A CURA DEGLI ALUNNI DELLA IV C SCUOLA PRIMARIA MONTESSORI IX CIRCOLO MANZONI FG a.s. 2010-2011.

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A CURA DEGLI ALUNNI DELLA IV C

SCUOLA PRIMARIA MONTESSORI

IX CIRCOLO MANZONI FGa.s. 2010-2011

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Legata fin dalle sue origini a comportamenti folcloristici già precristiani, la maschera assolve

varie funzioni: simbolo delle forze vegetative della natura, del mondo animale o di quello dei morti.

Nel tardo medioevo il travestimento e le maschere diventano assai diffuse nei carnevali urbani

(l'utilizzo della maschera tende ad esorcizzare e schernire figure gerarchiche), e specialmente nelle

corti (dove assume un significato poetico).Al Carnevale odierno sono legate alcune maschere

tipiche, caricature di vizi e difetti degli abitanti delle varie regioni.

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Arlecchino, originario di Bergamo, rappresentò nel teatro del 1550 la

maschera del servo apparentemente sciocco, ma in realtà dotato di molto buon

senso. Ghiotto, sempre pieno di debiti ed

opportunista, rappresenta il simbolo di colui che si adatta a qualunque situazione

ed è disposto a servire chiunque, pur di ricavarne dei vantaggi.

Alle sue prime apparizioni indossava un abito bianco, che divenne poi di tutti i

colori a forza di rattopparlo. Alla cintura porta infilato il "batocio" (bastone) e la

"scarsela" (borsa), sempre vuota.

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Brighella nasce a Bergamo ed è una maschera che sembra essere comparsa

prima del Medio Evo. E' un giovane servo eclettico, attaccabrighe, furbo. Il suo nome è nato dal fatto che per lui è

facile litigare con le persone. Ha un paio di calzoni bianchi ed una giacca

bianca con disegni verdi. Porta un cappello simile a quello di un cuoco ed

una maschera nera.

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Pantalone impersona un vecchio mercante veneziano avaro e

brontolone. Il suo vestito è ben conosciuto: giubbetto rosso stretto alla cintura, calzoni e calze attillate,

uno zimarrone nero sulle spalle, scarpettine gialle con la punta

all'insù. Crede solo nel denaro e nel commercio: autoritario e bizzarro è

però facilmente raggirato dalla moglie e dalle figlie.

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Balanzone è la maschera tipica di Bologna, dottore saccente e

ciarliero. E' un personaggio burbero e brontolone che fa credere di essere un grande sapiente, ma molto spesso truffa la gente. La

storia dice che è un avvocato ed un professore che ha studiato

all'Università di Bologna. La sua maschera è una presa in giro per tutti coloro che si vantano del loro

sapere appena si presenta l'occasione.

Come usavano le persone colte dell'epoca indossa un abito nero e sopra una lunga toga nera dalla quale spuntano solo un grosso

colletto bianco ed i polsini bianchi. Porta una grossa cintura in vita alla quale appende un fazzoletto bianco.

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Fagiolino è un povero, ma ricco di appetito, generoso coi deboli e severo

con i cattivi. Si fa giustizia da solo usando il suo inseparabile bastone.

Tipica è anche la cuffia bianca in testa, da "monello" bolognese, la sua città. E

l'Emilia Romagna è la sua regione.

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Rugantino è un personaggio che nasce nel Lazio. Ha un caratteraccio, è scortese e scorbutico. Indossa un paio di calzoni ed una giacca lunga. Ha il panciotto

colorato e le calze a strisce. Porta un grosso cappello tipo gendarme.

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Gianduja, la più importante maschera piemontese di origine astigiana. Circa 200 anni fa, nella città di Torino, viveva un famoso burattinaio divenuto

celebre grazie ad uno dei suoi burattini, tale "Gironi" che in dialetto piemontese significa Gerolamo. Al

burattinaio fu consigliato di cambiare nome al personaggio. Mentre rifletteva su quale nome dargli,

vicino ad Asti, il burattinaio conobbe un simpatico contadino, tale Gioan d'la douja, chiamato così

perché gran bevitore e frequentatore di locande (douja, in piemontese, significa boccale). Il

burattinaio non ci pensò due volte e ribattezzò il suo burattino Gianduia, vestendolo alla stessa maniera

del contadino: giacca marrone, panciotto giallo, cappello a tre punte e parrucca col codino girato all'insù, sulla cui punta spicca un nastrino rosso.

Gianduia è un galantuomo allegro, con buon senso e coraggio che ama il buon vino e la buona tavola; è il personaggio popolare simpaticamente presente in tante manifestazioni torinesi con la faccia rubizza. Giacometta, è la compagna fedele di Gianduja. E' una giovane donna semplice e molto intelligente.

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Meneghino è una maschera che arriva da Milano ed è nata verso la fine del

Seicento. E' un personaggio simpatico e burlone al quale piace prendere la vita per il giusto verso anche quando le cose vanno un po' male. Porta un paio di pantaloni verdi listati di rosso lunghi fino al ginocchio ed un paio di calze lunghe a righe bianche e rosse, una casacca corta ed una camicia con

sbuffi e merletti. In testa ha un cappello a tre punte ed una parrucca

con il codino, e porta con se un ombrellino colorato. In epoca

successiva nasce anche la moglie di Meneghino, Cecca Di Berlinghitt (in

milanese fronzoli, decorazioni), che di mestiere smercia nastri alle clienti del

marito.

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Stenterello di origine fiorentina, è povero in canna e sempre

pieno di fame. E' la figura di un giovane che

grazie alla sua astuzia ed all'ingegno riesce sempre a

cavarsela.E' vestito con una giacca

colorata con sotto un panciotto e dei calzoni corti.

Ha una parrucca con il codino ed un cappello nero.

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Pulcinella, tipica maschera

napoletana, che ha la gobba e il naso

adunco e veste con un camiciotto ed un

pantalone, entrambi bianchi ed

una mascherina nera.

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Scaramuccia nasce in Campania ed è un

personaggio napoletano. E' un po' buffone e spaccone e si diverte a fare scherzi, però finisce sempre per

prendere le botte. E' molto pigro e di lavorare non se ne parla nemmeno.

Ha un paio di pantaloni alla zuava con le calze lunghe,

una giacca corta ed un mantello. Porta un

baschetto nero in testa ed una maschera nera gli

copre il viso.

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Scapino, maschera bergamasca nata verso la fine del cinquecento. E' un personaggio che con il passar del tempo

ha subito qualche modifica. E' un giovane

che ama la musica, passava il tempo a comporre melodie e canzoni. Aveva un

costume colorato ed indossava una mantella. Sua fedele compagna la

chitarra che portava sempre con se.

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L'unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili è

Colombina, briosa e furba servetta. E' vivace, graziosa,

bugiarda e parla veneziano. E' molto affezionata alla sua

signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice è disposta a

combinare imbrogli su imbrogli. Con i padroni vecchi e

brontoloni va poco d'accordo e schiaffeggia senza misericordia

chi osa importunarla mancandole di rispetto. Ha un

vestito semplice con delle balze sul fondo e un grembiule Ha un

berretto bianco in testa.

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Capitan Spaventa è nato intorno alla fine del '900 in Liguria. Il suo nome intero è

Capitan Rodomonte Spaventa di Val d'Inferno e si tratta di uno spadaccino

molto particolare, in quanto alla spada preferisce le

parole per colpire i nemici. E' un giovane di bella

presenza con baffetti e pizzetto, con un abito colorato ed un grosso cappello con le piume.

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Sandrone è una maschera che nasce in Emilia

Romagna. Si tratta della figura di un contadino un po' ignorante ma grande

lavoratore. E' molto furbo e scaltro. Ama il buon vino e

porta sempre con se un fiasco pieno. Porta un paio di pantaloni fino ai polpacci e delle calze lunghe, una

giacca ed un panciotto. Ha le scarpe grosse ed un

cappello floscio in testa.

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Beppe Nappa è un personaggio nato in Calabria, ma si tratta di un siciliano. E' spensierato

e felice, ama cantare e ballare ed ogni tanto

combina qualche guaio. Ha un lungo naso ed è molto buffo. Lavora come servo

presso qualche ricco barone al quale scrocca vino e cibo finché non viene scoperto.

Indossa un abito bianco e le maniche della camicia sono lunghissime. Ha un paio di

scarpe con sopra delle palline colorate. Porta un

cappello nero

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Mezzettino è una delle tante variazioni dello Zanni: furbo e

intrigante, il risultato della contaminazione delle doti tra Brighella e Scapino. Il nome

deriva probabilmente dal termine "mezzettin boccale" che indica la mezza misura. Servo astuto, imbroglione, spregiudicato e abilissimo a

cacciarsi in ogni sorta di intrigo, come nel

districarsene .

Il Costume era caratterizzato da strisce verticali bianche e rosse, privo di maschera,

viene rappresentato con in mano una chitarra .

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Maschera ufficiale del Carnevale di Viareggio e’ Burlamacco, un

pagliaccio che veste indumenti presi da varie

maschere italiane: una tuta a scacchi bianchi e rossi, ripresa dal costume di Arlecchino, un

pon pon bianco rubato dal camicione di Pierrot, una

gorgiera bianca alla Capitan Spaventa, un copricapo rosso,

su imitazione di quello di Rugantino, e un mantello

nero, tipico di Balanzone.  Il nome Burlamacco deriva da

Buffalmacco, pittore fiorentino e personaggio del

Decamerone, ma e’ anche legato al cognome lucchese

Burlamacchi.

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E’ la maschera romana, che assieme a quella di Rugantino, rappresenta il

coraggio e la spavalderia di certi tipi di Trastevere, il quartiere più

popolare di Roma. Spiritoso ed insolente, Meo Patacca é il

classico bullo romano, sfrontato ed attaccabrighe, esperto ed infallibile

tiratore di fionda, ma in fondo, generoso e di animo aperto.

Gli piace é vero fare lo spaccone e parlare in dialetto romanesco, in

modo declamatorio, ma poi all'occorrenza non fugge. Anzi,

quando ci scappa la rissa, si getta nella mischia e la sua fama é ben

nota in Trastevere e in tutta Roma.

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Maschera napoletana caratterizzata oltre che da una forte miopia da una inguaribile e pertinace balbuzie, da cui il

nome, è generalmente compresa nel gruppo dei

vecchi apparendo in numerosi scenari nella parte di uno degli Innamorati Tartaglia è la figura

di un avvocato piuttosto grasso e goffo. Il suo nome deriva dal fatto che quando

parla balbetta. Porta un paio di pantaloni al ginocchio, le calze lunghe, le scarpe con la fibbia, una camicia con gli sbuffi, una giacca ed il panciotto. Indossa

anche il mantello ed un cappello.

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Gioppino è una maschera bergamasca. La sua principale

caratteristica fisica sono tre grossi gozzi, da lui chiamati le

sue granate o coralli, che ostenta non come un difetto fisico, ma come veri e propri

gioielli Faccione furbo, rubicondo, vestito di grosso panno verde orlato di rosso,

pantaloni scuri da contadino e cappello rotondo con fettuccia

volante, di mestiere fa il facchino e il contadino,

professioni che non professa preferendo guadagni

occasionali meno faticosi. Di modi e linguaggio rozzissimi, di

buon cuore, porta sempre con sé un bastone che non

disdegna di usare per far intendere la ragione, sempre comunque a vantaggio dei

piccoli e degli oppressi. Amante del vino e del buon cibo,

ricerca quando può la compagnia di altre donne

benché si dichiari innamoratissimo della Margì.

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Maschera tipica del Carnevale di Putignano e’ Farinella, simile ad

un jolly, con un abito a toppe multicolori e

sonagli sulle punte del cappello, delle scarpe e del colletto.  Prende il nome dalla farinella,

antichissimo cibo povero del mondo

contadino, a base di ceci e orzo

abbrustolito.

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Giangurgolo è una maschera di origine calabrese, deve il suo nome, secondo alcuni,

a Giovanni Golapiena, mentre secondo altri è una corruzione di Zan Gurgola, per via del suo insaziabile appetito. La sua origine

risale al Settecento. Il suo costume era caratterizzato da un alto cappello a cono, da un corpetto stretto e da pantaloni a sbuffo a strisce

gialle e rosse. Sul volto portava una maschera dal naso enorme e una spada altrettanto smisurata gli pendeva su un fianco.

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Tra le maschere straniere la piu’ famosa e’

Pierrot.  Arriva dalla Francia.  All’inizio era un servo sciocco e ingenuo,

poi e’ diventato un classico personaggio

romantico, suonatore di chitarra, eternamente innamorato, con una comicita’ velata di tristezza.  Indossa

un’ampia giacca bianca, stretta in vita su calzoni bianchi, con accessori

neri.

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