E ESTENSI STATI GONZAGHESCHI NELLE COMUNITÀ DEGLI … · Note sui fondamenti teorici...

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DAVID SALOMONI SCUOLA MAESTRI E SCOLARI NELLE COMUNITÀ DEGLI STATI GONZAGHESCHI E ESTENSI

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DAVID SALOMONI

SCUOLA MAESTRI E SCOLARINELLE COMUNITÀ DEGLISTATI GONZAGHESCHI

E ESTENSI

€ 30,00

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DAVID SALOMONI  

 

 

SCUOLE, MAESTRI E SCOLARI NELLE COMUNITÀ DEGLI STATI GONZAGHESCHI ED ESTENSI

Tra tardo medioevo e prima età moderna

   

 

ISBN: 9788867093397 © 2017 - Editoriale Anicia s.r.l. Via S. Francesco a Ripa, n. 67 00153 Roma - Tel. (06) 5898028/5882654 Sede legale: Via di Trigoria, n. 45 00128 Roma - Tel. 06.5060468 http://www.edizionianicia.it [email protected] [email protected] Tutti i diritti di traduzione, di riproduzione, di adattamento, totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati. Ogni permesso deve essere dato per iscritto dall’editore.

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Indice

Abbreviazioni 11

Presentazione 13

Introduzione 17

a) Esposizione del progetto 17

b) Storiografia e stato della ricerca 26

b.1) «Nella sua cultura il medioevo è romano». La storia della scuola nell'Italia medievale fino a Manacorda (XVIII e XIX secolo) 26

b.2) «Non grandi poeti […] ma buoni maestri». La storia della scuola nell'Italia medievale da Manacorda in poi (prima metà del XX secolo) 30

b.3) «An education […] that echoed a distant past». La storia della scuola nell'Italia medievale negli ultimi decenni 36

c) La situazione documentaria 43

c.1) Fonti per la storia dell'istruzione 43 c.2) «Il primo a spolverar le loro scritture, che a loro stessi erano ignote».

Le fonti notarili, consigliari e statutarie presso gli archivi 45 c.3) Storie locali a carattere erudito

Uno strumento di mediazione documentaria 51 PARTE PRIMA

ALL'ESTERNO DELLA SCUOLA. CONTESTO ED EVOLUZIONE STORICA 59

Capitolo primo Geografia, economia e politica negli stati gonzagheschi ed estensi (XIV-XVI sec.) 61

a) I quadri generali 61

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a.1) L'ambiente geografico 61 a.1.1 L'Appennino emiliano 66 a.1.2 Alta e bassa pianura 67 a.1.3 Le forme dell'insediamento 71

a.2) Forme di organizzazione politica e pubblici uffici 75 a.2.1 Il consiglio comunale 77 a.2.2 I pubblici ufficiali 79

a.3) Gli attori sulla scena geo-politica 81 b) Geografia, economia, politica e scuola.

Determinismo o ipotesi plausibile? 88 b.1) «Vita activa» e «Utilitas publica»

Istruzione formale, economia e politica in città 89 b.2) «Eius pater hostendidit termina confiniorum»

Mondi rurali e mo(n)di educativi 92 b.3) «Magistrorum scholarum […] probis et intelligentibus viris».

Scuola e istruzione formale nelle comunità non cittadine 93 Capitolo secondo Euntes docete omnes gentes (Mt 28,19). Tradizioni educative nell'Emilia medievale 99

a) All'ombra della cattedrale. Istruzione in città dall'alto al pieno medioevo 100

a.1) «In Cremona discant de Regia, de Placentia, de Parma, de Mutina» Il capitolare di Corteolona, un documento periodizzante 103

a.2) «Grammatica manet alta». Insegnamento grammaticale a Parma, Reggio, Modena e Mantova 107

a.3) «Sub vulta Fornariorum», dall'ombra della cattedrale all'ombra del portico. Scuole comunali e insegnamento privato 112

b) Per villas et vicos. La situazione nei contadi: pievi e scuole rurali 114

b.1) «Qui autem docti fuerint» Note sui fondamenti teorici dell'istruzione rurale 115

b.2) «Scholam in ecclesia sua habere non negligat» Istruzione rurale e legislazione scolastica 119

b.3) «In schola habenda et pueris edocendi» Tracce di attività scolastica nell'Emilia rurale dall'alto al pieno medioevo 123

c) Cultura e istruzione tra città e territorio in età matildica 130 c.1) «L'arte di Virgilio e l'eloquenza di Cicerone».

Cultura e istruzione nei monasteri canossiani 132 c.2) Giovanni il grammatico.

Un profilo dell'entourage culturale di Matilde di Canossa 134

Indice

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PARTE SECONDA ALL'INTERNO DELLA SCUOLA 139

Capitolo terzo Il reticolo educativo. Scuole in Emilia tra tardo medioevo e prima età moderna 141 a) Una prima distinzione: scuola pubblica e scuola privata 146

b) Governo e forme delle istituzioni educative emiliane 154

b.1) Reggio Emilia e Guastalla. Il comune al governo della scuola tra ingerenze signorili e difesa dell'autonomia 155

b.2) Mantova allo specchio con Ferrara. Politiche principesche e istruzione scolastica 163

b.3) Novellara, Correggio e Carpi. Scuole e istruzione tra signoria e comunità 173

b.4) Sabbioneta, Brescello e Viadana. Frammenti di scuole rinascimentali sulle sponde del Po 182

Capitolo quarto I maestri. Aspetti di vita materiale e sociale 193

a) Itineranza e stanzialità. Gli spostamenti dei maestri tra esigenze economiche e desiderio di conoscenza 195

a.1) Spostamenti interni all'area emiliana 196 a.2) Spostamenti dentro e fuori l'area emiliana 198

a.2.1 Aldo Manuzio e Demetrio Calcondilla. Maestri grecisti alla corte dei Pio 200 a.2.2 Mario Nizzoli. Una «vita fora di Brescello a guadagnarsi il vivere ne la professione de le littere» 202

a.3) Non solo spostamenti. Stanzialità e docenza all'interno delle comunità 205

b) Retribuzione e aspetti economici della vita dei maestri 207

b.1) La retribuzione e i contributi scolastici 207 b.1.1 I salari dei maestri nei bilanci comunali di Modena e Reggio Emilia 207 b.1.2 I salari dei maestri nelle comunità minori 211 b.1.3 La «facoltà di esigere pagamento dagli scolari» 214

c) Maestri e società locale tra necessità e diffidenze 216

c.1) I maestri di scuola tra arti liberali e meccaniche 216 c.2) I comportamenti dei maestri 220

c.2.1 La Satira “sull'istruzione” di Ludovico Ariosto 220

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c.2.2 Due casi di maestri della “bassa” 223 c.2.3 Pontico Virunio. «Inquieto, violento, astioso» 226 c.2.4 Maestri e inquisizione 229

Capitolo quinto Gli scolari. Aspetti di vita materiale e sociale 237

a) Lo stato delle fonti e una premessa sulla popolazione studentesca 239

b) Il XIV secolo: gli scolari reggiani 244

b.1) Gli scolari di Reggio Emilia tra il 1380 e il 1381 244 b.2) Guido da Bagnolo e il collegio degli studenti reggiani a Bologna 247

c) Il XV secolo: gli scolari di Vittorino da Feltre 249

c.1) Fisionomia di uno scolaro della Zoiosa 250 c.2) Aspetti sociali ed economici 254 c.3) Aspetti culturali 262

d) Il XVI secolo: essere scolari nella Riforma Cattolica 264

d.1) Le regole del vivere politico e spirituale del Collegio dei gesuiti di Novellara 266

d.2) Scolari guastallesi del '500 269 d.2.1 Un gesuita guastallese 269 d.2.2 Uno scolaro guastallese al Collegio di Montalto in Bologna 271

Capitolo sesto Dentro la scuola. La classe e i programmi di insegnamento 277

a) L'edificio scolastico 278

a.1) La lunga strada per il reperimento di un edificio scolastico 280 a.1.1 Mantova e la Ca' Zoiosa 281 a.1.2 Guastalla: il consiglio comunale “a caccia” di case 287 a.1.3 Novellara: il signore e il “suo” collegio 292

b) Tipografie, libri e orientamenti didattici 302

b.1) Tipografie e scuola a Reggio Emilia 302 b.2) Libri a stampa nei contadi 307

b.2.1 Scandiano: la più antica tipografia non cittadina emiliana 307 b.2.2 Novellara e la lingua volgare nel XVI secolo 308

c) I programmi scolastici 314

c.1) Programmi e libri a Guastalla: un caso di studio 314  

Indice

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PARTE TERZA SCUOLA E SOCIETÀ 331 Capitolo settimo Scuola e minoranze. Donne e ebrei 333

a) Istruzione al femminile. Note di ricerca 334 a.1) L’educazione femminile nella trattatistica rinascimentale 335 a.2) Alcuni profili di letterate reggiane 339 a.3) L’educandato di Guastalla 343

b) Il ruolo culturale delle comunità ebraiche 346 b.1) La cultura ebraica a Ferrara e Mantova 349 b.2) Il sistema scolastico 355 b.3) Maestri, donne e bambini ebrei 357 Capitolo ottavo La fine di un modello. L'istruzione e le scuole in Emilia dopo il Concilio di Trento 363

a) Un mondo che cambia. La rottura degli equilibri 363 a.1) Il contesto politico-militare. Le comunità davanti all'emergenza 364 a.2) Il contesto religioso-spirituale. Scuola e Riforma 367

b) Le nuove scuole sul territorio emiliano 1552-1630 372 b.1) Modena. La Compagnia di Gesù

e i primi collegi pre-universitari emiliani 374 b.2) Dalla Ca' Zoiosa al Pacifico Gymnasio Mantuano.

I Gesuiti in una capitale padana tra antiche e nuove ambizioni universitarie 378

b.3) Novellara. I gesuiti in un centro minore dell'Emilia centrale 387 b.4) Non solo gesuiti. Maestri a Guastalla

tra sacerdoti, teatini, serviti e francescani 397 Conclusioni 407 Appendice 1: Elenco dei maestri attivi nelle comunità considerate 413 Appendice 2: Trascrizione del manoscritto di Luca Tornini sui maestri di Carpi 423 Appendice 3: Trascrizione delle delibere dei consigli comunali di Guastalla 436  

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Fonti 455 Fondi librari antichi (XV-XIX sec.) 459 Bibliografia storica sull’Istruzione nelle comunità 465 Bibliografia generale 468  

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ABBREVIAZIONI

ARCHIVI DI STATO

ASBO (ARCHIVIO DI STATO DI BOLOGNA)

ASMI (ARCHIVIO DI STATO DI MILANO)

ASMO (ARCHIVIO DI STATO DI MODENA)

ASMN (ARCHIVIO DI STATO DI MANTOVA)

ASPR (ARCHIVIO DI STATO DI PARMA)

ASRE (ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO EMILIA)

ARCHIVI STORICI COMUNALI

ASCCA (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI CARPI)

ASCBR (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI BRESCIA)

ASCGU (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI GUASTALLA)

ASCMN (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI MANTOVA)

ASCMO (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI MODENA)

ASCNO (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI NOVELLARA)

ASCPR (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI PARMA)

ASCRE (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI REGGIO EMILIA)

BIBLIOTECHE

BABO (BIBLIOTECA COMUNALE DELL'ARCHIGINNASIO DI BOLOGNA)

BAFE (BIBLIOTECA COMUNALE ARIOSTEA DI FERRARA)

BAMN (BIBLIOTECA DELL'ACCADEMIA NAZIONALE VIRGILIANA DI MANTOVA)

BAPRE (BIBLIOTECA MUNICIPALE ANTONIO PANIZZI DI REGGIO EMILIA)

BASFO (BIBLIOTECA COMUNALE AURELIO SAFFI DI FORLÌ)

BBMI (BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE DI MILANO)

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BCCO (BIBLIOTECA COMUNALE DI CORREGGIO)

BCCGR (BIBLIOTECA COMUNALE CHELLIANA DI GROSSETO)

BCMNO (BIBLIOTECA COMUNALE MALAGOLI DI NOVELLARA)

BEMO (BIBLIOTECA ESTENSE DI MODENA)

BICA (BIBLIOTHÈQUE INGUIMBERTINE DE CARPENTRAS)

BMGU (BIBLIOTECA MALDOTTI DI GUASTALLA)

BMVE (BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA DI VENEZIA)

BNFR (BIBLIOTHEQUE NATIONALE DE FRANCE)

BPPR (BIBLIOTECA PALATINA DI PARMA)

BNRM (BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI ROMA)

BTMN (BIBLIOTECA TERESIANA DI MANTOVA)

BUBO (BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI BOLOGNA)

HUHL (HARVARD UNIVERSITY HOUGHTON LIBRARY)

ARCHIVI ECCLESIASTICI

AAVGU (ARCHIVIO ABBAZIALE VESCOVILE DI GUASTALLA)

ACVC (ARCHIVIO CAPITOLARE DI VERCELLI)

ARSI (ARCHIVUM ROMANUM SOCIETATIS IESU)

ASPSAB (ARCHIVIO STORICO PARROCCHIALE DI SABBIONETA)

ASGEV (ARCHIVIO STORICO DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA DI PARMA)

 

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Presentazione

Presentiamo qui, all’interno della collana di Studi storico-pedagogici, il frutto della ricerca dottorale del dott. David Salomo-ni. La sua presentazione è a doppia firma, perché frutto di una co-tutela tra l’Università di Roma Tre e l’Université d’Avignon et des Pays de Vaucluse, una collaborazione dottorale che prosegue ormai da anni e che si spera possa continuare a lungo.

L’intento dello studio, fin dalle prime movenze, era duplice: intrecciare l’età dell’Umanesimo e del Rinascimento con una rico-struzione della fisionomia personale e sociale della figura del Mae-stro, tenendo ben presenti alcune varianti storico-culturali che non sempre hanno brillato nella storiografia pedagogica. Da qui la pre-senza di uno storico, il prof. Guido Castelnuovo, dell’Université d’Avignon et des Pays de Vaucluse, e di un pedagogista di Roma Tre, sede del dottorato in “Cultura Educazione Comunicazione”. Se il discepolo abbia poi saputo ben indagare, e se i magistri siano sta-ti buone guide nell’indicare segnavia e sentieri di indagine, è com-pito che lasciamo naturalmente al lettore, sempre giudice ultimo della buona o approssimativa fattura del lavoro.

Un’ulteriore specificazione. Per quanto concerne le linee-guida della ricerca, esse erano determinate dalla delimitazione del campo storico-geografico, che si è inteso incentrare sugli Stati estensi e gonzagheschi, e soprattutto sui centri minori di questi Sta-ti. Il motivo è presto detto: le sedi più rilevanti di queste Signorie o Ducati sono state già oggetto di studi, promossi in primis dai nostri colleghi anglo-americani. La curiositas, perciò, permaneva (e per-mane) per quelle realtà minori, da Carpi a Guastalla, da Brescello a Novellara, che spesso si intrecciavano con i luoghi di maggior pre-stigio, ma che venivano alla luce soltanto nei momenti di passaggio di questi Maestri nelle sedi più prestigiose, da Mantova a Bologna, via Parma, Reggio o Ferrara.

Se la struttura centrale, poi, doveva interessare prevalentemen-te l’età umanistico-rinascimentale, non è stato del tutto scontato e agevole tracciare confini ben definiti, perché il costituirsi di Mae-stri e Scuole ha rappresentato (e rappresenta) realtà organiche le cui

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radici affondano sempre in tempi precedenti. È così, ad esempio, che partendo dall’Umanesimo trecentesco si finisce per ragionare, quasi inevitabilmente, anche di età pienamente rinascimentali. Del resto, risulta altrettanto difficile tracciare confini netti nei primi de-cenni dell’Età moderna. Propaggini quasi obbligate affiorano ai due estremi. Ed è quanto il dott. Salomoni ha ritenuto utile fare: al-largare i confini con puntate storico-storiografiche che trovavano aderenze tanto nei secoli centrali del medioevo quanto nella prima età moderna, post-tridentina. Ecco perché sono qui ricordati, ad esempio, il capitolare Olonense dell'825 o il famoso “canone matildi-co”, dove cominciava a prendere corpo il ruolo non certo secondario del monastero nella strutturazione della realtà dell’istruzione. Mona-steri, comuni, contadi, pievi, scuole rurali: le realtà del mondo della trasmissione della cultura prendevano piano piano forma, e risultava difficile vedere una storia lineare della Schola tutta ridotta sotto le due etichette classiche della scuola palatina e della scuola dell’episcopio. La realtà appariva più complessa, più ricca, più frammentata. Mostra-va segni di tracce depositate in molti ambiti spesso trascurati, almeno nella storiografia pedagogica italiana.

Un altro punto che il dott. Salomoni ha cercato di tenere pre-sente è quello del ruolo dei comuni e delle comunità minori. Che hanno sempre cercato di salvaguardare una loro autonomia, anche in presenza di ingombranti ingerenze “signorili”. Talvolta essa è stata possibile. Altre volte, dopo l’affermazione imperiosa dei casa-ti, essa doveva configurarsi perlopiù come un’autonomia di pura facciata. E il tentativo formale di autonomia doveva limitarsi a ri-conoscere una realtà che si era fatta “effettivamente” più dura per le comunità locali. Ma la posta in gioco, ben presente ai podestà, era la necessità di immettere nel gioco dell’alfabeto un numero sempre più vasto – in tempi non certo facili – di bambini-scolari anche non abbienti. Uno dei maggiori spunti d’interesse dell’in-dagine del dott. Salomoni è proprio questo: sforzarsi di capire, nel-la lunga durata, quale fu, allora, il profilo dei maestri e dei loro sco-lari-studenti. Riguardo ai maestri: chi erano, quale il loro recluta-mento socio-professionale, quali le tipologie dei loro insegnamenti, e, naturalmente, da chi erano pagati? In effetti, spesso il maestro era pagato dai comuni stessi; altre volte era invece richiesto alle famiglie più povere un contributo per il mantenimento del maestro. Lo sviluppo dei poteri signorili, anche in ambito cittadino e urbano, attenuerà più tardi il problema, perché la grande scuola e i grandi maestri daranno lustro rinascimentale ai Signori: disposti, perciò,

Presentazione

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ad aprire e finanziare scuole e maestri, per i loro eredi – maschi e, a volte, femmine, come per alcuni dei figli dei loro cortigiani, uffi-ciali e sudditi.

Al contempo, il cammino verso la diffusione e la razionalizza-zione di tali scuole, più signorili e chiericali, spesso considerato come sfociante in una vera modernizzazione scolastica e culturale, è stato un percorso lungo, e in queste pagine il dott. Salomoni ha voluto documentare il lento progredire della via verso l’alfabe-tizzazione di fasce più ampie di giovani, al di là di chi viveva, e studiava, fra monasteri e corti. Si pone allora un altro quesito, es-senziale. Per quali motivi maestri e allievi si ritrovano a insegnare e a imparare anche in scuole ‘di fortuna’ site in modesti villaggi montani e in svariati borghi rurali? Certo, i modelli umanistico-signorili giocano un ruolo importante (si pensi ad esempio a Vittorino da Feltre e alla sua mantovana Ca’Gioiosa) e i saperi diffusi dai loro maestri favoriscono le imitazioni culturali di stampo signorile; ciò non è, tuttavia, quasi mai sufficiente: di qui l’interesse della ricerca del dott. Salomoni che, riflettendo sull’educazione pre-universitaria nell’Italia dei secoli XIV-XVI, tocca al contempo temi di storia cultu-rale, sociale ed economica: quali insegnamenti erano predisposti, per quali necessità pratiche richieste dalle comunità, anche piccole?

Andiamo oltre. Se questo studio rivela con chiarezza quale possa essere stato il ruolo delle grandi (e piccole) Signorie, esso si sofferma anche sulle ristrutturazioni del mondo del sapere dopo la Riforma pro-testante, quando la Chiesa di Roma dà mandato agli ordini religiosi di mettere mano alla scuola, considerata come uno dei mezzi principali per combattere quella che era spesso detta, allora, semplicemente ere-sia. Ecco allora gli Scolopi, i Teatini e soprattutto i Gesuiti giocare un ruolo preminente e determinante nel combattere l’eresia attraverso la scuola e, come eterogenesi dei fini, contribuire in modo assai si-gnificativo allo sviluppo della cultura. I famosi Collegia nobilium ne sono testimonianza palmare. Anche se, insieme alla cultura dell’alfabeto, influenzeranno profondamente la stessa cultura del potere e della politica. Saranno consiglieri e confessori di principi, e, al contempo, insieme se non prima, loro educatori: Juan de Ma-riana e il suo De rege et regis institutione ne è esempio fulminante!

Che cosa caratterizza secondo noi questa ricerca? Una disami-

na e una classificazione di realtà scolastiche a lungo (e troppo fa-cilmente) considerate come marginali? Certo, ma non solo. I centri minori, borghi e quasi-città spesso rimaste fin qui fuori pagina nel-

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le ricerche di storia dell’educazione, sono tutti toccati con qualche puntata storiografica. Sono così studiati maestri e mecenati, scuole e istituzioni, civili e religiose, tutti e tutte intente a giocare il loro gioco nell’istruzione e nell’educazione. Ora, l’interesse di tale disami-na è rafforzato dalla sua rarità nella cultura pedagogica italiana.

Un secondo (rilevante) elemento è il lavoro di archivio con-nesso al reperimento delle fonti. Archivi di Stato, archivi comunali, archivi vescovili e parrocchiali, materiali provenienti da sinagoghe così come da settecentesche fonti erudite di storia emiliana: l’in-sieme di queste fonti è utilizzato dall’autore nelle sue riflessioni storico-pedagogiche che si avvalgono, inoltre, di numerosi elenchi di maestri operanti sul territorio e della loro documentazione. Di per sé, la ricchezza di questo apparato dà il senso del notevole la-voro svolto dal dott. Salomoni, un lavoro che, nel complesso, lascia ben sperare per il futuro cammino di ricerca del giovane studioso.

Ed è anche da rilevare, pensiamo, lo spettro funzionale e stru-mentale che accompagna l’avventura dell’alfabetizzazione in età umanistico-rinascimentale: gli spostamenti dei maestri, non sempre itineranti ma in cerca di situazioni sempre migliori; le fonti statisti-che (plausibili) della popolazione interessata; le vicende annose e sempreverdi degli edifici scolastici; la nascita di tipografie necessa-rie alla diffusione dell’alfabeto e delle opere nuove e della tradizio-ne; la prima alfabetizzazione al femminile; il ruolo delle comunità ebraiche, legate ad avvenimenti indigeni e a migrazioni obbligate dalla Spagna; la vicenda conciliare tridentina che tenterà di mettere ordine nella dottrina e nei costumi intra-ecclesiastici, ma che eser-citerà un’influenza prorompente anche nella strutturazione di scuo-le cattoliche e, per imitazione, anche in alcune protestanti.

Molto materiale, dunque, e un orizzonte assai vasto, che il dott. Salomoni si è sempre sforzato di accostare con il supporto della storiografia disponibile e di fonti non sempre di facile reperi-bilità. È questo un merito che ci sembra vada riconosciuto al gio-vane studioso, dal quale, come sempre, ci aspettiamo che possa mettere altre pietre nella costruzione del suo edificio culturale. E a lui, come ad ogni giovane vita (qui culturale), non si può che riser-vare l’augurio di rito: vivat et floreat.

Francesco Mattei Guido Castelnuovo Università Roma Tre Université d’Avignon et des Pays de Vaucluse