione dei contenuti da parte delle due categorie. I generalisti prediligono un uso“on demand”, mentre i colleghi specialisti usano la rete per aggiornarsi

ITALIANI ANALFABETI DIGITALI. DI CHI E’ LA COLPA?

Un recente rapporto Ocse rivela dati sconcertanti circa il livello di alfabetizzazione digitale

(fig. 1) nel nostro Paese. La metà della nostra popolazione non possiede neanche il com-

puter e in molti ne fanno ancora un uso limitatissimo.

I dati si fanno ancor più critici se si prende in considerazione la fascia di età over 45.

Il problema di fondo è che tra circa 5/10 anni non avere la connessione a Internet o non sa-

perlo usare, porterà a una frattura radicale tra chi potrà avere accesso al lavoro e chi no,

ai concorsi, all'università, ma anche al semplice destreggiarsi tra un bollettino da pagare e

una visita medica da prenotare.

La media è notevolemente risollevata dai giovani, che però spesso si limitano a un uso “so-

cial” del mezzo, non sfruttando le possibilità educative e di approfondimento a loro dispo-

sizione.

Oltre alle responsabilità personali, si devono tenere in considerazione le politiche italiane

che non hanno mai compensato il forte ritardo nelle infrastrutture e nella diffusione della

banda larga. Basti pensare che in Finlandia, dal 1 luglio 2010, ogni cittadino ha diritto per

legge ad una connessione Internet con un minimo di 1 Mbps (che diventerà di 100 Mbps

entro il 2015). Il ministro delle comunicazioni, Suvi Linden, durante un’intervista rilasciata al-

la BBC ha affermato che «il servizio Internet non ha più un ruolo esclusivo di intrattenimen-

to, ma è importante per la vita quotidiana dei finlandesi».

> Fig. 1: classificazione del livello di alfabetizzazione digitale

ÈÈ qquueellllaa ddii cchhii

hhaa iill ccoommppuu--

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PER I SITI ARRIVA L’AVVERTENZA DI RISCHIO

Il Garante per la privacy ha varato lo

scorso 20 febbraio delle linee guida per

i siti web dedicati alla salute.

I gestori di siti, blog, forum, social

network dedicati a tematiche relative alla

salute, che prevedano o meno la registra-

zione degli utenti, dovranno inserire nella

loro home page una specifica "avverten-

za di rischio", il cui scopo sarà quello di ri-

chiamare l'attenzione sui rischi connessi

al fatto di rendersi identificabili sul web in

relazione alla propria patologia. E questo

anche alla luce della possibilità che tali

informazioni possano essere indicizzate

dai motori di ricerca generalisti o cono-

sciuti dalla generalità degli utenti Internet

e non dai soli iscritti al sito.

L'utente, così avvisato, potrà fare atten-

zione e decidere in modo più consape-

vole se inserire o meno dati personali

(come nome, cognome, e-mail ecc.)

che possano rivelare, anche indiretta-

mente, la propria identità o quella di ter-

zi, così come se pubblicare foto o video

che consentano di rendere identificabili

persone e luoghi. L'utente sarà invitato

a dare conferma di aver preso visione

dell'avvertenza di rischio, barrando

un'apposita casella.

I siti che prevedono la registrazione sa-

ranno tenuti anche a informare gli utenti

sugli scopi per i quali i dati sono richie-

sti, sulle modalità del loro trattamento,

sui tempi di conservazione, sul diritto di

cancellare, aggiornare, rettificare o inte-

grare i dati così raccolti, come previsto

dal Codice sulla privacy.

sul mondo sanità. Sermo of-fre anche un’applicazione direal-time medicine periPhone con la quale si pos-sono chiedere pareri dia-gnostici ai colleghi: si trattadi una rete di 120.000 medi-ci che coprono un’area di 68specialità.Si può anche partecipare aindagini e focus group, ov-viamente ricevendo una re-tribuzione.Ma come viene finanziato ilprogetto? I clienti di Sermopossono usufruire delle evi-denze emerse dallo scambiotra i medici, monitorandoproblemi legati ai farmaci ealle terapie per esempio.Molte “big pharma” hanno

già colto l’opportunità percapire e ottimizzare la co-municazione on line con lacategoria medica.

Il paziente informatoOltre un terzo degli inter-nauti cerca informazioni re-lative alla salute on line. Ilpaziente può tenersi aggior-nato su disturbi e patologie,seguendo costantemente lenovità relative ai farmaci ealle terapie (tab. 2). Eccoperché il medico si trovasempre più di fronte a unpaziente attento, informatoe consapevole. Ma qualicontenuti si trovano on line?E soprattutto chi garantisce

circa il loro valore?Ovviamente la quantità didati reperibili è vastissima ela casistica molto ampia.L’informazione può esserepiù o meno autorevole ed èper questo che deve sempreessere rielaborata. Non biso-gna quindi scoraggiare il pa-ziente dal tenersi informato,ma bisogna metterlo inguardia circa possibili ine-sattezze a cui può andare in-contro navigando on line.Sminuire o non tenere inconsiderazione la sua opi-nione, per quanto costruitaattraverso la rete, può rive-larsi un atteggiamento deltutto controproducente.Il medico non deve temere

8<<DENTAL PRESS << << << DENTAL PRESS9 <<

MEDICI E WEB

OOLLTTRREE LLAA MMEETTÀÀ DDEEII MMEEDDIICCII RRIICCEERRCCAA

IINNFFOORRMMAAZZIIOONNII EE RRIISSPPOOSSTTEE AA PPRROOBBLLEEMMII

SSPPEECCIIFFIICCII

il 31% studia e approfondisce nuove tematiche

il 13% partecipa on line a corsi Ecm

OOLLTTRREE IILL 6655%% DDEEII MMEEDDIICCII RRIILLEEVVAA LL’’UUTTIILLIITTÀÀ

DDII IINNTTEERRNNEETT

per il 52% sono utilissimi i corsi Ecm

per il 50% lo sono i congressi virtuali

SSOOLLOO IILL 55%% DDEEII MMEEDDIICCII PPAARRTTEECCIIPPAA AA FFOORRUUMM,,

BBLLOOGG EE SSOOCCIIAALL NNEETTWWOORRKK

anche se

il 60% li considera utili per raggiungere i pazienti

e il 70% è propenso a frequentarli in futuro

LL’’UULLTTIIMMAA VVOOLLTTAA CCHHEE II MMEEDDIICCII IINNTTEERRVVIISSTTAATTII

HHAANNNNOO NNAAVVIIGGAATTOO IINN IINNTTEERRNNEETT

il 37% ha cercato informazioni su un farmaco

il 31% ha cercato informazioni su linee guida

e percorsi terapeutici

il 29% ha cercato risposte a domande dei pazienti

> Tab. 1: l’uso di Internet da parte della categoria medica è in costan-te aumento, anche se in Italia c’è ancora scarsa partecipazione ainetwork di scambio come blog, forum e social media

PAZIENTI E WEB

II ppaazziieennttii uussaannoo IInntteerrnneett ppeerr......

� AVERE INFORMAZIONI SULLA SALUTE 35%

� AVERE INFORMAZIONI SU DISTURBI

O MALATTIE 25%

� AVERE INFORMAZIONI SULLE POSSIBILITÀ

DI CURA E SUI FARMACI 13%

� AVERE INFORMAZIONI SU CENTRI DI CURA,

OSPEDALI E MEDICI 10%

� DISCUTERE CON ALTRE PERSONE ATTRAVERSO

BLOG E FORUM 2%

CChhii cceerrccaa iinnffoorrmmaazziioonnii ssuullllee ppoossssiibbiilliittàà ddii

ccuurraa//ssuuii ffaarrmmaaccii uuttiilliizzzzaa llee iinnffoorrmmaazziioonnii ppeerr......

� DISCUTERE CON IL MEDICO 54%

� DISCUTERE CON IL FARMACISTA 31%

� PER POTER DECIDERE DA SOLO QUALE FAR-

MACO EVENTUALMENTE ACQUISTARE 17%

> Tab. 2: i pazienti sono sempre più informati sulle patologie e sullecure a disposizione

GLI OTTO PRINCIPI DELL’HON CODE

Ecco i principi a cui i siti di informazione medico-

scientifica devono aderire per ottenere il bollino del co-

dice Hon.

11.. AAUUTTOORRII

Ogni informazione medica fornita e ospitata dal sito

sarà scritta unicamente da esperti dell'area medica e

da professionisti qualificati, a meno che un'esplicita di-

chiarazione non precisi che qualche informazione pro-

venga da persone o organizzazioni non mediche.

22.. CCOOMMPPLLEEMMEENNTTAARRIIEETTÀÀ

Le informazioni diffuse dal sito sono destinate ad inco-

raggiare, e non a sostituire, le relazioni esistenti tra pa-

ziente e medico.

33.. PPRRIIVVAACCYY

Le informazioni personali riguardanti i pazienti e i visi-

tatori di un sito medico, compresa l'identità, sono con-

fidenziali. Il responsabile del sito si impegna a rispetta-

re le condizioni legali di confidenzialità delle informa-

zioni mediche in rispetto delle leggi del paese dove il

server e i mirror-sites sono situati.

44.. AATTTTRRIIBBUUZZIIOONNEE:: DDAATTAA EE RRIIFFEERRIIMMEENNTTII

BBIIBBLLIIOOGGRRAAFFIICCII

La provenienza delle informazioni diffuse devono esse-

re accompagnate da referenze esplicite e, se possibi-

le, da link verso questi dati. La data dell'ultimo aggior-

namento deve apparire chiaramente sulla pagina (ad

esempio in basso ad ogni pagina).

55.. GGIIUUSSTTIIFFIICCAAZZIIOONNEE

Ogni affermazione relativa al beneficio o ai migliora-

menti indotti da un trattamento, da un prodotto o da un

servizio commerciale, sarà supportata da prove ade-

guate e ponderate secondo il precedente principio 4.

66.. TTRRAASSPPAARREENNZZAA

Gli ideatori del sito si sforzeranno di fornire informazio-

ni nella maniera più chiara possibile e forniranno un'in-

dirizzo al quale gli utilizzatori possono chiedere ulterio-

ri dettagli o supporto. Questo indirizzo e-mail deve es-

sere chiaramente visibile sulle pagine del sito.

77.. FFIINNAANNZZIIAAMMEENNTTOO

Il patrocinio del sito deve essere chiaramente identifi-

cato, compresa l’identità delle organizzazioni commer-

ciali e non commerciali che contribuiscono al finanzia-

mento, ai servizi o al materiale del sito.

88.. PPUUBBBBLLIICCIITTÀÀ EE PPOOLLIITTIICCAA EEDDIITTOORRIIAALLEE

Se la pubblicità è una fonte di sovvenzione del sito de-

ve essere chiaramente indicato. I responsabili del sito

forniranno una breve descrizione dell'accordo pubblici-

tario adottato. Ogni apporto promozionale ed eventua-

le materiale pubblicitario sarà presentato all'utente in

modo chiaro, così da differenziarlo dal materiale origi-

nale prodotto dall'istituzione che gestisce il sito.

> Fig. 2: la sezione dedicata alla salute del sito www.corriere.it

gli effetti del cambiamentonella relazione col paziente,tutt’altro. Proprio attraversole notizie riportate da que-st’ultimo può costruire unrapporto di maggiore scam-bio, che può far crescere lafiducia nella figura medica.La disponibilità a verificarele informazioni e a tenersiaggiornato sono assoluta-mente apprezzate dai pa-zienti, che colgono in questapredisposizione umanità eprofessionalità e percepisco-no di avere un ruolo attivonella gestione della terapia.Sicuramente i pazienti sonomolto attivi on line, sia at-traverso la rappresentanzadi associazioni, sia attraver-so community orizzontali(che trattano diverse patolo-gie specifiche) e verticali(specializzate su un’unicamalattia).Due casi, sempre statuniten-si, illustrano il fenomeno:Ask a patient (www.askapa-tient.com) e Patients like me(www.patientslikeme.com). Ilprimo portale dà accesso aun elenco completo dei far-maci esistenti riportandoper ciascuno le opinioni dipazienti che lo utilizzano. Ilsecondo rappresenta unadelle più significative espe-rienze di reti sociali di pa-zienti (quasi 120.000 utentiiscritti), con diverse comu-nità specifiche intorno a di-verse patologie come Sla,Sm, depressione, Aids e al-tre. La community offre gra-tuitamente ai pazienti diver-si strumenti per monitorarela propria salute e al tempostesso vende dati aggregati eanonimi alle case farmaceu-tiche.Ovviamente questo mecca-nismo genera parecchie per-plessità nella classe medica,che teme circa il valore delleinformazioni prodotte.Eppure le comunità rivendi-cano una filosofia di apertu-ra, convinte che la condivi-sione dei dati possa portarepiù facilmente a nuove solu-zioni terapeutiche.

Pharma 2.0Le aziende farmaceutichesono state sicuramente inve-stite dal fenomeno Internete sono sempre più attente alsuo monitoraggio. Temonodi perdere il controllo sullediscussioni in rete e di subi-re danni alla reputazione deiloro brand: ecco perché ilweb 2.0 è ormai onnipresen-te nelle pianificazionimarketing.Risulta ormai chiaro che loscambio di informazioni edi opinioni tra pazienti nonpuò essere arginato, è moltomeglio creare e fornire nuo-vi canali di confronto tramedici e pazienti. La pro-mozione del prodotto passain secondo piano perché l’u-

tente preferisce interventimirati e attendibili nelleconversazioni piuttosto checomunicazioni di stampopubblicitario.

La certificazione della qua-lità dell'informazione medi-co-scientificaL’informazione presente inrete rappresenta un’oppor-tunità senza precedenti an-che in campo medico, tutta-via bisogna imparare a rico-noscere i siti di qualità, evi-tando informazioni appros-simative e dannose. Per pre-venire questa disinformazio-ne bisogna fornire agli uten-ti strumenti adatti, garantitida organismi indipendenti,responsabili e impegnatinella promozione della salu-te pubblica.Alcuni (ad esempio Discern,www.discern.org.uk) hannobasato la loro logica su unapproccio simile a quello delpeer review impiegato dalleriviste biomediche, ma que-sto sistema è risultato trop-po soggettivo e limitato dalgiudizio del singolo.L'esperienza più interessan-te resta per ora quella dellaHealth on the NetFoundation (www.hon.ch),un'organizzazione no profitinternazionale con sede aGinevra. L'iniziativa pro-muove l'uso del codice Hon,una misura di autoregola-mentazione per i creatori egestori di siti biomedici, perstandardizzare l'informazio-ne on line garantendone laqualità.

Quotidiani in reteBenché spesso non riportinoil bollino “Hon code”, altrefonti valide di informazionemedica sono costituite dallesezioni “Salute” dei princi-pali quotidiani on line. Bastipensare al sito del Corrieredella Sera (www.corriere.it) oa quello de la Repubblica(www.repubblica.it) per ca-pire quanto spazio viene de-dicato alla tematica (fig. 2).Giornalisti ed esperti verifi-cano le fonti e lavorano perfornire notizie attendibili eutili sia per i pazienti che peri medici. Questi servizi sonospesso completati da canalitematici, test interattivi e dalgradito “L’esperto risponde”,al quale si rivolgono pazien-ti imbarazzati o insoddisfat-ti. Per quanto le informazio-ni siano attendibili bisognacomunque tenere in consi-derazione il rischio del sen-sazionalismo, spesso impie-gato per attirare utenti.

Silvia Zanfrini

Negli ultimi 20 anni, conl’avvento di Internet, comeè cambiato il ruolo medico-paziente?La nascita di Internet mi haappassionato sia come frui-tore che come osservatore.Negli ultimi anni ho peròtrasformato l’uso in osserva-zione, soffermandomi sul-l’aumento dei contenuti cheriguardano la salute e la sa-nità. Ma la quantità, pur-troppo, non sempre va di

pari passo con la qualità. Ingenerale, tutto ciò che è ri-schio clinico è monitoratocon attenzione off-line, mail rischio che il cittadinocorre on line ad oggi non èvalutato adeguatamente nel-la sua complessità.Il mio libro cerca proprio diindividuare una possibilitàdi dialogo fra medici e pa-zienti su Internet, mettendoperò in evidenza la necessitàdi una fruizione consapevo-

le dei nuovi mezzi.L’alleanza terapeutica, cherappresentava il rapporto fi-duciario tra paziente e citta-dino, in realtà ha perso forzagià prima dell’avvento diInternet. Basti pensare allatelevisione, che proponecontenuti medici ormai daanni. Inoltre, il cosiddettoempowerment del cittadinoriguarda anche l’aspetto del-la salute: le persone sonosempre più attente ai servizie alle informazioni che lecircondano e non si limita-no più a subirle passivamen-te. C’è infine un dato gene-razionale di cui tener contoper capire l’atteggiamentomedico nei confronti dell’online: al di sopra dei 45-50anni, molti professionistiancora non accedono aInternet. Al di sotto dei 40 sidà invece per scontato chechiunque, medici inclusi,utilizzino la rete per infor-marsi e aggiornarsi. Se siparla poi di studenti e spe-cializzandi possiamo consi-derarli dei nativi digitali, sitratta di una fascia di utenzache considera Internet unmezzo sicuramente più au-torevole della televisione.Spesso però per il medico èdifficile gestire la nuova ti-pologia di paziente, che arri-va in studio con parecchiadocumentazione reperita online. Ciò che un vero profes-sionista deve fare è acquisirequeste informazioni e capireche oggi sono parte del suorapporto col paziente. È suf-ficiente chiedere al propriointerlocutore di avere la pos-sibilità di verificare la vali-dità o meno dei dati in que-stione e di riparlarne alla lu-ce di questi approfondimen-ti.

Ci racconta un caso emble-matico del web?Ci sarebbero diversi aneddo-ti su Internet da raccontare,ma uno dei più particolariresta sicuramente il casoHavidol.Alcuni anni fa negli Usa,l’artista australiana JustineCooper aveva creato un sitoche proponeva un farmacodi nome Havidol (nome chericalca l’espressione “have itall”, www.havidol.com) perun presunto disturbo chegiustificava l’insoddisfazio-ne esistenziale come patolo-

gia. La creazione di una co-municazione molto simile aquella proposta dalle casefarmaceutiche ha fatto sì chemoltissimi utenti visitasseroil sito e richiedessero di ac-quistare il prodotto.Questa provocazione di satirasociale, ovviamente possibilein un Paese in cui la comuni-cazione sul farmaco è moltomeno restrittiva rispettoall’Italia, mette sicuramentein luce i possibili rischi in cuiincorrono degli utenti super-ficiali o poco attenti.

Cosa pensa delle certifica-zioni? Come sono percepitedal pubblico?L’unica certificazione attual-mente valida è l’Hon Code,anche se ci sono stati diversitentativi da parte di altre as-sociazioni nel tempo.Purtroppo però, attualmen-te la presenza del bollinonon è percepita come diffe-renziante da parte del pub-blico.Inoltre, non consente un ve-ro e proprio monitoraggiodei contenuti, ma segnalaun’adesione ai principi delcodice stesso.

Quali sono i possibili scena-ri futuri per la medicina inrete? Cosa sta accadendo aldi fuori dell’Italia?È ormai diffusa l’intuizionedella necessità di un tavolocomunicativo istituzionale.Sia la Francia che la Svezia cistanno già lavorando e sa-rebbe opportuno che anchegli altri Paesi seguissero illoro esempio. Le istituzionidovrebbero fornire lineeguida e discutere con glioperatori della comunica-zione per comprendere afondo il fenomeno della retee il comportamento dei di-versi attori (medici, pazien-ti, ma anche associazioni dipazienti e aziende). L’Fda inAmerica ha già coinvolto lecase farmaceutiche per ra-gionare sulle dinamiche dicomunicazione sui socialmedia; in Italia non siamoneppure arrivati a parlare diInternet.

Silvia Zanfrini

Il libro “Sanità e web” è la prima indagine realizzata in Italia

su quanto Internet abbia cambiato i differenti modi di pen-

sare alla salute, tanto da giungere a una sostanziale modi-

ficazione della stessa “alleanza terapeutica”. Attraverso nu-

merose interviste e aneddoti che segnano la storia e i mo-

menti critici, si offre al lettore un quadro complessivo dello

stratificato rapporto tra sanità e web.

Abbiamo intervistato l’autore, WWaalltteerr GGaattttii, giornalista e di-

rettore del portale Fnomceo (Federazione nazionale ordini

medici chirurghi e odontoiatri), per conoscere più da vicino

i risultati della sua inchiesta.

> La copertina del libro«Sanità e Web»

Medico e paziente in Italianell’era di InternetIl paziente ha cambiato atteggiamento nei confronti dell’informazione. I nuovi mezzi gli permettono di reperire un numero elevato di dati e di avere così un ruolo attivo nella gestione della sua salute

10<<DENTAL PRESS <<

Patologie e problematichedel paziente anzianoUn paziente che ha precise caratteristiche: poco collaborante, spesso affetto da patologie sistemiche, con un apparato dentale debole in un cavo orale che ha subito alterazioni funzionali. Serve un approccio specifico

Professor Gorrieri, quali sonole principali manifestazioni in-volutive a cui va incontro l’ap-parato dentario dell’anziano?Nell’apparato dentario dell’an-ziano, durante il naturale pro-cesso di invecchiamento, si vaincontro sia a cambiamentidella struttura orofacciale che amodifiche funzionali.Tra i primi vanno innanzituttoannoverati un progressivoispessimento gengivale e unaumento della retrazione dellegengive, con una conseguentemaggiore esposizione del den-te e maggior rischio di forma-zione di carie nella zona delcolletto (anche detta regionecervicale del dente) a confinetra dente e gengiva. Si può ri-scontrare, inoltre, la presenzadi profonde incisure cuneifor-mi dei tessuti duri, anch’essenella regione cervicale.Altrettanto comuni sono leabrasioni della zona occlusale,nelle superfici masticanti, con

progressiva distruzione dellacorona. Vi è anche una pro-gressiva alterazione dell’orga-no parodontale a causa diun’aumentata formazionedella placca, della presenza dimalattie tipiche degli anzianicome il diabete senile e di unaeventuale abitudine tabagisti-ca di lunga data; senza poi di-menticare la marcata atrofiadei processi alveolari nelle re-gioni edentule, presenti conun’alta probabilità.Da ricordare anche il cambia-mento della tinta dei denti,che variano verso il giallo o ilgrigio con l’aumentare dell’etàdell’individuo, per modifica-zioni della dentina situata al disotto dello smalto dentale eper il protrarsi di una dieta abase di alimenti e bevande cheinevitabilmente pigmentanolo smalto. Le articolazionitemporo-mandibolari, infine,possono andare incontro ausura nella zona dei condili.

Quali le alterazioni funzionali?Per quanto riguarda le modifi-cazioni funzionali vanno ricor-date la diminuzione del flussosalivare, sia quantitativa (dovu-ta a malattie specifiche o all’uti-lizzo di farmaci) che qualitati-va, con una diminuzione dellasintesi delle proteine che lacompongono.C’è una diminuzione anchedella sensibilità dentale e un in-debolimento delle cellule dellamucosa orale (con assottiglia-

mento e atrofia della stessa),fondamentali per proteggere lostrato mucoso da lacerazioni,infezioni, lesioni precancerosee cancerose orali. Si ha inoltreun’attenuazione del senso delgusto, spesso associata a un di-minuito olfatto.Una menzione a parte merita laperdita progressiva di elementidentali: non è un fenomeno le-gato a questa fascia di età ma èpiù spesso il risultato di unascarsa cura dell’apparato sto-

matognatico durante tutto ilcorso della vita.

Quali problematiche e diffi-coltà specifiche pongono que-sti pazienti all’odontoiatra?L’odontoiatra si trova di frontespesso a un paziente poco col-laborante (o per nulla, nei casipiù seri), spesso affetto da pato-logie sistemiche che ne com-promettono lo stato di salute,aggravano le patologie orali

eventualmente presenti e pon-gono maggiori difficoltà nell’e-secuzione delle ordinarie pro-cedure chirurgiche e non. Le al-terazioni della crasi ematica,della pressione sanguigna e delfunzionamento dell’apparatocardiorespiratorio richiedonomisure aggiuntive per metterein sicurezza il paziente e in al-cuni casi controindicano certitipi di intervento.La debolezza dell’apparatodentale del paziente anziano e

In una società dove la popolazione anziana è sempre più

numerosa, l’odontoiatra si trova sempre più spesso a cura-

re persone che, in ragione della loro età, presentano speci-

ficità di cui occorre tenere conto ed esigono trattamenti par-

ticolari, sia dal punto di vista tecnico che relazionale.

Di questi pazienti si occupa la Società italiana di odontosto-

matologia geriatrica (Siog), che si è costituita a Bologna nel

1990. Italian Dental Journal ha intervistato il presidente

OOlliivviieerroo GGoorrrriieerrii, docente di igiene dentale al corso di lau-

rea in odontoiatria all'Università Politecnica delle Marche,

che ci ha fatto da guida attraverso le problematiche del pa-

ziente anziano.

> Oliviero Gorrieri

PATOLOGIE DIFFUSELE CHEILITI ANGOLARI DELLE LABBRA

Nei pazienti di una certa età sono molto frequenti le cheiliti

angolari delle labbra, affezione che colpisce le commessu-

re labiali, soprattutto negli anziani parzialmente o totalmen-

te edentuli. La patologia è caratterizzata da eritema, fissu-

razione e desquamazione dell’area sopracitata e spesso è

dovuta al ristagno della saliva agli angoli della bocca, che

favorisce la macerazione mucosa.

«Un ruolo importante nell’eziopatogenesi della cheilite an-

golare è giocato però anche dalla Candida albicans e dal-

lo Staphylococcus aureus, isolato nell’80% dei casi dall’e-

same colturale eseguito sui campioni prelevati da queste

lesioni – spiega OOlliivviieerroo GGoorrrriieerrii, presidente della Società

italiana di odontostomatologia geriatrica (Siog) –. Le linee

guida della Infectious Diseases Society of America – conti-

nua l'esperto – suggeriscono come primo approccio tera-

peutico nistatina orale 5-10 ml (2 ml nei neonati) della so-

spensione contenente 100.000 UI/ml, quattro volte al dì per

sette-dieci giorni».

<< << DENTAL PRESS11 <<

L’ODONTOIATRA A DOMICILIOL'ESPERIENZA ASSISTENZIALEDELLA REGIONE MARCHE

Nel 2002 è stato istituito nella Regione Marche, su in-

dicazione dei report scientifici della Società italiana di

odontostomatologia geriatrica, un servizio assoluta-

mente innovativo: l’Ado (Assistenza domiciliare odon-

toiatrica), che trova la sua più giusta collocazione nel-

la “medicina del territorio”. Il servizio è integrato nella

rete Adi (Assistenza domiciliare integrata) e prevede

una serie di prestazioni da eseguirsi al domicilio del

paziente.

Le prestazioni sono state accuratamente selezionate

da una commissione di esperti del settore fra quelle

con un possibile "rischio calcolato".

Il professor OOlliivviieerroo GGoorrrriieerrii, responsabile del proget-

to Ado ci spiega come funziona: «prima di iniziare l’e-

ventuale trattamento odontoiatrico domiciliare, l’odon-

tostomatologo deve essere contattato dal responsabi-

le del servizio Adi della Asl di competenza e dal me-

dico di medicina generale dell’assistito; va poi compi-

lata l’apposita cartella clinica che consta di due parti:

una cartella clinico-anamnestica dal medico di medi-

cina generale e una cartella clinico-anamnestica dal-

l’odontostomatologo responsabile del servizio Ado».

La dimissione programmata dall'ospedale rappre-

senta una delle modalità più logiche e semplici per

accedere all'Ado. Sono un esempio di dimissioni pro-

grammate tutti quei casi di ictus o di fratture di femo-

re che, superata la fase acuta ospedaliera, possono

essere efficacemente assistiti a domicilio anche per

quanto riguarda la componente igienico-riabilitativa

odontoiatrica.

L’Ado si pone l’obiettivo di soddisfare le esigenze di

tutti i soggetti di qualsiasi età che necessitano di

un’assistenza continuativa, che può variare da inter-

venti esclusivamente di tipo igienico-sociale (igiene

alimentare, igiene orale, supporto psicologico) a inter-

venti misti socio-sanitari (assistenza infermieristica

dell’odontoigenista, attività riabilitative, interventi del-

l’odontotecnico).

LLaa ttiippoollooggiiaa ddii ppaazziieennttee

Un’indagine multicentrica nazionale condotta da un

gruppo di studio della Società italiana di gerontologia e

geriatria (Sigg) sull’Assistenza domiciliare integrata ha

raccolto informazioni qualitative riguardo alla tipologia

degli utenti del servizio, dei caregiver e delle prestazio-

ni erogate. I pazienti presentavano in genere una note-

vole compromissione sia funzionale che dello stato di

salute dell’apparato stomatognatico, nonché delle ca-

pacità di comunicazione. Nella maggior parte dei casi

erano assistiti da un caregiver di sesso femminile e di

età avanzata, che dedicava all'assistenza del paziente

circa quattro ore al giorno.

Le prestazioni erogate dai servizi di Adi erano di tipo

prevalentemente infermieristico e sociale. I costi pre-

sentavano un’ampia variabilità che all'analisi multivaria-

ta è risultata strettamente correlata alla classe funziona-

le dei pazienti. All’interno dei servizi dell’Adi, dall'inda-

gine condotta si evidenzia che l'Assistenza domiciliale

odontoiatrica si rivolge in genere a pazienti ad alto ri-

schio di ospedalizzazione e di istituzionalizzazione e

che permette un alleggerimento del carico assistenzia-

le del caregiver a basso costo.

DDaa rreeggiioonnaallee aa nnaazziioonnaallee

Il Servizio Ado è esteso a tutta la Regione Marche. Altre

regioni italiane si sono dotate di strumenti analoghi ma

ancora l’istituzione del servizio è legata all'iniziativa di col-

leghi particolarmente motivati. «È auspicabile – secondo

Gorrieri – un più diretto coinvolgimento delle istituzioni vi-

sta l’importanza del servizio reso alla collettività e al note-

vole risparmio di tale trattamento rispetto ad altre forme di

gestione del paziente al di fuori del proprio domicilio».

RR.. TT..

stemiche che andranno perforza a collidere con la pianifi-cazione di un adeguato pianodi trattamento odontoiatrico.Tra queste le più rilevanti e conconseguenze sulla salute oralesono il diabete, l’ipertensione,l’osteoporosi, le malattie delsangue, i disturbi epatici di va-ria natura, insufficienza renale,disturbi alimentari. Senzaescludere poi l’eventuale pre-senza di malattie mentali o de-menze e di disabilità più o me-no gravi, spesso presenti neipazienti di età avanzata.L’odontoiatra dovrà per forzatenere in considerazione talicondizioni nel momento in cuideciderà un eventuale piano te-rapeutico per il proprio pazien-te geriatrico.Andranno considerate la pro-gressione della malattia, il suostadio attuale e i farmaci assun-ti dal paziente per curarla.Indispensabile, perciò, saràuna stretta collaborazione con

il medico di famiglia o gli spe-cialisti che hanno in cura il pa-ziente. Le malattie mentali o ledisabilità risulteranno invecein una scarsa, se non nulla,compliance del paziente, chepotrà essere colmata solo inparte dall’esperienza dell’o-dontoiatra e del personale diassistenza e che nel futuro saràsempre più legata alla creazio-ne di strutture e servizi, comele visite domiciliari, in gradodi ridurre al minimo i disagi,per il paziente e per l’operato-re.

Qual è l’importanza della pre-venzione per questi pazienti? Negli anziani affetti da de-menza o da problemi di nutri-zione e deglutizione si riscon-trano la maggior parte deiproblemi di igiene orale. Il mi-glioramento della salute dellacavità orale, attraverso le prati-che di igiene dentale, non solo

favorirà la salute orale di que-sti pazienti, ma anche la lorosalute generale, prevenendol’aumento della carica batteri-ca che dalla bocca potrebbeconfluire in altri distretti (adesempio, nelle basse vie respi-ratorie). I pazienti geriatricispesso sono più deboli nelledifese immunitarie. In ultimomigliorerà anche la loro qua-lità della vita, strappandoli daquella condizione di bassa au-tostima di sé dovuta al peggio-ramento delle relazioni socialiper l’insorgenza di tutte quelleproblematiche legate al deca-dimento della salute orale (al-terazione del sorriso, alitosiecc.).L’igiene orale dell’anziano haquindi come obiettivi, oltre al-la semplice rimozione dellaplacca, anche quelli di mante-nere integre e umettate le mu-cose, prevenire le infezioni eprevenire problemi di malnu-trizione e bassa autostima.

Come si possono educare glianziani a cambiare abitudini intema di igiene dentale?Le istruzioni al paziente per ilmantenimento dell’igiene oraleandranno fornite con chiarez-za, rafforzate a ogni successivaseduta e semplificate al massi-mo, anche utilizzando la co-municazione non verbale:spesso infatti la capacità dicomprensione e l’abilità di ese-cuzione delle manovre di igie-ne domiciliare sono piuttostolimitate nel paziente geriatrico.Anche la stessa seduta profes-sionale andrà eseguita con re-golarità, così che diventi un’a-bitudine, in ambiente tranquil-lo e dopo aver spiegato chiara-mente cosa si dovrà fare. Si do-vrà inoltre sempre tenere un at-teggiamento tranquillo e rassi-curante. La pazienza e la co-stanza saranno le nostre armipiù efficaci.

Renato Torlaschi

l’eventuale mancanza di ele-menti dentari, inoltre, poneproblematiche diverse al pro-fessionista nel momento dell’i-deazione di piani di trattamen-to protesici per la realizzazionedi protesi fisse o mobili.

Lesioni precancerose: sonomolto diffuse nei pazienti an-ziani e spesso non si dà loro ladovuta importanzaPer lesioni precancerose si in-tende tutto quell’insieme di le-sioni che hanno una potenzia-lità di trasformazione neopla-stica. Tra queste la più frequen-te nel cavo orale del’anziano èla leucoplachia. Si presenta sot-to forma di chiazza biancastra,perlacea, piana o scarsamentein rilievo rispetto alla mucosaorale. Qualche volta può avereun aspetto ipertrofico e verru-coso più o meno esteso (lechiazze possono confluire traloro). Il decorso è non dolente,

quindi subdolo.Le sedi elettive sono la regionecommissurale, all’interno dellaguancia, lungo il decorrere del-la “linea alba”, dalla commissu-ra labiale in corrispondenza deimolari superiori, lungo il dorsoe i lati della lingua, meno fre-quentemente il palato. Le causesembrano da ricercare nel fu-mo, nelle protesi dentarie in-congrue o dissestate e nell’azio-ne traumatica dei margini irre-golari dei denti abrasi. L’inizialelesione, causata da ripetuti mi-crotraumi, andrebbe infatti in-contro a successivi fenomenidegenerativi.Altra manifestazione precance-rosa riscontrabile nell’anzianoè il papilloma: una passerellapiù o meno voluminosa diconsistenza molliccia, ricopertadi mucosa di cui ripete le carat-teristiche, indolente. Le sedid’elezione sono i fornici labiali,la lingua e le guance. Risulta difacile osservazione nei processi

alveolari edentuli, soprattuttonei portatori di protesi; le pro-tesi mobili, infatti, ne costitui-scono la causa più frequente.Massima attenzione va prestatanei confronti di tale affezione,essa può infatti degenerare inuna neoplasia maligna: l’epite-lioma.

Quali problematiche nella dia-gnostica e nella terapia pongo-no invece i tumori della bocca?Nonostante la bocca sia un di-stretto di facile ispezione, i tu-mori del cavo orale sono in au-mento negli ultimi anni. Perquesto occorre prestare moltaattenzione durante le periodi-che visite di controllo. Nel pa-ziente anziano anche la mini-ma escoriazione presente sullalingua, sui fornici labiali, nelleguance, nel palato o nel pavi-mento orale non deve esseretrascurata, specialmente neipazienti portatori di protesi

dentarie, dove i continui trau-mi dovuti al dissestamento del-la protesi stessa possono, a lun-go andare, tradursi in lesioniprecancerose.Primi segni della fase degenera-tiva sono l’indurimento dellaregione sede della lesione, lafessurazione, l’ulcerazione e ilsanguinamento. Tali lesioninon sono quasi mai dolorose,per cui sfuggono all’attenzionedel soggetto. Due regioni di ele-zione d’insorgenza dei carcino-mi orali sono il labbro inferio-re, nella porzione laterale, e laregione latero-posteriore dellalingua.

Il paziente anziano spesso pre-senta, oltre ai problemi odon-toiatrici,patologie sistemiche odisabilità. Come può il dentistaaffrontare in modo ottimalequeste situazioni?Spesso il paziente anziano pre-senta una serie di affezioni si-

> Immagini cliniche di alcuni dei pazienti curati dal servizio diAssistenza domiciliare odontoiatrica della Regione Marche coordinatodal professor Oliviero Gorrieri

12<<DENTAL PRESS << << << DENTAL PRESS13 <<

Introdotte mezzo secolo fa, leresine composite autopolime-rizzanti hanno visto il loro suc-cesso crescere progressivamen-te in odontoiatria restaurativaa scapito del tradizionaleamalgama.Eppure, l’American dental as-sociation supporta tuttora l’u-tilizzo dell’amalgama e lo con-sidera sicuro (1). Ricordandoche è stato utilizzato per il re-stauro dei denti di oltre centomilioni di americani, l’autore-

vole associazione dei dentististatunitensi afferma: «l’amal-gama contiene una miscela dimetalli come l’argento, il ramee lo stagno in aggiunta al mer-curio e i componenti sono le-gati a formare una sostanzadura, stabile e sicura.L’amalgama dentale è stato og-getto di molti studi e ha datoprova di sicurezza ed effica-cia».Tuttavia, già a metà del delloscorso decennio, anche negli

Stati Uniti i restauri in compo-sito effettuati nei denti poste-riori superavano quelli realiz-zati con l’amalgama (2). Unnumero crescente di dentistiamericani non usa per nientel’amalgama e si prevede che icompositi arriveranno a sosti-tuirlo interamente.

I perché di una sceltaLe ragioni che hanno prodottoquesta evoluzione dei materia-

li in odontoiatria restaurativasono numerose: oltre alle cre-scenti richieste estetiche deipazienti e ai diffusi timori deidanni prodotti da rilasci dimercurio nell’organismo, hagiocato un ruolo rilevante ilmiglioramento impresso dallascienza dei materiali riguardoalle proprietà fisiche delle resi-ne, che le ha rese più facilmen-te utilizzabili e manipolabiliper i restauri posteriori.Anche l’insegnamento univer-

sitario ha accompagnato que-sto trend un po’ in tutto ilmondo. In un interessante stu-dio retrospettivo condotto inIsraele (3), un gruppo di stu-diosi ha registrato e analizzatotutti i restauri posteriori effet-tuati tra il 2004 e il 2009 dastudenti non laureati alla fa-coltà di odontoiatria dell’uni-versità Hadassah diGerusalemme. La percentualedei restauri effettuati utilizzan-do le resine composite è salitaprogressivamente dal 36,8 al48,5 per cento, parallelamentealla variazione delle preferenzedichiarate dagli insegnanti,con una netta preferenza versoi nuovi materiali da parte deipiù giovani. Appare però che ilmaggior utilizzo dei compositisia dettato non tanto dalle evi-denze scientifiche, quanto dal-l’adeguamento alla tendenzaprevalente.Il crescente successo dei com-positi non è stato uniforme nelmondo: molto marcato neglistati scandinavi, ha riguardatoanche la Germania e l’Italia manon, per esempio, la GranBretagna, dove diversi reporthanno mostrato che l’amalga-ma continua a essere il mate-riale di restauro più utilizzato:nel 2008 risultava ancora pre-ferito dal 65% degli odontoia-tri di oltremanica (4).

L'amalgama dura di piùIn termini di longevità, tutta-via, il vecchio amalgama almercurio resta insuperato; lodimostra, tra gli altri, uno stu-dio (5) condotto nel nord del-la Svezia, proprio dove il suoutilizzo è ormai residuale.Prendendo in considerazione icasi in cui si rendeva necessa-rio sostituire un’otturazione, siè calcolata una longevità me-dia dei restauri in amalgama di16 anni, rispetto ai sei anni del-le resine composite e algli 11dei materiali vetro-ionomerici.I restauri in cavità di classe IIsono stati i più frequenti: tra lecause di fallimento di quelli ef-fettuati con compositi, la pre-senza di carie secondarie è sta-ta decisamente meno frequen-te della perdita o rottura del-l’otturazione.Per la verità, altri studi presen-tano dati più favorevoli ai nuo-vi materiali, ma a fronte di opi-nioni ed esiti apparentementecontroversi, può essere utileuna revisione sistematica delleevidenze pubblicate in lettera-tura. Ci hanno pensato quattroricercatori viennesi, che hannopassato in rassegna i principaliarchivi scientifici fino a indivi-duare 25 studi sull’argomento(6). L’obiettivo era di fornireuna risposta a tre questioni es-senziali: qual è la longevità del-le otturazioni in amalgama ri-spetto a quelle in composito,quale rapporto tra costi e be-nefici comportano le due op-zioni e infine quali aspetti etici,legali e sociali devono essere

presi in considerazione. Gglistudi considerati spesso eranodifficilmente confrontabili,perché seguivano metodichedifferenti e in molti casi man-cavano di documentazionesufficiente, tuttavia la conclu-sione dei ricercatori è chiara:«la longevità delle otturazioniin amalgama è ancora superio-re rispetto a quelle in composi-to».Per la verità gli austriaci rico-noscono che due delle sei revi-sioni sistematiche effettuate inprecedenza concludevano chela sopravvivenza attesa per ledue opzioni era paragonabile,ma a un esame più attentohanno appurato che erano ba-sate su studi che riportavanorisultati a breve termine, checomunemente sovrastimanola longevità dei materiali da ot-turazione.

Le variabili in giocoLa longevità delle otturazioninon dipende soltanto dal tipodi materiale utilizzato, ma an-che da fattori che riguardano ilpaziente, da parametri intrao-rali quali la dimensione dellacavità o la localizzazione del-l’intervento così come dall’e-sperienza del dentista.La seconda questione affronta-ta, quella economica, non è in-dipendente dalla prima: unamaggiore longevità contribui-sce a far pendere anche la bi-lancia costi-benefici a favoredelle otturazioni in amalgama.Le considerazioni etiche e lega-li sono decisamente più com-plesse da affrontare, ma «è im-portante informare i pazientiriguardo alle possibili opzionidi trattamento e ai vantaggi esvantaggi che ciascuna alterna-tiva comporta».

Renato Torlaschi

Bibliografia1. http://www.ada.org/1741.aspx

2. American Dental Association.

2005–06 survey of dental services

rendered. Chicago: American

Dental Association, 2007:44.

3. Ben-Gal G, Weiss EI. Trends in

material choice for posterior re-

storations in an Israeli dental

school: composite resin versus

amalgam. J Dent Educ 2011

Dec;75(12):1590-5.

4. Brunton PA, Sharif MO,

Creanor S, Burke FJ, Wilson NH.

Contemporary dental practice in

the UK in 2008: indirect restora-

tions and fixed prosthodontics. Br

Dent J 2012 Feb 10;212(3):115-9.

5. Sunnegårdh-Grönberg K, van

Dijken JW, Funegård U, Lindberg

A, Nilsson M. Selection of dental

materials and longevity of replaced

restorations in Public Dental

Health clinics in northern Sweden. J

Dent 2009 Sep;37(9):673-8.

6. Antony K, Genser D, Hiebinger

C, Windisch F. Haltbarkeit von

Zahnamalgam im Vergleich zu

Kompositkunststoffen. GMS Health

Technol Assess 2008 Nov

13;4:Doc12.

<< FOCUS ON15 <<FOCUS ON << 14<<

UN PROTOCOLLO PER RIMUOVERELE OTTURAZIONI IN AMALGAMA

Sulla sicurezza delle otturazioni in amalgama il dottor

RRaaiimmoonnddoo PPiisscchhee si era già espresso con fermezza pro-

prio sulle colonne di Italian Dental Journal: «il mercurio

viene considerato una sostanza pericolosa e un rifiuto

tossico-nocivo prima e dopo la sua presenza nella boc-

ca, all’interno dell’amalgama. Incomprensibilmente solo

in questa sede, per la legge, esso diventa stabile e iner-

te» ci aveva detto il presidente dell’Accademia interna-

zionale di odontoiatria biologica (Aiob).

La società scientifica ha tra l’altro messo a punto un pro-

tocollo clinico di “rimozione sicura” delle otturazioni in

amalgama, pubblicato sul sito www.aiob.it. Secondo

queste linee guida le rimozioni andrebbero effettuate a

distanza di quattro-sei settimane una dall’altra. Solo «se

non c'è contatto alcuno con l'amalgama si potrebbe pro-

cedere con la rimozione multipla nella stessa seduta».

Il pericolo, secondo gli esperti, non sarebbe solo per i

pazienti (che tra l’altro chiedono sempre più spesso inter-

venti di sostituzione delle vecchie otturazioni), ma anche

per gli operatori: «degli odontoiatri ci si dimentica spes-

so – sottolinea Pische – ma sono le prime, vere vittime

dell’avvelenamento da mercurio».

Proprio di questi temi si occupa la CClliinniiccaa iittaalliiaannaa ddeellll’’aammaall--

ggaammaa (www.cliama.it), fondata un anno fa dallo stesso

Pische, che nasce dall’esigenza di creare un sistema clini-

co organico che consenta di inquadrare le patologie lega-

te al mercurio odontoiatrico. Si tratta di una struttura che se-

gue una “filiera” lineare di valutazione clinica di diagnosi e

terapia, che cerca di fornire la risposta più completa in un

settore di estrema complessità come quello del micromer-

curialismo determinato dalle otturazioni in amalgama.

Come ci ha spiegato Pische, gli esperti della clinica stan-

no inoltre lavorando allo sviluppo del concetto di un’o-

dontoiatri completamente metal free. Un argomento mol-

to affascinante sul quale torneremo.

AA.. PP..

Netta presa di posizione europea sull’amalgamaConfermata la tossicità del mercurio contenuto nei restauri in amalgama:il Comitato economico e sociale europeo raccomanda di «sopprimere progressivamente l'uso del mercurio in odontoiatria» già da ora

Sembrava una visione lonta-na, un obiettivo irraggiungi-bile, quando 16 anni fa co-minciai la mia battaglia nonsolo contro l'amalgama maanche contro la mentalità im-perante che affermava comenon potesse essere messo indiscussione quanto impostoda dogmi accademici e inte-ressi commerciali. Dopo infi-nite lotte associative, relazionicongressuali e partecipazionealle conferenze internazionaliper la messa al bando dell'a-malgama, ecco finalmente cheil Comitato economico e so-ciale europeo ha espresso ilsuo parere alla Commissionee al Parlamento europei pro-ponendo l'abolizione delmercurio negli studi odon-toiatrici entro il 1° luglio 2012(Gazzetta ufficiale dell’Unioneeuropea del 3/5/2011. Pareredel Comitato economico e so-ciale europeo in merito alla

«Comunicazione dellaCommissione al Parlamentoeuropeo e al Consiglio relativaal riesame della strategia co-munitaria sul mercurio»).Finalmente viene sancita ladismissione della sostanzapiù neurotossica dagli studiodontoiatrici, cioè dagli am-bienti in cui si dovrebbe cu-rare il paziente e non farloammalare.Basta guerre fra sostenitori edetrattori dell'amalgama:non si dovrà cercare di dimo-strare ancora la stabilità delmercurio nell'amalgama e l'i-nesistenza dei suoi effetti,non si dovrà più giustificarel'uso dell'amalgama per laconvenienza economica o,come ultimo baluardo, per ilfatto che è più duratura.Chi non usa precauzioni nel-l'utilizzo e trattamento dell'a-malgama sarà fuori dalle in-dicazioni normative europee

e dovrà rispondere per i dan-ni ai propri pazienti (chi for-nisce informazioni veritieresul mercurio contenuto nel-l’amalgama, tali da ottenereun vero consenso informa-to?), ai propri dipendenti (chiè certo che la concentrazionedi mercurio negli studi è sot-to i limiti stabiliti e quindi siasalvaguardata la salute dei la-voratori?) e all'ambiente(quanti studi sono forniti deiseparatori d'amalgama?).

È una svolta epocale che sma-schera attraverso un disposi-tivo di spessore europeo leipocrisie scientifiche che han-no sempre sostenuto il para-dosso che la sostanza piùneurotossica, il mercurio, lacomponente principale(50%) dell'amalgama, fosseconsiderata materiale perico-loso prima e rifiuto tossico-nocivo dopo l'utilizzo e cheattraverso chissà quale incre-dibile alchimia diventasse

inerte in bocca.È una svolta per la civiltà eper il rispetto dell'altrui e del-la propria salute, visto che identisti sono i più colpiti dalmercurialismo e che questofenomeno va aumentandoper la crescente richiesta dirimozione delle otturazioniin amalgama.A tal fine Aiob (Accademiainternazionale di odontoia-tria biologica) sta elaborandodei corsi che diano il raziona-

le sulla tossicologia e sulla ri-mozione protetta degli amal-gami a tutela sia dei pazientiche degli operatori (referenteper tali temi è il dottorPerotti, tel. 0744.428142).Con l'augurio che si possa fi-nalmente discutere in manie-ra costruttiva sugli aspettibiologici dell'odontoiatria esulla sua visione metal-free.

Raimondo PischePresidente Aiob

Amalgama in estinzionema è più duraturoSecondo una revisione sistematica la longevità delle otturazioni in amalgama è ancora superiore rispetto a quelle in composito. Ma forse non basterà a salvarla da una probabile estinzione > Raimondo Pische

<< CHECK POINT17 <<

In base alla descrizione del caso

clinico e alle immagini proposte,

prova a formulare una diagnosi

che spieghi la natura della lesione

Neoformazione del labbro superioreGiunge alla nostra osservazione presso il repar-to di patologia e chirurgia orale della Unità ope-rativa di odontostomatologia II dell’OspedaleSan Paolo di Milano un paziente di 40 anni inbuone condizioni di salute generale. Il motivo della visita è la comparsa di una tume-fazione di circa 2 cm in corrispondenza del ver-sante mucoso del labbro superiore di sinistra.Il paziente riferisce una crescita lenta da circatre mesi, senza alcuna sintomatologia sponta-nea o alla compressione. L’esame clinico extraorale permette di eviden-

ziare una neoformazione nello spessore dell’e-milabbro superiore di sinistra al di sopra dellacommissura. All’interno della cavità orale ever-tendo il labbro la lesione appare ben definita, ro-tondeggiante di circa 1,5 cm di diametro, mobilesui piani sottostanti e di consistenza duro elasti-ca. La mucosa al di sopra appare di aspetto nor-male. L’ispezione del resto della cavità orale non evi-denzia altre anomalie di colore, forma e dimen-sione e la palpazione dei linfodi del collo è nega-tiva.

> Immagine extraorale

FAI LA TUA DIAGNOSI

Alberto Pispero

La soluzione al quesito diagnostico la trovate nella pagina seguente

?

> Immagine intraorale

Università di Milano, dipartimento di medicina, chirurgia e odontoiatriaOspedale San Paolo, unità di patologia e chirurgia orale (Direttore: prof. Antonio Carrassi)

?CASO CLINICO: RIALZO DI SENO MASCELLARE PER VIA CRESTALE CON TECNICA IDROPNEUMATICA

Al giorno d'oggi esistono molteplici tecniche chirurgiche per rea-lizzare un rialzo di seno mascellare. Il caso clinico qui presentatoriguarda un intervento di mini rialzo per via crestale.La prima tecnica di mini rialzo del seno mascellare era eseguitacon osteotomi e martello (Summer). Questa tecnica è poco appez-zata dai pazienti per il ricorso a vere e proprie martellate. Per que-sto motivo sono state studiate altre metodologie per ridurre i disa-gi legati all'intervento. Una di queste metodologie è stata ideata dalcoreano Cho, che ha sviluppato un kit per la realizzazione di unmini rialzo atraumatico, per via crestale, sfruttando la pressione disoluzione fisiologica per elevare la membrana di Shnaider. Il kit deldottor Cho (definito Cas kit, dove "cas" è l'acronimo di CrestalApproch Sinus Lift) si compone di una fresa pilota (fig. 1), più unaserie di frese di diametro crescente. Tali frese sono cilindriche conla punta concava (la parte tagliente è dunque quella del bordo)(fig. 2) e hanno il merito di riuscire a fresare la corticale sinusalelasciando la membrana intatta. Il kit è dotato anche di una serie distop ad altezza crescente ancorabili a tutte le frese, così da ridurreil rischio di lacerazione della membrana ed essere sempre certi del-la profondità della preparazione del sito implantare.Tramite un apposito strumento a testa piatta e graduato (fig. 3) siinizia un primo scollamento della membrana sinusale appena cir-conferenzialmente al versante sinusale del foro praticato.Successivamente, sfruttando un tubo di gomma ancorato a una si-ringa di fisiologica da un lato, e a un collettore di gomma (fig. 4)dall'altro lato, è possibile elevare la membrana di Shnaider sempli-cemente premendo sullo stantuffo della siringa. Dopo lo scolla-mento della membrana di Shnaider si completa il rialzo con un in-nesto d'osso autologo e/o eterologo sfruttando un portatore d'os-so e un compattatore. La tecnica viene definita idropneumaticapoiché lo scollamento della membrana avviene tramite la pressio-ne della soluzione fisiologica iniettata attraverso il foro implantare.Nel caso in questione la paziente di anni 54 richiedeva una riabili-

tazione fissa dell'arcata superiore, dal momento che la sua protesifissa completa aveva perso il sostegno di due elementi pilastro fon-damentali per frattura verticale della radice (figg. 5, 6 e 7). È statoproposto alla paziente di sottoporsi a riabilitazione implantopro-tesica della emiarcata superiore sinistra, perché sul lato destro si èritenuto utile adattare e recuperare la riabilitazione precedente. Èstata progettata l'inserzione di due impianti post estrattivi in posi-zione 11 e 23 (con gbr in posizione del canino) e due impianti inposizione 25 e 26 associati ad un mini rialzo di seno per via cresta-le con tecnica idropneumatica (fig. 8).Si è proceduto alla rimozione della protesi fissa superiore e all'e-strazione dell'11 e del 23 (fig. 9). Quindi è stato scollato un lemboa tutto spessore per la scheletrizzazione dell'area da operare e si èproseguito con la rimozione di tutto il tessuto di granulazione pe-riradicolare, soprattutto in zona 23 (fig. 10). Dapprima sono statiindividuati i siti dove inserire impianti, quindi si è iniziata la pre-parazione dei siti nei quali eseguire il rialzo di seno per via cresta-le. È stata utilizzata la fresa pilota fino a un millimetro dalla corti-cale sinusale (registrazione indicativa su radiografia). A seguire èstata utilizzata la sequenza di frese fino a quella relativa al diame-tro implantare da inserire, montando su ogni fresa lo stesso stoputilizzato per la fresa pilota. In seguito è stata testata la mobilitàdella membrana con il profondimetro (fig. 11). Qualora la corti-cale sinusale fosse ancora integra e non si registrasse alcuna mobi-lità della membrana, allora si utilizza lo stop di 1 mm più corto,montato sull'ultima fresa precedentemente utilizzata. Si ripete ilpassaggio riducendo l'altezza dello stop finché con il profondime-tro graduato non si evidenzi la mobilità della membrana. Una vo-la realizzato il sito implantare e mobilizzata la membrana, è statautilizzata una siringa di soluzione fisiologica allacciata a un tubo eun collettore di gomma per elevare la membrana (fig. 12). La pun-ta del collettore è stata ingaggiata all'imbocco del sito implantare emantenuta ferma rigidamente (figg. 13 e 14) mentre si è iniziato a

esercitare pressione sullo stantuffo della siringa. La soluzione fisio-logica è stata perciò spinta contro la membrana determinandonelo scollamento. L'entità dell'elevazione della membrana è legata al-la forza di adesione tra la membrana e la corticale sinusale ed èestremamente variabile da paziente a paziente e anche tra vari sitinello stesso paziente. Nel caso in questione, nonostante la vicinan-za tra i siti implantari, l'elevazione della membrana è stata piùsemplice in zona 25 rispetto alla zona 26. Durante l'utilizzo è per-cepibile la tensione della membrana attraverso la pressione contra-ria sullo stantuffo della siringa.Una volta mobilizzata la membrana è stato eseguito un innestod'osso eterologo sfruttando un portatore d'osso, sovrapponibile auno spingiamalgama, e un compattatore millimetrato. È stata an-che utilizzata uno strumento rotante "a bandiera" (fig. 15) percondensare lateralmente l'osso spinto all'interno del seno.Una volta eseguito l'innesto sono stati posizionati gli impianti. Aseguire sono stati preparati i siti implantare in posizione 11 e 23,inseriti gli impianti (fig. 16) ed eseguita una gbr con innesto di os-so eterologo in sede 23 (fig. 17). Dalla opt di controllo (fig. 18) si èpotuto evidenziare il rialzo di seno in corrispondenza degli im-pianti in zona 25 e 26 (fig. 19).Con questa metodica idropneumatica è stato possibile realizzareun mini rialzo di seno mascellare atraumatico velocemente e in si-curezza con grande comfort per la paziente, che ha potuto evitarele complicazioni relative a un intervento di grande rialzo e di mi-ni rialzo con osteotomi.

> Luca Boschini,libero professionista a Rimini

> Fig. 1: fresa pilota del Cas Kit > Fig. 2: fresa da preparazione delsito implantare e di erosione dellacorticale sinusale

> Fig. 3: profondimetro a testa piat-ta per un'iniziale scollamento dellamembrana di Shnaider

> Fig. 4: collettore di gomma dainserire all'imbocco del sito im-plantare sul versante orale

> Fig. 5: ortopantomografia pre-trattamento

> Fig. 6: visione iniziale del ma-scellare superiore in vista occlusale

> Fig. 7: Particolare del sorriso > Fig. 8: particolare dell’ortopan-tomografia della zona da operare

> Fig. 9: visione occlusale del ma-scellare superiore dopo la rimozioo-ne della protesi fissa e l'estrazionedegli elementi 11 e 23

> Fig. 10: visione occlusale del ma-scellare superiore scheletrizzato

> Fig. 11: utilizzo del profondime-tro per tastare la mobilizzazionedella membrana sinusale

> Fig. 12: montaggio del sistemaidraulico per l'elevazione dellamembrana

> Fig. 13: Alloggiamento del collet-tore di gomma all'imbocco del sitoimplantare

> Fig. 14: pressione sullo stantuffoper spingere la soluzione fisiologicacontro la membrana sinusale e in-durne l'elevazione

> Fig. 15: strumento rotante "a ban-diera" per condensare lateralmentel'osso spinto all'interno del seno

> Fig. 16: visione intraoperatoriaocclusale del mascellare superiorecon gli impianti inseriti

> Fig. 17: visione intraoperatoriaocclusale del mascellare superiorecon gli impianti inseriti e l'innestodi osso per gbr del sito 23

> Fig. 18: ortopantomografia post-operatoria

> Fig. 19: particolare della orto-pantomografia post-operatoria incorrispondenza degli impianti in-seriti con mini rialzo di seno

Giovanni Lodi Roberto Franchini

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GLI AUTORI DEL CHECK POINT DI QUESTO NUMERO

FOCUS ON << 16<<

Specialisti in ortodonziatra difficoltà ed eccellenzaTempi duri per gli specialisti in ortodonzia: per Marco Rosa la loro eccellenza clinica è ormai comprovata a livello internazionale, ma faticanoad aprire studi dedicati. In molti diventano consulenti per altri ambulatori

Caro Marco, cosa ti ha spintodopo la laurea in medicina aspecializzarti in odontoiatria epoi in ortodonzia?Da bambino sono stato trattatoortodonticamente: mi sembra-va un bel lavoro. Inoltre mi pia-ceva il fatto di poter lavorare inambito libero professionale.Ai miei tempi per diventare unortodontista era necessario lau-rearsi in medicina ed era me-glio essere specialisti in odon-tostomatologia, ma sono certoche già al primo anno di medi-cina avevo in mente di diventa-re ortodontista.

Come sei arrivato alla scuola diCagliari negli anni ‘90 e quale èil tuo ricordo degli anni di spe-cialità?Specializzarmi in ortognato-donzia a Cagliari era il mio so-gno per molte ragioni: la stimae l’amicizia nei confronti delprofessor Ronchin, una colon-na della scuola di specialità diCagliari; la consapevolezza cheCagliari e il professor Falconirappresentavano l’ortodonziain Italia; il fatto che in queglianni si era creato un gruppo dilavoro e di ricerca particolar-mente attivo e stimolante, an-che per merito tuo che aveviportato una ventata di nuovoentusiasmo. E poi la maggiorparte degli ortodontisti italianiche stimo maggiormente, tra

cui Giuseppe Cozzani con cuiho collaborato per anni, si sonospecializzati a Cagliari.

Quali sono state le tue ricercheprincipali in questo ventennio?Gli argomenti nei quali credodi essere riuscito a proporrequalcosa di nuovo sono il trat-tamento di “chiusura degli spa-zi” nei casi di agenesia degli in-cisivi laterali superiori, il tratta-mento ortognatodontico indentatura mista e i rapporti traortodonzia, parodontologia eodontoiatria restaurativa.

Qual è la tua esperienza neicongressi internazionali?Ho la fortuna di essere invitatoregolarmente ai maggiori even-ti internazionali. Il continuoconfronto con i migliori mipermette e mi costringe ad ag-giornare le mie conoscenze, atutto vantaggio anche del miolavoro quotidiano. Considerotutto ciò un privilegio enorme.

Come sei arrivato alla AngleSociety of Europe? Sono stato invitato come “firsttime guest” nel 1990. L’AngleSociety of Europe non è soloun’associazione che rilascia uncertificato di eccellenza, ma ungruppo di lavoro formato dauna cinquantina di membri at-

tivi, selezionati tra i migliori or-todontisti europei, che si in-contrano una volta all’anno perdiscutere le problematiche or-todontiche, in una settimana dilavoro full time.Per diventare membri attivi ènecessario essere invitati come“guest” per due volte, dopo diche è possibile aspirare alla“provisional membership”.Ogni volta che si partecipa almeeting annuale si è obbligati aportare un contributo scientifi-co e/o clinico che è sottopostoalla valutazione del comitatoscientifico e sul quale si apre la

discussione. In genere per gua-dagnarsi l’“active membership”è necessario un percorso di al-meno cinque anni. Una voltadivenuti membri attivi, gli esa-mi non finiscono e la società ri-chiede un contributo fattivo eregolare a ogni meeting nelproporre qualcosa di nuovo.

Come pensi di svolgere la tuapresidenza?Ho avuto molto dall’Ase sia intermini di stimoli che di inse-gnamenti e, nei due anni dellamia presidenza, vorrei riuscirea dare qualcosa di ritorno.Spero di riuscire a consolidareulteriormente il primato di ec-cellenza che caratterizza questasocietà scientifica non solo inEuropa. Ci sono diversi puntisu cui lavorare, ma il più im-portante è riuscire a invitare e

coinvolgere attivamente i mi-gliori e più tenaci giovani orto-dontisti europei, soprattuttocoloro che hanno qualcosa dainsegnare e che non hanno re-more a mettersi e a essere mes-si in discussione.

Sei stato fondatore e past-pre-sident Asio: quale è stata la tuaesperienza? Ho avuto l’onore di essere il se-condo presidente dopo il pro-fessor Massimo Ronchin. Sonostato in carica per quattro annie ho agito con passione, cre-

dendo fermamente nella neces-sità di qualificare l’immaginedell’ortodontista specialista inItalia (come già accadeva inmolti paesi stranieri).Era un’Asio neonata, tutta daorganizzare e gestita, senza fon-di, dai membri del consiglioanche per le incombenze piùbanali. Siamo comunque riu-sciti a ottenere dei risultati im-portanti e concreti: in ambitointernazionale il riconoscimen-to da parte dell’Efosa e dellaWfo (di cui siamo entrati a farparte senza alcuna riserva),mentre in Italia abbiamo otte-nuto anche un riconoscimentodi fatto, ma soprattutto abbia-mo avviato, grazie alla collabo-razione con alcune scuole dispecialità, il percorso che haconsentito alla maggior partedegli esclusivisti di conseguire ildiploma di specialità.

Come vedi il futuro degli spe-cialisti in Italia?In Italia, grazie alla grandecompetizione in ambito pro-fessionale, il livello delle presta-zioni cliniche ha raggiunto i va-lori più alti. Gli specialisti in or-todonzia purtroppo faticanoad aprire uno studio esclusiva-mente dedicato all’ortodonziaper molte ragioni: innanzituttola scarsa e confusa conoscenzache il pubblico ha della nostraspecialità, alla quale si associa ilcattivo costume da parte dimoltissimi odontoiatri a pro-durre prestazioni ortodontichedi bassa qualità e a favorire ilradicarsi del fenomeno (sicura-mente controproducente per ipazienti) dell’ortodontista spe-cialista consulente negli studiodontoiatrici.A questo si aggiunge il numeroesagerato e in aumento incon-trollato dei neo-odontoiatri eneo-specialisti in ortodonzia. Ilrischio è la progressiva futuramortificazione della nostraprofessione.

Quali sono i punti di forza delmovimento ortodontico italia-no e quali settori potrebberoessere migliorati?In questo momento in Italiaesistono non pochi picchi dieccellenza, non solo clinica maanche a livello di ricerca, chehanno un ruolo trainante nelmantenere lo standard delleprestazioni professionali eroga-te da molti specialisti tra i piùalti in Europa. Non dimenti-chiamo infatti che gli italianirappresentano il gruppo piùnumeroso tra i diplomatiall’European Board ofOrthodontics. È auspicabileche in futuro non sia solo l’en-tusiasmo e l’ambizione dei sin-goli, ma anche il controllo daparte delle istituzioni e degli or-dini a garantire la qualità delleterapie ortodontiche.Inoltre è necessario che le isti-tuzioni e gli organi universitariprogrammino con attenzione eriducano il numero degli stu-denti in odontoiatria e degli

specializzandi in ortodonzia.Allo stesso tempo le scuole dispecialità dovrebbero migliora-re ulteriormente il percorso di-dattico e la qualità dei lavori diricerca.Ad Asio il compito con-tinuare a promuovere tra ilpubblico e tra i colleghi l’im-magine della pratica esclusivaortodontica gestita dallo spe-cialista in ortodonzia.

Quale messaggio vuoi lanciareai giovani? E quale ai tuoi coe-tanei?Ai giovani ortodontisti direidi essere uniti e di confron-tarsi all’interno dell’Asio, maanche di trovare il coraggio diaprire pratiche in cui venga-no erogate prestazioni orto-dontiche in modo esclusivo.Emanciparsi dallo stato di“consulente a vita” non è im-possibile e sicuramente dà lapossibilità di realizzarsi almeglio. Ai miei coetanei direidi continuare a dare il buonesempio, ma di anche di nonaccontentarsi e guardareavanti: c’è sempre qualcunopiù bravo da cui imparare.

E ora una curiosità. È vero chehai sciato con Papa GiovanniPaolo II?Sì. Nel 1984 io e mio fratelloGianluca lavoravamo comemaestri di sci durante la stagio-ne estiva sul ghiacciaiodell’Adamello: un’area tantobella quanto “fuori dal mondo”.Papa Giovanni Paolo II era sta-to eletto da poco. Sapevamodella sua passione per la mon-tagna e lo sci e, nello stessotempo, era facile immaginareche un Papa non ha la libertà disciare in libertà in mezzo allagente. Mio fratello gli ha scrittouna lettera invitandolo a sciarein questo meraviglioso ghiac-ciaio dove nessuno l’avrebbevisto... e lui è venuto.Abbiamo passato due giorniindimenticabili e abbiamo avu-to il privilegio di incontrarlo al-tre volte.

Damaso Caprioglio

18<<CHECK POINT <<

I dati raccolti durante la visita permettono di esclude-re clinicamente caratteristiche di malignità, inoltre laconsistenza e il colore della lesione allontanano dalladiagnosi di una lesione vascolare. La facilità di acces-so e la mobilità della neoformazione al di sotto dell’e-pitelio ci indirizzano verso una biopsia escissionale. Si infiltra una piccola quantità di anestetico con vaso-costrittore al di sotto della mucosa circostante la le-sione. Il secondo operatore everte il labbro superiorein modo da creare un piano di appoggio stabile.L’incisione primaria interessa solo il tessuto mucosoed è eseguita al di sopra della lesione, perpendicolar-mente rispetto al bordo del labbro.Al di sotto dell’incisione è visibile una massa giallastracircondata da una pseudocapsula connettivale.Effettuando una dissezione dei tessuti per via smussala lesione è facilmente clivata e asportata interamente. La sutura è effettuata in modo continuo in monofila-mento riassorbibile 5/0.La diagnosi istologica è di adenoma pleomorfo

delle ghiandole salivari minori, varietà mixoide.

Si tratta di una lesione benigna che coinvolge in par-ticolare le ghiandole salivari maggiori con predilezio-ne per la parotide. Non è infrequente anche a livellodel cavo orale dove rappresenta il 50% dei tumori be-

nigni delle ghiandole salivari minori.In questo caso sono generalmente colpite le ghiando-le salivari del palato al confine con il palato molle e aseguire quelle del labbro superiore e della mucosabuccale. Istologicamente sono presenti due popolazioni cellu-lari, duttale e mioepiteliale, e la proporzione tra le duevaria da tumore a tumore. E’ presente inoltre una ca-psula ben definita circondata da una pseudocapsula

connettivale che separa la lesione dai tessuti circo-stanti. Il trattamento d’elezione è quello chirurgicoescissionale con particolare attenzione a conservarel’integrità della capsula. Solo nel caso di lesioni pala-tali è necessario asportare il periostio e la mucosa dirivestimento.La recidiva è scarsa (5-7%) se l’intervento è condottonel modo indicato. L’adenoma pleomorfo può andareincontro a trasformazione maligna nel 3-5% dei casi.

Ecco la risposta al quesito diagnostico presentato nella pagina precedente

> Fig. 6: pezzo operatorio

> Fig. 3: incisione primaria > Fig. 4: cliavaggio della lesione

> Fig. 5: sutura > Fig. 7: guarigione a sette giorni

Il professor DDaammaassoo CCaapprriioogglliioo, decano degli specialisti in orto-

donzia, ha intervistato per Italian Dental Journal il dottor MMaarrccoo

RRoossaa, considerato uno dei maggiori esperti mondiali di ortodon-

zia intercettiva e pediatrica, recentemente nominato presidente

della Angle Society of Europe (Ase - www.angle-society.com) per

il biennio 2012-2013. Questa società scientifica, fondata 42 anni

fa, è tra le più prestigiose accademie internazionali di ortodonzia.

La presidenza di Marco Rosa, che dopo gli anni di docenza

all'Università di Parma oggi insegna all'Insubria e svolge la libera

professione a Trento, fa notizia per due motivi: non solo è la prima

volta che un italiano viene scelto per guidare questa importante

società europea, ma Rosa è anche il più giovane presidente che

la società abbia mai avuto.

Il neo presidente Ase è stato past president e fondatore

dell'Associazione specialisti italiani in ortodonzia (Asio) ed è so-

cio ordinario in Sido, Aidor e Sioi.

> Papa Giovanni Paolo II insieme al dottor Marco Rosa (con gli occhiali)e a suo fratello Gianluca. Marco Rosa all'epoca era maestro di sci sui ghiac-ciai dell’Adamello. Era l'estate del 1984 FOTO IN ESCLUSIVA

> Marco Rosa

GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

OrtodonziaOrtodonzia

21 << GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

Igiene dello studio

Implantologia

Ortodonzia

Laser

Implantologia

Igiene dello studio

Conservativa - estetica

Igiene orale

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Laser

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Conservativa - estetica

Igiene orale

20OrtodonziaOrtodonzia

Contenzione e stabilitànel trattamento ortodonticoCome diceva A. J. Oppenheim: «la contenzione è il problema più importantedell’ortodonzia; anzi, è il problema». Le raccomandazioni su tecniche e tempidi contenzione si basano prevalentemente su valutazioni empiriche

Ogni trattamento ortodonti-co consiste fondamentalmen-te di due fasi, quella del mo-vimento dentale attivo equella della contenzione chesegue il risultato terapeutico.Per i pazienti sono molto im-portanti la stabilità dei risul-tati e dell’estetica, così che ilmantenimento duraturo deirisultati rappresenta la que-stione centrale dell’ortodon-zia. La questione della stabi-lità dei risultati risale a più di

cento anni fa. E. H. Angle(1855-1930), padre della mo-derna ortodonzia fissa e idea-tore della tecnica Edgewise,nella sua attività durata piùdi 43 anni aveva già da subitorichiamato l’attenzione sullanecessità di mantenere la sta-bilità a lungo termine enfatiz-zando il significato delle mi-sure di contenzione.Oggi come allora non vi è al-cun consenso scientifico suun’adeguata profilassi della

recidiva. I fattori eziologicinon sono ben chiari, la loroinfluenza viene valutata di-versamente e se ne discutepertanto in modo contrad-dittorio. La maggior partedelle ricerche suggerisconoun’eziologia multifattorialein assenza di affidabili para-metri che prevedano la gra-vità attesa della recidiva; èpossibile solo prevedere ungenerico rischio di recidivaconseguente a un movimento

ortodontico. Le raccomanda-zioni riguardanti tecniche etempi di contenzione si basa-no prevalentemente su valu-tazioni empiriche.In mancanza di fondati ele-menti circa la tendenza indi-viduale alla recidiva, è beneprogrammare la massimacontenzione in ogni caso cli-nico e discutere realistica-mente col paziente delle pos-sibili modificazioni post-trat-tamento.

Basi biologiche Di sicuro esistono modellidi reazione e di recidiva spe-cifici per ogni anomalia.Indipendentemente dallamalocclusione diagnosticatae dal trattamento eseguitosono quattro i fattori che in-fluiscono principalmentesulla stabilità del trattamen-to ortodontico.Movimento dentale attivo.Ogni intervento ortodonticocorrisponde a un movimen-to dentale indotto che si ri-percuote sulle strutture gen-givali, parodontali e osseecircostanti. L’applicazionedella forza porta a una seriedi modificazioni parodonta-li che danno inizio al movi-mento ortodontico attraver-so un intreccio di complica-ti processi e reazioni di adat-tamento a livello molecola-re.Con la contenzione si in-staurano una riorganizza-zione post-terapeutica e unconsolidamento strutturalenel giro di tre-quattro mesi.Il reticolo di fibre collageneed elastiche è quello che rea-gisce più lentamente. Dopocirca sei mesi si instaura unequilibrio di tensioni a livel-

lo delle fibre collagene. Le fi-bre sopracrestali elastichesono in grado di indurremovimenti dentali di recidi-va fino a 2 anni dopo la finedel trattamento attivo (19,21).Parametri funzionali del si-stema oro-facciale.L’ortognatodonzia intervie-ne in un sistema stomato-gnatico preesistente.Durante lo sviluppo dell’oc-clusione si stabilisce un’inte-razione strettamente indivi-duale che si riflette nellafunzione della muscolaturamasticatoria, linguale e fac-ciale. Ogni tipo di disfunzio-ne orofacciale e ogni abitu-dine individuale concorre aformare un quadro clinico.Sono soprattutto le parafun-zioni linguali quelle più pe-ricolose per la stabilità, es-sendo la lingua un insiemedi muscoli forti e sotto con-trollo subcosciente (fig. 1).Età del paziente. Molti auto-ri si sono occupati delle mo-dificazioni dei risultati tera-peutici dovute al progrediredella crescita residua.Specialmente nelle anomaliesu base scheletrica la neces-sità di contenzione si man-

tiene alta fino al terminedella crescita. Siccome ilmodello di crescita è geneti-camente determinato, il ri-schio di recidive persiste perlungo tempo. Il trattamentodel paziente adulto non puòpiù sfruttare la fondamenta-le attività cellulare indottadalla crescita ed è soggettosoprattutto alla situazionedei tessuti duri e molli tipicadell’età o individuale.Terapia e stabilità dipendo-

no dalla capacità proliferati-va biologica e dai meccani-smi di riparazione a essa col-legati.Morfologia dentale. I carat-teri morfologici come formadel dente, lunghezza e incli-nazione delle cuspidi sonoegualmente decisivi per lacontenzione. Un rilievo oc-clusale dai confini netti con-tribuisce alla stabilizzazioneattraverso l’ingranaggiogeometrico-spaziale (fig. 2).

In presenza di incisivi late-rali ipoplasici con contattiinterprossimali deboli o as-senti si deve provvedere su-bito dopo la fine del movi-mento ortodontico.Problemi più grandi si han-no con le agenesie dopo averterminato il trattamento. Lasituazione deve essere stabi-lizzata fino al momento del-l’implantologia a fine cresci-ta o applicando placche ri-movibili con denti sostituti-

vi oppure con ponti provvi-sori di tipo adesivo. Oggi sipuò anche ricorrere ai mini-impianti ortodontici suiquali vengono applicate co-rone provvisorie.Le discrepanze della larghez-za dentale mesiodistale (di-screpanze dell’indice diBolton) influenzano la di-sponibilità di spazio dell’ar-cata antagonista attraversola riduzione del raggio dellaparte frontale dell’ arcata. I

rimedi possibili sono l’ap-plicazione di torque, lostripping e l’odontoplasticaadditiva sui lati interprossi-mali. Se persiste la discre-panza di larghezza, non è ra-ro che nella fase post-con-tenzione i punti di contattosi alterino nell’arcata dove viè maggior sostanza dentale(fig. 2d). In tal caso, il pianodi trattamento deve preve-dere una contenzione profi-lattica di lunga durata.

Il concetto di contenzionefondamentalmente bisognadistinguere tra una contenzio-ne provvisoria e una perma-nente, intendendo questi ter-mini non in senso metodolo-gico ma in senso temporale. Inentrambi i casi si può trattaredi dispositivi rimovibili o fissi.Durata della contenzione.Come regola generale la con-tenzione dovrebbe duraretanto quanto la fase di movi-mento attivo. Tuttavia, dopo

> Fig. 1: coinvolgimento del modello parafunzionale in un caso di recidiva.

a) Nella situazione iniziale coesistevano un’occlusione distale e unmorso aperto dovuto a interposizione linguale. Durante il trattamen-to l’interposizione linguale è stata corretta col supporto della logope-dia. La paziente fu informata del rischio di recidiva e della necessitàdi autocontrollare la posizione della lingua. La buona motivazionepermise di mantenere la stabilità del risultato per un anno.

b) La recidiva della disfunzione linguale ha causato la recidiva anche delmorso aperto e un’evidente vestibolarizzazione dei denti anteriori.

> Fig. 2: l’occlusione dopo sette anni di contenzione.

a-c) Un caso di agenesia degli incisivi laterali superiori. La sostituzio-ne implantologica era avvenuta subito dopo la fine della crescita.Nell’attesa la paziente aveva portato una placca rimovibile 24 ore algiorno per un anno. Il risultato finale era stabilizzato dall’ottimaleintercuspidazione dei denti laterali. Gli spazi e, di conseguenza, an-che le corone sugli impianti sono relativamente stretti rispetto ai den-ti antagonisti. Il settore frontale inferiore per compenso subisce unaretrusione.

d) Dopo 7 anni si incominciano ad alterare i punti di contatto. Allafine si è dovuto applicare un retainer fisso dopo avere fatto portare al-la paziente un Sox Retainer per ridare forma all’arcata inferiore.

a

d

b

c

b

a

> Vittorio Cacciafesta (asinistra) e Björn Ludwig(a destra) sono gli autori,insieme a Bettina Glasl delvolume “Bracket autole-ganti in ortodonzia” di cuipubblichiamo in questepagine un ampio stralcio

OrtodonziaOrtodonzia

> Caso 1: in questo paziente si può apprezzare un grado di affollamento in-feriore, che clinicamente rappresenterebbe un caso limite tra la necessità omeno di eseguire una terapia estrattiva. L’analisi dei rapporti degli elemen-ti dentari inferiori con la corticale vestibolare, evidenziabili nelle cross sec-tions estrapolate dalla Cbct, toglie ogni dubbio sulla possibilità di un ulte-riore espansione dell’arcata inferiore e induce l’ortodontista a procederecon l’estrazione dei premolari

> Caso 2: paziente con trasposizione e inclusione di 14. Si può apprezzareil miglior inquadramento spaziale dell’elemento incluso ottenuto con laCbct rispetto alla sola immagine panoramica bidimensionale. Le diversesezioni ottenute permettono di verificare l’esatta posizione dell’elementodentario e i suoi rapporti di contiguità, in modo da avere una reale indi-cazione sia sull’approccio chirurgico che sulla direzione di trazione

> Caso 3: paziente con inclusione degli elementi 13 e 23. Attraverso le im-magini tridimensionali ottenute tramite la Cbct si possono notare i parti-colari dei rapporti degli elementi inclusi con le radici degli elementi adia-centi. Questo esame fornisce così un’importante indicazione sulla direzio-ne di trazione da applicare nel corso della terapia ortodontica, in modo daevitare lesioni agli elementi adiacenti.

CASO CLINICO

Il ruolo del cone beamnella pianificazione del trattamento

La tomografia computerizzataa fascio conico (Cbct – ConeBeam ComputedTomography) si sta rivelandouna tecnica diagnostica estre-mamente utile nello studio del-le patologie del distretto dento-maxillo-facciale.La Cbct permette di ottenereimmagini multiplanari dell’in-tero cranio del paziente a uncosto biologico decisamentecontenuto, pari a circa due esa-mi radiografici convenzionali.Una singola scansione acquisi-sce i dati completi del massic-cio facciale sotto forma di un

database con informazioni diimmagini digitali dalle qualipossono essere create, utiliz-zando dei software dedicati,molteplici tipologie di immagi-ni. L’applicazione dei softwarepermette di realizzare cross sec-tions, immagini tridimensio-nali, tra cui la ricostruzione pri-maria su piani multipli, e anali-si specifiche di tutte le strutturedel massiccio facciale con di-verse angolazioni e spessori.Il suo apporto garantisce uninequivocabile beneficio dia-gnostico in campo ortodonti-co, in quanto, oltre alle proie-

zioni tradizionali tipiche nelladiagnosi ortodontica (orto-pantomografia, teleradiografiain proiezione latero-laterale epostero-anteriore), è possibileottenere informazioni detta-gliate sia sulla posizione dellebasi ossee e dei denti, sia sui lo-ro rapporti spaziali, consenten-do un’analisi più aderente allarealtà. Poiché esso fornisce im-magini in scala 1:1, elimina glierrori di proiezione lineare, dadistorsione e da ingrandimen-to, che invece colpiscono le im-magini bidimensionali. Tuttociò contribuisce a rendere au-

spicabile l’utilizzo della Cbctcome il nuovo standard radio-logico in ortodonzia.In ambito diagnostico la Cbctfornisce all’ortodontista unagrande quantità di informazio-ni sulla struttura scheletricareale del paziente, sullo spesso-re delle corticali, sul rapportodi elementi inclusi con le radicicontigue, e tanti altri particola-ri non visibili con la sola imma-gine panoramica che è bidi-mensionale.La Cbct a basso dosaggio èdunque da considerarsi fonda-mentale mezzo diagnostico per

la buona pratica ortodontica inquanto rappresenta un’ima-ging tridimensionale che per-mette di eseguire una diagnosiortodontica precisa e sicura.

La programmazione terapeuti-ca associata a una corretta dia-gnosi sono infatti alla base delsuccesso di una terapia orto-dontica.

> Erica Cohen, specialistain ortognatodonzia, liberoprofessionista a Savona

> Joseph Giordanetto, specialista inortopedia dento-maxillo-facciale,libero professionista a Sanremo,Imperia e Roma

BRACKET AUTOLEGANTIIN ORTODONZIAPrincipi biomeccanici e applicazioni cliniche

«Il problema della frizione nelle meccaniche di scorri-

mento è sempre stato al centro dell’attenzione degli or-

todontisti – spiega il professor GGiiaammppiieettrroo FFaarrrroonnaattoo, di-

rettore della scuola di specializzazione in ortognatodon-

zia dell'Università di Milano nella prefazione al libro

“Bracket autoleganti in ortodonzia” –. Le apparecchiatu-

re self-ligating rispondono proprio all’esigenza dell’orto-

dontista di ridurre al minimo la frizione che si crea tra ar-

co e slot».

Secondo il docente universitario l'’utilizzo ragionato di

queste nuove apparecchiature in combinazione con al-

tre innovazioni merceologiche, come archi più leggeri e

prescrizioni personalizzate, è in grado di mmiigglliioorraarree ll’’eeff--

ffiiccaacciiaa ee ll’’eeffffiicciieennzzaa ddii uunn ttrraattttaammeennttoo oorrttooddoonnttiiccoo ffiissssoo,

con riduzione della durata del trattamento e significativi

vantaggi in ambito clinico.

«Negli ultimi 10 anni, le apparecchiature autoleganti

hanno colpito l’immaginazione di molti clinici e stanno

diventando sempre più popolari – spiega VViittttoorriioo

CCaacccciiaaffeessttaa, uno degli autori del libro, docente presso

la Scuola di specializzazione in ortognatodonzia

all'Università di Pavia –. Tali apparecchiature sono state

ideate per superare i limiti delle legature metalliche ed

elastiche in fatto di ergonomia, deformazione plastica,

perdita di colore, accumulo di placca e frizione».

«LLee aappppaarreecccchhiiaattuurree sseellff--lliiggaattiinngg ppeerrmmeettttoonnoo iinnffaattttii ddii rrii--

dduurrrree llaa dduurraattaa ddeellllee ssiinnggoollee sseedduuttee oorrttooddoonnttiicchhee e il

tempo totale di trattamento garantendo nel contempo un

preciso controllo tridimensionale della posizione degli

elementi dentari e favorendo la risoluzione degli affolla-

menti – sottolinea Farronato –. Questo approccio di trat-

tamento avviene nel completo rispetto delle strutture pa-

rodontali grazie all’applicazione di forze leggere che

evitano fenomeni di ialinizzazione e agiscono in sinergia

con le componenti muscolari del sistema stomatognati-

co».

L’intento degli autori del volume “Bracket autoleganti in

ortodonzia” è quello di tentare di valutare criticamente i

diversi sistemi autoleganti in commercio e il loro raziona-

le, presentando ricerche ed anche esperienze cliniche

personali.

Questo libro vuole essere una guida e un compendio

per avvicinare i non esperti a questo nuovo strumento,

per aiutare chi è più esperto a evitare gli errori e per sti-

molare nuove strade creative.

Il libro ha una struttura appositamente studiata per un

aggiornamento efficace e utilizza punti chiave che fan-

no da filo conduttore nel corso dell’apprendimento.

trattamenti rapidi o di brevedurata si deve raccomandareuna contenzione che sia note-volmente più lunga. Il pro-blema principale dei disposi-tivi rimovibili sta nella diffi-coltà di controllare la colla-borazione del paziente.Attualmente è disponibile unsistema per il controllo deltempo di applicazione, im-piegabile nella pratica clinica,

che si basa su un microchipintegrato nella placca (fig. 3).Il sistema è stato battezzatoTheraMon (TherapeutischesMonitoring). In questo modoil microchip termosensibileregistra il tempo di perma-nenza nel cavo orale e il risul-tato viene letto da un rileva-tore.Profilassi delle recidive dipen-denti dalla malocclusione. Pur

in mancanza di evidenti provescientifiche che permettanouna valutazione della necessitàdi contenzione in base allamalocclusione, appare ragio-nevole incentrare la conten-zione sulla malocclusionepreesistente.Dispositivi standard. Dopola correzione di discrepanzedentoalveolari è quasi sempresufficiente la contenzione con

un apparecchio standard co-me la placca di Schwarz. I re-tainer di Hawley o di Van derLinden consentono un buonassestamento occlusale e assi-curano la stabilità trasversalee sagittale dell’arcata grazie alridotto numero di elementiritentivi interocclusali.

Björn LudwigBettina Glasl

> Fig. 3: placca di contenzione con microchip integrato (a, c) e rilevatore (b, c) per la lettura dei dati. Il microchip è termosensibile e reagiscealla temperatura del cavo orale. Poiché si considera anche l’intervallo di variazione fisiologica, non avrebbe senso tenerlo semplicemente sottouna sorgente di calore costante.

a b c

BRACKET AUTOLEGANTI IN ORTODONZIA

1.575 IMMAGINI, 32 TABELLE

Prezzo di copertina: 178,00 euro

PPeerr ii lleettttoorrii ddii IIttaalliiaann DDeennttaall JJoouurrnnaall

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23 << GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

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22OrtodonziaOrtodonzia OrtodonziaOrtodonzia

CASO CLINICO

Livellamento del piano occlusalein paziente con morso aperto profondo

Questo case report presenta iltrattamento ortodontico diuna ragazza di 12 anni, inbuono stato di salute genera-le, di classe II testa a testa,morso profondo, arcata infe-riore collassata.L’obiettivo del trattamentoera la correzione di un pro-blema ortodontico che si tro-va comunemente in dentatu-ra adulta. La terapia ortodon-tica ha utilizzato apparec-chiatura fissa, curve di Speeinverse ed elastici corti diclasse II.

Il trattamento è durato com-plessivamente 25 mesi.

Il caso clinico è stato estrat-to e tradotto dal volume“CCO - Complete ClinicalOrthodontics” del dottorAntonino G. Secchi.

> Antonino Secchi è assistant pro-fessor dell’Orthodontics-ClinicianEducator e clinical director delDepartment of orthodontics pressola University of Pennsylvania negliStati Uniti.Gli interessi di ricerca includono inparticolare la relazione tra gli ap-parecchi self-ligating, la frizione ela meccanica dei trattamenti e l’oc-clusione funzionale ortodontica.

> Fig. 11: foto intraorali a trattamento ultimato

> Fig. 10: arco .021” x .025” superiore intrecciato, elastici verticali a triangolo da 6 oz per rifinire e dettagliare l’occlusione

> Fig. 9: archi .021” x .025”ss superiore e inferiore e elastici di Classe II corti da 6 oz

> Fig. 8: miglioramento della Classe I molare e canina, i piani occlusali iniziano ad appiattirsi

> Fig. 7: arco .019” x .025” ss inferiore con curva di Spee inversa e catenella elastica da canino a canino per prevenire l’apertura degli spazi. Elasticidi Classe II da 6 oz

> Fig. 6: arco .019’’ x .025’’ superiore. Apparecchiatura In-Ovation R inferiore e filo .014” Sentalloy Medium. Vengono aggiunti dei rialzi occlusali incomposito sui molari inferiori per aprire temporaneamente il morso

> Fig. 5: In-Ovation R brackets e arco .014” Sentalloy Medium superiore. L’arcata superiore viene allineata e livellata prima per creare lo spazio perl’apparecchiatura inferiore

> Fig. 4: foto intraorali prima del trattamento. Da notare la Classe II canina e il morso profondo

> Fig. 1: immagini extraoraliaprima del trattamento

> Fig. 2: tracciato cefalometricoprima del trattamento (sopra),dopo il trattamento e sovrapposi-zioni

> Fig. 3: ci sono situazioni in cui lamancanza di torque degli incisivisuperiori può influenzare la rela-zione molare e canina, poiché lalunghezza dell’arco è diminuita.La figura a sinistra mostra la cor-retta relazione.

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24OrtodonziaOrtodonzia

CASO CLINICO

Il management di prevenzione nel paziente ortodontico

Durante la terapia ortodonticaè fondamentale che il pazienteinteragisca con tutto il teamodontoiatrico e venga attenta-mente istruito sugli strumenti adisposizione per un controlloefficace del biofilm batterico.

Descrizione del casoLa paziente, di anni 14, presen-tava una malocclusione di Iclasse a sinistra e di II classe adestra, con mesio-rotazione delprimo molare superiore di de-stra e un diastema interincisivosuperiore, di cui richiedeva lachiusura per motivazioni este-tiche.Prima del trattamento alla pa-ziente è stato consegnato unprotocollo personalizzato diprofilassi. La paziente è statasottoposta a trattamento orto-

dontico fisso con Quad Elix perdisto-ruotare il primo molaresuperiore di destra e correggerela II classe (fig. 1). È stato quin-di eseguito un bandaggio lin-guale per chiudere il diastemainterincisivo.L’apparecchio ortodontico fis-so determina la presenza di unmaggior numero di streptococ-chi mutans nella saliva, quindiun maggior rischio di demine-ralizzazione e probabile svilup-po di carie.La paziente è stata invitata a ef-fettuare un’autovalutazione delcavo orale con l’ausilio dellecompresse rivelatrici di placcaGum Red-Cote, utili per evi-denziare le zone maggiormenteritentive del biofilm batterico;la compressa rivelatrice stimolala partecipazione attiva del pa-

ziente per l’efficacia del suospazzolamento.Terminata la prima fase diistruzione e motivazione, si èproceduto alla detossificazionedel cavo orale con ablatore adultrasuoni e air polishing conpolvere di glicina.Durante il periodo di tratta-mento sono stati pianificatiappuntamenti di richiamo va-lutando attentamente la capa-cità della paziente di gestire l’i-giene orale domiciliare; sonostati forniti strumenti per ilmanagement domiciliare delbiofilm batterico. Nel kit di

igiene domiciliare dedicato, lapaziente ha utilizzato lo spaz-zolino ortodontico GumOrtho con speciali setole a for-ma di “V”, studiate per facilita-re l’igiene attorno ai brackets;il dentifricio antibattericoGum Ortho con fluoro e iso-malto e con ingredienti natu-rali e anti-irritanti per lenire legengive. Al controllo meccani-co è stato aggiunto il controllochimico della placca con il col-lutorio Gum Ortho senza alcol,utile per controllare e remine-ralizzare lo smalto anche nellezone non raggiungibili con lo

spazzolamento.Per la detersione delle superficiinterprossimali la paziente hausato degli appositi fili inter-dentali Gum Ortho+Floss ideatiper i portatori di apparecchiortodontici. Per i pasti fuori ca-sa, ha utilizzato gli interdentalimonouso Gum Soft-Picks consetole in gomma morbida eflessibile rivestite con fluoro.Per l’igiene interprossimale hautilizzato gli scovolini profes-sionali Gum Trav-Ler.Infine, per prevenire la com-parsa di lesioni e ulcerazionidella mucosa, è stata consiglia-

ta l'applicazione della ceraGum Ortho.Il trattamento ortodontico èdurato 8 mesi con un risultatofunzionale ed estetico soddisfa-cente (fig. 4). Terminata la tera-pia ortodontica è stata eseguitauna seduta di sbiancamento edè stato pianificato il piano ditrattamento di mantenimento,con seduta di deplaquing erinforzo motivazionale ogni 2mesi.

�� Puoi leggere il caso clinicocompleto su DentalAcademy(www.dentaljournal.it)

> Gianna Maria NardiRUC “Sapienza” Università di Roma

CASO CLINICO

La morfologia del succhietto nellaterapia degli open bite a tre anni

Le linee guida nazionali (1) einternazionali (2) consiglianodi interrompere l’utilizzo delsucchietto verso i 2 anni e mez-zo per permettere al bambinodi perfezionare le diverse fun-zioni svolte dalla bocca, di cui leprincipali sono sicuramentemasticazione, fonazione e de-glutizione. Queste funzioni,fondamentali per lo sviluppofisico e sociale del bambino, di-pendono tutte da una correttacoordinazione tra la lingua e lealtre strutture orali, soprattuttodenti e ossa mascellari. La pre-senza del succhietto oltre i 2 an-

ni e mezzo e ancora più il suouso prolungato durante la gior-nata impediscono a lingua,denti e ossa mascellari di entra-re in corretto rapporto tra lorodurante le fasi della funzionesvolta. Il succhietto, fisicamen-te, impedisce il perfezionarsi diqueste tre importanti compe-tenze, ma ancora peggio “fal-sando” il rapporto tra le forzemuscolari in atto mantiene lastruttura della bocca adattataalle scorrette funzioni (3).A questo punto è molto fatico-so togliere il succhietto a 2 an-ni e mezzo se la bocca del

bambino presenta un open bi-te marcato (fig. 1), non tantoper motivi psicologici, ma permotivi strutturali. Perché labocca possa deglutire, parlareo masticare la lingua deveprendere posizione e chiuderel’open bite anteriore, lavoran-do con un notevole stress mu-scolare. Il sistema posturale èinstabile, lo scorretto svolgersidelle tre funzioni principali af-fatica molto i muscoli dedicati,così che togliere il succhietto ècome togliere improvvisa-mente la stampella a uno zop-po. Il sistema potrebbe tolle-

rarlo e correggersi spontanea-mente oppure no e per il bam-bino sarebbe più facile cercaresostitutivi come la suzione deldito o altro.La terapia che qui si proponeprevede di togliere gradual-mente il succhietto e guidare ilsistema nell’acquisire corretta-mente le diverse fasi funzionali.In pratica si riduce gradual-mente l’istmo del succhiettoper accompagnare la chiusuradell’open bite e con un breveciclo di logopedia si favorisce latonicità muscolare fisiologica.Purtroppo il mercato non aiuta

in questa direzione, perché peri 2 anni propone succhietti conspessore degli istmi veramenteeccessivi di 6-8 mm, a cui spes-so corrispondono open bite di6-8 mm. Comunque nei mesisi può ridurre il diametro del-l’istmo a 4mm e, infine, utiliz-zare un succhietto con lo spes-sore dell’istmo di 2 mm, fonda-mentale per chiudere definiti-vamente il morso aperto (fig.2). È molto importante duran-te questo periodo valutare sial’evoluzione della struttura ma-scellare (fig. 3), sia quanto ilbambino impara a correggerele funzioni alterate. È in fase disviluppo una ricerca circa itempi di acquisizione dei risul-tati. A questo punto per i geni-tori togliere il succhietto nonpresenta più alcuna difficoltà.

Invece, se nulla accade nei pri-mi mesi di sostituzione dei suc-chietti, si consiglia sempre unavisita presso uno specialistaotorinolaringoiatra per verifi-care la presenza o meno di unarespirazione orale indispensa-bile.

Bibliografia1. Linee guida nazionali per la pro-

mozione della salute orale e la pre-

venzione delle patologie orali in età

evolutiva. A cura del ministero ita-

liano del Lavoro, della Salute e delle

Politiche sociali.

2. American Academy of Pediatrics

Dentistry Guidelines

3. Franco Varas V, Gorritxo Gil B.

Pacifier sucking habit and associa-

ted dental changes: Importance of

early diagnosis. An Pediatr (Barc)

2012 May 18.

> Vincenza Birardi si occupa diodontoiatria pediatrica in ma-niera esclusiva da 26 anni

> Fig. 1: giovane paziente di 3 anni e mezzo. In alto la foto iniziale,quando è iniziato l’utilizzo del succhietto con lo spessore dell'istmo di6-8 mm. Qui sopra lo stesso paziente tre mesi dopo la sostituzione delsucchietto con lo spessore dell'istmo di 4 mm

> Fig. 2: succhietto proposto con lospessore dell’istmo di 2 mm

> Fig. 3: foto finale a 6 mesi

> Fig. 1: splintaggio di contenzione nella zona degli incisivi (visionepalatale). L'igiene orale quotidiana può raggiungere livelli ottimalisolo grazie a strumenti di pulizia appositamente studiati

> Fig. 2: il protocollo personalizzato prevede lo spazzolamento condentifricio e spazzolino specifici (Gum Ortho)

> Fig. 3: la pulizia degli spazi interdentali con filo specifico (GumOrtho+Floss) è di fondamentale importanza, soprattutto in un paziente or-todontico

> Fig. 4: la paziente a inizio e fine trattamento, concluso con una se-duta di sbiancamento

29 << GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

Igiene dello studio

Implantologia

Ortodonzia

Laser

Implantologia

Igiene dello studio

Conservativa - estetica

Igiene orale

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GLI SPECIALI DI ITALIAN DENTAL JOURNAL

Igiene dello studio

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Ortodonzia

Laser

Implantologia

Igiene dello studio

Conservativa - estetica

Igiene orale

28OrtodonziaOrtodonzia OrtodonziaOrtodonzia

Il British Dental Journal, a di-cembre 2011, tra le news tito-lava: “Bulling scientificallylinked to malocclusion”. Si ri-feriva ad un articolo uscito po-co prima sul Journal ofOrthodontics di un gruppo diricercatori inglesi.Quando si parla di bullismo, sientra in un argomento spino-so. Secondo le fonti che abbia-mo citato, il bullismo vieneconsiderato «una forma dicomportamento aggressivo epuò essere descritto come unasituazione in cui un soggettoviene esposto, ripetutamente ea lungo nel tempo, ad azioni

negative da parte uno o più al-tri soggetti». Quali si intenda-no per “azioni negative” non èdel tutto specificato, ma sicu-ramente si fa riferimento aduno squilibrio di base tra vitti-ma e aggressore che causa, di-rettamente o indirettamente,un danno (psicologico e/o fisi-co) al soggetto-vittima.Come nel Regno Unito, anchein Italia il fenomeno è pur-troppo presente, come testi-monia il Rapporto nazionalesulla condizione dell’infanzia edell’adolescenza realizzatoogni anno da Eurispes eTelefono Azzurro.

I ragazzi oggetto di atti di bul-lismo diventano più vulnera-bili, più predisposti ad ansia,depressione e disturbi psicoso-matici dei loro coetanei.Nell’immaginario comune lavittima di bullismo è adole-scente, con occhiali e apparec-chio per i denti. Nel tempo,quindi, anche l’ortodonzia èstata coinvolta: esiste un lega-me tra bullismo e malocclu-sione? In realtà l’associazione traestetica dento-facciale ed “es-sere vittima di bullismo” non ècosì chiara come alcuni posso-no supporre, come non è chia-

ro il rapporto tra malocclusio-ne e scarsa stima di se stessi e,ancora, peggiore qualità di vi-ta. La controversia nasce prin-cipalmente per la mancanza distudi adeguati: ad oggi, gli stu-di non sono stati in grado dievidenziare l’incidenza delbullismo nei pazienti orto-dontici, limitandosi spesso allamera somministrazione diquestionari di dubbia validità.In questo contesto, il gruppodi ricercatori inglesi ha pub-blicato uno studio cross-sectio-nal su giovani pazienti orto-dontici, nel tentativo di capirela frequenza degli atti di bulli-

smo in questi soggetti e inda-gare una possibile relazione trabullismo, malocclusione, bassaautostima e scarsa qualità del-la vita.L’indagine avveniva tramite lasomministrazione di tre que-stionari di autovalutazione,tutti validati in ambito interna-zionale. Il primo indagava epi-sodi di bullismo nella vita delsoggetto. Il secondo valutavaautostima e percezione di sè.L’ultimo riguardava la qualitàdella vita nei piccoli pazienti,specificatamente disegnato pervalutare l’impatto della situa-zione oro-dento-facciale.La popolazione in esame eracomposta da bambini tra i 10 ei 14 anni, che erano stati riferi-ti a tre cliniche inglesi per con-sulto ortodontico, sia su sug-gerimento del dentista di fa-miglia sia su richiesta dei ra-gazzi stessi o dei genitori.Infine, alcuni ortodontisti ef-fettuavano un esame clinico divalutazione ortodontica su cia-scun soggetto, impiegandol’Index of OrthodonticTreatment Need (Iotn), indiceutile ad accertare la gravità del-la malocclusione e la necessitàdi trattamento ortodontico. Sibasavano sulla Dental HealthComponent (Dhc) che rappre-senta una sorta di scala valuta-tiva per inquadrare il paziente,attribuendo differenti gradi:dal grado 1 (assenza di altera-zioni oro-facciali, nessuna ne-cessità di trattamento ortodon-tico) al grado 5 (elevata neces-sità di trattamento associata amalocclusione severa, alto nu-mero di elementi mancanti e/oanomalie cranio-facciali).I risultati parlano di una pre-valenza di bullismo del 12.8%associato significativamente acertuni quadri di malocclusio-ne e ad elevata necessità ditrattamento ortodontico.I soggetti che riportavano diessere stati vittima di bullismodescrivevano un forte impattoemotivo e psico-sociale dellaloro condizione orale, con ef-fetto negativo sulla loro qua-lità della vita.Il rischio di scambiare una va-lutazione casuale per causale èperò molto grosso, tant’è che,

in un precendente ampio stu-dio a coorte, non veniva ri-scontrata alcuna associazioneapparente tra bassa autostimae presenza di malocclusione.Basti anche pensare quanto fe-nomeni di bullismo, soprat-tutto adolescenziale, maloc-clusione e scarsa autostimasiano presenti nella popolazio-ne adolescenziale. E come ilbullismo, di per sè (e al di làdella malocclusione), influiscasull’autostima, diminuendoanche la qualità della vita.Con le dovute cautele, una re-lazione bullismo-malocclusio-ne potrebbe in effetti aversi subase individuale. Quello cheappare però è che il legame traqualità della vita e malocclu-sione è mediato da fattoriesterni. L’accettazione da partedei coetanei o i desideri speci-fici dei genitori possono gioca-re un ruolo fondamentale nel-l’influenzare l’autostima delbambino e, quindi, influenzarela sua qualità di vita.Che il bullismo sia scientifi-camente legato alla malocclu-sione non è ancora così certo,dunque. Intanto però i quat-tro clinici inglesi autori dellostudio hanno comunque lan-ciato un sito (https://sites.goo-g le . com/s i t e /bul ly ingan-dorthodontics) per diffonderei risultati del loro lavoro, for-nire supporto ad adolescenti(e genitori) vittime di bulli-smo a causa della malocclu-sione e, eventualmente, com-pilare un questionario onlinevolto a monitorare l’estensio-ne del problema.Chi fosse interessato all’argo-mento potrà, a breve, ancheseguirli su twitter (https://twit-ter.com/bullyingortho).

Elena Varoni

Bullying in orthodontic patients

and its relationship to malocclu-

sion, self-esteem and oral health-

related quality of life. Br Dent J

2012 Jun 22;212(12):581.

Seehra J, Fleming PS, Newton T,

DiBiase AT. Bullying in orthodon-

tic patients and its relationship to

malocclusion,self-esteem and oral

health-related quality of life. J

Orthod 2011 Dec;38(4):247-56.

Bullismo e malocclusione,esiste un legame?

British Dental Journal 2012, Journal of Orthodontics 2011

Fastidio, indolenzimento o ve-ro e proprio dolore sono trasintomi più spesso riportatidai pazienti nei giorni subitoseguenti l’inizio di alcune tera-pie ortodontiche, specialmen-te di tipo fisso. Il loro control-lo è tutt’altro che banale oscontato, dal momento che es-si possono scoraggiare il pa-ziente e perfino indurlo a so-spendere il trattamento.L’origine di questi sintomi sipensa sia legata a una condi-zione di iperalgesia del lega-mento parodontale in rispostaal movimento ortodontico. Laforza ortodontica comprime illegamento producendo ische-mia, edema e infiammazionedello stesso, con concomitanterilascio di citochine pro-in-fiammatorie e mediatrici deldolore, tra le altre istamina eprostaglandine. Queste ulti-me, in particolare, sono a lorovolta implicate nel meccani-smo dello spostamento deldente.I farmaci antinfiammatorinon steroidei (Fans) sono co-munemente impiegati nellagestione del dolore ortodonti-co. Si deve però tenere contoche essi non sono privi di ef-fetti collaterali, da fenomeniallergici a disturbi gastrici, eche vi è una parte di letteratu-ra scientifica, soprattutto basa-ta su evidenze pre-cliniche,che ha avanzato l’ipotesi diun’inibizione da parte dei Fansdel movimento dentale, inquanto farmaci inibitori delleprostaglandine. Altri gruppi diricerca ritengono che le dosi diantinfiammatori siano troppobasse per avere un effetto sullospostamento dentale.Alla luce di questi dubbi è sta-to proposto l’impiego alterna-tivo di acetaminofene (o para-cetamolo), il quale, avendo ef-fetti minimi sulla sintesi diprostaglandine, dovrebbe li-mitare l’interferenza con ilmovimento ortodontico.Il tentativo di ottenere curealternative a quella farmaco-logica, comunque, è attual-mente in corso e un gruppodi ricercatori si è posto l’o-biettivo di revisionare le piùrecenti evidenze, confrontan-do gli outcome clinici dei dif-ferenti studi randomizzatipresenti in letteratura. I crite-ri di inclusione, essenzial-mente, prevedevano trial cheavevano coinvolto soggettisani, non in terapia con far-maci, e che fossero all’iniziodi un trattamento ortodonti-co con posizionamento di al-meno un arco ortodontico,maggiormente associato a

dolore. I periodi di follow upprevedevano da 2 a 7 giorni ein tutti gli studi la stima deldolore era misurata utilizzan-do la Visual Analog Scale(Vas) oppure tramite que-stionario sulla percezione deldolore.Sei studi rientravano nei crite-ri e, di questi, cinque erano ri-feriti a terapie farmacologichea base di Fans. In particolare,tre studi indagavano l’efficaciadell’ibuprofene (Fans efficacenel sollievo da dolore post-operatorio), paragonandoload aspirina, paracetamolo eplacebo.Pur evidenziando una mag-gior efficacia rispetto al place-bo, soprattutto a sei ore dalposizionamento dell’arco, nonvi era superiorità di efficacia separagonato agli altri farmaci.Gli altri due studi valutavanorispettivamente il valdecoxib,inibitore specifico della Cox-2,e il tenoxicam, Fans a lungadurata d’azione, dimostrandostime del dolore nella scala Vaslievemente migliori al placebo.Un solo trial clinico rando-mizzato proponeva un’alter-nativa alla terapia farmacolo-gica. Esso impiegava la LowLevel Laser Therapy (Lllt),trattamento laser a bassissi-ma energia, capace di causa-re effetti antinfiammatori ebiostimolatori, senza causareinnalzamento della tempera-tura del tessuto trattato. Ilmeccanismo d’azione, ancoranon del tutto chiarito, parebasarsi sulla capacità da partedel raggio di diminuire la sin-tesi di mediatori infiammato-ri. Si tratta di una proceduranon invasiva e facile da som-ministrare. I risultati sembre-rebbero incoraggianti, conuna valutazione nella scalaVas, nel giorno “più doloro-so”, significativamente mino-re nel gruppo laser rispetto alnon trattato e al placebo.Concludendo, gli analgesicinon steroidei, soprattutto ibu-profene, rimangono la princi-pale modalità di riduzione deldolore ortodontico. Le loroazioni farmacologiche e i loroeffetti collaterali devono peròessere sempre tenuti presentiprima della prescrizione.La Lllt è un proposta alternati-va possibile, ma ad oggi l’evi-denza di una sua efficacia è an-cora molto debole.Infine, al di là delle evidenzefornite dagli studi clinici ran-domizzati, in letteratura sonoriportate anche altre strategieper la gestione del dolore orto-dontico, dalla stimolazione vi-bratoria alla masticazione di

chewing gum. In alcuni casifunzionano, ma in altri casisembrano avere addirittural’effetto opposto.

Elena Varoni

Xiaoting L, Yin T, Yangxi C.

Interventions for pain during fixed

orthodontic appliance therapy. A

systematic review. Angle Orthod

2010;80(5):925-32.

Angelopoulou MV, Vlachou V,

Halazonetis DJ. Pharmacological

management of pain during

orthodontic treatment: a meta-

analysis. Orthod Craniofac Res

2012;15(2):71-83.

La gestione del dolore nella terapia ortodontica

Orthodontics & Craniofacial Research 2012, The Angle Orthodontist 2010

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Igiene dello studio

Implantologia

Ortodonzia

Laser

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Igiene orale

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30OrtodonziaOrtodonzia OrtodonziaOrtodonzia

Semeiotica occluso-posturalenel paziente disfunzionaleIn gnatologia c’è una forte discrepanza tra riscontri clinici ed evidenzescientifiche. Non per questo si rinuncia a curare i pazienti, anche senon sempre è utile o necessario correggere un adattamento posturale

Professor Toti, quali sono leragioni della nascita diAisop, un’associazione chesi dedica interamente aiproblemi di malocclusione?Nel 2004 durante un incon-tro di aggiornamento concolleghi che avevano già se-guito i miei corsi mi venneposto il quesito di come po-teva essere innescato il cir-cuito virtuoso dell’aggiorna-mento continuo e, in parti-colare, come potesse essereimpostata la costante verifi-ca e il periodico confrontotra tutti i miei ex allievi. Lasoluzione più pratica ci sem-brò quella di fondare un’as-sociazione che riunisse tuttigli interessati alle problema-tiche occluso posturali, so-prattutto riguardo la dia-gnosi e il trattamento finaleriabilitativo del paziente di-sfunzionale.L’Aisop è nata in questo mo-do e con questa finalità; ne-gli anni abbiamo organizza-to congressi nazionali chehanno avuto l’onore di avereospiti esimi relatori e colle-ghi di altre associazioni eprovenienti da universitàitaliane ed estere e abbiamo

avuto il pregio di essere invi-tati, singolarmente o comeassociazione, ad eventi orga-nizzati da altri.Certo non tutto ci trova di-sponibili, la semeiotica oc-cluso posturale è essenzial-mente materia diagnosticaprima che terapeutica, quin-di ci rivolgiamo esclusiva-mente a coloro che, laureatiin medicina od odontoiatriapossono, a termini di legge,effettuare diagnosi primache terapia. Riteniamo checiò sia non solo di garanziaper i pazienti ma anche ri-spondente all’impegno eticoche abbiamo assunto supe-rando l’esame di stato.Ancora una precisazione,noi soci Aisop non gradia-mo molto l’essere definitigenericamente “posturolo-gi” senza voler mancare dirispetto a nessuno, s’inten-de, perché chi lavora in buo-na fede e onestà è degno diavere sempre riconosciuta lasua dignità. La questionecruciale è che secondo noi itermini “posturologo” o“esperto in posturologia”oggi giorno sono un po’troppo generici, in una pa-

rola vogliono dire tutto enulla.In realtà noi siamo un’asso-ciazione di dentisti, se vuolegnatologi, che si occupanodi indagare l’esistenza dellecorrelazioni occluso postu-rali, qualora ci trovassimoinnanzi a pazienti con pro-blematiche non gnatologi-che saremmo i primi a in-viarli ad altri specialisti.Direi quindi che il terminepiù adatto per definirci è“gnatologi occludodontisti”.

Quali sono i risultati dellavostra attività scientifica?È indiscutibile la discrepan-za tra riscontri clinici ed evi-denze scientifiche che oggiviviamo in materia di corre-lazioni funzionali oculo cer-vico mandibolari.Credo il problema nasca dalfatto che si è portati, perconsuetudine di protocolloscientifico, a considerare di-mostrabile solo ciò che si ri-pete costantemente e si ma-nifesta sempre conseguente-mente allo stesso stimolo. Inrealtà, in ambito occluso po-sturale, ci troviamo di frontea un sistema estremamentedinamico e che si ripro-gramma sequenzialmente aseguito di qualsiasi inputche superi la soglia di adat-tamento.Valga come esempio la con-tinua e subitanea alternanzanella sequenza di facilitazio-ne/inibizione muscolare cheavviene ogni volta che cam-miniamo.Inoltre esiste un’altra varia-bile che dobbiamo necessa-riamente tenere presente:

cioè che la soglia di adatta-mento sopra menzionatanon è mai standard, masempre personale e semprecondizionata dagli eventiprecedenti all’input in esa-me. In altre parole se è vero,ad esempio, che uno stressocclusale può determinarevariazioni da adattamentomuscolare, ciò a dire varia-zioni posturali cranio man-dibolari, è anche vero chequeste non in tutti eviden-ziano situazioni di malessereo disfunzione, anche se sot-toposti alla stessa noxa. Lareazione dipende infatti es-senzialmente dalla sensibi-lità del sistema e di comeeventualmente esso sia statousurato da precedenti insul-ti biomeccanici.Tutto questo rende pratica-mente impossibile applicarei comuni standard di ricercaal sistema posturale, com-preso quello occluso postu-rale. Dobbiamo partire daaltri presupposti, ad esem-pio valutando le persone co-me eventi irripetibili e nonclassificabili in categorie ri-gide, almeno nel nostrocampo.Vede, un equivoco molto co-mune, a mio avviso, è quelloche porta a interpretare co-loro che sono “storti” come“malati” e colori che sono“dritti” come “sani”. Nellarealtà clinica, e ciò confondeil quadro scientifico, si in-contrano persone che hannodisturbi ma a ciò spesso noncorrisponde uno squilibrioposturale.Allora cambiamo ottica: co-minciamo a distinguere chiè in stato di malessere, che ènormalmente chi chiedeaiuto al medico, da chi è instato di benessere, preoccu-pandoci di riportare i priminelle condizioni dei secondi.Ci renderemo allora contoche, a volte, per eseguirequesta operazione, è neces-sario rimettere il paziente“esattamente storto comevuole il suo sistema”.Potremmo filosofeggiare di-cendo che la perfezione nonè di questo mondo, cheniente in natura è esatta-mente in equilibrio stabile eimmobile, ma credo sia suf-ficiente dire che ognuno dinoi, al momento nel qualeviene analizzato, presenta gliadattamenti posturali con-seguenti alle varie noxae che

ha subito nel tempo, sianoesse iatrogene o traumati-che. Poiché alcuni di questiaccidenti non sono annulla-bili e poiché la mandibola(che si interrelaziona fun-zionalmente con il cranionon solo con le Atm ma an-che con l’occlusione) non èimmune dagli aggiustamentinecessari a conservare il be-nessere, appare evidente cheprima di effettuare qualsiasiintervento di riposiziona-mento mandibolare, sia essoortodontico, protesico oconservativo, è necessariochiedersi e indagare perchéquesto si è reso necessario ese l’eventuale variazione dirapporto spaziale mandibo-lo cranico possa essere per-niciosa, cioè non tollerataper il sistema.

Ci può indicare un esempiodi vostra ricerca sul tema?Finora il mio gruppo ha ef-fettuato solo un piccolo pas-so eseguendo un lavoro dianalisi di pazienti volontariche presentavano un’occlu-sione equilibrata in primaclasse e con non più di treotturazioni occlusali.Questo gruppo, asintomati-co per rumore e/o doloreall’Atm, senza problemi indeambulazione e alla dina-mica di visione, è stato ana-lizzato (con verticale diBarré, pedana baropodome-trica, eletromiografia, kine-siografia, mappa altimetricacorneale, visita optometrica,soglia del dolore a stimolipressori) prima e dopo l’ap-posizione di un precontattoartificiale (quadrato di 1mm di lato e 0,3 mm dispessore) sulla cuspide me-siale dell’elemento 4.6.Il risultato del lavoro, pub-blicato nel marzo 2009 e perl’esecuzione del quale rin-grazio il professor Gherlone,direttore dell’unità operati-va di odontoiatriadell’Istituto ScientificoUniversitario San Raffaele,che ci ha dato il suo consen-so e approvato il protocollo,e i dottori Roberto Broggi,Roberta Carrera, GabriellaMaccali, Valeria Viaggi,Carlo Saetta e LucaGiannelli per la fattiva colla-borazione, ha evidenziatoche tutti i soggetti, riesami-nati, dopo tre ore dall’appo-sizione del precontatto per

valutare anche la rapiditàdel sistema nella risposta,hanno cambiato il loro at-teggiamento posturale siaesso statico che dinamico.Chiaro è che, per quanto so-pra esposto, le variazioninon sono state uguali pertutti, ma questo non era loscopo del lavoro. Quello chesi è visto, ma che sicuramen-te andrà riconfermato, è cheil sistema muscolare generi-camente inteso reagisce allevariazioni sempre, se poiqueste saranno causa di ma-lessere o no spesso dipen-derà dalle succitate capacitàpersonali di adattamento.Un altro lavoro, che è statoargomento di tesi di laurea eche ha avuto il riconosci-mento di dignità di pubbli-cazione, ha evidenziato inte-ressanti correlazioni tra lostress avvertito e osservato ele disfunzioni masticatorie,ma essendo in corso di pub-blicazione non vorrei dilun-garmi sull’argomento.

Ci parla più nel dettagliodei programmi di lavoromulticentrici Aisop?Siamo partiti dai presuppo-sti sopra esposti e tenendoconto che tutto il consigliodirettivo dell’Aisop, che èpresieduta da RobertoBroggi, ritiene che l’attivitàclinica e di ricerca sia l’unicovero collante per un’associa-zione come la nostra, abbia-mo allargato la richiesta dicollaborazione a tutti i sociche fossero disponibili.Il risultato è che oggi possia-mo contare su un grupposufficientemente nutrito dicolleghi che lavoreranno suprotocolli di indagine deipazienti disfunzionali al finedi raccogliere più dati possi-bili e quindi aumentare labanca dati dell’Aisop.Questi dati serviranno nonsolo ad avere un quadro piùampio del panorama nazio-nale, ma soprattutto dovreb-bero permetterci di eviden-ziare realtà utili a comprova-re o meno i nostri presuppo-sti clinici e quindi quelli dia-gnostici.Per noi non è sufficiente sta-bilire, ad esempio, che unpaziente ha un difetto di di-mensione verticale, ma è ne-cessario calcolare, non pre-supporre dal sorriso o dalpiano pupillare, l’esatto va-

In occasione della scorsa edizione di Expo di Autunno,

l'Associazione italiana studi occluso posturali (Aisop) si è riunita

per discutere circa lo stato dell’arte e la necessità di ricerca

scientifica in semeiotica occluso posturale. In particolare sono

stati presentati i programmi di lavoro multicentrici Aisop e una ri-

cerca sulla valutazione clinica del lato masticante. Il congresso

nazionale Aisop si ripeterà questo novembre in occasione del VI

Expo di Autunno (Milano, 30 novembre - 1 dicembre).

Italian Dental Journal ha intervistato il professor TTuulllliioo TToottii, socio

fondatore della società scientifica, per conoscere l’attività del-

l’associazione.

> Tullio Toti è docente di gnatologiaclinica all’Università Vita SaluteSan Raffaele di Milano e responsa-bile del reparto di fisiopatologiamasticatoria dell’unità operativa diodontoiatria, diretta dal professorEnrico Gherlone, dell’Ospedale SanRaffaele di Milano

<< FOCUS ON33 <<

> Tullio Toti e il gruppo di lavoro del reparto di fisiopatologia masticatoria dell’unità operativa di odontoia-tria dell’Ospedale San Raffaele di Milano

lore di essa affinché la riabi-litazione sia personalizzata enon potenziale noxa imme-diata o futura.Ovviamente questo è unesempio ma solo per far ciòlei capisce di quante infor-mazioni ci sia bisogno se vo-gliamo passare dalla teoriaalla pratica clinica non ope-ratore dipendente.

Quali sono le metodiche cli-niche sviluppate per il pa-ziente disfunzionale? Avetestabilito un protocollo perottimizzare i trattamenti?La semeiotica occluso-po-sturale è una disciplina es-senzialmente diagnostica.Intendo dire che le tecnicheinsegnate e discusse con icolleghi tendono fondamen-talmente alla ricerca, auspi-cando l’individuazione dellacausa della disfunzione ma-sticatoria e alla sua risolu-

zione con il tramite, ove ne-cessario, del riposiziona-mento mandibolare.Non esiste poi nessun indi-rizzo relativo alle tecnicheda usare per il riequilibriomasticatorio, l’accademiaodontoiatrica ha da tempoprodotto protocolli che ven-gono puntualmente aggior-nati.Dal mio punto di vista piùche di ottimizzazione diprotocolli, che come ripetonon ne hanno bisogno, saràbene occuparsi di affinare letecniche diagnostiche.Il consiglio è sempre lo stes-so: prima di chiedersi comeeffettuare una terapia, orto-dontica o protesica, è benechiedersi se il paziente ne habisogno e perché.Ritengo che trovando la ri-sposta alla domanda prece-dente, che – sia chiaro – nonsolo noi ci poniamo, po-tremmo intercettare felice-

mente complicazioni e/o re-cidive post trattamento ria-bilitativo.

Quali sono gli obiettivi fu-turi dell’associazione?Quello immediato è di rin-graziare lei e il suo giornaleper averci dedicato questospazio.Dal punto di vista scientificoin giugno abbiamo organiz-zato, grazie all’alacre attivitàdi Roberto Broggi e del con-siglio direttivo, un closedmeeting e in occassione delVI Expo di Autunno(Milano, 30 novembre - 1dicembre, ndr) terremo ilnostro congresso nazionale.Più generalmente parlando,ci proponiamo di continua-re coerentemente con quan-to sopra esposto e credo sa-rebbe già un grande risulta-to. Certo, gli obiettivi è me-glio porseli grandi tanto a

rimpicciolirli si fa sempre intempo, quindi diciamo checi auguriamo di assolvere alcompito che ci siamo daticon l’aiuto di un sempremaggior numero di colleghiinteressati e che la nostravoce, a risultati ottenuti,possa contribuire all’avvici-namento tra evidenza scien-tifica ed evidenza clinica.Credo che questo percorsosarà lungo e difficile e chedurerà molti anni, quindi miauguro veramente di potercontare sulla collaborazionedi molti anche perché chi,come me, non è più un ra-gazzo, prima o poi andrà so-stituito.

Silvia Zanfrini

> Occlusione abituale del paziente

> Montaggio del caso in verticolatore (risulta evidente il recupero di di-mensione verticale)

> Riabilitazione ultimata, nuova occlusione del paziente che si traducein un nuovo rapporto spaziale mandibolo mascellare

> Immagine del pazienteche evidenzia l’abbassa-mento dei margini labialiconseguenti alla perdita didimensione verticale

> Arcata inferiore con evidenti faccette di usura da serramento e cera-miche fratturate

> Personale posizione mandibolare terapeutica

> Ricerca della personale posi-zione mandibolare terapeutica

CASO CLINICO:UNA SERIA PROBLEMATICA OCCLUSO-POSTURALEProf. Tullio Toti

�� Leggi il caso clinico completo su www.dentaljournal.it

FOCUS ON << 32<<

Il dolore lombare è uno deidisturbi muscolo-scheletricipiù comuni nel mondo oc-cidentale e una delle piùfrequenti cause di ricorso almedico. Come tale – e seb-bene nella maggior partedei casi (circa il 90%) nonsia sotteso da alcuna patolo-gia specifica – è gravato dacosti sanitari e sociali altis-simi, che si declinano in ter-mini di indagini diagnosti-che, trattamenti, assenze la-vorative, disabilità.Le stime di prevalenza deldolore lombare varianoconsiderevolmente da unostudio all'altro, anche pereffetto delle disparità esi-stenti nella definizione delsintomo e quindi dellamancanza di criteri diagno-stici omogenei (1).In una revisione sistematicache ha coperto la letteraturadel trentennio 1966-1998 sisono riscontrate prevalenzepuntuali comprese tra il12% e il 33% e prevalenzeperiodiche variabili dal 22%

al 65% sull'arco di un annoe dall'11% all'84% lungol'arco della vita (2).Conformemente, un recentestudio britannico condottosu un campione di oltre15.000 adulti dai 25 anni insu, ha trovato una prevalen-za del 28,5% su un periododi un mese, con un picconella decade di età dai 40 ai50 anni ma un costante au-mento delle forme più gravicon l'età (3).Presumibilmente non ci sidiscosta molto dalla realtàaffermando che oltre i dueterzi della popolazione in-corrono in un episodio dilombalgia almeno una voltanella vita adulta.Nella maggioranza degliepisodi sporadici sia la sin-tomatologia dolorosa sia ildeficit funzionale sono tem-poranei e destinati a risolu-zione completa nel giro dipoche settimane. In unaparte dei casi, tuttavia, lemanifestazioni cliniche as-sumono un andamento ri-

corrente, con un rischio cu-mulativo di recidiva entro12 mesi stimato intorno al73% (4), mentre per unaminoranza di pazienti (cir-ca il 5%) tendono a evolve-re nel tempo verso la croni-cizzazione.Formulare valutazioni pro-gnostiche nel caso del dolo-re lombare non specifico èin generale un compito ar-duo, anzitutto in ragionedella natura multifattorialedi questa condizione (5),ma un dato di facile osser-vazione è che il protrarsidella sintomatologia per piùdi un anno si associa conun'alta probabilità che i de-ficit funzionali persistanoimpedendo la completa ri-presa delle normali attività.Ovviamente, nell'ampia evariegata popolazione dipazienti che richiedono unqualche tipo di interventomedico per dolore lombare,è il sottogruppo di coloroper i quali il disturbo diven-ta ricorrente o cronico quel-

lo che rende conto di largaparte dei costi sanitari e so-ciali associati.Data la difficoltà di definir-ne le diverse forme clinichein termini qualitativi, perconvenzione il dolore lom-bare viene classificato sullabase della durata della sin-tomatologia, come acuto(<6 settimane), subacuto(6-12 settimane) e cronico(>12 settimane). Tenendoperò conto del fatto chemolti dei pazienti affettidalla forma cronica riferi-scono in realtà un anda-mento altalenante dei sinto-mi, per il quale questa rigi-da categorizzazione tempo-rale non risulta del tutto ap-propriata.Sfuggente sul piano dell'in-quadramento clinico, il do-lore lombare non specificosembra esserlo altrettantorispetto agli interventi tera-peutici e preventivi, tantoda essere stato definito unparadosso epocale dal pun-to di vista epidemiologico

(6), visto che a fronte delpotenziamento della dia-gnostica strumentale – equindi della capacità diidentificare le alterazioni dinatura meccanico-degene-rativa che possono essere inrelazione causale o concau-sale con esso (instabilitàmono o plurisegmentaria,protrusioni discali, conflittidisco-radicolari, stenosi delcanale centrale o dei foramidi coniugazione) – e a di-spetto della moltiplicazionedelle opzioni di trattamentodi tipo sia chirurgico siaconservativo (farmacologi-co e non), la sua diffusionenel mondo occidentale è so-stanzialmente invariata, senon in aumento, nel corsodegli ultimi decenni e, so-prattutto, appare ben pocoinfluenzata dalla pur vastagamma delle proposte tera-peutiche.In particolare, come vienesottolineato nelle linee guidastilate nel 2009 dal NationalCollaborating Centre for

Primary Care e dal RoyalCollege of GeneralPractitioners inglesi «se vi èuna generale concordanza suquale debba essere l'approc-cio al dolore lombare acuto,molto meno strutturato econdiviso è l'approccio alleforme ricorrenti o croniche,benché sia chiaro che strate-gie di gestione efficaci po-trebbero ridurre il numero dipazienti con dolore e disabi-lità persistenti e pertantol'impatto individuale, socialeed economico del dolorelombare» (7).

Trattamenti: al vaglio delle revisioni sistematichevacillanoSempre dal contesto dellamedicina generale – daquella olandese questa volta– provengono quattro revi-sioni sistematiche di recentepubblicazione su EuropeanSpine Journal, che hannofatto il punto sull'efficaciadelle quattro principali ti-

pologie di trattamento at-tualmente adottate nel do-lore lombare cronico nonspecifico: trattamento far-macologico; interventi fisicie riabilitativi; terapia inietti-va e procedure di denerva-zione; approcci delle medi-cine complementari e alter-native.Alla loro realizzazione han-no collaborato diverse strut-ture di ricerca dell'ambitomedico-sanitario: oltre alDutch Institute forHealthcare Improvement diUtrecht e all'Emgo, Institutefor Health and CareResearch di Amsterdam, an-che il dipartimento di medi-cina generale della ErasmusUniversiteit di Rotterdam equelli di epidemiologia ebiostatistica e di economia etecnologie sanitarie dellaVrije Universiteit diAmsterdam.Complessivamente dallequattro revisioni è emersal'impossibilità di ricavaredalla letteratura specifica –selezionata dalle principalibanche dati in base a criteridi inclusione prefissati (trialclinici randomizzati in sog-getti di età >18 anni con do-lore lombare da >12 settima-ne, per gli outcome intensitàdel dolore, deficit funzionali,valutazione soggettiva delmiglioramento e ritorno al-l'attività lavorativa) – indica-zioni di trattamento fondatesu prove consistenti e defini-tive, essendo le già poche

evidenze rilevate, a favore ocontro alcuni dei peraltronumerosi interventi esami-nati, di qualità bassa o addi-rittura molto bassa secondola classificazione Grade; tali,quindi, da dover essere con-siderate scarsamente affida-bili e da poter essere modifi-cate ed eventualmente con-traddette da future ricerche.A conclusione di tutti e quat-tro i resoconti (sintetizzatinei box in queste pagine) gliautori rimarcano pertanto lanecessità che vengano con-dotti per i singoli interventiulteriori trial randomizzaticontrollati, a basso rischio dibias, su campioni di ampiez-za adeguata, con follow upsufficientemente lunghi econ criteri di inclusione deipazienti e di selezione deglioutcome condivisi.La principale difficoltà in-contrata dai revisori non èstata, infatti, tanto la carenzadi sperimentazioni clinichesui diversi trattamenti quan-to l'estrema eterogeneità me-todologica esistente nel no-vero degli studi reperiti, cheha da un lato ridotto di mol-to il numero di quelli passibi-li di metanalisi, soprattuttoper alcuni trattamenti, e dal-l'altro diminuito il livelloqualitativo delle evidenzetrovate, con ovvie implica-zioni non solo per la ricercama anche e soprattutto per lapratica clinica.

Monica Oldani

Bibliografia1. Dionne CE et al. A consensus

approach toward the standardi-

zation of back pain definitions

for use in prevalence studies.

Spine 2008;33:95-103.

2. Walker BF. The prevalence of

low back pain: a systematic re-

view of the literature from 1966

to 1998. J Spinal Disord

2000;13:205-17.

3. Macfarlane GJ et al. The preva-

lence and management of low

back pain across adulthood: re-

sults from a population-based

cross-sectional study (the

Musician study). Pain 2011.

4. Pengel LH et al. Acute low

back pain: systematic review of

its prognosis. BMJ 2003;

327:323.

5. Chou R, Shekelle P. Will this

patient develop persistent disa-

bling low back pain? JAMA

2010;303:1295-302.

6. Bersi G. La prevenzione attiva

del dolore lombare. Savona: L-

Editrice, 2009.

7. National collaborating centre

for primary care and Royal col-

lege of general practitioners. Low

back pain: early management of

persistent non-specific low back

pain. Full guideline. London:

Royal College of General

Practitioners 2009.

La revisione ha preso in esame le quattro

classi di farmaci più usate nel trattamen-

to del dolore lombare cronico: Fans (anti-

Cox 2 inclusi), miorilassanti, antidepressi-

vi, oppioidi.

In totale sono stati inclusi 17 trial clinici

randomizzati, di cui quattro su Fans (na-

prossene, etoricoxib, rofecoxib, valde-

coxib), cinque su antidepressivi (maprotili-

na, nortriptilina, desipramina, paroxetina,

fluoxetina, bupropione), otto su oppioidi

(tramadol, tramadol+acetaminofene, ossi-

morfone a lento rilascio, ossicodone+nal-

trexone), mentre nessuno studio è stato re-

perito sui miorilassanti.

Il quadro emerso è tutt'altro che risolutivo.

Nel complesso le evidenze trovate sono

di qualità bassa. Tra l'altro, non va trascu-

rato il fatto che il ricorso in molti studi (tre

dei quattro su Fans e cinque degli otto su

oppioidi) al cosiddetto “flare design” (con

inclusione di pazienti già trattati con il ti-

po di farmaco in esame e affetti da riacu-

tizzazione dei sintomi in fase di wash-out)

potrebbe essere responsabile di una so-

vrastima degli effetti positivi e di una sot-

tostima di quelli avversi. E che a minare

ulteriormente la rilevanza dei riscontri sul

piano clinico concorre il breve periodo

(massimo tre mesi) sul quale sono stati

verificati gli effetti dei trattamenti.

Con beneficio d'inventario, quindi, i risul-

tati indicano: per Fans e oppioidi un'effi-

cacia a breve termine superiore al place-

bo sulla sintomatologia dolorosa; per gli

oppioidi una modesta superiorità sui defi-

cit funzionali in pazienti selezionati, che

hanno risposto con un'esacerbazione dei

sintomi alla sospensione del trattamento;

per gli antidepressivi nessun vantaggio

rispetto al placebo.

Insufficienti per essere considerate so-

stanziali sono le informazioni sugli effetti

collaterali dei vari farmaci.

M. O.

Kuijpers T, van Middelkoop M, Rubinstein SM,

Ostelo R, Verhagen A, Koes BW, van Tulder MW.

A systematic review on the effectiveness of phar-

macological interventions for chronic non-speci-

fic low-back pain. Eur Spine J 2011;20:40-50.

La crescente diffusione negli ultimi anni di

queste tecniche di trattamento locale per-

cutaneo sembra non essere, allo stato del-

l'arte, evidence-based.

La revisione olandese ha reclutato in totale

27 trial clinici randomizzati con follow up di

almeno un giorno, che hanno valutato l'effi-

cacia di procedure iniettive (14 studi) con

inoculazione di farmaci singoli o in associa-

zione (corticosteroidi, anestetici locali, sodio

ialuronato, Sarapin, vitamina B12, tossina

botulinica) oppure di enzimi proteolitici (chi-

mopapaina) e di procedure di denervazione

(13 studi) tramite radiofrequenze o elettro-

termocoagulazione (Pirft, Idet), in corrispon-

denza di varie sedi anatomiche (intradisca-

le, faccette articolari).

Data la variabilità dei protocolli utilizzati,

solo per due trattamenti (Idet vs placebo e

denervazione delle faccette articolari con

radiofrequenze vs placebo) gli studi sono

risultati sufficientemente omogenei da con-

sentire l'accorpamento dei dati per la me-

tanalisi.

Nel complesso sono emerse solo evidenze

di qualità bassa o molto bassa a sostegno

delle procedure iniettiva o di denervazione.

La conclusione degli autori, pertanto, è

che i potenziali benefici di questi interven-

ti, non escludibili per gruppi selezionati di

pazienti, debbano essere ulteriormente ve-

rificati.

M. O.

Henschke N, Kuijpers T, Rubinstein SM, van

Middelkoop M, Ostelo R, Verhagen A, Koes BW,

van Tulder MW. Injection therapy and denervation

procedures for chronic low-back pain: a systema-

tic review. Eur Spine J 2010;19:1425-49.

La gamma dei trattamenti fisici e riabilita-

tivi adottati per curare il dolore lombare è

veramente ampia.

La revisione della letteratura scientifica

ha incluso 83 trial clinici randomizzati

che hanno valutato (a confronto con nes-

sun intervento o con placebo o con altro

intervento) l'efficacia a breve termine dei

seguenti trattamenti: esercizi di tonifica-

zione (37 studi); back school (5 studi); in-

terventi educativi sul paziente finalizzati

a modificare la gestione del sintomo (1

studio); psicoterapia comportamentale fi-

nalizzata a modificare l'esperienza co-

gnitiva ed emozionale del sintomo (21

studi); elettrostimolazione transcutanea

(Tens) convenzionale o bifasica (6 studi);

fotostimolazione laser a bassa potenza

(Lllt) (3 studi); massaggio terapeutico

manuale o con ausili meccanici (3 studi);

trazione vertebrale con varie tecniche (1

studio); approccio multidisciplinare, defi-

nito come combinazione di almeno un in-

tervento di tipo fisico e un intervento di ti-

po psico-sociale o occupazionale (6 stu-

di). Nessuno studio è stato reperito sul-

l'utilizzo di supporti lombari (qualsiasi ti-

po) e sull'applicazione di calore o refri-

gerazione locali (qualsiasi fonte).

Su un totale di 8.816 pazienti, quasi la

metà (3.957) erano assegnati alla ginna-

stica di tonificazione, circa un quarto

(2.062) alla terapia comportamentale e

quasi il 14% (1.229) all'intervento multidi-

sciplinare.

La revisione ha fornito prove di efficacia di

basso livello qualitativo a favore della gin-

nastica di tonificazione e della terapia

comportamentale e prove di qualità mo-

derata a favore dell'approccio multidisci-

plinare. Questi, pertanto, restano gli unici

tre tipi di intervento conservativo non far-

macologico, tra i molti considerati, che gli

autori dello studio indicano come imple-

mentabili nella pratica clinica, ovviamente

in attesa di ulteriori e più adeguate speri-

mentazioni.

MM.. OO..

Van Middelkoop M, Rubinstein SM, Kuijpers T,

Verhagen AP, Ostelo R, Koes BW, van Tulder

MW. A systematic review on the effectiveness

of physical and rehabilitation interventions for

chronic non-specific low back pain. Eur Spine J

2011;20:19-39.

DOLORE LOMBARE CRONICO/1

TANTI FARMACIMA POCHE CERTEZZE

DOLORE LOMBARE CRONICO/2

TERAPIA INIETTIVA E DENERVAZIONE ANCORA SENZA PROVE

DOLORE LOMBARE CRONICO/3

FISICO O RIABILITATIVO? MEGLIO MULTIDISCIPLINARE

L'approccio delle medicine complementari o

alternative ben si presterebbe alla gestione

integrata del dolore lombare cronico non

specifico, condizione la cui evoluzione è così

fortemente condizionata dalla variabile com-

binazione di fattori organici, psicologici, am-

bientali e sociali.

Al banco delle prove di efficacia, tuttavia, il

giudizio resta necessariamente sospeso, sia

pure a fronte di alcune apparentemente pro-

mettenti indicazioni.

A caratterizzare il gruppo dei 35 trial clinici

randomizzati (per un totale di 8.290 pazienti)

su agopuntura (20 studi), manipolazione ver-

tebrale (8 studi) e medicamenti fitoterapici (7

studi) vagliati da questa revisione è, infatti, la

scarsità di studi a basso rischio di bias (so-

prattutto a carico degli interventi di manipola-

zione vertebrale), che preclude valutazioni di

una qualche consistenza.

Le evidenze derivate, che sono comunque

di livello qualitativo basso o molto basso,

suggeriscono la potenziale efficacia su bre-

ve periodo dell'agopuntura rispetto a nes-

sun trattamento e dell'applicazione locale di

alcuni derivati vegetali (Capsicum frute-

scens e Salix alba) rispetto a un placebo,

mentre la manipolazione vertebrale non por-

terebbe maggiori benefici di una serie di al-

tri interventi.

M. O.

Rubinstein SM, van Middelkoop M, Kuijpers T,

Ostelo R, Verhagen AP, de Boer MR, Koes BW, van

Tulder MW. A systematic review on the effective-

ness of complementary and alternative medicine

for chronic non-specific low-back pain. Eur Spine J

2010;19:1213-28.

DOLORE LOMBARE CRONICO/4

MEDICINE COMPLEMENTARI

AD ALTO RISCHIO DI BIAS

LLaa lloommbbaallggiiaa nneell ddeennttiissttaa rraapppprreesseennttaa

uunnaa ppaattoollooggiiaa pprrooffeessssiioonnaallee oo uunn pprroobbllee--

mmaa eevviittaabbiillee??

PPuurrttrrooppppoo llaa lloommbbaallggiiaa,, iinn ffoorrmmaa aaccuuttaa oo

ccrroonniiccaa,, èè rreeaallmmeennttee uunnaa mmaallaattttiiaa pprrooffeess--

ssiioonnaallee ppeerr ll’’ooddoonnttooiiaattrraa.. TTuuttttii ssooffffrroonnoo,,

pprriimmaa oo ppooii,, ddii mmaall ddii sscchhiieennaa:: ffaa ppaarrttee

ddeellllaa nnoossttrraa ccoonnffoorrmmaazziioonnee ffiissiiccaa,, mmaa aann--

cchhee lloo ssttiillee ddii vviittaa ddii cciiaassccuunnoo ddii nnooii hhaa

uunn rruuoolloo ffoonnddaammeennttaallee,, ee ooggnnii ooddoonnttooiiaa--

ttrraa ddeevvee eesssseerree bbeenn ccoonnssaappeevvoollee cchhee

pprreesseerrvvaarree llaa pprroopprriiaa sscchhiieennaa ssiiggnniiffiiccaa

iinnvveessttiirree ssuull pprroopprriioo ffuuttuurroo pprrooffeessssiioonnaallee..

AA ppaarrttiirree ddaallllaa ccoonnssttaattaazziioonnee cchhee,, ccoonn iill

mmaall ddii sscchhiieennaa,, ssii rreennddee ddii mmeennoo ssuull ppoo--

ssttoo ddii llaavvoorroo..

CCoommee ssppiieeggaannoo ii ffiissiiaattrrii,, ddaall ppuunnttoo ddii vvii--

ssttaa ppoossttuurraallee iill pprroobblleemmaa nnoonn èè ddaattoo ddaall--

ll’’aassssuunnzziioonnee ddii ppoossiizziioonnii ssccoorrrreettttee oo ddii

tteemmppoorraanneeaa mmaallppoossiizziioonnee,, mmaa ppiiuuttttoossttoo

ddaall ffaattttoo cchhee qquueessttee vveennggaannoo mmaanntteennuuttee

ppeerr uunn tteemmppoo pprroottrraattttoo..

NNeellllaa ttiippiiccaa ppoossiizziioonnee ddeellll’’ooddoonnttooiiaattrraa,,

cchhiinnoo ssuull ppaazziieennttee,, llaa bbaassee ddii aappppooggggiioo

rriissuullttaa ffoorrzzaattaammeennttee ssbbiillaanncciiaattaa,, qquuiinnddii

ttooccccaa aallllaa mmuussccoollaattuurraa mmaanntteenneerree iill bbaarrii--

cceennttrroo iinn uunnaa ccoonnddiizziioonnee ssttaabbiillee aanncchhee

ssee ssvvaannttaaggggiiaattaa.. LLaa ppoossiizziioonnee iinn aavvaannttii

ssuull ppaazziieennttee ccoonn ggoommiittii llaarrgghhii ee ssppeessssoo

bbrraacccciiaa aallllaa lliinneeaa ddeellllee ssppaallllee ppoorrttaa aa uunnoo

ssvvaannttaaggggiioo bbiioommeeccccaanniiccoo ccoonn uunn iinnccrree--

mmeennttoo ddeellllee lleevvee ssffaavvoorreevvoollii ee llaa rriicchhiieessttaa

ddii uulltteerriioorree aattttiivviittàà aaii mmuussccoollii ssttaabbiilliizzzzaattoo--

rrii ddeellllaa ccoolloonnnnaa ee ddeell cciinnggoolloo..

IIll pprrooggrreessssiivvoo aaffffaattiiccaammeennttoo nneellll’’aarrccoo

ddeellllaa ggiioorrnnaattaa iinndduuccee aa ppiiccccoollee iimmppeerrcceett--

ttiibbiillii vvaarriiaazziioonnii ddii ppoossiizziioonnee,, aa ppiiccccoollii ccee--

ddiimmeennttii nneellllaa rriicceerrccaa ddii nnuuoovvii mmuussccoollii aa

ssoosstteeggnnoo ddeellllaa pprroosseeccuuzziioonnee ddeellll’’aattttiivviittàà..

SSii mmooddiiffiiccaannoo ggllii aannggoollii ddii fflleessssiioonnee ee ddii

rroottaazziioonnee ee qquueessttee ppiiccccoollee vvaarriiaazziioonnii ssii

ttrraadduuccoonnoo iinn nnootteevvoollii ppeeggggiioorraammeennttii ddee--

ggllii aassppeettttii bbiioommeeccccaanniiccii ee aanncchhee ii nnuuoovvii

mmuussccoollii ccooiinnvvoollttii,, mmeennoo aalllleennaattii,, ssii aaffffaattii--

ccaannoo sseemmpprree ppiiùù rraappiiddaammeennttee..

LLaa pprreevveennzziioonnee ppaarrttee ddaa ssppeecciiffiiccii eesseerrcciizzii

ffiissiiccii ppeerr rriinnffoorrzzaarree llaa mmuussccoollaattuurraa aaddddoo--

mmiinnaallee ee ppaarraavveerrtteebbrraallee.. CC''èè ppooii ll''iimmppoorr--

ttaannzzaa ddii aassssuummeerree uunnaa ccoorrrreettttaa ppoossiizziioonnee

ddii llaavvoorroo ee ppiiùù iinn ggeenneerraallee ddii pprreessttaarree aatt--

tteennzziioonnee ssuullllaa pprroopprriiaa ppoossttuurraa,, ee ddii mmooddii--

ffiiccaarrllaa ppeerr qquuaannttoo ppoossssiibbiillee:: qquuaannddoo ssii èè

sseedduuttii,, èè bbeennee ppoorrttaarree bbeennee iinnddiieettrroo iill bbaa--

cciinnoo aappppooggggiiaannddoossii aalllloo sscchhiieennaallee,, ppeerr

ssccaarriiccaarree ssuu ddii eessssoo ppaarrttee ddeellllee ffoorrzzee cchhee

aarrrriivvaannoo ssuullllaa ccoolloonnnnaa;; mmaanntteenneerree llaa lloorr--

ddoossii lloommbbaarree,, oossssiiaa qquueellllaa ccuurrvvaa ddeellllaa

ppaarrttee bbaassssaa ddeellllaa sscchhiieennaa cchhee ssii hhaa qquuaann--

ddoo ssii èè iinn ppiieeddii ee cchhee ssii ppeerrddee qquuaassii aauuttoo--

mmaattiiccaammeennttee qquuaannddoo ccii ssii mmeettttee sseedduuttii;;

ppeerr lleeggggeerree oo ssccrriivveerree iinncclliinnaarree iill bbuussttoo

aavvaannttii aa lliivveelllloo ddeellllee aanncchhee,, ppooggggiiaannddoo ii

ggoommiittii ssuull ppiiaannoo ddii llaavvoorroo.. QQuuaannddoo ssii èè iinn

ppiieeddii nnoonn rriimmaanneerree ffeerrmmii nneellllaa sstteessssaa ppoo--

ssiizziioonnee ppeerr lluunnggoo tteemmppoo;; ssee ppoossssiibbiillee,, aapp--

ppooggggiiaarree iill bbaacciinnoo oo llaa sscchhiieennaa aa uunn rriippiiaa--

nnoo oo aa uunn mmuurroo;; aallllaarrggaarree llaa bbaassee ddii aapp--

ppooggggiioo ddiissttaannzziiaannddoo ii ppiieeddii;; ppoossaarree uunn

ppiieeddee ssuu uunn aappppooggggiioo,, ccaammbbiiaannddoo ssppeess--

ssoo iill ppiieeddee ddii ssoosstteeggnnoo..

SSii ttrraattttaa ddii ppiiccccoollii aatttteeggggiiaammeennttii ppoossttuurraa--

llii,, ssppeessssoo ddiiffffiicciillii ddaa mmeettaabboolliizzzzaarree ee mmee--

mmoorriizzzzaarree,, iinn ggrraaddoo ppeerròò iinn mmoollttii ccaassii ddii

eevviittaarree qquueell ffaassttiiddiioossoo ddoolloorree lloommbbaarree

cchhee aa vvoollttee èè iinnccoommppaattiibbiillee ccoonn ll’’aattttiivviittàà

llaavvoorraattiivvaa....

LOMBALGIA DEL DENTISTAUNA PATOLOGIA POFESSIONALE

<< FOCUS ON35 <<FOCUS ON << 34<<

Lombalgia cronica non specificaQuale strategia terapeutica?Nemmeno l'attenta analisi delle revisioni sistematiche è riuscita a fissare dei punti fermi neltrattamento di questa patologia di cui soffrono non pochi odontoiatri. Se non altro è possibilesgombrare il campo da alcuni approcci non supportati da solide evidenze scientifiche

EDUCATION & MEETING NEWS << 36<<

Miss Muretto, da concorsoa congresso scientificoIl congresso scientifico “Miss Muretto” di Alassio (5-6 ottobre) è stato costruito con criteri innovativi. Dal format congressuale al contenimento dei costi, si cerca un nuovo modello per l’aggiornamento professionale

Qual è l'idea di fondo chel'ha spinta a organizzare uncongresso con questo titolo?C'è sullo sfondo il tentativodi sfruttare l'immagine di unconcorso di bellezza per atti-rare i dentisti?Il concorso di Miss Muretto èormai da anni icona dellacittà di Alassio ed è un sim-bolo che ben si adatta al temacongressuale: l’estetica e lacosmesi in campo dentale.Le motivazioni che mi hannoindotto alla promozione diquesto evento partono dalontano. Sono ormai diversianni che rilevo l’assenza deigiovani nelle platee congres-suali e ho deciso di analizzarecon attenzione il problema.Le nuove generazioni amanofrequentare solo alcuni con-gressi, cioè quelli dove posso-no ricevere reali approfondi-menti su specifiche tematichesotto la guida dei principaliesperti. Altri invece preferi-scono implementare la cono-scenza attraverso l’utilizzodella moderna informatica:siti web, portali, chat line ecc.A differenza delle precedentigenerazioni, educate all’artedell’ascolto e ormai assoluta-mente abituate alla didatticapassiva, le nuove generazionisono, giustamente, indirizza-te all’apprendimento attivo.Mi spiego meglio. In virtùanche della crisi economica icosti dell’aggiornamento cosìcom’erano strutturati nonsono più sostenibili e nonpossiamo pensare che sia soloun malessere passeggero. Lasocietà, e quindi il compartodentale di conseguenza, stan-no subendo cambiamentiepocali. Riuscirà a sopravvi-vere solo chi intercetterà talicambiamenti e li farà propri.I giovani, e per giovani inten-do la fascia che va dai 23 ai 40anni, che sono anche la gene-razione a cui fanno riferi-mento le aziende sponsor,hanno bisogno di focalizzare

il loro aggiornamento su treparametri fondamentali: bas-si costi, elevata qualità e im-mediato recepimento dellenozioni e loro conseguentiapplicazioni.

Sembra piuttosto difficile co-niugare queste tre esigenze...A un primo esame appaionoassolutamente inconciliabili,ma il congresso di Alassio netestimonia l’assoluta fattibi-lità.

La segreteria scientifica delcongresso è assolutamente diprim'ordine. Ce la presenta?Guido Prando, CesareRobello e Gian EdilioSolimei sono persone da cuiho imparato moltissimo eche hanno capacità incredibi-li nell’intercettare gli argo-menti culturali più graditi al-le platee. Mi è sembrato cosanaturale affidare a loro la “di-rezione” culturale del con-gresso.I relatori sono esattamentequello che speravo, un vero eproprio “ponte” tra l’espe-rienza dei più temprati e l’en-tusiasmo dei più giovani.

Ci spieghi meglio il contenu-to e il format del congresso diAlassioAlassio nasce da una mia ideae dal desiderio di un mio ca-ro amico, il dottor LucaVillani, impegnato in politicaoltre che in odontoiatria emembro del Consiglio comu-nale di Alassio.Il desiderio di Villani è l’aper-tura della sua cittadina, giàmeta turistica affermata, almondo congressuale per in-tercettare un flusso turisticoche aiuti Alassio a superare imomenti di bassa stagione.La mia idea era quella di tro-vare una sito congressualeche desiderasse ospitare il

congresso, potesse offrire in-frastrutture adeguate e allostesso tempo favorisse l'in-staurarsi di un'atmosfera pia-cevole tra i partecipanti.Ecco come da un’idea e undesiderio ha preso vita il con-gresso di Alassio.

Ma cos'ha di veramente in-novativo questo congresso?La prima cosa che balza al-l’occhio è l’adeguamento delcosto congressuale ai tempimoderni, grazie agli accordiottenuti con il sindaco diAlassio e la sua giunta.100 euro per un congressocosì bello, incluso due nottiin hotel e una serata ludica,sono veramente allettanti.È vero che il partecipante de-ve chiudere lo studio, ma soloil venerdì pomeriggio e il sa-bato alle 15 è libero di starecon i suoi cari o di fare quel-lo che più gli aggrada.L’aspetto economico mini-male unitamente ai vantaggidi ospitalità che il congressocomporta, stimola la voglia diorganizzare un vero e propriofine settimana con la famigliao con gli amici.Il programma del venerdì po-meriggio soddisfa un'altraesigenza delle nuove genera-zioni: quella di una didatticaattuale, pratica, facilmentefruibile ma soprattutto inte-rattiva. Abbiamo organizzatovarie tavole cliniche su diver-si argomenti. La tavola clini-ca, in parole povere, è un re-latore che dialoga su di un te-ma specifico a un ristrettonumero di colleghi che pos-sono interagire concretamen-te con lui. Il partecipante po-trà scegliere tre tavole clini-che e costruirsi, in autono-mia, il suo percorso culturalecon gli argomenti che più lointeressano.Sabato 6 ottobre il program-ma congressuale si sviluppaattraverso una metodica mol-to simile ai talk show. Ognipartecipante riceverà un tele-comando e potrà risponderealle domande che il relatoreavrà inserito all’interno dellasua presentazione: il tutto av-verrà in diretta durante la re-lazione del docente.In pratica non più una relazio-ne monocorde del relatore mauna vera e propria ora interat-tiva, che dovrà tener conto, nelsuo svolgimento, della rispostadei partecipanti.

Abbiamo pensato di dare an-che un respiro internazionaleall’evento, ospitando i parte-cipanti del Congresso BtkInternational che si terrà il 4 e5 ottobre prossimi ad Alassio.Duecento medici turchi, bul-gari e spagnoli potranno con-frontarsi con i colleghi italia-ni scambiandosi idee ed espe-rienze.

Proposte interessanti. Ma so-no attuabili nella quotidia-nità dell’organizzazione con-gressuale?Il punto è proprio questo, bi-sogna tornare al passato perpoter intercettare le esigenzefuture. Il congresso è unevento e quindi un qualcosadi eccezionale, da curare inmaniera capillare e con unpiano organizzativo impor-tante. I congressi debbono es-sere momenti di aggregazio-ne ma anche di cultura eleva-ta.Mi auguro che il congresso diAlassio possa avere un buonsuccesso. Spero, con moltaumiltà, che rappresenti ancheun vero e proprio punto disvolta nell’organizzazione de-gli eventi congressuali e fac-cia tornare il sorriso a chi vipartecipa.

> Luca Viterbo Donato

LLuuccaa VViitteerrbboo DDoonnaattoo amministra da diversi anni la società e20

srl con un trend positivo costante nonostante gli anni che stia-

mo vivendo non siano particolarmente generosi verso chi, di

mestiere, organizza eventi.

VVeenneerrddìì 55 ee ssaabbaattoo 66 oottttoobbrree si terrà ad AAllaassssiioo il congresso

scientifico “Miss Muretto e l'arte del sorriso” sotto la regia scien-

tifica di GGuuiiddoo PPrraannddoo, CCeessaarree RRoobbeelllloo e GGiiaann EEddiilliioo SSoolliimmeeii.

Dietro l'organizzazione di questo evento, il cui titolo non può che

incuriosire, c'è l'attenta regia proprio di Luca Viterbo Donato, al

quale abbiamo chiesto di presentarci il congresso.

MISS MURETTO E L’ARTE DEL SORRISO

Il congresso scientifico “Miss Muretto e l'arte del sorriso”

di AAllaassssiioo si svolgerà nelle giornate di vveenneerrddìì 55 ee ssaabbaa--

ttoo 66 oottttoobbrree sotto la regia scientifica di GGuuiiddoo PPrraannddoo,

CCeessaarree RRoobbeelllloo e GGiiaann EEddiilliioo SSoolliimmeeii.

«Questo congresso ha un carattere totalmente innovati-

vo – spiegano gli organizzatori di e20 – e vuole riportare

i giovani odontoiatri a frequentare gli eventi di aggiorna-

mento scientifico».

«Il giovane vuole essere totalmente protagonista dell'e-

vento, anche se discente. Egli vuole domandare, vuole

interrogare, vuole dire la sua e non accetta più che il re-

latore, per quanto sia bravo, assolutizzi la giornata con

un'esposizione di casi bellissimi ma dalla difficile realiz-

zazione nello studio di un giovane odontoiatra» sottoli-

nea LLuuccaa VViitteerrbboo DDoonnaattoo, presidente di e20.

«Sia nelle tavole cliniche del venerdì che nel congresso

del sabato i relatori presenti sono tra i più importanti a li-

vello nazionale sia in qualità clinica ma ancora di più in

capacità formativa – spiegano Prando, Robello e Solimei

–. I partecipanti saranno in grado di apprezzare l’estre-

ma praticità delle tavole cliniche: un’ora di “focus on” su

singoli argomenti con successiva discussione con il re-

latore e i colleghi che partecipano alla stessa tavola».

Il programma di questi due giorni mira anche a creare un

ambiente familiare tra i partecipanti, che condivideranno

un aperitivo in passeggiata mare, una cena sopra il por-

to turistico e la discoteca il venerdì sera.

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<< EDUCATION & MEETING NEWS39 <<

Dente oppure impianto?Criteri per la scelta clinicaIl congresso Sicoi (Milano, 5-6 ottobre) sarà una consensus conferenceper stabilire i limiti della conservativa e l'inizio dell'implantologia. «Nulla èpiù predicibile di un elemento naturale risanato» sottolinea Andrea E. Bianchi

Dottor Motta Jones, ci presen-ta il congresso internazionaledi Milano?Dopo il successo ottenutol’anno scorso, si è deciso di ri-proporre il modello della con-sensus conference con un temasempre molto attuale e dibat-tuto: “denti versus impianti:criteri decisionali per un atteg-giamento terapeutico di suc-cesso”.Il tema trattato, fonte quoti-diana di dubbi nella professio-ne, metterà in antitesi la pre-servazione del dente con la suasostituzione mediante im-pianti. La mattina del venerdìgli esponenti delle sei societàscientifiche europee affiliateall’Efoss parleranno proprio diquesto tema.Dopo i saluti del presidentedella società ospitante, il dot-tor Andrea E. Bianchi, e quellidel presidente Efoss, il profes-sor Ahmed Feki, aprirà le rela-zioni scientifiche il rappresen-tante della società spagnola dichirurgia orale, il dottor JosèLuis Calvo Guirado, che trat-terà un argomento di grandeattualità quale quello degli im-pianti post-estrattivi; avremocosì la possibilità di valutare leesperienze dei nostri cuginispagnoli. Il rappresentanteportoghese, il dottor RuiPereira Da Costa, ci parlerà in-vece del salvataggio dei denticon scarsa prognosi per mezzodella microchirurgia endo-dontica.Il dottor Stephen Barter dellasocietà britannica ci parleràdelle varie opzioni terapeutichequando siamo di fronte alla ria-bilitazione del dente singolo.

Subito dopo il professorFouad Khoury (Germania) eil suo stimatissimo collabora-tore italiano AlessandroPonte, parleranno della loroesperienza nel campo degli in-nesti in implantologia, valu-tando quando sia meglio cer-care di salvare un dente preve-dendo nella zona analizzata ungrosso innesto osseo.Sarò io il relatore rappresen-tante della Sicoi (in qualità difellow del board dell’Efoss) eaffronterò il tema dente-im-pianto dal punto di vista orto-dontico, cercando di puntua-lizzare quale sia il miglior trat-tamento degli elementi ritenu-ti nei pazienti adulti.Chiuderà la sessione dedicataall’Efoss il professor GuillamePennel che, in rappresentanzadella società francese, affron-terà un tema di attualità e cheancora non ha messo d’accor-do i vari esperti del campo: iltrattamento implantare neipazienti trattati con bisfosfo-nati.

Con quali relazioni prose-guirà il congresso?Il venerdì pomeriggio aprirà ilavori il dottor Nicola Perrini,endodontista di fama interna-zionale, che analizzerà in mo-do pragmatico le indicazioni ei limiti dell’endodonzia per ilmantenimento conservativodel dente singolo.Il dottor Tiziano Testori, pastpresident Sicoi e relatore aimain podium mondiali, ciguiderà tra i pro e contro del-l’implantologia per la sostitu-zione dell’elemento singolo.

I limiti della chirurgia paro-dontale ricostruttiva applicataai denti naturali saranno ap-profonditi dal dottor GiulioRasperini, ricercatore univer-sitario e parodontologo dispicco della scuola milanese.Un corretto albero decisiona-le non può non considerare ilpunto di vista del protesista:il dottor Daniel Hess, protesi-sta con un curriculum invi-diabile, ci porterà il suo pen-siero su questo argomento diimportanza vitale per i nostripazienti.Il sabato i lavori riaprirannocon il dottor Alberto Fonzar,presidente Sidp. Chi meglio dilui potrà spiegarci il compor-tamento dei denti e degli im-pianti nel paziente parodonta-le. Il suo rigore scientifico ciguiderà alla scelta razionale al-la terapia di questi pazienti.A seguire il dottor RodolfoGianserra, clinico ed espertochirurgo, presenterà i dati diuno studio con follow up a 15anni sulla terapia di manteni-mento della malattia parodon-tale in pazienti con elementi asupporto implantare.Una volta presa la decisione diestrarre l’elemento dentarioirrimediabilmente compro-messo si dovrà mettere in attouna serie di accorgimenti perprevenire l’atrofia ossea. Ilcompito di descrivere un pro-tocollo affidabile è nelle manidel dottor Hom Lay Wang.Il dottor Gaetano Calesini,punta di diamante dei protesi-sti italiani, ci delizierà con lostato dell’ arte in protesi tradi-zionale e implanto supportata.A chiudere il convegno sarà il

dottor Enrico Agliardi, chirur-go maxillo facciale e autore dinumerose pubblicazioniscientifiche sulle riabilitazioniimplanto protesiche del pa-ziente edentulo, che delineeràun protocollo razionale e so-stenibile per un mantenimen-to nel tempo di questo tipo diprocedure.La mattinata sarà chiusa daldottor Marcus Beschnidt conuna relazione sui vantaggi nel-l’utilizzo dei monconi definiti-vi nel periodo iniziale di guari-gione per l’ottimizzazione delrisultato estetico.Sabato pomeriggio il dottorJack Krauser, specialista in pa-rodontologia alla BostonUniversity e active memberIcoi, analizzerà il grado diosteointegrazione degli im-pianti in base a superfici e de-sign implantari innovativi.Il professor Ugo Covani, no-stro past president e relatore diindiscussa preparazione scien-tifica, ci guiderà tra i criteri de-cisionali per la corretta riabili-tazione impiantare full arch.Chiuderà la consensus confe-rence il dottor Egon Euwe, fa-moso implantologo italo-olandese, con una casistica diqualità eccezionale sulla ge-stione estetica dei casi com-plessi.I moderatori, scelti ad hoc dal-la commissione scientifica,avranno il duro compito di ti-rare le fila delle relazioni e for-mulare delle conclusioni chepossano dare dei messaggi daportare a casa nella routinequotidiana dei nostri studi.

A. P.

> Jason Motta Jones, segretario Sicoi

> Il direttivo della Società italiana di chirurgia orale e implantologia (Sicoi). Da sinistra a destra Jason Motta Jones (segretario), AntonioBarone (presidente eleletto), Andrea E. Bianchi (presidente), Francesco Vedove (vice presidente) e Alfonso Caiazzo (tesoriere)

VVeenneerrddìì 55 ee ssaabbaattoo 66 oottttoobbrree si terrà aa MMiillaannoo (Marriott Hotel) il

XXII congresso internazionale della Società italiana di chirurgia

orale e implantologia (Sicoi). Non sarà una rassegna di relazio-

ni ma una vera e propria consensus conference sui criteri deci-

sionali che guidano la scelta tra la conservazione dell'elemento

dentale e la sua estrazione e sostitutzione con un impianto.

«In un momento in cui talvolta viene proposta con troppa facilità

l’estrazione dentaria, questo evento vuole essere una vera e

propria consensus conference per fissare i reali limiti del recu-

pero degli elementi dentali compromessi, senza farsi sopraffare

dal miraggio della più spiccia terapia implantoprotesica – com-

menta AAnnddrreeaa EE.. BBiiaanncchhii, presidente Sicoi, descrivento la mani-

festazione scientifica che concluderà il suo mandato alla guida

della società –. Sarà un evento volto a valutare la reale esigen-

za della terapia estrattiva, tale per cui non venga adottata in ma-

niera indiscriminata, e soprattutto a riflettere sul vero fine dell’im-

plantologia, che deve essere considerata in assoluto una tecni-

ca per sostituire il dente irrecuperabile o mancante ma non i

denti in senso lato. Questo congresso è un monito a considera-

re che nulla può essere più predicibile che un elemento natura-

le risanato. Sarà un momento scientifico per rivalutare l’odon-

toiatria conservativa e per capirne nel contempo i limiti, ma so-

prattutto per prendere una maggiore coscienza dei dati che la

comunità scientifica mette a nostra disposizione».

Al congresso, una volta disegnate le linee di confine tra conser-

vativa e implantologia, verrà puntualizzato il corretto percorso

diagnostico e terapeutico nella riabilitazione implantoprotesica

di pazienti affetti da malattia parodontale, la preservazione del-

l’osso alveolare nelle estrazioni in vista di una terapia sostitutiva

con impianti, la corretta risoluzione delle problematiche implan-

toprotesiche con protesi tradizionale e Cad-Cam, la progettazio-

ne e l’esecuzione di riabilitazioni full-arch anche in considerazio-

ne della sostenibilità dal punto di vista economico e, ancora, il

corretto trattamento dei tessuti molli perimplantari, condizione

imprescindibile per la durata nel tempo del risultato riabilitativo

raggiunto.

Il congresso Sicoi ospiterà al suo interno il settimo meeting del-

la Federazione europea delle società di chirurgia orale (Efoss).

Italian Dental Journal ha intervistato il dottor JJaassoonn MMoottttaa JJoonneess,

segretario Sicoi, per un'anticipazione sui contenuti del program-

ma scientifico del congresso.

L'appuntamento successivo con Sicoi sarà in dicembre a

Venezia con un closed meeting di chirurgia avanzata dedicato

agli ormai oltre cento soci attivi e relativi ospiti. Il relatore di fama

internazionale che approfondirà le tecniche di chirurgia rigene-

rativa sarà il professor FFoouuaadd KKhhoouurryy.

<< EDUCATION & MEETING NEWS41 <<

Aie e Sie si concentranosulla parodontite apicaleEsperti della Società italiana endodonzia e dell'Accademia italiana di en-dodonzia, al congresso di Perugia del 4-6 ottobre, forniranno precise indi-cazioni cliniche sul trattamento del dente affetto da parodontite periapicale

Dottor De Caroli, quali imotivi della scelta di questotema congressuale?Questa scelta è stata dettatadalle molte richieste raccoltegrazie ai questionari compi-lati nel corso degli eventiAie, attraverso il mailing enei momenti di discussionee confronto fra i partecipan-ti al Continuing Educationche da quattro anni l’Aie or-ganizza. Dalle richieste ri-sultava chiara la necessità,da parte soprattutto deidentisti più giovani, di chia-rire alcuni aspetti di questapatologia assai frequente trai nostri pazienti. In partico-lare ci venivano richiesti pa-rametri diagnostici e tera-peutici che potessero esseredi aiuto nella formulazionedi un adeguato piano ditrattamento della parodon-tite periapicale.Si tratta di una complicanzadella patologia dell’organopulpare provocata di volta involta dai batteri presentinelle lesioni cariose, da in-sulti fisici e chimici provo-cati da procedure operativeodontoiatriche o da traumi,che è spesso associata a trat-tamenti endodontici inade-guati.Abbiamo scelto di trattare iltema con l’intento di fornireall’uditorio chiare indicazio-ni cliniche nel rispetto deidati forniti dalla letteraturascientifica.

In estrema sintesi, quali so-no le principali linee guidaper il trattamento della pa-rodontite periapicale?Il trattamento ideale, cherappresenta sempre la prima

scelta, prevede l’approccioortogrado. In una piccolapercentuale di casi saremocostretti a intraprendere unaterapia retrograda. E infine,nei casi in cui l’elementodentario interessato non siaassolutamente recuperabile,saremo costretti a procederealla sua estrazione e a sosti-tuirlo con un impiantoosteointegrato.Si tratta comunque di casi li-mite, e non, come si osservatroppo spesso, di una terapiaelettiva. Infatti il nostro com-pito sarà sempre quello dicercare di preservare nel tem-po quello che è il vero patri-monio dei nostri pazienti, ecioè qualsiasi elemento den-tario recuperabile.

Quali sono i vantaggi per ipartecipanti al congressodella partnership tra Aie eSie?Sono davvero felice che que-sto XX congresso veda lapartecipazione della Sie e deisuoi relatori di grande espe-rienza e professionalità.Sono certo che in forza dellaformula scelta, che prevedel’alternarsi dei contributiscientifici dei relatori Aie eSie nella trattazione dei temiin programma, i partecipan-ti al congresso potranno ri-cevere una grande quantità equalità di informazioni.Mi auguro anche che a que-sta esperienza possano farseguito altre occasioni e for-me di partecipazione con-giunta delle due società aeventi e iniziative su temi dicomune interesse scientifico.

Andrea Peren

> Giuseppe De Caroli,neo presidente Aie,accanto a FedericaFonzar, presidenteuscente

AA PPeerruuggiiaa (Golf Hotel Quattrotorri) ddaa ggiioovveeddìì 44 aa ssaabbaattoo 66 oottttoo--

bbrree le due principali associazioni italiane di endodonzia si con-

fronteranno sul trattamento del dente affetto da parodontite pe-

riapicale cercando di fornire le più appropriate indicazioni clini-

che.

In occasione del XX congresso nazionale “Aie invita Sie” questo

argomento sarà ampiamente trattato nei suoi aspetti eziopato-

genetici, diagnostici e clinico-pratici da relatori della Società ita-

liana endodonzia e dell'Accademia italiana di endodonzia.

Esperti relatori esterni e appartenenti ad altre società scientifi-

che prenderanno poi in considerazione tutti gli aspetti progno-

stici inerenti questa patologia, così come le problematiche col-

legate alla sostituzione implantare di denti persi.

Italian Dental Journal ha intervistato GGiiuusseeppppee DDee CCaarroollii, libero

professionista di Saluzzo, che proprio in occasione del congres-

so avvicenderà alla guida dell'Aie Federica Fonzar, che ha gui-

dato con successo l'Accademia in questi ultimi anni.

EDUCATION & MEETING NEWS << 40<<

Geass guarda oltreil successo implantareLa sesta edizione del Convegno Geass (24-26 gennaio 2013) farà il puntosu tutto quello che ruota attorno alla riabilitazione implantare: la gestionedegli aspetti chirurgici e protesici per garantirne la durata nel tempo

Dottor Snidero, siamo giun-ti alla sesta edizione delconvegno Geass. Quali sonole ragioni che spingono l'a-zienda a organizzare questoevento biennale?Il convegno Geass è il puntodi arrivo dell’attività clinico-scientifica e di ricerca con-dotta sia in Italia sia all’este-ro nel periodo che intercor-re tra un evento congressua-le e il successivo.L’iniziativa è didattica e noncommerciale: già dagli anniOttanta, infatti, Geass si fapromotrice di attività for-mativa, e storicamente ilconvegno si configura comeun momento di incontro edi confronto pensato perodontoiatri e odontotecnici.

Si tratta di una tre giorni incui l’azienda, più che illu-strare le migliorie apportateai propri prodotti, fa il pun-to sulla situazione dell’im-plantologia, concentrandosisulle tecniche e sulle solu-zioni chirurgiche e protesi-che più attuali, affinché ilprofessionista possa acquisi-re delle informazioni utilialla sua pratica quotidiana.

Lei è presidente della Geasse allo stesso tempo presi-dente del board scientificodel convegno.Geass da anni si è struttura-ta con un gruppo di opinionleader nazionale, all’internodel quale è stato costituito

un board scientifico compo-sto da esperti di chirurgia,parodontologia e protesi,che si pone l’obiettivo di sti-molare e valorizzare nuoviprogetti multidisciplinari,clinici e di prodotto. Io sonoil referente tecnico-scientifi-co dell’azienda all’internodel board.

Qual è il filo conduttore delprogramma scientifico delconvegno?Il titolo “Oltre l’impianto” èindicativo del programmadel convegno che, appunto,vuole partire da ciò che unavolta era considerato l'obiet-tivo finale – vale a dire ilsuccesso implantare – perandare oltre e ricercare tuttociò che serve affinché unariabilitazione duri nel tem-po e soddisfi il paziente; diconseguenza le relazioni sa-ranno incentrate su questiaspetti.Nella prima giornata si sus-seguiranno esponenti inter-nazionali ed esperti nella ge-stione dei tessuti duri e mol-li; si tratterà nello specificodi un problema presente esentito dal professionista: laperimplantite. Venerdì 25gennaio si passerà dalla teo-ria alla pratica, entrandonello specifico di come la ri-cerca e la conoscenza si pos-sano effettivamente tradurree applicare nell'operare quo-tidiano.I relatori del venerdì, per lamaggior parte membri delboard scientifico Geass, illu-streranno tutte le attivitàcondotte in ambito clinico.La mattinata del sabato, in-

vece, è studiata per andareoltre le tematiche affrontatenel giovedì e nel venerdì, efocalizzarsi sui sistemi di co-municazione tra studio, la-boratorio e paziente, sullapianificazione del progettoprotesico e sulle tecnicheimplanto-protesiche chepermettono di superare i li-miti anatomici: tre percorsidedicati per ottenere risulta-ti sempre più accurati e pre-dicibili.

I percorsi formativi del sa-bato sono una novità rispet-to alle passate edizioni È una formula un po’ diver-sa, innanzitutto perché vo-gliamo sempre distinguerci,e poi per creare dei percorsiin funzione dell’interesse delsingolo: ci sono richieste ebisogni differenti e con que-sta proposta si vuole dare lapossibilità al professionistadi scegliere ciò che è piùadatto alle sue esigenze cli-niche e professionali.

Qualche nome illustre tra irelatori?Gli attori più importanti so-no quelli del giovedì: dalBelgio ospiteremo il profes-sor Marc Quirynen, grandeesperto di microbiologia ora-le, che farà luce su un argo-mento di primario interesseoggi, la perimplantite; a se-guire il dottor Stefano ParmaBenfenati, nome illustre dellaparadontologia riconosciutoa livello internazionale per lesue conoscenze nel tratta-mento dei tessuti molli e ilprofessor Marco Esposito, di-

rettore responsabiledell’European Journal of OralImplantology, noto ricercato-re indipendente, con cui stia-mo collaborando.

Sono previsti momenti lu-dici? Unire l’utile al dilettevole ènella nostra filosofia e sonoprevisti diversi momenti disvago. Venerdì è in program-ma un dinner-buffet, si trat-ta di una serata all’insegnadell’intrattenimento e dellaconvivialità che offre la pos-sibilità di confrontarsi inmaniera informale con i re-latori del Convegno.Sempre nel corso della sera,si terrà un’asta di benefi-cienza: anche in questa edi-zione desideriamo donarecome azienda il nostro con-tributo a Overland forSmile, un progetto umanita-rio itinerante totalmente noprofit e volto a fornire unaiuto concreto per la salutedentale dei bambini ospitinegli orfanotrofi dei paesidell'Est europeo. Ho potutoseguire personalmente l’as-sociazione per due anni con-secutivi, è un’esperienzaunica e rara.Il giovedì sera, invece, è inprogramma una cena piùinformale e riservata a tutti ipartecipanti al corso di ana-tomia umana su cadavereorganizzato da Geass conl’Università di Pilsen(Praga), un’esperienza for-mativa che si è sempre carat-terizzata per il clima convi-viale. Ecco che la PilsenDinner diventa un’occasionesimpatica per ritrovarsi tra

corsisti e scambiarsi i saluti.

Un programma ricco che ri-chiede un’ottima gestioneorganizzativa...Grazie all’esperienza acqui-sita in convegni internazio-nali importanti, dove abbia-mo presenziato in qualità diuditori, siamo riusciti a svi-luppare un solido know-howinterno e oggi siamo ricono-sciuti per la nostra abilitàorganizzativa, l’accurata ge-stione logistica e la massimapuntualità negli orari, spe-cialmente per eventi con unnumero elevato di parteci-panti.

Nel programma si legge diuna sessione dedicata aglistudenti universitari, di co-sa si tratta?Con la sesta edizione delconvegno, la sessione dedi-cata alle università italiane sifa più interessante. Geass,infatti, ha indetto un bandodi concorso rivolto agli stu-denti dei corsi di laurea spe-cialistica in odontoiatria,che sono invitati a elaborareun progetto di ricerca atti-nente ai temi della clinicaimplantare in tutti i suoiaspetti.Il vincitore avrà la possibi-lità di realizzare il progettopresentato grazie al suppor-to di Geass e di presentare irisultati alla prossima edi-zione del convegno.

Con l’occasione del conve-gno lancerete qualche pro-getto?Valorizzeremo due novitàlanciate a settembre: Gealize,la chirurgia computer assisti-ta Geass, e way Shorts, glishort implants Geass che ab-biamo voluto testare per oltreun anno prima di proporre almercato.Allo stesso tempo prenderàil via in maniera ufficiale unprogetto che riguarda l’atti-vità degli odontotecnici eche ci vede impegnati da ol-tre due anni, ossia la solu-zione Cad-Cam. A tuttoquesto si aggiunge il nuovociclo di Synthegra, la nostrasuperficie strutturata al laserche promette di andare benoltre l’osteointegrazione.

F. C.

> Vanni Snidero, presidente Geasse referente aziendale per il boardscientifico del 6° Convegno dell'a-zienda implantare

Partire da ciò che una volta era considerato l'obiettivo finale –va-

le a dire il successo implantare – per andare oltre e ricercare tut-

to ciò che serve affinché una riabilitazione duri nel tempo e sod-

disfi il paziente. È una sfida che l'azienda implantare Geass lan-

cia nel suo 6° Convegno, evento che coinvolge relatori di spic-

co, anche di fama internazionale, e che si terrà al NNHH LLaagguunnaa

PPaallaaccee ddii MMeessttrree VVeenneezziiaa ddaall 2244 aall 2266 ggeennnnaaiioo 22001133 (per infor-

mazioni: tel. 0432.669191 - fax 0432.665323 - www.geass.it -

[email protected]). «Storicamente tutti gli eventi passati erano

stati organizzati all’interno del nostro comprensorio in Friuli

Venezia Giulia, ma considerato che l’azienda sta sviluppando

sempre di più il mercato estero, per fornire un aiuto logistico al-

l’arrivo di questi professionisti, abbiamo optato per la scelta del

NH Laguna Palace di Mestre Venezia». Spiega VVaannnnii SSnniiddeerroo,

presidente Geass e referente aziendale per il board scientifico.

Il convegno infatti ha un forte taglio internazionale e sia i relato-

ri sia i partecipanti giungono anche da fuori confine (una quin-

dicina di Paesi circa). È prevista una traduzione simultanea di

tutte le relazioni dall’italiano all’inglese e viceversa e sabato ci

sarà una sessione dedicata che ospiterà relatori stranieri,

dall’Iran alla Repubblica Ceca.

Il simbolo dell'infinito e il titolo "Oltre l'impianto. Le tecniche, i

percorsi, le prospettive" sono la premessa ai contenuti del

Convegno, di cui Snidero ci anticipa i tratti più salienti.

VARATO IL PROGRAMMA CULTURALEPER IL PROSSIMO BIENNIO

Il neo presidente Aie GGiiuusseeppppee DDee CCaarroollii ci riferisce che il con-

siglio direttivo ha già programmato tutta l’attività culturale per il

2013 e il 2014.

Per quanto riguarda gli eventi del prossimo anno, il primo sarà

un corso che si terrà a Bologna in febbraio, il cui titolo sarà “Dal

trattamento endodontico al restauro del dente”. Un tema di si-

curo interesse sia per i più giovani che per i più esperti.

Nel mese di maggio a Brescia è poi previsto un incontro in cui

si parlerà di “Contenzioso in odontoiatria: come prevenirlo e

come trattarlo”. «Negli ultimi anni si è assistito a un proliferare

di controversie legali, per cui ci è parso giusto dare indicazio-

ni in merito agli odontoiatri interessati» ha sottolineato De

Caroli.

Ci sarà poi il congresso nazionale, nuovamente a Montecatini,

dal titolo “Il ritrattamento endodontico: protocolli operativi”. «Su

questo importantissimo tema cercheremo di fornire informazio-

ni, suggerimenti e risposte pertinenti ai tanti interrogativi che si

pongono soprattutto i più giovani» commenta il presidente.

Nel biennio non mancherà quello che è ormai diventato un ap-

puntamento fisso della programmazione Aie: il Continuing

Education in endodonzia.

<< EDUCATION & MEETING NEWS43 <<

Endodonzia e conservativadue discipline contigueAl congresso di Sweden & Martina è emersa la maggiore maturità nell’utilizzo di due tecnologie che hanno sostenuto la cescita di endodonziae conservativa: gli strumenti in nichel-titanio e gli adesivi smalto-dentinali

Professor Malagnino, ci fa unbilancio del congresso? Prima di tutto è doveroso farei complimenti all’organizza-zione: c’era molta gente e inquesto periodo non è così fre-quente. Anche se i congressicostituiscono una preziosa oc-casione di formazione e ag-giornamento, comportanouna spesa per i colleghi che, inquesti tempi di crisi, è più dif-ficile affrontare.Ma in questo caso la parteci-pazione è stata superiore alleaspettative: merito del modointelligente di proporsi dell’a-zienda organizzatrice, che ne-gli anni è sempre stata attentaalle eccellenze in campo clini-co e scientifico e anche in que-sto caso ha coinvolto alcunitra i massimi esponenti dell’o-dontoiatria italiana, che han-no contribuito con presenta-zioni di grande qualità.

Quali sono stati gli argomentipiù interessanti di cui aveteparlato?Il congresso era sui temi dellaconservativa e dell’endodon-zia, discipline affini che qual-che anno fa hanno visto unnotevole rinnovamento graziesoprattutto a due importantiinnovazioni tecniche e scienti-fiche: per la prima è stata di-rompente l’introduzione degliadesivi che aderiscono alladentina oltre che allo smalto,

mentre gli endodontisti han-no potuto disporre degli stru-menti in nichel-titanio.Si tratta di tecnologie in usogià da qualche anno, ma inquesti ultimi tempi c’è statoun approfondimento nella co-noscenza e nella messa a pun-to delle potenzialità che offro-no all’odontoiatra. Si sono an-che avute altre novità, ma nonsempre significative e inoltrele aziende hanno proposto ul-teriori miglioramenti a questedue tecnologie, per esempionuovi strumenti in nichel-ti-tanio oppure nuovi motoriper usarli.Durante il congresso è emersala maggiore maturità nell’uti-lizzo di queste tecnologie piùche l’apprezzamento delle no-vità proposte successivamen-te.Nello specifico, posso portarel’esempio della velocità di ro-tazione. Gli strumenti in ni-chel-titanio sono sempre statiusati con un movimento dirotazione continua assistitameccanicamente, ossia con unmanipolo che gira in sensoorario a una velocità che unadecina di anni fa era intornoai 300 giri e ora si è attestata avalori più bassi. Recentementeè stata proposta la rotazionereciprocata: non avviene su360 gradi ma, quando è quasicompleta, lo strumento tornaun po’ indietro per poi ripren-dere a ruotare. Questo tipo di

movimento è indubbiamenteuna delle novità, che però nelcongresso non hanno incon-trato un favore assoluto.

Lei è stato uno dei relatori diuno dei corsi pre-congressua-li; quali argomenti sono statisviluppati?Sono state passate in rassegnatre operazioni fondamentaliper lo specialista che devetrattare un dente endodonti-camente: io ho affrontato lapreparazione canalare, il dot-tor Sandro Marcoli l’ottura-zione canalare e il dottorMarco Veneziani la ricostru-zione pre-protesica.Su questi temi, molto ampi,abbiamo mostrato lo statodell’arte filtrato dalle nostreesperienze; abbiamo passatoin rassegna gli strumenti cheabbiamo scelto di utilizzarenella pratica clinica e abbiamodato i nostri suggerimenti perusarli al meglio, anche facen-do riferimento alla letteraturascientifica.

La relazione finale diGianfranco Vignoletti avevaun titolo un po’ provocatorio:"il trattamento endodontico eil trattamento implantare: incompetizione o alleati?" Cherisposta si può dare a questadomanda?Chiaramente, tutti noi che

siamo intervenuti al con-gresso riteniamo che questediscipline siano alleate. Maforse non per tutti è semprecosì.È importante che l’odon-toiatra sia in grado di valu-tare le prospettive che pos-sono essere offerte dai diver-si tipi di interventi. Talvoltasi assiste invece all’accani-mento di alcuni endodonti-sti nell’evitare l’implantolo-gia su denti che poi non pos-sono sostenere la mastica-zione e magari si fratturano,con il rischio di affrontareun lavoro lungo, complessoe costoso che può esseresprecato se il dente non hauna struttura radicolare suf-ficientemente robusta. Altrevolte si opta per una sceltaimpiantare su denti che in-vece potrebbero essere man-tenuti in bocca e su cui unendodontista potrebbe in-tervenire con semplicità.Certo accade che uno spe-cialista rinvii un paziente aun altro specialista, ma in-dubbiamente dovrebbe av-venire più spesso.

Qual è a suo avviso il ruolodei congressi scientifici or-ganizzati dalle aziende?È un argomento delicato.Spetta alle società scientifi-che il compito di dare spazioalla voce di tutti coloro che

presentano qualcosa di suf-ficientemente valido, mentreun’azienda ha il diritto didecidere diversamente equindi, pur mantenendo ilnecessario rigore scientifico,di selezionare i contributipiù favorevoli ai propri pro-dotti.Ma alcune aziende, come laSweden & Martina che haorganizzato il congresso diAbano Terme, mostrano ungrande equilibrio. Questo siè tradotto, nonostante l’ov-

vio interesse a rappresentaresolo un’opinione, in un con-fronto aperto; sono stati in-vitati colleghi che notoria-mente utilizzano anche altretecniche, hanno potutoesporle e illustrarne glieventuali vantaggi.Chi ha partecipato ha dun-que avuto la possibilità di ef-fettuare un approfondimen-to che gli servirà per prende-re le scelte migliori.

Renato Torlaschi

> Vinio Malagnino

The ultimate endo-restorative dentistry, la settima edizione del

congresso nazionale organizzato dall'azienda Sweden & Martina

ad Abano Terme lo scorso giugno è stato un successo.

Il pubblico è affluito numeroso fin dal corso pre-congressuale

sulle metodiche di preparazione, otturazione e restauro posten-

dodontico preprotesico, nel corso del congresso vero e proprio

e nelle due sessioni parallele, dedicate a igienisti e assistenti e

imperniate rispettivamente sul tema della tecnologia al servizio

della prevenzione e del management nello studio odontoiatrico.

Una presenza di spicco del congresso è stato VViinniioo MMaallaaggnniinnoo,

ordinario di endodonzia all’università Gabriele d’Annunzio di

Chieti, a cui abbiamo chiesto un approfondimento per i lettori di

Italian Dental Journal.

UN CONGRESSO PER AVVICINAREINDUSTRIA E PROFESSIONE

Abbiamo chiesto ad

AAllbbeerrttoo MMaarrttiinnaa, coordina-

tore generale di Sweden &

Martina, qual è il ruolo e le

peculiarità di un congresso

come The ultimate endo-re-

storative dentistry, organiz-

zato da un'azienda e non

da una società scientifica.

«Noi ci impegniamo co-

stantemente per avvicinare

industria e professione,

prodotto e scienza: credo

che il ruolo principale dei

nostri eventi sia proprio quello di favorire il dialogo tra

chi sviluppa e produce idee e tutti coloro che devono poi

usufruirne. In questo ci viene riconosciuta da molti pro-

fessionisti e dall’ambiente accademico una notevole for-

za, perché il nostro reparto di ricerca e sviluppo da sem-

pre ha cercato di avvicinare clinica e pratica in modo da

sviluppare prodotti realmente in grado di semplificare il

lavoro dell’odontoiatra. Quanto alle peculiarità, mi lasci

dire con orgoglio che è alquanto unico che un’azienda

riesca a raccogliere una scaletta di interventi così signi-

ficativi da attirare un pubblico tanto numeroso in endo-

donzia! Evidentemente ci viene anche riconosciuto che

sappiamo organizzare bene i nostri congressi: in aggiun-

ta alla rilevanza dei contenuti scientifici non dimentichia-

mo infatti che anche la festa di gala viene vissuta da tut-

ti noi, collaboratori, clienti, professionisti, come una vera

grande festa in famiglia».

> Alberto Martina

<< EDUCATION & MEETING NEWS45 <<EDUCATION & MEETING NEWS << 44<<

L’edentulia è ancora un fenomeno checoinvolge centinaia di migliaia di perso-ne nel nostro Paese. Da diversi anni lesoluzioni protesiche sostenute o ritenuteda impianti sono considerate unostraordinario strumento per la riabilita-zione dei pazienti edentuli. I principi co-struttivi di protesi con o senza impiantiper il trattamento dell’edentulo sono so-stanzialmente gli stessi: estetica, dimen-sione verticale, relazioni occlusali e fun-zione. Scopo del corso gratuito che siterrà sabato 13 ottobre presso la sedeDental Trey di Fiumana-Predappio èquello di analizzare gli elementi fonda-mentali del trattamento protesico, co-niugandoli alla tecnologia implantare.Relatori del corso saranno il professorAndrea Borracchini, docente di protesidentaria all’Università di Siena, e l'odon-

totecnico Rodolfo Colognesi, anche lui docente a Siena pres-so lo stesso corso di laurea in odontoiatria e protesi dentaria.

MJ eventi SasTel. 055.0197867Fax. [email protected]

La rigenerazione sugli anteriori e i posterioriCorso gratuito di protesiA ottobre e novembresono in programma dueimportanti corsi per larigenerazione.A Bologna lunedì 8 otto-bre si ripeterà il corso te-nuto dal dottor MarcoRonda che si è già svoltoin passato con grandesoddisfazione dei parteci-panti. In questo incontroil tema della rigenerazio-

ne orizzontale e verticale nella mandibola posteriore atrofica vie-ne affrontato in ogni minimo dettaglio, dalla diagnosi alla valu-tazione del risultato. Una particolare attenzione viene rivolta al-la gestione dei lembi, soprattutto di quelli linguali, che grazie anuove tecniche di rilascio posso essere passivizzati più con piùfacilità, sicurezza e per maggiori estensioni. «Fino ad oggi il fat-tore principale di quella che viene considerata la modesta predi-cibilità della GBR è stata l’esposizione delle membrane – sottoli-nea il dottor Ronda – . Adesso nuove conoscenze permettono diottenere un’estensione coronale dei lembi superiore alle tecnicheprecedenti e quindi consentono di mantenere coperte le barrie-re in modo ancora più predicibile».Nel corso sarà condivisa l’esperienza maturata dal relatore in150 casi di rigenerazione sovracrestale e sarà presentato in det-

taglio il protocollo chirurgico completo attraverso schemi, im-magini e filmati.Venerdì 16 novembre a Milano il professor Massimo Simion eil dottor Emilio Maschera si occuperanno del trattamento del-le deficienze ossee nelle zone estetiche. «Nelle zone anteriorinon ci si può permettere di fare una riabilitazione con impian-ti senza considerare il risultato estetico – sostiene il professorSimion – . Pertanto abbiamo il dovere di utilizzare tecniche,quali la GBR, per dare un’estetica soddisfacente per il pazien-te: in queste zone non si pone solo il problema di come si au-mentano i volumi ossei in modo predicibile ma anche dellagestione dei tessuti molli per un risultato estetico ottimale»conclude l'esperto.La didattica del corso è impostata per analizzare tutti gli aspet-ti pratici che si devono affrontare e si sviluppa attraverso sche-mi e video che illustrano in ogni singolo passaggio la procedu-ra chirurgica e l’applicazione delle tecniche di rigenerazioneossea guidata volte a trattare i difetti ossei propri dell’implan-tologia quotidiana fino ai casi più complessi. Un’ampia casisti-ca clinica supporta e arricchisce la descrizione del protocollo.

De OreTel. 0456.020924 www.deorematerials.com

Per informazioni

> Rodolfo Colognesi

> Andrea Borracchini

SIDP, IL CONGRESSO CAMBIA DATA

Il prossimo congresso della Società italiana di parodonto-

logia – uno dei più frequentati del dentale – ha subito un

cambiamento di data. L’ente che gestisce le strutture

congressuali di Bologna ha infatti dato solo recentemen-

te notizia della concomitanza nella stessa data con una

fiera di grandi proporzioni, che richiama più di 100.000

persone, creando in tal modo non solo enormi disagi nel-

la gestione quotidiana del congresso, ma anche un forte

rincaro dei costi delle strutture alberghiere, che risultano

in alcuni casi di quattro volte superiori alla norma, di via-

bilità e di disponibilità di locali pubblici.

Per questo motivo, manifestando una lodevole sensibilità

nei confronti dei soci in questi tempi di crisi, il XXVVII

CCoonnggrreessssoo IInntteerrnnaazziioonnaallee SSiiddpp non si terrà più a

Bologna, ma al Palacongressi di RRiimmiinnii ddaall 1144 aall 1166 mmaarr--

zzoo 22001133.

La Sidp già aveva iniziato la promozione del congresso

sia in Italia che all’estero (per esempio a Vienna durante

Europerio7, il 7-9 giugno scorso, il congresso è stato

pubblicizzato con la vecchia data di fronte a 7.000 pre-

senti) e si è vista costretta a un grosso lavoro di richiamo

di tutti i relatori, con cambiamenti di programma, nuovi

mailing a tutto il suo target e a gestire una situazione

complessa con le altre società scientifiche nazionali. Per

questi motivi ogni rapporto con Bologna Congressi è sta-

to interrotto e Rimini sarà la sede anche degli eventi

Nazionale (2014) e Internazionale (2015).

Una giusta presa di posizione da parte della società

scientifica, del resto resa possibile dall’indiscutibile forza

e prestigio della Sidp, che negli anni ha visto sempre

consolidare la propria posizione nell’ambito della comu-

nità scientifica.

La Società italiana di parodontologia nasce a Roma nel

dicembre del 1979 con una mission profondamente edu-

cazionale, di studio e di ricerca. In breve tempo si affer-

ma come la società scientifica che ha il maggior respiro

medico-biologico tra quelle dell’area odontoiatrica. Nel

1992 la Federazione europea di parodontologia (Efp) cer-

tifica che la Sidp soddisfa gli scopi, gli obiettivi e la costi-

tuzione dell’Efp.

Nel corso degli anni veri personaggi di spicco nel mondo

culturale della parodontologia si sono susseguiti alla pre-

sidenza della Sidp: Giuseppe Ceria, Umberto Bar,

Giorgio Vogel, Marcello Calandriello, Marcello

Cattabriga, Gianfranco Carnevale, Giovan Paolo Pini

Prato, Massimo de Sanctis, Roberto Weinstein, Pier Paolo

Cortellini, Giano Ricci, Antonio Carrassi, Giovanni

Gagliardi, Mauro Merli, Luca Francetti.

Il programma culturale della Sidp è stato sempre molto

curato. Ad anni alterni sono stati organizzati un congres-

so nazionale e uno internazionale in cui, grazie all’inter-

vento di relatori stranieri noti in tutto il mondo, nonché di

validissimi oratori italiani, sono state trattate le tematiche

più attuali nel campo della parodontologia. Numerosi so-

no stati anche i corsi di aggiornamento tenuti in questi

anni.

La Sidp negli ultimi anni si è fatta carico di molti progetti

formativi monotematici, basati su conferenze e/o mini

corsi su tutto il territorio nazionale. I progetti che si sono

succeduti negli anni, a partire dal 1999, hanno sviluppa-

to i seguenti argomenti: diagnosi, impianti, terapia, vi-

deoeducation, periomedicine e stili di vita. Tutti temi che

hanno al centro il concetto di salute orale in funzione del-

la qualità di vita.

«Scopo del progetto “stili di vita” – aveva dichiarato nel

2010 il professor Luca Francetti all’apertura del progetto

– è quello di informare il cittadino attraverso gli operatori

sanitari di area odontoiatrica, cioè dentisti e igienisti den-

tali, sull’influenza che abitudini di vita non corrette posso-

no avere nei confronti di uno stato infiammatorio sistemi-

co». Nell’ambito del progetto, che è tuttora in corso, è

stato pubblicato il volumetto “Sorridi a un nuovo stile di vi-

ta”, dedicato all'informazione dei pazienti relativamente

alle salute orale e ai corretti stili di vita.

La Sidp ha colto in pieno il valore della patient education

e della centralità del paziente nel rapporto terapeutico.

Per informazioni

L'Istituto stomatologico A. Beretta -Ospedale Maggiore di Bologna ospi-terà venerdì 26 e sabato 27 ottobre ilVI International SymposiumSimPlant Academy Italy.«Ciascuno di noi utilizzatori dell’im-plantologia computer guidata ha leproprie convinzioni, ma sa di far par-te di un gruppo che da molto tempolavora con queste tecnologie» affermail dottor Marco Rinaldi, presidente

SimPlant Academy 2012, uno specialista che negli ultimianni ha sviluppato una competenza specifica nella chirur-gia computer assistita applicata ai casi complessi. Si rac-chiude in queste sue parole lo spirito che è alla base del ric-co programma scientifico del simposio.Con una forte impronta internazionale, l’edizione 2012 delSimposio si preannuncia un evento fondamentale per fareil punto della situazione sulle ultime applicazioni tecnolo-giche nell’ambito della chirurgia guidata e della pianifica-zione in 3D.Diversi gli argomenti che saranno trattati dai relatori ita-liani ed esteri: dai modelli stereolitografici per l’implanto-logia computer guidata alla chirurgia maxillo-facciale pro-tesicamente guidata; dal trattamento dei pazienti total-mente edentuli all’utilizzo del software SimPlant per i pro-

tocolli di carico immediato; dagli impianti zigomatici al-l’applicazione della pianificazione 3D in ortodonzia e chi-rurgia ortognatica; dall’implantologia minimamente inva-siva alla chirurgia ricostruttiva.Due intense giornate che, nell’intento di Angelo Mottola eMarco Rinaldi, membri del comitato scientifico, permette-ranno ai partecipanti di approfondire i diversi aspetti cli-nici e di laboratorio che, ottimizzati grazie all’utilizzo del-le moderne tecnologie, possono concorrere alla predicibi-lità del risultato finale.Le relazioni proposte saranno supportate dall’evidenzascientifica e da casi clinici, con l’obiettivo di far emergereconsigli e indicazioni utilizzabili fin da subito nella praticaquotidiana.L’accesso al convegno è gratuito, l’iscrizione è obbligatoria.

Dr.ssa Roberta ScarfìTel. 06.32803466Mobile [email protected]

VI International Symposium SimPlant Academy

> Marco Rinaldi

Per informazioni

Si terrà venerdì 9 e sabato 10 novembre aGorgo al Monticano (Treviso) il primoCongresso italiano di chirurgia guidata inimplantologia, organizzato dalla ComputerAided Implantology Academy (CaiAcademy), organizzazione no profit per losviluppo e la divulgazione scientifica dell’im-plantologia computer guidata.Il congresso si aprirà nella mattinata di ve-nerdì con una serie di workshop a cura delleprincipali aziende che sviluppano e com-mercializzano i sistemi di implantologia gui-data. Nel pomeriggio inizieranno i lavoricongressuali seguendo un programma

scientifico che abbraccerà sia gli argomenti clinici e tecnici legatialla procedura chirurgica, sia le evidenze scientifiche orientate allavalutazione dei risultati.«L'implantologia guidata è una pratica recente – ci ha spiegato ildottor Sandro Fabbro, presidente della Cai Academy –. Abbiamoeseguito i primi casi 13 anni fa con risultati molto buoni. Cometutte le tecniche innovative ha avuto una notevole resistenza ini-ziale ma gli indubbi vantaggi che questa tecnica possiede ne stan-no determinando un’accettazione sempre più ampia da parte delmondo scientifico». E proprio da questa diffusione della tecnicachirurgia nasce l'esigenza di un congresso scientifico che fissi ipunti fermi ma che ne evidenzi al contempo gli aspetti che sonoancora da indagare o perfezionare.Ma quali sono i vantaggi che l'implantologia guidata porta allapratica implantologica? Secondo Fabbro, che per la definizione delprogramma è stato supportato da un comitato scientifico compo-sto da Thomas Fortin, Giuseppe Luongo, Eriberto Bressan eRoberto Marra, «i vantaggi sono soprattutto legati a una pianifi-cazione implantologica realmente protesicamente guidata e a unasemplificazione chirurgica notevole, con diminuzione della mor-bilità».Come ogni approccio però l’implantologia computer guidata ne-cessita di una formazione e di un addestramento specifici: «è unatecnica che richiede competenze chirurgiche, radiologiche e odon-totecniche che si devono integrare in un gruppo di lavoro esperto– sottolinea Sandro Fabbro –. Alla clinica universitaria di Padova(diretta dal professor Gian Antonio Favero, ndr) abbiamo svilup-pato un corso di perfezionamento di durata annuale che è giuntooramai alla quarta edizione. Primo corso universitario in Europasu questa tematica, sviluppa la didattica sotto tutti i suoi aspetti.Questo perché il bisogno di formazione in chirurgia guidata è for-temente attuale» ha concluso il presidente della Cai Academy.

www.caiacademy.org - [email protected] - Tel. 0432.484891

Congresso di chirurgia guidata in implantologia

Per informazioni

> Sandro Fabbro

FATTI & PERSONE << 46<< << FATTI & PERSONE47 <<

Corso di anatomia a ViennaSi è svolta a Vienna lo scorsomaggio la tredicesima edi-zione del corso di anatomiachirurgica da me diretto.Molto è già stato detto inpassato a proposito di que-sto evento, che potrebbe es-sere definito come quelloche “vanta il maggior nume-ro di tentativi di imitazio-ne”.A fronte di un numero fissa-to come massimo di 20 cor-sisti, per ragioni tecniche(amici di amici che volevanoa tutti i costi esserci ecc.) ilcorso ha visto la partecipa-zione di 26 colleghi, limiteultimo di capienza ricettivadella struttura ospitante.Oltre a ciò, i diversi colleghiche comunque non sonoriusciti ad esserci questa vol-ta hanno già effettuato lapreiscrizione per il prossimoanno, facendo sì che atutt’oggi l’edizione del 2013(prevista dal 5 all'8 maggio)sia già con un buon numerodi partecipanti già registrati.Anche quest’anno la grandequantità di materiale eserci-tativo messo a disposizionedelle numerose aziendepartner ha permesso ai cor-sisti di lavorare in condizio-ni di assoluta professionalitàe qualità, oltre che su prepa-rati come sempre di grandeadeguatezza ai fini didattici.Credo che più di ogni rela-zione da parte del sottoscrit-to sia bello fare commentareil corso ai colleghi che vihanno partecipato, che han-no avuto la cortesia e il desi-derio di scrivermi subito do-po un loro spontaneo ap-prezzamento.

Mauro [email protected]

«Mi ha fatto toccare con ma-no cose che altrimenti nonavrei nemmeno immaginato.Tornata in studio ho lavoratocon allegria, con maggiore si-curezza e con il mio papà ab-biamo fatto interventi di im-plantologia a quattro mani.Da questa esperienza sonotornata più ricca non soloprofessionalmente ma anchein termini di relazioni umaneche, ormai, avevo perso con lefrequentazioni universitariedove la superbia e le scarsecapacità pratiche ci avevanocatapultato, ahimè, nel mon-do reale con una laurea solodi “carta”. Consapevole di ciòe grazie a lei, caro prof., af-fronterò l’odontoiatria conpiù passione, con più cipiglioe seguirò solo corsi importan-ti che mi faranno cresceresempre di più e almeno midaranno l’illusione che l’ec-cellenza esiste anche negli in-terventi minori, di ogni gior-no».

Fabiola Renda, Como

«All'atto della mia iscrizionemi è stato chiesto (per la primavolta) un curriculum vitae conallegato cosa sapevo fare e cosaavrei voluto imparare e vedere.Arrivato a Vienna sono statoaccolto da professionisti concui si è creata subito una siner-gia e disponibilità. Nel corsoteorico svoltosi la mattina honotato una grande professio-nalità di tutti i relatori, tutor eanatomici, tutto finalizzato adinsegnare con onesto spiritodidattico e scientifico. Senzanulla di commerciale. Nel cor-so pratico il pomeriggio su pre-parati anatomici sono statocolpito dalla grande organiz-

zazione, come se lavorassi nelmio studio, con tutto lo stru-mentario possibile a disposi-zione. Per la prima volta dopotanti anni di professione non èstato il solito corso personaledi un collega che fa vederequanto è bravo a lavorare o cheti fa capire che certe tecnichesono impossibili da apprende-re. Tutti siamo stati guidati,giovani ed esperti, con grandeprofessionalità in base allapropria curva di apprendi-mento. Un'équipe medica aservizio del prossimo secondolo spirito che mi hanno inse-gnato e che ho sempre sentitonel mio cuore col giuramentodi Ippocrate. Vienna diventeràun punto fermo nel futuro delmio aggiornamento professio-nale.

Giovanni Montagnaro, Roma

90 anni di Komet

Azienda famigliare, venditadiretta, crescita continua,presenza internazionale: so-no le caratteristiche che de-scrivono la realtà Komet(www.komet.it), specializzatanella produzione di strumen-ti rotanti e sistemi per odon-toiatria e odontotecnica.Komet, che a settembre fe-steggia 90 anni di attività,può vantare ancora unaconduzione familiare, per-

ché è gestita dagli eredi deifondatori (i fratelli Brasselernel 1922).«I media sono cambiati mol-

tissimo negli ultimi tempi el’importanza dei marchi, visticome tratto distintivo in unmondo letteralmente inonda-to da stimoli di ogni tipo, si ènotevolmente accresciuta»spiegano dall'azienda, che percelebrare l'anniversario hacambiato logo. «Il marchioKomet sta per qualità, innova-zione e tradizione, valori damantenere e da curare, masenza trascurare le dinamichedello spirito del tempo» hasottolineato Frank Janssen, re-sponsabile marketing Komet.

Gianfranco Berrutti è il nuovo presidente UnidiL’assemblea dei soci Unidi(Unione nazionale industriedentarie italiane) dello scorsogiugno ha eletto il nuovo con-siglio direttivo per il biennio2012-2014. Alla presidenza del-l'associazione è stato nominatoGianfranco Berrutti, con

Mauro Matteuzzi (presidenteuscente) alla vice presidenza.Gli altri componenti del nuovoconsiglio direttivo sonoFabrizio Ogna (tesoriere) e iconsiglieri Andrea Albertini,Edoardo Botteon, Daniela DalRio, Alessandro Gamberini,

Gianna Marina Torrisi Pamiche Guido Rini.Gianfranco Berrutti, torineseclasse 1968, direttore com-merciale nell’azienda di fami-glia Major Prodotti DentariSpa, è entrato nel consigliodirettivo Unidi nel 2002 e, dasubito, si è occupato dell’atti-vità di promozione esteradell’associazione ottenendo irisultati che oggi il mercatopremia.«Ringrazio l’amico e presi-dente uscente Matteuzzi perl’impegno profuso per l’asso-ciazione e per dove l’ha por-tata in questi anni – ha di-chiarato a caldo il neo presi-

dente – . Il mio obiettivo, cosìcome quello di tutto il consi-glio direttivo, è di continuarea sostenere e promuovere lanostra industria dentale inItalia e nel mondo. Prioritariasarà la collaborazione con lealtre sigle che rappresentanole varie professionalità delsettore dentale per costruirequella politica comune indi-spensabile per portarci a su-perare il difficile momentoche il nostro settore e l'interoPaese sta vivendo. Una politi-ca comune da portare nei pa-lazzi della politica italiana edeuropea» ha sottolineatoBerrutti.

> Da sinistra a destra Fabrizio Ogna, Guido Rini, Daniela Dal Rio,Gianfranco Berrutti, Alessandro Gamberini, Gianna Marina TorrisiPamich, Mauro Matteuzzi, Edoardo Botteon, Andrea Albertini

Spazio SMOM [email protected]

Bodaboda, il taxi dell'Uganda

Se stai a Kampala e deviandare da qualche parte,in qualsiasi ora del gior-no o della notte, con bel-lo o brutto tempo pertutti i santi 365 giornidell’anno, puoi star sicu-ro che troverai almenoun bodaboda che tiaspetta lungo la stradaper un comodo e velocepassaggio in motociclet-ta fino al luogo di desti-nazione. Sono una pre-senza fissa nel paesaggiougandese, in particolarenelle città dove traffico efrenesia del mondo mo-derno iniziano a influire

sulla vita di tutti i giorni. È la versione africana del taxi eio, per vari motivi durante la permanenza in Uganda, nesono diventato un assiduo utente per raggiungere in tem-po i luoghi dove mi devo recare e che spesso non conoscoo non so come trovare.Il nome bodaboda deriva dalla necessità di superare la“terra di nessuno” che c’è fra due posti di frontiera senzatutte le scartoffie e le lungaggini burocratiche che deriva-no dall’attraversare un doppio confine internazionale conun veicolo formalmente registrato. Così il padrone dellabicicletta strillava a destra e a manca “boda boda” – unastorpiatura dell’inglese from border to border – per farsinotare e attirare i potenziali clienti. Con il tempo i boda-boda sono diventati parte della moderna cultura ciclisticaafricana e dagli anni ‘60 continuano a espandersi dalla zo-na di origine – il confine fra Uganda e Kenya – verso altreregioni e Paesi: Malawi, Togo, Rwanda, Nigeria e in moltialtri posti in particolare del sud-est asiatico. Con il passardel tempo, verso la fine degli anni ‘80, i ciclisti sono statiprogressivamente sostituiti – ma non completamente –dai motociclisti che ne hanno ereditato il nome. Nel 2004una ricerca sosteneva che circa duecentomila ugandesi la-voravano nel settore, di cui la metà provvista di moto.Oggi, occhio e croce, il numero potrebbe essere vicino almezzo milione.Sono utilissimi ma, per varie ed evidenti ragioni, anchemolto pericolosi, tanto che alcune ambasciate, in partico-lare quella americana, invitano formalmente i propri cit-tadini a evitarli. Certo è che le strade di Kampala non so-no proprio il massimo per la moto. Di notte – per usareun eufemismo – sono fiocamente illuminate. Di giornoinvece sopportano un traffico veramente impazzito di tut-ti i tipi di veicoli che, unito all’incapacità dell’autistaugandese medio nel condurre una macchina, porta a in-gorghi spaventosi. Quando piove poi si blocca tutto. Inpiù la segnaletica è inesistente – quella che si vede è spes-so fuorviante – ed è pieno di buche impressionanti. Senzacontare il pericolo di cadere in uno degli innumerevolitombini scoperchiati: sono tantissimi anche lungo i mar-ciapiedi ed è la cosa che mi terrorizza di più in Uganda emettono a dura prova moto, pilota, schiena e fondoschie-na del passeggero.Anche la condizione del mezzo fa la differenza e più diuna volta sono sceso dopo solo pochi metri di percorso.La motoretta era troppo sgangherata anche per gli scarsis-simi standard ugandesi: sostanzialmente senza freni o conammortizzatori scoppiati, frizione rotta o senza luci o,peggio, un misto di tutto questo. Naturalmente il vero va-lore aggiunto in termini di sicurezza la fa il “moderno”centauro. Inesperienza, imperizia, incapacità e spericola-tezza del pilota nel domare il mezzo e nel destreggiarsinella giungla urbana ormai, aimè, quasi tutta asfaltata diuna capitale africana fanno la parte – per restare in tema– del leone in caso di sinistro...

Giacomo Babaglioni

> Punte diamantate prima e dopo la diamantatura

Italian Dental Journal Anno VII - numero 9 - settembre 2012Mensile di attualità, informazione, cultura

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Hanno collaborato in questo numero: Luca Boschini, DamasoCaprioglio, Roberto Franchini, Giovanni Lodi, Monica Oldani,Giampiero Pilat, Raimondo Pische, Alberto Pispero, RenatoTorlaschi, Elena Varoni, Silvia Zanfrini

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TESTATA ASSOCIATA

Testata volontariamente sottoposta a certifica-zione di tiratura e diffusione in conformità alREGOLAMENTO CSSTPer il periodo 1/1/2011-31/12/2011

Periodicità: mensileTiratura media: 19.142 Diffusione media: 18.943Certificato CSST n. 2011-2243 Società di revisione: Refimi

I redazionali presentati in queste pagine rapprentano una libera scelta della Redazione di Italian Dental Journal tra i comunicati pervenuti

Odontoiatria pediatrica

Mam Perfect è un succhiettoinnovativo creato per ridurre ilrischio delle malocclusioni, ri-sultato di un’approfondita ri-cerca clinica di esperti del set-tore di odontoiatria, ortodonziae pediatria. Il succhietto stimola il compor-tamento neuromuscolare fisio-logico e una strutturazione ar-moniosa delle componenti mu-scolari del cavo orale, indi-spensabili per la crescita cor-retta del complesso oro-faccia-le. Il profillo extra sottile dellatettarella con spessore dell’ist-mo di soli 2,28 mm (tecnologiaDento-flex) è stato studiato perottenere una minore interfe-renza nella chiusura delle ar-cate dentarie. Tettarella morbi-da, flessibile, simmetrica euniforme in modo che il suc-

chietto possa essere utilizzatoin qualsiasi verso. La superficie della tettarellabrevettata in SilikonSeta sti-mola la deglutizione fisiologi-ca e dona il massimo comfortdurante la suzione. Lo scher-mo (mascherina) è disponibilein tre formati per adeguarsiperfettamente alla conformitàdel viso del bambino, per pro-muovere una suzione a mor-so corretto e per evitare latensione del morso che solita-mente si manifesta con l’utiliz-

zo di succhietti con mascheri-ne piatte, i quali incentivano ilbambino a seguire costante-mente il succhietto per nonperderlo, sviluppando cosìuna antero- posizione dellearcate e delle labbra.

Per informazioni:

happy bimbo, Sitar [email protected]. 049.601700Fax 049.611421

MAM PERFECT

<<<<DENTAL MARKET << 48

Chirurgia

OsteoHealth (il distributoredi osso bovino in Usa) haintrodotto sul mercato italia-no Equimatrix, una nuovamatrice ossea di origineequina.«Equimatrix è nato dall’esi-genza di offrire un’alternati-va sempre più sicura e piùvantaggiosa rispetto al tradi-zionale osso bovino – hacommentato Dennis Green,responsabile vendite diOsteohealth –. Prima di offri-re Equimatrix alla nostraclientela abbiamo voluto es-sere sicuri che fornisse ec-cellenti risultati in linea con ipiù alti standard pubblicati inletteratura. Sulla base dei ri-sultati degli studi sperimen-tali condotti sia per la GBRche per la GTR mi sembra

che ci siamo riusciti. Anchela casistica clinica sia nelleprocedure di ricostruzionedei processi alveolari che dipreservazione alveolare so-no assolutamente rassicu-ranti. Questo dipende anchedal fatto che l’osso equinosembra avere una strutturapiù simile all’osso umano, ilche si traduce in eccellentiproprietà osteoconduttivedel materiale».Equimatrix si presenta in

una comoda confezione divetro che si può direttamen-te usare per idratare il sosti-tuto osseo con la fisiologicao il sangue del paziente.I prezzi sono competitivi e ladistribuzione in Italia è affi-data all'azienda De Ore.

Per informazioni:

De Ore Tel. 045.6020924www.deorematerials.com

EQUIMATRIX

<<<<DENTAL MARKET << 50

TECNOLOGIE ELETTRONICHE E INFORMATICHE APPLICATE AGLIASPIRATORI CHIRURGICI DENTALI

L’uso delle moderne tecnolo-

gie ha permesso agli esperti

dell'azienda Cattani Spa di

progettare un aspiratore di

nuova concezione, dotato di

un inverter e un piccolo com-

puter con relativo software.

L’inverter, tecnicamente defini-

to anche Vsd (Variable Speed Driver) è un congegno elettri-

co ed elettronico che ottimizza il funzionamento dei motori

elettrici; il software è una intelligenza artificiale che svolge un

costante monitoraggio dell’aspiratore nel suo complesso. Il

Vsd e il software riducono gli stress dei motori, mantengono

costante la prevalenza programmata e adeguano, in tempo

reale, la portata d’aria alla richiesta.

Grazie a queste caratteristiche gli aspiratori con Vsd (i mo-

delli Turbo-Smart e Micro-Smart) sono reattivi a situazioni di

difficoltà per criticità ambientali di utilizzo o di alimentazione,

non si fermano e non si danneggiano, segnalano la tempera-

tura sul piccolo video, il software reagisce abbassando la

prevalenza per il tempo necessario a ripristinare la tempera-

tura d’esercizio e con il ritorno alla temperatura normale l’a-

spiratore riprende a funzionare alla prevalenza programma-

ta. Durante il lavoro vengono evidenziati sul display gli even-

ti pericolosi.

In caso di pericolo di allagamento, in presenza di un’onda

improvvisa di liquido, Turbo-Smart e Micro-Smart entrano in

auto-protezione.

Turbo-Smart può essere collegato senza fili al computer del-

lo studio grazie alla tecnologia wireless.

Turbo-Smart e Micro-Smart sono due aspiratori eco-sosteni-

bili: secondo il produttore a parità di prestazioni è possibile

riscontrare un risparmio di materie prime di 11 kg e un rispar-

mio di energia elettrica di 690 W/h rispetto agli aspiratori a

velocità fissa.

Per informazioni:

Cattani Spa

Tel. 0521.607604 - 0521.607628 - www.cattani.it - [email protected]

Implantologia

Way Milano è l’impiantoGeass progettato per raggiun-gere un risultato estetico-fun-zionale di alto livello agendosu fattori chiave quale il man-tenimento dei livelli ossei, lagestione dei tessuti molli e lacreazione di una protesi este-ticamente guidata.Tra le caratteristiche di wayMilano, la battuta protesicasottodimensionata rispetto aldiametro implantare, che al-lontana la connessione im-pianto-moncone dal piano os-seo e mantiene l’ampiezzabiologica. La connessione interna coni-ca a base esagonale assicuraun intimo contatto fra impian-to e moncone, azzerando il ri-schio di reazione infiammato-ria.Altri fattori chiave dell’esteticasono la geometria delle com-

ponenti protesiche, che con-sente di creare un profilo diemergenza naturale, e il mi-crofiletto, che garantisce unadeguato processo di rimo-dellamento dei tessuti osseiperimplantari. Il tutto valorizzato daSynthegra, la superficie strut-turata al laser che grazie allasua energia attrae le proteinedel sangue verso la superfi-cie, facilitando il processo dirigenerazione ossea. La versatilità chirurgica è unaltro plus dell’impianto: quat-tro diversi diametri e lunghez-ze che variano dagli 8 ai 15mm: un totale di 25 variantiper gestire ogni tipo di spaziodisponibile. La conicità del corpo implan-tare, la profondità della posi-zione dell’esagono interno ela caratterizzazione dell’an-

golo delle spire concorronoad aumentare la stabilità pri-maria. Sicurezza e affidabilitàsono garantite anche in situa-zioni complesse in cui si vuo-le realizzare il carico imme-diato.Con l’impianto transmucosoway Roma e l’impianto wayVenezia a connessione ester-na, way Milano fa parte di unsistema implantare che pre-vede un unico protocollo e ununico kit chirurgico per solu-zioni protesiche diversificate,da scegliere a seconda del ti-po di riabilitazione.

Per informazioni:

Geass srlTel. 0432.669191Fax [email protected]

WAY MILANO

Diagnostica

Sopro, società del gruppointernazionale Acteon, hamesso a punto la tecnologiaLife-DT (Light InducedFluorescence - Diagnosticand Treatment), che è ingrado di fornire al dentistaprotocolli di diagnosi sempli-ci e trattamenti restaurativi.Questa tecnologia, frutto diun lavoro di ricerca moltoapprofondito sia a livello tec-nologico sia nell'utilizzo cli-nico, è disponibile sulla ca-mera intraorale diagnosticaSoprolife. Grazie a una camera a Leddotata di un sensore Ccd spe-cifico, Soprolife illumina conuna lunghezza d'onda predefi-nita le superfici dei denti,creando un’immagine anato-mica sovrapposta fornita dal

dente stesso. Diagnosticareuna carie smalto dentinale ri-sulterà semplice poiché in cor-rispondenza della lesione ca-riogena il dente cambierà lasua fluorescenza naturale. Soprolife consente inoltre uningrandimento del dente sulloschermo tra 30 e 100, con tretipologie di visualizzazione:modalità Daylight (videoca-mera), modalità Diagnosticae modalità di Trattamento.Associando Soprolife alsoftware Sopro Imaging, si di-sporrà di un gestionale dedi-cato che, grazie all’archivia-zione delle immagini, consen-tirà il monitoraggio persona-lizzato dei pazienti.«Con questa tecnologia il pro-fessionista potrà facilmenteorientarsi nella scelta del trat-tamento più opportuno - spie-gano gli esperti che hanno la-vorato a Life-DT -. Questonuovo tipo d'immagine diven-terà imprescindibile in un’otticadi odontoiatria minimamenteinvasiva, garantendo un com-pletamento perfetto dei dispo-sitivi attualmente già disponibi-li, come le immagini x-ray e iconvenzionali strumenti di in-

grandimento».La stessa tecnolo-gia viene utilizzatada Soprocare, lacamera intraoraleche sarà presenta-ta in anteprima aMilano in occasio-ne di InternationalExpodental (18-20ottobre). Soprocaresi pone concettual-mente come l’evo-luzione del modelloSoprolife. La nuova Soprocarepromette di fornireuna rapida diagnosidella salute orale del pazientegrazie all’utilizzo di tre differen-ti modalità: Daylight, Cario ePerio che consentono rispetti-vamente la visione dei dettaglie delle micro lesioni, la presen-za di carie smalto-dentinali e lapresenza di placca e di infiam-mazioni gengivali, anche allostadio iniziale.

Per informazioni:

Acteon-deGötzen Tel. [email protected]

SOPROLIFE E SOPROCARE

Riuniti

Oasi è la nuova unità odon-toiatrica che risponde conaffidabilità ed efficienza alleesigenze del professionista.È totalmente made in Italyed è nato nella culla dellatecnologia odontoiatrica, aBologna, proprio nel cuoredi un distretto produttivod'eccellenza che da anni si èaffermato nel mondo. Oasi èil risultato di un processoproduttivo accurato: il riuntoviene sottoposto a controlli everifiche qualitative strin-genti da parte di personalespecializzato. Uno degli elementi distintividi Oasi è il comfort lavorati-vo. L'unità è stata costruitaponendo la massima atten-zione all'ergonomia e all'in-terazione fra team e pazien-te. Il riunito è comodo e per-mette di mantenere sempreuna postura corretta e un bi-

lanciamento ottimale del pe-so, salvaguardando così lasalute e la qualità del lavoro. Per rendere lo studio davve-ro accogliente, Oasi prestagrande attenzione anche al-l'estetica. È un prodotto didesign, che prosegue lagrande tradizione italianacon uno splendido equilibriodi linee e forme. Sotto que-sto aspetto elegante Oasicela una tecnologia affidabi-le, un'ottima efficienza e unvalido sistema di igiene.Questa qualità a 360° vienecertificata da una garanziadi 5 anni che permette alprofessionista di lavoraretranquillo, risparmiando tem-po e denaro.

Per informazioni:

www.oasi.cc [email protected]

OASI

Chirurgia

L’espansore Komet (Extender)ha la funzione di moderare,coordinare e controllare l’e-spansione orizzontale dellacresta mascellare nel rispettodel principio della minima inva-sività, in seguito a interventi displit crest per l’inserimento plu-rimo di impianti.L’indicazione principale è so-prattutto quando si devono in-serire più impianti su una crestasplittata da distrarre per unacerta lunghezza. In combina-zione con le viti di espansione e

condensazione MaxilloPrepSpread-Condense, l’Extenderpermette un’espansione tran-quilla e controllata, in quanto ri-duce in modo ottimale le forzeper unità di superficie che siesercitano sull’osso della cre-sta alveolare.L’Extender dovrebbe essereinserito a una profondità diminimo 5 mm. Da chiuso haun’ampiezza di 1,25 mm epuò essere espanso fino aun’ampiezza di 6 mm. L’Extender fa parte della si-stematica MaxilloPrep dellaKomet, ma può essere ac-quistato anche separata-mente.

Per informazioni:

Komet Italia srlTel. 02.67076654Fax [email protected]

EXTENDER KOMET

> Riduzione delle forze sull’osso per unità di superficie

> Extender Komet