9 – Giornalino di Dicembre 2012

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Giornalino di Dicembre 2012

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BUON NATALE

EMAIL: [email protected] WEB: salettadonbosco.wordpress.com

GIORNALINO A CURA DEI GIOVANI DELL’ORATORIO

ASSOCIAZIONE “DON BOSCO”

ANNO 2 N°9 DICEMBRE 2012

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Caro amico,ormaiormai sono passate alcune settimane da quando abbiamo litigato e mi sono sempre chiesto che cosa ci ha impedito di ritornare ad essere amici. HoHo riflettuto molto e ho capito che l’impedimento è stato l’ORGOGLIO.L’orgoglioL’orgoglio è un sentimento che crea divisioni, produce contese, liti, lotte, per affer-mare quell’io che ci allonta-na e ci impedisce di vivere l’amicizia e di aiutare gli altri. L’orgoglio è ciò che ci fa dire: “ho ragione io”.L’orgoglio è un sentimento molto pericoloso perché ci ostacola nella ricerca della Verità.

A cosa è servito l’orgoglio? E’ servito solo a rovinare la nostra amicizia. E allora è inutile chiedersi chi ha ragione perché se non torniamo ad essere amici temo che ha avuto ragione l’ORGOGLIO. Ma anche se avessi ragione io, perché non dovrei chiedere scusa, cosa ci perdo? ci perdo? Perdo l’orgoglio e riguada-gno l’amico che è molto di più.

L'arrivo del Natale ogni anno è preannunciato da un'atmosfera particolare. Le strade illuminate della città si riempiono di gente animata da entusiastica frenesia, che chiacchiera concon vivacità o si precipita nei negozi addobbati per l'occasione.Della festività natalizia forse si è persa l'origine religiosa. Prevale oggi il conformistico rituale dell'acquisto dei regali, lo scambio tra le persone di oggetti ben impacchettati, mama spesso inutili, in una parola il consumismo, ormai emblema della so-cietà contemporanea. Eppure sono convinta che, dietro la gioia collettiva che sembra accompagnare i giorni antecedenti la festa, ci siano anche motivi spirituali, riti, cre-denze, tradizioni, valori che si sono sedimentati da secoli nel nostro incon-scio.Sono questi motivi spiri-tuali che spingono a parte-cipare anche me, credente,alla Messa di Natale. La bellezza della chiesa con tutti quei quadri di soggetto religioso, l'odore dell'incenso, il senso di raccoglimento che si respira tra le perso-ne appagano i miei bisogni spirituali, il desiderio di credere che ci sia qual-cos'altro oltre la sfera materiale dell'esistenza.

IL NATALE: TRA

CONSUMISMO E SPRITUALITA’

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La povertà è un fenomeno molto diffuso negli ultimi tempi. Si parla di povertà quando una persona non ha il necessario per nutrirsi, vestirsi e un riparo per la notte.IlIl problema del cibo sta diven-tando, anche per la nostra città, uno dei problemi più drammatici della povertà. Infatti è sempre più facile vedere persone che frugano nei cassonetti dell’immondizia per cercare cibo. cibo. Dar da mangiare è un valore molto antico perché ha un ri-chiamo diretto al valore della vita. Bisogna partire dalla Parabola Evangelica del “Ricco Epulone” che banchettava lautamente mentre il povero Lazzaro giace-va alla sua porta divorato dalla fame che mendicava gli avanzi.Oggi come ieri i Lazzari vicini, i Lazzari di casa nostra, i poveri lontani: i Lazzari del mondo in-terrogano le coscienze di tutti, credenti e non credenti. Non si può rinviare a domani chi ha un bisogno vitale perché non può aspettare.

Pure l'albero e il prese-pe, che riempiono in questi giorni le nostre case, mi sembrano allu-dere al desiderio di una vita migliore, da sviluppa-re nella pace e nell'amore reciproco. Mi sembrano simboleggiare l'idea che il mondo può essere salva-to.Persino quel cercare di essere più buoni nel pe-riodo natalizio, di atte-nuare contrasti o ran-cori personali, non mi appare tanto una ma-schera di ipocrisia, l'espressione di una calcolata fal-sità, quanto il riconoscimentoriconoscimentoabbastanzasincero di un'importantevirtù, la bontà,così spesso mor-tificata dall'indifferen-zaza e dalla spietatezza con cui conduciamo la nostra esistenza nei restanti mesi dell'anno.BenBen venga, dunque, la bontà, che ci costringe, in questi giorni di festa, a pensare a quelle persone che trascorrono il Natale lontane dalla loro patria d'origine, staccate dai loroloro affetti e dalle loro tra-dizioni, a quelli che sono sommersi dalle difficoltà economiche e a coloro che hanno motivi di grave infelicità per malattie, che non possono essere sereni neppure in questi giorni, in cui tutti gli altri sembrano felici.Dentro di me coltivo la certezza che il Natale

porterà una luce anche nelle loro tribolate esistenze, riserverà loro un sorriso, la speranza e dei momenti belli, più frequenti e possibili nella sofferenza , secondo me, di quanto non siamo disposti comunementecomunemente a credere.Infine penso che l'attuale crisi economica, che colpisce un po' tutto il mondo, diminui-rà quest'anno il nu- mero e il valore dei regali sotto l'albero. Sinceramen- te non me ne importa molto. Pazienza se non riceverò l'ultimo modello di tablet, di computer o di cellulare. Credo che la vera felicità di ognuno di noi stia semplicemen-te nell’accogliere Gesù nella nostra vita e di lasciarci amare come solo Lui sa fare.

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Le famiglie si disgregano sempre di più: Tu sei Re?La povertà nel mondo cresce sempre di più: Tu sei Re?NelNel mondo ogni giorno muoiono 2.000 bambini di fame e di malattia: Tu sei Re?Nel mondo ci sono tante guerre con migliaia di morti: Tu sei Re?Divorzi,Divorzi, separazioni, aborti, matrimoni tra gay: Tu sei Re?LeLe Chiese si svuotano, i giovani sono attratti da altre proposte, i consacrati sem-brano in via di estinzione, la stessa Chiesa porta in sé tanti limiti e scandali: Tu sei Re?Quei miei peccati, contro i quali lotto da tempo e sono sempre lì, e sembrano invin-cibili: Tu sei Re?Occorre rispondere con le sue stesse parole, rivolte agli emissari di Giovanni quando questi vennero da Gesù a dirgli: <<Sei tu il

Messia o dobbiamo attende-re un altro?>>. Andate da Giovanni e rife-ritegli quanto avete visto: i ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi ven-gono mondati, i morti risor-gono, ai poveri è annunziata la Bella Novella.Il Suo Governo si qualifica come servizio e donazione perenne nei confronti del prossimo, in modo particola-re verso i poveri gli emargi-nati, ecc... Se c’è un termine per qualificare la modalità regale di Cristo questo è dato da un verbo al gerun-dio: AMANDO.Il male e la cattiveria si de-bellano con l’amore, poiché fare il bene è la reazione più congeniale al male e chi esercita un dominio ha la possibilità di vincere il male con questa prerogativa dell’amore.dell’amore. Quindi, non può esservi altro Regno nell’ottica di Cristo se non quello dell’amore concreto nel servizio e nella donazio-

ne spontanea e gratuita.OpereOpere di misericordia nel sanare i lebbrosi, nel curare gli infermi, gli esorcismi, la ri-surrezione di Lazzaro e tanti altri miracoli, parlano da se stessi di come Gesù regni fra gli uomini e come Egli con-cepisca il regnare come ser-vire e amare gli altri. Il fatto poi che i demoni fuggano dagli ossessi e i morti tornino in vita attesta che l’amore vince le remore del male e troneggia incontrastato sulla morte. Ed è per questo che il Regno di Dio si crocifigge ad un patibolo. Appunto per esaltare l’eccellenza dell’amore nel sacrificio della croce per la vittoria della Ri-surrezione poiché la morte di CroceCroce è l’espressione più eloquente del servizio regale divino giacchè nel sangue di Cristo si esplica il più grande atto di amore per l’umanità da parte di Dio nello specifi-co servizio della liberazione dal peccato.

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Il Mio Regno non è di questo mondo.ErodeErode che alla notizia della nascita di Gesù, si allarmò e per poter colpire Lui uccise tanti bambini. Ma, Il mio Regno non è di questo mondo.VeniteVenite nel Regno che non è di questo mondo; venite credendo. Qual è infatti il Suo Regno se non quello dei credenti in Lui, a proposito dei quali dice: Essi non sono del mondo, come Io non sonosono del mondo….Il Mio Regno non è di quaggiù. Il Suo Regno infatti è quaggiù fino alla fine dei secoli, fino al momento della mietitura, che avverrà appunto alla fine dei tempi, quando verranno i mietitori,mietitori, gli Angeli a togliere via dal Suo Regno Tutti gli scandali e questo non po-trebbe certo avvenire, se il Suo Regno non fosse qui in terra. Tuttavia, esso non è di quaggiù, perché e peregrinante nel mondo. E’ precisamente agli ap-partenenti del Suo Regno che Egli si riferisce, quando dice: Voi non siete del mondo, ma Io vi ho scelti dal mondo.Poiché tutto ciò che in Cristo è stato rigenerato anche se sono nel mondo, non appartengono più al mondo.

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VENTIQUATTRO ORE

PER LA VITA

Nel giorno due novembre, in cui ricorre la festività de “La Commemorazione dei defun-ti”, nella chiesa “San Camillo de Lellis”, si è svolta un’Adorazione Eucaristica, il cui scopo era coinvolgere ra-

gazzi e ragazze di varie par-rocchie del paese a riflettere su varie tematiche che colpi-scono i loro coetanei. Il tutto si è svolto in ventiquattro ore NO STOP: dalle ore nove della mattina del giorno due novembre fino alle ore nove del giorno successivo. Ogni ora è stata animata dai ragaz-zi della parrocchie con canti alternati da vari momenti di silenzio e di preghiera.Per “silenzio” si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore: questa è tuttavia una definizione og-gettiva. Se andiamo più nel profondo, quel silenzio ci può parlare, ma alle volte, prefe-riamo non ascoltarlo e rima-nere immersi nei rumori quo-tidiani della vita. Se proviamo a metterci in ascolto, il silen-zio ci parla: ci aiuta a fare delle scelte che magari, in un primo momento, ci possono sembrare banali ed invece possono portare a buon fine. Scelte di vita quotidiane che possono mettere a dura prova le nostre reazioni.Come rispondere alle scelte? In maniera drastica o moderata?A questo lo sguardo dei gio-

vani ha mira-to: AL SENSODELLA VITA.Bisogna ri-flettere bene sulle proprie scelte che po-trebbero co-stare la pro-pria o l’altrui vita.

Prima ancora di dare un senso alla vita, diamo im-portanza alla nostra per-sona?La vita è il senso che tu le dai: basta osservare il cielo, la luna e le stelle; ci perdiamo in esse e appa-rentemente sembriamo nulla rispetto a loro.“Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cos’è l’uomo perché di lui ti ri-cordi? Il figlio dell’uomo perché te ne curi? Eppure l’hail’hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato, gli hai dato potere sull’opera delle tue mani; tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutte le greggi e gli ar-menti e anche le bestie della campagna, gli uc-celli dl cielo e i pesci del mare; ogni essere che percorre le vie dei mari” (SALMO 8)Tutto questo può basta-re a comprendere l’importanza che l’uomo ha per Dio e per gli altri? Perché allora sprecare il dono della vita?“Ventiquattro ore” in Adorazione con Gesù ha aiutato i ragazzi che vi hanno partecipato a sof-fermarsi su questi ed altri punti.Portando con sé, nei rumori della vita, quel si-lenzio, esso ci porta con-siglio. Inoltre il messaggio finale è una domanda di-retta: “Davvero tu, giovane,vuoi bene alla tua vita?”.

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mata "madre della carità" ed era sempre pronta a consolare gli afflitti con parole che recavano pace e serenità. Dopo 48 anni di incessante preghiera , di penitenze e di dedizio-nene al prossimo, Suor Mattia presagì il giorno e l'ora della sua morte. Era il 28 dicembre 1320, la Beata aveva 67 anni. Era appena spirata, quando Dio manifestava già con nuovinuovi prodigi la gloria della sua sposa fedele. Il corpo della beata emanò una fragranza di Paradi-so, da inondare tutto il monastero, avvolto in un fascio di luce da richiamare l'attenzione dei concit-tadini che corsero a

vedere lo straordinario fenome-no. Essi videro in mezzo a tanto splendore una lucentissima stella, che con il suo raggio met-teva capo al corpo della Beata, come a testimoniare la sua santi-tà. Il 27 luglio 1765 il papa Clemente XIII approvò il decreto di beatificazione. I prodigi che la Beata andava operando le crearono una fama, che varcò i confini di Matelica e causarono un continuo accorrere di fedeli. Questo crescente af-flusso di pellegrini lungo il corso dei secoli determinò tre traslazio-ni del venerabile corpo, per meglio destinarle nella sua chiesa un posto di privilegio. Ad ogni traslazione il corpo della Beata e le sue reliquie emanaro-no un prodigioso Umore Sangui-gno, fenomeno che si ripeté anche ad ogni ricognizione cada-verica. I panni macchiati dall'Umore Sanguigno, divisi in pezzetti , vengono ancora oggi distribuiti fra i molti devoti della Beata come reliquie in segno di prote-zione.

Ciò che mi spinge a scrivere questo articolo è il voler raccontare la mia esperienza. Spesso si sente parlare di ra-gazzi che vivono isolati dalla società perché hannohanno avuto qualche delusione dalla vita, oppure perché sono im-mersi nei loro interessi e non danno importan-za alle attività che creano comunione e armonia.Ecco anch'io, prima che frequentassi la Gi.Fra. e poi l'oratorio Don Bosco, facevo parte di questa “catego-ria”. Delusa dal mondo, chiusa in me stessa, volevovolevo restare sola. Non volevo amicizie e non m'importava niente del mondo circostante. Sentivo parlare di cose simili, ma restavo indifferente. Concepivo anche la fede come un obbligo. Ascoltavo la Parola di Dio, ma non Le davo tanta importan-za,za, non entravo nel pro-fondo. Mi accorgevo di essere lontana soprat-tutto da Dio, oltre che dagli amici, mi compor-tavo come tanti ragazzi di oggi.Poi un giorno, dentro me, è cambiato qualco-sa. Entrando a far parte della Gi.Fra. e poi, grazie ad un'amica, a far parte dell'oratorio Don Bosco, è come se

GRAZIE

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Dio si fosse infiltrato nel mio cuore e mi stesse manipo-lando aprendomi a nuove realtà.Ho cominciato fin da subito ad aprirmi alla socie-tà, al mondo! Ho avuto voglia di fare conoscenza con i ragazzi e le ragazze del gruppo, ho iniziato a sentirmi più serena! Ho avutoavuto il desiderio di appro-fondire la Parola di Dio e la vita di S. Francesco d'Assi-si, cose che fino a prima non mi interessavano. Stare in mezzo agli amici, grazie all'aiuto di Dio, mi ri-empie di gioia e ho sempre voglia di conoscere gente nuova. Il mio volto cambia espressione e riesco anche a pregare volentieri. Mi rendo conto che ora Gesù non lo lascio più. Insomma mi sento diver-sa. Che bell'effetto fa l’aver fede! GesùGesù diceva: ''Chiunque voglia venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua''. Inoltre: ''Là dove sono due o tre riuniti nel mio nome, ci sono anch'io''. SeguendoSeguendo l'esempio di Cristo, ora anch'io accetto chiunque nella mia vita, gente diversamente abile, anziani, bambini che prima non riuscivo ad accogliere. Sull'esempioSull'esempio di Cristo, non trascuriamo queste Parole. Ciò che prima conta è Dio. È un mondo affascinante che ti cambia la vita, facen-

doti essere sempre più simile a Gesù... ti avvicina a Lui. SenzaSenza la forza e l'amore di Dio non saremmo niente! È questo che la gente dovrebbe capire. Aprirsi al servizio, a Dio! Ma non deve essere un obbligo, altrimenti non sarem-mo veramente felici.Ciò che voglio suggerire a tutti quei giovani che sono lontani dalla Chiesa, da Dio, è di venire a seguire questo mondo fantastico. ÈÈ fare come Pietro, gettare le reti sulla Parola di Gesù, per essere testimoni e procla-matori del Vangelo. So che è difficile, ma provarci è bello!Concludo ringraziando Dio per avermi donato questa op-portunità per avvicinarmi di più a Lui, accrescendo la mia fede affinché mi doni la gioia eterna di amarlo e adorarlo, contemplando i suoi divini mi-steri, obbedendo alla Sua Parola custodendola nel cuore, diventando così, roccia su cui edificare. Spero di non abbandonare mai questo cammino che Dio ha tracciato per me.

Ci riempie l’animo nel vedere tanti benefat-tori da cui riceviamo so-stegno economico per la stampa e la diffusione del nostro giornalino “Agape” a loro vogliamo noi rivolgere un augurio sincero di buone feste.Di questa loro benevo-lenza noi li ringraziamo di vivo cuore, e preghia-mo Dio che li riempia d’innumerevoli benedi-zioni.Un pensiero lo voglia-mo rivolgere anche ai tanti ragazzi che attra-verso il giornalino rac-contano le loro esperien-ze quotidiane, di condivi-sione, di amore verso Signore e il prossimo.Attraverso il giornalino vogliamo trasmettere ai nostri cari lettori gli angoli più belli e più quo-tidiani del nostro vivere.Vorremmo che crede-ste che pur essendo un giornalino, è costato e costa un grosso sforzo per la sua realizzazione. Speriamo di trovare più aiuto soprattutto nella diffusionediffusione e più parteci-pazione da parte di tutti.

GRAZIE Signore!

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PUBBLICAZIONE AD USO INTERNO RISERVATO AGLI ASSOCIATI ED AMICI.RIDISTRIBUZIONE GRATUITA

L’ASSOCIAZIONE DON BOSCO CON TUTTI I SUOI GIOVANETTI AUGURA DI VIVO CUORE BUONE FESTE NATALIZIE E BUON FINE CAPO D’ANNO AI BENEMERITI ASSOCIATI, BENEFATTORI E A TUTTA LA CITTA’ DI MANFREDONIA, PREGANDO DIO CHE CONCEDA LORO BUONA SALUTE ED IL PREZIOSO DONO DELLA PERSEVERANZA NEL BENE.