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ISTITUTO PARITARIO DUCHESSA DI GALLIERA
Corso Mentana, 27
Genova
Telefono: +39.010.593829 +39.010.541907
Insegnanti referenti: Rossi Giovanna - Inverardi
Renata
EVOLUZIONE DEI CONSUMI ALIMENTARI
Previa lezione frontale in classe, integrata da dettatura di
appunti, consegna di fotocopie e schematizzazioni, gli
allievi hanno iniziato una ricerca utilizzando, oltre alle
nozioni ricevute dalle insegnanti, anche vari siti internet,
lavorando autonomamente. L'elaborato che hanno
realizzato E’ in formato Power Point ed è¨ stato
accompagnato da un commento esplicativo durante la
presentazione nel laboratorio di informatica della scuola.
•Ad un maggior benessere economico e sociale,
•Allo sviluppo e alla diffusione di nuove tecnologie
alimentari, di conservazione e cottura,
•Dagli spostamenti della popolazione dal sud al nord
con conseguente scambio di tradizioni,
•Dalle variazioni socio-economiche nel tempo,
•Dall’influenza della pubblicità e delle etichette,
•Da nuovi modi di pensare
Negli anni 50 e 60’ la società si trasforma da
rurale-artigianale ad urbano industriale
determinando un aumento nel reddito
procapite e quindi un maggiore consumo dei così detti cibi “ricchi” come carne e
formaggio.
Questo “BOOM economico” è stato
agevolato anche dall’invenzione dei primi
elettrodomestici come il frigorifero e i fornelli a
gas che permettono di conservare e cuocere
meglio i cibi nelle proprie case. Inoltre
l’apertura dei primi supermercati ha reso
possibile reperire facilmente alimenti
provenienti da tutto
il mondo.
Negli anni 70’ si registra un calo nei consumi dovuto alle
austerità causate dalle proteste studentesche, dalla crisi
energetica, del petrolio e dall’incremento dell’inflazione.
È importante anche il nuovo ruolo lavorativo che assume la
donna,togliendo tempo alle
preparazioni alimentari domestiche e
privilegiando alimenti semplici e di facile preparazione.
Negli anni 80’ i consumatori
sviluppano una nuova attenzione
nei confronti del cibo ricercando
alimenti più sani ed evitando i prodotti industriali. Si riscoprono i
benefici della dieta mediterranea e
si iniziano a preferire alimenti
biologici e integrali per migliorare la salute e la qualità di vita.
A livello sociale si avverte il bisogno
di “fuggire” dalle città frenetiche e
consumistiche per tornare nelle campagne e riscoprire le tradizioni
culinarie contadine.
Negli anni 90’ troviamo una società post-industriale con un alto
tasso di consumismo dovuto alla globalizzazione in aumento e
allo sviluppo di nuove tecnologie alimentari come
l’appertizzazione, la pastorizzazione, la sterilizzazione ecc. che permettono una vendita e un consumo più sicuri.
I pasti quotidiani in famiglia iniziano
a perdere importanza e subiscono
un processo di segmentazione e destrutturazione, oltre ad un
consumo dei pasti sempre più fuori
casa con la comparsa dei primi
FAST-FOOD.
Nascono i primi prodotti OGM e gli
alimenti precotti e preconfezionati,
spesso monodose per adattarsi
meglio alle necessità delle famiglie
nucleari.
In una società industrializzata come la nostra la tendenza a
creare nuovi stili alimentari è molto forte.
Basta pensare al veganesimo ed al vegetarianesimo, dei veri e
propri stili di vita che escludono la carne dalla dieta quotidiana, oppure alle nuove tecniche culinarie come la
cucina molecolare, il finger food o lo stile fusion.
D’altro canto questa “ricchezza” ha creato anche tendenze
sbagliate come la bulimia e l’anoressia da una parte, e
l’obesità dall’altra con tutti i rischi di salute che ne derivano.
I vegetariani escludono
ogni tipo di carne dalla
loro dieta basata
principalmente su cereali, legumi, verdura, frutta,
pane, pasta, riso e, in
misura ridotta latte, latticini
formaggi e uova.
I vegani escludono dalla
dieta la carne e tutto ciò
che è di origine animale
quindi burro latte e derivati, uova. È una vera e propria
filosofia di vita basata sul
rifiuto di ogni forma di
sfruttamento degli animali (per alimentazione,
abbigliamento, spettacolo
e ogni altro scopo)
La cucina molecolare si occupa
dello studio della gastronomia
con un approccio
scientifico,
manipolando
gli alimenti dal punto
di vista chimico e fisico.
La cucina molecolare revisiona i vecchi metodi di cottura e
amplia le possibilità di abbinamento e trattamento dei cibi per creare nuovi sapori e migliorare i piatti dal punto di vista
nutritivo. Ne è un esempio il gelato all’azoto.
Grazie alla temperatura di -196°C circa dell’azoto liquido, il
gelato si manteca molto più velocemente producendo
microcristalli che sono 700 volte più piccoli rispetto al
raffreddamento ottenuto con una temperatura tipica
(dai -22 ai -40°C massimo). Il risultato è un gelato
eccezionalmente setoso dal sapore intenso che riesce a sprigionare al meglio l’aroma e il sapore delle materie prime
utilizzate.
Come abbiamo visto, i comportamenti alimentari
sono variati per diversi e numerosi fattori:
Condizionati ulteriormente da motivi:
Tutti questi fattori hanno portato alla creazione di
stili alimentari molto differenti tra loro: ECLETTICO: Tipico di coloro
che, impegnati
quotidianamente, consumano i loro pasti in mense e ristoranti.
INDUSTRIALE: molto in
voga tra i giovani che
prediligono alimenti
pronti da consumare, igienicamente garantiti e fuori dalla tradizione.
MODERATO: caratterizzato da razionalità e criteri di moderazione che formano una dieta sana e priva di grassi.
CASALINGO:
indica una cucina
privata, gustosa,
sicura, familiare e
curata.
SREGOLATO: aderente a coloro che non seguono nessun criterio dietetico qualitativo o quantitativo, senza preoccuparsi per la salute.
POVERO: costituisce un’alimentazione leggera e funzionale di modesto rilievo legata ad uno scarso interesse per la cucina.
Ma nonostante le nostre scelte, sappiamo
cosa mangiamo? Purtroppo, nonostante l’attenzione che teniamo nei confronti del cibo,
spesso non sappiamo quali trattamenti ha subito prima di arrivare
alla nostra tavola. Numerose sono le contraffazioni alimentari che
vengono attuate dalle industrie con l’obbiettivo di guadagnare di più abbassando la qualità dei prodotti. Si parla di :
- CONTRAFFAZIONE: sostituzione di una sostanza dell’alimento con una
di qualità inferiore,
-ADULTERAZIONE: operazione che prevede la modificazione di componenti di
un prodotto alimentare per ricavarne un maggiore rientro economico,
-SOFISTICAZIONE: aggiunta fraudolenta di sostanze
estranee per coprire eventuali difetti e migliorare l’aspetto
estetico; in questo caso si può arrecare danno alla salute,
-ALTERAZIONE: la variazione non è provocata dall’uomo
in modo voluto, ma si tratta di modifiche di tipo
degenerativo o spontaneo, legate ad esempio ai tempi di
conservazione.
Il nostro paese è famoso per i suoi prodotti di qualità e per
la dieta sana, quindi spesso i prodotti stranieri cercano di
plagiare quelli italiani. il cosiddetto “Italian Sounding” è la
pratica imitativa che lede l’immagine del prodotto
italiano spacciando un prodotto per quello che non è.
Il concetto di “Italian Sounding” è legato a quello di agro
pirateria, con una evidente connotazione negativa che
spesso si associa a un “made in Italy” non accertato. un
caso tipico è quello del “Parmesan”, il cui nome evoca
immediatamente il “parmigiano” ma che invece è un
formaggio che gli assomiglia per forma e sapore ma la
cui origine non è quella del parmigiano originale.
Cambiamenti della ristorazione
e
Abitudini alimentari
Che cosa è la ristorazione?
È un settore commerciale che comprende tutte le
attività legate a produzione e distribuzione di pasti
pronti per la clientela.
Tipi di ristorazione
• La ristorazione
commerciale: è un
servizio aperto al
pubblico senza
limitazioni di eccesso.
• La ristorazione
collettiva: è aperta ad
un’utenza autorizzata
formata da dipendenti
di organizzazione
pubblica, studenti,
sanitari ecc… .
Nell’ultimo trentennio molte esigenze di clienti hanno
dato consigli ai ristoratori. La clientela degli anni Ottanta
fino ai primi anni Novanta era divisa in:
● benestante→ si permetteva il ristorante di lusso
e pretendeva un servizio
impeccabile;
● ceto medio basso→ frequentava ristoranti più
convenienti, si accontentava
di piatti semplici e i locali
erano poco decorati.
.
Gli atteggiamenti dai clienti nell’ultimo decennio
avevano rafforzatole abitudini alimentari iniziate
negli anni Novanta, i quali avevano trovato
risparmio, servizio sbrigativo e pasti proporzionati
nella ristorazione veloce
Nello stesso periodo si diffusero i fast-food, che
indica un pasto veloce ed è molto diffuso tra i
giovani e i lavoratori
Degli esempi di fast-food sono: le pizzerie, le
paninoteche, il panino ecc… .
L’evoluzione della ristorazione negli anni
Ristorazione
900→ cucina popolare;
1945→ gastronomia;
Anni ‘60→ valorizzazione della cucina popolare. Ci fu il “boom
economico” abbordato al consumo di grandi
quantità di cibo, in particolare la carne bovina, frutta
fresca, latte e formaggi, oli e semi
Anni ‘70→la donna inizia a lavorare sempre più fuori
casa e quindi le preparazioni cucinare della
famiglia diventeranno più rapide e semplici;
Anni ‘80→ riscoperta dei cibi poveri e semplici
della dieta mediterranea e
aumenta la tendenza al consumo
dei pasti fuori casa e si manifesta
una differenzazione di tendenze
con i fast-food;
Anni ‘90→ il consumatore si trova inserito in una
società post-industriale; le abitudini
alimentari dei “single” italiani somigliano
sempre di più a quelle dei “single” francesi
e così il pasto quotidiano della famiglia perde
la sua importanza confermando una evoluzione nel
settore dei consumi alimentari.
Negli ultimi anni a mangiare fuori casa sono
soprattutto gli uomini, le persone con un titolo
di studio più elevato e coloro che vivono nei
centri con più di 100.000 abitanti.
Il luogo più frequentato per la colazione è il bar
(94,6%), il negozio di alimentari viene
usufruito dal 3% e 1% preferiscono il
distributore automatico.
Per quanto riguarda il pranzo il 27,1% preferiscono tavole
calde e bar, il 59% sceglie il primo piatto, ossia la pasta; il 42,9%
preferisce il secondo, ossia la carne, e il solo 7,6% mangia il pesce.
Ad essi si aggiungono coloro che pranzano con un panino imbottito (27,5%) o con
la frutta (14,6%).
LE ABITUDINI ALIMENTARI
Con l’evoluzione dell’agricoltura si è assistito
ad un radicale mutamento delle abitudini
alimentari delle varie popolazioni.
Nei paesi del “primo mondo” è diffusa la
ristorazione collettiva per cui ormai milioni al
giorno i pasti che vengono consumati fuori
dalle abitazioni.
In Italia si è determinato un aumento del
reddito pro-capite con cambiamenti negli
Acquisti e nei consumi dei prodotti alimentari.
Le scelte alimentari degli italiani nel corso del
Tempo si sono formate grazie:
● allo sviluppo e alla diffusione dei processi di
industrializzazione e della conservazione degli alimenti;
● all’apertura dei primi frigoriferi (1957)
● agli spostamenti per motivi di lavoro, della popolazione
del Sud Italia verso il Nord che hanno garantito lo
scambio delle tradizioni.
Le Linee guida per una sana alimentazione italiana, edite dall’Inran
Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione,
hanno il preciso scopo di fornire ai consumatori una serie di
semplici informazioni alimentari sui prodotti disponibili nel nostro
Paese, in modo da poter proteggere la propria salute.
Le Linee Guida ci aiutano ad avere un’alimentazione sana ed equilibrata ,
garantendoci più benessere e salute senza dover rinunciare ai
piaceri della buona tavola. Noi consumatori che viviamo in Italia
abbiamo la fortuna di avere a disposizione delle eccellenti materie
prime e di vivere in un paese dove il settore produttivo agro-
industriale ha già dimostrato di volersi orientare verso la qualità e di
avere particolare attenzione per la salute dei propri consumatori.
STILI ALIMENTARI DEGLI
ITALIANI:
● Eclettico: tipico di colore che sono costretti ad alternare lo stile privato con quello offerto nelle mense e nei ristoranti;
● Industriale: caratterizza il comportamento giovanile e quello di chi sceglie un alimento pronto da consumare;
● Moderato: è basato sull’adozione di una razionalità e su criteri di prudenza e moderazione che guidano ad un’alimentazione contenuta, priva di grassi;
● Casalingo: indica la cucina familiare, curata, sicura e appetitosa;
● Sregolato: è lo stile di chi non segue alcun criterio dietetico;
● Povero: alimentazione leggera e funzionale, senza esigenze gastronomiche ne preoccupazioni dietetiche.
Un peso corporeo non in eccesso o in difetto rappresenta un fattore
protettivo per la salute e contribuisce a far vivere meglio e più a lungo.
Anche l’attività fisica quotidiana è importante per il benessere a
qualsiasi età: per iniziare è sufficiente ritagliare nell’ambito della giornata
uno spazio per camminare a passo spedito per mezz’ora. Non basta però
solo l’attenzione al peso, al movimento e alla varietà della dieta, bisogna
imparare a valorizzare il consumo di alcuni alimenti come quelli tipici della
dieta mediterranea: cereali, ortaggi e frutta.
L’ideale è consumare ogni
giorno almeno tre porzioni di frutta e due di verdura.
Tra gli alimenti da consumare imparando ad alternarli fra loro durante al
settimana ci sono le carni, i legumi, le uova, il pesce, mentre bisogna avere
una certa moderazione nel consumare alimenti ricchi di grassi come
salumi, carni grasse, dolciumi.
I dati statistici indicano che la popolazione
peggiora sempre di più nella corretta
alimentazione, di conseguenza l’obesità
tenderà ad aumentare.
BUONE ABITUDINI
ALIMENTARI:
Degli aspetti per migliorare le proprie
condizioni alimentari potrebbero essere:
─ incremento dell’attività sportiva
─ incremento del numero di pasti al giorno
─ consumo di un’adeguata colazione
CATTIVE ABITUDINI
ALIMENTARI: Cattive abitudini alimentari:
1) Spizzicare tra un pasto e l’altro
2) Bere poca acqua
3) Mangiare troppo spesso al ristorante
4) Troppi aperitivi con gli amici
5) Piatti pronti pericolosi per la linea
6) Non fare attività fisica
7) Mangiare in modo non regolare
http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorazione
http://www.google.it/images?q=ristor
azione&hl=it&rlz=1T4HPND_itIT312IT
260&sa=X&oi=image_result_group&e
i=pD1uUojYF6yg7AbUpYEY&ved=0CD
oQsAQ
http://www.fruttanellescuole.gov.it/contenuti
/abitudini-alimentari-e-dieta-equilibrata-
0?34218
http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
?p=681
http://dieta.pourfemme.it/articolo/10-
cattive-abitudini-alimentari-da-
evitare/12597/
http://www.consumatori.info/foto/070612225447.pdf
Rappresentazione
Sara Santi
Scuola Duchessa di Galliera
Classe 5D
Cambiamenti nei
consumi alimentari
"Evoluzione nel tempo"
Evoluzione nel tempo …
Per lo studio dei consumi alimentari degli italiani è ovviamente
necessario avvalersi di dati statistici, che pur con tutti i loro limiti
consentono di delineare l'immagine dell'alimentazione nel nostro
Paese, dei suoi mutamenti, e delle tendenze in atto.
Le fonti statistiche in Italia sono calcolate dall’istituto
nazionale di statistica (ISTAT).
Prima dell'inizio del secolo il quadro generale dei
consumi della nostra popolazione, anche attraverso
i pochi dati disponibili, dà l'immagine di una mensa
diffusamente molto povera e spesso, in vaste zone
d'Italia, al di sotto dei livelli minimi di sussistenza.
Con il trascorrere dei decenni, la situazione
alimentare si evolve in senso positivo con
progressi rispetto alla fine del secolo scorso.
Si tratta sempre di una razione media molto
povera specie di alimenti di origine animale,
ma senza più quegli aspetti di fame per
larghi strati della popolazione.
Migliorano infatti le condizioni alimentari
delle popolazioni urbane e della classe
operaia, mentre rimane spesso carente
l'alimentazione delle classi contadine specie
meridionali. Questo processo continua fino
alle soglie della seconda guerra mondiale.
I grandi cambiamenti però, sul piano
quantitativo e qualitativo nei consumi
alimentari degli italiani si realizzano a
partire dalla prima metà degli anni
Cinquanta, quando cioè, con la
ricostruzione, la crescita industriale ed
economica del Paese porta un sensibile
aumento del reddito pro capite, una forte
urbanizzazione ed una sempre più vasta
offerta di prodotti agroalimentari.
Vediamo quanto è accaduto appunto dal
1950 alla prima metà degli anni Ottanta e
successivamente fino ai nostri giorni,
iniziando dagli alimenti di origine vegetale
e fra questi dai cereali.
A partire dal 1950 il consumo crescente e più diffuso di pane e pasta, ha
sostituito quello degli altri cereali mentre riguardo agli ortaggi vi è un
gruppo di prodotti (patate, legumi freschi, cavoli e cavolfiori) il cui
consumo, dopo una prima fase di incremento, mostra una tendenza a
diminuire, mentre per tutti gli altri ortaggi continua l'andamento
crescente.
Fra le carni si è avuta una crescita molto superiore, rispetto ad
altri tipi, delle carni cosiddette alternative (maiale, pollo,
coniglio), il cui consumo, agli inizi degli anni Ottanta è circa sei
volte superiore a quello degli anni Cinquanta. Il consumo di
carne bovina, che pure è costantemente cresciuto fino a metà
degli anni Settanta, si è successivamente stabilizzato.
Anche nel consumo della frutta vi è un andamento
differenziato: gli italiani hanno mangiato per un certo periodo
di tempo quantità crescenti di mele, pere, pesche, uva e
anche di fichi, nespole, albicocche, ma successivamente
questi consumi divengono stazionari. Per l'altra frutta, specie
per gli agrumi in genere e per la frutta esotica di importazione
e non, continua l'espansione dei consumi. Per quanto
concerne i prodotti di origine animale, che sono quelli il cui
consumo è aumentato molto più di quanto non sia avvenuto
per i prodotti di origine vegetale, è interessante sottolineare
le diverse dinamiche di aumento, anche per individuarne le
tendenze future. Il consumo di pesce in totale cresce in
misura moderata rispetto a quanto auspicabile, specie per
quei tipi (pesce azzurro) che sono abbondantemente presenti
nei nostri mari.
Ciò è dipeso tanto dall'andamento dei prezzi quanto dalle maggiori cognizioni dei
consumatori sull'equivalenza, dal punto di vista nutritivo delle varie carni (per
esempio, sul fatto che le proteine contenute in tutti i tipi di carne sono pressoché
identiche). I consumi di altre specie di carne, come quella ovina, caprina ed anche
equina, rimangono modesti, e anche il loro aumento nel corso degli anni è stato
lieve.
Aumenta leggermente il consumo di pesce fresco,
anche grazie allo sviluppo della tecnologia del
freddo che consente di avere prodotti conservati
come freschi. Al contrario, si va contraendo il
consumo di pesce secco e conservato (baccalà,
pesce sott'olio, inscatolato, etc.), probabilmente
anche a causa del prezzo crescente di questi
prodotti. Lo sviluppo tecnico-produttivo del settore
lattiero caseario ha reso possibile un sensibile
incremento del consumo dei relativi prodotti.
Il consumo dei grassi da condimento è in espansione
per tutti i prodotti. È però quello dell'olio di semi che,
unitamente alla margarina, è maggiormente cresciuto,
passando da 2 kg annui a oltre 10 kg annui pro capite
nel periodo considerato. Anche il consumo di olio di
oliva, tipico prodotto della nostra agricoltura
meridionale, è aumentato, sebbene in misura inferiore
di quanto sia accaduto per l'olio di semi. Il consumo di
burro, come quello di lardo e strutto, pur
raddoppiando dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta,
rimane sempre moderato in confronto ad altri Paesi
occidentali. Per quanto riguarda l'andamento del
consumo di bevande, si hanno situazioni diverse.
L'introduzione del latte a lunga conservazione ed i
nuovi metodi di confezionare il latte in contenitori
hanno fatto sì che il suo consumo si diffondesse,
specie nelle zone del Mezzogiorno dove prima era
difficile avere a disposizione latte fresco per tutto
l'anno. Anche riguardo i formaggi, lo sviluppo della
produzione ne ha fatto raddoppiare il consumo medio
per abitante dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta.
Il consumo di vino, anche questo caratteristico delle
abitudini alimentari italiane, è andato costantemente
aumentando dal 1950 fino all'inizio degli anni
Settanta.
Parallelamente è cresciuto il consumo dei
superalcolici, della birra e soprattutto delle bevande
analcoliche.
In seguito grazie alle campagne di comunicazione sui
danni alla salute provocati dal consumo di sostanze
alcoliche e grazie anche all’autoregolamentazione
delle campagne pubblicitarie l’utilizzo di queste
sostanze è più consapevole.
1900: All’inizio del secolo la situazione alimentare della massa presenta
sempre grossi problemi. Infatti, sia nelle campagne sia nelle città il popolo vive
sulle soglie dell'indigenza.
La popolazione era divisa in:
IN SINTESI …
Famiglie povere: A colazione sostituivano il caffè con
una bevanda ottenuta da un composto di ceci e orzo
bruciato chiamata "cicoria“. Il pranzo, era costituito da
un piatto unico, generalmente una minestra a basso
costo.
Famiglie facoltose: Il pasto giornaliero cominciava al
mattino con pane bianco, burro, latte e caffè. A pranzo
di solito c'era una minestra in brodo e un piatto di
carne, accompagnato sempre da pane bianco. A cena
altro piatto di carne, seguito da pane verdura di
stagione e formaggio. La frutta e i dolci costituivano
l'ultima portata del pranzo e spesso anche della cena.
1950: il consumo crescente di pane e pasta ha sostituito quello degli altri
cereali mentre riguardo agli ortaggi vi è un gruppo di prodotti (patate, legumi
freschi, cavoli e cavolfiori) il cui consumo, dopo una prima fase di incremento,
mostra una tendenza a diminuire, mentre per tutti gli altri ortaggi continua
l'andamento crescente.
1970: i comportamenti alimentari diventano razionali,
selettivi e meno simbolici. Le abitudini alimentari cambiano
anche perché la donna lavora sempre più fuori casa e quindi
la preparazione di pranzo e cena diventano semplici e di
rapida preparazione.
1980: si ricerca uno stile alimentare che
possa migliorare le qualità della vita. L’industria
alimentare cerca di produrre alimenti di qualità
superiore. Si riscopre l’importanza dei cibi
poveri e semplici della dieta mediterranea, si
rifiutano gli alimenti con additivi e infine si
ricerca il cibo biologico integrale. Inizia però la
consumazione dei pasti fuori casa.
1990: Si cercano cibi che piacciono senza trascurare
il problema della qualità e della salute. Il pasto
quotidiano in famiglia perde la sua importanza e muta
la propria struttura, confermando una radicale
evoluzione nel settore dei consumi.
2000/2013: introduzione di “nuovi” cibi a causa di
una popolazione multi-etnica nel nostro Paese che ha
contribuito al diffondersi di una maggiore conoscenza
di prodotti alimentari caratteristici dei Paesi di origine. Ne consegue il diffondersi di un comportamento
alimentare alternativo a quello tipico del nostro Paese,
che stimola una domanda sempre più differenziata e
orientata verso cucine extra-nazionali. Questo ha
determinato un aumento, soprattutto tra le nuove
generazioni, del consumo di alimenti non propriamente
mediterranei quali il “sushi”, la “bistecca argentina”,
specialità orientali e altri tipici del bacino del
Mediterraneo quali il “Kebab”, il cous cous, il prosciutto
“Jamon Iberico”. In termini di nuove tecnologie questo
implica l’aumento di importanza di tecniche di
conservazione degli alimenti e di packaging che è
l’insieme degli elementi e materiali usati per
confezionare il prodotto al fine di renderlo più attraente,
più riconoscibile, per facilitarne il trasporto e
l'utilizzazione.
Riferimenti:
http://www.italiadonna.it/public/percorsi/01053/01053002.htm
http://89.97.218.226/web1/Dieta/cultura/consumi1.htm
http://www.dps.tesoro.it/documentazione/uval/consumi%20e%20innovaz
ioni%20marzo_rev.pdf
Rogna Agnese 5°D
I consumi
alimentari negli
anni
Dal 1800 ai giorni nostri!!!
Cinotti Veronica 5°D 1
I cambiamenti sociali ed economici hanno portato, negli anni, variazioni nello stile di
vita e di conseguenza anche alle abitudini alimentari.
Successivamente vedremo, attraverso tabelle,grafici e spiegazioni i vari
cambiamenti alimentari che sono avvenuti dal 1800 ai
giorni nostri .
2
Il 1800 L'alimentazione era profondamente diversa a
seconda dei gruppi sociali: vi era cioè un abisso tra i regimi alimentari tra i vari ceti. Nelle campagne come nelle città il cibo era scarso e poco vario, e
questo produceva una condizione diffusa di sottoalimentazione, con carenze vitaminiche e
proteiche. L'alimentazione dei contadini si basava essenzialmente sul mais cereale usato per la
produzione del pane e con il quale si faceva la polenta. Spesso il pane di cereali inferiori
costituiva l'alimento principale, accanto a qualche minestra col lardo e a un po' di verdura.
Il regime dei ceti popolari urbani consumavano la carne solitamente ovina o suina.
3
Ben più ricco era il regime alimentare delle
classi agiate, nel quale rientravano pranzi di più portate, con pasta, riso,
carni bianche e rosse, pesce, pane bianco, frutta e verdura. Subentrò una
cucina borghese più attenta al risparmio, alla sobrietà, ai sapori
naturali, alle verdure, alle differenze regionali.
4
L'insufficienza alimentare non era estranea
agli alti tassi di mortalità complessiva e di
mortalità infantile in particolare. Numerose
erano le malattie da malnutrizione: per
esempio il mais, introdotto nel corso del '700
nell'alimentazione popolare dell'Italia
settentrionale, tamponò gli effetti catastrofici
di carestie ma il suo consumo pressoché
esclusivo portò alla diffusione di una terribile
forma di avitaminosi, la pellagra, che
conduceva alla follia e alla morte.
Il 1900 DURANTE LA GUERRA:
Uno dei grandi problemi durante la Grande Guerra fu quello dell'alimentazione sia per la popolazione civile che per i militari.
Le battaglie, la militarizzazione dei territori e le razzie provocarono devastazioni nei raccolti e lo svuotamento dei
magazzini. Le famiglie nelle retrovie furono vittime di carestie e di malattie dovute a carenze alimentari gravi (come la pellagra) mentre il rancio dei soldati diventava ogni giorno più esiguo e
scadente.
La scarsa qualità era dovuta alla scelta di cucinare i pasti nelle retrovie e trasportarli durante la notte verso le linee avanzate. Così facendo, la pasta o il riso contenuti nelle grandi casseruole
arrivavano in trincea come blocchi collosi. Il brodo si raffreddava e spesso si trasformava in gelatina mentre la carne ed il pane, una volta giunti a destinazione, erano duri come pietre. Scaldarlo una seconda volta non faceva che peggiorare la situazione, rendendo il
cibo praticamente impossibile da mangiare.
5
L’esercito italiano dava ogni giorno ai suoi soldati 600 grammi di pane, 100 grammi di carne e pasta (o riso),frutta e verdura (a volte), un quarto di vino e del caffè. L'acqua potabile invece era un problema e raramente superava il mezzo litro al giorno.
6
IL DOPO GUERRA: Caratteristica fondamentale è
stata il generalizzato aumento della gran parte dei nostri consumi alimentari con rilievo particolare per i grassi, le carni e lo zucchero sopra ogni altro alimento, in relazione anche a valori di partenza piuttosto bassi. Sono aumentati soprattutto i consumi di prodotti di origine animale, e fra questi principalmente quelli delle carni nel loro complesso. In particolare si è notato un aumento costante del consumo di carne bovina, con un rallentamento solo negli ultimissimi anni; buoni gli incrementi anche nel consumo di carne suina, di pollame e di conigli; e modesti quelli nei consumi di carne equina, ovina e caprina. E' salito il consumo del pesce fresco, va scendendo quello del pesce conservato. Sono aumentati notevolmente i consumi di latte e derivati e di uova.
7
Per gli alimenti vegetali si è avuto un incremento molto moderato del consumo di frumento ed un calo per cereali minori e riso. Fra gli ortaggi, un gruppo di prodotti (patate, legumi secchi, cavoli e cavolfiori) ha mostrato un incremento iniziale seguito poi da una inversione di tendenza, mentre per tutti gli altri ortaggi i consumi sono stati in costante aumento. Anche per la frutta l'andamento è stato differenziato: un notevole aumento iniziale e poi una contrazione nell'ultimo periodo per mele, pere, pesche, uva, ecc.; una costante ascesa, invece, per le altre frutta, specialmente per agrumi e frutta di importazione. Il consumo di tutti i grassi da condimento negli ultimissimi anni si è quasi stabilizzato, dopo la forte crescita del ventennio '52-'72, periodo in cui è soprattutto aumentato il consumo di olio di semi, mentre incrementi più modesti hanno avuto l'olio di oliva e, in maniera ancora più pronunciata, i grassi animali (burro, lardo, strutto).
Infine, le bevande: il consumo di vino, dopo un moderato aumento iniziale, è diminuito decisamente negli ultimi anni. In forte e costante crescita è il consumo della birra, mentre i superalcoolici sono in notevole espansione.
Cosa si può concludere? Semplicemente che dal dopoguerra ad oggi le abitudini ed il
comportamenti alimentare degli italiani hanno abbandonato certi nostri tradizionali modelli basati sulla parsimoniosa utilizzazione delle risorse disponibili, per passare a scelte tipiche di una società opulenta, con la sempre più diffusa adozione di "prestigiosi" modelli alimentari di importazione. Il risultato è stato di innalzare di oltre mille calorie la disponibilità pro capite media giornaliera in energia, di moltiplicare le spese destinate all'acquisto di prodotti alimentari (gran parte dei quali vengono da oltre frontiera) e di aumentare considerevolmente l'incidenza di certe malattie che, ormai lo si è accertato, sono favorite anche dalle scelte alimentari.
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2000 - 2013 Oggi esistono locali e metodi d’alimentazione che
soddisfano il bisogno di mangiare senza perdere tempo inutilmente: si tratta di luoghi dove si consumano pasti definiti Fast-Food, dove si offre la possibilità di mangiare in modo abbastanza gustoso, ma con estrema velocità. Spesso infatti non ci si può permettere di aspettare che vengano cucinati piatti più complessi e, soprattutto, non c’è il tempo di sedersi ad aspettare che questi vengano serviti. Ecco che il Fast-Food risolve il problema.
Naturalmente non tutti condividono questa
tendenza, esiste infatti anche una filosofia di pensiero diversa che difende strenuamente la tavola e il gusto della convivialità, che apprezza la cucina più tradizionale e che vuole conservare il piacere legato al momento del mangiare bene, magari in compagnia.
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FAST FOOD
Il fast-food (espressione inglese traducibile come “cibo veloce”) ha origini anglosassoni ed è un tipo di ristorazione dove si serve cibo veloce da preparare e da consumare. Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog, cotolette, patate fritte, pizze, sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche come la cipolla fritta e il kebab il tutto accompagnato da massicce quantità di salse come senape, maionese e ketchup. Questo tipo di alimentazione è preferito da adolescenti e da adulti che avendo una vita lavorativa frenetica preferiscono spendere poco tempo per la pausa pranzo.
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GLI SVANTAGGI DI UN’ALIMENTAZIONE AL FAST FOOD?
Gli alimenti serviti al fast food vengono classificati tra
quelli ad elevato contenuto di zuccheri, grassi e con
basso contenuto di fibre ed in quanto tali, specialmente
se consumati frequentemente, aumentano il rischio di
obesità e incentivano l’aumento del livello del
colesterolo nel sangue.
Gli hamburger e le patatine fritte contengono elevate
quantità di acidi grassi trans i quali, sono associati
all’incremento del rischio di malattie cardiovascolari,
alla riduzione della concentrazione di colesterolo HDL,
aumento delle lipoproteine a bassa densità, aumento
dei trigliceridi e promuovono insulinoresistenza
aumentando il rischio di diabete.
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SLOW FOOD Il concetto di "Slow-Food " nasce in contrasto al modello alimentare del "Fast Food " ed implica il ritrovato piacere di un
ritmo di vita meno frenetico, che dia spazio ai piccoli piaceri della nostra esistenza, come per esempio quello della tavola e del
mangiare sano nel rispetto della tradizione culinaria. Mangiare in modo diverso, rispettando ritmi più lenti, seduti
a tavola magari scambiando alcune parole con gli altri commensali è sicuramente un momento di vita piacevole. Ed è proprio in difesa di questi valori che nasce in Piemonte nel 1986 un’associazione, che ora si chiama Slow Food Arcigola e che si pone l’obiettivo di cancellare le abitudini che tendono ad appiattire e ad annullare il piacere della tavola e del pasto. Dopo alcuni anni, precisamente
nel 1989, il movimento si internazionalizza dando vita al Movimento Internazionale Slow Food.
Non esistono controindicazioni reali nei confronti dell’alimentazione basata sul Fast Food , oppure consigli da dare in
proposito. L'unica cosa certa è che ognuno di noi è libero di scegliere, basandosi su gusti e desideri personali. Preferire un sistema piuttosto che un altro è una questione squisitamente
legata ad una scelta individuale e allo "stile di vita" , diverso per ogni individuo, sia per la cultura, sia per le scelte individuali e per i ritmi dettati dalle modalità di lavoro e dall'impostazione della
quotidianità.
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1860-
1900
1900-
1950
1950-
1980
1980-
2013
Formaggi
Pesce Fresco
Caffè
Carne Suina
Latte
Olio di semi
Burro
Pesce conservato
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Consumi ALIMENTARI:
50 anni a confronto
CONSUMI PRO-CAPITE NEL 1952 NEL 2002
CALORIE GIORNALIERE 2437 2250
Carne 15 kg 49,5 kg
Pesce 3 kg 14,4 kg
Formaggi e Latte 30 kg 68,8 kg
Uova 170 227
Frutta 17 kg 84,9 kg
Verdura 37 kg 108,2 kg
Zucchero 2,6 kg 6 kg
Vino 104 l 52 l
Birra 4 l 30 l
Riferimenti:
• www.trecani.it
• http://www.benessere.com/alimentazione/arg00/fast_food.htm
• http://www.itinerarigrandeguerra.it/Il-Rancio-Dei-Soldati-Nella-Prima-Guerra-Mondiale
Evoluzione dei comportamenti alimentari
• Di pari passo con l’evoluzione dell’agricoltura e della zootecnia si è assistito ad un radicale mutamento delle abitudini alimentari delle popolazioni. Nei paesi del cosiddetto "primo mondo" il cambiamento più sostanziale è sicuramente la diffusione della ristorazione collettiva, per cui sono ormai milioni al giorno i pasti che vengono consumati fuori dalle abitazioni. La crescente presenza delle donne nel mondo del lavoro esterno alle mura domestiche ha privilegiato il consumo di alimenti facilmente cucinabili e tra questi sicuramente la carne occupa un posto di favore.
•Nel passato gli alimenti più consumati erano le castagne, le patate, i fagioli, il granoturco, il frumento, il latte, il formaggio, la carne, poca e prevalentemente di maiale, i frutti di bosco e i funghi.
•Alla polenta di farina dolce si alternava quella di granturco, in genere accompagnata da formaggio o carne accomodata in modo molto semplice. Il pane era prodotto una volta alla settimana, non da tutte le famiglie, usando farina di grano mescolata spesso a segale, miglio brillato e patate. La farina di grano serviva anche per preparare la pasta e i dolci, ma solo per le grandi occasioni (Pasqua, Natale, Festa del Patrono).
Passato:
• Troppa pubblicità influenza il gusto e la scelta dei cibi degli
adulti e ancor più dei bambini che passano molte ore davanti ad un televisore. Madri che, per stanchezza o per pigrizia dopo una giornata di lavoro, prediligono cibi preconfezionati sicuramente appetitosi e di facile preparazione, ma ricchi di grassi, calorie e con uno scarso apporto di principi nutritivi.
•Al giorno d’oggi le abitudini alimentari sono completamente cambiate: si è passati progressivamente dall'uso di ciò che offriva l'ambiente alla consumazione dei cibi più disparati e spesso sofisticati.
Presente:
•Lo stile di vita moderno ha influenzato le nostre abitudini alimentari evidenziando delle problematiche che si riversano sul piano salutare. Gli alimenti consumati oggi in grande quantità sono: pane bianco, pasta bianca, merendine, patatine fritte, biscotti, cioccolata, dolciumi e bibite gasate.
•L’Obesità è uno dei principali problemi della salute pubblica del millennio. Gli Italiani adulti obesi sono circa 4 milioni, quelli in sovrappeso 16 milioni. Un bambino su tre è in sovrappeso, uno su dieci è obeso. Questo è colpa delle mode alimentari che arrivano da altri paesi ricche di zuccheri, di fritture e povere di verdure e fibre.
1900: I benestanti consumavano pane bianco,
burro, latte, caffè, minestra in brodo, carne, verdura
di stagione, formaggio, frutta e i dolci. I poveri caffè,
latte e pane, minestra, pasta e patate, pasta e
cavoli, riso e patate, minestra di legumi e zuppa
fatta con pane.
Alimenti consumati dal 1900 ad oggi
1990:Si consumano più spuntini fuori
pasto ed il pasto di mezzogiorno è
sempre meno frequente. Il pasto
principale della giornata è la cena, dato
che raramente si torna a casa per la
pausa pranzo, ma si fa un breve
intervallo al bar o al fast food. 2013: Panini, frutta, verdure, bibite
gassate, latte, caffè, patate, snack
salati, succo di frutta, cereali,
merendine e dolci.
1960: Avviene la ripresa dalla guerra. Il boom
economico portò in ogni casa il frigorifero, il forno, e
gli elettrodomestici. L’entrata della donna nel mondo
del lavoro ha innescato un cambiamento nel modo
di mangiare, infatti vengono sostituiti i piatti di lunga
preparazione tipo polenta, legumi, frattaglie, con
fettine di bovino e petti di pollo da cucinare ai ferri.
Tutto questo contribuisce a generare nei più piccoli la nascita di un problema grave perché i chili in più, che oltre ad essere antiestetici causano loro imbarazzo e disagio, spalancando la porta a molte malattie. La dieta deve essere varia e deve garantire all’organismo tutti i nutrienti di cui necessita: proteine, grassi, zuccheri, vitamine, sali minerali e fibre vegetali.
Negli ultimi 40 anni le abitudini alimentari degli Italiani sono cambiate notevolmente. Un tenore di vita più elevato ha permesso l’utilizzo di prodotti più rari e raffinati: da un lato sono scomparse le carenze nutrizionali di una volta, dall’altro ha esposto tutte le persone che mangiano più del dovuto, a gravi problemi per la salute. Obesità, gotta, malattie di tipo cardiovascolare, ipertensione, diabete, difficoltà respiratorie, osteoporosi, ecc. Il 50% degli Italiani ha un sovrappeso di circa 6 kg.
Obesità nel mondo
• Dall’inglese “cibo rapido” indica un pasto veloce consumato fuori casa a base
di panini, piatti precotti e bevande gassate.
• Offre la possibilità di mangiare in modo abbastanza gustoso, ma con estrema
velocità. Spesso infatti non ci si può permettere di aspettare che vengano
cucinati piatti più complessi e, soprattutto, non c’è il tempo di sedersi ad
aspettare che questi vengano serviti.
• Naturalmente non tutti condividono questa tendenza, esiste infatti anche una
filosofia di pensiero diversa che difende strenuamente la tavola e il gusto della
famiglia, che apprezza la cucina più tradizionale e che vuole conservare il
piacere legato al momento del mangiare bene, magari in compagnia.
• Questa cucina è costituita principalmente da hamburger, hot dog,
cotolette, patate fritte, pizza e sandwich ma anche da altri cibi derivati da
cucine etniche come la cipolla fritta e il kebab, e suggerisce l'uso massiccio di
diverse salse come senape, maionese e ketchup. Il fast - food è in genere
caratterizzato da un costo relativamente modesto, dall'uniformità del servizio
offerto e dall'ampia diffusione dei punti vendita.
SLOW-FOOD
Dopo alcuni anni, precisamente nel 1989, il movimento si internazionalizza dando vita al Movimento Internazionale Slow - Food. Questa abitudine va diffondendosi nel mondo e sta mettendo in difficoltà la precende moda dei Fast-Food.
Dieta mediterranea L’organismo umano, per mantenersi in forma e in buona salute, necessita di alimenti che possano fornire le sostanze necessarie al ricambio cellulare e alla produzione di energia. Vi è una stretta correlazione tra lo stile di vita, il tipo di alimentazione e l’insorgenza di alcune malattie; ecco perché il mantenimento di buone condizioni di salute è legato a una dieta corretta e soprattutto ordinata. La dieta è l’insieme dei cibi che compongono il regime alimentare di un individuo, ma il termine, che trae origine dal greco δίαιτα, “modo di vivere”, nell’accezione comune ha un significato più ristretto e definisce un particolare regime alimentare finalizzato a ottenere un determinato effetto terapeutico. Ad esempio, una dieta ipocalorica è prescritta in caso di obesità, per ottenere un calo di peso.
Stili alimentari degli
italiani
Eclettico E’ tipico delle persone che alternano lo stile di vita privato con quello nelle mense e nei ristoranti, aspirando comunque ad una buona cucina.
Industriale E’ tipico dei giovani e di chi consuma prodotti pronti, igienici e controllati ma fuori dalla tradizione.
Moderato E’ basato sulla razionalità e prudenza, cioè un’ alimentazione contenuta, priva di grassi, cibi elaborati e costosi.
Casalingo E’ tipico della cucina familiare, resa possibile da una donna sempre presente a casa e che può cucina per la famiglia.
Sregolato E’ per le persone che non seguono nessuna dieta e nessun criterio nell’alimentazione e mangiano qualunque genere di cibo.
Povero Consiste in un’alimentazione legata ad un contesto socio economico di modesto interesse per la cucina.
• In conclusione……………
…… Noi siamo ciò che mangiamo!
Bisognerebbe quindi mangiare il più sano
possibile, lasciando comunque qualche
piccolo sfizio da soddisfare.
Sara Boccardo 5D
Siti internet:
http://www.angiolettionline.it/old/Mond
ocibo/file/giiorni%20nostri.htm
http://web.tiscalinet.it/enricomoriconi/a
bitudini.htm
http://www.benessere.com/alimentazi
one/arg00/fast_food.htm
http://www.angiolettionline.it/old/M
ondocibo/file/giiorni%20nostri.htm