62 VS Ottobre - Novembre 2012

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Il calendario della prevenzione Forum Provinciale del Volontariato associazioni dossier a pag. 11 pp. 7-10 A pag. 15 L’Aquila Conferenza nazionale del volontariato 5-7 ottobre, uno dei simboli della solidarietà alla città A desso le cose diventano serie, e la verità non è più una delle opzioni possibili, ma l’unica opzione. Non si possono raccontare frottole agli italiani pur di conquistare il consenso, non si può pensare che il conto lo devono pagare gli altri. Inutile adesso cercare i responsabili della crisi e del fallimento per colpirli in fronte, in una sorta di catarsi collettiva. Se abbiamo avuto politici corrotti e cor- ruttori, questo è dipeso certamente dalla loro immoralità e vigliaccheria, ma an- che dalla irresponsabilità e faciloneria di molti cittadini che non hanno saputo se- lezionare la propria classe dirigente. Ma, veramente, non serve proprio indugiare sul terreno delle colpevolizzazioni. L’Italia della fine del 2012 è nuda, ma non è disperata. Ha molti problemi, molti guai, molti debiti, ma anche ri- sorse incredibili che probabilmente non ha saputo rilevare e attivare. Ci sono anche buoni politici e buoni eco- nomisti in questo paese, buoni impren- ditori, bravi “cittadini attivi” in tutti gli ambiti che lavorano per gli “interessi collettivi”. Ecco, bisogna inventare un sistema di relazioni che rendano pro- tagonisti tutti questi soggetti, ognuno con il proprio ruolo, e che renda final- mente manifesta la “sconvenienza” di lasciare alle lobby e ai portaborse la leva del potere. Il prossimo anno i volontari salentini sperimenteranno un percorso di sviluppo della soggettività politica del volonta- riato. Ovviamente, questo non significa “invadere la sfera della politica”, ma mettere in moto un movimento culturale che faccia crescere tutte quelle azioni di collaborazione e di confronto tra ammi- nistratori, cittadini attivi e imprenditori, sulle questioni concrete, sui problemi generali, per individuare dapprima le idee che possono diventare programma politico, poi le energie e le risorse (che sono finanziarie ma anche relazionali e culturali) per realizzare queste idee, infi- ne gli strumenti per verificare l’efficacia di queste azioni che devono avere come unico esito quello di accrescere i Beni Comuni. La crisi è atroce, i volontari ci sono e sono consapevoli del loro ruolo, spe- riamo che anche politici e imprendi- tori lo siano. LE CASE DELLA SUSSIDIARIETÀ ALLA CONFERENZA NAZIONALE DEL VOLONTARIATO le parole che contano “Siamo custodi dei beni comuni, non proprietari” Gregorio Arena L a crisi economica, finanziaria, politica e culturale in atto nel nostro Paese è uno degli argomenti più delicati e scottanti di questo pe- riodo. Ecco l’intervista di Valentina Valente a Luigi Russo, presidente del CSV Salento andata in onda nella trasmissione “Volontaradio” di Mon- doradio in merito alle possibili stra- de alternative per uscire dalla crisi. La crisi politica sembra stia schiacciando il nostro Paese in una situazione che pare senza via d’uscita. Come si può dare una svolta e come il mondo del volon- tariato, del Terzo settore e della società civile, possono contribuire e con quali azioni? La nostra non è soltanto una crisi di tipo economico, non è soltanto una crisi di PIL, o di investimenti che non arrivano, o di occupazione o di- soccupazione. Questo è un aspetto molto importante che i giornali uti- lizzano sempre di più, ma è anche una crisi di sistema culturale e politi- co, e anche una crisi etica. Continua a pag. 2 S ono 3.081 in tutta la Puglia i mi- nori che vivono fuori famiglia, allontanati dal proprio nucleo d’ori- gine a causa di situazioni di grave marginalità sociale, assenza di figure genitoriali, episodi di abusi e mal- trattamenti: è questo il primo dato che emerge dal IV Rapporto sui Mi- nori fuori famiglia in Puglia (dati al 31.12.2011) curato dall’Osservatorio regionale per le Politiche sociali pres- so tutti i Comuni pugliesi e presentato il 19 novembre scorso a Bari dall’as- sessore regionale al Welfare Elena Gentile. “Da anni ormai – ha detto l’assesso- re Gentile – crediamo che il modo migliore per rendere omaggio alle celebrazioni per la Giornata interna- zionale dei diritti dei bambini e delle bambine, sia di fornire strumenti di lavoro aggiornati agli operatori di set- tore e, perché no, anche alle famiglie pugliesi. Continua a pag. 12 IL TERZO SETTORE E LA SFIDA DEL BENE COMUNE SPECIALE INFANZIA Ottobre-Novembre 2012 - Anno VII - n.62 Intervista a Luigi Russo sulle possibili vie d’uscita dalla crisi di Luigi RUSSO Editoriale OLTRE LA CRISI: IL VOLONTARIATO C’È!

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Volontariato Salento - mensile delle associazioni di volontariato della provincia di Lecce

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Il calendariodella prevenzione

ForumProvincialedel Volontariato

associazionidossier

a pag. 11pp. 7-10

A pag. 15L’Aquila Conferenza nazionale del volontariato 5-7 ottobre, uno dei simboli della solidarietà alla città

Adesso le cose diventano serie, e la verità non è più una delle opzioni

possibili, ma l’unica opzione. Non si possono raccontare frottole agli italiani pur di conquistare il consenso, non si può pensare che il conto lo devono pagare gli altri. Inutile adesso cercare i responsabili della crisi e del fallimento per colpirli in fronte, in una sorta di catarsi collettiva. Se abbiamo avuto politici corrotti e cor-ruttori, questo è dipeso certamente dalla loro immoralità e vigliaccheria, ma an-che dalla irresponsabilità e faciloneria di molti cittadini che non hanno saputo se-lezionare la propria classe dirigente. Ma, veramente, non serve proprio indugiare sul terreno delle colpevolizzazioni.L’Italia della fine del 2012 è nuda, ma non è disperata. Ha molti problemi, molti guai, molti debiti, ma anche ri-sorse incredibili che probabilmente non ha saputo rilevare e attivare. Ci sono anche buoni politici e buoni eco-nomisti in questo paese, buoni impren-ditori, bravi “cittadini attivi” in tutti gli ambiti che lavorano per gli “interessi collettivi”. Ecco, bisogna inventare un sistema di relazioni che rendano pro-tagonisti tutti questi soggetti, ognuno con il proprio ruolo, e che renda final-mente manifesta la “sconvenienza” di lasciare alle lobby e ai portaborse la leva del potere.Il prossimo anno i volontari salentini sperimenteranno un percorso di sviluppo della soggettività politica del volonta-riato. Ovviamente, questo non significa “invadere la sfera della politica”, ma mettere in moto un movimento culturale che faccia crescere tutte quelle azioni di collaborazione e di confronto tra ammi-nistratori, cittadini attivi e imprenditori, sulle questioni concrete, sui problemi generali, per individuare dapprima le idee che possono diventare programma politico, poi le energie e le risorse (che sono finanziarie ma anche relazionali e culturali) per realizzare queste idee, infi-ne gli strumenti per verificare l’efficacia di queste azioni che devono avere come unico esito quello di accrescere i Beni Comuni.La crisi è atroce, i volontari ci sono e sono consapevoli del loro ruolo, spe-riamo che anche politici e imprendi-tori lo siano.

LE CASE DELLA SUSSIDIARIETÀ ALLACONFERENZA NAZIONALE DEL VOLONTARIATO

le parole che contano

“Siamo custodi dei beni comuni,non proprietari”

Gregorio Arena

La crisi economica, finanziaria, politica e culturale in atto nel

nostro Paese è uno degli argomenti più delicati e scottanti di questo pe-riodo. Ecco l’intervista di Valentina Valente a Luigi Russo, presidente del CSV Salento andata in onda nella trasmissione “Volontaradio” di Mon-doradio in merito alle possibili stra-de alternative per uscire dalla crisi.La crisi politica sembra stia schiacciando il nostro Paese in una situazione che pare senza via d’uscita. Come si può dare una

svolta e come il mondo del volon-tariato, del Terzo settore e della società civile, possono contribuire e con quali azioni?La nostra non è soltanto una crisi di tipo economico, non è soltanto una crisi di PIL, o di investimenti che non arrivano, o di occupazione o di-soccupazione. Questo è un aspetto molto importante che i giornali uti-lizzano sempre di più, ma è anche una crisi di sistema culturale e politi-co, e anche una crisi etica.

Continua a pag. 2

Sono 3.081 in tutta la Puglia i mi-nori che vivono fuori famiglia,

allontanati dal proprio nucleo d’ori-gine a causa di situazioni di grave marginalità sociale, assenza di figure genitoriali, episodi di abusi e mal-trattamenti: è questo il primo dato che emerge dal IV Rapporto sui Mi-nori fuori famiglia in Puglia (dati al 31.12.2011) curato dall’Osservatorio regionale per le Politiche sociali pres-so tutti i Comuni pugliesi e presentato il 19 novembre scorso a Bari dall’as-sessore regionale al Welfare Elena Gentile. “Da anni ormai – ha detto l’assesso-re Gentile – crediamo che il modo migliore per rendere omaggio alle celebrazioni per la Giornata interna-zionale dei diritti dei bambini e delle bambine, sia di fornire strumenti di lavoro aggiornati agli operatori di set-tore e, perché no, anche alle famiglie pugliesi.

Continua a pag. 12

IL TERZO SETTORE ELA SFIDA DEL BENE COMUNE

SPECIALE INFANZIA

Ottobre-Novembre 2012 - Anno VII - n.62

Intervista a Luigi Russo sulle possibili vie d’uscita dalla crisi

di Luigi RUSSOEditorialeOLTRE LA CRISI:

IL VOLONTARIATO C’È!

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2CSVS INFORMA

Intervista a Luigi Russo sulle possibili vie d’uscita dalla crisi

Dal volontariato l’urgenza di ricostruireil tessuto culturale dell’accoglienza Importanti suggerimenti da soci e aderenti

nelle Assemblee territoriali per redigere il nuovo Piano di attività che passerà dall’esame

del Direttivo e dall’Assemblea dei soci

2013, L’ANNO DELL’INNOVAZIONE

PER IL CSV SALENTO

IMMIGRATI A ROSSANO: NON BASTA LA VERGOGNA...

IL TERZO SETTORE E LA SFIDA DEL BENE COMUNELa crisi economica, finanziaria, politica e

culturale in atto nel nostro Paese è uno de-gli argomenti più delicati e scottanti di questo periodo. Ecco l’intervista di Valentina Valente a Luigi Russo, presidente del CSV Salento an-data in onda nella trasmissione “Volontaradio” di Mondoradio in merito alle possibili strade alternative per uscire dalla crisi.La crisi politica sembra stia schiacciando il nostro Paese in una situazione che pare sen-za via d’uscita. Come si può dare una svolta e come il mondo del volontariato, del Terzo settore e della società civile, possono contri-buire e con quali azioni?La nostra non è soltanto una crisi di tipo eco-nomico, non è soltanto una crisi di PIL, o di investimenti che non arrivano, o di occupazio-ne o disoccupazione. Questo è un aspetto molto importante che i giornali utilizzano sempre di più, ma è anche una crisi di sistema culturale e politico, e anche una crisi etica. Per uscirne non basta soltanto attivare gli investimenti ma bisogna anche ricostruire il tessuto sociale, bi-sogna costruire una cultura della responsabilità che in qualche modo in questi anni è stata dimenticata dai decisori politici, dalla classe dirigente italiana, forse anche dal Terzo settore. Ora il Terzo settore ha acquisito questa consapevolezza e ha tutta l’inten-zione di impegnarsi e di creare delle alleanze, e non delle conflittualità insensate con chi fa la classe di-rigente, per ricostruire il Paese. Dobbiamo rifondare l’economia ma prima ancora dobbiamo ricostruire il sistema culturale e politico Paese e darci alcune regole, alcuni elementi di valutazione anche etica rispetto a ciò che si costruisce. In realtà, c’è una via d’uscita che è quella di porre a tutti come punto di riferimento il Bene Comune e non soltanto gli inte-ressi privati.Che cosa può e deve fare il volontariato?La soluzione dei problemi di tipo economico è il pri-mo aspetto sul quale il volontariato si deve alleare con la classe dirigente del Paese, ma forse bisogne-rebbe uscire fuori dall’idea della soluzione dei pro-

blemi esclusivamente intesa come emergenza o come risposta alle emergenze. Bisogna, invece, passare nella direzione della promozione del benessere. Que-sta è la nuova sfida: risolvere i problemi ma anche occuparsi della promozione del benessere dei cittadi-ni e della loro qualità della vita che significa lavoro, qualità dell’aria e delle relazioni tra le persone. Ave-re, quindi, un concetto più ampio di benessere. La seconda cosa da capire è che non è un compito esclusivo delle istituzioni. Noi in passato abbiamo delegato alle istituzioni la costruzione del benessere di una popolazione o di un territorio. Questo compi-to, invece, non spetta solamente alle istituzioni ma necessita di un contributo, a volte anche più impor-tante, della società civile e del mondo dell’impresa. Il volontariato, in questo momento, deve assolvere anche a questo compito di supplenza politico-cultu-rale oltre che, molto spesso, a una supplenza strut-turale rispetto ai problemi che emergono, che vanno dalla disabilità, agli anziani, ai diritti delle persone, all’ambiente, alle povertà.

Come si sta muovendo il Centro Servizi Vo-lontariato Salento per raggiungere gli obietti-vi di cui lei parla e quali progetti ha avviato o intende avviare?Intanto noi abbiamo costruito nella Provincia di Lecce un’alleanza molto forte col Forum Terzo Settore che si muove in un progetto regionale – la Puglia in questo senso è avanti rispetto alle altre regioni del sud e del nord –, quello delle Case della sussidiarietà. Si tratta di stabilire delle regole di comunicazione tra i vari sogget-ti che compongono il territorio, le istituzioni, le imprese, il Terzo settore globalmente composto da cooperazione sociale, promozione sociale e volontariato, per porsi come obiettivo quello di costruire il Bene Comune creando un confron-to libero e aperto tra tutti questi soggetti dove non ci sono primazie di nessuno e dove non c’è qualcuno più o meno responsabile dell’al-tro. Significa individuare quali sono i problemi di un territorio e le prospettive di futuro che si vogliono costruire e insieme mettersi intorno a un tavolo, ragionare e costruire un programma

politico. Noi stiamo avviando le Case della sus-sidiarietà in provincia di Lecce e ci sono già due esperimenti che si stanno consolidando proprio in questi giorni con il Comune di Casarano e quello di Racale, dove nei primi di dicembre avvieremo un confronto con gli amministratori che devono capire cosa significa questo nuovo modo di gestire la loro dimensione politico-istituzionale con le imprese di quel territorio e con le associazioni. In seguito passeremo alla fase operativa facendo proprio una scaletta dei problemi più importanti sui quali con-frontarci. Non ci vogliamo sostituire come volontari alla politica ma vogliamo semplicemente portare il nostro contributo indispensabile per la costruzione del bene di questo territorio ai tavoli di confronto e di riflessione per individuare i programmi politici. Questa è una sfida che coinvolgerà il CSV Salento e tutto il Forum Terzo Settore della provincia di Lecce perché è una sfida di innovazione e di cambiamento della qualità della vita per tutto il territorio.

Non basta neppure la vergogna. Quanto è successo il 25 novembre a Rossano, dopo

la morte dei sei braccianti immigrati investi-ti a un passaggio a livello, dimostra che una parte del popolo italiano ha abdicato dall’ap-partenenza alla specie umana, e ha deciso di inserirsi atrocemente nella dimensione del ci-nismo e della barbarie: i titolari delle imprese di pompe funebri sono arrivati come avvoltoi sul luogo della strage e hanno cominciato a litigare per accaparrarsi i cadaveri, i pezzi di organi e arti sparsi per le campagne, davanti agli occhi esterrefatti dei parenti delle vittime, che gridavano disperati «vergognatevi, vergo-gnatevi, non sono animali sono persone, fate tutto per i soldi». Questo è il frutto di tanti anni di “rivoluzione culturale” alla rovescia, in cui importanti forze politiche e culturali, e perfino

media compiacenti, hanno affermato il tema dell’immigrazione come insidia, e dell’immi-grato “meno che uomo” assimilando queste persone in cerca di vita e di futuro alla formu-la assurda del “clandestino” da allontanare o eliminare. Ora che il mostro è entrato dentro la carne viva della gente comune, difficilissi-mo è debellarlo. Noi volontari sentiamo oggi l’urgenza di ricostruire un tessuto culturale aperto all’accoglienza, e che demolisca infine la matrice dell’odio che è stata ampiamente se-minata da folli dirigenti politici per aumentare il consenso politico e gli affari. C’è molto da lavorare. Ma questa è una emergenza, come un terremoto, come la peste, come l’Aids e dob-biamo rispondere con energia, per non venire tutti assorbiti nella morte sociale.

Luigi Russo

Con gli incontri di Lecce e Tiggiano di novembre si sono concluse le assemblee territoriali del Cen-

tro Servizi Volontariato Salento rivolte a soci e aderenti per definire i servizi e le attività per il 2013. Le asso-ciazioni del territorio della provincia di Lecce, oltre ad apprezzare l’importante lavoro di sostegno che ricevono dal CSV hanno indicato precisi percorsi di innovazione per il prossimo anno, nella direzione dello sviluppo della soggettività politica del volontariato salentino (case della sussidiarietà, rapporti con le istituzioni, germinazione di associazioni nell’area famiglie e minori, consolidamen-to delle reti settoriali). Il Direttivo tradurrà in Piano di attività tutte queste proposte che saranno poi approvate dall’assemblea dei soci a inizio dicembre.

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3CSVS INFORMA

Obiettivo dei bandi sostenere e compartecipare i costi delle iniziative di promozione del volontariato delle associazioni salentine

Ritorna il contenitore informativo radiofonico del CSV Salento, in onda su Mondoradio

IDEE E SERVIZI TIPOGRAFICI SECONDA SCADENZA, ECCO LE GRADUATORIE

A LEVERANO IL DOSSIER VISTI DA NOIVOLONTARADIO, AL VIA LA 4a EDIZIONE

Il CSV Salento ha pubblicato le graduatorie relative alla seconda scadenza per il 2012 dei bandi “Idee” e “Servizi tipografici”. Com’è noto attraverso il bando di “Idee” il CSVS intende sostenere e compartecipare i costi delle iniziative di promozione del volontariato e della cultura della solidarietà e di approfon-

dimento di temi di interesse comune al mondo del volontariato organizzate dalle Odv iscritte e non iscritte al Registro regionale, aventi sede nella provincia di Lecce. Il bando “Servizi tipografici” invece è lo strumento attraverso cui il CSV Salento stanzia risorse da impiegare in servizi tipografici, realizzazione di locandine, inviti, manifesti, banner, volantini, ecc., richiesti dalle Odv della provincia di Lecce relativamente a iniziative e attività promozionali del volonta-riato. Tuttavia la partecipazione alle spese da parte del CSV Salento, per la realizzazione delle iniziative proposte dalle Organizzazioni di volontariato, avverrà in seguito all’erogazione dei fondi previsti nel piano attività 2012 da parte delle Fondazioni di origine bancaria, bloccati a causa della mancata ricostituzione del Comitato di Gestione Puglia. Per informazioni e/o chiarimenti in merito alle graduatorie le associazioni possono contattare l“Ufficio promozione del CSV Salento al numero 0832/392640 nei giorni lun/mer/ven dalle 9 alle 14.

Giunge alla sua quarta edizione il contenitore radiofonico “Volonta-

radio” che include le due trasmissioni settimanali dedicate al volontariato e interamente curate dal Centro Servi-zi Volontariato Salento settori Infor-mazione e Promozione in onda sulle frequenze di Mondoradio. Uno spazio importante, la cui messa in onda avvie-ne proprio dalla sede del Csv Salento in via Gentile a Lecce, per far sì che l’informazione sociale sia presente in maniera forte su tutto il territorio sa-lentino e che le associazioni si possano raccontare, riempiendo dei contenuti della solidarietà e dell’impegno civile le onde radiofoniche. Si parte dalle ore

17 circa con le pillole di informazione sulle iniziative e le attività più interes-santi del volontariato salentino; alle 17.15 spazio di approfondimento su tematiche sociali e di attualità discusse con volontari, rappresentanti di isti-tuzioni ed esperti. Non mancheranno per le due trasmissioni novità e appro-fondimenti. Le trasmissioni, oltre che ascoltabili in diretta sulle frequenze di Mondoradio, sono scaricabili dal sito www.mondoradio.net. Le frequenze di Mondoradio sono: 107.5 Lecce città e zone limitrofe 93.9 Centro Nord Salen-to 92.6 Centro Sud Salento 97.8 S.M Leuca e Litorale Jonico 88.6 Tricase.

Luigi Conte

Il Comune di Leverano, all’inter-no del programma “Autunno cul-

turale”, realizza in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Salen-to (nell’ambito dei laboratori “Volon-tariato e territorio”) un incontro presso la Biblioteca comunale giorno 14 dicembre alle ore 18.30 sul tema “Visti da noi. Riflessioni del vo-lontariato sui biso-gni del territorio”. Un confronto a par-tire dai 7 dossier

sui temi più scottanti del territorio, ambiente, povertà, disabilità, psi-chiatria, sanità, carcere e immigra-

zione, realizzati dal CSV Salento. Dopo i saluti del sindaco, Giovanni Zecca, in-tervengono Luigi Russo, presidente CSVS su “Il ruolo del volontariato e gli obiettivi della ricerca sociale” e Serenella Pascali su “Povertà, tutela della salute, immigrazione, alcuni risultati”.

Luigi Conte

BANDO SERVIZI TIPOGRAFICI - ASSOCIAZIONI AMMESSE

1 OIPA 21 Ass. Cre-activity

2 Ass. APE “Gabriele Toma” 22 Centro di solidarietà “Madonna della coltura”

3 AVO Galatina 23 Associazione Gaia

4 Ass. Progetto Donna 24 Centro risorse e studi sulle diverse abilità

5 Ass. Centro Studi B. Pascal 25 Anyway accessalento

6 Congeav 26 Don di Nanni “Li scumbenati”

7 Ass. Regalami una rosa 27 Ass. mir Preko Nada

8 Culturambiente onlus 28 Ass. Ippica e di Ippoterapia

9 Ass. Progetto giovani 29 Ass. famiglie bambini Cardiopatici

10 Ass. Superamento Handicap 30 Emergenza Surbo

11 I.I.S. Istituto Internazionale per lo Sviluppo 31 Ass. Subacquea di Volontariato

“Paolo Pinto”

12 Ass. V.I.T.A onlus 32 Missionari della Pace

13 AVO “Don Tonino Bello” 33 Confraternita di Misericordia

14 Fidas Alezio 34 Istituto di arti terapie e scienze creative

15 AVIS sez. comunale 35 Ass. Arcobaleno

16 AGEDO 36 Legambiente “Cerianthus”

17 ADMO 37 Ass. Marco 6,31

18 Ass. Anonimi salentini 38 APCAT

19 Gruppo Volontariato Vincenziano 39 Arcisolidarietà Salento

20 Ass. Il pane e le rose 40 Libera Università Popolare Sud Salento Unito

BANDO IDEE - ASSOCIAZIONI AMMESSE

1 Centro di solidarietà “Madonna della coltura” 26 OIPA

2 AGEDO 27 Ass. “Tiia Kanam”

3 Ass. “Vogliamo anche le rose” 28 Ass. Marco 6.31

4 FIDAS 29 ISCUB

5 Ass. Nova vita 30 Ass. Congeav

6 A. V. Prot. Civile Palmariggi 31 Ass. “Don Tonino Bello”

7 Ass. Alzheimer 32 Gruppo Volontariato Vincenziano

8 Famiglie Insieme 33 Ass.“Vivi il sociale”

9 AVO Copertino 34 Ass. Ippica e Ippoterapia

10 Ass. Cre-activity 35 Ass. Musica e Dintorni

11 Legambiente “Giglio delle Dune” 36 Missionari della Pace

12 Ass. Mir Preko nada 37 Prociv- arci

13 Ass. Subacquea “Paolo Pinto” 38 Confraternita di Misericordia

14 Ass. “Il Pane e le rose” 39 Istituto di Arti Terapie e Scienze Creative

15 Ass. Porta d'Oriente 40 Ass. Culturale “Gabriele Inguscio”

16 Libera Università Popolare Sud Salento Unito 41 Ass. AEEOS

17 Ass. Tommaso Caretto 42 AttivaMente

18 Ass. Gaia 43 Ass. di volontariato per la Prote-zione Civile “La Torre”

19 Centro di cultura sociale e ricerche 44 Centro studi B. Pascal

20 Ass. socio-culturale Nuova Messapia 45 Ass. Regalami Una rosa

21 Ass. Interno 167 – abitare le periferie 46 Centro risorse e Studi sulle diverse

Abilità

22 Ass. Italiana Persone Down Onlus 47 Ass.“Al Karama”

23 Ass. UILDM Capo di Leuca 48 Ass. “città della musica”

24 Ass. AttentaMente 49 O.d.V. “Arcobaleno”

25 A.M.I.S. Onlus 50 Ass. Progetto Donna

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4CSVS INFORMA

“RISCHIO 231”, ANCHE IL NON PROFIT È SOGGETTO AL MODELLO

IMU PER IL NON PROFIT, CHE CONFUSIONE

5 PER MILLE, ONLINE I PAGAMENTI

EAS, PROROGHE E INDICAZIONIL’Agenzia delle Entrate, con la

circolare n. 38 del 28 settembre 2012, è intervenuta per chiarire alcu-ni aspetti introdotti dal Decreto sem-plificazioni. In particolare, sono state fornite precisazioni con riferimen-to al modello Eas, per il quale non era del tutto certo il termine entro il quale si potesse sanare il mancato invio. L’agenzia, dopo aver ribadito

il termine in questione indicandolo al 30 settembre di ciascun anno, ha precisato che solo per il 2012, essen-do il chiarimento stato reso a ridosso della scadenza indicata, la scadenza ultima è stata prorogata al 31 dicem-bre 2012. Pertanto, per quanto concerne l’Eas, l’organizzazione che si avvalga dei benefici ex art. 148 del T.U.I.R. (e

analoghi legge IVA), ma che non ab-bia ottemperato per l’anno in corso all’obbligo dichiarativo entro i ter-mini previsti, può inviare il modello Eas pagando contestualmente una sanzione di 258 euro con F24 (codice tributo, come da Risoluzione Agen-zia delle Entrate n. 46/E, 8114) entro il termine ultimo che solo per il 2012 corrisponde al 31 dicembre.

Sono disponibili online sul sito dell’Agenzia delle Entra-te gli elenchi dei pagamenti effettuati relativi al cinque

per mille 2010 (dichiarazione del 2011 relativa ai redditi del 2010). Nei giorni scorsi le associazioni di volontariato, di promozione sociale e le altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale erano state rassicurate dal direttore generale del settore volontariato Danilo Festa. «Io stesso ho firmato le autorizzazioni al pagamento lo scorso 10 ottobre, e la pratica ora è in capo alla Ragioneria, i cui tempi sono quelli norma-li della Pubblica Amministrazione. Posso precisare che per quanto riguarda l’edizione 2010 del 5 per mille – continua Festa – il nostro ministero ha dato disposizione di erogare l’88,2% dei fondi, che in totale ammontano a 253 milioni per gli enti del volontariato. La parte restante purtroppo è ancora ferma all’Agenzia delle Entrate per vari motivi: errori nella

comunicazione dell’Iban, spesso dovuti alle banche, control-li ulteriori, variazioni che riguardano le associazioni stesse. Per gli altri si tratta solo di aspettare ancora un po’ per vedere arrivare i fondi; altri problemi non ce ne sono».Per agevolare lo strumento del cinque per mille alle associa-zioni di volontariato e agli altri enti e fondazioni, inoltre, il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fatto inseri-re, all’interno del Decreto Legge n. 174 del 10 ottobre 2012, una disposizione che permetterà di stipulare convenzioni con l’Agenzia delle Entrate a titolo gratuito per gli anni fi-nanziari 2010, 2011, 2012. Questa norma rientra nelle mi-sure annunciate dal Ministro Elsa Fornero alla Conferenza Nazionale del Volontariato tenutasi all’Aquila all’inizio di ottobre, tese a snellire e facilitare le procedure burocratiche che riguardano il Terzo Settore.

Anche gli operatori del mondo non profit devono essere ritenu-

ti soggetti a “rischio 231”, il model-lo adottato da una persona giuridica o associazione priva di personalità giuridica volto a prevenire la respon-sabilità penale e avente come oggetto la “Disciplina della responsabilità am-ministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni an-che prive di personalità giuridica”. Il modello sposa le direttive europee del regime di responsabilità denominata “da reato”, derivante dalla commis-sione o tentata commissione di alcuni reati nell’interesse o a vantaggio degli enti stessi. L’applicabilità del modello al Terzo settore è rimasta per molto tempo in un limbo interpretativo data la “sensibilità” di alcuni servizi offerti dagli enti non profit, adducendo una sorta di “clemenza” in virtù dell’as-senza del fine di lucro e la carenza del necessario carattere imprenditoriale dell’attività svolta. Per fare chiarezza sulla responsabilità da reato per il ter-zo settore, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec) in collaborazio-ne con l’Istituto di ricerca dei dottori commercialisti e degli esperti con-tabili ha licenziato il documento “Il

modello 231/2001 per gli enti non profit: una soluzione per la gestione dei rischi”. Nel documento si defini-sce che questi dubbi debbano essere superati in base sia al tenore letterale della disposizione, sia all’attività svol-ta da molti di questi enti: basti pen-sare ai valori immobiliari e mobiliari detenuti da alcune fondazioni o alle associazioni sportive dilettantistiche, che in molti casi diventano strumento di frodi fiscali, truffe e malversazioni. L’analisi licenziata dal Cndcec si basa su una premessa fondamentale: an-che se potenzialmente tutti i soggetti possono essere considerati a “rischio 231”, l’adozione del modello è oppor-tuna ed è anzi assimilabile ad un vero e proprio obbligo al ricorrere di alcu-ni requisiti dell’ente e di determinate circostanze operative. L’adozione di questo modello, infatti, è consigliabile e auspicabile per garantire procedure più efficienti e una migliore traspa-renza verso l’esterno. Esiste poi, una soglia oltre la quale l’adozione di que-sto modello diventa irrinunciabile che dipende da una serie di elementi che riguardano non solo l’aspetto orga-nizzativo, ma anche il tipo di attività svolta, l’ammontare di risorse finan-ziarie e patrimoniali gestite, ecc.

Sono ancora numerosi i quesiti aperti rispetto alla questione del pagamento dell’Imu al non profit. Nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 23 novembre

2012 è stato pubblicato il decreto 19 novembre 2012 n. 200 del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che individua, ai fini dell’esenzione Imu, le attività non commerciali e quelle commerciali, nel caso in cui un ente non commerciale utilizzi un immobile con modalità mista, cioè in compresenza delle une e delle altre. Secondo il regolamento l’esenzione dal pagamento dell’Imu è dovuto solo per le attività non commerciali e definisce quindi i requisiti che un’organizzazione deve possedere per essere definita tale: il divieto di distribuire utili, l’obbligo di reinvestire gli eventuali utili per scopi di solidarietà sociale e infine l’obbli-go, in caso di scioglimento, che i fondi residui saranno devoluti ad altro ente non commerciale. All’articolo 4, però, vengono definite ulteriori condizioni legate alla non commerciabilità, distinte per settore di attività dell’ente: assi-stenziali e sanitarie, didattiche, ricettive, culturali e ricreative oppure sportive. In questi casi, se l’ente è accreditato o convenzionato, le attività devono essere gratuite o possono essere richiesti “eventuali importi di partecipazione alla spesa”, se invece l’ente non è accreditato né convenzionato, le attività devono essere gratuite o può essere chiesto un versamento di corrispettivi di “impor-to simbolico” e, comunque, «non superiore alla metà dei corrispettivi medi previsti per analoghe attività svolte con modalità concorrenziali nello stesso ambito territoriale, tenuto anche conto dell’assenza di relazione con il costo effettivo del servizio». Il punto è che nel regolamento non vengono definiti termini essenziali quali “retta simbolica” o importo “non superiore alla metà dei prezzi medi di mercato”.Il Forum Terzo Settore denuncia in una nota una serie di perplessità in merito, che non riguardano esclusivamente la polemica tra Stato italiano e Chiesa cattolica. «Il nodo cruciale è proprio uscire da questa controversia e consi-derare che le norme sul pagamento dell’Imu interessano l’intero e variegato mondo del non profit – oltre 235mila organizzazioni, tra le quali, anche quelle di matrice cattolica. Un mondo che occupa, in Italia, circa 750mila persone in forma retribuita e impiega oltre 3milioni di volontari, che contribuisce al 5% del Pil e fornisce servizi fondamentali ai cittadini – dalle mense ai dormitori, dall’assistenza ai disabili alla cura degli anziani, dalla protezione civile alla difesa del patrimonio culturale – con pochissimi sostegni ed incentivi».

RIFORMA FORNERO, IL CSVS A SOSTEGNO

DELLE ODVÈ stato un incontro informativo molto

partecipato quello che si è tenuto mer-coledì 21 novembre presso la sede centrale del CSVS di via Gentile a Lecce sul tema “I rapporti di lavoro alla luce della Riforma Fornero: indicazioni per il Volontariato e il Terzo Settore”. Il seminario è stato organiz-zato dal Centro Servizi Volontariato Salento in collaborazione con lo studio Legale Bal-ducci-Caracuta per chiarire alle Odv presenti cosa prevede la Riforma Fornero, come cam-biano i rapporti di lavoro e soprattutto come deve comportarsi d’ora in poi il mondo del volontariato e del Terzo settore per evitare spiacevoli inconvenienti. Il Centro Servizi Volontariato Salento ribadisce il suo soste-gno, nell’ambito dell’attività di consulenza legale gratuita alle Odv, alle associazioni che devono avviare o consolidare contratti a progetto, partite IVA, lavoro subordinato per evitare inutili difficoltà. Il servizio di as-sistenza in materia di lavoro sarà erogato in collaborazione con lo studio Legale Balduc-ci-Caracuta.Per informazioni è possibile contattare il CSV Salento presso la sede centrale in via Gentile 1 a Lecce al numero di telefono 0832/392640 o via fax allo 0832/391232.

L’applicazione del modello che definisce le responsabilità da “reato” dipende dall’assesto organizzativo dell’ente

Stipulata anche una convenzione per agevolare le donazioni

Solo per il 2012 la scadenza per sanare il mancato invio del modello è fissata al 31 dicembre

A cura di Lara ESPOSITO

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5ASSOCIAZIONI

Vintage market per beneficenza. Nei locali di Candido, lo storico marchio d’abbigliamento di Maglie, si è dato il via a una nuova iniziativa: un mer-

catino dell’usato che devolverà parte del compenso ricavato dalla vendita a “Per un sorriso in più”, l’associazione di genitori di onco-ematologia pediatrica che opera al “Vito Fazzi” di Lecce. Nostalgia del passato e impegno per il presente, quindi. L’iniziativa ha attirato le simpatie della clientela già durante la fase di raccolta della merce. «All’inizio c’era un po’ di perplessità da parte delle persone che entravano a chiedere come funzionasse la cosa – ha affermato Anna Chiara Lini, moglie di Marco Candido –. Qualcuno non credeva che ba-stasse aprire il ripostiglio del salotto per ottenere lo sconto promesso. Una volta compreso il meccanismo che punta soprattutto sulla beneficenza, non c’è stato bisogno di fare altro: il passaparola è stato incredibile. Apriamo le porte al Vin-tage market con un consistente numero di pezzi». Negli scaffali del nuovo ne-

gozio si può trovare di tutto: dai vestiti agli oggetti per la casa ormai sorpassati dai più moderni, dai vinili ai monili. Chiunque può portare i propri oggetti otte-nendo uno sconto del 20% sugli acquisti che faranno del bene ai piccoli pazienti del reparto di onco-ematologia pediatrica dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il ricavato delle vendite, infatti, servirà a finanziare le attività dell’associazione “Per un sorriso in più”, che vanno dall’acquisto di macchinari, alla formazione del personale di reparto o dando sostegno alle famiglie dei bambini ricoverati, attraverso l’assistenza psicologica e anche economica. L’associazione è sempre vicina alle famiglie costrette ad andare fuori regione per sottoporre i figli a cure mediche in ospedali specializzati. Per ulteriori informazioni è possibile telefo-nare allo 0832 - 242160 nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 20, oppure inviare una email all’indirizzo [email protected].

Lara Esposito

Quando c’è in ballo il Bene Comune, le as-sociazioni si mettono insieme per costruire

una politica condivisa a favore della comunità. È quello che accade a Nardò da circa un anno, da quando è nato, per volontà delle associazioni con la guida di S.F.I.D.A.- Sindacato delle persone disabili e delle loro famiglie, il tavolo permanen-te sull’handicap. «Si tratta di un tavolo informa-le – spiega Vito Berti, segretario provinciale di S.F.I.D.A. – costituitosi un anno fa con l’intento di concordare una politica comune sulla disabilità, in-cidendo in un ambito in cui ancora non esisteva un coordinamento e delle linee guida». Un processo innovativo che ha portato a smuovere l’attenzione della pubblica amministrazione sul tema della di-sabilità, innescando un lento ma virtuoso processo verso la sussidiarietà. Giovedì 11 ottobre, infatti, la V Commissione agli Affari sociali del Comune ha approvato una mozione che prevede l’abbatti-mento della barriere architettoniche antro 5 anni, stilando un cronoprogramma per la buona riuscita

della trasformazione del territorio comunale. Da questa esperienza, inoltre, è nata la proposta di at-tivare al più presto l’apertura di uno sportello per la disabilità, che offrirà i servizi il giovedì dalle 15.30 alle 17.30 presso l’ufficio di Piano del Setto-re Servizi Sociali in piazza San Pietro. «L’obietti-vo – ha commentato Walter Gabellone, presidente dell’associazione “Alla conquista della Vita” – è di andare incontro a tutti i tipi di disabilità, non solo quella fisiche ma anche sensoriale».«Si tratta di un’azione nuova – continua Berti – e speriamo che la mozione venga approvata anche dal Consiglio comunale. Si tratta di un momen-to importante non solo per Nardò, ma per tutta la comunità salentina e non solo perché esiste un deficit culturale che impedisce di passare dalle parole, dalla legge, ai fatti». A far parte del ta-volo permanente, l’associazione Nardò Liberal, “Alla Conquista della Vita”, “Superamento Han-dicap”, Associazione Italiana Persone Down, il Centro Studi don Milani, A.vo.ca.d., S.F.I.D.A.,

cui si aggiungono cittadini, assistenti sociali e rappresentanti della pubblica amministrazione come l’assessore al Lavori Pubblici, Rocco Luci e alcuni consiglieri comunali. «Il tavolo è aperto a tutte le realtà operanti nel territorio e sono am-messe anche le associazioni di carattere politico/culturale in modo da riconnettere la cittadinanza attiva con la politica, senza separazioni e diffi-denze. Per cambiare le cose – conclude Berti – noi persone disabili dobbiamo uscire dalle nostre case e dialogare con la cittadinanza e la pubblica amministrazione».Oltre all’eliminazione delle barriere architettoniche, sono tante le proposte emerse durante questo anno di confronto, tra cui l’elaborazione di una proposta per l’apertura dello “Sportello unico handicap” anche a Nardò, pubblicizzazione e monitoraggio circa la cor-retta attuazione del D.P.R. n° 151 del 30/07/12 - nuovo “contrassegno di parcheggio per disabili” e una propo-sta sui parcheggi “rosa” per le mamme in attesa.

Luigi Conte

Maltempo ed erosione hanno se-gnato quest’estate lo stato di

salute delle spiagge salentine, provo-cando danni all’economia e al terri-torio. Le mareggiate, infatti, hanno peggiorato la già critica situazione delle spiagge mangiate dalle onde. A subirne le conseguenze, non solo i gestori dei lidi e gli operatori del set-tore, ma anche e soprattutto chi si oc-cupa con impegno e dedizione della tutela dei più deboli come i volontari dell’associazione “Marina di Torre Chianca”.Grazie all’attività dell’organizzazio-ne di volontariato salentina, infatti, nei mesi estivi circa 30 persone disa-bili al giorno hanno potuto accedere in tranquillità e sicurezza alla spiag-gia grazie alla presenza di una peda-na attrezzata di 120 metri. In questo modo, le barriere architettoniche sono state abbattute regalando alle persone disabili giunte in spiaggia re-lax e refrigerio e l’accoglienza in due

gazebo di 4x4 metri (al fine di assi-curare l’ombreggiatura dovuta), una cabina spogliatoio 3x2 m., un bagno per disabili, una sedia job. Il servizio è stato offerto con l’ausilio gratuito e disinteressato di volontari, che hanno riscosso così tanto successo tra i frui-tori e le loro famiglie. Ed è proprio da loro che arriva un appello alle istitu-zioni, alle imprese e alle cittadinan-

za intera a supporto di un’iniziativa finanziata, finora, direttamente dai risparmi personali dei volontari.«È un servizio offerto dal 2004 – com-menta Mario Sanguedolce, presiden-te dell’associazione – che cerchiamo sempre di portare avanti al meglio. Vista la continua domanda, vogliamo col tempo potenziare per creare sem-pre nuovi servizi alle persone disabili

ma da soli non possiamo farcela per-ché le spese sono tante». Un servizio innovativo di cui hanno usufruito non solo i disabili di Lecce e provincia, ma anche turisti disabili di tutte le età con presenze da Roma, Milano e Vicenza. Un servizio che rischia di morire sen-za un aiuto concreto da parte di tutti. «Ci rivolgiamo alle istituzioni – chiede Sanguedolce – affinché diano un sup-porto concreto all’iniziativa, ma anche alle imprese e ai cittadini. Le donazio-ni possono essere in denaro ma anche in beni da utilizzare, ad esempio, per recuperare fondi attraverso lotterie di beneficenza. Da soli non possiamo an-dare avanti: la spiaggia accessibile del-la marina di Torre Chianca è un bene di tutti da tutelare e potenziare».Per maggiori informazioni sulle attività dell’associazione è possibile chiamare al al 328/2605006. Il numero di conto corrente su cui effettuare le donazioni è 94586450.

Lara Esposito

APPELLO PER SALVARE LA SPIAGGIA ATTREZZATA

IL VINTAGE CHE FA BENE

DISABILITÀ, A NARDÒ UN TAVOLO AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE

L’associazione “Marina di Torre Chianca” chiede a istituzioni e cittadini un aiuto per garantire continuità al servizio

Associazioni e cittadini insieme per abbattere le barriere architettoniche e culturali

A Maglie un mercatino vintage a supporto dell’associazione “Per un sorriso in più”

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6ASSOCIAZIONI

AIUTATECI A TUTELARE IL BENE COMUNE!

PROMOSSO IL PIANO PER L’EMERGENZA RANDAGISMO

SI ISTITUISCA UN TAVOLO DI CONFRONTO SUL RANDAGISMO!

Il Coordinamento delle associazioni animaliste del Salento plaude all’apertura al volontariato

L’invito arriva dall’associazione O.R.A.A che da aprile gestisce il servizio di dog-toilet del Comune di Lecce

È la richiesta avanzata dall’associazione “Zampa Libera” sulla situazione di Maglie

Il Coordinamento delle associazioni animaliste del Salento manifesta soddisfazione per l’apertura

formalizzata al volontariato da parte delle istituzioni dimostrata durante la presentazione del Piano di in-tervento per l’emergenza randagismo. Nella giornata di venerdì 16 novembre, infatti, si è tenuta presso la sala didattica della Asl di Maglie l’incontro tra Asl e sindaci o loro delegati per la presentazione del Piano di intervento da sottoporre all’approvazione di tutti i Comuni. Dall’incontro è emerso che concertazione, collaborazione e sinergia saranno le modalità strate-giche di risoluzione del problema pluridecennale del randagismo. Finalmente insieme, se pur con compe-tenze e ruoli diversificati. Con tale riunione è stato riconosciuto all’unanimità, infatti, il grande lavoro e impegno che da anni le associazioni portano avanti. Per questo motivo è stato proposto di formalizzare un protocollo che serva ad attivare un’azione concertata ed efficiente, prevedendo di uscire dall’emergenza randagismo e dagli effetti che ha determinato sia in campo della sanità e sicurezza pubblica, sia del mal-trattamento degli animali, sia della spesa pubblica, scatenando spesso e volentieri affarismo illegale e immorale. Partendo dal Piano, quindi, è stato conse-gnato un modello di protocollo d’intesa da far sotto-scrivere ai Comuni singoli o associati e alle associa-zioni di volontariato animaliste presenti sul territorio.

Gli obiettivi del Piano sono il censimento dei cani vaganti con l’iscrizione di tutti i cani nell’anagrafe canina regionale e nazionale, la sterilizzazione di massa dei cani vaganti e l’attivazione di percorsi di formazione, sensibilizzazione e promozione culturale sul corretto rapporto uomo animale. È stato precisato, inoltre, che in tema di randagismo canino, alle Asl di riferimento spettano una serie di prestazioni assi-stenziali da effettuarsi sui cani ricoverati nei canili sanitari: visita clinica, identificazione e registrazione in anagrafe, prelievi diagnostici per la leishmaniosi e altre malattie, trattamenti antiparassitari nei confronti dell’echinococcosi, trattamenti profilattici delle prin-cipali malattie infettive e parassitarie, sterilizzazione, gestione amministrativa (cartella clinica, etc). Per gli interventi di alta specializzazione e nel caso di pato-logie gravi che non possono essere affrontate presso la struttura del canile sanitario o ambulatorio vete-rinario Asl, previo giudizio di opportunità di inter-vento da parte del servizio della Asl, è necessario ed indispensabile che ogni singolo Comune garantisca questo tipo di assistenza.La partecipazione all’incontro è stata massiccia. Gio-vanni Tortorella, veterinario dirigente Asl nonché presidente della Commissione regionale randagismo, senza preamboli, ha dichiarato che la Puglia è la ma-glia nera in fatto di randagismo con una spesa annua-

le di circa 100milioni di euro. Un giro di denaro tale da scatenare o attirare interessi mafiosi che penetra-no purtroppo spesso anche nel mondo della politica. Questa realtà, aggravatasi nel tempo nonostante le leggi nazionali e regionali e con le relative delibere (in particolare la delibera Regionale 17/12/1996), è stata determinata da inadempienze da parte dei Co-muni che hanno trascurato il problema, rimandando-lo al servizio sanitario e riempendo i canili. Oggi i Comuni vengono chiamati alle responsabilità patri-moniali, devono dar conto delle spese ma soprattutto della loro politica di prevenzione. Tra le buone prati-che presentate durante l’incontro, quella del Comune di Alliste e di Acquarica del Capo. Il primo ha di-mostrato che la costruzione del canile comunale non costi di più rispetto ad una posizione di disinteresse e di scaricamento del problema ai soli canili privati convenzionati. Questi, infatti, negli anni si sono ri-empiti sempre di più, non offrendo alcun servizio uti-le al territorio e non lavorando a una reale prevenzio-ne del randagismo, anzi aggravando la spesa pubblica negli anni. Il Comune, grazie all’esistenza del canile comunale ha effettuato 280 sterilizzazioni e 200 ado-zioni. Il secondo ha dimostrato, invece, come il vo-lontariato sostenuto e appoggiato da azioni politiche possa di fatto risolvere il problema del randagismo.

«Ci piacerebbe ripristinare un dialogo con l’amministrazione comuna-le per gestire insieme la questione del randagismo a Maglie». È con

queste parole che Adele Maruccio, referente magliese dell’associazione di volontariato “Zampa Libera” con sede a Tiggiano ha rilanciato la difficile situazione che si è creata sul microchippaggio dei cani randagi. «Il Comu-ne è in bolletta da anni con la Asl e non paga il costo del microchip che per la pubblica amministrazione è di soli 1,89 euro. Con la nostra attività – continua Maruccio – facciamo risparmiare alla comunità circa 25mila euro all’anno, ma l’ultimo contributo comunale risale ormai a diversi anni fa. Non possiamo sopportare anche la spesa del microchip, non ce la fac-

ciamo». L’Odv, infatti, in molti casi ha sostenuto i costi delle operazioni di cani feriti o con gli arti rotti, che la Asl si rifiuta di coprire. La denuncia in seguito alla situazione di due cagnette bisognose di cure e e assistenza. L’associazione dopo essersi sobbarcata i costi di sverminazione, vaccini, passaporti internazionali e cura di una cucciola che aveva subito un pe-sante colpo al musino, ha dovuto affrontare anche quello del microchip. «Chiediamo anche un contributo annuo – continua Maruccio – per la cura e la preparazione dei cani che facciamo adottare, una maggiore collabora-zione con il comando di polizia municipale e l’istituzione di un tavolo di trattative con l’amministrazione».

«Il Bene Comune non può esse-re tutelato demandando agli al-

tri». È con queste parole che Paola Rollo, presidente dell’associazione O.R.A.A. - Obiettivo Recupero Ani-mali e Ambiente, ha lanciato un in-vito ai cittadini leccesi a collaborare alla buona riuscita del servizio di dog-toilet. Dopo un primo periodo di rodaggio il Comune di Lecce ha af-fidato all’Odv iscritta all’Albo delle associazioni di volontariato e all’albo delle associazioni per la protezione degli animali, la gestione e la cura dei cestini per raccogliere le deiezioni dei cani. Una scelta che, oltre a portare un notevole risparmio per le casse comu-nali, ha fatto sì che il servizio fosse gestito con la cura e l’impegno che appartiene ai volontari. «Ci preoccu-piamo di svuotare i cestini e abbiamo rinforzato l’informazione sul corretto

utilizzo dei sacchetti in distribuzione – commenta Rollo – ma c’è bisogno della collaborazione di tutti i cittadini affinché il servizio funzioni davvero». Secondo l’esperienza dei volontari, in-fatti, in molti prelevano dai contenito-ri i sacchetti in dotazione per farne un uso diverso. Un gesto che denota una mancanza di sensibilità nei confronti del servizio, dannoso per la salute in quanto i sacchetti in distribuzione, per esempio, sono nocivi se si conservano alimenti e un inutile spreco a danno del Comune e quindi di tutti.«Deve crescere, innanzitutto, l’uti-lizzo del dog-toilet in quanto sono ancora in molti a lasciare i bisogni del proprio cane sui marciapiedi, nelle aiuole con un notevole danno per l’ambiente e per i nostri amici animali, il cui passaggio risulta in-vasivo per il resto della comunità e

per il decoro urbano». L’associazione O.R.A.A. lavora da anni sul territorio per coniugare l’attenzione e la cura degli animali (con la lotta soprattutto

al randagismo) alla tutela dell’am-biente con numerose attività tra cui le “Giornate del Microchip Gratuito” in giro per i Comuni del Salento.

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7DOSSIER

INSIEME PER COSTRUIRE “FUTURI SOSTENIBILI”

PER UNA DECRESCITA SELETTIVA DEL PIL

Grande successo del Forum provinciale del volontariato organizzato dal CSV Salento sul tema della sostenibilità ambientale e della decrescita felice

A cura della Redazione di Volontariato Salento

Diminuire gli sprechi e creare occupazione utile sono la ricetta per un’economia diversa,inclusiva e sostenibile. Il CSV Salento in prima linea

Il volontariato salentino si mobilita per immagi-nare e costruire insieme un futuro sostenibile. È

con questo spirito che si è svolta la sesta edizione del Forum provinciale “Il Volontariato al Centro”, organizzato dal Centro Servizi Volontariato Salen-to sul tema “Futuri sostenibili”. Il Forum ogni anno rappresenta per le associazioni di volontariato un evento pubblico di grande rilievo, un momento di incontro con la cittadinanza, con i giovani, con le istituzioni per raccontare ad alta voce l’impegno e il fermento che animano migliaia di volontari della nostra provincia. Incontrarsi, raccontarsi, rompere il silenzio, fare rete, creare nei giovani e negli adulti interesse e curiosità verso le tematiche del

volontariato sono solo alcuni degli obiettivi che le oltre 100 associazioni partecipanti si prefiggono con questa manifestazione. Ad ospitare la prima tappa del Forum dedicata al tema della sostenibilità ambientale e della decre-scita felice sabato 29 settembre è stata la centra-lissima Piazza Pisanelli di Tricase. È qui che le organizzazioni di volontariato del territorio hanno incontrato i cittadini per promuovere le proprie at-tività con laboratori, simulazioni, giochi interattivi, spettacoli, screening gratuiti, mostre e installazio-ni, attività informative, tutto all’insegna della so-stenibilità ambientale e sociale. Sulla piazza alcune associazioni impegnate nel settore della tutela del

territorio realizzeranno con i bambini delle scuole elementari e con i ragazzi degli istituti superiori alcune attività che avranno come filo conduttore proprio “l’educazione alla sostenibilità”. Le due tappe di “Futuri sostenibili” (la prima a Tri-case e la prossima a Lecce) partono da due emer-genze sociali, relative alla condizione ambientale da una parte e a quella giovanile dall’altra, emer-genze rese ancora più evidenti dalla crisi che ha svelato le falle della cosiddetta società a capitali-smo avanzato. Il mondo del volontariato riunito a Tricase, ha sperimentato la necessità di costruire un modello alternativo di sviluppo, più sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale.

Il volontariato salentino non ci sta ad essere strumentalizzato dalla politica e rivendica la sua indipendenza nella costruzione dei Beni Comuni. È questo il

messaggio lanciato durante il convegno “Ambiente: risorsa economica o Bene Comune? Esperienze di sostenibilità” sabato 29 settembre 2012 a Tricase in oc-casione del VI Forum provinciale del volontariato organizzato dal CSV Salento “Futuri sostenibili”. «Non ci interessa essere la coccarda appuntata al petto di questo o quel sindaco, vantiamo la nostra autonomia anche nella costruzione dei Beni comuni – ha dichiarato Luigi Russo, presidente del Csv Salento. Il modo giusto per fare politica è costruire assieme le politiche, nessun amministratore può seriamente pensare di riuscire a costruire politiche rispondenti ai bisogni di cittadini senza il contributo civico di tutti». Un esempio tra tutti è costituito sicu-ramente dalla creazione della discussa strada statale 275: “opera-spreco”, avallata dalla politica ma contrastata con tante iniziative di protesta dai cittadini cui si aggiunge la Maglie-Otranto, con tutti gli alberi secolari di ulivo a rischio. Di strin-gente attualità, inoltre, la questione rifiuti, con 15 comuni salentini commissariati dalla Regione e l’emergenza tumori nel Salento dovuta alle emissioni di polveri inquinanti. E ancora il problema dei depuratori, che continuano a versare reflui in mare; o le coste devastate dall’abusivismo e ultimo, ma di grande importanza la lotta per evitare che i fondali marini vengano martoriati dalle trivelle in cerca di petrolio. Per tutto questo è stata la società civile a chiedere rispetto, a mobilitarsi, quando ormai tutto era stato già deciso e comunicato solo all’ultimo momento. Una discussione di ampio respiro, quella del convegno conclusivo della prima tappa di “Futuri sostenibili”. «Abbiamo l’idea che la crescita di beni e servizi faccia crescere il Pil ma non è così. Noi non abbiamo bisogno di sviluppo ma di diminuire lo spreco. Non dobbiamo creare occupazione in senso generale, ma dobbiamo creare occupazione utile – ha dichiarato Maurizio Pallante, teorico della decrescita felice. La crescita crea occupazione? No, perché in un’economia fondata sulla crescita mette in moto una serie di meccanismi che producono con-sumo più che occupazione». Che il Pil non possa essere parametro di giudizio per valutare la stabilità e la salute di una nazione, infatti, Pallante lo ripete ormai da anni. Il consumo genera, inevitabilmente, sprechi e distruzione della natura. In questo meccanismo entra prepotentemente la cattiva politica che in nome del

progresso, del benessere, ma soprattutto del guadagno, ha immolato il territorio e tutto quello che rientra nel Bene comune. Come in una lotta tra Davide contro Golia, i cittadini si scontrano con delle holding, dei gruppi molto più grandi di loro che agiscono solo per il profitto. Incuranti delle devastazioni. L’unione fa la forza, ed ecco che anche il Csv Salento è sceso in campo e ha fatto fronte comune per la tutela di ambiente e dignità. «La natura, le nostre risorse sono state requisite da alcuni. Acqua, aria, terra e fuoco sono i nostri beni comuni naturali. Dalla rivoluzione industriale in poi, queste risorse sono state espropriate, con la modernità comincia un processo di concentrazione del potere che piuttosto che dare di più a tutti ha tolto sempre di più a molti, fino ad oggi – è entrata nel dibattito Giovanna Ricoveri. Solo dalla denuncia e dalla resistenza nasce l’alternativa e il territorio è il punto di svolta di questa alternativa. Ma l’alternativa va costruita, noi dobbiamo chiedere la luna, il massimo, poi si fa la contrattazione e si vede dove si va a finire. I movimenti nel mondo ci sono ma come ogni nuovo modello ha bisogno di secoli per af-fermarsi e forse le generazioni che verranno godranno dei risultati delle fatiche e delle battaglie dei milioni di movimenti che ci sono al mondo». Alternativa invocata da Ricoveri, che purtroppo stenta ad essere riconosciuta dalla classe politica, sorda alle richieste dei cittadini.«I governi, locali, provinciale e regionale non hanno fatto nulla: la situazione che abbiamo registrato da “Visti da noi” a oggi, nell’arco di un anno, è netta-mente peggiorata – ha affermato Russo. In questo ultimo anno mi chiamano i sindaci. Non vogliamo solo correre per salvare vogliamo proporre un nuovo modo di pensare e fare lo sviluppo». Le grandi opere che nell’immaginario comune sono alla base della crescita non sono la soluzione, che va invece ricercata in un nuovo modo di vedere e vivere il bene comune. «L’unica solu-zione è la decrescita selettiva del Pil, la riduzione degli sprechi. La decrescita è l’unico modo per contrastare lo sviluppo devastante di questo territorio – ha concluso Pallante. Il manifesto “sviluppo del Mezzogiorno” ha creato la de-vastazione di questo territorio: non si dovrebbe parlare proprio di un nuovo modello di sviluppo, ma di una economia diversa, basata sulla riduzione degli sprechi e sull’occupazione utile».

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8DOSSIER

AMBIENTE, LA DERIVA DEL BENE COMUNE

RIFIUTI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII STRADE IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

LE COSTE IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

LE POLVERI INQUINANTI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Emergenza rifiuti, consumo del territorio, polveri inquinanti, situazione coste e stato di salute dei depuratori, progetto del gasdotto, allarme trivelle: ecco i dati sulle maggiori questioni aperte

che riguardano la salute e l’ambiente del territorio salentino

Da quando Vendola, nel marzo 2011, davanti alla Commissione Bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei

rifiuti, denunciò il “clima da paura”, segnalando anco-ra le mancanze in Puglia, poco è cambiato. La raccolta differenziata riscontra ancora basse percentuali, per via della mancanza di impianti di compostaggio; le diffi-coltà di gestione tra Ato e amministrazioni; un generale scarso senso civico, per via delle ancora troppe discari-che abusive a cielo aperto, dove si può trovare di tutto, dall’eternit ai frigoriferi e in alcuni casi anche carcasse di animali morti.E se da un lato i cittadini dimostrano lo scarso senso civi-co, dall’altro sono stati pronti a difendere il territorio dal-la costruzione di centrali a biomasse. A Cavallino hanno vinto i cittadini e la Regione nega l’autorizzazione unica alla società TG Energie Rinnovabili S.r.l. di Ravenna.

La mancanza di impianti di compostaggio penaliz-za nella raccolta differenziata, che rimane a basse percentuali e che costringe la regione a commissa-riare 15 comuni per il mancato raggiungimento della percentuale minima fissata al 15% e che non han-no presentato dei progetti per potenziare il servizio. Spesso durante l’anno si è rischiato il collasso del sistema di raccolta, a causa della catena innescata dai comuni che incassano le imposte sui rifiuti ma poi si indebitano con le Ato, che a loro volta non garantiscono il pagamento alle ditte che gestiscono i servizi di raccolta. E se i dipendenti incrociano le braccia, sono poco chiari i rapporti tra l’ente locale e le ditte appaltatrici.Le soluzioni, però, ci sarebbero e ancora una volta vengono dalle associazioni che operano sul territo-rio e che propongono di lavorare alla realizzazione della “Strategia Rifiuti Zero”, puntando alla chiusu-ra dell’intero ciclo dei rifiuti, alla diminuzione del-la produzione di rifiuti stessi e alla promozione, ad esempio, di formule di riciclo virtuose come quella del compostaggio domestico. Si punta, inoltre, a una gestione pubblica delle discariche, alla creazione di ecocentri e di centri di compostaggio, cui associare un cambiamento nella sensibilità dei cittadini, sti-molati nell’attuazione corretta della Strategia Rifiuti Zero (Riduco, Riuso, Recupero, Riciclo, Ricerco).

Dagli ambientalisti vengono chiamate “opere-spreco”, riferendosi alla Maglie-Leuca, nel tratto da Montesano salentino in poi, la Maglie-Otranto, la Lecce-San Foca, la nuova Maglie-Gallipoli. Progetti stradali che non ten-gono minimamente conto dell’impatto ambientale deva-stante che possono avere, senza considerare lo smisurato investimento economico che comportano. La sola strada statale 275 peserà sulle tasche dei cittadini quasi 300 mi-lioni di euro.Se da un lato sono i lavoratori delle ditte appaltatrici a scendere in piazza per protestare contro il blocco delle attività, facendosi ricevere più volte dal Prefetto, dall’al-tro sono gli ambientalisti a manifestare contro il «mas-sacro di territorio con asfalto e cemento, a favore del Salento Parco, con Strade Parco».Nel corso dell’anno sono stati organizzati diversi pre-sidi, tra cui l’ultimo dello scorso 13 settembre all’Anas di Lecce: i cittadini e le associazioni rappresentano la coscienza attiva schierata per la tutela del territorio. I vo-lontari ambientalisti chiedono di «rivedere e rimodulare

Anche quest’anno le località marine salentine hanno ospitato numerosi turisti attratti dalla

bellezza e dall’unicità dei luoghi. Proprio il gran-de fascino che la costa ispira è diventata con gli anni un’arma a doppio taglio, attirando i numerosi speculatori del mattone, attratti più dalla voglia di guadagnare che dallo spirito di conservare la na-tura. I progetti scellerati sono quasi all’ordine del giorno e sono sempre tanti i casi di abusivismo che minacciano le coste. La Specchiulla è stata salvata dal Consiglio di Stato che ha bocciato il progetto di un villaggio turistico da 800 posti letto. L’area su cui doveva sorgere era agricola, sottoposta a vin-colo paesaggistico. Continua, invece, lo scempio a Porto Miggiano.

L’intervento dell’uomo è in parte anche la causa del fenomeno erosione coste. Il rischio che ogni stagio-ne riduca la superficie è sempre molto alto, specie dopo le piogge alle quali fanno seguito le richieste d’aiuto dei balneatori, che vedono compromessi i propri lidi e affari.Avere un ambiente costiero integro è la mossa ef-ficace contro il fenomeno dell’erosione. Da questo presupposto partono gli aiuti, come nel caso di Ca-salabate, per la quale l’amministrazione comuna-le leccese ha avviato un programma di ripristino e tutela dell’integrità del litorale, partendo dal ripa-scimento e «consolidamento» delle dune. Il proget-to, finanziato dal ministero dell’Ambiente per un importo di 3 milioni di euro, è arrivato alla fase attuativa.Contro i reati ambientali sul demanio marittimo, la Giunta regionale ha rinnovato, per la stagione bal-neare 2012, l’attivazione del numero verde, attivo dal 15 giugno al 15 settembre, per il tramite del Wwf- Ricerche e Progetti. La Puglia è l’unica re-gione italiana ad essersi dotata del servizio.Il Wwf Italia ha inoltre portato a termine un pro-getto realizzato con la raccolta fondi nazionale per bonificare sette chilometri di costa della spiaggia de Le Cesine.

Che i fumi dello stabilimento siderurgico tarantino arrechino danni alla salute è un dato ormai am-

piamente riconosciuto dopo la perizia epidemiologica effettuata per il gip di Taranto da cui sono stati estratti i dati pubblicati dall’Associazione italiana epidemiolo-gia. Secondo lo studio la mortalità nella città dell’Ilva è aumentata per tutte le cause dall’8 al 27% (a seconda dei quartieri), i tumori maligni dal 5 al 42%, le malattie cardiovascolari dal 10 al 28%, e le malattie respiratorie dall’8 al 64%. A questi si aggiungono quelli diffusi dal gruppo dei Verdi e da Peacelink Taranto, relativi a uno

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9DOSSIER

AMBIENTE, LA DERIVA DEL BENE COMUNE

STRADE IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

GASDOTTO IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

LE POLVERI INQUINANTI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

DEPURATORI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

TRIVELLE IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Emergenza rifiuti, consumo del territorio, polveri inquinanti, situazione coste e stato di salute dei depuratori, progetto del gasdotto, allarme trivelle: ecco i dati sulle maggiori questioni aperte

che riguardano la salute e l’ambiente del territorio salentino

tutti i progetti di mega superstrade sovradimensionate e fonte di sperperi e sprechi, seguendo e prestando mas-sima attenzione alla vera vocazione dei territori tipici del Salento senza portare nuovo e deleterio consumo di territorio, garantendo realmente il lavoro nelle sue mol-teplici forme ed economie, tutelando storia, natura, pae-saggi e ambiente».Anche Italia Nostra fa sentire la sua voce critica sui progetti stradali, come nel caso della «Meridiana del Sa-lento», la Otranto-Gallipoli, e della tangenziale di Col-lepasso (11 milioni di euro da Fondi Fas 2007-2013). Altro tratto di strada messo all’indice dagli ambientalisti è la Lecce-Melendugno: «un cappio di catrame al Salen-to, un crimine incubato da 25 anni contro il territorio», come dichiarato dal Forum Ambiente e salute di Lecce.Uno dei problemi principali relativi alla cantierizzazio-ne dei tratti stradali è la presenza di ulivi secolari, che rischiano di essere espiantati: un patrimonio stimato intorno alle 8mila unità, che andrebbe perduto per sem-pre. Molti sono stati già abbattuti suscitando l’ira delle associazioni ambientaliste, che hanno subito avanzato delle proposte. Partendo inevitabilmente dal censimento di tutti gli alberi, gli ambientalisti chiedono che nell’at-tività di espianto e reimpianto siano rispettate le leggi e che le piante vengano adottate da cittadini. Partita anche una petizione on line e molti comuni si sono proposti nell’adottare gli alberi.Tutto questo accade nonostante la provincia di Lecce sia la più stradalizzata d’Italia (1,5 km di strade per 1 kmq di territorio), che a sua volta è la prima in Europa (1 km di strada per 1 kmq).

Il pericolo per le coste di Melendugno si chiama Tap, ossia Trans Adriatic Pipeline, azienda che vorrebbe co-

struire un gasdotto che leghi il mar Caspio con San Foca, passando per 5 chilometri il territorio del comune. La forte vocazione turistica è il principale motivo per cui l’ammi-

nistrazione, insieme agli ambientalisti, nega le concessio-ni all’azienda per la realizzazione del progetto. Anche se aveva già dato in precedenza l’ok per le indagini geofisiche sui fondali, eseguite con una piattaforma a qualche metro di distanza dalla riva di San Foca. Lo studio d’impatto ambientale è stato consegnato al ministero dell’Ambiente verso marzo e da allora si sono succedute le manifestazioni di protesta e le raccolte firme dei cittadini contrari alla Tap. Anche il Comitato regionale per la valutazione di impat-to ambientale boccia il gasdotto ritenendolo «fortemente impattante e corredato da una documentazione non suffi-cientemente dettagliata in ordine alle conseguenze che lo stesso avrebbe per il territorio». L’azienda fa sapere che quel documento al quale si riferisce il comitato non è ag-giornato e chiede che venga preso in considerazione quello più recente. Il braccio di ferro continua.

studio 2003-2008 del progetto ministeriale “Sentieri” sull’incidenza dei tumori nel tarantino. Per quelli del fe-gato e dei polmoni lo studio ha rilevato un +24%, per i linfomi +38%, per i mesoteliomi +306%. Si tratta di un progetto curato dall’Istituto Superiore di Sanità sui siti inquinati italiani. Da questo parte il “caso inquinamento” Ilva che da mesi tiene banco sulle cronache locali e nazionali. La questio-ne è delicata perché la tutela dell’ambiente si scontra con la salvaguardia dei posti di lavoro. In un’uscita pubbli-ca sull’Ilva, inoltre, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha rilanciato i dati sulla mortalità nel Salento per tumori. Un dato che supera quello di Taranto, ingrossato da altri impianti inquinanti presenti sul territorio, come le vicine Colacem e Cerano. Secondo l’elaborazione dei dati Istat realizzata dalla Lega contro i tumori sono ol-tre duemila morti l’anno per cancro nella provincia di Lecce, per una percentuale del 22% in più rispetto alla media regionale. Questo significa che rispetto a quelli at-tesi, nel 2008 si sono verificati 215 decessi per cancro in più. Un fenomeno incontenibile non solo da un punto di vista ambientale, ma anche e soprattutto sociosanitario.

Nonostante le tante denunce e gli articoli di giornale che hanno chiamato in causa gli enti preposti per ri-

pristinare la corretta gestione, i depuratori costituiscono ancora un serio problema per la salute delle acque marine. Torna con la sua tragicità la situazione del depuratore Cic-cio Prete, che sversa i reflui tra San Cataldo e Le Cesine; mentre a Nardò l’amministrazione comunale lotta contro l’Acquedotto pugliese per la realizzazione di una condotta sottomarina per lo smaltimento dei reflui fognari e per il

collegamento del depuratore di Porto Cesareo al colletto-re di Torre Inserraglio. Il progetto prevede la costruzione di 6 chilometri di condotta nell’area protetta del parco di Porto Selvaggio e la Palude del Capitano. Le battaglie dell’amministrazione e degli ambientalisti non sono state da vincolo all’Aqp che ha proceduto all’appalto dei lavori.Dopo le continue sollecitazioni dell’associazione Sos Co-sta Salento, per tutta la stagione estiva il depuratore con-sortile di Corsano-Alessano-Tiggiano non ha scaricato i liquami nel Canale Torre Ricco, e quindi nelle acque del mare di Canal De Rio. I liquami sono serviti, invece, per annaffiare le terre delle campagne corsanesi. Una con-quista resa possibile dal tenace lavoro dei volontari che hanno tenuto alta l’attenzione sullo stato di salute dell’am-biente e che hanno sollecitato l’amministrazione comuna-le a intervenire per la tutela del territorio.Intanto, rimane alta la preoccupazione per la situazione a Gallipoli dove i cittadini combattono per impedire la realiz-zazione della condotta sottomarina che “sparerebbe” i reflui di Porto Cesareo e Nardò verso l’isola di Sant’Andrea.

Esiste una connessione tra trivellazioni e terremoti? Secondo uno studio americano sì. Ecco perché incu-

tono ancora più paura. All’inizio del mese di settembre, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha dato l’autoriz-zazione per le prospezioni al largo delle isole Tremiti alla

compagnia Petrolceltic, scatenando la mobilitazione delle associazioni e dei comitati (Per il bene comune, Comitato per la tutela delle coste di Monopoli, Comitato No petro-lio, Rete No triv, Coordinamento «custodiamo le coste»), che in passato si sono mossi contro le decisioni prese dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo. Il rischio da evitare è che l’autorizzazione data alla Petroceltic possa creare un precedente per le altre compagnie come la Nor-then Petroleum e la Spectrum, che hanno chiesto di effet-tuare prospezioni lungo la restante costa pugliese.Nonostante enti e associazioni contrari alle trivellazioni, il governo non nega la volontà di investire sul petrolio: è sem-pre più chiara, infatti, la scelta di costruire dei veri e propri distretti petroliferi, semplificando ogni tipo di procedura a partire dai limiti alle trivellazioni offshore, oggi a 12 miglia.

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10DOSSIER

Intervista all’economista Guglielmo Forges Davanzati

La religione del Pil ha indirizzato per decenni le poli-tiche e gli investimenti del mondo occidentale e non

solo. Nonostante la crisi sembra aver messo in discussione il modello capitalistico così come strutturato finora, però, il Pil continua ad essere una sorta di parametro imprescin-dibile cui far riferimento. Perché nonostante il crollo di questo sistema, sia ancora così difficile imporre un modello diverso da quello del Pil?Innanzitutto occorre chiarire che il Pil – il che è ben noto a chi studia economia – è una misura molto imperfetta della “ric-chezza” di un Paese, per almeno due ragioni. In primo luogo, si tratta di un indicatore che non tiene conto della distribuzione del reddito e, in secondo luogo, non contabilizza transazioni che non passano per il mercato. A mio avviso, occorre conside-rare che – sebbene sia auspicabile l’adozione di altri indicatori di sviluppo – la crescita economica (intesa puramente come aumento del prodotto interno lordo nel tempo) è di per sé una condizione permissiva – sebbene non cogente – per il miglio-ramento del “benessere” collettivo. Se si intende per benessere collettivo una condizione nella quale, a titolo esemplificativo, è elevata la speranza di vita, è diffuso l’accesso all’istruzione, la produzione è eco-compatibile, nulla implica che continuare ad adottare il Pil come indicatore di crescita debba, di per sé, indurre ad assumere l’obiettivo della crescita della produzione come unico obiettivo possibile. Si tratta di due piani logici che andrebbero tenuti distinti, dal momento che l’utilizzo di un in-dicatore di crescita/sviluppo non impone il perseguimento di un solo possibile fine ultimo. In altri termini, l’obiettivo del miglioramento del benessere collettivo può essere perseguito se sussiste la volontà politica di farlo, anche indipendentemen-te dal fatto che si adotti il Pil o altri indicatori per contabiliz-zare il tasso di crescita (o lo sviluppo economico) di un Paese.

Il territorio pugliese e salentino è interessato da numero-se emergenze ambientali. Da quella relativa alla crescita esponenziale del numero di persone che si ammalano di tumore (nel Salento è il 22% in più rispetto alla media re-gionale), alla questione rifiuti, il cui sistema di raccolta è ormai al collasso senza che ci sia un investimento che ridu-ca la produzione di rifiuti invece di metterli “sul mercato”, al consumo di territorio, per investimenti di centinaia di milioni di euro per la costruzione di nuove strade, nono-stante i trasporti pubblici siano ormai al collasso. L’attuale modello di sviluppo, secondo lei, è ancora economicamente sostenibile?L’attuale modello di sviluppo è basato su politiche economi-

che di segno liberista che accentuano le contraddizioni proprie della riproduzione capitalistica. In tal senso, questo modello di sviluppo può non essere desiderabile (può non essere desi-derabile – ad esempio – la crescente polarizzazione dei redditi all’interno dei singoli Paesi e fra Paesi) ma non vi sono ra-gioni strettamente economiche per definirlo non sostenibile. A mio avviso, si è di fronte alla palese irrazionalità delle po-litiche economiche messe in atto in Europa e in Italia negli ultimi anni, ed è su questi temi che, al momento, mi sembra occorrerebbe riflettere, anche in relazione alla sostenibilità di questo modello di sviluppo (e delle politiche economiche che ne sono alla base). Le politiche perseguite in questi ultimi anni (le c.d. politiche di austerità) si configurano come contrazio-ne della spesa pubblica e aumento dell’imposizione fiscale, e sono messe in atto per ridurre il rapporto debito pubblico/Pil.Anche ammettendo che questo obiettivo sia rilevante, è in-teressante osservare che le politiche di austerità semmai ac-crescono il rapporto debito pubblico/Pil. Ciò per almeno tre ragioni: 1) la riduzione della spesa pubblica riduce l’occupazione e la produzione e, dunque, riduce il Pil;2) la riduzione della spesa pubblica, riducendo l’occupazione, riduce la base imponibile e rende sempre più difficile, per que-sta via, il rimborso del debito; 3) la riduzione della spesa pubblica restringe i mercati di sbocco per le imprese che vendono sul mercato interno, de-terminando un calo dei loro profitti (o il fallimento) con il conseguente aumento della disoccupazione e la conseguente riduzione del Pil. Riducendosi il Pil, sotto date condizioni, il rapporto debito pubblico/Pil aumenta (ed è di fatto aumentato in Italia, passando dal 107% del 2007 a oltre il 120% del 2012, proprio negli anni nei quali – con maggiore intensità – si sono perseguite politiche di “rigore di bilancio”). Inoltre, a me pare che le politiche di austerità – proprio in quanto riducono il prodotto interno lordo – rendono più dif-ficile (ammesso che vi sia volontà politica di farlo) attuare o programmare misure che vadano nella direzione del miglio-ramento del benessere collettivo e della tutela dell’ambiente. Su quest’ultimo aspetto, si può rilevare che, in condizioni di scarsità di risorse e di crescente impoverimento dei lavoratori e della “classe media”, non mi sembra che la principale preoc-cupazione delle fasce sociali più deboli consista nel chiedere interventi che consentano la sostenibilità di lungo periodo di questo modello di sviluppo. In queste circostanze, è fisiologico che prevalga la convinzione che – per dirla con Keynes – “nel lungo periodo saremo tutti morti”.

Concetto chiave in discussione durante il Forum, quello del

Prodotto interno lordo, imperfetto parametro di riferimento della ric-chezza di un paese, capace di con-tabilizzare esclusivamente le tran-sazioni che passano dal mercato. Una misura che, nonostante la crisi del modello capitalistico così com’è strutturato finora, continua ad essere una sorta di parametro imprescindi-bile cui far riferimento nonostante in molti, da Nicholas Georgescu-Roe-gen a Serge Latouche, abbiano sfata-to la correlazione diretta tra crescita economica e benessere, dimostrando come in molti casi l’aumento del Pil provochi, in realtà, una diminuzione della qualità della vita. «La religione della crescita del Pil – dice Luigi Russo, presidente del CSV Salento – sponsorizzata dai grandi potentati economici e finan-ziari del mondo e da una certa clas-se politica trasversale anche locale, non solo non ci ha dato un vero svi-luppo, ma addirittura ha condanna-to alla malattia e alla morte migliaia di pugliesi. Il volontariato in questi anni, attraverso le centinaia di pic-coli e grandi comitati locali, ha dato la sveglia ai cittadini, ai politici più attenti, ma anche alla stessa ma-gistratura e alle forze dell’ordine, rischiando di persona e pagando di tasca propria. Ora è arrivato il momento non solo di porre i ripari ai danni creati, ma anche di svelare le identità delle lobby salentine che vogliono condurre questa terra, il territorio e i suoi abitanti, verso un futuro incerto e insalubre».

Luigi Russo

IL PIL E IL BENESSERE COLLETTIVO CONTRO LA RELIGIONE DELLA CRESCITA DEL PIL

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11ASSOCIAZIONI

È quello Lilt 2013 i cui proventi andranno a sostegno del Centro Ilma

Il concorso di solidarietà Ti Voglio Bene promosso da Admo Copertino arriva nelle scuole

È pronto il calendario Lilt – Lega italiana per la lotta contro i tumori 2013, distribuito nel mese di ottobre con la Gazzetta del Mezzogiorno e che si

potrà ritirare in tutte le sedi dell’associazione al costo è di 5 euro. «Un’ini-ziativa nuova – spiegano dalla Lilt – per diffondere il decalogo della preven-zione primaria affidandola alle persone che acquisteranno il calendario, lo regaleranno, lo esporranno, divenendo esse stesse, a loro volta, testimonial consapevoli dell’importanza della prevenzione primaria e dell’importanza di affrontare seriamente il drammatico fenomeno del tumore al seno. I proventi della vendita sono in favore del Centro Ilma, la cittadella della salute per la ricerca indipendente dei fattori di rischio oncologico ambientale, l’educazio-ne sanitaria, la prevenzione primaria, la prevenzione clinica secondaria, la ri-abilitazione fisica e psico-sociale e l’hospice, in costruzione sulla provinciale Alezio-Gallipoli». L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Consulta Fem-minile della Lilt provinciale di Lecce, guidata daAnna Lucia Rapanà insieme a un team di professionisti e soprattutto delle testimonial che hanno accolto il progetto. Il calendario intende quindi sottolineare l’urgenza di contrastare e di abbattere tutti quei fattori di rischio responsabili di tante forme di tumore, incluso quello al seno, insieme alla consapevolezza che la strada da battere, fermamente e a tutti i livelli, sia proprio quella della informazione completa e della partecipazione allargata, a tutti i livelli e con il maggior numero di interlocutori. A dare corpo a quest’impegno oramai ventennale che la Lilt provinciale di Lecce porta avanti con convinzione ed evidenze scientifiche, sono i volti e le atmosfere delle amiche testimonial salentine che si sono of-ferte al sapiente obiettivo di Chiara Zilli. Tutte donne autentiche e genuine, innamorate della vita che riversano tutta intera, con profondità e intelligenza, nelle loro arti, professioni, passioni. Ecco l’elenco delle testimonial in base ai temi di prevenzione individua-ti: Acqua - Simona, Ilenia, Ilaria Indennitate, imprenditrici, Inden Cuci-

ne; Alimentazione - Marisa Forcina, docente universitaria; Allattamento - Mina D’Elia, artista; Benessere - Tiziana Colluto, giornalista; Cosmesi - Maria Novella Guarino, architetto; Fumo - Maria Rosaria Ciullo, floral designer, La Gru4R; Riduzione, Recupero, Riuso, Riciclo - Roberta Forte, avvocato; Sensualità - Enza Pagliara, cantante; Sole - Annamaria De Filip-pi, ballerina e coreografa, direttrice Compagnia Elektra; Sport - Consiglia Martella e Maria Cristina Bleve, Manager, Tessitura Calabrese; Terra – Vibrie, football americano femminile Lecce; Vino - Titti Pece, archeologa dei sapori, Quoquo Museo.

La Fiab potrebbe costituirsi parte civile nel procedimento penale che sarà aperto per la morte a Casalmaiocco di

una ragazza di 17 anni in bicicletta travolta e barbaramen-te uccisa da un Suv sulla strada provinciale Sordio-Bettola. Quanto è accaduto domenica 11 novembre, infatti, secondo l’associazione va oltre il dolore e la rabbia, in quanto rap-presenta lo scontro tra due visioni del mondo opposte: da un lato un gruppo di scout in bicicletta, portatori di un gioioso rispetto per l’ambiente e il territorio, dall’altro il conducente di un mezzo, incongruentemente sovradimensionato, che non rispetta i limiti di velocità, padrone della strada e sorpreso per la presenza di “ostacoli umani” che ne intralciano il percorso. Purtroppo, non si tratta di eventi eccezionali, ma una assurda, patologica quotidianità che in molti considerano normale.«Le migliaia di morti che ogni anno si verificano sulle nostre strade – si legge in una nota inviata da Fiab – in particolare tra pedoni e ciclisti, sono vittime di una tragica normalità. Ci sono responsabilità. E molto gravi. Responsabilità nel tollera-re mezzi incompatibili con le strade che percorrono; respon-sabilità nel considerare i limiti di velocità come “opzionali” e

nel non perseguirne sistematicamente la violazione; responsa-bilità nel punire blandamente o addirittura non punire affatto comportamenti palesemente criminali».L’associazione, infatti, denuncia un tipo di condotta che au-menta il rischio di un “eventuale dolo” e per questo tragedie come quelle di Casalmaiocco sono nella fattispecie “omicidio volontario”. «Se quindi il modello di riferimento che voglia-mo – si legge ancora nella nota – è quello di città e paesi in cui la vita conta poco, un mondo in cui le responsabilità non esistono e la strada è “off-limits” per le persone e va percor-sa con mezzi blindati che non rispettano le regole (in questo caso, i limiti di velocità), possiamo continuare a far finta di nulla, e magari persino colpevolizzare chi usa la bicicletta an-ziché starsene chiuso in casa. Se invece vogliamo ritornare nel consesso europeo allora dobbiamo dire con forza da che parte stiamo, trovare inaccettabile quanto successo, punire i crimi-nali, far rispettare i limiti di velocità sempre, senza sciocchi buonismi, ringraziare questi ragazzi per il loro messaggio di speranza e futuro e chiedere che almeno Altea non sia morta invano».

La cultura della donazione e del vo-lontariato arriva anche quest’anno

tra i banchi di scuola con l’Admo. La sezione di Copertino dell’Associazione donatori di midollo osseo, pioniera in questo progetto, ha avviato il concorso-solidarietà “TVB” - Ti Voglio Benenelle quinte classi delle scuole delle scuole superiori del Comune salentino al fine di diffondere tra le nuove generazioni la cultura della donazione. Venerdì 16 novembre dalle ore 8 alle 13 i ragazzi

saranno impegnati nell’elaborazione di una prova scritta sulle tematiche della solidarietà. Si tratta di un concorso a bu-sta chiusa le cui tracce sono state elabo-rate da un’apposita commissione com-posta dai docenti Vadacca, Anna Maria Centonze, Adriana Greco, Gino Marcel-li e Federico Mariano e da un delegato Admo. Verranno poi scelti dai docenti delle scuole i cinque migliori elaborati.Il progetto è stato realizzato grazie alla firma del protocollo d’intesa tra Admo

e il ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricercache ha aperto ai volontari l’accesso alle scuole. In palio, tre borse di studio così ripartite: 400euro al primo posto, 150 al secondo e 150 al terzo. I premi sono stati finanziati in or-dine grazie alla solidarietà, in ordine, di Santina Ciccarrese, l’associazione “Au-rora” di Copertino e Stefano Picciotti.I vincitori saranno poi premiati durante un’apposita giornata alla presenza di un testimonial Admo.

L’esperienza del magazine “Fiori di Carta” è stata scelta

come testimonianza di una nuova strategia di riabilitazione nella co-munità e con la comunità ed è sta-ta presentata, attraverso un video appositamente realizzato, al 11° Congresso mondiale di riabilita-zione psicosociale, che si è svolto a Milano dal 10 al 13 novembre 2012. Fiori di Carta è un progetto di narrazione del territorio salenti-no e dei suoi personaggi attraverso lo sguardo e le suggestioni delle persone con disagio psichico. Il magazine nasce a conclusione del laboratorio pedagogico che il Di-partimento di salute mentale della provincia di Lecce ha attivato nei centri diurni di Lequile e Campi. L’associazione “Nuove speranze” di San Cesario di Lecce, utilizzan-do il patrimonio realizzato durante i laboratori pedagogici, e coinvol-gendo giornalisti professionisti in maniera volontaria, ha trasforma-to l’esperienza in una redazione allargata a cui collaborano circa venticinque ragazzi e ragazze con disturbo psichico, un giornalista e gli operatori volontari dell’asso-ciazione.

UN CALENDARIO AL SERVIZIO DELLA PREVENZIONE

FOLLIA AUTOMOBILISTICA, LA RABBIA DELLA FIAB FIORI DI CARTA, UN ESEMPIO

PER TUTTI

TORNA TRA I BANCHI TVB

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TOTALE SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 42 33 € 19.325.849,34 € 14.613.322,31

Regione PUGLIA 187 118 € 91.477.173,92 € 65.611.162,30

ASILI NIDO

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 39 32 € 18.909.473,11 € 14.268.221,33

Regione PUGLIA 170 112 € 85.613.217,81 € 61.559.331,50

CENTRI LUDICI PER LA PRIMA INFANZIA

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 2 0 € 296.376,23 € 237.100,98

Regione PUGLIA 14 5 € 4.842.456,11 € 3.444.550,80

LUDOTECHE

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 1 1 € 120.000,00 € 108.000,00

Regione PUGLIA 3 1 € 1.021.500,00 € 607.280,00

TOTALE ALTRI SERVIZI PER MINORI

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 29 20 € 12.722.740,29 € 11.088.964,50

Regione PUGLIA 71 43 € 45.336.086,48 € 33.232.900,80

WELFARE COMUNITARIO MINORI (Centri diurni ecc.)

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 24 19 € 11.455.619,40 € 10.127.549,46

Regione PUGLIA 51 37 € 36.096.286,68 € 26.966.135,17

WELFARE RESIDENZIALE MINORI

N° di cuiPUBBLICI Investimento di cui cofinanzia-

mento regionale

Provincia LECCE 5 1 € 1.267.120,89 € 961.415,04

Regione PUGLIA 20 6 € 9.239.799,80 € 6.266.765,63

12SPECIALE INFANZIA

LE STRUTTURE PER L’INFANZIA IN PROVINCIA DI LECCE

GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’INFANZIA, I DATI DELLA PUGLIAPresentato il IV Rapporto sui Minori fuori famiglia e gli interventi dell’assessorato al Welfare per promuovere e tutelare

i diritti dei bambini e delle bambine. Gentile: “Sono i numeri e i dati per calibrare le politiche in favore dei bambinie delle bambine pugliesi, cemento e mattoni per farle camminare sui binari del futuro!”

Sono 3.081 in tutta la Puglia i minori che vivono fuo-ri famiglia, allontanati dal proprio nucleo d’origine

a causa di situazioni di grave marginalità sociale, assen-za di figure genitoriali, episodi di abusi e maltrattamen-ti: è questo il primo dato che emerge dal IV Rapporto sui Minori fuori famiglia in Puglia (dati al 31.12.2011) curato dall’Osservatorio regionale per le Politiche so-ciali presso tutti i Comuni pugliesi e presentato il 19 novembre scorso a Bari dall’assessore regionale al Wel-fare Elena Gentile. “Da anni ormai – ha detto l’assessore Gentile – credia-mo che il modo migliore per rendere omaggio alle ce-lebrazioni per la Giornata internazionale dei diritti dei bambini e delle bambine, sia di fornire strumenti di la-voro aggiornati agli operatori di settore e, perché no, an-che alle famiglie pugliesi. Un’occasione utile alla rifles-sione comune, per fare il punto sulle politiche messe in atto, su quelle in cantiere e per ricevere utili indicazioni sugli orientamenti futuri. Per questo oggi vi presentia-mo i principali dati in nostro possesso, che consentono alla Regione Puglia di anticipare di molti mesi la pubbli-cazione nazionale degli stessi dati per tutte le Regioni, curata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze”. Degli oltre tremila bambini che vivono al di fuori del contesto familiare in Puglia, ben il 23% è rappresentato da minori stranieri, complessivamente 717 (+ 69% circa rispetto al 2007), a fronte di un calo generale del 4%, analizzato nel quinquennio tra il 2007 e il 2011, della popolazione complessiva dei minori fuori famiglia. Circa il 40% dei minori fuori famiglia viene preso in carico mediante affido familiare (-10% rispetto alla rile-vazione del 2007 per i minori in generale, e addirittura -34% dei minori stranieri): nonostante la diffusione in molti ambiti territoriali di elenchi di famiglie affidatarie,

preparate per accogliere altri minori oltre i propri figli, prevale ancora da parte dei Tribunali per i Minorenni la prassi di affidare alle comunità educative i minori. In totale i percorsi di affido familiare in Puglia riguar-dano 1.239 minori, avvengono ancora prevalentemente all’interno della famiglia (71,1%), pur facendo registra-re una riduzione rispetto al 2009 di quasi il 3%, il che è molto importante, perché lascia più spazio agli affida-menti eterofamiliari. Si tratta, inoltre, di affidi familia-ri soprattutto di carattere giudiziale, senza il consenso (74,1%) e per periodi prolungati (66,7%). Sono solo 95 i Comuni in Puglia che hanno servizi de-dicati alla gestione professionale dell’affido familiare, per sostenere i percorsi di crescita dei bambini e delle bambine in casi di disagio e difficoltà (il 36,8%), e per sostenere le famiglie affidatarie, anche se ad esempio il sostegno economico per le famiglie affidatarie è molto disomogeneo sul territorio regionale con contributi che vanno da un minimo di 30 euro mensili (Foggia) ad un massimo di 360 euro al mese (Bari).È poi in costante aumento la presenza in Puglia di mino-ri stranieri non accompagnati: sono stati 579 nel 2011, pari all’80% di tutti i minori stranieri fuori famiglia, e sono più che raddoppiati (+ 112%) rispetto al 2007, cioè il fenomeno è esploso in soli 5 anni, anche per effetto delle diverse emergenze periodiche connesse in parti-colare al nord-africa, che proprio nel 2011 ha avuto il suo apice.Aumentano di poco le prese in carico in comunità socio educative residenziali per i minori in generale (+1%), mentre cresce, in maniera proporzionale alle presenze, del 107% la presa in carico residenziale per i minori stranieri. E’ importante, ancora, evidenziare che solo il 4% dei minori pugliesi accolti in comunità trova siste-

mazione in una struttura fuori Regione, e si tratta pre-valentemente di minori dell’area foggiana e dell’Alto Tavoliere, mentre le strutture pugliesi accolgono per oltre il 27% minori provenienti da fuori Regione: que-sto sta ad indicare un forte rafforzamento nell’ultimo quinquennio della rete di offerta di strutture residenziali per minori che ha consentito non solo di assicurare ai minori fuori famiglia pugliesi di non essere allontanati troppo dalle rispettive famiglie di origine, ma anche di riuscire ad attrarre minori fuori famiglia provenienti da altre Regioni del Mezzogiorno con una rete più debole (Campania, Basilicata, Molise, Calabria).“Gli sforzi compiuti negli ultimi anni – continua la Gen-tile – nella direzione degli investimenti economici e di politiche di settore mirate alla prima infanzia e ai minori in condizioni di disagio premiano la Puglia che, non a caso è tra quelle Regioni che acquisisce nel 2012 dal CIPE (Del. n. 79/2012) la premialità del Fondo Svilup-po e Coesione per oltre 6 milioni di euro per il consegui-mento degli obiettivi di servizio intermedi per la prima infanzia (posti nido e numero di Comuni serviti). In to-tale dal 2009 ad oggi abbiamo investito in Puglia 136,8 milioni di euro per la realizzazione di strutture dedicate alla prima infanzia, di cui 99,5 milioni di euro (72,7%) rappresentati dal contributo finanziario regionale (PO Fesr 2007-2013). E abbiamo realizzato in totale 258 strutture per la prima infanzia, di cui 170 asili nido: si tratta del più grossa piano di infrastrutturazione che la Puglia abbia mai potuto vedere per quantità ma anche per capillarità, essendo riusciti a raggiungere grandi e piccoli comuni, dal Gargano al basso Salento. Questi sono i fatti: numeri e dati per calibrare le politiche in favore dei bambini e delle bambine pugliesi, cemento e mattoni per farle camminare sui binari del futuro!”.

136,8 milioni di euro investiti in Puglia per la realizzazione di strutture dedicate alla prima infanzia negli ultimi 4 anni. Di questi 99,5 milioni

di euro (72,7%) sono da fondi regionali (Fesr 2007-2013). Sul totale degli investimenti il 56,2% cioè 85,6 milioni di euro sono destinati alla creazione o ristrutturazione di asili nido (in totale 170). Seguono 51 strutture diurne, 20 a carattere residenziale, 14 Centri ludici per la prima infanzia e 3 ludoteche.Nella sola provincia di Lecce, sono stati investiti oltre 64 milioni di euro negli ultimi quattro anni che hanno portato alla realizzazione di 42 strutture dedicate alla prima infanzia tra asili nido (39), Centri ludici per la prima infanzia e tanto altro ancora come si evince dalle tabelle sottostanti.

A cura di Serenella PASCALI

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Anche la Puglia raccoglie la forte sollecitazione che arriva da molte associa-zioni di disabili (Superamento Handicap, FISH, ANFASS, SFIDA, ecc..) per

introdurre nelle proprie politiche inclusive i progetti di Vita indipendente.Nelle prossime due settimane sarà pubblicato l’Avviso pubblico per la presenta-zione di progetti di vita indipendente per finanziare un mix di interventi (assegno di cura per il caregiver/assistente personale, contributo economico per gli ausilii di domotica sociale, buono servizio per la frequenza dei centri diurni socioriabilitati-vi) rivolto prioritariamente alle persone con disabilità che vogliano intraprendere

o proseguire un percorso di studio (scuola media superiore, formazione professio-nale, università) o di lavoro rivolto alla loro inclusione sociale.Per i progetti di vita indipendente sono già stati impegnati contabilmente 10 milio-ni di euro per il finanziamento di un numero di progetti individuali che varierà tra i 500 e i 700 beneficiari, in relazione all’importo dei contributi riconosciuto com-presi tra i 15mila e i 25mila euro per la condizione economica del beneficiario, per la condizione di autonomia e per gli obiettivi di inclusione assunti dal progetto di vita indipendente.

A partire dal 2013 sostanzialmente in Puglia si crea una netta distinzione tra gli Assegni di cura per sostenere i percorsi di autonomia e di inclusione sociale

per le persone non autosufficienti che vivono a domicilio e l’Assistenza Indiretta Personalizzata per i non autosufficienti gravissimi (anziani, stati vegetativi, di-sabili gravissimi) per sostenere il lavoro di cura erogato all’interno del contesto domiciliare da care giver familiari o altre figure di sostituzione ad integrazione dei servizi ADI e ADS assicurati da Comuni e ASL.Per l’Assistenza Indiretta Personalizzata sono assegnati 20 milioni di euro già

oggetto di impegno contabile (Fondo regionale non autosufficienza 2010+FNA 2010), con l’obiettivo di assistere circa 2.100 non autosufficienti gravissimi, da individuare non su domanda dei potenziali beneficiari, ma su segnalazione del-le UVM distrettuali, al fine di non creare aspettative ampie e assicurare risposte mirate e appropriate. Sarà confermato l’importo di 800 euro mensili e max 9.600 euro annuali.Le nuove linee guida per ASL e Comuni per la nuova annualità di AIP saranno rese disponibili a gennaio 2013 e l’intera misura sarà gestita su piattaforma telematica.

Come già fatto nel corso del 2012 per i servizi per la prima infanzia, anche per i servizi “di conciliazione” a ciclo diurno per le persone con

disabilità, e segnatamente per la frequenza dei centri diurni socioeducativi e riabilitativi e per le persone affette da patologie neurodegenerative (demenze senili, Parkinson, Alzheimer), la Regione Puglia introduce i buoni servizio di conciliazione da assicurare alle famiglie, con erogazione diretta dai Co-

muni ai soggetti gestori, per compartecipare la quota sociale delle rette di frequenza.Allo stato attuale sono già disponibili 14 milioni di euro in totale, di cui 10 milioni di euro di risorse FESR e 4 milioni di euro di FNA per erogare i buoni servizio di conciliazione che avranno un valore compreso tra i 300 e i 600 euro in relazione alla condizione economica degli assistiti.

E’ già stata rifinanziata nelle scorse settimane, con 22,6 milioni di euro di FNA la successiva annualità del II Piano sociale di Zona per tutti gli

Ambiti territoriali, in modo da assicurare ai Comuni le risorse necessarie per dare prosecuzione e potenziare il Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata per disabili e anziani non autosufficienti e per il potenziamento delle UVM e delle PUA, cioè della rete dei servizi per il welfare d’accesso. La sfida nel

2013 è raggiungere l’obiettivo di servizio di 3,5% persone non autosufficienti raggiunte dai servizi ADI.L’Assessorato al Welfare ha chiesto a tutti i Comuni capofila degli Ambiti ter-ritoriali di accertare entro questo esercizio finanziario le risorse ripartite dalla regione, in modo da poter liquidare nel corso del prossimo anno senza subire i vincoli del Patto di stabilità interno.

Sia con i progetti di vita indipendente che con ulteriori interventi mirati come quelli assicurati dal Progetto Qualify-Care la Regione Puglia in-

tende sostenere con contributi economici mirati la domanda di soluzioni di domotica sociale per le persone non autosufficienti che devono poter vivere presso il proprio domicilio in condizioni di sicurezza, di monitoraggio co-stante, di possibile autonomia e di maggiore qualità di vita. Tra il 2010 e il 2012 con le risorse FESR è stata costruita una vera e propria rete di Centri

per la domotica sociale (CERCAT di Cerignola, DOMOS di Conversano, CAT di Bitonto, Centro Ausili IRCCS E. Medea Polo di Ostuni) che già operano per orientare le scelte delle famiglie per l’acquisto di soluzioni do-motiche dedicate.A partire dal 2013 sono disponibili circa 2 milioni di euro per erogare con-tributi economici a circa 500 persone non autosufficienti che abbiano una dimensione media compresa tra i 4mila e i 5mila euro.

Sarà pubblicato entro dicembre l’Avviso pubblico per le emittenti televisive per concorrere ai contributi

regionali per il finanziamento dell’introduzione della LIS e dei sottotitoli per ipoudenti e persone sorde nei principali programmi di informazione. Sono già stati impegnati 600mila euro e l’intero percorso è stato con-certato con l’ENS. Il finanziamento coprirà un biennio.

Lo scorso 27 novembre 2012 la Cabina di Regia del Progetto Qualify-Care SLA Pu-

glia ha licenziato le linee guida per le ASL per la concessione degli Assegni di Cura per i pa-zienti SLA che a partire dal 2013 si rinnovano rispetto agli Assegni di cura già riconosciuti dal-la Regione sin da febbraio 2010. Sono disponi-

bili 6 milioni di euro per riconoscere l’assegno di 500 euro sin dalla fase di prima diagnosi, per poi salire a 800 euro e a 1000 euro per le fasi successive della malattia. I pazienti SLA che già sino in condizioni di non autosufficienza almeno parziale sono circa 300, ma si può stimare che i pazienti con diagnosi certa superino le 400 unità.

13SPECIALE DISABILITÀ

Sono complessivamente 75,2 milioni di euro le risorse che complessivamente la Regione Puglia ha stanziato per rilanciare le politiche di inclusione sociale, di cure appropriate, di prese in carico domiciliari per le persone disabili non autosufficienti, considerando le sole misure di intervento che sono in procinto di essere avviate.

A queste risorse devono aggiungersi quelle stanziate per gli investimenti infrastrutturali e a breve sarà più chiaro anche alla organizzazione della rete dei servizi per la non autosufficienza potrà concorrere anche il Piano di Azione e Coesione – Servizi di cura, approvato dal Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca.In questo ultimo scorcio del 2012 e in vista del 2013 trovano conferma le politiche regionali più consolidate e sono pronte politiche innovative e di eccellenza, sia rispetto al quadro comparativo delle politiche di settore delle altre regioni, sia rispetto alla capacità di integrare diverse fonti di finanziamento per indicare una direttrice chiara di intervento per l’autonomia e l’inclusione sociale. Di seguito la sintetica descrizione delle principali politiche di intervento.

LE NUOVE POLITICHE REGIONALI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

I PROGETTI DI VITA INDIPENDENTE

IL PROSIEGUO DELL’ASSISTENZA INDIRETTA PERSONALIZZATA PER I GRAVISSIMI

I BUONI SERVIZIO DI CONCILIAZIONE PER I CENTRI DIURNI

IL POTENZIAMENTO DELL’ADI PER DISABILI ASSISTITI A DOMICILIO

LA DOMOTICA SOCIALE E I CENTRI DI DOMOTICA PER LE FAMIGLIE

LA LIS NEI TG DELLE EMITTENTI LOCALI

GLI ASSEGNI DI CURA E I RICOVERI DI SOLLIEVO PER I MALATI DI SLA

A cura di Serenella PASCALI

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14AMBIENTE

APPELLO AL MINISTRO CATANIA DAGLI STATI GENERALI AMBIENTALISTIArriva dagli “Stati generali” per la salvezza del territorio l’appello “Subito

moratoria a tutti i progetti e le opere in corso di cementificazione e asfaltiz-zazione selvaggia”. L’obiettivo è sempre quello di tutelare il Salento. I destinatari sono il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania e la Magistratura. Le sigle che hanno dato vita, lo scorso 29 ottobre agli “Stati generali ambientalisti” sono tante, già conosciute per il loro impegno e per la tenacia con la quale por-tano avanti le loro idee: il Forum Ambiente Salute del Grande Salento, il Coor-dinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino, Nuova Messapia, comitato Sos 275, Io conto, Tribunale dei Diritti del Malato, Cittadi-nanzAttiva, Capo di Leuca Rurale, comitati ambientalisti della zona d’Arneo e del nord Salento, perfino la Confederazione italiana agricoltori provinciale. Insieme, a Leuca, nella simbolica sede Masseria de’ “Gli ulivi”, hanno ulteriormente riba-dito le loro posizioni che si sintetizzano nell’unico grido possibile: stop al consu-mo di suolo e territorio, chiedendone inoltre subito la decementificazione. «Una situazione quella sanitario-ambientale salentina affetta da una dilagante degenera-ta trasversale politica speculativa del cemento e dell’asfalto congestionante, e che con gli scempi denunciati, ormai quotidianamente, da tutti i cittadini in relazione al cantiere della strada statale 16 Maglie-Otranto ha visto cadere l’ultima goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai strapieno – affermano compatte le associa-zioni. La richiesta forte, che ora si leva, è quella della moratoria di tutti i cantieri e

progetti che stanno e vorrebbero erodere suolo vergine». Durante gli Stati generali è stato fatto, inoltre, un elenco parziale dei progetti incriminati. Nell’elenco si fa riferimento alle già note Ss 275; Ss 16 Maglie – Otranto; alla strada regionale 8; ai danni delle aree archeologiche messapiche di Vaste e Rudiae; all’erosione e ricostruzione delle spiagge; alle cementificazioni di coste rocciose e falesie, come nel caso di Porto Miggiano a Santa Cerarea Terme. E la lista prosegue ancora con tanti altri esempi. Difendere il Salento dalla barbarica irrazionalità, con una mobilitazione partita dalla riunione degli Stati Generali. «Vogliamo far sentire tutto il dissenso e l’indi-gnazione alle forze della magistratura salentine e regionali alle quali sempre più giungono esposti di ogni tipo per sollecitare alla massima difesa del territorio – continuano gli ambientalisti -. È un fiorire di iniziative a catena quelle che stanno nascendo da questa prima importante riunione e che, di fronte all’insensibilità dell’attuale classe dirigente, trasversalmente complice quando non direttamente responsabile, mireranno a coinvolgere e spronare la Magistratura a livello locale, per fermare progetti e cantieri in corso; a livello nazionale, invece, si mirerà a fare rete con il movimento culturale trasversale per lo “Stop al Consumo di Suolo e Territorio” e a dare supporto al ministro Mario Catania, per la sua virtuosa propo-sta di Decreto legge per lo “Stop”e dal quale cominciare ad attuare politiche per la tutela ambientale».

DIFESA DEL SUOLO, I COMUNI ALL’APPELLO

IN RETE PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE

Al via un’azione di impegno e sensibilizzazio-ne congiunta a tutela dell’ambiente rivolta

ai Comuni del Salento. A proporla, il Forum Am-biente e Salute, la CIA – Conferenza Italiana Agri-coltori, il Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio e della Salute del Cittadino e Cittadina-nAttiva che hanno invitato i sindaci a sottoscrivere un documento di impegno a tutela del suolo e del territorio vergine. I Comuni che aderiranno con una delibera di giunta o di consiglio, saranno poi inseriti in una “Lista regionale della Virtuosità e di Impegno per La Salvezza del Creato”.La “Lista di merito” che verrà consegnata diretta-mente a Papa Benedetto XVI, in occasione della prossima “Giornata per la Salvaguardia del Crea-to” fortemente voluta dalla Conferenza Episcopale

Italiana, al Presidente della Repubblica, al Go-verno Italiano, ai presidenti del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea e alla Direzione Generale UNESCO. Il suolo è un Bene Comune e risorsa limitatissima, non rinnovabile e, pertanto, fortemente minacciata da un consumo sproposita-to, esponendo in tal modo a incalcolabile rischio i cardini primari di benessere e sopravvivenza, co-stituiti, primo fra tutti, dalla sovranità di approv-vigionamento alimentare, risorsa-bene primario imprescindibile legata strettamente alla tutela della ruralità dei territori e alla biodiversità che in essi si esprime. Tale documento d’impegno è ispirato anche alla luce di quanto sottoscritto a livello na-zionale dall’ANCI aderendo al progetto RI.U.SO (RIgenerazione Urbana SOstenibile).

I numeri parlano chiaro: ogni anno in Italia finiscono in discarica 15milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 48% del totale prodotto e oltre il 65% dei rifiuti raccolti, ponendo il nostro paese agli ul-timi posti per la sensibilità ambientale, in termini, ad esempio, di percentuale di produzione, raccolta, riciclo, riuso dei rifiuti. Nel 2010 la media di rifiuti urba-ni prodotti nei 116 comuni capoluogo di provincia è stata di 533 Kg per abitan-te (quella europea è di 23 Kg inferiore) rappresentando un andamento crescente rispetto agli ultimi tre anni (+0,9%). È da queste riflessioni che nasce la volontà della Fondazione con il Sud di promuo-vere un bando specifico per fornire ad associazioni e organizzazioni del terzo settore, in partnership con altri soggetti pubblici e privati, l’opportunità di pro-porre soluzioni innovative e interventi efficaci in termini di prevenzione e ri-duzione dei rifiuti a monte, attraverso la partecipazione dei soggetti coinvolti nella produzione, distribuzione e com-mercializzazione di prodotti e servizi. Una messa in rete di competenze e risor-

se diverse che grazie al Bando Ambiente 2012 potranno essere tradotte in progetti innovativi e sostenibili nel tempo capa-ci di abbattere l’impatto ambientale dei rifiuti. L’invito a partecipare è rivolto al mondo del terzo settore e del volontariato delle province più virtuose del Sud in rete con istituzioni pubbliche e private. Nello spe-cifico, il bando è rivolto alle realtà non profit presenti nelle province del Sud più virtuose in termini di produzione dei rifiuti pro capite (Potenza in Basilicata, Cosenza e Vibo Valentia in Calabria, Avellino e Benevento in Campania, Fog-gia e Lecce in Puglia, Nuoro in Sarde-gna, Caltanissetta e Enna in Sicilia) per interventi in rete capaci di favorire la ri-duzione dei rifiuti da conferire in discari-ca, senza necessariamente richiedere una riduzione dei consumi da parte dei citta-dini, ma semplicemente promuovendo scelte più consapevoli in termini di im-patto sull’ambiente. Tra queste, il ricorso ai prodotti “usa e getta” e lo sviluppo di iniziative di riuso e riciclo di beni di di-versa natura prima che entrino nel ciclo

Le associazioni chiedono ai sindaci un impegno scritto contro il consumo del territorio

dei rifiuti. Potranno essere finanziati pro-getti che prevedano l’attivazione di mec-canismi di riuso, riutilizzo o riconversio-ne di prodotti usati, la creazione di punti di raccolta differenziata “pre-discarica”, l’installazione di punti di distribuzione “alla spina”, accordi con scuole e asili per per la sostituzione di prodotti usa e getta con materiali riutilizzabili, ecc.Si tratta di una scelta ormai imprescindi-

bile, in linea con gli obiettivi nazionali e comunitari della strategia Europa 2020. Il rifiuto ha un suo valore economico in quanto è sia un costo che una risorsa. Se si riduce il rifiuto, diminuisce anche il costo di raccolta e trattamento; se viene recuperato, si può riutilizzare il materia-le. Il bando vuole contribuire a veicolare con chiarezza la necessità di sperimenta-re, innovare e andare verso i rifiuti zero.

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Mensile delle associazioni di volontariato della Provincia di LecceOttobre - Novembre 2012 - Anno VII - n.62

Iscritto al n.916 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 24/01/2006

Direttore Responsabile: Luigi RussoRedazione: Serenella Pascali (coordinatrice), Lara Esposito,

Luigi Conte, Sara Beaujeste D’Arpe.Grafica e impaginazione: Sergio De Cataldis

Sede: Centro Servizi Volontariato Salento - via Gentile, 1 - Lecce

Tel. 0832.392640 - Fax 0832.391232 - Direttore: 335.6458557

www.csvsalento.it [email protected] Stampa: BLEVE PUBBLICITÀ - Tel e Fax 0833.532372

15CONFERENZA NAZIONALE DEL VOLONTARIATO

“LE ISTITUZIONI ADOTTINO LE CASE DELLA SUSSIDIARIETÀ E DEI BENI COMUNI”

IL VOLONTARIATO SCRIVE AL PAESE

Si è conclusa domenica 7 ottobre a L’Aquila la VI Conferenza Nazionale del Volontariato. Tre

giorni di condivisione, di confronto e di dibattito per riflettere sul ruolo che assume oggi il volontariato nel contesto nazionale, europeo e internazionale e su come possa apportare un fattivo contributo all’uscita dall’attuale crisi e concorrere ad un generale ripensa-mento del modello di società e di sviluppo. I volon-tari, riuniti in otto gruppi tematici dislocati in altret-tante zone simbolo della città, hanno dato vita ad un animato dibattito su alcuni temi chiave e, nel ribadire il loro impegno nella cura del bene comune e nel-la difesa dei diritti dei più deboli, hanno sintetizzato le loro richieste e i loro impegni in una “Lettera al

Paese” rivolta alle componenti sociali, istituzionali, politiche, produttive ed economiche.Partendo dalla richiesta di essere riconosciuto come un attore in grado di moltiplicare risorse relazionali ed eco-nomiche, e quindi di incidere non solo sull’attuazione delle politiche ma anche sulla loro determinazione, il volontariato individua alcuni temi prioritari sui quali agire: dalla stabilizzazione del sistema di presenza del volontariato organizzato in reti sul territorio alla piena attuazione del principio di sussidiarietà previsto dall’art 118 comma 4 della Costituzione; dall’inserimento di programmi specifici nella scuola all’applicazione dei li-velli essenziali di assistenza su tutto il territorio naziona-le; dall’approvazione di una legge contro la corruzione

che preveda il riutilizzo nel sociale delle risorse liberate e dei beni confiscati alla semplificazione delle pratiche burocratiche e amministrative; dalla stabilizzazione del 5 per mille all’istituzione di un Registro delle Reti na-zionali di volontariato, senza tralasciare l’importanza strategica di una comunicazione sociale più articolata ed efficace.Il Sottosegretario al Ministero del lavoro e delle poli-tiche sociali Maria Cecilia Guerra, che in questi tre giorni ha seguito con attenzione la Conferenza, nel suo intervento conclusivo ha dichiarato quanto segue: “Ho apprezzato il documento presentato oggi dalle principali reti del volontariato, in quanto esprime non solo richie-ste ma anche impegni, in mancanza dei quali l’azione del Governo non può essere risolutiva. Mentre il volon-tariato si interroga sul proprio ruolo è giusto che anche lo Stato si interroghi sul proprio, ossia sul fatto che in al-cuni campi - in particolare quello delle politiche sociali - bisogna riprendere con forza in mano la responsabilità nei confronti dell’insieme dei cittadini: un ruolo che in questo momento non è sufficientemente presidiato. Per-ché parlare di politiche sociali nel nostro Paese significa mettere in piedi istituiti e relazioni con interventi che permettono alle persone di riappropriarsi del proprio progetto di vita, progetto che può comprendere il fatto di avere figli, accudire gli anziani, partecipare alla vita sociale, cose che al momento risultano molto difficili in mancanza di un supporto adeguato. Riguardo al 5 per mille, essenziale per la vita delle associazioni, è neces-saria una prospettiva di lungo periodo. La sua stabiliz-zazione è già stata inserita nella proposta di legge delega fiscale presentata dal Governo in Parlamento. Per darle corpo sarà fondamentale che nei prossimi mesi il mon-do del volontariato e del Terzo settore rifletta e formuli una proposta meditata e compiuta su come migliorare sia le modalità di attribuzione che di erogazione”.

Se al volontariato c’e’ oggi poco da dire o insegnare rispetto alle

azioni concrete, avendo ormai esso di-mostrato chiaramente che cosa sa fare in caso di calamita’ naturali, o nella innovazione dei servizi alla persona (sanita’ o sociale) o nella salvaguardia dell’ambiente e dei beni territoriali e culturali, o nella promozione della cultura solidale e della responsabilità, sicuramente in questo particolare mo-mento storico, che casualmente coin-cide con la peggiore crisi economica mondiale, al volontariato tocca fare un ulteriore passo avanti: dare un contri-buto concreto alla maturazione del pa-ese, consolidando quelle buone pras-si che portano a costruire strategie e azioni politiche che possano dare con-creta soluzione ai bisogni dei cittadini e del territorio. Come si potranno co-struire politiche adeguate, in un tempo di complessità e frammentazione - per non parlare della tragedia della illega-

lità e della corruzione che sembrano ormai avere ucciso la credibilità della classe politica - se non si e’ capaci di costruire azioni condivise, per analiz-zare i problemi, trovare le soluzioni, attuarle e verificarne l’efficacia, senza il contributo di tutti gli attori del si-stema paese? Dalla Puglia viene alla VI assemblea del volontariato un pro-posta: si attuino sui territori le “Case della sussidiarietà e dei beni comuni”; una proposta che nasce dal percorso di FQTS 2, e che e’ gia’ stata fatta propria dalla Regione Puglia, da Anci Puglia, Forum Terzo Settore, CSV Net Puglia, Convol con la firma di un vero e proprio patto il 16 settembre 2011. Le “case” sono luoghi fisici nei qua-li, liberamente e senza alcun vincolo, Istituzioni, Terzo Settore, imprese, cittadini fanno pratica concreta di sussidiarietà, nello spirito del comma 4 dell’art 118 della Costituzione ita-liana. Si tratta, insomma, di un luogo

A conclusione della VI Conferenza nazionale del Volontariato tenuta a L’Aquila (5-7 ottobre), i volontari approvanoall’unanimità una lettera al Paese individuando i temi prioritari sui quali agire

Il governo adotti le “Case della sussidiarietà e dei Beni Comuni”: è questo il contributo della Puglia alla sesta Conferenza nazionale del volontariato a L’Aquila (5-7 ottobre)

fortemente politico, dove si parte dai bisogni, si individuano le problemati-che connesse, si cerca insieme l’idea che può portare alla soluzione di que-sti problemi, si scrive un “programma politico”. In questo modo si governa meglio la complessità, si valorizzano

le diversità, si accresce la responsabi-lità condivisa. Si costruisce un futuro a partire dagli interessi generali, dalla valorizzazione dei beni comuni, oltre gli interessi particolari e le torsioni della legalità.

Luigi Russo

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