671 - Rivista Incontri mese di Gennaio 2014
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Fondato nel 1948
Sped. in abb. postalecomma 20, lett. C, Art. 2 - Legge 662/96Taxe perue -Tariffa riscossaTo C.M.P.
Anno 66 n. 1 gennaio 2014
NUOVO SUPERIORE DEI FRATELLI COTTOLENGHINIPROFESSIONE PERPETUA DI 12 SUOREUN PARROCO COTTOLENGHINOLA STELLA DI NATALEANGELI PASSATI DA CHAARIAAMA LANZIANO
NUOVO SUPERIORE DEI FRATELLI COTTOLENGHINIPROFESSIONE PERPETUA DI 12 SUOREUN PARROCO COTTOLENGHINOLA STELLA DI NATALEANGELI PASSATI DA CHAARIAAMA LANZIANO
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Periodico della Famiglia Cottolenghina edegli ex Allievi e Amici della Piccola Casa
n. 1 gennaio 2014Periodico quadrimestraleSped. in abb. postaleComma 20 lett. C art. 2 Legge 662/96Reg. Trib. Torino n. 2202 del 19/11/71
Indirizzo: Via Cottolengo 1410152 Torino - Tel. 011 52.25.111C.C. post. N. 19331107
Direzione IncontriCottolengo Torino
Direttore OnorarioDon Carlo Carlevaris
Direttore responsabileDon Roberto Provera
AmministrazioneAvv. Dante Notaristefano
Segreteria di redazionenuovo indirizzo [email protected]
RedazioneSalvatore Acquas - Mario Carissoni
Collaboratori Fr. Beppe Gaido - Nadia Monari - Gemma La Terra
Progetto graficoSalvatore Acquas
Stampa Tipografia GravineseCorso Vigevano 46 - Torino - Tel. 011 28.07.88
La Redazione ringrazia gli autori degli articoli e foto,particolarmente quelli che non riuscita a contattare .
Incontri consultabile su: www.cottolengo.orgentrate a cuore apertohttp://chaariahospital.blogspot.com/Questa rivista ad uso interno della PiccolaCasa Cottolengo
SOMMARIO
Il punto 3Dante Notaristefano
Un Parroco Cottolenghino 4-5Redazione
Professione perpetua... un s per sempre 6-7Suor Luisa
Nuovo Superiore dei Fratelli Cottolenghini 8-9Fr. Luca Bianchini
Betlemme 10-11Redazione
La stella di Natale 12-13Dorina Rizzo
Il magazzino della Provvidenza 14-15Redazione
Lospite di una notte 16-17
Maria Pia Di Giacomo
Nel carcere in punta di piedii 18-19Mario Carissoni
Un alpino... clochard 20-21Albino Albertini
Angeli passati da Chaaria 22-23Fr. Beppe Gaido
Sul filo della memoria 24-25Redazione
Fatti di vita 26-27Daniele Delcarmine
Grazie.... 28-29Gli amici del Cottolengo
Agostino Cottolengo, pittore e maestro 30-31Don Lino Piano
Ama lanziano 32Redazione
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I l 2013 se ne andato e qualcuno dicefinalmente!. Non sappiamo se condi-videre, sappiamo soltanto che stato unanno che non potr facilmente essere
dimenticato perch caratterizzato da una grave crisi economica che ha generato in Italia pi di quat-tro milioni di nuovi poveri costretti a sfamarsi nelle mense, un tasso di disoccupazione giovanile intor-no al 40% ed ha registrato un sovraffollamento delle carceri con tensioni ormai esplosive tra detenuticostretti a vivere in spazi disumani, oltre allimmane tragedia di Lampedusa (366 morti), alla quale si recentemente aggiunta quella delle Filippine devastate dal tifone Haiyan (oltre 10.000 morti). E noncessa la tragedia del canale di Sicilia per i continui arrivi di barconi affollati di migranti disperati(uomini, donne e bambini) che difficilmente potranno trovare adeguata accoglienza nel nostro paeseove la precaria instabilit politica si appalesa inidonea ad affrontare i gravi problemi dellattuale fase
storica a livello locale, europeo e mondiale. A completare loscuro quadro appena il caso di aggiun- gere che lAlitalia, la nostra compagnia di bandiera, sta per diventare francese e la Telecom, la nostramaggiore impresa di telecomunicazioni, sta per finire o addirittura gi finita nellalveo spagnolo.Saremmo quindi tentati di associarci a chi dice: finalmente!se non accennassimo allascesa al soglio
pontificio di Papa Francesco, alla immediata sua forte presenza, ai numerosi suoi interventi nelle pivarie occasioni, ai milioni di giovani di ogni parte del mondo coinvolti nella Giornata della Gioventcelebrata in Brasile, al dialogo vero fatto storico con i non credenti, dialogo aperto e senza pre-concetti nellincontro epistolare con Eugenio Scalfari, il guru del giornalismo italiano.
Entrando allora nel 2014 una seria riflessione ci ha dato la spinta a raccogliere i diversi articoli del primo numero del nostro periodico Incontri che, se approfonditi e compresi, ci riportano a unadiversa realt per accompagnarci nella ricerca di una speranza da costruire sulla fede.
Dante Notaristefano
Il punto
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...Un annose ne andato...
La Re d a zi o n e d i In c o n t ria u gu ra a t u t ti Bu o n e Fe ste La Re d a zi o n e d i In c o n t ria u gu ra a t u t ti Bu o n e Fe ste
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Un prete cottolenghino guida per la prima volta la parrocchia diSan Giuseppe Benedetto Cot -tolengo di Torino.LArcivescovo mons. Nosiglia, dopola morte del compianto don SergioBosco, ha accolto la disponibilit di unsacerdote offerto dalla Piccola Casadella Divina Provvidenza. DonRoberto Provera, primo Parroco nellastoria della Piccola Casa del Cot -
tolengo in Italia, ha fatto il suo ingres-so solenne il 21 settembre scorso,accompagnato da una ventina di con-fratelli, sacerdoti dellUnit pa storale.La Messa, partecipatissima, stata
presieduta dal vicario generale delladiocesi mons. Valter Danna.Parrocchia estesa quella del Cot -tolengo, 18 mila abitanti. Una comu-nit attiva, con un folto gruppo di gio-vani, un grande oratorio e un impor-tante gruppo Caritas, ispirato al cari-sma del santo patrono.
Monsignor Giuseppe Trucco, ammi-nistratore della parrocchia negli ulti-mi sei mesi, ha dato inizio alla cele-
brazione con la lettura del messaggiodellArcivescovo Monsignor Cesare
Nosiglia, il quale ha tributato a don
Sergio Bosco, parroco per 27 anni, unricordo particolarmente grato e com-mosso.
Nel tracciare un profilo del nuovo pastore del Cottolengo, lArcivescovoha ricordato i numerosi incarichi fino-
don
RobertoProveraPrimo ParrocoCottolenghino
in ItaliaEsorta i fedeli a camminareinsieme, senza rancori oinvidie, per portarelannuncio del Vangelotra le periferie esistenzialidel mondo di oggi.
Notizie
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ra ricoperti, lapprofondita conoscen-za biblica, il servizio come insegnante
presso la Facolt Teologica, invitando-lo a rinnovare la parrocchia comecomunit credente, aperta allincontrocon Cristo, allattenzione ai poveri ealla formazione dei laici.Con toni semplici e cordiali donProvera ha salutato il primo giorno diautunno, inizio di una nuova prima-vera per la comunit del Cottolengoed esortato i fedeli a camminare insie-me, senza rancori o invidie, per porta-re lannuncio del Vangelo tra le peri-
ferie esistenziali del mondo di oggi,con particolare attenzione alla pover-t, materiale e spirituale, citando ilCottolengo: I poveri aprono le portedel Paradiso.Al termine della celebrazione ancoraspazio ai saluti da parte del PadreGenerale della Piccola Casa DonLino Piano, presente con una foltadelegazione, dellUnit Pastorale e,infine, degli Amici del Cottolengo,associazione nella quale don Proveraanima le attivit da molti anni.
Notizie
1 - La parrocchia2 - Lingresso allaltare3 - Don Roberto e le nuove suore4 - Don Fribin, vice-parroco5 - Omelia di Don Roberto6 - Il saluto di pdre Lino Piano
Superiore della Piccola Casa
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Domenica pomeriggio, 13 Ottobre2013, ore 15,30.... Nella solenneconcelebrazione presieduta dalPadre della Piccola Casa della Divina
Provvidenza, don Lino Piano, inseri-ta la Professione Perpetua di dodiciSorelle provenienti dai tre continenti:Asiatico, Sud Americano, Europeo.Esse confermano per sempre la loroconsacrazione a Dio nella Congre -gazione delle suore di San GiuseppeBenedetto Cottolengo, testimoniando,nella Chiesa e nella Piccola Casa,lamore del Padre Provvidente
mediante la lode perenne a Dio e il ser-
vizio di carit ai fratelli pi bisognosi.Sr. Debora, Sr. Giuliana, Sr. Helen,Sr. Lilly, Sr. Jency, Sr. Latha, Sr. Seeja,Sr. Sini, Sr. Noemi, Sr. Sandra,Sr. Santhy, Sr. Shymol...La Celebrazione inizia e noi tuttisiamo avvolti da un senso di sacrali-t e travoltiCome un fiume in piena, la Grazia, la
bellezza, la gioia, la festaCome un fiume in piena, la commo-zione, lentusiasmo, lamoreCome un fiume in piena, inarrestabi-le, incontenibile
E i cuori sommersi da una gratitudine
che non sa trovare parole per espri-mersi pienamente.
E si fa sorriso, sguardi, abbracci,canti, lacrime e scatti per cattu-rare un istante da immortalare, darecuperare nella memoria degli occhie del cuore.Sorelle cottolenghine che siete chia-mate a portare ovunque la presenza diGes nel mondo, vivete e rimanetenellAmore, come esprime il vostrosimbolo pensato e scelto per la vostraProfessione.Come Tu mi vuoi io sar dove Tu
mi vuoi io andr
Notizie
Eccomi Signor...Come Tu mi vuoi, io sar,dove Tu mi vuoi, io andr...
13 ottobre 2013Professione Perpetuadi dodici Sorelleprovenienti dai tre continenti
Sr. Debora, Sr. Giuliana, Sr. Helen,Sr. Lilly, Sr. Jency, Sr. Latha,Sr. Seeja, Sr. Sini, Sr. Noemi,Sr. Sandra, Sr. Santhy,Sr. Shymol...
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Cos avete cantato, e sia davvero ilcanto della vita, quella semplice, quo-tidiana, quella che dice SI.Giorno dopo giorno, nellumile donoalle sorelle in comunit e a tutti colo-
ro, particolarmente bisognosi, ai qualila Divina Provvidenza vi mandersollecite, senza farvi chiamare duevolte come cinsegna il nostro Padre
Fondatore. Siate lode, segno di bene-dizione e, come dono di Grazia, rega-late al mondo Ges, Lui, la Speranza,la Gioia, lAmore che d senso allavostra vita e a ogni vita.
Per voi la preghiera che esprime lariconoscenza per il dono della vostravita:
Preghiera
Signore Dio, Umile e Onnipotente, a Te affido, con infinita fiducia,queste sorelle amate.Custodiscile nel Tuo amore.Vivano in letizia, pazienti nel quotidiano,
perseveranti nella preghiera: gratuitamente donate fino allultimo respiro.I loro pensieri dimorino in Te;
le parole raccontino la Tua Grandezza, la Tua Bont; i loro gesti manifestino la Tua umanit e la Tua Bellezza; rivelino il segreto del Tuo Amore, accendano nei cuori, certezze di Eternit. Attirale, giorno dopo giorno, sempre pi a Te: poni nei loro cuoriuninvincibile nostalgia del Tuo Volto,cos che Ti cerchino instancabilmente,
nel silenzio delladorazione e della preghiera,come nellonda delle occupazioni quotidiane.
Notizie
La Fede in Te come stella luminosa risplenda serena allorizzonte del loro cammino.La Speranza confermi in loro
limmensa gioia, ravvivi il coraggio, la pace, la tenerezza e la confidenza.La Carit sia Olio alla lampada del loro cuore,cos che non venga meno, nei travagli della vita,
la dolcezza della Tua amabile e consolante Presenza.Unite nelle loro originali diversit,
siano un inno alla Comunione, al Tuo Amore che le avvolge, le sostiene, le custodisce e le sospingePadre, fa di loro la Tua Dimora;
siano, come la Piccola Casa,
esse stesse Casa, Sorelle e Madri dei poveri.La Tua gioia sia in loro ed esse possano spargerlacon abbondanza e gratuit,
sul loro cammino, in ogni vita, in ogni cuore!
Suor Luisa
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Il IX capitolo generaledei Fratelli Cottolenghini
Certe espressioni, purtroppo o per fortuna, appartengono al gergodella vita religiosa, per questorischiano di essere comprese come for-mule, in un certo senso svuotate, nontanto di significato teorico, ma dinciden-
za nella vita concreta; dovrebbero invece
essere accostate ogni volta come se fossela prima, lasciandosi provocare dalloriz-zonte sempre nuovo cui rimandano. Stadi fatto che, al IX Capitolo generale,celebrato a Giaveno nelle giornate dal 2all11 settembre, i Fratelli cottolenghinihanno scelto di dare come titolo:
Plasmati dal cuore di Cristo. Itinerario formativo del Fratello cottolenghino.
Rilette ancora oggi, le prime parole con-
Superiore Generaledei Fratelli di San Giuseppe
Benedetto Cottolengo
FratelGiuseppeVisconti
tengono una dichiarazione dintenti dialtezza impressionante: lasciarsi plasmare modellare, dar forma dal cuore diCristo, come ideale di vita! In sintesi: cia-scuna famiglia religiosa convoca periodi-camente (nel nostro caso ogni sei anni)unassemblea rappresentativa, compostadi un certo numero di membri, allo scopodi eleggere il governo (superiore generale
e consiglieri), riflettere su quanto la
Notizie
Plasmatidal cuoredi Cristo...Itinerario formativodel Fratello Cottolenghino
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scuno il nostro dovere, perch il Signoreha gusto di vederci suoi figli e suoi servi-tori (San G. Cottolengo).Termino con unosservazione personale:la concentrazione su un obiettivo comu-ne, quello del Capitolo, mi ha dato lim- pressione di aver promosso tra noi una particolare responsabilit reciproca; unamaggiore coesione non idilliaca, preca-ria quanto si vuole ma reale. Che ilcambiamento, cui accennavo, abbia ilsuo inizio da unesperienza cos? Deo
gratias!
Fr. Luca Bianchini
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Congregazione ha fatto durante gli ultimianni, progettare gli sviluppi futuri. Taleassemblea si chiama appunto Capitolo,ed il momento pi importante, istituzio-nalmente parlando, della vita di unaCongregazione. Pi in dettaglio, ogniCapitolo ha un titolo, un tema su cui con-centrare lattenzione: per noi si trattatodi riflettere e confrontarci sul tema della
formazione. Lespressione programmati-ca, quel plasmati dal cuore di Cristo hadato luogo a una serie di domande: difronte alle nostre differenze culturali e
personali, ai punti in comune, alla storiache abbiamo, alle qualit e alle croci cheil Signore ci dona, cosa vuol dire essere
Fratello cottolenghino? Come si fa adiventarlo, e a ridiventarlo ogni giornodi nuovo? Che significato ha la nostra
presenza oggi, per i poveri, nella PiccolaCasa? Si tratta dinterrogativi fondamen-tali, comunque urgenti, in particolare inquesto momento della vita della PiccolaCasa, e credo sia una grazia laverliaffrontati direttamente, senza eccessivi
filtri. Nello stesso tempo, eravamo tutticonsapevoli che il nostro lavoro avrebbedovuto produrre indicazioni concrete,non riflessioni astratte, per lo meno comeindirizzo formativo generale. Questo, ineffetti, stato fatto. Non finito, per caritma iniziato e portato avanti, s. Gli anni avenire saranno tempo di sfida in cui pren-dere sul serio, ampliare, approfondire,eventualmente correggere lo strumento
messo a punto per la formazione.Ovviamente, laltro scopo del Capitoloera lelezione del nuovo governo. IFratelli eletti sono stati, nellordine: Fr.Giuseppe Visconti nuovo superioregenerale; Fr. Sandro Confalonieri primoconsigliere e vicario; Fr. Roberto Colico,secondo consigliere; Fr. MarcoRizzonato, terzo consigliere; Fr. LorenzoGambalonga, quarto consigliere. Trenomi nuovi su cinque, di cui uno peraltro
Notizie
quasi obbligatorio (salvo deroghe al dirit-to canonico, il precedente superiore gene-rale aveva esaurito i mandati a sua dispo-sizione). Se vero, a parere di chi scrive,che nuovo bello non uno slogansempre cos intelligente, certo che iFratelli hanno manifestato una certa inten-zione di cambiamento. A questo punto,sta a ciascuno di noi partecipare attiva-mente a quel cambiamento; costruireinsieme ai neoeletti meglio lasciarcicostruire dalla Grazia, facendo nostro per
esempio il detto cottolenghino riportatonel sussidio di preghiera capitolare:Compiamo bene, per amor di Dio, cia-
Da sinistra in alto:il gruppo capitoloGeneraleIn basso:
da sinistraErnesto Gada,Giuseppe Visconti,Giuseppe Meneghin
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Spiritualit
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rizia, artigianato e commercio dimanufatti in legno e madreperla, ven-duti in tanti piccoli negozi. Cuore diBetlemme la Basilica della Nativit.La vediamo al fondo di un ampio
piazzale, circondata da alte e antichemura, dove si elevano i vecchi cam-
panili delle tre comunit, latina (fran-cescani), greco ortodossa e armena,che si spartiscono la propriet, inobbedienza al decreto turco del 1852.Eretta nel 325 da SantElena madredellimperatore Costantino, fu riedifi-
cata sulla prima costruzione nel 531da Giu stiniano; questa che noi stiamovisitando.Ha subito invasioni e offese, ma resi-ste; prima rispettata dai Persiani chesulla facciata hanno visto i Magi incostumi persiani; poi dai musulmanidi Saladino, perch dedicata a Mariamadre del Profeta Ges .Si accede alla Basilica, passandoattraverso una minuscola aperturalaterale, chini quasi in ginocchio. Unespediente che durante il regime otto-
Betlemme...eccoci allora a sognare, dare spazio a desideri,cullare il sogno di trovarci almeno una volta nellavita a Be tlemme...
Lasciato alle spalle lautunno,lappuntamento ormai linver-no e nel cuore dellinverno, iltempo delle feste natalizie. Tempi checon lavvento di Papa Fra ncesco, siricompongono sulla scia di un passa-to di attese piene di speranza antica.Eccoci allora a sognare, dare spazio adesideri, cullare il sogno di trovarcialmeno una volta nella vita a Be -tlemme e per qualche istante, provarelemozione di poterci inginocchiarein quella grotta, dove oltre 2000 annifa Ges emise il suo primo vagito, elasciarvi una preghiera, qualche lacri-ma. Proviamo ad andarci assieme!
Betlemme citt di Davide. La trovi asette Km. da Gerusalemme, su unal-tura di 770 metri, poco distante dal-
lalto muro eretto dagli israeliti, checorre lungo le belle colline dellaPalestina.La cittadina vanta una storia antica:ha radici nellAntico Testamento; sene parla nel libro di Rut, poi in 1.Samuele 16-17, in Michea 5,1 cilascia la speranza messianica che da
Betlem uscir colui che deve regnarein Israele. Sviluppatasi sin dallanti-chit, per la presenza nella sua area diuna preziosa sorgente, non ha molterisorse, la popolazione vive di pasto-
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Spiritualitmano, aveva lo scopo di impedire chei soldati entrassero nel tempio con icavalli.Dalla porticina si passa ad un ampioatrio interno, poi ad unantica porta in
legno e finalmente nella maestosaBasilica: lunga 54 metri e larga 26,ricca di colonne, sulle quali i crociatihanno dipinto gli apostoli e che divi-dono la chiesa in cinque navate.Dal presbiterio centrale di proprietgreco ortodossa, attraverso due sca-lette, si scende alla Grotta della
Nativit, alla stella dargento dorato, posata sul pavimento marmoreo nel1717, con la scritta: Hic de Virgine
Maria Jesus Christus natus est .Ritroviamo qui il ricordo del viaggiodi Giuseppe, che a seguito delledittodi Cesare Augusto, lascia la Galileacon la sua sposa.Qui Maria dar alla luce il Figlio pri-mogenito! In questa cornice non pos-siamo che pregare, ripetendo lannun-
cio evangelico proclamato inquella Notte Santa ai pastorisparsi sui colli: Gloria inexcelsis .Accanto a questa grotta inuna sua ramificazione, dettadei Re Magi o della mangia-toia, i francescani hanno unloro altare, dove si celebra laliturgia cattolica.Lasciamo la Basilica e spo-standoci di un paio di chilo-metri, arriviamo al vicinoCampo dei Pastori, dove vi -
siteremo la bella chiesa, eret-ta nel 1953 a forma di tendadi beduino, e i resti del mo -nastero bizantino, che hainglobato alcune delle grotteusate dai pastori per le loroveglie notturne, come quelledei tempi di Ges.Una grande emozione ciinvade
La redazione
A sinistra: la stella che indica il luogo della nascita di Cristo. Sopra: lagrotta della Nativit. In basso: la basilica della Nativit
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Racconti
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Citt del Messico, Natale. Vestiti
nuovi, si mangia e beve, scam- bio di doni. Per tutti, meno una povera bimba india, la piccola Ines,che, a piedi nudi, vaga per il mercato,gli occhi pieni di desiderio sulle mer-canzie esposte. A lei piace girare inmezzo alle bancarelle e la sua fantasiavede frutta sulla tavola, tacchino arro-sto, con patatine dorate profumate alrosmarino; col pensiero si sente quasisazia. Sa bene per che, tornando acasa, non trover di queste delizie. I
venditori alla vista di questa bambina bella e gentile, fanno a gara per rega-larle qualcosa. Ines mette tutto nella bella tasca, che mamma le ha cucitosul grembiulino.Cos, anche questa volta, torner acasa con tante verdure, frutta e dolci per la cena natalizia dei fratellini. Perha un cruccio: i bambini della citt portano stasera un fiore a Ges bam- bino. Lei ama Ges e Gli vorrebbeoffrire il fiore pi bello. Ma comefare? Non ha fiori. Al mercato della
verdura non ci sono. I giardini intornoalle case traboccano di fiori, Ines livede. Alcuni si sporgono dalle cancel-late. Ines tentata di coglierne. Manon si pu donare a Ges un fiorerubato! Dove trovare, un fiore degnodi essere donato a Ges? Un fiore
diverso, il pi bello che si possaimmaginare. Mentre pensa cos, passatra i ruderi dellantica citt azteca. Siracconta che li un tempo cerano giar-dini e serre favolose dai fiori bellissi-mi. Ora sono rimasti solo ruderiabbandonati, dove nascono piante sel-
La Stelladi Natale
...Ines vede che Ges bambino
le sorride. certo Lui che ha fatto imporporarequelle semplici foglie verdi, trasformandole nel fiore pi bello del Messico...
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Racconti
vatiche. Ines tuttavia non dispera;chiss che non possa trovare il fiorespeciale da portare a Ges bambino?Si addentra tra le rovine. Gira, cercama non vede nemmeno il pi modestofiorellino, solo arbusti ed erbacce! quasi buio, sua madre la sgrider serientra troppo tardi e i suoi fratellinirischiano di restare senza cena. Devetornare a casa al pi presto. Ma prima,
scorge in un angolo alcune piantine,con foglie a grappolo, larghe e lucidesembrano fiori. Ines si avvicina,coglie alcuni rametti, fa un mazzo e lolega con il nastrino rosso, che si toltasciogliendo i lunghi capelli. ForseGes gradir i miei fiori verdi, legaticol mio nastrino rosso! Soddisfatta,Ines si dirige con passo deciso versocasa. Passa davanti a una chiesa, la porta spalancata. A questora non cisar nessuno. Saranno tutti a casa a
scambiarsi i doni di Natale. I fiori a
Ges li porteranno a mezzanotte. Ines immagina la scena bambini vestiti a festa, fiori stupendi guarda il suo fiore foglie verdi e due lacrimoni scendono lungo le gote. Codecide di offrire subito i suoi poveri fiori a Ges, prima chnasca a mezzanotte. Entra decisa in chiesa. Ges Bambin
mi perdoner, capir si ripete tra le lacrime , non posstrovarmi a mezzanotte vestita cos, insieme con altri bambni, con questi miei poveri fiori, soltanto foglie verdi! Mi vegognerei troppo del mio mazzo di foglie. Entra nella chiesilluminata, si avvicina al presepe, guarda il Bambinello gnato, nella grotta vicino alla sua Mamma, allasino e al bu prega sospirando: Ges Bambino eccoti i miei fiori! Presdiventer grande, lavorer; guadagner tanti soldi e, te l prometto, porter dei fiori bellissimi, i pi belli del MessicStavolta abbi pazienza, accetta questo mazzo di foglie chsembrano stelle.Dun tratto si scuote dalla sua preghiera.Si guarda attorno e si trova in mezzo a tante persone
Dicono: Oh! Tutti sgomitano per vedere il prodigio. Che bfiori!. Li hai nel tuo giardino? Bambina, dove hai trovatfiori rossi cosi belli, chi te li ha dati? Ines sbalordita pi dtutti, guarda il mazzetto che ha appena posato davanti Ges, e intanto arrossisce di piacere; le foglie si sono tintdi rosso, un bel rosso vivo e allegro! Al centro delle foglie puntini gialli. Cos nato il fiore, che si sarebbe chiamatstella di Natale. Ines vede che Ges Bambino le sorride. certo lui che ha fatto imporporare quelle semplici fogliverdi, trasformandole nel fiore pi bello del Messico e demondo: la Stella di Natale.
Testo ridotto da Argodi Dorina RizzoA sinistra la Stella di Natale, sopra: San Juan Chamula, e in basso untipico presepe messicano
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Testimonianze
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Unaltra perla della Piccola Casadi Torino, che completa lim- pianto dassistenza verso i poveri alla ricerca di beni materiali.La trovate nella zona nord-est a fian-co della Piccola Casa, e, in parte, col-legata con i locali di Casa Ac -coglienza. Spazi ampi, locali ben sud-divisi, nei quali si ordinano i flussi e
lo stoccaggio.Quattro suore, della Comunit Ma -donna del Rosario, e cinque volontarihanno il compito di gestire e organiz-zare i materiali in arrivo, variegati edeterogenei, che transitano per lo pidal portone di via San Pietro inVincoli, 12.Appena varcata la soglia, nellampioandrone, i carrelli accolgono e tra-sportano quanto arriva. Una spolaininterrotta, un via vai lungo tutta lagiornata. Qui normale ritrovare il
carrello appena vuotato nuovamentestraripante. Si ripetono i tempi delSanto: la Provvidenza che non si faattendere! Ci che portato al magaz-zino sosta nella zona di selezione; controllato, suddiviso, separato e, se
non necessita di interventi, ripostonegli spazi riservati. Ad attenderequanto va riparato, troviamo la sarto-ria, la lavanderia, ecc insomma,una catena perfettamente funzionanteed efficiente.
Il Mag azzinodell a P rov vi denz a
Non possiamo fare a meno dei poveri...
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Testimonianze
Che cosa si pu portare qui?, chie-de qualcuno. Lasciamo spazio a quan-to ha risposto una suora impegnata inquesto servizio ad alcuni visitatori:
Tutto ci che avete in pi. Da semprequesta Casa stata abitata da perso-ne che, una volta ospitate, sono poirimaste a lungo o per il resto dellavita.
Non si mai chiesto loro nulla. Lunica preoccupazione di trovare sempre, a chiunque, quanto occorra,dallo spazzolino da denti alle medici-ne pi costoseTutte le mattonelle calpestate sul-larea della Piccola Casa sono servi-
zio al bisogno del prossimo!Sappiamo benissimo che ogni creatu-ra, dalla nascita alla morte, deveessere considerata un tuttuno, mente,anima e corpo.Alla persona importante sia il
piccolo sia il grande servizio, lar-monia di tutto a permettere che il bisogno venga soddisfatto dallarisposta concreta.
Eccomi al dunque: dallesterno il cit-tadino collabora con la Divina
Provvidenza ogni volta che consideradi potere fare a meno di quanto pos-
siede per donarlo.
Adesso, oltre ai ricoverati in questa
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Piccola Casa, ogni giorno tanti si presentano alle varie mense, ai puntidi distribuzione e alla Casa Ac -coglienza, non solo per ligiene e il cambio di vestiario e scarpe, maanche con richieste di utensili per lacucina, di mobili, coperte, lenzuola,corredi per bambini, materassi, piattie posate!
Credo proprio sia tutta opera della Provvidenza; chi arriva nella nostracitt con nulla, in questo modo, pian
piano, con piccoli aiuti, buona volon-t e un po di sacrificio, pu inserirsie vivere una vita serena.
In questa vigorosa risposta cogliamotutta lansia dellanima cottolenghina,
desiderosa di strappare quante pi persone possibile ai momenti di terri- bile crisi economica, che genera lan-nientamento della dignit e la distru-zione di ogni speranza.Si rimettono al centro la fraternit elunit della famiglia umana, valoricalati nel cuore di ogni cristiano.
Non possiamo fare a meno dei po -veri, dei tanti che bussano, sono partedi noi.Ecco allora che le nostre porte sonoaperte per accogliere chi chiede, per
portare e distribuire oltre i confinidella Piccola Casa, in ospedali, carce-ri, comunit, a famiglie e personeanziane.Talvolta, chi riceve non ha molte
parole per ringraziare, ma bellocos: rimane un colloquio silenziosotra noi e il Padre Provvidente, un ser-vizio senza clamori, nellumilt.Un immenso grazie a quanti contri-
buiscono a mantenerlo attivo!
La Redazione
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A vevo conosciuto Fabienne quan-do da bambina frequentavalasilo in cui insegnavo ed era
rimasta impressa nella mia memoria per la sua grande vivacit. Dopo cieravamo perse di vista: lei era cre-sciuta, si era sposata e per il lavoro disuo marito aveva vissuto anche inaltri continenti.Ci siamo riviste quando, tornata inSvizzera, abitava a Losanna ed avevagi quattro bambini fra gli otto e i dueanni. A distanza di anni, ho ritrovatouna persona delicata, fine, sensibile,impegnata come me a percorrere lastrada della fratellanza universale:
non pi maestra e allieva, ma due
Lospite di una notteDi fronte alla sua vita cos dura
la mia sofferenza per il torto subito impallidiva
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sorelle unite nello stesso ideale di vitaevangelica.Il dialogo con lei va subi-to allessenziale. Con semplicit miracconta cosa le capitato di vivereultimamente: Sai, ho passato un
brutto periodo in cui ho molto soffer-to a causa di una sentenza del tribuna-le che mi sembrava ingiusta e cheminacciava la nostra situazione fami-liare. Mi sono molto preoccupata e ungiorno sono andata in chiesa con imiei bambini per affidare ogni cosa aDio. Anche se i bambini non eranotranquilli, sono riuscita a raccogliermie a ritrovare la fiducia nel suo amoredi Padre che sa tutto. Era come se mi
dicesse: Solo da me puoi trovare lavera giustizia.Con una nuova pace interiore sonouscita dalla chiesa. Pioveva.Eravamo quasi arrivati a casa, quan-do, per strada, una signora con unsacco da montagna sulle spalle e una
piccola valigia mi ha fermata, chie-dendomi se i bambini erano tutti miei.Abbiamo incominciato a parlare e,vedendola vestita in quel modo, le ho
chiesto se era di ritorno da un viaggio.No ha risposto , io non ho unacasa. Di giorno vado da un luogoallaltro e di notte per lo pi dormonelle toilette pubbliche....Questa sua confidenza mi ha tocca-
ta. Allidea che anche in quella notte piovigginosa non aveva un rifugio, mison sentita subito spinta ad invitarlada noi, anche se avevo un po di timo-re. Ma come potevo fare altrimenti,
dal momento che in chiesa avevoappena detto a Ges che volevo amar-lo in ogni prossimo?I bambini erano tutti contenti.Mentre Cri stiane faceva la doccia, ho
preparato la cena e intanto mi chiede-vo come avrebbe reagito mio maritodi ritorno dal lavoro.Avevo preso una decisione senza con-sultarlo, ma ho affidato anche questa
preoccupazione al Padre affinch lo
preparasse ad accettarla bene.
Ed eccolo arrivare a casa stanco,dopo una settimana di lavoro, propriomentre la signora usciva dal bagno.Gli ho presentato Cristiane cos comeavrei voluto essere presentata io stes-sa e ci siamo seduti a tavola.Mentre la nostra ospite ci raccontavala sua dura vita, di fronte alla quale lamia sofferenza per il torto subtoimpallidiva sempre di pi, sentivonascere in me il desiderio di colmarladi tutto ci che era possibile per resti-tuirle un po di quella giustizia di cuiera stata privata.Ci siamo poi augurati una buonanotte e il giorno dopo Cristiane ci hadetto di aver dormito cos bene comequando da piccola era dalla nonna.Volevamo che restasse ancora da noi
per il weekend, ma lei preferiva ripar-
tire per non abituarsi ad una vita con-fortevole, al caldo, altrimenti dopo
sarebbe stato pi duro per lei.Prima per abbiamo fatto colazioneinsieme ai bambini e poi abbiamo cer-cato ci che poteva servirle: scarpe,t-shirts, e qualcosa da mangiare. Nonriuscivo pi a frenare i miei figli daldesiderio di riempirla dei loro piccolidoni: per loro tutto era cos naturale!Cristiane aveva le lacrime agli occhi eli ha abbracciati ad uno ad uno.Mio marito ha aperto il portafoglio e
le ha dato tutto ci che cera dentro,mentre io le ripetevo che sarebbe statasempre la benvenuta da noi.Lho abbracciata e sono rimasta congrande gioia in cuore per essere riu-scita a volerle bene come ad una caraamica. Nel salutare Fabienne an -chio mi sono sentita ripiena della suagioia comunicativa.
Maria Pia Di Giacomo
da Citt Nuova
Avevo fame e mi avetedato da mangiare...Ero straniero e mi avete
accolto...
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il titolo della raccolta di esperien-ze di Vittorio Guercio, assistentevolontario penitenziario nel Car-cere delle Vallette di Torino. Venti pagine dense di incontri vissuti neiventitr anni donati a chi ha perso lastrada della morale civile e religiosa.Pagine che ci portano in una realtmolto vicina a noi, dalla quale Vittoriosi lasciato coinvolgere. Volontariocottolenghino, profondamente religio-so, ha raccolto linsegnamento diGes, decidendo di camminare accan-to al fratello sofferente e allontanato, per donargli speranza. Eccolo che siavvia verso il carcere. Ogni volta siripete quanto imposto da ferree rego-le: tre rigorosi controlli personali,metal detector , sette valichi muniti dicancello, richiesta di permesso al-lagente di custodia. Finalmente lac-cesso alla cella.In tanti anni di frequentazione, lat-mosfera del carcere ce lha ormaiaddosso, come un abito. Ne sente
senza soprassalti i tanti rumori, ilmanganello di ferro contro le sbarre,cancelli che si chiudono dietro i dete-nuti, il mestolo che ha appena distri- buito le vivande, pesanti chiavi che
aprono e chiudono dietro i detenuti,detenuti fuori di testa che urlano espaccano quanto alla loro portata. Isuoni: il brusio nelle lingue pidiverse, il televisore sempre acceso, i
Nel carcerein punta di piedi
Anche da questo luogo, le cui paretitrasudano patimento, dolore e spasmodellanimo umano, risplende una luce. la luce di Ges che raccoglie i nostri gemiti...
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da questa tua mano e so che se miavessi lasciato sarei gi sprofondatonelle tenebre della morte. Ma no! Tusei qui sempre! Non mi sento di giu-dicare alcun fratello. Tanti hannocapito il loro errore. Ho conosciutoun omicida, la ragione di un momen-to di follia, la sua rabbia verso se stes-so, loppressione dellanima, il penti-mento, la voglia di riscatto, lamoredi padre. Signore, tu operi miracoliogni giorno in tutti noi.
Mario Carissoni
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litigi, qualche nenia cantata malinco-nicamente. Gli intensi e penetrantiodori di persone, di celle dove chi pu cucina in proprio, di carrelli porta-vivande, quello sgradevole diqualcuno che non si lava mai. Ecco leistruzioni, gridate in faccia a qualchedetenuto inviso ai carcerati e bollatocome infame. Il titolo peggiore.Ma si sentono anche frasi salmodiateda detenuti oranti. Vittorio percepiscetutte le tensioni; vuoi per il reato com-messo o anche solo per letnia diappartenenza. Vede anime in conflit-to, ma anche momenti in cui sopra letensioni, sviluppano solidali legamidi mutuo soccorso, particolarmenteverso i nuovi arrivati.Quante barelle poi, spinte verso lin-fermeria dagli stessi compagni. Su diesse detenuti strappati alla morte datempestivi interventi dei compagni,mentre tentavano di togliersi la vitacon la classica striscia di lenzuola. Etanto altro. Vittorio qui si sente comeun contadino, con in mano la zappa per trasformare in terra buona ognizolla arida. Dona generosamentequanto pu ed concesso. benaccetto da tutti, lo chiamano zio;quante confidenze gelosamentecustodite! Verit, sfoghi, scritti, chemeritano attenta lettura, di quantisono alla ricerca di un aiuto amico.
Una testimonianza fra tutte:Anche da questo luogo, le cui
pareti trasudano patimento, dolore espasmo dellanimo umano, risplendeuna luce. la luce di Ges che racco-glie i nostri gemiti, porge la suamano, colma damore, rinfranca conil suo spirito.
Lamore di Cristo passa anche attra-verso le sbarre e inonda i nostri cuori,capaci di un gesto di generosit versoogni fratello. Per questo amore capia-mo che Ges ci dice: Alzati e cam-mina, le tue colpe ti sono perdonate.Andiamo verso di Lui con cuore con-trito. Grazie, Signore, perch anche inquesto luogo di sofferenza annunci illieto messaggio e susciti fratelli cheleggono e proclamano la tua parola.Vorrei sollevare un compagno curvo
sotto il peso della sua colpa,asciugarele lacrime di un altro afflitto, vorreiabbracciare chi si sta perdendo. Sonoin carcere senza colpa, Signore, ma setu mi vuoi qui, ci sar pure un motivoe quindi ti dico sia fatta la tua volon-t. il delirio di autosufficienza, lafragilit, la disperazione, lessere lon-tani da Dio ad avere portato tanti fra-telli dietro le sbarre. Ma sono sicuroche la tua mano misericordiosa nonha abbandonato nessuno di loro nem-
meno per un attimo. Mi sento sorretto
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Era l, ogni mattina, poi lo rivede-vo in giro durante il giorno.Sempre in strada, alla ricerca diqualcosa da mangiare; frugava dap-
pertutto senza mai darsi per vinto. Digiorno riposava sulle panchine deigiardini, di notte dormiva sui cartonisotto la pensilina della scuola. Sisdraiava presto per non rischiare di
perdere il posto. Era un ometto vicinoallottantina con la schiena ricurva;
pieno di rughe, sguardo leale, prontoal sorriso. Lo salutavo sempre.Quel Natale volevo dividere il pranzocon chi era solo ed ho scelto lui.Varcata la frontiera della sua diffiden-za, accett di seguirmi con la sua bicicolma di borse. Dopo un bel bagno,anche se non voleva saperne di lavar-si, gli donai dei vestiti ed il cappottoche non mettevo pi. In sala da pran-zo, not il mio cappello da alpino; siferm ad osservarlo piangendo:Aspetta, scendo e torno subito.
Un Alpino...clochard
poi partir per un altro viaggio a trovare i miei compagni e a chiedere perdono, per tutti quelli che ho ucciso
Testimonianze
In mano un sacco con dentro, ben con-servato, il suo vecchio cappello daalpino, con una piccola penna e deifori. Quei buchi cosa sono?, glichiesi. Servivano per ingannare ilcecchino.Ma chi sei?. Raccont la sua epo-
pea. Ecco, la sua storia.
I miei genitori sono morti durante laPrima Guerra Mondiale. Sono cre-sciuto in un collegio da dove sonofuggito. Una famiglia mi accolse e miadott per fare il Fameo, il servo ditutti e dormivo sopra una stalla di
buoi. A diciotto anni mi arruolai nel-lesercito.
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Ho combattuto in Africa, in Albania e poi inquadrato in una compagnia diAlpini, sono stato spedito in Russia,sul Don.Sono rimasto a sparare fino allultima
cartuccia, per contrastare lavanzatadel nemico.Poi, camminando giorno e notte e sof-frendo freddo e fame, sono riuscito atrovare, non so come, il resto del mioreparto. Partecipai allo sfondamentodi Nikolajewka. Chiesi: Quantiassalti hai fatto ?. Non so, tanti.
Non mimportava niente morire, in -vece non sono mai stato nemmenoferito. Dopo l8 settembre fui cattura-to a Trieste dai tedeschi e da l spedi-
to verso un campo di concentramento.Fuggii prima di essere internato. Miavviai verso lItalia.Mi trovarono i partigiani e ri masi conloro, sino alla fine della guerra. Poiognuno torn a casa. Da allora hocamminato, in lungo e in largo per tutta lItalia. Lultima tappa sar aVerona; poi partir per un altro viag-gio a trovare i miei compagni e achiedere perdono, per tutti quelli cheho ucciso.
Si era fatto tardi, calava la notte.Disse: Adesso devo andare ad occu-
pare un posto per dormire stanotte.Altrimenti se ritardo, mi prendono
non solo il posto, ma anche i miei car-toni. Ringrazi mia moglie moltocommossa, lo abbracciai come un
padre e lui mi disse che era stato il pi bel giorno della sua vita. Anche per
noi, stato il pi bel Natale dellanostra vita.Per un certo periodo dovetti assentar-mi da casa e al rientro, non vedendo-
lo in giro, domandai di lui. Era statotrovato in una gelida notte, dietro un
banco del mercatino rionale, assidera-to. Per coperta, i suoi cartoni.Si chiamava Angelo ed era volato in
cielo. Spero sepolto con il suo cappel-lo da alpino, bucato per fregare i cec-chini.
Albino Albertini
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Adesso devo andare ad occupare un postoper dormire stanotte. Altrimenti se ritardo,
mi prendono non solo il posto, ma anche i miei cartoni
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Doreen uno degli angeli passatida Chaaria. Una bimba fragile edolcissima. Oggi si sedutasulle mie ginocchia e mi ha dettoallorecchio che voleva raccontare lasua storia. Ho preso un foglio e misono messo a scrivere, seguendo ilflusso delle sue parole. Questo quel-lo che ne scaturito.
Lo so che non sono tanto bella, mache cosa ci posso fare? La mia faccia ha cominciato a gon- fiarsi quattro anni fa. Avevo quasicinque anni, mi accorgevo che nonero come gli altri bambini. Loro correvano dietro alla palla senza problemi, si arrampicavano sugli alberi a cercare mango o nidi diuccelli. Io invece, se ci provavo, mi sentivo malissimo: avevo il cuore chebatteva come una locomotiva, mi sembrava di soffocare. Non mi accor- gevo di essere gonfia, ma le mie com- pagne mi prendevano in giro, mi dice-vano che sembravo una luna piena. I miei piedi erano grassi come dei sal- sicciotti, eppure mangiavo poco, nonavevo mai fame. Un giorno la nonnami ha regalato un paio di sandali. Erano rossi, bellissimi. Dopo un mese soltanto non riuscivo pi a metterli perch i miei piedi erano ingrassati di
colpo. La mamma si preoccupata perch ha visto che a volte, dopo unabreve salita, diventavo tutta blu.Casa nostra purtroppo sulla cima diuna collinetta, la scuola invece gi. Per tornare a casa ci mettevo ore,dovevo fermarmi spesso a riprendere
fiato. Allora ha preso la decisione di portarmi dal dottore. Siamo andati al dispensario del nostro villaggio,abbiamo trovato un uomo con il
camice bianco. Si faceva chiamare Dagitari. Mi ha guardata, non ha fatto altro, hadetto che avevo una polmonite e miha dato delle medicine. Ma nonmiglioravo per niente, anzi, erodiventata come un pallone e respira-vo sempre peggio. Allora Dagitari hacambiato idea: doveva essere un pro-blema di reni, e mi ha dato delle pastiglie che mi facevano fare tantis-
Angelipassati daChaaria
Perch ci sono bambini pi fortunati di altri?Qual la differenza tra
il mal di cuore di un bambino italiano e quellodi un bimbo africano?
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sima pip con il risultato che non riu- scivo pi neanche a dormire di notte.Sono andata avanti e indietro da quel dispensario per anni. Mi bucavanotutte le volte per prendermi un po di
sangue, ero sempre positiva a qualco- sa. A pensarci bene mi sembra che fosse un bellaffare per loro.Una volta avevo la malaria, la voltadopo lameba e un altro giorno il tifo. Fatto sta che mio pap diceva chenon avrebbe pi potuto compraretutte quelle medicine che alla fine nonmi servivano a guarire. Dopo tantotempo la mamma si decisa a portar-mi a Chaaria. Mi hanno fatto degliesami strani. Uno di questi mi ha fatto veramente paura: mi hannomesso dei cavi elettrici sulla pancia, sulle gambe e sulle braccia. Ma nonho sentito niente. Poi mi hanno messouna specie di pila sulla pelle, la face-vano passare su e gi. Vicino, a mecera una grossa macchina che sem-brava un televisore. Guardavo conattenzione lo schermo, ma non cicapivo niente. Ho sentito il dottoredire che il mio cuore faceva tanta fati-ca. Poi, allinfermiera che guardavail televisore insieme a lui, ha sussur-
rato: Che sfortuna per questa bam-bina essere nata qui. Se fosse in Italia sarebbe gi stata operata, potrebbecrescere, studiare. Che cosa laspettainvece? Riuscir almeno a diventare
maggiorenne? Non ho capito bene il senso delle loro parole, ma alla finemi venuto un pensiero: perch ci sono bambini pi fortunati di altri?Qual la differenza tra il mal dicuore di un bambino italiano e quellodi un bimbo africano? I grandi dico-
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no sempre che mancano i soldi. Chebarba questo denaro... Anche a casanon posso avere la televisione perchnon abbiamo soldi. Il pap usa la bici perch non pu comprare la moto. lo
vado alla scuola pubblica e non possoandare in quella bella, privata, per-ch non abbiamo i soldi. Adesso hocapito che continuer ad essere gon- fia, a soffiare, a sentire che mi mancalaria tutte le volte che risalgo il sen-tiero che mi porta a casa. Sono sicu-ra che il bambino bianco malato non si sentir mai dire dalla mamma chele medicine sono finite e non ci sono i soldi per comprarne altre. A me inve-ce capiter tante volte.
Se il mio cuore si fermer quando sar ancora piccola, allora, appenaarrivata in Paradiso, far a Dio que- sta domanda: Abba, se sapevi che ci sono bambini che nascono nella parte sbagliata del mondo e non possonocurarsi, perch non fai nascere solobimbi sani in Africa, mentre quellimalati li fai nascere tutti nei Paesiricchi dove ci sono le medicine? forse perch i bambini africani ti piacciono cos tanto che vuoi che tor-
nino presto da te, per farli diventaredei piccoli angioletti? lo penso siacos. Sono sicura che la maggior parte degli angeli del cielo sono neri.
Fr. Beppe Gaidoda Ad un passo dal cuore. Ediz. San Paolo
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mani di persone del tempo passato.Che emozione dopo averla trovata, passare la mano sullo sgualcito car-toncino, con impressa la fotografiadella storica benedizione della
Bandiera dellAssociazione degli exAllievi Scuole Cottolenghine.Desideroso di una qualche notizia inmerito, cercando su un vecchio pol-veroso registro, trovo la pagina 1del verbale del 13 marzo 1916:
Assemblea preliminare di formazio-ne e di preparazione dellAs so -ciazione fra ex allievi del Cot -tolengo .Ci trovo scritti tutti i preliminari per lorganizzazione dellincontro delgiorno 17 che tradiscono tutta la pre-mura per il buon esito dellincontro;una scrittura ordinata, bella da farcivergognare, noi che ormai usiamo la
penna solo per qualche firma.In quei tempi, chi scriveva era moltovicino e anche pieno dell ansia del buon Padre Cotto lengo che avevaben visto come la povert gema
sovente nella pi trista ignoranza, ecome assai pi del pane che loro
sostenta il corpo, fossero i ricoveratiin estrema necessit di un nutri mentoche loro vivificasse lanima (1856 -La famiglia dei Tom masini, pag. 17).Con un piccolo salto nel tempo, nelmese di maggio 1983, uno degli exallievi, in occasione dei periodiciincontri, scrive:Giorno di gioia, diallegria, di pace immensa nei nostricuori.Siamo tornati alla Piccola Casa per rifornirci di spiritualit e di amore.
In pratica abbiamo fatto rifornimen-to dellacqua viva che sgorga alla
fonte della Piccola Casa. Nellarco dellanno (per noi annodellex) cercheremo di tenere sempreviva la nostra sete .Chiude poi con delicati pensieri pieni di nostalgia: Ricordo e sognoamici miei gli anni trascorsi vicino aVoi. Ricordo i giochi, il sorriso deiVostri occhi, le preghiere e la felici-t. Tutto era bello
Ora sono solo nel mondo. Ma non Vi scorder mai. Torner da Voi per portar via con me un po dellaVostra felicit.Felice conferma che quando il seme
cade in terreno fertile non sparsoinvano.
Testimonianze
Tornando al presente, lAssociazione tuttora una bella realt, che continuagli stessi periodici incontri annuali,con lo stesso spirito e cadenzati comenei bei tempi del lontano 1917.
La Redazione
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Fatti di vita stato il tema dellaterza edizione della Settimana della
scuola , organizzata dallufficio Dio -cesano di Torino. Il Cottolengo, dasempre luogo di solidariet educativa,
stato questanno protagonista di unadelle giornate della settimana.Marted 15 ottobre, centinaia di stu-denti provenienti dalle scuole prima-rie e secondarie di I grado di Torino,hanno avuto la possibilit, per la
prima volta, di conoscere La cittnascosta , che pur trovandosi nel
pieno centro di Torino sconosciuta amolti dei torinesi stessi.Tutta la Piccola Casa stata mobilita-
ta per levento: a partire ovviamente
dalla Scuola, che ha fornito insegnan-ti ed educatori per la perfetta organiz-zazione della giornata.Diversi stands erano dislocati lungoun percorso studiato con attenzione,
affinch tutti i luoghi sacri e impor-tanti fossero visitati.Gli insegnanti, trasformatisi in guide
per un giorno, hanno fornito informa-zioni sulle diverse famiglie che com-
pongono la Piccola Casa, sugli ospitiche le abitano, sulle storie personalidei religiosi cui le famiglie sono dedi-cate. Un percorso davvero emozio-nante, durante il quale i giovani stu-denti hanno potuto incontrare anche
alcuni ospiti delle varie famiglie.
Momenti di riflessione e formazionespirituale, ma anche divertimento per
i giovani ospiti.Erano presenti alcune zone dedicateallo sport: nella palestra i componentidi una squadra di basket su carrozzinahanno spiegato come giocano lorosulle due ruote, e gli studenti hannoavuto la possibilit di tirare dei colpistando in carrozzina.Al campo grigio tre diverse aree dedi-cate al gioco del rugby. C stato spa-zio anche per le altre attivit legate al
Cottolengo, con la presenza del grup- po Outsider e dello stand di Cavolinostri.Alla giornata hanno partecipato ancheun gruppo di Carabinieri, i rappresen-tanti del Politecnico di Torino, lexMinistro della Pubblica IstruzioneProfumo, grande sostenitore dellaScuola Cottolengo, lassessore allacultura Coppola e lex capitano delTorino Benedetti.
Lo stand di Visto da noi, il TG della
Fatti di vitaMomenti di riflessione e formazione spirituale,
ma anche divertimento per i giovani ospiti...
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Scuola Cottolengo, ha raccolto im - pressioni sulla giornata da parte dei partecipanti.Al termine della mattinata, tutti riuni-ti al campo verde, gremitissimo.Il Vescovo di Torino Mons. Nosiglia intervenuto chiudendo la manifesta-zione con una toccante benedizione.Ha mostrato molto spirito e un certofeeling con i giovani, e un ovvio com-
piacimento per la presenza di tantiragazzi a una giornata che, con la sua
perfetta riuscita, ha contribuito alconfronto, al dialogo e alla conoscen-za, elementi indispensabili per la cre-scita umana e spirituale.
Daniele Delcarmine
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Caro Don Roberto, cos cominciadi solito uno scritto ad un caroamico. Non troviamo parolamigliore, oggi, per esprimerti i nostrisentimenti.Caro Amico, e lo diciamo con orgo-glio e profonda riconoscenza per ildono della tua presenza tra noi, findallinizio del nostro cammino asso-ciativo, ventanni or sono. Nel frat-tempo siamo diventati gli Amici delCottolengo.
Non ci dato sapere come si sarebbeevoluta la nostra esperienza senza latua presenza. Certamente vi ricono-sciamo unazione benefica dellaDivina Provvidenza, che nel misterodei suoi disegni ti ha posto al nostrofianco, come Amico, fratello, sacer-dote e pastore, maestro nella Fede.Il tempo e lo spazio non bastano per raccontare quanto queste qualitabbiano operato nel profondo dellenostre anime in ricerca, desiderose di
fortificare la personale spiritualit, inuna visione pi adulta, consapevole eresponsabile. Hai accompagnato la
preparazione delle Promesse ormaicirca 60 , arricchendo ogni giornatadi ritiro con la tua profonda conoscen-za e competenza ecclesiale e biblica ericonciliando alla Grazia anime tra-
ballanti.La tua presenza ai nostri incontrimensili stata sempre un valoreaggiunto alla qualit dei relatori.
Notizie
GrazieNoi, Amici del Cottolengo e tuoi Amici, saremo chiamati a dare testimonianzadi quanto abbiamo ricevuto dalla ricchezza della tua parola e dal tuo esempio,continuando con una ancor pi feconda vita associativa insieme ad una
rinnovata presenza nellambito della Piccola Casa.
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Di tutti questi tuoi doni quello chemaggiormente ricorderemo, vivissi-
mo nelle nostre coscienze e fermocome una roccia, sar il tuo accoratorichiamo al Carisma del nostro Santo,alla filiale devozione a Maria, allab-
bandono fiducioso alla DivinaProvvidenza.Forse, ancor pi dei temi di tanti pro-grammi annuali, stata propriolespressione di questa tua illimitata erichiamata fede nella Divina Prov -videnza a rendere pi matura la nostraidentit cottolenghina, facendoci sen-tire, in tal modo, partecipi e parte vivadella Piccola Casa.Oggi il ventennale cammino insieme
giunge a una svolta, importante per lavita della Chiesa torinese. Le strade
della Provvidenza, ci richiamano al -lassunzione di nuove responsabilit.
Noi, Amici del Cottolengo e tuoiAmici, saremo chiamati a dare testi-monianza di quanto ricevuto dalla ric-chezza della tua parola e dal tuoesempio, continuando con una vitaassociativa ancora pi impegnatanella Piccola Casa.Ti attende un servizio pastorale in unasignificativa porzione della nostraChiesa locale, bisognosa di presenzeche mantengano viva la fiamma dellafede e la luce dello Spirito, insiemeallamore per la Chiesa.
Insieme ai molti che ti amano, chiede-remo uniti che lo Spirito Santo susci-
ti in questa comunit la disponibilitcostruttiva di tanti laici che condivi-dano con te le responsabilit che certonon mancano nella vita parrocchiale.Immaginando possibile una sorta digemellaggio tra gli Amici del Cot -tolengo e la tua parrocchia, che non acaso porta il nome del Santo, disponi
per ogni cosa sia nelle nostre possibi-lit. Questo il nostro DEO GRATIASalla Provvidenza; il suggello di frater-nit a lungo condivisa sar, con laiu-to di Dio, per sempre.
Gli Amici del Cottolengo
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Arte
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solidale costruita dai genitori. Lavalutazione artistica delle sue operecostituisce la parte pi significativadel profilo biografico.Di ci occorre ringraziare vivamentela dottoressa Lidia Botto che ci hadato preziose indicazioni per capire eammirare lopera dellartista.Il volume costituisce un altro tassellodi qualit negli studi condotti dallau-trice sulla fa miglia Cot tolengo.Auspico, quindi, che questa pubblica-zione possa aiutare a cogliere eapprezzare il talento artistico di un
pittore che ha onorato la citt di Bra eche ha contribuito a rendere famosa e
benemerita la famiglia del SantoFondatore della Piccola Casa dellaDivina Prov videnza.
don Lino Piano
V erecondo Agostino Cotto len-go, fratello minore di san Giu -seppe Cottolengo e quintogeni-to dei coniugi Giuseppe AntonioCottolengo e Angela Be nedetta Chia -rotti, si distinto per il suo genio di
pittore di un certo successo.Il profilo biografico, presentato dasuor Maria Teresa Colombo e dal dot-tor Gian Mario Ricciardi, delinea lafigura del pittore ampiamente docu-mentata, ritraendolo nelle vi cende per-sonali e familiari in cui era.Ovviamente la sua caratteristica parti-colare fu il talento artistico ma che egli
pot realizzare grazie allappoggio paterno.Il Santo, suo fratello, gli fu vicino neivarii momenti felici e tribolati dellasua esistenza con quellattenzione
caratteristica di una famiglia unita e
AgostinoCottolengo
Pittore e Maestro - 1794-1853 Agostino Cottolengo, Pittoree Maestro, 1794 -1853.Una bella storia collocata
in un secolo ricco degli sconvolgimenti sociali e politici, che hanno attraversata tutta lEuropa, lasciando tracce anche nella quieta cittadina di Bra.Biografia-Catalogo, tutto in
un volume elegantemente rilegato, di circa 200 paginedense di storia, ricco di 145opere pittoriche, con
numerose fotografie e riproduzioni di rara bellezza.La presentazione del volumeci viene offerta da don LinoPiano, Padre Superioredella Piccola Casa della Divina
Provvidenza
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Sopra a sinistra: San Luca intento a dipingere la Madonna ,di A. Cottolengo, olio su tela,120 x 90, Bra, Collezione privata
Sotto: Ritratto di Bimbo con cartae pennelli , 1851 circa, olio su tela,50 x 38, Bra, Casa Cottolengo
Dal Volontariato...
Con la possibilit offerta dalla rivista Incontri , invio un augurio di grandeserenit e di pace a tutti i volontari/e dellA.V.C. Onlus, in occasione delle pros-sime festivit Natalizie, unito agli auguri di tutto il comitato esecutivo e perso-nale degli uffici di segreteria. Un augurio che abbraccia tutti con la certezza chela Divina Provvidenza sar accanto a noi anche nella strada che percorreremolanno prossimo. Allora... Avanti in domino! Auguri!
il Presidente Tonino Pometto
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Ama lanziano
Lascialo parlare, perch nel suo passato ci sono tante cose vere.Lascialo andare tra i suoi vecchi amici, perch l che si sente rivivere.
Lascialo vivere, fra le cose che ha amato della sua vita.
Lascialo vincere nelle discussioni, perch ha bisogno
di sentirsi sicuro di s.Lascialo salire nellauto di famiglia, quando vai invacanza, perch lanno prossimo avrai rimorso se luinon ci sar pi.
Lascialo raccontare storie gi ripetute, perch lui vuolevedere se stai alla sua compagnia.
Lascialo pregare come vuole, perch lanziano uno che
avverte lombra di Dio sulla strada che gli resta da compiere.Lascialo gridare anche quando ha torto, perch lui e i bambinihanno diritto alla comprensione.
Lascialo invecchiare, con lo stesso paziente amore, concui lasci crescere i tuoi bambini, perch tutto fa partedella natura.
Lascialo morire tra braccia pietose, perch lamore
Ama lanzianoLascialo parlare, perch nel suo passato ci sono tante cose vere.Lascialo andare tra i suoi vecchi amici, perch l che si sente rivivere.
Lascialo vivere, fra le cose che ha amato della sua vita.
Lascialo vincere nelle discussioni, perch ha bisogno
di sentirsi sicuro di s.Lascialo salire nellauto di famiglia, quando vai invacanza, perch lanno prossimo avrai rimorso se luinon ci sar pi.
Lascialo raccontare storie gi ripetute, perch lui vuolevedere se stai alla sua compagnia.
Lascialo pregare come vuole, perch lanziano uno che
avverte lombra di Dio sulla strada che gli resta da compiere.Lascialo gridare anche quando ha torto, perch lui e i bambinihanno diritto alla comprensione.
Lascialo invecchiare, con lo stesso paziente amore, concui lasci crescere i tuoi bambini, perch tutto fa partedella natura.
Lascialo morire tra braccia pietose, perch lamore