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6. Modelli di imitazione della

rivoluzione industriale.

Il Belgio

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• I motivi dell’imitazione:

- presenza di molti fattori che avevano

favorito la rivoluzione industriale in Gran

Bretagna

- passaggio rapido delle informazioni

- competitività tra le nazioni europee e

volontà di colmare il gap accumulato

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• Teorie dell’imitazione senza differenze

(Rostow, Gli stadi dello sviluppo

economico, 1960): ogni differenza è una

devianza che ritarda il successo del

processo di industrializzazione

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• Teorie dell’imitazione con differenze

(Gerschenkron, Il problema storico

dell’arretratezza economica, 1962): paesi

«ritardatari», prerequisiti e fattori

sostitutivi, vantaggi dell’arretratezza,

imitazione e innovazione

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• Pollard, La conquista pacifica, 1981

�non è una nazione, ma una regione, che

decolla economicamente

�all’interno di una nazione possono dunque

esistere enclaves di sviluppo che convivono

con una permanente arretratezza

�differenziale della contemporaneità: alcuni

eventi estranei al paese interessato possono

interferire con il percorso di sviluppo scelto

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• La Gran Bretagna first comer: gode di alcuni

vantaggi, primo tra tutti la sostanziale assenza

di concorrenza per i suoi manufatti, e questo

le permette di mettere una certa distanza tra

sé ed i principali paesi continentali

• I second comers, o paesi ritardatari, poterono

godere di quelli che lo storico Alexander

Gerschenkron ha chiamato “i vantaggi

dell’arretratezza”, costituiti dalla possibilità di

utilizzare le innovazioni e i processi tecnologici

sperimentati dalla Gran Bretagna

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• Se la Gran Bretagna si avvantaggia di alcuni

“prerequisiti” dello sviluppo, gli altri paesi

ricorrono ai “fattori sostitutivi”, capaci di

svolgere la funzione che altrove era stata

svolta dai prerequisiti: le banche e lo Stato

sostennero l’iniziativa privata consentendo di

accelerare lo sviluppo e di colmare almeno in

parte il gap continentale

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Reddito pro capite in alcuni paesi avanzati (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il

Mulino, 2015, p. 78)

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Livelli di reddito pro capite (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p.

79)

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Chilometraggio delle ferrovie (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015,

p. 79)

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Indicatori comparativi di produzione (1911) (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il

Mulino, 2015, p. 80)

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Il Belgio

• Il Belgio primo paese continentale ad adottare il modello industriale britannico; già alla metà del XIX secolo poteva dirsi il paese più industrializzato del continente

• Nonostante la vicinanza geografica e le esperienze per certi versi simili, Paesi Bassi settentrionali e Paesi Bassi meridionali si sviluppano in modo distinto. Mentre il Belgio fu la prima area continentale ad assimilare le innovazioni britanniche, l’Olanda non venne investita dalle innovazioni tecnologiche di Oltre Manica

• Alla metà del XVIII secolo l’Olanda godeva del più alto reddito pro-capite dell’Europa occidentale, eredità del “secolo d’oro”

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• 1814: dall’unione di Paesi Bassi settentrionali

e meridionali nasce il Regno Unito dei Paesi

Bassi

• Il crollo dell’impero napoleonico danneggia

l’industria cotoniera di Gand, che perde il

mercato francese e si ritrova a fronteggiare la

concorrenza britannica

• Spinta per gli imprenditori ad innovare, sia

introducendo le nuove tecnologie, sia

passando al sistema di fabbrica

• Settore cotoniero di Gand e industria laniera

di Verviers si risollevano dalla crisi

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• Sviluppi nel settore metallurgico

• John Cockerill: diversifica la produzione dell’azienda di famiglia aggiungendo alle macchine tessili, presse idrauliche, pompe e macchine a vapore; vicino a Liegi fonda una delle più grandi fonderie europee

• E’ il primo ad introdurre nel continente, nel 1822, il processo di puddellaggio

• La sua industria copriva tutti i processi produttivi, dal reperimento dei materiali grezzi alla produzione di ghisa fino alla costruzione di macchinari (primo esempio di impresa a ciclo integrale)

• Investimenti e finanziamenti statali

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• 1830: secessione del Belgio

• La secessione determina in un primo momento una crisi per l’industria cotoniera di Gand a causa delle tariffe imposte dall’Olanda e della forte concorrenza britannica; i profitti realizzati negli anni precedenti permettono di rispondere alla crisi

• Accelerazione della meccanizzazione: i telai meccanici passarono dai 700 nel 1830 ai 3.600 nel 1840

• Riduzione dei costi salariali attraverso la riduzione dei salari nominali e la sostituzione della manodopera maschile con quella femminile; tale politica salariale fu all’origine di numerose proteste sfociate in scioperi tra il 1830 e il 1840

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• Tra il 1840 e il 1850 si ha una ripresa, anche

grazie ad un generale allentamento del clima

protezionistico europeo

• Arretramento del settore del lino, che accusò

la concorrenza dei tessuti di cotone e la

meccanizzazione dell’industria del lino

britannica: i prezzi iniziarono a calare e con

questi i salari, fin quando il settore, rimasto

legato alla produzione tradizionale, subì un

crollo seguito da disoccupazione e

impoverimento delle campagne

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• Espansione della produzione di ferro della

Vallonia; passaggio dalle tradizionali fornaci a

carbone agli altiforni a coke; spostamento

geografico dell’industria siderurgica – dalle

province del Lussemburgo e di Namur, ricche

di boschi, alle regioni dell’Hainaut e di Liegi,

ricche di miniere di carbone – e forte

concentrazione delle aziende

• Crescita del settore bancario; a partire dagli

anni Trenta le banche di investimento ebbero

un ruolo determinante nell’espansione

dell’industria pesante belga

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• 1822: fondata la Societé Générale da parte di

re Guglielmo I

• Per alcuni anni l’istituto rimase legato ad

operazioni di tipo tradizionale

• Con la crisi aperta dalla secessione del 1830 la

Societé decise di non esigere il rimborso

immediato delle anticipazioni accordate ma

spinse le aziende in difficoltà a trasformarsi in

società per azioni cedendo poi quote azionarie

alla stessa Societé Générale; nascono i

moderni investimenti bancari

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• Rafforzamento delle vie di comunicazione

terrestri per contrastare la chiusura dei corsi

d’acqua olandesi alle navi del Belgio

• Dal 1834 sviluppo della rete ferroviaria che a

sua volta innesca nuovi investimenti (carbone,

ferro, locomotive)

• Forti investimenti della Societé Générale

• Nel 1835 nasce la Banque de Belgique per

contrastare il predominio della Societé

Générale

• Corsa agli investimenti

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• Alla fine degli anni ’30 il settore siderurgico e

quello metallurgico vivevano ormai una crisi

da sovrapproduzione, aggravata dal timore di

una guerra con l’Olanda

• Ondata di panico: crollo del settore finanziario

e crisi dell’impero industriale di John Cockerill

• Entrambe le realtà economiche salvate solo

grazie all’intervento governativo

• Crisi superata solo a metà degli anni ’40,

grazie soprattutto al nuovo impulso

rappresentato dalle costruzioni ferroviarie

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• Il Belgio vive la “classica” rivoluzione

industriale

• Presenza di fattori che permettono di

assimilare le innovazioni britanniche

• Fattori dello sviluppo: antica tradizione

industriale; vicinanza alla Gran Bretagna;

esistenza di ricchi giacimenti carboniferi;

presenza di giacimenti ferrosi vicini a quelli di

carbone; nascita di banche di investimento;

creazione di un sistema ferroviario

completamente finanziato dallo Stato

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• Tipico caso di second comer che seppe imitare

il modello britannico introducendo dei fattori

sostitutivi (intervento governativo; ruolo delle

banche di investimento; sviluppo “dall’alto” di

una moderna rete ferroviaria) che gli

permisero di ovviare alla mancanza di alcuni

prerequisiti

• Le basi poste nel periodo 1780-1850

avrebbero permesso al Belgio di segnare il più

alto reddito pro-capite dell’Europa

continentale alla fine del XIX secolo