Bisogni Educativi Speciali Primo Incontro Paola Belli Patrizia Rebuzzi CTI Viadana 10 febbraio 2014.
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Bisogni Educativi Speciali
Primo Incontro
Paola BelliPatrizia Rebuzzi
CTI Viadana
10 febbraio 2014
2 USR Lombardia – Formazione BES
ARGOMENTI
-I PRESUPPOSTI TEORICI
- LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER L’INCLUSIONE
- LA DIDATTICA PER LA SCUOLA DI TUTTI E DI CIASCUNO
3 USR Lombardia – Formazione BES
4 USR Lombardia – Formazione BES
PREMESSA
5 USR Lombardia – Formazione BES
«…in particolare nei sistemi educativi e formativi
INCLUDERE
significa rimuovere ogni barriera agli apprendimenti ed
alla partecipazione superando la logica e la pratica dei
Bisogni Educativi Speciali»
(Booth T., Ainscow M.)
6 USR Lombardia – Formazione BES
7 USR Lombardia – Formazione BES
L’educazione e la didattica inclusiva
non si interrogano su come integrare in un contesto già dato
propongono di modificare epistemologie e culture educative in grado di
sostenere il cambiamento di sistemi, organizzazioni e pratiche di
insegnamento in modo da farle corrispondere alle differenze di tutti i
bambini, alunni e studenti.
Dall’adattamento degli studenti al cambiamento richiesto all’istituzione
e all’analisi delle barriere alla partecipazione e all’apprendimento di
tutti.
8 USR Lombardia – Formazione BES
I PRINCIPI CHIAVE DELL’INCLUSIONE
9 USR Lombardia – Formazione BES
DISTURBO, DIFFICOLTÁ, DISABILITÁ
DIFFICOLTÁ
L’espressione difficoltà di apprendimento viene utilizzata per indicare una forma non grave (quindi che non soddisfa i criteri clinici per il Disturbo) di ritardo sul piano dell'apprendimento.
Un riferimento va alle aree dello svantaggio linguistico-culturale dei BES
DISTURBO
Si riferisce ad una condizione neurobiologica complessa di origine costituzionale in assenza di disturbi neurologici, cognitivi, sensoriali e relazionali importanti e primari e in presenza di normali opportunità scolastiche.
Riferimento legislativo legga 170/2010.
DISABILITÁ
Disabilità: per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intelletuali o sensoriali
Riferimento legislativo legge 104 1992
10 USR Lombardia – Formazione BES
ICF
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato nel 2001 uno strumento di classificazione che analizza e descrive la disabilità come esperienza umana che tutti possono sperimentare. Tale strumento, denominato ICF, propone un approccio all’individuo normodotato e diversamente abile dalla portata innovativa e multidisciplinare.
“La Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute”
Classification of Functioning, Disability and Health
11 USR Lombardia – Formazione BES
Cos’è l’ICF ?
E’ la classificazione delle caratteristiche della salute delle persone all’interno del contesto delle loro situazioni di vita individuali e degli impatti ambientali.
Prima: “salute” = assenza di malattia
Prima: “salute” = assenza di malattia
Ora: “salute” = stato di benessere fisico,
psichico e sociale
Ora: “salute” = stato di benessere fisico,
psichico e sociale
L’individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto dinamico ed interattivo con il proprio ambiente di vita
L’individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto dinamico ed interattivo con il proprio ambiente di vita
12 USR Lombardia – Formazione BES
Una nuova prospettiva
OLTRE IL MODELLO MEDICO(la disabilità è un problema della persona causato
direttamente da malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza specialistica. La
gestione della disabilità mira alla cura o all’adattamento dell’individuo e a un cambiamento
comportamentale)
PROSPETTIVA BIOPSICOSOCIALE
OLTRE IL MODELLO SOCIALE(la disabilità è un problema principalmente creato dalla società e va affrontato in termini di piena integrazione
nella società)
13 USR Lombardia – Formazione BES
Parlare di classificazione bio-psico-sociale significa
spostare l’accento dalle cause della disabilità ai suoi
effetti, alle restrizioni delle attività che comporta e alle
limitazioni alla partecipazione sociale. La disabilità nasce
dall’incontro sfavorevole tra l’individuo e il suo contesto
di vita. Quindi si richiede grande attenzione
all’interazione fra le capacità di funzionamento di una
persona e il contesto ambientale, sociale, culturale e
personale in cui vive.
14 USR Lombardia – Formazione BES
Presupposti teorico / pedagogici
Concezione tradizionale
Menomazione: esteriorizzazione di uno stato patologico
Disabilità: oggettivazione della menomazione (restrizione o carenza della capacità di compiere una attività, malattia o disturbo)
Handicap: socializzazione del deficit (condizione di svantaggio conseguente alla menomazione)
Secondo ICF
Non più disabilità’ ma “limitazione delle attività personali”
Non più “handicap” ma ”diversa partecipazione sociale”
Disabilità come risultante dell’interazione tra funzionamento umano e fattori contestuali.
Disabilità come fenomeno sociale multidimensionale
15 USR Lombardia – Formazione BES
L’ICF
Attività personali Partecipazione sociale
Condizioni fisiche(disturbo o malattia)
Fattori contestuali
Fattori personaliFattori ambientali
Funzioni corporee
Strutture corporee
16 USR Lombardia – Formazione BES
Focus
17 USR Lombardia – Formazione BES
18 USR Lombardia – Formazione BES
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
⊛ DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012
«Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica»
LA DIRETTIVA E’ UN DOCUMENTO TECNICO
⊛ CIRCOLARE MINISTERIALE n.8 del 6 marzo 2013 «Indicazioni»
LA CIRCOLARE E’ UN DOCUMENTO TECNICO-POLITICO
⊛ NOTA 2563 del 22 novembre 2013
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013-2014. Chiarimenti”
19 USR Lombardia – Formazione BES
QUALCHE SIGNIFICATO UTILE
Cos’è una direttiva ministeriale?
è un atto che obbliga a realizzaredeterminati obiettivi (contenuti in Leggi) lasciando la scelta dei mezzi per farlo
È uno strumento con il quale si procede all’armonizzazione delle legislazioni nazionali (L. 104 - L. 53 - L. 170 + Linee guida)
20 USR Lombardia – Formazione BES
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
21 USR Lombardia – Formazione BES
Nel 2001, lo Special Educational Needs and Disability Act del Regno Unito e il relativo Code of Practice specificano meglio i bisogni del bambino, raggruppandoli in quattro grandi aree: comunicazione e interazione, cognizione e apprendimento, sviluppo del comportamento, emozione e socialità, attività sensoriale e fisica. Sulla base di questa ripartizione dei bisogni vengono meglio specificati i Bisogni Educativi Speciali: (…) Si trovano difficoltà di apprendimento, generale e specifiche, difficoltà comportamentali, emozionali e sociali, difficoltà di comunicazione e di interazione, difficoltà di linguaggio, disturbo dello spettro autistico, difficoltà sensoriali e fisiche, minorazioni uditive, minorazioni visive, difficoltà fisiche e mediche. (Department for Education and Skills, 2001, p. 45) Nel Manuale del Coordinatore scolastico per i BES ( The SENCO Handbook; Cowne, 2003, p.14) si specifica ulteriormente che il bambino con BES (…) è un bambino che non risponde nella maniera attesa al curricolo o non riesce a fronteggiare il normale ambiente di classe senza aiuto aggiuntivo.
22 USR Lombardia – Formazione BES
“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi
difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o
apprenditivo che consiste in un funzionamento
problematico anche per il soggetto, in termini di
danno, ostacolo o stigma sociale,
indipendentemente dall’eziologia, e che necessita
di educazione speciale individualizzata” Ianes & Cramerotti (2013), «Alunni con BES» Edizioni Erickson
In questa definizione rientrano:
1. Disabilità
2. Disturbi evolutivi specifici
3. Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale
23 USR Lombardia – Formazione BES
Esaminiamo nel dettaglio le singole componenti di questa definizione.
Un Bisogno Educativo Speciale è una difficoltà che si deve manifestare in età evolutiva, e cioè entro i primi 18 anni di vita del soggetto. Questa difficoltà si manifesta negli ambiti di vita dell’educazione e/o dell’apprendimento scolastico/istruzione. Può coinvolgere, a vario livello, le relazioni educative, formali e/o informali, lo sviluppo di competenze e di comportamenti adattivi, gli apprendimenti scolastici e di vita quotidiana, lo sviluppo di attività personali e di partecipazione ai vari ruoli sociali. Anche un lieve difetto fisico, che non incide affatto sulla funzionalità cognitiva e apprenditiva, può causare difficoltà psicologiche e timore di visibilità sociale, limitando così la partecipazione del bambino a varie occasioni educative e sociali, e così via.
«Bisogni Educativi Speciali su base ICF: un passo verso la scuola inclusiva»
Dario Ianes Aprile 2013
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Disabilità DSA e Disturbi Evolutivi Specifici
Area dello svantaggio socio-economico – linguistico e culturale
tutte DSADisturbi specifici del linguaggioDisturbo della coordinazione motoria, della disprassia, Disturbo dello spettro autistico lieveA.D.H.DDisturbo oppositivo provocatorio; Disturbo della condotta;Disturbi d'ansia e dell'umoreFunzionamento cognitivo limiteComorbilità
Svantaggi derivanti da:motivi fisici, motivi biologici, motivi fisiologici motivi psicologici, motivi socialimotivi economici
Difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana
Interazioni tra i motivi
DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
1. Funzionamento Intellettivo Limite È il classico ragazzino che non “c’arriva”. Assenza di difficoltà specifiche (linguaggio,
apprendimento, attenzione, visuo-spaziale), lieve impaccio motorio, poco abile nelle relazioni sociali, poco consapevole delle proprie emozioni
2. Disturbi Specifici di Linguaggio ICD-10 distingue DSL espressivi (F80.1) recettivi (F80.2), i cosiddetti “disfasici”. I DSL recettivi
hanno anche un disturbo espressivo. Disturbi linguistici riguardano fonologia (suoni delle parole), lessico (ricchezza vocabolario e accesso rapido alle parole corrette), morfo-sintassi (concordanza e ordine delle parole nelle frasi), pragmatica (uso funzionale del linguaggio per scopi comunicativi )
3. Disturbi Specifici di Apprendimento
CONSENSUS CONFERENCE 2011Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni
cliniche:Dislessia, cioè disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo)Disortografia, cioè disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e
competenza ortografica)Disgrafia, cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria)Discalculia, cioè disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di
comprendere e operare con i numeri).
4. Sindrome Non VerbaleDifficoltà di analisi delle immagini, delle figure, problemi di coordinazione motoria, disorientamento
spaziale
Si tratta di disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici.
6.Disturbo dell’Attenzione e Iperattività• Disattenzione Mantenere l’attenzione per un periodo prolungato Evitare distrazioni in compiti poco motivanti Organizzare le proprie attività • Impulsività Interrompono o sono invadenti nei confronti degli altri Non sanno attendere l’attesa e il proprio turno • Iperattività Sembrano continuamente mossi da un motorino Passano continuamente da un’attività all’altra
7.Disturbo dello Spettro Autistico Lieve
5. Disturbo della Coordinazione Motoria – Disprassia
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DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012
Premessa
Si tratta di un documento di particolare interesse che delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana e che si inserisce sul percorso di inclusione scolastica e di realizzazione del diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà
28 USR Lombardia – Formazione BES
CONSEGUENZE della DIRETTIVA MINISTERIALE 27/12/2012
-La scuola si assume la responsabilità della lettura dei reali
bisogni di inclusione
-La scuola attiva le risorse per l’inclusione secondo
l’approccio della «speciale normalità»
-La scuola elabora modelli di inclusione e fa cultura
29 USR Lombardia – Formazione BES
CIRCOLARE MINISTERIALE del 6 marzo 2013
-Ridefinizione dell’approccio: dalla certificazione delle disabilità
all’inclusione delle diversità
-Quali sono i BES
-Il Piano Didattico Personalizzato
-Azioni a livello di singole Istituzioni Scolastiche
-Azioni a livello territoriale
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31 USR Lombardia – Formazione BES
32 USR Lombardia – Formazione BES
Una nozione di disagio scolastico
• L’insieme di difficoltà che invece di concorrere all’aumento delle risorse personali impediscono all’alunno di vivere in modo positivo le relazioni scolastiche, raggiungere un rendimento sufficiente e, in alcuni casi, vivere un rapporto positivo con se stesso.
• Le difficoltà possono riguardare diverse aree:- l’area del sé- l’area del ruolo studente- l’area della relazione con i compagni- l’area del rapporto con i saperi
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socio-economici
(famiglie di basse fasce di reddito, ISEE, assenza di libri di testo e
materiali didattici);
linguistici
(alunni nati all’estero, adottati; alunni che parlano Italiano solo a
scuola )
culturali
(alunni con problematiche psicologiche: poco motivati, passivi,
aggressivi, con scarsa autostima, che non fanno compiti, non hanno
materiale didattico/sportivo, alunni con genitori problematici: non
seguiti dalla famiglia, con genitori poco presenti/ depressi/
divorziandi/divorziati/separati)
GLI SVANTAGGI
34 USR Lombardia – Formazione BES
Alla ricerca di alcuni indicatori generali per delimitare il campo dei BES socio-economico-culturali
alunni che evidenziano gravi e costanti difficoltà nelle seguenti aree:
motivazione e rendimento scolastico;
difficoltà di attenzione
difficoltà nella gestione dell’aggressività
relazione con i compagni e gli adulti
paura di fallire
fatica di vivere.
35 USR Lombardia – Formazione BES
Riscontri documentali
Disabilità DSA e Disturbi Evolutivi Specifici
Area dello svantaggio
Socio – economico-
culturale
linguistico - culturale
certificazioni DSA: certificazioni Anche in attesa del rilascio della certificazione, si devono comunque accertare le difficoltà e adottare un piano didattico individualizzato e personalizzatoAltri disturbi: relazioni di specialisti, considerazioni pedagogiche e didattiche, riscontri oggettivi di difficoltà
Svantaggi diversi : segnalazioni ai o dai servizi sociali relazioni di eventuali esperticonsiderazioni pedagogiche e didattiche dei docentiRiscontri oggettivi
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Indice Linee Guida"LE SCUOLE E 'GLI STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA: CONCETTI CHIAVE E ORIENTAMENTI PER L'AZIONE"
1. Finalità del documento2. La scuola inclusiva 2.1 Definire i BES2.2 Evitare gli automatismi2.3 Progettare in funzione dell’inclusione 3. Le diverse situazioni di BES3.1 La lettura dei BES e la logica dell’ICF3.2. Procedura di individuazione BES3.3 Griglie di rilevazione4. Ruoli e Compiti a livello di singola Istituzione Scolastica 4.1 Il team docenti / consiglio di classe e il PDP 4.2 Personalizzazione e individualizzazione4.3 Misure dispensative e strumenti compensativi5. Ruoli e organismi d’istituto 5.1 Funzioni d’Istituto 5.2 Il GLI 5.3 il Dirigente Scolastico
6. Verifiche e valutazione
6.1 Alunni con disabilità
6.2 Alunni con DSA
6.2a Dispensa dalla Lingua straniera scritta
6.2b Esonero dalla Lingua straniera scritta
6.2d Esame di Stato
6.2c Documento del 15 maggio
6.3 Gli alunni non certificati
7. L'organizzazione regionale a supporto dell'attuazione della Direttiva
8. Glossario - normativa di riferimento