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Sete di Sete di Parola Parola DAL 31 MARZO AL 6 APRILE 2013 Pasqua - Risurrezione del Signore Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù PAPA FRANCESCO omelia domenica delle palme 24 marzo ----------------------------------------------------- -------------------------

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Sete di ParolaSete di Parola

DAL 31 MARZO AL 6 APRILE 2013Pasqua - Risurrezione del Signore

Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con

problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! E in questo momento viene il nemico, viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo! Seguiamo Gesù! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù PAPA FRANCESCO omelia domenica delle palme 24 marzo

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Vangelo del giorno, Commento PreghieraImpegno

………………………………………………………………………………………………..Nelle ultime pagine l’omelia di Papa Francesco

in occasione dell’inizio del suo ministero 19 marzo 2013

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Domenica 31 marzo 2013

Pasqua di RisurrezioneO Padre, che in questo giorno, 

per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, 

concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, 

per rinascere nella luce del Signore risorto.------------------------------------------------------------------------------

LA PAROLA DI DIO Giovanni 20,1-9

È ASCOLTATAIl primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

É MEDITATA  Tutta la nostra fede è basata sull'assenza di un cadavere. La morte è stata sconfitta. Il Dio nudo, appeso, il Dio sconfitto e straziato, il Dio deposto sulla fredda pietra non è più qui, è risorto. Risorto. Non rianimato, non vivo nel nostro ricordo e amenità consolatorie di questo genere. Gesù è davvero vivo, risorto, presente per sempre. Non è facile credere a questa notizia. Ci vuole fede per superare il proprio dolore. Tutti abbiamo una

qualche ragione per sentire vicino Gesù crocifisso. Tutti ci commuoviamo davanti a tale strazio, tutti sappiamo condividere il dolore che è esperienza comune di ogni uomo. Ma gioire no, è un altro paio di maniche, gioire significa uscire dal proprio dolore, non amarlo, superarlo, abbandonandolo.Corriamo anche noi, oggi.Pasqua, al di là delle uova di cioccolato e delle campane in festa

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è la vittoria dell'amore, la pienezza della vita. La scommessa, terribile, di un Dio abbandonato alla nostra volontà è vinta. A noi, ora, di credere, di vivere da risorti, di vedere i teli di lino e di credere, come Giovanni e Pietro.A noi, discepoli affannati nella corsa, sempre in ritardo rispetto alla forza dirompente di Dio, resta solo la sfida della fede. Gesù è risorto: smettiamola di cercare il crocefisso, smettiamola di piangerci addosso e di lamentare un Dio assente. Gesù è risorto.Buona Pasqua a tutti, amati fratelli. Buona Pasqua a chi sta tirando su un figlio o due e conserva il buonumore, a chi ostinatamente ama senza risultati. Buona Pasqua agli amici che conservano la fede nelle città che divorano e omologano, buona

Pasqua ai tanti cercatori di Dio, così diversi eppure tutti toccati dalla Parola che ci cambia. Buona Pasqua a chi è in lutto, a chi sente di avere sbagliato tutto, come Gesù. Buona Pasqua ai tenaci fratelli che quella Terra che vide il volto di Dio custodiscono a caro prezzo, per accogliere i pellegrini che ancora vanno a vedere il sepolcro intatto del Maestro. Buona Pasqua, fragili discepoli del Maestro, Gesù è davvero risorto.-----------------------------------------------“Di buon mattino, quando era ancora buio”. C’è ancora buio fuori ma è ancora più buio nel cuore di chi corre al sepolcro e proprio là, nelle nostre tenebre, si accende la luce e irradia il sole che non conosce tramonto. L’uomo non ha più bisogno di fumose lanterne

É pregata

È lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo,  è lui che morendo ha distrutto la morte e risorgendo ha ridato a noi la vita.  Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,  l’umanità esulta su tutta la terra.Mi impegnaGesù ci doni di vivere un rapporto sempre più profondo e personale con Lui. Così, molti vedano brillare sul nostro volto la luce, la bellezza, la gioia del Risorto e si lascino catturare da Lui.

Lunedì 1 aprile 2013

O Padre, che fai crescere la tua Chiesa, donandole sempre nuovi figli, 

concedi ai tuoi fedeli di esprimere nella vita il sacramento che hanno ricevuto nella fede. 

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LA PAROLA DI DIO Matteo 28,8-15È ASCOLTATA

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

É MEDITATA Benedetto XVI

Ricevuto dall’angelo l’annuncio della risurrezione, le donne, piene di timore e di gioia, corsero a dare la notizia ai discepoli, e proprio in quel momento incontrarono Gesù, si prostrarono ai suoi piedi e lo adorarono; ed Egli disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno. In tutti i Vangeli, le donne hanno un grande spazio nei racconti delle apparizioni di Gesù risorto, come del resto è anche in quelli della passione e della morte di Gesù. A quei tempi, in Israele, la testimonianza delle donne non poteva avere valore ufficiale, giuridico, ma le

donne hanno vissuto un’esperienza di legame speciale con il Signore, che è fondamentale per la vita concreta della comunità cristiana, e questo sempre, in ogni epoca, non solo all’inizio del cammino della Chiesa.Modello sublime ed esemplare di questo rapporto con Gesù, in modo particolare nel suo Mistero pasquale, è naturalmente Maria, la Madre del Signore. Proprio attraverso l’esperienza trasformante della Pasqua del suo Figlio, la Vergine Maria diventa anche Madre della Chiesa, cioè di ognuno dei credenti e dell’intera comunità.

É pregata Signore Gesù, che inondi di gioia il mio cuore e illumini le mie giornate con la certezza della tua presenza, rendimi sempre più consapevole che il dono ricevuto non è per me soltanto, ma

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perché lo comunichi con la testimonianza della vita e della parola.

Mi impegna“La vita è come un viaggio sul mare della storia, spesso oscuro ed in burrasca, un viaggio nel quale scrutiamo gli astri che ci indicano la rotta. Le vere stelle della nostra vita sono le persone che hanno saputo vivere rettamente. Esse sono luci di speranza. Certo, Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra tutte le tenebre della storia. Ma per giungere fino a Lui abbiamo bisogno anche di luci vicine – di persone che donano luce traendola dalla sua luce ed offrono così orientamento per la nostra traversata”. Benedetto XVI E io sono una di queste persone?

Martedì 2 aprile 2013 O Dio, che nei sacramenti pasquali hai dato al tuo popolo la salvezza, 

effondi su di noi l’abbondanza dei tuoi doni, perché raggiungiamo il bene della perfetta libertà 

e abbiamo in cielo quella gioia che ora pregustiamo sulla terra.

-----------------------------------------------------------------LA PAROLA DI DIO Giovanni 20,11-18

È ASCOLTATAIn quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre

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vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

É MEDITATA Paolo Curtaz

L'incontro di Gesù con la Maddalena e l'annuncio fatto dalla donna ai fratelli contengono un grande messaggio per il discepolo di ogni tempo: il Signore è vivo e ognuno deve cercarlo in un cammino di fede, sicuro che se farà la sua parte, il Signore non tarderà a venirgli incontro e a farsi conoscere. Maria di Màgdala rimane accanto al sepolcro e piange. La perdita dell'unico che l'aveva capita l'ha fatta correre e l'ha indotta a cercarlo. Maria è sconsolata. A tutti, ai due angeli e al "giardiniere" chiede di Gesù. È tutta tesa alla ricerca del Maestro, null'altro le interessa. Maria è esempio della vera credente che cerca il suo Signore. Lo chiede anche al "giardiniere". Ella vede Gesù con gli occhi, ma non lo riconosce finché non viene chiamata per nome. È quel che accade anche a noi con il Vangelo. Non gli occhi ci permettono di riconoscere Gesù, ma la voce. Quel timbro, quel tono, quel nome pronunciato con una tenerezza che tante volte le aveva toccato il

cuore, fanno cadere la barriera, e Maria riconosce il suo maestro. Ascoltarlo anche una sola volta significa non abbandonarlo più. La voce di Cristo (il Vangelo) non si dimentica; udita per un attimo, non vi si rinuncia più. La familiarità con le parole evangeliche è familiarità con il Signore: costituisce la via per vederlo e incontrarlo. Maria si getta ai piedi di Gesù e lo abbraccia con l'affetto struggente di chi ha ritrovato l'uomo decisivo della sua vita. Ma Gesù le dice: "Non mi trattenere... Va' piuttosto dai miei fratelli". L'amore evangelico è un'energia che spinge ad andare oltre. Maria fu ancor più felice mentre correva nuovamente verso i discepoli per annunciare a tutti: "Ho visto il Signore!". Lei, la peccatrice, è divenuta la prima annunciatrice del Vangelo.-----------------------------------------------Raccontate la gioia che vi accompagna, voi circondati della luce di Cristo, splendore della gloria del Padre, sorgente di luce e Giorno che illumina i giorni.  S. Ambrogio

É pregata Signore Gesù, vieni accanto a noi! Come un pastore buono, prendici in braccio e consolaci. Parla al nostro cuore, e scaccia da noi la paura di camminare sulle tue strade. Aiutaci a non trattenere per noi i doni della tua bontà, ma a trafficarli generosamente, per colmare i vuoti dell'indifferenza ed eliminare gli inciampi dell'egoismo. Signore Gesù, aiutaci a

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vivere nella santità della condotta e nelle preghiere, affinché la misericordia e la verità, la giustizia e la pace si incontrino anche nella nostra vita.

Mi impegnaGesù non cammina più fisicamente per le strade della Palestina, spetta ora ai suoi testimoni essere la sua bocca, i suoi piedi, le sue mani. È il tempo dei fatti per quanti credono al vangelo, poiché il Risorto dona il suo Spirito.

Mercoledì 3 aprile 2013 O Dio, che nella liturgia pasquale 

ci dai la gioia di rivivere ogni anno la risurrezione del Signore, 

fa’ che l’esultanza di questi giorni raggiunga la sua pienezza nella Pasqua del cielo.

--------------------------------------------------------LA PAROLA DI DIO Luca 24,13-35

È ASCOLTATAEd ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il

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Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.É MEDITATA Sant’Agostino

Il Signore Gesù, risorto da morte, si fa incontro a due suoi discepoli lungo la via e trova che parlano fra loro degli ultimi avvenimenti. Dice loro: “Che significano questi discorsi fra voi che vi rendono così tristi?”. Questo racconto ci dà una grande lezione, se la sappiamo comprendere.  Gesù appare: i discepoli lo vedevano con gli occhi, ma senza riconoscerlo. Il Maestro camminava con loro per via, anzi egli stesso era la via, ma loro non camminavano per quella via. Egli stesso dovette constatare che erano andati fuori della via. Nel tempo trascorso con loro prima della passione, infatti, egli aveva predetto ogni cosa: che avrebbe patito, che sarebbe morto, che il terzo giorno sarebbe risorto. Aveva predetto tutto, ma la sua morte fu per loro come una perdita di memoria...Dicono: “Noi speravamo che egli fosse il redentore d'Israele”. O discepoli, l'avevate sperato. Vuol

dire che adesso non lo sperate più? Ecco, Cristo vive, ma in voi la speranza è morta? Sì, Cristo è veramente vivo; ma questo Cristo vivo trova morti i cuori dei discepoli. Appare ai loro occhi, ma essi non lo riconoscono; era visibile e insieme nascosto... Camminava per via come un compagno di viaggio, anzi era lui che li conduceva. Quindi lo vedevano, ma non erano in grado di riconoscerlo poiché “i loro occhi – dice il testo - erano impediti dal riconoscerlo”... L'assenza del Signore non è assenza. Abbi fede, e colui che non vedi è con te.-----------------------------------------------La sera di Pasqua, Gesù accompagnava due dei suoi discepoli che andavano al villaggio di Emmaus. Lì per lì non si resero conto che egli camminava al loro fianco. Anche noi incontriamo dei periodi in cui non riusciamo a renderci conto che il Cristo, attraverso lo Spirito Santo, rimane vicinissimo a noi.Frère Roger di Taizé

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É pregata Resta con noi, Signore, quando la voglia di lasciarci andare rischia di travolgerci e la fede vacilla. Torna a spezzare il tuo pane, perché nel segno del dono sappiamo ritrovare la via della libertà. Mi impegnaLui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. E, per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dà Gesù. (Papa Francesco) E io so farmi compagno di viaggio? Sono capace di speranza?

Giovedì 4 aprile 2013 O Padre, che da ogni parte della terra 

hai riunito i popoli per lodare il tuo nome, concedi che tutti i tuoi figli, 

nati a nuova vita nelle acque del Battesimo e animati dall’unica fede, 

esprimano nelle opere l’unico amore. --------------------------------------------------------------

LA PAROLA DI DIO Luca 24,35-48 È ASCOLTATA

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per

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comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». É MEDITATA Mons. Paglia

Finalmente Gesù appare agli apostoli. Siamo alla fine del giorno della resurrezione. Gesù al mattino presto è stato con le donne, ha poi passato il resto della giornata con i due di Emmaus e solo alla sera si presenta agli apostoli. Essi stavano chiusi nel cenacolo, per paura. Una paura che tutti conosciamo bene: quante volte chiudiamo le porte del nostro cuore per timore di perdere qualcosa! Ma Gesù ancora una volta entra e si mette in mezzo a loro. Non da un lato, ma in mezzo, al centro. E dice: "Pace a voi!" I discepoli pensano sia un fantasma. Hanno sentito prima le donne e poi i due di Emmaus, ma la paura è ancora più forte delle parole dei fratelli. L'incredulità, sembra dire l'evangelista, accompagna da sempre i credenti. E Gesù insiste nel

rivolgersi a loro. E' l'insistenza della Scrittura che continua a parlare a tutti noi. E poi Gesù mostra le mani e i piedi con le ferite, quasi a dire che all'ascolto deve seguire la misericordia; è necessario cioè toccare con le proprie mani le ferite presenti ancora nel mondo; è necessario andare incontro a chiunque soffre per poter comprendere cosa vuol dire la resurrezione.------------------La Pasqua, celebrazione del mistero dell'amore di Dio, vuole fare del cristiano un essere capace di amare come Cristo stesso l'ha amato. E non è questa una manifestazione delle energie di resurrezione del Cristo rese operanti nella fede del cristiano?Enzo Bianchi

É pregata Mio Gesù e mio Dio! Ti adoro e ti amo. Manda il tuo Spirito poiché io possa testimoniarti sempre di più a tutte le persone che incontro nel mio quotidiano.Mi impegnaTre sono gli aspetti che sono coinvolti dalla venuta del Signore risorto: uno intellettuale ("aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture"), uno affettivo ("per la grande gioia") e uno operativo ("Di questo voi siete miei testimoni"). Sono tre aspetti essenziali della fede, perché Gesù non resti un "fantasma", qualcuno di evanescente. 1. L'aspetto intellettuale anzitutto: nel nostro mondo iper-specializzato, in cui sono necessari vent'anni di studio per ottenere una qualifica, lasciamo la fede nel mondo dell'approssimativo e

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dell'infantile: dedichiamo tempo a leggere e capire la Parola, a renderla viva nella nostra vita. 2. L’aspetto affettivo; i discepoli provano una grande gioia, quasi un turbamento, nel vedere il Signore. Finché non saremo conquistati dalla bellezza e dalla gioia che scaturisce dalla presenza del Cristo, non potremo veramente dirci cristiani. 3. L'aspetto della testimonianza, della concretezza, del contagio.

Venerdì 5 aprile 2013

Dio onnipotente ed eterno, che nella Pasqua del tuo Figlio 

hai offerto agli uomini il patto della riconciliazione e della pace, 

donaci di testimoniare nella vita il mistero che celebriamo nella fede.

LA PAROLA DI DIO Giovanni 21,1-14

È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei

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discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. É MEDITATA

Pietro torna a pescare, seguito da alcuni degli apostoli: l'ultima volta era accaduto tre anni prima, sullo stesso lago, vicino a casa sua, a Cafarnao. Era stata una pesca che aveva cambiato la sua vita. Ma ora è tutto finito: il Rabbì è morto, fine della bella avventura. Vediamo in Pietro stanchezza e fragilità, disillusione e rabbia. Ancora una volta ci ritroviamo nello sconforto degli apostoli che hanno creduto senza risultato, che hanno misurato la propria piccolezza sotto la croce. E lì, all'ombra del loro fallimento, Gesù li aspetta. Di nuovo alla fine di una notte inutile e infruttuosa, proprio alla fine, Gesù li aspetta, come aspetta noi alla fine di ogni pesca infruttosa, di ogni avventura destabilizzante. E li provoca: riprendete il largo. Immaginiamo il silenzio degli apostoli, la tensione che cresce: parole già

sentite tanti anni prima. E accade nuovamente: la rete è piena di pesci, si rompe, si fatica a tirarla a bordo. Allora lo riconoscono, e gridano il loro stupore: "è il Signore!": Pietro si tuffa', arrivano a riva e Giovanni annota: sapevamo che era lui, ma nessuno aveva il coraggio di chiederglielo. La rete non si spezza, anche se contiene, come annota san Girolamo, tutte le specie di pesci conosciuti all'epoca. La Chiesa è piena di ogni tipo di persone, ama la diversità e la tutela, senza che la diversità spezzi il messaggio del Vangelo e l'unità dell'amore. Chiedi in preghiera al Salvatore che sollevi il velo dal tuo cuore e rinnova le nubi delle passioni perché tu sia reso degno di riconoscere Lui, la sua Presenza d'Amore in tutto e in tutti.Isacco il Siro

É pregata Signore, disegna il tuo cuore nel nostro cuore,

perché sappiamo affrontare con amore ogni prova della vita.

Disegna il tuo cuore nella nostra storia, perché i nostri gesti siano coerenti alle nostre parole.

Disegna il tuo cuore nelle nostre azioni, perché non siano segnate dal tornaconto. Disegna il tuo cuore nella nostra comunità, perché sia spazio accogliente per ciascuno. Disegna il tuo cuore nelle nostre famiglie,

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perché siano oasi della tua presenza. Disegna il tuo cuore in ogni nostra decisione, perché possiamo essere segno del tuo amore

appassionato. Rendici pieni di stupore e vuoti di egoismo, ricchi di

comprensione e privi di cattiveria, solidali con gli esclusi

e cercatori della vita eterna. Amen.Mi impegnaCercherò di avere lo sguardo limpido e acuto di Giovanni, per riconoscere prontamente il Signore nei suoi silenziosi passaggi, e lo slancio di Pietro per accogliere senza esitazioni i suoi appelli.

Sabato 6 aprile 2013 O Padre, che nella

tua immensa bontà estendi a tutti i popoli il dono della

fede, guarda i tuoi figli di elezione, 

perché coloro che sono rinati nel Battesimo  ricevano la veste

candida della vita immortale. 

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LA PAROLA DI DIO Matteo 16,9-15 È ASCOLTATA

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

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É MEDITATA Messa- Meditazione

Il brano che la Chiesa ci propone oggi sembra voler riassumere tutti gli interventi di Gesù dopo la Resurrezione e, in particolare, fissa l'attenzione sull'incredulità degli apostoli. La testimonianza di Maria di Magdala e quella dei discepoli di Emmaus non persuasero gli Apostoli e Gesù rimprovera questa durezza di cuore. Cristo, però, non si ferma alla debolezza dell'uomo e dà comunque loro la missione di evangelizzare tutti i popoli. Tutto ruota intorno alla Fede, al credere; questo vocabolo si ripete molte volte nei pochi versetti che meditiamo oggi. La Fede risulta lo spartiacque tra coloro che accolgono Cristo e coloro che lo rifiutano.Marco sottolinea molto questa durezza degli Apostoli nell'accogliere e nel credere alle testimonianze di coloro che avevano incontrato il Risorto. La resistenza alla Fede può essere a volte molto forte, da un lato perché certi avvenimenti vanno oltre la nostra comprensione umana, dall'altro perché siamo troppo

scoraggiati, troppo tristi per credere, per riaccendere la speranza. Gesù, apparendo agli Undici, li rimprovera per la loro incredulità e ostinazione, e di fronte a un simile rimprovero devo analizzare bene e con attenzione la mia adesione a Cristo. Quando, nella mia giornata, vivo in modo attuale e concreto la mia fede? Sono cristiano ad intermittenza, o credo che essere "di Cristo" prenda tutta la mia vita? Cristo, in ogni caso, non si ferma davanti alla nostra incredulità: si fida di noi e, come agli Apostoli, ci affida la missione dell'evangelizzazione che è impegno di tutti, non solo di chi nella Chiesa ha un ruolo ben definito o istituzionale. ------------------------------------------------Non si tratta, allora, di inventare un « nuovo programma ». Il programma c'è già : è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi, in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in lui la vita trinitaria. Giovanni Paolo II

É pregata Signore, voglio amare tutti coloro che tu ami, voglio amare con te la volontà del Padre, non voglio che nulla separi il mio cuore dal tuo per esserti testimone fino agli estremi confini della terra. Amen.

---------------------------------------------------------------------------------PAPA FRANCESCO

SANTA MESSA  PER L’INIZIO DEL MINISTERO PETRINO DEL VESCOVO di ROMA13

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Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» . In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa.

Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l'amore ogni momento. E’ accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.

Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode di Maria, di Gesù, della Chiesa? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio. Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!

La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli

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diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!

Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo

anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!

E qui aggiungo, allora, un’ulteriore annotazione: il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!

Oggi, insieme con la festa di san Giuseppe, celebriamo l’inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, che comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere

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deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi serve con amore sa custodire!

Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.

Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il Vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!

Chiedo l’intercessione della Vergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero, e a voi tutti dico: pregate per me! Amen.

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