A brescello con magalli

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-••• _ 1111.11111~11~~~ Il più popolare parroco del cinema compie 50 anni. Lo festeggia il libro «Ciao, Don Camillo», una raccolta inedita della saga di «Mondo piccolo». Una chicca per un «guareschiano doc» come il conduttore di «I fatti vostri» CON MAGALLI ALLA SCOPERTA DI LUOGHI 5 E PERSONAGGI DI GIOVANNINO GUARESCHI Giancarlo Magalli (Roma, 5/7/47, Cancro) a Brescello (Reggio Emilia), dove sono stati ambientati i film su don Camillo: la bicicletta è quella usata da Gino Cervi nel film «Don Camillo e l'onorevole Peppone». Ai lati, Fernandel (1903-71) e Gino Cervi (1901-74). Accanto a quest'ultimo la firma-autoritratto di Guareschi.

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1111.11111~11~~~ Il più popolare parroco del cinema compie 50 anni. Lo festeggia il libro «Ciao, Don Camillo», una raccolta inedita della saga di «Mondo piccolo». Una chicca per un «guareschiano doc» come il conduttore di «I fatti vostri»

CON MAGALLI ALLA SCOPERTA

DI LUOGHI 5 E PERSONAGGI

DI GIOVANNINO GUARESCHI

Giancarlo Magalli (Roma, 5/7/47, Cancro) a Brescello (Reggio Emilia), dove sono

stati ambientati i film su don Camillo:

la bicicletta è quella usata da Gino Cervi

nel film «Don Camillo e l'onorevole Peppone».

Ai lati, Fernandel (1903-71) e Gino Cervi (1901-74). Accanto a quest'ultimo

la firma-autoritratto di Guareschi.

GUARESCHI E PEPPONE Sotto, da sinistra, Fernandel e Cervi con Giovannino Guareschi (1908-68) nel '65. Inizialmente venne scelto proprio lo scrittore per il ruolo di Peppone, poi affidato a Cervi. A lato, la raccolta di racconti «Ciao, Don Camillo» (Rizzoll, 540 pagine, 32.000 lire).

IN MOTO E SUL CARRO ARMATO

A lato, Magalli con il Guzzino 65

di Guareschi. A destra, davanti al carro armato posto

all'esterno del museo di Brescello:

è dello stesso modello utilizzato

nel film «Don Camillo e

l'onorevole Peppone» ('55, nella foto più

a destra).

PROFILO D'AUTORE Alberto Guareschi (Milano,14/5f40, Toro), Magalli e Carlotta Guareschi (Parma, 13/11/'43, Scorpione) a Brescello davanti al monumento dedicato allo scrittore emiliano.

'St.,;1; •

Acammezzogiorno in piazza a Bre-scello. Un po' vago come appun-

ento, ma sufficiente per non perdersi. D'altra parte si tratta di un singolare convegno di piazze famose: quella televisiva di Giancarlo Magalli e «I fatti vostri» con quella cinematogra-fica e letteraria del don Camino di Gio-vannino Guareschi.

A mezzogiorno in piazza, dunque, e che Dio ce la mandi buona. Non è una raccomandazione di troppo. Da queste parti, nella Bassa padana raccontata da Guareschi, succedono cose che vanno testardamente per conto loro. E non ne vogliono sapere delle mode. Il prete fa il prete. Il sindaco comunista fa il sindaco comunista. E il Cristo dell'altare maggiore tiene una mano sulla testa a tutti.

Proprio come cinquant'anni fa, quando il personaggio di don Camino venne al mondo. Guareschi lo mise ne-ro su bianco in un racconto intitolato «Peccato confessato». Poi lo affidò alle pagine di «Candido», il settimanale che dirigeva. Era il Natale 1946. E che Dio la mandasse buona.

Da allora «Mondo piccolo», con Peppone, don Camino e le decine di al-tri squinternati che lo abitano, ha fatto il giro del mondo. Una ventina di mi-lioni di copie vendute. Traduzioni in tutte le lingue del globo, tranne il cine-se e l'albanese. E poi la serie dei film con Fernandel e Gino Cervi, che ancor oggi, a ogni passaggio in Tv, raccoglie quattro milioni di telespettatori. All'e-poca i critici, nei casi più beneva, ab-bomrono. Ma non c'era da aspettarsi di più. Come è abitudine, lasciarono cadere un palese disprezzo dall'alto dei loro raffinati e poco venduti volu-mi.

Guareschi, invece, torna in questi giorni con tutta la sua forza, in un nuovo volume, «Ciao, Don Camillo» (Rizzoli). La raccolta di racconti, cura-ta dai figli Carlotta e Alberto, ha due grandi motivi di interesse: esce per il cinquantesimo compleanno del preto-ne guareschiano e racchiude in un vo-lume gli ultimi inediti.

Un doppio «ciao» che si appresta a fare ancora il giro del mondo. E, visto che ora qualche critico ha smesso di abbozzare, lo si può anche definire un evento letterario.

A mezzogiorno in piazza, dunque, con Magalli che si tiene già il libro sot-to braccio. E non è un accostamento che sorprende. Perché piazza Matteot-ti a Brescello, Reggio Emilia, messa di peso nei film su don Camino, è diven-tata a suo modo una sorta di «Piazza I-talia», come quella Tv di «I fatti vo-stri». Già per que- sto il conduttore ci si trova un po' co- VISITATE BESM 51[ VISITEZ me a casa. Inoltre Magalli è un gran

L

- de appassionato di

CRISTO SI È FERMATO A DRESCELLO A lato, Femandel in «Don Camillo» ('52). Più a destra, Magalli davanti al «Cristo dell'altare maggiore», realizzato per I film; il Crocifisso è ora in una cappella della

parrocchia di Brescello. Nell'altra pagina, Magalli vicino al busto di Giovanni Faraboli, il sindacalista che ispirò il personaggio di Peppone; il monumento si trova a Fontanelle di Roccabianca, il paese in cui nacque Guareschi.

Guareschi e di cose guareschiane. «Appassionato da lunga data», pre-

cisa. «Cominciai a leggere Guareschi da ragazzino, negli Anni Cinquanta. Da allora non l'ho più lasciato. Anch'io, come milioni di altri lettori, sono caduto nell'universo di «Mondo piccolo» e mi sono sentito un suo abi-tante. Dentro ci ho trovato persone, at-mosfere e pensieri che ho subito senti-to miei». Da qui, il desiderio di cono-scere i luoghi e, soprattutto, Carlotta e Alberto, i figli dello scrittore emiliano. La Pasionaria e l'Albertino del «Cor-rierino delle famiglie» guareschiano stanno a Roncole Verdi, a due passi da Busseto, in provincia di Panna. Nella casa che costruì loro padre, hanno messo in piedi una centrale operativa: archivio, centro studi e sede del «Club

di Alessandro Gnocchi Foto Egizio Fabbrici

PAESE DI 015 0011FDIS DAYS DE .COUNTRY or BRESCELLO

VISIT

PEZZI DA MUSEO Magalli in due angoli suggestivi del «Museo di Peppone e don Camillo» a Brescello: sopra, nella ricostruzione dello studio del parroco; sotto, nella cucina del sindaco comunista.

dei ventitré», il sodalizio che intende far conoscere la vita e l'opera di Gua-reschi (per informazioni si può chia-mare lo 0524-92495). Il nome curioso del club prende spunto dal fatto che lo scrittore diceva di avere ventitré letto-ri. Due meno di quelli che si attribuiva Alessandro Manzoni. Bisogna passare di qua per entrare veramente nel cuo-re del mondo guareschiano. Senza contare che andare in cerca dei figli di Giovannino è emozionante come av-venturarsi sulle tracce dei figli di San-dokan. La trepidazione, per chi li ab-bia conosciuti nei racconti di loro pa-dre, è la stessa che proverebbe un let-tore di Salgari aggirandosi tra i pirati della Malesia.

«È stato commovente incon-trarli e trovarli tanto disponibi-li», dice ancora Magalli. «E mi ha stupito il garbo deciso con cui si sono dedicati alla memo-ria del padre». Era il 1991. Da al-lora, Giancarlo Magalli da Roma è divenuto socio onorario del «Club dei ventitré». Tessera nu-mero 32, le cifre del club a ro- vescio. Da queste parti le cose amano andare controcorrente. Altri-menti non sarebbe la Bassa. Eunica repub-blica che ha avuto il coraggio di darsi un re: Giovannino Guare-schi.