61648924 Quando Gli Dei Scesero Sulla Terra Le Radici Delle Antiche Civilta

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Alla Sipnora della Vita

Nonostante tu sia povero [in spirito o saggezza], non dire:<<Sono senza un soldo e percid non posso trovare la Conoscenza".

Piuttosto, curva la schiena a ogni disciplina,purif ica i l tuo cuore pe( mez7n di tutra la Sapienza,

e con la ricchezza del tuo pcltenz.iale intellettuale,indaga sul Mistero dell 'Esistenza.

Muto.scritti del Mar Morto

PII,EI.AZIONT'

Cos'2 la religione? La rnaggior parte degli uomini del mondo occidenta-le indicherir uno o piil dei seguenti elementi: un codice morale, la fede inun essere supremo, I'obbedienza alla Chiesa. Oppure, piir brevemente:nrorale. t'ede e obbedienza. Ma Ia religione non dovrebbe essere qualcosadi p in?

La parola "religione" deriva dal latino religare, che significa letteral-mente "legare dietro". ln latino questo termine si riferisce all 'ormeggio diLlna nave. conre a indicare che Ia religione in un certo senso d una colonnad'ormeggio o un'anct)ra per la nostra esistenza: un approdo sicuro non so-lo in questa vi t i r . ma anche nel la prossima.

Quindi. a r igor di termini , la rel ig ione dovrebbe ist i l lare in noi non solo ivalori morali fondamentali, ma anche legarci al luogo da cui proveniamo,per rivelarci chi siarno e perchd ci troviamo qui. Oppure, per dirla in bre-ve, la religione dovrebbe anche indicarci la nostra ascendenza, la storia einfine le rtrigini.La Bibbia lo fa'l Si, ma solo per modo di dire. Essa riferisce che Dio cred

Adanro dal l 'argi l la (o terra), creb quindi Eva dal la costola diAdamo e in-fine li caccid entrarnbi dal Giardino dell'Eden. Ma anche se interpretiamoquesta storia corne I'allegoria di un paradiso perduto, non ci viene dettotloye si trovasse questo paracliso e ci vengono riferiti solo scarni particola-ri su c'lri fossero davvero i nostri antenati, Adamo ed Eva. Quindi, il rac-conto biblico, cosi com'e, non soddisfa il nostro desiderio di sapere chisiamo e da clove veniamo. E ci lascia I'unica alternativa di avere fede nel"fatto" che il prirno uomo tu creato con I'argilla da Dio. E percib Dio chedovrebbe essere considerato il nostro antenato ultimo, ormeggio e appro-do sicuro.

Ma chi, o cosa, d Dio?E normalmente a questo punto che entra in gioco la.fede. Non ci d dato

di sapere chi o cosa sia Dio. o da dove provenga, poich6 si ritiene che eglis ia un essere mister ioso e inconoscibi lc. Ci v iene invece detto che l 'es-senza della religione i avere.fede in quest'essere inafferrabile e anche nel-la Chiesa. unica internrediar ia tra I 'uomo e Dio.Cos) siamo sospinti lontano dalla cono,scenza delle origini e ci viene of-

f'erta in sostituzione la fede.

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la rellgione, a pennetterci di penetrare il nostro passato. E stata la scienzaa deternrinare l'etd della Terra a 4,6 miliardi di anni. E stata la scienza aspiegare I'evoluzione dell'uomo per nlezzo di un processo di selezionenaturale (ora accettata dalla Chiesa dopo 140 anni di riflessione). E statala scienza a datare i prirni ominidi a parecchi milioni di anni fa e7'Homosapierts a nreno di 200.000 anni fa. Ed b stata sempre la scienza a farci co-noscere (tranrite str"rdi genetici) il pin recente antenato comune di tutto ilgenere umano, noto come "Eva mitocondriale". La scienza ha iniziato aIegarci al nostro lungo passato, diventando percid piil religiosa della reli-gione stessa.

La Chiesa, per contro, ci lega solo al misterc di Dio. Il mistero di comeDio cred I 'uomo e poi lo distrusse con i l Di luvio universale; i l mistero delmiracoloso concepimento di GesD Cristo nel ventre della Vergine Maria;il mistero di come il corpo di Cristo risorse dalla tomba dopo tre giorni.Tutti questi nlisteri sono considerati al di ld della comprensione umana:impenetrabi l i e insolubi l i .E la logica quindi impone che la fede in Dio sia "l'essenza" della ricerca

religiosa.

Questa miscela di fede e mistero ha funzionato benissimo per la Chiesanegli ultimi duemila anni, ma solo grazie all ' ignoranza e alla superstizio-ne delle masse.Come disse una volta Isaac Newton: oE la parte impulsiva e superstizio-

sa dell'umanitd in materia di religione ad amare i misteri e. per questa ra-gione, a prediligere cid che comprende di meno>.

Ma una tale semplicitd di idee non d piir predominante al giorno d'oggi.Al contrario. I'atteggiamento tipico del xxt secolo - anche tra coloro chefrequentano regolarmente la chiesa - d di razionalith, scetticismo e mate-r ial ismo.

In quest'etd di consumismo, tutto d considerato merce da acquistare -persino la religione - e non si compra nulla se non si sa cosa sia e da doveprovenga.

Per esernpio, quando compriamo una macchina nuova. vogliamo essereedotti sul tipo di motore che si trova dentro il cof-ano, sul luogo in cui lavettura d stata fabbricata e sul suo funzionamento; non aspettiamo certo disentirci dire: <Mi scusi. ma b un mistero>.La Chiesa, percid, ha un "prodotto" che diventa sempre pii difficile da

vendere a una clientela di scettici; una clientela che non vede la necessithdi ulteriori lezioni morali, ma esige invece che la religione corrisponda alsignificato letterale del termine e ci leghi alle nostre origini. L'uomo ra-zionale del xxt secolo vuole sapere chi b e da dove proviene e si aspetta diricevere informazioni precise su come Dio cred il genere umano. Nonvuole sentire un <Mi scusi. ma b un mistero>>.Sono qui discussi i mister i che giacciono nel cuore del la Chiesa, del la

Bibbia e di Dio.r ' "" . -^ '^- i^^" la .nn A ni i r disnosto ad accettare quest i mister i sul la ba-

PRIT-AZIONI-:

scritta la Bibbia e come Ie idee in essa contenute evolvettero durante i se-

coli precedenti la sua stesura.E qui che entra in gioco la presente opera.Sebbene io non sia un sostenitore del moderno consumismo, in questo ca-

so ritengo sia giusto che uno dei testi religiosi pii sacri al mondo venga

considerato un prodotto da esaminare con la dovuta diligenza. Dopotutto,la Bibbia b solo un <.frammento degli scritti del mondo biblico>, come una

volta disse I'eminente studioso Cyrus H. Gordon, e le sue radici risalgono

alle antiche religioni del Vicino Oriente; in particolare alle credenze degli

antichi Egiziani e Sumeri che fondarono la civiltd circa seimila anni fa.

Nel 1956, Samuel N. Kramer, uno dei piD insigni traduttori dei testi su-merici, elencb trentanove "prirne" sumeriche della storia dell'uomo, tra

cui Ia prima cosmogonia (simile alla Genesi) e il primo "Nod". Nel suo li-

bro, History Begins at Sumer, Kramer espose in modo chiaro I'importan-za delle connessioni tra la Bibbia e i piir antichi scritti del Vicino Orienteantico:

Le scoperte archeologiche. ef-fettuate in Egitto e nel Vicino Oriente negli ultimicento anni, ci hanno aperto gli occhi su un'ereditir spirituale e culturale ininrmagina-bile per le generazioni precedenti... una luce splendente e rivelatrice C stata gettatitsulle origini della stessa Bibbia. Ora possiamo vedere come questo capolavoro dellaletteratura non sia comparso sulla scena giir formato, come un fiore artificiale nelnulla: le sue radici aftbndano nel lontano passato e si propagano nei paesi circostan-ti. Sia nella tbrma che nel contenuto, i l ibri biblici presentano non poche somiglian-ze con le letterature create dalle prirne civilt)r del Vicino Oriente.

Secondo quest'idea - di una religione concepita dalla mente dell'uomo -

sarebbe possibile far risalire le radici dell'ebraismo e del cristianesimo al-

le prime religioni conosciute di Egitto e Mesopotamia e in tal modo -setta-

re luce sul le or igini del la Bibbia.In poche parole, lo scopo di questo libro d comprendere la Bibbia stondo

al di sotto di essa.

Questo, va detto, non d un approccio nuovo, ma piuttosto un approfondi-mento degli sforzi gih compiuti da nurnerosi studiosi. Bisogna sottolinea-

re, perd, che questi si trovavano innanzi un ostacolo insormontabile: lapresenza di oscure metafore e locuzioni nei testi egiziani e sumerici. Ilpresente libro d dit-ferente nel senso che queste metafore e locuzioni orapossono essere decodificate, permettendoci cosi di vedere per la prima

volta il mondo attraverso gli occhi degli antichi. Sono lieto di aff'ermare

che il risultato d una religione che non solo ha un senso, ma era anche ve-

ramente religiosa, poichd legava gli antichi al luogo da cui provenivano:

un grande ormeggio in cielo, che oggi definiamo vagamente "cielo" o"Dio".

Nei capitoli che seguiranno, il lettore apprenderA tutto sul cielo degli an-

tichi e sul come e perchd gli autori dell'Antico Teqtamento occultarono i

segreti della religione piil-vecchia dell'umanith. Irloltre, vedrh perchd la

storia di GesD Cristo segnd la rinascita di un'antica filosofia pagana e.ar-

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l0 PRr.:r'-AZroNr.:

in tbrma di parabola esoterica: una parabola che assumeva significato so-lo per gli iniziati ai segreti degli antichi misteri.

Devo, perd, ricordare al lettore che non ne consegue automaticamentcche le credenze degli antichi siano vere dal punto di vista scientifico edobbiamo quindi cercare di moderare il nostro entusiasmo dinanzi alle ri-velazioni di questo libro. In definitiva d alla scienza moderna che dobbia-mo rivolgerci per stabilire se la."veritd" segreta degli antichi sia o nrenouna Verith con la V maiuscola. E nelle profbndit)r dello spazio che la Ne-sn e il Vaticano devono cercare la conoscenza scientifica relativa al para-diso perduto dell'uomo e all ' impronta divina.

NOTI.] PER I-A, IJ.]TTUISA

In tutte le citazioni, icorsivi sono miei e non sono nell'originale. trarlne quando in-dicato con le parole "corsivo originale".

Laddove le citazioni comprendono dei puntini come "...". si indica una sezione delbrano omessa per amor di breviti.

Quando le citazioni comprendono dei puntini inseriti trir porentesi quadre come"t. . .1", s i indica una lacuna nel testo or iginale, c iod una sezione danneggiata o i l -leggibile.

QUAI. F: I1- SEGISETO?

Aprirb in parabole la mia bocca; esporrd cose

occulte fin dalla creazione del mondo.

Gestr Cristo, nel Vangelo secondo Matteo

Nel 1903, una missione archeologica tedesca guidata da Walter Andrae,

inizid gli scavi presso il sito di Assur, la pitr antica capitale dell' impero

assirol. Il sito, situato sulla riva occidentale del fiume Tigri, 300 km a nord

dell'odierna Baghdad, era stato un tempo orgoglio e vanto dell' impero

assiro; i suoi palazzi, templi e ziggurat erano stati tra le piit impressionan-

ti meraviglie del mondo antico. Ora, perd, la "citth" era solo un'enorrne e

informe collinetta ricoperta di erba. A ricordo della gloria passata restava-

no solo cocci e mattoni cotti su cui era impressa la caratteristica scrittura

cuneiforme degl i Assir i .

Nondimeno, cid che emerse da queste rovine fu davvero eccezionale.

Walter Andrae e i suoi uomini riuscirono subito a scoprire le rovine del

tempio cittadino e la biblioteca del palazzo e, tra il 1903 e il 1914, recu-

perarono migliaia di tavolette d'argilla che narravano la storia di Assur e

delle sue diviniti, che avevano fondato la cittd in un remoto passato.

Una di queste tavolette si dimostrd di particolare importanza. Il suo testo,

su tre colonne. raccontava la storia della creazione dell'uomo da parte

degli dbi. Una colonna narrava la storia in lingua sumerica (allora consi-

derata una lingua classica, come oggi il greco e il latino). Un'altra colon-

na raccontava la medesima storia nell'aqffii4.o di quel periodo (809.a,C.

ca.). Ma la restante colonna - la prima delle tre - conteneva una serie di

simboli ed era diversa da qualsiasi testo scoperto precedentemente (rav.

24). Questi simboli erano oscuri e a tutt'oggi non sono ancora stati deci-

frati.

Questa tavoletta - tradotta per la prima volta nel l9l6 dall'assiriologo

tedesco Erich Ebeling - venne in seguito pubblicata in inglese da Alexan-

der Heidel, un assiriologo dell'Universith di Chicago, che le diede l' inno-

cuo titolo di Another Account of the Creation of Man ("Un altro racconto

della creazione dell'uomo")t. Riguardo ai simboli misteriosi e indecifrabi-

li, Heidel commentava: <(Essi) sono molto probabilmente simboli di un

qualche tipo di scd$lun.,$f;gtgfg>.Perchd gli antichi scribi di Assur vollero annotare la leggenda della crea-

, Sul s i to t le l l 'ant ica Assur s i t rova oggi la c i t t i d i Qal '4t Sharqat. Per part icolar i sugl i scavi d i

Andrae, vd.: W Andrae, Dus Wietlererstondene As,sur, Leipzig 1938; I'edizione aggiornata, Miin-

chen 1977; e dello stesso autore. Die Archoischen Ischtar-Temple in Assur,Leipzig 1922.

12 euANDo cl.r Dr::r scr:sr:Ro sull_A TElSltA

zione dell'uomo con un commento esoterico? Prima di proseguire nellalettura degl{ interessanti commenti di Heidel, diamo un'occhiata alla par-te traducibile del testo della creazione.La storia inizia in modo simile al libro biblico deTla Genesl, descrivendo

I'alba dei tempi: "Dopo che il cielo era stato separato dalla Terra - sua

lontana e fida gemella". Si racconta poi di come i grandi dbi - Anu. Enlil,Shamash ed Ea - sedettero al concilio degli dbi e decisero il da farsi. Dis-se Enl i l :

.Ora che sono stati fissati i destini del cielo e della Terra.che a fossi e canali d stato dato il loro giusto corso,che Ie rive del Tigri e dell'Eufrate sono state stabilite,che altro dobbiamo fare JCos' altro dobbiamo creare'l>>.I grandi ddi che erano presenti... diedero a Enlil la seguente risposta:<In Uzumua, Legame tra Cielo e Terra,uccidiamo due dBi Lamsa.Con il loro sangue creiimo il genere umano,che il suo cornpito sia servire gli ddi...Che i loro nomi [degli ddi Lamgal siano UlliganaeZalgarra...>>i.

chi erano ulligana e zalgarra'l secondo Alexander Heidel, si trattavadei <primi due esseri umani>>. Il testo, perd, li identifica come ddi in tuttoe per tuttoi.

I l seguito b ancora piD interessante. ul l igarra e zalgarra iniz iarono acreare gli uomini, apparentemente a loro immagine, come il dio ebraicoElohim nel primo capitolo della Genesi. Dice il testo:

Aruru, la grande signora degli ddi, a cui si addice il cornando.ordind per loro [Ulligarra eZalgana] grandi destini:un abile lavoratore per produrre un abile lavoratoree un lavoratore inesperto per un lavoratore inespertoda loro spunteranno come grano sulla tena.Una cosa che, come le stelle in cielo. non cambierh mai5.

Dunque I'umaniti fu creata da sangue divino. E il tutto avvenne in unluogo chiamato Uzumua, letteralmente "produttore di carne", noto anchecome "Legame tra Cielo e Terra"o.

Qual b il significato di questa leggenda? Come potd il genere umanoessere creato da "sangue" divino? che significato ha il sacro Legame tracielo e Terra? Perchd in principio il cielo era stato "separato" dalla tena?E come poteva essere la Terra <<sua lontana e fida gemella"?

Le domande suscitate da questa tavoletta - per non menzionare altretavolette simili - sono innumerevoli. Non esistono perd risposte soddisfa-

' Ivi , pp. 69, 70.' Ivi , p. 68. Ul l igarra e Zalgara sono identi t icat i dal determinativo cl ivino ("dinsir") che precede

ognuno dei loro nomi.' Iv i . pp. 70. 7 l ." lvi n 69: ncr la trrxluzione "oroduttore di carnc", r,d. T. Jacobsen, The Tnt.sure:; tl'Dzl*nr,.rs. Yale

l. QUAI.I:: n, Sr-tGllr-:TO?

centi, rimane solo un profbndo silenzio da parte degli studiosi, anche a

cento anni dalla traduzione del testo.

Manca forse qualche elemento significativo? Cosi sembrerebbe, visto

che gli antichi scribi terminano le due parti traducibili della tavoletta con

le seguenti enigmatiche parole:.

Questi grandi destini, Anu, Enlil, Ea e Ninmah. i -erandi

ddi,decretarono per loro IUlligana e Zalgarra].Nel luogil in cui gli 'uomini erano stati creati,era saldamente posta Nisaba Ila dea della scrittura e della saggezzal.Che i sag,gi inseg,nino il mistero ui strggi'.

Che significa questa criptica conclusione? Alexander Heidel cosi com-

menta:

Questa f eggenda era indirizzataso.lo agli ittiziuti che potevano interpretare i miste-rio-si se gn i I"i I I a pri rna c o I on n a de I 1i'iii6Idttao.

Percid. in questa piccola tavoletta sembra trovarsi il riferimento a una

scuola misterica esistente circa 2800 anni fa: una scuola misterica che tra-

ffiffate;ii sisnificato esoterico relativo al cosiddetto "mito" della crea-l#n"

zlone.Ma, quale che fosse questo significato esoterico. noi, gente comune di

oggi, non siamo piil edotti della popolazione di Assur dell'800 a.C., poi-

chd la natura delle scuole misteriche d tale che i non iniziati (la gran mag-

gioranza) sono sempre stati esclusi dalla conoscenza dei segreti. Vale a

dire, cari lettori, quelli come me e voi.

l-F- l;\3l3l1A SONO SIGIII-ATIj

Gran parte di cib che sappiarno del passato ci d stato tramandato da sto-

rici e filosofi greci quali Pitagora, Erodoto. Platone. Aristotele e Plutarco,

molti dei quali viaggiarono in tutto il rnondo antico.

Si d spesso perir trascurato il fatto che questi autorevoli personaggi non

avevano il permesso di parlare liberamente di tutto cid che apprendevano.

Essi potevano riferire dei "piccoli misteri" (i riti pubblici), che erano aper-

t i a tut t i , ma avevano la proibizione di scr ivere sui cosiddett i "grandi

misteri"'.Prendiamo per esempio Erodoto. Nel v secolo a.C.. il "padre della sto-

ria" viaggid lungo la valle del Nilo, dove si guadagnd la fiducia dei sacer-

doti egiziani e potd quindi apprendere qualcosa dei misteri degli ddi egi-

ziani. Ma non sapremo mai cid che questo illustre storico vide e udi, per-

chd egli scrive:

E su questo lago che gli Egiziani rappresentano di notte le sue sofferenze - colui il

' Heidel , The Bubvhntun ( ienesis, c i t . , p. 7 l .

- lb id. . n.62.

" Un ut i le r iassunto dei mister i re lat iv i a l l 'ant ico Egi t to compare in E. A. Wal l is Budge, Fntm f 'e-

t ich tn ( ln i i r t At t t iet t r F<,rnr Oxfrrrr l I Jnivt : rs i tv Press- 193.1- nn.24-26.5{14.

t3

14 erJr\NDo cl.r Di.r scr..sr._llo SUlt-z\ Tr..l<ltA

cui nome mi trattengo dal menzionare - e questi l rappresentazione essi la chiarnano iloro misteri. Conosco bene I' intera procedura di questc cerintonie, ma essa n6n oltre-passerir le mie labbra"'.

Qui la segretezza b portata agli estremi; nelle opere degli autori greci piirtardi d evidente un approccio piir ri lassato.

Per esempio, al tempo di Plutarco, f i losofb del r secolo d.c.. i l nome deldio egiziano sofferente era ormai noto - osiride - ecl era anche consentitodescr ivere alcuni aspett i dei mister i egiz iani . Ma persino al lora, veniv i rrivelato solo I 'aspetto piD superficiale dei misteri, come nel seguente bra-no di Plutarco:

Quando il sole era in Scorpione, nel mese di Atht,r, gli Egiziani chiudcvano il c<lrp6del loro dio Osiride in un'arca o cassa, e durante questa

-erirnonia

vcniva celebratauna grande f'esta annuale. Tre giorni dopo chc i sacercloti avevano rinchiuse Osiriclcnell 'arca, essi f ingevano di ritrovarlor'.

In al tr i punt i , perb, Plutarco d part icolarmente ret icente. pcr esernpio,quando presenta le varie spiegazioni dei misteri cli osiride, d rnuto comeun pesce riguardo alla leggenda del dio, aff'ermando che questa B <intrec-ciata in tal modo ai loro mister i , che non pud essere r iv i latarr ' , . Ancorauna volta, r isul ta evidente che i grandi nr ister i erano del iberatamentenascosti per paura di rompere un voto di sile nzio. E la nostra conoscenzadegl i ant ichi s istemi rel ig iosi ne d stata di conseguenza enornrementeimpoverita.

I MISTEI3I D'IiI.tiL'SI

Questa distinzione tra misteri grandi e piccoli D particolarnrente eviden-te nei rglgeri clggrl4i - forse i piD famosi di tutti i misreri anrichi - cheturono celebrati nella cittd greca di Eleusi dal l-500 a.C. ca. L'enrinentemitologo Mircea Eliade ha riassunto i vari livelli d'iniziazione ai misterieleusini nel seguente modo:

Vi erano i piccoli misteri, i riti dei grandi misteri (teletui\ e l 'esperienza finale, I'e-popteia.I veri segreti delle teletai e dell'epoptern non sono mai stati divulgati,,.

E davvero sorprendente che questi segreti non siano mai stati rivelatinonostante il fatto che i misteri d'Eleusi si svolsero ogni anno per circa

"' Erodoto. Sror ie, Roma, Newton & Cornpton, 1997. l ibm rr . In al l r i punt i del l ihro rr , Ercdgroscr isse in un l inguaggio c i f rato, come se fbssc egl i stesso un in iz i$tO agi i ant ichi rn ister i . d iccndo.chiunque sia stato in iz iato ai mister i dei cabir i , conrprendcr i r c i r ) chc vogl io dirc, .

" Plutarco, c i lato in R. H. Brown. St<' l l t t r Thu, l , ,N.r . tut l L l t r t t t t t i t . .4. \ t t ;nt t , tn\ . Tr.uth Sccker-Co..1991.p.194.

'r Plutarco, De lside et Osiride, citato in E. A. Wallis Buclgc. 1-c,qcrrrls ttl thc llgt,lttirrrt Oozls. 1912.Dover edi t ion 199'1, p. 2J2. I l t ronco d'albero spaccato err i rvvol to in pczzc c l i l in i r srr leeiare c unrodi o l io sacnr. E evidente qui uno stret to rappor(o con i l lcggendlrr io alhero di Uiblq. i l cui lcgn6-secortdo Plutarco, era conservato nel tempio di Bihlo: vcl . Wal l is Budge. iv i , p. 222. pr:r i l nroi ivodel 'a lbero abbattuto, vd. p i i avant i , in part icolar modo la leggenda ct i ( is i r idc r inchiuso in un albcr1;cot to-a!n 'e.stremita, hruciato nel nrczzo e r iernpi to con i torrncnt i dol la In()r te .

cluemilo anni (frno al 500 d.C. ca.). Non si pub certo dire che le antiche

scuole misteriche non fossero in grado di salvaguardare i propri segreti!

Gli studiosi odierni hanno tuttavia tentato di sintetizzare le poche infor-

mazioni pervenuteci e di analizzare la natura e il significato dei sacri riti'

Ne emerge un quadro davvero affascinante. Consentitemi di descrivere

brevemente questi riti eleusini.

Al centro dei misteri era la storia di Persefone, figlia della dea Demetra'

Persefone era stata rapita dal dio Ade e da questi trascinata nel regno degli

Inferi (ciob le regionisotterranee). Demetra si era quindi messa alla ricer-

ca della figlia. Scesa dal monte Olimpo, si era recata a Eleusi e aveva chie-

sto che viTosse costruito un grande tempio a lei dedicato con sotto un alta-

re. Si era poi ritirata nel tempio. provocando in tutta la terra una terribile

siccitd'0.Infine. Demetra si era riunita a Persefone, ma solo grazie all ' intervento

di Zeus, che aveva ordinato ad Ade di restituire la fanciulla rapita. Ade,

perd, aveva fatto mangiare con I'inganno a Persefbne un chicco di melo-

g.uno - cibo dell'oltrelomba - obbligando cosi la dea a tornare agli Inferi

ier quattro rnesi I'anno. Nonostante quest'imprevisto, D--9Tg.t.u' felicissi-

ma di auer ritrovato la figlia, lascib il tempio e ritornb sull'Olimpo' Prima.

perb, riveld i suoi riti e insegnb agli uomini tutti i suoi misteri.

Gli studiosi ritengono chei piccoli misteri di Eleusi ruotassero intorno a

una rappresentazione pubblica della storia che ho appena narrato: la scom-

parsa ai Persefone, le peregrinazioni di Demetra alla sua ricerca e il ricon-

giungimento finale delle due.

Ma di che trattavano i grandi misteri? Nel Ill secolo d.C., Ippolito scrive

che l'epopteia - l'esperienza finale - consisteva nella solenne presenta-

zione di una spiga d'i grono ai canclidati. Possiamo presumere che cid

ricordasse i miraiolosiinizi dell'agricoltura sulla Terra. ma forse anche

qualcosa in pii. Ippolito aggiunge che:

Durante la notte, al centro di un fuoco brillante... lo ierofante [sommo sacerdote]

esclarnava: (La santa Brimo [la regina dei morti] ha generato un sacro bimbo, Bri-

mos!>>. Ciob la Potente ha dato alla luce il Potenter:.

Questa descrizione si accorda anche con altre fonti, che confermano che

laiisione finale (epopteia) aveva luogo in presenza di un fuoco, o di una

luce abbagliante'0.Ma allori che dobbiamo farne delle.dichiarazioni del filosofo greco Pro-

clo, vissuto nel v secolo? Egli afferma che gli iniziati ai grandi misteri

eleusini si rivolgevano al ciel,o e gridavano: <Pioggia!> e poi guardando in

terra esclamavCno: ,.Concepisci!>. Secondo Ippolito, queste due parole

,. Conf,rontate questa siccitir con la sterilitir provocata dalla dea accadica lshtar dopo la sua discesa

agli Inf'eri: "poichd Ishtar era discesa nella Montagna senza ritorno, il toro non saltava sulla vacca,

liisino non in_sravidirva I'asina. per stracla I'uomo non f'econdava la fanciulla". ll terna analogo sug-

gerisce che il iempio in cui si ritird Demetra tbsse la Terra'

' ' Eliade, A Historv o Religittu's ltlcu.s, cit-' vol. I, p' 298'

^ lbid.

t. QUAI, r: n. SI'lGllI'.To? t5

16 euANDo cl.I Dr.;r scr:sr.:Ro stjllA TI.:nl3A

("pioggia" e "concepisci") insieme costituivano i l grande segreto deimisterii'.Non c'b dubbio che.certe parole (per es. "pioggia" e "concepisci,,), certi

simboli (per es. la spiga) e certi rituali (pef es. il fuoco nella notte) aves-sero un profondo significato_esoterico per gli iniziati ai misteri d,bleusi,esattamente come la mela affettata aveva un profondo significato per gliiniziati ai misteri pitagorici.

' Ma il punto B che queste parole. simboli e rituali rivelavano tutto e nien-te al tempo stesso: rivelavano tutto achi aveva visto la luce (e possedevaf a conoscenza) e niente a coloro che erano nelle tenebre 1e neli'ignoran-za). Percid, iniziati come Ippolito e proclo porerono dire cid che lissero,sicuri di non tradire il voto'<ii sj sretezza.E davvero incredibile che, non6stante iutte queste allettanti indicazioni,

gli studiosi moderni non siano mai riusciti u p.net.are il significato "rut"-rico del simbolismo eleusino. Non potrebbb esserci pro'iu pii evidente

della profonda differenza esistente tfa il nostro modo bi p"niu.. e quellodegli antichi.

I MISTI'I3I CI1ISTIANII misteri eleusini non.erano certo gli unici misteri dell'antica Glecia. Vi

erano i misteri dei cabiri{o.di Saqrotracia), imisteri di Saba?io, i misteridi Apollo. i misreri di orl-ep. i misteridi Ecate e i misteli"'di-'bioniso. perci tarne solo alcuni . Inol t i i . in c i t td diverse'da Ereusi s i cet6ui i ivanl- imisteri di De*rgetra.contemporaneamente, esistevano scuole misteriche in paesi lontani

come Egitto, India, Mesopotamia (l'odierno lraq) e sicuramente in moltialtri luoghi di cui siamo solo vagamente a conoscenza.In tutte queste scuole , vi erano misteri piccoli e grandi e, riguardo a que-

sti. ultimi, gli iniziati.mantenevano ir piD strerto-riserbo. o!gi, abbiamosolo una vaga idea del contenuto di qLresti misteri.A questo punto dobbiamo parlare del cristianesimo. euesta religione

emerse nel t secolo, lottando furiosamente con altre religioni, culti e icuo-le misteriche, tra cui alcuni di quelli menzionati precEdentemente. unadelle principali minacce proveniva da una religione denominata rqi{ral-Lmg' i ,rygortata. dalla.Persia neil ' rmpero Romino. Ma un pe.icoGffirmmedrato veniva dall ' interno. dai cosiddett i crist iani gnostici che nonriconoscevano I'autoritd della chiesa e diffondevano ie i-oro indipendentiidee sugli insegnamentidi Cristo.Uno dei piD celebri maesiri gnostici fu Va.l,e,Atino, che insesno ad Ales_

sandria.e giunse a Roma nel 140. Secondo fEftuiliano, anti'cJteologo ..i-stiano. i seguaci di valentino erano sottoposti a iniziazioni paragonibili aquelle dei misteri eleusini. Tertulliano affermava:

'- lv i . p.297. Conl ionta i l seguente t let to del Talmud: *Dio ha tre chiavi : del la pioggia. del la nasci-

t. QtJAl,I:: n. SI-:GRI-:TO? 17

Prima rendono arduo l'accesso al loro gruppo con terribili condizioni; poi richiedo-n() una lunga iniziazione prima di accttgliere i nuovi membri, e anche un ammaestra-rrrcnto di cinque anni per i loro adepti. in modo che possano affinare le loro opinioni

l)cr mezzo della sospensione della completa conoscenza e, a quanto pare, &ccrescanoil valore dei loro misteri in proporzione al desiderio per essi. Quindi segue I'obbligot le l s i lenzio. . . ' ' .

Secondo il vescovo lreneo, uno dei primi capi della Chiesa cristiana, i

seguaci gnostici di Valentino tenevano degli incontri in cui disprezzavano

apertamente I'autoriti della Chiesa, aff'ermando che i sacramenti del bat-

tesimo e del l 'eucarest ia non rappresentavano un' in iz iazione completa

al la f-ede cr ist iana, ma solo i pr i rni l ivel l i ' ' . In al tre parole, gl i gnost ic i

insinuavano che la Chiesa insegnasse solo le dottrine elementari, mentre

le iniziazioni di Valentino offr]vano maggiori rivelazioni sui misteri di

Cristo (ciod i mister i segret i e gl i insegnamenti superior i . proibi t i a l le

masse).

Questi insegnamenti superiori non furono mai scritti - perchd le scuole

misteriche erano particolatmente sensibili riguardo alla segretezza -, ma

gli gnostici conservarono diversi libri che criticavano molti aspetti dei

dogmi della Chiesa, come la nascita da una vergine e la resurrezione del

corpo di Cristo, da loro considerati ingenui fraintendimenti'". Alcuni di

questi l ibri alludevano a Lltl glande segreto, deliberatamente nascosto dai

cristiani. Il Libro segreto di Giovonnl, per esempio, si apriva con il propo-

sito di rivelare <i misteri e le cose celate nel silenzio> che erano stati inse-

gnati a Giovanni dallo stesso Gesi:'. Ovviamente, questi segreti non era-

no accessibili a un occhio impreparato, ma venivano esposti per mezzo di

metafore e parabole eni gr-natiche.

Vi era forse del vero nell'accusa degli gnostici, secondo cui la Chiesa

teneva per sd i propri insegnamenti superiori? Si, secondo una lettera di

Clemente, uno dei primi padri della Chiesa, a un uomo di nome Teodoro,

che gli aveva scritto lamentandosi riguardo a una certa setta di gnostici,

not i come carpocrat ic i . Nel la sua r isposta, Clemente fa r i fer imento a

.,cose che non possono essere dette> e ammette I'esistenza di una <veritit

celata da sette veli>. Inoltre, egli mostra familiarit) con le iniziazioni e i

grandi misteri della religione. Ecco il testo di questo incredibile brano del-

la lettera di Clemente:

Egli lMarcol compose un vangelo piir spirituale a uso di coloro che si perfeziona-vano. Ciononostante, non divulgd le cose che non possono essere dette, nd scrisse gliinsegnantenti ierofirntici del Signore, ma alle storie giir scritte, egli ne aggiunse altree, inoltre, introdusse certe espressioni, di cui conosceva I'interpretazione' per guida-re, in qualitlr di mistagogo, gli ascoltatori nel piir recondito santuario di quella veritdcclata da ss17s 1t,eli). Percid, in breve, egli predispose le questioni in modo nd reti-cente. nd scclnsiderato. secondo la r.nia opinione, e, morendo, lascid la sua composi-

'* E. Pagels, ' f lu 'Gut.st i t Gosltel.s, Pc'rtguin Books, 1979, p. 146

'" Iv i . p. 64.

" ' Iv i . p. 1 5.l(rTn--t'

/5- ' ^.t:-: t ' i l i

l8 eUANDo cl.r Di:r scESERo sull_\Tr.:l3l3A

zione alla chiesa di Alessandria, dove d ancora custodita con grande cura e lefta soloda colont che sono .ttati ini:.ittti ui grttndi misteri22.

_I primi capi della Chiesa, sapevano pin di quanto lasciassero intendere?Erano essi stessi iniziati ai grandi misteri cli Gesir Cristo - misteri che, perdefinizione, erano riservati I pochi e tenuti nascosti alle masse? Era qie-sto lo scopo dei <sette veli"?Da qLrel lo che sappiamo del cr ist ianesimo pr imit ivo, I 'accesso al la

comunith non era dissimi le dal l ' in iz iazione a una scuola mister ica. Gl iaspiranti candidati dovevano sottoporsi a un periodo di prova. a insegna-menti dottrinali, a tnetnorizzaz.ione di parole i a un battesimo ritualeiut-ti elementi caratteristici delle scuole misteriche del tempo.

..The Historv of Christianiry, della Lion pubrishing, autorevole fonte sul-I'argomento, riassunre nel modo seguente i rituali"d'ingresso nella comu-nitd cr ist iana:

Sin dal periodo pii antico, prima che avesse luogo il battesimo era necessaria unanotevole preparazione. I canclidati erano spesso soitoposti a un periodo di prova del-la durata..di tre anni per verificare se fbisero di bubna in<iole. Seguiva quindi unperiodo d'insegnamento intensivo della dottrina cristiana, che comprE-pdeva spesso lamentorizzaz.ione di brevi asserzioni della fede cristiana lil "credo'i). E probabile cheil credo inizid sotto fbrma di dornande poste al candidato al momento del battesi-m(). . .1t .

se ci pensiamo bene, quest'ammissione al cristianesimo d molto simileal primo livello d'iniziazione a una scuola misterica. E quest'idea d abba-stanza plausibile se consideriamo il cristianesimo nel contesto dei primisecoli della nostra era. quando di fatto tutte le religioni dell'occidente era-no fondamentalmente scuole misteriche.Naturalmente., negli ultimi duemila anni, molta acqua d passata sotto i

ponti e il cristianesimo di oggi difficilmenre si pub definire una scuolamisterica. Eppure non si pur) negare che dei misteri siano al cuore del-I 'odierno cr ist ianesimo. Nel la messa cattol ica, per esempio. i l pane e i lvino si trasfbrmano nel corpo.e nel sangue di cristo tramite la sua pre-senza sovrannaturale. Questo b un grande mistero. Inoltre, bisogna sot-tolineare che tutta la teologia cristiana d un mistero dall' inizio uTlu fin",dal mistero della nascita di Cristo (daila vergine), al misrero dei miraco-li e, per ultimo, al mistero della resurrezione dopo la morte sulla croce.E, soprattutto, il mistero di come lo spargimento del sangue di cristopossa aver lavato i peccati degli uomini e ci abbia offerto I'accesso alregno di Dio.

Inoltre, nel Nuovo Testamento, nelle lettere di paolo - il missionario damolti considerato il vero fondatore del cristianesimo -, la parola..mistero"compare almeno diciassette volte2'. Per esempio , nell'Epistola ai corinzi.Paolo scrive:

" Citato in M. Baigent et al. , z/rz, Holv Bltxnl und rhe Holt 'Gruit ,Corgi Books, 19g3, p. 335.' . ' 7-1rc Hisutry o.f ( 'hr isr i tut irv, Oxi irrt l . Lion publi :hing, tOOO, pp. ZS,50.! Ma la oarolu "rnister<i 'colnnarc solo cinrrrre volte nel rest,r. lJl lo Bihhi"

r. QUAI.I:: U- Sr;GRI-:TO? 19

Ecco, io vi dico un rnisterrr : n()n tul l i nr()n'ern(). nr i l tut t i salem() mutat i le iod r isor-geremo in corpi spir i tual i l rs.

Altrove, Paolo affenna di conoscere il <mistero di Cristo>, il <mistero diCristo e del la Chiesa>. i l <mistero del vanselo> e i l "mistero di Dio e diCristo>r:0.

E questo lo stesso genere di rnisteri insesnato presso le scuole mistericheclei primi sec'bli deila nostra era'l Il terriinc tiadotto con "mistero" nelNuovo Testamento d il greco ttl\ 'sterion e una moderna fonte autorevolesulle scritture bibliche aflenna chc:

ll termine greco nr-\',r/erlon, Italvolta] tradotto conre "segreto sacro", si riferisceprincipalmenle a ciit t ' l te i ntto u colont <'ha sor1o itt i : iuti. Nelle arrtiche religionirnisteriche, che florirclno al tenrpo dcllc prinre congreguzioni clistiane. chi desidera-va partecipare al le celebraz. iorr i doveva sottoporsi a un' i r r iz iazione.. . Gl i in iz iat i era-no legat i da un voto di s i lenzio a non l ivelarc i scgret i t ' .

Dobbiamo ancbe notare che il termine grcco t,tvtler'on deriva dal verbo

musteion, che significa "chiudcre gli occhi o la bocca"r'. La natura degli

ant ichi mister i era ta le chc agl i in iz iat i s i r ichiedcvrdi c 'h iudere gl i occhi

in alcune parti dell ' inizittz.ione e di t 'hiudtt 'e lu bocctr (riguardo alle rive-

lazioni) per il futuro.Va detto cle alcuni specialisti s()stengono che i misteri noti a Paolo era-

no di f ferent i da quel l i gnost ic i o pagani pcrchd essi venivano r ivelat i eproclamati apertamente al monclo, invece che nascosti e tenuti segreti allemasse. Ma questo non b del tutto vero. perchd c'd una grande difTerenzatra rendere manifesta l' e,sistenlr di un nristero (cosa che Paolo sicuramen-te.fbce) e rendere ntanif-esto il ,signif"ic'ttttt e.yttteric'o di un mistero (cosa cheal contraricr Paolo non fbce).Tutto cib ci porta a chicdere se Paokr lbsse stato iniziato a certi misteri di

Cristcr, il signficuto dei quuli ttort i rrtui ,stuttt rivelut() a tuttu la cong,re-gazione dei c ristinrt i.

Immediatarnente i l pensiero cr l r lc al racconto dcl la conversione di Paolosul la via di Danrasco. Negl i Att i t legl i Apostol i leggiamo:

Improvvisanrente. uni l luce dl l c ickr.s l i ISaulo. c ir t Paokl] s lolgord d' int t l rno. Edessendo caduto in tcrru, udi una voec llo spirito di Gesil chc gli diccva: <Saulo, Sau-lo, perchd rni perseguiti '/"'".

Come vedremo tra breve, I ' improvl ' isa appariz ione di una luce splen-dente d una classica caratter ist ica del l ' in iz iazione a una scuola mister ica.Saulo ebbe veramente un incontro soprannaturale? Oppure questo raccon-to conserva un r i fer imento al la sua iniz i lz ione, scr i t to in un l inguaggiocifrato?

" I Cor l5:5 | -53.r" Vd. E-f 3:4, -5:32. 6: l9: Col 2:?..:- ln.sight on t ln'St 'r i l turtr. Wirtcht()wcr. l9Sll . r 'ol . r t . p. t{ . i (r .:'Vd. K. Artnstlong. A ['li.vtrtr.t o/ (iorl. Nlantlrrirr. l(.)9-{. p. 2:14.r" Ar q '?

20 tltJANDt) cl-r Dr:.r scr.:sr.:tto sull-\ TI-:I3RA

Esistono diversi indizi che suggeriscono che I 'episodio rappresentasseun' iniz iazione.Primo, d interessante notare che saulo dopo la visione clella luce fu col-

pito da cecit). Questa, che sirnboleggia le tenebre, fu seguita da un'aper-tura degli occhi tre giorni dopo (Ar 9:9 e 9: l8). ll periodo di tre giorni eraabbastanza t ipico del le ant iche iniz iazioni, specialmente di quel le in cui i lcandidato veniva privato della luce. conre abbiamo visto precedentemen-te, la chiusura degli occhi d il significato di base del termlne "mistero".Nel complesso, I'episodio della via di Damasco sembra rif 'erirsi a un ini-z iato a una scuola mister ica in atto di acquisire unu conoscenza esoter ica.

Secondo, sappianio che Saulo r imase seuza cibo nd acqua per gl i stessitre giorni in cui perse la vista. Anche il digiuno d una caratteristica delleiniz iazioni al le ant iche scuole mister iche e come tale b indicato nel l 'Epi-.stoln ai Filippesi. in cui Paolo scrive:

Intut t t repertut to.sonostato in i : . iutoulsegreto di esseresazioedi averefame;diessere nell'abbondanza e di essere nella penuriu"'.

Terzo, B certamente significativo il latto che Paolo sia stato battezzatodopo I 'apertura degl i occhi 14r 9:18). I l battesimo segnava I ' ingresso alculto cristiano ed era anche un rito di purif icazione presente in molte altretradizioni mister iche

Quarto. non bisogna di lnent icare che quest 'evento segnd I ' improvvisatrasfbrrnazione di Saulo cla pcrseclltore a uno dei principali portavoce deicristiani. Un tale mutanrento - equivalente a una rinu.st'itu personale - eraun irnportante elemento delle antiche iniziazioni. E altamente probabileche a quest'episodio risalga il cambianrento del nome di Saulo in "Paolo",specialmente perchd "Paolo", che significa "piccolo", sembra evocare ilmistero della resurrezione in cielcl tramite Cristo. Mi riferisco qui al testo

-qnostico scritto da Valentino. in cui Gesir aff-ermil: <.Sono divenuto molto

piccolo, in modo che per tnezzo del la mia umil t i \ potessi condurvi al lagrande al tezza da cui eravate cadut i"r ' . l l cambio del norne sarebbe statoquindi al tamente simbol ico. carrr t ter ist ica t ip ica clei nomi nuovi spessoattr ibui t i agl i in iz iat i al le ant iche scuole rnister iche.

Quinto, il maestro gnostico Valentino conferrnavu che Paolo era statodavvero iniz iato a una dottr ina segreta di Dio e aveva iniz iato al tr i , masolo i pochi eletti che erano ,,spiritualnrente maturi) e pronti a riceverlar2.uno di questi iniziati. Teuda, a quanto sernbra aveva iniziato valentino equesto, a sua volta, si era oft'erto d'iniziare altri, ma ancora una volta solocoloro che erano maturi, poichd gli immaturi non sarebbero stati in gradodi comprendere la saggezza'".

Sesto e ul t imo, torniamo al le parole di Paolo. Nel la Prinru epistola ai

" ' Fi l l t 4:12.' ' Pagcls, 7 ' l te Gnost i t 'Cospt, l .s. c i t . . p. 109.' ' lv i . p. 62." lh id. Vd. anchc / ( -or 2:6. in ct t i Paolo : t l tL ' rnta: .Non<i inrc 'no noi csponiamo una soDicnza tra

I QUAI, t:: ll, SI-,cl3.t-]TO? 2l

('rtrinz.i, egli scrive: ,,Esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e occulta,',rrrcrrtre nella Secondu epistola cti Corinzi, parla di se stesso come di unot'lrc <fu rapito fino al terzo cielo (il terzo "grado" dei misteri?) dove <ud)

Prrrole ineffabi l i che non b leci to al l 'uomo di profer ire>r ' . Gl i studiositrtlierni sono inclini a pensare che Paolo/osse al corrente di qualche tipot li conoscenza segretar'.

l l iassumendo, validi argomenti inducono a pensare che Paolo - da moltir'orrsiclerato il fondatore del cristianesimo - fosse un iniziato a segreti mai

' (ff npletamente divulgati nelle sue lettere e mai esposti con chiarezzanei

l r ' r t i c nei r i tual i cr ist iani .,,\l contrario, la natura stessa di questi segleti faceva si che essi potesse-

r{) c\sere tramandati in modo sicuro (con discrezione) solo tramite inse-lrrrrrrenti verbali a pochi eletti, o pet mezzo di parole in codice e parabo-l(' cs()teriche comprese solo dai prescelti.

Vri e io, cari lettori, con poche, o nessuna eccezione, /t()n siamo tra que-, tr "pochi elet t i " .

U. MISTI--I3O DI'I \)ANGI'II

I't 'rcid. ora sappiarno della saggezza segreta di Paolo, ma che dire del-| ,rltro l 'ondatore del cristianesimo, Gesir Cristo stesso? E dei vangeli cher r l t ' r ' iscono' i suoi insegnament i? Potrebbero contenere anch'essi una.r l ) icnza occulta di Cristo e di Dio per sol i in i : iat i ' ' !I rro degli elementi piD interessanti dei vangeli, solitamente non valuta-

li r 1' g[. essi costituiscono un grande giallo sull ' identitit di Gesil Cristo.lrrtri i personaggi dell'opera impiegano gran parte del loro tempo a medi-r . , r( ' \u chi fosse Gesi l in real t i . Era i l Figl io di Dio? I l Figl io di David? I l\lt 'ssiu chiarnato Cristo? La reincarnazione di Elia? Solo un altro profeta?t l r r t ' ra ' /( . )rrcstc domande sul l ' ident i t i d i Gesir , var ianrente r ipetute nel corso di

r,llrr i vaugeli, evidenziano un fatto la cui importanza non b mai stata pie-, , . rnr( 'n lc r iconosciuta, c iob che Gestr dichiarava di essere non i l Figl io di/ rr , , . l rcrrsl i l Figl io del l 'Uomo.I r cr.o che in alcune occasioni, Gesir sembra che ammetta il fatto di esse-

', I rr lio di Dio, ma solo in modo indiretto. Per esempio, quando non con-

' t,l,l it t, un'tffirmazione in tal senso di qualcun altro. come in Mt l4:33,, , , ( , ( r ( ) c l l :27 .

I rr .rltro modo indiretto b quando Gesi esprime parole che suggerisconor rlrrr clrc egli sia Figlio di Dio, ma solo assentendo a parole prcnuncia-,l,t (lu(tl(un ultrc. Per esempio rn Mt 16:16, Simone Pietro afferma che

,r , ' . , i l Figl io del Dio vivente>> e Gesi l dichiara che egl i ha ragione (da

'r , t l rc Simone Pietro elabora da solo questa teor ia)" ' . Poi, in Mt 26:63,

, , .1 7c)Crtr l2:1.I l l t t ( i r tost i t ' ( )o, t1t t l .s . c i t . . p. 4-5.

20

Esistono diversi indizi che suggeriscono che Iepisodio rappresentasseun'iniziazione.Primo, d interessante notare che Saulo cropo la visione clella ruce fu cor_pito da cecitr. euesra, che.simboreggia re ienebre, t, ...[uiio da un,aper_

tura degli occhi rre, giorni dopo (Ar -9b

e 9:l g). Il p"riJ8 Ji'tre giorni eraabbastanza t ipico delle antiche iniziazioni, special ireni. oiqr.tte in cui i lganfidlto veniva privaro deila ruce. come rbhirn.,o ui l to p.l . .oenrernen_tc.,ra chrusura d.egli .occhi d i l signi l ' icato di base del ternrlnc ..mistero,..ner compresso, I'episodio della via di Darnasco sembra riferirsi a un ini_ziato a una scuola misterica in atto di acquisire unu.onor""nza esoterica.Secondo, sappiamo che Sauro rimase senza cibo ne acqua per gri stessitre giorni jn.cui perse la vista. Anche i l digiuno e unn.o'.oiterist ica delleiniziazioni alle antiche scuole rnisteriche e come tale ts indica to nell, Epi_.stola ai Filipltesi, in cui paolo scrive:In tutto-e per tutto. sono -stato ini: iutr.t (t l .tegt.eto di essere sazio e di avere f-ame: diessere nell 'abbondanza e di essere nella penuria,,,.

Terzo, d certamente significativo il fatto che paolo sia stato bafiezzatodopo I 'apertura degri occhi (Al 9:rg). I r b.attesimo , .g*"r i ' i "gresso alculto cristiano ed era anche un rito di purificaz;nn. pr.!.niJin molte altretradizioni misteriche.

Quarto' non bisog,a dimenticare che quest'evento segnd Pimprovvisatrasfonnazione di Sauro cra p"....u,,u:. zr-uno dei princifaliportavoce deicristiani. Un tale mutamento - equivarente a una ritruscitu personare - eraun impor:ranre eremenro deile antiche iniziazic,ni. E;r;;;".;te probabileche a quest'episodio. risalga il carnbiamento del nonre di saulo in ,.paolo,,,specialmente perchd "paolo", che significa ..piccolo'.,

,.rui, evocare ilmistero della resurrezione in cicl. trinrite cri.sto. Mi riferisco qui al testognostico scritto da Valentino, in cui Gesi afferma: <Sono Jivenuto moltopiccolo, in modo che per tnezzo creila rnia un"rirtr' i t;;.i;;"durvi allagrande altezza da cui eravate caduti>r,. II carnbio ,r"r no,'l sa.ebbe statoquindi al tamenre sirnbol ico, cararter isr ica r ipica d" i ; ; ; ; i nuoui spessoattr ibui t i agl i in iz iat i al le ant iche scuole rnisrer iche.Quinto, il maestro gnostico valentinr co'f'ernrava che paoro era stato

davvero iniz iato a una dottr i .a.segreta cl i Dio "

ou"uu ini , ioto al tr i , masolo i pochi eletti che elano ospiritiallrente lnaturi> e pronti a riceverla,,.Uno di questi iniziati. Teud-a, i quunt,, se*rbra aveva iniziato valentino equesto, a sua volta, siera of-ferto d'iniziare altri. ma ancora una volta solocoloro che erano maturi, poichd gri imrnaturi non sarebbero stati in gradodi comprendere la saggezzar.sesto e ultimo, torniamo aile parore di paolo. Nelra prinl a epistora ai

" ' Fi lp 1:12.' ' Pagels. Thc Otto:t i< Corpel:. ci t . . p_ 109.' Iv i . p. f r2.

, ,,-l'11.';L:]'^"111||..1..13j'i:lrt.cui Paol. allernra: .No'dirncn. noi esp.nianro una saprenz.r rra

QUANDO Crl pt;r scr.tsnr3o sult-A TEt3ttAl rltiAl. t:: n. sr.cnr,toz 2l

('ttriwi. egli scrive: <Esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e occulta",nrcntre nella Seconda epistolu ai Corinzi, parla di se stesso come di unoclre ,.fu rapito fino al terzo cielo (il terzo "grado" dei misteri?) dove <udiparole ineffabi l i che non b leci to al l 'uomo di profer irerto. Gl i studiosioclicrni sono inclini a pensare che Paolo/a.rse al corrente di qualche tipotli conoscenza segretars.

l{iassumendo, validi argomenti inducono a pensare che Paolo - da molticonsiderato il fondatore del cristianesimo - fosse un iniziato a segreti maicornpletamente divulgati nelle sue lettere e mai esposti con chiarezza neitcst i e nei r i tual i cr ist iani .

AI contrario, la natura stessa di questi segreti faceva si che essi potesse-r'o essere tramandati in modo sicuro (con discrezione) solo tramite inse-srranrenti verbali a pochi eletti, o per mezzo di parole in codice e parabo-lc esoteriche comprese solo dai prescelti.Vli e io, cari lettori, con poche. o nessuna eccezione, non siamo tra que-

st i "pochi elet t i " .

II- MISTI.-IIO DI'I IANGEI-I

Pcrcid, ora sappiarno della saggezza segreta di Paolo, ma che dire del-l 'altro fondatore del cristianesimo. Gesi Cristo stesso? E dei vangeli cheri l 'cr iscono' i suoi insegnamenti? Potrebbero contenere anch'essi unasrrpienza occulta di Cristo e di Dio per soli iniziati?

LJno degli elementi pid interessanti dei vangeli, solitamente non valuta-to. d che essi costituiscono un grande giallo sull ' identiti i di Gesi Cristo.l'Lrtti i personaggi dell'opera impiegano gran parte del loro tempo a medi-tirre su chi fosse GesD in realtd. Era il Figlio di Dio'? Il Figlio di David? IlMcssia chiamato Cristo? La reincarnazione di Elia? Solo un altro prof'eta?( 'h i era?

Queste domande sull' identitb di Gesil, variamente ripetute nel corso dittrtti i vangeli, evidenziano un fatto la cui importanza non b mai stata pie-rrlrnente riconosciuta, ciod che Gesir dichiarava di essere non il Figlio di/) jo, bensi i l Figl io del l 'Uomo.

E vero che in alcune occasioni. Gesi sembra che ammetta il fatto di esse-rc Figlio di Dio, ma solo in modo indiretto. Per esempio, quando non con-rrutldice un'uffernruzione in tal senso di qualcun altro, come in Mt 14:33.( lv 6:69 e l l :27 .

Un altro modo indiretto d quando Gesir esprime parole che suggerisconoil l irtto che egli sia Figlio di Dio, ma solo assentendo a parole pronuncia-rt' du quolcun altro. Per esempio in Mt 16:16, Simone Pietro afferma che( icsD d <il Figlio del Dio vivente>> e Gesi dichiara che egli ha ragione (darrotare che Simone Pietro elabora da solo questa teoria)"'. Poi, in Mt 26:63,

' I Cor2:7 e2 Cor l2 4.I)agcls. 77re Cttostit ()o.spels. cit.. p. .15.

22 euANDo cl.I DI::t scl:suRo sull-A,Tr.:l1l3A

il sommo sacerdote chiede a Gesi se sia il Figlio di Dio e questo rispondesemplicemente: <<Tu I'hai detto>. Come terzo esempio, in Lc ZZ:7O, glianziani accusano Gesi di dichiararsi Figlio di Dio ed egli replica:

"Voilodite, poichd io lo sono>>.D'altro canto, come abbiamo detto precedentemente, Gesi si definisce

frequenlemente ed e.splicitamente Figlio dell'Uomo e non c'd nessunaambiguiti in quest'affermazione. Perchd Gesi era cosi evasivo riguardoal su9 essereFiglio di Dio? E perc:hd era cos) esplicito nel definirsi Figliodell'Uomo? E cosa significava esattamente Figlio dell'Uomo?

Secondo uno specialista della Bibbia, I'epiteto Figlio dell'Uomo <( sotto-Iinea senrplicemente la debolezza e la mortalitd della condizione umana>e percid enfatizza il fatto che GesD si fosse incarnato in un essere umanorr.Ma questo non ha alcun senso se leggiamo brani come il seguente, tratto<lal Vatryelo secondo Giovanni:

Nessuno d salito in cielo, se non colui che d disceso dal cielo: il Figlio dell'Uomor8.

Se il titolo < sottolinea semplicemente la debolezza e la mortalitd dellacondizione umana>>. com'b possibile che questo stesso Figlio dell'Uomofosse disceso dal cielo e ritornasse in cielo? Non ha alcun senso.Nd aveva senso per i discepoli. Nel Vangelo secondo Marco, quando

Gesi affernrava che egli. i l Figlio dell'uomo, sarebbe stato consegnatonelle mani degli uomini, sarebbe stato ucciso e quindi sarebbe risorto ilterzo giorno. i discepoli <non intendevano il suo dire e temevano d'inter-rogarlo>3'. rl vangeb secondo Luca aggiunge che il significato di quelleparole era <<per loro coperto da un velo, per modo che non I'intendeva-norrot'.

I l signfficato i nttscosto anche a noi? Sappiamo veramente chi fosseGesD cristo e come risorse'J si tratta di un mistero, questo d poco ma sicu-ro. E se d un mistero, allora ne consegue sicuramente, secondo le regoledegli antichi rnisteri, che noi, gente comune, non dovremmo conoscere ilsegreto del significato esoterico.

Consideriamo, ora. il seguente brano tratto dal Vangelo secondo Marco,in cui Gesi dice aidiscepol i :

A voi d dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori,tutto d presentato per via di parabole, affinchd pos.sano vedere, ma non <liscernere, epossano invero udire, ma non intenderear.

Naturalmente, questo b il classico stratagemmautilizzato dalle scuolemisteriche per impedire al profano di comprendere i misteri. Notate il rife-

" Arnrstrong, A Hisbrt rf Goit. cit., p. 98. Questo riscuote il consenso generale. /a.righr, cit., p.| 00 | , atterna che: <L attribuzione di questa espressione a se stesso da parte di Gesir chiarameniedimostrava che il Figlio di Dio era davvero umano, essendo "diventato carne" ed essendo "vcnutoal la lucedaunadonna". . . (egl i )eraun"Figl iodel l 'Uomo"tramitelasuamadreunrana) ' .

' * Gv 3: 13.

" Mc9' .32.

'.'1.l: e:al: . ̂

I QUAI- I:: U, SI.;GIIETO? 21

r irnento al mistero e a quelli clte ,vtrto tli .fintri. Le parabole di Gesi non sonotliverse dai simboli e dalle parole in codicc dellc scuole misteriche. come laspina di grano, o il grido

"Pioggia" e ..Concepisci> dei misteri eleusini.

l l problema b naturalmente i l seguente: se i discepol i di GesD avevanorrccluisito una conoscenza segreta (come B attestato dagli autori della Chie-sl primitiva), questa conoscenza fin) con I'essere tramandata per i posteri

nci vangel i di Matteo, Marco. Luca e Giovanni?l ,a r isposta d sempl ice: <<Nuturulmenle no!>,. Una tale conoscenza era

s(greta e poteva essere trasrnessit solo ai pochi eletti preparati dai neces-sari gradi d'iniziazione. E questa trasmissione era sempre verhale. L ulti-rrro posto in cui ci aspetteremmo cli trovarc esposta la saggezza segretasono i vangeli st:ritti.

Percid, nel lv secolo, Crisostotno. vescovo di Costantinopoli, scriveva:

Vorrei parlare apertanrente. ma non ()so. a causa di colclro che non sono iniziati. Migioverd quindi di termini carnutl'ati, discutendo in rnodo vitgo...t'.

Analogamente, senlpre nel Iv secolo, Ciril lo. vescovo di Gerusalemme,scriveva:

Il Signore in generale parlava per pirrubole ai suoi uscoltatrlri, rla ai suoi discep<.rliegli spiegava in privato le parabole e le allegorie che aveva pronunciato in pubbli-co... la Chiesa rivela i suoi nristeri a coloro chc sonrl avanzuti clltre la classe di cate-cumeni I in iz iat i per i l battesirr tol : con gl i al t r i . i rnpieghianro termini oscut ' i " .

Sembrerebbe che i discepol i fossero i pochi elet t i che r icevevano gl iinsegnamenti di Gesu, mentre gl i estranei eruno esclusi . Questo punto dcasualmente confermato dagl i scr i t t i del maestro gnost ico Valent ino.

secondo cui i discepoli tennero segreto il significato esoterico delle para-

bole e lo trasmisero solo a chi si era dimostrato spiritualmente maturo,qual i f icandosi in tal nrodo per " l ' i r r iz. i i tz ione al la gnosi"**.

E d'uopo quindi chiederci se comprendiamo veramente il significato del-le parabole dei vangeli, per non parlare delle varie storie di GesD che cam-mina sul l 'acqua, muta I 'acqua in v ino e nutre rnigl ia ia di persone conpochi pani e pesci. Ci piace lbrse credere che lo comprendiamo, ma b dav-vero cosi? Dopo aver completato la lettura di questo libro. i lettori vorran-

no forse riesaminare la questione.E part icolarmente sigr i i f icat ivo i l fat lo chc le parabole di Gesir s iano

legate acose che sonostute ocrulte sin dulle rtrigini tlel nnndo. Daqui la

fhmosa frase di Gesir nel Vrngelo ,secondo Mutteo, citata all ' inizio di que-

sto capitolo:

Aprird in parabole la mia b<lcca; esporrt) cose occultc fin dalla creazione del mondo".

Questo stesso pensic 'r t ' r v icne r ipetuto var ie vol te da Saulo/Paolo, chericevette la sua iniz iazione sotto lornta di v is ione di Clr isto sul la via di

" Citato in R. W. Ntxrne..5/.5/2t)(/O ltc: 'l lt<, Ultittutte I.)isu.stcr. 'fhrec Rivcrs Press, t982, p. 223.

" Ibid.

" Pagels. Tlrc Gnrxtit (itt.sp<'|.s. cit.. n. .1-1.

24. euANDo cl,r Dr:.r scr.lsr:Ro sull-ATr-:lqlA

Damasco. Nei suoi scritti, Paolo sottolinea fiequentemente I'idea di unsegreto riguardante le origini del mondo. come dimostrano molto chiara-mente i seguenti esempi:

Ma esponiamo la sapienza di Dio lrl,srcr-ir.rsrr e occulta, che Dio avea predestinata anostra gloria primu clte il mondo irtiaiosse"'.

E di rnanil'estare a tutti quale sia il piano seguito da Dio riguardo al misterut chedstato.firr tlulla pii rennte eld nascclsto in Diot'.

Or a Colui che vi pud fbrtificare secondo il mio evangelo e la predicazione di GesilCristo, confbrmemente alla rivelazione del mistero che lu tenuto oct:ulto fin dai tem-pi piii renutti..."'.

GesD e Paolo, quindi, sostengono che i misteri del cristianesimo si riferi-scono alle origini del mondo. Il che, strano a dirsi, ci riporta al punto dacui siamo partiti: l 'antica Assur di otto secoli prima di Cristo. Fu allorache gli scribi misero per iscritto un racconto della creazione del cielo edella Terra corredandolo di un commento in una scrittura segreta. Era unastoria relativaallacreazione del genere umano da parte di Ulligarra eZal-garra. che crearono gli uomini a loro immagine, facendoli spuntare come<grano sulla terra>>.Forse non b una coincidenza che anche Gesi Cristo raccontb la parabola

di Dio come seminatore e dell'uomo come se[rer'].

II. SEGI3I'TO DI'I SI--GIIETI

A questo punto, molti lettori saranno impazienti di sapere se esistessedavvero un segreto che veniva rivelato alla fine delle difficili iniziazioni.

Senza dubbio le stesse domande se le ponevano gli "esterni" nei tempiant ichi .

Nelle Baccanti del drammaturgo greco Euripide (v secolo a.C.) Penteochiede riguardo ai misteri di Dioniso: <Questi misteri, cosa sono?'>. Il dioDioniso risponde: ,.La loro segretezza vieta di comunicarli a coloro chenon sono Baccanti>.Penteo insiste e domanda: <Di che uso sono a chi li celebra?> e Dioniso

replica: ,<A te non d consentito apprenderlo, ma esse sono cose degne diconoscenzar>'".

Un'analoga vaghezz.a era usata in r i fer imento ai rnister i di Demetra.Secondo un testo, essi erano <terribili misteri che nessuno poteva in alcunmodo trasgredire o indagare o pronurrciare, poichd il profbndo timoredegli dbi trattiene la voce>>5'. Altri antichi iiutori, tuttavia, hanno lasciato

"' I Cor 2:7.,, El 3:t).

" funt 16'.25. Vd. Anchc i l r i l t r inrcnto in ( ir1 l :26: <l l mistero che d st l to occulto da tutt i i secol ic t la tuttc lc gencrazioni. na chc oraE stato rnani lestato. .".

'" Lr ' [J:-5-l l .' " Bf iacle. , \ Hi.sntry ol Religiott .s rtr lr ,a,r. ci t . . i ,ol . t . p.36-5.

r. QUAI. r:: n. sr-.Gl3I-:TO? 25

indizi molto piil rivelatori. Isocrate (lv sec. a.C.) affermava che l' inizia-zione ai misteri di Demetra dava speranza riguardo alla <fine della vita err l l 'eterni th>>5r.

Quale che fosse il segreto, sappiamo che aveva a che fare con gli ddi, o,

ncl caso dei mister i eleusini , le dee, Demetra e Persefone. In qualche

rrrodo, le rivelazioni concernenti queste dee consentivano alf iniziato disuperare gli ostacoli dell 'oltretomba e di raggiungere una sorta di vita bea-tl dopo la morte. Percid I'autore dell' inno omerico a Demetra scrisse:

Beato fia gli uomini chi ha assistito a questi misteri!Ma il non iniziato. che non vi ha preso parte. non avrduna tule lel ic i r i c la t l lot ' tu. gi i r r tel ie tr ist i tenebre' .

Aristotele (lv secolo a.C.) disse qualcosa di analogo, ciob che I'aspettopr incipale del le iniz iazioni al le var ie rel ig ioni mister iche era di consent irerui candidati <di vivere certe emozioni e di essere posti in una particolare

r l isposizione)>, soprattut to r iguardo a esperienze di morte e r inasci ta".

l. ' implicazione b ovvia: I'esperienza iniziatica era una prova che prepara-

va il candidato all 'evento reale, quando egli avrebbe infine lasciato questo

rnondo per il prossimo.I cristiani gnostici sarebbero stati d'accordo. Secondo il maestro Teodoto

(tt secolo d.C.), scopo dello gnosticismo era di creare la comprensione di:

. ..chi eravamo e cosa siamo diventati. Dove eravamo... verso dove ci affrettiamo. Dar'osa veniamo liberati. Cos'd la nascita e cos'd la rinascita".

Al la f ine, c id equivaleva al la conoscenza di Dio, o degl i ddi , e del la loro

creazione del genere umano. Percib, riguardo ai misteri orfici, sappiamo

che i l l ivel lo f inale d' in iz iazione comprendeva un <segreto dei segret i>clre era <una conoscenz.a del vero Dio>5n. La natura di questo segreto era

tale che esso era assolutamente inaspettato anche per gli iniziati. La rive-

lazione, ci viene detto, <<faceva sussultare le loro orecchie> e ,,capovolge-

r a le loro opinioni preconcette>i'.Oggi, b facile ridere di queste dichiarazioni e considerare le antiche scuo-

lc mister iche come un'accol i la di t ip i eccentr ic i . Dopotutto, s iamo cre-sciuti in un mondo estremamente scettico e non esiste alcuna valida prova

che le scuole misteriche possedessero davvero un qualche grande segreto.

Inoltre, esse avrebbero tranquillameute potuto.fngere di sapere molto dipiir di quello che ef'fbttivamente era a loro conoscenza.Gli scettici potrebbero persino suggerire che se un grande segreto esiste-

va, molto probabilmente riguardava una qualche fede superstiziosa nellar.'ita oltre la morte. Percid il segreto sarebbe irrilevante per il pratico uomoscient i f ico del xxt secolo.

" Ivi , p. 293. n. 2.' Ivi . p. 290.

" Armstrong, A Hisntn' ol Gcxl, cit.. p.41 .'' Pagels, The Gnostit' ()ospels, cit., p. lt3.' Brown. Stel lur T'heolrtgr ' . ci t . , p. J I .

26 tltlANDt) (ll.I Dl:.I SCr-SI':lio sull-A TI-:l3l3A

Questo, perd. spingerebbe tr6ppo in lh lo scetticismo, perchd, anche nel-

la peggiore delle ipdtcsi, la rivelazione di un antico segreto fornirebbe agli

stor ic iun affascinante clcmcntt t relat ivt l a l lo svi luppo del la cul tura euro-

pea.A questo proposito, vorrei ricordare le par<lle che Mircea Eliade scrisse

nel 1978:

Molto poco si sa dei rnistcr i c leusini e del le pr irne nranifestazioni del l 'orf ismo;

eppure ii tascino che essi hanno esercitato srtlle rnigliori menti d'Europa per piil di

vinti secoli costituisce un.futttt re!igirt.so altunenle significativt'r. le cui conseguenze

non sono ancora state plenalr)erl te col l lprese '

Come ha sottolineato Eliade. le scuole misteriche erano efTettivamente

religioni misteriche e la scoperta dei loro segreti c'insegnerebbe molto sul

bagaglio religioso che portiamo con noi nel Xxt secolo e oltre. E questo

sarebbe particolarmente vero se il cristianesimo, come ho proposto prece-

dentemeirte, fosse nato come scuola misterica. Se potessimo decifrare un

significato esoterico dietro ai vangeli del Nuovo Testamento, non sarebbe

forse una scoperta i r test inrabi le?

E quindi nec'essi . l r io scavare ancor pi i in profondit l l in quest i ant ichi

mistbri e rinnovare i nostri slbrzi per deciliare il codice. Chissd, forse il

"segreto dei segreti" potrebbe rivelarsi lu piil profbnda veritd immagina-

bi le.

l-z\ \)ISIONIt DI--l,1-A I,UCI:

Nel rr secolo, il fi losofb romltno Lucio Apuleio descrisse la sua iniziazio-

ne ai mister i di Is ide ( la dea egiziana) nel seguett te nrodo:

Vidi i l sole a r tezzanotte splendere di lucc bl i l lante e avvicinai la presenza degl i dbi

inf'eriori e degli ddi del cielo. c ritrtasi presso di loro e li adorai'".

Com'b possibile che vi f0sse il sole ,<a mezzanotte>? La risposta a que-

sto mistero risulterl evidente a tenrpo debito. per ora basti dire che Apu-

leio r i fer iva un aspetto molto comune del le iniz- iazioni al le ant iche scuole

misteriche, ciod che il candiciato veniva confinato nell'oscuritd per essere

poicolpi to improvvisamente da un luce br i l lante. Cosj i l candidato veniva

ill uminulo dalla conoscenza.

Sccondo Robert Hewitt Brclwn, un llassollc del trentaduesimo grado d'i-

niziazione, il segreto dei misteri era connesso alla luce del sole' o del dio-

sole, e, in particolar modo, all ' idea che il sole fbsse in qualche modo mor-

to e poi risorto.Scrive Brown:

Il rituale dei ntisteri in Egitto, Indiir c Grecia si lirrtdava. in lornle diverse, su questa

'- El iedc' . A His lor t ' t t l Rel ig i t t t r .s 1r1t ' r r r . e i t . . r 'o l . t . p. t t r '. ' , L. Anulc io, Mt iutnsr l ix i . e i tato i r r Brr ' , ' "n. , t r r ' l /zrr ' i l t to lo,qt . e i t . . p. l l . Gl i ddi infer ior i son<r

: . - - . - -+_,, , r , . , , t , , , r n1. j . /7:rnotte E un'al lUsi t f_

l. QUAI, r: Il. Sr-:Gl3riTO? 27

leggenda della morte e resurrezione del dio-sole personificato... Il segreto supremoriguardava la conoscenza del vero Dio e la rivelazione del fatto che il sole era solo unsimbolo del grande Creatore e non un essere divino esso stesso'u'.

Le parole di Robert Hewitt Brown vanno lette con attenzione. Egli affer-ma che il dio-sole era al centro degli antichi misteri. ma era solo un sin-bolo del Dio nascosto: il grande architetto di cielo e Terra.

Consideriamo alcuni esempi allo scopo di evidenziare la fondamentaleimportanza dell' afferm azione di Brown.Primo, per quanto riguarda le iniziazioni ai misteri eleusini, diversi auto-

ri antichi commentano che il candidato doveva vagare nell'oscuritd edessere sottoposto a varie tenibili esperienze prima di essere colpito da unaluce meravigliosaot.

Secondo, nei misteri di Samotracia, l 'aspirante doveva entrare in unacoverna oscure e sperimentare vari orrori prima di essere immerso in unaluce abbaglianteo2.Terzo, nel le iniz iazioni al le scuole mister iche persiane, i l candidato

doveva digiunare per cinque giorni, poi subiva il ferimento simbolico delpetto ed era sottoposto a varie altre prove di coraggio contro il potere del-le tenebre. Tutte queste esperienze si svolgevano in cavente buie, da cuiI'aspirante sarebbe infine emerso per assistere alla vittoritt del dio-solesull'oscuritdor.

Quarto, nelle iniziazioni alle scuole misteriche egiziane, il candidatodoveva faticosamente farsi strada in ttn labirinto s('uro e ntisterioso, maalla fine della prova, avrebbe visto l'abbug,liante luce del sole sotterra-neooo.

Da questi brevi esempi, possiamo vedere come Brown identifichi corret-tamente un motivo ricorrente nelle iniziazioni alle antiche scuole misteri-che: il sole nel mondo inferiore che splende nell'oscuritd. E un motivo checompare in ambienti sorprendentemente diversi.Nel cristianesimo, per esempio, 1l Vangelo secondo Gktvanni identifica

Cristo stesso con la luce nell'oscuritl:

In lei [a Parola, ciob Cristo] era la vita; e la vita era la luce degli uomini. E la lucesplende nelle tenebre e le tenebre non I 'hanno ricevuta"5.

Analogamente, dal Vangelo secondo Luca, apprendiamo che:

L'aurora Ii l sole] dall 'alto ci visiterh, per risplendere su quell i che giacciono in tene-bre e ombra di morte, per guidare i nostri passi verso la via della pace"o.

E ancora nel Vangelo secondo Giovanni, Gesd si paragona alla luce chesard con gli uomini per un breve periodo e dice:

'u' Brown, Stel larTheology, ci t . , pp.6,7, 10,31."' Eliade, A Hi.ston of Religious ldeas,cit., vol. t, p.296.n'Brown. Stel larTheolog), ci t . , pp. l6-18." ' lv i . pp. 12, 13." ' Ivi , pp. 10, l l . In tal modo i l candidato "r inasceva" simbolicarnente." ' Gv l :4. 5.

l

28 QUANDO GlI DI::I SCI]SEIIO SUII.ATT:RRA

Mentre avete la luce, credete nella luce. afflnchd diventiate figlioli di lucen'.

Questo tema fu raccolto dai primi padri della Chiesa, come Clentente che

definisce i cristiani i "figli della luce>>, che sono stati <illuminati dall'alba

dello Spirito del Signore dall'alto>>o'.

Ma questo non.b solo un motivo del cristianesimo. Compare anche nella

massonena, t cut prtrni iniziati erano noti col nome di "Figli della luce"o'.

Alcuni massoni aifermano persino che il termine "frammassone" deriva

dalf 'antico egiziano phre,"sole", e mas, "figlio"t". Questo sembra compa-

tibile col fatto che i massoni possiedono un calendario sacro noto come

Anno luci.s. "Anno della luce", che inizia il conto dall'anno 4000 a.C.'' '

Inoltre, la "luce" si dimostra un simbolo particolarmente significativo nei

rituali d'iniziazione massonica. Per esempio, nel primo grado d'iniziazione

massonica, il candidato viene bendato e diventa un <povero candidato in

uno stato rJ'oscuritd>>. Quindi, egli chiede di vedere <.la luce>', gli viene tol-

ta la benda, sono rivelati alcuni oggetti e diventa un ApprendistaTr. Questoprimo dei tre gradi d'iniziazione delle logge inglesi ricorda moltissimo i

misteri eleusini, persiani, egiziani e di Samotracia, citati precedentemente,

in cui la luce del dio-sole appariva nell'oscuritd del mondo sotterraneo.

Cosa significa essere figli della luce, o figli del dio-sole? Le tenebre del

mondo sotterraneo simboleggiavano semplicemente la condizione d' igno-

ranza in cui si trovava I'uomo, o indicavano qualcosa di piD?

E curioso che i primi massoni si chiamassero "Figli della vedova", un

epiteto riferito al dio egiziano Horo, la cui madre, la dea Iside, era rimasta

vedova dopo la morte del consorte Osiride".

Si sa che Osiride era dio della morte. signore degli Inferi (la regione sot-

terranea), e che Iside lo aveva raggiunto nelle tenebre misteriose. Cid

spiega come mai lside fosse nota col nome di dea "scura" e Osiride fosse

anctie un dio "scuro", talvolta definito <il Signore nel nero perfetto>7r'

E anche noto, dagli antichi testi egiziani sull 'aldilir, che le tenebre del

mondo inferiore potevano essere disperse dalla luce del dio-sole (RA), che

si univa a Osiride nelle caverne pir) inf'eriori del rnondo sotterraneo e qui

riportava in vita il dio morto.

Quindi, nell'antico Egitto. sembra si ritrovino tutti gli antichi misteri:

" 'Gv l2:36.

^- Clemente'. lettera a Teocloro, citata in C. Knight - R. l-cimas, The Hirum Ker, Arrow Books, 1997,

o. 89 (trad. it. kt chiave di Hirunt, Milano, Mondadori, 1997).

"" Brown, Stellar Theolog-u, cit., pp. 64,22O.,,,Ihitl..anche se quest'etimologia b discussa, vd. p. 225. Alcuni ricercatori ritengtlno che il tenni-

ne "massoneria" derivi dal gteco nrcsouraneo dal significato di "il sono al centro del cielo"; su que-

sto vd. i l mio commento nel Capi to lo 4.

', Knight - l-omas, The Hirun Ket'. cit.. p. 243. Diversi corrisponden(imi hanno conf'crmato l'esi-

stenza di questo calendariol negli scritti massonici si trovano qua e lin riferimenli al 4000 a.C.

' : Iv i , pp. B, 9. Al l ' in iz iato v iene chiesto se egl i s i o lTra I ibcramente c volontar iarnente cof i re can-

didutrr .pcr i n ister i e i pr iv i legi del lu masstrner ia-

' ' G. de Sant i l lana - H. von Dechend, Hamlet 's Mi l l 'David R. Godine, 1969' p. I I ' i .r r D ' rdhnrA Ttn l i r i rc M\, \ tpn^. Ccnturv. 1998, pp. 10.{ , 105 ( t rad. i t . I I nt i .st t 'nt r / i Sir i r ; , Casale

rrbbiamo il motivo della luce nel mondo degli Inf'eri (Ra), il bimbo divinotHoro) e la vita dopo la nlorte, o rinascita (Osiride).

Purtroppo, abbiamo ancora una volta il motivo della conoscenza proibi-Ia. I segreti di Ra, Osiride, Iside e Horo sono ntisteri che si cono conser-vati intatti per migliaia di anni e non verranno rivelati facilmente. Percsempio, Iside era la dea il cui tempio a Sais vantava la seguente enigma-( ica iscr iz ione:

Io, Iside, sono tutto cid che d stato, che d o che sari. Ncssun mortale mi hai mai sve-l i t taT' .

Queste parole. piD che un'affermazione di un fatto storico, sembrano unavvertimento agli iniziati: <Oserai svelare i miei segreti?>.

Un tema analogo si ritrova in un testo ermetico scri-tto ad Alessandria cir-ca duemila anni f'a. Il testo, intitolato Lo r.,ergine del mondo, b un tipicocsempio del materiale esistente. E pieno di metafbre, allegorie e paroie incodice. Per esempio, in esso si affbrma che il grado superiore d'iniziazio-rre ai mister i egiziani era i l "Rito Nero" di ls ide, col legato al la mister iosa"Notte", non notte nel s igni f icato conune di c ielo notturno, ma piuttostouna potenza superiore, che si lnuoveva in ciekt e <<tesseva la sua tela conrapida lucer"'. Questa Notte, qualunque cosa essa fosse, onorava Iside e

" Ie cont'eri va perf'ezionetr".Che significava? Come poteva la Notte associarsi ,alla Lut'e? Il testo riferi-

sce che la "rapida

luce" della Notte era (minore di quella del sole>, vale adire non era quella del sole. Tornano alla rnente le parole di Robert HewittBrown: il sole era ..solo un sinbolo del grande Creatore'r. Questo era, secon-do lui, i l segreto supremo insieme alla conoscenzadi cid che era il vero Dio."Notte", quindi, era una parola in codice, come anche "luce" e "sole", e

i non iniziati non ne conoscevancl il significato.Il mistero b riassunto perf'ettamente in uno dei pii celebri brani de La

vergine del mondo, in cui Horo interroga lside sul segreto della sua nasci-ta divina:

E Horo disse: .Corne fu dunque, madre, che la Terra ricevette l'Ef1luss<l di Dio?".E, Iside rispose: .Non posso narrare la storia di (questa) nascita; poichd non d con-sentito descrivere I'origine della tua discesa. o Horo (figlio) della potente fbrza, pertema che dopo sia noto agli uomini il modo in cui nascono gli dBi intntortali - cccet-to, finora, quando Dio il Monarca, Oldinatore e Architetto tlell 'universcl. invid perqualche tempo il potente sire Osiride e la potente dea lside in modo che aiutassero ilrnondo, poichd tutte le c()se avevano bisogno di loro"'*.

Chi erano Iside e Osiride? Perchd il mondo aveva bisogno di loro? Qualcra i l <modo in cui nascono gl i ddi immortal i>? Cos'era l '<<Eff lusso diDio>? Perch6 un bimbo divino era nato agli Inferi? Innumerevoli sono ledomande suscitate da questo enigmatico brano.

'5 D. Wood, Gcrrr,.sls, The Baton Press, 19135. p. 96.'" Temple, The Sir ius Mtsturt. ci t . . p. I 15." rbid.

29

l0 elJANDo c.l.r nr:rr scr-snRo st,lt-ATr:RRA

Una cosa. perd, b certa. Non possiarno ignorare i paralleli tra la nascitadel fanciul lo div ino egiz iano. Horo. e la uasci t : r del b imbo div ino neimisteri d'Eleusi, <il Potente>. nato in ntezt.o a uno splendente fuoco, algrido di: ..La santa Brirno ha

-eerrerato un bimbo sacrolo. Questo evento

(eleusis) era al centro dei mistcr i eleusini . Ed d un tema r ipreso dal miste-ro cristiano della Vergine Maria c del suo miracoloso concepimento delFigl io di Dio.Cinque secol i pr inra del l 'era cr ist iana, i l poeta greco Pindaro scr isse dei

misteri:

Beato d colui che ha veduto cit) plinra di sce ndere sotloterra!... Egli conosce la finedel la vi tal E conosce anche i l suo iniz iol ' "

E questa la chiave di tutto? L'ini:io dcllu t' itu? Ancora una volta ritor-niamo alla misteriosa tavoletta con la scrittura segreta, scoperta ad Assurda Walter Andrae al l ' in iz io del Novecento. Er i t una tavoletta che contene-va un grande segreto - noto solo agli iniziati assiri - concernente I'iniziodella vita dell' H omtt .\dtri(n.\'.

Nel luogo in cui g l i uoruini er lno stat i creat i .era saldamente posta Nisrba [a dea della scrittula e della saggezzal.Che i saggi insegnino i l rnistero ai saggi*".

CHI I.-I3ANO Gl-I DI--I?

Se vogl iamo r isolvere gl i ant ichi rnister i . in def ini t iva dobbiamo svelarel ' ident i th degl iddi . Chi, o cosa. erano questc strane ent i t l? Perchd sceserodal cielo sulla Terra? E come crearono gli uomini a loro immagine?

La teoria piir diffusa sugli ddi, almeno nei circoli accademici, b che essifossero una nriscela di ddi celesti e terrestri.I pr imi comprendevano divini t ) del sole, del la luna e del le stel le, i l cui

culto b perfettamente comprensibile. I secondi includevano generalmente

divini th atmosfer iche. del la natura, del l 'agr icol tura e del la fert i l i th, comeanche gigant i e denroni rni t ic i . Anche i l cul to di quest i ddi d taci lmente

cornprensibile.Un'altra teoria, nota col norne di "evemerisnro", suggerisce che alcuni

degl i ant ichi ddi fossero esseri umani. div inizzat i in considerazione del leloro imprese eroiche''.Un'altra teoria, che potremmo definire "storicismo". propone che alcuni

miti, in particolare le battaglic degli dc\i. siano allegorie di sconfitte di unpopolo. o di un sistema culturule, da parte di r"rn altro.

Inf ine c 'b la scuola junghiana. secondo cui gl i ddi in alcuni casi rappre-sentano espressioni degli archetipi che sono sempre esistiti in quella parte

del la mente umana chiamata " inconsciu ccl l let t ivo" ' r .

' " Ef ia<le. A Hi .ytr t ry ol Ral iy iot t , t / ( / ( ' ( i . \ . e i t . . v, ,1. r . p. 1.12.*" Hcidel , ' l 'he Btr l t . r ' loniun ( icrrcsi , i . cr t . 7 l .

" Lu tcor ia prcndc i l nonre <l i r l I ' i losol i r srcco F-r 'cnrt 'nr chc la proposc nel 3(X) a.C. c i t .

" Vd. I 'ooe ra di C. (1. Jun!.

I rlrjAl, Fl u- sr-:cl{ETo? ) |

Que.ste varie teorie sembrano tutte plausibili e non si escludono a vicendarrcccssariamente. Percid, abbiamo una situazione in cui gti stuilosl porronosccgliere da un vero e.proprio arsenale di teorie p", ,pi.gur" ir significatotlcgli ddi nei diversi miti. E questo d proprio cid che

"irl Fanno, scegliendo

secondo I'estro e disputando ira roro su ogni leggenda. Il risuiiato d non solol, mancanza di consenso sulre differentitegg!"nde,n'" """t.l,assenza

di.na struttura ]ogica alla base del corpus delti--mitotogia nel srt inri.n,e.

L'aspetto pii preoccuplll"^. che-ra grande n'oggiorunra Jegri studiosiscmbra assolutamente soddisfatta di quEsto stato diiose e affib6ia la corpadi qualsiasi confusione. agliagtichi, cui si attribuisce una ,.nt" primitiva.Per di pii, gli studiosi sembra siano deil'opinione.h; ;uii';;gomenro siastato ormai detto tutto-d{ padri fondatori della scienzo

-od".nu neil'ot_

tocento e all'inizio der Novecento. La conclusione d che non si incorag_giano ulteriori studi sulle divinitd e non si sente la necessith di una teoriamlgi lore.

c6me il lettore avrh probabilmente constatato, sono scettico sulle teorieconvenzionali e la ragione di questo mio scetticismo b molto semplice: /eteorie convenz.ionali.ngn spiegano in maniera adeguata ta iigtoni per cuigli rlii scesero dal cielo silla-Terra. euesto, va soitoline ato,E hcaratteri_stica fondamentale degli ddi, sia nella rerigione o.tt;unii.o Lgitto, sia inquella della Mesopotamia.Qual era il "cielo;'da cui gli ddi scesero sulla Tena? Secondo gli studiosi,

questo cielo non era pii altodellatroposfera,ovvero il luogo in c-ui si prodlr_cono i fenomeni meteororogici. Gi dbi der ciero..uno qulnEiui.ti core oiui-nith atmosferiche: ddi delli tempesta, deila pioggi_a, alr tuo,ro, oel lampo e

i:lt:f:"*l1:.!: r*ndevano sulla Terra iott6"fo.rnu ot pioigia, ramii egrancrrne. E una teoria che si adatta perfettamente a quelia ai'ila fertiiita,

secondo cui le divinir) celesri fecondavano la Madre d;;ilil pioggia..M3 1o mi pennetto di dissentire. secondo me, dalla letrura oeri" rElgen-

de del Vicino oriente-antico (Egitto e Mesopotamia) risulta assorutamen_te evidente che il cielo degli antichi era dove si trovavano i pianeti e restelle:

,nelle remote profonditd deilo spa:,io. Fu da queste regioni - ar cti

.ruon-deu atmosJera terresrre - che gli ddi discesero sulla Teia.La fondatezza della mia teoria risuiierd ancora piD evidente nel corso deicapitoli successivi, in cui presenterd ampie citizioni p., Ji-ortrare cid

che gli antichi effettivamente dicevano del loro .,universo,,Ji cleto e Ter_

T: ll qyg subito' perd, affermare un fafio che dd un "orpo

rutur. aila teo-na tradrzronale: gli dii che scesero dal cielo sulla Teira entrarono nelmgndo.deg.li htftri (le regioni sotterranee) in un modo notu*i".Consideriamo alcuni es-empi. primo, c'd fe1s1r, il famoso dio mesopo-

tamico degti Inferi. Ma..secondo Ia leggenda ititit"lato l,rr-rgo t ed Ereshki_gal, Nergal era in origine un dio de' i 'cielo.t. giu',r" uit i tntt. i ,otodiscendendo la lunga scala dei cieli,,. La traduzio; d.li"l;;genda non d

-'J' B Pritchard, (a cura d!\' 'qun (Anciett Near Ettsrern Te,tts Relctring to the old restament),Pr inceton Universi ty press, 1969r, pp. 50g--512.

I

32 QUANDo Gt.t DI':l scr:sr:Ro sul.l-\TIil3li,A

in questione. L'unico quesito d perchd gli studiosi abbiano ignorato le

ovvie implicazioni di un dio del cielo che discende nell'oltretomba.

Poi, c'd Osiride, I'antico dio egizizuro degli Inferi. Mai Testi delle Piramidi

(iscritti all'interno delle piramidi della v e vt dinastia) affennano che Osiride

nacque in cielo e spaccb la terra quando discese nel fuoco". Ancora una vol-

ta non sono in dubbio le traduzioni del testo, ma il giudizio degli studiosi.

Ed ecco un altro esempio. Il dio greco Adone b considerato semplice-

mente un dio della vegetazione. Se fosse stato cosi. perchd sarebbero esi-

stite la tradizioni sulla sua resurrezione e ascesa al cielo'? E perchd i riti

annuali di Adone ad Aphaca, in Siria, iniziavano con il simbolo scintil lan-

te di un meteorite, che si supponeva fosse taduto come una stella dalla

cima del Monte Libano nel fiume Adone*s?

Naturalmente, un meteorite possiede massa e velociti sufficienti per

spaccare la terra ed entrare nel-mondo sotterraneo, come ci viene detto

fecero tutte le principali divinith di Egitto e Mesopotamia. I prodotti di un

dio della pioggia o della grandine, invece, non possiedono sutTicienti mas-

sa e velocith per penetrare la terra.Perchi gli studiosi hanno trascurato questo punto cruciale e si sono fer-

mati alle loro banali teorie su divinitd atmosferiche e terestri e su un cie-

lo ncl la troposfera?Un possibile motivo d che i primi studiosi di mitologia del Vicino Orien-

te furono educati alla teoria del causalisrno (il contrario di catastrofismo.l.

che negava I'esistenza di cose cadute dal cielo. Appena duecento anni fa,

il presidente americano Thomas Jefferson, ascoltando un rapporto sui

meteoriti, disse: <Era pii facile credere che i due professori stessero men-

tendo, che quelle pietre fossero cadute dal cielo>r*n. A quel tempo, anche

I 'Accademia Francese del le Scienze pubbl icb un documento in cui s i

affermava che <nella nostra eti i l luminata. vi sono ancora persone tal-

mente superstiziose da credere nelle pietre che cadono dal cielo>'*'. Solo

alcuni secoli fa, si credeva che chiunque vedesse un meteorite cadere dal

cielo come una palla di fuoco avesse perso la ragione. Le autoritd stninui-

vano persino la prova fisica (i meteoriti stessi), affermando che si trattava

di pietre terresti colpite dai fulmini.Ma torniamo all'argomento degli ddi. Non si pud negare I'esistenza di

un'affascinante connessione tra i meteori t i e le iniz iazioni al le scuole

misteriche descritte precedentemente. In tutto il mondo antico, durante

questi riti i candidati venivano confinati nell 'oscurith (simbolo degli Infe-

ri) e venivano poi il luminati da un'improvvisa luce abbagliante. Questaluce poteva essere un simbolo del meteori te infuocato che fendeva la

superficie della Terra ed entrava negli Inferi?

Secondo il mio giudizio, gli Inferi erano la regione sotterranea. Questo

-' Vd. i r i fer iment i nel Capi to lo 3.

"'J. G. Frazer, The Golden Borrglr, Oxford Univcrsity Press, 1994, p. 345 1trad. it. Il rann d'oro.

Rorna, Newton & Cornpton, 1992r) .*" Ci tato in

"Meta Research Bul let in" , 7:4 (December 1998), p. 60.

* 'A. Tomas. We Arc Not The Firsr . Bantam Books. 1971, p. 57.

l. QuAl. t:. u. sr-:cl3r,-To? 33

significa che il sole che entrava agli Inf'eri doveva essere un simbolo delmeteorite. se spingiarno un po'piD in li questo simbolismo e osserviamo imovimenti del vero sole, scopriamo che esso sprofonda nell'orizzonte occi-dentale. corne se di notte intraprendesse un viaggio nella mitica dimora del-le tenebre. Percid. gli antichi Egiziani credevano che gri Inferi (paese deimorti) potessero anche situarsi oltrel'orizzonte occidentale. Natuialmente,tutto cid era puramente simbolico. Tutti sapevano che il vero paese dei mor-ti si trovava sotto i loro piedi, dove erano sepolti i corpi degli antenati.Riassumendo, vi era un regno degli Inferi-(sottoterra) t,r-- e uno simbo-

lico (oltre I'orizzonte). Nel vero mondo degli Inferi, entrava un sole sin-bolic:o (che simboleggiava il meteorite), mentre il mondo desli Inferi sjm -bolic'o era penetrato dal yero sole.E davvero strano. quindi, che egittologi come Ernest Alfred wallis Bud-

ge e-James Henry Breasted diffondessero t'idea opposta. Essi affermava-no che il sole non era un simbolo del meteorite, maii meteorite era un sim-bolo del sole (in riferimento alla pietra Benhen; vd. capitolo 3). E poichdil sole era di somma importanza, il vero mondo degti Inferi era quello oltrel'orizzonte occidentale. In altre parole, wallis Budge e Breasted riusciro-no a mutare il reale nel simbolico e viceversa.

E come se cid non bastasse, wallis Budge decise di distruggere il con-cetto egiziano di Dat. Secondo gl i Egiziani , i l Dat era un lnvisir i te (meta-fisico) involucro di spazio-tempo che si allungava tra gli Inf-eri e il cielo.Si pud immaginare come una lettera "J". per arrivare in cielo, i re dove-vano seguire una via indiretta, clisc'endendo prima agli Inferi e poi ascen-dendo al cielo. Percid, la prima tappa era la discesa della breve curva del-la J, mentre la seconda tratta. pii lunga, consisteva nel salire Ia linea ver-ticale della J per raggiungere la pianura superiore rappresentante il cielo.Questo, nell' insieme, era il Dat che d un concetto noievolmente sempliceuna volta compresa la natura nretafisica dei viaggi intrapresi dalle animedei re defunti8s.La descriz ione del Dat di walt is Budge, invece, era incredibi lmente

complessa. Prendendo in modo let terale le descr iz ioni s imbol iche. eel iconsiderd il Dat una regione quasi geografica bidimensionale:

Nell' inventare un'ubicazione per il Ddt, sembra che gli Egiziani credessero che tut-to il mondo abitato, vale a dire l'Egitto, fosse circondato da una catena di monta-gne... da una cavit) in questi monti sorgeva il sole e in un'altra tramontava. Al di fuo-ri di questa catena montuosa, ma presumibilmente abbastanza vicina, si trovava laregione d'el Dat. Essa con'eva narallela alle montagne ed era sulla pianura o del pae-se d'Egitto o del cielo sopra di esso. Fuori del Da, vi era un'altracatena di monta-gne, simile a quella che circondava la terra, e quindi possiarrro dire che tl Dat avevale sembianze di una valle ed... era di fbrma quasi ciriolare',.

cosi il vero Dat b stato distrutto da wallis Buclge con,una descrizione

-" A. F All<rrd, The Phtteni-t Solution, Hctdder & Stoughton, 1998 (tracl. it. Dalle piramitli ad Atlan-tide, Roma, Newton & Compton, 2000, in particolar modo cap. l0).

* 'E. A. wal l is Budge, 7 ' l rc Egt 'pt iun Heqt,en ont l Hel l ,Dover pubs.. 1996. vol . r r r . no. gg. 89.

34 QUANDO Gl-I DI':I SC[-S[:I3O St'll-ATr:RRA

senza senso, completamente avulsa dal piil ampio contesto della religione

egiziana. Ma i l peggio doveva ancora venire'

to*" abbiamb iuggerito precedentemente, il vero Deil non era a due

dimensioni, mu u quuiiro e Ii sua forma, inoltre, non era quella di una val-

le, ma della letteri J, includendo cosi sia il mondo degli InJbri, sia i cieli

metafisici. Wallis Budge tradusse Dat con "gli lnferi", allo stesso tempo

enfaiizzando che esso <<non era sottoterra>> e che <gli Egiziani non cre-

dettero mai che esso si trovasse sottoterra>>'x''

Cosi fu che Ernest Alfred Wallis Budge - uno dei fondatori dell'egittolo-

giu-ull'inirio del Novecento - occultdll vero significato.del mondo degli

inferi e del sole simbolico e, volente o nolente, perpetud i segreti millena-

ri delle antiche scuole misteriche''.

ll risultato di una tale confusione fu che quasi un secolo piil tardi, la Bri-

tish Museum Press, pubblicando I'autorevole British Museum Dictionary

of Ancient Egypt, non incluse la voce "Inferi", o "Dat"e2''lf

-onao aElii inferi- chiave della religione egiziana e un tempo splen-

dente edificiJdell'antica teologia - era a malapena citato nelle note a piB

di pasina.

ir' u n' futto straordi nario e quasi i ncredibi le.

' ' ' lv i . pp. 87. 88.',, E inieressante che Wallis Budge si riferisce al sole come al osimbolo visibile del Dio onnipolen-

,".J"i.rno'; vd. Egvptiun Religion,Arkana, 1899, p' I l9 e anche pp'22' 125' Wallis Budge aveva

auint l i fami l iar i t i r cun l ' idea di 's imbol i v is ib i l i e di un Dio invis ib i le. Stava sempl icemente espn-

rnenclo pregiutlizi giuclec-cristiani' oppure sapeva qualcos'altro'l

',r I. Shaw - P. Nicholson, British Mu.seum Dictionary of Ancient Egypt"fhames and Hudson' 1980'

Ctt. I'affermaz-ione <li Dieter Arnold, secondo cui <l'azione pii drammatica aveva luogo sottoterra>>:

vd. B. E. Shafer, 7?mples ofAnt'ient Egvpt,l. B. Tauris Publishers' 1998' p' 47'

2AMOISI' SUIJ-A MONTAGNA

Grande d il mistero del matrimonio!Poichd senza di esso il mondo non sarebbe esistito.

Vangelo di Filippo

Iniziamo questo capitolo con un breve sguardo a due leggende sicura-mente note a molti lettori. La prima C tratta dall'Antico Testamento e ri-guarda gli enigmatici figli di Dio e la loro discendenza, i Nefilim. La se-conda leggenda fa parte della mitologia greca e narra la discesa del dio ce-leste Urano, che generd con la Madre Tena gli scellerati Titani.Come vedremo, queste leggende presentano un tema comune e fanno da

premessa alle leggende mesopotamiche che costituiscono il nucleo delpresente capitolo.Iniziamo con la leggenda ebraica. Secondo il libro della Genesi, il moti-

vo per cui Dio decise di distruggere il genere umano tramite il Diluvio fula promiscuith sessuale che aveva avuto luogo sulla terra fra le figlie del-I'uomo e i figli di Dio. La deplorevole situazione d ricordata nel Capitolo6 della Genesi:

Quando gli uomini incominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra ed eranonate loro delle figlie, i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle e si pre-sero delle mogli fra tutte quelle che scelsero...

I Nefilim erano sulla terra in quel tempo e anche dopo che i figli di Dio si furonocongiunti con le figlie dell'uomo e ne ebbero figli. Sono [i Nefilim] uomini potentidell'antichitd, gli uomini dello Shem'.

Inutile dire che questo brano ha causato notevole disagio ai teologi, a cui

C stato ripetutamente chiesto di spiegare come Dio potesse avere dei "fi-gli", daf momento che Gesir Cristo era il suo figlio unigenito.La risposta standard dei teologi era che i figli di Dio erano entith spiri-

tuali malvagie, scese dal cielo per interferire nelle vicende umane. In altreparole, i figli di Dio non erano personaggi reali e corporei e, di conse-guenza, non ci si doveva preoccupare troppo della loro esistenza.Tuttavia, molti di noi si preoccupano di questi figli di Dio. Notiamo, per

esempio, che essi <<davan in grida di giubilo> al momento della creazione(Giob 38:7) e ci domandiamo come esattamente avvenne quella creazio-ne. Osserviamo anche con perplessitd che la presenza di questi figli di Diosulla terra cdusd la nascita dei Nefilim.

' Gn 6:l-4. Secondo la traduzione inglese della Bibbia di re Giacomo, i Nefilim erano <<nella> ter-

ra. Non ho tradotto il termine Shem;lalraduzione comune in "nome", infatti, non rende giustizia al

signilicato originale della parola, che indica il possesso di un nome nell'alto dei cieli.

36 QUANDO GI,I Di:I SCI.,ST]R'O SUII^A Tr:I3I3A

Chi erano i Nefilim? II libro della Genesl riferisce solo che essi erano

.<uomini potenti dell'antichith, gli uomini dello Shem'r. Ma il l ihro sacro

etiopico, Kebra Nag,asl. approfondisce questa laconica affermazione e ri-

vela che i Nefilim erano giganti soprannaturali:

Le figlie di Caino, con cui avevano peccato gli angeli, concepirono, ma ntln riusci-

,,rno u-p"tt,r.ire i loro figli e morirono. Dei bimbi che erano nel loro grembo' alcuni

morirono e altri uscirono squarciando il ventre delle madri. Uscirono dall'ombelico e

quando lurono cresciuti, divennero giganti la cui altezza raggiungeva le nubi'.

Alla luce di questo brano, come possiamo prendere sul serio il l ibro del-

la Genesi? Come d possibile che giganti di tal fatta uscissero da uteri di

donne tunane?Alla ricerca di una risposta, volgiamoci ora alle leggende greche sui Titani.

ln uno dei pii famosi miti della creazione, il dio celeste Urano inondd

con le sue fertil i acque Gaia, la Madre Terra, e la fecondd. Gaia diede alla

luce dodici Titani, i tre Ciclopi e i tre giganti a cento braccia. Il padre,

perd, detestava i suoi mostruosi figli ed essi dovettero restare nascosti nel

corpo di Gaia.

Questa era su tutte le furie. Con una falce di selce in mano, cosi si rivol-

se alla sua prole: <Figli, nati da me e da un padre furioso... puniremo il

criminale oitraggio del padre>'. Percib, quando Urano scese dal cielo, <u-

briaco, per pen-eirare il corpo della Terra", il piil giovane dei Titani, cro-

no, lo sorprese nel sonno e lo castrb con la falce. Gliorgani sessuali di U-

rano vennero gettati nel mare, causando in tal modo la nascita di Afrodite,

mentre il sangue della f'erita cadde su Gaia, facendole generare le tre Fu-

rie. Nel frattempo, Crono divenne il nuovo re degli ddi e si erse (direi me-

taforicamente) a occupare il trono del padre.

Qual b il significato di questa leggenda? La chiave d I'affermazione (di

Eschilo) secondo cui Urano sgese <.ubriaco, per penetrare il corpo della

Terra>>.. Che tipo di oggetto, dovremmo chiederci, pud penetrare il corpo

della Terra? Nel contesto della leggenda, I'unica risposta d un meteorite.

Urano, perd, era piil che un semplice meteorite,'secondo lo scrittore gre-

co Esiodo. Questo riferisce che Urano era sceso dal cielo <<tutto bramoso

di sesso. portando con sd la notte, avvicinandosi e avvolSendo la Terra>>t.

Credo che per portare I'oscurith e circondare la Terra, Urano dovesse es-

sere un'intera tempesta di meteoriti

Dopo aver.cosi decifrato la leggenda, completiamo il quadro con alcune

osservazlonl.Prinro. d evidente che il nome greco di Urano (Ouranos) deriva dal ter-

mine 6uros (o oros), "montagna"u. Il nome Urano. che divenne sinonimo

, M. F. Brooks (a cura di). Kebra Nagusr (The GIor,- of Kings). Thc Rcd Sea Press, 1995' p. 148.

' Eliade, A History of'Religious ldeus. cit., vol. t, p. 248.

' Ihid.' tv t , D. i+ / .

" R. Graves. The Greek Mr.rft.r, Penguin Books. 1992 (trad. it. I ntiti greci, Milano. Longanesi,

l9tt9'). Su ()ro.s e ouros, vd. p. l54l per Urano come forma maschile di Ur-una, "regina delle mon-

tasne". vd. p. 32: per Urano come "re del le montagne", vd. I ' lndice anal i t ico.

l. z\|fOlll'l SUII-\YONTAGNA )7

tli cielo, percid significava letteralmente "montagna del cielo"?. Questot'onf'erma la teoria di una tempesta di meteoriti e suggerisce che la tempe-tttr di meteoriti provenisse da una "montogna"'. d una premessa che di-vcnterl un motivo ricorrente di questo capitolo.Sccondo, si afferma esplicitamente che Urano, la montagna del cielo,

sccse sulla Terra, Gaia, e la f'econdb. Cid implica che i meteoriti, con itlrrali egli "penetrd" la Terra. erano considerati una fbrma cli seme. Anchetprcsto sard un motivo ricorrente del presente capitolo, quando esaminere-nro le leggende del l 'ant ica Mesopotamia.

Ii 'rzo. e chiaro che la Madre Terra veniva inrmaginata corne un giganle-\co ventre che riceveva [a fecondazione celeste. t giganti nacquero quindiirr un mondo sotterraneo, in realtb un utero planetario. Anche questo di-verrd un motivo ricorrente del capitolo.

Quarto, a proposito dei giganti, vale la pena di notare che uno dei gigan-ti a cento braccia si chiamava Gige, "nato dalla terra"*. ll nome poteva an-t'lre scriversi g,igas, "gigante", da cui deriva I'odierna parola "gigante". Errtile ricordare che tutti igiganti sono "nati dalla terra", vale a dire nati dalgrembo, il mondo sotterraneo, della Madre Terra.

Quinto. d evidente, da altre leggende greche, che molti di questi gigantiriuscirono a scappare dal ventre di Gaia. Un classico esempio b Eros. il' l ' i tano

a quattro teste, che nacque da un uovo deposto nel "grembo del le

lcnebre>>". Eros si librava nell'aria su ali dora.te, ruggendo, sibilando e in-ecndiando icuori con le sue ternibi l i f iecce. E un' imnrasine molto diver-sa dai nostri Eros, o Cupido (suo equivalente romano) iel giorno di SanValentino e illustra fino che punto la societh moderna abbia rimosso ilproprio passato.Come ho detto, i Titani scapparono da Gaia, Ia Madre Terra. e il loro

stesso nome commemora il violento episodio, poichd deriva dal greco fl-tuino,"tendere, sforzarci"ttt. gt vuole poco per immaginare la Madre Ter-rir s.forzar.giper dare alla luce questi giganteschi ddi.Adesso possiamo comprendere il significato della leggenda ebraica dei

l ig l i d i Dio e dei Nef i l im. Io credo che i f l -ql i d i Dio scesero dal c ielo (pro-

lrrio come Urano) ed entrarono nella Mudre Terra causando in tal modo larrasci ta dei gigant i Nef i l im (come i gigant i Ti tani)" .

Questo, perb, presuppone nel testo biblico la trasfbrmazione di "figlietlcll 'uomo" in "Madre Terra". Stranamente, il termine ebraico per uomo,'ttdam, deriva da'adamalt "tetra" o "suolo"':. Sembra cosi che I'intera-

Questa d una mia t raduzione, ma b chiaramente inrpl icata dai r i fer inrent i c i tat i in Graves, supra.'Graves, I mit i greci , c i t .' Iv i . p 30.

'de Sant i l lana - von Dechend, Honlet 's Mi l l , c i I . , p. l -53. n. 7.' Il termine Nefilim deriva dalla rirdice ebraica rqfl, "cadere"l Nefllim percid dovrebbe significare

''t oloro che abbattono", anche se rron b chiaro cosa esattamente dovessero abbattere. E sbagliilt() tra-, l t r r rc Ncf i l int con " i cadut i" , poic l rd essi non caddero dal c ie lo, ma piut tosto nacquero in terra conte

Prolc c lc ' i t ig l i d i Dio; furono quest i u l t i rn i a caderc dal c ie lo.A. Heiclel, The Gilgunesh Epic urul OId Testun(ilt Purullels. University of Chicago Press. 1963,

t) l l l l .

lil

li

l8 QUANDo cl.I DI:II scrlsnRo sull-ATl-:l1l3A

zione poet ica tra i f ig l i d i Dio e le f ig l ie del l 'uomo sia stata in or igine

un'interazione tra i figli del cielo e le figlie dellaTerra. Cib si avvicina

molto al concetto di Madre Terra e pii avanti in questo capitolo esamine-

remo una leggenda che suggerisce come questa connessione non sia im-

maginaria't.

Quale che fbsse la forma originaria della leggenda, non si pud negare il

parallelo fra la penetrazione di Gaia e la violenza sulle figlie dell'uomo;

soprattutto dal momento che I'espressione ebraica in questione b molto

cruda e significa letteralmente "entrare" o "venire dentro"''.

Nd si pub negare il parallelo tra i Titani e i Nefilim. Secondo Il libro dei

giganti, rinvenuto tra i Manoscritti del Mar Morto, i giganti della Genesi(Capitolo 6) erano invisibili, immortali, alati ed erano in grado di muo-

versi di luogo in luogo alla velocith del vento''. Inutile dire che essi erano

anche giganteschi <<come i cedri del Libano>, secondo un testo che li vuo-

le alti circa trenta metri. Nel complesso, le descrizioni dei Nefilim ricor-

dano molto iTitani greci.Riassumendo, abbiamo due leggende, una in ebraico e una in greco, che

dipingono un quadro notevolmente coerente degli eventi del periodo in

cui inizib il rnondo. Inoltre, se ci basiamo sulla leggenda greca, i figli di

Dio non potevano essere entith spirituali, ma al contrario si trattava di me-

teoriti.

I SUMI'III

Volgiamoci ora a scritti pii antichi. Circa seimila anni fa, un popolo mi-

sterioso emerse dalla coltre dell'anonimato preistorico e inizib a costruire

citth meravigliose nella fertile piana tra i maestosi fiumi Tigri ed Eufrate

(una regione approssimativamente equivalente all 'odierno lraq).

Queste cittd - Eridu, Lagash, Uruk, Shuruppak, Nippur, Kish - erano le

citth dei Sumeri e I' intera regione era nota col nome di Sumer, e in se-

guito con quello greco di Mesopotamia, che significa "(terra) tra due fiu-

mi" '0.I Sumeri stimolarono una rivoluzione tecnologica in carnpi quali l 'agri-

coltura, il commercio, la matematica, I'architettura e la metallurgia. Dalla

metd del Iv millennio a.C., questo popolo straordinario inizib a sviluppa-

re forme sofisticate di governo e fondd le prime istituzioni sociali a noi

note, come scuole e tribunali. Fatto ancora piir importante, i Sumeri in-

ventarono la scrittura intorno al 3000 a.C. In principio, essa ebbe forma

' Non sorprende che una tale al lusione al la Madre Terra s ia stata el int inata dal la Bibbia: dopotut-

to, essa era unl der pagana, nonch6 potente r ivale di Yahweh. Piu avant i in questo capi to lo, vedre-

lllo corlc eli abitanti della Mesgpotamia considerasscro la Madre Terra come un giglntesco utero

contenente quat()rdici ulteriori uteri, o dee-utero; da qui la mia proposta riguardante le "figlie della

Terra".

' ' R. Al ter , Oenesis. W. W. Norton & Co, 1996, p.27.

'' H. Stegentann , The Librury of Qumran, W. B. Eerdmans Publishing, 1998, p. 94.

" G. Roux, Ancient 1raq, Penguin Books, 1992. p. 2. Il ternrine vEs, "nel mezL\t", in seguito si ri-

velera part icolarr lente s igni f icat ivo per i l nostro studio.

Z. AMORT-: SUII-\ MONTAGNA

pittografica e poi si evolvette nella scrittura nota come cuneiforme - uncurioso sistema di segni a forma di cuneo che, tramite uno stilo, venivanoinrpressi su tavolette d'argilla.E una di queste tavolette, proveniente da Assur, che ha stimolato la no-

stra ricerca sulle vere origini nel Capitolo l. Ma questa b solo una dellepiD di 500.000 tavolette scoperte in Mesopotamia. Con le parole del fa-moso assiriologo Georges Roux: <Si pud affermare, senza timore di esa-gerare, che nessun altro paese al mondo ha fornito una tale abbondanza ditesti antichi nella forma in cui essi furono scritti migliaia di anni fa>,7.

Queste tavolette d'argilla raccontano una storia incredibile: una storia didEi che crearono il cielo e la Terra e fisicamente discesero sulla terra alleorigini della civilth per gettare le fondamenta delle cittd sumeriche. Inquei giorni, solo gli ddi avevano occupato il grande paese di Sumer, mapresto si stancarono del loro lavoro e decisero di creare il genere umanoperchd li sollevasse dal fardello delle loro fatiche. Ebbero cosi origine gliuomini sumerici, noti con I'enigmatico nome di "teste nere".I Sumeri, perd, non si consideravano schiavi, ma piuttosto gli onorati

proprietari del "giardino degli dbi". Tutte le cose buone di questo giardinoerano state inviate dagli dbi: bestiame, cereali, alberi e vegetazione, la vi-te, la palma da datteri e persino, come vedremo, il seme degli stessi uomi-l ' l l .

Gli uomini, le teste nere, crearono I'abbondanza per gli ddi in questogiardino e infine, dopo aver dimostrato di essere degni, velnero loro con-cesse dagli ddi le insegne della regaliti, insieme ai vari doili della civiltd,tutti portati dal cielo. La filosofia di vita dei Sumeri si riassumeva cosi:<Tutto cid che d bello I'abbiamo realizzato per grazia di Dio> ed essi de-dicarono al servizio degli ddi le arti appena scoperte, in particolare scrit-tura, arte e architettura.Intorno al2400 a.C., i Sumeri iniziarono a perdere il controllo del terri-

torio per opera degli Accadi, un popolo di lingua semitica che presto do-mind la regione di Sumer. Questi, per6, a loro volta cedettero ai Gutei nel2200 a.C. ca. Poi, dopo un breve revival sumerico (2100-2000 a.C. ca.),I'intera regione fu conquistata dagli Amorrei nel 2000 a.C. ca.Il nuovo millennio portd una confusione ancora maggiore, con prima i

Babilonesi, poi i Cassiti e infine gli Assiri che salirono al potere. E incre-dibile, tuttavia, che, durante questi secoli turbolenti, la religione dei Su-meri sopravvisse praticamente intatta. Nel complesso, venivano adoratigli stessi dbi, erano restaurati o ricostruiti gli stessi templi e ziggurat e ve-nivano devotamente copiate e tradotte, con minimi adattamenti e altera-zioni, le medesime leggende epiche. Le idee e gli ideali dei Sumeri, tra-nrandati di generazione in generazione nel corso di tremila anni, divenng-ro quindi il credo e il dogma di gran parte del Vicino Oriente antico.Il motivo di tale costanza risiedeva in un'ossessione senza precedenti per

la religione, che b stata cosi riassunta da Georges Roux:

" lvi , pp. 29, 30.

J9

40 euANDo Gl.r Di:r scr-rsr-lro sull-ATr:l3ltA

...per pii l di tremila anni, le idee religiose promosse dai Sumeri svolsero un ruolo ec-cezionale nella vita pubblica e privata degli abitanti della Mesopotamia, modellandole loro istituzioni. dando colore alle loro opere d'arte e letteratura, pervadendo ognitipo di attivit l... In nessun'altra societd antica la religione occupb una posizione al-trettanto preminente, perchd in nessun'altra societd antica I'uomo si senti cosi total-rnente dipendente dal volere della divinitd... imotivi religiosi non dovrebbero maiessere dimenticati o rninimizzatir '.

La natura materialistica della societd moderna d tale che al siorno d'oq-gi d estremarnente diff ici le comprendere'cid che avveniva i i Mesopoti-mia migliaia di anni fa. Perchd la popolazione ero co.r) ossessionata daglidii? La domanda ha dato vita ad alcune straordinarie ipotesi.

GI-I DEI DI SUMI.-I3

Chierano gl i dbi sumerici?A capo del pantheon sumerico era il dio RN, padre degli ddi, che chiame-

remo con il suo nome accadico, Anu. Il suo nome significa semplicemen-te "cielo" e si scriveva con una stella a otto puntere. Era una divinith cherestava.gran parte del tempo in cielo, in disparte dagli altri ddi. e Ia suaimmagine non era mai rappresentata in sembianze umane.Anu aveva due figli, di cui d noto il nome, e un gruppo di altri figli ano-

nimi. I due figli principali erano i grandi dbi EN.r-rr- ed EN.Kr, i cui nomisono solitarnente tradotti come "signore dell'atmosf'era" e "signore dellaTerra" rispettivamente. In principio divinitd celesti, si riteneva fosseroscese in Terra all ' inizio dei tempi.

I testi mesopotamici riferiscono che Enlil ed Enki, insieme al padre Anu,tirarono a sorte per dividersi i tre regni dell'universo mesopotamico: cie-lo, Terra e ntondo inferiore.Come vedremo, gli Inferi si riveleranno di notevole importanzanellare-

ligione mesopotamica, non solo nelle questioni umane, ma anche nelle vi-cende degli dbi. Il mondo inferiore era governato dalle famose divinitd E-reshkigal e Nergal ed era la dimora dei fi-eli senza nome di Anu: gli dbi A-nunnaki, che Anu aveva generato sulla misteriosa "Montagna di Cielo eTerra".

Accanto alla famclsa triade, composta da Anu, Enlil ed Enki, vi era unaquarta divinitd della prima generazione, una dea chiamata Ninharsag, no-ta con una gran var iet i di nomi (Ninmah, Ninl i l , Mami, Nint i , Nintu emolt i a l t r i ) . Anch'essa in or ig ine era una div in i t l celeste. d iscesa poi inTerra in circostanze misteriose, dove si era fusa con un'anonima dea dellaTerra divenendo la "Signora della Montagna".

Al di sotto di questa triade, o quartetto, vi era un pantheon di divinitlminori a cui erano delegati i poteri e le funzioni degli dbi superiori. I pitrfamosi erano Nannar, Ninurta, Utu e Inanna. Come vedremo. Utu era il

' - Ivi . pp. 8-5. 86.

" ' La stel la a otto punte di Anu E spesso presente sui rnonumcnti mesopotamici: vd., per esempio,le tavole fuori testo del presente volume.

2. AMOIIT: SUI,I-\TJONTAGNA 4-I

dio sumerico del sole, ma compiva azioni che mal si addicevano al suoruolo, e ancora una volta c'd da chiedersi se il sole fosse veramente ilsole, o sempl icemente i l s imbolo di una pi i profonda, ma nascosta ve-ritd.

Infine, incontreremo anche un giovane dio precoce, di nome Marduk,che mise sottosopra il pantheon babilonese, depose Anu, Enlil ed Enki edivenne il dio supremo di cielo e Terra.

QUANDO SCESr--I1O Gl.r DErAl giorno d'oggi, molte persone si sono gii formate rigicle opinioni sur-

le antiche diviniti sumeriche.come abbiamo menzionato nel Capitolo 1, gli studiosi hanno af-fermato

in modo autoritario che gli ddi erano ddi atmosferici o della f-ertil ith, op-pure re ed eroi divinizzati. Altri, impressionati dalle rappresentazioni de-gli ddi come esseri in carne e ossa, hanno elaborato la ieoria secondo cuiessi erano astronauti simili agli umani, scesi sulla Terra da un altro piane-talo.

Gran parte di noi deve ricorrere all 'aiuto di "esperti" che interpretino itesti antichi, o che almeno presentino un riassunto dei particolaii in essicontenuti. Pochi di noi hanno avuto il tempo, o l' inclinazione, di studiaredirettamente le traduzioni complete dei testi.

Le seguenti citazioni, tuttavia. dimostrano senza ombra di dubbio chenoi, gente comune, siamo stati messi completamente fuorlstrada, per ca-so o di proposito, riguardo alla vera natura degli antichi dbi.cominceremo dai testi che descrivono come gli ddi scesero dal cielo sul-

la Terra. Alcuni di questi testi, specialmente quelli che trattano dei fratelliEnlil ed Enki, sono davvero rivelatori.

Prendiamo per esempio Enki. Nel la leggenda int i tolata Gi lgamesh,Enkidu e gli Inferi, si narra di come Enki intraprese un viaggio attraversole acque celesti dello spazio all ' inizio dei tempi:

Dopo che nN lAnul aveva portato via il cielo,dopo che Enlil aveva pofiato via la Terra,dopo che Ereshkigal era stata portata agli Inferi come premio.dopo che Enki era salpato, dopo che era salpato,dopo che il padre IEnkil era salparo per gli Inferi,contro il re [Enki] furono gettate le piccole (pietre),contro Enki le grandi (pietre) furono gettate,le piccole pietre della mano,le grandi pietre delle canne danzanti,

r" Sulla teoria degli antichi astronauti. vd. in particolare le opere di E. von Daniken e Z. Sitchin. Ilmio contributo sull'argonrento (Grnls d the New Millenniunr. Eridu Books, 1996: trad. it. ll mistentdella genesi delle untithe cililt.). Roma, Newton & Compton,2000), deve ormai considerarsi erra-to ed d raccomandato solo perchd raccoglie un'utile panoranrica delle prove a sostegno della teoriadegl i ant ichi astronat l t i e dimostra di quale enorme importanza siano le ant iche raf l igurazioni degl iddi come esser i umani. Per un aggiornanrento sul la teor ia degl i ant ichi astronaut i , vd. i l rn io s i ( rweb ( www.er idu.co.uk ) .

4.2 QUANDo cl,I DF:I scF:sI':Ro sull-\Tl':l1,l3A

superano in battaglia la chiglia della barca di Enki come una tempestaimpetuosa.

Contro il re [Enki], I'acqua alla prua della barca divora come un lupo.

Contro Enki, I'acqua alla poppa della barca colpisce come un leonet'.

Qual d il significato di questo brano?Se la barca di Enki era un'astronave, come alcuni vorrebbero credere,

perchd il dio si sarebbe diretto agli Inferi? E inoltre, perchd la presunta a-'stronave sarebbe stata circondata dall'acqua e sarebbe stata attaccata dapietre grandi e piccole?Gli stessi argomenti si possono applicare alla teoria degli ddi atmosferi-

ci. Se Enki era un dio atmosferico che scendeva in Terra dalle nubi sottoforma di pioggia o grandine, perch6 la sua barca doveva andare agli Infe-ri? Da quando in qua la grandine ha il potere di penetrare la crosta terre-stre? Sicuramente l'unico tipo di oggetto che avrebbe potuto farlo era unmeteorite. Le <piccole pietre> e le <<grandi pietre> erano quindi una tem-pesta di meteoriti?22.Consideriamo ora la leggenda sumerica Enki e l'ordine del mondo, che

descrive ugualmente il modo in cui il dio scese sulla Terra. Enki inizia ilracconto in prima persona:

Quando mi avvicinai al cielo, una pioggia di prosperitd si riversd dal

cielo.

Quando mi avvicinai alla Terra, vi fu un grande diluvio.

Quando mi avvicinai ai suoi verdi prati, cumuli e collinette siammucchiarono alle mie parole2t'.

Questo ammasso di cumuli e collinette sulla Terra potrebbe corrisponde-

re alle <piccole pietre>> e <grandi pietre> che accompagnarono la discesa

della barca di Enki? Come vedremo in seguito nel Lugal-e, la risposta d

quasi sicuramente: <<Si>>.

Ritornando a Enki e l'ordine del mondo, il dio fa un'altra interessante af-

fermazione concernente la sua nascita celeste:

Mio padre [Anu], re del cielo e della Terra,mi generd in cielo-e-terra.Il mio avo, re di tutti i paesi,riuni le leggi divine, pose le leggi divine nelle mie mani.

'' S. N. Kramer, The Sumerians, University of Chicago Press, 1963, p. 200; cfr. dello stesso auto-

re, Hisnry Begins at Samer, University of Pennsylvania Press, 1956, pp. 169,17O,294 (trad. it. I

Sumeri ulle radici della ^r/or.rr, Roma, Newton Compton, 1988); in quest'ultimo, Kramer suggerisce

che il run stesse lanciando le pietre contro la barca di Enki e tentando di divorarla. In real0, non E

affatto chiara la provenienza delle pietre; il contesto suggerisce che le pietre scendessero gii dal cie-

lo conla barca di Enki.I Il motivo delle piccole pietre e delle grandi pietre compare anche in un inno a Shulgi; vd. Kra-

meq History Begins at Sumer, cit., p. 287; qui, le pietre compaiono nel contesto di una simbolica a-

scesa e discesa tra la citte di Nippur (Terra) e la citth di Ur (che simboleggia il cielo) ed esse appar-

tengono al dio della tempesta Ishkur. lshkur controllava i <due fiumi> del cielo, che portavano il re-

spiro della vita <all'orizzonte>. Altrove, invece, il tuono di Ishkur d una forza catastrofica, infatti

viene detto che quando Inanna tuona come Ishkur <tutta la vegetazione si estingue".t'Kramer, The Sumerians, cit., p. 175.

Z. AMOIIT: SUII^A MONTAGNA

Dalla Casa-Montagna, la casa di Enlil,portai I'arte al mio a,e.zu di Eridu'?".

L'AB.zrJ, come vedremo, d il mondo inferiore, mentre Eridu (il centrodel culto di Enki) indica qui tutta la Terra. Il testo quindi riferisce cheEnki scese agli Inferi (nn.zu di Eridu) dalla <Casa-Montagna>> (p.run)

del c ie lo. 'Osservate che il cielo viene descritto come una montagna, analogamen-

te alla mitologia greca in cui il supremo dio celeste Urano era la "monta-gna del cielo". Notate anche che la discesa di Enki provocd I'ammassarsidi cumuli e collinette sulla Terra, una prova che la discesa era intesa interminifs-rci e non spirituali o metafisici.Come nella leggenda della barca di Enki, qui ancora una volta il dio di-

chiara di essere entrato nel mondo degli Inferi. Dopo aver descritto la di-scesa dalla Casa-Montagna all 'AB .zu, egli afferma:

Io sono la grande tempesta venuta dagli Inferi...".

Questo venire si riferisce all 'ascensione metafisica dell'anima o dello.spirito di Enki, che fu separato dal corpo al momento dell'impatto

Pii avanti nel testo, si legge qualcosa di davvero notevole riferito alle in-credibi l i gesta di Enki:

Dopo che il padre Enki ebbe levato [il suo sguardol sull 'Eufiate,rimase ritto, orgoglioso come un toro rampante,sollevo iI suo pene, eiaculde riempi il Tigri di acque spumeggiantir''.

Come poteva un dio discendente portare cosi tanta acqua sulla Terra?Ulteriori indizi si possono trovare nella leggenda del "fratello" di Enki,

Enlil, anch'egli disceso sulla Terra piuttosto vivacemente. Il racconto, in-titolato Enlil e Ninlil. inizia con la descrizione della dea Ninlil che d ve-duta da Enlil, mentre si bagna in un fiume di limpide acque:

Ninlil stava sulla riva del tiume Nunbirdu...La "Grande Montagna", il padre Enlil, dall 'occhio splendente, la vide...Enlil le parla di rapporti; lei d riluttante:<La mia vagina d troppo piccola, non sa come accoppiarsi.le mie labbra sono troppo piccole, non sanno come baciarerrt'.

Ma Enlil ordina al suo visir Nusku di portare una barca, dove egli fecon-da Ninlil durante la navigazione sul fiume:

Lo splendido fiume, il fiume brillante, scorreva nelle tenebre come unacollana.

La signora Ninl i l stava sul la r iva del f iume dal corso impetuoso...

I l magnif ico padre lEnl i l l sal i sul la Grande Montagna...

La splcndida acqua scorrcva impctuosa...

, ' lbid.

tbid.

" ' Ivi , p. 179.lv i . pp. 146. 141.

43

44 euANl)o cl.r Dr::r scr.,sr:Ro sul.l-\Tr-li,lrA

Egli [Enli l l gettir via le vesti, la penetrd velocemente e con il suo peneeretto riversr) in lei la vita.

II f iurne splendeva; un tiume splendente riversato nella donna...La signora Ninli l gli disse: .Dove hai posato i l tuo seme nel mio grembo,

una nuova vita si stabil ir)>r8.

Come poteva un "fiunre" f 'econdare una dea? Per comprenderlo, b asso-

lutamente necessario notare che il tennine sumerico per acqua significa

anche "seme"t'. Ed d anche importante sottolineare che la "donna", o dea,

era una personificazione della Madre Terra. L'acqua era dunque conside-

rata una sostanza vivif icatrice che poteva f-econdare i l grembo della Ma-

dre Terra.

Questo stesso quadro d confermato dal racconto sumerico intitolato len-z.one.fra estate e invento.In questa leggenda, apprendiamo come Enlil in-trodusse il suo "pene" in una "montagna" (HeR.sec) generando in tal mo-do acque zampillanti e piante insieme a estate e inverno:

Enlil, re di tutti i paesi. decise.Egl i introdusse i l suo pene nel la Grande Montagna (HAR.SAG).. .Estate e inverno, Ia f'econdante abbondanza del paese, riversd nelgrembo.

Dovunque Enlil afkrndava il suil pene. ruggiva come un toro selvaggio.Ll. Ha,R.sec trascorse il giorno, riposd f'elicemente la notte,si sgravil di estate e inverrro corne una ricca crema...t".

L'idea di estate e inverno generati su una "montagna" ha senso solo se la"montagna" in questione rappresenta tutto il pianeta Terra (d difflcile tro-vare un'al tra possibi le spiegazione). Ma se Enl i l poteva introdurue i l suo"pene" in una "montagna" dellzr grandezza di un pianeta, diche tipo di diosi trattava?La risposta proviene dal soprannome pii comune di Enlil, la Grande Mon-

Iagna, solitamente ignorato dagli studiosi di mitologia mesopotamica. Ladiffusione di questo soprannome, tuttavia. si pub misurare dalla frequenzacon cui compare nei brevi brani citati, oltre ai quali possiamo menzionareuno dei numerosi esempi presenti in un testo intitolato Inno a Enlil:

Senza Enlil. lu "Grurule Montagnu",nessuna citti sarebbe stilta eretta. nessun insediamento sarebbe stato

fondato.nessuna stalla sarebbe stata costruita. nessun ovile sarebbe stato stabil ito,nessun re sarebbe stato innalzato. nessull sommo sacerdr>te sarebbe

nato' ' .

In poche parole, questo significa che Enli l era una "montagna" che fe-

condd un'altra "montagna"; quest'ult ima, nel caso della Tenz.one.f'ra e,sta-

te e invenur, era la Madre Terra.

'* C. O'Brien - B. J. O'Brien. l 'he Shining Orres. Dianthus Publishing. 1997, pp. f35, 86." Jaccrbsen, The l-reusurc.s ol Durkne.s.s. cit.. p. I I l.

"'Krarner, Hisktr,- Begins ut Sutner. cit., p. .j04; r'd. lnche Jacobsen, 'l-he'frt'usures of Durkness,ci t . . pp. 103-10-5.

' Kramer. Tl te Sumeriun.s. c i t . . p. l2 l .

2. AI{OIIE SUI,I-AMONTAGNA 45

Ritornando alla leggenda di Enlil e Ninlil, b chiaro che la "donna", Nin-lil, era la Madre Terra. Percid, quando Ninlil esclama: << Dove hai posatoil tuo seme nel mio grembo, una nuova vita si stabiliri>, ella si riferisce algrembo della Terra e all ' inizio della vita sulla Terra.

Come dobbiaino dunque interpretare il seme che flui nel "grembo" diNinlil sotto fbrma di un fiume?

La risposta, che verrd in seguito confermata da altre leggende, d che nonsi trattava di un fiume qualsiasi, bensi di unfiume celeste, che si riversdsulla Terra dal cielo.Per quanto riguarda Enlil, la "Grande Montagna", leggiamo che, dopo a-

ver fecondato Ninlil, egli discese agli lrferi, dove viene descritto, in tonoquasi divertito, mentre <<gironzola>> nella cappella privata di Ninlil, i lKI.UR letteralmente "fondazioni della terra"'r. In altre parole, Enlil eradentro il grentbo di Ninlil e gli <ddi che stabiliscono il fato> gligridarono

di allontanarsi e di <<uscire dalla citth!>I.Ancora una volta, bisogna sottolineare che questa discesa di Enlil agli

Inferi ha senso nel contesto della teoria della montagna e dei meteoriti,ma contraddice I'ipotesi tradizionale secondo cui Enlil era un dio atmo-sferico e sicuramente mette in dubbio I'idea che si trattasse di una speciedi antico astronauta.

Quanto al fiume celeste che scende nel mondo sotterraneo, b un motivoricorrente e ci torneremo.

Infine, riguardo alla discesa sulla Terra di Enlil, esaminiamo la leggendaintitolata Il mito del piccone. In questo testo, Enlil scende sulla Terra incircostanze catastrofiche: spacca la Terra facendo un buco a Nippurrr.

Quest'impresa viene compiuta con un "plccone", ma appare evidente daaltre leggende che non si tratta di un piccone comune. Nelle l.amentazio-ni sumeriche, per esempio, il "piccone" d citato come un'arma associataal fuoco ed b usato da Enlil per distruggere la citth di Ur". E nell'Eptpeudi Gilgameslr, un "piccone" di <<strana forma>> cade dal cielo come un me-teorite (vd. Capitolo 5)30.E significativo che I'impatto di questo "piccone" celeste a Nippur pro-

vocb sulla Terra la nascita della vegetazione e di tutte le creature viventi,compresi gli uomini (le "teste nere"), che spuntarono come piante dal bu-co aperto'7.

Questo avvenne a Nippur, "Legame tra Cielo e Terra": lo stesso luogo incui Ulligarra e Zalgarra crearono I'uomo a loro immagine:

'' Ivi, pp. 146. 147 ' vd. anche dello stesso autore, Hi.rtorl Begin.s ut Sumer, cit., p. 376:

"ll Kiur era

un tempio adiacenle all'Ekur (a Nippur; che sembra aver svolto un importante ruolo in relazione al-

la f 'ede sumerica negl i lnfer i " . Vd. anche i l r i t -er imento al Kiur in Pr i tchard, (a cura di) , exl ' r ' , c i t . . p.

456, in cui esso d collegato it kigallu, "gli Int'eri".

" Kramer, The Sumerians, cit., pp. 146, 147; cfr. H. Frankfort etal..The Intellettuul Atlt,entu,( oJ'

At t t ' ient Mun. Universi ty of Chicago Press, 1977, p. 153.

" Jacobsen. Thc Trea.sures ol Darkness. cit.. p. I03.

" .qNrr, c i t . . PP. .16{) . 617.

" ' lv i , p. 77.

"Jacobsen,Tl teTreasuresolDarkness.ci t . ,p.103:vd.ancheKranter.TheSwneriuns.ci t . ,p.145.

46 euANDo cll D$:r scF:sERo sult^ATr:RRA

un abile lavoratore per produne un abile lavoratoree un lavoratore inesperto per un lavoratore inespertoda loro spunteranno come grano sulla terra.Una cosa che, come le stelle in cielo, non cambierir mai...Che i saggi insegnino il mistero ai saggi.

IjNKI E NINHARSAG

Nell'analisi dei testi antichi, d spesso difficile stabilire la corretta inter-pretazione di una leggenda, soprattutto quando nella descrizione dei prin-cipali avvenimenti si ricorre a metafore del genere "montagna", ..pene",

"piccone" ecc. In tali circostanze, d utile, se non fondamentale, conferma-re I'interpretazione di una particolare leggenda paragonandola a un'altra.E quello che faremo ora, per verificare I'ipotesi che Enlil "gironzolasse"non all'interno di una cappella eretta dall'uomo, ma dentro il grembo diNinlil, la Madre Terra.

La leggenda che ora citeremo, intitolata Enki e Ninharsag: un mito delparadiso, probabilmente non d nota ai lettori per il semplice fatto che lesue metafore e allegorie la rendono la piD strana di tutte le leggende su-meriche nonchd la piD difficile da interpretare. Brani del mito iono statituttavia citati di tanto in tanto a causa degli interessanti paralleli con laIeggenda biblica della creazione di Eva dalla costola di Adamor'.

Mall Mito del paradiso b interessante anche per altre ragioni. All'iniziodel testo, la Terra viene descritta come un luogo sterile, privo di acqua evita. Poi, Enki convoca Utu (dio sumerico del sole) perchd riempia li ter-ra (Dilmun) di acqua della <<bocca da cui escono le acque della Terra >>rr.A questo punto, alcune righe della tavoletta sono illeggibili e non b chiarose le acque provengano dal cielo o da un bacino sotlerraneo. E evidenteperd che Utu compi questo miracolo dal cielo4. <<In veritd, fu cosi>, di-chiara I'antico scriba.

Noi, perb, in veriti siamo confusi. come b possibile che un dio del .roievenga chiamato per fornire abbondanza di acqua a una terra arida? La ri-sposta, che ho gid suggerito precedentemente, d che le antiche divinitd delsole simboleggiavano un piD alto e misterioso dio. euesta leggenda diutu e delle acque di Dilmun non fa che confermare I'erroneitd-delle no-stre attuali interpretazioni.Parleremo piD in ld di Utu e di altri ddi del sole (.sic). per il momento,

continuiamo con la leggenda del Mito del paradiso che sta per prendereuna piega piuttosto strana.

Grazie alle acque fornite da Utu, la Terra (Dilmun) diventa un paradisoverdeggiante sotto la giurisdizione della dea Nintu, <<la madre del paeser.A questo punto Enki decide di fecondarla:

" ,lNrr, cit., p. 37; lo stesso argomento a stato recentemente presentato da D. Rohl in Legend, Cen-tury, 1998, p. 210.

"'ANL-T, cit., p. 38.

" ' Ib id.

2. AMOIIT- SUII.AIfONTAGNA 4.7

Enki (per) la saggia Nintu, la madre del paese,f-ece si che il suo fallo bagnasse gli argini.f'ece si che il suo fillo sommergesse le canne...Enki... versd i l suo seme nel grembo di NtN.unn.snc...(Dopo) nove giorni, essendo i suoi nove mesi, i mesi dell" 'essere

donna".Come grasso, come grasso, come buon grasso principesco.(Nintu) diede alla luce Ninmu... sulla riva del f iumeo'.

La prima cosa da notare d che Nintu, madre del paese (la Terra), d un al-

tro nome di Ninharsag, i l cui nome significa letteralmente "signora della

montagna principale"o'. Ancora una volta, assistiamo alla fecondazione di

una "montagna".

Inoltre, ancora una volta, troviamo un gioco di parole fra acqua e seme,

con la Terra che viene fecondata da un fiume di acqua simile a sperma.

Sembrerebbe una ripetizione della storia di Utu, ma qui i l protagonista d

Enki.Per quanto riguarda la nascita di Ninmu <sulla riva del fiume>>, secondo

me si tratta di un riferimento al fiume celeste. Una riva di questo fiumesembra sia il cielo, mentre I'altra b la Terra, con Ninmu che nasce in que-

st'ultima.Succede poi che Enki s'incapriccia della figlia Ninmu e dice: <Non ba-

cerb la giovane, la bella?>". Con I'aiuto di una <<barca>> e di un <<vento po-

tente>>, Enki <versd il seme nel grembo>> e nove mesi pii tardi, Ninmudiede alla luce Ninkurra.

Siripete poi lo stesso motivo ed Enki versa il suo seme divino in Ninkur-ra e infine nella di lei figlia, Uttu*.

A Uttu, laterza figlia, Enki rivolge attenzioni speciali, la corteggia condoni di frutta fresca (cetrioli, mele e uva) e infine la insemina dentro una<<casa>> (che significa probabilmente dentro la Terra). Ma quando Enki rie-sce a eiaculare il suo sperma nella rerza figlia, Ninharsag sottrae il semedel dio dal grembo della giovane e lo pianta in terra. Immediatamente, dalseme di Enki spuntano otto diverse <<piante>>.

Se questo b gid curioso, il peggio deve ancora venire. Le piante vengonocolte a turno e date in pasto a Enki dal suo visir Isimud. Quindi, la deaNinharsag, apparentemente sconvolta da quest 'azione, maledice Enkipredicendogli tenibili sofferenze fino al giorno della sua morte; solo allo-ra, quando sard morto, ella lo guarderd con il suo <occhio di vita".

llbizzarro racconto si fa sempre pii strano! Un'astuta volpe persuadeNinharsag a ritornare e liberare Enki dalla maledizione, ponendo Enki

dentro la vulva di Ninharsag. Dopo aver sistemato in questo modo Enki,la dea - il cui nome, lo ricordiamo, significa "Signora della Montagna"

or lvi, p. 39. Si vedano i commenti nel Capitolo 6 del presente volume riguardanti il significato me-

talbr ico del la "r iva dcl f iume".

' rVd.Jacobsen,T'he' l - reusuresrf Darkness,ci t . ,pp. I04, 105;anchesesAcsigni t ica"testa".

" Ivi, pp. I l 2, l l 3; Ninrnu era anche nota col nome di Ninsar, "signora pianta".

" /Dirl. Ninkurra era la "signora della montagna", mentre Uttu era una dea della tessitura.

48 euz\NDo cl.r Dr,:l scr:sr.,t3o sL,l.l-\Tr.:l3,l3A

toglie al dio le otto doloranti parti del corpo da cui nascono otto divinitd.Una di queste parti d la costola. da qui il parallelo, proposto piD volte, conil racconto di Adamo ed Eva (un parallelo che secondo la rnia opinione dalquanto forzato, visto che una tr'rarte su otto b dal punto di vista statisticoassai poco sign ilicati va)'5.Che signiticato ha quest'incredibile leggenda? [l racconto ricorda la di-

scesa di Enki dal cielo alla Terra e la sua f'econdazione della Madre Ter-ra, al ia.s Ninharsag. dea del la ntontagna. L' interpretazione degl i event isuccessivi b piir controversa. Sembra che la nascita della terza figlia (ut-tu) segni I' inizio di abbondanzanel mondo sotterraneo (vd. capitolo 8) ecid, a sua volta. di or igine a otto piante che spuntano nel mondo supe-riore.

Mangiando le otto piante, Enki disfa la creazione della vita, opera delladea madre Ninharsag, da qui l ' ira della dea.6. Aspetto chiave del raccontod che la maledizione di Ninharsag pone Enki nel mondo inf-eriore e percidnella vulva, o grembo, della Madre Terra. La conclusione della storia dche Ninharsag genera nuovamente la vita facendo nascere divinitd dell'a-gricoltura dalle parti del corpo di Enki".

Riassumendo, Enki e Ninharsug: un mito clel parudiso sembrerebbe unracconto della nascita dell'agricoltura sulla Terra. Ma non si trattava di unracconto qualsiasi sul l 'agr icol tura, perchi i l seme apparteneva a un diosceso dal cielo. che aveva recato con sd a(que t'elesti.

Questa, secondo me, d un'interpretazione abbastanza logica e dotta, manon d.l' inlerpretazione degli studiosi. Questi, infatti, affermano che:

Lo scopo principale del rnito non d at'fatto chiaro e le implicazioni letterarie e rnito-logiche dei suoi numerosi e vari motivi non sono ancora analizzabili".

Questo d quanto, riguardo alle teorie standard su ddi atmosferici e deilafert i l i th. Esse sono di ben poco aiuto nel l 'anal is i del s igni f icato di mit icomplessi.Non funziona neanche la teoria che vede Enki come un eroe di tipo u-

mano o un antico astronauta. Come poteva una divinitd di aspetto umanoessere posta dentro il grembo di :un'altra divinitd simile'? uidea d chiara-mente assurda.

I.I.- I3z\TTAGI.IT- DI NINUIS,?\

Finora. si pud aver avuto I'impressione che Ninlil e Ninharsag fosserosemplic i personif icazioni del la Madre Terra. Questo, perd, d vero permetd, perchd sembra che in origine entrambe siano state dee del cielo,

" l l ternr inc sumerico r t s igni f ica s ia "costola" s ia "r , i ta" .

. 'nPerchdEnki vuoletnangi l re lepiantelUnindicazionepotrebbetrovarsi ncl la leggendadi Etana,in cui un'aqui la cerca la v i ta eterna divorerndo la prole del serpente.

4r Queste div in i t l minor i presiedevano a var ie tunzioni sul l i Terra; Abu. per esernpio. d ivenne re

del le piante. rnentrc Enshag divcnne signore di Di lmun.*r ; ,vrr . c i t . . n. -17.

Z. AIJOII , SL'II-AMONTAGNA 4.9

scese sulla Terra solo in un momento successivo. Una tale origine b vero-sirnile anche per la dea degli Inferi, Ereshkigal, che, secondo un testo ci-tato precedentementel", era stata <<portata agli Inferi>.

La storia di come Ninharsag ereditd la Terra, e vi giunse da un <paese

lontano>, b narrata nella leggenda accadica nota col titolo di Lugal-e (dal-

l ' incipit). Ci rivolgeremo ora a questa e ad altre leggende a essa collegate

che contengono un'interessantissima descrizione di come furono gettatele fondamenta della Terra dopo una battaglia deglidDi. Secondo gli stu-

. diosi, protagonisti di queste leggende erano divinith della tempesta checompirono le loro gesta nell'atmosfera della Terra (con armi quali tuoni elampi), oppure re ed eroi della Terra in seguito divinizzati. Conte vedre-

mo. nulla d pir) lontano dalla realtd.

Questa battaglia mesopotamica degli ddi d per molti aspetti simile a una

lotta greca tra i Titani. Dall' inizio risulta chiaro che il dio malvagio, Zu oAzzrg, d stato generato dalla Madre Terra e da un dio del cielo sceso in'lerra, vale a dire il dio suprertto Anu:

Anu f'econdd la r,'erdeggiante Terra (xl),ed essa gli genert) Azag: uno che non temeva il guerriero Ninurta5').

Il nome Azag significa "fionda-pietra" ed essendo un dio simile a un Ti-

tano, possiamo presumere che riusci a fuggire dal grembo della Madre

Terra per muovere guerra in cielo contro Ninurta''.Per fortuna, alcune lacune nel racconto di Azag, si possono colmare gra-

zie alla storia del suo alter ego Zu, che combatt6 la medesima battaglia

contro Ninurla in altre leggende parallele. Il nome di Zu sembra alludereall'Ag.zu, il mondo sotterraneo in cui egli era natosr.

Nel Miro di Zu, il dio appare come un demone metd uomo e mete uccel-lo che getta nel caos cielo e Terra impossessandosi delle cosiddette "tavo-

lette del destino" di Nippuri'. Questi magici'oggetti erano di cruciale im-portanza per il mantenimento dell'equilibrio fra cielo e Terra - fra gli dbi

che risiedevano in alto e quelli che dimoravano in basso. Rubando le ta-

volette, Zu ruba l"'essenza di Enlil": i supremi poteri sul Legame tra Cie-lo e Terra:

Zu afferrd ct>n le sue nrani le tavolette del destino,avendo portato via I'essenza di Enlil le regole erano sospese.Dopo che Zu vold via e ritornd alla sua montagna HAR.SAG.MU,si diffuse il silenzio, la calma prevalses'.

Il nome della montagna di Zu. HAR.SAG.MU, significa "MU della catenamontuosa". in cui tttu rappresenta un modo di viaggiare attraverso il cie-

lo. Quindi Zu divenne noto col nome di Anzu, che significa "uno che co-

''' La lcggencla intitolata Oilganrc,th, Enkitlu e gli ln.feri;vd. Kramer, T'he Sumerian,s, cit., p.200.

'" Jacobsen. 'fhe Treasures ol Darkness, cit., p. 95.5L lv i , p. 130..t Av.zu si pub anche leggere corne "padre di Zu", che sarebbe vero per il nrondo int'eriore.' . r rvr . i . e i l . . pp. I I l . .s 14.

' ' Iv i . o. I l . l .

50 euANDo clJ DF;r scF:sF:Ro sult-ATr.:RRA

nosce il cielo". Le analogie con i miti greci non possono passare inosser-vate: Zu (alias Azag) nacque nella Terra, come un Titano, e ascese (meta-fisicamente) a una "montagna" celeste. L'implicazione d che egli aveva a-vuto origine da una montagna, proprio come i ritani greci erano la proledi urano, "montagna del cielo" (notate anche i ritani che salirono e iotta-rono sul mlnte Olimpo).Ma t<rrniamo alla storia. A questo punto chi potrh sconfiggere zu e ripor-

tare I'armonia tra il cielo e la Terra?La sfida d raccolta da un dio di nome Ninurta, un dio guerriero, primo fra

gli Anunnaki, figlio di Enlil e progenie dell'E.KURs5.con ogni probabilitz\. anche Ninurta era un Titano, da qui la sua descri-

zione come un <<drag<t>, con ..mani di leone (sic)> e <artigli d'aquila>>to.Ninurta si appresta a ingaggiare battaglia con Zu:

L eroe (Ninurta) legd i sette venti malvagi,' i sette turbini che fanno danzare la polvere.Egli inizid una guerra terribile, un feroce conflitto.Mentre la burrasca al suo fianco urlava per la lotta,Zu e Ninurta s'incontranrno sul versante della montaena...Al centro del monte, Zu emise un grido lacerante.Cadde I'oscuriti, la superficie delli montagna si copris'.

Infine, dopo aver scagliato una freccia e <quattordici tempeste>>, Ninurtarisultd vittorioso. Taglid azu la gola e rimandd indietro le sue <<ali> sui<<venti>> all 'E.KUR (la "Casa-Montagna", che qui sembra rappresentare laTerra)t*.

Per quanto riguarda le tavolette del destino, la versione sumerica riferi-sce che I'assalto di Ninurta costrinse I'uccello zu ad aprire gli artigli peril dolore e per nragia le tavolette ritornarono all 'eB.zu della Terra. Nerfrattempo, Ninurta catturd zu e lo fece volare - sotto forma dell'<uccelloImdugud> - all 'aa.zuse. Per inciso, il nome Imdugud significa "fionda-pietra", conre Azag, l' alter ego di Zu nel Lugal-e@. Quindi, Zul Azag fu ri-mandato in terra con I'epiteto di "fionda-pietra".ora, I' impressione d che Zu non stesse semplicemente nascondendosi

dentro la montagna durante la battaglia, ma che./osse la montagna. La di-struzione diztlAzag e la distruzione della montagna furono quindi un'u-nlca cosa.Secondo gli studiosi. perd, questa lotta descrive dei temporali che si ab-

" Ivi, p. 5 | 4; in questo contesto I'e.run sarebbe la Casa-Montagna del cielo.5" lv i , p. 577.

" Iv i . p. -5 1,5.

. " Per un vivacc esempio dcll'u.run come "montagna" del pianeta Terra, vd. Ia leggenda di Etanain eun, c i t . , p. l l13, n. 46. Dopo aver ' lo portato in al to, I 'aqui la dice a Etana diguardarc gi i la l l 'E.KLIR, . lu montagna del nrondo".

" Jacobsen, Tlte Treasurt's tl Durkness, cit.. p. 132; Ninurta aveva un alter ego. di nome Ninsirsu.simile a un uccello. Per inctso, in un'altra leggenda, Zu venne sconfitto e la sria testa schiacciita daMarduk.

"' Jacobsen, The Treusures o.f Durkness, cit., p. 130; Jacobsen erroneamente equipara I'epitett'r" f ionda-pietra" a .grandine" (p. 130) e

"una pal la d 'argi l la" (p. 128).

I. AMORT: SUII.A,MONTAGNA 5I

battono su una montagna terrestre. Ninurta non sarebbe altro che un dio

tlclla pioggia e I'epiteto diZu, fionda-pietra, si riferirebbe alla grandineo'.

Ma i lettori possono decidere da soli quale sia la veritd, considerando il

particolare che sto per riferire sulle conseguenze della battaglia.

ll Lugal-e racconta che, dopo la fine della battaglia, il vittorioso Ninurta

giudicd le <pietre> che si erano <accumulate>> sulla terra (xun) come con-

scguenza della lotta. Benedisse alcune delle pietre per essere state sue al-

lcate e maledisse altre che erano state sue nemicheo'. Queste ultime ave-

vano costituito <<l'esercito di Azagrrot; In altre parole, esse erano i resti

cfella montagna di Azag, o HAR.sAG.MU di Zu, distrutta in battaglia e ca-

duta sulla Terra.Se cid non bastasse a convincere i lettori, consideriamo le altre parti del

Lugal-e, che trattano dell'aspetto creatore della distruzione. Secondo la

leggenda, Ninurta venne convocato per risolvere il problema di una terri-

bile penuria di acqua sulla Terra. Prima della battaglia con Azag,l'acqua

non era sufficiente a riempire il fiume Tigri, perch6 le future acque della

Terra a quel tempo erano rinchiuse sotto forma di <ghiaccio, a lungo ac-

cumulato nella montagna sull'altro versante>>il. Questa b un'affermazione

davvero interessante, perchd suggerisce che un grande diluvio di acque u-

sci dalla "montagna" di Azag.

ll Lugal-e, approfondendo l'argonlento, afTerma che gli dei di quel pae-

se - ciob sull'altro versante - erano stati scelti per <<versarle [le acque],

secondo quanto in precedenza avevano tolto da esse [sotto forma di

ghiaccio]>05. Dopo di cid, leggiamo dell'aspetto creatore della distruzione

di Ninurta:

ll signore rivolse a cid la sua grande intelligenza,Ninurta, figlio di Enlil, operd in modo mirabile.Fece un mucchio di pietre nella montagna - come nuvole di pioggiaalla deriva esse giunsero fluttuanti su ali spiegate -

pose un ostacolo davanti al paese, come un grande muro...Le potenti acque seguirono le pietre.Ora queste acqrre non salirono dalla'l'erra (indietro) all'eterna

montagna [ciob la montagna del cielol*.

Leggiamo quindi che Ninurta raccolse tutte le acque, <<sparse>> sulla fac-

cia della Terra (anche dalle paludi nelle montagne!) e le gettd nel maesto-

so fiume Tigri. Cosi il paese di Sumer venne fecondato e si trasformd in

un giardino paradisiaco.

Secondo me, tutto questo b troppo melodrammatico per un semplice

temporale e nubifragio. E a un esame piD attento, risulta che gli studiosi

"r lvi, pp. | 27-33. dove si trova una buona panorarnica sulle teorie tradizionali delle divinitir atmo-

sl'eriche.n: Kramer, The Sumerians. cit., p. 153.n' Jacobsen, The Treasures of Darkness, cit., p. I 3 l.

" ' lv i , p. 130.o' Ibid.

"o lv i . p. 13l .

r

52 euANDo Gll Dr-:r scr-sr;lro sult-\Tr:lulA

non hanno svolto il loro lavoro. Perchd, per esempio, le acque <<sparse>>compaiono anche in paludi nelle montagne? Questo suona poco credibilesecondo il quadro elaborato dagli studiosi.Inoltre, come possono le "pietre" del brano precedente essere grandine,

se Ninurta le usd per erigere un "muro" attraverso il paese? I chicchi digrandine hanno la spiacevole tendenza a sciogliersioT.In effetti, il tema centrale della leggenda del Lugal-e d la disintegrazione

della montagna di Zu, che d di un ordine di grandezza differente rispetto aun nubifragio. il vero significato della leggenda b che la Terra fu feconda-ta dalla disintegrazione di una "montagna" in cielo e il termine "monta-gna" d una metafora per qualcosa di celeste (esamineremo la precisa natu-ra di questa montagna celeste nei capitolo successivi).

Percid, il <mucchio di pietre> portato sulla Terra <su ali spiegate> e chenon si sciolse a contatto col suolo poteva essere solo di meteoriti.

Infine, riguardo alle <potenti acque> che seguirono le pietre, bisogna no-tare che il motivo del diluvio d un tema ricorrente nelle leggende mesopo-tamiche e si riferisce a un grande diluvio di provenienza celeste, ciod dal-I' enigmatica "montagna".

E una teoria che pub sembrare ancora assurda ai lettori, ma che spieghe-remo nel corso dell'opera.

Quindi, per tornare al punto di partenza,ll Lugal-e conclude la narrazio-ne spiegando come la dea Ninharsag (alias Ninmah), dopo aver udito le e-roiche gesta del figlio Ninurta, chieda se pud andare a recargli visita. Ni-nurta, che a questo punto ha munito la terra di piante, alberi e animali,guarda sua madre con <l'occhio della vita> e dice:

Signora, poichd verrai al xun [Terra o mondo inferiore]. . .Poichd non temi il terrore della battaglia che mi circonda,che il nome di questo colle che io, I'eroe, ho eretto sia "HnR.sRc"

[ciod "montagna"].Che tu [Ninmah] sia la sua reginao'.

All'udire cib, Ninmah, il cui nome significa "eccelsa signora", scende inTerra e accetta in dono I'enorme mucchio di pietre che Ninurta ha cosi fa-ticosamente preparato. In questa occasione la Terra acquisisce la sua nuo-va padrona, non piir chiamata Ninmah, ma NIN.HAR.sAG, "signora dellamontagna"6e.

Il. MISTIjI3O DItll.A YrADl3E TItl3llA

Ninharsag era una dea dai molti nomi. Talvolta era chiamata Mami("madre"), altre volte Ninti ("signora della vita"), o ancora Nintu ("signo-

n7 Cfi. il muro costruito da Ninurta con <la diga eretta sulla riva del mare' da Marduk; vd. Heidel,The Babvbnian Genesis, cit., p. 63. Questi potrebbero essere modi di dire che indicano la medesi-ma cosa, ciod la creazione della superficie della Terra.

n' Kramer, The Sumerians, cit., p. 152.n'Jacobsen, TheTreasures ofDarkness, c i t . , pp. 105. l3 l .

m-). z\MOll[] SUII-\MONTAGNA 53

ra della nascita") per citarne solo alcuni'". Ma quale che fosse il suo nomeufTiciale, essa era sempre nota con I'epiteto di "dea dell'utero".Alla luce dei testi appena citati, sembra strano che gli studiosi non ab-

hiano compreso che Ninharsag, la dea-utero, era la Madre Terra. Era ladea della Terra e allo stesso tempo la dea dell'utero.

Vedremo ora come mai gli studiosi non hanno tratto quest'ovvia conclu-sione. La seguente breve leggenda, dal titolo La creaz.ione dell'uomo dapurte della dea madre, descrive la pii importante opera di Ninharsag: lacreazione dell'uomo. Ma lungi dall'apparire come un utero planetario,Ninharsag d rappresentata come un essere interamente umano. Essa parla,rnescola I'argilla, dd indicazioni alle sue quattordici assistenti e, a un cer-to punto, i suoi <piedir> vengono apparentemente baciati dai grati ddi A-rrunnaki. Tuttavia, qualsiasi supposizione sul fatto che Ninharsag fbsse u-nrana - o sulla sua creazione dei primi bimbi in provetta - cade a causadelle rivelazioni contenute alla fine del testo.

La versione paleobabilonese inizia cosi:

(l grandi ddi) si rivolsero alla dea,Mami [Ninharsagl, la saggia levatrice degli ddi:<tu sei la madre-utero,la creatrice del genere umano.Crea un "Lullu" ["uomo primitivo"] e fagli portare il giogo!Che I'uomo sopporti i l peso degli ddil>''.

Con I'aiuto di Enki, Ninharsag portd a termine il compito, servendosi diquattordici dee delle nascite - letteralmente quattordici madri-utero. Daquesto punto in poi, la tavoletta babilonese d gravemente danneggiata, mail resto della storia d riferito dalla versione assira:

Il lungimirante E_nki e la yggia Mami [Ninharsag]sl recarono alla Casa del Destino.

Quattordici madri-utero erano riunite,Egli [Enki] pigid I 'argil la in sua presenza...Dopo che ella [Mami] ebbe terminato i l suo scongiuro,prese quattordici pezz,i d' argillae pose sette petz.i ' t destra.sette a sinistra.Tra essi. mise un mattone...Delle sette pii sette madri-utero.sette generarono maschi.sette generarono femminett.

" 'Oltre a Ninmah, Mami, Ninti e Nintu, si possono citare anche Ninli l , Sud, Aruru, Dingirmah,\ inmenna e Bel i t - i l i .

" Traduzione basata su alurr , c i t . , p. 99 con I 'ausi l io di S. Dal ley, Myths Jrom Mesopotamia,

Orlord Llniversi ty Press. l99t t . p. 15. Notare che Mami b descr i t ta corne <creatr ice del genere u-

rrrano" anche prima che abbia portato a termine il compito di creare gli uomini. Diversi studiosi

Iranno commentato questa stranezza. per. es. Heidel, The Babylonian Genesis, cit., p.66. Alcuni

\ ludiosi hanno quindi a l terato la t raduzione in " la. futura

creatr ice del genere umano)>. ma in ef f 'et

t i g l i ant ichi scr ib i avevano assolutamente ragione; vd. la discussione nel Capi to lo 8 del presente

r olume.

'Traduzione basata su ervll. cit.. p. 100, e Dalley, Mrths.from Mesopotamio, cit., p. 16.

54 QUANDo cl,I DF) scESI-:Ro sull^ATl-:l1l1A

Bisogna dire che questo procedimento assomiglia molto a una creazione

dell'uomo in laboratorio con dee della nascita umane e una (capanna del-

la nascitar> fctna dall'uomo. A un'analisi pii attenta, perd, si riscontrano

importanti anomalie.Per esempio, in tutto il testo si nota che il narratore sposta continuamen-

te I'enfasi trale cluattordici madri-utero e un'unica <<generante>> o <<ma-

dre-utero>>, Mami/Ninharsag. Percid subito dopo <sette generarono ma-

schi, sette generarono f-emmine>>, leggiamo:

La mudre-utuo li completd a coppie.Le forme degli uomini che Mami creb...Come la generante che procrea...tt.

La pluralitd d quindi divenuta uniciti. Inoltre, il mattone collocato.lia i

quattordici pezzi d'argt lla - e quindi fra le quattordici madri-utero - risul-

ta posto dentrc un'unica <partoriente>>, ciod Mami stessa:

Nella Casa della Partoriente in Travaglio,sette giorni giacer) il mattoneT'.

Secondo la mia opinione, questa <<Casa della Partoriente>> d la Terra. Cid

si pub dedurre dal penultimo verso del testo, in cui si afferma che <<i con-

trariati> si rallegreranno nella ,,Casa di Colei che d in Travaglio>' I con-

trariati sono naturalmente gli dbi Anunnaki, il cui carico di lavoro verrdr

sostenuto dagli uomini: per questo essi si rallegrano e baciano i piedi di

Ninharsag. L aspetto chiave d che questi ddi Anunnaki vivevano nel mon-

do inferiore, ciod dentro la Terra. Percid, anche la <Casa di Colei che b in

Travagf io> doveva trovarsi dentro la Terra. E colei che era in travaglio,

Mami o Ninharsag, era quindi la Terra stessa: la madre-utero.

Che ne d dunque delle quattordici madri-utero? Se prendiamo il testo al-

la lettera (un approccio pericoloso, ma in questo caso giustificato), la con-

fusione si pub risolvere supponendo che le quattordici dee erano contenu-

te entro I'unica madre-utero. Questo avrebbe un senso. Spiegherebbe il

continuo cambio di enfasi nel testo e giustificherebbe il fatto che il "mat-

tone" collocato.fra le madri-utero poteva allo stesso tempo essere posto

all' interno della Casa di Mami. Le quattordici madri-utero, quindi, erano

supplenrentari uteri nell'ulero che simboleggiavano il sette, numero divi-

no e fortunato dei maschi e delle femmine.

Tutto questo conduce a un'affascinante idea. Cos'era effettivamente il

"mattone" collocato nella madre-utero, ma fra gli uteri supplementari'?

Chiaramente, un mattone simboleggia I'inizio di una costruzione, le sue

fondamenta. In questo contesto, tuttavia, la costruzione che ebbe luogo fu

la costruzione della vita.lnoltre, il mattone venne posto dentro il grembo

della Madre Terra.Il "mattone", quindi, d intprobabile che fosse un umile mattone di fangol

fatto che b confermato da uno degli epiteti di Ninharsag, "mattone di lapi-

" alv l r . cr t . , p. l (X).

" Ibid.

). AMORI-: SUII.AI{ONTAGNA 55

slazzuli"75. Come vedremo, in altre leggende il lapislazzuli era la pietratlcl cief o per eccellenza e allo stesso tempo il materiale scelto per il palaz-zo di Ereshkigal nel mondo degli Inferi.Mettendo insieme tutti questi indizi, anche col poco appreso fin qui. non

ci vuole molto a comprendere il simbolisnto del "mattone" di lapislazzulisceso dal cielo sulla Terra.Sembrerebbe che il "mattone" .fosse un meteorite che simholeggiava I'i-

nizio della vita sulla TerraTo.

AMOITT: SUII.F. MONTAGNT--

Circa trentacinque secoli fa, un poeta babilonese scrisse:

Chi pud comprendere le menti degli ddi nelle profonditir del cielo'/I pensieri di queste profonde acque divine, chi pud sondarli?Come pud I'umanitir confusa comprendere le vie degli ddi??'

Riassumendo il presente capitolo, bisogna dire che noi - nell'era moderna- siamo ugualmente confusi nel tentativo di comprendere gli antichi ddi. Perquanto concerne gli studiosi, <le profonditd del cielo> non vanno oltre levaporose nuvole bianche della troposfera, oppure, ancora meglio, le scure erabbiose nubi che riversano sulla Terra pioggia, grandine e fulmini.E quanti di noi non sono stati confusi dalle teorie su diviniti atmosferi-

che, sono stati ugualmente sviati da fantasiose idee su ddi in carne e ossascesi dal cielo come astronauti provenienti da un altro pianeta.Davvero I'umanitd non d riuscita a sondare le vie degli antichi ddi nelle

acquee profonditd del cielo.In questo capitolo, abbiamo visto alcuni esernpi di come il cielo degli

antichi fosse una montagna, che si disintegrd e cadde sulla Terra.C'd Urano, suprema divinitd greca, che scese <<ubriaco, per penetrare il cor-

po dellaTerru. Il suo nome significa letteralmente "montagna del cielo".C'd Enlil, principale figlio di Anu, che scese sulla Terra e ne spaccd la

crosta con un "piccone", fecondb Ninlil con un fiume di acqua simile asperrna, introdusse il suo "pene" in una "montagna" e cred le stagioni di"estate" e "inverno". Suo piD famoso epiteto era "Grande Montagna".

C'd poi Enki, fratello di Enlil, che non era chiamato "montagna", manondimeno scese dal cielo in una "barca" circondato da pietre e acqueviolente, ammassd cumuli e collinette sulla Terra, riempi i fiumi di acquesimili a sperma e fecondd la "signora della montagna".

E c'd Azag, il malvagio demone simile a un Titano, che si rifugid nellasua "montagna" in cielo, distrutta poi da Ninur-ta. All'istante, venne rila-sciato un enorme mucchio di pietre che travolse la Terra e cred un <<gran-

75 Dalf ey, Myths fron Mesopotumia, cit., p. 37.

'n Notare i l s imbol ismo del la donna incinta seduta sul rnat tone: un'usanza di f lusa sia nel l 'ant ico

Egitto sia in Mesopotamia; vd. Lurker, The Gotls und Svmbols oJ Antient Egypt. cit., p. 33 e ancheerurr , c i t . , p. 381, n. 2.

" La leggenda di Ludlul bel nenreqi; vd. Jacobsen, Tlrc Trcusu:s ol Darkness, cit., p. 162.

l1I

56 QUANDO GI.I DT:I SCT:SERO SUII-ATI.:I1,I1'R

de muro> nel paese. Giunse anche un violento di luvio or iginato dal

<ghiaccio, a lungo accumulato nella montagna sull'altro versante>>. Cosi

la Terra venne fecondata e si trasformd in un giardino paradisiaco.

Il tema d chiaro. Tutte queste leggende descrivono la Terra come un gi-

gantesco utero, o forse, potremmo dire, un utero per giganti.

Il seme cadde in questo grembo non dalle nubi, ma dall'alto dei cieli,

con una forza che lo fece penetrare. Nelle leggende ebraiche, il seme era-

no i figli di Dio. In quelle greche, era Urano, Dio stesso. Nelle leggende

mesopotamiche, il seme era I'acqua o le pietre dal cielo.

Il seme quindi generd la vita nell'utero. Nelle leggende ebraiche, la Ma-

dre Terra fu fecondata dai giganti Nefilim, in quelle greche, venne impre-

gnata dai Titani.Anche nelle leggende mesopotamiche, la Madre Terra venne fecondata

da dbi, giganti o demoni e vale la pena di citare alcuni esempi.

Primo, rl Lugal-e descrive esplicitamente le origini del malvagio demo-

ne Azag/Zu:

Anu fecondd la verdeggiante Tena (rl) ed essa gli generd Azag".

Analogamente, in un testo babilonese intitolato Erra e Ishmun,leggiamo

che Anu fecondd la Terra con sette ddi Sebitti:

Quando Anu, re degli ddi, fecondd la Terra,ella gli generd i Sette ddi, ed egli l i chiamd "Sebitti""'.

La nascita di questi Sebitti fu <<strana e piena di terribili presagi> e nes-

suno li poteva avvicinare a causa del loro fiato letalesu. E significativo che

gli ddi Sebitti furono confinati nel mondo degli Inferi, dove divennero

compagni di Nergal (alias Erra).

Un'altra leggenda, dal titolo Tenzone tra bestiame e cereale, riferisce

che il primo atto creativo di Anu causd la nascita degli ddi Anunnaki:

Nella Montagna di Cielo-e-Terra, Anu fece nascere gli Anunnaki...' '.

Quest'unica "Montagna di Cielo-e-Terra fa riferimento al fatto che la

"montagna" del cielo era caduta e si era confusa con la "montagna" della

Terra. Come vedremo, questo b un motivo ricorrente. Ancora una volta,

quindi, d la Madre Terra a generare e la sua prole - gli Anunnaki - viene

confinata nel mondo sotterraneo.Secondo Enki e I'ordine del mondo,la Montagna di Cielo-e-Terra (ciots

la Terra) era anche il luogo in cui nacque Enki:

Enki, il re dell'Re.zu... parld con autoritit:

"Mio padre, il re del cielo e della Terra,mi ha generato in Cieb-e-furrrz (eN.Kt)"".

'* Iv i , p. 95; i l Lugul-e d datato al 2100 a.C. ca.

" Dalley, M t-ths from Mesopotamia. cit., p. 286.,u lbid.

'' Kramer, The Sumerians, cit., p. 220; ho emendato "sulla" con "nella".

- ' Iv i . o. 175.

] AMOIIT: SUII.A MONTAGNA

I In'altra leggenda afferma che anche Enli l, fratello di Enki, era naro in(lucsto luogo, da un'unione fra AN, dio del cielo, e KI, la Terrasr. Per inci-so. gli studiosi preferiscono tradurre AN.KI come "universo", una tradu-zione che non d sbagliata, ma rende oscuro i l significato della storia.

Altre leggende riferiscono semplicemente che l'unione fra cielo e Terrat'rcb tutti i doni di natura. Uno scongiuro tardo-accadico afferma:

Quando il cielo f'econdd la Terra, la vegetazione divenne abbondante".

[Jn poema sumerico descrive quest'unione di cielo e Terra in termini e-spl ic i t i e inequivocabi l i :

La liscia e grande Ten'a si f'ece risplendente. abbelli il suo corpo con gioia.La vasta Terra ricopri il proprio corpo di metalli preziosi e lapislazzuli,si adornd di diorite, calcedonio e lucente corniola.Il cielo si ornd con un'acconciatura di verzura, ritto nella sua signoria.La sacra Terra, la vergine, si rese bella per il cielo santo.Il cielo, I 'eccelso dio. piantb le ginocchia sulla vasta terra,versb i l seme degli eroici Albero e Canna nel suo grembo.La dolce Terra, la vacca feconda, fu impregnata da questo ricco seme

del cielo.Gioiosamente, la Tena diede alla luce le piante della vita,Rigogliosamente, essa generd i ricchi prodotti e diede alla luce vino

miele's.

Come vedremo, varie altre leggende affermano che anche il genere uma-rro discendeva da questa celeste fecondazione della Terra. Anche I'uomocra un prodotto del grembo della Madre Terra. Questa, perd, era evidente-nrente alla mercd di qualsiasi seme maschile. Non solo, infatti, diede allaluce ddi, giganti e uomini, ma anche spiriti malvagi e demoni, come risul-ta in modo drammatico dal seguente antico testo babilonese:

Progenie del dio del cielo, generata da uno spirito maligno, garanti della morte, ado-rlti figli del dio della tempesta, nati dalla regina degli Inferi, che furono strappati daleielo e (poi) scacciati dalla Tena come scarti, essi sono creature dell'inferno, tutti.

Su in alto ruggiscono, giD in basso pigolano, essi sono l'amaro veleno degli dEi, sonolc grandi tempeste liberate dal cielo, la civetta (del cattivo presagio) che stride nella citti.Progenie generata dal dio del cielo, figli nati dalla Terra'u.

Riassumendo, risulta assolutamente evidente che i nostri antichi proge-rritori erano ossessionati dall' idea del cielo che cade sulla Terra e generatlclla prole (buona o malvagia) tramite una sorta di matrimonio sacro conla Madre Terra. E un'idea presente non solo nel Vicino Oriente, ma anchei.rltrove, come negli scritti sanscriti dell 'antica India, in cui marito e mo-glie erano assimilati a cielo e Terra; percid in un testo lo sposo dice allac<lnsorte: <rlo sono il cielo e tu sei la Terrarr*'.

'' Eliade, A Histon' ol Religious ldeus, cit.. vol I, p. 58.'' Jacobsen, The Treasures oJ Durkness. cit., p. 95.

" Kramer, Histon- Begins at Sumer, cit., pp. 303, 304.'" Jacobsen, The Treasures of Darkness,cit., p. 13.

" M. Eliade, The Mrth of the Eternal Rcturn,Princeton University Press, 1954, p. 23.

57

58 QI,ANDO GIJ DI:ll SCTISERO SUll^A'TI':RI3A

Ancora oggi, sopravvivono echi di.questo passato dimenticato. Il giorno

di San VaGitino. viene evocato Eros, il fiammeggiante dio-Titano' nato

nella Terra, nel ..grembo delle tenebre>> e generato da un ovento>> miste-

rioso. E in altri gi,orni, scherziamo chiedendoci I'un l'altro se IaTerra si i

mossa mentre facevamo I'amore**.

Eppure, nonostante Cib, gli studiosi odierni parlano.di una Terra resa fer-

tile da dbi del tuono, del fulmine, della pioggia e della grandine e, inoltre,

da una scala planetaria riducono qualsiasi cosa a una montagna o vallata

circoscritta. E, ," questo non fosse gih abbastanza, portano gil gli ddi dal-

lo spazio e li sistemano nella troposfera, quas! l suggerire che I'uomo an-

tico fosse incapace di concepire qualcosa al di ld delle nuvole visibili '

Ma sono gli studiosi di oggi ad auere le idee confuse. Essi non hanno

compreso c-he la storia degli dbi che fecondano la Terra era un mistero sa-

,roiilmistero finale dellicreazione. Gli antichi fanno spesso riferimento

a questo come a un matrimonio divino, come nel testo gnostico del Van-

gelo di Filippo, dove b scritto:

Grande d il mistero del matrirnonio! Poichd senza di esso il mondo non sarebbe esi-

stito8'.

A causa di questo stesso mistero, i partecipanti ai misteri eleusini guar-

davano il ciel,o e urlavano: ..Pioggia!" e rivolgevano lo sguardo in terra al

grido di ,.Concepisci!>. Secondo-Ippolito, queste due parole costituivano

7l grande segreto dell'iniziazione. Vogliamo davvero credere che questo

grinde mistJro fosse la fertrlizzazione della terra tamite l'acqua pioltu-.

ia? Eppure d proprio questo che gli studiosi ci hanno detto negli ultimi

duecenio anni con la loro teoria delle divinith atmosferiche.

Francamente, sono perplesso. Riesco a irnmaginare diverse ragioni per cui

gli studiosi odierni non sono stati in grado di fare le dovute connessioni: pre-

liudirio, ignoranza, compiacenza, per citarne alcune. Eppure non posso fare

Irn"no di-clomandarmi si alcuni diloro non fossero a conoscenza di qualco-

ia. Troppisono gli sbagli, troppe le anomalie. Sembra quasi che tutto cid che

si sare66e dovuto p."nde." allo lettera, sia stato interpretato simbolicamente

e viceversa. E incredibile. Viene quasi il sospetto che alcuni studiosi cono-

scessero la verith, ma la considerassero troppo potente per rivelarlas.

Il risultato b che il silenzio degli studiosi - quale che sia il motivo - ha per-

messo al segreto finale dell'umanith di non essere rivelato fino al XX secolo'

E ora eiu;to il momento di sollevare quel velo, per evitare che noi tutti

affondiimo irreversibilmenre nella palude delle nostre false idee.

,* LJna delle piir celebri attestazioni di quest'espressione si trova nel romanzo del 1940 di Ernest

Hemingway, Per chi su'tttt kr campanu, ma l'idea era gil dilTusa da centinaia d.i annr.

- , ,Daimanoscr i t t i d i Nag Hammadi: c i t . in Baigent e{al . ,The Hott 'Bknt l und the Hol, - Grai l 'c i t '

cap. I 3, p. 404.iKror"r .onnrcevai lsegreto ' / lnHistonBeginsatSumer,c i t . ,p. l53,egl i scr ivechei lparadiso

era.il grande altoo, opp'stio al .grandc bnssso, poi a p. 156, equipara il grande alto al regno celeste

della dJa Inanna. Uanklografia ili base era sicurimente nota agli studiosi anche se non veniva espo-

.r. ^hicremenfc

r i l . f for i

3I1-I3IMI3O DI\)INO

Ma se qualcuno, con onesti d' intel letto, desidera applicarsial le varie branche del sapere divino, o al l ' indagine del lametafisica, scoprird che il mondo intero deve questo genere diapprendimento al l ' Egit to.

Ammiano Marcel l ino. tv secolo d.C.

Nel corso del t secolo d.C., lo scrittore greco Plutarco raccolse tutte leidce allora correnti sulle grandi divinitd egiziane Iside e Osiride. Nel suocclebre trattato, De Iside et Osiride, egli espose i particolari della nascitadi Iside e Osiride, I'assassinio di Osiride e la magica nascita del suo suc-ccssore, il dio bambino Horo.

Nel suo racconto, Plutarco riferisce I'opinione diffusa secondo cui Osiri-de era stato un re giusto e benefico per I'Egitto:

Osiride, essendo divenuto re d'Egitto, si dedicd allacivllizzazione dei suoi compa-trioti distogliendoli dal loro precedente modo di vivere barbaro e indulgente. InsegndIoro come coltivare e migliorare i frutti della tena, diede lorcl un corpus di leggi conlc quali regolare la loro condotta e li istrui nel rispetto e nella venerazione da tributa-rc agl i ddi ' .

Dopodichd, a quanto pare Osiride viaggib per il mondo, civilizzandolosenza il minimo bisogno di armi e attirando gli uomini per mezzo dei suoiatfascinanti discorsi, della musica e dei canti2.

Plutarco riferisce che, durante I'assenza di Osiride dall'Egitto, Iside go-vernb il paese, osservando con occhio vigile Seth, il loro geloso. scaltro ecaparbio fratello. Ma quando Osiride ritornd, Seth ord) un astuto pianoper assassinarlo e impossessarsi del regno.Aiutato da settantadue compari (e da una misteriosa regina di Etiopia),

Seth preparb una trappola per il fratello con la scusa di celebrare il suoritorno3. Organizzd un banchetto e, alla I' ine della festa, mostrd una ma-gnifica cassa, fatta di legno di cedro e intarsiata con ebano e avorio, pro-rnettendola in dono a chiunque fra gli ospiti fosse riuscito a entrarvi per-f'ettamente. Naturalmente, la cassa era esattamente delle misure di Osi-r ide.

Quando il re Osiride si adagib nella cassa, Seth e gli altri cospiratori silanciarono su di essa e ne chiusero il coperchio. Quindi la inchiodarono,la sigillarono con piombo fuso e la gettarono nel vicino fiume. Il fiume

' Plutarco, citato in Wallis Budge, Legends rf the Eg,-ptian GorLr, cit., p. 218.

' lb i t l .' lvi, pp. 218-219. E stato spesso suggerito che il numero 72 intlichi una conoscenzil della preces-

sione degl i equinozi . Ma d ugualmente possibi le che fosse sempl icemenle i l mul t ip lo dei numeri 8 e(). cntrambi altamente simbolici presso gli antichi Egiziani; vd. Alfbrd. Dulle piranridi ud Atluntide.c i t . . cao. I l .

(r0 QUANDo Gll DI::l scr-srx'o sul'l-ATl'-l3l1A

trasportb la cassa con dentro Osiride fino al mare. attraverso la cosiddetta

"bocca di Tanai" del fiume Niloo.

Dopo aver appreso queste terribili notizie, Iside, sposa di Osiride e regi-

na d;Egitto, si mise alla ricerca del corpo del consorte'

Secoido la leggenda riportata da Plutarco, dal corpo di Osiride, traspor-

tato in un luog"o di nom'e Biblo, crebbe un bell'albero, che in seguito- fu

abbattuto e utiiizzato come pilastro per il palazzo del locale sovranos' [si-

de, tuttavia, vold a Biblo (dopo esseisi mutata in rondine), recuperd il cor-

po di Osiride dal pilastro e lo riportd in Egitto''

Poi - in quella.i" p.etumibilmente era una leggenda distinta - la cassa

contenente il corpo di Osiride fu scoperta dal malvagio tratello Seth men-

tre questi era fuoii a caccia di notte.-secondo Plutarco, Seth taglib quindi

il corpo rnpezz\ che disperse in tuttol'Egitto"..lside, perb, riusci a recu-

p"rare tuttele parti del corpo, tranne il fallo, che a quanto pare era stato

gettato nel Nilo e inghiottito da un pesce'.'e.i quunto riguardi le diverse parii del corpo, alcuni credevano che Isi-

de le avesse sJppellite nel luogo del ritrovamento, mentre altri ritenevano

che le avesse nascoste.-Qurttu, quindi, d la leggenda di Iside e Osiride secondo il racconto di

Plirtarco'e'possiamo pteiumete che essa rappresentasse le percezioni co-

rnuni degli Egiziani del t secolo d.C.

Ma d dlvvero questa la storia di Iside e Osiride, oppure invece essa riflet-

tela versione "iolgariz.zata" della storia ammannita alla gente comune?

Plutarco, da partJsua, da un lato, rifiutava I'idea che lside, Osiride e Seth

fbssero stati eiseri umani e attaccava violentemente Evemero (la cui teoria

su re ed eroi divinizzati divenne in seguito nota col nome di evemerismo)'

Evemero, secondo Plutarco, si era ,.inventato una mitologia personale>. che

non aveva <la benchd minima parvenza di veriti che la confermasse>>''

euell'uomo, diceva, viveva chiaiamente in un mondo di fantasia.

b'altro canto, Plutarco suggeriva che la storia di Iside e Osiride non fos-

se priva di <effettivo fondamentot>'. Afferma I'autore: t<Deve esserci stata

quil"h" reale disgrazia, un'effettiva calamith. ' ' alla base del racconto>>r0' A

conferma di cid, Fluturco sottolineava che il paese d'Egitto era pieno di se-

pol-ri in cui si di."uu giacessero parti d^el corpg di Osiride, mentre i ternpli

brano colmi di una talJ osolenne atmosfera di dolore> che era difficile cre-

dere che non fossero stati ispirati da qualcosa di veramente profondo.

.Wal l isBudge, Legett t lsoJtheEgl 'pt ianGozls,c i t . .p.2l9l comevedrenronei successiv i capi to l i '

la "bocca di Tanai" era la foce del Nilo celeste., secondo Ia mia opinione, Biblo simboleggia qui il paese del papiro, la Terra stessa.

u Wal l is Budge, Legends t f the Egtpt iun Gods,ctr . ,pp.224.225'

- lvi, p.226;il fott1rtu inghiottito iaire pesci, sebbenj il nu-"ro sia probabihnente sirnbolico' Corne

vedrerno nel capitolo succeisivo, il Pesce potrebbere essere una metafbra della Terra, che inghiotti il fal-

lo di Osiride quando esso cadde 1lel cielo. Secondo me, d evidente che la leggenda di alcune parti del

corpo ritrovate e del fallo scomparso rappresenta una fusione di due distinte versiotri della stessa storia'

- Wallis Budge, Legeruls gl the E14\;ptian Gods, cit., p.234.

" lv i . p. 230.

" Iv i . o.229.

I Il.l l lMl3ODIlINO (rl

Oggi, osservando i resti dell 'antico Egitto, non possiamo che condivide-rc i sentimenti di Plutarco. Ovunque, vediamo le vestigia di una religione\cnza precedenti, che compete su pit aspetti con quella dei Sumeri. In E-titto, cid che contava non era semplicemente il rispetto verso gli ddi - co-rrrc in Sumer -, ma il desiderio di diventare un dio e di entrare, dopo larfrorte, nel mistico regno noto col nome di Dat,in cui il defunto potevar iaggiare in cielo e nutrirsi del cibo degli dbi, bere le loro bevande e con-tlurre una beata vita eterna. L immortalitd era il fulcro dell'antica cultura e-l iz iana. Le mummie. esposte in diversi musei. sono un impressionante e-scrnpio di quest'aspetto, ma coloro che hanno visitato la valle del Nilo han-rro ammirato meraviglie ancora maggiori: le statue gigantesche dei re, i ma-rnifrci templi con i maestosi pilastri che toccano il cielo, ma soprattutto, lerrrcravigliose piramidi di Giza".

E incredibile che Plutarco non abbia evidenziato le relazioni tra queste

lriramidi e la storia di Osiride. Dopotutto, le piramidi erano le "macchinetli resurrezione" dei re e questi ritenevano di ottenere questa resurrezionetlit,entando Osiride ed emulando l'originale morte e resurrezione del dio.( )siride era cosi I'archetipo di morte, rinascita e immortaliti.

ll fatto che morte, rinascita e resurrezione abbiano permeato ogni aspet-Io della societd egiziana per pii di tremila anni attesta la veridicitd delleparole di Plutarco sulla morte di osiride: <Deve esserci stata qualche rea-lc disgrazia, un'effettiva calamith... alla base del racconto>.Cosa pud essere stata quest'effettiva calamitd? Dopo aver esposto i fatti

t 'ssenziali della storia di Iside e Osiride, Plutarco prosegue elencando lerliverse intelpretazioni del racconto diffuse ai suoi tempi. Prima, la teoriacvemeristica; seconda, la teoria che vedeva Iside e Osiride due demoni;tcrza, Ia teoria secondo cui le storie erano allegorie sulle forze della natu-nrl Quarta, che Iside e Osiride erano la luna e Seth il sole; e quinta, che lastor ia al ludeva ai fenomeni del le ecl issi ' ' . Bisogna dire che nessuna di(lueste teorie riguardava il genere di "calamitd" che avrebbe potuto ispira-r c agli Egiziani le profonde credenze sulla vita e la rinascita. .Alla fine della discussione, i lettori non ne sapevano molto di piir sul si-

snificato della storia, anche se Plutarco stesso insisteva che qualcosa c'era.Ma Plutarco lascib di proposito i lettori all'oscuro? Come abbiamo men-

zionato nel Capitolo l, vi erano alcune cose che I'autore non volle discu-lcre, in particolare il rituale del tronco d'albero spaccato a Biblo. Questo,cgli riferisce, era <<intrecciato a tali misteri da non poter essere rivelato>>.lrppure, egli commenta anche che il rituale del tronco <allude alla realtisulla quale si basa questa storia>>rr.

Questo non fu I'unico mistero accennato da Plutarco. Nel capitolo xtxrlcl suo trattato, egli afferma:

Bisogna tuttavia sottolineare che la Grande Piramide potrehbe essere strta costruita con uno sco-

lu'tliverso da quello del culto dell'immortalitir dei faraoni; vd. Alford, Dalle piramidi ad Atlantide,, r t . . capp. l -4.

'Waf lis Budge. Legentls of the Eg,-ptian Gods,cit.,pp.232-48.Proprio cosi: cfr. i ?ra.rri delle Piranitli. fornula 574.

(t2 QUANDo Gll DIiI scr:sF:llo sullATI-:Rl1'A

Si dice che Iside si uni a Osiride tlopo kt morte di questi e (quindi) diede alla luce il

bimbo Horo, che nacque prima del tempo ed era storpio negli arti inferiori'o-

Dopo aver lanciato la bomba, Plutarco con nonchalance passa ad altre

questioni.'Cid

che rende ancora pii strano questo commento b che, nel corso della

narrazione precedente, Plutarco noh accenna assolutamente alla nascita di

Horo e il bimbo appare sulla scena come se niente di particolare fosse av-

venuto.I lettori avrebbero cosi presunto che Osiride avesse generato il frglio pri-

ma della morte, finchd eisi non si fossero imbattuti nel fastidioso raccon-

to del rapporto necrofilo citato sopra.

Quest'iffermazione in sd non b particolarmente importante, perchd forse

Plutarco era semplicemente in rmbarazzo a menzionare il rapporto necro-

filo, dopo aver nanato della fabbricazione dg parte.dlfside di un fallo ar-

tificiale sostitutivo del membro perduto di Osiride! Cib che b pii impor-

tante d che Plutarco alluse al concepimento miracoloso di Horo senza ap-

profondire I' argomento.

Era questo ui altro mistero che non poteva essere rivelato?

Nel periodo in cui Plutarco pubblicava il suo De Iside et Osiride (t seco-

lo d.i.), circolavano in Grecia altre leggende secondo le quali la nascita

di Horo era davvero il segreto pii potente di tutti.

Nel testo ermetico intitolato ln vergine del mondo,leggiamo brevemen-

te della nascita miracolosa in una discussione fra Horo e sua madre.

E Horo disse: <Come fu clunque, madre, che la Terra ricevette I'Efflusso di Dio?>.

E Iside rispose: <Non posso narrare la storia di -(questa)-nascita;

poichd non d con-

sentito dercrivere I'origine della tua discesa, o Horo (figlio) della potente forza, per

tema che dopo sia notJagli uomini il modo in cui nascon. gli q9i immortali - eccet-

to, finora, quando Dio iiMonarca, Ordinatore e Architetto dell'universo, invid per

qualctre tempo il potente sire Osiride e la potente dea Iside in modo che aiutassero il

mondo, poich6 tutte le cose avevano bisogno di loro>'t.

Ancora una volta ci chiediamo: <Chi eraho questi ddi? Perchd il mondo

ne aveva bisogno?>.

I.A, I3IS COPI'T3TA DI'I I JI'GITTO

Durante il t secolo d.C., quando queste idee ermetiche erano in competi-

zione con quelle del cristianesimo primitivo, il cittadino medio egiziano

credeva che Osiride fosse una sorta di re della fertilitd, le cui parti del cor-

po erano state sotterate per rendere feconda la terra. Osiride era quindi

considerato alla stregua di un dio dell'agricoltura, che moriva ogni anno

per rinascere al cam6io della stagione. Accanto a questa teoria assoluta-

mente razionale, molti accettavano I'idea abbastanza assurda che Osiride

fosse stato anche un antico re del paese, come accennato da Plutarco'

'o Wallis Brttlge, l.egentls of the Egl'ptiun Gods, cit., p' 228'li Temple, The Sirius Mystery, cit.. p. I14.

if'l..n-BrMl3o Dr$INo (t3

Quest'idea era senza dubbio nata dalle numerose rappresentazioni di osi-ride (e altri ddi) infattezze umane.Ma queste teorie ampiamente diffuse riflettevano davvero la profonda

natura della religione egiziana? o rispecchiavano piuttosto la versione es-soterica data alle masse - opposta alla versione esoterica conseivata dapochi? La famiglia reale e il sacerdozio conoscevano il significato piiprofondo di questa storia "volgarizzata"?Nel corso della prima metd del xrx secolo, si presentarono notevoli op-

portunitd di rivelare il mistero della religione egiziana. Con la decifrazionedella Stele di Rosetta negli anni venti dell'ottocento, era stata scoperta lachiave interpretativa dei geroglifici e, durante le successive decadi, un pic-cofo numero di importanti egittologi di tutto il mondo inizid a utiliziareguelta. chiave.per svelare i segreti degli antichi scritti egiziani. Essi furonol pnml uomini a penetrare un mondo scomparso da circa duemila anni.Nel 1882, I'egittologo francese Gaston Maspero pubblicd la prima tra-

duzione dei Testi delle Piramidi,le preghiere rituali sigillate all'internodelle piramidi dell'antico Egitto sin dal 2350-2200 a.c. ca. (che costitui-scono il pit antico corpus di scritti religiosi del mondo).Bisogna considerare che questi testi magici erano stati sigillati per I'eter-

niti e il loro contenuto era noto solo ai sacerdoti, ai re e agli ddl del Dat.Erano preghiere private, non destinate a occhi indiscreti e sicuramentenon destinate a essere lette e tradotte dagli egittologi piir di quattromilaanni dopo. Di conseguenza, Tl contenuto dei resti delle Piramidi era espli-cito e non celato dietro "sette veli" di segretezza, come nel caso di scrittireligiosi pii tardi.Gid nel 1910, una traduzione perf-ezionata dei resti delle piramidi era

stata pubblicata dall'egittologo tedesco Kurt Sethe e altri esperti avevanoiniziato a pubblicare traduzioni di ampie sezioni del Libro dei Morti e delLibro dei sarcofagi. Al giorno d'oggi, qualsiasi individuo pud entrare inuna libreria e comprare le traduzioni complete di tutti questi testi sacri.Quanto basta per far ritirare dagli affari qualsiasi scuola misterica deigiorni nostri.In conseguenza di questa rinascita dell'antica religione egiziana, vi fu ine-

vitabilmente una serie di nuove rivelazioni cbncementi il misterioso conce-pimento di Horo. I Tbsti delle Piramidi in particolare permisero di comple-tare i dettagli omessi dalla storia di Plutarco. Un brano, per esempio, descri-veva I'unione sessuale fra Iside e osiride in maniera piuttosto esplicita:

(o osiride), tua sorella [Iside] venne a te, sollevandosi, a causa del suo amore pertc. Tu la ponesti sul tuo fallo, il tuo seme si riversd in lei, ella concepi un bimbo... E-{li ti vendicb col suo nome di "Horo il figlio che ha vendicato suo padre"ro.

Questo brano integrava un testo pii antico, un inno a osiridc tradotto nel1867 . La cosiddetta Stele di Parigi riferiva:

'' Wallis Budge, From Fetish to God in Ancient Egypt, cit., p. 20 | . Il rermine tradotto con "ralle-llrndosi" si pud anche rendere con "sollevandosi"; vd. wallis Budge, Legends of the Egvptianr, 'z l r . c i t . , p. I l .

64. QUANDo Gl-I DilI scEsrx'o sullATl':l3l3A

Ella fiside] andd alla sua ricerca [di Osiride] instancabilmente. Vold in tondo sulla

terra emettendo lamentose grida di dolore e non si posd finchd non lo ebbe trovato.

i itu proaurr" luce dalle suJpiume, cred aria per mezzo delle sue due ali ed emise i l

nriJ,j ai morte per suo fratellb. Fece sollevare le membra inerti di colui il cui cuore si

Era fermato. Rtiird la di lui essenza e quindi cred un erede'' '

Ma che significava tutto cib? Nonostante le traduzioni, lo spinoso pro-

blema di interpretazione rimaneva. ll velo di metafore e allegorie poco

familiari andava ancora penetrato. Nel 1969, Raymond Faulkner, I'accla-

mato traduttore dei Testi delle Piramidi, espose i problemi che egli e altri

incontravano:

ll Testi delte Piramidil presentano problemi e difficoltd'.. Essi comprendono testi

rnolto antichi... che sotiopongono al moderno lettore problemi di grammatica e vo-

cabolario... e vi si trovanb n,irn..or" allusioni mitologiche, e di altro tipo, il cui si-

gnificato risulta oscuro al traduttore di oggi't.

Nonostante queste profonde incertezze, perb, i Pr1 emilgtti .studiosi nel

campo dell'egittologia non esitarono a invoeare i Testi delle Piramidi co-

*" p.ouu di in moioteismo in cui il dio-sole Rd era per gli antichi Egi-

ziani I'unico Dio.Il pii eminente di questi padri fondatori dell'egittologia fu,James Henry

Brelsted, uno studioio americano le cui opinioni sui Testi delle Piramidi

furono a quanto pare pesantemente influenzate dalle moderne credenze

giudeo-criitiane. breaited non consiclerb le prove dell'esistenza di un cul-

io stellare, accanto a quello solare, affermando che quest'ultimo aveva as-

sorbito il primo. Per quanto riguardava gli aspetti dei Testi delle Piramidi

di difficili interpretaiione, Breasted li liquidb definendoli un guazzabu-

glio di preghiere, inni e miti arcaici."Analoghe" idee furono promulgate dall' egittologo inglese Ernest Alfred

wallis Eudge, il cui lavoro fu piD o meno contemporaneo a quello di

Breasted, tri ii tgqq e rl1934. Anche Wallis Budge concentrd il proprio

interesse sul culto solare degli Egiziani, affermando che il sole era il loro

<simbolo visibile> di un Dio superiore'e. Egli non parld mai in pubblico

di cib che questo Dio superiore potesse effettivamente essere. Per quanto

riguarda quegli aspetti dei testi che Wallis Budge non era in grado di com-

pi"rrd"r",'"gii ti Obfin < superstizioni grossolane e rozze credenze>>, che

erano state tramandate gra;ie all'iperattiva immaginazione di selvaggi e

semiselvaggi antenati2o.L'influen-zl di Breasted e Wallis Budge durante gli anni formativi dell'e-

gittologia fu tale che pochi studiosi osarono mettere in dubbio le loro con-

Itusiorii. E questa situazione, nel complesso, d rimasta tale'

Il risultato b che I'odierna egittologia b dominata da un'ortodossia che

'i Wallis Budge, From Fetislt to God in Ancient Egl'pt, cit'. p' 202'

,* R. O. Faulkner,The Ancient Eg,-ptian Pyrantid kxt.s, Aris & Phillips, Oxford University Press,

1969, Pretazione.,, Wallis Budge, Eg,vptian Religion, cit., p. I 19, e analogamente pp. 22, I 25'

: " Iv i . pp. 7. 8. .19.

l. n- r3rl,it30 Dr\)rNo 65

spiega tutto in termini di sole: templi, obelischi, piramidi, sfinge. Unanuova generazione di studiosi si applica attivamente alle varie specializ-zazioni (facendo un buon lavoro, bisogna ammetterlo), dando perd perscontati tutti gli aspetti delle questioni religiose e affidandosi ciecamenteall'interpretazione imposta precocemenle da Breasted e Wallis Budge unsecolo fa.

Questa non d solo la mia opinione, ma anche quella di alcuni studiosi al-l ' interno dell'egittologia stessa. Per esempio, nel 1993, I'egittologo Dimi-tri Meeks evidenziava il fatto che traduzioni affidabili di molti importantitesti religiosi erano state rese disponibili solo nei precedenti venticinqueanni e commentava:

Il lavoro di stabilire i fatti fbndamentali. . . in realt) d appena cominciato. E giunto ilmomento, quindi, di leggere, o rileggere, i testi, non per adattarli alle nostre fantasie,come in passato, ma per tentare di comprendere il loro reale significato... Cosa di-verrebbe I'Egitto se fosse finalmente considerato per quello che era - nd moralmen-te accettabile, nd moralmente sconvenienti: e, ancor meno, il padre delle nostre con-cezioni - se fosse addirittura qualcosa di completam ente dilferente? I tempi sono ma-turi per porci la domanda (enfasi originale)rr.

Come ha suggerito Dimitri Meeks, b davvero giunto il momento di guar-dare con occhio nuovo agli antichi testi egiziani.

E cominceremo dal pr incipio.

QUANDO CADDE n. Crr-l-O

Nel corso del xx secolo, con I'aumentare delle traduzioni e pubblicazio-ni dei testi, diveniva sempre piir evidente che i sacerdoti e'i re egiziani e-rano stati ossessionati da qualcosa chiamato Zep Tepi,la cui traduzioneapprossimativa d "la Prima Volta"tt. Veramente non erano ossessionatitanto dallo Zep Tepi, quanto dall'idea di ripristinare lo Zep Tepi, in altreparole, riavvolgere il tempo fino a ritornare al principio. Risulta che que-sta era la ricerca dei re nell'aldild: ascendere al cielo e ripristinare tutte lecose nello stato in cui erano in principio'r.

Perchd cib era considerato necessario?kt semplice risposta i che gli antichi Egiziani credevano che un tempo

nell'universo vi fosse stata un'etii d'oro, scomparsa a ,seguito di una tre-menda catastrofe.ll fine di sacerdoti e re era di ricatturare quest'etd d'o-ro: ristabilire I'ordine (maat) dove vi era disordine, la giuStizia dove ora sitrovava l' ingiustizia e la perfezione dove vi era imperfezione. Questo dcid che ispirava il tentativo di ritornare indietro nel tempo da parte di sa-cerdoti e re egiziani.

Per quanto concerne la catastrofe avvenuta Ia Prima Volta, gli Egiziani la

'' D. Meeks - C. Favard-Meeks, Dail.y Life of the Eg,vptian Cir.rds. John Murray, 1991 , p. 4.

'r Vd. f indice analitico in Alford, Dalle pirantidi ad Atlantide.cit.r'La storia completa va ben oltre gli scopi di quest'opera; tutti i particolari si possono trovare in

Alford, Dalle piromitli ud Atlantide,cit.. capp. -5-10.

66 QUANDL) GIJ DI:]I SCI':SERO SUIJ.ATT:RRA

definivano in vari modi: era <il giorno dell'uccisione degli Antichi>", <il

lioino in cui rivali combatteroio>r2', <il gio.rno. del grande conto>>26, <(il

l io.no della tempesta sulle Due Terre>>", <il giorno del.grande massa-

Erorr" e <<la notte'del fare la guerra e il giorno delta distruzione dei nemici

del Signore di Tutto>"'.-Rigu-ardo alla ,.notre del fare la guerra>, gli autori.de! li\:::

dei Morti ag'

giuigevano la seguente glossa: <Significa che i Figli dell 'Impotenza en'

i*r""no nell'est dEl cielo"e scoppid la guerra in tutto il cielo e la Terra>>ro'

Sembrerebbe che Plutarco avesse ragione: gli Egiziani effettivamente

cretlevamt in una <qualche reale disgraiia, un'effettiva calamiti> (per dir-

iu.on le parole dell'autore greco) cheera al centro della loro religione' -

ptutut.o aveva ragione anJhe su un altro punto. Gli dbi non etano re del-

t'egiitopr"dinastiJo divinizzati e non appafienevano a un'epoca migliaia

di anni precedente alla t dinastia (come-aveva suggerito Manetone nel tU

secolo a.C.) Al contrario, gli dbi appartenevano all'epoca della Prima Vol-

ta, milioni'di anni prima-della t dinastia. Questo.divenne evidente dalla

traduzione di iscrizioni provenienti da templi egiziani, che si riferivano al

tempio come a un ,.palizzo Ci milioni di anni>, o dl palazzo unito all'e-

ternitho''. Chiaramente, l ' idea era che i templi stabilissero un legame at-

traverso il tempo con la supposta etd aurea della Prima Volta, distrutta mi-

lioni di anni piima, oppure,-per parafrasare, infinito tempo fa'

Trapelava "he

qu.tto era stato il tempo_in cui era nato il dio Osiride e a-

veva poi o".upa[o il trono del regno degli Inferi. Ma Osiride non era nato

come un re della Terra, come riienevano gli Egiziani in epoca piil tarda.

Al contrario , i Testi delle Piramidi, datati al 2300 a.C. ca., affermavano i-

nequivocabilmente che:

ll re [Osiricle] d legato alla parte orientale del cielo, poichd il re fu concepito li e il

re nacque lit'.

E quindi possibile comprendere perchd i re egiziani fbssero ossessionati

dall'asceniione al cielo'dopo la morte: essi credevano di essere nati in

quel luogo, come Osiride, e di appartenervi'

La decifrazione dei geroglifici, da parte di Jean-Franqois Champollion.e

altri, rivelava inoltre lfl" ii madre di Osiride, a cui Plutarco aveva dato il

no-" gt".o di Rea, era una dea celeste di nome Nut. Nei versi iniziali dei

'o Testi rlelle Piramidi, fbrrnula 213' p'tr' 399')' Tbsti dei sarcofugi. tbrrnula rrs; vd. R. o. Faulkner, The An<'ient llgvptiun Coffin Texts, vol. t,

Aris & Phil l ips, 1973, P.763-.o Libro dei Morti. tbrmula 125; vd. R. O. Faulkner, The Ancient Egyptiun Book rtJ'the Deal' 1985'

D.32.

" Testi dei Sun ofhgi, formula 358.

" Waf lis Rvdgc, Fiom Ferish trt God in Ancient ts.l'pt, cit', p' 150'

"' Libro tlei iTorti, lornda l7; cfr. Tesri dei Sarurfugi, tbrmula 335'

" '1bid."shaler,TamplesofAnt ' ientEgypt 'c i t ' ,pp'29,15,88'99,102'107- l l0 ' l l5 '', Testi delle piruntitli. tntnlrlo'6'OC, pur.'i960. L

"rt simboleggiava la direzione.dell'orizzonte in

cui sorgevanotutt i icorpicelesti .Vd. laspiegazionedell ' .assiomaest-ovest>inAlford' Dallepiru'

nidi ud Atlantirle, cit ' caP t{.

i. n.r3rTJt3o DIIINO 67

li,sti delle Piramidi,la dea Nut confermava che Osiride era "il

mio figliornaggiore che apri il grembo>r'.

Ma quale tipo di "grembo" poteva esistere in cielol La sensazionale rispo-\ta era fornita dalla stessa Nut nella formula 484 dei Testi delle Piramidi:

kr sono il colle primordiale del paese al centro del mare3a.

A questo punto, i lettori ricorderanno che le divinitd celesti mesopotamichec greche erano identificate con "montagne". Nut, come <<colle primordialetlcl paese>, rientra nella stessa categoria. E questo suggerisce che il "mare",rul centro del quale il "colle" di Nut galleggiava, era una metafora per gli a-bissi acquei del cielo. Ritomeremo in seguito su questa metafora e confer-rneremo che questa d la giusta interpretazione. A questo punto, ci stiamorrruovendo velocemente verso la decifrzione di antiche metafore egiziane.Scmbra che il "colle" fosse una metafora per un corpo celeste; il "mare" sim-boleggiasse lo spazio e il "grembo" di Nut rappresentasse qualcosa nel cieloche diede alla luce gli ddi. Quest'ultimo punto era corroborato da Plutarco2300 anni dopo la stesura del testo citato precedentemente. Uautore greco,infatti, scrisse che Seth era nato dal grembo di Nut <facendosi strada aforzaattraverso una ferita che egli provocd sul fianco della madre>3s.Tanto basti,riguardo all ' idea che questa fosse una nascita di tipo umano.Tornando d Osiride, non si pud fare a meno di sottolineare che, nono-

stante fosse stato concepito nella <parte orientale del cielo>, egli era notoper essere il dio degli Inferi, ciod dell' interno della Terra.Come d possibile che Osiride, un dio celeste, divenisse un dio degli lnfe-

ri? La risposta d ovvia: Osiride scese dal cielo.Non solo: Osiride scese dal cielo con unaforTa tale da penetrare Ia Ter-

ra ed entrare nel mondo sotterraneo.Tanto basti per quanto riguarda Ia teoria delle divinita atmosferiche. Osi-

ride deve essere stato sicuramente un meteorite.Ora che possediamo le traduzioni complete dei ksti delle Piramidi, del

Libro dei Morti e dei Testi dei Sarcofagl, questa discesa catastrofica di O-siride non-dovrebbe piD essere un problema. Nella formula 254 dei kstidelle Piramidi, per esempio, si legge:

Egli f Osiridel apri la Terra per mezzo di cid che sapeva il giorno in cui desiderd ve-nire di ld'n.

Analogamente, il Libro dei Morti riferisce:

...il corpo di Osiride entrit nella montagna e I'anima di Osiride usc) splendente...quando egli emerse dalla morte, una cosa splendente, con il volto bianco per il calorett.

" Testi delle Piramidi, tbrmula I , par. | .

' ' f vi, tbrmtrf a 484, par. 1O22.

'' Wallis Bw)ge, bgends of the Egyptian Gods, cit., p.217.

"' Testi delle Piramidi, fbrmula 254, pan. 281 ,282.'' Librtt dei Morli, trad. da Normandi Ellis, in R. Bauval - G. Hancock, Keeper rl Genesis, William

Heinemann, 1996, p. 283 (trad. it. Cusutde della Genesi, Milano, Corbaccio, 2000). Cfr. i Testi del-lc Piramidi, tbrmula 132, par. 541 , in cui Osiride il re afferma: <Sono asceso in un softio di fuoco,cssendomi sirato>.

(r8 QUANDO Gl,r Dr-l SCr:SERO SUll-\TI':l3l1,A

Osservate il riferimento alla Terra come "montagna". una metafora usa-

ta sia in Mesopotamia sia in Egitto. E notate anche I'idea della separazio-

ne tra anima e corpo di Osiride, con il corpo che entra nella "montagna"

della Terra e I'anima che ascende al cielo. ll concetto di morte e rinascita

era al centro dell'antica religione egiziana e la morte di Osiride segnava il

momento determinante e il prototipo di questa credenza.

Ulteriori prove a sostegno della teoria del meteorite - se ce ne fosse bi-

sogno - provengono dalle leggende del dio Geb, secondo i Testi delle Pi'

ramidi, un "alter ego" di Osirider*. Raffigurazioni di Geb mostrano il dio

in atto di cadere in Terra, con il corpo contorto e la testa volta verso I'alto.

Il suo nome derivava dal verbo egiziano gebgeb, "cadere a capofitto", e i

Testi dei Sarcofagi spiegano questa caduta affermando che Geb <<entrd

nella> Terra rn. Chiaramente Geb cadde dal cielo.

Inoltre, le leggende di Geb (alias Osiride) confermano che il dio egi-

ziano dei morti non era un unico meteorite, ma piuttosto un intero dilu-

vio. Percib, un testo egiziano dice di Geb che avvid un'opera di costru-

zione e rinnovamento sulla terra in <migliaia di fondazioni e milioni di

luoghi>>0".

1 -A PII'TITA 13I.-N I3I.-N

Se dobbiamo credere a questi racconti, un certo numero di meteoriti cad-

de sull'antico paese d'Egitto e fu recuperato dai sacerdoti egiziani. Nel

glal caso, dovremmo chiederci: ,<Dove sono oggi questi meteoriti?>.

E un fatto assodato che alcuni meteoriti egiziani furono fusi per il loro

ferro, poi utilizzato per la realizzazione di oggetti sacri. Altri meteoriti si

conservarono forse intatti per un certo tempo, ma alla fine potrebbero es-

sersi decomposti in un mucchio di frammenti sparsi (il loro contenuto fer-

roso li rende soggetti alla ruggine se esposti all'umida atmosfera terrestre).

Per quanto riguarda i meteoriti che non si deteriorarono in questo modo, b

assolutamente ragionevole supporre.che essi furono rimossi e distrutti da

forze nemiche, oppure rimossi e nascosti dai sacerdoti egizianio'. Se la tesi

presentata in queste pagine d corretta, d difficile immaginare che i meteori-

ti egiziani scomparvero; essi infatti erano gli oggetti pii sacri del paese.

'r Testi delle Pirumidi, forntula 260, parr. 322,323, in cui Osiride il re afl'erma: .lo sono I'alter ego

di mio padre [Gebl, il fiore di mia madre [Nut]. Io detesto viaggiare nell'oscuritir poichi non posso

vedere e cado a testa in giD>.

"A. Gardiner, Egypt ianGramnnr, Oxlbrd, Gr i f l i th Inst . , 1994' , p.59t l . Ci tazione daiTest i t le i

Sarc oJagi, fbrmula 829..,'Meeks - Favard Meeks. Darl-y LiJb of the Egvptitut Gods,cit.. p. tl4. Sia a Geb sia al suo prede-

cessore Shu era attribuita I'organizzazione del paese e la fbndazione delle prime citta..r In veriti, bisogna dire che gran parte degli invasori dell'Egitto non prof'and la religione locale, ma

anzi la adottir. Oltre al meteorite scomparso di Eliopoli, esistono prove testuali della scomparsa di

meteoriti a Ciza e Abido. Riguardcl a Giza, i testi egiziani parlano di un meteorite nascosto a Rostau

(Giza); vd. Capitolo l2 della presente opera. Per quanb riguarda Abido, invece, gli Egiziani atTer-

mavano che questa era la sede della <testa di Osiride" che vi era conservata in una cassa (vd. Wallis

Budge. Legends oJ'the Egvptian Gotls, cit., p. 230). Con ogni probabilitir, si trattava della "pietra

del

cielo' conservata ad Abido secondo la Nuturalis hisnriu tlello scrittore romano Plinio (libro II).

i. n.l3lxt30DrlrNo

Ir ig. l . / / tempiodelBenben(ORobertBauval ,perconc'e.ssionediRobinCook).

Fu, senza dubbio, a uno di questi destini che andd incontro la "pietraBenben": un meteorite a forma conica che veniva adorato presso I'anticacittd egiziana di Annu (Eliopoli)". Alla pietra fa riferimento la formula600 dei Testi delle Pirctmidi:

O Atum-Khoprer, tu divenisti alto nel cielo, ti sollevasti t:onte la pietra Benben neltcmpio del Benben ad Annu.. .ar.

Una possibile ricostruzione del <tempio del Benben)> compare nella fi-gura l. Qui, il meteorite, o pietra Benben, d a forma piramidale ed b col-locato su un alto pilastro con la punta rivolta verso il cielo, da dove essocra giuntoa.

Purtroppo, oggi non rimane alcuna traccia della pietra Benben e ad Annu(Eliopoli) ri:sta solo I'obelisco eretto nel 1950 a.C. ca. dal re Sesostri I.Assenza di prove, perd. non significa prova di assenza. Gli egittologi so-no certi che il tempio sia esistito e che la pietra Benben fosse un meteo-r i te.

Non che I'opinione degli egittologi sia affidabile. Dobbiamo. piuttostorisalire alle fonti e cercare di scoprire dagli stessi Egiziani cosa fosse dav-vero la pietra Benben.

" I. E. S. Edwards, nel suo Z/re Pyramid.s ql Egypt, Penguin Books, p.276, afl'ermava: <Appareora probabile che il simbolo di pietra del dio solare Isic] a Eliopoli, il Benben, lbsse conico". H.Frankfort , inKingshipandthe Gods,Universi tyof ChicagoPress, 1978,p. l53,af l 'ermava:

" I lde-tcrminativo della pietra Benben nei Testi delle Piramidi d un oggetto a punta di fbrma quasi conica'.

" Testi dclle Piramidi, formula 600 par. l6-52.

" Frankfbrt, in Kingship und the Gods, cit., p. | 53, suggeriva che la pietra Benben fosse ricopertadi una lamina d'oro che splendeva al sole. Cli. R. O. Faulkner. The Ancient Egvptian Cffin Texts,Ar is & Phi l l ips, 1977, vol . I I , p. 68, nota I a l la lbrrnula 422.

(r9

l [r

IlI

70 QUAN DO Gl.r Dr-:r SC[.S[:I3O SU I l -A TI-:l1,l1A

Un'importante indicazione si trova su un'iscrizione del tempio di Khon-

su a Tebe. Il seguente brano, con inseriti i termini in antico egiziano, de-

scrive I'atto della creazione da parte del supremo dio Amon-Rd:

Amon-Rd d il dio che generd (bnn) un luogo (bw) nell'oceano primordiale, quandoil seme (bnn.t) fuoriusci (bnbtt) la prima volta... Esso fuoriusc\(hnbn) sotto di lui co-me b consueto, nel suo nome di "seme" (bnn.t)t'.

Questo brano descrive la Prima Volta, quando Osiride fu concepito e

nacque nella <parte orientale del cielo> (per inciso, il nome Amon-RA non

deve trarci in inganno, perchd Ammone, Rd e Osiride erano tutti aspetti

del la medesima divini td).A questo punto, dobbiamo notare che il termine benben (bnbn) nel pre-

cedente brano significa "fuoriusci". Pietra Benben pud quindi tradursi co-

me "pietra che fuoriusci". Come sottolineb Henry Frankfort nel suo libro

Kingship and the Gods, cib b <inoppugnabilmente> la prova che la pietra

Benben era considerata <il seme solidificato>> del Diooo.

Da dove fuoriusci la pietra Benben? Secondo il brano citato, fuoriusci da

sotto Amon -Rd, ne ll' oceano primordiale.

Dove e cos'era I'oceano primordiale? Secondo gli antichi Egiziani, questa

distesa d'acqua, da essi chiamata Nu, Nwn, o Nwnw, era la cosa pii vecchia

dell'universo e aveva preceduto la nascita di tutti gli altri dei'. Si diceva che

quest'oceano, che per comodit)r chiameremo "Nun", si trovasse ovunque,

senza fine e illimitato, senza un sotto e un sopra e senza superficieo'.

Come ricorderete, quest'oceano primordiale era il luogo in cui la dea del

cielo Nut possedeva la sua dimora simile a una montagna. E questa dimo-

ra doveva essere in cielo perchd Nut era madre di Osiride e Osiride era na-

to in cielo, prima di cadere sulla Terra ed entrare negli lnferi.

Quindi, esiste una sola traduzione possibile di Nun ed essa va oltre la<profbndith celeste>>, le ,<acque celesti> o l'<<oceano celeste>, proposti da

Wallis Budge'". L'oceano primordiale era, senza ombra di dubbio, lo stes-

so abisso infinito che noi oggi chiamiamo "spazio". Percid, si affermava

che Osiride aveva nuototo all 'Isola della Tena, ciod aveva nuotato dalla

parte "orientale" del cielo attraverso I'oceano primordialet".

La pietra Benben era dunque una pietra fuoriuscita da sotto il dio creato-

re nel vasto abisso dello spazio, alle origini del tempo. La pietra Benben

era, quindi, un meteorite. Su questo punto almeno, gli egittologi hanno ra-

gione.

" Frankfb(, Kingship and the Gods, cit., pp. 153, 380.rn lv i , pp. 153,380. 381. note 26,27.

"Wal l isBudge,F'romFet ishtoGodinAncientEgypt,c i t . ,p. l0;edel lostessoautore, Icgendsof

rhe Eg.vpt ian Glcls. c i t . . pp. xvl t . xvl l l .* Altbrd, Dalle piromidi ad Atlantide, cit.. cap. 5.

"' Wallis Budge, Legends of the Eg "-ptitut

Gods, cit., pp. XVII, | 65 e dello stesso autore, Egyptian

Rel ig ion, c i t . , p. 102.

" 'Test i del le Pirumidi . tbrmula 517, par. 1t88, in cui Osir ide i l re dichiara: . lo sono r i tenuto giu-

sto in cielo e in Terra: sono ritenuto giusto in quest'lsola della Terra, alla quale ho nuotato e sono

giunto, che d t ra lc cosce di Nut>.

} II,I3IMI3O DIIINO

II, MISTEI3O DI--II-O HE?I3IjNI3EN

All'inizio di questo capitolo, ho riferito la leggenda della morte di osiri-rlc. secondo il racconto di Plutarco del t secolo d.c. Secondo la versionetli Plutarco, Osiride era stato smembrato da Seth, che aveva seppellito levarie parti del corpo in tutto I'Egitto. lside, sorella-sposa di Osiride, eralrtri riuscita a recuperare tutti ipezzi del corpo tranne uno, il fallo, che eraslato presumibilmente gettato nel Nilo e ingoiato da un pesce.

Questa storia, cosi com'b, era incomprensibilp al lettore greco come lo drrf lettore moderno. Ma se invece signfficasse effettivamenre qualcosa? Seil "fallo" fosse una metafora? E se il Nilo non fosse il Nilo come lo inten-

. tliamo noi? Se I'inghiottimento da parte del pesce fosse un'analogia?Circa cent'anni fa, si scoprirono diversi testi egiziani che contenevano

liste di luoghi in cui erano seppellite le parti del corpo di osiride. Risultdche I'importantissimo fallo era stato sepolto in un luogo chiamato Het-lJannu, il "tdrnpio della Fenice"s'.Noi ora sappiamo che lo Het-Bennu era il medesimo luogo dello Het-

llenben: il tempio del Benben ad Annu (Eliopoli). Era qui che il culto del-lrr Fenice (o uccello Bennu) esisteva accanto a quello della pietra Benben.Ma il tempio del Benben celava forse qualcosa? Dopotutto, il fallo per-

tf uto di Osiride era localizzato nel mondo degli Inferi. Il tempio (ftS. I)cra forse costruito su un complesso nascosto di camere sotterranee? Equesti ambienti nascosti contenevano forse una qualche reliquia che rap-

l)resentava il "fallo" del dio?Sappiamo dal racconto di Erodoto (v secolo a.C.) che era proprio degli

l]giziani l'uso di costruire camere segrete sotterranee. Riguardo al famosoI -abirinto, Erodoto affermava:

Ho visitato qu"tto luogo e I'ho trovato al di l) di qualsiasi descrizione... i l Labirin-t() supera fe piramidi... In esso vi sono due differenti tipi di camere: metd sottoterra,rttt 'ttt sopra il terueno, queste ultime erette sulle prime... Io stesso ho visto e sonolussato attraverso le camere superiori... (rna) delle camere sotterranee posso sololrarlare per sentito dire, perchi i custodi dell'edifit'io non poterono essere persuasi att t t t .strur le . . .52.

Questo racconto esernplifica la segretezza che esisteva in Egitto riguardorul mondo degli Inferi e spiega come mai scrittori quali Plutarco evitavanoaddirittura di menzionarlo. Era la quintessenza dei misteri, non solo in Egirlo, ma anche in Grecia e in altre regioni del mondo antico. Non c'd da stu-pirsi se il Labirinto (descritto da Erodoto) d rimasto nascosto fino a oggi.

Vi era forse un tipo analogo di labirinto segreto sotto il tempio del Benben?l-a risposta fu rivelata - per coloro che avevano occhi per vedere e per-

ccpire - nel 1905, quando Wall is Budge presentd la pr ima traduzioneconrpleta in lingua inglese di due dei testi egiziani piil sacri: 1l Libro di

Waf lis Budge, Fron Fetish to Cul in Antient L)14vpt, cit., p. 194.' l l rodott i , c i tato in E. von Daniken.The Ev*es of the Spht,nx, Berkley Books, 1996, p.72.

72 QUANDo cl-l DItl scr:sr:Ro sull-ATI':l3l3A

cib che i nel Dat e il Libro delle porte'3. In questo libro, il dio creatore Rd

era rappresentato mentre attraversava dodici settori del Dat, i cui primi

not,e iiano nel mondo degli Inferi". Era nel settimo settore che si trovava

la prima menzione della.forma sotterranea dello Het-Benben, il tempio

del Benben:

Questi [i dodici ddi barbuti] sono coloro che detengono il mistero di questo grande

di; tRal-In verit), quelli che sono nel Dat lo vedono, e i morti lo vedono - coloro

che bruciano in Het-Benben... Rd dice loro: <Ricevete le mie forme e abbracciate le

vostre forme nascoste. Voi sarete in Het-Benben, il luogo in cui d il mio corpo>tt.

Questo f uogo, lo Het-Benben, era agli Inferi, perchd il corpo di Rd (come

rizulta da aliri testi) era Osiride, che rimaneva sempre agli Inf'eri, anche

quando I'anima del dio ascendeva al cielo. Era quindi a yno Het-Benben

iotterraneo che faceva rif'erimento 1l Libro delle porte. Ed esso era descrit-

to come un luogo in cui gli ddi barbuti "bruciavano" perchd gli Inferi egi-

ziani erano conaepiti come un inferno infuocato - il prototipo del nostro.

Qualche riga dopo, era nuovamente menzionato lo Het-Benben, con il

dio Rd che dichiaiava: <<Io proteggo le mie cose segrete che sono in Het-

Benben>>to. La natura di queste cose restava nascosta nei <<Sacri luoghi> di

Rd, nelle profondith del mondo degli Inferi.

Alla luce di questi testi, gli archeologi dell' inizio del Novecento avreb-

bero potuto pensare seriamente alla possibiliti che il tempio del Benben

fosse stato costruito sopra un livello sottelraneo che simboleggiava le ca-

verne degli Inferi egiziani. Si sarebbe, anzi, dovuta considerare una pro-

babititi i, ipecialmente visto il racconto di Erodoto sul Labirinto e le sue

camere inferiori. Gli archeologi avrebbero dovuto prendere pala e picco-

ne e dirigersi alla volta di Eliopoli per mettersi alla ricerca del sito perdu-

to del sacro tempio.Purtroppo, unaiale spedizione non fu mai organizzatael'esatta localizza-

zione del tempio del Benben non B stata ancora rivelata. Le cose segrete di

RA - forse anche il "fallo" di Osiride - potrebbero giacere ancora lh, intatte.

A che si deve questa mancanza d'interesse? ll motivo d che gli egittolo-

gi non hanno mai valutato appieno il significato del culto dei meteoriti;

ion hanno mai compreso la santitd degli antichi Inferi egiziani e, fatto an-

cora piir essenziale, non hanno mai capito cosa fosse il mondo sotterra-

neo. Tutte queste cose sono state tenute segrete per millenni;esse erano, e

forse sono ancora, il fondanlento dei misteri.

Lo stesso Wallis Budge allontanava i suoi lettori dalla veritir. Nelle note

che accompagnano la sua traduzione del Libro delle porte, egli scrive:

RA promise foro che sarebbero stati con lui in Het-Benben, vale a dire, rrclLa copia

celeste di uno dei templi del dio-sole a Eliopoli".

" Wallis Budge, Ifte Egyptiu,l Heat'en ond Hell' cit., tre volumi in uno.

" Vd. Af fbrd, Dalle pirumidi utl Atlantitle, cit., cap' 8.

" Wallis Budge, inlre EBrptitut Hea'en antl Hell,cit.' It' p. 196.

' " Iv i , t t . p. 200.

" lv i . t t t . o. 167.

r . I l , l3rMr30DI\)rNo 73

Sciocchezze! Cib che RA dice agli ddi barbuti d: <Voi sarete in Het-Benben,il luogo in cui i il mio corpo>, al che gli altri dbi replicano: <<che il tuo corposia alla Terrar>5". Gli ddi erano quindi confinati in Terra, non elevati al cielo.

l-^,\ I.UCE DIiGl.I INIjI--l3l

La natura sotterranea dello Het-Benben non era I'unico antico mistero ce-lato dall'errata interpretazione di Wallis Budge del Libro di Cid che b nelDat e nel Libro delle porte.Egli riusci a'. a) rafforzare il dogma secondo cui Rd era un dio solare (e

nient'altro ohe un dio solare); e &) confondere la definizione degli Infericon il Dat. Cosi facendo, egli effettivamente occultd il significato di unodei principali motivi delle antiche scuole misteriche: la luce abbaglianteche illuninctvu l'inizictto nelle tenebre.Wallis Bud-ee era davvero cosi all 'oscuro, come sembrerebbe dalla sua

interpretazione dei testi dello Het-Benben e del Dat? Oppure, egli simula-va ignoranza per nascondere il vero significato di questi concetti fonda-rnentali? Confesso di non sapere quale sia la verith. Tutto cid che si pubaffermare con certezza b che Wallis Budge coi suoi errori del 1905 protes-se il segreto millenario fino a tutto il xx secolo. Non avrebbe potuto svol-gere un lavoro migliore nemmeno se fosse stato pagato per farlo.

Osserviamo ora piir da vicino il Libro delle porte e rl Libro di Cid che i nelDar, insieme a un testo strettamente connesso, noto col nome di Libro dellecavetrLe, e vediamo il loro reale contenuto e I'effettivo significato. Dobbia-mo sempre ricordare che questi testi erano segreti; essi erano scritti sulle pa-reti delle tombe o sui sarcofagi ed erano sigillati per l'eternitd. Non eranodestinati allo sguardo indiscreto della gente comune, come voie me.Cominciamo con il Libro delle porte, che descrive la discesa di Rd nella

Terra, un breve incontro con il corpo di Osiride e quindi la resurrezione incielo. In questa fase, siamo interessati solo alla prima parte del viaggio: ladiscesa nella Terra.

Il libro si apre con il disco di Rd che passa nella <<Montagna dell'ovest>>,ancora un altro uso della metafora "montagna = Teha". Il discorso di a-pertura di RA prevede la luce che egli porterA nella "montagna":

RA dice alla Montagna: <Emetti la luce, o Montagna! Che sorga lo splendore da cidche mi ha divorato e che ha ucciso gli uomini ed i colmo del massacro degli dbi>5'.

Come RA entra nella "montagna". gli dbi all ' interno gli rispondono cosi:

La dimora nascosta d nelle tenebre, in modo che possa aver luogo la trasformazio-ne di questo dio... Oscura d la via del Dat, percib che le porte chiuse siano spalanca-te, che la terra sia aperta, cosicchd gli ddi possano attirare colui che li ha creati... Lo-de a Rd la cui aninra d stata assorbita dal dio della Terra6".

i ' Iv i , I t . p. 196.

' " Iv i , I t . p. [ t2.

^" lv i , t l , pp. t t7. 91. 107.

74 QUANDO Gl-r Dr-:r SCr,S[:t3O SUl,l-A Tr-:t3l3A

Il testo dice abbastanza chiaramente che Rd sta passando all'interno del-la Terra. Questo pud sembrare strano a coloro che hanno accettato la teoriasecondo cui Rd era un dio solare e nulla piD. Ma il punto d che Rd, il sole,era un simbolo di qualcos'altro:. una.forma segreta ed esoterica di Dio.Tornando al testo, troviamo RA che procede attraverso le varie "porte" degli

Inferi, che si aprono e richiudono al suo passaggio. In ogni "divisione" degliInferi, gli dbi esortano Rd a venire e <disperdere la nostra oscuritd>>u'. ComeRd li illumina, gioiscono; poi quando egli se ne va e li restituisce alle tenebre,essi si lamentano. I brani successivi danno un'idea di cib che accadeva:

Sa [il dio dell' intelligenza] dice al portiere: <Apri il tuo cancello a Ri, schiudi le tueporte... che egli possa illuminare col suo splendore le nascoste dimore>or.

RA dice loro [agli ddi]: <Aprite i vostri templi, in modo che il mio fulgore possa pe-netrare I'oscurith in cui vi trovate>"r.

Gli esseri del Dqt gridano di gioia... <Emetti la tua luce su di noi, o grande dio chehai i l fuoco nell 'occhio>o

Essi emettono grandi lamenti per il grande dio dopo che d passato presso di loro,poichd quando egli si allontana essi vengono avviluppati dalle tenebre...o5.

Un quadro simile d presente nel Libro di Cid che i nel Dat, che gli Egi-ziani chiamavano il Libro della camera segreta. La "camera segreta" ap-parteneva a Osiride, che giaceva nella settima, e inferiore, sezione delDat.Era qui che Rd volgeva il suo corso, dicendo: <<Sono venuto a illumi-nare le tenebre e ad abbracciare Osiride>oo.

ll Libro delle caverne poneva grande enfasi su quest'unificazione tra RAe Osiride, identificando RA con I'anima e Osiride con il corpo. In tal mo-do, R0 entrava nelle caverne degli Inferi dicendo: <Conducete la mia ani-rna al mio corpo>>u'. Nella terza, e pii inferiore, delle sei caverne, RA si u-niva a Osiride, iniziando una nristeriosa trasformazione che annunciava lacongiunta resurrezione dei due ddi in cielo.

In tutti questi testi, Osiride era l'archetipo dell' iniziato delle scuole mi-steriche. Il dio si trovava inerte nella pii fitta oscurith, per poi essere im-provvisamente illuminato dall'arrivo della luce di RA. Mentre i poteri ge-nerativi della vita ritornavano, il corpo di Osiride si agitava, spesso dive-nendo itifallico. Alla fine, il dio risorgeva e rinasceva in cielo. Questa ri-nascita era il principale obbiettivo dell' i l luminazione, come I'iniziazionedei candidati alle antiche scuole misteriche.

Tuttavia, non era il vero sole che illuminava il candidato, ma piuttostoun sole simbolico. Nel linguaggio cifrato di Lucio Apuleio, iniziato ai mi-steri di Iside nel II secolo d.C., era il <sole a mezzanotte>:

" ' Iv i , r r , p. 120.

". Ihid.

" ' lv i . t t , p. I I l .* lv i , t r , p. I13.

" ' Iv i , t l , p. I18.

"" Iv i . t , pp. 148, 149:. Osir ide d lo stesso di "quel lo

che d in Mehen>.

"' Meeks - Favard-Meeks, Duily Life tf the F)gvptian GorA, cit., p. 154.

}. II-BIMI3O DIIINO

Vidi il sole a mezzanotte splendere di luce brillante e avvicinai la presenza degli ddirnt'eriori e degli ddi del cielo, e rimasi presso di loro e li adoraio'.

Apuleio aveva veramente veduto la luce, ma si trattava della luce delmeteorite.

I-'EI-TI.IJSSO DI OSKIDI'

Per eliminare qualsiasi dubbio sull'esistenza del meteorite alla base del-I'antica religionb egiziana, analizzeremo ora brevemente i testi che tratta-rro del la resurrezione di Osir ide in cielo. Alcuni di quest i test i - comec;uelli menzionati precedentemente - narrano la resurrezione di Osiride ildio, ma gran parte di quelli che citerd ora tratta della resurrezione di Osi-ride il re. Nell'antico Egitto, la distinzione era sottile, perchd ogni re, allapropria morte, era identificato con Osiride. Ogni re diventava Osiride.La pr ima cosa da notare b che i l re egiziano iniz iava la sua ascesa al

cielo non salendo, ma piuttosto discendendo al trono diOsiride negli In-

/2r1. Questa via indiretta al cielo d assolutamente logica secondo la teo-ria del meteorite, poichd il meteorite - il corpo di Osiride - era sottoter-ra (d inutile dire che questa via verso il cielo d altrimenti difficilmentespiegabi le ) .

Questo regno degli Int'eri era chiamato talvolta Arnentet, "il luogo nasco-sto", talvolta I'Isola di Fuoco (per ovvie ragioni) e altre volte Rostau. Erain quest'ultimo luogo che il defunto re raccoglieva l"'efflusso" necessarioper il viaggio di ritorno in cieloo'.Cos'era,questo "efflusso"? Secondo la formula 553 dei ksti delle Pira-

midi, era i'..eff' lusso che emanava dalla putref azione di Osiride>>'". La for-rnula l0d0 dei Testi dei Sarcofogi rivela il modo in cui quest'efflusso diOsiride fini in Rostau:

Questa d la cosa sigillata che d nelle tenebre,. con il fuoco attorno, che contiene I'et--l ' lusso di Osiride ed ts posta in Rostau lGiza]. E stata nascosta sin da quando cadde dalui IOsirideled d cid che venne giD da lui sul deserto di sabbia''.

L'eff-lusso di Osiride era quindi qualcosa che <.venne gii> dal cielo. Ill'atto che fu poi posta <nelle tenebre, con il fuoco attorno>> suggerisce unalocalizzazione agli Inferi, dove si trova lo stesso contrasto fia una terrache d oscura (Amentet) e allo stesso tempo infuoc'atu (l ' lsola di Fuoco).Ancora una volta bisogna sottolineare, per i seguaci della teoria delle di-

"* Brown, Stellar Theobgv und Masonic Astrono,nr-. cit., p. I l."" Vd. per esempio Faulkner, The Ancient Egtptiun &ffin Texts. cit., vol. t, p. I tt5 (fbrrnula 236).

rn cui Osir ide i l re dichiara: <lo sono colui che raccogl ie per sd i l suo el l lusso dinanzi a Rostau>. Vd.rurche p. 45, nota l0 alla frrrmula 48, dove Faulker aff'ermzr che Rostau era il (<n()nre della necropolirrrenfita, che in seguito passd a indicare I'oltretomba". Nei Ze,rtl dei Sun'olagi, fbrmLrla 1087, Ro-\lau d paragonata alla ocomrzione di Osiride". Per ulteriori infbrmazioni su Rostau. vd. Alford, Dal-It piranildi ud Atluntide, cit., cap. 10.

'" Testi delle Piruntidi, fbrmula 55-3. par. 1350.

' ' Test i t le i Surcof i tg i , formula 1080; vd. R. O. Faulkner, The An<ient Egt,pt i tut Crt l l inTexts,v<t l . t t t ,. \ rs & Phi l l ips, 1978. Cf i . anche la formula 1087.

75

76 euANDo cl-r Dr:;r scr.-sctlo sulll\TI..li,llA

vinith atmosferiche, che la grandine non ha la quantitd di moto necessariaper penetrare nel mondo sotterraneo. Se si prende il testo alla lettera, I'ef-flusso di Osiride pud essere solo un meteorite. . i ,.:r.,.

Ricordiamo anche che il significato letterale di "efflusso" d qualcosa,cheb "fuoriuscito". Questa era esattamente la descrizione della pietra Benben- il meteorite di Eliopoli - di cui abbiamo parlato precedenremente nelcontesto del seme che fuoriusci nell'oceano primordiale.

Uno dei primi compiti del defunto re nell'oltretomba era di raccoglierele sue "membra", le sue parti del corpo. Nei ksri delle Piramidi, si incitaOsiride il re: <Raduna le tue ossa, recupera le tue membra>>tr. Inoltre, i Te-sti delle Piramidi rivelano che queste parti del corpo erano di f'erro:

(O Osiride il re), levati sulle tue ossa tli.fbrro e le tue auree membra! Poichd questotuo corpo appartiene a un diot'.

Alzati, togli la terra, scuc'rti di dosso la polvere, levati!... Preparati c<tnle tue mem,bra diferrol. Attraversa il cielol...".

Come abbiamo detto precedentemente, il t-erro d un elemento caratteri-stico dei meteoriti. e quinOi il luminante leggere che le parti del corpo diOsiride il re erano associate al ferro.Gliegittologi sono ben consapevolidel fatto che il ferro meteoritico svol-

geva un ruolo importantissimo nelle cerimonie di ascensione per i re de,funti'5. Il rito principale di queste cerimonie era la cosiddetta "Apertura

della bocca", che si supponeva causasse la rinascita del morto. Il nuovo re,o un sacerdote, si accostava al corpo mummificato del suo predecessore ene toccava le labbra con un arnese simile a un'ascia. Secondo I'egittologoLanny Bell, <la simbolica larna di quest'arnese era un pezzelto di ferro.rne-teoritico, un metallo magico associato al cielo>>'6. Cib d conf-ermato dryliEgiziani stessi nella formula 816 dei Testi dei SarcoJagi, secondo cui il fer-ro dell'ascia erct caduto dttl cielo, da qualcosa che era andato in pezzi:

Il feno d rotto da Anubi nel cielo. Ohl Il f 'eno che ha aperro I'ovest [ciob ta Tena]!Questo d il ferro che d sulla rnia bocca, che Sokar ha spiritualizzato in Annu [Eliopo-lil, che fa salire I'acqua della mia bocca".

Secondo la formula 228 dei Testi dei Sarcofagi, quest'ascia di ferro me-teoritico era notzl col nonre di <fianco di Osiride" ed era conservata in una<cassa chiusaot*.

11 Testi delle Pirumidi, fbrmula 665A, par. 1908: cfi. Testi dei Sarufagi,lbrrnule 235.169.1'kst i del le Piranidi , fbrmulaT)3,par.2244:cfr .Test ideisarcolagi , formula5lg.1'Testi delle Pirutnitli. fbrmula 419. par. 749: vd. anche formula 570, par. 1454:

"Le rnie trssa so-

no di t-en'o e le rnie membra sono gli lmperituri>.7 'Vd. G. A. Wainwright. I ron in F-gvpt, in .Journal of Egypt ian Ant iqui t ies>. l8 ( 1933). pp. 3-15.?n L. Bef l in Shafer (a cura di). TcntlilL,s oJ'Antienr Egvpt, cit.. p. 116.11 Test i dei Surut l i tg i , lbrntula 816: Faulknercommentd che queslo branoera.un r i t 'er inrento 1l r i -

tuale del l 'Apertura del la bocca con un' lscia di fer |o. . Vd. anche l i r rnrula 936. Al lo stesso tempo. latbrmul i t 245 par la del del i rnte re .chc rpre i l suo luog<r nel c ic lo, in un capovol t imenkr del l 'episo-dio in cui i l neleor i te ferroso del c ie lo anr i la Terra.

' - Iv i . tbrmula 228.

r]. I1, BIIJBO DI\)INO ( I

E significativo che quando I'anima del re ascendeva dagli Inferi, la sua

destinazione in cielo e(a un trono Jatto diferro. Anche questo viene rive-

lato dai Testi delle Pirunlitl i '.

O re, levati, accogli la tua testa, raduna le tue ossa, scuoti di dosso la polvere e sie-

di sul tuo trono di l'erro!'"

Il cielo tuona. la terra trema... la terra si spacca... Io ascendo al cielo, passo sul t'er-

ro... ascendo al cielo tra gli Imperituri... siedo su questo mio trono di ferrtlt".

Notate, nel secondo brano. il modo in cui il re sale dalla Terra: <<La terra

trema... la terra si spacca>. Questo b tipico degli antichi testi egiziani e ri-

flette I' iclea che il ritorno del dio al cielo dovrebbe rispecchiare il suo arri-

vo in Terra. che fu, evidentemente, un evento catastrofico.

In altri punti dei Te.sti delle Pirumidi, troviamo il re che sale in cielo in un

,.soffio di fuoco> o in una (grande tempesta>8r. Altre volte, ascende al cielo

sui <galleggianti di giunchi del cielo> per attraversare le acque celestis:.

Talvolta. ii re sale in cielo servendosi di un misterioso veicolo, lo Shedshetl

del dio Upuaut, "Colui che apre le vie>. Il seguente brano illustra come le

parli smembrate del corpo di Osiride venissero presumibilmente riunite:

O Horo sullo Sfierl.sftecl, tlammi la tua mano cosicch6 io possa ascendere al cielo, a

Nut. (O Nut) poni l3 tua mano su di nle con vita e potere, che tu possa riunire le mie

ossa e raccogfiere le ntie nrembra. Possa tu nlettere insieme le mie ossa.-. Possa io a-

scendere e levarmi al cielo comc la Grande Stella al centro dell'est".

Nei Zesri delle Piramldi, le piir comuni destinazioni del re in cielo erano

Nut (come in questo caso), o Rd, <la Stella del Mattino,>. Ma Rd, la Stella

del Mattino. non era necessariamente una forma solare o stellare di quel

dior'. Al contrario. i Testi delle Pirumidi ci informano che Rd <usci da

Nut>> e Nut, come abbiamo visto, era <il colle primordiale del paese al

centro del maren*'.

Inoltre, abbiamo vistcl che Osiride era un figlio di Nut e, al tempo stesso, il

corpo di Rd. Percid si pud dire. senza timore di contraddirsi, che queste tre

divinitd - Nut, R0 e Osiride - erano aspetti della medesima divinitb celeste*6.

Ma di che natura era questa divinith, nella quale venivano ricostituite le

parti del corpo in ferro di Osiride e I'anima di Ra?

Nei ?"esrl dille Piramidi, si dice che il re viene trasformato in un Akft - la

" Test i t le l lc Piramit l i , lormula 413. parr ' 715.736.

',, fvi, fbrmula -509. parr. ll2O-24: da notare che.Stelle inrperiture" d fuorviante. meglio tradurre

con ogl i Imperi tur i . . uA. nt t l r . t , Dul le piruni t l i ut lAt lant ide.c i t . , cap.9. Peral t r i r i fer i rnent i a l . t ro-

no diierroo, vd. ?.srr clel!e Pirunidi, formull 666. par. 1927. forrnula 667, par. 1934, formula -582.

par. I 562 e lbrmula (r 10, par. 172 I .* ' lv i , for tnule 261, 332.669, parr . 324. 541. 1961.

" Vd. peresempio. Iv i , forrnula 691A.

" Iv i , fbrmula 485C. parr . 1036-38.*. Ri e Stel la del Mait ino erano sinonimi, ma quest 'u l t ima non era let teralmente una stel la; vd.

Alford, Dolle pinunitli ud Atluntide. cit., cap. 9'

-'Vd. Ie.sti delle Pinnnidi. firrrnula 606. pitr 1688'*^ Le tre div in i t i r posson() essere def in i te cotne la madre-conteni tore Nut e suo " f ig l io" . che cot l . t -

prende corpo e ani tna. Osir ide e Ri r ispett ivantente.

78 QUANDO GII DEI SCESI-;RO SUII.ATI..II.RA

Fig.2. In rinascita di RA

nel coryt di Nut.

cui traduzione piu calzante d "uno splendente", o un "essere di luce" - chegovernerd nell'Akhet orientale, la <<Montagna di Luce>>".

Nel Libro delle caverne, la scena finaile mostra la barca di Re trainata cla do-dici divinitr verso un disco rossastro (presumibilmente di fuoco) che splendenel lontano oizzonte.Il testo definisce questo disco la <<Montagna delliesb>'*.

Nel Libro delle porte, gli ddi che trainano la barca di Ra dichiarano di<guidare le sue ali verso la montagna>>. Rd quindi procede per entrare nel-I'alto dei cieli (nell'<orizzonte orientale>> del cielo), dove egli <si pone nelcorpo di Nut>>'u. La scena - raffigurata nella figura 2 - mostra il disco diRA spinto in alto da uno scarabeo nelle braccia in attesa di Nut. Nut, a suavolta, stava sulla testa di un dio, il cui corpo formava una sorta di isola.Quest'isola era <<Osiride, il cui circuito d il Dat>>").

" If-geroglifico per Akh era scritto con un ibis crestato che significava "splen<1ere". per la Monta-gnadi l -uce,vd.Frankfort , Kingshipandthecods,ci t . ,pp. 135,354n.6; la let turader ivat la l tat tcrche if Seroglifico per Akhet mostra un disco di luce che soige tra due cime di montagne. E signitica-tivo che il geroglitico arcaico per Akhel tbsse un'ellisse dal significato di "isola"; id. 114. C. Betru,Hieroglyphics,Abbevile Press, 1996, p. 157.

il Y.g!r, Favard-Meeks, Daily Life of'the Egyptian Gods, cir., p. t6Z.

" Waf lis Budge, The Egvptian Heaven and Hel/, cit., rr, pp. 303-300." ' lv i , p. 306.

(9}. II. BII{BO DI\]INO

Tutto cib tende a confe;mare le parole della stessa Nut, che si dichiarava

"il colle primordiale del paese al centro del mare>>, vale a dire la "monta-

gna o "isola" al centro dello spazio. Naturalmente questa era un'idea i-

dentica a quella presente nelle leggende dell'antica Mesopotarnia.

Ma di che genere di "montagna" o "isola" stiamo parlando? Cos'era e-

.\uttamente Nut e cosa esattamente era suo "figlio" Ri/Osiride?

l,r-- AcQUIj DI OSIII,IDE

Nel v secolo a.C.,.Erodoto, il "padre della storia", scrisse la celeberrima

l iase:<i l Ni lo b i l dono di Osir ide, ma I 'Egit to b i l dono del Ni lo>. Cinque

secoli dopo, l 'autore greco Plutarco osservd che il Nilo, e tutte le forme di

acqua in Egitto, venivano chiamate <<l'efflusso di Osiride>, ciod, cid che i

I'uoriuscito da Osirideor. Nel contesto della precedente discussione relati-

va all"'efflusso" di ferro meteoritico che flui da Osiride, dobbiamo ora

valutare con estrema attenzione la possibilith che questo dio celeste cadu-

to emettesse anche un diluvio di acqua, proprio come nelle antiche tradi-

zioni mesopotamichb.

Quando gli egittologi decifrarono i geroglifici e iniziarono a tradurre i

millenari testi egiziani, I 'aspetto acqueo di Osiride era presente accanto al

suo meteoritico alter ego.Prendete, per esempio, le leggende riferite da Plutarco relative al ritrova-

mento del corpo (o delle parti del corpo) di Osiride da parte di lside. Nel

1901, J. H. Breasted (l'egittologo impressionato dal sole menzionato pre-

cedentemente) pubblicd la traduzione di un testo intitolato ltt teologia di

Menfi.Quest'iscrizione rivelava una tradizione molto difl 'erente riguardante la

caduta di Osiride sulla Terra:

Osiride annegava nella sua acqua, mentre Iside e Nefii osservavano. Esse lo vidercred erano addolorate per lui. Horo ordind ripetutamente a Iside e a Nefti di atferrareOsiride e impedire il suo annegamento. Esse girarono la testa in tempo e quindi lo

lOsiridel portarono nel paese. Egli entrd per i misteriosi portali nella gloria dei si-gnori dell'eterniti..."'.

Grazie a cid che abbiamo appreso fin qui, parte di questo testo pud ora

essere interpretata, in particolare I'affermazione che Osiride fu portato nel

paese ed <<entrd per i misteriosi portali>>. Questo significa che Osiride - un

dio che stava cadendo dal cielo - fu tratto dalle acque celesti e portato a

riva, sull"' isola" della Terra; quindi entrd per i <misteriosi portali> del

mondo degli Inferi.Ma che significava che Osiride era annegato nelle sue acque? Le rispo-

ste iniziarono ad arrivare con le nuove traduzioni dei Testi delle Pirumidi

e dei Testi dei Sarcofagi all ' inizio del Novecento. Risultava che Osiride

era stato trovato .<che giaceva su un fianco> sulla <<riva>> diAbido (la citth

"' Wallis Budge, Legends oJ the Egvptian Cods, cit., p.242.

"r l l testo d iscr i t to sul la cosiddetta Pietra di Shabakal v,J. ANEI ' , c i t . , p. 5.

80 euANDo Gt.r D$:r scr:sr:Ro sull-\Tr_:l?,13A

di Abido era qui una metafora della Terra),r. E la formulaT4 dei Testi deiSarcofagi rivelava che le acque uscivano dal suo fianco:

Iside disse alla sorella Nefti: <euesto B nostro fratello [osiride]. Vieni, cosicch6possiamo sollevargli la testa. Vieni, cosicchd possianro riunire le sue ossa. Vieni, co-sicchd possiamo risistemare le sue membra. Vieni, r'o.slcr:hd po,s.siamp-fare unct bar-riera sul .suofiuttt'o... da qui got.t,iora r'ffiusso che d uscito dal suo spirito,u.

Angol piir eccezionale era un brano dei resti delle piramidi che suggeri-va che il flusso da questa ferita era tanto esteso da riernpire un ..oceano,':

o osiride il re, levati, alzati... Le tue due sorelle, Iside e Nefti, vengono a te in mo-do da renderti sano e tu sei completo e gr-ande nel tuo nome ..Muro jei laghi amari'.,sei sano e grande nel tuo nome di "Maie". Guarda! Tu sei grande e rotondo nel tuonome di "Oceano". Guarda! Sei circolare e rotondo come ifcerchio che circonila loHw-nbwt. Guarda! Sei rotondo e grande come il Srr-.sft,,s.

Inutile dire che questa descrizione di Osiride ..circolare e rotondo>> comeun grande oceano del mondo. causd non poche perplessitir agli egittologi.Ma invece di prendere il brano alla lettera, gli 'stu^diosi rupiur"io ctrelitrattasse di un'allusione metaforica all 'autoritd e al potere'universale delre'u.Al contrario, b ora divenuto chiaro che i Testi delle Pirarnidi si riferiva-

no a un grande diluvio che osiride aveva portato sulla Terra. La chiaved'interpretazione sta nel fatto che osiride era figlio di Nut. il cui nome erascritto con il segno geroglifico di una brocczr d'-acqua','. ora, d evidente davari testi e leggende che Nut subi una catastrofe. in una leggenda, fu I'a-pertura prematura del suo "grembo". Secondo un'altra. fu lirottura della"te.sta"'8. E. d;r cib possiamo dedurre che anche la sua brocca d'acqua finiin frantumi. Percid nella formula220 dei Testi dei sarcofttgi, osiride il redichiara di essere <la grande fbrza che usci dalla brocca d;acqua>>, con labrocca che d una metafora clella madre Nutr,.

Quindi s ia osir ide sia RA erano usci t i da Nut con un di luvio di acque.Nel caso di osiride, leggiamo che <<r'efflusso di osiride straripd quundoegli fu sepolto>"''. Nel caso di Ra, leggiamo che egli era ,.il Grande Dilu-vio che usci dalla Grande>>"'r (questa, per inciso, d iln'altra indicazione del

" Testi delle Piruntidi- fbrmu.la 694, par. 2144: cf'r. fbrmula 535, par. 1280 e Zsri dei SunttJttgi,formufe 73 e'74. Sul la "r iva" corne metal i r ra. vd. i l Capi to lo 6 del p iesente volume. Alcuni interes-sant i r i t 'er iment i a l le"r ive"nel lamitologiaegiz ianasi i rovano neikst ideiSurcol i rg i , formule I69.|.72, 1129:, vd. anche.a.,vcr. cit.. n. 376.

' ' 7est i dei Surct{ , tq i , formulu 721." I-esti delle Piruntitli, formula 366, parr. 626.628,629. Per altri riferimenti a Osiride come ocea-

no del mondo, vd. R. T. Rundle Clark, M,-th und Symfutl in Ancient Eg-l,pr. Tharnes and Hudson,1993. p. l f 7, e Frankfbrt , Kir t .q.s l t ip und rhi .Gtnl . t ,c i i . . pp. l9 l , 192.

'o Faulkner, The Ant iant Egt,ptiun pyrunid ??,rr.r. cit.. p. l 2 l ." 'Waf l is Budge, l r r . , l r l .et i .s l t to God in Ant. i t ,nt Eg.vpr. c i t . . pp. 147,150. -St)7.'" Meeks - Favard-Meeks. Duit.r'Lile ttf the Egvptiin'God.r. cii., p. 27. Da norar-e la connessrone rra

i l terrni ne latino <. u p u t. "testa" e l' aggetti vo tedesco ka p u t t. ..

rott\r., .'" I'esti dei Sun:o.firgi. fbrmula 220; cfi. tbrnrula 245."*' Ivi, fbrnrula 680.

"'t Testi delle Pirunritli.lbrmula 3l I. rrar. 499.

l. Il.l3IMr3o Dr\lrNo 8l

tatto che Ri, non era solo un dio solare. Come poteva infatti il sole porta-re un diluvio sulla Tena?).

Questa teoria del diluvio egiziano b confermata da prove sia "storiche"

sia metafisiche. Da un punto di vista "storico", gli antichi Egiziani parla-vano di una catastrof-e primordiale, denominata <<la notte del Grande Dilu-vio che usc) dalla Grande Signora>'"'. Questa Grande Signora dobbiamopresumere fosse Nut.Da un punto-di vista metafisico, b evidente che I'efflusso acqueo di Osi-

ride era essenziale per il re defunto nella sua ascesa al cielo. Percid nellaformula 833 dei Testi dei Sarcofagi,leggiamo:

Acqua per Horo! Acqua per Horo! Dategli I 'acqua di suo padre Osiride. O re! Haila tua acqua, hai la tua acqua fredda, I'efflusso che usci dal dio, la putrescenza che u-sci da Osiride. O re, te ne vai in vita, non te ne vai mortort'3.

Dopo aver <placato la sua sete>> nell'aldilb con questo <grande efflusso>del padre"'o; il re defunto ascendeva al cielo, all '<<orizzonte orientale>.

Qui, egl i udiva <<i l rumore del di luvio al la porta or ientale del c ielo>>r0s.

Questo luogo celeste era noto col nome di Mehet-Weret,lelteralmente il"Grande Diluvio"r06. Altri testi menzionavano un luogo misterioso in cie-lo chiamato Qebhu, "Acque Fredde"r07.

Il re defunto restituiva queste acque al cielo, perchd il suo scopo era diriportare tutte le cose allo stato in cui si trovavano la Prima Volta. Questosignificava che, nell"'altro mondo" metafisico, noto come Dat, si aprivaun canale tra kt Ten'a e il cielo e il re navigava nel cielo su un diluvio diviolente acque. La formula 266 dei Testi delle Piramidi b una delle tanteche tratta I' argomento:

Il Canale della Nutrice d aperto, il Campo di Canne d pieno, il Corso d'Acqua Tor-tuoso d inondato, che io [Osiride il rel vi venga trasportato vers.o I'orizzonte, a Ho-rakhti"''.

Tornando ora alla precedente discussione sull'efflusso meteoritico, tro-viamo che

-eli antichi testi egiziani immaginavancl che Osiride si ricosti-

tuisse di neteoriti e acque allo stesso tempo. Percid, nella formula 6l I deiTesti delle Pirumidi,leggiamo di Osiride che <le grandi acque sono con-giunte per te, le terre spaccate vengono unite per te>roe.

Ma la piD vivace descrizione della ricostituzione di Osiride come terra eacqua si trova nella formula 685 dei Testi delle Piramidi. Qui incontriamo

"'r Ivi, formula 249,parr.265.2661'cfr.Testi clei Sarcofugi, fbrmula 97t.

"'t Testi dei Surcolagi, fbrmula 833.la Iv i . tbrmula 362.

"'5 Ivi. formula 344.

" ' ' Test i del le Pirumidi . fbrrnula 254. par.290. Vd. Faulkner, c i t . , p.65, n.28. I l Mehet-Weret era

rappresentato conre una vacca e conrbinato con la dea Hathor.

'0r Vd. Wirllis Budge, Frorr Fetish to God in Antient Egypt,cit., p. 59: anche p. 2-56. in cui I'auto-

re commenta che il dio Khnunr era noto con l'epiteto c|i Qebh. "dio tlell'acqua fiedda".

"" Testi dellt' Piramidi. formuk 266. narr. 359. 360.

' ' lv i . forrnrr la 6l l . par. 1728.

82 euANDo cl.r DEr scESERo sull-A Tr_:RltA

ancora una volta il motivo della "montagna", con la ..montagna,'

dellaTerra accanto alla "montagna" del cielo, e-ntrambe separate in modo cata_strofico per facilitare la rinascita del re:

_Le acque della vita, che sono ner cielo, vengono, le acque deila vita, che sono neilaTerra, vengono, il cielo d in flamme per te, ia terra trema per te prima deila nascitadel dio; le due montagne.soxo sepa.aie, il crio viene "ri"

rr["...lJau",non,ugn" ro_no separate, il re viene alla luce...',,,.

Riassumendo, l"'efflusso di osiride" comprendeva non solo metebriti,ma anche.acqua in quantiti sufficiente da riempire un oceano. Gli antichitesti egiziani offrono.u.n uff_rtc_tnante quadro di

"o-" qu"rio diluvio di

meteoriti e acqua si abbattd sulla Tena a causa della disintegrazione diuna "montagna" celeste rnilioni di anni fa (o infinito tempo fa).

Jrapela che questo fu lo "smembramento di osiride" a cui-si riferisce

Plutarco. Non- tl taglio di un corpo umano sulla Terra, fi.o, rnttlgrandinata,ma piuttosto la disintegrazione di un corpo celeste nei cieli.Anche se ora comprendiamo megrio ia leggenda oi Fiutarco, restano

perd due importanti interrogativi. pJrchd la ..ir6ntagnu;

""i"rt" di Nut, o_

siride e Rd era associata a meteoriti e acqua? e quie iipo oi.o.po potevarompersi e cadere in tale maniera sulla Tbna?

Per ora basti dire che i rnoderni astronomi prenderebbero in considera_zione solo duepossibiliti teoriche per l ' identificazione Jiqu.rto corpo:a) una cometa' b) un piancta. Tornerbmo in seguito su questo punto e lo ri-solveremo nel capitolo successivo.

ISIDI' S\)EI.ATA

,concludiamo il presente capitolo ritornando alla misteriosa nascita diHoro.Secondo Plutarco:

si dice che Iside si uni a osiride dopo la morte di questi e (quindi) diede alla luce i lbimbo Horo, che nacque prima del tempo ed era storpio negli arti inreiiori.

Ilel contesto di osiride come "montagna" celeste caduta sulla Terra _ siaessa una cometa o un pianeta - questo brano assume ora delle connotazio_ni.completamente differenti. Iside era la madre-utero della Terra, come laNinharsag.d-elle Jeggende mesopotamiche? Died. urru ru." Horo dal"grembo" della Madre Terra?

.Il parallelo fra Iside e Ninhar.sag d davvero profondo. Ninharsag, comericorderemo, fu invitata a venirJsuila montagn alTena (uan.sec) dapoche qrresta era stata preparata per Ninurta. Niiharsag, pii-u ai diveniredea della Terra, era statc Ninmah, r"'eccersa tigno.u;iaiun: pu"r" remo_to". In altre parole, Ninmah scese in Terra.

"'r lvi, formula 6t15, parr. 2o63'2064. Questo riunirsi delle acque sparse corrisponde alla simulta-nea unione delle rerre disintegrarel vd. forrnula 433, par. zs:: ,,ceuia uni;;;;;;" rurra la rerraper te [Nutl>.

I II, BIMI3O DI\]INO

Questo b esattamente cid che fece Iside. La Stele di Parigi, precedente-rncnte citata nel presente capitolo, paragonava Iside a un uccello che gira-va intorno alla Terra:

lilla [Isidel andd alla sua ricerca [di Osiridel instancabilmente. Vold in tondo sulla'lL'rra emettendo lamentose grida di dolore e non si posd finchd non lo ebbe trovato'rr.

lside, come tutte le diviniti che discesero dal cielo sulla Terra, entrd poirrgli Inferi, dimora del consorte caduto. I Testi delle Piramidi riferisconot;uesta tradizione con la seguente breve dichiarazione di Iside:

O Osiride il re! Io sono Iside. Sono venuta al centro della Terra. nel luoso in cui til rovirr?.

Il <<centro della Terra", in questo contesto era sicuramente il mondo de-gli Inferi.

Altre leggende egiziane danno I'impressione che Iside fosse divenuta larrradre-utero prima della caduta di Osiride/Ri, perchd egli <imrppe> in/r,i. Questo d rivelato dalla formula 334 dei Testi dei Sarcofagi, in cui il re(come Horo) afferma:

Io sono il primo seme di Rd, egli mi ha generato nel grembo di mia madre Iside...IVlia madre Iside mi ha concepito ed ella E venuta rneno sotto le dita del signore degliddi, quando egl i i rruppe in lei. . . ' t t .

RA, quindi, "irruppe" nel "grembo" di Iside sotto forma di meteorite,proprio come il suo alter ego Osiride aveva <<aperto la terro>. Per inciso,notate il riferimento in questo brano al <giorno del sollevamento>>, vale adire della separazione tra cielo e Terra. Il concepimento di Horo b quindilegato in maniera esplicita agli eventi catastrofici della Prima Volta.Uavvenimento successivo fu una magica unione tra Iside e Osiride agli

Inf'eri, prototipo divino di cib che gli antichi definivano "matrimonio sa-cro". La Stele di Parigi riferisce:

Ella [Iside] fece sollevare le membra inerti di colui [Osiride] il cui cuore si era fer-rnato. Attird la di lui essenza e quindi cred un erede.

I Testi dei Sarcofagi narrano I'episodio in modo spettacolare:

ll lampo colpisce... Iside si desta incinta del seme di suo fratello Osiride... Atum dice:

"O fanciulla! Sei incinta e sei nascosta... procreerai essendo incinta per gli ddi...>"0.

I Testi delle Piramidi, datati al2300 a.C. ca., cosi narrano il concepi-mento:

Tua sorella venne a te, sollevandosi, a causa del suo amore per te. Tu la ponesti sultuo fallo, il tuo seme si riversb in lei, ella concepi un bimbo"'.

' ' Vd. Waf lis Budge. F-rcm Fetish to God in Ancient Egypt, cit., p.202.

" Testi delle Piramidi, formula 664.4, par. I 886.

" Testi dei Sarcofagi, formula 334.

" ' lv i , formula 148.

"'Wallis Budge, F'rom Fetish to God inAncient Egypt,cit., p. 201. Il termine tradotto con "ralle-

grandosi" si pud anche rendere con "sollevandosi".

83

84. euANDo cl,r Dnr scr:sr:Ro sul,l^ATr-ll,l1A

Ma non si trattava di un bimbo qualsiasi, nato da un seme comune. I let-tori ricorderanno, dall' iscrizione ad Amon-Rd citata precedentemente,che il seme era un'essenza divina, creata nell'oceano primordiale alle ori-gini del tempo:

Amon-RA d il dio che generb un luogo nell'oceano primordiale, quando il seme(bnn.t) fuoriusci (bnbn) la prima volta... Esso fuoriusc\ (bnbn) sotto di lui come bconsueto, nel suo nome di "seme" (bnn.t).

La radice ben, cos\ evidente nel brano, era utilizzata per indicare qual-siasi attivitd sessuale, procreatrice o seminatrice'. ben poteva significare"seme", "copulare", "fecondare" o simili"u. E in questo contesto che biso-gna considerare la pietra Benben, il sacro meteorite di Eliopoli: era un se-me che "fuoriusci" nello spazio e quindi penetrd e fecondb la Terra. Per-cid, gli egittologi si riferiscono alla pietra come al "seme solidificato" delDio.Considerate ancora una volta la formula 600 dei Testi delle Piramidi:

O Atum-Khoprer, tu divenisti alto nel cielo, ti sollevasti come la pietra Benben... tusputasti Shu, tossisti Tefnut.. . "'.

Qui, la pietra Benben b collegata all 'emissione di Shu e Tefnut, due del-le piD famose diviniti dell'antica cosmogonia egiziana.Il seguente brano,dai riferimenti sessuali piuttosto espliciti, d uno dei pit famosi racconti e-giziani della creazione :

Atum d colui che fu generato [da se stesso], che si masturbr) a Eliopoli. Afferrdstrettanrente il proprio fallo e con esso raggiunse I'orgasmo e cosi nacquero i gemel-l i Shu e Tefnut"^.

Da questa leggenda, risulta evidente che Shu e Tefnut, in virti delle loroorigini, erano il seme di Atum.

Non vi pud quindi essere dubbio sul fatto che il meteorite - il seme divi-no - era alla base delle storie egiziane della creazione. Inoltre, E chiaroche si pensava che il meteorite avesse fecondato la Terra; da qui la leg-genda secondo cui il fallo di Osiride sarebbe stato sepolto sotto il tempiodel Benben a El iopol i .

Questa fecondazione di Iside (la Madre Terra) tramite un meteorite dif-ferisce di poco dalla fecondazione di Ninharsag/Mami/Nintu (la "madre-

utero") per mezzo di un meteorite (il "mattone" di lapislazzuli) e dalla fe-condazione di Gaia, la Madre Terra della mitologia greca con i meteoritidi Urano, la cadente "montagna del cielo".

Non c'd dunque da stupirsi se I'unione fra Osiride e Iside al centro dellaTerra (gli Inferi) produsse un bimbo divino, Horo, che assomigliava deci-samente a un Titano. Secondo varie leggende. Horo emerse dalla terra co-me un falco divino e diede battaglia al malvagio dio Seth, assassino del

"" Vd. J. Baines, in <Oriental ia" , 39 (1970), pp. 389^95. Da notare che bett s igni f ica " f ig l io" in e-

braico.

"1 Testi tlelle Pirumidi, formula 600, par. 1652.l'* Ivi. fnrmula 52'7 . oarr. 1248. 1249.

r U,BI}(I3O DIIINO 85

lxrdre Osiride"e. Dopo una serie di scontri spiccatamente sovrannaturali,

l loro vendicd il padre vincendo Seth e da allora assunse la regalith delle

I)ue Terre d'Egitto (la Tena).

Questa era I'origine del bimbo divino Horo, alla cui nascita gli scrittori

crmetici del t secolo d.C. alludevano in termini misteriosi:

E Horo disse: .Come fu dunque, madre, che la Terra ricevette I'EfJlusso di Db?'>.l: Iside rispose:.Non posso narrare la storia di (questa) uascita; poichd non d con-sentito descrivere I'origine della tua discesa. . . >.

Nd era consentito rivelare la segreta identitd della stessa potente dea Isi-

de, la "vergine del mondo". Il gioco perb si scopre nell'antico poema su-

rnerico, citato nel precedente capitolo:

La sacra Terra, la vergine, si rese bella per il cielo santo.Il cielo. I 'eccelso dio. piantb le ginocchia sulla vasta Terra,

versd il seme degli eroici Albero e Canna nel suo grembo.

La dolce Terra, la vacca feconda, tu impregnata da questo ricco seme del

c ie lo.Gioiosamente, la Terra diede alla luce le piante della vita,

Rigogliosamente, essa generd i ricchi prodotti e diede alla luce vino e

'miele.

"' Vd. Lr leggenda tlelle kttte .fra Horo e Seth, in Wallis Budge, F'rom Fetish to God in Ancient

E.grpr, cit., pp.444-57, vd. rnche La leggerulu tli H<tro di Behdet (Edfu) e il disut alao' pp. 467-80.

Horo era noto col norne di llor-netl.i-her-itcf, "Horo. il vendicrtore di suo padre".

4.n. pAllADrso ltrcoNQursTAro

Il sopra viene dal sotto e il sotto dal sopra:I'opera del miracolo dell'Uno.

Tavola smeraldira, testo ermetico

Immaginiamo di poter viaggiare indietro nel tempo, fino all'anno 2300a.C. e di percorrere i paesi delVicino Oriente antico.Immaginiamo di po-ter ammirare in prima persona le meraviglie degli antichi e d'interrogare ire e i sacerdoti circa i loro maestosi templi e piramidi. Immaginiamo an-che che questi re e sacerdoti diano a noi "estranei" alcune risposte sullestrutture fantastiche dei loro paesi.Cominciamo il nostro viaggio nella valle del Nilo, a Eliopoli, dove ve-

diamo la meravigliosa pietra Benben sul suo pilastro, che punta maestosaverso il cielo. Il meteorite, placcato d'oro, splende alla luce del sole comese fosse di fuoco. I sacerdoti ci dicono che stanno rappresentando la re-surrezione del meteorite in cielo, da dove esso d giunto, e ci intrattengonocon storie esoteriche sul grande uccello Bennu (la Fenice). Ma non riferi-scono nulla sui segreti dello Het-Benben negli Inferi.A Giza, ammiriamo le tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino nel

loro stato originario, con i rivestimenti lucidi che brillano al sole come e-normi montagne di luce. Ci viene detto che queste piramidi sono macchi-ne per la resurrezione degli antichi re, che pra vivono con gli ddi in un'al-tra montagna di luce - una remota e invisibile montagna nell"'altro mon-do".

Ad Abu Ghurob. a una breve cavalcata a dorso di cammello a sud di Gi-za, troviamo uno strano edificio simile a una torre, posto su una base a pi-ramide tronca, che punta verso il cielo come un gigantesco fallo, una spe-cie di ibrido fra una piramide, un obelisco e la pietra Benben. Ci vieneraccontata ancora una volta la stessa storia della resurrezione dell"'efflus-so" di Osiride in cielo da dove esso proviene.Se ci spostiamo per una breve distanza a sud, verso Abusir, troviamo un

altro gigantesco fallo e una serie di piramidi piD piccole. Poi, a Saqqara, al-tre piccole piramidi, fra cui una d stata terminata solo alcuni anni fa dal reUnas e contiene la prima iscrizione dei Testi delle Piramidi. Queste piccolepiramidi sono dominate da un'altra struttura insolita: la piramide a gradonidel re Zoser. che si erge come una scalinata a sei piani verso il cielo.

Fermandoci a Saqqara ed esplorando la regione circostante, possiamoammirare numerose altre piramidi che punteggiano il paesaggio, a nord ea sud, e che si stagliano come splendenti montagne contro I'orizzonte. Ilpaesaggio davanti ai nostri occhi b come una visione arrivata direttamen-

87I u. pAllArfrso ll,rcoNQUISTtATo

tc da un episodio di Star Trek, uno di quei pianeti immaginari simili allaf L'rra occupati da fantastici umanoidi che sono come noi. eppure diversipcrchd hanno sviluppato un modo di pensare alieno.Sembra strano che tutto cib possa essere stato sulla Terra, in un passato

rla lungo tempo dimenticato. Ma c'era davvero.('on l'aiuto della nostra macchina del tempo, viaggiamo ora nella terra

t'he si trova fra i due fiumi, dove ammireremo altre meraviglie. Essendocispostati leggermente avanti nel tempo. al 2100 a.C., assistiamo al revivalsumerico della In dinastia di Ur. Nella citth di Ur, ci accoglie una vista in-credibile: un'enorme montagna a tre piani di mattoni d'argilla, eretta dalrc Ur-Nammu, il fondatore della dinastia. Il nome del re ricorda quello diNammu, la dea il cui nome significa "mare primordiale", colei che ha da-

to alla luce le "montagne" di cielo e Terra'.In cima alla ziggurat di Ur, vediamo una piccola cappella dedicata al dio

Nannar. I sacerdoti ci dicono che questa b la camera da letto del dio e ogni Ca-podanno egli scende sulla cima della ziggurat per rappresentare nuovamentela fecondazione del mondo. Per gli altn364 giomi dell'anno, la ziggurat ser-viri da lrgame fra Cielo e Terra, permettendo agli ddi del cielo di udire lepreghiere dei sacerdoti e assumere la guida della cittd nei momenti di crisi.

Poco a sud di Ur, si trova Eridu, una delle pii antiche cittd di Sumer, chesi presume risalga al periodo anteriore al Diluvio.

Qui, vediamo un'altra ziggurat, anch'essa costruita da Ur-Nammu, e unaserie di splendidi templi. I sacerdoti forse ci riferiranno le loro tradizionisu come il dio Enki fondd la cittd e il tempio all ' inizio dei tempi:

Il re Enki... ha costruito una casa.Eridu, come una montagna, egli eresse dalla terra'.

Un lungo viaggio a dorso di cammello, verso nord-est, ci porta alla cittddi Uruk, circondata da mura cosi spesse che su di esse possono passare

dei carri. Queste mura furono presumibilmente costruite dal leggendario

re Gilgamesh molti secoli fa.All'interno delle mura di Uruk, troviamo un'altra enorme ziggurat, an-

cora una volta eretta dal re Ur-Nammu, quest'infaticabile autore della ri-

nascita sumerica. Questa ziggurat si chiama E.AN.NA, che significa "casa

di cielo e terra". I sacerdoti potrebbero recitarci la leggenda di come igrandi ddi costruirono la cittd e il suo tempio:

La citti di Uruk, opera degli ddi, e il suo tempio E.AN.NA, tempio scesodal c ielo. . .

Furono gli stessi grandi ddi arealizzame gli elementi!Le sue grandi mura toccano le nubi, la sua ecctlsa dimora fu stabilita da

Anut.

' Efiade, A History oJ Religious ldeas, cit., vol. t, pp. 57, 58.

' Il mito di Enki ed Eritlu.' La traduzione e un misto di Jacobsen, The Treasures of Darkness, cit., p. 78 e Kramer, The Su-

nre rians, cit., p. I 88. L idea di un grande muro che arriva al cielo d presente anche nell'antica tradi-zione egiziana, vd. .r,vrr, cit., p.316.

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l lr !

I

88 QUANDO Glr DF:r SCESI-:I3O SUI-I-A TI':l3ll,A

Ci viene detto che I'E.AN.NA b un dono di nozze, offerto dal supremo dio

Anu alla dea lnanna, dea dell'amore e della gueffa. Il dio gliel'ha dato in

occasione del loro matrimonio sacro, quando essi hanno fecondato la Ter-

ra alle origini del tempo. Impassibili, i sacerdoti ci assicurano che la dea

viveva davvero nell'E.aN.Ne, dopo essere stata portata giD dal cielo seco-

li prima da Enmerkar, un eroico antenato di Gilgamesh.

Procedendo verso nord-est, giungiamo alla cittd di Lagash, dove trovia-

mo un rnagnifico tempio, terminato di recente dal re Gudea con grande di-

spendio. I sacerdoti ci raccontano di come Gudea abbia ricevuto I'ordine di

costruire il tempio da Ningirsu, il dio di Lagash, che gli b apparso in sogno:

Nel sogno, vi era un "uomo" [il dio Ningirsul;la sua altezza eguagliava il cielo, il suo peso la Terra...Alla sua destra e alla sua sinistra erano accucciati dei leoni ...Egli disse a Gudea di costruire un tempio...r.

A quanto pare, il dio Ningirsu aveva disegnato egli stesso la pianta del

tempio dopo che Nisaba, dea della scrittura e della saggezza, era apparsa

nel sogno mentre ..con in mano uno stilo di metallo fiammeggiante>> con-

sultava <le stelle benefiche> del cielo'.Ci viene detto che il nome del nuovo tempio di Lagash d Eninnu, forma

abbreviata di E-ninnu-Imdugud-bar-bar, "Eninnu scintillante uccello del

tuono"o. Questo nome si riferisce all 'uccello Imdugud, la "fionda-pietra",

che Ninurta aveva catturato presso la celeste "montagna" di Zu.I sacer-

doti ci dicono tranquillamente che il dio Ningirsu s'innalza dal centro del

tempio una volta l'anno e si libra nel cielo come I'uccello del tuono.

Affascinati da quest'idea, per completare il nostro giro dell'antica Mesopo-

tamia, ci dirigiamo ancora una volta a nord-est, alla favolosa cini di Nippur.

Qui, troviamo la ziggurat piD impressionante di tutte, costruita (o ricostrui-

ta?) ancora una volta da Ur-Nammu. Questa gigantesca struttura, simile a

una montagna, si chiama E.KUR, che significa "casa come una montagna". I

sacerdoti di Nippur senza alcun dubbio ci diranno che questo d il luogo piil

sacro di Sumer, perchd d il nun.eN.KI, il "Legame fra Cielo e Terra", eretto

al principio del mondo. Essi citeranno forse I'autorith degli scritti sacri:

Enlil, quando tu segnasti i santi insediamenti sulla Terra,costruisti Nippur come tua propria citth.Il Kt.uR, la montagna, il tuo luogo puro, la cui acqua b dolce,fondasti in DUR.AN.KI, al centro dei quattro angoli dell'universo'.

Nella citti. la santa sede di Enlil,a Nippur, il tempio amato del padre, la "Grande Montagna".il tempio di abbondanza, I'E.KUR, la casa di lapislazzuli egli innalzd

dalla polvere.Lo piantb in un luogo puro come un'alta montagna,

'Roux. Ancient Iraq. cit., p. 166: ho sostituito ,,mi', con .a Gudeao per adattare il testo al viaggio

irnmaginar io nel Vic ino Oriente anr ico.

' lbitl., vd. anche Eliade, A Histon of Religious ldeas, cit., vol. t. p. 61.o Jacobsen. The l-reasures of Darkness, cit., p. 17.

' ANET, cit., p. 574.

I II, PAI3ADISO I1ICONQUISTATO

il suo principe, la "Grande Montagna", il padre Enlil,eresse la sua dimora sulla piattaforma dell'e.ruR, I'eccelso tempio.Il tempio: le sue leggi divine come il cielo non possono essere abbattute,i suoi puri riti come la Terra non possono essere scossi,le sue leggi divine, come quelle dell'es.zu, nessuno pub guardarle,il suo centro b come il lontano mare, misterioso come lo zenit del cielot.

l)ichiarazioni impressionanti, ma non finisce qua. I sacerdoti ci portano,rra a un'area sacra della citth, un luogo chiamato Uzumua, che, ci assicu-nu'ro con uno scintillio negli occhi, d il vero luogo in cui D stato creato ilq(nere untano. E ci credono veramente. Ma a una richiesta di ulterioriinlbrmazioni, i sacerdoti non fiatano mormorando qualcosa come: <Che i:aggi insegnino il mistero ai saggi>.

Questo velocissimo viaggio nel Vicino Oriente antico difficilmente pubrcndere giustizia ai piD grandi monumenti che il mondo abbia mai visto,rna ci dh una vaga idea di come le cose fossero molto tempo fa. E un mon-tkr per sempre perduto e difficile da ritrovare, anche usando I'immagina-zione. Nondimeno, nelle vestigia e rovine che sono sopravvissute, vi drrn'ampia ed eloquente conferma del fatto che i nostri antenati credevanoitr qttalcosa di molto profondo.A quel tempo, nel ut millennio a.C., ogni tempio, piramide e ziggurat

sulla Terra era un microcosmo dell' intimo legame che univa cielo e terra.()uesti erano i potenti luoghi in cui il mondo visibile incontrava il mondoirrvisibile, dove il mondo umano incontrava quello divino e dove tutte leeose presenti erano legate alle cose passate. Ogni tempio, piramide e zig-

{urat riconnetteva I'umanitd alle sue origini, alla sua genesi e al suo luo-

Io di nascita - al centro del mondo, ma con un cordone ombelicale che sirr l lungava f ino al c ielo.

Noi occidentali, invece - alf inizio del xxt secolo - viviamo in una so-creti che diventa sempre piir laica, dove una casa di Dio non appartienepiir a tempo e spazio sacro, ma d invece destinata a diventare poco piit dirrna costruzione in mattoni, malta e vetro.

Quanto ci siamo allontanati in cinquemila anni! Come siamo caduti nel-l 'oscuri t i r !Possiamo penetrare il significato del misterioso Legame fra Cielo e Ter-

ra? Possiamo gettare della luce sulle tenebre e ritrovare il nostro senso delsacro? La risposta b: <Si> e <Forse>>.

In questo capitolo, adotterd un approccio inconsueto che credo porteribuoni frutti: ritorneremo alle origini ed esamineremo le cose secondo iprincipi fondamentali. Cominceremo col meteorite - che era alla base del-lc religioni egiziana e mesopotamica - e tenteremo quindi di ricreare ilscnso del sacro degli antichi. Poi, dopo aver un poco penetrato il pensierorrntico, applicheremo cid che abbiamo appreso nei capitoli precedenti etcnteremo di arrivare fino in fondo - oltre le metafore. diritto nel cuore e

' Irtno a Enlil',vd. elvrr, cit.. p. 574; anche Kramer, The Surnerians, cit., p. 120. Ho tradotto "ME"t on "leggi divine"; il significato esatto del termine b molto incerto.

89

90 QUANDo cll DI:II scr:sr:Ro sulf,-\ TI':llRA

nella mente degli antichi, per risqoprire I'essenza fondamentale del loro

modo di pensare.

Questa appare ora un'audace ricerca, ma quando avremo terminato,

sembrerh, col senno di poi, un compito semplicissimo. Sto per dimostrare

che gli antichi, lungi dall'avere uno strano modo di pensare, erano in

realth molto simili a noi: razionali, logici e intelligenti.Ricreando il pensiero antico, chiariremo la natura del corpo celeste che,

secondo le teologie egiziana e mesopotamica, si disintegrb in acqua e rocce(ricordiamo che in questa fase le possibilith sono una cometa o un pianeta).

In piir, scopriremo il motivo esatto per cui gli antichi adoravano il sole,

la luna e le stelle, noncht i meteoriti. Gli storici e i mitologisti che appog-giano le teorie del culto solare e stellare dovranno ora distogliere lo sguar-

do - perchd quella che segue d una spiegazione unica per tutti questi. v_ari

culti. Per qualche ragione, gli studiosi non amano le spiegazioni uniche.

Forse preferiscono che il passato sia complicato, in modo che la loro

competenza possa restare un bene essenziale e necessario per spiegare tut-

to a noi poveri mortali.Prima di procedere perb devo fare un'avvertenza. Come ho gid menzio-

nato all'inilio del libro, la religione degli antichi non deve essere conside-

rata"la Veritd", con la "V" maiuscola, ma piuttosto "una veritd", con la"v" minuscola. Nonostante vi sia molto da imparare dalla comprensione

del pensiero degli antichi, d necessario vederlo nella giusta prospettiva.

Magari funzionava per loro, ma non per noi. Potremmo addirittura non

trov-are di nostro gradimento quello che scopriremo. Ma qualsiasi sia la

nostra opinione, nessuno pud negare agli antichi il diritto di essere ascol-

tati.

N- MESSAGGI'I3O DI'GI-I DI::I

Al giorno d'oggi - all'inizio del ttt millennio d.C' - I'esistenza dei me-

teorili non b messa in dubbio. Gli astronomi ci dicono che la gran mag-gioranza dei meteoriti inizid la propria storia come asteroidi nello spazio,

anche se in alcuni casi, il meteorite pud provenire dal nucleo di una co-

meta estinta. Questi asteroidi, per mezzo di un processo che non d ancora

stato compreso pienamente, hanno dato origine a detriti rocciosi nelle or-

bite che attraveriano la terra. Gli astronomi definiscono questi corpi "me-

teoroidi". Molti di questi meteoroidi bruciano senza provocare alcun dan-

no quando entrano nell'atmosfera della Terra, ma i meteoroidi piD grandi

sopiavvivono e possono entrare in collisione con la Terra. Questi meteo-

roidi caduti si chiamano meteorili.Prima che gli scienziati fossero in grado di spiegare I'origine dei meteo-

riti, prevaleva grande scetticismo riguardo alla loro esistenza. Solo alcuni

secoli fa, si credeva fosse uscito di senno chiunque dichiarasse di aver vi-

sto un meteorite abbattersi sulla Terra. I meteoriti erano per molti aspettigli uno ("oggetti volanti non identificati") dei tempi antichi. _-Non

era coii, perd, in Egino e Mesopotamia. Qui, come abbiamo visto,

I il.PAI1Af,)TSOIIrCONQUrSTATO gl

il meteorite non solo era considerato una realtd, ma veniva anche venera-to come un oggetto sacro (basta ricordare la pietra Benben a Eliopoli).Oggi, poche persone hanno visto un meteorite e ancora di meno ne han-

no toccato uno. Un numero ancora minore ha effettivamente osservato unrneteorite cadere dal cielo. Ma se prendiamo la popolazione di un interol)aese, dei meteoriti sono avvistati nel corso della loro caduta ed essi ditirnto in tanto sono ritrovati sul terreno.

La loro rariti ne fa oggetti preziosi. Mentre scrivo, un tipico meteorite inl)ietra e ferro pud valere fino a 25 dollari per un solo grammo (piil deltloppio di un grammo d'oro). I meteoriti in pietra e quelli in f'erro sono piDcconomici; ma meteoriti partiti dalla superficie di Marte o della luna sonoPiD costosi; la rariti di questi ultimi d tale che essi possono arrivare a unvalore di migliaia di dollari a grammo,.osservare la caduta di un meteorite deve essere un'esperienza fantastica

cd eccezionale. Nei tempi antichi, come adesso, queste cadute erano dav-vero spettacolari, con la palla di fuoco del meteorite in grado di illumina-rc il cielo e di trasformare per breve tempo la notte in giorno. Questa lucesplendente era spesso seguita da un forte scoppio o rombo, mentre il me-teorite esplodeva o si frantumava prima dell'impatto. Per quando riguardala collisione, d un fatto che il meteorite spesso penetrasse per diverii me-tri nel terreno, causando un tonfo e una scossa che potevano essere uditi epercepiti a una notevole distanza tutt'intorno al luogo dell'impatto (a se-conda delle dimensioni del corpo).

ll meteorite pii grande al mondo pesa circa sessanta tonnellate e costi-tuisce la principale attrazione turistica di Hoba in Namibia, il luogo in cuicadde circa 70-80.000 anni fa (tav. 41\.

Un'esperienza ancor piD eccezionale doveva aver vissuto chi era statocosi fortunato da trovarsi vicino al luogo d'impatto del meteorite. Ma iltestimone oculare troppo curioso avrebbe avuto una brutta sorpresa se silbsse accostato a un frammento di meteorite poco dopo la sua iaduta. Dauna parte, la superficie sarebbe stata estremamente calda in conseguenzadel riscaldamento nel corso dell' ingresso nell'atmosfera. Dall'altra,il nu-cleo di un meteorite tende a conservare per qualche tempo la temperaturasotto zero dello spazio. un frammento di meteorite pub essere quindi ingrado di bruciare la mano di un uomo, o viceversa congelarne la pelle.Questa singolare caratteristica doveva essere un fenomeno impressionan-te e sconcertante per le menti degli antichi e pud aver forse ispirato il ca-ratteristico motivo di fuoco e ghiaccio presente talvolta nelle leggende de-gli antichi ddiro.

" Sc qualche lettore desidera acquistare un meteorite, pud contaltare I'autore tramite il seguente in-tlirizzo e-mail: [email protected]

"'Per esempio, nel Libro di Enoc, Enoc entra in una misteriosa <Casa di f'uoco> e osserva che es-sa d .bof lente come il fuoco e fredda come il ghiaccio>. E il mito egiziano intitolato In leggenda diRA e Osiride, narra di come RA venne morso da un serpente sacro. II veleno del re(ile bruCiava nelcttrpo del dio come <fuoco ardente> con un ,<calore piir fbrte di una fialnnra ardente, e faceva tre-rtrare Rd che si lamentava: .Sono piu freddo dell'acqua. sono niir caldo rlel f'rr^co,,

IIi

92 QUANDO Gl.I DFlt SCESI'II1,O SUll-ATr:RRA

Ciononostante, per quanto i meteoriti fossero preziosi, a causa della loro

rarith, e impressionanti, grazie alle loro spettacolari cadute, collisioni e

caratteristiche uniche, c' era qualcos' alt ro che catturava I' immaginazione

degli antichi. E questo qualcos'altro era una qualitd inafferrabile che le

minti moderne non percepiscono. Pet ricatturare questa qualith e ritrova-

re la vera santitb dei meteorite, dobbiamo cominciare a pensare come gli

antichi.Cerchiamo di volgere la mente al Vicino Oriente antico di circa cinque-

mila anni fa, quando la civiltd si era da lungo tempo stabilita in Egitto e

Mesopotamiai i popoli avevano mosso i primi passi verso il controllo

dell'arnbiente che li circondava. Gli animali erano stati addomesticati, i

processi agricoli perfezionati, erano stati inventati i forni per la cottura

bella ceramica e pietra e mattoni d'argilla erano utilizzati p9f la costruzio-

ne di edifici e ci1td. Forse c'era molto pin di questo, perchd ancora non

sappiamo come gli antichi Egiz.iani siano riusciti a tagliare il solido grani-

to'&n incredibiG precisione o a costruire le grandi piramidi di Giza con

tale esaltezza".A ogni modo, con questi primi audaci passi, le popolazioni avevano sod-

disfatto le loro esigenze primarie di riparo, sicurezza e sostentamento e a-

vevano addomesticato in larga misura I'ambiente ostile in cui vivevano.

La condizione dell'uomo non era molto diversa da quella descritta nel li-

bro della Genesi: egli mangiava i pesci del mare, aveva addomesticato di-

versi uccelli dell 'aria, assoggettato numerose creature della terra e gover-

nava su gran parte del mondo, avendo superato persino le formidabili bar-

riere di montagne e oceani.

Ma - ed d un grande "ma" - esisteva un regno che I'uomo non conttolla-

va, un'area che egli non controllava per nulla, una regione situata appa-

rentemente per sempre al di lA del suo accesso fisico. Quella regione era

il regno degli dii.

Quando un uomo antico rivolgeva lo sguardo al cielo, vedeva una mrrla-

dJdi cose che non poteva controllare. Non poteva impedire al sole di sor-

gere ogni mattina, nd di tramontare ogni sera. Non poteva fermarne il mo-

iimento lungo l'ortzzonte durante I'anno - un movimento che portava i

cambi di stagione e, in Egitto, la miracolosa piena del Nilo. N6 poteva im-

pedire alla luna di crescere o calare nel suo ciclo di 29,5 giot.ni. Nd pote-

va influire sul sorgere o tramontare delle lontane stelle, che si spostavaxo

lentamente nel coiso dell'anno. Nd, infine, poteva controllare le "stelle"

pii vicine - i pianeti vicini alla Terra - che variavano in luminosith e si

muovevano indipendentemente rispetto alle stelle lontane.

Quando un uomo antico afferrava tutte queste cose. si senliva sincera-

mJnte umiliato e si rendeva conto di non essere, dopotutto, il padrone di

ogni cosa.Fer gli antichi, tutte queste luci nel cielo, il sole, la luna, le stelle e i pia-

neti, 6rano di essenza-divina. Ognuno di essi era un dio, che possedeva

" Vd. Alfbrd, Dalle piramidi ad Atlantide, cit., capp. l-4.

| Il. r]AltADrso li,rcoNQUISTATo g3

urr'esistenza ciclica eterna e immutabile nel regno divino - apparente-nrcnte al di ld di ogni accesso fisico del genere umano. E tutto questo re-r:no degli dbi era divino nel senso che era per sempre separato dalla Terra.O no?'lirlvolta,

l 'uomo individuava un elemento di caos nel divino reame desli.la'i. Di tanto in tanto, il regolare meccanismo dei cieli s'interrompev;ar'lrusa di strane luci: meteore e meteoriti ("stelle" cadenti), comete ("stel-lc" con la coda) e supernove (stelle che esplodono). Ma di tutti questi ele-rrrcnti caotici, solo uno poteva attraversare la barriera tra cielo e Terra, so-lrr uno poteva essere toccato dalla mano dell'uomo. Quest'unico tipo di(,,g,qetto era il meteorite.cid che impressionava tanto gli antichi riguardo al meteorite, non era la

stra caduta spettacolare, nd la raritd, ma il fatto che esso fosse caduto giD,lisicamente, sulla Terra da un regno completamente separato, divino e so-prannaturale.

ll meteorite era un messaggero degli dbi.

I-^A I{..CONDAZIONE DI'II-A TI'I1I3A

Ma qual era il rnessaggio portato da questo araldo degli ddi?Cerchiamo di metterci nei panni degli antichi, migliaia di anni fa, e di

porci le loro stesse domande.Immediatamente. pensiamo a una domanda prevedibile e immaginiamo

che gli antichi si siano chiesti: <Da dove vengono i meteoriti?>, o perrrretterf a in maniera diversa: ,rCorne diavolo fa un pezzo di roccia a cade-rv dal cielo?>>.Suggerisco che il loro ragionamento sia stato il seguente.I meteoriti erano rocce non dissimili in natura dalle rocce presenti sulla'lerra.

Percib, i meteoriti dovevano essere venuti da un qualche luogo incielo simile, nella composizione, alla Terra.

Infatti, negli antichi testi egiziani e mesopotamici, troviamo espressa innrodo consistente la credenza che il cielo fosse una "montagna", propriocome la Terra. Entrambi erano immaginati come un'enorme e sfeiica"rnontagna" rocciosa, che galleggiava come un'isola nelle celesti acquetlello spazio. Ma la "'montagna" del cielo si era a quanto pare disintegrataprovocando la caduta di rocce meteoritiche sulla Terra.ora, quest'antica indagine sui meteoriti, iniziata con intenti scientifici,

l)resto assunse connotazioni profondamente religiose. Gli antichi cercaro-no di immaginare I'aspetto della "montagna" del cielo. Ma il loro unicornodello era la Terra. Percid, venne naturale suppoffe che la "montagna"tlcl cielo non fosse stata semplicemente un arido ammasso roccioso, ma,rrl contrario, avesse posseduto oceani e il seme della vita - proprio comell Terra. Questo d un punto importantissimo.E per questo motivo che leggiamo negli antichi testi egiziani di un cielo

trrlmente simile alla Terra che il re vi poteva fare tutto cid che era uso farein Terra. Era un c:ielo creato a immagine della Terra.

94 QUANDo cll Di:I scr:sl-;Ro sull-ATF:RRA

O era al contrario? Seguendo una logica ispirata, gli antichi si chiedeva-

no se la Terra fosse sempre stata un paradiso verdeggiante e, allo stesso

tempo, si domandavano quando fosse avvenuta la catastrofe celeste-

Laprima risposta che trovarono fu che i meteoriti erano i resti di un disa-

stro avvenutoall'inizio dei tempi, milioni di anni prima (da qui i templi e-

giziani "di milioni di anni"). Seguiva logicamente I'idea che la Terra, cono-

iciuta dagli antichi - e da noi oggi -, non era forse sempre stata in quel mo-

do. Essa in effetti avrebbe potuto essere fecondata dalla catastrofe celeste.

Ma lo era stata davvero? Gli antichi si guardarono intorno e osservarono

che vi era esattamente Ia giusta quantitd d'acqua che scorreva nei grandi

fiumi che fecondavano i loro paesi e quindi si chiesero come avessero po-

tuto essere fertili le tene prima che le acque del cielo cadessero sulla Ter-

ra. Gli antichi decisero che la Terra a loro nota doveva contenere le acque

originali della Terra e quelle precedenti del cielo. Le originali acque della

Terra erano quelle chiuse negli oceani (e forse le falde acquifere), mentre

le acque del cielo avevano ricoperto gli oceani e, cosa ancora pii impor-

tante, riempito i fiumi.

Quindi, si stabili che i paesi d'Egitto e Sumer erano stati trasformati da

aridi deserti in paradisi ricchi di acqua grazie a un diluvio, scatenatosi a

seguito dell'esplosione della "montagna" del cielo.

Questa, naturalmente, b l'origine del mito del Diluvio universale (sul-

I'argomento vd. maggiori particolari nel Capitolo 7).

Ripercorriamo il filo del pensiero degli antichi: un meteorite era un mes-

saggero altamente sacro di Dio; poteva provenire solo da una "montagna"

celeste, di natura simile a quella della terra; I'unico modello a disposizio-

ne degli antichi per questa "montagna" era la Terra stessa; quindi, il cielo

fu creato dall'uomo a immagine della Terra, con oceani e ogni seme della

vita; ma i meteoriti erano un segno che questo cielo simile alla Terra era e-

sploso; si ritenne dunque che il cielo caduto avesse fettilizzato la Madre

Grra con le sue acque e I'avesse fecondata con i suoi meteoriti.

Questo era I'argomento alla base delle antiche leggende. In Egitto, la vi-

vificatrice acqua del Nilo era ,.I'efflusso di Osiride> e la meteoritica pie-

tra Benben era considerata il seme solidificato del dio creatore. Analoga-

mente, in Sumer, gli dbi Enlil ed Enki avevano eiaculato acque simili a

sperrna per riempire i fiumi Tigri ed Eufrate. Enlil, Inoltre, aveva aperto la

tena con un "piccone" per creare il genere umano, mentre Ninharsag ave-

va generato gli uomini dopo che il suo grembo era stato fecondato da un

"mattone" di lapislazzuli. Io credo che sia il "piccone" sia il "mattone"

fossero metafore di meteoriti, i semi della creazione.

Gli antichi rituali del matrimonio sacro niurano la stessa storia: della vi-

ta che ha inizio dopo la fecondazione della Terra da parte di un cielo che

cade. Da qui, la nascita dei Titani da Gaia, la nascita di Horo da Iside. Da

quil'eleusis del bimbo divino dalla santa Brimo. Da qui il detto eleusino:

,iPioggia!... Concepisci!>. Da qui il brano dalVangelo di Filippo: <Gran-

de b il mistero del matrimonio! Poichd senza di esso il mondo non sareb-

be esistito>>.

I II, PAI3,ADISO RICONQUISTATO 95

I'cr.comprendere appieno il pensiero antico, dovete considerare il pae-

'rrggio terrestre e osservare tutto cid che d verde: alberi, cespugli, piante,

lrrsino i fili d'erba. Quindi immaginate che tutte queste cose precedente-rrrcnte crescessero in cielo. Poi immaginate che esse cadano sulta Terra,rrvviamente non nella loro forma completa, ma piuttosto come semi. rm-rrurginate ch,e tutti questi semi entrino nel grembo della Terra e quindi chesiano annaffiati dal diluvio sceso dal cielo. Infine, immaginate Che questiscrni spuntino in superficie, trasformando la Terra in un lussureggianterrirradiso.Sono convinto che questo era il modo in cui gli antichi consideravano il

Ioro mondo.l)opo la vita veniva la morte; ma dopo la morte veniva la rinascita e una

nuova vita. Il cielo si era reincarnato nella Terra e percid tutta la vita si erasirlvata. La Terra era debitrice di ogni cosa al cielo: la fonte del seme del-l rr v i ta.l,o scrittore greco Plutarco catturd questo pensiero quando riferi la se-

ruente credenza degli Egiziani:

l:ssi [gli Egiziani] credono che la vite sia spuntata per la prima volta sulla Terra do-lx) essere stata ingrassata dai corpi di coloro che caddero nelle guerre degli ddi'r.

Senza dubbio, gli studiosi rideranno di questa tradizionp e anche der se-guente brano, tratto dalla Teologia di Menfi, un testo originato da una del-lc fonti pii intellettuali dell 'Egitto nel 700 a.C. ca.:

ligli [Ptah]b davvero Ta-tenen ["la Terra risorta"l, che generd gti ddi... E quindi glitlci fecero entrare i loro corpi in ogni tipo di legno, in ogni tipo di pietra, in bgni tiporl'urgilla e in tutte le cose che spuntavano sulla superficie della Terra',.

I)ovrebbe essere ormai chiaro che queste credenze animistiche non era-rro cosi "primitive" e "superstiziose" come ritengono gli studiosi. Al con-trario, esse erano compatibili con quella che al tempo era una visione del-I'universo molto razionale e profonda.

UN INCONTRO I.-I1A MONTAGNIj

Stiamo ora cominciando a pensare come gli antichi e finora tutto b per-lcttamente logico. A questo pirnto, perb, incontreremo qualcosa che ini-tcri leggermente molti lettori. Non b tanto un modo di pensare semplici-stico (anche se alcuni lo vedranno cosi), quanto piuttosto, secondo il miopunto di vista, semplificato. Che ci piaccia o no, b necessario afferrare latluestione.

lrnmaginate che la "montagnal'del cielo - qualunque sia la sua definizio-

Wallis Budge, Legends of the Egyptian Gods, cit., p. 206. Plutarco osservava che bevendo il suc-, ,, tlella vite gli Egiziani, per cosi dire, si riempivano del sangue dei loro antenati. Come vedremo,rl commento b davvero profondo.

' l,a traduzione d un misto di auer, cit., p. 5 e Eliade, A Hisutry of Religious ldeas, cit., vol. t, p.fi(): ctr. la leggenda in cui Geb e Nut generarono i loro cinque figli: <Ed essi produssero la loro nu-rr('rosa prole su questa Terra>; vd. Wallis Budge, Lcgends of thc Egyptian Gods. cit., p.1 .

9(r QUANDO GIJ DI::I SCF:SERO SUII.ATT:RRA

ne in termini astronomici - si disintegrd nello spazio. Cosa accadde dopo?

Le nostre menti moderne potrebbero iniriat" a calcolare la percentuale di

frammenti che eff-ettiva."nt" caddero sulla Terra. Gli antichi, perb, ebbero

un uppro""io differente. Essi semplificarono considerevolmente le cose

pr"r.iir.nao chel'intera "montagni' del cielo fosse caduta sulla Terra''O, prr essere piir precisi, presupposero che I'intera "montagna" del cielo

fossi cadut u niltoTerra, pirch6ii prima regola delle antiche religioni era

che ogni cosa caduta dal cielo in Terra entrasse nel mondo sotterraneo'-E".3

quindi che ci si presenta il quadro di una "montagna" caduta dal

cielo ch'e si trova dentro la "montagna" della Terra: una montagpa dentro

la monlagna.Accant6nando per il momento la questione su cosa fosse in realth la

"montagna" del cielo, volgiamoci oraad alcuni testi per verificare se que-

sto fossE davvero I'antico sistema di credenze'

Per cominciare, vorrei citare un brano dal testo sumerico Lamentazione

sulla distruzione di Sumer e Ur"

(Era) i lg iornoincui l 'armainviatada| | 'a l todemol i laci t t i tcomeconunpiccone.

In quel giorno il cielo si fiantumb. la terra fu colpita" '.ll cielo si oscurd, si copri di ombre, si rnutd negli lnferi'''

ln questo eccezionale brano, abbiamo la conf'erma che il cielo si fran-

tumd; abbiamo anche la citazione della metafora "piccone = meteorite"

(cfr. Enlil che spacca il terreno a Nippur per creare gli uomini come pian:

i;t ";fatto

ancbr pi[ importante, ibbiamo la conferma che <il cielo si

mutd negl i Infer i" .

Era peiquesto motivo che gli antichi si riferivano agli Inferi come a una.'rnoritudu". I Sumeri li chiamavano KUR, "Montagna", o talvolta

KUR.NU:GI, "Montagna senza ritorno" (anche nota come "Montagfla di la-

pisiazzuli")',. Gli EEiziani chiamavano gli lnferi Ament Set,la "Montagna

Nascosta"'uSia nella cultura sumerica sia in quella egiziana, anche la Terra era chia-

mata una "montagna": in Sumer eri I'UAR.SnC, in Egitto era il Monte Ma-

nu o la ,.Montagia Occidentale"''. Percib la montagna del mondo degli

Inferi era effettivamente una montagna dentro la montagna'

'.ANEr. cit., p. 613. pret'erisco rendere "erpice" con "arma". I testi sumerici di lamentazione furo-

no redatti probabilmente rntorno al 2000 a.C.' un periodo di grande tumulto nel Vicino Oriente' for-

se dovuto all' interazione della Terra con frammenti di comete. Tuttavia, sarebbe rngenuo supporre

che le lamentazioni descrivessero semplicemente degli eventi celesti contemporanei Al contrario'

questi testi potrebbero rappresentare un adattamento-di miti preesistenti..che.descrivevano un'im-

ilulinuriu distruzione del'genere umano_all'inizio dei tempi. Questo spiegherebbe il linguaggio esa-

g"titutt-t.nt. catastrofico delle lamentazi oni''1,

Vd. H"id"l, The Gilgaie:sh Epic ancl OldTestament Parallels, cit., p. lTll anche Kramer, Tfte

Sunter ians, c i t . . P. l3 '1.

"' Wallis Vudgl, The Egvptian Heaven and Hell' cit', tt, p' 85; cfr' ivi' p' | 95: "la Montagna Na-

scosta dell'orizzonter.,' R. H. Wilkins on, Reatling Egtptiun Art. Thames and Hudson. 1994. p. I 33. Cli egittologi non

hanno ancora compreso che la "Montagna Occidentale" era la Terra'

-1. n, PAII,ADrSO ISICONQUISTATO 97

E per questa ragione che negli antichi testi troviamo cosi tanti riferimen-t i a una "Montagna di cielo e Terra". Per esempio. un testo sumerico ini-zia la descrizione della creazione con i seguenti versi:

Dopo che nella Mctntagno di Cielo e Terra,nu IAnu] aveva fatto nascere gli Anunnaki,'.

come abbiamo accennato nel capitolo 2, AN aveva fecondato Kr, la Ter-ra e gl i Anunnaki erano quindi stat i concepit i nel mondo infer iore.Laslessa idea compare nella leggenda Enki e l'ordine del rrutndo, in cui i Su-nlen paragonavano il paese di sumer all ' intera Terra chiamandola unat,tontagna combinato con gliAnunnaki al centro. Riferisce il testo:

Sumer, "Grande Montagna", paese di cielo e Terra,r icolmo di durevole luce.. .Le tue leggi divine sono leggi eccelse, irraggiungibili,i l tuo cuore b profondo, insondabile...Gli Anunnaki, i grttndi ddi,hanno .stabilito la loro dimoru nel tuo centrots.

E interessante notare che la parola Anunnaki, se scritta nella sua formac'ompleta A.NUN.NA.NUN.KT, significa letteralmente "il seme del principedi Fridu"r". Questo si pud interpretare in due modi. Si riferisce agii Anun-naki come "seme di Enki" (poich6 Enki era "il principe di Eridu'), oppu-re li considera "il seme del principe della krra" (con Eridu che d uname-tafora dellaTerra, proprio come lo era sumer nel brano precedente). An-corit una volta. incontriamo la metafora "meteoriti = seme" e forse il mo-tivo dell'e/ez.sis di un bimbo divino in Terra.Tornando all ' idea della montagna nella montagna, gli antichi testi egi-

z.iani non lasciano dubbi sul significaro. Nella L/ggeiaa at R6 e Isidel Ildio creatore Rd si vanta del suo atto di creazione con le parole:

losonocoluichehat 'at to i l c ie loelaTen'a, chehulegutoinsiemelemontalneehacreato tutto cid che esiste su di esser'.

L'idea, espressa in questo brano e altrove. d che le due montagne di cie-lo e Terra si siano/rse insiente, una dentro I'altra. per citare in altro e-sempio, c'd un testo egiziano, intitolato I misteri della resurrez.ione di o-siride, che riferisce alcuni dei segreti minori dei riti misterici annuali. Inquesto testo, il sacerdote piil anziano narrava I'arrivo di osiride in Terrarecitando le parole: <cielo e Terra si uniscono... cielo e Terrg si unisco-ruo>. Fgli pronunciava queste parole quattro volter:. Dopo altri racconti di

"Sollevamento del cielo sulla Terra>>, si dichiarava che <nostro sisnore

'Kramer. The Snner ians, c i t . , p. 220. ma "sul la" i stato t radotto. .nel la".'" lvi, p. 117: per un altro esempio di Surner corne nriclocosnro della Terra, vd. nel Capitolo 7 del

presente volume Ia leggenda degl i ddi che portamno I 'orzo a nsumer dal la montagna di Enl i l r .' " de Sant i l lana - von Dechend, Haml(t ' . t Mi l t ,c i t . ,p.297 n.29: bisogna notore ihe NUN.KI era un

rrorne di Er idu.

'' La traduzione b un misto di ANc?', cit.. p. l3 e wallis Budge, Legend.s of the Egvptian Gods, cit.,p . -s l .

" Waf lis Brrdge, Frrzn Fetish to (itil in Antient Eg.i7rr, cit.. p. -505.

98 QUANDo cl-l DI::I scr:sr:Ro sull-ATl':l3l3A

(Osiride) b nella sua casa>>. vale a dire in salvo agli Inferi. Il significato di

tutto cib a questo punto dovrebbe essere assolutamente chiaro.

Questa "unione" di cielo e Terra era anche chiamata "l'unione delle Due

Terre". A questo punto, gli eginologi si stupiranno, perchd hanno sempre

considerato I'unione delle Due Terre un evento storico. Potrebbe essere

cosi - non voglio negarlo -, ffi& I' idea dell'unione delle Due Terre scaturi

daun preesistente aichetipo celeste. Questo risulta evidente dai Testi dei

Sarcffigi in cui si afferma:

Per quanto riguartla I'unione delle Due Terre, significa che il sudario di Osiride fu

ordinato da suo padre R6".

Bisogna sottolineare che questo d un riferimento al giorno in cui il cielo

caclde sulla Terra - quando Osiride <apri la Terra per mezzo di cid che sa-

peva il giorno in cui egli desiderd venire di le>'' ', <il giorno del grande

conto>, "il giorno della tempesta sulle Due Terre,,".

L idea che il cielo fosse Jis;icamente al centro della Terra spiega I'altra i-

dea egiziana, altrimenti anomala, che il cielo si trovasse sono il terreno.

Percib nella formula 146 dei Testi dei Sarcofugi, leggiamo:

II re va giD nel cielo, va gii nella Terra, va ,gir) nelle acque. '."'.

Analogamente, in uno clei piD oscuri brani dei Testi dei Sarcofogi, il de'

funto re dichiara:

Ho attraversato i sentieri di Rostau [gli Inferi], per acqua e per terra, questi sono i

sentieri di Osiride: essi sono antro i l i it iti del cielo [negli Inf'eri]. In quanto a colui

che conosce quest'incantesimo per andare gii in Ioru, egli stesso d un dio' al seguito

di Thot; eg,li scenderd in qualsiasi c'ieb desidererii andarel'.

Analogamente, nella formula 908 dei Testi dei Sarcofagi.leggiamo di un

ocielo ntedio> che a quanto pare era agli lnferi:

Anubi che presiede sul capanno del dio Iosiridel, signore degli Int'eri, a cui gli oc-

cidentafi rivolgono il culto. .. Anubi che tlimora nel cielo medio... che fu fatto scen-

dere dal cielo per mettere in ordine Osiridet*.

Forse una migliore traduzione di "cielo medio" sarebbe "cielo nel mez-

zo", cioC nel mezzo della Terra. Per inciso, questo spiegherebbe I'origine

della parola "massone": diversi eminenti ricercatori all ' interno della mas-

" Testi dei Surcofagi, folmula 335 parte ttl cti. fbrmula 701: "La

mia bocca mi parla con un coltel-

lo i l g iorno dcl l 'unione del le Due Terre".

"'festi delle Pirumitli,lbrmula 2-54. parr. 281 '282.

., Faulkrrer, The Ant'ient Egt,ptfun Book rf' the Deud, cit.. p. 32 e i Testi dei Sarcofugl, formula 358.

.,'Testi dei Sarcofugi, lbrmula 146- Faulkner era perplesso su questo punto e scrisse: "N

va giil

(s i r . ) nel c ie lo ' . Come al sol i to. perd. gt i scr ib i egiz iani sapevano bene cid che dicevano.! Iv i , fbrmul l 1035; cf i . formula l l05 in cui i l re entra nel ocielo del Doppio l -eone>; questo era

ouasi sicuramente un rif'erimento al dio Aker che custodiva il santuario sotterruneo di Sokar a Ro-

siau; da qui il riferimento alle tencbre nella lbrmula ll0-5. La formula I I l6 di un ulteriore conferma

associando le tenebre al l ' lsola di Fuoco-,, lvi, fornrula 908. Pcr inciso, Anubi era noto anche come .colui che b sopra la sua montagna>;

vd. Shaw - Nicholson, British Museum Dictionury of Ancient Egr,2r. cit.. p. 35. In altre parole, Anu-

bi sedeva sul la "montagna" del mondo infer iore.

I-_I

I4. II. PAIsADISO IsICONQUISTATO 99

soneria hanno suggerito che il termine massone sia una corruzione dellaparola greca mesouraneo, che significa "io sono al centro del cielo"''. Alcontrario, io propongo che significhi "io sono nel cielo medio", oppure"io sono nel cielo nel mezzo (della Tena)""'. Percib i massoni erano chia-mati "figli della luce", perchd essi erano stati concepiti quando una lucemisteriosa aveva penetrato I'oscuritd del mondo sotterraneo.Se mettiamo insieme tutto quello che abbiamo appreso, troviamo che

l'uomo cred il cielo a immagine della Terra, con oceani e ogni seme dellavita e immaginb che questo cielo fosse caduto negli Inferi. Ne consegueche, da una parte, gli Inferi erano un luogo di distruzione e un'lsolt diFuoco (come nei testi egiziani), mentre dall'altra, erano una tena di fiumie fbreste, contenente la citth ellpalazzo di lapislazzuli degli ddi infernali(come nei testi mesopotamici e greci). Secondo quest'ultimo punto di vi-sta, gli Inferi non erano solo una montagna nella montagna, ma un mondotlentro il m.ondo.

Per ora basti dire che I'incapacitb da parte degli studiosi di riconoscerequesta tondamentale relazione tra cielo, Terra e Inferi - particolarmente ilfatto che questi tre regni erano concepiti I 'uno secondo I'immagine del-l'altro - ha seriamente impedito loro di capire cib di cui stavano parland<rgl i ant ichi .

Per comprendere veramente queste leggende. dobbiamo stare sotto lefondarnenta del l 'ant ica teologia. E quindi solo una quest ione di tempoprima che le tenebre siano dissolte dalla luce.

I-A SEI'AITAZIONIj DI'I. CII'I-O DAII.A TEI3I1A

un antico detto ermetico recita: <Il sopra viene dal sotto e il sotto dal so-pra: I'opera del miracolo dell'Uno>r,. Fin qui, abbiamo visto come i/ sot-to venisse dal sopra: questo accadde il giorno in cui cadde il cielo, quan-do <il cielo si mutb negli Inferi>.

Ma come d possibile che l'equazione funzionasse anche al contrario?Come d possibile che il sopra venisse dal sotto?

Nel 1964, I'assiriologo Georges Roux fece una significativa affermazio-ne nel suo libro Ancient Iraq'.

La teoria secondo cui. . . la forma dell'universo era risultata da una violenta separa-:.irtne del cielo dalla Terra per opera di un terzo elemento era generalmente accettatain Sumer. Babi lonia e Assir ia. . . t t .

Nessuno contesta quest'affermazione, ma la vera questione d, perch/ fu-

t'' Brcrwn, Sttllur Theology and Masonic Astrono,n\', cit., p. 64."' Qui si pud farc un interessante paragone con il termine accadico mesu,che, cqme vedremo, era

la meteoritica "carne degli ddi", caduti dal cielo nel centro della Terra.' Traduzione di R. Powell in Historical Note Concerning the EmeraldTablet,in <The Hermetic

.l< rurnal". I 5 (Spring I 98 I ). p. 38. Si ritiene che il testo noto come Tavolu snreraldina risalga alme-no a dodici secoli la. Bisogna sottolineare che per gli antichi, il sotto e il sopra erano in efi-etti I'o-pera del miracolo dei Due, piuttosto che dell'Una.

'' Rtrux. Antient Iru1, cit., pp. 94, 95.

100 QUANDO Gt,r Dr:r SCr.:Sr:RO SUIJ.ATI-:l3l3A

rono "separati" cielo e Terra? Gli studiosr non sr sono mai soffermati suquesto punto e hanno solo ammesso che questa era I'opinione degli anti-chi sul modo in cui si era formato I'universo e che, quindi, si trattava diqualcosa d'incomprensibile per Ia mente moderna. Ma il concetto mi ave-va sempre turbato e affascinato ed era rimasto sopito per anni nell'oscu-rith del mio subconscio, pazientemente in attesa che splendesse la lucedella comprensione.

Questa \tce splendette, di una luminositd improvvisa e accecante, pocodopo che cominciai a pensare come gli antichi. Come abbian-ro gih discus-so, la caduta del cielo fece si che esso fosse seppellito fisicamente all ' in-terno della Terra e cib significd che tutte le acque e rocce del cielo e dellaTerra si unirono. Era quindi assolutamente logico che cielo e Terca do-vessero esserc separati. Anche se dobbiamo capire che questo non avven-ne fi s ic ame nte, ma piuttosto me tafi s icament e.

Improvvisamente, mi divennero chiare diverse cose. Per esempio, nellaBibbia il libro della Genesi afferma che Dio separb la luce dalle tenebre eseparb le acque della Terra dalle acque del cielo". Poco dopo. Dio riposanella sua misteriosa dimora metafisictt.Analogamente, nel Corano, il libro sacro dei musulmani, Dio afferma:

Ignorarro i miscredenti che i cieli e la Terra erano un'unica mctssa che.facemmo apezzi . . .?".

Sempre dal punto di vista ntetafisic'o.Se prendiamo in considerazione testi pii antichi, troviamo la stessa idea

nei versi d'apertura della misteriosa tavoletta diAssur (vd. Capitolo l):

Dopo che il cielo erd stdto seperato dalluTerra - sua lontana e tida gemella".

La medesima idea si trova in una leggenda sumerica, Il mito del piccone,in cui il dio Enlil <<separd il cielo e la Terra> dopo aver aperto quest'ulti-ma con un "piccone'tmeteoritico3o. Come suggeiisce il suo nome, EN.LIL,egl i era i l s ignore (eN) responsabi le di quel la regione del l 'universo - i lLtL, ciod "spazio aereo" o "atmosfera" - che separava i due regni di cieloe Terra.

Analogamente, negli antichi Testi delle Piramidi,leggiamo di un tempo:

... in ctt i i l cieloJu separato dal la terra, quando gl i ddi ascesero al cielor ' .

Questo b logico. Gli dCi erano ascesi al cielo perchd erano usciti solle-vandosi (metafi,sicamente) dagh Inferi della Tema.Uno dei pii famosi esempi di questa separazione tra cielo e Terra pro-

viene dall'antica leggenda egiziana di Geb e Nut che furono separati daShu. La leggenda iniz ia con Geb e Nut <chiusi>, <i l g iorno del grande

"CnL\ I l Corarut , Roma. Newton & Cornpton, 2001r (sura 2l) . Notate l 'uso del p lurale nraiestat ico per

Al lah.

'5 Heidel, The Babvlonian Genesis. cit., p. 68.

"'Jacobsen, The Treasures ol Dttrkne.t.t.;it., p. 10.1. Vd. anche Kramer, The Sumerians,cit., p. 145.

' - Tc.sr i del le Piramidi . lbrrnula 519, par. 1208.

.I. U- PARADISO ISICONQUISTATO

l**t* t****)* ] r* ** * *** t ,

Fig. 3. La sepuruTione cli Nut da Geb.

rnassacroor ' , .che.signi f ica che le due divini td erano cadute sul la Terra edcrano state rinchiuse agli Inf-eri, dove celebravano il rito del matrimonior1.r9: Ma Shu s'ingelosi e separi idue amanti soilevando Nut in modoche diventasse il cielo'e. Secondo le parole di Shu contenuie n ei resti deiSarcofugi:

I. hcl sollevato mia s.rella Nut sopra di me, in moclo da darla a mio padre Atum nelsuo regno e ho posto Geb sotto i rniei piedi... e io sono fra loro.,,.

._Qu-esta separazione d raffigurata visivanrente nella figura 3. Il risultatol-u che Nut divenne un cielo metafisico e ricordere,r,6 .o-., di conse-guenza, ella divenne il contenitore di reincarnazione per la rinascita deglidbi Osiride e Rd.

Il racc.onto forse pii drammatico della separazione tra cielo e Terra com-pare nella leggenda egiziana La clistuzitne clell'Ltmunitd.ildio R0, scesosulla Terra in tempi primordiali, aveva creato gli uornini e aveva iniziato a<governare cid che avevafatto>*,. Ma gli uomini in seguito gli si erano ri_bellati, lamentandosi del fatto che il dio era invecchiaio, lelsue <<ossa> e_rano diventate come argento, Ie sua <<mernbra> come oro e i suoi <capel-li>> come lapislazzuli". Ra, percependo ra debolezza delle sue <membra>>.

'" Wal l is Budge, Front l -et is.h r t t GttJ in Atniert t Ey11tt .ct t . , p. 150."'E signilicativo che secondo le Lcggendt li K,tm'binbo. I'accoppiarnenls tli Shu e (jeb doveva de-terrrinir.re la rinascira di osiride; vd. Meeks - Favard-Meeks . p!!il!-'L,l( (t th" it ii in,, coar, cir., p. 69." 'Test i le i surcol 'a14i . f t r r rnula 76, che include una l inea del la formuia 7g.

" ' ' '

. ' wallis BurJge' Legends of' the Egvptiun Gods, cit., pp r -5 4l ; ro sresso tema compare ner Librort t i MttrTi . rd. e,ryLi . c i t . . f ip. 1,4.'' Waf lis Budgc.. Lr.r;erirli of the Egypriutt Gotls, cit.. p. l-5.

r02 QIjANDO Gl.I Dr::r SCI:SrX,O SUIJATERRA

comincid a temere una seconda morte, (<come la prirna voltatt, e annuncid

la sua intenzione di abbandonare il mondo degli uomini. Quindi, Rd ven-

ne sollevato in cielo sul dorso di Nut, quest'ultima in forma di vacca e so-

stenuta a sua volta da Shu. II racconto d riassunto in questo modo dallo

STESSO RA:

" lo IRi] mi al lontano dal l 'umanit)r e chiunque vogl ia vedernr i deve seguirrni" . . .Poi la Maest)r di questo dio [Rnl guardd tuori dal suo [della Tena?] interno e disse:.Riunitevi e preparate pcr me una dimora di moltitudini. . . che si produca una gran-de campo>. Quindi, nacque il Campo di Hetep. (E RA disse): "Io f ard dimorare in es-so cose come stelle di ogni sorta>. Quindi, nacquero le stelle Akhekha. Allora, la deaNut tremir a causa dell'altezza. E la Maestir di Rd disse: *Ordino che vi siano degliappoggi per soreggere la dea". Quindi, nacquero i sostegni del cielo. E la Maesti diRA disse: <O figlio mio Shu, ti prego di porti sotto nlia figlia Nut e di sorvegliare per

nre isostegni dei rni l ioni che sono lhe che vivono nel l 'oscuri t io".

Come ultirno esempio, con il quale fugheremo ogni ulteriore dubbio,

volgiamoci ora al poema babilonese della creazione, noto col titolo di E-

numa elish. Questa leggenda descrive una serie di lotte celesti seguite dal-

la creaz-ione del cielo. A tempo debito, ci soffermeremo sulle lotte celesti,

per il momento concentriamoci sulla creazione del cielo metafisico.

Il primo rif-erimento alla creazione di un cielo metafisico d presente nel-

la tavoletta tv dell' Enutna elish. in cui il dio Marduk, eroe del poema, vie-

ne messo allir prova dagli altri ddi per verificare se i suoi poteri siano al-

l"tlnezzadel compito irnpostogli. Il cornpito consiste nell'annientare Tia-

mat, la violenta dea del cielo, e quindi ricreare il cielo, metafisicamente

parlando. come dimora degli ddi caduti. La prova dei poteri di Marduk si

svolge nel rnodo seguente:

Essi [gli ddil posero in mezzo a loro una costellazionee quindi si rivolsero a Marduk. loro figlio:<Possa il tuo comando, o signore, impressionare gli dbi!Ordina di distruggere e ricreare, e che sia cosi!Pirrla e t-a sparire la costellazionelParla nuovamente e fa riapparire la c<tstellazione!>.Egli IMardukl parlt) e alla sua parola la costellazione spari.Park) nuovamente e la cttstellazione si ricred...Essi [gli ddil si rallegrarono e proclamarono: "Marduk d re!>'0.

Cito questo brano perchd E un perfetto esempio del modo in cui pensa-

vano gli antichi. La "montagna" del cielo (la "costellazione") doveva es-

sere distrutla fi,sicamenlc, ma ricreata netafisic:tttnente.ll brano dunque

racchiude in poche parole la dualith fisica e metafisica cosi importante per

la nostra conrprensione del le ant iche rel igioni .

" Iv i . pp. 27. xrrx. Appare poco verosinr i le che le Akhekha fbssero stel le comuni. sembrano piut-

t ( )sto olanetc\ inr i nretal ' is ic i

" Dal lcy, MtthsJnnt Me.xtpott tmiu. c i t . , p.2501 ap.275, n. 15, la Dal ley osservu che i l termine

lnnusu, "costellazione". era precedentemente letto dagli studiosi labrtsl, "veste" o "irnmagine". Bi-

sog.a unche norare che la parola che indica la distruz-,.'i:,fl'T.;[l';ij;il,r3:::iff:il: i:T:-

r. n. PARAllrso ltrcoNQUrsTATO r0lDopo questa prova, Marduk si dedica ar vero probrema. prima, ingaggiahattaglia e annienta ra dea Tiamat, sotterrando g.on pu.t" J"r ,uo corpo aldisotto di una (montagna ammassata>>'5. Poi ..."u un ii"i" ..turisico chia-rnato Esharra:

Egli [Marduk] atrraversd i cieli ed esplord le regioni.Si pose di fronre ail 'Apsu [ir rnondo int'eriore]. Ti l i inora oi Ea-it_saggio

IEnki ] .I l signore misurd Ie dinrensioni dell,Apsue srabil i I 'Esharra, la Grande Dirnora. i somiglianza di esso.,.

Questa separazione der ciero dalla Terra comporta anche una separazio_ne _degli ddi. Trecento sono soilevati in cielo -;;i;;;;nlolroti col nomedi Igigi.- e trecento rimangono suila Terra - e sono gri Anunnaki. GriA-nunnaki sono gl i ddi f isici, menrre gri lgigi ,ono ir io- clrr ispondentenretatlsico.A questo punto, Marduk annuncia che costruird un tempio di nome E_sug-i la, che-signif ica "casa delIerevata testa,,, in.ur tuttr 'gt i ddi possano

incontrarsi. Leggiamo re parore di Marduk ,"ri. i"*r.ii" f,'Sopra I 'Apsu [ir mondo inferiore], ra vosrra dimora verde mare,di fronte all'Esharra che io ho crjato per voi,ho raflbrzu.to i l terreno al disortrl per un santuano...Quando sal i rete dal l 'Apsu per una r iunione,il vostro Iuogo di riposo notturno sari l i , d quello i l luogo per

accogliervi tutti.Quando scenderete dal cielo per una riunione,il vostro luogo di riposo nottumo sari l i , e quelfo i l luogo per

accogliervi tuttiPercid lo chiamo Babilonia [Bub_iti l ,.,porta degli dei,u,.

Bisogna ricordare che questo tempio E-sag-ira b rearmente esistito ed dstato descritto dallo storiio greco Eiodoto che lo visitb nel v secolo a.c..r.Era situato di fronte ar.ra-zigi:trat di Babilonia, ma stranamenie rappresen-tava un l,egqme fra Cielo e Tena come la grande riggu.al.-^Riguardo

alla leggenda deila costruzioneler temp;; la tavoretta vr del_l' Enu ma e I i s h fail-cuni inreressanti-.omm"nti ruti. di-.nsioni immagi_narie della struttura:

Gli Anunnaki (di cielo c Terra) presero gli attrezzi;per un antro modellarono mattoni.Quando arrivd i l secondo anno.essi elevarono la testa dell, E_sag_ita a eguagliare I,Apsu.

,J; .1,1 j}r'of, tit ' p 7l, r. 70; il <lio slR.srR porra via ir corp. di riamar e ammucchia una monragna

'" La traduzirne b un misro di .cNtt ' , ci t . , p- 67 e Heidcl. . .rre Babvktniun G.tesis,crt. , p. 43; Hei-del confirnde l'E.sharra con la Terra,.ma neile riga t j.S Jetta rv tavoletta si atferrna chiaramen(e cheI'Esharru d ilciero tr firmamcntol vd. Jacobsen.l'r "

Trlrrur^ ttJ Durkness,cit., p. 179." Lir t.rduzione I un mrsro di.,qlcT.!,-,.; p: 502.". Oatti, . nyrnr ponr Mexpotumiu, cit., p. 259; l,e_spressrone "di fionte" d rnia e credo metta in evitlenza ii significato a.r ur.'." *.giio 4i ..sopra,,.

.r ' , f j : : l ;o"r '"nt Iruq'ci t- . pp. 395, 196. Le rovine sonn.tu,. scavare da una miisione archeorogi-

104 QUANDO Gl.I DI'II SCr:Sr:RO SUl,l-\TI-:l3l3A

Dopo aver costruito una piattaforma a torre' alta quanto I'Apsu

b profbndo,essi vi eressero una dimora per Marduk, Enlil (ed) Ea [Enki]"'.

Per comprendere il significato di questo brano, sono necessarie alcune no-

zioni su come il mondo inferiore prese il nome di Apsu. Nella tavoletta I

dell'Enuma elish,ha luogo una lotta nei cieli tra gli ddi Apsu ed Ea [Enki].

Il risultato d la vittoria di Ea e, come sempre avviene nelle battaglie celesti,

i l dio vinto, Apsu, viene gettato nel mondo sotterraneo. Dopo di cid,

EalEnki scende sulla Terra e costruisce la propria dimora sul caduto Apsu:

Ea [Enki] riversd il sonno su Apsu. Egli s'addormentb profbndamente.

Dopo aver reso prono Apsu, immerso nel sonno.. 'incatenb Apsu e lo uccise...

Stabil i la propria dimora su Apsu...

Dopo che Ea IEnki] aveva vinto e calpestato i suoi nemici...

si riposb nella sua sacra camera nella quiete assoluta.

Egli la chiamd Apsu, la stabil i come santuario(e) fbndd la propria residenza sacra in quello stesso posto5".

Grazie a questo racconto, sappiamo che Apsu aveva il duplice significa-

to di "sopra" e "sotto" per gli abitanti della Mesopotamia. L'Apsu, che d

sinonimo di profondo, un tempo era esistito nelle profonditd dello splzio,

nei cieli, mentre ora esisteva nelle profonditd della Terra, nel mondo infe-

riore. Per inciso. esiste un inno sumerico che si riferisce in modo specifi-

co all'Apsu come a una <<profonda montagna>''. Proprio cib che era.

Come abbiamo accennato sopra, anche Ea (Enki) scese sulla Terra, dove

prese in sposa la dea Damkina (presumibilmente una dea della Terra come

Ninharsag;. Appare poi sulla scena Marduk come figlio della coppia, si-

curamenG proie derivata dal rito di un matrimonio sacro. Marduk quil{i

fugge dalla "montagna" del mondo inferiore e ascende al cielo (metafisi-

camente) come un Titano greco5r.

Ritornando alla tavoletta vl dell'En uma elish e alla costruzione del tem-

pio E-sag-ila di Marduk, si tratta qui di un tempio mitico metafisico, che

ii estende fino al cielo. Leggiamo che la "testa" dell'E-sag-ila sard pari in

dimensioni alla "montagna" caduta del rnondo inferiore e sari <alta quan-

to I'Apsu d profondo", ciod alta in relazione al mondo inferiore, come

I'Apsu era profondo in relazione al cielo. In altre parole,_il tempio si_e-

stenderh fino al luogo esatto in cui era stato il cielo prima della catastrofe.

E questo cielo diventerh la dimora di Marduk, Enlil (ed) Ea (Enki).

. ' , ,1Ncr, c i t . , p.69; gl i stut l iosi hanno tat icato perdare un senso al l 'espressione.al tacome I 'Apsu>;

i l rn io sugger imento.al ta quanto I 'Apsu b profondo" ha un senstt soprat tut to per i l fat to che i l d io

Apsu eristato gettato dal iielo in Terra. L E-sa14-ila era davvero un tempio che si estendeva (dal

punto di vista mitologico) dalla Terra al cielo.,u AN L"t, cit.. p. 6 I ; ii termine tradotto con "residenza sacra" b gipuru', d. lo stes-so termine che com-

pare nella riga6 rJell'Enuma cll.s/r, solitamente tradotto con "capanna di canne".

' ' ANEr, c i t . , p. 574.

'. La fuga di Marduk dalla "montagna" degli Inferi era un tema importante nella festa del Capo-

danno babi lonese: vd. Franklbrt , Kinsship and the Gods' c i t . ' pp. 3 l3-25.

.I. N. PAI3AI]ISO I3ICONQUISTATO 105

Riassumendo,l'Enuma elish si accorda perfettamente con tutti gli altritesti citati precedentemente. Il cielo fu creato metctfisicamente perch6. di-ventasse una dimora per il dio caduto, che in Terra era ben lungi dall'es-sere contento. ll motivo per cui il dio era caduto in Terra era che il dio erail cielo, vale a dire il cielo e il dio erano la stessa cosa. Per creare questocielo metafisico, era necessario separare magicamente la sua immaginedal corrispondente caduto all ' interno della Terra. Percid leggiamo cheMarduk <misurb le dimensioni dell'Apsu e stabili I 'Esharra, a somiglian-za di esso>>.Cosi il cielo fu separato dalla Terra. Con le parole dei seguaci dell'erme-

tismo: << Il sopra viene dal sotto>>.

UNA COMI'TA O UN PIANIjTA?

Per ricapitolare brevemente, gli antichi iniziarono con un meteorite, sidomandarono da dove esso fosse arrivato e conclusero, logicamente, cheproveniva da una "montagna" nel cielo, che era stata distrutta nel corso diuna lotta fra gli ddi (dbi-ruontagna). Essi concepirono questa "montagna"del cielo a immagine della Terra, con acque e ogni seme della vita. Poiconclusero che la caduta della "montagna" celeste - milioni di anni prima- aveva fecondato la Terra.

Durante il processo, tutta la "montagna" del cielo era stata sotterratadentro la "montagna" della Terra - da qui I' idea che il mondo degli Inferilbsse una montagna e i riferimenti a una misteriosa Montagna di Cielo eTerra. A questo punto, il dio-montagna caduto orchestrd la propria resur-rezione in cielo separando questo dalla Terra, metafisicamente parlando, eascendendo al cielo per risiedere nella sua misteriosa, invisibile e ricreatadimora.

Percid si pud dire che <il sopra viene dal sotto e il sotto dal sopra>. Il so-pra (il cielo) fu sollevato dal sotto (il mondo inferiore). E il sotro (la Ter-ra) fu creata dall'antica caduta del sopra (il cielo). Le due affermazionicollegate quindi si riferiscono alla "seconda scena" e alla "prima scena",rispettivamente, dell'atto della creazione. Questo, io ritengo sia il signifi-cato del detto ermetico, in contrasto con le numerose interpretazioni alter-native che hanno solo confuso la questione53.E ora necessario comprendere il significato di "montagna" del cielo.

Quale tipo di "montagna" poteva disintegrarsi nello spazio, penetrare fisi-camente la crosta terrestre e provocare I'inizio della vita sul nostro piane-ta'? Esistono due possibili risposte: una cometa, o un pianeta in via di di-sintegrazione. Ma quale dei due corrisponde con maggiore precisione acib che avevano in mente gli antichi?

Riguardo alla teoria della cometa, d interessante notare che alcuni scien-ziati odierni hanno gid considerato la possibilitb che questi corpi celesti

5r Il detto d spesso abbreviato ir.t <come il sopra cosi il sotto", che ha condotto a interpretaz-ioni sem-plicistiche come I'idea che certi templi o piramidi in Terra corrispontlessero a certe st-elle in cielo.

l0(r QUANDO Gl.I DI-:I SCESr:RO SUll-ATI.:l3l3A

abbiano portato il seme della vita sulla Terra5a. La teoria della cometa d

anche interessante perchd si accorderebbe con l'antica credenza secondo

cuil' intera montagna sarebbe caduta sulla Terra (questo sarebbe il caso di

una cometa entrata nell'atmosfera della Terra).

Ciononostante, a un esame piir attento la teoria della cometa presenta al-

cuni problemi. Secondo il ragionamento presentato in queste pagine, gli

antichi avrebbero considerato la cometa un corpo caotico, il risultato del-

la catastrofe piuttosto che la causa, tl frammento del dio, piuttosto che il

dio stesso, il messaggero, piuttosto che il re. Inoltre, mi sembra che gli an-

tichi non fossero particolarmente interessati a compiere osservazioni del-

le comete (o dei meteoriti), ma piuttosto a teologizzare sulla provenien:a

di questi corpo caotici. Percid gli antichi scribi attribuivano estrema im-portanza alle spiegazioni sul modo in cui era avvenutit la creazione di cie-

lo, Terra e genere umano in un'epoca remota, milioni di anni prima.

Questo ci porta all ' idea di un pianeta disintegrato. Sebbene la teoria sia

un anatema per la moderna mente scientifica, bisogna sottolineare che qui

stiamo trattando di un sistema di fede religiosa. Percid, l'idea di un piane-

ta che vain pezzi - in meteorrti e fttrse anche in comete - E una soluzioneplausibile al mistero della "montagna" celeste disintegrata ipotizzata da-gl i ant ichi .

Per risolvere la questione una volta per tutte, b necessario accantonarequalsiasi moderno preconcetto su meteoriti. comete e pianeti e rivolgere

I'attenzione a cib che dicevano gli antichi. Dopotutto, sono le loro cre-

denze a essere in diScussione.La prima cosa da notare d un'anontalia che ci ha turbato negli ultimi due

capitol i , c iob I ' insistenza da parte degl i ant ichi scr ibi sul fat to che la"montagna" celeste avesse posseduto abbondanti acque, che erano cadu-

te sulla Terra in un enorme diluvio. Come ho gid sostenuto in questo capi-

tolo, b una credenza che probabilmente risulta dalla creazione del cielo a

immagine della Terra.In veritir, se si leggono con attenzione gli antichi testi, si scopre che cie-

lo e Terra e lnferi furono creati I 'uno a immagine dell'altro e tutte e tre le

regioni assomigliavano alla Terra.Gli Inferi, per esempio, non erano soltanto una minuscola caverna, ma si

credeva occupassero l'intero spazio interno della Terra. E questo mondo

sotterraneo - l'Apsu - fu usato per creare a sua immagine la "montagna"

del cielo. Percid nell'Enurna elish leggiamo:

Il signore [Marduk] misurd le dimensioni dell'Apsue stabili I 'Esharra, la Grande Dimora, a somiglianza di esso.

Com'era questa Grande Dimora? Per gli antichi abitanti della Mesopota-

mia, era un luogo per gli ddi, piD che per gli uomini, e questi raramente vi

5'Nel 1973, i l premio Nobel Francis Crick, insieme al dott. Lesl ie Orgel, suggcr'r che " la vita sul-

la Terra potrebbe esscre nata da minuscol i organismi provenienti da un lontano pianeta>; vd. F.

Crick - L. Orgel, in <<lcarus>> (September 1973). Vd. anche F. Hoyle - C. Wickramasinghe, Evolution

.frorn Space, J. M. Dent & Sons, l98l e F. Hoyle,The Intelligent Universe. M. Joseph, 1983.

-r. u. PAII.ADISO IIrCONQUISTATO 107

si recavano. Gli Egiziani, invece, avevano enorme fiducia nelle loro capa-citd di raggiungere la dimora celeste - pin di qualsiasi altro popolo - e de-scrivevano in modo particolareggiato le sue caratteristiche.Le due citazioni che seguono esemplificano le credenze egiziane.Nella prima, tratta dal Papiro di Ani,leggiamo di come lo scriba Ani pre-

gasse il suo dio riguardo alla propria vita dopo la morte nella "montagna"del cielo:

Concedi che io possa venire al cielo che b eterno,e alla montzrgna dove dimorano i tuoi tavoriti55.

Questa "montagna", secondo altri testi, era chiarnata Neter-Kherl. lette-ralmente "terra montuosa di Dio"La seconda citazione b tratta dal Librc dei Morti e climostra come quesu

"montagna" celeste fosse un luogo idilliaco, proprio come la Terra, dove ildefunto poteva controllare tutto cib che aveva tentato di controllare in Terra:

Ho ottenuto la supremazia sulle acque, ho ottenuto la supremazia sul canale, ho ot-tenuto la supremazia sul fiume, ho ottenuto la supremazia sui solchi, ho ottenuto lasupremazia sugli uomini che lavorano per me, ho ottenuto la supremazia sulle donneche lavorano per me in Neter-Kherl, ho ottenuto la supremaziain Neter-Kher./ su tut-te le cose che erano state stabilite per me in Terrar,'.

La tavola 36 - un'il lustrazione dal Libro dei Morti - dimostra come sliEgiziani sperassero di arare e mietere in un celeste "Campo di canne"lilprototipo dei canrpi Elisi greci)5'. Il British Museum ha intitolato la scena"Agricoltura nell' aldi li".si capisce quindi che chiamare la "montagna" del cielo una "cometa"

(secondo il nostro concetto di cometa) sarebbe un travisamento di cid checredevano in realti gli antichi Egiziani. chiaramente, il re egiziano non a-vrebbe potuto trascorrere I'eternitd su una cometa. a meno di non imnra-ginarlo con indosso una specie di tuta spaziale.ora, oltre alla questione dell'ambiente simile alla Terra sulla "nrontaqna"

def cielo, c'd il problema delle dimensioni della montagna. E qui, comJ ab-biamo menzionato precedentemente, gli antichi erano sicuri del fatto checielo e Terra fossero I'uno I'immagine dell'altro. Percid, la misteriosa tavo-letta scoperta ad Assur (vd. Capitolo I ), si apre con le seguenti parole:

Dopo che if cielo era stato separato dalla Terra - sua lontana e.fitla gemelkt.

Nonostante I'inclinazione dei suoi autori per la scrittura segreta, questotesto non potrebbe essere pii chiaro. Esso aft-erma categoricamente checielo e Terra erano gemelli, ciod, pioneti gemelli.

La stessa idea d presente in un testo sumerico che dichiara la dea Inanna<<alta come il cielo> e <<ampia come la Terra>'n.

" Wallis Budge. Cgypriin ReliT1ion, cit., pp. 35, 36.

'o Id.,The.Egyptian Heaven und Hell. cit., rlr, pp. 65. 66." Sul campo di Canne (o di Giunchi), vd. Alford, Dalle pinmidi at! Atluntitle, cit.. capp. 9, 10." Kramer, Hist t t r t Be,qin: ut Suner, c i t . , p.291.

r08 QUANDO Gl-r DI-;I SCr-Sr:RO SUl,l-ATr-:l3l1A

Analogamente. nella mitologia greca, Esiodo c'informa che Gda <dai

larghi fianchir', (generd un essere simile a s6,in grado di coprirla intera-mente, vale a dire Urano>5'. Ancora una volta, I'affermazione b inequivo-cabile: Urano, il cui nome significa "montagna del cielo", era pari in di-mensioni a Gaia. Come poteva la "montagna" di Urano essere una come-ta?

Considerate anche una delle leggende greche relative aZeus, il cui nomesignifica "cielo splendente""". Nella seguente citazione, tratta dall'lliadedi Omero, leggiamo che le forze combinate di tutti gli altri dei olimpicinon erano sufficienti a trascinare Zeus giD dalla sua "montagna" dell'O-limpo, ma che lui, al contrario, poteva sollevare loro fino al cielo:

Io [Zeusl potrei tirarvi [gli ddi] su e con voi la terra. il mare e ogni cosa, poi attac-care Ia corda d'oro attorno al picco dell'Olimpo e renderla salda, in modo che anco-ra una volta tutto penzolasse a mezz'aria"'.

Pud una cometa "penzolare amezz,'aria"? No, al contrario, essa viaggia

attraverso il cielo seconda un'orbita caotica. Un pianeta, invece, d stabile.E la stabilitd era per gli antichi sinonimo di cielo, come d evidenziato dal-le ziggurat e dai templi della Mesopotamia, che rappresentavano il "lega-

me" permanente tra cielo e Terra.Infine, bisogna notare che gli abitanti della Mesopotamia chiamavano

sia il cielo sia la terra "montagne". Essi non qualificavano il termine, co-me montagna picc:olo o grande. Al contrario. irnmaginavano che le "mon-

tagne" di cielo e Terra appartenessero entrambe alla stessa categoria: era-no ciod tut t 'e due pianet i .

Gli antichi Egiziani andavano anche oltre. Essi si riferivano al cielo e al-la Terra usando ben quattro dffirenti metufore, ognuna attribuita al cieloe alla Terra, senza alcun aggettivo qualificativo. Questi quattro termini e-rano "montagna", "isola", "trono" e "orizzonte" (quest'ultimo in riferi-mento all 'Akhet, una splendente isola di luce)o'. Ancora una volta, sco-priamo che cielo e Terra appartenevano alla stessa categoria. Entrarnbi e-rano c ons ide rat i piane t i.Tutto considerato, la teoria della cometa si b dimostrata semplicistica e

funziona solo imponendo ai testi antichi moderni preconcetti. La teoria diun pianeta disintegrato, invece, ha senso nel momento in cui riconoscia-mo che non abbiamo a che fare con osservazioni astronomiche. ma piut-tosto con religioni e coslruzioni teologiche. Percid, poco importa qualipossano essere i nostri moderni pregiudizi nei confronti dell' idea di unpianeta che si disintegra, oppure per essere pii precisi che esplode in mo-do catastrofico, le parole degli antichi non dovrebbero essere negate.

5, El iade, A Histon,r t l Rel i ,q ious ldeas,ci t . . vol . r . p.247.

'"'Craves, I niti xrz'ci, cit.

" 'El iade, A Histor,- o l Rel ig i t tus ldeas.ci t . . vol . t . p.252.o'E sicuro che r i f 'erendosi i r l l " 'or izzonte or ientale", g l i Egiz iani avessero in menle i l c ie lo; percid

nei lesri clelLe Piranidi. formula 222.par.202, il re Osiride dichiara: "Concedi

che io po:su impa-dronirmi del c ie lo e orendcre Dosscsso del l 'or izz.onte>.

-r . Il. PAI3ADTSO II,TCONQUrSTATO 109

Che ci piaccia o no, dobbiamo concludere che il cielo degli antichi erarrn pianeta e le religioni degli antichi possono descriversi come culti di un

ltittneta esploso. D'ora in poi non parleremo di "culti del meteorite", madi "culti del pianeta esploso".

II- DIO IN\)ISIBN-T]

Quindi tutto torna. Il dio creatore degli antichi era un pianeta. che esplo-se in cielo e "creb" la Terra fisicamente, riempiendo i fiumi con le sue ac-que <<ammucchiando cumuli e collinette> di roccia e avviando sulla su-perficie della Terra larealizzazione di <migliaia di fondazioni e milioni diluoghi>. Poi. come gran finale, il dio cred il cielo come una copia esatta( metafisicamente) del pianeta perduto.E tutto cid avvenne dopo una lotta tra due ddi celesti, che nella mente degli

antichi erano concepiti come due rivali planetari, solitamente rappresentaticome le forze del bene e del male. Da qui, le leggende di Osiride smembratoda Seth, di Tiamat divisa in due da Marduk e diZu annientato da Ninurta.

Queste battaglie erano spesso ambientate in un contesto metafisico, con undio simile a un Titano che si erge a eroe, ma senza dubbio esse s'ispiravanoalla leggenda di una originale battaglia.fisica, come quella in cui Apsu fu ad-dormentato da Ea.

lnoltre, sembra che la lotta dei pianeti provocd la distruzione reciproca dientrambe le parti, cosicchd i frammenti o "membra" del dio buono e del diocattivo finirono per essere seppelliti nella terra.

Fin qui tutto bene. Ma che dire del fatto che gli antichi veneravano ancheil sole, la luna e le stelle'? Come si pub conciliare questo con il culto di unpianeta esploso?La risposta arriva per logica. Ancora una volta, iniziamo con il meteori-

te e consideriamo che cosa esso rappresentasse. Era, come dicevano gli E-giziani, il seme solidificato del dio creatore, un resto fisico del suo smem-brato corpo planetario. Ma, ed d un grande "Ma", il meteorite era un og-getto inerte, privo del respiro vivificatore, o essenza spirituale, del dio. Ildio creatore, che potremmo chiamare forse "Dio", non era piir nd nel me-teorite nd nella Terra. Al contrario, egli, ciod il suo spirito o la sua anima.era asceso al cielo e occupava ora una dimora metafisica. Dio era in r:ieloed era invisibile.

Ora poniamoci un'importante domanda. Come potevono gli antichi ado-rare un Dio invisibile2 Secondo me la risposta d che essi cercavano nellanatura cose che ricordassero gli atti di Dio.Cosa aveva compiuto Dio? Per dirla semplicemente, Dio era rnorto e poi

era tornato in vita. Il suo atto di creazione aveva incluso una morte e w1arinascita. Dio stesso aveva spcrimentato una mofte e una rinascita. E an-che il cielo, aveva sperimentato qna vita e una rinascita (poich6 Dio e ilcielo fondamentalmente erano la stessa cosa). Inoltre. la morte di Dio a-veva anche implicato la morte e la rinascita della vita flsica, che era statatrasferita dal pianeta del cielo al pianeta della Terra.

IrI

I

l l0 QUAN DO Gl.I DI-II SCr-Sr:R O SU I l.r\ TI-:li,l3A

osservando la natura gli antichi trovarono diverse cose che ricordavanola morte e la rinascita di Dio, la morte e la rinascita del cielo e la morte ela rinascita della vita.Nell'agricoltura, per esempio, la fertil itb della terra sembrava venir me-

no per rinascere I'anno successivo con I'avvicendarsi delle stagioni. Cosifu che osiride e diviniti analoghe, come Tammuz, divennero ddi del gra-no e della fertil itd, consentendo agli studiosi moderni di etichettarli comenient'altro che dbi del grano: un eirore grave e inopportuno.Gli antichi osservarono anche il cielo in cerca di simboli di morte e rina-

scita. Essi non potevano vedere il vero Dio - il pianeta esploso - che erainvisibile, ma vedevano numerosi altri corpi t,isibili che riiordavano il lo-ro Dio invisibile.

Prima di tutto, c'era il sole, che sembrava morire e rinascere ogni giorno,quando tramontava all 'orizzonte occidentale e quindi riappariva a est(moriva e rinasceva anche il giorno piir corto dell;anno, il sorstizio d'in-verno). Il sole simboleggiava cosi la morte e la rinascita del pianeta e-sploso.Poi c'erano le stelle, che sembravano morire all'orizzonte occidentale e

rinascere a est. Anche le stelle, quindi, simboleggiavano la morte e la ri-nascita del pianeta esploso.

Infine c'era la luna, che sembrava morire e rinascere alla fine del suo ci-clo di 29,5 giorni, quando attraversava un periodo di invisibilitl totale pertre giorni prima di riapparire nel cielo notturno. Anche la luna simbolbc-giava la morte e la rinascita del pianeta esploso.Diventa quindi chiaro come gli antichi non adorassero il sole, la luna o le

stelle in sd. E d'importanza cruciale realizzare che il sole, le stelle e la lu-na non morivano veramente. Al contrario, queste "morti" erano meramen-te simboliche e ricordavano agli antichi cid che questi credevano fbssestata una vera morte fisica: quella del pianeta che era esploso in frammen-ti meteoritici.A queste manifestazioni visibili di morte e rinascita, si aggiungevano an-

che le eclissi del sole e della luna, quando la luce moriva momentanea-mente per ritornare come se rinascesse. Per i popoli che credevano nellamorte catastrofica e nella rinascita del loro Dio planetario, queste eclissidovevano rappresentare un pauroso segno simbolico di come la vita eracominciata sulla Terra.

. ora bisogna sottolineare che i simbolismi appena citati non sono per nul-la ipotetici, ma erano tutti util izzati in pratica. cid pud essere coniermatoda nurherosi esempi.Prendiamo le stelle. Gli Egiziani scelsero la stella Sirio (sothis) come

simbg.lg del pianeta esploso di Iside (alias Hathor). euesto non solo per-chd Sirio era la stella piD luminosa del cielo, ma perchd la levata eliaca diSirio al solstizio d'estate coincideva con la pienaannuale del Niloo,. sirio

" ' Percid, secondo Plutarco, gl i Egiz iani chiamavano talvol ta i l Ni lo "sothis/Sir io" ; vd. Temnle.' l 'he Sir ius Myster,- , c i t . . p. I29.

-r. u- PAllAllrso llrcoNQursTATo l l l

quindi simboleggiava il diluvio proveniente dal pianeta esploso, insiemetlla conseguente f'econdazione della Terraoo. E questo simbolismo chespiega i numerosi strani rif 'erimenti al cielo sotiaco come a un paradisoricco di acqua e canne. E poco verosimile che gli antichi credessero in unpianeta simile alla Terra nel sistema stellare di Sirio, come alcuni hannosuggeri ton' . E molto pi i r .probabi le che i l c ielo sot iaco simboleggiassesemplicemente il perduto cielo planetario nel nostro stesso sistema solare.Poi c'd la costellazione di Orione, le cui stelle disegnano la figura di un

gigantesco uolno che si muove a grandi passi, con una spada appesa allacintura. Fin dai tempi pii remoti, gli antichi riconobbero in questa figuraun'immagine antropomorfica del loro dio Osiride e per questo la chia-nrarono Suh, "che si muove a grandi passi". Perchd chiamare Orione/O-siride colui "che si muove a grandi passi"? La semplice risposta b rivela-ta nei Testi dei Sarcofagi in cui Osiride afferma che <la lunghezza delcielo d il mio passo>>".. Questo era simbolicamente vero in due modi. Pri-rno, Osiride aveva fatto un grande passo per colpire col piede il suo av-versario planetario SethnT. Secondo, Osiride era sceso a grandi passi dalcielo alla Terra.

Se mettiamo insieme le stelle di Sirio e Orione, scopriamo che esse ciraccontano una storia, la storia di due pianeti esplosi. I lettori ricorderan-no la leggenda secondo cui Iside segui Osiride agli Inferi gridando: < Iosono Iside. Sono venuta al centro della Terra, nel luogo in cui ti trovi>>. Seosserviamo le stelle, troviamo che Orione, I' immagine stellare di Osiride,d la prima a sorgere (e a "nascere") all'orizzonte orientale ed E quindi laprima a tramontare ("morire") a ovest. quando essa/egli scompare nell'o-scurith divenendo invisibile. Non b una coincidenza che Sirio. la stella diIside, sorga dopoOrionelOsiride e la seg,ua attraverso il cielo, fino a spa-rire nel mondo inferiore alla ricerca del compagno perduto.

Sappiamo che non d una coincidenza perchd c'd un periodo dell'anno incui Sirio rimane invisibile, senza sorgere all'orizzonte per circa settantagiorni. E di settanta giorni era il periodo sacro impiegato dagli Egizianiper I' imbalsamazione dei sovrani defuntio'. Dopo i settanta giorni di mor-te, Sirio rinasceva all 'orizzonte orientale, simboleggiando cosi la rinasci-ta di Osiride nell'aldild e la nascita del bimbo divino Horo. I'erede al tro-no della Terra.

Quindi, riassumendo, gliEgiziani si servivano delle stelle di Orione e Si-rio per raccontare la storia di due divinitd - due pianeti esplosi - che era-no scese dal cielo alla Terra. E talmente si radicb questo simbolismo chepossiamo leggere la stessa storia seimila anni dopo.Ora consideriamo le prove secondo cui il sole simboleggerebbe un piane-

"'Vi era un mot ivo profbndamcnte esoter ico per cui Sir io divenne i l s i rnbolo supremo nel cul to e-

giziano clel piuneta esploso: vd. Alford, Dalle pirontidi od Atktntide. eit., cap. 7.' ' Temple. ' f fu Sir iu. t Mr ' .s lcn. c i t .

^ Testi dei Surcofugi, formula 624.n7 lv i , formula 838:

"Colpisci lo col p iede nel tuo nome di Or ione".

"" Temple, Tht, Sir ius Mystery, c i t . , p. 129.

t t2 QUANDO Gl.t Dr--r SCr:sr:RO sull_A TERI3A

ta esploso. Abbiamo gid incontrato in questo libro due dbi del sole, chepossiedono spiccate caratteristiche non solari. Nella leggenda sumericaEnki..e.Ninharsag: un mito del paradiso. abbiamo letto di come utu (pre-sumibilmente il dio solare sumerico) avesse riempito la Terra con acquadella <bocca da cui escono le acque della Terra>. Poi, i resti delle pirami-di cihanno riferito di RA (presumibilmente un dio solare e nuila di piD) <u-scito da Nut>, <il colle primordiale del paese in mezzo al mare>. E abbia-mo anche visto come Rd fosse noto come il <Grande Diluvio che usci dal-la Grande>, ciod Nut, la dea celeste il cui simbolo era una brocca d'acqua.Naturalmente non ha senso che un dio del sole sia associato a un diluvio diac^qua, a meno che il sole nonJbsse il simbolo di un pianeta esploso.Queste anomalie rappresentano semplicemente la punta dell;iceberg.Per cominciare con I'egiziano Rd, ora sappiamo, dai resti dei sarcifagi,

che questo dio usci da sua madre Nut <in quella notte di tumurto>.,. inol-tre, nei Testi delle Piramidi, si dice che Rd provoca il <fulminer, d .,ag-gressivo come un coccodrillo'r, un <<signore di terrore> e causa <<spaven-to>>quando sale all 'orizzonte7'. Nessuna di queste caratteristiche d compa-tibile col sole.Come ho sottolineato nel mio precedente libro, Dalle piramicli atl Atlan-

tid9, il nome "RA" significa "che si leva" e si adatta perfettamente all ' ideadel colle primordiale che si levain Nun (un'allusione quin<Ii all 'esplosio-ne di un pianeta nel le acque del lo spazio' ' ) . Ho evidenziato i r fai to chequesto importante motivo - il colle che si erge - b stranamente assente neiTesti delle Piramidi, a meno che il nome di Ra non sia una sua personifi-cazione'2. Ho anche evidenziato il fatto che il geroglifico usato per il no-me "Rd" (un cerchio all ' interno di un altro cerchio) non assomigria perniente al sole, ma sembra stranamente il colle primordiale emergente dal-I'abisso acquaticoT'. Tutto considerato, sembra che Rd in orieine non fos-se un dio solare, nla piuttosto il dio del colle primordiale emlrso. In altreparole, Rd era anzitutto un dio ltlan,etario e divenne una clivittitd solaresolo quando il sole venne adottato come ,simbolo rlel pianeta esploso.

Nel corso del tempo, il simbolismo solare di Rd superd la sua identitb o-riginale e la occultd talmente bene che migliaia di anni dopo sfuggi com-pletamente agli egittologi.ciononostante, gli indizi principali erano l), per coloro che avevano oc-

chi per vederli e percepirli.Per esempio, per trasformare RA da dio planetario invisibile in simbolo

solare visibile, si dovette mutare il suo viaggio attraversoil cielo (con la"c" maiuscola) fra il cielo e la Terra, in un viaggio attraverso il t ' ielo (conla "c" minuscola) della'l 'erra. I due orizzonti planetun dovettero quindiessere convertiti in due r>rizzonti terrestri, ciod eli orizzonLi orieniale e

o" Te st i de i Sa rc ofa g i, lirrmula .174.

" 'Test i del le Piramidi , krrmule 519, 689. 690.6j j , parr . 1212, 2090.2110. 202-5.'Al tbrd. l )<t l lc l t i r t r t r t i t ! i tu l At l t r r t t i t l t , .c i r . . can. X.

': Ibid.

" tbid.

-r. u. PAI1ADrSO II,TCONQUrSTATO tt3

occidentale della Terra. Facendo cid gli Egiziani tuttavia mantennero ilsenso dell'originale viaggio interplanetario. Percib si diceva che Rd sor-geva da una"montogna" a est (Monte Bakhu) e tramontava su una "mon-

[ogna" a ovest (Monte Manu)'*. Col senno di poi, sappiamo che questo eraun indizio relativo all 'originale natura del viaggio del dio solare. Comeanche il fatto che Akhet, il termine egiziano per "orizzonte", era scrittocon un grande disco posto all ' interno di una montagna aperta, e aveva ilsignificato letterale di "montagna di luce"?s. Per non menzionare il fattoche Akhet in origine era scritto con un segno ellittico che significava "iso-

la", ancora un'altra metafora per indicare un pianetaio.

Per il lustrare questo punto, consideriamo il seguente brano tratto dall'1n-no a Rd:

Tu sorgi nel cielo all 'orizzonte e il tuo disco d adorato quando si posa sulla monta-gna per dare la vita al mondott.

Qui vediamo Rd sorgere da un orizzonte in cielo e andare a posarsi sullamontagna della krra". Cosi, esso porta la "vita" al mondo in modo cata-strofico, un tema comune negli scritti antichi.

Se ci volgiamo al dio sumerico Utu, troviamo che il suo compito non eradi splendere e dare calore agli uomini, ma di prestare assistenza durante ilviaggio tra la f'erra e il cielo. Nell' Epopea di Gilgamesh, d Utu ad aiutare

Gilgamesh a salire in cielo abbassando <<sette eroio in sette caveme mon-tagnose (vd. il capitolo successivo). Analogamente, nel Poema di Etana, bUtu (alias Shamash) a concedere all 'aquila di trasportare Etana in cielo"'.

Da un testo sumerico intitolato Enki e l'ordine del mondo, apprendiamoche Utu aveva il controllo dei viaggi tra cielo e Terra, quando Enki <lo po-

se a capo di tutto il cielo e la Terrao. Lo stesso testo descrive come Utuvenne fuori dal cielo ruggendo come un toro che esce dalla foresta:

Utu, I'eroe. il toro che esce dalla tbresta, che ruggisce come un leone,il prode UtLr. il toro che d saldo, che orgoglioso esibisce il proprio potere.il padre della grande citt), i l luogo in cui sorge Utu, il grande araldodel santo Anu.

il giudice, colui che d responsabile delle decisioni degli dbi,che porta una barba di lapislazzuli, che esce dal santo cielo...'".

Questa b la descrizione di un dio solare'? Io non credo. Consideriamo.per esempio, il seguente racconto della catastrofica "nascita" di Utu:

'o Wilkinson, Reuding Egtption Art.ctt., p. 133; gli egittologi non hanno ancora afferrato questcr

punto nonostante i numerosi r i f 'er iment i (vd. note 62e18).?5 Vd. Franklbrt , Kingshi l t und the Gods. c i t . . pp. 135, 354 n. 6; vd. anche E. C. Krupp, Ethoes t t f

the Ancient Skies Oxford Universi ty Press, 1983, pp. 308-310.

'o Betro, Hieroglvphit's. cit., p. 157.

" Wal l is Budge, L-g.vpt icn Rel ig i<tr t . c i t . , p. 122.

'* Nei test i egiz iani v i sono r ipetut i r i fer iment i a l l " 'or izz-onte del c ie lo": vd. per es. iv i . pp. 35-- j7,

,uvrt , c i t . , pp. 4, -170. 372.315.

" ANr-?, c i t . . pp. I l4- I 8.

"" Krarner, The Sutner ian,s, c i t . . p. l t l l . nra d pi i r preciso dire " i l

luogo in cui sorge UIu", p iut tosto

che <il luogo in cui sorge il .solerr.

|l4 euANDo cll D$:r scnsF:Ro sull-A,Triti,l3A

(Era) il giorno in cui I'arma inviata dall'alto demoli la cittir come con unplccone.

!1 guel giorno il cielo si frantumd, la Terra fu colpita...Il cielo si oscurd, si copri di ombre, si mutd neglilnferiU tu giat clue ( p rost rato ) all' orizzonte\

Questo significa che utu cadde dal cielo sulla Terra, con il termine ..o-rizzonte" che qui ha lo stesso senso utilizzato inEgitto.Per i sumeri, il sole che sorgeva a est rappreseniava I'infuocata nascita

di utu. Quando il sole attraversava il cielo durante il giorno, simboleggia-va utu che viaggiavafisicamente dal cielo alla Tena. euando il solJira-montava a ovest, simboleggiava Utu che entrava agli Inferi. E, infine,quando il sole via_ggiava durante le ore dell'oscuritd,iimboleggiava il ri-tomo metafisico di utu alla sua montagna nascosta a est. co;i; il giornodopo, era pronto a ripetersi I'intero spettacolo simbolico.E difani, il regno di Utu andava

"dalla montagna in cui utu sorge, alla

montagna in cui Utu tramonta>>82.come in Egitto, si riteneva che vi fosse una "montagna" a est (il cielo) e

una "montagna" a ovest (la Terra). su antichi sigilli cilindrici infatti d rap-presentata la nascita di.utu dalla "montagna" a est. Nella tavola g, possia_mo vedere Utu (alias Shamash) che nasce da una montagna a due vette, e-mettendo raggi di fuoco dal corpo.Ancora piD interessante d la tavola 9 in cui Utu, brandendo un coltello,

rientra dentro la sua montagna a due vette. Dalla parte superiore del cor-po di Enki fluiscono acque ed entrano pesci a sim6oleggiaie il ritorno deifiumi rigri ed Eufrate alla loro sorgente celeste. coiri abbiamo notatonel capitolo 2, Enki era il dio che <<rimase ritto, orgoglioso come un tororampante> e <riempi il rigri con le acque spumeggianti del suo seme>>.La sua presenza su questo sigillo cilindrico ci ramirenta che anche utuera associato a un grande diluvio sulla Terra. L'immagine d percid un'ec-cezionale prova del fatto che utu in origine non fossJun dio solare, ben-si il dio di un pianeta esploso, che controllava le traversate tra il cielo e laTerra.

II- MOTIIO DIjII-A, MONTAGNA COSMICARiprendiamo ora la nostra macchina del tempo e ritorniamo nel paese

degli antichi con le nostre nuove conoscenze delre loro relieioni.cominciamo ancora una volta da Eliopoli e dal tempio dei Benben. Sta-

volta, possiamo comprendere la santitd del meteorite placcato d,oro (lapietra Benben), che riposa splendente in cima al pilastrb. E un oggetto u-nico, c.he ha.viaggiato dai misteriosi reami del iielo al regno mondanodella Terra. E un messaggero di Dio. un frammento di un aitico pianeta.

.:t_lNET, cit., p. 613; prel'erisco tradurre "erpice" con "arma" e ..prostrato" d meglio di .,immobile"

di Kramer.* ' Iv i . p. 576.

r u. PAIIADrSO |ITCONQUrSTATO tt5

l: I'efflusso di Atum, che <si levd> a Eliopoli emettendo Shu e Tefnut co-r)rc sua progenie divina. E la meteoritica pietra Benben ora punta verso ile rclo, come se dovesse risorgere nel pianeta da cui d venuta.Ora comprendiamo le storie dei sacerdoti sull'uccello Bennu (la Fenice).

('omprendiamo perch6 si dice che I'uccello Bennu sia nato nel fuoco ine ima a un sacro albero di persea'3. Comprendiamo perchd I'uccello Bennugiunse sulla Terra da un luogo chiamato "Punt", che significa "il paese dil)io"'u. Comprendiamo perchd I'uccello Bennu nacque in mezzo a un lam-po accecante di luce". Comprendiamo perchd I'uccello Bennu si posd surrna "roccia" (la Terra) ed emise un acuto grido, dando via cosi all'iniziorlei tempi8n. Possiamo anche comprendere perch6 I'uccello Bennu portd

una magica essenza vitale (Hike), precedentemente sconosciuta sulla ter-ra*7. E possiamo comprendere perchd gli antichi temevano il futuro ritor-no dell'uccello Bennu, che minacciava di scendere in modo catastroficosulla Terra, distruggendo I'antico ordine delle cose e provocando la nasci-ta di un nuovo ordine del mondo**.

Soprattutto, possiamo comprendere la moderna leggenda della Fenice,che si dice si getti nella pira funeraria e rinasca dalle proprie ceneri8n. Orasappiamo che I'uccello era il pianeta del cielo, mentre la pira era la Terra(da qui I' idea dell' isola di fuoco). La morte e la rinascita della Fenice si

dimostrano una ripetizione della leggenda in cui il cielo stesso mori fisi-carnente e rinacque metafisicamente. E anche la stessa leggenda dellarnorte e resurrezione di Osiride, percid nei ksti dei Sarcofagi leggiamo:,.lo sono quella grande Fenice che d in Eliopoli. Chi e? E Osiride>m.Prima di lasciare Eliopoli, riflettiamo sul nome della cittd. Naturalmente

D un nome greco, dal significato di "citth del sole". Ma questo non era il

nome originale. Per gli Egiziani era On, o Annu, la "cittd del cielo", e ilsuo geroglifico era un pilastro sormontato da una croce e un cerchio divi-

- 'Wal l isBudge,FromF'et ishtoGodinAncientEgypt,c i t . ,pp.89,90; ancheId. , Legendsof the

l ' . . ,1t ' t iur t Gods. c i t . . p. 165.*'Anche se talvolta Punt era chiamato il paese della dea Hathor. E particolarmente interessante la

leggenda riferita nella formula l12deiTesti dei SarcoJagi in cui il malvagio dio Seth <si alzd in vo-

lo e distrusse una metir piena di Punt>.

" La Fenice era nota come I'uccello della luce; vd. R. T. Rundle Clark, Myth and Symbol in An-

cient Egypt,Thanres and Hudson, 1993, p. 39; prima dell'apparizione della Fenice, il mondo era im-

rrrerso i n un' oscuritir primordiale, pp. 245, 246.*" lvi, p. 246, Rundle Clark scrive della Fenice: .Essa apre il becco e rompe il silenzio della notte

prirnordiale con il richiamo della vita e del destino, che "determina cid che d e cid che non deve es-

sere". . . d la patrona di tut te le div is ioni del tempo.. .>.*' lvi, p. 247 i anche se la citazione di Rundle Clark riguarda principalmente il ritorno dell' Hike da-

gli Inf'eri al luogo in cui essa fu portata dalla Fenice.

"'f vi, pp. 246-48.

' "Questaeralatradiz ionegreca,vd.Wilk inson, ReadingEgvpt ianArt ,c i t . , p.9l ; inol t re, loscr i t -

tore greco Erodoto rif'erisce la leggenda di un uccello, simile a un'aquila, di color rosso e oro prove-

rriente dall'Arabia, che avvolgeva il genitore norto in una palla, lo portava in Egitto e lo bruciava

nel tempio del sole (sic); vd. Rundle Clark, Myth and Symbol in Am ient Egypt, cit., p. 248.

'' Testi dei Sarcofagi, formula 335 parte t; cfr. Rundle Clark, Myth and Symbol in Ancient Egypt,

cit., pp. 79, 158; vd. anche Wallis Budge, From Fetish to Cod in Ancient Egypt, cit., p. 90, che cita

lr leggenda dell'uccello Bennu <<nato dal cuore di Osiride".

I l ( r QUANDO Gl,I Df:r SC[:SI.]11,O SUll,\Tr:RRA

so in otto partie'. Quest'ultimo quasi sicuramente simboleggia la divisioneo smembramento della "montagna" celeste.

Riassumendo, quindi, la citth di Eliopoli non era una cittd del sole, lapietra Benben non era una pietra caduta dal sole, elo Het-Benben non etaun tempio del sole, se non in un senso puramente simbolico".Compiamo ora un breve viaggio fino aGiza, il sito delle piramidi e del-

la Sfinge, dove, all'ombra di queste enormi strutture megalitiche, inizia-mo ad avere il vero sentore della grandiosa natura della religione egizia-na. Ma perchd il sovrano egiziano era cosi ossessionato dall'aldild?Ora possiamo conoscere la risposta. Osservando la gigantesca piramide

davanti a noi, dobbiamo cercare di visualizzarla come parte di un legameverticale tra cielo e Terra. Al disotto della piramide si trova il mondo degliInferi, a immagine della piramide, ed b qui, nelle tenebre misteriose, cheil dio titanico Horo nacque dal grembo di Iside a seguito della magica in-seminazione per mezzo dell'efflusso di Osiride. Ora sappiamo che que-st'efflusso era un meteorite, proveniente da un pianeta esploso che spaccdla terra.Bisogna perb sottolineare che gli antichi non consideravano i pianeti

masse rocciose senza vita. Al contrario, ritenevano che i pianeti fosseroorganismi viventi, come afferma la moderna "ipotesi Gaia"". E non d dif-ficile comprendere il motivo di questa credenza. La Madre Terra era con-siderata un gigantesco grembo che dava in continuazione alla luce non so-lo Titani, ma anche, tra I'altro, erba, arbusti, alberi e messi. E come pote-va un grembo procreare se non si trattava di un grembo vivente? Il piane-ta Tera era un organismo vivente e cosi erano stati i pianeti esplosi.La nascita del divino Horo (ovvero del re d'Egitto) acquista cosi iln si-

gnificato profbndissimo. Ci viene detto che egli d nato dall'unione di dueesseri planetari viventi, o lbrse tre se includiamo anche la Terra. Oggi, lamente moderna pud cogliere a malapena la profondith con la quale gli an-tichi consideravano questa miracolosa mescolanza divina. Era uno dei se-greti piD sacri dell'antico Egitto, che, chiaramente, non fu mai messo periscritto, ma sopravvisse nella pii tarda pratica dell'alchimia, che implica-va la miscela di varie sostanze per ottenere un miracoloso elisir di lungavita".

'' E. A. Wallis Budge, An Egyptian Hieroglyphic Dit'tionam, Dover Publications, 1978, vol. II, p.

958.

'r Vd. R. O. Faulkner. The Ancient Egvptian Cofiin Texrs, Aris & Phillips, 19'1'1. vol. rr, p. 68. for-nllla422. e osservate la confusione degli egittologi. Il Palazzo del Piranridion in Annu e "il Palazzodel Sole Nascente", oppure in realti "il Palazzodel Ra-wbnbn Nascente"? Quest'ultimo, natural-mente, connette RA alla pietra Benben, il meteorite nascente.

"r Vd. le opere di J. E. Lovelock in Gaia - a Nev' Look at LiJb on Earth e The Ages of Gaia: A Bio-graphy of Our Living Earth, entrambi degli anni Settanta.

"' L'etimologia della parola "alchimia" sembra derivi dai termini greci chemeiu e dal piir anticot'humeia, entrambi dal significato di "nriscela/miscuglio"; vd. G. Cornelius - P. Devereux.The Se-t'ret ktnguoge <tf lhe Stars and Plorcts, San Francisco, Chronicle Books. 1996. p. 47. Osservate an-che che il paese d'Egitto era normalmente noto col nome di Khem, la Terra Nera. In base agli argo-menti presentati in quest'opera, potremmo anche chiamare I'Egitto "la terra mista". dalla fusione dinumerose "montagne" esplose nel mondo inferiore.

I II, PAII,ADISO I3ICONQUISTZ\TO tt7

Perchd la storia di Horo b cosi importante? Semplicemente perchd al re

cgiziano veniva insegnato di essere I'incarnazione vivente di Horo (o in

rrlcuni casi. "il figlio di Rd", la differenza d minima).

Percid, se guardiamo la piramide con gli occhi del faraone, vediamo una

\truttura che d un legame verticale tra cielo e Terra; noi, il re, siamo nati

sotto di essa, nel mondo inferiore, nel grembo di Iside, e siamo emersi nel

ruondo superiore come il dio-falco, miticamente parlando naturalmente.()uando moriremo, ritorneremo nel mondo inferiore, dove saremo magi-

camente trasformati da Horo in Osiride (il contrario dell'evento magico

tlella Prima Volta). Poi, useremo la piramide come un congegno ascensio-

rrale, per scalare le altezze del cielo e ritornare al pianeta da cui siamo ve-

nuti. In piD, riporteremo il pianeta celeste distrutto al suo stato origina-

rio's.In questo senso, la piramide pud essere denominata una "montagna co-

srnica", per usare l'espressione coniata da Mircea Eliade. La sua forma

scmbra simboleggiare un pianeta che si erge dal mondo inf'eriore verso il

cielo - era forse I'immagine sia della Terra sia del cielo (essendo I'uno

l'immagine riflessa dell'altra)'o? Uegittologo Mark Lehner non si sbaglia-

va di rtrolto quando suppose che la piramide fosse ,,un'immagine del col-

lc primordiale... un luogo di creazione e rinascita nell'abisso>>e7.

Mentre abbandoniamo la valle del Nilo, dirigendoci verso oriente, alle

z.iggurat e ai templi della Mesopotamia, bisogna dire che qui in Egitto non

abbiamo veduto nulla di solare, se non simbolicamente. La pietra Benben

(un meteorite) era chiaramente parte del culto del pianeta esploso. E la pi-

ramide sembra fosse una lnontagna cosmica - l ' immagine di un pianeta -

cd d sicuramente significativo che il pirarnidion in cima fosse chiamato

bnbnt, termine strettamente legato all"'efflusso" (bnbn) della pietra Ben-

benn'. Per quanto riguarda gli obelischi egiziani, b significativo che an-

ch'essi levassero al cielo un bnbnt, un piramidion. Inoltre, b interessante

che la parola "obelisco" derivi dal termine greco obeliskos, dal significa-

to di "piccolo sputo"n". Naturalmente fu uno "sputo" della "bocca" di A-

tLlm che produsse la dea Tefnut, uno dei semi della creazione primordiale,

ciod un meteorite.Infine, dobbiamo menzionare che anche la Sfinge * agli occhi degli egit-

',. Vct. Altbrd. Dulle pirunidi ud Atlantitle, cit., crp. 10. La ricostruzione del pianeta del cielo era

intmaginata reale e fisica. sebbene in una dimensione che si pud solo descrivere come nretaflsica

r l l l lu noslr i r at tualc nro\pet l i \a terrestre.

"" Vi sono buoni argomenti per ritenere che la piramide fosse una rappresentazione simbolica del

l)ianeta terra in una dimensione metafisica; vd. ibid. Tuttavia, questo era prima che comprendessi

c'he il cielo era concepito a esatta immagine della Terra. Cid complica I'interpretazione del simboli-

srno del la pirarnide.',' M. Lehner, The Contplete Pyrumids, Thames and Hudson, 1991, p.351 cfr. Frankfort, Kingship

,uul the ( iocl , r . c i t . . pp. 152-54.' ' " Franktbrt . Kingship and the God,r . c i t . , p.381, n.27; anche Rundle Clark, Myth ond Symbol in

t\ttdent E1;r7rr, cit., p. 269 n. 5.

"" Collins English Dioionary, Collins, 1979. p. 1014. Nota anche che il nome Tethut deriva dalla

radice egiziana rfr, "sputare"

I l8 QUANDO GI.I DI.:I SCESI':IIO SUII-ATT:RRA

tologi supremo simbolo solare - rappresentava in realth un pianeta esplo-

so. Perchd sennd si sarebbe chiamata Hor-em-Akhet,"Horo, abitatore dei

due orizzonli"r'*'? Dopotutto, secondo la teoria degli egittologi, la Sfinge

si rivolge verso ur? solo orizT.onle, l'est' La risposta b che la Terra stessa

era uno degli orizzonti (l'ovest), mentre il secondo orrzzonte era il cielo

(l'est). Quindi la Sfinge simboleggiava il re che dimorava in due "or\z'

zonti", vale a dire due orizzonti planetari.

Compiamo ora il lungo viaggio alla volta della Mesopotamia, dove sco-

priamo che anche i re di questo paese vicino credevano che la regaliti fos-

se scesa dal cielo e che essi - i re - avessero origine divina. In alcuni casi,

il re si dichiarava "figlio di Utu" (il dio solare che non era un dio solare)'0r.

In altri casi, il re affermava di essere la divina progenie di un matrimonio

sacro avvenuto nel mondo inferiore tra la dea Inanna e il dio Dumuzi"". In

entrambi i casi, il re era l'archetipico dio-Titano, nato nel grembo della

Madre Terra. Percib in un inno templare sumerico, leggiamo:

La madre Nintu, la signora che di la forma,(sta) lavorando in un luogo scuro, il centro del gremboper dare alla luce i re, per allacciare la giusta tiara,per dare alla luce i signori, per porre la corona sulle loro teste.E nelle sue nlani'":'.

Osservando le ziggurat in quest'antica terra. possiamo ancora una volta

immaginare gli elementi invisibili che le legavano sia al mondo inferiore sia

al cielo. Del tempio E.AN.NA di Uruk. si diceva: <<Le sue grandi mura tocca-

no le nubi> e cosi doveva apparire"". Il termine stesso di "ziggurat" deriva

dal verbo zeqaru, "costruire ulls"ttts. E le ziggurat erano davvero alte.

Ma non solo la ziggurat somigliava a una montagna, era una montagna,

almeno dal punto di vista simbolico. Percib a Nippur, la ziggurat di Enlil

si chiamava E.KUR, "casa come una montagna". E percib di altri templi si

diceva che <si ergevano alti come montagne>>r6.

Richiede poco sforzo immaginare la ziggtrat come la montagna degli

Inferi (run, o KUR.NU.cl) che si eleva dalla Terra come se volesse risor-

gere in cielo. E quindi l'immagine della Terra e al tempo stesso del cielo -

i due pianeti gemelli? Forse, perchd il tempio E-sag-ila a Babilonia era

noto come <stella lku, E-sag-ila, immagine di cielo e Terra>t'u7.

Da una parte, dunque, la cima della ziggurat raggiungeva, simbolica-

mente, il cielo, la dimora planetaria di Dio. Dall'altra, perd, era costruita

"'' Vd. riferimenti in Bauval - Hancock, Keeper of Genesis, cit., pp. 16l, 162.

'"' Vd. per es. T. Jacobsen, T'he Sumerian King List, University of Chicago Press, 1939, p. 85.

"'r Vd. per es. Kramer, Hi.ttory Begins ut Sumer, cit., cap. 33. Gli studiosi non affermano in modo

esplicito che questo matrimonio sacro avveniva, dal punto di visto mitico, nel mondo degli Inferi.

"" Jacobsen, Tlrc Treasures oJ Durkncss, cit., p. 107.

"u Kramer, The Sunrerians, cit., p. 188.,"J Roux, Anr.ien t I raq, cit., pp. t64, l6-5; presumo che vi sia un legame etimologico anche col (er-

mine zikoru, "gucrriero maschio".l6 Kramer, The Sunteriuns, cit., p. 219.

"'' de Santif lana - von Dechend. Humlel's Mill, cit., p. 435.

I. II- PARADISO I3ICONQUISTATO l19

:ulla Bab-Ap.su,la "porta dell'AB.zU", gli Inferi, e le sue fbndamenta pog-giavano nella piir profonda oscuriti degli abissi"''.Sotto la ziggurat, quindi, dobbiamo immaginare un magico ingresso al

(rgcl, il <.grande luogo inferiore>, in cui Ereshkigal e Nergal vivevanolrrssuosamente nel loro magnifico palazzo di lapislazzuli. Nelle leggendetlcl re Gilgamesh, leggiamo che quest'ingresso agli lnferi poteva aprirsi algrido di ,<i-Utut>> (notate ancora una volta il ruolo anomalo del presuntotlio solare)''. Il mondo inferiore era un luogo di grandi pericoli, ma ancherli enormi ricompense, perchd era solo per mezzo di questo misterioso re-gno che I'uomo poteva scoprire I'importante via d'accesso al cielo.Tutte queste cose suggeriscono le ziggurat simili a montagne e i famosi

templi della Mesopotamia. E un mistero che I'eminente mitologista Mir-cea Eliade fu sul punto di risolvere nel 1949, quando affermb:

Secondo le credenze mesopotamiche, una montagna centrale unisce i l cielo alla'lerra: d il Monte dei Paesi, il collegamento tra i territori. Per I'esattezza, la zigguratcra una montagna cosmica, vale a dire un'immagine simbolica del cosmo, con i settepiani che rappresentavano i sette cieli planetari... a causa della sua posizione al cen-lro del cosmo, il tempio o la citth sacra d sempre il punto d'incontro di tre regioni co-srniche: cielo, Tena e Inferi"o.

Tutto questo d vero. Laziggurat era davvero un legame verticale tra cie-lo e Terra e una "montagna cosmica". L'unica cosa che Eliade non com-prese fu che la "montagna" simboleggiava un pianeta, e che i pianeti dicielo e Terra erano quindi stati creati l'Ltna a immagine dell'altro.

Dobbianro ancora chiarire un punto. Come Eliade osservava, la cittd, co-rne il tempio, costituiva il legame fondamentale tra i regni sacri. Questo dimportante e un piccolo esercizio mentale dimostrerh la profondith delconcetto.

Immaginate per un momento di guardare in gii la Terra da un'altezza in-credibile. Per prima cosa, zumiamo in avanti sul paese di Sumer (l 'odier-no Iraq), che era definito la <<grande montagna, paese del cielo e della Ter-ra>> con gli dbiAnunnaki che dimorano al cenro.

Il paese di Sumer, quindi, era una "montagna", che rappresentava un mi-crocosmo della Terra.

Poi, zumiamo in avanti su una qualsiasi cittd sumerica. Prendiamo per e-sempio la citth di Eridu, che <si erse dalla terra come una montagnan"'.Oppure la citth di Ur, che levava << la sua testa al cielo come un toro>, conmura <<alte come una splendente montagna>>rr2.

'"* Vd. Eliade, The Myth of the Eternal Return.cit., p. 15, riguardo a Babilonia.

"" La f eggenda <li Gilgomesh. Enkidu e gli Inferi, in cui il pukku e tl mikku di Gilgamesh cadderonegf i lnfer i ;vd.Jacobsen,TheTreasuresoJDarkness,ci t . ,pp. l34,2l2.Nel lastessaleggenda,Utu

apre un orifiz.io nella terra per permettere al tantasma di Enkidu di tomare nel mondo superiore perrif'erire la sua avventura.

"" Eliade, The Myth of the Etettral Return, cil., pp. 13, | 5.

"' Il nito di Enki ed Eridu.

" 'Kramer, The Sunter ians. c i t . , p.323: vd. anche Roux,Arrc ient I raq,c i t . ,p. 177 e Kramer, Hi-.ttt)h- Bcgins ttt Snner, cit., p.293.

r20 QUANDO Gll DnI SCESr-:ll,O SUll-\TI-:l3l?,A

Ogni citti di Sumer era quindi una "montagna", che rappresentava unmicrocosmo della Terra.Poi, zumiamo in avanti sulla ziggurat o sul tempio principale di una qua-

lunque citth sumerica. Qui, come abbiamo descritto precedentemente, tro-viamo che la ziggurat o il tempio s'innalzano verso il cielo come unamontagna.Ogni ziggurat o tempio di Sumer era quindi una "montagna", che rap-

presentava un microcosmo della Terra.Infine, possiamo persino zumare in avanti dentro le ziggurat, o i templi,

di Sumer e trovare microcosmi piil piccoli, non solo della Terra, ma anchedel Legame fra.Cielo e Terra. E portando all'estremo limite questo pro-cesso, raggiungiamo il luogo pii sacro del tempio: il sancta sanctorum.

Qui, avvolta nell'oscuritd, senz'alcun dubbio ci sarl stata qualche minu-scola reliquia che racchiudeva I'essenza del divino. Sappiamo. per esem-pio, che nel sancta sanctorum dell'r,.xuR di Enlil a Nippur, si trovavanodei vasi rituali che <<nessun occhio poteva guardare>>"3. Sappiamo ancheche nel sancta sanctorum dell'p.rtsg.NU.cAL di Nannar a Ur, vi erano dei<bricchi sacri>> che nessuno poteva vedere, insieme a un <letto f'econdo> ealla misteriosa <<erba di lapislazzulirr"'. Possiamo solo immaginare cidche queste cose fossero in realtd.Concludendo, come abbiamo visto piir e pii volte, ci stiamo occupando

di un mistero della creazione, e in particolare della creazione del genereumano e della regalitd. E la chiave di questi misteri giace nel mondo degliInferi. E qui che inizib la vita, quando del seme divino meteoritico scesedal cielo. E qui che la madre Nintu ("signora della nascita") esegui la suamagia nell'oscuritd, alle origini del tempo, per creare il primo re e la pri-ma creatura umana. Ed b qui che avevano luogo i misteri annuali, in cui ilre recitava il ruolo di Dumuzi e la somma sacerdotessa quello di Inanna.Cib che accadeva tra i due nell'oscurith era un indicibile mistero, un mi-stero sacro, legato alla creazione e al rinnovamento della vita sulla Terra.Nel Capitolo l, ho citato le parole del poeta greco Pindaro (v secolo

a.C.), che commentava in questo modo i misteri:

Beato d colui che ha veduto cid prima di scendere sottoterra!. .. Egli conosce la finedelfa vita! E conosce anche il .suo iniziot

E frustrante che Pindaro fosse legato da un giuramento e che non potes-

se rivelare cid che aveva visto. Ma non disperiamo, perch6 possiamo far

meglio di Pindaro. Volgendoci alle tavolette accadiche e sumeriche, per-

dute e indecifrabili al tempo di Pindaro, possiamo parlare a un uomo chesi recb agli Inferi, vide ogni cosa e ritornb sano e salvo per riferire cid cheaveva visto.Per ulteriori informazioni, ci rivolgeremo ora a un re sumerico di nome

Gilgamesh, che ha un eccezionale segreto da rivelarci.

rlr Jacobsen. The Treasures of Darkness, cit., p. 16.

"o ANEr, c i t . . pp.618.619.

5UN SI'GI3I.:TO DEGI-I DEI

Informerd i l paese su "colui che ha visro I 'Apsu"; fateminarrare la storia di "colui che sapeva ogni cosa"... Gilgamesh,c-he vide cose segrete. apri il luogo nascosto e riportS paroledel tempo prima del Di luvio. Egl i viaggid per la via, esausro,in pena, e incise Ie sue opere in una tavola di pietra.

Epopea di Gilgamesh, ravoletra l

Nel 2700 a.c. circa, la cittd sumerica di Ur assistd all'incoronazione diun giovane re, che sarebbe divenuto il piD grande eroe della Mesopota-rnia. il nome di quel sovrano era Gilgamesh e la sua storia sarebbe statanaffata per duemila al1i. E quando essa sembrava ormai perduta per sem-pre, fu riscoperta dagli archeologi alla fine dell'ottocento ebattezzata E-p0pe0 di Gilgamesh,.

_\Eyoyea di Gilgamesh d la storia di una viaggio incredibile, prima agliInferi (f A.psu) e poi in cielo, dove Gilgamesh incontrd utnapiihtim, l;e-roe del Diluvio mesopotamico e precursore del biblico NoE.Bisogna sottolineare che, secondo la tradizione mesopotamica, utnapi-

shtim (noto ai Sumeri col nome di Ziusudra) era stato l;unico uomo a es-sere trasportato in cielo, l'unico a cui era stata concessa l'immortaliti co-Ine a un dio. Il cielo mesopotamico (diversamente da quello degli Egizia-ni) era proibito ai mortali.Lo-scopo della spedizione d_i Gilgamesh era chiaro: salire in cielo (pas-

sando p-er gli Inferi), trovare utnapishtim e chiedergli il segreto della vitaeterna. Se tutto fosse andato bene, graz\e a questo segreto avrebbe vinto lenormali leggi e si sarebbe unito a Utnapishtim in una vita beata nella ter-ra degli immortali.come vedremo, le cose non andarono secondo i piani. Ma, considerati

gli enormi sforzi compiuti da Gilgamesh per raggiungere il paese deglidbi, Utnapishtim decise di rivelare all'eroe

"una questione segreta, un se-

greto degli ddi>.cos'era gu-e{o <segreto degli ddi>? Stranamente, il segreto si riveld un

racconto del Diluvio, che culminava nel salvataggio di utnapishtim daparte degli ddi e nel suo trasporto nella terra degli immortali.Ma perch6 questo racconto era un grande segreto? sicuramente Gilga-

nresh era giit al corrente della storia, altrimenti non si sarebbe imbarcitorrella sua ambiziosa spedizione alla ricerca di Utnapishtim.Gli studiosi hanno trascurato qualcosa? Il racconio di Utnapishtim con-

' vd. Heidel, The Gilgamesh Epic and old restament parallels, cit., pp. l-3. Il primo studioso aPresentare una traduzione dell'epopea fu George Smith del British Museum, che il 3 dicembre del1872 lesse alla Society of Biblical Archaeology uno srudio dal ritolo The Ciatdean Account of theI)eluge, basato in particolare sulla tavoletta xr dell'epopea; vd. <Transactions of the Society oi Bi-hl ical Archaeology", rr (1873), pp. 2t3-34.

t22 QUANDO Gl.I Dr:t SCr:SERO Sull-r\TI':llRA

tiene forse un segreto rimasto celato fino a oggi, un segreto scritto in co-

dice dagli autori della tavoletta in modo da essere evidente solo a coloro

che erano stati iniziati ai misteri?E ora di esaminareL'Epopea di Gilgamesh con occhi nuovi. Finora,

molti aspetti della storia sono rimasti oscuri, e non c'd da stupirsi vista la

poca familiarith degli studiosi con le metafore mesopotamiche. Ma ora,

per la prima volta dopo la scoperta delle tavolette di Gilgamesh nel 1872,

iiamo^in grado di aflerrare il vero senso della storia, nel contesto della

credenza religiosa in un pianeta esploso.

UNA 1-OTTA TITA GIGANTI

Chi era Gilgamesh? E giusto cominciare la sua storia dalla citth di Uruk

e in particolare dalla ziggurat chiamata E.AN.NA, la "Casa di cielo e terra".

UE.nN.Nn era un <tempio sceso dal cielo>>, offerto da Anu a Inanna come

dono di nozze. Era quindi il luogo del primo matrimonio sacro tra Anu e

Inanna e del successivo tra Inanna e Dumuzi2.Secondo la Lista reale sumerica, la regalitd inizid all'g.nN.NR I'incredi-

bile cifra di24.5lO anni dopo il Diluvios.Il primo re fu Meskiaggasher, un <figlio di Utu>, famoso perchd <<entrd

nel mare e usci dalla montagna> (notate le metafore che hanno confuso gli

studiosi)4. Il secondo re fu Enmerkar, che costrui la citti di Uruk e fece

scendere dal cielo la dea Inanna5. Il terzo re fu Lugalbanda, che tentb di

salire in cielo, ma fu colpito da un misterioso morbo ai piedi della "mon-

tagna cosmica"o. Il quarto re fu Dumuzi, un dio degli Inferi e un perso-

naggio famoso per il suo ruolo nella cerimonia del matrimonio sacro. 1/

quinto re di Urukfu Gilgamesh.'Parecchi

di questi re ebbero una vita incredibilmente lunga. Meskiagga-

sher regnb 324 anni, Enmerkar 420 eLugalbanda 1200 a_nni! Gilgamesh,

al contiario, regnb per un periodo pii umano di 126 anni'.

Gilgamesh fult piimo r! unmno di Uruk? I suoi antenati erano dei miti-

ci? Tirnando all'g.eN.NR e alle sue cerimonie del matrimonio sacro, biso-

r Questa tradizione del matrimonio sacro a Uruk E antichissima. come d testimoniato dalla scene

rappresentate sul famoso "vaso di Uruk", conservato al Museo di Baghdad e datato al 3000 a.C. ca :

vd. Jacobsen, The Treasures of Darkness, cit., pp. 24' 26.

'Jacobsen, The Sumerian king List, cit., pp. 7l-85; la citth di Kish fu la citti della regalit) nei

24.510 anni, 3 mesi e 3,5 giorni che intercorsero'. lvi, p. 8i; da notare il variare delle traduzioni e la confusione sull'uscita di Meskiaggasher da

un'unica o piir montagne. Kramer, The Sumerians, cit.. p. 44, commentava che questa riga eru "am-bigua e oscura... eglitbrse tentd di estendere il proprio dominio su tutte le terre di Sumer e oltre>'

eiesto d un tipicolsempio di come la mancanza di comprensione delle. metafbre mesopotamiche

impedi agli studiosi di individuare la natura metafisica degli eventi descritti.jacobien, The Sumerian King List,cit., p. 8?; vd. nota I l5 relativa alla discesa di Inanna.

" Kramer, The Sumeriun.y,cit., pp. l8-5, 273-75: vd. anche icommenti in Kramer, History Begins ut

Sumer, cit., p. 356.

' Jacobsen, The Sumerian King List, cit., pp. 85-9 1 . I cento anni di regno Dumuzi, secondo me so-

no altamente simbolici: il riferimento alla citti di Dumuzi, Kuara, d quasi sicuramente un'allusione

eol i lnfer i

' IIN SI.]GRI.]TO DEGII DI.:I t2 j

rr)a notare che Gilgamesh nacque dopo la discesa di Inanna e subito dopol'irpparizione di Dumuzi. Poich6 queste due divinitit, Inanna e Dumuzi, e-r rrno i protagonisti della cerimonia del matrimonio sacro a Uruk, d ragio-ncvole concludere che Gilgamesh fu davvero il prirno re umano di Uruk -rl re-Titano archetipico, concepito negli Inferi ed emerso per ereditare ilIrono del mondo superiore.La storia che stiamo per leggere, quindi, d quella di un re decisamente u-

nt(tno) ma che venne rappresentato come un dio tilanico, in accordo conI ir tradizione mesopotamica.I)opo aver stabilito questo punto, possiamo iniziare la nostra storia con

ll leggenda della nascita di Gilgamesh, narrara nella versione hittita del-I 'epopea:

Dopo che Gilgamesh venne creato...I grandi dbi fecero superiore la forma di Gilgamesh,la sua altezza era di undici cubiti, la larghezza del petto era llove spanne...Ora egli si volge da ogni lato per guardare tutte le terre.Alla citti di Uruk giunge...Per due terzi d dio e per un terzo C uomo.Nessuno pud eguagliare la forma del suo corpo...'.

Questa descrizione del re (undici per nove cubiti) lo contraddistingue co-nle un essere di dimensioni gigantesche. La sua condizione di due terzitlio e un terzo uomo b interessante e si dimostrerd di enorme significatorluando I'eroe incontrerd Utnapishtim.

Un'altra tradizione relativa alla nascita di Gilgamesh. e riportata nell'epo-pca, c'informa che I'eroe fu <generato> dalla potente dea del cielo Aruru,grande sorella di Enlil, che con la sua potente <<Parola> ordind la creazionerlell'uomo, ma poteva anche <<scuotere i cieli come una tempesta urlante))e:

Aruru diede vita a questo furioso bue selvaggio [Gilgameshl,il furibondo attacco delle sue armi non ha eeuali...Gilgamesh non lascia il figlio al padre: giorio e norte le sue offeseproseguono senza freni. . .

Gilgamesh non lascia una vergine al suo amante...,,,.

Un tale comportamento era in parte comprensibile, perchd Gilgameshcra per nascita un Titano, ma la popolazione non I'avrebbe sopportato al-l ' inf in i to.Alla fine, itenorrzzati cittadini si lamentarono presso la dea celeste Aru-

ru e le chiesero di limitare sli eccessi del re:

' Heidef , The Gilgamesh Epic and Old Testoment Parallels, cit., pp. 17, 18." Jacobsen, The Trasures of Darkness, cit., p. 108.

" Heidel, The Gilgamesh Epic and Old Testament Parallels, cit., p. 18. Secondo Kramer, HlsrarrIlt,qins ut SLnter, cit., p. 295, il "bue selvaggio" della mitologia sumerica era un "toro di montagna".l)a qui I'uso frequente del motivo del "bue selvaggio" in connessione a re, templi e citti; tra gli e-sempi citati da Kramer a p.294 vi sono: un re she vanta che il proprio collo d grosso <come un buese lvaggio>, il Kiur dell'Ekur di Nippur, che solleva le sue splendenti corna su Sumer <come un buesclvaggio>. e la cittir di Ur, paragonata a <un grande bue selvaggio che avanza baldanzoso, sicuro

'lclla propria forza>.

124- QUANDo Gl-I DI::I scr:sr:Ro sull-ATEll'l3A

Essi chiamarono la grande Aruru:.Tu, Aruru, hai sreato Gilgamesh'

ora crea un suo Par i . . .Che lottino fia loro e Uruk abbia pace>>"'

Aruru, il cui nome significa letteralmente "che libera il germe", imme-

diatamente <<concepi dentro di s6> un'<,immagine di Anu>>''. Ella <prese

dell'argilla> e la gettd sulle pianure della Terra, creando cosi un "uomo"

selvaggio di nome Enkidu.

EnkiJu, dice il testo, era un <figlio della montagna)> e ..un uomo di di-

struzione>>r3. Si pud presumere che I'argilla di Aruru entrasse nel mondo

sottenaneo, Oov-e gnt<iOu fu concepito dalla Madre Terra, prima di emer-

gere nel mondo superiore (come aveva fatto Gilgamesh)'"Quando

apparve per la prima volta sulle pianure, Enkidu era un selvag-

gii aai peli irsuti, che "nbn

conosceva nd uomini n6 paesi.. . che si nutri-

ia di erba insieme alle gazzelle, che alle pozze d'acqua lottavir con le bel-

ve feroci>>,.. Subito, qu6st"'uomo" selvaiico divenne amico degli.animali

e li proteggeva distruggendo le trappole dei cacciatori e riempiendo le bu-

che'nascSite. Disperito uno dei cacciatori chiese consiglio a Gilgamesh,

re diUruk.Gilgamesh quindi ideir un piano ingegnoso. Nel luogo in cui Enkidu be-

u"ui.on le belve venne portata una prostituta che doveva spogliarsi al-

I'arrivo dell'uomo. Cosi scattd la trappola:

La prostituta slegir la sua larga cintura e apri le gambe, ed egli IEnkidu]colpi la sua selvatichezza corfie ttna tempesta'

Ella non era timidal accolse la sua fbrza vitale'

Le sue vesti vennero aperte ed egli giacque su di lei'

Ella gli f 'ece conoscere(poich6 era un uomtl) cos'd una donna!

Il sud corpo giacque su di lei; sei giorni e sette notti Enkidu assali con

violenza la Prostitutars.

Dopo essersi saziato delle grazie della prostituta, Enkidu si volse nuova-

*"ni. ai suoi antichi compigni, le belv-e, che perb scapparono via da lui

terrorizzale. In tal modo, F,nliau acquis) dalla prostituta <saggezza e in-

telligenza" come quelle di un dio'".

Qu?t ".u

il significato di questa violenta penetrazione della prostituta?

Un'interessante analogia d presente nello stesso testo, quando Gilgamesh

prevede la nascita deliuo rivale in un sogno che rif 'erisce alla madre:

' Heidel, The Gilganesh Epic and OId Testament Parullels' cit" p' l8'

,, Ibitl. Sul signiiicato del nome Aruru ("che libera il germe"), vd. Jacobsen, The Treasures rtf

Durkness,ci t . , i . t08; i t r un al t ro punto, la dea Aruru d denominata la creatr ice del senre del l 'uma-

nitir e di tutti gli esseri viventi. vd. per esempio Heidel, Ifte Babt'ktnian Genesis, cit" p' 63'

' ' J . Girrdnei- J. Maier, Gi lgumesh, Vintage Books' 1985, p 79'

'" ANET. cit., p. J4.,5Cardner-Maier, Gi lgunu,sh,ci t . ,p.TTenoteapp.Tg,80.Prefer isco"prost i tuta"a"cort ig iana",

..forza vitale" a "vento" e "assalire con violenza" ai iernrine inutilntente crudo utilizzato da Gardner

e Maier.

','Heidel, The Gilg,antesh Epic and Oltl Testament Parallels,cit..p 22' o 'lrurr,

cit., p 75' Come

viene notato da,tNtr , nt l ta 28, i l tema r icorda Gn 3:7.

' IIN SI']GIII.]TO DI-:GI-I DT:I 25

Madre mia, stanotte ho fatto un sosno.C'erano le stelle in cielo:Una cadde su di me come se fosse il tr-sir di Anu.Cercai di sollevarla ma era troppo pesante;cercai di spostarla, ma non potei muoverla.ll paese di Uruk le era raccolto intorno,i l popolo spingeva verso di essa...Mi chinai su di essa, come su di una donna.e la posi ai tuoi piedi,e tu la ponesti alla pari con mer?.

C'os'era questa "stella" cadente, questo <<ki-sir di Anu>? Gilgamesh furrrfbrmato dalla madre che la "stella" caduta del sogno era l"'uomo" Enki-tlu. creato da Aruru come pari all'eroe e in procinto di essergli inviato co-rrre amico e compagno.Ma cosa significava che Enkidu erail ki-sir di Anu? Gli studiosi hanno

rrvuto grandi difficoltd a tradurre il termine ki-sir, ma hanno spesso ag-giunto una nota per indicare che la traduzione letterale del termine b "con-ccntrazione/essenza", mentre Anu si riferisce al dio del cielo,'. viene intal modo riconosciuto che una sorta di "essenza concentrata di Anu" ven-rre gettata dal cielo sulla Terra.cosa poteva essere questa "essenza concentrata di Anu"? Dalla tavoletta

t t del l 'epopea (versione paleobabi lonese) apprendiamo che i l termine"stella" era intercambiabile con "ascia". Gilgamesh assistd alla caduta dirrn'ascia dalla <strana fbrma>>''. Questo ci ricorda il "piccone" di Enlil,che spaccb la superficie della Terra (vd. capitolo 2). Deduco che "ascia"cra una metafora di meteorite.Tornando al brano precedente, troviamo che la "stella" o "essenza di

Anu" era troppo pesante per essere sollevata.lnoltre, dopo la caduta <j/l)0ese le era raccolto intorno>>.

che tipo di oggetto poteva cadere fisicamente dal cielo come un"'ascia"cd essere troppo pesante per essere sollevato? L'ovvia, e direi unica, rt-sposta d: <Un meteorite>>.E percid quanto meno curioso che gli studiosi abbiano evitato ra tradu-

zione "meteorite" in favore di vaghe traduzioni quali "ospite del cielo","stella cadente", o "saetta celeste"2,. Francamente ne sono sbalordito. Glistudiosi non si preoccupano di leggere cid che veramente dice il testo?Non sanno cosa sia un meteorite? o forse propagano una cultura in cui irneteoriti non devono essere menzionati? E un mistero affascinante, ma

' Heidel, The cilganesh Epic and old restament parallels, cit., pp. 23. 241 cfr. anche p. 26. poi-thd la "stella" (o in altri punti "ascia") era il dio Enkidu, sembra vi siano dei sottintesi omosessuali; r l l ' idea che Gi lgamesh si chind su di essa <<corne su di una donna>.

- Vd. ANEr, cit., p. 74, n. l4; vd. anche Temple, The Sirius Mvstery, cit., p. I 26." ANEr, c i t . , p.77 .

'" Vd. Heidel. T'he Gilgamesh Epic and old restetment parallels, cit., p. 20; Gardner - Maier, Gi1-sumesh, cit., p. 731 Dalley, M-vths from Mesopotamia, cit., p. 53 (anche ie la Dalley almeno includel:r possibilitir di <ferro meteoritico' ap. 126, n. l3). Naturalmente esistono numerose altre traduzio_ni rJell'Epopea di Gilgamesh, ma ho supposto che questo fosse un saggio rappresentativo delle opi-rr ioni degl i studiosi .

t26 QUANDO Gll DilI SC!:SI-IRO Sull-r\ TI'lll'RA

cid che comunque si pub dire b che la comprensione dell'Epopea di ,Gil'{i*"tn, in pariicolar'. d"l suo contenuto celeste e religioso, b assoluta-

mente inadeguata. E assurdo.Fer inciso,

imeteorite" ? una delle possibili traduzioni elencate P9r {i-.{.,tnel chicag'o Assyrian Dictionary, mentre un'altra b "carne degli dbi"2'.

Sfortunatimente, n6 voi nd io leggiamo I'Epopea di Gilgame.rft con ac-

canto una copia del Chicago Assyrian Dictionary'

R ogni *od^o, per tornare alla storia e completarne la prima parte, il so-

gno i'i Gilgamesh si realizzd quando Enkidu, 1p!9.na civilizzato dalla pro-

itiiuiu, entib nella cittd di Urui<. Qui, egli trovdGilgame-sh impegnato nel-

la sua tirannica pretesa di reclamire tutti i diritti maritali, o come preferi-

vano tradurre pittotescamente i primi studiosi, <<Gilgamesh venit prio4

maritus posterior>>.Iiprimb atto di Enkidu fu di ponefine aquesto abuso. Egli bloccd il pas-

.uggio a Gilgamesh e i due glganti .<si abbrancarono come tori". provo-

cando il crollo di un muro'2.Come vedremo a tempo debito, questo non era un muro qualsiasi, perch{

Gilg;;esh ed Enkidu non "runo

domti di una forza comune; al contrario,

fu i6ro forza eraquella di due Titani, laforzadel /<i-sir di Anu, la forza del

meteorite.

I1. IIAI'SE DEI CI.:DI3I

Dopo questa lotta, Gilgamesh ed Enkidu si abbracciarono da amici e

puniion6 come due com-pagni p9r-yna serie di eccitanti avventure. I piil

antichi frammenti sopravvissuti dell'epopea, in lingua sumerica' iniziano

la storia da questo Punto:

Il signore, Gilgamesh, volse la sua attenzione al Paese dei viventi,

egli disse al suo servo Enkidu:<o Enkidu, mattone e impronta non hanno ancora generato la fine

assegnata'io entierb nel "Paese", erigerd il mio nome,

nei suoi luoghi in cui sono stati eretti dei nomi, erigerd.il mio nome'

Nei suoi tuo-gtri ln cui non sono stati eretti dei nomi, erigerd il nome

degli ddi>".

Cos'era il <Paese dei Viventio? Il testo spiega che si trattava del <Paese

dei Cedri Abbattuti> il cui accesso era sorvegliato da Utu, il dio delle tra-

versate tra Terra e cielo. "Erigere un nome" era una frase idiomatica per

indicare I'acquisizione della vita eterna in questa remota.terra' Cosi, I'e-

roe si accinse a presentare un'offerta ad Anu, pregandolo di concedergli di

sfuggire al fato dei mortali:

'' Vd. Gardner - Maier, Gilgamesh, cit.' p. 75.,, Lo .stipite, si ruppe facendo tremare il *muroo; vd. eNer,cit., p. 78. Se si comprende il raccon'

to metaforicamente, allora lo "stipite> faceva parte del "muroo'

., ANET, cia.,p. 48, una leggenda intitol ata Gi-lgamesh e il Pae.se dei Vventi, ma il racconto fa chia-

, tlN SI-IGRI'ITO Dl':cll DF:I

O Utu, t i dirb una parola...

127

Nella mia cittd I'uomo lnuore, il suo cuore d oppresso,I'uomo perisce, pesante b il cuore,ho scrutato oltre il muro [agli Inferi],ho visto i cadaveri [...] galleggiare nel f iume [degli Inferi];quanto a me, anch'io subird la stessa sorte; in verith b cosir..

Nella versione paleobabilonese dell'epopea, Gilgamesh esprimeva uneuncetto simile in una frase, spesso citata, che ben riassume il pensierorrresopotamico riguardo al destino dell'uomo:

Chi. amico mio, pud scalare il cielo'lSolo gli ddi vivono per sempre con Shamash [Utu].E in quanto all 'umanitd, contati sono i suoi giorni;Qualsiasi cosa essa ottenga, non d altro che ventolrs

I due eroi partirono quindi per la prima tappa della loro spedizione, ill)aese dei cedri Abbattuti, dove entrarono nella Foresta dei cedri e com-batterono contro un guardiano formidabile, Huwawa:

Per diecimila leghe si estende la foresta,Chi scenderh in essa?Huwawa (e la), i l suo ruggito d i ldiluvio,la sua bocca E come fuoco, i l suo fiato d morle!...A sessanta leghe, egli pud udire le vacche selvagge della forestar6.

Questo tipo di dio dovrebbe ormai esserci familiare. Huwawa era un diorrato da un evento catastrofico, percid si diceva che la sua <<fronte divora-va alberi e canne>>, il suo urlo era come un'<<onda impetuosa>, i suoi <<den-ti erano come i denti di un drago>> e il suo <<volto era il volto di un leo-rre>2?. In un frammento dell'epopea, leggiamo che <la terraHunum>> erala madre di Huwawa e <<il monte Hurrum>> suo padre,*. eu6sto suggerisceche Huwawa fosse nato grazie alla fecondazione della terra femminile daparte di una caduta montagna planetaria. Non c'd da stupirsi se Huwawaconsiderava Utu il suo padre adottivo.

Huwawa era emerso dalla terra come un Titano? Oppure era rimasto nellnondo inferiore?E significativo che Gilgamesh ed Enkidu si avventurano giiinella dimo-

ra, simile a una foresta, di Huwawa:

Ch\ scenderd nella sua foresta?Di sorvegliare i cedri, Enlil lo [Huwawa] ha incaricato, come terrore peri mortali;

La debolezza s'impadronisce di colui che scende nella forestar,.

'' AdE?, cit., p. 48; le parti entro parentesi quadre sono mie aggiunre per chiarire il significato dellcsto.

'' Ivi, p. 79; ma a "sole" d preferibile "Shamash", come in Heidel, The Gilgamesh Epic and old re-\ldment Parallels, cit., p. 36.

'^ ANET, cit., p.79; il termine tradotto con "leghe", letteralmente significa ..ore

doppie".

" lvi, p.49 e Kramer, The Sumerians, cit.. p. 195.'* ANEr, cit., p. 47 , n.3; sul monte Hurrum. vd. anche la leggenda di Lugalbanda.

" ' lv i , p. 79.

128 QUANDO GI,I Di:I SCEST:RO SUIJ.T\TI':I1I1A

Ad alcuni lettori potrd sembrare strano che una foresta di cedri si trovi

nel mondo sottenaneo, ma dobbiamo ricordare il concetto fondamentale

della religion" ."roioturi* r".ond^o gui il cielo, fatto a immagine della

i;;;,;;;""duto neimondo degli lnferi, creando in ral modo una monta-

gnu a.nt.o la montagna e un mondo dentro il mondo'

La teoria b facilmeite dimostrabile, e non solo per il fatto che Gilgame-

,1'; <uno che ha visto I'Apsu> (ciod gli Inf-eri). Prendiamo, per esem-

pio. Nergal. i l dio o.upt O.gf i Inferi r. ;roporumici. Nella legge.nda int i-

iili|^ NFii"t ea nrerifitri. i.ggioro di come Nergal scese alla dimora di

6i".rttigui, <la signora del grande luogo inferioreo:

Nergal si volse verso la Montagna senza ritotno'

all'oscura casa, la dimora di lrkalla [gli Inf-eri]'

al la casa da cui coloro che sono entrati non escono'

Alla via dalla quale non v'd ritorno'

alla casa dove ihi entra viene privato della luce'

dove la poiu"t. d i l suo pre'lo e i 'argil la i l suo alimento"' '

Il testo riferisce anche che Nergal doveva <<scendere alla foresta di albe-

ri rnesu>> e tagliare un-ufU"- *iu, un albero hasuru e un albero supalutt '^g

""ia"nt. "ti. qr"rto testo identificava gli lnferi ..on,ynu foresta piena di

atueri. cib b iont-ermato dal fatto che Nergal divenne noto come

ter.rorr.ro.E.A, "quello che abita in vgs'Lau"' e MES'LAM era noto co-

..1iruogo degli . ,alberr me.su dalla lussuressiante crescita"'r.

Affinch6 non rurri.,uno dubbi, ricorderenl6'ia. leggenda. intitolata Erra e

Ishunr,in cui compare iialbero nzess insieme alla misteriosa pietra elme-

sar3. Entrambi si trovavano agli Inferi ed erano d'importanza cruciale per

i" f"g" OiN.rgut u..roii tno"nAo superiore. Il testo chiarisce che I'albero

mesu eraun "albero .ornll"o", che affondava le sue radici agli Inferi e a-

vevalachiomaincielo.Percibnel testoMardukchiedeaNergal :

Dov'd i l legno mesu,la carne degli ddi" '

I 'albero Puro, alto, giovane" '

lecuiradic iscendononelvastooceano'at t raversocentoleghediacqua'fino alla base di Arallu [gli Inferi]'

la cui chioma in alto si trova nel cielo di Anu?i*

Notate che questa leggenda si riferisce al olegno nrcsu>> come alla <<carne

aleli ;bi". Questo e in?Jt ttunte perchd Gilgamesh. da quel9 misterioso me-

;;-;;;" il iroprio'no-", .fr" derivava dafsumerico GIS.BIL.GA.MES, lette-

ralmente "MES che d il Seme che spunta da un nuovo albero"r5' ora' se sosti-

tuiamo MES con '.u*" o.gri dcf" la traduzione del nome di Gilgamesh di-

venra"carne degtiiit ,it"A il seme che spunta da un nuovo albero" '

"'Ivi, p. 509; a "Paese senza ritorno" ho pref'erito "Montagna senza ritorno"'

" Ibid.'' Je Santillana - von Dechend' Hunlet's Mlll' cit '

p. 438'

" ouf f "y,

Mvths fntm Mesopotamia' cit ' p' 291 ' 292'

,' lvi, p. 2sl ; su nrdtu, vJ.'i. S""iif funu'- von.Dechend' Hunilet's Mill' c\t'' p' 449'

r5 t . ,^^hcan Tha \ t tncr in.n Kin{ Lis l 'c i t . , pp. 188. l t l9 '

' tJN SI.]GII,ETO DI.]GII DIjI t29

Se uniamo quest'informazione alle altre leggende sulla nascita di Gilga-rnesh e al fatto che gli ddi anziani erano pianeti esplosi, risulta evidenteche la "carne degli dbi" era I'efflusso meteoritico degli ddi. Il nome Gil-tirntesh, quindi. significa "meteorite che d il seme che spunta da un nuovo;rlbero"ru. Per inciso, l 'eroe era anche noto come "il germoglio di Uruk".in cui il nome della citth di Uruk senza dubbio simboleggia la Terra3'.Ci vuole poco per capire che i riferimenti antichi all 'abbattimento di

tluesto "albero cosmico" in molti casi descrivevano la catastrofe celeste,ciod la caduta, o crollo, del cielo'*.

Non d dunque sorprendente che la ricerca di Gilgamesh avesse comescopo ultimo il raggiungimento del Paese dei Cedri Abbattuti, ciob il cie-lrr. Ma allo stesso tempo, I'eroe doveva prima scendere nella Foresta deiCedri: gli Inferi che contenevano gli alberi abbattuti. Questa digressioneci ha dato quindi ulteriore conferma del fatto che Gilgamesh scese agli In-lcri nel corso del suo viaggio per incontrare Utnapishtim.Una volta comprese appieno queste metafore, svaniscono molti degli

spinosi problemi incontrati dagli studiosi nel tentativo di ricostruire lageografia dell'Epopea di Gilgameslr. In.effetti, I 'ambientazione dell'epo-pea non riguarda per nulla la geografia. E piuttosto. per reinventare un ter-rrrine antico, una ankiografia, il paesaggio dell'antico "universo" di cieloc Terra (AN e KI).Torniamo ora alla versione sumerica dell'epopea e al punto in cui Gilga-

nresh prega Utu di concedergli il permesso di recarsi al Paese dei Viventi.ln risposta alla preghiera, Utu, avendo compassione dell'eroe, abbassa<sette eroi, figli di una madre> in sette caverne montagnoser'. Questa buna delle metafore piir oscure di tutta l'epopea, ma il contesto suggerisceche i sette eroi fossero sette "legami" tra cielo e Terra, che potenzialmen-te fornirono a Gilgamesh un mezzo di accesso al cieloo". Prima, perd, Gil-gamesh doveva trovare il <cedro del suo cuore>>, correlato alla sua crea-:.ione come Titano, che risultd trovarsi nella settima caverna montagnosadegli InferiaCome Gilgamesh passa da una montagna al l 'a l t ra, abbattendo cedri ,

dobbiamo immaginarlo mentre scende sempre piil in basso nel mondo.\otterraneo, con ogni montagna situata sotto o all ' interno della preceden-te. Questa era la struttura degli Inferi, che troviamo anche in altri testi me-sopotamici, come Nergal ed Ereshkigal, in cui Nergal scende la <lungascala dei cieli> e passa progressivamente attraverso <<sette porte> prima diraggiungere la corte del palazzo di Ereshkigal". Analogamente, nella leg-

" 'Questo elemento Mes d spesso presente nei nomi dei re sumeric i ; vd. ib id.' ' ,uvcr, c i t . , p. 82.'' Percid esiste un riferinrento sumerico a un trono celeste tagliato a pezzi come palme da datteri;

vd. Kramer, Hi.ston Begin.s at Sutner, cit., p. 293." ' Kramer, The Sutner ians, c i t . , p. 19-1.

'" ANEI, cit.. p. 48 attribuisce vari nomi ui sette eroi: vipera. drago. fuoco, serpente furioso e dilu-v io, g l i a l t r i due nomi sono i l leggibi l i .

' ' Kramer, The Sumerians, cit.. p. 194.

' ' c /vrr . c i t . . pp. 509 5 l ( ) , 5 l l .

l l0 QUANDO Gl-I DrlI SCESI':IRo sull-ATI-1111A

genda dal titolo La discesa di Inanna agli Infe,ri'.la grande dea lnanna

Scende dal cielo e attraversa sette porte, firmandosi a ognuna-per togliere

un emblema di sovranitd o un gioiello". Queste divisioni degli Inferi non

erano Aissimili dalle caverne sotterranee del Dat egiziano, attraverso cui

na fro""O"va sempre nl; !n basso per raggiungere il luogo di sepoltura di

Osiiide nella camera inferiore'

l.A SEQUItNZA DI';l- soGNO

Gilgamesh ed Enkidu, dunque, scendevano sempre pi i in basso nel

monfio inferiore, decisi a confrontarsi con Huwawa che proteggeva la set-

tima, ultima e pii importante montagna boscosa'

tvta'p.ima di irrivarb allo scontro. dobbiamo fennarci un attimo per esa-

minare un'affascinante sequenza onlrlca, aggiunta nella versione accadica

dell'epopea.-tjd6 ii" i Au. compagni si f'ermarono per la notte,. Gilgamesh fu sve-

gfiufi da una serie di rog-ni rpuuentosi. I particolari del primo sogno man-

cano a causa di una rotfira della tavoletti' ma il secondo sogno viene de-

scritto nel modo seguente:

Nel mio sogno, anrictl mio, una montagna crollava'

Mi abbatteia. affenandomi i piedi'

I l bagliore era insopportabile! Cornparve un "uomo"'

Era i l Pit bello della Tena" 'Egli mi estrasse da sotto la montagna,

tn] di.d. acqua da bere; il tnio cuore si placd'

Pose i miei Piedi in terra"'

Enkidu quindi sPiegb il sogno:

Amico mio, i l tuo sogno d ProPizio'I l sogno b Preziosissimo'La mlntagna che hai visto e Huwawa'

Prenderemo Huwawa e lo uccideremo,

e ne getteremo il corpo nella pianurau''

Ancora una volta, incontriamo I' idea del dio come "montagna cadente"'

Otu, fut.iumo al terzo sogno, avuto da.Enkidu, che descrive in modo an-

""* itiU preciso la discesalatastrofica di un dio agli Inferi:

(Amico mio), non mi hai toccato? Perch6 sono spaventato?

Ci c passaio'o..onto qualche dio? perch6 la mia carne b intorpidita?

Amico mio, ho fatto un terzo sogno,

e i l sogno che ho tatto era tembile'

I l cielo ruggiva' la terra rimbombava'

la luce deii iorno veniva meno' giungevano le tenebre;

balenavanJi lampi, ardeva il fuoco;

" lvi, p. 55: vd. anche ltt dist'esa di lttunna agli Inlbri in eNrr' cit' ' pp' 107' 108

' Iv i , p. 82.. , fv i , p. 8; <nel la pranura> ha pi i senso che <sul la pianura' , considerando che la pianura ( edinnu)

era i l mondo degl i Infer i .

'. UN SI.:GII'I'TO DI-:GI,I DF.I l3 l

le nubi si addensavano riversando morte.Il bagliore spari, il fuoco si spense,e cid che cadde si mutd in cenereao.

UUCCISIONI' DI HU\'OA\OADopo questo drammatico interludio, i due compagni continuarono ad ab-

battere cedri sulla montagna di Huwawa, che in qualche modo racchiude-

'a il "cuore" di Gilgamesh. Essi penetrarono cosi nel sancta sanctorum

tlcl feroce guardiano Huwawa, che, nella versione sumerica. a dir la veritd()ppose poca resistenza e fu presto decapitato.

Nella versione accadica, invece, Gilgamesh ed Enkidu richiesero I'aiutotli Utu, che immobilizzd Huwawa con otto venti potenti. come nel rac-c()nto sumerico, Huwawa venne decapitato e la sua caduta al suolo fecerisuonare i cedri per due leghe tutt' intorno.?.Cib che accadde in seguito non b chiaro. In un racconto, legsiamo che

(iilgamesh s_i spinse avanti nella foresta e <apri ra sacra dimdri degli A-nunnaki>>'8. Questa, per inciso, b un'altra chiara conferma della localizza-zione sotterranea degli eventi, poichd gli Anunnaki erano diviniti che abi-tavano agli Inferi.

In un altro racconto, si suggerisce che gli eroi passarono le porte dellalnontagna di Huwawa e uccisero dei leoni,e. eueito b interessante perchdgf i abitanti della Mesopotamia credevano che al cielo si arrivasse anra-verso l'apertura della "boccit" di Huwawas'. Huwawa, quindi, apparencln solo come il custode della "montagna cosmica", ma anlhe come per-sonificazione della montagna stessa. Sconfiggendolo gli eroi sarebberostati in grado di entrare nella "montagna cosmica" e di salire in cielo (an-che se il racconto della loro ascesa comune non si d integralmente conser-vato nelle tavolette ancora esistenti).A questo punto dell'epopea, b stato introdotto un episodio secondario

che vale la pena di menzionare.compare sulla scena la dea dell'amore, Ishtar/Inanna, che tenta di sedur-

re Gilgamesh (incestuosamente, visto che forse era sua madres'). L eroe,perb, respin ge le avances e mette in imbarazzo la dea elencandole la lun-ga.lista dei suoi precedenti amanti e delle offese che questi hanno dovutosubire per mano sua. Per vendicarsi Ishtar chiede ad Anu di annientareCilgamesh inviando il "Toro Celeste".

ll roro celeste era un motivo molto diffuso in Mesopotamia, ancora una

"' La traduzione d un misto di Heidel, The Gilgame.sh Epic und Old Testament Parallels, cit., pp.11 .48 e, lNEt c i t . , p. 83.

" ANE?, c i t . , p. 504.

" Ibid.

"'Gardner - Maier, Gilgamesh, cit., p. 210.' Iv i . p. IOl i .' ' Nell'epopea, la madre di Gilgamesh i chiamata Ninsun. Si trattava forse di un epitero di lnanna?

ll rnio suggerimento di un incesto si basa in parte sull'ipotesi che Cilgamesh fosse il frutto del ma-lrirnonio sacro tra Inanna e Dumuzi.

t32 QUANDO Gl,l DI'-I SCrlSr:RO SUll-ATI-ll3l1A

volta ricco di caratteristiche del pianeta esploso. A quel che si dice, questo

Toro aveva enormi corna fatte di lapislazzuli, una metafora per il materia-

le meteoritico, come abbiamo notato nei Capitoli 2 e 4. Non deve quindi

stupire che il Toro Celeste avesse la capacitd di aprire buchi nel terreno e

uccidere cento uomini con un semplice sbuffo5r.

Naturalmente, Gilgamesh ed Enkidu riuscirono a trucidare il Toro, poich6

anch'essi possedevan o laforzadel <ki-.rir di Anu>. Dopo aver. ucciso il mo-

stro, I'eroica coppia ne taglib la cosciit destra e la gettb in faccia alla dea: un

insulto gravissimo.A segulto di queste buffonate, Enkidu fu condannato a morire, mentre Gil-

game;h, per la prima volta in vita sua, provd un senso di vuoto e divenne

dolorosamente ionsapevole della propria fragile mortalith. Anche il suo de-

stino era morire? O poteva trovare Utnapishtim e persuadere I'eroe del Di-

luvio a rivelargli i l segreto dell' immortalith?

Il- MONTIT ftASHU

L'Epopea di Gilgomesft continua con quello che sembra un secondo rac-

conto, e una tradiiione distinta, dell'ascesa al cielo di Gilgamesh' Stavol-

ta, troviamo I'eroe da solo e il passaggio al cielo non b la "montagna"

Huwawa, ma un'al tra "montagna cosmica" ' i l Monte Mashu.

Nonostante le rotture della tavoletta, b ancora una volta chiaro che I'ini-

zio dell'avventura coincide con una discesa agli Inferi e l 'abbattimento

verosimilmente degli alberi della Foresta dei Cedri:

Gilgamesh prese in mano I'ascialestrasse dalla cintura I'arma,e come una treccia t...1 egli cadde tra di loro Ii cedri?].Colpi [ . . . ] tacendol i a pezzi [ ' ' .15r '

La parte successiva clel testo d mancante e in seguito incontriamo Gilga-

mes6 sul Monte Mashu, che b I'epitome, e forse il piir antico prototipo te-

stuale, del motivo della "montagna cosmica":

Il nome della Inontagna b Mashu.

IGilgamesh] si avvicind alle vette gemelle di Mashu,-. -.

itre ogni giorno vegliano sul sorgere e il tramontare di Shamash [o Utul.

Le sue vette raggiungono la riva del cielo,e le sue mammelle affbndano gii negli lnf'eri".

Notate il riferimento a Utu. Nel capitolo precedente' abbiamo discusso

'rVd.ANEr.c i t . ,pp. l i5,505:ancheGardner-Maier. Ci lgtunesh.ci t ' .pp' 159. l6 l '

" 'Gardner- Maier, Gi lgumesh.ci t . , p. 196.5. La traduzione d un misto di Gardner - Maier, Gilgtunesh, cit., p. 198. pvrr, cit., p. 88 e Heidel'

The Gilguntesh Epic and Old Testantent Purullels' cit.' p. 65.

Mashu signiticai lelteralnrente "'gemelli". Heitlel pret'erisce "rive del cielo" a "volta del cielo". ma

una sola "riva" sernbra pii appropriata, poichd "riva" era una metafora di "pianeta". Cfr' le "mam-

melle" del Monte Mashu .oo i'idia rnesopotamica del Tigri ed Eufrate tirati dai capezzoli di Tiamat

agli lnf'eri: cfr. anche la credenza egiziana in Qerti.le aperture simili a due mamtnelle che riforniva-

no le acque del Nilo dalle proiirnditir degli lnferi.

'. UN SI.]GI3I-:TO DI-:GI-I DI-:I t33

di come Utu fosse nato dall'apertura di una "montagna" a due vette, a"est" del cielo. Anche il dio egiziano Rd emerse da una ..montagna,' (ilMonte Bakhu) che aveva due cime". In entrambi i casi. il simbolismo rap-pre.senta la spaccatura di un pianeta che quindi cadde negli Inferi, da quila descrizione del brano precedente, in cui la montagna a due vette avevala sua immagine rif ' lessa al disotto, agli Inferi. euesto d un modo moltovivace di descrivere la natura "capovolta" della "montagna cosmica".Ma torniamo alla storia. Gilgamesh ora si avvicina alla base del Monte

Mashu, la "montagna cosmica", agli Inferi, che d sorvegliata da uomini-scorpione dall'a.spetto terrificante. Essi sono a guardia di una porta che daaccesso alla montagna, a una via che poteva condurre il viaggiatore, qua-si per magia, alla remota terra di Utnapishtim in cielo. L'er66 si avvicinaagli uornini-^scorpione, che dimostrano particolare interesse per lo statusdivino di Gi lgamesh:

L'uomo-scorpione chiamd la sua donna:<Colui che b venukl da noi - il suo corpo d la carne degli ddi".La donna replicit all 'uomo-scorpione:.Per due terzi egl i e divino e pei un terzo unlano>>5o.

Gli.uomini-scorpione chiedono perchd Gilgamesh abbia intrapreso uncosi lungo viaggio. Risponde I'eroe:

Sono venutt> a cagione di Utnapishtim, mio padre,colui che si E unito all 'assemblea degli ddi e ha trovato la vita eterna.Desidero dornandargli della rnorte e della vita,r.

L'uomo-scorpione rivela a Gilgamesh che nessun mortale ha mai porta-to a termine questa ricerca, nla, forse impressionato dal fatto che I'eroe d.,per due terzi divino e per un terzo umano>>, apre la porta della montagnae permette a Gilgamesh di procedere lungo <<la via di Utu>.

Dopg.1u.9. viaggiato per <dodici leghe>. attraverso tenebre fitte e impe-netrabili, I 'eroe emerge in una luce splendente e trova un giardino ratto oigemme preziose, in cui la corniola produce viti e il lapislazzuli frutti e fo-gliame lussureggiante58. Presumibilmente, Gilgamesh- d giunto in cielo.sfortunatamente, il racconto degli eventi suCcessivi d andato completa-

lnente distrutto e quando I'epopea ricomincia, sembra essere tornala in-djeqo per narrare und terza tradizione parallela dell'ascesa di Gilgameshal c ielo.

" Libro dei Morti. iormula | 08; vd. Faulkner, The Ancicnt Egvptiun Brnk of'the Dead, cit., p. l0l,che definisce il Monte Bakhu <lungo 300 pertiche e largo I50 pertiche,. Balihu d chiamato ,.quellanlontagna.su cui poggia i l c ie lo. . . nel l 'or iente del c ie lo": ct i . formula 149 (p. 139) che appaiente-rnente s i r i fer isce al la montagna cosmica degl i lnfer i : . l 'a l t iss inra montagna che d nel iesno deintort i . sui cui poggia i lc ie lo. . . le ul t iss ime mont i rgnc gcrnel le, , .

"'La traduzione d un misto di Gardner - Maier. Gilgame.rh, cit.. p. l9g e ANE-r. cit.. D. gg.La (rat luzione i ' un rrr isto di Ciudner - Mrrer. Gi l .qar lesh. c i r . . p. 200 e.r ,v l , r . c i t . . p. SX. I l nome Ut-

napishtinr significa "colui che ha trovato il sotfio vitale (nupistu\'t il nome era un riferimento all'anti-co eroe sumerico del Diluvio, Ziusudra, a cui tu concessa una <vita come quella di un dioo e <<resDiro( ' / ( ' rk, c()me quel lo di un dio ' . In al t re parole. Utnlpisht im avcva (ro\ . i l lo un

" tern, , sof f io v i ta le.

' - ANE7. c i t . , p. 89: cfr . Cardner - Maier, Gi lpunash, c i t . . p. 205.

134 QUANDO Gll DF;I SCI:Sr]RO SUll^ATI-)111.A

Nelle due versioni che abbiamo appena esaminato, Gilgamesh a) si apre

una strada verso il cielo attraverso la bocca di Huwawa, descritto come

una "montagna" di cedri; e b) apre il Monte Mashu e sale per la via di Utu

fino ad arrivare a un giardino luminoso. In questa terzatradizione, trovia-

mo ora Gilgamesh in viaggio sulle acque.

l-r\ TltAltil3sA?\ DIil- YtAlSI:

Iniziamo questa terza versione della spedizione di Gilgamesh all ' ingres-

so degli Inferi, dove una misteriosa taverniera di nome Siduri sorveglia

I'accelso alla foresta e al mare sotterranei. Siduri invita Gilgamesh ad ab-

bandonare la ricerca, che d infruttuosa:

Gilgamesh, cosa fai?

La vita eterna che tu cerchi. non la troverail

poich6 quando gli ddi crearono I'umanita.

all 'umanitir assegnarono la morte,

e l ir vitu eterna tennero per sd.

Quanto a te, Gilgamesh, che la tua pancia sia piena;

giorno e notte sii felice;

fai di ogni giorno un giorno d'allegrezza;

Giorno e notte danza e suona.

Che le tue vesti siano Pulite,la tua testa lavata e tu stesso bagnati in acqua.

Cura i l piccolo che ti t iene per mano

e lascia che la tua sposa si rallegri sul tuo petto5'.

Ma Gilgamesh, impertenito, chiede a Siduri di indicargli dove sia Utna-

pishtim, <il Lontano>>, che abita nel paese degli dbi.-

Dalla conversazione che segue, risulta evidente che Utnapishtim pud es-

sere raggiunto solo attraversando il mare, ma Siduri avverte Gilgamesh

dei pericoli:

Gilgamesh, non c'b stata mai una sif-fatta traversata;

e rnai netsuno sin dall ' inizio dei tempi ha potuto attraversare i l mare.

Solo i l prode Shamash [Utul attraversa i l mare,

chi, oltre a Shamash [Utu], pub attraversarlo'J

Arduo b i l luogo della traversata e diff ici l issimo il suo passaggio:

e ovunque sono acque di morte che irnpediscono I'avvicinamento.

Dove, dunque, o Gilgamesh, attraverserai il mare'?""

La natura di questo "mare" d chiarita dal fatto che esso d attraversato da

Utu, i l dio che viaggia da est a ovest, tra la "montagna" del cielo e la

"montagna" del mondo sotterraneo. Il mare erano quindi le acque celesti,

c iod lo spazio.

'" Heidel, The Gilgame.sh Epic und Old Testantent Purullels, cit., p. 70. ma ho parafrasato la prima

riga "Gilgamesh,

dove corri'l>.i , La t r i r luzione d un misro di Gardner -Maier, Gi lgumzsft , c i t . . p.212, euer. c i t . , p. 9 l e Heidel ,

The Gilgamesh Epic urul Old Tesruntent Parullels,cit.,p.l4. Le traduzioni della penultima riga, re-

lativa aiie oacque di morte>, varilno considerevolmente e sorge il dubbio che debba ancora trovarsi

una traduzione c0rretta.

'. UN SEGRI.:TO DT.:GI.I DI-:I t35

Alla fine, Siduri si addolcisce e consiglia Gilgamesh di cercare Ursha-nabi, il barcaiolo di Utnapishtim, che si trova in una <<foresta>>n'. E signi-I' icativo che il testo descriva a questo punto la discesa di Gilgamesh agliInferi:

Quando Gilgamesh udi cid, sollevd I'ascia con la mano,estrasse dalla cintola il pugnale, penetrd nella foresta,e scese alle Cose di Pietra.Come una lancia, discese tra esseor.

La scena successiva descrive un incontro tra I'eroe e il divino barcaioloUrshanabi. Questi ascolta la storia di Gilgamesh e acconsente a fargli at-traversare il mare. Ma c'b un problema. Sembra che Gilgamesh sia scesoagli Inferi con tale furia da rompere certi manufatti essenziali per la tra-versata.

Questi enigmatici oggetti sono descritti nel testo come le <Cose di Pie-tra>> e hanno causato grande perplessitd agli studiosi. Di cosa poteva trat-tarsi? Urshanabi, il barcaiolo del mare celeste, afferma: ole Cose di Pietrami trasportano, cosicchd io non debba toccare le acque della morte>>.,. Inaltre parole, le Cose di Pietra erano un tipo di sistema a propulsione attra-verso lo spazio, non alla maniera di Star Trek, ma come un pietra meteo-ritica infuocata che attraversava le acque celesti tra le "montagne" di cie-lo e Terraoa.A ogni modo, in assenza delle Cose di Pietra, Urshanabi ordina a Gilga-

rnesh di abbattere degli alberi e fare un gran numero di lunghe pertiche daullizzare per spingere la barca attraverso le acque della morte. I due quin-di salpano per un viaggio fatato, in cui in soli tre giorni viene coperta ladistanza di <un mese e quindici giorni>.

L'inizio del viaggio, perd, sembra trascorrere sulle acque degli Inferi,perchd solo al terzo giorno la coppia raggiunge le <<acque della morte>>,dove bisogna usare le pertiche.

Cornincia quindi la parte pii pericolosa del viaggio, attraverso I'enormeabisso dello spazio cosmico.

UINCONTI1O CON UTNAPISHTIM

Dobbiamo ora immaginare Urshanabi e Gilgamesh mentre si dirigono inbarca. attraverso le acque celesti, verso la remota dimora planetaria di Ut-napishtim. i l Nod mesopotamico.

^' fl termine shunabi significa "quaranta", quindi il nome Urshanabi ha pressappoco il signilicatotf i "colui di quaranta"; vd. de Santillana - von Dechend. Hamlet's Mill, cit., p.295, n.20.

"r La traduzione E un rrristo di Gardner - Maier, Gilgunresh. ctt., p.2ll , arul, cit., p. 92 e Heidel,l'he Gilgumesh Epic und Old'kstament Parullels. cit., p. 74. Heidel traduce le "Cose di Pietra" co-rne " imntagini d i p ietra" e nota che la versione hi t t i ta del l 'epopea si r i fer isce a <due immagini d iDletra>).

" 'ANEr. c i r . , p. 507.

"'Simili idee circolavano nell'antico Egitto, cfr. in particolare il veicolo .shedshed di Upuaut e lapalla infuocata di Aton: vd. Alford, Dulle pirunidi ud Atluntide, cit., cap. 9.

t36 QUANDO Gl,r DF:r SCr:Sr:ltO SUl,l-ATr-:l3l3A

Il testo dice poco su questa parte del viaggio e passa a descrivere Utna-pishtim che scruta in lontananza nel tentativo di distinguere I'estraneo chesi sta avvicinando con la barca dall' insolito sistema a propulsione. Alla fi-ne, esausto dal viaggio, Gilgamesh sbarca nel Paese dei Viventi.

Dopo che Gilgamesh ha raccontato la lunga storia del suo arduo peregri-nare, Utnapishtim d mosso a compassione e decide di rivelare all 'eroe <<unsegreto degli ddi>. Quindi inizia a naffare tutta la storia del Diluvio e dicome egli sia stato in seguito elevato alla dimora degli ddi. Esamineremoquesta storia, e i suoi segreti, a tempo debito.

Riprendiamo ora l'epopea alla fine del discorso di Utnapishtim, quandoegli volge la sua attenzione allo straniero e lo sflda a ripetere i sei giorni ele sette notti della creazione:

Ma ora (o Gilgamesh), chi riunirl gli ddi per te,cosicchd tu possa trovare la vita che cerchi?Mettiti alla prova! Non dormire per sei giorni e sette notti!('5.

Questa prova, che gli studiosi hanno paragonato a un'iniziazione, erauna ricostruzione dei <sei giorni e sette notti> del Diluvio (secondo la sto-ria di Utnapishtim)uo, al termine del quale la barca di Utnapishtim si erafermata presso il Monte Nisir. Utnapishtim rimase sveglio durante questocimento per riposarsi solo il <settimo giornorr, un eccezionale parallelocon il racconto della creazione nel libro della Genesl, in cui Dio si riposdi l sett imo giorno. Ma non precorr iamo i tempi.Gilgamesh, d inutile dirlo. d troppo stanco a causa del lungo viaggio per

rimanere sveglio e cosi non riesce a ripetere I'esperienza di Utnapishtim.Di conseguenza, fallisce la prova per entrare in cielo (come Utnapishtimaveva previsto). Gilgamesh e il barcaiolo Urshanabi sono quindi costrettia tornare sulla Terra, a Uruk.C'd perd nella storia uno sviluppo imprevisto. La consorte di Utnapish-

tim ha pietd di Gilgamesh e suggerisce al marito di dare all 'eroe qualcosadi tangibile. Utnapishtim decide quindi di rivelare un altro segreto:

Ti dird, o Gilgamesh. una cosa nascosta;un segreto degli ddi. ti riferird:c'B una (magica) pianta.Le sue radici vanno in profonditd. come il lvcium:le sue spine t i pungcranno la mano come un rouo.Se le tue mani possono prendere la pianta, avrai vita eterna67.

Gilgamesh parte ora per una ricerca completamente diversa. Essendosireso conto di non essere qualificato per una vita eterna in cielo, egli si vol-ge al premio di consolazione: una vita eterna in Terra. La pianta che oracerca concede la perpetua giovinezza.ll suo nome d <ll-vecchio-sard-re-so-giovane>>ot.

" ' La t raduzione b un nt isto di Gardner - Maier. Gi lgurnesh. c i t . . p. 241 e,r , l t r ' . c i t . . p. 9,5.

"" Vd. Gardner - Maier. Ci lgunc.th. c i t . , p. 236.

" 'La t raduzione d un nr isto di Cardner - Maier. Gi lxamesh.ci t . .o.249 e a,ryrr . c i t . . o. 96.

''* Cardner - Maier, Gilponrcsh. cit.. n. 249.

--tFw

5. UN SI.:GI3I.:TO DI.:GII DT.I r i7

Dove si trovava la pianta magica? Dal contesto della storia, possiamo di-

re che essa era agli Inferi (l 'Apsu), essendo questa la logica tappa succes-

siva di Gilgamesh e Urshanabi di ritorno dal cielo.

Riguardo a questo ritorno, b chiaro che la barca non pud essere piir usa-

ta, presumibilmente perchd tutte le pertiche sono state utilizzate nella tra-

versata delle acque della morte. Troviamo invece Gilgamesh e Urshanabi

che tornano agli lnferi attraverso una misteriosa <conduttura dell'acqua>:

Gilgamesh apri la conduttura dell'acqua,legd pesanti pietre ai piedi.Esse Io trasportarono gii nell 'Apsu ed egli vide Ia pianta.Affend la pianta. anche se essa gli tagliava la mano;tolse le pesanti pietre dai piedi,e il mare [degli Inf'eri] lo gettd a riva"'.

A questo punto, Gilgamesh si trova su una riva degli Inf-eri ed d necessa-

rio ancora un lungo viaggio per rientrare a Uruk. L'eroe decide di riporta-

re la magica pianta a Uruk per dividerla con gli anziani della citti. Ma,

dopo aver viaggiato per una distanza di trenta leghe, si ferma per bagnar-

si a una fonte e lascia la pianta incustodita. Un serpente emerge dall'acqua

e se la porta via. Per aggiungere al danno le beffe, il serpente. chiamato<leone di terra>, prima di andarsene si libera della sua vecchia pelle.

Gi lgamesh si s iede e piange: "Per

chi s i sono affannate le mie mani?.. .

Non ho ottenuto un vantaggio per me, ho ottenuto un vantaggio per il leo-

ne di terra!t".

Uepopea termina con Gilgamesh e Urshanabi che entrano a Uruk salen-

do dagli Inferi. Nelle ultirne righe, leggiamo di come I'eroe vanti al bar-

caiolo le meraviglie di Uruk, le cui fondamenta sono state gettate dagli

ddi alf inizio dei tempi:

Urshanabi. sali sulle mura di Uruk e camnrina!Ispeziona lalerraz-z,a di fbndazione ed esamina la muratura!Non b tatta di mattoni cotti?

' Le sue fondarnenta non sono state gettate dai Sette Saggi'l''

Gilganresh ritornd quindi sulla Terra. Era nato dalla terra come un Tita-

no, come il "ves che d il seme che spunta da un nuovo albero". Ma, allo

stesso tempo, era un re Ltntano. Percid il suo fato era segnato. Doveva mo-

rire e tornare sulla Terra, come qualsiasi altro mortale della Mesopotamia.

GII-GAMI--SH E AGGA

U Epopea di Gilgameslz conferma molte delle informazioni che abbiamo

appreso sin qui. Conferma I'importanza del meteorite (il motivo del dio

"" La l raduzione b un nr isto di Gardner - Maier. ( ) i lgantesh, c i t . , p. 2.19 e ^Nt7.

u i t . . p. 96. L 'abisso

i l 'Apsu. i l r r rondo infer iore.-'' ANEI, cit., p. 96.'' La iraduzione b un misto di Hcidel. The Gilgumesh Epic tnl Oll Testunent Purullels. cit., p. 93

c. t ,vrr , c i t . , p. 97; ho parafr i tsato due r ighe in dornande retor iche.

l l8 QUANDO Glr Dr::r SCr:SLRO SUII-A,Tr-]il3,A

caduto); l ' idea di una montagna simile alla Terra nel mondo degli Inferi; i l

concetto che era necessario scendere agli Inferi per ascendere al cielo; e

infine conferma che la via per il cielo passava attraverso un "montagna

cosmica" o un mare celeste. Secondo I'epopea, I'eroe non aveva i requisi-

ti necessari per rimanere in cielo e a tempo debito ne comprenderemo le

ragioni. Tuttavia, come recita un vecchio adagio, d I'eccezione che con-

ferma la regola e, nel caso di Gilgamesh. esiste una leggenda in cui, a

quanto pare, egli ascese al cielo e vi rimase in eterno. Completiamo que-

sto capitolo, quindi, con una leggenda davvero inconsueta che contiene

anche delle indicazioni importantissime per la comprensione del libro.

La leggenda intitolata Gilgamesh e Agga d uno dei racconti piil enigmatici

della saga di Gilgamesh. Non appartiene alla sequenza dell'epopea princi-

pale ed d in effetti una leggenda assolutamente distinta, in cui a Gilgamesh

insolitamente viene attribuito completo status divino. Come vedremo, la

leggenda di Gilgamesh e Agga contiene alcune metafore molto complicate

che hanno spiazzato i pii eminenti studiosi. Il loro significato, tuttavia, tra-

sparirdL chiaramente ora che abbiamo identificato la religione mesopotamica

come un culto del pianeta esploso, in cui divinith-meteorite attaccarono la

superficie della Tena e scesero negli Inferi. Come vedremo, tutto il raccon-

to di Gilgamesh e Agga d un'allegoria di questo scontro celeste.

La cittd di Uruk, patria di Gilgamesh, venne minacciata da Agga, re della

cittd rivale di Kish. Gilgamesh, che desiderava la guerra, si presentd davan-

ti all'assemblea degli anziani di Uruk, ma arrivb solo a un punto morto:

Cilgamesh dice'. ,rNon sottomettiamoci alla casa di Kish, colpiamolacon le armi'.

Gli anziani dicono: <Sottomettiamoci alla casa di Kish, non colpiamolacon le armiott.

Frustrato, Gilgamesh si rivolse ai comuni cittadini di Uruk, che lo inco-

raggiarono a lottare suggerendo: <<l'esercito di Agga b piccolo, d disperso

dietro di lui>. Gilgamesh cosi diventd sicuro del fatto che. al suo arrivo,

Agga avrebbe avuto il proprio <giudizio confuso>> per paura di Uruk. Il

suo ottimismo perd era fuori posto. Dopo breve tempo, l'esercito di Agga

cinse d'assedio Uruk e fu il <giudizio> di Uruk a essere <<confuso>>. Di-

sperato, Gilgamesh incitd il suo <capo>, Birhurturre, a uscire dalla porta

della citth e a r,confondere> il nemico. Appena uscito, perd, il delegato fu

fatto prigioniero dagli uomini di Agga che <schiacciarono la sua carne>> e

lo portarono da Agga. Come questo si preparava a interrogarlo, comparve

un altro uomo di Uruk, uno schiavo di nome Zabardibunugga. Il testo af-

ferma che questo schiavo <sali sul muro>>, e allora fu costretto a confessa-

re se il primo uomo uscito dalla citti fosse o meno il re di Uruk. A questo

punto, a seguito della risposta negativa dello schiavo:

La moltitudine non si gettd gii, la moltitudine non si alzb,la moltitudine non si rotold nella polvere,

'2 ANET,cit., p.45; vd. anche Kramer, The Sumerians, cit., p. 187.

t39I. UN SI.:GIII.]TO DI.:GI.I DI:]I

gli stranieri. lutt i, non si senrirono sopralTatti.Sulla bocca della gente del posto non fu ammtrcchiata polvere,la prua della barca magurru non fu abbattuta,Agga. i l re di Kish. non trattenne il suo cuore.le sue truppe colpirono Birhurturre, esse lo batterono, ne schiacciarono

la carneTr.

Che significato ha quest'oscuro brano? La ripetizione delle frasi negative

D un artificio letterario che enfatizza il fatto che il climax non E stato anco-

ra raggiunto e non lo sarh fino all'arrivo di Gilgamesh in persona. Nel frat-

tempo, il capo, che faceva le veci di Gilgamesh, venne maltrattato.

Ora i l testo annuncia l 'apparizione di Gilgamesh, ma le parole risultano

strane ed enigmatiche per i l vocabolario moderno. I l testo afferma che

Gilgamesh <sali sul muro> e quindi <<scrutd oltre i l muro>>'^.

A questo punto, lo schiavo identif icd Gilgamesh come il re ed ebbe luo-

go I 'evento principale della guerra:

La moltitudine .ri gettd giir, la moltitudine si alzd,la moltitudine .si rotold nella polvere.gli stranieri. tutti, Jurcno sopraf'latti.Sulla bocca della gente del posto/r ammucchiata polvere,e la prua della barca magurru.fu abbattutaT5.

E avvenne allora una cosa davvero curiosa. Il capo Birhurturre venne rila-

sciato e Agga e Gilgamesh s'incontrarono faccia a faccia, ma la lotta che ci si

sanebbe aspettata tra di loro non ebbe luogo. Nd Uruk si arrese a Kish. lnvece,

il testo riferiscd una conclusione molto strana che ha sconcertato gli studiosi:

(Gil lamesh) dice ad Agga:<O Agga, mio luogotenente, Agga mio capitano.

' o Agga, mio generale d'armata,Agga, hai colmato di grano I 'uccelkr fuggitivo,Agga, mi hai dato i l respiro, mi hai dato la vita,Agga, hai recato pace a colui che b fuggito>t".

Qual b i l significato di questo curioso discorso? E che signiticato ha tut-

ta la storia?

La chiave per decifrare il testo si trova nella strana descrizione di come

Gilgamesh <sali sul muro)> e poi ..scrutd oltre i l murorr, in direzione del

nemico. Si trattava davvero di un "muro" nel senso comune del termine.

oppure indicava qualcos' altro?In un passo precedente dell'epopea, l 'eroe lamenta il proprio destino di-

cendo:

'' La traduzione C un misto di ,turr, cit., p. 46 e Kramer. The Sumeriuns, cit., p. 189.

"Vd.ANEr,c i t . ,p. '16tvd.ancheKranrer,TlrcSumerions,ci t . ,p. l t l9.Si impl icacheGi lgameshsali sul muro perguardare oltrc di esso; cfr. il modo in cui Zabardibunugga

"sal) sul muro>.

" La traduzione d un misto di ANET, cit., p. 47 e Kramer, The Sutnerians, cit., p. I 89, anche se holeggermente parafiasato per riflettere il contrasto poetico fra questo e il brano precedente.

'n Kramer, The Suner ian.g, c i t . , p. 190, ma l 'u l t ima r iga s i basa sul la t raduzione di ANEr (p.46): "O

Agga, tu porti I'uonto che fugge al riposoo. Ho leggermente parafrasato il testo per evidenziare il si-

snificato secondo la mia interoretazione.

t39

14.0 QUANDO Glr Dr::r SCr:Sr:RO SUl.l-ATr-:l3l3A

Nella mia cittir I 'uomo muore, il suo cuore d oppresso,l 'uomo perisce, pesante d i l cuore,ho scrutato oltre il muro,ho visto i cadaveri [...] galleggiare nel f iume;quanto a me, anch'io subird la stessa sorte; in verith b cositt.

Nel contesto dell 'ossessione di Gilgamesh per la morte, questo brano

sembra riferirsi al fiume degli Inferi, la dimora dei morti, di cui I'eroe e-

voca l' immagine dei cadaveri galleggianti. Se fosse cosi, allora "scrutare

oltre il muro" sarebbe un modo di dire per scrutare agli Inferi. Ne conse-

gue naturalmente che il "muro" sarebbero le fbndazioni della Terra e, allo

stesso tempo, il tetto del mondo inferiore.

Secondo le credenze mesopotamiche, il fiume degli Inferi (fiume Hubur,

o Stige per i Greci) proteggeva I'accesso alla "citti" degli inferi, che era di-

fesa da sette mura, munite ciascuna di una porta78. Diversi testi descrivono

la discesa di divinitd celesti (come Nergal o Inanna) attraverso queste sette

"mura" andando sempre piD in profondith fino a raggiungere Ia dimora di

Ereshkigal e dei suoi tenibili sette giudici Anunnaki. Le cosiddette "mura"

sicuramente non erano comuni mura verticali, bensi mura orizzontali, si-

tuate sotto la superficie della Terra e piegate in modo da rifletterne la cur-

vatura. Ne consegue logicamente che il "muro" superiore, corrispondente

alla superficie della Tema, era davvero il tetto del mondo inf-eriore.

E possibile trovare ulteriori conferme a sostegno di quest'interpretazio-

ne? In un precedente capitolo, abbiamo letto di come il dio Ninurta portd

dalla lontana "montagna" di Azag un mucchio di pietre e le pose sulla Ter-

ra <come un muro>. Questo si accorda con I'idea che il "muro" fosse un

modo di dire per indicare la "superficie della Terra". Esiste anche una leg-

genda, che vedremo nel prossimo capitolo, in cui un re di Uruk veniva de-

riso perchd non sarebbe mai arrivato alla dimora della dea in cielo e inve-

ce sarebbe stato costretto a vivere con lei in basso, <<separato da un muror>.

Qui, ancora una volta, il contesto ben si adatta all ' idea che il "muro" indi-

casse "il tetto degli Inferi".

Anche gli Egiziani possedevano lo stesso modo di dire. Nella formula

708 dei Testi dei Sarcofagi, troviamo un interessante riferimento a <quel

muro che separa il cielo dal corpo del dio>'n. Poich6 il corpo del dio Osi-

ride giaceva agli Inferi e il cielo era generalmente sopra, il muro che li se-

parava potrebbe essere tranquillamente definito "il tetto degli Inferi".

La prova finale, naturalmente, consiste nel verificare se questo ipotizza-

to modo di dire abbia un senso nel testo che stiamo analizzando. Conside-

rate, quindi, la seguente interpretazione della storia di Gilgamesh e Agga.

Propongo che Gilgamesh personificasse una sotterranea "cittd di Uruk".

il "muro", attraverso cui passarono il capo e lo schiavo per combattere

I'esercito di Agga, era quindi il "tetto degli Inferi".

'ANEZ, c i t . , p. 48.

'* Heidel, The Gilgantesh Epic and Old'festument Purullel, cit., p. l '72.

-" Testi tlei Sunoftgi, fbrmula 708.

'. UN SI-:GI3I.:TO DI-:GI,I DF:I I4.I

L'esercito di Agga era una tempesta di meteoriti e la sua "cittl di Kish"era un pianeta esploso. Quando l' innumerevole armata di Agga <si gettb[ii l>>, essa s'impegnd in un catastrofico scontro con la cittd di Uruk nelrnondo sotterraneo, f'acendo si che sia I'esercito di Agga (gli <stranieri>)sia quello di Gilgamesh (la <gente del posto>) fossero <sopraffatti> e sicoprissero di <polver0>>.

Prima di cid, lo schiavo di Gilgamesh era stato arrestato da Agga dopoessere salito sul "1nuro". Notate che non c'b menzione di una discesa dalmuro, che sarebbe stata necessaria se il racconto avesse trattato di una ve-ra cittd e mura comuni. Analogamente, Gilgamesh stesso <sali sul muro>e <<scrutd oltre il muro>>. Secondo me, questo significa che egli si arram-picd verso la supe(icie della Terra e guardb fuori in direzione di Agga,che stava scendendo dall'alto.

Questa battaglia, tra un'armata celeste e una teffestre, getta anche lucesu un verso enigmatico, presente nella parte precedente del poema (chequi non abbiamo citato) in cui gli abitanti di Uruk tentano alacremente di<completare tutti i pozzi del paese. . . di scavare i pozzi e di completare lecorde di fissaggio>>"'.Questo avrebbe senso nella preparazione del mondosotterraneo a un imminente massiccio impatto proveniente dall'alto.E il grano e l'uccello fuggitivo? La discesa di grano dal cielo sulla Terra

d un motivo spesso presente in Mesopotamia, assolutamente compatibilecon l' idea che tutte le cose in Terra furono fecondate dal cielo. L uccellofuggitivo evoca I'immagine di una fuga disperata dal luogo della catastro-fe celestesr.Perchd non vi fu battaglia tra Gilgamesh e Agga e perch6 Uruk non si

arrese a Kish? Adesso comprenderemo cid che abbiamo appreso prece-dentemente. La spiegazione consiste nel fatto che esistevano certe regolenella mitologia mesopotamica, prima fra tutte quella secondo cui le divi-nith che scendevano dal cielo dovevano entrare agli Inferi. La secondaregola era che una diviniti intrappolata agli Inf'eri poteva essere rilascia-ta solo dietro pagamento di un riscatto: di norma un sostituto. Classico e-sempio di queste due regole E La discesa di Inanno agli Inferi. Cominciai l testo:

lnanna dal Grande Cielo volse la propria attenzione al Grande Sotto.Inzrnna abbandond il cielo, abbandonb la Terra, agli Inf'eri discese*..

Quando la dea giunse alla sala del trono di Ereshkigal <la signora delGrande Sotto>>, i giudici Anunnaki <<fissarono i loro occhi su di lei, gli oc-chi di morte> e appesero il suo corpo a un palo. Tre giorni dopo, Enki in-

*" Kramer, Thc Sumerituts, cit., pp. 187. lt3li.* l Sulmot ivodel l 'uccel lotuggi t ivo.vd.ancheKramer, Historyl leginsotsurncr,c i t . ,p. l79, incui

Gi lgamesh ed Enkidu def in iscono Huwawa,. l 'uccel lo cat turato> che pud <<tornare al suo posto>,ciob <al pet to di sua madre>. Questo s igni f icavai t l te leste luogo d'or ig ine di Huwawa. ma se Gi l -gamesh avesse permesso a Huwawa di tornare, egli. Gilgamesh, non sarebbe potuto tornare al pettodel fa propr ia madre celeste. Vd. anche pp.26,27 in cui l ' inviato di Uruk s i serve del mot ivo del-I'uccello fuggitivo nel suo discorso al signore di Aratta.

*'ANEI, cit., p. -531 cfr. Jacobsen, The Trea.sutzs of'Durkness, cit., pp. 55. 56.

t4 l

t42 QUANDO GI.I DI;I SCT:SER,O SUII.ATI-:I3RA

vid agli Inferi due creature sovrannaturali per resuscitare Inanna con il ci-bo e I 'acqua della vita. Ma mentre la dea stava per risalire:

Gli dei Anunnaki I'affenarono (dicendo):<Chi mai fra coloro che sono saliti daeli Inferid potuto uscire senza pagarne lo scott6?Se Inanna risale dagli Inf'eri,che dia per sd un sostituto>8r.

Il racconto si conclude con I 'arresto di Dumuzi che viene trascinato asliInferi per rimpiazzare Inanna.

Questo concetto della sostituzione agli Inferi si dimostrerd di estremaimportanza in questo libro, percid esaminiamo un altro esempio nella leg-genda intitolata Enlil e Ninlil. Questo testo narra di come Enlil,

"la Gran-

de Montagna> violentd la dea Ninlil (la Tena) che divenne incinta der diolunare sin. sembrerebbe quindi che sin fosse destinato a sostituire Enlilagli Inferi. Ma per far nascere la luna (Sin), Enlil compi una metamorfosidivina senza precedenti, mutandosi in tre divinith infbrnali che. a turno.fecondarono Ninlil*.. Le tre divinitd cosi costituirono il riscatto per la li-berazione di Sin.

Non v'b dubbio che la sostituzione divina agli Inferi fosse un importantetema della letteratura epica mesopotamica. Quindi potrebbe essere I'argo-mento delf a leggenda Gilgamesh e Agga? Non solo "potrebbe essere", ma"d". I versi finali del poema recitano:

Conquistatore [Gilgameshl, principe amato da Anu,Agga ti ha liberato per il prezzo di Kish,Dinanzi a Utu, ti ha restituito il potere degli antichi giorni's.

Il poeta dichiara cosi che la "citti." di Kish, personificata da Agga, avevapagato ll riscatto per liberare Gilgamesh dagli Inferi. Cosi facendo, Aggaassicurd la resurrezione di Gilgamesh in cielo e la restituzione del

"pote-re degli antichi giorni>. Le parole di Gilgamesh in risposta ad Agga .sonodavvero rivelatrici:

O Agga, mi hai dato il respiro, mi hai dato la vita*6.

-In-questo poema, quindi, Gilgamesh finalmente realizza il suo sogno

della vita eterna. Ma perchd lo realizza qui, in questa leggenda, e non nel-I'epopea? Il motivo d, che Gilgamesh e Agga d una leggenda completa-mente differente, in cui Gilgamesh d paragonato a un dio vero e proprio,caduto dal cielo agli [nferi8?. E questo non b strano, perch6 la stessa ten-

" Jacobsen, The Treasures of Darkness, cit., p. 59.* 'Frankfbrtetal . ,Thelntel lectualAdventureoJ'Ant ' ientMan,ci t . ,pp.

154, 155;vd.ancheKramer,Histom Begins at Sunter, cit., pp. 85,86. Anticamente, il numero 3 sirnboleggiava la nascita.

*' Kramer, The sumerimts, cit., p. 190, anche se io preferisco tradurre "per il prezzo di Kish", in-vece che "per la satvezza di Kish".

,o Ihid.*7 La stessa idea d presente nella leggenda romana di Gilgamesh che, bambino, viene gettato da

un'acropoli e durante la caduta finisce sul dorso di un'aquila; vd. Heidel, The GitgamesiEpic ttndOId Testament Parallels, cit.. o. 4.

ill Iii

Il143

denza b presente anche altrove. Per esempio, in alcuni testi, Gilgamesh b

definito (<supremo re, giudice degli Anunnaki> ed d identificato con ilgrande dio Nergal'8. Era ed d nella natura delle cose che maestose figurestoriche, come Gilgamesh, agiscano da magneti (a posteriori) per tutti gli

archetipi religiosi del loro tempo.A ogni modo, apprendiamo qui un'importante lezione. Come dio al cen-

to per cento, il diritto alla resurrezione di Gilgamesh non era in dubbio.Essendo nato in cielo, a questo apparteneva.Nell'Epopea di Gilgamesft, invece, I'eroe era nato in Terra, dall'argilla

gettata dalla dea Aruru. Era quindi in realtb un Titano, non un dio al cen-to per cento, ma piuttosto <<per due terzi dio e per un terzo uomo>>. Era un

fatto considerato dall'eroe del Diluvio Utnapishtim, che acutamente dis-se di Gilgamesh che questo era <<fatto della carne degli dbi e degli uomi-

ni>>ro.

Strzrnamente, perd, Gilgamesh e Utnapishtim erano molto simili nell 'a-

spetto, come risulta evidente dal racconto dell ' incontro fra i due:

Gilgamesh disse a Utnapishtinr, i l Lontano:.Ora che ti guardo, Utnapishtim,le tue fattezze non sono diverse dalle mie: tu sei come rne.Non sei per niente strano: tu sei come me.Il mio cuore ti avevu imnraginato come uno pert'etto a dare battaglia,ma tu te ne stai pigramente distescl!>>'i).

Gi lgamesh era cur ioso di sapere come mai a Utnapisht im fbsse stata

concessa la vita eterna, mentre lui (Gilgamesh) non poteva averla.

Percib pose la domanda a Utnapishtim:

(Dimmi:) come sei entrato nella compagnia degli ddi e hai ottenutola vita eterna'?

E questi rispose:

Utnapishtim disse a lui, a Gilgamesh:

"Ti rivelerd, Gilgamesh, una cosa nascosta:

un segreto degli ddi ti dird:Shuruppak, una citth che tu conoscie che b (ora) situata sulla riva dell 'Eufrate,quella citt i era antica, come gli ddi al suo interno,quando il loro cuore guidd i grandi ddi a provocare i l Diluvio>''.

Utnapishtim quindi prosegui narrando tutta la storia del Diluvio, dalla

costruzione di una gigantesca nave, all 'arrivo del Diluvio dal cielo, al suo

termine, quando il grande dio Enli l apparve sulla Terra e concesse I ' im-

mortalitd a Utnapishtim e a sua moglie.

'* de Sant i l lana - von Dechend, Hunt let 's Mi l l ,c i t . , pp. 448.4,19: vd. anche aNl i7, c i t . , p. 50, n. 4.*' Gardner - Maier, Gilgantesh. cit., p.222.

" 'Latraduzione b un misto di ANtr . c i t . . p.93 e Heidel , The Gi lganesh Epic and OldTestament

Parallels, cit., p. 80; cfi. anche Cardner - Maier, Gilgamesh, cit., p.226.

'q ' ANET. c i t . . D. 93.

144. QUAN DO Gl,I DI-:I SCr:Sr-t3O SU r l -\

Tr-:ll,tlA

Qual era il "ssg1s16

degli ddi> che riveld Utnapishtim? Come abbiamomenzionato precedentemente, non poteva certo trattarsi semplicementedella storia del Diluvio, perchd Gilgamesh sicuramente la conosceva gidprima di partire per il lontano Paese dei CedriAbbattuti.

Quindi, il segreto era forse un segreto dello scriba assiro che scrisse latavoletta xt dell'Epopea di Gilgamesh? Questo scriba conosceva forse unsegreto, proprio come lo scriba che aggiunse una scrittura segreta alla sto-ria della creazione dell'uomo (come abbiamo discusso nel Capitolo I )?Come vedremo, effettivamente l'Epopea di Gilgameslz contiene dei se-

gret i , non ul t imo i l s igni f icato metafor ico di quel la mister iosa ant ica"cittd" di Shuruppak. Fu li che gli ugualmente misteriosi e antichi ddi de-cisero di provocare il Diluvio. E a Shuruppak, quindi, che ora ci volgere-mo, per sollevare ancora una volta il velo delle allusioni metaforiche.

6

1-A CITTA OIJTI3[' II- }-IUMIiSono venuto nel la Citt i di Dio.

i:.[11"i*,'fff]ili ],T"l:t i:i m'rd i a i

per dimorare in questa terra.

Papiro di Hunefer, Libro dei Morti

Settantacinque miglia a nord della cittd di Gilgamesh, Uruk, e circa cen-

td miglia a sud di Babilonia, b situata I'antica citth di Shuruppak, ritenuta

dagli studiosi la patria di Utnapishtim, I'eroe del Diluvio mesopotamico.

Nel 1902-3, una missione archeologica tedesca, sotto la direzione di Ro-

bert Koldewey, scavd i resti di Shuruppak, sotto la moderna cittl di Fara,

e r i t rovd cent inaia di tavolette d'argi l la che attestavano I 'esistenza di

scuole sumeriche sin dal 2500 a.C. Cosa veniva insegnato agli allievi di

queste scuole riguardo a Utnapishtim, eroe del Diluvio'/ Si trattava davve-

ro di uno dei re fondatori della citth? Oppure Utnapishtim proveniva da

una "Shuruppak" completamente di f'fbrente'/

Nell'E7rr4rea tli Gilganresh, Utnapishtim dichiara che rivelerh a Gilga-

mesh un segreto degli dbi:

Ti rivelerd, Gilgamesh, una cosa nascosta;un segreto degli ddi ti dird:Shuruppak, una cittir che tu conoscie che d (ora) situata sulla riva dell'Eufrate.quella cittit era atticu, cone gli ddi al suo interno,quando il loro cuore guidd i grandi ddi a provoc:re il Diluvio'.

Quest"'antica" Shuruppak era la stessa Shuruppak del xxv secolo a.C.?

Due studiosi che non la pensano cclsi sono John Gardner e John Maier,

che alla loro traduzione dell'epopea aggiungono la nota: (l versi suggeri-

scono che I'antica Shuruppak non asista piilrr'. Un'affermazione davvero

suggestiva.Ora consideriamo la l,ista reale sumerica. Dopo aver elencato sette re se-

midivini, che governarono le citt)r di Eridu, Bad-tibira, Larak e Sippar per

un periodo totale di 222.600 anni - una media di circa 31.800 ognuno! -

la Lista reale afferma:

...La regalitir fu portata a Shuruppak.A Shuruppak, divenne re Ubar-Tutu [il padre clell 'eroe del Diluvio]e regnd 18.600 anni. . .l l Diluvio spaz-zd via ogni cosa'.

' e,vrr ' , ci t . . p. 93.

' Gardner - Maier, Gilgamesh. cit., p.229.

' Jacobsen, Tlte Sumeriart Kirtg List. cit.. p.77 . Shuruppak era anche la quinta citti nel mito sume-rico del Di luvio: vd. ari--r. ci t . . o. 43.

t4.6 QUANDO GI.I DT::I SCT:SF:I3O SUII.\TEI?,RA

-Poi, dopo il Diluvio, la regalitd <<scese dal cielo> nella citth di Kish per

24.510 anni e quindi passb a Uruk, dove Gilgamesh alla fine divenne re2044 anni dopo'.Percid, secondo questa eccezionale cronologia, vi fu un'antichissima

cittd di shuruppak, che venne presurnibilmente cancellata dal Diluvio. I-noltre, sembra che quest'antica Shuruppak esistesse per piD di 43.000 an-ni prima che fosse eretta la citt) di Gilgamesh, Uruk. Naturalmente, que-sta d un'affermazione piuttosto incredibile, che non ha alcun fondamentoarcheologico. Essa pone l"'antica shuruppak" al periodo che Mircea Elia-de chiamerebbe "tempo mitico" o "c'era una volta".

Ora, che accadrebbe se si potesse dimostrare che "cittd" era in realtduna metafora mesopotamica di "pianeta" ? E che un pianeta di Shurup-pak era davvero situato "sulla riva dell'Eufrate", dal punto di vista miti-co? Questo porrebbe la storia del Diluvio in una prospettiva completa-mente diversa.E non porrebbe in una differente prospettiva anche la storia dell'eroe bi-

blico del Diluvio, Nob? In effetti, non potrebbe, se portata alle sue logicheconclusioni, capovolgere completamente le nostre idee sulla storia bibli-ca, compreso il racconto diAdanro ed Eva?

Procederemo, quindi, con cautela, ben consci del fatto che potremmo es-sere in procinto di sconvolgere uno dei principali dogmi del pensiero reli-gioso occidentale.

lJ-- CITT.T\ DI CIEI.O Ii TEllltA

Iniziamo, cercando di stabilire se per gli antichi "cittd" potesse essereuna metafora di "pianeta", esattamente come lo erano i termini "monta-gna", "isola", "trono" e "orizzonte" .Nel Capitolo 4. ho citato un brano (ratto da Enki e l'ordine del mondo,

che descriveva la nascita di utu da un cielo simile a una foresta. Vale lapena di leggere nuovamente quel brano, perchd sembra che descriva ilcielo come una "cittl":

Utu, I'eroe, il toro che esce dalla tbresta, che ruggisce come un leone...il padre della grande cittd,il luogo in cui sorge Utu, il grande araldo del

santo Anu. . .che porta una barba di lapislazzuli. che esce dal santo cielo...,.

Il luogo dove sorge Anu - a detta di tutti una "montagna" aoriente - eraquindi una "citti", secondo il pensiero mesopotamico.consideriamo ora i testi sumerici di lamentazione, che descrivono come

una grande tempesta scese dal cielo e devastb il paese di Sumer. Come ri-sulta chiaro dai due brani seguenti, la tempesta venne dal pianeta celestedistrutto, ma anche da un luogo che poteva essere descritto coi termini"casa" o "cittd"'.

n Jacobsen, The Sumeriun King List. cit., pp. 85-89.5 Kramer, The Sumerians, cit.. rr. l8l.

r,. l-A CITTA Ol;mE Il- r'IUl'lI: t47

Era il giorno in cui I'arma inviata dall'alto demoli la citth [di Ur] come

con un plccone.In quel giorno il cielo si frantumb, la Terra fu colpita, la sua faccia

venne percossa dalla tempesta.Il cielo si oscurd, si copri di ombre, si mutd negli Inferi.

Utu giacque prostrato all' orizzonteo.

(La gente gridava): ,.O aspra tempesta, o tempesta, solleva il tuo petto,

ritorna ella tua cittd!O tempesta distruttrice di citti, o tempesta, solleva il tuo petto,

ritorna allg tua case!>>'.

Questa catastrofe celeste ci ricorda anche che nella leggenda di Gilga-

tnesh e Agga (vd. i l capitolo precedente), Agga personificavala cittd di

Kish e la cittd simboleggiava un pianeta caduto dal cielo sulla Terra.

Oltre a questi tre esempi mesopotamici della metafora "citth = pianeta",

1'rossiamo anche citare un esempio dai testi degli Hittiti, una civilti stabi-lita a nord della Mesopotamia, nelle regioni anatoliche. In una delle prin-cipali leggende hittite, Il canto di Ullikummi, il dio Kumarbis fa I'amorecon una "grande roccia" nell'oceano celeste ed essa dd alla luce un bimbotli nome Ullikummi. Kumarbis quindi spinge il figlio Ulikummi ad attac-care if dio della tempesta, che vive in cielo in una cittd chiarnata Kum-nilya:

Che il suo nome sia Ull ikummi!Che salga in cielo per la regalitbl

Che conquisti Kummiya, la bella cittdtChe attacchi il dio della tempesta e lo faccia a pezzit'

Spostandoci all'antico Egitto, scopriamo che Ia metafora "cittd = piane-

ta" era ancora pii diffusa, come illustrano i seguenti esempi:

Quando ero sulla Terra, venni dalla nri a cittd. Cos'i? E I'orizzonte di mio padre Atumn.

O re, la Terra apre per te la sua bocca... possa tu andare alla Grande Scala, possa tu

venire alla Grande Cittdu'.

Il re conosce il Campo di Canne: d la cittd di RA".

Io sono in alto, sui f iori di loto, mangio pane, ricevo abbondanza, viaggio alla

Grunde Cifta...".

Vieni e trasportami in barca, vieni e traghettami, vieni e fammi sbarcare alla Gran-

de Cittd dinanzi a R0''.

Sono venuto nella Cirtd di Dio,la regione che esisteva in tempi primordiali, con la

" erus'r, cit., p. 6l 3.' lv i , p. 619.

- lvi, p. 122. Kummiya d anche citata a p. 124. La dimora celeste degli ddi era anche chiamata la

cusa kuntarra; vd. p. 123.

" Testi dei Sarcofagi, formula 335.

"' lvi. formula 4: vd. anche formula 66.

" Ivi . formula l6l .

' lv i , formula 515.' ' lv i . formula ?75.

14.8 QUANDO Gll Dr:r SCESr-:RO SUll-ATr-:llRA

Fig.4.

L'antico Egino:

le cittd di cieloe Terra.

mia anima e il mio doppio, e con la mia forma luminosa, per dimorare in questa ter-ra'"

Perchd gli antichi descrivevano il cielo come una "cittd"?

In parte questa domanda ha gid trovato risposta nel Capitolo 4, in cui hodescritto la cittd, e il suo tempio, come microcosmo della Terra, ciob mi-crocosmo di un pianeta. Poichd la ci t th, nonch6 i l suo tempio, era la"montagna cosmica" e il legame tra le "montagne" del cielo e della Terra,ne consegue logicamente che cielo, Terra e Inferi, potevano tutti esseredescritti come "citta".

'' Papiro di Hunefer; vd. Wallis Budge, Egrprlan Religion, cit.. p. 125.

3ill6"" o

DESERTOORIENTALE

I

6. l-z\ CITTA OlTl3I'- U.I'IUMI-: t49

C'd anche un'altra ragione, dimostrabile per quanto riguarda I'antico E-gitto, ma non meno importante per la Mesopotamia. Nella mia preceden-(e opera Dalle piramidi ad Atlantide, ho sottolineato che gli Egiziani (o iloro predecessori nella valle del Nilo) avevano disposto le cittd lungo ill ' iume Nilo a emulazione del loro concetto di cielo e Terra''.Ho individuato quest'aspetto in relazione alle cittd di Eliopoli e Abido,

che simboleggiavano rispettivamente cielo e Terra, con il Nilo a copri-re simbol icamente la vasta distesa di spazio che separava i due pianet i

\tig. 4).Come abbiamo notato nel Capitolo 4, Eliopoli (Annu per gli Egiziani)

non era la cittd del sole, ma la cittd del cielo. Quando gli Egiziani dichia-ravano che Eliopoli era stata eretta esattamente nel luogo in cui si era o-riginato il "seme solidificato" di Atum, volevano dire che questo sememeteoritico aveva avuto origine in cielo. Analogamente, quando affer-mavano che Atum aveva eiaculato o sputato Shu e Tefnut a Eliopoli. vo-levano dire che egli l i aveva creati come suo efflusso in r:ielo. E quandoasserivano che Eliopoli era la patria dell'uccello Bennu, alludevano allacredenza secondo cui la nascita infuocata dell'uccello era avvenuto irzcielo.

Per lo stesso motivo, c'era una cittd, vicino a Eliopoli, chiamata dagli E-giziani Kheri-Aha, "la Cittd dove vi fu una battaglia", in rif-erimento alleglendario scontro tra Osiride e Seth16. Questa battaglia era stata com-battuta in cielo.E infine, nei Testi delle Piramidi, nel Libro dei Morti e nel Libro dei Sar-

cofugi, quando i re esprimevano il desiderio di andare a Eliopoli/Annu, inrealtd vof evano recarsi in cielo.

Quindi, la cind di Eliopoli simboleggiava il pianeta del cielo. E questoforse spiega la ragione per cui gli antichi definivano il cielo una "cittd".

Se torniamo alla cartina della figura 4, noteremo che la citth di Abido(anche nota col nome di Nedyt) simboleggiava la Terra. Percid net Testidelle Piramirii leggiamo che Osiride fu trovato da Iside e Nefti < che gia-ceva su un fianco>> sulla riya di Abido''. Percib Abido era il piD famosoluogo di sepoltura di Osiride e il sito principale della rappresentazione mi-sterica annuale relativa alla sua morte e resurrezione. Percid Abido era illuogo dove si trovava una singolare struttura denominata Osireion, chesimboleggiava il colle primordiale degli Inferi' '. L'elenco prosegue. L im-portanza di Abido era tale, che essa divenne nota con nome di Ta-Wer,"lagrandissima terra"re. Vale anche la pena di osservare che il nome diAbido

'' Alfbrd, Dulle piramidi ttd Atlantide, cit., cap. I l.

'o Wallis Budge, Frurn F'etish to (jtnl in Antient Eg1,pt, cit., pp. 145, 235; vd. anche Wallis Budge,Legends of the Egyptian Gtxls, cit., p. 228, n. l.

" Testi delle Piramidi. fbrmula 694. oar. 2144.

'* Alfbrd, Dalle piramidi ul Arluntitk. cit.. capp. 5. I I e tav. 19.

'' Frankfort. Kirt.qship und the Gods. cit.. p. 202; vd. anche Rundle Clark, M_,-th antl St,mb6l in An-cient Egvpt. c i t . . p. 170. Frankf i r r t sugger iva che i l s igni i icato del nome Ia-Wer al ludesse al col leor imordiale.

150 QUANDO GI.I DI.]I SCT:SERO SUII.ATI.:IIRA

deriva dall'egiziano Ab-diw, dal significato letterale di "Montagna del

Principio"20.Com^e ho osservato in Dalle piramidi ad Atlantide, gliEgiziani immagi-

navano il Nilo come il "Corso d'Acqua Tortuoso" che si estendeva dal

cielo alla Terra, da qui l'idea che Abido fosse la ciUd della Terra e Elio-

poli la cittd del cieltf'.'E

pet questo motivo che, una volta I'anno, gli Egiziani celebravano una

importante festa dedicata a Osiride, chiamata Wcg. Scarse sono le notizie

su quettu festa, sappiamo perb che all'inizio della stagione. dell'inonda-

zione, un'enorme flottiglia di imbarcazioni navigava lungo il Nilo in dire-

zione sud, verso Abido, dove la popolazione partecipava a una cerimonia

sacra che includeva vino e presurnibilmente ubriachezzal2. Poi, il <Giorno

della Celebrazione>>. la gente sarebbe salpata verso nord, alla volta di E-

liopoli, la sacra cittd del cielo". Il simbolismo di questi due^viaggi era-e-

strbmam"nte profondo. Il primo, il viaggio verso sud, effettuato sulla

<<barca della nbtte", simboleggiava la caduta di Osiride e le tenebre della

morte. Il secondo, verso nord, intrapreso sulla <barca del giorno>, rappre-

sentava la resurrezione di Osiride e la luce della vita'4. In tal modo il dio

Osiride risorgeva simbolicamente all'inizio di ogni anno.

Dopo aver icritto Dalle piramidi ad Atlantide, mi resi conto che questo

simbolismo celeste e terrestre si applicava anche alle citti di Eliopoli ed E-

lefantina. Per qualche strano motivo, Abido aveva avuto una rivale. La

cittd-isola di Elefantina (nota anche come Aswan) segnava I'estremo confi-

ne meridionale del paese ed era quindi, per molti versi, un simbolo pii ap-

propriato della Terra. Era nota come la "Citthdel Principio".e il suo nome e-

giriuno, tS o Ahu, significava "Padre del Principio"r'. Curiosamente, il se-

lno geroglifico che inclicava la cittd era quello di una montagna, dal signifi-

Iam?i "ierra straniera" o "tefia lontana", quasi a suggerire che il "Padre

del Principio" fosse caduto dalla celeste citth di Eliopoli fino a Elefantina,

dove era stato seppellito. E secondo una leggenda, Osiride era sepolto nella

remota isola di Abaton, vicina a File ed Elefantina sul 24o parallelo2o.

'n Djw significata "montagna"; vd. Wilkinson, Reading Egyptian Art, cit., pp. 132' 133; percib il

feticcio di Abido era posro sul geroglifico per "montagna". .arn, o Abu, era la "CittA del Principio".

'' Alford, Dalle pirumidi ad Arluntide, cit', cap. I I '

" Frankiort, Kingship antl the G94s, cit., pp. 391, 392, n.47: Osiride era *signore del vino alla fe-

sra Wag, ; vd. anche Shaf er. Te mp I e s of AnL' ient E gy pt, cit', p. 26.,, Cfr. Te.sri dei Sarcofagi,fbrmula 457: .Qualcuno b portato a me ad Abido per Eliopoli> e oQual-

cuno d trasportato da Abido a Eliopoli>. ll viaggio poteva ugualmente concludersi a Menfi, il luogo

in cui era annegato Osir ide.,. lvi, formuli44: .Possa tu navigare verso sud nella barca della notte e verso'nord nella barca del

giorno; possa tu riconoscere la tua anima nel cielo superiore, mentre la tua carne, il tuo corpo, b a E-

liopoli>.,ipotrebbe non essere una coincidenza che il nome ,ln, o Abu, d costituito dalle due prime lettere

del modemo alfabeto, dalle lettere greche alfa e beta; i Greci riconobbero la connessione tra AB, la

Cittd del Principio, e I'alfabeto e quindi chiamarono la citti E/eTtntina (cfr. alfa/aleO.,n Walfis Budge. From Fetish to God in Ancient Egypt,cit., pp. 515, 516; secondo la tradizione e-

giziana, Abatoi era stata destinata a luogo di riposo di Osiride all'inizio del mondo. Vi erano cele-

brati i misteri di Osiride nel silenzio piir assoluto e alle persone comunt non era perrnesso mettere

15l

Ancora una volta, dobbiamo immaginare il Nilo che si estende dalla Ter-nr al cielo, stavolta tra le cittb di Elefantina ed Eliopoli (fiq.4). Questar olta, la celeste via acquatica comprende il corso del Nilo tra due confinir'hiave dell'antico Egitto. Inoltre, si potrebbe supporre che le cateratte delNilo, immediatamente a sud di Elefantina, simboleggiassero il caos delleircque degli Inferi.Come si pud vedere dalla cartina, il corso del Nilo si snoda verso nord,

rn direzione di Eliopoli, la citti del cielo, in modo tale che il fiume pudtlavvero essere definito un Corso d'Acqua Tortuoso. Comprendiamo oral'uso dell'espressione "Corso d'Acqua Tortuoso" nei Testi delle Pirami-t l i :

O R6, raccomandami al traghettatore del Corso d'Acqua Tortuoso, cosicch6 egli

lx)ssa portarmi la sua barca... in cui trasporta gli ddi verso il lato lontano del Corsotl'Acqua Tortuoso, al lato orientale del cielo']?.

E significativo che l'oriente sia il luogo in cui i corpi celesti sorgono al-l'orizzonte. Ma bisogna notare che in altri testi egiziani, E espressa I'ideache il re attraversa il Corso d'Acqua Tortuoso a nord del cielo:

Seth d fraternamente verso di te [Osiride], come il Grande di Eliopoli, poichd tu haiirttraversato il Corso d'Acqua Tortuoso nel nord del cielo, come una stella che attra-versa il mare che d sotto il cielo".

Quest'idea di un Corso d'Acqua Tortuoso che va al cielo, a nord, erasenza dubbio ispirata dalla direzione nord-sud del Nilo. En passant, dob-hiamo menzionare che questo schema del "cielo nel nord", ispirato al Ni-lo, risolve I'enigma riguardante il motivo del fuoco celeste nel Polo Nord,un tema mitologico esaurientemente esaminato nel libro del 1969 Ham-let's Mill di de Santillana e von Dechend2'. Ma questa d un'altra storia3o.

Quello che qui ci interessa d che il Nilo era il Corso d'Acqua Tortuoso,che simboleggiava il viaggio dei re dalla Terra al cielo, dalla cittd di Ele-l'antina, o Abido, nel sud, alla cittd di Eliopoli, nel nord.Cosi fu che gli antichi portarono il loro universo celeste sulla Terra e

simboleggiarono i pianeti con ciftA. Una volta ricatturato questo modo dipensare, da lungo tempo perduto, non d per nulla difficile capire perchdgli antichi immaginassero il cielo come una citth.

" Tbsti delle Piramidi, formula 359, pan. 599, 600.

'* fvi, formula 437 , par. 802; cfr. Tbsti dei Sarcofagi, formula 474; in antitesi con Tbsti delle Pira-aridi, formula 359, par. 600, in cui il Corso d'Acqua Tortuoso termina nella parte orientale del cielo.

" de Santillana - von Dechend, Hamlet's Mill. cit.,

"'Questo ha un rapporto con Ia cosiddetta teoria di Satumo, che suppone una disposizione innatu-nrle dei pianeti del sistema solare in virtt della tradizione di un violento cataclisma nel nord del cie-Io. La spiegazione pit prosaica d che il nord divenne importante simbolicamente quando gli Egizia-ni iniziarono a celebrare il loro culto interplanetario lungo il Nilo, che geograficamente corre da sudl nord. Questo simbolismo sud-nord venne esaltato dal fatto che le stelle settentrionali non tramon-tavano mai e quindi sembravano immortali. L'importanza delle stelle settentrionali b ben documen-ttta nei culti funerari egiziani, perchd le asce sacre, utilizzate per la cerimonia di rinascita dell'A-Dertura della Bocca. avevano la forma delle costellazioni settentrionali dell'Orsa Minore e OrsaMaggiore.

t52 QUANDO GII DF:I SCESI-:RO SUII.ATT-:I3RA

I FIUMI CEIJ-:STI

L"'antica Shuruppak" poteva quindi essere una "cittd" celeste' c\od un

pianeta?Prima di trarre una sicura conclusione, esaminiamo I'idea della riva del

fiume sulla quale si diceva fosse situata la cittd.

Nel Capitolo2, abbiamo visto che Ninlil <<stava sulla riva del fiume dal

corso impetuoso>> in attesa di Enlil, la "Grande Montagna", perchd la fe-

condasse con il suo fiume di acqua simile a sperrna. Suggerisco che Nin-

lil fosse una personificazione della Terra, la Madre Terra, e che quindi la

"riva" sulla quale si trovava fosse "la riva della Terra", vale a dire una "ri-

va" planetaria.Sempre nel Capitolo 2, abbiamo letto di come Nintu diede alla luce la fi-

glia Ninmu, presso la riva del fiume, dopo essere stata fecondata dalle ac-

que simili a sperma di Enki. Ancora una volta, propongocttg \inlu perso-

nificni la Madre Terra, nel qual caso il luogo di nascita della figlia sareb-

be una "riva" planetaria.Nel Capitolo 3, abbiamo appreso che il defunto dio Osiride cadde dal

cielo sulia Terra e venne ritrovato da Iside e Nefti <<che giaceva su un fian-

co> sulla "riv(l" di Abidos'. Secondo me, la cittd diAbido era una metafo-

ra della Terra. Un'altra "riva" planetaria.

Inoltre, vorreisottolineare che gli antichi Testi dei Sarcofagi contengono.,formule magiche per I'unione delle rive del fiume>>, in cui d chiaro che le

due "rive" rappresentano il cielo e la Terra (le "Due Terre"), come risulta

dalle seguenti citazioni:

Le Due Terre sono unite per la mia traversata, le rive del fiume sono unite, il dio ba-

cia suo fratel lo. . . r?.

Formula magica per I 'unione delle rive del l lume: ho messo insieme le due rive del

fiume, I 'occidentale e I 'orientale, e viceversal.

Come abbiamo menzionato precedentemente, le rive del fiume potevano

avere un orientamento nord-sud o anche est-ovest; percid nella formula

ll29 dei Testi dei Sarcofogi leggiamo della <<riva nord del Corso d'Acqua

Tortuoso>>, che potrebbe corrispondere alla citth celeste di Eliopoli". Ci

viene detto che su questa "riva" vi erano innumerevoli citti e tutta la riva

era immersa in un'ardente fiamma, grande un milione di cubiti (ciob infi-

nitamente ampia): d una perfetta descrizione del presunto cataclisma del

pianeta esploso.Tornando alla Mesopotamia e all'Epopea di Gilgantesl2, leggiamo che il

Monte Mashu - la "montagna cosmica" degli Inferi - toccava una "riva"

del cielo:

" ksti delle Piramidi, formula 694, par.2144.

'! Testi dei SarcoJagi, formula 172.

" Ivi , formula 169.

" Ivi . formula I 129.

i lr' I-A, CITTA OITIII.; N. HUMI-] t53

Il nome della montaena d Mashu...Le sue vette raggiun-gono "/n riva delcielo",e le sue mammelle affondano giir negli Inferi35.

.se mettiamo insieme tutte queste citazioni, risulta chiaro che gti antichit rttmaginavano il cielo e la Terra come due rive di un jiumelu . Ma perchd?La spiegazione in larga misura d stata gii fornita nella nostra diicussio-

nc sul Corso d'Acqua Tortuoso, che si estendeva come un grande fiumel(traverso I'abisso dello spazio tra cielo e Terra.Dobbiamo ora aggiungere che gli Egiziani ritenevano che il Nilo avesse

una sorgente celeste e che fosse caduto sulla Terra in un grande diluvio.I)ercid, nella formula 353 dei rbsti dei sarcofogi, al dio-Nilo veniva attri-lruito I'appellativo di <grande del cielo>, mentre nella formula3lT, il dio-Nilo dichiarava: <la mia forma d nel cielo>r'. un testo, intitolato Inno aglitlci come a un unico Dio, descrive come il <Nilo viene dai cieli... anchesulfe montagtrent', mentre l'Iruto ad Aton afferma che Dio <ha posto unNilo in cielo, cosicchd possa scendere e fare onde sulle montagnarr,r. Ana-Iogamente, nella formula 318 dei resti dei sarcofagi, il dio-Nilo vanta:,.Sono stato io a inondare I'Occhio di Horo con il Nilo>>*n.Dopo aver avuto origine in Nun - I'abisso dello spazio - il dio-Nilo (Ha-

Pi) <discese dal cielo> e divenne I'amante del dio della Terra Geb',. cidconlportava I'ingresso nella Terra e negli Inferi, percid un Inno al Nitoglorificava il Nilo primordiale con le enigmatiche parole:

che entra agli Inf'eri ed esce fuori, che desidera venire fuori come un misteror:.

una leggenda simile sul Nilo venne riferita dal poeta latino ovidio, cheriprese la leggenda greca della catastrofica caduta di Fetonte e scrisse: <IlNilo scorre nel terrore all'estremith della Tbrra e nasconde la sua testa cheirncora oggi d invisibile>'3. In questo contesto, <<l'estremitd della Terra> Eil mondo degli Inferi e il dio-Nilo caduro vi era nascosto come il dio ca-duto Osiride.

Anche gli abitanti della Mesopotamia credevano che i loro due grandi

'' Heidel, The Gilgamesh Epk' and Old Testament Parallels, cit., p. 65."' Of tre alle leggende citate, vd. la leggenda di Inanna, il contadino e il pastore in Kramer, Hlsrory

I)egins ot Sunter, cit., p. 309; nel contesto del matrimonio sacro tra cielo e Terra. legsiamo: <Sullariva del tlume, il pastore (Dumuzi) si rallegrd>.

" Testi dei Sarcofagi, formule 353, 3 | 7.'^ tunr. c i t . , p.372.

"' Ivi. p. 37 | . Altre tradizioni confermano che la sorgente del Nilo era in Nun (Nu); vd. Wallis Bud-,;c. Front Feti.sh to Cod in Ancient Egypt, cit., p.235 e lzgends of the Egyptian Gods, cit.. p.242, n. 3;rt quanto pare il Nilo era aftluito in Egitto attraverso due aperture mammelliformi note come eerti,vd.I rgends ot the Egyptkut Gods, cit., p. 124, n.5.

"'Questa d un'affermazione importante, dal momento che I'Occhio di Horo pub essere solo inter-l)retato come la luna perduta del cielo o la sua reincarnazione nella Luna della Terra; comunoue slrnterpret i i l testo, i l d io-Ni lo aveva inondato i c ie l i .

" wallis Budge, Fntm Fetish ro God in Ancient Egltpt, cit., p. 385: A Hymn of rhunksgiving to the

" ANEI, c i t . , p. 373.

" de Santillana - von Dechend. Hamlet's Mil!, cit., p. 253; cfr. Testi dei sarcofagi, formula 3lg: <ll) l i lo hu avuto or ig ine ai l imi t i del la Terra>.

t54 QUANDO Gll Dr:I SCFISI':RO SUll'ATI-:IIRA

f iumi, i lT igr ie l 'Eufrate,avesseroavu.toor is ineincieloeavesseropor.raro grandi diluvi ai

^i"!,uriu i"..u. Nel c"apitolo 4, ho.invitato i letto-

ri a esaminare la tuuolu 9, che rappre-senta.l3 nutgt-t1 lt.Yy

dalla sua

"montagna" celeste,;li;;;";;;lir oio Enki a c'i sono uniti due fiumi

celesti.consideriamo ora la leggenda Gilgamesh, Enkidu e gli Inferi.In questa

leggenda, leggiamo Ji ufi""alber o hluluppu" che venne sradicato e gettato

;:ti;;;;;;";;n''E,ft';;: ;;;;;;"; infine ripiantato l:J :g':'dino di I-

nanna>>. Sembrerebb"-unu'rtotiu banale se non riconoscessimo nel giardi-

no di Inanna la Terri "-*if

utU".o huluppu l"'albero cosmico"' Il taglio

dell,albero quindi ,i-UoGggiava il ..oilo del cielo. Cib significa che

l'Eufrate di questa $;;ifi;Ggg.enda non era il fiume terrestre' bensi il

suo corrispondente [rirrir.-qi1?i seguito presentiamo il tel1o completo

del brano, con i miei chiaririenti t.u pur"nt"ri quadre per perrnettere al

i*i"* Jii,"mprendere appieno il simbolismo metaforico:

C'era una volta un albero' un albero huluppu' - -

".u rtuto piantato sulla riva dell'Elfrate [in cielo]'

era annaftiato dall'Eufrate lin cielol'

La violenza del vento meridionale gli strappo le raolcl'

lacerd la sua chioma,

I'Eufrate fo pottO via sulle sue acque [verso la TeSal' ^

La donna Liti""""l, errando per timore della Parola di Anu'

errando per timore della Parola di Enlil'

prese l'atuero l;;;"' lo portb.a Uruk [microcosmo della Terral

(dicenoo): "ii forterd al puro giardino fertile di Inanna>>"'

UEufratecelestequisimboleggiai lcorsodelleacqueemessedalpiane-ta esploso. e qu.rtJri."119e." a"lie leggende citate pricedentemente' in cui

l,impetuoso fiume ai Bntit 1al cielo penerrb nel grembo di Ninlil (Madre

Terra). Dobbiamo p"r;6il;"gilT6l'Eufrate celeste che copre, almeno

temporaneamenre, iu Jirt""r" tr"a i due pianeti del cielo e della Tena' Que'

sto significa ,n", ,ii"Ji- [i ilrtirni, il ,trlo e la Terra erano due rive di

unfiume.Quindi, iiiotnunEo al mistero di Shuruppak' se un vecchio e a-

stuto saggio ,u*".i.o lou""" dirci' con un lampo negli oc-chi'th: t "^1-

tica Shurupput ",u

unu ..citth'' situata sulla

..riva,' dell'Eufrate' cosa sl.

-ltffi::T::";premmo con sicurezza se quesr,anrica Shuruppak fosse

una cittd terrestre o celeste, ciob un pianeta'

3:;ffi ;, ffi ';;p;;;

"on s icure'1a. se. I uT ta.rt: :: Il::1I3 i:f::,f

'.ifi i ?i -lio

Jiil blfr.# ;; ;;,,, i i"u; iitti" cere s te r : " l i "1:,1? ::ll i,,'':-;:111'Jtlli"? "it"

,ri"'',i. n' r" q'";L ultimo.caso' ': I::',:il]ll.'l:{',:;:#il 6;;;;";;;i;t;;" a"eua occidengJ: !T::g,i",i l? ,,t-i:',,j;iililiilltii"i?i;'ffi;;; p"ii"u'u"

'ir"rirsi al pianeta in cielo o a una citta

sul pianeta Terra.

r. Kramer, The Sumerians,,:rj , l;.2mt

cfr' questo albero huluppu col mitico albero sryrar del poe-

t55

Spero che il concetto sia chiaro. Sta ora a noi decidere se lo scriba assiroclella tavoletta xt dell' Epopea di Gilgamesh stesse offrendo un passatem-

1n metaforico ai suoi lettori. E se d cos), forni ulteriori indicazioni sull'i-dentitd dell'antica Shuruppak, patria dell'eroe del Diluvio?E possibile che Utnapis-hiim, i'eroe mesopotamico del Diluvio, lancid la

sua barca dal cielo?

I.A,I3OCCA DEI I--IUMI

Un modo di affrontare questa spinosa questione b considerare il luogodove I'eroe fu portato dopo il Diluvio. Se possiamo dimostrare che Ut-napishtim (il sumerico Ziusudra) fu trasportato in cielo, allora avrebbesenso che il suo luogo d'origine fosse il cielo, perchd d una regola gene-rale dell'antica mitologia che cib che scende dal cielo alla fine torna alc ie lo.Non lo abbiamo gih provato con la mia ankiografia dell'Epopea di Gil-

gomesh? Dopotutto, abbiamo seguito le orme di Gilgamesh fino al cielo,attraverso la "montagna cosmica" degli Inferi e Ia sua traversata del mareceleste. E al termine del viaggio, c'era Utnapishtim, pigramente disteso.Non era forse in cielo?Forse si, ma solo secondo la mia interpretazione. Bisogna dire che altri

studiosi hanno localizzato la dimora di Utnapishtim sulla Terra. Nell'inte-resse della scienza, quindi, riesamineremo il luogo in cui fu portato Utna-pishtim (o Ziusudra).Cominciamo conl'Epopea di Gilgamesh, nel punto in cui Utnapishtim d

sopravvissuto al Diluvio e fa la sua apparizione il dio Enlil. E qui che ri-ceviamo un'interessante informazione relativa al luogo in cui fu portatoI 'eroe:

(Enli l disse:) <Finora Utnapishtim non era che un uomo.Da ora in poi, Utnapishtim e la sua sposa saranno come noi dBi.Utnapishtim dimorerh lontano, in un luogo distante,alla bocca [ciod la sorgente] dei fiumi>".

Dov'era <<la bocca dei f iumi>? Secondo gli studiosi, era da qualche par-

te sulla Terra, e numerosi sono i luoghi che corrisponderebbero alla de-

scrizione.Ma questa non d che una supposizione.In effetti, secondo il modo di pensare degli antichi, "la bocca (o sorgen-

te) dei fiumi" avrebbe potuto essere in due luoghi differenti e, come oradimostrerd, nessuno dei due si trovava "sulla" Terra.Queste due alternative sorgenti dei fiumi sono ben illustrate dalle cre-

denze degli antichi Egiziani. Come abbiamo gil discusso, il dio-Nilo Ha-pi discese dal cielo e, come tutte le divinitd discendenti, entrb agli Inferi.

" AN/"-f. cit., p. 95, ho aggiunto ..in un luogo distante'> per un etTeno poetico. Utnapishtim era noto

come "il Lontano", vd. Heidel, The Gilgamesh Epic ond OldTestament Parallels, cit., p.79. Lostesso epiteto era attribuito a Ziusudra e Atra-hasis, vd. Dallev. Myths fntn. Mevtnnt.n,i" nir

- 1

t56 QUANDO GI.I DI::I SCT:ST:R'O SUII.ATI']RIIA

Essendo cosi penetrato nel mondo sotterraneo, egli ne usci fuori' <<come

un mistero>>oo.-3..""0" gli Egiziani. quest'uscita del dio-Nilo avveniva presso la cittd-

isola di Elefantina (simbolo clella Tena). Era qui, al confine. meridionale

dell'Egitto, che le acque del Nilo erano controlate dal dio Khnum' che a-

bitava*in due caverne sotterranee note col nome di Qerli'1. .u agqua stessa

".u noru come <<le dute Qerti>, mentre la regione di F.lefantina intorno alla

;;il; caterarra si chiariava Qebhet, "il Luogo delle Acque Fredde>". In

[" o*i.o "sto

egiziano. il sacerdote Imhotep riferiva al re Zoser:

c,d una cittd rn mezzo alle acque, da cui si leva il Nilo. Elefantina era il suo nome

i" '"r i " . r i " . ; ' i ; c i , i ; Jei n. incipin ed b i l Nomo del Pr incipio ' Essa raggiunge

ii"i".'g I""i*. o"rru r""a. la prima collinetta primordiale, il trono di Ra' "' '

Ma se il Nilo era emefso dagli lnferi, era anche uscito in origine da un

luoso in cielo Percid il dio-Niio dichiarava: <Il mio potere magico ebbe o-

risine ai limiti di cielo e Terra" '>>'u'- $".onOo gli Egiziani, questa sorgente celeste del Nilo si trovava tn un

l;"g" chiairato"Kft"ii-nilu, "la Citid dove vi fu una battaglia" (tra Osiride

" sEtt l. Questa cltta, non c'b da stupirsi, era vicino a Eliopoli, la citth del

.i"f,o. ifJ""i testi chiamano questa sorgente la ,.bocca di Tanai> del Nilo'

il luogo dove era stato perdutb il .itt".inso Occhio di Horo e dove Seth e

sti utt"ri cospiratori uu"'uuno gettato la cassa contenente Osiride''' Effetti-

i;;;l;;. J iliio .rriu.o, ora .[" comprendiarno il simbolisttto celeste di E-

liopoli e Kheri-Aha. perchd Osiride era davvero nato in cielo'- Riu*ru*.ndo, gli eiirlani credevano che il Nilo avesse due sorgenti: <<il

Nilo del sudo, cfie nu'i..uu a Elefantina, e <il Nilo del nord>, che nasceva

ull*o a Eliopoli. Tutto cid d assolutamente logico, secondo il modo di

Dcnsare degli antichi Egiziani '

?i;;";?;"i", gfi stJdiosi moderni hanno criticato gli Egiziani perchd

,*piJu-"nte coliocavano la sorgente in due punti, nes-suno dei quali era

;fi'; il;g; d'origine del fiuml (che secondo il moderno e scientifico

moOo di pJnsare b-presso i laghi dell'Africa centrale)5r. Si pub solo dire

che questo genere iicriticu riipecchia il livello 6i comprensione che gli

studi'osi moierni hanno dell'antico Egitto: ciod nullo'

Quindi, tornando alla sorgente dei fiumi, dove Utnapishtim fu trasporta-

toiugii OCi dopo il -Dituvio.

basandoci su cid che abbiamo scoperto sul-

."ANE,, ci t . , p.373, vd. anche p.371: . l l vero Nilo viene dagli Inf 'er i per I 'Egit to"; e p' 370: <Tu

fai un Nilo negli Int'eri".' lWutt i rBut 'ge, I ' rorr Fet ishtoGot l inAncientEgt 'pt ,c i r . 'p.2-56.Vd'anchedel lostessoautore'

Legertds of rhe"Egyptktn Cozis, ci t ' p l25 e Egtptiun Religion' ci t ' ' p ' l3l '

'i'lrl., Lis"n,lt ttf'the Eg1-ptian Gods' -cit',

p' 135'. , Iv i .o. 125;vd.anche,r , ryrr ,c i t ,p 3l .Uauarappretentavafbrsegl i lnfer i '?

'" Testi dei Sarco.fttgi. fbrmula 3 l8'

'' Wallis Budge. Lc,gerrzls",:r1)i, rg'1'pt i*r Gocl's' cit '-p' 2 I u l vd' anche dello stcsso autore F r<trn Fe'

tish to Gocl irt Ant-ient Eg'vpi. cit.' p' tlO "

Egvpti.an Retigiut' cit'' pp' 45' 46'

,, Id.. Frdrn Ferislt nt God in Ancient Egr,2t, cit., p. 235: "GIi Egiziani non conoscevano le vere

"^rcenr i del Ni lo e non canivano nul la del l ' inondazione annuale ' '

(). l-A CITTA OlTllI-l Il- f'IU]fI-: t57

l'Egitto, possiamo affermare che la sorgente del rigrie dell'Eufrate si tro-vava: a) nel mondo inferiore, o b) in cielo. Da qualunque lato la si guardi,la supposizione degli studiosi secondo cui Utnapishtim fu portato in unluogo "sulla" Terra, non potrebbe essere pit sbagliata.

II. MISTI'IIO DI DN.TruNcerchiamo ora di eliminare una delle due localizzazioni possibili per la

sorgente dei fiumi, esaminando la storia di Ziusudra, l'eroe sumerico delDiluvio, che, come Utnapishtim, costrui un'enonne barca e salvb il semedi tutti gli esseri viventi5r.Il testo della leggenda sumerica del Diluvio d gravemente danneggiato e

fiammentario, ma contiene una sezione ben conservata che riferisce cosa ac-cadde esattamente a Ziusudra subito dopo il Diluvio. Dopo aver offerto unsacrificio ed essersi prostrato dinanzi a Utu, Anu ed Enlil, Ziusudra appreseche egli (come utnapishtim) sarebbe diventato simile a un dio e sarebbe sta-to trasportato in una dimora idilliaca. In questo caso, perd, ci viene detto ilnome del luogo: Dilmun.Il testo riporta cosi la decisione degli ddi:

Anu-ed-Enlil avevano caro Ziusudra,la vita simile a quella di un dio gli diedero,i l soffio eterno simile a quello di un dio essi [...] per lui.Poi Ziusudra. il re.che aveva conservato il nome delle piante e il seme dell'umanitd,essi fecero si che dimorasse nella montagna della sovranitd, la montagna

di Dilmun. il luogo in cui sorge Uru'..

Ora comincia il bello. Secondo gli studiosi moderni, Dilmun era un luo-go sulla Terra. E tale b la fede in quest'ipotesi che sono state scritte diver-se tesi e organizzate numerose spedizioni nel tentativo di confermare I'e-satta posizione di Dilmun. I risultati perd sono stati, a dir poco, confusi ele contraddizioni insite nella documentazione disponibile hanno portatodiversi studiosi alla conclusione che vi fossero due Dilmun naturalmenteentrambe "sulla" Terra t5.

Ma, come abbiamo visto, gli antichi avevano la tendenza ad associare ipianeti di cielo e Terra con citth terrestri (per es. Eliopoli e Abido, o Elio-poli ed Elefantina). Mi sembra quindi che si potrebbe trattare dilocalizza-zioni di Dilmun sia tercestri sia celesti.

" secondo Heidel, Tlre Gilgunresh Epit and old restoment parallels, cit., p.221 ,il nome Ziusu-dra significa pressappoco "colui che aveva la vita di giomi lontani". Potrebbe esistere una relazionectrn la dea Sud. divinitir tutelare di Shuruppak.

" ANET, cit., p. 44; il testo apparentemente tratta Anu ed Enlil come un'unica divinitd, da qui latraduzione <Anu-ed-Enlil>. In alcuni punti ho parafrasato la traduzione, ho sostituito "Utu" t"so-fe" e usato traduzioni alternative citate in ivi,p.44. nn. 59, 60; percid <il paese della traversatao E(liventato <la montagna della sovranith>. mentre il .paese di Dilmun> d diventato la .montagna diDi lmun>.

'5 Alcuni studiosi identificano Dilmun con Bahrein, altri la localizzano nell'lran sud-occidentale:vd. discussione in Kramer, The Sumerians, cit., pp. 28l-84: vd. anche Rohl Leoeni nit no- e

t58 QUANDO GIJ DI.:I SCF:SI-:I?'O SUIIA TI-:RRA

Personalmente,perb,(inquestofrangente)nonsonointeressatoatrova-,e iu sofuri on" oihi'oiogia al misteio della localizzaz\one di Dilmun'

Sono invece interessato ittu soluzione mitologica; in altre parole, vorrei

stabilire Ia localizzaitin, aeUa Dilmun della Ietteratura epica: una loca'

liriiri.o"" celeste. Secondo la mia opinione, gli studiosi hTlo fallito per-

ch6 non sono stati in giado di fare questa diitinzione e cid d dovuto alla

loro assolut u^un"unludi comprensione dell'antica ankiografia (la "geo-

srafia" di cielo e Terra)."c;.;;;;;o,l.iit"nuno davvero due Dilmun, ma nessuna di esse era

..sulla,, Terra. piuttosio, unu nit*un eralaterra, mentre l'ulql era il cielo.

en"oru una volta, quinoi, dobbiamo stabilire se I'eroe del Diluvio fu tra-

sportato o meno in cielo.

Cominciamocontaleggendasumericaint i to lataEnkieNinharsag:un;*';;l;"iodfro. Qui ir6viamo la pi;.dettagliata descrizione di Dilmun

; ; ;tg"lficativo "n!"r.u

u.ngu inserita nelcontesto di un poema della

creazione, i "ui

p.oiultnisti e"rano le famose diviniti creatrici Enki e

Ninharsag l"signora Je-liu-*ontugna"). Con, questo- contesto in mente, di-

u"ntu tuU"ito eiidente che questo paese- idilliaco di Dilmun non era una

littd-stato, bensi un intero pianeta, ciob la Terra:

Quando voi [Enki e Ninharsag] dividevate la pura Terra;

il Paese di Dilmun era Puro" '..ii'lru"t" di bitmun era pulito' il paese di Dilmun era splendente'

Quando .rri 6;ki "Ninharsagl

giacquero tutti soli sulla Terra a Dilmun...

il corvo non emetteva versr'

l'uccello ittidu non emetteva il verso dell'uccello irlida'

il leone non uccideva,

il lupo non ghermiva l 'agnello'-"

la donna uiriununon diclva: "Io sono una donna anziana>>'

I 'uomo unriunu non diceva: <<Io sono un uomo anziano""'56'

col procedere del racconto, diviene evidente il motivo per cui questa

Tena/Dilmun era pura, pulita e senza m91e: in quell'eth pt]Tfld:"]::"i

;;;;;;;;;;C iita". Il testo attribuisce il probJ"'"i "Jl?I1T:l;

#d'il;"H""ll;;; "t'" e"51 chiamb utu, il di" 9"1 ':l:,!:':l,f1lj

ffiffi;i; r;;;i;.qua dalla <bocca da cui,?1Y",,t.1^1T*:t]:31-;#:il;

"""^"r r"" ii pt-i"iu*"nt" e_ I a Terra./D i lmun di venn e_ i mi*,i

1'?:

-.ni"ln lussureggia;ie faradiso. La leggenda prosegue descrivendo la

curiosa serie di fJc6ndazibni compiute da Enki (vd. Capitolo 2)'

Finora tutto bene. rvru quest'ioentita oi Dilmun difficilmente si adatta al

"ont"r,o della storia sumerica del Diluvio. Dopotutto, se Ziusudra era ap-

5o La traduzione b un misto di tttrr,cit., p- 38 e Frankfort, The Intellectual Adventure ofAncient

Man,cit . , PP. 159, 160.

' cfr. le ripetizioni poetiche nella leggenda intitolata Tenzone tra bestiame e ccreale: prima che

bestiame e cereale scendesra.o o"i .i"r|l"non c'era la pecora, nessun agnello era partorito, non c'e-

ralacapra,nessuncapretto., 'p" ' t" ' i ' " ' lapecoranondavaallaluceisuoidueagnell i , lacapranondava alf a luce i suoi tre capretti'', vd' Kramer' The Sumerians' cit" p' 220'

st r vrr rif n iR

(). l.A, CIfi'A OlTlUt U, r'ruMF: t59

prodato con la sua barca da qualche parte sulla Terra, Anu-ed-Enlil diffi-cilmente lo avrebbero ricompensato portandolo sulla Terra. C'era gii! .

Leggiamo ancora una volta la decisione di Anu-ed-Enlil:

essi fecero si che [Ziusudra] dimorasse nella montagna della sovranitir,la montagna di Dilmun, il luogo in cui sorge Utu.

Ancora una volta, incontriamo la metafora della montagna! E ora b chia-

ro come mai gli studiosi siano andati fuori strada: non hanno compresoquesta metafora, hanno supposto che Dilmun si trovasse su una montagna!crrestre. Ma la "montagna di Dilmun", al contrario, era un pianeta.Ma era il pianeta della Terra o quello del cielo? Abbiamo gid stabilito

che Dilmun poteva essere la Terra, ma, d'altro canto, abbiamo osservatoche sarebbe piuttosto strano che Ziusudra, giunto con la sua barca daqualche parte sulla Terra, fosse stato premiato con il trasporto "sulla Ter-ra". Cid quindi suggerisce che Ziusudra fu portato sul pianeta del cielo.Esistono altre prove, a parte la storia stessa di Ziusudra, che confermino

che Dilmun fosse il nome del pianeta del cielo? C'b un curioso riferimentoa Dilmun in un'iscrizione del re Sargon II (vtII secolo a.C.), in cui si affer-rna che il re di Dilmun <abita come un pesce. .. in mezzo al mare in cui sor-ge Utu>>t'. Questo "mare" b per noi immediatamente riconoscibile comeuna metafora dello spazio. Era in questo mare celeste che, secondo gli an-tichi, il pianeta del cielo galleggiava come una "montagna" o un"'isola".Anche il riferimento di Sargon a Utu d interessante. Leggendo la prece-

dente citazione tratta dalla leggenda del Diluvio, scopriamo che la Dil-lnun sulla quale fu portato Ziusudra era anche nota come <<la montagnadella sovranitir, il luogo in cui sorge Utu>>.Gli studiosi hanno spesso parafrasato <il luogo in cui sorge Utu> con <il

luogo in cui sorge il sole> e quindi "l'est". Questo potrebbe accordarsi al-la nostra indagine, ma la metodologia d gravemente viziata, perchd Utunon era assolutamente un dio del sole.Nondimeno, d vero che Utu sorgeva dalla sua "montagna" nella parte "o-

rientale" del cielo. Ma d un fatto che Utu controllasse le traversate in en-trambi i sensi tra il cielo e la Terra, quindi, teoricamente, poteva anchesorgere dal mondo degli Inferi, uscendo dalla "montagna occidentale"della Terra.

Qual era quindi il significato piil verosimile della frase <il luogo in cuisorge Utu>? Era la "montagna" orientale o quella occidentale? E qualepianeta, cielo o Terra, veniva chiamato <la montagna della sovraniti>>?In base alla mia analisi dei testi ancora esistenti, b difficile trovare citazio-

ni di Utu che sorge dalla "montagna occidentale" della Tena. Questa sem-bra un possibilitd teorica piuttosto che un motivo diffuso. D'altro canto, lalevata di Utu dalla "montagna orientale" del cielo sembra essere stato I'ar-chetipo fondamentale: egli sorgeva a'oest" e giaceva prostrato a "ovest".

'" Rohl, Legend, cit., pp.246,247; si diceva che il luogo di residenza si trovasse a una distanza di

.10 bern (letteralmente "ore doppie").

I60 QUANDO Gl.I Dr:I SCr:Sr:RO SUll-A TI'l1,l1A

Per esempio, nella leggenda intitolata Enki e l'ordine del mondo, c'd un

brano (citato nel Capitolo 4) in cui a Utu sono concessi i poteri sulle tra-

versate tra il cielo e la Terra. Nel testo si legge:

Utu. I'eroe. il toro che esce dolla fotesta, che ruggisce come un leone...

il padre della g,rontle cittd, il luogo in cui sorge utu, tl grande araldo del

santo Anu,il giuclice, colui che d responsabile delle decisioni degli dbi'

chi porta una barba di lapislazzuli, c'he esce dal santo cielo"'

Non c',b dubbio che le frasi in corsivo descrivono il sorgere di Utu a

"est".

Un secondo esempio, tratto dalla stessa leggenda, b ugualmente decisi-

vo. Il brano seguenie, in cui parla Enlil, sembra alludere alla discesa del

dio dal cielo agli tnferi e alla sua successiva resurrezione in cielo. Allora'

si siederh a "es=t" con Anu ed Enlil nel ,.luogo in cui sorge Utu>:

lo ho portato I'arte al mio es'zu di Eridu [gli Inferi],io sonb il vero seme emesso dal grande toro selvaggio,io sono il primo figlio di Anu,io sono la-grande tempesta che esce dagli Inferi' ' 'Sono coluiche (ora) dirige la giustizia con il re Anu sul trono di Anu,

sono colui che (ora) stabilisce i destini con Enlil nella Montagna della

Saggezza.Egli-tEnlill ha posto nelle mie mani i destini del "luogo in cui sorge Utu"60.

Questo <luogo in cui sorge Utu>> era senza dubbio la montagna del cielo,

pelchd "ru

go-uetnuto da Anu, il supremo dio celeste, che non d, mai de-

icritto seduio sul trono della Terra. Inoltre, la descrizione di questa "mon-

tagna" come il luogo in cui i grandi ddi stabiliscono idestini ricorda I'epi-

teio di Dilmun, "montagna della sovranith"'

Riassumendo, tutti gti inOizi favoriscono un'identificazione della Dil-

mun di Ziusudra con-il pianeta del cielo. Primo, questa Dilmun era una

"montagna". Ciod un pianeta. SeCOndO, si trovava..in ntezzo al mare>>, Va-

le a dirJera un pianeta in cielo. Terzo, era il luogo in cui "gorgeva.'-Utt1

una "citte" o una "montagna" a due vette nella parte orientale del cielo' E

quarto, la storia non avrJbbe senso se la "montagna: di Dilnrun fosse la

Terra (come d possibile che Utnapishtim per premio fosse trasportato sul-

la "montagna" della Terra?).

Inoltre, dobbiamo ricordare che, nell'Ep opea di Gilgamesh,la dimora di

Utnapishtim b chiamata <il Paese dei Viventi>. Questo evoca una vita im-

mort;le in cielo piuttosto che una vita sulla Terra. Nella stessa leggenda,la sede di Utnapishtim era anche definita <il Paese dei Cedri Abbattuti>'

Anche questo suggerisce il pianeta del cielo, che era stato fisicamente di-

strutto. infine, particolare enfasi viene posta sul fatto che Utnapishtim-era

stato portato inun luogo "lontano", da qui il soprannome attribuito all 'e-

r,0 La traduzione e un misto di Kramer, The Sunerians, cit., p. 175 e Jacobsen' The Treasures of

Darkness,cit.. p. I l0t conre in molti altri casi, B pret'eribile la traduzione "il

luogo in cui sorge Ulu"

a .il luogo in cui sorge il .ro/e".

l "l(r l

roe, "il Lontano"nr. Anche questo sembra adattarsi a una locali zzazione incielo pii che negli Inferi della Terra.Tutto considerato, il luogo della <bocca dei fiumi>, a cui fu portato ut-

rrapishtim, era quasi sicuramente la boccct dei fiumi celesti.

COME IN CII--l.O, COSI IN TI'I3I3ANonostante tutte le prove e gli argomenti, basati, bisogna dirlo, su cid

che scrissero gli antichi stessi, c'd chi ancora sostiene chi "l 'anticacittd"di Shuruppak non poteva essere un pianeta distante milioni di chilometridalla Terra. Senza dubbio, verranno sollevate delle obiezioni basate sul('onte sto terrestre dell'ambientazione dell'antica Shuruppak. perchd essaviene descritta come un luogo con animali, minerali, alberi e vegetazione,per non dire dei suoi abitanti, come i lavoratori che costruirono La barca diUtnapishtim, gli anziani della cind e I'eioe stesso insieme alla sua fami-gl ia.Fermiamoci a riflettere su questo aspetto. Il primo punto d che gli antichi

ritenevano che il cielo fosse crollato e avesss fecondato la Terrf col semedella vita. Questo da solo spiegherebbe la maggior parte delle cose de-scritte nell'antica Shuruppak.E la gente? Questo punto richiede una breve spiegazione.Per pr ima cosa, consideriamo una leggenda sumerica dar t i to lo En-

merkar e il signore di Aratta, in cui si trova la pii particolareggiata de-scrizione del cielo di tutti i testi mesopotamici.Ancora una volta, purtroppo, ci troviamo dinanzi all ' idea tradizionale

secondo cui Aratta, una delle lobalith chiave del testo, era una cittb-statolerrestre.

Dobbiamo di nuovo sottolineare che una citt)-stato terrestre di Aratta e-sistd quasi sicuramente, ma questo non nega in alcun modo l'esistenza diuna "cittd" celeste di Aratta, perchd gli antichi costruirono le loro princi-pali cittd secondo un archetipo celeste. come con Dilmun, ci stiamo oc-cupando di letteratura-epica e in questo genere di letteratura.la geografraviene dopo l' ankiografia.Esamineremo ora brevemente alcuni indizi che confermeranno la natura

celeste dell'Aratta della leggenda. Primo, consideriamo il seguente brano:

La base di Aratta, la casa cresciuta col cielo, d un albero abbattuto. la suasommiti un albero scisso.

Al suo inrerno, I'artiglio d'aquila di Imdugud... fa scorrere il sangue giiper la montagna. per KUR.MUSH,' , .

Notate il motivo dell"'albero abbattuto", che abbiamo gih incontrato nel-la leggenda di Dilmun, nel Paese dei cedri Abbattuti e nllla leesenda del-lo sradicamento da parte di Inanna dell'albero huluppu. potreirlmo anche

"' ANDr, cit., pp. 93, 95." 'Jacobsen, The'freasures oJ Durkne,,ss, ci t . , p. 2.53, n.2)1; la r iga omessa relat iva a lrnt lugud d

"Con ginocchio e becco incatenati con le catenc di lnanna,,.

t62 QUANDO GI,I DI::I SCT;ST:RO SUII-\TI.]IIRA

citare un'oscura leggenda egiziana dei Testi delle Piramidi che fa riferi-

mento a un "albero-cosmico'r che si estendeva dal cielo alla Terra. Questo

albero era cotto a un'estremith, bruciato nel mezzo e colmo di pene di

morte; al suo interno si trovava il dio Osiridenr'

Osservate anche il fatto che Aratta ha una "base" e una "sommitd". Si ha

I'impressione che queste siano state sepalate in modo da creare due Arat-

ta: una in Terra e una in cielo.

Per ulteriori indicazioni, esaminiamo ora I'ankiografia di Enmerkar e il

signore di Aratta. La storia riguarda una contesa tra Enmerkar' re di Uruk

(in Sumer), e un misterioso signore di Aratta, re di un lontano paese non

identificato. Diversi messaggeri vengono inviati da un paese all'altro. Nel

caso del messaggero di Enmerkar, apprendiamo che egl i in iz id i l suo

viaggio in direzione del lontano paese di Aratta attraversando sette "mon-

hg;;,'*. Questo dovrebbe risultarci familiare, perch6 2 familiare. Abbia-

mo incontrato esattamente lo stesso motivo nel la versione sumerica

dell'Epopea di Gilgamesft, in cui il protagonista dovette attr:Nersare sette

"*oniogr"" degti Inferi nel suo intento di raggiungere Utnapishtim in

cielout.Inoltre, una leggenda collegata Qonferma che una di queste sette monta-

gne in direzione di Aratta era il Monte Hurrum. Questa "montagna" _eta, a

[uanto si dice, il "padre" di Huwawa e aveva fatto si che egli fosse fecon-

dato nel "paese Hurrum" (sua madre). Tutto porta a pgnlare che il Monte

Hurrum fosse la "montagna" caduta del cielo e quindi, la "montagna co-

smica" degli Inferi. E in effetti questo d esattamente il ruolo del Monte

Hurrum nella leggenda nota col titolo di Lugalbanda e il Monte Hurrum*.

Oltre a questi inaizi, leggiamo che i messaggeri di Enmekar viaggiarono

di giorno',.con Utu in ciel,o" e, inoltre, che Aratta si trovava a <oriente>>67.

Uti, come abbiamo visto, era il dio che presiedeva alle traversate tra cie-

lo e Terra e la sua "montagna" planetaria era davvero a "oriente" del cie-

lo. Inoltre, tutta la storia di Enmerkar e il signore di Arana, d imperniata

sulla disputa relativa alla residenza della dea Inanna. Come abbiamo no-

tato en passant nel Capitolo 5, Enmerkar era famoso per essere riuscito a

far scendere Inanna dal r:ielo alla Terra (al tempio di Uruk). In questa leg-

genda, tuttavia, la storia si svolge in un momento leggemente preceden-

t*e, quando Inanna b sul punto di recarsi a Uruk, ma risiede ancora ad A-

ratta. Le implicazioni sono evidenti: Aratta era rl cielo, o, se non altro, era

una citth-stato situata in cielo.

,,. Testi delle Pirunidi,formula 574,par.1485; osservate corne gli dii siano sotto I'albero nel <<cie-

lo in l 'er iore>, i l c ie lo caduto negl i In ler i .* Kramer, History B('gins trt Sumer, cit.' p.27 .o'Le sette "-,tntign.t'degli Inferi probabilrnente corrispondono ai sette "cieli" che dovevano es-

sere attraversati per:raggiungere la dimora di Dio. per es. nell'ascensione di Maometto' Queste set-

te "ntontagne" non doiiebbero essere prese letteralnlente comc sette pianeti che esplosero, al con-

trario. il numero b verosimiltnente simbolico.* Lugalbanda si ammald gravemente ai piedi del Monte Humrm e fu quindi costretto a interrom-

pere il-suo viaggio verso il aielo (Aratta); vd. Kramer' The Sunterians' cit.' p. 275'61 kl Hi t tutr i l lapinr ut .Sunter- c i l . . o.21 .

r l

6. l-t\ CITTA OlTllI-: U- l'-IUlfI-; t6J

Quindi in una parte della leggenda, il signore di Aratta si fa beffe di En-rnerkar dicendo che se Inanna scenderd da lui, andrl agli Inferi e quindiverrd <<separata> da lui <da un muro>>, mentre se ella rimarrd in cielo, vi-vri con il signor di Aratta in una <<casa di lapislazzuli>.8.Alla fine, Inanna lascerb Aratta e andrd ad abitare nel suo nuovo tempio

tli Uruk, I'E.AN.NA o "Casa di cielo e terra". Qualsiasi ambiguitd su que-sto punto b eliminata da un testo sumerico che riferisce:

[... ]-uggalgim , apkallu [navigatore] di Enmerkar, colui che fece scendere lnannatlal c ie lo al l 'E.AN.NAn'.

Questo ci porta ad affermare che lo spostamento di Inanna da Aratta eraceleste e non terrestre (come suppongono gli studiosi).

Percib, dopo aver dimostrato che Aratta era 1l cielo, vediamo come veni-va descritta questa citti-stato celeste. Nella leggenda Enmerkar e il signo-re di Aratta, apprendiamo che Aratta era un luogo di oro, argento, lapi-slazzuli e preziose <pietre della montagnarr'". Veniamo inoltre a conoscen-t.a del fatto che Aratta aveva sofferto una terribile carestia, ma grazie a unimprovviso temporale, aveva nuovamente ottenuto abbondanza di grano(al tempo la terra tremava e il racconto potrebbe alludere alla ricostruzio-ne metafisica del cielo dopo la sua caduta sulla Terra)7'.Oltre a questa ricchezza mineraria e abbondanza di prodotti agricoli, la

cittd-stato di Aratta era popolata da persone. Come gih sappiamo, avevaun re, il signore di Aratta, e questo sovrano aveva a disposizione un con-siglio di anziani, un <<sacerdote mashmasft>, <combattenti>>, abili artigianie, a quanto pare, la popolazione di un'intera citte7'?.

Quest'Aratta celeste d virtualmente identica alla descrizione di Utnapi-shtim dell'antica Shuruppak. Come volevasi dimostrare. Non ci sono dub-bi: I 'antica "citti" di Shuruppak erail pianeta del cielo.Ciononostante, chiariamo definitivamente questo punto volgendoci alla

credenze degli antichi Egiziani.Diversamente dagli abitanti della Mesopotamia, che immaginavano di

compiere solo viaggi temporanei alla "citt)" del cielo, gli Egiziani ritene-vano di aver diritto a una vita in cielo dopo la morte. Di conseguenza, i te-sti egiziani abbondano di descrizioni del cielo, descrizioni che sono quasidel tutto assenti nelle leggende mesopotamiche.

Abbiamo gii menzionato nei Capit<lli 4 e 5 che gli antichi concepivanoil cielo a immagine della Terra. Per gli Egiziani, cib significava che il cie-lo era come un grande "campo", variamente denominato "Campo di Can-

"rVd.Z. Si tchin, Diy ine Encounters,Avon Books. 1995, p. 170.

"" Jacobsen, The Sumerian King List, cit., pp. 86, 87, n. I l5; cfr. Kramer, The Sumerians, cit., p.I70.

'" Kramer, Hisktn' Begins at Sumer, cit.. pp. I 8-29: vd. anche Id., The Sumerians, cit., pp.270,211.

" ld..'fhe Sumeriuns, cit., p.270. E interessante notare che i vari minerali di Aratta erano accumu-lati nella corte del tempio E.AN.NA a Uruk; se si esamina attentamente la leggenda, ci si rende contoche si tratta di un racoonto di "uomini" mitici che portarono minerali e pietre sulla Terra da una"rnontagna" del cielo; vd.ld.. History Begins at Sunter,cia.,pp.24,25.

'' ld.,T.he Sumeriuns. cit.. oo.27O-74.

t64 QUAN DO Gl.r Dr:I S Cr:SI-.I3O SU I l.A TI-:l3l1,A

ne" o "Campo di Hetep" (hetep vuol dire "pace" o "offerte"). Nel Libro

dei Morti, il defunto esprime la speranza di diventare uno spirito nel Cam-

po di Hetep e di mangiare, bere, arare, mietere, combattere e fare I'amore

in quel luogo'r.La formula 467 dei Testi dei Sarcofagi descrive il Campo di Hetep come

un'esatta copia dell'Egitto:

lo aro e mieto, poichd io sono Hetep nella dimora degli ddi. Cnnosco i nomi delle citth,dei distretti e dei corsi d'acqua nel Campo di Hetep in cui mi trovo, sono fbrte e uno spi-rito in loro, mangio in loro e mi muovo in loro, aro in loro e mieto in loro, mi alzo prestoin loro e vado a riposare in loro... navigo sui suoi corsi d'acqua e giungo alle sue citttt'.

Questo luogo beato, il lustrato nella tavola 36, era anche descritto come<l'Isola dei Giusti>", o come una <grande pianurao, talvolta legato alla<ipietra dello splendore>76. Ispird anche I'idea dei Campi Elisi greci.

Il Campo di Canne, o Campo di Hetep, era associato alla regione del cie-

lo in cui si trovava una grande "stella" o una "montagna", entrambi i ter-

mini erano metafore di "pianeta". Alcuni testi egiziani chiamano questo

luogo Neter-Khert,letteralmente "Paese montuoso di Dio", un luogo idil-

liaco in cui il defunto poteva avere dominio su tutto cid che aveva tentato

di controllare in Tera:

Ho ottenuto il dominio sulle acque, ho ottenuto il dominio sul canale, ho ottenuto ildominio sul fiume, ho ottenuto il dominio sui campi arati, ho ottenuto il dominio su-gli uomini che lavorano per me, ho ottenuto il dominio sulle donne che lavorano perme in Neter-Khert,ho ottenuto il dominio in Neter-Khert su tutte le cose che eranostabilite per me sulla Terra".

Questi esempi sono tipici delle preghiere egiziane, che descrivono una

vita dopo la mofte in un eccezionale paradiso simile alla Terra. E signifi-

cativo che questa "montagna" del cielo, o "cittit" del cielo (vd. le prece-

denti citazioni in questo capitolo) fosse un luogo pieno di persone, non

solo re, ma anche le loro famiglie e i sudditi.

In conclusione, quindi, non si pub dire che la presenza di una popolazio-

ne neghi la teoria secondo cui questi luoghi, come Aratta e Shuruppak,

erano "cittd" celesti.

QUANDO rjt CITTA CADDIi3O DAI- CII.-I.O

Precedentemente in questo capitolo, ho citato la Lista reale sumerica se-

condo cui I'antica cittd di Shuruppak era esistita pin di 43.000 anni prima

che fosse eretta Uruk, cinb di Gilgamesh. Ho quindi suggerito che I'anti-

ca Shuruppak appartenesse a un'era "mitica". Ho anche osservato che

quest'antica citti di Shuruppak fu probabilmente cancellata dal Diluvio,

" Wallis Budge, Egyuticn Religion, cit., p. 190.

" Testi dei Sartnfagi, formula 467.

" Iv i . fbrmula 335.

" ' Iv i . fbrmula 3 16.rr Wallis Budge, Zhe Egrptiun Heuven and Hell, cit..llt pp. 6-5, 66.

lnn(,. l.A CITTA OlTlSI': il- ['IU]'1E t65

che determind anche la fine del regno del re Ubar-Tutu (padre di Ziusu-dra/Utnapishtim). E a sostegno di quest'ipotesi, ho citato ie parole di ut-napishtim a Gilgamesh:

Quella cittd IShuruppakl era antica, come gli dBi al suo interno,quando il loro cuore guidd i grandi dbi a provocare il Diluvio.

Ho anche riferito I'osservazione di due studiosi, John Gardner e JohnMaier, secondo cui: < I versi suggeriscono che I'antica Shuruppak non e-sista pii>. Per una volta, concordo con gli studiosi moderni.Quindi, le fondamenta sono state gettate e possiamo ora porci la contro-

versa domanda'. <<La Lista reale sumerica riferisce della distruzione dipianeti, invece che di cittd?>>.

.-c_onsideriamo, per esempio, gli avvenimenti citati dalla Lista reale dopoil Diluvio (tra breve torneremo alla lista antidlluviana):

.Dopo che il Diluvio aveva spazzato via ogni cosa, quando la regaliti discese dalciefo, la regalith fu (per prima cosa) a Kish... ventitrd re regnarono 24.slo anni,3mesi e 3,5 giorni.Kish.fu colpita con le armi; la regaliD fu portata all 'E.aN.Ne IUrukl. .. Dodici re re-

gnarono 23 l0 anni.

V*W colpita con le armi; Ia regaliti fu portata a Ur... Quattro re regnarono lli anni.Ur.fu coftita con le armi; la regaliti fu portata ad Awarn...?'.

E via dicendo, con ogni citth a turno <<r.olpittt con le armi>>. Ma come na-sce questa curiosa espressione? Potrebbe aver avuto origine dal culto delcatastrofismo celeste che pervade tutto il pensiero religiosb mesopotamico?

osservate, in particolare, come le citth di Kish e Uruk siano vicine nellalista. Nel capitolo precedente, abbiamo decifrato la leggenda di Gilgameshe Agga e abbiamo concluso che Agga personificava la citth di Kish e cheque:sta simboleggiava un pianeta celeste, che precipitava verso la Tena (ogli Inferi). La Terra, a sua volta, era simboleggiata da Gilgamesh e dallacini di uruk. Con le parole del poeta:

"La moltitudine si geitd gii, la mol-

titudine si alzb, la moltitudine si rotold nella polvere, gli strinieri, tutti,furono,sopraffatti. sulla bocca della gente del posto fu ammucchiata pol-vere e la prua della barca magurru fu abbattuta>?r.considerando questa leggenda, pud essere una coincidenza che le citth

di Kish e Uruk siano vicine nella Lista reale sumericas,,?Potrebbe essere che queste "cittd" sumeriche non fossero per niente vere

cittd, ma pianeti, che rimasero "colpiti" nell' impatto?E che dire del Diluvio che precedentemente aveva distrutto il regno di

Siuruppak? Nei capitoli precedenti, abbiamo gih esaminato diverse proveche associano il Diluvio alla catastrofe di un pianeta esploso.

Analizziamo ora la prima parte della Lista reale sumerica, che inizia dal-le origini, quando la regalitd scese dal cielo:

'" Jacobsen, The Swneriut King List, cit.. pp.77,85, 93, g-5.

"' ANEr, cit., p. 41 .*" L 'ordine del le due ci t t i naturalnrente d invcrt i to, ma questo s i pu<) laci lnrente spiegare con le

prcf'erenze politiche dcll'autorc del testo.

I (r8 QUAN DO Gl.r Dr.r S Cr:Sr:li,O SU I l -A Tr-;l1l1,A

quello che abbiamo appreso fin qui sui culti del pianeta esploso nel VicinoOriente antico. Ciononostante. mi rendo conto che I'idea di "cittir" cadutedal cielo potrebbe sembrare assurda ai lettori che non hanno pienamente

assorbito il concetto che "citth" era una metafora di "pianeta". Percid, vor-rei chiudere il presente capitolo, offrendo alcune rassicurazioni tratte daifamosi testi relativi alle battaglie celesti della letteratura sanscrita.Per prima cosa, consideriamo il seguente brano tratto dall'antico libro

indiano Mcthabharata, che narra di come gli ddi combatterono I'un I'altronel le loro "ci t td" celest i :

Siva, che viaggiava su questo eccellentissimo carro, composto di tutte le forze delcielo, si prepard a distruggere le cittd... quando le tre t' ittit attraversarono le rispet-tive vie nel finramento, il dio Mahadeva le trapassd con un tenibile tlusso di luce...Quando le tre t'ittd iniziarono u brucinre. Parvati accorse ad assistere allo spettaco-lo'".

Il nostro secondo esempio d tratto dal Capitolo 102 del Vanmparvan,in

cui la "cittir" celeste d chiarnata Hiranyapura, "la citti d'oro", un luogo e-retto da Brahma e occupato dagli asura o, almeno fino alla sua distruzio-ne, dal dio Arjuna:

Vi fu una terribile battaglia durante la quale la cittii vettne violentenente scagliatunello spa:.io e poi tremd da una parte all 'altra. Dopo una Iunga lotta. Aquna lancid unmissile, distruggendo lu citti i e riducendola in briciole; tutti i.suoi pezzi cudderu sul-la Tbrraet.

Esistono molte altre leggende come queste nell'antica letteratura san-scrita, ma spero che ormai il concetto sia stato chiarito. Che cos'altro po-

tevano essere queste "cittd" celesti della letteratura sanscrita se non gli

stessi pianeti esplosi presenti nelle leggende dell'antico Egitto e della Me-sopotamia? Difficilmente le "cittd" avrebbero potuto essere stazioni spa-ziali aliene orbitanti !Tutte queste riflessioni conducono inevitabilmente a un'audace e affa-

scinante teoria. Sq le cinque "cittd" sumeriche antidiluviane facevano inor igine parte di una l ista di "regal i th in cielo" e se la caduta di queste"ci t t i " s imboleggiava le esplosioni catastrof iche avvenute in cielo, neconsegue logicamente che la quinta delle cinque "cittd" incarnerebbe ilpianeta esploso che provocd il Diluvio sulla terra (e portd per sempre laregalitd in Terra).

Questa quinta "cittd" caduta era Shuruppak. Quindi ricapitoliamo i di-versi punti affrontati in questo capitolo: I'antica Shuruppak era un piane-

ta, situato sulla "riva" "orientale" (o "settentrionale") dell'Eufrate celeste;I'eroe del Diluvio Utnapishtim, un "uomo" di Shuruppak, salpb con la suagigantesca barca da una "citti" celeste; Utnapishtim, a causa delle sue o-rigini celesti, dopo il Diluvio fu riportato dagli dEi in cielo.

''' Muhobhorutu, Drona Parva. p. 690, versi 62-iJ. citato in E. von Daniken. The Return oJ the

Gozls, Element, 1997, pp. 1 6, 17.

" "Lesendarv Tir les". l : I (Januarv 1999). oo. 6. 7.

Yr

l(r9

Suggerisco che questo sia il <segreto degli ddi> menzionato nella tavo-letta xt dell'Epopea di Gilgame.r/2. Inoltre. essendo un "segreto", b ragio-nevole supporre che esso venne inserito in codice nella tavoletta XI da-unoscriba assiro nel rr millennio a.C. e riservato sokt alla comprensione degliiniziati.Ma_ora,. piD di tremila anni dopo, il codice metaforico e stato interpreta-

to e ha rivelato una storia del Diluvio assolutamente in contrasto con ilracconto biblico. Anche NoE, come utnapishtim, arrivd sulla Terra da unaltro pianeta? Nod. come utnapishtim, era una sorta di dio-meteorite?Se cos) fosse, dovremmo supporre che i sacerdoti ebrei, autori della Bib-

bia, non conoscessero-il vero significato della storia dell'arca di Nod. op-pure. conoscendolo, decisero di nasconderlo al la gente comune. In en-trambi i casi d un fatto gravissimo.Non pud essere vero.OloE?

(

\CITA NI'IJJAI3CACapanna di giunchi, ascolta! Muro, rifletti!Uomo di Shuruppak, figlio di Ubar-Tutu,demolisci la tua casa, costruisci una barca!Lascia i tuoi beni. cerca la vita.. .Prendi a bordo della barca il seme di tutti sli esseri viventi.

Epopea rti Gitgamesh,tavoletta XI

L eroe mesopotamico del Diluvio, 1'uomo di Shuruppak, viaggid dal cie-lo verso la Terra con il seme della vita? Finora, ho presentato un'ampia a-

nalisi concettuale. Ho osservato che "cittd" potrebbe essere una metafora

di "pianeta". Ho anche notato che la "riva" del fiume Eufrate, sulla quale

si trovava I'antica cifta di Shuruppak, potrebbe essere una metafora per la

sorgente del Diluvio all 'estremo limite del fiume celeste, ciod un pianeta.

lnoltre, ho suggerito che la Lista reale sumerica potrebbe alludere a una

letterale "caduta" dal cielo di Shuruppak. E, oltre a cid, ho dimostrato cheI'eroe mesopotamico del Diluvio fu portato in cielo dopo il Diluvio, im-plicando quindi che egli scese dal cielo al tempo dell'evento.

Se mettiamo insieme tutte queste cose, otteniamo un quadro affascinan-

te, un quadro, perd, che non d stato ancora provato. Dopotutto, non ab-

biamo ancora anahzzato nel dettaglio nemmeno una delle leggende delDiluvio.Scopo di questo capitolo, quindi, d di tornare alle origini ed esaminare le

leggende degli eroi del Diluvio. Esse confermano o negano I'ipotesi che

I'eroe viaggid dal cielo alla Terra?Esistono tre leggende mesopotamiche che descrivono il Diluvio. Una di

queste, il racconto sumerico di Ziusudra, d purtroppo molto breve a causadelle sezioni danneggiate nella tavoletta. Concentreremo quindi la nostra

attenzione principalmente sulle altre due. Una d la leggenda di Utnapish-

tim, narrata nella tavoletta xt dell'Epopea di Gilgnmesh. L'altra d la leg-genda di Atra-hasis, il protagonista del Poema di Atra-hasis.

Nonostante le differenze esistenti tra queste tre leggende, esse narrano

tutte in linea di massima la stessa storia. A un "uomo" viene detto, in se-greto, che gli dbi stanno per scatenare un grande diluvio. In tutte e tre le

leggende, questa notizia b comunicata da un dio che parla a un muro e/o a

una capanna di giunchi (vd. la citazione introduttiva del presente capito-

lo). All 'eroe viene quindi consigliato di costruire un'enorme barca e diportare a bordo il seme di tutti gli esseri viventi senza, perd, comunicarlo

agli altri abitanti di Shuruppak. Arriva il Diluvio e la barca viene traspor-

tata in cima a una "montagna". Dopo che l"'uomo" esce fuori dalla barca,gli ddi giungono al luogo dell'approdo e decidono di trasferire I'uomo (e

talvolta anche sua moglie) alla dimora degli ddi immortali.Nonostante le analogie, le tre leggende contengono delle differenze im-

r l .

7. \)ITANI.:IIJAIiCA t7l

portanti, che le rendono uno strumento prezioso per la comprensione del-I' intera storia.Ancora una volta, come vedremo, le metafore si dinlostrano la chiave

per la comprensione della leggenda. Davvero un dio parlb a un "muro" oa una "capanna"? L"'uomo" di Shuruppak veramente demoli una "casa" ecostrui una "barca"? E questa "barca" davvero si fermd su una "monta-gna"?

Riveleremo ora i segreti di queste e di altre metafbre.

I-A I-I.-GGI'NDA DI ATITA-HASIS

Vorrei iniziare con la leggenda di Atra-hasis, la cui piil antica versione ri-sale al xvtll secolo a.C. A quel tempo, il testo fu redatto (presumibilmen-

te da fonti piil antiche) da uno scriba di nome Nur-Aya, che probabilmen-te visse nella cittd babilonese di Sippar.Il Poema di Atra-husis inserisce la storia del Diluvio in un contesto ntol-

to piil ampio. lntzia narrando ifatti avvenuti agli inizi del tempo, quandoAnu era salito in cielo e gli <ddi dell'Apsu> erano scesi giir; a Enlil erastata affidata la Terra ed Enki era stato assegnato all'Apsu per controllare<il chiavistello che chiude il mare>. Questo significa che Enki era statoinviato agli Inferi.Il poema narra poi del duro lavoro degli dbi agli lnl-eri e della creazione

degli uomini per sollevarli da questa fatica (tratteremo questa leggendanel prossimo capitolo). Questo racconto della creazione dell'uomo fa dafondamentale sfondo alla storia che narra Nur-Aya, perch6 il rumore degliuomini divenne tale che il dio Enlil inizid a tramare la loro distruzione:

Seicento anni trascorsero,il paese divenne vasto, la popolazione si moltiplicit;i l paese rnuggiva come un toro selvaggio.Il dio IEnlil] venne disturbato dal loro frastuono.Enlil udi il loro rumore e disse ai grandi dbi:<Opprimente d diventato il rumore degli uomini.A causa di esso, il sonno b diventato impossibile.Date ordine che scoppi il morbo surup1tu>>'.

E interessante notare che questo brano contiene due paralleli con la sto-ria biblica del Diluvio. Primo, il periodo di seicento anni corrisponde al-I'eth di Nod al tempo del Diluvio'. Secondo, anche il Diluvio biblico ebbeluogo quando <<l'uomo aveva cominciato a moltiplicarsi sulla faccia dellaTerra>>r. Potremmo anche aggiungere che anche Yahweh nella Genesi,proprio come il dio sumerico Enlil, si pent) di aver creato il genere umanoe quindi tentd di distruggerlo.

' La traduzione d un misto di Dalley, Mvths fitmt Mextlxttutrtiu, cit., p. 18.,'r,vrr, cit., p. 104 e Hei-del,The Gilgune.sh Epic and Oltl Testamenr Purullel,s, cit.. p. 107.

- GttT: l l .

'Gn6:1 .

t72 QUAN DO Gl,r Dr-rr S Cr'tSr:R O SU I I -A, Tr-:l3,l1A

Il Poema di Atra-hasis ora ci presenta il protagonista, Atra-hasis, il cuinome significa "Supersaggio"'. Per inciso, questo era anche un sopranno-me di Utnapishtim, percid siamo certi si tratti della stessa persona5. Atra-hasis <parlava con il suo dio e il suo dio parlava con lui>, (cfr. Nod che<<camminava con Dio> in Gn 6:9). Egli si lamentb con Enki della malattiache affliggeva I'umaniti. Enki, di solito rappresentato come amico degliuomini, suggeri che gli uomini cessassero di venerare gli dbi e provocas-sero un gran frastuono nel paese. Lo stratagemma funzionb e la malattiasuruppu scOmparve.

Ancora una volta, perd, il rumore degli uomini disturbb Enlil, che ordinbche fosse trattenuta la pioggia in modo da ridurre drasticamente le provvi-ste di cibo. Cid fu prontamentp fatto e la Terra divenne come un grembosterile. Gli uomini, senza nulla da mangiare, lentamente cominciarono aindebolirsi. finchd non ricorsero al cannibalismo:

Quando giunse il quinto anno,la tiglia tornd alla casa della madre,rna la madre non apri la porta alla figlia.La figlia osservava le dimensioni della madre,la madre osservava le dimensioni della fislia.Quando giunse il sesto anno,servlrono come pietanza la figlia,servirono come cibo il figlio".

Cib che accadde dopo non b chiaro a causa di una rottura della tavoletta,ma sembra che gli eroi lahmu di Enki riuscissero a sfuggire al controllo,rompendo il chiavistello del mare (agli Inf'eri) e fornendo cosi una riservadi pesce agli uomini?. A ogni modo, questo necessitd un'azione piD drasti-ca per eliminare il baccano dell'umanith. Enlil quindi si recd al consigliodegli ddi e chiese un diluvio:

Voi avete imposto i vostri oneri all 'umaniti,avete concesso il rumore all 'umaniti,avete ucciso un dio con il suo intelletto.voi dovete [ . . . ] e creare un di luvio.Il vostro potere deve essere usato contrc il vostro popolo.Avete approvato il piano sbagliatotRevocatelo!"

A quanto pare, venne proposto che Enki provocasse un diluvio ltllizzan-do le acque degli Inferi (l 'Apsu), ma il dio rifiutb dicendo: <Il diluvio dicui mi parli, cos'd... Potrei i,o dare vita a un diluvio? E un lavoro per En-lil!>e. Enlil, in qualiti di dio del cielo, quindi, si rese conto di essere nella

" ANET, cit., p. 104; cfr, Dalley, M ,-ths Jrom Mesopottuniu, cit., p. 2.

' ANEI, c i t . , p. 95, n. 218.o La traduzione B un misto di Dalley, M1,ths fnnn Mesopotamio, cit., pp. 26. 27 e Heidel, The Gil-

gamesh Epic and Oltt Tesutntent Pttrallels,cit.. p. I ll e n. 29.

' Daf ley, Mvths.ffunn Mextpotumiu, cit., p. 31.* lv i , p. 28.

' Iv i , p. 29

r'f | ;;

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7. \)ITA NI').l i.'\l3CA 173

migliore posizione per scatenare un diluvio. Fu dunque presa la decisione:Enlil avrebbe distrutto completamente il genere umano con un diluvio egli ddi avrebbero flnalmente avuto calma e serenita.

Atra-hasis, perd, era il "Supersaggio" ed era sempre pronto ad ascoltareil suo dio Enki. Fu cosi che l'eroe fece un sogno, i cui dettagli nella tavo-letta purtroppo sono illeggibili, e si rivolse a Enki perchd glielo interpre-tasse. Quello che segue d un racconto alquanto curioso:

Enki apri la bocca,e disse al suo servo [Atra-hasisl . . . :oCustodisci (bene) il messaggio che sto per dirti.Muro, prestami ascolto!Capanna di giunchi, custodisci (bene) tutte le mie parolelDistruggi la casa, costruisci una barca,tr i lscura i tuoi beni.e salvat i la vi ta!" '

Perchd Enki parld al muro e alla capanna e non direttamente ad Atra-ha-sis? Gli studiosi hanno presunto che fosse un espediente per eludere la de-cisione degli dbi di non rivelare I'arrivo del Diluvio. Forse, ma il "muro"

e la "capanna" non potrebbero anche essere metafore? Potrebbero riferir-si a qualcosa di pii di una semplice abitazione domestica? Torneremo atempo debito su questo punto.

Ad Atra-hasis furono concessi sette giorni per costruire la sua barca eprepararsi al Diluvio, cosa che egli prontamente fece, portando a bordo gli

animali e le creature dei can-rpi, gli uccelli del cielo e ogni essere vivente.Poi, il settimo giorno, il dio della tempesta Adad inizid a muggire nel cie-lo, Atra-hasis sali a bordo della barca con la propria famiglia, i parenti egli artigiani, tolse gli ormeggi e I' imbarcazione andd alla deriva. Il testopaleobabilonese, molto danneggiato, afferma:

Anzu lacerava il cielo con i suoi artigli.[ . . . ] i l paese,Egl i ruppe [ . . . ][ . . . | usci i l Di luvio ' r .

Per fbrtuna, queste lacune possono essere parzialmente riempite grazie

alla versione neoassira del poema, che afferma:

Usci Ninurta, facendo scoppiare le dighe,Erragal [Nergall sradicd i pali d'ormeggio.[ . . . I con i suoi ar t ig l i i l c ie lo [ . . . ]Ishtar [Inanna] andd in pezzi come un vaso.[ . . . ] la distruzione d i l dest ino del l 'umanit i r ' ' .

Notate la conferma che i l Di luvio venne dal c ielo (un part icolare che

" I-a traduzione d un misto di Dalley. Mt'ths.l'ront Mex4totumiu. cit.. pp. 29, 30.,1Ntr. cit., p. 105

e Heidef , The Gilgunesh F,1tit und Old Testument Purallels, cit.. p. 109.

' Dal ley, Mt ' t l ts . f ront Mesol totumio, c i t . , p.31.rr ANfr , b i t . . p. 5 lz l : ho pref 'er i to t radume I 'u l t ima r iga,

" [ . . . ] la distruzione si avvic ina al l 'uma-

nitir", in modo leggerrnente dif'terente.

t74 QUANDO Gtl Dr::r scr:sERo sult_ATr.:l3tLA

concorda con la storia biblica). osservate anche I'allusione metaforica alDiluvio che giunge dalla rottura di un "vaso" in cielo. commenterd in se-guito questa metafora.

Subito dopo questa catastrofe, vi fu i l caos piD totale:

L'arma kasasu vinse gli uomini come un'arrnata.Nessuno poteva vedere nessun altro,non si potevano riconoscere le persone nella catastrofe.I l Di luvio muggiva come un roio. . .L'oscuritd era assoluta, non c'era luce.[ . . . ] come pecore bianche,, .

I l testo riferisce che persino gli dbi erano sconvolti e superarono congrande tormento il terribile disastro. Mami, la grande dea madre, quindigridd:

Come ho potuto, nell 'assemblea degli ddi,ordinare una tale distruzione per loro [it popolo di Mamil?...Al di ld del mio controllo, la mia prole b diventata come pec..,re bianche

sacrif icali...Essi si ammassano sul fiume come libellule.Sono gettati a riva come una zattera!'0.

Il Diluvio imperversd nel paese per sette giorni e sette notti, finchd alla fi-ne non si placd. Allora, Atra-hasis usci dalla barca e offii un sacrificio, l'o-dore del quale fece accorrere gli dbi (come mosche>>. euando Enlil arrivbe vide la barca di Atra-hasis, andb su tutte le furie e ricordd aeli ddi che a-vevano tutti giurato di non far sopravvivere alcun essere viveite. <Come dpossibile che un uomo sia sopravvissuto alla catastrofe?>, chiese. Anu, il redeglidbi, disse allora: <chi altri se non Enki pud aver fatto questo? Egli hafatto in modo che la capanna di giunchi rivelasse I'ordiner'i.

Si suppone che alla fine della storia, gli ddi concedano ad Atra-hasisI'immortalith. Purtroppo, il brano relativo d mancante.Questa b la leggenda del Diluvio secondo la versione di Atra-hasis. Da

una parte, la storia conferma I'idea che il Diluvio derivd da un pianeta e-sploso (la metafora della "rottura del vaso"), ma dall'altra, dd I'impressio-ne che il disastro si abbattd sull'umanitd in krra, essendo Atra-hasis uneminente cittadino di Shuruppak sulla Terra. E quindi sembra che il poe-ma di Atra-hasis non offra grande sostegno alla mia teoria secondo cuiI'eroe navigb con la sua nave dal cielo. Al contrario, sembra seguire lostesso tema della storia biblica del Diluvio.Ma il Poema di Atra-hasis rappresenta in modo accurato la versione ori-

ginale del racconto? Non potrebbe essere un riadattamento di una storiapiu antica in cui I'eroe del Diluvio salpd dalla "cittir" celesre di shurup-pak?

'' Dalley, Mythsfrom Me.sopotamia, cit., p. 3l; ho preferito tradurre ..vinse" invece di ..andd con_

tro".

' ' Ivi , pp. 32, 33.r5 Iv i , p. 34.

IJ "

7. \)ITANI-:IIJAI3CA t75

Non solo "potrebbe essere", ma lo 2 sicuramente e ora tenterd di dimo-

strarlo.Torniamo al punto della storia in cui Enki parla ad Atra-hasis tramite il

muro e la capanna di giunchi e gli ordina di costruire la barca. Atra-hasis, aquesto punto, deve spiegare agli anziani della citth perchd sta per costruireun' imbarcazione cosi grande.Cosi Atra-hasis si rivolge agli anziani:

Il mio dio non gode del f'avore del vostro dio.Enki ed Enl i l sono adirat i I 'uno con I 'a l t ro. . .Non posso restare ol tre [ . . . ]Non posso mettere nuovamente piede sul territorio di Enlil.Devo scendere nell'Apsu e stare cttl rnio dio [Enki]'".

Dov'era l 'Apsu? Come abbiamo osservato in numerosc ociasioni neiprecedenti cafiitoli, l'Apsu era il mondo sotterraneo, il regno originaria-

mente assegnato a Enki. I lettori ricorderanno. dall'Enuma elish, che A-psu era un dio del cielo gettato sulla Terra da Enki. Enki era quindi an-

ch'egli sceso sulla Terra e aveva stabilito la sua "sacra camera" e la sua"residenza sacra" sul/'Apsu't.

Se Atra-hasis fosse stato un abitante della Terra, perch6 sarebbe dovuto"scendere nell'Apsu", ciod agli Inferi? Non ha senso. Soprattutto perchd

la storia prosegue descrivendo la costruzione della barca e il viaggio nelmondo superiore e non inferiore.Anche se ipotizziamo che I'Apsu indichi tutta la Terra, non ha alcun sen-

so che Atra-hasis, un abitante della Terra, vi ,scendesse.

Possiamo supporre che le scene finali del poema (quando gli ddi accolro-

no <(come mosche>) si svolgessero ugli Inferi e che I'eroe navigb quindi

dalla superficie della Terra gii nel mondo sotterraneo. Bisogna perd sotto-

lineare che un simile modo di entrare agli Inferi era di nonna utilizzato da-gli ddi caduti dal cielo (e che penetravano la superficie della Tena).

Da qualsiasi angolazione la si guardi, I 'affermazione di Atra-hasis << De-vo scendere nell'Apsu e stare col mio dio" si comprende meglio suppo-

nendo che fosse pronunciata in una "citti" celeste di Shuruppak.Era questa la storia originale?

I.A I.I--GGENDA DI U-NAPISHTIM

Volgiamoci ora alla storia del Diluvio riferita da Utnapishtim nell'Epo-pea di Gilgarnesh. La cornice di questa storia si differenzia completamen-

te da quella del Poema di Atra-hasis, essa infatti non inizia con il raccon-

to della creazione dell'uomo sulla Terra. In eff-etti, all ' inizio della storia,

non vi b alcuna indicazione che I'umanitd sia stata creata sulla Terra, se

accettiamo la mia supposizione che Utnapishtim e gli anziani abitassero

"' lv i , p. 30.

'? elvl'r, cit., p. 6l; ctr. la leggenda intitolata When Anu Hud Created thc Hcttvens ("Quando Anuebbe creato i cieli"). in Heidel, The Bultvlrntiutt (lenesis. cit.. p. 65.

t76 QTJANDO Gl-r Dr-:r SCr:Sr,RO SUll-A, TI-trlRA

in una "cittd" celeste. Tentiamo di seguire la storia tenendo a mente que-sta possibilitd.Come abbiamo visto precedenternente, il racconto di Utnapishtim inizia

con le seguenti misteriose parole

Ti rivelerd, Gilgamesh, una cosa nascosta;un segreto degli ddi ti dird:Shuruppak, una citti che tu conoscie che d (ora) situata sulla riva dell'Eufrate,quella t'itti) eru tmtica, come gli ddi al suo internct.quando il loro cuore guidir i grandi ddi a provocare il Diluvio,".

Questo b interessante. Viene detto che gli ddi erano "dentro la citti" eche i loro "cuori" li indussero a provocare il Diluvio. Un'affascinante am-biguiti. Gli dbi sedevano nella sala delle assemblee, deliberando sul Dilu-vio come governanti in carne e ossa? Oppure risiedevano in una "cittd"planetaria. come futuri rneteoriti di un pianeta sul punto di esplodere escatenare il grande Diluvio?Chi erano gli ddi che erano dentro I'anrica "cittd" di Shuruppak? Dice il testo:

Li [nella cifti l vi erano Anu, loro padre,il prode Enlil. loro consigliere,Ninurta, loro assistente.ed Ennuge, loro irrigatore.Ninigiku-Ea era anche con loro" ' .

La cosa si fa anche pii interessante. La cittd, sul punto di essere distrut-ta, era governata da Anu, capo suprenrc del cielo. Poichd Anu veniva ra-ramente, se non addirittura mai, descritto come residente sulla Terra, leprobabi l i td sono a favore del l ' idea che Shuruppak fosse davvero una"citta" del cielo. La presenza contemporanea di Anu, Enlil ed Ea in questacitth suggerisce un momento precedente alla separazione e all 'attribuzio-ne delle rispettive dimore di cielo, Tema e Inferi.A questo punto, Utnapishtim riferisce che Ea (Enki) riveld il segreto del

Diluvio a una capanna di giunchi e a un muro, proprio come nel poema diAtra-hasis:

Capanna di giunchi, capanna di giunchi! Muro. nuro!Capanna di giunchi, ascolta! Muro, rifletti !Uomo di Shuruppak, figlio di Ubar-Tutu,demolisci la tua casa. costruisci una barca!Lascia i tuoi beni. cerca la vita...Prendi a bordo della barca il seme di tutti gli esseri viventi:(,.

Secondo gli studiosi, il significato di questo brano d che la "casa" dove-va essere abbattuta e trasformata in inrbarcazione''. Gli studiosi ritensono

'* ANE-T, cit., p. 93.

'' Ibitl.

"' lbid.'.cfr. Heidel, Ifir, Gil.qurttcslt Epic tuul Oltl Te.srtunent Purallels,cit.. p. 81.1C. H. Cordon - G. A. Rendsburg.The l l i l t la und t l rc,Ancient Nedr Ett . i l , W. W. Norton & Co..

1997' . o.48.

7. \]ITA NI.:II,'AIICA

che I'idea di demolire una casa e costruire una barca d plausibile, dal mo-lnento che le case dell'antica Mesopotamia erano spesso fatte di giunchi".Ciononostante, b possibile che vi sia un significato pii profondo relativoalle metafbre di "capanna di giunchi", "muro" e "casa"? Torneremo frahreve su quest ' ipotesi .Tornando alla storia di Utnapishtim, per il rnomento trascureremo la de-

scrizione della barca e della sua costruzione e concentreremo la nostra at-tenzione sulle parole pronunciate da Utnapishtim agli anziani della cittd,quando qucsti lo interrogano sulla costruzione dell' imbarcazione:

Ho saputo che Enlil rni b ostile.Percid non posso piir risiedere nella vostra cittir,nd porre il mio piede sul territorio di Enlil.S ce nde rit quincli ne I I' Ap su,per dimorare con il mio signore Ea [Enkil".

Queste parole sono praticamente identiche a quelle usate da Atra-hasisnel l 'omonirno poema. Ancora una volta, I ' idea diUtnapisht im che scendeagli Infeli (l 'Apsu) b assolutanrente anomala nel contesto della storia.

Qual d I'opinione degli studiosi a riguardo? Naturalmente consideranoquest'aspetto insignificante. Circa la discesa nell'Apsu, John Gardner eJohn Maier hanno commentato: <Cid d vero solo nel senso che la Terra dcoperta, e I'Apsu d libero sopra la Terra '>r'. In altre parole, sembrano sug-gerire che la barca di Utnaipishtim discese sulle acque del Diluvio, comequeste si ritirarono dopo tl Diluvio.

Questo b un puro cavillo. Prirno, Gardner e Maier trascurano il fatto chela barca avrebbe dovuto sollevarsi sulle acque dell'Apsu prima di scende-re su di esse; questo renderebbe la dichiarazione di Utnapishtim <<Scen-derd quindi nell'Apsu" quanto meno bizzarra.

Secondo, in nessun punto dell'Epopea di Gilganresh si trova I'afferma-zione che le acque salirono dall'Apsu. Al contrario, b chiaro che I'acquadel Diluvio scese dal cielo (l 'erronea interpretazione di Gardner e Maierderiva fbrse da una dubbia lettura del testo biblico della Genesi)'5.

Terzo,la barca non scese fino in fondo all 'Apsu, ma si adagid su un'altamontagna. che difTicilmente pud essere I'Apsu.

Quarto, ribadisco che anche se ammettiamo che le acque dell'Apsu sottera-neo fossero salite sulla supert'icie della Terra, il fatto E che vi era solo un mo-do per cui la barca poteva sc'enclere su di esse, vale a dire scendere dal. cielo.

Considerando tutti questi punti, la spiegazione di Gardner e Maier deveessere scartata. E un fipico

-esernpio <ti come gli studiosi cerchino di spie-

gare un'anomalia, invece di considerarla come I'indizio principale di unafalsa interpretazione. Resta il fatto che a Utnapishtim, come ad Atra-hasis,venne detto di scendere nell'Apsu.

,, Ibid.rr elrr-, cit., p. 93.! Gardner ' - Maier. Ci lgurne.r l t , c i t . . p. ?92-

" CnT' .1 l : t l :2: vd. i nr ie i cornnrent i nel Cani to lo 9.

178 QUANDO GII DI::I SCESI.:RO SUII.ATERRA

Tornando al racconto di Utnapishtim, la barca fu terminata in sette gior-ni e I'eroe vi caricd il seme di tutti gli esseri viventi, insieme alla sua fa-miglia, ai parenti e agli artigiani. Stranamente, apprendiamo che egli pre-se a bordo anche tutto il suo argento e il suo oro2u.Perch6?Utnapishtim quindi sali a bordo, serrb I'ingresso e affidb il controllo del-

l'imbarcazione a un marinaio di nome Puzur-Amurri, "uno che conosce isegreti dell'ovest"2'. Non appena la barca fu calata in acqua, si scatenbl'inferno. Dice il testo:

Alle prime luci dell 'alba,una nuvola nera sali all 'orizzonte.Adad tuonava dentro di essa,mentre Shullat e Hanish andavano innanzi,muovendosi come messaggeri per pianure e colline.Erragal [Nergal] divelse i pali d'ormeggio,usci Ninurta e fece cedere le dighe;gli Anunnaki sollevarono le torce,illuminando la Tema con il loro splendore.La confusione di Adad raggiunse (l'alto dei) cieli,mutando in oscuriti tutto cid che era stato luce.La vasta Terra si fracassd come un vaso!28

Questo brano contiene alcune prezi<lsissime informazioni. Per prima co-sa, notate l'apparizione degli Anunnaki, che erano solitamente ddi degliInferi (all'interno della Terra). In questo contesto, tuttavia, il sollevamen-to delle torce da parte degli Anunnaki sembra significhi un'infocata na-scita nei r:ieli, come se essi fossero stati espulsi in modo catastrofico dalpianeta del cielo. Questo avrebbe un senso, visto che il nome degli Anun-naki significa "coloro che vennero dal cielo sulla Terra".Osservate anche il dio Nergal che strappa i pali d'ormeggio. Anch'egli d

generalmente noto come dio degli Inferi, ma la leggenda intitolala Nergaled Ereshkigal conferma la sua origine celeste e la successiva discesa inTerra, agli Inferi'n.ll contesto della storia quindi suggerisce che Nergal, Ninurta e gli Anun-

naki vennero eruttati dall'interno di un pianeta celeste.Se la mia interpretazione b corretta, la seconda riga - <<una nuvola nera

sali all'orizzonte>> - si riferirebbe a un "orizzonte" planetario, nel qual ca-so, la nuvola nera usci dall'interno del pianeta.Se rileggiamo il brano, risulta immediatamente evidente che la teoria del

pianeta esploso si inquadra perfettamente nel contesto.

2u Ricordate che a Utnapishtim era stato detto di abbandonare tutti i suoi beni; vd. la nota in Gard-ner - Maier, Gilgamesh, cit., p. 233. Col senno di poi, mi colpisce il fatto che questo dettaglio sia unindizio della natura planetaria della leggenda; cfr. I'accumulo di minerali a Uruk da parte dei miticiabitanti della "cittd" celeste di Aratta (vd. riferimenti precedenti).

" Cfr. questo marinaio con le tradizioni mesopotamiche deglt apkallu, creature simili a pesci cheportarono gli dbi dal cielo alla Terra.

" La traduzione d un misto <li tver, cit., p. 94 e Heidel, The Gilgamesh Epic and Old'festamentParallels, cit., p. 85.

2" ANEr,c i t . , pp. I03, 104, -507-5|2.

(. \IITANI-),liAllCA t79

Considerate, inoltre, I'ultima riga: <<La vasta Terra si fracassb come unvaso>>. Abbiamo letto nel Poema di Atra-hasis che Anzu lacerava il cielocon i suoi artigli, rompendo qualcosa e facendo uscire il Diluvio. Abbia-rno anche visto che <lshtar andb in pezzi come un vaso>> e ho rilevato cheIa rottura del vaso era una metafora per il pianeta esploso. Chi dubita diquesta teoria, rimarrd sorpreso nell'apprendere che, nel testo citato prece-dentemente, d <<la vasta Terra>> a fracassarsi <<come un vaso>>.

Questa metafora si rivela una chiave interpretativa estremamente impor-tante per la comprensione degli avvenimenti successivi della storia di Ut-napishtim:

Gli ddi erano terrorizzati dal Diluvio;essi si ritirarono, fuggirono verso I'alto dei cieli...Ishtar [Inanna] urld come una partoriente,la divina signora dalla dolce voce gridd:<Ahimb, gli antichi giorni sono mutati in argilla,poichd ho parlato con malvagitd nell'assemblea degli ddi.Come ho potuto parlare con malvagiti nell'assemblea degli dbi?Come ho potuto ordinare una battaglia per la distruzione del mio popolo?Ahimi, io stessa (ora) metto al mondo il mio popolo!Come i pesci essi (ora) riempiono il mare!>>1n.

Questo incredibile brano ricorda il lamento di Mami nel Poema di Atra-hasis. Li, Mami lamentava il destino del suo "popolo" (la sua "prole") cheveniva disperso come pecore bianche sacrificali, si ammassava sul fiumecome libellule ed era gettato sulla "riva" come una zattera. Riconosciamoalcune di queste metafore? Dovremmo.La storia significa che questo "popolo" galleggid sul fiume celeste e

venne gettato sulla "riva" della Terra. In altre parole, questo "popolo"proveniva dal cielo.

Inoltre, il brano citato chiarisce che questo strano "popolo" ebbe originedal "grembo" della dea del cielo, che <<andd \n pezzi come un vaso>>.Cid ricorda Nut, la dea egiziana del cielo, <il colle primordiale del paese

al centro del mare>>, che partori in analoghe circostanze catastrofiche. Ri-

"' La traduzione b un misto di ANET, cit., p. 94, Heidel. The Gilgamesh Epic and OldTbstament Pa-rallels, cit., p. 85 e Gardner - Maier, Gilgamesh, cit., p. 235. Il termine "battaglia" era sinonimo di"danza di Inanna"; vd. Jacobsen, The Treasures of Darkness, cir., p. 137. In un inno, Inanna vanta:

"Quando inizio a muovermi al termine della battaglia, sono un malvagio diluvio che sale> (ivi, pp.I 37, 138), mentre in un'altra leggenda, Inanna combatte una strana battaglia contro una "montagna"personificata, di nome Ebih (irtd.). In un testo, Inanna viene descritta come <la grande e terribileternpesta del cielo" e in un altro come .Signora dell'e.eu.Nn che rade al suolo le montagneo (ivi,pp. 54, 136). lnanna d probabilmente I'anonima dea che lamenta di essere stata rapita su una barcacon tutti i suoi beni, <in quel giomo in cui fui annientata> (ivi, pp.77,78); infine vale la pena di ci-tare un inno a lnanna(ivi , p. 136) in cui ladead lodatacon leparole:

"0 distruttrice di montagne, tu presti le ali della tempesta!. ..

anrata da Enlil, tu giungi volando nel paese.attenta alle direttive dl Anu.O mia signora, al tuo grido fai inchinare i paesi...con la tempesta che assale, tu assali, con la tempesta che ulula, tu ululi,con lshkur urli, con tutti i venti malvagi infuri!>.

r80 QUANDO Gl.I Dr-:r SCESI-:11,O SUll-\TI')IRA

corderete che il suo nome era scritto con il geroglifico di una brocca d'ac-qua ed ella era spesso raffigurata come una donna con una brocca d'acquasul capos'. Era la signora del Diluvio, la signora del pianeta esploso.Un'altra signora del Diluvio, anch'ella una dea celeste (o ex dea celestd)

era la babilonese Tiamat, il cui nome deriva da una radice che significa"oceano"3'. Ne consegue che la distruzione di Tiamat da parte di Marduknell'Enuma elishliberd un grande diluvio che cadde sulla Terra. E signifi-

cativo che nella festa babilonese di Capodanno questa lotta fosse comme-morata dal rituale della rottura di un vaso. Dice il testo relativo:

If re fracassa un vaso hariu con un'arma: questo d Marduk che soggiogd Tiamat'.

Inoltre, d significativo che I'atto della creazione nell'Enuma elish prese

I'avvio dal tumulto all'interno del grembo di Tiamat, da cui nacquero va-ri dbil*. Secondo un brano del testo, I'umaniti era fatta della sostanza diquesti ddi35.

Quindi, tornando alla leggenda di Utnapishtim, le implicazioni sonochiarissime. Il "popolo" che usci dal grembo della dea Ishtar non era unvero "popol o" , era la prole meteoritica del corpo planetario esploso.

Questa, dunque, era la natura della tempesta originata dal cielo che infu-rid per sei giorni e sei notti, prima di placarsi al settimo giorno'.. E solo aquesto punto, alla riga 128 della tavoletta Xt dell'Epopea di Gilgamesh,che, secondo me, compare per la prima volta il pianeta Terra. Dice il testo:

Il settimo giorno dopo il suo arrivo, la tempesta meridionale cessd la suabattaglia, che aveva combattuto come una donna partoriente.

Il mare si placd, la tempesta era tranquilla, il Diluvio cessd.Io IUtnapishtim] guardai fuori, al giorno. Dominava il silenzio,e tutta l'umaniD era ritornata argillatt.

Che tipo di umanith era mai questa, ritornata argilla? Era chiaramentenon il genere umano della Terra, ma lo stesso numeroso "popolo" espulsodal grembo spaccato della dea del cielo. Percid, come dice il Poema di A-tra-hasis, il popolo era come libellule gettate sulla riva come una zattera3s.Continuando la storia, il settimo giorno, troviamo Utnapishtim che scru-

ta fuori dalla barca mentre questd si avvicina a una "montagna". Tuttavia,non vi sono indicazioni che I'imbarcazione sia stata trasportata sulle ac-que, per poi andare giD con il ritirarsi dell'inondazione. Al contrario, il te-

rl Vd. note 97 e 99 clel Capitolo 3.'' Vd. AIford, Dalle piramidi ad Atlantide, cit., cap. 6. E universalmente riconosciuta l'esistenza di

una connessione anche tra Tiamat e I'acquatico tehom del primo capitolo della Genesi: vd. S. H.Hooke, Middle Eastern Mythology, Penguin Books, 1963, p. I19.

" Frankfort, Kingship and the Gods. cit., p. 328.rn Heidel, The Babyknian Genesis, cit., p. I9; vd. anche Jacobsen. The Treasures of Darknes,s. cit.,

p. 170, in cui il ventre di Tiamat d paragonato al <cuore del tbndamento del cielo".

" ANET, cir., p. 7 I , righe 89, 90.'" Ivi, p. 94, righe I 27-30; cfr. i sei giomi della creazione nella Genesi.'' La traduzione E un misto di Gardner - Maier, Gilgamesh, cit., p. 236 e ervrt. cit., p. 94. Osserva-

te anche che il Diluvio era dilagato nellaTerra, elvrr, cit., p. 44, n. 5 1.'8 Dalley, Myths Jbrm Mesopotamia, cit., p. 33.

I

llI

./. \)ITANI.]IIJAISCA r8r

sto dd I'impressione che Lltnapishtim navigb direttamente dal cielo alla'Ierra. quest'ultima ora rappresentata come un"'isola" planetaria o "mon-tagna" in lontananza:

Cercai una sponda al limite del maree, la dodicesima volta che guardai, emerse un'isola.La barca si era incagliata sul Monte Nisir.Il Monte Nisir tratteneva saldamente la barca; essa non poteva sollevarsir'.

Per inciso, b a questo punto che il racconto biblico di Nod diventa pienodi contraddizioni relative all 'apparizione o meno di montagne. Il raccontomesopotamico, invece. non contiene queste contraddizioni. La barca pro-

veniente dal cielo semplicemente si bloccd sul Monte Nisir, ciod la Terra,che allo stesso tempo fu sommersa dalle acque arrivate insieme alla barca.

Per sei giorni, il Monte Nisir (che significa "monte della salvezza") trat-

tenne saldamente la barca, presumibilmente sostenendola insieme alle sueacqueo". Poi, il settimo giorno, Utnapishtim mandd fuori una colomba,una rondine e un corvo. Fu durante il volo del corvo che la Terra divennevisibile e la barca si arrestd su una vera montagna terrestre, da cui Utnapi-shtim offerse un sacrificio agli dbi' '.Come nel Poema di Atra-hasis. gli dbi sentirono il dolce profumo del sa-

crificio e <accorsero come mosche>> intomo a Utnapishtim. Come diversistudiosi hanno notato, questo d un curioso modo di riferirsi agli dbi, nta sipud spiegare molto facilmente nel contesto del culto di un pianeta esploso.

Perchd paragonare gli ddi a "mosche"? Nella leggenda di Utnapishtim,la grande dea Ishtar sollevd una collana di lapislazzuli*'. La dea quindigiurd su queste pietre di ricordare in perpetuo il tremendo giorno del Di-

luvio. Ora, il significato simbolico del lapislazzuli d stato gii menzionatodiverse volte nei capitoli precedenti ed b quindi incoraggiante scoprirenella traduzione dell'Epopea di Gilgamesh di John Gardner e John Maierche questi lapislazzuli erano un tipo molto particolare di "ornamento-mo-

sca". Dice la traduzione:

Da lontano scese la signora degli ddi IInanna,/Ishtar].Dai corpi [del sacrificio] ella sollevd la mosca iridescente che Anu

tabbricd per fare I'amore".

Questo riferimento alla "mosca per fare l'amore" non ha alcun signifi-cato per gli studiosi, ma d particolarmente significhtiva per noi nel conte-sto delle questioni discusse nel Capitolo 2, ciod la fecondazione della

"' La t raduzione d un misto di Cardner - Maier, Gi lgunesh, c i t . . p. 236 e ANrr. c i t . , p. 94.

'" Sul significato del Monte Nisir. vd. Herdel,The Gilgamesh Epic and Old Testament Parullels.

c i r . , p. 2-50.

'' A rigor di termini, la barca avrebbe doluto entrare nel mondo inferiore, ma nella storia di Utna-

pishtim un tale evento non d menzionato (c'B forse un debole indizio nella storia di Ziusudra, quan-

do il dio Utu cret) un'apertura nella barca allirndata). L originaria scena clel sacrificio avrebbe dovu-

to svolgersi sulla "nrontagna" caduta degli Inferi.

" Gardner - Maier, Gilgontesh, cit., p.242.

" Iv i . o. 239: vd. anche i l contmento deul i autor i a o.242.

182 QUANDO GI-I DI:I SCT:SIiRO SUII.A,TI.:RRA

Madre Terra per mezzo di meteoriti, che talvolta erano simboleggiati dalapislazzuli.Tenendo presente cid, consideriamo il seguente discorso di Ishtar (Ma-

mi-Nintu) nel Poema di Atra-hasis:

Voi [gli dBi] acconsentiste alla distruzione.Ora i luminosi v<llti [del popolo di Mami] sono scuri per sempre.Poi ella [Mamil sali verso le grandi mosche che Anu aveva fatto,e dichiard davanti agli dBi: <...Che queste mosche siano i lapislazzuli

della mia collana>>{.

Ah! Ora abbiamo grandi mosche, dilapislazzuli e fatte da Anu per dipiD. Poichd Anu era il dio supremo del pianeta esploso, possono esserciancora dubbi sul fatto che queste "mosche" fossero meteoriti? Quasi a:onfermarlo, Stephanie Dalley, dell'Universiti di Oxford, riferisce I'esi-stenza di un frammento tradotto nel 1930 in cui d scritto: <tutti gli ddi diUruk si mutarono in mosche quando abbandonarono Uruk>>os. Ancora unavolta, troviamo I'idea della cittd distrutta come metafora di un pianeta di-strutto.E ora basta con le mosche, queste fastidiose creature di morte e putrefa-

zione!Torniamo alle scene finali della leggenda di Utnapishtim, in cui compa-

re l'irato Enlil che esclama:

Il soffio della vita b luggito?Nessun "uomo" doveva sopravvivere alla distruzione!06

E significativo che Enlit addossi la colpa agli Igigi, gli dii scesi dal cie-t,o: ancora un'altra indicazione delle origini celesti della barca di Utnapi-;htimo7. Poi, grazie alle suppliche di Enki, Enlil si placa e pronuncia le pa-:ole che portano la storia alla sua conclusione:

Finora Utnapishtim non era che un uomo.Da ora in poi, Utnapishtim e la sua sposa saranno come noi ddi.Utnapishtim dimorerh lontano, in un luogo distante,alla bocca [ciod la sorgente] dei fiumi a8.

II- }4ISTI'I1O DIil,I.z\ CAPANNA DI GruNCHI I' DI'I. MUITO

Vorrei ora tornare brevemente al mistero del "muro" e della "capanna di3iunchi" a cui Enki riveld la notizia dell'imminente Diluvio, perchd Utna-rishtim, alias Atra-hasis, potesse costruire una barca e metterai in salvo. E

* Dalley, Myths.fntry Mesopotamia, cit., pp. 33, 34; vd. anche il suo commento a p. 38, n. 42.

'5 Ivi, p. 38, n. 42. E forse significativo che nella leggenda della discesa di Inanna agli Inferi, le:reature inviate a salvare la dea fossero paragonate a mosche che volavano attorno alla porta di Ere-,hkigal, vd. Kramer. History Begins at Sumer, cit., p. 298.no Gardner - Maier, Gilgomesh, cit., p. 240.n' AwET, cit., p. 95: anche nella leggenda di Atra-hasis la responsabiliti d attribuita agli Igigi, vd.

)alley, Mvths from Me.sopotamia, cit., p. 34.48 ANET,cit., p.95, in pane parafrasato.

IITA NI.:II]AI3CA lBl

r'urioso che questo "muro" sia uno dei pochi motivi che compare in tutti etrc i testi mesopotamici ancora esistenti sul Diluvio. Avendo gid citato duetlci tre esempi di questo motivo citiamo ora il terzo, tratto dalla leggendasumerica di Ziusudra:

t . . .1gl i ddi un muro [ . . . ]Ziusudra, stando a lato di esso, ascoltd.(Enki parla): .Sta' presso il muro alla mia sinistra [...]Presso il muro ti dirb una parola, credi alla mia parola,presta orecchio alle mie istruzioni:Per nostro (ordine) un diluvio dilagheri nei "centri di culto";

. per distruggere i l seme dell 'umanitd [...]Alla sua regalith, al suo dominio veni posta fine>>te.

Qual era il significato di questo muro? Perchd era cosi importante da in-tlurre tutti gli autori antichi a includerlo nella storia del Diluvio?

Secondo me, la risposta d stata gih rivelata precedentemente nel presen-tc libro, quando b diventato chiaro che il "muroo'era un nome attribuito altctto def mondo sotteraneo. In altre parole, il muro era la superficie di unpianeta. Questo d particolarmente evidente nella leggendadi Gilgamesh e,Agga, ma b chiaro anche da altri riferimenti. Nell'Epopea di Gilgamesh,per esempio, I'eroe scruta oltre il muro per vedere i cadaveri galleggiarenel fiume degli Inferi; anche nella leggendadi Enmerkar e il signore di A-rutta, al re di Uruk viene detto che la dea Inanna, sarh da lui ,,separata daun muro>>, ciob questo accadrA se la dea scenderA agli Inferi. E in un'altraleggenda sumerica, la dea Ningal esclama: <.Come un toro caduto, nonposso risalire dal muro di Ur [a sua cifte distrutta]>>50.Cosa vuol dire questo per Utnapishtim? Implica che egli viveva dentro 1l

pianeta celeste di Shuruppak. E inoltre che la "casa" in cui viveva era ilpianeta del cielo. I lettori attenti ricorderanno I'uso di questa metafora neitesti sumerici di lamentazione citati nel Capitolo 6, in cui i cittadini di Su-rner gridavano: <<O tempesta, ritorna alla tua cifte.. . ritorna alla tua ca-sarrtt .

Riconsideriamo ora il consiglio dato da Enki a Utnapishtim:

Capanna di giunchi, ascolta! Muro, rifletti!Uomo di Shuruppak, figlio di Ubar-Tutu,demolisci la tua casa, costruisci una barca!

E se la "casa" fosse davvero il pianeta? La demolizione della "casa" sa-rebbe quindi una metafora della distruzione del pianetas2. Inoltre, la tra-sformazione della "casa" in "barca" sarebbe una perfetta allegoria dellatrasformazione di un pianeta in una tempesta di meteoriti.

'" Ivi, p. 44; questa leggenda, scritta in sumerico, d datata al 1700 a.C. ca., un po'prima della leg-

renda di Atra-hasis.

"' Kramer, Hisnry Begins ut Sumer, cit., p.296.

' ' e,vrr , c i t . , p. 619.

" A sostegno di quest'ipotesi. osserviamo che gli abitanti della Mesopotamia suggerivano che Ia"casa" fbsse una ocapanna della nascitao, percid la dea MamiA.linharsag era nota come Nintu (o Nin-

tur), <Signora della capanna della nascita"; vd. Jacobsen, The Treasures of Darkness, cit., p. 107.

184 QUANDO GII DF:I SCT:SI.:RO SUIJ.ATI.:I1,I3A

Inverosimile? Assolutamente no. Pensavamo davvero che Utnapishtimfosse un essere umano? Ricordate le parole di Gilgamesh in occasione delsuo primo incontro con Utnapishtim:

Ora che ti guardo, Utnapishtim,le tue fattezze non sono diverse dalle mie: tu sei come me.Non sei per niente strano: tu sei come me.Il mio cuore ti aveva immaginato come uno perfetto a dare battaglia,ma tu te ne stai pigramente disteso!

Come possiamo vedere, Utnapishtim era come Gilgamesh e Gilgamesh

non era un normale essere umano. Era per due terzi dio, "il germoglio di(Jruk", forte come "11 ki-sir di Anu". Era il "MES", o "meteorite", il "seme

che spunta da un nuovo albero". Era il frutto del matrimonio sacro di duedivinitd discese sulla Terra.Gilgamesh, dunque, era un re-Titano, un dio la cui natura era simile a

quella del dio sumerico Zu, o al babilonese Marduk, oppure al dio-f alco e-giziano Horo. Se Utnapishtim assomigliava a Gilgamesh, allora Utnapi-shtim non era umano. Ma cid non dovrebbe sorprenderci, perchd Utnapi-shtim non dice mai di essere umano. Al contrario, d lui a osservare consussiego che Gilgamesh d <fatto della carne degli ddi e degli uomini,>.Ecco un'altra questione. Perch6, nel medesimo brano Gilgamesh imma-

gina Utnapishtim <uno perfetto a dare battaglia>? E un brano che ha spes-so messo in imbarazzo gli studiosi di,rnitologia mesopotamica che nonriuscivano a vedere il pacifico saggio del Diluvio in termini militareschi.Invece ha senso riel contesto del pianeta esploso, perchd Utnapishtim ave-va dovuto davvero lottare per scendere sulla Terra. Egli lottb, proprio co-me il Diluvio stesso (<aveva combattuto>.Labarca di Utnapishtim, quindi, era in realth un enorme meteorite. op-

pure, per essere tecnicamente piD precisi, un pianeta esploso. Egli letteral-mente, ma metaforicamente, abbattd la sua "casa" e costrui una "barca".Se ci pensiamo, questo d esattamente il genere di allegoria che ci sarem-

mo aspettati da un antico popolo che viveva in case (capanne di giunchi)abbattibili e trasformabili in barche di giunchi"Inoltre, non potrebbe esserci una metafora migliore di una "barca" per

rappresentare I'idea piuttosto astratta di un "meteorite" simile a un piane-ta, che viaggiava nelle acque celesti tra il cielo e la Terra.Ridicolo? Una pia illusione? Assolutamente no. In effetti, i testi meso-

potamici contengono un gran numero di misteriosi riferimenti al motivodella barca demolita, il significato del quale si pud ora spiegare. Nellaleggenda di Gilgamesh e Agga, per esempio, I'attacco di Uruk da parte diKish d descritto con le seguenti parole:

La moltitudine si gettd gii, la moltitudine si alzd,la moltitudine si rotolb nella polvere,gli stranieri, tutti, furono sopraffatti.

5r E evidente che il significato della capanna di giunchi dell'inizio dell'Enuma eirst deve essere

r iesaminato; vd. uvrr , c i t . , p. 61.

1JITA NI.;IIJAI3CA

Sulla bocca della gente del posto fu ammucchiata polvere,e la prua della barca magurru fu abbattutctsa.

185

Un'idea simile compare nell 'Epopea di Gilgamesh, ma qui l 'eroe espri-rrre la speranza che la sua ascesa al cielo non debba accompagnarsi allar'atastrofica caduta di una divinith come Agga:

Per me un altro non morirh,la barca carica Idel cielo] non affonderd Iin Terra],il tessuto a tre fili non verri tagliato,sul muro fla supefficie della Terral nessuno sard sopraffatto,la casa e la capanna, il fuoco non distruggerhss.

Uautore dell'epopea, poi, riferisce una poesia di tre righe che recita cosi:

Dopo che era affondata, dopo che era affondata,dopo che la barca di Magan era affondata,dopo che la barca "Potenza di Magilum" era affondataso.

Questa barca di Magan ha disorientato gli studiosi. Compare nuovamen-rc nella leggenda di Enki e I'ordine del mondo, in cui d descritta come,.carica e alta nel cielo>>st.I-e implicazioni di tutti questi brani dovrebbero ormai essere assoluta-

rrrente ovvie: la barca affondata o abbattuta simboleggia l'ex pianeta dele icto. E un'allegoria metaforica praticamente identicill motivo dell'albe-nr abbattuto che abbiamo trattato nei Capitoli 5 e 6.Per inciso, il medesimo motivo della barca affondata o abbattuta si ritro-

r a nell'antico Egitto. Nelle formule 132 e 136 dei Tbsti dei Sarcofagi,tro-viamo una riferimento alla <fune che fu recisa... i l traghetto che si persenclle sue acque>". Gli Egizianicredevano che I'oltretomba si raggiunges-\c attraccando una barca a una grande palo d'ormeggio nel cielotn.Esaminiamo ora pitr da vicino la barca di Utnapishtim. Nell'{popea di

(iilgamesh, Enki dd le seguenti istruzioni:

La barca che devi costruire,che le sue dimensioni siano misurate,che altezza e lunghezza siano uguali,fbrniscila di un tetto come l'Apsun('.

Inutile dire che la struttura di questa barca, come quella dell'Arca di

' La tladuzione d un misto di aw sr, cit., p. 47 e Kramer, The Sumerians, cit., p. I 89, anche se hol( ggermente parafrasato per riflettere il c.ontrasto poetico fra questo e il brano precedente.

' Kramer, Tlrc Sumerians, cit., p. 195; vd. anche ANET, cit.,p.49.' Kramer. The Surner iuns. c i t . . pp. 195, 21'7,vd. anche aruer, c i t . , p.49.

Kranrer,TheSumeriuns,ci t . .p. 176;aquantopareessadlegataaunluogochiamatoMeluhha,, lrc suggerirebbe per quel posto un'identith sia mitica sia geografica.

' ' le,sti dei Sarcofagi. formule 112, 136.

Sul "palo d'ormeggio", vd. Faulkner, Tlrc Ancient Egvptian Pyramid i"e;1.s, cit.,, riferimenti e-

' l)crrti a p. 32l; vd. anche Testl dei Sorct$'agi, per esempio formule 50 e 68; il termine d talvolta al

Irrule, il che indicherebbe la credenza in due grandi pali d'ormeggio nel cielo." I-a traduzione d un misto di Cardner - Maier, Gilgamesh, cit., p. 227 , Dalley, Mvths from Meso-

t ' , t l tunir t - c i t - - n. I lO e ANF'T ci t n Ql

nl

iI

186 QUANDO GI.I DI:I SCT:SI':RO SUII.A TI']RIIA

Nod, ha causato enormi difficolti e disaccordo tra-gli studiosi. Basti dire

"t e it tetto dell'Apsu era una crosta planetaria sulla Terra, in origine una

".oriu fiun"taria in cielo. La barca di Utnapishtim era quindi equivalente

all'interno del pianeta celeste di Shuruppak6'. La barca aveva un tetto co-

;;l"rrp"rfi"i" di un pianeta perchd esia era, in tutto ! per tutto, un pia-

n"iu. g.6o perchd uv"uu identiihe altezza elunghezza. La barca era equi-

valente a una sfera.

-omprendiamo

ora perch6 la barca di Ziusudra, nella leggenda sume-

rica del Diluvio, era ihiamata magurgur, "barca grandissima"6r. Analo-

samente, capiamo come mai la 6arca di UtnapishtimlAtra-hasis era

!tti"t""," ekillu, "grande casa" o elippu, o elippu rabitu,."grande na-

u";ir. tnottre, b daivero significativo che le dimensioni della barca di

Utnapishtim ia rendessero-simile a una ziggurat, come spiegano John

Gardner e John Maier:

La nave d enorme, delle dimensioni della grande ziggurat di Babilonia... e la qual-

tiia di materiale utilizzato b enorme... le diirensioni iuggeriscono qualcosa di pii si-

mile a una ziggurato a un tempio che a un'imbarcazione" '*'

Effettivamente. Come abbiamo osservato nel Capitolo 4,la.zigg]ur.at o il

tempio erano un microcosmo del pianeta della Terra e un'immagine ri-

n"riu del pianeta del cielo. La barca di Utnapishtim non. era quindi una

u"* U*"u, ma una "montagna" che stava cadendo e sarebbe penetrata nel

mondo sotterraneo per diveitare la vera "montagna cosmica". La ziggurat

"iu unu copia in scala, fatta di mattoni, di questa montagna cosmica.

Per finire, b interessante notare I'esistenza di una tradizione sumerica se-

condo cui Ziusudra era figlio di un <re Shuruppak>". 11 a]tri termini, sem-

UrereUUe che I'originaria**citti" planetaria d! Shuruppak fosse stata perso-

nificata e tasformlta nel padre di Ziusudra. E un'analogia che ha un senso,

uisto ctre Ziusudra veniva da Shuruppak, anche se sotto forma di tempesta

di meteoriti proveniente dal pianeta-esploso. A sostegno-di quest'interpreta-

,ion., nella Lista reale sumerica il nome del re Shuruppak b scritto

iU.fUn.mfr4. in cui il segno centrale fUn significa."montagna"oo' Sembre-

rebbe quindi che il "padre" di Ziusudra fosse il re di un paese montuoso'

Non ii vuole molto per comprendere il significato'

Il, Sf:]'il: DEIJ-A IITA

Abbiamo ora presentato una gran quantith di prove che offrono un qua-

dro molto coerente. Primo, l"iantici cittd" di Shuruppak era una "cittd"

u' Da qui forse la strana affermazione di Utnapishtim: .ll pae99 9f? radunato intorno a mg' (vd'

orrr,r.rr.,p.93), un'espr".'ri-. p.*""te anche nell'Epopba di Gilgamesh, in cui il paese di U-

ruk C radunato intomo illa "stellai' o "piccone" caduto dal cielo'n'] Heidel, The Gilgamesh Epic and OM Testament Parallels' cit'' p' 232'

6'Ibid.8 Gardner - Maier, Gilgamesh, cit-, p. 233.u' Kramer, History Begins at Sumer, cit'' p' 224'

7. \]ITANI-:IIJARCA 187

planetaria, il pianeta del cielo prima della sua esplosione. Secondo, l'eroedel Diluvio, Utnapishtim, l"'uomo di Shuruppak" non era un uomo, bensiuna personificazione del pianeta esploso. Terzo, anche l'enorme barcadelle dimensioni di una ziggurat simboleggiava il pianeta esploso, il checi porta alla conclusione che la barca e Utnapishtim erano entrambi rap-presentazioni metaforiche di un'unica cosa.Di Ziusudra, eroe sumerico del Diluvio, poco si pud dire perchd la leg-

genda sua e della sua barca d estremamente frammentaria.Invece per quanto riguarda Atra-hasis, sembrerebbe che, a differenza di

Utnapishtim, egli fosse un abitante della Terra (o forse del mondo sotter-raneo). Tuttavia, le analogie tra le leggende di Atra-hasis e di Utnapishtimsono tali che la prima sembrerebbe un riadattamento della seconda. Laprioritb della leggenda di Utnapishtim deriva dal fatto che essa d assolu-tamente logica, mentre quella di Atra-hasis contiene contraddizioni e af-fermazioni senza senso, come quella secondo cui il protagonista lascereb-be Shuruppak per <<scendere nell'Apsu>.Perchd I'autore del Poema di Atra-hasis riadattb I'originale e fece del-

I'eroe del Diluvio una figura terrena? Secondo me, per "volgaizzare" lastoria, per renderla piD appropriata a un vasto pubblico. Molti sarebberostati piir interessati ad apprendere come il Diluvio avesse annientato unagenerazione di uomini sulla Terra, piuttosto che un "popolo" mitico nelcielo. Inoltre, potrebbe essere che il riadattamento della storia avesse untine politico, per mettere in guardia la popolazione su cosa avrebbe potu-to accadere nuovamente se gli dbi fossero stati disturbati da un eccessivof rastuono6T.Riguardo all'eroe biblico del Diluvio, Nod, preferisco riservare i miei

commenti a dopo che avremo esaminato il racconto nel contesto della fi-losofia religiosa ebraica (vd. Capitolo 9). Per ora basti dire che i sacerdo-ti ebrei avevano forse delle ragioni particolari per riadattare la storia ori-ginale e creare la loro versione dell'epopea.Come possiamo essere sicuri che I'eroe originale del Diluvio fosse un e-

roe celeste e che la sua barca fosse una barca celeste ? Non d possibile chequesta versione sia il riadattamento e che la storia originale trattasse di uneroe lerrestre e di una barca terrestre?Piuttosto che riassumere tutte le prove presentate a sostegno di un eroe

celeste, b forse meglio concludere questo capitolo facendo appello albuon senso. Percid chiederb ai lettori di considerare quale dei due seguen-ti quadri ofTra lo sfondo pitr plausibile per la storia originale del Diluvio.Il primo riguarda la storia di Atra-hasis e Nod. Immaginate una Terra gih

popolata dagli uomini e brulicante di vita. Immaginate poi che Atra-hasis(o Nod) percepisca che d in arrivo dal cielo un grande diluvio che distrug-gerd tutte le forme di vita. Esce, riunisce i maschi e le femmine di ogni

"' Sebbene il "rumore" eccessivo da parte degli "uomini" lbsse prevalentemente un motivo mitico(vd. piir avanti in questo libro), non d inverosimile che le citti del Vicino Oriente fossero davvero af-t l i f te. la l h"^. .^^ ' { - t t^

f^ l r^ ^L^ r : -4-- r - '

188 QUz\N DO Gl I Dr.I SCI']Sr:R O S1,, I l.r\ TI';l1l1A

specie di creature viventi e li mette fisicamente in una barcrt vera. Poi,

dopo quest'enorme fatica Atra-hasis, che b stato probabilmente caricato

da rinoceronti. attaccato da leoni e morso da serpenti. mette in acqua il

suo zoo galleggiante nell'ululante tempesta. Dopo sette giorni e sette not-

ti di quest'inferno, la barca si adagia sulla cima di un monte e Atra-hasis

ripopola la Terra (avendo prima ucciso e sacrificato uno degli esemplari

del suo prezioso carico).

Ora consideriamo la seconda storia. Immaginate stavolta una Terra che d

un pianeta sterile, con acqua insufficiente a garantire la vita sulla sua su-

perficie. Ma immaginate che vi sia un altro pianeta nei remoti cieli, un pa-

radiso lussureggiante contenente il seme della vita. Un giorno, questo pia-

neta esplode o, per semplificare la questione, cade sulla Terra.ll pianeta,

che viaggia attraverso l'acqueo abisso dello spazio conte una bctrca, con-

tiene in s6 il seme della vita, che sparge sulla "montagna" della Terra. Do-

po questo atto di f'econdazione intetplanetaria, la Terra diviene nota col

nome di Monte Nisir, "monte della salvezza", nel senso che il seme della

vita, che era perduto in cielo, d stato salvato sulla Terra.

La prima storia d stranissima. Forse qualcuno avrebbe potuto inventarla,

ma solo se dotato di una fertil issirna inimaginazione e di una totale man-

canza di senso critico. D'altro canto, bisogna ammettere che d un raccon-

to drammatico e appassionante, proprio il genere di cose che si potrebbe-

ro trovare in una storia "volgarizzata" da raccontare alle masse.

La seconda storia, invece. non d per niente strana, ma rappresenta l'es-

senza del pensiero antico, secondo cui la Terra fu davvero fecondata dal

crollo del cielo. Tali credenze sono evidenti nelle leggende di Enlil che ge-

nera estate e inverno sulla Terra/montagna, e di Enki che riempie i fiumi

della Mesopotamia con acqua simile a sperma, e di Utu che libera il suo di-

luvio dal cielo mutando I'arida Dilmun in un paradiso lussureggiante.

Oltre a queste storie, che abbiamo gii trattato, c'd una leggenda sumeri-

ca che descrive come il bestiame e i cereali furono creati prima in cielo,

nella ..camera di creazione degli dbi>. e furono fatti scendere sulla Terra

in un secondo tempo (vd. il prossimo capitolo). Esiste anche una leggen-

da sumerica che descrive conre due ddi fratelli portarono I'orzo nel paese

di Sumer (<che non conosceva I'orzor>) dalla "montagna" celeste in cui

I' aveva conservato Enli ln'.

Un'idea simile d espressa nei Testi dei Sarcofagi, in cui il dio Shu affer-

nta:

Io sono il vivente... che Atum ha reso dio tlei cereali quando mi ha fatto scenderein questo paese, all ' lsola di Fuoco, quando diventai Osiride, il figlio di Geb>u'.

E per questo motivo che gli ddi antichi erano quasi sempre associati alla

fertil ith, direttamente o indirettamente tramite I'attribuzione di simboli di

fertil ith. come il toro. Percid Anu, il padre degli ddi. era "il

Toro Fecon-

''" Kranrer, History Bcgin.s at Suner. cit., p. 370.

^" Testi dti Suruttfugi, formula li0.

7. \]ITANI-]I.I,'ARCA 189

do>>70; Enki vantava: <<Io sono il vero seme emesso dal grande Toro Servag-gioo''; Enlil era un grande toro che fecondava la montagna HAR.SaC; Ni-nufta era descritto come il <<seme che di la vito>'2; gli Anunnaki erano il"seme del principe di Eridu" e i re egiziani erano generati dar <seme delToro dell'ovest (Osiride)>'r.

oltre all'idea fondamentale che il seme della vita venne sulla krra dal<'ielo, i anche evidente che gli d?i, che portarono questo seme dar ciero,.\pesso scesero sulla Terra in.barche.Nelle leggende dell'antico Egitto, per esempio, osiride era stato rinchiu-

so in una "cassa" e gettato nel Nilo celeste, le acque del quale lo avevanotrasportato verso la "riva" della Terra. Analogamente, Rd e Atum eranoscesi sulla Terra in una barca Hnhnw, che era stata in grado di riportarli incielo <aprendo la bocca della Terra >>70. E si narrava che il dio Sokar fossesceso sulla Terra in una barca Hnw,la cui prua conteneva "ferro,"s. po-trcmmo citare numerosi altri esempi.Volgendoci al le leggende del la Mesopotamia, abbiamo visto come

Enki scese sul la Terra in una barca, insieme a pietre e acque impetuose.E abbiamo visto come Enlil, la "Grande Montagna" fecondb Nintit 1taTgna) mentre navigava su una barca. A questi due esempi possiamo ag-giungerne molti altri. Nell'Enuma elish, per esempio, il corpo vinto diTiamat fu portato sulla Tena da un dio di nome srR.srR, che li guidd co-lne se stesse governando una <<nave>>tu. E nei testi sumerici di lamenta-zione, leggiamo che Inanna <<navigb via dai suoi possedimenti, disceseagli Inferi>".E forse significativo che il secondo quadro che 4bbiamo delineato -

quello del pianeta che diventa la barca con il seme della vita - b strano so-lo se si comincia ad adattare la storia per un grande pubbrico, per esem-pio: a) paragonando il pianeta a una "citt)" e b) rappiesentando I'internodel pianeta come un essere umano eroico, che demolisce la sua "casa" e latrasforma in una "barca". Forse questa"volgarizzazione" era inevitabile.Ma almeno il significato fondamentale della storia fu conservato.Questa conclusione comprende serie implicazioni per ra nostra com-

prensione della Bibbia. Ma prima di esaminare in dettaglio la storia bibli-ca nella sua interezza, c'd un altro argomento emerso in questo capitoloche richiede la nostra immediata attenzione.

'" Jacobsen, The Treasures of Darkness, cit., pp. 95, 98.' Ivi, p. ll0; vd. anche Kramer, The Sumerians, cit.. p. 175." ANET, cit . , p. 576." Testi dei Sarutfagi, formula 3 | 7.' ' [vi , formule 143. 153.' lvi, formula 989; cfr. .le corde di ferro> della formula 62. E un fatto poco noro che in alcuni an_

tichi testi il nome di Nut sia scritto Hnw, che significa "nave" o "grossa imbarcazione", vd. A. Gar-tliner, Egrptlan Cranunar,ltt ed.. p. 530.

'" ANET,cit . , p.7|; vd. anche Dalley, MythsJrom Mesopotamia,cit . ,p.270." AN ET, ci|.. p. 6 I 6; nella stessa pagina leggiamo di Damgalnunna, *madre della casa eccelsa'. An-

che Utnapishtim lascid i suoi beni quando s'imbarcd dalla Shuruppak celeste in direzione dell'Apsur I nferi).

190 QUANDO GI.I DI::I SCT:ST:R,O SUIJ.ATT:RRA

Ricordiamo le parole della dea celeste Ishtar, che andd in pezzi come un

vaso:

Ahimd, io stessa (ora) metto al mondo il mio popolol

Come i pesci essi'(ora) riempiono il mare!

E le parole di Enki a Ziusudra:

Pernostro(ordine)undi luviodi lagherdnei. .centr idicul to ' ' ;per distruggere il seme de-ll'umanitd [" 'lAlla tuu r-e!a[te, al suo dominio verr2r posta tine'

Ziusudra quindi divenne <.il preservatore del nome della vegetaz-ione e

del s eme dell' umanitd>>'8 --Foti"tu" essere che-il Diluvio non annientb l'umaniti sulla Terra. l'uma-

nitd come la intendiamo noi, ma piuttosto distrusse il seme dell'umanitb

.t " "r1ri"uu

nei cieli? E se d cosi, questo seme celeste potrebbe avere a-

il. il;dsa a che fare con la suicessiva creazione del genere umano

sulla Terra?"Qil; p.trebbe essere forse anche la risposta al mistero di quell'enig-

matica tavoletta, tto"uiu uJ Attot, che narrava dell'umanitd spuntata dal

terreno come una Pianta:

Aruru, la grande signora degli ddi' a cui si addice il comando'

ordind pei loro [Ufi gana e Zalgarr a]. grandi destin i :

un abili lavoratore per produne un abile lavoratore

e un lavoratore inesperto per un lavoratore inesperto

da loro spunteranno come grano sulla terra'

Una cosa che' come le stell=e in cielo' non cambierd mai ' ' '

Che i saggi insegnino il mistero ai saggi'

8I-F- TESTT' NI'I3I.-

Che dio e uomo siano mescolati insieme nell'areilla.Che da ora in poi si oda per sempre il rullo del timburo.

Poema di Atra-hasis

Nel capitolo precedente, le storie tratte dal poema di Atra-hasrs e dall'E-popea di Gilgarneslr ci hanno lasciato nel dubbio su cid che accadde dopo laf'econdazione della Terra e su cosa avvenne della prole celeste della dea delcielo Ishtar, o Mami, dopo che essa <<andd inpezzi come un vaso>>. euale fuil destino del "popolo" della dea, che era stato disperso dal cielo verso lalontana "riva" della Terra, come "pecore bianche" sacrificali o "libellule"?Fortunatamente, la storia prosegue nei pochi frammenti superstiti della

leggenda sumerica di Ziusudra. Qui, troviamo stranissimi brani quasi in-traducibili, che non hanno mai avuto molto sexso per gli studiosi iontem-poranei. Questi brani, perd, forniscono ora ulteriori particolari alla storiache abbiamo interrotto nel precedente capitolo. Le seguenti righe echeg-giano con forzala distruzione della dea del cielo e, secondo me. alludonoal fato della sua neonata prole:

Quanto al mio "popolo", dalla sua distruzione che io causerd [...]Per Nintu io restituird il [...] delle mie creature,riporterd gli uomini nei loro insediamenti,nelle citth, che essi costruiscano luoghi per decreto divino...Che stabiliscano i luoghi delle nostre deliberazioni in luoghi puri,.

Questo brano, di difficile traduzione e interpretazione, s'iscrive nel con-testo del Diluvio e sembra alludere all'idea che il "popolo" primordiale -il seme dell'umanith - sia stato ripiantato in Terra e sia stato cosi salvatodalla distruzione in cielo.

ll seguito della leggenda di Ziusudra d ancora piir interessante. L autoredefinisce Ia neonata razza di "uominio', le "teste nere":

Dopo che Anu, Enlil e Ninharsagavevano forgiato le teste nere,la vegetazione divenne abbondante dallaTerra, dalla Terra.animali, creature a quattro zampe della pianura, vennero abilmente creatir.

I sumerologi hanno supposto che queste "teste nere" fbssero esseri uma-nl rn carne e ossa, senza dubbio basandosi sul fatto che i Sumeri si attri-buivano I'epiteto di "teste nere".

' ANET, cit., p. 43; vd. anche Heidel, The Babylonian Genesis, cit.

' ]b id. :vd. anche Kramer The.\u-o, i -n" ^; ' ^ 1o4 - r r^:r-r ' '

p .72

t92 QUANDO GI,I DT:I SCI:SERO SUI-I.ATI':RI3A

Questa supposizione, perd, non trova conferma in cid che dice il testo.

Qiesto, al iontrario, suggerisce che le teste nere non fossero uomini veri

Jpropri, ma il seme dell'umanitit, che scese dal cielo sulla Terra e produs-

r" t' inirio della vita. E secondo me per questo motivo che la creazione

delle teste nere precedette la creazione di piante e animali nel brano cita-

to precedenternente. E un indizio impor-tantissimo.

Nella stessa leggenda, vi sono alcune righe incomplete, ancora una vol-

ta di difficile interpretazione, che apparentemente ripetono lo stesso con-

cetto:

Voi direte: <.softio del cielo. softio della Terra, in veritir esso [ ' ' '] se

stesso Pef mezzo 1.. .1>>.Rnu-Eni i l [ . . . ] <soff io del c ielo ' soff io del laTerra>. [" ' ] esso [" ' l se

stesso 'La vegetazione. emergente dalla terra' crescet.

Osservate che la vegetazione d la prima cosa a emergere dalla terra do-

po che gli ddi sono d]scesia. Questo suggerisce che il magico osoffio del

.i"too wolse un ruolo analogo a quello svolto dalle teste nere nel primo

brano. L implicazione C che ie teste nere devono essere identificate con i

semi extraterrestri della vita.

Se questa argomentazione appare un po'debole, considerate il seguente

brano relativo al Diluvio, tratto dai testi sumerici di lamentazione:

Ahimd, tutte le tempeste insieme hanno inondato il paese'

Il grande Diluvio del cielo, la tempesta rombante" 'Il Diluvio ordinata nell'odio. che ha saziato il paese"'

ll Diluvio che ha travolto le creature t,it'enti di cielo-e-Terra: le teste nere''

In questo brano si afferma chiaramente che le teste nere furono sopraf-

fatte dal Diluvio, e altrettanto chiaramente che esse non efano creature

della Terra. Piuttosto erano <(le creature viventi di ciekt-e-Terra>>. Questa

straordinaria affermazione conferma I' ipotesi formulata precedentemen-

te: le teste nere erano il "popolo", ciob i meteoriti emessi dal "grembo"

della dea del cielo, Ishtar o Mami. O b cosi o il testo b stato erroneamente

tradotto.

Quest'intuizione ci pone ora davanti 4l difficilissirno compito di tentare

di leggere e comprendere i testi mesopotamici, perch6 gli studiosi - igna-

ri del-fatto che li religione fosse il culto di un pianeta esploso - hanno

supposto che tutti i riferirnenti alle "teste nere" fbssero ovvie allusioni a

esieri umani in carne e ossa. Ed erano talmente sicuri di questa supposi-

zione che in diverse occasioni hanno semplicemente sostituito I'espres-

sione "teste nere" con "umanitd" o "esseri umani".

Gli studiosi hanno commesso un errore madornale? Scopo di questo ca-

pitolo b dimostrare che b stato proprio cosi e che le leggende della crea-

' a,vcr, cit., p. 14.. Bisogna perd notare che il signific:rto del terntine tradotto con "vegetaziorte" b incerto.

' ;,ver, cit., pp.162,463.

(

I. Le popolazioni antiche erano ossessionate dallahattaglia degli ddi". In questo sigillo cilindrico, un

Lrr() coll sembtanze umane attacca il drago marinoI iarnat (O The Brit ish Museum. siei l lo g9589i

' . A desta. Secondo i l poema epico babilonese' lcl la creazione. Tiamat non era un drago. ma un, orpo celeste esploso nel le . .acque.'del lo

spazio {da,1ui i l suo soprannome di

, .madri del rumore.. rO The

I t f i t ish Museum. lavoletta K-.1.173 ).

3. Una del le pi i rlamose battagl ie celesti

fu quella tra gli ddiNinurta e Zu. In questo

sigi l lo ci l indrico, i lpr igioniero dio-uccel lo

Zu viene portato allapresenza del dio della

Terra Enki (O TheBrit ish Museum, sigi l lo

I 033 17 ) .

4. QuiZl d uccisosotto le sembianze di

un toro, mentreNinharsag scende dal

cielo. La montagnaceleste di Zu era statadistrutta provocandoun accumulo di sue

"pietre" sulla Terra (Otn"

":::l,Y"tTill'

5. La leggenda piir famosa del Vicino Oriente antico era I'Epopea di Gilgunesh. In questo

sigillo, Gilgamesh (a destra) vince un leone, rnentre il suo compagno Enkidu (a sinistra)

taglia una zampa posteriore al Toro Celeste (O The Oriental Institute of the University of

Chicago, sigillo di Tell Asmar P23277).

6. A destra. Huwawa, un dio che

personificava la "montagna cosmica" degli

Inferi. Fu compito di Gilgamesh ed Enkidu

sconfiggere Huwawa e quindi salire in cielo

per la .via di Utu> (The Brit ish Museum.

fotoeraf-ia dell' Autore ).

7. Utu. il dio sumerico che controllava tutte le

traversate tra il cielo e la Terra. Fu Utu ad

aiutare Gilgamesh a raggiungere il cielo,

immobil izzando Huwawa con .otto venti

potenti> o facendo scendere <sette eroi> agli

Int-eri (The British Museum, fotografia dell'Autore).

\-9-10. ln alto. Utu (Shamash) sorge daile due verte gemelle della sua ..montagna',, a est,

' rtn raggi infuocati e una sega. in mano. Utu era presumibilmente il dio sumenco del Sole.\! centro. utu d dentro Ia sua "montagna" orientire. Alra sua o"rt.u JBnti iEat, un dio che'cese dal cielo sulla Terra con acque ieconde. Alla sua sinistra e unu o.u olilu vegetazione.j.a scena dimostra I'infondatezza della teoria secondo cui Utu non;;bb"';hto altro cherrn dio solare' In basso- Il dio babilonese Marduk sta ritto al centro della vinta dea Tiamatc poi cammina su una "monragna" davanti a Enki (Ea), .h; ri;" Ji;u"qu"o Apsu delral 'erra' ciod gl i Inferi . (o rhe Brit ish Museum, sigi l l i 89r r0, 89r r5, uR-g750).

I l. La Stele della Vittoria di

Naram-Sin raffigura il re

accadico in atto di ascendere una

montagna verso il cielo, dove

risiedono gli ddi. Osservate gli

dBi celest i rappresentati come

stelle munite di raggi (O Photo

RMN. H. Lewandowski).

12. Il re assiroAssurnasirpal guardaverso i suoi ddi. Ancorauna volta, questi sonorappresentati da simboliastronomici: un discosolare alato, una falce diluna e una stella con deiraggi. I restanti simbolisono il copricapo a comadi Assur e la saettabiforcuta di Adad OheBritish Museum, fotografi a

del l 'Autore).

t]. fehu'

re d'Israere, paga ir tributo al re assiro Sharmanasar ru. Ancora una vorta, gli ddi\ono rappresenrari da simboli asrronomici che si librano n.t "i"io

rrr,. sJiilt N{ur"un', ro-r()grafla dell'Autore).

l -1. Utu/Shamash vi,l*_',!tursnalash

vraggiava tra ciero e Terra ed era quindi raffigurato in un diI acl le essere insannat i dal l ' anfrnnn^^, f f .*^ ;^t r , : - - ^ - : , - ,I)almente cosmologico (The Britisir Museum, i.t.gr"ilii,l:fi;;;;'

4"'"?i;ti:ffi ;'''.f,Tili:ilfll'Jilfi X'#i',".iil:,1llll,,i?ihlismo d princi

15. <Tu tieni le estremite della Terra sospese dal centro del cielo> (lnno a Shamash).Latavoletta mostra Shamash seduto in trono nel suo tempio sull'oceano celeste. La stella conraggi su un piedistallo d I'infuocata "montagna cosmica", sepolta negli Inferi (The BritishMuseum, fotografi a dell' Autore).

l 6. Secondo la leggenda, agli uomini venne data la zappa perchd lavorassero la terra e des-sero nutrimento agli dEi. Ma chi erano gli dEi? Questo sigillo, conservato al Vorderasiati-

sches Museum, fornisce un importante indizio: il cielo d dominato da un corpo celeste cheesplode in frammenti meteoritici (@ Bildarchiv Preussischer Kulturbesitz, sigillo VA 2nfpD.

i;ltj,,:..:::zl?,1"."9:':* ii:1y.l,l cieto, ma divenne signore degri rnferi dopo essere

'rato gettato sulla Terra. Si diceva che dar suo corpo sm"m-bruto foJsero f";"fi,ii;;rrreteoritico e acqua.

1 tl' L'osireion ad Abido fomisce la conferma archeologica della credenza secondo cui la'rnontagna" del cielo cadde nel mondo sotterraneo,

ff i - - ' - -" .*/ r ' \4a! . ' " \

:-"tJrr-

19. In alto a sinistra. <Il fulminecolpisce... Iside si desta, pregna del seme

divino di suo fratello Osiride> (Testi deiSarcofagi, formula 148). Il concepimento di

Horo, qui raffigurato sulle ginocchia diIside, non fu di tipo comune (The British

Museum, fotografi a dell' Autore).

20. In alto a destra. Il falco di Horod qui rappresentato in atto di proteggerela testa del re Chefren. Ogni re egiziano

credeva di essere un'incarnazionedel dio-falco (O Wally Motloch, Museo

del Cairo).

21 . I re dell'antico Egitto e dellaMesopotamia raffiguravano se stessi come

giganti, generati dal grembo della Tena (Iside)

e "fisli di Dio".

22. Secondo il racconto biblico di Adamo edEva, qui in una celebre incisione di AlbrechtDtirer, Dio cred Adamo dall'argilla e poicred Eva da una costola di Adamo. euestaperd risulta un'evidente bugia se confrontia-mo la storia con quella degl i anrichi tesri me-sopotamici (O Bibliotheque nationale de France,94/4699't8).

23. Questa tavoletta sumerica riferisce dicome il "genere umano" fu creato da Enkie Ninharsag per mezzo dell'<argilla che dsopra I'Ae.zu>. La leggenda confermaanche che alle nuove creature vennero da-te le <sembianze degli ddi>. potrebbe es-sere questa la fonte della storia biblica?(O University of Pennsylvania Museum, Fila-delfia, negativo n. 58-68 I 8).

24. Tavoletta conservata alVorderasiatisches Museum, cheriporta Ia leggenda di Ul l igana eZalgatra, descrive la creazione del"genere umano" dal "sangue" degliddi. La colonna di sinistra contienesimboli indecifrabili che si credesiano una sorta di scrittura segreta. Laparte decifrabi le del tesro te. i inu conle enigmatiche parole <Che i saggiinsegnino i l mistero ai saggi"(O Bildarchiv Preussischer Kulturbesitz,tavoletta KAR4).

25. Questa tavoletta (l millennio a.C.)narra della decisione di Enlil di distrugge-re il "genere umano" con un diluvio. MaI'eroe Atra-hasis costrui una barca e salvdil seme dell'umanith e di tutti gli esseri vi-venti, proprio come il biblico Nod (o TheBritish Museum, tavolena 7894 I ).

26. La tavoletta xt dell'Epopea di Gilga-

mesh nana anch'essa la storia di un diluvio

e di un eroe di nome Utnapishtim, ma con-

tiene anche <un segreto degli ddi" che ci

permette di decifrare il significato nascosto

di tutte le leggende sul Diluvio (O The Bri-

tish Museum, tavoletta K-3375).

27. Questa barca inlegno a grandezza

naturale era sepoltaaccanto alla GrandePiramide di Giza ed

era destinata atrasportare il defuntore egiziano nel paesedegli ddi nell'oceano

celeste.Navi come questa

erano principalmentecelesti. Navigare con

esse sul Nilosignificava riprodurre

la PrimaVolta,quando gli ddi

avevano attraversatoil cosiddetto "Corsod'Acqua Tortuoso"

tra cielo e Terra.

J8. Questa statua - nota come 'Ariete trail fogliame" - venne seppellita nele imitero reale di Ur (2100 a.C. ca.).I -' immagine ricorda quella dell'arieteinviato da Dio ad Abramo per riscattare ilprimogenito Isacco. Notate le piume che.rrtestano i l fatto che non si traita di unrrfiete qualsiasi (The British Museum.lirtografi a dell'Autore).

30. <La mia madre sostituta mi concepi..Mi pose in un cesto di giunchi, sigilldI'apertura con del bitume. Mi eettd nelfiume>>. La leggenda della nas6ita diSargon, riportata su questa tavoletta(700 a.C. ca.) presenta incredibilianalogie con la storia biblica di Mosd(O The British Museum, tavoletta K-3401).

29. A sinistra. La Lista reale sumericanomina otto "re" di tipo divino, che

govemarono ognuno per migliaia di anniprima del Diluvio. Analogamente, la

Bibbia elenca dieci patriarchi, che visseroprima del Diluvio ed ebbero vite di duratasovrumana (@ Ashmolean Museum, Oxford,

t923.44q.

31. Il poema epico babilonese dellacreazione (tavoletta tv) descrive co-me Marduk cred un cielo metafisico,I'Esharra, sollevando un'immaginedel cielo fisico, Apsu, precedente-mente gettato agli lnferi (O The Briri-sh Museum, tavoletta 93016 v.).

3J. La ziggurat di Bahilonia. colne luu.eun legame permanente tra cielo, Terra e

32. In questo frammento sumerico dell'Epopea diGilgamesh,l'eroe parte alla ricerca del cielo, cheegli chiama <il Paese dei Viventi> (O University ofPennsylvania Museum, Filadelfia, negativo n. S8-22065\.

le antiche ziggurat, era una "montagna cosmica",Inferi.

' l-1' lf complesso templare di Karnak in Egitto includeva un,palazzodi milioni di anni,,.che simboleg-eiava ir regame !n tempo "sirrenre

tra ciero "

T";;. b.;;ate anche ir gi_ganresco oberisco che revava ir seme^der oio .i"uto." al ciero, da dove era venuto.

)f.,1 ::1^ i 1; 3ti z i ani ar r i n i z i o ;;; fi ;;" ;;"" q

" ".i r

1i_!: l1.piOi di.Giza-erano ..montagne

cosmiche,, a ia.immagine di cielo e Tbrra. Esse tra_l speravano di ricostruire la disinte_grara "montagna', del cielo.

36. Agricoltura nell'aldilir: una scena tratta dall'antico Libro dei M(rrli. Uesistenza di que-

sto "Campo di Canne" nel cielo d un'eloquente testirnonianza dell'antica credenza del cie-lo a immagine della Terra (The British Museum. fotoglafia dell'Autore).

37. La grande Sfinge di Giza scruta in lontananza la "montagna" del lato orientale del cie-lo, dove si credeva dimorasse il doppio del re nel paese dei suoi antenati.

38' Il Partenone sull'AcroPoli di Atene (v secolo a.C..y. Anche i Greci ricordavano la pri-rna volta nei loro templi. come in Egitto e Mesopotamia. ir terto si-uoi"gtuua il cielo, labase la Terra e le colonne re corde cie si trasmeitevano l'un Ialtra la vita'."

39. Il tempio romano di Bacco a Baarbek (lr secoro d.c.) lu uno degli urtimi grandi rempli pa-gani costruiri prima che il cristianesimo diventasse rerigione ai sta'to dii;d;." Romano.

40. Gesir sulla croce,Chiesa del Santo

Sepolcro aGerusalemme. Una

storia antica narrata inmodo semplice e con

protagonisti umani, mache conteneva un

significato esotericoper i pochi iniziati agli

antichi segreti.

4l. Il pin grande meteorite noto al mondo. Del peso di sessanta tonnellate, d esposto in uncortile infossato a Hoba in Namibia. Meteoriti come questo potrebbero essere la chiaveper comprendere le religioni antiche e moderne? (O Robert Bauval).

tJ. IJ-: TI.]STI.] NI.:I3,I.:

zione dell"'umanitd" si riferivano in realtd a unmano e primordiale dell'umanitd.

t93

seme meteoritico subu-

Quest'idea all ' inizio pud sembrare un po' strana, ma solo perchd abbia-mo dimenticato come pensavano gli antichi. Nelle pagine che seguono ri-cattureremo questo modo di pensare e cercheremo di afferrarne l*a logica.Poi, nel capitolo successivo, vedremo come questa nuova valutazione deitesti-mesopotamici getti le fondamenta di una rivalutazione altrettanto ra-dicale della leggenda biblica diAdamo ed Eva.Preparatevi, cari lettori, a una serie di straorclinarie rivelazionr.

I..,\ CADU?\ DEGI.I ANUNNAKIPer comprendere le. origini degli "uomini" in Mesopotamia, c'd solo un

punto da cui cominciare:. i loro signori, gli Anunnaki. Secondo la leggen-da, fu p-er gliAnunnaki.che gli "uomini'ifurono creati, per sollevarli dalleloro tediose fatiche. Gli "uomini" iniziarono la loro .rirt.nru come umilischiavi degli Anunnaki.cominciamo quindi con gliAnunnaki. come abbiamo accennato nel ca-

pitolo 2, gli Anunnaki erano la prole di eN, o Anu, "padre degli ddi,' e dioceleste per eccellenza.

Questi aveva dato alla.luce gli Anunnaki in circostanze catastrofiche, unfatto che d diventatochiaro solo nel capitolo precedente, qrundo abbiamodecifrato la storia di utnapishtim e ci siamo rbsi conto che-il brano che se_gue descriveva una catastrofe nei cieli:

Gli Anunnaki sollevarono le torce.illuminando la Terra con il loro splendore.La confusione di Adad raggiunsei cieli (pii atti),mutando in oscuritir tutto cid che era stato luce.La vasta Terra si tiacassil come un vaso!0.

Secondo questa leggenda gli Anunnaki ebbero una nascita infocata nelcrero contemporaneamente al "popolo" di Ishtar, ciod l"'uminitd". Matutti gli altri racconti suggeriscono ihe questa leggenda fosse una sempli_ficazione, perchd gli Anunnaki erano nati molto ti"mpo prima. Sembrer'eb-be percid che la storia del Diluvio di Utnapishtim nell"Ep opea di Gilga-mesh sia una miscela di due distinte storie del Diluvio, di ,iu. clistinte e_splosioni planetarie: una di Anu e I'altra di lshtar (lnanna). euest'ipotesinasce dalle nostre conoscenze sul "duoteismo" maschio-femriina che esi_steva non solo in Mesopotamia, ma anche nell'antico Esitto.

- Dopo aver chiarito questo punto fondamentale, possiimo ora tracciare

le origini degli Anunnaki, da un pianeta disintegrato in cielo fino agli In-feri della Terra, dove avvenne ia roro p.erun6 creazione per opEra diAnu, quando questi f-econdd <r (la Terra) all ' inizio dei tempi. Dice un te-sto:

6 La traduzione d un misto di elvzr, cit.. p. 94 e Heidel, The Gilgantesh Epic ttntt Old Testament pa-rrrilal.r. cit.. p. x-5.

t94 QUANDO GII DI:]I SCI']ST:R,O SUII^ATT:RR'A

...nella Montagna di Cielo-e-Tena'

nN IAnu] t 'ece nascere gli Anunnaki' '

E un altro:

Sumer, "Grande Montagna", paese di Cielo-e-Terra" '

Gli Anunnaki' i grandi ddi'. hanno preso dimora nel tuo centron'

Una tale caduta nel mondo inferiore era, naturalmente. il destino di tutti

gli antichi ddi provenienti dal cielo. Era una sorta di antica legge grav-ita-

zionale: dovevaessere cosi. Ed era un'idea ispirata senza du-bbio dall'os-

servazione che i meteoriti che cadevano avevano il potere di spaccare la

superficie della terra..-ilopo qu"rta grande caduta, gli dbi Anunnaki rimasero intrappolati agli

Infeii, insiemJa Enki, supremo dio dell'Apsu. Sembra chetutte queste

Aiuinita rimasero agli infeii come ostaggi, p-er permettere ad Anu ed Enlil

;i iGil ; quindi ii u.ru,r,"r" il controilo delle regioni superiori che si e-

stendevano tra cielo e Terra.

quunto agli Anunnaki, il loro destino era di lavorare al centro della Ter-

ra-in condiTioni disperaie. Lo scopo di questa fatica b spiegato nel Poema

di Atra-hasjs. Osseivate che, nella segu-ente citazione, gli Anunnaki sono

talvolta definiti con il loro nome celeste di Igigi:

Quando gli i ldi al posto degli uomini't-acevand il lavoro, sostenevano il carico'

il fardello desli dii era troppo grande,

il lavoro troppo duro' troppe le tribolazioni"'

DoPo che Anu era salito in cieloe gii aei dell'Apsu erano andati giit '

i frandi dbi del cielo t-ecero sosrenere il carico del lavoro agli lgigi.

Gli Anunnaki [Igigil dovevano scavare canali'

dovevano pulirJgii alvei, le cime di salvataggio del paese" '

Gli Anunnaki ltgigil scavarono il fiume Tigri' e poi scavarono

l 'Eufrate.. .Essi contavano gli anni di lavoro,per 3600 anni sopportarono I'eccessivo carico' ' 'Si lamentavano e si accusavano I'un I'altro'

brontolanclo sui mucchi di terra scavata"'

Qual era lo scopo di questa tremend-a fatica? come abbiamo spiegato nel

Ca-fiioto.O, si credeva che i grandi fiumi di Sumer e dell'Egitto avessero

avuto o'glne rn crelo, dal qirale erano-.caduti sulla Terra per po.i entrare

nel mondo sotterraneo. Il compito degli Anunnaki, quindi, era di scavare

canali e corsi t1'acqua negli Inferi in modo che le acque sotterranee potes-

sero salire sulla superficie della Terra'

, Kramer' Tlrc Sumeriuns,cit., p' 220; ma d meglio tradurre..sulla'' con ..nella'''

8 lv i , p. 177., bof f'.y, Myths frrm Mes6ltotsmiu,cil., pp. g, l0; vd. anche Jacobsen, The Treasures of Darkness'

c i t . . p. I 17.

t95

Questo lavoro, come vedremo, fu la molla che provocd la decisione dicreare gli "uomini" come servi degli Anunnaki.

C'era perb anche un'altra ragione per creare l"'umaniti". Secondo laTenzone tra bestiame e cereale, gliAnunnaki avevano un disperato biso-gno di cibo nutriente e I'uomo doveva fornirglielo. Vale la pena di rac-contare la storia per intero, perchd tra I'altro rivela la natura incredibil-mente simile alla Terra degli Inferi, una cosa assolutamente logica secon-do I'antica filosofia dell'universo (per i motivi che abbiamo dlscusso nelCapitolo 4), ma che ha nondimeno lasciato perplessi gli studiosi.

La Tenzone tra bestiame e cereale inizia con un inleressante brano in-troduttivo in cui si afferma:

Come I'umanitd, quando in principio venne creata,gli Anunnaki non conoscevano I'uso del pane,non conoscevano I'uso delle vesti.Mangiavano le piante con la bocca come pecore,bevevano I'acqua dai fossiro.

sembrerebbe che i poveri Anunnaki seguissero una dieta vegetariana,ma che avessero bisogno di molta energia per scavare canali e cbrsi d'ac-qua nel mondo sotterraneo. Ma a quel tempo, questo non conteneva ani-lnali, percid non c'era nd carne da mangiare, nd latte da bere. Gli Anun-naki vivevano nell' ignoranza del <nome di Lahar e Ashnan>> e sravanopraticamente morendo di fame.

Il testo quindi rivela che la munificenza di Lahar e Ashnan fu resa notaagli Anunnaki, che erano all'epoca.,poveri>> e <<abbracciati alla polvere>>:

Al puro comando di Enki ed Enlil,Lahar e Ashnan discendono dal Duku...Uabbondanza che viene dal cieloLahar e Ashnan fecero apparire sulla Terra.Nell'assemblea [degli Anunnaki] Lahar e Ashnan portarono I'abbondanza,nel paese portarono il sotfio vitale,le leggi divine degli ddi esse dirigono,il contenuto dei magazzini moltiplicano,i depositi riempiono.Nella casa dei poveri [Anunnaki], abbracciati alla polvere,entrando esse portano I'abbondanza;la coppia. ovunque sia,reca grande crescita nella casa',.

Lahar e Ashnan erano due dee che personificavano il bestiame e i cerea-li rispettivamente e non c'd da stupirsi se esse scesero dal cielo. euanto alDuku, questo era il <luogo della creazione degli ddi>, dove un tempo ave-vano vissuto gli Anunnaki e gli Igigi e dove, secondo questo testo, eranostati originariamente creati il bestiame e i cereali'2. Come risulta chiaro daquesta leggenda, il Duku cadde dal cielo, da qui le sue frequenti associa-

'" Krarner, 'fhe Sumeriuns, cit., pp.220,221.

" lv i , p.221.

' ' ANEt',ci t . . p.51. n. 23: cfr ' . la leggenda degti ddi del l 'orzo citata nel Canitnto ?

l9(r QUANDO Gl,r Dr:r SCr:Sr:RO SUlt-A Tr.:11,1?,A

zioni agli Inferir3. Questo rappresenta un ulteriore esempio di cid che po-tremmo definire il motivo del "come in alto cosi in basso", che abbiamogid incontrato in luoghi quali I 'Apsu, Dilmun e Aratta.Tornando alla storia, dobbiamo ora immaginare gli Anunnaki che indossa-

no abiti da lavoro e iniziano uno stile di vita piir civilizzato: un'idea davverocuriosa. Questa nuova abbondanza, perd, .si dimostra insufficiente, special-mente in relazione alla produzione ovina. E per questo motivo - per aurnen-tare il rendimento delle fattorie degli Inferi - che sard creata l"'umaniti":

Gli Anunnaki del Duku mahgiano i prodotti di Lahar [bestiame] e diAshnan Icereali], ma non si saziano;

nei loro puri ovili, gli Anunnaki bevono il buon latte shum, ma non sisazlano.

Per i loro buoni e puri ovil i , venne dato i l sofl lo all 'umanitl ' ' .

La stessa storia E narrata nella misteriosa tavoletta scoperta ad Assur(una vera miniera d' informazioni ! ).

In questa leggenda, Ull igarra e Zalgarra sono in stretto parallelo con

Lahar e Ashnan, con i l nome di Ull igarra che significa "fondatore di ab-

bondanza" e quello diZalgarra "fondatore diprosperith"' ' . Questi due dbisaranno sacrificati nel Legame tra Cielo e Terra, ciod probabilmente get-

tati gii dal cielo, dopodichd creeranno gli uomini a loro immagine come

lavoratori abil i e non. Lo scopo di questi "uomini" sari di soddisfare le

seguenti esigenze:

Preservare il confine,r iernpire i l granaio. . .rendere prospera la produzione del campo degli AnLrnnaki,accrescere I 'abbondanza nel paese...Che facciano aumentare buoi, pecore, bestiame, pesci e uccell i:I 'abbondanza nel paese'".

O, con le parole di un antico mito babilonese della creazione:

Cid che d piccolo, egli [ 'uomol renderh abbondante;i l lavoro di un dio I 'uomo sosterri ' ' .

l-z\ CISE^zWIONI'- DIil- GItNEI3E Ul-rANO

Volgiamoci ora ai racconti dettagliati su come vennero creati gli uominiper alleviare le fatiche degli Anunnaki. Ricordate sempre che gli Anun-naki erano indiscutibilmente abitanti degli Inf'eri e percid sarebbe statoimpossibile agli uomini servire gli Anunnaki a meno che anche il genereLunano non .fosse stato creoto agli Inferi (ed b strano che gli studiosi o-

'' Perc-id lbrse il nome di Marduk derivadaMr e Duku. "Dio dell'ascesa dagli Inf'eri", cosa che e-gl i laceva durante la festa babi lonese del Capodanno.

' ' Kranrer, The Sunter ions, c i t . , p.221.

'' Heidef , The Babt'loniurt Genesis, cit., p. 70, n. 56.

'o Iv i , p. 70.

' ' l ,vrr . c i t . , p. 99.

t97dierni non siano riusciti,ad.afferrare questo semplice concetto, perchenessuno.di loro negherebbe il farto che gli Anunnali abitavano aglilnferind che gli uomini furono creati per svollere il loro lavoro;.cominceremo con un brevissimo racionto della creazione dell'uomo,

che si trova all ' interno di una leggenda intitolata Enki e Ninmah.Il rac_conto conferma che, (molto tempo fa>, gliAnunnaki erano costretti a sca-vare i canali degli Inferi, mentre'gli ddi pin anziani,.orn" pnti, si riposa_vano- Alla fine, perd, gli Anunnaki iniziarono a brontolare e lagnarsi e leloro lamentele furono.udite per caso da Nammu, madre ai BnH, il cui no_

. me personificava l"'ocea.n-o primordiale". secondo questa leggenda,

[lrll^.?o:,per prima ridea-di creare gri "uomini" pJi iiu..ure gli ddi

dal te toro tat iche e disse al f ig l io Enki :

Figlio mio, levati dal letto, dal tuo [...] attiva la tua saggezza,modella dei servi per gti ddi, che essi producano Ie loro itEsse sembianzers.

Il testo descrive poi i l modo in cui Enki aderi con grande entusiasmo alprogetto della madre dichiarando:

o madre mia, ra creatura i l cui nome hai pronunciato,.esisterir!(lstruzioni ai suoi articiani:)<Date a essa le sembiinze iteeli ddi.Mescolate i l cuore del l 'argi l l iche E sopra I 'Rg.zu.(Vri) buoni e principeschi arristi lavorerete I,argil la.Creerete le rnembra.Ninrnah [Ninharsagl vigileri su di voi.Le dee (della nas.cita) [... I staranno presso di voi mentre (la) modeilerete.Madre mia, stabil isci i l destino clella nuove creatura.Ninmah INinharsah] la fbrgeri a modello degli dbi,i l suo nome sardL Lullu>,.,.

Nonostante la descrizione antropomorfica del Lullu (letteralmente ..uo_

mo primitivo"), non d certo che questo essere fosse un uomo come lo in_tendiamo noir ' ) . osservate, per isempio, ra presenra deria dea madreNinharsag e di altre dee della nascita. Nel capitolo z, auuiumo riferito unracconto della creazione molto simile, tratto d-a un tesio intitolato La crea_:ione dell'uomo da parte deila crea madre. Anche qui veniva usata del-r argrila. rntrodotta nel grembo di Ninharsag e delle quattordici aiutanti. E3n.lr9 qui veniva crearo il Luilu,.l'uo,mo pri-mitivo Eifure in qu.r capito-lo abbiamo dovuto concludere che Ninharsag era una dea celeste, che erascesa dal cielo e aveva assunto il ruolo di [4adre Terra; e inottr" che il"genere umano" era stato prodotto entro i quattordici ;t;e;';

sussidiariche erano dentro il suo "utero" planetario.L'inevitabile conclusione i c'ie il Luilu.fu creato dentro la krra, cioi

negli Inferi.

'' Kramel 'l-he Sumerians, cit._p. 150: cti. Rohl. Legentl,cit., p. 204.'o lbid.', vd. anche Frankfbn , The lntell<.tual Atlvertture of Anr:ient Man, cit., p. 162.r'' Gli studiosi di nornra tracrucono "Luilu" con "uomo seivaggio" o

..uomo pr*riir".", cfr. Io sta-to di Enkidu pr i rna del l ' in iz iazione t le l la prost i tura.

198 QUANDO Gl.r DF:I SCr:Sr:RO SUll-ATI':l3l3A

Esaminiamo ora la leggenda della creazione del Lullu nel Poema di A'

tra-hasis integrata dal Mito del piccone.

Cominciamo la storia nel punto in cui gli Anunnaki hanno lavorato per

3600 anni scavando i canali sotterranei per ilTigri e I'Eufrate, i fiumi de-

gli Inferi. E allora che gli Anunnaki decidono che d veramente troppo e

organizzano un ammutinamento. Emettendo un <grido di battag.lia>, gli

ddi ribelli bruciano i loro attrezzi e assediano I'E.KUR di Enlil (l ' ingresso

sotterraneo alla sua "montagna cosmica"), lamentando: <Il peso d eccesSi-

vo, ci sta uccidendo!"rr. La rivolta d talmente grave che viene chiamato

dal cielo Anu in persona a presiedere una riunione d'emergenza. In prin-

cipio, Enlil cerca di identificare e punire il capo della rivolta, ma i ribelli

si presentano in fionte compatto e annunciano: ,.Ciascuno di noi dbi ha

dichiarato guerra>>rr.

E a questJ punto, dopo che Anu ed Enki iniz.iano a simpatizzare con i ri-

voltosi, che il saggio Enki propone un'intelligente soluzione:

Perchd li accusiamo?ll loro lavoro era troppo duro, troppe le tribolazioni.Ogni giorno la Terra risuonava...Belit-il i INinharsagl, la dea-utero d presente,che crei un Lullu,in modo che possa sostenere il giogo...Che I'uomo sostenga il carico degli ddil"'

Cosi I'ammutinamento si risolse. Anu risali in cielo, dove un dio di no-

me Geshtui venne <<convocato e scelto per la distruzione>>tt. Questo dio

venne dunque gettato gii dal cielo e ucciso nell"'assemblea", ciod nel li-

mite sotterraneo del Legame tra Cielo e Terra:

Geshtui, un clio clotato d'intelligenza,essi massacrarono nella loro assemblea.Nintu [Ninharsag] rnescold argilla con la carne e il sangue del dio.Dio e uomo erantt mescolati insieme nell'argilla,e da quel momento in poi si udi per sempre il rullo del tamburo".

Il risultato di quest'unione tra dio e uomo, un'idea su cui ritorneremo,

fu l"'umanitd", nota collettivamente col nome di NAM.LU.LUr".ll Poema

di Atra-hasi.s rif 'erisce che questa nuova creatura si mise subito al lavoro

per sostituire i picconi e le vanghe bruciate nella ribellione degli Anun-

naki:

Essi presero [ . . . ]Fecero nuovi picconi e vanghe,

' Daf fey. Mvths.lrom Mesttprttunitt, cit., p. 13.: Ibid.

" Iv i , p. t 4; cf i . anche p. | 5 e alnr, c i t . , p. 99.

" Daf f ey, M t-ths.frutm MextJttiluntiu, cit., p. l-3.

" Iv i , p. I5; cfr . tNt: t , c i t . . p. 100.,o Kramer, 'l 'he Sumeriun,s, cit., pp. 243, 264. 2851 il terntine ripetuto I-u significa "uono", mentre

la particella NAM era usata per formare gli astratti. t-tl poteva anche significare "coloro che sono gui-

dati", percid gli uornini erilno come pecore e il re come un pastore.

199

t'ecero grandi canali.per nutrire e sostentare gli ddi:'.

Quanto agli dbi, Ninharsag (la Madre Terra) annuncid loro:

Vi ho liberato del vostro duro lavoro,ho imposto il vostro fardello all 'uomo.Potete (ora) donare il vostro rumore all'umanitd.Ho sciolto le catene e concesso la liberthrs.

A questo punto il poema prosegue (secondo me in modo artificioso) nar-rando la storia di come gli ddi si pentirono della loro decisione di creare il"genere unlano" e ne tramarono la distruzione per mezzo di un grande di-luvio (e ci si chiede se allora il "genere umano" fosse ancora sottoterra).

Una storia simile b narrata nel Mito del piccone, in cui I'autore contrap-pone in maniera divertente I'umile piccone della Terra al piccone del me-teorite. Lo sfondo della storia b una sorta di ribellione che si presume siaquella degli Anunnaki. A causa di questa rivolta, Enlil scende in Terra sot-to forma di "piccone" che, come abbiamo notato altrove, b una metaforadel "meteorite". Questo "piccone" provoca un grande squarcio nel Lega-ffre tra Cielo e Terra e un buco nel terreno. Inoltre, sembra che contempo-raneamente crei il "genere umano" (le teste nere), che spuntano fuori im-provvisanrente come piante:

ll signore [Enlill chiamb il piccone, imparti i suoi ordini...e lo condusse a Uzumua ("produttore di carne").Nel buco (apparve) la testa di un uomo;dal suolo uomini stavano fuggendo verso Enlil.Egli osservd fermamente le sue teste nerezn.

Sembrerebbe che Enlil fosse entrato agli Inferi e percib d qui che eglicred le teste nere. Questo risulta evidente dal fatto che gli Anunnaki, gli a-bitanti degli Inferi, immediatamente si avvicinarono a Enlil pregandolo diliberarli del loro lavoro:

Gli Anunnaki si avvicinarono a lui lEnlill,levarono le mani in segno di saluto,blandirono il cuore di Enlil con preghiere.Gli chiedevano le teste nere.Alle teste nere essi diedero in mano il picconer0.

Cosl il piccone fu appropriatamente trasformato da meteorite in attrezzoper spaccare la terra. Ma non un'ascia qualsiasi brandita da uomini comu-ni: questo significherebbe non afferrare assolUtamente il concetto.

Uesito di questo racconto, quindi, d lo stesso di quello precedente. Unaribellione agli Inferi venne soffocata e gli Anunnaki furono liberati dal lo-ro lavoro graz\e alla creazione del "genere umano" (le teste nere). A que-

" f)alfey, Mvtlt.s.frrnn Mesopotunia, cit., p. 18.i ' lv i , p. 16.

'" T. Jacobsen, ktward the Image oJ Thmmaz, Harvard University Press, 1970, pp. I I l - 14.

"' lltid.

200 QUANDo cl-t DI'.I scr:st'-lto sult-ATl'-l3l3A

sti nuovi lavoratori fu chiesto di scavare i canali e i corsi d'acqua sotterra-

nei dell'Apsu, cosicchd le acque cadute dal cielo potessero emergere in

superficie.Non ci pub essere alcun dubbio: l"'umaniti" - NAM.LU.LU o teste nere -

fu creata agli Inferi.

GI.I UOMINI, AI3ITANTI DI.-Gl-I INI.'['I3I

Tutto questo pud sembrare davvero strano per il pensiero moderno, ma

non d un valido motivo per scartarlo. Al contrario, dovremmo accettare

I'idea che il "genere ulnano" fu creato nel mondo sotterraneo e vedere do-

ve ci porta questa cottoSCeflZa:

Ma per prima cosa, cercheremo una confenna da altre culture indipen-

denti del mondo antico. Altri popoli condividevano I'opinione mesopota-

mica secondo cui I'uomo aveva condotto in precedenzauna vita sotterra-

nea?Per cominciare con gli antichi Egiziani, i loro racconti della creazione

dell'uomo sono brevi. Tutto quello che sappiamo d che gli uomini furono

creati con le "lacrime" dell"'Occhio" del dio creatore. Questa d una leg-

genda importante, ma la sua rilevanza risulterl evidente solo in una fase

piir avanzata della nostra indagine. Per ora basti dire che le leggende che

narrano del la violenta distruzione del l 'Occhio e del la sua caduta dal c ielo

in Terra potrebbero implicare che la razza umana fu davvero creata agli

Inferi.Esiste, perd, una leggenda egiziana che offre una conferma definitiva.

Nella storia della Distruzione del g,enere umano, il dio creatore Rd dichia-

ra: <<Coloro che furono creati dal mio Occhio pronunciano parole di la-

mentela contro di me>t'.Rd quindi chiama un altro Occhio, dandogli istruzioni per sterminare gli

"uomini" che sono <<nella terra deserrica>. Dopodichd. Rd annuncia la

sua partenza dal mondo degli uomini. pronunciando il seguente interes-

sante discorso al suo sostituto Thot:

Desidero far brillare la luce nel Dat e nel Paese delle Caverne. Tu vi sarai scriba cpunirai coloro che sono in quel luogo, vale a dire i lavoratori che hanno compiuttl al-ti di ribellione contro di nre. Per mezzo tuo mi terr<) lontano dai miei servi che delc-stcl ' r .

l l brano dice che gli "uomini", che si sono ribellati a Rd e che saranntt

punitidal secondo Occhio, abitano nelle tenebre del Dat e nel Paese dellc

Caverne. Questo i un inequivocabile ritbrimento ugli Inferi.

Sembra che gli Egiziani condividesserb con gli abitanti della Mesopota'

mia anche I'opinione che gli uomini in carne e ossa fossero spuntati dalla

' Wallis Budge. Le1;errrls of tlrc Egyptiun Godr, cit.. p. 17.

" lv i , p. 33 e cf i . , r rut l , c i t . , p. 8. in cui i l "Paese

del le Caverne" b t radotto come " l ' lsola

di Bahl . .

una parte degl i Inf 'er i . La leggenda cont iene r i f 'er iment i agl i uonr in i .sul la montagna" o . .nel dcscl

to", espressioni che indicano gl i Int 'er i .

201

terra come piante. Percid, nell' lnno ad Amon-Rd, c'd un brano enigmatico

che elogia RA come:

Il rnodellatore di cid che produce il suolo, lo Khnum e l'Ammone del genere umanott.

Questo brano cr ipt ico avrebbe potuto benissimo portare la didascal ia,,riservato ai soli iniziati>. Per decifrarlo, bisogna ricordare che Khnumcra il dio creatore che modelld gli uornini con I'argilla nella sua ruota davasaio, mentre il nome di Ammone alludeva agli Inferi e significava"na-scos1o". Si pud quindi afferrare il significato esoterico del brano: RA fu

colui che creb il "genere umano" in un luogo nascosto, ciod nel suolo del-la Terrar'.

La nostra seconda confernra alle idee mesopotamiche proviene dalla mi-

tologia degli antichi Greci. Il poeta Esiodo narrava di un'antica "razza aD-rea" di "uomini", che aveva vissuto insieme agli dbi in una terra paradisia-

ca. senza conoscere il lavoro, le malattie e la vecchiaiars. Questa era I'etl diCrono, il dio che aveva aggredito e deposto Urano dopo che questi era sce-so dal cielo e aveva violentato Gaia. Gli studiosi suppongono che questa

tcrra paradisiaca si trovasse da qualche parte sulla Terra, perchd dove altro

ruvrebbe potuto essere? Ma ora sappiamo che c'era una seconda possibile

localizzazione: il cielo, il "lontano e fido gemello" della Terra.

Questa razza aturea di "r.romini" era caduta dal cielo? Sembra davveroche Esiodo lo abbia suggerito quando scrisse che I'Etd dell'oro era termi-r)ata con <<la caduta di Crono>>rn. Esiodo rivelava poi che a caltsa della ca-tluta di Crono, la rctzzct ourea degli "uomini" era stata <coperta dallct| ( rra>>t1. Il significato d chiaro.

Larazza aurea f'u seguita dalla meno nobile "razza argentea" di "uomi-

ni" che furono nascosti daZeus nella Terra, dove vissero una lunghissimainfunzia per essere poi lnnientat i per aver disobbedito al le leggi div ine".( luirnto al le successive razze di "uomini" - quel la di bronzo, gl i eroi . et;trella di ferro - non ci interessano in questa sede, anche se vale le pena di( )sservare che solo la quinta e ultima razza. quella di f-eno, sarebbe stata dirrr lmini in carne e ossa.l)er fugare qualsiasi eventuale dubbio sull' interpretazione delle leggende

r:rcche, dobbiamo solo volgerci alle presunte parole pronunciate dell'eroe

'crnidivino Prometeo. Il mitologista Mircea Eliade riassunse gli insegna-

rrre nti di Prometeo nel seguente modo:

l)rrtnretecr afl'erma che i prirni uonrini vissero *:;ottoterru, in proftncle cuy,ente chiu-

rvrr . c i t . , p. 368.

l l brano potrebbe anche al ludere al la dist inzione tra i l corpo f is ico del l 'uomo e i l suo elementoir , r \ ( oslo: I 'anima o i l sof f io v i ta le.

( l raves, I mit i sre( i .c i t .' li l iade, A Histon- ol Raligious ldeus, cit.. vol. t, pp. 253,254.

lv i . p. 2-54.

lltid.L'Encicloltetlia Britunnicu all'ernra che la razza argenter ebbe una <infanzia eccessi\'.lnlen-, l r r r tgn' . Seconclo un'al t ra t radiz ionc greca, i l "genere ulnano" fu creato dal le cencr i dei Ti tanr,t , r r r t i t t i da un fulrninedi Zeus: vcl . El iadt ' . ,4 Histr t r t o l Rcl ic i r t i ls ldeu.s.c i t . . vol t . p.37 1.

I

1 l

rl

202 QUANDO Gl-I DF:r SCr:Sr-:RO SUII_A,Tr.:l3ltA

se al sole>>; essi non conoscevano nemmeno l'avvicendarsi delle stagioni, I'addome-sticamento degli animali o l'agricoltura; fu lui, prometeo, a insegnarE loro tutte le ar-ti e le scienze. Fu lui a dare loro il fuoco e a liberarli dal timoreZelra morte,'.

una dichiarazione piD che esplicita! E incredibile che una tale tradizionesi riveli ben nota agli studiosi. Eppure Eliade ignord queste credenze sen-za aggiungere alcun commento, come se non vi scorg-esse nulla di strano.Per inciso, questa "prima razza" secondo Prometeo"equivale alla,,razzaargentea" di Esiodo ed era in effetti la seconda razza di "uomini". Ma nes-suna delle due era di veri uomini.Dove altro possiamo trovare conferme alle idee mesopotamiche? Tra-

scurerd, per il momento, le leggende della Bibbia, perchd non.desiderotrarre alcuna conclusione prima della nostra indagine nel prossimo capi-tolo.In base alle mie conoscenze attuali mi restano altri due esempi. Il primo

viene dall'Africa, dove almeno una tribi contemporanea cred-e che il ge-nere umano sia giunto da un altro mondo in cielo e sia sceso sulla Tenanella panciadi un enorme drago. E significativo che questo popolo riten-ga che quest"'umaniti" extraterrestre entrd nel mondo sotterraneo per poiemergere da una caverna in quello superiore.Il secondo esempio proviene dagli indianiNavaho der Nordamerica. An-

cora oggi essi insegnano ai loro figli che la prima donna era la Madre Ter-ra, ma il primo uomo fu creato nelle profondith della Terra. Ancora unavolta, il significato b chiaro.come ho detto, questi sono due esempi giunti alle mie orecchie senza

che io avessi fatto alcuno sforzo cosciente per cercarli. Ho come la vagasensazione.che queste credenze rappresentino solo la punta di un enorme.ma dimenticato, iceberg di tradizioni antiche e moderne che, scoperte. at-testeranno la veridicitd della decifrazione presentata in queste pagine.

COME PISEII-I IN UN I3ACCI'I-I.O

Precedentemente, abbiamo appreso che il "genere umano" fu creato dauna miscela di "dio e uomo".Il motivo per cui torno su questo punto b che sembra contenere in sd una

contraddizione: come era possibile che l"'uomo" fosse una miscela ibridadi due esseri, uno dei quali era egli stesso? come poteva I'unione di "dioe.uomo" produrre l"'uomo"? E un dilemma che richiede la nostra atten-zlone.

. Tg,qiamo alla mia proposta iniziale, secondo cui le origini delIumanitiin definitiva erano in cielo, sotto la forma del "popolo" di Mami/Ishtar, o,se preferite, della razza aurea di Esiodo. Tenendb sempre a mente que-st'origine celeste, consideriamo ora le leggende su come il "genere uma-no" venne creato per mezzo del sacrificio di un dio.Tanto per cominciare, c'b la leggenda di ulligana e zalgana, che narra

ro lv i . o. 257.

203

come i grandi ddi si erano riuniti nel loro <<elevato santuario>> in cielo perriferire delle loro mirabili creazioni fino a quel momento. Disse Enlil:

<Ora che sono stati fissati i destini del cielo e della Terra.che a fossi e canali C stato dato il loro giusto corso,che le rive del Tigri e dell'Eufiate sono state stabilite,che altro dobbiamo fare?Cos' altro dobbiamo creare?>.(gli.lgigi e gli Anunnaki) diedero a Enlil la seguente risposta:.[n Uzumua, Legame tra Cielo e Terra,uccidiamo due ddi Lantga.Con il loro sangue creiamo il genere umano,che il suo compito sia servire gli ddi . . . >'".

Dal testo d difficile giudicare se i due ddi Lamga (Ulligana e Zalgarra)dovessero essere sacrificati in cielo, sulla Terra o nella Terra, perch6 il Le-game tra Cielo e Terra si estendeva in tutte e tre le regioni dell'antico uni-verso. Ma precedentemente ho proposto che l'analogo sacrificio di Gesh-tui nel Poema di Atra-hasis fu compiuto in due di queste tre regioni: eglifu ucciso nef l"'assemblea" degli dQi agli Inferi, ma sokt dopo essere statogettato dal cielo. Quest'ultimo punto nel Poemu di Atra-ha.sis d confer-mato dal fatto che Anu sali in cielo per scegliere la vittimao'.E ragionevole presumere che i due dbi Lainga furono gettati dal cielo in

modo analogo, diventando "uomini" che <<spuntano da sd conre grano dalsuolo>>.La stessa idea si trova nel poema babilonese della creazione, Enuma eli-

.cy'r, in cui il "genere umano" venne creato dal "sangue" di Kingu che eraun dio celeste, comandante in capo della rivolta di Tiamato2. Dopo aversconfitto Tiamat, il supremo dio Marduk (in origine un Titano nato dallaTerra) affermd:

<Mischierd sangue e genererd delle ossa.

Quindi creerd Lullu, "Uomo Primitivo" sari i l suo nome.Si. creerd un Lr()mo prinrit ivo.Sarh incaricato del servizio decli ddi.cosicchd essi possano restare in tranquil l i t ir!>.Essi legarono Kingu e lo tennero dinanzi a Ea IEnkil,gli infl issero delle punizioni e recisero i suoi vasi sanguigni.Daf suo sangue modellaronO la razz.a umana.Egli [Ea] impose il lavoro degli ddi (agli uomini) e l iberd gli ddi...

Quell 'opera fu al di l i di ogni comprensione'r

U Enuma e/isft, dunque, come le due leggende citate in precedenza, con-ferma I'idea secondo cui le origini del "genere unlano" risalirebbero al

'' Heidel, The Babyhnian Genesis,cit.. pp. 69-7 l.

' ' Dalley, Mvths Jrum Mesopotumia, cit., p. l3: non bisogna larsi contbndere dall'indicazione chegli Anunnaki sedevano li; questo poteva riferirsi ai loro doppi nretatisici.

" Secondo una var iante, I 'umanit i fu creata dagl i ddi emersi dal l ' interno di Tiamat; vdp.71, r ighe 88,89.

ANLr, ct t . ,

n 'La t raduzione t un misto di Heidel , 7 'he Buhvlonian Centsi .s, c i t . , pp.46, 47, ANF:r, c i t . . p. 68 eDalley, Myths frutn Mcsoltotumia. cit.. pp. 260. 26 | .

204. euANDo cl.t Dil sct;snRo sult-ATrl3l3A

corpo di un dio o dbi celesti, oppure dee, come nella leggenda in cui la dea

del cielo Ishtar/Mami <andd in pezzi come un vaso> e disperse gli "uomi-

ni" dal suo "grembo" come pecore sacrificali.

In poche parole, questo significa che un dio fu trasformato in "razza u-

mana", o, parafrasando, dio divenne "uomo".

Percib Kingu divenne "uomo"; Ulligana eZalganadivennero "uomini"

che essi crearono a loro immagine: <un abile lavoratore per produrre un a-

bile lavoratore, e un lavoratore inesperto per un lavoratore inesperto> e il

dio Geshtui divenne "uomo" nel Poema di Atra-hasis.

Il mistero della miscela di "dio e uomo" per produrre un "uomo" si pub

spiegare leggendo con attenzione il Poema di Atra-hasis:

Enki parld ai grandi ddi:<Fard una purificazione, un bagno.Che venga ucciso un dio lGeshtui]e che gli ddi IAnunnakil siano purificati per mezzo dell' immersione.Che Nintu mescoli argilla con la carne e il sangue del dio.Che dio e uomo siano mescolati insieme nell'argilla.Che da ora in poi si oda per sempre il rullo del tamburor".

Questo significa che, primo, Geshtui - una sorta di corpo planetario - fu

ucciso, producendo in tal modo l"'uomo" come sua prole. Cosi il dio di-

venne "uomo".

Secondo, Geshtui, ora in forma "umana", fu unito agli ddi che erano gid

agli Inferi [gli Anunnaki]. Cosi <dio e uomo) furono <mescolati insieme

nell'argilla>.

Gli Anunnaki, padroni degli Inferi, furono quindi serviti da un essere ibrido

- "uomo" - fatto dell"'argilla" degli Anunnaki e della "carne e sangue" di Ge-

shtui. Quest'origine ibrida potrebbe spiegare la ripetizione del termine LU,"uomo", nella parola sumerica che indica il genere umano: NAM.LU.LU.

Riassumendo, abbiamo la miscela di due argille planetarie, cadute en-

trambe dal c ielo. Da questa argi l la composita. Ninharsag/Mami prese i

quattordici pezzi di argilla che dovevano essere posti nelle <(sette pii set-

te madri-utero>r, ciod negli uteri ausiliari che erano all ' interno del gigan-

tesco grembo della Terra stessat5.

Percid il "genere umano" fu creato nel mondo sotterraneo dall'argilla

degli ddi.Inoltre, bisogna ricordare che anche gli Anunnaki erano nati agli lnferi

come prole di un dio del cielo disintegrato (Anu). Quindi, gli Anunnaki e

gli "uomini" erano di uno stesso genere, il che spiegherebbe come mai il

poeta sumerico traccid il curioso paragone tra ddi e "uomini" nellaTenzo-

ne tra bestiame e cereale:

Come l'wnanitd, quando in principio venne creato,

gl i Anunnaki non conoscevano I 'uso del pane,

'o La traduzione d un rnisto di Dalley, Mr'ths .fntm Mextltotumiu, cit., p. I 5 e ANtr. cit., pp. 99, 100.o' Bisogna notare che il terrnine accadico pcr "argilla" era ti-it-tu, letteralmente "pezzo con Ia vi-

ta": vd. Brien. l .he ,Shininc Ole.r. ci t . , rr . l -5 | .

non conoscevano I'uso delle vesti.Mangiavano le piante con la bocca come pecore,bevevano I'acqua dai fbssi.

Oltre a queste analogie, bisognerebbe sottolineare che gli Anunnaki ca-duti (o A.NUN.NA.NUN.KI) erano "i/ seme del principe di Eridu", proprio

come l"'umanith" caduta era spesso descritta come "l/ seme dell'uma-niti"'0.Tutto questo ci porta a jmmaginare gli Anunnaki e gli "uomini" uguali

come due primordiali "piselli in un baccello", legati da eterni vincoli al-I 'argi l la del l 'Apsu.Forse questo potrebbe anche spiegare la ripetizione di <<terra>> nel miste-

rioso brano citato all ' inizio di questo capitolo:

Dopo che.Anu, Enlil e Ninharsagavevano forglato le teste nere,la vegetazione divenne abbondante dallo Terra, dalla Terra".

Ma che si riferisca alla dualith della Terra "divina-umana" o meno, non

ci possono ormai essere dubbi sul fatto che le teste nere non erano uominiveri e propri. ma meteoriti.Perch6, allora, i Sumeri insistevano nel definirsi "le teste nere"? La ri-

sposta ufficiale degli studiosi d che i Sumeri avevano capelli nerissimi, a

differenza di alcuni dei popoli vicini". Perdonate la mia ilaritb. La rispo-sta piir probabile b che I'epiteto si riferisse al colore nerut dei meteoriti. Equindi, chiamandosi "teste nere", i Sumeri affermavano semplicementeche le loro origini derivavuno da un seme meteoritico.Per comprendere il punto di vista sumerico, supponiamo che I'epiteto

"teste nere" equivalga al termine "terrestre", che potremmo usare oggiper esprimere la nostra identith collettiva e per distinguerci all ' interno diun contesto galattico. I Sumeri ci vedrebbero come terrestri nel sensopiD ampio del termine -.fecondati nella Terra e nati da essa - mentre noi(pr iv i di un chiaro model lo rel ig ioso) ci consideriamo semplicementeterrestri nel senso di abitanti della Terra. La distinzione d profonda e ser-ve a illustrare come ci siamo allontanati dal modo di pensare degli anti-chi .

QUANDO l.z\ l3IiGzV.ITz\ SCESIT DAl. CIIll,O

In tutti i testi mesopotamici, i riferimenti sparsi al "seme dell'umanitir"ci confermano che ci stiamo muovendo nella giusta direzione.

Per citare un esempio, c'b un racconto babilonese della creazione opera-ta da Marduk, in cui lo scriba fa un'importante distinzione:

" 'Vd. la discussionc nel Capi to lo .1 del la prescnte opcra.

" ANL:r. cit., p. 43, riguardo alll nota 4. La ripetizione sembra fhre eco alla ripetizione di lu, "uo-

mo". nel termine "umanit)" , NAM.Ltt .LU: tut to c id sembra al ludere al tat to che i l c ie lo cadde sul la-Ierru in almeno due oecasioni.

' * Dal ley, M.vths. t 'nm Mesopoturrr iu, c i t . . p.276. n.41.

206 QUANDO Gl-r Dr-tr scr:sr.:Ro sull-A, Tr-:tlli^A

Egli [Marduk] cred I'umanitir,ma Aruru cred il seme dell'umanith insieme a luior.

Gli studiosi suppongono che "umanitd" e "seme dell'umaniti" abbiano lostesso significato, il che implicherebbe, quindi, che I'autore non sapeva quel-lo che diceva. sciocchezze! Lo scriba stava sottolineando che Marduk uu"uucreato l"'umanitd" --dal corpo di Tiamat o dal sangue di Kingu -, ma chequesto era un dio della seconda generazione, nato come un Titino nella Ter_ra'.contrapposto adAruru,.una dea piD anziana,della prima generazione, na-ta in cielo. Naturalmente Aruru sosteneva di aver cr"ato Mirduk, ma non dinteressante che ella dichiarasse anche di aver creato il

..seme dell'umanitd"?

In.altritesti mesopotamici, gli scribi sostengono che certi re erano costi-tuiti <del seme conservato da prima del Diluvloo e troviamo inoltre di tan-to in tanto un enigmatico riferimento a <<molto tempo fa, quando usci ilseme dell'uomo>>50.Ma come usci il seme dell'uomo? Finora, abbiamo descritto la creazione

dell"'umanita" sotterranea, ma ora dobbiamo chiederci: <dov'd la connessio-ne con gli uomini in came e ossa, Ia vera umanitd del mondo superiore?>Tro-veremo sicuramente delle^legg_ende che descrivono il drammaiico emergeredel genere umano dagli Inferi.Diamo un'occhiata e vediamo cosa scopriino.Nel Poema di Etana, c'b un brano enigmatico che sembra avere srande

attinenza con- questo problema. Dice cfie gli ddi <<decretarono un i"rnpostabilito per I'umanitd>>, un tempo che coiricideva con la discesa della re_galiti dal cielo. ora, mi sembra, da questo e altri testi, che la discesa del_la regaliti dal cielo rappresenti il punto d'incontro decisivo tra I'anonima_to dell'uomo agli Inferi e la srra consapevol ezza di sd nel montlo superio_re. Nel brano che segue,,.qui^nd.i, propongo che il significato sia che gri uo-mini emergeranno dagli Inferi ai tempJstabilito:

-

I grandi Anunnaki, che decretano i destini,sedettero, consultandosi riguardo al paese.Gli Igigi, che crearono re regioni, ch'e istituirono le fbndazionr.erano troppo elevati per I'umanitd,essi decretarono un tempo stabilito per I'umanitd.Gli "uomini offuscati" ["]'umanitd'j non avevano istituito un re.A quel tempo nessuna tiara era stata flssata,nd corona o scettro erano stati intarsiati di lapislazzuli;i templi [di cielo, Terra e Inferi] non erano stati costruiti.i Divini Sette-.[gri Anunnaki] avevano sbarrato le porre agri abitanti

["]'umanitd"l.Scettro, corona, tiara e pastorale giacevano dinanzi ad Anu in cielo,non c'era nessun consiglio per gli uomini.Allora la regaliti discese dal cielo''.

In questo brano, gli "uomini" degli Inferi sono descritti in modo appro-

'" Heidel. The Babvloniutt Genesis.cit., p. 63.

'" Kramer, The Sutneriuns, cit., pp. 80. 3'l 7.5rANigl c i t . , p. I l4; in relazione al la r iga 9, vd. anche la versione assira a p. I l -5: <Le regioni non

erano state create>). I

207

priato come ..offuscati>, ed erano gli <abitanti > del mondo sotterraneo sl-

mile alla Terra. Sembrerebbe che questi uomini fossero reclusi, percib

leggiamo che i Sette Anunnaki avevano loro <<sbarrato le porte>>.

Il Poema di Etana prosegue narrando come gli dbi iniziarono a cercare

un re che guidasse gli "uomini". Dice il testo frammentario:

Ishtar [nanna] 1.. .1 un pastore per gl i uomini .Un re ella cerca per la cittl i.Enl i l ispeziona iquart i del c ielo [ . . .1Nel paese un re [ . . .1t t .

I l testo s ' interrompe pr ima che Etana venga nominato re. ma un al tro

frammento af'ferma:

Essi [gli dbil progettarono la citti lprobabilmente la Terra],i l [ . . . ] e l iddigettarono le fbndazioni . . .Che la citt) [a Terra] sia il rifugio, il luogo di riposo dell'umanit),che i l re sia i l pastore. essi [ . . . Iche Etana sia i l costrr .r t tore [ . . .1".

Cosi fu che <la regalitir discese dal cielo>.

Mi sembra che le leggende mesopotamiche sulla discesa della regalith

siano sinonimi del trasf'erimento della devozione degli uomini dagli dbi

infernali al re simile a un tlio del mondo superktre". Per gli abitanti della

Mesopotamia, l 'esistenza della regalith era la manifestazione divina che

agli uomini in carne e ossa erano stati concessi il solfio vitale, l 'autono-

mia e i doni della civilth. Il re era la cosa principale. Percid una leggenda

della discesa della regaliti dal cielo, o della nascita titanica del re, simbo-

leggiava la fuga di tutto il "genere umano" dagli Inferi. Un esempio tipico

era il re Gilgamesh, nato come il "germoglio di Uruk" e come il "vtps che

b il seme che spunta da un nuovo albero".

Quindi non c'era bisogno di scrivere leggende su come avesse avttto ori-

gine la popolazione comune. Quindi non troveremo storie di un esodo in

massa di "uomini" dagli Inferi al mondo superiore. Tali leggende non esi-

stono.E che dire di una prirtra coppia unrana. che avrebbe propagato la vera

razza dell'uomo mesopotamico allo stesso modo dei biblici Adamo ed

Eva? Secondo gli studiosi moderni neanche questa leggenda esisterebbe.

Su questo punto, perd, devo dissentire.

I our: Prccolr

Nel 1902, Leonard W. King pubblicd la traduzione di un' iscrizione,ri trovata alcuni decenni prima dall 'archeologo George Smith a Nini-

'r [v i , p. l l5.5 ' lv i , p. -5 17.so Etana, considerato sinrile a un dio, regnd 1560 anni e potd unilicale tutte le terre, presumibil-

mente grazie al la sua tarnosa ascesa al c ie lo sul dorso di un'aqui la; vd. Jacobsen, The Sumerian

King List ,c i t . , p. 8 l e,4Nt '?, c i t . , p. I 18.

208

citte f'ece, esseri viventi vi pose>.

" Iv i . p. 64.

ve5s. L'iscrizione, in seguito intitolata La creazione degli esseri viventi,

immediatamente suscitb un dibattito, perchd presentava straordinarie a-

nalogie con la storia biblica di Adamo ed Eva. Tuttavia, dopo molte di-

scusi ioni , gl i studiosi ammisero con r i lut tanza che si t rat tava di una

fantasia e abbandonarono I'idea. Di conseguenza,la corretta interpreta-

zione di questo testo d rimasta in sospeso fino a oggi.

La leggenda assira dal titolo La crea?.ione degli esseri viventi, probabil-

mente datata al VII secolo a.C., b molto frammentaria, ma la parte leggibi-

le riferisce:

Dopo che gli ddi nella loro assemblea ebbero creato ogni cosa,

ebbero modellato il cielo, firrmato la Terra'ebbero dato vita agli esseri viventi [...]ebbero creato il bestiame del campo, gli animali del canlpo e le creature

della citti.dopo che ebbero [ . . . ] agl i esseri v ivent i [ . . . ]ed ebbero assegnato la loro parte al bestiame di Sumuqan, alle creature

della cittd.ed ebbero [ . . . I tutte le creature, f intera creazione [. . . J

[ . . . lche in tut ta la mia famigl ia [ . . . ]Ninigiku lEnki l cred due piccol i [ . . . Iegli l i fece piir belli di tutte le altle creature.(Resto deIIa tavoIettu quosi t'omp\etdmente distrutto)s".

Potrebbe essere questa la versione mesopotamica della storia di Adamo

ed Eva? Alexander Heidel nel 1942 cosi riassunse I'opinione prevalente

tra gli studiosi:

Il significato di questi "due piccoli" o "due giovani" d difficile da stabilire..., ma

considerarli i progenitori dellarazz.a unlana [ciod Adamo ed Eva] E senza tbndamen-

to. In effetti, i(uio a.tt") espressioni <<le creature della citth"... s .la mia famiglia>

rendono I'ipotesi altamente improbabile".

Il ragionamento di Heidel non fa una grinza. Lo studioso suppone che i

"due piccoli" non possano essere i progenitori della razza. vmana pefchd

la lorb creazione d prec'eduta dall'esistenza di una "cittb" e una "fami-

gl ia".

Ma, come abbiamo visto in questo capitolo, l 'origine dellarazza umana

in carne e ossa nel mondo superiore fu in effetti precedut:t dall'esistenza

di una cifta e di una farniglia, e molto di pin, agli Inferi. Questa semplice

percezione getta una luce conlpletamente nuova sulla leggenda. ll dibatti-

to deve riaprirsi.

Prendiamo. per esempio, il riferimento nel testo agli <esseri viventi>>,

che potrebberb essere identici alle <creature della cittd>. secondo Heidel

il genere umano.. Nei testi sumerici di lamentazione citati precedentemen-

" L. W. King, The Seven Tttbl t ' r .s r l Crtut i , , r r . l iXt2. t ,pp. 122-25.

'n Heidel. Tie Brbt,lttniurt (]utt'si.s, cit., p. 64: vd. anche la leggenda della creazione del monclo da

parte di Marduk al le pp. 6l -6.3: "Egl i

creb le best ic di Surnuqan e le cose vivent i del l 'edlnnu.. . la

QUANDO Gt.l Df:I SCr:SI':11O SUll -\

TI'lRllA 209

te, leggiamo che il Diluvio aveva < travolto le creature viventi di cielo eterra: le teste nere>>. Queste teste nere, secondo me, erano i semi meteori-tici dell 'uomo agli Inferi.Ora. osservate il riferimento al <bestiame di Sumuqan>), che potrebbe es-

sere uguale alle <<creature della citti>. Secondo la studiosa Stephanie Dal-ley, questo <best iame di Suniuqan>> era ident ico al <best iame diShakkan>r". Chi o cosa era il <bestiame di Shakkan> Nella leggenda Errae Ishum, scopriamo che il <bestiame di Shakkan> erano le teste nere5e.Ancora una volta, incontriamo le "creature" meteoritiche desli Inferi.Perchd questo "bestiame" erano ,.le creature clella cittd>?1a semplice

spiegazione b che gli antichi consideravano gli Inferi come una "cittd".Percib nella leggenda sumerica di Ziusudra (citata all ' inizio di questo ca-pitolo), leggiamo nel contesto del Diluvio che il "popolo" di Nintu (quasisicuramente un popolo celeste) doveva essere salvato dalla distruzione ri-tornando alle "cifth" e agli "insediantenti".

Inoltre, riguardo ai riferimenti in questa leggenda assira alla creazionedel <bestiame del campo" e agli <animali del campo>, abbiamo gid vistocome queste cose meravigliose, il prodotto di Lahar e Ashnan, fossero in-trodotte agli Inferi con la discesa del Duku6').

Riassunrendo, non c'd dubbio che la leggenda intitolata Ltt creazione de-gli esseri viventi descrivesse la creazione di cose agli Inferi, compresa lacreazione dei sotterranei antenati dell'umanitd: le teste nere. o il cosiddet-to <bestiame di Sumuqan>.Cid significa che non vi pud essere obiezione alcuna alla teoria che i "due

piccoli" o "due giovani" fossero davvero i progenitori della razzaumanaincarne e ossa.

Consideriamo ancora una volta le righe cruciali:

Ninigiku IEnki l cred due piccol i [ . . .1egli li fece piir belli di tutte le altre creature.

Si tratta forse dell'equivalente assiro di Adamo ed Eva?Con quest'af-fascinante quesito, chiudiamo ora il nostro studio sulla reli-

gione del Vicino Oriente ant ico per spostarci al la rel ig ione del l 'Ant icoTestamento.

I veri Adamo ed Eva hanno alcuni sesreti da rivelarci.

" Dalley. M),rhs from Mesoptttuniu, cit.. p. 328.

" lv i , pp. 2U6. .3 13.

' " 'Vd. le precedent i c i tazioni in questo capi to lo; osservate come gl i uomini appena creat i renderan-no <prospera la produzione del tumJxt dep,li Anunnaki,,.

9

1-A GEN I'SI I3I\)ISITATA

E Dio disse: <Sia la luce!>. E la luce lu.. .E Dio separb la luce dalle tenebre.

Genesi, cap. I

In principio, Dio cred il cielo e la Terra, o almeno cosi ci viene detto nel-la prima riga del libro ebraico della Genesi.Ma questo era davvero "il principio" e furono davvero il "cielo e la Ter-

ra" che Dio cred?Oggi, l'Antico Testamento esercita un controllo cosi profondo e potente

sulla coscienza occidentale che b quasi proibito metterne in dubbio la ve-ridiciti. Eppure chiunque abbia studiato la storia delle religioni, sa cheI'Antico Testamento rappresenta una delle tante religioni antiche e che ildio ebraico era uno dei tanti antichi ddi.

Ma al giorno d'oggi esiste ancora questa prospettiva? Chi, tra la gentecomune, ha mai sentito parlare di,Anu e Ninharsag, o Enlil e Ninlil? Chiha udito di RA e Hathor, o Iside e Osiride? E chi degli ddi creatori Atum,Ammone, Ptah e Khnum?

In questo capitolo esamineremo I'Antico Testamento con occhi nuovi.Cosa diventerebbe I'Antico Testamento se dovessimo considerarlo nel suovero contesto, come un particolare punto di vista religioso tra numerosi a-naloghi punti di vista del mondo antico e per di piD di una minoranza?Che accadrebbe se supponessimo, anche solo per un momento, che I'An-

tico Testamento non fosse la Parola di Dio rivelata ai sacerdoti, ma piutto-sto le parole dei sacerdoti rivelate alle masse?Se I'Antico Testamento si dimostrasse non la "Veriti" e neppure la "ve-

riti", ma semplicemente una serie di mezze veritd? E se si scoprisse cheI'altra metd di queste veritd fosse stata deliberatamente celata esclusiva-mente per distogliere il popolo ebraico dalla ricerca pagana dell'aldild?Scopo di quest'indagine d ripristinare la prospettiva perduta nelle ulti-

me migliaia di anni. Al momento, come disse una volta Paolo, vediamopoco chiaramente attraverso un vetro, ma I'opacith del vetro pud esserepenetrata dalla luce di Dio. Percib, cerchiamo di gettare luce sull'AnticoTestamento, studiandolo nel contesto dei culti del pianeta esploso del Vi-cino Oriente antico. Il pianeta esploso potrebbe essere "la luce" che stia-mo cercando?In questo capitolo, ci muoveremo audacemente tra le tradizioni religiose

ebraiche e considereremo I'esistenza di un loro eventuale significato occul-to. Inizieremo con "il principio", stabilendo che il vero principio fu omessocompletamente dal libro della Genesi, anche se fortunatamente sopravvissd

9. I.A, GI..NI.:SI RI{ISITATA 2t l

in altri scritti biblici. Quindi, esamineremo la cosmogonia della Genesi escopriremo che non tutto b come sembra. Poi, analizzeremo la storia di A-damo ed Eva nel Giardino dell'Eden, e cercheremo di stabilire I'esatta loca-lizzazione di questo "giardino". lnfine, ci volgeremo alla storia del Diluvioe vedremo come Nob e la sua arca s'inseriscano perfettamente nel pii vastoquadro dell'eroe che navigd dal cielo alla Terra.

Quest'argomento b estremamente controverso e nessuna indagine su diesso dovrebbe essere condotta alla leggera. E percid d'uopo iniZiare que-

sto capitolo tracciando brevemente le origini del popolo che scrisse I'An-

tico Testamento. Chi erano gli Ebrei, da dove venivano e dove s'inseri-scono cronologicamente nella storia del Vicino oriente antico?Come ho detto nell'introduzione di quest'opera, la vera comprensione

proviene dallo stare al di sotto delle fondamenta di un'antica cultura. Nelcaso degli Ebrei, d un compito estremamente arduo, ma non ci faremoscoraggiare.

II- MISTI'I3O DI'GIJ IjI3ISIjI

Secondo la "storia" idealizzata dell'Antico Testamento, il popolo ebrai-co derivava dal seme dei patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe. Teorica-mente, quindi, le origini degli Ebrei potevano essere ricostruite attraversole migrazioni di Abramo.

Secondo I'Antico Testamento, Abramo inizialmente parti da un luogo

chiamato Ur dei Caldei, si diresse a Haran e da qui al paese di Canaan: la

cosiddetta "terra promessa", che in seguito sard chiamata Israeler. Fu do-po una serie di migrazioni che gli Ebrei scesero in Egitto, dove si suppo-neva avessero dimorato per quattrocento anni2. Poi, in un episodio, sulquale ci concentreremo nel prossimo capitolo, gli Ebrei compirono il fa-moso Esodo che infine li riportd alla "terra promessa".

La cronologia di queste migrazioni b molto incerta. Alcuni studiosi han-

no datato I'Esodo dall'Egitto al xvtr secolo a.C., altri al xtt secolo a.C.3.Alcuni studiosi addirittura si chiedono se I'Esodo sia mai avvenuto. Ma d

opinione prevalente che abbia davvero avuto luogo ed esistono testimo-nianze archeologiche in Israele che lo confermano, anche se non nelleproporzioni epiche descritte nell'Antico Testamentoo.

' Molti autori identificano la Ur dei Caldei con la citti sumerica di Ur, ma quest'identificazione dmessa in dubbio da studiosi quali Cyrus H. Gordon, che preferisce il sito di Urfa nella Mesopotamiasettentrionale; vd. C. H. Gordon, Abraham emd the Merchants of Ura, in <Joumal of Near EasternStudies", l7 (1958), pp.28-31.

' Grr f 5:13, anche se in Es 12'.40 sono indicati 430 anni. Non si sa quale sia la cifra giusta, ma iosono portato a concordare con C. H. Gordon, che afferma: "E ovvio che questi numeri non sono dapren<Jersi alla lettera, perchd si tratta di cifre idealizzate molto tipiche della tradizione epica'; vd.Gordon - Rendsburg, The Bible and the Ancient Near East, cit., p. I 12.

'Vrlide prove a sostegno del xtt secolo a.C. sono citate in Gordon - Rendsburg, The Bible and theAntient Neur EtLst. cit., ll xvtl secolo d preferito da coloro che vogliono vedere nella tradizione del-I'Esodo un ricordo dell'eruzione vulcanica di Thera.

'Gordon - Renclsburg, The Bible and the Ancient Neur East, cit., pp. 149, 150.

212 QUANDO Gl.r DI-II SCESEII,O SUl.l-\TI-:l1l3A

Quanto alla migrazione in due fasi di Abramo, dalla Mesopotamia set-

tentrionale a Canaan, questa d tutta un'altra questione. Nella comprensibi-

le assenza di sicura documentazione archeologica, il racconto di Abramo

d confinato al regno della leggenda e del folclore. Ma, supponendo che sia

vero - e non d irragionevole immaginare un remoto legame con le popo-

lazioni di lingua semitica della Mesopotamia settentrionale - allora pro-

babilmente avvenne intorno al2300-2000 a.C., quando ebbero luogo

grandi spostamenti di popolazioni in tutto il mondo antico.

Se il racconto d esatto, almeno nelle linee essenziali se non nella crono-

logia, allora si pud dire che la cultura degli Ebrei non si sviluppd in ma-

niera isolata dal resto del mondo antico. Al contrario, le sue radici affon-

dano: a) nella Mesopotamia settentrionale; b) nel paese di Canaan e c) in

Egitto (probabilmente nel Delta, a nord).

Bisogna pertanto osservare che tutte queste migrazioni degli Ebrei av-

vennero nell'ambiente delle religioni pagane, che erano invariabilmente

culti del pianeta esploso. Se andiamo al presunto luogo di origine di A-

bramo, Ur dei Caldei, possiamo affermare con una certa sicurezza che i

lontani antenati degli Ebrei erano quasi sicuramente pagani, che adorava-

no le varie divinith mesopotamiche del pianeta esploso dal periodo in cui

quella civiltd fu fondata nel4000 a.C. ca.

Circa duemila anni dopo, una situazione analoga era presente nel paese di

Canaan, dove si presumeva Abramo avesse fondato la dinastia ebraicas. A

quel tempo, il pantheon cananeo era capeggiato da un dio di nome El, un

supremo padre degli ddi, noto anche col nome di Ab-Adam, "Padre dell'Uo-

mo". Il lontano trono di El si trovava alle <sorgenti dei due fiumi, al centro

dei Due Abissi (forse gli Inferi)>.. E non c'd dubbio che egli, i suoi figli,

Yam, Baal e Mot, e sua figlia Anat, fossero divinith del pianeta esploso'.

Fu da quest'ambiente pagano che gli Ebrei si spostarono per recarsi in E-

gitto (secondo la Bibbia), dove finirono per essere circondati da un nume-

ro ancora maggiore di pagani, stavolta dediti al culto delle divinitl del

pianeta esploso lside, Osiride, Amor]-RA e numerosi altri. Per inciso, vi

sono prove che suggeriscono in questo periodo presso gli Egiziani lo svi-

luppo di una religione nota come monolatria, I'adorazione esclusiva di un

dio senza negare I'esistenza di altre divinith. E esattamente questo tipo di

monolatria, e non il monoteismo (che nega I'esistenza di altri dEi), che d

chiaramente evidente in tutto l'Antico Testamento'.

Dopo I'Esodo, gli Ebrei si diressero a nord, al paese di Canaan, che era

occupato, tra gli altri, da Cananei, Hittiti e Amorrei. Ancora una volta, gli

Ebrei erano circondati da pagani che praticavano religioni a quanto pare

5 K. Armstrong b del parere che i primi Ebrei, come Abramo, fossero probabilmente pagani e che

il dio di Abramo fosse El, il sommo Dio di Canaan; vd. A Histon- ol God, cit.' p.913.n ANEr,c i t . , pp. 140, 152.

'A. F. Alford, ricerche non pubblicate.s Armstrong, A History of God, cit.. p. 31, afferma:

" E molto difTicile trovare anche una sola at'-

fermazione monoteistica nel Pentateuco>, in altre parole, I'esistenza di altri ddi era data per scon-

tata.

9. I-Z\ GI-:NI-]SI I?,I\)ISITATA 2t3

derivate dai culti mesopotamici del pianeta esploso'. E interessante notare

come I'Antico Testamento enfatizzi piD volte che gli Ebrei erano attrattida questi culti contro I'espresso desiderio dei sacerdoti.

Riassumendo, si pud dire che le credenze degli Ebrei furono notevol-

mente influenzate dalle religioni pagane, non solo di tanto in tanto, ma in

maniera continuativa nel corso di diverse migliaia di anni. Non c'd da stu-pirsi, quindi, se nei vari scritti dell 'Antico Testamento sono presenti qui e

l) elementi di questi culti pagani del pianeta esploso.

Questo ci porta alla questione della data di composizione dell'Antico Te-

stamento. Chiaramente i vari scritti, o "libri", sono stati a un certo punto

ricomposti in un tutt'unico. Ma nessuno sa con sicwezza quando cid av-

venne. E nessuno sa con sicurezza quali possibili emendamenti siano sta-

ti fatti in seguito all 'unificazione dell'opera.

Questa incertezza cronologica schiude un'altra possibiliti. Tra il6l7 e il

537 a.C., l '6lite ebraica venne tratta in cattivitA dai Babilonesi e portata

via da Gerusalemme. Il dogma religioso degli Ebrei a quel tempo era gid

stabilito? Oppure essi adottarono, o adattarono, alcune delle leggende pa-

gane allora diffuse nell'antica Babilonia? Questa possibiliti non b da e-

scludere.

Perch6 I'origine dell'Antico Testamento b misteriosa? Il motivo risiede

nel fatto che esso soppiantd tutti i precedenti scritti religiosi degli Ebrei.

Percid non possiamoConfrontare e contrapporre testi precedenti per com-prendere come le idee evolvettero nel corso dei secoli.

Paragonate questa situazione a quella dell'Egitto, in cui gli antichi Testi

delle Piramidi, datati al 2300 ca., si possono confrontare con testi moltopiD tardi, come i Testi dei Sarcofagi. Non solo. L Egitto era sede di nume-

rose teologie e cosmogonie rivali, in cittd quali Eliopoli, Menfi, Ermopo-

li, Tebe ed Edfu. Tutti questi diversi punti di vista possono essere con-

frontati e contrapposti. La diversitir b una manna.

Quanto a Israele, tutto cid che abbiamo d un gruppo di testi, divulgati

da una classe di sacerdoti con sede in una particolare cittd: la sacra capi-

tale di Gerusalemme. E, a causa di questo monopolio religioso, non sap-piamo cid che pud essere trapelato nel corso dei secol i . Gl i Ebrei un

tempo erano dediti a un culto pii pagano? Ci fu a un certo punto una di-versitd di opinioni? Potrebbe essersi verificata una distruzione in massa

dei testi per promuovere il dogma unico dell'Antico Testamento, cosi

come lo conosciamo oggi? Nessuno lo sa. Nessuno ha una risposta. Tut-

to d un mistero.

Dobbiamo ricordare tutte queste domande, ora che ci accingiamo ad a-prire il primo libro dell'Antico Testamento, la Genesi, e a riesaminare il

suo significato alla luce di cid che sappiamo delle antiche religioni paga-

ne di Egit to e Mesopotamia.

" Gli studiosi hanno osservato che le leggende ebraiche sono strettamente connesse a quelle cananee.

la cosiddetta letteratura di Ugaritl vd. Gordon - Rcndsburg, Tlrc Bible tnd the Ancient Neor East, cit..

pp. 8t3. 89.

2t4 QUANDO GI-I DI::I SCT:ST:RO SUIIA TI.:I1I3A

I-A STOI1IA DEII.A GD'IESI

Prima di cominciare ad analizzare 1l libro della Genesi, d opportuno ini-

ziare con un breve sunto del suo contenuto.

La storia inizia, prevedibilmente, con un "principio" che precede ilpri-

mo "giorno" della creazione. A questo punto veniamo introdotti in una co-

smogonia di sei giorni, in cui Dio cred il cielo e la Terra e tutte le cose sul-

la Terra. compreso il genere umano a "immagine di Dio". Il settimo gior-

no, Dio si riposb"'.

Tuttavia, in quello che sembra un racconto parallelo della creazione del-

I'uomo, la Genesi rimette Dio al lavoro raccontando la famosa storia del-

la creazione di Adamo ed Eva nel Giardino dell'Eden. A tempo debito, a-

vremo molto da dire su quest'argomento.

Secondo la Genesi,la cacciata di Adamo ed Eva dall'Eden (la cosiddet-

ta "caduta dell'uomo") portd all'attivitd sessuale e all'inizio dellarazzau-

mana. Secondo un racconto, Adamo generd <un figlio a sua immagine> di

nome Set.

Un secondo racconto, tuttavia, fa di Set il suo terzo figlio, in sostituzio-

ne del secondo figlio, Abele, assassinato dal primogenito Caino. Quest'o-scura leggenda conduce direttamente alla genealogia dei dieci patriarchi,

dal periodo di Adamo ai giorni di Nob. Tutti questi patriarchi godettero di

una longevith sovrumana: dai 777 anni di Lamec ai 969 anni di Matusa-

lemme. Il settimo patriarca, invece, <camminb con Dio>> per trecento anni

e quindi spari sessantacinque anni dopo, quando Dio <lo prese>>". Il suo

nome era Enoc.

Durante i 950 anni della vita di Nod, Dio osservd la <grande malvagitd>

dell'umanith sulla Terra e <il suo cuore era colmo di dolore". Percib, egli

si pent) della sua decisione di creare I'uomo e decise di provocare un

grande diluvio per distruggere tutti gli esseri viventi. C'era, tuttavia, un

uomo giusto di nome Nod, che trovd grazia agli occhi di Dio e quindi Dio

gli diede I'ordine di costruire un'arca e salvare il seme dell'umaniti e di

tutti gli esseri viventi.

Il racconto biblico del Diluvio d preceduto da un'interessante riferimen-

to alla presenza sulla Terra dei Figli di Dio, il cui significato b per gli stu-

diosi totalmente oscuro. Nel Capitolo 2, perd, abbiamo scoperto che i Fi-

gli di Dio erano quasi sicuramente meteoriti che impregnarono la Terra

r" Questo d un incredibile parallelo con la storia del Diluvio nell'Epopea di Gilgamesh: il Diluvio

durd sei giomi e sei notti e quindi <cessd Ia sua battaglia il settimo giorno>.

"Gn 5:24', Enoc aveva quindi 365 anni, una cilra che senza dubbio si basa sull'anno solare terre-

stre di 36-5 giorni. Enoc erall seftimo patrian:a ed esiste un parallelo con uno dei re sumerici antidi-

luviani della Lista reale, in cui ll settimo re, Enmeduranki, fu scelto per essere trasportato in cielo e

sedere innanzi asli ddi Shamash e Adad.

ii significativolhe pa<.lre di Enoc fbsse Jared, il cui nome significa "<liscesa". Secondo 1l Libro tti

Enoc, duecento entith note col nome di Guardiani erano scese dal cielo sulla Tena "ai

tenrpi di Ja-

red>. Fu Enoc a testimoniare contro i peccati di questi Guardiani, che a quanto pare erano stati com-

messi agli Inf-eri (cfr. i Nefilim).

9. 1.A GT:NI.:SI I3IIISITATA 215

(nella Bibbia indicata con l'espressione <figlie di adam>>). I Figli di Diogenerarono dei figli chiamati Nefilim: i giganti''.

Nob e sua moglie sopravvissero al Diluvio insieme ai loro tre figli e alleconsorti di questi e Dio fece con tutti loro un patto, giurando che non a-vrebbe mai pii distrutto la Terra con un diluvio. La Genesi riferisce cheNod divenne un <<agricoltore>> piantando una vigna. Quindi si ubriacb, siaddormentd nudo e fu visto da uno dei suoi figli, Cam. Stranamente, per

questo motivo, NoB condannd la discendenzadi Cam alla schiavitt perpe-

tua. Decifreremo pit avanti questa curiosa leggenda.

Quindi la.Genesi passa a citare un uomo potente di nome Nimrod, un co-struttore di citth, che diresse la costruzione della misteriosa cittd e dellaTorre di Babele. Questo secondo progetto fu fermato dal Signore che aquanto pare non tollerava l'ambizione dell'uomo di scalare i cieli.

ll testo ora riferisce una nuova genealogia, sempre di dieci patriarchi, daNod a Terah. La longeviti dei patriarchi antidiluviani d ridotta, ma in mol-ti casi d ancora di tipo sovrumano'r.Ancora una volta, i dieci patriarchi generarono un'importante triade di

figli, uno dei quali era Abram, in seguito noto col nome di Abramo.Fu a questo punto, dieci generazioni dopo il patto con Nob, che Dio de-

cise di partecipare alla storia del mondo a livello politico e incitd Abram aemigrare nel paese di Canaan.

Poi ci viene riferito di uno strano patto tra Dio e Abram, che include ilsacrificio di certi animali, ognuno dei quali diviso in due partir4. Un sonnoprofondo e una terribile oscuritd si abbatt6 su Abram e Dio fece misterio-samente attraversare le metb degli animali sacrificati da una fornace fu-mante e lampade infocate15.

Fu a questo punto che Abram strinse il patto riguardante la circoncisionedegli uomini del popolo ebraico e, in cambio, Dio gli permise di feconda-re, all'etl di novantanove anni, la moglie Sarai, che ne aveva ottantanove.I nomi della coppia furono mutati in Abramo e Sara e I'anno seguente Sa-ra diede alla luce Isacco.

Nello stesso anno, Abramo incontrd Dio faccia a faccia - osservate lacredenza in un Dio antropomorfico che sembrerebbe un retaggio dei gior-

ni pagani - e trattd con lui riguardo alla distruzione di Sodoma e Gomor-ra. Abramo non riusci ad avvisare le due citth e I'intera piana fu distruttada <zolfo e fuoco>> che Dio invid dal cielo.

Alcuni anni dopo, Dio mise alla prova la fedeltd di Abramo chiedendoglidi sacrificare il suo unico figlio Isacco in cima a un monte, nella terra diMoria. Ma proprio mentre Abramo si accingeva a uccidere e offrire in olo-

causto il suo primogenito, intervenne Dio che sostitu) il ragazzo con un a-

'' Vd. anche le leggende apocrif'e nel Libro di Enoc sui "Guardiani" che scesero dal cielo sul Mon-te Hermon, lirrnicarono con donne e generarono in tal modo unarazza di giganti.

'' Noe 9-50 anni. Sem 600 anni, Artaxad 438 anni, Shelah 433 anni, Eber 464 anni, Peleg 239 anni,Reu 2-39 anni, Serug, 230 anni, Nahor 148 anni, Terah 205 anni.

" Gn 15.

'' Cli. f a trrtdizione documenlata in Ger 34:18. 19.

I

i

2t6 QUANDO Gll DnI SCr:SI.:I3O SUIJ-ATI-tlllA

riete. Il patto tra Dio e gli Ebrei quindi venne esteso e Dio promise di ren-

dere la discendenza di Abramo <<numerosa come le stelle del cielo e come la

rena che d sulla riva del mare>16 Ualleanza con Dio da Abramo passd poi,

attraverso Isacco, a Giacobbe (escludendo il figlio primogenito Esair).

Il racconto di Giacobbe d famoso per la visione della scala che si esten-

deva tra la Terra e il cielo, con gli angeli di Dio che vi salivano e vi scen-

devano. La storia E anche famosa per l 'episodio in cui Dio apparve in

sembianze umane e lottd con Giacobbe fino all 'alba'7. Sorprendentemen-

te, in questa contesa Giacobbe si dimostrd pari a Dio, che gli attribui il

nome di Israele, dal significato di "Dio vince"''. Quindi, Israele nacque

come una nazione a immagine di Dio. poich6. proprio come Dio, il po-

polo d'Israele aveva <lottato con Elohim e con gli uomini>> e aveva pre-

valso'e.

Il resto della Genesi riferisce la celebre storia di Giuseppe, venduto dai

fratelli come schiavo e portato in Egitto. Qui, Giuseppe fu raggiunto dalla

sua famiglia - i discendenti di Giacobbe - che inizib a proliferare.

La scena era quindi pronta per la schiavitD degli Ebrei presso il faraone

egiziano e per I'Esodo verso la terra promessa. Questo b I'argomento del

secondo libro dell'Antico Testamento e del successivo capitolo, il Capito-

lo 10, di questo libro.

Questo b un breve riassunto della storia narrata nella Genesi.

Cosa se ne pub ricavare?

Per molti versi ci muoviamo in un terreno conosciuto. Come con le leg-

gende del Vicino Oriente antico, abbiamo una cosmogonia (creazione di

cielo e Terra), una creazione dell'uomo, un Diluvio universale e la fecon-

dazione della Terra da parte di meteoriti (i Figli di Dio). Questo d inco-

raggiante. Ovviamente gli Ebrei non vivevano in un vuoto teologico e

culturale e non avremmo potuto aspettarci il contrario.

D'altra parte, perd, siamo entrati in un terrenct sconosciuto. Per esempio.

sono scomparsi tutti i vari dbi che partecipavano alle creazioni pagane e

abbiamo un unico e onnipotente Dio che agisce completamente da solo.

Non esiste pii I ' idea di divinitd indipendenti e disinteressate e troviamo,

invece, un Dio con un interesse ossessivo per le vicende umane, che non

solo interviene nelle attivitd degli uomini, ma praticamente le dirige.

Lo stile della storia della Genesi b inoltre completamente diverso da tutto

cid che abbiamo incontrato fin qui. Non si tratta piU di leggende frammen-

tarie degli dbi. ma di una storia unitaria del genere umano. I-'interesse non

b piil concentrato sulle questioni divine alle mitiche origini del tempo, ma

si d spostato alle vicende umane, in epoche storiche o contemporanee.

'o Gn 22:17.

" Gn32:22-32.t 'Alrcr,Genesis,cit . .p. 182; secondoGordon-Rendsburg,TheBibleundtheAttcientNeurEast,

cit., p. 138, il nome "lsraele" E attestato come nome di un guelriero nella letteratura ugaritica.

'" Cn l3:28. Il significato d molto incerto, soprattutto perchi ekthim d ambiguo (pud rif-erirsi a"Dit'r" o "ddi"); questa traduzione d una mia interpretazione, ispirata in pane adAlter, Genesis,cil.,p. t82; ha senso immaginare Israele che lotta contro uomini e ddi pagani.

9. I.A GI.:NI-:SI IiIIISITATA 2t7

In breve, nell'Antico Testamento b presente una visione completamentenuova del rapporto tra Dio e I'uomo. E si tratta di una prospettiva che haaffascinato non solo gli Ebrei, ma anche tutti coloro che hanno rivolto laloro fede a questi scritti negli ultimi duemila anni. Ed b davvero confor-tante pensare che la vita non b casuale, come potrebbe sembrare, ma faparte di un piano ispirato divinamente, con Dio che ci sorveglia, ci guidae ci protegge.

A parte queste riflessioni, dobbiamo renderci conto che I'interesse del-I'Antico Testamento risiede anche nella sua genealogia, che tutti noi - co-si ci viene detto - possiamo ulilizzare per risalire alle nostre origini, attra-verso Nod, fino ad Adamo ed Eva e oltre, alla forza creatrice soprannatu-rale di Dio stesso.

Ma cosa accadrebbe se tutto non fosse altro che una finzione e un im-broglio? Se Adamo non fosse veramente un "uo[lo" ed Eva non fossedavvero "una donna"? Se la storia di Nod fosse un riadattamento dellastoria di Atra-hasis che, a sua volta, era un rimaneggiamento di un'allego-ria di un pianeta esploso e caduto sulla Terra?Non sarebbe ora di stabilire la verith?

,

II. SI'GIII'TO DI'I.I -A, I3AT"TAGI -I,A DI TAH\OI.-H

Non c'b miglior punto per cominciare del principio e dei primi versettidella Gerrcsi:

ln principio Dio [Elohim] cred i l cielo e la Terra. La Terra era informe e deserta e letenebre ricoprivano I'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.E, Dio disse: <Sia la luce!o. E la luce fu:".

Se leggiamo questo brano d'apertura alla lettera, Elohim cred la Terra inmodo pacifico, senza ricorrere alla violenza. Non esiste alcuna indicazio-ne di un pianeta esploso o di un rinnovamento catastrofico della Tena. Alcontrario, Dio non d rappresentato per nulla come un dio fisico, ma comeun essere soprannaturale. Uidea di Dio che ingaggia battaglie alla ma-niera di Horo contro Seth, Ninurta contro Zu, o Marduk contro Tiamat sa-rebbe stata impensabile per i sacerdoti dell'antica Israele.Entrando nel xxt secolo. perd, d giunto il momento di immaginare I'im-

pensabile. Il dio ebraico Yahweh/Elohim un tempo fu un dio fisico checgmpi la sua creazione servendosi di ntezzi.fisici?E curioso che, una volta terminata la cosmogonia di sei giorni, la natura

di Yahweh/Elohim diventi sempre pii fisica e violenta. Per esempio, inCn 6-9, troviamo Dio che provoca un enorme cataclisma sulla Terra tra-rnite il Diluvio. Poi, in Gn ll, leggiamo che Dio <<scese)> sulla Terra perdisperdere le genti che stavano costruendo la Torre di Babele. In Gn 19,Dio scaglia dal cielo fuoco e zolfo sulle cittb di Sodoma e Gomorra. Dopo

"'Gn l'.1-3. Le traduzioni della Bibbia utiliz-z-ate in questo libro sono generalmente basate sulla

versione di re Giacomo. Le citazioni dalla Cene.si sono state anche contiontate con Alter. Genesis.c i t .

218

nuta nascosta?Nel Salmo 88, leggiamo una cosa interessante:

QTJANDO Gll Dill scEsr:Ro stjll-A TI':ll'11'A

che ebbe terminato, un fumo denso si levd dall'area circostante t<come fu-

mo di una fornace,'2'.

Til"*.iu roro il principio- Nel corso del resto dell'Antico Testamen-

to, si dissolve I'imrn'agine'Oel Dio soprannaturale di Gn l. Nel libro di

Eiiiri', p", "r"-plo,

i.!giu-o ch-e Yihweh distrusse i nenrici d'Israele

;;ft"'Jd cielo ";;"?:;i;trey.",.mentre in altri punti' egli appare di'

Dersona tra fuoco, vento, terremotl, tuonl e fulmini23' Ma Yahweh non era

:';i;; ;i; atmosferico . Nel D eut e ronomio' egli dichiara:

Unfuocosidaccesonel lamiaco| leraebrucer i f inonel leprofondi tddel loSheol

rgiii"i*i. biuo.era l"l;;; "

ii.uo prodouo e incendieri le radici dei monti".

E analogamente, nel libro di Giobbe,leggiamo:

Egli [Dio] sposta le montagne e non lo sanno' egli nella sua ira le

sconvolge'Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremanor5'

E allora, davvero questo Dio, Yahweh/Elohim' compi la creazione in Gn

I in modo .oprunnutr.ale? o invece la vera natura del principio d stata te-

'il,r 'i 1r

Dio degli esercit i...

Tu domini I 'orgoglio del mare"'

Tu hai fatto a ftiziRahab, come un vinto' con braccio potente hai

disPerso i tuoi nemici:o'

chi era Rahab? un'ulteriore spiegazione proviene dal libro di Isaia:

Svegl iat i 'svegl iat i , r ivest i t id i forza,obracciodels ignore.Sveg| iat icome nel giJrni antichi, al temporlelle s.enerazioni passate'

Non hai tu toii" t'utto a pezzi Rahab' non hai trafitto il drago'?

Forse non t "ii..t.i"J"it"li

tu'"' le acque del grande abisso e n-on hai

tatto delle prbfonditi del mare una via' perchd vi possano passare I

redenti?"

Chi, o cosa' era questo ..mostro''

che viveva nel mare? I biblisti hanno fi-

nora sostenuto che qu".to *ottro Rahab (anche noto come Leviatano)

fosse una creatura ."ii" .tr" viveva nei mari della Terra. Noi, perd, abbia-

il;"G;".n" gri ""ii.rtiEgiziani

e gli abitanti della Mesopotamia de-

,iri"""!"" gli abi"ssi dello spa-zio 9.oTe t n grande "nlare" o "oceano"'

Quale interpretazio* ,i adatta alla leggerida ebraica? Considerate il se-

nui,tt. Uiundtratto OuiriU.o di Giobbe,-ihe pone Rahab nel contesto della

ireazione di Inferi, cielo e Terra:

'' Gn 19'.28.,, Gios l0: I I : <Ne morrrono piir per le pietre della grandine che non per la sp-ada^degli lsracliti"'

"Vd.peres.Er lg:18; lnr l i i i8 l ln. ls, t r , 12;2*Re l :10;Giobl :16"cioh36:29-33:CioD-18: l '

'n Dt 32:22.

" Giob 9:5.

'u Sa/ 88:9-l l; cfr' la traduzione in Heidel' The Babylonian Genesis' cit'' p' 103'

9. I-A, GIjNI.]SI I3IIISITATA 2t9

Lo Sheol [gli Inferi] d nudo davanti a lui [Elohim] e il Luogo dellaDistruzione non ha veli.

Egli stende il Settentrione [il cielo] sul Vuoto e appende la Terra sul nulla.Rinchiude I'acqua nelle sue nubi e la nuvola non si squarcia sotto di essa.Nasconde la presenza del suo trono, stendendovi sopra le sue nuvole...Le colonne del cielo traballano. sono costernate alle sue minacce.Con la sua forza sconvolge il mare, con la sua intelligenza taglia inpezzi Rahab.

Al suo sffio si rasserenano i cieli, la suct mano trafigge il serpentetortuoso2s.

E significativo il fatto che il mostro Rahab appaia qui nella storia dellacreazione, come lo b la descrizione dello smembramento di Rahab - unmotivo che, naturalmente, era al centro delle leggende della battaglia ce-leste nell'antico Egitto e in Mesopotamia.Osservate, inoltre, la descrizione di Rahab come un <<serpente tortuoso>>,

che in qualche modo causava un'ostruzione in cielo.Uideache Rahab fosseuna creatura terrestre, come un coccodrillo, b percib assurda. Gli studiosi, inveriti, ammettono che il mostro creasse una sorta di blocco in cielo, che do-veva essere liberato tramite il soffio di Yahweh, ma non sono stati in grado diaccettare il pensiero scomodo che Rahab potesse essere un dio celeste2,. Ep-pure b proprio quello che, senza ambiguiti, dice il libro di Giobbe.Ulteriori indicazioni su Rahab si trovano nel Salmo -J4, dove egli cofi-

pare come un mostro marino chiamato Leviatano:

(O Dio) con la tua forza hai diviso il mare. hai troncato la testa aiserpenti delle acque.

Hai troncato le teste del Leviatano, dandolo in pasto al popolo, agliabitanti del desertoro.

Osservate che questo Leviatano aveva diverse "teste", come un Titanogreco, e quindi non poteva essere una creatura terrestre come un coccodril-lorr. Quanto al <popolo, agli abitanti del deserton, potevano questi essere imitici abitanti degli Inferi32? Secondo il pensiero pagano, questa sarebbesicuramente stata la destinazione delle parti srnembrate del Leviatano.

" Gioh26:6-13. Il "serpente tortuoso" si pub anche tradurre con "serpente ricurvo". Cfr. la tradu-zione in Heidel. The Babylonian Genesis, cit., p. 103. Questo rasserenamento del cielo ricorda ilntodo in cui il dio egiziano R6 facilitava la resurrezione del re defunto liberando il cielo come unastrada, vd. Testi dei Sarcofagi,formula 50. Una leggenda egiziana descrive come i <sentieri di Rd>furono oscurati <il giomo in cui il cielo divenne ostruito e sollbcato", vd. Libro dei Morti, formulaI 10. Un'altra leggenda egiziana si riferisce a un giorno in cui .il cielo era pieno di ddi>, vd. Meeks- Favard-Meeks, Daily Life of the Egiprian Gods, cit., p. 78. Perchd. quindi, ignorare I'ovvio signi-ficato di Gioh 26:6-13? Osservate in Giob26:6 il riferimento allo Shcol come <Luogo della Distru-zione>> (Abaddon); entrambi i termini si riferiscono agli Inferi. il luogo in cui sarebbi tinito il vintoRahab.

, Heidel, The Babylonian Genesis, cit., pp. 104. 105, rif'erisce che il serpente tortuoso d una carat-teristica del cielo, ma neutralizza il significato aft'ermando che il cielo non andava oltre la troposfera.

"' Sctl 74:13, 14. Vd. anche Ciob 9:13: <sotto di lui (Dio) si curvano gli alleati di Rahab>.

'' Il l-eviatano policefalo nella letteratura ugaritica aveva il suo corrispondente nel "Lotan" a sette te-ste, anche descritto come un serpente tortuoso; vd. Heidel, The Bultlonian Genesis, cit., pp. l0?, 108.

" Questo avrebbe senso se lo sconfitto Leviatano tbsse stato gettato dal cielo agli Inferi come ildrago marino babi lonese Tiamat; vd. A,vEr, c i t . , pp. 71, 501, 502.

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220 QUANDO GI.I DI.:I SCEST:RO SUI,I-\ TER,IIa

Considerate anche un altro brano tratto dal libro di Giobbe. in cui il Le-

viatano compare con una sola testa, ma b nondimeno descritto come un

essere spaventoso:

I due battenti del suo muso chi li apre? I suoi denti sono contornati dilerrore. . .

Il suo starnuto sprizza luce, i suoi occhi sono come le palpebredell'aurora;

dalla sua bocca erompono fiaccole, si sprigionano scintil le di fuoco;dalle sue narici scappa fumo, conte caldaia surriscaldata e bollente;il suo sofTio dir fuoco alle braci, una fiantma esce dalla sua bocca'..t ' '

Questo Leviatano b identico al Satana simile al serpente che cadde <dal

cielo come una folgorerr, secondo 1l Vangelo secondo Lut'ttt'. Percid, il libro

di Giobbe descrive il Leviatano come (re su tutti i figli della superbia>"'

Il libro dell'Apocalisse sembra alludere a Rahab, quando identifica Sata-

na con (quel serpente untico>:

Vi fu quindi guerra nel cielo. Michele con i suoi angeli ingaggid battaglia contro ildragone. e questi a sua volta combattd insieme ai suoi angeli, ma non prevalsero: illoro posto non si trovd piir in cielo, infatti fu scacciato il glande dragone. quel ser-pente antico, chiamato il diavolo, o Satana, che ha ingannato I'intero mtlndo. Fu pre-cipitato sulla Terra e con lui furono precipitati i suoi angeli'0.

Dov'd questa cacciata di Satana dal cielo nei libri dell 'Antico Testanren-

to? La risposta deve sicuramente trovarsi nei vari racconti della battaglia

tra Yahweh e Rahab (alias il Leviatano).Perchd, allora. questa battaglia non fu inclusa nella cosnrogonia della

Genesi? Uovvia risposta b che la natura fisica e violenta di questo scontro

avrebbe completamente sconvolto la visione ebraica di una creazione so-

prannaturalerl .Considerando le leggende pagane che collegavano la battaglia degli ddi

alla creazione, appare assai verosimile che la battaglia di Yahweh fu dav-

vero eliminata dalla cosmogonia di Gn 1'*.

I.\ I,UCE NASCOSTA

Torniamo ora al racconto ufficiale dei sei giorni della creazione e cer-

chiamo di comprendere come la battaglia di Yahweh contro Rahab si pos-

sa inserire nel quadro.

Il brano d'apertura della Genesi, citato precedentemente, suggerisce che

sulla superficie dell'abisso vi fosse oscurith e che la "luce" venne quindi

" Giob 1l:6-13.

" Lc l0: l8; vd. anche Ap l2:1 -9 e 20: l -1.

" Gioh 4l:26.'" Ap l2:7-9.

" La stessa tendenza si nota nell'antico Egitto nel culto di ddi non violenti, come Atum e Ptah, e nel-

la mitologia mesopotamica b difticile trovare leggende del dio supremo Anu impegnato direttamente

in battagtia. Sembra, invece, che le battaglie tbssero delegate alle giovani generazioni degli dei.

'" Si tratta probabilrrente del "giorno del la battagl ia, r icordato in Zac l4' .3.

9. I-\ GENI.:SI I1,I\]ISITATA 221

creata e separata dalle tenebre. Ma se questi versi gia possono sembrareambigui e misteriosi, il peggio deve ancora venire. Cib che segue in Gnl:5-31, d. a dir poco, interessante. Aquesto punto posso solo suggerire ailettori di prendere in mano una copia della Bibbia, mentre io tento di rias-sumere i sei "giomi" della creazione di Dio il piit succintamente possibile:

Giorno l: cleazione della luce e sua separazione dalle tenebre.Giorno 2: creazione della Distesa e separazione delle acque.Giorno 3: separazione di terra e acqua e creazione della vegetazione sulla Terra.Giorno 4: creazione di sole. luna e stelle nella Distesa.Giorno ,5: creazione di esseri viventi sulla Terra, nel mare e in cielo.Giorno 6: creazione di esseri viventi sulla Terra e creazione dell 'uomo come sovra-

no di tutte lc creature.

Cosi Dio cred il cielo e la Terra in sei "giorni", prima di prendersi un benmeritato riposo il settimo "giorno".Cosa possiamo ricavarne? Immagino che gran parte dei lettori non abbia

difficoltd a comprendere i giorni 3-6, che si spiegano da sd. Ma che diredei giorni I e 2? Qui troviamo una terminologia a noi poco familiare. Co-s'd la luce? Cos'd la Distesa? Che cosa fa Dio?E innanzitutto necessario trovare un punto di riferimento, che bisogna

stabilire dai primissimi enigmatici versetti della Genesi:

In principio Dio IElohiml cred i l cielo e la Terra. La Terra era informe e deserta ele tenebre ricoprivano I'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle ac-quet".

Per comprendere questo brano, bisogna capire che "1.'abisso" era la Ter-

ra, coperta di acque. Quindi, lo spirito di Dio aleggiava sulla superficiedella Terra. Questo. dunque, fu il contesto in cui Dio disse: <Sia la luce!>.

Cos'era la "luce" che fu creata il primo giorno? Generazioni di biblisti cihanno convinto che si trattava semplicemente della luce del giorno, chevenne separata dall'oscuriti della notte. Ma, secondo me, questo d assolu-tanrente falso.

Se esaminiamo attentamente il riassunto dei sei giorni, notiamo che ilsole, la luna e le stelle furono creati i l quarto giorno. Percib la luce nonpoteva esistere prima del quarto giorno. Come d possibile. quindi, che Dioabbia creato la luce il prirno giorno? Ci deve essere un errore.Esaminiamo con attenzione il quarto giorno. Quello che dice la Genesi d

che nel quarto giorno Dio cred <luminari>> nella Distesa: un ..luminaremaggiore> per presiedere al giorno, un <luminare minore>> per presiederealla notte e oltre a queste due luci. le <stelle>. Quest'affermazione non la-scia adito a dubbi. Il <<luminare maggiore>> non pub che essere il sole e il,.luminare minore>> non pud che essere la luna.Ancora una volta. quindi, dobbiamo chiederci come sia possibile che la

luce fosse creata il primo giorno. La contraddizione appare inisolvibile, ameno che la luce non fosse qualcosa di diverso da sole e luna.

" Gn l : l - -1.

ri

tLl

I

222 QUANDo Gll DEI scr:sl"Ro sull-ATr:RRA

Quale altro tipo di "luce terrena" poteva essere?

R=icordiamo fufto quello che abbiamo appreso dal nostro studio sulle

creazioni in Egitto e Mesopotamia. Al cenirb di queste cosmogonie era la

credenzache "Dio

fosse Caduto fisicamente, ma fosse risorto metaJisica-

mente. Percib il corpo di Osiride era caduto agli Inferi, ma la sua anima

era ascesa al cielo; Ra aueua lasciato il mondo degli uomini venendo sol-

levato metafisicamente sulla schiena di Nut; la Fenice era risorta dalle

piofrir ceneri ed era ascesa a una vita metafisica e Anu aveva fecondato

ict, ia Madre Terra, ed era poi tornato metafisicamente in cielo' Potremmd

citare altri esempi, ma il punto d stato chiarito'

Ora consideratb il seguente argomento. Il principale archetipo di questa

morte e resurrezione e-ra il cielo stesso. Il cielo - un pianeta - era caduto

nellaTena, ma era stato poi separato dallaTena e riportato metafisica-

mente al luogo da cui era caduto.Inoltre, d ui fatto che la maggior parte degli antichi ddi celesti fosse as-

sociata allaluce,e gli Egiziani affeimavano che il cielo eraun'Akhet, una

"montagna di luce".q"i"di ritornando al mistero della luce delplmo giorno della creazio-

n", qu"tta luce potrebbe essere la luce del cielo?

Non solo "potiebbe essere", ma "2". Nel Salmo 104' leggiamo:

O Signore, come sei grande' ' 'Ti aivolgi di luce coie in un manto, tu distendi i cieli come un

draPPo...*'.

Leggiamo nuovamente le parole della Genesi e vediamo se hanno un

senso:

In principio Dio [Elohim] cred il cielo e.la Terra. La Tena era informe e deserta e le

t""L'U." rlJrpri*nl t'^lit* e lo spirito di D]o aleqgiava sulla superficie delle acque'

n Oio airr"i <Sia la luce!>. E la luce fu. E Dio vide che la luce era buona, e Dio se-

pard la luce dalle tenebre.

Come abbiamo menzionato precedentemente, I'abisso era la Terra, quin-

Oiit fatto che lo spirito di Di; ne coprisse la superficie dimostra che Dio

era piesente sulla^Tena. Percid, se la luce rappresentava la creazione del

cielo metafisigo, cos'erano le "tenebre" da cui eSSa venne separata? Lin-

credibile risposta d': gli InferiIn effetti, tutto il brino atquista nuova vita se supponiamo che il corpo di

Oio (cioE il "i"lo

fisico) fosie caduto agli Inferi e lospiritoo anima di Dio

(it ciLlo metafisico) venisse separato eiitornasse al luogo da cui era cadu-

tol'. Oiui"ne quindi chiaro che la battaglia fisica tra Yahweh e Rahab deve

aver preceduto i pnyni versetti della Genesi 'I lettori vorranno forse confrontare questa semplicissima spiegazione

"'Sal lO4:1,2..' qu.rto e tonfermato da Giob 26: l0: *Ha tracciato un cerchio sulla superficie delle acque, fino

al confine della luce con te telebrer. Vd. anche Prov 8:27: <Quando egli delineava i cieli, io (la Sa-

oienza) ero oresente, quando descriveva un cerchio sulla taccia dell'abisso>'

. l-A SEPARAZTONE DEllr ACQUTj

.Quest'ipotesi di "luce" = "cielo" pud essere provata anche in un altro mo_do, esaminando la misteriosa separazione delle acque J"r .,".rnoo giorno.E Dio disse: <sia una Distesa ner mezzodelle acque. e separi Ie acque daile acque>.E Dio fece la Distesa e separd le acque .tr" sono ui airottJ a"ri, rjilt*" dale acqueche sono al disopra deila Distesa. E iosi ru. g Dio.hia-o ra nl.t!* .-ti"to".,.

9u.:.,3 Distesa (ebraico raki'a, spesso tradotto erroneamente con ..vol-

lu".9 "!.-.umento") era tutto il cieio, che si

"rt"no"uu aatu Terra in tutte

l1at1ezi9.nl y"tr.o 1l piD_alto dei cieri, fino aile piu ,emoi" iri"il"" visibi-Ir". Hercro sr puo dire che sole, luna e stelle fuiono creati nella Distesaas.:-:tl.iT;t

di.:opr-l della Oistesa, ,,"fptt alto dei cieli, era Dio stesso,lnsleme a una metd delle acque separate.Perchd Dio era con le ac.qu'e_e come mai era stato necessario separare leacque in inferiorie superiori? Secondo me, ra rispostal cn" I" o.qu" op_partenevano a Dio

".d ".11g quindi cadute dal cielo quando-nro stessoera caduto dal cielo (percid leggiamo che Io spirito oioio aLggiava so_pra le acque sulla superficie-d-ella Terra )an.

'Ritengo che f uesto fossesrato un diluvio originale, avvenuto alrinizio di c;j

";;rulJ oui sacer_doti ebrei. L'idea aiun yahweh fisico, caduto in battaglia e intrapporato

agli Inferi (come il dio egiziano osiride), sarebbe ,tut?f"i io.o un unu_tema.

9. I.A GENI-:SI RI$ISITANA 223con le soluzioni forzate e le capriole intellettuali dei biblisti, nel loro ten_:.1!i:"9 j:o*"*.;""'"-;;H',',iil;;H;ifi l"l,?Xi3li'J';creata in due

:fi f,Tj'^o-1:lTl j,":H:"iii*1';ei,oe;a,'6;;;;,;;.td;#;il.!rtstudiosi della Bibbia non hanno il vantfrgio dilo cll aver compreso Ie cosmo_gonre p3gane.

mo glorno, quando Dio cred il

" I Testimoni di Geova, per esempio, ro grorno, quando Dio cred il cielo: I'

sostengono che il sole, la luna e l.e stelle furono creati il pri_apparente seconda creazionc cli .sole, luna

" i"rr. iiq"ino

fl !il?"illl3i,' ::::*:::::,::"1^T-"::"; .*Fi F ;il;;J; il;.,eilffi :;'..".ffi:,:li:X:i,*f'.ir"l':l:jl;1s;jl::ry:""T::'^'grir'::: vg ' i;;;si;.;;;s.;il;";i'H:'i;';fi"jY"lll:l;,1*3::11:g9f".,"1,:pie.gazione io,.ua; o;;: i;;;i;;;G;;',ji;,J."i,;ii;"1,."i1i,;nessun punro deila Bibbia b chiarito quare fosse I'osrruzione ;h. ;;p;i;;:-"ii;il; ",;gg,;;"J;

:i,T::1: jl^"c^?l_._T: Ti :* stata creara an-cora arcuna crearura, il che rende la distinzione rravrr.rrr . rvrrL t ld

$'#;.":,llfiT:.gl::11*:"T:ii3_lccgdemica, rnoltre, bisogna sotrolineare che L Jreo"n,a aei reli,1?:*,::::."-T' l?:i'"11"'"pposizione ,n" i:',i"-iii,i";;';ffiil:##;::l'.f i".:#-ll,,

(*"1"'R::.:*o_,-1,:::l dii,s,;i;;;;;f;;;i;;iil"r:'r.,i*liii","'ii#:iff;"',"*:jl;,f .lS":".*.,1:T1:ol':_": si aditta p.rt.ttur"ni" ul"

",i".pi"!",'i?#',"#J"i;ii'r'ii^"#i,i.i;i:::ilf"o.

ra catastrofe. con ra creazion! (';ilil;;i,i.iJ;"ffi;l"d;::ffi;ilfi:i:"#lo-e-Terra.

' ' Gn l :6-8.{

Questi erano i cieli fisici e Dio sedcva su di essi in una dimora soprannaturale e spirituale. eue-st'idea potrebbe essere stata ispirata dall'ant;ca creaenza egiziana secondo cui il regno degli ddi nel1).// celesre era raggiungibile dille steile Ai Orione e Siriof'5 Gn l :17.'u cfr' quest'idea con la formula 38A dei rbsti dei sartttfagi in cui il dio creatore Atum esclama:

;f ;:lr o*'" che ascese dalre acque c"testi ati" a.que

"er"iti, io r,. u.*puio ,r ,io posto a occi-

224 QUANDo Gl'l DI::I scr:s[]Il'o sull-ATI-:11'l1A

Questo spiega perchd nel Salmo 2g.leggiamo che <Yahweh siede sulle

acque del Di luvio,, . c iod su| |e acque r isort-e de| suo Di luvio. ' . E spiega an-

;;;;;; *uin"r riuio oi c,, bbi,Dro accenni all'idea di ricoprirsi di un

diluvio di acqua, dicendo:

Puoi tu alzare la tua voce fino alle nubi' per farti ricoprire da

un' alluvione di acque?"

Inoltre, nel libro dei Proverbj, troviamo un,interessante eco al concetto

;;r6;ilico di ou" uulrri, o Apsu: 1'abisso di sopra e quello di sotto'

Dice il testo:

Yahweh con la sapienza fondb la Terra'

stabili i cieli con I'intelligenza;per la di lui scienza.liz roio separati 3/i abissl"'

Un,ul ter ioreconfermadiquestateor iasi t rovanel fat tochei l termineebraico per cielo (o ciel i ) en shamavim' un plurale.che derivava da

mayim."acque"5'r. Naturalmente, quesio collima con I' antica tradizione';:;;;:; ';t*?"J".ul

il .i"lo era un piangta utQuo'o' , -^-i^r

Se mettramo ,nr,"-" iuiiigri indizi, abbiamo una separazione della luce

dalle tenebre e una r.purriion" delle acque dalle acque' E questo non

successivam"nt" utio .i"azione di cielo "'i"t

u separatameliea!9nsi..1lla

creazione di cielo-e-Terra fusi insieme come una"nlontagna"' E il trattino

che fa la differenza:

Inpr incipioDioIEtohimlcredcie|o_e-Terra.LaTerraerainfbrnreedesertaelete-

";;;;i""';;ir^"" i.uti... '. r," spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque'

II. MISTEI1O DI.:I SI--TTI-. CII:II

C,Eunacur iosaanomal iachedobbiamoancorar isolvereechecicon-durrh a svelare un ui* offuscinante mistero. quello dei "sette cieli"'

L'anomalia d l" t;;;;i l ' s" ru luce che fu ireata il primo giorno era la

luce del cielo e nun"rl-.^*un. iu." del giorno, pTlh", a partire dal pri-

-o- gioino, r. g gi umoli p"tu tu*" n te la f6 rrn u

1l -: P 1..: :.:..1 .T1tit:::niotio x'ri triiltre patol., come potevano esserci sera e mattlna nel prr-

ilii;; ;i;;"i,'"iri" frr" il sole, la luna e le stelle furono creati solo nel

quartof'L;;iu spiegazione b che la formula <<E fu sera e fu mattina: giorno X> b

un,affermazion" "rot"rica

in coaice che simboleggia morte e rinascita. In

" Sa1 29:10.

" Giob 38:34.,"pn,v3: lg.20.Daqur leacquesopralaDisresreleacr lue)t t l t ( ) ]1 Dl t t : l t l :vd Gn l :6 '7 '

, , Vd. Heidel. The Gil*(meslt erir und Old kstttnvnr rarutt(t . \ . . .c.t . . -1, :1. '-- . , .- , , ,^.. , , , . ,''' vu' ntruct'

,i.i'^-r,riia"a"ve erano le acque" ,da shorn-muim). Un'altra posst-' ' Una possibi le t raduzione d

i , n.n . t , , - T1.. . ct^:- ; - , , n- ,<. . i r nn 57 log: osservate

o';iii#i;;"J;{ilpffi;;*i",. "a o:erien' n'" sn'iiiit!!ii'-il P;J: i9:i"i"'i"i:i::i'":#ili'!i:;.Hffi"';"f;;;..urt 'r9;"-9u."-Tll.'^1"-c113:,'^':i::\?;l:Xi#1"'ffiJ'""';1,,'3.'.1;,Li;li; ?i"J.',iif";;;r.,Jtu%,ri p...ipir"to. .on!ri alberi dell'Etlen, verso la regione

enflerf9neS>>

.). I"\ GT.-NI.:SI I1,I\)ISITATA 225

trrl modo, diviene evidente che Gn I contiene un riferimento occulto a unarcrie di creazioni metafisiche di Dio. Cib potrebbe sembrare incredibile serron fosse che i sette cieli, molto importanti nelle antiche tradizioni ebrai-r'he. sono completamente assenti nell'Antico Testamento, cosi come lot'onosciamosr.

Permettetemi di dimostrare come funziona la cosa. Dopo ognuno dei seigiorni, la Bibbia afferma: <E fu sera e fu rnattina: giorno X>. Quest'affer-nrazione d quindi ripetuta sei volte, finchd alla fine, il settimo "giorno", civiene semplicemente detto che Dio si riposb, benedisse il settimo "gior-rro" e lo santificd.Ora, se consideriamo I'espressione <<E fu sera e fu mattina: giorno X>>,

corne un simbolo di morte e rinascita, ne consegue che gli aipetti dellacreazione fisica di Dio erano cosi controbilanciati dalla creazione di qual-cosa di metafisico. In altre parole, in ognuno dei sei "giorni", Dio credt lualcosa d' invisibi le e di v is ibi le.

Ritengo che queste creazioni invisibili fossero sei "cieli", cosicchd il settimoliomo, Dio andd a riposarsi su questi sei cieli nel suo mistico "settimo cielo".Tutto questo d molto interessante, ma, tanto per cominciare, perchd do-

vremmo supporre che la formula <<E fu sera e fu mattina: giorno X> do-vrebbe significare morte e rinascita?ll mio ragionamento b il seguente. In Gn l:5, I' introduzione dei termini

"sera" e "mattina" d preceduto da corrispondenti riferimenti a "giorno" e"notte". E. inoltre, i riferimenti a "giorno" e "notte" sono a loro volta elquiparati a luce e tenebre. la luce e le tenebre che Dio aveva appena sepa-rato. Ora. se, conte ho suggerito, questa separazione iniziale alludeva allarinascita del c'ielo dagli Inferi della Terra, ne consegue logichmente chenlorte e rinascita sono indicate con i termini "sera" e "mattina",

In effetti, larecitazione di <E fu sera e fu mattina: siorno X> evocava lanrorte e la rinascita di Dio, o la morte e la rinascita dil cielo. Percid, Gn Idescrive la creazione dei sette cieli oltre alla creazione del cielo stesso.

E tutte queste cose furono astutamente celate, in modo da risultare chia-re solo asli iniziati. '

II- PADI3E DI.-I. PI3INCIPIO

. Ora che siamo stati messi in guardia circa la possibiliti di tali occulta-rnenti nel libro della Genesi, esiste un'altra sorprendente possibilitd daconsiderare.

E curioso che il brano d'apertura della Genesl inizi con la seconda lette-ra dell'alfabeto ebraico, bet, invece che con la prima lettera, alef.Inoltre,D stato evidenziato che I'inserimento della alef mancante altererebbe radi-

'r Quest i c ie l i non devono essere presi a l la let tera come sette pianet i , rna sempl icemente comeun'ascesa simbol ica di Dio al l 'a l to dei c ie l i . Al la f ine, i l set t imo giorno, Dio termind la sua opera eliposd nella settinra fascia degli shr.ttttu,-im. altrimenti nota come "settimo cielo", "cielo", "l'aito deic ie l i " o "c ie lo dei c ie l i " . Vd. per esernpio Dr | 0: l4; 1 Re 8:27; Ne 9:6. Un brano part icolarmente i r -tcressante s i t rova in Sci 68:34, in cui Dio b colui <che cavalca sui p i i i a l t i e pi i r ant ichi c ie l i>.

I

226 QUANDO GI.I DI::I SCT.SERO SUII.ATERI1A

calmente il significato del verso. Nella mia traduzione qui di seguito, os-

servate cosa alviene se si eff'ettua il cambiamento alfabetico da Bereshit

("ln principio") in Ab-reshit ("Padre del Principio"):

Quando il Padre del Principio creb gli <tdi lelohiml di cielo-e-Terra' la Terra era

informe e deserta e le tenebrJ ricoprivino I'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulla

superficie delle acque. E Dio disse: "Sia la luce!>' E la luce fu'

Abbiamo qui I' idea che Dio - il pianeta esploso - creb gli ddi tramite e-

missione dei proprio essere fisico. Inoltre, questa traduzione implica I'i-.

dea che gli ddi creati fossero caduti nella "montagta di cielo-e-Terra'

Il brand, tradotto cosi, C un perfetto - davvero pcrfetto - sunto della filo-

sofia religiosa paganaJr.

E, per lo stesso motivb, era un anatema per i sacerdoti ebrei che avevano

,.rpinto I' idea della morte fisica di Dio e avevano distanziato con cura il

loro Dio dallacreazione degli dbi pagani.

Si risolve quindi un enigma, poich( nella Bibbia b ampiamente attestatl

I 'esistenza O'i Oei diversi?a Yahweh. Questi dovevano essere stati creati,

ma in nessun punto della Genesi viene spiegato coTet ll brano, cosi ritra-

dotto, risolve il problema. Sembra dunque che I'originale versione della

.."urion. nella Genesi - che potremmo chiamare cosmogonia alfa-. .fusesuita da una versione occulfa della creazione - che potremmo definire

coimogonia beta.Eliminando la atef.i sacerdoti ebrei mutarono comple-

tamente il significato del primo verso della Genesi.

In tal modo gli ddi (elohim) furono eclissati da Dio (Elohim)' ,.

UUOMO CHI; CADDI.- SUIJ-A TI--I3T3A

Volgiamoci ora alla leggenda biblica della creazione del genere umano,

del plimo uomo e della pilma donna: Adamo ed Eva. Questa leggenda de-

scrive davvero un inteivento soprannaturale di Dio, o potrebbe esserci

una spiegazione Pii Prosaica?Gen^eralmente si ritlene che il libro della Genesi contenga due racconti

della creazione di Adamo ed Eva, quello di Gn I e quello di Gn 2. Perso-

nalmente, credo che in Gn 2 siano confluite due tradizioni'

Nel primo racconto, in Gn l, Ia prima coppia umala b senza nome e vie-

ne indicata semplicemente come .,maschio e femmino>. Questi sono crea-

t i da Dio <a sua immagine".

Questo b un aspetto che ci b familiare. Nel capitolo precedente, abbiamo

iniontrato una leggenda assira della creazione in cui i due dbi Lamga, Ul-

ligarra eZalgani,Trearono gli "uomini" a loro immagine, come lavorato-

ri"uUiti e ineiperti. AbbiamJanche menzionato una leggenda sumerica in

cui Enki .t"d il "genere umano" facendo si che gli ddi Anunnaki prctdu-

5r La morte di Dio, la creazione di una molteplicitn di ddi, la caduta sulla Terra e la resurrezione in

cielo. ll brano risulta piir chiaro se s'intende cielo-e-Terra come un'unica enti$r. L idea di un Padre

aJ erincipio che cadc sulla Terra ricorda la credenza egiziana in D_io che cade da Eliopoli su Abido

(la "Montagna del Principio") o Elefantina ( la "CittA del Principio") '

.). I.\ GI.:NI.,SI III\)ISITATA 227

('c,ssero ,<le ktro stesse sembianze>>5a. In entrambi i casi, il "genere umano"I'u creato agli Inferi e in entrambi i casi fu creato a immagine dei meteori-ti, a loro volta creatr a immagine di un pianeta che era eJploso.Se si legge il primo capitolo dellaGenesi con in mente quest'idea,la fra-

se <Dio cred l'uorrro a sua immagine" immediatamente fa pensare a unpianeta che prodrr,' un"'mlanitd" meteoriticat5. E forse questo era il mo-do in cui il testo era lefio de coloro che erano stati iniziati ai segreti del sa-cerdozio ebraico.

Immediatamente, quindi, veniamo avvertiti della possibilith che la prima"urnanitd", descritta nella Bibbia, sia discesa dal cielo5u.Tuttavia, quando amiviamo al secondo capitolo della Genesi, scopriamo

che quest'idea a stata eliminata. Invece di leggere che l'uomo scese dalcielo, viene semplicemente riferito che Dio cred I'uomo dalla terra:

...8 un flusso d'rqua sgorgava dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo. Eil Signore Dro formd I'uomo t'a&tml dalla polvere della terra ['adamah) e soffid nel-le sue narici un alito di vita e I'uomo fu un essere viventes?.

Questo ricorda le leggende mesopotamiche in cui il "genere umano" ve-niva mpdellato dall',,argilla che d sopra I'AB.zu>>. Ma esistono numerosealtre lbggende mesopotamiche che suggeriscono che I'argilla fu gettatadal cielo. Potrebbe essere il caso anche della <polvere della terra>) ebrai-cr? Il btano contiene forse un'ambiguiti relativa alle origini del materialecon cui venne fatto I'uomo?

Sebbene la Genesi stessa sia vaga su questo punto - forse deliberata-mente - esistono numerose leggende in altri punti della Bibbia che sugge-riscono che il primo uomo venne gettato giD dal cielo, in quella che po-tremmo chiamare letteralmente I'originale "caduta dell'uomo".

Il brano piD spettacolare sull'argomento si trova nel libro di Ezechiele,incui il prof'eta critica aspramente I'arrogante re di Tiro. Leggendo questo e-splicito racconto ncjn si pud fare a meno di pensare che si riferisca a un'ar-chetipica caduta dell'uomo, che avrebbe potuto attribuirsi anche al primouomoo Adamo. Le parole che seguono sono quelle di Dio che Ezechiele ri-pete al re di Tiro:

Poichd il tuo cuore si b inorgoglito e dicesti: <Io sono un dio, assiso in un trono di-vino; io sr>no nel cuore dei mari>>, mentre tu sei un uomo e non dio... Tu eri un mo-deflo di perfezione, pieno di saggezza, di perfetta bellezza1' tu eri nell'Eden, giardinodi Dio, mille pietre preziose erano il tuo manto... preparate nel giorno della tua crea-zione. Querl cherubino proteso a dif'esa ti posi: eri sul monte santo di Dio e cammina-

'o Kramer, Tlrc Sumeriuns, cit., p. 150: gli antichi Egiziani possedevano un concetto analogo; inun'iscrizione di Amenhotep III, Amon-Rd dichiara che il re d <mio figlio, del mio corpo, il mio a-mato, fa mia immagine vivente>> (tr,tct,cit.. p. 376). Vd. ancheiTesti dei Sarcofitgi, formula 906, incui i l re d det ln i to <i l f ig l io maggiore di Atum, la sua immagine".

" E curioso che alcuni autori modemi, me incluso, abbiano proposto che un Dio in carne e ossacred un'umaniti in carne e ossa a sua immagine per mezzo della scienza genetica.

in Queslo spiegherebbe perchd Adamo creb Set ..a sua immagine e somiglianza>; vd. Gn 5:3.

" (in 2'.6,7; il termine tradotto con "flusso d'acqua" d di significato molto incerto per Hooke,Middle Eusrern Mvthologt. cit., pp. I 10, I I l.

228 QUANDO Gll Dr-lI SCESEI3O SUl,l-\TI-:IIRA

vi tra carboni ardenti. Eri perf'etto nella tua condotta dal giorno della tua creazione,fino a quando in te fu trovato il male. .. e io ti ho scacciatpy'al.monte di Dio e tihostrappato, o cherubino difensore, damezzo ai carponi ardenti,.. e io ti ho getteto a

terra... percid cli ntezzo a te hofatto uscire wtftloQo che ti ha divortttrt: ti fut ridotttt

in cenere sulle Terra, sotto gli occhi di quanti ti {ilurdanotr. ,.rir.

Potrebbe essere questa la caduta originale dsll'rurm, ddl'"Eden, giardi-

no di Dio>, il <monte santo di Dio>? E una loqtann o@ dDl tradizionale

racconto di Adamo ed Eva, e perd abbiamo sufficienti indizi per sospetta-

re che i sacerdoti ebrei potrebbero aver cercato dirngcondere un'idea'a

loro non gradita, ciod I'origine celeste dell'uomo. i "rIl secondo importante indizio si trova nel libro delle Lamentazioni di Ge-

remia, dove c'd un interessante riferimento all ' idea che il popolo d'Israe-

le venne gettato git dal cielo:

Ahi ! Di quanta caligine cosparse il signore adirato la fulia di Sion !Scaraventd dal.cielo inTerra lo splendore d'lsraelde ,i',, ,

Fu questo anche i l modo in cui arr ivb Adamo?

Troviamo conferma di quest' ipotesi in un testo gnostico: ' i '{ | '

Quando Eva vide Adamo stagliutogii. ella ne ebbe compassione. Oispgi'*A{agq9,vivi! Levati sulla Terra!>. All ' istante le sue parole divennero azione"". ' . .

Questa storia ricorda molto da vicino quella del dio egiziano Osiri&;'4,

cui Iside disse: <Levatit>. E Osiride era caduto dal cielo.

Ulteriori conferme di quest'ipotesi si trovano nella tradizione musulma.

na, in cui si afferma che Dio (Allah) invid dal cielo una tenda per coprire

il corpo di Adamo presso il sito della Ka'aba (La Mecca). L'idea della co-

pertura del corpo di Adamo evoca una sua collocazione agli Inferi, i l che

naturalmente implicherebbe la ctedenza in una sua precedente caduta dal

cielo.Torneremo in seguito all ' ipotesi che il Giardino dell'Eden fosse agli In-

feri. Per ora basti dire che vi era una credenza ebraica nelle origini sotter-

ranee dell'uomo, esemplificata da un interessante brano del Salmo 139, in

cui il poeta afferma:

Non ti erano nascoste le mie ossa [o Signore].quando nel buio io venivo formatoe intessutonelle profonditi della Terrao'.

Un'ulteriore prova della caduta di Adamo dal cielo si trova nella leggen-

da secondo cui Eva fu creata dalla sua costola. anche se bisogna sottoli-

s' 5728:2 e 28: l2-18. Cfr. quest'idea del cherubino difensore con Gn 3:24. in cui i cherubini pro-

teggono I'accesso all'Albero della Vita nel sotten'aneo Giardino dell'Eden.

' " Lam2'.1.*' Pagels, The Gnostic Gospels, cit., p. 57.

^ 'Sal 139:15. Ci s i chiede se una tale credenza possa spiegare I 'uso ebraico di umi l iars i sedendo

nel lacenere. Vd. peresempioGion3:6. Vd. anche ANET,cf t . , p. 139, sul la leggenda ugar i t ica in cui

El in lutto 5i cosparge la testa di polvere.

. ) I-A GI.:NI.]SI Ii,IIISITATA 229

rrceue che le cose non sono per nulla quelle che sembrano. Tanto per co-rrrinciare, rivediamo cosa dice la Bibbia riguardo alla misteriosa cieazio-rrc di Eva:

lr il signore Dio disse: <Non d bene che l'uomo sia solo. Farir per lui un ausiliare,he gli sia conveniente>>... E il Signore Dio fece cadere sull'uomo un sonno profon-tlo. E mentre dormiva, prese una delle sue costole e richiuse la carne in luoeo di es-srr. E il Signore Dio costrui una donna dalla cclstola che aveva preso dall'uJmo, e lat ondusse all 'uomout.

Qual b il significato di questa storia? Propongo che il racconto sia un ri-lraltamento di | 80' gradi della storia originale. In questa, Eva non venivallresa da Adamo, ma Adamo era preso da Evao,.come d possibile? E necessario comprendere che Eva era Ia Madre Terra.Un' ipotesi assurda? Per nul la.considerate per prima cosa il fatto che Eva d definitain Gn 3:20 <madre

tli tutti i viventi>il. E un epiteto perfetto per la Madre Terra.Poi, considerate la lpggenda nel ralmud secondo cui Eva si era accop-

piala a un serpentens. E poco probabile che un'Eva utnana si fosse unita aun serpente, ma avrebbe senso se si trattasse di un'Eva planetaria, perchdesistono numerose leggende di un serpente caduto dal cielo.

Percib, supponendo per un momento che Eva fosse davvero la MadreTema, quale significato avrebbe la "costola" dalla quale ella fu creata?

Secondo me, la risposta d che la "costola" fosse in origine un epiteto di A-damo, sceso dal cielo ed entrato nel grembo della Madre Tena (Eva), per poicmergere nel mondo superiore. In questa leggenda originale, il primo uomosarebbe quindi stato una "costola" tratta dalla "donna", invece del contrario.Quest'incredibile ipotesi pud trovare conferma? Decisamente si.considerate, per esempio, la lbrmula26g degli antichiTesti dei Sarcofa-

,qi, che utilizza I'analogia delle costole per ricordare come le parti del cor-po di osiride/Geb - un dio planetario - fossero cadute dal cielo ed entratenella Terra:

Il re t questo arbusto di vita, che usci da osiride [dal cielol per crescere sulle co-stole di Osiride Inella terra] e nutrire la plebe ... i l re vive e prospera sulle costole diGeb . . ."".

" 'Gl 2- f t t -221 "costola"pudanchesigni l icarc"f ianco",vd.Hooke, Mit l t l leEu,stemMl, thology,ci t . ,p. I 12. Hooke h:t anche giustamente sottolineato che quello di Adamo era un <<sonno soprannaturaleo.

"'Questo ha piir senso. Corne b stato notato dagli studiosi, la leggenda biblica della cieazione di A-damo ed Eva inverte la consueta sequenza biologica in cui la l 'emmina di v i ta al maschio; vd.Pagels,'l ' lte

Gnostit Gospel.s, cit., p.77.

" ' Gn 3:20, c vd. Al ter . Gt 'nesis, c i t . . p. 15. n. 20. I l nonre di Eva r ler iva dal verbo ebraico havah:" l i r v i r ere".

"'Non sono rare le leggende di serpenti che cadono dal cielo ed entrano agli Inf'eri: nell'antica tra-dizione egiziana, il dio Seth entrd nella Terra sotto lbrma di un serpente sibilantc, vd. Wallis Budge,I'egends of tlrc Egvptian Gods, cit., p. 77; e nella mitologia greca, il grande serpente Ofione fu e-spulso ed ebbe la testa schiacciata dal ta l lone del la dea Eur inome, un tenra che compare in Gn 3:15.I a cosa diventa ancora pi i r interessante quando, in Al ter . Gene.sis, c i t . . p. 15. n. 20, leggiamo che I 'e-braico "Eva", hawah. suona come la parola "serpente" in aramaico.

" kst idei Sarcoft tg i , fonnula269:vd.anchelaformula. l0-5, incui la<r ivadel f iumedelcielo>eradescritta come <spina dorsale di Geb e costola di Isidc, su cui sono quelli che respingono il Serpente>.

230 QUANDO Gl,r Dr--r SCr:Sr:R O SU I J -A TI-:11,11,A

Considerate, inoltre, che la parole sumerica per "costola", Tl, poteva si-gnificare anche "vita", e che, quindi, la dea Ninti (NtN.rt) era allo stessotempo "Signora della Costola" e "Signora della Vita". Ninti. ricorderete,

era la Madre Terra ed era identificata con Ninharsag, uno dei cui sopran-nomi era "mattone di lapislazzuli". E, come abbiamo visto nel Capitolo 2,questo "mattone" di lapislazzuli era un meteorite, che aveva fecondato il

grembo della Madre Terra. Esiste qui un parallelo che suggerisce che Nin-

ti (NIN.TI) portasse una "costola" meteoritica nel suo grembo planetario. Equesta b, secondo me. la fbnte della leggenda originale della costola di A-

damo che impregna Eva.Servendoci di tali indizi, possiamo ricostruire l'originale leggenda ebrai-

ca diAdamo ed Eva. La "costola" di Adamo sarebbe quindi un meteorite- I'antico seme della vita - che cadde dal cielo e apri il grembo della Ma-

dre Terra. Come normalmente avviene, la Madre Terra concepi e diede al-

la luce il primo "uomo". Percid l"'uomo" ebbe origine dalla "donna".

Si possono citare ulteriori esempi a sostegno di quest'ipotesi.

Primo, c'b la leggenda biblica secondo cui Adamo cadde in un <<sonno

profondo> nel momento in cui fu presa la costola per fare Eva. Come ve-

dremo in altre leggende della Bibbia e di letterature pagane, questo "son-

no profondo" era un'espressione usata frequentemente per indicare un

Dio caduto dal cielo sulla Terrao'. Percid Adamo era davvero un meteori-

te. detto anche "costola". t

Secondo, abbiamo gii visto come dbi caduti dal cielo creassero il "gene-

re umano" dal loro "sangue" celeste. E quindi interessante notare che il

nome del primo "uomo", Adamo ('adam) d simile all 'antica parola acca-

dica per "sangue" (darn)o'. In effetti, Adamo era \l "sangue" che scese dal

cielo e impregnb Eva (la Madre Tena).Terzo e ultimo, nella Genesi, il primo "uomo" (Adamo) .<si unisce con

sua moglie (Eva)>6e. Quest'idea di unione, o di penetrazione della donna,

non ha solo un significato sessuale, ma anche profondamonte esoterico e

allude al dio maschile che cade dal cielo ed entra fisicamente.nella Madre

Terra. Questa d l'antica storia del matrimonio sacro. riferita anche ift se-guito nella Genesi quando i Figli di Dio entrarono nella Madre Terra e le

fecero generare dei giganti.

Riassumendo, esistono valide prove a sostegno dell' ipotesi che i sacer-

doti ebrei presero in prestito la storia diAdamo ed Eva da pii antiche leg-

gende pagane e la ruotarono di 180 gradi per adattarla ai propri scopi po-

litici e teologici (su questo punto torneremo nel prossimo capitolo).

Cib naturalmente significa che qualsiasi analogia tra la storia di Adamo

ed Eva (i primi due esseri umani) e la leggenda assira dei "due p.iccoli"

che Enki aveva fatto <piil belli di tutte le altre creature> b del tutto casua-

o' Gn2:21 . Cf i . la leggenda di Ea e Apsu nel l 'Enuma el ish,vd. a lvrr , c i t . , p. 6 l ; come vedremo, an-

che Abramo era un dio discendente su cui si abbattd un sonno profbndo.

"- Vd. Alter. Genesi.s, cit., p. 38; anche Heidel, The Babyktnion (iene.sis, cit.. p. {6.oo Gn2:24.

.). I.A, GI.-NI.:SI R,I\]ISITATA 231

lc. In realth, la leggenda ebraica risulta essere una falsificazione basatasLrlla diffusa idea pagana di un uomo creato nel grembo della Madre Ter-ra. Si pub quindi affermare, con non poca ironia, che la leggenda assirarlci "due piccoli" in effetti d piD somigliante alla storia di Adamo ed Evache la storia biblica stessa!

11- GIAI3DIN O DI'I.UI..DEN

Allo scopo di verificare I'ipotesi che Adamo fosse un dio caduto dal cie-Io, bisogna avere la conferma che egli cadde agli Inferi, dai quali emerserrel mondo superiore. Quindi d inevitabile la domanda: <(Dove era il Giar-dino dell'Eden?>> Era forse un luogo degli Inferi o gli Inferi stessi?

I biblisti hanno naturalmente supposto che I'antica definizione di giardi-no fbsse identica a quella moderna e hanno cercato una possibile localiz-t,azione del Giardino dell'Eden in diversi siti paradisiaci di tutto il VicinoOriente antico.

Purtroppo per gli studiosi, questa supposizione di un luogo simile a ungiardino non ha fondamento. Secondo gli antichi Egizian| un giardinopoteva indicare gli Inferi; infatti nella formula 1l 1 dei Testi dei Sarcofagi,il re, diventato Osiride, signore degli Inferi, affermava: <<[o sono il dio delconto nel Giardino del Silenzio>r'". Analogamente, nella formula 686, leg-giamo di un <giardino>, contenente serpenti malvagi, che si trovava <<nelregno dei morti)>, vale a dire gli Inferi''. Inoltre, in una famosa leggendasumerica, intitolata Inanna e Shukallituda,ladea Inanna scende agli Infe-ri, rappresentati come un <giardino>>, e finisce per essere violentata da un<giardiniere>".

Il Giardino dell'Eden s'ispirava forse alla stessa idea? La parola ebraicaper "giardino" era gan, della stessa radice del verbo ganan, dal significa-to di "circondare", "proteggere". A quanto pare il termine gan indicavaquindi qualcosa come un"'area chiusa", un "giardino recintato"Tr.

Quest'idea di recinto ci d familiare perchd "muro" era un'antica metafo-ra per il tetto degli Inferi, o la crosta di un pianeta. Sulla base delle tradi-zioni egiziane citate precedentemente, gli antichi Inferi, quindi, erano let-teralmente un'area o giardino recintato.

I l Giardino del l 'Eden erano quindi gl i Infer i? Adamo ed Eva furonocreati nel mondo sotterraneo?

Il termine "Eden" d estremamente interessante ed d connesso etimologi-camente al sumerico E.DIN, letteralmente "dimora degli ddi", ma anche"pianura" (come nell'accadico edinnu). Ma qual d la connessione tra unapianura e una dimora degli dii?La risposta proviene d-ai testi sumerici di lamentazione:

'" Testi tlei Surutirgi) fbrntula I I I

' ' Iv i . lbnnula 686.

'r Kramer, Historv Begins ttl Sumer.cit.. pp.72-74. -153: accadde tutto <<un giorno' in cui lnannaslava <atl.raversando il cielo, attraversando Ia Terra>, evidentemente una discesa dal cielo agli Inferi.

" Rohl , 1-caend, c i t . , p. 57.

232 euANDo cl-r Dnt scnsr.:lto sull-\Tr-:li,li,A

(Era) i l giorno in cui I 'arma inviata dall 'alto demoh la cittd come con unpiccone.

In quel giorno il cielo si frantumd, la Terra fu colpita...Il cielo si oscurd, si copri di ornbre, si rnutd negli Inf'eri".

Il brano riferisce che gli Inferi furono riempiti da un cielo "frantumato",

in altre parole, r)na "montagna" frantumata". E I'antitesi poetica di mon-tagna b pianura. Ne consegue quindi che la dimora degli ddi (E.otN) eraanche una pianura (n.otN) che era agli Inferi. Percid, la dimora degli ddiAnunnaki era agli Inferi.Per illustrare questo punto, considerate il seguente racconto della crea-

zione tratto dalla leggenda di Ziusudra:

Dopo che Anu, Enlil e Ninharsagavevano forgiato le teste nere,la vegetazione divenne abbondante dalla Terra, dalla Terraanimali, creature a quattro zampe della pianura, vennero abilmente creati?6.

Osservate I'uso del termine "pianura" (E.otN). Se nell'ultima riga sosti-tuiamo a pianura il termine originale sumerico E.DIN, si legge:

Animali, creature a quattro zarnpe dell'e.DIN, vennero abilmente creati.

Come abbiamo sottolineato nel capitolo precedente, questi "animali" fu-rono creati agli lnferi e percid I'E.DIN ("la pianura") rappresentava gli In-fer i sumerici .Nell'Epopea di Gilgamesh,leggiamo i seguenti versi relativi alla disce-

sa dell'eroe nella foresta degli Inferi:

Al t . . . lg iardino del l 'n.ntN egl i diresse i proprio passi .L albero di t...1, il salice, il melo, il bosso, l 'albero di [,..] egli vi abbattd'.

Questo <giardino dell'E.DIN>> potrebbe essere I'equivalente del biblicoGiardino dell'Eden"?C'b un altro interessante parallelo tra il libro della Genesi e i brani su-

merici appena citati. Nel Capitolo 8, abbiamo concluso che le teste nerenon erano gli uomini veri e propri, ma il seme meteoritico dell'unranitdche compi la creazione della vegetazione e degli animali agli Inferi. Altri-menti la sequenza della creazione sarebbe anomala.

" aluEr, c i t . , p. 613.

" Sul motivo della montagna tl'antumata c'd un'interessante leggenda chc narra di corne il re Na-

ram-Sin forgid potenti asce per <<mutare I'E.KUR in polvere, come una montagna scavata per estrar-

re I'argento, per tagliarlo in pezzi come una montagna di lapislazzuli"; vd. Kramer, History Begins

at Sumer, c i t . , p.293; anche se si r i fer isce al tempio di Nippur, ut i l izzr espressioni che evocano I 'ar-

chetipica disintegrazione della "montagna" celeste.loVd. ANET, cit., p.43, Kramer, The Sumerians, cit., p.286, o Heidel, The Bubylonian Genesis,cit.,

p.72.

" Kramer, I t is ton Begins ot Sunter. c i t . , p. l77l vd. anche l ,vrr . c i t . . p. 48.

" A questo proposito, esiste un'interessantissirra leggenda armena rif'erita da G. Massey, The Na-

tural Genesis.1883, vol . 2,p.231' , la leggenda sugger isce che i l g iardino di Adarno ed Eva si t rove-

rebbe ora in fondo al Lago Van. dopo essere stato sommerso al ternpo del Diluvio. Cfr. Ez 3l:18:

"Cosi tu sarai precipitato con gli alberi d'Eden nelle profonditd della Terra", ciod gli alberi dell'E-

den erano caduto agli Inf'eri.

.). I-A, GIjNI-]SI I3I\]ISITATA 233

Incredibilrnente, la Genesi contiene la medesima anomalia. In Gn 2,leg-siamo di come all'uomo (Adamo) fu chiesto di dare un nome ai vari ani-rnali che Dio aveva creato:

E il Signore Dio disse: <Non d bene che I'uomo sia solo. Fard per lui un ausiliareche gli sia conveniente>. E il Signore Dio condusse all 'uomo tuni gli animali delcampo e tutti i volatili del cielo che aveva formati dalla terra, per vedere come li a-vrebbe chiamatiT'q.

Se leggiamo attentamente questo brano, scopriamo che, affermando cheI'uomo fu creato prima degli animali, esso contraddice Gn l. Gli studiositendono a evitare questo punto. a cui non riescono a dare un senso. Ma haun senso per noi, se stabiliamo che gli animali esistevano (dal punto di vi-sta mitico) agli Inferi. Diventa quindi chiaro che Adamo non era un esse-re umano vero e proprio, ma un seme dell'umanith negli Inferi e percid lasequenza della creazione in Gn 2 E la medesima della leggenda di Ziusu-dra.

Cib implicherebbe che il Giardino dell'Eden era 1l mondo sotterraneo. Equesto, a sua volta, spiegherebbe perchd Adamo ed Eva furono creati nelGiardino dell'Eden in uno stato d'innocenza e nudith. Rileggiamo ilbra-no d'apertura della leggenda sumerica intitolata Tenzone tra bestiame ec'e reale:

Come I'umanitd. quando in principio venne creata,gli Anunnaki non conoscevano l'uso del pane,non conoscer:ano I'uso delle vesti.Mangiavano le piante con Ia bocca come pecore,bevevano I'acqua dai fossi.

I DUI' I'DI'N

Volgiamoci ora ai brani biblici che trattano della localizzazione dell'Edene del Giardino dell'Eden8". Bisogna dire che questi brani sono estremamen-te complessi e risultano poco chiari a un occhio impreparato. Tuttavia, assu-mono un qualche significato applicando il modello del culto del pianeta e-isploso, insieme all'idea che Adamo fu gettato gii dal cielo. Il nostro puntodi partenza, quindi, d che Adamo venne originariamente espulso da un Edenceleste e a quel punto fu portato nel Giardino dell'Eden agli lnferi.

Stabilito quest'approccio diventa evidente che il racconto della creaz\o-ne dell'uomo in Gn 2 d in realtd un misto di due distinte leggende: unaversione breve e una lunga. Appare prima la versione breve in Gn 2:7, incui Dio forma I'uomo dalla

"polvere della terra> Quindi viene la versione

lunga che descrive la collocazione dell'uomo nel Giardino dell'Eden. Sequest i due raccont i non vengono separat i . s i assiste a una si tuazione senza

-" Gn 2: l l l . 19.'" Ho usato la traduz-ione convenzionale "Giardino de/1'Eden", anche se bisogna notare che in O'

Brien, The Shining Ones, cit., p. 60 si suggerisce che I'espressione dovrebbe in realtd essere tradot-ta come "Giardino ne1l 'Eden".

ltil',tfi

234. QUANDO GI,I DI.:I SCESI.:RO SUII.ATI.:I3I1A

senso, in cui apparentemente Dio crea I'uomo sulla Terra e lo pone in cie-lo, solo per poi rispedirlo sulla Tena.Concentreremo la nostra attenzione sulla versione lunga contenuta in Gn

2, sperando di poter dimostrare chiaramente che viene descritto uno spo-stamento del primo uomo (Adamo) tra due Eden: un Eden celeste e unGiardino dell'Eden agli Inferi.

Quali prove abbiamo dell'esistenza di due Eden? In realth la prova sitrova davanti ai nostri occhi in Gn 2:10, che letteralmente afferma:

E dall'Eden usciva un fiume per irrigare il giar<lino'r.

Se c'era un solo Eden, com'd possibile che il fiume irrigasse il giardinodell'Eden uscendo dall' Eden?La risposta sta nella soluzione mesopotamica, ciod questo fiume che u-

sciva dall'Eden era unfiume celeste, che si estendeva dal cielo alla Ter-ra82. Percid, il fiume usciva dall'Eden celeste (a seguito della catastrofenon menzionata nella Genesi) e irrigava il Giardino dell'Eden negli Inferidella Terra (i lettori ricorderanno le leggende in cui il Nilo, il Tigri e I'Eu-frate caddero dal cielo negli Inferi).

Un'attenta lettura dei Capitoli 2 e 3 della Genesi conferma che esisteva-no davvero due Eden coinvolti nella creazione di Adamo (ma non di Eva,per i motivi citati precedentemente). Per comprendere cid, d necessario a-vere una mlnrma conoscenza del l 'ant ica ankiograf ia, c iob sapere chel"'est" d la direzione del cielo e l"'ovest" b la direzione della Terra, congli Inferi che sono I'estremo limite "occidentale". Si possono quindi se-guire le due fasi della creazione dell'uomo (Adamo) nel modo seguente.Per prima cosa, Dio pose I'uomo nel giardino che era a est:

E il Signore Dio piantd un giardino in Eden. a oriente, e vi pose l'uomo che avevaformato8r.

Poi, leggiamo che Dio collocd l'uomo una seconda volta:

E il Signore Dio prese l'uomo e lo collocd nel Giardino dell'Etlen perchd lo colti-vasse e lo custodisse8a.

Osservate che in questo brano Dio .,prese', l'uomo (Adamo) come se e-sistesse gid. Uuomo fu preso dall'Eden "orientale", o celeste, e posto nelGiardino dell' Eden "occidentale".

Questa doppia collocazione dell'uomo si pud provare abbastanza sem-

*'Gn2' .10.

" Sembrerebbe che questo fiume celeste, una volta entrato agli Int'eri, si dividesse in "quattro capi".Questa spiegazione mitica del fiume in Gn 2:10 potrebbe fomire la soluzione della misteriosa identi-flcazione dei quattro fiumi secondari: Pishon, Gihon, Hiddekel ed Eufrate. Di questi, gli ultimi trepossono facilmente essere identificati con Nilo, Tigri ed Eufrate; il fiume Pishon, che scorreva nellaterra di Havilah, piena di oro, Mellio e lapislazzuli, potrebbe essere un nritico llunre degli tnferi'l

Uidea dell'Eden superiore e inferiore b confermata da un'opera gnostica attribuita a Simon Mago, incui si afferma: <Ammetti che il paradiso d I'utero... Mosd, per mezzo dell'allegoria, aveva dichiaratoche il paradiso era I'utero... e I'Eden la placenta..."; vd. Pagels, The Gnostic'Gospels. cit.. p. 7-5.

* Gn2' .8,9.*o Gn 2'.15.

(). I"\ GI-:NT.]SI I3IIISITATA 235

plicemente, negando I'opposta teoria di un'unica sistemazione. Supponia-n1o per il momento che I'uomo fosse collocato una volta sola, secondo ilprimo dei due brani, nell'Eden "orientale". Quindi leggiamo il raccontodella cacciata dell'uomo dal Giardino dell'Eden:

E il Signore Dio cacciir I 'uomo dal Giardino dell'Eden perchd andasse a lavorare latcrra, dalla quale era stato tratto. Ed espulse I'uomo e collocit tr oriente del giardino,lcll'Eden i cherubini cott una spadu.fiammeg,giante per proteggere la via all'Alberodclla Vita'5.

Se l 'uomo fosse stato ancora nel l 'Eden "or ientale", e fosse stato caccia-to da li, la sistemazione dei cherubini e della spada a "est" dell'Eden im-plicherebbe che I'uomo fbsse stato espulso in un luogo uncora pii orien-lrrle. Secondo le leggi dell'antica ankiografia, questo non funziona, per-

chd I'uomo avrebbe dovuto finire a "ovest", ciob sopra, o dentro, la Terra.Percid la teoria di un'unica collocazione deve essere negata.L'ankiografia, invece, .funz.iona se I'uomo, prima <in Eden a Oriente>>,

ciod in cielo, fbsse stato poi collocato nel Giardino dell'Eden, a "ovest"o

ciod agli Inferi. Questo avrebbe richiesto la sistemazione dei cherubini edel la spada a "est" del Giardino del l 'Eden (essendo la superf ic ie del laTerra a "est" degli Inferi. che erano il paese dell"'occidente").

Una conferma di questa teoria si trova nella leggenda del re di Tiro citata pre-

cedentemente, in.cui l'<<Eden giardino di Dio> era paragonato al < monte san-to di Dio". Questo "monte" doveva essere in cielo, dal momento che si aft-er-rna che il re di Tifo era stato gettato nel fuoco sulla Terra. Questa sembrereb-

be I'archetipica caduta dell'uomo, attribuita ad Adamo, nonchd al re di Tiro.Riassumendo, quindi, c'erano due Eden, o due "giardini" dell'Eden, e

due distinte cacciate dell'uomo. Adamo fu spostato prima dal cielo agliInferi e poi dagli lnferi alla superficie della Terra.

II. DIIIJIIO I3II31JCO

Dopo che Adamo ed Eva furono cacciati dal Giardino dell'Eden, essi.procrearono I'intera razza umana. Se consideriamo che la loro espulsione

avvenne dagli Inferi, sembrerebbe che essi procrearono la razza umanavera e propria, ciod gli uomini in carne e ossa del mondo superiore.C'b perd da stupirsi della incredibile longevitd attribuita ai discendenti di

Adamo ed Eva, che va dai 777 anni di Lamec ai 969 di Matusalemme.

Questo ricorda I'ugualmente incredibile durata dei regni dei re semidivini

della prima parte della Lista reale sumerica. Si sono forse combinate piit

leggende arcaiche?

" Gtt 3:23,24. Cfr. la lbrmula 76 de{Iesti ,I"i Surr,)gi,.O Signore della Fiamnra. a guardia del-

leportedel c ie loIodiNut]>.SecondoAlLer,Genesis,c i t . ,p. l -5. laradicedel laparola"cherubino"

. igni f icu " ibr ido" o " t lcstr icro". [ i generulmente r ic()nosciuto che i l "cheruhino" b connesso et imo-

fogicamente al babilonese karibu. il gigantesco guardiano alato che proteggeva le entrate ai templi.

C. e B. J. O' Brien, The Shining Ones.cit., p. 140, riconnettono il ternrine karibu alle idee di lance

che sr idano c volano.

lt

II

I

236 QUANDO Gl,r Dnr SCr:SERO SUlt-\Tr.;l1,l3A

Dopo quest'espulsione dagli Inferi ebbero luogo diversi avvenimenti, maquello di maggiore importanza si verificb durante la decima qenerazione.quando Dio invid il Diluvio universale per distruggere I'umanita. Fu a queltempo che un uomo giusto di nome Nod fu scelto da Dio per salvare il semedel genere umano e di tutti gli esseri viventi. Nod aveva allora seicento anni86.se prendiamo il racconto biblico alla lettera, Nod era un discendente di

Adamo, e quindi un uomo in carne e ossa, e costrui l'arca sulla Terra, pro-prio come dice I'Antico Testamento.

Ma si pub prendere il racconto biblico alla lettera? Abbiarno gia visto co-me I 'Ant ico Testamento fosse (ed d) una raccolta di var ie leglende. ulcu-ne delle quali distorte nel loro significato originale (per e.s. Adamo edEva) e altre emendate per celare la natura originariamente fisica di Dio, ilp_u9t" del Principio. Date le circostante, d ragionevole avere dei sospetti.Nob era davvero un discendente diAdamo ed era davvero un uomo? Op-

pure era un adattamento di un antico eroe del Diluvio, sceso dal cielo? E-saminiamo le prove.La storia biblica del Diluvio inizia con la descrizione di un tempo in cui

l'umanit) si moltiplicava sulla faccia della Terra. Il testo ricorda immedia-tamente il Poema di Atra-lnsis, in cui il dio Enlil decide di distruggere ilgenere umano per fermare I'eccessivo rumore provocato dagli uomini.

Ma questa d solo una delle corrispondenze. Il poema diAtra-hasis de-scrive come Enlil maledica la Terra, proprio come yahweh*?. Inoltre, tra lamaledizione (nel periodo in cui nasce Nod) e il Diluvio passano seicentoanni, esattamente lo stesso lasso di tempo citato nel poema babiloneser'. Edifficile credere che si tratti di una coincidenza, soprattutto viste le altre a-nalogie tra le due storie: per esempio, il conto alla rovescia di sette giorniprima del Diluvio, la costruzione dell'arca e la scena finale del saciificioe del suo gradevole profumo".considerando tutte queste similitudini, d ragionevole supporre che la

storia biblica dell'arca di Nob o sia basata sul Poema di Atra-hasis, oppu-re entrambi i racconti derivino da una piD antica leggenda.In ogni caso, ho gid dimostrato che la versione diAtra-hasis rappresenta

un riadattamento, o un'interpretazione errata della storia originale, in cuiI'eroe navigd verso la "montagna" della Terra dal pianeta celeste di Shu-ruppak. Di conseguenza, prevedo che troveremo alcune anomalie nellastoria di Nob, proprio come le abbiamo trovate in quella di Atra-hasis. E-saminiamole e vediamo cosa r iusciamo a scoprire.

"u Gn 7: l l .81 ANET, crt., p. t04, o Heidel, r/re Gilgamesh Epit' and old restdment pttrullels. cit., pp. 107, l0g;

cfr . Gn 5:29 e 8:21.

" Dal ley, Mvths Jrom Mes()potuniu. c i t . , pp. 18, 20,23.1r i fer iment i in Gn 5:29 e g:21 sembranosuggerire che la Terra fu maledetta da Yahweh per un periodo {i 600 anni. Il nome "Nod", che si-gnifica "riposo", "sollievo". "contbrto". sembra collegarsi principalmente agli avvenimenti clel pe-riodo in cui aveva 600 anni.

8 'Sul conto al la rovescia di set te giorni . cfr . GnT:4 a Dal ley. MvthsJhtn Mc*sl torurt t iu.c i t . , p. 3()(anche la l988e1!a di Utnapisht im in alver, c i t . , p. 9.1). Sul la scena t le l sacr i f ic io e i l gradevole pro-fumo cfr . Gn 8:2O.2 | a Dal ley. Mt, ths. f rom Mesopotumit t , c i t . . p. 33.

.). I-A, GIjNESI RI\)ISITATA 237

Prima di descrivere la storia del Diluvio e dell'arca. dobbiamo ricordare

un importante episodio descritto nell'Antico Testamento . ln Gn 6, la sto-ria del Diluvio d introdotta dalla misteriosa leggenda dei Figli di Dio chegenerarono i giganti (Nefilim), una leggenda che, secondo la nostra inter-

pretazione, descrive deirneteoriti che entrano nel grembo della Terra.

Fu questa promiscuitd interplanetaria che fece pronunciare a Yahweh la

sua famosa maledizione: .,Non rimarrh il mio spirito nell'uomo per sem-

pre poich6 esso b carne. E i suoi giorni saranno centoventi anni>'u. Egli

quindi prosegue annunciando:

Fard scomparir-e dalla faccia della Terra I'uomo che creai. dall'uomo fino all'animale,f rno allo strisciante e fino all'uccello del cielo perch6 mi sono pentito di averli creatie'.

Il Diluvio ebbe luogo nel seicentesimo anno di vita di Nod, il diciasset-

tesimo giorno del secondo mese:

In quel giorno si ruppero tutte le fbnti dell'abisso grande e si aprirono le caterattedei cieli. E la pioggia cadde sulla Terra quaranta giorni e quaranta nottie2.

E confortante scoprire che questo Diluvio era della medesima natura di

tutti gli altri grandi diluvi della tradizione vicino-orientale, ciod proveniva

da una fonte celeste.Osservate in questo brano il riferimento alle <fonti dell'abisso grande>

che <si ruppero>>. Nonostante sia opinione comune che si tratti delle fonti

sotterranee, secondo me b piir verosimile che ci si riferisca alle fonti delgrande abisso nei cieli"'.

"L'abisso grande" d un'espressione ambigua, perchd secondo il pensiero

antico in origine vi erano due abissi: le acque del pianeta nelle profonditd

del cielo e le acque della Terra nell'abisso. Questo esempio classico di"come in alto, cosi in basso" d ampiamente chiarito nell'Enuma elish, che

spiega che I'Apsu ebbe origine nelle profonditi dello spazio, ma venne

gettato sulla Tena, agli lnferioo. Questo spiega il riferimento biblico alla

divisione degli abissio'.Se la mia interpretazione d corretta, la rottura delle fonti del grande abis-

' "' Gn 6:3. E evidente dal Kebro Nagu.st. cit., p. 148, che questo periodo di 120 anni nort fu asse-

gnato all'uomo, come si suppone normalmente, ma principalmente ai giganti.

" Gn6:1 .

" 'Gn7: l l . Potrebbe essere che queste acque caddero or ig inar iamente inCn I , percid c i lu i l b iso-

gno di separare le acque in Gn l :6.7: quindi , le acque che Dio r iportd nel l 'a l to dei c ie l i , d iscesero di

nuovo giir a cascata sulla Terra.

"' Glob 38:8, 9 rif'erisce che Dir'r chiuse con porte il mare .<balzante fuori dal grembo'g i Mano-

scritti del Mar Morto afTermano che questo era un rif'erimento al <grembo dell'abisso" (vd. L. H.

Schiffman, Reclainting the Dead Seu Scrr.r//s, Doubleday, 1994, p. I 25). Questo d un importante pa-

rallelo con I'idea mesopotanrica del Diluvio che usci dal grembo della dea del cieb. Nonostante gli

studiosi presumano che le fonti siano esplose agli Inf'eri, questa d solo una supposizione e I'espres-

sione potrebbe ugualmente applicarsi alle tbnti della "montagna" del cielo. A sostegno di quest'ulti-

ma interpretazione, vd. G-n 8:2, in cui h prima fiase sembra cont'ermare la seconda .cessd la piog-

giadal c ie lo"; vd. anche 2 Re7:2 e / .s 24: 18, in cui vengono menzionate le caterat te del c ie lo senza

alcun riferirnento alle fbnti del grirnde abisso.

" Vd. ^NI i?,

c i t . . p. 61.

" Vd. per esempio, Prz. , r ' -3:19. l0: "Per

la sua scienza gl i abissi furono div is i" .

238 QUANDO Glt Dr:r scr:sERo sul_l-ATr.rll3A

so sarebbe identica all'apertura delle <cateratte dei cieli> e quindi, la Bib-bia, per assicurarsi che il messaggio fosse compreso, rifer\ iue volte che ilDiluvio proveniva dal cielono.Per_gli eventuali sostenitori deila teoria degli dbi atmosferici, bisogna

sottolineare che le <<cateratte dei cieli> vannolrese alla lettera: ciod il Di_luvio veniva dal cielo e non da]|, atmosfera della Terra. Il termine ebraicoutilizzato per queste "cateratte" d, arubot, che letteralmente indica una fi-nestra o una nicchia simile a una finestrasi. La natura celeste di queste fi_nestre- E ampiamente dimostrab ile gr azie a una tr adizione identi ca es i sten-te nell'antico

lgitto, secondo la quale il Corso d'Acqua Tortuoso, che siestendeva tra cielo e Terra, conteneva "finestre" in alto e in bassor*. Inol-tre, il Diluvio ebbe origine dalla lontana porta .,orientale"

del corso d'Ac_qua Tortuoso, come chiarisce il re defunto in questa citazione tratta daiksti dei Sarcofagi:

Essi mi fhnno attrave.tsilg. : mi_trasportano sur corso d'acqua deile finestre der cie-1o... Odo il rumore del Diluvio alla porta orientale del cielooi,.

,l?.-tll?; la giusrapposizione della sroria bibrica der Diruvio ail,episodio

der tsrgh dr Dio non lascia dubbi sul fatto che si volesse indicare un dilu_vio non solo di acqua, ma anche di meteoriti

IJAI1CA DI NOI:Prima di dedicarci alla figura di Nob e agli indizi che lo legano perso_

nalmente all ' idea dei.meteoriti, bisogna di-re qualche parola sull,alfasci_nante argomento dell'arca.Il termine ebraico per,'.'arca" d teba, che significa "cassa,'. euesto b stra-

no. Perch6 gli Ebrei chiamavano I'arca di Nob una ..cassa",-quando pos-

sedevano una. parola pef "navg"rm? euesto potrebbe avere a che fare conI'arcaica versione della leggenda riferita da Flutarco, ,".ondo

"ui il dio e_

giziano osiride era stato chiuso in una cassa e gettato nel Nilo (il Nilo ce_leste che trasportd la cassa sulla Terra)?Il termine teba,tuttavia, ha anche-il significato di.,affondare,,,,,,. eue-sto d.ancora pii strang. Non- si pud dire che I'arca di Nod..affondd',,

semplicemente essa discese lentamente sulla cima del Monte Ararat,,,,.

. '!orradizionalmente,si supp-ol::h: ilbrano presenti opposti poetici; vd. Alter. Geresis.cit., p. 32,in cui viene.discussa la possibiritd che i versi .siano tratii 'tla ui antico pil;6;;. Sembra uguar_mente possibile che i versi si rinfbrzino a vicenda.

o1 Alter, Genesis, cit., pp. xxxv, xxxvt.T .Yd.

Testi dei ^Suf

ofagi, formule 62,225,48g, 49 | , 508, 6 I I , 626, 637 .* Ivi, formula 344.

"" Heidel, The Gilgamesh Epic and Oltl Testament pnrallels,cit.. p. 233.l"' Sitchin, Divine Encounters, cit., p. 95."'r Una della stranezze nella storia biblica del Diluvio b che I'arca <li NoE si adagid sul Monte Ara-

rat dopo 150 giorni (Gn 8:3,4), ma la c ima del la montagna divenne vis ib i le sol<l t re mesr pi i r tar<j i(Gn 8:-5) e le acque coprirono la-superficie della Terra pir ulteriori qrorunto gi"."i.i," spiegazionepotrebbe essere che la storia.biblica s'ispira all' idea mesopotamica di una barca celeste, scesa dalcief o e atterrata sulle acque del

..Monte" Ararat dopo I 50 siorni?

.). I.A, GI-.NI.]SI IIIIISITATA 239

A meno che. . . la parola teba non sia una lontana eco della cassa di Osi-

ride, che in effetti "affondd" nelle acque celesti quando cadde dal cielo

llla Terra. Bisogna dire che una cassa sommergibile d una ottima descri-

zione della barca di Utnapishtim, anche se sarebbe meglio s.fera som-

rnergibile.Nod era dunque un navigalore celeste?

II. MISTT--I3O DI NOII

Un enigmatico testo dei Manoscritti del Mar Morto afferma che Nod<nacque nella notte> e <,usci perfetto>>, con <<un peso di 350 sicli> e quin-

di <dormi fino alla divisione dei giorni>"''. Il testo prosegue descrivendo

Nod come un misterioso sapiente, uno che conosceva <i Tre Libri>, non-

chd i <segreti dell 'umanitd> e i <segreti di tutti gli esseri viventi>. Era uno

dotato di <comprensione dei misteri> e un giorno avrebbe rivelato <miste-

ri come gli angeli pii alti>"o.Lo Zohar aggiunge che Nob era <<il fondamento dell'universor>"''. Que-

sto potrebbe significare che Nod era il fondamento sotterraneo dell'uni-

verso comprendente cielo e Terra""'?

Quale che sia la risposta, questi testi danno I'impressione che un miste-

rioso segreto circondasse la figura di Nod, qualcosa che forse la Bibbia

non ha rivelato.Nel Libro di Enoc, dei Manoscritti del Mar Morto, leggiamo inoltre che

la nascita di Nod era stata molto strana e Lamec (nell'Antico Testamento

suo padre) non era in realtd il suo vero padre. Il Libro di Enoc riferisce che

un giorno il patriarca Lamec ritornd a casa da un lungo viaggio e trovd

che sua moglie, Bath-Enosh, aveva dato alla luce Nod, che era un bimbo

davvero strano:

Il suo corpo era bianco come la neve e rosso come una rosa in flore, e i suoi capellie i suoi riccioli erano bianchi come la lana, e i suoi occhi erano chiari. E quando aprigli occhi, egli i l lumind I'intera casa conte il sole e tutta la casa splendeva grande-mente. E a quel punto, si levb nelle mani della levatrice, apri la bocca e parld del Si-gnore di Giustizia"''.

Al vedere lo strano bambino, Lamec si adirb con Bath-Enosh e la accu-

sb di aver avuto rapporti con uno straniero. Nonostante le proteste d'inno-

cenza della consorte, Lamec andb a consultare suo padre Matusalemme,

dicendo:

Ho generato uno strano figlio, difl'erente e dissimile da un uomo, e somigliante ai

'"'R. Eisenman - M. Wise. Deutl Seu St'rolls IJn'<ttvarerl, Penguin Books, 1992. p. 36.

"* Iv i , pp. 33,34,36.

' " t lv i , p. 243.

"* Osservate i l modo in cui . i l lbndamento del l 'universo.. . gr idava i l g iudiz io"; vd. Eisenman -

Wise, Dead Seu St rol.l s LJ ru'overed. cit., p. 250. Nel Librut tli Enoc, Nod assisti a dei terremoti nelle

pianure ed ebbe paura di nrorire: ci fu un grande trambusto, una voce proveniente dall'Eden e Nod

cadde a faccia in giil; vd. O'Brien.'fhe Shining Ones, cit., p. 174.r" ' lv i , p. 156.

24.0 QUr\NDO Gl.r Di:r scr.sl'Ro sull_A Tr.-l1l1,A

Figli di Dio nell'Eden; e la sua natura non d come la tua e la mia... E quindi mi sem-bra che non sia nato dalla mia razza, ma da quella degli angs|i,$

- -'

Ed ecco di nuovo i Figli di Dio. Nob assomigliava forse a un meteorite?A ogni modo, Matusalemme non seppe .ora ilrpondere e andd a chiedereconsiglio a sao padre Enoc, che abitava con gli ingeli <ai limiti della Ter-ra>. In una sorta di anticlimax, Enoc informd Mat-usalemme che il picco-lo Nod era davvero figlio di Lamec (anche se il testo chjaramente ricono-sce che si trattava di una questione controversa). Inoltre, Enoc riferi a Ma-tusalemme che un grande diluvio si sarebbe presto abbattuto sulla Terraper distruggere I'umanith. Il bimbo era destinato a sopravvivere e a diven_tare il progenitore di una nuova razzaumana. per qu"rtu ragione il suo no-me sarebbe stato Nodro,.

.c^he significa tutto cib? E la storia dell'Antico Testamento, nta con unadffirenza. sembrerebbe che Nob fosse nato sulla Terra. ma generato dalcielo. Egli d definito <differente e dissimile da un uomoo. Eriiforse un se_me dell'umanitd, nato aeli Inferi?Torniamo ora alla gibbia per vedere se i sacerdoti ebrei per caso alluda-

no a questo misterioso alter ego di Nod.Troviamo subito un importaite indizio nel racconto della prima cosa che

Nod fece dopo il Diluvio:

E Nod, agricoltore [uomo del suolol, comincid a piantare una vigna. E bevve clel vi_no e si ubriacd e si denudb dentro la sua tenda. E'cam, padre di t,, ' '*n, vide la nu_diti di .suo padre e I'annunzid fuori ai suoi due liatelli. g S.. e Jafet or.."ro il man-

lf i^._l:,1:tero sulla spalla di eiuscuno tli loro due e. proced.n,to r-riir.t..). c()prrro-

no.ta nudrta oet_191o padre, e le loro facce, rivolte all ' indietro, non videro la nuclitddel loro padre. L, Nod si sveglid dal suo vino e conosciuto cid che gli aveva fatto ilsuo fi-glio pii piccolo, disse: <Maledetto Canaan. sia schiavo degli slchiavi per i suoifratelli> "u.

-Spiegherd ora come questo brano contenga numerosi simboli esoterici,

facilmente riconoscibili da coloro che eran-o stati iniziati agli antichi mi-steri.Primo, osservate il fatto che Nod diventir un <<uomo del suolo> e piantd

una vigna. Questo b esattamente cid che ci si aspetterebbe da un seme me-teoritico interplanetario. Quanto alla vigna. si potrebbe scrivere un interocapitolo sul simbolismo esoterico di uva e vinb. per ora non ci soff'erme_remo sull'argomento, ma esso riapparird fiequentemente in questo e neisuccessivi capitol i , , ' .Secondo, notate che Nod era ubriaco. E importante sapere che I'ubria-

chezza simboleggiava anticamente una "caduia" e questa era un'trllusione

tu, Ibid.r@ Non ci si pud fare a meno cli chiedere se fossero in circolazione duc differenti lcggcnde su Nod:

i : j : : : : l^1l l toNoe viaggiava dar c iero alra Terra. e |ar t ra in cui Nod era un birn 'bo nato agr i rn-

ren In conseguenza dt una lecondazione celeste del la Ten-a.t t " Gtt9:20-25.

. ' r r I l m.ot ivo del la v i te d presente anche nel le leggende dr Giuseppe e Gesir Cr isto. E anche impor-tante nel la leggenda greca di Dcucal ione e in quel ie del Santo Graal .

,). I./\ GL:NT-SI IIIIISITATA 24.1

csoterica alla caduta degli dbi dal cielo. Percid ci viene detto, esoterica-

ntente, che Nob era caduto sulla Terra. Come esempio di questo modo di

dire. considerate il <calice dell' ira> di Yahweh dacui le nazioni bevono,

si ubriacano e cadono"'. Pensate anche alla leggenda greca in cui il dio del

cielo Urano scese ,<abriaco, pet penetrare il corpo della Terra>>"t.

Terzo. osservate il fatto che Nod era addormentato e nudo nella sua "ten-

da". Abbiarno gid incontrato il motivo del sonno nella leggenda della ca-

duta di Adamo dal cielo e in quella del dio Apsu e di Ea (Enki). Esso era

strcttamcnte connesso all ' idea dell'ubriachezza e quindi alla caduta dal

cielo. Qiranto alla nudita, questo b un motivo presente nella leggenda su-

merica degli Anunnaki e del "genere umano", nonchi nella leggenda bi-

blica di Adamo ed Eva. Ancora una volta, il motivo d associato stretta-

mente agli Inferi.E che dire della "tenda" in cui si addormentd Nod'? Precedentemente ho

citato una leggenda musulmana in cui Dio invid dal c ielo una tenda per

proteggere Adamo. Il motivo dell'uomo nella tenda, quindi, sembra im-

plicare una copertwz di qualcuno caduto dal cielo, come Adamorra. Cid, a

sua volta, implicherebbe che I'essere coperto era agli Inferi.' lbrniamo ora alla nuditi e alla strana storia di come fu punita la discen-

denza di Carn. E una leggencla che ha sempre confuso i biblisti, i quali

tranno sug-rlerito che qualcosa d'importante dovette avvenire tra Cam e

Nob, qualctrsa che venne elirninato dal racconto biblico"t.

Al contrario, non b stato eliminato nulla d'importante. Tutto quello che

serve per decifiare quest'enigmatico brano d comprendere che No? eru un

meteorite che emetteva unu trementla luminositc'i e unu luce ptttente. Uer-

rore di Cam consistd nel guardare questa luce infocatlt, mentre i suoi fra-

telli Sern e Jafet camminarono all ' indietro per evitare di fissare Nod. Se-

condo me non d una coincidenza che la Bibbia ident i f ichi i l popolo di

Cam con gl i uomini di pel le scura. Agl i occhi dei sac-erdot i ebrei , la pel le

nern derivava (dal punto di vista rnitico) da quest'incontro faccia a faccia

tra Carn e il nreteorite cadutorr".Un'ipotesi ridicola? No davvero. Considerate la leggenda greca di Deu-

calione e del Diluvio. Zeus decise di distruggere I'intera razzaumana e

percid invid il Diluvio dal Monte Olimpo. Tutte le creature viventi periro-

no, tranne un uomo. Deucalione, e suit moglie Pirra (il nome della donna.

' ' Vd. Srr / 75: t1: / r 5 l :11 .21' .Ger25' .15 e. l9:12. Et 23:31. l l ragionanrento al la base di questo nro-

do di d i re dovrebbe r isul tare evic lente a chiunque abbia bevuto un bicchic ' re di t roppo; cf i . 5a1 60:3:

"Tu ci hai dato da bcre un vino che stordisce".

' ' El iade. A Histor ' . t ' t f Rel ig ious / r lea.r . vol . t . c i t . . p.248.tr ' pgr uh esenrpio di come la parola " tenda" possa essere usata in modo id iomat ico. vd. i l Salrno

If . in cui d rnenzionata una " tcnda

per i l sole ' in c ie lo. Anche i l p icchetto o piolo da tenda d un in-

teressante mot ivo presente nel la Bibbia: per es. potrebbe essere un archet ipr t celeste nel la leggenda

di Gr ic 5:26. in cui Jael t rapassa la testa di Siserzr con un piolo, inchiodandola al terreno. In ( ldc '

-5:20, leggiarno: .Dl i c ie l i s i combattd. g l i ustr i . nel loro corso. cornbi t t terono contro Sisera. I l t r l r -

rente ct i Kison l i t ravolse. l 'ant ico torrente. i l tQr-rente di Kison". Era lbrsc ctucsto un f iunre ccleste ' lr ' ' L ' idea si basi i sLr l la l ' r 'ase in Grr 9:2.1: "seppc

quel lo che gl i aveva la l to i l suo f ig l io lo minore".r l " ( iam era i l caoost ip i tc del le oonolazioni l l i icane nel la Tavola del le Nlz ioni in Gn 10:6-20.

242 euANDo cl.r Df:r scESnRo sull-ATEItRA

per inciso, significa "rosso fuoco"), entrambi presumibilmente esseri u-mani. En passant, notiamo anche che il nome di Deucalione significa lerteralmente "marinaio del vino nuovo""'. percid, come Nob. Deucalioneera un uomo della vigna. Ma nessuno dei due era davvero un uomo.Questo sospetto riguardo a Deucalione (e a sua mogrie pirra) b confer-

mato dagli eventi che seguirono I'arrivo dell'arca sul monte. Invece di fa-re cid che d naturale per un uomo e una donna, Deucalion e e pina prega-rono gli dai di rinnovare la razza umana. euindi gli ddi diedero ai-duJ leseguenti istruzioni:

Copritevi la testa, gettatevi dietro le ossa di vostra madre!il8

Deucalione e Pirra, quindi, raccolsero delle "pietre" sulla riva del fiumee se Ie gettarono dietro le spalle, na.scondendosi la faccia. Miracolosa-

T-glte, le "pietre" si mutarono in uomini e donne e il mondo si ripopolbal l ' istanterrn.

- cos'erano queste "pietre" e perchd esse erano paragonate alle "ossa del-

la madre"? Finora, gli studiosi hanno supposto chJ la "madre" fosse laTerra e che le pietre o ossa fossero le rocCe. Ma alla luce della tradizionemesopotamica, secondo la quale il Diluvio prevedeva non solo acqua, maanche rocce, sembra piir verosimile che queste "pietre" fossero met-eoritieche la "madre" fosse la dea planetaria tlel cieloiru.

L idea che le "pietre" fossero "ossa" quindi si adatta perfettamente allenostre precedenti conclusioni relative alle costole degli ddi e alla costoladi Adamo che fecondb Eva. Infine, anche la nasciti degli uomini dalle"pietre" ben si adatta all'antica credenza secondo cui i rneteoriti erano ilseme dell'umanith.ora, che dire del fatto che Deucalione e pina dovevano coprirsi la testa,

mentre gettavano le "pietre"? Ebbene, se le "pietre" simboleggiavano me-teoriti infocati, allora la copertura degli occhisarebbe assoluiamente com-prensibile, perchd la miracolosa trasformazione sarebbe stata troppo peri-colosa da guardare a occhio nudo.

Alla luce di questa leggenda, d assurdo supporre che sem e Jafet distol-sero lo sguardo dal corpo nudo di NoB che era non un uomo, ma un me-teorite?

Per fugare ogni ulteriore dubbio. la Bibbia afferma che era esremamen-te peric_ol9so guardare il volto di Dio. un classico esempio si trova nel li-bro dell'Esodo, dove Mosd incontra Dio al Monte Horeb, il sito del <ro-veto ardente>. Il testo riferisce che <Mosb si copri la faccia, temendo difissare lo sguardo verso Dio>>,2r. In seguito, perd, sul Monte Sinai, Mosd

"'Graves, I mit i greci,ci l .

"" Ivi, p. 139; anche HeitJel.The Gilganresh Epic and oltlrestatnent parallels,cit., p.260.

,"o lbid. Per questo i temrini greci per "popolo" (laos) e "pietra" (laas) erano cosi simili. Sembrache il concetto sia penetraro anche nel Nuovo Testamento, perchd in ui 3:9 e Ir 3:g, si legge: *lcl_dio pud da queste pietre far sorgere dei figlioli".

]ll !fr, il particolare le leggende delle mosche di lapislazzuli analizzate nel capitolo 7.nrEs 3:6.

I Ir\ GI.]NF.SI I3IIISI.I.ATA 243

( ()ftrgsiosamente chiese a Dio: <Degnati di farmi contemplare la tua glo-

r,rr ,> nla Dio repl icd:

lrr non potrai contemplare la mia faccia, poichd nessuno potr)r contemplare la mial,r tc ia e r imanere in v i ta ' t t .

Inl'ine, Dio permise a Mosd di guardare il suo dorso mentre passava, ma

rrli disse nuovamente: <la mia faccia non deve essere veduta>>'23. Il libro e-rirrpico Kebra Nagast conserva un'interessante variante della leggenda:

l)i iruovo Mosd parld a Dio e disse: <Mostrami la tua facciar. E Dio disse a Mosd:'Ncssuno pud contemplare la mia faccia e rimanere in vita, tna solo come in uno

, 'pecchio. Volgi il tuo volto a ovest e vedrai sulla roccia il riflesso della mia facciat.-(luando

Mdsd vide I'ombra della faccia di Dio, il suo stesso volto brilld di una lumi-. rrttsitir sette volte piil splendente del sole, e la luce era talmente forte che i figli d'I-:r-lrele non poterono guardare la sua faccia se non attraverso un velo'to.

E ragionevole supporre che la faccia di Cam si fosse annerita (mitica-

nlcnte parlando) a causa del suo incontro con il corpo caduto di Nod?

Riassumendo, Nod non era un uomo, ma un dio: un meteorite caduto che

si trovava agli Inferi. Percid era stato generato dai <guardiani del cielo>>.

l'}ercid assomigliava ai Figli di Dio. Percib aveva i capelli <<bianchi come

la lana>> e quando apri gli occhi il lumind tutta la casa come il sole. Percib

cra un <uomo del suolo>, che piantd una vigna. Percib cadde, si ubriacb e

si denudb. Percib fu ricoperto da una "tenda". Percib il suo corpo non si

lxrteva guardare. Di quali altri indizi esoterici abbiamo bisogno?

Chiudo questo capitolo, e il nostro studio su Nob, con un appropriato e-

pitaffio a un eroe che sicuramente non era un essere umano. Con le paro-

lc dell' Antico Testamento:

E Nob visse dopo il Diluvio trecentocinquant'anni. E tutti igiorni di Nob furonot ut lecent oc inquunt' anni, e poi mori ' t t .

' ' ' t , r 33:20.' ' , l !.s 33:23.'.' Kebru Nngasl, cit., p. 134. Cfr. un motivo simile in ls 30:26 nel contesto del giudizio calastrofi-

eo di Dio sulla Terra.

" Gn 9:28.29: sembra esserci una curiosa relazione tra la durata della vita di Nod e i numeri 600

c 150; cfi. il rif 'erimento nei Manoscritti del Mar Morto citato precedentemente, in cui Nod onacque

nella notte> e "usci

perfetto>> con Lln <peso di 350 sicli>. Potrebbe essere che due Nod fossero stati

combinat i in uno (vd. nota 109)?

l0lA DI\)ISIONE DI1J-I-- ACQUIT

qnrtl#i:{,trr' "Esodo, cap. 14

Nel capitolo precedente, abbiamo rivisitato diverse leggende bibliche: lacreazione di cielo e Terra, la creazione di Adamo ed Eva, la cacciata di A-damo ed Eva dal Giardino dell'Eden e infine la storia dell'arca di Nob edel Diluvio universale. Abbiamo riesaminato queste leggende alla lucedella nostra nuova conoscenza dei culti meteoritici e del pianeta esploso esiamo giunti ad alcune sconcertanti conclusioni.In tutti i casi - runi i casi senza eccezione - abbiamo scoperto che la

Bibbia non dice tutta la veritir, ma, anzi, procede in modo confuso con unaserie di mezze veritd o totali bugie. Rinfreschiamoci la memoria, riportan-do gli esempi principali:

- In battagliu di Dio contro Rahab e stata omess a da Gn 1 .- Lo morte fisica di Dio d stata omessa da Gn l.- La creaz.ione degli dDl d stata omessa da Gn 1 (eliminando l'alef ini.ziale).- La creaziotte da parte di Dio tli un cielo metafisico e stata astutamente celata die-

tro una parola in codice, "luce", per ingannare i non iniziati.- Itt creazione da parte di Dio dei sette cieli d stata celata dietro una serie di narra-

zioni in codice, sempre per ingannare i non iniziati.- La vera natura della dimora celeste di Dio d stata celata presentando essa e Dio

stesso come un mistero impenetrabile.- In vera natura, e origine del Diluvio d stata ugualmente celata.- Le origini celesti dell'eroe del Diluvio No? so*no state celate per mezzo di parole

in codice e allegorie altamente esoteriche.- Le origini celesti dell'uomo (e la vera identita di Adamo) sono state celate dietro

una serie di affermazioni ambigue e fuorvianti.- L'origine di Adamo da Eva (Madre Terra) d stata capovolra per far nascere Eva da

Adamo (una bugia manifesta).- La vera localiuaz.ione del Giardino dell'Eden b stata celata dietro una serie di af-

fermazioni ambigue e fuorvianti.

Ora, non voglio assolutamente criticare la Bibbia. Forse b meglio critica-re noi stessi per essere stati cosi ingenui da credere che i sacerdoti ebrei a-vrebbero esposto i loro segreti scrivendoli in modo che fossero alla porta-ta di tutti. Una cosa del genere non si d mai verificata, come abbiamochiarito nel Capitolo l.Nei misteri orfici, per esempio, la conoscenza del vero Dio era un gran-

de segreto, rivelato solo agli iniziati del livello piir alto. Anche cosi, il se-greto sbigottiva gli iniziati e capovolgeva le loro opinioni preconcette. E

IO I-\ DI\]I\IONI-: DI.)IJ.- ACQUI.; 24.5

rrrr f-atto che I'antico clero e le scuole misteriche mantenessero i segreti,

soprattutto quelli riguardanti Dio e il mistero degli Inferi. Forse d tempo

tli riconoscere questo fatto e imparare a gestirlo.

Vorrei ancora una volta sottolineare che non desidero criticare il clero e-

lrraico o la Bibbia. Se ci fossimo trovati nella posizione dei sacerdoti ebrei

rnigliaia di anni fa, forse ci saremmo comportati allo stesso modo. Forse

in quei giorni, 1000-500 a.C. ca., i pagani di Egitto e Canaan incomincia-

vano a reclamare con arroganzn il loro diritto a una vita dopo la morte.

F'orse la profonda natura di Dio veniva svalutata da una liberalizzazione

tr:r la gente comune, che commerciava in quelli che erano percepiti come

i segreti sacri necessari per ascendere al cielo. Immaginate come noi, dot-

t i sacerdot i . avremmo reagito.

Forse questa era la motivazione alla base del movimento ebraico. Se fac-

ciamo un passo indietro ed esaminiamo la filosofia religiosa dell'Antico

Testamento, troviamo abbastanza chiaramente la negazione della vita do-

po la morte'.ln Gn l, si afferma che Dio si d ritirato in un luogo sopra la

Distesa, nell'alto dei cieli, ciod persino oltre le pii distanti stelle visibili.

Uimplicazione d chiara: la dimora di Dio non doveva essere contaminata

dalla presenza dell'uomo. Percid Dio distrusse la Torre di Babele (Gn 1l).

E una filosofia ben riassunta nel Salmo I 15, in cui si aff'erma:

I cieli sono i cieli del Signole, ma la Terra I'ha data ai ligli degli uomini'.

E questa fllosol'ia si estendeva alla morte. Percid in Gn 3, Dio stesso

chiar isce i l dest ino del l 'uomo:

Mangerai il pane con il sudore del tuo volto, finchd tu ritorni nella terra donde fostitratto; perchi sei polvere e in polvere ritornerait.

Altrove, I'Antico Testamento ci informa che questo ritorno alla polvere

equivale a un r i torno al lo stato di non essere, inesistenza, nel le tetre

profonditd di un regno noto col nome di Sheol. Qui. la vita di ogni uomo

sari spenta per sempre. Con le poetiche parole di Giobbe: .<La nuvola

svanisce e si dilegua; cosi chi scende nel soggiorno dei morti non ne risa-

l i rd. . . Per l 'a lbero almeno c'd speranza; se b tagl iato r igermogl ia. . . ma

I'uomo nruore e perde ogni forza; il mortale spira e non d piD>'.

Esistequalcheeccezione,pcres. iSalmi l6e49,eforsei lSalmo2-l .Molt i a l t r i brani nei S'alrnl

sono ambigui, fbrse deliberatamente. E possibile che queste siano le tracce del passato pirgano dcgli

Ebrei . A ogni modo, le discussioni sul la v i ta dopo la morte erano sicuramente v ivuci , come docu-

menta A'rrr1 3:21: <Chi sa se i l sof l lo del l 'uorno sale in al to. e se i l sol l io del la best ia scende in bas-

so nella terra?r.

' &r/ I l5: 16.

' Gn 3'.19.

' Giob 7:9, 14:7 -10. Quest'atteggiamento si trova documentato in gran parte dell'Antico Testamen-

to. Un mutamento di quesf ideologia d espresso nel libro di Daniele. in cui I'eternit)r nello Sheol vie-

ne sost i tu i ta dal l ' idea di una resumezione al la Fine dei Ciorni e di una vi ta cterna o un'eterna infamial

vd. Dan f 2:J-4. Come osscrvano Cordon e Renclsburg, Thc Bible und the Ancient Near Ea.v. cit., pp.

296. 291: "l-a

Bibbia ebraica d un'antologia. . . Non dobbianro aspettarci e naturalmente non trovere-

l l lo. . . una vis ione nronol i t ica su ouest ioni teologiche' .

246 euANDo cl.r Df:r scnsr:Ro sull-\Tr.:llttA

Queste credenze non devono da noi essere giudicate, ma solo comprese.Ed d solo con la comprensione della filosofia religiosa ebraica che possia-mo capire perchd certe leggende furono mutate e celate.Perch6, per esempio, i sacerdoti nascosero il fatto che Dio aveva creato

un cielo metafisico, chiamato in codice "la luce" in Gn 1? La semplice ri-sposta b che il contesto della storia avrebbe chiarito inequivocabilmenteche Dio era agli Inferi quando separb la luce dalle tenebre. Una tare sco-perta avrebbe aperto il vaso di Pandora, perchd avrebbe condotto alla ri-velazione che Dio era fisicamente caduto dentro la Terra. E questo, a suavolta, avrebbe implicato che Dio era morto fisicamente per poi risorgere auna "vita" metafisica. t

Perchd questo costituiva un problema? Semplicemente perch6 questa era ,la tradizione religiosa dell'Egitto, relativa alla morte e resurrezione di o-siride. Ed era stata questa credenza a causare tutti i problemi, spingendoogni comune mortale in Egitto a immaginare che anch'egli avrebbJpotu-to emulare osiride, sopravvivendo alla morte e ascendendo al cielo peruna vita dopo la morte di tipo metafisico.Era questa ossessione nell'aldild, come abbiamo.menzionato preceden-

temente, che i sacerdoti ebrei volevano sradicare. E quindi perfbttamentecomprensibile perch6 gli autori ebrei della Genesi decisero di occultare lamorte e la resurrezione del loro Dio. La loro filosofia religiosa non con-sentiva di agire diversamente.Per lo stesso motivo, i sacerdoti ebrei non avrebbero potuto rivelare alla

popolazione che i patriarchi, come Adamo e Nod, erano scesi dal cielo eche erano stati agli Infefi (la loro presenza in quel luogo sarebbe stata unasorta di rivelazione). cid richiedeva che la caduta fisica di Adamo (dal-'I'Eden celeste) fosse mutata in una cadutct morale (nel Giardino dell'E-den); e questo richiedeva anche una trasformazione di Nod per dotarlo diun nuovo lignaggio terrestre.Se i sacerdoti non avessero agito cosi, il popolo avrebbe saputo tutto sul-

le proprie mitiche origini celesti (tramite Adamo o Nod) e avrebbe quindisentito di appartenere al cielo. con Dio, dopo la morte.E anche perfettamente comprensibile che i sacerdoti ebrei abbiano cela-

to la creazione da parte di Dio degli ddi: una questione piuttosto delicatavisto che il clero incitava la popolazione ad abbandonare gli ddi pagani ead adorare un unico Dio.Inoltre, possiamo capire perch6 i sacerdoti mentirono riguardo a Eva na-

ta daAdamo (quando in effetti si trattava del contrario). La ragione erasemplicemente questa: ammettere la vera storia avrebbe significato am-'mettere I'esistenza di una divinitd - la Madre Terra - con poteri pari aquelli di Dio stesso.

Quindi, i sacerdoti ebrei avevano delle ragioni comprensibilissime perraccontare agli Ebrei un misto di bugie emezze verith su un'eredithle-ligiosa, un tempo condivisa con tutte le popolazioni pagane dell'anti-chitl.

Irr l-A DITJISIONI-: DI':llJ': ACQUI': 247

Ii

I

I -A STOISIA DIrl I iI--S ODO

('orne abbiamo menzionato nel precedente capitolo, i sacerdoti ebrei in-

( ulcarono nella popolazione la credenza che Dio - Yahweh-Elohim - a-

\ (.sse un interesse personale per il benessere della nazione. Cosi il popolo

r.r'rr incoraggiato a compiere buone azioni, che Yahweh-Elohim avrebbe

lrlcmiato, e a evitare azioni malvagie, che Yahweh-Elohim avrebbe puni-

io E, tutte queste ricompense e punizioni dovevano giungere in questa vi-

tlr. non nella prossima, come ritenevano i pagani.

lrer consolidare negli uomini questa fede, l '6lite ebraica ricordava co-

\tantemente alla popolazione il modo in cui Yahweh-Elohim aveva salva-

to gli antenati molto tempo prima, li aveva tratti in salvo fisicamente dal-

lrr ichiavitir in Egitto, aveva dato loro i Dieci Comandamenti sul Monte

Sinai e alla fine li aveva condotti nella terra promessa d'Israele. Tutto

rlrlesto era avvenuto grazie alla potente mano di Yahweh-Elohim, Dio de-

sli ddi, che era intervenuto personalmente per distruggere tutti i nemici

,l ' lsraele. Era stato un atto di redenzione che aveva dato vita all ' indipen-

,lcnte nazione d'Israele ed era stato il momento determinante della carrie-

rrr di Yahweh-Elohim, consacrandolo ineguagliabile Signore della Storia.

Ma questa leggenda, comunemente nota col nome di Esodo, era quello

..lre sembrava? Oppure era un altro caso di occultamento, mezze verith e

rrrganni? In questo capitolo esamineremo le prove con occhi nuovi.

Clominciamb la storia biblica alla fine del libro dellaGenesi, al tempo del-

ll dodicesima generazione di patriarchi dopo il Diluvio. Questi erano i gior-

ni tli Giacobbe-, it cui nome fu mutato in "Israele", e fu allora che gli Ebrei

si recarono in Egitto, a quanto pare a causa della carestia nella loro terra.

lnizialmente, gli Ebrei prosperarono sotto la guida di Giuseppe, ma poi

lc cose presero una brutta piega con I'arrivo di un nuovo re <<che non co-

'r,rsceva Giuseppe>. Questo re, che la Bibbia chiama semplicemente Fa-

r'ilone, rese schiavi gli Ebrei e li oppresse senza pietd. Gli Ebrei emisero

srida e lamenti che ialirono al cielo e furono uditi da Dio, che rammentd

il suo patto con Israele. Fu allora che Dio decise di liberare Israele, non da

stllo, ma con I'aiuto di un uomo di nome Mosd.

Mosb aveva ottant'anni quando ricevette I'incarico da Dio nella famosa

visione del roveto ardente presso il Monte Horeb:

E I'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco, di rhezzo a un roveto.

Mosd guardd, ed ecco il roveto era tutto in liamme, ma non si consuntavas.

Quando Mosd si avvicind al roveto ardente, Dio gli parld dall'interno

tleila pianta e incitb Mosd ad andare in Egitto, perch6 doveva aiutarlo a li-

berare gli Ebrei sofferenti. Fu allora che Mosb (con il fratello Aronne) si

lrresentb a Faraone pronunciando I'immortale frase: <<Fa' partire il mio

popolo>.

f_s t : i .

248 euANDo clr Dr-;t scl.:sl-:lEo surl-ATI-ltRA

I lettori probabilmente sanno quello che avvenne dopo e come Faraonesi rifiutd ripetutamente di collaborare.Il Salmo 105 riassume le famose "dieci piaghe" che Dio inflisse all'E-

gitto:

Egli [Yahweh] mandb Mosd, suo servitore, e Aronne, che aveva eletto.

Essi compirono fra loro i miracoli da lui ordinati, fecero dei prodigi

nella terra di Cam [Egino].Mandd le tenebre e fece oscurare I'aria...Cangid le acque loro in sangue, e fece morire i loro pesci.

La loro tena brulicb di rane, fin nelle camere dei loro re.

Egf i parld e vennero mosche velenose e zanzare in tutto il loro territorio"

Dette loro grandine invece di pioggia, fiamme di fuoco sul loro paese.

Percosse le loro vigne e i loro fichi, e fracassd gli alberi del loro

telTltono.Egli parld e vennero le locuste e i bruchi senza numero,

che divorarono tutta I'erba nel loro paese e mangiarono il frutto della

loro terra.Poi percosse tutti i primogeniti nel loro paese, le primizie di ogni loro

forzau.

Come risulta chiaro dal Salmo 105, il momento culminante di queste

dieci piaghe ebbe luogo quando Yahweh stesso attraversd il paese d'Egit=to e colpi i primogeniti.Egli, perd, passd oltre le case degli Ebrei, che avevano avuto l'ordine di

proteggersi spalmando del sangue di agnello sull'architrave della porta dicasa (il simbolismo di questo atto d importante e ci ritorneremo nel pros-simo capitolo).

Questo, dunque, avvenne la famosa notte di Pesah, la Pasqua ebraica, efu I'ultima goccia per Faraone che infine cedette e lascid partire gli Ebrei.Mentre si allontanavano, gli Ebrei saccheggiarono gli Egiziani, prenden-do agli atterriti abitanti oro, argento e vestiT.Gli Ebrei s'incamminarono a oriente, verso il Mar Rosso, guidati in mo-

'

do straordinario da Yahweh (o, secondo una variante, dall'angelo diYahweh):

E il Signore andava davanti a loro: di giorno in una colonna di nuvola per guidarliper il loro cammino; e di notte, in una colonna di fuoco per illumir.rarli, onde potes-

sero camminare giorno e notteE.

Non appena gli Ebrei raggiunsero il Mar Rosso, Yahweh disse a Mosd didividere le acque sollevando il suo bastone e stendendo la mano. Poi.Yahweh suscitd un forte vento orientale e:

o Sal 105:26-36; il brano contiene leggere differenze rispetto al racconto delle dieci piaghe conte-

nuto nell'Esor/o.

' Es 12:33-36: il brano ricorda il modo in cui Utnapishtim portd argento e oro sulla Terra dalla"citti" celeste di Shuruppak e la richiesta fatta agli abitanti della "cittir" celeste di Aratta di ammuc-

chiare minerali nella corte del tempio di Uruk. Questo trasferimento di minerali dal cielo alla Terra

era un motivo importante nella mitologia antica e potrebbe trovare eco qui in Es l2:33-36.r Es 13'.21; cfr. Es l4:19.

24.9

l.e acque si divisero e i figli d'Israele entrarono inmezzo al mare sull'asciutto; e le,( (lue formavano come un muro alla loro destra e alla loro sinistrae.

ljuraone, perd, aveva cambiato idea e aveva iniziato a inseguire gli E-I'rci. L'esercito egiziano diede loro la caccia lungo il canale asciutto del\lur Rosso, ma Yahweh li obbligd a fermarsi bloccando le ruote dei carri,' tluindi fece riversare di nuovo le acque sul canale asciutto. Gli Egizianirrrorirono tutti fino all 'ultimo.L'Esodo procede quindi in modo meno drammatico attraverso il deserto,

.rlla volta del Monte Sinai, dove gli Ebrei furono sottoposti a diverse pro-r c e tribolazioni che non ci interessano in questa sede.l)opo tre mesi, essi giunsero al deserto del Sinai e si accamparono di

lronte al monte. Fu allora che Yahweh chiamd Mosd dalla montagna e gli,l isse che, tempo tre giorni, sarebbe sceso dal Sinai'per essere veduto datrrlto il popolo. Mosb fu avvertito che chiunque avesse toccato la monta-r'na in quei tre giorni avrebbe dovuto essere messo a morte, non con lerrruni (altrimenti la calamith sarebbe stata trasmessa), ma per mezzo dil rccce e pietrero.

ll mattino del terzo giorno:

('orninciarono dei tuoni, dei lampi, apparve una folta nuvola sul monte e s'udi unlortissimo suono di tromba... Ora il Monte Sinai era tutto fumante, perchd il Signore. cra disceso in mezzo al fuoco; e il fumo ne saliva come il fumo di una fornace etrrtto il monte tremava forte".

Non appena termind questa catastrofica manifestazione di Yahweh, Mo-.,r-' sali in cima al monte, nella spessa nube, e incontrb il suo Dio faccia al;rccia. Nei giorni successivi, ebbero luogo diversi incontri tra Yahweh e\losb in cima al Sinai. Talvolta, Mosd era solo, ma altre volte era in com-pagnia del fratello Aronne, o del suo assistente Giosud. Una volta, a set-t;rnta anziani d'Israele fu concesso di salire e vedere il Dio d'Israele. che.\lilndo a quel che venne riferito, sedeva su <<qualcosa di somigliante a un

1 r r vi mento di lapislazzuli>> I 2.

In due occasioni, Mosd sal i sul la cima del la montagna e r imase conYlhweh <<quaranta giorni e quaranta notti>. Durante il primo di questi in-r'ontri, Mosd ricevette dettagliate istruzioni per la costruzione di un san-trnrio del Signore e la fabbricazione di certi oggetti, tra cui I'Arca del-l 'Alleanza. Mosb ebbe anche iDieci Comandamenti (il fondamento del-l 'antica Israele), scritti <col dito di Dio>> su <<due tavole di pietra>rr.l: ben possibile che il secondo incontro di <quaranta giorni e quaranta

notti>> fosse una variante del primo. In questa leggenda, Mosd non mangid

F)s l4:21 .22.Es 19:12. Presumibilmente questa dura punizione derivava dalla grande santith del mistero. Os-

.('lvate anche che una santitd simile circondava I'Arca dell'Alleanza.la "montaqna cosmica" Dorla-t r lc .

' r ls |9: l6- l9.

F),s 24:lO.'8s24' .12: 31:18; 32: 15, l6;vd.anche Dt4:13. Var i indiz i nr i portanoapensarechequeste. ta-

.,'lc di pielra> fbssero di materiale meteoritico.

250 QUANDO GI-I DI::I SCT:SER'O SUII.ATI':I1I1A

Dane n6 bevve acqua durante la sua permanenza. F in quest'occasione,

il;;jfM;sd alia iin".""." dalla montagna, <<la pelle_del suo volto splen-

i"""" "

gii fu chiesto d'indossare un velo mentre parlava.con i suoi com-

p"di. pJr inciso, il pretestg di.questa seconda visita era di ricevere nuove

otiuote di pietra>, pbrchd le prime, a quanto pare, erano state rotte da Mo-

sd ai piedi del montera."-qu""r" fu.ono le ultime manifestazioni visibili di Yahweh sul Sinai; da

aliora in poi egli apparve ai capi d'Is_raele tramite I'Arca dell'Alleanza,

costruita nel dJserto durante I'Eiodo. L Arca era quindiln sostituto della

Inontugnu e proprio come Yahweh era sceso sul Monte sinai in una spes-

,u nuUi, .ori .gti comincib a scendere e stabilirsi sull'Arca in una densa

nuvola.1,.i qu-unt'anni, gli Ebrei vagarono per il deserto, ricevendo ordini da

Yahweh, cbe apparlva al somrno sacerdote Ppl3ll coperchio dell'Arca'

r* i au"'ctreruuini. Dopo questi quarant'anni, gli Ebrei giunsero ai confi-

ni di canaan, la cosiddetta "terra promessa"'

CosarappresentaquestaStor iadel l 'Esodo?Descr iveunavvenimentostorico, o c'b qualcosa di Pit?pochi studioii oggi negano che una sorta di esodo abbia avuto luogo

dalt'Egitto al paesili Cfnaan''. Ma, allo stesso tempo' gran parte di essi

.on.oiOu nell"affermare che la storia biblica contiene alcuni elementi

.itiai, che conferiscono una natura surreale a molti aspetti del racconto,

La divisione delte acque del Mar Rosso, per esernpio, presa alla lettera

*n puO essere spiegata scientificam"t". E s'incontrano notevoli diffi-

coltd quando si cercidi spiegare come Dio sia sceso sul Monte Sinai nel

fuoco.NJ gfi autori dell'Antico Testamento cercarono di nascondere la natura

metaiisica di molti eventi. Mosd non mangid nd bevve per i quaranta gior-

ni e le quaranta notti che trascorse con Dio: si trattava chiaramente di un

incontro soprannaturale'u. E che dire degli abiti degli Ebrei che non si lo-

sorarono durante i quarant'anni di peregrinazioni nel dese(o"?"Questa miscela di storia e mito, fisica e metafisica, ha causato enorrne

co]rfusione tra i biblisti, ma uno studioso che ha dimostrato piil saggezza

d stato Mircea Eliade, che una volta su storia e mito commenti-l:

Uevento Storico in se, per quanto imponante, non rimane nella ntemoriu popolure,

nJii ruo ricordo desta I'immiginazioni poetica (r meno che il paytit'ttlare evento sto''

rico non si avvicini strettamente a un modello mitict'tt''

,o Es 32:lg, Dtg:17. cfi. la rottura delle tavole ai piedi della montagna con vari rniti pagani di

creazione, in cui il mondo ha inizio con la rottura di un bastone, di un vastt' di un dio' o della "mon-

lagna" stessa. . : . - r re r . . ̂ , ,E Vd. Gordon - Rendsburg, The Bible and the Ancient Near Ettst, cit., p. 318. La questtone prtnct'

pur" Jr. iinurero degli g"u*i o"tt;gtooo fosse cosi alto come viene dichiarattr e se essi davvero

irur.ot."to quarant'anni vagando per il deserto'

'o Es34'.28.

" Dt 8'.4', vd. anche Ne 9"21.ts Fliarle The Mrth o{ Eternal Retum. cit-, p.42.

l') lA DI$I\IONE DUIJt ACeUI-: 251

f n altre parole, b possibile che I'Esodo degli Ebrei abbia avuto luogo,masur stato ricordato in seguito associandolo, con le parole di Eliade, a un" rnodello mitico"? E quale potrebbe essere questo modello mitico?I)obbiamo anche considerare il carattere altamente individuale della cul-

trrra ebraica.('ome abbiamo visto, I'Antico Testamento presenta un quadro molto di-

rcrso da qualsiasi altro del vicino oriente antico. Non ci sono piD le sto-rrc di dbi attivi in un tempo mitico, o sacro e abbiamo invece storie di unf )io che agisce in tempi storici o terreni.

. AIla luce.di_qJesto tipo di rapporto tra umano e divino, d possibile che la

l.ggenda dell'Esodo sia stata alterata per renderla conforme alla filosofia,lr un Dio che interveniva in lempi storici? Lavera storia dell'Esodo po-trc'bbe appartenere in realtb alle sacre origini del tempo?o. per dirla pii schiettamente, siamo davvero sicuri che il Mosd orisina-

lc fbsse un uomo in carne e ossa, che portd un popolo in carne "

oriu at-lrilverso un vero mare verso una vera montasna?O potrebbe esserci qualcosa di piD?

II. MISTEITO DI MOSI:Un buon punto per cominciare Ia nostra indagine d I'uomo al centro del

rrristero: Mosb, una figura unica nella storia biblica, di cui si disse: <Nonc mai pii sorto in lsraele un profeta simile a Mosb, col quale il signorerrbbia trattato faccia a faccia>>re.Secondo il l ibro dell'Esodo, Mosd era un bimbo <di bell'aspetto>>, <<bel,

lo>, o persino "divinamente bello>r,,. Nacque in un periodo in cui gli Ebrei

\.r stavano moltiplicando e stavano diventando troppo numerosi nil paeserl'Egitto ed d per questo che Faraone aveva ordinaio l'uccisione di lutti irrconati maschi degli Ebreir'. Di conseguenza, la madre di Mosd, Joche-bed, nascose il figlio per i primi tre mesi di vita.Quando non si potd pid tenere nascosto il bambino, Jochebed lo mise in

rrn canestro di giunchi che pose nel Nilo, vicino al palazzo di Faraone. Unuiorno, la figlia di Faraone, passeggiando sulla riva del f-iume, trovd la ce-\ta e adottd Mosd (come senza dubbio aveva previsto Jochebed). Fu la fi-glia di Faraone che diede al bimbo il nome di"Mosd", dicendo: <uho ti-r ato fuori dall' acquo>z?.

Questa d una leggenda molto interessante perchd assomiglia a numerose.rltre nascite divine del mondo antico. Nel poema epico indlano Mahabha-r(ua, per esgmpio, un bimbo viene nascosto in un cesto, collocato nel fiu-rne e in seguito adottato da uno straniero. euesto bambino d definito

' Dt 14:10.' At 7:20 afferma che egli era .<divinamente bello>; e lo stesso d rit'erito in lnsigltt on the Scriptu-

,r ' r . ci t . , vol. rr, p. 434.' Es l:15-22. Un tema analogo ricorre nel Nuovo Testamento, al tempo della nascita di Gesil; vd.

1r ' r cs. Mt 2:16.'' Il nome "Mosd" assomiglia al termine ebraico che significa..tirare fuori.'.

252 QUANDO Gl.I Dr:I SCr:Sr:RO SUll-ATI't3llA

splendente come un <figlio del sole>>23. In un'altra leggen{a analoga, Ro-

molo e Remo, fondatorfdi Roma, furono abbandonati nel fiume Tevere in

una cesta che segui la corrente fino al sito della futura citti di Roma2o. Un

terzo esempio di questo motivo del "bimbo abbandonato" d quello greco

di Edipo che fu chiuso in una cassa, gettato in mare,.?Pprodd a una riva

lontana e venne adottato dal re locale. Il nome "Edipo" infatti sembra de-

rivare da oedipais, "figlio del mare rigonfio"".

Il parallelo piU vicino alla storia di Mosb, perd, si trova nella cosiddetta

Leggenda della nLscita di sargon, re di Akkad, l'antica capitale degli Ac-

cadi. Dice il testo:

Io sono Sargon, re potente, re di Akkad.Mia madre era una Somma sacerdotessa, mio padre non I'ho conosciuto.Il fratello di mio padre amava [f-aceva I'amore con?] le colline.La mia cittb d Azupiranu, che d situata sulle rive dell'Eufiate.La mia madre sostituta mi concepi, in segreto mi generd.Mi pose in un cesto di giunchi, sigillb l 'apertura con del bitume.Mi gettb nel fiume che non si sollevb sopra di me.Il fiume mi sostenne e mi trasportb da Akki, I 'acquaiolo...Akki, I 'acquaiolo, mi prese come suo figlio e mi allevd.Akki, I'acquaiolo, mi nomind suo giardiniere.Mentre ero giardiniere, Ishtar [Inanna] mi concesse il suo amore,e per quattro e [...] anni, esercitai la regalit]r'u.

Mi sembra che questo racconto della nascita di Sargon sia estremamente

carico di significati celesti, come tutte le antiche storie di bambini abban-

donati. Come abbiamo visto nei capitoli precedenti, ai re mesopotamici

piaceva immaginarsi come dei Titani, nati nella Terra da un'unione di due-aiuinita

cadute. La <madre sostituta> che concepi Sargon quindi si riferi-

sce quasi sicuramente a Ninharsag, che si mutb da dea madre celeste in

dea madre terrestre, come Hathor/Iside nell'antico Egitto.

L interpretazione pii verosimile della leggenda di SArgon. quindi, b che

la madre sostituta io portb sulla Terra nella sua arca, attraverso il fiume

celeste. Poi, dopo essere arrivata agli Inferi, la madre pose I'arca di Sar-

gon nell'Eufrate sotterraneo, le cui acque lo avrebbero portato in superfi-

iie. Fu allora che l'acquaiolo Akki lo tirb fuori dalle acque sottenanee.

Che attinenza ha questo con la leggenda di Mosb? E interessante notare

che il "cesto" di giunchi in cui fu salvato Mosd era una teba, un termine

ebraico usato altrbve solo per descrivere I'arca di Nob". E non d sicura-

mente una coincidenza che la cesta di Mosb fosse rivestita di bitume' co-

me I'arca di Nob.Percid, tenendo conto che I'arca di Nob era una cassa sommergibile che,

rr E. von Daniken, C hariots of the Gods ?,Souvenir Press' I 969, pp. 11. 7t) -,'Cfr. la leggenda mesopotanrica di Damu,

"il bimbo che viene fuori dal fiume> (al tempo del Di-

luvio): vd. Jacobsen, The Treasures of Darkness' cit.' p. 69.

" Graves, I miti greci, cit., pp.373-11 .1o ANET, cit., p. t iO; Ia traduzione "madre sostituta" d di Roux, A ncient Iraq, cit.. p l 52'

,'Heidel, Tie Cilgamesh Epic antl Oltl Testuntent Purallels, cit., p. 233. Vd. anche Gordon -

Rendsburg, The Bible and the Ancient Near East' cit.' p. 48' n. 34.

tr\ l-\ DIIOISIONI-: DI.)l-t-: ACeUf: 253rrr'lla leggenda originale, discese dal cielo alla Terra, d ragionevole sup-l,()rre che anche la cesta di Mosd fosse una nave discesa dal"cielo. Mosb iu,lrrirrdi abbandonato non nel Nilo tercestre, ma in quello celeste, che I'a-r rcbbe trasportato dal cielo agli Inferi.(.)uesta supposizione b confermata dal nome "Mosd',, che, come hanno

')\scrvato diversi autori, deriva probabilmente dal suffisso 'egiziano

mss,'nlrto da", o "generato da". ora, un tale nome normalmente eia preceduto,lrrl nome di un dio, come nei nomi dei faraoni Ra-meses o Thut-mosis.t.)rrindi, ci sono buone ragioni per credere che Mosd fosse un bimbo divi_n(). proprio come i re egiziani.Ma questo non vuol_dire^che Mosb/osse un re egiziano. Al contrario, la

'ria proposta b che Mosd.fosse una figura appartenente non a tempi stori-

'1. '1.a.1 un ternpo salr?: ir.tempo del principio. Forse b per questo motivo

, lrc il libro di Isaia si riferisce ai gionii di Mosd.o'n. ui "gi;rni dell.eter-

t rrltt>> (1t e me olam)2t.Mosb quindi non era come un re, ma piuttosto come il dio su cui era sta-

t, rnodellato il re, un dio nato misteriosamente in cielo e altrettanto miste_nosamente rinato agli Inferi.

ItGITTO: GIJ INI-ltl3I

.sj1-g-."rg,"ndo un'ipot":]._E poss_ibile che Mosd fosse stato rrasportato,lrrl,Nilo celeste gsli In/eri? E pbssibile che il paese d,Egitto,dove fu trar-r. d2ff 'nsqra dalla figlia di Faraone, simboleggiasse gli"lnf/r;r e porsiui-lc che

ll 47!ayo ggiziano, dove fu allevato Mosb, simboieggiasie it pa_I t r z.o de gli Inferi?2e.come vedremo, in nessun luogo si afferma esplicitamente che I'Egitto

timboleggiaua gli Inferi, ma questo d provato grazie a una serie di testi-i ltonlanze.

clonsiderate per prima cosa le parole del profeta biQlico Geremia:t: l 'Egitto. che sale come il Nito. e le cui acque s'agitano come quelle dei f iumi. E-

' ' l i dice: <lo salird. ricoprird la Terra, distruggerd te i itta e i loro a'uiiunti",r.

Se riflettiamo su qu.esto brano, ci rendiamo conto che il linguaggio ricor-,la molto da vicino l'antica credenza secondo cui le acque jelli{psu, cherrrolto tempo prima era stato confinato negli Inferi, pot.uono sollevarsi eP,rtare il caos nel mondo superiore. Gererhia iembia quasi descrivere il\ilo. come_znfiume degli Inferi, che minaccia di salire e inondare la su-lrcrficie della Terra.Se cerchiamo di.pensare alla maniera degli antichi, scopriamo che il

graesaggio-g_eo_grafico dell'Egitto poteva davl,rero corrispondere all'antico( oncetto di Inferi. Da una parte, i vasti tratti di deserto .uo.uuuno la landa

' 1.r 63: l l .

, ,If:::,,i1i;;:ii:3i:i] dela dea sumerica Ereshkigar; vd. Heider, rhe Gitgamesh Epic and otd

' Ger 468.

254. QUANDO GI,I DI::I SCEST:RO SUII^ATI-:RRA

desolata degli Inferi; dall'altra, le acque del Nilo in piena ricordavano il

mitico fiume sotterraneo, che si levava verso I'alto (verso nord) in mezzo

al deserto come ad alimentare i veri fiumi e gli oceani sulla superficie del-

la Terra.A un osservatore di latitudini piil settentrionali, tra cui Israele, I'Egitto

sarebbe apparso come una "terri di sotto". Percid I'Antico Testamento af-

ferma frequentemente che gli Ebrei scesero nel paese d'Egitto o 'galirono

dal paese d'Egittor'.-n iort"g"o bi quest'ipotesi, scopriamo che g.li pbr,ei consideravano il

Nilo serp"eggiante come il serpenta tortuoso Rahab, che fu fatto scendere

agti tnferi ii yatrwetr. Un'autbrevole guida alle Sacre Scritture spiega:

Rahab, un .'mostro marino", divenne simbolo dell'Egitto e di Faraone, che si oppo-

nevaaMosdelsraele.- i, Si,g, l0 [l 'uccisione di Rahab] allude alla l iberazione d'lsraele dall 'Egitto da

parte di Yahweh...'

In Is 30:7, Rahab d nuovamente associato all'Egitto-

sat 87:4 menziona Rahab, in un punto in cui starebbe bene l'Egitto, come il primo

di un elenco di nemici d'Israele...-iii*gu- usa in questo versetto ogli Egiziani" e in Scl 89: 10 Rahab b parafrasato in

modo i'a connetteri il termine all'arrogante Faraone d'Egitto"'

come abbiamo scoperto nel capitolo precedente, Rahab non era un co-

mune <<mostro marinbr, ma un pianeta nel mare celeste, che fu smembra-

to da Yahweh e gettato sulla Terra. Il racconto biblico d quindi straordina-

riamente simile-alla leggenda babilonese della battaglia tra Marduk e il

mostro marino Tiamat]"Sec ondo l' Enuma elish, Tiamat venne divisa in

due, il suo corpo fu scaraventato agli Inferi (fu sepolta sotto,una "monta-

gnu;'; "

dai subi occhi furono estratti i due grandi fiumi della Mesopota-

mia33.- inoltre, sembra che il mostro caduto Rahab fosse identico a Satana che

cadde <dal cielo a guisa di folgore> nelVangelo secondo Luca,lo stesso

"r"rp"nt" antico>> cie fu legat[ <<per mille anni>> e venne gettato <<nell'a-

bissorr, secondo I'Apocaliie di Giovawri'l. Ancora una volta, troviamo

conferTna del fatto che anche Rahab venne gettato agli Inferi.

Bsistono quindi ottimi motivi per credere che gli Fbrei associassero

Rahab all'Egitto perchd l'Egitto ira iI mondo degli Inferi in cui dimorava

Rahab, dopo esservi stato gettato da Yahweh'

Se ci fosie ancora qualclie clubbio, rinvio i lettori al libro di Giobbe. in

"ui ri t"gg" che Rahab (o Leviatano) ,1fa bollire I'abisso come una cal-

daia>>35. E"al Salmo 74, dove leggiamo che lo smembrato Leviatano fu da-

to in pasto al <popolo del dese-rt:ortu. il "deserto", secondo la mia opinio-

I' Alter, Gezesis. cit., P. 217 .!'lnsight on the Scripture' cit., vol. tt,p'128'3'ANEr, ci t . , pp.61,71,501' 502.

'Lc lO:.18,Ap20:1-3.

" Giob 4l:23.

'o Sal74'.14.

255

n('. cra una metafora degli Inferi (la stessa metafora ricorrerd pit avanti in, lrrcsto capitolo).14i sembra quindi che il mostro Rahab, il cosiddetto <<serpente tortuoso>>,,'livcnne un abitante degli Inferi, a dispetto di qualsiasi ambiguith del testotrrbl ico.Ncll'insieme, dunque, vi sono valide prove per credere che l'Egitto, as-

srrciato a Rahab, simboleggiasse il mondo degli Inferi, e il Nilo fosse con-srtle rato un'immagine di Rahab, che fu seppellito nella Terra. euesta d la\tcssa leggenda del Nilo riferita dal poeta latino ovidio, che scrisse: <il\ilo scorre nel terrore all'estremith della Terra e nasconde la sua testa che,ncora oggi d invisibile>37. Questo commento si riferiva alla catastroficar'ir(luta di Fetonte.('iterd un altro esempio dell'identificazione del|Egitto con gli Inferi

l)resente nel libro di Geremia. Riferisce il brano:

l.a.voce dell'Egitto giunge come quella di un serpente; poichd s'avanzano con un e-\rfcito, marciano contro di lui con scuri come tanti tagiiaboschi. Essi abbattono la.uu impenetrabile forestars.

()sservate il paragone tra l'Egitto e un'immensa foresta, un'analogial)ruttosto strana se si dimentica che gli antichi usavano il termine "foresia"lrcr simbo_leggiare la foresta degli Inferi (vd,. I'Epopea di Gitgamesh nel( ' i lpirolo 5).Percid, tornando alla leggenda dell'Esodo, dobbiamo considerare seria-

rrrcnte la possibiliti che Mosd, nato in Egitto, fosse in realti nato agli In-Irri e gli Ebrei, schiavi in Egilto, fossero in realth schiavi agti Inferi. Ana-I v zi amo ulteriori prove.ln diversi libri dell'Antico Testamento, si dice che yahweh trasse gli Ebrei

'. linri dallafornace di ferro>>3e. Questa d una curios a affermazione e sembra( ()nferire una nota surreale alla leggenda dell'Esodo. Inoltre, b un anacroni-

'nro, perch6la fusione del ferro pare non sia stata praticata in Egitto prima

tlcl vI secolo a.c.'. Potrebbe essere, quindi, che la-<fornace di f6rrorr-fosserrn'espressione idiomatica volta a catturare l'immagine mitica degli Inferir'orrre uno terra di torture infocate? Se b cosi, ci d riuscita perfettamente.

. cl.e.ra anche qualcosa di chiaramente surreale nella sofferenza degli E-trrei in Egitto, come risulta evidente dalle seguenti parole pronunciite dal)io nel libro di Ezechiele:

l'osti gettata [Israele] nell'aperta campagna, il giorno che nascesti, pel disprezzo che\l aveva di te. E io [Dio] ti passai accanto, vidi che ti dibattevi nel iangui, e ti dissi:. Vivil>... Io ti fard moltiplicare per miriadi, come il germe dei campi. .l il tuo seno silr rrnrd, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma priia tu eri nuda e scopertaat .

de Santif lana - von Dechend, Hamlet's Mill, cit., p. 253.' Ger 46:22,23.'Vd. per es., Dt 4:20: / Ra 8:51; Ger l l :4." Shaw - Nicholson, British Museum Dictionary of Ancient Egvpl, cit., p. l4 I ." Flz 16:5-7. Cft. Ez 16:'22: <Non ti sei ricordata dei giomi aeiia tua giovinezza, quand'eri nuda e

.\ ()perta e ti dibattevi nel sangue>>.

256 QUANDO Gl.r DF:I SCESr:RO SUll-\ TI-:l1l3A

Osservate il riferimento alla nudith degli Ebrei. Come abbiamo visto nel

capitolo precedente, il motivo della nudith ricorre nelle leggende di Ada-

mo ed Eva nel Giardino dell'Eden (gli tnferi), di Nob nella sua "tenda"

(gli Inferi) e in quella sumerica dei nudi Anunnaki e dell"'untanitit" pri-

mordiale al centro della Terra (gli Inferi). Gli Ebrei si associavano forse a

unarazza mitica di "uomini" nudi degli Inferi, proprio cotne i Sumeri

chiamavano orgogliosamente se stessi "teste nere"?

La leggenda degli "uomini" trattenuti in schiavitil dagli Anunnaki agli

Inferi d un afTascinante parallelo con la leggenda degli Ebrei schiavi in E-

gitto'2. Non si pud fare a meno di pensare, per esempio, alla descrizione

dell'Egitto come <il paese della schiaviti>'r. Era davvero un ricordo stori-

co degli Ebrei? Oppure, per dirla con le parole di Mircea Eliade, si tratta-

va dell'espressione di un <<modello mitico>?

Israele era stata schiava dal momento della sua creazione in un mitico

mondo sotterraneo?

Il. \)IAGGIO \)F;I3SO N. SINAI

Finora abbiamo ricostruito solo una parte del puzzle, ciob la possibilitd

che "l'Egitto" fosse una metafora degli Inferi.Ma ci sono due altre sezioni di questo puzzle che bisogna affrontare: il

passaggio del "mare" e il raduno presso la "montagna". L'intero paesag-gio dell'Esodo potrebbe avere a che fare conl'ankiografia, invece che con

la geografia?Nello Zolur, un libro rnistico ebraico, si legge un brano molto interes-

sante, tratto dall'opera mistica del ttt secolo di Rabbi Eleazar b. Pedath:

Come Faraone usci dall'Egitto per seguire gli Ebrei, egli levd lo sguardo al cielo evide il principe degli angeli egiziani che volava nel cielo*.

Cosa? Gli angeli egiziani volavano per inseguire gli Ebrei? Pub essere

vero? Ebbene si. Considerate il seguente brano del libro dell'Esodo, in cui

Yahweh dice agli Ebrei:

Voi avete veduto quello che ho fatto agli Egiziani, e come io v'ho portuto .1ppra alid'aquila e v'ho menato a me".

Cosa erano le "ali" d'aquila? [n un apocrifo, noto coi nome di Libro di A-

damo ed Eva,leggiamo che gli angeli del Signore scesero alle <Porte del

*r Tuttavia. non bisogna dimenticare che esiste una differenza molto significativa tra le due leg-

gende. Nella versione mesopotamice della storia, le divinith capostipiti. Anu e Ishtar, rappresentano -

i'idea, diffusa nel Vicino Oriente, di due pianeti "buoni", uno maschile e uno f'emminile, che si uni-

scono in un matrimonio sacro in Terra. Entrambi sono quindi presentati sotto una luce positiva e la

schiavi t i r del la seconda ernanazione - g l i "uomini" - da parte del la pr ima emanazi t rne gl i Anun-

naki - aveva poco a che fare con la lotta tra il bene e il male e riguardava invece la questione dei di-

ritti territoriali nel mondo degli Inferi.

" O.casadel la schiavi t i r>. Vd. Es l3:31 l - l : 14;202: Dt5' .6:6:12 8:14; l3.5;Gios24:11l 'Gdc

6:t l ." 'c i t . , in B. Rux, Anhi tet .s of the Undem-or ld.Frog Ltd, 1996, p. 39f) .

" Es l9'.4.

25-/

l)iu'adiso>> (sembrerebbero le porte degli Inferi), dove Eva piangeva lanrorte di Adamo. Improvvisamente, sole, luna e stelle si oscuriron6, i cie-lr si aprirono e apparvero le aquile:

lrva guardd verso il cielo e vide un carro di luci che si avvicinava, tirato da quattro.rrlrrile splendenti, la cui superba bellezza non poteva essere espressa da un nato dar'r 'crnbo di donnaao.

Sccondo questo brano, le "aquile" di yahweh erano la forza motrice diwt (arro celeste, che poteva viaggiare tra cielo e Terra. euesto, natural-

llllnte: aggiunge una d.imensione completamente nuova alli leggenda del-l ' I rsodo, in cui Yahwehportd a sd gl i Ebrei su al i di . .aqui le".conre conciliare questi voli nel cielo con la tradizionaie storia di un eso-

(lo attraverso il Mar Rosso e il deserto a piedi?l:saminiamo da vicino il Mar Rosso. Nell'originale ebraico, I'espressio-

rrc tradotta con "Mar Rosso" d, Yam Suph, dal significato letterale ^di ..Ma-

rc di canne"o'. Immediatamente nascono dei sospetti. primo, il Mare di('anne richiama la credenza egiziana in un cielo ihe poteva essere attra-t.:-rluto su "galleggianti di canne" e che conteneva un misterioso campodi Canne a "est"o8. Secondo, il Mar Rosso, che separava I'Egitto dalla pe-nisola del Sinai, non d il genere di zona paludosa a cui doviebbe riferirsil 'cspressione Yam suph. Al contrario, si tratta di acque molto profonde,r'onte era necessario che fossero per annegare I'esercito di Faraone.

ll Mar Rosso (Yam suph) potrebbe essere allora il mare celeste?,se cirolgiamo al libro dell'Esodo, cap. 15, scopriamo che le acque dello yam,trr2ll erano descritte come (<potenti>> e ..profondeooo. Inoltre, il termine u_sato_qui per "profondo" - tehomoth - b quasi identico aLtehom, usato in( in I per descrivere il grande ubisso acqieo che c,opriva la superficie del-Itt Terra5o. Quest'aspetto fu colto dall'erninente studioso Alexander Hei-t lc l . che commentd:

Poichd le acq.ue del Mar Rosso sono chiamate <<acque potenti> e tehomoth,non v'drrgrone per cut esse non potessero ugualmente essere definite me thehom rabba.,,lerrr'que del grande abisso"t,.

come abbiamo visto dai nostri studi sulla Mesopotamia, quesre <<acquetlcl grande abisso> (llAplu) porevano rif 'erirsi a['abisso ucqueo del cieio,rrll 'abisso acqueo della Tena. o a una combinazione di entiambi (da quil' idea biblica che i due abissi dovessero essere separati).Non ci v_uole una grande immaginazione per capire ctre il Mar Rosso -

sccondo Heidel, <.le acque del grande abissb" - descriveva perfettamenteL 'spazio tra le acque superiori e inferiori, ciod la via per la quale le acque

'" von Daniken. Tlte Return of rhe Gods, cit.. p. 2j .' l t t , t iBl t t tn t l rc Srr ipturt , r . c i t . . vol . u. p. 76.1.' Vd. AIford, Dalle piramidi utl Atlanritle. cit.. capp. 9, 10.' Er l5: l0: l -5:5.'" E ampiamente riconosciuto che il terrnine ebraico tehom allude a Tiamat, la creatura acquatica

rrecisa. in battagl ia da Marduk; vd. Hooke, Middle Eastern Mytholog,- ,c i t . . p. l l9.' Heidel, The Babylonian Cenesis, cit.. p. 109, n. 96.

258 QUANDO GI,I DF:I SCT:SI-;RO SUII.ATI':RRA

planetarie del cielo erano fisicamente cadute e metafisicamente risorte.

bd "c"o

un'altra stranezza.Il racconto del passaggio del Mar Rosso sugge-

risce che i figli d'Israele passarono attraverso le acque a piedi, seguiti a

breve distanr*u dull'"*e.cito egiziano a cavallo o su carri. Per immaginare

questa scena in un ambiente terrestre, bisogna cercare di pensare a un tra-

d^izionale mare accumulato di lato in due muri a formare un canale in mez-

zo, in modo che tutti potessero passare sulfondo marino. Ne conseguireb-

be logicamente che il crollo del canale e il ritorno delle acque, avrebbe an-

nrgoto gli Egiziani infondo al mare. Cerchiamo di immaginare la scena.

Mu r*gono dei dubbi a causa di un antico canto biblico, noto col nome

di canti di Mosi e Miriam.ln questo canto, leggiamo che gli ufficiali e i

carri di Faraone furono ricoperti dal Mar Rosso e andarono <<a fondo co-

me una Pietratt'r.Com'i possibile che gli Egiziani afrbndarono come pietre se stavano

passando sul fondo del mare?'

Mi pare impossibile e il logico, anche se il brano b interpretato in senso

metafisico.Tuttavia, questo anomalo brano del Canto di Mosb e Miriam avrebbe

Senso Se gli'uomini <Ji Faraone Stavano attraversando un mare celeste.In

quel caso sarebbero davvero affondati come pietre, tornando alla Terra

da cui erano venuti.

Questo spiegherebbe anche un altro strano brano del libro dell'Esodo, rn

cu] olsraeie vide sul lido del mare gli Egiziani morti>5r. Ancora un volta, i

dettagli non quadrano. Com'd possibile che gli Egiziani fossero morti srl-

la riva se erano annegati durante la traversata del fondo marinoso?

E c'd dell'altro. Nel Canto di Mosi e Miriam,leggiamo:

Tu [Yahweh] hai mandato fuori il tuo soffio, e il mare li ha ricoperti fgliEgizianil;

sono aJJbndati corne piomb<t nelle at'que potenti " 'Tu hai steso la destra, la terra li ha ingoiatis5

Cosa? Come potevano gli Egiziani essere inghiottit i dalla tena?

Ancora unu ubltu, il brano non ha senso se gli Egiziani stavano passando

sul fondo di un Mar Rosso terrestre. Ma assume un significato logico se

essi stavano inseguendo gli Ebrei attraverso il mare celeste e dagli Inferi.

Allora davvero la terra avrebbe potuto aprirsi e inghiottire gli Egiziani

mentre erano ricacciati da Yahweh nel luogo da cui erano emersi.

Riassumendo, sembrerebbe che vi fu un "annegamento", ma non nel

senso comune del termine. Viene alla mente il dio egiziano Osiride, che

annegd nelle proprie acque quando cadde sulla Terra.

Quelto, naturalmente, presuppone che gli Ebrei si stessero dirigendo, at-

" Er l5:5. Cfr . Lt l5:10: "Sono af fondat i come piotnbo>.

" Zt l4:30.,o Anche se "riva" era una tra<luzione errata per "letto", il testo non ha senso, perchd gli Egiziani

annegati non sarebbero stati visibili (bensi coperti dalle acque).

" Ek l4:10-12.

259

trirvcrso il mare celeste, verso una montagna celeste. Tutte le nostre ipo-t('si non avrebbero senso senza una montagna celeste.l: il Monte Sinai? Faceva anche questo parte di un paesaggio celeste? Il

Sinai era forse una "montagna" nei cieli, in accordo con I'antica metafora

l)irgana "montagna = pianeta"?l'cr rispondere, dobbiamo affrontare la questione in due sensi. Primo, nel

'crtso del Monte Sinai come simbolo della montagna cosmica, ciob la

rrrontagna cadutu che si estende metafisicamente sull'abisso tra cielo elcrra; secondo, nel senso del Monte Sinai come montagna c.eleste inte-rrrale, sia nella sua forma fisica sia in quella metafisica.Occupiamoci per prima cosa del Monte Sinai come "montagna cosmi-

t'rr". Nef libro dell'Esodo,leggiamo che Yahweh scese sulla vetta del\4onte Sinai, mentre Mosd saliva in vetta al Monte Sinaiso. Fu l\, sulla vet-rtt rlella montagna che Dio incontrd Mosd e gli parld.Ora. considerate le seguenti citazioni tratte dai libri dell'Antico Testa-

rf rento. Nel libro di Neemia, si afferma: <Tu [Yahweh] scendesti sulMon-tc Sinai e parlasti con loro [gli Ebrei] dal cielo>>s1. Analogamente, nel librotlcll'Esodo, Yahweh dice agli Ebrei: <<Voi stessi avete visto che vi ho par-Ililt> dai cieli>>, quando la conversazione chiaramente ebbe luogo in cimartlla montagna'r. Un terzo esempio proviene dal libro del Deuteronomio,rlrrve leggiamo: <<Dal cielo t'ha fatto udire la sua voce>)se.

l)a tutte queste citazioni risulta evidente che la vetta del Monte Sinai eratn mezzo al cielo, almeno dal punto di vista simbolico. E cosi era per tut-tc le "montagne cosmiche", come le ziggurat della Mesopotamia, la cuit irna si credeva fosse in cielo.

l)a vera "montagna cosmica", dunque, il Monte Sinai avrebbe dovuto e-stendersi tra cielo e Terra. Nel libro del Deuteronomio, Mosb ricorda aglil:brei: <Voi vi avvicinaste e vi fermaste ai piedi del monte e il monte eratrtlto infiamme, che s'innalzavano jino al cielo>>*,. E nello stesso libro leg-

.r,iamo: <Dal cielo t'ha fatto udire la sua voce. .. e sulla Terra t'hafatto ve-tltre il suo gran fuoco>>6'.Infine, il libro dell'Esodo riferisce che tutto \lMonte Sinai era coperto di fumo quando Yahweh scese su di esso in mez-zo alle fiammeo2.

Queste citazioni confermano che il Monte Sinai era considerato una ve-llr e propria "montagna cosmica", che si estendeva tra cielo e Terra, pro-prio come una ziggurat mesopotamica.Vi era tuttavia, anche l'aspetto celeste del Sinai. Tra un momento ve-

tlremo come Yahweh emerse fisicamente dal monte in circostanze cata-strofiche, proprio come il dio Sumerico Utu. Ma prima, esaminiamo al-

' ts l9:20.' Ne 9:13.'' E:r 20:22." Dt 4136.' ' ' Dt 4 ' .11." Dt 4:36." 'Ei l9:16-19.

260 QUANDO GI,I DT]I SCT:SI-II'O SUII-ATT,IIRA

cuni brani che riferiscono, in un contesto metafisico, la distruzione che

ebbe luogo.

Nel coiano (il libro sacro dei musulmani), leggiamo uno straordinario

racconto del Monte Sinai ridotto in polvere:

E quando Mosd giunse all 'ora stabilita... disse: <Signore,,rivelati a me, ch6 io pos-

,u"gir;Ju"i". g, nTf uft replicd: <Non mi v_edrai. Ma guarda la montagna; se resta sal-

daiulla sua base, solo aliora mi vedrai>. E quando Allah si riveld alla montagna, egli

la ridusse in polvere. Mosd cadde in terra privo di sensi" '6r'

Il brano ricorda i testi sumerici di lamentazione, che riferiscono del gior-

no in cui <<il cielo si frantumb... si oscurb... si mutb negli Inferi>o'.

Quest'idea della montagna frantumata pofiebb. 9.1?.t:i dietro il nome

"fronte Horeb", spesso at*tribuito al Sinai nel libro dell'Esodoo'? Il termi-

ne ebraico horei:b iignifica "arido", "deserto", una definizione moltO ap-

propriata per un piineta che era esploso e aveva perduto tutte le sue ac-

["":f !"pir"ttuttodal momento che le acque di Dio non tornarono alla lo-

ro antlca poslztone tn mezzo al cielo, ma vennero sollevate sopra la Di-

stesa, ciob la dimora di Dio nel Settimo Cielo. Quest'azione lascid il cen-

tro dei cielo completamente arido e secco, un luogo poco adatto all'uomo.

Mosd, perd, non era un uomo qualsiasi ed b significativo che fu presso il

Monte'Aor.b, ola montagna di Dio> che Mosd vide il <<roveto ardente>),

I'angelo di Dio, e udi la ioce del Signore che gli parlava da dentro il ro-

vetonT.Si sta ormai delineando un quadro completo, perch6 quest'importante

indizio suggerisce che Mosd sali in cielo (metafisicamente) per qua-

iuni;unni A"o"po i primi quarant'anni della sua vita trascorsi agli Inferi del'

I 'Egitto. QuLsta'suppoiirion" b confermata dal fatto che la regione del

suciesilio ira chiamita Midian, un nome che significa "il centro"' ciob il

centro del cielou8. La storia di Mosb comincia ad assumere I'aspetto della

storia di morte e resurrezione della Fenice. Mosd, come la Fenice, era de-

stinato a ritornare agli Inferi per liberare gli Ebrei?

Esaminiamo ora urialt.o cutioso brano tiatto dal libro ebraic o dei Giubi-

/ei. Osservate il riferimento al Monte Sion (Gerusalemme) tssle nll'<<orl-

belico del mondo>, che suggerisce che questo e non il Sinai era diventato

la "montagna cosmica" d'isiaele (come in effetti avvenne dopo l'Esodo e

I' insediamento in Canaan):

I lGiardinodel l 'Eterni t i , i lp i isacro,bladimoradelSignore;e il Monte Sinai, al centro del deserto;

" ' ! l Coruno, c i t . tsura 7).

' .arvrr , c i t . , p. 613.

"5 Er 3: l : 33:61 Dl 4:10.6 Insight on the Scripture.s, cit', vol. t, p. I 1 4l 'o 'Es 3: l -5.o* Il nome del suocero midianita di Mosb era Jethro, che signilica "abbondanza"; questo coincide

con l,idea mesopotamrca del cielo come <leposito di un'abbondanza di prodotti. Midian era anche il

norne di un mitico figlio di Abrarno. che fu inviato .a est. al pae se orientale": vd- Gn 25:6.

r0. 1..,\ DIIISIONI-: DI.lltJ.t ACQUI.:

e i l Monte Sion [Gerusalemme]. i l centro dell 'ombelico del mondo.Questi tre furono creati come luoghi sacri, uno di fronte all'altro6e.

In questo brano, il Giardino dell'Eternitd d da identificarsi con il settimo('ielo, dove Dio risiedeva. Il Monte Sion ovviamente simboleggia il piane-trr Terra, mentre il terzo luogo sacro. il Monte Sinai, appare come una mon-trrgna distinta dagli altri due luoghi, ciob una montagnt in mezzo al cielo.

Notate anche il riferimento al Sinai situato <<al centro del deserto>. An-('ora una volta, incontriamo I'idea che il sito della catastrofe celeste erar'orne un arido desertoTo.

Ma la prova piD sorprendente della montagna celeste del sinai comparerrcl salmo 68. Qui troviamo un'eccezionale descrizione di come gli Ebreirrr schiavitr) ascesero al cielo, al Monte Sinai, al seguito di Dio:

Questo d il monte che Dio s'd scelto come sua dimora. Si, il Sisnorevi abitera in perpetuo.

I carri di Dio si contan<l a miriadi e miriadi. (come) migliaia di angeli.Il Signore d tra di essi nel sacro Sinai.

Tu sei salito in alto, hai t,ondotto prigionieri al tuo seguito, uomini hairicevuto in dono, anche i ribelli, che il Signore possa dimorare ld''.

Il testo d esplicito. un'ascensione verso un sacro colle. e senza dubbiosul le al i d i aqui le, con i l pr incipe d'Egit to che volava in cielo al l ' insegui-rrrcnto. Che immagine! Naturalmente i prigionieri ebrei poterono ascen-rlcre in tal modo solo in modo metafisico e questo capi paolo, che descris-sc I'Esodo nella sua Prima epistola ai corinzi (Nuovo Testamento) nelnrt ldo seguente:

I nostri padri furono tutti sotto la nuvola, e tutti passarono attraverso il mare, e tuttilLrrono battezzati nella nuvola e nel mare, per es.ser di Mosd, e tutti mangiarono lo\lcsso cibo .spirituale e tutti bevvero la stessa bevanda spiritualel2.

che brano straordinario! Ma Paolo, dobbiamo ricordare, era quasi sicu-rilmente un iniziato ai segreti di un'antica scuola misterica. Sapeva forsee he la storia dell'Esodo celava un significato nascosto?

Nel contesto del nostro studio, le parole di Paolo risultano davvero si-gni f icat ive.

l.z\ l.II3I-.I3.zVIONE DItGI -I I1l3l3t.I

A.questo punto, possediamo un quadro praticamente completo dell'E-sodo. Primo, abbiamo esaminato valide prove che confermano che l"'E-sitto" simboleggiava gli Inferi. Secondo, abbiamo analizzato prove u-!,ualmente persuasive del fatto che gli Ebrei attraversarono un m-are cele-

' ' L ibro dei Giubi le i ,c i t . , in7. . Si tchin, I f te Stuirway to Heoven.Avon Books, 19g0, p. 296." Il termine ebraico per "deserto", oltre al significato comune. era anche usato metaforicamente

rrelfa Bibbia per indicare un luogo che era stato distrutto e mutato in una lan6a desolata; vd. Insiphr, , r t the Scr iptures, c i t . , vol . r r , p. I l8-5.

5a/ 68: l6, l 8. Ho tradotto "doni

per gl i uominio come ouomini in donor, che ha pi i senso./ C,rr l0: l - -1.

262 QUANDO Gl-r Dr-rr SCESERO SUIIATEISRA

ste. E terzo, abbiamo esaminato prove convincenti del fatto che gli Ebreigiunsero a una "montagna cosmica" sulla Terra, o a una montagna cele-

ste in cielo (a seconda delle leggende). L'unico problema di quest'inter-

pretazione d solo nella strana idea che gli Ebrei trascorsero quarant'anni

vagando per il deserto dopo aver attraversato il mare celeste e aver in-

contrato Dio presso il Sinai. Questo, perd, pud facilmente spiegarsi con

la fusione di due tradizioni distinte e con il desiderio, da parte dei sacer-

doti, di riscrivere la storia per adattare un esodo terr!stre alla terra pro-

messatt.Inoltre, abbiamo ricavato un quadro che si accorda perfettamente con

tutto quello che abbiamo appreso sulle tradizioni pagane del Vicino O-

riente antico. Ha senso che degli uomini fossero schiavi in una ..fornace

di ferro> agli Inferi; ha senso che essi fossero nudi e scoperti e si dibattes-

sero nel sangue; ha senso che Mosd dovesse ritornare sulla Terra, scen-

dendo dal cielo una seconda volta - come la Fenice - per salvare gli Ebreidal mondo inferiore.

Per fugare ogni ulteriore dubbio su quest'interpretazione, rivelerb ora le

ultime prove, conteirute tutte nei libri dell'Antico Testamento. Nei brani

che seguono, vedremo con i pii vivaci particolari esattamente come Dio

scese dal Sinai in cielo ed entrd agli Inferi in modo catastroJico per com-piere il suo drammatico salvataggio degli Ebrei.

Iniziamo con una serie di brani che descrivono Yahweh che esce da una"montagna", a cui vengono attribuiti vari nomi ed epiteti, tutti riferiti al

Monte Sinai.Per prima cosa, nel libro del Deuteronomio, leggiamo:

Il Signore d venuto dal Sinai, e s'd levato su loro [gli Ebrei] da Seir; ha

. fatto splendere la sua luce dal Monte Paran.E giunto dal mezzo delle sante miriadi; dalla sua destra usciva per essi ilfuoco della legge'..

In questo brano, il Monte Sinai d identificato con il Monte Paran e il

Monte Seir.Il nome "Paran" b interessante perchd la sua etimologia suggerisce il

possibile significato di "casa del cielo". Quando a "Seir", il nome deriva

da una radice che significa "far rizzare", "rendere irto", riferito a colline

coperte di alberi (o anche a far rizzare i capelli per la paura)'5. Yahweh,quindi, emerse da una montagna boscosa nei cieli e fece splendere la sua

luce,propio come il dio Utu della tradizione sumericaT6. Osservate anche

che Yahweh usci accompagnato da <<sante miriadi>, che ancora una volta

" Considero molto seriamente quest'ipotesi. Si possono citare numerosi esenrpi di casi in cui l'An-

tico Testamento apparentemente presenta versioni leggermente differenti di un unico racconto. Le

mie proposte riguardo all'Esodo si devono considerare parte di un approccio alla comprensione del-

l'Anlico Teslamento nella sua inlerezza-

'o Dt 33:2.In alcune versioni della Bibbia, <<destra> b tradotto con <.sud".

" Insight on the Scripture.s, cit., vol. tt, p. 891.

'o Bisogna anche notare che il nome "Sinai" potrebh anche alludere a vette gemelle. se si basa sul-

I'antico egiziano.rn, dal significato di "due/duale".

263

t'\'ocoro le tradizioni pagane del pianeta esploso in miriadi di frammentirrr l i rcat i .()uest'interpretazione trova una drammatico riscontro nel seguente bra-

nrr tratto dal Canto di Debora, nel libro dei Giudici, in cui Seir (il MonteSirrai) b descritto come un paese rosso da cui Yahweh portb un catastrofi-r o diluvio sulla Terra:

O Signore, quando uscisti da Seir, quando venisti dal paese rosso[Edom], la terra tremd e anche i cieli si sciolsero, anche le nubi sisciolsero in acqua.

I monti turono scossi per la presenza del Signore, quel Sinai di un tempo,il Signore Dio d'lsraele".

l, 'ultima frase d interessante. Con un minimo, ma legittimo cambio nella

l)unteggiatura, Yahweh viene chiamato <quel Sinai diun tempo>>. E un al-tro indizio a sostegno dell' ipotesi che Yahweh fosse il Dio di un pianeta e-\l)loso, proprio come i suoi rivali pagzuri.llsaminiamo ora diversi brani che legano I'idea del catastrofismo di Dio

irt particolare con Ia liberazione degli Ebrei.I biblisti hanno sempre sup-posto che i seguenti brani furono scritti, con I'uso esagerato di metaforeprrctiche, semplicemente per dimostrare il terrificante potere di Dio. Que-\lc non vanno prese alla lettera, ci viene.detto. Mi permetto di dissentire,pcrchd se gli Ebrei erano schiavi agli Inferi e Dio scese da una "monta-rrna" celeste, d assolutamente logico che la liberazione degli Ebrei impli-( irsse una discesa di Dio dentro la Terra.

A ogni modo i lettori potranno giudicare da soli. Iniziamo con il Salmo I 14:

Quando Israele usci dall'Egitto... !Il mare lo vide 9 fuggi, il Giordano tornd indietrb. I monti saltarono

come n)ontonl. . .Trema, o terra, alla presenza del SignoreTs.

('onsiderate ora il Salmo 77 , in cui troviamo un esplicito riferimento al-l ' l rsodo sotto la guida di MosE e Aronne:

Le acque ti videro, o Dio, le acque ti videro e furono spaventate; anchegli abissi tremarono.

Le nubi versarono diluvi d'acqua; i cieli tuonarono; anche i tuoi stralivolarono da ogni parte.

La voce del tu<l tuono era in cielo, i lampi illuminarono il mondo; laterra f-u scossa e tremd.

La tua via fu in mezzo al mare, i tuoi sentieri in mezzo alle grandi acque,ma le tue orme erano misteriose.

Tu conducesti il tuo popolo come un gregge, per mano di Mosd e diArontteT'.

( ]dc 5'.4,5 (cfr. parole simili in Sul 68:7,8). "Quel Sinai di un tempo" d una mia proposta, basa-r.r sulla versione della Bibbia di re Giacomo e riflette I'antica credenza secondo cui Dio e la "mon-r.n:na" erano la stessa cosa.

' Sul I l4:l-7 . Un linguaggio simile si trova nel Salmo 29, in cui Yahweh rompe i cedri con la sua\ {

'cc e siede <<sovrano sul Diluvio>.

.\ol '7'/:16-20.

ii

264. QUANDo cll DI'II scl:sr:Ro sull-ATlillt?A

Questo brano offre una descrizione di Dio che si apre con la forza unavia tra le acque impetuose del grande abisso per salvare gli Ebrei.Un brano ancora-piir interessante si trova nel libro di Isaia. Nella cita-

zione che segue, Dio si fece largo nel grande abisso prosciugando una via

in mezzo al mare. Troviamo anche un esplicito legame tra la liberazione

degli Ebrei e la catastrofica uccisione del tortuoso serpente Rahab:

Non sei tu che facesti apezzi Rahab, che trafiggesti il dragone?

Non sei tu che prosciugasti il mare, le acque del grande abisso, che

facesti delle profondith del mare una via per il passaggio dei redenti'n?

[ <redenti> naturalmente sono gli Ebrei e il loro <passaggio", come ab-

biamo visto, era in direzione del Sinai celeste.

Considerate ora i l l ibro di Abacuc (i l profeta), in cui troviamo una dram-

matica descrizione della catastrofica discesa di Dio nella Terra. seguita

dal salvataggio degli Ebrei con I 'aiuto del suo <<unto>:

Dio venne da Teman, il santo venne dal Monte Paran.

La sua gloria copri i cieli e la Terra era piena della sua lode.

Il suo splendore era pari alla luce; dei raggi partivano dalla sua mano;

ivi si nascondeva la sua Potenza.Davanti a lui camminava la peste, tizzoni ardenti seguivano i suoi passi.

Egli si fermd e misurd la Terra; guardd e fece tremare le nazioni.

I monti eterni si frantumarono, i coll i antichi si abbassarono...

E contro i l mare che andd il tuo sdegno, che tu avanzasti sui tuoi cavall i,

sui tuoi carri di vittoria?...Tu fendesti la terra in tanti letti di fiumi; i monti ti videro e tremarono.

Passb.una piena di acque; I 'abisso fece udire la sua voce e levd in alto le

manl.I l sole e l i luna si fermarono nei cieli...Tu percorresti la Terra nella tua indignazione, schiacciasti le nazioni

nella tua ira.Tu uscisti per salvare il tuo popolo. per liberare il tuo unto''-

I l popolo salvato era naturalmente quello ebraico. Ma chi era l '<<unto>?

Forse Mosd?Il nostro ultimo esempio b tratto dal Salmo 18. Qui troviamo un'altra descri-

zione catastrofica, seguita dalla redenzione, ma stavolta non sono gli Fbrei,

ma il re David che immagina di essere salvato. Nondimeno, David usd il lin-guaggio archetipico dell'Esodo primordiale e percib il brano offre un'impor-

tante conferma dell'idea che I'atto di redenzione ebbe luogo agli Inferi:

Allora la terra fu scossa e tremd; i fondamenti dei monti furono smossi

e scrollati, perch'egli era acceso d'ira.

Un fumo saliva dalle sue nari; un luoco consumante gli usciva dalla bocca,

e ne procedevano carboni accesi.

* /.r 5 I :9. 10."' Ab 3:3-13. Questo terzo capitolo di Abacuc sembra un salmo aggiunto alle profezie in Ab 1,2:

vd. Gordon - Rendsburg, The Bibte and the Ancient Near East, cit., p. 325. Misurare la terra pub es-

sere un'espressione idiomatica con un significato esoterico. perchd in sumerico "misurare la terra"

significavi "amare"; vd. Kramer. The Sumerians, cit., p. 250; osservate come Dio minacci Gerusa-

lenrnte con la l ivel la in 2 Re 2l:13.

Egli abbassd i cieli e discese, avendo sotto i piedi una densa caligine.Cavalcava sopra un cherubino e volava; volava veloce sulle ali del

vento.Aveva fatto delle tenebre la sua stanza nascosta, aveva posto intorno a sd

per suo padiglione I 'oscurit i delle acque, le dense nubi dei cieli.Per lo splendore che lo precedeva. le dense nubi si sciolsero con gragnola

e con carboni accesi.I l Signore tuond nei cieli, e I 'Alt issimo did fuori la sua voce.E avventb le sue saette e disperse i nemici; lancid folgori in gran numero

e li mise in rotta.Allora apparve il letto delle acque e i fondamenti del mondo turono

scoperti al gridare del Signore, al soffio del vento delle sue nari.Egli distese dall'alto la mano e mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque.Mi riscosse dal mio potente nemico, e da quell i che mi odiavancl. perchd

erano pil fbrti di me*'.

Cosi gli Ebrei furono tratti dalle acque profonde dell'Apsu e salvati dal)io, che l i portd con sd in cielo.

Sembrerebbe che questo fosse l 'originale sistema di fede ebraico. Per(lLresti primi Ebrei, non un nulla eterno nello Sheol (gli Inferi), ma la spe-nrnza di una vita dopo la morte in cielo, sul <<santo colle> del Signore, sulMonte Sinai celeste. i l <monte del retaggio>*r. E i l potere di Yahweh eratule che egli poteva rimettere miracolosamente la sua "montagna" in mez-zo al deserto celeste, perch6 diventasse nuovamente un pianeta simile alla' l 'crra

adatto all ' insediamento umano.

Questa era la vera terra promessa e sarebbe stata davvero un paradiso incui scorrevano latte e miele.

COIJ.)IIO CHI' IIAGGIAIIONO DAI. CIEUJ AIIATI'I3I1A

Riassumendo, mi sembra che al popolo ebraico si menti, senza dubbiocon le migliore intenzioni, ma comunque si menti. La vera terra promessar)on era Canaan. Era in cielo. La vera ricompensa per l 'obbedienza a Dionon era in questa vita, ma nella prossima. Percib, tutto cib che venne det-Io agli Ebrei dai sacerdoti era una distorsione di una "veritd" molto piiruntica, del culto di un pianeta esploso che aveva molto in comune con al-tr i s imi l i cul t i pagani.Secondo quest'antica "veritd", gli Ebrei erano un popolo sceso dal cielo,

proprio come le teste nere sumeriche. E questo lo sappiamo perchd essicliscendevano da Adamo, che era stato scaraventato dal cielo nell'oripina-lc e catastrofica "caduta dell'uomo". come scrive il libro delle Laminta-.ioni di Geremia: <Il Signore... ha gettato dal cielo alla Terra la gloriad'Israele>>Ea.

lnoltre, secondo un'altra antica leggenda - celata dai sacerdoti - il seme

" 5a/ | 8:7- I 7 (cfr. 2 Sa 22:8- I 8). Notate il riferimento allo .splendore che lo precedeva>. Credoehe qui indichi il pianeta Terra.

' ' t r l5:17. I redent i saranno post i nel la santa dimora di Dio. i l monte del retaggio." I tur t 2 ' .1 .

266 euANDo cl,r Dr:lr scESr-:RO sull-ATr.:lutA

degli Ebrei era stato salvato dall'eroe del Diluvio Nob, che aveva naviga-to sulla sua arca con il seme di tutti gli esseri viventi da un altro pianeta.

un tempo esistito in cielo.Ma questa b solo la punta dell'iceberg. Perch6 ovunque nell'Antico Te-

stamento troviamo tracce della fede degli Ebrei nelle loro origini celesti.Tra i patriarchi antidiluviani, per esempio, c'era un tale Eber, il cui nome

ricorda la leggendaria traversata di un fiume. Ma era la traversata di unfiume terrestre o di un fiume celeste che si estendeva tra cielo e Terra*s?

Quest'ultima sembra la soluzione pii probabile, se consideriamo il fattoche il nome di suo figlio, Peleg, significa "scissione", perch6 <ai suoigiorni la terra fu spartita>86.Poi c'd il patriarca Abramo, che nell'Antico Testamento d definito un 1-

bri. Questo termine significa letteralmente "coloro che hanno attraversa-to"". Abramo viaggid dal cielo alla Terra per ordine di Yahweh? Le pro-ve lo confermerebbero. Per esempio, il suo nome Ab-rarz letteralmente si-gnifica "padre elevato", o "padre che d stato sollevato in alto"**. Inoltre,secondo alcune leggende ebraiche, Abramo nacque in una caverna, chesimboleggia gli Inferi (il che implicherebbe una caduta dal cielo)*'. Poic'd il misterioso episodio narrato in Gn 15, in cui Abramo <cadde in unsonno profondo>> appena il sole tramontd, quando <<una fornace fumante euna fiamma di fuoco> passarono tra le parti smembrate di certi animali sa-crificati. Come abbiamo notato nel capitolo precedente, il motivo del son-no simboleggia una caduta dal cielo, a magglor ragione quando si parla di<<sonno profondo>.Un ultimo indizio relativo ad Abramo compare nei Manoscritti del Mar

Morto, dove si trova un interessante riferimento al <fuoco quando egli [A-bramo] passd... per uscire dal paese di Canaantro'. Naturalmente, il fuocoindica un catastrofico viaggio tra cielo e Terra.

Sempre riguardo ad Abramo, va detto che il nome del suo primogenito,Isacco, significa "egli ride" o "risata" e bisogna evidenziare che nell'anti-co Egitto i terremoti erano noti come le <<risate di Geb>o'. Quest'associa-zione della risata con il frastuono degli Inferi tende a confermare I'ipotesi

"' Gn 10:25. Alter, Genesis, cit., p. 44, af'ferma: <Eber d esplicitamente legato al termine che signi-

fica "dall'altro lato" (del fiume)>.* Gtt 10:25. Alter, Genesis, cit., p.44, osserva che il verbo tradotto con "spartire" ha un significa-

to pii forte che suggerisce una connessione a un evento catastrofico.

"Gnl4 ' .13: vd. ladiscussioneinlnsightontheScr iptures,c i t . ,vol . I ,pp. 1066, l067.Gl i studiosi

hanno generalmente supposto che il nome ricordi I'attraversamento dell'Eufrate terrestre e hanno

anche suggerito un collegamento con I'antico patriarca Eber (sul quale vd. nota 85).

" Insight on the Scriptures, cit., vol. t, p. 28.

" Secondo questa leggenda, Abramo emerse dalla cavema dopo tre anni. Viene il sospetto che que-

sta leggenda appartenga a Gn l5:5, in cui Dio .mend fuori' Abramo e gli chiese di guard:ue il cie-

lo. Riguardo all'idea che Abramo cadde dal cielo, d forse significativo che nei Manoscritti del Mar

Morto Abramo sia paragonato a un albero di cedro, che sta per essere abbattuto, e sua nroglie Sara a

una palma.

"' Eisenman - Wise, Dead Sea Scrolls Uncovered, cit., p. 89.

' 'Vd.Gn 17:17-19.Notate comeAbramo<siprostrdionlalacciainterraer ise, ' .Sul ler isatedi

Geb, vd. Shaw - Nicholson, British Museum Dictionary of Anciettt Eg-ypr, cit., p. 109.

267

r.'he Isacco fosse nato agli Inferi come prole di un dio disceso (Abramo).l'oi, c'd il nipote di Abramo, Giacobbe, e lo strano episodio in cui lottbt'on Dio al guado dello Jabbok. Il risultato di quest'incontro soprannatura-lc fu che Giacobbe ottenne il nome di "Israele" e la nazione d'lsraele nac-t;ue a immagine di Dio'?. In un altro racconto, Giacobbe, attraversando il( iiordano con il suo <<bastone>, si tlivise in due gruppi'r. Questo bastone di( iiacobbe potrebbe essere un simbolo esoterico, come b sicuramente il ca-ro dei leggendari bastoni di Mosb e Aronnee4. La divisione in due parti,poi, ricorda molto da vicino le leggende in cui divinit) del cielo erano di-vise o smembrate. Quanto al Giordano, sembrerebbe che fosse un fiumesia terrestre sia celeste, proprio come tutti gli altri grandi fiumi del Vicino( )riente antico'5.

li poi c'd la leggenda di Giuseppe. Secondo il l ibro della Genesi, Giu-scppe fu gettato in un pozzo vuoto nel deserto, dopo aver paragonato se\lesso, suo padre e i suoi fratelli al sole, alla luna e a undici stelle. Que-slt) "sogno" potrebbe contenere un'indicazione di una pii antica tradizio-nc, secondo cui Giuseppe venne gettato dal cielo in un pozzo della Ter-t l t "o?

Bisogna notare che I'arrivo di Giuseppe in "Egitto" - gli Inferi - coinci-\c con l ' in iz io di un periodo disette anni di abbondanza, in cui s i r iempi-r()no i magazzini di un'enorme quantitA di grano"'. Questo ricorda le leg-

rcnde mesopotamiche di Lahar e Ashnan, e Ulligarra eZalgana, che por-tlrono abbondanza agli Inferi quando scesero dal cielo. Anche Giuseppet l iscese agl i Infer i?

ln Dt 33, Giuseqpe b in effetti descritto in termini che ricordano un'anti-err div ini th discendente mesopotamica:

Il favore di colui che stava nel pruno venga sul capo di Giuseppe, sullafionte di colui che B stato separato dai suoi liatelli.

Del suo toro primogenito egli ha la maestl; le sue corna sono corna ditoro selvuggio.

Con esse dar)r di cozzo nei popoli, anche quelli negli abissi della Terra".

" Gn32:22-28.

" Cn 32l.7 , 8, l 0: osservate la connessione con paura e angoscia." ll bastonc di Mosd si trasf<rrmd in serpente, poi mut<\ le acque del Nilo in sangue. portd tuoni.

l;rrrrpi e grandine sull'Egitto, provocir un vento che portb una piaga di locuste, fece dividere le acque,lcl Mar Rosso, f'ece scaturire acqua da una solida roccia e infine aiutir'gli Ebrei a sconfiggere gli A-rrurleciti. Analoghe gesta furono compiute dal bastone di Aronne, fiatello di Mosd. Secondo un'an-tre u leggenda ebraica, il bastone di Mosd era stato po(ato tuori dal Giardino dell'Eden da Adamo.

" Gordon - Rendsburg, The Bible and the Ancient Near East. cit., p. 168." Gn 37:9. Ciuseppe era figlio di Giacobbe ed era nato a Haran. un nome che si pud tradurre con

'nx)ntagna del c ie lo".' Gn 4l:29:

"Stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d'Egitto' (tluest<l

Iu preceduto da un periodo non precisato in cui Ciuseppe fu posto a capo dallc casa di Potifarre eg,oi impr ig ionato). Ancora una vol ta. tut tavia, c i t roviamo di l ionte a due di l l 'erent i versioni del la. , tor ia che sono state uni f icate.

'' Dt 33: 16, l'7 (cfr. Gn 49:261. Ho tradotto "limiti

della Terra' con "abissi della Terra>; I'espres-

,tone d, apsei-eret1, che ricorda I'Apsu mesopotamico. Nella Bibbia, I'rrp.sei-erctzera il luogo dove.rrrtlir a risiedere Enoc. Tutto considerato. I'uDsei-eretz dovrebbe essere il mondo degli Inferi.

2(r8 QUANDO cl,I Dilr SCr:Sr:RO SUll-ATI-:ll,l1A

Inoltre, Giuseppe era descritto come il <seme d'Israele>>, proprio comegli eroi mesopotamici del Diluvio e I'originale Nod. ln Gn 45, Giuseppeconforta i suoi fratelli dicendo:

Dio mi ha mandato innanzi a voi oer conservarvi in vita... Ma Dio mi ha mandatodinanzi a voi, perchd sia conservato ili voi un resto sulla Terra, e per salvarvi la vitacon una grande liberazione".

Queste sono parole di un sacro mistero, sia celeste sia catastrofico. Inol-tre, proprio come al genere umano fu concesso di ripopolare la Terra dopola grande liberazione di Nod, cosi agli Ebrei fu consentito di prosperaredopo la grande liberazione di Giuseppe:

E i figli d'Israele furono fecondi, moltiplicarono copiosamente, diventarono nume-rosi e si fecero oltremodo potenti, e il paese ne fu ripieno"t'.

Le parole ricordano il Poema di Atra-hasls e anche Gn 6'.1, che descri-vono entrambi la moltitudine dell'umaniti sulla Terra, o forse dentro laTena. pr ima del Di luvio.

Giuseppe era in origine un seme, che scese dal cielo e si radicd agli Infe-ri? Nella Genesi leggiamo:

Giuseppe d una vite fruttifera, una vite fruttifera vicino a una sorgente, i cui rami siarrampicano sul muro"".

Quest'immagine della vite che si arrampica <.sul muro> ricorda I'anticaespressione mesopotamica di "muro" corle tetto degli Inferi.

Osservate anche il simbolismo esoterico della vite, gib evidenziato nelcapitolo precedente. Nel libro di Geremicr, Dio afferma di aver piantato I-sraele come una vigna nobile")r, mentre nel Salmo 80 leggiamo che Diotrasportd <dall' Egitto una vite>>"'r.

A quanto pare, Giuseppe era uno di quegli archetipici semi dell'umanitir,che piantarono Israele come un seme negli Inferi. Il seme di una vite.

Infine, torniamo a Mosd, che non era tanto un seme quanto un salvatored'Israele. Come abbiamo menzionato in precedenza,laleggenda della suanascita suggerisce che egli scese dal cielo e venne trasportato da un fiumeceleste nel mondo degli Inferi (1"'Egitto"). Qui, egli trascorse quarant'an-ni (un'eternith) prima di salire in cielo, in un luogo chiamato Midian, il si-to del <<roveto ardente>> (che sicuramente simboleggia il pianeta esploso).Trascorse qui altri quarant'anni (una seconda eternitd) prima di scendereagli Inferi con Dio per liberare gli Ebrei in schiaviti. Infine. impiegd altriquarant'anni di eternitd per portare gli Ebrei attraverso il deserto dellospazio a una "montagna" in mezzo al cielo.E significativo che a Mosd non fu concesso di entrare nella terra pro-

e Gn 45:5-7. La descrizione di Giuseppe come un toro selvaggio e seme d'lsraele ricorda una tra-

dizione mesopotamica in cui il toro selvaggio era letteralnrente un "toro di montagna".r( ' ' Es l :7. Cfr . Gn 47' .2 '7:48:16.

'u' Gn 49:22.

'u 'Ger2' .21. Cfr . /s 60:21, in cui lsraele b un germoql io piantato dal le mani di Yahweh.

"" Sai 80:8.

269

r)lessa (e la ragione diverrh chiara nel prossimo capitolo)"x. Invece, doporrverla scorta da lontano, Mosd mori, sul Monte Nebo, all 'eth di centoven-t i annir05.E stato perd chiarito nel corso di questo capitolo che Mosb non era un

uomo come gli altri. Percid la leggenda biblica di Mosd si conclude enig-nraticamente cosi:

Mosd, servo del Signore, rnori quivi nel paese di Moab... e il Signore lo seppell)rtalla valle del paese di Moab, dirimpetto a Beth-Peor. Ma nessuno fino a questosiorno ha mai saputo dove fosse la sua tomba. Ora Mosd aveva centovent'anni quan-tkr mori, la vista non gli s'era indebolita e il vigore non gli era venuto meno"*.

Che i saggi insegnino il mistero ai saggi!

"'' ll corpo di Mosd apparteneva alll terra, come i corpi di tuni gli dii caduti. Tuttavia. secondo lerrnt iche leggi degl i Infer i , i l corpo caduto di un dio poteva r iscattame un al t ro; perci i r in Es l3:19lcggiamo che Mosb prese le ossa di Giuseppe con sd quando parti dall'Egittt-r (gli Inferi).

" ' Dt 34 cfr . i l per iodo di centoven'anni in Gn 6:3. Nel la stor ia or ig inale. i l Monte Nebo dovevacssere una "montagna" celeste.

'r' Dt 34:5-1 . Cfr. il mistero che circonda i veri luoghi di sepoltura di lside e Osiride in Egitto.

l l

UAGNI'1J-O

Chi mai fia coloro che sono saliti dagli Inferid potuto uscire senza pagarne lo scotto'l

ln discesa di Inanna agli Inferi

circa duemila anni fa, all'inizio dell'era cristiana, la citth di Gerusalem-me comincid a preparare la pii importante e antica di tutte le feste ebrai-che: la festa annuale di Pesah, la Pasqua ebraica. Da luoghi lontani centi-naia di miglia, i pellegrini intraprendevano il lungo viaggio alla volta diGerusalemme, per trascorrere le celebrazioni di Pesah nella loro sacra ca-pitale. Nelle case di Gerusalemme e in tutto il paese, le farniglie possede-vano un agnello di un anno, o un capretto, destinati a essere sacrificati co-me parte dei riti di Pesah.Per tutta la capitale, bimbi eccitati iniziavano a chiedere ai genitori il si-

gnificato della festa, e i genitori rispondevano loro con le parole di Dio ri-ferite nel libro dell'Esodo:

E quando i vostri figli vi diranno: <Che significa per voi questo ritol", rispondere-te: <Questo d il sacrificio pasquale in onore del Signore, il quale passd oltre le casedei figli d'Israele in Egitto, quando colpi gli Egiziani e salvd le nostre case>r.

E al tramonto del sole, il l3 di Nisan - che segnava I'inizio del l4 di Ni-san nel calendario ebraico

- venivano puntualmente uccisi gli agnelli e i

capretti e il loro sangue era spalmato sull'architrave della porta di casa, co-si da ripetere il rituale che aveva protetto gli antichi Ebrei migliaia di anniprima, quando Dio e Mosd li avevano liberati dalla schiaviti in Egitto.Dopo che erano stati uccisi, gli agnelli e i capretti venivano immediata-

mente scuoiati, puliti e messi ad arrostire e I'eccitazione iniziava a diffon-dersi in tutta Gerusalemme, mentre migliaia di persone attendevano il tar-do pasto serale - il culmine del rito di Pesah - in cui l'agnello o il capret-to venivano consumati insieme a pane non lievitato ed erbe amare.Ma la Pasqua ebraica di duemila anni fa non fu come tutte le altre. se

dobbiamo credere agli autori dei vangeli e ai padri fondatori della chiesacristiana, quella notte a Gerusalemme si tenne una riunione molto specia-le, presieduta da un uomo che aveva progettato con cura il sacrificio del-la propria vita, in coincidenza con la festa nazionale di Pesah. prima cheil 14 di Nisan fosse trascorso, quell'uomo - Gesi Cristo - sarebbe statoarrestato, condannato e appeso a una croce. E, entro poche ore, sarebbemorto, divenendo in tal modo un sostituto umano dell'agnello pasquale.

'Es 12:26.27.

r l. l-'AGNI.:lt.o 27r

Come scriverh Paolo, uno dei primi missionari cristiani, nella sua f-amo-sir' Epistola ai Cori nzi:

Cristo, nostro agnello pasquale, b stato sacrificato'z.

Chi era questo Gesi Cristo? Negli anni che seguirono la sua morte, mol-

tc furono le ipotesi sulla sua vera identitd, come d evidenziato nei vangelitlel Nuovo Testamento. I padri fondatori della Chiesa, perd. erano sicuritlel fatto che Gesi Cristo fosse stato un uomo eccezionale: I' incarnazionevivente dello Spirito divino e il Figlio di Dio. E questo d il dogma che da

allora ci b stato insegnato dalla Chiesa.Ma, lasciando da parte la questione se Cristo fosse o meno il Figlio di

Dio, ci d stata detta tutta la veritd riguardo al dignificato di Pesah?

La linea ufficiale della Chiesa b che la Pasqua ebraica fosse semplice-rnente un comodo strumento uttlizzato da Dio e Cristo per esaltare I'im-

patto del sacrificio divino che stava per compiersi. Questo vuol dire che,nella Palestina nel I secolo, non c'era occasione pubblica pitr importante

della festa di Pesah (seguita a breve distanza dallo yohm hakkippurim,llgiorno annuale dell'espiazione) e che gli occhidi tutta Israele sarebbe sta-

ti puntati su Gerusalemme, rendendola cosi un teatro perfetto per la rap-

presentazione del dramma divino che stava per svolgersi.Percid, secondo la linea ufficiale, Pesah era di importanza seconduria ri-

spetto all 'evento principale. vale a dire la rnorte e resurrezione di Cristo.Ed b per questo motivo che Pesah non d mai diventata una festa cristiana,rna d rimasta una festivitd unicamente ebraica, che commemora la libera-zione degli Ebrei dalla schiavitir in "Egitto".

Ma notate che ho messo "Egitto" tra virgolette. Per i non iniziati, Pesahcommemorava un evento storic<t,l'Esodo, avvenuto in tempi s/orici, solo

alcune migliaia di anni prima, quando un uomo in carne e ossa, Mosd, a-veva condotto un popolo in carne e ossa, gli Ebrei, fuori da un vero paese,

I'Egitto. E in questo senso, l 'Esodo era davvero d'importanza secondariarispetto alla morte e resurrezione del Figlio di Dio.Ma, come abbiamo visto nelcapitolo precedente, il vero significato del-

I'Esodo fu celato dai sacerdoti ebrei, per impedire alla massa di conosce-re la veritd sulla terra promessa in cielo. Per gli iniziati (e sicuramente al-

cuni sacerdoti dovevano esserne a conoscenza). Pesah in effetti comlne-

morava un esodo dagli Inferi, quando Dio aveva liberato il suo "popolo"

alle mitiche origini del mondo. I pochi privilegiati sapevano che I'Esodo

e Pesah ricordavano eventi non di un tempo storico, ma di un tempo sa-

cro.

Questo getta una luce assolutamente nuova sui miti cristiani. Che ne sa-

rebbe della storia di Cristo se essa fosse interpretata nel contesto della ve-

ritd occulta secondo cui Pesah non era di secondaria. ma di primariet e

.fb ndam e n ta I e i mpo rt a n i.a?Considerate ora le parole di Paolo citate precedentemente: <<Cristo, no-

1 I Cor 5:7.

272 QUANDO Gl-r Dr-:I SCr:sr.RO sull-A,Tr.:l1l1A

stro agnello pasquale, d stato sacrificato>. La linea ufficiare d che l'<<a-gnello pasquale> fosse solo una conveniente metafora che indicava I'in-nocente vittima sacrificale. E se invece Paolo, che era quasi sicuramenteun iniziato alle dottrine segrete (vd. capitolo | ), avesse voluto alludere a-gli agnelli dell 'Esodo originale? Non i veri agnelli dell 'Esodo storico dal-l^Eg^it1o, ru gli agnelli mitit:i sacrificati nell'Esodo primordiale rtagli In-feri? E se Paolo avesse voluto dire che Gesi era quel|agnello originale,sacrificato all ' inizio dei tempi?come pud un tale segreto influire sulla nostra comprensione del cristia-

nesimo, specialmente alla luce di tutti gli altri riferimenti biblici a GesDCristo come "agnello di Dio"?In questo capitolo, scopriremo cosa significava realmente il motivo del-

l 'agnello per gli antichi Ebrei, molto prima che avesse inizio la storia cri-stiana. Esamineremo non solo gli agnelli dell 'Esodo, ma anche l'agnello(o ariete) sacrificato nella storia di Abramo e Isacco e analizzerqnoinchealcuni scritti dell 'Antico Testamento che menzionano I'innocente agnellosacrificale in un contesto davvero molto inreressanre.Tuttav.ia, per comprendere appieno questo originale ed esoterico signifi-

cato dell'agnello sacrificato, dobbiamo sforzarci ancora una volta di cat-tyrarg il pensiero degli antichi Ebrei. comincererno, quindi, con un breveriepilogo delle leggende ebraiche concernenti il soggetto al centro di tuttigli antichi misteri: i l mondo degli Inferi.

I.I--GGI'NDIj DI'GI -I INI.-EIII

Migliaia di anni fa, prima che i sacerdoti ebrei avviassero una sistemati-ca distorsione delle loro tradizioni, gli Ebrei seguivano un sistema di fedepagano.Essi si consideravano letteralmente il "popolo di Dio", in virtD della loro

discendenza da un "uomo", Adamo, creato "a immagine', di Dio stesso.Essi ritenevano che quest'uomo, Adamo. fosse stato cacciato dal cielo(l'originale "caduta dell'uomo"). E questo era il motivo per cui chiama-vano se stessi Ebrei (Ibri), perchd il nome della tribt commemorava il"fatto" che essi avevano "attraversato" fisicamente, sul Giordano celeste,lo spazio tra cielo e Terra.Secondo questa tradiziohe pagana, il cielo era I'Eden, la crimora degli

dbi, ma questo paradiso era stato gettato in Terra, creando un Giardiiodell'Eden agli Inferi. Naturalmente era in quesro paradiso sotterraneo cheAdamo era giunto dopo essere stato cacciato dall'Eden celeste.Tra questi due Eden, si estendeva il grande "albero cosmico',, i l Legame

tra cielo e Terra di cosi rante tradizioni pagane. Gli Ebrei. perd, lo imma-ginavano come due alberi: un Albero dellCConoscenza c un Albero dellavita, ognuno dei quali era situato al centro dell'Eden superiore e inferio-re3. Quando I'uomo era caduto dal cielo, era nudo, innocente e non civi-

'Vd. Gn 2:9: 3:3.

|| l. 'AcNr:ll.o 273

Irr r',tlo (come nella tradizione sumerica) e ftlrse anche immortale. E il suo

,lt'siderio era di tornare in cielo.ll ltrimo passo verso questo ritorno consisteva nel mangiare dell'Albero

,lelia Conoscenza, cosa che Adamo fece diventando come un dio e ap-

pr cndendg il bene e il male, ciod ogni cosa'. Il secondo passo per comple-

i,rrc il ritorno in cielo era di mangiare dell'Albero della Vita. in modo tale

,Lr cssere restituito alla vera "vita" - una vita metafisica - in cielo.

l;in qui tutto bene, ma come spiegavano gli antichi Ebrei il fatto che tut-

r(' cid non fosse accaduto, che I'uomo notl fosse ny' in cielo, nd agli Inferi.

rrur fisicamente in carne e ossa sulla Terra? La risposta era che qualcosa

r'rl chiaramente andato storto agli Inferi. Evidentemente, I'uomo aveva'nrirngiato dell'Albero della Conoscenza, ma non dell'Albero della Vita'.

l ti conseguenza, poich6 aveva acquisito una "conoscenza" come quella

,lesli ddiJ'uomo non aveva potuto restare obbediente servitore agli lnfe-

,, .1,1 era stato cacciato (una seconda espulsione quindi) e inviato nel mon-

,lo sttperioret'.Ma i'antica leggenda sumerica l"tt disc'esa di Inanna agli Inferi rif'erisce

, lrc nessuno poteva essere rilasciato dal mondo int'eriore senza pagare un

rr\c i l t to. Dichiara i l poeta suntcr ico:

Chi rnai fra coloro che sono saliti dagli Inferi d potuto uscire senzapagarne lo scotto'l'

Anche l'uomo adanritico, quindi, aveva dovuto pagare un prezzo. Perse

lrr propria immortalith e, inoltre, si riavvid sulla via del peccato, un pecca-

r,t che, per inciso, era stato originariamente concepito in cielo (vd. Capi-

rolo l2) .()uanto all 'Albero della Vita. la speranza degli Ebrei pagani era che, do-

pti la morte, le loro anime potessero superare le prove e le tribolazioni de-

rli Inferi e trovare quest'albero che li avrebbe riportati in cielo, a cui essi,

ii Ibri. ritenevano ancora di appartenere. In epoche piD tarde, i sacerdoti

:rvrebbero soffbcato questa fede affermando che Dio aveva posto <i che-

rubini che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodi-

rc la via del l 'Albero del la Vita".

Questa, dunque, era I'originale tradizione adamitica. Adamo era una "te-

r ta nera" lpei usare la metafora sumerica), sceso dal c ielo agl i Infer i '

(Juanto et Eua, essa era la sua compagna e anima gemella solo nel senso

. he era la Madre Terra.Ritrssurnend\, la legg,enda principale degli Ebrei pdgani - quella di A-

,ltrmo e clel Giardino dell'Eden - era lo leggendu di un'enter'sione dugli

I nleri.

Grrrdon - Rendsburg, The Bible and the Ancient Near Eust. c i l . p 36'

l )erchi I 'un-rani t ) aveva tralasciato l 'Albero del la Vi ta? Si supp0nc che I 'uomo avesse peccato e

, lre la coloa lbsse attribuita a Satana, a Eva o allo stesso Adanrt.l.' l l f rgt to t le l l 'Albero del la Conoscenzr non era una ntela. cr tnte r i tcngono in molt i , ma un l iut t t r

r ron ident i f icato: i l terrnine ebraico infat t i a l lude al "sotTio del la v i ta".

Jacobsen. The Treasures ttl Durkness. cit.' p 59.

276 QUANDO GI.I DF:I SCT:SI-:RO SUII.ATI.:IIRA

Per farla breve, Mosb e Aronne avevano aiutato gli Ebrei primordiali afuggire dagli Inferi ed erano ascesi al Sinai celeste, dividendo le acque delmare celeste, o attraversando la distesa desertica dello spazio, o ancora (sipresume) entrando nella bocca della "montagna cosmica" del Monte Si-nai agli Inferirs. Queste sono le varianti che sembra siano state unificatenel libro biblico dell'Esodo come lo conosciamo oggi.Pii importante del percorso, tuttavia, d il mezzo grazie al quale gli Ebrei

primordiali erano sfuggiti alla loro schiavitD.Secondo i Salmi e i libri dei vari profeti, citati ampiamente nel capitolo

precedente, gli Ebrei primordiali erano stati salvati da Dio stesso, che a-veva diviso le acque, era sceso dal cielo e aveva semplicemente estrattofuori dagli Inferi il suo "popolo" eletto.Il libro dell' Esodo, perb, racconta una storia leggermente diversa e rife-

risce che la fuga degli Ebrei dagli Inferi si compi grazie a un rito straordi-nario'. la consumazione di carne degli agnelli sacrificati.Es 12, infatti, descrive la decima e ultima piaga d'Egitto, che colpi tutti i

primogeniti umani e animali degli lnferi. Ma, mentre l'adirato Yahweh (oil suo angelo distruttore) si preparava ad attraversare gli Inferi. agli Ebrei,tramite Mosd, vennero date istruzioni su come proteggere i loro primoge-niti. Il consiglio, dato da Dio a Mosb, era il seguente:

Il decimo giorno di questo mese [i l primo mese], prenda ognuno un agnello... I l vo-stro agnello sia senza difetto, maschio, dell'anno... Lo serberete fino al quattordice-simo giorno di questo mese e tutta la congregazione riunita d'Israele lo imrnolerh al-I'imbrunire. E si prenda del sangue di esso e si metta sui due stipiti e sull'architravedella porta delle case. .. '0.

Yahweh, vedendo il sangue degli agnelli, sarebbe passato oltre" le case

d'Israele e non ne avrebbe colpito i primogeniti. Ma c'd di piir:

E si prenda del sangue di esso e si metta sui due stipiti e sull'architrave della portadelle case, dove lo si mangerd. E se ne mangi la carne in quella notte, si mang,i urro-stita aL fuoco, con pane senza lievito e con delle erbe amare... E non ne lasciate nul-la di resto fino alla mattina: e ouel che ne sarh rimasto fino alla mattina bruciatelo colfuoco. E mangiatelo in questa maniera: coi vostri fianchi cinti, coi vostri calzari aipiedi e col vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: b la Pasqua del Signore'*.

Perch6 queste istruzioni cosi elaborate e perch6 preoccuparsi di mangia-re I'agnello, quando il fatto essenziale era spalmare di sangue gli stipitidelle porte?Secondo me, la riposta b che gli Ebrei primordiali assunsero la carne de-

'' E innegabile che gli scribi ebrei fossero a conoscenza del concetto di "montagna cosrnica". Nel

Tbstamento di Levi.tn testo dei Manoscritti del Mar Morto, il capo sacerdote Levi aff'erma: <Quin-

di mi furono mostrate delle visioni [...] nella visione delle visioni, vidi il cielo aperto e vidi la mon-

tagna sotto di me, cosi alta da toccare il cielo, e io ero sopra di essa. Quindi mi furono aperte le por-

te del c ie lo e un angelo mi disse: "Levi , entra. . . ">; vdi Eisenman -Wise, Dead Seu Scrol ls Uncove-

red. cit., p. l40.

' " Es 12' .3- '7.

' ' l lnomeebraicodel laPasquab Pesah,che signi f icalet teralmente"passareol t re"(n.d. t ) .

' ' Es l2 ' .7- l l .

rt l . 'AGNI-llt-o 277

r'lr rrnimali perch6 l'agnello erafondamentale per la loro resurrezione.E

'lucst:l proposta trova conferma nella piD tarda tradizione cristiana, in cui

' lri credeva in Cristo poteva ottenere la vita eterna mangiandorze il corpo:

l)('rchd Cristo era "l'agnello di Dio".llu se non stiamo attenti, ci sfugge il punto centrale. Per quale ragione

l,tn(lumentele gli Ebrei mangiarono I'agnello? La risposta d: per evitare la

:u()rte dei loro primogeniti.( )ra, a questo aggiungete che quando gli Ebrei stavano attraversando il

rrurre celeste, alcuni degli Egiziani li inseguirono e dovettero essere rispe-,lrti sulla Terra. Questo implica che anche gli Egiziani erano riusciti a fug-t'rrc dagli Inferi, anche senza aver partecipato al rituale della consumazio-rrc t le l l 'agnel lo.ll punto d questo: l 'agnello non erail mezzo principale per fuggire dagli

l r r lcr i .l.'agnello erallprezzo del riscatto, o sostituto, per i primogeniti. In efJbt-

tt, il mezzo principale per lafuga dagli Inferi era il sacrificio dei primo-t't 'ttiti. Solo in questo modo possiamo comprendere come mai anche gliI r:iziani riuscirono a scappare, anche se temporaneamentere.( ili Ebrei, quindi, sarebbero fuggiti in ogni modo tramite la morte dei

I'rirnogeniti. L'agnello b significativo perchd evitb il sacrificio dei primo-lt'rriti, senza compromettere la possibilitd degli Ebrei di salire in cielo.l'cr chiudere questa sezione del nostro studio, b necessario porre un'im-

portantissima domanda: <Da dove venivano gli agnelli sacrificali dell 'E-

'otlt)?>>. Si trovavano a sgambettare per gli Inferi (fatto non impossibile\('condo le antiche credenze)? Oppure furono inviati appositamente daI )io per riscattare i primogeniti d'Israele?f rr questo caso, il Kebra Nagast non ci fornisce una risposta, ma nondi-

nreno, alla luce degli stretti paralleli tra la storia dell'Esodo e quella diA-lrnuilo e Isacco - che ora riconosciamo come una leggenda degli Inferi -\('nrbra ragionevole supporre che i primogeniti degli Ebrei furono vera-nrcnte riscattati da un asnello inviato dal cielo.

I1. MISTItI{O DItl. SACI3IITICIO U}-IANO

Ncl suo epico trattato Il ramo d'oro, James Frazer si chiedeva: <Perchdr'li Ebrei dovevano uccidere sempre i primi nati del loro bestiame per ill,rtto che Dio una volta aveva ucciso quelli degli Egiziani?>>'". E una que-'.tione che nel corso dei secoli ha lasciato perplessi diversi studiosi, non,,

' lo Frazer. Ma pochi, o addirittura nessuno ha sospettato che la leggenda, l t ' l l 'Esodo si basasse su un model lo mit ico: un esodo avvenuto al l ' in iz io, l t ' l mondo.

l'cr inciso, c'd un brano nell'Antico Testamento (Am9:'7) in cui si aff'erma che \hhweh condus-, ,rrrche i Filistei in un esodo da Caftor (Creta) e gli Aramei da Kir. ll motivo dell'esodo dagli Inf'e-

, r l r r indi p i i l d i t luso di quanto s i pensi .

I rrrzct'. // romt, d'oro. cil.

iii'

278 QUANDO GI.I DT:I SCF]SI.:RO SUI,I.ATT:RRA

Ma, come Frazer evidenzia in altri punti del suo libro, non era solo il fatto di sacrificare del bestiame, perch6 gli Ebrei erano spesso stati attiratidall'uso pagano di sacrijicare i primogeniti. Questo fatto b ben attestatonegli scritti biblici. Per esempio, nel libro dei Giudici leggiamo di comeIefte, antico giudice d'Israele, vinse in battaglia gli Ammoniti solo a costodel sacrificio di sua figlia, la sua unica figlia, offerta in olocausto aYahweh''. Analogamente, dal secondo libro dei Re, apprendiamo cheAhaz, un re di Giuda, sacrificd suo figlio nel fuoco, come Manasse, un piiltardo re di Giuda". Pratiche come queste attiravano il disprezzo del profe-ta Ezechiele, che inveiva contro gli Ebrei che sacrificavano i loro primo-geniti agli dbi pagani2r.Sembra che tra i pagani fosse diffusa questa pratica di sacrificare i pri-

mogeniti e che non costituisse I'eccezione, ma la regola. Percid, in tuttoI'Antico Testamento, leggiamo di come popoli pagani offrissero in olo-causto agli ddi i propri figli'?o. La natura di questi sacrifici d evidenziatadalle parole di Yahweh nel libro di Isaia, in cui egli maledice i malvagi di-cendo: <Voi che v'infiammate fra i terebinti sotto ogni albero verdeggian-te, che scannate i figli nelle valli sotto le grotte delle rocce>'?s. I biblistimoderni non hanno dubbi sul fatto che sia i pagani sia gli Ebrei praticas-sero effettivamente questi barbari sacrifici umani2o. Inoltre, I'uso sembrafosse diffuso in tutto il mondo antico e non solo nel Vicino Oriente2T.Ma qual era la logica dietro il sacrificio dei primogeniti? Ci sono alcuni

brani dell'Antico Testamento che, secondo me, forniscono un indiziomolto importante. Primo, riguardo ai pagani, leggiamo nel secondo librodei Re che un moabita tentir di ottenere I'appoggio dei propri ddi sacrifi-cando il suo primogenito sulle mura della cittd'?8. Secondo, riguardo agliEbrei, il libro di Giosu| riferisce una profezia secondo cui chiunque aves-se ricostruito Gerico avrebbe gettato <le fondamenta sul suo primogeni-to>>2'. Nel primo libro dei Re, questo d esattamente cid che accadde a Hieldi Bethel quando tentd di ricostruire Gerico3o.Ora, nei primi capitoli di questo libro, abbiamo visto che le antiche po-

polazioni di Egitto e Mesopotamia ritenevano che le fondamenta dellaTerra fossero state gettate dagli dbi (come si diceva che fossero state get-tate dal dio ebraico Yahweh) e abbiamo osservato una certa connessione i-

" Cdc 1l'.29-39.

" 2 Re l6:3i 2l:6 (cfr.2 Re 23:10).,' Ez16'.20,21'23:37-39; i bambini dovevano "essere cibo" per gli idoli (letteralmente "essere di-

vorati"); uno specifico rit'erimento ai primogenito si trova in Es 2O:26.

'n Vd. peres. Lv 18-21: 20:2; Dt l2:31; l8:10; Sal 106:37.

'5 Is 57:5.,o Gordon - Rendsburg, The Bihle and the Ancient Near East, cit., p. 120; Insight on the Scriptures,

c i t . . vol . u,p.424.

" Vd. Frazer. Il ramo d'oro, cit.: anche Graves, I miti greci, cit.. La pratica era anche diffusa nelle

antiche culture dell'America centrale e meridionale.

'8 2 Re 3'.2J.1" Gios 6'.26.1o I Re 16:14.

I l.'AcNI-:ll,o 279

,lronratica tra le "mura della cittdi' e la superficie della Terra. Questo mil|()r'lit a sospettare che ibrani della Bibbia succitati riflettano la stessa i-,lt'rr: di un sacrificio primordiale di un dio caduto dal cielo sulla Terra alle,'r igini dei tempi per gettare nuovamente le fondamenta della Terra.l: possibile che gli Ebrei e gli altri popoli pagani stessero riproponendo i

rrrrti del pianeta esploso che abbiamo discusso nel corso di qubsto studio?(.)uest'idea non d per nulla inverosimile. Mircea Eliade espresse lo stes-

rrr eoncetto nel 1949:

lrrr sacrificio non solo riproduce esattamente il sacrificio iniziale rivelato da un diorl l inizio dei tempi, avviene nello stesso mitico primordiale momento; in altre paro-l, (uni sacrificio ripete il sacrificio iniziale e coincide con esso. Tutti i sacrifici sono, rt 'rtuit i nello stesso mitico istante del principio... ir.

l'cr eliminare ogni dubbio relativo al contesto ebraico, considerate la tra-,lrzione del Giorno dell'Espiazione $tohm hakippurim). In questo giorno,rrrut volta I'anno, il sommo sacerdote d'Israele uccideva un toro come of-It'rtu di espiazione per la casta sacerdotale e un capro per la popolazioner ()nlune32. Il sacrificio aveva luogo sull'altare all'entrata del tabernacolo,'. in tempi pit tardi, all ' ingresso del tempio.Strlo in quest'occasione, nel corso dell' intero anno, il sommo sacerdote

r'ntraVr nel sancta sanctorum del tabernacolo o tempio. Si avvicinava al' l rropiziatorio" (kapporetft) dell'Arca dell'Alleanza con grande cautela,

rr'rvendosi di tizzoni ardenti e incenso per produrre nuvole di fumo, che,rr rcbbero nascosto I'Arca alla sua vista (la mancata applicazione di que-rlt' precauzioni avrebbe potuto significare la morte)3r. Il sommo sacerdote\ ()n un dito avrebbe quindi spruzzato il sangue degli animali sacrificati sulI,rtltpor!th, sette volte col sangue del toro e sette volte con sangue del ca-l) l ( ) .

lrr tal modo, una volta I'anno, veniva purificato il luogo piD sacro deglil ' lrrci e si espiavano i peccati di tutto il popolo.('onsiderate il simbolismo di questo rituale, particolarmente in relazione

,rllu sua piil tarda celebrazione a Gerusalemme. Notate, per prima cosa,, lrc il rituale aveva luogo nel sacro Legame tra Cielo e Terra3o. Osservate,

1r,ri, che I'Arca dell'Alleanza, nel sancta sanctorum, era in realtd un mi-r rr)cosrro del Monte Sinai,la "montagna cosmica", perchd era stata appo-\rtilrnente progettata come sostituta mobile del Sinai, permettendo cosi a-r,li Ebrei di continuare i loro incontri faccia a faccia con Dio.I rituali del Giorno dell'Espiazione assumono cosi un enorme significa-

rrr. Per esempio, il sangue degli animali spalmato sul kappbrerft non rap-

l:.lidde, The Myth ol'the Etennl Retum, cit., p. 35.Ittsiaht on the S<'riptutcs, cit., vo[. t,9.213. Il capro era dagli Ebrei tradizionalmente associato

l l r ) r i rnfro; vd. Al ter . Oenesis. c i t . , pp. 139, 164,214,220.Cfr . i l r i fer imento ai capr i nel NuovoTe-

rrrrcntrr . MI 25:31.

ll Kapytreth era il "coperchio" dell'Arca, non il "Seggio della misericordia"; Schiffman, Re-l , t i r t t ing the Dead Sea Scrol ls,c i t . ,p.2l4.

Su Cerusalemme come Legame fra Cielo e Terra, vd. Eliade, The Myth of the Eternal Return,r t pp. l5-18,77,78.

280 QUANDO Gl.I DI.:r SCr:St:llO SUll-ATI.IRRA

presentava forse il sacrificio della creazione, sulla cima della "montagnacosmica" caduta? Il Kapporet& (il coperchio dell'Arca) non simboleggia-vala copertura della "Parola" di Dio (ciob le Tavole della Legge dentroI'Arca)? I due cherubini sul Kapporeth non simboleggiavano i cherubinicollocati a "est" degli Inferi per impedire I'accesso all'Albero della Vita?L'intera cerimonia non espiava forse i peccati ereditati degli Ebrei, pecca-ti che essi avevano portato con loro dalle tenebre degli Inferi nel mondosuperiore?La risposta a tutte queste domande, secondo me, d: <Si!>. Inoltre, b par-

ticolarmente significativo che il Giorno dell'Espiazione fosse noto anchecome Giorno delle Coperture e Giorno del Riscattors. Il Giorno delle Co-perture non alludeva forse alla copertura, dentro la Tema, della "monta-gna" caduta e la copertura, dentro la krra, del "popolo" caduto? Il Gior-no del Riscatto non alludeva forse al riscatto dei primogeniti degli Ebreidagli Inferi tramite un agnello, o ariete?

Ancora una volta, secondo me, la risposta a tutte queste domande E:

"S)!>.Mi sembra che Mircea Eliade fosse nel giusto per quanto riguarda gli E-

brei. Le loro cerimonie e i sacrifici ripetevano davvero il mitico istantedel "principio".

C'd anche un altro elemento, di cui ci occuperemo in un capitolo suc-cessivo, vale a dire I'antica idea secondo cui il "peccato originale" del-I'uomo fu compiuto dalle "teste nere" in cielo, giustificando cosi il "fat-to." che il "genere umano" fosse stato gettato in Terra.E a partire da quest'idea di un peccato celeste che dobbiamo cercare di

comprendere I'origine delle credenze ebraiche. Considerate, per esempio,le parole del profeta Michea, che chiede:

Dard il mio primogenito per la mia trasgressione, il frutto delle mie. viscere per il peccato dell'anima mia?to

Secondo me, il significato 0 che il peccato dell'uomo era un'eredith del"genere umano" celeste, scaturito dal grembo della dea del cielo comeprimogenito e sacrificato dopo essere caduto come seme nel grembo del-la Madre Terra perch6 fosse messa al mondo una seconda generazione diuomini asli Inferi.e in quJsto senso che dobbiamo interpretare le leggende del dio caduto

Adamo che generd Set "a sua immagine", del dio caduto Abramo che ge-nerb Isacco, e forse del dio caduto Nod che generb Sem, Cam e Jafet.E la stessa storia clel dio caduto Osiride ch6 genera Horo e del dio cadu-

to Dumuzi che genera Gilgamesh, per non menzionare altre leggende si-mili del mondo antico.

In breve, gli antichi credevano che la vita sulla terra fosse cominciata

" Insight on the Scriptures, cit., vol. lt, p.733. ll termine ebraico per "riscatto", kopher, deiva dakaphar, che significa letteralmente "coperchio, copertura". E possibile che, a sua volta, kaphar de-rivi dalla radice accadica kpr, "zolfo" .

'^ Mich 6:7.

r t l .AGNr]I I -O 281

' rrn la morte in cielo. Da qui il detto che un re avrebbe gettato <le fbnda-nr('nta sul suo primogenito>. Inoltre, si supponeva che il corpo sacrificato,k'l primogenito avrebbe aumentato la fertilitd della terra, e quindi la na-

', itu (o rinascita) della vita nel grembo della Madre Terra.Scrnbrerebbe dunque che gli antichi uccidessero i loro primogeniti per e-

rrrrrlare il sacrificio mitico dell"'uomo" primordiale, ritenendo che viverelrrssc uD tabD per i primogeniti. Inoltre, possiamo anche azzardare I'ipote-'.r t 'he I'uccisione dei primi nati si riteneva aumentasse la fertil ith delr'rcrnbo della donna, a imitazione del grembo della Madre Terra che ave-r.r prodotto una seconda generazione di "uomini"r?.

,\rli Qbrei, perd, Dio aveva risparmiato Ia necessith di uccidere i primo-

r'r'rriti. E una credenza che troviamo espressa due volte. La prima, nellaIt'rgenda di Abramo e Isacco, in cui il primogenito Isacco ebbe salva lar rlu (o resuscitb secondo alcuni racconti)38. E la seconda, nella leggenda,lt' l l 'Esodo, in cui vennero risparmiati iprimogeniti degli Ebrei. E signifi-, .ttivo che questi avvenimenti (nelle loro forme non occulte) ebbero luogo.rr,li Inferi e che l'agnello fula vittima sostitutiva in entrambi i casi.l: per questo motivo che gli Ebrei credevano che uccidendo un agnello a-

'rr'bbero "riscattato" dalla morte ognuno dei loro primogeniti. La situa-

zr,'rre d cosi spiegata nel libro dell'Esodo:

I rluando, in avvenire. tuo figlio t' interrogherir, dicendo: "Che significa questo'/>..' lr risponderai: <Il Signore ci trasse fuori dall'Egitto, dalla casa di servitr) con manot',rlt 'nt!. E avvenne che, quando Faraone s'ostind a non lasciarci andare, il Signore,r, r' ise tutti iprimogeniti del paese d'Egitto, tanto i primogeniti degli uomini quanro, I'r.irnogeniti degli animali; percib io sacrifico al Signore tutti i primi parti maschi e, t \t (ttto ogni primogenito dei mie Jigli>>.n .

(luesto, tuttavia, era solo un aspetto del patto degli Ebrei con Dio. Vi erarrrlrrtti un'altra disposizione che riguardava i maschi d'Israele: la circonci-\l t , l le.

( lual era I 'origine del rito della circoncisione? Nella leggenda diAbramo.\ ()priamo che la richiesta fu specificata da Dio stesso:

(.)ucsto d i l mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua progenie do-t', ' r l i te: ogni maschio fra voi sia circonciso. E sarete circoncisi; e questo sari un.r'r 'no del patto fra me e voi... e i l mio patto nella vostra carne sard un patto perpe-

I t l r t ' ' -

\1a perchdla circoncisione? Che significato aveva mutilare I'organo ses-.rrrr le maschi le?| .rr risposta b rivelata da uno strano episodio riferito nel libro dell'Esodo.

I :so ebbe luogo quando Mosb ritornava agli Inferi (1"'Egitto"), dopo averrrr'cvuto le istruzioni da Dio, in cielo, presso il "roveto ardente". Questo b, ro che avvenne:

\cl'antico Egitto, primogenito significava letteralmente "colui che apre il grembo".'\. Irllegard, Jesus - One H und red Years BeJore Christ, Century, I 999, p. I 78./ . r l3:14. l -5.t , r r l7: l0-13.I lbranospeci f icachei lbambinodovevaesserecirconcisoctuandoavevaottoeiomi.

282 QUANDo Gl.I DI::I scr.sr:Ro sull.\Tr:RllA

Ora avvenne che, essendo MosB in viaggio, nel luogo dove egli albergava, il Signo're gli si fece incontro e cercb di farlo morire. Allora Sippora [moglie di Mosd] prese

una selce tagliente, recise il prepuzio di suo figlio e lo gettd ai piedi di Mosd, dicen-do: <Sposo di sangue tu mi sei!>. E i l Signore lo [Mosb] lascid. Allora ella disse:<Sposo di sangue, per via della circoncisione>>o'.

Questo interessante brano non b mai stato spiegato in modo appropriatodai biblisti, che non si sono mai neppure messi d'accordo su chi fosseI'interlocutore di Sippora, nd ai piedi di chi ella avesse gettato il prepuzio.E, fatto ancora pii importante, nessuno ha presentato una spiegazionesoddisfacente del perchd Dio fosse diventato improvvisamente ostile aMosd.Ma le risposte a tutte queste domande risultano molto semplici appena ci

si rende conto che Mosi stava scendendo dal cielo. Diviene allora chiaroche il luogo in cui egli alloggiava - un luogo di accoglienza per tutti i vi-sitatori - era un metafora per I'anticamera degli Inferi. Ne consegue,quindi, che il "Signore" in questo episodio non b Yahweh, ma il dio degliInferi, probabilmente I' infocato dio mesopotamico Nergal.Il passo successivo nella decifrazione della leggenda b sapere che gli dbi

degli Inferi usavano prendere pegni e trofei ai visitatori. Sembra quindiche Nergal richiedesse un prepuzio come prezzo d'ingresso agli Inferi, daqui lo scontro con Mosd.Ma perchd Mosd non acconsenti? Forse perch6 egli era gib sceso agli In-

feri una volta, quando era stato trasportato nella Terra nella sua cesta? Sed cosi, egli aveva dovuto consegnare il suo prepuzio precedentemente equindi non era piD in grado di assecondare la richiesta di Nergal.

Questo, ne sono certo, d il significato della leggenda. Quando Sipporataglib il prepuzio del proprio figlio, ella lo diede a Nergal in sostituzionedel prepuzio perduto del consorte Mosd. Quindi ella gettd il prepuzio aipiedi di Mosd, come per dire: <Fcco! Lui ? il mio sposo di sangue e quin-di 2 qualificato per entrare agli Inferi>.z.Si, b una leggenda curiosa, ma le antiche leggende sugli Inferi risultano

sempre b\zzarte all'orecchio moderno. Questa storia in particolare non dper niente inconsueta per gli standard mesopotamici.Perch6, allora, Mosb doveva sacrificare il suo prepuzio per entrare agli

Inferi? La spiegazione, secondo me, b legata all'idea che il prepuzio era.un sostituto del fallo e che il fallo era la parte del dio che aveva fecondatola Terra. I lettori ricorderanno, per esempio, la leggenda del fallo perdutodi Osiride, inghiottito da un "pesce". Il "pesce", tuttavia, era una metafo-ra della Terra, perch6 il fallo di Osiride era, a detta di tutti, agli Inferi. E il

fallo eraagli Inferi semplicemente perchd era il simbolo di fertilitir piit po-tente per un dio maschile che aveva fecondato la Terra.Per concludere la mia teoria, vorrei menzionare che il verbo ebraico per

n'Es4'.24-26.o2 Il nome Sippora significa "uccello femmina" Qxford Concordance to the Bible) e secondo la

tradizione ebraica essa aveva artigli ai piedi; vd. E. C. M. Begg, The Cuh oJ the Black Viry4in. Arka-na, 1985, p. 38.'

rt l .AGNIil, l .o 283

r f rconcidere" d mul, che in sumerico e accadico significa "corpo cele-.tr"'". Secondo me non si tratta di una coincidenza, considerando che Mo-,.,', Abramo, Nod e Adamo rappresentavano tutti corpi celesti esplosi e ca-,h'nti. E assolutamente logico il fatto che la pratica della circoncisionerlrrrl) fu adottata come forma abbreviata della completa castrazione a.rrrrboleggiare il sacrificio del fallo dell"'uomo" primordiale sceso dal. rr'lo ed entrato nella Terra*.

Itiirssumendo, si pub ipotizzare con una certa sicurezzache i primi Ebrei.r\ cssero un senso molto sviluppato della loro identitd come razza discesa,l,rl cielo. Percid essi erano stati creati a immagine di Dio (tramite Adamo)

-r' f rcrcid erano gli lbri, coloro che avevano "attraversato" lo spazio tra cie-

l' g fsrru. La circoncisione del prepuzio era un segno permanente delleI',ro origini celesti e per molti avrebbe rappresentato il diritto alla vita do-

t"' lu morte in cielo, da cui gli Ebrei erano giunti. In tempipiD tardi, tutta-r rl. i sacerdoti escogitarono ogni possibile trucco per sradicare queste a-\ l ) l r i lz lonl .

l.ir fbde ebraica nelle origini celesti era senza dubbio condivisa da moltelltrc razze del mondo antico, ma quello che caratterizzaua gli Ebrei era ill,,r() atteggiamento riguardo all'emersione dagli Inferi. E qui che trovia-rrrrt I ' idsn del "popOlo eletto".('onre viene chiarito dalla leggenda di Abramo e Isacco, agli Ebrei fu

, { )nse ntito - per ordine divino di Yahweh - di emergere dagli Inferi senza

f ,,rllirre il normale prezzo del rilascio. Invece di uccidere i loro primogeni-n. rt essifu dato il permesso di liberarsi sacrfficando un agnello.(.)uesto trattamento di favore d anche evidente nella leggenda dell'Eso-

,hr, sia nell'originale sia nella versione occulta. Dio aveva salvato gli E-I'rci dalla <<fornace di ferro> e ancora una volta ne aveva salvato i primo-

l'('niti permettendo che un agnello fosse dato in loro sostituzione.\4 i sembra che questo agnello sia la chiave per comprendere l'ebraismo.

I t'he lo sia ancor piD per comprendere il cristianesimo.

GI':SU CRISTO: UAGNEII.O DI DIO

\cl Vangelo secondo Giovanni, si trova il famosissimo brano in cui Gio-,.rnni Battista definisce Gesi: <UAgnello di Dio che toglie i peccati dalrrrrrlde;as. Inoltre, nell'Apocalisse vi sono ripetute allusioni all ' idea che ilI rrllio di Dio sia <<l'Agnello>>au. E, come abbiamo notato precedentementerrr t;uesto capitolo, c'b una significativa affermazione di Paolo, nella suaI t,i.stola ai Corinzi, riguardo a GesD agnello pasquale.

\'(f . Sitchin, Divine Encounters, cit., p. 3l l; esistono infatti delle tavolette astronomiche sumeri-, , , I ( ) tc col nome di MUL.AP|N.

, l 't 'rcid gli antichi sacerdoti si castravano in onore della dea. Vd., per cs., Frazer, Il rumo d'oro,

t iy 1. .29; l :36.l)i particolare interesse d il riferimento in Ap l3:8 all'<agnello che d stato immolato dalla fonda-

'rrc tlcl mondo. Se uno ha orecchio, ascolti>.

284. QUAN DO Gl.t DI:II SCF:SI-]I3O SU I I -4

TI-;l1l1A

Come dobbiamo interpretare Gesi Cristo "Agnello di Dio" nel contesto:

a) degli agnelli sacrificati per proteggere i primogeniti d'Israele nell'Eso'

ao; b\ de['agnello (o ariete) inviato dal cielo per sostituirsi nel sacrificio

al primogenito di Abramo, Isacco?Finora i'opinione diffusa era che l'Esodo fosse un evento storico, che il

viaggio di Abramo e Isacco sul Monte Moriah fosse un evento storico e

chJi'i sacrificio di Gesr) Cristo duemila anni fa fosse un evento storico.

Ora, perb, sappiamo che in due di questi casi l'evento in questione non

fu per niente storico. Al contrario, i sacrifici di_questi agnelli avvennero

non in tempi storici, ma sacri. Si trattava di sacrifici avvenuti all'inizio del

mondo.E Cristo "Agnello di Dio"? Nelle pagine che seguiranno, esamineremo

alcune interessanti leggende dell' Antico Testamento appalentemente col'

legate a questo problema, perch6 esse descrivono la sofferenza e la croci-

fiJsione di unu iiguta simfle a Cristo molti secoli prirna che Cristo fosse

crocifisso a Gerusalemme.

Quest'incredibile corrisponde$zatraAntico e Nuovo Testamento non d

paisata inosservata, ma la Chiesa ritiene che le descrizioni del messia sof'

i"r"nt. nell'Antico Testamento fossero profezie sulla.futura venuta di Cri'

sto, come descritto nel Nuovo Testamento.Credo sia ora di esaminare il materiale con occhi nuovi.

II. SI'GIIIjTO DI'I. SAI-MO 22

Iniziamo con le parole di Cristo morente sulla croce secondo i vangeli di

Matteo e Marco:

Dio mio, Dio mio, perchd mi hai abbandonato?'7

Non c'd dubbio che Gesi stesse citando il primo verso del Salmo 22 del'

1'Antico Testamento . Ma perchd egli citb questo particolare salmo?

Se leggiamo il Salmo 22 scopriamo che le parole furono pronunciate da

uno che si dichiarava non un "uomo", bensi un "verme":

Ma io sono un verme e non un uomol i l vituperio degli uomini e lo

sprezzato dal PoPolo.Chiunque mi v6ae si fa beffe di me; allunga il labbro, scuote il capo" 's'

L'idea del "verme" b molto interessante, perch6 si trova in altri punti del-

la Bibbia nel contesto degli Inferi (secondo la mia opinione)'" e questa po'

trebbe anche essere I'intenzione qui, perchd il salmo presenta la vivace

descrizione di una folla di gente che si fa beffe e insulta il "verme" e sfida

Yahweh a scendere a salvarlo. Il "verme" era intrappolato nel tenebroso e

lugubre Sheol.

" Mt 21:46:, Mc 15:34.

' . Sal22:6, '7 .o, ln Ciob 25:6, I'uomo d descritto come una .larva, un figlio del suolo. che d solo un venne". In

Mc9:48,c'd un r i fer inrcnto al popolo gettato al l ' inferno, dove . i loro vermi non rruoiono".

I I I , 'AC;NEIJ-O 285

\ci versetti 12-15, il Salmo 22 spiega come il "verme" fosse stato porta-r' llgllil polvere della morte, ciob agli Inferi:

Molti tori mi hanno circondato; potenti e fertili tori mi hanno attorniato.Essi aprirono le loro fauci contro di me, come leoni rapaci e ruggenti.Io sono come acqua che si sparge, e tutte le mie ossa si sconnettono.Il mio cuore b come cera, si strugge in mezzo alle mie viscere.Il mio vigore s'inaridisce come terracotta e la lingua mi s'attacca al palato.Tu mi hai posto nella polvere della morte [o Sheol l'".

\ la poi, nei versetti l6-18, troviamo qualcosa di davvero eccezionale.

l "'rromo" simile al verme fu trafitto, a quanto pare crocifisso, dall'adu-

rf ,rn/.a dei malvagi negli Inferi:

Cani mi hanno circondato; un'adunanza di malvagi mi ha atlorniato; rnihanno.forato le mani e i piedi.

Posso contare tutte le mie ossa, mentre mi guardano e mi osservano.Spartiscono fra loro i miei indumenti e tirano a sorte per la mia veste:r.

(.)uesto d un brano straordinario. Come abbiamo menzionato precedente-

lll('nte, la Chiesa suggerisce che questa sia una profezia del.futuro Gesit ti.sto, sulla base delle incredibili analogie con il trattamento riservato a( risto. Osservate, per esempio, i riferimenti al tirare a sorte e alla divisio-,r.' tlelle vesti e confrontateli con cid che riferisce Matteo:

I rl cssi [i soldati romani] lo crocifissero e spartirono le sue vesti tirando a sortes:.

\4ir si trattava davvero di una profezia? Dopotutto, Gesil non venne cro-, tli.tso agli Inferi, come prediceva il Salmo 22.

\1u c'd dell'altro. Considerate il brano pii lungo citato precedentemente:\lolti tori mi hanno circondato...>. Questo mi ricorda molto da vicino il

rrrotlo in cui le leggende mesopotamiche alludevano alla battaglia planeta-rir. con un innocente dio del cielo circondato e assalito dai suoi avversarirr lirrma di tori divini. Un classico esempio E la leggenda del dio mesopo-r,rrnico Dumuzi, originariamente un dio celeste'. assalito e portato via darrrur belva:

Il bisonte ha portato via il mio sposo, sulle montagne!Un bisonte delle montagne, con gli occhi screziati!Un bisonte delle montagne, con i denti che frantumano!t'

(.)uesto bisonte celeste potrebbe corrispondere ai tori del Salmo 22?( )sservate anche che la vittima innocente del salmo era <come acqua che

.r \parge>>. Questo ricorda le antiche tradizioni del dio del Diluvio, scesol.rl cielo talvolta sotto forma di fiume celeste.lrrl ' ine, notate il riferimento alle ossa della vittima che <si sconnettono>.

r.)rrcsto d un eccezionale parallelo con lo smembramento del dio egiziano

\t l 22:6,1.\t t l 22'. l6-18.. l l r : 27 :35.f rrcobsen, The Treusures of Durknes,s, cit., p. 53.

28(r QUANDO GIJ Di:I SCr:SF:I3O SUlln Tr:Rt?"\

Osiride. Ma dfficilmente sembra una profezia su Gesil che, sec'ondo il

Nuovo Testamento, non venne sfig,uratosa.Riassumendo, il Salmo 22 non pub descrivere la morte di Gesi Cristo,

almeno non secondo il racconto che conosciamo. Al contrario, sembra

narrare la morte di un dio celeste, assalito in cielo, gettato agli Inferi e

quindi maltrattato dall' adunan za dei malvagi.'E questo d il salmo a cui c'indiflzzano le paroledi.Gesil morente! Non

p*t'iu-o fare a meno di chiederci se siamo stati deliberatamente guidati'ul Sul-o 22 dallavoce di Gesi, dagli autori dei vangeli, oppure dalla tra-

dizione popolare del I secolo.Inoltre, ci chiediamo se le parole: <Dio mio, Dio mio, perch6 mi hai ab-

bandonato?>> non fossero una sorta di massima esoterica in uso presso gli

iniziati delle scuole misteriche di duemila anni fa, che erano a conoscenza

delle origini celesti dell'umaniti.

1-A SOb'I.-ERI':N7A DI;l. GIUSTO SI'-I1\)O

Consideriamo ora una tradizione parallela al Salmo 22, vale a dire la leg-

genda del "Giusto Servo" contenuta nel libro di Isaia, capp. 52-53. Que-

ito d uno dei brani pii misteriosi di tutta la Bibbia, ma d stato spesso cita-

to dalla Chiesa come valida prova della natura profetica dell'Antico Te-

stamento. Vediamo se b proprio cosi'Cominceremo verso la fine di Is 52 e procederemo per /s 53 in brevi sezio'

ni, fermandoci nei punti appropriati per fare commenti e osservazioni. Lo

sforzo che impiegheremo nella comprensione-di questi brani sard ben speso'

La leggenda de'i Giusto Servo iniiia a Is 52:13, dove Dio afferma:

Ecco, il mio servo agirhsaggiamente, sard elevato, esaltato' reso

sommamente eccelso.spruzzer?r molte nazioni [come sangue sacrificale?]; i re chiuderanno la

bocca dinanzi a lui.

come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti, tanto era sfigurato il suo

sembiante, si da non parere pii un uomo, e il suo aspetto, si da ntln

parere Pii figlio d'uomoss.

Secondo la Chiesa, questo Servo d il futuro Gesi Cristo. Ma, se fosse co-

si, com'b possibile che il Servo fosse <sfigurato, si da non parere pin fi.;

giio d'uorno>? Potrebbe trattarsi di un'allusione esoterica a un "uomo"

[rimordiale che era stato gettato dal cielo sulla Terra?

Continua il testo:

Egli [il Giusto Servo] d venuto su dinanzi a lui come un germoglio, come

una radice che esce da uh arido suolo'

a Anche se a quanto pare san Girolamo affermava che GesD era zoppo'

" Is 52:13-15. Il riferimento all'aspetto sfigurato e ripugnante di questo "uomo" rni ricordr uno

scritto di Beroso, in cui I'autore narri dl miriihe creature anfibie, uscite dalle acque (secondo nte le

acque celesti) ed emerse sulla telra; il capo di queste creature era Musarus Oannes I'Annedotus: Mu-

."iir .ig"in." "abominazione", mentre Annebotus significa "ripugnante"; vd' Templc'' The Sirius

Myste ry, cit., pp. 27 6-7 8.

rt I.AGNI-ll l-O 287

Non aveva forma, ndbellezza da attirare i nostri sguardi, nd apparenzgda farcelo desiderare.

Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare colpatire.

E noi nascondemmo la faccia dinanzi a lui; era spregiato e noi non nefacemmo stima alcuna56.

f rr tluesto brano, troviamo lo stesso tema del Salmo 22,ciod,l'idea di un "uo-rrr, r" i11116sg11te che viene disprezzato. Osservate, anche il rif-erimento al Servo, lrt' crcsce come un germoglio, quasi come se fosse stato piantuto nel terreno,l,rl Signore (come Israele e Giuseppe).Il Kebra Nagast approfondisce questo

l',ulicolare brano dicendo: <Egli era un uomo umile e il suo aspetto era di-\lttr'/,7dto; come una radice si nascose nella terra inaridita. Egli s'incamd inrrrir creatura della terra, ma era il sostenitore e il salvatore dell'universo>>57.\r rf ;ltg I'idea del servo che si nasconde nella terra. Non d possibile non rico-

'1, )\ccre il parallelo con gli archetipici semi dell'umanith - Adamo, Nod e A-

I'r,rrrx) - che scesero tutti dal cielo agli Inferi dellaTerra. I testo continua:

E nondimeno erano le nostre malattie ch'egli [il Giusto Servo] portava,erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; e noi lo reputavamocolpito, battuto da Dio e umiliato.

Ma egli b stato ferito a motivo delle nostre trasgressioni, colpito amotivo delle nostre iniquiti; il castigo per cui abbiamo pace e stato sudi lui e per le sue lividure abbiamo avuto guarigione.

Noi tutti eravamo erranti come pecore... e il Signore ha fatto cadere sudi lui I'iniquitd di noi tutti58.

( )sservate qui.l'idea del Servo <ferito> e <colpito>. Ancora una volta le pa-,,r['ci ricordano la distruzione di un corpo celeste. Notate anche il riferi-,u('nto ai peccati dell'umanitd e al fatto che la pace fu portata agli uomini'.,

'lo grazie al sacrificio del Giusto Servo. Nel capitolo successivo vedremo.1rrrlo questo "peccato originale" fu commesso dall"'umanitd" celeste.

ll tcsto prosegue:

Maltrattato, umilid se stesso e non apri bocca; come I'agnello menato alloscannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non apri bocca.

Dall'oppressione e dal giudizio fu portato via; e fra quelli della suagenerazione, chi lo considerd?

Egli fu strappato dalla terra dei viventi e colpito a motivo delletrasgressioni del mio popolo.

Ed egli fece la sua sepoltura con gli empi e con i ricchi nella sua morte,anche se non aveva commesso alcuna violenza ni v'era stata fiodenella sua bocca5o.

( )\servate come I'innocenza del Servo venga contrapposta ai peccati de-,'lr uomini, un tema fondamentale della leggenda di Gesi Cristo. Notate,n,'he il riferimento all"'agnello" che non apre bocca, un'idea presente

/ ' 53:2.3.A,' l tru Nagast, ci t . , p. l5l ./ ' 53:4-6./ ' 53:7-9.

anche nell'arresto di Gesi da parte dei Romani. Tuttavia, b importante che

questo Giusto Servo dell'Antico Testamento venne strappato dalla <terra

dei viventitr, che in questo contesto si riferisce al cielo, perchd il Servo fU

poi collocato agli Inferi, la terra dei morti, dove venne circondato dagli

empi, iome nel Salmo 22. Prosegue il testo:

Ma piacque al Signore di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver dato la sua

viti in sacrificio per la colpa, egli vide (il suo) senre, prolungir i suoigiorni e I'opera del Signore prosperd nelle sue mani'

egtl viae il tormento della sua anima e ne fu saziato: (poich6) per la sua

conoscenza, il Giusto Servo rese giusti i molti e si caricd egli stessodelle loro iniquithun.

Il significato di questo brano d un po' oscuro. Il Servo soffri, ma all6

stessdtempo "vide

il seme>>. La descrizione potrebbe adattarsi all ' idea del

Seme dell'UmanitA, che era entrato agli Inferi e aveva generato una pro-

genie emersa poi nel mondo superiore (cfr. la leggenda di Abramo).

Il testo termina ora con il Signore che dice del Servo:

Percid io [il Signore] gli darb la sua parte fra i grandi ed egli dividerh il

bottino coi potenti; perchd ha dato se stesso alla morte ed d statoannoverato fra i trasgressori.

Ed egli portb i peccati di molti e ha interceduto per itrasgressorior.

Ancora una volta, troviamo un riferimento alla terra dei morti (gli Inferi).

Quanto all'intercessione per i trasgressori, questa ricorda il modo in cui A'

biamo intervenne in aiuto degli abitanti delle empie ciftA di Sodoma e Go'

morra62. Il punto piir importante, perb, b la promessa di grandezza' che fa eco

alle preced-enti affermazioni del Signore in /s 52:13-15, in cui il Servo..satl

288 QUANDO Gll Di:l SCr:SI':I1o SUllATr:RRA

elevato. esaltato. reso sommamente eccelso>>. Sembrerebbe che l'i

le sue sofferenze e diede la vita <(come ptezzo di riscatto per molti>>63

nn /s 53:10, I I

" ' Is 53: | 2.u'Gn l8.EchiarocheSodorraeGomorraerano"ci t t i r "degl i lnfer i ;perquestoeranochianlate

cittd della pianura>. Secondo Gn l4:8, vi erano cinque di queste "cittd", collegate all' idea della cin'

que "cittd'; cadute.dal cielo della Lista reale sumerica. Inoltre, bisogna notare che Ap l:8 fa riferi'

mento a Gesi Criito (<nostro Signore>) crocifisso nella "grande

cittir, che spiritualmente si chiamt

Sodoma ed Egitto>; sia Sodoma sia I'Egitto, secondo me. erano metafore della "cittir" degli lnferi.

L ' intercessi6ne del Ciusto Servo per i t rasgressor i r icorda anche I ' intercessione di Enoc per

Guardiani, che avevano peccato contro Dio giacendo con donne umane e Insegnando

proibi teagl i uomini ( .vd. l lL ibrudiEnoc); anchequest i event i ebberoluogoagl i Inferr .nr Gv' l :29' . Mt 2O:28.

di Dio sia di elevare il Giusto Servo al momento del Giudizio universale.

Qual d il significato di questi enigmatici versetti? E vero che esistono note'

voii analogie tra il trattamento riservato al Giusto Servo e quello subito da

Gesil Cristo. Per esernpio, il Giusto Servo viene portato via dall'<<oppressio'

ne dal giudizio> e (come l'agnello menato allo scannatoio>, porta su di sd i

peccafdi molti ed d <stato ferito a motivo delle nostre trasgressioni>. Esat'

tamente lo stesso si pud dire di Cristo, detto I'Agnello di Dio, che fu porta

via dall'opprtssione e dal giudizio e che tolse <i peccati dal mondo" trami

rt I .AGNI- l t t .o 289

(.)trcste analogie sono ampie e particolareggiate. Pensate, per esempio, al( irrrsto Servo che <<non apri bocca>, ma rimase muto come una pecora da-

',rnli irl tosatore. Secondo il vangelo secondo Matteo, Gesi si presentb inrn,rtkr identico al governatore romano Ponzio Pilato:

I rrr. cusato dai capi sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. Allora Pilato gli dis-, ., Non odi tu quante cose testimoniano contro di te?". Ma egli [Gesi I non rispose

,r' ' l)l)ure una parola; talchd il governatore se ne meravigliava grandemente"{.

St 'condo la Chiesa anche noi dovremmo meravigl iarci grandemente,lt'rclrd questo d un primo esempio della straordinaria capacitd di lsaia diI ' r t ' t l i re i l futuro.(.)trcsto d cid che pensa la chiesa: le profezie dell'Antico Testamento fu-

ri)n() divinamente ispirate, perchd Dio aveva in mente un grande disegno, lrt' sarebbe culminato nel sacrificio di suo Figlio, Gesi Cristo, avvenuto, l r r t ' rn i la anni fa.

\lrr b davvero questa la verith? Bisogna dire che alcune "profezie" del-| ,\ntico Testamento lasciamo molto a desiderare, almeno secondo l' inter-I'rt 'trrzione degli autori dei vangeli. Matteo in particolare si prende delle e-rrr11111i f ibgftd. L 'esempio peggiore compare in Mt2:15, nel punto in cui .t ir'sir d appena ritornato in Israele dopo essere stato nascosto in Egitto.\l,rttco dichiara che si tratta della realizzazione delle parole del profeta:I rrori d'Egitto chiamai il mio figliuolo>o'. Questo era ovviamente un ri-

Ir'nnlcnto al profeta Osea, che fa pronunciare a Dio queste esatte paroleo6.\lrr leggendo il brano in questione del libro di osea,diventa assolutamen-tr' r'\ ' idente che il profeta si riferiva a quando Dio aveva chiamato suo fi-:lt, lsraele dall'Egitto, nl tempo dell'Esodo.In altre parole, il brano erart ' l r r t ivo al passato e non al futuro.(.)rrcsto esemplifica un problema diffuso, soprattutto riguardo alle pre-

.rrrrlc "profezie" del futuro Cristo. Mi sembra che testi come il Salmo 22,l.r crocifissione agli Inferi) e Is 52,53 (le sofferenze del Giusto servo a-,'lr lrrf'eri) non fossero per niente profetici, ma piuttosto mito-storici. Essi,lr'\e rivevano il maltrattamento di un "uomo" che era stato settato sii dal. rt' lo agli Inferi all ' inizio dei tempi.I sc questo "uomo" /osse Gesir Cristo? Se potessimo dimostrare che

( r\[() era sceso dal cielo ed era stato crocifisso agli Inferi all ' inizio deir, rrrPi'l Che significato avrebbe per la storia di GesD Cristo come la cono-, t ; i l l lo ora?

N. CRISTO PI3IMOITDIAI.I-.

\,:l Vrngelo secondo Giovanni, Gesilrt' slravent& molti dei suoi ascoltatori.

t ' l , rs lctne, sono:

\ l r )7: l ) -14.1/r l :1.5.rrr l l :1.

fa una stranissima al'fennazione,Le sue parole esatte, considerate

290 QUANDO GI-I DF:I SCT:ST:R,O SUIIATI.:IIRA

Prima che Abramo fosse nato, io sonou'.

Che voleva dire Gesi? La sua affermazione d chiarita nel Vangelo se.

condo Giovanni, quando Gesi prega Dio con le seguenti parole:

O Padre, glorificami tu presso te stesso della gloria che avevo presso di te avand

che il mondo fosse^'.

Questa stessa idea b presente all'inizio del Vangelo secondo Giovanni,

quindo Gesir d indicaio come <<la Parolat> che <<d stata fatta carne> ed t

venuta <<da presso il Padre> per dimorare tra gli uominio'. L'autore c'infor'

ma che GesD, la Parola, era esistito accanto a Dio fin dal <principio>:

Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio e la Parola era un dio. Essa ergnel principio con Diot".

Questo concetto della "Parola" primordiale e personificata hon !r& [uo.

vo, ma trovava eco nella figura veterotestamentaria della "Sapienza"1t,

Anche la Sapienza era esistita al principio del mondo, come viene rivela'

to nel libro dei Proverbi, in cui la Sapienza personificata narra in prima

persona le sue origini:

Il Signore mi possedeva al principio dei suoi atti, prima di fare alcunadelle opere sue.

Fui stabilita ab eterno, dal principio, prima che la Terra fosse...

Quand'egli disponeva i cieli io ero l?r, quando tracciava I'orizzonte sullasuperficie dell'abisso... quando poneva i fondamenti della Terra".

Cosi radicata era I'idea che Cristo, o la Sapienza, fossero esistiti con

al principio del mondo che gli autori antichi spesso suggerivano che a Cri-

sto Dio avesse rivolto le immortali parole: <<Facciamo I'uomo a nostra im'

magine e a nostra somiglianzo>73.

Ma questo Cristo primordiale, che potremmo chiamare "Figlio del

cipio", non era solo uno spettatore della creazione. Era piuttosto I'

Oi Oio per il cui tramite ebbe luogo la creazione. Quest'idea b chiarper il cui tramite ebbe luogo la creazione. Quest'idea b chi

te espressa nell'Epistola egli Ebrei di Paolo, in cui I'apostolo fa ri

mento al <Figlio, ch'Egli [Dio] ha costituito erede di tutte le cose,

diante il quale pure ha creato i mondi lil cielo e la Terra]>74.

Analogamente, nell'Epistola ai Colossesi di Paolo, leggiamo:

" 'Gv 8:58.or Gv l7:5.* Gv l ' .14 Gesi ( l 'Agnel lo) era anche chiamato la

"Parola di Dio> in Ap l9: l?.

t" Gy l: l, 2. Preferisco tradurre ol-a Parola era un diot, sebbene <la Parola era Dio" sia anche

rraduzione valida; in principio il Padre e il Figlio erano uno, prima dellacatastrofe.7' Anticamente, I'enigmatica figura della Sapienza era spesso identificata con Cesi Cristo; vd.

gard,Jesus-OneHwtdredYearsBeforeChrist ,c i t . ,pp' 17, l8 '15. l IKebraNagast,c i t . .p. 158'

quipara la Sapienza a Salomone, ma identifica questo, a sua volta, con Cristo. Un'opera del II sec<

a.C. di GesU ben Sira afTermava che la Sapienza era emersa dalla bocca dell'Altissimo come la

la divina, tramite la quale Dio aveva creato il nrondo (vd. Armstrong, A History of God, cil., p. 82).

" Prov 8:22-29.

" Gn l:26: vd. Ellegard, Jesus - One Hundred Years Beftre Christ, cit.' pp.7l '76." Ebr 1:2.

tr l. 'AGNI-:l l .o 291I rl i lCristol d I ' immagine dell ' invisibile Dio, i l primogenito di ogni creatura; poi-

' lrt' in lui sono state create tutte le cose, visibili e invisibili... tutte ii cose sono snre.l( ' ;rtc per mezzo di lui [cristo] e in vista di lui. Ed egli d avanti ogni cosa e tutte le, ' \( ' sussistono in luit,.

1.. stesso afferma di Cristo, la Parola, Giovanni nel suo vangelo:( )grri cosa d stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte d

.. t , r l i r lat ta76.

('hi, o cosa, era questo primordiale alter ego di GesD cristo? I cristiani' r('(lono che una pura essenza spirituale aisistd un Dio soprannaturalerr,'lla creazione e rimase ai margini fino al I secolo d.c., quando lo spirito.r rrraterializzd nel corpo di Gesi fatto uomo.f rrttavia, nel contesto delle tradizioni pagane su una creazione jisica del-

l,r 'f 'crra da parte di un dio creatore planetario efisico,l'idea diun cristot'ut (trnente spirituale d quanto meno dubbia. Se ci basiamo sulle tradizio-nr l)ilgane, allora questo cristo primordiale avrebbe preso una forma spiri-trrrrlc solo dopo unaresurrezione da una mortefisica. euesto era il model-lrr f)rrg&ro, come spiegato nel Libro dei Morti:

ll corpo di osiride entrd nella montagna [la Terra], ma I'anima di osiride vennelrr.1 i. 5plgndente... egli usci dalla morte, una cosa splendente, il suo volto era biancog* r i l calorett.

l'e rcid, esploriamo la possibilith che il cristo primordiale fosse un dioy'-rrr'rr. che era sceso dal cielo - in modo catastrofico - e aveva aiutato Dior lcttarey'sicamente le nuove fondamenta della Terra.('.sa serebbe avvenuto dopo? secondo le leggi dell'antica ankiografia,

l.r tlivinitd discendente sarebbe entrata asli Inferi.t )r'a, si sta facendo luce! Primo, dobbiimo ricordare che Gesr) era noto

, ')lf rc I'Agnelfo di Dio; secondo, che Dio aveva inviato un agnello (o a-

rrctc) agli Inferi come sostituto di lsacco; terzo, dobbiamo iicordare larrrr proposta secondo cui fu Dio a inviare gli agnelli dell'Esodo agli Infe-, / ( orne sostituti dei primogeniti degli Ebrei. Ora sappiamo che entrambe,lrrcste sostituzioni ebbero luogo al principio del mondo.(.)ucsto ci porta a un'ipotesi molto interessante e veramente profonda. g por-

.rlrrlc ch. il cristo primordiale fosse lo stesso "agnello" (o ariete) che aveva ri-(..rttrrto Isacco e gli stessi "agnelli" che avevano liberato i primogeniti ebrei?I rr proposta non b as,surda. considerate per esempio la seguente enigma-

rr\ ir af'fermazione attribuita a GesD nel vangelo seZondo G-iovanni:\lr1ams, vostro padre, ha giubilato nella speranza di vedere il mio giorno; e I'ha ve-

l r l ( ) C Se n'd ral legratOtt .

t 'osa?! Come poteva Abramo aver visto Gesir?

(; , / I : l -5. 16.t i r . l :J .I tltnt dei Morti, a cura di Normandi Ellis, in Bauval - Hancock, Keeper of Genesls, cit., p. 2g3.( ; r ' l l :56.

l1

i i l

292 QUANDO Gl,I Dr-rr SCI..SI-:I3O SUll-A TI-:l1l?A

Si trattava forse del Cristo primordiale? Era Gesi Cristo, il Figlio del

Principio, apparso ad Abramo nella montasna come l'agnello (o ariete)

che aveva sostituito Isacco?Notate che ho scritto <<nella montagna>>. Secondo la mia interpretazionc

della leggenda di Abramo e Isacco, il tentato sacrificio di Isacco ebbe

luogo agli Inferi, come preludio dell'emersione dell'uomo dal mondo

sotterraneo. L'agnello (o ariete) inviato da Dio fu quindi inviato come

sostituto asli lnferi. ciod nella "montagna" della Terra.E signific?tivo che Abramo .o.*..irasse questo evenlo chiamando la

montagna yawH-Jireh, "Yahweh vede". Il nome fu spiegato dai curatori

della Bibbia con la seguente glossa:

...Per questo si dice oggi: <Nella montagna del Signore esso d visto>7".

Sembra che qui vi sia un doppio significato. Da una parte, b chiaro che

Yahweh aveva visto ll tentato sacrificio da parte di Abramo ed era interve-

nuto. Dall'altra, sembra che i curatori biblici abbiano riferito un antico

detto con una diversa connotazione: <Nella montagna del Signore esso t

visto>>. Cos'd "esso"? Secondo med l'ariete,perchd la "montagna" del Si-gnore era la Terras'r.ln altre parole, l'ariete era stato posto nella Terra in

sostituzione di Isacco, a cui era stato concesso di uscire dalla Terra. U"a.

riete nella montagna" era quindi equivalente al Gesi Cristo primordiale?

Sembrerebbe tutto un po' inconsistente se non si potesse applicare la

stessa ipotesi all 'Esodo. Proprio come fece un'affermazione enigmatica

su Abramo, Gesi ne fece un'altra riguardo a Mosd. Leggiamo le sue paro-

le, rivolte agli Ebrei, nel Vangelo secondo Giovanni'.

Perchd se credeste a Mosb, credereste anche a me; poichd egli [Mosd] ha scritto dimett ,

Mosb scrisse una profezia sul futuro GesD Cristo? Non che io sappia.

Quindi, come spiegare questo strano commento di Gesil? Secondo me,larisposta b che gli scritti attribuiti a Mosd alludevano al tempo mitico delprincipio del mondo. E per questa ragione che Isaia si riferisce al giorni diMosd come ai <giorni dell'eternith>'*'. Gesi quindi s'identificava con unodei personaggi degli scritti attribuiti a Mosd: forse I'angelo distruttore diDio, o la colonna di nube e fuoco o Mosd stesso, o.forse gli agnelli che ri-scattarono i primogeniti degli Ebrei.Perch6 cib non risulti inverosimile, consideriamo il seguente brano trat-

to dalla Prima epistola ai Corinzi, in cui Paolo descrive il ruolo di Cristoal tempo dell'Esodo:

Perch6, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nu-

vola e tutti passarono attraverso il mare, e tutti furono battezzati, nella nuvola e nel

-o Gn22'.14; questa b una nria versione, basata sul la Bibbia di re Giacorno e i commenti di Alter,

Genesis, ci t . , p. 106.*" Cfr. i l modo in cui Aronne incontrd Mosd rra11a montagna di Dio tEs 4:27).

' ' Gt,5:46.

"1s63:I l .

r t I .AGNI-] I .O 293

'rr'ttt ' . Pt:r esser di Mosb, e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale e tutti bevvero lar,. 'rr bevanda spirituale. perchd bevevano alla roccia spirituale che li seguiva; e /a

. ,, r itt (r0 Cristo,3.

lrr rlualunque modo si voglia interpretare questa "roccia", b chiaro chet it ': ir cristo era considerato un contemporaneo di Mosd al tempo dell'E-.,rlo. rron I'Esodo storico. ma l'Esodo primordiale avvenuto in un tempo',. t ( lo.

I rrr questo uno dei picc.oli "misteri" di paolo?

l i rr '11in-o al l 'agnel lo. E possibi le che Mosb scr isse di Gesir nel senso, l r t ' r luest iera I 'agnel lo che aveva l iberato i pr imogenit i d ' lsraele dagl i In-I r ' r t ' . t

( "t sicuramente una profonda connessione, perchd come gli Ebrei pri-rrrot'cliali ascesero al cielo nutrendosi della carne dell'asnello sacrificile.,,'si Gesil nel I secolo incoraggid i suoi seguaci a nutririi della.rrra carne| l t ' r 'ot tenere la vi ta eterna8a.\lu emergendo un modello. Dopotutto, Gesir disse:

l l l : ig l io del l 'Uomo lcr istol non d venuto per essere servi to. Ina per servire e perl.rr lrr vita sua come prez.zo di ilscatto per molti '5.

lrrr "riscatto" d, esat.tamente quello che stiamo suggerendo con Iipotesi, lrr'Gesi l 'Agnello si recb agli Inferi per liberare gli Ebrei primordiali (ri-, ,

'r 't lerete che le ossa dell'agnello furono lasciate)8n. E, anal,ogamentc, conI rPotesi che Gesir I'Agnello, o GesD I'ariete, andd agli Inferi per liberarerl grrimordiale Isacco, il primogenito dell'umaniti.Itltcriori conferme a quest'ipotesi si trovano nel vangelo secondo Gio-

truuti, in cui GesD parla nel seguente modo ai discepoli:

\t ' i l mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato me... euesto b avvenu-r,' rrll ' inch6 sia adempiuta la parola scritta nella loro Legge: "Mi hanno odiato senza

.r: ' i r l f l!- ' - .

t.)tri, Gesi affermava che egli era stato il primo a essere odiato, non nel,r'Dso collUne del primo cristiano a essere odiato, ma nel senso profondo, lrr' erA I'archetipo fondante dell'uomo odiato. E un riferirnento al cristot,r inrordiale, mi l ionidi anni pr ima del Gesi del r secolo.l'crcid, chi odiava il Gesir primordiale e perchd? La risposta d che egli

/ ('or l0:l--5. La fine si riferisce ai corpi degli Ebrei sparsi per il desertcr; la parola "tleserto" d, , , r r t lc tatbra del la distesa celeste. Anthony T. Hanson, gia prot 'essore di rcologi : ra l la Hul l Univer-r\. ha commentato: <Paolo riteneva che il Messia fosse presente in qualche-lirrma con il popokl

I lrirltlc questo periodo critico nel desertor, vd. A. T. Hanson, Jesus in the Old T(.\tentcrrl. 1965.l l t 26:26: Gr,6:53-58.llt 20'.28: vd. anche Mt' lO:45.Solo la carne fu assunta dagl i Ebrei che ascendevano, le ossa del l 'agnel lo l i r rono lasciate agl i ln-

rr Inol t re, era importante che nessuna di queste ossa si rompessel vd. E,r l2: .16: . !a/ 34:20., Gt,' t t - l -J6. Cid avrebbe permesso un'eventuale resurrezione del corpo. Not l tc 'anchc corne Mosd sir o l l i ' r to come r iscatto per Giuseppe. portando le ossa di questo iuor i t ta l l 'Egi t to tg l i Inf 'er i ) ; vd.

, , , i { ) :1.5: Ei l3: 19.( , r '1.5: l8 l l -5:2.5:evd.Gy7:7:" l l mondononpudodiarvcl i ,nraodi lnre.perchdiotest imoniodi

, . l rc le sue opere sono malvage".

tt

294. QUANDO Glr Dr-:r SCESr':RO SUll-\TIiRt?.\

era odiato dall'<adunanza dei malvagi, negli Inferi, per il solo fatto che

essi erano "malvagi" per natura ed egli era "buono".

Quest'idea dell'odio nel mondo degli Inferi d un tema ampiamente dif-

fuso negli scritti dell 'Antico Testamento. Per esempio, quando Gesir cita

il detto "Mi

hanno odiato senza cagione>>, allude al Salmo 69, in cui il re

David immagina se stesso sofTerente agli Inferi (Sheol) per mano di po-

tenti nemici:

Salvami, o Dio, poich6 le acque mi sono giunte tino all 'anima.Io sono allbndato in un profondo pantano, ove non v'd da fermare il piede.Sono giunto in acque profonde e la corrente mi sommerge.Sono stanco di gridare, la mia gola b riarsa.Gli occhi mi vengono meno, mentre aspetto il mio Dio.

Quelli che m'odiano .sen7a cagione .sorut pii numerosi dei capelli del

mio t'apo.Sono potenti quelLi che mi wtrrebberut distrutto e che a torto mi sono

nemici"".

Lo stesso tema b presente nel Cantico di azioni di grazie di David, in cui il

re David lamenta ancora una volta la sua difficile situazione nello Sheol:

Le onde della morte mi avevano circondato; i trtrrenti degli empi

mi avevano spaventato.Le pene dello Sheol [gli Inferi] mi avevano attomiato...Nella mia angoscia invocai i l Signore...Egli distese dall'alto la mano e mi prese, mi trasse fuori dalle grandi acque.

Mi riscosse dal mio potente nemico, da quelli che mi odiavano, perchd

erano ltiit frtrti di me.(Essi mi erano piombati uddosso nel di della ntia calctmitd, ma il

Signore.fu il mio sostegno)80.

Non d forse lo stesso motivo dell'odio nello Sheol presente nelle leggen-

de degli Ebrei primordiali, schiavi agli Inferi? Nel libro di Ezechiele,Diodice a Israele:

Fosti gettatanell 'apertacampagna, i lgiornochenascesti,peLdisprezzo chesiave-

va di te. E io [Diol ti passai accanto. vidi che ti dibattevi nel sangue, e ti dissi: <Vi-

vi!>... Io ti fard moltiplicare per miriadi, come il germe dei campi... I l tuo seno siformb, la tua capigliatura crebbe abbondante, ma prima tu eri nuda e scoperta*'.

Come abbiamo evidenziato precedentemente, la nascita d'lsraele risali-

va a tempi antichissimi ed era stata disprezzata da\ mitici "Egiziani" degli

Inferi, che avevano tratto in schiaviti e maltrattato gli Ebrei. Il fulcro del-

l 'originale storia dell'Esodo era che Dio aveva salvato gli Ebrei primor-

diali dai loro tormenti agli Inferi. Come rivela il l ibro di Abacuc, gli Infe-

ri erano una (<terra di empietb:

Tu percorri la Terra [gli Inferi] nella tua indignazione, tu schiacci lenazlonl nel la tua ira.

*' Sa/ 69: I -4.r '2 Sa22' .5-19.

"' Ez l6:5-J.

r l I .AGNI-; IJ.O 295

Tu esci per salvare il tuo popolo, per liberare I'unto.Tu abbatti la sommitir della casa dell'empio e la demolisci da capo a fondo.Tu colpisci con i suoi bastoni il capo dei suoi villaggi..."'.

(.)ucsto, quindi, era il tipo di odio che GesD aveva in mente quando ave-r.r rlctto ai discepoli: <Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voilr,r odiato me> Egli si riferiva all 'odio degli empi agli Inferi, sicuramente

I't 'rchd Cristo fatto uomo era in un certo senso I'alter ego del Cristo pri-rrroltliale, disceso dal cielo ai tormenti degli Inferil(itrrrniamo ora brevemente agli importantissimi brani di Is 52.53 e Sal

'. '. che descrivono esattamente il quadro di un "uomo" che scende dal, rr'lo e viene maltrattato agli Inferi. Il nome "Gesi" naturalmente non drr('nlionato, nd ci aspetteremmo che lo fosse, ma I'individuo sofferente.r'n)bra essere un tutt'uno col Cristo primordialenr.('orrsiderate ancora una volta il Giusto Servo di Dio, descritto in Is 52,

, i ()r.ri abbiamo un ";lomo", che fu <strappato dalla terra dei viventi "

(il, rt' lo), <fece la sua s]epoltura con gli empi> e fu <annoverato fra i tra-.r'rcssori>>. Ci viene ]detto che fu <<come l'agnello menato allo scanna-r.ro>. g[" fu <sfigurato... si da non parere piD un uomo>> presumibilmen-r(' ;r causa della caduta dal cielo. E a causa del suo aspetto fu <disprezzato, .rbbandonato dagli uomini>.{ )nr leggete ancora una volta la descrizione del Giusto Servo, fornita dal

h, ' l tnt Nagast:

( ,)nrc una radice si nascose nella terra inaridita. Egli s'incarnb in una creatura del-i r l i 'r 'r 'a. ma era il sostenitore e il salvatore dell'universo.

( "i' qualcosa di molto evocativo in queste paroleer.( )rl. considerate di nuoVo il testo del Salmo 22, scritto da.,un verme, e

r, )n ur) uomo, il vituperio degli uomini e lo sprezzato dal popolo>. Anchelrrr. a quanto pare, fu gettato dal cielo, dopo aver subito I'attacco di

"po-r, rrri c fertil i tori>. Egli era <<come acqua che si sparge>, con tutte le ossa.\ ()nl)esce. Poi, questo "uomo-verme" fu condotto <nella polvere dellarrr )r tc>>, all '<<adunanza dei malvagi> e qui, apparentemente, crocifisso:

Tu mi hai posto nella polvere della morte [o Sheol].Cani mi hanno circondato; un'adunanza dt malvagi mi ha attorniato; rnl

hanno.forato le mani e i piedi.Posso contare tutte le mie ossa, mentre mi guardano e mi osservano.Spartiscono fra loro i miei indumenti e tirano a sorte per la rnia veste.

l '( 'r 'quando possa sembrare incredibile, siamo testimoni della leggenda

\/, .l: l2- 14. Ltr Lerza riga sembra un'espressione idiomatica che indica la decapitazionc.( ()nlc vedremo nel Capitolo l3 del presente volume, Cesi Cristo era solo uno dei nomi con cui

r r r . l t r i l Messia del la Fine dei Giorni .

I r rnt ico "universo" consisteva di c ie lo e Terra. In Col l :15,16, leggiamo che . tut te le cose so-

' r ( nuto insieme> in Cesd Cristo. Quest ' idea r isale al le rel ig ioni pagane del l 'ant ico Egi t to e del la

' .1 ' .1xr(amia.Sicredevachelaterr ib i ledistruzionedei lacreazionefossetenutasottocontrol loagl i, t , r r .colui cheeraagl i lnfer i eraquindi i lsosteni toreei l salvatoredic ie loeTerra,seegl i fbssee-

. r.o tlagli Inf'eri si sarebbe scatenato nuovamente il caos del principio.

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296 QUANDO Gl,r DF:r SCr:Sr.l3O SUII.ATI-:11ll,A

di Cristo, non il GesD Cristo della Palestina del I secolo, ma il suo mitico

alter ego di milioni di anni prima. Ridicolo? Bizzano? Per nulla. Conclu'

deremo questo capitolo ricordando una leggenda sumerica menzionata

nel Capitolo 5. Si tratta della Discesa di Inanna agli Inferi e descrive co'

me la grande dea Inanna <abbandond il cielo, abbandond la Terra, agli In'

feri discese>>. Mentre scendeva nelle profonde tenebre della <<Montagna

senza ritorno>>, fu costretta a fermarsi davanti a sette porte, dove fu ogni

volta spogliata di un attributo divino. Infine, la dea emerse nuda nella sa'

la del trono del palazzo di Ereshkigal e Nergal, le grandi divinitir degli In'

feri e allora:

Gli Anunnaki, i sette giudici, pronunciarono il giudizio dinanzi a lei,fissarono iloro occhi su di lei, occhi di morte...Alla loro parola. la parola che tornrenta lo spirito [... ]la sofferente donna [Inannal si mutb in cadavere,(E) il cadavere venne appeso a un palo".

Tale era la natura degli antichi Inferi. Non era certo un luogo piacevole.

Dunque non dovremmo avere difficoltd ad accettare cid che dice il testo

biblico. GesD Cristo aveva un primordiale alter ego, che fu torturato e tra'

fitto agli Inferi, dopo essersi offerto in riscatto per la liberazione dei pri'

mogeniti di un "popolo" mitico, caduto dal cielo al centro della Terra.

" ANEr, cit.. p. 55. Secondo un altro dettaglio. aggiunto nella versione accadica del racconto, Inan-

na era afl'l itta da <sessanta soft'erenzer> che si accanivano contro ogni parte del suo corpo (ANE-T, cit,,

p. 108).Enotevolechei l "palo"sucui fuappesalnannaagl i Infer i r icorrenel lastor iadel NuovoTe-

stamento corne lo stouros,letteralmente "palo di tortura", sui cui Gesi Cristo fu inchiodatol vd. 1n'

s ight on the St-r iyt tures.c i t . . vol . t t , pp. l l l6, I I 17.

t2I'GI-I III'SUSCITO I MOI3TI

Non ho sofTerto alcuna delle coseche diranno di me; persino quella sof ' f erenzache ho mostrato a te e agl i al tr i nel la mia danza,vogl io che sia chiamata un mistero

Gesi Cristo negli Altl di Giovanni, testo gnostico

\ll ' inizio di questo libro. ho descritto come i vangeli del NuovoTesta-nr('r)to abbiano creato una sorta di giallo attorno alla vera identitir di GesDt risto. Tutti i personaggi di questo dramma apparentemente trascorreva-rrtr il tempo a chiedersi se Gesil fosse il Figlio di Dio, il Figlio di David, il\lcssia chiamato Cristo, la reincarnazione di Elia, o solo un altro profeta.Irr tenerale, Gesi non confermd n6 negd alcuna di queste voci sulla sua

rtlt 'rrtitd. Ma disse ripetutamente di essere il Ben Adamah, comunementerr i r( lot to nel la Bibbia come "Figl io del l 'Uomo"' .(.)ual era il significato di quest'epiteto? Secondo un commentatore mo-

,lt 'r 'rro, <semplicemente sottolineava la debolezza e mortalitd della condi-/l()lrc umana> e percib enfatizzava il fatto che GesD si fosse incarnato inr ln cssere umand.

\ll era davvero cosi? Ho iniziato il Capitolo I con una famosa frase at-trrlrrrita a Gesi nel Vangelo secondo Matteo:

\prird in parabole la mia bocca: esporrd cose occulte fin dalla creazione del mondo'.

I lo anche citato le parole di GesD ai discepoli contenute nel Vangelo se-,,tttr ltt Marco'.

\ r 'oi E dato di conoscere i l mistero del regno di Dio; ma a quell i che son di fuori.rutt() i presentato per via di parabole. atflnchd possano vedere, ma non discernere, e

1,,r\sitno invero udire, ma non intenderel.

l. possibile che Gesri nascondesse in codice, nella sua identith di Ben A-

,lruurrh, una parabola e un mistero della creazione? Forse abbiamo visto err,i i lrr quest'epiteto, ma non abbiamo percepito i l suo simbolismo esoteri-, tt. 11y' conlprcso il suo significato recondito.

l 'crsonalmente, non sono mai stato convinto dell 'argomento secondo cuirl t i tolo di Ben Adamah sottolineerebbe la debolezza e mortalit i della con-

llrn Adamah i I'espressione ebraica spesso tradotta con "Figlio dell'Uorno" nell'Antico Testa-

' nlo, anche se di tanto in tanto compare nella fbrma aramaica di B.ar Ena.;h.ll Nuovo'IcstttDento

, \ r i ( t t ) in greco, ma non ci sono prove che Cesir par las:e greco. E quindi verosirni le che quando|,r \ r l d iceva di essere 1l BenAt lunwh, lo lacesse usando I 'espressione aramaica o una l i r r rna popo-

,rr 'dcl l 'ebraico del I secolo

\nnstrong, A Hi.snt4' oJ God. cit., p.98.

1/r l3:34, 35. Cfr . . la l 78:2.

l / ' 4: l ( ) -12

i

iillIL

I

i

298 euANDo cl.r Dr--t scESr:Ro sull-r\Tr-:lulA

dizione umana di Cristo. Questo non spiega, per esempio, perchd Gesi siautodefinisse Figlio dell'Uomo anche in relazione allasua.futurc discesadal cielo alla Terra alla Fine dei Giorni.Ecco alcuni esempi:

E GesD disse...: <In verit ir, in verit ir vi dico che vedrete i l cielo aperto e gli angeli diDio salire e scendere sopra il Figlio dell'Uomo>>'.

Perchd, il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, cosi sari la venuta del Fi-glio dell 'Uomo... e vedranno il Figlio dell 'Uomo venire sulle nuvole del cielo congran potenza e gloria. E manderi i suoi angeli con gran suono di tromba...".

E davvero credibile che GesD volesse enfatizzare la sua debolezza e

mortalith umane, quando si definiva Figlio dell'Uomo in un tale contestoescatologico? Francamente, I'idea d assurda.

Quale poteva essere allora il significato dell'epiteto Ben Adamah? La ri-sposta d semplicissima e deriva dal fatto che Ben in ebraico ha due possi-bili significati, come d stato notato recentemente dall'esperto di studi bi-blici Robert Alter:

Il termine ebraico fben] signifrca sia seme sia la prole che d il suo prodotto'.

Robert Alter quindi prosegue traducendo ben come "seme" nel contestodi Nod, che al tempo del Diluvio salva il seme di tutti gli esseri viventi.

Questo significa che l'epiteto preferito di Ges.D, Ben Adamal2, si pud tra-durre con "Figlio dell'Uomo", o "Seme dell'Uomo", o,fatto ancora piitimportante, "Seme dell' Umanitd"8.Ed ecco che suona il campanello d'allarme! L espressione "Seme dell'U-

manitir" non si collega necessariamente al seme prodotto dnll'uomoo ma an-che al seme produttore dell'uomo.Ed d in quest'ultima possibilitd che tro-viamo I'essenza assoluta,l'autentico fondamento dell'antica fede religiosa.

Questa traduzione di "Seme dell'Umanitd" applicata a Gesil ha senso?Sicuramente. Non d scritto forse nel Vangelo secondo Giovanni che <<ogni

cosa d stata fatta> per mezzo di Cristo'g? Non d forse scritto nell'Epistolaai Colossesi di Paolo che Cristo era <il primogenito di ogni creatura. poi-

ch6... tutte le cose sono state create per mezzo di lui>'u? In verith, egli eradavvero il Seme dell'Umaniti.

Considerate anche il seguente eccezionale brano del Vangelo secondoMatteo, in cui GesD si paragona esplicitamente al seminatore di semi interra:

' Gv l :5 l .

" Mt24:27:24:30.31.

' Alter, Genesis, cit., p. 31 . Questo era il "seme" salvato da Nod al tempo del Diluvio, il "seme" diNob con cui Dio fece il patto (Gn 9:9) e il "seme" di Abramo a cui Dio promise la terra di Canaan(Gn l2:7 e l3: 15. l6) .

'Uambiguitd dei due termini che compongono I'espressipne d tale, che questa si pud anche tra-dune con "figlio del suolo". E ci sono molti esempi nell'Antico Testamento in cui "figlio del suolo"d ovviamente il significato inteso; vd. per es. Giob 25 6.

'Gv l :3.

I ' I:(;I.I RT:SUSCITO I MOI3TI 299

( olrri che semina la buona semenza, d i l Seme dell 'Unranith [mia traduzionel. I l. r rnrro D i l mondo.. ." .

l l l t igl io dell 'Uomo oll Seme dell 'Umanild piantd i l seme nel mondo?

\orr ci vuole un genio per capire la rispostarr.

lrr clfetti questo motivo del seme compare con incredibile frequenza nei

',rrrrcli. Nel Vangelo secondo Luca, per esempio, leggiamo la Parabola

,1,' l :<'minatore,narrata da Gesi nel modo seguente:

| 'rr scminatore usci a sentinare la sua semenza e, mentre seminava, una parte del se-rrrr ' r ' irdd! lungo la strada e fu calpestato... E un'altra cadde sulla roccia e c'ome fu na-r, r rt 'cCi)... E un'altra cadde in mezzo alle spine, e le spine... lo sottclcarono. E un'al-

' l . l l) i lrtc cadde nella buona terra e, nato che tu, l iuttb i l cento per uno... C/ri hu orec-It t , l t t wl i re, odatt .

I rroi, abbiamo <<orecchi da udire> e comprendere questa parabola? I di-.r t '1)oli di Gesir, che non I'avevano afferrata, gli chiesero di spiegarla ul-Ir'r iormente; GesD rispose:

( )l (f uesto d il senso della parabola'. il seme ? lu Parola di Dioto.

lrrli erano le vie degli antichi misteri che una parabola doveva essere.grre {atfl con una metafora arcana, che avrebbe potuto essere compresa so-lrr rll1i p6.1t1 che avevano studiato le Scritture.(.)rri sta il significato della "Parola di Dio" e il significato del "seme"

lt l'ttrubola del seminatore.l 'r 'r prima cosa. stabil iamo che la Parola di Dio era con lui <nel principio>:

\t ' l principio era la Parola, e la Parola era con Dio e la Parola era un dio. Essa era

'r , l pr incipio con Dio '5.

l 'oi. stabil iamo che questa Parola usci da Dio nella forma di Gesi Cristo:

I rt l)urola d stata fatta came e ha abitato fra noi.I rroi abbiamo contemplata la sua gloria, gloria come quella dell 'unigenite, venuto

Lr 1tva,5.111 al Padre (Vangekt secondo Giovanni)16.

t i' solo un Dio, manif'estato da Gesil Cristo, suo figlio, che i la Parola emersa dal,t lt rt: i t) (Ignazio, vescovo di Antiochia, 100 d.C. ca.)' ' .

I stato tramite questa Parola - Gest Cristo - che <ogni cosa b stata fat-

1/r f .l:37, lt Parabokt delle ziz.zttnie.

\ r r l (er iore sostegno del s igni f icato esoter ico di "Seme del l 'Umanitd", considerate i l seguente e-, . r r r r t ic t r brano trat to dal Vtngelo el i Fi l ippo (manoscr i t t i d i Nag Hamnradi) :

"C'd i l F ig l io del-

r , ,n)oec'di l l ig l iodel Figl iodel l 'Uomo. l l SignorelCr istol d i l F ig l iodel l 'Uomoei l f ig l iodelt , , l r t r t fcf l 'Uomo b colui che d creato per mezzo del Figl io del l 'Uomo". Vd. Baigent et a1. .T 'he Holy

'i "'rl tttul the Holv Crail. cit., p.4O4.

I '

l t :5-8.

/ r l ' l : f l . lnsighttntheScr iptures,vol . l l ,c i t . ,p. l20l ,af ferma:<Laparolaoi l messaggrodi Dio

' , r rc i l seme>. Ed b propr io cos).

t , r' l : l . 2. Pret'erisco tradurre <la Parola era un dio>. sebbene "

la Parola era Dioo sia anche una

,, l r rz ion! val ida; in pr incipio i l Padre e i l F ig l io erano uno. pr ima del la catastrot 'e.

t i r ' f :14; Gesir ( l 'Agnel lo) d anche chiamato " la

Parola di Dio" in Ap 19:13.

l.llcgard, Jesus - One Hundred Years Bclbre Christ.cit., p.2051 cfr. la dea sumericaAruru: Si-,, . , . . , l , , l l . r D^-^ l^

- , ' . ' -^L^ C:--- . ' - , ' l^ l o: t^- . - : . '

rlijrriillI

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100 QUANDO Gl-r DIII SCESr:RO SUl.rA TI]3ltA

ta>) e <<tutte le cose sono state create>>, secondo Giovanni e Paolo, rispetti-

vamenter8.

Ma secondo il libro di Geremia, la Parola di Dio - equivalente a Ges[

Cristo - era infocata e catastrofica'.

<E la mia Parola non d essa come il fuoco'J". dice i l Sienore. <e come un martelloche spezza la Roccia?r'u.

Nd dovremmo stupirci di questa nota di catastrofismo. ln effetti, tutto ilVicino Oriente antico considerava la Parola di Dio come una forza crea-trice, ma catastrofica, in accordo con la credenza secondo cui Dio era sta-to originariamente un esserey'sir:o. Percib, nei testi sumerici leggiamo:

Aruru, la sorella di Enli l,la sucr Parola scuote i cieli,il suo parlare d una terribile tempestaro.

Aruru, per ironia della sorte, era nota come la "dea del silenzio", forse

perchd la sua Parola era gid stata pronunciata.

Analogamente, in un altro testo sumerico, leggiamo del supremo dio Anu:

ln Parola di Anu, una tempesta acquattata all 'orizzonte Idel cielo], i lsuo cuore d imperscrutabile...

la suu Parola, che su in alto fa tremare i cieli,la swt Parclcr. che gii in basso scuote la Terra.lo sua Parola, con cui gli ddi Anunnaki distruggono...la sua Parcla: un diluvio che si leva, a cui nessuno pud opporsit ' .

Gli antichi Egiziani avevano credenze simili. Secondo una leggenda, i l

dio creatore aveva pronunciato <Sette Parole>, che avevano dato forma al

mondo e poi erano state <chiuse in una cassa>, ciod intrappolate agli Infe-

ri ' . Gli Egiziani credevano che ripetendo ad alta voce queste Sette Parole

si sarebbe causata la catastrofica fine del mondo.

Ma ora, entriamo nello specifico. Le formule 1080 e 1087 dei Testi deiSarcofagi rivelano fin troppo del segreto esoterico della Parola:

Questa d la cosa sigil lata che B nelle tenebre con il fuoco attorno, che contiene I 'ef-flusso di Osiride ed d posta in Rostau [Giza]. E rimasta nascosta sin da quando cad-de da lui lOsiride] ed d cid che scese da lui sul deserto di sabbia...

Questa d la Patola che era nelle tenebre. Fuoco d attorno a essa, che contiene I'ef-f lusso di Osir ide. . . " .

Come rivelano questi testi. la Parola degli antichi Egiziani era un meteo-

rite sacro.

' " Gv I :3; Co1 l :15, 16.'" Ger23'.29. Vd. anche Ger 50:23, in cui Babilonia d paragonata al .rnartello di tutta la Terra>.r" Jacobsen, the Treasures oJ Darkness. cit.. p. 108.r ' lv i , pp. 102. 103.l Meeks - Favard-Meeks , Daib Lif'c oJ the Egvptiun Gods, cit., pp. 79. | 03, 104. Una credenza si-

mile si trova nel Libro dei Morti, fonrula 17, in cui il dio degli Inferi Anubi, durante la primordiale

etA di Zep'[epi,ha preparato dei luoghi dentro la Terra per "Sene

Spiriti" in attesa del loro arrivo nel

misterioso <Giorno del venire di lir' che decifrato significa "Giorno dell'arrivo di cielo e Terra".1 'Test i dei Surcofuui , tbrrnule 1080 e 1087.

I ] I,GI,I I3I-]SUSCITO I MOISTI l0 l

()ra, i l meteorite pir) sacro dell 'antico Egitto era la pietra Benben, cosi

, lrrrrrrata dall 'eff lusso del dio creatore fuoriuscito (bnbn) nell 'oceano pri-

rrrtrrdiale2a. In Egitto, come in Israele, i l termine Ben quindi significava sia

lrglio" sia "seme". E i l meteorite in realtb era entrambi: un figlio nato

rrr' l l 'oceano primordiale e un seme piantato nella terra.

Questo, quindi, i i l signil icato della Parabola del setninutttn,'.i l seminatorc era Dib:i l seme era la Parola di Dio;la Parola di Dio. era Cristo;e Cristo era un meteorite: i l Seme dell 'Umaniti.

O, pii l precisamente, un intero diluvio di meteorit i.Chi ha orecchi da udire. oda.

II- MISTEISO DT'II-A PIIjTIIA ANGOI.AI3I-.

I rrr'altra f'amosa parabola del Nuovo Testamento d la Parabolu dci catti-rivignaiuoli, che si trova in tre dei quattro vangeli. In questa parabola,( icsi racconta la storia di un "uomo" che aveva piantato una "vigna", I'a-\ e va circondata di un "muro" e aveva eretto una "torre di guardia". Que-

'to "uomo" aveva quindi affittato la vigna ad alcuni coloni ed era partito

l)cr un "paese lontano"rt.,\l la fine della parabola, Gesil ne spiega il significato (indirettamente),

lrrccndo riferimento a un enigmatico brano del Salmo I l8:

( icsi disse loro: .Non avete mai letto nelle Scritture: "La pietra che gli ediflcatorilunno scartata, d quella che d divenuta pietra angolare. Cib d stato fatto ditl Signore,, ,1 i ' cosa meravigliosa agli occhi nostri"' l>>:0.

Naturalmente, GesD con la <pietra angolare>intendeva se stesso. come Cr'()nfermato dalle lettere di Paolo".('os'era questa pietra angolare? Nel libro di Giobbe, scopriamo che la

lrictra angolare fu posta al principio del mondo:

(Dice il Si-enore:) <Dov'eri tu quando io fondavo la Terra'l...Su che furono poggiate le sue fondamenta, o chi ne pose la pietra

angolare?>t*.

lJlteriori chi:rimenti provengono dal l ibro di Isaia:

Cosi dice i l Signore: oEcco io ho posto corre fbndamento in Sion unupietra, una pietra provata, una pietra artgolare preTiosu, tnfbndamento solido>:e.

Ilconcetto della pietra angolare, tuttavia, trova la sua piD chiara espres-

Vd. Capitolo 3.Mt 2l :33-42: Mc l2: l - lO Lc 20:9- l l .

' Mt 21:42.lll 2:20:. vd. anche I Pe 2:4-6.

'Gir fu38:4-6.

' / , r 2u:16.

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l!

j02QUANDO Gll DI::r SCESr-RO SUll-ATr.:Rll"A

sione nel libro di Geremia. Qui, troviamo menzione di un'ipotetica pietraangolare appartenente a Babilonia, ma solo nel senso che la "citti" oi ga-

bilonia era stata una montagna celeste, distrutta nel corso di un catacli-sma infocato:

Dice il Signore: <Eccomi a te [Babilonial, o montagna di distruz_ione, ate che distruggi tutta la Terra!

Io stenderd la mia mano su di te, ti rotolerd gii dalle rocce e fard di teuna montagna bruciata.

E da te non si trarrd pii pietra angolare, nd pietre da fbndamenta>>.,,.

Dovrebbe essere ormai chiaro cid che Gesi cristo aveva in mente quan-do paragonava se stesso, o per essere pii precisi il cristo suo primor-dialcalter ego, a una pietra angolare.Per eliminare qualsiasi dubbio, consideriamo le ultime parole di Gesi ri-

guardo alla Parabola dei cattivi vignaiuoli, le parole che tanto irritarono isacerdoti ebrei:

Chiunque cadr) su quella pietra (angolare) sar) sfracellato, ed essa ridurrir in polve,re colui sul quale cadrhr .

A questo punto, spero sia chiaro a coloro che hanno occhi per vedere epercepire che la pietra angolare era una metafora del meteirite, che eraprecipitato dalla "montagna" celeste di Dio e aveva gettato le fondamentadella Terra.Percid, se Gesi cristo era la pietra angolare, come attesta paolo, questo

significa che il primordiale alter ego di Gest cristo era un meteorite (o,per essere pii precisi, un diluvio di meteoriti).Proprio come Gest Cristo, "la Parola" era un diluvio di meteoriti.E proprio come Gest cristo, "il seme dell'umaniti" era un diluvio di

meteoriti.

II. SEGRI.:TO DIiI, PECCATO OIIIGINAIJ:

Nel corso degli ultimi duemila anni, la chiesa ha fatto credere a tutti chele parabole di Gesi fossero semplicemente analogie moralistiche.

Iru! parte dei cristiani ha quindi supposto che il significato delre para-bole fosse stato completamente decifrato e rivelato dalle autoritd eccfesia-stiche.Ma d davvero cosi? Come GesD stesso affermd:

Aprird in parabole la mia bocca; esporrd cose occulte fin dalla treaz.ione del mon-dot'.

Quest'affermazione racchiude tutto in poche parole. S), non si pub ncga-re che le parabole del Nuovo Testamento fossero relative al comporta-

t" Ger 5l:25,26.

" Lc2O:18.

'1 Mt l3:f4.35. Cfr. ,Scl 78:2.

I' I -(;1I RI':SUSCITO I YORTI l0 l

rrrr'rrlo umano a un livello mondano e moralistico. Ma questa d solo una

f '.rrtc della veriti, quella che potremmo chiamare la meth essoterica dellar r ' r i l i .l '( 'r coloro che cercavano la veritd a un livello sacro, perd, era di gran

lrrrrga piD importante la metd esoterica. E questa era collegata a <<cose oc-, ullc fin dalla creazione del mondo>>.

l.rr rnedesima dicotomia riguarda la figura che conosciamo col nome di( icsir Cristo. A un livello essoterico, egli era un individuo vissuto in Pale-rtrrrir nel I secolo. Ma a livello esoterico, era un dio primordiale, che era e-',rslilo sin dal <principio> ed era stato uno strumento della creazione della

It'rra, divenendo in tal modo <una pietra angolare preziosa, un fondamen-

tr r sol idO>.(.)rrindi, mi sembra che, se desideriamo comprendere veramente il cri-

',turrresimo, dobbiamo scoprire questa parte esoterica nascosta. E difatti,

[t 'rchd dovremmo essere privati di questa "veritd", quando essa molto

I ' r . rbabi lmente d nota, ma non divulgata da una piccola dl i te al l ' interno,lt' l lr Chiesa? Perchd sicuramente la Chiesa deve aver ereditato i segreti

rr ' Iut iv i al la propria rel ig ione.l: tcmpo, dunque, di dare piD corpo a cid che sappiamo e di andare avan-

rr, sia quel che sia. Stiamo per scoprire qualcosa di davvero profondo edt't r'czionale.

Ncl capitolo precedente, abbiamo discusso il concetto di peccato e ab-

I'urrno notato che tutti i popoli antichi, compresi gli Ebrei, provavano un..r'rrso di peccato e colpa ereditato sin dalla nascita. Percib nei Manoscritti,lcl Mar Morto leggiamo che <<l'uomo b nel peccato sin dall'utero>, nten-

trt' i Sumeri dicevano che <mai nacque a una madre un bimbo senza pec-

r l l l ( )>>11.

Ma perch6 questo sentimento di vergogna?

f .rr questione di un peccato ereditato d di cruciale importanza, perchd

rr rrpo prift&rio della missione di Gest era salvarci dai nostri pecc:ati. Per-

, rir Del Vangelo secondo Matteo, un angelo dice a Giuseppe:

l.llu [a Vergine Marial partoriri un figliolo e tu gli porrai nome Gesi fletteralmen-r,' "Salvatore"l, perchd b lui che salverd il .suo popokt dai peccati'".

Ma da dove veniva questo concetto del peccato? Perch6 I'umanith avevalrrsrrgno di essere salvata e, secondo la teologia cristiana, ancora ha biso-

t'trrt di esserlo2l.a risposta, che ho accennato nei capitoli precedenti, d che il peccato o-

rrlinale dell'uomo ebbe luogo in cielo e fu commesso dagli antenati cele-.,tr dell'umaniti, che potremmo chiamare "teste nere". Ma E tempo di pro-

i;rlc questa teoria, perchd essa ci condurrd a una conclusione profondissi-

rnlr e scioccante.

Schit'fman, Reclaiming the Dead Seu Scrolls, cit., p. l5l;Kramer, The Sumeriuns, cit., p. 128

, lrc uggiunge: <<Un giovane senza peccato non d esistito da tempi antichi"). In ebraico, peccare ha

' | .egnificato letterale di sbagliare mancando il segno.

Mr l :21 .

304. QUANDO GI-I DI.:I SCT:SERO SUII.ATI.:I3I?A

cominciamo con.ur breve ripasso della storia mesopotamica del Dilu-vio, raccontata a Gilgamesh o.! !,tqgnrstrtim nell'Epipri"ii Gilgamesh.Secondo questa leggenda. una "citth" planetaria - chiamuta;.l.antica shu-ryppak" - si era disintegrata in una caiastrofe di fuoco, facendo esploderegli ddi dal suo interno verso I'esterno. euesto era stato il cataclisma in cuiAnu, re degli ddi, aveva messo al monio la sua prole, gii Rnunnuki. Ri-corderemo che la storia di questo cataclisma si era uniia a quella di unasecondasatastrofe. che aveva afflitto la grande dea Ishtar (ajias Inanna eIvlamr). b questo secondo catacl isma che ora ci interessa.

. Secondo l.'.Epopea di Gilgamesl2, la catastrofe di Ishtar era stata cosi vio-

lenta che ella - una dea planetaria - aveva dato alla luce il suo ,,popolo,,:

Ishtar Ilnanna] urk) come una partoriente....Ahime. io stessa (ora) merto al mondo i l r rr io . .popolo.. !Come i pesci essi (ora) riempiono il marerr,,,. ' '

Qual era stata la causa di questa catastrofe? La dea spiegava di aver par-lato <con malvagitd> nell'aisemblea celeste degli ddi:'

c-' --

Ahimd, gli antichi giorni sono mutati in areilla.poichd.ho parlato co.n rnalvagiti nell,asseriblea degli ddi.Come ho potuto parlare con malvagiti nell 'assembiea Jeelr ddi,/come hopotuto comandare una baitaglia per ra distruziofie der mio

"PoPolo"'x"

Quali erano state le cose malvagie dette dalla dea? purtroppo la storia diutnapishtim non lo rivera, nd sp'iega perchd gli dbi il;;J;;"o il Dilu-vio. come se il lettore d_olgrlg iaperlo da sol5. tt tes'to, p"-, .i confermache la responsabilitd fu di Enlil.

. ora,.sappiamo da altri testi che Enlil ordind il Diluvio perchd era distur-

bato dal "rumore" dell'umanitd. Ner poema di Atra-hisi", p". esempio,Enlil dichiara:

Opprimente d diventato il rumore deeli uomini.A causa di esso, il sonno b diventatoimpossibile,'.

__Analogamente, un testo sumerico molto frammentario, denominatoK-11624, menziona il "rumore" dopo la distruzione delle cittd antidilu-viane. tra cui Shuruppak, la cittd di 2iusudra:

9inque dist inte ci t i . nove re [ . . .1Enl i l [ . . . ]i l loro rumore [ . . . ] , ' .

F.inoltre,.sappiamo che il "rumore" era associato in particolare alle atti-vitb degli Anunnaki e poi dell'..umanirdl' negli Inferi,r^

r5 La traduzione d un mjsto d-i .ilvi,z, cil-. p. 9zl, Hei<Jel. The Gilgumt,sh Epic und old re.stantent pa_rallel.s, cit., p. 85 e Gardner - Maier, Gilganesh,cit., p. 2.35.\ Ibid.

" ANEl, cit.. p. | 0_4. Dalley, M.r,ths fittnr Mesoptturnitt. cit., pp. l g, 20, 23,24." Jacobscn. ' fhe

Surner ian Kin.q Li .sr . c i l . . p. 60. n. l l . l .roAcausadel loscavodei

canar i ;vd.Dal ley, Mt ' th.s.r ' r tnnMesopotamiu.c i t . ,pp. 13. r4, r6, rg.

I I I,GI,I RT:SUSCITO I }'iOIlTI J05

('onsiderando tutte queste cose, non ci vuole molta fantasia per capire, lrt' anche l"'umanitd" celeste era stata punita per il suo "rumore" e che{lucsto "rllmore" era stata la cosa malvagia pronunciata da Ishtar all 'as-\('lrlblea celeste degli ddi. Questa tradizione d infatti conservata nel Poe-nttt (li AIra-hasis, in cui I'alter ego di Ishtar, Mami, lamenta:

Al di la del mio controllo, la mia prole d diventata come pecore bianchesacrificali. . .

Quanto a me, come posso vivere in una casa di privazione'/il mio runtore si ? nutato in silenzio'u.

ll pcccato originale dell'umanitd derivd dal "rumore" dei suoi mitici pri-rrrordial i antenat i in cielo? Sul la base di quest i unici indizi , la mia teor ia

|olrcbbe essere considerata come un'interessante congettura e nulla pir'r.l 't 'r ' l irrtuna, perb, la mia ipotesi d confermata da una seconda e indipen-,lt 'ntc leggenda, contenuta nel famoso poema epico babilonese della crea-/ r{ )nc. l ' Enuma el ish.('trrne ho menzionato precedentemente in questo libro,l'Enunn elish i-

rrrz ia descr ivendo una battagl ia in cielo. in cui un dio planetar io, Apsu,\ r('nc vinto da Ea (Enki), e finisce con una seconda battaglia celeste in cuirrrr'altra divinitd planetaria, Tiamat, d sconfitta dal dio-Titano Marduk.\()n sorpreude scoprire che, nel testo, sia diApsu sia di Tiamat si aff'erma

'hc litnnavano gli tlii entro se s/essi e geileravano quegli dii dal lorc in-tr't 'n()lt. Nel caso di Tiamat, questa ribellione dall' interno era pafticolar-

rrre nte evidenziata e, alla luce di cib che sappiamo sul culto del pianeta e-\l)loso in Mesopotamia, i dettagli sono molto evocativi.('trnsiderate, per esempio, le righe 21-25 dell'Enuma elish:

I divini fratelli [gli dbi] si riunirono.Essi disturbarono Tiamat e assalirono (lei), loro custode.Si. e,ssi tormentarono le parti interne di Tiamat,muovendosi e correndo dentnt la divirte dimora.Apsu nort poteva placare il loro rwnoreo'.

(luesto "rumore", va sottolineato, avveniva in cielb, all ' interno di una, lrrr planetar ia.

l'oi. nelle righe 35-40 del poema, troviamo un'eco delle larnentele di En-l r l r iguurdo agl i uonr in i :

Apsu disse a Tiamat:

"I loro modi mi sono odiosi.di giorno non posso riposare, di notte non posso dormire,li distruggerd e porrd fine ai loro modi,cosicchd ritorni il silenzio e si possa dormire!>".

l)alley, Mt'th.s fntm Mexltotomia, cit., p. -j2.r ,vr ,z, c i t . , p.61. Lo r i t t r isce la tavolet ta t . r iga 8; vd. anche tavolct ta t r ighe 23, 29.

I-r traduzione d un misto di ,qNtr, cit., p. 61, Dalley, Myths J'rom Mesopotamla, cit., p. 233 e Hei-

l ' l . l 'he Bubyknian Genesis, c i t . , p. 19.

l .a t raduzione b un misto di ANcr, c i t . , t ) . 6 l e Heidel , The Bubyloniat t Genesis. c i t . . p. 19.

106 QUANDO Gl,r Dr::t scr:sr-;Ro sull-A,TF:RRA

_Gli antichi ddi, a qxanto pare, odiavano il rumore e amavano dormire.Essi erano <gli ddi che amavano il silenzio>q.Apsu falli nel suo progetto di distruzione degli ddi dentro Tiamat e inve-

ce fu lui stesso addormentato da Ea, che lo g"ito in reoa- euunto agli ddi,sembra che vennero liberati dall'interno d-i riamat e iniz-iarono un'esi_stenza indipendente. Tiamat, perd, continud a generare feroci mostri, gua-dagnandosi cosi il soprannome di Madre Hudur, ,.Madre

del Rumore,,o,.Infine, Tiamat fu distrutta e gettata in Terra e percib si diceva che gli Infe_ri contenessero un Fiume Hubur, un ..Fiume

del Rumore"ou.planivail legame cruciale.con gli "uomini". Alla fine dell'Eh uma elish,

vlene menzronato un dio, Gishnumunab, che cred l'..umaniti', dagli ddi diTipuj

(non gli dbi originali, ma la nuova generazione di mostri"generatidalla dea):

Gishnunrunal' :i"1jgr.q

di tutti i popoli, che fece le regioni del mondo,disrrurkrre degti ddi di riamat, ini y"c" gri uomini diila roro ,sostan7ao,.

cosi nell'Enuma e.lish d-creato.il legame tra la primordiale ..umanitd,,,Tiamat e il "rumore" prodotto all'intJrno di riamat, dentro in pianeta incielo.E evidente che questa leggenda assomiglia in rnodo eccezionale aila leg-

genda di-utnapishtim citata precedentEmente, in cui Ishtar parla ,.cJnmalvagitd" e mette al mondo il suo "popolo". In entrambi i caii, una deamadre, o dea-utero d coinvolta in una battaglia celeste aopo aue. creatoscompiglio tra gli ddi. E in entrambi i casi, ia di.truzione d'pianificata daun dio anziano, che non pud dormire per il rumore.

r-

sono necessari alcuni chiarimenti. ci troviamo di fronte a un quadro mi_tico, in cui il "rumore" de!li "uomini" proviene dall,interno del corpo, outero, di una dea madre planetaria. La prima azione malvagia, o peccato,dell'universo_fu quindi iommessa da un",umaniti,, da inienoersi comeuna prole in fieri di un-a lea pranetaria. In seguito, questo "poporo" sareb-be esploso nell"'utero" delra dea e sarebbe siato geitato git verso la Terrasotto forma di una razza di..teste nere,', ciod metEoriti.

"

cosi fu che I'umanitd sotterranea, 9 poi in carne e ossa, ereditb il peccato.

Mail peccato originale - il peccato del "rumore" - si deve ora comprenderecome un segnale d'avvertimento emesso da un pianeta sottoposto a solleci_tazioni tettoniche e s,gl pqnp di esplodere (l'id'ea ru ..nru iulbio ispiratadall'esperienza che gli zurtichi avevano di tenemoti ed eruzioni vulcaniche).

** Vd. per es. Dalley, Mvths [n,m-Me.y1,otania, cit., p. 288: <Gli Anunnaki che amano il silenzio>.

E nelfa formula 37 deiresri dei Surafigi,.leggiamo:'.La detestazione di osiride d uno che urla,;perchd Osiride era <il primo fra i Sitenti,,, it ,.do Oel conto nel Giardino del Silente>, fbrmula I I l.I ls i lenzio^eraquindiunagrandevirt tperchieraincercadeil 'ardirh;vd.A er"y"rroThc,thinANET,

crt., p. 379; anche The Instruttion rf Ani in .qunr, cit., p. 420.a5,ANEr, cit., pp. 63, 64; per hubuiu = "rumore", vd. iacobsen, The Sumerian King List,cit., p. 60,n. I 13.

: y9 ANn' cir., p. 600. Ir fiume Hubur era anche noro come .ir Fiume dena Notte>, il <Fiume de_gli Inferi>, il <Fiume della Creazioneo e il .Fiume di pescr e Uccelli>.'1 lner, cit., p. 7 | .

I ' I,(;II I i l-]SUSCITO IMORTI t07

ll pcccato originale dell'uomo, quindi, non fu commesso veramente dal-

I rrrrraniti, ma dal seme dell'umanitI.

I 10ANGI'II I'SOTI'RICI

l(ilnalizziamo le ragioni di questa digressione. Precedentemente, ho ci-

r,to ll Vangelo secondo Matteo, in cui b scritto: <E tu gli porrai nome Ge-

,rr. perchd d lui che salverd il suo popolo dai peccati>.

Ml questa frase si riferisce al popolo in carne e ossa, o al mitico "popo-

lr" dglls dea, che aveva commesso il primo peccato in cielo ed era ora

lrloccato agli Inferi, in attesa della redenzione?

Itivediamo alcuni fatti. Primo, abbiamo accertato che GesD Cristo aveva

rrn ulter ego primordiale, che si pud solo descrivere come un dio simile a

rrn rneteorite. Questo Cristo primordiale era <<la pietra che gli edificatori

llurno scartata>>, diventata la <<pietra angolare>> delle fondamenta della ter-

r.r. Questo significa che il Cristo primordiale era stato Settato agli Inferi

,tl l ' inizio dei tempi.Sccondo, Gesir era noto come I'Agnello di Dio. Questo assume ora par-

rr('olare importanza. Nei capitoli precedenti, ho evidenziato il ruolo degli

,tqnelli che erano stato inviati agli Inferi per riscattare i primogeniti d'I-

. r l rc le.| .l leggenda ricorreva due volte: la prima, nella storia di Abramo e Isac-

r o: la seconda, nel racconto dell'Esodo. Nel primo caso, I'agnello (o arie-

rt't liberd lsacco, permettendogli di emergere dagli Inferi. Nel secondo ca-

.o. le ossa degli agnelli riscattarono i primogeniti degli Ebrei, consenten-

rkr loro di salire in cielo.( )ra bisogna sottolineare che queste due leggende - di Abramo e lsacco

,' tlell'Esodo - appartenevano non a un tempo storico e mondano, ma a

rr tempo sacro. Queste liberazioni erano quindi avvenute all'inizio dei

Ir ' rnpi .l.a conclusione b che il Cristo primordiale, I'agnello, o ariete, fu dato a-

r'li Inferi come riscatto a lungo termine in sostituzione dei primogeniti di

lsraele.

I ln quadro identico d descritto in Is 52,53. Questi versetti, secondo me,

rron anticipano il futuro Cristo, ma ricordano il sacrificio e le sofferenze di

rn messia precedente, ciob il Cristo primordiale, all'inizio del mondo. Per

(lucsto, il passato messia, il Giusto Servo, era sfigurato <si da non parere

prir un uomo>>.('onsideriamo ancora una volta le parole di Isaia alla luce di cib che ab-

lriumo appreso sulla popolazione celeste e il suo peccato originale:

E nondimeno erano le nostre malattie ch'egli [il Ciusto Servo] portava'erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; e noi lo reputavamocolpito, battuto da Dio e umiliato.

Ma egli i stato ferito a moti't'o delle nostre trasgressioni, colpito amotito delle nostre iniquitd; il castigo per cui abbiamo pace d stato sudi lui e per le sue lividure abbiamo avuto guarigione.

108 euANDo cl_r DI::r scr:sFllto sull-A,Tr.:Rl3A

Noi tutti eravamo erranti come pecore... e i l Signore ha fatto cadere sudi lui I ' iniquird di noi ruti,*.

Maltrattato, umilib se stesso... come I'agnello menato allo scannatoio...Dall 'oppressione e dal giudizio fu portato via...Egli fu strappato dalla terra dei viventi e colpito a motito delle

trasgressioni del mio popolo.n.

Ma piacque al Signore di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver clato la suavita in sacrificio per la corpa, egli vide (ir suo) serni, prorungd i suoigiorni . . .

Egli [il Signore] vide il tormento della sua anima e ne fu saziato:(poichd) per la sua conoscenza, il ciusto servo rese giusti i molti e sit'arici egli stesso delle loro iniquitds

Egli [Il Giusto Servo] ha dato se stesso alla morte ed e stato annoveraroI'ra i trasgressori.

Ed egli portd i peccati di molti e ha interceduto per i trasgressoris'.

Dobbiamo sottolineare ancora una volta che questo Giusto Servo era agliinferi, perchd vi era caduto dalla <<terra dei viv-enti", il cielo. La menzioiredella visione del suo seme d fondamentale, perchd suggerisce che Isaia im-maginava il Giusto Servo come il seme dell'umanite. L idea. quindi, d cheil Giusto Servo si era offerto come sostituto e aveva caricato su di s6 tutti ipeccati dell"'umanith". permettendole in tal modo di emergere nel mondosuperiore come creature in carne e ossa. La storia sarebbe dunque identica aquella dell'agnello, o ariete, che aveva liberato Isacco dasli Ini'eri.Viste le sorprendenti analogie tra queste leggende e la s-toria di Gesi cri-

sto nei vangeli, dobbiamo ora chiederci se il racconto dei vangeli abbiauna dimensione esoterica. si riferisce forse a un livello pii prdfondo, alriscatto dell"'umanitd" primordiale e al perdono dei suoi primordiali p,ec-cati da parte di un Cristo primordiale?

-

Esaminiamo da vicino alcuni particolari.Primo, i libri del Nuovo Testamento suggeriscono che Gesi cristo salvd

il genere umano per mezzo delle sue sofferenze. E non d cid che fece ilcristo primordiale? secondo rs 53, il Giusto Servo fu <ferito> e <colpito>>.E secondo il Salmo 22, un simile servo innocente fu trafitto. forse iroci-fisso, agli Inferi.In secondo luogo, nei vangeli di Matteo e Marco, GesD cristo affermava:Il seme dell'umaniti non d venuto per essere servito, ma per servire e per dar la vi-

ta sua come prezzo di riscatto per molti,,.

confrontiamo queste parole a Is 53, in cui il Giusto serl'o si era caricatodel peccato di molti e aveva dato la sua vita per riscattare l"'umanitd', pri-mordiale.

'* 1s 53:4-6." Ls 53:7. 8.50 Ls 53: 10, I l .5r Ls 53:1 2.

" Mt ?Oi28i Mt lO:45.

I I I,GI,I II :SUSCITO I MOI1TI

lc'rzcr, nel Vangelo secondo Giovanni, Gesir dichiarava:

ll pane che dard d la mia carne. che dard per la vita del mondo. . .t '

109

\11 era questa semplicemente "carne" umana, o era la "carne degli ddi"?\e lla riga precedente del Vangelo di Giovaruti, Gesil affermava: <<Io sonorl lxrne vivente, che d disceso dal cielo>'o.Quindi, il pane, o carne, di Gesr)('lr i l l effetti la sua carne celeste.( )ra, nelle tradizioni pagane, la "carne degli ddi" era sinoninro di "me-

rr ' ( )r i te". Negl i ant ichi test i egiziani , s i t rovano numerosi r i fer imenti arlucsta carne degli dEi e in tutti si afferma senza ambiguith che essa eral't ' l l lusso del corpo planetario del Dio e, analogamente, che dalla "carne"

,[' l Dio piir grande potevano essere emanati numerosi ddi minori". Per ci-(irc un esempio. nella formula94 dei Testi dei Sarcofcrgi, il re afferma:. lo ho rifatto Osiride dall'efflusso che era nella sua carne>>s6.(ili abitanti della Mesopotamia la pensavano come gli Egiziani. I lettori

' ()nsultino il Capitolo 5 per le discussioni sull 'albero nresu,la pietra elme-

ttt c 1l ki-sir diAnu. Inoltre, dobbiamo ricordare che il nome del re Gilga-rrrcsh significava "carne degli ddi (MES) che d il seme che spunta da unnuovo albero".

l 'rrtto cib getta una nuova luce sull'affermazione del Vangelo secondotiittynnni secondo cui GesD Cristo era la Parola e <la Parola b stata f'attar irrr)e ! ha abitato per un tempo fra noi>>". L'autore si rif-eriva al Cristo\'()ntelnporaneo in carne umana o al Cristo primordiale in carne divina?l.'rrrnbiguith potrebbe essere intenzionale, per dare al testo un significato.rrr cssoterico sia extlerit'o.

Mr per tornare al brano citato precedentemente, I' idea che Gesil offrissel,r sua carne per la salvezza del mondo suggerisce la correttezza dell' in-| (' r'pretazione esoterica.

ll nostro quarto. e ultimo, punto riguarda il sangue di Cristo. Nell'Apo-

' t t l isse leggianto:

(icsir Cristo b il primogenito dei morti... (che) ci ha liberati dai nostri peccati col. t t t r s i lu$UesE.

I'crchd Gesr) era il <primogenito dei morti>? Questo commento, secondorrrc, si riferisce alla crcdenza, diffusa nel I secolo, che il Cristo primordia-l.'' lbsse in qualche modo emerso dagli Inferi dopo avervi trascorso un'e-r('r'nit). Egli era quindi diventato il primogenito della terra dei rnorti.()uella che qui ci interessa b l'affermazione secondo cui Gesi col proprio

..irngue avrebbe liberato I'umanith dai peccati. Ancora una voltu. le tradi-zioni pagane cifbrniscono un'affascinante intuizione esoterica. Secondo le

( i r ,6:51.

llt id.

Vd. pcres. Testi lei Surcrj 'agi, tbrnrule 16,79,94,237,519, t i2t l , 1129.lvi . lbrmula 94.( i l l :14.

" l l I : '5.

l l0 QUANDO Gl.r DI'r SCESr-:RO SUll-\Tr-tRRA

leggende analizzate nel capitolo 8, l'umanith era stata creata dal "sangue"di un dio: il sangue di Kingu, in una leggenda, quello di Geshtui in un'iltrae quello di due dbi Lamga in un'altra ancora. Inoltre, sembrava che tutto ilmondo antico fosse ossessionato dall'idea che questo "sangue" divino a-vesse potuto cadere dal cielo e fecondare la terra. Percid, nella mitologiagreca, Gaia (la Madre Terra) fu fecondata da gocce di sangue quando cio-no recise i genitali del padre urano5'. E in un'altra famosa leggenda greca,il sangue caduto dalla testa decapitata di Medusa (una delle tie Gorgoni) alcontatto con la terra generd serpenti velenosio. In Mesopotamia, la stessaidea b presente nella leggenda di Ulligana ezalgarra, in cui il loro "san-gue" fa spuntare dalla terra come piante gli "uomini".

Perchdil "sangue" degli ddi aveva questa magica capacitd di far spunta-re "uomini", ddi o demoni dalla terra? La risposta b semplicissima, unavolta compreso il fatto che le diviniti pii anziane erano Concepite comepianeti esplosi, che un tempo avevano posseduto oceani di acqua. Ne con-segue logicamente che il sangue degli dii simboleggiava il diluvio di ac-que proveniente dal pianeta esploso (mentre la carne degli dii, per lostesso motivo, simboleggiava il diluvio di meteoriti).

Questa teoria d confermata da diversi testi mesopotamici, citati nei capi-toli precedenti, che contengono giochi diparole fra "acqua" e "seme',. Se-condo il pensiero degli antichi, I 'acqua era la chiave esienziale di tutta lavita sulla Terra ed era quindi la sostanza che aveva fatto spuntare dalla ter-ra com-e piante gli esseri primordiali. Secondo un'antica cosmogonia egi-ziana, il genere umano venne creato non dal "sangue", ma dalle

i'lacrime"

acquose dell"'Occhio" del dio creatore6'.Per tornare alla citazione fiatta dall'Apocalisse, come possiamo dunque

interpretare I'affermazione secondo cui GesD Cristo oci ha liberati dai no-stri peccati col suo sangue>>? Ancora una volta, incontriamo un'ambiguitiprobabilmente intenzionale. Il testo si pud leggere in due modi: essoterica-mente, in riferimento al sangue di GesD fatto uomo, ed esotericamente, inriJerimento al sangue, o piuttosto alle acque,del primordiale, ex pranetarioalter ego di Cristo. Per inciso, d sicuramente questo profondo simbolismoesoterico che spiega la leggenda secondo cui, alla crocifissione, dal costa-to di Gesi, trafitto dai soldati romani, fuoriuscirono sangue e acqttao?.

Per gli scettici, vorrei citare brevemente la leggenda mesopotamica notacome Poema di Atra-hasis, in cui la creazione dell"'umanith" agli Inferiavvenne come risultato di un miscuglio tra Geshtui e gli ddi Anunnaki.

5'Craves, I miti greci, cit. Cfr. la leggenda egiziana degli dii che sono nati dalle g<rcce del sanguecaduto dal fallo di Ri (wallis Budge, Frctm Fetish to God in Ancient Egypt, cir., p. 150). cfr. aniheIa leggenda dei Dogon della mutilazione della lepre: il sangue dei suoi genitali cad{e in tema, mavenne poi sollevato in cielo per diventare quattro sate Iliti di Giove (Temple,The Sirius Mystery, cit.,pp.7 t ,72).

d'Graves, I miti greci, cit.ol Wallis Budge. Fntnt Fetish to Gotl in Ancient Egy-pt, cit., p. 143.6) Gv 19:34. Per inciso, anche da una ltrita nel costato di Osiride si diceva fosse sgorgata acqua;

v-d.Testi dei surcofugi, formula 74: <Vieni, facciamo un argine sul suo fianco... Li goiciola l;ef-f lusso che e usci to dal suo soir i to. .

I ' I..GI.I IR,I-]SUSCITO I MORTI l l I

\t'l seguente discorso di Enki, notate come gli dbi, gid agli Inferi, doves-'.('r'o cssere immersi nel "sangue" del dio sacrificato:

Enki parld ai grandi ddi:<Fard una purificazione, un bagno.Che venga ucciso un dio [Geshtui]e che gli dii IAnunnaki] siano purificati per mezzo dell'immersione.Che Nintu mescoli argilla con la carne e il sangue del dio.Che dio e uomo siano mescolati insieme nell 'argil la.Che da ora in poi si oda per sempre il rullo del tamburo>n'.

(.)ucsto brano ha uno straordinario significato, che finora non era stato in-, lrr iduato.l\richd Geshtui era una sorta di dio planetario caduto dal cielo, il suo "san-

r'ue" era in effetti acqua. Ne consegue quindi che Geshtui batteud gli A-rrrrrrnaki agli Inferi. Geshtui era dunque un battista interplanetario.l'. quindi interessante che anche GesD fosse un battista, non solo nel senso

,lre avrebbe portato un futuro battesimo di fuoco, ma anche nel senso chelt,tttczzava con I'acqua. Questo b confermato nelVangelo secondo Giovanni:

l)()po queste cose, Gesi venne coi suoi discepoli nelle campagne della Giudea; qui-, r si trattenne con loro ebattezzava [con I'acqua]...*.

llisogna notare che il rito del battesimo era il mezzo usato per lavare via i

1r'r'cati dell'umanitdL65. Tuttavia, se facciamo riferimento alla precedente cita-rrtrrrc d!l Poemn di Atra-hasis, scopriamo che il battesimo in acqua (il "san-

r'rrr"' del dio) era anche un mezzo per purificare gli dbi Anunnaki agli Inferi.\on ci vuole molto per capire che il battesimo dei primordiali ddi Anun-

n,rki - un battesimo catastrofico - fu il modello mitico del battesimo dif-trrso in Giudea nel I secolo e di altri battesimi mondani.l'. ugualmente non ci vuole molto per capire che anche l"'umanitd" sa-

rt'lrhc statfl battezzata con I'acqua agli Inferi, prima di emergere nel mon-,l( | \uperiore.( icsi Cristo, nella sua primordiale identitd, fu il salvatore di una primor-

, l r l r lc "um&Diti"? Sacrificb una "came" divina e un "sangue" divino per sal-\ ,u c una sotterranea forma di umanitd? Lavd via i peccati per cui questo ru-r r( )r'()so "popolo" sotterraneo era stato cacciato via dal cielo? Le cadute "te-,tr' nore" erano i "molti" per i quali Gesi diede in cambio la propria vita?l ,r a questa la missione dell'originale GesD Cristo?

I-A I3I'SURRI'ZIONI' DIiI MOITTI:II- MISTI'RO DI..GIJ IGIGI

'lt'lla Primo epistola ai Corinzi,Paolo scrisse che I'uomo era stato crea-rr, rr pi11ir" da un corpo fisico e uno spirituale e che quest'ultimo era sce-

I if traduzione b un misto di Dalley, Myths from Mesopotamia, cit., p. l5 e errl cit., pp. 99, | 00.t iv l:22: vd. anche Gv 3:26 e I'affermazione contraddittoriain Gv 4'.1,2.

3t2 QUANDO GI.I DEI SCESER,O SUII.\TEI?,ITA

so dal cielo nel momento in cui Dio aveva infuso il soffio della vita nellenarici di Adamooo. Per questo, concludeva Paolo, erc possibile per l'uomotornare a questa forma spirituale e risorgere alla vita eterna in cielo.Ma questa era la veriti, o era solo una mezza veritd?Se le scuole misteriche del t secolo erano degne di questo nome, uno dei

loro piir grandi segreti sarebbe stata la tradizione pagana di una cadutaf-sicc dell'uomo dal pianeta del cielo, un "fatto" celato nella letteraturacontemporanea. Ed d pensando a questo segreto che dobbiamo ora cerca-re il significato esoterico della resurrezione e della vita eterna.Se accettiamo la teoria di Paolo del "corpo spirituale", allora la resurre-

zione finale dell'uomo riguarderebbe solo lo spirito e si avvererebbe d'uncolpo solo grazie alla seconda venuta di Cristo. E se ci fosse un aspettonascosto in questa resurrezione? E se la resurrezione finale fosse relativaal corpo fisico? Se il Cristo primordiale avesse gid resuscitato il corpospiritttale dell'uomo all'inizio dei tempi?Per comprendere questo punto, che si riveleri di profonda importanza,

volgiamoci ora al poema epico babilonese della creazione,l'Enunm elish,e al mistero di cosa accadde fra Marduk, gliAnunnaki e i misteriosi esse-ri noti col nome di lgigi.Nella tavoletta vl dell'En uma elish, Marduk, dopo aver vinto Tiamat e a-

verne sepolto il corpo in terra, decise di creare il "genere umano" per sol-levare gli ddi dalle loro fatiche. Come risultato di questa creazione (avve-nuta con I'aiuto di Ea), Marduk riusci anche a <liberare gli ddi>, dividen-doli in due gruppi: gli Anunnaki e gli Igigi. Il lettore poco attento potreb-be pensare che questo atto fosse assolutamente indipendente dalla crea-zione dell'uomo, ma in effetti il testo suggerisce una stretta interdipen-denza. E tale era I'importanzache il testo la sancisce due volte.La prima, nelle righe 5- 10, in cui Marduk dichiara:

Si, creerb un Lullu [un uomo primitivo].Egli sar) incaricato del servizio degli ddi,cosicchd essi possano restare in tranquil l i td!Che io possa cambiare miracolosamente gli usi degli ddi.Prima, essi erano raccolti tutti insieme come una palla,

. ora essi saranno divisi in due gruppiot.

La seconda, nelle righe 35-44:

Quando Ea-il-saggio aveva creato I 'umanitir,aveva imposto a essa le fatiche degli ddi (e aveva liberato gli ddi).

Quell'opera fu al di lh di ogni comprensione,poichd Ea-il-saggio la compi con i miracoli di Marduk.Allora, Marduk, i l re, divise gli dbi,

on I Cor 15:45-49.o7 La traduzione d un misto di mer, cit., p. 68: Dalley, Myths frtrm Mesopotamia, cit., pp. 260,261

e Heidel. The Babyloniurt Genesis, cit.. p. 46; tuttavia per la quinta riga ho scelto I'affascinante tra-duzione di Jacobsen, Tlrc Treasures of Darkness, cit., p. l8l, perch6 una "palla" d una perfetta de-scrizione della forma in cui gli ddi erano un tempo uniti. Vd. anche gli ulteriori riferimenti nelle ri-she39.44 e 143-145 dell'Enuma e/isft. tavoletta vl.

gli Anunnaki, tutti, sopra e sotto.Egli l i assegnd ad Anu, per custodire i suoi decreti,egli ne pose trecento nei cieli come guardiani.Fece altrettanto quando stabili le regole della Terra.e quindi ne fece dimorare seicento in cielo e sulla Terra,,,.

(.)ucsto brano significa che i trecento ddi Anunnaki degli Inf'eri generaronorl('ccnto doppi metafisici: gli dbi Igigi. Mentre gli Aiunnaki rimasero inIt'r'r'ir - liberi del loro lavoro grazie allacreazionJdell'.,uomo" - il gruppo,lt' l l i lgigi fu innalzato al cielo, metafisicamente, e fu veramente liberato.

'\ltri brani dell'Enuma elish e di altre opere ci informano che gli Igigi e-r'lr' ,.i puri dbi>, che dimoravano nei cieli con uno <splendore come fuo-,rr""". ll piD importante fra loro era Marduk stesso e un testo suggerisceI'crsino che gli lgigi contribuirono alla costruzione della dimora celeste di\ t rrrduk, l 'Esharra" ' . E considerando i l fat to che gl i Anunnaki erano ilrrr'menti fisici della dimora celeste, anche gli Igigi - i loro doppi meta-lrsici - erano i frammenti della residenza cel6steilie e.a stata rimessa in-'r('nre (metafisicamente parlando). L'elevazione degli Igigi at cielo era,lrrrrrdi un altro esempio della separazione metafisicaira c"iJlo e Terra.(.)rral era, dunque, I'interdipendenza, enfatizzata due volte nell, Enuma,.lrtlt., tra la separazione di Anunnaki e Igigi e la creazione dell'..uonio',1| .r risposta,.in una parola, b: <Sostituzionerr. Ripetendo ancora una voltal,' prrrole del poeta sumerico:

chi mai fra coloro che sono saliti dagli Inferi d potuto uscire senzapagarne lo scotto?7'

ll prezzo del riscatto degli Igigi dagli Inferi fu I' inserimenro dell'..uma-rrltr" - le teste nere - neglilnferi.L'Enuma elishlo dice esplicitamente'r,' l lc righe 25-29 della tavoletta vII:

Quafio, che.il popolo glorifichi ruru [un nome di Mardukl come ACAKtr.srgnore della pura magia. che fa lornare in vita i morti,colui .che mostrd compassione per gl i dei v int i .che nmosse il giogo imposto agli ddi, suoi nemici,e che. per liberurli, crei I'umanita,,.

I I I.-GI.I I3I.:SUSCITO I MOI1TI Jt3

( ()lne il poeta babilonese aveva detto precedentemente, fu <un'opera allr l : r r l i oqni cnmnrencr^nc\\r di ogni comprensiI rit ul Ognl comprenslone>>.\lrr che c'entra la resurrezione dei morti? Nella tavoletta vr. r ighe

t , l. troviamo altri interessanti particolari:

Secondo, essi lo [Marduk] chiamarono ASARLUHT come NAMlrr-a, ir dioche dd la vita.

I r t r rduzione d un misto di ANr7, c i t . , p._6g, Dai ley, Mvrhsfrom Me*tp. tunr i t r .c i t . . pp. 260. 26r' l r ' lc l .zf teBubvlonianGenesis,c i t . ,p.46.Notateihegl i

Anunnaki .ncl la lerei6tal i t l ,cran()no-,rrrc .ddi potent i d i c ie lo e Terra"; vd. lv t r , c i t . . p. lgb.rr r . e i r . . pp. 58.59. 164.

l r r . p. -503. tavolet ta v i l .l.r\'{)hsen, The Treasures oJ'Darkness, cit., p.

-59.| . l r roduzione d un misto di ,1NEr. c i t . , p. 70 e Dal ley. M.) , ths f ront Me.sortotnmir t . r : i r . . n ?6R

314 QUANDO GI.I DI.:I SCT:SI.]RO SUII.ATI-:RRA

Colui che ristabili tutti gli dbi rovinati, come se fossero una sua creazionc.

il signore che fa tomare in vita gli ddi morti Wr mezzo della sua pura magia".

Questo significa che gli Anunnaki erano considerati ..ddi rovinati> e ,,d}i

morti>) a causa della loro caduta agli Inferi. A quanto pare, Marduk aveva re'

Suscitato gli Anunnaki, creando l"'umanitd" in loro sostituzione e facendoliquindi risorgere in cielo, sotto forma dei loro corrispondenti celesti, gli Igigi.-Ora

io credo che questa leggenda abbia notevole imporlanza per il cri'stianesimo perchd ci fornisce un modello di cid che l'alter ego primordia-le di Cristopub aver fatto agli Inferi all'inizio dei tempi. Come ho evi'denziato nel Capitolo 8, gli Anunnaki e gli "uomini" erano come due pri'

mordiali piselliln un baccello sotterraneo. Quello che valeva per gli uni,valeva anche per gli altri.Naturalmente, tali questioni non erano riferite esplicitamente nei libri

del Nuovo Testamento, ma non c'd da stupirsi. Dopotutto, abbiamo chia'rito che gli Inferi erano al centro degli antichi misteri e questi aspetti nonerano destinati a essere discussi apertamente.Nondimeno, nel Vangelo secondo Matteo, troviamo una curiosa leggen'

da che potrebbe evocare la redenzione sotterranea. La strana storia si

svolge subito dopo la morte di GesD sulla "croce" (stauros,letteralmente

un "palo") e dice cosi:

Ed ecco, la cortina del tempio si squarcib in due, da cima a fondo, e la terra tremd e

le rocce si aprirono, e le tombe si aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, re'

suscitarono; e usciti dai sepolcri dopo la resurrezione di lui, entrarono nella santa

citth e apparvero a moltito.

Questa istantanea resurrezione mal si adatta all'idea secondo cui GesD

resuscitd dopo tre giorni, ma si accorda perfettamente al quadro del Cristoprimordiale crocifisso in cielo e gettato in Terra. Questo spiegherebbeperchdla terra si apri e la cortina del tempio (nel sancta sanctorum, il Le-game tra Cielo e Terra) si squarcib in due". L'autore del Vangelo secondoMatteo stava forse riferendo una tradizione relativa al Cristo primordiale?E quanti altri aneddoti contenuti nel Nuovo Testamento possono deriva-

re dalle leggende del Cristo primordiale? [l suo atresto, il giudizio e lacrocifissione in cielo? La sua discesa agli Inferi e la sua seconda crocifis-

sione in quel luogo? Possiamo suppolre che tutte queste storie circolasse-ro in forma orale duemila anni fa, almeno all'interno delle scuole misteri-

che. E un'idea davvero affascinante.Inoltre, c'd un testo gnostico, scoperto a Nag Hammadi nel 1945, che

sembra confermare il fatto che Gesi Cristo scese davvero agli Inferi e re-suscitb i morti, proprio come Marduk. Il testo, intitolato Vangelo di Veritd,riferisce:

'r La traduzione E un misto di elvrr, cit., p.70, Dalley, Myths from Mesopotamia, cit.. p. 266 e Hei.

del,The Babylonian Genesis, cit., pp. 53, 54.,. Mt 27.51-53, Mc 15:38 e Ir 23:45 menzionano lo squarcio della cortina, ma non I'ascensione; h

*santa cittio poitrebbe essere la Gerusalemme celeste.

" Spiegherebbe anche la leggenda, in Ir 23:44,45, del sole oscurato per tre ore.

3t5

ll Scrne dell'Umanith [ciob Cristo] emerse dall'indistruttibiliti, estraneo alla comr-

;', ', ', ':,.... scese nell'Ade [gli Inferi] e compi opere potenti. Li, egli resuscitd imor-

(.)rrcsto, secondo me, era davvero un vangelo di "veriti", che non riguar-,l.n a il GesD fatto uomo del t secolo, ma il Gesi dio di milioni di anni pri-rrrrr. Perchd tale dio aveva davvero resuscitato i "morti" aeli Inf-eri e av-eva,l,rt. loro la "vita", offrendosi in riscatto e facendo risorcire in tal modo i, l, rppi metafisici degli "uomini".(.)ucsta mi pare sia la storia della prima venuta di Cristo: come scese dal

, rt' lo agli Inferi nella sua forma primordiale, all ' inizio dei ternpi, e salvdrrrr"'umanitir" primordiale dai suoi peccati celesti, sacrificando la propriar'll't1e" e il proprio "sangue" celesti.\la questo d solo I' inizio della storia, che sta per diventare sempre pii

lrltcressante, perchd d a questo punto che noi - umanitir in carne e ossa -r'utriamo nel quadro, dopo essere emersi, sotto forrna di Adamo (o Isac-,,'). dagli Inferi, recando sempre il fardello dei peccati dei nostri lontani errut ic i antenat i .(Juanto al modo in cui noi peccatori saremo salvati e restituiti al regno di

f )r.. secondo la chiesa, questo riguarda la seconda venuta di cristo, ar-,l('ntemente attesa ormai da duemila anni da milioni di cristiani in tutto ilr r rot tdo.\lrr ci rendiamo davvero conto di cosa esattamente implichi la seconda

\ ( 'nuta di Cristo?l', tcmpo, caro lettore, di dire la scioccante veritd su cosa sia il cristiane-

\ililo e di scoprire se ci sia in realtd una "veritd".

l';rrcf s, Ifte Gnostic Gospels, cit., p. 107.

t31-AI.-INI' DEI GIOI1NI

Ecco. io creo dei nuovi cieli e una nuova Terra:

non ci si ricorderir piir.delle cose di prima;

esse non torneranno plu ln memorla.

Yahweh nel libro di [saia, caP. 65

Duemila anni fa, quando nacque il cristianesimo, le persone vi erano ini-

ziate tramite un ritobattesimale. Ma, diversamente dai battesimi moderni,

questo antico rito cristiano era una procedura d'iniziazione per adulti.l-

noltre, esso implicava una completa immersione dell'adulto nell'acqua, di

solito nelle acque di un fiume importante, come il Giordano in Palestina,

o il Tevere in Italia.

Il simbolismo delbattesimo era talmente profondo che I'iniziato credeva

che tutti i suoi peccati trascorsi venissero "lavati via". causando cosi una

sorta di rinascita. Alcuni iniziati per I'occasione adottavano un nuovo no-

me, proprio come Saulo che assunse il nome di "Paolo". In breve, il batte-

simo era un evento che cambiava la vita, una cerimonia d'iniziazione che

segnava il principio di una nuova vita.

Con la naicita del dogma cristiano. nel I e II secolo, il rito del battesimo

venne associato non solo alla rinascita in generale, ma alla morte e alla re-

suffezione di Cristo in particolare. Ai battezzandi veniva quindi chiesto di

accettare il credo cristiano rispondendo .<Credo" a varie domande poste

dal vescovo.Nel corso del ttt secolo, il vescovo lppolito tramandd per iscritto questo

rituale di domanda e risposta eseguito durante i battesimi a Roma. Cerca-

te di immaginare la scena dell' iniziato immerso completamente tre volte

nelle acque del Tevere. Ecco la descrizione di lppolito:

Quando il battezzando s'immerge nell'acqua, il battezzante, ponendo la mano su di

lui, dird: <Credi in Dio, Padre Onnipotente?>.E 1l battezzando dirir: <Credo>.Poi, tenendo la mano sul suo capo, egli lo battezzerir una volta.

E poi dirb: <Credi in GesD Cristo, Figlio di Dio, nato dallo Spirito Santo della Ver'

gine Maria, che fu crocifisso sotto Ponzio Pilato e mori e tu sepolto e ascese al cielo

e sedette alla destra del Padre e verrd a giudicare i vivi e i morti'/>.

E quando egli [ ' iniziatol diri: <Credo>, egli lo battezzer) di nuovo'

E ancora egli tit vescovol diri: <Credi nello Spirito Santo, nella santa chiesa e nel-

la resurrezione del corpo?".llbattezzando dirir: "Credo"

e, quindi, verrir battezzato per la terza voltar.

Questa, va sottolineato, era la forma cristianizzata del[' iniziazione batte-

1 The Histon of Christianin*, cit., pp. I 16, l17.

\ lnrirle e venne stabilita molto dopo La crocifissione di Gesi a Gerusalem-rrrt'. Nessuno affermerebbe che queste domande e risposte facessero parte,lt ' l battesimo eseguito da Gest o Giovanni Battista.(.)ual era, quindi, la forma del credo battesimale neila prima meti del r

.t'r'olo d.c., prima della cristianizzazione? cosa potevaiimboleggiare illrrrttcsimo per le scuole misteriche, che presumibilmente conoscevano ilr.'ro ed esoterico significato del "lavaggio" dei peccati e della rinascita, k ' l l 'uomo nel le acque?Srrlla base degli argomenti presentati nei capitoli precedenti, credo che

,hr1'1's1166 immaginare il battesimo nei termini del seguente rituale di do-nurnde e risposte (che b puramente ipotetico, ma nondimeno illustrativo):

ll battezzante: "Credi in Gesi cristo, il Figlio del principio, la parola, e la pietra an-

',rlrrrc scartata dagli edificatori, che emerse dal padre delprincipio, a sua immagine,lrc gettd le fondamenta della Terra e divenne un fondamento soiido, che cred tuite le

I i I"\ I.'INE Dr:I GIOI1NI

' , . r r to e del fuoco?>

3t7

Spirito

'se . visibil i e invisibil i , che fu crocifisso in cielo come in Terra e soffri misteriosa-' " \u, yrsrul | t ! lnvts lDl l t , cne Iu Cfocl I lSSO ln Clelo COme ln lef fa e S

rrr 'nte per i peccati del primo "uomo", nell 'adunanza dei malvagi?>.| ' in iz iato: <Credo>.ll l)attezzante: <Credi in Gesi Cristo, che scese nell'Ade, che purificd Ie teste nere

, l:rvr'l via i loro peccati con la sua "carne" e col suo "sangue", ihe si offrj in eternon\( irtto per loro, che li resuscitd dalla morte - tutti loro - e Ii sollevd in cielo, perchd.l ' lcndessero come gli Igigi per sempre?>.I i r r iz iato: .Credoo.ll l)attezzante: <Credi in Gesir Cristo, che torner)r misteriosamente, resusciter) i l

1'rr r1r1i1v corpo dalla morte:, come i primogeniti dei morti, battezzerd,l'umaniti con lo\l,rr ito Santo e col fuoco, separerd le pecore dalla capre, solleverd i corpi dei giusti in. r,'kr c ci unirir a lui, a suo Padre, agli Anunnaki e agli rgigi e ai nostri intenaii, le t.-.r(' ilere. in pace per semprer?I t redi.che questo battesimo nel fiume Giordano riproduca hella carne umana, I'o-

,rr ' i lrale battesimo dei nostri antenati nelle acque primordiali del grande abisso elrrr rrdi f avi via i nostr ilrtt ttdt f avt vr] i nostri peccati e ci f'accia rinascere e ci prepari alla seconda venuta di

t rl\t(), quan_do egli sard sollevato in cielo per mezzo del suo battesimo dello Spirito

I iniziato: <Credoo.

\t'bbene questo rituale sia puramente ipotetico, secondo me rappresentarl \cqreto di cib che era I'antico battesimo, vale a dire un rituale comme-rrrrrlativo del battesimo dell'umanitd primordiale agli Inferi, da qui I' idea,lr rrna completa immersione in acquao. uiniziato sarebbe quindi emerso,l,rll 'acqua, rinato, con ipeccati passati perdonati e lasciatitotalmente alleI'rrllc. Secondo me questa era una drammatica riproduzione della nascita

l,rrrrrordiale dell'uomo agli Inferi, quando i peccati degli antenati caduti,l.rl ciclo furono lavati via da un diluvio di enormi proporzioni (i.futurit', 't cati delI'uomo, naturalmente, erano tutta un'altra questione).

l ' r r l ) r io come Ri (Osir ide) o la Fenice.r l r . Mt 8:10, secondo cui i bambini .hanno corr ispondent i angel ic i in c ie lo che contemplano i l

' r ' , ( i i Dio.t r rrrrc h1 scritto Mircea Eliade in The Mtth o.f the Etemat Return, cia., p. 59: .A livello cosmico." l i lbat tesimol equivaleal Di luvio".Vd.anche I Pe3:20.2l .chesugger isceunlegamesimbo-' t r r r i l bat tesimo e i l Di luvio di Nod.

rliri

lili

l l8 QUANDO GII DI.:I SCF:SERO SUII.A TT:RRA

In tal modo I'iniziato, avendo riprodotto la sua nascita primordiale, erapronto per il fondamentale secondo battesimo, che lo avrebbe resuscitatoin cielo. Perch6, con le parole di Gesi nel Vangelo secondo Giovanni:

In veriti, in verith io ti dico che se uno non d nato d'acqua e di Spirito, non pud en-trare nel regno di Dio5.

Cos'era, dunque, questo secondo battesimo dello Spirito Santo? Era inrealtd un battesimo con lo Spirito Santo e con ilfuoco, come d spiegato daGiovanni Battista nei vangeli di Matteo e Luca:

Ben vi battezzo io con acqua in vista del ravvedimento, ma colui che viene dietro ame d pii forte di me e io non son degno di portargli i calzari. Egli vi battezzerd con ktSpirito Santo e con il fuoco. Egli ha il suo ventilabro in mano e netterir interamenteI'aia sua e raccoglierh il suo grano nel granaio, ma arderh la pula con fuoco inestin-guibileo.

Questo b uno dei brani piD importanti dei vangeli, perchd attesta il fattoche la seconda venuta di Cristo sard catastrojica. Il tempo di questo avve-nimento futuro era noto appropriatamente come "Fine dei Giorni".Un tipico esempio di questa Fine dei Giorni, secondo la visione cristia-

na, si trova nella Seconda epistola di Pietro, dove l'apostolo Pietro giu-stappone il futuro evento catastrofico - una distruzione per mezzo delfuoco - al precedente evento catastrofico - una distruzione per mezzodell'acqua.

Questa era I'idea di Pietro sulla Fine dei Giorni:

Poichd costoro [quelli che non credono alla seconda venuta di Cristo] dimenticanoquesto volontariamente: che ab antico, per effetto della parola di Dio, esistettero deicieli e una Terra tratta dall'acqua e sussistente in mezzo all'acqua; per i quali mezziil mondo d'allora, sommerso dall'acqua, peri; mentre i cieli di adesso e la Terca, per

la medesima parola [di Dio] sono custoditi, essendo riservati al fuoco per il Giornodel Giudizio e della distruzione degli uomini empi'.

Ora, secondo la Chiesa, Cristo d, ed d sempre stato, una figura spiritun-/e, in accordo con la popolare, ma occulta versione della religione giudeo-cristiana. E si ritiene quindi che non ci si debba preoccupare della descri-zione catastrofica biblica della Fine dei Giorni. Al contrario, la Fine deiGiorni. dovrebbe essere intesa solo come una trasformazione metafisicadi tutte le cose. In altre parole, un miracolo di Dio.Ma d davvero questo che dicono le Sacre Scritture? I cristiani compren-

dono veramente la natura catastrofica della Fine dei Giorni, da essi attesacon trepidazione?In questo capitolo, torneremo alle origini, esaminando la Fine dei Giorni

non solo negli scritti cristiani ma anche nei libri dell'Antico Testamento.

5 Gv 3:5.

" Mt 3:ll. Cfr. Mc l:7,8 e Ir 3:16. Inizialmente avevo supposto che "colui che viene dietro a mer

potesse essere Dio stesso, ma ora ho abbandonato quest'idea. Gv l:26-30 suggerisce fortemente chcsi tratti di Gesi Cristo.

' 2 Pe 3'.5-7.

I I I-A, I--INE DF:I GIORNI 3t9\r*lizzeremo con attenzione i vari messia (.,unti") dell,Antico Testamen_rr. lx sxi apparizione b attesa alla Fine dei Giorni, e oe"iJe.e-o se essi\ri'o o meno identificabili con il Messia cristiano, Gesir cii.sto.l'ri, dopo aver stabilito-il {gnificato della Fine dei cirr"l,-rorneremo

l';rcvemente al soggetto del piincipio dei Giorni, p".;;;;;;na visione,l' irrsieme dell'intero credo cristianb.(.)ucsta, oerd, sard una visione diversa, una visione ispirata dalle tradi_rttuti occulte del cristianesimo. Di conseguenza, arriveremo ad alcune in_, rctlibili conclusioni relative^agli eventiche veramente ebueio luogo inI'rrlcstina circa duemila anni fa.-

II. GIORNO DI'I- SIGNOISENcl libro dei salmi, si afferma che <ir timore der signore d ir principio

'lt'll 'sapienza>8. come ygdremo ora, <<iltimore aer sifinoie, potrebbe es-rt'rc benissimo lafine della Sapienza.('.rninceremo il nostro studib sull'escatologia dell'Antico Testamento

,,rr11 152i2, il piD^importante dei profeti, che ha-fornito diversl interessanti,tt'scl'rZloflr del futuro disastro. uno dei brani pii vivaci compare nel capi_trrlly ?{ del libro di Isaia. eui, si legge:

Ecco, iJ. Signgre -yu9g

la Terra, e la rende deserta; ne sconvolge la facciae ne disperde gli abitanti...

Glii9illl-,t de'a Terra sono consumari dal fuoco e poca d ra genre che nee nmasta. . .

si apriranno le cateratte e le fondamenta delra Terra tremeranno.La Terra si schianteri turta, la Terra si screporerd ini";;;;;", la Terra

tremerd, traballerd.La Terra barcolleri come un ebbro...,,.

( )\scrvate il riferimento all'apertura delle cateratte del cielo _ parole che''\()cano chiaramente il Diluvio universale di Nod. La visione di Isaia ri_)'rlilrdava quindi un cataclismafisico e molto reale.t ;rr'idea simile d espressa in 1i 13, in cui il profeta dichiara:

Urlate, poichd i! 4orno del Signore d vicino; esso viene come unadevastazione di El Shaddai...

Ecco. i l giorno ter signore giunge, giorno crudere. d'indisnazione ed' ira ardente, che fari dell; Te;a in deserto. . .

Poich6 le stelle e le costellazioni del cielo non faran pii brillare la loroluce.

Il sole si oscureri fin daila sua levata, e la runa non fari piir risprendere il suochiarore...

<Farb tremare i cieli e la Terra sard scossa dal suo luogo...>,,,.

lrr rrccordo con la tradizione ebraica, Isaia si riferisce alla Fine dei Gior-

t,,/ | | | : 10. Cfr. Prrl ' 9:10./ , . l -1: l : 24: l8-20./' I l;$; ll;Q-ll Le parole ricordano molto alcuni brani della leggenda mesopolamica intitolara' , , l.tltunu vd. Dal)ey, Mythsfrom Mesopoktniu,cit., rrp. 2g-5_3D

320 QUANDO Gl.r Dr-:r SCISr:RO SUll-ATI':l1l1A

ni come al <Giorno del Signore>>, ed d chiaro da questo brano che sarebbe

stato un giorno catastrofico non solo per la Terra, ma anche per il cielo.

Per inciso, il riferimento di Isaia a Dio come <El Shaddai> d importante,

perchd questo era il nome arcaico di Dio. il suo nome piir antico, pre99'

dente a quello di Yahweh". Il nome El Shaddai, quindi, ci fa penetrare I'i-

dentith originale del dio ebraico, prima che fosse celata dietro vaghi nomi

quali Elohim e Yahweh.

Cosa significa El Shaddai? Esso ricorda il nome del dio pagano El, il su-

premo dio dei Cananei, la cui residenza divina era una "montagna", nota

come Shad, un nome che deriva dal termine accadico shadu, "monta-

gna"'t. Inoltre, proprio come Yahweh aveva chiamato Mosd <dalla monta'

gna> (il Monte Sinai), cosi El parlava agli altri ddi cananei dal cuore del'

la sua "montagna"'3.

Di conseguenza, si pub affermare con sicurezza che il significato di El

Shaddai era "Dio delle Montagne" o "Dio delle Vette delle Montagne"rn.

E per questo motivo che gli Ebrei immaginavano la Fine dei Giorni co-

me un'armata che scendeva sulla Terra da una montagna o "montagne"

celesti, come in Is l3:

S'ode sui monti un rumore di g,ente, come quello di un popolo immenso...Yahweh-Sabaoth ["Signore degli Eserciti"] passa in rivista I'esercito che

va a combattere.Vengono da un lontano paese, dall'e,stremitit dei cieli, il Signore e gli

strumenti della sua ira per distruggere tutta la Terra't.

Quest'immagine b incredibilmente simile a quella descritta in alcuni te'

sti mesopotamici'0.Nel libro di Gioele, troviamo un brano analogo. Ancora una volta, si im-

magina che El Shaddai, il Dio delle Montagne, invii un ,,esdrcito> per at-

taccare la Terra, come un battaglione di cavalli e carri:

Il giorno del Signore d vicino e venb come una devastazione mandata daEl Shaddai . . .

Tremino tutti gli abitanti del paese, poichd il giorno del Signore viene,perchd b vicino, giorno di tenebre, di densa oscuritd, giorno di nubi, di

fitta nebbia...Viene un esercito numeroso e potente, quale non si vide mai prima' ndmai piir si vedrb poi negli anni delle etd piit remote.

'El Shaddai compareancheperes. inGnlT: l ;35: l l ;43:14; Es6:3einnumerosi a l t r i punt i .

' ' Una parola conelata, shadotl, significa "essere forte o potente".

', Es l9:3. El risiedeva all'interno di sette camere e otto recinti della sua montagna Shad: vd. 'qttli|,c i t . , p. 137.

,o Questo potrebbe riferirsi alla montagna scissa in due o alle montagne duplici di cielo e Terra, o

ancora alle due distinte montagne del cielo. Per inciso, esiste un parallelo hiblico con la montagnl

scissa in d:ue in Zuc 6: l: .E alzai di nuovo gli occhi, guardai, ed ecco quattro carri che uscivano di

f ra due mont i ; e i mont i erano mont i t l i rante".,, /s I 3:4, 5. Questo si trova nel contesto di una profezia che riguarda probabilmente Babilonia. Un

simile esercito E paragonato a uno sciame di locuste in Gioel 2:25.r" La parole ricordano le lamentazioni mesopotamiche relative al terribile popolo delle montagncl

i Gutei, che sarebbero stati inviati da Enlil per portare la devastazione nel paese di Sumer: vd. ANL-r.

c i t . . pp. 6 I 3. 649.

l;\ t-INI'l DI':I GIOI3NI 321

Davanti a lui r.rn fuoco divora, e dietro a lui divampa una fialnma.Prima di lui i l paese era come un giardino d'Eden;'dorro di Iui, B un

desolato deserto; nulla gli sfugge.A vederli paiono cavall i, e corrono come dei cavalieri.Si fa come uno strepito di cari. quando saltano sulle vette dei monti;

fanno un crepitio di f iamma che divora la stoppia...Davanti a loro trema la Terra: i cieri sono scossi. ir sole e ra luna si

oscurano, le stelle rit irano i l loro splendore.Il Signore tuoner) davanti al suo esercito...I l giorno del Signore d grande, olrremodo tenibile, chi Io potrl

sopportare?''

(.)rrcsti brevi estratti forniscono una quadro abbastanza rappresentativo.1,' l lrr Fine dei Giorni immaginata dai profeti dell 'Antico Tesiamento. Do-rrt 'nln.lo, tuttavia, prendere nota di una variante, che immaginava il cata-,lrsrna come l 'esatto opposto della creazione di Gn l: in altre parole un,ttnntl lemento dell 'opera di Dio. Un buon esempio di questa credenza sirrrr\rr Jr!l l ibro di Geremia, in cui i l profeta affenna di aver avuto la se-, 'u( 'ntc v is ione del la Fine dei Giorni :

Io [Geremia] guardo la Terra ed ecco b desolata e deserta; i cieli. e sonosenza 1uce.. . ,8.

\ , lute come le parole <<desolata e deserta>> imprichino un r i torno al lal, ' l l ir non creata, un'idea enfatizzata dalla scomparsa della luce che era.r . r t i t creata da Dio.l l Prof'eta Isaia approfondisce la stessa idea, descrivendo come la Terra

:, 'nr('r 'r ' t al suo stato primordiale di sfera indiff-erenziata:

La voce di uno che grida nel deserto: <Preparate la via del Signore,appianate nel deserto una strada per i l nostro Dio.

Ogni valle sia colmata, ogni moltte e ogni colle sia abbasszrto; i luoghierti siano livellati, i luoghi scabri diventino pianura.

Allora la gloria del Signore sard rivelata>r,.

r.)uesto d un brano interessante, se non altro per il mi.,uesro e un Dfano lnteressante, se non altro per il mistero che circonda,r,lividuo <che grida nel deserto>>. chi b? Torneremo tra breve su ouestoquesto

, rnl() con un'ipotesi sorprendente.\( l lrattempo, che dire della <gloriu del signore? euesto d un argomen-' . rl lrrscinante. perchd il terrnine per "gloria" in ebraico era kat ohdh-, dal si-

, rrrlrr' irto letterale di "pesantezza"lo. En passant, dobbiarno menzionare che\ lrrrroscr i t t i del Mar Morto conservano un'ott ima descriz ione di come

illr'\1il Pesantezza di Dio avesse riempito kt Terra al tempo della creazione.' rr('\tlr d la mia ricostruzione delle seguenti, in parte frammentarie, righe:

' ' t ' t l l ' - l5: 2: l -5; 2: 10, l l . Vd. anche Giocl 2:?0. - l l : < l l sole sard nruraro i r r tcnebre. e la luna

' ' r ic [ ) r ima che venga i l grande e terr ib i le giorno del Signore, ., , , r -1:1.1./ l0: .1-5.t ' \ t \ l t t ot l the scr iprures, c i t . , vol . t , p. 963. Cl i . la pesantezza del lo s lenr ("nome")di Dio in /s

( )\scrvate in inglese Ia connessione tra heat'iness, "pesantezza". e heaven, "cielo". tramite il' ' t r t l lvrrr ' r ' . "sol levare".

Egli tDiol modelld le opere di cielo e Tena ed essi s'incontrarcno e la sua Glorit

lPesantezzal riempi [...] ' ' '

Questa Gloria, o Pesantezza, quindi, torneri sulla Terra alla Fine dci

Giorni, proprio come b caduta sulla Terra al Principio dei Giorni. E il ri'

sultato sardL altrettanto catastrofico, anche se la Gloria E stata trasformab

in un fenomeno metafisico'E ora le buone notizie. Secondo le tradizioni ebraiche della Fine dei

Giorni, la distruzione del tnondo non sar) una distruzione totale' La terrS

continuera a esistere. In effetti, un principio fondamentale della filosofir

ieligiosa giudaica era che la Terra doveva-sopravvivere per poter essere ri'

popblah da una nuova generazione di giusti'^ Questo d logico, perchZ dobbiamo sottolineare che I'atto originale di Dio

nin fuuna cieazion e ex nihilo".ln Gn I Dio in effetti aveva creato la Ter'

ra come Ia conosciamo, adoperando la sua forza catastrofica pet rifure ll

Terra con le sue valli, montagne, fiumi e oceani'

Per lo stesso motivo, cib che Dio farh in futuro, alla Fine dei Giorni, nor

sard distruggere completamente la Terra, ma piuttosto.rimodellarne la su'

perficie. i{T"rtu come la conosciamo cesserh di esistere, ma il pianetl

Terra in sd sopravviverd.Cosi si comprende il concetto biblico di una "nuova Terra" menzionatg

nel libro di Isaia'.

(Dice il Signore:) ,.Ecco, io creo dei nuovi cieli e una nuova Terra; non cl

si ricorderh pii delle cose di prima; esse non tomeranno pii in memoria!.

322 QUANDO GI.I DI:]I SCT.ST:RO SUII.ATI':RRA

Quanto ai "nuovi cieli", si crede che grandi mutamenti avranno luogo nOl

firinamento alla Fine dei Giorni, "uutuido

cosi anche ilrimodellamento dd

cieli. In Is 34,peresempio, leggiamo: <Tutto I'esercito del cielo [le stelle] sl

dissolve; i ciei sono anotolatiiome un libro, e tutto il loro esercito cade>>r

in un uttro punto di Isaialeggiamo del desiderio di Dio di puniry "l'eserci'

to di lassiro, presumibilmente pe. aver agito come falsi ddi dell'umanitdf5'

come sarh ia vita in questa nuova Terra? Nel libro di Isaia,leggiamo c

la nuova Terra rinascerb tra grande spargimento di sangue dell'umani

Dio radunerh tutte le nazioni pagane e le porterh in massa nella <<valle

giudizio> (probabilmente gli Inferi)'o'

2' Eisenman -wise, Dead sea scntlls tJntovered, cit., p. 240. Numerosi altri brani nell'Antico

stamento confermano la mia interpretazione. Per er"rnpio, i brani che parlano della "gloria

del

!no."o, o del suo nome che riempie il tabernacolo, o il tempio di Gertrsalernme,Pg::lt:

iarsi come un riferimento a quei centri sacri o microcosmi del pianeta Terra colmi della pesa

r l i Dio 'vd Nm 14' .21' . / Re 8: l l 2 Cron 5:14; Sal 8: l ; /s 6:3.di Dio: vd. Nm 14:21: / Re 8: l l ;2 Cron 5:14; Sal 8: l ; /s 6:3-,ifutti

gli antichi atti di creazione cominciavano in un preesistente.abisso acquatico, che

ruggio.uiro dei casi era gih occupato dalle "isole" di cielo e Terra nel loro stato originario.

" /s 65:17..n Is 34..4.Cfr. la leggenda mesopotamica <1i Erta e Ishum in Dalley. M .tthJ from Mcsop()lamia'

p. 308.15 Is 24:21.,u Gioel 3: l4i 3:2;3:12. La val le d vasta in modo soprannaturale ed d inverosimile che sia una

le terrestre; d piil probabile si tratti di un'allusione metaforica agli Inferi.

I I I.A, I.-INF] DI.:I GIOISNI J23

\cl libro di Malachia, Yahweh-Sabaoth, il Signore degli Eserciti, di-r l l l l l l ' i ] l

I'oichd, ecco, il giorno viene, ardente come una fornace; e tutti i superbi e chiunque,'1x'rrr empiamente saranno come stoppia; e il giorno che viene li divamperh...".

Sccondo Geremia, il numero dei malvagi sarA ale che i corpi degli ucci-',r ricopriranno la Terra <<dall'una all'altra estremitlu>28. Ma questo massa-r rrr lvrl la funzione di un riscatto per la redenzione degli Ebrei rimasti,, lre . al suono di una grande tromba, torneranno gioiosi alla citti di Geru-.,rlt'ilrlne, protetta dalle acque e dal fuoco, minacciosi e avanzantt, grazierl rnisterioso potere di Dio']o.(Jucsto tema - del ritorno finale dei sopravvissuti da tutti gli angoli del-

l.r 'lL'rra - b il fondamento della profezia ebraica.Sccondo alcuni racconti, anche Dio torneri a Gerusalemme e porterll

nn;r nuova era di pace (anche se non dobbiamo immaginare che Dio ab-l',rrrdonerd la sua residenza celeste, essendo perfettamente in grado di oc-, rll)irre contemporaneamente il cielo e laTena). Nel libro di Zaccaria,l )ro dichiara:

l,' 1111'n"r5 a Sion e dimorerd inmezzo a Gerusalemme: Gerusalemme si chiameri lat rttu della VeriD", e il monte del Signore degli Eserciti, la "Montagna Santa"3u.

ln cf'fetti, Dio porterh in Terra una <<Nuova Gerusalemme>>, un tema ben,'\l)r'csso nell'Apocalisse, nella visione di Giovanni:

l',ri vidi un nuovo cielo e una nuova Terra, perchd il primo cielo e la prima Terra e-

' rn') l)assati... E io, Giovanni, vidi la santa cittir, la Nuova Gerusalemme, scendere,',rr ,lal cielo d'appresso a Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposot'.

\bbiamo qui l'idea di un matrimonio sacro tra il cielo e la Terra e ancheI rtlca della "citti" come microcosmo del mondo. La Nuova Gerusalem-rrrt' diventerlL, in effetti, la nuova Terra32.(.)uanto alla vera cittd di Gerusalemme, I'Antico Testamento afferma che '

r':rr Sori sollevata dal caos circostante e il suo monte sare posto sopra tut-r,' lc altre montagne33. Secondo Isaia, Dio proteggere Gerusalemme e

ll t t l 1 ' .1.

r irr 25:29-33./ '

l7: | 3: 43:2,3.

/ ' t r 8.3.

l/, I l:2. Notate la ricorrenza della metafora "cinh - pianeta". che b stata essenziale per la nostrar , llrirrione delle leggende egiziane e mesopotamiche. E curioso che questo brano (tratto dalNuo-

l('\lan)ento) sembra seguire la filosofia dell'AnticoTestamento del nuovo cielo. Un'idea simile d, , .( nte anche nei Manoscritti del Mar Morto, dove leggiamo che il cielo sarir fatto dimorare con,l\ r(l pcr sempre e non che David sari fatto dimorare in cielo; vd. Eisenman - rWise, Deud Sea

, ' , l l r lJncoveret l , c i t . , pp. 90 92.\ci Manoscritti del Mar Morto, la Nuova Gerusalemme compare come una cittd gid pronta (con

rr,r tcrnpio) in cielo e in attesa di scendere sulla Terra; vd. Stegemann, The Library of Qumran,prr. 98. 209. Gli Oracoli Sibillini (tl secolo d.C.) riferiscono di una Nuova Gerusalemme che ha

llr r('nrpio... con una gigantesca torre che tocca le nubi"; vd. Eliade, The Myth of the Etennl Re-, , , r . t i l . , pp. 8, 9.

\ l i r ' l t 4: l .

r i l il "t lI

324 QUANDO GI-I DI::I SCEST:RO SUII.ATT-]IIRA

"passerd oltre", un'idea che evoca l'Esodo degli Ebrei primordiali dagli

Inferi, quando Dio <passb oltre>> le loro dimorera. E, sempre ricordando

I'Esodo, Dio proteggerd la citth di Gerusalemlne con una nube di fumo di

giorno e un fuoco fiammeggiante di notte'5. Tutta la montagna di Dio sarA

quindi coperta da una sorta di tenda protettiva.

L Antico Testamento descrive la nuova Terra, o Nuova Gerusalemme,

come un meraviglioso luogo idill iaco. Lo Spirito di Dio si riverseri giil

daf cielo, infondendo nella gente un nuovo senso di salda obbedienzaefe-

deltd'u. Gli occhi si apriranno, le orecchie si sbloccheranno e le menti si

colmeranno di una nuova comprensionet'.

Inoltre, il giudizio di Dio si estenderd a tutte le nazioni, in lungo e in lar'

go, che quindi sostituiranno le loro spade con vomeri, ponendo fine a tut'

te le guerre". Genti da tutto il mondo si raduneranno a Gerusalemme per

apprendere le vie del Signore e il monte di Dio si trasformerh in un bel pa'

radiso, in cui il lupo vivri con I'agnello, il leopardo riposerd con Ia capra,

il leone si ciberh di fieno come il bue e il popolo d'Israele non lamentertr

mai pii dolori e malattiese. Da quel momento in poi, tutta la gente che vi'

vrh a Gerusalemme sari chiamata "santa"'..

Questa nuova era di pace.sari amministrata da Dio stesso, o da un mes'

sia che agirh in vece sua.Torneremo su questo argomento del messia in seguito, per ora basti dirc

che nell'Antico Testamento gli vengono attribuiti numerosi nomi ed epi'

teti, come "Shiloh", "Consigliere Mirabile", "Principe della Pace", "Ra'

mo", "Radice di Iesse", o semplicemente "David". Questo Messia davidi'

co b Gesi Cristo? Vedretno.

Una volta che Dio avvierir questa nuova era sulla Terra, non ci sard piD

alcun mutamento, per I'eternith. ll Messia davidico governerl un mondo

perfetto e il resto d'Israele e la sua discendenza vivranno per sempre in un

paradiso di pace eterna:

Dice il Signore [a Israele]: .Come in nuovi cieli e la nuova Terra che io sto pet

creare sussisteranno stabili dinanzi a me, cosi sussisteranno la vostra progenie e ilvostro nome.. .) ' ' .

Questo d il quadro della Fine dei Giorni e la nuova Ten'a immaginata dai

profeti dell 'Antico Testamento. Il cataclisma che rimodellerd il mondo

condurri miracolosamente a una continuazione senza fine della storiao2.

" 1s 3l :4. 5.r 'L1 4:5.r" L1 32: l5: Gittel 2:28" Ez ll:11 1223: l3:9', l6:60: 20:;101 28:25 36:26: ?6:33.

" 1.s 32: L\8 Mich 4: l-5l. Gioel 3:10.' ' Ls I l :6-8: 33:24.

'" ls 4:2.

" Is 66:22.23.,, L'AnticoTestamento dh l'impressione che gli uomini conserveranno il proprio corpo. ma lascc.

ranno la <Jimensione di questo mondo per passare a una di un nuovo mondo; questa credenza sorse si.

curamente a causa del l 'opposizione del la classe dir igente al l ' idea di una vi(a dopo la m<trte in ciekr.

IA I.'INI.; DI-:I GIOR,NI

I i l nuovo cielo?

J25

llr\()gna notare che il futuro paradiso degli Ebrei E i'ermamente radicato

'n lr'rra, secondo la lorofiloso.fia che il cielo sia risentatu esclusivamen.-

r, tt I)io. Tuttavia c'd, a quanto pare, un individuo che salirir in cielo allaI rrrc dei Giorni, come rivelano i famosi brani di Is 52,53:

Ecco, il mio (Giusto) Servo agird saggiamente, sara elevato, csaltato,reso sommamente eccelso...

Percid io Iil Signorel gli dard la sua parte fra i grandi ed egli divideri ilbottino c<ti potenti; perchd ha dato se stesso alla morte ed d statoannoverato fia i trasgressori.r.

I i l Giusto Servo che si d offerto per riscattare l"'umaniti" al principio.1,'r ( iiorni, caricandosi dei peccati di tutti gli "uomini" e soffrendo in loro., ' t c ugl i Infer i per un'eterni td.I rl i 'questo Giusto servo, secondo me, che emette il famoso grido in /s

Itl. 11111lcipando la venuta di Dio, suo personale salvatore, che viaggerh dal,lt 'scrto" dello spazio al "deserto" degli Inferiaa per salvarlo:

La voce di uno che grida nel deserto: <preparate la via del Signore,appianate nel deserto una strada per il nostro Dior..

I'r 'rcio il Giusto Servo d in attesa di essere riportato in cielo alla Fine dei( r lot ' l l i .

I.^,\ SECONDT\ \)ENU?\ DI CI1ISTO\rrlsfnrnsgi ora al modello cri.stittrto della Fine dei Giorni, dove ancora

'rrr:r Volta troviamo I'idea di una catastrofe fisica, che produrrd la creazio-

' , , t l i un nuovo cielo e una nuova Terra.( | sono, tuttavia, alcune importanti differenze tra le escatologie dell'An-

rr, o l 'cst?fflento e quelle del Nuovo.I nrr delle prime cose da notare riguardo all 'escatologia del Nuovo Te-r,rnrento d che i l ruolo di Dio come salvatore e giudice b passato a Gesi

r rr \ ro. Dio non scende pi i r catastrof icamente per giudicare laTerrae sal-

/ . r - l : l l :53:12.t , l r l r t f cr i ebraic i avevano i l norne di Sfu,o/ , ma anche di Abudt lon, " [ -uogo del la distruzione";r , t , ,1,26:6. Corne abbiamo osservato nel le note del Capi to lo 10. i l terrnine ebraico per "de-

" ' r l ( ) t l aveva solo i l s igni f icato comune del ternr ine, ma era anche usato nretal i r r icamente Derr , , r re t ln luogo cornpletamente devastato e rnutato in una landa desolatal vd. per es. ( i r . l :6.

, r r r tcsto.del cul to del p ianeta csploso, i l s i to del Monte Srnai er : r un. . t lcscr lot ' tda qui i l no-l l r r ls [ ; . l l mare celeste era un "deserto" ( . !a1 106:9:

" [_ i condussc at t raverso gl i rb issi lc le l

' l (ossol conte at t r i lverso un deserto>) e gl i lnt 'er i crano un . .deserto" (cfr . i l Ciusto Servo e

r. l tc Giuseppe fu gettato in un pozzo nel deserto). I l "deserto", quindi . s i d ipart iva in tut ter , z ioni dal s i to del p ianeta esploso, at t raverso lo spazio, agl i lnf 'er i 0 questo spiera perch6

' ' r , l t l i rsse un dio del deserto nonch6 del le montagne. Questa s lcssa anrbigui tar del ternine{ rr()" s i t rova anche nel le leggende mesopotamiche, in cui personaggi come Dami o Dumuzi' l )or t r t t i v ia da un deserto celeste - spesso designato <i l deser lo al to , - e i rnpr ig ionat i in un, r l { )" sot terraneo - chiamato <i l deser lo basso o; vd. Jasobserr . Tha' f reu.rures of Darkness,l r ' 55.66.70.

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)26 QUANDO GI-I DI::I SCT-SI':RO SUII^ATI.:RRA

vare i giusti'u. Al suo posto b Cristo a scendere, diciamo come suo bracciO

destro.Come abbiamo osservato nel Capitolo 12. Gesir Cristo ritornerd sulh

Terra come Ben Adamah, un epiteto che ha un significato segreto: SetflC

dell'Umanild. Il titolo suggerisce che Cristo, alla Fine dei Giorni, assu'

merh lo stesso aspetto che aveva al Principio dei Giorni. L'unica differen'

za d che la seconda venuta di Cristo enfatizzetd. il suo aspetto distruttivo,

piuttosto che quello creatore.Percid, cosa accadrd quando Gesi Cristo, il Seme dell'Umanitir, ritor'

neri sulla Terra? Nel Vangeto secondo Matteo, GesD spiega che i giorni

precedenti la seconda venuta saranno come <<l'inizio dei dolori del par.

ior>o'. Vi saranno voci di gueffe e le nazioni si solleveranno contro le na-

zioni. Vi saranno carestia, pestilenze e terremoti in diversi luoghi (con'

frontate Ie piaghe d'Egitto che condussero all 'Esodo). E il popolo d'Israe-

le vivrd "giande

afflizione tale che non v'b stata I'uguale dal principio del

mondo fino a ora>>o'.Dopo questo periodo di dolori e tribolazioni, Gesil

Cristo, il Seme dell'Umanitit, scenderh sulla Terra nella sua seconda ve'

nuta. Con le parole di GesD nel Vangelo secondo Matteo:

Or subito dopo I'afflizione di quei giorni, il sole si oscurer)t e la luna non darir il suo

splendore, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scrollate. E al.lora apparir) nel ciel<l il segno del Seme dell'Umanith..."'.

Come sarA questo "segno"? Come dice GesD nei vangeli:

Da ora innanz-i vedrete il Seme dell'Umanith sedere alla destra della Potenza [Diol,e venire sulle nuvole del cielo"t.

Vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Seme dell'Uma.nitdt'.

Come il lampo esce da levante e si vede fino a poncnte. cosi sar)r la venuta del Se.

me dell 'Umanitittt.

Chiaramente, il futuro Seme dell'Umanitd non appartd in forma umana.

Al contrario, l 'Apocalis.re suggerisce che esso avrd un aspetto st

mo:

E vidi... uno somigliante al Seme dell 'Umanitd, vestito di una veste lunga fino

piedi e cinto di una cintura d'oro all'altezzadel petto. Il suo capo e i suoi capelli e

no bianchi come candida lana, come neve; e i suoi occhi erano come una fiamma

fuoco; e i suoi piedi erano simili a terso rame, aroventato in una fornace; e la sua vr

ce era come la voce di molte acque. Egli teneva nella sua mano destra sette stelle;

.o Secondo la filosofia dell'Antico Testamento, era Dio che doveva scendere catastroticamente

la Terral dopo aver fatto questo avrebbe incaricato una figura messianica di svolgere il ruolo di

vatore e re del mondo o lo avrebhe fatto lui stesso: vd. per es. ls 32:22.o' Mt 24:8.n Mt24'.21.

'o Mt 24'.29, 30. Cfr. il giorno del Signore in /.r I 3: I 0.

'" Mt 26:64.t ' Gv l :5 l .

" Mt 24:2'7. Clr. Lc l1'.24.

I I I-\ I.INI': DEI GIOII,NI 327

,l.rl lu sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta, e i l suo volto era come il sole,1rr;rndo splende nella sua forzasr.

(.)uesto, quindi, d il Seme dell'umanitd, la cui apparizione annuncera lalrrrc della vecchia Terra e I'inizio della nuova.

lirrnando al Vangelo secondo Matteo, GesD continua:

l. rrllora apparird nel cielo il segno del Seme dell'UmanitI; e allora tutte le tribi del-Lr ll'rra faranno cordoglio, quando vedranno il Seme dell'Umaniti venire sulle nu-,.le tlel cielo con grande potenza e gloria. E mander) i suoi angeli con gran suono dirr{rnrba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, dall 'un capo all 'altro dei cielir.

(lucsto <<gran suono di tromba>, che invieri gli angeli, si pud paragona-r(' ir l potente frastuono che accompagnava cosi tanti cataclismi delloanti-, hc leggende pagane e simboleggia quindi la violenta distruzione e il rin-rrovamento di tutte le cose. Per inciso, sempre un suono di tromba aveval,rrto crollare le "mura" di Gerico: una leggenda sicuramente basata sul, irtrrstrofico rinnovamento della superficie della Terra, piuttosto che sullerrrrrra di una citti terrena5s.Non possono esserci dubbi sul fatto che la seconda venuta di cristo sard

,li rratura catastrofica. Nella seconda epistola di piefto, citata precedente-| | r ( 'nte. l 'apostolo scr i ve:

I e icli di adesso e la Terra, per la medesima parola tdi Diol sono custoditi, essendorr:t'r.voti al fuoco per il Giorno del Giudizio e della distruzione degli uomini empiso.

l'rir avanti nella stessa epistola, Pietro aggiunge:

\la il giorno del Signore verrd come una ladro; in esso i cieli passeranno stridendo,, rrli elementi infiammati si dissolveranno, e la Terra e le oper- che sono in essa sa-

'.r t t t )0 arse.. . t t .

( 'i losse ancora qualche dubbio sulle proporzioni planetarie di questa fu-rlrir catastrofe, leggiamo anche le parole di Gesr) nel Vangelo secondollr t l l (o l

\on pensate che io sia venuto per abolire la Legge o i profeti; io sono venuto non1,,'r rrbolire ma per compiere. Poichd io vi dico in veriti chefinchi non siano passati! , iclo e lu Terra, neppure un iota o un apice della Legge passerh, che tutto non sia a-It rnpiUtOs8.

('.nre con l'escatologia dell'Antico Testamento, perd, la Fine dei Giorni'('{nerd anche un nuovo principio e i vecchi cieli e la vecchia Terra si tra-

17, l :13-16.tlr 21:29-31.(,irr,r 6. ll nonte "Gerico" forse significa "citth della luna" (potrebbe essere "cittir r.on la luna"?)

I , ssrt i in altri punti indicata come <la cittir delle palme>. ii signiticativo che una prostituta di no-' , , l tahabvivessenel lemuradel laci t th; Rahaberai lnomedelmostromarinosconf i t todayahweh.r l rzzrtndolemetaforedeci f rateinquestol ibro,Rahabsarebbestatogettatogi iperdiventarepar-

,['l lc "nrura" della "citti"; in altre parole, la cittd di Gerico simboleggiava il pianeta Terra.) I'c 3'.5-'l .

) l 'c 3:10.l / r -5:17. 18.

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i28 QUANDO Gl-r Dr::r SCr:SrrlO SUll-ATIiRll,A

sformeranno miracolosamente in nuovi cieli e una nuova Terra. Nella.Se-

conda epistola di Pietrc, per esempio, l'apostolo afferma:

...secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova Terra, nei quali abitila giustiziat'.

Gesil Cristo sicuramente intendeva la stessa cosa quando disse: <Il cielo

e la Terra passeranno, ma le mie parole non passeranno>>60. La terra conti-

nueri a esistere, perch6 dovri essere ereditata dai mansuetio'.

Quanto ai malvagi, non ci sari posto per loro nel nuovo assetto e do-

vranno affrontare un giudizio infocato e spietato, come GesD riferisce nel

Vangelo secondo Matteo:

Come dunque si raccolgono le zizzanie e si bruciano col fuoco, cosi avverrd alla fi-ne dell'eti presente. Il Seme dell'Umanit)r mander)r i suoi angeli che raccoglierannodal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d'iniquith, e li getteranno nella for-nace di fuoco...o:.

Un'era di veritd e di pace prevarrd sulla nuova Terra. esattamente come

nella nuova Gerusalemme immaginata dagli autori dell'Antico Testamen-

to.C'd comunque un'importante dif'ferenza tra le escatologie dell'Antico e

Nuovo Testamento. Nell'Antico Testamento, i giusti erediteranno la nuo-

vaTerra e nessun uomo verrh portato in cielo (solo il Giusto Servo risor-

gerhL. ma rzon b sicuramente un uomo). Nel Nuovo Testamento, invece, i/

cielo stesso sard ereditato dai giusti fra gli uomini.Per esempio, nel Vangelo secondo Giovanni, GesD dice ai discepoli:

Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore... io vado a prepararvi un luogo...tornerd e vi accoglierd presso di me, affinchd dove sono io, siate anche voin'.

Analogamente, nello stesso vangelo, GesD aff-erma:

E io. quando sard innalzato dalla Terra, trarrd tutti a me'''.

I giusti diverranno <<come angeli in cielo'>, e <splenderanno come il sole

nel regno del loro Padre>>n5. Secondo GesD nel Vmgelo secontlo Matteo,igiusti erediteranno <il regno... preparato... sin dalla creazione del mon-

do>ron. E, naturalmente, avraltno vita eterna. proprio come i malvagi soffri-

ranno eterni lormentiot .Sembrerebbe che I'umanitd debba essere riportata al suo luogo d'origi'

' " 2 Pe 3:13.

" ' Mr 24:35.^ Mt 5:5.

"' Mr 13.40-42.

" t Gv l4:2.3.

'" Gv 12:32. Questa affermazione evoca la ricostruzione del pianeta esploso: cti. la leggenda diZeus e del Monte Olimpo riferita nel Capitolo 4.

"' Mt 22:30: 13:43.

"" Mt25:34.'n Mt 25:46. Vd. anche Mr 19:29 in r i f 'er imento al l 'eredit i del la vita elerna e Mt 13 42 in r i fer i-

mento al giudizio dei malvagi.

I i IAI-INI.: DI.,I GIOI1NI 329

,,,'. Anche se non d affermato con chiarezzanelle Scritture, questo d con-t' 'nnato dagli scritti gnostici di Valentino, in cui Gesir dichiara:

lrr tlf v.nto piccolissimo, in modo che per mezzo della mia umiltd. io possa portarvi,ll,r grande allezza, da cui siete ccrdutio'.

Itiussumendo, quindi, Gesil Cristo nella sua seconda venuta avri un ruo-Ir) nrolto differente da quello di qualsiasi messia dell'Antico Testamento.I tl i non governerd come un re su un popolo di giusti nella nuova Terra,rrr;r innalzerd i giusti al cielo e li governerh su di essi, nel nuovo cielo, al-l , r t lcstra di Dio.(lucsta differenza d talmente fondamentale, che non d esagerato definire

rl Vccchio e il Nuovo Testamento due diverse religioni. Sicuramente esse,'rrno entrambe culti del pianeta esploso ed entrambe prevedevano una fi-r(' catastrofica del mondo, ma oltre a cid esse avevano filosofie completa-rrr'nte differenti sul destino dell'uomo.Sccondo I'Antico Testamento, i giusti avrebbero vissuto sulla Terra. co-

rrrt' se la storia continuasse. Secondo il Nuovo Testamento, i giusti sareb-I't 'r 'o stati trasformati magicamente per divenire abitanti di un paradiso ce-

II- MISTI.:IIO DI.-I. MI.-SSIA

l)llla precedente discussione risulta logicamente che GesD Cristo non

l)()lcva essere lo stesso serlvatore, o messia, preannunciato negli scritti del-1 ,,\ntico Testamento. Perchd il ruolo di GesD Cristo. nell'elevazione al, rr' lo dei giusti, era distante dai suoi progenitori veterotestamentari, quan-t,r lc religioni del Nuovo e dell'Antico Testamento.l :ppure, nonostante cid, la Chiesa ha sostenuto per duemila anni che

l ,\ntico Testamento anticipasse la futura venuta di Cristo alla Fine dei( irorni. In altre parole, la Chiesa afferma che i messia dell'Antico Testa-rrt'nto - individui come Shiloh, il Consigliere Mirabile, il Principe dellal'.rcc. il Ramo e la Radice di lesse - siano da identificarsi con il Messia, r is t iano: Gesi .( 'h iaramente qui c 'E un problema che necessita di ul ter ior i indagini e

, lrirrrimenti. E, inoltre, sarebbe utile esaminare da vicino il concetto dirnt'ssia per comprendere cosa accadeva a Gerusalemme duemila anni fa.l 'crcid, analizzercmo brevemente tutte le varie figure messianiche del-

I \rrtico Testamento e, per fare, cid, procederemo seguendo I'ordine cro-'r,

' logico delle Scritture.( ' ( )nr inciamo con i l l ibro del la Genesi, in cui t roviamo r i fer imenti a un

l)( ' r 'sonaggio di nome Shi loh, che ha susci tato molto interesse nel corsol, 'g l i anni. Dice i l brano:

[ ' r rgels, l /ze Gnost i< ' Gosps!r ,c i t . . p. l { )9. Nel contesto del lo gnost ic ismo. quest 'at l 'ermazione

, r , ' i r i rb i ln iente s i r i t 'er isce al la presunta caduta dcl l 'anir la o spir i to del l 'uomo dal c ie lo (gl i gnost ic i, , r r par lavano apemamente del la caduta dcl corpo f is ico)-

330 QUANDO GI.I DI::I SCT:ST:RO SUII.ATT:RRA

Lo scettro non sard rimosso da Giuda... finchd venga Shiloh, al quale ubbidiranno i

popoli"".

Il nome "shiloh' significa "colui al quale appartien-e",-ciod a-cui appaltiene

lo scettro o il tributoi. L idea (presente anche in Ez2l:27) d che i re d'Israe-

i" .*t"rr* no fijuciaria*"rir lo scettro della sovraniti per un potere pit

alto e questo potere piD alto infine tornera a occupare il trono di David, per

;;;pr;.Shiloh, sarebbe quindi un messia che nel futuro regno mondano del-

la nuova Terra si ergerd i erede permanente del trono di David' Passando al

libro dei Numeri, troviamo un'idea simile nella cosiddetta "profezia della

rilttu';, in cui si parla di una stella, o scettro, che sorgerh da lsraele e avrh do-

minio su tutti i pbpou''' Secondo la mia opinione, perd, nold pel niente chia-

ro dal contesto sequesta profezia si riferiica o meno alla Fine dei Giorni'

questi dubbi non esistono riguardo agli scritti apocalittici dei profeti ed 0

in-questi libri che il concetto veterotestamentario del messia trova piena e-

if.iition.. Nel libro di Isaia,nel contesto della Fine dei Giorni, leggiamo:

Poichd un fanciullo ci d nato, un figliuolo ci d stato dato, e I'impero riposera

sulle sue sPalle.Sarh chiamato consigliere Mirabile, Dio Potente, Padre Etemo, Principe

della Pace,per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di David e al

suo regnot2.

Se questa sfilza di nomi non fosse sufficiente, in un altro punto, Isaia si

riferiice al futuro Messia come al <<Ramo>> e alla <Radice di Iesse> (Iesse

era il padre del re David)'3. In Is I l, infatti leggiamo:

Poi un germoglio uscirh dal tronco di lesse e un Ramo spunterir dalle sue

radici.Lo spirito del Signore si poserh s.u di lui"'

rn q,i"r giomo, vErso la Radice di Iesse, issata come vessillo dei popoli, si

volgerinno premurose le nazioni e il luogo del suo riposo sarir gloriosoTo.

Se ci spostiamo al libro di Geremia, troviamo ancora una volta I'idea del

"Ramo';, ma con I'aggiunta di un altro titolo:

Ecco, ig iornivengono,dicei ls ignore:oQuandoiofardsorgereaDavidun Ramo giusto,ll quale regnerh da re e prospererh" '

nn Gn 4g:10;la parte omessa dice: <Nd il bastone del comando di fra i suoi piedi"; quest'allegoria

e .pi.gutu n"iftfinoscrini del Mar Morto, vd. Eisenman -Wise, Deud Sea St rolls Uncoveretl, cit''p

89.?0 Il nome di Shiloh non si riferisce solo al Messia, ma anche all'originale Legame tra Cielo e Ter-

ra in Israele. UArca dell'All eanza e 1l Tabernacolo furono inizialmente installati a Shiloh; vd. per

.r .Gior l8: l t l8:8-10;tg,St;Cac18:31;21:19;tSa3:21 4:3 '4 Sal78:60:Ger7:12-14;26:6:

26:9.

" Nm24'.11-19.' ' Is 9:5, 6.

" Is 4 ' .2;11:.1.

" /s l l :1,2: 1l:10, 11. Vd. anche kc3:8: <Ecco io faccio venire i l mio servo' i l Ramo> e Zac

6: I 2: <Ecco un uomo cne ha nome il Ramo; egli crescerh nel suo luogo ed edificheri il tempio del

Si onore>

I }. I.A,I.INI-] DI-:I GIOIINI 331

Ai giomi d'esso, Giuda sari salvato e Israele stari sicuro nella sua dimora.Ed egli [ i l Ramo] sari chiamato: "i l Signore (d la) Nostra Giustizia"o".

Il futuro Messia ha anche un altro nome nel l ibro di Ezet'hiele. stavolta i l

rrome di David stesso. Dio dice a Ezechiele:

l l mio servo David sari re sopra loro... i l mio servo David sarir loro principe in per-

l)ctuo76.

Sard forse una reincarnazione del vecchio David, o uno nuovo? Il testonon lo spiega.Un altro nome del Messia si trova anche nel libro di Daniele, e stavolta

lhbiamo il primo indizio diretto di una connessione con il Messia cristia-rro. Afferma il profeta Daniele:

lo guardavo nelle visioni notturne ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile arrn Seme dell'Umaniti; egli giunse fino all 'Antico di Giorni...E gli furono dati dominio, gloria e regno... Il suo dominio E un dominio eterno che

rron passerd, e il suo regno, un regno che non sard distruttoT?.

L'epiteto di Seme dell'Umanitd (Ben Adamah') d quello che Gestr si attri-buiva nel Nuovo Testamento.Ma chi era I'Antico di Giorni? [ contesto del brano suggerisce che fosse

l)io, rappresentato seduto sulla, o forse nella, Terra in una sala del giudi-no. La visione di Daniele, quindi, descriveva il Seme dell'Umanitb chescendeva dal cielo in Terra, dove Dio gli avrebbe delegato ogni potere.()uesto quadro d interessante anche per il fatto che il Seme dell'Umanitdcra definito "l 'Altissimo",.un titolo forse piD adatto a Dio stesso?8.

Un altro brano interessante per i cristiani si trova nel libro di Michea, incui Dio annuncia che il fuluro Messia verri dalla cinh di Betlemme:

Ma da te, o Betlemme Efrata, piccola per esscre fra le migliaia di Giuda,da te mi uscirh colui che sari dominatore in Israele, le cui originirisalgono ai tempi antichi, ai giorni eterniT"

L ultima riga mi suggerisce I'idea di Cristo "la Parola". emanato da Diorr l l ' in iz io dei tempi.C'd ancora un titolo messianico presente nell'Antico Testamento e pro-

viene dall'ultimo libro, quello di Malachia. Qui, leggiamo che i malvagi\uranno arsi alla Fine dei Giorni, ma per coloro che temono il Nome delSignore, la salvezza giungerd sotto forma del <Sole della Giustizia e la

ruarigione sarb nelle sue ali>>r30.Per finire, volgiamoci ai Manoscritti del Mar Morto, perch6 un altro tito-

lrr messianico interesseri i cristiani. Nell'Apocalisse uramaicd, si men-

'Ger23:5.6. Vd. anche Ger33:15. 16.' Ez37:24'. David d dcfinito <un pastore>. Vd. anche E:.31:23.Dun 7:13, 14.

' Dan'1 :18 7 :22: '7 : 25-21 . U Anticrr di Giorni d descri t to in Dan A9, 10.' Mich 5:1. Betlemme Efrata d I 'antico nome di Betlemnre (" la casa dcl pane"). Questa era la cit t i

rrrr lale del re David.' Mal 4 ' .1.2.

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332 QUANDO Gl.r Dr-:r SCT.SI-:IIO SUll-A TI-;IIRA

zione un ultimo re che si leverh sulla Terra e porterh un'era eterna di ve'ritl e di pace. Esso d chiamato "il Figlio di Dio":

Il Figlio del Grande Maestro egli sarir chiamato: con il Nome sari designato. Sarl

detto i l Figlio di Dio ed essi lo chiameranno il Figlio dell 'Alt issimo''.

Questo completa I'incredibile lista di nomi attribuiti al futuro Messianell'Antico Testamento e in altri scritti ebraici. Essi si possono riassume-re nel modo seguente:

- Shiloh, che significa "colui a cui appartiene".- Consigliere Mirabile, Dio Potente, Padre Eterno, Principe della Pace.- I l Ramo o la Radice di lesse, anche noto cotre "i l Signore b la nostra giustizia".

- David: un servo di Dio, i l principe, i l pastore di genti.

- Seme dell 'Umanitit, anche noto come I'Altissimo e probabilmente identico a co'

lui <le cui origini risalgono ai tempi antichi>.- Sole della Giustizia: colui che sorgerd con <.la guarigione nelle sue ali,.- Figlio di Dio, anche noto come Figlio dell 'Alt issimo.

Che ne facciamo di questo Messia dai molti nomi? Egli pud essere iden'

tificato con Gesir Cristo, il Seme dell'Umanitd'/

Nel caso del la vis ione di Daniele, che vede <<venire sul le nuvole del

cielo uno simi le a un Seme del l 'Umani l) '>, c 'd la corr ispondenza del no-

me e delle origini, nel senso che egli scenderi direttamente dal cielo sul'

la Terra. Tuttavia, bisogna sottolineare che il Messia di Daniele, essendo

uno che diverrh re della Terra. d di stampo veterotestamentario. Poichd

questo Messia non ha intenzione di resuscitare i giust i in cielo (per

quanto ne sappiamo), egli non pud essere identico al Messia cristiano,

Gesi Cristo. Quanto agli altri messia dell'Antico Testamento, mi sembra

che siano ancora pii lontani dal modello cristiano, perchd apparentemen-

te sono tttti nati in Terra.

Considerate, per esempio, il Messia noto come il Ramo, immaginato da

Isaia nel modo seguente:

Poi un germrlglio uscirir dal troru:o di lesse e un Ranto spunteril dalle sueradici".

Questo non ricorda la nascita di Gilgamesh, il re sumerico? Il nome Gil-

gamesh, o cIS.BIL.cA.ves, significa letteralmente "MEs che d il seme che

spunta da un nuovo albero", e I'eroe era anche noto col soprannome di"germoglio di Uruk". Credo che questi nomi abbiano un significato iden-

tico a Ramo, soprattutto se consideriamo il fatto che il termine ebraico

comunemente tradotto con "ramo" significa anche "germoglio", "virgul'

to"83.

Anche il Messia noto come Shiloh rientra in questa categoria, perchd i

Manoscritti del Mar Morto suggeriscono che questo fosse identico al fu-

* ' Schi f tman, Ret ' l t t i rn ing the Deud Sea Sozr/ ls. c i t . , pp.342-44. Vd. anche Eisenntan - Wise. Dead

Seu Scrolls Untovcrecl, cit., p. 70.81 /s l l :1.

" Insight tn the St r iJt tur t ' r , c i t . . vol . t . p. 362.

3)3

trrrrr <Messia di Giustizia'r, anche chiamato ,<ll Ramo di David>*'. Anchelrrr. quindi, era una sorta di dio-re pagano che si credeva fosse ernerso da-r'lr Int'eri come un Titano.l.o stesso si pub dire del Messia dell'Apoc:alisse aratnaic'cr. il cosiddetto

I rs l io di Dio o Figl io del l 'Al t issimo, perchd ire di Egino e Mesopotamia'.r consideravano "figli" di Dio. Il faraone. per esempio, era ritenuto I'in-\ u'rrazione del dio-falco Horo, emerso come un Titano dopo che i suoi ge-rr i lor i , Is ide e Osir ide, erano scesi agl i Infer i al l ' in iz io dei tempi e aveva-n() cscguito il misterioso rituale del matrimonio sacro.(Juesto ci porta a una distinzione di fondamentale importanza. Si, Horo

('r' ir un figlio di Osiride, ma anche Osiride era considerato un "figlio", ilfi-r' l io della dea del cielo Nut. Abbiamo quindi una situazione in cui un fi-r ' l ro. Osir ide, genera un al tro f ig l io, Horo, che b quindi un "nipote" diNut.f .ir differenza fondamentale d la seguente: Osiride era un figlio nato in

, ir' lo, laddove Horo era un figlio, o nipote, nato nella Terra. Ma ciascunorli loro era un "figlio di Dio" (o "figlio della Dea").( )ra, se applichiamo questa distinzione ai futuri messia delle tradizioni e-

lrnrica e cristiana, scopriamo qualcosa di molto interessante.I rrressia ebrei si basano sul modello di Horo, il "figlio di Dio", nato nel-

I t t ' lerra.N'le rrtre il Messia cristiano, Gesi Cristo, si basa sulla figura di Osiride,il

' l iglio di Dio" (o "figlio della Dea"), nato in cielo.l'cr inciso, questo stesso aspetto distingueva Utnapishtim da Gilgamesh

rrci testi mesopotamici. Il primo era un dio sceso dal cielo, divino al cen-t() per cento. Il secondo, invece, era un dio nato nella Terrct, divino solo

lrcr due terzi. Di conseguenza, nell'Epopea di Gilgame,sh, al re Gilgame-.h d consentito di governare in Terra, ma mai in cielo.( jcsi Cristo, il Messia cristiano, era equivalente a Utnapishtim e Osiride:

r'r' ir SCeSo in Terra direttamente dal cielo, da qui il suo titolo di Seme del-l ' I Inranit i .

I rnessia dell'Antico Testamento, invece (con I'eccezione di quello visto,lrr Daniele) corrispondevano a Gilgarnesh e Horo. Essi erano concepitincl grembo della Madre Terra e da li emergevano. Percib le associazioni a"r'itnli" e "radici".

I'cr evidenziare questo punto e concludere la discussione, vomei riporta-rc un testo eccezionale dei Manoscritti del Mar Morto. che descrive la na-

'cita di un messia, identificato con il Consigliere Mirabile (un norne attri-

l rui to anche al Messia in 1s 9):

Essi rni [a rnadre del Messial t-ecero essere come una nave negli abissidel mare.

' Eisenman - Wisc. Dearl Seu Scnills Uncovered. cit.. pp. 83, 84. 89. Seconclo le antiche traclizio-

' r r ehraiche, present i nel Talntud e ncl Targum, Shi loh era c i l tegor icanrentc i l Messiat vd. / r rs ig/r t o lt l t ( ' .S(r iptures, c i t . , vol t l , p.929. Nonostante c id, a lcuni cornmentator i nroderni pret 'e l iseono scin-, lcre i l nome Shi loh in shui- lo, che cl i una let tura completamente c l iversa e non rnessianica di Clt ' ) : l ( ) : vd. Al tcr . Gt,rrrs is. c i t . . p. 295.

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334 QUANDO Glr Dir SCr:Sr:RO SUll-ATI-:I?,11A

e come una ciffe fortificata dinanzi al nemico.E io soffrivo, come una donna in travaglio con il suo primogenito,colpita da fitte e atroci dolori per le doglie,che la fanno contorcere con angoscia nel suo grembo.Poichd i figli giungono con doglie di morte,e colei che genera un uomo si sforza nel dolore.Poich6 tra le doglie della morte, ella genererir un maschio,e tra le pene dell'inferno germoglierh dal suo gremboun Consigliere Mirabile in tutta la sua forza;e un uomo nascera dalle sue dogliet,.

Una nave o una "navg"? Un grembo o un "grembo"? Un uomo o un "uo-mo"?Che i saggi insegnino le metafore ai saggi.

Al.lrA It OMF:GA: Il. PIIINCIPIO E l-A I-'INI-.

E ora di fermarci e rivedere cid che abbiamo appreso nel corso di questoe dei precedenti capitoli.Il punto di partenza della nostra indagine, nei Capitoli ll e 12, d stato

Gesi I'uomo: un personaggio sfuggente, vissuto in Palestina nel I secolo.In principio, stiamo stati affascinati dalla connessione tra la crocifissionedi Gesi e il sacrificio dell'agnello pasquale, una connessione sottolineatadal soprannome "Agnello di Dio". Quindi ci siamo chiesti se GesD cristofosse o meno I'agnello o gli agnelli che avevano riscattato gti Ebreidall"'Egitto", una questione resa ancora piD profonda dalla consapevolez-zache questo agnello era stato inviato agli Inferi per liberare i primogeni-ri.degli Ebrei all'inizio dei tempi.E stato solo in questo contesto - di una leggenda che finora non era mai

stata interpretata correttamente - che le tessere del puzzle hanno iniziato acombaciare.Dopo esserci posti questa domanda, inevitabilmente ci siamo chiesti la

stessa cosa riguardo all'agnello (o ariete) inviato dal cielo per salvare I-sacco, il primogenito di Abramo. Ancora una volta, era chiaro che nessu-no prima d'ora aveva compreso che la storia di Isacco era una leggendadell'emersione dell'uomo dagli Inferi all'inizio dei tempi. Inoltre, I'ideache Gesr) cristo/osse questo agnello (o ariete) era confermata dall'assur-da affermazione di Gesi stesso nei vangeli: <<Abramo, vostro padre, hagiubilato nella speranza di vedere il mio giorno; e l'ha veduto e se n'd ral-legrato>.Messi insieme tutti questi indizi, abbiamo iniziato a chiederci se le "pro-

fezie" dell'Antico Testamento, relative a una figura simile a Cristo, nonfossero in realtd per nulla profezie sul futuro, ma al contrario riferimenti

" Thnnksgiving Hymns,3:6-lQ; vd. Schiffman, Reclaiming the Dead Sea Scro//s, cit., p. l4l. Cfr.Mich 5:2,3:

"Fino al tempo in cui colei che deve partorire, partoriri,; anche Mich 4:8- i0, in cui la

Figlia di Sion dari alla luce un re o un consigliere tra i dolori del parto (essa d anche paragonata a un"colle").

I I I,\I'-INI.: DI.) GIOI3NI J35

trtrto-,storici all"'uomo" che si era liberato dagli Inferi al Principio dei( irorni. I nostri sospetti sono aulnentati a causa delle anomale descrizioni,lr tluesto "uomo", le cui "ossa" erano stranamente "sconnesse" e il cui a-\1trlto era'3figurato". E la ragione di questa deformazione b diventata su-I'rto cvidente: le Scritture affermavano molto chiaramente che quest"'uo-lrf()' era stato gettato dal cielo nella terra dei morti, o nell'adunanza deirrurlvagi, ciod ngli Inferi. Ed era stato agli Inferi, che quest"'uomo" miste-n()so aveva avuto mani e piedi "trafitti", ciod era stato molto probabil-nl( 'n lc croci f isso.

,\bbiamo quindi cominciato a renderci conto che queste non erano de-',, r izioni di GesD I'uomo, ma piuttosto descrizioni del suo primordiale al-It'r cgo, GesD la Parola, che era stato accanto a Dio fin dall' inizio dei tem-

I'r etl era stato inviato in Terra da Dio al tempo della creazione. Era statorr iunite questo Cristo primordiale che tutte le cose erano state create. Ab-lrrrr)ro interpretato questi fatti nel contesto della credenze pagane della, r('rrzione, secondo cui il Cristo primordiale era un dio creatore fisico.t.)rrcst'idea si adattava magnificamente al concetto dell"'uomo" caduto in\'tl 22 e Is 52,53, che era orrendamente sfigurato ed era torturato in catti-r rll agli Inferi.Irroltre, nel Capitolo 12, abbiamo iniziato a renderci conto che I'uomo

( i('su aveva indicato l' importanza del suo alter ego primordiale definen-

'l's,i Ben Adamah, Seme dell'Umanith, nonch6 "pietra angolare" scartata,l.rr:li edificatori. Questo, accanto alle enigmatiche frasi: <Mosd ha scritto,lr nlc>> e < Prima che Abramo fosse nato, io sono>>.

,\bbiamo anche compreso che la storia del Cristo primordiale - che si, r;r trll-erto in riscatto per i sotterranei "primogeniti" dell"'umanitd" -era,'\\cllzialmente identica alla trama dei vangeli. La "carne" che egli aveva'.,rt riflcato era la "carne" di un dio, e il "sangue" che aveva sacrificato erar l 'sungue" di un dio. Inoltre, i peccati che aveva perdonato erano i pecca-tr (li una specie sotterranea di teste nere, la cui colpa - il "rumore" - era'.t,rtir inizialmente commessa in cielo, nel "grembo" della dea celeste Ma-rrrr , o Ishtar.l nr assolutamente logico, quindi, che questo alter ego primordiale di

( | tsto avesse dato la sua "carne" per la vita del mondo, avesse lavato viar pt'ccati dell"'umaniti" con il suo "sangue" e avesse dato la sua vita co-rrrr' riscatto di molti.

Irrl ' ine, ho concluso il Capitolo l2 citando la tradizione secondo cui il Cri-.to primordiale aveva resuscitato i morti all ' inizio dei tempi. Questo era,.('( ()ndo me, un riferimento all ' idea che gli antenati primordiuli dell 'uma-rrrlrr crono stati l iberato da Cristo, che li aveva resuscitati in cielo come\f ,rrtfuk aveva innalzato gli ddi Igigi, ciod per mezzo di una sostituzione,rrr tluesto caso Cristo stesso, invece degli "uomini" del mito babilonese).(.)ucsta era stata la missione originale di Cristo, il Seme dell'Umanitd, la

,rrrr prima venuta. Ma il Cristo primordiale - alias Giusto Servo - sarebberrnursto intrappolato agli Inferi finchd qualcuno non fosse giunto a libe-r.n l t t o salvar/o, presumibi lmente al la Fine dei Giorni .

336 QUANDO Gl.r DF:r scEsr.llSo sull-ATnl3l1,A

Questo 9i go_1ra3f presente capitolo - il capitolo r3. eui abbiamo scor-so la storia della Fine dei Giorni, in cui si immaginav u ih" to seconda ve_nuta di Cristo avrebbe salvato gli uomini in caie e ossa tramite un batte_simo di fuoco dello Spirito Santo. Come disse Gesir nel iaigeto secondoGiovanni:

In veriti, in veriti io ti dico che se uno non d nato d'acqua e di spirito,non puo en_trare nel regno di Dioso.

La mia ipotesi d che i primordiari antenati dell'umanitd siano risorti incie.lo grazie al battesimo di acqua agli Inferi. Gli uomini in carne e ossaquindi ripeterono.questo batteiimoion I'acqua per prepararsi al futurogiorno del giudizio noro come la Fine dei Giorn^i. Rjloia, gli uomini incarne e ossa effettueranno il battesimo dello Spirito santo ch"e li porterd incielo.come sarh questo battesimo? Giovanni Battista lo descrive cosi:Ben vi battezzo io con acqua in vista del ravvedimento, ma colui che vrene dietro ame .[cristo I d pii forte di me e io non_son degno di portargli i ca,lziii. ngti vi butteT-

zerd con b Spirito Sunto e trn finc:orl.

I l battesimo finale, quindi, sard di fuoco e ci E voluto un po,di tempo astabilire che Ia Fine dei Giorni sard davvero un evento catastrofico, un

"-vento che causerd Ia f ine del la Terra, conre la conosciarmo. el ' in iz io diuna nuova Terra e di un nuovo cielo, sebbene in modo r-r-ristico.In poche parole, siamo partiti dail 'uomo Gesil per identificaie i suoi due

alter ego: da una parte, il suo divino arter ego primordiale,dall'altra il suodivino.alter

-egoJuturo; due aspetti, uno creatore e l'altro distruttivo, di un

medesimo dio, noto come i l Seme del l ,Umanitd.

. Ma d giusto chiamare questi due dbi gli alter ego dell'uomo GesD,/ o nond invece I'uomo Gesir a essere I'alter Eeo dei <tue ddi?Io aff-ermo che I'uomo GesD d in realtit 'alter ego e anzi dird di pii: l,uo_

mo Gest .d.

qualcosa che non si adatta a quelliche d essenzialmente unquadro mitico e celeste.

Nel complesso abbiamo a che fare con un cristo del principio e un cri-sto della Fine, opposti divini e distanti tra loro milioni o miliardi di anni,ma con uno strano uomo Gesi, che compare a un certo punto in mezzo edd chiaramente fuori posto.

.,E evidente che quest'ultimo GesD non lega con gli altri se consideriamorl latto che r due cristo divini, del principio e della Fine, si accordano conuno dei concetti fondamentali di Dio e iristo, espresso sia nell'Antico sianel Nuovo Testamenro: i l concetto del l 'Ai fa

" on'"gu. FL.

"r .rpio,nell'Apoc'ali.r.se, Cristo dice a Giovanni:

Non temere; io sono il Prinrc e I'LJltinns,.

*o Gy 3:5.* Mt 3: l l . Ct ' r . Mt I :7, 8 e tc 3: 16.** '4p^l : I7 'Vd

ancheA222:I3(anchesenondchiarosequest 'u l t imaaffermazionesrapronunci . -ta da Gest) Cr isto o da Diot .

I]. I.AI-INT. DI-]I GIOI1NT

Analogamente, nello stesso l ibro, Dio dichiara:

))-)) ) (

Io.sono t'Alfa e I 'Ontega, i l Print' ipio e la Fine, che b, che era e che viene, I 'Onni-

potentese.

Nel l ibro di Isaia. d espresso esattamente lo stesso principio e Dio affer-

rna:

Io sono il Primo e sono I'Ultimrl, e fuori di me non v'd Dio'".

Ascoltami, o Giacobbe, e tu, Israele. .. kt sonrt i l Primo e L'Ultimoo'.

Anche il Corano, il libro sacro dei musulmani, afferma lo stesso princi-

pio:

Egli [Allah] E i l Prirno e I 'Ultimo, i l visibile e I ' invisibile"'.

Ora. la storia di Cristo, secondo I'interpretazione presentata in queste pa-

girre, ha senso perchd c'b un Printo Cristo, che cred tutte le cose irl princi-

1tio, e un [Jltimo Cristo, che rirnodellerd le cose alla Jine. E il Gesil vissu-

to nel I secolo? Non era nd il Primo Cristo nd l'Ultimo e non si integra in

questo schema. Allora chi era? Era davvero il Figlio di Dio, un'incarna-

iione dello Spirito divino? Un Dio soprannaturale senti forse che fosse

giunto il momento di intervenire nella storia dell'umanith?

O potrebbe esserci un'altra e piD prosaica spiegazione?

l3IPltODUlll3I'- 1;\ P13IMA lol ;IA

La storia di Gesb Cristo, raccontata nei vangeli, ha qualcosa di molto

strano, se letta secondo il dogma promulgato dalla Chiesa.

Ci viene detto che la storia di GesD d' la storia di Gesil futto ttomo, che

sacrificd la propria vita per salvare I'umSnitd dai suoi peccati (una storia

per noi ormai familiare). E questo Gest) era il Messia preannunciato dal-

I'Antico Testatnento, i cui scritti erano stati divinamente ispirati da Dio

stesso.come abbiamo notato nel capitolo 11 (e in questo capitolo), I' idea che

gli scritti dell 'Antico Testamento fbssero profezie di un futuro Cristo pre-

senta diversi problemi ed d sicuramente una menzogna. Ma anche se ac-

cantoniamo tutti questi problemi. rimangono numerose difficoltd nelle ar-

gomentazioni della Chiesa.

La Chiesa dichiara che Gesi Cristo fu messo a morte e risorse nel surt

rttoLo di Messia. Ma questo non ha senso.

Primo, in nessuna delle cosiddette "profezie" dell'Antico Testatnento, il

futuro Messia doveva morire. Al contrario. I' idea tondamentale era che il

Messia prevalesse e governasse la nuova Terra.

" Ap l : t l . Vd. anche Ap 2l ' .6."" 1.r 44:6.

" ' /s '18: 12." ' I I Coruno. ci t . . (sura 57).

l r8 QUANDO Gll DiI SCESr-:RO SUlt-A, Tr.]113A

Altri testi ebraici, come i Manoscritti del Mar Morto, concordano piena-mente su questo punto. Da nessuna parte viene suggerito (contrariamentea quanto si crede comunemente.y che il Messia debba morire alla Fine deiGiorni'3.

Il fatto b, e non lo dird mai abbastanza, che la morte del Messia apparte-neva al Printipio dei Giomi, non alla Fine. uidea di un'esecuzion-e allaFine dei Giorni non ha assolutamente senso ed b del tutto estranea alle tra-dizioni del mondo antico".

Secondo, non c'd una sola profezia in cui il Messia della Fine dei Giornidebba risorgere in cielo prima di scendere sulla Terra. euesta d un'ideadavvero strana (che. per inciso, rendeva perplessi i discepoli di GesD, eper buone ragioni)"5Te_rzo, d impensabile che il Messia non potesse adempiere ar suo compi-

to finchi non fosse risorto in cielo dopo un sacrificio umano. E un'id'eaassurda.

Quarto, se il Gesi del r secolo fbsse stato il vero Messia della Fine deiGiorni, ne conseguirebbe logicamente - secondo Ie profezie dell'AnticoTestamento - che tutti noi staremmo vivendo in un'eia di pace eterna chedura cla almeno duemila anni. Ma chiaramente non d cosi.

Riassumendo, Gesi fatto uomo non poteva essere il Messia preannun-ciato nell'Antico Testamento. Al massimo poteva essere un nuovo Eliac[e ricordava agli uornini il giudizio che li attendeva in futurooo.

E davvero incredibile che la chiesa abbia elaborato una teoria contraria.Ed d ancora piir incredibile che sia riuscita a sostenerla per cosi tanto tem-po. Come d riuscita a farla franca?

Secondo me la risposta d che la chiesa ha trascurato le difficolth che ab-biamo menzionato. enfatizzando le apparenti analogie tra Gesil e le variefigure sofferenti dell'Antico Testamento, particolirmente di sal 22 e Is52,53.In tal modo la chiesa d r iusci ta ad affermare con successo cheI'Antico Testamento profetil7.s1,a I'arresto, i maltrattamenti, i l giudizio ela crocifissione di Gesil, persino nel particolare delle vesti tirare a sorte.Quindi, I'uomo GesD era il Messia profetizzato.

Questa strategia non b stata adottata recentemente, ma risale al I e II se-colo, quando i primo autori cristiani inserirono queste "profezie" nei van-geli e diedero loro un'aura di incontestabile verith. L autore del vangelose.condo Matteo, in particolare, sembra aver avuto I'ordine di presentarepit connessioni profetiche possibili: dentro ci mette proprio tutto.

_ "' Vd. Stcgc'm ann. The Lihrury rl'Qumraa. cit., p. 248: "La

versione messianica de lla Regtrll del-la Guerra di Qumran (4Q285) cita I'esecuzione immincnte di una condanna a morte da iturte delMessia' non. come si crede cosi appassionatanrente, dcl Messia>; analoghe opinioni sono espressein Schiflman. Recluinin.g tlu' I)eud Sea.!cro1l.r, cit,. 1tp. 344-47 e Eisenmin - Wise. Deazl Se tiscrol-ls Uncovertd. c i t . , pp. 24,29, 84, 85. l7 l .

* Questa d una nria .pinione; vd. anche stegemann. The Librory of eumran, cit., p.24g.

"5 Gr, 12:34.

"n Mrtl 4'.5 esprinre I'idea chc Elia verr;a prima del giorno del Signore, per ricordare all'uomo Ia suamalvagiti e concedergli un'ultima possibilitir p.:r rnutare il suo cbmportamento.

Jt9I]. I-\ I.INF: DI.:I GIORNI

l1Ma la Chiesa primitiva ha commesso un terribile sbaglio' Perchd le "pro-

fezie" contenute in Sat 2i e Is 52,53,tra le altre' non avevano niente a che

ru.e .nn \l futuro sacrificio di GesD. Al contrario, erano racconti mito-sto-

rici delle soff'erenze paisate di un Cristo primordiale, che era stato assali-

io i,r.i"ro e poi, a qounto pare, crocifisso agli Inferi all'inizig ae^111;ni.

Questo era'il tempo il cui il Messia avrebbe dovuto essere '-ucctso

come abbiamo notato precedentemente, la trama dei vangeli d essenzial-

mente identica atta storil del Cristo primordiale, che sacrificb- la sua "car-

n";; "

it ruo "rungu"" dinini p". riscaitare l"'umaniti" primordiale, salvarla

Jui *oi p""cati |elestie ripo,qfu in cielo da cui era caduta. Rileggendo. il

Nuovo Testamento alla luie di questa nuova conoscenza (come spero che

faranno i lettori). naturalmente cichiediamo se i vangeli non siano un docu-

mento in codice ru riO .tr" probabilmente accadde a7 principio del mondo'

Notiamo. per esempio, che Gesir parla frequentemente t" l?,t" !-tl-,""i

dicendo: uil Sr*, ielt'Umanftd sarh tradito dalle mant deglt uomtnt>> e

non o1o sard tradito...>>. E diventa immediatamente evidente che i vange-

li devono essere t"tti"t'uiiiiquesto modo. Leggiamo.p.oi,che i/ Seme del-

l,Ilmanitd doveva recarsi a Gerusalemme, il seme dell'umanitd doveva

essere condannato, deriso e crocifisso, il seme dell'umanifd doveva tra-

,.or"." tre giorni "

t." notti nel cuore della Terra e7l seme dell'umanitd

doveva risorgere dalla morte".

Questo mi spinge u p"r-iun'audace.domanda. E possibile che Gesir sia

stato crocifirro u C..'urui.*. duemila anni fa pe1 riprgdu,rre il sacrifi-

cio del suo alter "g"

prirno.diale? E pos-sibile che la storia del cristo pri-

mordiale sia statalonfusa con quella dell'uomo Gesi?

Considerate f" r"gu"nti iitazionl tratte dai vangeli, che illustrano il fatto

che Gesi fece molte cose per adempiere alle scritture"

(Gesir ai discepoli:) 'Se il mondo vi odia' sapete bene che primadi.voi haodiato

me... questo e arrrnulo-o6,l,inf. t^1" adempiuia la parola scritta nella loro *gge:

"Mi hanno odia(o senza cagione">>'8'

(GesD ai discepoli:) .Elia [Giovanni Battista] E giir venuto e anche gli hanno fatto

quef lo che hanno voluto , come i scritto di lui>>* '

(Gesi ai discepoli:) nE scritto del Seme dell'Umanith che egli ha da patire molte

cose e da essere sPezzato. ' .>>rm'

(Gestr ai disccpoli:) ,tEcco, noi saliamo a Gerusalemme' e saranno adempiute ri-

.i.tt" "f

S"-" dell'Umanith tutte le cose scritte dai profeti>>'o''

(Gesi ai discepoli :) <[ l Seme del l 'Umanitd se ne va [da questo mondol ' come i

s('ritto di lui>>'o2.

"' Mt 20 18'. l'7 22: 12:40.

'- Cv I 5:25. Cfr. Sa/ 69'.1 -4 e 2 Sa 22:5-19'* Mc 9:13.

"r' Mc 9..12.,r,r 1r. I g..l I .r\: Mt 26.24. Cfr. Mc l4:2l. Del Giusto Servo b scritto che lascerA questo mondo innalzandosi (da-

gl i Inl 'er i r al la Fine dei Ciorni.

340 QUANDO Gl-r DF:r scEsr.:l3o sull-ATEli,lLA

-(G:ry melqg prega

?io:) <Nessuno di loro [i discepoli]b per.ito, rranne ilFiglio di

Perdizione [Gi uda], ffi nc h d I u S c r itt u ra fo s s i acle mp i u t ti,,',,1 .

(GesD non opponendo alcuna resistenza al suo arresto:).Credi tu torse che io nonpotrei pregare il Padre mio che mi manderebbe in quest'istante pii cti dodici legionidi angefi? co.me dunque si adempirebbero le scrittire, secondole quali bisognichecosi avvenga?o'(!.

(Gf i Ebrei a Pilato:) <A noi non d lecito far nrorire alcunor. E ciit afJinchd si adem_pis.se la parola che Gesii aveva detto, significando tli quctl msrte tlovlt't,4 nlorire',,s.

(La crocifissione di Gesi:) poi, dopo averlo crocifisso, spartirono le sue vesti, t i-rando a sorte - ffinchd si potesse adempiere cid che era.rtito cletts dai prgfetittu.

(GesD sulf a croce:) Dopo.queslo, Gesi, sapend o che r.tgtti ()su eru giit gstrtpiuta af-J'inchd la ScritturaJbsse adempiuta, disse: ..Ho sete>>',t.-

(La morte di Gesi:) Venuti a Gesi, come lo videro gid morto, non gli flaccarono legambe... Poichd questo b avvenuto ffinchi si aclemfisse kt scrixutZ: <Nessun ossodi esso sari l iaccato'"' ' .

,{9:ri.ai discep,oli dopo Ia sua morte:) <<Che tutte re t'o.re scritte di me neila Legge

r.ti.U91a' ne.i profeti e nei Salmi,fosserut adempiute... Cosi i scritto,che il Cristo sof'-f r irebbe e risusciterebbe dai morti i l terzo giorno...>>',,,,.

Dove d scritto che tutte queste cose dovessero accadere a Ge,sr).fatto uo-mo? La risposta d: <Da nessuna parte>.

Al contrario, la mia.te.oria d che tutte queste cose siano state scritte riguar-do al cristo primordiale, il Seme dell'umanith, che era stato sacrificato al-I'inizio dei tempi e che sarebbe risorto o "innalzato" alla fine del tempo.

Ne consegue logicamente che se I 'uomo Gesi stava tentando cli adem-piere alle scritture, a-vrgbbe potuto farlo .solo riproducenclo gli ev,enti clelprincipio: I'arresto, il giudizio, la crocifissione (una crocifisiion e celeste)e, infine, la sepoltura in terra del suo arter ego primordiale. Non ci sonoaltre spiegazioni.In altre parole, la conclusione deve essere che l'uomo Gesistava ese-

guendo una rappresenta?,ione, come un attore in un rlrantma tlella pus_sione, Jino al punto in cui entrb nella tomba.A questo punto, ricorderemo che quando Gesi mori, la terra si apri e la

cortina del tempio si squarcid in due,,u. euesto suggerisce che fosse sta-

"'r Gr '17:12. Vd. anche Gv l3: l8: .<Perchd sia adempiuta la Scr i t tura. colui che nrangia i l mio pa-ne, ha levato contro di me il suo calcagnoo. Come veilremo. i vangeli descrivono una rappresenta-zione della morte di un dio celeste e il sollevamento del calcagno cintro la testa era il modo in cui ildio era gettato in Terra dal cielo; vd. la leggenda greca cli Eu'rinome e Oflone, che lu ecc, alla c1c-ciata dal l 'Eden di Gn 3:15.

"" Mt 26:53,54. Vd. anche Mt 26:56.

" 'Cy l8:31,32.

"" Mt 27'.35. Cfr. Gv 19:-24.(,1

Gy, 19..28.r ' rs 6v l9:33-36. Vd. anche Gt '19:3 '7: <E anche un'al t ra Scr i t tura dice: "Volgeranno lo sguar<Jo a

colui che hanno trafitto"r.

"" Lc 24:44-46.

"" Mt27:51-53l ' Mc l5 l39 Lr 23:45.

I }.I-AI-'INT, DT.:I GIOIS,NI 341

trr riprodotta uno crociJissione celeste (quella sotterranea essendo anco-

r l da venire) e una caduta catastrof ica del c ielo nel laTerrar" ' Troviamo

conferma di quest'idea nella leggenda secondo cui i corpi di molti santi

tuscirono dalle loro tombe al momento della morte di Gesi (questo cor-

risponderebbe alla leggenda del Cristo primordiale che aveva resuscita-

to i morti nell 'Ade)"r. Sembra quindi certo che si tratti di una riprodu-

zione della morte di Cristo in cielo e della sua catastrofica caduta nella-ferra.

E poi? Secondo le Scritture, il Cristo caduto, alias il Giusto Servo (ls 52,

-53), avrebbe dovuto restare agli Inferilno alla Fine dei Giorni.

Come d possibile, allora, che il corpo di Gesil spari dalla tomba dopo so-

li tre gionti?

Secondo me, la spiegazione d di tipo esoterico e si trova nelle parole pro-

nunciate da Gesir nei giorni precedenti la sua morte. In due dei quattro

vangeli, Gesr) si paragona a Giona, un famoso profeta dell'Antico Testa-

mento. dicendo:

Poichd, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, cosi starir il Se-

me dell'Urnanid nel cuore della Terra tre giorni e tre notti"3.

Molti lettori conosceranno la storia del "pesce", che ingoib il profeta

Giona e poi lo risputb, e avranno immaginato che il pesce fosse una sorta

di mitica balena, che nuotava in un mare terrestre. E, per la stessa ragione'

avranno supposto che Giona fosse stato gettato in mare da una comune

"nAVe".

Ma, se applichiamo le metafore che abbiamo appreso nei capitoli prece-

denti, risulta un'interpretazione completamente nuova della storia di Gio-

na. in cui il "mare" d un mare celeste e la "nave" d una nave celeste, ciod

un pianeta del cielo. Il quadro che emerge, quindi, b il sacrificio di un ma-

rinaio - Giona - perchd possano vivere gli altri marinai.

Questa, naturalmente, d la stessa storia del sacrificio di Gesi Cristo, del

sacrificio del Giusto Servo e del sacrificio della vittirna del Sahno 22, per

non parlare del sacrificio dei numerosi ddi della mitologia del Vicino O-

riente antico.

Esaminiamo con mag-qiore attenzione la storia di Giona. Il profeta Giona

(i l cui nome signif ica "colomba") decise di fuggire dal suo dio e s ' im-

barcd su una nave (questa parte della storia b stata quasi sicuramente ri-

maneggiata). Poi, il Signore, <invid un grande vento sul mare)>, provocan-

do una violenta tempesta che minacciava di distruggere la nave (notate

I'analogia con il pianeta che sta per esplodere nelle acque celesti). A que-

rrr Ci troviarno rli fronte a una crocifissione del Cristo prinrordiale in cielo, seguita da ut)l sectlndil

croci t lss ionc del Cr isto pr inrcrrdialc agl i Inter i . ed E abbastanza plausibi le che si i t cosi , in accordcr

con I 'ant ica rnassima: <Corne in al to, cosi in bassor. In al ternat iva, s i potrebhe pensare che la leg-

genda or ig inale r iguardasse solo la croci f iss ione in c ie lo e che gl i autor i del l 'Ant ico Testantento lb-

biano r imaneggiato la stor ia per descr ivere una croci f iss ione agl i Inf 'er i .t t :Mr2J' .51--5- l .Cl t i l tcstognost ict tVtnRelodi l 'er i td, inPagels,TTrcCnosr i tGo,spels.c i t . .p. 107.

t , Mr 11.40. Cl i . Lc l I :29-f2.

I

t,

i

34.2 QUANDO GIJ DT:I SCESERO SUII.A, TI.:I3RA

sto punto, i marinai tirarono a sorte fra di loro e venne scelto Giona che fugettato f'uoribordo facendo in tal modo placare il mare,,o.cosa avvenne al profeta? Il libro di Giona riferisce che: <<Il Signore fece

venire un gran pesce per inghiottire Giona; e Giona fu nel ventrJdel p"rcetre giorni e tre notti>>rr5.

Questo "pesce" non d altro che una metafora della Terra. percid Gionanon dtce di essere stato nel ventre del pesce, ma nel ventre della Terra,ciob lo Sheol, gli Inferi:

E Giorra pregd i1 Signore suo Dio dar ventre del pesce e disse: <Io ho gridato al Si-gnore dal fondo della mia distretta, ed egli mi ha risposto. Dal ventre dZlto Sheot h6gridato .. . Io sono disceso fino alle radic-i dei monti; la Terra con Ie sue sbarre mi harinchiuso per seri lpr '!. I r( ' .

Poi, la storia di Giona segue i miti della regalitd del vicino oriente anti-co, con I'eroe che b vomitato dal pesce sr/ ina terra arir)a, vale a dire e-spulso dall' interno della Terra sulla sua superficie'r?.ora il punto di questa digressione d dimostrare che il racconto di Giona

era un mito archetipico e sarebbe quindi fondamentalmente sbagliato im-maginare che Giona rimase letteralmenle dentro un pesce per.,trl giorni etre notti". Al contrario, Giona come qualsiasi altro archetipico ..uJmo"

ti-tanico, avrebbe dovuto rimanere nel Cuore della Terra p er

-un considerevo-

le periodo di tempo. Un tentpo misurato in termini di^eoni.Percid, tomando all'affermazione secondo cui GesD avrebbe dovuto tra-

s:gTgre tre giorni e tre notti nel cuore della Terra come Giona nel pesce,dobbiamo concludere che il periodo in cui GesD rimase nella tomba c pu-ramente simbolico: simbole ggiava un' eternititrs.

{ guesto punto d appropriato ricordare le parole del Salmo 90, in cui si

affermg:!" T

"giorno", agli occhi delIumanitd, equivale a mille anni a-gli.occhi del Signore ". Il corano arriva persino a uha cifra di cinquanta-mila anni agli occhi di Allah''". I "tre giorni" che GesD trascorse nellatomba non dovrebbero quindi essere presi alla lettera pii dei

..sei giorni',

"' Gi<n | .ll motivo del mare che si calma compare anche nella leggenda di Gesi che placa la tem-pesta: vd. Mt8:23-26.

t t ' Gion 2 ' .1.

" ' ' ( i ion 2:2, 2,7. Clr- la leggenda de I fa l lo di osir ide, che fu gettato nel f iume e inghiot t i to daun pesce (ciod il diluvio di semi meteoritici che fu inghiottito dalla Terra;. Cfr. anche i'i pesce Ab-tu di Abido, che ordinava cosa doveva essere, come un ilio creatore; vd. Wallis Budge, Legends ,fthe Egyptian Cods, cit.. pp. 155. | 67. Altrove, Wallis Budge commenrd che Abru silnificiva

..an-

tenat i" . ln alcune leggcnde, i l "pesce" compare com. met l fora non del la Terra, ma del d i luvio dimeteoriti che "nuotarono" dal cielo alla Terra; vd. Kramer, History Begins at sunrer, cit., pp. 34g- .50.

l'Percid ftrrse il commento dr Cesir in Mt 12:41'. <Ed ecco qui vi b piu che Giona>. In altre palo-Ie, Giona I era diventat 'c ion:r u. un re nato in Terra, laddove^cr isto

"ru nuto in c ie lo.

'rN E interessante notare che il Primo libnt di Enoc (deliberatamente escluso dal canone biblico)documentava una tradizione secondo cui it Figlio dell'Uomo (Cristo) era stato <celato sin dal prin-cipio>; vd. Ellegard, Jesus - one Hundred years Before Christ, cit., p. 134. euest'espressione, se-condo me. implica l'idea di un occultamento ngli Inferi pir) che in cieio.

"'.lul 90:.1. Vd. anche 2 Pe'3:8.t l t t l l Conmo, c i t . . (sura 70). Al tcrnat ivamente sono speci f icat i mi l le anni (sura

-r2).

I}. I.A,F'INI-: DI-:I GIOI1NI 34J

che Dio impiegb per creare il cielo e la Terra. In effeni, queste cifre sim-boleggiano "un' eternitd".Considerate anche i tre giorni impiegati per la riedificazione del "tempio

di Dio" nel Vangelo di Giovanni:

Gesi rispose loro [agli Ebrei]: <Disfate questo tempio e in tre giorni lo fard risor-gefert ' t l .

L'autore del Vangelo secondo Giovanni nota che GesD aveva parlato del(tempio del suo corpo)). Vero, ma d una mezza veritd. Il tempio di Dio eranon solo il corpo di Gesir, ma anche il corpo di Dio ed era un corpo cele-,s/e. Questo corpo celeste era stato davvero distrutto e necessitava di risor-gere in cielo, cosa che Gest avrebbe fatto "tre giorni" dopo che era cadu-to sulla Terra. Ancora una volta, troviamo l'idea dei tre giorni equivalentia un'eterniti (e ancora una volta scopriamo che i vangeli furono scritti inparabole in codice ed erano relativi a <<cose occulte fin dalla creazione delmondo>).Riassumendo, mi sembra che I'idea di Gesir sepolto per tre giorni sia sta-

ta tratta da una leggenda secondo cui il corpo del suo primordiale alterego era stato dato agli Inferi in riscatto per "tre giorni" - un'eterniti - do-po i quali egli sarebbe risorto, ciod alla Fine dei Giorni.La conclusione d che i vangeli si basavano su una rappresentazione della

Passione, in cui il protagonista, GesD, impersonava il sacrificio del suo alterego primordiale al principio del mondo.

Questo dramma ponava a compimento il significato esoterico delle Scrit-ture ebraiche, culminando nella riproduzione della crocifissione del Cristoprimordiale in cielo, quando questo aveva pronunciato le celebri parole: <Dio mio, Dio mio, perchd mi hai abbandonato?>. Il dramma della Passionesi concludeva poi con una rappresentazione della sepoltura del Cristo pri-mordiale nel cuore della Terra.

Questa avrebbe dovuto essere la rappresentazione della Passione, secon-do le antiche tradizioni pagane e le occulte Scritture ebraiche.Ma perchd il corpo di Gest spari dal sepolcro? Questo d piuttosto strano,

perch6 avrebbe dovuto simboleggiare il risorgere del Cristo primordialedagli Inferi. Ma secondo le Scritture, questa resurrezione non doveva av-venire prima della Fine dei Giorni.E nessuno oltre a Dio sapeva quando sarebbe giunta la Fine dei Giorni'".

Quale uomo avrebbe osato variare il dramma in questo modo?

II. MISTEI1O DIiI. CORPO SCOMI'AIISO

Il corpo di Gesi spari davvero dalla tomba? O qualcuno inventb la storia

della sparizione dopo il fatto? Oppure ided tutta [a storia?

t2t Gv 2:19. Cfr. Mr 26:61',27:40: Mc 14:58; 15:29.t)'z Mt 24:36: <Ma quant'd a quel giorno e a quell'ora nessuno lo sa, neppure gli angeli dei cieli,

neppure il Figlio, ma solo il Padre>.

I,l

IiI

34.4. QUANDO Gl.r Dnr SCr:sr:RO sul-l_ATr.:Rli.A

GesD sacrificd davvero la propria vita in una rappresentazione della pas-

sjone?. Riprodusse la caduta di cristo dal cielo? E se d cosi, fu ispirato dadevozione personale o dall'influsso dello Spirito Santo di Dio?

GesD d davvero vissuto nel r secolo d.C.? O b vissuto prima? O non d maiesistito?

c'era qualche motivo particolare perch6 gli uomini del t secolo credes-sero che la Fine dei Giorni fosse vicina? La gente imrnaginb di aver vedu-to un Cristo risorto? O scorse forse dei terribili segni nel cielo'rr?E improbabile che riusciremo a rispondere a tutte queste domande, nd a

sapere esattamente cosa avvenne a Gerusalemme duemila anni fa. La ve-ritd della storia b sepolta sotto il modello mitico, come nel caso dell'Eso-do storico degli Ebrei e in quello della vera storia del re sumerico Gilea-mesh.

Possiamo, perd, concludere con una certa sicurezza che la storia che ciha trasmesso la chiesa b solo una mezza veritd. E la storia di cristo. finoa un certo punto, ma d nondimeno una storia "volg arizzata" , che ha occul-tato il vero soggetto - pianeti e meteoriti - ed a stata presentata comeun'astuta allegoria che implicava sofferenza, morte e resurrezione di unessere umano. E perch6 no? Questa descrizione antropomorfica del dram-ma celeste rendeva la storia accessibile alle masse e allo stesso tempoconservava il cruciale significato esoterico per gli iniziati.E la resurrezione di cristo dalla tomba? secondo me. d un'alterazione

della veritd e non una totale menzogna. E falso nel senso corporeo, ma ve-ro nel senso spirituale. voglio dire che lo spirito, o anima, del cristo pri-mordiale avrebbe dovuto risorgere in cielo al tempo della sua originalecaduta, lasciando il suo corpo in riscatto agli Inferi. euesto b it mito ai o-siride e della Fenice, che vissero un'identica separazione di corpo e animaa causa dell' impatto con la Terra. Come dicevano gli antichi Egiziani: <Ilcorpo alla Terra, I'anima al cielo>. E la storia di tutti eli antich-i ddi scesidal cielo.

Que-sta b la chiave per comprendere come Gest cristo avrebbe potutoscendere dal cielo in Terra nella sua seconda venuta, senza essere stato in-nalzato dopo la prima venuta. Al contrario, cristo sarebbe sceso nella suaseconda venuta come spirito o anima, esattamente come il ritorno dellaFenice ed esattamente come la seconda discesa di Mosd (vd. capitoli l0 el l ) .

Se il concetto sembra difficile da afferrare, dobbiamo soro pensare aDio, perchd la sua storia b identica. Dopo che Dio caclde nelra ierra, eglisenne innalzato al cielo metafisicamente, insieme alle sue acque. Ma que-;to non impediva a Dio di ritornare sulla Terra catastroficamente, secondoI quadro della Fine dei Giorni descritto nell'Antico Testamento. In effet-

r. Qualcosa aveva convinto gli uomini del I secolo che la Fine dei Giorni firsse imrninente. Il Nuo-

ro Testamento rif-erisce ripetutamente che gli eventi della Fine dei Giomi erano vicini. ln Mt 4:'1 . oer:sempio. Gesi dice: <Pentitevi, poichd il regno dei cieli d vicino", mentre in Mt 24:34. afferma:(Questa generazione non passeri prima che tutte queste cose slano avvenute,>.

I]. I-\ I.'INI.: DI':I GIOII,NI J4.5

ti, gli Ebrei credevano che Dio l'avesse gii fatto - al tempo del Diluvio u-niversale - quando aveva trasformato miracolosamente le sue acque me-tafisiclte in acque fisiche''+. Questo era il modo di pensare degli antichi,che pub sembrare strano alla gente di oggi.

Ne consegue che anche Cristo sarebbe stato perfettamente in grado discendere sulla Terra catastroficamente, nella sua seconda venuta, senzabisogno del suo corpo. Uidea che il corpo dovesse risorgere prima dellaseconda venuta appare una totale menzogna.Nondimeno, c'd ampio margine per la confusione e ci si chiede se questa

confusione abbia avuto origine nel I secolo. A quel tempo, lo spirito diCristo era ormai da lungo tempo in cielo ed E facile immaginare come va-ri segni in cielo possano aver innescato un'ondata di "visioni di Cristo"insieme alle paure di una sua catastrofica seconda venuta'rs. E ugualmen-te facile immaginare come queste paure abbiano condotto all ' ipotesi (sba-gliata) secondo cui la seconda venuta avrebbe richiesto la resurrezione fi-sica del corpo di Cristo dagli Inferi. Dopotutto, la resurrezione del corpo ela Fine dei Giorni erano idee correlate e ci sarebbe voluto un preparatissi-

mo maestro in scritture religiose e metafisica per convincere gli ignorantiche era la Fine dei Giorni a portare la resurrezione del corpo e non il con-trario'ro.

Percid ebbe forse cosi origine l'idea secondo cui il corpo di Cristo sparidalla tomba? Una paura della Fine dei Giorni provocd la credenza che ilcorpo di Cristo fosse risorto? E fece si che il Gesr) attore umano fosse ele-vato (a posteriori) a uno status divino e soprannaturale?

Quale che sia la veritd, d evidente che I'idea del Cristo risorto si stabilisaldamente e per questo leggiamo nelle Scritture cristiane che Cristo era<il primogenito dei morti>>, a significare che egli era la primizia di coloroche avevano riposato nella terra dei mortir27. Queste idee incoraggiaronola falsa credenza secondo cui il corpo di Cristo fosse in cielo e fosse sulpunto di scendere nuovamente in Terra, catastroficamente. Cosi, nel I se-colo, nacque I'idea che la Fine dei Giorni fosse imminente.

Da allora, siamo rimasti in attesa, per duemila anni, presumendo (erro-

neamente) di vivere nella Fine dei Giorni, con una spada di Damocle so-pra la testa. Ma in realtd, miticamente parlando, il corpo di Cristo d anco-ra al sicuro nel cuore della Terra, in attesa di uno sconosciuto appunta-mento col destino.

: ' Dio era in c ie lo e "sedeva

sovrano sul Di luvio> (vd. Sa1 29: l0) ed era spesso i rnmaginato rnen-

trc scendeva sul la Terra in una densa nube di acque; vd. Es I 9:9; Sa1 I 8: I l ; 2 Sa 22:12.j

Ellegard. Jesus - One Hundred Years Befttre Christ, cit., pp. 66,67,257, 2-58 sostiene che i pri-

mi cristiani non videro rnai Gesi in carne e ossa. ma lo incontrarono in visioni e rivelazioni corne un

esscre spir i tuale.

''n Gli gnostici. a ragione, avevano dei problemi con I'idea della resunezione del corpo di Criskr e

si rif'erivano a essa come a un <grandissimo errore') e alla < fede degli stolti"; vd. Pagels. The Gno-

st ic Gospels, c i t . , pp.4l-43,50.

'' ' Ap l'.5. Vd. anche I Cor 15'.20'. <Ma ora Cristo b risuscitato dai morti, primizia di quelli che

dormono. Infatti, poichi per mezzo di urr uomo IAdamo] d venuta la morte, cosi anche per mezzo di

un uono lCr istol d vcnuta la resurrezione dei mort i " . Vd. anche Cal l :18.

j46QUANDO Gl.I DF) SCI:SI'RO SUlt-\TI-:l1,l1A

La Fine dei Giorni arriverd, con inevitablle certezza, e I'umanith sarhdecimata e annientata. Per citare il libro di Geremia:

<La mia parola non d essa come il fuoco?r, dice il Signore, <e come un martello chespezza la roccia?>'".

Se dobbiamo basarci sul precedente studio, sembra proprio che sard co-si, perchd il Signore era un pianeta esploso con la soprannaturale capacitddi colpire ancora.E per lo stesso motivo, possiamo concludere che la seconda venuta di

Cristo d, in realtd, la cometa o I'asteroide che in questo stesso istante dprevista in futura collisione con la Terra. E una cosi che fa riflettere.E fa ancora piD riflettere l'idea che milioni di cristiani di tutto il mondo

attendano con ansia questo importantissimo evento in accordo con le pa-role della preghiera al Signore: <Venga il tuo regno)> e con quelle dell'a-postolo Pietro, che nella sua Secondo epistola scrisse: <Noi aspbttiamonuovi cieli e una nuova Terra>>'2'.C'd da chiedersi quanti cristiani conserveranno la propria fede quando la

cometa Melchisedech si troverd a tre siorni dalla Tena...

"'Ger23:29.Cfr. Mt 16:.18:. <Tu sei Pietro fpetros,cioEun pezzo di roccial e su questa pietra[pe-tra, cioi rna massa rocciosal edificherd la mia Chiesa e le porte dell'Ade non la potranno vincere,,.L'espressione specifica, come il contesto generale, rendono chiaro che la "pietra", o roccia, rappre-senta tutto il pianeta della Terra (in aggiunta e al di ld del simbolismo di Gesil Cristo come roccia;vd.'l Cor l0:4).

t" Mt 6:10',2 Pe 3:13.

14.

ADDIO AIJ-I.- F'IAI3I:

Quando ero fanciullo, parlavo da fanciullo,pensavo da fanciul lo, ragionavo da fanciul lo:ma quando sono diventato uonro, ho srnesso le cose da tanciullo.

Paolo, nella sua Prinra epistolu ui Corinzi

,.Come pud un pezzo di roccia cadere dal cielo?>. Migliaia di anni fa, la

caduta di meteoriti (che forse coincideva con spettacolari fenomeni cele-sti nell 'atmosfera della Terra') suscitd questa semplice domanda e, cosisembra, stimolb I'inizio della religione cosi come la conosciamo. Da allo-ra si d verificata una cosa terribile.

Per cominciare dal principio, molto tempo fa i nostri antenati decisero

che le rocce che cadevano dal cielo (meteoriti) potevano provenire solo da

una "montagna" simile alla Terra, che si era disintegrata nei cieli. Essiquindi concepirono la "montagna" del cielo come un pianeta a immagine

della Terra o, per essere pii precisi, un ex pianeta che era stato preceden-

temente a immagine della Terra.

Da queste premesse segui naturalmente I'idea che I'ex pianeta del cielo,essendo a immagine della Terra ed essendo caduto sulla Terra, avesse por-

tato il seme della vita in Terra e avesse riempito i fiumi con acque vivifi-

catrici. Per questo la "montagna" del cielo divenne la personificazione di"Did', un essere supremo che aveva creato deliberatamente tutta la vita

sulla Terra, compresi gli uomini.Poi venne I'idea che il pianeta fosse stato un essere vivente, con un cor-

po fisico e un'anima metafisica. Di conseguenza, si suppose che Dio non

fosse morto quando il suo corpo si era disintegrato ed era caduto sulla Ter-ra. Al contrario, la sua anima era ascesa nuovamente al cielo, dove avevaricostituito la "montagna" del cielo, metafisicamente. In tal modo, Dio a-

veva abbandonato il mondo degli "uomini" ed era diventato un misteriosoessere metafisico. elevato. invisibile e insondabile. Ma nondimeno Dioviveva e osservava con occhio vigile il suo gregge in Terra.

Come era morto Dio? Gli antichi decisero che la "montagna" di Dio erastata distrutta nel corso di una battaglia con un'altra "montagna" simile.

Va da s6 che quest'ultima fu identificata con un Dio malvagio e quindi

nacque I'idea di Satana. Naturalmente, si supponeva che anche il Diomalvagio fosse stato distrutto, o nella prima battaglia o in un successivoscontro, quando il "figlio" di Dio simile a un Titano era sorto dal grembo

della Terra e aveva vendicato suo "padre" assalendo il pianeta avversario.Dio era maschio o femmina, o entrambi? La questione si risolse inizial-

' Vd. V. Clube - B. Napier, The Cosmic Winter, Basil Blackwell. 1990.

Ir

I

34.8 QUANDO Gll Dr-tr SCr.SI,RO SUll-\Tr-]313.A

mente supponendo che ci fossero stati due Dbi supremi: uno maschile e

uno femminile, entrambi scesi dal cielo in Terra dove avevano consumato

un matrimonio sacro agli Inferi.Da dove era venuta l'umaniti? Come tutti gli altri esseri viventi, I 'uma-

nith era caduta dal cielo sotto forma di seme che era stato piantato agli In-

f-eri - il grembo della Madre Terra * ed era poi spuntato nel mondo supe-

riore. I progenitori degli uomini erano quindi considerati i "semi dell'u-

manitd", le "teste nere", caduti sulla Terra dal cielo. Nel linguaggio mo-

derno, possiamo chiamare questi semi meteoriti. E, quindi, era vero che

Dio (un pianeta esploso) aveva creato gli "uomini" (meteoriti) a sua im-

magine.

Questo fu I' inizio della religione come la conosciamo noi. con Dio e il

cielo che erano la stessa cosa: un pianeta esploso, secondo le credenze de-

gli antichi. Inoltre, questa storia era religiosa nel vero senso del termine,

perchd faceva risalire l"'umaniti" alla sua mitica patria in cielo (n.olN) da

dove era stata cacciata molto tempo prima perchd troppo "runtorosa".

L'ambizione dell'uomo antico era di tornare in cielo. da dove era venuto;

una ricerca che implicava innanzitutto una discesa agli Inferi. La via per il

cielo passava per I' inferno (l'Isola di Fuoco della tradizione egiziana).

Durante il tv rnillennio, nel Vicino Oriente antico sorsero le grandi ci-

vilti di Egitto e Sumer e i re consolidarono il proprio potere associandosi

agli dbi di questi culti del pianeta esploso, in particolare con I'eroico "fi-

glio di Dio", quello che era emerso dalla Terra come un Titano e aveva re-

staurato I'ordine dell'universo distruggendo il malvagio dio del cielo.

In Sumer, questi re semidivini iniziarono a costruire citth meravigliose.

con splendidi templi e ziggurat. ognuno dei quali rappresentava un micro-

cosmo della Terra e simboleggiava il sacro Legame tra Cielo e Terra. Nel

frattempo, in Egitto nulla era impossibile ai faraoni. Essi fbndarono le lo-

ro prime citth lungo il Nilo, a simbolo dei pianeti di cielo e Terra, e inizia-

rono a far navigare per il fiume dei meteoriti per rappresentare la creazio-

ne primordiale. Costruirono magnifici templi. per ricreare il legame pri-

mordiale tra cielo e Terra e posero il loro meteorite piir sacro. la pietra

Benben, nel tempio del cielo a Eliopoli. Col tempo, eressero anche le nre-

ravigliose piramidi, a perenne memoria della credenza secondo cui le ani-

me dei faraoni potevano salire in cielo e ricreare I'Eth d'oro dell'universo,

come la Prima Volta.

Cos) i culti del pianeta esploso lasciarono il loro segno nel paesaggio del

Vicino Oriente antico, apparentemente per l 'eternith.

Ma poi le cose cominciarono ad andare male. Col passare dei secoli. le

religione si trasformd in un grosso business. Le profbnde percezioni dei

sacerdoti vennero "volgarizzate" per I'uso pubblico. I poeti si misero al

lavoro per riscrivere le leggende degli ddi, raffigurandoli come eroi simili

a uomini, con emozioni umane. Anche gli artisti si misero all 'opera, scol-

pendo statue di ddi in forme e pose umane. E la gente comincid a pensare

che gli ddi avessero davvero camminato sulla Terra in un'epoca remota.

Persino i pii i l luminati, che continuavano a scrutare il cielo in cerca dei

r4. ADDIO AllJ.: l.'tAt3l; 34.9

loro ddi, cominciarono a dimenticare che il vero Dio era per natura invisi-hile. Percid, invece di adorare sole, luna e stelle come sintboli del pianeta

esploso, iniziarono a venerare sole, luna e stelle per se sres.si.II decadimento si diffuse anche tra i sacerdoti. In Egitto, divenne tab[

parlare della morte di Dio, e quindi Osiride, dio dei morti, perse popola-

ritd. I sacerdoti di Eliopoli e Menfi iniziarono a volgere la loro attenzioneall'aspetto meno fisico di Dio, la parte metafisica della sua dualith fisico-metafisica. Furono compiuti i primi passi in direzione di una fede in unarnisteriosa divinitd soprannaturale che aveva creato tutte le cose senz.a bi-sogno di sporcarsi le mani in una sconveniente battaglia tra ddi.

A poco a poco, I'originale politeismo egiziano comincib a staccarsi dal-le proprie radici e a mutarsi in monolatria e, col tempo, in monoteismo.Verso la fine del tt millennio a.C., un popolo noto col nome di Ebrei, o I-

sraeliti, stabili un rigidissimo culto monoteistico nel paese di Canaan. Isacerdoti, senza dubbio spaventati da una religione aperta e accessibile atutt i , decisero di diventare inf lessibi l i . Negarono I 'esistenza di una vi ta

dopo la morte e affermarono che, dopo la morte, gli uomini sarebbero tor-nati polvere. Il destino dell'uomo doveva compiersi in Terra e la residen-za di Dio era irraggiungibile, pii lontana della pir) remota stella. <Puoi tuscandagliare le profonditd di Dio>, chiedevano, (Si tratta di cose pii altedel cielo, e tu che faresti? Di cose piD profonde dello Sheol, come le co-nosceresti?>r.

Per evidenziare questa nuova filosofia religiosa, i sacerdoti ebrei altera-rono drasticamente le loro Scritture. La natura fisica di Dio fu celata, co-nre anche la sua morte e la resurrezione, per impedire che anche la gente

colnune potesse pensare di tornare in vita dopo la morte. Astutamente, la

creazione degli altri dbi da parte di Yahweh fu omessa nel libro della Ge-nesi, togliendo la prima lettera (alefl dalla prima riga. Questo cambid ra-dicalmente il significato del brano d'apertura. conre possiamo vedere dal-le versioni A e B qui di seguito riportate:

A. Quando il Padre dei Principio [Ab-reshith] cred gli ddi lelohiml di cielo-e-Terra. . .

B. In principio fBereshith], Dio [Elohim] creb il cielo e la Terra.

Dopo aver omesso la creazione degli dbi, i sacerdoti ebrei effettuaronoun altro brillante colpo da maestro, nascondendo I'esistenza della DeadellaTerra. Fecero cib capovolgendo il senso dell'antica leggenda, secon-

do cui il primo uomo, Adamo, era stato tratto dal grembo della Madre Ter-ra (Eva), e dichiarando che in realtd Eva era stata creata da Adamo. Ancheil motivo della costola venne distorto. Invece di essere un meteorite cheentrava nella Madre Terra, esso divenne una costola umana usata per crea-re la pr ima donna.Perchd tutto questo? Semplicemente per occultare I'esistenza della Dea

che era stata la rivale piil potente di Yahweh-Elohim.

' Giob l l : '7.8.

J50 QUANDO GI.I DT.:I SCF:SF:RO SUIIATIiRRA

Inoltre, i sacerdoti riscrissero le leggende dei patriarchi ebrei per na-scondere il fatto che Adamo, Nob, Abramo, Giuseppe, Mosd e altri eranoscesi dal cielo. Solo gli iniziati del grado piir alto tra i sacerdoti conosce-vano le vere origini celesti degli lbri e solo loro potevano identificare leallusioni metaforiche contenute nell' Antico Testamento.Non b esagerato affermare che mai prima di allora nella storia della re-

ligione I'uomo aveva messo per iscritto un tale cumulo di mezze veritd etotali bugie.Nondimeno, anche se gli scritti ebraici erano estranei al modo di pensa-

re degli altri popoli antichi, erano stati composti in uno stile che avrebbeattratto molti seguaci. Invece di perdersi, o conservarsi come una curio-siti storica (come testimonianza della particolare prospettiva religiosa diuna minoranza), essi erano destinati ad avere profonda influenza sullapercezione religiosa dell'uomo per innumerevoli generazioni a venire.La chiave d rappresentata dal cristianesimo. Circa duemila anni fa, la

citti di Gerusalemme ospitb un dramma misterico, o della Passione, in cuiun uomo di nome Gesir rappresentd la leggenda del pianeta esploso infor-ma umana. Cid che accade dopo d incerto, ma deve essere avvenuto qual-cosa che rese questa rappresentazione della Passione diversa dalle nume-rose altre che l'avevano preceduta. Possiamo immaginare che una perso-na influente improvvisamente si rese conto che la storia della Passione a-vrebbe potuto costituire la base ideale di una nuova religione, una religio-ne dal richiamo universale.Per comprendere questo sviluppo, dobbiamo renderci conto che un Llo-

mo comune del t secolo aveva poco interesse per la leggenda ormai di-menticata di un dio planetario, che aveva sacrificato la propria "carne" e ilproprio 'lsangue" per salvare un"'umanitd" primordiale agli Inferi. Ma sa-rebbe stato attratto dall'idea di un essere umano che aveva sofferto e ave-va sacrificato la propria vera carrre e il proprio vero sanguq soprattutto sequesto essere umano era stato impregnato dello Spirito divino.

Quindi, il cristianesimo quasi sicuramente inizib come riadattamento diuna rappresentazione della Passione, fatto che non era necessariamentenegativo, perchd il dramma raccontava I'antica storia religiosa del piane-ta esploso in modo diretto, semplice e umano. Inoltre, il dramma dellaPassione era una storia che poteva essere compresa contemporaneamentea livello essoterico ed esoterico; a un livello era "volgarizzala" per le mas-se, ma a un altro conservava un profondo richiamo per i pochi iniziati al-la veritd.Essendo una nuova religione, perd, il cristianesimo mancava delle radici

necessarie per competere con altre religioni piD antiche diffuse nel I seco-lo. Essa quindi si radicb alle arcaiche tradizioni dei patriarchi ebrei per ac-quisire la necessaria legittimitd. Fu una scelta ironica, perch6, mentre icristiani promulgavano I'idea di un vita eterna in cielo, gli Ebrei negava-no che una tale vita esistesse. Tuttavia, il problema fu risolto definendo gliscritti ebraici "Antico Testamento" e quelli nuovi cristiani "Nuovo Testa-mento".

I4. ADDIO AIIJ-] I.-IAI3F: 351

Il trucco funziond e insieme I'Antico e il Nuovo Testamento divennerouna coppia formidabile. Da una parte, il Vecchio Testamento forniva unagenealogia scritta, unica nel mondo antico: la storia di una nazione con-temporanea che risaliva fino al primo uomo, Adanro, creato da Dio. Dal-I'altra, il Nuovo Testamento aggiornava con forza e vivacitir l 'antichissimastoria religiosa e faceva appello alle continue credenze degli uomini nellamorte e nella rinascita, nella vita dopo la morte e nella Fine dei Giorni.Cosi fu, per uno strano vezzo della storia e un'improbabile connubio di

convenienze, che gli antichi scritti ebraici acquisirono un'importanzasproporzionata rispetto alla setta minoritaria che li aveva prodotti. Unavoce dissenziente nel mondo antico divenne una voce dontinante nelmondo cristiano, e un libro zeppo di mezze veritd e menzogne - in origi-ne destinato ai soli Ebrei - influenzd il pensiero di uomini intelligenti intutto il mondo occidentale per millenni.E i paesi che avevano inventato i culti del pianeta esploso? Nei primi se-

coli dell'era cristiana, dopo secoli di invasioni da parte di Greci e Roma-ni, la civiltd egiziana era in ginocchio. I sacri meteoriti dell'Egitto eranotutti scomparsi: rubati, distrutti, messi al sicuro, o semplicemente andatiin pezzi a causa della corrosione naturale. Le splendide piramidi e i tem-pli della valle del Nilo erano in rovina.

In Mesopotamia, la situazione era altrettanto desolante. Le grandi civilthdi Sumer e Akkad erano state dimenticate'da tempo, mentre i loro succes-sori, i Babilonesi, avevano sostenuto piD guerre di quanto possa essereraccontato in queste pagine. Non furono costruiti pii nd templi nd ziggu-rat e quelli vecchi erano caduti in rovina dopo secoli di guerre, vandalismie disastri naturali.

All'epoca, in tutto il mondo antico, le storie degli ddi erano completa-mente pervase dall'antropomorfismo e molte leggende erano state tal-mente rimaneggiate che se n'era perso il significato originale. A peggiora-re le cose, i testi scritti erano di solito raccolti in enornri biblioteche doveerano quasi sempre destinati all 'estinzione, a causa degli incendi dolosi oaccidentali.

Le tradizioni orali erano piil resistenti. Dal t millennio a.C., o anche daprima, i segreti dei culti del pianeta esploso erano stati trasmessi da variescuole misteriche indipendenti, che continuarono a prosperare nonostantela disapprovazione della Chiesa. Queste scuole misteriche, turtavia, so-pravvissero osservando una regola principale: il silenzio e la segretezza.Pochi erano coloro che scoprivano la veritd esoterica dietro i vangeli cri-stiani e comunque non si sarebbero mai sognati di mettere qualcosa per i-scritto per sfidare il dogma ufficiale della Chiesa.

Quanto alla Chiesa, la storia attesta che essa accrebbe sempre piir la propriaforza fino a diventare una delle piD potenti istituzioni che il mondo abbia maivisto. Essa in pratica istitui un monopolio sull'insegnamento religioso e laBibbia - questa strana miscela di Antico e Nuovo Testamento - divenne difatto l'unica fonte della conoscenza religiosa nel mondo occidentale.

Novecento anni dopo, questo stato di cose b sul punto di cambiare.

)52 QUANDO Gl.r DnI SCr:SF:I1O SUl,l-ATI':l1l1A

CHE PAIII.IN O I.I-- TA\)OI.LT-TI'I

Nel corso dell'Ottocento, archeologi europei e americani iniziarono a c--

splorare le terre d'Egitto e Mesopotamia in cerca di citth perdute e prezio-

si cirneli. ln men che non si dica, gli antichi tumuli rivelarono i loro teso-

r i a moderni vanghe e picconi.

Al l 'epoca, I 'at tenzione era concentrata su manufatt i come statue e

gioielli, che sarebbero diventati ipezzi preferiti dei n.rusei. Ma i tesori pitt

importanti di tutti erano forse le iscrizioni che furono recuperate con at-

tenzione e messe da parte.

Ispirati dalla curiositb di scoprire il passato dell'umanith, gli studiosi ini-

ziarono ad analizzare le enigmatiche iscrizioni di Egitto e Mesopotamia

con I'intento di decifrarle. E, incredibilmente, alla metd del XIX secolo, vi

riuscirono: una scoperta grandiosa per la quale la societd ha riconosciuto

loro troppi pochi meriti. In pochi decenni, gli studiosi traducevano con si-

curezza gli antichi scritti e, all'inizio del Novecento, avevano preparato e

pubblicato le traduzioni di numerosi testi.

La voce degli antichi era tornata, risorta miracolosamente dalla tomba.

O no? La tesi di questo libro d che la voce degli antichi sia stata soffocata

da un'intetpretazione fondamentalmente errata degli studiosi. Ed d rimasta

soffocata per piir di un secolo. E mia convinzione (per quanto immodesta)

che la voce degli antichi sia stata infine resa intelligibile in quest'opera,

Quando gli dbi scesero sullaTerra (2000) e nel mio libro precedente, Dal-

le piramidi ad Atlantide ( 1998), che tratta specificatarnente dell'Egitto.

Cos'ha da dire la voce degli antichi? In breve, gli antichi abitanti di E-

gitto e Mesopotamia vogliono rammentarci che le loro religioni nort erano

culti solari, nd lunari, nd stellar\, nd della fertilitd, nd di altri generi tnon-

dani, ma erano culti del pianeta esploso.

Gli antichi vogliono anche informarci che tutti gli altri culti diversi era-

no subordinati aqtello del pianeta esploso. In altre parole, il culto del pia-

neta esploso includeva tutti gli altri culti.

Spero che, a questo punto del libro, il lettore concordi con me nell'affer-

mare che questa b la veritd e si stupisca quanto me che ci sia voluto piil di

un secolo perchd essa venisse a galla. E un ritardo che richiede una spie-

gazione.

Perchd gli studiosi non hanno compreso la veritd per cosi tanto tempo?

I i IN AI'TI'-liltAl3I1.r. SIt Gl3ItTO

Perch6 gli studiosi per pitr di cento anni non sono riusciti a capire che le

religioni antiche erano culti del pianeta esploso? Com'b possibile che sia

toccato a un profano come me evidenziare le falle in campi accademici i-

stituiti da lungo tempo?

Credo che non esista un'unica spiegazione. ma piuttosto una complessa

rete di fattori che hanno agito tutti simultaneamente per confondere la no-

I.I. ADDIO AIIJ.] I.'IAI3I,: 353

\tra interpretazione del passato. Il problema principale sembrano esserestati i preconcefti, basati su un'educazione religiosa che era I'antitesi delrnondo pagano.Il tipico studioso dell'ottocento era un gentiluomo che credeva ardente-

mente in Dio e nella Bibbia; accettava implicitamente che il mondo fossestato creato in modo soprannaturale da Dio; credeva profbndamente cheI)io fosse un mistero inconoscibile e considerava un anatema indasare irnisteri divini; inoltre credeva che gli antichi nel complesso fbsser6 unarnassa di barbari primitivi.

Questa non era certo una base ideale per gli studiosi incaricati di tradur-re e interpretare le leggende pagane degli antichi.Sin dal principio, questi studiosi si sentirono profondamente a disagio.

lnvece di leggere di come un unico Dio avesse creato il mondo e gti uo-rnini, leggevano racconti di come queste cose miracolose fossero statecompiute da diversi dii. Questo era un sacrilegio. Inoltre, gli antichi ave-vano avuto I'audacia di descrivere la grandiosa creazione di Dio in termi-ni esplicitamente sessuali! Questo era considerato disgustoso. E quantoall'antica credenza secondo cui Dio era nel sole, nella luna, nelle stelle, opersino nelle rocce, nelle piante e negli alberi, questa era chiaramente o-pera di menti primitive.con tali preconcetti, gli studiosi della seconda metd dell'ottocento diffi-

cilmente avrebbero compreso il profondo significato dei testi antichi. Sa-rebbe stata I'ultima cosa che avrebbero voluto scoprire. Di conseguenzanon dobbiamo stupirci se i vari sfbrzi accademici di confiontare le reli-gioni antiche e moderne si sono fermati a metd strada. Se guardiamo aeliultimi due secoli, d difficile trovare un solo confronto'iriparziale tra-ledue religioni. Invece, troviamo studi che oppongono un "vero Dio" a "fal-si ddi", un "vero" sistema di fede a un sistema "pagano" e la "religione" diun uomo pensante alla "mitologia" di un uorno primitivo.Col senno di poi, sembra tutto tristemente inevitabile.Nello specifico, esistono diversi fattori che possono aver contribuito allo

stato di ignoranza degli studiosi del xrx e inizio del xx secolo.Il primo di questi fattori E una limitata conoscenza dell'astronomia, in-

sieme a un radicato scetticismo relativo agli irnpatti catastrofici dallo spa-zio. Ricorderemo che solo all ' inizio dell'ottocento, il presidente ameriia-no Thomas Jefferson commentava: <<Era pitr facile credere che i due pro-fessori stessero mentendo che quelle pietre fossero cadute dal cielo>r.-Eraun commento tipico del suo tempo e illustra il genere di background intel-lettuale in cui venivano educati gli studiosi fino a non molto tempo fa.Molt i studiosi del la f ine del l 'Ottocento probabi lmente non sapevano

nemmeno cosa fosse un meteorite, mentre altri credevano che i meteoritifossero semplici pietre terrestri colpite da un fulmine. Una tale ignoranzaora pub apparire incredibile, ma bisogna inserirla nel suo giusto contesto,come retaggio dei secoli bui del Medioevo europeo.

'Citato in "Meta

Rescarch Bul let in" . T:4 (Decernber l99t i ) . n. 60.

354- QUANDO GI,I DI.:I SCEST:RO SU1,1-\TI':I3R,A

Perchd quest'ignoranza domind cosi a lungo? E possibile che la Chiesadovesse negare I'esistenza di impatti catastrofici per conservare il mitosecondo cui Dio aveva ordinato una sola Fine dei Giorni. alla fine delmondo? E possibile che la Chiesa temesse che le conoscenze scientifichesui cataclismi avrebbero indebolito il mistero del suo Dio catastrofico?Naturalmente c 'erano eccezioni a questo stato d' ignoranza. Nel 1801,

I'astronomo Giuseppe Piazzi scopri con il telescopio il primo asteroide epoco dopo diversi altri asteroidi vennero individuati. Quasi immediata-mente, un astronomo di nome Heinrich Olbers dichiard che questi asteroi-di erano la prova dell'esistenza di un pianeta tra Marte e Giove, ormai e-sploso. Gli asteroidi, affermava, ne erano i fiarnmenti. Olbers non si ren-deva conto di procedere sul territorio sacro di segreti millenari.

La teoria del pianeta esploso f-u perd di breve durata. Nel 1814, il celebreastronomo Laplace lancid uno spietato attacco contro Olbers e gli altri e lasua influenza nei circoli astronomici era tale che la teoria del pianeta e-sploso scomparve per i successivi 175 anni.Nel corso di questo periodo, tutti i principali l ibri di testo affermavano

categoricamente che le rocce della fascia di asteroidi non si erano mai u-nite a costituire un pianeta. L ipotesi del pianeta esploso non era neanchemenzionata. Era scomparsa dai manuali.Non b un po' sospetto? Lo d se pensiamo alla possibilith che I'antico sa-

pere religioso fosse ancora salvaguardato dalle moderne scuole misteri-che del xtx secolo. In questa situazione era prevedibile che le scuole mi-steriche avrebbero fatto di tutto per salvaguardare la loro "conoscenza"(che Dio era un pianeta esploso) e mantenerla nascosta alla popolazione.Laplace aveva davvero le sue idee su asteroidi e comete? O le sue rifles-

sioni erano inf'luenzate in qualche modo dai moderni custodi dei misteri?E un pensiero che fa riflettere.La conclusione d che nessuno degli studiosi del xtx o xx secolo aveva

alcun' idea del pianeta esploso. lgnoravano ipianet i esplosi quanto ime-teoriti. Come potevano allora avere una vaga idea di cid che descrivevanoi testi religiosi egiziani e mesopotamici?

Il secondo importante f'attore che ostacold gli sforzi degli studiosi era unaquasi totale mancanza di familiarith con il concetto di Inferi. Gli lnferi era-no la chiave che avrebbe svelato i misteri dell'antica religione, ma gli stu-diosi non avevano la minima idea di cosa fossero. Dopotutto, i sacerdoti e-brei avevano celato tutte le leggende che potevano fornire una spiegazione.

Percib, quando gli studiosi lessero le varie leggende degli dbi che scen-devano agli Inferi, essi non avevano la benchd minima idea di cosa si trat-tasse. Il significato degli Inferi era totalmente sconosciuto.Perch6 si era persa questa nozione'/ In breve, la risposta d che gli antichi

consideravano gli Inferi come il piir sacro dei luoghi. Si trattava di un mi-stero indicibile che poteva essere comunicato solo a pochi. Nel corso deimillenni, i segreti degli lnf'eri erano stati trasmessi solo dalle scuole mi-steriche che li rivelavano esclusivamente agli iniziati del pii alto grado, iquali non potevano parlarne apertamente. E possibile che gli studiosi mo-

| | ADDIO All.r: ['L\t3I-] 355

,lclni, che leggevano le antiche leggende degli Inferi, fossero in stato dittrtrrle ignoranza''

lr naturalmente possibile che alc'uni di questi studiosi non fossero in sta-lo di totale ignoranza. E possibile che uno o due di loro fossero iniziati aiscgreti degli antichi misteri e che quindi avessero acquisito la conoscenza.In questo caso, perd, gli studiosi perriferire algrande pubblico il signifi-t lto delle le-egende avrebbero dovuto rompere il voto del silenzio. Un al-tfo pensiero che fa riflettere.

Percid, con nessuna idea degli Inferi e nessuna idea di meteoriti o piane-ti esplosi, gli studiosi difficilmente avrebbero potuto superare lo scogliosuccessivo: le metalbre, i modi di dire e le analogie degli antichi.Nel corso di questo libro, d risultato evidente che le metafore costituiscono

la chiave d'intelpretazione dei testi antichi. Un pianeta, per esempio, poteva

cssere chiamato "montagna", "roccia", "isola", "oizzonte", "trono" o "cittl".

Inoltre, nelle leggende egiziane. il pianeta era spesso paragonato a una "te-

sta". con gli "ocohi" che rappresentavano le lune'. E in certi contesti, il piane-

ta del cielo poteva diventare un "grembo" o un "uovo" che generava gli ddi.Anche gli Inf-eri potevano essere chiamati "montagna", "isola", "cittd",

ma anche "cielo nel mezzo". E in certi contesti, gli Inferi erano il "grem-

bo" della Madre Terra, che poteva essere fecondata dagli ddi che cadeva-no, per dare in seguito alla luce giganti, demoni o "uomini".

LIn'altra importante metafrrra era quella del "muro", che alludeva al tet-to degli Inf-eri, o alla superficie di un pianeta.

E questo "muro" della Terra era penetrato da un oggetto che poteva es-sere un "mattone", un "piccone", un "seme", una "mosca per fare l'amo-re", l"'essenzil di Anu", o una "costola". In tutti i casi, le metafore allude-vano al meteorite, che rappresentava il diluvio di meteoriti provocato daun pianeta esploso che, a sua volta, era paragonato a una "capanna digiunchi", o "casa", abbattuta e trasformata in "barca".

L'esplosione del pianeta del cielo era indicata in diversi modi. Poteva es-sere paragonata allo scoppio di un "grembo", la rottura di un "uovo" ,l 'a-pertura di una "testa", I'abbattimento di un "albero" o di una "foresta",

I'arresto o la deriva di una "barca", il crollo di un "pilastro", o la decapi-tazione o lo smembramento di un dio. Questi episodi avvenivano in circo-stanze oscure che spesso implicavano battaglie tra gli ddi'.

Ora, bisogna dire che gli studiosi avrebbero dovuto riconoscere queste

varie nretalbre come qualcosa che si riferiva auna catastrofe alla base ditutte le antiche fedi. Ma, per le ragioni che abbiamo gid citate, gli studiosinon avevano idea di cosa potesse essere questa catastrofe. Percib essi mi-

" Vd. rif'erirnenti a'trcchi" e "testl" in Allbrd, Dulle pinunidi ad Atlantide, cit.,, Indice analitico.

'Per esempio, sccondo un'ant ica leggenda egiz iana, i l d io RA un giorno convocd tut t i g l i ddi e dee,

qundi l i inghiot t i c se l i tenne in pancia; g l i dBi in iz iarono al lora a combattere f inchd anche I 'u l t imo

di loro non moli. A quel punto, Ri sputo fuori gli ddi sotto lbrma di pesci e uccelli; vd. Meeks - Fa-

vard-Meeks, Duilv Lile ol' the Egyptian Gods, cit., p. 25. Da notare la connessione con il l ' iume in-

f'ernale Hubur. il "Fiume

di Pesci e Uccelli" e anche le analogie con la leggenda greca di Crono che

inghiot t i i pnrpr i " t ig l i " . e fu costret to con I ' inganno a vomitar l i .

j56 QTJANDO Gl.r Dr-rr SCr.Sr.RO SUtl-\ Tr-]3l3A

sero da pafte le anomalie e adottarono la soluzione "evemeristica", sugge-rendo che le battaglie degli ddi fossero racconti rimaneggiati ed esageratidi battaglie umane. Nessun altro tipo di scontro per loro aveva senso.Gli antichi comunicavano tramite metafore, allegorie e simboli che non

erano pii compresi. E il fatto che essi avessero "volgartzzato" le storie o-riginali degli dbi in forme antropomorfiche aveva fatto scattare una trap-pola in cui gli studiosi erano subito caduti.

Ma gli studiosi caddero anche in un'altra trappola. Come abbiamo di-scusso nel Capitolo 4, il tratto pii caratteristico dei culti del pianeta e-sploso era che Dio - il pianeta esploso - era invisibile. Di conseguenza gliantichi erano stati costretti ad adottare ogni sorta di corpi celesti visibilicome simboli del pianeta esploso. I principali tra questi simboli visibili e-rano il sole, la luna e alcune stelle, e tutti passavano attraverso fasi di mor-te e rinascita, che evocavano la morte e la rinascita del Dio planetario.

I primi studiosi, quindi, avevano tutto contro. Primo, non potevano guar-dare il cielo e vedere cid che effettivamente adoravano gli antichi: il pia-neta esploso era, per definizione, invisibile. E secondo, quello che scopri-vano erano prove diffuse del culto di sole, luna e stelle.Gli studiosi finirono dritti nella trappola e giunsero alla conclusione che

gli antichi avessero venerato il sole, la luna e le stelle in sd. Perch6 avreb-bero dovuto pensare altrimenti? Dopotutto, gli antichi avevano sviluppatocon il pianeta esploso legami simbolici talmenre stretti che era molto dif-ficile distinguere il sole dal vero oggetto di culto. Inoltre. gli studiosi nonavevano assolutamente idea di cosa potesse sirnboleggiare il sole. E quan-do leggevano storie il luminanti, come quelle del dio-sole che viaggiavaattraverso gli Inferi, non ne potevano comprendere il significato perch6non avevano idea di cosa fossero davvero gli Inferi.Inoltre, se alcuni studiosi, come Wallis Budge, comprendevano che il so-

le era un <simbolo di un Dio piD alto>, essi erano riluttanti a investigare(almeno in pubblico) la natura di questo Dio superiore. Secondo la loro e-ducazione, questo Dio era il misterioso e inconoscibile Dio della Bibbia enon c'era al tro da aggiungere.

Quanto alla molteplicitb dei culti in Egitto e Mesopotamia, gli studiosispiegavano che gli antichi erano "confusi".

In realth, erano gli studiosi a essere confusi, perchd esistevano numeroseirritanti anomalie nel quadro che essi avevano cominciato a delineare.Ma, come nel caso delle leggende delle battaglie celesti, queste anomalie- specialmente quelle relative al dio-sole - vennero accantonate e in se-guito dimenticate. Il grande pubblico non ebbe mai il sospetto che ci fos-se qualcosa di sbagliato; si fidava implicitamente degli studiosi.Considerando tutti questi fattori, deve quindi sorprendere che gli studio-

si del xtx e XX secolo identificarono gli dbi scesi dal cielo con dbi dellapioggia, del tuono, del fulmine e della tempesta? Deve sorprendere cheessl r?or? assoclarono I'apertura della Terra alla caduta di un meteorite?Deve sorprendere che gli studiosi occultarono la natura interplanetariadel le ant iche leggende nel le loro traduzioni, con i l c ielo che diventava

r..1. ADDIO All.r: r'IAt3I-: 357

"nubi", il Diluvio "pioggia", il fiume celeste un fiume terrestre e la mon-

tagna del cielo un'umile montagna o collinetta terrestre?

Il fatto veramente sorprendente, secondo me, d che gli studiosi della.fine

del xx secolo, non abbiano messo in dubbio i loro ottenebrati predecesso-

ri. Al contrario, b accaduto che le successive generazioni di studiosi han-

no dato per scontato il quadro e hanno continuato a ignorarne le anomalie.

Essi si sono rifugiati in specializzatissimi campi di studio, nel tentativo di

scoprire cose nuove invece di riesaminare quelle vecchie.

A livello individuale, questo d perfettamente comprensibile e scusabile.

Nondimeno, a livello collettivo, le discipline di egittologia, sumerologia e

assiriologia devono essere messe sotto accusa perchd, con la loro facile

compiacenza, hanno tradito la flducia del pubblico.

PIANETI IiSPI.OSI: l3I'-z\TA O I-'z\N?\SL\?

Vorrei ora concludere questo libro ponendo una domanda che ho finora

accuratamente evitato. E possibile che un pianeta (o pianet!) sia effettiva-

mente esploso nel nostro sistema solare milioni dianni fa? E possibile che

dei meteoriti abbiano davvero avuto origine da un pianeta che esplose?

E possibile che la luce delle iniziazioii delle antiche scuole misteriche

fbsse una "vera" luce?

Come abbiamo menzionato precedentemente, I' idea che un pianeta pos-

sa essere esploso nel nostro sistema solare apparve brevemente all ' inizio

dell'Ottocento, dopo che gli astronomi avevano scoperto i primi asteroidi

tra Marte e Giove.Ma la teoria ebbe vita breve grazie all 'autorevole attacco lanciato da La-

place. Di conseguenza, pochi astronomi oggi hanno sentito parlare dellateoria del pianeta esploso e coloro che ne sono venut i a conoscenzala

considerano una teoria "sterile".

Tuttavia, abbiamo gih visto come egit tologi , sumerologi e assir iologi

siano stati fondamentalmente in errore negli ultimi duecento anni. E pos-

sibile che anche i moderni astronomi abbiano poggiato le loro convinzio-

ni su fondamenta ugualmente instabili?

Un astronomo che la pensa cosi d Tom Van Flandern, un ricercatore con

un'esperienza ventennale all 'Osservatorio navale degli Stati Uniti, dove b

divenuto capo del Dipartimento di meccanica celeste. Dalla meth degli

anni Settanta. Van Flandern ha raccolto prove secondo cui la teoria princi-

pale relativa all 'origine degli asteroidi (a anche delle comete) d fonda-

mentalmente sbagl iata".

" Vd. T. Van Flandern. Durk Mttttcr Mis.sing Plutets & Nev,Ctnnets. North Atlantic Books, 1993 (o la

seconda versione aggiornatr tlel 1999). Vd. anchc i seguenti fbndamentali articoli in "Meta

Research

Bulletin>: A Revision oJ the Explodetl Plonet H\pothesi.s, in .vnso.4:3 ( 199.5), pp. 33-421 Suntntun- oJ'

the Erploded Plunet Htlxtthe,ri.r, in.MRB".6: I (1997). pp.2-1:Thc Originul SolrrrS\'srcrrr. in <MRB>,

6:2(1991),pp. l7-29leDurkMutter. . . 1999 Lldi t ion, in"MRBn,T: '1 ( l99t t ) .p.2.Perul ter ior i informa-

zioni, o per abbonarsi a <Mcta Rcsearch Bulletin". scrivete a Meta Research P O. Box 15186, Chevy

Chase. vo 20{J25-5 ltt6. usAl oppure visitate il sito internet http://www.nretaresearch.org.

158 QTJANDO Gl.r Dr-:r SCr;SERO SUll-A,TI-:l3l1A

Secondo la teoria tradizionale, la fascia di asteroidi rappresenta solo deicomponenti celesti non utilizzati. che non hanno mai formato un pianeta.

Quanto alle comete, si crede che questi corpi caotici provengano da unariserva nello spazio profondo chiarnata "Nube di Oort".

Van Flandern non d d'accordo. Le sue ricerche lo hanno persuaso che lafascia di asteroidi ha avuto origine dall'esplosione di due pianeti un tem-po esistenti tra Marte e Giove. Quanto alle comete, Van Flandern poneI'accento sul fatto che non esistono prove dirette della Nube di Oort econsidera la teoria un'invenzione. Invece. propone che le comete derivinoda un'esplosione relativamente recente (3,2 milioni di anni fa) di un pic-colo corpo astrononrico (probabilmente una luna) sempre nella regionedella principale fascia di asteroidi.

Potrebbe aver ragione?Bisogna dire che i colleghi di Van Flandern non solo per nulla convinti

della teoria del pianeta esploso, nonostante il fatto che Van Flandern abbiaormai a sua disposizione un formidabile arsenale di prove (in aumento)basate sulle osservazioni'. La principale obiezione rimane che non esistealcun meccanisrno scientifico noto che porti all 'esplosione di un pianeta.

Ma b un'obiezione legittima? ll dibattito tra gli astronomi mi ricorda undibatt i to simi le tra igeof is ic i al l ' in iz io del Novecento. Nel 1910, un me-teorologo australiano di nonre Allred Wegener presentb la teoria della de-riva dei continenti, basata sulla prova che le linee costicrc di Sudamericae Afiica combaciavano quasi perf'ettamente, colne in un puzzle. La rea-zione dei geofisici fu di considerare Wegener un tipo strambo perchd nonesisteva alcun meccunismo sr:ientific'o noto che spiegasse il modo in cui icontinenti si erano allontanati.Oggi ne sappiarno di pin. E ormai riconosciuta l'esisten?.a di un meccani-

smo che pud far allontanare i continenti. Esso b chiamato tettonica azolle.Ed ts diventato il fbndamento delle scienze della Terra. Wegener, che erastato deriso nel 1910, b riuscito ad avere il suo nome nei libri di storia, noncome un tipo strambo, ma come un audace pioniere del suo campo.Potrebbe essere lo stesso con la teoria dei pianeti esplosi di Van Flan-

dern?Bisogna notare che Wegener presentd Ia sua teoria basandosi sulle pro-

prie osservazioni, senza aver alcuna nozione del meccanismo della tetto-nica a zolle. Mi colpisce il fatto che Van Flandern si trovi in una situazio-ne parallela, anche se le sue osservazioni sono infinitamente piir comples-se e scientifiche di quelle di Wegener. Anche Van Flandern sta osservandoun gigantesco puzzle. di asteroidi e cornete. che pud riunirsi in due piane-t i e almeno una luna.Dovremmo liquidare la teoria di Van Flandern perchd priva di un mecca-

nismo scientifico appropriato?O semplicentente gli scienziati non hanno ancora scoperto questo mec-

canismo?

'La prova pi i i rccentc (1999) d l ' incrcdibi lc scopcrt i l d i acqua si i l i r ra nci meteor i t t .

l-1. ,,\DDIO AllJ-: I'-lABf. J59

Questo dibattito d estremamente attuale ora che siamo entrati nel xxl se-t 'o lo. perch6 la runsn ( l 'agenz. ia spaziale americana) sta gih svolgendorruovi studi sugli asteroidi e le comete nello spazio'. Si spera che nei pros-

rirni cinque o dieci anni si potrh stabilire se dei pianeti siano o meno e-splosi nel nostro sistema solare.

Esploriamo per un momento le possibili implicazioni.

La prima (deplorevole) possibilitd b che i veicoli spaziali non riescano

ld acquisire i dati necessari, nel qual caso la questione dei pianeti esplosirintarh irrisolta per il prossimo futuro (nel peggiore dei casi potrebbero

cornbinarsi malfunzionarnento dei veicoli spaziali e tagli nel budget dellaNASA. dovuti forse a recessione economica del mondo occidentale). Per-

cid potrenlno rimanere in sospeso per diverse decadi a venire.

La seconda possibiliti\ d che la teoria di Van Flandern si dimostri sba-gliata. Se cosi fosse, i culti del pianeta esploso degli antichi non avrebbe-ro fbndamento. Questa scoperta dimostrerebbe che la moderna religioneoccidentale si basa su nient'altro che un mito e il concetto tradizionale di

Dio - almeno per coloro che sono iniziati ai misteri - dovrebbe essere re-

spinto.

La terzr possibiliti d che Van Flandern abbia ragione, anche parzialmen-

te. e che la NesR cont'ermi la precedente esistenza di almeno un pianeta e-

splosr-r. Se cid accadr)r. i culti del pianeta esploso degli antichi saranno

considerati straordinariamente lungimiranti. E si riconosceri (almeno tra

quelli che sono "addentro") che la moderna religione occidentale b basatasu una profbnda realtir scientifica.

Il, DII-t--MfrA DI--ll-A CHIITSA

La conf-erma della teoria del pianeta esploso da parte della NRse dovreb-

be rallegrare la Chiesa, perchd proverebbe che le sacre Scritture si basano

sr.r una realth e che Dio 0 veramente esistito e ha infuso il soffio della vita

in tut te gl i esseri v ivent i .

Inoltre, se i sostenitori dell ' ipotesi Gaia, secondo cui i pianeti sono esse-

ri viventi, fossero nel giusto e la loro idea della vita dopo la morte fosse

corretta, allora si potrebbe supporre che la forza vitale di Dio sia soprav-vissuta alla morte catastrofica del suo corpo. Dio avrebbe continuato a e-

sistere e sarebbe in vita ancora oggi'.Ma la Chiesa ne sarebbe davvero contenta? Io credo di no.Per un motivo: la ex natura flsica di Dio fu celata molto tempo fa. La

Clriesa confesserebbe e ammetterebbe ai suoi seguaci che I'Antico Testa-

ntento fu costruito su mezze veriti e bugie? Ne dubito.E per un altro nrotivo. Se la Chiesa ammettesse che Dio era un pianeta e-

' [ ,a pr inra c l i qucste missioni e i l vercolo spaziale NE,qn, che dovrebbe essere entrato nel l 'orbi ta

dcl l 'astcroidc Eros rrel f 'ebbraio 2(XX). L 'agenzia spaziale giapponese ha in progctto di inviare un

veicolo spazir le sul l 'asteroide Nercus nel 2002-2003.

" Srrf f ipotcsi Gaia. r'd. le opere di J. E. Lovelock in Guiu - u New Look at Lile on Eurrh e The A-

ut,.s ttl Ouiu: A Ilio,qruliltt'o.f Otrr [-ivittg Eirrlft, entranrbi degli anni Settanta.

l (r0 QUANDO Gl,r Dr:r SCr:SERO SUll-ATr-:l1l1A

sploso, che cosa direbbe di GesD Cristo, il Figlio di Dio, la Parola, che erastato con Dio fin dal principio e tramite cui tutte le cose sono state create?Come potrebbe spiegare la Chiesa il fatto che Ges[ Cristo era originaria-

mente un diluvio di meteoriti?

Come potrebbe diffondere I'idea che la seconda venuta di Cristo porterduna catastrofica fine del mondo? Come potrebbe ancora incoraggiare ilsuo gregge ad aspettarla con ansia?

E, se questo aspetto di Cristo fosse infine rivelato, come spiegherebbe laChiesa il ruolo dell'uomo Gesi del I secolo? Ammetterebbe che questoGesir era un attore di una rappresentazione sacra della Passione? Ricono-scerebbe che la crocifissione era in realtd un'ingegnosa parabola esotericaper la morte di un pianeta?

La mente vaci l la a queste ipotesi .Credo che comunque la Chiesa sia in posizione perdente. Se la teoria del

pianeta esploso risultasse sbagliata, tutta la sua religione sarebbe basatasu un mito senza fondamento. Ma se la teoria si dimostrasse esatta, laChiesa dovrebbe ammettere che molti aspetti del cristianesimo (ciod gliscritti dell 'Antico Testamento) sono mezze veritd e menzogne o miti fan-tasiosi.

In ogni caso, la Chiesa avrd dei guai con la propria congregazione, edu-cata a credere che la Bibbia dice il vero.

SI..GI3ETI PEI3 Gl.I INIZIATI

I semplici fatti sono questi. La Chiesa sarebbe nei guai solo se confes-sasse - il che appare improbabile - o se la sua congregazione scoprisse leconnessioni tra la ricerca scientifica su asteroidi e comete e le Sacre Scrit-ture. In altre parole, i fedeli dovrebbero leggere questo Iibro, Quando gliddi scesero sulln Terra, per sapere che la veridiciti delle Sacre Scritture bstata in un certo senso minata. Altrimenti, i l significato della ricerca scien-tifica non sard compreso e la vita proseguirir come prima.

E verosimile che coloro che vanno in chiesa leggano questo libro? La ri-sposta d: <No>>. Anche se potrebbe sembrare che, scrivendo questo libro,io abbia esposto al mondo i segreti degli antichi culti del pianeta esploso,niente d piir lontano dalla verith.La realth d che il mondo d sommerso di nuovi libri ogni anno e questo

volume finird negli scaffali di librerie e biblioteche - chiss) sotto qualecategoria - b sarh ignorato dal pubblico. Sar) scoperto solo da quei pochicercatori della verith che hanno capito che c'B qualcosa di sbagliato nellastoria che ci d stata insegnata e che si sono messi in cerca di una diversa ern igl iore spiegazione.Uunico modo perchd questo non avvenga d che i mass media si appro-

prino della storia e la divulghino al mondo. Ma d verosimile che cid av-venga? Ancora una volta la triste riposta d: ..No>>, per il semplice motivoche i mass media si r ivolgono, per def iniz ione, al le masse, al l 'uomo del lastrada. E qui sorge un problema.

r4. ADDIO Al,l,r- I-'IAl3I'l 361

Come potrebbe I'uomo della strada, tenuto sempre all 'oscuro. compren-

dere che Adamo non era veramente un uomo nel senso letterale del termi-

ne? Come potrebbe I'uomo della strada aff'errare il fatto che il Giardino

dell'Eden era agli Inferi? Come reagirebbe I'uomo della strada alla noti-

zia che l'arca di Nob navigd verso la Terra da un altro pianeta? E che an-

che Nob non era un vero uomo? Come potrebbe I'uomo della strada capi-

re che I'Esodo degli Ebrei ebbe luogo agli Inferi, o che Mosd e gli Ebrei

in fuga non erano "persone" vere, o che il Monte Sinai non era una vera

montagna, ma un pianeta? Come potrebbe I'uomo della strada venire a

patti col fatto che GesD Cristo, il Figlio di Dio e il Messia, era un meteori-

te delle dimensioni di un pianeta e che Dio, il Padre, era un pianeta che e-

splose?Non vogl io assolutamente insultare I 'uomo del la strada, ma piuttosto di-

mostrare che la societd nel complesso si d talmente allontanata dtrll 'antico

modo di pensare che un riconoscimento di massa delle nostre antichissi-

me tradizioni appare assolutamente inconcepibile.

ll gap culturale tra il pensiero moderno e quello antico b cosi grande che,

senza I'iniziazione in quattordici capitoli di questo libro, le mie conclu-

sioni sembrerebbero stranissime e irreali alla stragrande maggioranza del-

le persone. Credo che nd i mass media nd I'uomo della strada potrebbero

comprendere le mie conclusioni.Le questioni esoteriche devono restare esoteriche per loro natura. L'uo-

mo della strada e stato da lungo tempo abituato all 'oscuritd e rimarrh nel-

I'oscurith e ne sari perfettamente soddisfatto. Anche se pud sembrare che

io abbia scoperto i segreti sacri degli antichi, tutto quello che ho fatto d

stato di mettere per iscritto quei segreti e nasconderli in luoghi dove pochi

potranno trovarli.Percib questo libro non d altro che una scuola misterica su uno scaffale,

un corso d'iniziazione a distanza. E aperta al pubblico, ma pochi verranno

a sapere della sua esistenza e ancora di meno vorranno diventarne mem-

bri. E coloro che vorranno diventarne membri - i cercatori della veritd -

saranno mal preparati a cid che leggeranno in questa scuola misterica in

quattordici capitoli.

SMI..TTI'I3I-. I-T- COSE DA I.-ANCIUII.O

Il lat to tr iste b che, dal punto di v ista rel ig ioso. I 'umanit i ha smarr i to la

via.

Una volta, le cose avevano senso, quando credevamo, a ragione o a tor-

to, che Dio fosse stato un pianeta esploso. Ma nel corso degli ultirni cin-

quemila anni, abbiam o "volgarrzzato" le nostre antiche fedi rappresentan-

do pianeti, meteoriti e comete in termini antropomorfici, come esseri u-

mani (o manufatti umani), dbi dall'aspetto umano o un Dio che veglia su

di noi con una mente di t ipo umano, o un Figl io di Dio spir i tuale che oc-

cupa un corpo umano.

Oggi, tale b il condizionamento impostoci dalla nostra educazione reli-

I

J62 QUANDO Gl.I Dr..t SCI-:S[..K,O SUl.l-ATERRA

giosa, che gran parte di noi non b in grado di vedere oltre quella che po-

tremmo definire la "barriera antropomorfica". Persino quelli che negano

le religioni cadono in una trappola simile, credendo che Dio e gli ddi sia-

no stati un gruppo di extraterrestri in carne e ossa. Ma anche se gran parte

della gente ride a queste credenze, la veritd d che i seguaci della cosiddet-

ta "teoria degli antichi astronauti" non sono piil stupidi dell' l,9 nriliardi di

cristiani che credono che un Figlio di Dio in carne e ossa si sia sacriticato

per salvare I'umanitir. Entrambi i gruppi sono caduti nella medesima trap-

pola, una trappola molto comprensibile: non sono riusciti a vedere oltre la

barriera antropomorfica. E da questo punto di vista, entrambi i gruppi non

sono diversi dai bambini che credono in un uomo. vestito di rosso e bian-

co, che scende dai camini a Natale per portare regalir". Abbiamo tutti cre-

duto in una fiaba.

Entrando ne.l llt millennio, che si spera porteri una nuova ondata di sco-

perte scientifiche relative al nostro mondo e all 'universo, esiste il poten-

ziale per educare tuttala gente del mondo sulla realth di pianeti, asteroidi,

comete e meteoriti. Non abbiamo pii bisogno di fiabe di dbi in carne e os-

sa per spiegare alle masse il concetto di pianeta esploso. lnoltre gran par-

te delle persone b perfettamente in grado di contprendere che le credenze

dei nostri antenati potrebbero non essere del tutto vere. Quali scuse si ad-

ducono quindi per continuare a coltivare queste primitive credenze reli-

giose? La religione d davvero uno strumento essenziale per controllare le

masse? E se non d cosi perchd la veritd sulle credenze religiose dell'umit-

nitd dovrebbe essere tenuta nascosta? Con le parole di un antico prove rbio

sumerico: <Colui che sa, perchd dovrebbe tenerlo nascosto?>>".

E incredibile pensare che I'umanitd, cosi avanzata dal puhto di vista tec-

nico, sia allo stesso tempo cosi arretrata da quello emoz-ionale. La nostrzt

tecnologia d talmente avanzata che siamo sul punto di esplorare il nostro

universo. forse di viaggiare pii veloci della luce per scoprire intere aree

della galassia. Per la prima volta, da quando come Homo supierts siamo e-

mersi dalla foresta e abbiamo guardato le stelle, scorgiamo la possibiliti

di raggiungere quelle stelle e di incontrare civilti i extraterrestri.

Come ci prepareremo a questo irnportante incontro'l lnvierenrtr ai nostri

nuovi amici un missionario cristiano che predichi la parola di Dio'l O for-

se un'intera delegazione di missionari, uno per ogni f'ede del ntondo'/ A

meno che le cose non cambino, questo d proprio il quadro che dobbiarno

aspettarci: un'esportazione intragalattica delle credenze religiose dell'u-

maniti.Ma come reagiremo se i capi di questa civilti\ sconosciuta cadranno dal-

la sedie nel corso della prima conferenza interplanetaria? Come ci sentire-

mo se essi si rotoleranno dal ridere a udire le nostre convinzioni religiosc?

Come ci comporteremo quando i capi extraterrestri derideranno i nostri

" 'Per I 'occhio esperto, la stor ia di Babbo Natale presenta ovvie connotuzi t ln i c lc l p iar teta esplnso.

Uno studio lpprofondito sull'argomento nrrn c\ finora stato intraprcso.

" Kramer. The Sunrcr ians. c i t . . o. 39.

i63

capi per la fede in un Dio in sernbianze umane e (nel caso della delega-

zione cristiana) in un Figlio cli Dio in sembianze umane - credenze che

saranno irnmediatamente-riconosciute come storie mitiche, create da una

specie traumatizzata da una catastrofe celeste?'Gd."*o il lato buffo clella faccenda quando gli extraterrestri ci regale-

ranno per Natale un meteorite in una scatola? O lo cgnsidereremo un e-

norme insulto che potrebbe condurre a una rottura penllanente delle rela-

zioni diplomatiche intragalattiche?

Queste sono le assurdiiir che un giorno potrebbertl determinare il nostro

OJti ino nel la galassia, a meno chJi capi mondial i non dimostr ino un po'

di umilti e non ammettano gli errori del passato. Se veramente siamo Ho-

nut sctpiens,dovremmo dare un addio alla nostra passata lncarnazlone nel-

l 'Homo religiosus e cominciare a studiare le nostre origini in modo assen-

nato, con la"maturith di un Honn religiostrs sapiens, "l 'uomo che d saggio

nel la sua rel igione".

n qu"rtn pu'nto, mi pare appropriato citare le p{rol9 di Paolo, un iniziitto

agti'antictri misteri. Nella sui Prima epistola ai Corinz'i,l 'apostolo scrive:

euando ero fanciullo. parlavt.l da fanciullo. pensavo cla fanciullo, ragi<lnavt) da fitn-

ciitlo; mu quando sono diventato uomo, ho stnesso le cose da tanciullo''-

Anch'io in precedenza, parlavo da fanciullo e ragionavo da. fanciullo, fi-

no o qurnao, nel 1998/99, ho finalmente conlpreso il giorno in cui "gli dbi

.."r.io sulla Tera". Ora ho smesso le cose da fanciullo'

Ora b il tuo turno, caro lettore. Ti unirii i a me in questa rivoluzione del

senso comtlne. o preferirai perpetuare le follie dell'umanitir riassunte cosl

eloquentemente dal poeta satirico Orazio nel I secolo a'C':

Parturientes m()nt(\, tt(t.t('ctur riducuIus ttttts'

la cui traduzione approssimativa b "le nrontagne si scuoteranno per il par-

to e nascerh un ridicolo topolino"'?

E dauuero ora di deciclere se siamo uomini o ttlpi'

r:t. ADDIO All,r. [-IAI3I':

, , I Cor I3: I | .AI n lonlcntovCt l iantr t t laVvOro(c()n]L- inun( l \nofchi t ) . i t t t t t t tdr t | ) \ ( 'urO>).

APPENDICI' AGI-I I'IfISSAISI DI DIO

Uno degli argornenti che notr.ho avut() l 'opportunite di discutere nel c.rso dellapresente opera d Iide't it i degri angeri bibrici. che co,rfait,;;;.;;;f iequentenrenrenei I ibri dell 'Antico e Nuovo"Testa"nrento cilrne internrediari tra Dio e I 'urnaniti inTerra. Chi erano ouesri es-seri

.a.n-rrelici .;;;, i .ntrnniinJl..rp;""grri"ri sula reri_gi-one ebraica e cristiana ch. "bl;;;

p;".;;;;,. rn quesre pagine?Se dobbiamo stabil ire la vera identit i degliangeli, tanto perconrinciare d necessa-rio mettere da parte le moderne idee di .rEutrrJ,lnil 'nrp.tto unr.,.,,r 'r"r.n. e pacifi_che, o di inn.centi cherubini bambineschi crale guance rosate. Invece di queste inr_nragini modetne e assolutitnrenre fuorviarrri J.ruri iuroiu;;;. , l i .;; i ; inate concerrobiblico di angeli con le spacle sguainate'. i-h. u..endono al cielo uurri.,tt i da fiammeinfbcate: e che inviano migliaia-di uc,mini alla inorte.Nel l ibro della Gene .si. per eser.pio. re-egiarno degti angeri di Di., inviati suila Ter_ra per disrruggcre la nralvagia cirri di S,idlomLr:

E quegli "uorr.rini" I i due angeli] dissero a Lot:. "...Noi distruggeremo questo luogoISodoma], perchd ir crido.oritrol .uoi anitonlio grande ner cospetro del Signore e i lSignore c i ha mandai i : r tJ istrugger lo, , , .

' - ' - - " '

Poco dopo' i l Sisnore (Yahweh-Elohim) t 'ece piovere dal cielo tuoco e zolfb e So-doma venne distru-tta insieme alle altre ciite Jetta p.ianura. Tutti gli abitanti periron..I l secondo libro dei Re rif-erisce di.come gri ong"ii di yahweh ;;;;;", volta por_tarono la morte a un gran nuntero cli persoie:

E quella stessa rot(e avverne che Iangero trel Signore usc) e c.lp) nel carnpo degriAssir i centot tantacinquemila u<>mini . . '

F^,11,o basti per | inrmagine dei dorci e sorricJenti cherubini daile guance rosate.La seconda cosa che d.obbiarno t11q 0.. st.birire r";;;; lJ;"r,teii i".r,. distrutti_ve creature di fuoco d dimenticare i l loro presunto aspetto Llrnano. Invece.6obbiarn.riconoscere la tendenza dei nostri antenatli a seivirsi di immagini urnane per narrare

li:] lr i i i degli ddi planetari ed ex pranetari. oro.t.r.u. per esempio. era spesso de-scrltto come un essere amburante e parrante. che pr.vava gioia e dor're. nra pochepersone suggerirebbero serianrente che Dicl tbsse una persona in carne e ossa. per lostesso motivcl, bis.gna ric.noscere che necrntrrc Adarncl, Nod. En.c e Abramo eranoesseri urnani' Al contrario. ()gnu.no di essi personificava I 'eccezignale iciea del senremeteorit ico dell 'umanitd sceJo dal cielo in'Terra.

Per quanto riguarda gli angeli, quindi, dobbiamo anclare oltre Ie superficiali imma-

' Vd. per es. , Nzr 22:2J: 22: l ' l : I Cr2l :16.' Vd. per es. Gzlr. l. l :2().'Gn 19:12. 13.'2 Re l9:3-5.

GI-IT:TISSAISI DI DIO J65

-uini antropon.ulrf iche e sualdare al simbolismo dei loro tratti caratteristici, come le

ali, all 'associazione con fuoco e vento e alla loro soprannaturale capacitd di viaggia-le tra i l cielo e la Terra.

Come ebbero origine gli angeli ' l Un'indicazione proviene dal krro norne ebraicomul'akhitn, "messaggeri" o "entissari"t. E un nome che ben si adatta all ' idea di unarnol t i tudine emanat i da una div in i t i centrale. E da ntr tare che uno clei nonr i d iYahweh era Yahweh-Sabaoth, "Signore di una moltitudine" o "Signore degli eserci-t i"". I l significato di questo nonre i 'chiarito dal proteta Micaiah. chc. clichiarit:

Io ho veduto i l Signole che sedeva sul suo trono e tutto I 'esercito del ciekr che glistava dappresso a deslra e a sinistra'.

Questo esercito, o moltitudine. di angeli ela un aspetto importuntissirno della l igu-ra di Dio, perchd intatti egli avrebbe dovuto circondarsi di questa schiera'l

L Antico Testamento (corne [o conosciamo noi) tace l iguardo all 'ot ' igine degli an-geli, conre anche riguardo all 'origine dcgli dtsi pagani (elohinr) e delle rnisteriose en-tit i note come i Figli di Dio. Questa omissione b talmente incredibile che gli autoridel Nuovct Testamento tentarono di colrnare questo abisso teologico af'ferntando chetutte queste cose nor.l spiegate crano state create tramite Gesi Cristo, I 'unigenito Fi-glio di Dio'. Ma il Nuovo Testamento fu scritto molti secoli dopo l 'Antico e. quindi.per centinaia di anni, sli scritt i ebraici conservarono una vaghezza che circondava leorigini degli angeli, degli ektl im e dei Figli di Dio.

A causa del silenzio della Bibbia su questo argomento, per risolvere i l mistero nonabbiamo altra scelta che volgerci allc leggende pagane.

I.T- T.MANAZIONI P/\GANI.]

Nei miti di creazione egiziani si trova i l tema ricorrente di una rnoltitudine di ddiprodotti da un Unico Dio. Nella leggenda della creazione da parte di Atum (anchenoto crol corne di Neber-Djer). si dice che Dio crec) se stesso da una misteriosa "nta-teria primordiale" e apparr"e nelle acque primordiali. A quel punto viene ri l 'er' i to chetutti i f irturi ddi eranocontenuti ur furi". Quindi,Aturn produsse una rniriade di divinit iespellendole dalla bocca o dal pene. In una delle leggende pii famose, Atum divenneuna trinit ir emettendo le divinit ir Shu e Tefnut. Secondo un'altra leggenda, Atrrrn credun'enncade di rrr,,r,c ddi.

Una leggenda della creazione operata da Shu rit 'erisce che otto ddi del ca()s eranostati creati dall '<etl lusso della sua carne,>"', mentre cinque era i l numero degli ddi delcaos prodotti dal *grelnbo" di Nut. Altri testi egiziani definisct>ncl i l dio creatore co-me . l 'uno divenuto mi l ione" o colui che cred

"migl ia ia e migl ia ia di dei> ' r . E al t ro-

ve, in un ltuto od Atott. si loda Aton cclme il <.Dio" che "fa

milioni di f 'orrne" da sestessor:.

Queste credenze egiz iane nel l 'emissione di una molt i tudine da un unico Dio nonsono diverse dalle leggende sullo smentbramento di Osiride, che abbiarno trattato nel

'Al tcr . C(, , l ( ' .T i . f . c i t . . p. { r t ) .n Nonostante s ia spcsso tradotto con "Onnipotente", i l ternr ine Sabaoth s igni l ica lc( teralrnente

"schiere". "eserci t i " . "nrol t i tudini" cr i L\ usato s i i r nel conteslo di arnrate untanL's ia ncl conlcr lo del-le schiere stel lar i del c ie lo.

' I Rc22:19.

" Gy l :3. Col l :16.

" Meeks - Favard-Meeks, Dui lv Li le ( t t l te Eg.\ 'pt iu,r 6zzls, c i t . . p. 14. Vd. anchc Wal l is Budge.Legcnds r t l the Egrpt iun Gar1s, c i t . . p. 9.

" ' f e.st i dei Surut l t r ,g i . for tnula 76. Vd. anchc forntula 79.

' l Meeks - Favard-Meeks. l )n i l . t 'L i l i ,o l rhe Lg.,-pt i tut Oor i r . c i t . . p.33.

' ' . . lNI ' / . c i t . . p. 371.

riil

366APPI'-NDICI'I r\

capitolo 3. osiride, ricorderemo, rappresentava R6 e quindi n()n deve s.r.prenderctrovare leggende che narrano direttaniente delro smembra',*t. ,ri ili. tn unu di quc_ste leggiamo:

colui che ha creato i suoi nomi, ir Signore delIEnneade. chi c? E Ri. ctre ha "^rea-to i nomi delle parti der suo corpo. Ci-oc come furono g"n.i"ii q.-,..ii ,l"i .h. r,, ..'._guono' ' .

- l l significato di questo brano d chiarito dal Libro di Ciit clu, i nel Dur.che descriveRi mentre.entra agt i . tnf 'er i . i l cosiddcno : t*rgu

del la t l is(ruzione". ( ' ine.rr t ru unagran varietir di divinitd: ddi che brandiscono coliell i , ."."i i iuirai.t lrrpi rnuti lati e tor-turati, cadaveri animari e. numerosi serpenri ',. E significativ;.;; R;;i..,,n.sca m.rtidi questi ddi come parti del suo precerJente corpo. -Nel

primo settore jel l)rrl s.ucrr.-neo, Ri cosi si rivolge a que.sti jei:

o voi che siete stati generati daile mie membra, ra mia parora d stata emanara pervoi. voi siete fatti dei miei corpi, io vi ho fatto, modeilandovi daila nia anrma. I. viho creato, vi ho fatto per mezzo dei miei incantesinti...,,.

Un riferimento analogo si trova nella Leggenrtct di Ra e osiride dove il morente dioRd convoca i suoi seciaci: <venite o .. l i ,oi .rr. . iet... iuti g.n.roti n.r mi. c.rpo.voi ddi che siete stati-emanati da mer,,n. E nel Libro delle ytite viene spiegato clte laterra era una "montagna"' che era stata divorata da RA e quinai era ,.r, iena della stra-ge degli ddi>' '. I testiegiziani "tr..-uno

quiiai "n.

la Montagna Niscosta degri In_Iir.; ,,1.n,:,:!, Scr) era piena di l iammenti t leila ex monragna tle,l cielo.

-, '_*.t ' . l ,1ltrgu Mesopotamia esisteva una credenza simiie, seconcro cui Dio si e*r di-s lntegrato rn una m.l t i tudine-d. i ddi . percid, s i d iceva c.he i r d io.rpr"n. ,u Anu a-vesse generato gli ddi Anunnaki nella conrbinata Montagna Ji ci.L.i ' . r..ru ". igii

; ' j r iusgi g!ttando gli Anunnaki daila/con ra monragna cr*er cier.. Ne ila reggencra diutnapish. t im. leggiamo del l 'esatto momento in cui i t p ianera ; . i . ; i ; , chianrar. incodice Shuruppak. l iberd i l suo grande cl i luvio e diede,r l la tuce gr i

' i -nfbcat i Anun-naki :

Gli Anunnaki sollevarono le torce.i l luminando la Terra con il loro *piendore.La confusione di Adad raggiunse (l,alto dei) cicli,mutando in oscuritir tutto cid che era stato luce.La vasta Terra si l iacassd come un vasol,,,

Gli Anunnaki, quindi' divennero gli abitanti <tegli Inferi, dovc furono c()srrcrti acompiere un duro lavoro, scavandJi canali sotterranei che avrebber<l alirnenfato igrandi fiumi Tigri ed Eufrate.La distruzione di Anu e la creazione dci suoi f igri, gri Anunnaki, tu Ia prinra di duegrandi catastrofi planetarie del sistema religioso mesopotamico. Nella sec.ncla cata-strofe, la dea Ishtar (Inanna) andd in p"rri-o..rr" un vaso> in cielo e si scatenir un

' lv i , p. 4.' ,wal l is Budge, t f te Egvpt i t tn Heuven unt l Hel / , c i t . ,3 volumi in uno. Sul

. . luog. del la t l is t ruzio-ne", vd. l . D. 19.

'5 Iv i , pp. 18, 19.

"'.4l'z'r. cir.. p. 13.

' 'waf l isBudge. inhe Egvnt ictnH.eat 'enundHel! ,c i t . , t t ,p.82.Cfr . .Tt ' . t t i dt , i Surct lu,gi , f i r r rnul . . 50:. .Osir ide d giunto sano e ia lvo al l ,ovest.on tu, , i g l i J i i 'u,

"u, , r .gu, , , r , .

'* Kranrer, The Sumerians, cit., D. g-5.

" 'LatraduzionedunmistodiANET-cir . .p.9-1,cHeit le l . Tl t t ,Gi l l lunt<, . : l tE)pi<. t t t t< l o!( l n, . \ . t ( t t t r ( i l tPurallels. cit., p. 85.

( ;I.I T,MISSAII.I DI DIO

lrande di luvio. Ma in mezzo a questo di luvio v i era

\te nere) che tu espulsa dal "grernbo" della dea:

367

un"'unraniti" prirnordiale (le te-

Ishtar l lnannal urld come una partorlente...

"Ahimd. gl i ant ic l r i g iorni sono mutat i in argi l la. . .

Cor.ne ho potutc'r ordinare una battaglia per Ia distruziorte del mio ;ltlpolo'/Ahimd, io stessa (ora) metto al mondo il nrio popolo!

Come i pesci essi (ora) riempiono il mare!rt".

Questct "popolo" di lshtar. essendcl nato in cielo, si disperse per i l nrare celeste co-

rne <pecore sacrif icali" e, secondo le regole dell 'antica mitologia. cadde sullaTerra

ed entrb agli lnf 'eri. dove fu tratto in schiavitir dai pii l anziani Anunnaki.

II. PADRT- I-. I I.'IGI.I

Come vedremo tia breve, si puit uti l izzare la cosmogonia pagana di cielo e Terra,

precedentemente delineata, per risolvere i l rnistero degli angeli biblici. Ma tl l tre a

iid, la c<lsmcrgonia pagana cli cielo e Terra si puil identif icare nell 'Antictl Testarnetrto

con non meno tli t'itttlue dit'er,si rilerimenti relativi al Padre divino e al Figlio (o Fi-

c l i ) .Esamineremo a tunto questi rif-erimenti allo scopo di gettare le basi dell ' interpreta-

zione complessiva.Primo. troviamo nell 'Antico Testamento una riafl-ermazione della credenza pagana

secondo cui l" 'urnanit)" era stuta creata "a immagine di" Dio:

Poi Dio disse: .Facciar.no l 'uomo a nostra imrnagine e a nostra somiglianza...". E Dirl

creb l 'uomo a sua immagine. ltt cret) a inrmagine di Diol maschio e t 'enrmina l i credt'.

Questo significa che Dio era un piancta. che ttce un"'umaniti" primordiale a sua

immagine (un di luvio di meteor i t i ) sempl icemenle t rumite un processo di d is integra-

zione ed emanazioue. Dio era i l "Padre" e l" 'r"rrrtanitir" erano i "Figli".

Secondo. I 'Antico Testanrento af-ferrna che Dio aveva alcuni "Figli" misteriosi che

avevano rapito le figlie dell 'uonto (o f iglie tlelltt Ternt) nei giorni precedenti i l Dilu-

vio. In Gl 6, leggianro:

I Nefil im erano sulla Terra in quel tempo e anche dclpo che i f igli di Dio si furono

congiunti con le figlie dell 'uomo e ne ebbero figli. Sono Ii Nefil imi uomini potenti

dell 'antichiti. gli uornini dello S/rerr".

I l fatto che questi enigmatici Figli di Dio generarono giganti alla maniera dei Titani

greci attesta che essi erano ddi del cielo caduti ed entrati nel grembo della Terra. In

altre parole. i Figli di Dio erauo meteorit i. lnoltre, i l loro nome - Figlir l i Dio - testi-

monia i l tatto che Dio era loro Padre: Dio era i l Padre dei meteorit i.

I l terzo riferimento riguardante i l Padre e i l Figlio si trova nella relazione tra Dio

(Elohinr) e gli ddi (elohinty. Secondo il Sahno 82 dell 'Antico Testantento, Dio appar-

ve alfa.poiente adunanza degli elthim" (agli Inf-eri, secondo me), dtlve i giudici e-

lolt im si erano dirnostrati parziali nei confronti degli enrpi. Dio quindi crit ic<'r aspra-

mente gli elohint nel seguente modo:

r,'La tra<luzione d un ntisto di ,tl,t,r. cit.. p. 9,1. Heiclcl. 7/r<' Gilgutrrt':lt li ltit ttrul ()ld'lb.srunu'rtt Ptt-

rallels' cit.' p. 85 e cartlner - Maier. Gilgurnesh. cit ' p 235 comc tthbianto n()tato ncl Capitolo 8'

la stor ia del Di luvio t1 i Utnapisht im, contcnut i . r nel l 'Epopau di ( i i lgunrc.sh, b una miscela di due di-

st int i raccont i del Di luvio. vule a dire due dist inte espkrsroni : una t l i Anu c una di Ishtar.I 'Gn l :26.27.

-t Gn 6'.4.

ill1

168 Appr_NDrcr.: A

Dio sta ne'a potente adunanza: egri giudica in mezzo a*rr er.him( d i c e n do ) :, " F i n. a q u a.n cr o g i u a ii n J.e t. - ffi ,,u",i-""n,1r. u u..,"

_r iguardo ul le persone degl i . : rnpi ,?r . . .Essi non conoscono. nd iniendono nulla; camminano nelle tenebre; tutti ifondanrenti della Terra sono smossi.<ro ho detto: "Voi.siete erohim, siete tutti Figti treil'Attissimo,,.N.ndimeno

mor'rete colne gri uorrrini e' cadrete conre quarunqu" ottio a"i p.i..,pi,,;.'"

Riferendosi as'l i elohitn.conre Figli dell 'Alt issinio, Dio l i deliniva in efl 'ett i pr'pri f i-gli - i Figli di dio - perchd n"t.uti l oti* o'Dio p,,,."u vanrare i l t i tolo cri ..Artissirno,,.Nonostante la Bibbia taccia stranam"ni. r" t. igin i degli elohim, un,incredibile con^f-erma dell 'aff-ermazitlne precedente proviene'dall ' inizio tl i Gn I. se si inserisce la let-tera ebraica ale.l'. ln questo caso la f.rase suona cosi:

Quando il Padre del principio cred gli cl i i [elolt irnlcli cielo_e_Terra..Nel Capitolo 9, ho sostenuto che i sacercloti ebrci nascosero questa creazione cleglielohim eliminando la rrlelda,l. l ' iniri. J;ip;i;o verst> di Gn l.Larraduzione succira_ta ricattura. ir signiticato de.i l 'originaie',-..--rigion" ebraica paganizzata. Ecl d sicura_mente una lettura rasionevore. peihd ora ir ierso euoca l,e.srlnrraie titoro'a paganadi un Dio che eman6 da. sd un'nroriituii". .t l oal, iu seguito sotle'r.t i in una..rnon-tagna" combinata d i cielo-e_l-erraBisogna notare, per inciso, che gli antichi Egiziani .si ri.f.erivun.a Dio corre al ..pa_

dre del Principio":

Dio e s in dal pr ineipio.ed i s luto,s in t la l pr i l rc. ip io. . . Egl i esisrevi t quandrr non esi_steva nient 'a l t ro. . . [g l l t i l p i ldre , . le i pr i r rc i ip i ] .

Ma questo non vuol dirc che gli Ebrei si basassero esclusivamente sulle iclee egi-ziane. Al conrrario, d universarfi;,rrc;i l ,;;; iuto-che ir Dio ebraicr. Elohi'r, fos-sernodellato suila fisura di Er, ir rr- 'pr",*, aiu j. i co,run.i. cur". i,,] . iottotin.oto netCapitolo 13, EI diinoravir ln uno S,l,u.i tnrirntJ. che spiegherebbe corne mai i l norrre

il;n.f.fl:::i,:.^1".J,Xfl"l,haddai. aor ,igiiiri.,to di',.D'io a.irL-vontugne..o ..Dio

ora bisogna notare ch! i l .norne El i i l singolare clel termine plurale el. lt irn.e quin-di El ed elrhim rappre.sentano ir_palre . i?igri. esatt.u'ente conre i rnesoporamiciAnu e Anunnaki. i 'utto cid non f-r;. Joni. '.trr"r. la mia teoriri i ..,,n.rn cui gri e_kthim erano ra numerosa prore der puo... pi.rt'it', ed erano. quincli, figll cri Dio comesuggerito in Sa1 92.Prirna di atliontare eri angeri, vediamo brevemente il quarto rif.erimento al padreO'.:Tj,

i' Ii gl i o net I rAnt;.i

r"rtuni.nin, .,li' gr i errr";.reconuo grr argomcnt i pres.enta( i nei Cirpi t . r i " r 0,e. i l d i quest. ,peru. gr i Ehrei pa_gani credevano che rir l. io rri l ir a'c.\se

"i, ig!irt., crar cier. alra Tcri.u: da qui ir n.medi Ibr i . che impl icav:r che gr i Eur. i ,uer."r i i l i t r r ru.rrr to. . i r f iurnc ( .er( , . \ . teder Gior_dano. Ma cid significa c'he-i miticl i ,,r i.."i i 'c.gri Ebrei avevano iniziat. ra roro esi_stenza terrestre come abitanti degli. Inf'eri ( in ai.cortro con r.antica regge secondo cuitutte le cose che emnu caclute claicielo

""ti""""n agli Interi i

' !q '!L\a!

A questo punto. e interessante notare che Dio si riferisce agri Ebrei come ai suoi"primogeniti" ' Net l ibro di Gt'rentiu, ir pr"t.t".ri.hiara che Jsraele era consacrato

^:l-l l '-!2' l ' 2:5'-T Alcuni hanno sLrggerit. cheel.hintqui si rir 'erisca agli uonrini: Secondo la mia

lfliliiii. questa propostzr' che nasce da un oscur. e arnbiguo rit'erinrcntti in C',, lii,rs. d r.rarrnenre

. wallis Budge' l.q.rTzlzr tr Relig.i.tttr.cit., p- 20. Qucsta i s.ranrente una dcile nurnerose alr.ermazio-nr relat ivc a Dio, analoghe a quel le prcser i r i " . f

f ig lnt , , r . Vt l . iv i . pp. l r .y_22.I

GI.IT]MISSAIII DI DIO J69

al Signore. le primizie della sua rendita> e Yahweh dice: "lo

sono un padre per I-sraele,>t'. Queste af'fermazioni sono comuni nell 'Antico Testamento, dove Israele dspesso clescritto conre i "f isl i di Yahweh> o

"figli del viventc Elohim o"'.

Ed d significativo che questa relazione "padre-figlio" risalga al tempo in cui Giu-seppe discese agli Inferi dell" 'Egitto". Fu qui che Giuseppe genert), con una moglieegiziana, due figli: Efraim e Manasse. Efiaim, i l secondogenito era i l pref'erito di Dioche diceva: <lo stlnn un padre per Israele, ed Efraim d i l nrio printogcnito,"t. Pococlopo. Dio scese dal cielo per salvare [sraele dall 'Egitto, i l paese della schiavitir, e-sclamando: .lsraele d i l mio l iglio primogenito. Lascia andare ntio l- iglio>r' ' .

Percid, quando Dio salvd gli Ebrei, riportandoli al celeste Sinai "su ali d'aquile>,non lo f'ece disinteressatamente. Al contrario, Dio salvd il ^suo popolo e condusse il.rrro popokr alla libertir". Ed b incredibile che gli Ebrei non considerassero blasl-emodire a Dio: <Tu hai redento te stesso>>, riferendosi alla liberazione dagli Inl'erir".

Riassumendo, si osserva una relazione che va ben al di ld del patto stabil ito fra Dioe i patriarchi. La vera natura di questo rapporto, miticamente parlando, sta nel fattoche Dio e lsraele rappresentavano un Padre-e-Figlio cele.rte. Dio stava quindi salvan-do le proprie emanazioni f isiche sotto forma di Ebrei, equivalenti alle mitiche e preu-mane teste nere dell 'antica tradizione sumerica: i semi nreteorit ici degli Inf'eri".

Per lugare qualsiasi dubbio su quest' interpretazione celeste, considerate i l seguentebrano tratkr clal Canticrt tli Mosi;

Proclanreril i l nome del Signu'e. Magnificate i l ntlstro Dio. Egli e Ia Roccia, la suaopera E perletta... Jeshurum flsraele] ha abbandonato i l Dio che I 'ha thtto e ha sprez-zato la Roccia della sua salvez,za... Tu lO lsraelel hai abbandonato Ia Roccia che tid iede la v i ta".

Notate le parole "la Roccia che ti diede la vita". Sembrerebbe che gli Ebrei fossert'r.schegge della Roccia antica>. Analogamente nel l ibro di Istt iu, i l profeta esclama:

Ascoltaterni, voi che procacciate Ia giustizia, voi che cercare i l Signore. Considera-te la Rocciit onde ti lste tagliati. .. ".

" Ger 2:3: 3l ')." /s 6.1: l l : ( ) r | :10.

" Ger 31:9.

" Es 4:22.23.1".Sal 7J:15.11:20.

'(J Armstrong, A Itistort, oJ God, cit., p.9t,.

' ' Un' incredibi le palal le lo con queslo schenra s i t rova nel la teor ia del la "Rottura dei vasi" , proposta

dir lsaac Luria nel xvl secolo. l,uria pani dall'ideadella Diviniti, En Sot, espressanelloZohor,lest(l

ebraico del xttt sccolo. l-uria, riferendosi alla divinitir come Adam Kadmon, "Uomo Primordiale", in-

segnd che le prime tre,reliror ("numerazioni"; si erano formate all' interno della Divinitd ed erano stn-

te rilasciate scparatamente altravcrso il "naso". le "orecchic" e la "bocca" dell'Adam Kadmon. Que-ste seflrot erano slate emanate all' interno di "vasi" che le proteggevano e le isolavano. Ma poi av-

vcnne una catastrof'e. Quando le successive sei sefirot uscirono dagli "occhi" dell'Adanr Kadmon, i

vasi si ruppero e la luce divina in essi contenuta si disperse. Parte della luce sal) in alto e ritorno allu

Divini t r l . mcntrc alcune "scint i l le div ine" cadclero in un deseno vuoto L. v i r intrsero intrappolate. Tut-

to era caos. A seguito della catastrofe, persino le prime tre sefirot erano cadutc nella "sl'era inferiore".

l-uria spiegava questo simbolismo esoterico paragonando la rottura dei vasi alla caduta di Adarno. il

cui peccato aveva introdotto la disannonia nell'ordine creato da Dio. Luria inoltre suggeriva che lc

scint i l le c l i luce div ina cadutc dal la Div in i t i r , Adanr Kadmon, fbssero gl i Ebrei . Gl i Ebrei erano quin-

di cpnsidcrati tiarnrnenti dispersi dell'anima caduta di Adamo, rimasta intrappolata nella rnatclia. La

conclusionc'era che gli Ebrei erirno uno strumento della restaurazione dcl glorioso c lrntonioso ordi-

ne di Dio. ln breve, agl i Ebrei veniva r ichiesto di contr ibuire a r icostruire una nuova Divini t i . Per ul-

ter ior i intbrrnrzioni . vd. Arnrstrong, A Histor,- o l God,ci t . , pp. 307-3 l l ; vd. anche pp. 2135-87.

' : Dt 32:3.4. 15. 18.r ' / .s51:1.

370 AppLNDrcr.: A

Per inciso, la natura cel,este di questa Roccia d chiarita ner ribro di Dcmiere,che par_la in moclo enignratico di una roccia.t".o*p" i piedi di una statua che si estendcsimbolicarnentJ claila Terra al cielo:

-l:,: r."' **avi" ' quand'ecco una roccia si staccd, senza opera di mano (umana)... laroccra che aveva colpito la statua diventd una grande ilta#,;; i.iipr turta la rerra,.In breve, questo d i l culto del pianeta esploso.

ANGr.:t-r Cz\DUTr L ANGEI,T tSISOtSTrTorniamo ora all 'arsomg,nto degri nngeri ed esaminiamo ir nostro quinto esempio direlazione rra padre e F,grr1o1.Come abbiamo menzionato precedentemente, I 'Antico Testamento d incredibil-mente vago sulle orisini degti angeli, ma il loro nome ebraico , *i i ;o' ini^,.,messag_geri" . "emissari", dioerente c,rn Iidea deila roro .r";;;;;;; ' l ;", i lo aiuinita p.in_cipale. Per fortuna, esisrc un testo gnostico, noto come Libro segreto tri Gi.vanni,

:ii3,fi,:;,:ie gti angeri erano ,tari;r't iii-"i.ntr emanari da Dio. il punro sariente

-': :Igli [DioJ vicle la crcazi.ne che ro circondava e ra moltitucrine degli angeri intor-no a Iu i , c.he erano.stat i emuruft i t lu lu i . . . ; . - - -

Questo br-ano ii lustra in' ltre un principio assorutamente fondamentare per ra nostracomprensione decri anceri. Esso riescrivc ru ricomposizione di Dio nJi:atto dei cieli,dai co'rispondentl nretif isi. i r. ioe .i*i l);&i angeri caduti. rn altre par.re, vi era-no due tipi di angeri. esarranrenre come vi.iono iu" f ipi; i6;; idT: queriy'.rrcl(prima della calastrole) e quelli met.afi.sici firrpo lucatastrofe). [,a resurrezione dique'sti ultinri dal srernbo <reira Tena d iutu u,nfiu,r,.n,. ,iuiiu,u iiJbooi,oro z.Esaminianro prinru cri a'geti ri*i; i . i . "ppii5m"r"o

ir modeilo pugu'nu (e non oc_cul to) a l l 'Ant ic l . Tesr imento. b isogna supporre che gr i anger i ebbero-un.esistenza rr_i: l l l iTi:,]mr'pa.rc

tri Dio att ' i-nizi,r iJi reipi e poi neila roro cadura suilu Terrarmmedratar.enre dopo radisintegrazi.ne di Dio. eu6sti ";g;i i ir ir i;;;no

noti comei Figli di Dio, . erohinr (f igri cri Etj, .n'"*,i i i pio it padre 1vd. precedenre criscus_sione). Erano anche ctefiniii gri ,,ng.ti .a,tuti]l cuarorani, come'ner Libro cri Enot.(non contenuto neila Bibbier),"c'he n'ur.o ai .o." ar tempo di Jared duecento Guardia-ni fbsse.o scesi ciar ciero. sur r\4ona c..r*, ,ilu. u.n"uuno sposato le figlie dell,uo_mo e avevano qeneralo

1: ] , t l i t l , l l ' (osservate i l paral leto.o"br?i i ' r igt i a i o io e talo_ro giganrerci prole. i Nel r t r rrr ).,,.

La caduta fisica di oucsti angeri ail ' inizi. dei tempi d anche menzionata ner tibro diGiobbe. in cui Dio racconra ui p.,rr.tu J.il"*; in cui aveva creato ra Terra:Dov'eri tu quando io ft lndavo Ia Te.ra'l... Chi ne po.se-ra pietra angolare, quando re

l:i:t;,l"t martino canravano rurte assieme e tutti i iiglli; il;;;;?ii'g.iau di giu_

" Dan 2:31;2:34. 35.

,- 1,.F._ll.^fi," Grnt.rrit. Gt,sltels. cit.. p. 56.'" Vd.0-Brien. rhe Shininl i Lrnt,,s. cir. . pp. .15. 10.1.t ' Giob 38'.4:38:6, 7. Mi ienrbra che i" ' ,ru. . .pr.rr ioni . .stei le

der matt ino,,e . ,Figri di Dio,,sianosate rn parallelo, in rif'erimento ar rnetresino g.rppu ai .n,ite. N"ri.l"ig."i"

""li.r,", ir termine'adotto con "srelra" p.te'a

""-.:. ill uvr morto imiioe in questo contesto .,steile

der n'alrrno,, sem_rerebbe eVocare l'idea deila nascita dei rneteoriti in ,no scoppro di luce. Le grida di giubiro nri ri_ordano un tcsto egiziano in cui. la.gir ia aegri dcieialelterarmenre un ..sorgere,,dal le loro dimore.er tnc-tso' 610'l'r.l:6 (ecc ) probabilnrcntc si-riferisce oliin.onru"tu idea dei Figli di Dio e di satanane compaiono dinanzi a Dio negl i Inleri .

(}I.I T-}1ISSAIII DI DIO j7l

Quando questi angeli caduti (i meteoritici Figli di Dio) urtarono la Terra, produsse-rr-r dei doppi metaflsici (proprio come gli Anunnaki mesopotamici avevano generatoi loro doppi nretaflsici: gli lgigi) e questi angeli metafisici risorsero immediatamentein cielo. L episodio d anche riferito in Gn 28, in cui leggiamo Ia famosa leggenda del-la scala di Giacobbe:

E [Giacobbe] sognd; ed ecco una scala appoggiata sulla Terra, la cui cima toccavail cielo. Ed ecco gli angeli di Dio, che salivano e scendevano per la scala. E i l Signo-re stava al disopra di essat'.

Considerando il fatto che la Bibbia non rif-erisce lo scopo di questa eccezionale a-scesa e discesa degli angeli di Dio, d piir che tbndato supporre che Giacobbe ebbeunir visione dell'atto della creazione.Gli angeli discendenti rappresenterebbero il di-luvio di meteoriti fisici che caddero sulla Terra, mentre gli angeli ascendenti rappre-senterebbero il diluvio di meteoriti metafisici risorti in cielo, per ricostruire la resi-denza di Dio (contiontate la ricostruzione degli Igigi della dimora celeste di Marduk,I 'Esarra)r'.

Per inciso, bisogna supporre che alla resurrezione degli angeli alluda anche il l ibrodella Genesi. al tempo in cui la luce (il cielo) fu creata il primo giorno tramite la se-parazione dalle tenebre (degli Int'eri). Si veda la dettagliata analisi nel Capitolo 9.

Dopo che gli angeli risorsero nella nuova e splendente dimora metafisica di Dio incielo, essi divennero l"'esercito" di Dio, un termine che rifletteva la natura catastro-fica e distruttiva di queste creature celesti. Era per questo motivo che il Dio ebraicoerano noto come Yahweh-Sabaoth, "Signore degli eserciti". Come abbiamo visto nelbrano citato precedentemente, gli Ebrei credevano che Dio sedesse sul suo trono incielo, circondato da tutte le schiere celesti, ciod il suo esercito di angeli*'. il ruolo ca-tastrotlco di quest'esercito alla Fine dei Ciorni b stato evidenziato nel Capitolo 13.

Un quadro pii chiaro delle schiere celesti emerge dal Salmo 68. Qui apprendiamoche Dio era circondato dagli angeli nella sua montugna ,sacrai

Questo d il monte che Dio si E scelto per sua dimora; si il Sign<lre viabiterd in perpetuo.

I cani di Dio sono decine di nrigliaia, (come) migliaia di angeli.l l Signore d fra di essi, nel santo Sinaio'.

Questa immagine degli angeli nella "montagna" celeste del Sinai corrisponde all ' i-dea mesopotamica degli Igigi che accompagnarono gli ddi pin anziani, Marduk, Anu,Enlil ed Ea. nella loro "montagna" metaflsica interplanetaria di Esharra. E il nornearcirico di Yahweh-Elohim in eff'etti era El Shaddai, "Dio delle Montagne" o "Dio

delle Vette delle Montagne".Gli angeli ebraici (del tipo metafisico) ricordano per molti aspetti gli Igigi mesopo-

tamici. Corne gli lgigi erano "puri", gli angeli erano "santi"{r. E come gli lgigi, gliangeli possedevano vita eterna in cielo". Ma la principale analogia tra questi due tipidi creature, era la loro comune associazione al fuoco. Gli Igigi erano *splendenti co-

'' Grr 28: 12, 13. Il termine tradotto con "scala" si potrebbe rendere meglio con "rampa"; vd. Alter,( ]enesi : ; , c i t . , p. 149.

"' ANt-r. cit., pp. 68. 69, 503. Naturalmente mi rendo conto che la giusta sequenza di discesa e a-

scesa degli angeli in Gn 28:12 d stata invertita. Forse la frase oche salivano e scendevano> non va

presa letteralmente in quest'ordine, ma era intesa idiornaticamente.

' " Percid in Cios 5:14. un angelo annunciava di essere i l <pr incipe del l 'eserci to di Yahweh".

' 5rr1 6t t : 16. | 7.' ' .qN/ ' / . c i t . . p. .s l t l Dl .13:2.

'' Eisenrnan - \Nise, Deatl Sea Scrolls Un<nvered, cit., p. 250: "angeli

del cielo il cui retaggio i la

vi ta eterna.. . copioso splendore dimora presso di loro".

372 Appr:NDICr; A

me il fuoco>, mentre gri angeli, secondo ir Salmo r04, erano creati conre <spirit i ...dalle fiamme di fuocoi,'"..In"effetti. una a.irJpir note manif.estaz]lniiert,angero aetSignore fu queta a M3sd, quando ;;i i6;;*" misreriosamenre in una ,amma difuoco dal cehtro cii un ".oueio". .h" ;*;;;;. ma non si consum:rva,j. Ma s.prartur_to, come abbiamo noraro precedenremente, gli Igigi u"."";;;;.;;*iro e occuparo ladimora celeste di Marduk-(l'Esharra;, esat-toii.nr" conre gli angeri circ.ndavano Dionella sua residenza nel piD alto Aei ci. i i . '--"^

Esisteva, tuttavia. un'iinporrante differenza tra gli^Igigi mesopotamici e gti angeri e_braici' ispirata dall'ossessione ebraica ai oi" come Signore della Storia, che interveni-yj ir]I

vicende degri uomini. Diversamenre a"grr rsgll.i.,";;;1,";;,..manevanoln dlsparte nella loro dimora celeste, gli ansell scendevano fiequentenrente dal cieloper trasmettere messaegi.di Oio_agti u,imini E p". .".u." le istruzioni ji irlo sulla terra.E per questo morivo JhE i metafisici ;;g;l;;;ni compaiono piir frequentemente cregriangeli caduti neile varie reggende deile;itoi;;1e ebrarca e cristianaao.come abbiamo eid dettJi rc-po Ji guo".o"ie ortre i .u.uu.ri u,itropomorfici degriangeli e di concenirarsi su aspetti piir silnificativi. percid nell,Apoc.ctl'isse rli Abramo.troviamo un angelo con il corpo if,. "frf.na.ua come zaffiro,,. una clescrizione checonfermerebbe Iidea che gri a'ngeri ros.iero costituiti di materiari planetari,,.Inottre, net Libro ai nyy_ygpiaT":.h;sii;;s"ri non uu.uin;Jil;; aspe*o infb_cato' ma erano anche di gigantesche dime*nsionl .op."nno,urii l .p.or. come ci si a_spettercbbe da frammenri pranetari antropomorfi E";; ;;; ;l' .l"i"ngr i,Mi apparvero due uomini [sicl, straonritrurianrcfie grantri,quali non ne avevo nraivisti nelle pianure fla Tenal. I loro volti sp-lenii.uuno corne ir sore, i loro occhi eranocome luci brucianti e fuoco usciva dalla loro bocca.".

A questo punto, d stato detto abbastanza per dimostrare la stretta relazi.ne tra il con-cetto di Dio e dei suoi angeri e i curti aer iianeio.espror a.gii "",i.rri?rgani,

soprar_tutto riguardo ata ricorrenza der concerto Ji pu,riJ-. n,griq8i;';;;i,i; esernpi der_I'Antico Testamento: la creazione deil,uomo .a rntmagine <ti Dio,,; i Figli cl i Dio cherapirono le fietie delra Te'a; Dio.e gli oli'".r[forma di yahweh-Eloh]rn e i suoi e-lohim, o El e i-suoi elthint:e, per urtin'ro, ma nondi minore impor.anza. Dio e gri Ebrei.Rimane solo da completare tu nurt* aonotaanru di questo concetto di padre e Fi_glito) esaminando brevemente gli,c.itt i a.i lyrovo Testamento.

II- PADI3I' E N- I.-IGI,IO CI3ISTIANIUno dei temi fondamentari degli scritti cristiani lnonchd deile leggende pagane de_gl i Ebreird t ' idea di un r icongi ;nsim;;r ; l ; ; r ; , ; ; i ; i ; ; ; ; i i " : i ; ; ; : ' , ,amire r . in_tervenro di Gesi cristo, i l FiErio*di oio. Ri-s'uita evidente che quesro futuro ricon_giungimento avrh ruoeo p"..fr'e ni,r, i lcii;;! ni" . i:"-,n."i;.,.".]n;'tuttr parte diurrgualcosa di unico. Ma perchd? il'cutto-al iron.iu-"rprl;;';;#;;;i.ci ra rispo_

v

"'ANEI. c i t . , pp.58,59; Sat ] r04:4.'5 Es 3.

'6 Non dovremmo farci inqannare dal fatto che questi emissari spirituali erano in grado 4i avere ef--fetti fisici sulla Terra. vct. iiproutema ailr,* oji, .*.Ldu.u.nur" di crjsto pr"r&iu,o ner capi.u_lo I3. Non dovremmo "*":1.

*t:]:-g.51, p"r"r,tri',a .n. "r."".

i.ge.;;;i;;li;. rracce di in-contri dell'uomo con autentici oggetti dello ipotio. lor" rneteoriti, fiammenti di comete. o comete(aquestor iguardo. i let tor i dovr i6b"ro.onr i l . iu i . i ' in 'ot t .nr ;on. tCrzl : l6elbrserr ,colonnet l inubi e fuoco del libro dell, Esodo).

" von Daniken, The Return of the Gods,cit., p. -51 ." Sitchin. Divine Entttunter.s, cit., n. 62.

GI.I EYISSAI1I DI DIO 373

Alcuni brani del Nuovo Testamento serviranno per i l lustrare questo punto. Primo.nel VanRelo secondo Giovanni, Gesir Cristo afferma:

lo conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il padre nri conoscee io conosco il Padre... Io e i l Padre siamo uno... i l Padre d in rne e io sono nel Pa-dret'.

Secondo, sempre nel Vtngelo setttndo Giovtrnni Gesi afferma:

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha vita eterna, e io lo resusciterd nel-I 'ult imo giorno... perchd io vivo e voi vivrete. In quel giorno conoscerete che io so-no nel Padre mio. e voi in me e io in voi5".

In questi brani, notiamo un chiaro riferimento all ' idea che Dio, i l Figlio (Gesi Cri-sto) e I 'umanith (o almeno i giusti) si riuniranno in cielo. Cid implica che, corne Ge-si Cristo era stato con Dio in principio (vd. Gu l:1 ,2), cosi lo erano stati anche gliuon.rini. Naturalrnente quest'ult irno punto non d menzionato esplicitamente nel Nuo-vo Testamento (ed era un anatema per gli autori dell'Antico Testan.rento), ma compa-re negli scritt i gnostici di Valentino. in cui Gesi dichiara:

Io divengo piccolissimo. in modo che per mezzo della mia umilth, io possa portarvialla grande altezz.a, da cui siete culutitt.

E, soprattutto, nelle parole di Gesir: <Io conosco le mie pecore e le mie pecore co-noscono me>, i i avverte un profbndo legame con Ie antiche tradizioni paganedell"'umanitd" primordiale, che era come un gregge di pecore disperso nella Terra ebisognoso di un pastore.

E tutto perchd, in principio, Dio (o pii correttamente una Dea) aveva emanatcl das6; l" 'umanit)r" primordiale nrentre scatenava un grande diluvio. Con le parole diMami. la dea madre celeste della Mesopotamia:

Al di le del mio controllo. la mia prole b diventata come pecore bianchesacrif icali. ..

I l mio rumore si d mutato in silenzio5r.

'" Gy l0:14. 15. 30. 38.5" Gv 6:54: 14:19,20.'' Pagels, The Gtrostir; Gttspels, cit., p. 109. Nel contesto dello gnosticismo, quest'afl'ernrazione

probabi lmente s i r i l t r isce al la presunta caduta del l 'anima o spir i to del l 'uomo dal c ic lo (gl i gnost ic i

non parlavano apertamente della caduta del corpo fisico).

" ll Poemu di Atru-ha.sisl' vd. Dalley, Myths.from Mesopotutrtia, cit.. p. 32.

APPENDICE 13frARIAIiYrAISIA:I DIJI' OPPOSTI

Come abbiamo discuss<t nel Capitolo l, i l cristianesimo inizid sotto forma di scuo-la misterica nel I secolo, come una delle tante scuole del genere esistenii att 'epoca. E,come tutte le scuole misteriche, i l cristianesimo possedeia i propri misteri, che veni-vano rivelati per gradi agli iniziati.

.Nel corso.degti ult imi duemila anni, i l cristianesimo ha perso sempre piD Iaspettodi scuola miste riea. gppure certi rnisteri anc()ra permangono. Uno di questi d l. imma_colata concerione: la crcdenzu secondo cui Gbsir c.i i to sa.euu. ;;;; generato da

llo,9ollu chiamata la Vergine Maria. Ir mistero d cosi riassunto ner-inrgeto se(.on-

do Lu( 'o:

, ,E Mariu disse al l 'angelo: .Come avverr i questo. poichd non conosco uorno,J, . E

t .angelo, nspondendo. lc dissc' : .Lo Spir i tg Santo verra su di te e la potenza del l .Al_l:siJno.l i_c.oprir) dell 'ombra sua: p..i id on.oru it .unt" .t.

"^**[,"r".a chiamato

Figl io di Dio, .

l-tAlSIA I'l XAI3IA: I DUI': OPPOSTI 37 5

La dolce Terra, la vacca f'econda, fu impregnata da questo ricco seme

del cielo.Gioiosamente, la Terra diede alla luce le piante della vita,

Rigogliosamente, essa generb i ricchi prodotti e diede alla luce vino

e miele'.

In particolare, osservate la riga 5: < La sacra Terra, la vergine, si rese bella per-il

ciefo santoo. Nel Capitolo 3, abbiamo analizzato un testo ermetico, datato al I secolo

e intitolato La vergiie del mondo. e ho proposto che il titolo si ril'erisca a Iside, la dea

che scese giir dal iielo . assunse il ruolo di Madre Terra, divenendo cosi la "vergine

del mondo".Ora, Ia connessione tra la vergine Iside e la Vergine Maria non D passata inosserva-

ta, soprattutto perchd entrambe queste madri avevano I'abitudine di tenere il bimbo

clivino sulle loro ginocchia in modo identicot. Come ha commentato James Frazer

nel suo Il ramo d'oro:

La fisura ili lside che allatta il neonato Horo d talmente simile a quella della Madon-

na col-bambino che talvolta d stata oggetto di venerazione da parte di cristiani ignario.

Sarebbe sbagliato, perd, supporre che Iside fbsse una madre umana. Al contrario, ne

Ltr t'ergine dei Mondo d chiaro che il concepimento di Horo era un gran.mistero' cau-

sato clal fatto che la Terra (lside) aveva ricevuto il misterioso "efflusso" di Dio.

Negli antichi testi egiziani, la stessa idea viene espressa nel seguente modo:

lo sono il primo seme di RA, egli mi ha generato nel grembo di mia madre Iside'..

Mia madre iside rni ha concepito ed ella d venuta meno sotto le dita dei signore degli

ddi, quando egli irruppe in lei i l giorno del sollevamento... i l giorno del tumulto'.

Un altro testo egiziano descrive il misterioso evento in termini ugualmente dram-

matici:

I l lampo colpisce... Iside si desta incinta del seme di suo fratello Osiride... Atum

dice: .O fanciulla! Sei incinta e sei nascosta... procreerai essendo incinta per gli

ddi . . . >u.

Dobbiamo sottolineare che questo "seme di Osiride" era il seme di un dio caduto

dal cielo in Terra. ln breve, il selne era un meteorite o, per essere pii precisi, un dilu-

vio di meteorit i e acqua (vd. Capitolo 3).

I testi e-eiziani riveiano che anche la dea Iside scese dal cielo in Terra divenendo

quindi la-Madre Terra. I l suo concepimento di Horo era, in effetti, un'immacolata

ioncezione. E tutto questo derivava dal fatto che iL cont'epintento era un evento cele'

.rre e nessun essere umano vi era coinvolto.

Si deve leggere in mcldo analogo il racconto della Vergine Maria e del Bambino Ge-

si? Nel.onso,lel I secolo, i cristiani gnostici -idicolizzavano coloro che credevano

che I' immacolata concezione riguardasse la nascita di un messia umano da una don-

na umana. .Essi non sanno cid che dicono", scrivevano gli gnostici, <Quando mai d

avvenuto che una donna abbia concepito da una donna [da sola]?>'. Gli gnostici so-

' Krarner, Historl' Begins ut Sumer. cit., pp. 303, 304.'8. Warterson, Go4i rf Ancient Egr-pr, Sutton Publishing, 1996, p.80 (trad. it. Dii delL'antico

Egiffo, Roma, Newton &Compton, di prossirna pubblicazione); vd. le tavole fuori testo del presen-

te volur le.

'Frazer, I l ramo d'r t ro.c i t .

'Testi dei Sartol7gi, tbrrnula 334. Cfr. la leggenda del fallo di Osiride inghiottito da un pesce.

" Iv i , formula 148.

'Pagels, The Gnost i t 'Gttspcls. c i t . , p.75; vd. anche p. 15.

Naturalmente, r ' idea.l ' : :1r

d()n.a possa partorire essendo vergine d assurda. Ep-pure' la f'ede dei cristiani e tale che essi la aciettano perchd credonl che un Dio onni-potente possa rendere incinta una vergine in modo sbprannaturare.

La verit ir.dietro questo concepimenio, tuttavia, d piuttosto diversa.( ()lne aDhlamo npetutarnente,notato.in que.st'opera. gli antichi si servivano di f igure

umane per narrare la storia degli ddi planetari. Dio stesio era un pianeta esploso, rien_tre.su.o "Figlio", Gesi cristo, era un diluvio di meteoriti derivati Jul fi-.tu padre. Equindi ne consegue logicanrente che se Gesi Cristo (nella sua tbrma frirnor,tiate; nonera un vero essere umano, non lo era nemnreno sua ..madre",

la vergine Maria.ConX p.ssi a rno.d u nq u e. comprendere i I si gn i ticato del Ia Vergi nJMaria,/Ncl Lapltolo z di quest'opera.,abhiamo umpiamente discusslo Ia fede tlegli antichi

nel matrimonio sacro lra cielo e Terra. in cui un cielo cadente f rnut.f l i t. l irnpregnavauna Terra passiva (femminile). La Tbrra.era quindi immaginuiu .or. ,in gigantescoutero, che avrebbe dato alla luce tutti gli esseri viventi, sicondo i;;"trr" der semeche I'aveva t 'econdata- I- 'espressione pli eloquente di quest'antica f.ae,i trova neiversi di un poesia sumenca:

La liscia e grande Terra si fece.risplendente, abbelli il suo corpo con gioiaLa vasta.Te.rra ricopr) ir proprio iorpo di metaili preziosi r rlpiri"ri"ri,si adornb di diorite, calcedonio e luiente cornioli.I l cielo si ornd c.n ur'acconciatura di verzura, ritto nella sua signoria.La 1a9ra-Terra, la vergine. si rese bella per il cielo santo.II cielo, I 'eccelso dio. piantd le ginocchia sulla vasta Terra,versd i l serne degli eroici Albero e Canna nel suo grembo.

' Lc l :34, 35

376AI)I]I-:NDICI.: I] i 1z\l3IA I'l YrAll,IA: I DUf: OPPOSTI )((

bco't. Queste r.rlt ime associazioni indicano che la Vergine Maria era una dea dei regnisiu del cielo sia della Tena, proprio come la dea egiziana Iside o la dea mesopotami-e l Ninharsag (alias Mami, lnanna, ecc.)'u.

ll ruolo della vergine Madre Terra, scesa dal cielo in Terra, varir) a seconda delletladizioni. Secondo la tradizione ebraica, la Dea Terra avrebbe dato alla Iuce il Mes-sia, che avrebbe governato Ia "nuova Tena" (vd. la citazione tratta dai Manoscrittidel Mar Morto nel Capitolo l3). Ma secondo I'esoterica tradizione cristiana, il ruolotlella dea madre era conflnato alle origini del tempo, quando essa aveva agevolato lat'esurrezione del Cristo primordiale. Nel Kebra Nag,ast si trova il seguente interes-sante brano:

In lei IMarial, egli [Cristo] f-ece un tempio del suo puro corpo, e da lei nacque la Lu-ce di tutte le Luci... Egli f 'ece un Tempio per s6 tramite un'incomprensibile sapienzache trascende la mente dell 'uomor'.

Come abbianro notato precedentemente in questo l ibro, i l termine "tempio" eratuna metafora di "pianeta", da qui la leggenda, contenuta nel Nuovo Testamento, se-condo cui i l tempio di Dio poteva essere distrutto e ricostruito da Gesi in tre gior-nil ' . Questo brano del Kebra Nagasl quindi sembra conservare la tradizione secon-do cui il corpo di Maria ela un corpo p/artetario: un "tempio" metaforico da cui Cri-skr, la Luce di tutte le Luci. sarebbe sorto e avrebbe ricostruito i l metafisico "tem-pio" del cielo' ' .

A ulteriore sostegno di quest' ipotesi, vale la pena di notare che il nome "Maria" pubrisalire al paese d'Egitto, che veniva chiamato Ta-Meri, "il luogo del Mi'.o. Mr eralatraduzione egiziana di "piramide" e la piramide egiziana infatti era una struttura chesimboleggiava la Terra (e fbrse i l cielo a sua immagine)r'. Inoltre, i l nome di questastruttura altamente simbolica, i l Mr. significa letteralmente "luogo dell 'ascensio-ne"t t .

Percid. come la piramide (Mr) simboleggiava la Terra ed era il luogo d'ascensionedi Osiride, cosi la Vergine Maria personificava la Terra e un analogo luogo di ascen-sione per il dio primordiale a cui essa aveva dato vita: Gesir Cristo.

YtAlllA YTADDAI.I'-NA

Il contrasto tra la Vergine Maria e Maria Maddalena non potrebbe essere piir grande:I'una svergognata prostituta, I'altra pura vergine senza macchia; eppure, come vedremo,d praticarnente certo che queste due diverse Maria rappresentassero la stessa figura.

' ' lv i . pp. 129. 139. 140. 166.n l-a verga o bastone simboleggiava la carne degli ddi caduti dal cielo e spuntata in terra; da qui

I'antica leggenda ebraica secondo cui il bastone di Mosd era stato portato fuori dal Ciardino dell'E-den da Adarno. Bisogna osservare che la Vergine Maria era nota anche con l'epiteto di "Stclla delmare"; vd. Fraz,er, Il runn d'oro, cit.. e L. Gardner. Bloodline of the Holv Grail. Element. 1996, pp.| 26-30 (trad. it. Ld lineu di sungue del Sunto Graal, Rona, Newton & Compton, 200 l,).

" Kebra Nagust, cit., p. I40.

' ' Vd. Gr ' 2:19 Mr 26:61:.27:40l- Mc 14:58:- 15:29.

"' ll Kebra Mtgcs/ contiene una contusa miscela di leggende cristiane e in alcuni punti suggerisceche Maria avesse pofiato GesD Cristo con sd (nel suo grembo) sullaTena. Questa leggenda natural-mente lnct te in discussione i l sesso del "Dio" da cui Cr isto fu generato in 6r ' l .

r" Vd. Af ford, Dalle pirumid i ud Atlantide, cit., cap. l0. Ta-Me ri pud anche signilicare "la terra a-mata". Alcuni esperti affermano che Maria derivi dall'ebraico Miriam, ma Miriam, a sua volta, pudr isal i re l l l 'egiz iano M r.

: ' /Did. Al l 'epoca non avevo compreso che gl i ant ichi immaginavano i l c ie lo a esatta immaginede'lla Terra.

:: Ibid.

stenevano che I ' immacolata concezione dovesse essere intesa sinrbolicamente, in ri-

!""Xff:. atl'unione misteriosa di due potenze divine: ir paare di-iuto e ro Spirit.

Nei testi gnostici, ir termine."vergine" era in effetti applicato aila Terra, ma anche almisterioso "Spirito" sceso dal ciet6. un t"rto ru un'uri"'r.n-ion"lt.ior.rinoria relati-va alla nascita di Adamo:

Adamo fu generato da due vergini, dallo Spirito e dalla vergine Terra...,,.Altre volte, invece, gli gnostici afrermavano che. la madre vergine era scesa dar cie_f o. Nel Vangelo di Filipplt, un aurore gnorii.o scnsse:

"

E consentito divulgare un mistero? Il padre di Tutto si b unito con ra vergine disce-

Inoltre, gli gnostici paragonavano espricitamente queste due enigrnatiche figure*verginali" con ra madre dl Cristo, dicendo:

"a;il.';;;;;;, ;"'.qf. da una vergi_

If fibro sacro- etiopic2 $bra Naga,st fornisce diversi rif'erimenti a so.stegno dell,i_potesi che la.vergine Maria non forse un

"rr"." u.uno, bensi una sorta di dea celestescesa sulla Terra. In una sezione della Bibbia eriopica, [; i l ;;;

'" '-

Ezechiele profetizzd anche riguardo a Maria, dicendo: <ro vidi una porta a est cheera sigil lata da un srande e miibire sigilro, . non u, era nessuno che vi errtrasse ec_cetto il Signore deg'li eserciti; egli vi "n"t-

. ie usci,,,..

che significa? Gri autorider Kebra Nugzrsr spiegavano che ir .Signore degri eserci_ti> era crisro, <ir frutto dera Diviniti,,, -"nr.i

f;p;;;;r;;';.ti;v.rgine Maria,che gli uomini chiamavano <la porta della Saivezzar, e .l,estr. La Vergrne era quin^di <la porta del ciero> e Cristo era entratoln rei e uscito da lei <senza contamlnar-lat t ' t .

A conferma der nostro sospetto che ra vergine-Maria fosse un corpo cereste , il Ke-br\-llagast prosegue irl.entiiicando rrrr".iu.-on il roveto ardente incontrato cla Mosdsul Monte Horeb in Midian:

Mosb profetizzd anche riguardo a Maria, dicendo: <Io vicli un roveto sul Monte Si-nai, che il fuoco divoratore non consumava>; e il signiii.uio ai'q""rtJ rr"co d la Di_vinitd del Figlio di Dio; e il roveto, "t,e

uruciuva sen-za che I" ;u"li;;i;. si consumas_sero, d Mariara.

Nef capitolo 10, ho tocarizzato Midian e ir Monte Horeb (Sinai) irt mez:.o or t iero.L'idea che Ia versine Maria-fosse un pianeta celeste d ulteriormente confermata nelKeb,ra Nugasl dagii epiteti .Madre O.itu f_u..,, e.sembianza della celeste Sion,, eanche dalla sua identif icazione con "tu u.igu ai Aronne> e ir <bastone di Giacob_

" Ivi. p. 7-5." lbid' Sembra quindi che.lo_spirito fosse maschile, anche se artrove d femminire.' Ibid.ll brano evidenzia it fatio che re qu.rtioni .-r'#inot. r*.urnnlr".i" a.i'"r;.r,..i.'r Ibid.' )KebraNagast 'c i t . ,p. l36.J l r i fer imentoBprobabi lmenteaEi43: l ,mainreal t id i f fer iscecon-

siderevolmente' E vero'simile si trattasse di una prot'ezia di Ezechiele esclusa dall'omoninro librodel canone biblico. Il riferimento.al "signot" o"giiJr..ii,i, ru eco a quelo in Gy 3: r-J: <Nessuno bsal i to in cielo se non corui che d disceso-dar . ;" i3, i is"." del l ,Umanit i che b ner ciero,.'' Questo si riferisce forse alla credenza secondo .ui C.ir,o era in p.i,.,cipiu ii..ra l" crelo per p.iscendere sulla Terra ner I secoro. Da qui l'affermurion.,.rpr.r.o jn un aitro punto, secondo cui Cri_

": ;f,l;li i?*ssato il nostro corpo da lei [Maria]>; ri. xtrir,,'ii,',s)"1. .i,1.-p

'ii? i" p. r+ol.

178 AI)PI.:NDICI.,I} J79

la leggerrda di Romolo e Remo, come 1'Epopea di Gilgameslr, b una conferma indi-pendente dell'idea che la Madre Terra era una prostitutar0.

A questo punto, potremmo concludere che Maria Maddalena personificasse la Ma-clre Terra pura e semplice e che quindi non fosse identica alla Vergine Maria. Ulterio-ri analisi, tuttavia, rivelano una seria di interessanti connessioni tra Maria Maddale-na, i l culto della Madonna Nera e i l culto della dea egiziana lsider'. Nonostante nonrni ritenga un esperto del settore, credo che Maria Maddalena firsse una "dea caduta",scesa in Terra allo stesso modo di Iside. o Ninharsag/Mami/lnanna, o la Vergine Ma-ria. Era quindi in diversi sensi una "donna caduta".

Credo che l'unica differenza sostanziale tra la Vergine Maria e Maria Maddalenasia la presentazione concettuale. Nel caso della Vergine, ella portir Gesir dal cielo al-la Tena nel suo grembo e poi ne divenne madre. Nel caso di Maria Maddalena, que-sta scese dal cielo inTenaprima di Gesi Cristo, sceso successivamente. da adulto, edivenuto suo sposo in un matrimonio sacro. Entrambe queste storie sono varianti del-lo stesso modello del pianeta esploso ed entrambe hanno precedenti in testi precri-stianirr.

lJ.- DUf: l-tAltlli

Perchd gli antichi avrebbero dovuto descrivere Ia Madre Terra in due modi ct.rsicontraddittori, come "vergine" e "prostituta"? Secondo me, la spiegazione d sempli-cissima.

Molti secoli fa, quando il significato esoterico delle leggende era stato "volgarizza-to" tramite un processo di antropomorfismo, gli iniziati alle antiche scuole rnisteri-che cercarono stratagemmi metaforici per indicare il signilicato segreto delle lorofeggende. Da una parte, si poteva dire che il pianeta Terra tbsse una vergine, perch6non era stato penetrato (e contaminato) dal seme di un uomo. Dall 'altra. poteva u-gualmente definirsi una prostituta, perchd il suo corpo era sti. l to ripetulamente pene-trato dai vari ddi meteoritici, scesi dal cielo in Terra (pensate ai Figli di Dio che vio-lentarono le figlie della Terra).

In entrambi i casi, i due epiteti esoterici - "vergine" e "prostituta" - non avevano al-cun senso in un con(esto umano. ma nondimeno pers()nc e\ternc. ignorunti e poco in-telligenti. sarebbero state indotte a credere che un essere umano fosse davvero statogenerato da una vergine umana o che un Figlio umano di Dio avesse davvero bacia-to sulla bocca una prostituta. In tal modo, gli iniziati ai sacri misteri avrebbero potu-to parlare in pubblico e persino scrivere i loro segreti sacri, servendosi di un l inguag-

" 'Sembra che gl i Ebrei abbiano ut i l izzato un' idea simi le, vdl per escnrpio la leggendir del la prost i -

tuta Rahab che viveva nel le mura di Cer ico. Naturalmente Rahab era una div in i t i r celeste v inta dirYahweh e gettrta nella Tena. Gerico era la Terra. con le mura cittadine a sinrboleggiare la superficiedella Terra. entro cui risiedeva la prostituta.

Per inciso, i Mandei dell'lraq meridionale consorvano la tradizione di una donna perduta chiama-ta Mir ia i , che sedeva su un trono al la foce del l 'Eufrate e leggeva da un . [ - ibro di Ver i t i r " . E le leg-gende gnost iche su Simon Mago r i fer iscono che la sua compagna. Elena. era un cx prost i tuta; e l laera stata if Primo Pensiero di Dio (Ennoia) che aveva diretto la crr'azione dclla Tcrra. lnl in seguilo

era rimasto imprigionato nel mondo materiale.

'' Vd. per es. L. Picknett - C. Prince, The Templar Revelution, Bantanr Press. 1997. Vrle la pena dicitare un brano da Le serpent rouge (un testo di una scuola nristerica del rr sscolo) chc ril 'erisce:

"Colei che devo l iberare. . . Molto tempo fa i l suo nome era Is idc. regina del lc sorgent i benct lche.. .

a l t r i la conoscevano come Maddalena con i l celebre vaso nieno di balsanur curat ivo. Cl i in iz iat i laconoscevano come N6tre Dame des Cross>. Vd. Wood. Gerr,:.ri.r. cit., n. .l(X).

'r La prima storia ha dei precedenti nella leggenda della nascita di Sargon e nel racconto bihlico diMosb. La seconda storia ha un precedente nelle leggende mcsopotamichc del matrimtrnio sacro trulnanna e Dumuzi.

come con la vergine Maria, la confusione che circonda Maria Maddalena d natadalla mod-erna ignoranza riguardo all'antico uso di figure umane per rappresentare lastoria di ddi planetari. Ma, una volta stabilito che Gesi Cristo (nella iua forma nri-mordiale) era un pianeta esploso, sceso dal cielo in Tena, il ruolo di Maria Madtlale-na e del suo consorte (attestato dagli scritti gnostici) assume connotazioni assoluta-mente non umane2r. Il rapporto d tra un diluvio discendente di seme meteoritico (Ge-

!i cristo) da una parte e il grembo della Madre Tena (Maria Maddalena) dall'altra.E sicuramente questa relazione celeste che si trova alla base della leggerrda del Nug-vo Testamento secondo cui Gesi aveva scacciato sette demoni dailorpo di MariaMaddalena''.

Per.chi dubita di questa spiegazione, voglio sottolineare lo stretto parallelo esisten-te nella mesopotamica Epopea di Gilgamesh. Ne[a r tavoletta, gn[iau - un dio ca-duto dal cielo in Terra come una "stella" cadente o "piccone" (ciod un meteorite) - ddescritto mentre ha un rapporto con una prostituta:

La prostituta slegd la sua larga cintura e apri le gambe, ed egti [Enkidu]colpi la sua selvatichezza come una tempesta.

Ella non era timida; accolse la sua forza vitale.Le sue vesti vennero aperte ed egli giacque su di lei.Ella gli fece conoscere (poichd era un uomo) cos'd una donna!Il suo corpo giacque su di lei; sei giorni e sette notri Enkidu assal) con

violenza la prostituta:r.

L aspetto forse pii-significativo di questo incontro b la durata, che simboleggia I'at-to mesopotamico della creazione di analoga duratar6. E quindi evidente che Ia-prosti-

$tl.ep in effetti unapersonificazione femminile della Tena (il grande utero), menrre

Enkidu era un dio celeste caduto.Un secondo esempio di Madre Terra come prostituta si trova nella leggenda rolna-

na di Romolo e Remo, i gemelli f igli di Rea Silvia (una vergine vestalE), che diven-tarono i fondatori della citt i di Roma. I gemelli. abban<Iona-ti in una cesta nel Teve-re, furono trasportati f ino alle pendici del colle Palatino, i l sito dell 'antica citt i ctiRomax.. Questo significa che Romolo e Remo furono trasportati clal cielo alla Terrasu un fiume celeste ed d quindi altamente signiticativo che i gemelli furono trovatida^una sacra lupa, che l i allattd in una grottasotterranea nota col nome di Luperca-1e28.

E una coincidenza che.la parola latina lupa abbia anche il significato di "prostitu-ta"':e? Direi di no, considerando le altre ana-logie tra questa stoiiu . tutte le altre leg-gende pagane relative alla discesa di ddi nel grembo della Madre Terra. Al contrariir.

't Nel Vangelo di Filippo,leggiarno: <La compagna del Salvatore d Maria Ma6dalena. E Cristq I'a-mava pi i d i tut t i g l i a l t r i d iscepol i e soleva baciar la spesso sul la bocca' . Vd. pagels. The Gntxr i tGospels, cit., p. 84.

'o l r8"2;Mc16:9. Cfr . laformula lTdelLibrodeiMort i , incui i ld iodegl i In ler i Anubi haap-prontato dentro la Terra il posto per <Sette Spiriti" durante I'era primordiati A; Zcp Z7rr., in atteiadel loro arrivo in un tempo enigmaticamente noto come <il Giorno del venire <ti la', ciod il Giorntrdell'arrivo di cielo e Terra.

-'5 Gardner - Maiel Gilgameslr., cit., p. 7'l enote a pp. 79, 80. preferisco'.prostituta" a

..cortigiana",

"forza vitale" a "vento" e "assalire con violenza" af termine inutilmente crudo utilizzato da Garlner.e Maier.

rn Vd..A,vET, c i t . ,p.94 (sei g iorni e sei not t i ) , p. 95 (sei g iorni e set te nort i ) e p.44 (setre giornic sct-te nott t ) .

" La mia fonte d'informazione E l' Ent:iclopedia Britannita 0999 co\.

..".L'importanza della lupa nella storia e dimostrata dal fatto che i nomi di Romolo e Remo (e quin-di di Roma) derivano dal termine ruma, che indica la mammella o capezzolo di un animale.

" Vd. anche il pir) elementare dizionario italiano-latino

t*I1:t

!

t

I$

I

380

'r /s 23:16.! Pagels, The Cnostit: Gospels. cit.. p. 77

APPENDICI.: 13

gio.in codice che nascondeva il significato celeste alle orecchie e agli occhi dei pro-fani.

Questa strategia fu talmente efficace che i sacerdoti ebrei non videro alcun pericolonell'onorare la Dea Terra prostituta nell'Antico Testamento. Il curioso brano compa-re nel libro di Isaia, in cui il profeta recita i versi di cid che sembra un arcaico cantopopolare, noto col nome di Canz.one della meretnce..

Prendi la cetra, va'attorno per la cittd,o meretrice dimenticata:suona bene, moltiplica i canti,perchd qualcuno si ricordi di te...

Nel contesto dell'Antico Testamento, in cui tutti gli ddi e le dee erano marginaliz-zati per rispetto all'onnipotente Yahweh, sicuramente la Dea Terra (eill dea ieleste)aveva bisogno di essere ricordata. Purtroppo, l 'uomo comune del imil lennio a.C.aveva dimenticato chi fosse la "prostituta".

Concludendo, bisogna sottolineare che gli antichi cognoscenti non erano toccatidall 'evidente contraddizione degli epiteti della Grande Dea. Al contrario, alcuni testignostici evidenziano la sua natura contraddittoria, sapendo bene che essa contenevail rnistero fbndamentale della sua esistenza. considerate, per esempio, i l poema gno-stico dal curioso titolo di Tuono, mente perfetta, in cui un-'anonima fieuri femminilepronuncia le seguenti misteriose parole:

Io sono la prima e I 'ult ima.Io sono I'onorata e la disnrezzata.Io sono la meretrice e la ianta.Io sono la sposa e la vergine.Io sono la madre e la fisl ia...Io sono colei le cui nozie sono grandi, e non ho preso marito...Io sono conoscenza e ignoranza.. .Io sono svergognata: io-sono pudica.Io sono forzae sono paura...Io sono stolta e sono saggia...Io sono senza dio e sono colei it cui Dio d grande'*.

Notate le frasi: <Io sono lameretrice e la santa. Io sono Ia sposa elay,ert! ine>>.Glignostici non avevano dubbi sul fatto che una dea potesse esseie contempo,in.u-.n-te vergine e prostituta, perchd tale era la sua natura contraddittoria.

Percid, io credo che la Vergine Maria e la prostituta Maria Maddalena firssero in ef-fetti la stes-sa figura. E ritengo che, nella fbrma originaria delle leggende cristiane,nessuna delle due fosse un essere umano.

APPENDICI' CGESU DI NAZ\I3I'TH

E perdonabile chi legge il Nuovo Testamento e crede che Gest Cristo fosse un uo-

mo in carne e ossa, vissuto in Palestina nel I secolo, concepito a Nazareth e nato a

Betlemme. Ma b questa la verit ir?In questo l ibro, ho concluso che la storia della crocifissione di Gesir Cristo era in

realtir un'intelligente parabola esoterica per la morte di un pianeta e che GesD era pro-

babilmente un attore umano in un antica rappresentazione drammatica della Passione

che riproduceva la morte del pianeta celeste (con tutto cid che essa comportava). Ho

anche suggerito che la Chiesa primitiva si servi di questo dramma della Passione come

del veicolo ideale per lanciare una nuova religione dal vasto richiamo popolare. Da unaparte, sul piano esoterico, la storia conservava il significato essenziale dell'antica reli-gione. Dall'altra, la rappresentazione della Passione promuoveva I'idea che un vero es-

sere umano fbsse morto e fbsse stato magicamente riportato in vita. O, per metterla in

un altro modo, la Chiesa utilizzd il testo del dramma per suggerire che il Figlio di Dio

si fbsse incamato in un uomo proprio nella Palestina del I secolo.

Cosi fu, secondo me, che la Chiesa primitiva (in principio una scuola misterica) na-

scose i suoi misteri fbndamentali enf'atizzando I'idea che Gesi Cristo fosse stato un

essere ufflano, che aveva sacrificato la propria carne e il proprio sangue per salvare

l 'umanit i dai propr i peccat i .Ora, per rendere questa storia accettabile a un pubblico scettico, la Chiesa sarebbe

stata costretta a stabilire almeno alcuni fatti essenziali riguardo a questo presunto uo-

mo. In particolare, sarebbe stato necessario dare un nome ai suoi genitori e al luogo

del la sua nasci ta.Nell'Appendice B, abbiamo affrontato uno di questi'aspetti, occupandoci della ma-

dre di Gesil, una vergine di nome Maria. Ho quindi rilevato alcuni interessanti paral-

leli tra la Vergine Maria e la Dea Madre pagana che aveva portato il bimbo divino giit

dal cielo sulla Terra.In questa appendice, invece, esamineremo il secondo di questi problemi. Dove fu

concepito e dove nacque Gesil?Prima di procedere, serviamoci della conoscenza acquisita in questo libro per fare

una prof'ezia. lmmaginate, per un momento, che la Chiesa primitiva fosse nata in E-

gitto e che I'Egitto fosse stato il teatro degli avvenimenti della vita umana di Gesi

Cristo. Sapendo cid che sappiamo su luoghi quali Eliopoli, Abido ed Elefantina (vd.

Capitolo 6), potremrno supporre che la storia si sarebbe svolta secondo una delle se-guenti trame: rr) Maria fuggi da Eliopoli ad Abido (o Elefantina) mentre era in attesa

di Gesir e quindi partori il bimbo ad Abido (o Elefantina); b) il padre di Gesir fuggi da

Eliopoli ad Abido (o Elef'antina) e fecondd una sacerdotessa di quella cittd nel corso

di un matrimonio sacro, facendo quindi nascere Gesil.Ora, anche se non fbssimo riusciti a decifrare completamente il sirnbolismo celeste di

queste citt2r situate lungo il Nilo - Eliopoli simbolo del cielo e Abido (o Elefantina) del-

la Terra - dovremmo Derd essere in erado di dedurre il significato celeste delle due sto-

382

rie-appena delineate. Come? Semplicemente osservando che il nome egiziano di Elio-poli era Annu, la "Citti del cielo", mentre quello di Abido era Ab-djw,,a'Montagna delPrincipio" (o, alternativamente, notando che Elefantina era nota come la Cina A6t prin-cipio, mentre il suo nome egiziano, AB o Abu, significava "padre del principio").

Questo schema potrebbe essere esistito anche nella Terra Santa del t secolo? Anchese gli studiosi non hanno ancora identificato uno schema d'insieme delle citti d'I-sraele e delle "montagne" celesti (e non c'd da stupirsi visto che non I'hanno cerca-to), io predico che la leggenda di Gesi Cristo potrebbe fornirci qualche utile indizio.Pit precisamente, predico che i nomi dei luoghi in cui GesD venne concepito e nac-q.ue potrebbero contenere indicazioni fondamentali a sostegno dell'ipotesi che la sto-ria della crocifissione sia essenzialmente celeste.

Dunque, dove fu concepito e dove nacque Gesi?In tutto il Nuovo Testamento, Qesi d indicato come <Gesir di Nazareth>, o, talvolta,

<GesD di Nazareth di Galileo'. E un epiteto che gli veniva attribuito per due motivi.Primo, perchd Gesi era cresciuto a Nazareth; e secondo perchd era statoa Nazareth cheegli era stato concepito nel grembo di Maria, come annunciato dall'angelo di Dio:

Al sesto mese I'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una citt i della Gali lea dettaNazareth a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe; e il nome della ver-gine era Maria. E I 'angelo, entrato da lei, disse: <...Non temere, Maria. perchd haitrovato grazia presso Dio. Ed ecco tu concepirai nel seno e partorirai un f,igliolo e gliporrai nome Gesi>2.

Quest'importantissimo evento ebbe luogo a Nazareth.Machiaramente questa tradizione di "GesD di Nazareth" comportava certi problemi

per gli uomini del I secolo, in attesa di un messia in accordo con le prof-ezie dell'An-tico Testamento. Percib, nel vangelo secondo Giovanni,la gente esprime profondoscetticismo riguardo all'idea di un messia proveniente da Naiareth ai Galitea:

Altri dicevano: <Questi d i l Cristo>. Altri, invece, dicevano: <Ma d forse dalla Gali-lea che viene il Cristo? La Scrittura non ha detto che il Cristo viene dalla progenie c1iDavid e da Betlemme, il villaggio dove stava David?"r.

Per aggirare questo scetticismo, gli autori del Nuovo Testamento si resero conto didover conciliare le origini di Gesir a Nazareth con la profezia di un messia cli Betlem-

T9: Lu loro ingegnosa soluzione fu di distinguere il luogo del concepimento da quellodella nascita - uno schema che fu attuato supponendo che un censim-ento romanodellapopolazione si stesse svolgendo in Terra Santa presso la cittd di Betlemmer. euestocensimento costrinse Maria e Giuseppe a recarsi da Nazareth a Betlemme, dove il bim-bo Gesi nacque (in accordo con la profezia messianica) e fu posto in una mangiatoias.

' Per oG'esi d i Nazareth ' , vd. Mt 27:61; Mt ' l :24: l } :4 ' l : 14:67; 16:6; Lc4:34: lg:37; 24..19: Gvl :45; l8:4-"1: l9: 19. Per

"Gesi d i Nazarerh di Gal i lea". vd, . Mt 2l : l l .

' Lc l :26-31.

'Gv7:41,42.

_'Giuseppe avrebbe veramente costretto Maria a un viaggio a Betlemme a pochi giorni dal parto'? L'i-dea sembra assurda, a meno che essi non stessero deliberatamente cercando di attuzrre la profezia e-braica del Messia da Betlemme, nel qual caso d un fano incredibile che la nascita cointise con il ce1-simento romano. Tutto sembra troppo perfetto e b 2:24 sottolinea in modo eccessivo le connessionidavidiche di Giuseppe. Inoltre, I'intero episodio E intriso di simbolismo mitologicol vd. nota 5.

5 Cfr. k 2: l2: <Troverete un bambino fasciato e coricato in una mangiatoia-'. Questo nrotivo del-la scoperta di un bambino in un contenitore protettivo ricorda il ritrovamento di Mosts nella sua ce-sta, di Sargon nel suo <cesto di giunchi", di Edipo nella cassa e di Ronrolo e Remo nella cesta sullarive del Tevere. Inoltre, la storia di Giuseppe e Maria che non trovano posto nella locanda ricorda lacacciata di Adamo ed Eva dagli Inferi: tutti e quattro questi personaggi sono diviniti planetarie e lalocanda simboleggia gli Inferi della storia di Mosd (Es 4:24\.

GI.:SU DI NATAR :TH

Subito dopo, perd, Maria e Giuseppe tornarono con Gesil a Nazareth:

E come ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signoreconcisione del bambinol, tornarono in Gali lea, a Nazareth, loro citt). Ecresceva e si fortificava, essendo ripieno di sapienzao.

l8 l

[ciod la cir-i l bambino

Riassumendo, nei vangeli due luoghi erano associati alle origini di Gesi: Nazarethe Betlemme. Quest'ult ima sembra la meno importante per la storia e sembra unostratagemma per accontentare le aspettative ebraiche di un rnessia. Non trascureremoBetlemme (ci torneremo tra breve con un commento sul significato del suo nome),ma concentreremo la nostra indagine sulla piir importante connessione con Naza-reth/Galilea. Questa localizzazione potrebbe avere un significato celeste'/

Immediatamente urtiamo contro un curioso ostacolo. I lettori saranno sorpresi nel-I'apprendere che gli studiosi odierni hanno messo in dubbio la provenienza di Gesirda un luogo chiamato Nazareth. Essi hanno sottolineato che se un luogo chiamatoNazareth fosse esistito all'inizio del t secolo, sarebbe stato un villaggio insignifican-te e non una "cittir", come afferma il Nuovo Testamento'. Inoltre. d verosimile cheI'associazione di Gesi con Nazareth sia in realt)r derivata da una pr<tfez.ia dell'Anti-co Testamento, che non menziona Nazareth come toponimo, bensi cita I 'aggettivonazaraios, "nazareno". Il titolo "GesD di Nazareth" potrebbe quindi leggersi "GesD ilNazareno".

Che significa "Nazareno"? In un recente libro, ./e.srrs - One Hundred Years BeforeChrist, il professorAlvar Ellegard suggerisce che tra gli Ebrei di lingua greca esi-stesse una "etimologia popolare" che fece confbndere i l termine Nazareni (nc;o-

raioi) con Nazirei (naziraioi)".lnoltre, Ellegard sottolinea che il termine Nazireo si-gnifica <<un uomo santo, o separato, scelto da Dio>". Se si accetta quest'interpretazio-ne, allora la leggenda dietro i vangeli indicherebbe che Gesir era un "santo" o "sepa-

rato" e Nazareth quindi sarebbe il "luogo del santo, o separato".Il termine Nazireo deriva dalla radice nzr o ,?.rr ed d secondo me di grande impor-

tanza che quest'ultima parola fosse un verbo egiziano dal significato di "bruciare" o"41ds1e"ttt. Da qui il nome Nsrsr, "Isola di Fuoco", attribuito agli Inferi egiziani".

Anche gli Ebrei identificavano gli Inferi come un luogo di distruzione (Abaddon),

mentre i loro vicini, i Cananei, conoscevano gli lnf-eri come Nsrtrr.Un'idea simile si trova nella tradizione mesopotamica. in cui rr.sr significa "salvez-

za", e in cui il Monte Nisir era il "Monte della Salvezza", su cui si era fermata la bar-ca di Utnapishtim dopo il Diluvio. Secondo la mia interpretazione. questa "monta-

gna" di Nisir era in realti il pianeta Terra e I'arrivo della "barca" avrebbe portato consd fuoco oltre che diluvio'r.

Ne consegue quindi che Gesi Cristo sarebbe stato noto come un Nazareno o Nazi-reo, a causa della sua mitica caduta al Monte della Salvezza (Nsr), dove egli si stabil iagli Inferi o Isola di Fuoco (Nsrsr). Qui, il Cristo preumano era diventato una <<uomo

santo, o separato, scelto da Dio>. Questa b I ' ipotesi presentata negli ult imi capitolidella presente opera.

^ k2:39.40.' Vd. per es. k 2'.39:4:29.* Ellegard, Jesus - One Hundred Years Before Christ, cit., p.239.

' lvi, pp. 238-41. Vd. anche Mt 2:23 che si rit'erisce a un'ignota prot'ezia: "Egli

verrii chiamato

Nazarenott.

"' Gardiner, Eg;tptian Crammar, cit., p. 576.

" Faulkner, The Ancient Egyptian CoJjin Texts, cil., vol. ttt, pp. I l, | 2.

" SuAbaddon, vd. peres. Giob26:6. Su Nsrt , vd. ANE7, c i t . , p. l4t i .

' ' Non d s icuramente una coincidenza che gl i ant ichi col legassero I ' inrmnrtal i t ) a l la pur i l icazione

tramite il fuoco. Vd. per es. la leggenda della dea greca Demetra e del liglio della rcgirtr.

APPI-:NDICI.: C

tILIJ

I 84. APPI.:NDICI.; C

La cittd di Nazareth avrebbe rappresentato i l mondo degli Inferi: la dimora del"santo" o "separato". I riferimenti nei vangeli a <Gesir di Nazareth" potrebbero quin-di vedersi come metafore del GesD preumano degli Inferi''.

Ma c'd dell 'altro. Come abbiamo menzionato, la cittd di Nazareth era strettamentelegata a una regione chiamata Gali lea e "Gali lea" ("cilcuito") deriva da una radiceche significa "rotolare", "rotolare via"'s. Quindi io propongo che i rif 'erimenti deivangeli a .Gesu di Nazareth di Gali lea" avessero i l significato esoterico di "Gesi

della Dimora di Fuoco Rotolata Via". In breve, questo d i l culto del pianeta esploso.Ne consegue logicamente che il luogo noto come Nazareth di Galilea appartenesse

sia al "sopra" sia al "sotto". In altre parole, l ' lsola di Fuoco aveva avuto origine incielo (nell ' intbcata esplosione dell" ' isola" planetaria) ed era quindi rotolutu gii f inoalla Terra e agli Inf'eri'u. La resurrezione metafisica del cielo, o di Dio, o di Cristo, a-vrebbe quindi comportato il rotolamento del luogo caduto, noto come Nazareth diGalilea (Dimora di Fuoco Rotolata Via), di nuovo fino in cielo. Questo spiegherebbeperchd Gesir, dopo la resurrezione, annuncid che avrebbe preceduto i discepoli inGalilea, dove li avrebbe incontrati su un monter'. Quest'afl-ermazione ha maggior-mente senso in un contesto celeste.

Per inciso, i l fatto che nelle Scritture compaia un Mar di Gali lea non ci deve preoc-cupare, perch6 gli antichi credevino che la caduta "montagna del cielo" compren-desse un oceano di acqua finito sottoterra (vd. le avventure di Gilgamesh nel Capito-lo 5). Ed d significativo che il Mar di Gali lea sia menzionato insieme a una monta-gna. In Mt 15:29. per esempio, leggiamo che <Gesl venne presso al Mar di Galilea esali su un lnonte>>. L'affermazione ci ricorda misteriosamente la Lista reale sumerica,in cui Meskiaggasher. primo re di Uruk, <entrd nel mare e usci dalla montagna>'8.

Quest'ultimo rit-erimento b sicuramente celeste, come potrebbe esserlo anche il pri-

mo (o piuttosto I 'origine di quest'espressione potrebbe essere nata in un contesto ce-leste).

Come avevamo predetto. quindi, la citta di Gesir. Nazareth di Gali lea. ha tutte le ca-ratteristiche di una locttliz.zazione celeste e, secondo me, la ragione d che la storiadella crocifissiclne di Cristo b in realtir una storia antica sulla morte di un pianeta enon una storia nuova sulla morte di un essere umano.

E Betlemme, i l luogo della nascita di Gesii? Come abbiamo osservato precedente-mente, la menzione di Betlemme nei vangeli sembra piuttosto una finzione per ac-contentare le aspettative ebraiche sul Messia. Ciononostante, Betlemme significa"Casa del Pane". i l che d molto significativo nel contesto del simbolismo del panenelle leggende e tradizioni egiziane e mesopotamiche, nonchd nei vangeli" '. In breve,

r' Esiste un'altra possibile etimologia per Nazareth, che porta a una conclusione analoga. Si dice

che il nome Nazareth possa derivare dalla radice ebraica nr,1ser. "germogliare", Nazareth sarebbe

quindi lat 'c i t t i rdelgermogl io": vd. InsightontheStr ipture.r ,c i t . ,v; I . np.+lO.Cfr . la leggencladi

Gilgamesh e il signiticato del suo nome "MES che d il seme che spunta da un nuovo albero" (vd. Ca-

pi to lo 5).

" Insight on the Scriptures, cit., vol. t, p. 883. Come era prevedibile. Nazareth era costruita su un

col le o una montagna; vd. Lc:4:29.

'" Potrebbe essere significativo che il dio egiziano associatt'r alla nascita e alla rinascita del pianeta

esploso fosse Khoprer (la fornra che Rd aveva alla nascita). il cui nome significa letteralmente "co-

lui che rotola"; vd. Wallis Btdge, Egv-ptian Religion, cit., pp. 99, 100. Il testo egiziano intitolato La

stLtrh della creuzktne inizia con le parole: "ll

libro della conoscenza del rotolare del dio RA", vale a

dire della conoscenza delle cose generate dal rotolamento della palla del dio Rdl vd. Wallis Budge.

Legcnds of the Egvptian Gods. cit., pp. 2, 3.

" Mt 28:7 . | 0, 16. Osservate anche il tema del rotolamento della pietra che chiudeva il sepolcro di

Gesi : vd. Mt 27:60' .28:2: Mt ' l -5:46: l6:4: Lc 24:2.

'n Jacobsen, The Sumerian King List, cit., p. 87.

'" Su Betlemme come "Casa del Pane", vd. In.sight on the Scripture.r. cit., vol- t. p. 299.

GI.]:JU DI NA/ART-TH 185

senza addentrarci in spiegazioni dettagliate. la Casa del Pane avrebbc' simboleggiatoil cielo (se i l pane era l ievitato e intatto) o gli Int'eri (se era spezzato o aff-ettato)r').

Ora, tutto cid si potrebbe considerare semplice speculazi<lne se non fbsse per le in-credibil i analogie esistenti tra Gesu Cristo e i l dio egiziano Osiride, i l signore degliInferi e abitatore dell ' lsola di Fuclco. E queste analogie sono urnpie c particolareg-giate. Pel citarne una,ll Vangelo secondo Gio,',anni rit'erisce in questo mod<l della f'e-rita infl i tta a GesD sulla croce:

Uno dei soldati gli ford i l costato con una lancia. e subito ne rr.rr ' i sdn!4ue e ocque1'.

Confrontate questa curiosa tradizione con una f'erita quasi identica inf-erta a Osiridee riferita nella formula 14 dei Te,sti dei Surutfagi:

[Iside disse a Nefii: <]Vieni. cosicchd possiamo sollevargli la testa. Vieni. cosicchdpossiamo riunire le sue ossa. Vieni, cosicchd possiamo risistemare le sue membra.Vieni, cosicchd possiamo f'are una barriera sul suo.fiatrco... du qui got'<'iola l 'eff lus-.so che d uscito dal suo spirito,.

Alcuni potrebbero considerarla un'incredibile coincidenza, ma la spiegazione piDplausibile d che le leggende cristiana ed egiziana siano collegate, perchd entrambedescrivono la morte dello stesso dio planetario.

Mi sembra appropriato concludere quest'appendice con una battuta di duemila annifa, contenuta nel Vtngelo secondo Giovunrti, che per lungo tempo b passata inosser-vata. Per comprenderla, dobbiamo ricordare I 'antica fi losofia, secondo cui gli uomi-ni emersero dagli Inf'eri come peccatori. La divertente battLlta b pronunciata da Nata-naele, dopo aver udito da Fil ippo che il Messia era stato scoperto e portava i l nome diGesir di Nazareth:

E Natanaele gli disse: <Pud forse venire qualcosa di buono da Nazareth'lrtt.

Chi ha orecchi da udire. oda.

" La possibi l i ta che Bet lenrme e Naz. l reth s imboleggino entrdnb( gl i lnt 'cr i non cost i tu isce un

problema. Un precedente s i t rova nel la conf 'usione dcl lo scherna ni lot ico stabi l i to dar l i ant ichi Egi-

z iani , dove sia Abido sia Eletant ina rappresenlavano la Terra.

' ' Gu l9:34. La stessa f 'er i ta D r i fer i ta anche in 6r, 20: 19. in cui Gesi l appare ai d iscepol i con I 'er i te

irllc nrani e ul c0stutl.!1 Te.sti dei Sun'ofitl4i,lbrnrula 74.t ' G| l :46 La r isoost l del l ' in iz iato avrebbc dovuto essere:

"Si . l r i t s t l lo r l l r r Finc r le i ( i iorni '

1li

APPENDICI-- DGI'SU I' GIO\CANNI I3ATTISTA

Nei vangeli, la venuta di Cristo era prefigurata da Giovanni Battista, che attraversa-va la Giudea battezzando gli uornini, gridando: <Pentitevi, perchd vicino d il regnodei cieli> e avvertendo che presto sarebbe giunto uno piir grande di lui che avrebbebattezz^to I'umaniti con lo Spirito Santo e con il f uoco'. Ma, poco dopo I'inizio del-la sua missione, Giovanni Battista venne imprigionato da Erode Antipa e il suo ruolofu assunto da GesD Cristo, che inizid abartezzare e predicare con il medesimo spiri-to e pronunciando le stesse parole: <Pentitevi, perchd vicino b il regno dei cieli>':. Aquesto punto, i vangeli si concentrano sulla storia di GesD e. quanto al Battista, ve-niamo a conoscenza solo della sua decapitazione, quando la sua testa venne presen-tata su un vassoio a Salomb, figliastra di Erode.

Giovanni Battista era una persona reale o una figura mitica? Come ho suggerito nelCapitolo 13. b assolutamente plausibile che la pratica del battesimo fbsse diffusa nel-la Giudea del t secolo: I ' immersione nell 'acqua simboleggiava un battesimo celestedegli antenati primordiali dell 'umanit) agli Inferi e preparava gli uomini in carne eossa al futuro battesimo finale. E quindi ammissibile che una figura del tipo del Bat-tista preparasse la popolazione di Giudea all 'attesa fine del mondo.

I-a Bibbia stessa, per quanto ci possa essere d'aiuto, afTerma categoricamente cheGiovanni Battista era tra i <nati di donna>. vale a dire che era un vero essere umanot.Inoltre, a quanto viene rif 'erito, Gesi suggeriva che Giovanni Battista fbsse <l'Elia

che doveva venireo, ciod il profeta in carne e clssa che si p'ensava fosse I'araldo dellaFine dei Giorni'. Nel Vrngekt secondo Giovanni, tuttavia, il Battista nega specifica-tamente di essere Elia o il Prof-eta'. Egli invece si definisce enigmaticamente <la vo-ce di uno che grida nel deserto: "Raddrizzate la via del Signore"oo. Questo era un di-retto riferimento alle parole pronunciate dal profeta Isaia nell'vtlt secolo a.C.

Ora, nel Capitolo 13, ho notato che "deserto" era una parola ebraica in codice perindicare gli Inferi e quindi ho identificato questa voce misteriosa con quella del Giu-sto Servo, una figura celeste caduta e rimasta intrappolata agli lnferi per I'eternitd.Percid potrebbe esserci qualcosa di pil nella storia di Giovanni Battista? Un uomo incarne e ossa venne decapitato nella prigione di Erode Antipa, o la storia deve essereintesa a l ivello esoterico?

Riassumiamo brevemente Ie informazioni su Giovanni Battista fornite dal testo bi-blico.

Primo, Giovanni Battista era <un uomo inviato da Dio", giunto nel nrondo per te-

rMt3:1,11.

' Mt 1:17.' Mt ll: I l. Quest'interpre(azione d cont'ermata dall'affermazione successiva: <ll ntinimo nel re-

gno dei cieli b maggiore di lui [Giovannil".' Mt | | : l 4: I 7: I l - I 3l Lc | :17. La prol 'ezia del futuro El ia si trova in Mul 4:5.'Gv l :21.22.o Gv l :23. Cfr. /s 40:3--5.

187

stimoniare la venuta della "luce" di GesD CristoT. I l fatto che Giovanni Battista fosseinviato da Dio implicherebbe che egli fosse stato mandato dal cielo, come Cristostesso^.

Secondo, GesD stesso rivela che Giovanni Battista era stato <una luce bruciante esplendente>, in cui gli uomini si erano rallegrati per un certo tempo'. Questo ricordala descrizione di Gesir come "luce", anche se egli era descritto come <<la vera lucer>'n.

Terzo, il Vangelo secondo Luca ci informa che la nascita di Giovanni Battista fu ilrisultato di un intervento divino, poichd I'angelo Gabriele apri il grembo di Elisabet-ta, donna gid anziana e quindi steri le'r.

Quarto, ci viene detto che <il bambino cresceva e si fortificava in ispirito; e stettenel deserto tino al giorno in cui doveva manifestarsi a Israele>'t.

Quinto, egli fu un battista che si identificava con <<la voce di uno che grida nel de-serto: "Raddrizz,atela via del Signore"o. In un modo o nell'altro, Giovanni Battistaera un personaggio il cui ruolo era di anticipare la venuta del regno di Dio.

Sesto, secondo la leggenda biblica, Giovanni fu imprigionato da Erode Antipa, pre-sumibilmente in una segreta sotterranea. Qui fu decapitato per esaudire il desiderio diSalomd, tigliastra di Erode'r. Bisogna notare che I 'episodio successivo - la presenta-zione della testa su un vassoio - divenne un tema importante del Graal'4. La leggen-da indica inoltre che la testa del Battista valeva meth del regno di Erode''.

Considerando tutti questi punti, vi sono buone ragioni per sospettare che la storia diGiovanni Battista - proprio come la storia di Cristo - avesse dimensioni esoteriche ecelesti e che Giovanni fbsse una figura divina inviata dal cielo agli Inferi (il deserto),dove avrebbe atteso pazientemente I'arrivo del regno di Dio (esattamente come ilGiusto Servo dell ' Antico Testamento).

Ma se i cosi, que.sto Giovanni Battista primordiale sarebbe identico al Cristo pri-monliale.

E significativo che nella seconda metd del xx secolo, diversi biblisti abbiano ini-ziato a considerare la possibil i t ir che un tempo esistesse una Chiesa di Giovanni, o-scurata dalla nascita del cristianesimo (Chiesa di Gesi) nel t secolo. Le varie prove etestirnonianze sono state riassunte nel 1997 da Lynn Picknett e Clive Prince nel lorobest seller The TempLar Revelations.

Nel loro libro. gli autori citano autoritd quali Geza Vermes, Edwin Yamauchi, CarlH. Kraeling, Robert L. Webb, Hugh Schonfield e A. N. Wilson, che a loro volta cita-no tbnti della Chiesa primitivar6. Il risultato di tutte queste varie ricerche d che untempo esisteva un corpus di "letteratura giovannea" attestante la credenza secondocui Giovanni Battista (e non Gesi) era stato il Messia. La questione d stata chiara-mente riassunta nel seguente modo da Hugh Schonfield:

Gr l :6,-1 .

'A questo riguarclo b da notare il culto di Giovanni Banista come "Giovanni del Mare"; vd. Fra-

z.er, ll rumo d'oro, cil.

'Gr ' -5:3-5.

" 'Gl l :4, 5, 8, 9.

" Lt; l:5-25.36. Il nome Elisabetta significa "il mio Dio d prosperiti", anche se si pud anche inter-pretare corne "casa di Eliseo". ciob "casa di Dio d salvezza" (Eliseo d il successore di Elia e il pro-

tagonista di alcune interessantissime leggende). Secondo la religione dei Mandei, Giovanni nacquedopo che una stella si librd su Elisabetta; vd: Picknett - Prince, The Templar Revelation, cit., p. 328.

' r Lr ' f :80. Lo stesso si d ice di Gesi in Lc 2:40.

' Mt l4:6- l l : Mc 6:21-28.1'Una testa recisa in un vassoio compare nella leggenda celtica dell'eroe Peredur (parte dei rac-

conti popof ari gallesi chiamati Mabinogion).

'\ M( 6'.23. il testo aff'erma'. <<lin la meth del mio regnor'. Uidea che la testa fosse paragonata aun' intera met i d una mia proposta.

16 - l r r , r df fA.ra 1^-r ; " i ^ , - -^

I ' - / r - - - ' I : ^ I

188 APPT.NDICE D

Contatti con i seguaci di Giovanni Battista... f 'arnil iarizzarono icristiani con le sto-rie della nativit i di Giovanni, in cui egli f igurava come il Messia della tradizione sa-cerdotale, nato a BetlemmerT

Sappiamo dalle fonti cristiane che vi era un'importante setta ebraica, in rivalitd coni se-euaci di Gesi, che riteneva che il vero Messia fosse Giovanni Battista...r8.

Uno dei testi piir interessanti citati dagli studiosi d il Pnilovangelo di Giacomo, unapocrifo che descrive la storia della nascita di Gesir, seguita dall 'ordine di Erode dimassacrare tutti i bambini di Betlemme e dintorni. Tuttavia. 1l Protovaneelo di Gia-cor?o prosegue rivelando che Erode era in realth alla ricerca di Giovanni, invece chedi Gesir, e descrive la fuga sulle coll ine di Elisabetta, madre di Giovanni'". Inoltre, glistudiosi hanno attribuito il Cantico di Mariu (il Mugnif'icut di Lc l) a Elisabetta ehanno proposto che questa sia solo una delle numerose "leggende di Giovanni" ri-scritte per sostenere i l culto di Gesiit".

Picknett e Prince, ammettendo implicitamente che Gesir e Giovanni fbssero umani.concludono suggerendo che questi due personaggi lossero diventati ucerrimi nemicinella Giudea del I secolo. Ma questa rivaliD potrebbe invece aver avuto origine dadue culti relativi a Gesi e Giovanni non come uomini. rla come salvatori divini? Do-potutto, molte sono le analogie tra le due figure: entrambi erano "uomini" inviati nelmondo da Dio grazie a una nascita miracolosa; entrambi erano associati alla "luce";entrambi predicavano che la fine del mondo era imminente; entrambi battezzavano;e, fatto forse ancor pii significativo, entrambi furono maltrattati e uccisi da coloroche non riuscirono a riconoscere i l loro status divinorr. N6 le relazioni di Maria Mad-dalena si l imitavano a Cesi, perchd, secondo una tradizione eretica, questa prostitu-ta (identificata con la Madre Terra nell'Appendice B) aveva rapporti stretti anche conGiovanni Battistal. In conclusione, non si pud fare a nleno di sospettare che le leg-gende di Gesir e di Giovanni si basassero su un'identica mitologia che descriveva lostesso dio (o Figlio di Dio).

Ma potrebbe esserci dell 'altro? Una volta compreso 1o schema di base della nascitadel Messia e i l ruolo della Vergine Maria come dea scesa dal cielo per diventare Ma-dre Terra, la leggenda della nascita in Lc I risulta pregna di significati:

In quei giorni Maria si levd [dopo I'Annunciazionej e se ne andd in fretta nella re-gione montuosa, in una citti di Giuda, ed entrd in casa diZaccaria e salutd Elisabet-ta. E avvenne che come Elisabetta ebbe udito i l saluto di Maria, i l bambino le batzdnel seno; ed Elisabetta tu ripiena di Spirito Santol.

E possibile che i l viaggio di Maria si riferisca a un viaggio interplanetario dal cieloalla Terra'/ E possibile che Maria abbia attraversato il fiume celeste portando il suobimbo (i l futuro Messia) nel proprio "grembo" celeste? Ed d possibile che, quando lacadente Maria spaccd la Terra, i l rnit ico bimbo sia "balzato", letteralmente, dal

l' H. Schonfield. The Es.sene (Jrlr.ise,r, Elernent, 1984, p. -58.' ' Iv i , p. 40.

' ' Vd. Picknett - Pr ince, The Ternplar Revelot ion, c i t . , p. 312. I l tema del la luga sul le col l ine (omontagne) d r icorrente nel la mitologia ant ica e ha connotazioni celest i . Nel la leggenda egiz iana no-ta col titolo di Le Iotte tra Horu e Setft, leggiamo che Hor0

"taglid la testa di sua madre Iside, la pre-

se tra le braccia e sali sulla montagna>: vd. Rundle Clark, Mvth and Synhtil in Ancient Eg.rpt, cit., p.204.

r" Picknett - Pr ince, The Templur Revelat ior t , c i t . , pp. 313. 314.: ' Sul l 'u l t imo punto vd. Mt l1: l l -13, in cui CesD afferma:

"El ia lc iod Giovanni l d gid venuto, enon I 'hanno r iconosciuto; anzi g l i hanno lat to tut to quel lo che hanno volu{o; cosi anche i l Seme del-I 'Umanit l IGesi ] ha da pat i re da loro>.

" Picknett - Pr ince, The Ternplar Reyelat ion, c i t . , pp. 231-3.5

" l -c l :39-zl l .

GT.SU T. GIOIANNI I3ATTISTA 189

"grembo" di Maria al "grembo" di Elisabetta, che personificava la Madre Terra?Lungi dall'essere fantasia, questo quadro si accclrderebbe perf'ettamente con la cono-scenza pagana del culto del pianeta esploso e della nascita del Messia negli abissidella Terra. E I ' incredibile implicazione d che due "madri" celesti erano coinvoltenella nascita di un unico messia. Potremmo quindi ipotizzare che GesD e Giovannifossero un solo personaggio mitico, con due nomi diversi che fi lrse denotavano dueaspetti dello stesso bimbo divino (lbrse i l sopra e i l sotto, o alternativamente, I 'animae il corpo).

Ma questa potrebbe anche non essere la fine di una storia che d stata ampiumentecelata nel Nuovo Testamento. Se supponiamo che nei vangeli sia contluitrl un grannumero di tradizioni diverse, esiste un'altra straordinaria possibil i t) relativa all 'ap-parente rivaliD tra i culti di Gesi e Giovanni: una possibil i t) che spiegherebbe tuttii codici esoterici che si sono sviluppati intorno a queste due figure nel corso degli ul-t imi duemila annirt.

Purtroppo, la spiegazione di questa possibilitir richiederebbe un esame dettagliatodi questioni che non sono state toccate in questo l ibro, ma che compaiono nella miaprecedente opera, Dalle piramidi ad Atluntide)5. Una tale discussione d impossibilenello spazio ristretto di queste appendici e, a ogni modo, temo che affrontare certequestioni possa generare solo confusione nella mente di gran parte dei lettori. Bastidire che la spiegazione riguarda un'area di competenza molto specialistica in uncampo piuttosto oscuro del simbolismo esoterico. I lettori che desiderano indagarequeste problematiche possono inviare una specifica richiesta via e-mail all ' indirizzoriportato nei Commenti f inali dell 'autore alla fine del l ibro.

Nel frattempo, a coloro che hanno occhi per vedere e percepire dico che la com-plessa soluzione del mistero di Gesi e Giovanni si trova nel moderno detto templare:

"Colui che possiede la testa di Giovanni Battista governa il mondo>t". E per avere un

indizio sul significato di questa fiase, considerate con attenzione la seguente leggen-da originaria dell 'antico Egitto, che rif 'erisce cosa accadde diverso tempo dopo che ildio creatore Neber-Djer (alias Atum) era sceso dal cielo in Terra. Neber-Djer spiegagli avvenimenti in prima persona:

Shu e Tefnut vennero sol levat i dal l ' inerte nr i lssa ucuuir t icu in cui s i t rovavano e miportarono il rnio Occhio... Io riunii le mie membra e piansi su di esse e uomini e don-ne spuntarono dalle lacrime uscite dal nrio Occhio. E quando il mio Occhio venne ame e scopri che avevo f 'atto un altro lOcchiol in vece sua, s' infurid con me, al che iogli concessi un po'dello splendore che avevo tatto per i l primo [Occhiol e gli feci oc-cupare i l suo posto sul mio Volto e da quel momento in poi esso governb su tutta que-sta Terra:7.

" Mi r i t 'er isco qui a cosc corne i l scgno del l ' indice alzato t ra i seguaci d i Giovanni Batt ista, i det t i

esoter ic i come quel lo c i tato al la l ' ine dcl l 'Appendiqe D. le occasional i rappresentazioni c l i Giovanni

in sembianze l 'emmini l i e le ident i t ' icazioni cclcst i d i Giovanni e di Gesir .

" Alford, Dulle piranidi ud Atluntide. cit..rn Picknett - Prince, The Tatnplur Rcyclutiort. cit., p. 359.

" Wal l is Budge. Lcgcrrr ls ol thc E14t ' l t t iur t Gor ls, c i t . , p. 5. Una secondo vorsionc clc l la leggenda r i -

f 'er isce che Neber-Djer csegui i l suo compito concedendo al pr i rno Occhio . l 'urco di l 'uoco", iv i , p.

I l . Shu e Tefnut personi f icavano i l sol l io in luocato e I 'urnidi t i cmanat i da Atum ncl suo catastrof i -

co momento di g lor ia. I l testo a quanto pafc s i r i l 'er isce ad al t r i Shu e Tefhut associat i a l l 'Occhio.

Shu e Tefhut rappresenterebbero i pr incipi gemel l i del sot f lo caldo e dcl l 'urnidi t i r sort i dal l 'esplo-

sione di qrutlsiasi corpo celeste.

APPIjNDICI' t'PONZTO PIIATO

La figura forse piir importante nella storia della crocifissione, a parte naturalmenteGesi, d Ponzio Pilato, i l governatore romano della Giudea. che con ri luttanza conse-gnd Gesir per la crocifissione e in seguito ne diede il corpo a Giuseppe d'Arimatear.

Anche negli Annali di Tacito, una delle poche conl'erme indipendenti della storiacristiana, d citato Ponzio Pilato:

Cristo, fondatore del nome [del cristianesimo] fu condannato alla pena di morte du-rante il regno di Tiberio, con una sentenza del procuratore ponzio Filato...r.

Poco si sa di Pilato oltre a cib che viene riferito nelle fonti bibliche. ma frammentid'informazioni, trasmessi nel corso dei secoli, sembrerebbero confermare che si trat-tasse di un uomo in carne e ossa, che governd la Giudea e infine si tolse la vita nel 39d.C. per ordine dell ' imperatore Caligola.

_ Ma potrebbe esserci dell'altro? Secondo la tradizione popolare, il nome ponzio pi-lato deriverebbe dalla sua cnndizione di cavaliere dalla famiglia sannita dei Pontiir.Ma perchd vi era un gruppo di cavalieri chiamati Pontii e cosa significa esarramente"Ponzio Pilato"?

Una veloce occhiata al dizionario latino rivela alcune interessanti possibil i t i . Pri-mo, esiste i l termine pon.s, dal significato di "ponte" o "passerella diuna nave"; se-condo,_c'B la parola pontu,s, "mare"; rerzo, e pii importante, esiste laparola pontifex,"pontefice", "sommo sacerdote" et<tntifex letteralmente significa "fare un ponte")..Quanto al nome Pilato, il suo significato latino non d chiaro, ma d difficile ignorare laconnessione con I'inglese pilot (."p|lota"), derivato dal francese pilote e dal latinomedievale pilotuss.

Sembrerebbe che in eti romana il governo di uno stato fosse paragonato alla guidadi una nave, da qui la parola gubernaculum, che significa "govemot'e ..timone;

allostesso tempo6. Questa tradizione potrebbe derivare dall'antica tradizione pagana del-fa discesa dell 'umanitd dal cielo attraverso l 'oceano dello soazio?

Precedentemente in questo l ibro, abbiamo notato che il Tivere lche attraversa Ro-

'Ciuseppe d'Arimatea era un discepolo segreto di Gesir ed d significativo che il corpo di Cristofosse deposto nella sua tomba. I vangeli indicano Giuseppe d'Arimatea come uno <in attesa 4el re-gno di Dio>. Bisclgna notare che il nome Arimatea deriva da ha-Rama-Theo, "l' Altezza Divina"; vd.L. Gardner, Gene.gis rf the Grail r(ings, Bantam Press, 1999, p.212 (trad. it. Le misteriose originidei Rc del Graa1, Roma, Newton & Compton,2000). Osservate inoltre che Ciuseppe d'Arimiteasvolge un ruolo importante nella letteratura del Graal.

I Pagels. The Gnostic Gospels, cit., p. tl9.

' Secondo I'Ent'ickryedia Britunnicu ( 1999 cD).

'll titolo di "pontefice", un tempo usato dai sommi sacerdoti a Ronra. C ora attribuito al papa.' Collins English Dictiunn'. ciL. p. I I 12." Vd. quals iasi d iz ionar io Lat ino-t ia l iano.

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t)oNzlo Pntffo 391

ma) aveva un corrispondente in cielo: da qui la leggenda del Tevere che avrebbe tra-sportato la "cesta" di Romolo e Remo fino alle pendici del "colle" capitolino. Alla lu-ce di questo, b fbrse tempo di considerare il fatto che I'imperatore romano, al tempodi Pilato, si chiamava Tiberio. Questo nome indicava forse il Tevere celeste e I'anti-ca idea pagana secondo cui la regalith era scesa dal cielo?

Ed d un fatto curioso che il Mar di Gali lea (secondo I' interpretazione dell 'Appendi-ce C, un oceano planetario caduto) fosse noto anche col nome di Lago di Tiberiade,che implicherebbe una connessione tra i due corpi di acquaT. Ed d ancora piir curiosoche il Monte Pilato in Svizzera tragga il nome dalla tradizione secondo cui PonzioPilato sarebbe stato sepolto in un antico lago sulla montagna8.

I governatori dello stato di Tiberio - uomini come Ponzio Pilato - potrebbero esse-re stati modellati sulle figure di antichi navigatori (come gli apkallu sumerici) checondussero gli dbi dal cielo alla Terra'? Se fosse cosi, il nome di Ponzio Pilato po-

trebbe significare qualcosa come "pilota del ponte", ciod del ponte (pons) sul mare

Qxtntus). Proporrei quindi che il vero Pilato del I secolo fosse stato nominato a im-

magine di un archetipo mitico: un Ponzio Pilato dell ' inizio dei tempi.Chiudiamo quest'appendice con un vivace esempio di come un antico pilota navi-

gasse attraverso un ponte che si estendeva nel mare celeste. Nella tavoletta vtI del-l' Enuma elish, leggiamo di come il corpo della sconfitta dea Tiamat fosse trasporta-to dal cielo agli Inferi da un dio di nome sIR.slR:

sIR.SIR , che accumulb una montagna su Tiamat,che portd via il corpo di Tiamat con la sua arrna...che attraversd i l vasto e tumultuoso mare,come un ponte supera il luogo del conflitto.SIR.SIR era anche chiamato MALAH...Tiamat d i l suo vascello e lui d i l navigatorer..

Un mitico Ponzio Pilato offri lo stesso servizio per il corpo del Cristo primordiale,quando questi fu crocifisso in cielo e gettato in Terra? Se fosse cosi, potremmo dire

che Ponzio Pilato si poggia come un ponte su acque tumultuose.

'Col l ins Engl ish Dict ionarr , c i t . , p. 1517.

" lv i ,p. l l l l .

'Vd. per es. Rohl, Legerul, cit., pp. 200, 20l.Uapkallu trasportava "re", ma questi re erano dDi.

Notate fa tradizione secondo cui <l'apkallu di Enmerkar fece scendere Inanna dal cielo"; vd. Jacob-

sen, Tlrc Sumeriun King List, cit.. pp. 86, 87. Bisogna anche notare che il Grande Maestro del Con-

vento di Sion (una cosiddetta societi segreta) dil Nautotmier, ciod il Navigatore.

" 'La t raduzione i un nr isto di Heidel , The Babylonian Genesis, c i t . , p. 57 e, tuer,c i t . ,p.7l-

COMMT.-NTI I.-INAI-IDEIJJAUTOISI'

Dopo aver terminato di.scrivere questo l ibro, ho corrrinciato a rif lettere sul viaggiocornpiuto e sulle conclusioni raggiunte e devo ammettere di aver avuto una sensazio-ne davvero strana. Era come se sapessi contemporaneamente tutto e niente; come seavessi risposto a tutte le mie domande e perd ne rimanessero ancora; come se fossipieno e vuoto allo stesso temDo.

Perchd mi sentivo cosi'.) Sec-ondo me, la rispttsta d <Juplice.

- Per prir.na cosa, ci sono nrolte altre cose piir importanti che risolvere i l mistero del-

la religione dei nostri antenati. Si, adoravano pianeti esplosi, ma questo non ci rendepii edotti sulle.questioni importanti della vita, come: <.chi siamb'lr, <cos,d la co-scienza umanA?>>, <Abbiamo un'anima?>, e in caso afTermativo, <Cosa avviene del-l 'anima dopo la morte del.corpo'?>. eueste sono le eterne domande su cui s.interrogaI'Homo s.ctpiert 's da rnigliaia di anni; domande che distinguono gli esseri umani da al-tri organisrrri dello stesso pianeta. Io non ho risposte u q"uert" d"omande e quasi sicu-ramenle non ne avro mai.

.In s-econdo luogo, mi:.glt iu9 svuotato perchd non mi restava arcuna particolare fe-de religiosa. Non che all ' inizio ne avessi una. ma nondimeno vi era qJalcosa di fru-strante nel decifrare le profonde credenze dei nostri antenati a non .rr.ra assoluta-me.nte in grado di aderirvi. I l problema d che personalmente considero le "credenzereligiose" i l paradiso degli sciocchi, perchd implicano una credenza, o I 'ecle, in qual-cosa che, per definizione, d ignoto. Io, viceversa, che aspiro alla condiziqne di Homoreligiosus supiens, non cerco una"fbtle religiosa", .a unu ',conoscepz4 religiosa". Eilfano d che' al rnomento, non si pud.provaie che dei pianeti siano esplosi rri l nostrosistetna solare e,, quindi, purtroppo, i i carattere fbndiimentale della ieligione anticaper i l nromento deve classificarsi come nrito.

Cosa accadrebbe se la situaz,ione mutasse grazie a nuovi dati astronomici' l Sarei ingrado di abbracciare la religione dei nostri intenati'l Forse no, perchd non mi senroancora pronto per accettare I ' ipotesi Gaia; ciod che i pianeti sono esseri viventi, conun corpo.e un'anima planetari. L' ipotesi Gaia d afTascinante. nla come possiamo.rd_[)ere se sia vera']

Queste_-stlntl le ragioni per cui provavo uno strano sensg di vuotg al termine dellastesura di questo l ibro.

Diverse settirnane dopo, perd, cominciai ad abituarmi a questa sensazione e i l sen-so di vuoto scomparve. Dopo un periodo di disorientament'o, iniziai a prevare la sen-sazione non di un cuore e une stomaco vuoti. ma piuttosto di due polmoni pieni di a-ria tiesca. Era stata dissipata una nebbia di confusione; tutto i l u.."hiurn" intellettua-f e (per molte persone emoTionale) era stato gettato via e si apriva una nuova via. Nel-la mia mente, stavo separando i fatti dalla fantasia e mi stavo concentrancio su cid cheera davvero importante. Sapevo per istinto che, anche se non avevo tutte le risposte,avevo iniziato a porre le giuste domande e sapevo anche cli trovarmi sulla strada giu-sta, dovunque mi avesse portato.

CO}f},1I.:NTI I.INAI-I DI.-l J -'AUTORT. 393

Molti lettori proveranno queste stesse sensazioni e firrse avranno reazioni anchepii forti corne choc, panico. negazione. ira, risentimento e via dicendo. Queste sonoreazioni umane perfettamente comprensibil i alle rivelazioni di questo l ibnr. Ma su-perate queste emozioni, dobbiamo accettare la situazione e non accusarc nessuno inparticolare per quello che, secondo me, d un problema sistematico ereditato. Ognu-no naturalmente deve gestire individualmente i propri sentirnenti. ma se c'd un con-siglio che posso dare d questo: abbiamo vissuto nell 'etir dell 'Homrt reli,qiosu,s -I 'uomo che ha bisogno di credere in qualcosa di "altro", o che d stato condizionatoa credere di aver bisogno di questo "altro" -, ma alcuni di noi cominciano ora a vi-vere una transizione versol'Homo religiosus sapiens ed b quindi giusto che non cre-diamo in un particolare sistema religioso. Forse d necessario attendere fino a quan-do non avremo una vera conoscenza religiosa: forse questa "non credenza raziona-le" rappresenta un miglioramento; tbrse questa non credenza razionale b i l principiodella saggezza.

In realti sono convinto che non ci siano "forse". La transizione da Homo religio-sus a Homo religiosus sapiens 2 un positivo passo in avanti e inevitabile, e impor-tante, d i l dolore della transizione. Si, stiamo entrando in un'area di disagio, ma co-loro che lo tarirrlno saranno nella rnigliore posiz-ione per beneficiare dei vantaggiche deriveranno.'Nuovi orizzonti religiosi si aprono per gli uomini e le donne delxxt secolo. E tempo per i pionieri di eiplorare questi nuovl orizzonti con una nuovaserie di mappe.

I,O S?\TO DI.,I.I,A DISCUSSIONI--

Al termine di queskr l ibro. mi preme dire qualche parola sullo stato della discussio-ne in esso contenuta.

Primo, bisogna notare che I 'argomento principale contenuto in queste pagine dquello che presso gli studiosi e noto come "studio controllato". Questo significa chencln d sokr lo studio su un'antica religione - che potrebbe essere soggctto a errorid'interpretazione -, ma d lo studio su due religioni distinte e indipendenti. Per dirla inmodo semplice. gli scribi nresopotamici confermano cid che dicono gli scribi egizia-ni e gli scribi egiziani conf'ermano cid che dicono gli scribi mesopotamici. Questo e-lemento di controllo E molto importante perch6 aumenta enormemente I 'aff idabil it idei risultati e permette di esprimere con maggior sicurezz:r le conclusioni dello stu-dio.

Certo, la conclusione b una rivelazione scioccante e controversa, che rnette in dub-bio le opinioni accettate della teologia giudeo-cristiana. Ma non b ragione sufficienteper respingerla. Mi sembra che una delle cose notevoli di questo l ibro sia che essonon.contiene una singola prova o un singolciragionamento che siano controversi in.s1. E solo quando si seguoncl tr-rtte le prove e ragionamenti f ino alla loro natu.raleconclusione che si arriva a qualcclsa di controverso.

Bisogna anche notare che una rivelazione scioccante e controversa i esettdmentequello che ci aspetteremmo di trovare se dovessimo dar credito alle antiche scuolemisteriche e ai numerosi indizi che esse hanno disseminato nel corso degli ult irni tre-rni la anni .

Nei misteri orfici, 'per esempio. i l grado finale d'iniziazione comprendeva un "Se-greto dei segreti" che era una nozione del "vero Dio". Ma tale era la natura di c;uestoSegreto dei segreti che esso giungeva ossrilutamente inuspelluttt pelsirro per gli ini-ziati.La rivelazione <faceva sussultare le loro orecchier e .capovolgeva le loro opi-nioni preconcette".

Nonostante le scuole misteriche fbssero deliberatamente vaghe riguardo alle lorocredenze (diversamente da Egiziani e Sumeri), le loro varie nrassime e la loro stessa

394 COM},il.:NTI I'-INAI,I Dr:I.I,'AUTOITI.:

gazioni" presentate dagli studiosi moderni:-le ieorie su ddi atmosferici. eroilcl , erol umanl oantichi astronauti.

alla natura di questo "qualcosa", sappiamo per certo che doveva avere a che fare conuna.luce splendente che penetrava nelle tenibre degli Inferi; siamo anche perd infor-mati che il sole era semplicemente il simbolo di un misterioso essere superiore, notocom.e i l "vero.Dio".

9ggi it "vero Dio" d secondo i massoni "la luce dell 'est',, la"stella ardente" e "il Grande Architetto dell'Universo" (cielo e Terra).

Riassumendo, non c'd dubbio che siamo sulla strada giusta ipotizzando un profon-do significato delle religioni egiziana e mesopotamica.

..La risposta d i l pianeta esploso'/ A meno di non considerare la possibil i td che la

"montagna" disintegrata e la luce penetrata agli Inferi fosse una iometa - un,ideache respingo per i motivi citati nel Capitolo 4-- d dilficile ve6ere un'altra possibilespiegazione alle descrizioni degli ddi siesi dal cielo alla Terra (naturalmente-d fonda-mentale comprendere che gli antichi non assistettero all'esplosione di un pianeta, masemplicemente stabil irono che una tale esplosione doveva

"rs".e uuu.nrti mil ioni di

anni prima). Questo non vuol-dire che non possa esistere un'altra spiegazione (nonancora pubblicata) e i lettori dovranno rifletiere su questa pgssibiliti, dome ho tattoio per lungo tempo. Essi dovranno crearsi proprie id'ee anche sulle varie altre .,spie-

Quanto a me, io continuo a ricercare i misteri del passato con mente priva di pre-

giudizi e ho gid conseguito promettenti risultati in alcuni tra i campi piir affascinanti,

iome i misteri di Atlantide e il Santo Graal (su questi argomenti riferirb a tempo de-

bito). Questi sono banchi di prova su cui i l culto del pianeta esploso si b gii dimo-

strato valido (<spiegare tutti i dati rilevanti e identificare e integrare fenomeni corre-

lati>, come dice Lanny Bell).Ma i banchi di prova sono vastissimi - quasi i l l imitati - e io non posso condurre tut-

te le ricerche necessarie da solo. E qui. cari lettori, che avete la possibil i td di contri-

buire. Potete tenervi aggiornati sui progressi della mia ricerca visitando il sito inter-

net http://www.eridu.co.uk e se ci sono delle informazioni che volete condividere o

dei commenti che volete fare (pro o contro le mie teorie), o se sentite di poter contri-

buire a estendere i confini della nostra conoscenza del passato, vi prego di scrivermi

al seguente indirizzo e-mail: [email protected] lasciare i lettori con una nota di ottimismo, rif'erendo le seguenti parole dello

scrittore francese Victor Hugo:

C'd una cosa pit potente di tutti gli esercit i del mondo, ed d un'idea i l cui momen-

to d giunto.

COT{MT-]NTI I.'INAIJ DI.]II JAUTOR : )95

Sicuramente vi saranno alcuni crit ici ( i cui interessi verosimilmente sono stati inve-stiti) che cercheranno di diminuire l'impatto di questo libro definendolo ..solo

unateoria". Ma d davvero una "teoria", o invece d uni "spiegazione" (perchd esiste unanotevole differenza tra questi due termini)'l

^Bisogna sottolineare che, secondo la definizione del dizionario, una..teoria', viene

formulata solo nella mente..e implica speculazioni e conoscenze astratte o ragiona-menti, dove "speculazioni" sono congetture basate su fatti insufficienti. Seiondoque'sta definizione, questo libro si potrebbe considerare una "teoria", se avessimo mi-nori conoscenze su Egitto e Mesopotarnia, o se non fossimo certi deile traduzioni deitesti antichi. Se fosse cosi, questo libro dovrebbe considerarsi una teoria speculativa,basata,su conoscenze insfficienti.

Ma questo non d il caso. C.ome scopriranno i lettori, se decideranno di svolgere unostudio anche superficiale, le nostre conoscenze su Egitto e Mesopotamia sono inrealth ampie e particolareggiate.sia.nel.campo archeologico sia in quelto mitologico.B.isogna quindi rendersi conto che il mistero degli "ddi'isl pud spiegare e il cult6 delpianeta esploso dovrebbe essere considerato riolto seriamente uia spieguiione diquel mistero.

Attualmente, secondo me, il culto del pianeta esploso d I'unica spiegazione autenti-ca.della mitologia antica, perchd, come ho discuiso nel corso di quJsto libro, i varischemi proposti dagli studiosi in realti non spiegano gli antichi misteri, ma, al con-trario, lasciano numerosissimi problemi irrisolti.

come decidere se una "teoria" meriti lo status di "spiegazione"'J E come deciderese una spiegazione sia "meglio" o "la migliore"? Nel 1997, l 'egittologo Lanny Bellha citato i seguenti criteri:

PiD vasto B I'argomento concettuale, maggiore d il potenziale per scoprire ulterioriprove. Il successo di un'ipotesi deve misuiarsi in base alla sua

"b"r"nri interna, alla

probabiliti sperimentale e alla capaciti di spiegare tutti i dati rilevanti e identificaree integrare fenomeni correlati.

.Il mio argomento d davvero vasto. Esso tocca varie discipline degli studi vicino-o-rientali, nonchd dell'Antico Testamento, del Nuovo Testamento e jelle teologie gre-ca e romana. Ma la natura del soggetto b tale che non dovremmo stupirci cli-troiareconferma del culto del pianeta esploso nelle antiche culture dell'Esiremo Oriente,dell 'Africa. dell 'Europao delle Americhe. I l potenziale per scoprire ulteriori prove -pro o contro i culti del pianeta esploso - d quindi enorme.

i

INDICT' ANAI-ITICO

Aalu, 167Abaddon,383Abaton, 150Abele,2l4

i?t", 7e,80, t4s, 1s0_s2, rs7, 38r.

Alllro _(biblico), 217, 221, 222, 224,

.226, 237, 2s7, 263, 264, 2s'0,-i I i,11i'Abram, vd. Abramo

{bjlqo. 2|, 212, 2ts, 216. 266, 26: .?7?, ?7 4, 2t s, 27 7, 280, 28 i . m:.;8;'

trYr,.?::, 2e0_s2, 3o7, 3ii; ;;;: 3;d'.

Abu, vd. ElefantinaAbu Ghurob, g6Abusir, 86o?:lutgrl,4 ,4e, s0,56, 8e, 103_ 106,l!2, t.2t: t28, 137, 160, i7 1,' li;, i;;'.177, 185_87, 194, 196, 197,', 200: ;0;"

.224. 227, 237, 253, 2s7, 265Accadi, 39.252Acqua dellavita,142Acqua e sangue,3l0

i"iiil.T* 43' 46,47, ss. s4, It4,

Acqua e vino, 23Arlad, 173, t7B, 193,366Aj.u..o-, 7, 46, 48, 146, 1g3.207_20g,?1.! , ? 4, 217, 226_31, 2: j .16; , ; i i "?1?. ?!!, 246, 2s6, zsi, zos, il[ )s,,tr22..:i6:

rt7, 3 12. t r s, t+s _it,-26i,,Ade.15.3t5.3ir i ,341Adone. dio e fiume, -12Afrodite. 36\gga. l37-42. 147. t65. I83_85.t fc l l i . 248. 2i0-72. 274_77.280. 28 t ,

tr33,, lii: lil, 288, 2s 1 _s3, 2sa: 307,

Vd. anche Gesi Cristo, Agnello di Dio

Ahaz,27BAkh.77

1$r. l 78, 108, ' l3. ' l8, 222Akkad,252,35lAkki. 252Alalgar, 167Alalus. 167Alber i . (merafore),

-57, g5, l t6, l2 j_2g,!1! , !32, 135, rs4, r6t , t62. i t i , z1z' .309.332Vd.. anc heAlbero abbattuto; Albero co_smico

AJ*rq abbatruro (nrcr.afora). 126. l2l ,

^ t ,2e. 114. r60. t6 l . l r is . 24j . : r i i

- ' '

iii::: i!i,T'31;,iil; '2e' 2154, lb2 n2Albero deila Vita, 235,272, ZiS, ).SOAlbero hasuru. l2gAlbero huluppu. 154, l6 lAlbero mesu e legno nrcsu. l2g. 309Albero supalu, l2[ iAlchimia. I t6Aldi l i

credenze cr ist iane sul l ' , 19, 20,21i ,312,327_29.3s0

91.1.j.:..pr^gane suil'. :.s. .1.r. 61. 65.gg:/ / : i6.Et.82. 106. 107. i l1. i t .s ,l t-7, l2-!, 136, 137. 142, t4s, r4i, i i ; , .I50, I63, 210. 245, 246. 212" 2li. ;n.348.319negazrone ebraica del l ' , 2 10, 245_4j .

^26s, 27.3, 283, 32s, lzg. zzs,',:isl zi}'

Alessandr ia, 16. lg

fif.: 3ffiia, .r34, 336. 337,

Alul im. t67

T;rt Ser (Monragna Nascosta), 96,

Amentet.75Ammone, 201.210

INDICI.] ANAI.ITICO

Ammonit i .278Amon-RA, 70, 84, 2Ol, 212Amorrei. 39.212Anat,212Andrae, W., 11, 30Angeli .

d i Dio, 36, 216, 220, 239. 240. 247,248, 256, 260, 261 , 2'7 4, 292, 298, 326-28, 340, 364, 365. 367, 310-7 2di Satana,22O.256Gabriele, 374,382.387Michele.220

Ani, 107Animal i degl i lnfer i , 127.19l , 195. 196,

208,209.232,233Animismo,9-5, 353Ankiograt ia, f 29, 158. l6 l .234.235.256,29r

Annegamento (metafbra), 7 9, 257, 258Annu, vd. EliopoliAnt ichi astronaut i , teor ia degl i , 41.45,48,55, t68,362,394

Antico di Giorni. 331Antico Testamento

in generale, 2 l0- I 3, 216, 211mezze veritir e bugie, 210,220-31,236,239, 244-47 , 25t. 26t, 265. 21 | , 212.275-78. 281, 28-r , 3tr i . 320, 349-5t .359. 360.368

Anu; 12, 13, 40-42, 49, 56, 88, 122, 125,t3t ,146.157, I60, 17t, n6. t8t , t82,193, 194, t 98, 203, 206,2t0.222.366,368

Anubi. 76, 98Anunnakicelest i , 103, l7u, 193,304, 3l l ,31lsotterranei, 40, 50, 53, 54, 56,9'1, 103,l l9, t3 l , t40-43, 189, 193-99, 203-207, 226, 232, 233, 241, 256. 27 5, 296.300, 304, 3 10- r4, 366-68, 37 1

Anus. | 67Anzu.49. 113.119Apertura della Bocca, 76Aphaca,32Apkal lu, 163, 391Apol lo, mister idi , l6Apsu, dio, 104, 109, 115,241,305,306Apsu, Inferi, vd. ns.zuApsu, tetto dell', 186Apuleio, 26,74Aquila, 50, I 13, 161, 256, 251, 261, 369Arallu, 128Aratta. l6 l-64. 183. 196

399

Arbusto di vita,229Arca dell' All eanza, 249, 250, 21 9, 280Arca di Mosd. yrl. cestaArca di Nod, I 86, 2l l, 215, 236-39, 252,

266.361Arche degli eroi mesopotamici del Dilu-

v io, 170. 173-71, I8 I -90Archeologia. 9, I I , -19, 72, l2 l ,211,352Argilfaipolvere/suolo/terra, 7. 53, 124,

128, 180, l9r , re7. t98, 204, 205. 227,233, 240, 245, 304, 3 l t, 36't

Arieti, 21 2. 21 4, 21 5, 280, 284, 29 l -93,307. 308. 334

Aristotele. 13. 25Arjuna, 168Aronne, 241 -49, 263, 27 5, 21 6Aruru. 12, 123-25, 143. 190, 206, 300Ascia.76. 125.199Ashnan. 195. 196. 209. 261Assir i , 11,39,364Assuq I l ,13.24.30,39, 100, 107, 190,

r96Atlantide, 39,5Aton. l53. 365Atra-hasis, 110-15, 177, 182, 1E6-88,

2t7 .236Atum, 83, 84, 101, I 15, I 11, l4 l , 149,

t88, r89. 210, 36-s. 375, 389Atum-Khoprer,69, 84Awan, 165Azag,49-5 l .55,56, 140Azupiranu,252

Baal.2l2Bab-Apsu, I l9Babbo Natale. 362Babele. vd. Ton'e di BabeleBabi lonesi . 39. 2 l3. 35 lBabi lonia,99, 103. I 18, 145, 186,213,302Babilonia come montagna bruciata, 302Baccant i ,24Bad-tibira, 145. 166Barbe (di re e ddi) , 12,113, 146Barca abbattuta (metafora), 139, 165,

I 85,Barca alla deriva (metafora), 173, 3-55Barca del Giorno. 150Barca della Notte. 150Barca hnw e barca hrrhnw. 189Barca magurru, 139, 165, I 85Barche celest i , 42,47.55, 78, 135, 136,

t47, 150, t55, r6 l . 165, 168, 170. t7t .173-18. 1 80-89. 3U3

1

400

Barriera (meratbra). g0. . lg5Baniera antropomorfica, -162Bastone di Ciucobbe. 267, 376Bastoni di Aronne e Mosd, 24g, 267.

376Bath-Enosh. 239Battesimo

col fuoco,3l l , 317,31g, 336,3g6

991 l -qcqua, t7 . tB, 20, 23,3 I l , 316,3 I 7. 336. 386

Bel i t - i l i . tgt jBennu, yd. FeniceBestiame, yrl. Animali clegli InteriBes.riam-e e cereali (miti)."igg, l9-5, 196Bethel. 278Beth-Peor, 269Bet lemme. 331. - l lJ l -g4. . tggBibl iotet .he. d isrruzione cl i . .15 lBiblo, 60, 6 l

INDICI.- ANAI.ITICO

Clp3nl3^ {_Siunchi (metarbra). t70,

t ] t , 173-17, I 82, I 83. 355Capel l i , l0 lCapodanno babilonese, I g0Capovolgimento, motivo del, 133Capre,270.279,3f i .324Carne degl i ddi , t26, 128, t2g, I33, t43.lq4, le8, 204, 30e.3 10, 3 I z, : :s, : :q,350. 365, 373. 38 I

INDICI' ANAIITTCO

Cielo e Terra, vd. Montagna; Separazio-ne di cielo e Terra

Circoncis ione. 21 5, 21 4. 28 I -83. 383Ciri l lo, vescovo di Gerusalemme, 23Cit t i (metatora), 45. 96.99, 113, l l4,

l t9, 129, 140. 141. t43-52. 154, l6 l ,163-68, t70. t74-71, 182, lU3. 186,r 89, l9 I . 207 -209, 215. 211, 232, 252.253, 288. 302. 304, 323, 334. 355, 364,380, 384,

Cit t i degl i Infer i , 45, 140, l4 l . 148. 191,208. 209, 215, 2t1 . 288, 364, 380

Clemente. 17. 28Colfe pr imordiale, 6T, 17, 19, l12, l11,

t49. n9Colomba.34lCome in alto cosi in basso. t36. 99. 105.

16l . 196.231.384Comete, 82, 90. 93, 105-108, 346,354,

351 -62.394Comprensione, s igni f icato let terale, 9.

2t lConduttura dell 'acqua, I 37Consigl iere Mirabi le, 324. 329, 330,

-'\ -) .!-- -'t+

Copertura (metafora). 221 , 241 , 280,324

Corano. 100. 260. 331 . 34'2Corna. 132.267.214Corso d'Acqua Tortuoso. 81, 150-53,

238Cortina del tempio, 314, 340Cosmogonie alf 'a e beta nella Bibbia,

226Costola (metafora). 1. 46. 48.228-30.

242,349,355Creazione di cielo e Terra, leggende del-

la.bihl iche, .15, l l0, 214, :16-26. 244.29A,291, 302, 303, 311 ,321. 343, 370pagane, 1 1 - | 3. 24, 39 -46, 49-52. 55-58,70. 87, 88, 97, 98, 109. r 13, 208, 300,341

Creazione e.r nihilo, 322Crisostomo, vescovo, 23Crist ianesimo , I -9, l6-21 ,23,24,26-28.

62, 21 0-1 2, 27 1, 283 -86, 289, 302, 303,314-18, 319.329,332, 333. 331-39,344-46.3-50, 351, 354, 359, 360, 362,364, 314, 377, 381, 387, 388, 390,

Croce/palo, l l5, l4 l ,296,320Crono, 36, 20 1 , 3 1 0Cupido. 37

401

Damkina, 104Dannazione eterna. 3 I 8, 323, 321 ,328Dat,33, 34,12-14,200Dat, aspetto sotterraneo, 130, 366David.

messia, 324, 330-32, 382re,264,265,294,330

Decapitazione, 13 l , 310, 386Dee-utero. 53. 54. 198. 204Dbi (pagani),

antropomorfi, 43-45, 53, 59, 60, 62, 63,88, 130, 348, 364, 365, 372, 314, 318,319che creano I'umanitd, vd. Umanit)che creano I'universo. vd. Creazioneche scendono dal c ielo, 15, 31, 32,35-31, 40-49, 52, 55, 56, 61,68, 79, 83,98, 104, l l l -14, t28-30, l4 l , 152-155,160, t62, 163, 166, 17 1, 118, 1 83, 188,r 89, I 93-95, 2s8, 2s9, 296, 333, 37 6dual i td f is ica e metaf is ica, 102, 103,109. 222. 29 t, 3 12. 3r3, 34't, 31 0lotte di , 49-52,66,101, 102, 104, 109.149, rs6, 167, r68, 211.218. 285, 286,304-306, 347 -49, 3s5, 356, 366resurrezione degl i , 32, 68,12.73, l0 l ,109, 1 10, 115,142, 143, 150, 160,222,29t ,347 .3 '71teorie sugli, vd. Antichi astronauti; Ddidella fertilith: Ddi atmosferici

Ddi Sebit t i .56Ddi t i tanic i . 35-38,49,50,55,56. 58, 84,

94, 104, r09, l l6, n8, 127, 203, 206,219.252.305, 333, 347 , 348,361

Demetra, 15,16,24,25Demoni, 30, 49, 55-51,61, 310, 355,

378De Santillana e von Dechend, l5 IDeserto. 200. 219, 249, 250, 253, 254,

251 , 260-62, 265, 261 , 215, 300. 32t.32s. 386. 387

Deucalione. 241.242Diavolo.220Dieci Comandamenti, 247 ,249Dilmun, 46, 151-61, l88, 196Diluvio,

bibl ico, S, 35, 169, 11 l , 174, 211. 214-17. 223, 224. 235-31, 240, 243. 244.247 ,263.266.268,28.5, 298, 3 I9, 34-5.357 ,361egiz iano, T9-81,94. I 12, 153, 180greco,241,242mesopotamico.42, -5 l , -52,56,81 ,94,

Carpocratici, l7Casa (metafirra), 53, -54,

t63. t10, t ] l . t73. t76.8U, 98, r46,

r77, r83, 184.186, 189, 35-5

Casa del Destino, 53Casa trasfbrmata in

r83. 184. 189barca ( metaibra),

Blmtro abbandonato, mot ivo c iet , 251,252,378

Bimbo divino/rnotivo della nascita mira_99f-osa t5, 29, 30,s9, 63. 82_8s, 94, I I i.l 16, 251_53, 375, 388. 389

Bocca, s imbol ismo del la. 76, I 17, l3 l .t47, 189.365

Bocca dei f iumi, l5-5, l -5t t . I 6 l , t g2Brahma, 168Breasred, J. H., 33, 64, 65. i9Bricchi sacri. | 20Brimo. 15. 30.94Brocca d'ucqua, 80Brown. R. H., 26. 27. 29Bue selvaggio. r tL BuoiBuoi , I23. 196

C3!yt1_a-ett- yomo, 2 t4, 22i. 235, 246,265,272.280.373

Caino,36.2l4.Cal ice del t ' i ra.24tCal igola,390Cam, 2 |5, 240,21t,213,248.28t)CampiEl is i , t07, t6. tCarnpo delle ofl 'erte. 164Campo di Canne, 8 1 , 1 07. l4l, 164,257Campo di Hetep. it02, 164Canaan. t ' igl io di Canr. 240a3!3ul , Oo.se di , 2 l t , 212. 215, 245.

250,260,265,266.349C:l l l i ,8l, 107, t64, ts4, tss. te7-200,203.366

Cananei, 212, 320. 36U. 383Capanna della nascita. 54

Casa-Montagna, yrL E.t<URCassi t i , 39Castrazione, 36. 2g3Catastrofismo, 32, 354, 35-5Cly:.1./9.9,1 e. 2t, 12, t 4, | 06, | | 3, t2s,

I 30. t56, 200_202. 266. 21 4Ceci t i , t9,20,29C9!1i , 34, n6-2e.13t, 132, 131. t44,

160. l6 lCesta/cassa/scatola/mangiatoia, | 4, 59,gg, l -s6, t89, 238. 23i .2st f i .314"378. 382, 39t

Chanrpol l ion, J. , 66Clreope, 86Cl:lrlili, 227. 228. 23s, 2s0, 26s, 213,280,364

Chiesa. r,r1. CristianesirnoChiesa di Giovanni . 3 l i7Cibo della vita, 142Cielo

abi tato, 107, t6 l -64, 170, t i5, 116ambiguiti del termine ebraico, 223

l lT"lq de-l la luce, 78, 108, i tz, zzt,222.244.246identitd con Dio, 9, t05, t}g, 341,34g191,"1.g gemello deila Terra, rZ. rig,r03, 106_108morte e r inasci ta, 222,225.355sirni leal la Terra, 9,1, 94.9t9, l0-5, 106,l6 l ,163,164.341troposfera, teoria ortodossa. 31. 32, 42,-50-52, 5-5. 58. 76, 82.357ygT,,.9!. ascende aI, 33, I 5_71,8 l. 98,t_0_7. l l7. n9, 121. 126_38, t+t, isol.-55, 163. 245,257.293.301 ,348

Cie_f o nel mezzctlcieli inf 'eriori, 9g, 99,3-s5

4.02

n4, r2t. 122, t32, 136, 143_46, 155-s9, 164-66, 168_76, t7g_84, rSO_Sb,!29 9^3. teg, 206, 209, 268, 304, 366"367,373,383giustificazione logica nella credenzadel,93,94, 105, 10;6

Dio (Allah), 228, 260. 337. 342Dio (Yahweh-Etohim).alfa e omega. 336, 337

11t1og91ngrtb, 2t s, 2 | 6, 24e, 2s t, zss,264, 267, 348, 36 l, 362, 364battagtie di, 2tB-20, 222. 223, 244,2s4,347,349,356catasrrofico, 214, 2lS, 2ll, 2lg, 262_65,364carr i di , 25i .261,311i-n generale, i -9 , t7 | , 210, 2t 4-2g, 233_17^, ?!t 5t. 2s4_68. 270, 272_7s,' 281_9?, 294, 29s , 299_302, 307, 308, 3 i 6_?1,^3?7, 330, 331, 336, 337, z+z_q7 ,349, 3s3, 359-61, 364, 367_74, 316"382invisibi le/soprannarurale. 2l l . 220,291,347.349.356mistero di, 244, 347, 349,3-53, 356mo,ntagne, associazione cctn. 262, 263,371morte e r inasci ta celate, 222-26,236,244, 246, 344, 347, 349. 359nuvole, 219, 224, 249, 250. 265

lig^"qr-. ,t.tlq Storia. 2 t5-17.250. 25t,267,36r,372trono, Iocalizzazione del, 224, 244,247 ,260,261 .349

-Vd. anche El Shaddai; Nuvole del cieloDio della rempesta (hittita,y. l4j. l6jL,ronf so. misteri di. 16.24Dio storpio, 62

_Vd. anche Gesi Cristo, stjguratoDistesa. ( Raki' a). 22t . 2T. >:45. 260Drvrnrta atmosl'eriche. 30_32, 41. 42, 45,11,. s r. ss, s8, 61, 76, 218, 238, 3s6',394

Divis ione del le acque. 219. 244,24g,250.276

Draghi, 50, 202, 2 18, 220Due abissi, 212, 224, 23i, 257D_ue piccof i. leggenda dei. 20] -209. 230,

231Due Terre,66, 85,98. 152Duku,195, 196.209Dumuzi, l l8, 120. 122, 123, 142,280,28s

INDICI.: ANAI.ITICO

Duoteismo, 193

Ea, vd. EnkiE..AI.Nlj_tempio, 97, 98, tlB, t2Z, t63,

165,166Eber,266Ebrei,

9r1ftu119rto!ossa, 2 t 0- 17, 244_47 ,250,2st ,27 1,214, 349

:yt;ry pggala, 2t2, 216, 230, 246,265 -6'7, 21 2_83, 368. 369esi l io,2l3patto con Dio, 215, 216,241,214,29t,369popolo eletto, 283

*Vd. .anche Aldile, negazione delEbrei ,-popolo pr imoidiale agl i Infer i .?l: 18, 260_6s. 267. 268.it2, zji'.?72-77, 280, 281, 2e4, 324, szq. zot"368Vd. anche Ebrei

Ecate, misteri di, l6Eden, 214, 227, 228, 233-35, 240, 246,272Vd. anche Giardino dell'Eden

Edfu,213Edipo,252Edom,263Efflusso degli ddi (metafora)come acqua, 79-82, 94, 395

99pe. peleoriti, 76, 81, 82, fi4_17.t29, t49, 301, 309, 365, 31 s1n generale, 29, 62,75,10,79_82, 85,96,,_9!:_ns_r7, 129, t4s, 301, 30t"36s, 375,38s

Efraim.369Egijo^(T"lqfora), 253-56, 260, 261,?97., ?6,9, 27 0, 27 t, 27 s, 28 t, 28s, 2s4"334,369

Egit to, c iv i l t i dei l ' , 33,34, 59_63,64,

96.,^82,_?2, I 15, I 16, t4t, r4s_s1,',348"349,351

E.ISR, rempio, 43,50,88. 89, ll8, 120,198

Et, 2t2, 320, 368, 370. 37 2Elefant ina,, l50, t5l , 156, 15i ,381, 382,Eleusi, l4-16Elia, 21, 297, 338, 339. 386Ely!", y. 14, 26, tri, fis, 146, 201,,202, 250, 2s t, 256, 27 g, 280El igpgl i . ( | -n!u), 6e, i1,12,16,84, 86,

21.,^n^1- t6: 149_52, ls6, I 57. 213,'348"349,381,382

INDICI-: ANAI.ITICO

Elisabetta, 387-89Ellegard, A., 383Elohim,

come ddi, 226, 367, 368, 370, 372come Dio, 217, 218, 226, 320. 367 -69,Jtz

Vd. anche DioEl Shaddai, 27 4. 319, 320, 368, 31 |Emanazioni di Dio (o Dea), 51,73, l '14,

1 79, I 80, t90-94, 225, 262, 364-73Eninnu, tempio, 88Enki/Ea, 12, 13. 40-43, 46-48, 53, 55-57,

87,94,91. 103, 104, 109, l13, 114,l4l , 152, 154. f 58, 111, 172- '7 ' ,7, 182,r83, 185, 188-90, 194, 195, 197, 198,203. 204. 208, 209, 226, 230, 24t, 305,306.311.312.371

Enkidu, 124-21 , 130-32,318Enl i l , 12, I 3, 40, 41, 43-46,49-51, 55,

s7,88,89,94.96, 100, 104, l18, 120,t23, 125, 127, 142, 143, 152, 154, 155,157, 159, 160, l l l -71,182, 188. 189,191,192. r94, l9s, r98, 199,203,205,20' t .210.232.236,300, 304, 305, 37 l

Enmerkar, 88. 122, 162, 163Enneade, 366Ennuge, 176Bnoc,214,240,364,372Enuma el ish, lO2-106, 175, 180, 189,

203, 231, 254, 305, 306, 312, 3 I 3, 39 IEreshkigal, 40, 41, 49, 55, 1 19, 128, 129.

140.141.296Eridu, 38, 43.87,9'7, l19, 145, 160, 166,

161. 189,205Ermetici, scritti, 29, 62, 85, 99, 105, 37 5Ennopol i ,2 l3Erode Antipa, 386, 387Erodoto, 13, 7 1. 72,19, 103Eros. 37. -58E-sag-ila, tempio, 103, 104, I l8Esai ,2 l6Eschilo, 36Esharra, 103, l0-5, 106, 313, 37 1, 312Esiodo, 36, 108, 201, 202Esodi non ebraici, 207, 256, 277Esodo, 211 .212, 216,247 ,249-51,255-

s7. 260, 26t, 263, 264, 2t r, 272, 27 5,211, 28r. 283. 284,29r-94, 307, 324,326,344,361

Espiazione, vd. Giorno dell'EspiazioneEtana. l13.2O7Eucarest ia, I7 , 18,271 ,293,373Eufrate, 12. 38, 43,94, l l4,143,145,

4.0j

146, r54. 1 57, 1 68, 170, 1',16, 194, 198,203.234.252.366

Euripide, 24Eva. l, 46, 48, 146, 193,207-209,211,

214. 2t7 , 226, 228-31 , 233-36, 241,242, 244, 246, 256, 257, 27 3, 349

Evemerismo, 30, 60, 6l, 356Ezechiele, 227, 21 8, 33 l, 37 6

Falco,84, 117, 184,333Fallo/pene (metafora), 43. 44, 46, 47, 55.

60, 62. 63, 7 r, 72, 74, 83, 84, 86, 282,283,310,365

Fascia di asteroidi, 90, 346, 354, 357 -60,362

Faulkner. R.,64Fede. 7. 8Fenice (uccel lo Bennu), 71, 86, l15,

149.222,260,262,344Ferro, 68, 76,77,79, 189,255Fertilitd. dbi della

spiegazione celeste, 48. 58, 84,94,105. I 10. 188.281teoria ortodossa, 30, 3 l, 41,48, 58, 352Vd. anche Inseminazione della Terra

Festa Wag, 150Feste annual i ,14,32,87, 120, 150Fetonte.153.255Figlia di Sion, 228Figf ie dell'uomo, 35, 37, 38, 367 ,370Figli di Dio. 35, 37 , 38. 56.214-16, 230,

231 . 238, 240, 243, 365, 367, 368, 370-"72,319

Figlio dell'Altissimo, 333Figlio dell'Uomo, 21, 22, 293, 297 -99Figlio di Dio, vd. Gest CristoFiglib di Dio, significati pagani, 333,

348Figlio di Dio nei Manoscritti del Mar

Morto, 332,333Fine dei Giomicristiana, 325-29, 336-38, 343-46, 351,386ebraica, 288, 300, 3 I 8-25, 329-46, 351,37r,386

Finestre del cielo, 238Fiume degl i Infer i , 121, l4O, 183, 194,

198.253.254Fiumi celest i , 43,45,47, 55,59, 60, 81,

t t4. 143, 145, 146, 150-57, l6l , 168,170, t7 6, r79, 1 89, 234. 238. 242, 251 -53, 266-68, 212, 3s7,368, 378, 388,391

V

4.04.

Font i . 137,268Foresta (metafora), 99, 113, 127-29,

130-32, 134, 135, 146, 232. 255. 262..155

Fornace di feno, 255,262,283Fuoco e ghiaccio. motivo del. 9lFuoco/fiamme/fornace/calore. 15. 16.

30, 32, 31, 7 4, 1 5,'7',7, 78, 82, u 4, 127.r30, 131, 149, 15t,152,178, 18s.215.2t7. 2t8. 220. 228, 24t, 242. 247 -49-255. 259. 262-65. 266,273.276. 278.291. 292.300. _1 | 3. 3 I 8, 3 19, 32 l . 323.324. 326, 321, 336, 346, 364, 365, 366.372,376,383,386Vd. unche Isola di Fuoco

Gaia, 36-38, 84,94,108, 201, 310Gaia, ipotesi, | 16. 359, 392Galleggianti di giunchi, 7l,257Geb,68, 100, 101, 153, 188, 229,266Genesi, 12, 35, 36, 92, 100, 136, t7l .

177. 210. 2 | t. 2 | 3- n . 220-22. 225_21 .230, 232-34. 246, 247, 267. 268. 275.329.349.364.37 |

Geremia,253Gerico. 278.327Gerusalemme , 213, 260. 261 . 210. 21 | .

214.279.284. 3n. 323.324. 329. 33s.344, 350

Geshtui , 198,203.204, 310, 3l lGesD Cristo, dio primordialeacqua dal corpo, 310, 385Agnello di Dio, sacrificale. 270-j2.217, 283. 284, 288. 29t _93. 307. 308.JJ+

Alfa e Omega,336,337batt ista, 3 l 1, 317carne e sangue divini, 277, 290. 309-11,317,335,339,373che resusci ta i mort i ,3 l5,335.341che salva i l mondo, 309,335che salva l" 'umanitd" dai peccati, 18,283, 303, 307-n.315,311,335. 337,339crocifisso/colpito, 18, 2i0, 284, 285,287 -89, 295, 307, 308, 3 10, 314. 3t6.3t7. 335. 337-40.34-1. 385. 390, 391di Nazareth, yd. Nazarethdiv is ione del le vest i , 285" 295, 338,340figlio di Dio, 27 l, 283, 289. 297. 299.303, 3 I 6. 337. 360-63. 365. 373, 374gnosticismo e, 16, 297, 314

INDICT.] ANAI.ITICO

in generale, 289-96, 297 -303, 307- I l.314,315, 316-18, 333_44. 36s,314,376-78,383. 3rJ4. 387. 391insegnament i e parabole, l l , 2 l -24,291,299,301,302Luce.21.28.387maltrattamento/soff'erenza. 287 -89. 307 ,308, 338. 339, 388miracoli. 18, 23miro del la nasci ta, 9,3 '14-76.379, 3gl ,382. 388odiato dai malvagi. 287 .293-95.339Parola, 290,291,3 I 7, 33 l , 33-5. 360pietra angolare. 301 -303, .107, 3 l7pr ima venuta. 315. 33-5primogenito dei morti. 309, 317, 3,15rapporti con Giovanni Battista. yrl. Gio-vanni Battistarapporti con Ponzi<l Pilato, r'zl. ponz_ioPilatoredenzione del l " 'umanit l " , 20. 315.3t7, 321. 329, 339. 31 2. 313resurrezione del corpo. 8. I 7. I 8. 21,27 t , 314..1 16. 337-45riscatto agli Inf-eri, 272, 294-89. 29 | -96. 308, 3 I I . 3 17, 33s, 336. 339. 344roccia. 293seconda venuta. 298.312,315.3 | 6- I 9.326-30, 336, 337, 344-46. 360Serne del l 'Umanird, 298, 299. 301.-102. 308. 3_3 t. 3tl. .r.15. .136, 3.19, 340sfigurato, 286. 295. 307, 33-5spirito. 344,345ultirne parole, 284unigenito figlio di Dio. 35. 299,365vis ioni del lo spir i to, 19.23. 344,345

GesD I'uomodanza segreta. 297in generale, 22. 291,298, 303, 309.3 t0, 3 15, 334-45.350. 360. 38 tmistero sulla sua identit), 21 . 22. 2i l.297realizzazione delle profezie, 284-87,338-4 rteoria del dramma della Passione. 340.343,344,3s0.381

Giacobbe. 2l | , 216, 241 , 26iGiardiniere, 231,252Giardino (metafora), 39, 56. I33. 134.

154.22' ,7 .231. 234.260Giardino del l 'Eden, 7, 2 l t . 214. 228.

23 l -35. 241. 246. 256, 21 2.273. 36 tGigant i , 30. 36, 37. 38, 56. 57, 88. I I l .

INDICT: ANAI.ITICO

122, 126, 215. 230. 237 . 355, 361 . 37 0,5tt

Gi lsamesh, 87, 88, l l3, l l9-46' 155'

164. 165, 176, 184. 207.280.304, 309.

332.333.344,384Giona. 341.342Giordano. 263,26'7 ,212,316, 3 l7 ' 368

Giorni (metaf'ora), 47, 136, 221, 224,

225.339.341-43Giorno del Giudiz io, 318,321 ,336

Vd. unchc Fine dei Giorni

Giorno dell' Espiaz-io ne. 27 l, 2'l 9, 280

Vd. anche KapporethGiorno del Signore, 319-21.327

Vd. unt'he Fine dei Ciorni

Giosub. 249Giovanni Batt ista, 283. 317, 318' 336'

339. 386-89Gishnumunab, 306Giuda.340Giuda. regno di . 278. 330. 33 l . 388

Ciuseppe, 216. 247 , 267 , 268, 287 , 350,

369Giuseppe, sposo di Maria, 303' 382' 383

Giuseppe d' Arimatea, 390

Giusto-Servo. 286-89, 295, 307. 308,

325. 328. 33-5, 341, 386, 387

Giza. 6l . 75, 86, 92, I 16, 300

Vd. utche RostauGloria del Signore, 243,321Gnosticismo, 16, 17, 19,20, 23, 25' 58,

228, 3 | 4, 329, 31 0, 3'7 3, 31 5, 31 6, 3'7 8,

380Gomorra. 215, 211 , 288

Gorsoni. 3 l0Governo di Roma,390Grande Architetto dell' Universo, 394

Grande Montagna, (Enl i l ) ' 43' 44,55,

88. 89Grano disceso dal c ie lo, 141, 188. 195'

196Greci . 351Grembo nel c ie lo, 179' 180, 190, 192'

204, 280. 304-307, 335, 355, 367, 388

Vd. anche Inanna; Mami; Nut

Grembo/utero (metafbra della Madre

Terra). 31 , 44-48, 53-57 , 61 ,80, 82-85'

95, l16-18, 154, l '72, 191,198,204,

229. 230, 231, 280.28 l, 333. 334, 34't .

355. 365. 367 ,314.378, 389

V d. anc he Inseminazione della'I 'erra

Guardiani. 370

4.05

Gutei.39

Hani let 's Mi l l ,15lHanish. 178Hapi/dio-Nilo, 153, 155Haran,2llHathor, 110,210,252Het-Benben, 7 1 -1 3, 86, I 16Het-Bennu,7lHiel di Bethel,278Hike. i 15Hiranyapura, 168Hit t i r i . 147.212Homo religiosus sapiens, 363, 392, 393

Horakhti, 8lHor-em-Akhet, I l8Horo il Giovane (figlio di Iside)' 28-30'

59.62.63, 82-85, 94,1t t , t16.117't84,211 ,333,315

Horo I'Antico.79Horo vendicatore di suo padre' 63' 85Hubur, fiume, 140,306Hubur, madre, 306Hueo, V., 395Hufoum, paese, 162Huwawa. 127. l3O-32, 134, 162

Ibri. 266. 2'72-'74.283, 350, 368Iefte, 278Igigi, 103, 182. t94, 195' 203, 206, 312'

t4.317.335.37 1,372Ignazio, vescovo.299Imhotep, 156lmperituri, 77lnanna/Ishtar.40, 88, 107, I I 8' 120,122'

123, 130, 13r, t40-42,154, l6 l -63,t66, 173, 179-82. 189-93, 202.204.201, 231, 252, 296, 304-306, 335. 366.367 .311 .319

Inferi/mondo sotterraneo, 15, 26-34, 3T'40-45. 48, 49, s4, 56, 66, 7 | -71, 79. 83.

84,96-100, 103, 104, 106, I 14, l l l -23,121-35, 137, 138, 140-42. 149, l5 l -56'166, I1l , l '75- '71, 187, 189. t t )4-209.2r2, 218, 219, 222, 225. 228.23 I -35'239-41, 243, 245. 246, 252. 253-60'26t -7',7 . 280-89, 29 | -96, 304-t 5. 322,325.333-36, 339, 341-45. 348, 350'354-56. 361.366-11 . 3tt3-87. 391 , 194

Inferi, porte degli. 129, | 30Inferno, 57, 348Il':lY:'; *: l"'r l:', r::Y', 11' !1,: 17'

4.06

229, 230, 282, 3 t0, 347 . 348. 37 4. 37 s.378Vd. anche Matrimonio sacro

Intercessione per i trasgressori, motivodel l ' . 288.308

Ippol i to, 15, 16, 58. 316Ireneo, vescovo, l7Irkalla, 128Isacco, 211, 215, 2t6, 266, 267 , 272.

27 4, 27 5. 217 . 280. 28 t, 28.1, 284. 29 I _93,307,308,315, 334

Isaia,3l9Ishtar, vd. InannaIside, 28, 29, 59-64, '71,79,80. 82-85.

94, 110, I I l , I 16, 117, t49, t52, 2t0.212. 228. 252, 333. 3t s. 371.379. 38s

Iside, misteri di. 26- 7 4Iside, Rito Nero di, 29Isimud,47Isocrate, 25Isola (metafora), 70, 78,79,93. l0g.

I 13. 146. 150. 156, t59, 164, 18t.355.384

Isola dei Giusti, 164Isola di Fuoco, '75,99, I 88, 348. 383-85Israelefiglio di Dio, 289, 368.369.372mito della nascita, 255,291origini celesti, 228, 265-68, 272. 273.283, 350origini e significato del nome. 216.267,

Iafet,240-42,280lared,370Iefferson, 't.,32,353lochebed.25lfung, C.,30

(a'aba,228fu pporeth (propiziatorio), Z'7 9, ZBOkbra Nagast, 36, 243, 275, 217. 28j.295,376,377lhafra, 86lheri-Aha, 149,156.hnum, 156,201,210.honsu,70I (Terra), 49,56, 57,97, 129, 193.222..igal, I l9.ing, L. W,207.ingu, 203, 204,206, 3t0. ish, 38, 138, 139, L4t, t4Z, t46. 147.r65.184

INDICI.] ANAI,ITICO

Ki-sir di Anu, 125, t26, 132,184. 309Kr.uR. 45. 88Kramer, S. N.,9Kumarbis. 147. 16lKummiya, 147, 167KUR,51, 52,96, l l8, 186

Labir int i , 2 '7,71,72Lacrime dell'Occhio, 200, 310. 3g9Lagash,38, 88Lahar, 195, 196, 209. 26iLahmu, eroi. 172Lamec, 214, 235, 239, 240Lamga, dEi, 12, 203, 226, 3 t0Lapislazzuli (metafora), 55, 5j, g4; gg,

94,96,99, l0 l , l13, l l9, 120. t32.133, 146, 160, 163, 181, 182, 206. 230.249,374

Laplace, M.,354,357Larak, 145,166Legame tra Cielo e Terra, 12,45, 49,97-

89, 103, 120, t96,198, 199, 203,272.274,279. 314.348

Leggi divine (ME), 42, 89, 9j , 195Leoni, 113,127, l3t , 137,146, 188. 285Leviatano. 218-20,254Libellule (metafora), 114, tj9. 180. l9lLibro dei Morti, 63, 66, 67, 107, 149.

164.291Libro delle caverne, 7 3, 7 4, 7 BLibro delle porte, 72, 73, 78, 366Libro di Cid che i nel Dctt.i2-74.366Libro di Enoc,239Libro segreto di Giovanni. 17.3i-0Limiti della Tenanella Bibbia (apse i- e retz), 240, 267nei testi egiziani. 153,255

Lista reale sumerica, lZZ, 145, 164-67.t70, 186,235.384

Longeviti mitica, IZ2, 145, 146, 165,166,214,215,235.243

Loto,147Luce, 27, 64, 73-75, 78, 9i, 99. 100.

r 08. I 1 3, 1 50. 1 68, 2tO, 220_26. 244.246,257.264,32t,37 | , 372, 376. 371 .387, 388Vd. anche Luce abbaeliante

Luce, Figli della, 28, 9\Luce abbagliante, 15, 19,26-29.73. gt.

11s,239.24r-43.394Vd. anche Luce

Lugalbanda,122Lul lu.53. t97- lg8 ?o7 7t)

INDICI-: ANAI.ITTCO

Luna e divinit ir della Luna, 61, 90, 109,l 10. r42, 349,352,353,356

Luna nella Bibbia, 221, 223, 224, 257,

264,261 ,319,32r.326Luogo di accoglienza (metafora), 282

Lupa, 378Lupercale, 378

Maat,65Madonna nera, 379Madre Tena. vd. Gaia; GremboMagan, barca di, 185Mahadeva, 168Maledizione della terralcarestia, 163,

112,236Mami. 40. 52-54, 84, l1 4, 119, 182, 191,

t92. 202. 204, 304, 305, 335, 37 3, 377,

319Mammelle. 132.153Manasse, 278.369Mangiatoia del Bambino Gesir, vd. CestaMarcel l ino,59Mar di Gali lea, 384Marduk

che resuscita gli ddi morti, 312-14,335' in generale, 41, 102-106, 109, 128,

l 80. l 84, 203, 205, 206, 21',1, 254, 305,

3 12-14. 335. 37 | . 372Mare celeste/primordiale, 36, 4l ,55, 60,

61. 70, 16, 77, 84, 87, 88, 93, ttz, t22,

134, r38, 15l , 155, 159, 160, 179-81,l 84. r 90. 197, 218, 219, 22'7, 244, 248,

249, 252,254, 257-59, 26r-64, 276,

211, 292,30r, 304, 34t, 361, 384, 389,

391Mare che si placa, motivo del, 341

Mare sotterraneo, 134, 135. I 37, l5 l ,

t1 |, t12, 2s3, 2s1 . 264, 294, 3r1, 384Maria Maddalena, 377-80, 388Mar Rosso, 248-50,257 ,258Maspero, G.,63Mass media e uomo della strada, 360,

361Massoneria, 26, 28, 98, 99, 394Masturbazione (metafora), 84Matrimonio sacro, 15, 35-37 ,43,46,4'l ,

49. 57, -58, 83, 87, 88, 94, lO1, lO4,lr8. t22. r23. t84. 230, 252, 323, 333,348.314.379. 38 I

Mattone (metafora), 53-55, 84, 94,230,355

Matusalemm e, 21 4, 235, 239, 240It/leaaq 1151

407

Medusa,3l0Mehet-Weret,8lMelchisedech, 346Menf i .2 l3.349MEs. 128, l3'7, 184,20'l,309,332Meskiaggash er, 122, 384MES.LAM, I28Mesopotamia, misteri della, 13, 120,

t2t. 122. 143, 144, 154, 169Messia, 21, 284, 297, 3O'7, 319, 324,

329-3. 337 -39, 361, 375, 377, 382-85,387-89

Messia, madre del, 333,334vd. anche Vergine Maria

Metafore, importanza delle, 9, 46,356

Meteorite di Hoba,9lMeteoriti

aspett i scient i f ic i , 32, 42,68, 73. 90,

91,93,347motivo della loro santiD,9l-93negli antichi culti, 32, 33. 37, 38, 42,

45, 52, 55, 67 -70, 72, 7 5, 7 6, 79, 8l -84,

86, 89-94, 96,91, 100, 105, 106, 109,

110, I 14-17, r20. t25, 126,129, r32,

135, 137, 138, l4 l , 149, 169, 176, 180,

182-84. 186. 192-94, 199,205,209,21 4. 2t 6. 227, 230, 232, 23't, 238, 240-

44, 300-302,306, 307, 309, 3lO, 344,

347 -49. 35 l, 355, 356, 360, 361, 363,

364. 367 . 369, 31 t, 37 4, 37 5, 378, 379

Vd. anche Pietra BenbenMicerino,86Midian, 260,268,376Miele.57,85,265,375Minerali

dalla montagna disintegrata, 163, 178

nel giardino celeste, 133,227nella storia dell'Esodo, 248sostanza degli dbi, 101,372Vd. anche Carne degli ddi; Ferro; Pietre

Miriam,258Misteri cristiani, 17-24, 26, 272, 286,

297, 299, 301 -303, 312, 314, 3M, 350,

374,38rMisteri dei Cabiri, l6Misteri di Apollo, vrl. Apollo, misteri di

Misteri di Demetra, vd. Demetra, misteri

diMisteri di Dioniso, vd. Dioniso, Misteri

diMisteri di Ecate, vd. Ecate, Misteri di

Misteri di Eleusi, 14-16, 23, 25, 27, 28,?o 5R

408

Misteri di Iside, vd Iside, misteri diMisteri di Nod, yd. Nob, misteri diMisteri di Osiride. vd. Osiride, misteri diMisteri egiziani, 13, 14, 16,26-29. 6l-

63. ' , l r , 12, 74, 97, 149, 1s3, 156Vd. anche Misteri di Iside; Misteri diOsiride

Misteri orfici, 16, 25,26,244,393Misteri persiani, 16, 27, 28Misurazione della Terra (metafora), 103,

264Mitraismo, 16Moab,269,278Monoteismo e monolatria, 212,349Montagna (metafora), 36,37, 40, 44,46.

47, 49-52,55, 56, 67, 68, 70.73.78.79,82,84, 87-89, 93-97,102_108, I 13,n4, 118-20, 122, 124, 129_35, 140,146, 150, 154, 155, 157_60, t62,163,| 70, I8 l , 186, 188, 215; 218. 222. 232.236, 242, 249, 251, 254, 259_62. 268.269, 285. 292, 296, 302, 320, 323, 347 .35s. 357, 36 l , 363, 366, 368. 37 1.382-84,394

Montagna, cometa o pianeta?, 105-108Montagna. disintegrazione della (me-

tafora), 52, 82,90,94,96, l l3. l4 j .168.232.260.287

Montagna. rappresentazioni della. I 12,n4. t54

Montagna che crolla (metafora), 130Montagna cosmica, 95-97,99, 104. 105.

n7-20, t22. t28, r3t-34. t38. 148.r50. 155. 162. t86, t98,259,261.262.276.279,280,366Vd. anche Monte Hurrum, Monte Ma-su, Monte Sinai

Montagna degli Inferi, ud. Montagna co-smlca

Montagna della Saggezza. 160Montagna della sovranitd, 157, 159, 160Montagna di Cielo e Terra, 40, 56, 97.

l0s, r94,366,368Montagna HAR.SAG, 44, 52,82, 96, 189Montagna HAR.SAG.MU, 49, 5lMontagna Senza Ritorno, 96. 128. 296Monte Ararat. 238Monte Bakhu (Montagna Orientale),

l r3,133Monte di Dio (bibl ico), 22j ,228, 235,

260,275,292.323.324Monte Hermon,370Monte Horeb, 242. 241 . 260. 37 6

INDICI.] ANAIITICO

Monte Hurrum. 121 " 162Monte KUR.MLTSH, l6 lMonte Libano. 32Monte Manu (Montagna Occidentale).

96, r 13Monre Mashu. t32-34. 152. l -53Monre Moriah, 21 4, 21 5, 294Monte Nebo,269Monte Nis i r , 136, l8 l , t88,383Monte Ol impo, 15,50, l0 l l ,24lMonte Paran, 262.264Monre Seir 262,263Monte Sinaicome montagna cosmica, 259, 262,216.219come montagna celeste, 259-62. 264,268,2' t6,369.311in generale, 242, 247, 249, 250. 259-64, 265, 320, 36t, 369. 376

Monte Sion. 260.261Morre e r inasci ta, 25,27-29,61, 62, 6g,74-76, 82.95, 109- I t . I t .5. 224. 225.28 r , 316, 317, 35l , 3-56

Mosche (metafora), l '14. 175. l8 l . 182.355

Mosb, 2,12, 243. 247 -55. 258-61.I t , 275, 276, 281 -83, 292, 293,335, 340, 344, 350, 361. 312. 316.

Mol2l2Mr.377MU.49Mummie/imbalsamazione, 61, 7 6,Muro (rnetafbra), 51. 52, 56, 80.

i l t

INDICI.: ANAIJTICO

Newton. 1. .8Ni lodue sorgent i , 153, 155, 156f iume. 60. "71.79.94, 149-51, 156,234,238.251. 253-55. 348. 38 Ipiena,92, l l0.150sorgente celeste,60, 153, 156

Nilo, dio, r'd. HapiNimrod.2l5Ningal . 183Ningirsu, 88Ninharsag, 40, 16-49, 52-54, 82, 84, 94,

158. l9l . t97 -99, 204. 205. 230, 232,252,371 ,319

Ninive.207Ninkurra. 47Ninl i l . 40. .13-46, 48, 55. 142,152,154,

189Ninmah, 13, 40, 52,82, 191Ninmu. 41, 152Ninti, 40, 52,230Nintu. 40. 46, 4 '7 . 52. 84. I I 8, 120, 152,

182. l9l , 198. 204. 209, 3l lNinurta. 40, 48-52, 55, 82, 88, 109, 140,

n3. 176. 178. 189.211Nippur, 38. 45, 49, 88, 96, I I 8Nisaba. 13. 30. 88Nod. 9, l2 l , 135, 146,169. l7 l ,172,

l 8 l . 1 86. t87 .2 l t .214,215.217 .236-44, 246. 252, 256,266, 268, 215, 280,2t33. 287. 298. 319.350,361,364Vd. utrt ' l te Arca di NoE

Nod, mister i d i , 8,239Nome del Signore, 332Nord, 219, l5 lNotte. 29. 36Nube di Oort. -l-58Nudit I (metafora). 215. 233, 240-43,

255, 256, 262, 27 2. 294. 296Nun.70. l l2.153Nunbirdu. 43N uova Gerusalemme, 323, 324, 328Nuova Terra. 322-25, 328-30. 336,331,

346.31'1Nuovi cieli, 322. 324.328, 346Nuovo Testamento

ingegnose par i tbole esoter iche, 9, 10,23, 303, 338-44,360, 38 1, 384religione diversa da quella dell 'AnticoTestamento. 329. 350. 351

Nusku.43Nut, 66, 67 . 10, 77'82, l00- 102, l I 2,

l1A ))) 1?? ?A<

409

Nuvole del cielo, 298, 326. 331

Obelischi, 65, 69, 86, I l7Occhi, 43, 47, 52, 14. 200, 254. 3 10, 355Occhio di Horo. 153. 156Odio agli Inferi, motivo dell', 255, 265.

284.287 .293-95.339Olbers. H..354Orazio, 363Orione, I I lOrizzonte (metaf<rra), 78. 81, 108, l l0-

14, l18, 140, 146, 147, 178, 290, 300,355

Ormeggi, 7,9, 113, 178, l85Orzo, disceso dal cielo, 188Osea,289Osireion di Abido. 149Osiride

"che si muove a grandi passi", I I Iconnessione con Orione, I I Idio agricolo, 62dio celeste, 66-68, 70, 15-'78, 82, 109.149, 150, t56, 238, 286, 365. 366dio terrestre, 6'7,'71-76,80, 84, 98, 110,1 30, r 40, 1 50, 1 52, 1 53, 1 88, 222,23t,385fornra volgarizzata (re umanizzato), 59,60.63.66in generale. 14,28,29,32, 59-64, 66-68. 70-86, 94.97,98, 101, 109-1 I , I l5-17. r30, 140, 149-53, 156, 162, 188,| 89. 2 | 0. 212. 222. 223. 228. 229. 231.238. 239, 246. 258, 280, 282, 286, 291 ,300. 309, 333, 344, 349, 36s, 366, 31 5,377.38sresurrezione in forma metafisica, 68.1 2-7 5, 10t. | 50, 222. 246, 29 l, 344

Osiride. misteri di, 14, 97 , | 49, \50, 162Ossa, 76, 77,80, 101,242,285,293.

295. 335. 38sOvest, 152, 178, 189, 234, 243Ovidio, 153,255

Padre del Principio, 150, 226, 236, 317.368,382

Padre e Figlio. motivo del. 367 -10, 312Padre e Figlio, motivo del (Nuovo Testa-

mento).372.373Paese dei viventi/Terra dei viventibiblico. 281, 288, 295, 308

"iL'?llliliil' t'"u

"'^zn'"),16 : 190 " ..

267 -320.

n9, 126, 127, 137, 138-4r, 163,t7 t , 113, 115-77, 182, 183. 185.268,278,249, 301, 327 , 3s5

Musulmane. leggende, 100, 228,

r 18,t70,23t.

)/ .1

260,337

NAM.LU.LU, 198. 200, 204Nammu, 87. 191Nannar/Sin. 40,87, l2O, 142NASA, 10,359Natanaele,385Nazareno,383Nazareth, 381-85Nazireo, 383Neber-Djer, 365, 389Nef i l im. 35-38, 56, 2t5,231 ,36i ,3 iONeft i , 79,80, 149, 152,385Nergal /Erra. 31, 40, 56, I19, t2B, 129,

140, 143, 173, 178,282.296.Neter-Khert lO' l l6L

4.10

Paolo, I 8-21, 23, 24, 261. 27 l, 272, 283.292, 293, 3t l , 316, 347, 363

Parabole, yd. Gesi CristoParadiso, 7, 46, 51, 56, 94,95, 158, 164.

188,201, 272,324,329Parola (metafora), 123. 154, 284, 290.29r,299-302, 309, 3r7 , 33r. 335. 346.360,366

Parvati, 168Pasqua ebraica, ud. PesahPassare oltre. ud. PesahPastore, 207 ,332,373Peccato del l 'umanit i , 214, 273, 279,280, 283, 28'7, 288, 302_309, 3 l t. 3 1 5_17,325,335,385

Pecore (metafora), 114, 179, 191,204.287. 289, 305, 308, 3r7. 367. 373

Peleg,266Penteo, 24Persea, l15Persefone. 15.25Pesah, 248, 27 l, 272, 27 6, 324, 334Pesantezza (di Dio ecc.),321,322Pesce/pesci (metafora), 23, 60, 7 l. 114.

r59, t79, 190, 282, 304. 34t. 342. 367Piaghe d'Egitto, 248, 276Pianeta esploso, culto delgiustificazione logica, 93-96, 99, 105,347,348implicazioni per la religione moderna,9,359-63,392.393non culto delle comete, vd. Cometeragioni per cui non d stato compresodagli studiosi, 9, 10, 3l-34, 48-52, 55.57, 58, 64, 65,72, '73,90, 95, 96, t2t ,122, r25, 126, 129, 1 38, 1 56, 157, 159,177 , t8t , 192, r93, 205, 219 , 222, 223,23t,233,352-57sintesi, 105-20, 34'7 -49spiegazione, non teoria,4l Ivolganzzazione, 59, 60, 63, I 87-89, 303,344,348,351, 355, 356, 361, 362.379

Pianeta esploso, ipotesi (scientifica) del,354, 355, 357 -59, 392

Pianeti come stelle vaganti,g2Pianta della vita, 136, 137Pianura (metafora), 124, 130, 191,215.

23r,232,364Piazzi. G..354Piccone (metafora), 45, 46, 55,94,96,

100, 125, 198, 199,232,35s,318Pietra angolare (metafora), 301-303,

307.317.335. 770

INDICI.: ANAIITICO

Pietra Benben, 33, 68-72, 7 6, 84, 86, 91,94, l t4-17,301, 348

Pietra elmesu. 128. 309Pierre e cose di pietra, 41, 42,49-52,99,

t2t , 135, 137, 140, t63, 164, l8 l . 189.218,227,242.249,258Vd. anche Pietra angolare, Tavola dipietra

Pietro, yd Simone PietroPilastri/sostegni/colonne, 60, 69, 86,

r02, 1 15, 218, 219, 248, 292, 3s5Pindaro.30. 120Piramide a gradoni, 86Piramidi di Giza.92Piramidi , 61, 63, 65,71,86, 92. l16.

348. 35 IPiramidion, I l7Pirra. 241. 242Pitagora e misteri pitagorici, I 3, l6Platone, l3Plutarco, 13, 14. 59-63, 66, 67 , 7l, '19.

82.95.238Ponte (metafora), 390, 391Ponzio Pilato, 289, 3 1 6, 340, 390. 39 1Potenza diMagilum, 185Pozzo nel deserto (metafora), 267Principe della Pace, 324,329.330, 332Proclo, 15Profezie

interpretazioni della Chiesa, 284, 285,289.334.337 -39spiegazioni mito-storiche, 284, 286.289, 292, 307 . 334. 337 -39

Prometeo. 201.202Prostitute, 124, 126, 377-80, 388Ptah,95,210Punt, I 15Puzur-Amurri, 178

Qebhet, 156

Qebhu,8lQerti, 156

RAidio solare egiz iano, 29, 33, 64,10,72-144, '7 ' t -80.82, 83, 97, l0 l , t02.112, 113, 130, 133, 147, 1sI , 156. 189.200,201,222.366

Rd, figlio di, 117Rd, simbolo del colle primordiale, I l2Radice di Iesse, 324,329,330,332Rahab, 218-20, 222, 244, 254, 255, 264Ramo, Il (Messia), 324, 329, 330, 332.

INDICF: ANAI-ITICO

Razionale mancanza di fede, 392,393Razza argentea, 201, 202Razza aurea (mito greco),2O1,202Razza bronzea (mito greco), 201Razza di ferro (mito greco), 20 IRazza eroica (mito greco), 201Rea,66Rea Silvia. 378Redenzione dell'umanith, vd. GesD CristoRe di Tiro, 227,235Regal i th, 39,44,61, 63, 65,75,16, 116-

18, 120, 145, 146,165-68, 183, r90,205 -207, 252, 333, 342, 348, 39 |

Regno di Dio, 328, 329, 336, 346, 386,381

Remo, 252, 378, 379, 391Re titanici, 117, I18, 123, 126, 129, 137,

143, l 84, 207, 252, 333, 347Risata (metafora),266Riscatto degli ddi caduti, 313Riscatto dei primogeniti, 281, 283,291-

93.296.307Riti sacrificali, 157, 174, 181, 188, 215,

236, 266, 27 0, 21 "t -83, 284, 286Rive (metafora), 12, 43, 4'7,79, 132.

t43-46,168, 170, 114, t76,179, 181,189, l9 l ,203,251,252

Roccia (metafora), ll5, 141, 293, 300,346.355.369.370

Roma, 16, 252,316, 378, 390Romani, 16, 351, 382, 390Romolo, 252, 3'l 8, 379, 391Rostau. 75. 98. 300Rottura del vaso, motivo della,80, ll2,

n4. t79.190, r9l , 193,366Roveto ardente, 242, 247, 260, 268, 281,

372,376Rullo del tamburo, 198, 204, 3l IRumore, 17l, 172, l8'7, 199, 236, 304-

306. 335.348. 373

5a,14Sabazio. misteri di. 16Sacerdoti, 13, 15, 22, 44, 63, 65,68, 86-

89.97, f56, 163, 181,211,213,217,226, 230, 240, 244, 27 t, 27 2, 27 9, 348-50" 354.368. 390

Sacrificio dei primogenit\, 215, 248,27 4-18, 280, 28t , 283. 292

Sacrificio di dbi, 172, 198,202-204Sais, 29Salmo xxtt, 284-87,295, 308, 335, 338,

aal

4. t l

Salomd,386, 387Salvezza degli Ebrei. 261 -65, 27 5, 27 6,

283.294.295.369Salvezza del Giusto Servo.325Salvezza del seme del c ie lo. 95, 109,

158, 170, r73, 116, 489-91, 209. 214,236.266.268.275,298Vd. anche Inseminazione della Tena

Salvezza dell'umanith, vd. Gesir CristoSalvezza di David.294Samotracia, misteri di, 16,21 ,28Sangue, 12,36, l6 l , 198, 203,2O4,230,

248. 2ss, 262, 27 0, 21 6, 27 9, 294, 309 -l l , 3 1 7, 335, 339, 3s0,313

Sanscrita, fetteratura, 57, | 68, 251Santo Graal, 381,395Sapienza personificata, 290, 319Saqqara, 86Sar,167Sara/Sarai, 2 l -5Sargon, arca e leggenda della nascita di,2s2

Satana e i l male, 109,220,254,347Saulo. r,d. PaoloScala di Giacobbe, 216,371Scarabeo. 78Schiaviti, motivo della, 53, 193-99,203,

216. 241, 255, 2s6, 26t -63, 268, 270,2' t 1.275.294.366.369

Scuole misteriche, 13-30, 32, 34, 63, 73,74, 244, 261, 286, 312, 314, 316, 317,344, 350, 35 l , 354. 36r, 37 4, 379, 381,393

Sem,24O-42,280Seme/sperma,37, 44, 45, 47 ,55, 56, 63,

70. 76. 83, 84, 93-95, 109, 1t4. 1t7,120. r49. 152, 160. 189, 230, 298, 299,30r, 308, 3to, 332, 348, 355, 314, 37 5,318

Seme del l 'Umanit i r . 157. 183, l9O-92,205. 206, 2t4, 233, 240, 242, 268, 21 4,281, 288, 298, 299. 301, 302. 307, 308,3t5, 326-28, 33 r -33, 335, 336, 339-41,348

Seme piantato, motivo del. 12, 24,39,45, 56, 57, 95, 190, l9l , 199-20t, 268,280. 287, 298, 299. 30 r, 34ti

Separazione delle acque (nella Gene-si),221, 223, 224, 237, 251, 260

Separazione di cielo e Terra, 83.99-105,222,313

t:fT"fl?"?9i luce e tenebre, 22r, 222,

412

S9-rp,ent! l3l, 219, 220, 229, 231, 254,2s5,264,310,366

Set,2l4.280Seth, 59-61, 67, 7 t , 84, 85, 109. I I t .

r5t . t56.211,280Sethe. K.,63Sette cieli, | 19, 224, 225, 244Sette demoni, 378Sette eroi, 113, 129Sette montagnedegli Inferi, | 13, l2g,

140.162Sette Parole. 300Sette Saggi, 137Sette stelle. 326Seue vel i , 17, I8.63Sf inge di Giza,65, f i6Shad, 320. 368Shakkan, bestiame di, 209Shamash, vd. tJtuShamayim, vd. Cielo, ambieuitlrShedshed, 77Shem (nome), 35, 36, 332, 3615!991, 21,8, 2te, 24s, 26s, 284, 28s, 2s4,

295,342,349Shiloh, 324, 329, 330,332

!fu,84, 100-102, I 15, 149, 188,365,389Shukallituda, 321Shul lat , 178Shuruppak, citt), 38, 143-46, 152,154,

155, 16l , 163_66,168, 170, 111. 114_76. t83. 186. r87,2-16, 304. .166

Shuruppak, re, 186Siduri , 134, 135Signore di Arafta, 162,163Silenzio, 231, 299,305, 306. 373Simone Pietro,2lSin, yd. NannarSinai, ud. Monte SinaiSion, 260, 261, 301, 323. 37 6Sippar, 145,166, t7 lSippora,282Sir io, I10, 1 l ISIR.SIR, I89.39ISiva. 168S membramento/di visi one

degl i Anunnaki , 312di animali sacrif icati, 215,266di Giacobbe, 267

!i Qs!!ae, 60, 7 r, ti, 80, 82, t}s, 2Bs,286, 3s5, 365di Ra. 366di Rahab/Leviarano, 219, 254, 264. 355di Tiamat. 109, 254. 3.s5

INDICT-: ANAI.ITICO

Smith, G.,207Sodoma, 215, 2lt, 288, 364Soff io-del la v i ta, 139, 15i , tg2, tg5,

201,227,3t2,3s9Sokar,76, 189Sole, ddi del

egiziani, ud. Rdmesopotumici. yrl. Utu

Sole, simbolo del dio del pianeta esplo-g,o, 26, 27, 33, 34, 41, 46, 64. 7 3_7 5: B t,90, t09-16, I I8, 132, t33, 146. t47.r57-60. 162. r89. 34e. :152, 356. 366.394

Sole della Giusrizia, 33t.332Sole nel la Bibbia, 221, 223, 224, 257,

264, 266, 267, 3 t9, 32t, 326_28Sonno_profondo (metafb ra), 104, 21 5.

229, 230, 241, 266, 27 5. 306Sorgenti, r'd. FontiSost i tuzione/r iscatto agl i Inf 'er i , l4 l ,

t42, t94,2t5, 264,2iO, 273_15. 277.280-83. 288. 29 t_93. :107, : r08. .3 l3_ t5.3 t7. .125. .134. 335, 343

Spighe, 15,16,23Spir i to di Dio, 2t i ,22l-26.324Spir i to Sanro. 28. 27 l .29 t , : t I6- t8. 324.

^336. 337. 344. -150. 31 4. 376.386, 388

Sputo (metafora), 84. l l l . l4gStatua di cielo e Terra (Daniele). 370Srele di Rosetta, 63Stella, profezia della, 330Stella, simbolo di Anu. 40Stelfa cadente (metafora), 32, l25,31.gStella del Mattino, 77Stel la lku. l l8Stelle Akhekha, 102Stelle del mattino nella Bibbia. 370Stel le e cul t i srel lar i . 77. 8g, 90, 92. I02.

109. i lO. 15t. t64. . r49.. r52.356Vd. anche Orione; Sirio; Orsa

Stel le nel la Bibbia, 22t , 223. 224, 25i .267, 3 19, 321, 322, 326. 330

Stige, f iume, 140Sumer. Grande Montagna, 97. l lgSumer/Mesoporamiu. i . iv i t ta di , 3g. 39.

87-89, t94,348. 35 ISumuqan, besriame di, 208, 209Supernova, 93

Tacito. 390Talmud,229Ta-Meri ,377Tammuz. l l0

egiz iani , 60, 61, 66,69-12,84,94, l l4. Uaua. 156I 16.348.351rnesopotamici . 87-89, 103, I04,11-20. t22, 148,162, 163, 166.

INDICE ANAI.ITICO

Tanai, bocca di (Ni lo) ,60. 156Ta-Tenen.95Tavole della Legge, yd. Tavole di pietraTavole di pietra, 249,250,280Tavolette del destino, 49, 50Tebe,70,2l3Tefnut,84, I 15, 111,149,365,389Tehom,257Tenan,264Ternpio di Dio/Maria, 3 | 4, 340, 343, 3i lTempli

ebraici, 249.219

348, 35 ITenda (metafbra), 228,

256,215.324Teodoro. l7Teodoto,2-5Terah, 215Terra promessa, 2l l , 216.241 ,250,262,

265.21 |Terremoti e terra che trema, 77. 82. 130.

163, 218, 263, 266,306, 3 14, 319, 32t.326. 368

Tenestri,205Tertulliano, l6Terzo cielo, 2lTesta/volto (metafbra), 80, 103, 104,

n9. t27. ls3, 180, 219, 3t0, 355, 387,389Vtl. anche Decapitazione

Teste nere, 39,45, 19l , 192, 199,200,205. 209, 232, 256, 265, 21 5, 280, 303,306. 3 | l , 3 l 3, 3 l 7, 335, 348. 361 ,369

Te sti de i Sa rc'ofu gi, 61, 68, 7 5, 7 6, 7 9-81,83,98, l0 l , 111.112, l l5, 140, 152,r53, 164, 185, t 88, 213, 229, 231, 238,300, 309.38s

Testi delle Pirantidi, 32, 63, 64, 61, 86,213

Test i di lamentazione,45,96, 146, 183,189, 192.208.23t.260

Teuda. 20Tevere, 252, 316,378. 390, 39 1Thoth.98. 200Tiamat, 102, 103, 109, 180, 189, 203,

206, 2t1, 254, 305. 306, 3 I 2, 391Tiberio, 390. 391Tigr i . | | , | 2, 38, 43, 5 l , 94, l l4. 154.

f57 lq4 tqR )n? )1a 166

4. t3

Tori ,43, 44, l l3, l l4, l l9, l3 l , 132,146, 160, t7 | , 174, I 83, I 88, t89.261.279.28s.295

' Tone di Babele, 215,217,245Tortura, 138, l4 l , 295, 335

Vd. anche Gesir CristoTromba, suono di, 249, 298, 323. 327Tronco d'albero spaccato, 6 l, I 6 ITrono (metafora), 66, 75, 7l . 108. I I l .

t4t , t46, I -56, | 60, 167 , 212, 2t9. 221 .296,330,3ss,365,371

Ubar-Tutu, 145, 165, I7O,116,183Ubriachezza (metafora), 36, 55, 150,

215, 240, 24t, 243, 27 5, 3 t9

204,226,267,3tOUllikummi, 147Umanitd, emersione dagli Inferi dell ' ,

206-209Vd. anche Adamo; Eva; Giardino del-I 'Eden

Umanitd, leggende sulla creazione dell'africane,2O2bibliche, 8, 46, 214, 216, 221, 226-31.244, 27 2, 27 3, 2t s. 280, 28 l, 283. 290.347.348.367 .372egiziane,20O,2Ol, 310, 341 ,348, 355,389greche,242mesopotamiche, I l, 12,24, 30,39, 45,46, 53, 54, 57, 89, 106, 123, 171, 180,l 90, r 9s-200, 202-206, 226, 227, 306,3 1 0, 3 l t , 312,347,348, 3s5navaho,202

Umanith, leggende sulla distruzionedel l ' , l0 l , l l l -74,180, 182, 183, 187,l 90, r9 l, 200, 204, 236, 237. 240. 241vd. anche Diluvio

Umanitd, origini celesti dell ' , rd. Israele;Umanitd, leggende sulla creazionedell ' ; Grembo nel cielo

Unione delle Due Terre, 98Universo, ant ica concezione del l ' , 31.

40, 51, 88, I l 8, l l9, 129. 191. 203.239.290

Uomini-scorpione, 133Uovo (metafbra).37

Upuaut, 77

I 08,r 86,

Uccello fuggitivo (metafora), 139, l 4l240, 241, 243, Uccello Imdugud, 50, 88, l6l

Ulligarra, 12, 13,24, 45, 190, 196,202-

4t4

Ur dei Caldei .211.212Urano, 35-37,43,50,55, 56, 84, 108.

20r.24t.3toUr-Nammu,87, 88Urshanabi, 135-37Uruk, 38, 87, ll8, 122-26,129,136-41.

t45, 146, ts4, 162-66, 182-84,207,332,384

Utnapishtim, l2I, 123, 129. 132-36,t43-45, 155-57, 160-63, 165, 168-70,r72, 175-87, r93,239,304, 306, 333,366,383

Uttu.47. 48Utu/Shamash, 12, 40, 46, 47, ll2-t4,

n8, 126, t27, r29, t3r-34, 142. 146"147, 154, 1s7-60, 162, 188, 259, 262

Utu, figlio di,ll8, 122Uzumua, 12,89,199,203

Vacca,98Valentino, 16, 17, 20, 23, 329, 313Valle (metafora), 269, 321, 322Van Flandern,T., vd. Pianeta esploso, i-potesi del

Vangelo secondo Matteo, 289, 338Vaso, yd. Rottura del vaso. motivo della:Brocca d'acqua

Velo di Mosb. 243. 250Vento, 50, 58, l3 l , 127, 154,218,248,

265,327 ,341,365Vergine del Mondo (gnosticismo), 29.

62.85.375Vergine Maria (Nuovo Testamento), 8,

30, 303, 316, 324, 37 4-83. 388Vergine Terra (poema sumerico), 57, 85, 374

INDICI.; ANAIITICO

Veriti. 10.90Verme (metafora), 284, 285, 295Vno, 18, 23, 57, 85, 150, 240, 242, 375Violenza sessuale (metafora), 35,38, 44,

124, r42,23r.378Vita eterna, 18, 25, 6 I , | 07, l2l , 126,

133, 136, 142, t43, 157, 160, 271, 3t2,328,349, 350,37 1,373

Vite/vigna, 95, 133, 215, 240, 242, 243,268,275,30r

Volto, vd. Testa

Wall is Budge, E. A., 33, 34, 64,65,70-13.356

Wegenel A., 358

Yahweh-Sabaoth, Signore degli eserciti,2t8, 320,323, 36s,37 1

Yam,2l2Yam Suph,257

Zaccaia,388Zalgana, 12, 13,24,45, 190, 196,202-

204,226,267 .3tOZepTepi (la "Prima Volta" egiziana), 65,

66, 70, 81, 83, rt"7, 331. 348Zeus, 15, 108,201.241Ziggurat,8T-89, 103, 108, ll7-20, 186,

181,259,348, 35 IZiusudra, l2 l , 155, 157-60, 165, 170.

183. r86, r 87, 190, 191, 209, 232. 233.304

2ohar,239,256Zoser,86, 156Zt,49-52,56, 88, lO9, 184,217

p. 7 Prefazione

t45

170

l9l

2r0

1. Qual d il segreto?

2. Amore sulla montasna

3. Il bimbo divino

4. Il Paradiso riconquistato

5. Un segreto degli dEi

6. La citth oltre il fiume

7. Vita nell'Arca

8. Le teste nere

9. La Genesi rivisitata

10. La divisione delle acque

11. L Agnello

12.Egli resuscitb i morti

13.La fine dei giorni

14. Addio alle fiabe

INDICI.-

ll

35

59

86

t2l

244

270

297

316

347

8; ;" 0 3

364 Appendice A. Gli emissari di Dio

374 Appendice B. Maria e Maria: i due opposti

381 Appendice C. Gesi di Nazareth

386 Appendice D. Gesi e Giovanni Battista

390 Appendice E Ponzio Pilato

392 Commentifinali dell'Autore

396 Ringraziamenti

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