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Premessa Qualche premessa per focalizzare l’attenzione sulla diffusa presenza di criminalità mafiosa in Liguria e per mettere in risalto l’importanza e stimolare una presa di coscienza degli organi politico amministrativi della Regione, in primis, e della cittadinanza ligure tutta. Principali fatti di cronaca e giudiziari recenti, per inquadrare le dimensioni del fenomeno mafioso nella nostra regione: !• Marzo 2011: scioglimento comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose (secondo Comune al nord sciolto per mafia dopo Bardonecchia nel 1995) ! • Febbraio 2012: scioglimento comune di Ventimiglia per infiltrazioni mafiose !

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• 2011-2012: Operazione “Maglio 3” a Genova sulle infiltrazione della ‘ndrine calabresi → a novembre 2012 sentenza di primo grado: assolti con rito abbreviato tutti e 10 gli imputati con formula dubitativa (la Procura aveva chiesto dai 12 ai 6 anni per ogni imputato). Il giudice, nella sentenza d’assoluzione, afferma che dal contesto “si evince non certo l’estraneità degli imputati, o quanto meno della maggior parte di essi, alla ‘ndrangheta, giacché è indiscutibile che di ‘ndrangheta in molti casi si parli” ma si è nella “impossibilità di affermare con il necessario grado di certezza […] che questo “essere” ‘ndranghetisti si concretizzi anche nel “fare” gli ‘ndranghetisti …”. Insomma, è innegabile una presenza e un radicamento tutt’altro che recente della ‘ndrangheta in Liguria, ma ‒ secondo il giudice, di diverso avviso è invece la Direzione distrettuale antimafia ‒ non è stata provata la carica intimidatoria e la condizione di soggezione e di omertà altrui che ne deriva. Il processo di appello si deve ancora tenere. !

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• Marzo 2014: definitiva la confisca (oltre a conti correnti e automobili) di 115 immobili/appartamenti, molti dei quali nel centro storico di Genova, molti in condizioni pessime o pericolanti, molti intollerabilmente ancora occupati dalle famiglie “ex proprietarie” e molti altri vuoti e a rischio deperimento, per un valore di oltre 5 milioni di € alle famiglie Canfarotta-Lo Re, accusate di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione → più rilevante confisca nel nord Italia per numero di beni e valore ! • 2012-2014: Operazione “La svolta” a Imperia sulla ‘ndrangheta nel ponente ligure (un locale a Ventimiglia, con a capo la famiglia Marcianò, e un locale a Bordighera, con a capo la famiglia Pellegrino) → riconosciuta per la prima volta la presenza della ‘ndrangheta (e più in generale di una organizzazione mafiosa) in Liguria: con sentenza del Tribunale di Imperia di ottobre 2014, condannati quasi tutti gli imputati, 16 dei quali (anche) per associazione mafiosa, con pene fino a 16 anni di reclusione; assolti il

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sindaco di Ventimiglia Scullino e il direttore generale Prestileo. Riconosciuti risarcimenti per 600mila € al Comune di Ventimiglia, 400mila € al Comune di Bordighera e 300mila € alla Regione Liguria, costituitisi parte civile nel processo. Il processo di appello deve ancora aprirsi. ! • Marzo 2015: • Operazione “Real Time” a Savona: arrestato il boss della ‘ndrangheta nel savonese Carmelo Gullace, sequestrati beni per 2 milioni di €. • Maxisequestro di 10 milioni € ai fratelli Fotia, imprenditori nell’edilizia e nel movimento terra, accusati del reato di intestazione fittizia di beni (avrebbero creato nuove società intestandole a prestanome ma di fatto gestendole in prima persona, per aggiudicarsi appalti pubblici e opere edili a Genova e a Milano) e ritenuti vicino alla ‘ndrangheta.

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La legge regionale antimafia: attuarla al meglio e al più presto. !Nel marzo 2012 approvata all’unanimità la legge regionale antimafia (L. reg. 7/2012, “Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità). Buon testo redatto, ambizioso ma concreto e idoneo a contrastare il fenomeno mafioso con gli strumenti in possesso dell’ente Regione. In ampie parti è rimasta però lettera morta, con molte “promesse non mantenute”, sul versante dell’istituzione di alcuni organi e su quello del sostegno in tema di riutilizzo sociale dei beni confiscati. Importante promuovere e monitorare la sua integrale attuazione, in particolare nei seguenti ambiti: !1. Istituire il Tavolo della Legalità

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Istituzione di un Tavolo della legalità (art. 15) che dovrebbe avere “funzione di condivisione e confronto tra esponenti della società ligure” sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, della sua prevenzione e della promozione della cultura della legalità e avrebbe dovuto rappresentare gli “Stati Generali liguri dell’antimafia”. !2. Un Osservatorio indipendente per il contrasto alla criminalità Istituzione di un Osservatorio indipendente per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza (art. 14): pensato come luogo di “analisi e confronto”, avrebbe dovuto fornire una relazione annuale ed essere composto da “5 personalità di riconosciuta esperienza nel campo del contrasto al crimine organizzato e della promozione di legalità e trasparenza”. Non si ha avuta notizia dell’attività dell’osservatorio in questi anni. Solo di recente si è venuti a sapere, casualmente, dell’impegno di alcuni soggetti sul tema. E’ stata redatta una relazione, presentata in Regione il 29 novembre 2014, alla presenza

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del Ministro della Giustizia Orlando, ma in un contesto privato, di cui si è avuta contezza solo per caso. Altri soggetti in “prima linea” su questi temi, come Libera, non sono stati in nessun modo coinvolti nella stesura della relazione. Il documento attualmente non è pubblico, non consultabile (sebbene sia stato richiesto). !3. Beni confiscati Art. 11 (Beni confiscati): “La Regione contribuisce ad assicurare un proficuo riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati attraverso: • a) l’assistenza agli enti locali assegnatari di tali beni • b) la concessione di contributi agli enti locali di cui alla lettera a) per concorrere alla realizzazione di interventi di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ripristino tipologico nonché arredo degli stessi al fine del recupero dei beni immobili loro assegnati.” N.B: Sul tema dei beni confiscati, di grande importanza sia simbolica (riappropriazione di quanto sottratto illegalmente alla collettività dalla

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criminalità organizzata) sia materiale (non lasciar deperire l’immobile per disuso), in particolare alla luce della maxiconfisca Canfarotta → necessario incentivare un percorso partecipato che coinvolga associazionismo e cittadinanza in tema di gestione e riutilizzo sociale dei beni confiscati (ai sensi della L. 109/1996). Alcuni processi sono già “in moto” (vedi il Cantiere per la legalità responsabile, iniziativa nata dalla sinergica collaborazione di diverse associazioni). Obiettivo: dialogo tra ente destinatario del bene (Comune, Regione…) e collettività (associazioni/comitati/cittadini) per contribuire alla predisposizione di un bando pubblico per l’assegnazione del bene, tramite una partecipazione collettiva, evidente, pubblica, che porti idee e progetti, a seconda delle peculiarità e delle esigenze del territorio in cui il bene è inserito. Necessario: valutazione degli immobili per ogni singola unità, stima dei costi necessari per la ristrutturazione, reperimento risorse economiche per far fronte a tali esigenze, sollecitazione di interventi di manodopera

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volontaria, individuazione dei bisogni del territorio in cui sono inseriti i vari immobili, istituzione di un tavolo che consenta il raggiungimento degli obiettivi sopra enunciati, in cui la Regione possa agire da “regista”, costante verifica dei progetti di utilità sociale una volta che il bene viene assegnato ecc. 4. Fondi di garanzia per sostenere il riuso dei beni confiscati Art. 12 (Fondi di rotazione e garanzia): • 1. Al fine di sostenere i progetti che prevedono il riutilizzo dei beni confiscati, è istituito un fondo regionale di rotazione per l’estinzione delle ipoteche o di altri gravami trascritti sui beni confiscati alle organizzazioni criminali → non risulta istituito • 2. Al fine di facilitare l’accesso al credito dei soggetti assegnatari dei beni è istituito un fondo regionale di garanzia per l’uso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali → non risulta istituito !

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5. Istituire la Stazione Unica Appaltante Istituzione della Stazione Unica Appaltante ligure (art. 3), per assicurare trasparenza negli appalti: bisognerebbe capire se e come stia lavorando, ma non si hanno elementi (http://www.regione.liguria.it/argomenti/ente/stazione-unica-appaltante-regionale-suar.html). !6. Sostenere le vittime Art. 13 (Politiche a sostegno delle vittime) → non posto in essere, in particolare nella seguente previsione: “E’ istituita una voce del fondo di dotazione della "Fondazione regionale per il sostegno alle vittime dei reati" di cui all'articolo 10 della l.r. n. 28/2004 e successive modificazioni ed integrazioni, per il sostegno specifico alle vittime della criminalità mafiosa e organizzata.” !7. Il contrasto alle eco-mafie

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Interventi in campo ambientale per il contrasto alle eco-mafie (art. 8): accordi e convenzioni con le autorità statali operanti sul territorio regionale nel settore ambientale, con associazioni di imprese, organizzazioni sindacali, Terzo Settore, associazioni ambientaliste individuate dal Ministero dell’Ambiente. 8. Il Codice della Commissione Antimafia Codice di autoregolamentazione della Commissione Antimafia (art. 20) → la Liguria non sembra in sintonia con le recenti disposizioni della Commissione parlamentare antimafia, molto stringenti. La mera sottoposizione ad indagini in fatto di mafia dovrebbe determinare l’immediata sospensione/allontanamento del politico dalla carica pubblica. Invece un consigliere regionale sottoposto ad indagini per corruzione elettorale aggravata (in una vicenda di voto di scambio), Alessio Saso, è rimasto in carica e lo è tuttora.

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9. Premiare chi disincentiva il gioco d'azzardo Premialità nell’assegnazione di fondi regionali per i Comuni che adottano politiche per disincentivare il gioco d’azzardo (art. 6): la previsione sarebbe decisamente opportuna, ma non si sa cosa abbia fatto in proposito la Regione (vien da pensare nulla), mentre diversi Comuni hanno preso impegni in tal senso (es. Genova con il coordinamento no-slot) 10. Educare alla legalità Misure a sostegno delle scuole e dell’Università per l’educazione alla legalità (art. 9) → diverse previsioni a riguardo, molte delle quali non hanno trovato applicazione !11. La Giornata della Memoria e dell'Impegno Definizione di iniziative da parte della Regione per la celebrazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, riconosciuta e istituita dalla

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Regione nella data del 21 marzo (come fissata da Libera e Avviso pubblico a livello nazionale, ma non ancora istituita ufficialmente a livello nazionale) 12. Monitorare l'attuazione della legge Monitoraggio sull’attuazione della legge (art. 18): ogni due anni la Giunta regionale doveva presentare al Consiglio regionale “una dettagliata relazione” che fornisse molteplici informazioni sul tema → non risulta sia mai stata presentata !!

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