a cura di Paolo Cherubini

23
||| Glossario PSICOLOGIA GENERALE a cura di Paolo Cherubini Emanuela Bricolo Carlo Reverberi

Transcript of a cura di Paolo Cherubini

Page 1: a cura di Paolo Cherubini

|||Glossario

PSICOLOGIA GENERALEa cura di Paolo Cherubini

Emanuela Bricolo Carlo Reverberi

Page 2: a cura di Paolo Cherubini

Glossario

∆D Contrasto di diagonali in una tavola di contingenze.

∆P Contrasto di probabilità condizionali. Indice di predittività.

Ablazione Asportazione chirurgica di una regione cerebrale a scopo terapeutico o di ricerca.

Accesso lessicale L’attivazione delle parole contenute nel → lessico mentale a seguito di uno stimolo linguistico

Adattamento ambientale Aumento della capacità di risolvere problemi e perseguire i propri obiettivi in un certo ambiente.

Adattamento biologico Un cambiamento di una struttura anatomica, di un processo fisiologico, o di un tratto comportamentale di un organismo, che porta all’aumento della diffusione dei geni di quell’organismo.

Adattamento sensoriale Perdita progressiva di risposta di un recettore con corrispondente riduzione della sensibilità di risposta agli stimoli sensoriali.

Affect Informazione sensoriale associata a uno stimolo, in grado di conferirgli un significato emotivo e di influen-zarne la successiva elaborazione. → Valenza

Affidabilità (di una misura) Il grado in cui l’esito di una misura è riproducibile in condizioni simili.

Affiliazione (motivo alla) Nella teoria di McClelland (1987), motivo caratterizzato dal desiderio di protezione e dalla paura del rifiuto.

Affordance Aspetto funzionale di un oggetto rilevabile grazie alla relazione fra le caratteristiche fisiche dell’og-getto e il corpo del percipiente (senza ricorso a particolari rappresentazioni semantiche).

Aha-Erlebnis Aspetto fenomenologico del problem solving. È un termine tedesco, che significa “esperienza ah-ah!!!”, a indicare il momento in cui “si accende una lampadina in testa”: cioè, l’esperienza che si accompagna all’emersione subitanea di una soluzione prima nemmeno intravista.

Alfa di Cronbach Indice statistico molto diffuso per la misura dell’affidabilità.

Algoritmo di ricerca esaustivo Algoritmo in grado di esplorare sistematicamente tutte le possibilità in uno spazio degli stati. Può garantire la soluzione ottimale di un problema.

Algoritmo di ricerca euristico Algoritmo che applica alcune “scorciatoie” per esplorare efficientemente (cioè, con risparmio di tempo di calcolo) un qualche spazio degli stati. Può non essere sempre efficace (cioè, non garan-tisce il raggiungimento di una soluzione, né tantomeno di una soluzione ottimale).

Algoritmo di riduzione dell’errore Algoritmo euristico volto ad approssimare il grado di predittività tra un qualche cue e un qualche outcome. Per esempio, delta rule e back propagation nei modelli connessionisti, o la regola rw.

Algoritmo Procedura di calcolo.

Amigdala Piccola struttura limbica, a forma di mandorla, situata nella profondità antero-mediale del lobo tem-porale, che ha un ruolo molto rilevante nella produzione delle emozioni e il cui ruolo è stato dimostrato soprat-tutto in relazione alla paura.

Amnesia Perdita di memoria solitamente causata da una malattia neurologica.

1Oggetto e metodi della psicologia generalecon risorse online

Emanuela Bricolo, Paolo Cherubini

PSICOLOGIA GENERALEa cura di Paolo Cherubini

Emanuela Bricolo Carlo Reverberi

Page 3: a cura di Paolo Cherubini

Analisi razionale Procedura di analisi teorica sviluppata da Anderson (1990). In primo luogo, si chiede che ca-ratteristiche avrebbe un processo cognitivo se si fosse adattato in modo ottimale all’ambiente in cui agisce (cioè, agli input che riceve e agli output che deve produrre). Poi, confronta quel processo ottimizzato con i dati empirici; se non è compatibile con essi, al modello si aggiungono ulteriori vincoli di elaborazione, e si trova un nuovo punto di ottimizzazione; e così via. Non dissimile dalle analisi di ottimizzazione in economia.

Appraisal (teorie dell’) Teorie secondo le quali le emozioni sono frutto di processi di valutazione cognitiva.

Apprendimento associativo Una forma di apprendimento che stabilisce associazioni predittive tra attributi, oggetti, o eventi. Si basa su informazioni di tipo statistico, e la sua forma logica è quella dell’induzione per enu-merazione.

Apprendimento di concetti Estrazione di concetti dall’esperienza. Da un punto di vista logico, può avere strut-tura induttiva enumerativa (concetti basatisu somiglianze), o deduttiva (concetti basati su regole).

Apprendimento Il processo grazie al quale acquisiamo conoscenze sul mondo e le codifichiamo nella memoria a lungo termine.

Apprendimento implicito Apprendimento che avviene, almeno in parte, al di fuori della consapevolezza.

Apprendimento latente Apprendimento di nessi associativi in assenza di incentivi immediati.

Apprendimento per caso singolo Apprendimento di un’associazione tra un cue e un outcome dopo aver espe-rito una sola contingenza tra i due.

Approccio (obiettivi di) Obiettivi che spingono la persona ad affrontare compiti, attività e situazioni.

Area di Broca ba 44 e 45. Area encefalica coinvolta nella produzione del linguaggio.

Area di Wernicke ba 22. Area encefalica coinvolta nella comprensione del linguaggio.

Arousal → Attivazione (a)

Aspettativa L’atto, il fatto di aspettare, attesa. In psicologia, l’aspettativa è il correlato psicologico del considera-re elevata (a torto o a ragione) la probabilità di avverarsi di un evento. Quando guidata da associazioni apprese, il manifestarsi di un evento può richiamare alla mente più o meno automaticamente (dipende dalla forza dell’asso-ciazione) le sue conseguenze, che diventano aspettative. La violazione di un’aspettativa genera → sorpresa.

Assessment Valutazione, o misura; in particolare di una qualche capacità cognitiva (percezione, memoria, atten-zione, ragionamento, problem solving, decisione, ecc.), tratto di personalità, o dell’intelligenza. Di solito attuato tramite → questionari standardizzati, o batterie di → test.

Associazione Legame, tipicamente correlazionale, tra due o più attributi, oggetti, o eventi.

Assone Uno dei due tipi di estroflessioni citoplasmatiche del neurone. Ogni neurone ha un solo assone. L’assone trasmette i potenziali d’azione generati presso il corpo cellulare ai neuroni o alle cellule bersaglio.

Atteggiamento verso il rischio Posizione di un decisore verso il rischio. A parità di valore atteso di una scelta, il decisore può preferire esporsi di meno al rischio (risk averse: quindi, optare per scelte che possono far guada-gnare di meno, ma anche perdere di meno), o esporsi di più al rischio (risk seeking: quindi, optare per scelte che possono far guadagnare di più, ma anche perdere di più).

Attendibilità Porzione della varianza sistematica di una misura, sul totale della sua varianza.

Attenuazione (teoria della) Estensione della teoria del filtro a selezione precoce: il filtro posizionato subito dopo i registri sensoriali attenua ma non blocca completamente l’accesso all’informazione non rilevante.

Attenzione basata sugli oggetti Capacità di selezionare oggetti presenti nel campo visivo e non porzioni di spazio per se.

Attenzione divisa o distribuita Capacità di prestare attenzione contemporaneamente a più compiti, e di asse-gnare a essi le risorse disponibili per il loro coordinamento e la loro esecuzione.

Attenzione selettiva Processo che seleziona determinate informazioni presenti nell’ambiente escludendone al-tre.

Attenzione visiva spaziale Capacità di selezione di determinate informazioni presenti nel nostro campo visivo, o di particolari porzioni dell’ambiente.

Attivazionali-cognitive (teorie) Teorie secondo le quali le emozioni hanno origine da un’attivazione fisiologica indifferenziata e dai processi cognitivi di attribuzione di significato attraverso i quali la persona cerca di indivi-duare le cause dell’attivazione che sta provando.

Attivazione a) Fattore che indica l’intensità, bassa o elevata, delle risposte fisiologiche coinvolte in un’emozione. → Modelli dimensionali. b) Valore continuo (grado di attivazione) o discreto (attivo/inattivo) che descrive lo stato di un nodo o di un’unità di elaborazione dell’informazione in una rete → distribuzione dell’attivazione

Attributo negativo Attributo assente in uno stimolo.

Attributo positivo Attributo presente in uno stimolo.

Attributo Una qualsiasi caratteristica di cui ci avvaliamo per descrivere uno stimolo o un concetto

Page 4: a cura di Paolo Cherubini

Attribuzioni causali a) Giudizi su nessi di causalità che intercorrono tra diversi eventi, oggetti, stimoli, compor-tamenti ecc. b) Spiegazioni che le persone danno in merito alle cause di quanto accaduto nel passato.

Autoefficacia percepita Proposta da Bandura (1997), corrisponde all’insieme delle valutazioni che le persone fanno rispetto al loro sentirsi capaci di eseguire determinate azioni e di raggiungere livelli stabiliti di prestazione, in determinati compiti e ambiti delle loro vite.

Backtracking Retrocessione nello spazio degli stati quando una strategia di soluzione che è stata tentata si rivela fallimentare.

Backward causation (retroazione) Meccanismi attraverso i quali le proprietà sovraindividuali di un sistema influenzano i comportamenti e le caratteristiche delle sue componenti individuali. → feedback

Behavioral activation system (bas) Introdotto da Gray (1990), è un sistema che attiva il comportamento e in-duce ad avvicinarsi e ad affrontare; connesso all’attività dei nuclei del setto e dell’ipotalamo laterale e al circuito dopaminergico, è particolarmente sensibile al rinforzo ed è alla base dell’impulsività.

Behavioral inhibition system (bis) Introdotto da Gray (1990), è un sistema che inibisce il comportamento e porta al ritiro e all’allontanamento; connesso all’attività del sistema setto-ippocampale e alla presenza di alti livelli di norepinefrina, è soprattutto sensibile alla punizione e alla mancanza di rinforzo ed è alla base dell’ansia.

Belief bias Tendenza a confondere la verità di una conclusione, nota a priori, con il fatto che segua o meno vali-damente da alcune premesse date. → validità

Bias → Errore sistematico, cioè tendenza a commettere sistematicamente un certo errore in alcune, specifiche, situazioni. Nella psicologia del giudizio e del ragionamento, spesso i bias sono la conseguenza dell’uso di determi-nate euristiche di giudizio in determinati contesti.

Big Five / Five Factor Model Modelli a cinque fattori di personalità, che includono apertura all’esperienza, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo (o stabilità emotiva). Con Big Five si fa riferimento al modello proveniente da studi lessicali, mentre con Five Factor Model ci si riferisce al modello che ha origine da studi su item di questionari. Ciononostante, il nome “Big Five” è talvolta usato come termine generico per deno-tare entrambi i modelli.

Biosegnale Segnale fisiologico, elettrico o non elettrico, associato a qualche attività mentale o risposta emotiva, e utilizzato per identificare o misurare quell’attività o risposta.

Bisogno Spinta che guida l’azione, influenzando i processi di attenzione, di percezione e di pensiero, in modo da modificare una situazione non soddisfacente.

Bit. Un bit di informazione è la quantità di informazione necessaria e sufficiente per individuare con certezza uno di due stati inizialmente equiprobabili.

Blindsight “Visione cieca”: fenomeno per cui pazienti con cecità parziale o totale dovuta a lesione cerebrale dimostrano di elaborare, pur senza esserne consapevoli, informazioni presentate nella zona cieca del loro campo visivo.

Blocco o Blocking Vasta famiglia di fenomeni dove un cue impedisce o rende difficile l’apprendimento dell’as-sociazione tra un secondo cue e un outcome.

Calcolo booleano Un modo per formalizzare il calcolo proposizionale e descrivere il significato di proposizioni costruite con → connettivi proposizionali verofunzionali.

Calcolo proposizionale Un linguaggio logico per formalizzare le deduzioni con premesse basate su → connettivi proposizionali verofunzionali.

Campo recettivo Zona di cute o di spazio che, se stimolata, provoca la risposta di un determinato neurone.

Canali voltaggio-dipendenti Strutture proteiche presenti nella membrana cellulare del neurone. Formano dei canali in grado di far passare selettivamente ioni (per esempio sodio o potassio) attraverso la membrana del neu-rone. L’apertura di questo tipo di canali dipende dall’entità del potenziale di membrana.

Carenza (bisogni da) Nella teoria di Maslow (1954), bisogni che riflettono uno stato di carenza e mirano, quin-di, alla riduzione della tensione.

Categorizzazione Ricondurre un qualche oggetto o evento dell’ambiente a un qualche concetto, “riconoscen-do” la categoria cui esso appartiene. Da un punto di vista logico, tale processo può avere struttura abduttiva (quando si avvale di somiglianze) o deduttiva (quando si basa su regole).

Catena psicofisica Il progredire da uno stimolo distale, a uno prossimale, al percetto.

Catena. Grafo di una struttura causale in cui una concausa influenza o determina una causa, che a sua volta in-fluenza o determina un effetto.

Cellule gliali Tipo di cellule presenti nel sistema nervoso. Il loro ruolo principale è quello di sostenere e nutrire i neuroni vicini.

Centralisti Autori, tra cui Cannon (1927) e Bard (1934), che all’inizio del xx secolo sostenevano, in opposizione ai periferalisti, che l’evento emotigeno scatena simultaneamente la reazione fisiologica e l’esperienza emozionale nel cervello.

Page 5: a cura di Paolo Cherubini

Cervelletto “Piccolo cervello”: organo encefalico collocato posteriormente e inferiormente al cervello; partecipa soprattutto alla programmazione e coordinazione fine dei movimenti corporei.

Cervello Parte dell’encefalo costituita da diencefalo (talamo e ipotalamo) e telencefalo (emisferi cerebrali). Oltre al cervello, l’encefalo comprende il tronco dell’encefalo e il cervelletto.

ci sia un’unità che rappresenti la parola casa, un’unità che rappresenti la parola albero, un’unità che rappresenti la parola gatto, e così via.

Cognitivismo Paradigma teorico che, progredendo a una sintesi tra comportamentismo, neocomportamenti-smo, gestaltismo, e sviluppi della scienza informatica, ammette lo studio di mediatori mentali del comportamento, e l’individuazione e lo studio di processi di causazione del comportamento sia bottom-up sia top-down. Vede la mente come un sistema di elaborazione di informazioni, e il cervello come il suo principale substrato hardware. Si sviluppa dagli anni Quaranta del xx secolo circa ai giorni nostri.

Collettivista (cultura) Denominazione generica di ogni cultura, o sistema politico, che enfatizzi come valore fondamentale la proprietà comune, affidata alla collettività, della maggior parte o della totalità dei beni e dei mezzi di produzione, ponendo in secondo piano la libera iniziativa dei singoli, l’individualità, e la proprietà privata.

Collicolo superiore Stazione delle vie visive, sito nel mesencefalo; è coinvolto nella generazione dei movimenti oculari verso uno stimolo che appare improvvisamente, e nella blindsight.

Collider. Grafo con cui si esprime la struttura causale in cui due o più diverse concause possono influenzare o determinare un medesimo effetto. È anche la struttura causale che più comunemente viene assunta nel formulare giudizi causali spontanei.

Competenza comunicativa Conoscenza del linguaggio e delle sue regole di funzionamento e abilità comunica-tive e sociali.

Compito di decisione lessicale Compito in cui il soggetto deve decidere se lo stimolo è una parola dotata di senso compiuto oppure no.

Complessità logica o booleana Lunghezza della definizione intensionale massimamente compressa di una ca-tegoria.

Completamento amodale L’impressione percettiva di completezza di un oggetto parzialmente occluso non comporta la comparsa, nel percetto, di parti che non erano date nello stimolo prossimale.

Completamento modale L’impressione percettiva di completezza di un oggetto comporta la comparsa, nel percetto, di parti che non erano date nello stimolo prossimale.

Comportamenti caotici Comportamenti tipici di sistemi dinamici complessi, in cui minuscole variazioni nelle condizioni iniziali del sistema possono determinare macroscopici cambiamenti nel suo evolversi. Dato che quelle minuscole variazioni sono non misurabili, i comportamenti caotici sono imprevedibili.

Comportamentismo Paradigma teorico che si sviluppò soprattutto tra il 1920 e il 1950 circa. Nelle sue forme più radicali escludeva dalla psicologia lo studio di qualsiasi mediatore mentale del comportamento.

Composizionalità. A) in generale, la proprietà del pensiero di costruire concetti combinando insieme altri concet-ti, o loro frammenti; B) in linguistica, la capacità di costruire il significato di frasi esclusivamente combinando il significato delle diverse parole che le compongono.

Concetti a) Rappresentazioni semantiche che sottostanno alle parole. b) Rappresentazioni mentali di categorie, eventi, oggetti, stimoli, attributi, comportamenti, ecc.

Concetto di base Un concetto basato su un prototipo i cui attributi abbiano alta diagnosticità, o cue validity. Di solito è di livello intermedio, riferendosi a categorie né troppo generali, né troppo specifiche.

Conclusione di un ragionamento Un elemento di conoscenza derivato da conoscenze precedenti (dette “pre-messe”).

Conclusione incompatibile (o incoerente) Conclusione di un ragionamento falsa in tutte le circostanze (anche dette “possibilità”) in cui tutte le premesse sono vere.

Conclusione possibile Conclusione di un ragionamento vera in almeno una possibilità in cui tutte le premesse sono vere.

Conclusione valida Conclusione di un ragionamento vera in tutte le possibilità in cui tutte le premesse sono vere → validità

Condizionale deontico Regola condizionale non verofunzionale che descrive una prassi comportamentale.

Condizionamento Termine con cui si indicano alcune forme di apprendimento associativo di tipo bottom-up. Si distingue il condizionamento rispondente, o pavloviano, volto a stabilire nessi predittivi e correlazionali tra stimoli, e il condizionamento operante o strumentale, volto a stabilire nessi causa-effetto tra comportamenti e loro conseguenze.

Connessionismo Paradigma teorico-metodologico che si basa sulla costruzione di modelli computazionali pa-ralleli e distribuiti dei processi psicologici, processi che vede come qualità emergenti dall’interazione di molte unità elementari di elaborazione dell’informazione, tra loro connesse e tutte contemporaneamente attive. Ha fornito importanti contributi tanto al neocomportamentismo quanto al cognitivismo.

Page 6: a cura di Paolo Cherubini

Connettivo proposizionale verofunzionale Operatore logico in grado di produrre iterativamente proposizio-ni la cui verità è funzione esclusiva della verità degli argomenti.

Contiguità a) Vicinanza spaziotemporale di due o più attributi, oggetti o eventi. b) Compresenza in memoria di lavoro di due o più tracce mnestiche.

Contingenza Concomitanza tra due o più stimoli, attributi, oggetti, eventi ecc.

Continuum motivazionale Proposto da Deci e Ryan (2009) nella loro teoria dell’autodeterminazione, è un con-tinuum che va dall’assenza di motivazione alla motivazione intrinseca, passando per quattro stadi di motivazione estrinseca, retti da specifiche forme di regolazione.

Contrasto di caratteristiche Un modo, proposto da Amos Tversky (1977), per misurare la → somiglianza.

Controllo e revisione di ipotesi Processo che, attraverso l’esplorazione di alcune previsioni deduttive tratte da un’ipotesi, cerca di revisionare abduttivamente il grado di fiducia riposto in quell’ipotesi.

Controllo sperimentale Tentativo di ridurre le possibili minacce alla validità di risultati sperimentali.

Coping Termine inglese, letteralmente traducibile con “capacità di far fronte”, che si riferisce alla possibilità e capacità di una persona di mettere in atto strategie per gestire e fronteggiare una situazione problemica, uno sti-molo, o un evento, in funzione di ciò che la persona stessa è intenzionata a soddisfare o raggiungere.

Corpo calloso Fascio di fibre che connette i due emisferi cerebrali. La sua resezione, terapeutica per l’epilessia (callosotomia), provoca la drammatica riduzione della possibilità di trasmettere informazioni tra i due emisferi, le cui attività nervose, e risultanti “coscienze”, risultano perciò separate.

Corpus testuale Raccolta di esempi di uso linguistico, usate per calcolare la freequenza di uso di determinate parole e espressioni, le loro associazioni reciproche, e altre dimensioni di natura linguistica.

Correlazione negativa Al crescere di un parametro, l’altro tende a scendere.

Correlazione positiva Al crescere di un parametro, l’altro tende a crescere.

Correlazioni illusorie Giudizi, spesso espliciti, che stabiliscono un’associazione tra due attributi, oggetti, o even-ti, senza che tra i due esista una effettiva associazione statistica (oppure, deformando il grado effettivo di quell’as-sociazione).

Corteccia sensoriale primaria La prima stazione corticale di arrivo delle informazioni sensoriali.

Costanze percettive Insieme di fenomeni in cui le proprietà percepite rimangono sostanzialmente stabili a di-spetto delle variazioni prossimali.

Costrutti teorici Concetti inosservabili, che consentono di formulare leggi che a loro volta catturano e spiegano regolarità osservabili.

Costruttiviste (teorie) Teorie della percezione che sostengono che la sola analisi dell’informazione disponibile non è sufficiente per spiegare perché le cose appaiono come appaiono. Per esempio, teoria della Gestalt.

Covariazione Il cambiare insieme di due o più dimensioni, attributi, oggetti, o eventi; non necessariamente sca-turisce da un nesso di causalità tra loro.

Crescita (bisogni di) Nella teoria di Maslow (1954), bisogni di autorealizzazione che mirano a una ricerca di tensione.

Cross-culturale Alcuni processi psicologici tendono a variare, nei loro contenuti o manifestazioni, a seconda della cultura di appartenenza delle persone. Gli studi in prospettiva cross-culturale sono quelli che, utilizzando diversi campioni provenienti da diverse culture, cercano di individuare queste differenze. Per esempio, alcuni studi sulla rappresentazione del sé hanno messo a confronto perrsone provenienti da culture →collettiviste e →individualiste.

Cue Indizio o stimolo antecedente. Un qualche evento stimolo che segnala – con gradi variabili di forza diagno-stica – il possibile manifestarsi di uno stimolo, segnale o esito (→ outcome) successivo.

Curva di apprendimento Rappresentazione grafica dell’andamento dell’apprendimento di un compito (misura-to come ritenzione di informazioni, o risposte a uno stimolo, o capacità di risolvere determinati problemi ecc.) in funzione del tempo dedicato a quel compito, e/o delle prove fatte.

Decisione in contesto di certezza Optare per una di due o più alternative, quando si è certi che, scegliendola, la si otterrà.

Decisione in contesto di incertezza Optare per una alternativa, tra due o più, il cui esito non è certo, ma asso-ciato a gradi di probabilità ben definiti (“decisioni rischiose”) o indefiniti (“decisioni incerte in senso proprio”).

Decisione Optare per un’alternativa tra due o più possibili.

Decisione strategica. Decisioni in cui l’esito finale non dipende solo dalla scelta fatta, o dalla scelta fatta più altri fattori casuali, ma anche dalle scelte fatte da altri individui. →Giochi (teoria dei)

Decussazione Zona in cui una via nervosa oltrepassa la linea mediana, conducendo informazioni dalla metà sinistra alla metà destra del corpo, o viceversa.

Definizione estensionale Definire una categoria elencando esaustivamente tutti gli esemplari che vi apparten-

Page 7: a cura di Paolo Cherubini

gono. → Notazione disgiuntiva normale

Definizione intensionale Definire una categoria tramite una regola decisionale sintetica, in grado di stabilire, per ogni oggetto, se appartiene o meno alla categoria. Forma compressa della notazione disgiuntiva normale.

Definizione operazionale Definire una variabile descrivendo le operazioni che occorre fare per misurarne il valore.

delle intenzioni.

Dendriti Uno dei due tipi di estroflessioni citoplasmatiche del neurone. Esse sono di solito più brevi e più ra-mificate dell’ → assone. Hanno la funzione di raccogliere i segnali trasmessi da altri neuroni, attraverso strutture specializzate dette → sinapsi.

Detezione del segnale (teoria della) Teoria che concepisce la sensibilità non in riferimento alle soglie differen-ziali, come nella psicofisica classica, ma come capacità di rilevare la presenza di un segnale in un contesto in cui è presente del rumore.

Deviazione standard Una descrizione statistica della dispersione di un insieme di dati intorno alla sua tendenza centrale. → Spread

Diagnosticità attesa Il grado medio di supporto che riusciremo a ottenere da un qualche test di controllo di ipotesi, prima di conoscere il suo esito. È un parametro che stabilisce la bontà di quel test.

Diagnosticità In generale, quanto un dettaglio permette di riconoscere qualcosa. In particolare, quanto una nuova informazione rafforzi o indebolisca la fiducia verso una certa interprertazione, ipotesi, riconoscimento. Per esempio, quanto la presenza di un attributo consente di decidere che un individuo appartiene a una categoria, invece che a un’altra, o quanto la presenza di un sintomo permette di riconoscere una malattia, piuttosto che un’altra. Spesso la si misura come lr, o lr logaritmico. Può anche essere approssimata tramite la predittività (DP), la cue validity, il probability gain, o altre misure.

Dialect Theory Teoria secondo la quale vi sono, come per le lingue, delle differenze “dialettali” nel modo di esprimere le emozioni attraverso il volto (Elfenbein, Beaupré, Lévesque, Hess, 2007).

Diffusione dell’attivazione (modelli a) Vasta categoria di modelli psicologici e informatici, che si appoggiano ad una comune idea di sfondo: che determinati processi cognitivi e computazionali possano essere simulati o realizzati tramite la progressiva distribuzione di una “energia” (l’attivazione) all’interno di un grafo. Esempi: la rappresentazione del sistema concettuale in forma gerarchica di Collins e Loftus è un modello a diffusione di atti-vazione (di tipo simbolico); le reti neurali artificiali sono modelli a diffusione di attivazione (di tipo subsimbolico); i sistemi di produzioni possono essere visti come modelli a diffusione di attivazione (di tipo simbolico), dove però ciò che si diffonde nella rete di produzioni sono le successive attivazioni delle azioni; le reti bayesiane possono essere viste come modelli a diffusione dell’attivazione (di tipo simbolico), dove ciò che si diffonde sono distri-buzioni di probabilità; il cervello può essere visto come un sistema a diffusione dell’attivazione (subsimbolico), dove ciò che si diffonde sono gli impulsi elettrici lungo gli assoni dei neuroni, e i neuromediatori tra le sinapsi. Una possibile analogia per concettualizzare il principio di fondo alla base dei modelli a diffusione di attivazione è quella con una rete idrica, dove ciò che si diffonde è l’acqua attraverso condutture, e i nodi del grafo sono cisterne o contenitori. →attivazione (b)

Dinamica dei sistemi Branca della matematica che si occupa delle proprietà e dei principi di funzionamento dei → sistemi.

Disegno ortogonale Disegno sperimentale ove si misurano le variabili dipendenti in ogni condizione ottenuta dall’incrocio sistematico di tutti i valori assunti da tutte le variabili indipendenti.

Disegno sperimentale Progetto di un esperimento, che ne definisce le variabili indipendenti e le variabili dipen-denti, e i livelli delle variabili indipendenti.

Display rules Regole di espressione delle emozioni proposte nella teoria neuroculturale di Ekman (1972, 1984); tali regole sono apprese nel corso dello sviluppo individuale e sono specifiche per contesto culturale.

Disturbo specifico del linguaggio (Specific Language Impairment, sli) Caratterizzato da funzioni cognitive normali con performance linguistica marcatamente povera.

Doppia dissociazione Schema secondo il quale un paziente con lesione cerebrale svolge molto male un compito A e molto meglio un compito B, mentre un secondo paziente con una diversa lesione cerebrale svolge molto male il compito B e molto meglio l’A. In neuropsicologia cognitiva viene considerata come prova a favore dell’ipotesi che i due compiti coinvolgano sistemi cognitivi e anatomici differenti.

Doppio sistema (teorie del) Famiglia di teorie accomunate dal postulare che esistano due processi distinti di pensiero: il sistema 1 e il sistema 2. Il sistema 1 è descritto come intuitivo, basato su processi largamente inconsci, automatico, veloce; il sistema 2, al contrario, è un sistema potenzialmente razionale, consapevole, controllato, relativamente lento, con elaborazione di tipo analitico basata su regole o sulla costruzione di molteplici modelli mentali, e richiede l’utilizzo di maggiori risorse cognitive.

Effetti delle aspettative In alcuni esperimenti, le aspettative tanto dei partecipanti quanto degli sperimentatori possono grandemente influenzare gli esiti.

Elettroencefalografia (eeg) Registrazione sulla superficie della testa delle variazioni del campo elettrico prodot-te dall’attività dei neuroni sottostanti.

Page 8: a cura di Paolo Cherubini

Embodied cognition Prospettiva secondo la quale gli specifici stati relativi alla percezione dell’esterno, all’en-terocezione e all’azione, che sono attivi quando la persona fa una certa esperienza, vengono riattivati quando la persona pensa alla stessa esperienza e ne sostanziano la relativa rappresentazione. → embodied

Embodied Termine inglese, talvolta tradotto con l’aggettivo “incarnato”, che si applica a quella parte di processi cognitivi o risposte emotive che sono direttamente associate a predisposizioni comportamentali e spinte motiva-zionali. Esempi: gli aspetti della risposta emotiva che preparano all’azione sono detti embodied; le caratteristiche di un concetto associate a come si usa un determinato oggetto (per esempio, i programmi motori dell’atto di martellare nell’istante in cui si riconosce qualcosa come “martello”) sono detti embodied.

Emianopsia Cecità di metà del campo visivo – la sinistra, o la destra, in entrambi gli occhi – dovuta a una lesione cerebrale delle vie visive limitata a un solo emisfero.

Emotigeno Si dice di un evento o pensiero in grado di suscitare una risposta emotiva. → eventi emotigeni

Emozioni primarie Emozioni definite anche “di base”, caratterizzate da alcuni elementi fondamentali: espressio-ni facciali universali, presenza in altri primati, meccanismi fisiologici distintivi, insorgenza rapida e breve durata, antecedenti specifici e universali, assenza di valutazione cognitiva, se non del tutto automatiche e inconsapevoli.

Emozioni Risposte complesse a eventi di particolare rilevanza per la persona, caratterizzate da determinati vissuti soggettivi e da un’articolata reazione biologica.

Encefalo Il contenuto del cranio.

Entitarie (concezioni) Nella teoria di Dweck (1999), rappresentazioni implicite secondo le quali le caratteristi-che personali sono scarsamente modificabili.

Entropia. In teoria dell’informazione, una misura del grado di incertezza complessiva relativa alle possibili inter-pretazioni di un messaggio. Misurata come media pesata della → sorpresa di ciascuna possibile interpretazione.

Epilessia Disturbo neurologico consistente nell’anomala sincronizzazione dei potenziali d’azione emessi da vaste popolazioni di neuroni. I sintomi rilevabili variano dalla perdita di coscienza, alle crisi tonico-cloniche (movimen-ti muscolari violenti e incontrollati), alle allucinazioni visive o acustiche.

Equazioni di Rescorla e Wagner (o modello rw). Le due equazioni che compongono il modello di Rescorla e Wagner, il primo e il più longevo modello computazionale dell’apprendimento associativo bottom up.

erp → potenziali evento-relati

Errori casuali Errori accidentali, intrinseci a qualsiasi misurazione, che possono provocare, con pari probabilità, incrementi o diminuzioni rispetto al valore reale.

Errori sistematici Errori di direzione ed entità costanti o quasi costanti, in alcuni casi associati solo a determinati valori di una variabile; possono portare a conclusioni erronee. → Bias

Esecutivo centrale Sistema di controllo della memoria presente nel modello di memoria di lavoro di Baddeley (2000). Coordina e organizza le risorse disponibili e si identifica in attività di controllo dell’interferenza (inhibi-tion), aggiornamento delle informazioni (updating), e spostamento delle risorse (shifting).

Esempio positivo Uno stimolo che appartiene a una qualche categoria, o soddisfa una certa ipotesi. Per contra-sto, un esempio negativo è uno stimolo che non appartiene a quella categoria, o non soddisfa quella ipotesi.

Esperimenti entro i soggetti Disegni sperimentali in cui tutti i partecipanti contribuiscono, sistematicamente e in diverse prove, alla stima degli effetti delle variabili indipendenti in tutte le diverse celle indagate. In altre parole, tutti i partecipanti ricevono tutti i compiti, o tutti i trattamenti.

Esperimenti tra soggetti Disegni sperimentali in cui diversi valori di una (o più) variabile indipendente vengo-no proposti a gruppi diversi di partecipanti.

Esperto Persona maggiormente in grado, rispetto ad altri e grazie ai suoi apprendimenti passati, di risolvere problemi in una qualche area di competenza.

Espliciti (motivi) Rappresentazioni cognitive delle proprie motivazioni che vengono apprese nel corso dello sviluppo e che hanno effetti a breve termine, dal momento che orientano preferenze e guidano comportamenti nell’esperienza quotidiana.

Espressioni facciali delle emozioni (programma delle) Sistema di assunzioni teoriche secondo il quale le configurazioni espressive facciali per manifestare le emozioni sono delle Gestalt unitarie, universalmente condi-vise, sostanzialmente fisse, di natura categoriale, specifiche per ogni emozione e controllate da specifici e distinti programmi neuromotori innati.

Esternalizzazione È una famiglia di disturbi emotivi e comportamentali caratterizzati da comportamenti ester-nalizzanti, cioè comportamenti disadattivi rivolti all’ambiente esterno, che causano significativi problemi e inter-ferenze nella vita propria e altrui. Nel DSM-5, ricadono tra di disturbi esternalizzanti, per esempio, il disturbo da deficit attenzionale con iperattività, i diturbi oppositivi, i disturbi della condotta, i disturbi antisociali, la piroma-nia, la cleptomania, e simili.

Estinzione Progressivo indebolimento di un’associazione.

Eterovalutazione Metodologie di studio che richiedono la valutazione di altri individui. Per esempio, la → nomina dei pari è un metodo di eterovalutazione molto usato per studiare le preferenze sociali interne alle classi

Page 9: a cura di Paolo Cherubini

scolastiche.

Euristica a) In generale: procedura di scoperta o di giudizio efficiente, ma non sempre efficace. b) Procedura algoritmica non esaustiva per la ricerca efficiente della soluzione a un problema. → Algoritmo di ricerca euristico

Euristica di giudizio Procedura o regola per stimare un attributo poco disponibile (per esempio, la probabilità di un evento) avvalendosi di uno più disponibile (per esempio, quanto quell’evento sia rappresentativo della sua categoria di riferimento).

Event related potentials → potenziali evento-relati.

Eventi emotigeni Eventi in grado di scatenare un’emozione. →emotigeno

Evitamento (obiettivi di) Obiettivi che spingono la persona a evitare compiti, attività e situazioni.

Externalizing → esternalizzanti

Facial Action Coding System (facs) Sistema di codifica oggettiva sviluppato da Ekman e Friesen (1978) per analizzare i movimenti muscolari facciali, definiti “unità di azione”, che da soli o in combinazione danno origine alle espressioni facciali delle emozioni.

Fallacia Ragionamento erroneo rispetto a una qualche logica di riferimento. Per esempio, la fallacia dell’afferma-zione del conseguente è erronea rispetto alla logica del calcolo proposizionale, quella delle probabilità a priori è erronea rispetto alla statistica bayesiana ecc.

Fattore G. →Intelligenza generale. Psicometricamente, è derivabile dal grado di correlazione reciproca nella pre-stazione di un individuo a molti e diversi test.

Feature → Attributo

Feedback facciale In forma forte, l’ipotesi secondo la quale sarebbero le espressioni facciali a causare le emozio-ni (e non viceversa). Nella versione più moderata, l’ipotesi che la propriocezione dell’espressione facciale possa amplificare o attenuare l’intensità dell’emozione, se viene esagerata l’espressività in senso compatibile (vs incom-patibile) con l’emozione stessa. Per esempio, contrarre i muscoli zigomatici “come nel sorriso” amplificherebbe la nostra felicità, mentre socchiudere gli occhi “come quando siamo tristi” indurrebbe uno stato emotivo negativo. Questa seconda forma ha trovato riscontri empirici.

Feedback Termine inglese ormai di uso comune, equivalente all’italiano retroazione; designa il processo per cui l’effetto risultante dall’azione di un sistema (meccanismo, circuito, organismo, ecc.) si riflette sul sistema stesso per variarne o correggerne opportunamente il funzionamento: feedback positivo o negativo, secondo che si abbia, come risultato finale, l’intensificazione oppure l’attenuazione dell’effetto. In senso più generale, può equivalere al termine riscontro. →backward causation

Filtro a selezione precoce (teoria del) Teoria che ipotizza che l’informazione rilevante per un dato compito sia selezionata immediatamente dopo i registri sensoriali prima dell’elaborazione percettiva; l’informazione non rilevante non viene elaborata e decade dopo pochi secondi.

Filtro a selezione tardiva (teoria del) Teoria che ipotizza che tutta l’informazione presente nell’ambiente, sia quella rilevante per un dato compito sia quella non rilevante, venga completamente elaborata e identificata. Solo gli stimoli rilevanti raggiungono il livello della risposta.

Fisiologia delle emozioni Disciplina che mira a individuare le configurazioni che caratterizzano l’esperienza emotiva al livello delle reazioni connesse all’attivazione del sistema nervoso centrale (snc), del sistema nervoso autonomo (sna), simpatico e parasimpatico, e del sistema endocrino.

Fissità o fissazione Aspetto fenomenologico del problem solving. Un individuo tenta e ritenta una strategia già provata e risultata inefficace. Non riesce a “disancorarsi” da vecchi schemi per esplorare nuove possibilità.

Flow Anche definito esperienza ottimale da Csikszentmihalyi (1975), corrisponde a un particolare stato d’e-sperienza caratterizzato da un coinvolgimento estremo nello svolgimento di un’attività, associato a motivazione intrinseca e a un vissuto emotivo positivo.

Fonema L’unità di base di un suono linguistico in una determinata lingua.

Fonetica Studia i dettagli acustici dei suoni e come essi vengono articolati.

Fonologia Descrive le categorie astratte dei suoni del linguaggio usati da ogni lingua per segmentare lo spazio dei suoni.

Fonosimbolismo Il fenomeno per cui si tendono ad associare certe caratteristiche dei suoni linguistici a speci-fici aspetti semantici, al netto della lingua parlata. Per esempio, una parola come tekete è più spontaneamente associate a una figura spigolosa, mentre una parola come maluma è più spontaneamente associata a una figura tondeggiante.

Forchetta Grafo con cui si esprime una struttura causale in cui una stessa causa determina o influenza due o più conseguenze.

Forward causation (proazione) Meccanismi attraverso i quali i comportamenti collettivi delle componenti in-dividuali di un sistema provocano alcune proprietà emergenti al livello sovraindividuale. → backward causation

Framing (incorniciamento) Scelta di un punto o di una cornice di riferimento in base alla quale costruire la rap-

Page 10: a cura di Paolo Cherubini

presentazione mentale di un qualche evento o prospetto di scelta. Gli effetti di framing si riferiscono al cambia-mento di preferenze o giudizi su un qualche evento o prospetto, causato solo dal modo con cui lo si è incorniciato.

Funzione di semplificazione o di riconoscimento Una delle funzioni della categorizzazione, che ci porta ad attribuire uno stimolo a una categoria. È detta di “semplificazione” perché, nel riconoscere un oggetto come esemplare di una categoria, tendiamo a focalizzarci su pochi dettagli diagnostici, e a non dare importanza (né attenzione) a tutti gli altri dettagli, non utili al riconoscimento.

Funzione inferenziale, o di generalizzazione La seconda delle funzioni della categorizzazione. Una volta rico-nosciuto uno stimolo come esemplare di una categoria, tendiamo a proiettare su di esso attributi tipici di quella categoria (anche se non li abbiamo percepiti in quello stimolo).

Funzione psicofisica Funzione che accetta come argomento la dimensione di una stimolazione fisica e che for-nisce come valore la dimensione della corrispondente sensazione psicologica.

Ganglio (nervoso) Gruppo di corpi cellulari di neuroni situato nel sistema nervoso periferico.

General Problem Solver (gps). Modello computazionale del problem solving dovuto a Newell e Simon, e svilup-pato tra gli anni Sessanta e Settanta, il primo a basarsi su regole di produzione. Moderne architetture cognitive, come act-r e soar, sono discendenti del gps.

Generalizzazione Nell’apprendimento, estensione dell’associazione di una risposta o di un attributo a una clas-se di stimoli, oggetti, eventi o individui più vasta rispetto agli stimoli di training. Nella categorizzazione, attribu-zione di caratteristiche del concetto a un esemplare di quel concetto.

Gestaltismo Paradigma teorico che si propone di studiare i processi psicologici nella loro forma (Gestalt), o manifestazione fenomenica, con approccio “olistico”. Contribuì in modo importante alla visione dei processi psicologici (e sociali) come dotati di qualità emergenti, scaturite dall’azione collettiva delle loro sottocomponenti, nonché allo studio della percezione, del pensiero, e del problem solving. I suoi influssi e contributi non si limitano alla psicologia generale (in particolare, è importante ricordare i suoi contributi alla psicologia sociale).

Giochi (teoria dei) Teoria matematica originariamente messa a punto per studiare le circostanze connesse al rischio delle decisioni economiche e successivamente estesa, sulle basi del calcolo delle probabilità, alla soluzione dei problemi che prevedano situazione in cui due o più persone perseguono il proprio vantaggio per mezzo di strategie elaborate grazie alla conoscenza delle azioni tra le quali dovrà scegliere l’avversario e delle loro conse-guenze. → Decisione strategica

Grafema La lettera o l’insieme di lettere che rappresentano un fonema.

Grammatica Descrive le unità di una lingua.

Gruppo di controllo In un esperimento, un gruppo di partecipanti per cui la variabile indipendente indagata assume un valore di base (per esempio, non sottoposti a un trattamento del quale ci interessano gli effetti).

Gruppo sperimentale In un esperimento, un gruppo di partecipanti per cui la variabile indipendente indagata assume un valore diverso da quello di base (per esempio, sottoposti a un trattamento del quale ci interessano gli effetti).

Guadagno di informazione In teoria dell’informazione, differenza di → entropia prima e dopo la ricezione di un messaggio. Utilizzato da alcune teorie entro il “nuovo paradigma” come criterio normativo per misurare le performance di ragionamento umane in compiti induttivi.

hbm → modelli bayesiani gerarchici

Health Action Process Approach (hapa) Modello proposto da Schwarzer (2008) nel quale il cambiamento com-portamentale connesso alla salute è predetto dall’intenzione di cambiare, dall’autoefficacia percepita, dalle aspet-tative relative al cambiamento e dalla percezione del rischio.

hexaco Modello a sei fattori della personalità. Il nome del modello è un acronimo che deriva dalle iniziali dei sei fattori in inglese: Honesty-Humility (onestà-umiltà), Emotionality (emotività), eXtraversion (estroversione), Agre-eableness vs Anger (gradevolezza vs rabbia), Conscientiousness (coscienziosità) e Openness to Experience (apertura all’esperienza).

Hill-climbing Un → algoritmo di ricerca euristico.

Ictus cerebrale Morte di una zona di cervello a causa del blocco dell’apporto di sangue arterioso.

Imagery Capacità di rappresentazione della realtà con caratteristiche prevalentemente visuospaziali, sebbene le informazioni utilizzate possano provenire da tutte le modalità sensoriali o dalla memoria a lungo termine.

Imparare ad imparare. Il fenomeno in base al quale più concetti si sono già appresi all’interno di un certo do-minio, più si velocizza l’apprendimento di nuovi concetti in quel dominio. Il fenomeno fa sì che il numero di esemplari da osservare per imparare nuovi concetti decresca rapidamente una volta imparati altri concetti simili. Attualmente è spiegato tramite al ricorso a →modelli bayesiani gerarchici.

Impasse Aspetto fenomenologico del problem solving. Un individuo ha esplorato tutte le possibilità a sua dispo-sizione, senza riuscire a risolvere il problema. Si blocca, e può abbandonare il compito.

Impliciti (motivi) Motivi a base biologica di cui le persone non sono consapevoli e che hanno effetti a lungo termine nelle loro vite.

Page 11: a cura di Paolo Cherubini

Implicito (test) Un test implicito cerca di misurare o verificare una qualche caratteristica dell’individuo (un at-teggiamento, un tratto di personalità, ecc.) tramite compiti o domande che non rendano trasparente all’individuo stesso cosa si sta cercando di misurare. Per esempio, se per misurare la presenza di un atteggiamento positivo o negativo verso una categoria di stimoli, invece di chiedere esplicitamente alla persona cosa pensi o come valuti quegli stimoli, si misura la sua tendenza a ritrarsi o avvicinarsi ad essi, o il tempo che impiega a reagire a quegli stimoli, si sta conducendo un test implicito. I test impliciti sono gli unici a disposizione quando la caratteristica da misurare è, o può essere, inconsapevole.

Incentivo A) In senso generale, stimolo, impulso, incitamento, incoraggiamento a compiere un qualche atto. B) Nel linguaggio economico, misura di politica economica o finanziaria diretta a incrementare determinati com-portamenti considerati utili per la società. C) In psicologia, →feedback positivo: l’ →aspettativa di un incentivo rafforza la propensione ad attuare comportamenti ad esso associati. In alcuni contesti è sinonimo di “rinforzo” o “premio”. Il “valore di incentivo” è la valenza edonica (piacevolezza/spiacevolezza) delle conseguenze associate a uno stimolo o a un comportamento. D) Nella teoria di Atkinson (1964), valore attribuito a un determinato obiettivo o scopo.

Incrementali (concezioni) Nella teoria di Dweck (1999), rappresentazioni implicite secondo le quali le caratte-ristiche personali sono soggette ad ampie possibilità di cambiamento.

Incubazione Aspetto fenomenologico del problem solving. Una pausa temporale interposta tra diversi tentativi di soluzione e durante la quale non ci si dedica al problema può aiutare a trovare una nuova possibilità di solu-zione.

Indeterminazione ottica La natura dello stimolo distale non è completamente determinata dalle proprietà otti-che dello stimolo prossimale. A ogni configurazione 2D sulla retina (stimolo prossimale) possono corrispondere moltissime situazioni 3D distali differenti.

Indipendenza (tra eventi). Due eventi x e y sono tra loro indipendenti quando p(x)=p(x|y), e p(y)=p(y|x). →probabilità condizionata.

Individualista (cultura) Denominazione generica di ogni cultura, o sistema politico, che enfatizzi come valore fondamentale la proprietà privata, la libera iniziativa dei singoli, il valore dell’individuo, ponendo in secondo piano la proprietà comune e la collettività.

Induzioni volte alla spiegazione →Ragionamento induttivo per abduzione.

Inferenza Una conoscenza che non ci deriva direttamente da dati sensoriali, ma piuttosto dall’elaborazione di altre conoscenze (ivi compresi i dati sensoriali).

Information gain, ig → guadagno di informazione.

Informazione a) Atto del dare forma; b) il contenuto di novità e imprevedibilità di un messaggio scambiato tra due sistemi in relazione, o anche ciascuno dei segnali scambiati; c) in matematica, logaritmo negativo della proba-bilità di un messaggio (→ sorpresa, surprisal), misurata in bit.

Inibizione a) Soppressione o indebolimento di un nesso associativo tra stimoli, attributi, eventi, comportamenti ecc. b) Nesso associativo negativo: cioè, il presentarsi di un cue genera l’aspettativa che un certo outcome non si presenterà. c) Associazione tra due unità ad attivazione (per esempio, neuroni, o neuroni virtuali), tale per cui l’attivazione della prima riduce l’attivazione della seconda.

Inibizione di (o del) ritorno È un fenomeno associato tipicamente all’orientamento automatico dell’attenzione e consiste in un maggiore rallentamento dei tempi di risposta quando uno stimolo target compare dopo almeno 250-300 ms nella stessa posizione in cui è comparso uno stimolo esogeno.

Insight Emersione subitanea di una soluzione a un problema, prima neppure intravista. Spesso è associata a una ristrutturazione della rappresentazione del problema.

Insula Zona di corteccia situata nella profondità della → scissura di Silvio.

Integrazione delle caratteristiche (teoria dell’) Teoria che ipotizza due stadi per l’identificazione degli oggetti: uno preattentivo che spiega la relativa facilità di conduzione di ricerca di elementi individuabili utilizzando sin-gole caratteristiche e uno attentivo che spiega la relativa difficoltà di conduzione di ricerca di elementi con due o più caratteristiche.

Intelligenza Letteralmente, “capacità di capire”. In psicologia, L’intelligenza . un’abilità mentale molto generale che, fra le altre cose, include l’abilità di ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in modo astratto, com-prendere idee complesse, apprendere rapidamente e imparare dall’esperienza. Non riguarda soltanto l’appren-dimento libresco, il successo scolastico o l’abilità nell’affrontare dei test. Al contrario, riguarda una più ampia e profonda capacità di comprendere il mondo che ci circonda, di darne un senso, di capire cosa fare.

Interazione L’effetto di una variabile è modulato dai valori assunti da un’altra variabile. →mediatore

Internalizing → internalizzazione

Internalizzazione È una famiglia di disturbi emotivo e comportamentali che portano le persone a tenere per sé i prorpri problemi, internalizzandoli. Nel DSM-5, tra i disturbi internalizzanti sono compresi i disturbi depressivi, d’ansia, ossessivo-compulsivi, post-traumatici, ecc.

Intervento Comportamento volto a far variare un qualche attributo, oggetto, o evento, al fine – previsto – di farne variare un altro.

Page 12: a cura di Paolo Cherubini

Ipotesi distribuzionale L’ipotesi secondo cui parole simili tendono a occorrere in contesti simili. Secondo questa posizione il significato è intrinsecamente contestuale, e dunque è indotto sulla base dell’analisi del contesti in cui la parola è esperita.

Ipotesi psicolessicale Ipotesi secondo cui le caratteristiche di personalità socialmente più rilevanti si sedimen-tano progressivamente nel linguaggio, nella forma di aggettivi di uso frequente. Al contrario, aggettivi che de-scrivono caratteristiche di personalità poco rilevanti tenderebbero a cadere in disuso. Secondo questa ipotesi, il linguaggio è una strada utile per l’indagine della personalità.

Isomorfismo Coincidenza di forma, di struttura.

Istinto Spinta innata all’azione, essenziale alla sopravvivenza dell’individuo e della specie.

Leggi di organizzazione percettiva Principi che guidano la formazione di unità percettive segregate.

Lemmi Rappresentazioni astratte delle caratteristiche sintattiche di una parola che specificano la categoria, la funzione grammaticale e il tipo di struttura di cui può essere parte.

Lessemi Codificano l’informazione morfofonologica (e ortografica) di una parola.

Lessico mentale Contiene tutte le conoscenze morfologiche, ortografiche, fonologiche, sintattiche e semantiche associate ai costituenti linguistici.

Likelihood →probabilità condizionata

Likelihood ratio (lr) È il rapporto tra due →likelihood. Una delle prime, e delle più diffuse, misure di →diagno-sticità. Anche chiamato rapporto di Bayes.

Linguaggio La facoltà che ci permette di usare una lingua a fini comunicativi.

Livelli della spiegazione Diversi autori (per esempio, Marr) hanno suggerito che il progresso verso la conoscen-za, in psicologia, attraversa tre livelli di spiegazione. Nella terminologia adottata da Marr (1982), sono il livello computazionale (definire le funzioni), algoritmico (definire un modo in cui quella funzione può essere computa-ta), e dell’implementazione (scegliere come, di fatto, si implementi nel cervello l’algoritmo identificato).

Locus Collocazione interna o esterna della causa di un evento. →locus of control

Locus of control Nelle attribuzioni causali, la propensione a attribuire la causa di un evento o situazione a sé stessi (locus of control interno), o a eventi esterni/altri individui (locus of control esterno).

Logica mentale (teoria della) Teoria ad approccio sintattico del ragionamento deduttivo umano. Vede il ragio-namento umano come una procedura di dimostrazione, basata sul possesso di alcuni schemi logici e sulla capacità di concatenarli.

Magnetoencefalografia (meg) Registrazione sulla superficie della testa delle variazioni del campo magnetico prodotte dall’attività dei neuroni sottostanti.

Manipolazione (emozioni) Tecniche finalizzate a indurre emozioni, o ad amplificarle.

Marcatori somatici Risposte somatiche, ipotizzate da Damasio (1994), che vengono prodotte nell’organismo in risposta a esperienze emotive e che differenziano in piacevoli e spiacevoli le opzioni possibili nel processo deci-sionale.

Marketing Il complesso dei metodi atti a collocare col massimo profitto i prodotti in un dato mercato attraverso la scelta e la programmazione delle politiche più opportune di prezzo, di distribuzione, di vendita, di pubblicità, di promozione, dopo aver individuato, attraverso analisi di mercato, il potenziale consumatore.

Massimizzazione dell’utilità attesa Regola decisionale tipica delle teorie normative della decisione: la scelta da preferire è quella con la massima utilità attesa.

Means-ends analysis (analisi mezzi-fini) Un → algoritmo di ricerca euristico, che è una forma di “backward reasoning”, dallo stato finale all’indietro verso la situazione iniziale. Molto utile per risolvere diversi tipi di pro-blemi.

Media aritmetica Una descrizione statistica della tendenza centrale di un insieme di dati.

Mediana Una descrizione statistica della tendenza centrale di un insieme di dati.

Mediatore Fattore che modula l’associazione tra un altro fattore, e le sue conseguenze. Esempi: il “successo scolastico” è un mediatore tra il fattore “intelligenza” e la conseguenza “successo lavorativo”; le “strategie di coping” di cui una persona dispone sono mediatori tra gli eventi che si trova a vivere, e la sua esperienza emotiva. →interazione

Memoria a breve termine (mbt) La porzione di memoria che mantiene le informazioni per un tempo breve, alcuni secondi, utile alla loro elaborazione; ha capacità limitata, span, compresa in media tra 5 e 9 elementi.

Memoria a lungo termine (mlt) Ha capacità molto ampia e poco definibile, e mantiene le informazioni per tempi lunghi: ore, giorni, anni.

Memoria di lavoro Sistema di gestione delle informazioni che opera in compiti cognitivi complessi come ragio-namento e comprensione del linguaggio. Modelli recenti ne identificano componenti di elaborazione e manteni-mento, ma anche di coordinamento delle risorse disponibili (Baddeley, 2000; ma si veda anche Oberauer, 2002).

Page 13: a cura di Paolo Cherubini

Memoria fonologica Riguarda le informazioni di natura verbale in forma fonologica utilizzando un sistema di ripasso articolatorio (loop articolatorio).

Memoria prospettica Capacità di ricordare eventi futuri, come un appuntamento nel corso della giornata o nei giorni successivi.

Memoria visuospaziale Riguarda le informazioni in formato visivo e spaziale ed è principalmente coinvolta in compiti di immaginazione, rappresentazione dello spazio, orientamento.

Meningi Strati di tessuto che avvolgono il cervello e lo proteggono dagli urti contro la teca cranica. Sono, dall’e-sterno all’interno, dura madre, aracnoide, pia madre. Tra le ultime due è sito un cuscinetto di liquido (liquor) che contribuisce alla protezione contro gli urti e che, inoltre, diminuisce il peso del cervello per effetto del galleggia-mento.

Mente Insieme di rappresentazioni interne dell’ambiente esterno, elaborabili dinamicamente in senso anticipa-torio, che mediano la connessione tra stimoli ambientali e risposte comportamentali.

Meta-analisi Tecnica statistica per rielaborare i risultati di molti esperimenti condotti sullo stesso fenomeno o su fenomeni simili, accorpandoli insieme.

Metodo scientifico ipotetico-deduttivo Metodo tipico delle scienze empiriche e nomotetiche, che prevede la generazione induttiva di teorie e ipotesi esplicative, la derivazione deduttiva delle loro conseguenze empiriche, e la verifica empirica di quelle conseguenze tramite esperimenti o altre forme di esplorazione. È il metodo principe della psicologia generale.

Mnemotecnica Tecnica di memorizzazione, solitamente basata su meccanismi di facilitazione precisi e non mo-dulabili. Riguarda principalmente il ricordo di materiale presentato serialmente (liste di parole, elenchi ecc.).

Modelli basati su agenti artificiali Modelli computazionali volti a simulare alcuni tipi di sistemi dinamici com-plessi, soprattutto di natura sociale. Si avvalgono di microagenti artificiali, programmati dando loro solo le ca-ratteristiche comportamentali che la teoria considera rilevanti, in interazione reciproca in un ambiente simulato, anch’esso programmato illustrando solo le caratteristiche ambientali considerate rilevanti dalla teoria. → Dina-mica dei sistemi

Modelli bayesiani gerarchici (hbm) Modelli bayesiani dotati di meccanismi generatore di ipotesi a priori. Il generatore produce sia le ipotesi a priori, sia i loro gradi di probabilità a priori. I dati in ingresso modificano bayesianamente la fiducia verso le diverse ipotesi generate, e a loro volta queste modificano la fiducia verso il tipo di meccanismi generativi che possono aver prodotto quelle ipotesi. Gli hbm sono oggi tra gli approcci più pro-mettenti per spiegare, a livello computazionale, diversi fenomeni legati all’apprendimento di concetti, compreso il l’ →imparare ad imparare.

Modelli categoriali Nello studio delle emozioni, I modelli categoriali si basano sull’assunto che emozioni diffe-renti siano fenomeni qualitativamente distinti e non ulteriormente scomponibili in dimensioni o fattori. In questi modelli le emozioni appartengono a categorie discrete (“famiglie”), corrispondenti a insiemi di esperienze emoti-ve accomunate da un ampio numero di caratteristiche.

Modelli circomplessi Un circomplesso, dall’inglese circumplex, è una rappresentazione grafica, che usa coor-dinate polari, delle diverse interazioni di un’entità centrale. Nei modelli dimensionali delle emozioni, le diverse emozioni possono essere rappresentate in forma circomplessa nello spazio definito dalle dimensioni individuate. Esempio: nel modello circomplesso di Russell le diverse emozioni si distribuiscono in forma circomplessa nello spazio definito dalle dimensioni →valenza e →attivazione.

Modelli computazionali Programmi che formalizzano e simulano una qualche teoria, o parte di essa, permet-tendo di definirne in modo non ambiguo assunti e procedure di funzionamento, e di stabilirne univocamente le previsioni empiriche.

Modelli connessionisti → Modelli computazionali che si ispirano all’architettura distribuita e altamente inter-connessa dei cervelli biologici. Le rappresentazioni che usano sono distribuite come vettori di → attivazione (b) su più “nodi”. → Connessionismo

Modelli dimensionali Nello studio delle emozioni, i modelli dimensionali individuano una serie di fattori, o dimensioni, che vanno a definire uno spazio affettivo universale all’interno del quale è possibile collocare le di-verse emozioni. Uno dei modelli più largamente accreditati propone una variazione delle emozioni lungo le due dimensioni indipendenti di → valenza e → attivazione.

Modelli localisti Quei modelli classici di riconoscimento di parole che assumono che le stesse abbiano una loro rappresentazione simbolica all’interno del sistema cognitivo. La singola parola ha una corrispondenza univoca a una sola rappresentazione mentale; si assume, cioè, che nella mente del parlante

Modelli markoviani In generale, si definisce processo stocastico markoviano (o di Markov), un processo aleato-rio in cui la probabilità di transizione che determina il passaggio a uno stato del sistema dipende solo dallo stato del sistema immediatamente precedente, e non da come si è giunti a quello stato: sono, cioè, processi che non richiedono memorie. Un modello markoviano è una rappresentazione di un processo markoviano. In specifico nello studio del linguaggio, i modelli markoviani sono una famiglia di modelli in grado di stimare, su base proba-bilistica l’andamento di una frase, revisionando la probabilità della parola successiva vista la parola precedente. Anche chiamati catene markoviane, language models, o modelli a n-grammi.

Modelli mentali (teoria dei) Teoria ad approccio semantico del ragionamento umano. Vede scaturire le diverse

Page 14: a cura di Paolo Cherubini

forme di ragionamento dalla capacità di costruire modelli mentali delle premesse (cioè rappresentazioni mentali isomorfe al significato delle premesse), combinarli insieme, elaborarli, al fine di trarne conclusioni (poi passibili di controllo).

Modelli syntax-first Un insieme di modelli dell’elaborazione di frasi accomunati dall’assunto che l’accesso alla struttura sintattica sia prioritario, anche in termini temporali, rispetto a ogni altro livello di elaborazione.

Morfologia Indaga i morfemi (le più piccole unità di significato contenute nelle parole) e le regole di formazione delle parole.

Motivazione estrinseca Motivazione che si ha quando la ragione per svolgere un’attività risiede all’esterno dell’attività stessa. Nelle attività svolte per motivazione estrinseca il comportamento è alimentato dal desiderio di una ricompensa esterna e la persona si impegna per il tempo e con lo sforzo necessari a ottenere tale ricompensa.

Motivazione Impulso o spinta a mettere in atto determinati comportamenti e azioni.

Motivazione intrinseca Motivazione che si ha quando la ragione per svolgere un’attività risiede nell’attività stessa. Nelle attività svolte per motivazione intrinseca l’individuo tende a perseguire i propri interessi e obiettivi e a esercitare le proprie capacità; non aspira a riconoscimenti esterni, poiché gli incentivi e le ricompense sono interni alle attività e la persona è disposta a investire tempo ed energie.

Motivo ”Preoccupazione” ricorrente che orienta i processi attentivi e percettivi e seleziona ed energizza il com-portamento, orientandolo verso il raggiungimento di determinate mete.

Multisistema Sono detti multisistema i fenomeni psicologici che coinvolgono più sistemi. Esempi: le emozioni sono fenomeni multisistema che coinvolgono il piano dell’elaborazione cognitiva, oltre a quello della motivazione e del comportamento, delle risposte biologiche e del vissuto soggettivo dell’esperienza emotiva; il problem sol-ving, e la decisione, sono fenomeni multisistema che, oltre al sistema cognitivo, coinvolgono la motivazione, le emozioni, e il comportamento.

Neocomportamentismo Paradigma teorico che gradualmente sostituì alcuni degli assunti del comportamenti-smo. Indistinguibile dal cognitivismo nell’ammettere rappresentazioni mentali (stadi di elaborazione intermedia tra stimoli e risposte), privilegia, per lo più, l’individuazione e lo studio di processi di causazione bottom-up del comportamento.

Nesso causale Il mutare di un attributo, oggetto, o evento, provoca il mutare di uno o più degli altri attributi, oggetti, o eventi. Contrariamente alle associazioni puramente corrrelazionali, i nessi causali sono unidirezionali.

Neurone Il tipo di cellula più importante per il funzionamento del sistema nervoso. I neuroni rappresentano le unità base di elaborazione e trasmissione dell’informazione.

Neuropsicologia cognitiva Disciplina scientifica che inferisce la struttura della mente normale a partire dalle prestazioni dei pazienti con lesioni cerebrali.

Neurotrasmettitore Sostanza chimica deputata alla trasmissione del segnale nelle sinapsi chimiche.

Noisy or Disgiunzione probabilistica.

Nomina dei pari Metodo molto usato nel contesto scolastico, per studiare le preferenze sociali. Per esempio, consiste nel chiedere ai bambini di elencare chi sono i compagni più simpatici, o meno simpatici.

Norme sociali Regole di condotta, convenute di comune accordo entro un qualche gruppo, società, o cultura, e di origine consuetudinarie; guidano il comportamento dei singoli e della collettività, al tempo stesso sancendo l’appartenenza dell’individuo a quel gruppo, società, o cultura, e riducendo i conflitti intragruppo. Se violate, comportano diversi livelli di →feedback negativi. All’estremo, alcune norme sociali possono essere tradotte in leggi e regole esplicite, con esplicita previsione di sanzioni a chi le violi. Le norme sociali possono essere molto diverse, e persino opposte, tra diverse culture, e la loro forza si esprime finanche su comportamenti microscopici, come le espressioni facciali delle emozioni o la distanza interpersonale tollerata tra estranei.

Notazione disgiuntiva normale (dnf) Descrizione esaustiva di una categoria tramite disgiunzione di individui descritti dalla congiunzione dei loro attributi. →estensionale

Nuances Le nuances (“sfumature” in Italiano) sono caratteristiche di personalità di un livello ancora più specifi-co rispetto a quello delle sfaccettature. Sono spesso identificate con singoli item nei questionari di personalità, o come aggregati di pochissimi item dal contenuto molto simile.

Nucleo nervoso Gruppo di corpi cellulari neuronali situato nel sistema nervoso centrale.

Nudging. Termine generico, diffusosi tra gli scienziati politici e gli economisti e supportato da diversi psicologi, con cui si indica l’applicazione di principi psicologici per indirizzare sottilmente su vasta scala la scelta delle persone verso comportamenti e obiettivi utili al loro benessere, e/o a quello della collettività, senza ricorrere a →incentivi economici.

Nuovo paradigma. Una famiglia di teorie e modelli teorici che cercano di comprendere e spiegare le performance di ragionamento umane, sia induttive sia deduttive, non comparandole a una logica verofunzionale, ma piuttosto al calcolo delle probabilità.

Obiettivo Rappresentazione di ciò che la persona vuole ottenere e verso cui dirige il suo comportamento in maniera volontaria.

Page 15: a cura di Paolo Cherubini

Odds Termine inglese, traducibile in italiano con rapporto di scommessa. È il rapporto tra la probabilità di un evento e il suo complemento. Per esempio, se un evento ha probabilità 0,75, le sue odds di avverarsi saranno 0,75/0,25=3 (spesso espresse come 3:1).

Omeostasi In biologia, l’attitudine propria degli organismi viventi, siano essi cellule, individui singoli o comuni-tà, a mantenere in stato di equilibrio le proprie caratteristiche al variare delle condizioni esterne: essendo il vivente un sistema aperto, il mantenimento delle condizioni interne è effettuato da meccanismi automatici (dispositivi omeostatici) che regolano il flusso continuo di materiali ed energia attraverso il sistema stesso: ne è un esempio la capacità, propria dei mammiferi e degli uccelli, di mantenere la temperatura corporea ottimale al variare della temperatura esterna e della quantità di calore prodotto nei processi del metabolismo (omeotermia). Il concetto è stato esteso, nell’ambito della cibernetica e da lì alla psicologia, a sistemi di qualunque natura che siano in grado di autoregolarsi. →feedback.

Operatore do Traducibile con “operatore fare”. Operatore statistico-topologico che permette di formalizzare gli effetti dell’ →intervento nell’apprendimento causale. L’operatore do fissa forzatamente il valore di una variabile in una rete bayesiana, e recide tutti gli archi afferenti a quella variabile, in modo che il valore “forzato” non possa modificare le probabilità dell’avverarsi di altre cause o concause normalmente in grado di influenzare o determi-narre quella variabile.

Organismo Aggregazione strutturata di parti (che possono essere altri organismi) volta a uno o più scopi.

Organizzazione gerarchica Struttura che si realizza quando determinati processi, eventi, gruppi, ne contengo-no altri, e a loro volta possono essere contenuti da altri, a più livelli. Di solito si rappresenta con diagrammi ad al-bero. Per esempio, è un’organizzazione gerarchica la classificazione linneana dei viventi. È un’organizzazione ge-rarchica la struttura degli uffici di un qualche ministero o ente pubblico, con determinate aree che comprendono settori, che comprendono uffici, con funzioni e livelli di responsabilità via via più specifici. È un’organizzazione gerarchica quella tra le diverse routine e subroutine di un software, e per estensione è un’organizzazione gerarchica quella che descrive un processo mentale tramite processi di livello inferiore che a loro volta ne comprendono altri, o i livelli di priorità della soddisfazione di determinate motivazioni, o il grado di dettaglio nella pianificazione di un’azione.

Orientamento automatico dell’attenzione Spostamento dell’attenzione che avviene indipendentemente dalla nostra volontà ed è innescato dalla comparsa di stimoli improvvisi o inattesi che attraggono su di sé l’attenzione in virtù della loro salienza.

Orientamento implicito (o covert) Modalità di esplorazione dello spazio (o del campo visivo) che comporta il solo spostamento dell’attenzione sugli oggetti o posizioni spaziali d’interesse, senza cioè alcun movimento degli occhi o dello sguardo.

Orientamento manifesto (o overt) Modalità di esplorazione dello spazio (o del campo visivo) che comporta lo spostamento degli occhi e della fovea sugli oggetti o posizioni spaziali d’interesse.

Orientamento volontario dell’attenzione Spostamento dell’attenzione che avviene in base ai nostri scopi, alle nostre intenzioni o alle nostre aspettative.

Ostacoli di esecuzione Nel problem solving, elementi di difficoltà associati non alla definizione di un piano di soluzione, bensì alla sua messa in atto.

Ottica inversa Processo tramite il quale i sistemi percettivi tentano di ricostruire le proprietà dello stimolo dista-le, a partire dall’informazione disponibile.

Ottimizzazione Ricerca della soluzione o della decisione migliore possibile in base a un insieme di parametri considerati.

Outcome Esito. Tecnicamente usato per indicare un qualche evento stimolo che segue un primo stimolo, detto → cue.

Padronanza (obiettivi di) Obiettivi che riflettono il voler padroneggiare i compiti e le situazioni che si affronta-no e il voler sentire che si sta migliorando; la percezione di essere cresciuti e di aver fatto meglio di prima sono i criteri principali per valutare se stessi e ciò che si è fatto.

Parole di “classe aperta” (o parole contenuto) Parole i cui significati sono riferiti a oggetti, eventi, azioni e relazioni.

Parole di “classe chiusa” (o parole funzione) Parole che non hanno un significato autonomo e che assumono, generalmente, una funzione sintattica. Per esempio, i → connettivi proposizionali verofunzionali.

Pensiero produttivo È quella forma di pensiero che, senza coinvolgere procedimenti per prove ed errori né l’applicazione diretta di schemi acquisiti, permette di ricombinare concetti e nozioni in forme nuove al fine di cercare la soluzione di un problema.

Pensiero riproduttivo Soluzione “meccanica” di problemi attraverso l’applicazione di schemi ben appresi in precedenza.

Percetto Il contenuto percettivo dell’esperienza cosciente. Il percetto è l’esito finale della sequenza descritta dalla → catena psicofisica.

Percezione del rischio Lo studio dei meccanismi psicologici che determinano come viene capito e mentalmente rappresentato, soprattutto nei non-esperti, un qualche → rischio (c).

Page 16: a cura di Paolo Cherubini

Percezione della distanza Tentativo di stimare la distanza di uno stimolo distale dall’osservatore. Si avvale di numerosi tipi di indizi.

Periferalisti Autori, tra cui Lange e James (1922), che all’inizio del xx secolo sostenevano, in opposizione ai centralisti, che l’evento emotigeno provoca una precisa e distintiva reazione fisiologica che, a sua volta, produce un’esperienza emotiva nel cervello.

Potenziale d’azione Repentina variazione del potenziale di membrana che in meno di un millisecondo passa da circa –65 mv (potenziale di riposo) a circa +35 mv. I valori menzionati sono indicativi.

Potenziale di riposo Potenziale elettrico misurabile a cavallo della membrana citoplasmatica di un neurone in stato di riposo. Il potenziale di riposo di solito è di circa –65 mv.

Potenziale di sorpresa Quanto il manifestarsi di un attributo, oggetto, evento, stimolo ecc., è sorprendente e inaspettato in dato contesto. Ha effetti sull’orientamento dell’attenzione e sulla formazione e apprendimento di associazioni.

Potenziali evento-relati (erp). Tecnica elettrofisiologica per identificare quali onde elettroencefalografiche sono specificamente associate a una qualche fase di elaborazione di un determinato stimolo, distinguendole e isolan-dole da tutte le altre onde elettroencefalografiche di sfondo. La tecnica ha un’ottima capacità di definizione cro-nologica (cioè, riesce a discriminare bene cosa viene prima, e cosa viene dopo, nell’elaborazione di uno stimolo), ma non ha una buona definizione topologica (cioè, non è molto adatta a identificarre quali aree del cervello siano maggiormente coinvolte nell’elaborare quello stimolo).

Potere (motivo al) Nella teoria di McClelland (1987), motivo caratterizzato dal desiderio di dominare e control-lare gli altri e dalla paura della dipendenza.

Power pc Funzione potenza del contrasto di probabilità (DP). Una misura della forza causale.

Pragmatica Indaga l’uso del linguaggio da parte dei parlanti.

Prediction error → potenziale di sorpresa.

Predisposizione all’apprendimento Tendenza ad apprendere alcuni tipi di associazioni tra determinate classi di cue e outcome più rapidamente di altre.

Predittività Quanto un indizio sia in grado di far prevedere una conseguenza (da un punto di vista statistico). → DP

Premessa di un ragionamento Una conoscenza pregressa da cui far scaturire un’inferenza.

Pressioni Introdotte da Murray (1938), corrispondono al potere delle situazioni di favorire o ostacolare il rag-giungimento di una meta che la persona vuole raggiungere. Le pressioni si distinguono in alpha, le pressioni oggettive, e beta, le pressioni percepite.

Prestazione (obiettivi di) Obiettivi finalizzati a dimostrare agli altri ciò che si sa e si sa fare e a ottenere giudizi positivi; i risultati e il riconoscimento altrui sono i criteri principali per valutare se stessi e ciò che si è fatto.

Previsione Capacità di prevedere le conseguenze del manifestarsi di un attributo, oggetto, o evento.

Priming Termine inglese con il quale, in psicologia, si indica un’intera famiglia di fenomeni in cui l’esposizione a uno stimolo influenza la risposta o l’elaborazione di stimoli successivi. Lo stimolo precedente viene chiamato pri-me. Esempi: la comparsa di una cornice in una qualche posizione di uno schermo può fungere da prime per orien-tare l’attenzione verso quella posizione, influenzando l’elaborazione e la risposta a successivi stimoli che appaiano lì, o in altre posizioni; la presentazione anche, subliminale, di un parola semanticamente associata può fungere da prime per facilitare la comprensione di una parola successiva; il recupero in memoria di una situazione con una certa coloritura emotiva può fungere da prime per modulare la successiva valutazione di una nuova situazione.

Probabilità a posteriori Probabilità di un evento ottenuta rivedendo la sua probabilità a priori alla luce del manifestarsi di un qualche evento (cioè, condizionata dal suo realizzarsi). Si calcola con la regola di Bayes.

Probabilità a priori Probabilità incondizionata di un evento.

Probabilità a) In matematica, e più in generale nel linguaggio scientifico, in presenza di fenome-ni aleatori, si dice probabilità di un evento il numero, compreso fra 0 e 1, che esprime il grado di pos-sibilità che l’evento si verifichi, indicando con p = 0 il caso in cui l’evento sia impossibile e con p = 1 il caso in cui l’evento sia certo. Tra le molte concezioni della probabilità, ricordiamo quella “classica” (rap-porto tra il numero dei casi favorevoli al verificarsi dell’evento e il numero dei casi possibili), quella “frequentista” (che assume come probabilità di un evento ripetibile il rapporto tra il numero dei successi e il numero delle prove effettuate), quella “soggettiva”, “bayesiana” o “epistemica” (grado di fiducia che una persona attribuisce al verifi-carsi di un evento, o alla verità di un asserto, sulla base delle proprie conoscenze e delle informazioni di cui dispo-ne. b) Nella teoria di Atkinson (1964), aspettativa relativa a ciò che succederà se si agisce in un determinato modo.

Probabilità condizionata Probabilità di un evento sotto condizione che se ne sia manifestato un altro. Si indica con una barra di condizionamento: p(evento1|evento2) si legge “probabilità dell’evento1 sotto condizione che si sia verificato l’evento2”. →likelihood

Probabilità di transizione (pt) Probabilità di transizione di B dato A; è data dalla frequenza della coppia AB divisa per la frequenza di A. Coincide con la → probabilità condizionata p(B|A).

Page 17: a cura di Paolo Cherubini

Probability gain La misura oggi più usata per la → cue validity. È una delle possibili misure di →diagnosticità.

Problem solving Risoluzione di problemi. Può coinvolgere diversi tipi di forme di ragionamento e di esplora-zione, e l’esecuzione di azioni.

Problema Un problema sorge quando una creatura vivente ha un obiettivo, ma non sa come conseguirlo.

Proiettivo (test) Una speciale tipologia di →test →impliciti, in gran parte usati per controllare o misurare carat-teristiche di personalità, o modalità di reazioni emotive. Si presentano al soggetto stimoli che non hanno nulla a che vedere, direttamente, con le caratteristiche personologiche sotto indagine, e gli/le si chiede di interpretarli. Si assume che nell’interpretare gli stimoli, la persona “proietti” su di essi suoi contenuti perrsonali, di cui può non avere immediata consapevolezza. →Test di Appercezione Tematica.

Proprietà non-accidentali Sono proprietà dello stimolo prossimale altamente diagnostiche di una certa situa-zione nel mondo distale.

Prospetto (teoria del) Teoria descrittiva della decisione umana. Sviluppa l’approccio normativo introducendo l’idea di punto di riferimento e di framing, e specificando la forma tipica della funzione di valore soggettivo e di probabilità soggettiva.

Prototipo concettuale Rappresentazione di una categoria nella mente basata su un insieme di attributi “medi”, spesso diagnostici di quella categoria, e tipici di molti esemplari.

Pseudodiagnosticità o giudizio pseudodiagnostico Fenomeno psicologico che porta a confondere un’elevata → probabilità condizionale p(evento1|evento2) con una buona diagnosticità di evento1 verso evento2, quindi ignorando il parametro p(evento1|non-evento2), necessario per calcolare la diagnosticità effettiva.

Psicoevoluzionistiche (teorie) Teorie che si ispirano al pensiero di Darwin, secondo le quali le emozioni sono strettamente associate alla soddisfazione di bisogni universali, connessi con la sopravvivenza dell’individuo e della specie.

Psicofisica Tentativo di descrivere relazioni fra variabili fisiche e le corrispondenti variabili psicologiche, attra-verso leggi quantitative.

Psicogeni (bisogni) Bisogni secondari, come il bisogno di riuscita e il bisogno di affiliazione, introdotti dalla teoria di Murray (1938); sono spinte acquisite nel corso dello sviluppo individuale finalizzate talvolta a una dimi-nuzione della tensione, talaltra a un suo accrescimento.

Pulsione Nelle teorie →omeostatiche, quando l’equilibrio dell’organismo si rompe poiché viene a mancare una componente del sistema, si crea una carenza biologica che deve essere compensata e che viene sentita, a livello psicologico come una pulsione. La pulsione è dunque una spinta che induce l’organismo a cercare gli oggetti in grado di colmare lo stato di carenza e, quindi, a ripristinare l’omeostasi.

Quasi-esperimento Esperimento in cui una o più delle variabili non è sotto il controllo diretto e volontario dello sperimentatore. Di fatto, per quanto concerne quella o quelle variabili, è un metodo correlazionale.

Questionario In generale, serie di domande che vengono proposte su un determinato argomento, o su più argo-menti, o anche il o i fogli materiali o digitali che contengono quelle domande. Possono essere rivolti a un gruppo di persone, o a una più o meno larga collettività, per raccogliere dati, opinioni, informazioni in un’indagine a fini statistici o di studio, in inchieste di vario tipo, in sondaggi di opinione pubblica, in ricerche di mercato, ecc.; possono essere anche proposti a persone singole, con lo scopo di valutarne, in base alle risposte, le tendenze, le attitudini, le capacità professionali, e simili. In questo caso, quando standardizzati tramite appropriate procedure statistiche, i questionari possono diventare →test psicologici. Nei periodici e in molte opere divulgative di psi-cologia non scientifica è comune il fraintendimento di proporre questionari di varia natura spacciandoli per test psicologici.

Ragionamento deduttivo a) In logica, ragionamento valido (cioè, in cui la conclusione è necessariamente vera alla luce delle premesse). b) Ragionamento volto a stabilire previsioni specifiche che scaturiscono da un insieme di conoscenze precedenti, o di ipotesi.

Ragionamento Elaborazione di informazioni note per derivare informazioni nuove, non disponibili sensorial-mente.

Ragionamento induttivo basato su categorie Una forma di induzione per enumerazione volta a generalizzare un attributo al concetto di una certa categoria, alla luce del fatto che quell’attributo è associato ai concetti di altre categorie.

Ragionamento induttivo per abduzione, o ragionamento abduttivo Ragionamento volto a modificare il grado di fiducia riposto in una certa ipotesi alla luce del manifestarsi, o non manifestarsi, di una conseguenza di quell’ipotesi.

Ragionamento induttivo per analogia Forma di ragionamento in cui si stabilisce un isomorfismo parziale tra un problema o dominio di conoscenze nuove e parziali (bersaglio dell’analogia), e un problema o dominio di conoscenze note (sorgente dell’analogia), al fine di trasferire alcune proprietà della sorgente (per esempio, una possibile soluzione del problema) al bersaglio.

Ragionamento induttivo per enumerazione Ragionamento volto a stabilire regole generali (di natura ipoteti-ca) alla luce di un insieme di casi specifici osservati.

Rapporto di Bayes → Likelihood ratio

Page 18: a cura di Paolo Cherubini

Rappresentazione del problema Il tipo di rappresentazione mentale che costruiamo di un problema, e delle diverse possibilità che si possono offrire per la sua soluzione.

Rappresentazione mentale La rappresentazione interna, costruita da e nel cervello, di uno stimolo, situazione, idea. Esempi: Il percetto è una rappresentazione mentale delle stimolazioni sensoriali. Le aspettative sono rappre-sentazioni mentali di possibili conseguenze di certi eventi. Un concetto è la rappresentazione mentale di un evento o di un insieme di eventi (reali o immaginari). Il modo in cui si prova a risolvere un problema o un dilemma decisionale dipende dalla rappresentazione mentale iniziale che se ne costruisce, e poi dalle sue trasformazioni interne. Eccezion fatta per le risposte →riflesse, il comportamento umano – finanche le risposte fortemente abitu-dinarie guidate da apprendimento associativo bottom up, o “condizionamenti” – dipende in toto dalle rappresen-tazioni mentali che l’individuo costruisce o ha costruito dell’ambiente in cui opera. Una rappresentazione mentale altamente distorsiva dell’ambiente, come può avvenire in diverse patologie e in stati di coscienza alterati, guida comportamenti che – agli occhi degli osservatori esterni che non condividono quelle rappresentazioni – appaiono immotivati e irrazionali. Rappresentazioni mentali più sottilmente distorsive, come possono avvenire nel cercare di risolvere problemi, nel prendere decisioni, o nell’associare tratti stereotipici alle nostre rappresentazioni di altre persone o gruppi sociali, possono supportare comportamenti poco efficienti, o conflittualità interindividuale e intergruppo.

Rappresentazione somatotopica o retinotopica o tonotopica Distribuzione topografica delle afferenze so-matosensoriali (somatotopica), visive (retinotopica) o delle frequenze sonore (tonotopica) sulla corteccia cerebra-le.

Razionalità a) Capacità di condurre correttamente ragionamenti deduttivi. b) Capacità di costruire e revisiona-re, induttivamente, concetti, ipotesi e altre rappresentazioni mentali in grado di modellare con buona precisione i parametri rilevanti dell’ambiente in cui si esplica il proprio comportamento. c) Capacità di fare scelte vantaggiose, e di perseguire efficacemente i propri obiettivi, da cui d) proprietà dell’agire per buone ragioni.

Reappraisal Strategia di regolazione emotiva basata sul cambiamento del significato attribuito allo stimolo che ha dato origine all’emozione.

Recettore È un elemento specializzato (o una ter minazione nervosa libera, una fibra incapsulata in una struttura più specializzata, detta meccanocettore o una cellula sensoriale specializzata) che ha la capacità di rispondere a specifici stimoli sensoriali e operare la → trasduzione.

Refrattarietà assoluta Stato transitorio in cui un neurone non può generare nuovi potenziali d’azione a causa dell’inattivazione dei canali del sodio voltaggio-dipendenti.

Refrattarietà relativa Stato transitorio in cui un neurone può generare nuovi potenziali d’azione solo a seguito di depolarizzazioni più intense del normale.

Regola a) → Associazione espressa in forma proposizionale, e/o appresa in modalità top-down. b) Norma com-portamentale. c) Elemento di elaborazione dell’informazione, come in “regola inferenziale” o “regola di produ-zione”, “regola di Bayes”, “delta rule” ecc. d) Parte di un qualche modello di un processo psicologico, come in “regola di Rescorla-Wagner”, o “regola dell’integrazione di prove” ecc.

Regola di Bayes Regola preposta alla revisione del grado di probabilità di un’ipotesi alla luce della sua probabi-lità a priori, e dell’osservazione di un qualche indizio o insieme di indizi.

Regola ei Regola dell’integrazione di prove. Forma pesata di ∆D.

Relativismo linguistico Ipotesi secondo cui la struttura del linguaggio ha effetto sulla cognizione tutta, e in par-ticolare sul pensiero e sulla formazione dei concetti, programmando e guidando l’attività mentale dell’individuo.

Rete neurale artificiale →Modelli connessionisti

Retrospective revaluation Vasta famiglia di fenomeni in cui la forza dell’associazione tra un cue e un outcome cambia a posteriori, in assenza del cue.

Reverse engineering. Reingegnerizzazione; ridefinizione di un processo, della sua struttura, delle sue funzioni e delle sue operazioni. Intesa come “ingegneria alla rovescia”, è il tentativo di capire il funzionamento di un mecca-nismo già esistente, al fine di copiarlo, o ricostruirlo.

Ricerca di soluzioni Parte del problem solving. Alla luce della rappresentazione del problema, si esaminano le diverse possibilità, in cerca di una che possa risolverlo.

Ricerca sperimentale a) Propriamente detta: osservazione e misurazione sistematica e controllata di alcuni fe-nomeni in un contesto sotto il controllo dello sperimentatore, cioè dove lo sperimentatore può determinare a suo piacimento il valore assunto da alcune variabili (variabili indipendenti); contrariamente agli studi correlazionali, è in grado di stabilire possibili nessi di causalità. b) In senso generico: ricerca empirica.

Ricerche correlazionali Ricerche volte a individuare associazioni predittive tra diversi parametri o fenomeni che connotano una serie di eventi. Non agiscono sui fenomeni studiati, e non sono in grado di stabilire se quelle associazioni sono di natura causale, o no.

Ricerche descrittive Ricerche volte a descrivere il comportamento di persone o animali in determinati contesti.

Ricombinazione concettuale Costruire concetti nuovi ricombinando insieme alcuni attributi di concetti già noti. Uno dei processi che contribuiscono al pensiero creativo.

Ricompensa (sistema della) Sistema che vede il coinvolgimento di diverse aree della corteccia prefrontale e del

Page 19: a cura di Paolo Cherubini

sistema mesolimbico, implicate nel circuito dopaminergico, e che determina la sensibilità individuale alla ricom-pensa e al rinforzo.

Ricorsività In matematica e in logica matematica, sinonimo di ricorrente. In particolare, una funzione ricorsiva è una funzione che richiama sé stessa nella sua definizione.

Riflesso a) Una reazione comportamentale altamente automatica, tipicamente causata da un circuito nervoso specifico, diretto, e molto veloce. Esempi: il riflesso di allarme, o di sobbalzo, di fronte a stimoli che possono comportare pericoli; il riflesso di salivazione di fronte a cibo appetitoso. b) Effetto riflesso: pattern decisionale che porta le persone a preferire scelte più rischiose in frame, o contesti, in cui si enfatizzano le possibili perdite, e scelte meno rischiose in frame in cui si enfatizzano i possibili guadagni.

Rilevanza o salienza Proprietà generica di un qualche cue o outcome (può dipendere dalla sua percepibilità, dal suo valore di incentivo, dal suo confronto con aspetti motivazionali ecc.). Ha importanti effetti sull’orientamento dell’attenzione e sull’apprendimento (per esempio, si veda il fenomeno dell’overshadowing, e i parametri di salien-za del modello di Rescorla-Wagner).

Rinforzo a) Modifica della forza di un’associazione. b) Ciò che consente la modifica della forza di un’associazio-ne. c) Outcome dotato di un valore di incentivo. →incentivo

Rinforzo vicario Rafforzamento (o indebolimento) di un nesso associativo in un individuo a seguito dell’osser-vazione che un altro e diverso individuo ha ricevuto un outcome con valore di incentivo per un qualche compor-tamento.

Rischio a) In una scelta economica l’ampiezza della differenza tra quanto si può perdere, e quanto si può gua-dagnare, ponderando perdite e guadagni per la loro probabilità (→ Spread). b) Decisione rischiosa: scelta incerta con probabilità degli esiti note. c) Incertezza verso l’avverarsi di una possibile perdita, anche se il suo grado di probabilità non è noto.

Risonanza magnetica (mri) Tecnica di indagine estremamente versatile che sfrutta la diversa risposta di moleco-le inserite in un intenso campo magnetico a impulsi di radiofrequenze. Fra gli usi più comuni vi è la generazione di immagini strutturali ad alta risoluzione dell’organismo umano (per esempio dell’encefalo), o il monitoraggio dell’attivazione cerebrale durante l’esecuzione di compiti specifici (risonanza magnetica funzionale).

Riuscita (motivo alla) Nella teoria di McClelland (1987), motivo caratterizzato dal desiderio di eccellenza e dalla paura del fallimento.

Ruolo sociale Le → norme sociali codificano ruoli sociali, che stabiliscono, all’interno di un gruppo, società, o cultura, quali comportamenti siano più o meno appropriati per determinate tipologie o sottogruppi di persone. Esempi: nella → socializzazione, i genitori possono avere atteggiamenti diversi nei confronti dei figli maschi e delle figlie femmine, i primi più incoraggiati al controllo, le seconde più all’espansività; esistono differenze di genere nell’espressione delle emozioni, determinate da ruoli sociali; i ruoli sociali possono mediare le associazioni tra misure di personalità e intelligenza, e dimensioni come il successo lavorativo, la distribuzione di potere nella società, e simili.

Scala di misura Riferimento standard rispetto al quale si esegue una misura. Si distinguono quattro tipologie generali di scale: nominali, ordinali, a intervalli, a rapporti.

Schemi di ragionamento dominio-specifici Regole, spesso apprese per esperienza (“schemi pragmatici di ra-gionamento”), che, applicate a una qualche tipologia di problemi noti, consentono l’elaborazione efficiente e spesso efficace di una soluzione. Il possesso di numerosi schemi dominio-specifici è tipico degli esperti di quel dominio.

Scienze del comportamento Scienze che si occupano del comportamento individuale di un ente o di un orga-nismo. Per esempio, psicologia generale.

Scienze del sociale Scienze che si occupano delle proprietà emergenti a livello macroscopico dal co-agire di tanti elementi individuali. Per esempio, sociologia, psicologia sociale, economia.

Scienze empiriche Scienze rivolte all’oggettività: le ipotesi e teorie che considerano per spiegare una qualche classe di fenomeni devono comportare conseguenze oggettive, empiricamente riscontrabili o falsificabili.

Scienze formali Scienze che si occupano di forme, strutture, illustrandone le proprietà profonde e astratte. Non sono empiriche, ma sviluppano linguaggi e concetti che “prestano” alle scienze empiriche per formulare in modo preciso le loro teorie. Per esempio, la matematica o la logica.

Scienze idiografiche Scienze dell’individuale, cioè basate sul racconto, osservazione o interpretazione di eventi individuali, singoli, irripetibili.

Scienze naturali Scienze della natura, come la fisica, la biologia ecc.

Scienze nomotetiche Scienze volte a identificare leggi e principi generali in grado di spiegare, comprendere o prevedere, al livello generale, un qualche insieme di fenomeni.

Scissura calcarina Solco interno alla superficie mediale del lobo occipitale. Attorno a tale solco è distribuita l’area corticale visiva primaria, la cui lesione provoca cecità corticale e, se unilaterale, cecità di metà campo visivo (→ emianopsia).

Scissura di Rolando Marcata scissura della corteccia che in ciascun emisfero separa il lobo frontale da quello parietale.

Page 20: a cura di Paolo Cherubini

Scissura di Silvio Grande scissura della corteccia cerebrale che, in ciascun emisfero, separa il lobo temporale dai lobi frontale e parietale. All’interno di tale scissura si articolano vaste zone di corteccia, dette opercoli, e la corteccia dell’insula.

Sé possibili (teoria dei) Teoria proposta da Markus e Nurius (1987) secondo la quale il nostro Sé risulta costi-tuito da un Sé attuale (“chi siamo”), un Sé ideale (“chi vorremmo essere”) e un Sé imperativo (“chi dovremmo essere”).

Semantica Studia il significato dei costituenti linguistici e la loro organizzazione concettuale.

Sensation seeking Bisogno caratteristico di alcuni individui di essere stimolati da esperienze nuove e complesse e da emozioni continue e intense.

Sensibilità (di una misura) Il grado in cui una misura tende a variare al cambiare della grandezza che si intende misurare.

Sfaccettature Caratteristiche di personalità più specifiche rispetto ai grandi fattori dei modelli quali Big Five, Five Factor Model e hexaco. Per esempio, ordine, controllo degli impulsi e industriosità sono sfaccettature della coscienziosità.

Significatività statistica Quando è improbabile che una differenza osservata in una variabile dipendente in due o più diverse condizioni sia imputabile al caso, allora quella differenza è detta significativa. Di solito e per conven-zione, negli esperimenti di psicologia, si reputa improbabile che una differenza sia casuale quando la probabilità che lo sia è inferiore a 0,05.

Significato a) Il referente di un simbolo. b) La definizione, in una qualche forma (per esempio, tavole di verità, regole, prototipi ecc.) del referente di un simbolo. c) La configurazione di attività neurali che si assemblano in risposta alla presentazione di uno stimolo linguistico (per esempio, una parola), e ne codificano il concetto, cioè la rappresentazione mentale e il senso.

Sillogismi con connettivi proposizionali Problemi deduttivi con alcune premesse comprendenti connettivi proposizionali verofuzionali. Per esempio, sillogismi condizionali, sillogismi disgiuntivi.

Sillogismi lineari Un’inferenza basata su relazioni che godono di proprietà extralogiche ben definite, come la transitività. Per esempio, sillogismi spaziali, o temporali.

Sillogismo categorico o aristotelico Problema deduttivo con due premesse categoriali, e una conclusione ca-tegoriale.

Sinapsi Strutture specializzate che permettono la comunicazione fra neuroni o fra neuroni e altre cellule bersa-glio, come per esempio i muscoli. Vi si distinguono due tipi principali: sinapsi chimiche e sinapsi elettriche.

Sintassi Regola l’ordine delle parole e stabilisce le regole della loro combinazione in una frase.

Sistema concettuale Insieme di →concetti.

Sistema Insieme di parti interagenti o interdipendenti che formano un tutto integrato.

Sistematicità. A) In generale, qualsiasi variazione o fluttuazione non casuale, in cui il valore di diverse variabili tende a modificarsi insieme in una direzione costante e coerernte nel tempo; B) negli studi sull’analogia e sulla persuasione, il livello di interconnessione interna di una teoria, un testo, un discorso, o in generale di un qualsiasi dominio di conoscenza: tanto più numerose sono le relazioni di ordine superiore al primo che interconnettono tra loro le relazioni presenti in quel dominio, tanto maggiore sarà la sua sistematicità.

Sistemi di regole di produzione Un tipo di modelli computazionali molto adatto a rappresentare “cognizioni di alto livello”, e architetture cognitive. Sono sistemi di regole di produzione act-r, soar e → gps.

Sistemi di scrittura alfabetici fonologicamente opachi o profondi La corrispondenza fra lettere e suoni è quasi assente sia nella lettura sia nella scrittura.

Sistemi di scrittura alfabetici fonologicamente trasparenti o superficiali La corrispondenza fra lettere e suoni è abbastanza regolare e biunivoca (con poche eccezioni).

Sludging Uso del →nudging a “fin di male”, cioè applicazione di principipi psicologici per indirizzare subdola-mente su vasta scala la scelta delle persone verso comportamenti e obiettivi non utili né a loro né alla collettività, ma piuttosto a soddisfare gli interessi di qualche venditore o produttore di beni. In molte forme è vietato da diverse legislazioni.

Socializzazione In psicologia, il processo per cui l’individuo in età evolutiva, attraverso l’insegnamento e l’adde-stramento forniti dal contesto sociale, modella il proprio comportamento e le proprie caratteristiche, conforman-doli alle → norme e ai valori del gruppo sociale in cui si inserisce. Socializzazione primaria: propria della primis-sima infanzia. Socializzazione secondaria: propria degli adolescenti, o anche di adulti, che si inseriscono in nuovi settori della realtà sociale. Norme, valori e idee fatti propri durante i processi di socializzazione sono i concetti che con maggiore probabilità diventano radicati, stabilizzandosi nell’individuo e tendendo a non cambiare, o a cambiare con molta difficoltà (salvo patologie neuropsichiatriche), nel rimanente arco della sua vita.

Sociocostruzionismo Prospettiva sociologica secondo la quale le emozioni sono dispositivi relazionali e stru-menti comunicativi, che hanno origine da fattori di tipo sociale e linguistico.

Soglia categoriale È il punto in cui il giudizio categoriale di un ascoltatore a cui vengono presentate sillabe la

Page 21: a cura di Paolo Cherubini

frequenza del cui suono è gradualmente e progressivamente modificata improvvisamente, e in modo discontinuo, si modifica: per esempio, il punto in cui l’ascoltatore cessa di percepire /ba/ e comincia a percepire /da/.

Soglia differenziale Incremento minimo di intensità che rende percepibile la differenza fra due stimoli fisici.

Solco (scissura) centrale →Scissura di Rolando

Solco (scissura) laterale →Scissura di Silvio

Somiglianza Può essere concepita o come una misura continua della distanza tra due stimoli nello spazio de-finito dalle dimensioni di interesse, tale per cui due stimoli tra loro non discriminabili hanno distanza nulla (e somiglianza massima), oppure come una misura discreta, basata su quanti attributi accomunino o distinguano due stimoli (→ Contrasto di caratteristiche). In ogni caso, è un importante fattore psicologico. La somiglianza tra uno stimolo e un concetto può determinare la categorizzazione di quello stimolo. La somiglianza tra uno stimolo e un altro stimolo può determinare la generalizzazione di un attributo o di una risposta dal primo al secondo, e con-sentire la progressiva acquisizione di alcuni tipi di concetti. La somiglianza tra due concetti può contribuire all’in-duzione basata su categorie. La somiglianza tra due domini di conoscenza guida il ragionamento per analogia ecc.

Somiglianza strutturale Grado di →isomorfismo tra due oggetti, concetti, domini di conoscenza, rappresenta-zioni ecc. Cioè gradi di somiglianza tra le relazioni interne a quei due stimoli.

Somiglianza superficiale Grado di somiglianza degli attributi non relazionali di due oggetti, concetti, domini di conoscenza ecc.

Sorpresa, o surprisal. In teoria dell’informazione, il contenuto di novità e imprevedibilità contenuto in un messag-gio, misurato come logaritmo negativo della sua probabilità.

Span di memoria Capacità della memoria di ricordare sequenze di informazioni presentate serialmente. Famoso è lo span di membra verbale pari a 7 ± 2 item descritto da Miller nel 1956.

Spazio degli stati La rappresentazione di diversi stati possibili che possono connettere lo stato iniziale di un problema al suo obiettivo. È generata dallo fl spazio del problema. Quindi, possono esistere molti diversi spazi degli stati per rappresentare uno stesso problema.

Spazio del problema Il tipo di rappresentazione mentale che si costruisce delle componenti di un problema (per esempio, quali operatori sono disponibili, in base a quali attributi descrivere gli stati possibili ecc.).

Spazio semantico Nella latent semantic analysis (LSA), lo spazio definito da alcune dimensione di significato, che consente di collocare il significato delle singole parole come suoi punti dalle coordinate ben specificate. Que-sto consente di calcolare la somiglianza tra le parole, vista come distanza tra i punti che le rappresentano.

Spread Misura della rischiosità di una scelta con esiti incerti. Spesso misurata come deviazione standard della variabile aleatoria che descrive gli esiti.

Statistica inferenziale Statistica a supporto di inferenze: vere e propre procedure formalizzate per svolgere ragionamenti probabilistici, per esempio per decidere se un qualche fenomeno osservato sia frutto del caso, o sia la probabile manifestazione di un qualche rapporto causale.

Statistiche descrittive Procedure matematiche utili per descrivere i risultati di un esperimento in modo sinte-tico.

Stereotipo sociale Concetto basato su prototipi riferito a un qualche gruppo di individui. Tipicamente lo stere-otipo è distorto: sono considerati tipici della categoria alcuni attributi poco o per niente diagnostici.

Stimolazione magnetica transcranica (tms) Apposizione sullo scalpo di una bobina che genera un forte campo magnetico; questo attraversa il cranio e perturba in modo reversibile, e per un tempo breve, l’attività elettrica del-la zona di corteccia sottostante. La tms consente di studiare le conseguenze comportamentali di un momentaneo disturbo di un regione corticale d’interesse, consentendo così di inferire quali funzioni cognitive hanno sede in, o coinvolgono, essa.

Stimoli endogeni (o centrali) Stimoli presentati al centro del campo visivo che guidano l’orientamento volon-tario dell’attenzione suggerendo la posizione di comparsa del target.

Stimoli esogeni (o periferici) Stimoli salienti che compaiono brevemente e inaspettatamente alla periferia del campo visivo attraendo automaticamente l’attenzione nella posizione in cui sono comparsi nonostante non forni-scano alcuna informazione sulla posizione di comparsa del target.

Stimolo (teorie dello) Traggono origine dal lavoro teorico di James Gibson. Nel suo ultimo libro, Gibson (1979) sostenne che, in condizioni naturali, la percezione è interamente determinata dall’informazione ottica nello sti-molo. Il lavoro dello psicologo consiste dunque nell’analisi dell’informazione ambientale, senza che sia necessario ipotizzare ulteriori processi interpretativi.

Stimolo distale Nello studio della percezione, un oggetto fisico nelle sue caratteristiche indipendenti da un organismo che le osservi. Primo anello della catena psicofisica.

Stimolo prossimale Le proprietà degli eventi neurali che avvengono al livello della superficie recettoriale e che, nel processo di trasduzione, codificano l’informazione in ingresso. Secondo anello della catena psicofisica.

Strategie di controllo di ipotesi Strategie di esplorazione, cioè di raccolta di dati volti al controllo di una qual-che ipotesi o congettura.

Page 22: a cura di Paolo Cherubini

Struttura causale Tipologia e direzionalità dei nessi causali che intercorrono tra diversi attributi, oggetti o even-ti. Spesso illustrata tramite grafi.

Supporto bayesiano Il grado in cui un indizio incrementa o riduce il grado di fiducia verso un’ipotesi. → Dia-gnosticità

Surprisal → sorpresa.

Tavola di contingenze Tavola in cui si enumerano le osservazioni pertinenti a ogni cella generata dall’incrocio ortogonale di due o più fattori categorici, ciascuno a due o più livelli. →contingenza

Tavole di verità Un formalismo per definire il significato logico dei connettivi proposizionali verofunzionali, e delle proposizioni che li usano.

Tempo di risposta (o tempo di reazione) Tempo che intercorre tra la presentazione dello stimolo cui si deve rispondere e l’emissione o l’esecuzione della risposta.

Tendenza alla conferma Tendenza a convincersi della correttezza di un’ipotesi più di quanto sia giustificabile in base alle informazioni disponibili. Può procedere da molti e diversi processi psicologici (tipi di strategie di controllo preferite, interpretazione dei dati raccolti, processi selettivi di memoria, coinvolgimento emotivo ecc.), e dalla loro interazione con determinati ambienti.

Tensioriduttivi (modelli) Modelli basati sui concetti di pulsione e di bisogno, secondo i quali il comportamento motivato è finalizzato a eliminare una tensione derivata da una carenza biologica che deve essere compensata.

Teoria scientifica Insieme internamente coerente di ipotesi esplicative confutabili, ma non ancora confutate, espresse in un qualche linguaggio.

Test Termine inglese, oggi ha il significato generale di “controllo”. In particolare: una prova, un esperimento, o anche un mezzo o criterio di prova, di analisi e di valutazione, per misurare una dimensione, o stabilire la verità o falsità di una circostanza. In psicologia è importante ricordare: a) Test (o reattivo) mentale o psicologico, o anche semplicemente test, con cui si indica una prova alla quale si ricorre per la valutazione di una data caratteristica psicologica e mentale; b) Con significato più ampio, quesito o insieme di quesiti, ciascuno dei quali ammette una risposta corretta da scegliere fra alcune che vengono proposte; c) Test statistici, particolari indici impiegati in sta-tistica per valutare l’attendibilità dei risultati ricavati da una rilevazione statistica per campioni; d) test di controllo di ipotesi, qualsiasi domanda o ricerca di informazioni volta a verificare, rafforzare, indebolire, o falsificare una qualche congettura; e. in molti esperimenti la fase di test segue una o più fasi di training, ed è volta a misurare le risposte dei partecipanti a stimoli su cui sono stati addestrati nelle fasi precedenti. Etimologicamente discende dal latino testu o testum (“testo”), direttamente associato al termine téste, testimone: un individuo i cui racconti (→testimonianza) sono usati come prove e riscontri per corroborare o confutare una congettura.

Test di Appercezione Tematica (tat) Test proiettivo elaborato da Murray (1943), nel quale ai soggetti vengono presentate alcune tavole contenenti immagini con contenuto ambiguo e si chiede loro di elaborare delle storie; viene utilizzato per la valutazione dei bisogni e dei motivi impliciti.

Testimonianza Processo di ricordo in cui il recupero dovrebbe coincidere con la fase di immagazzinamento delle informazioni e minimizzare i fattori di modificazione (fattori culturali, sociali, semantici, temporali ecc.).

tms Stimolazione magnetica transcranica

Tomografia a emissione di positroni (pet) Tecnica di immagine che, grazie a traccianti radioattivi, permette di monitorare l’attivazione metabolica del cervello durante l’esecuzione di compiti specifici.

Tomografia assiale computerizzata (tac) Strumento per la generazione di immagini rappresentanti sezioni assiali di diverse parti del corpo, fra cui l’encefalo. Sfrutta, come le normali radiografie, l’irradiazione con raggi x dei tessuti.

Training Addestramento. In molti esperimenti la fase di training consiste in una fase in cui i partecipanti devono, o dovrebbero, apprendere alcune relazioni tra stimoli.

Trasduzione Trasformazione dell’energia fisica prodotta da uno stimolo in segnale nervoso.

Trasmissione di un segnale sensoriale Trasferimento di un segnale sensoriale dall’apparato recettoriale alle stazioni sottocorticali e corticali di analisi percettiva attraverso fibre nervose che costituiscono le vie nervose afferenti.

Tratti In psicologia della personalità, con tratti si intendono specifici e ampi pattern di pensieri, sentimenti e comportamenti che caratterizzano le persone in misura variabile. Esempi di tratti sono l’estroversione, il nevroti-cismo e la coscienziosità.

Triangolo di Kanizsa Uno dei fenomeni percettivi più indagati e noti anche al di fuori della psicologia, in grado di illustrare, contemporaneamente, forme di completamento sia modali sia amodali.

Unificazione-segregazione Gli oggetti sono percepiti come unitari, cioè formati da elementi che percettiva-mente “si appartengono” (unificazione), e come segregati dagli altri oggetti e dalle zone che “rimangono vuote”, cioè dallo sfondo contro cui percepiamo delle figure (segregazione).

Universalità minima (ipotesi della) Ipotesi proposta da Russell (1994), secondo la quale esiste un certo grado di somiglianza transculturale nella decodifica e interpretazione delle espressioni facciali delle emozioni, senza che questo implichi l’esistenza di un sistema di espressioni innato e universale.

Page 23: a cura di Paolo Cherubini

Utilità attesa Media ponderata dei diversi esiti associati alla scelta di un prospetto incerto.

Utilità marginale decrescente del denaro Tanto più denaro si ha, tanto minor utilità avrà un incremento di un qualche valore.

Utilità Misura relativa del valore oggettivo di un esito, una volta bilanciato alla luce delle caratteristiche del decisore.

Utilità soggettiva a) Utilità non derivata direttamente da una funzione predefinita del valore (come nell’utilità bernouilliana), ma stimata soggettivamente dal decisore. b) Principio secondo il quale gli individui agiscono quando ritengono di poter raggiungere gli scopi che sono alla loro portata e che essi valutano come importanti.

Valenza Fattore che indica quanto un’emozione è positiva o negativa. → Modelli dimensionali

Validità (di una misura) a) Una misura è valida se è diagnostica verso il costrutto che si intende misurare. Per esempio, se cerchiamo di misurare il costrutto “intelligenza” operazionalizzandolo come il quoziente intellettivo ottenuto da un test d’intelligenza standardizzato la misura sarà senz’altro più valida rispetto a una stima dell’in-telligenza basata sul colore dei capelli delle persone. → Diagnosticità; B) in psicometria , è la capacità di un que-stionario, un test, o altro strumento di misura di misurare effettivamente ciò che intende misurare; C) in logica, è la proprietà di una conclusione di seguire necessariamente dalle sue premesse.

Valore a) Nelle scienze, la determinazione quantitativa assunta da una variabile o da una funzione, ovvero la misura di una grandezza rispetto a una data unità. b) In particolare, in economia, il valore (di scambio) di un bene corrisponde alla sua misura in termini di una qualche utilità monetaria. c) Principio guida che determina cosa è desiderabile, importante e giusto per una persona.

Valore atteso Valore (a o b) medio che ci si attende dalla scelta di un qualche prospetto incerto.

Valore di incentivo Valenza edonica (piacevolezza/spiacevolezza) associata a un qualche outcome da un qualche organismo. → incentivo

Valore soggettivo Nella Teoria del prospetto di Tversky e Kahneman (1979), il rendimento soggettivo di un certo esito, che a sua volta dipende dal punto di riferimento scelto, dal tipo di framing attribuito a quell’esito, e dalle caratteristiche della funzione di valore.

Variabile confusa Variabile che covaria con la variabile indipendente, impedendo di trarre inferenze causali dai risultati di un esperimento.

Variabile di disturbo Variabile non di interesse dello sperimentatore, e che non covaria con alcuna variabile indipendente, ma che può avere effetti sulla variabile dipendente.

Variabile dipendente (vd) In un esperimento, è una variabile il cui valore viene misurato (ma non controllato dallo sperimentatore), per stabilire se cambi al cambiare dei valori assunti dalle variabili indipendenti.

Variabile indipendente (vi) In un esperimento, è una variabile i cui valori sono stabiliti dallo sperimentatore, al fine di osservare se il loro variare ha o no effetti sui valori assunti da altre variabili, dette dipendenti.

Variabile qualitativa o discreta Il suo valore varia su un numero finito di valori possibili, tra loro disgiunti.

Variabile quantitativa Il suo valore varia su un continuum.

Variabile Una dimensione o parametro che può assumere diversi valori.

Ventricoli cerebrali Cisterne ripiene di liquido (liquor) site nella profondità dell’encefalo. Sono quattro: i due ventricoli laterali, il terzo ventricolo, il quarto ventricolo.

Viscerogeni (bisogni) Bisogni primari, come la fame e la sete, introdotti dalla teoria di Murray (1938); sono spinte innate all’azione che agiscono nella direzione di ridurre la tensione generata dalla mancanza di qualcosa (cibo, acqua ecc.).

Volizione Atto di volontà che supporta in modo continuativo un comportamento o una serie di comportamenti. Definito per contrasto rispetto a quello di motivazione: le componenti motivazionali rendono conto della forma-zione delle intenzioni e avviano il comportamento, mentre quelle volizionali lo mantengono nel corso del tempo, e sono quindi più connesse alla realizzazione