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Inchiesta Sopravvivere in tempo di crisi Ambienti Casa dolce casa Un’opera irripetibile Alimentazione La giovinezza parte dal cervello Abito in copertina si ringrazia: Divi&Divine C.so Giannone, 7 - Foggia Moda Occasioni da non perdere

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Inchiesta La giovinezza parte dal cervello Casa dolce casa Un’opera irripetibile Sopravvivere in tempo di crisi Divi&Divine C.so Giannone, 7- Foggia Abito in copertina si ringrazia:

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InchiestaSopravvivere in tempo di crisi

AmbientiCasa dolce casa

Un’opera irripetibile

AlimentazioneLa giovinezza

parte dal cervello

Abito in copertina si ringrazia:

Divi&Divine C.so Giannone, 7 - Foggia

ModaOccasioni da non perdere

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2 g e n n a i oduemiladodici sommario

ditoriale

In un editoriale di due annifa mi chiedevo quale fosse il sen-so della vita. Ero appena statadimessa dopo un complesso in-tervento chirurgico, ne ero usci-ta malconcia, ma viva. Defi-nii la vita come“un’altalena sospesa,che è tanto più bellaquanto più sale, mache, per salire, deveanche scendere”. La vita, scrivevo,“è bella perché è gioia, ma quellagioia altro non è che cessazionedel dolore. E allora il dolore nondeve spaventarci perché fa par-te del percorso e ci aiuta ad as-saporare ogni sfumatura dellanostra esistenza”. Il saporedella vita, concludevo, è lostesso del mio pollo all’ana-nas e pinoli. Agrodolce.

In quei momenti, riprenden-domi da una così difficile espe-rienza, ritenevo di aver speri-mentato il massimo dellasofferenza e, insieme, della gio-ia. Ma è proprio vero che quandopensi di aver saggiato ogni emo-zione, è allora che la vita tispiazza. E rimette tutto in gio-co. Così è stato per me. Dopoquel dicembre, i mesi si sono succe-duti all’insegna di una nuova soffe-renza e di una grande tristezza nel-l’animo. Una parte di me si stavaseccando come una stella di natalead agosto, e la cosa più triste era cheme ne accorgevo, ma non riuscivo afare nulla per evitare che accades-se. Ho anche pregato. Proprio io chemi ero sempre ribellata alle impo-stazioni religiose, ora mi rivolgevo aquel Dio nel quale a un certo puntodella vita avevo smesso di credere.Pregavo per placare il forte senso diimpotenza e sentirmi meno sola. Ecosì, nella primavera scorsa, è arri-vato quello che io amo chiamare “ilmiracolo”. Un miracolo di nome Vir-gola. Ho scoperto che dentro di mestava crescendo un esserino piccolopiccolo, tanto inaspettato quanto de-siderato, e la mia vita è di nuovocambiata. Ha ritrovato il suo senso.

Dal primo istante ho avuto lacertezza che quel segnetto sulloschermo dell’ecografo, grandequanto una virgoletta, fosse unafemmina. L’ho sentita crescere emuoversi. Era lì, una presenza stra-na, ma confortante. Il 15 dicembrescorso ho dato alla luce la mia Vir-goletta. Oggi, a distanza di un me-se, la guardo ancora incantata, chie-dendomi se è davvero mia figlia. Poila chiamo per nome, lei mi guarda,ed ogni domanda trova risposta.

Dedico questo racconto a tuttecoloro che credono di aver perso lasperanza, ma che in realtà l’hannosolo nascosta sotto strati e strati didelusioni. Ricordate sempre il movi-mento dell’altalena e non perdetevid’animo. E’ il miracolo della vita. Bel-la, straordinaria, tanto aspra quantodolce, pronta a ferirci, ma anche adoffrirci una nuova opportunità.

Per la realizzazione di questonumero ringrazio la redazione e ilcomparto grafico per l’impegnoprofuso, in particolare Maria Gra-zia Frisaldi e Angela Dalicco.Buon anno.

di ANNA RUSSO

4 Personaggio del mese• Michela De Salvia

Geologa per passione e professione

5 Storie al femminile• Isabella Loiodice alla formazione

dei ‘cittadini del mondo’• “Un cuore straniero” in un Paese

sconosciuto a se stesso

6 Inchiesta• Mala tempora currunt. Come riuscire

a “quadrare il cerchio” nonostante l’austerity

8 Attualità• Dimensionamento,

come cambia la scuola dell’obbligo

10Mondo Bimbi• Quando la maternità è Green• I bambini fanno storie

11Moda• Investimenti modaioli

12Ambienti• Il “Museo ideale”

è tra le mura domestiche

13Interior Design• Vintage e Modernariato. Che casa sei?

14Parole in libertà• Caro diario... non ti riconosco più

16Alimentazione• La giovinezza comincia dal cervello• Mangiare bio: alimenti tutta salute

17Rubriche

21Iniziative• Edizioni Universitas:

“Qui promuoviamo talenti”

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3g e n n a i oduemiladodici

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4 g e n n a i oduemiladodici personaggio del mese

Dire che Michela De Salvia co-nosce “a fondo” il territorio di Ca-pitanata non è un eufemismo. Lei,geologa per passione e professio-ne, infatti, ha analizzato e studiatoil nostro territorio in lungo e in lar-go, intervenendo fattivamente, conricognizioni e prototipi d’interven-to, nei casi più critici.

Dal dissesto idrogeologico diLesina Marina allo sgretolamentodel “Cretaccio”, alle Isole Tremiti,senza dimenticare le frane deiMonti Dauni: tutte problematichepassate dalla sua scrivania, tra pla-nimetrie, carte geografiche e stra-tigrafie che raccontano un impegnocostante e quotidiano.

A parlare è la stessa De Salvia,originaria di Pietramontecorvino(un territorio “geologicamente im-pegnativo”, precisa) che raccontai suoi 30 anni di lavoro aventi l’ana-lisi come oggetto e la prevenzionecome obiettivo.

Da anni ormai monitora la re-altà geologica della provincia diFoggia. Quali sono le principalicriticità?

Sono quelle in stretta correla-zione con le caratteristiche litolo-giche prevalenti, come quelle a ca-

rattere argilloso, sabbioso, marno-so o con aspetti prevalentementecalcarei, tutto in connessione conl’ubicazione orografica e idrografi-ca e di affaccio sul mare Adriatico.Pertanto, nel primo caso sono com-presi i centri del Subappennino (co-me Pietramontecorvino, Volturino,Motta Montecorvino) dove, a causadella endemica franosità, il disse-sto idrogeologico fa da padrone;negli altri due casi sono compresi icomuni della Piana di Capitanatache si trovano ad affrontare, nei pe-riodi maggiormente piovosi, pro-blemi di natura idraulica con stra-ripamenti di corsi d’acqua (comeaccade per il Fortore) ed alluviona-menti. Nell’ambito delle zone co-stiere, invece, i processi erosivi so-no strettamente intercorrelatiall’azione di moto armonico di ma-rea, con forti attacchi al litorale pre-valentemente sabbioso. Fermo re-stando casi unici e singolari comeil dissesto di Marina di Lesina, incorrispondenza del Canale Acqua-rotta, legato alla presenza di gessitriassici, altamente solubili, nonchéai problemi di natura idraulica edidrogeologica per azione del motoondoso come per le Isole Tremiti.

Quale di queste, asuo avviso, necessita diinterventi rapidi e tem-pestivi?

Nella mitigazione deldissesto idrogeologicotutti gli interventi devonoessere tempestivi, perchéil fine ultimo è la preven-zione. Attualmente mi stooccupando del dissesto diMarina di Lesina, un ca-so del tutto atipico, non-ché della frana “San Par-do”, nel comune diPietramontecorvino che,come tipologia, è parago-nabile alla frana di Mon-taguto.

Qual è stata la soddisfazionepiù grande che il lavoro le ha re-galato?

Per chi svolge il proprio lavorocon passione, tutti gli interventiportati a buon fine regalano grati-ficazioni. Quelli che mi hanno im-pegnato maggiormente, sia comeore lavorative che professional-mente, sono stati i dissesti di Mari-na di Lesina, la sistemazione idrau-lica e pericolosità geomorfologicadelle Isole Tremiti nonché gli inter-

venti di realizzazione di parchi eo-lici in Daunia con non meno di400/500 aereogeneratori.

E’ stato difficile, all’inizio del-la carriera, affermarsi in un set-tore a maggioranza maschile?

Non molto, ma abbastanza. So-prattutto quando nel mio studiogiungevano molti più incarichi diquelli conferiti a colleghi uomini,che non mi hanno risparmiato del-le cattiverie.

Oltre ad essere una apprez-

zata professionista è anche ma-dre di tre figli. Come riesce, nel-la quotidianità, a conciliare i dueruoli?

Il ruolo di mamma è molto diffi-cile, l’importante è educare i proprifigli a rispettare il lavoro e gli spazialtrui; far capire che il legame conun genitore si basa sulla qualità enon sulla quantità di tempo che glisi dedica. Fondamentale è che loroconsiderino la mamma un punto diriferimento fisso in qualsiasi mo-mento della loro esistenza.

Una delle Sue figlie ha decisodi seguire le “orme materne”.Quale consiglio darebbe a lei e aquanti vogliono intraprendere lamedesima carriera?

Mia figlia Giovanna, laureatada poco in geologia, deve sapereche nessuno le regalerà mai qual-cosa e che il successo è di chi sudae lotta perché alla base della pro-fessione ci sono sempre grandi sa-crifici. Maria Grazia Frisaldi

Michela De Salvia, geologa per passione e professione

Trent’anni a contatto con il territorio tra analisi delle criticità e prevenzione dei danni

Sulla sua scrivania i prototipi

d’intervento su tuttala Capitanata

tra planimetrie, carte geografiche

e stratigrafie

Michela De Salvia, geologa

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5g e n n a i oduemiladodicistorie al femminile

Una storia d’amore tra un uomoe una donna che, per estensione, di-venta la ricerca di un “sentire co-mune” tra nord e sud d’Italia. Duecittà, Ferrara e Foggia, ognuna conil proprio bagaglio di tradizioni, pe-culiarità e specificità che testimo-niano come il nostro sia – per alcuniversi – “un Paese ancora sconosciu-to a se stesso”. E’ in breve Un cuorestraniero (Luoghi d’Autore, 2011), ilromanzo di Raffaella Lina Scolozziche in poco più di 150 pagine di nar-razione chiara e scorrevole testimo-nia i principali cambiamenti e le tra-sformazioni sociali e culturaliavvenuti negli ultimi 50 anni, trat-teggiandone quadri garbati e sug-gestivi.

La protagonista del romanzoè Adele, una ragazza dolce e ca-parbia, passionale e riservata.Quanto c’è di autobiografico inquesta storia?

Paulo Coelho ha detto che nonsi scrive nulla che non sia autobio-grafico. I sentimenti, gli stati d’animopossono essere efficacemente de-scritti solo se l’autore li ha provati.Flaubert rivelò: Madame Bovary so-no io. In quanto alle vicende di un li-bro, bisogna ammettere che ogniscrittore attinge in modo rilevantedalla sua vita o da quella degli altri.Oggi si parla di autofiction per indi-care quel tipo di letteratura in cui

non si sa se l’autore stia in-ventando o no. Insomma, unincrocio tra la vita reale del-l’autore ed un contesto nar-rativo fittizio.

Nel carattere di Adelesi condensano le peculia-rità di due realtà - storiche,sociali e culturali - diffe-renti. Da una parte Ferra-ra, dall’altra Foggia: l’Ita-lia è ancora un Paesesconosciuto a se stesso?

Viviamo in un Paesemolto vario dove anche lalingua nazionale è un re-cente acquisto. Tradizioni,usanze e gusti cambiano se-condo il territorio. La globa-lizzazione ci ha omologati ma soloper gli aspetti esteriori. Continuia-mo ad essere diversi soprattutto nel-lo spirito, nel modo di sentire e direagire.

Adele e Alberto, due cuori“cresciuti all’ombra di alberi di-versi” troveranno, seppur con fa-tica, un punto di contatto. Lo stes-so assunto vale per il nostroPaese?

E’ difficile essere ottimisti inquesto momento, dopo aver sentitoparlare ripetutamente di scissione eseparatismo, di due “Italie” diver-se, di cui una peserebbe sulle spal-le dell’altra. Quello che fa più male

è sapere che tra questi ci sono anchedei meridionali cresciuti o abitantial nord. Senza cadere nella retorica,mi chiedo però se nelle nostre scuo-le si parli abbastanza di Mazzini, diCavour, di Garibaldi e di tutti gli al-tri che impegnarono vita e beni af-finché l’Italia fosse unita e non piùterra di conquista degli stranieri.

Nelle pagine che raccontanola vita e le tradizioni foggiane èsembrato di scorgere una venanostalgica…

Ferrara è una città “grande”,non solo per il numero degli abitan-ti, ma per il suo passato illustre, la suacultura, la sua arte. E’ una città che vi-

ve il sentimento d’italianità con con-vinzione. Qui ho imparato molto: peresempio, che non è importante soloconoscere la storia nazionale, maanche quella del luogo dove si abi-ta, e coltivarla leggendo e salvandodal degrado i monumenti che ne te-stimoniano l’antica gloria. Tuttavia,ho avvertito spesso un senso d’estra-neità per il mio modo franco e diret-to di parlare, per la passionalità chemetto nelle cose che faccio: qui si ap-prezza maggiormente il riserbo e lariservatezza.

Lei è nata in provincia di Fog-gia, ma da tempo vive e lavora alnord. Come guarda, a distanza ditempo, alla sua città natale?

Vengo a Foggia quando possoper rivedere la città ed i miei pa-renti. Ho assai ammirato il restaurodel “quartiere vecchio” e di altrimonumenti. Però ho avvertito unsenso di sfiducia in sé stessi e nel fu-turo da parte dei foggiani, quasi unarinunzia a lottare per abbandonar-si al destino (so che uno dei più gra-vi problemi del sud è la disoccupa-zione). Questo mi ha fatto moltomale. Ricordo la città negli anniCinquanta: un periodo di grandeentusiasmo e di voglia di rinascitadopo la guerra, nonostante la mise-ria. Spero tuttavia di essermi sba-gliata e di ritrovare, la prossima vol-ta, la Foggia di un tempo. m.g.f

In carica dal 1° novembre, succede a Franca Pinto Minerva

Isabella Loiodice alla formazione dei ‘cittadini del mondo’

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela CafaroGermana Zappatore

Rubricheavv. Palma Rubanodott.ssa Noemi Tizzanodott.ssa Adelaide Leccesedott.ssa Anna Leporedott.ssa Patrizia Palmieridott.ssa Rosangela Lorisodott.ssa Floredana Arnòdott.ssa Lucia Castriottaprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

Dal 1° novembre lafacoltà di Scienze dellaFormazione dell’Uni-versità di Foggia ha unnuovo preside: è Isa-bella Loiodice che suc-cede alla stimata Fran-ca Pinto Minerva. Dasempre vicinissima alla presideuscente, Isabella Loiodice è ordina-rio di Pedagogia generale e socia-le. A lei è affidato il compito di ge-stire la fase di transizione verso ilnuovo ordinamento universitario,valorizzando la specificità scienti-fica, didattica e culturale della se-sta facoltà dauna.

Da due mesi è alla guida del-la più giovane facoltà dell’ateneodauno che, negli anni, ha regi-strato un crescente numero di im-matricolazioni. A cosa attribuiscequesto successo?

La facoltà di Scienze della For-mazione viene istituita come facol-tà autonoma nel 2008 ma non va di-menticato che i suoi corsi di laurea(triennale e magistrale) sono statiattivati a partire dal 2001 e hannoregistrato un aumento progressiva-mente crescente, a testimonianzadell’interesse del territorio per leprofessioni educative, cioè perquelle figure professionali che svol-gono compiti formativi nel campodei servizi educativi e di cura allapersona. Peraltro, l’esperienza di

questi anni ha dimostrato che lapresenza di una facoltà specifica-mente rivolta all’area dell’educa-zione e della formazione è in gradodi attivare una serie molto riccadi collaborazioni interistituzio-nali con enti locali, istituzioniscolastiche, imprese, associa-zioni di categoria, enti di terri-torio pubblici e privati, tutticointeressati alla realiz-zazione di unobiettivo tra-s v e r s a l e :quello dellaformazionepermanentee per tutta lavita, nella plu-ralità dei contestidi educazione, di apprendimento edi socializzazione.

Franca Pinto Minerva ha de-finito la sua elezione una “sceltadi continuità rispetto alle ragionifondative della facoltà”. Qualesarà la Sua agenda delle priorità?

La mia presidenza è sicura-mente in continuità con quella del-

la professoressa Pinto Minerva, miamaestra di studi prima ancora checollega e preside, avendo peraltrocondiviso lo stesso entusiasmo ed

impegno in questi dieci anni di la-voro presso l’Ateneo foggiano. Ame spetta il difficile compito di tra-ghettare la facoltà verso il nuovo or-dinamento universitario, cercandodi capitalizzare al massimo le risor-se umane e materiali – in termini diricerca e di didattica – che questafacoltà possiede.

Quali programmi e quali stra-tegie intende seguire per valoriz-

zare e potenziare l’offerta forma-tiva della sesta facoltà dauna?

La nostra facoltà è molto “ric-ca” sul piano della qualità della ri-cerca universitaria nelle differentiaree delle scienze dell’educazionee più in generale degli studi uma-no-sociali e tale ricchezza ricade po-sitivamente sul piano dell’offertaformativa e della didattica: oltre aidue corsi di laurea (triennale e qua-driennale), sono attivi numerosi cor-si di perfezionamento e master, oltreche un dottorato di ricerca inserito inuna scuola dottorale internazionale.L’obiettivo è quello di investire ul-teriormente nella didattica e nellaricerca “curvandole” ulteriormentein direzione della internazionaliz-zazione delle attività formative ol-tre che dello sviluppo delle attivitàdi media education e di e-learning.

Formazione a distanza, for-mazione agli adulti, formazionecontinua. I “numeri” dimostranoun interesse costante per le scien-ze dell’educazione.

Quanto è importante, oggi, illifelong learning?

La formazione permanente edegli adulti, con l’ausilio delle tec-nologie di rete e dell’e-learning,rappresenta ormai un elemento co-stitutivo e fondativo della societàdella conoscenza, dell’informazionee della globalizzazione nella qualetutti siamo immersi. La diffusivitàdella formazione “per tutti e per tut-ta la vita”, nella pluralità dei luoghidi esperienza e di conoscenza è unelemento da cui non si può più pre-scindere. Tale responsabilità com-pete a tutti le sedi deputate alla for-mazione, in primis la scuola el’università, in una logica di con-fronto e dialogo interistituzionale,per la formazione di “cittadini delmondo”. Maria Grazia Frisaldi

A Lei il compito di traghettare la facoltà verso il nuovo ordinamento universitario capitalizzando le risorse umane

e materiali, sia in termini di ricerca che di didattica

Da Foggia a Ferrara, due realtà diverse viste allo specchio

“Un cuore straniero” in un Paese sconosciuto a se stessoLa scrittrice Raffaella Scolozzi presenta la sua ultima fatica letteraria

Isabella Loiodice, Preside Scienze della Formazione di Foggia

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6 g e n n a i oduemiladodici inchiesta

Una “guerra” quotidiana: combattere la crisi dal basso. Tra buon senso e moderazione, la necessità aguzza l’ingegno?

La crisi non conosce tre-gua, ogni giorno sui medialocali e nazionali non si par-la d’altro. Tan, Taeg, spreade rating sono solo alcuni deitanti termini tecnici entratiormai a pieno titolo nel vo-cabolario degli italiani che,conoscendone solo appros-simativamente il significa-to, spesso si imbattono in investimentisbagliati mettendo a rischio il propriopatrimonio finanziario. Il settore del cre-dito al consumo, in periodi di recessionecome questo, interviene a sostegno de-gli acquisti da parte dei privati, consen-tendo di dilazionare i pagamenti a costisostenibili, e di potersi concedere pic-coli e grandi sfizi, come l’acquisto di be-ni definiti ‘di lusso’. Secondo alcuni stu-di si parla di cifre notevoli, anche di unaumento del 50% tra il 2003 e il 2011.Uno dei dati più drammatici riguarda igiovani che, attratti da offerte promo-zionali e dal desiderio di possedere tut-to ciò che è più trendy, si ritrovano a do-ver pagare rate su rate, tant’è che la cifradi coloro che arrivano ad indebitarsi pri-ma dei 25 anni si assesterebbe intornoall’80% del totale.

Di recente è stata presentata la di-ciottesima edizione dell’Osservatoriosull’andamento dei beni durevoli, sul-l’evoluzione dei consumi nel sud Italia,che viene redatto ogni anno da Findo-mestic Banca. Come spiega StefanoMartini, responsabile comunicazioneistituzionale Findomestic, nel 2011 si èassistito ad un leggero incremento delreddito pro capite, che in Puglia si atte-sta a 13.470 € (+2,2% rispetto al 2010),anche se Foggia si classifica all’ultimoposto con un reddito pro capite di 12.423€. La spesa complessiva per l’acquisto dibeni durevoli in Puglia nel 2011 è statapari a 2.668 milioni di euro, in calo del9,8% rispetto al 2010. Pesanti contra-zioni si sono registrate per il settore au-to. Nel 2011 sono stati spesi 617milionidi euro per l’acquisto di auto nuove (-23%), solo a Foggia sono state immatri-colate 5.105 auto e l’80% sono state ac-quistate a rate. In calo anche l’acquistodi mobili e di elettrodomestici: la spesaper i primi nel 2011 è stata pari a 723 mi-

lioni di euro, conl’85% di rateizza-zioni, mentre perla seconda catego-ria la spesa è statadi 230 milioni dieuro, con una spe-sa per famiglia aFoggia variabiletra i 138 e i 158 €,

in questo caso si è ricorso a rateizzazio-ni solo nel 40% dei casi.

Ma gli italiani ricorrono alle rate an-che per altre tipologie d’acquisto: abbi-gliamento, prodotti d’informatica, gioiellie vacanze. Quanto la possibilità di ra-teizzare i propri acquisti risulta un’op-portunità e quanto, invece, un rischio diulteriore indebitamento per gli italiani?“Gli intervistati - chiarisce Martini - vi-vono uno stato d’animo di sfiducia e in-certezza, dominato dalla sensazione diimpossibilità alla programmazione.Molti si sentono infatti impotenti e “pa-ralizzati” e, sollecitati a immaginare ilfuturo, mostrano di avere più “speranza”che “voglia di lottare”. Di fronte alla cre-scente disoccupazione, alla riduzionedel potere d’acquisto e ad un clima so-ciale d’incertezza, la maggioranza hamodificato il proprio stile di vita rispet-to al passato. Il 70% di quanti sono sta-ti coinvolti dall’indagine, inoltre, ha evi-denziato il fatto di aver dovuto ridurrele spese per fare fronte ai cambiamentidello scenario economico o, in alterna-tiva, ha dovuto ricorrere alla rateizza-zione dei propri acquisti. In questo casoper il consumatore si è trattato di un’op-portunità, ma un consumatore su duedel Mezzogiorno ritiene che dovrà ri-durre le spese nel prossimo futuro, e benil 46% pensa che la situazione comun-que non tornerà ad essere quella di pri-ma e per questo sarà necessario modifi-care il proprio modus vivendi, evitandogli sprechi e ponderando maggiormen-te le spese”.

In sostanza, risultando sempre piùdifficile trovare risorse economiche dainvestire, ci si ingegna per cercare dinon rinunciare proprio a nulla. Anche acosto di cadere in uno stato d’indebita-mento quasi inconsapevole.

Maria Rosaria De Leonardis

In attesa delle grandi manovre dall’alto, ecco le

UN PICCOLO VADEMECUM ANTI-SPRECO

In questo particolare momento di crisi eco-nomica ognuno, nel privato delle proprie muradomestiche, è costretto ad adeguarsi all’amarasituazione contingente, sforbiciando qua e là suservizi accessori e beni non di prima necessità.Generalmente lo si fa con molta discrezione,mentre nell’anonimato della rete - soprattuttonei forum e nei blog tematici - ognuno condividele proprie personalissime “tecniche” di rispar-mio, indicando anche la percentuale di successoriscosso. Suggerimenti e consigli pratici condi-visi con generosità e una punta di orgoglio. Neproponiamo alcuni, raccogliendoli in un piccolo(e speriamo utile) vademecum anti-spreco.

1) Promemoria giornaliero. E’ im-portante registrare tutte le spesesostenute quotidianamente per po-ter analizzare le voci di spesa gior-naliere e la loro incidenza sul bi-lancio familiare. In questo modo èpiù facile evidenziare sprechi e ac-quisti superflui.

2) Riscoprire il piacere di stare a casa, invi-tando amici o parenti per una cena o un film.Uscire tutte le sere, frequentando pub, locali epizzerie è una spesa che a fine mese si fa “pe-sante”. Rivalutare le vecchie spaghettate o letavolate in cui “ognuno porta qualcosa” per ri-scoprire il piacere della condivisione.

3) Limitare gli sprechi energetici, come lam-padine sempre accese, uso di lavatrice e lava-stoviglie non a pieno carico, uso di programmi dilavaggio a temperature eccessivamente alte.Programmare bene il riscaldamento domesticoe ricordarsi di spegnere sempre dall’interrutto-re generale televisori, personal computer edelettrodomestici in generale. Anche il piccoloconsumo – costante e quotidiano – del led a fineanno costituisce una spesa rilevante.

4) Carburanti e trasporti. Prediligere distribu-tori self-service dove sirisparmia qualchecentesimo sul costodella benzina. Se pos-sibile, diminuire leunità del parco autofamiliare. Affidarsi altrasporto pubblico o riesumare la vecchia bici-cletta. In questo caso si risparmierà sulla voce

caro-benzina e sulla voce sosta a pagamento,senza dimenticare che un po’ di movimento fabene a tutti.

5) Acquisti strategici. In caso di cerimonie oeventi importanti già programmati, giocared’anticipo acquistando il capo in questione nelperiodo dei saldi. Gli abiti da cerimonia seguo-no la linea dell’eleganza e, solo incidentalmen-te, incontrano quella della tendenza. In questomodo si può essere impeccabili decurtando finoal 50% dal prezzo del cartellino.

6) Prima di fare la spesa, consultare sempre ilproprio frigorifero e la propria di-spensa per consumare i cibi giàpresenti in casa: in questo modoeviterete acquisti superflui. Pre-parare sempre una lista delle ne-cessità e preferire sempre i pro-dotti di stagione, di provenienzanazionale, meglio se dalla filie-ra corta.

7) Occhio alle offerte allettanti. Evitare di ce-dere alle lusinghe dei “3x2” e di lasciarsi anda-re a maxi-scorte sedotti da una buona offerta:costituiscono spesso un notevole esborso di de-naro a fronte di una quantità di prodotto acqui-stato eccessiva per il proprio fabbisogno. Vale an-cora di più in caso di prodotti deteriorabili.

8) Detergenti, detersivi & Co. Evitare di ac-quistare prodotti specifici per ogni uso. Esisto-no, infatti, prodotti generici per la pulizia delbagno e della cucina, così come per l’igiene per-sonale.

9) Rivedere i propri canali di vendita. Alcuniprodotti (igiene intima, cosmetici e articoli per laprima infanzia, solo per citarne alcuni) hanno unprezzo molto più elevato se acquistati in farma-cia o in profumeria rispetto a supermercati o ne-gozi specializzati.

10) Smettere di fumare. Per molti è un vizio dif-ficile da eliminare, per altri è una moda. Altri -i più fortunati - sono ancora in tempo per tirarsiindietro. Monetizzare a lungo termine i capita-li che quotidianamente vanno “in fumo” in que-sto modo può essere tra le altre cose anche unosprone per optare verso uno stile di vita più sa-no. A maggior ragione in periodo di austerity.

DIECI CONSIGLI UTILI TRATTI DALLA RETE

Rate: opportunità o indebitamento?

Mala tempora currunt. Come riuscire a

E’ aumentato del 50% il ricorso ai prestiti. “J’accuse” contro i giovani, indebitati a 25 anni

Stefano Martini, Findomestic

Crisi economica, crisi del mercato, cri-si finanziaria. E’ la “crisi”, in tutte le sueforme e sfaccettature la parola probabil-mente più pronunciata, sentita, letta e te-muta per tutto il 2011. E, purtroppo per noi,anche l’anno appena cominciato sembracondizionato dallo stesso “ritornello”.Ogni giorno, ascoltiamo e ripetiamo – inmodo più o meno inconsapevole, in modo più o meno appro-priato - termini economici quali spread, pil, debito pubblico, ve-ri e propri “spauracchi” dell’attuale congiuntura finanziaria;

parole che si pronunciano con timore e gravità,mentre sempre più persone controllano sul propriotelefono cellulare (è stata inventata una “App” ap-posita) l’andamento dello spread con la stessa fre-quenza con la quale si guarda l’orologio: come esor-cizzare la paura del futuro in 2.0. La crisi però, al dilà di ogni definizione, è visibile in modo concreto

nello scarso potere d’acquisto, nelle buste paga(per chi ha la fortuna di avere un lavoro), nelle

lettere di licenziamento e nel crollo dei consumi, co-sì come nei negozi, sempre più vuoti anche nel pe-

riodo dei saldi. Il neo premier Montiha annunciato l’ennesima stagione disacrifici, che si concretizzerà con l’aumentodei costi di servizi come luce, gas, pedaggi autostradali, cano-ne rai e con l’introduzione di nuove tasse. Le lacrime in euro-visione del ministro Fornero, poi, non ci aiutano a sperare. In at-tesa, però, che le manovre dall’alto portino frutti, siamo tuttichiamati a “stringere la cinghia” e a lottare per mantenere piùo meno stabile il tenore di vita cui siamo abituati. Ecco come sicombatte la crisi dal basso. Mala tempora currunt…

Maria Grazia Frisaldi

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7g e n n a i oduemiladodiciinchiesta

“tecniche sparagnine” da adottare ogni giorno

L’abbigliamento sorride al portafoglio

Risparmio, risparmio e ancora rispar-mio… è questa la parola d’ordine adottatada chi, quasi quotidianamente, è costretto aconfrontarsi con piccole e grandi difficoltàeconomiche. E allora c’è chi rinuncia a qual-che sfizio in più, chi ricorre alle rateizzazio-ni e chi, senza farsi troppi problemi, ripiegasull’usato. Il mattino, si sa, ha l’oro in bocca.Soprattutto il venerdì, dove da sempre il no-to mercato settimanale offre ai tanti cittadi-ni che, armati di santa pazienza, si recanonella zona di Via Miranda per cercare, tra ibanconi strapieni di roba, qualsiasi cosa pos-sa adattarsi alle proprie esigenze: scarpe,borse, abbigliamento e anche biancheria perla casa. I più fortunati potranno trovare anchequalche capo vintage, sfuggito ai grossisti,mentre altri potranno trovare anche capinuovi a prezzi davvero imbattibili. Due, cin-que, dieci euro il pezzo: lo urlano i vendito-ri che fanno di tanta convenienza un vanto.Le vendite, infatti, tra quelle bancarelle, se-guono un’altra economia di scala: un sollie-vo per il portafoglio.

La stessa opportunità sarà offerta prestoanche alle mamme foggiane che potrannoacquistare per i loro piccoli capi d’abbiglia-

mento usato, ma in ottimo stato, nel puntovendita “Baby Souk”, attività commercialeche verrà inaugurata a breve in via Casti-glione, che rimetterà in vendita articoli diogni genere destinati ai bambini di età com-presa tra 0 e 12 anni: dai capi di abbiglia-mento alle calzature, passando per giocat-toli, libri, passeggini e altro ancora.L’iniziativa è della foggiana Annalisa Gra-na, mamma di due bimbi, che di necessitàha fatto… un’attività imprenditoriale. Il ne-gozio si prefigge in sostanza l’obiettivo di ri-mettere in circolazione merce usata, ma co-me nuova, a prezzi convenienti, proprio perandare incontro alle esigenze di tante fami-glie che non hanno a disposizione grandi ri-sorse economiche. “Baby Souk” si basa sulconcetto di conto-vendita: chi desidera met-tere in vendita dei capi in buono stato puòaffidarli alla negoziante che li terrà in nego-zio per sessanta giorni. Qualora la merce do-vesse rimanere invenduta (previo consensodel proprietario) sarà devoluta in benefi-cenza. In questo modo si evita anche che pro-dotti fondamentalmente nuovi possano fini-re nei cassonetti dell’immondizia. Unospreco che, in tempi duri, non si può proprioaccettare.

Maria Rosaria De Leonardis

Gli internauti più na-vigati non hanno dubbi: ènell’e-commerce l’antido-to anti-crisi. Ovvero nel-l’acquistare prodotti di va-rio genere e naturatramite internet, a prezzid’occasione. E’ il caso diAngelo e Marilena, spo-sati da circa 7 anni “E’ iniziato tutto con ilfenomeno e-bay, famoso sito di aste on-linedove si compra praticamente tutto: da un ri-cambio per l’auto all’auto stessa, da un com-plemento d’arredo ad un vero e proprio im-mobile”, spiegano. Da li si è aperto unmondo nuovo, fatto di reali occasioni di ri-sparmio, in tutti i periodi dell’anno. “La con-venienza è davvero tanta. Si può rispar-miare il 40% sull’elettronica, il 20% sullepolizze assicurative”, provano a quantizza-re, “mentre per i capi di abbigliamento esi-stono siti che, in alcuni giorni della settima-na, (s)vendono le grandi firme a metàprezzo”. Scovare questi portali non è poi co-sì difficile. Oggi, infatti, l’e-commerce è unservizio offerto da piccoli negozi come gran-di aziende. “In questo modo, ormai, acqui-stiamo di tutto: computer, smartphone, tv,libri, navigatori, abbigliamento, oggettisti-ca varia e in ultimo la polizza assicurativa

dell’auto”.La cosa più interessante

è la possibilità di poter ven-dere il vecchio per acquista-re il nuovo. In questo modo,oltre al risparmio iniziale èpossibile decurtare anche va-lore del vecchio, senza do-versi preoccupare, nel caso di

elettrodomestici, del loro smaltimento.Per quanto riguarda le spese di spedi-

zione, invece, si tratta di costi irrisori, som-ma che viene solitamente ammortizzata fa-cendo acquisti multipli.

La frontiera dell’e-commerce sembre-rebbe, dunque, la “Mecca” delle occasionie del risparmio, ma su questo ultimo puntoè necessario precisare: è così per chi è in-trodotto e conosce portali e meccanismi dipagamento; per i neofiti la truffa può esse-re dietro l’angolo. “Fortunatamente – con-cludono - negli ultimi anni la sicurezza è au-mentata e in molti casi vengono offertegaranzie sulle transazioni, piccole o grandiche siano. Ad ogni modo, conviene avereuna carta prepagata da ricaricare all’occor-renza e utilizzare formule di pagamento cheoffrano garanzie di tracciabilità dei paga-menti effettuati e forme di assicurazione”.

m.g.f.

“Preferisco risparmiare su tutto, manon sull’alimentazione dove pochi cente-simi in meno implicano indubbiamente mi-nore qualità del prodotto”. E’ l’incipit pe-rentorio di Antonietta, casalinga foggianadi 55 anni. Lei, come la maggior parte del-le donne della precedente generazione sabene come “gestire e amministrare” il te-soretto familiare e dove sottrarre risorseper contrastare un eventuale periodo diausterity, come quello in corso. “Preferi-sco risparmiare sui vestiti, magari acqui-stando capi non griffati (e non per questo diminore qualità), ma non sulla sicurezza a ta-vola. Questo - sorride - non significa servi-re aragosta e caviale a pranzo e cena: è unmodo per non ‘elemosinare’ in sicurezza equalità”.

Dello stesso avviso è Claudia, madre36enne di due bambini di 4 e 9 anni. “Og-gi sono molto più attenta, leggo sempre leetichette. So bene che risparmiare sui pro-dotti alimentari vuol dire scendere a com-promessi con la qualità. Ed io preferisconon rischiare”. Si evita, quindi, di acqui-stare prodotti (soprattutto carne e frutta)che provengono dall’estero oppure dalprezzo talmente stracciato che non con-vince. Eppure, le più recenti indagini di

mercato hanno registrato un calo del 20%rispetto allo scorso anno nella vendita deiprodotti alimentari. Cambiano le abitudi-ni alimentari: aumenta, ad esempio, il con-sumo di uova e legumi e cala quello di car-ne e pesce. Le proteine nobili, cedonodunque il passo alla crisi. Anche nei mer-catini ortofrutticoli, dove un tempo si an-dava prima di recarsi al lavoro per acca-parrarsi la merce più fresca, oggi le cosesono cambiate. L’orario più frequentato è aridosso della chiusura, quando i venditorigiocano al ribasso pur di svuotare la pro-pria bancarella. Anche i formaggi regi-strano un leggero calo di vendita mentre,pur di “conquistare” nuovi clienti, si mol-tiplicano nella cassetta della posta i de-pliant delle offerte. Al supermercato, in-somma, la crisi si sente, ma c’è ancora unacerta ritrosia a far sedere il risparmio a ta-vola. “Dopotutto, quando siamo già chia-mati a tanti sacrifici - chiosa Antonietta -regalarsi un buon pranzo o una buona ce-na è una piccola gratificazione per la fa-miglia. La vera povertà è quando non sap-piamo cosa portare a tavola. Impariamo a‘tagliare’ sui vizi e sul superfluo”. Forse,diceva bene Feuerbach: siamo ciò chemangiamo. m.g.f.

Sono spuntati come funghi. Una dozzi-na in città, due nel giro di un isolato, che sifanno concorrenza a colpi di slogan secchi ediretti: ‘massima valutazione’, ‘pagamentoimmediato in contanti’, ‘paghiamo più di tut-ti’. Seguono il trend dell’intera Penisola, cheassiste ad una vera e propria invasione dei“compratori d’oro”. Un tempo era il bancodei pegni, oggi sono negozi specializzati nel-la compravendita di preziosi: oro e metalli,argento compreso. C’è chi ritira anche l’an-tiquariato e i diamanti. E chi ci lascia i gio-ielli della nonna e i cimeli di famiglia, persbarcare il lunario. La crisi passa sotto i loroocchi, dietro un vetro blindato: per loro si-gnifica fare affari, perché il business dei com-pratori d’oro cresce al ritmo della recessio-ne. In cambio di maggiore liquidità didenaro, si svuotano i portagioie, fino a darefondo ai ricordi, dalla medaglietta della Pri-ma Comunione al vassoio d’argento. Chi si ri-volge ad un moderno banco dei pegni tiened’occhio le quotazioni, che da un po’ sonoschizzate alle stelle, perché di norma se-guono l’andamento altalenante delle borse:quando scendono, il valore sale. Ultima-

mente l’oro usato è stato pagato fino a 27,50euro al grammo. Quando il prezzo sale, au-mentano i clienti, affatto improvvisati a giu-dicare dal tempismo. A spiegarlo è una com-messa: la sua voce rimbomba e passa da unforo nel vetro, in una rivendita che fa orariocontinuato come altre in città, praticamenteuna cassa continua che ingurgita oro e spu-ta denaro. Per aprire i punti che acquistanooro ci vuole una società con un bel capitale so-ciale e l’autorizzazione della Banca d’Italia.Si tratta soprattutto di franchising, ma qual-che vecchio gioielliere non si è fatto sfuggi-re l’occasione di ritirare l’usato ed entrare inun mercato fiorente in tempi di magra. “C’èla donna che porta il suo orecchino perchéha smarrito l’altro – racconta la commessa –e chi porta tutto il suo oro per arrivare a finemese”. È quello il prezioso che di questi tem-pi mettono di più in cassaforte. Ci hanno vi-sto giusto i due malviventi che hanno svali-giato un “compro oro” a Foggia: uncolpaccio da 20mila euro e un chilo d’oro.Pagamento immediato. In cambio, loro, nonhanno lasciato nulla. Mariangela Mariani

Il risparmio corre sul web

La crisi a tavola

“quadrare il cerchio” nonostante l’austerity

BUSINESS AL TEMPO DELLA RECESSIONE

USATO E’ BELLO

SIAMO CIO’ CHE MANGIAMO

MA ATTENTI ALLE TRUFFE

L’invasione dei compratori d’oro

In principio era l’angolo dellamerce usata al “Venerdì”

La nuova frontiera dell’E-commerce: occasioni di risparmio tutto l’anno

Un settore che va a gonfie velecomplici le quotazioni dei metalli

Non si scende a patti con la qualità

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8 g e n n a i oduemiladodici attualità

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Maria Grazia Barone? Assistenti all’infanzia, a scuola senza stipendio

Tra le vie Marchese deRosa e Giuseppe Mameli sitrova la strada che porta ilnome della nobildonnaMaria Grazia Barone (Fog-gia 1844 – Napoli 1918), ilcortile omonimo si affacciasulla stessa via; una piaz-za, inoltre, è ubicata all’in-crocio di via Marchese deRosa con via A. Ricci e viaG. Rosati. Il suo nome ri-mane tuttora legato alla Pia Fondazione, do-ve prende fisionomia e slancio un vasto pro-getto di carità. L’aristocratica Maria GraziaBarone, moglie del Marchese Giacomo Ce-lentano, avvocato e sindaco di Foggia neglianni dell’ultimo ottocento, era figlia del pa-triota Alessio Barone. Rimasta vedova e sen-za figli, lascia i suoi beni per l’istituzione diuna Pia Fondazione nella sua città natale,affidata alle cure delle “Suore dei Poveri”,avente per fine il soccorso a domicilio e il ri-covero dei poveri, il mantenimento nei lo-cali della Fondazione di una mensa gratuitagiornaliera per le famiglie povere, l’acco-glienza delle trovatelle e delle orfane con di-ritto di rimanere nell’Istituto e, in caso di ma-trimonio, godere di una dote. Nel testamentoolografo redatto il 10 maggio del 1900 a Na-poli (ove si era trasferita) e reso pubblico il14 novembre 1918, dopo la sua morte, sonoda lei accuratamente descritte le caritatevoliintenzioni e le direttive per la successiva rea-lizzazione. Il 10 giugno 1920 la “FondazionePia Maria Grazia Barone” per Regio decre-to diviene Ente morale con amministrazione

autonoma. Nelfrattempo si co-minciano ad ac-cumulare lerendite e s’inse-dia il primoConsiglio d’Am-ministrazione,presieduto daMons. Luigi Ca-votta. Nel 1929,epoca della co-

struzione della “Grande Foggia”, è nomi-nato presidente il Duca Giovanni Barone,che avvia i lavori della sede, inaugurata il 15agosto del 1934. Alla relativa cerimonia par-tecipa Mons. Fortunato Maria Farina, es-sendo l’istituzione legata, per la volontà del-la testatrice, ai vescovi di Foggia, comescrive Mons. De Giorgi nel suo indirizzo di sa-luto in occasione della cerimonia comme-morativa per il cinquantennio della Fonda-zione, asserendo inoltre che: «Essa non solotestimonia la generosità di cuore di una don-na che alla nobiltà delle sue origini ha volu-to aggiungere quella della carità cristiana,ma esempio della sensibilità che tutti i fog-giani devono avere per una fascia sociale,quella degli anziani che va considerata conil più grande rispetto nel nome dell’autenti-ca civiltà». L’edificio si è arricchito e ampliatonel corso degli anni per la generosità di nu-merosi benefattori. Oggi è una signorile ca-sa di riposo e pensione per persone anzianee bisognose; al suo interno si trova un bustoin bronzo della fondatrice, opera di Enzo Pu-chetti. Rina Di Giorgio Cavaliere

Dalla quinta elementare allaprima media, con lo stesso compa-gno di banco. Passa la paura delprimo giorno di scuola nei nuoviComprensivi che prendono formasulla scorta delle direttive impostedalla Regione Puglia. La scuola del-l’obbligo, dopo aver cambiato no-me, cambia pelle con la cosiddetta“verticalizzazione”, un ponte tra ipercorsi della primaria e seconda-ria di I grado teso a favorire la con-tinuità didattica. I tagli impongonoil dimensiona-mento della re-te scolastica,che si traducenell’accorpa-mento degliistituti, sullabase di para-metri numerici.La querelle sull’opportunità di im-porre un’offerta formativa lunga ot-to anni ha già diviso lo Stivale. Sulpiano made in Foggia si spacca ilfronte dei dirigenti scolastici: unafrangia maggioritaria appoggia esostiene le scelte dell’assessore co-munale alla Pubblica Istruzione,Matteo Morlino, ratificate il 18 no-vembre dalla Giunta comunale. Al-tri dieci presidi si sono appellati al

Governatore della Puglia, NichiVendola, affinché quel piano fosseriveduto e corretto, perché basatosu logiche numeriche che non ten-gono conto di una serie di fattori so-ciali, che avrebbero naturalmenteconsentito di costituire ulterioriComprensivi. L’Ufficio ScolasticoRegionale, pur apprezzando glisforzi dell’equipe di Morlino, haespresso parere negativo sul Pianodi ridimensionamento, e ha dato ra-gione alla fazione minoritaria dei

dirigenti. L’ultimaparola spetta allaRegione Puglia,che dovrà espri-mersi entro il 31gennaio.

Il piano, con-cordato con prov-veditorato e sin-

dacati, prevede l’accorpamento delCircolo Didattico “Parisi” con lascuola secondaria di I grado “DeSanctis”, la scuola “Garibaldi” siaggrega all’istituto “Alfieri”, men-tre dalla “Vittorino da Feltre” glialunni passeranno direttamente al-la “Zingarelli”. Per ragioni di op-portunità, si fondono anche i pic-coli plessi: il Circolo Didattico “DeAmicis” con i plessi della “Santa

Chiara” e della scuola media “UgoFoscolo” di via Petrucci; la prima-ria “Gabelli” sarà associata allascuola secondaria di primo grado“Moscati” e alla scuola dell’infan-zia di Via Nedo Nadi; saranno ac-corpate, inoltre, la scuola media“Ugo Foscolo” e i plessi delle bor-gate di Segezia, Borgo In-coronata e Cervaro. I cir-coli didattici “Pascoli” e“Santa Chiara” vengonodimensionati solo per unaquestione di numeri, manon costituiscono unComprensivo.

“Se il piano avesseprevisto 12 istituti com-prensivi, ci sarebbe statoun notevole esubero didirigenti scolastici e per-sonale, invece, conside-rato che le norme ce loconsentivano – spiega

l’assessore Morlino - abbiamo rite-nuto opportuno ridurre il taglio del-le istituzioni scolastiche. La Regio-ne ci ha chiesto se ci fosse lapossibilità di un ulteriore taglio, mail 70% dei dirigenti scolastici e i sin-dacati (eccetto la Cgil) hanno ri-proposto come valido il piano pre-sentato”.

Il risparmio deriva dal taglio dialcune figure professionali: diri-genti, segretari e assistenti ammi-nistrativi. Nel 2012/2013 si passada 21 a 17 istituti in città, per arri-vare gradualmente, nel 2014/2015,a 13 istituti comprensivi con alme-no mille alunni.

Gli studenti e le loro famiglie,qualora volessero scegliere un al-tro istituto, dovranno affrontare ilsolito calvario del nulla osta, con-cesso sulla scorta di una istanza cir-costanziata e supportata da validemotivazioni. Da un punto di vistapedagogico, la continuità didatticadovrebbe essere assicurata dal Col-legio dei docenti unificato. Maestrie professori valuteranno i percorsi ei piani di studio, tenendo conto del-le potenzialità e delle criticità delleclassi.

Da uomo di scuola e studioso,l’assessore Morlino non condividela trovata del Governo dei com-

prensivi tout court: “C’èun errore fondamentale dicarattere pedagogico, per-ché la psicologia dei ra-gazzi cambia in quel pas-saggio alla scuola media.Vivono una vera e propriacrisi. Questa legge non tie-ne conto della differenzadella didattica sul pianopsicologico. Perseguel’unico obiettivo di taglia-re per risparmiare, infi-schiandosene della peda-gogia e della psicologia”.

Mariangela Mariani

Composti i nuovi Comprensivi: dal prossimo anno a Foggia si passa da 21 a 17 istituti

Dimensionamento, come cambia la scuola dell’obbligoTuona l’assessore all’Istruzione Morlino: “Lo Stato se ne infischia della pedagogia”

Il Comune non paga, ma loro continuano a lavorare

Non inscenano clamoroseproteste. Con incredibile di-gnità, le braccia conserte, scu-re in volto, tra i mugugni, ri-vendicano i loro stipendi,qualcosa come quattrocentoeuro al mese per tirare avantiuna famiglia. Le assistenti al-l’infanzia delle 17 scuole ma-terne comunali della città il 23 dicembrehanno riscosso lo stipendio di settembre. Tremensilità indietro. Con una rabbia compo-sta, sotto Palazzo di Città, quando decidonoche non ne possono più, nell’attesa di esse-re ricevute dal sindaco, dicono che quelloche stanno passando succede perché sonodonne.

Sono le 58 dipendenti dell’AssociazioneTemporanea d’Impresa Nuova Alba SanFrancesco, con sede a Cerignola, che ha vin-to la gara bandita dal Comune di Foggia perl’affidamento del servizio. L’appalto scade agiugno. A capo della cooperativa c’è quelMichele Lapollo recentemente aggreditonell’ospedale Tatarella del centro ofantino,dopo aver obiettato sulla pulizia dei locali.Acerrimo nemico di Sanitaservice, società inhouse dell’Azienda Sanitaria Locale, e stre-nuo oppositore del clientelismo, ha imbrac-ciato un cartello per dire che senza violen-za in questa città non si ottengono i soldi.Vanta arretrati per una cifra che si aggiraintorno agli 800mila euro. Secondo un ac-cordo, il Comune avrebbe dovuto estin-guere entro ottobre 2011 tutta la debitoriarelativa all’anno precedente, in quattro ra-

te. A dicembre Lapollo ha in-cassato la mensilità di giugno2010, che ha consentito di pa-gare alle sue dipendenti il me-se di settembre. Va avanti cosìda oltre un anno per quel con-tratto di solidarietà che di soli-dale ha ben poco.

Annalisa ci è capitata dapochi mesi, Sipontina ha bisogno di cure. Acasa ad attenderle ci sono i loro figli, nellescuole quei bambini che accudiscono. So-no figure indispensabili all’interno delle ma-terne, a supporto delle educatrici. “Senzanulla togliere al lavoro delle maestre – di-cono – il nostro ruolo è fondamentale”. So-no le donne che si occupano della meren-da, della pulizia, accompagnano i piccoli inbagno e li cambiano.

Nonostante le difficoltà finanziarie, checostringono tutte loro a tirare la cinghia,hanno preso servizio ogni giorno, come dacontratto a prestazione. Al danno la beffa,perché a causa di un disguido burocraticonon arrivano nemmeno i soldi della cassaintegrazione in deroga che copre metà deiloro stipendi. La giovanissima Francesca LiSanti, a capo della protesta, ogni giorni chia-ma Roma: questo mese, garantiscono, lesomme saranno sbloccate. Loro tornerannoa Palazzo di Città, nella speranza di portarea casa un altro stipendio, con la pazienzache le contraddistingue. “Questa coopera-tiva – dice Francesca con amarezza – do-vremmo ribattezzarla la forza delle donne”.

m.m.

Le lavoratrici delle materne vantano ancora tre mensilità arretrate

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9g e n n a i oduemiladodici

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10 g e n n a i oduemiladodici mondo bimbi

Corso di animazione teatrale

maternità èQuando la

Il futuro è eco-friendly. Lo sa bene “Latte emiele”, gioiellino verde in via Lecce, un picco-lo paradiso naturale per mamme in attesa eneonati. Dall’abbigliamento premaman ai pro-dotti per l’igiene, qui tutto è bio. Perché usareprodotti naturali fa bene non solo all’ambiente,ma anche a noi stessi. Molti sono i clienti ormaifidelizzati. Merito dell’importanza data alla cul-tura del riuso e del rispetto dell’ambiente. Sen-za trascurare il risvolto economico. A partire daipannolini della linea “Naturalmamma”. Chesiano usa e getta o lavabili, quelli eco promet-tono di risolvere i problemi delle famiglie (chesecondo Altroconsumo spendono 650 euro al-l’anno). I primi sono completamente biodegra-dabili (gli unici!), gli altri hanno il vantaggio diessere riutilizzabili dopo il lavaggio. Sono 100%naturali perché in micro-fibra di bambù, l’idealesoprattutto per evitaredermatiti. Si lavano in la-vatrice, magari utiliz-zando i detersivi all’oliodi mais e cocco della“BioErmi”: naturali, nontestati su animali. Sonoun’esclusiva di “Latte emiele” che vanta ancheuna linea completa perl’igiene della Weleda(nota azienda italiana dicosmesi bionaturale):creme, oli, bagnoschiu-

ma, shampoo e deodoranti agli agrumi o allacalendula (da coltivazioni biologiche), senzacoloranti e conservanti sintetici. Vasto assorti-mento per quanto riguarda l’abbigliamento. In-timo e abiti in outlet per mamme in attesa, ab-bigliamento baby, coloratissimi bavaglini, fasceporta bebè e scarpine in cuoio naturale certifi-cate e realizzate a mano nel Regno Unito. Sì,perché molti articoli provengono dal centro enord Europa, dove sono più attenti in fatto diprodotti naturali. Rigorosamente atossici an-che i giocattoli e le idee regalo. Niente plasticatra gli scaffali. Dalle cornici ai pupazzi, dalle

improntine ai giochi, qui si trovano so-lo legno, fibra di mais e stoffe naturali.E libri (Mammeonline e Il Leone Ver-de): si spazia dalla maternità all’edu-cazione, con argomentazioni che sfa-tano luoghi comuni e pregiudizi circapratiche di “maternage”. Non manca-no, naturalmente, storie per bambini.Ultima chicca, l’oasi protetta dell’al-lattamento. Una sorta di baby pit-stopdove ogni mamma può fermarsi per al-lattare il bebè. Anche quest’angolo inlegno, intimo, accogliente e dai coloricaldi non tradisce la filosofia eco delnegozio. Quando il rispetto per l’am-biente si impara da piccoli.

Non è mai troppo presto per “fare” tea-tro. Ne è fermamente convinto Pierluigi Be-vilacqua, direttore artistico della Piccola com-pagnia impertinente di Foggiache, a partire dal 20 gennaio,inaugura un laboratorio di ani-mazione teatrale pensato per ipiù piccoli. La giovane compa-gnia foggiana apre le porte delsuo nuovissimo “teatro bon-sai” per accogliere i piccolicorsisti interessati a questanuova ed entusiasmante av-ventura dal tema stimolante ericco di opportunità: “I bambi-ni fanno storie” e guai se nonfosse così.

Un modo divertente edistruttivo per superare gli osta-coli della timidezza, socializ-zare ed imparare a conoscere (e riconoscere)il proprio corpo nello spazio. Il tutto in un am-biente accogliente e familiare, in cui dare li-bero sfogo alla propria creatività.

Le lezioni saranno tenute da Viviana Sol-dani e Michela Delli Carri coordinate dallostesso Bevilacqua, attore, regista e docenteall’accademia teatrale “Sofia Amendolea” diRoma. Gli incontri si svolgeranno tutti i ve-nerdì, dal 20 gennaio al 25 maggio, dalle 16.30alle 18.30 nello spazio teatrale della Piccolacompagnia impertinente, in via Castiglione, 49che accoglierà non più di 18 piccoli corsisti.

Nel corso nelle lezioni, i bambini appren-deranno i fondamenti delle principali tecni-che teatrali capaci di far emergere le poten-

zialità comunicative ed espressive di ognu-no. Il lavoro culminerà con la messa in scenafinale di uno spettacolo pubblico che rappre-

senterà il punto di arrivo diun percorso di gruppo, in cuiciascun bambino avrà avutola possibilità di imparare ariconoscere le proprie capa-cità espressive e, allo stessotempo, superare i propri li-miti attraverso la condivi-sione dell’esperienza collet-tiva.

Durante gli incontri, ipiccoli corsisti imparerannoa familiarizzare tra loro eavere consapevolezza deipropri mezzi espressivi at-tenendosi ad un programmapensato proprio per la loro

particolare età. Gli argomenti e le attività ca-lendarizzate per il laboratorio “I bambini fan-no storie”, infatti, procederanno attraversosette moduli (“Imparare” lo spazio, Espressi-vità corporea, Role playing, Itinerari senso-riali, Uso degli oggetti, Dinamiche emotive eCostruzione di un personale mezzo espressi-vo) seguiti dal lavoro per la messa in scenadello spettacolo finale, un lavoro corale chenascerà dalla riscrittura di una fiaba attraver-so la creatività dei bambini.

Irma Mecca

PER INFO E ISCRIZIONI:[email protected] - 347.64.62.134

Dall’abbigliamento ai prodotti perl’igiene. Un aiuto per l’ambientee per le tasche delle famiglie

“I bambini fanno storie”Dai 6 agli 11 anni: il laboratorio per i più piccoli

a cura della Piccola compagnia impertinente

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11g e n n a i oduemiladodicimoda

La mantella resiste anche l’anno prossimo, così come i maxi maglioni. L’abito si sceglie a trapezio. Ma è nell’intimo che si fanno i veri affari

In tempi di crisi, i saldi sonol’unica occasione per concedersi unpo’ di shopping senza sensi di colpa.Tuttavia, gli sconti fino al 70% po-trebbero indurre a spendere cre-dendo di fare buoni affari; salvo poiritrovarsi con l’ennesimo acquisitosimile a quello che già abbiamonell’armadio. Invece questo perio-do di prezzi stracciati va vissuto inmaniera strategica: individuando icapi giusti da sfruttare il prossimo

anno e, perché no, da indossare an-che in primavera. I saldi sono il mo-mento ideale per acquistare unnuovo cappotto: il modello classicoe lungo non passerà maidi moda. Occhio al colo-re: il grigio e il cammel-lo sono un evergreendell’eleganza. Ma si puòpuntare anche sul mo-dello a cappa o sullamantella: entrambe sa-ranno riproposte nelleprossime stagioni edhanno il vantaggio dinascondere ciò che de-vono. Inoltre sono porta-bili in ogni situazione:casual col jeans e ro-mantiche su un abito.Per i modelli con le mani-che dal taglio corto non dimentica-te un paio di guanti lunghi che po-trebbero tornare utili anche in altreoccasioni. Sarà pratico in primave-ra il blazer, giacca in tessuto che sisposa alla perfezione con vestitinileggeri e floreali mentre in invernoda’ un tocco di classe anche alla mi-se più semplice. Il freddo del pros-simo anno si fronteggia sempre con

maxi maglioni a collo alto o lavora-zione a treccia: un classico che po-tete sfoggiare in giallo, verde sme-raldo e color ruggine; tutte tonalità

che ravviverannomolti inverni a segui-re. Per il look quoti-diano non si sbagliainvestendo su capibasici: è questo il mo-mento adatto per re-galarsi una magliacon lo scollo a V in ca-chemire e una cami-cia bianca dal tagliomaschile. E se l’es-senzialità è un fatto-re che vi per-mette dirisparmiare,

investite pu-re sugli accessori. Unacinta larga, impreziositada doppia fibbia laterale,è il dettaglio giusto perravvivare maglioni lun-ghi, camicie a campa-na e bluse che sicura-mente già possedete.Laddove vogliate ac-quistarne di nuove, andate sul si-

curo con il blu scuro o le fanta-sie, soprattutto se vagamenteanimalier. L’abitino sfiziosonon può mancare nell’arma-dio per l’occasione mondanainaspettata: scegliete unmodello a trapezio, sta be-ne quasi a tutte e in grigioperla o bianco è assoluta-mente chic. I jeans sceglie-teli a palazzo e le gonne atubino mai sopra al ginoc-chio. Approfittate per ac-quistare un cappello, ma-gari a falda larga e in feltro,per donare un tocco di sti-le al proprio abbigliamento.

Ancora semaforo ver-de per le borsegrandi, in alter-nativa alla shop-ping bag di busta.Infine i veri affari sifanno nei negozi di intimo:regalatevi una sottana mo-dellante per indossarequalsiasi abito nasconden-do le zone critiche e sfog-giare il vostro solito guarda-roba con un nuovo fascino.

Dalila Campanile

Investimenti modaioliCon i saldi i must-have hanno prezzi stracciati. Ecco cosa acquistare

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Casa, dolce casa. Ecco alcune idee dal passato suggerite da Philippe Daverio12 g e n n a i o

duemiladodici ambienti

Avete presente il gioco dei die-ci libri da portare sull’isola deserta?Philippe Daverio, noto critico d’arte,ha scritto un libro dal titolo “Il Museoimmaginato” che a questo gioco so-miglia molto. Estrosa curiosità e per-sonalissimo gusto, costituiscono gliinput per l’autore dall’inseparabilepanciotto dal gusto retrò e il papillondai colori sgargianti. Daverio strizzal’occhio al passato non solo per lascelta del suo look, ma sapiente-mente filtra il patrimonio artisticodel passato mettendone in luce gliaspetti utili per meglio comprende-re e vivere il presente. E così scegliecome location una villa ottocente-sca, la divide per stanze - cucina, sa-la da pranzo, bagno, biblioteca - ein ognuna di esse vi colloca alcunicapolavori dell’arte di tutti i tempiche costituiscono la sua collezioneideale. Dal momento che, come ri-corda lo stesso Daverio, “una casacon le opere più importanti del mon-do può essere solo quella di un la-dro”, proviamo a ripercorrere lestanze più importanti del suo museoimmaginario e prendere spunto daquesta originale idea per creare lanostra casa ideale, dove oltre ai mo-

bili, al colore delle pareti e ai ten-daggi, ci occupiamo anche dei qua-dri. L’arte,. Infatti, è sempre una ca-rezza per l’anima e poco importa sela casa è moderna o classica: il belloè adattabilissimo ad ogni stile. E sel’originale è un po’ troppo preten-zioso, a volte anche una buona co-pia può bastare. Un ruolo assoluta-mente centrale nella casa e nellavita, dobbiamo riconoscerlo all’am-biente cucina. Il “Mangiatore di fa-gioli” di Annibale Carracci è unesplicito invito non semplicemente a

soddisfare l’appetito, ma il brodo checola dal cucchiaio quasi ci fa sentiretutto il sapore rustico di un piatto co-siddetto povero, ma sempre appeti-toso. Insomma, indicatissimo per lanostra cucina. E poiché la cucina è

donna, potrebbe essere interessan-te collocare tra utensili e fornelli lenature morte di Fede Galizia, pittri-ce milanese del ‘600 che ha dedica-to la sua vita artistica a questi sog-getti. Notevole l’opera “Ciliegie”: igustosi frutti rossi, richiamo incon-fondibile dell’estate, così vivida-mente disposti sull’alzatina d’ar-gento, invitano chi li osserva adassaporarne la bontà. Nella sala dapranzo Daverio colloca “Le Nozzedi Cana” di Paolo Veronese. Il di-pinto fu realizzato per una parete delrefettorio del convento di San Gior-gio a Venezia. Appendere questo di-pinto in sala da pranzo è come esten-dere l’invito ad entrare nell’opera,come se si fosse davvero invitati al-la festa di nozze: un gesto di gene-rosa ospitalità per i nostri amici e pa-renti. D’altronde la sala da pranzo èil luogo della convivialità e dell’ag-gregazione familiare. Per la camerada letto, i toni e i temi diventano ne-cessariamente più riflessivi e paca-ti. Le Natività o le Adorazioni deiMagi risultano particolarmenteadatti a questo ambiente privato del-la casa, secondo una tendenza or-mai consolidata che sempre più net-

tamente tende a separare la zonagiorno dalla zona notte. I dipinti pro-posti per la stanza da letto sono mol-to diversi tra loro, ma rappresenta-no un momento di riflessione epreparano ad un sonno riparatoreaffinché la mente si curi dalle fati-che del giorno appena concluso. Peril bagno, il dipinto scelto da Daverioè un po’ macabro e forse difficil-mente incontrerà il gusto dei più.Certamente però il dipinto sette-centesco la “Morte di Marat” di Da-

vid, comunica immediatamente achi lo guarda una forte sensazionedi caldo per via dell’acqua bollentedi cui la vasca è ricolma. Questi glispunti. Adesso continuate voi il gio-co. Buon divertimento.

Emanuela Cafaro

Con estro, gusto e personalità trasformate il vostro “nido” in un’opera irripetibile: Se state arredando un appartamento, oltre ai mobili pensate anche alle pareti

Il “museo ideale” è tra le mura domestiche

Page 13: 6 Donna #1

DI LUCIA CASTRIOTTA

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Vintage e Modernariato. Che casa sei?Un mercato che conquista ed entusiasma migliaia di persone

Il design vintage è diventato unvero e proprio culto appassionan-do sempre di più e trasformandoquella che fino a poco tempo fa eraun fenomeno d’élite, in una ten-denza collettiva.

Il mercato del vintage sta entu-siasmando migliaia di persone chescelgono questo stile per arredare leproprie case con gusto e valore.Lampade, cuscini e cornici sono letestimonianze più evidenti da cui

non si può prescin-dere nella composi-zione del nostro mo-saico d’arredamento:pensiamo a quellelampade da ufficiocol cappello verde, aquelle decò o a quel-le orientabili, oppu-re alle cornici di fintobamboo anni ‘40. Iltempo passa ma ilvalore resta e sonoproprio gli arredi delpassato usati tra gli anni ‘30 e glianni ‘70 ad aver assunto l’aura delmito, restituendo il giusto peso allacultura storica e infondendo unsenso di vissuto al proprio interior.

In tutte le fasi della creazionedi una stanza è importante occu-parsi dei particolari senza fagoci-tarli, ma solo valorizzandoli, so-prattutto ricordandoci che ogniambiente sarà adatto ad ospitareun oggetto vintage.

I più conosciuti sono le casset-tiere, note come “I barocchetti ve-neti” simbolo degli anni ‘70: trala-sciata la funzione originaria,

colorati in ar-gento oro ofucsia, si pos-sono trasfor-mare in mobi-li da ingresso,salotto e - per-chè no - ins i m p a t i c iespositori dipiante e vasiposti nei cas-setti aperti ascalare sotto

un portico. In queste cassettiere ilpunto di forza sono maniglie e po-moli. Chic se posizionate controuna parete dipinta a colore contra-stante o acceso, è possibile utiliz-zare il loro piano d’appoggio comebase per libri e lampade.

Altro elemento che ha visto lepiù svariate interpretazioni è statoil comodino che, con lo scorrere de-gli anni, si è trasformato senza per-dere la sua utilità; dagli angoli acu-ti alla forma bombata, dal piccolocassetto all’anta intera, dal ripianoin marmo al tessuto, il comodino ri-mane uno dei mobili vintage impo-

nenti da accosta-re ad un sempliceletto con testatatessile o arricchi-to con un copri-letto prezioso eraffinato, o da po-sizionare in ba-gno o in un disim-pegno dovetornerà utile co-me contenitoreper asciugamanie piccoli oggettiche non trovanoposto in giro per la casa. Le sedieretrò portano tocchi di creatività severniciate con colori accesi, metal-lizzati o lucenti, rivestite in ecopel-liccia o tempestate di cristalli. Uti-lizzate in modo tradizionale, ovverocome classiche sedute intorno adun tavolo, saranno trendy se acco-state tra loro nonostante le diverseepoche di realizzazione, rispettan-do solo l’altezza delle stesse. Picco-li troni saranno le sedie anni ‘60 convolute e forme complicate.

Ultimi, ma non secondo noi in-terior, sono: “tessuti vintage”, con le

loro fantasie spazianti tra i floreali ei disegni geometrici in colori a con-trasto: dalle righe ai paesaggi alle fi-gure classiche e romantiche, van-no utilizzati come rivestimenti percuscini o paralumi, runner da tavo-lo, arazzi, tovaglioli e piccoli asciu-gamani per ospiti.

La nostra casa deve saperci ac-cogliere con affetto e calore quan-do rientriamo da una lunga giorna-ta lavorativa, per questocircondarci di oggetti speciali e per-sonalizzati ci aiuterà a svilupparesensazioni emozionali e di benes-sere.

Gli ambienti ci accolgono con calore se ricchi di oggetti “speciali”Puntiamo su lampade,sedie, cuscini e barocchetti veneti

Ecco gli elementi per creare il proprio “mosaico” di arredamento

13g e n n a i oduemiladodiciinterior design

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Parlare di se stessi è uno deipiaceri ai quali l’essere umano dif-ficilmente rinuncia. Viene sponta-neo alla maggior parte delle perso-ne, al di là del sesso, dell’età, dellaprofessione. Perché risponde ad un

bisogno profondo: quello di condi-videre le proprie esperienze.

Oggi più che mai. Le autofic-tion, le autobiografie o le confes-sioni vanno per la maggiore, ma ilfenomeno vero e proprio è quellodei blog, diari scritti su internet eleggibili dal vasto pubblico che na-viga in rete.

Sfogarsi in libertàScrivere di sé, dei propri pen-

sieri più intimi, aiuta a sfogare ten-sioni e preoccupazioni, lenendo idolori dell’anima. Ma il vero diarioè quello che non ha un destinata-

rio, che si scrive solo per se stessi,mettendosi a nudo fino in fondo:non importa se si verga a mano sulclassico taccuino o se si affidano ipropri pensieri ad un computer,l’importante è sfogarsi, svuotare la

mente, alleggerire ilcuore riversando sucarta o tastiera ciòche mette in crisi,preoccupa, dà da ri-flettere.

Non c’è dubbioche il diario è unmezzo che sviluppala conoscenza di sestessi, l’intimità con ipropri pensieri, aiuta

a comprendere meglio la vita ed èun antidoto allo stress. A questolivello, la scrittura ha un ruoloimportante nel contenere il do-lore o le preoccupazioni, ma èchiaro che, da sola, non cambia lesituazioni di crisi o di difficoltà.Tenere un diario, in ogni casoaiuta a fare chiarezza dentro disé, perché rende più precisi, chia-ri e puri i propri pensieri. Ma il dia-rio non è più solo il classico qua-derno o taccuino da tenerenascosto agli sguardi indiscreti, og-gi si è trasformato in qualcosa di

nuovo e tecnologico:il blog.

Lettere aperteIl blog ,anche se

molto simile al vec-chio diario, non è lastessa cosa. Il termineviene dalle paroleweb (la rete di inter-net) più log, diario di bordo, e pro-prio come tale va considerato.

Infatti, pur essendo scritto inprima persona, non è propriamen-te un diario, perché è pensato peressere letto. Il blog viene meno al-la regola fondamentale del diario:l’intimità, la segretezza, il non es-sere destinato a nessu-

no se non a sestessi. Unaperdita di se-gretezza chesi compensacon la dimen-sione del con-fronto con glialtri: il blog

prevede che gli eventuali lettori ri-spondano e vedano pubblicate leloro osservazioni sulla stessa pagi-na del diario on-line che stannocommentando. Quelli che si leggo-no in rete sono sfoghi, a volte anchemolto intimi, ma sono comunquedestinati alla

lettura, sia pure da parte di scono-sciuti. Infatti, nonostante il blogmantenga, come il diario, una strut-tura frammentaria, aggiornata viavia che c’è qualcosa da dire, si trat-ta più di una serie di lettere.

Inoltre, scrivere di sé è consi-derata un’esperienza curativa, do-ve il concetto di cura non va ricon-dotto solamente alla malattia.“Cura” in filosofia significa ancheesistere in quanto al centro dell’at-tenzione degli altri: quindi c’è cu-ra tutte le volte che qualcuno si ac-corge del suo prossimo. Percontrastare il senso di solitudineche tutti provano nel corso della vi-ta, molti ricorrono alla scrittura disé: che comprende il diario, il me-moriale, la poesia scritta in modoestemporaneo, il blog. Il raccontodi sé è una forma di autoterapia: at-traverso la narrazione ci si prende incura, ci si accorge di essere vivi nar-rando e scrivendo. Il blog, dunque,crea la possibilità di esistere per glialtri e aiuta altri a esistere: leggerele esperienze altrui, commentarle,scambiarsi opinioni aiuta anche aformulare pensieri meno banali,più complessi, contribuendo a co-struire nuove forme di cultura conlinguaggi nuovi. Angela Dalicco

14 g e n n a i oduemiladodici parole in libertà

Era un rito privato, ora è diventato pubblico: il blog è considerato il massimo del trendy

Tra confessioni e confidenze. L’evoluzione ai tempi del web

Caro Diario… non ti riconosco più

DiarioCONDIVISIONE’

i propri problemi sono letti

e giudicati da altri: a volte

si bara

PUBBLICO

serve anche agli altri: ci si

confronta e consiglia a

360°

Blog

INTIMITA’

Se si parla solo a se stessi

Si è sinceri fino in fondo

PRIVATO

non è fatto per essere letto

da altri, serve solo a chi

scrive

Page 15: 6 Donna #1

15g e n n a i oduemiladodici

Page 16: 6 Donna #1

In una società alla perenne ricerca del-l’eterna giovinezza, ci si può imbattere in vi-si ringiovaniti e spianati dalle rughe; ma chenon possono camuffare l’ine-vitabile rallentamento dell’at-tività cerebrale.

Anche il cervello invec-chia e purtroppo non c’è chi-rurgo che ci permetta di cor-rere ai ripari; ma qualchestrategia si. Secondo uno stu-dio dell’Università Cattolicadi Roma, le troppe calorie pre-senti nella nostra dieta quoti-diana sarebbero le responsabili dell’invec-chiamento prematuro di questo organo.Ricerche analoghe del passato hanno già mes-so in evidenza il collegamento tra l’obesità eil rallentamento precoce delle funzioni cere-brali. Oggi i meccanismi che collegano l’etàdel cervello all’alimentazione non sono piùsconosciuti: i ricercatori italiani hanno indivi-duato una molecola anti-aging che si attivaautomaticamente quando si mangia di meno.Precisamente quando il 30% delle caloriequotidiane vengono lasciate nel piatto. Vale a

dire quasi un terzo del fabbisogno caloriconormalmente consigliato e calcolato in baseal tipo di attività svolta.

Queste conclusio-ni sono il risultato diesperimenti scientificicondotti su pazientiche hanno adottatouna dieta restrittivama – come conferma-no i ricercatori del-l’equipe Pani – questaalimentazione limita-ta è stato solo un espe-

diente. Il prossimo obiettivo della ricerca èquello di creare dei farmaci con cui attivare ar-tificialmente questo beneficio, rendendoloaccessibile a tutti.

Denominata Creb1, questa molecola è di-rettamente coinvolta nel regolamento dellefunzioni cerebrali peculiari come la memo-ria, l’apprendimento e il controllo dell’ansia.A livello cerebrale, ciò su cui agisce Creb1sono le sinapsi, quelle giunzioni specializza-te attraverso cui si trasmettono le informa-zioni e con cui si formano i ricordi. Quandoinsorgono le malattie degenerative dell’ap-parato cognitivo come la demenza senile o ilParkinson, le sinapsi subiscono delle altera-zioni. E l’attività mediatrice della molecolacomincia a diminuire o risulta addiritturacompromessa. Fin quando non saranno sco-perti i farmaci su cui si concentreranno le fu-ture ricerche dell’equipe della Cattolica diRoma, diminuire il proprio apporto di caloriequotidiano risulta essere la strategia vincen-te per tutelare la giovinezza di uno dei nostriorgani principali. Dalila Campanile

16 g e n n a i oduemiladodici alimentazione

Per mantenere il cervello attivo e fun-zionale bisogna fare attenzione a ciò che siporta in tavola.

I prodotti biologici possono risultare deipreziosi alleati per questa nuova dieta: col-tivati rispettando l’ambiente e le stagioni so-no già di per sé un invito alla moderazione eal consumo di quello che la terra offre spon-taneamente. Questo significa anche assen-za di sostanze artificiali che non intaccanola salute, permettendo così al cervello di sta-re in un corpo sano, come insegnavano i sag-gi latini. Le differenze presenti nella produ-zione degli alimenti incidono chiaramentesul prezzo, leggermente maggiore rispetto aquello di un comune prodotto in vendita alsupermercato. Ma proprio quel centesimoin meno potrebbe vanificare i vostri sforzi diridurre il numero di calorie da ingerire; l’of-ferta vantaggiosa spesso ci porta ad acqui-

stare cibi di cui non abbiamo realmente bi-sogno. Mangiare biologico invece prevedeuna spesa ridotta ad alimenti genuini ed es-senziali. Ma ridurre spesso non corrispondeeffettivamente ad un sacrificio: la vasta gam-ma di alimenti biologici in vendita da “Bio-Arpi” permette al cliente di poter soddisfa-re ogni esigenza e voglia.

Gli ingredienti usati nelle preparazionicomposte infatti, hanno il vantaggio di pre-diligere sostanze con un minor numero dicalorie. Basti pensare all’utilizzo della soya,di cui conosciamo già il largo impiego nellediete depurative, per il burro e il latte. Oppuredello zucchero di canna nell’impasto dei bi-scotti. Per scoprire altri esempi non vi restache fare la spesa, sulla scia del detto megliopochi ma buoni! d.c.

Trovata molecola anti-invecchiamento

Preziosi alleati a tavola

Secondo uno studiodell’Università“Cattolica” di Roma, mangiare un terzo inmeno garantirebbe la longevità e il benesseredi uno dei nostri organi principali

Il “buono” che offre la natura

Mangiare Bio: pochi alimenti tutta salute

La giovinezza comincia dal cervello

La Ricetta Light Rosti di patate e gruviera

Ingredienti (per 4 persone): 1 kg di patate a pasta bianca, 1 cipolla bianca, 3 cucchiaid’olio, 25 g di burro, 120 gr di formaggio Gruviera grattugiato. Prezzemolo, sale e pepequanto basta.

Preparazione: Lavate le patate e lessatele in acqua bollente, leggermente salata, pernon più di 10 minuti. Poi scolate e lasciate raffreddare. Da parte tritate finemente la cipol-la. Pelate le patate e grattugiatele grossolanamente con una “mandolina” dalla trama gros-sa (in alternativa potete usare uno schiacciapatate); incorporate, quindi, la cipolla tritataed il formaggio grattato o a lamelle tenendone da parte un po’ per la guarnizione. Aggiun-gete il prezzemolo e un pizzico di sale e pepe, quanto basta. In una padella, scaldate l’olioe il burro. Aggiungete il composto già diviso in porzioni, aiutandovi con un “coppapasta”.Con il dorso di un cucchiaio, modellate il composto fino ad ottenere delle frittelle spesse dafriggere per un minuto a fuoco vivo da entrambi i lati; poi proseguire la cottura a fuoco mo-derato per altri 5-6 minuti, fino a quando entrambi i lati non saranno ben dorati.

A questo punto, impiattare e servire, senza dimenticare il tocco finale: una spolveratadi gruviera, una foglia di prezzemolo e un pomodorino pachino tagliato a fette. Buon appetito!

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17g e n n a i oduemiladodici

Quale intervento

logopedico?In casi di deglutizione scor-

retta o atipica, l’intervento logo-pedico deve mirare ad una com-pleta educazione funzionale epuò implicare anche un inter-vento per correggere difetti arti-colatori (sigmatismo /s/, rotaci-smo /r/) o difficoltà fonatoriemantenendo alto il livello di mo-tivazione del bambino o adulto,proponendo esercizi più oppor-tuni alla disfunzione del pazien-te, eseguendo in maniera rigo-rosa l’eserciziario elaborato adhoc. Per i più piccoli, spesso sirealizza un piccolo quaderno,con l’ausilio di personaggi o im-magini divertenti, sui quali ven-gono riportati gli esercizi appre-si in ambulatorio o in studio e poifatti ripetere a casa con la super-visione della mamma o del pa-rente che prende parte alle se-dute logopediche. In presenza diabitudini viziate (come l’uso pro-lungato del biberon o altro og-getto da ciucciare) è fondamen-tale partire dalla loroeliminazione, con un approcciomotivazionale che coinvolga an-che i genitori. Passando agliesercizi, invece, essi vengonoproposti per gradi, da quelli mol-to semplici a quelli più comples-si, secondo il tipo di disfunzione.Vengono eseguiti di fronte aduno specchio per visualizzare di-rettamente il movimento, facili-tandone l’apprendimento. Capi-ta, quando si lavora con i piùpiccoli, di far precedere l’esecu-zione di un esercizio con un bre-ve training psico-motorio fina-lizzato a far acquisire unamigliore conoscenza oro-bucca-le cosi, ad esempio, con l’ausiliodi bocche di cartone si propon-gono giochi prassici vari: “la boc-ca è abitata dalla lingua, questadeve stare dentro e non fuori”, ocon la mano che simula la linguasi fa percepire il movimento cheessa compie all’interno dellabocca. La deglutizione scorrettapuò riguardare soggetti in fasedi crescita, ma anche quelli adul-ti. Accade sempre più frequen-temente, infatti, che adulti ven-gano inviati in trattamento e che,nonostante lo scetticismo inizia-le, raggiungano ottimi risultati.Chiaramente il trattamento lo-gopedico non si completa in ununico ciclo di sedute, ma preve-de una serie di follow-up e con-trolli a cadenza settimanale,quindicinale o mensile secondo lespecificità del caso. Concluden-do, si può affermare che la tera-pia miofunzionale, correttamen-te impostata e condotta in modoappropriato, eventualmente in-tegrata da adeguata rieducazio-ne/educazione della respirazio-ne, fonazione e articolazione,possa condurre a risultati soddi-sfacenti. a.l.

in pocheparole

L’incontinenza urinaria vienedefinita come la perdita involontariadi urina al di fuori dell'atto della min-zione che determina un peggiora-mento della qualità della vita. Taledisturbo colpisce prevalentementeil sesso femminile e la sua incidenzaaumenta dai 35 anni in poi.

Tuttavia qualsiasi donna può es-sere affetta da incontinenza urina-ria, da quella che ha da poco partori-to a quella nel periodo menopausale,all’anziana. Risulta comunque diffi-cile individuare la reale incidenzadel fenomeno per la difficoltà ad ef-fettuare una precisa rilevazione cli-nica. Le pazienti risultano spesso ri-luttanti ad esporre tale problema inparte per l’imbarazzo, in parte per laconvinzione che si tratti di una con-dizione legata all’età ed in ultimo perla scarsa conoscenza delle possibiliterapie.

L’incontinenza urinaria vieneclassificata in differenti modi ma dalpunto di vista clinico possiamo di-stinguere l’incontinenza da stress,che consiste nella perdita di urina inconseguenza di aumenti della pres-sione addominale quali colpi di tos-se o starnuti, l’incontinenza da ur-genza legata a perdite che siverificano in conseguenza di uno sti-

molo impellente di urinare ed infinel’incontinenza mista che rappresen-ta la maggioranza dei casi. L’incon-tinenza urinaria da stress può esserelegata ad alterazioni dei muscoli delpavimento pelvico o a deficit intrin-seco dello sfintere urinario. I fattoriche possono determinare tali altera-zioni come l’età, il parto e la gravi-danza, la menopausa, l’obesità e ilfumo risultano predisponenti.

Nell’incontinenza urinaria da ur-genza invece le perdite urinarie sono

legate ad una iperattività delmuscolo detrusore della vesci-ca, che può essere di tipo idio-patico o secondario a infezioniurinarie, litiasi vescicole e neo-plasie vescicali. Nelle formemiste le perdite urinarie si ve-rificano sia sotto sforzo che inassociazione ad iperattività deldetrusore.

La terapia dell’incontinen-za urinaria prevede tre possibi-li trattamenti: farmacologico,chirurgico e riabilitativo. La te-rapia farmacologica è rivolta atrattare l’iperattività idiopatica

del muscolo detrusore mentre in ca-so di iperattività secondaria sarà ne-cessario intervenire sulla causa spe-cifica. Il trattamento chirurgico siavvale di interventi che hanno lo sco-po di correggere selettivamente l’al-terazione che ha determinato l’in-continenza urinaria. Lachinesiterapia consiste invece nel-l'esecuzione di alcuni semplici eser-cizi di contrazione e rilassamento deimuscoli del pavimento pelvico, in

grado di favorire la presa di coscien-za e il rafforzamento di tutto il siste-ma di sostegno degli organi pelvici.L' elettrostimolazione è invece indi-cata nei casi in cui i muscoli perinea-li non riescono ad essere contratti vo-lontariamente ed in modo adeguato.Una tecnica passiva, quindi, fondatasull'utilizzo di appositi elettrodi e re-lativi impulsi elettrici, assolutamen-te indolori, che a loro volta vanno astimolare i muscoli del pavimentopelvico.

Il Biofeedback, infine, consistenell'impiego di strumenti capaci diregistrare una contrazione o un ri-lassamento muscolare che potreb-bero non essere percepiti dalla don-na. Il segnale viene quinditrasformato in segnale visivo, per-mettendo alla paziente di verificarele contrazioni o il rilassamento e diimparare a compierli in modo cor-retto. Il pavimento pelvico rappre-senta insomma uno dei principali pi-lastri per la salute e il benessere diogni donna. Riscoprirlo e valorizzar-lo è oggi un obiettivo possibile.

Riabilitazione del pavimento pelvico: conteniamo l'incontinenza

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FISIOTERAPISTA

Per deglutizione s’intende unmeccanismo neuro-muscolare, uninsieme di movimenti coordinati chepartendo da un atto volontario sicompletano per via riflessa e checonsentono di far progredire il bo-lo/cibo dalla cavità orale alle vie di-gestive inferiori. Tale meccanismova incontro ad una fisiologica ma-turazione: il passaggio da una de-glutizione di tipo infantile a quellaadulta. Tale passaggio è lungo eprogressivo, con numerose variantiindividuali, ed è valutato in mododiverso dai vari autori. Di solito èprevalente quella infantile fino allacomparsa della dentizione decidua(intorno al 20° mese) e la fisiologicamaturazione del meccanismo delladeglutizione non sempre si verificain modo completo. Normalmente, ladeglutizione infantile è accettata fi-no al momento della comparsa del-la dentatura permanente, quella dei6 anni.

La deglutizione si compone dipiù fasi - orale, faringea, esofagea -oltre quella di preparazione orale.Quella orale è quella più facilmen-te modificabile con una rieducazio-ne adeguata, essendo - diversa-mente dalle altre - una faseconsapevole e volontaria. In questa

fase, la lingua in posizione neu-tra/riposo - punta della lingua chetocca leggermente il palato nella zo-na centrale subito dietro della pa-pilla interincisale – mentre un solcosi delinea progressivamente sullasuperficie dorsale della lingua, avviaun movimento di schiacciamentoprogressivo della parte centrale del-la lingua sotto il palato (direzioneantero-posteriore) con scomparsadel solco e progressione del bolo/ci-bo. A tale fase fanno seguito le altreche, anche se involontarie, possonorisentire di un trattamento di rie-quilibrio funzionale.

Nella deglutizione scorretta va-riano i tempi e le contrazione mu-scolari, che avvengono in manieranon appropriata. Ad esempio, unalingua in postura bassa o avanzata si

muove in direzione an-teriore (anziché poste-riore), richiedendo lacontrazione di muscoliche solitamente non in-tervengono; ma ciò

comporta l’instaurarsi di danni stret-tamente correlati all’età. In un sog-getto in crescita, una lingua chespinge in avanti potrebbe provoca-re una deformazione ossea con malposizione dentale e comparsa,eventuale, di morso aperto. In etàadulta, un soggetto che per anni hasopportato una spinta linguale (gra-zie ad un osso particolarmente ro-busto), con il progredire degli annipuò presentare un danneggiamen-to progressivo dei tessuti di soste-gno degli elementi dentali con con-seguente perdita di stabilità emigrazione degli stessi, sino alla lo-ro perdita.

L’abitudine ad una deglutizio-ne atipica-infantile, a volte - comeritengono alcun psicologi - vieneconsiderata come un atteggiamen-

to di difesa del bambino verso si-tuazioni emotive nuove ed indesi-derate (come l’arrivo di un fratelli-no o eventi familiari particolari).Altre volte è una necessità dovuta afattori generali e locali: la presenzadi patologie del sistema nervosocentrale o malattie genetiche (Sin-drome Down), un’alterazione ana-tomica piuttosto seria (macroglos-sia, palatoschisi, interventoabilitativo, eventualmente, post-in-tervento chirurgico), situazioni tran-sitorie come l’ambiente orale sfavo-revole (crescita sproporzionata deltessuto adenoideo o tonsillare), lapresenza di abitudini orali errate(succhiarsi il pollice, il protrarsi del-l’uso del biberon o del ciuccio, il ro-sicchiamento delle unghie o il bru-xismo). L’approccio e l’intervento sutale patologia è di tipo multidisci-plinare, necessità di una stretta col-laborazione tra più figure profes-sionali: odontoiatra, otorino,chirurgo maxillo-facciale, posturo-logo, fisioterapista e logopedista.

Una difesa verso nuove situazioni emotive?

Quando la deglutizione è scorretta o atipica E’ necessaria una completa

educazione funzionale per correggere difetti articolatori e

difficoltà fonatorie

Colpisce soprattutto le donne, dai 35 anni in su. Si può intervenire a livello farmacologico, chirurgico o riabilitativo

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LOGOPEDISTADI ADELAIDE LECCESE

Peggiora la qualità della vita

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E’ un dato allarmante quelloche riguarda la diffusione, sempremaggiore, della Ghb, la cosiddetta“droga dello stupro”. L’ultimo epi-sodio avvenuto a Foggia, quandola Guardia di Finanza ha seque-strato un litro di questo tipo di stu-pefacente, ha riacceso i riflettori suquesta piaga che già in passato erasalita alla ribalta, a causa di episo-di analoghi.

La Ghb è una sostanza che hatrovato largo uso nell’ambito dellepalestre, usato come dopante, perpoi diventare famosa negli anni ‘90,nell’ambiente notturno, anche conil nome di “ecstasy liquida”. In ve-rità questa sostanza non ha nulla ache fare con l’ecstasy, da cui si dif-ferenzia sia nell’aspetto sia negli ef-fetti.

Ghb: come si presenta e cheeffetti ha?

La Ghb (gamma-idrossibutir-rato) si presenta in forma liquida,insapore e dall’odore appena pun-gente; i suoi effetti possono so-praggiungere dopo circa 5 – 20 mi-nuti dall’assunzione e durare perun lasso di tempo che può variareda un’ora fino alle tre ore. Al mo-mento dell’assunzione, si ha unasensazione di benessere, rilassa-

tezza, aumento della sensazionetattile, spigliatezza ed anche un au-mento del desiderio sessuale. Ne-gli uomini è diffusa soprattutto per-chè aumenta il mantenimentodell’erezione maschile. Una doseeccessiva di Ghb può portare al co-ma ed alla morte, soprattutto se as-sunta insieme a sostanze alcoliche.Il mattino dopo l’assunzione, si ac-cusano i medesimi effetti dei po-stumi di una “sbronza”, ovverosenso di vertigine, nausea, confu-sione mentale e la quasi totale as-senza di ricordi che riguardano ilperiodo che segue l’assunzione del-la droga.

Perché si chiama così?Il nome di “droga dello stupro”

deriva proprio dalla facilità con cuiessa può essere somministrata sen-za che la vittima se ne accorga. Imalintenzionati, solitamente la di-luiscono in bevande alcoliche,sfruttando il fatto che laGhb non ha sapore, néodore, per poi approfit-tare del momentaneo in-debolimento della don-na presa di mira.Purtroppo, anche in Italiasi sta diffondendo tale fe-nomeno. Questo tipo didroga, infatti, risulta fa-

cile da reperire sia sul mercato ne-ro, sia su siti web realizzati per ef-fettuare la compravendita di que-sta sostanza. Insieme alla Ghb,un’altra sostanza che è un suo pre-cursore, il Gbl (gamma butirrolat-tone) si sta diffondendo sempre più;esso viene metabolizzato dall’or-ganismo in Ghb determinando,quindi, gli stessi effetti di quest’ul-tima droga, con la quale condivideil medesimo e triste appellativo.

18 g e n n a i oduemiladodici

Cosa c’è da sapereDove è diffusa - Questa sostanza ha iniziato a diffon-dersi negli ambienti fitness e nelle palestre come sti-molante degli ormoni della crescita. Recentemente,invece, viene ritrovata maggiormente nelle discote-che e nei locali notturni.

Come difendersi – Nei luoghi di ritrovo dove potreb-be circolare questo tipo di stupefacente è necessariofare attenzione alla preparazione dei cocktail, non ac-cettare mai bevande offerte da sconosciuti e, soprattutto,non lasciare mai incustodito il proprio bicchiere.

Come si scopre – Il Ghb si può rintracciare nelle uri-ne con un esame che deve essere effettuato entro le24 ore dalla possibile assunzione dello stupefacente.

Combinazioni rischiose - La morte potrebbe ancheessere possibile conseguenza di una crisi respiratoriapoiché alte dosi di Ghb potrebbero inibire i centri re-spiratori del tronco cerebrale. Consumare Ghb è estre-mamente pericoloso per chi è in terapia con farmacianti-retrovirali, come quelli contro il virus Hiv.

I rischi del tumore alla

prostata

in pocheparole

Su La Repubblica ritroviamoi risultati di un interessante stu-dio condotto dal dipartimento diUrologia della University of Ca-lifornia di San Francisco, pubbli-cato sulla rivista PloS One, se-condo cui chi consuma grandiquantità di carne rossa molto cot-ta avrebbe il doppio delle possi-bilità di ammalarsi di tumore allaprostata. Lo studio, guidato dal-l’urologo Sanoj Punnen si è basa-to su 470 persone a cui era statodiagnosticato un tumore aggres-sivo alla prostata e su 512 sogget-ti di controllo, tutti reclutati neiprincipali ospedali e centri di ri-cerca di Cleveland, in Ohio. Aipartecipanti è stato chiesto dicompilare un questionario sulleloro abitudini alimentari durantel’ultimo anno, come il consumo ela frequenza dei diversi tipi di car-ne e le modalità di cottura, quali ilbarbecue e la griglia. Dai risulta-ti è emerso che chi era abituato aconsumare due porzioni di ham-burger o polpettone alla settima-na, aveva un rischio più che dop-pio di sviluppare un tumoreaggressivo alla prostata rispettoa chi non ne consumava affatto.La colpa di ciò non sarebbe tantonella carne in sé, quanto nella tec-nica e nel grado di cottura. Il ri-schio era doppio per chi consu-mava carne ben cotta, mentrel’aumento era più modesto (circail 12%) per coloro che preferiva-no la cottura media o al sangue.Negli ultimi anni i risultati deglistudi sul consumo di carne spes-so sono stati contrastanti, ma se-condo Punnen, ciò è dovuto al ti-po di tumore esaminato. “Inparticolare, è possibile che l’as-sociazione tra consumo di carnee tumore sia valida solo per cancriaggressivi o in stadio avanzato”.Il meccanismo attraverso cui ilconsumo di carne ben cotta po-trebbe aumentare il rischio dicancro è nel rilascio di compostimutageni durante la fase di cot-tura. I principali responsabili sa-rebbero le ammine eterociclichee gli idrocarburi policiclici aro-matici, quali composti chimici chesi formano quando il muscolo dianimali come manzo, maiale, pe-sce e pollo vengono cucinati atemperature elevate. Gli idrocar-buri aromatici si producono affu-micando o grigliando la carne afiamma diretta dal grasso che co-la sul fuoco; questi poi vanno a ri-coprire la superficie della bistec-ca o dell’hamburger. Le ammineinvece, si formano da reazioni dicreatina e creatinina con ammi-noacidi e zucchero quando lastessa carne si cuoce a lungo edad alte temperature.

Elisabetta Ciavarella

Il trattamento di maternità nel contesto delle pari opportunità

Un principio riconosciuto dalla Costituzione

Attenzione alla “droga dello stupro”

I giovani, internet e i nuovi stupefacentiMEDICO CAV

DI ANNA LEPORE

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DI PALMA RUBANO

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AVVOCATO

La tutela della maternità è stret-tamente connessa al principio di pa-rità di trattamento tra uomini e don-ne. La protezione delle madrilavoratrici serve ad eguagliare lacondizione delle donne al mercatodel lavoro. Le lavoratrici in stato digravidanza, o nel periodo successi-vo al parto, non devono essere ob-bligate a svolgere un lavoro nottur-no. Esse, invece, devono esseredestinate a svolgere un lavoro diur-no e/o in alternativa essere dispen-sate dal lavoro. Ove non sia possibi-le l’assegnazione al lavoro diurnodelle donne in stato di attesa deveessere disposta la proroga del pe-riodo di congedo. Nello specifico, ilcongedo di maternità esclude che ledonne siano adibite al lavoro du-rante i due mesi precedenti il parto edurante i tre mesi successivi. Nel ca-so in cui il parto avvenga oltre la da-ta presunta, la lavoratrice gode delcongedo per il periodo intercorren-te tra tale data e la data del parto,mentre nel caso in cui il parto arriviprima della data presunta, gli ulte-

riori giorni non goduti si aggiunge-ranno al periodo del congedo dopo ilparto e nei 4 mesi successivi a taledata, previa l’attestazione del medi-co competente che tale opzione nonporti nessun pregiudizio alla salutedella lavoratrice e del bambino.Quando le lavoratrici sono occupa-te in lavori gravosi o pregiudizievo-li dovrà disporsi l’anticipazione delperiodo di congedo. In questi casi ildivieto di impiegare la donna in at-tività lavorativa decorre da tre mesiprima dalla data presunta del parto.Nell’ipotesi in cui si verifichino gra-vi complicanze durante la gravi-danza, o vi siano condizioni di lavo-ro o ambientali pregiudizievoli allasalute della donna o del bambino,oppure quando la lavoratrice nonpossa essere spostata ad altre man-sioni potrà essere disposta l’interdi-zione dal lavoro della lavoratrice ge-stante fino al periodo del congedo.Ove invece si verifichi l’interruzio-ne della gravidanza spontanea e/ovolontaria, intervenuta entro il 180°giorno, ricorrerà un’ipotesi di ma-

lattia con conseguente diritto perla dipendente al trattamento dimalattia. L’interruzione avvenu-ta dopo il detto termine compor-ta invece il trattamento di ma-ternità con possibilità per ladipendente di beneficiare dei dirit-ti di indennità per i tre mesi succes-sivi. Durante il periodo di congedoper maternità spetta una indennitàgiornaliera parametrata alla retri-buzione media globale giornalieradel periodo di paga quadrisettima-nale o mensile scaduto ed immedia-tamente precedente a quello nel cor-so del quale ha avuto inizio ilcongedo. La diffusione di particola-ri categorie di contratti quali il con-tratto a termine, il contratto di for-mazione e lavoro, il lavoro interinale,l’apprendistato il tirocinio, il lavoro adomicilio, il lavoro domestico, le la-voratrici con contratto di lavoro co-ordinato e continuativo, le lavoratri-ci che operano nel settoredell’agricoltura, le lavoratrici auto-nome, le libere professioniste e co-loro che hanno perso il lavoro sono

tutelate dal punto di vista della ma-ternità in modo da garantire quan-tomeno il trattamento corrispon-dente al periodo di congedo dimaternità secondo regole simili aquelle delle lavoratrici subordinate.Difatti, per le lavoratrici che nonhanno un rapporto di lavoro in corso,in caso di risoluzione, anche per sca-denza del termine del contratto, osospensione dal lavoro, e in caso didisoccupazione è riconosciuto il di-ritto al congedo per maternità pertutta la durata quando al momentodella risoluzione o della scadenza lastessa sia già in congedo oppurequando non siano decorsi più di 60giorni tra la fine del lavoro e l’iniziodella gravidanza (senza tenere con-to di congedi parentali, congedi perprecedenti maternità, assenze permalattia).

In aumento la diffusione ed il consumo della Ghb,la droga che circola soprattutto nei locali notturni

La protezione delle madri lavoratrici serve ad eguagliarela condizione delle donne al mercato del lavoro

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19g e n n a i oduemiladodici

MP3-dipendentiocchio all’udito

I lettori mp3 sono più danno-si per le nostre orecchie dei ru-mori che si sentono per strada osul posto di lavoro. Dopo l’allar-me lanciato nel 2006 dai mediciamericani sullo spropositato au-mento di casi di giovani che la-mentavano cali di udito riscon-trati in precedenza solo negliover 50, cui aveva fatto seguitola decisione della Commissioneeuropea di stabilire nuove rego-le per i produttori di dispositiviaudio, un recente studio con-giunto delle Università del Mi-chigan e della California, con-ferma i timori degli esperti: lamusica sparata a palla nelleorecchie, soprattutto da parte digiovani o giovanissimi, sarebbefonte di grave pericolo per l’udi-to, con una percentuale di rischiosuperiore addirittura a quellacausata dal rumore del traffico odel lavoro in fabbrica. La ricercariprende i risultati di uno studiodell’Università di Yale dello scor-so anno che aveva equiparato idanni provocati dall’ascolto diiPod e simili al rumore di un jetin decollo.

Per dimostrare la loro tesi, gliscienziati americani hanno te-stato la capacità uditiva di 4.500newyorkesi, utilizzatori abitualidei mezzi pubblici, scoprendo –non senza sorpresa - che sebbe-ne il 10% del campione avessesperimentato alti livelli di fasti-dio all’udito causati dai bus e dairumori delle strade in genere,quando l’analisi si estendeva al-l’esposizione a tutte le fonti so-nore, il dato schizzava al 90%. Ela fonte primaria del fastidio eradata proprio dalla musica ascol-tata tramite i lettori mp3. Insom-ma, peggio il rock dei clacson. «Ilfatto che due persone su tre sia-no maggiormente esposte al ru-more causato dall’ascolto dellamusica tramite apparecchi por-tatili è alquanto sorprendente –ha spiegato al Telegraph il pro-fessor Rick Neitzel – perché fi-nora si era pensato che il posto dilavoro fosse la causa principaledi pericolo. Ma le implicazionidelle nostre conclusioni sono al-trettanto incredibili, perché con-fermano quanto serio sia diven-tato il problema: se infatti questasituazione di rischio fosse causa-ta da un altro fattore, non ver-rebbe mai tollerata, mentre lofacciamo con il rumore, anche senumerosi studi hanno dimostra-to come questo problema sia fon-te di svariati disturbi fisici, qualistress, perdita del sonno e ma-lattie cardiache».(Fonte: il Corriere della Sera web)

in pocheparoleTra luoghi comuni e pregiudizi sociali

Ma davvero allatti ancora?Lo svezzamento è una fase delicatissima: va affrontata evitando forzature traumatiche che possono incidere sulla personalità del bimbo

E’ da poco passato Natale, le vo-stre case saranno piene di giocatto-li di tutti i tipi e le forme.

Per questo motivo abbiamopensato di fornire qualche impor-tante consiglio per riconoscere i gio-cattoli sicuri e garantire giochi se-reni ai vostri bambini.

Per prima cosa, prima di acqui-stare un giocattolo, si consiglia diverificare la presenza del marchioCE, senza del quale i giocattoli nonpossono essere immessi nel merca-to italiano. Il marchio CE lo apponeil fabbricante, attestando sotto lapropria responsabilità che il giocat-tolo è conforme alle norme di sicu-rezza europee.

Il marchio deve essere ben visi-bile e leggibile. E’ vietato apporrefinti marchi CE o comunque marchiche, per loro caratteristica, possanoconfondersi con esso, ed è altresìvietato coprire, anche parzialmente,il marchio CE con altri marchi. Es-so, inoltre, non può essere più pic-colo di 5mm, non deve essere stam-pato con colori o caratteri diversi daquelli previsti e deve essere indele-bile. Fondamentale è anche l’eti-chettatura, che deve riportare, inlingua italiana, informazioni relati-ve al produttore, importatore o di-stributore, le avvertenze e le istru-

zioni ben visibili e leggibili e l’etàdel bambino a cui il giocattolo èconsigliato.

L’Ente Nazionale Italiano diUnificazione, più conosciutocome UNI, per garantire unamaggiore sicurezza dei gio-cattoli, ha pubblicato le normeUNI EN 71 che stabilisconorequisiti e metodi di provaal fine di garantire la sicu-rezza dei giocattoli per i bam-bini fino ai 14 anni. Tali normevengono costantemente aggior-nate per adeguarsi ai nuovi requi-siti di sicurezza adottati in sede eu-ropea. L’aggiornamento dellenorme segue di pari passo le inno-vazioni del mondo dei giocattoliderivanti dalla disponibilità dinuove tecnologie e dallo sviluppodi nuove creatività più adatte aibambini di oggi.

Le norme UNI EN 71 stabilisco-no che i giocattoli vengano sottopo-sti a prove per verificare che i mate-riali che li costituiscono non cedanosostanze tossiche (antimonio, arse-nico, bario, cadmio, cromo, piombo,mercurio e selenio). Le prove consi-stono nel prelevare campioni di ma-teriale e di rivestimento dai prodot-ti e sottoporli ad analisi dilaboratorio che simulano un pro-

lungato contatto con lasaliva e con i succhi ga-strici del bambino in ca-so di ingestione. Inoltre,

i giocattoli non de-vono avere borditaglienti, punte

acuminate, parti libere che possanodanneggiare i bambini con lacera-zioni di ogni tipo. Un altro requisitoche le norme valutano attentamen-te è quello dell’infiammabilità. Pergarantire il necessario livello di si-curezza per gli oggetti rivestiti di pe-lo, capelli, nastri o fili vengono ese-guiti test di velocità di propagazionedella fiamma in funzione delle ca-ratteristiche dei diversi prodotti.

Molti principi generali di sicu-rezza stabiliti possono essere facil-mente verificati dagli adulti/geni-tori sia per controllare il grado dipericolosità dei giocattoli già pre-senti in casa sia, preventivamente,per acquistare giocattoli sicuri e non

pericolosi. Adesempio, è impor-tante controllareche i giocattolinon abbiano spi-goli e bordi ta-glienti, che i mec-canismi diapertura e chiusu-ra abbiano dei di-spositivi di bloc-caggio automaticoper evitare loschiacciamentoaccidentale e chele eventuali molle

o meccanismi in movimento non sia-no accessibili alle dita. Ancora, bi-sogna controllare che le cuciture ele parti applicabili siano resistentiagli strappi che le parti che si pos-sono staccare abbiano dimensionitali da non poter essere ingerite eche i giocattoli nei quali i bambinipossono entrare (tende, casette, ecc)abbiano fori di ventilazione e porteapribili con sforzo minimo.

Un quesito che si ripropone ogni anno

Giocattoli, scegliere in sicurezzaUna serie di consigli utili per tutelare la salute e l’incolumità dei bambini

DI PATRIZIA PALMIERI

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PEER COUNSELOR DELL'ALLATTAMENTO

Tanti sono i luoghi comuni incui, sempre più spesso, la nostracultura rischia di inciampare quan-do si affronta l’argomento “allatta-mento prolungato”. Voler allattareun bambino per oltre un anno, e far-lo serenamente anche in pubblico,è una possibilità che viene sempre“offuscata” dalla parente, dalla vi-cina o persino dalla sconosciuta diturno che, improvvisandosi espertain materia, esclama: “ma come ècosì grande e lo allatti ancora?” op-pure “fai presto a svezzarlo perchése diventa un vizio, poi sarà dura”.

Quante mamme, infatti, posso-no negare di avere ascoltato (espesso anche accettato) i consigli diqueste praticone della pediatriamoderna? Certo, ci si fida della buo-na fede, ma siamo davvero sicureche tanto rigore sia stato applicatoda queste persone con i propri figli?E se la risposta, malauguratamen-te, è affermativa dobbiamo noi perforza omologarci agli altri, anchenegli errori, e questo per sentirciadeguati ai luoghi comuni?

In questo modo, si crea una sor-ta di massoneria che, invece di con-dividere con il mondo quella mera-vigliosa manifestazione d’amore

che lega madre e figlio, la nascon-de gelosamente come un “segretodi famiglia”.

Nonostante sia stato ampia-mente sdoganato il nudo femmini-le in tutte le sue espressioni questarimane l’era del biberon e non – misi passi il termine - della tetta!

Strano, ma vero, se vediamo unbimbo di uno o due anni che beveal biberon pensiamo che bere latteè una sana abitudine che aiuta acrescere bene, mentre se ne vedia-mo uno che alla stessa età apprezzaancora il “sano buon latte di mam-ma” gridiamo allo scandalo. Natu-ralmente non si vuole qui dibattere

delle qualità nutritive del latte uma-no e dei numerosi buoni motivi perfare assumere il latte materno an-che dopo tanti mesi dal parto e delsuo confronto, comunque e semprevincente rispetto al latte in formu-la, ma solo evidenziare quanto unpregiudizio sociale possa snatura-re la cosa più naturale al mondo.

D’altronde pochi di noi si sonomai soffermati a pensare che il lat-te vaccino che arriva sulle nostre ta-vole altro non è che “latte maturo”(così chiamato dagli allevatori), ov-vero prodotto da mucche che han-no partorito da più di un anno. Al-lora l’interrogativo è d’obbligo:

perché per tuo figlio è meglio il lat-te della Lola e non il tuo?

La nostra società, attraverso isuoi mezzi di comunicazione, nonmette affatto in luce tutti gli effettipositivi dell’allattamento prolun-gato sia per la mamma che per ilbambino. Questo invece potrebbeessere di grande utilità per tuttequelle mamme che pur credendonell’allattamento finiscono per ce-dere ai consigli di chi afferma cheil latte materno, dopo i primi mesi,perde il suo effetto altamente nu-tritivo, per cui “non serve più aniente”.

Lo svezzamento è una fase de-licatissima della vita di un bambi-no e va affrontato con i suoi tempinaturali evitando forzature trau-matiche che potrebbero lasciarestrascichi sulla personalità. L’in-fanzia è un periodo molto brevenella vita di un individuo e render-la serena e felice è un dovere di ge-nitore ed un dovere sociale, tuttoquello che nel bene o nel male suc-cede in questa fase di crescita ri-marrà impresso nell’emotività, etanta più sicurezza doniamo ai no-stri cuccioli, tanto più sapranno cre-dere nelle loro potenzialità.

DI ROSANGELA LORISO

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MOVIMENTO CONSUMATORI

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Il fegato è la più grossa ghian-dola del corpo umano, situata nel-la parte alta e destra dell'addomesubito sotto il diaframma, di di-mensioni mantenute costanti ri-spetto al peso corporeo (aumen-tando e diminuendo in base adesso) e di peso di 1.000 – 1.500grammi.

E’ costituito da numerosi epa-tociti, cellule fortemente irrorateove è particolarmente sviluppato ilreticolo endoplasmatico liscio, cheè un particolare organulo cellula-re adibito alla sintesi dei lipidi, almetabolismo dei carboidrati e alladetossicazione di scorie metaboli-che e sostanze nocive. Le celluledel fegato sono inoltre ricche di pe-rossisomi, organuli cellulari che in-tervengono nella neutralizzazionedelle sostanze tossiche.

Il fegato ricopre un ruolo meta-bolico di primo piano, fondamen-tale per il corretto funzionamentodell'intero organismo.

La sua funzione non è sempli-

cemente digestiva, sebbene vi con-fluiscano i substrati energetici ele-mentari assorbiti a livello intesti-nale (glucosio, aminoacidi, acidigrassi). Come ghiandola, infatti, haun'azione secretiva, producendodiverse sostanze come la bile ed al-tri prodotti metabolici.

La bile, essenziale per la dige-stione dei grassi e delle vitamineliposolubili (A-D-E-K), dopo esse-re stata prodotta dal fegato, vieneconvogliata nella cistifellea o cole-cisti, dove viene raccolta e concen-trata per poi essere riversata, al mo-mento opportuno (quando i cibicioè passano dallo stomaco all'in-testino), nel duodeno. E’ questa laragione per cui l’intero organismone risente se il fegato è ammalato.

L'attività epatica può esserecompromessa, soprattutto ed a vol-te anche in modo importante, dauno stile di vita non corretto: ec-cessivo consumo di tabacco, di al-cool, di sostanze stupefacenti, difarmaci (ad es. uso indiscriminato di

alcuni steroidi anabolizzanti), dicaffeina o di cibi grassi (salumi,burro, formaggi, uova, fritture, dol-ci), ecc.

Un'alimentazione sana edequilibrata, ricca di antiossidanti,indubbiamente aiuta il fegato a“sbarazzarsi” delle sostanze tossi-che (farmaci, alcool, patogeni, re-sidui del metabolismo, cellule mor-te, diossina, caffeina e pesticidi),senza che gli epatociti subiscanodanni importanti.

Amici nutrienti del fegato sonole vitamine A, C ed E, il selenio edil glutatione; quindi è bene man-giare frutta, pesce, verdura e ce-reali integrali.

Il fegato può essere colpito damalattie molto pericolose di originevirale o risentire di patologie checolpiscono altri distretti dell'orga-nismo.

Un’importante malattia di ori-gine virale è l’epatite. Il contagiopuò avvenire tramite contatto consangue infetto o durante rapporti

sessuali non protetti. Alcune forme(epatite A ed E) si trasmettono an-che attraverso alimenti contami-nati a causa di scarse norme igie-niche.

Il fegato, poi, può andare in-contro ad una particolare condi-zione chiamata steatosi o, più co-munemente, fegato grasso. Inquesti casi si verifica un accumulomassivo di trigliceridi che, croni-cizzando, può dare origine ad unprocesso degenerativo molto gravechiamato cirrosi. La cirrosi è favoritaanche dal diabete, da una dieta ric-ca di grassi e dall’alcolismo.

Stanchezza, affaticamento, fre-quenti mal di testa, gonfiore, alitopesante e digestione difficile po-trebbero indicare un malfunziona-mento del fegato. E’ bene, in tal ca-so, rivolgersi al medico o alfarmacista di fiducia per avere legiuste indicazioni.

Avere un fegato sano vuol diremaggiore energia e migliorare sen-sibilmente il benessere generale.

Vediamo le nuove modificheprincipali contenute nel decretolegge “Salva Italia” (decreto leggen. 201/2011), approvato dalla Ca-mera dei Deputati nel momento incui si va in stampa.

Calcolo contributivoA partire dal 1° gennaio di que-

st’anno viene applicato in “pro-ra-ta” il sistema di calcolo contributi-vo per tutti i lavoratori dipendentied autonomi, quindi anche per co-loro i quali - potendo valere più di 18anni di contributi al 31 dicembre1965 - la legge di Riforma “Dini” (n.335/1995) aveva previsto l’applica-zione del sistema retributivo. Si la-vorerà di più per ricevere di menocon questo calcolo pro-rata.Pensione di vecchiaia ordinaria

A partire da gennaio di que-st’anno, l’età pensionabile delledonne del settore privato viene pro-gressivamente equiparata a quel-la degli uomini. (Tab. A)

Sempre da que-st’anno l’età pensiona-bile delle donne delsettore pubblico e de-gli uomini - dipenden-ti, autonomi e parasu-bordinati - sale a 66anni. Tra le modifiche èstato previsto che le la-voratrici possono otte-nere la pensione divecchiaia con un’etàanagrafica di almeno64 anni a patto che entro il31/12/2012 maturino 20 anni di an-zianità e 60 anni di età.

Requisiti: La pensione di vec-chiaia si consegue con il requisitocontributivo minimo di 20 anni. Ta-

le requisito, già in vigore per il si-stema misto, è stato esteso anche alsistema di calcolo contributivo (inprecedenza pari a 5 anni). Questacondizione opera nei confronti deisoli lavoratori che abbiano versatola contribuzione a partire dal 1°gennaio 1996. La prestazione, poi,è corrisposta a condizione che l’im-porto della pensione sia almeno pa-ri a 1,5 volte (non più pari a 1,2 vol-te) l’importo dell’assegno sociale(pari quest’anno a circa 643 euromensili).

Tale importo è indicizzato. Ilpredetto requisito reddituale non èrichiesto al compimento dell’etàanagrafica di 70 anni, in presenzacomunque, di almeno 5 anni di con-tributi effettivi.

Pensione anticipata (già pen-sione di anzianità)

Da gennaio 2012 questa pre-stazione viene erogata solo ai lavo-ratori in possesso di un’anzianità

contributiva come in tabella B.Tra le modifiche apportate al

decreto è stato previsto che, per co-loro che abbiamo maturato 35 an-ni di contribuzione entro il31/12/2012 e che – precedente-

mente alla sua emanazione - avreb-bero maturato entro la stessa datai requisiti per il pensionamento pre-visti dalla cosiddetta “quota“ (leg-ge n. 247/2007), possono consegui-re la pensione anticipata all’età di64 anni.

A partire dal 2013 tali requisitisi sommano gli adeguamenti pre-visti dall’incremento della speran-za di vita (tre mesi in più dal1/1/2013 ed eventuali ulteriori in-crementi a scadenza triennale ebiennale). Inoltre, sulla quota dipensione relativa all’anzianità con-tributiva antecedente l’1/1/2012 èprevista una penalizzazionedell’1% per ogni anno di anticiporispetto all’età anagrafica di 62 an-ni. La riduzione sale al 2% per ogniulteriore anno di anticipo rispetto adue anni

Requisiti: Per i lavoratori per iquali l’accredito contributivo de-corre dopo l’1/1/1996 è prevista lapensione anticipata con venti annidi contributi effettivi e 63 anni dietà. La prestazione è subordinata,tuttavia, al presupposto che l’im-porto della pensione stessa sia adalmeno 2,8 volte l’ammontare del-l’assegno sociale (nel 2012 circa1.200 euro mensili).

Tale importo è indicizzato.Flessibilità età pensionamento

E’ stata introdotta un’età dipensionamento flessibile, per le la-voratrici private da 62 anni a 70 an-ni di età, per i lavoratori e per ledonne del settore privato da 66 an-

ni a 70 anni.Il proseguimento dell’attività

lavorativa è incentivato, fermo re-stando i limiti ordinamentali dei ri-spettivi settori, mediante i coeffi-cienti di trasformazione calcolatifino all’età di 70 anni (oggi calcola-ti fino a 65 anni). Sono fatti salvi gliadeguamenti agli incrementi dellasperanza di vita. Per i lavoratori di-pendenti resta fermo l’obbligo dimantenere il posto di lavoro (art. 18legge 300/1970) fino al consegui-mento del predetto limite massimodi flessibilità.

Clausola di salvaguardia (di-ritti acquisiti)

I lavoratori che entro il31/12/2011 abbiano maturato i re-quisiti anagrafici e contributivi vi-genti prima dell’entrata in vigoredel nuovo provvedimento, sonoesclusi dalle nuove regole e conse-guono la pensione di vecchiaia e dianzianità, nonché la pensione nelsistema contributivo, secondo lenorme previgenti (compreso la de-correnza della prestazione). A talfine possono richiedere all’Ente diappartenenza la certificazione ditale diritto.

Adeguamento delle pensionial “costo della vita”.

Per il biennio 2012-2013 la ri-valutazione delle pensioni viene ri-conosciuta nella misura del 100%solo ai trattamenti pensionistici diimporto complessivo fino a tre vol-te il trattamento minimo (euro1.402,29 lordi mensili).

20 g e n n a i oduemiladodici

FARMACIAA CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITAPer i vostri quesiti: [email protected]

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Chi non ha mai provato, al-meno una volta nella vita, la ter-ribile esperienza del risvegliopost-sbronza con tutta la sinto-matologia annessa e connessa?Presto mal di testa, vertigini, son-nolenza e acidità di stomaco (so-lo per citarne alcuni) saranno so-lo brutti ricordi che il giorno dellaBefana porterà via, insieme al re-sto delle feste. Tutto ciò grazie adun farmaco che potrà essere pre-sto in commercio: una pillola che– come un colpo di spugna – eli-minerà per sempre i postumi diuna serata trascorsa in allegria (econ qualche brindisi di troppo).La notizia passa per le pagineweb del Corriere della Sera: la“pastiglia delle feste” si chiame-rà Blowfish (letteralmente Pescepalla) e sarà un farmaco da bancoideato da Brenna Haysom fonda-trice e presidente della societàRally Labs che produrrà la pasti-glia. Il confetto è stato approvatodalla Food and Drug administra-tion americana e promette di da-re sollievo in pochi minuti a tutticoloro che hanno alzato troppo ilgomito, annientando tutte le con-seguenze di una poderosa ubria-catura. “Fondamentalmente – silegge sul Corriere- si tratta di unamiscela ad alto dosaggio di aspi-rina e caffeina racchiuse in com-presse effervescenti e idrosolubi-li. I due ingredienti cooperano percombattere la stanchezza e il do-lore, i due sintomi principali la-mentati da chi si è ubriacato. Aidue principi attivi è stato aggiun-to un’aromatizzante per rendere lapillola di sapore gradevole”.

Blowfish non è il primo trat-tamento del genere. Ci sono statialtri esperimenti analoghi in pre-cedenza: tavolette masticabili, ef-fervescenti, cerotti, tutti prodottiche promettevano risultati eccel-lenti. Ma la pillola ideata da Bren-na Haysom è l’unico farmaco diquesto genere a essere stato ap-provato dalla Fda statunitense,essendo composto da farmaci giàriconosciuti e approvati dall’enteamericano. E’ necessario peròsottolineare che la presenza sullibero mercato di questi prodottinon autorizza in nessun modo adesagerare con l’alcol. Al contra-rio, si tratta di palliativi per i sin-tomi superficiali dell’abuso del-l’alcol e che non neutralizzano leben più gravi conseguenze – so-prattutto a livello epatico, ma ingenerale sul nostro organismo –causate da alcolici e simili. Moltospesso, infatti, i sintomi del post-sbronza agiscono come una effi-cace terapia d’urto, per adulti eadolescenti, per imparare a co-noscere i propri limiti, a misurar-si e a non esagerare. Usare cumgrano salis. e.c.

in pocheparole DI FLOREDANA ARNÒENASCO

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PREVIDENZA SOCIALEIl taglio alle pensioni continua

Le principali modifiche del decreto “Salva Italia”

Ricopre un ruolo metabolico fondamentale per il corretto funzionamento dell’organismo

Tre inique “stangate” sociali

E’ la più grande ghiandola del corpo umano

Il fegato e le sue patologie

Sbronze&Co:una pillola ci salverà

LAVORATRICI Tab.A

Anni Dipendenti Autonome

20122013

62 anni 63 anni e 6 mesi

20142015 63 anni e 6 mesi 64 anni e 6 mesi

20162017 65 anni 65 anni e 6 mesi

2018 66 anni 66 anni

Tab.B 2012 2013 2014

DONNE 41 anni e 1 mese 41 anni e 2 mesi 41 anni e 3 mesi

UOMINI 42 anni e 1 mesi 42 anni e 2 mesi 42 anni e 3 mesi

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21g e n n a i oduemiladodiciiniziative

Il primo evento con Melinda Ortner

Quattro collaboratori sparsi tra Foggia e Los Angelesper un progetto ambizioso e di respiro internazionale

Edizioni Universitas:“Qui promuoviamo talenti”

Un progetto ambizioso e di respiro inter-nazionale che prende le mosse da Foggia perarrivare fino a Los Angeles attraverso una re-te di collaboratori sparsi per il mondo (Marilenadi Padova e Antonella Pennella a Foggia,Gianluca Pizzorno “a staffetta” tra Londra eRoma e Mario Fanizza a Los Angeles) conl’obiettivo di “intercettare” e promuovere ta-lenti emergenti o far conoscere in Italia artistigià affermati all’estero. Stiamo parlando del-la società cooperativa Universitas che da an-ni, ormai, opera nell’ambito della fornitura diservizi e della promozione musicale e culturale.Dietro questo marchio c’è la capacità artistico-manageriale di un gruppo di giovani (l’età me-dia dei suoi collaboratori supera di poco i tren-t’anni) che - dopo aver accumulato esperienzain ambito musicale, letterario e nella promo-zione web - hanno deciso di mettere a dispo-sizione le proprie competenze e capacità pro-gettuali per l’organizzazione di eventi specialicontando su una rete di contatti sviluppatanegli anni ed intelaiata tra Los Angeles, Lon-dra, Roma e Foggia. Proprio nel capoluogodauno è stato possibile assistere ad una sera-ta evento organizzata dalla società cooperativadauna.

Stella per una notte, Melinda Ortner, gio-vane cantante americana, vincitrice del pri-mo premio di MTV “Steal The Spotlight”, co-

lonna sonora dei film I Hate Valentine’s Day eAmerican Pie 7. La lunga notte di Melinda,ospite del Ristorante in Fiera, “si è rivelata ungrande successo - spiega dalla UniversitasMarilena di Padova - la performance dellacantante è stata impeccabile: due ore di buo-na musica che ha spaziato tra ruvido rock edolce melody”. Prima della sua esibizione,Melinda - all’87^ posto della classifica MTVEurope - ha presentato al pubblico foggiano ilvideo del suo nuovo singolo, “Strangers”, inanteprima internazionale. Cosa ha portatoMelinda dalle luci di Los Angeles alla ribaltafoggiana è presto detto: l’incontro con un com-ponente della Universitas, l’occasione giustaper promuovere i suoi brani anche in Italia.Partendo, appunto, dal capoluogo dauno. “Aquesto evento ne seguiranno sicuramente al-tri con esibizioni di cantanti emergenti localie internazionali che si affiancheranno ad altrigià affermati con i quali Universitas è già incontatto. Inoltre - anticipa - presenteremo abreve un concorso per talenti emergenti, sia nelcampo della musica che in quello della scrit-tura”. Sono tanti progetti e le iniziative piani-ficate dalla Universitas che, al momento, è im-pegnata anche a Londra per l’organizzazionedegli eventi musicali in programma per leprossime Olimpiadi. “Ma su questo – conclu-de – non posso aggiungere altro”. m.g.f.

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