PASQUA 2010

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Le Sante 2 Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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PASQUA 2010.

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  • Le Sante2Parrocchia Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa - Brescia

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  • 2In redazioneLaura Di Palma, Marcello Bonomi, Dino Matesich, Loredana Mantovani, Delia Richiedei, Suor Elisa-betta Buffoli, Davide Riccardi

    Hanno collaborato a questo numeroDon Tino Decca, Don Andrea Dotti, Don Lio-nello Torosani, Antonio Idra, Gruppo Adole-scenti, Staff Corso Fidanzati, Eleonora Zullo, Cristina Plebani, Guido Masserdotti

    Sommario

    PRIVACY E CERTIFICATI La raccolta e il trattamento di qualsiasi tipo di dato personale, sia esso scritto o fotografico, per esclusivo uso interno alla parrocchia e al giornalino parrocchiale. Linteressato cui si riferiscono i dati personali ha il diritto in qualunque momento di ottenere la conferma dellesistenza o meno dei medesimi dati e di conoscerne il contenuto e lorigine, verificarne lesattezza o chiederne lintegrazione o laggiornamen-to, la rettifica oppure la cancellazione secondo quanto riportato nellart. 7 D.lgs. n. 196/03. I certificati richiesti verranno forniti alcuni giorni dopo tale richiesta e saranno consegnati solo ed esclusivamente a chi compare nel certificato o, nel caso di minorenni ai genitori di tali.

    Festivo Invernale Estivo 8.00 8.00 10.00 10.30 11.15 18.30 18.30Prefestivi e Sabato Invernale Estivo 8.00 18.30 18.30Feriale Invernale Estivo (da luned a gioved) (da luned a gioved) 8.30 8.30 17.30 (venerd) (venerd) 20.30 20.30Adorazioneeucaristica venerd dalle 18.00 alle 20.00 (sospesa in estate)

    Don Tino tel. 030 2301955 [email protected] Andrea tel. 030 2301793 [email protected]

    Operano nella comunitConsiglioPastorale Parrocchiale Parrocchia tel. 030 2301955

    Consiglioaffari economici Natale Cosatto tel. 030 2310214Catechisti/animatori Don Andrea tel. 030 2301793Terza et Suor Laura tel. 030 2306856Volontariservizio migranti Mirella Ottolini tel. 030 2306297Coro adulti Antonio Idra tel. 030 2306229Coro giovani Tiziana Sbardellati tel. 030 2300359 Sabrina Giambattista tel. 030 2311531

    Gruppo missionario Marida Canori tel. 030 2310253Gruppo pensionati Masserdotti Guido tel. 030 2304297

    Ass. dilettantisticasez. calcio Luca Papa tel. 335 1024877sez. pallavolo Tiziana Ragusa tel. 333 1189517

    Redazione Marcello Bonomi tel. 030 2306317giornalino parrocchiale Laura Di Palma tel. 030 2319767

    Volontari Villa Elisa Etiene Bicelli tel. 030 2306347Commissione Liturgica Francesca Bottari tel. 030 2304064Commissione Carit Daniela Sandon tel. 030 2306717Commissione Famiglia Italo e Giulia Crema tel. 030 2304541Commissione Oratorio Marco Cominotti tel. 030 2300359Commissione Cultura Laura Di Palma tel. 030 2319767Iniz. Cristiana Genitori Franco e Cristina Mandonico tel. 030 2310208Equipe Battesimi Federico e Luisa Plebani tel. 338 1255987Atelier Betania Maria Mottinelli tel. 030 2310206Piccolo Clero Don Andrea tel. 030 2301793 Davide Riccardi tel. 030 2319767Coro Bambini Angela Nicassio tel. 030 2311412Gruppo Teatro Giamba Zambelli tel. 030 3531228Caritas Carla Ghidini tel. 030 2304526Biblioteca Franca Crescimbeni tel. 030 2310173Sacrestia Franco Perna tel. 340 3726777

    Orario delle Sante Messe

    I nostri sacerdoti

    Le 2 Sante trimestrale della Parrocchia delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa - BresciaDir. resp.: don Tino Decca (ODG elenco speciale) - Autorizzazione del Tribunale di Brescia - n. 46 del 23-11-2007

    Il Signore fa nuove tutte le cose 3

    Quando sar elevato da terra

    attirer tutti a me 5

    Quando il finito diventa infinito,

    ossia quando la fine segna linizio 6

    Il ritorno del figliol prodigo

    ossia il Padre Buono 8

    Sindone:

    tra fede, misteri e storia 9

    Gli scopi

    dellanno sacerdotale 10

    2010: la Pasqua di tutti 15

    Il Crocifisso contorto

    di Padova 16

    E saremo una cosa sola 17

    Ragazzi e internet 18

    ANIMATEMA

    di famiglia 2010 20

    11 febbraio:

    La giornata dellammalato 22

    Gruppo Pensionati Le d Sante 24

    Anagrafe parrocchiale 27

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  • 3Don Tino

    Ancora una volta il sepolcro vuoto. Vuoto lo trovano le donne la mattina di Pasqua, loro che erano andate per ungere il corpo di Ges. E a loro viene consegnato il messaggio pasquale: E risorto, non qui vi precede in Galilea l lo vedrete. Per sentire risuonare ancora una volta queste parole ci ritroveremo insieme nella notte pi santa dellanno; lasce-remo che la gioia invada ancora una volta il nostro cuore.Abbiamo vissuto la santa Quaresima, i quaran-ta giorni santi con i segni della cenere sul nostro capo e lacqua sui piedi degli altri: pentimento e servizio per un cuore nuovo, capace di amare!Ed entreremo nel triduo pasquale in prepara-zione a questa santissima notte cominciando con il clima di attesa del gioved santo quan-do il Signore ancora si chiner a lavare i piedi dei discepoli e indicher loro, con leucaristia, il dono che perpetuer fi no alla fi ne dei tempi; entreremo nella tristezza del venerd santo che ci porter via il Signore, poi il silenzio grande del sabato quando, di fronte al sepolcro, ogni paro-la diventer muta. Ma solo allora, potr scoppiare la gioia; sar il primo giorno di una settimana nuova, creata

    da Dio e dalla potenza del suo Amore; la no-stra vita sar raggiunta dalla gloria di Dio e sar piantata sul fondamento solido della sua vitto-ria sulla morte, per sempre.Cos, nel cuore della notte, prepareremo un fuoco nuovo e da quel fuoco accenderemo il cero per comprendere che ormai non vivremo pi nelle tenebre. C una luce in mezzo a noi, inestinguibile. la luce di Cristo, della sua parola che ci ha svelato il volto del Padre, della sua vita che ci ha trasmesso il suo amore. Illuminati da Cristo, possiamo fare della vita un passaggio che va, non verso la morte, ma verso la comu-nione con Dio, verso la pienezza della vita. Per questo partendo dal sagrato della chiesa, gui-dati dal cero acceso percorreremo in proces-sione tutta la navata andando da oriente ad occidente, muovendoci quindi dalla luce verso le tenebre, perch la notte non sia pi notte e la morte sia vinta. Commossi e pieni di gioia ascolteremo allora lannuncio pasquale: Esulti il coro degli ange-li gioisca la terra gioisca la madre Chiesa Questa la notte in cui Cristo, spezzando i vin-coli della morte, risorge vincitore dal sepolcro Di questa notte stato scritto: la notte splende-

    Il Signore fa nuove tutte le cose

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  • r come il giorno e sar fonte di luce per la mia delizia. Il santo mistero di questa notte sconfi gge il male, lava le colpe, restituisce linnocenza ai peccatori, la gioia agli affl itti. Dissipa lodio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace. O notte veramente gloriosa, che ricon-giunge la terra al cielo e luomo al suo creatore. Cos il preconio pasquale. Ma le parole, per quanto belle, dicono poco; per questo sono state cantate, perch la bellezza del canto sve-gli lo stupore nel cuore e ci faccia percepire leco del messaggio incredibile della Pasqua. Nella risurrezione di Cristo, Dio ha agito e, lazio-ne di Dio, ha manifestato in modo unico, incom-parabile, la sua forza. La morte per defi nizio-ne quella situazione in cui diventa impossibile qualunque azione: Non c pi nulla da fare, diciamo rassegnati. Ebbene, proprio l, dove non cera pi nulla da fare, lazione di Dio si ma-nifestata; e non semplicemente come unazio-ne correttiva, che riportava indietro il tempo a quando la morte ancora non cera. No; lazio-ne della Pasqua creativa, introduce il tempo del mondo, la storia di Ges dentro alleternit di Dio; introduce la carne del mondo, la carne di Ges, dentro allo Spirito eterno di Dio. Nasce davvero un mondo nuovo; nasce con la nostra carne ma nasce dallo Spirito di Dio. In Ges luomo stato riunito al suo creatore e dora in poi il destino delluomo Dio stesso.La vita cristiana con i sacramenti, la parola di Dio, la catechesi, la liturgia, i ministeri ha questo unico scopo: permettere alluomo, rimanendo pienamente uomo, di vivere unesistenza di-vina, da fi glio di Dio. Che non signifi ca unesi-stenza magica, ma unesistenza libera e gioiosa nel dono di s; unesistenza che accetta senza riserve la sua identit e che con perseveran-za si muove verso la coerenza della giustizia, dellamore, della santit. Insomma, unesistenza che, partendo dalle diversissime condizioni di vita di ciascuno, assomigli quanto pi possibi-le alla vita di Ges. Rinnoveremo il nostro battesimo e qualcuno sar battezzato. Ogni battesimo dovrebbe essere ri-cevuto a PasquaPer mezzo del battesimo dice Paolo siamo stati sepolti insieme a Cristo

    nella morte affi nch, come egli fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, cos an-che noi possiamo camminare in una vita nuova. Che signifi ca: sepolti con Cristo, immersi nella sua morte... Signifi ca, mi sembra, che attraverso la fede in Cristo la nostra esistenza ha ricevuto un fondamento nuovo quello della vita stessa che Cristo ha donato per noi; si sviluppa a partire da un presupposto nuovo: quello dellamore di Dio che Cristo ci ha rivelato e donato. Nello stesso modo in Cristo, la nostra esistenza si muove ver-so una meta nuova quella della vita spesa gli uni per gli altri, nella giustizia, nella fraternit, nel-la pazienza, nel dono e nel perdono. In questo modo le dimensioni della nostra fragile esistenza umana sono meravigliosamente dilatate; essa si dispiega da Dio verso Dio passando attraverso la relazione concreta con gli altri. Qui si vede bene quanto sia decisiva la Pasqua perch quellamore che Ges ha mostrato con la sua vita e con la sua morte non appartiene al passato, vivente in Lui risorto e proprio per questo pu rimanere fondamento costante della nostra vita. Posso dire con Paolo: Mi ha amato e ha donato se stesso per me. E posso dare a questa espressione un signifi cato rivolto al presente: lamore con cui Ges ha donato la sua vita eternamente presente e mi raggiun-ge oggi, nella mia esistenza quotidiana.Nelleucaristia ringraziamo Dio per la sua azione di salvezza compiuta in Cristo; lodiamo Dio per la sua grandezza, narriamo quello che ha fatto per noi, preghiamo per tutti i nostri fratelli e per lumanit intera, consegniamo a Dio la nostra vita perch diventi un sacrifi cio gradito a Lui. La Pasqua vicina; e Pasqua dice una oppor-tunit nuova che ci viene offerta. Ogni tristezza bandita, anche la tristezza per il nostro pec-cato. Il Signore ha gi fatto una cosa nuova, ora sta facendo nuovamente una cosa nuova. Se incontra in noi un cuore disponibile, lo purifi ca, lo rafforza, lo dirige, lo proietta oltre le meschini-t quotidiane perch possa raggiungere la pie-nezza della vita: Se qualcuno in Cristo, una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco, ne nascono di nuove. Amici, fratelli Santa Pasqua a tutti!

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  • 5Don AndreaDon Andrea

    Giunto il tempo della grande vittoria pasquale del Signore siamo rinnovati nella grazia della sua risurrezione da morte. Nel cammino quaresimale proprio la fi gura di Cristo in agonia che guida le nostre meditazioni e preghiere. La novit operata dalla risurrezione potrebbe sembrarci staccata dal crocifi sso sul Golgota. I luoghi della passione ci vengono in aiuto per comprendere come il mistero della Pasqua sia unico nella morte-resurrezione di Ges. Solo pochi metri dividono il luogo della morte di Cristo e il sepolcro vuoto della resurrezione: i due luoghi sembrano rincorrersi come gli eventi che li hanno immortalati. Levento pasquale uno solo: quello che celebriamo nel sacro triduo di Pasqua. Non c crocifi sso senza risorto e non c risorto senza crocifi sso. Non c uomo senza croce e non c uomo senza possibilit della resurrezione. Comprendiamo cos perch il crocifi sso non simbolo di morte, ma paradossalmente di speranza. C un fascino che davvero richiama i

    nostri cuori ed occhi presso quel dolore redento che custodisce il Crocifi sso, questo fascino che permette il realizzarsi della profezia di Ges: quando sar elevato da terra attirer tutti a me (Gv 12,32). Cristo innalzato sulla croce davvero divenuto il segno dellassoluta misericordia del Padre che affi da al sacrifi cio del Figlio la chiave del nostro ritorno. In quel movimento profetico dellessere attirati ci siamo anche noi che in questo cammino quaresimale contempliamo il crocifi sso e camminiamo verso Lui. Nella storia della Chiesa il movimento lo stesso, di generazione in generazione dagli apostoli ai pi sperduti missionari tutti si incamminano verso Cristo perch gli stato presentato morto e risorto. Anche a noi affi dato il crocifi sso, lannuncio sintetico della fede. Nel cenacolo chiuso per paura, Cristo porta con s i segni della passione per farsi riconoscere dagli apostoli: il Risorto ha le mani e i piedi forati per sempre, neppure ha considerato lipotesi di togliere quei fori. In un tempo come il nostro in cui la Chiesa pu sembrare imperfetta e la vita dei cristiani non sempre totalmente santa, ricordiamo che sono le nostre ferite i segni concreti delle nostre resurrezioni, la credibilit del cristianesimo passa dalla sua vulnerabilit sostenuta da Altro rispetto ai poteri del mondo. Nel motto del nostro Vescovo viene riportata una frase di san Paolo che recita non arrossisco del Vangelo poich potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede. In questa Pasqua ci possiamo permettere di parafrasare non mi vergogno della croce poich potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, compreso me e le mie fragilit e perch, morendone, Cristo risorto.

    Santa Pasqua di resurrezione a tutti, e che tutte le nostre croci nella notte di Pasqua sappiano gi del giardino della resurrezione!

    Quando sar elevato da terra attirer tutti a me

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  • 6don Lionello Torosanicappellano militare dei carabinieri

    intensa e profonda la Parola di Dio nel tempo della Quaresima. Ha bisogno di una attenzione pi particolare, quel leggere che diventa nello stesso tempo ascolto e rifl essione. Essa invita ad andare oltre la nostra fi sicit e si fa spazio dentro lanima. Non possiamo non renderci con-to di una verit cos eclatante, una verit che ci scuote e ci indirizza verso la salvez-za. Resta indifferente chi non sa cammi-nare dentro lanima, chi non si accorge di essere diventato fi glio, chi ancora si crede perduto nel deserto delle illusioni. Dio coglie lattimo delluomo e nel Bat-tesimo lo confonde nelleterno, quando il fi nito diventa infi nito. Abbiamo imparato alla scuola degli esercizi spirituali, novit e ricchezza che la nostra Comunit delle Sante Capitanio e Gerosa ha vissuto nei giorni di febbraio. La presenza numerosa di fedeli sta ad in-dicare che il credo della domenica non rimane dentro il tempio, ma si cala nella realt quotidiana e diventa concretezza nelle azioni dei cristiani. E, tutte le attivi-t della Parrocchia sono il girotondo che ha al centro lEucaristia. Si comprendono gli incontri, le attenzioni della caritas par-rocchiale, il gruppo degli anziani, i giovani e lo sport, il catechismo per i bambini e gli adolescenti, le catechesi del parroco, loratorio e il curato, le agapi domenicali e le varie ricorrenze: tutto ruota intorno al Pane dellamore che da vita e sostenta-mento.Dentro questo movimento parrocchia-le abbiamo incominciato a cercare il

    Quando il finito diventa infinito,ossia quando la fine segna linizio

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  • 7Risorto, spesso siamo andati verso il luogo sbagliato, come quella volta che Lo abbia-mo cercato nel sepolcro, ci siamo sentiti un rimprovero angelico: come pu lautore della vita, essere nella terra dei morti? non qui, risorto!, e , allora, insieme a tanti abbia-mo preso il sentiero faticoso della salita, ma abbiamo ottenuto, alla meta, la felicit del cuore, ci siamo riconosciuti uno, nellUnico, fi gli nel Figlio, e cos abbiamo capito quan-do la fi ne segna linizio. Paolo VI chiese un giorno ai bambini E facile essere cristiani?, con il loro entusiasmo, i piccoli, posti al cen-tro da Ges, risposero che era facile, il papa riprese dicendo:Non facile, ma felice. Era pi facile recarsi alla tomba dopo aver assistito ai fatti del Venerd, ma il Signore vole-va andassimo in Galilea, voleva camminassi-mo verso la vita, insieme con Lui. Ora questo stiamo facendo, un cammino con Lui, dietro a Lui e in Lui. Questo Pane che la domenica diventa un invito per tutti sostiene ogni sforzo e facilita il compimento della promessa: attirer tutti a me. Questo attirare abbiamo vissuto nei giorni dello stare insieme negli esercizi, sere di silenzio e di rifl essione, di preghiera e di canto Ora abbiamo bisogno di chiedere il perdono, per ottenere la grazia, abbiamo bisogno di ri-crescere, per raggiungere la pace, abbiamo bisogno di ri-nascere per riconoscerci fi gli. E una Pasqua nuova che desideriamo vive-re, nelle realt del momento e nel tanto do-lore che ancora ci riempie il cuore. Vogliamo vivere per condividere il dramma di tanti fra-telli e vogliamo essere i testimoni dellamore e della solidariet. Desideriamo essere lalleluia che into-na il mondo stonato dalla violenza. San-ta Bartolomea scriveva: Mio buon Ges, so che lamore per te non va mai disgiun-to da un vero amore del prossimo; perci io, Bartolomea, desiderando di darti gusto in tutto e di assecondare gli impulsi interni, faccio voto di usare al mio prossimo tutta la carit spirituale e corporale che potr.

    Da ora in avanti tutto ci che Dio mi ha con-cesso non lo considerer pi mio, ma dato-mi per impiegarlo a vantaggio del mio pros-simo. Nel nostro essere canto per gli altri, ancora desideriamo pregare per tutti, offrire il Sacrifi cio Eucaristico per il mondo intero, vivere la spiritualit di Santa Vincenza che ogni giorno partecipava alla Messa. Solo in questo modo la Pasqua non pi un giorno che trova spazio nel calendario, ma una real-t che vive nel nostro cuore. E il canto si fa gioia nellincontro di tante mani alzate verso il Signore. La solitudine vinta dalla comunione, che nel suo essere sempre unione con. Dobbiamo ricordarci che quando siamo con Ges, siamo sempre in due, non possiamo esaurire lo spazio che ci offerto solo con le nostre parole. Dobbia-mo ascoltare nel silenzio della condivisione anche le sue. Nel rapporto con Dio tutto si capovolge ed il fi nito diventa infi nito, mentre la fi ne segna linizio: Non qui, risorto e vi precede in Galilea....

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  • 8Rembrandt ha voluto fi ssare il momento in cui il padre, fi gura di Dio,riabbraccia il fi glio, fi gura delluomo, dopo averlo tanto aspettato. E un singolare ritratto di Dio. Il Padre ha un viso di cieco. Si consumato gli occhi per fareil suo mestiere di Pa dre, Per scrutare nella notte, per spiare an siosamente,lo sguardo teso, improbabile ritorno. Senza contare tutte le lacrime furtive...E ben Lui, quello che ha pianto di pi. Ma al centro del quadro c il miracolo delle mani del Padre: Una lunga, fi ne, una mano di donna. Laltra pi rude, massiccia, una mano duomo. Mano che accarezza, mano che guarisce, mano che consola, mano che nutre, mano che incoraggia, mano che dice buonanotte, mano di Dio, come la mano di una madre. Mano che aspetta, mano protesa, mano che protegge, mano che corregge, mano che costruisce, mano che rialza, mano di Dio, come la mano di un padre.Il Padre certamente presente, sembra stanco e cieco, ma Lui non ha bisogno degli occhi per guar dare, gli basta il suo grande cuore... e col suo amore vede lontano. vede oltre gli egoismi e le incertezze, sente i sospiri che nessuno ascolta e i passi che non vogliono far rumore.

    Nei sandali del fi glio c lesperienza della morte.i segni del peccato e della fatica, di chi andato lonta no a cercare avventure e piaceri ... e che ha trovato fi nalmente la sua gioia nella forza dei suoi passi: che hanno portato il cuore fragile con tanta voglia di ricominciare.Le mani del Padre accolgono le spalle del fi glio, sulla mano forte che sembra risollevare e sorreggere: la paternit di Dio che ti dona la vita sempre e di nuovo; laltra mano dolce, cos che sembra conso lare e accarezzare:

    la tenerezza della maternit di Dio che ti fa rinascere nella serenit della tua casa: rinvigorisce il tuo desiderio di migliorare.Il volto del fi glio porta il segno del dolore. di un uomo che ha subito violenza e ha sofferto terrore, ma in lui ritrovi anche il volto di un fi glio appena uscito dal grembo materno che sembra urlare il suo pianto ma vuole fi nalmente vivere e amare, sognare e donare il suo canto.Tutti insieme abbiamo ritrovato nella festa il Padre che ci attende e ci ama: la festa di essere fi gli e di vedere con il cuore del Padre e di accarezzare con le sue mani forti e dolci, certi che nessun fratello pu arrogarsi di avere il cuore del Padre, che tanto pi grande del nostro amore e che nessun fi glio pu essere veramen te lontano dal Padre che sempre vicino. E questa la nostra festa: essere fi gli e fratelli nel cuore e nella mano del Padre.

    Il ritorno del figliol prodigo ossia il Padre Buono

    Riflessioni artistiche

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  • 9La Sindone un lenzuolo di lino delle dimensioni di circa 4,41 x 1,13 m, contenente limmagine del cadavere di un uomo morto in seguito ad una serie di torture culminate con la crocifi ssione. Secondo la tradizione si tratta del Lenzuolo citato nei Vangeli che serv per avvolgere il corpo di Ges nel sepolcro. Questa tra-dizione non pu ancora dirsi de-fi nitivamente provata, anche se ha trovato numerosi riscontri dal-le indagini scientifi che fatte sul Lenzuolo stesso: il Papa lha co-munque defi nita specchio del Vangelo, in quanto rappresenta un aiuto diretto e immediato per comprendere e meditare sulla drammatica realt della Passione di Cristo. Le prime testimonianze sicure relative alla Sindo-ne risalgono alla met del XIV secolo, quan-do Geoffroy de Charny, cavaliere di profonda fede, depose il Lenzuolo nella chiesa da lui fon-data nel 1353 nel suo feudo di Lirey in Francia. Nel 1453, la Sindone fu trasferita ai Savoia, in seguito a una serie di atti giuridici. Dopo una iniziale collocazione nella chiesa dei france-scani, la Sindone venne defi nitivamente ripo-sta nella Sainte-Chapelle du Saint-Suaire. In questo contesto i Savoia richiesero e ottenne-ro nel 1506 dal Papa Giulio II il riconoscimento di una festa liturgica propria, per la quale fu scelto il 4 maggio. II 4 dicembre 1532 per, un incendio devast la Sainte-Chapelle e caus al Lenzuolo notevoli danni che furono riparati nel 1534 dalle Suore Clarisse della citt. Tuttora, limmagine sul lenzuolo contornata da due linee nere strinate e da una serie di lacune, i danni provocati da quel terribile incendio. Fu Emanuele Filiberto a trasferire defi nitivamen-

    te la Sindone a Torino nel 1578. Il Lenzuolo giunse in citt il 14 settembre di quellanno, tra le salve dei cannoni e in unatmo-sfera di grande solennit. La Sin-done rest, da quel momento, defi nitivamente a Torino dove, nei secoli seguenti, fu oggetto di numerose ostensioni pubbliche e private, lultima delle quali, av-venne nel 2000, anno del Gran-de Giubileo. Lostensione orga-nizzata nellanno del Giubileo stata la pi lunga della storia recente, con il Telo esposto nel-la cattedrale del capoluogo piemontese per ben 72 giorni. Iniziata il 12 agosto, si conclu-sa il 22 ottobre ed ha avuto le

    caratteristiche del pellegrinaggio giubilare. Il percorso di visita, venne integrato infatti con stazioni meditative, possibilit di accostarsi al sacramento della Riconciliazione e di prega-re presso la cappella dellAdorazione eucari-stica. In quellanno, i visitatori furono oltre un milione, molti dei quali, stranieri. Questanno, dieci anni dopo, la Sindone sar nuovamen-te esposta nel Duomo di Torino dal 10 aprile al 23 maggio. Nel 2010 per la prima volta sar possibile vedere direttamente il sacro Lenzuolo dopo lintervento per la conservazione a cui stato sottoposto nel 2002. Durante lostensione, domenica 2 maggio, Papa Benedetto XVI an-dr a Torino e celebrer la Messa in piazza San Carlo. La durata complessiva della visita sar di circa unora. Il tempo di sosta davanti alla Sindone varier a seconda dellaffl uenza del momento dai 3 ai 5 minuti. Anche alcuni di noi, potranno visitare la Sindone, con la nostra Comunit, che si recher a Torino a partire dal-la tarda mattinata di domenica 25 aprile.

    Sindone:tra fede, misteri e storia

    Laura

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  • 10

    Gli scopi che hanno spinto il Papa ad indire un anno sacerdotale sono, anzitutto, spirituali, inte-riori, formativi. Qualcuno ha pensato che il Papa abbia voluto tale anno in seguito alle varie e ru-morose denunce sui comportamenti disordinati e anche scandalosi di alcuni sacerdoti nel mondo. Una certa stampa, nei mesi scorsi, vi si buttata con deplorevole e insistito compiacimento. Ma il senso di questa iniziativa non di caratte-re apologetico o di difesa ad ogni costo. Il Papa lo ha detto con chiarezza: il fi ne dellanno sa-cerdotale quello di favorire la tensione dei sa-cerdoti verso la perfezione spirituale, dalla quale soprattutto dipende leffi cacia del loro ministero, poich la sola ricchezza che, in defi nitiva, gli uo-mini desiderano trovare in un sacerdote Dio.

    1) Si tratta quindi, per ogni sacerdote, dellimpe-gno di riscoprire il senso ultimo e qualifi cante, ma anche la bellezza della propria missione in mezzo al popolo cristiano, al servizio del bene spirituale dei fedeli. Il problema vero quello di ricolloca-re al centro della consapevolezza dei sacerdoti, ma anche al centro della consapevolezza della comunit cristiana, il signifi cato qualifi cante del ministero sacerdotale. Lo ricordava, con decisio-ne, anche lapostolo san Paolo al discepolo Ti-moteo: Non trascurare il dono che in te e che ti stato conferito con limposizione delle mani (1 Tm 4,14). Il prete, infatti, non un professioni-sta bene addestrato e competente, al quale si richiede di eseguire con precisione e scrupolo determinati servizi. E vero che leffi cacia ultima dei sacramenti e delle azioni liturgiche e pastorali

    non dipende dal sacerdote perch sempre e solo opera di Dio. Ma altrettanto vero che il sen-so della sua missione e, prima ancora, della sua elezione al ministero, di carattere sacramenta-le. Il prete uno strumento vivo e personale di Cristo. Non un funzionario, ma un missionario. La grazia passa attraverso la sua persona prima ancora che attraverso la precisione dei suoi ge-sti. Diventa fondamentale, quindi, la qualit cri-stiana della vita del sacerdote la sua personale adesione ai misteri che celebra e al Vangelo che predica; la sua intimit cordiale con il Signore, la somiglianza vitale della sua carit pastorale con la carit del Buon Pastore. Le vie per raggiun-gere questo fi ne sono le vie della preghiera, del-la meditazione, della rifl essione teologica, della crescente comunione vissuta dentro la Chiesa e dentro il Presbiterio diocesano.

    2) Nel suo discorso di indizione, il Papa indica-va anche un altro fi ne dellanno sacerdotale: quello di continuare a rinnovare, da parte dei sacerdoti, quello stile di presenza viva e creativa dentro la storia umana, dentro la cultura, den-tro la vita del popolo che ha caratterizzato da sempre il servizio della Chiesa nel mondo. I do-cumenti del Magistero e dei Vescovi vanno ripe-tendo con insistenza, dopo il Concilio, che non pi il tempo della semplice conservazione delle tradizioni, ma quello della missionariet corag-giosa e generosa. Dice con concretezza e chiarezza il Papa: Ur-gente appare anche il recupero di quella consa-pevolezza che spinge i sacerdoti ad essere pre-senti, identifi cabili e riconoscibili, sia per il giudizio di fede, sia per le virt personali, sia anche per labito, negli ambiti della cultura e della carit, da sempre al cuore della missione della Chiesa. Come Chiesa e come sacerdoti annunciamo Ges di Nazareth, Signore e Cristo, crocifi sso e ri-sorto, nella lieta certezza che tale verit coincide con le attese pi profonde del cuore umano.

    Gli scopi dellanno sacerdotale

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    3) Nella lettera del cardinal Claudio Hummes, troviamo un altro obiettivo da mettere a fuoco nellanno sacerdotale: quello di ravvivare il rap-porto del popolo cristiano con i propri sacerdoti. Il Prefetto della Congregazione per il Clero scrive: Dovr essere un anno positivo e propositivo, in cui la Chiesa vuol dire ai sacerdoti, ma anche a tutti i cristiani e alla societ mondiale, che fi e-ra dei suoi sacerdoti, li ama, li venera, li ammira. Riconosce con gratitudine il loro lavoro pastora-le e la loro testimonianza di vita. Riconosce che la maggioranza dei sacerdoti si dedica al mini-stero investendo lintera loro esistenza nella pre-ghiera, nella carit pastorale, sempre con amore autentico verso Ges Cristo, la Chiesa e il popo-lo, solidali con i poveri e i sofferenti . Da questa rinnovata cordialit fra la gente e i suoi preti augurabile che riprenda vigore la pastorale vo-cazionale, e anche una considerazione maggio-re per le condizioni di vita dei sacerdoti, talvolta segnate dallisolamento e dalla precariet ...

    Compiti dei laici Ogni battezzato deve prendersi cura dei suoi preti... ... Si tanto auspicata la vita in comune fra sa-cerdoti come soluzione pratica ed anche quale soluzione al problema della solitudine del prete. Le esperienze fatte non sono andate, per lo pi, in porto. Il prete, per la sua formazione, per le sue abitudini, per il suo sistema di vita diffi cilmente si adatta a vivere in comunit con altri confratelli, pur ammettendone in teoria lopportunit. Tutti, per, ammettono la necessit che il prete senta il clima di famiglia. Le famiglie, che vivono accan-to a lui, trasmettono gioia e serenit per diventa-re modelli di vita e di vocazione. Il compito del laico quello di aiutare il prete ad essere pre-te perch egli possa fare il prete. Per questo

    il prete va conosciuto e amato nella sua dimen-sione umana, psicologica e spirituale. Va riconosciu-to nella sua mentalit, sensibilit ed educazione. Va aiutato, perch, nella situazione concreta, in cui egli posto a lavorare, si edifi chi il Corpo di Cristo che la Chiesa ... ... Il pre-te deve sentire lurgenza di farsi aiutare. Deve es-sere leducatore che, con pazienza, aiuta il fedele a crescere. Deve imitare la mamma che, in certi momenti, sa tenere il pas-so del suo bambino perch egli impara a cammi-nare. Ci che pu bloccare le iniziative dei laici limpreparazione da parte di preti su certi pro-blemi attuali. Pi spesso sono le persone semplici che, in umilt, silenzio e discrezione sanno lavora-re con preti. Chi si sente di camminare nella fede personale con Cristo capace di collaborare alla missione del sacerdote. La scelta di Cristo, oggi presente nella Chiesa suo sacramento, il fulcro di ogni tipo di aiuto al sacerdote. Aiutare il prete una chiamata che Dio fa in ogni tempo e luogo. Un invito dello Spirito che viene rivolto a tutte le persone di ogni et e di ogni condizione sociale. Chi ama di pi Cristo e, quindi la sua Chiesa, il pi capace di amare il prete e, quindi, di aiutarlo a tutti i livelli..

    Accoglienza, collaborazione, sussidiariet I preti sanno che non sono soli. Il loro ministero eccelso. Per questo ministero comporta anche il dovere di riconoscere i ministeri. 1) ACCOGLIENZA. Noi preti sappiamo che les-sere mandati non sinonimo di essere accolti. Sappiamo che la nostra opera e la nostra per-sona passano obbligatoriamente attraverso la dura esperienza del rifi uto. Rifi uto di molti o di po-chi, ma c sempre. Un pastore accolto un pastore potenziato. Un pastore rifi utato un pastore dimezzato. Lamore non : Ti accolgo se sei come ti voglio io. Lamore : Ti accolgo perch sei tu. Lacco-glienza pu addirittura trasformare la persona. In-vece, lunico modo di non trasformare proprio quello di respingere a priori. Accogliere dunque armonizzarsi. Nessuno nella Chiesa tutto. Nessu-no nella Chiesa niente. Accogliere far sentire di casa il pastore. Su

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    questo punto straordinaria la Chiesa in Italia. Il pastore italia-no, nella tradizione, luomo di casa. Il prete italiano, in genere, non uno specialista, non un supe-rorganizzatore, non un teolo-go raffi nato, non un sociologo, non un liturgista. Sempre sal-ve le debite eccezioni. Il prete italiano un po di tutto questo, ma anche un po niente di que-sto. La specializzazione non forse stata il mestiere del prete diocesano. Il prete italiano or-mai canonizzato dalla tradizione come colui che conosce, solidarizza, sprona, vigila, si dona, si affa-tica, comprende, lenisce, unisce.Quindi farlo sentire di casa. Aprirgli la casa. mol-to razionalista pretendere che il prete non abbia mai problemi o pensare che la sua vita sia esente da problemi sia di ordine spirituale che umano e materiale. Non pensabile.La Chiesa non unazienda dove, quando c un pezzo che non funziona, un pezzo a perde-re; e perci lo si butta, lo si sostituisce, lo si cambia. Accogliere anche accettare momenti alterni e reciproci di affaticamenti e di depressione. Lapo-stolo san Paolo ammonisce: Accogliete fra voi chi debole nella fede. Confortate i pusillanimi, sostenet e i deboli. Qualora uno venga sorpreso in qualche cosa, voi che avete lo Spirito, correg-getelo con dolcezza (Gal 6,1).

    2) COLLABORAZIONE. Questa nasce proprio dallaccoglienza ... La comunit cristiana consegnata da Dio a tutti. responsabilit di tutti. Cio ognuno ne risponde. patrimonio comune, a servizio di ogni uomo. tesoro affi dato alla custodia e alla operosit di ciascuno. Il vescovo e il presbitero non sono i responsabili unici, che eventualmen-te delegano. Sono coloro che presiedono una comunit di corresponsabili, investiti a loro volta da Dio stesso di una loro vocazione e missio-ne, affi nch la comunit divenga e permanga come una fraternit adunata in unit. Pertan-to il presbitero non pu, non deve essere lac-centratore di ogni ministero, di ogni attivit e di ogni missione del popolo di Dio. Come il cuore condizione essenziale per la vita ed propul-sore di vita di ogni organo, ma non sostituisce, non annulla e non assorbe in s ogni funzione, cos il presbitero.

    Con una frase un po fatta, si diceva talvolta che il vescovo non la sintesi dei carismi, ma ha il carisma della sintesi. il regolatore di tanti doni. Analo-gamente si pu dire del nostro presbitero. Dove giunge un Pa-store, l debbono fi orire delle collaborazioni.Il prete aduna e convoca la comunit. Rappresenta in essa Cristo Signore e colui che del Signore presenza sacramen-tale, il vescovo. Esercita funzioni primarie, essenziali, quali regge-

    re, santifi care, insegnare. Ma non esaurisce in s loperosit della Chiesa. Non congloba nel suo ruolo tutti i ruoli. Collaborare maturare con il consiglio e tra-durre con la propria opera i progetti pastorali che il vostro pastore tenuto ad indicare come concreta realizzazione del piano di salvezza che deve essere condotto, qui ed oggi, nella singola comunit. Tutto questo comporta: responsabilit di percezione delle necessit,

    capacit di dialogo umile, franco, costruttivo; fl essibilit per saper rinunciare alle proprie ve-

    dute per aprirsi alle altre; soprattutto capacit di sacrifi cio e di costanza

    per assumersi gli impegni; mitezza di rapporti per sapere superare le diffi -

    colt del lavorare insieme; distacco da s per non incepparsi dinanzi alle

    incomprensioni; rettitudine di intenzione per indirizzare al Regno

    di Dio ogni fatica.La via della collaborazione, se dotata di que-

    sti e altri lineamenti spirituali, la via maestra

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    per sostenere e far fruttifi care il ministero del presbitero.

    3) SUSSIDIARIET... ...Gli Apostoli parlavano di concentrazione nella preghiera-predicazione. Oggi si po-trebbe tradurre quel binomio con vita interio-re e annuncio, personale e comunitario, della Parola di Dio; il che significa, approfondita esperienza di Dio e ministero del confessionale e dellannuncio; non per eludere il compito di coordinamento delle iniziative e per deroga-re dalla presidenza pastorale della comunit, ma per consentire al prete di evidenziare la sua pi speciale dimensione di padre spiri-

    tuale, di educatore nella fede, di salvatore di anime. Lesperienza ci dimostra che leccessivo molti-plicarsi di impegni - di cui la maggior parte di-vengono impegni organizzativi, economici, as-sistenziali - caricano le giornate dei sacerdoti di tante attivit e sollecitudini da provocare una sa-turazione fi sica e psichica. Tolgono quella calma e interiorit, la cui mancanza si riscontra presto proprio nei ministeri pi delicati e specifi ci loro propri, quali lannuncio profondo e sapiente e la testimonianza della fede. Ma va anche rimarcata unaltra accezione del principio di sussidiariet: Completare quello che manca allaltro. Avviene spesso che certe co-munit si logorano perch hanno unimmagine abbastanza idealizzata, oppure un modello pre-cedente forte del prete. Esigono dai propri pasto-ri o la completezza dellimmagine idealizzata o la realizzazione del modello prestabilito. Certe crisi sacerdotali traggono origine da qui. Invece sarebbe straordinario se i laici pi vici-ni, pi chiamati alla responsabilit pastorale, prendessero realisticamente atto delle carat-teristiche del loro pastore, con gli inevitabili pregi e limiti. Si dessero da fare per suggeri-re, sussidiare quegli elementi che vedono carenti. Cos la completezza delle esigenze sarebbe coperta e i sacerdoti sarebbero va-lorizzati. Talvolta si ottiene, addirittura, una mo-bilitazione di risorse nascoste o sopite nei pa-stori stessi, se provocati dalla testimonianza di benevolenza e di operosit che riscontrano nella loro famiglia pastorale... .. A volte la comunit rigenera il suo pastore. diffuso un detto piuttosto scettico: Le comunit hanno il pastore che si meritano. Potrebbe es-sere affi ancato da un altro detto: Le comunit maturano il pastore che vogliono.

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    La primavera luce, calore, e nuova vita, spe-cialmente nelle terre situate alle medie latitudi-ni, dove si trova il nostro mare Mediterraneo, da sempre circondato e attraversato da popola-zioni e civilt di antichissima origine pastorale. Uno di questi popoli era quello ebraico, che in occasione del primo plenilunio di primavera era solito celebrare larrivo della bella stagione con riti e danze propiziatrici: nacque cos la fe-sta del Pesach (salto), la ricorrenza religiosa pi importante degli Ebrei, corrispondente alla nostra Pasqua. Durava (e dura tuttora ) ben 8 giorni, con inizio il 14 del mese lunare chiama-to Nisan (ariete). Fu proprio durante una notte di plenilunio del Pesach che gli Israeliti, secondo lEsodo, fug-girono dallEgitto, dopo che Dio ebbe stermi-nato i primogeniti degli Egizi, saltando (cio risparmiando) le case degli ebrei segnate dal sangue degli agnelli pasquali, sacrifi cati e con-sumati la sera precedente. Molti secoli dopo, un israelita di nome Jeshua (Dio salva), muore in croce nel giorno di pre-parazione del Pesah (...era il giorno della para-sceve, scrive Giovanni) e due giorni dopo (cio il terzo giorno) risorge: lorigine della Pasqua cristiana, che ha in comune con quella ebrai-ca molti riti e simboli, a cominciare dallagnello sacrifi cale (...ecco lagnello di Dio ), ma che non sempre ha in comune la data. Il motivo semplice: mentre il Pesah ebraico strettamente legato al mese lunare (29 giorni e mezzo), per cui il 14 di Nisan pu cadere in un giorno settimanale diverso dalla domenica, la

    Pasqua cristiana, pur essendo legata al medesi-mo ciclo, in seguito al concilio di Nicea del 325 cade obbligatoriamente di domenica, precisa-mente la prima domenica successiva al primo plenilunio di primavera. Tuttavia i cristiani di fede ortodossa, non aven-do introdotto nel loro calendario la riforma di Papa Gregorio XIII del 1582, ed essendo quindi rimasti legati allantico calendario giuliano, ce-lebrano solitamente la loro Pasqua in una do-menica successiva alla nostra. In conclusione, spesso le date della pasqua cristiana, ebraica e ortodossa non coincidono. Questanno fa eccezione: essendo luna piena marted 30 marzo, gli Ebrei iniziano le celebra-zioni del Pesach il 30 marzo (anzi subito dopo il tramonto del 29) e proseguono fi no al 6 aprile, mentre i Cristiani, compresi gli ortodossi, cele-brano la Pasqua la domenica immediatamen-te successiva (4 aprile), con laccensione del fuoco la sera del sabato santo, che compre-so nel periodo di 8 giorni della Pasqua ebraica. Quindi domenica 4 aprile di questanno Pasqua per tutti.E un evento che in verit nel corso degli anni si ripete abbastanza di frequente (come ri-sulta dalla tabella allegata), ma che tuttavia questanno acquista particolare signifi cato in seguito alla visita compiuta dal Papa alla sina-goga di Roma domenica 17 gennaio scorso (trasmessa in diretta TV), quando da parte di tutte le autorit religiose presenti venne forte-mente riconfermato e condiviso il messaggio di unit e fraternit fra tutti i credenti in Dio.

    2010: la Pasqua di tutti

    Antonio

    Date della Pasqua ebraica e cristiana nel prossimo quinquennio Anno giorno CRISTIANI CRISTIANI note EBREI (8 giorni) di inizio Cattolici e Protestanti Ortodossi

    2010 Marted 30 marzo Domenica 4 aprile Domenica 4 aprile coincidono

    2011 Marted 19 aprile Domenica 24 aprile Domenica 24 aprile coincidono

    2012 Sabato 7 aprile Domenica 8 aprile Domenica 15 aprile non coincidono

    2013 Marted 26 marzo Domenica 31marzo Domenica 5 maggio non coincidono

    2014 Luned 14 aprile Domenica 20 aprile Domenica 20 aprile coincidono

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    Partecipare alle sof-ferenze di Cristo sempre stato un desiderio forte, pro-vato da numero-si santi, come ad

    esempio S.Paolo e S. Francesco. Paolo ama talmente Ges, che non vuol essere separato da Lui nemmeno nel dolore, anzi vuol condividere lo strazio della passione per poter partecipare con Lui alla gloria del cielo dopo la resurrezione dei morti. I Fioretti ricordano che S. Francesco in punto di morte chiese a Dio la grazia di poter sentire nellanima e nel corpo il dolore provato sulla croce e lamore dimostrato da Ges per luomo peccatore. Lo stesso sentimento espresso dai due famosi santi nei confronti di Nostro Signore, riemp lani-mo di un anonimo religioso padovano tre secoli fa. Di lui non si conosce nulla e non sarebbe stato certamente ricordato se non fosse stato un pit-tore e come tale autore di un quadro diventato oggetto di devozione. Si tratta di un dipinto ad olio di piccole dimensioni, il cui soggetto il Cro-cifi sso. La fi gura di Ges sulla croce mostra una notevole umanizzazione, dovuta alla posizione del corpo ed tale lo strazio e lesasperazione del dolore che il Cristo vibrante di pathos e di crudo realismo. Il pittore, spinto da profonda de-vozione, desiderava trasmettere artisticamente a chi avesse guardato il suo quadro, latroce sof-ferenza di Cristo morente sulla croce. Cercava infatti di dipingere la fi gura nel modo pi reale scegliendo con cura i particolari sia della posizio-ne che dei colori. Il risultato per per lui era sempre ineffi cace ad esprimere quello che nel suo animo sentiva fosse veramente stato il dolore di Ges. Fece cos molti tentativi pregando Dio di illuminare la sua ispira-zione artistica e di guidare la sua mano. Improv-visamente, mentre il sacerdote pieno di dubbi e di frustrazione per la consapevolezza di non riu-scire nel suo intento, continuava a modifi care il dipinto, limmagine di Ges prese vita. Incomin-

    ci a muoversi, contrarsi, contorcersi in uno spa-smo che anche per il pittore sbigottito divenne insopportabile. Alla fi ne si ferm nella posizione in cui si trova ora. Da allora questo quadro con limmagine del crocifi sso contorto conserva-to nel monastero delle Eremite Francescane a Padova. Da sempre richiama i cristiani che con fede accorrono nella terza domenica di Pasqua quando viene esposto. C chi prega, chi medita, chi chiede a Ges sof-ferente aiuto per accettare la propria sofferenza. Sicuramente davanti al Crocefi sso il cristiano im-para a vivere con fede la sua croce quotidiana e trova la forza di affi darsi alla volont del Padre consapevole che Dio non permetter una pro-va superiore alle sue forze. Oggi c anche chi vorrebbe eliminare il Croci-fi sso da ogni luogo pubblico forse perch al di l di ogni considerazione ideologica, religiosa o di puro laicismo, il dolore ed ogni sua rappresenta-zione fa paura. Al cristiano per, Cristo in croce non dovrebbe far paura, ma solo dare speranza: la speranza di essere amato con tutte le sue mi-serie e i suoi peccati. In Lui il credente trova la sua identit di uomo. Scriveva Natalia Ginzburg in un articolo pubblicato nel 1988 sullUnit il Crocifi sso il segno del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Per i Cattolici il Figlio di Dio. Per i non cattolici pu essere sempli-cemente limmagine di uno che stato vendu-to, tradito ed morto sulla croce per amore del prossimo. Tanti sono morti per il prossimo, vero, ma il Crocifi sso li rappresenta tutti, perch prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli. Questo dice il Crocifi sso. Lo dice a tutti, non solo ai Cattolici. il contrario di tutte le guerre!......Oggi sentiamo che il Crocefi sso il contrario di ogni tipo di atrocit e di bassezze che il nostro mondo conosce, per questo limmagine del suo dolore e della sua morte pu essere solo fonte di speranza per tutti.

    Il Crocifisso contortodi Padova

    Loredana

    Pafesedvs

    esempio S.PaoloPaolo ama talmente Ges c

    Lor

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    Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino: cos ha inizio il brano dei discepoli di Emmaus, cui Ges risorto si affi anca per accompagnarli e dare loro una visione nuova e un senso nuovo a quello che stavano vivendo. La stessa cosa accaduta recentemente a 21 coppie di fi danzati che si preparavano alla celebrazione del matrimo-nio cristiano, e nel frattempo accaduta an-che a noi, coppie accompagnatrici del per-corso.Ogni gioved sera, da novembre a gennaio, ci siamo incontrati con don Tino nella sala della comunit della nostra parrocchia per ascoltare la voce di Ges, che ci ha illustrato come Dio ha creato la coppia a Sua imma-gine e somiglianza e ci ha visti come cosa molto bella; don Tino ci ha anche ricordato che siamo chiamati ad amarci come Lui ci ha amato, cio donandoci la vita reciproca-mente, per essere nel mondo una immagine viva dellamore che Dio ha per lumanit, per ognuno di noi. Come i discepoli di Emmaus,

    alla fi ne del percorso Gli abbiamo chiesto di restare con noi, e Lui rimasto con noi: ci ha lasciato un appuntamento per ritrovarlo ogni domenica in quel pane spezzato, in quel san-gue versato per noi.Cari fi danzati, vi auguriamo buon cammi-no, chiediamo al Signore che vi possiate ri-cordare sempre di come vi ardeva il cuore nel petto mentre conversava con voi lungo il cammino, quando vi spiegava le Scritture, e che non manchiate mai allappuntamento con Lui, nei sacramenti, e in particolar modo nellEucaristia.

    LEucaristia corrobora in modo inesauribile lunit

    e lamore indissolubile in ogni matrimonio cristiano.

    In esso, in forza del sacramento, il vincolo coniugale intrinsecamente

    connesso allunit eucaristica tra Cristo sposo e la Chiesa sposa

    Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis 27

    E saremouna cosa sola

    Luisa e Federico, Giulia e Italo, Negritella e Luca

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    Lultimo decennio stato teatro di unepocale introduzione e diffusione di uno strumento che oggigiorno riteniamo quotidiano tanto quanto sorseggiare una tazzina di caff., come appunto il caff, una cosa di per s non indispensabile alla nostra vita ma della quale ne possiamo disporre quando desideriamo: non solo a casa ma anche al lavoro, a scuola, sul te-lefono cellulare o smartphone, internet-point, Come il nostro caff, luso moderato e con-sapevole di Internet pu essere piacevole ed arricchire di stimoli la nostra vita, assaporare il fatto che rispetto ad un passato nemmeno troppo remoto la comunicazione in tempo reale e riusciamo a tenerci in contatto con le persone care, gli amici e, come in una grande enciclopedia, disponiamo di potenti ed utili ri-sorse che aumentano anche la propria cultura personale.Anche i nostri ragazzi, oggi, hanno facile acces-so alla Rete e la loro ancora non matura mente li pu indirizzare a fare scelte che per loro sono spontanee anche se questo loro scarso discer-nimento li porterebbe ad esporsi pi facilmente ai velati pericoli che si insidiano in Internet.Vediamo insieme quali sono i tre principali mez-zi a cui si dedicano e poi i consigli per tutelare maggiormente i fi gli che troppo spesso sono lasciati da soli con questo loro compagno di-gitale a cui dedicano ore ogni giorno, spesso nella propria camera, con la porta chiusa, quasi fosse un loro esclusivo dominio.Posta elettronica: utilissima per la comunicazione, un vero e proprio ricettacolo di messaggi inutili che quotidianamente arrivano pi numerosi di quelli che effettivamente possono servire. Pubbli-cit e pubblicit false, inviti, conferme di premi per concorsi a cui nemmeno si partecipato, ri-scossione di bonus da parte di Enti a cui non ci si mai iscritti come clienti, solleciti di pagamento con relative ingiunzioni in caso di mancata rice-zione inviati da fantomatici esattori, ecc.Social Network: (Facebook, Twitter...) per quan-to positiva lidea di queste piattaforme per la

    creazione e la partecipazione proattiva di co-munit virtuali, queste sono composte da per-sone reali. Non esiteranno, persone con inten-zioni per nulla amichevoli, a mascherare la loro vera identit per farsi accettare come amico dalladolescente che in quella fase di crescita vede lamicizia come valore assoluto, rapporti di socializzazione quasi morbosamente ricerca-ti. Il pericolo quello che vengano forniti dati personali, immagini, informazioni private, fami-gliari od anche riguardanti la propria vita socia-le e le relazioni con altre persone. Tutto ci po-trebbe essere poi utilizzato per fi ni di carattere sessuale o di estorsione.Pubblicit sui Siti, Motori di Ricerca e Portali: pur-troppo su Internet non vige, come in televisione, una certa deontologia (anche se ampiamente discutibile pure quella) da parte di coloro che inserzionano acquistando spazi pubblicitari e non v quasi controllo sulla veridicit, corret-tezza e legalit dei contenuti che poi vengono (a decine di migliaia) pubblicati sulle tre macro-categorie prima dette.Quindi, in conclusione di quanto scritto, do-vere del genitore tutelare i propri ragazzi rimuo-vendo dalle e-mail tutti i messaggi sospetti la-sciando solo quelli certi; farsi mostrare la lista dei propri amici che fanno parte dei Social Network utilizzati per tenersi in contatto; spiegar loro di non cliccare mai sui vari messaggi pub-blicitari che appaiono in Siti, Motori di Ricerca e Portali perch potrebbero celare truffe od il rischio di acquisire virus che possono essere vei-colo di furti informatici dal proprio computer.Dedicare tempo alla navigazione con i fi gli importante tanto quanto aiutarli nello svolgi-mento dei compiti scolastici, ed in effetti un paragone: in entrambi i casi quando il fi glio ha un dubbio deve avere la certezza che i genitori saranno disponibili a chiarirglielo e cos nel tem-po imparer ad essere sempre pi autonomo, responsabile e consapevole riuscendo cos a vivere con pi sicurezza e tranquillit anche la propria vita digitale.

    Ragazzi e internet

    Davide

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    Nei giorni 13-14-15 febbraio un grup-po di noi adolescenti si recato a Castelletto di Brenzone, ospite del-la Garda Family House, per fare unesperienza nuova, proposta dal nostro oratorio: diventare veri ani-matori!Ci siamo trovati con ragazzi prove-nienti da diverse parti dItalia tutti riuniti a condividere e a imparare qualcosa di nuovo; ad organizza-re tutto stata una suora che con altri volontari opera da molto tem-po nella direzione dellAnimatema, la quale si occupa della pastorale delle famiglie.Abbiamo vissuto giornate intense ed impegnative, ricche di laboratori e conferenze tenute da esperti del settore come psicologi e giornalisti che ci hanno insegnato a struttura-re lanimazione dei bambini tenen-do presente un dado un po specia-le, dove ogni faccia presentava un verbo: accogliere, costruire, liberare, narrare, conoscere, pregare.Su ognuno di questi verbi bisogna-va impostare largomento scelto per tramandare un messaggio ai bambini; infatti, il gioco non deve limitarsi solamente al divertimento perch basta cambiare limpo-stazione dellattivit per rendere il gioco utile allinsegnamento e alla crescita della persona.Abbiamo quindi capito di avere potenzialit utili alla parrocchia, che adesso siamo pronti a condi-videre al meglio per far crescere i bambini della nostra comunit.

    ANIMATEMA di famiglia 2010

    Gruppo Adolescenti

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    Comunicazione importante ai genitori dei bambini nati nellanno 2004 e battezzati in Parrocchie diverse dalla nostra

    Carissimi genitori, sono il vostro Parroco, don Tino Decca: i vostri fi gli hanno sei anni e inizie-ranno a frequentare la prima elementare; attraverso questo giornalino vi rivolgo un caloroso invito ad incontrarci, innanzitutto per conoscerci e, inoltre, perch possiate ascoltare alcune importanti comunicazioni circa la Nuova Iniziazione Cristiana dei Fanciulli, fortemente estesa anche a voi genitori. Uso questo mezzo perch gli unici dati anagrafi ci che la Parrocchia possiede, sono quelli relativi al Sacramento del Battesimo; motivo per cui non ho la possibilit di mettermi direttamente in contatto con Voi. Vi aspetto quindi, e nel frattempo, Vi benedico.

    Tutti in cucina

    Abbiamo partecipato a

    un corso di cuci-

    na in oratorio: linsegnan

    te si chiama Guido

    e ci ha insegnato a cu

    cinare la crostata, il

    budino, la pattona, i bisc

    otti, la torta al cioc-

    colato e lo strudel. Han

    no partecipato an-

    che delle mamme, aiuta

    ndo il signor Guido

    a cucinare. stato molt

    o divertente perch

    abbiamo imparato a cu

    cinare molte cose.

    Eleonora Zullo e Cristina

    Plebani

    Domenica 10 gennaio, durante la Santa Messa delle 10, il nostro Parroco, don Tino, ha consegnato il mandato ai chierichet-ti e ai ministranti della Parrocchia, che con il loro prezioso servizio allaltare rendono le celebrazioni ancora pi solenni e vive. Ad ognuno di loro, i nostri sacerdoti hanno do-nato un crocefi sso, che porteranno al collo durante le celebrazioni, simbolo del loro im-pegno e della loro voglia di mettersi in gioco per Ges e per la comunit.

    Comunicazione importante aC

    Domenica 24 gennaio, d

    on Lionello Torosani,

    cappellano dei Carabin

    ieri della Lombardia

    e da tempo amico frate

    rno della nostra co-

    munit, ha celebrato co

    n noi il suo 25 Anni-

    versario di Ordinazione S

    acerdotale, presie-

    dendo la solenne S. Me

    ssa delle 11, in una

    gremita chiesa. Auguri a

    don Lionello perch

    il suo ministero sia sempr

    e pi fl orido e ricco

    di soddisfazioni e grazie

    per tutto quanto fa

    per la nostra comunit p

    arrocchiale!

    pppppppp

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    11 febbraio:La giornata dellammalato

    Lesperienza che abbiamo vissuto in-sieme, mi ha dato la gioia di condivi-dere il pane Eucaristico con persone che, come me, hanno voluto affi dare la propria debolezza e fragilit alluni-co Padre. Attraverso il sacrifi cio di Ges abbiamo offerto anche noi stessi e ac-colto quella speranza che solo Lui pu offrire, consapevoli che, condividere il dolore di Ges sulla Croce rende dav-vero fratelli nellabbandono alla Sua misericordia.Non un percorso facile e ogni gior-no la malattia tende a frenare il nostro cammino di Santit, ma il prepararci insieme allincontro pi importante nel-la vita delluomo, lincontro faccia a faccia con Dio, ci da la consolazione di non essere soli. Il momento di festa che abbiamo condiviso ci ha ricordato che siamo destinati alla Gioia perch la Croce ha vinto ogni dubbio e diffi -colt e ci guida verso labbraccio del-lo Spirito Santo.

    Letizia

    Lucia e Letizia

    Trovarmi in chiesa a vivere con tanti ammalati e an-ziani la giornata dellammalato stata unesperienza toccante di rifl essione e soprattutto di amore.Ognuno era l, con la propria sofferenza, o nel cor-po o nello spirito, fi ducioso nellamore di Cristo che, con sua Madre, elargisce conforto e sostegno a chi si affi da a loro. Insieme abbiamo offerto le nostre sofferenze, in unione alla Croce di Cristo e nellac-cettazione della Sua volont. Ho ripensato alla mia esperienza di volontaria a Lourdes e per un attimo mi sono rivista alla Grotta delle Apparizioni immer-sa nella stessa atmosfera con lo sguardo verso la Madonna. Ho rinnovato il proposito di essere, con il suo aiuto, un mezzo nelle mani di Ges per alleviare le sofferenze fi siche e morali del mio prossimo, nel rispetto della vita che assolutamente di Dio. Ho ricevuto per la prima volta il Sacramento dellUn-zione degli Infermi e lho vissuta come esperienza di amore grande di Dio verso le sue creature. Ti rin-grazio Signore di ogni istante di vita che mi conce-di, dellamore che vivo alla tua ombra. Aiutami a vederti in ogni persona che soffre e fa di me uno strumento per operare e donare amore.

    Lucia

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    Gruppo Pensionati Le d Sante

    10/4 sabato Musica

    14/4 mercoled Gita a Bergamo (mezza giornata)

    16/4 venerd Proiezione viaggi India misteriosa

    22/4 gioved ore 15.30 ladro di sogni

    23/4 venerd ore 21.15 assemblea generale dei soci

    24/4 sabato Musica e compleanni di aprile

    25/4 domenica Torino ostensione Sacra Sindone

    5/5 mercoled Gita al Sacro Monte di Varese

    8/5 sabato Musica

    15/5 sabato Concerto per pianoforte e chitarra

    22/5 sabato Musica e compleanni di maggio

    29/5 sabato Ballando sotto le stelle (festa delloratorio)

    3/6 gioved Santuario di Bovegno

    12/6 sabato Musica

    26/6 sabato Musica e compleanni di giugno

    GRUPPO PENSIONATI LE D SANTEBrescia, Via Botticelli, 5 - recapito telefonico 334 7763774

    PROGRAMMA ANNO 2009-2010

    Sala dellAssociazionetutti i giorni dal Luned al Venerd dalle ore 9.30 alle ore 11.00 e

    il Marted dalle ore 15,30 alle 17,00.Oppure telefonando al 334/ 77.63.774

    Bollettino PASQUA 2010.indd 24Bollettino PASQUA 2010.indd 24 23/03/10 11:4123/03/10 11:41

  • Il 14 gennaio abbiamo festeggiato

    i

    novantenni della nostra Parrocch

    ia

    con un simpatico e festoso pranzo

    organizzato dai nostri validi cucinie

    -

    ri. Alle festeggiate sono stati conse

    -

    gnati dei vezzosi foulard in ricordo d

    i

    questa giornata. Ci auguriamo ch

    e

    il prossimo anno si possa festeggiar

    e

    sempre pi persone che superano

    il

    traguardo dei 90 anni.

    Tanti auguri

    a tutti i novantenni!!!

    Il compleanno

    , anche se gli a

    nni sono

    tanti, come ne

    l caso dei Pe

    nsionati

    una bella ricor

    renza; essere p

    er invitati

    personalmente

    a festeggiare in

    compa-

    gnia di molti a

    mici con augu

    ri, torta, re-

    galo, foto di gr

    uppo e musica

    ancora

    pi bello. Alla

    fi ne di gennai

    o il Gruppo

    Pensionati ha

    offerto a tutti

    i soci che

    avevano comp

    iuto gli anni in

    quel mese

    una festa che

    per la novit e

    lallegria

    stata molto ap

    prezzata. Alla fi

    ne di ogni

    mese, quindi, ve

    rr riproposta la

    festa di

    compleanno e

    tutti sono invit

    ati!

    Loredana

    25

    Gruppo Pensionati Le d Sante

    Esperienze di vita

    Quante maschere alla festa di CARNE-

    VALE svoltasi il sabato sera nella nostra

    nuova Sala della Comunit. Quanti bam-

    bini sono sfi lati sul palco per far ammirare

    i loro variopinti costumi.

    Il tema del carnevale di questanno era I

    PIRATI e i nostri genitori si sono prodigati

    a costruire forzieri ricolmi di dobloni, ban-

    diere, e insegne che ricordavano il tem-

    po dei pirati, trasformando per una sera il

    bar dellOratorio in una vera locanda di

    bucanieri, il tutto condito con frittelle e

    dolci preparati dalle nostre mamme.

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  • 26

    ATTENZIONEavviso a tutti gli sposi

    Chi lo desidera, pu inviare via mail (al seguente indirizzo: [email protected]) o conseg-nare in segreteria la foto del suo matrimonio scattata accanto ai nostri sacerdoti (don Tino, don Palmiro, don Andrea o don Angelo), indicando il nome degli sposi e la data delle nozze. Verr pubblicata sul nostro giornalino!

    Festa di Carnevale

    2010

    Un angolo della nostra ricchissima biblioteca

    50o Ordinazione Sacerdotale don Palmiro San Paolo (BS) - 5 luglio 2009

    Bollettino PASQUA 2010.indd 26Bollettino PASQUA 2010.indd 26 23/03/10 11:4123/03/10 11:41

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    RINATI DALLACQUA E DALLO SPIRITO SANTOIl Signore Ges,che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare prestola sua Parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre

    Filippo Casana

    UNITI NEL MATRIMONIOCRISTIANO

    Vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti? Si, con la grazia di Dio, lo voglio

    Emilio Ragionieri

    Elvira Albertini

    Renato Tiberio

    Maria Casnedi

    Erminia Corradino

    Aldina Loda

    Luigi Bonato

    MORTI IN CRISTO GESUIo credo: il Signore risorto e vive, e un giorno anchio risorger con Lui.

    Anagrafe parrocchiale

    il c

    alen

    dar

    io

    Piante e Fiori

    di Casa dEsteVia Giorgione, 7

    Tel. 030 2304185

    Centro Comm.le Margherita dEste

    B R E S C I A

    FORNITORE UFFICIALE DELLA NOSTRA PARROCCHIA

    TABACCHERIA

    ALBERTONIVia S. Angela Merici (angolo viale Piave)

    Orario continuato 7,15-19,15aperto anche luglio e agosto

    lottocartoleria faxfotocopie

    APRILEGioved 1 Gioved Santo Ore 09.00: S. Messa del Crisma Ore 21.00: S. Messa nella Cena del SignoreVenerd 2 Venerd Santo Ore 10.30: Preghiera per i Bambini Ore 15.00: Via Crucis Ore 21.00: Passione del SignoreSabato 3 Pasqua di Resurrezione del Signore Ges Messe a orario FestivoLuned 5 Ore 08.30-10.30: Pellegrinaggio CresimandiGioved 8 Ore 15.00: Incontro III etDomenica 11 - II domenica di Pasqua e della Misericordia Ore 15.00: ICFR gruppo Nazareth (II anno) Ore 20.30: Incontro adolescenti Luned 12 Ore 20.45: Catechesi per giovani e adultiMarted 13 Ore 20.45: Commissione CaritMercoled 14 Pomerggio: Gita a Bergamo Ore 20.45: Commissione CulturaGioved 15 Ore 15.00: Incontro III etDomenica 18 - III domenica di Pasqua Ore 15.00: ICFR gruppo Gerusalemme (IV anno) e gruppo Cafarnao (III anno) genitori e ragazzi Ore 18.30: S. Messa adolescentiLuned 19 Ore 20.45: Catechesi per giovani e adultiMercoled 21 Ore 20.45: Incontro GiovaniGioved 22 Ore 15.00: Incontro III et Ore 20.45: Commissione liturgicaSabato 24 Musica e balloDomenica 25 - IV domenica di PasquaLuned 26 Ore 20.45: Catechesi per giovani e adultiMarted 27 Ore 20.45: Equipe battesimaleGioved 29 Ore 15.00: Incontro III et Ore 20.45: Commissione oratorioVenerd 30 Ritiro famiglie a San Felice del Benaco

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