Modi Di Dire

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Modi di dire

Acqua in bocca! Cos, con lieve malizia, s'invita qualcuno a tacere, in particolare modo se si tratta di un segreto. Si ritiene che derivi dal rimedio contro la maldicenza suggerito a una donna da un confessore: tenere in bocca, durante la tentazione, un po' d'acqua che, per gli effetti, fu ritenuta miracolosa. Agire, stare, muoversi dietro le quinte. Influire su una situazione, manovrarla senza mostrarsi, per mezzo di altri. Le quinte, col panneggio dell'arco scenico, sono dette mantello d'Arlecchino perch l dentro questa maschera usava nascondersi e, non vista, continuava ad agire e a parlare. Allevare la serpe in seno. Favorire, aiutare chi in seguito pu nuocere o mostrarsi ingrato. Dalla favola di Esopo, Fedro e La Fontaine, che narra di un contadino il quale riscald una serpe assiderata e ne fu morso. Alto papavero. Al significato di essere una persona importante si unisce spesso un giudizio negativo, come quando si dice un mandarino alludendo alla potenza e all'inettitudine dei funzionari dell'Impero Cinese. Narra Livio come Tarquinio il Superbo facesse capire al figlio di sbarazzarsi dei notabili pi potenti della citt di cui era signore: passeggiando nel giardino decapit con un bastone tutti i papaveri pi alti che emergevano dall'erba. Alzare il gomito. Bere un po' troppo o, semplicemente, bere. Tipica locuzione che indica un'azione attraverso un gesto caratteristico, come: alzare i tacchi per correre, fuggire; far ballare i denti per mangiare.

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Andare coi piedi di piombo. Procedere con prudenza e circospezione, senza azzardare minimamente. Nella frase la lentezza in funzione della cautela, mentre Avere il piombo ai piedi significa essere stanchi o impediti in modo da non poter procedere speditamente, e una cappa di piombo un peso, fisico o morale, insopportabile. Andare, venire a Canossa. Chiedere umilmente perdono, sottomettersi, in particolare dopo una condotta spregiudicata e spavalda. Al castello di Canossa, nel 1077 Enrico IV, and, scalzo e con l'abito dei penitenti, a chiedere perdono al papa Gregorio VII, che l'umili con un'attesa di tre giorni. Andar per la maggiore. Godere di molta stima e prestigio; esser valutato tra i primi nel propprio ambiente o nella propria arte; essere in voga. Nella Firenze antica andar per la maggiore o minore indicava l'essere iscritto a una della arti maggiori o minori. Araba fenice. (Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa dicono i versi del Metastasio). ci che risulta rarissimo, unico o impossibile a trovarsi (come una mosca bianca). Erodoto e gli antichi narrarono che la fenice nasceva ogni cinquecento anni, unico esemplare della sua specie, facendo nascere poi dalle sue ceneri un nuovo uccello. Aspettare la manna dal cielo. Si dice di chi resta inerte, inoperoso, aspettando la buona fortuna o che altri facciano per lui o gli appianino le difficolt. Come narra la Bibbia, la manna fu per gli Ebrei un cibo inatteso e insperato che Dio faceva scendere ogni notte dal cielo. una manna, una bella e improvvisa fortuna. A tutta birra. Specialmente nel linguaggio sportivo e nella lingua parlata: a gran velocit, di gran carriera, procedendo col massimo impiego d'energie. Probabilmente dalla locuzione a tutta briglia di identico significato, deformata, nel riferimento alla macchina, per analogia con a tutto vapore, a tutto gas e con accostamento birra-benzina. Avere il bernoccolo (degli affari, della meccanica, ecc.). Essere ben dotato per una materia o per una certa attivit. Da una teoria scientifica del XVIII secolo, che pretendeva di conoscere dalla conformazione della testa le inclinazioni del carattere, derivata l'idea che in un bernoccolo del capo risieda ci che determina una qualit.

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Avere voce in capitolo. Essere tra coloro che hanno credito e autorit, godere del diritto di parlare e del prestigio per essere ascoltati. Capitolo l'adunanza dei canonici o d'altri religiosi che riuniti in tale sede discutono e prendono decisioni collettive. Bruciar le tappe. Procedere a ritmo sostenuto, celermente, superando con rapidit ostacoli e indugi. I postiglioni e i messi d'un tempo dovendo fare un servizio rapido, saltavano spesso le poste del cambio dei cavalli. Cambiar registro. Cambiare il tono, la tattica, il contegno al sopraggiungere d'un fatto nuovo o per un ammonimento. Si dice anche: Girare, virare di bordo, come la nave che cambia direzione. Alcuni strumenti, tra cui l'organo, dispongono di registri che, comandati da leve o pulsanti, consentono di cambiare immediatamente diversi timbri di suono. Canto del cigno. L'ultima opera d'un autore, specialmente se la pi bella. Gli antichi (tra cui Platone) credevano che il cigno fosse canoro e in punto di morte intonasse il suo pi bel canto. Caval di San Francesco. Il bastone, nell'uso che ne fa chi, non avendo altro mezzo, s'aiuta con quello per andare a piedi. Fu questo il fido compagno di viaggio del Poverello d'Assisi. Andare col caval di S. Francesco: andare a piedi. Cavallo di battaglia. Per un artista il pezzo teatrale o musicale da lui preferito e in cui riesce a rivelare il massimo del suo talento; in genere: materia, argomento di cui uno si sente assolutamente padrone. Fra i cavalli di cui disponevano i condottieri e i capitani d'un tempo, quello addestrato per la battaglia era il migliore e, quasi sempre, il favorito. Cavar le castagne dal fuoco. Procurarsi vantaggi, guadagni, evitare noie (facendo rischiare o lavorare gli altri: per questo si aggiunge alla frase con la zampa del gatto). In una favola di La Fontaine una scimmia si serviva della dabbenaggine d'un gatto per impadronirsi, senza scottarsi, delle castagne che cocevano nel fuoco.

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Chiudersi in una torre d'avorio. l'appartarsi sdegnoso d'un uomo di cultura dalla vita pratica o dalla lotta, per coltivare gli studi o la propria arte. Dal latino Turris eburnea (torre d'avorio), espressione che si trova nel Cantico dei Cantici divenuta epiteto che i Cristiani danno alla Madonna. Ciurlare nel manico. Mancare a una parola o a un impegno, rinviare con scuse o pretesti l'adempimento di promesse. Chi si comporta cos fa un po' come la parte metallica d'un arnese, la quale, quando non sta ben ferma nel manico (ciurla, tentenna, gira), rende vana l'opera di chi lavora. Colpo di grazia. Ci che rovina definitivamente chi gi si trova in una brutta situazione. Ai morenti sul campo di battaglia o ai giustiziati si abbreviano le sofferenze dell'agonia con un colpo mortale detto di grazia. D'alto bordo. Si dice di persona altolocata, autorevole, importante. Traslato dalla nave d'alto bordo che ha la parte emersa dei fianchi assai pi alta di quella di basso bordo. Dare corda, spago. Dar maggiore libert, allentare freni e limitazioni precedentemente imposti; assecondare chi parla perch dica ci che interessa all'interlocutore. Dall'uso di legare gli animali con una corda (capre), o uno spago (chiocce, galline) perch non s'allontanino da un luogo. Dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Distribuire opportunamente lodi o biasimi, ragioni o torti, in modo da non dispiacere a nessuno; portare avanti due affari curandoli alternativamente. Probabile riferimento al lavoro del bottaio che stringe le doghe nei cerchi battendo ora questi ora quelle. Darsi la zappa sui piedi. Ragionare, portare prove contro il proprio assunto; nuocere involontariamente a se stessi, nel qual senso si usa anche Scavarsi la fossa sotto i piedi, Farsi la croce con le proprie mani, Farsi la frusta per la schiena. Di punto in bianco. All'improvviso, inaspettatamente, cogliendo quindi alla sprovvista, come a bruciapelo. Tiro di punto in bianco era detto un tempo il tiro delle artiglierie che sparavano direttamente senza elevazione, con il congegno di puntamento che non segnava alcun valore (in bianco).Pagina 4 di 16 www.pagliuzze.it

Doccia scozzese. Una serie di notizie, fatti piacevoli e spiacevoli che si alternano provocando opposti stati d'animo. La doccia scozzese si fa alternando acqua calda e fredda con graduali variazioni di temperatura. Una doccia fredda qualcosa che smorza l'entusiasmo. Dormire della grossa. Dormire profondamente. I bachi da seta fanno in genere tre dormite dette la cinerina, la pelosina e la grossa: quest'ultima la pi lunga. Con riferimento agli animali che vanno in letargo si dice anche: Dormire come un ghiro, come un tasso. Dormire, riposare sugli allori. Stare inoperoso all'ombra dei meriti acquistati o accontentandosi delle glorie passate. L'alloro, con cui si usava cingere le tempie dei poeti o dei guerrieri vincitori, passato a indicare il premio della vittoria e la vittoria stessa. Eminenza grigia. Uno che, senza darlo a vedere, esercita un forte potere o controlla una situazione, soprattutto influenzando persone potenti. Cos fu detto del frate consigliere del cardinale Richelieu (perch, pur vivendo nell'ombra, aveva lo stesso potere di Sua Eminenza il cardinale Richelieu, che portava la veste purpurea propria della sua dignit). Esser come il diavolo e la croce (o l'acqua santa). Due elementi inconciliabili, divisi da inimicizia e avversione per cui si escludono a vicenda. Come quella fra il cane e il gatto, tra suocera e nuora, proverbiale l'inimicizia tra il diavolo e la croce o l'acqua benedetta, cose usate anche per cacciarlo. Esser come il vaso di coccio tra i vasi di ferro. Il debole deve contrastare coi pi forti, o chi, senza difesa, si trova gomito a gomito coi prepotenti (un po' l'inverso della serpe tra le anguille: persona scaltra tra sempliciotti). Da una favola (Esopo, La Fontaine) d'un vaso di coccio che in un fiume, trovandosi vicino a uno di ferro, badava a tenere le distanze per evitare il peggio. Essere al verde. Non avere pi soldi; essere a corto di qualcosa. L'uso antico di tingere di verde il fondo delle candele, o fasciarlo con carta colorata per rendere pi solida la parte di cera da inserire nel candeliere, sta probabilmente all'origine di questa metafora.

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Essere, fare come l'asino di Buridano. Restare indeciso nella scelta, particolarmente quando ci sono due possibilit (mancando le quali si dice: Non saprei che pesci prendere, che acqua bere). L'argomento dell'asino che, non riuscendo a scegliere tra due fasci di fieno, o tra il fieno e l'acqua, muore di fame fu attribuito al filosofo medievale Giovanni Buridano per illustrare una sua teoria filosofica. Essere in bolletta. Essere rimasto senza soldi, trovarsi in una difficile situazione economica. La frase deriva dall'uso di esporre pubblicamente la lista dei nomi (bolletta) di coloro che erano falliti, cosa che, almeno in passato, equivaleva a non avere pi un soldo. Essere in vena. Sentirsi nel pieno delle forze, dell'estro, nella condizione migliore per fare qualcosa. Probabile abbreviazione di Essere in buona (cattiva) vena, espressione che una vota indicava che il malato aveva (o meno) il polso regolare. Esser povero in canna. Esser poverissimo, quasi nell'indigenza, nella miseria. Si dice anche Ridotto sul lastrico, Povero come Giobbe. una di quelle locuzioni di cui si fanno solo ipotesi, tutte insoddisfacenti. Far come quello che cercava l'asino e c'era sopra, o la pipa e l'aveva in bocca. Cercare inutilmente una cosa che vicina, con riferimento a una novelletta di P. Bracciolini ove un tale cercava il suo asino credendolo smarrito, senza avvedersi che lo stava cavalcando.

Fare fiasco. Fallire in un tentativo, non raggiungere lo scopo voluto, non riuscire. L'origine del detto sconosciuta e nessuna ipotesi convincente. Fare gli occhi di basilisco. Fare gli occhi feroci, truci, per intimorire o in segno di furore. Da un pregiudizio degli antichi secondo cui il basilisco poteva uccidere l'uomo con lo sguardo. Far gli occhi di triglia. Fare lo sguardo dolce, svenevole, mostrando d'essere innamorato. Si usa anche Far l'occhio a pesce morto o fradicio perch, nella morte, la loro pupilla diventa molto languida.

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Fare il diavolo a quattro. Fare strepito, gran fracasso e confusione. Quelle rappresentazioni medievali che, oltre alle altre figure, prevedevano la comparsa di quattro o pi diavoli erano dette grandi diavolerie, mentre le altre erano dette piccole. Fare un (gran) cancan. Far gran chiasso, confusione; in particolare, riferito a un avvenimento: sollevarvi intorno gran scalpore. Popolarmente la si riferisce spesso al movimentato ballo ottocentesco dello stesso nome, mentre la parola assai pi antica, anche nel senso di confusione e deriva dal latino quamquam bench, congiunzione frequente nelle dissertazioni medievali, fatte un tempo in latino, che pass poi a indicare lunghe e noiose disquisizioni. Far la gattamorta, essere una gattamorta. Celare le proprie intenzioni, nascondere l'astuzia sotto una posticcia ingenuit per fare pi agevolmente il proprio interesse o cogliere meglio l'occasione, come faceva anche la gatta di Masino, che chiudeva gli occhi per non vedere i topi. Esopo e altri narrano d'un gatto che fingeva d'esser morto per far avvicinare i topi e prenderli pi comodamente. Far la pioggia e il bel tempo (o il buono e il cattivo tempo). Esercitare un'influenza determinante su chi comanda o decide. Leggermente diverso da Dettar legge che vale sempre: esercitare direttamente e apertamente il potere. Probabile riferimento all'importanza che, nel decidere le imprese, s'attribuiva un tempo agli astrologi, i quali prevedevano anche le condizioni atmosferiche. Far le cose alla carlona. Far le cose alla buona, senza cura, abborracciando, cos come vengono. Carlo Magno fu detto re Carlone e nella tarda stagione della poesia cavalleresca fu rappresentato come uomo bonario e anche non molto accorto. Far le parti del leone. In una spartizione prendersi tutto o quasi; dividere ingiustamente e a proprio vantaggio. Esopo e altri narrano che il leone divise in tre parti il bottino d'una battuta di caccia fatta in societ con altri animali, prendendosele poi tutte. Filo d'Arianna. Un elemento, una traccia che guida in un'intricata vicenda, in una situazione difficile, in un complesso problema, conducendo alla soluzione. Teseo, secondo il mito, dopo aver ucciso il Minotauro, ritrov l'uscita del labirinto grazie al filo datogli da Arianna, che egli aveva steso lungo il suo cammino.

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Furbo di tre cotte. Chi straordinariamente astuto e raggiunge quasi l'apice della furbizia. Traslato dalla lavorazione dello zucchero o di altre cose che si raffinano con cotture successive, tre delle quali, in genere, bastano a raggiungere la perfezione. Gettare il guanto. Provocare, fare un aperto atto di sfida; Raccogliere il guanto: accettare la sfida. Gli antichi cavalieri, secondo l'uso germanico, gettavano un guanto per sfidare a duello chi, raccogliendolo, accettava la sfida. Gettare la spugna. Ritirarsi da un'impresa ritenendosi vinto o incapace. Nel pugilato, per evitare a un campione l'umiliazione di una brutta sconfitta o il rischio di un'incontro compromesso, il suo secondo pu gettare sul quadrato l'asciugamano (una volta la spugna) dichiarando cos il ritiro del pugile dal combattimento. Gettare olio sulle onde. Intervenire in una controversia, un litigio, uno stato di tensione con parole o elementi di conciliazione; pacificare, rasserenare. Del mare calmo si dice che Liscio come un olio, mentre Gettare olio nel fuoco significa rinfocolare le contese o i rancori. I marinai per frenare la furia del mare talvolta gettano in acqua dell'olio che, galleggiando e spargendosi, attenua la violenza dei marosi intorno alla scafo. Indorare la pillola. Rendere meno amara una cosa o una notizia sgradevole (che si dice anche pillola o boccone amaro). Le pillole un tempo erano ricoperte d'uno strato di liquirizia dorata. Lacrime di coccodrillo. Ostentazione ipocrita, o di convenienza, di dolore o d'afflizione; pentimento per un male determinatamente commesso. antico pregiudizio, non corrispondente a verit, che il coccodrillo lacrimi dopo aver divorato l'uomo. Lasciare, piantare in asso. Abbandonare uno nel momento pi difficile, sul pi bello, o quando meno se l'aspetta. Si vuole che un asso sia alterazione di Nasso, l'isola delle Cicladi in cui, secondo il mito, Arianna fu abbandonata da Teseo. Altri fanno derivare la locuzione dal gioco delle carte.

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Lavarsene le mani. Disinteressarsi d'una faccenda lasciando che segua il suo corso, declinando ogni responsabilit. Con allusione al gesto di Pilato che, lavandosi le mani davanti al popolo, dichiar di non essere responsabile della morte di Cristo. Lotta senza quartiere. Lotta violenta, senza tregua n esclusione di colpi, tendente a spegnere nell'avversario ogni possibilit di reazione. Dare, non dar quartiere: risparmiare o meno la vita del vinto, concedere o meno la tregua. Probabile riferimento a quartiere nell'antico significato di parte della paga d'un militare, presa come base di valutazione del riscatto che il vinto poteva offrire in cambio della vita. Mangiarsi il grano in erba. Consumare un bene, una ricchezza prima che dia i suoi frutti, dimostrando cos scarsa oculatezza. Da un'antica espressione latina collegata probabilmente all'uso, ancora vivo, di vendere il raccolto quando lontano dalla maturazione, come i frutti quando le piante sono ancora in fiore. Menare il can per l'aia. Portare le cose per le lunghe, indugiare in modo da non concludere nulla o lasciare le cose come stanno. L'aia uno spazio troppo ristretto per portarvi in giro un cane da caccia che vuole luoghi ben pi spaziosi e aperti. Menar per il naso. Indurre uno a fare quello che si vuole con continui raggiri o inganni, senza che egli se ne renda conto. Fa riferimento ai buoi che, afferrati per il naso, vanno docilmente dove si vogliono condurre. Mettere il carro innanzi ai buoi. Fare una cosa prima del tempo; in particolare farla prima di ci che logicamente dovrebbe precedere. Non furono mai visti, infatti, i buoi spingersi avanti il carro. Mettere i puntini sulle i. Precisare chiaramentre una cosa senza lasciare dubbi o incertezze; esagerare nella precisione. Nell'evoluzione della grafia ci fu un momento in cui si cominci da alcuni a segnare un punto sopra la i (che non l'aveva ancora), per distinguerla meglio da altri segni verticali. E questo sembr a qualcuno un eccesso di cura.

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Mettere una mano sul fuoco. Affermare una cosa senza il minimo dubbio o esitzione. Nella forma negativa si usa per attenuare un'asserzione di cui non si assolutamente certi. Porre una mano nel fuoco era una delle prove medievali alle quali s'attribuiva valore di giudizio divino. Nascere con la camicia. Avere la fortuna costantemente favorevole. Camicia detta volgarmente la membrana amniotica che talvolta copre ancora il corpo dei bambini al momento della nascita. Non essere uno stinco di santo. Lasciare molti dubbi sulla propria rettitudine e le proprie virt. Nei reliquiari che raccolgono i frammenti di corpi di santi, l'osso della tibia, in genere, la reliquia pi grossa e vistosa. Ottava meraviglia. Con voluta esagerazione si dice tale una cosa eccezionalmente bella e, con ironia, ci che pretende di esserlo. Sette erano anticamente le meraviglie del mondo fatte dall'uomo, e di uno se ne dice le sette meraviglie quando lo si loda esageratamente. Padrone del vapore. In tono un po' ironico si chiama cos chi comanda o, in una situazione, tiene le leve del potere (con espressione pi attuale: chi sta nella stanza dei bottoni) perch proprietario, dirigente, ecc. Nel linguaggio marinaresco il padrone del vapore il comandante d'un'imbarcazione. Pagare il fio. Scontare la punizione meritata, dovuta a un male commesso o, semplicemente, sopportare le conseguenze d'un comportamento errato. Col termine fio s'indic la rendita d'un feudo, un obbligo feudale, e quindi un tributo. Partire in quarta. Andarsene improvvisamente; affrontare immediatamente, con la massima energia e prontezza, un lavoro o un problema. Si suppone, senza fondamento, che una macchina possa iniziare la sua corsa con la marcia pi veloce che, in genere, (era) la quarta. Parto della montagna. Meschino effetto che segue grandi e ostentate promesse (anche Tanto fumo per poco arrosto; Tanto rumore per nulla) da un'immagine oraziana della montagna che partor il topolino. Montagna ha anche significato figurato di cosa, quantit enorme ed esagerata.

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Passare dalla padella alla brace. Cambiare la situazione in peggio, trovare un rimedio peggiore del male. Si racconta d'una tinca che, cadendo in padella, cerc di fuggire nel fuoco, invitando i compagni di sventura a fare altrettanto. Passare in cavalleria. Passa in cavalleria tutto ci che promesso e non mantenuto, prestato e non restituito e ci che sparisce senza essere smarrito. Locuzione derivata dal gergo militare ed era forse in origine espressione eufemistica per indicare il disertore, o il militare trasferito o congedato, come passato ad altra arma, la cavalleria, un tempo ritenuta pi nobile e prestigiosa delle altre. Passare una notte in bianco. Trascorrere una notte insonne. Nel Medioevo chi doveva essere investito cavaliere, trascorreva la notte precedente vegliando vestito di bianco in segno di purezza e questa era la veglia d'armi. Perdere la tramontana. Perder l'orientamento, la pazienza. Si dice anche Perder la bussola, le staffe. Stella Tramontana si chiam in passato la Stella Polare, che era il principale punto di riferimento per i navigatori d'un tempo. Pescare nel torbido. Approfittare dello scompiglio e della confusione (o crearli appositamente) per ottenere disonestamente dei vantaggi. Probabile riferimento alla celebre comparazione, fatta da Aristofane nella commedia I Cavalieri, dei pescatori d'anguille che ne prendono molte di pi quando le acque sono torbide e fangose. Piantar baracca e burattini. Lasciare improvvisamente un'impresa e coloro che in quella ci erano compagni; cessare in tronco un'attivit. (Lasciare, piantare in asso). Baracca propriamente significa teatrino di burattini e in senso figurato indica un'organizzazione un po' malandata (Mandare avanti la baracca: portare avanti una cosa con fatica); burattini si dicono le persone poco serie. Pietra dello scandalo. Ci che corrompe col malesempio; ci che pone discordia (anche: Seminatore di zizzania). Si dice anche pietra del vituperio o d'inciampo. L'espressione si trova in Isaia ed ripetuta in altri passi della Bibbia.

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Pietra di paragone. Termine al quale ci si riferisce, per le sue qualit discriminanti o per una qualit posseduta in modo assoluto, per giudicare i valori di diversi elementi. la pietra che per le sue qualit permette, fregandovelo sopra, di saggiare l'oro. Prendere, cogliere in contropiede. Con una rapida azione prendere alla sprovvista l'avversario che si trova impegnato altrove e non se l'aspetta. L'azione di contropiede nel gioco del calcio consiste nel rovesciare improvvisamente il gioco passando dalla difesa all'attacco, in modo da raggiungere la zona della porta avversaria rimasta pressoch indifesa. Prendere due piccioni con una fava. Ottenere due vantaggi con una sola spesa o un solo lavoro, come chi con una sola esca catturi due prede. Le fave si ponevano un tempo nelle trappole per la caccia ai colombi selvatici. Prendersela, lottare con i mulini a vento. Si dice di chi per mania di persecuzione o per idee fisse o strane se la prende con nemici inesistenti e con persone e cose che non c'entrano. Dalla famosa avventura di Don Chisciotte che, credendoli giganti, lott contro dei mulini a vento. Questioni di lana caprina. Discussioni senza fondamento o su cose da nulla, come le dispute sul sesso degli angeli o sull'ombra dell'asino. Manca una spiegazione soddisfacente sull'origine di questa espressione molto antica che si trova gi in Orazio. Quinta colonna. Chi, dall'interno d'uno schieramento, favorisce gl'interessi della parte nemica. Espressione nata durante la guerra civile spagnola (1936-1939) quando il generale Mola, puntando su Madrid con quattro colonne, dichiar di poter contare su una quinta colonna che operava a favore dei partigiani di Franco all'interno della citt. Raddrizzare le gambe ai cani. Darsi da fare intorno a una cosa impossibile, inutile, o pretendere di mutare ci che non pu cambiare. Un po' come Lavare la testa all'asino. Non da escludere la derivazione dall'antico rassettar le gambe ai cani riferito per a coloro che curavano le zampe rotte di questi animali.

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Rimandare, mandare alle calende greche. Rimandare a una data che non verr mai. Era questa un'espressione usata dall'imperatore Augusto per indicare la data in cui i debitori insolventi avrebbero pagato, cio mai; cos narra Svetonio nella Vita di Augusto (le calende nel calendario greco non esistevano, mentre nel calendario romano erano il primo giorno del mese in cui si usava saldare i debiti). Rispondere per le rime. Rispondere senza ammettere nulla dell'accusa, rendendo la pariglia, adducendo altrettante e pi valide ragioni. Dall'uso dei poeti d'un tempo che, nelle tenzoni in versi, componevano il sonetto di risposta conservando le stesse rime della proposta. Ritirarsi sull'Aventino. Appartarsi, ritirarsi sdegnosamente in segno di protesta morale. Sul colle dell'Aventino si ritir la plebe dell'antica Roma durante la lotta con i patrizi. Aventino fu detta l'opposizione di coloro che abbandonarono il Parlamento nel 1924, dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti, per protesta e accusa contro il governo fascista. Rivedersi a Filippi. Rimandare una questione al giorno della resa dei conti. Al futuro assume tono ironico o minaccioso per ricordare che verr il giorno della prova. Cos, apparendo in sogno, promise a Bruto il suo cattivo genio, predicendo all'uccisore di Cesare la sconfitta e il suicidio sul campo di battaglia presso Filippi. Rompere il ghiaccio. In genere: vincere una difficolt iniziale; particolarmente: nei rapporti umani superare la freddezza, il silenzio d'un primo incontro o d'una situazione critica. Forse si rif all'uso antico di far precedere un'imbarcazione da uomini che rompevano il ghiaccio d'un fiume gelato. Salire, essere al settimo cielo. Conseguire il massimo della felicit, come Toccare il cielo con un dito. Il settimo cielo, nel sistema tolemaico, era il pi alto, oltre cui erano le stelle fisse e l'orbe supremo. Salvar capra e cavoli. Destreggiarsi in modo da evitare due pericoli, sfuggire uno dei quali comporterebbe logicamente di non poter sottrarsi all'altro. Dalla favola del barcaiolo che, dovendo far attraversare un fiume a una capra, a un lupo e a dei cavoli, risolse il problema con sette traversate, portando le tre cose avanti e indietro in modo che il lupo non mangiasse la capra n questa i cavoli.

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Salvarsi in corner. Salvarsi all'ultimo momento, usando l'ultimo mezzo disponibile (anche: Per il rotto della cuffia). Dall'inglese corner (angolo), abbreviazione di corner kick (calcio d'angolo), rimessa in gioco che nel calcio prevista a sfavore della squadra che spinge la palla oltre la propria linea di fondo, azione spesso fatta volontariamente per risolvere pericolose situazioni. Scagliare la prima pietra. Dare il primo colpo, quasi assumendo tutta la responsabilit, contro una persona o un'istituzione. Dalla frase con cui Cristo difese la donna adultera che doveva essere lapidata Chi di voi senza peccato, le scagli contro la prima pietra. Seguire, essere, stare a ruota. Stare a brevissima distanza da chi precede o arriva per primo; essere preceduto di stretta misura nel conseguire un risultato. Locuzione propria delle gare ciclistiche in cui un corridore, che non si lascia staccare da un rivale, lo segue a ruota (anche di proposito, per farsi tirare) e giunge a ruota sul traguardo quando la ruota posteriore della prima bicicletta non sopravanza quella anteriore della seconda. Seminatore di zizzania, (o seminare zizzania). Seminatore di discordia (anche: Pietra dello scandalo). Dalla parabola evangelica dell'uomo nemico che di notte semin la zizzania (o loglio, da cui anche: Mischiare il grano col loglio) in mezzo al grano. Il vocabolo zizzania entrato nella lingua italiana attraverso questa parabola. Sentirsi fischiare gli orecchi. Credere, avere il sospetto che altri stiano parlando di noi. un antico pregiudizio che chi sente un fischio negli orecchi sia in quel momento ricordato da qualcuno. Sepolcro imbiancato. Un ipocrita che aggiunge alla falsit l'ostentazione d'un'esagerata integrit, come facevano gli scribi e i farisei, che Cristo paragon ai sepolcri imbiancati, riferendosi all'usanza ebraica di render visibili le tombe, imbiancandole perch nessuno le toccasse rendendosi impuro. Spada di Damocle. L'incombere incessante d'una minaccia o d'un pericolo. Dionigi il Vecchio, tiranno di Siracusa, mostr a Damocle, suo favorito, che lo aveva detto felice, come vivesse un tiranno, facendogli sospendere sul capo, durante un banchetto, una spada legata ad un tenue filo.

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Spezzare una lancia a favore. Parlare, agire in difesa, in favore di uno, aiutarlo. Uno dei doveri dei cavalieri, oltre a quello di difendere l'onore proprio e del sovrano, era di proteggere i deboli e gli oppressi, in favore dei quali scendevano in campo dove il primo scontro era quello delle lance. Tagliare la testa al toro. Risolvere senza lasciare dubbi o incertezze una questione o un problema; troncare una discussione, superare una difficolt con mezzi risolutivi. Deriva probabilmente dalla tauromacha (corrida). Tallone d'Achille. Punto debole d'una persona o d'un sistema difensivo; la parte pi vulnerabile o delicata. La madre Teti immerse Achille, quando era piccolo, nello Stige: ci lo rese invulnerabile in tutto il corpo tranne che nel tallone per il quale essa lo sorreggeva. Da ci anche il tendine che scende fino alla parte posteriore del calcagno detto tendine d'Achille. Tempo delle vacche grasse (o magre). Il tempo dell'abbondanza, della prosperit (della carestia, della miseria). Nel racconto della Genesi sette vacche grasse che vennero divorate da sette vacche magre furono sognate dal Faraone e interpretate da Giuseppe come sette anni d'abbondanza seguiti da sette anni di carestia. Tirare i remi in barca. Sospendere un'attivit o perch giunti alla sua conclusione, o per deliberato proposito di lasciare che facciano altri. Si dice anche: Chiamarsi fuori (dal gioco delle carte) quando uno, avendo raggiunto il suo scopo, lascia una faccenda. Fa riferimento al vogatore che cessa di remare e si lascia portare dall'inerzia o dalla corrente. Tornare a bomba. Tornare al punto, al proposito, all'argomento di cui si stava trattando prima di una digressione. Uccello del malaugurio. Persona che ha un influsso malefico, annuncia la sventura o ama fare sempre previsioni sinistre. Tra gli animali alcuni uccelli, e in particolare il loro canto, si ritiene che predcano o portino sventura. Uovo di Colombo. Trovata semplicissima che risolve un problema da tutti considerato insolubile. Vuole un aneddoto che Colombo mostrasse quanto appaia semplice la soluzione d'un problemaPagina 15 di 16 www.pagliuzze.it

quando risolto, invitando alcuni a far star ritto un uovo: non riuscendoci nessuno mostr come ci fosse facile praticando una leggera ammaccatura sul fondo. Uscire dai gangheri. Arrabbiarsi, perdere la calma, la pazienza, il controllo di se stessi e comportarsi senza logica. Immagine presa dalla porta che si scardina; come il cavaliere che perde le staffe ha dato origine alla locuzione dello stesso significato. Uscire, passare per il rotto della cuffia. Cavarsela alla meglio o quasi per miracolo. Si vuole, con poca probabilit, farlo derivare dall'antico gioco della quintana, in cui era ritenuta valida anche la prova di quel concorrente che subiva un colpo o un danno nella cuffia. Vecchia guardia. I fondatori, i pi fedeli e vecchi seguaci d'un movimento, considerati spesso pi per i meriti del passato che per quanto contino nel presente. La Vecchia Guardia imperiale di Napoleone (della quale fu detto che muore, ma non s'arrende) era composta dai pi valorosi veterani. Vedere la pagliuzza nell'occhio altrui. Si usa rimproverare, con questa frase evangelica, la facilit con cui si censurano gli altrui lievi difetti senza guardare i propri, spesso peggiori. Si dice anche se uno rimprovera ad altri il proprio difetto: Come disse la padella al paiolo: fatti in l che mi tingi. Vittoria di Pirro. Una vittoria che costa al vincitore pi che al vinto la sconfitta e lo pone in condizioni precarie o d'inferiorit nei confronti del nemico battuto. Tale si dice fosse appunto la situazione di Pirro dopo aver vinto i Romani ad Ascoli (o a Eraclea, secondo altri): pur avendo battuto il nemico non fu in grado di sconfiggerlo definitivamente.

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