6 W LA SCUOLA O la Buona Scuola sarà per tutti o sarà ... · Questa non è una mail, ... per i...

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SABATO 16 GENNAIO 2016 W LA SCUOLA 6 D opo aver illustrato, alcune setti- mane fa il volume scritto da suor Monia Alfieri presidente della Fidae (la Federazione delle scuole cattoliche) della Lombardia, pubblichiamo questa settimana la lettera che ha scritto, di suo pugno, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, in merito alla posizione sua e del governo nei confronti delle scuole paritarie italiane. Carissimo Matteo, lo stile simpatico e friendly della sua ultima enews in onore della “Leopolda 6” fa fremere la mia penna di quarantenne come lei, nel desiderio di risponderle... Devo. Questa non è una mail, ma una vera “lettera aperta a Mat- teo”, da parte dei Giovanni, delle Paola, dei Giuseppe, delle Agnese (beh, perché no? ... se si parla di scuola...), da chi ha idee, sogni e critiche e anche da chi “crede che fare politica sia una cosa bella, un servizio a tempo, un impegno civile”, nell’Italia che lei governa. Dunque – visti i mittenti e il destinatario – devo essere chiarissima, perché ... “ne va la vita!” (Manzoni). Mi ritrovo molto nella sua tenacia, in quello sfrenato ottimismo che incoraggia e rilancia. Di ottimismo non è mai morto nessuno: ce ne serve molto per non soccombere all’ecatombe delle “buone idee” sull’altare del politically correct. Dica la verità: lei pensava di poter debellare questa insana caratteristica del Palazzo; ebbene, siamo ancora di là da venire. Infatti, a proposito di buone idee è con simpatia che ho guardato e guardo alla Buona Scuola sia nella modalità di consultazione, sia nella maratona che ha ottenuto la fiducia al Governo. Ottimo lavoro. Peccato che, la piazza fuori e il parlamento dentro, abbiano sforbiciato parti importanti della proposta di legge. I passaggi più coraggiosi. Quelli che riguardano nientemeno che i Diritti della Persona. Il Diritto dei Genitori e dei Figli. Il Diritto di essere liberi di scegliere l’istruzione secondo i propri Principi. Il Diritto di scegliere in una pluralità di offerta e il diritto di scegliere anche se si è poveri e handicappati. Anche il povero e l’handicappato devono poter scegliere la Buona Scuola Pubblica. Lei, Matteo, ha studiato Diritto, come me (io, per il lavoro che fac- cio, anche Economia), e capisce benissimo che se in un determina- O la Buona Scuola sarà per tutti o sarà una Scuola di regime Una lettera aperta della presidente della Fidae lombarda suor Monia Alfieri al presidente del Consiglio Matteo Renzi che propone la svolta del costo standard ASILO NIDO NINNA-MU via Pietro Donati 16 Crema frazione Santa Maria della Croce Tel. 340 5303473 - Ambiente sereno e accogliente - Orari flessibili, variabili secondo le esigenze della famiglia - Inserimenti durante tutto il corso dell’anno “...I bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti devono fornire loro le attività e il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare”. Loris Malaguzzi IMMERSO NEL VERDE E A POCHI PASSI DAL CENTRO ANCHE D’ESTATE! Scuola Materna OMBRIANO Una struttura ricca di storia con ampi spazi (2.000 mq totali di cui 700 coperti) CONFERMATA LA SEZIONE PRIMAVERA per i bambini dai 24 ai 36 mesi Attività didattiche personalizzate Aula sonno attrezzata Sorveglianza in entrata e uscita Pre e post orario Momenti ricreativi con le famiglie e con i nonni Gite didattiche Asilo estivo a luglio per le famiglie che lo necessitano Baby english Noi e la musica Motoria Info: 0373 30021 - 349 9009654 via Renzo Da Ceri - Ombriano www.asilo-ombriano.com [email protected] Aule dove i bambini, possono disporre di spazi generosi, così come nel grande salone dei giochi e non ultimo nell’ampio refettorio dove viene servito il pranzo CUCINATO FRESCO FRESCO nella cucina interna della scuola VENITE A TROVARCI! to Corpus il principio che lo fonda è contraddetto nei fatti, tale realtà è destinata a fare la fine della facoltà di veterinaria a Napoli... tanto per esprimere visivamente il concetto. In estrema sintesi: se la Buo- na-Scuola-Pubblica-Italiana non sarà per Tutti – poveri, handicap- pati, ebrei, cristiani, musulmani, rifugiati – non sarà. Stop. O sarà Scuola-di-Regime. Veda lei... Di più: non sarà proprio per niente! Distrutta. Caro Matteo, qui mi permetto di metterci un po’ “del mio”, da cultrice di economia: quanto pensa che possa durare la mun- gitura delle casse dello Stato, per una scuola che costa circa 8.000 euro di spese correnti per alunno (dall’Infanzia alla secondaria di II grado) all’anno? Quelle in c/ capitale nessuno le sa... neanche al Ministero dell’Istruzione. E gli 8.000 euro sono spalmati come un rullo compressore, come se tutti i corsi avessero lo stesso costo. Ad occhio, come si dice. Un tanto al pezzo... Mio caro Matteo (mi consenta: sono sua coetanea!), in questo modo, di questo passo la scuola italiana non va da nessuna parte. Cioè: va in un baratro senza fondo, che trascina con sé non solo la sacrosanta libertà di scelta educativa prevista dalla Costitu- zione e dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, ma anche – fisi- camente – la Scuola in sé, i muri, le strutture, i banchi, le sedie, i computer, i docenti, tutto! Infatti arriverà il momento in cui i 56 miliardi di euro all’anno (e ogni anno di più) per tenere in vita questo mammuth preistorico non ci saranno più. Finito. Morto. Lei questo lo può sapere, meglio di me: vada dal Ragioniere Generale dello Stato. Qui nessun Ministro saprebbe aggiornarla: ci vuole un Ragioniere. Proprio per questo motivo, caro Matteo, la soluzio- ne (o l’avvio serio di essa) non è difficile. Non dico che sia “un gioco da ragazzi”. Né lei né io lo siamo più. Non si illuda metten- dosi i jeans... Da ragazzi no, ma da persone che ragionano e che fanno parlare i numeri a dovere, sì. Con due amici ci ho provato, e con la collaborazione di qualche ottimo dirigente del suo Ministero dell’Istruzione...Già. Sappia che ha tra i suoi collaboratori – pro- babilmente non li ha mai neppure visti in faccia – gente non solo “in gambissima”. Di più. Gente che – pur lavorando strenuamente e con intelligenza – è come in una tempesta, con la barca che fa acqua, aggrappata con una mano al timone, mentre tiene la corda della vela con l’altra e cerca di tappare le falle con i piedi... Proprio questi mi hanno detto “Era ora!” quando, con Maria Chiara Parola e Marco Grumo, ho presentato anche a loro il saggio Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato, Giappichelli, Torino 2015. Forse non è tanto importante – chiedo scusa – che la puntuale prefazione l’abbia scritta il suo Ministro Giannini. Questo è il frutto maturo, la punta dell’ice- berg: sotto c’è lo zoccolo sano dell’Italia, i dirigenti che pensano, che dicono: “Così non possiamo più andare avanti”, l’intelligenza che ci riporta al sano ottimismo di cui si diceva sopra,... sennò sarem- mo già kappaò da un pezzo! Ma la gente che pensa e i ragio- nieri che contano non bastano a salvare la libertà di scelta educa- tiva in un pluralismo formativo, e quindi la scuola italiana. Quel saggio, in sostanza, dice: soltanto se arriviamo al costo standard per alunno, calibrato tenendo presenti tutte le possibili variabili delle diverse scuole pubbliche italiane, con una feroce definizione di tutte le spese possibili e tenendole tutte presenti, dai numeri per classe alla quantità di materie, dal bam- bino handicap- pato gravissimo, ai progetti più eccelsi, dalla situazione di di- sagio sociale, alla scuola scicchina nel centro della grande città (ci sono, ci sono, Matteo... parlo di scuole pubbliche statali...), dal liceo classico tutto d’un pezzo (ammesso che possa ancora esi- stere... ora i progetti più originali arrivano proprio da lì!) all’istituto tecnico più avanzato e tecnologi- co, fatto salvo lo stipendio attuale e futuro – in crescita prospettica – dei docenti, soltanto se arriveremo a questo costo standard le casse dello Stato risparmieranno 17 miliardi di euro all’anno. Come minimo. E noti: per tutti i bambini e i ragazzi italiani iscritti in una Buo- na Scuola Pubblica del Servizio nazionale di Istruzione, che come lei sa, conoscendo ciò che recita la L. 62/2000, comprende Scuole Pubbliche Paritarie e Scuole Pubbliche Statali. Infatti in tutta Europa, tranne che in Grecia, c’è una legge simi- le che recita e che attua la libertà di scelta educativa. In Italia, solo recita. Se non ha ancora letto il saggio – a proposito, a questo link troverà le trentacinque ad oggi recensioni, interviste, telefo- nate, video nel sito della Fidae Lombardai, lei può domandar- si: a quanto ammonterebbe il finanziamento ad personam che ciascuno studente italiano po- trebbe indirizzare verso la scuola pubblica, paritaria o statale, da lui prescelta? Diamo un po’ i numeri... Ad esempio, il “prezzo” che lo Stato dovrebbe pagare all’anno per ogni studente della scuola dell’infan- zia paritaria o statale sarebbe di € 4.573,91 (se si stratta di uno studente appartenente a una famiglia non abbiente) e di euro 3.201,73 (per gli altri studenti). Il finanziamento sarebbe invece di € 5.369,58, se nella classe è presen- te uno studente con handicap. Le cifre per la scuola pubblica prima- ria, paritaria o statale, sarebbero di € 4.851,19 annui (se si stratta di uno studente appartenente a una famiglia meno abbiente) e per la scuola secondaria di primo grado (statale e paritaria) il costo annuo da finanziare sarebbe di € 6.968,90 per ogni studente (non abbiente), mentre i costi relativi al liceo scientifico sarebbero: per il biennio € 6.143,58 per studente (non abbiente) e trien- nio € 6.452,10 (che diventano rispettivamente di € 7.069,13 ed € 7.377,64 se in classe è presente uno studente disabile). Con rife- rimento agli altri licei, si hanno valori più o meno simili. La fonte dei numeri, sui quali è calcolato il costo standard, sono l’ISTAT e il Ministero dell’Istruzione. Numeri pubblici. Nessun Miurleaks!... Lei comprende, caro Matteo, che la prospettiva di almeno 17 miliardi di euro risparmiati all’an- no fa cadere nel ridicolo i balletti degli emendamenti proposti e ritirati fino a ieri.... Qui è in gioco la sopravvivenza stessa della scuola pubblica italia- na, nonché la sua qualità. Infatti, il sano occhio di lince dello Stato garante saprà pizzicare – quanto a scuole – chi spreca, corrompe, tira a campare (il ragionamento diabolico: guadagno poco, ma per sempre!), così come saprà premia- re, aumentando il finanziamento per alunno, chi è trasparente, valo- rizza, approfondisce, crea cultura, in una parola: educa. A questo punto, caro Matteo, ecco la domanda “da un milione di dollari” che con me le rivolgono i Giovanni, le Paola, i Giuseppe, le Agnese, i quali – sfortuna vuole – sono anche accasati e con figli che devono o vanno a scuola: “Visto ciò, che cosa aspettiamo? A quando il risparmio dei 17 miliar- di all’anno? A quando la libertà di scegliere, per me che pago le tasse, la buona scuola pubblica, paritaria o statale, per mio figlio? Quando mi arriva ‘sto bonus del costo standard? So già dove spenderlo!... Ho adocchiato la scuola!” Anna Monia Alfieri IL TUO BAMBINO IN MANI ESPERTE E SICURE Asilo nido “Il nido di Gaia” Spazi creati a misura di bambino dove trascorrerà il tempo serenamente e piacevolmente ASILO NIDO 3 mesi-3 anni (orario flessibile) via Cappuccini, 22 CREMA - Tel./Fax 0373 31670 www.babyworld.it E mail: [email protected] Tieniti aggiornato sulla nostra pagina il Nido di Gaia per scoprire i nostri corsi e tutte le novità - Laboratori e giochi creativi - Assistenza pedagogica - Copertura assicurativa Crema, via Bottesini, 4 presso il Centro San Luigi 0373 256265 l e bs Libreria Editrice Buona Stampa È prenotabile presso la Buona Stampa il nuovo libro-intervista a papa Francesco

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SABATO 16 GENNAIO 2016W LA SCUOLA SABATO 16 GENNAIO 20166

Dopo aver illustrato, alcune setti-mane fa il volume scritto da suor

Monia Alfieri presidente della Fidae (la Federazione delle scuole cattoliche) della Lombardia, pubblichiamo questa settimana la lettera che ha scritto, di suo pugno, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, in merito alla posizione sua e del governo nei confronti delle scuole paritarie italiane.

Carissimo Matteo,lo stile simpatico e friendly della

sua ultima enews in onore della “Leopolda 6” fa fremere la mia penna di quarantenne come lei, nel desiderio di risponderle...

Devo. Questa non è una mail, ma una vera “lettera aperta a Mat-teo”, da parte dei Giovanni, delle Paola, dei Giuseppe, delle Agnese (beh, perché no? ... se si parla di scuola...), da chi ha idee, sogni e critiche e anche da chi “crede che fare politica sia una cosa bella, un servizio a tempo, un impegno civile”, nell’Italia che lei governa.

Dunque – visti i mittenti e il destinatario – devo essere chiarissima, perché ... “ne va la vita!” (Manzoni). Mi ritrovo molto nella sua tenacia, in quello sfrenato ottimismo che incoraggia e rilancia. Di ottimismo non è mai

morto nessuno: ce ne serve molto per non soccombere all’ecatombe delle “buone idee” sull’altare del politically correct.

Dica la verità: lei pensava di poter debellare questa insana caratteristica del Palazzo; ebbene, siamo ancora di là da venire. Infatti, a proposito di buone idee è con simpatia che ho guardato e guardo alla Buona Scuola sia nella modalità di consultazione, sia nella maratona che ha ottenuto la fiducia al Governo. Ottimo lavoro.

Peccato che, la piazza fuori e il parlamento dentro, abbiano sforbiciato parti importanti della proposta di legge. I passaggi più coraggiosi. Quelli che riguardano nientemeno che i Diritti della Persona. Il Diritto dei Genitori e dei Figli. Il Diritto di essere liberi di scegliere l’istruzione secondo i propri Principi. Il Diritto di scegliere in una pluralità di offerta e il diritto di scegliere anche se si è poveri e handicappati. Anche il povero e l’handicappato devono poter scegliere la Buona Scuola Pubblica.

Lei, Matteo, ha studiato Diritto, come me (io, per il lavoro che fac-cio, anche Economia), e capisce benissimo che se in un determina-

O la Buona Scuola sarà per tuttio sarà una Scuola di regimeUna lettera aperta della presidente della Fidae lombarda suor Monia Al� eri al presidente del Consiglio Matteo Renzi che propone la svolta del costo standard

ASILO NIDO NINNA-MU

via Pietro Donati 16 Cremafrazione Santa Maria della Croce

Tel. 340 5303473

- Ambiente sereno e accogliente- Orari fl essibili, variabili secondo le esigenze della famiglia- Inserimenti durante tutto il corso dell’anno

“...I bambini costruiscono

la propria intelligenza.

Gli adulti devono fornire

loro le attività e il contesto

e soprattutto devono essere

in grado di ascoltare”.

Loris Malaguzzi

IMMERSO NEL VERDE E A POCHI PASSI DAL CENTRO

ANCHE

D’ESTATE!

ASILO NIDO

- Orari fl essibili,

- Ambiente sereno e accogliente- Orari fl essibili,

ASILO NIDO

- Ambiente sereno e accogliente- Orari fl essibili,

Scuola Materna OMBRIANO Materna

Una struttura ricca di storia con ampi spazi (2.000 mq totali di cui 700 coperti)

CONFERMATA

LA SEZIONE

PRIMAVERA

per i bambini

dai 24 ai 36 mesi

Attività didattiche personalizzate Aula sonno attrezzata Sorveglianza in entrata e uscita Pre e post orario Momenti ricreativi con le famiglie e con i nonni Gite didattiche Asilo estivo a luglio per le famiglie che lo necessitano Baby english Noi e la musica Motoria Motoria

Info: 0373 30021 - 349 9009654via Renzo Da Ceri - [email protected]

Aule dove i bambini, possono disporre di spazi generosi,

così come nel grande salone dei giochie non ultimo nell’ampio refettorio

dove viene servito il pranzoCUCINATO FRESCO FRESCO nella cucina interna della scuola

VENITEA TROVARCI!

to Corpus il principio che lo fonda è contraddetto nei fatti, tale realtà è destinata a fare la fine della facoltà di veterinaria a Napoli... tanto per esprimere visivamente il concetto.

In estrema sintesi: se la Buo-na-Scuola-Pubblica-Italiana non sarà per Tutti – poveri, handicap-pati, ebrei, cristiani, musulmani, rifugiati – non sarà. Stop. O sarà Scuola-di-Regime.

Veda lei... Di più: non sarà proprio per niente! Distrutta.

Caro Matteo, qui mi permetto di metterci un po’ “del mio”, da cultrice di economia: quanto pensa che possa durare la mun-gitura delle casse dello Stato, per una scuola che costa circa 8.000 euro di spese correnti per alunno (dall’Infanzia alla secondaria di II grado) all’anno? Quelle in c/capitale nessuno le sa... neanche al Ministero dell’Istruzione.

E gli 8.000 euro sono spalmati come un rullo compressore, come se tutti i corsi avessero lo stesso costo. Ad occhio, come si dice. Un tanto al pezzo... Mio caro Matteo (mi consenta: sono sua coetanea!), in questo modo, di questo passo la scuola italiana non va da nessuna parte.

Cioè: va in un baratro senza fondo, che trascina con sé non solo la sacrosanta libertà di scelta educativa prevista dalla Costitu-zione e dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, ma anche – fisi-camente – la Scuola in sé, i muri, le strutture, i banchi, le sedie, i computer, i docenti, tutto!

Infatti arriverà il momento in cui i 56 miliardi di euro all’anno (e ogni anno di più) per tenere in vita questo mammuth preistorico non ci saranno più. Finito. Morto. Lei questo lo può sapere, meglio di me: vada dal Ragioniere Generale dello Stato. Qui nessun Ministro saprebbe aggiornarla: ci vuole un Ragioniere. Proprio per questo motivo, caro Matteo, la soluzio-

ne (o l’avvio serio di essa) non è difficile. Non dico che sia “un gioco da ragazzi”. Né lei né io lo siamo più. Non si illuda metten-dosi i jeans... Da ragazzi no, ma da persone che ragionano e che fanno parlare i numeri a dovere, sì. Con due amici ci ho provato, e con la collaborazione di qualche ottimo dirigente del suo Ministero dell’Istruzione...Già. Sappia che ha tra i suoi collaboratori – pro-babilmente non li ha mai neppure visti in faccia – gente non solo “in gambissima”. Di più. Gente che – pur lavorando strenuamente e con intelligenza – è come in una tempesta, con la barca che fa acqua, aggrappata con una mano al timone, mentre tiene la corda della vela con l’altra e cerca di tappare le falle con i piedi...

Proprio questi mi hanno detto “Era ora!” quando, con Maria Chiara Parola e Marco Grumo, ho presentato anche a loro il saggio Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato, Giappichelli, Torino 2015.

Forse non è tanto importante – chiedo scusa – che la puntuale prefazione l’abbia scritta il suo Ministro Giannini. Questo è il frutto maturo, la punta dell’ice-berg: sotto c’è lo zoccolo sano dell’Italia, i dirigenti che pensano,

che dicono: “Così non possiamo più andare avanti”, l’intelligenza che ci riporta al sano ottimismo di cui si diceva sopra,... sennò sarem-mo già kappaò da un pezzo!

Ma la gente che pensa e i ragio-nieri che contano non bastano a salvare la libertà di scelta educa-tiva in un pluralismo formativo, e quindi la scuola italiana. Quel saggio, in sostanza, dice: soltanto se arriviamo al costo standard per alunno, calibrato tenendo presenti tutte le possibili variabili delle diverse scuole pubbliche italiane, con una feroce definizione di tutte

le spese possibili e tenendole tutte presenti, dai numeri per classe alla quantità di materie, dal bam-bino handicap-pato gravissimo, ai progetti più eccelsi, dalla situazione di di-sagio sociale, alla scuola scicchina nel centro della grande città (ci sono, ci sono, Matteo... parlo di scuole pubbliche statali...), dal

liceo classico tutto d’un pezzo (ammesso che possa ancora esi-stere... ora i progetti più originali arrivano proprio da lì!) all’istituto tecnico più avanzato e tecnologi-co, fatto salvo lo stipendio attuale e futuro – in crescita prospettica – dei docenti, soltanto se arriveremo a questo costo standard le casse dello Stato risparmieranno 17 miliardi di euro all’anno. Come minimo.

E noti: per tutti i bambini e i ragazzi italiani iscritti in una Buo-na Scuola Pubblica del Servizio nazionale di Istruzione, che come lei sa, conoscendo ciò che recita la L. 62/2000, comprende Scuole Pubbliche Paritarie e Scuole Pubbliche Statali.

Infatti in tutta Europa, tranne che in Grecia, c’è una legge simi-le che recita e che attua la libertà di scelta educativa. In Italia, solo recita. Se non ha ancora letto il saggio – a proposito, a questo link troverà le trentacinque ad oggi recensioni, interviste, telefo-nate, video nel sito della Fidae Lombardai, lei può domandar-si: a quanto ammonterebbe il finanziamento ad personam che ciascuno studente italiano po-trebbe indirizzare verso la scuola pubblica, paritaria o statale, da lui prescelta?

Diamo un po’ i numeri... Ad esempio, il “prezzo” che lo Stato dovrebbe pagare all’anno per ogni studente della scuola dell’infan-zia paritaria o statale sarebbe di € 4.573,91 (se si stratta di uno studente appartenente a una famiglia non abbiente) e di euro 3.201,73 (per gli altri studenti). Il finanziamento sarebbe invece di € 5.369,58, se nella classe è presen-te uno studente con handicap. Le cifre per la scuola pubblica prima-ria, paritaria o statale, sarebbero di € 4.851,19 annui (se si stratta di uno studente appartenente a una famiglia meno abbiente) e per la scuola secondaria di primo grado (statale e paritaria) il costo annuo da finanziare sarebbe di € 6.968,90 per ogni studente (non abbiente), mentre i costi relativi al liceo scientifico sarebbero: per il biennio € 6.143,58 per studente (non abbiente) e trien-nio € 6.452,10 (che diventano rispettivamente di € 7.069,13 ed € 7.377,64 se in classe è presente uno studente disabile). Con rife-rimento agli altri licei, si hanno valori più o meno simili. La fonte dei numeri, sui quali è calcolato il costo standard, sono l’ISTAT e il Ministero dell’Istruzione. Numeri pubblici. Nessun Miurleaks!...

Lei comprende, caro Matteo, che la prospettiva di almeno 17 miliardi di euro risparmiati all’an-no fa cadere nel ridicolo i balletti degli emendamenti proposti e ritirati fino a ieri....

Qui è in gioco la sopravvivenza stessa della scuola pubblica italia-na, nonché la sua qualità. Infatti, il sano occhio di lince dello Stato garante saprà pizzicare – quanto a scuole – chi spreca, corrompe, tira a campare (il ragionamento diabolico: guadagno poco, ma per sempre!), così come saprà premia-re, aumentando il finanziamento per alunno, chi è trasparente, valo-rizza, approfondisce, crea cultura, in una parola: educa.

A questo punto, caro Matteo, ecco la domanda “da un milione di dollari” che con me le rivolgono i Giovanni, le Paola, i Giuseppe, le Agnese, i quali – sfortuna vuole – sono anche accasati e con figli che devono o vanno a scuola: “Visto ciò, che cosa aspettiamo? A quando il risparmio dei 17 miliar-di all’anno? A quando la libertà di scegliere, per me che pago le tasse, la buona scuola pubblica, paritaria o statale, per mio figlio? Quando mi arriva ‘sto bonus del costo standard? So già dove spenderlo!...Ho adocchiato la scuola!”

Anna Monia Alfieri

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