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Stavolta Danilo Rossi si è deciso a compiere il “grande passo”: diventa costruttore e propone una propria linea di telai. Con due modelli, il J90 e l’M92, studiati l’uno per andare all’attacco e l’altro per mantenere le posizioni.
Testi di Maurizio Voltini – Foto di Gianni Cuna
COPPIAD'ASSALTO
TEST TELAI DR RACING 79
VROOM 80 PROVA IN PISTA
mondiali vinti da Danilo quando ancora
era semplice pilota, in una carriera che lo
ha visto cinque volte iridato. La prima volta
è stato infatti a Jesolo nel 1990 e la secon-
da a Mariembourg nel 1992. Il modello
M92 è stato pensato per “andare sul sicu-
ro”: ricalca grossomodo le linee dei CRG
che Danilo ha utilizzato finora, con qual-
che piccolo particolare diversificato. Non
è un particolare, invece, la caratteristica
che differenzia il modello J90: in questo,
la parte anteriore dei longheroni (quel-
la che passa a fianco del serbatoio, per
intenderci) anziché
essere convergen-
te in avanti, è diver-
gente. Una scelta
costruttiva che
porta a far lavorare
dif ferentemente
questa zona, in
un senso che, nelle intenzioni, dovreb-
be essere quello di favorire una maggior
facilità di guida. Per verificare quanto ciò
sia vero, abbiamo provato i due telai DR
Racing sulla pista di Zuera all’indomani
della prova conclusiva di WSK. Coadiu-
vati nel test, come di consueto, dall’altro
nostro pilota ufficiale Elena Lana nonché,
nel ruolo temporaneo di “guest star”, da
Tommaso Cerquetti, il giovane pilota del
Ci aveva già pensato tre anni fa, in
occasione della scorsa omologa-
zione, alla possibilità di diventare
costruttore di telai: alla fine ci aveva rinun-
ciato. Ora invece Danilo Rossi si è convinto
a compiere il “grande passo”: no, non stia-
mo parlando del matrimonio, bensì del
passaggio dal ruolo di team manager a
quello di costruttore. Lo ha fatto utilizzan-
do il già noto marchio DR (sebbene risti-
lizzato) e non solo: i due modelli di telai
che ha disegnato sono pure già disponi-
bili. Ciò è stato possibile grazie al fatto che
adesso la Cik con-
sente di effettuare
le omologazioni
anche con un leg-
gero anticipo, pro-
babilmente pure
nell’ottica di non
ammassare in un
breve lasso di tempo tutte le operazioni
burocratiche connesse.
Fatto sta che ciò ci ha permesso di realiz-
zare uno dei sogni di tutti i tester di “mac-
chinari da competizione”: poter provare
in assoluta anteprima un mezzo che cor-
rerà l’anno prossimo. Anzi, non uno, bensì
due: entrambi i telai che Rossi ha messo in
produzione. Sono il J90 e l’M92, sigle che
richiamano alla memoria i primi due titoli
I TELAI SONO EQUIPAGGIATI DI MOTORE
MAXTER E DI GOMME DUNLOP RELATIVAMENTE
DURE
non abbiamo praticamente nulla da sco-
prire: il suo carattere è praticamente quello
al quale ci hanno ormai abituato i telai neri
di Lonato che Rossi mette abitualmente
in pista. Piuttosto neutro, senza tendenze
sbilanciate, permette di concentrarsi sulla
pista e sui punti di staccata. In quest’ulti-
ma situazione ci viene in aiuto pure l’otti-
mo impianto frenante, potente ma anche
abbastanza modulabile. Descrizione che
viene mantenuta anche relativamente
all’impianto anteriore, con il comando
manuale al volante, impiegato con una
certa frequenza sul tracciato di Zuera.
ASSETTO FOTOCOPIA, MA POI...
Per evidenziare inequivocabilmente la
differente natura delle due scocche, il
J90 ci viene assettato in modo identico
all’M92, e così veniamo lanciati in pista.
Effettivamente le differenze riscontrabi-
li sulla guida sono tutt’altro che di det-
taglio. Il J90 si rivela più leggero al retro-
treno, in conseguenza di un avantreno
molto direzionale. Caratteristica tutto
sommato positiva ma che, con l’assetto
adottato per i motivi anzidetti, si ritor-
ce contro. Infatti per inserire il mezzo in
curva basta dare molto meno sterzo; ma
TEST TELAI DR RACING 81
team di Rossi che proprio il giorno prima
aveva ottenuto un ottimo sesto posto
nella KZ2.
LA FORZA DELL’EQUILIBRIO
In pista ci aspettano entrambi i telai, di un
bel colore rosso, con le plastiche e le grafi-
che caratteristiche del nuovo brand, che si
presentano ben curati anche nelle finiture.
Sono tutti e due equipaggiati di motore
Maxter e di gomme Dunlop relativamente
dure, vale a dire con mescola D. Cercando
di seguire una linea logica che dalla tradi-
zione porta verso l’innovazione, saliamo
prima sulla versione più normale dei telai
DR Racing, vale a dire la M92. La sistema-
zione dell’assetto è quella ormai collauda-
ta dai ragazzi di Danilo che ci assistono nel
test, cioè Luca, Rocco e Gabriele. E bastano
pochi giri per capire che con questo mezzo
PER EVIDENZIARE INEQUIVOCABILMENTE LA DIFFERENTE NATURA DELLE DUE
SCOCCHE, IL J90 CI VIENE ASSETTATO IN MODO IDENTICO ALL’M92, E COSÌ
VENIAMO LANCIATI IN PISTA
Viene una gran voglia di fare giochi di parole
sull’ordine delle “convergenze parallele” di poli-
tichese memoria, perché di questo tipo è la vera,
sostanziale differenza fra i due modelli di telaio
della DR Racing. Infatti l’M92 ha i longheroni a
doppia curva che, nel tratto adiacente al serbato-
io, presentano un andamento convergente verso
l’avanti (soluzione che condividono con svariati
altri telai); al contrario, il J90 ha queste sezioni che
divergono, aprendosi verso l’avanti. Una soluzione
solo similare, ma non identica, finora l’avevamo
vista solo sui Gillard del team PDB. Per il resto, i
due telai che abbiamo provato non si differenziano
significativamente nel design. Omologati dalla Cik
con sigla 18/CH/14 (M92) e 19/CH/14 (J90) che
ne sancisce la validità fino al 2014, questi telai
sono omologati in tutte le categorie e hanno in
comune le altre caratteristiche, quali: tubi tutti da
32 mm di diametro; passo di 105 cm; possibilità
di montare barre supplementari sia davanti che
dietro. C’è da dire che il J90 figura con nove curve
presenti anziché le otto dell’M92, ma la differenza
riguarda solo la parte dove il terzo tubo longitu-
dinale (quello che supporta il motore) si attacca
alla traversa centrale. Per il resto, possono essere
dotati a richiesta dell’impianto frenante anteriore
a comando manuale sul volante (i dischi sono tutti
autoventilanti e flottanti), presentano accessori-
stica in magnesio e hanno boccole eccentriche
con posizioni multiple per la regolazione stabile
di camber e caster. Una particolarità è quella del
piantone di sterzo che, nel punto dove si incer-
nierano le aste che vanno ai fuselli, permette una
regolazione molto più fine e precisa del braccio di
leva. Infine, per quanto riguarda l’assale (ovvia-
mente da 50 mm di diametro) in entrambi i casi
era montato il tipo DR5: si tratta di una versione
abbastanza dura,in una scala che va da 1 a 7 nelle
gradazioni disponibili.
TECNICA TEST DR
CONVERGENTI E DIVERGENTI
ciò, per le note leggi della geome-
tria dinamica di un kart, fa solleva-
re molto meno la ruota interna alla
curva, che ritorna troppo presto a
contatto con l’asfalto, sbilancian-
do e innervosendo la seconda par-
te della curva.
Così si comincia con la messa a
punto dell’assetto, girando di una
tacca gli eccentrici sui portafuselli
anteriori, in modo da accentua-
re l’angolo di caster (togliendo di
conseguenza un po’ di camber). Si
sposta anche il punto di attacco dei
braccetti al piantone, in modo da
renderlo più diretto: ciò è possibi-
le sia perché lo sterzo risultava più
leggero da maneggiare, sia perché
il particolare tipo di attacco studia-
to da Rossi permette variazioni più
contenute e dunque meno rivolu-
zionarie. Ed in pista l’effetto di que-
ste modifiche si sente eccome. Lo
sterzo continua a non dimostrarsi
troppo pesante, però basta usarlo
millimetricamente per ottenere
tutta la direzionalità che si desidera.
Ciò richiede un po’ d’adattamento
iniziale, per calibrare a dovere la pro-
pria azione sul volante – che ricor-
diamo è diventato pure più diretto
per via della modifica al piantone –
e darsi un’opportuna misura di gui-
da; ma poi si riescono a disegnare
con un’unica azione le migliori tra-
iettorie, con il motore che si sente
sforzare molto meno anche nelle
curve più lente, dalle quali si esce
“a sparo”. Così, nonostante queste
caratteristiche non siano quelle che
consentono di sfruttare al meglio
delle gomme dure, i tempi escono
fuori con progressione.
ADATTAMENTO
E LIBERTÀ DI SCELTA
Per vedere di rendere un po’ meno
leggero il retrotreno, si prova in
seguito a stringere un poco la car-
reggiata posteriore, di mezzo cen-
timetro per parte. Effettivamente si
ottiene una maggiore motricità, ma
è anche vero che quando le ruote
dietro scivolano un po’ troppo, in
curva, subito dopo si “piantano” e
fanno perdere ben più del piccolo
VROOM 82 PROVA IN PISTA
vantaggio ottenuto con questa modifica.
Ci troviamo dunque con un mezzo reat-
tivo anche alle piccole modifiche, facile
da capire e adatto alle situazioni di gui-
da con pista gommata. Il tutto, fra l’altro,
senza che lo sterzo si sia appesantito,
ma anzi l’opposto. Dunque, alla luce di
quanto dimostrato in pista, appare più
che azzeccata anche la scelta tecnico-
filosofica di Danilo Rossi, quella di avere
due tipi di telaio abbastanza differenti
nel comportamento e di lasciarsi, con
l’M92, la possibilità di rimediare al rischio
di un progetto più innovativo, quello del
J90. La nostra impressione viene del resto
confermata da Cerquetti, che se pure ha
corso a Zuera con i 125 a marce, ha pur
sempre un trascorso nelle categorie
monomarcia: “Sono sicuramente due
ottimi telai, molto sensibili alle regola-
zioni. Soprattutto quello “nuovo”, il J90,
mi sembra molto più semplice da guida-
re rispetto all’altro. L’M92 è molto simile
al CRG ma alla fine, come abbiamo pro-
vato, risulta più lento nel tempo sul giro,
almeno nelle condizioni in cui abbiamo
provato.”
Insomma, da quanto è scaturito in que-
sto test, non abbiamo certo bisogno del-
la sfera di cristallo per capire che l’anno
prossimo troveremo il team di Danilo
Rossi sempre al vertice, anche nel suo
nuovo ruolo di costruttore.
VROOM 84 PROVA IN PISTA
SCHEDA TECNICA
Telaio M92 J90
Omologazione 18/CH/14 19/CH/14
Altezza ant/post. alto/basso alto/basso
Carreggiata ant. 2,5 spessori 2,5->2 sp.v
Carreggiata post. 139,5 cm 139,5->138,5 cm
Assale 50x1020 DR5 50x1020 DR5v
Mozzi post. 90 mm 90 mm
Barre supplementari non montate non montate
Camber/caster neutri neutri->-1/+1 tacca
Convergenza aperta 4 mm aperta 4 mm
Rapporto 12/72 12/72vw
INDIRIZZI
DR Racing Kart
via Valle 169/A – 03032 Arce (FR)
tel. 0776-539422
fax 0776-523324
www.drracingkart.it
PREZZO
Telaio completo J90 o M92: a partire
da 2.850 euro + Iva
Prezzo IVA esclusa
Danilo Rossi tra due componenti del DR Racing Team presenta i due modelli di telaio omologati. In evidenza l’abbinamento dei colori e la livrea della tuta ufficiale della squadra corse. In basso, Cerquetti ha collaborato alla prova in pista