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Inchiesta Maternità e lavoro gli stratagemmi per licenziare Bellezza Dea dell’estate Viaggi Argentina, terra di emozioni Ambienti Oasi di relax Copri costume “Luna” in copertina si ringrazia: “MALÌAH” Via D. Cirillo, 56 - Foggia Speciale moda Miss on the beach

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Inchiesta Viaggi Maternità e lavoro gli stratagemmi per licenziare Argentina, terra di emozioni Oasi di relax Dea dell’estate “MALÌAH” Via D. Cirillo, 56 - Foggia Copri costume “Luna” in copertina si ringrazia:

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InchiestaMaternità e lavoro

gli stratagemmi per licenziare

BellezzaDea dell’estate

ViaggiArgentina, terra di emozioni

AmbientiOasi di relax

Copri costume “Luna” in copertina si ringrazia:

“MALÌAH” Via D. Cirillo, 56 - Foggia

Speciale modaMiss on the beach

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2 g i u g n oduemilaundici sommario

ditoriale

di ANNA RUSSO

Sogni e realtà, illusioni e delusioni.E’ tutto ciò che noi donne vogliamo oabbiamo nella vita. Una famiglia, unavilletta in campagna, un cane, due fi-gli e un lavoro soddisfacente fannoparte dei sogni di ragazza. La realtà,invece, quella con cui ci si scontra daadulti, è altra cosa. Ne fanno par-te un mutuo (quando lo si ottie-ne) e un bilocale da 60 metriquadri che, quando te lopropongono sulla carta, tiassicurano abbia tuttoquanto si possa desiderare in una casa,camera da letto, cameretta, cucina abi-tabile, soggiorno e due bagni, senzaprecisare, poi, che “tutto” è in minia-tura e che “abitabile” è il nome delmarchio della cucina componibile dafar fare su misura; che se inviti qual-cuno a cena devi ricordarti di tira-re fuori dal frigo quello che ti ser-ve prima che gli ospiti prendanoposto a tavola ed alzarsi diventi un gio-co ad incastro e, che il primo bagno èminimal-essential e il secondo un bu-gigattolo con aspiratore perché gli af-facci sono terminati. Eppure la pren-di perché è tutto quello che puoipermetterti, indebitandoti per i suc-cessivi vent’anni. Realtà è anche unlavoro al di sotto delle aspettative e lasperanza/terrore di rimanere incintaperché un bambino lo vorresti, ma iltuo datore di lavoro ha appena licen-ziato una collega incinta e temi possa ca-pitare anche a te… e poi il mutuo chi lopaga? E intanto il tempo passa tra aspet-tative legittime, rinvii e delusioni. E co-me recita una famosa pubblicità, che leemozioni non hanno prezzo mentre pertutto il resto c’è la magica carta di credi-to, per quelle delusioni non ci sono paro-le che possano narrarle mentre per le in-giustizie legate ai licenziamenti pergravidanza le parole non sono mai troppe.La difficoltà di trovare e mantenere un la-voro per una donna, soprattutto se incin-ta, è il tema della nostra inchiesta. A que-sto punto vorrei fare però unaprecisazione. Le nostre inchieste non siilludono di cambiare il mondo, ma spera-no di puntare l’attenzione su determina-te tematiche, a volte sconosciute, a voltesottovalutate, altre ancora semplice-mente incomprese. E se suscitano di-scussione vuol dire che il loro obiettivo èstato raggiunto. Questa premessa mi aiu-ta a rispondere ad una lettera giunta inredazione da parte di una cittadina fog-giana che interveniva in merito all’in-chiesta del numero precedente in cui sitrattava la tematica degli immigrati in Ca-pitanata. La signora lamentava un “ge-neralizzato ed eccessivo atteggiamentodi accoglienza nei confronti di personeche non sempre arrivano con nobili in-tenzioni”. Rispondo alla nostra amica let-trice che sono perfettamente d’accordocon lei sul fatto che, tra gli stranieri chearrivano in Italia, non tutti vengono con leintenzioni di lavorare e migliorare così lapropria qualità di vita. Ma credo che si ri-schi di generalizzare anche facendo ditutti i migranti un fascio. Come non pen-so che tutti i siciliani siano mafiosi, chetutti i genovesi siano taccagni, che tutti itorinesi siano falsi e cortesi, così non pen-so che tutti gli stranieri siano delinquen-ti e non tutte le straniere siano a cacciadei nostri mariti. Per la seconda volta ci-to la frase con cui Vittorio Arrigoni, il pa-cifista ucciso a Gaza, amava chiudere tut-ti i suoi articoli: “Restiamo umani”.

4 Personaggio del mese• Francesca Marano,

la mia partita con il cuore

5 Attualità• Cinzia Tani

“Io sono un’assassina”

6 Inchiesta• Case di riposo anziché asili nido.

E’ il futuro dell’Italia dei furbetti

8 Sociale• Rossana De Stefano

“La prevenzione mi ha salvato la vita”

10Speciale Moda• Miss on the beach

13Benessere• Cambia pelle

14Bellezza• Dea dell’estate

15Ambienti• Oasi di relax

16Arte• L’arte del vetro

si accende di nuove suggestioni

17 Rubriche

22Viaggi• Argentina, terra di

emozioni da vivere tutto l’anno

23Cultura & spettacolo• Luana Salvatore e la

sua passione “Duraniana”

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3g i u g n oduemilaundici

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Parole e immagini per rappresen-tare il mondo dell’adolescenza, fatto digrandi passioni e grandi sofferenze, do-ve ogni emozione è ingigantita e in cuiogni ragazzo trova qualcosa di sé, del-la propria vita, dei propri sogni. Le pa-role e i colori sono quelli di FrancescaMarano, giovane scrittrice foggiana cheall’amore e a tutte le sue manifestazio-ni ha consacrato la vita. Ventiquattroanni, foggiana, alla sua prima espe-rienza da scrittrice, in “Per amore” ha ri-versato tutta la freschezza della sua gio-vane età in un racconto scorrevole,capace di catturare il lettore sin dalleprime battute. E’ la storia di Lory, unaadolescente italo-americana che, dopola morte della madre, si trasferisce da-gli Stati Uniti in Calabria. A Crotone co-nosce l’amicizia e l’amore. Il romanzotratteggia l’adolescenza come una stra-da irta di ostacoli e di piccoli e grandidolori, dove a volte si ha la sensazionedi smarrirsi, ma dove, anche quandotutto sembra perduto e difficile da af-frontare, compare uno spiraglio, unanuova occasione per realizzare i proprisogni.

Come è nata l’idea di scrivere unromanzo?

Io ho sempre scritto poesie, rac-conti, ma quella del romanzo era perme un’idea fissa. A causa però degli im-

pegni scolastici non riuscivo a mettermiall’opera. Andando all’università ho po-tuto gestire meglio il mio tempo, così hoiniziato a scrivere. Ho cominciato in unperiodo particolare della mia vita in cuinon ero nel pieno delle mie forze fisi-che, quindi ho scritto anche per farmicoraggio. Sinceramente ero contrariaalla pubblicazione perché ho un carat-tere chiuso ed ho difficoltà a far cono-scere ad altri le mie emozioni, poi, gra-zie anche al mio fidanzato, l’unicapersona a conoscenza del romanzo, hosuperato la mia timidezza e deciso dipubblicarlo.

Cosa ti ha ispirato? Un po’ la vita di tutti i giorni, un po’

quella parte sognatrice che è in me e inognuno di noi. Non ho messo molto del-la mia vita personale ma vi ho depositatole mie emozioni. Mi sono immedesi-mata nella protagonista e man mano hoimmaginato e creato le situazioni. Po-trei definirlo un romanzo di emozionipiù che di eventi, in cui sono le emozio-ni le vere protagoniste.

Fidanzata da sette anni. In chemodo l’amore ha cambiato la tua vi-ta?

Io ho sempre creduto nell’amore,anche la stella cadente in copertina(una mia realizzazione) rappresenta ilmio desiderio di trovare una persona

che colmasse le lacune dentro di me eche mi capisse fino in fondo. Il sognodella mia vita è un matrimonio, dei fi-gli, un’esistenza serena. Naturalmen-te, tra i miei obiettivi, c’è anche quello dicontinuare a scrivere. Per la mia timi-dezza preferisco il tramite della scrittu-ra, piuttosto che delle parole, per co-municare le mie emozioni. Anche con ilmio fidanzato, quando voglio espri-mere quello che provo, lo facciorealizzando disegni o scrivendoglilettere d’amore che gli consegnoa mano. Sms pochi, perchè nonpotranno mai superare il fascinodell’inchiostro.

Come ti vedi tra vent’anni?La mia è una visione un po’

confusa, spero di continuare conla scrittura, ma è forte il timoredi non riuscirci… sono piena dipaure, incertezze come credomolti miei coetanei. Non escludo,poi, la strada del giornalismo chepermette di riuscire ad avere un rap-porto con la gente, ma filtrato dalmezzo comunicativo, carta stampa-ta, schermo televisivo o di un pc, qual-siasi esso sia.

Cerchi un contatto ma sempremediato. Non credi che questa bar-riera possa influire negativamen-te sul tuo tentativo di comunicare?

E’ un rischio, maspero di lavorare su mestessa tanto da colmarequesto divario e di riu-scire, con la mia passione, ad arriva-re al cuore della gente. Vorrei con iltempo imparare a sbilanciarmi perché

so che, in terminidi emozioni,

se dai, ri-cevi.

4 g i u g n oduemilaundici personaggio del mese

CARTA D’IDENTITÁNome FrancescaCognome MaranoNata a FoggiaIl 12.06.1987Professione studentessaHobby scritturaFilm Twilight di Bill Condon Libro Orgoglio e pregiudizio

di Jane Austin

Francesca MaranoLa mia partita con il cuore

GIOVANE, TIMIDA E ROMANTICA. PRATICAMENTE IRRESISTIBILE

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5g i u g n oduemilaundiciattualità

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela Cafaroprof.ssa Maria Santillo

Rubricheavv. Rosangela Lorisoavv. Rosa Schenadott.ssa Mariagrazia Bellantuonodott.ssa Stefania Fariellodott.ssa Alessandra Marinaridott.ssa Valeria Venturadott.ssa Edwige Carnevale

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax 0881.56.33.19

[email protected]

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

grande lettrice e poi una scrittrice.Fin da piccola leggevo tantissimo,non vedevo l’ora di ammalarmi perpoter leggere un buon libro. L’atti-vità di giornalista giova sicuramen-te a quella di scrittrice. Non mi ispi-ro a nessun autore in particolare perla stesura dei miei romanzi. I classi-ci rappresentano per me il punto diriferimento principale. Per il resto, èimportante documentarsi, fare ri-cerca, approfondire. Amo tantissi-mo la Storia e infatti mi appassiona-no tanto la ricerca storica e quellaletteraria. Tutte le mie opere posso-no essere suddivise in due filoni: ildelitto storico e il romanzo storico. Il

mio interesse nonsolo riguarda glieventi che hannosegnato la Storia,ma anche vizi evirtù dell’uomo, isentimenti del ge-nere umano, qua-li l’amore, la ven-detta...

E naturalmente la psicologiafemminile…

“Io sono un’assassina” nascedalla voglia di esplorare l’universofemminile, entrare nella psiche del-la donna, delineando le caratteristi-che psicologiche, il ceto sociale diappartenenza, l’epoca in cui vive oha vissuto. La mia intenzione nonnasce dalla voglia di scrivere su ca-si di cronaca nera, ma dalla voglia diindagare sulle dinamiche mentaliche spingono una donna assoluta-mente “normale” a scatenare unafollia omicida divenendo un’assas-sina. Partendo dal presupposto chesono giovani donne normalissime,

sane di mente, le dinamiche posso-no essere molteplici. Il delitto puòscaturire dai moti dell’anima più na-scosti e profondi, più odiosi, ma for-se più veri: rabbia, invidia, vendetta,avidità, passione, perversione ero-tica...

Come spiega oggi l’inquie-tante ed esponenziale aumento diomicidi da parte di giovani assas-sine?

E’ un allarme sociale molto at-tuale. Il delitto femminile è cambia-to con l’emancipazione della donnae la sua indipendenza economical’ha resa più forte. La donna hasmesso di uccidere con l’arsenico, ilveleno, e ora usa armi come la pi-stola, il coltello. Anche i moventi nonsono quasi più a sfondo passionale:le ragazze uccidono addirittura pernoia o eredità. Ciò che dovrebbesconvolgere è che le giovani donne,anche sedicenni, uccidano per futi-li motivi. Questo è davvero inquie-tante.

Irma Mecca

Avvincente, scorrevole, piace-vole, unico nel suo genere. Questoromanzo rappresenta una nuova sfi-da per la più bella e brillante signo-ra del giallo italiana, Cinzia Tani.Giornalista e scrittrice romana, vol-to noto della televisione, è autrice econduttrice di programmi radiotele-visivi e sceneggiatrice di fumetti.Curriculum ricco e notevole che lavede anche insignita del titolo di Ca-valiere della Repubblica per meriticulturali.

Ha insegnato “Storia sociale deldelitto”alla Facoltà di Sociologiadell’Università La Sapienza ed è do-cente alla Facoltà di Scienze politichealla Luiss di Roma.

A Foggia, nel corso di uno degliincontri culturali organizzati da “LaMangiatoia”, ha presentato la suaultima fatica letteraria “Io sonoun’assassina”: ventuno storie di gio-vani donne che uccidono, dipanatein due secoli e in otto nazioni diver-se.

Nel suo genere noir affronta

apertamente il comportamento cri-minale femminile, velato da quel-l’agghiacciante alone di mistero cheavvolge le dinamiche psicologichee il sottile, impalpabile confine tranormalità e pura follia omicida.

E’ lo studio e l’analisi di un temamolto attuale che allontana la figurafemminile dall’abituale visione sem-plificata e largamente condivisa delclichè dell’angelo del focolare.

Cinzia Tani nelle vesti di inve-stigatrice, ha voluto scavare, andarea fondo nella ricerca e nella docu-mentazione, ripercorrendo le tappedelle indagini, descrivendo i dram-matici istanti dei delitti e i loro retro-scena, sulla base di rapporti ufficia-li di polizia, fascicoli dei processi,perizie psichiatriche.

Quando è nata la sua passio-ne per la scrittura e da dove nasceil suo interesse per le giovani don-ne assassine?

L’amore per la scrittura nascecon la mia passione sviscerata per lalettura: mi definisco dapprima una

Cinzia Tani:“Io sono

un’assassina”

Cinzia Tani

Foto di Armando Stallone

Ventuno storie di giovani ragazze che uccidono

Didattica metacognitiva: nuove strategie di insegnamentoImparare a pensare è fonda-

mentale per imparare ad appren-dere; la mente é, insieme, soggettoe oggetto della conoscenza. Obiet-tivo della didattica metacognitiva èoffrire agli alunni l’opportunità diimparare ad interpretare ed orga-nizzare, strutturare le informazioniricevute dall’ambiente per diveni-re più autonomi nell’affrontare nuo-ve situazioni.

Di didattica metacognitiva si èparlato durante la giornata di studioorganizzata a Foggia lo scorso 30maggio dall’Istituto Tecnico Indu-striale “Leonardo Da Vinci” e pa-trocinata dall’Ordine degli Psicolo-gi di Puglia, in collaborazione conl’Istituto di Formazione IRSEF IR-FED CISL e l’Associazione Italianaper la Ricerca e l’Intervento in Psi-copatologia dell’Apprendimento(AIRIPA), associazione che riuniscestudiosi, professionisti ed espertioperanti nel campo della psicopa-tologia dell’apprendimento e che sioccupa sia dei disturbi dell’ap-prendimento come la dislessia, la di-sortografia e la discalculia, sia del-le difficoltà di studio, come il defi-cit di attenzione, l’iperattività(ADHD) e le disabilità intellettive.

Il Convegno “La mente cheapprende: difficoltà di apprendi-

mento e strategie di insegnamento”,rivolto ad insegnanti di ogni ordinee grado, psicologi ed operatori chelavorano nella scuola e per la scuo-la, ha offerto un’occasione preziosaper confrontarsi sulletematiche inerentil’apprendimento e gliaspetti di tipo emo-zionale e comporta-mentale. Dallo stu-dio di Cesare Cor-noldi, professore or-dinario di Psicologiadell’apprendimentoe della memoria pres-so la facoltà di Psico-logia dell’Universitàdi Padova, emergeche uno studente su cinque incon-tra, nella sua carriera scolastica, unmomento di particolare difficoltàtale da richiedere l’aiuto da parte diun esperto. Elevata, inoltre, la per-centuale di studenti che incorre indisavventure scolastiche, boccia-ture e ritiri dalla scuola. “Si tratta –ha spiegato Cornoldi - di difficoltàscolastiche di vario tipo spesso do-vute al concorso di molti fattori chepossono riguardare sia l’individuoche il contesto in cui viene a trovarsi;l’ambiente socioculturale, il clima fa-miliare e la qualità dell’istituzione

didattica influiscono sugli esiti sco-lastici”. Cornoldi ha esaminatocome il bambino con forti blocchiemotivi perviene di fatto ad ap-prendimenti modesti e ad espe-

rienze di insuccesso che consolida-no uno stato d’animo negativo, cre-ando lacune in acquisizioni basila-ri che, se non colmate, non potran-no consentire apprendimenti piùcomplessi che proprio su quelleacquisizioni si basano. “Occorre –ha concluso il docente - insegnarecon idonee strategie ad affrontare inmaniera più adeguata le situazioniproblematiche”. Ed è proprio l’in-segnamento di una o più strategiedi studio la condizione necessaria aifini di una buona prestazione, se-condo, Rossana de Beni, insegnan-

te di Psicologia generale pressol’Università di Padova. “Chi attri-buisce il proprio successo all’impe-gno o all’abilità è portato ad avereuna positiva stima di sé,mentre chiattribuisce le cause di un fallimen-to alla mancanza di impegno o allapropria inabilità ha poca stima di sé.Da questo derivano senso di colpae vergogna. Il ragazzo deve impa-rare ad attribuire i risultati scolasti-ci, siano essi positivi o negativi, adun fattore interno, controllabilecome l’impegno e non ad altre cau-se che sono meno funzionali nelcontesto scolastico (abilità, fortuna,aiuto, difficoltà del compito)”.

La scuola conferma, dunque, ilsuo ruolo fondamentale di elabora-zione di metodi nuovi, atti a forma-re abilità mentali superiori che van-no al di là dei semplici processi co-gnitivi primari (quali leggere, cal-colare, ricordare, ecc), ma capaci disviluppare nel soggetto la consa-pevolezza di quello che sta facen-do, del perché lo fa, di quando è op-portuno farlo e in quali condizioni.L’approccio metacognitivo tendequindi a formare la capacità di es-sere “gestori diretti” dei propri pro-cessi cognitivi e dei risultati conse-guiti.

Elisabetta Ciavarella

Menti che apprendonoScuola e sanità, due mondi a confronto

Studio e analisi del comportamento

criminale femminile edelle dinamiche

psicologiche ai confini tra “normalità” e follia omicida

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La donna in stato di gravidanza è tutela-ta dal D.lgs. 151/01, perfezionato in Testo Uni-co in materia di tutela e sostegno della ma-ternità e della paternità.

Questi i punti cardine: le donne in attesadi un figlio non possono essere licenziate nelperiodo compreso tra l’inizio della gravidan-za e il primo anno di età del figlio; per i primisuccessivi 7 mesi la scoperta della gravidan-za, la lavoratrice non potrà effettuare trasporti,sollevare pesi, svolgere lavori pericolosi edinsalubri; non possono altresì esserle affidatiturni dalle ore 24.00 alle ore 6.00; in caso di li-cenziamento occorre presentare entro 90giorno un certificato che dichiari l’esistenzadella gravidanza nel momento in cui il dato-re di lavoro ha proceduto al licenziamento. Il

ricorso è nullo per: “giusta causa” (colpa gra-ve della donna), chiusura dell’azienda, sca-denza del contratto; durante la gravidanza ladonna non può essere sospesa a meno chenon sia interrotta l’intera produzione del re-parto presso cui lavora; continuano a matu-rare anzianità di servizio e, solo durante il pe-riodo di assenza obbligatoria, anche ferie eTredicesima. Dopo il periodo di maternità siaobbligatoria che facoltativa, la donna ha di-ritto di continuare a svolgere le stesse man-sioni che svolgeva in precedenza.

Astensione obbligatoriaLa donna ha l’obbligo di astenersi dal la-

voro per 5 mesi totali a scelta semi-vincolata:può continuare a lavorare fino al 7° mese e re-stare a casa per i primi 3 dopo il parto oppurecontinuare fino all’8° e restare ad accudire ilbambino per i primi 4 mesi di vita.

Astensione facoltativaCon la nuova legge, sia padre che madre

possono astenersi dal lavoro per un massimodi 6 mesi ciascuno ma per un totale di 10 me-si ricavato sommando i periodi di assenza del-l’uno e dell’altra. Le assenze possono esserecontinuate o frazionate e utilizzabili fino alcompimento dell’8° anno di età del figlio. Nelcaso di scomparsa di uno dei genitori (sia permorte che abbandono del figlio) il periodo peril singolo genitore si allunga a 10 mesi.

RetribuzioneNel periodo di astensione obbligatoria dal

lavoro, la donna riceve l’80% dello stipendioed un eventuale 20% a seconda del contrattoaziendale. Nei giorni di astensione facoltati-va, si percepisce il 30% dello stipendio fino alraggiungimento totale di 6 mesi di assenzatra padre e madre. Successivamente saran-

no solo i ge-nitori a bas-so reddito acontinuare apercepire lastessa per-centuale distipendio.La leggeprevede, in-fine, periodigiornalieri di riposo durante il primo anno divita del bambino, si tratta in sostanza del di-ritto ad un orario di lavoro ridotto. Tali riposigiornalieri (all’origine chiamati “per allatta-mento”) hanno durata di un’ora se l’orario dilavoro non supera le 6 ore e sono concessi nel-la misura di due, anche cumulabili, se l’orariodi lavoro superi le 6 ore.

6 g i u g n oduemilaundici inchiesta

A scuola sono le prime della classe, sul lavoro faticano a trovare

Case di riposo anziché asili nido. “E’ sposata, ha figli, intenzioni di aver-

ne?” Se sei donna, giovane e in cerca di la-voro tieniti pronta a stamparti un sorriso sulvolto e a mentire: “La carriera prima di tut-to”. Sì, perché se ad un colloquio affermi cheil tuo desiderio è lavorare senza rinunciaread avere una famiglia, ti diranno addio conuna stretta di mano ed un laconico “Le fare-mo sapere”.

Triste, ma è la fotografia della realtà a cuisi trovano di fronte le donne che, dopo anni distudio, magari con una storia scolastica co-stellata di successi, decidono che è arrivato ilmomento di cercare un lavoro. Ancor più tri-ste, poi, è quello che accade a quelle donne li-cenziate non appena comunicano al datoredi lavoro di aspettare un bambino. “Partia-mo dal presupposto che siamo in un mo-mento di crisi profonda in cui trovare lavoroè difficile indipendentemente dal sesso. Sepoi chi è in cerca di occupazione è donna, la

situazione diventa ancora più drammatica,in particolare nel nostro territorio che vantai più alti tassi di disoccupazione e di inattivi-tà femminile”. A parlare in questi termini èMara De Felici, segretario provinciale dellaCgil. “Le nostre donne sono scoraggiate, noncercano neanche più lavoro anche perchènon hanno, nel contesto in cui vivono, soste-gni sociali come asili nido, centri diurni, in-somma tutte quelle forme di conciliazionedegli impegni familiari di cui una donna de-ve farsi carico, legati alla cura dei figli, maanche degli anziani che gravitano attorno alnucleo familiare”.

Un quadro di certo sconsolante quellodella De Felici, che sottolinea il ruolo di sup-plenza rispetto allo stato sociale, sempre piùsmantellato e carente, svolto dalla donna. “Inpiù, sul posto di lavoro, è sempre più diffici-le ottenere flessibilità degli orari, asili nidoaziendali, soluzioni part time che poi non di-

ventino definitive e irreversibili ed altre for-me di convenzione che le aziende, almeno lepiù grandi, potrebbero adottare. Manca ingenerale una cultura da questo punto di vista,tanto più nel nostro territorio”.

Di contro, esistono strumenti a disposi-

zione dei datori di lavoro per tutelarsi dalleassenze per gravidanza come le cosiddette“dimissioni in bianco”, fatte firmare al mo-mento dell’assunzione, che permettono di li-cenziare la dipendente in caso di gravidanza.“Segnale di questo malessere è la constata-zione che l’Italia è uno dei Paesi meno proli-fici, in cui le donne hanno i figli più tardi e nehanno sempre meno. Questo non è legato al-l’egoismo delle donne italiane, accusate diessere poco propense alla maternità, quantoa condizioni oggettive come l’assenza deiservizi e di un mercato del lavoro favorevole,l’espulsione dal mondo del lavoro nel mo-mento in cui si manifestano la volontà o il rea-le stato di gravidanza. La legislazione che tu-tela le lavoratrici madri è molto avanzata, mariguarda le donne già inserite nel mondo dellavoro e soprattutto quelle stabilizzate, perle precarie la situazione rimane complicatis-sima”. Anna Russo

Non parliamo del famoso “Tet-to di cristallo” che dividerebbe ledonne in carriera dagli agognatiposti di potere. Oggi, infatti, la dif-ficoltà principale è entrare (e pos-sibilmente rimanere) nel mondo dellavoro. Un percorso ad ostacoli va-lido per gli uomini quanto per ledonne anche se, nel secondo caso,il percorso può subire rallentamenti(o vere e proprie battute d’arresto)tra scelte e rinunce, bivii di fronteai quali non si può più tornare in-dietro: mamma o donna in carrie-ra? Casalinga disperata o lavora-trice appagata?

Osservatori privilegiati delloscenario descritto sono le Agenzieper il Lavoro che offrono servizi le-gati alla gestione delle risorse uma-ne (soprattutto somministrazionedi lavoratori a tempo determinatoe ricerca e selezione di personaleper assunzione diretta). Tra quelleattive a Foggia c’è la Manpower, laprima Agenzia per il Lavoro aperta

nel capoluogo dauno nel 1998. Sa-les & Service Manager della filialefoggiana è Eugenia Infante.

In media quanti uomini equante donne si rivolgono alla fi-liale di Foggia?

L’affluenza di candidati è piut-tosto elevata: le donne rappresen-tano il 35% del totale, il restante65% è costituito da uomini.

Quali sono i fattori che - evi-dentemente - rendono più diffi-cile per le donne entrare ed af-fermarsi nel mondo del lavoro?

Sicuramente la difficoltà nelconciliare gli impegni lavorativicon quelli familiari, resa ancor piùcomplessa dalla scarsità, nel nostroPaese, di servizi dedicati a chi la-vora (come asili nido e incentivi perla maternità). Non a caso la mater-nità determina un calo dell’occu-pazione del 6,8% nel caso di un fi-glio e del 15,7% nel caso di due. E’una difficoltà frutto anche di mo-delli socio-culturali obsoleti che in-

dividuano la donna quale detentri-ce primaria degli impegni dome-stici, laddove sarebbe invece indi-spensabile la creazione di strategiefamiliari collaborative che stabili-scano un equilibrio nuovo rispettoai ruoli tradizionali di uomo e don-na. Mentre il contributo del mondoaziendale per superare la difficol-tà delle donne nel conciliare pro-fessione e famiglia implica l’intro-duzione di servizi di supporto, maanche di strutture di lavoro che per-mettano una flessibilità reale ri-spetto a tempi e metodologia di la-voro.

E’ lecito, durante una sele-zione di lavoro, porgere alle can-didate domande specifiche suiprogetti futuri di vita privata?

Le selezioni condotte da Man-power sono strettamente focalizza-te sulle competenze professionalidelle candidate per comprenderea fondo se queste rispondano aquanto richiesto dall’azienda-clien-

te. Le eventuali do-mande che investonola sfera “personale”delle candidate sonofinalizzate a rilevareaspetti prettamentecaratteriali e motiva-zionali che possanoaiutare il selezionato-re a comprendere sela candidata può es-sere potenzialmenteidonea a ricoprireuna determinata po-sizione professionale.

Un matrimonio programmatoa breve o la possibilità di unaprossima gravidanza possono es-sere causa di esclusione da unaprova selettiva?

Se la candidata possiede i re-quisiti, le competenze e la motiva-zione necessari a ricoprire il ruoloricercato dall’azienda, è improba-bile che rischi di essere esclusa.

Quali sono i consigli per af-

frontare al meglio e con serenitàun colloquio di lavoro?

Essere sempre trasparenti enon nascondere i propri progettiprofessionali e personali. La tra-sparenza è sintomo di affidabilitàche, insieme alla motivazione, co-stituiscono requisiti estremamenteimportanti e che, in alcuni casi, pos-sono fare la differenza nella sceltadi una candidata.

Maria Grazia Frisaldi

Il calo dell’occupazione arriava al 15,7% nel caso di più figli

Intervista ad Eugenia Infante, Sales & Service Manager di Manpower Foggia

Eugenia Infante

COSA PREVEDE LA LEGGE Avv. Antonietta Colasanto

Mara De Felici

Lavoro, una porta d’ingresso difficile da varcare

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7g i u g n oduemilaundiciinchiesta

collocazione. E se rimangono incinte, tutte disoccupate

TESTIMONIANZE

AAA Cercasidonne senza figli

All’arrivo di un fiocco rosa o azzurro, “fioccano” i licenziamenti, giustificati da pretesti banali e stratagemmi come le dimissioni in bianco

E’ il futuro dell’Italia dei furbetti

Incinta? Licenziata per riduzione del personale

L’ASPETTO PSICOLOGICO

MARILENA SIESTO

Si rivolgono ai sindacati, a degli avvocati, op-pure direttamente all’Ispettorato del Lavoro.La richiesta è una sola, il rispetto dei propri di-ritti di madri e lavoratrici. Sono loro, donne inattesa di un bambino che dall’oggi al domanivengono licenziate proprio a causa di quellagravidanza. “Donne licenziate a conseguen-za di maternità me ne capitano mediamentesette-otto ogni anno. Nonostante si tratti dirapporti di lavoro regolarizzati, con la relativacopertura previdenziale, il datore di lavorocontinua comunque a licenziare nel momen-to in cui apprende che la dipendente è incin-ta”. Cgil, via della Repubblica, ufficio Ver-tenze. Ci lavora Marilena Siesto, che diracconti del genere ne ha sentiti tanti. “Para-dossalmente, succede più spesso quando tradipendenti e datori di lavoro i rapporti sonocosì amichevoli che la lavoratrice, per evitaremansioni pesanti, come spostare pesi, si limi-ta a fare solo una comunicazione verbale delnuovo stato di gravidanza. Il datore avvia leprocedure di licenziamento con il pretesto diuna insorta esigenza di riduzione del perso-nale perché un procedimento disciplinare ri-chiederebbe più tempo, che la dipendente po-trebbe utilizzare per comunicare formalmente

la gravidanza. E’ ac-caduto anche che ildatore di lavoro invi-tasse la lavoratrice a riposarsi una settimana,considerato il suo nuovo stato fisico, e che poila licenziasse per assenza ingiustificata”. Laprima cosa da farsi, suggerisce Marilena Sie-sto, è mandare una lettera ai Servizi Ispettividove si allega la certificazione dello stato digravidanza rilasciata dal ginecologo e si chie-de all’ispettorato di intervenire. L’ente richie-de l’annullamento del licenziamento e il ri-pristino del rapporto di lavoro e sanziona ildatore di lavoro. “Il più delle volte, di frontealle sanzioni, c’è la riassunzione, ma scaduti itermini di sospensione volontaria, è la donnastessa che interrompe il rapporto di lavoro peril clima di ostilità venutosi a creare”. Ad agi-re in questo modo sono soprattutto le aziendemedie e piccole; quelle grandi si dimostrano in-vece più rispettose della normativa essendoassistite da avvocati e consulenti. “I titolari deinegozietti pensano alle difficoltà che la gra-vidanza può provocare, a partire dall’assun-zione di un sostituto fino alle varie assenzedella madre per malattie del bambino. Pur-troppo funziona ancora così”. a.r.

Non è stato difficile raccogliere testi-monianze sul tema dell’inchiesta, testimo-nianze di donne costrette a scegliere tra ildesiderio di diventare mamme e la voglia ola necessità di mantenere il loro ruolo di la-voratrici.

E’ la storia di Giulia, Paola e Sara, don-ne che hanno pagato la loro scelta con la di-soccupazione, tre delle tante donne chevengono quasi ‘condannate’ per aver avu-to un figlio, giovani madri licenziate o mes-se in condizioni tali da essere costrette a la-sciare il proprio incarico e che dopo lagravidanza hanno avuto serie difficoltà atrovare una nuova occupazione.

Due di loro lavoravano nella stessaazienda, l’una racconta di aver completatoi 5 mesi di maternità obbligatoria, ma, tor-nata al lavoro, il titolare le ha fatto trovare sul-la scrivania una lettera di licenziamento peresubero del personale, poiché in possesso diun contratto a tempo indeterminato. Comeha reagito, le chiediamo: “C’erano i termi-ni per una denuncia, ho agito legalmente, hovinto la causa e sono stata reintegrata, ma or-mai l’ambiente di lavoro era diventato cosìostile che ho preferito rinunciare”. Situa-zione diversa, senz’altro peggiore, per la

collega. “Da poco tempo il mio contratto atempo indeterminato era passato a deter-minato, sono rimasta incinta nel periodo diprova; è stata quella ‘formalmente’ la cau-sa del mio licenziamento, ma in realtà erasolo un pretesto poiché lavoravo lì da circacinque anni e avevo di gran lunga supera-to la fase di prova. Praticamente ho avutodiritto soltanto alla disoccupazione”.

Ma nel nostro Paese, e soprattutto nelnostro territorio, la discriminazione si ma-nifesta anche dopo la maternità: se una don-na si presenta ad un colloquio di lavoro qua-si sempre le viene chiesto se è sposata o hafigli. Lo racconta anche Sara che da mesidistribuisce curricula in aziende e attivitàcommerciali, ma la risposta è sempre la stes-sa: “Mi dicono che non sono disposti ad as-sumere donne con figli, poiché non sono ab-bastanza flessibili a livello di orario, e lororichiedono massima disponibilità, anche inprevisione di straordinari”.

Per dirla alla Shakespeare, dunque: fi-gli o non figli, questo è il dilemma!

Maria Rosaria De Leonardis

La maternità è da sempre considerata unevento “lieto”, la cui sacrale importanzaha ottenuto la massima tutela legale nel-l’arco dell’ultimo secolo. Purtroppo, l’as-senza per maternità, aldilà delle garanzielegislative e sociali, costituisce ancora unforte deterrente per i datori di lavoro cheintendano assumere una giovane donnao conferirle un incarico di rilievo. Dal can-to suo, la donna tende a procrastinare ladecisione di mettere al mondo un figlio, ar-rivando, nei casi più estremi, a sacrifica-re sull’altare del posto di lavoro il desi-derio di maternità. È intuitivo il rischiodelle dinamiche di stress correlato al la-voro che si attivano in tale contesto. Ledonne si ritrovano a dover fare i conti conl’ancestrale incarico di procreare ed ilcontemporaneo obbligo/piacere di prov-vedere alla propria crescita professiona-le. Il rimandare a data da destinare il mo-mento del lieto evento si scontra con ilcosiddetto orologio biologico che incom-be sulla fertilità femminile.Le conseguenze di tale ritardo si riversa-no sulla sicurezza del periodo della ge-stazione, sul rapporto genitrice/ figlio-arelativamente alla variabile anagrafica(maggiore è la differenza di età, maggio-re è il gap generazionale), sulla succes-

siva scelta diavere altri figli. Disturbi di ansiao di depressionesono altamente imputabili allo stress cor-relato alla insoddisfazione procurata da uncattivo rapporto con il lavoro. Bisognaaver ben presente che le scelte obbliga-toriamente portano a sacrificare una del-le due opzioni (lavoro/famiglia), ma nonnecessariamente non consentono di tro-vare la terza strada, di solito la via dellaconciliazione. Attivare tutti i meccanismidel problem – solving è proprio della na-tura umana; nel caso specifico, program-mare in anticipo, senza lasciare niente alcaso, l’attesa di un figlio e la successivagestione della genitorialità è risolutivo dimolte problematiche accennate. La col-laborazione di tutto il nucleo familiarecon l’attribuzione di ruoli interscambiabili,l’assistenza di servizi e coadiuvanti ester-ni, la consapevolezza che il ruolo di ma-dre non inficia o colpevolizza il ruolo didonna in carriera o quantomeno proiettatanel mondo del lavoro, faranno sì che il“lieto evento” venga veramente consi-derato tale, perché portatore all’umani-tà di un contributo di indicibile valore,quale è sempre una nuova vita.

di Anita D’AtriPsicologa

Marilena Siesto,CGIL

CELESTINA GUASTAMACCHIA

La striscia rosa significa che hai perso il tuoposto di lavoro. Un ricatto controfirmato, nerosu bianco. Oggi lo accetti perché è troppo pre-sto per pensarci, domani sarà troppo tardi. Illavoro o la vita: questa è una rapina. Vuole unfiglio? Una famiglia? Forse questo lavoro non faper lei. Le faremo sapere. Due no per un posto,a tempo determinato fino alla prossima gravi-danza. “Purtroppo il modello lavorativo è unmodello maschile, e quindi c’è una grande dif-ferenza tra uomini e donne”. Celestina Gua-stamacchia, presidente dell’associazione fog-giana Donne Insieme, ne ha sentite di tutti icolori. Le donne di Corso Garibaldi 10 invita-no a denunciare i soprusi subiti sul lavoro.

“Alcune donne si sono rivolte a noi perché,al momento dell’assunzione, era stato chiestoloro se avessero il desiderio di crearsi avere deifigli. Alcune di loro si sono viste proposto unlicenziamento in bianco: quando comunicanoall’azienda di essere in attesa di un figlio, vie-ne inserita la data e quindi vengono immedia-tamente licenziate dal posto di lavoro. È moltocomune. È un sommerso: la legge punisce que-sti comportamenti, ma purtroppo si verifica-no”. Nei casi più gravi, le donne hanno dovu-to rinunciare ad una vita privata per nonperdere l’occupazione. “Alcune donne ci han-no raccontato di essere state costrette o invo-gliate ad abortire, in modo non esplicito, pur

di conservare ilposto di lavoro. Ilnostro consiglioè sempre quellodi non scenderea compromessi –continua Guasta-macchia – Nellanostra associa-zione ci sono legali, psicologhe, assistenti so-ciali, delle figure professionali qualificate chehanno sempre fornito consigli di supporto”.

Il problema delle donne col pancione inCapitanata, soprattutto nel privato, è legato al-le mansioni che svolgono. “Se una donna svol-ge attività d’ufficio problemi non ce ne sono,ma quando si tratta di funzioni che implicanoun lavoro manuale oppure un lavoro che ri-chiede sforzo fisico o a contatto con sostanzeun nocive, il datore di lavoro è poco propensoa cambiare momentaneamente mansione. Èuna questione di mentalità: se solo il datore dilavoro capisse che basta cambiare la mansio-ne avrebbe comunque una donna, un lavora-tore efficiente. La maternità non è una malat-tia o un handicap – conclude il presidente diDonne Insieme - ma è uno stato transitorio e, seuna donna gode di buona salute, può essereproduttiva durante tutta la gravidanza”.

Mariangela Mariani

La Maternità non è un handicapL’ansia della scelta

Page 8: 6 Donna #6

Il tumore al seno è il più diffusotra tutti quelli che colpiscono le don-ne, attestandosi intorno al 22%, da-to che arriva al 27% se si considera-no le popolazioni dei soli Paesiindustrializzati, in quanto, tra i fattoridi rischio, troviamo l'obesità e il fu-mo, più diffusi nei Paesi con elevatotenore di vita. Le strategie di pre-venzione per il tumore al seno sonodecisamente meno efficaci rispettoa quelle del tumore dell'utero (pap-test), in quanto l'esame istologicodel pap-test è in grado di identifica-re le cellule di forme pre-tumorali equindi di localizzare il tumore addi-rittura prima che si evolva nella for-ma maligna. Per il tumore al seno in-vece, la prevenzione si basasull'identificazione del tumore già

presente, e quindi la sua ef-ficacia è condizionata daitempi della diagnosi e dallasua tempestività. Grazie auna diagnosi precoce, è pos-sibile identificare il tumorenelle prime fasi della suaesistenza, in modo da appli-care le cure oggi possibili eaumentare la percentuale diguarigione. La storia di Ros-sana De Stefano, 43 anni, in-fermiera professionale pres-so gli Ospedali Riuniti diFoggia, dimostra l’efficaciae l’importanza della pre-venzione. “La prevenzione mi hasalvato la vita – racconta -perché èstata precoce e tempestiva. I tempi diattesa per effettuare gli esami dicontrollo sono però solitamente lun-ghissimi. Questo porta le donne a ri-volgersi ai privati con costi che nontutte possono sostenere. La mia spe-ranza è che si sviluppi una maggio-re attenzione da parte della Sanitàverso le attività di screening sul ter-ritorio”.

Per Rossana la vita ha subito unabrusca virata agli inizi di febbraioquando, durante un normale con-trollo di mammografia, le vengono ri-scontrati un nodulo sospetto e un fi-

broadenoma al suo seno sinistro, mi-crocalcificazioni di dubbia natura aldestro. Data l’impossibilità di effet-tuare a Foggia un esame specifico, lastereotassi, si precipita a Bari. Iniziacosì un calvario non solo fisico maanche psicologico, che mette a duraprova Rossana. Già nei primi di mar-zo viene sottoposta a quadrantecto-mia e rimodellamento ghiandolaredella mammella sinistra, interventiche affronta con forza e coraggio aiRiuniti di Foggia. Asportati i nodulisospetti ed analizzati, purtroppo ri-sulta che il suo è un tumore infil-trante, per cui viene nuovamente eprontamente operata, sempre nel

nosocomio foggiano, con asporta-zione completa dei due seni e con-testuale ricostruzione con protesi.Ad occuparsi di lei le equipe di chi-rurgia d’urgenza del dottor Tricari-co e di chirurgia plastica del profes-sor Portincasa. “In un momento cosìdifficile per me – precisa - ho trova-to grande conforto nella professio-nalità dei medici e di tutto il perso-nale che svolge il proprio lavoro con

professionalità e serietà, senza inte-ressi personali, persone ecceziona-li capaci di infondere fiducia. Medi-ci, come Mario Pio Germano inservizio presso il reparto di radiolo-gia, Marcello Di Millo, della Chirur-gia d’urgenza e Antonella Campa-nale e Arianna Maiorella dellaChirurgia plastica, tutti specialisti,ma prima di tutto gente di grandeumanità”. Elisabetta Ciavarella

8 g i u g n oduemilaundici sociale

Cancro al seno: l’importanza di una diagnosi precoce e i sistemi a disposizione

Una storia come tante, ma che fa la differenza

Come prevenireI principali esa-

mi clinici di diagnosisono l'ecografia e lamammografia, com-plementari tra loro:la prima evidenzianoduli solidi o liquidi(cisti) e permette dicontrollare i linfono-di, la seconda evi-denzia le microcalci-ficazioni, primoindizio possibile diun tumore se non ri-sultano benigne. In caso di riscontro dubbio dell'ecografia e della mam-mografia, si può procedere a un prelievo del tessuto con un ago appo-sito e al successivo esame citologico, cioè l'indagine al microscopio peridentificare il tipo di cellule. La mammografia è il metodo attualmen-te più efficace per la diagnosi precoce. L'Osservatorio nazionale scree-ning, dipendente dal Ministero, suggerisce, a partire dai 35 anni unamammografia ogni 2 anni, ma la cadenza può variare a seconda delleconsiderazioni del medico sulla storia personale di ogni donna.

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

La strada dedicata allo storico e meri-dionalista Gaetano Salvemini (Molfetta1873 - Sorrento 1957) scorre parallelamen-te alla Via Benedetto Croce; parte da Via Sil-vio Pellico e procede fino alla Via Vincen-zo Gioberti. Salvemini si laurea in Let-tere a Firenze nel 1896, ove inizial-mente si dedica all’insegnamentodella storia medioevale e nel 1897 col-labora alla rivista “Critica sociale”. Te-nace sostenitore del suffragio uni-versale e del federalismo, a suo avvi-so unica possibilità per risolvere laquestione del Mezzogiorno, propone dicollegare gli operai del nord e i contadini delsud, abolire il protezionismo delle tariffe do-ganali di stato e formare una piccola pro-prietà contadina, per rimuovere il latifondo.Eletto deputato nel 1919, con l’avvento delfascismo si schiera contro Mussolini; nel1925 firma il “Manifesto degli intellettualiantifascisti” di Benedetto Croce. E’ arrestatodalla polizia fascista a Roma e, avvalendo-si di un’amnistia, in seguito si rifugia in Fran-cia. In America, dove si trasferisce nel 1934per insegnare Storia della civiltà italiana al-l’Università di Harvard, annota in data 9 lu-glio 1943 in un poscritto della prefazione allibro “What to do with Italy”, composto conil suo collaboratore Giorgio La Piana: “nelperiodo in cui uscirà questo libro l’invasio-ne dell’Italia potrebbe essere già in corso;ma essa sarà soltanto l’inizio del duro com-pito di risolvere il problema italiano”. In queigiorni gli anglo-americani sbarcano in Si-cilia e il 25 luglio la rivolta di palazzo delGran Consiglio Fascista toglie il potere dal-le mani di Mussolini. Il carteggio degli anni1944-46 è raccolto in un volume dal titolo

“Lettere dall’America” a cura diRoberto Merola; i corrispondentisono noti uomini della politica eragguardevoli intellettuali del suotempo. Le lettere offrono la pos-

sibilità di misurare i termini e lo spirito cheimprontano l’avversione dello storico di Mol-fetta per l’assolutismo mussoliniano, le sueansie e le sue attenzioni per le condizioni ge-nerali, politiche e sociali, in cui si presental’Italia dopo la funesta avventura dellaguerra. “Il modo dell’opera di Salvemini –osserva Eugenio Garin – va cercato non inun sistema di idee, o in una verità salda-mente tenuta: va cercato in una onestà mo-rale, in una intransigenza vissuta come vo-cazione religiosa. E, forse, il modo miglio-re per avvicinarlo sta proprio nel seguirlo suun piano in largo senso pedagogico: di edu-catore, non solo nella sua scuola”. Rientrain Italia nel 1949 e riprende l’insegna-mento all’Università di Firenze, conti-nuando la lotta politica ispirata a una visionelaica della vita. Tra le sue opere, ricordia-mo: La dittatura fascista in Italia (1928),Mussolini diplomatico (1932), Sotto la scu-re del fascismo (1936), La politica estera del-l’Italia dal 1871 al 1914 (1944), Preludio allaseconda guerra mondiale (1953), Scrittisulla questione meridionale (1955).

Rina Di Giorgio Cavaliere

NASCE A TORREMAGGIORE LA F.A.I.S.

Rossana De Stefano: “La prevenzione mi ha salvato la vita”

E’ nata a Torremaggiore,centro dell’Alto Tavoliere ad unaquarantina di chilometri da Fog-gia, la sede regionale della FAIS,la Federazione Associazioni In-continenti e Stomizzati, che riu-nisce le associazioni di volonta-riato che sviluppano la loroattività nella tutela dei diritti de-gli incontinenti e dei portatori distomia. Il contributo fondamen-tale per la nascita dell’associa-zione lo ha dato Matteo Lotto, che ne èdiventato presidente. Lotto, 70 anni, treanni fa fu operato di tumore al colon agliOspedali Riuniti di Foggia dall’equipedel professor Tricarico. Da allora è sto-mizzato. Cosa si intende? “Gli stomizzati– spiega Lotto - sono quei pazienti che,a seguito di un intervento chirurgicodemolitivo, diventano definitivamenteincontinenti, costretti a vivere con ap-posite sacche per la raccolta delle feci edelle urine. In Italia gli atomizzati sonooltre 43.000”.

E’ stato a Modena, dove ha subitol’intervento chirurgico, che Lotto ha co-nosciuto il presidente nazionale dellaFAIS. “Mi confessò che, durante unavisita a Foggia, aveva cercato qualcunoche si occupasse della creazione in locodell’associazione ma senza risultato.Così pensai: perché non accettare? Co-sì ottenuta la sede dall’amministrazio-ne comunale, abbiamo dato vita allanostra associazione alla quale collabo-rano a titolo gratuito per colloqui e con-sulenze sette medici ed un avvocato diTorremaggiore”. Gli obiettivi della

FAIS sono: promuovere il dialogo conle varie istituzioni (regionali, provin-ciali e comunali) per garantire ai porta-tori di stomia un’assistenza adeguataed omogenea sul territorio nazionale;tutelare i portatori di stomia e gli in-continenti affinchè non siano violati iloro diritti sia in ambito sanitario (assi-stenza, libera scelta degli ausili ed ero-gazione gratuita) sia in ambito lavora-tivo e sociale; collaborare con leassociazioni scientifiche delle categorie(mediche e infermieristiche) impegna-te nel settore della incontinenza e del-la stomia. Una vita non semplice quel-la degli stomizzati, ma che si puòaffrontare al meglio con una buona do-se di coraggio.

“C’è chi non riesce a riprendere lavita di tutti i giorni. Per me non è stato co-sì. Io faccio tutto come prima, lavoro,mangio, passeggio come quattro annifa. L?importante è non perdere la vo-glia di vivere”.

Per informazioni: 0882.381406 e338.4796297

Anna Russo

Il coraggio di vivere una vita normaleChi era Gaetano Salvemini?

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CHIOME DA SOGNO GRAZIE ALL’INFOLTIMENTO

Un nuovo metodo testato per donare pienezza e volume ai capelli fini e diradati

Sorprendente. E’ il risultato sui capellidell’innovativo metodo di infoltimentoVOLUME+ di Hairdreams. Il problemadei capelli che si diradano interessa sem-pre più donne. Sottoporre i capelli a la-vaggi troppo frequenti, a colorazioni etrattamenti chimiche, rappresenta unostress non indifferente: i risultati sono ca-pelli che diminuiscono e diventano sem-pre più fini. Si aggiungano fattori esternicome sole, sale, cloro e una perdita diforza ed elasticità dovuta all’avanza-mento dell’età. Oggi, una soluzione vera-mente efficace e duratura, anche perproblemi di capelli come alopecia o li-mitata calvizia, è offerta dal metodo ”Mi-crolinea”, messo a punto da Hairdreams.

La tecnica, disponibile a Foggiapresso “Compagnia della bellezza” del-l’hairstylist Filomena Avella, prevedel’uso di speciali fili ultrasottili, quasi invi-sibili, le cosiddette “Microlinee”, chevengono inserite nei capelli da infoltire,

integrandosi invisibilmente nella capi-gliatura perché adattati al colore, allastruttura e alla lunghezza. Il risultato èuna foltezza assolutamente naturale chepraticamente non si distingue dalla natu-rale crescita del capello. Il sistema dellaMicrolinea è fissato in modo permanentee può essere portato per diversi mesi. I ca-pelli aggiunti si portano come se fossero ipropri anche in piscina, in sauna, senzaalcun tipo di limitazione nelle normali si-tuazioni di vita quotidiana. Esistono es-senzialmente due pregiati livelli diqualità: “Hairdreams basic” che prevedel’utilizzo di capelli ricavati da capelligrezzi originariamente scuri che vengonoschiariti delicatamente e adattati al coloredesiderato; “Hairdreams special” pre-vede invece l’uso di capelli morbidi e se-tosi selezionati manualmente uno ad uno.Per conservare inalterata la naturale bel-lezza dei nuovi capelli, basterà prender-sene cura con i prodotti “Hairdreams”.

9g i u g n oduemilaundici6Donna promotion 9

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10 g i u g n oduemilaundici Speciale moda

Dal sapore retrò ma perfetto permodellare fianchi, glutei ed allungarele cosce è il costume a vita alta o altis-sima, la vera novità glamour dell’esta-te 2011. Se invece siete tra le fortuna-te che possono contare su un addometonico e preferibilmente piatto lascia-tevi pure tentare dal due pezzi: anchequest’anno permane la vita bassa perchi desidera abbronzarsi fin dove osail bordo dello slip.

Laccetti o fasce laterali e bikini ri-dotti sono ancora protagonisti e chinon vuole mai abbandonare quel-l’eleganza un po’ rigorosa può sce-gliere i costumi ispirati all’Oriente, co-me i triangoli ricoperti da drappeggiin seta goffrata, gli origami che sfu-mano nelle cromie più delicate oppu-re lasciano spazio a tinte unite in cuicampeggiano onde, farfalle e fiori. Ifiori poi possono sbocciare realmente

Miss on the beachVITA ALTA, TRIKINI, BIKINI E PERSINO CALAMITE

Tutte le novità da spiaggia per un’estate che si preannuncia bollente.Bussola puntata verso un modello che esalti forme e carnagione

Per affrontare al meglio la nuova stagione è imperativo sceglie-re il costume che, oltre ad esprimere il nostro stile, ci aiuti al con-

tempo a valorizzare i nostri punti di forza.

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MAI SENZATra i must-have dell’estate 2011 ci sono la phasmina

e il copricostume. Se con la prima potete aggiungere untocco trendy alla vostra mise da spiaggia avvolgendolacome vi suggerisce la fantasia a patto che, se avete dellebelle forme, le mettiate in evidenza, per esempio indos-sandola ad anello intorno al collo, il secondo vi aiuta ad ag-giungere un tocco di mistero celando al momento oppor-tuno i vostri difetti. Caftano, kimono, pantalone all’araba,vestito lungo: scegliete quello che sarete in grado di in-dossare con disinvoltura, giocate con i tessuti leggeri etrasparenti o abbinatelo alla fantasia del costume.

11g i u g n oduemilaundicispeciale moda

in pezzi di stoffa arricciata e applicata comerichiamo decorativo sullo slip oppure movi-mentano allegramente una fascia, favorendol’illusione ottica della pienezza anche lad-dove voi non siate convinte che sia così.

L’ideale prato viola o fucsia del vostro co-stume e i guizzi di seta, possono lasciare spa-zio a tinte o fantasie da accostare con il “co-ordinato”, un alleato indispensabilesoprattutto per coloro che necessitano di mi-sure diverse per i due pezzi, evitando così ef-fetti indesiderati provocati da una taglia nonadeguata. In questo caso accostate pure levostre tonalità preferite o le fantasie cheprediligete ma rispettate semplici ac-corgimenti, la cui efficacia risultaconfermata anche dalla scien-za: chi vuole nasconderequalche chilo di troppo indos-si pure le righe orizzontali che,stando ad uno studio effettua-to da alcuni ricercatoridella facoltà di Psicolo-gia dell’Università di York,farebbero sembrare più fili-formi perché conferirebberouna maggiore tridimensiona-lità all’immagine, creando uneffetto di profondità in grado diridurre l’apparenza di lar-ghezza. Se l’idea vi piace,sappiate che, oltre ad esserepiù belle, sarete anche allamoda: in auge infatti anchequesta estate le strisce oriz-zontali dal marinaresco bian-co-rosso-blu (la tonalità pre-ferita dello stilista TommyHilfiger) passando per colorialternativi come il verde acquae il marrone fino al classicobianco - nero. Misterioso edelegante per eccellenza, il ne-

ro trova conferma dal medesimo studio cir-ca l’aiuto che apporterebbe nel farci sem-brare più magre: il nero è anche la tonalitàprotagonista di costumi interi e sgambati acui potete affidarvi per incarnare la perfettadiva da spiaggia.

Al costume intero la moda risponde conuna valida e attuale via di mezzo: se aveteun vitino da vespa mostratelo indossando unintrigante trikini, strappi laterali, listini se-ducenti o strisce di seta passata al laser cherendono il costume resistente e impalpabiletanto che vi sembrerà di indossare un sem-plice due pezzi mentre potrete giocare a se-

durre grazie ai tagli alternativi in stoffache accarezzano la vostra pelle. Se le

fantasie non vi bastano, puntate sulcostume gioiello: pezzi di mosaico

che corrono lungo il seno e l’om-belico, fermagli strategici im-preziosiscono reggiseni push-up o fasce, accessibili a tutte

grazie alla presenza stra-tegica al loro interno

di una striscia insilicone. Infineanche le più

sportive posso-no trovare il com-

promesso tra modae praticità: i nuovi co-

stumi sono foderati aprova di tuffo e resistenti,

addirittura jeansati o concalamite che trattengono ilembi, in modo da essere alriparo da imbarazzantispostamenti.

Non resta che sceglie-re, senza dimenticare gliaccessori.

Dalila Campanile

ACCESSORI DA DIVE

Pucci, borsa mare

in paglia

Zippoborsa mare

Collana e braccialetto etnico

Parahocchiali da sole

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12 g i u g n oduemilaundici

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Ossigenazione dei tessuti. Cer-chiamo di effettuare durante le

ore serali lunghe passeggiatenei pressi di zone alberate e

giardini lontani dallo smog as-sorbito durante la giornata.

Protezione dai raggi solari.Nei prodotti solari la capacitàdi proteggere la pelle dalle ra-diazioni UVB è indicata dalla

sigla SPF. Una recente di-rettiva dell’Unipro (As-sociazione Italiana Indu-

strie Cosmetiche) haclassificato i fotoprotettori in:bassa SPF 2-6, moderata SPF8-12, alta SPF 15-25, altissimaSPF 30-50, ultra alta SPF 50+

Docce solari. E’ opportuno eseguire qualche doccia so-lare per evitare eritemi rivolgendosi ad un centro este-tico-solarium, in cui trovare personale competente ingrado di consigliare programmi su misura. Le lampa-

de solari si dividono in bassa e ad alta pressione.Le prime si attivano grazie all’accensione di tubi diquarzo installati all’interno della macchina; l’illu-

minazione riproduce il rilascio di radiazioni UVA che,a contatto con la pelle, ne innescano il processo di pigmen-tazione. Si tratta di un sistema meno potente rispetto a quel-lo ad alta pressione e con tempi di esposizione più lunghi,ma è notevolmente più sicuro poiché le lampade ad altapressione sono più nocive in quanto bruciano la pelle.

Trattamenti per la silhouette. Massaggi, en-dodermici, fanghi, alghe servono a rios-sigenare i tessuti, eliminare la ritenzio-ne idrica, attenuare la fastidiosa buccia

d’arancia, migliorare il microcircolo san-guigno e rimineralizzare i tessuti.

Solari schermanti sulle zo-ne più delicate. Gli

schermanti sono uncoadiuvante, ossiauna protezione solare

ausiliaria da affiancarealle misure sopra citate, chenon possono comunque es-sere sostituite.

Endocosmetici. Il loro utilizzo costante e metodico favorisce, grazie alla loro for-mulazione umettante, l’aumento di idratazione del film idro-lipidico.

Mangiare sano. La pelle, in rispo-sta all’esposizione solare, si difendeproducendo melanina. Tale so-stanza scura ci difende dai raggi ul-travioletti, ma la produzione dellastessa provoca il veloce consumo

degli antiossidanti naturalipresenti nel nostro organi-smo che servono a neutra-lizzare i danni dei radicali

liberi. Per tale ragione è ne-cessario reintegrarli con l’alimen-tazione, prediligendo alimenti con-tenenti beta-carotene, ovvero tuttiquelli di colore rosso, arancione ogiallo ad esempio melone, coco-mero, albicocche, pesche, carote,peperoni e pomodori.

Peeling al corpo. Chiamato più comunementescrub, è un trattamento che riesce ad eliminare dalprimo al secondo strato di cellule morte. In un cen-tro estetico viene effettuato attraverso un massag-

gio energico e avvolgente che aumenta la va-sodilatazione e con essa il calore superficiale,agevolando cosi lo sfaldamento delle cellule

morte, stratificate nel tempo. Potremmo effet-tuarlo anche sotto la doccia di casa utilizzando ilprodotto specifico e il guanto di crine, ma con risul-tati non assicurati e con il rischio che qualche zonavenga trascurata.

13m a r z oduemilaundicibenessere

Cambia pellePer evitare che il sole diventi un nemico

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Apporto idrico. Con il caldo aumenta il biso-gno del nostro corpo di introdurre liquidi. E’opportuno sforzarsi di introdurre almeno unlitro e mezzo d’acqua, accompagnato da una

alimentazione ricca di frutta e verdura.

2

Esposizione graduale. All’inizio della vacanzal’esposizione al sole deve essere molto limitata

e aumentata gradualmente. Nei primi gior-ni è consigliabile non esporsi ai raggi di-retti e si raccomanda di applicare sempre

un protettivo, anche sotto l’ombrellone. Leore migliori sono quelle del mattino (8-11) e deltardo pomeriggio (dopo le 17). Evitare le ore piùcalde della giornata (dalle 12 alle 15).

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Le 10 strategie più efficaci per una abbronzatura al top

a cura della dermoestetista Luigia De Vito

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14 g i u g n oduemilaundici bellezza

Una pelle dorata, levigata, accesa dallesfumature di polveri impalpabili che rubanoi riflessi caldi del sole. Un corpo senza ombreche profuma di freschezza e di vitalità. Èesplosa l’estate, la stagione della bellezza pereccellenza, dove il viso in piena luce e il cor-po scoperto stimolano in ogni donna il desi-derio di presentarsi al meglio. Un obiettivo cherichiede impegno e costanza, ma che può es-sere raggiunto con maggiore facilità ricor-rendo all’aiuto prezioso di formule cosmeticheinnovative che coniugano efficacia, grade-volezza e praticità di utilizzo.

Ecco allora solari che proteggono sotto iraggi del sole e insieme si prendono cura delcorpo; idratanti che restituisconoacqua alla pelle assetata dalcaldo mantenendola in per-fetto equilibrio; shampoo,balsami, maschere e formu-le protettive che riparano lafibra capillare dalle aggres-sioni esterne dannose. Senzadimenticare terre e creme co-lorate che, in tutta naturalezza,ravvivano l’incarnato renden-dolo più uniforme e luminoso.

SOTTO I RAGGIIl solare è d’obbligo. Perché argina i

danni profondi che le radiazioni possonocausare alle cellule epiteliali, ma anche per-ché preserva la bellezza della pelle. Un’over-dose di raggi comporta infatti un’accelerazionedel processo di invecchiamento cutaneo chesi traduce, nel tempio, nella comparsa di ru-ghe e macchie scure. Lo schermo offerto daun prodotto protettivo rende più dolce l’in-contro tra le radiazioni solari e l’epidermide,lasciando che la tintarella affiori, magari unpo’ più lentamente, ma senza rischi di scot-tature e di spellature. I principi attivi idratanti,rigeneranti e addolcenti presenti nei solari aiu-tano poi la pelle a mantenersi vellutata, con-tribuendo così a rendere più compatta e du-ratura l’abbronzatura.

L’ETÀ DEL BRONZOLa pelle trova perfezione, luce

e vivacità con terre e fondotinta so-lari, arricchiti con un fattore di pro-tezione dal sole, che accendono l’in-carnato con naturalezza. L’effettoche si ottiene è mat e leggero, perfettoper chi al trucco chiede glamour e di-screzione. Attenzione solo che il fon-dotinta solare non sia troppo ricco digrassi: con il caldo, le pelli mistepossono luccicare. La terra tende a faremacchia? Succede per colpa della na-

turale untuosità del viso: un po’ di cipria mes-sa prima della polvere colorata aiuta ad as-sorbirla e assicura un risultato uniforme. Untratto di matita, un tocco di ombretto nei co-lori di tendenza, mare e toni dorati, una pas-sata di gloss e si è pronte per uscire.

IDRATAZIONE SPECIALEIl caldo, il sole ma anche l’aria secca dei

locali climatizzati. L’equilibrio idricodella cute in estate rischia di romper-si: la pelle si secca, in alcuni punti sisquama. L’idratante del mattino è piùche mai indispensabile perché l’epi-dermide possa affrontare la giornata

senza perdere equilibrio e bellezza.La formula deve essere adatta però

alla stagione: se si è ancora in cit-tà, dev’essere molto leggera, perevitare che sul viso si formino an-tiestetiche zone lucide, e con filtrisolari per schermare le radiazioni,in particolare le UvA, che rag-giungono la pelle anche in cittàpassando attraverso i vetri. Invece,

se si è già in vacanza o se si sta mol-to all’aria aperta, è importante uti-

lizzare una formula altamente idratante, per-ché l’acqua evapora dall’epidermide molto piùvelocemente, segnandola facilmente di lineee rughette.

PROTEZIONE PER I CAPELLILe aggressioni estive mettono a dura

prova la bellezza dei capelli: privano infatti lafibra capillare del sottile strato d’acqua e seboche la riveste e la protegge.

La capigliatura diventa così spenta estopposa, ma i danni si notano soprattutto neltempo, in autunno, quando i capelli, proprioa seguito degli stress estivi, sono deboli e fa-cili alla caduta. La strategia d’intervento gio-ca innanzitutto sulla protezione: gel, fluidi, olie leggerissimi spray, adatti anche in città, crea-

no un film isolante sul capelloche impedisce agli agentiesterni dannosi di “toccar-

lo” e danneggiarlo. Buona la scelta di

usare shampoo e bal-sami dalle formule spe-

cifiche, ricchi di sostanzaidratanti, rigeneranti e ri-

paratori che compensano lecarenze dei capelli.

Da non trascurare la maschera o le fia-le, trattamenti urto a effetto nutriente e ri-strutturante, da regalare alla chioma

una volta la settimana.Angela Dalicco

Sotto il sole delle vacanze o nel traffico della città

I rituali di bellezza, i prodotti più innovativi e tutte le astuzie

per vivere la stagione da protagonista

Dea dell’estate

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Aree all’aperto ma intime dove sognare,

rilassarsi e prendersi cura di sé

Oasi di relax

15g i u g n oduemilaundiciambienti

SPAZI PRIVATI, IN GIARDINO O IN TERRAZZO

Romantico, elegante, dal profumo di ro-se; oppure minimale e silenzioso come vuo-le la filosofia Zen; oppu-re, esotico e assolato,secondo l’affascinantecultura magrebina. Inogni caso, chiunque di-sponga di un terrazzo odi un giardino può tro-vare il piacere di unospazio protetto, un an-golo appartato dove vi-vere momenti di relax. All’aria aperta ma lon-tano da sguardi indiscreti, dove poter leggere,ascoltare musica, prendere il sole come fossesu una piccola isola deserta.

Gazebo e ombrelloniLa posizione migliore per un ideale spazio

relax è quella orientata a nord-est, direzionein cui l’intensità dei raggi solari è minore.

Lo spazio deve essere diviso in due parti, dicui una direttamente illuminata dal sole, e l’al-tra riparata. Per quest’ultima si può ricorrere aun gazebo con struttura di materiale diverso(acciaio, alluminio, legno), e tetto di legno, mat-toni, policarbonato, tela o di semplice cannuc-ciato; a struttura fissa oppure richiudibile. Ol-tre a quelli tradizionali, ci sono gazebo chericordano le tende marocchine, costituite da

pali in ferro o in legno da piantare nel terrenoe da tendaggi morbidi, fissati alla struttura so-

lo nella parte alta, che possonocosì muoversi al soffio dellabrezza. Per quanto riguarda gliombrelloni, i più apprezzati so-no quelli a fusto laterale, perchéla posizionenon centraledella gambapermette disfruttare me-glio e più libe-

ramente l’area ombreggia-ta. L’unico accorgimento chedeve essere seguito quandosi installano gazebo e om-brelloni riguarda l’inclina-zione delle tele di copertura.In caso di pioggia, questa deve garantire loscorrere dell’acqua, inoltre deve evitare l’ef-fetto vela quando c’è vento, la cui potenza po-trebbe sradicare la struttura.

Delimitare lo spazioSi può scegliere di delimitare la propria

area relax, in giardino o in terrazza, con gran-di vasi di piante, preferibilmente di specie di-verse e con fiori variopinti, oppure sceglierepareti mobili di cannucciati o grigliati in legno,

utili perché creano aree separate, ma senza li-mitare lo sguardo. E in più possono essere usa-ti come sostegno per le piante rampicanti,per esempio gelsomini profumati, che cresco-no rapidamente e sono resistenti. La piacevo-lezza del vivere lo spazio può essere influen-

zata dal contatto con ilterreno. Una tenera erba èil pavimento ideale, ma unabuona alternativa è ancheun tavolato, spesso realiz-zato in un legno re-sistente come il te-ak, posizionatodirettamente sulprato. Tra il ter-reno e la pavi-

mentazione si crea così unacamera di isolamento che permetteanche di stendere stuoie sul tavolatosenza che queste si inumidiscano.

L’arredo e i suoi materialiTra le proposte di arredo per gli spazi ester-

ni, i più tradizionalisti scelgono poltroncine,divanetti e tavolini in ferro battuto, in midolli-no intrecciato. I materiali impiegati sonoquelli naturali, come il cotone grezzo per ri-vestire sedute e cuscini; il legno in tutte le suesfumature cromatiche, dal rovere, al teak, al-

l’iroko, per tavolini e panche; le fibre di coccoo di banano intrecciate per grandi tappeti, pan-nelli e vasi. Stanno però prendendo piede sem-pre più anche i materiali sintetici che evocanoil vimini, anche questi rispondenti in manieraottimale alla ricerca di relax e benessere.

Suggestioni luminoseIl piacere di stare all’aperto può essere pro-

lungato anche durante le ore serali. Perchéquesto sia possibile, è importante predisporreun sistema di illuminazione che avrà anche lo

scopo di crearesuggestioni. Lelampade elettri-che possono, peresempio, cataliz-zare l’attenzione inun angolo partico-lare dello spazio,oppure suggerireatmosfere specialicome nel caso in cui

la luce sia proiettata lontano, verso una piantao un altro oggetto di fascino. In alternativa a unvero impianto elettrico, si possono scegliere lu-ci che funzionano a batteria o solari da infilarenel terreno, oppure candele da inserire in gran-di lanterne in vetro e ferro, o lampade e torce aolio, oggi tornate molto di moda. A.D.

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16 g i u g n oduemilaundici artepubliredazionale

I segreti millenari dell’artedella lavorazione del vetro per ac-cendere di riflessi e suggestivigiochi di luce abitazioni ed edifi-ci sacri, rendendo oggetti e com-plementi d’arredo, unici e pre-ziosi elementi strutturali in gradodi infondere carattere e persona-lità all’intero ambiente. Vetrateartistiche e mosaici esclusivi pertrasformare ambienti privati,commerciali e sacri in una picco-la ed irripetibileopera d’ar-te. Tuttoquesto è“Nizal”, il la-boratorio delvetro della fa-miglia Zac-cheria, attivaa Foggia da ol-tre trent’anni.

Specializ-zata nella rea-lizzazione arti-gianale e nelrestauro di ve-trate artistiche emosaici, si avva-le di antiche tec-niche di lavorazione e di espe-rienze tramandate di padre infiglio da tre generazioni. La dire-zione artistica dell’attività è affi-data a Luigi Zaccheria, laureandoin architettura che, fin da giova-nissimo, ha affiancato suo padre esuo nonno in azienda, imparan-do da essi le tecniche dell’arte pit-torica, scultorea, musiva e dellascrittura su pergamena.

Per garantire la qualità el’unicità di ogni opera, alle tecni-che di lavorazione artigianaleviene affiancato l’utilizzo di vetripregiati e composizioni chimicheper gli stucchi ed i colori, speri-mentate nel corso degli anni e tra-mandate come segreti professio-nali. “Il vetro – spiega LuigiZaccheria – è un elemento in gra-do di piegarsi a svariate tecnichee stili, dal più conosciuto Liberty

a riela-b o r a z i o n id’avanguar-dia, integrandosi perfettamentenegli ambienti più disparati”.

Vetrate e mosaici, infatti, pos-sono essere variamente utilizzatiall’interno di una abitazione, siacome elementi artistici (quindiesclusivamente decorativi e or-namentali) che funzionali (inglo-bati in una struttura: porte, fine-stre, piccoli muretti divisori) ingrado, ad esempio, di separare omettere in comunicazione dueambienti distinti, migliorando difatto l’organizzazione degli spazied incrementandone l’aspettoestetico e la vivibilità. Una vetra-ta scorrevole, invece, può costi-tuire una valida alternativa percreare un “punto luce” in unastanza cieca, ma senza turbarel’ordine preesistente, inserendoantiestetiche finestre e aperture

improvvisate.Le cangianti tessere di un

mosaico, invece, sono larga-mente utilizzate nel rivestireelementi strutturali come pila-stri, colonne e travi, trasforman-doli – da vincoli murari ingom-branti e non particolarmente“attraenti” - in elementi decora-tivi ricercati e di grande impatto.Ancora, possono sottolineare al-cuni angoli della casa, nicchie erientranze nelle pareti per un ef-fetto prezioso ed elegantissimo.

“Cerchiamosempre diindiriz-z a r e

ciascun cliente – chiarisce LuigiZaccheria - verso la soluzioneideale, affiancandolo in ogni fa-se della lavorazione: dalla pro-gettazione del disegno da realiz-zare alla tecnica e al supporto dautilizzare, facendo, se il caso lo ri-chiede, anche più di un sopral-luogo nell’ambiente che andrà adospitare l’opera”. Per questo, èpossibile avvalersi anche dellaconsulenza tecnica dell’architet-to Giuseppina Balice, per offriresempre soluzioni su misura perogni ambiente. Porte, separè fis-si e mobili, piccole pareti divisorie;e ancora elementi decorativi ecomplementi d’arredo come pa-ralumi, quadri e vetrate a parete,posacenere, centrotavola e for-melle artistiche, talvolta anche aduso bomboniere, tutte creazioniartigianali e per questo uniche.

L’entusiasmo e l’impegnoprofuso nel lavoro dalla famigliaZaccheria (dalla progettazione al-la qualità delle lavorazioni e deimateriali), sono stati riconosciutia livello internazionale attraversoil conferimento di prestigiosi pre-mi. Tra i lavori recentemente rea-

lizzati, sono sotto gli occhi ditutti le vetrate che

adornano la Chiesadel Carmine

Nuovo, a Fog-gia, e il mo-saico cheimpreziosi-sce la pare-te del Ta-bernacolo.Uno scrignodi luci e ri-flessi d’arte.

L’arte del vetro si accende di nuove suggestioniTecniche ed esperienze tramandate di padre in figlio

Per trasformare ambienti privati e sacri in uno scrigno di luci e riflessi d’arte

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L’estate è alle porte e il pensie-ro di scoprirsi, in vista della tantotemuta “prova costume” suscita, inun numero sempre crescente di uo-mini e donne, l’esasperazione di al-cune condotte tese al consegui-mento di un corpo perfetto, tonico,muscoloso e privo di qualsivogliadifetto.

L’ossessione per la forma fisica,che sfocia nella frequentazione esa-sperata di palestre, centri benesse-re, saune e negozi specializzati nel-la vendita di prodotti ipocalorici eiperproteici, prende il nome di vi-goressia o complesso di Adone.

Eh già, perché nella mitologiaclassica Adone simboleggia l’av-venenza maschile per eccellenza,

ma anche la rinascita della natura,che sboccia a primavera per sfiori-re a fine estate, come i corpi che sipreparano ad essere sfoggiati a lu-glio per poi tornare alle loro roton-dità nei mesi invernali.

Il problema è che la vigores-sia è una vera e propria osses-sione e che, come tale, non si li-mita ad alcuni periodi dell’anno,ma si estende fino a compro-mettere il normale funziona-mento sociale, fisico e psicologi-co dell’individuo, con pericolosericadute anche sul profilo eco-nomico, considerato l’iperinve-stimento sul corpo e sui rimediutili a conseguire la sua perfe-zione.

I soggetti vigoressici, infat-ti, trascorrono gran parte del lo-ro tempo in palestra, nel tentati-vo assillante di scolpire il propriocorpo in ogni sua parte, spesso, ten-dono a consumare cibi ipocalorici ea fare uso di integratori o farmacianabolizzanti e mostrano un’ec-cessiva attenzione visiva alla formafisica, soffermandosi sui singoli mu-scoli per seguirne il progressivo svi-luppo.

A contribuire al costante impe-gno per raggiungere un aspetto de-

gno di essere ammirato sembra es-serci una perenne insoddisfazioneper il proprio corpo, nonostante leore trascorse ad allenarsi rinun-ciando ad ogni genere di preliba-tezza alimentare.

Come accade per le pazientianoressiche, che continuano a ve-dersi paffute nonostante l’estremamagrezza, i soggetti vigoressici, ingran parte uomini, presentano for-me di “dismorfismo corporeo” cheli portano a soffermarsi sulle im-perfezioni piuttosto che sull’im-peccabilità della loro forma fisica.In tal modo, perennemente insod-

disfatti dei risultati raggiunti, gli os-sessionati del corpo continuano amantenere un rigoroso regime ali-mentare e fisico fino a trasformare ilculto dell’aspetto in una vera e pro-pria dipendenza, alla cui base vi so-

no, inevitabilmente, problema-tiche psicologiche rilevanti. Traqueste, una scarsa stima di sé,che spinge il soggetto a com-pensare le proprie insicurezzecon un’apparenza energica edefficiente e il desiderio di esse-re ammirati e riconosciuti, spes-so derivante da un trascorso fa-miliare povero di attenzioniamorevoli o eccessivamentebasato sull’apparenza piuttostoche sulla sostanza.

Non ultima, l’influenza delmodello culturale emergente,che pone un’eccessiva enfasisull’aspetto fisico come virtù

fondamentale per conseguire il suc-cesso e l’ammirazione sociale.

Tutto ciò porta sempre più, gio-vani e meno giovani, ad iperinve-stire sull’esteriorità, dimenticando-si quanto insegnava la volpe alPiccolo Principe di Antoine deSaint-Exupéry, e cioè che, in fondo,“non si vede bene che col cuore,l’essenziale è invisibile agli occhi”.

17g i u g n oduemilaundici

Giovani e drogaGiovani sotto la lente di

ingrandimento in una inda-gine che non tranquillizzaistituzioni e famiglie. A fron-te, infatti di una riduzionegenerale del consumo di so-stanze stupefacenti è aumen-tato quello di particolari so-stanze e di bevande alcoliche.In Italia, infatti, diminuisce ilconsumo generale di sostan-ze stupefacenti (tra il 2008 e il2009 i consumatori sono calatidel 25,7%, passando da 3,9milioni a 2,9 milioni circa), manon sembra venir meno lapericolosità sociale del con-sumo di droghe: aumentanoinfatti le persone prese in ca-rico nei Ser.T (“Servizio per leTossicodipendenze”) per di-pendenza da cocaina (+2,5%).È in crescita anche il numerodei giovani consumatori a ri-schio per abuso di bevande al-coliche: dal 2009 al 2010 sonopassati dal 14,9% al 16,6%nella fascia di età compresatra i 18 e i 24 anni. Lo rivelal’indagine Censis “La cre-scente regolazione delle pul-sioni”, di recente pubblica-zione. Anche la tendenza alcocktail di alcolici e sostanzestupefacenti, il cosiddetto bin-ge drinking, non sembra di-minuire: dal 2009 al 2010 ri-mangono stabili le ubriacatu-re nella fascia di età tra gli 11e i 17 anni, mentre aumenta-no da 14,9 a 16,6 nella fasciadei 18-24 anni. Secondo ilCensis in valore assoluto,quindi, sono circa un milionedi ragazzi dagli 11 ai 24 anniche bevono in eccesso, e tra ipiù giovani è sempre più ri-corrente il mix di sostanzealcoliche e droghe sintetiche.Secondo i dati del diparti-mento delle Politiche anti-droga, inoltre, i sequestri distupefacenti, pur a fronte diun andamento decrescenteper molte sostanze, mettono inluce una controtendenza in ri-ferimento alla marijuana ( dai2.400 chili sequestrati nel2008 ai 7.483 del 2009) e alledroghe sintetiche ( le dosi se-questrate sono passate da 57.612 a 66.253). In aumentoanche le forme di depressio-ne e il consumo di antide-pressivi: le dosi giornalieresono più che raddoppiate dal2001 al 2009, passando da16,2 a 34,7 per 1.000 abitanti(+114,2%).Tra le dipendenzein aumento tra i giovani, an-che quella legata al giocod’azzardo. Secondo il Censisla prevalenza di giocatori pa-tologici nella popolazione ge-nerale adulta varia dall’1% al3% e sono i maschi a esserepiù coinvolti. Tra i ragazzi laprevalenza è maggiore e laquota stimata si attesta intor-no al 5-6%.

(Fonte dire/sanità.it)

in pocheparoleL’ossessione per il corpo che diventa malattia

Tra le cause una scarsa stima di sé e il desiderio di essere ammirati e riconosciuti

Vigoressia o complesso di Adone

La rinite allergica è un pro-cesso infiammatorio che colpisce lamucosa nasale ma, a differenza delcomune raffreddore, è più intenso eprolungato e, soprattutto, è scate-nato dal contatto con particolarisostanze (allergeni) a cui l’individuosi è sensibilizzato. Si manifesta condisturbi a carico del naso, tra cui se-crezione acquosa, ostruzione (re-sponsabile di diffi-coltà nella respira-zione), starnuti fre-quenti e prurito. Inalcuni casi può inte-ressare anche il di-stretto oculare, dandoluogo ad arrossa-mento delle con-giuntive, aumentodella lacrimazione,sensazione di corpoestraneo e fastidioalla luce. La respira-zione attraverso labocca, che consenteal bambino di supe-rare l’ostruzione na-sale, riduce l’umidifi-cazione della mucosafaringea determi-nando così la com-

parsa di mal di gola, tosse irritativa,riduzione del senso dell’olfatto e delgusto e calo dell’appetito. La rini-te allergica stagionale è legata al-l’esposizione a pollini nella stagio-ne di fioritura di alcune specie dipiante (Graminacee, Composite,Artemisia, Ambrosia, Parietaria). Isintomi possono variare di intensi-tà a seconda della concentrazione

dei pollini nell’aria, dellecondizioni metereologi-che e del tempo di espo-sizione. La rinite allergi-ca perenne è promossada allergeni costante-mente presenti nell’am-biente, come gli acari del-la polvere, della farina e le muffe. Ibambini allergici agli acari tendonoa manifestare i sintomi quando sonoin ambienti chiusi e caldo-umidi,

condizioni che fa-voriscono la cre-scita dell’acaro, so-prattutto in autun-no. La rinite aller-gica occasionaleè invece tipica del-l’allergia agli epi-teli animali (cane,gatto, criceto, co-niglio, cavallo, piu-me). Il bambinopuò presentaresintomi quandoviene a contatto di-retto con l’animaleo anche solo quan-do entra in un am-biente dove hasoggiornato l’ani-male a cui è aller-gico. La presenza

di uno o entrambi i genitori allergi-ci comporta un aumento della pro-babilità – rispettivamente del 50 edel 75% - che il loro figlio lo diven-ti nel corso della sua vita. La valu-tazione allergologica di un bam-bino che manifesta sintomi di rini-te allergica deve comprendere unaraccolta della storia familiare e per-sonale del bambino, un esame cli-nico con la rinoscopia anteriore,cioè la accurata visualizzazione del-le cavità nasali e appropriate inda-gini diagnostiche. I test cutanei(Skin Prick Test) permettono la dia-gnosi dei maggiori allergeni inalanti.La ricerca degli eosinofili (un tipoparticolare di globuli bianchi) nelmuco nasale può orientare il medi-co in caso di soggetti con test cuta-nei negativi, ma con una storia e unquadro caratteristici. Il dosaggiodelle IgE specifiche, effettuato su unprelievo di sangue, è indicato quan-do il bambino non può eseguire itest cutanei.

Attenzione ai casi di familiarità

Rinite allergica stagionale,perenne o occasionale

DI MARIA GRAZIA BELLANTUONO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

PSICOLOGA

PEDIATRADI ALESSANDRA MARINARI

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Prevenire le allergieGli specialisti della IFIACI, Federazione delle Società Ita-

liane di Immunologia, Allergologia ed Immunologia Clini-ca, riuniti a Roma nel loro 2° Congresso Nazionale, hanno sti-lato un elenco di 5 consigli per prevenire lo sviluppo di distur-bi allergici nei bambini:

1) evitare l’esposizione agli acari delle polveri soprattuttoquando c’e’ una familiarità per allergia, limitando negli arredil’uso di moquette, tappeti, tendaggi pesanti e giochi di peluche;

2) trascorrere il più possibile del tempo all’aria aperta; 3) adottare un’alimentazione che limiti l’uso di cibi altamente

calorici onde evitare l’obesità, strettamente legata alle patolo-gie respiratorie;

4) inserire nella dieta frutta, verdure e cibi ricchi di vitami-ne A e D;

5) appena possibile, incrementare l’attività sportiva, che fa-vorisce lo sviluppo armonico dell’apparato respiratorio.

Cinque consigli per prevenire le allergie

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18 g i u g n oduemilaundici

Rimedi naturali

Oltre ad una predisposizionegenetica, vi sono diversi fattori chepossono portare ad una ipercole-sterolemia come:

Abitudini alimentari scorret-te: una dieta ricca di grassi saturi(di origine animale) e uno stile divita sedentario;

Il fumo: aumenta il rischio diaterosclerosi, al di là degli altridanni conosciuti infatti provoca unprogressivo restringimento dellearterie; anche lo stress contribui-sce a peggiorare tale situazione;

Alcune malattie: l’ipertensionee il diabete provocano lesioni a li-vello endoteliale (vasi arteriosi);queste lesioni predispongono aldeposito di colesterolo e alla suc-cessiva formazione di placche ate-rosclerotiche.

Se si hanno valori di coleste-rolo alti, ma non ancora preoccu-panti, prima di passare a farmacisarà utile provare a ridurre i valoricon alcuni rimedi naturali. Adesempio, in natura esistono alcu-ne sostanze di origine vegetale chesono in grado di interferire con laquantità di colesterolo presente nelsangue; una di queste é il riso ros-so fermentato, noto con il nome diMonascus.

Il burro e le uova, dopo il cer-vello, sono i cibi più ricchi di cole-sterolo e per questo motivo si è alungo consigliato di limitarne ilconsumo. Tale raccomandazioneè ancora valida, ma è stata ridi-mensionata da alcune considera-zioni scientificamente conferma-te: come accennato nella parteintroduttiva il colesterolo assuntocon la dieta incide soltanto per il10-20% sul colesterolo totale, dun-que livelli molto elevati di coleste-rolo non possono essere trattati conla sola dieta. Alimenti utili a ridur-re e/o mantenere un buon livellodi colesterolo sono: pane, pasta, ri-so, mais, pesce magro (meglio sepesce azzurro ricco in omega 3),carne magra (pollo e coniglio), olioextra vergine di oliva, verdura e or-taggi (preferendo carciofo, finoc-chio, insalata) e frutta fresca.Le regole da rispettare:• limitare formaggi grassi (prefe-

rire ricotta o fiocchi di latte);• limitare dolci e creme• eliminare salumi grassi e carne

grassa (preferire carne e pescemagri e prosciutto crudo o cottomagro o bresaola);

• eliminare i cibi contenti grassiidrogenati o margarine;

• per arrivare a coprire il 30% delfabbisogno giornaliero di grassiusate cibi grassi contenenti aci-di grassi essenziali (imparare ausare alimenti come il salmoneal naturale, noci e legumi) e gras-si monoinsaturi (olio di oliva ex-travergine);

• limitare i cibi contenenti ingre-dienti con la dizione generica digrasso vegetale o olio vegetale;

• limitare il caffè• le fonti proteiche dovrebbero de-

rivare un terzo da carni, latte eformaggi, un terzo da pesce e unterzo da vegetali (in particolarederivati della soia).

s.f.

in pocheparole

DI ROSANGELA LORISO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

MOVIMENTO CONSUMATORI

Alti livelli nel sangue sono particolarmente rischiosi

Attenzione a quello cattivo. Finestre aperte sulla buona alimentazione

Colesterolo: nemico del cuoreDI STEFANIA FARIELLO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

NUTRIZIONISTA

Il colesterolo, da sempre considerato ilprincipale nemico delle arterie, appartie-ne alla classe dei grassi o lipidi insieme aitrigliceridi e ai fosfolipidi.

E’ una sostanza presente in tutti i tes-suti dell’organismo in quanto essenzialeper la vita: gioca un ruolo molto impor-tante nella produzione della vitamina D, didiversi ormoni e nella formazione dellecellule in generale, è il costituente fonda-mentale della guaina che riveste i nervi,rappresenta inoltre una riserva energeti-ca per l’organismo. Tuttavia un ec-cesso di questa sostanza può risulta-re dannoso alla salute, in particolareper il sistema cardiovascolare.

Il colesterolo viene trasportato at-traverso il circolo sanguigno dalle li-poproteine, di cui sono presenti duegruppi fondamentali: le lipoproteinea bassa densità (Low Density Lipo-proteins indicate con la sigla LDL) equelle ad alta densità (High DensityLipoproteins - HDL).

L’iperlipidemia è riconosciuta co-me una delle cause principali di mor-te per malattie coronariche.

Gli alti livelli di colesterolo nelsangue (ipercolesterolemia) sonoparticolarmente rischiosi; possono di-pendere da difetti metabolici, gene-ralmente ereditari, oppure da un ec-cessivo intake di colesterolo conl’alimentazione. Piuttosto che sui li-

velli di colesterolo totale, l’orientamentoattuale focalizza l’attenzione sul coleste-rolo-LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo,colesterolo legato alle lipoproteine a bas-sa densità. Sappiamo infatti che il cole-sterolo-LDL favorisce la formazione del-le placche aterosclerotiche mentre ilcolesterolo-HDL, detto colesterolo buono,cioè il colesterolo legato alle lipoproteinead alta densità, svolge anzi un’azione pro-tettiva nei confronti delle malattie cardio-vascolari.

Pacchetti vacanza: occhio ai viaggi law cost

In caso di contestazioni procurarsi elementi di prova

sul posto, come fotografie o testimonianze di altri turisti

Formula roulette, ultima trovata del marketing turistico

La formula roulette è una for-mula commerciale, che sta spopo-lando da alcuni anni come l’ultimafrontiera in fatto di viaggi low cost.

Si tratta di una particolare mo-dalità di offerta di pacchetti turisticida parte dei Tour operator che, afronte di un significativo abbatti-mento del prezzo, chiedono al turi-sta di accettare un margine più o me-

no ampio di incertezza solitamentein ordine alla dislocazione dell’al-loggio.

Nella prassi commerciale, taleformula si presenta in tre diverse for-me:

nell’ipotesi classica e più diffusaviene garantita la categoria dellastruttura ricettiva e la località turisti-ca di soggiorno;

l’incertezza è limitata ad unarosa ristretta di possibili strutturericettive preventivamente indivi-duate;

il margine di incertezza viene ul-teriormente ampliato, riservando altour operator la facoltà di scelta nonsolo tra le diverse strutture recettive,ma anche tra le diverse località turi-stiche, nell’ambito di un’area geo-

grafica determinata e cir-coscritta.

In particolare in que-sti casi la sistemazione lo-gistica viene individuatanon al momento dellaconclusione del contrat-to, ma solo pochi giorniprima della partenza, edin alcuni casi solo all’ar-rivo a destinazione, sullabase dell’invenduto del-

le varie strutture disponibili e delledisponibilità residue degli alberga-tori, con l’unica garanzia della cate-goria prescelta.

Pertanto, il consumatore deveessere ben consapevole che, a fron-te di un vantaggio economico, gliviene richiesto un margine di adat-tabilità più o meno alta: non potrà,infatti, concordare preventivamen-

Attenzione alla scelta degli alimentiognuno con un proprio corrispondente contenuto di colesterolo in mg/100 g

Latte e derivatiLatte intero _____________14Latte scremato____________3Yogurt_________________10Asiago ________________90Caciocavallo ____________90Certosino ______________90Emmenthal ____________100Formaggino_____________93Gorgonzola _____________87Mozzarella _____________50Parmigiano Reggiano ______95Provolone _____________101Ricotta, latte p. scre _______32Robiola ________________90Stracchino______________90Uova (1, gallina, intero)_____257

CarniAgnello ________________71Maiale ________________62Pollo (con pelle) __________98Vitello _________________71Fegato _______________300Coniglio _______________65

SalumiBresaola _______________65Cotto _________________62Crudo_________________92Salame stagionato ________79

PesciAcciuga _______________70Aragosta ______________164

Cefalo_________________61Cernia ________________37Calamaro _____________222Dentice________________70Gambero______________154Merluzzo_______________46Mitilo ________________108Ostrica ________________98Palombo _______________70Pesce spada ____________70Polpo ________________140Rombo ________________50Sgombro______________100Sogliola________________57Tonno _________________52Triglia _________________70Anguilla_______________117

Condimenti Burro ________________250Margarina _____________105Olio di arachide ___________0Olio di girasole ____________0Olio di mais ______________0Olio d'oliva_______________0Lardo _________________95Pancetta ______________215

te la struttura ricettiva, né condizio-ni particolari come la vista mare, la di-stanza dalla spiaggia.

Inoltre, qualunque eventualeimpegno assunto verbalmente daltour operator o dall’agenzia non haalcun valore.

Se nell’ambito di una formularoulette si concorda una distanza mi-nima dalla spiaggia, o la limitazionedella scelta tra una cerchia ristrettadi alberghi, è necessario che ciò for-

mi oggetto di apposito impegnoscritto e/o di specifica clausola delcontratto.

In contrario non si potrà preten-dere l’adempimento, né far valere

una responsabilità per inadempi-mento, rispetto a promesse formu-late solo verbalmente.

In deroga al principio generale,pertanto, ciò che compare sul cata-logo non è vincolante per l’agenziae/o il tour operator, che non garanti-sce nulla di individuato, ma solo undeterminato livello di servizi, in pri-mis la categoria prescelta.

ConsigliIn caso di disagi subiti in vacan-

za è buona norma formulare le con-testazioni direttamente sul posto eper iscritto, rivolgendosi al rappre-sentante locale del tour operator.

Se il problema non viene risolto,è possibile in ogni caso far valere ipropri diritti dopo il rientro, inviandouna lettera raccomandata con rice-vuta di ritorno al tour entro 10 giornilavorativi dall’avvenuto rientro.

In questo caso sarà utile procu-rarsi elementi di prova sul posto,quali fotografie, testimonianze di al-tri turisti, documenti vari.

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“Non siamo liberi di sceglierequello che ci accade, però siamo li-beri di scegliere come reagire aquello che ci accade”. (J.P. Sartre)

L’esistenza del legame tra le re-lazioni umane, specie coniugali,determina la presenza di moltepli-ci elementi possibili generatori difraintendimenti, equivoci, incom-prensioni e interruzioni della co-municazione. Diffusa è la perce-zione di essere incompresi con laconseguenza di restare cullati nel-la convinzione che se gli altri fos-sero diversi tutto sarebbe più facile.Dimentichiamo che la nostra veritànon esclude un’altrettanta veritànell’altro, nel quale si presentanole medesime illusorie convinzioni.

Il conflitto nasce da due verità,da due ragioni considerate sogget-tivamente inoppugnabili e valideda sostenere allo stesso modo. Sen-za il conflitto la relazione non puòessere definita tale e ciò in quantol’emergere del conflitto permettedi porsi in rapporto con la diversitàdell’altro, la sua specificità e la sua

unicità. Rappresenta il presuppo-sto per tutelare il rispetto reciprocoed il diritto ad esserci nella relazio-ne, ad esprimere se stessi e i propribisogni. Ne deriva che più i rapportisono profondi, più sono veri, più so-no in linea con i bisogni di ognunoe più sono inclini a manifestare ilconflitto. Saper vivere la relazionesignifica spostarsi da se stessi, dalproprio punto di osservazione peraccogliere versioni alternative.

La definizione del conflitto va-ria a seconda del contesto cultura-le e della percezione soggettiva chegli si vuole attribuire. Frequente-mente il conflitto viene considera-to nella sua accezione negativa nelsenso che generando un malesse-re va eliminato radicalmente e de-finitivamente. Nella cultura occi-dentale, che è quella che ciappartiene, siamo stati educati apensare che non bisogna litigare,che è sbagliato e che il conflitto vaannullato dalla nostra vita onde po-ter vivere sereni. La visione occi-dentale del conflitto si collega ad

immagini di guerra, di morte, di sof-ferenza e di sciagura. Tale visioneevidenzia che il modo con il quale cirappresentiamo un elemento de-termina il modo con cui ci rappor-tiamo ad esso. Dinanzi al conflittosi avverte la necessità di avere ra-gione, di vincere ad ogni costo. Daqui il ricorso a misure di tutela le-gale nelle quali il rapporto vincito-re - vinto è la soluzione.

Nella mediazione familiare ilconflitto è visto come una risorsa,un’occasione da cogliere per ritro-vare le ragioni di entrambi e trarneil meglio, senza illusioni e falseaspettative, una porta verso qual-cosa di nuovo, la manifestazione diuna crisi come sinonimo di oppor-tunità, con l’obiettivo di generareun accordo voluto dalle parti senzacondizionamenti esterni e sentitocome attuabile nel concreto. Il con-flitto nel suo manifestarsi di diffe-renze secondo le modalità più va-rie, potrebbe configurarsi come unproblema comune da risolvere, darisolvere con forze congiunte.

Un’ultima considerazione na-sce dalla rappresentazione del con-flitto che si presenta con una formasuperficiale che ne nasconde la so-stanza più essenziale e profonda.La motivazione apparente che si at-tribuisce ad un conflitto è soventebasata su una divergenza di opi-nioni e di posizione contrapposte,le uniche che, purtroppo, vengonoesaminate nelle aule dei Tribunali.Ad un esame più attento e più for-mato potrebbe risultare evidenteche le ragioni del conflitto possanoessere radicate a livello più interio-re, nel senso che la disputa che unadelle parti attiva con l’altro riflettetutta una serie di conflitti interioriche si manifestano a livello intimo,inconscio, legato probabilmente adun vecchio conflitto mai risolto.L’attività del mediatore, occorreprecisarlo, non è e non può esserediretta ad aiutare le parti in sensoterapeutico a risolvere i conflittiprofondi e intimi, il mediatore nonne ha le competenze, ma può con ilproprio operato far emergere edesplodere il conflitto al fine di con-sentire alle parti di porre nuove ba-si per raggiungere il loro obiettivo:attivare una comunicazione effica-ce che riapra un nuovo dialogo sunuove basi comunicative conl’obiettivo di giungere alla separa-zione personale sulla base di un ac-cordo voluto e raggiunto esclusiva-mente dalle parti.

19g i u g n oduemilaundici

A FoggiaFamilynet

È nato a Foggia Familynet, unprogetto realizzato dall’associa-zione Croce Azzurra grazie al fi-nanziamento di Fondazione con ilSud nell’ambito delle risorse ri-servate ai programmi e alle reti divolontariato dell’anno 2010, inpartnership con la Provincia diFoggia, il Forum delle Associa-zioni Familiari di Foggia, la Con-fraternita di Misericordia “SanFrancesco Antonio Fasani”, l’as-sociazione Tutti i colori del mon-do – ONLUS, l’associazione Pub-blica Assistenza VolontariSoccorso e la cooperativa San Ric-cardo Pampuri. Familynet èun’iniziativa finalizzata al soste-gno di una forma di dialogo per-manente tra enti pubblici ed at-tori del Terzo settore che sioccupano di servizi alla famiglia,e che vede tra i suoi interventi unservizio di mappatura e messa inrete dei servizi erogati a favoredelle famiglie da parte di pubbli-co e privato all’interno della Pro-vincia di Foggia, la sensibilizza-zione e l’incoraggiamentodell’associazionismo familiareanche nella popolazione di im-migrati presenti sul territorio e lapromozione di ruolo attivo di vo-lontariato nell’ambito del settorefamiliare, favorendo l’associazio-nismo locale per renderlo futurofulcro per lo sviluppo delle politi-che locali di settore. Il progetto sipresenta come propedeutico allacostruzione di una vera e propriarete che metta a sistema l’offertadi servizi a fronte di una molto va-riegata domanda che, spesso, nonriesce ad essere pienamente sod-disfatta dagli enti pubblici.

“Familynet – dichiara SilviaRaschini, responsabile del pro-getto – aspira ad ottenere unapluralità di risultati che interes-sano la creazione di un canaleunico di ricezione dei bisogni del-le famiglie, capace di offrireun’ampia gamma di soluzioni amolteplici problematiche. Il po-tenziamento del ruolo del volon-tariato all’interno dell’associa-zionismo familiare è uno deglialtri obiettivi di Familynet, cui sisommano la valorizzazione delleeccellenze del privato sociale, at-traverso la loro messa in rete, e so-prattutto la promozione di un’in-terazione tra attori pubblici eprivati del sistema di welfare lo-cale per un arricchimento dei ser-vizi a favore della famiglia all’in-terno di una logica disussidiarietà. Ciò permetterà diampliare la platea dei portatori dibisogni che convergeranno in Fa-milynet”.

in pocheparole

E’ un disturbo che interessa bambini e adulti

La difficoltà consiste nel rompere l’automatismodell’atto deglutitorio errato e impostarne un altro

Deglutizione atipica

In rapporto con la diversità dell’altro DI ROSA SCHENA

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MEDIATORE FAMILIARE

DI VALERIA VENTURA

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Tel. 0881.563326

LOGOPEDISTA

La deglutizione atipica è un’al-terazione dell’atto deglutitorio. Lecause possono essere diverse: suc-chiamento del dito, rosicchiamentodelle unghie, ipotono muscolare,uso del ciuccio e del biberon oltre idue anni, masticazione della guan-cia. Il disturbo interessa sia i bambiniche gli adulti.

In che modo una persona sirende conto di deglutire in manieraerrata?

Nell’atto deglutitorio la lingua sitrova in una posizione ben precisache illustreremo in seguito; nella de-glutizione atipica la lingua, invece,si protude in avanti, facendo pres-sione contro le arcate dentali o con-tro le labbra.

Spesso chi si rende conto ditale problematica e quindi stila ladiagnosi, è l’odontoiatra, in quantorileva in alcuni pazienti, che hannobisogno di interventi ortodontici,una deformazione delle arcate den-tali che può essere causa di una de-glutizione atipica ed egli stesso pre-scrive trattamenti logopedici.

Il logopedista prima di iniziare iltrattamento sottopone il paziente,adulto o bambino, ad un esameobiettivo consistente nell’osservare

la muscolatura oro-facciale, la po-stura delle labbra a riposo, la mu-scolatura della lingua. In seguitoprocede ad un esame funzionale,dove si fa deglutire al paziente unbolo solido e uno liquido, così puòosservare il meccanismo della de-glutizione, ossia, se la lingua si pro-tude, se avviene la spinta linguale ese le labbra riescono a trattenere ilbolo nella cavità orale; inoltre con-trolla la muscolatura interessata allamasticazione e precisamente lo svi-luppo dei muscoli masseteri; se c’è,infine, compensazione, durantela deglutizione, con il muscolomentoniero.

Per avereuna informazio-ne completa delquadro clinico, illogopedista puòsuggerire al pa-ziente di sottoporsipresso un otorinola-ringoiatra ai seguen-ti esami strumentali:rinolaringoscopia, eco-grafia linguale, videofluoroscopia,mioscanner. Solo dopo inizia il trat-tamento logopedico.

Abbiamo accennato prima alla

protusione della lingua du-rante l’atto deglutito rio: èbene che il logopedista si ac-certi della pronuncia da partedel paziente dei fonemi den-tali “d”, “t”, del fonema nasale“n” e del fonema velare “l”.Se anche la pronuncia di que-sti fonemi avviene protudendo la lin-gua, è bene impostarli in modo cor-retto. Contemporaneamente il lo-gopedista lavora con esercizi di raf-forzamento dei muscoli labiali; peril labbro superiore si posiziona un

abbassalingua tra la rima la-biale e se ne aumenta ilpeso gradualmente ag-giungendo delle mollette,per quello inferiore sifanno tirare e protuderele labbra e gonfiare deipalloncini. Esistonoanche esercizi per lamuscolatura lingua-le, utili a rafforzarnela propulsione du-

rante l’atto deglutitoriocome, ad esempio, puntare la linguasul palato e accarezzarlo.

In seguito si passa alla perce-zione della papilla retro-incisiva,che si trova immediatamente dopo

gli incisivi superiori. Per aiutare il paziente a perce-

pirla, il logopedista la toccherà conil retro di un cucchiaino o con un un-cinetto. In seguito, posizionerà unelastico ortodontico o una pasta ali-mentare di dimensione ridotta sul-la punta della lingua del paziente,che a sua volta dovrà posizionarlasulla papilla retro-incisiva, mante-nendo tale posizione con la boccachiusa. Dopo aver metabolizzato lastessa, si inizierà con la sommini-strazione e deglutizione di un se-misolido, solido e infine un liquido.

L’elastico ortodontico verrà tol-to solo quando il paziente sarà pron-to e potrà deglutire in maniera cor-retta sia liquidi che solidi.

In questo disturbo la difficoltàconsiste nel rompere l’automatismodell’atto deglutitorio errato e impo-starne un altro, ma il risultato èquasi sempre soddisfacente.

IL CONFLITTO risorsa e opportunità

Saper vivere la relazione significa spostarsi da se stessi per accogliere versioni alternative

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E’ un processo che può interes-sare qualunque parte del corpo e percause molto diverse. Artrite, gastrite,miosite, borsite, stomatite, congiun-tivite, colite, faringite, tendinite, gen-givite, appendicite, otite, cistite e al-tri ancora: i nomi sono tanti,praticamente, uno per ogni organoo tessuto, ma il significato è tutto rac-chiuso nel suffisso ite, cioè infiam-mazione. Bruciore, arrossamento,gonfiore e, soprattutto, dolore sonosintomi sperimentati da tutti, per leragioni più diverse, che tendono, inparte, a cambiare con l’avanzare del-l’età. Le infiammazioni dell’appara-to muscolo-scheletrico, per esempio,possono insorgere a causa di un trau-ma dovuto a un colpo o a una cadu-ta, di un danno ad un muscolo o adun’articolazione, determinato dal-l’uso troppo intenso o protratto di es-si; di una posizione scorretta, di unmovimento brusco o di una patolo-gia infiammatoria cronica locale.

Cute e mucose si possono in-fiammare, invece, per reazione a unaferita esterna o a una lesione inter-na, come un’ afta in bocca o un’ulce-ra dello stomaco, oppure, l’infiam-mazione può svilupparsi in seguitoad irritazioni da sostanze esterne, maanche interne, come avviene nell’ir-ritazione di stomaco ed esofago,quando si soffre di acidità gastrica.Ulteriori fenomeni infiammatori de-rivano poi dall’aggressione dei tes-suti, da parte di agenti patogeniesterni, batteri e virus, come nel raf-freddore, influenza, faringiti, tonsil-liti, laringiti, bronchiti, cistiti, otiti,

ecc. Infiammazioni particolarmentedolorose, e spesso difficili da curare,riguardano i nervi. In questi casi adindurle, oltre ai danni diretti fortu-natamente rari, possono esserci sti-molazioni eccessive occasionali, co-me nella nevralgia del trigemino,scatenata dal freddo intenso o dellasensibilità dentale, o alterazioni cro-niche dei tessuti che circondanoil nervo e che tendono a modi-ficarne la funzionalità e a pro-muoverne la degenerazio-ne,come avviene nellaneuropatia diabetica. Ol-tre a quelle localizzate,ci sono poi le in-fiammazioni este-se a tutto l’orga-nismo, dettesistemiche, che possono essereindotte dalla reazione immu-nitaria sollecitata da un’infe-zione, come l’influenza ol’epatite, o da un’allergia, oppure dauna reazione autoimmune, cioè con-tro componenti del nostro stesso or-ganismo, legata a ben precise pato-logie, come l’artrite reumatoide, lapsoriasi, il lupus eritematoso, ecc.

Benchè gli eventi che possonocausare una reazione infiammatoriasono molteplici, il meccanismo è unosolo: l’attivazione di due specifici en-zimi chiamati cicloossigenasi (Cox 1e 2), presenti ovunque nell’organi-smo, e la conseguente liberazione diprostaglandine, sostanze che pro-muovono l’infiammazione. In essauno dei primi fenomeni osservabiliè l’aumento, nella zona interessata,

dell’irrorazione sanguigna, resa pos-sibile dalla vasodilatazione: l’area,in pochi istanti, appare più calda,gonfia e arrossata. Le prostaglandi-ne hanno un’azione irritante anchesulle terminazioni nervose della sen-sibilità e del dolore, provocando undisagio più o meno intenso, a secon-da dei casi. Il dolore infiammatorio è

tipicamente acuto e bruciante,ma se interessa un muscolo o

un’articolazione, può esseresordo e costante a ri-poso e si acutizza con ilmovimento. Quando è

a carico di una mucosa,può mantenersi come fa-stidio costante che peg-giora con il contatto o conl’uso della parte infiam-

mata, tipico di faringite ogastrite, oppure presenta-re un andamento oscil-lante con alternanza di

fitte e momenti di tregua, come nel-le coliche. Benchè fastidiosa, l’in-fiammazione in molti casi è utile: ciavvisa che in qualche punto del no-stro corpo c’è qualcosa che non va, oche un trauma ha causato un dannonon banale a cui è necessario porre ri-medio. Qualunque sia la ragione chela provoca, l’infiammazione deve es-sere curata. Si può, quindi, ricorreread un ampio gruppo di farmaci an-tinfiammatori, capaci di contrastarela produzione delle prostaglandineattraverso l’inibizione diretta dellecicloossigenasi. Ne esistono molti,anche di auto medicazione, e in sva-riate formulazioni da scegliere, in

funzione del tipo di infiammazionelocale o sistemica, dell’intensità deisintomi, dell’eventuale presenza diferite e dell’origine acuta e cronicadel disturbo. I principali farmaci so-no l’acido acetilsalicilico, ASA, di-sponibile essenzialmente sotto for-ma di preparati da assumere perbocca, e gli antinfiammatori non ste-roidei, Fans, reperibili sia per uso si-stemico che come preparati da ap-plicare localmente. ASA e Fans oralivanno preferiti quando il dolore èmolto intenso, o l’infiammazione in-teressa un’area estesa, o è genera-lizzata, come l’artrite.

Creme, unguenti, gel, cerotti espray sono più indicati in caso di in-fiammazioni articolari o muscolariassociate a traumi circoscritti, a pat-to però che non siano presenti abra-sioni o ferite, sulle quali non devonomai essere applicati. Colliri e spraynasali aiutano in caso di infiamma-zioni oculari o forti raffreddori. Maiusare ASA e Fans se è presenteun’infiammazione o un danno allemucose dello stomaco perchè si ri-schia di aggravare il disturbo.

Se i sintomi di un’infiammazionenon migliorano o addirittura peg-giorano in 4 o 5 giorni, nonostante ilriposo della parte interessata e l’as-sunzione dei farmaci antinfiamma-tori, o siamo in presenza di infiam-mazioni che tendono a ripresentarsio a mantenersi per lunghi periodi ditempo, è necessario consultare il me-dico per individuare trattamenti piùspecifici e procedere agli accerta-menti del caso.

20 g i u g n oduemilaundici

I sintomi: bruciore, dolore, gonfiore, arrossamento

Parliamo di infiammazioneFARMACIA

A CURA DELLAFARMACIA SANTA RITA

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Smettere di fumare

in pocheparole

Nel nostro Paese il fumo atti-vo rimane la principale causa pre-venibile di malattie e mortalità. Intutto il mondo, ogni anno muoio-no per patologie provocate dal fu-mo più di 80mila persone, più diun quarto di queste tra i 35 e i 65anni di età. Se ne è discusso loscorso 31 maggio, in occasionedella Giornata mondiale “SenzaTabacco”. Mettere insieme lemorti per Aids, abuso di sostanzeillegali (o legali, come l’alcol), in-cidenti stradali, omicidi e suicidinon basta: il fumo uccide di più.Non solo: “Tra il 2010 e il 2011 InItalia è aumentata del 2% la quo-ta di maschi oltre i 15 anni fumatori(oggi 26%); le donne restano a unpreoccupante 19,6%”. Urge dun-que, secondo l’Oms, un interven-to per aiutare i fumatori a smette-re di fumare.

Soltanto l’8% di chi decide dismettere, infatti, ce la fa senza al-tro supporto che la propria intimaconvinzione. Un incentivo è cer-tamente il consiglio del medico difamiglia. Ma il tabagismo è com-plesso, fatto di dipendenza ge-stuale e fisica (indotta dalla nico-tina). L’Italia ha un’ottima rete dicentri antifumo, collegati all’Os-sfad. I sostituti della nicotina (oNrt, chewing-gum o cerotti a rila-scio di nicotina) alleviano i sinto-mi da astinenza, massimi nei pri-mi quattro giorni e attenuati nelgiro di qualche settimana. Il suc-cesso è buono: associati al sup-porto psicologico aiutano nel 12%dei casi”. Due invece i farmaciapprovati per la disassuefazione:bupropione e vareniclina. Il pri-mo è un antidepressivo: agirebbesul rilascio di dopamina e nora-drenalina, che in qualche modomimano gli effetti piacevoli dellasigaretta e riducono i sintomi daastinenza. Si inizia ad assumerementre si fuma, ma decidendouna data, nei successivi quindicigiorni, in cui si butterà l’ultima si-garetta. In genere il trattamentodura nove settimane. L’altra mo-lecola è la vareniclina: si lega airecettori cerebrali della nicotina, ri-ducendo il piacere del fumo e inparte l’astinenza. Anche in que-sto caso, si inizia il trattamentouna – due settimane prima di get-tare l’ultima sigaretta e si conti-nua per un’altra dozzina. Gli ef-fetti negativi più dichiarati sonoinsonnia e nausea. I centri antifu-mo mettono a disposizione tera-pie cognitivo-comportamentali(anche di gruppo) e counseling(anche telefonico). Nrt e farmacinon sono comunque per tutti. Aiu-tare a superare il legame senzaNrt né farmaci è il traguardo a cuipunta anche la nuova sigarettaelettronica priva di nicotina (ven-duta in farmacia), oggi inserita inuno studio clinico in collaborazio-ne tra Istituto europeo di oncolo-gia, San Raffaele e Istituto cardio-logico Monzino di Milano i cuirisultati saranno noti a fine 2011.(Fonte: repubblica.it)

Localizzata o estesa a tutto l’organismo, funge da campanello d’allarme

DI EDWIGE CARNEVALE

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BIOLOGAInsufficienza renale: gli esami da effettuare in sede di diagnosi

Per una maggiore certezza, ricercare la creatinina o la presenza di proteine nelle urine

Azotemia, reni e dietaCon il termine di Azotemia si in-

tende la concentrazione di Azotonel sangue. In realtà l’azoto è pre-valentemente presente in forma or-ganica, legata ad una molecolachiamata Urea (valori normali: 20-40 mg/dl; l’Azoto ureico è la metà:10-20 mg/dl); questa sostanza dalbasso peso molecolare, solubile in

acqua, è il prodotto terminale delmetabolismo delle proteine e si for-ma nel fegato.

La sua eliminazione dall’orga-nismo, in quanto prodotto di scarto,avviene ad opera del rene princi-palmente ma, in minima parte, essaviene anche eliminata attraverso ilsudore e le feci.

L’Azotemia, pur utilizzata nel-la pratica tra gli indicatori di insuf-ficienza renale, non è un buon mar-catore di danno dei reni, in quantoessa viene filtrata, ma poi ancheriassorbita dagli stessi, per cui la sua“depurazione” (c.d. “clearance”)dal corpo sovrastima la vera fun-zione renale del soggetto. Essa au-menta nel sangue durante le infe-zioni, la febbre, l’utilizzo dicortisone, diuretici, alcuni antibio-tici (ad esempio tetraciciline) sen-za che vi sia una “vera” insuffi-cienza renale; è ridotta, invece,nella denutrizione e in corso di ma-lattie del Fegato. Se la diuresi è au-mentata (aumento dell’apporto diacqua e/o uso di diuretici) l’Azote-mia si riduce; in caso contrario au-menta. Altro fattore importante è ladieta: infatti, i soggetti che man-giano più proteine (40 g produconocirca 300 mg di azoto); gli atleti adesempio, specie se giovani, produ-cono più Urea senza che questo

debba allarmare per una disfunzio-ne renale; coloro che praticano atti-vità sportiva intensa, specie di tipoaerobico o dopo intensi sforzi, sequesti determinano un utilizzo di“carburante metabolico nobile”quali sono le proteine, possono ave-re un rialzo dell’azoto ureico.

In definitiva per sapere se i pro-pri reni sono in buona salute biso-

gna affidarsi a valori di laboratoriopiù accurati, tra cui la “famosa”Creatinina o la presenza di Protei-ne nelle urine.

Si ringrazia per la preziosa col-laborazione nella stesura di questoarticolo il dott. Armando Melfitano-nefrologo.

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21g i u g n oduemilaundici

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22 g i u g n oduemilaundici viaggi

Alla scoperta di Buenos Aires, Signora delle Capitali latinoamericane

Sud America tra distese immense di affascinante natura, storia e cultura

ARGENTINA, terra di emozioni

da vivere tutto l’anno

“ La giudico tanto eterna comel’acqua e l’aria”: questa è Buenos Ai-res per il grande e noto poeta ar-gentino J. L. Borges. Definita la più“europea” delle capitali sudameri-cane, è una metropoli piena di ca-rattere e di atmosfera con elegantipalazzi, ariose e monumentali piaz-ze, moderne avenidas (viali). Fon-data nel 1536 da colonizzatori spa-gnoli, Buenos Aires è un agglome-rato di culture e di mondi diversi sor-to sulle rive del Rio de la Plata. Mi-gliaia di turisti la visitano ogni annoattratti dal suo clima temperato, chein estate (dicembre-marzo) oscilla trai 19 e i 29°C e in inverno (giugno-agosto) tra gli 8 e i 15°C. Ideale metadi vacanza, dunque, per ogni sta-gione, ottima scelta per chi, per leprossime vacanze estive, preferiscemete meno assolate. La strada più“europea” é Calle Florida, un’areapedonale e commerciale di undiciisolati. Qui vicino sono situati gli al-berghi più importanti. Particolar-mente suggestivo si presenta il cen-tro con la famosa Plaza de Mayo,cuore pulsante della città, su cui si af-faccia la Casa Rosada ( la residenzadel Governo) e la Cattedrale. Unapeculiarità di questa città sono lestrade larghe: Avenida de Mayo, checomincia a Plaza de Mayo, é incan-tevole dal punto di vista architetto-nico ed inoltre possiede alcuni tra icaffè più pittoreschi della città, in-cluso il più antico: il “Cafè Tortoni”.Tutt’intorno si possono trovare deiclassici bistrò francesi o dei tipici pubinglesi. Tra i lunghi e ameni viali al-berati spicca Avenida de Julio, lastrada più ampia del mondo, con ilsuo celebre Obelisco di 65 metri e ilfamosissimo Teatro Colòn, meta ob-bligata per ogni turista, una sorta di

Casa dell’Opera considerata unadelle più grandi a livello mondiale.Da non perdere è il quartiere italia-no de La Boca con le vecchie stra-dine dove i pittori espongono i loroquadri, le case in legno dipinte a vi-vaci colori e affrescate con murales,osterie popolari e locali tipici dove lasera aleggiano le note nostalgiche epassionali del tango argentino.Un’altra zona interessante della cit-tà é San Telmo, il quartiere storicopiù caratteristico, famoso per i suoicomodi caffè, i ristoranti, gli spetta-coli di tango e i vecchi negozi. E’consigliabile andarci la domenica,

quando tutt’intorno aPlaza Dorrego si svolgeil mercato delle anti-chità e “delle pulci”. Anord l’area esclusiva diRecoleta offre alcunitra i migliori ristoranti ecaffè, tra le boutiquespiù raffinate per loshopping e le passeg-giate più coinvolgenti.Qui si trova il Centro

Culturale della città, il Museo delleBelle Arti, la chiesa più antica, quel-la del Pilar, il cimitero monumenta-le e un centro commerciale moltoparticolare. Da non dimenticare ilquartiere raffinatissimo di Palermo,definita “Città Giardino” per i suoisplendidi e curatissimi parchi dovel’aria fresca della vegetazione donalinfa vitale sia all’anima che al cor-po. Buenos Aires é una città sicura,dove si può tranquillamente pas-seggiare e approfittare dei molti in-trattenimenti notturni che offre: i tea-tri, l’opera, i concerti all’aperto, i tan-go shows e le discoteche aperte

fino all’alba per ogni gusto ed età.Anche la periferia di Buenos Airesnon è da sottovalutare se si vuole tra-scorrere del tempo all’insegna del-la tradizione locale. Nelle bellissimeresidenze di campagna e nelle vec-chie fattorie sicelebra ancorala Fiesta Gau-cha. E’ l’idealeper conoscerei balli tradizio-nali, l’esibizio-ne dei cavalli,gli spettacolidi folklore eper poter ap-prezzare almeglio i piatti tipici argentini: l’asa-do (carne alla brace) e le empanadas(panzerotti con vari ripieni). MaBuenos Aires in Argentina è solo unaperla in un mare sconfinato, un mi-crocosmo in un macrocosmo di unaterra vastissima tutta da scoprirenelle sue innumerevoli bellezze.Delineando un ideale itinerario tu-ristico per apprezzare al meglio

questo grande, sconfinato, selvaggioe splendido paese dell’Argentinaricordiamo: La Pampa ed il Centro,con le sue praterie ed orizzonti sen-za limiti, la terra del Gaucho, estan-cias (grandi aziende agricole), man-

drie di bovini espiagge sconfi-nate; a nord-esti grandi fiumi,foreste, cascate,paludi e rovinegesuitiche; anord-ovest ilsole e le Ande,tra alte vette,formazioni geo-logiche, altipia-

ni, deserti, villaggi indigeni, rovineprecolombiane; a sud-est la Patago-nia del mare, l’habitat di foche, ba-lene, pinguini, leoni ed elefanti ma-rini e guanacos (quadrupede selva-tico simile ad un lama); a sud-ovestla Patagonia dei laghi, con boschi elaghi incontaminati, ghiacciai e par-chi nazionali.

Irma Mecca

Curiosità L’Argentina è una terra che offre a livello

naturalistico le più svariate e preziose ricchez-ze e presenta il massimo di ogni aspetto fisicocome il monte più alto, l’Aconcagua; la pianurapiù estesa, la Pampa; il fiume più importante, ilRio de la Plata, vasto come un mare; il ghiaccia-io Perito Moreno, uno dei pochi ancora in fase dicrescita; le Cascate di Iguazù (“Acqua Grande”in lingua guaranì), senza dubbio tra le più spet-tacolari; ed infine la città più australe del mon-do, Ushuaia, nella Terra del Fuoco.

La prima cosa da tenere presente nel pro-grammare un viaggio in Argentina è che le sta-

gioni sono in-vertite rispet-to a quelle delcontinente eu-ropeo.

La diffe-renza di orariotra l’Argenti-na e l’Italia édi 4 ore (5 se in Italia é in vigore l’ora legale).

Per un soggiorno di un massimo di tre mesi,è sufficiente il passaporto in corso di validità e nonoccorrono né visto né vaccinazioni. La lingua

ufficiale è lo spagnolo castellano, ma condifferenze fonologiche. Valuta: Peso ar-gentino.

Il metodo più facile per spostarsi in Argen-tina è costituito dagli autobus a lunga percor-renza (detti colectivos o micros), molti dei qua-li a due piani.

Teatro Colòn

Cascate di Iguazù

Avenida de Julio

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23g i u g n oduemilaundicicultura & spettacolo 23

E’ la co-fondatrice di RioCarnival, l’unica fanzine superstite dedicata ai Duran Duran

Aspettando il grande concerto di Margherita di Savoia

Luana Salvatore e la sua passione “Duraniana”Il conto alla rovescia è iniziato.

Il 24 luglio, nel suggestivo scenariodelle Saline di Margherita di Savo-ia, torneranno ad esibirsi in Puglia,dopo un’assenza dallo speroned’Italia di quasi 25 anni, i DuranDuran. Una notizia che ha entusia-smato la generazione ’70/’80, chenegli anni addietro visse la “DuranDuran Mania”, rasentando il fana-tismo. L’Italia, infatti, è stato il pae-se che ha maggiormente amato eseguito la band inglese che conFoggia ha un legame speciale: pro-prio nel capoluogo dauno, infatti, ènata la storica fanzine ‘RioCarni-val’, una rivista indipendente (or-mai l’unica superstite) tutta dedi-cata ai Duran Duran, fondata dallefoggiane Luana e Ilenia Salvatore,oggi vera e propria testata giorna-listica. Ne abbiamo parlato con lagiornalista Luana Salvatore che, in-sieme alla sorella Ilenia, ne è statafondatrice.

Come è nata “RioCarnival”?Le sue origini risalgono al 1986:

inizialmente era una sorta di “fanclub” dei Duran Duran, poi l’annosuccessivo abbiamo realizzato ilprimo numero della fanzine. Esse-re “fan”, in quegli anni, significa-va passare ore ed ore ascoltando la

radio in attesa di una notizia sullaband, o magari comprare giornali -allora esistevano ‘Tuttifrutti’, ‘Cioè’e ‘Tutto’ - nella speranza di recu-perare qualche informazione. Poic’era ‘Be bop a Lula’ di Red Ronnie,per noi il riferimento numero uno.Le notizie circolavano abbastanzama, dal 1993 in poi, c’è stato unblack out. Così per seguire la loroattività musicale io e mia sorella Ile-nia andavamo direttamente in In-ghilterra. Facevamo le reporter rac-cogliendo informazioni sul gruppoo sulla lavorazione degli album e,una volta in Italia, sfornavamo unnuovo numero della fanzine. Ab-biamo fatto un ottimo lavoro, conmolto impegno e costanza.

Eravate poco più che adole-scenti, seguendo i vostri benia-mini in giro per l’Europa…

Sì. Sono stati anni meraviglio-si e che rimpiango un po’. Adesso,con internet, è diventato tutto “fa-cile” e virtuale. Anche le emozio-ni. Portare avanti la fanzine è statofaticoso: all’epoca ci si muoveva fi-sicamente per attingere notizie, edè stato impegnativo spostarsi ed an-dare frequentemente all’estero, so-prattutto economicamente. Ma ilnostro impegno è stato ricompen-sato: è stata un’avventura durataoltre un decennio (dagli anni ‘90 si-no al momento della reunion) checi ha permesso di avvicinarci allaband in modo più confidenziale. E’stato un periodo che non torneràpiù, e sono felice di aver avuto lapossibilità di viverlo allora.

Il tuo primo incontro con i Du-ran Duran?

A Roma, nel 1990. Da quel mo-mento in poi, le nostre vite sono sta-te “battezzate” dalla musica. Fre-quentare l’ambiente “duraniano”ha condizionato notevolmente ilmio stile di vita, fatto di viaggi e am-bienti molto diversi dalla realtà lo-

cale in cui vivevo. Foggia era lon-tana anni luce da quel mondo e lafanzine era poco compresa… Laband, invece, ha sempre ricono-sciuto l’importanza di RioCarnivale John Taylor è il nostro lettore nu-mero uno.

C’è stato un momento in cuihai capito che la tua passione fi-lo-duraniana stava diventandoqualcosa di più grande?

Nel 1996, quando io e Ileniasiamo state invitate da John Taylorad un concerto “riservato” al Bor-derline di Londra, nel quale si sa-rebbe esibito insieme alla sua band‘Neurotic Outsiders’. Eravamol’unica rappresentanza di “stam-pa” italiana. In quell’occasione hocapito il peso di RioCarnival…

Con RioCarnival entrerai afar parte di diritto nella storia del-la musica…

Sì, ed è molto emozionante leg-gere della fanzine su riviste comePanorama o Rolling Stone. Mi fa ca-pire dell’importanza del lavorosvolto. Forse a posteriori mi rende-rò davvero conto di quello che io eIlenia abbiamo creato…

Qual è stato il segreto del suc-cesso riscosso dalla fanzine?

Forse è stata proprio la nostraimpostazione “giornalistica”, la co-stanza e la determinazione a fare la

differenza. Le altre fanzine euro-pee erano sicuramente fatte con ilcuore, ma sono nate durante il bo-om del successo dei Duran Durane soprattutto sono “finite” nei pe-riodi di crisi, quando c’era ancoramolto da dire.

Perseveranza e impe-gno, quindi, le armi vincen-ti…

Certamente. Non abbia-mo mai smesso di pubblicareRioCarnival, neanche quan-do Cuccurullo (allora chitar-rista della band, ndr) mi dis-se in un grigio pomeriggioinglese di marzo, nel 1996:“There’s no band: what’s afanzine for?” Fu un colpo du-ro per me: pochi mesi dopoJohn Taylor avrebbe lasciatoil gruppo per seguire proget-

ti da solista. Sono questi i dettagliche aiutano a capire perché la no-stra fanzine è diventata oggetto distudio da parte dei media.

Cosa rappresentano per te,oggi, i Duran Duran?

Immagina un gruppo di fan chesegue la sua band del cuore sin da-gli esordi e che ogni anno si ritro-vava in Gran Bretagna per seguirei suoi beniamini. Da ragazzini unpo’ imbarazzati che timidamentechiedevano un autografo ci siamotrovati, anno dopo anno, adulti emagari con famiglia e figli a segui-

to, ma legati ancora dalla stessapassione. I fan dei Duran Duran,quelli accaniti, sono quasi “devo-ti” alla band! La nostra incredibileesperienza è un fenomeno moltosingolare. Un legame fan-artista,che da un punto di vista sociologico,non penso abbia precedenti nellastoria della musica. Considero i Du-ran Duran come parte della mia vi-ta. Li considero degli amici un po’“speciali” e loro poi sono felicissimidi avere come fan una giornalistache da fanzinara ora scrive per Rol-ling Stone (ride).

Il 24 luglio, quindi, tutti aMargherita di Savoia. Come viviquesta attesa?

La vivo con grande emozione eun po’ di incredulità. Per me la lo-calità di un concerto non è impor-tante: Roma, Milano piuttosto cheBucarest, Varsavia o Parigi è lo stes-so. Ma averli praticamente a casa èincredibile. E’ l’occasione per rivi-vere l’adolescenza, la verve e lo spi-rito degli anni ‘80. Per RioCarnival,invece, questo concerto significafesteggiare in bellezza i 25 annidella sua nascita. Faremo uscire unnumero speciale – in italiano e ininglese - dedicato a questo tour e inparticolare alla data di Margheritadi Savoia. Voglio testimoniare a tut-ti i nostri lettori il passaggio dei Du-ran Duran nella mia terra.

Maria Grazia Frisaldi

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