Pasqua 2008
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numero 1 anno XXV
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IL PONTE
Pasqua 2008
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CHE NOVIT! Dal 2008 il giornalino si presenta con un nuovo nome: Il Ponte. La necessit di cambiare la testata del periodico LEco della Casa di Riposo nasce dalla trasformazione in Azienda dellIPAB (vedi articolo del Direttore a pagina 3). In gennaio, il Comitato di redazione, preso atto di tale cambiamento, ha ritenuto opportuno modificarne il nome. Si ritenuto di scegliere il Concorso di idee quale mezzo per individuare il nome del periodico. Cogliamo loccasione per ringraziare, attraverso questo editoriale, quanti hanno aderito al concorso. Tra i possibili titoli proposti , con la collaborazione della Direzione, il Comitato Editoriale ha scelto: IL PONTE. Il Ponte. Quale anello di congiunzione tra le due strutture (Via Pive e Via Marconi), quale collegamento tra lAPSP e la comunit locale, quale collegamento tra gli Ospiti e i famigliari, Lo scopo. Strumento di informazione, di confronto e di dialogo. Gli articolisti. La collaborazione con i nostri articolisti continua con lentusiasmo di sempre. Il logo. Il ponte visto anche come metafora (da qui il logo che campeggia in testata). La grafica. stata pensata una nuova veste grafica per dare unimmagine di rinnovamento al periodico.
Lasciamo a Voi la curiosit di sfogliare queste pagine e a tutti i lettori arrivi il nostro augurio per
una felice Santa Pasqua
Sommario
La Casa informa
Nel segno della continuit 3
Breve storia della congregazione ... 4
Saluti ed auguri 6
Pasqua 10
Le feste destan? Tutna corsa 11
Saluti ed auguri 13
Storia & storie
Mestieri scomparsi 14
Langolo della poesia 16
dal Centro Diurno 17
Gruppo lettura 21
INFO dai nuclei di via Marconi 22
Pensieri e riflessioni
Esperienza alla Casa di Riposo ... 24
Un orto sul nostro terrazzo 25
La terapia del sorriso 26
Concorso UPIPA 27
I progetti
Poesie 12
La nostra storia 8
Storia della Croce fatta dai bachi ... 18
Chiesetta di S. Giorgio (Serso)
di Francio Elena
Pennarello 60x45
Particolare
Leditoriale di Cristina Bolgia e Silvano Brol
Pagina 2 IL PONTE
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La Casa informa
PASQUA 2008
Dal 1 gennaio di questanno ha preso avvio lattivit della nuova Azienda Pubblica di Servizi alla Persona nata dal riordino del-delle vecchie IPAB istituite dalla Legge Cri-spi del 1891. Tale nuova Azienda sar chia-mata nel prossimo futuro alla gestione dei servizi socio assistenziali e socio sanitari territoriali al fine di garantire la massima integrazione socio-sanitaria attraverso lerogazione di molteplici servizi a favore della comunit. Tale caratteristica risulta evidente fin da subito, non tanto per gli O-spiti della RSA, quanto per la Comunit Lo-cale in quanto oltre alla gi citata RSA, alla Casa di Soggiorno per autosufficienti, al Centro Diurno per anziani, ai pasti esterni si andr ad aggiungere fra qualche mese il ser-vizio di fisioterapia per utenti esterni. In questo modo lAPSP si porr come interlocu-tore principale nei confronti del governo provinciale per quanto riguarda lerogazione dei servizi alla persona. Questa fase di tran-sizione iniziata con il 1 gennaio 2008 a capo della quale stato posto un Commissario Straordinario nella persona dellarch. Mauri-zio Mattivi verr presto conclusa con linsediamento del nuovo Consiglio di Ammi-nistrazione. Recentemente il Sindaco di Per-gine dott. Renzo Anderle, chiamato dallo Statuto Aziendale alla designazione dei membri del Consiglio di Amministrazione, ha voluto confermare la fiducia e la stima nei confronti dei precedenti Amministratori chiamandoli a portare a termine il processo di trasformazione aziendale nonch i lavori precedentemente iniziati e oggi in fase di conclusione. I futuri amministratori Antonio Andreozzi, Marta Bernab, Marco Casagran-de, Rodolfo Franzoi, Maurizio Mattivi, Aldo Vicario e Giuseppe Zambotti avranno quindi
lonere di far diventare sempre pi questa nostra Azienda quella Cittadella dellAnziano, gi pi volte evocata, quale polo multidisciplinare di servizi alla Comuni-t perginese e non solo. Se pur partendo da buoni livelli organizzativi, gestionali e di qualit, le sfide che ci attendono, ancorch difficili e impegnative, risultano stimolanti ed entusiasmanti. Questi primi mesi del 2008 hanno impegnato fortemente la Dire-zione e lAmministrazione dellAzienda nel mettere a punto tutti quegli atti necessari al buon funzionamento dellorganizzazione al fine di consentire al futuro Consiglio di Amministrazione di poter operare in piena autonomia decisionale ma nel rispetto delle Leggi e delle regole. Il cammino ormai ini-ziato ed gi tempo di prefigurare nuovi traguardi; nel corso del 2008 oltre alla gi citata attivazione del servizio riabilitativo per esterni, sar realizzato il sottopasso pe-donale di via Baratieri, che consentir il fu-turo collegamento delle tre strutture costi-tuenti lAPSP S. Spirito - Fondazione Mon-tel, sar rinnovato il servizio di Centro Di-urno per anziani nonch attivato quel nucle-o Alzheimer da molti auspicato e da tempo atteso. Nellaugurare il buon lavoro innanzi-tutto al neo costituito Consiglio di Ammini-strazione e a tutto il personale, mi si per-metta un ultimo saluto e ringraziamento al-le Reverende Suore Ancelle della Carit che dopo 120 anni di amoroso servizio presso la Casa di Riposo hanno deciso di lasciare que-sta Istituzione. Un augurio di serena Pasqua agli Ospiti, ai famigliari, a tutto il personale e ai numerosi volontari che frequentano
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NEL SEGNO DELLA CONTINUITA di Giovanni dott. Bertoldi
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BREVE STORIA DELLA CONGREGAZIONE DELLE ANCELLE DELLA CARITA
PRESSO LOSPEDALE RICOVERO S. SPIRITO A PERGINE VALSUGANA di Giovanni dott. Bertoldi
stanze dei degenti, lECA si
affidava a personale laico
sotto la responsabilit della
Madre Superiora.
Il reparto maternit, a suo
tempo ospitato presso la
struttura di P.zza Gavazzi,
era gestito dalle levatrici
coadiuvate indirettamente
dalla Suore.
Il compenso giornaliero net-
to era di L. 30 per la Supe-
riora e L. 20 per le altre
Suore.
La seconda conven-
zione risale al 1968, quando
lOspedale Ricovero aveva
sede presso il Palazzo Mon-
tel (sede della Casa di Ripo-
so fino al 1975). La stessa
prevedeva la presenza di 1
Madre Superiora quale Di-
rettrice, 1 Madre Infermie-
ra, 1 Madre Guardarobiera e
1 Madre Cuciniera.
Dal 1969 le Suore furono e-
sonerate dallassistenza
notturna che venne quindi
assegnata a personale laico.
Nel 1975 termina lattivit
presso lasilo G.B. Chimelli.
Fino al 1978 il numero delle
La presenza delle
Suore Ancelle della Carit a
Pergine Valsugana inizia nel
lontano 1881 presso lasilo
infantile. Dal 1888 le Reve-
rende Suore furono assegna-
te allOspedale Ricovero di
S. Spirito situato nella sede
di P.zza Gavazzi (storica se-
de della Casa di Riposo fino
al 1962).
La prima convenzione
sottoscritta con le Ancelle
della Carit di cui si ha me-
moria risale al 1947; detta
convenzione dettava le re-
gole del servizio di assi-
stenza a ricoverati e infer-
mi dellOspedale Ricovero
di S. Spirito allora ammini-
strato dallECA (Ente Comu-
nale di Assistenza).
Da quegli anni alle Suore
furono assegnati i compiti di
assistenza nonch della ge-
stione del servizio cucina e
guardaroba con lausilio di
personale laico subalterno.
Per le rimanenti attivit
quali la pulizia delle stovi-
glie, dei pavimenti, della
scale, dei vetri nonch delle
religiose era di n. 5 Suore di
cui 3 infermiere, che pass
a n. 6 Suore di cui n. 4 in-
fermiere.
Successivamente la
convenzione venne via via
rinnovata e aggiornata fino
ad arrivare ai giorni nostri.
Oltre allattivit di assisten-
za (accompagnamento, aiu-
to nellassunzione del pasto,
ascolto, ) e supporto infer-
mieristico, le Suore hanno
curato in modo particolare
la sfera morale, etica e reli-
giosa degli Ospiti, occupan-
dosi anche della cura delle
cappelle (S. Spirito di via
Pive e S. Barbara di Via Mar-
coni) e delle manifestazioni
religiose.
Si ricorda in modo particola-
re lavvicendamento della
Madre Superiora avvenuto
nel 2006 quando Suor Erme-
linda venne sostituita da
Suor Antonia, lattuale Ma-
dre Superiora.
In questi ultimi anni, vuoi
per motivi di salute vuoi per
anzianit (ricordiamo Suor
Pierina e Suor Santina), la
Pagina 4 IL PONTE
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Un'Ancella si , per cos dire, venduta alla carit,
n pi le resta giurisdizione e padronanza di sorta sopra se stessa;
di modo che giovent, sanit, agi, forze, sangue e vita,
in una parola tutto l'esser suo a disposizione di questa virt;
e se qualche cosa ancora le restasse a dare, di questa pure ne sarebbe arbitra la carit"
(Costituzioni, 1872)
lIstituzione per raggiunti
limiti di et nonch per mo-
tivi di salute.
Si ricordano in particolare:
Madre Luigina, Madre Er-
melinda, Madre Antonia,
Suor Carolina, Suor Serafi-
na, Suor Innocenza, Suor
Santina, Suor Adelina, Suor
Piera, Suor Graziella, Suor
Pierina.
PASQUA 2008
comunit delle Ancelle della
Carit si via via sempre
pi ridotta.
Oggi le Reverende
Suore sono rimaste in 3:
Suor Adelina (3 piano Via
Pive), presente dal marzo
del 1995;
Suor Graziella (2 piano Via
Pive), presente dallottobre
del 2003;
Suor Antonia (Madre Supe-
riora), presente dal settem-
bre del 2006.
Dopo 120 anni di pre-
ziosa attivit allOspedale
Ricovero di S. Spirito, poi
trasformato in Casa di Ripo-
so S. Spirito Fondazione
Montel ed ora APSP, nonch
allintera comunit pergine-
se, le Reverende Suore An-
celle della Carit di Brescia
hanno deciso di lasciare
LAmministrazione e la Direzione
dellAPSP RSA di Pergine ringrazia la Congregazione delle Ancelle della Carit per lopera
prestata e per il lungo cammino affrontato assieme a favore dei pi
deboli e sofferenti.
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Saluti ed auguri
Rassegna stampa
Abbiamo accolto con stupore e rammarico la notizia che le Suo-re della Casa dopo tanti anni ci lasciano. Tutti noi eravamo abituati alla Vostra rassicurante presenza quotidia-namente al fianco nostro e degli Ospiti. Ora con difficolt possiamo immaginare il vuoto che lascerete, la Vo-stra figura era un riferimento spirituale per gli Ospiti e per tutti noi. La Vostra attenzione oltre che nei confronti degli Ospiti era rivolta anche alla Casa per una migliore vivibilit e benessere per tutti. Non possiamo dimenticare limpegno e lentusiasmo trasmesso anche a tutti noi nella preparazione dei piani in occasione di particolari ricor-renze con addobbi e abbellimenti vari.
Pagina 6 IL PONTE
Ci sentiamo in dovere di ringraziare Sr. Adelina, Sr. Graziella, Sr. Pierina e Madre Antonia che per anni ci sono state al fianco sostenendo e guidando il nostro lavoro. Vi chiediamo scusa per le incomprensioni che ci possono essere state. Vi salutiamo augurandovi ancora tanti anni di serenit assicurandoVi che porteremo con noi il vostro ricordo.
IL PERSONALE DIPENDENTE
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E adesso canta, Ges non morto vivo, cantiamo assieme, risorto,
alleluia, apriamo i nostri cuori vieni con noi a raccogliere i fiori,
dipingiamo il mondo con larcobaleno seminiamo con fiducia il buon terreno, il nostro ricordo amica non si cancella grazie, dolce e indimenticabile sorella.
O donna di bianco vestita che da Pergine sei partita,
o Ancella della Carit che invochi la Trinit
quanti fratelli hai consolato e tante lacrime asciugato,
quante volte hai udito la voce e tu correvi accanto alla croce.
Sei la sorella che vorremmo avere
umile serva, senza il potere, come il Cristo nellultima cena
davanti a s tanta pena i piedi hai lavato al fratello
curvo, sotto il proprio fardello, una carezza sfiora il tuo viso Dio che di dona un sorriso.
ANCELLE DELLA CARIT di Giorgio Oss Papot
PASQUA 2008
Alla cara Pergine Valsugana, Gravi motivi di salute mi hanno portato via da Pergine e dai Perginesi che ho conosciuto in Casa di Riposo che fuori da queste mura. Le manifestazioni di affetto che continuo a ricevere dopo oltre 15 mesi di lon-tananza mi inducono ad essere nella certezza che sto raccogliendo forse pi di quello che ho seminato, ma quel poco che ho fatto, spero di averlo eseguito co-me il comandamento del Signore insegna: Ama il prossimo tuo come te stes-so. Dalla mia speranza nel Padre, affinch faccia di me quello che giusto, invio grandi auguri per la Santa Pasqua imminente ed ancora cordiali ringrazia-menti e preghiere.
Suor Pierina Bianchi
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Nasce nel dicembre dellanno 1984 il primo
giornalino della Casa di Riposo di Pergine.
Ideato dagli Obiettori di coscienza con Anto-
nio, primo animatore. Un regalo, speriamo utile
, lo definirono loro, un giornalino scritto so-
prattutto dagli Ospiti, per raccontare qualche vec-
chia vicenda, recitare una poesia, lamentarsi per co-
se che non vanno , per leggere, divertirsi,
allinterno della Casa, ma anche fuori, nella comuni-
t, presso i familiari, i parenti e gli amici.
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LA NOSTRA STORIA di Silvano Brol
IL PONTE
La Casa informa
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PASQUA 2008
Il nome, lEco della Casa di Riposo, stato pensato per evidenziare quanto detto sulle finalit del giornalino. Sono convinto, siano ancora attuali le motivazio-ni per continuare con que-sto strumento di comunica-zione.
Al tempo non era fa-cile comporre le pagine del-la pubblicazione, dovevano essere battute a macchina e gli articoli incolonnati su grandi fogli, poi tagliati con pazienza e inserite le imma-gini, si componevano le va-rie pagine.
Con luso del compu-ter si facilitata e semplifi-cata questa operazione, con maggior scelta grafica nella scrittura dei vari articoli. Si velocizzata la collocazione degli scritti sui fogli con pi scelte per l impaginazione.
Il cambiamento organizzati-vo dellIstituzione ha rico-nosciuto nel giornalino uno strumento di informazione, e come tale, lEnte ha no-minato un Comitato reda-zionale composto da 4 per-sone della casa, che curano la pubblicazione del periodi-co. Negli ultimi anni, il settore dellassistenza pub-blica stato oggetto di at-tenzione da parte degli or-gani legislativi che, attra-verso provvedimenti statali, regionali e provinciali, han-no ridefinito i confini setto-riali ed i principi gestio-nali. La Legge 328/2000, del D.Lgs. 207/2005 istituisce le Aziende pubbliche di servizi alla persona nella nostra Re-gione. Questa ultima legge regionale prevede la tra-sformazione dellI.P.A.B. Casa di Riposo S. Spirito Fondazione Montel in A-zienda Pubblica di Servizi alla Persona (A.P.S.P.) e perci il nome lEco della Casa di Riposo doveva es-sere cambiato. Per questo la propo-sta di un Concorso di idee per la ricerca del nuovo no-me da dare al nostro perio-dico di informazione. E stato individuato e scelto
tra i tanti, il nome Il Pon-te: questo rappresenta il collegamento tra lA.P.S.P. e la comunit locale, tra gli Ospiti e la Famiglia, tra il P e r s o n a l e e lAmministrazione. Il Ponte anche quale anel-lo di congiunzione tra le due strutture residenziali di via Pive e di via Marconi al fine di cooperare per il raggiun-gimento del benessere e della qualit della vita degli Ospiti, Famigliari, Persona-le, Volontari e
SI CONTINUA
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Pasqua
PIU ALTA DI COSI di Carla
Se vuoi vedere una buona annata, Natale asciutto e Pasqua bagnata. La Pasqua sar bianca quando il Natale stato verde.
Pasqua venga alta o venga bassa, la vien con la foglia o con la frasca. Pasqua, voglia o non voglia non fu mai senza foglia.
Tra Pasqua e Pasqua non vigilia fatta. Natale con i tuoi, pasqua con chi vuoi
I PROVERBI
Questanno la S. Pasqua arriva molto presto. Precisamente domenica 23 marzo. . . Noi siamo soli-ti associare la Pasqua alla primavera, al risveglio della natura dopo i rigori invernali. Sappiamo per che scandisce anche il calendario liturgico. Infatti partendo da questo giorno possiamo sapere quando ricorreranno lAscensione, la Pentecoste e il Corpus Domini. Forse non tutti conoscono il metodo di calcolo che determina la data di questa importante festivit. Per costoro vale la pena ricordare che si parte sem-pre dallequinozio di primavera, normalmente il 21 marzo. Dopo tale giorno si cerca la prima luna piena (la famosa luna di marzo) e si fa cadere la Pasqua alla domenica successiva. Questanno cade il 20 marzo gioved, nella notte tra il venerd 21 e il sabato 22, la luna si completa, e quindi domenica 23 fissata la festa della Pasqua! Quindi possiamo ben dire a ragione, che questanno la Pasqua alta, anzi altissima!
Pagina 10 IL PONTE
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Subit dopo quela dei zuchi (14 ottobre) su ai Tre castagni, en le botteghe i meteva for i Babi Natale de ciocolata e tuti i scafai i era za pieni de pandori e de panettoni; i mateloti no i capiva p gnent e noi grandi eren rabiosi. En le strade i scominziava a meter for le luminarie per far p bel el temp de Nadal, ma lera soli primi de novembre. Tute le vedrine le veniva vestide su coi anzoleti de seda, i alberei de plastica, i loli empizotadi, strisoni de lustrini eldoradi o arzentadi, file de lucete che neva e vegniva entr regipeti, stivai, naranzi, padele e zugatoi. El vecio platano, quel zo vizin a la ciesa dei Frati, quel nlumin per la prima volta lan pass per la Claudia Andreatti, la miss Italia perzenaitra, i la mpiz anca stan, ma massa prest! Coss che quel paneton celeste, come i l ciam qualchedun el n fat compagnia per en bel pz: fin al d de la Befana). La musichetta co le canzon del Bmbinel, dei pastori, de la nef e de la stela se la sentiva for per tut el centro storico fin al 6 de genar, da la matina bonora a la sera dopo not. Pens, cari voi tuti che st ledendo ste righe, che al 7 de genar eren za en carneval e mi gavevo ancor de tirar dent dal pontesel, le dase de pez co le balote rosse e tute le lucete che avevo tac su la ringhiera; l lassade l fin dopo la domenega 31de genar, quando che ghe st la sfilata de le mascherine de lOratori perch el feva massa fret e se nevo for me negavo su tuta per quel cit de pioza che veniva zo. Quando me son decisa a meter tut en de n sachet, eren za al mercol de le zendro (3 de febrar). Pens che ntant che scrivo sen za a la terza domenega de Quaresima, quei famosi 40 d, stan ciamadi: de la gioia, end che, oltra al desuni e a lastinenza, doveresen penserghe su a comportarne ben per arivar convinti e preparadi a la festa de la Pasqua, quando el Sioredio, come ogni an, el risorge da la so mort, per redimer i nossi decadi e per farne capir quant che el vol ben a tuti, per tuti i d de la nossa vita. Noi Perzenaitri, al d de la Pasqua gavressen lusanza de magnar i ovi: quei boidi e ncoloridi, ma anca quei de bombo e meio ancor quei de ciocolata, p bel se i grandi co la sorpresa dent e nfodrari con na carta piena de colori che agricola. Embn, dopo tut sta corsa de feste, mi sento de non comprar gnanca nof, ma de finir su tuti i vvanzaroti che gh ancora n de i cassettini de me c: Babi de ciocolata, toronzini, cioccolatini, zeltern e grostoi e son propri secura che con quei pochi schi che gira en le me scarsele en de sto temp de magra, la panza la gaver piena e dolza l stess ma en tochetin de colomba co le mandorle sora forsi .
LE FESTE DE STAN? TUT NA CORSA di Gabriella Bonvecchio Beber
PASQUA 2008 Pagina 11
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MATTINO PASQUALE
Benedette le campane che mi tengono al mattino
compagnia, e la dolce Ave Maria
che nellaria lenta squilla la tranquilla umile nota,
che richiama e poi seffonde alla casa del Signore
le velate donne brune, le velate donne bionde.
Benedette le campane
che ben sveglie ancor non sono, ma in loro tono
gi mi dicon la parola che consola. Luce scialba
le accompagna: luce dalba.
DALL'UOVO DI PASQUA
Dall'uovo di Pasqua uscito un pulcino di gesso arancione col becco turchino.
Ha detto: "Vado, mi metto in viaggio
e porto a tutti un grande messaggio".
E volteggiando di qua e di l attraversando paesi e citt
ha scritto sui muri, nel cielo e per terra:
"Viva la pace, abbasso la guerra".
Gianni Rodari
Pagina 12 IL PONTE
Cristo risorto. La Sua presenza si manifesta in ogni cosa vivente, in ogni insetto, in ogni foglia, nel canto degli uccelli. Cristo vivo. La Sua mano guida il meraviglioso risveglio della natura a primavera e riempie di gioia i nostri cuori. Perch tu possa continuare a crescere nella gioia e nella grazia di nostro Signore Buona Paqua
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Saluti ed auguri
I migliori auguri di
Buona Pasqua a tutti dalle
parrucchiere Patrizia e Catia
PASQUA 2008
CARI AMICI OSPITI
La primavera sta arrivando e pure la Pasqua.
Per loccasione vogliamo dirvi grazie, perch tutti i
mercoled e venerd ci aspettate e ci accogliete con gioia
per fare due passi e scambiare qualche parola come si fa
tra amici, trascorrere un po del nostro tempo in vostra
compagnia ci da gioia e arricchisce tutti noi.
Dalle volontarie C.R.I.
BUONA PASQUA
Pagina 13
Voglio scrivere una
letterina al Giorgio per ringraziarlo
perch mi ha insegnato a usare il computer perch non sono
capace di spiegarmi e farmi capire. una cosa difficile,
non pu capire nessuno se non lo prova.
Rosina
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Storia & storie
MESTIERI SCOMPARSI di Leone Chillovi
nube sovrastava una certa montagna era indice di peg-gioramento atmosferico. Si guardava poi il cielo al tra-monto: rosso di sera bel tem-po si spera, rosso di mattina la pioggia vicina. I cibi erano quelli tipici delle coltivazioni locali. Cibo di tutti i giorni era la trisa (farina gialla bollita con latte) e fregolotti. Ma che faceva da padrona era la polenta. Quella avanzata alla sera, veniva arrostita con le patate a colazione. Il pane era riservato ai siori. La carne si mangiava raramente (Pasqua, Natale, sagra e qual-che altra occasione). Molti artigiani sono scom-parsi. I mugnai non ci sono pi. A quei tempi la coltiva-zione del grano era molto e-stesa, specialmente nella u-bertosa pianura delle Paludi verso San Cristofo-ro. Per la biancheria cera la li-sciva trimestrale. Si bolliva lacqua nel paiolo. Si copriva il mastello contenente la biancheria con un lenzuolo
colmo di cenere prelevata dal focolare. Si versava quindi lacqua bollente che usciva da foro in basso del mastello. Ogni cosa veniva sempre ac-curatamente riparata e non finiva nei rifiuti che incredi-bile, non esistevano affatto. Le scarpe al primo buco ve-nivano prontamente riparate dal calzolaio.
Sessanta e pi anni fa, a par-tire dal 1945 inizia una lenta agonia fino allestinguersi di molti mestieri tipici delle no-stre valli, a seguito dellavvento dellindustria. Questa situazione ha, da un lato, portato il benessere, dallaltro ha provocato un depauperante esodo ed un pendolarismo verso le citt. Anche in Valsugana, come in tutte le valli Trentine, si assistito allabbandono di certi mestieri con conseguen-te perdita di un patrimonio economico ed anche cultura-le del quale bene ricordarsi. Gli anziani che vissero inte-gralmente i tempi e le vicen-de sotto descritte, ricorderan-no con piacere avvenimenti e circostanze che seguirono con vivo interesse, passione ed emozione. I giovani trove-ranno motivo di utile rifles-sione per le scelte che la vita allora proponeva. Il mondo contadino era rego-lato sui cicli della luna e del-le stagioni. Alla mancanza di bollettini meteo si supplicava come si poteva. Quando una
I vestiti passavano da padre in figlio e dai fratelli maggio-ri a quelli minori. Giacche e cappotti, regolarmente rove-sciati, continuavano poi la loro vita sulle spalle dei ni-poti. Sarebbero passati per nuovi se non fosse stato per le asole occhieggianti su en-trambi i risvolti e il taschino passato a destra. Quando gli indumenti erano giunti ad un punto nel quale non era pi possibile indossarli, venivano utilizzati per le scarpe di
Pagina 14 IL PONTE
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stoffa. Cuciti a punti fitti co-stituivano la suola, la tomaia consisteva pure in un panno usato.
di conserva) donde scendeva-no gocce dacqua a inumidire la lama da affilare. Coltelli, forbici, rasoi ed ogni altro oggetto da taglio ai quali da-va il filo per ripristinare la loro efficienza. Vi era poi lo spazzacamino che periodicamente passava a ripulire le canne fumarie. Dalle mie parti svolgeva que-sta attivit il buon Guido. Re-candosi nelle case di famiglie povere, ricche soltanto di fi-gli (che non ce la facevano a mettere insieme il pranzo con la cena) dopo aver eseguito a dovere il suo lavoro, alla ri-chiesta di quanto gli fosse dovuto, rispondeva: niente, niente pensate ai vostri bam-bini. Accarezzava il pi pic-colo di questi e salutandolo se ne andava. Certamente al-
la sera, quando raccontava il fatto alla moglie Maria, ne riceveva il plauso e tutta la comprensione. Non ultimo di questi artigiani era il fabbro ferraio, che pro-duceva oggetti ornamentali accanto a molti strumenti uti-li. Si pu ben dire che lattuale civilt dei consumi stata preceduta dalla civilt delle riparazioni. Pensare a tutti questi mestieri quasi comple-tamente scomparsi, provoca una tenerezza ed una nostal-gia per un tempo di ristrettez-ze s, ma sicuramente pi fe-lice di quello di oggi. Ci si accontentava veramente di poco. Coloro che hanno vis-suto gli ultimi anni, li ricor-dano con affetto e ricono-scenza, irripetibili protagoni-sti nella vita quotidiana.
Pagina 15 IL PONTE
Accanto a queste situazioni, esisteva una miriade di arti-giani oggi purtroppo scom-parsi. Lombrellaio (quasi sempre del Varesotto) passava di ca-sa in casa per le riparazioni. Lo stagnaio, in genere della Val di Sole, si sedeva in un angolo della piazza. Riparava pentole e paioli applicando a questultimi lucenti tasselli di rame. In genere dal Primiero venivano i seggiolai (caregheti) per la riparazio-ne delle poltrone e seggiole spagliate. Altro artigiano iti-nerante era larrotino (moleta, quasi sempre Ren-dese) che arrivava spingendo il suo trabiccolo montato su una bici sulla quale era issata la mola sormontata da un ba-rattolo di latta (ex contenitore
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Langolo della poesia
CREDEVO di Tagore
Credevo che il mio viaggio fosse giunto alla fine
mancandomi oramai le forze.
Credevo che la strada davanti a me fosse chiusa
e le provviste esaurite.
Credevo che fosse giunto il tempo di trovare riposo
in una oscurit pregna di silenzio.
Scopro invece che i tuoi progetti per me
non sono finiti e quando le parole ormai vecchie.......
muoiono sulle mie labbra,
nuove melodie nascono dal cuore;
e dove ho perduto le tracce dei vecchi sentieri
un nuovo paese mi si apre con tutte le sue meraviglie.
I VECCHI di Bruno dellOlio
Andate a trovare i vecchi a mani vuote libere
daccarezzarli. A loro bastano le briciole del pane e una parola buona
che divoreranno sentendosi utili.
Anche un fazzoletto piccolo pu bastare
hanno il pianto senza lacrime appena restano soli.
Fateli importanti per non far si che pensino
desservi di peso. Andate a trovare i vecchi restate a parlare con loro lasciate che vi raccontino
ancora quella fiaba Vogliate bene ai vecchi fateli morire damore.
Pagina 16 IL PONTE
Dai ricordi di Roat Severina (Ospite del 3 piano di Via Pive)
S. Giuseppe vecchierello
cosa avete nel cestello?
Erba fresca, fresche viole,
nidi di uccelli, niente sole!
Nel cantuccio pi piccino
c di neve un fiocchettino
c un piatto di frittelle
e altre cose belle!
Se arriva primavera
canta a noi una preghiera.
La preghiera dellamore
a Ges nostro Signore!!!!
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dal Centro Diurno
AMA LANZIANO di Anonimo
Lascialo parlare perch nel suo passato ci sono tante cose vere.
Lascialo andare
tra i suoi vecchi amici , perch l che si sente rivivere.
Lascialo vivere
tra le cose che ha tanto amato, perch soffre sentendosi spiantato dalla propria vita.
Lascialo salire
nellauto di famiglia per una gita perch lanno prossimo avrai il rimorso se lui non ci sar pi.
Lascialo pregare
come vuole, perch lanziano uno che avverte lombra di Dio sulla strada che gli resta da compiere.
Lascialo vincere
nelle discussioni, perch ha bisogno di sentirsi sicuro di s.
Lascialo gridare
quando ha torto perch ha diritto alla comprensione.
Lascialo invecchiare
con lo stesso paziente amore con cui lasci crescere i tuoi bambini, perch tutto fa parte della natura.
Lascialo morire
tra braccia pietose, perch lamore dei fratelli sulla terra fa meglio presentire quello del Padre del Cielo.
PASQUA 2008 Pagina 17
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Storia & storie
STORIA DELLA CROCE FATTA DAI BACHI DA SETA di Emma Martinelli
Il paese di Caldonazzo era abitato da contadi-ni per lo pi piccoli proprietari terrieri che vi-vevano di agricoltura. Negli anni che seguiro-no la prima guerra mondiale, quando i profu-ghi ritornarono in paese, trovarono macerie e campi incolti e furono costretti a rimboccarsi le maniche per poter ricostruire le case e le cose perse negli anni della guerra. Fra i tanti lavori cera a quel tempo la bachicoltura che con grande fatica per un periodo di tempo (primavera - estate) permetteva di guadagnare qualche soldo che era una risorsa per le fami-glie. Nei campi cerano tanti gelsi che le loro foglie fornivano alimento per i bachi. I bachi si acquistavano piccolissimi, erano tenuti al caldo per la maturazione e, man mano che crescevano, mangiavano le foglie di gelso in quantit enorme. Lultimo periodo mangiava-no a furia, come si diceva in paese, diventan-do delle dimensioni di un dito mignolo. In o-gni casa cera una grande stanza adibita a questa cultura e tanti graticci, dette arele, sui quali si stendevano fino a quando andavano in letargo facendo il bozzolo. Quando erano ma-turi bisognava staccare i bozzoli dai rami, pu-lirli dai residui, e portarli belli puliti dentro lenzuola di iuta grezza alla filanda. L veniva-no pesati e pagati. Nel 1923 anche in casa mia si coltivavano i bachi da seta; quando venne il momento di staccare i bozzoli con laiuto di alcuni vicini di casa, mio padre si accorse di una lunga spelaia che foderava i legni delle
arele e qualche ramo e che formava una croce grande circa come una porta. La stacc lentamente ed inve contro quei pochi bachi che non avevano fatto il loro dovere. Nel con-tempo dovette ammettere che quel lavoro era fatto con una precisione fantastica, non sba-gliando nemmeno un millimetro: la croce sembrava stampata! La parte inferiore finiva a punta rifinita attorno con una cimosa pi fitta che fungeva da orlo vivo, mentre al centro era gonfia come se fosse un cuscinetto. Consiglia-to dalla mia nonna e dalle zie avvolse la croce in un giornale e la conserv in casa. Ben pre-sto si sparse la voce ed i paesani incomincia-rono a venirla a vedere. AllAlbergo Aquila dOro era ospitato un villeggiante di Padova, molto distinto e religioso di nome Gino Osti. Quando lo venne a sapere volle vedere la cro-ce. Fu lui che la apprezz molto di pi dei miei familiari: li convinse a fare un quadro. Fu cucita sopra un velluto color bord ed in basso furono scritti da una parte la data del ritrovamento ed il nome della mia nonna e delle prozie, le sorelle Pola, e da unaltra un pensiero in rima: Da otto bachi fui tessuta di Ges parlo bench son muta. Fu costruita poi una cassa per contenerla e fu spedita a Padova presso un istituto di Bacologia dove fu studia-ta ed esaminata da una commissione di esperti che ammisero che al mondo non era mai suc-cesso un fatto simile. Dopo un mese fu resti-tuita alla nostra famiglia. Nel frattempo molta
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P.S.: Caso strano, chiamiamola coincidenza,
la pi giovane delle quattro sorelle Po-la, abitanti nella casa dove i bachi da seta fecero la croce, si chiamava pro-prio Croce, un nome inconsueto. Pro-babilmente il mio bisnonno, dopo tre femmine si aspettava un maschio; certo rimase deluso. A noi pronipoti veniva naturale dire che la croce era della zia che ne porta-va il nome. Le zie erano molto devote.
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gente veniva a vederla da ogni parte; perfino un professore giapponese. Un fotografo del paese sfrutt loccasione facendo tante foto-grafie e vendendole con un notevole guada-gno; veniva soprannominato Gigi Maneta. A noi non ne venne nessun beneficio. Ci fu una volta che chiamarono la mia nonna nel nego-zio di manifatture del Sig. Brida, in piazza Municipio: l cera un signore che le fece la proposta di acquistare la croce per il compen-so di 10.000. Per quei tempi si trattava di una fortuna e noi eravamo molto poveri, cos pensavamo alla soluzione dei nostri problemi. Il signore diede otto giorni di tempo a mia nonna per persuaderci; mio padre sarebbe sta-to propenso nel venderla anche perch sareb-be stata custodita in un luogo pi decente. Ma i suoi familiari non ne vollero sapere. Per di pi in quei giorni la venne a vedere un sacer-dote dellIstria con degli studenti, e le consi-gli di tenerla nella nostra povera casa dal momento che Ges era nato in una stalla ed ha preferito manifestarsi in una catapecchia. Sfum cos loccasione di un guadagno. Pre-ferirono la povert. Dal momento che dopo la guerra la mia famiglia prefer passare al go-verno italiano, perse tutti i pochi risparmi che avevano in banca ed anche la pensione matu-rata con il lavoro nelle fabbriche tedesche. Io, crescendo, dovevo accompagnare i visitatori e fare da guida per diversi anni, finch un mio cugino che gestiva lAlbergo Monterovere fece la proposta a mio padre di darla a lui che lavrebbe esposta nella chiesetta di S. Rocco a
Monterovere dove si trova tuttora. E vecchia e sciupata ma per la festa di S. Rocco in ago-sto attira ancora la curiosit della gente.
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Langolo della poesia
A VENEZIA di Dorigoni Massimo
A Venezia,
me pap con quel capl, el pareva n gondolier e me mama zighi e urli matelti ste chi fermi
ma coss l tut sto gazr,
po man man ne sen endiadi dent a lrba per sti vcoi ghra bn qualche talian
ma saltava fr de spes omeneti zaldi e pcoi,
i banchetti del merc
ponti, archi, gondolete e mi amiro tut contnt i colombi che bombarda
quatro siore n pc zivete
en San Marc i bate i mri l za ora de magnar el prosac con i paneti na luganega de fieta e la bza per brindar.
Quando torno n la laguna
me rivedo matelot: el capl de me pap,
sento i zghi de me mama en del cr me ven en grop.
ALLEGORIA di Ines (Ospite del 4 piano di Via Pive)
Ecco la brezza mattutina Disciogliere le ultime nebbie.
La notte si spegne. A ponente
Le cime dei monti ammantate di neve Risplendono dei raggi violetti
Del sole nascente. Nel nuovo giorno che cosa
Ci attende?
NON DIRE MAI: MAI di Francesca e delle Ospiti del 3 piano di Via Pive
Non dire mai: Io D invece: Noi
Non dire mai: Mio D invece: Nostro
Non dire mai: Tocca a lui D invece: Incomincio io
Non dire mai: Non posso
D invece: Eccomi
Non dire mai: Vattene! D invece: Vieni!
Non dire mai: Domani
D invece: Oggi
Non dire mai: Morte D invece: Vita
Non dire mai: Mai.
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Gruppo lettura
Il gruppo di lettura svolge la sua atti-
vit due volte in settimana e noi tutti se-
guiamo con interesse le vicende dei Roman-
zi che ci vengono proposti dal lettore Renzo.
Nell anno appena trascorso abbiamo
letto :
Quo vadis di Henryk Sienckiewicz Alba sulla Bernstol di Sandra Frizzera E il Signore le cre di James Herriot La tragedia di Mountheron di Frank Barret Historia Tridenti di Guido Bond Il Gabbiano Jonathan Livingstone di Bach
Richard (rilettura)
I Malavoglia (estratto) di G. Verga
Non si effettua solo la lettura ma
scambiamo le nostre opinioni a proposito di
quanto viene letto e dei ricordi che vengono
evocati favorendo i rapporti di amicizia all
interno del Gruppo tanto che quando un no-
stro compagno (Paolino Fontana) ci ha la-
sciati per sempre, il dolore viene accentua-
to dall assenza della sua carrozzina con la
quale Egli si presentava sempre spontanea-
mente perch interessato, attivo e proposi-
tivo nei dibattiti.
Ma bando alle malinconie e pensiamo
invece al Futuro!
Chi di noi abituato a pensare a questa pa-
rola ed al suo valore! Quando avevamo vent
anni. Eh! Allora si che si pensava al Futu-
ro! Ora siamo abituati a considerare il
presente, rifugiarci nei ricordi quali essi
siano. Ma al Futuro perch non ci abituiamo
a pensare che il Signore, nella sua infinita
Sapienza ha dato valore solo alla parola FU-
TURO?. Non esiste altro al mondo! Il passato
. passato. Il presente esiste solo nell
attimo in cui lo si vive ed gi passato
anche lui. Quindi noi viviamo continuamente
nel Futuro. Questa parola che noi abbiamo
quasi levata dal nostro vocabolario deve in-
vece essere sempre pi presente in noi per-
ch il tempo che ci dato a disposizione dal
Signore bene che lo si viva al meglio delle
nostre possibilit.
Quindi, animo! E pensiamo tranquilla-
mente al domani ed anche al dopodomani
. Essi sono nostri come sono dei nostri figli
e dei nostri nipoti, magari non nella stessa
misura, ma devono essere giorni pieni e vis-
suti in pieno!
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INFO dai nuclei: Via Marconi
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Sabato 8 febbraio abbiamo avuto il piacere di ospitare il Coro Torre Franca Junior di
Mattarello che ha solennizzato la S. Messa in Cappella e al termine, di questa, ci ha
allietato con un breve concertino.
Ne approfittiamo per ringraziarli di cuore e li invitiamo a tornare a trovarci.
Domenica 9 febbraio un gruppo di Ospiti ha partecipato alla S. Messa nella Chiesa Parrocchiale,
accompagnati dai famigliari, chi dagli Operatori di Animazione Silvano e Francesca e chi dai Volontari di
Ospitalit Tridentina che ci hanno invitato a parteciparvi in occasione della Giornata Mondiale
dellammalato.
Alla prossima, e grazie di esservi ricordati di noi.
Il 14 febbraio iniziata al nucleo del 1 Piano lattivit di Clown Terapia o Terapia del Sorriso svolta
dallamico Mauro Lunelli. Luned 25 arrivato assieme ad altri due amici Clown per
svolgere oltre allattivit individualizzata al nucleo, anche una piccola attivit di gruppo tra
una tombola e laltra, nel soggiorno del secondo Piano, dove sono stati apprezzati anche
dagli Ospiti degli altri nuclei. Che spettacolo e che allegria!!!
Grazie per la vostra disponibilit cari amici Clown.
Il 21 febbraio abbiamo ricevuto la visita dei ragazzi di una seconda classe della
scuola media Ciro Andreatta di Pergine che sta perseguendo un progetto che
si chiama: C un giardino nel mio cuore. Lidea quella di trovare un
oggetto personale per condividerne il valore affettivo. Per questo, ventitr
ragazzi sono venuti assieme alle due insegnanti per presentare liniziativa ad
una quindicina dei nostri ospiti che a loro volta hanno portato una cosa di
particolare ricordo per renderne partecipi i giovani presenti. Dopo un attimo di
timidezza da entrambe le parti, il clima si sciolto e tutti si sono raccontati
sempre bello quando qualcuno da fuori ci viene a visitare ma ancor pi gradita
la presenza di ragazzi e bambini. Ora sappiamo che ci rivedremo presto perch
abbiamo creato un progetto comune che ci legher un po di pi gli uni agli
altri ma questo ve lo racconteremo la prossima volta
Intanto salutiamo i nostri giovani amici con un arrivederci a presto.
FEBBRAIO: UN MESE RICCO DI ATTIVIT ORDINARIE MA ANCHE PARTICOLARI
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Pensieri, riflessioni, ...
ESPERIENZA ALLA CASA DI RIPOSO S. SPIRITO di Simoni Valentina
Pergine, 29/01/08
Iniziato lanno scolastico 2007-2008 ho pensato che intraprendere un breve percorso nellattivit di volontariato alla Casa di Riposo S. Spirito sarebbe stata unottima idea.
Cos agli inizi di ottobre mi sono recata con mia madre in Casa di Riposo, chiedendo al-la disponibile animatrice Giovanna se sarebbe stato possibile recarmi la, come volontaria una volta alla settimana, il gioved per circa tre ore.
Dopo la risposta affermativa ero davvero eccitata e molto felice di provare una nuova esperienza.
Ho pensato che potevo essere utile sia per gli altri che per me. Cos, ogni gioved, per circa dodici gioved mi sono recata in Casa di Riposo a fare vo-
lontariato. Le prime settimane, ho avuto la possibilit di presentarmi e conoscere molti Ospiti, tut-
ti con un grande sorriso nel vedermi, ed io mi sentivo la nipote di tutti. Consigli, racconti passati (talvolta anche molto personali), gruppi discussione, lettura
del giornale, laboratori manuali, attivit natalizie, attivit cinofila assistita, feste di com-pleanni, giochi dinterazione mi hanno aiutata a conoscere e a farmi conoscere bene da molti Ospiti e dagli Animatori.
Questesperienza mi ha insegnato molto, davvero molto; penso che ogni persona dovreb-be dedicare un po del suo tempo ad unattivit di volontariato perch si riesce a far star be-ne gli altri ed a farci stare meglio con noi stessi.
La Casa di Riposo, da me sempre vista come luogo spento e solitario tuttaltro; un centro di eventi molto sentiti e partecipati da tutti gli Ospiti.
Sono molto dispiaciuta perch non continuer, almeno per il momento, il mio percorso di volontariato perch gli impegni scolastici, famigliari e lo stage formativo che dovr intra-prendere tra breve, occupano tutto il mio tempo.
Per, prometto che verr a trovare gli Ospiti della Casa di Riposo perch oramai abbia-mo instaurato un buon rapporto (soprattutto con alcuni).
Ringrazio per iscritto Giovanna, Giorgio e Silvano per la loro simpatia e disponibilit che continuamente hanno dimostrato nei miei confronti. GRAZIE DAVVERO
La vostra volontaria Valentina
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Salve a tutti, siamo il gruppo Incontro di Via Marconi e vorremmo mettervi al corrente che questanno abbiamo deciso di fare un orto-giardino sulla terrazza del secondo Piano della nostra struttura. Lidea ci venuta durante i nostri momenti di confronto e discussione del marted pomeriggio. Al nostro primo incontro, di questanno, sfogliando il calendario stampato dallU.P.I.P.A (una cooperativa che rappresenta molte R.S.A. del Trentino), che presenta il lavoro svolto da molte Strutture per il concorso Orti e Giardini del 2006, al quale la R.S.A. Santo Spirito non ha partecipato, forse perch non ci eravamo appassionati al tema o forse non eravamo pronti ma ora lo siamo, e dopo tante esperienze e ricordi emersi, abbiamo deciso di realizzare un orto-giardino pensile dove seminare, piantare e trapiantare gli ortaggi e le piantine che pi ci piacerebbe coltivare e curare. Detto e fatto abbiamo chiesto lautorizzazione alla nostra economa per vedere se possiamo realizzarlo, oltre che strutturalmente anche economicamente e mentre iniziavamo il nostro lavoro di progettazione vero e proprio, arrivato tra noi, il signor Silvano, un volontario AVULS di Civezzano che si offerto di aiutarci nella messa in opera e nellattivit pratica dellorto (con un grande sospiro di sollievo per la nostra Animatrice Giovanna che non ha mai fatto lorto in vita sua). Dopo aver individuato il luogo e gli spazi da utilizzare, con il nostro manutentore, Claudio, abbiamo preso le misure per la struttura, e calcolato il numero di vasche e le dimensioni che dovranno avere per rispondere al nostro progetto, per poi fare dei preventivi ed infine realizzarlo. Abbiamo gi in mente come sar e che cosa coltiveremo In marzo, dopo S. Giuseppe, faremo unuscita con i pulmini della Casa per andare a comperare i nostri semi e piantine, cos inizieremo il lavoro pratico. Noi siamo fiduciosi che riusciremo a fare un buon lavoro, che sicuramente ci dar molte soddisfazioni permettendoci di provare sensazioni ed emozioni che ormai fanno parte solo dei nostri ricordi.
Vi terremo informati, nel frattempo auguriamo a tutti Buona Pasqua.
UN ORTO SUL NOSTRO TERRAZZO dal Gruppo Incontro
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I progetti
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LA TERAPIA DEL SORRISO
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Per stimolare la narrazione,
la rielaborazione e lesperienza diretta
degli anziani rispetto al tema
degli animali e luomo ed attraverso
la memoria di aneddoti, storie, vicende, leggende
e la loro rappresentazione
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Per il 2007 lUPIPA ha indetto il concorso per i residenti delle RSA trentine Amici animali nella memoria e nel quotidiano. Il concorso ci ha visti partecipare con una ricerca sullallevamento del baco da seta. Sul numero precedente abbiamo presentato la ricerca anche grazie allallestimento storico della stanza dellallevamento dei cavaleri. Il quadro raffigurante S. Antonio abate, protettore degli animali, stato il riconoscimento della partecipazione al concorso, gentilmente offerto dallAssessore regionale dott. Mario Magnani.
AMICI ANIMALI NELLA MEMORIA E NEL QUOTIDIANO
IL PONTE
Entusiasti di questa esperienza, abbiamo gi dato ladesione per il Concorso 2009 dal titolo Memorie de morosi e storie de sposi.
Il progetto prevede il recupero di ricordi, storie e aneddoti riferiti alla vita affettiva sentimentale di una volta.
Il servizio Animazione fin dora invita chi interessato a partecipare alliniziativa.
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COMITATO EDITORIALECOMITATO EDITORIALE: Cristina Bolgia, Silvano Brol, dott. Andrea Moser e Giuseppe Zambotti
CURA REDAZIONALE, IMPOSTAZIONE GRAFICA E STAMPA: Cristina Bolgia e Silvano Brol
IL PONTE
DATA ORE SEDE EVENTO
Gioved
27 marzo 2008 15:30 via Marconi FESTA DEI COMPLEANNI
Sabato
29 marzo 2008 15:30 via Pive
Trofeo Citt di Pergine a cura della Societ Pesistica Perginese
Gioved
17 aprile 2008 15:30 via Pive FESTA DEI COMPLEANNI
Domenica
20 aprile 2008 15:30 via Marconi
La filodrammatica di Viarago presenta:LEI STADA GROSSA
di Loredana Cont
Gioved
24 aprile 2008 15:30 via Marconi FESTA DEI COMPLEANNI
Sabato
3 maggio 2008 15:30 via Pive
CONCERTO del Carro della Musica di Borgo Valsugana
Calendario manifestazioni di primavera