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Informazione sanitaria sul web Bando Formazione 2013 associazioni csvs informa a pag. 5 a pag. 3 pagg. 8-9 C ’è un tema che si sta imponendo nel nostro paese, e che coinvolge la società, la politica, la Chiesa: la po- vertà. Gli istituti di ricerca non fanno altro che sfornare cifre da capogiro: ormai si tratta di un esercito di persone che vivono nella precarietà (8 milioni) o perfino nella miseria (quasi 4 milio- ni); sono persone che hanno perso il lavoro, o che hanno in famiglia dei ma- lati gravi, o sono famiglie con un solo genitore, soprattutto donne divorziate o separate. E la situazione sembra dover peggiorare nei prossimi mesi-anni per effetto della stagnazione dell’econo- mia. E’ stupefacente pensare che in questo momento una parte importante della politica italiana continui a giocare una sorta di partita a poker sulle spalle del paese, con tatticismi e calcoli di conve- nienza strategica fuori luogo, compren- sibili in campagna elettorale, ma non più adesso a bocce ferme; sentiamo ancora proclami del filone dell’antipo- litica che dimostrano semplicemente che qualcuno sta prendendo tempo per posizionarsi al meglio nella divisione dei poteri. Ma siamo passati dalla re- pubblica dei corruttori alla repubblica dei giocatori d’azzardo? Ecco che cosa chiedono i poveri e le persone che fanno fatica in Italia: fare immediatamente un governo che dia stabilità al paese, rispettando quello che è stato l’esito elettorale; condivi- dere tra le forze politiche un program- ma per contrastare, immediatamente e seriamente, la povertà con misure nel campo del reddito alle famiglie, della occupazione, dello sviluppo; poi fare una riforma elettorale; poi tutto il resto! La Regione Puglia ha iniziato il per- corso per la costruzione del nuovo Piano Sociale Regionale, e ha chiesto ai volontari di portare il loro contributo, anche in vista della grande opportunità offerta dai fondi strutturali 2014-2020. Sono due le cose che chiederemo: mi- gliorare il processo partecipativo “co- stringendo” i Comuni ad ascoltare real- mente i cittadini e a progettare con loro e per i loro bisogni reali; investire quasi tutte le risorse per il contrasto delle po- vertà, con servizi concreti e sistemici che diano risposte non d’emergenza, evitando sprechi “burocratici”. CRESCITA E COESIONE NEL FUTURO DELLE POLITICHE SOCIALI le parole che contano “Il fatto che si parli con tanta frequenza di nuovi diritti è il segno che la storia non si è fermata” Stefano Rodotà, “Il diritto di avere diritti” N on si tratterà di un momento celebrativo. Un vero e pro- prio cantiere, quello dell’Assem- blea nazionale dei CSV a Lecce dal 24 al 26 maggio 2013. Il docu- mento “Il lungo passo” scritto dal presidente Stefano Tabò, su man- dato del direttivo nazionale, tratta un tema dirimente: “CSV e CSV net: prospettive e strategie”. E’ stata adottata l’immagine del “lun- go passo” per descrivere il cam- biamento che il sistema dei CSV italiani devono realizzare; pertanto il documento contiene la “direzio- ne di marcia” e le convinzioni che accompagnano il procedere. Il fu- turo, secondo Tabò, deve radicar- si su valori, finalità, obiettivi che hanno strettamente a che fare con l’esperienza del mondo del volon- tariato. Ed ecco i nodi tematici: 1) L’identità “Possedere una identità chiara, condivisa e funzionale è un presupposto irrinunciabile per ogni verifica, revisione, program- mazione”. 2) Il dimensionamento dei CSV in riferimento alle esigen- ze reali del territorio e alle risorse disponibili. 3) I livelli decisiona- li, ossia l’opportunità di una ces- sione di sovranità dai CSV verso CSVnet. 4) Il perimetro. Domande alle quali occorrerà dare risposta: quali sono le ragioni perché CSV e CSVnet amplino il loro raggio di azione? E’ possibile accedere ad altri fondi? Si possono remunera- re alcune attività svolte dai CSV? Vi deve essere necessariamente la totale gratuità dei servizi al volon- tariato? IL FUTURO DEI CSV PASSA DA LECCE Marzo 2013 - Anno VIII - n.64 L’assemblea nazionale dei CSV il 24-26 maggio di Luigi RUSSO Editoriale LA POVERTÀ INCOMBE

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Informazionesanitariasul web

BandoFormazione2013

associazionicsvs informa

a pag. 5a pag. 3

pagg. 8-9

C’è un tema che si sta imponendo nel nostro paese, e che coinvolge

la società, la politica, la Chiesa: la po-vertà. Gli istituti di ricerca non fanno altro che sfornare cifre da capogiro: ormai si tratta di un esercito di persone che vivono nella precarietà (8 milioni) o perfino nella miseria (quasi 4 milio-ni); sono persone che hanno perso il lavoro, o che hanno in famiglia dei ma-lati gravi, o sono famiglie con un solo genitore, soprattutto donne divorziate o separate. E la situazione sembra dover peggiorare nei prossimi mesi-anni per effetto della stagnazione dell’econo-mia.E’ stupefacente pensare che in questo momento una parte importante della politica italiana continui a giocare una sorta di partita a poker sulle spalle del paese, con tatticismi e calcoli di conve-nienza strategica fuori luogo, compren-sibili in campagna elettorale, ma non più adesso a bocce ferme; sentiamo ancora proclami del filone dell’antipo-litica che dimostrano semplicemente che qualcuno sta prendendo tempo per posizionarsi al meglio nella divisione dei poteri. Ma siamo passati dalla re-pubblica dei corruttori alla repubblica dei giocatori d’azzardo?Ecco che cosa chiedono i poveri e le persone che fanno fatica in Italia: fare immediatamente un governo che dia stabilità al paese, rispettando quello che è stato l’esito elettorale; condivi-dere tra le forze politiche un program-ma per contrastare, immediatamente e seriamente, la povertà con misure nel campo del reddito alle famiglie, della occupazione, dello sviluppo; poi fare una riforma elettorale; poi tutto il resto!La Regione Puglia ha iniziato il per-corso per la costruzione del nuovo Piano Sociale Regionale, e ha chiesto ai volontari di portare il loro contributo, anche in vista della grande opportunità offerta dai fondi strutturali 2014-2020. Sono due le cose che chiederemo: mi-gliorare il processo partecipativo “co-stringendo” i Comuni ad ascoltare real-mente i cittadini e a progettare con loro e per i loro bisogni reali; investire quasi tutte le risorse per il contrasto delle po-vertà, con servizi concreti e sistemici che diano risposte non d’emergenza, evitando sprechi “burocratici”.

CRESCITA E COESIONE NEL FUTURO DELLE POLITICHE SOCIALI

le parole che contano

“Il fatto che si parli con tanta frequenza di nuovi diritti è il segno che la storia non si è fermata”

Stefano Rodotà, “Il diritto di avere diritti”

Non si tratterà di un momento celebrativo. Un vero e pro-

prio cantiere, quello dell’Assem-blea nazionale dei CSV a Lecce dal 24 al 26 maggio 2013. Il docu-mento “Il lungo passo” scritto dal presidente Stefano Tabò, su man-dato del direttivo nazionale, tratta un tema dirimente: “CSV e CSV net: prospettive e strategie”. E’ stata adottata l’immagine del “lun-go passo” per descrivere il cam-biamento che il sistema dei CSV italiani devono realizzare; pertanto

il documento contiene la “direzio-ne di marcia” e le convinzioni che accompagnano il procedere. Il fu-turo, secondo Tabò, deve radicar-si su valori, finalità, obiettivi che hanno strettamente a che fare con l’esperienza del mondo del volon-tariato. Ed ecco i nodi tematici: 1) L’identità “Possedere una identità chiara, condivisa e funzionale è un presupposto irrinunciabile per ogni verifica, revisione, program-mazione”. 2) Il dimensionamento dei CSV in riferimento alle esigen-

ze reali del territorio e alle risorse disponibili. 3) I livelli decisiona-li, ossia l’opportunità di una ces-sione di sovranità dai CSV verso CSVnet. 4) Il perimetro. Domande alle quali occorrerà dare risposta: quali sono le ragioni perché CSV e CSVnet amplino il loro raggio di azione? E’ possibile accedere ad altri fondi? Si possono remunera-re alcune attività svolte dai CSV? Vi deve essere necessariamente la totale gratuità dei servizi al volon-tariato?

IL FUTURO DEI CSV PASSA DA LECCE

Marzo 2013 - Anno VIII - n.64

L’assemblea nazionale dei CSV il 24-26 maggio

di Luigi RUSSOEditoriale

LA POVERTÀ INCOMBE

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2CSVS INFORMA

Si svolgerà a Lecce dal 24 al 26 maggio. In questo speciale l’anticipazione dell’importante evento

Intervista a Lugi Russo in previsione dell’assemblea nazionale dei Centri di servizio al volontariatoche si terrà a Lecce dal 24 al 26 maggio prossimi

Csv net ha diffuso nei giorni scorsi il documento preparatorio dell’Assemblea nazionale“IL LUNGO PASSO”

I VOLONTARI, GENERATORI DI CAMBIAMENTO

SPECIALE ASSEMBLEA NAZIONALE CSV NET“Giacimenti generativi. Il Volontariato che muove” è

il titolo della Conferenza Annuale di CSVnet, che si svolgerà a Lecce dal 24 al 26 maggio 2013. La Con-ferenza rappresenta un appuntamento centrale e rivolto esclusivamente a CSVnet e a tutta la rete dei CSV pre-senti in Italia, che hanno così la possibilità di dedicare due intere giornate all’incontro, al confronto e al dibat-tito sul volontariato, sui suoi problemi, sui suoi bisogni ma anche sui suoi valori e peculiarità.I temi che animeranno l’edizione 2013 saranno tanti. Oltre a quelli relativi alla fase economica recessiva, alla

crisi del modello di sviluppo affermato, alla ricerca di riferimenti culturali alternativi, allo stato di indigenza di fasce di popolazione sempre più consistenti, i parte-cipanti si confronteranno anche sui valori che ispirano l’azione dei CSV e le conseguenti prospettive operative.“Sappiamo di avere l’esperienza, le capacità e le sen-sibilità adatte ad essere “portatori di intenzionalità” generative e ci consideriamo, all’interno del comples-so sistema del volontariato, una preziosa risorsa per il nostro Paese. - si legge nella lettera d’indizione della Conferenza - Non a caso, in continuità con le riflessio-

ni di Cagliari e di Bologna abbiamo voluto intitolare la Conferenza 2013 “Giacimenti generativi - Il volonta-riato che muove” che efficacemente interpreta l’opera che i CSV perseguono. La Conferenza si colloca in un momento di profonda riflessione per CSVnet e, così come è stata pensata e preparata, possiede tutte le ca-ratteristiche per costituire per tutti noi un passaggio si-gnificativo e qualificante. A Lecce intendiamo portare a conseguenza strumenti innovativi ma anche connet-terci fortemente con i nodi che CSVnet si propone di risolvere”.

Sono previsti circa duecento partecipanti, provenienti da tutta Italia, nella prossi-ma assemblea nazionale dei Centri servizio volontariato, che quest’anno si terrà a

Lecce dal 24 al 26 maggio. Mentre fervono i preparativi, Luigi Russo, presidente del Csv Salento anticipa in parte il programma e spiega l’importanza dell’incontro. Quali sono le istanze principali a cui si dovrà rispondere durante l’assemblea na-zionale dei centri di servizio?“L’assemblea leccese servirà a fare il punto della situazione del volontariato e so-prattutto a rilanciare l’impegno dei Csv nel volontariato italiano. La prima esigenza è sicuramente quella di porci fuori dalla trappola dell’emergenza continua nella quale viviamo, situazione tipica in Italia, che non ci permette di avere una prospettiva glo-bale sull’economia, sulla politica e su tutto il resto, sacrificando l’investimento sulle cose importanti e puntando su ciò che invece non porta innovazione e cambiamento. Il secondo obiettivo da raggiungere è consentire al volontariato italiano di continuare ad esistere, senza ostacolarlo, e poter esprimersi a tutti i livelli territoriali dando un’im-pronta valoriale di tipo etico, solidale, comunitaria, responsabile alla politica e alla cultura e alla società. Il volontariato deve mantenere in piedi la cultura solidale, della responsabilità, della sussidiarietà, e chi rema contro, chi pensa di potersi appellare alla crisi per togliere energie e fiato ai volontari deve uscire allo scoperto. L’assemblea di Lecce continuerà, nel filone delle edizioni precedenti, a dimostrare come i volontari sono generatori di cambiamento, e non lavorano per mantenere lo status quo, non sono solo la rete dove cascano gli sfortunati ma i veri innovatori. L’ultima istanza alla quale si cercherà di rispondere nell’assemblea di Lecce è la definizione dei rapporti

tra politica, terzo settore e territorio, rappresentato dalle istituzioni. Il dialogo tra que-sti settori spesso è intermittente; inoltre le istituzioni hanno spesso dimostrato di non avere il polso della situazione del territorio che amministrano. Ecco perché puntiamo soprattutto al dialogo e al confronto con loro”. E’ già definito il programma degli incontri?“Sì, ormai è definito nei suoi ambiti principali. Il 24 maggio ci sarà l’apertura e l’inizio delle attività dei gruppi di lavoro: Promozione - Scuola e volontariato; progettazione sociale; ricerca, documentazione e banca dati; formazione; accompagnamento e con-sulenza; informazione e comunicazione; servizi logistici - servizi interni; reti ed ani-mazione territoriale. Poi sarà presentato il Bando Reti 2013 da parte della Fondazione con il Sud; il 25 ci sarà il confronto con le istituzioni e il terzo giorno è dedicato alle conclusioni, riflessione sui dati raccolti dai gruppi di lavoro, che sicuramente porterà ad una consapevolezza: i Csv dovranno fare sistema, unico modo per cambiare il Pa-ese”.L’assemblea è pubblica o è riservata ai soli interessati?“Principalmente è orientata ai Csv, e di conseguenza alle associazioni che ne condivi-dono il percorso; ma anche alle istituzioni che sono state invitate, per consolidare con loro un dialogo proficuo. Unico momento pubblico è quello della presentazione del Bando reti 2013 da parte della Fondazione con il Sud, importante per far capire che le reti sono uno degli strumenti più efficaci per agire nei vari settori nei quali si sviluppa-no le azioni dei volontari”.

Ilaria Lia

Il documento, predisposto dal presidente di CSV net, Stefano Tabò, a seguito di mandato del Consiglio

direttivo del 9 febbraio 2013, tratta un tema dirimen-te: “CSV e CSV net: prospettive e strategie”. E’ stata adottata l’immagine del “lungo passo” per descrivere il cambiamento che il sistema dei CSV italiani devono realizzare; pertanto il documento contiene la “direzio-ne di marcia” e le convinzioni che accompagnano il procedere. Il documento si compone di tre parti, oltre le conclusioni e l’appendice.Parte prima: “la predisposizione”; CSV net si ritiene parte attiva imprescindibile della ricerca del futuro dei CSV. Futuro che deve radicarsi su valori, fina-lità, obiettivi che hanno strettamente a che fare con l’esperienza del mondo del volontariato. Attraverso la metafora del Palazzo di metallo di Fedora, nel docu-mento si intende CSV net come una casa comune. La prima parte si conclude con l’affermazione che “CSV net ha previsto al centro della sua casa, un grande sa-lone, dove si sta affinando un unico grande modello policromo. Un grande cantiere dunque, ma prima an-cora una grande agorà a cui tutti devono partecipare con competenza, passione speranza, consapevoli del fatto che i CSV e CSV net sono da ritenersi una realtà perfettibile.

Parte seconda: “l’orientamento”; in questa parte viene concretizzato il passaggio per transitare dalla predi-sposizione ai nodi (terza parte) dove sono esplicitati gli elementi nodali per la definizione della strategia per il futuro dei Csv e CSVnet. Si tratta dunque di comprendere con rigore ed intelligenza, le realistiche condizioni in cui sarà possibile dare un futuro convin-cente alla nostra rete. Parte terza: “i nodi”. Si affrontano qui gli elementi no-dali per poter definire una strategia per il futuro dei CSV e CSVnet.L’identità. Possedere una identità chiara, condivisa e funzionale è un presupposto irrinunciabile per ogni verifica, revisione, programmazione. E’ importante co-noscere la storia, tutti i passi in avanti che si sono fatti, eventualmente fare auto critica ma non autolesionismo, cogliere a pieno l’importanza dei CSV e valorizzare la rete nazionale, proiettata in Europa e nel Mediterraneo.Il dimensionamento. Nel rispetto delle competenze del Co.Ge sull’argomento, come previsto dalla normativa vigente, si può affermare che non viene riconosciuto a priori un dimensionamento ideale per i CSV (occorre valutare la necessità dei territori); tuttavia occorre inter-venire dove vi sono situazioni più critiche. Inoltre vi è la necessità di coordinarsi ed integrarsi con gli altri CSV

(dentro e fuori la propria regione) e soprattutto introdur-re tra CSV della stessa regione forme di cooperazione.I livelli decisionali. Se la tendenza a condizionarsi reci-procamente è cresciuta nel tempo, lo scenario è caratte-rizzato da una fortissima differenziazione tra CSV. Oggi il clima sta cambiando: si chiede l’adozione di delibere da parte di CSV net che assumano un carattere prescrit-tivo; stiamo assistendo dunque a un nuovo modo di concepire i livelli di coordinamento. CSVnet è proposto non più solamente nella funzione di rappresentanza ma di garanzia. Ciò implica una cessione di sovranità dai CSV verso CSVnet. Il nodo è rappresentato dalla do-manda fino a quale limite operare nel senso descritto.Il perimetro. Domande alle quali occorrerà dare rispo-sta: quali sono le ragioni perché CSV e CSVnet amplino il loro raggio di azione? (es. servizi verso altri soggetti, oltre alle Odv costituite ai sensi della l. 266/91). E’ pos-sibile accedere ad altri fondi? Si possono remunerare alcune attività svolte dai CSV? Vi deve essere neces-sariamente la totale gratuità dei servizi al volontariato?Alla luce di quanto sopra si può affermare che i prossi-mi mesi saranno caratterizzati da un dinamismo gene-ralizzato perché si possa compiere un altro significativo passo nella storia dei CSV. Solo se ci muoviamo come sistema il tutto è possibile. A.Q.

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3CSVS INFORMA

Per far fronte ai nuovi bisogni del territorio ai volontari vengono ri-

chieste specifiche competenze. L’agi-re volontario comporta l’acquisizione di conoscenze che variano dalle abi-lità tecniche/manuali (il saper fare) alle sempre più necessarie capacità comunicative e relazionali utili al rap-porto interpersonale (sapere essere). In particolare, la dimensione della re-lazione d’aiuto, risulta essere delicata e importante nell’agire dei volontari. La gestione di tale relazione, ove esi-ste spesso una intensa dimensione del

dolore, non la si può dare per scontata. Le capacità relazionali, seppur in parte presenti nella scelta stessa dell’agire volontario, necessitano di competenze che mettono in gioco il proprio sé in relazione con l’altro.Il Centro Servizi Volontariato Salen-to ha organizzato una serie di semi-nari formativi, allo scopo di offrire i primi strumenti per affrontare al meglio la relazione in un’ottica di aiuto.Saranno realizzati 3 seminari forma-tivi della durata di 6 ore ciascuno.

Si svilupperanno in due incontri da 3 ore e saranno affrontati i temi: la re-lazione d’aiuto; definizione e conte-nuto; le abilità del volontario: ascol-to attivo, ascolto di sé, competenza comunicativa; mettersi in ascolto di …(la relazione d’aiuto in diversi ambiti – laboratorio).La docente sarà Suor Palmarita Guida.I primi incontri si sono svolti nella sede di Tiggiano, l’11 e il 13 marzo. I prossimi saranno a Lecce, presso la sede territoriale CSVS in via Sici-lia, 21, il 18 e il 20 marzo; ore 18 -

20,30; presso lo sportello territoriale CSVS di Scorrano, via A. Diaz 32, il 25 e il 27 marzo dalle 18 alle 20,30; nella sede Comune di Racale, sala S. Sebastiano, via Fiume Marina,10, l’8 e il 10 aprile, dalle 18 alle 20,30. Per partecipare si deve compilare la scheda d’iscrizione scaricabile dal sito, indicare la sede prescelta e spe-dirla per posta o mail a: Centro Servizi Volontariato Salento, via Gentile 1 73100 Lecce; e-mail: [email protected]. Tel: 0832/392640; fax: 0832/391232.

Durante le tre giornate napoletane dall’1 al 3 mar-zo scorsi, in occasione dell’apertura della terza

edizione della formazione quadri terzo settore (FQTS), i partecipanti hanno preso parte a gruppi di lavoro. Sa-bato pomeriggio 2 marzo, in particolare, l’attenzione è stata focalizzata sull’ascolto delle testimonianze di chi ha attivato processi di partecipazione alla vita comuni-taria ed esperienze di economia solidale.Particolarmente significativa la testimonianza dell’As-sociazione Genitori Scuola Di Donato di Roma. Il racconto, chiaro, del testimone presente ha messo in evidenza, pochi, semplici elementi, ma necessari alla buona riuscita di un progetto.La loro azione è stata lineare e complessa al contempo ma, ad ascoltarla, è sembrata così semplice da rimane-re quasi smarriti. Perchè la semplicità, in realtà, sta in alcune parole chiave, in alcuni ingredienti senza i quali forse nulla può riuscire.Ma veniamo brevemente al progetto: un gruppo di ge-

nitori di una scuola romana si uniscono e decidono di ripulire alcuni locali dismessi dell’istituto per avviare attività ricreative per i loro figli; un preside “illumina-to” incoraggia i genitori che, come primo progetto pro-pongono il “semplice” ripristino dei locali dismessi: siamo nel 2003. Oggi l’associazione conta un centina-io di soci, gestisce gli spazi in orario extra scolastico organizzando attività per i bambini e per gli adulti (la-boratori, sport, corsi ecc...).L’associazione è divenuta nel tempo anche punto di riferimento per il quartiere. Ma quali allora gli ingre-dienti? Da dove sono partiti questi genitori? Certamen-te da un desiderio: offrire opportunità ai loro ragazzi, opportunità che all’epoca il quartiere non offriva. Non sono partiti quindi da un bando o da un “bisogno” di soldi. Hanno messo in prima fila il cuore...Cosa è accaduto poi? Un incontro con le persone giu-ste: una piccola magia ha fatto sì che il preside di quel-la scuola fosse “sensibile ed attento” e tutto è partito.

Quale è stata la carta vincente? Pensare in grande ma agire a piccoli passi, per raggiungere la vetta occorre fare un lungo percorso, faticoso, fermarsi, passare da valli, da boschi, insomma occorre camminare, passo dopo passo.Il primo piccolo passo è stata la manutenzione di un bene, un bene comune: alcuni locali della scuola e poi via via: hanno acquistato la fiducia di altri genitori e poi di altri ancora e sono arrivate anche le istituzioni. Ed ora i locali della scuola rimangono aperti fino alle 22.00.Il “desiderio” (o, se preferite, il cuore), l’”incontro”, i “pass” (piccoli ma tenaci e costanti), sono questi gli ingredienti giusti per realizzare i piccoli grandi sogni, i piccoli grandi progetti, ma soprattutto per ridare for-ma alla Comunità, per essere cittadini che, attraverso il “Fare” (altro ingrediente necessario), divengono esem-pi di cambiamento.

Maria Grazia Taliani

Lo scorso 6 marzo è stato pubblicato il nuovo bando del CSV Salento diretto a promuovere

la realizzazione di progetti di Formazione rivolti ai volontari delle Organizzazioni di Volontariato della provincia di Lecce.Hanno diritto a parteciparvi le singole OdV (iscrit-te e non al Registro regionale del Volontariato) e le reti partenariali di almeno tre soggetti, composte in maggioranza da Odv oltre ad eventuali altri sog-getti pubblici e/o privati senza fini di lucro, purché il soggetto capofila e le altre Odv siano del tutto rispondenti alle caratteristiche previste dall’art. 3 della L. 266/1991.Saranno ammessi 10 progetti presentati da singole OdV proponenti, per un importo massimo di 1.000 euro per ciascuna proposta formativa e 15 proget-ti presentati da reti partenariali a maggioranza di OdV, per un importo massimo di 2mila euro per proposta formativa.Le iniziative formative dovranno prevedere la par-tecipazione gratuita dei volontari e potranno con-sistere in corsi di formazione della durata minima di 12 ore.È prevista una quota di compartecipazione alle spese a carico dell’Odv proponente e/o capofila pari a minimo il 20% del costo complessivo della proposta. La gestione amministrativa e contabile sarà a cura del CSV Salento, pertanto tutte le spese

per la realizzazione dell’iniziativa (escluse quelle relative al cofinanziamento a carico dell’OdV) sa-ranno sostenute direttamente dal CSV Salento.

Un’apposita commissione valuterà le proposte pervenute e procederà all’attribuzione del punteg-gio in base ai criteri previsti nel bando: incidenza concreta del progetto sul territorio e sul bisogno evidenziato; coerenza tra motivazioni, fabbisogni formativi, azioni, metodo ed organizzazione; inno-vazione dei contenuti e delle azioni individuate, le strategie utilizzate e la metodologia selezionata (la valenza innovativa del progetto sarà valutata rispet-to al contesto territoriale, la tipologia di intervento rapportata all’attività ordinaria e la storia dell’Odv proponente e degli eventuali partner); presenza di una rete di collaborazione con altre OdV e/o enti pubblici o privati (partenariato), tenuto conto della coerenza territoriale e progettuale; individuazione del sistema di valutazione (gli elementi e i parame-tri che descrivono l’efficacia, la previsione dei ri-sultati, le modalità di controllo e di monitoraggio, al fine di realizzare la valutazione finale del pro-getto); coerenza dei contenuti con il finanziamento richiesto, entità e qualità dell’eventuale cofinan-ziamento, ottimizzazione delle risorse, trasparenza e analisi del piano dei costi preventivo.Il termine per la presentazione dei progetti è fissa-to per le ore 18 del 12 aprile 2013 e i relativi plichi dovranno pervenire al CSV Salento esclusivamente tramite raccomandata A.R. oppure corriere espresso.

Luca Dell’Anna

PROGETTI DI FORMAZIONE, NUOVO BANDO DEL CSVS

LA NUOVA EDIZIONE DEI SEMINARI FORMATIVI DEL CSV SALENTO

PARTECIPAZIONE E COMUNITÀUna riflessione all’apertura di Fqts a Napoli

Il CSV Salento organizza un corso di formazione rivolto alle OdV per acquisire conoscenze e competenze sul tema

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4CSVS INFORMA

ANNO EUROPEO DEI CITTADINI, AL VIA L’ALLEANZA ITALIANA

AVVISO A CHI HA SBAGLIATO L’IBAN PER IL PAGAMENTO DEL 5 X MILLE

PRINCIPI ATTIVI, 173 IDEE PER UNA PUGLIA MIGLIORE

IMU E NO PROFIT: DUE RISOLUZIONI PER FUGARE I DUBBI SUL PAGAMENTO

In occasione del 2013 Anno Europeo dei Cittadini le principali orga-nizzazioni e reti della società civile hanno creato l’Alleanza italiana

AEC2013, con l’obiettivo di avanzare proposte mirate a valorizzare il tema della cittadinanza europea al centro dell’agenda politica dell’UE.L’Alleanza intende mobilitare in tutto il territorio nazionale, il maggior numero di persone, attraverso gli eventi e le azioni che saranno promossi e implementati nel corso dell’anno per valorizzare i processi di cittadi-nanza attiva.Al suo interno sono stati costituiti sette gruppi di lavoro tematici, relativi ad aree ritenute di fondamentale importanza quali: giovani cittadini, parità di genere, volontariato, dimensione socio economica, sviluppo sostenibile, prossimità e sussidiarietà, cultura e creatività. I gruppi rappresenteranno il vero motore di tutta l’Alleanza, essendo il luogo adibito al dibattito, alla ricerca, allo scambio e all’elaborazione delle proposte concrete finali.Ciascun gruppo sarà coordinato da un membro dell’Alleanza che lo rap-presenterà nel Comitato di Pilotaggio. Il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, che vi ha già aderito, coordinerà il gruppo di lavoro dedicato al volontariato, il cui compito sarà quel-lo di elaborare proposte concrete da presentare entro la fine dell’anno all’Unione Europea.La prima riunione del gruppo si è svolta lo scorso 11 marzo a Roma. Sono circa 50 le realtà che in Italia fanno già parte dell’Alleanza e tra queste figurano, insieme a CSVnet, anche altri enti tra cui: Acli, Anpas, Arci, Cipsi, Cittadinanzattiva, Fish, Focsiv, Labsus e Movi.Anche i CSV, insieme ad altre associazioni e organizzazioni possono ade-rire all’Alleanza Italiana entrando cosi a far parte di un’ampia rete italiana e contribuendo allo sviluppo di iniziative ed attività, grazie al sostegno, al favore e alla collaborazione delle altre numerose organizzazioni nel network dell’Alleanza. L’adesione garantisce ai membri dell’Alleanza di partecipare attivamente all’impegno istituzionale previsto dall’art.11 del Trattato di Lisbona, il quale sancisce l’avvio di un “dialogo aperto, trasparente e regolare” tra gli organi decisionali e la società civile. In tal senso, le associazioni potranno prender parte ai dibattiti pubblici ed influire, di conseguenza, sul processo decisionale nazionale ed europeo.

Luigi Conte

È la graduatoria più attesa dai gio-vani pugliesi, quella pubblicata

dalla Regione Puglia nella serata di ieri e che finanzia con poco più di 4,3 milioni di euro le idee giovanili inno-vative per contribuire alla costruzio-ne di una Puglia migliore. Tre mesi di serrato lavoro della Commissione di valutazione che ha portato, a fronte dei 2.337 progetti ammessi alla valu-tazione di merito, al finanziamento dei primi 173 progetti. Ciascuno dei progetti è finanziato con 25mila euro con l’obiettivo di realizzare attività innovative nel campo della conoscenza, dello sviluppo del terri-torio, dell’inclusione sociale. Hanno presentato progetti giovani cittadini, italiani e stranieri residenti in Puglia, nati a partire dal 1 gennaio 1979 e di minimo 18 anni compiuti al momen-to di presentazione della domanda, organizzati in gruppi di lavoro in-formali composti da un minimo di 2 persone. La palma d’oro va alla realizzazio-ne di un aereo senza pilota a lancio manuale per indagini ambientali me-diante telecamera installata, avente endurance superiore a 75 minuti (li-mite dei velivoli della stessa classe in commercio) mediante utilizzo di un sistema di celle con ricarica solare. Tra i primi cinque, anche un progetto di giornalismo sociale che prevede la realizzazione di una testata giorna-listica online che punta al migliora-mento della vita cittadina attraverso la segnalazione di deficit strutturali, carenze tra i servizi offerti dalla e alla città e il malfunzionamento degli stessi. E poi un modello di mobilità

urbana ecosostenibile, la realizzazio-ne di una linea di confezioni sartoria-li innovative per piccoli degenti e per anziani inseriti in strutture residen-ziali e molto altro ancora. Tra i 173 giovani vincitori del ban-do Principi attivi, anche due idee che hanno immediate ricadute nel mondo del volontariato e che coinvolgono il volontariato del territorio locale e re-gionale. Il primo “Socialmente” mira a realizzare un portale web in cui le organizzazioni no-profit puglie-si potranno, anche con applicazioni mobile, promuovere i loro servizi, mettendo a sistema le risorse umane e culturali, creando un punto d’incon-tro e di scambio tra il mondo profit ed il no-profit (cause related marke-ting) ed avere inoltre la possibilità di ottenere gratuitamente un proprio sito web. “Sei ies” prevede invece la realizzazione di una campagna regio-nale per lo sviluppo del volontariato giovanile ed a sostegno delle associa-zioni di volontariato pugliesi. Il pro-getto prevede il coinvolgimento degli studenti delle scuole medie superiori e degli universitari attraverso l’or-ganizzazione di trentacinque incon-tri formativi indirizzati. Il progetto prevede anche la realizzazione di un portale informativo e formativo per volontari ed operatori.In questi giorni l’assessorato regiona-le alle politiche giovanili è impegnato nella ricerca di fondi aggiuntivi che possano ammettere a finanziamento tante idee progettuali esaminate e che per insufficienza di fondi non sono state finanziate.

Luigi Conte

Sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sono stati pubblicati ed è possibile scaricare gli elenchi delle disposizioni di pa-

gamento trasmesse alla Banca d’Italia per l’accreditamento delle posizioni non andate a buon fine, effettuati per le associazioni di volontariato, di promozione sociale e le altre onlus nel 2013 e relativi al cinque per mille dell’anno 2008 sono 41 soggetti e per i 193 soggetti del 2009. L’Agenzia delle Entrate chiede le coordinate IBAN corrette

I dubbi per il pagamento dell’Imu da parte di enti non commerciali si erano pro-tratti per mesi. Nello specifico, si doveva chiarire chi e come potesse rientrare

nella categoria e di conseguenza come comportarsi per il pagamento della tassa sugli immobili.La risposta è arrivata: il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato lo scorso 4 marzo 2013, due Risoluzioni (3 e 4) a cura del Dipartimento delle Finanze, Direzione Legislazione tributaria e federalismo fiscale, che riguardano ri-spettivamente il termine del 31 dicembre scorso per l’adeguamento degli statuti (più significativa); l’esenzione Imu per l’ente non commerciale che dà in comodato gratuito un immobile o una porzione di immobile ad altro ente non commerciale per lo svolgimento delle proprie attività in modalità non commerciali.Nella risoluzione 4, tenuto conto di alcune pronunce della Cassazione e della Corte costituzionale, vengono riportati i chiarimenti in merito all’applicabilità dell’impo-sta nel caso in cui un immobile posseduto da un ente non commerciale venga dato in comodato ad un altro ente non profit per lo svolgimento di attività esenti Imu. Il ministero delle Finanze garantisce l’esenzione nel caso del comodato, perchè il

rapporto rappresenta un tipo di contratto essenzialmente gratuito, non produce ric-chezza e capacità economica rilevante ai fini dell’imposizione fiscale.La condizione è che nel locale dato in comodato vengano svolte le attività indivi-duate per usufruire dell’agevolazione. Neanche l’organizzazione che opera nell’im-mobile preso in comodato deve pagare l’Imu, perché non è soggetto passivo, ma deve “fornire all’ente non commerciale che gli ha concesso l’immobile tutti gli ele-menti necessari per consentirgli l’esatto adempimento degli obblighi tributari sia di carattere formale sia sostanziale”.La Risoluzione 3 stabilisce che il termine del 31.12.2012 per l’adeguamento degli statuti non deve più essere considerato perentorio e che quindi, le organizzazioni non profit, enti ecclesiastici compresi, potranno beneficiare dell’agevolazione an-che se non hanno fatto in tempo ad adeguare lo statuto o il loro atto costitutivo secondo quanto previsto dai requisiti inerenti l’assenza di scopo di lucro. Inoltre, la Risoluzione 3 affronta anche alcune specifiche riguardanti l requisiti generali per lo svolgimento con modalità non commerciali delle attività istituzionali, contenute nel D.M. 200/12 art. 3, c. 1, lett. a, b, c (regolamento su IMU enti non commerciali).

Sono tutti i progetti ammessi al finanziamento con il Programma regionale che finanzia le idee più innovative nel campo della conoscenza,

dello sviluppo del territorio e dell’inclusione sociale. Tra i progetti anche alcuni riguardanti il volontariato

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5ASSOCIAZIONI

Un luogo dove tutti possono incontrarsi, dove es-sere alla pari e soprattutto dare e ricevere dal

confronto. Nasce da quest’idea il gruppo di auto-mutuo aiuto promosso dall’associazione “Il Pane e le rose” e l’associazione Uildm, sezione Capo di Leuca, che ogni mese si incontra presso la sede del Csvs di Tiggiano. «Mi sono confrontata molto con i membri dell’asso-ciazione locale aderente all’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare - afferma Angelita Giotta, assi-stente sociale, dell’associazione “Il pane e le rose” - e ne è venuto fuori che era necessario creare uno spazio proprio per i genitori, dove potersi confrontare, ed es-sere sostenuti grazie all’aiuto di tutti. Si è creato uno spazio alternativo, informale dove genitori, familiari e gli stessi disabili possono ascoltarsi e affrontare i problemi insieme».

Da gennaio, il gruppo continua ad incontrarsi, una volta al mese, nella pratica dell’auto-mutuo aiuto e ogni volta raggiunge i propri ntenti: dare a persone che vivono in prima fila la disabilità di un proprio caro o congiunto, l’opportunità di condividere le esperienze, di aiutarsi e di mostrare l’uno all’altro come affrontare i problemi comuni. «Essere tra persone sconosciute, tra pari, aiuta ad esprimere e a condividere bisogni, sofferenze, con-quiste e speranze. Ogni partecipante compie uno sfor-zo individuale (auto-aiuto) per rompere la solitudine e il silenzio con cui vive la disabilità di un proprio fa-miliare, recuperando la ritualità della condivisione e della elaborazione comunitaria (mutuo-aiuto)». Sono le parole di Angelita Giotta, assistente sociale che ha fortemente voluto la nascita del gruppo. Ad affiancar-la nell’impresa la collega Virginia Protopapa.

«Le persone che hanno un problema comune si riuniscono per aiutarsi reciprocamente; la parte-cipazione diretta contribuisce allo sviluppo della salute – continua Giotta -. I partecipanti smettono di essere solo dei portatori di disagio e diventano veri protagonisti di una rete, nella quale recuperare e valorizzare le risorse proprie ed altrui, la respon-sabilità sociale e il benessere della comunità». Anche se si vorrebbe maggiore partecipazione da parte delle istituzioni, la soddisfazione più grande raggiunta dalla promotrice è stata la capacità di creare il gruppo e di dare continuità agli incontri. Il prossimo appuntamento è per il 28 marzo alle 16,30, tutti possono partecipare. Per informazio-ni: Associazione Il Pane e le Rose Onlus [email protected] Telefono: 328/7482252

Ilaria Lia

Tante le novità che bollono in pentola tra le fila dell’associazione “Sos per la vita”. Sono ormai 21 gli sportelli di informazione sanitaria “Informare

e prevenire” attivi sul territorio all’interno del progetto “Sos Sanità”: Otran-to, Uggiano La Chiesa, Minervino, Poggiardo, San Cassiano, Surano, Maglie, Lecce, Squinzano, gli 11 comuni dell’Unione Ionica salentina e a breve anche Aradeo. «Il lavoro degli sportelli – spiega Rita Tarantino, presidente e fondatri-ce dell’associazione – sta riscuotendo un successo sorprendente e molti sindaci ci chiedono di fornire questo prezioso servizio nei loro comuni. I cittadini, se formati e sensibilizzati, diventano partner formidabili: sono dei piccoli esperti al servizio della comunità che riescono ad arrivare lì dove le istituzioni non ar-rivano». Gli sportelli offrono supporto e informazione ai cittadini accorciando considerevolmente la distanza che esiste con l’istituzione sanitaria, elaborando prenotazioni, sollecitando risposte, evidenziando problematiche e impegnando-si a risolvere le questioni più complicate. Un meccanismo che parte dal basso per accorciare le lunghe liste d’attesa gestito da semplici cittadini che vengono formati e informati per rispondere alle esigenze più disparate. Un capitale di in-formazioni che l’associazione ha scelto di condividere con tutti grazie al portale

www.sosperlavita.it che sarà attivo a fine mese. Per l’occasione sarà organizza-ta una conferenza stampa in cui verranno presentate due pubblicazioni realizza-te in collaborazione con la Provincia di Lecce, una sullo screening senologico e una su quello del collo dell’utero. Sul portale, inoltre, saranno raccolte anche istanze e notizie lontane dalle questioni sanitarie in quanto ogni referente di sportello diventerà un vero e proprio cronista del proprio paese. E non è tutto. «Grazie alla collaborazione della Misericordia di Racale – continua Taranti-no – il progetto “Informare e prevenire” è stato richiesto anche dal sindaco di Firenze». L’associazione, inoltre, realizza anche una serie di raccolte fondi per acquistare macchinari specifici al servizio della comunità come defibrillatori e apparecchi per l’elettrocardiogramma e i Comuni di Uggiano La Chiesa e Pog-giardo hanno donato un dermatoscopio con cui si farà prevenzione nelle scuole. «Il progetto – conclude Tarantino – si ispira a una celebre frase del presidente John Fitzgerald Kennedy che dice “Non chiediamoci cosa l’America possa fare per i cittadini, ma cosa i cittadini possano fare per l’America”. I protagonisti, infatti, sono loro».

L.E.

Non è stato certo un fulmine a ciel sereno il sequestro preventivo

del canile sanitario di Lecce eseguito dal Corpo forestale dello Stato a fine febbraio. Da tempo l’associazione di volontariato “Nuova Lara” aveva de-nunciato la situazione all’interno della struttura che da luogo temporaneo di assistenza sanitaria si era trasformato in un parcheggio a lungo termine per i cani. Il tempo massimo di permanenza per gli animali bisognosi di cure di 60 giorni, infatti, era ormai una scadenza rispettata solo sulla carta. Le condizio-ni della struttura comunale sono state definite dal Gip come pericolose per la salute degli animali. Dopo il sequestro nel 2011 del canile-rifugio “Lovely”, i cani furono spostati proprio nel cani-le sanitario che ha accolto circa 160 animali rispetto ai 40 posti disponibi-li. L’associazione aveva denunciato la situazione con una diffida al Comune di Lecce, accogliendo dopo il seque-stro di fine febbraio i quasi 160 cuc-cioli nel “Rifugio di Aura”, un luogo alle porte di Lecce ricco di spazi verdi

e pensato per rispondere ai bisogni dei migliori amici dell’uomo. Per i cir-ca 400 esemplari rimasti senza casa, il Comune ha finalmente pubblicato un bando per la loro cura e gestione. «Siamo indubbiamente soddisfatti – commenta Paola Gorgoni, presidente dell’associazione “Nuova Lara” di

come si sono evolute le cose perché era una situazione che non lasciava il tempo di un bando. Nel nostro rifugio ora ci sono circa 140 cani, gli altri li abbiamo portati a casa pur di accudir-li. La struttura del canile sanitario – continua Gorgoni – era troppo piena e inadeguata sia per i cani che per i vo-

lontari». Una situazione insostenibile, risolta solo grazie all’intervento della Procura. «Come volontari – prosegue Gorgoni – ci siamo sacrificati per anni perché consideriamo i cani del-la città come i nostri e non possiamo accettare che vengano affidati a strut-ture private gestite spesso in maniera inadeguata. Da noi, invece, vengono seguiti come in una famiglia». Un lavoro costante quello dell’associa-zione che ha portato nel 2012 a 160 adozioni, un risultato frutto di un per-corso educativo specifico: i cani sono abituati al contatto con le persone, sanno stare al guinzaglio, sono pronti ad essere affidati. «Abbiamo costrui-to il “Rifugio di Aura” – conclude la presidente – proprio per dare conti-nuità al lavoro svolto finora. Purtrop-po esiste un problema di mentalità, oltre che di interesse economico. Noi volontari siamo felici se una cane trova una nuova famiglia e il nostro lavoro è proprio quello di agevolare questo passaggio».

Lara Esposito

CHIUDE IL CANILE SANITARIO DI LECCE

L’INFORMAZIONE SANITARIA SBARCA SUL WEB

UN GRUPPO AUTO MUTUO AIUTO PER CONFRONTARSI SULLE DIFFICOLTÀ

Dopo la denuncia dell’associazione Nuova Lara è intervenuto il Gip

A breve online un portale promosso dall’associazione SOS per la vita

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6ASSOCIAZIONI

AL VIA IL PROGETTO DI MOBILITA’ PER RAGAZZI SORDI

ALZHEIMER: DARE VOCE ALLE EMOZIONI, ANCHE NEL SILENZIO

ACCANTO AL BISOGNO, PER UN SOSTEGNO VERO

Nel quaderno “Scrivo di te”, promosso dall’associazione Alzheimer Lecce, poesie e brani con cui le famiglie si aprono al racconto del vissuto con i propri cari

Buone prassi a Lecce per l’Associazione WIP con ENS e AEEOS

Più di 60mila tra Lecce e Brindisi le persone che il Banco Opere di Carità Puglia sosterrà in questo 2013.Don Ciardo: “Aiutateci con il vostro 5 per mille”

Aprire un varco, far emergere una cultura nuova che possa restituire

dignità ai familiari così come alle per-sone malate. Nasce con questo spirito “Scrivo di te”, piccola e preziosa pub-blicazione promossa dall’associazione Alzheimer Lecce con l’intenzione di dare voce alle famiglie, alle persone che quotidianamente si prendono cura del proprio caro colpito dalla malattia. “Abbiamo chiesto ai familiari di dedica-re ai congiunti scritti, pensieri, esperien-ze di vita – afferma Renata Franchini, presidente dell’associazione – ci sono arrivati poesie e brani che descrivono una realtà interiore di grande sensibili-tà, e abbiamo pensato che fosse giusto raccoglierli in una pubblicazione”. Po-esie dal cuore, recita il sottotitolo del quaderno, che vuole essere una delicata narrazione della malattia di Alzheimer attraverso le parole dei familiari curanti,

e si può richiedere all’associazione in cambio di una piccola offer-ta. “Non è facile per un familiare aprirsi – sottolinea Franchini – per-ché porta sem-pre una grande angoscia dentro, ma noi cerchia-mo di agire anche in questo senso. Dalle poesie rice-vute emerge una profonda empatia con il vissuto dei propri cari, una comprensione dei gesti e degli sguardi che mantiene il rapporto, che fa capire quanto le persone conser-vino la capacità di trasmettere emozioni

anche con il silen-zio”. L’intenzione dell’associazione è far sì che questa esperienza non resti isolata, e che una volta all’anno possa nascere una pubblicazione con testimonianze, fo-tografie, contribu-ti diversi dei fami-liari. L’obiettivo è sempre quello di far aggregare le famiglie, creare momenti di in-contro per far par-

tecipare i malati, e in questa logica è in progetto l’avvio di “Alzheimer Cafè”, come incontri periodici che consentano anche di avere contatti con personale

competente. Un’iniziativa che troverà spazio anche ad Alessano, mentre l’as-sociazione amplierà il proprio raggio di azione anche nelle zone di Nardò e San Nicola, per sensibilizzare sempre più nuove famiglie e volontari. “Occor-re inoltre continuare a lavorare di più con le istituzioni in una vera collabo-razione, attivare corsi di informazione e formazione – continua la presidente dell’associazione -. Il centro diurno poi, attivato con fondi regionali, avrebbe bi-sogno per continuare ad esistere di un sostegno della Asl e dei servizi sociali, di una vera presa in carico che stenta ad arrivare. Confidiamo nella Regione che dovrebbe varare un piano relativo ai servizi, all’assistenza, compresa quella domiciliare molto carente, cercando di intervenire in modo omogeneo a livello territoriale”.

Sara Mannocci

In tempi di crisi non accenna a diminuire, ma piut-tosto continua a crescere il numero delle persone

in condizioni di bisogno assistite dall’azione del Banco delle Opere di Carità Puglia, che in questo 2013 prevede di sostenere più di 60 mila persone nelle zone tra Lecce e Brindisi, attraverso le sedi di Alessano e Squinzano. Sono inoltre attivi in Puglia altri due punti di riferimento del Banco, uno su Fog-gia, dove accedono ai servizi quasi 11 mila perso-ne, e uno su Bitonto, nella provincia di Bari, che va incontro al bisogno di circa 8 mila persone. “Sono più di 450, nelle zone di Lecce e Brindisi, gli enti caritativi convenzionati con noi a cui distribuiamo la merce raccolta attraverso i diversi canali – sottolinea Don Lucio Ciardo, presidente del Banco pugliese -, circa 30 nella zona di Bari e circa 80 in quella di Foggia. C’è l’impegno costante di molte Caritas

parrocchiali e va sottolineato che anche le Confra-ternite, che avevano perso il loro carisma, hanno riscoperto un nuovo impegno”. Un vero lavoro di rete sul territorio, quello del Banco, che ogni anno recupera generi - alimentari in maggioranza ma non solo - da donare agli enti attraverso la Comunità Eu-ropea, l’industria agro-alimentare, la grande distri-buzione organizzata, la raccolta alimentare. “Grazie agli enti caritativi l’aiuto arriva alle perso-ne compagne di viaggio da sempre – precisa Don Ciardo – ma già da diverso tempo si trovano in con-dizioni di bisogno anche le persone divorziate, in particolare gli uomini, le famiglie che si reggono su un solo stipendio e hanno bambini piccoli, le perso-ne straniere che ora sono diventate molto più stabili sul territorio e chiedono una risposta”. Nell’ambito dei canali di approvvigionamento merce la Giornata

della raccolta alimentare è quella che più da vicino coinvolge il territorio intorno al bisogno, chiaman-do direttamente il cittadino ad acquistare merce non deperibile nei punti vendita aderenti all’iniziativa. Nel 2012 sono stati raccolti 480 mila kg di prodotto, “quest’anno circa 551mila – aggiunge Don Ciardo -, e hanno risposto più i piccoli che i grandi super-mercati, con un’adesione di circa 660 punti vendi-ta. Questo significa che le relazioni sul territorio, lo scambio tra le persone comincia a dare i propri frutti. Il nostro impegno continua chiedendo aiuto a tutti i cittadini che vogliano contribuire, ad esempio destinando il 5 per mille al Banco, e alle aziende che possono dare il loro apporto con alimenti e servizi. Se i cittadini riescono a star bene, se ne avvantaggia l’economia e l’intero territorio”.

Sa.Ma.

Nell’ambito del progetto “Youth4eu”, finanziato nel quadro del Programma Lifelong Learning – Leonardo Da Vinci Azione Mobilità – PLM People in

the Labour Market, l’associazione Work in Progress, WIP, mette a disposizione trentasei borse di studio per svolgere tirocini formativi all’estero. Un’esperienza formativa importante che permette ai ragazzi di acquisire competenze specifiche nell’ambito della gestione di iniziative e progetti di cooperazione internazionale finanziati dalla Commissione Europea. I vincitori della borsa di studio sono af-fiancati da European Project Managers, esperti nel campo della progettazione e gestione di progetti Europei, di alcune tra le più importanti associazioni europee.I ragazzi saranno ospitati da ONG e associazioni del Terzo settore che lavorano con i principali programmi europei e con loro svilupperanno conoscenze, com-petenze e qualifiche nell’ambito del menagement delle organizzazioni e dell’eu-roprogettazione. Competenze che potranno facilitare l’accesso al mercato del lavoro europeo.Tra i trentasei giovani della provincia, cinque ragazzi sordi risiederanno nella Repubblica Ceca per tre mesi. Sono rappresentanti del Comitato Giovani Sordi Italiani della provinciale di Lecce e di quello regionale, un’associazione cultu-rale giovanile promossa all’interno dell’Ente Nazionale Sordi. Ad accoglierli

ci sarà un’associazione ceca che si occupa di promuovere il lavoro dei sordi e che ha servizi di interpretariato istantaneo nella Lingua dei Segni locale anche per via interinale. È molto attiva in tutta la Repubblica Ceca e aiuterà i nostri ragazzi a sviluppare competenze in gestione amministrativa e fiscale di un ente non-profit, pianificazione strategica, euro project management, fundraising, comunicazione e marketing, working group abilities e gestione delle risorse umane. Al ritorno, porteranno le competenze acquisite presso l’ENS, sezione di Lecce, e presso l’associazione AEEOS, entrambe partner del progetto e sedi di svolgimento di un tirocinio formativo della durata di due mesi.«Tutti i partecipanti saranno della provincia di Lecce così che, una volta tor-nati a casa, trasmettano e implementino le competenze professionali acquisite all’estero nelle varie realtà locali.» Ci ha detto Marzia Stenti, coordinatrice del Leonardo: «è una nuova metodologia di lavoro strettamente collegata ad una dimensione interculturale ed europea: si sviluppano nuovi partenariati e si in-crementa la partecipazione a progetti internazionali. È la prima volta che si propone un tale tipo di progetto, ma siamo sicuri che diverrà una buona prassi anche a livello europeo».

Sara Beaujeste D’Arpe

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7ASSOCIAZIONI

CORSO LIS IN CARCERE

SOLIDARIETÀ SENZA CONFINI, LA STORIA DELLA PICCOLA IMANE

L’Associazione AEEOS organizza la prima attività formativa in Lingua dei Segni dei Sordi

L’Associazione AEEOS, Associazione Europea Extraeuropea Operatori Specializzati, organizzerà ad aprile un corso di formazione della du-

rata di trenta ore dedicato alle donne del Casa Circondariale di Borgo San Nicola a Lecce. Il corso è offerto gratuitamente dall’AEEOS in collabora-zione con il Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati e l’Asso-ciazione Difesa Diritti e con il patrocinio dell’Università del Salento. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato di frequenza.L’associazione A.E.E.O.S., che non ha scopi di lucro e rientra tra le Orga-nizzazioni di Utilità Sociale (ONLUS), da diversi anni è impegnata in Pu-glia, promuovendo il benessere sociale e culturale della “persona”. Lavora per diffondere la conoscenza e la valorizzazione della lingua LIS (Lingua dei Segni Italiana) nel processo di apprendimento e di promozione globale delle persone Sorde per la loro inclusione sociale e il loro diritto ad acce-dere alla comunicazione, anche tramite la figura professionale dell’inter-prete LIS.Il corso sarà organizzato in dodici incontri della durata di due ore e mezzo

ciascuno e si insegneranno le basi della LIS. Questa tipologia di corsi è generalmente chiamata “di sensibilizzazione” in quanto serve a far cono-scere le possibilità che la LIS offre e a sensibilizzare i corsisti sui problemi di comunicazione dei sordi. Il programma prevede l’insegnamento della dattilologia, cioè l’alfabeto manuale internazionale che serve per fare lo spelling delle parole, seguiranno poi lezioni pratiche su gruppi di parole essenziali e frasi di grammatica molto semplice.La Lingua LIS, nonostante da molti considerata e associata ad una sem-plice e limitata pantomima dove i segni tendono solo a replicare la realtà, è una vera e propria lingua: essa mira a rappresentare la realtà tramite simboli codificati, i segni, con una struttura ricca che cambia a secondo della regione di provenienza e delle classi sociali. I “segni”, quindi, usati dalle persone sorde non sono un semplice insieme di “gesti” o “mimi”, essi hanno una grammatica ben precisa, una propria sintassi, oltre che un ricco lessico.

Sara Beaujeste D’Arpe

La solidarietà rompe i confini geografici per aiutare i bambini in difficoltà. E’ quanto è suc-

cesso nell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII a Bari grazie al supporto dell’associazione Sara di Copertino. Nei giorni scorsi è stata diagnosticata ad una piccola bambina immigrata una cardiopatia congenita sulla quale si è subito intervenuti chi-rurgicamente. L’associazione si è messa a dispo-sizione della famiglia per rendere meno difficile la permanenza in Puglia. «Per noi è stata una splendida giornata - afferma Massimo Severino, responsabile dell’associazione Sara -. Una famiglia di extracomunitari è di pas-saggio nella nostra regione; la bimba di sei anni si

sente poco bene, viene portata al pronto soccorso dell’Ospedale di Bari: le viene diagnosticata una cardiopatia congenita e dopo aver consultato i di-rettori di cardiologia e cardiochirurgia si decide di procedere con un intervento».Intanto parte la macchina della solidarietà. «All’in-terno dell’ospedaletto (così è chiamato affettuosa-mente l’ospedale pediatrico) tutti fanno in modo che ai genitori della piccola diventi meno “pesan-te” la degenza - continua Severino -. Il post opera-torio è positivo la piccola Imane è dimessa e lcon a famiglia rientra in Marocco».E Severino conclude: «Questi sono i reparti di “eccel-lenza” nei quali l’associazione “Sara” onlus famiglie

bambini cardiopatici di Copertino (Le) ha sempre creduto e che ha sostenuto. La nostra speranza è che i casi di bambini con patologie cardiache siano trat-tati con successo in Puglia riducendo i “viaggi della speranza”che inducono molti conterranei a lunghi ed estenuanti spostamenti verso gli ospedali del nod-Italia, ritenuti (a torto) più efficienti e attrezzati».L’associazione ringrazia anche il direttore generale dottor Dattoli, i dottori Ugo Vairo e Paolo Annecchi-no per la loro disponibilità. Un ringraziamento parti-colare va alle associazioni di volontariato Bethesda e Vincenziane per la solidarietà; alla signora Annali-sa Riefolo El Moudden per la traduzione dall’arabo all’Italiano.

MELQUÌADES, I “PICCOLI AMBASCIATORI DI PACE” Melquìades è un’associazione im-

pegnata nell’ambito della coo-perazione internazionale. Fondata nel 2010, da subito si accosta alla causa saharawi: “Il sostegno al popolo saha-rawi si declina attraverso varie attività umanitarie e politiche” spiega il presi-dente Boris Tremolizzo, “l’Italia non riconosce la Repubblica Democratica del Saharawi, noi ci impegniamo affin-ché questo popolo torni ad occupare le sue terre, dalle quali è stato cacciato dal 1975”. Il Sahara Occidentale, ex colonia spa-gnola, avrebbe dovuto, secondo le risoluzioni ONU, esercitare il diritto all’autodeterminazione fin dal 1975, ma nello stesso anno l’invasione da parte del Marocco ha costretto la popolazione a fuggire verso l’Algeria dove vive da allora in campi di rifugiati nel deserto inospitale di Tindouf. Ad agosto, Melquìades ospiterà per il terzo anno consecutivo una tappa del programma di accoglienza estiva “Pic-coli Ambasciatori di Pace”. Come spie-ga il rappresentante saharawi in Italia Omar Mih, “Si tratta di uno dei progetti più interessanti e consolidati, che vede

le associazioni italiane impegnate da quasi 25 anni. Ogni estate 400 bambini vengono ospitati da associazioni loca-li, enti e parrocchie. I bambini nati nei campi profughi del deserto hanno così la possibilità di seguire una dieta mi-gliore e di ricevere cure mediche. Allo stesso tempo sono ambasciatori di pace: domani saranno i futuri residenti della Repubblica del Saharawi ed è importan-te che comprendano che il mondo non è solo campi di rifugiati e deserto”.“Con l’associazione Melquìades – continua l’“ambasciatore” Mih – si è consolidato un rapporto politico. Ogni anno speriamo che sia l’ultima volta che i bambini vengono in Italia, perché desideriamo più di ogni altra cosa che ritornino a vivere nelle proprie terre, a conoscere il proprio mare e tutte le bel-lezze che gli appartengono. Ecco per-ché affianco all’impegno umanitario è importante quello politico: risolvendo il conflitto saharawi si tornerà alla pace”.“Gli interventi di natura umanitaria – riprende il presidente Tremolizzo – non avvengono nello spirito della carità, ma con uno scopo di giustizia sociale: non intendiamo soccorrere le

vittime di un sistema ingiusto, ma cam-biare quest’ultimo ponendo al centro la giustizia sociale”.Grazie alle sollecitazioni dell’associazio-ne Melquìades, il 28 dicembre 2012 la provincia di Lecce ha approvato il Patto di Amicizia con la Wilaya (provincia dei campi profughi), cinque comuni salenti-ni si sono gemellati con le province saha-rawi e a breve Omar Mih sarà insignito della cittadinanza onoraria nei comuni di Carpignano e Sannicola.

Le attività dell’Associazione si basano sull’autofinanziamento poiché “sarebbe ipocrita accettare un contributo in dena-ro dalle istituzioni del nostro paese che non riconoscono il diritto all’autodeter-minazione del popolo saharawi” spiega Tremolizzo. Molteplici dunque le ini-ziative, come la vendita delle uova pa-squali, il cui ricavato andrà a finanziare i costi dell’accoglienza estiva.

Alice Mi

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8DOSSIER

La Commissione europea ha presenta-to lo scorso 20 febbraio il pacchet-

to Investimenti Sociali con l’obiettivo di sollecitare i Paesi dell’Ue ad investire nel settore sociale, a modernizzare i sistemi nazionali di welfare, per favorire la cre-scita e la coesione. Attraverso questa co-municazione, la Commissione ha fornito agli Stati membri orientamenti per attuare politiche sociali più efficienti ed efficaci, invitandoli ad utilizzare al meglio il so-stegno finanziario dell’Ue, in particolare quello offerto dal Fondo Sociale Europeo. “Gli investimenti sociali sono fondamen-tali per emergere dalla crisi più forti, più coesi e più competitivi” - ha dichiarato László Andor, commissario per l’occu-pazione, gli affari sociali e l’integrazio-ne - “Nel rispetto degli attuali vincoli di bilancio è opportuno che gli Stati membri rivolgano la loro attenzione al capitale umano e alla coesione sociale. Tale azio-ne è di importanza decisiva per compiere

reali progressi verso il conseguimento de-gli obiettivi della strategia Europa 2020. Investire oggi nel sociale – conclude An-dor - ci aiuta a evitare che gli Stati mem-bri sostengano costi finanziari e sociali molto più alti in futuro”.Sono gravissime e note le conseguenze sociali della crisi economico-finanaziaria in atto: aumento incontrollato della pover-tà e dell’esclusione sociale, pesanti restri-zioni ai bilanci nazionali, livelli record di disoccupazione, soprattutto tra i giovani. A questo si aggiungono l’invecchiamen-to della popolazione e la contrazione del numero di persone in età lavorativa, che mettono ancor di più a dura prova la so-stenibilità e l’adeguatezza dei Sistemi So-ciali Nazionali.Attraverso il Pacchetto Investimenti So-ciali, dunque, la Commissione europea fornisce un quadro integrato di interven-ti che possano aiutare gli Stati membri a fronteggiare le terribili conseguenze della

crisi economica sul sistema di welfare. Tenendo in ovvia considerazione le dif-ferenze sociali, economiche e di bilancio dei paesi membri, il pacchetto prevede di: garantire che i sistemi di protezione socia-le soddisfino i bisogni delle persone nei momenti critici della loro vita; semplifi-care le politiche sociali e concentrarsi su coloro che ne hanno veramente bisogno, fornendo loro un sostegno più efficiente e adeguato; perfezionare le strategie di inclusione attiva negli Stati membri, pre-venendo, ad esempio, l’abbandono scola-stico, fornendo un’assistenza all’infanzia e un’istruzione sostenibili e valide, for-nendo formazione e aiuto nella ricerca del lavoro e facilitazioni in fatto di alloggio e accessibilità dell’assistenza sanitaria.Per raggiungere questi obiettivi, la Com-missione effettuerà un monitoraggio delle prestazioni dei sistemi previdenziali e, ove necessario, rivolgerà Raccomanda-zioni specifiche per ciascun Paese.

“Questa giornata segna l’avvio forma-le della terza fase di programmazione

sociale regionale”. Con queste parole ha preso il via la Commissione Regionale per le Politiche Sociali, riunitasi lo scorso 1° marzo a Bari presso la sede del Con-siglio Regionale. La Commissione ha ri-costruito il quadro di interventi effettuato nei due cicli di programmazione, volgen-do lo sguardo all’anno in corso e alla futu-ra programmazione, 2013-2015. Intanto per il 2013 sono riconfermati i fondi per i Piani Sociali di Zona, già assegnati a fine anno a valere sui residui di FNPS e FNA delle annualità 2010-2011, nonostante le incertezze per il futuro, i tagli al Fondo Sociale e le recenti minacce del Governo centrale di ulteriori tagli ai trasferimenti delle Regioni. “L’annualità 2013 - dice in apertura Anna Maria Candela, dirigente regionale del Servizio programmazione sociale e integrazione sociosanitaria - sarà momento di transizione, considerata la situazione di attesa, da parte nostra, di indirizzi comunitari e nazionali, con rife-rimento da un lato al quadro di interventi della strategia Europa 2020 e dall’altro al quadro degli interventi a valere sul Fon-do Sviluppo e Coesione (ex FAS) e del Piano di Azione e Coesione per i servizi di cura. La nostra azione, tuttavia, deve puntare ad evitare la frammentazione dei servizi, ricostruendo una filiera di ser-vizi organizzata, capace di intercettare bisogni e offrire risposte. La novità del nuovo Piano regionale sarà quella di non avere fondi accantonati, come è stato nei precedenti cicli, ma programmare senza accumuli, proprio come fanno da sempre le altre Regioni del nord: questo signifi-cherà darsi uno scenario di programma-zione triennale e alimentare annualmente il flusso finanziario per l’attuazione di questa programmazione. L’auspicio è che non si introducano fattori di incer-tezza per il welfare pugliese dal livello nazionale”. Di certo, oltre alle risorse ordinarie, si potrà contare sulle risorse straordinarie e aggiuntive per i servizi agli anziani e all’infanzia. “Abbiamo bisogno di fare scelte coraggiose per continuare la strada intrapresa - aggiunge la dirigente regionale del servizio benes-sere sociale e pari opportunità Francesca Zampano - e soprattutto gli Ambiti devo-no optare per scelte coraggiose. Il pros-simo Piano regionale deve avere come prioritario un investimento sulla cultura dell’accoglienza che passa dalla crescita del capitale sociale e del capitale umano delle nostre comunità”.“Il 2013 ė una fase transitoria estrema-mente importante per delineare gli sce-

CRESCITA E COESIONE NEL FUTURO DELLE POLITICHE SOCIALI

IL DOCUMENTO EUROPEO, PRIORITÀ A CRESCITA E COESIONE SOCIALE

LA NUOVA PROGRAMMAZIONE SOCIALE REGIONALE

Il 20 febbraio scorso la Commissione europea ha presentato il pacchetto Investimenti sociali con l’obiettivo di sollecitare gli Stati membri ad investire nell’inclusione

e nell’innovazione sociale. Intanto la Puglia si prepara alla nuova stagione, avviando le pratiche concertative del terzo Piano sociale regionale

La Commissione Europea presenta il pacchetto Investimenti Sociali e invita gli Stati membri a metterein cima alle priorità gli investimenti sociali e a modernizzare i propri sistemi di protezione sociale

La Commissione politiche sociali dà il via alla terza fase di programmazione regionale di welfare. Il terzo Piano

regionale fornirà gli indirizzi per l’attuazione dei servizi nel triennio 2013-15

A cura di Serenella PASCALI e Valentina VALENTE

nari futuri e programmare con esattezza il triennio che ci attende - dice l’asses-sore regionale al Welfare Elena Gentile. Le risorse messe in campo, nonostante i tagli del governo Berlusconi prima e Monti dopo, non sono poche. L’impegno ė riuscire ad indirizzarle affinché, indi-pendentemente dalle finalizzazioni, pos-sano concretamente dare copertura a tutti i servizi sociali del territorio regionale”.Insomma è del tutto evidente che l’obiet-tivo principale del terzo Piano sociale regionale sarà quello del consolidamento e della transizione verso nuovi scenari, alcuni dei quali ad oggi imponderabili e non prevedibili. La nuova programma-zione consentirà anche la ricostruzione del quadro complessivo delle risorse disponibili per il terzo triennio, consoli-dando così la cadenza triennale del ciclo di programmazione. “È un momento im-portantissimo – ribadisce Elena Gentile – anche nell’ottica dell’orientamento degli Ambiti territoriali verso l’ottimale allo-cazione delle risorse per ridurre il rischio che alcune aree di intervento restino sco-perte, a seguito delle priorità individuate a livello nazionale. In particolare l’area delle disabilità come quella della preven-zione del disagio minorile e del sostegno alle famiglie e alle responsabilità genito-riali richiederanno una attenzione speci-fica nei nuovi Piani sociali di Zona”.

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9DOSSIER

crisi economica sul sistema di welfare. Tenendo in ovvia considerazione le dif-ferenze sociali, economiche e di bilancio dei paesi membri, il pacchetto prevede di: garantire che i sistemi di protezione socia-le soddisfino i bisogni delle persone nei momenti critici della loro vita; semplifi-care le politiche sociali e concentrarsi su coloro che ne hanno veramente bisogno, fornendo loro un sostegno più efficiente e adeguato; perfezionare le strategie di inclusione attiva negli Stati membri, pre-venendo, ad esempio, l’abbandono scola-stico, fornendo un’assistenza all’infanzia e un’istruzione sostenibili e valide, for-nendo formazione e aiuto nella ricerca del lavoro e facilitazioni in fatto di alloggio e accessibilità dell’assistenza sanitaria.Per raggiungere questi obiettivi, la Com-missione effettuerà un monitoraggio delle prestazioni dei sistemi previdenziali e, ove necessario, rivolgerà Raccomanda-zioni specifiche per ciascun Paese.

Un processo importante quello che si sta avviando per la costruzione del nuovo piano sociale regionale?

Questo è il primo piano sociale regionale che si ha dopo che si è consolidato l’Osservatorio Regionale per le Politiche Sociali e ci sono dati precisi, non sono più dati ISTAT, non sono più dati di letteratura ma sono dati puntuali sulla situazione della Puglia, quindi si può fare un vero Piano Regionale. Partirà in questi giorni una fase di ascolto che parte, con tempi abbastanza stretti, comunque prima dell’estate si vuole arrivare a costruirlo questo Piano Regionale, quindi c’è una fase di ascolto che in-teresserà tutte le realtà, soggetti, portatori di interesse rispetto alle politiche sociali compreso anche il mondo del volontariato e il Terzo Settore. In particolare, in provincia di Lecce, abbiamo previsto per il 18 marzo presso il CSVS, un incontro dove le as-sociazioni potranno portare il loro punto di vista, rispetto questo tema del Piano Sociale Regionale.Quali sono le risorse messe in campo?Intanto bisogna dare atto alla Regione Puglia che ha fatto uno sforzo notevole a recuperare risorse per mettere in piedi il Piano Sociale Regionale 2013-2015. Si tratta di 270 milioni di Euro per il solo 2013 ed è un caso abbastanza singolare quello della Puglia perchè in Italia le cose sono andate molto, molto peggio perchè il governo Berlusconi e il governo Monti hanno fatto tagli decisi nei confronti delle Politiche Sociali. Qualcuno, per esempio, ipotizza anche quello di eliminare completamente l’assessorato alle Politiche Sociali, nelle Regioni e accorparli alla Sanità. E questo sarebbe un assurdo, un paradosso: le po-litiche sociali non sono tanto uno strumento di rispondere alle esigenze immediate di assistenza, ma sono anche una modalità

di costruzione del benessere. Quindi l’obiettivo delle politiche sociali deve essere anche quello di portare le persone all’inclu-sione sociale.E le sfide tematiche che il volontariato pugliese deve assu-mere?Innanzitutto per il mondo del volontariato c’è una cosa che in-teressa: il modello di partecipazione.Il Piano sociale regionale dovrebbe nascere con una parteci-pazione efficiente. Negli anni passati abbiamo avuto tentativi di realizzare fasi partecipative di ambiti territoriali, ma non c’è stato un grandissimo successo. Quindi il primo tema è pro-prio quello del metodo. Fare in modo che la partecipazione delle associazioni di volontariato e del terzo settore non sia finalizzata a una presenza formale per certificare un qualco-sa, ma sia veramente efficace nei fatti, e quindi un modello partecipativo che metta insieme il principio della sussidiarie-tà, tutti devono portare il loro contributo. Per quanto riguarda gli aspetti tematici vi sono delle priorità. I piani sociali di zona dovrebbero essere orientati sempre di più a fornire risposte al preoccupante tema delle povertà. Se priorità è il tema della povertà, quindi se ognuno si rende conto che è sulla pover-tà che bisogna incidere, allora le risposte non possono esse-re soltanto quelle di assistenza, non possono essere soltanto quella di fornitura di pasti che sono necessarie per l’ emergen-za, ma bisogna insistere sulla ricostruzione dei vincoli sociali, solidali di queste persone, quindi significa impegno per dare un reddito minimo alle persone, significa contratto della di-soccupazione, significa micro credito, significa attivare delle politiche attive

La Regione Puglia, giova ricordarlo, è arrivata alla definizione del primo

Piano sociale regionale, nel 2004, con tre anni di ritardo rispetto alla ridefinizione dei fondi nazionali e quindi rispetto alla legge quadro nazionale 328/2000. Que-sto ha consentito alla Giunta Vendola di mettere a valore un “tesoretto” conside-revole di risorse non utilizzate, che ha consentito di dare ex ante la copertura finanziaria alle programmazioni triennali dei primi due cicli dei precedenti Piani sociali.” Non sarà più così per il terzo ciclo di programmazione, visto che il vecchio accumulo di risorse è stato gra-dualmente utilizzato in Puglia per com-pensare la riduzione dei fondi prodottasi a seguito dei taglio dei trasferimenti di FNPS da parte del Governo nazionale negli anni tra il 2008 e il 2012.

Le risorse ordinarie su cui si potrà con-tare in fase di avvio per il 2013-2015 saranno quelle del fondo regionale (circa 16 milioni di euro), quelle del Fondo na-zionale (circa 12 milioni di euro), quelle del Fondo nazionale per la non autosuf-ficienza (circa 20 milioni di euro) a cui si vanno ad aggiungere le risorse ordi-narie provenienti dai Bilanci comunali. “Occorrerà fornire indirizzi chiari e vin-colanti – continua Anna Maria Candela – per evitare disinvestimenti da parte dei Comuni ed evitare dunque la contrazione della spesa sociale che negli ultimi anni è andata crescendo, sia pur moderatamen-te, in Puglia”. Alle risorse ordinarie si vanno a somma-re anche i fondi straordinari del Fondo di sviluppo e coesione per gli obiettivi di servizio anziani (circa 14 milioni di

euro), per gli obiettivi di servizio prima infanzia (circa 20 milioni di euro), circa 50 milioni di euro del Fondo sviluppo e Coesione per l’APQ “Benessere e Salu-te”, i fondi del Piano di azione e coesione (circa 76 milioni di euro) per prima in-fanzia e anziani. “Le risorse aggiuntive – spiega ancora Anna Maria Candela - insistono tutte, per effetto delle priorità delle politiche nazionali, sull’area degli Anziani (in particolare domiciliarità e centri diurni) e dell’infanzia (in partico-lare nidi e servizi integrativi) nell’ottica di conciliazione e qualità della vita. È in corso di definizione – conclude Anna Maria Candela - anche la Programma-zione 2014-2020 che presidierà in par-ticolare gli investimenti infrastrutturali, i percorsi di inclusione attiva per soggetti svantaggiati e il contrasto povertà”.

Centrale la partecipazione del vo-lontariato alla “fase d’ascolto”

propedeutica alla costruzione del ter-zo Piano Sociale Regionale, avviata dalla Commissione regionale delle politiche sociali il 1 marzo: l’Osserva-torio regionale organizzerà sei incon-tri provinciali, ai quali contribuiranno

i volontari dei territori attraverso i CSV, durante i quali si raccoglieranno idee, proposte, critiche in riferimento agli obiettivi e alle priorità della nuo-va programmazione. “Nella prossima riunione dell’Osservatorio program-mata per il 21 marzo - dice Luigi Rus-so, vice presidente dell’Osservatorio

regionale del volontariato - si defini-rà un documento sintetico di quanto emerso nelle riunioni provinciali, che sarà il contributo del volontariato pugliese alla nuova programmazione sociale, sia in termini di contenuti e priorità, sia in termini di metodologia partecipativa”.

CRESCITA E COESIONE NEL FUTURO DELLE POLITICHE SOCIALI

IL DOCUMENTO EUROPEO, PRIORITÀ A CRESCITA E COESIONE SOCIALE

RICOSTRUIRE I VINCOLI SOLIDALI PER COMBATTERE LE FRAGILITÀ

ECCO TUTTE LE RISORSE DEL TERZO PIANO SOCIALE

COSTRUZIONE DEL PIANO, CI SONO ANCHE I CSVAnche l’Osservatorio supporta la definizione del terzo Piano sociale promuovendo

l’ascolto territoriale delle organizzazioni di volontariato con i CSV

Il 20 febbraio scorso la Commissione europea ha presentato il pacchetto Investimenti sociali con l’obiettivo di sollecitare gli Stati membri ad investire nell’inclusione

e nell’innovazione sociale. Intanto la Puglia si prepara alla nuova stagione, avviando le pratiche concertative del terzo Piano sociale regionale

La Commissione Europea presenta il pacchetto Investimenti Sociali e invita gli Stati membri a metterein cima alle priorità gli investimenti sociali e a modernizzare i propri sistemi di protezione sociale

Intervista a Luigi Russo, vicepresidente dell’Osservatorio regionale del volontariato sulle sfide del volontariato nella definizione del terzo Piano sociale regionale

Poche le risorse ordinarie ma si aggiungeranno i fondi straordinari dei programmi “Sviluppo e Coesione” e “Azione e Coesione”

A cura di Serenella PASCALI e Valentina VALENTE

L’EUROPA AGLI STATI MEMBRI: INVESTIRE

NELL’INFANZIALa comunicazione della Commis-

sione europea è accompagnata da una Raccomandazione ufficiale dal titolo “Investire nell’infanzia per spez-zare il circolo vizioso dello svantaggio sociale” che comprende un quadro in-tegrato di interventi volti a migliorare la condizione dei bambini, a ridurre le disuguaglianze e a combattere la po-vertà e l’esclusione sociale. Nella raccomandazione sono elencati alcuni principi fondamentali ai quali ispirarsi per spezzare il circolo vizioso dell’emarginazione e della povertà e per costruire un’Europa che sia vera-mente inclusiva: favorire la partecipa-zione dei genitori al mercato del lavo-ro; investire nei servizi di educazione e accoglienza per la prima infanzia; garantire un’istruzione inclusiva di grande qualità; migliorare la reattività dei sistemi sanitari nel rispondere alle esigenze dei minori svantaggiati; per-mettere ai minori di vivere e di cresce-re in un ambiente sicuro e sano.

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10DISABILITÀ

Si terrà a Bari a giugno 2013 la V edizione del Forum nazionale sulla non autosufficienza curato dalla Maggioli

Amore e disabilità, un tema che suscita sempre re-azioni diverse e che nel giorno di San Valentino

viene affrontato su più fronti. Cosa è che lega Marco ed Anna, lui 20enne disabile, di Roma e lei 17enne di Udine? Cosa fa stare insieme, contro tutti, Dorotea e Luca, diventato paraplegico dopo un incidente stradale? L’unica ragione è l’amore. Quel qualcosa che ancora è completamente sconosciuto all’uomo, nonostante in suo nome siano stati fatti ragionamenti, studi e si sia-no versati fiumi d’inchiostro. L’amore è rivoluzionario, non ha confini e soprattutto non ha barriere. E se fino a qualche tempo fa i disabili hanno subito discriminazioni anche nella possibilità di vivere appieno e di raccontare le proprie emozioni è arrivato il momento di riscattarsi. On line da circa un anno è anche il sito “Loveability”, creato da Maximiliano Ulivieri, che ha fatto della li-bertà di amare e di essere amati delle persone disabili la sua mission di vita. Nel sito si trovano storie, opi-nioni e testimonianze dei diretti interessati.Ulivieri è conosciuto grazie anche alla petizione che ha lanciato riguardo l’istituzione in Italia della figura dell’assistente sessuale per i disabili, assente nel no-stro Paese ma presente in altre Nazioni europee.

«L’idea di creare Loveability mi è venuta dopo aver raccontato per anni le mie avventure sessuali e sen-timentali all’interno del mio blog personale – ha rac-contato Ulivieri a SuperAbile Magazine –. E mentre io condividevo le mie esperienze, molti mi scrivevano per confidarmi le proprie storie. Così ho deciso di realizzare un contenitore di testimonianze aperto, dove fosse pos-sibile raccontarsi e confrontarsi».Degli amori dei disabli è difficile parlare, sembra più semplice non vedere o magari negare per paura di non sapere come comportarsi. Non è nemmeno facile la po-

sizione dei genitori, sia dei disabili che dei normodotati, entrambi presi dal senso di protezione, senza riuscire a capire quale sia il vero bene del figlio. La scommessa di Loveability è anche quella di sfatare un tabù di quelli duri a morire: «Voglio far capire a tutti quanta normalità ci sia nell’avere un rapporto sentimentale e sessuale con una persona disabile – spiega Ulivieri –. Sotto questo aspetto esiste una grande ignoranza, intesa nel senso letterale del termine: si ignora, cioè, che vivere con un partner con disabilità può essere diverso, ma ugualmen-te soddisfacente».Il cinema a volte può aiutare a sensibilizzare. L’ultimo film sul tema è di Ben Lewin “The session” dove il pro-tagonista è un uomo disabile costretto a ricorrere a una “terapista sessuale” per liberarsi della sua verginità.«In Svizzera vengono organizzati corsi professionali per preparare gli addetti alla sexualassistenz. Si tratta di corsi di 600 ore tenuti da psicologi, medici, sessuologi – prosegue Ulivieri –. Da noi, invece, esiste un’associa-zione moralistica tra assistenza sessuale e prostituzio-ne, ma sono due cose completamente diverse: questo tipo di corsi formano dei terapisti veri e propri».

Ilaria Lia

Il Forum sulla non autosufficienza - Strumenti, idee e soluzioni per il

lavoro di cura e l’integrazione socio-sanitaria è un evento organizzato dalla Maggioli Casa Editrice, con il patro-cinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. E per la seconda volta, la V edizione del Fo-rum farà tappa a Bari nelle giornate del 5 e 6 giugno 2013, con il patro-cinio della Regione Puglia, della Pro-vincia di Bari e del Comune di Bari.Il Forum è rivolto ad operatori, studio-si ed esperti del settore per sviluppare, discutere e progettare le politiche per

la “non autosufficienza” e gli inter-venti nella pratica quotidiana d’aiuto nei confronti delle persone che, per cause diverse, hanno perduto la loro autonomia fisica, psichica, cognitiva. È inoltre un momento di confronto sulle azioni di supporto e sollievo per chi si assume il pesante lavoro di cura.Nell’ambito del Forum sulla non au-tosufficienza vengono affrontate ed approfondite tutte le tematiche di maggiore attualità ed importanza, con un ricco programma di convegni e workshop curati dai più prestigio-si e qualificati esperti del settore. In

contemporanea un’area dedicata agli sponsor mostrerà le più innovative tecnologie, prodotti e strumentazioni disponibili per la “non autosufficien-za”, e costituirà il naturale completa-mento dell’evento.Il programma, infatti, offre un ricco ventaglio di convegni e workshop con argomenti dedicati ai vari ambi-ti operativi, con materie interessanti, concrete e attuali che forniscono con-tributi, approfondimenti e soluzioni di immediata utilità nell’operare quoti-diano. La sessione convegnista è strut-turata in sezioni plenarie e workshop.

Le sezione plenaria tratta le novità e i temi emergenti legati alla “non au-tosufficienza” e all’integrazione so-cio-sanitaria, dando voce ai massimi esperti a livello nazionale.I Workshop di approfondimento per-mettono ad ogni partecipante, di spa-ziare tra argomenti molto diversi e danno la possibilità di approfondire le varie tematiche affrontandole da più prospettive.È possibile conoscere i dettagli nei prossimi mesi collegandosi al sito www.nonautosufficienza.it.

Luigi Conte

Paolo e Lucia, padre e figlia, hanno ideato un sito “ad intenso impatto emotivo” dove vengono segnalate

tutte le attività che regalano emozioni forti ai disabili L’emozione è libera, non ha confini né barriere archi-tettoniche. Da questo presupposto nasce il sito www.emozionabile.it Un portale nuovo che propone un altro tipo di turismo accessibile, quello dedicato alle emozioni: vengono rac-colte, promosse ed organizzate attività “ad intenso im-patto emotivo fruibili da persone disabili. Disabili, ma sicuramente abili all’emozione!”I fondatori, Paolo e Lucia, sono padre e figlia. Sul sito c’è una breve descrizione di loro: “Paolo, con qualche problema motorio dall’età di 3 anni: poliomelite durante l’ultima ondata di malattia degli anni 50. Lucia, consa-pevole che una persona disabile diviene “handicappata” spesso per disattenzione sociale più che per il problema in sé”.I due condividono diverse passioni e per caso è nata l’idea del sito. Come affermano sulla pagina di presenta-zione: “Navigando in internet su portali italiani e cercan-do informazioni su attività emozionanti accessibili alle

persone con disabilità”. Non trovando ciò che cercava-no, hanno pensato di colmare da soli questa lacuna, ide-ando un portale che potesse puntare sulla sfera dell’ac-cessibilità delle esperienze emotive, che potessero essere vissute da persone con disabilità.Nel sito vengono segnalate le esperienze che sono state vissute e che si vuole condividere, in base anche alle va-rie disabilità (difficoltà motoria, sedia a rotelle, uditiva, visiva, rappresentate da icone riconosciute).Ovviamente non mancano le informazioni che indicano l’accessibili-tà e la vivibilità dell’esperienza, con elementi dettagliati riguardanti l’attività e la Struttura che la organizza. Chiunque può proporre un’emozione, Il servizio offerto dal portale è gratuito per gli utenti che ne usufruiranno, mentre ai fornitori verrà richiesto un modesto contributo annuale per rendere visibili ciascuna delle loro attività. Lo scopo è riuscire ad abbattere ogni tipo di barriera fi-sica e psicologica legate alla disabilità e di “contribuire alla creazione di una nuova cultura in ambito ricreativo, affinché il disabile superi l’handicap attraverso la possi-bilità di trovare strutture atte ad accogliere le sue parti-colari esigenze”.

Parte a Galatina il progetto NetAbility, il primo servizio gratuito in provincia di Lecce, gestito

dall’Istituto Immacolata, dedicato alle persone diver-samente abili, agli invalidi appartenenti alle categorie protette in cerca d’impiego e ai datori di lavoro che intendono assumere secondo i principi della legge 68/99 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.Il servizio mira ad agevolare l’incontro di domanda e offerta del lavoro, tenendo conto e valorizzando le “diverse” abilità dei richiedenti. NetAbility offre ser-vizi di orientamento attraverso colloqui individuali e di gruppo, fornisce anche supporto alle imprese nella selezione dei candidati e consulenza sui benefici fi-scali. Il progetto è stato finanziato dalla Regione Pu-glia – Assessorato alla Solidarietà.Gli uffici del NetAbility sono a Galatina in via Scalfo n.5 dal lunedì al venerdì dal 9.30 alle 12.30, martedì e giovedì dalle 15.30 alle 18.30, chiamando al numero 0836 567190 e scrivendo a [email protected] Visitando la pagina Facebook www.facebook.com/progetto.netability si potranno conoscere le figure professionali ricercate al momento e chiedere un col-loquio per consulenza ed orientamento.

AMORE E DISABILITÀ, I SENTIMENTI NON HANNO BARRIERE

A BARI IL FORUM SULLA NON AUTOSUFFICIENZA

EMOZIONABILE.IT, TURISMO ACCESSIBILE A PORTATA DI CLICK

NETABILITY, TROVARE LAVORO NON È MAI STATO COSÌ SEMPLICE

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11AMBIENTE

Piantiamola di lamentarci e piantiamo intenzioni, ortaggi, pazienza, presidio

di Giovanni BONGO

Marguerite Yourcenar, nel suo denso e neces-sario, Il tempo, grande scultore, segnala con

preoccupazione quanto gli italiani stanno facendo al loro paesaggio già alla fine degli anni ’50 – e cita Stendhal, quando egli dice: “gli italiani non amano gli alberi”. Consumiamo, in Italia, più cemento che nel resto d’Europa. Politici senz’arte, e imprendito-ri senza ritegno, hanno coperto di cemento e asfalto due intere regioni come il Lazio e l’Abruzzo solo ne-gli ultimi 15 anni: che ritmo! I comuni non piantano gli alberi dovuti ai loro nuovi nati, (la legge Rutelli è ampiamente disattesa). I giardini pubblici delle nostre irrisolte periferie sono spesso agglomerati di essenze sparse a caso tra “geometrie” in calcestruzzo. Eppure, noi italiani abbiamo inventato il giardino all’italiana.

Noi educammo al verde mezzo mondo: da Caserta, da Roma, da Firenze, da Napoli. Nella furia iconoclasta dell’immediato dopoguerra, volendo cancellare i segni del fascismo, la democrazia nascente fece tagliare gli “alberi del regime”: piantati lungo le vie provinciali e statali, secondo alcuni avrebbero arrecato danno alla sicurezza stradale. Feste dell’albero non se ne celebra-no più. Eppure, privati cittadini, ragazze, ragazzi, gio-vani e non, negli ultimi anni hanno preso a cimentarsi in un’impresa virente: piantare alberi in aiuole mozze, dare acqua a fiori scordati, agghindare giardini in “non luoghi” futuristi. Il giardino unisce natura e cultura. La natura naturale non contempla i giardini. Il giar-dino è l’ordine umano portato nel caos originario. Il giardino è un processo di cura per il perturbante delle

cose – che fatte giardino non turbano più. Il giardino è una pagina letta tra le righe: un nonno col nipote a parlar di stelle, la mano dell’amata segnata dal pianto, il regalo aperto all’ombra di una fronda, il sorriso pu-dico dischiuso al sole. Il giardino è la pratica di una cit-tadinanza disposta a disseminarsi nello spazio. Come indicano le donne e gli uomini di Ortocircuito (http://ortocircuito.blogspot.it/). A Bari Japigia, ad esempio, s’è data terra a una pratica idea: di portarsi dietro zap-pette semi libri e arbusti; di piantarla di lamentarsi; di piantare intenzioni, ortaggi, pazienza, presidio. È un suggerimento per il volontariato salentino. Le associa-zioni potrebbero piantarsi in giardino – dove secca è la terra e rude è il cemento: là spunterebbero bei fiori e nuovi propositi.

Capita di curare un orto. D’estate. Capita di peda-lare sovrappensiero. Di sera. Capita di raggiun-

gere il proprio giardino fruttuoso pensando un po’ a sé e un tanto ad altro. Si dà acqua ai pomodori, si tirano via le erbe gialle dalle zolle verdi. Capita, così, d’imbattersi in un corpo abbandonato come un sacco color corda; e di provare sgomento. Non è un corpo morto. È vivo. È timido. Teme. Ha fame. È il cor-po di una bella cagna smunta e precaria, che vuole crederti ma ha paura, che vuole bere e mangiare ma chiede una carezza che non sai darle subito. Trovai Luna in un mezzo pomeriggio di mezza estate. Non le diedi un nome, per giorni. Per settimane cercai una soluzione. Chiamare un veterinario, per prima cosa, disposto a farle visita in pieno campo, certo. Por-tarle ogni giorno del cibo, per forza. Accertarsi che quell’orecchio macilento fosse segnato da un’otite e non da un morbo peggiore. Medicarla. Chiedersi se fosse il caso di mandarla in un canile, triste ospizio troppo spesso indegno di dignità, oppure se tenerla – ma come? Infine, con il sostegno della sede tig-gianese del CSV, contattare le volontarie di Zampa Libera. Ci impegnammo. Scongiurammo il peggio. Ho continuato a curare Luna per mesi; fino alla deci-

sione di avviare un’adozione del cuore. Luna, la dol-ce femmina di pastore tedesco percossa da gentaglia ma ancora fiduciosa nella gente, mi ha visto arrivare ogni giorno, dall’estate all’autunno, per settimane. M’è venuta incontro ogni sera, caracollando feli-ce, lieta del cibo ma ancor più per la compagnia di un’ora e per quelle carezze miste alle pratiche di cura della sua otite. Ha danzato ogni pomeriggio perché meno sola, un tanto al giorno, tra l’orto e la pajara, tra la luna e il sole. Luna, oggi, si chiama Frida. Così hanno voluto le volontarie di Zampa Libera. L’asso-ciazione animalista ha trovato una famiglia adottiva a questa cagna incolpevole. Pulita, “chippata”, ste-rilizzata, nutrita, è partita un venerdì d’autunno ma quasi inverno, in mia assenza, lontano dai miei occhi di custode momentaneo della sua fragilità. Avrei sof-ferto a vederla andar via. Ho sofferto comunque, ma sono lieto. La famiglia di Belluno che l’ha accolta è composta da vegetariani appassionati di orticoltura e animali. Da un orto all’altro, dal sud al nord, Frida, emigrante d’amore, testimonia di quel che possono fare i cittadini quando vedono il problema e cercano la soluzione. Partendo, talvolta, da una ciotola e da una carezza.

Cibo è cultura. Cibo è relazione. Cibo è ciò di cui siamo fatti noi – e la materia dei no-

stri sogni. Il cibo è, anche, tempo. Il cibo pro-dotto, inteso in senso pienamente industriale, segnala la dominanza delle marche e dei mar-chi, variabili del ritmo industriale. Mangiare per esibire un ritmo è un compito performativo: cu-mulare nutrienti dopo i consigli per gli acquisti e prima di andare dal dietista. Eppure il cibo è gaiezza, agio, pensiero; non il segno di un vano potere sulla cronologia. Mangiare una bistecca nel 1950 era un lusso lento, discreto; l’attuale moda del fast food è un vanto orario. Tra le ri-vendicazioni dei difensori del cibo ve n’è una ineludibile: non sperperare i beni alimentari; ma dobbiamo prenderci del tempo. Perché il cibo è un bene temporale, da preservare lungo l’arco della sua storia. Il dato dei nostri giorni è che in un periodo di recessione economica come l’at-tuale il cibo è ancora oggetto di sperpero. Abbia-mo sprecato 100.000 tonnellate di cibo nel solo 2012 (dati Coldiretti). Lo yogurt prossimo alla scadenza ma ancora buono è stato scansato dalle mani solerti dei commessi negli ipermercati? Il pane raffermo non è servito a preparare impasti il giorno dopo? Il cibo orario o è freschissimo o è perduto per sempre, rispondendo alla logi-ca, tutta digitale, del tempo reale? Il nostro è un cibo senza sosta. Il pane di ieri, per citare il titolo di un bel libro di Enzo Bianchi, viene pri-vato della sua essenziale materialità diacronica. Gli sprechi alimentari sono anche lo sperpero di un tempo senza sapore; oltre che il “combina-to disposto” di fenomeni assai diversi. Vi sono le food losses, “le perdite che si determinano a monte della filiera agroalimentare, principal-mente in fase di semina, coltivazione, raccolta, trattamento, conservazione e prima trasforma-zione agricola”; vi sono le food waste, “gli sprechi che avvengono durante la trasformazio-ne industriale, la distribuzione e il consumo”: questo ci segnalano gli esperti. Sulla seconda tipologia di spreco, e indirettamente sulla prima, abbiamo un potere decisionale chiarissimo. Pos-siamo preferire beni di stagione, freschi, locali. Possiamo far la spesa ogni giorno e prendere solo quel che serve. Possiamo, con semplicità forse ingenua, fare con gli spaghetti del giorno la frittata della sera: ecco il sapore di una intera giornata di equa presenza nel gusto.

LUNA O L’ALTRA SPECIE?

GIARDINI NEL CAOS

MANGIANDO IL TEMPO

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12AMBIENTE

NASCE LA CASA DEI PELLEGRINI

IL LATO OSCURO DELLE RINNOVABILI

NELLE AIUOLE LAVORI IN CORSO

Un film documentario prodotto dal basso racconta la situazione nel Salento

A Lecce laboratori gratuiti per bambini per progettare, costruire e reinventare la città

Lungo il tracciato della nuova Maglie-Leuca il presidio permanente del Comitato SOS 275

L’esplosione della green economy nel Salento è da anni sotto la lente d’ingrandimento na-

zionale. Un fenomeno in espansione in tutte le sue contraddizioni su cui da tempo gli ambientalisti hanno posto l’attenzione denunciando pratiche di speculazione nascoste dal cosiddetto “greenwa-shing” e una crescente deturpazione del territorio. I grandi impianti di fotovoltaico a terra, infatti, sono stati oggetto di discussione non solo per l’invasio-ne di terreni agricoli e per pratiche improprie di smaltimento ma anche per fenomeni di sfruttamen-to di manodopera, in particolare immigrata. A sve-lare il lato oscuro di alcuni meccanismi perversi della green economy, “Green Lies”, il nuovo docu-mentario di SMK Videofactory in collaborazione con il CDCA - Centro di documentazione conflit-ti ambientali di Roma. Quattro le tappe di questo

percorso sviscerato attraverso l’analisi di una serie di case history sparse per l’Italia: eolico, biogas, geotermia e solare. «Il Salento – spiega Andrea Paco Mariani di SMK Videofactory – rappresenta un esempio interessante perché per il fotovoltaico esiste una storia di lunga data e sicuramente il li-vello quantitativo di impianti è emblematico. L’al-tro aspetto che ci ha spinto a raccontare lo stato delle cose nel Salento è la presenza di buone prati-che come quelle di Melpignano e Cutrofiano in cui si sta sperimentando un modello, più sostenibile e vicino ai bisogni del territorio». Un aspetto fonda-mentale questo, che abbraccia lo spirito dell’intero film: «il nostro intento – continua Mariani – non è quello di screditare la green economy, ma di sve-larne i meccanismi perversi. Il punto non è solo “cosa” produci, ma anche “come” e oltre alla spe-

culazione un aspetto che accompagna ogni tappa realizzata finora è quella del gap decisionale che si crea rispetto alle volontà del territorio». Un ap-proccio in totale sintonia con le battaglie portate avanti dal Forum Ambiente e Salute che ha col-laborato attivamente alla realizzazione della tappa salentina del documentario. Per mantenere la to-tale indipendenza dal mercato cinematografico e dare visibilità a storie che altrimenti non sarebbe-ro raccontate, “Grenn Lies” è una produzione dal basso. Il progetto, infatti, sarà finanziato grazie al contributo di coloro che sceglieranno di acquistare le quote messe a disposizione dalla produzione e diventare, così, sostenitori del film. Un meccani-smo di autofinanziamento collettivo che lo rende una produzione condivisa. Per acquistare le quote e visionare l’anteprima del film: www.greenlies.it.

«Non insegnate ai bambini» canta-va qualche anno fa Giorgio Gaber,

ma imparate da loro, direbbe qualcun altro. È con questo spirito che dallo scorso autunno è attivo il progetto “Aiuole” delle Manifatture Knos di Lecce a cura di Fermenti Lattici, Ci-clofficina Popolare Ruotando, Lab11, Ente Modelli Sostenibili, Big Sur e Sud Est. L’iniziativa fa parte del pro-

getto Spazi creativi, finanziato dalla Regione Puglia attraverso il program-ma Bollenti Spiriti. Fino a maggio 2013 adulti e bambini sono impegnati in attività di co-working per ripensare gli spazi urbani, in particolare quelli a ridosso delle Manifatture Knos, in modo da trasformarli in luoghi inclu-sivi e mirati a soddisfare le esigenze dei più piccoli. Si tratta di una serie

di incontri gratuiti rivolti a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni chiamati a diventare architetti del verde e ripla-smare insieme lo spazio circostante con un approccio ecologico e sosteni-bile attraverso un naturale processo di progettazione partecipata. A farla da padrone l’immaginazione: dopo una fase di ascolto confluita nella realiz-zazione del “Planning for Real”, un plastico in scala in cui ognuno illustra su una bandierina la propria proposta, i giovanissimi creativi hanno iniziato a costruire materialmente gli arredi necessari a trasformare le due grandi aiuole all’esterno delle Manifatture in un parco per bambini e in un’area ri-creativa per adulti. E così via con ca-sette di legno, panche e panchine, ga-leoni dei pirati, rifugi per uccelli, case sugli alberi e tutto ciò che la lunga lista stilata dagli stessi ragazzi preve-de. Ma non solo. “Aiuole” offre anche una serie di laboratori tra cui “Favole rotonde” a cura da Fermenti Lattici,

“Gioconosciamo la Bicicletta” con la guida della Ciclofficina Ruotando e “A regola d’arte” sulla scultura cura-to da Lab 11. A raccontare il proces-so di costruzione del progetto, il Tg Aiuole, curato da Big Sur, laboratorio di immagini e visioni e realizzato in-teramente dai più piccoli. «Il nostro ruolo – spiega Francesco Maggiore, art director di Big Sur e curatore del laboratorio – è di coordinare la re-dazione dei bambini. Sono loro che scelgono gli argomenti da esporre, scrivono i testi, realizzano la sigla. Il video non è solo uno strumento di racconto ma anche di ascolto: i giova-nissimi giornalisti, ad esempio, hanno realizzato una serie di servizi anche sulle storie nascoste dentro le aiuole, ispirandosi alla realtà e raccontandola attraverso l’immaginazione e la fanta-sia». I video sono consultabili sul ca-nale Vimeo di Big Sur e sulle pagine facebook delle Manifatture Knos e di Fermenti Lattici.

Sono iniziati domenica 3 marzo i primi lavori lungo la nuova strada statale 275, proprio nel suo tratto finale, quello più controverso, da Montesano salentino

a Santa Maria di Leuca. Niente asfalto, viadotti o rotatorie, però, ma solo guanti, rastrello, taglia erba e olio di gomito: i lavori sono quelli per la costruzione della Casa dei Pellegrini, un luogo pensato dagli attivisti del Comitato “SOS 275” per accogliere eventi culturali, iniziative e confronti e creare un’alternativa concre-ta alla colata di asfalto prevista con il progetto di ammodernamento dell’arteria che arriva a Finibus Terrae. L’intento è di rivitalizzare il territorio e piantare i semi di un modello diverso di sviluppo per quest’area attraverso la creazione di un luogo d’incontro e presidio permanente del Comitato. Per 6 anni, lo stabile presente sul tracciato del nuovo progetto all’altezza tra Lucugnano e Alessano e in prossimità della Chiesa del Confalone, è stato concesso in comodato gratuito da Attilio e Paola Martella agli ambientalisti. Un progetto interamente finanziato dal basso, quindi, quello che porterà alla rifioritura di questo antico rudere situa-to lungo l’antica via dei pellegrini, forse un luogo di riposo o una locanda, così come testimoniato dalle numerosi croci incise sui muri dai peregrini di passaggio,

diretti al santuario di Santa Maria di Leuca. Una storia antica documentata anche da diversi documenti storici del ‘600 che raccontano di questo luogo di ristoro e di accoglienza. Ad abbracciare il rudere, un magnifico giardino riportato alla luce proprio dai volontari che in queste settimane si stanno adoperando per rimetterlo a posto. A breve saranno organizzati due eventi all’interno della Casa dei pellegrini: il primo il lunedì di Pasquetta dell’1 aprile e il secondo il 22 dello stesso mese, in occasione della Festa della Terra in collaborazione con il Comune di Tricase. Gli appuntamenti sono destinati alla pace dell’anima, alla rilassatezza attiva e ad una raccolta fondi spensierata per poter ricostruire il tetto della locanda, riparare il forno per fare il pane o le pizze, pagare le spesse legali per i ricorsi. C’è anche un orto da piantare e le api da curare. Il vino e l’acqua come per ogni locanda che si rispetti verranno offerti a tutti i pellegrini. «Vogliamo mostrare a tutti – spiega Vito Lisi, portavoce del Comitato – cosa si perderebbe e come di luoghi sfigurati e senza identità ce ne siano sin troppi e non si può più insistere sul consumo di suolo per dar lavoro a tempo determinato distruggendo per sempre un lavoro a tempo indeterminato».

di Lara ESPOSITO

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13INFANZIA

I DATI DEL MONITORAGGIO SUL PIANO NAZIONALE DELL’INFANZIA

PROGETTO GIADA: LA ASL DI LECCE IN CAMPO CONTRO LA VIOLENZA SUI MINORI

RICERCA “PEDIATRICS”: TROPPA TV RENDE I BAMBINI AGGRESSIVI

Quali sono le condizioni dell’in-fanzia e dell’adolescenza in Ita-

lia? Quali le criticità che mettono a ri-schio i servizi fondamentali da dare ai minori? Gli enti operanti sul territorio lavorano in modo sinergico ed efficace nella programmazione e attuazione di politiche per l’infanzia? Questi e altri ancora sono gli interrogativi che sono alla base delle 250 pagine che formano il rapporto di monitoraggio del Piano nazionale per l’infanzia. Il 21 gennaio 2011 (con decreto del Presidente della Repubblica) il terzo Piano biennale nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Nel piano erano state individuate quat-tro direttrici d’intervento, sulle quali sono state elaborate proposte di azioni coordinate: consolidare la rete integrata dei servizi e il contrasto all’esclusione sociale; rafforzare la tutela dei diritti; favorire la partecipazione per la costru-zione di un patto intergenerazionale e, infine, promuovere l’interculturalità. Su queste ha lavorato l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescen-za assieme al Centro nazionale moni-torando il Piano attraverso questionari, in primo luogo, rivolti alle amministra-

zioni centrali, alle regioni e ai garanti per l’infanzia e tutori regionali ed altre fonti (per il monitoraggio delle attivi-tà degli enti locali, ad esempio, è stata utilizzata anche la banca dati dei pro-getti realizzati dalle città riservatarie; mentre per alcune azioni riguardanti il tema dell’affido familiare e dell’inseri-

mento di minori in comunità di acco-glienza la verifica ha tenuto conto an-che dei risultati di indagini quantitative e qualitative promosse dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel quadro delle attività di monitoraggio sullo stato di attuazione della legge 28 marzo 2001 n. 149).

Il monitoraggio, si legge nell’intro-duzione del rapporto, «rappresenta un momento di verifica di quanto il Piano abbia colto priorità e fenomeni attuali per l’infanzia e l’adolescenza, oggi, in Italia, e per il rilancio di nuove aree di intervento».Dai risultati ottenuti partono poi gli obiettivi da raggiungere: valorizzare i risultati raggiunti e gli interventi effet-tuati a livello nazionale, regionale e lo-cale in relazione ai bisogni e ai fenomeni emergenti segnalati nel Piano di azione; rilevare dati quantitativi e qualitativi che permettano di avere indicazioni utili per un’analisi delle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza; identificare esperien-ze significative e aree di maggiore critici-tà in relazione alla diversa tipologia delle azioni individuate nel piano; dare un sup-porto alle attività decisionali, a qualsiasi livello le stesse siano collocate.Il monitoraggio ha rappresentato «un valido percorso da seguire per l’esame delle criticità che investono il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, l’in-dividuazione dei punti di forza e la formulazione di proposte per le aree di interesse da porre al centro del futuro Piano di azione».

Ilaria Lia

Dopo la diffusione del dato sui 218 casi di violenza sui minori registrati in provincia di Lecce l’Asl di Lecce si è posta l’obiettivo di allargare ancora

di più la rete di referenti sanitari includendo anche i medici generici e quelli della guardia medica. Le rilevazioni effettuate rientrano nel “Progetto Giada” partito nel Policlinico di Bari nel 2000 ed esteso a tutte la Asl pugliesi. Proprio le struttu-re mediche, chiamate in causa per prime, possono avere il polso della situazione riguardo la violenza subita dai bambini. Le violenze che i minori subiscono sono di diverso tipo: violenza assistita; sessua-le; trascuratezza emozionale; maltrattamento fisico o psicologico. A destare mag-giore preoccupazione sono i dati relativi agli autori degli abusi: nel 90% dei casi la violenza avviene nelle relazioni intrafamiliari; l’8% di abusi avviene da parte di parenti vicini al nucleo familiare e solo il 2% riguarda gli estranei. Inoltre sono in aumento i maltrattamenti da scuotimento, ossia quando i bimbi vengono ripetuta-mente e violentemente strattonati, che causano lesioni fisiche e danni psicologici.Se i dati riguardano i bambini in età pediatrica, per i più piccoli c’è un sommer-so. Ecco perchè la Asl di Lecce ha deliberato il rafforzamento della rete sanitaria

per la diagnosi precoce e la cura delle diverse forme di abuso dell’infanzia.«La Puglia è molto avanti nelle politiche di cura e prevenzione degli abusi – spiega la dottoressa Maria Grazia Foschimo Barbaro, psicologa al Policlinico Giovanni XXIII di Bari e promotrice del “Progetto Giada” –. L’avvio del pro-getto ha permesso di creare una rete di sorveglianza sanitaria, in tutte le Asl della Regione. Obiettivo: riuscire a comprendere il fenomeno prima che sia troppo tardi. Per far questo è stato necessario formare il personale referente che impegna diverse figure professionali. Spesso i bambini più piccoli non sono in grado di riconoscere la violenza come tale e quindi è molto importante che per-sonale specializzato possa interpretare bene i segni comportamentali o, quando purtroppo accade, quelli fisici». La Asl di Lecce partirà subito con l’allargare ancora di più la rete di referenti sanitari includendo anche i medici generici e quelli della guardia medica; presto in ospedale ci sarà anche anche il facilitatore: un assistente sociale, in forze al consultorio familiare, che per alcune ore al mese deve essere presente in ospe-dale per facilitare l’integrazione tra ospedale e territorio.

Lasciare troppe ore i bambini davanti al televi-sore, si sa, non fa bene. I genitori sono con-

sapevoli che la tv non può e non deve fungere da baby-sitter in loro assenza, ma la routine quotidiana spesso porta a dimenticare questa raccomandazio-ne. Una ricerca pubblicata sulla rivista “Pediatrics”, aggiunge un ulteriore allarme che i genitori fareb-bero bene a non sottovalutare: l’eccessiva espo-sizione alla televisione porta ad un aumento dei comportamenti aggressivi nei più piccoli e i segni permangono anche in età adulta. Questa correlazione è emersa grazie ad uno studio neozelandese, di Bob Hancox dell’Università di Ota-go, che ha coinvolto circa mille tre bambini e adole-

scenti tra i 5 e i 15 anni. Come si legge nello studio “un consumo eccessivo di televisione sviluppa per-sonalità aggressive e socialmente problematiche”. In particolare, chi ha trascorso complessivamente più ore davanti alla Tv, tende ad avere comportamenti anti-sociali e aggressivi in misura maggiore del 30% rispetto a chi ha guardato la tv per meno tempo. Gli effetti di questa esposizione prolungata sono tali che i comportamenti aggressivi possono permanere sia nel periodo adolescenziale che in età adulta. Il secondo lavoro pubblicato su “Pediatrics”, a cura di Dimitri Christakis, docente di pediatria alla University of Washington, dimostra come, quando i genitori selezionano accuratamente i programmi

che i figli possono vedere prediligendo contenuti didattici e pro-sociali, i bambini crescono meno aggressivi dei coetanei che hanno il controllo del telecomando.Fino ai 10 anni il bambino non è capace di valuta-re autonomamente e attivamente le immagini e le informazioni che gli vengono proposte, per questo è necessario prendere delle precauzioni che non si limitano alla sola quantità (che per i bambini da 5 a 10 anni non dovrebbe mai superare le due ore al giorno) ma anche alla qualità dei programmi. Gli adulti devono aiutare a selezionare i programmi più consoni all’età e ad interpretare ciò che si vede.

Alice Mi

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14DIRITTI

EDUCARE, CONTRO LA VIOLENZA

GAY, LA CORTE DI STRASBURGO DICE Sì ALLE ADOZIONI DEI FIGLI DEI PARTNER

OLTRE 300 SEGNALAZIONI IN DUE ANNI, I DATI DELL’OSSERVATORIO OSCAD

I numeri sono di quelli che non solo fanno riflettere ma suscitano anche

l’urgenza di misure e azioni più effica-ci per riuscire a contenere il fenome-no. La violenza sulle donne in Italia continua ad essere una realtà purtrop-po allarmante se si pensa che nel 2012 sono stati commessi 124 omicidi, e 47 sono stati i casi di femminicidi tenta-ti e non riusciti. I dati, contenuti nel report “Femminicidi in Italia: i dati raccolti sulla stampa relativi al 2012”, curato dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, conferma-no ancora una volta come nella mag-gioranza dei casi (60% del totale) ad uccidere siano persone che avevano una relazione intima con la propria vittima, mariti o compagni, ex part-ner o parenti. E la casa, la famiglia, di per sé luoghi di rifugio, sicurezza, condivisione, si trasformano nei posti più pericolosi. Accanto agli eventi più estremi quali gli omicidi c’è poi l’am-pio spettro di quella violenza - fisica, psicologica, verbale – che spesso si consuma periodicamente senza che la vittima riesca a denunciarla e provare a venirne fuori. “La crisi che attual-mente stiamo vivendo non può che peggiorare questa realtà – sottolinea

F r a n c e s c a Venuleo, vi-cepresidente d e l l ’ a s s o -ciazione Sui Generis -. Per molte donne di-venta ancora più difficile pensare di affrancarsi da una situa-zione fami-liare di disa-gio”. Non a caso le don-ne che si tro-vano mag-giormente a subire vio-lenza sono quelle prive di autono-mia econo-mica e di una condizione di indipen-denza lavorativa. Fin dalla sua costituzione, nel 2010, l’associazione Sui Generis ha avuto il tema della violenza di genere al centro della propria azione, e sono tre i punti

cardine considerati fondamentali nel portare avanti una prevenzione del fenomeno. In primo luogo rafforzare e sostenere le associazioni e i centri antiviolenza sul territorio, facendo sì che possano portare avanti la propria azione. “Un altro punto fondamenta-

le è il lavoro nelle scuole – continua Venuleo – come primo livello per iniziare a trasmettere il concetto di rapporto paritario. Abbiamo iniziato la nostra attività infatti proprio con il progetto ‘Violenza zero’, attraverso incontri con i più giovani, per comin-ciare a dare un’educazione capace di combattere gli stereotipi di genere e i modelli sessisti promossi anche at-traverso la televisione. L’intenzione è quella di continuare a portare avanti il progetto”. E un ruolo fondamentale nella rieducazione ad un rapporto ri-spettoso con le donne lo hanno pro-prio gli uomini, terzo elemento chiave dell’azione di Sui Generis. “Occorre coinvolgere anche gli uomini come co-conduttori di questa battaglia – conclude la vicepresidente -. Non a caso di recente abbiamo promosso con il comune di San Cesareo l’ini-ziativa ‘Non una di più’, a cui hanno preso parte persone note e meno note del territorio. Il rischio, altrimenti, è quello di continuare a parlare sempre tra noi, tra donne sensibili al tema, sempre le stesse, invece di fare spa-zio a persone che normalmente non rimangono coinvolte”.

Sara Mannocci

Con una storica sentenza, il 19 febbraio scorso, la Corte europea dei diritti umani

ha stabilito che le coppie omosessuali potranno adottare i figli del loro partner. La sentenza riguarda l’Austria, in quanto emes-sa su un ricorso presentato da una coppia di donne austriache e il figlio di una di loro, ma i principi valgono per tutti gli Stati membri, a patto che nello Stato in questione la legge pre-veda la possibilità di adottare il figlio del part-ner anche alle coppie non sposate. In Austria è consentita l’adozione dei figli dei partner alle coppie eterosessuali non sposate. Quando una coppia di donne ha concluso un accordo di adozione per stabilire un legame legale tra il minore e la compagna della ma-dre, ha dovuto scontrarsi con il rifiuto da parte

dei tribunali austriaci. Questo perché, in base a quanto previsto dalla legge austriaca, l’ado-zione da parte di un partner pone fine al lega-me con il genitore biologico dello stesso sesso. In pratica, l’adozione da parte della compagna della madre avrebbe interrotto il rapporto lega-le con la madre naturale del ragazzo. I giudici di Strasburgo hanno trovato infondato questo principio e hanno stabilito che, avendo il legi-slatore austriaco aperto l’adozione dei figli dei partner alle coppie non sposate eterosessuali, il medesimo diritto doveva essere rispettato per le coppie omosessuali, non sussistendo alcun motivo per un diverso trattamento tra le coppie non sposate eterosessuali e quelle omosessuali. Nella sentenza la Corte afferma che l’Austria ha violato i diritti dei ricorrenti perché li ha di-

scriminati sulla base dell’orientamento sessuale dei partner.Paesi come l’Italia, che non consente l’adozio-ne dei figli dei partner alle coppie non sposate, non viola la Convenzione europea se non garan-tisce la medesima possibilità alle coppie omo-sessuali. Nella sentenza è precisato che gli Stati non sono tenuti a cambiare la propria legisla-zione, né a garantire il matrimonio alle coppie dello stesso sesso. L’importante sentenza europea è stata seguita a ruota dalla Corte costituzionale federale tede-sca, che ha rafforzato i diritti di adozione per le coppie omosessuali, permettendo l’adozione da parte di un membro di un’unione civile del fi-gliastro o del figlio adottato dal proprio partner.

Alice Mi

L’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) ha reso noto il bilancio delle attività svolte in poco più di due anni dalla sua

istituzione. Contro le discriminazioni ci sono state oltre 300 segnalazioni e 69 arresti e 157 persone deferite all’autorità giudiziaria in stato di libertà. Questi i dati aggiornati al 6 febbraio 2013: 329 segnalazioni di atti discriminatori, di cui meno della metà, 138, concernenti atti costituenti reato. Altre 133 se-gnalazioni riguardano situazioni già definite o trattate dalle Forze di polizia o dall’Unar e 58 sono invece le segnalazioni che riguardano il web.Dai dati forniti, emerge come delle 138 segnalazioni che riguardano atti di-scriminatori costituenti reato, sono 119 quelle che possono ritenersi concluse, “in quanto hanno già visto espletate tutte le attività di competenza delle Forze di Polizia” e che hanno causato l’arresto di 69 persone e il deferimento di altre 157. Nello specifico, su 138 segnalazioni, il 55,8 per cento ha riguardato di-

scriminazioni razziali, il 29 per cento l’orientamento sessuale, il 10 per cento il credo religioso, il 3,6 per cento l’età ed infine il 2,2 per cento la disabilità. Delle 133 segnalazioni relative a fatti di altra natura, sono 64 i casi che non hanno richiesto trattazione, perché relativi a situazioni già definite. Sono 69 quelli trattati dalle Forze di polizia (54) o dall’Unar (15). Le 58 segnalazioni che riguardano siti internet o profili Facebook a contenuto discriminatorio sono state inoltrate alla Polizia Postale. Segnalati anche atti discriminatori per alcuni eventi sportivi, ciò ha spinto poi le Forze di polizia, di intesa con l’Os-servatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, ad approvare “un piano di interventi contro ogni discriminazione negli stadi, che, allo scopo di sensibi-lizzare le tifoserie, prevede una giornata nazionale contro le discriminazioni, un evento a favore della legalità, e campagne di diffusione di messaggi anti-discriminatori sul web”.

Sostenere i centri sul territorio, lavorare nelle scuole, coinvolgere gli uomini: i punti chiave dell’associazione Sui Generisi per contrastare la violenza alle donne

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Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di LecceMarzo 2013 - Anno VIII - n.64

Iscritto al n.916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Direttore Responsabile: Luigi RussoRedazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Ilaria Lia,

Luigi Conte, Sara Beaujeste D’Arpe.Grafica e impaginazione: Sergio De Cataldis

Sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - Lecce

Tel. 0832.392640 - Fax 0832.391232 - Direttore: 335.6458557

www.csvsalento.it [email protected] Stampa: BLEVE PUBBLICITÀ - Tel e Fax 0833.532372

15DIRITTI

IO CI PROVO... DI NUOVO!

UN OSSERVATORIO EUROPEO PER PROMUOVERE I DIRITTI NELLE CARCERI

Il tema delle carceri e della situazione dei detenuti è sempre molto attuale.

Condizioni misere, suicidi, sovraffolla-mento, sono questi i principali nodi che si devono affrontare. Proprio per moni-torare e per garantire la dignità ai de-tenuti è nato l’”Osservatorio europeo sulla detenzione carceraria”, sostenuto dalla Ue (nell’ambito del Criminal Ju-stice Programme) e coordinato da An-tigone. I Paesi coinvolti sono Francia, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Porto-gallo, Spagna, Regno Unito. L’Osservatorio è diretto e supervisio-nato da Mauro Palma, ex presidente del Comitato per la Prevenzione della Tortura del Consiglio d’Europa.

Il totale dei detenuti nelle nazioni coin-volte è di quasi 400mila unità. I dati diffusi riguardano: i tassi di detenzio-ne, indicanti il numero di persone de-tenute per ogni 100mila cittadini e che rappresentano la misura del ricorso al carcere in ciascun paese. I tassi di detenzione più alti si registrano in Let-tonia e in Polonia, due nuove membri dell’Unione, in Europa meridionale in Spagna. In Italia e nella stessa Spagna, la popolazione detenuta è calata. «Le condizioni materiali di detenzione e la violazione dei diritti fondamen-tali delle persone private della libertà sono un serio problema in molti paesi dell’Unione Europea - spiega il coordi-

natore Alessio Scandurra - l’Osserva-torio intende fornire una migliore co-noscenza di questi problemi, ma anche delle esperienze più virtuose di ciascun paese. Lo scopo è promuovere, nelle carceri di ogni paese europeo, il rispet-to dei diritti fondamentali, così come chiesto dall’Europa stessa». Ogni nazione ha parametri diversi per determinare la capienza dei si-stemi penitenziari. In Italia, ad esem-pio, ogni detenuto dovrebbe avere a disposizione 9 mq, in Lettonia solo 2,5 mq. Il bilancio fatto dall’Osser-vatorio, si basa su un valore medio. L’Italia e la Grecia sono i paesi con le carceri più affollate.

Attenzione particolare si avrà per i mi-norenni detenuti, che sarà priorità per il Criminal Justice action plan della Com-missione Europea. Le percentuali più elevate di minori si registrano in Gre-cia con il 4,7%. per quanto riguarda le donne la percentuale è compresa tra il 3% della Polonia ed il quasi 8% della Spagna. La mortalità in carcere è determinata di-videndo il numero di detenuti presenti in un anno per il numero dei detenuti morti in carcere quell’anno. I dati cambiano molto da paese a paese: da una morte ogni 600 detenuti in Polonia ad una mor-te ogni 200 detenuti in Portogallo.

Ilaria Lia

Ritorna per il secondo anno il labo-ratorio/percorso teatrale “Io ci provo. Dentro e Fuori dal carcere” rivolto ai detenuti della sezione maschile del-la Casa Circondariale di Borgo San Nicola di Lecce. Il progetto, in parte sostenuto dalla direzione della Casa Circondariale di Lecce e patrocina-to dalla Provincia e dal Comune di Lecce, dal Teatro Pubblico Pugliese e dalla Regione Puglia prosegue grazie alla volontà della compagnia Factory nella persona della pedagoga teatrale Paola Leone, ideatrice e curatrice del progetto, e dei suoi collaboratori. Lo scorso anno il progetto si è concluso con lo spettacolo aperto “Io non sop-porto niente e nessuno nemmeno Spo-on River”. “Io ci provo” esce dal carcere. Come?Se è vero, come afferma un luogo comune molto spesso sottovalutato nelle sue implicazioni, che il carcere è lo specchio della società in cui vi-viamo, che il “dentro” non è altro che la riproduzione intensiva del “fuori”, allora la questione che si pone in tutta la sua radicalità è quella di ripensare il “dentro” per poter immaginare un altro “fuori”. “Io ci provo” è un’occasione per molti dei partecipanti di sperimentare qual-cosa che non si è potuto sperimenta-re o semplicemente incontrare prima della permanenza nell’istituto peni-tenziario. Questo qualcosa molti lo chiamano cultura, ma probabilmente è un modo di interrogare il mondo e se stessi per individuare possibili vie di fuga, modalità di auto osservazione che permettano di guardare “dentro” e vedere il “fuori” da più punti di vista.Negli anni, sempre più spesso, mi

sono trovata di fronte a luoghi comuni come «in cella guardano la tv e hanno il riscaldamento!», quasi si trattasse di lussi concessi etc.Oggi, alla luce di tutto quello che stiamo vivendo in Italia, la sanzione da parte della Corte Europea dei di-ritti dell’uomo, i suicidi sempre più frequenti in molti istituti italiani ed anche nel carcere di Lecce, e non ul-tima la battaglia di Armando Punzo per la costruzione del teatro stabile a Volterra,ho ritenuto necessario am-pliare il progetto, ecco perché “Io ci provo” esce dal carcere.Uscendo dal carcere, “Io ci provo” prova ad assolvere un compito in-formativo, conoscitivo e divulgativo su cosa realmente significa vivere, lavorare e fare teatro dietro le sbarre. In altri termini, dopo aver portato il “fuori” dentro, adesso mira a portare il “dentro” fuori, perché il ripensa-mento dell’individuo diventi il ripen-samento di una comunità.Da questa idea nascono 5 incon-tri sul tema carcere con il sostegno delle Manifatture Knos di Lecce. Si tratta di incontri che accompagnano e integrano il progetto di teatro di cui mi faccio carico personalmente e che quest’anno metterà in scena ad aprile Ubu re. Gli incontri in programma, nella di-versità delle prospettive adottate e dei temi trattati, metteranno al centro del discorso il carcere e le persone che ci vivono, con la consapevolezza che si tratta solo di un primo passo di un percorso da intraprendere insieme. I prossimi incontri sono la “Giornata mondiale del teatro Francesco Farina intervista Armando Punzo” il 27 mar-

Intervista a Paola Leone, curatrice del laboratorio teatrale all’interno del carcere di Borgo San Nicola

zo alle ore 18 e il “Laboratorio con Armando Punzo” dal 25 al 29 marzo.Qual è stata la risposta dei detenuti, della direzione della Casa Circonda-riale e delle Istituzioni locali a que-sto progetto? Devo dire che dal punto di vista del-la partecipazione molto buona, ma il progetto “Io ci provo” è costoso e adesso che si espande anche fuori lo diventa ancora di più, quindi abbiamo sempre bisogno di aiuto. Quest’anno è finanziato in parte dall’ammini-strazione penitenziaria, in parte dalla Provincia di Lecce e in parte dalla Regione Puglia, ma la fetta più gros-sa viene finanziata da Factory cioè da noi stessi e da tutte le persone che ci sono vicine e che lavorano gratuita-mente per noi, penso ai professionisti che vengono a fare una lezione aperta durante il laboratorio e ai miei colla-boratori. Per questo è aperta una rac-colta fondi che ci aiuterà a mantenere e ad ampliare il progetto.Da questa esperienza potrebbe nascere una compagnia stabile all’interno del Carcere sulla scia dell’esperienza di Volterra?Volterra è un’esperienza unica in Ita-

lia nata anche in tempi molti diversi da quelli che stiamo attraversando noi. Quello che di sicuro potrebbe na-scere è un laboratorio permanente di teatro, o almeno «io ci provo».Ci racconti una storia particolare o un aneddoto dell’esperienza vissuta all’interno del carcere? Le storie , i volti e gli aneddoti sono tanti e cerco di tenerli dentro finché posso, come una cosa preziosa. Ti posso raccontare quello che stiamo vivendo ora non so se è un aneddo-to per noi fa parte della nostra storia come gruppo teatrale.Uno dei protagonisti dello spettaco-lo avrà la scarcerazione prima dello spettacolo finale e lo so che può sem-brare paradossale ma è un passaggio che sta vivendo molto male e insieme al gruppo stiamo attraversando questo momento difficile e stiamo cercando di trovare una soluzione. Non so bene come spiegarti ma questa è la magia del teatro.Come racconteresti il carcere a chi non l’ha mai visto? Lo porterei dentro con me, guardare e toccare..

Lara Esposito

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