7camicie per dire

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n entusiasta della prima ora”: a de- finirsi così è Claudio Sciarretta, 42 anni, il primo affiliato della rete di camicerie 7Camicie, titolare da otto anni del negozio di Latina insieme alla moglie France- sca. Da due mesi Sciarretta ha raddoppiato, aprendo un punto vendita della rete nel Cen- tro Commerciale Latina Fiori. Che cosa faceva prima di affiliarsi a 7Cami- cie? “Sono perito agrario, lavo- ravo come dipendente in qualità di responsabile di prodotti chimi- ci, ma ero deluso dalla profes- sione e avevo deciso di osare, di partire per l’Irlanda per cambia- re vita, alla ventura. Dovevo fare le valigie, mi mancavano cami- cie e maglioni, sono entrato per fare acquisti nel negozio di 7Ca- micie di Via del Corso a Roma. Ed è stato un colpo di fulmine. Ho chiamato il numero verde per le informazioni sul franchi- sing - allora la rete non era ancora partita - e il giorno dopo ho incontrato David Hassan, il titolare. Non avevo né il locale né il capitale per partire, ma l’entusiasmo sì, e Hassan ha deciso di scommettere su di me. Non sono più partito per l’Irlanda!”. Come si è trasfor- mato da dipendente a commerciante? “So- no stato supportato costantemente dalla casa madre e ci ho messo tutta la mia buona vo- lontà, forte anche del fatto che già il primo sabato di attività avevo incassato 900mila li- re. Capivo di non essermi sbagliato”. Lei ha un negozio in centro città e uno in un cen- tro commerciale. Quali sono le principali differenze tra queste due location? “Nel centro commerciale arrivano migliaia di per- sone al giorno, ma non tutti sono clienti, biso- gna lasciarli entrare e curiosare. Nel negozio in città invece, entrano meno persone ma puoi avere la certezza che com- prano. Per quanto riguarda i co- sti, se è vero che l’affitto del ne- gozio dello shopping center (100 metri quadri di superficie) è tre volte quello in centro città (40 metri quadri), è vero anche che gli incassi sono doppi”. Ha mai pensato di aprire un negozio con un’altra rete? “So- no innamorato del progetto 7Ca- micie, ma un innamorato ancora “sano”, che si guarda intorno. Dopo un anno dall’apertu- ra del primo punto vendita, per diversificare il business ho aperto un negozio con un altro marchio in franchising di ab- bigliamento uomo, una rete già av- viatissima questa volta: ho chiuso dopo un anno, non condividevo nien- te di quel progetto”. Qual è il fattu- rato medio di un negozio 7Camicie? “Se il negozio funziona, anche 10mi- la euro a settimana. Non a caso tanti 49 Novembre 2009 AZ FRANCHISING Claudio Sciarretta è stato il primo affiliato, Jean-Louis Delavault è il responsabile dello sviluppo del marchio in Francia. Ecco perché hanno scelto di puntare sul marchio di camiceria fondato da David Hassan “U Da sinistra, Claudio Sciarretta, primo affiliato della rete 7Camicie, e Jean-Louis Delavault, responsabile sviluppo del marchio in Francia UOMINI e Imprese 7Camicie 7Camicie per due I punti di forza della rete? Fantasia, basso impatto economico e layout modulare del negozio

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n entusiasta della prima ora”: a de-finirsi così è Claudio Sciarretta, 42 anni, il primo affiliato della rete di

camicerie 7Camicie, titolare da otto anni del negozio di Latina insieme alla moglie France-sca. Da due mesi Sciarretta ha raddoppiato, aprendo un punto vendita della rete nel Cen-tro Commerciale Latina Fiori. Che cosa faceva prima di affiliarsi a 7Cami-cie? “Sono perito agrario, lavo-ravo come dipendente in qualità di responsabile di prodotti chimi-ci, ma ero deluso dalla profes-sione e avevo deciso di osare, di partire per l’Irlanda per cambia-re vita, alla ventura. Dovevo fare le valigie, mi mancavano cami-cie e maglioni, sono entrato per fare acquisti nel negozio di 7Ca-micie di Via del Corso a Roma. Ed è stato un colpo di fulmine. Ho chiamato il numero verde per le informazioni sul franchi-sing - allora la rete non era ancora partita - e il giorno dopo ho incontrato David Hassan, il titolare. Non avevo né il locale né il capitale per partire, ma l’entusiasmo sì, e Hassan ha deciso di scommettere su di me. Non sono più partito per l’Irlanda!”. Come si è trasfor-mato da dipendente a commerciante? “So-no stato supportato costantemente dalla casa madre e ci ho messo tutta la mia buona vo-lontà, forte anche del fatto che già il primo

sabato di attività avevo incassato 900mila li-re. Capivo di non essermi sbagliato”. Lei ha un negozio in centro città e uno in un cen-tro commerciale. Quali sono le principali differenze tra queste due location? “Nel centro commerciale arrivano migliaia di per-sone al giorno, ma non tutti sono clienti, biso-gna lasciarli entrare e curiosare. Nel negozio in città invece, entrano meno persone ma

puoi avere la certezza che com-prano. Per quanto riguarda i co-sti, se è vero che l’affitto del ne-gozio dello shopping center (100 metri quadri di superficie) è tre volte quello in centro città (40 metri quadri), è vero anche che gli incassi sono doppi”.Ha mai pensato di aprire un negozio con un’altra rete? “So-no innamorato del progetto 7Ca-

micie, ma un innamorato ancora “sano”, che si guarda intorno. Dopo un anno dall’apertu-ra del primo punto vendita, per diversificare il business ho aperto un negozio con un altro marchio in franchising di ab-bigliamento uomo, una rete già av-viatissima questa volta: ho chiuso dopo un anno, non condividevo nien-te di quel progetto”. Qual è il fattu-rato medio di un negozio 7Camicie?“Se il negozio funziona, anche 10mi-la euro a settimana. Non a caso tanti

49Novembre 2009 AZ FRANCHISING

Claudio Sciarretta è stato il primo affiliato, Jean-Louis Delavault è il responsabile dello sviluppo del marchio in Francia. Ecco perché hanno scelto di puntare sul marchio di camiceria fondato da David Hassan

“U

Da sinistra, Claudio Sciarretta, primo affiliatodella rete 7Camicie, e Jean-Louis Delavault,responsabile sviluppo del marchio in Francia

UOMINI e Imprese

7Camicie7Camicie per due

“I punti di forzadella rete?Fantasia, basso impatto economico e layout modularedel negozio

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affiliati hanno raddoppiato e anche triplicato i punti di vendita”. Se dovesse individuare un punto di criticità della rete? “Forse la pubblicità, a livello nazionale si può fare di più”. I punti di forza? “Fantasia, negozio a basso impatto economico e di personale, le caratteristiche della location richiesta. L’inve-stimento iniziale è di 25/35mila euro, con il primo Natale, lo dico sempre, rientri nel capi-tale investito. Il layout del nego-zio 7Camicie è caratterizzato da una struttura modulare: si adat-ta a superfici da 25 a 100 metri quadri, quindi rende molto più facile la ricerca del locale com-merciale”. Quale errore consi-glia di evitare a chi ci legge e magari è interessato ad affiliarsi? “Non la-sciatevi scappare questa rete”.Jean-Louis Delavault 50 anni, francese, è af-filiato a 7Camicie con 3 negozi: a Parigi (dal dicembre 2007), a Lille (aperto a luglio 2008) e a Louvroil (inaugurato a luglio 2009). Si oc-cupa inoltre dello sviluppo del marchio per la Francia: ricerca di candidati, analisi dal profilo, studio del dossier, validità della città dove si trova il futuro negozio, supporto al candidato per la stesura del business plan, formazione del candidato, presentazione alla casa madre. Quale lavoro faceva prima di diventare affi-liato 7Camicie? “Avevo una società nel setto-re immobiliare”. Perché ha scelto di aprire un negozio in franchising? “Ho scelto il fran-

chising perché penso che sia molto importan-te poter contare sull’esperienza e il know how di un gruppo. Permette di semplificare i pro-blemi di scelta di fornitore, di logistica, di rias-sortimento degli articoli in vendita, lasciando più tempo per l’accoglienza e il servizio alla clientela”. Perché ha scelto proprio 7Cami-cie? “Perché è una marca italiana e soprat-tutto per l’originalità del concept e dei prodot-ti. È raro trovare un franchisor che offre una gamma così completa di articoli e che per-mette di rinnovare sempre l’offerta ai nostri clienti, con un rapporto qualità/prezzo unico.

Nel panorama della camiceria poi si distingue per identità e personalità”. Come ha cono-sciuto il brand? “Attraverso un amico che è venuto in ferie a Ro-ma e, conquistato dal format, me ne ha parlato”. Quanto ha speso per l’investimento inizia-

le e in quanto tempo ha recuperato la cifra?“Per l’ultimo negozio, aperto a luglio 2009, ho speso 130mila euro tutto compreso (lavo-ri, mobili, prima fornitura di merce...), penso che recupererò a partire dal terzo anno”. Quali sono le differenze più importanti tra il mercato francese rispetto a quello italia-no? “Il potere d’acquisto del consumatore francese è più elevato che in Italia. Però il mercato intermedio per il prêt-à-porter uomo è quasi inesistente: ci sono le offerte delle grandi catene come H&M, Jules, Devred, Bri-ce oppure quelle delle griffe del lusso come D&G, Kenzo, Armani. La Francia è molto at-tratta dal prêt-à-porter che viene dall’Italia”.

E.D.

06-69765820

www.7camicie.com

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“La Francia èmolto attratta dal prêt-à-porter che viene dall’Italia