Benvenuto ai “generici”: sono equivalenti!...La giornata-tipo della donna contadina burkinabé...

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5 x MILLE CF 98011200171 segue a p. 2 Le malattie infettive rappresentano tuttora la principale causa di morte nei paesi “a risorse limitate”, che eufemisticamente definiamo “in via di sviluppo”. Perché le malattie infettive sono inestricabilmente legate al sottosviluppo, al- la povertà sia individuale (un reddito medio procapite di 1,25 dollari USA al giorno definisce la soglia di povertà: ad esempio il Burkina Faso si colloca al 183° posto nel mondo su 188) sia sociale (che comporta carenza di infrastrutture, ossia di reti idriche e fognarie, scuole, ospedali: ad esempio in Burkina Faso vi sono 50 medici per un milione di abitanti mentre nella provincia di Brescia abbiamo oltre 7.000 medici per una popolazione superiore ad un milione e duecentomila abitanti). Nel passato le grandi endemie e pandemie infettive erano diffuse al mondo intero; dopo l’industrializzazione sono state confinate alla fascia tropicale dell’Asia, dell’Ameri- ca, soprattutto dell’Africa. In queste regioni vi è ad esempio la più alta con- centrazione di AIDS (il 70% del globale) ma i farmaci innovativi e costosi per questa malattia sono appannaggio esclusivo dei paesi industrializzati (USA e Europa in primis). Per converso i paesi in via di sviluppo sono stati a lungo muti astanti: esclusi da ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini, nell’attesa che spirassero i brevetti per averne accesso, mediante farmaci-copia a basso prezzo: i generici. Benvenuto ai “generici”: sono equivalenti! italia medicus mundi Periodico semestrale di Medicus Mundi Italia Anno 25, n. 1/2016 Burkina: uno sguardo speciale in tempi difficili La situazione politica in Burkina Faso durante l’anno 2015 è stata caratterizzata dalla transizione del dopo Compaore, che doveva concludersi con le elezioni di un nuovo go- verno a ottobre. Ma pochi giorni prima, il 16 settembre, il corpo di guardia molto ben equipaggiato del vecchio presidente ha inscenato un golpe. Scatta il coprifuoco e con esso il divieto assoluto di uscire di casa. Allora gli specializzandi della Pediatria a Ouagadou- gou, che proprio in quel periodo si stavano dando il cambio, si trasferiscono all’interno dell’Ospedale San Camillo (HOSCO), per la loro sicurezza - ma anche per poter mantene- re il servizio per i pazienti, che spesso trovano deserti se non addirittura chiusi la maggior segue a p. 10

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5 x MILLECF 98011200171

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Le malattie infettive rappresentano tuttora la principale causa di mortenei paesi “a risorse limitate”, che eufemisticamente definiamo “in via disviluppo”.Perché le malattie infettive sono inestricabilmente legate al sottosviluppo, al-la povertà sia individuale (un reddito medio procapite di 1,25 dollari USAal giorno definisce la soglia di povertà: ad esempio il Burkina Faso si colloca al183° posto nel mondo su 188) sia sociale (che comportacarenza di infrastrutture, ossia di reti idriche e fognarie,scuole, ospedali: ad esempio in Burkina Faso vi sono 50medici per un milione di abitanti mentre nella provincia diBrescia abbiamo oltre 7.000 medici per una popolazionesuperiore ad un milione e duecentomila abitanti).Nel passato le grandi endemie e pandemie infettive eranodiffuse al mondo intero; dopo l’industrializzazione sonostate confinate alla fascia tropicale dell’Asia, dell’Ameri-ca, soprattutto dell’Africa. In queste regioni vi è ad esempio la più alta con-centrazione di AIDS (il 70% del globale) ma i farmaci innovativi e costosiper questa malattia sono appannaggio esclusivo dei paesi industrializzati(USA e Europa in primis).Per converso i paesi in via di sviluppo sono stati a lungo muti astanti: esclusida ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini, nell’attesa che spirassero i brevettiper averne accesso, mediante farmaci-copia a basso prezzo: i generici.

Benvenuto ai “generici”:sono equivalenti!

i t a l i ammeeddiiccuuss mmuunnddiiPeriodico semestrale di Medicus Mundi Italia

Anno 25, n. 1/2016

Burkina: uno sguardo speciale in tempi difficiliLa situazione politica in Burkina Faso durante l’anno 2015 è stata caratterizzata dallatransizione del dopo Compaore, che doveva concludersi con le elezioni di un nuovo go-verno a ottobre. Ma pochi giorni prima, il 16 settembre, il corpo di guardia molto benequipaggiato del vecchio presidente ha inscenato un golpe. Scatta il coprifuoco e con essoil divieto assoluto di uscire di casa. Allora gli specializzandi della Pediatria a Ouagadou-gou, che proprio in quel periodo si stavano dando il cambio, si trasferiscono all’internodell’Ospedale San Camillo (HOSCO), per la loro sicurezza - ma anche per poter mantene-re il servizio per i pazienti, che spesso trovano deserti se non addirittura chiusi la maggior

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Di fronte a 2 milioni di morti l’anno per AIDS, dopoche per lunghi anni il fenomeno venne rimosso dallecoscienze, infine e fatalmente l’insostenibilità eticadel problema è esplosa: come accettare tanti morti innome di meri problemi economici rivolti al profitto?Nel 2000 solo una su mille persone con l’HIV/AIDSaveva accesso alla terapia; nel 2015 siamo arrivatiprodigiosamente a dare accesso ai farmaci antiretro-virali al 50% di quanti ne necessitano.All’inizio grazie alle Agenzie e ai Programmi inter-nazionali (Fondo Globale per l’AIDS, TBC e mala-ria, PEPFAR della Presidenza USA etc.) che nego-ziavano prezzi ridotti (forti sconti) con le Ditte tito-lari dei brevetti. Qualche cosa di analogo alla “ben-zina verde”: prezzi diversi per lo stesso prodotto infunzione dell’utilizzo, rendendo i due prodotti di-stinguibili (per etichetta e confezione) e destinati adiversi mercati.Ma questa situazione si dimostrò precaria e ancoratroppo onerosa. Per iniziativa di alcuni Paesi si ot-tenne che sotto l’egida di WHO (World Health Orga-nization) e WTO (World Trade Organization), venis-se adottata la Dichiarazione di Doha (2001) che re-golamentava gli aspetti dei diritti della proprietà in-tellettuale in un’ottica di sanità pubblica (Trade-Re-lated Aspects of Intellettual Property Rights,TRIPS)per consentire da subito la produzione e l’accesso aifarmaci ancora sotto brevetto.Presto ne venne che in India e in Cina sorsero indu-strie farmaceutiche dedicate alla produzione di far-maci-copia, a basso prezzo, denominati “generici” edestinati al trattamento dell’infezione da HIV/AIDS,da commercializzare nei paesi in via di sviluppo.Questi farmaci costavano fino a 100 volte meno che i“farmaci di marca”; pertanto l’acquisto era sosteni-bile anche da parte di vari governi africani.I farmaci generici, secondo la definizione dell’Euro-pean Medicines Agency(EMA), sono farmaci chedevono contenere il prin-cipio attivo nella stessaquantità e nella stessaformulazione del farma-co originario e la cui bioe-quivalenza (BE) deve es-sere dimostrata da ap-propriati studi di biodi-sponibilità. Si ammettecioè che la disponibilità(concentrazione) del far-maco (nel sangue) nonpossa discostarsi più chedel 20% rispetto al far-

maco originario. La scelta degli eccipienti è invece li-bera purché si tratti di sostanze incluse nella Farma-copea ufficiale. L’adozione dei “generici” ha consen-tito di dare accesso ai farmaci per l’HIV a oltre 12 mi-lioni di persone. Un enorme tratto di strada è stato percorso. I farma-ci “di marca” messi a punto nei paesi industrializzati,sono stati tradotti nei paesi in via di sviluppo, primadella scadenza dei brevetti, nei farmaci “generici”.Sottolineiamo che a buon diritto i farmaci “generici”sono stati ribattezzati “equivalenti” poiché, con lanormativa vigente non sono in nulla meno qualifica-ti dei “farmaci di marca”.Quindi abbiamo assistito ad una storia di grandesuccesso. Cosa possiamo ricavarne per la nostrarealtà trasferendo questa esperienza nei farmaci chetutti i giorni acquistiamo in farmacia?Già oggi, per stimolarne la richiesta, i farmaci “sal-vavita” generici devono essere offerti gratuitamen-te, su ricetta del SSN, mentre si richiede il paga-mento di un ticket se il cliente vuole sostituirli conquelli di marca.Ma in Italia remano contro ancora troppi pregiudi-zi e interessi per cui la diffusione dei generici copresolo il 25% circa del mercato mentre in altri Paesi,ad esempio in UK, Germania e Francia, sfiora il 70-80%. Questi pregiudizi vanno sfatati: i farmaci “ge-nerici” sono “equivalenti” e la loro diffusione liberarisorse che possono essere usate per introdurre incommercio i nuovi, più costosi, farmaci realmenteinnovativi. Affidarsi ai generici/equivalenti è una conquista diciviltà cui tutti, pazienti ma in primis medici e farma-cisti, debbono concorrere vincendo pregiudizi nonmotivati.

Giampiero CarosiPresidente di Medicus Mundi Italia

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MMI 2EDITORIALE

EDITORIALE

1 Editoriale

INTERNAZIONALE

1 Burkina Faso: uno sguardospeciale in tempi difficili

DOSSIER BURKINA FASO

3 Qualche informazione...5 Progetto 1000 giorni:

a che punto siamo?7 Qualche approfondimento8 Lotta all’AIDS pediatrico

Progetto 1000 giorni: risultati

9 L’Ospedale dove i prematuri sopravvivono

IN MEDICUS

9 I progetti in corso di MMI

RUBRICA DEL MEDICO

12 Zika Virus

SEGRETERIA

14 CMT-MI 201615 In ricordo di Silvano Boschi

HUG - Tap to donate

Som

mar

io

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Dossier Burkina FasoQualche informazione...

3 MMIDOSSIER

La giornata-tipo della donna contadina burkinabésegue a p. 6

La vitadella donna contadina

Basziri, andando al mercato in stagione delle piogge.Al mercato, la donna venderà una parte dei prodottidel suo campo o di quello che ha raccolto in brous-se, per acquistare quel che le manca: sale, olio… Daquesto piccolo commercio usciranno anche le speseimpreviste, che talvolta il marito si rifiuta di pagare:un foulard nuovo, ma anche un medicinale per sé oper il bambino. Le ragazze di famiglia accompagna-no le madri.

In complemento, per i bambini di 6 mesi - 5 anni, si usa anche il braccialetto diShakir o MUAC (Middle Upper Arm Circumference), utilizzato su larga scala du-rante le campagne di screening di massa della malnutrizione, perché si tratta diuno strumento semplice, che anche gli analfabeti possono usare. Il braccialetto èdiviso in tre settori: verde = bambino normale; giallo = malnutrito moderato; ros-so = malnutrito grave.

Per verificare se un bambino cresce bene, il personale sanitario valuta il rapportotra il peso e l’altezza e tra il peso e l’étà. Si misura l’altezza, o meglio la lunghezza,del bambino disteso su una tavola graduata. Poi, l’ostetrica prende il suo peso.

Nel cortile di una famiglia rurale. In Burkina, unadonna ha in media almeno 6 figli. Le sequenze digravidanze e allattamento, senza mai smettere di la-vorare e nutrendosi poco, la sfiniscono e fragilizza-no il suo stato di salute. I metodi di contraccezionemoderni - che permetterebbero alla donna almeno di“respirare” tra una gravidanza e l’altra, - si fannostrada lentamente, a causa dell’ostilità dei capi tradi-zionali e delle autorità religiose. E le donne stessevogliono molti figli, perché l’essere una “buona ri-produttrice” è l’unico valore sociale che viene loro ri-conosciuto.

Koudougou, la spaccapietre. Come procurarsi unpoco di denaro per le piccole spese? Tutto va bene,anche spaccare a mano il granito per farne ghiaia,che sarà poi venduta alle imprese di costruzioni. Maci sono tante altre attività, secondo la zona: lavare ilterriccio delle miniere d’oro, raccogliere la sabbiasul fondo dei torrenti (anche questa, sarà acquistatadalle ditte di construzioni), raccogliere frutti selvaticiper venderli al mercato…

Il bambino

a cura di Virginio Pietra e Marina Martinetto

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MMI 4DOSSIER

I servizi sanitari

L’accessoall’acqua potabile

La corvée dell’acqua. L’accesso all’acqua potabile èmolto migliorato negli ultimi anni. Poco a poco, l’ac-qua dei forages - le trivellazioni profonde, a 40-70metri e talvolta più, che pescano acqua pulita nellafalda profonda - ha sostituito l’acqua dei vecchi poz-zi scoperti di superficie, sempre inquinata. Ma lacorvée dell’acqua continua a pesare sulle spalle del-le donne e dei bambini e spesso il forage è lontano.

La maggior parte dei centri di salute dispone di unforage a prossimità, dove si va a prendere l’acquaogni giorno. Per lavarsi le mani, il personale sanita-rio versa l’acqua in un secchio o un bidone munito diun rubinetto.

Ma c’è una soluzione ancora più semplice: la pous-laaga (letteralmente “recipiente da preghiera”), os-sia la brocca in plastica a forma di bollitore, che imusulmani usano per la abluzioni rituali. Il suo co-sto contenuto (ossia circa euro 0,75) la rende acces-sibile a tutti.

CS di Soaw, madre e bambino. Con un sorriso teneroe dolce, una mamma contempla il suo neonato. Cer-to che se fosse un po’ meno smagrita... Giulia, la no-stra servizio-civilista, è andata in alcuni centri di sa-lute a valutare lo stato di nutrizione delle donne allat-tanti: su 236, 29 erano denutrite e 14 molto denutri-te. Nonostante ciò, continueranno ad allattare il figliofino a due anni, se non c’è una nuova gravidanza.

CS di Pella, terapia antimalarica. Il programma na-zionale di vaccinazione è molto completo, ma mala-ria, malattie dell’apparato respiratorio e diarree re-stano i grandi nemici dei bambini. Il bambino con lamalaria spesso vomita e bisogna ricorrere alla tera-pia endovena. Per fortuna, da alcuni anni i centri disalute dispongono di kit gratuiti per la malaria gravee il nuovo Governo si è impegnato a rendere gratuitetutte le cure per i bambini sotto i 5 anni. Ma la grandesfida resta l’alimentazione infantile, soprattutto du-rante il periodo 6-24 mesi.

L’attesa delle consultazione per il controllo della cre-scita, al Centro di Salute (CS) di Soum. Il CS è la cel-lula base del sistema sanitario burkinabé. E’ costitui-to da un servizio di salute materno-infantile, che ef-fettua anche i parti non complicati, da un dispensa-rio per la cura dei malati e da un piccolo deposito diFarmaci Generici Essenziali (in francese MEG).

CS di Seguedin, il deposito di MEG. La rete dei depo-siti pubblici ha portato i medicinali anche in brousse,dove i privati non hanno interesse ad installarsi. Ifarmaci si pagano, ma l’uso dei generici ha abbattu-to i costi. Per alcuni problemi prioritari ci sono poifarmaci gratuiti, come il ferro, l’acido folico e il trat-tamento antimalarico per le donne in gravidanza.Purtroppo, talvolta il budget dello Stato è insuffi-ciente e i farmaci vengono a mancare.

La folla delle mamme per il controllo della crescita, alCS di Soaw. Se il CS è a distanza ragionevole da casa(meno di 6 km), la frequenza è elevatissima. Purtrop-po, spesso il personale sanitario è insufficiente, per-ché la vita in brousse è dura e chi può se ne va.

La componente acquadel Progetto 1000 giorniè seguita dalla ONG LVIA

co-partner nel progetto stesso

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5 MMIDOSSIER

Al villaggio di Godo, Séraphine - l’ostetrica - esce sorridendo dalla sala parto:“Una bella bambina, grossa, sana e robusta: 2 chili e otto etti!”. “Grossa”? Beh,se un’ostetrica di lunga esperienza come Séraphine trova che una neonata di2,8 kg è “grossa” sarà vero. Ufficialmente, in Burkina Faso, il peso medio deibambini alla nascita è di 2,9 kg, contro i 3,4 kg in Italia; ma è un dato vecchio,probabilmente il peso medio reale è inferiore. Inoltre, più del 12% dei piccoliburkinabé, alla nascita, pesa 2,5 kg o meno. Sono un popolo “piccolo”? No, è uno degli effetti della malnutrizione cronica,trasmessa dalla madre al bambino. Consultare i libretti sanitari delle contadi-ne burkinabé gravide è molto istruttivo. Teoricamente, in gravidanza, unadonna dovrebbe prendere 10-12 chili di peso; qui ne prende 4 o 5 al massimo,spesso di meno. E’ il corpo della mamma che nutre il bambino, in senso lette-rale… Lo nutre come può, con le scarse risorse di cui dispone.Quindi, la malnutrizione cronica si installa già in gravidanza. Poi, tra la nasci-ta e il sesto mese di vita, per il bambino più o meno “ça va”, perché il latte ma-terno riesce a soddisfare i suoi fabbisogni nutrizionali. Per la mamma, “ça va”molto meno, perché l’allattamento esaurisce tutte le sue risorse e la sfinisce. Asei mesi, comincia un altro periodo drammatico per il bambino: il latte dimamma non basta più, ma i complementi alimentari adeguati mancano. Daicinque-sei mesi in poi, la maggior parte dei bambini prende meno peso di quelche dovrebbe; ed è anche il periodo in cui esplodono gli episodi di malnutri-zione acuta, quella delle foto che si vedono sui giornali, bambini scheletricioppure con il pancione e i piedi gonfi. La malnutrizione acuta spesso si instal-la su quella cronica, meno vistosa.

Che cosa si può fare? Certo, c’è la necessità di cambiamenti economici, sociali e politici a lungo ter-mine, che possiamo sostenere e promuovere, ma che vanno ben al di là dell’o-rizzonte del nostro intervento. Li si può riassumere in “più giustizia e più equi-tà nella ripartizione delle risorse disponibili”, tra classi sociali e tra uomini edonne. Ci sono però anche interventi che vanno nella direzione di “più giustizia e piùequità”, pur restando in un ambito settoriale di breve-medio termine; sono gliinterventi su cui si focalizza il Progetto 1000 giorni.❏ Nel 2015, abbiamo distribuito ai cinque Distretti sanitari della Regione delCentro Ovest 4.300.000 pastiglie di ferro e acido folico e 92.000 trattamentiantimalarici, per contribuire a combattere l’anemia nelle donne incinte e inpost-partum. La dotazione di MMI ha completato quella statale, che è insuffi-ciente, contribuendo a garantire la gratuità dei farmaci per tutto l’anno a circa180.000 donne. Per il 2015 e l’inizio del 2016, abbiamo anche avuto risorsedisponibili per l’acquisto e la distribuzione di 20 tonnellate di farine infantiliarricchite, destinate ai bambini ma anche alle donne incinte e allattanti mal-nutrite, nel distretto di Nanoro. Le farine, prodotte nel distretto dai Centri diProduzione sviluppati e sostenuti da Medicus Mundi presso l’Ospedale SanCamillo e il Centro di Salute di Temnaoré, sono condizionate in sacchetti da500 gr, e vengono distribuite a mamme e bambini durante la consultazione,dai servizi di salute materno-infantile del centro medico e dei 20 centri di sa-lute del distretto.❏ Abbiamo riunito un gruppo di 25 esperti nazionali, per capire con loro comesi può garantire, nella zona, un’alimentazione accettabile ai bambini dai 6 ai23 mesi allattati al seno.

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Progetto 1000 giorni:a che punto siamo?

Quando in Italia ci si scandalizzaper come talvolta vengono conside-rate le donne nei paesi in via di svi-luppo, sembra che abbiamo com-pletamente dimenticato il nostropassato recente. Nel 1977, ArmandaGuiducci usava come titolo di unsuo libro sulla condizione delle don-ne contadine un vecchio proverbio:La donna non è gente. Che significache la donna non fa parte dell’uma-nità, l’umanità sono gli uomini, chedecidono, danno ordini e fanno lastoria… La donna, che la piasa, chela tasa e che la staga in casa, dicevaun altro proverbio. E sempre neglianni 1970 Giorgio Gaber cantava El’Italia giocava alle carte e parlavadi calcio nei bar: le donne che stava-no a casa a spentolare e a lavarepannolini mica erano “Italia”, no?

(m.m.)

La donnanon è gente

Mamma e bambina. La bambina tiene in mano il li-bretto sanitario blu, che segue la coppia madre-bambino, fin dalla prima volta che la donna incinta sipresenta al centro di salute.

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La conclusione del gruppo di esperti è stata che tale ali-mentazione non è garantita in Burkina Faso perché il rit-mo dei pasti segue quello dei “grandi” (uno o due, al mas-simo tre al giorno) e quindi il numero dei pasti è insuffi-ciente; perché il regime è monotono, basato solo su po-che materie prime (cereali, legumi-foglia, qualche voltaleguminose); perché le mamme sono esse stesse malnu-trite, lavorano tra le 14 e le 17 ore al giorno e non ce lafanno a lavorare di più per procurare cibo adatto al bam-bino; e soprattutto, perché gli alimenti d’origine animalesono totalmente assenti dalla dieta delle donne e deibambini, in quanto gestiti dai maschi adulti della fami-glia e destinati alla vendita. Il gruppo d’esperti ha offerto alcuni suggerimenti. ❏ In primo luogo, è necessaria la fortificazione domicilia-re degli alimenti destinati ai bambini, con polveri di mi-cro nutrimenti (Micro Nutrients Powders o MNPs), che lamamma stessa può mescolare ogni giorno ai primi bocco-ni di pappa. Le MNPs sono consigliate dall’OMS, fornitedall’UNICEF e già utilizzate in molti paesi. In Burkina, lalogistica della loro distribuzione è in fase sperimentale.Noi contiamo di iniziarne la distribuzione in aprile 2016.❏ In secondo luogo, il miglioramento dell’alimentazioneinfantile non dipende solo e in priorità dalla mamma. InBurkina, la donna che si sposa va a vivere presso la famiglia del marito e i figliche genera appartengono a tale famiglia. Sono quindi il capo della famiglia al-largata paterna, le donne anziane e il padre del bambino che decidono dellesue cure e della sua alimentazione: quando cominciare a dargli altri cibi oltreal latte materno, che cosa dargli, come prepararlo, se e quanto investire per lasua alimentazione, cosa è bene e cosa è male per lui... Per migliorare lo statonutrizionale delle mamme e dei bambini, è quindi necessario coinvolgere econvincere tutte queste persone, pur continuando a sottolineare in ogni ri-unione e presso tutte le istanze nazionali che se lo statuto sociale della donnacontadina non evolve, non c’è sviluppo possibile per il Burkina Faso.Durante lo stage di aggiornamento delle ostetriche sulla nutrizione infantile,che si è svolto in gennaio 2016, abbiamo insistito quindi sulla necessità di par-lare con le donne anziane della famiglia, che accompagnano la partoriente;ma pensiamo anche di organizzare delle azioni di sensibilizzazione dei padri,tramite le autorità tradizionali e religiose (campagna “Buon papà”).❏ Infine, bisogna migliorare la qualità delle prestazioni di counselling offertedal sistema sanitario alle donne incinte e allattanti e ai loro bambini, propo-nendo alle donne, insieme alle MNPs, dei piccoli miglioramenti nell’alimenta-zione infantile che non implichino un impegno eccessivo da parte loro e chesiano facili da mettere in atto. Il gruppo di esperti ha redatto liste complete deiprodotti disponibili nelle aree rurali e suggerito come trasformarli perché ibambini piccoli possano mangiarli. Alcuni esempi: l’importanza della fruttanon è conosciuta e quindi raramente si offre al bambino un pezzettino di man-go schiacciato o altro; le leguminose sono relativamente disponibili e consu-mate nelle famiglie, ma bisogna insegnare alle mamme a togliere la buccia eridurle in purea per il bambino; non si percepisce l’importanza di tostare la fa-rina delle pappe, affinché sia più digeribile e assorba meno acqua… Per inse-gnare alle mamme e alle altre donne della famiglia queste trasformazionisemplici, il progetto ha reclutato per ogni dispensario un’animatrice incarica-ta specialmente di questa attività. Della formazione delle animatrici si è occu-pata Awa Kondombo, la tantie (zietta, appellativo di rispetto per una donnad’età e d’esperienza), che da anni si occupa di alimentazione infantile al centromedico San Camillo di Nanoro, e che ha dato un contributo essenziale all’av-vio e al funzionamento dei centri di produzione di farine infantili.

Marina Martinetto

MMI 6DOSSIER

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Orari Stagione delle piogge Stagione secca(giugno-inizio ottobre) (ottobre - maggio)

Ore 4 Si alza, va a raccogliere le nocidi karité e scalda l’acquaper lavarsi, per sé e per la famiglia

Ore 6 Coltiva il suo campo individuale Si alza e scalda l’acqua per lavarsi, per sé e per la famiglia. Se la famiglia ha un orto irriguo,va ad innaffiarlo

Ore 7-9 Cucina Cucina

Ore 9-16 Toglie la pula ai cereali con Toglie la pula ai cereali conmortaio e pestello, per portarli mortaio e pestello, peral mulino, poi coltiva i campi portarli al mulino, poi sidel marito, essenzialmente cereali, dedica ad attività varie,arachidi e fagioli. per guadagnare qualche

soldo: rottura di sassi per le costruzioni,trasformazione di prodotti per la vendita, piccolo commercio

Ore 16-17 Cerca legna e frutti o foglie Cerca legna e frutti o foglieselvatici per la cucina, selvatici per la cucina, passapassa al mulino per macinare al mulino per macinareil miglio il miglio

Ore 17-19 Va a cercare l’acqua Va a cercare l’acqua, cucina per la sera. Cena

Ore 19-21 Cucina per la sera. Cena. Mette a posto tutto quanto,Mette a posto tutto quanto, qualche chiacchiera,qualche chiacchiera, poi poi va a dormirefinalmente verso le 21-22può andare a dormire

La giornata-tipo della donna contadina burkinabé,più pesante in stagione delle piogge, quando alle al-tre attività si aggiunge la coltivazione dei campi:quelli del marito, coltivati soprattutto a miglio, ara-chide e fagioli, e il suo campo personale, dove colti-va i condiments - soprattutto legumi-foglia - per farela salsa che accompagna la quotidiana polenta. Ben-ché siano soprattutto le donne che coltivano i campidel marito, è quest’ultimo che ha il controllo dellescorte di famiglia e decide quanto e cosa dare alledonne, per la cucina.

La giornata-tipo della donna contadina burkinabé

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7 MMIDOSSIER

Le attività di MMI: qualche approfondimento

Il sostegnoalla Consultazione Prenatale

nei Centri di Salute

La produzionedi farine infantili

arricchite

Centro di salute di Goala - Ferro e acido folico, cosìcome i farmaci per la malaria, sono sempre sullascrivania di ogni ostetrica, strumenti indispensabiliper combattere l’anemia nella donna incinta. Di nor-ma, i centri di salute ricevono una dotazione statale,anche se insufficiente; ma nel 2015, in seguito allevicende politiche, la dotazione statale non c’è stata.MMI, con un intervento d’emergenza - non avevamoprevisto questa spesa extra! - ha allora rifornito icentri di salute della Regione del Centro Ovest (circa1.500.000 abitanti).

“Laafizoom” bisogna anche farla arrivare ai centri disalute, non facile in stagione delle piogge! Qui, ab-biamo superato, a rischio d’impantanarci, un ca-mion che si era a sua volta impantanato nel bel mez-zo della pista.

Centro di produzione della farina infantile arricchita“Laafizoom” (la farina della salute), Nanoro. Una del-le fasi finali della produzione: la macinatura. Le don-ne ridono soddisfatte: si sono cimentate per la primavolta con il mulino elettrico e tutto è andato bene.

Le farine sono composte di prodotti locali (miglio,soia e arachide) e arricchite con un mix bilanciato divitamine e sali minerali. Inoltre, vi si aggiunge dell’a-milasi, un enzima che fludifica la pappa. A Mamou-na, piccola orfana malnutrita che vive con la nonna,“Laafizoom” piace.

L’infermiera capo del centro di salute di Nassoulou,che ha appena ricevuto una nuova dotazione di fari-na “Laafizoom”. Nel 2015, ne abbiamo distribuito 20tonnellate.

L’educazione alla buona nutrizionee la formazione del personale

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In attesa della Consultazione prenatale, a Temnaoré.La donna incinta deve prendere una pastiglia al gior-no di ferro e acido folico, per tutti i mesi delle gravi-danza e continuare per tre mesi nel post-partum. Nelsolo 2015, ne abbiamo distribuito ai cinque Distrettisanitari della Regione del Centro Ovest 4.300 scatoleda 1.000 pastiglie, insieme a 92.000 trattamenti anti-malarici.

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MMI 8DOSSIER

Il supporto continuo della Clinica Pediatrica dell’Università di Brescia e diMMI all’unità HIV pediatrica dell’Ospedale San Camillo di Ouagadougou (HO-SCO) permane sempre attivo: un giovane medico della Scuola di Specialità inPediatria che ruota ogni 4-6 mesi e insieme ad un medico locale segue la strut-tura ambulatoriale di screening e la presa in carico dei bambini HIV+ (monito-raggio e dispensazione della TARV), ed una struttura di degenza per il ricoveroe la cura dei bambini HIV+, spesso gravemente malnutriti al momento delladiagnosi. Nel 2015 sono state effettuate 4.050 visite ambulatoriali documenta-te ed eseguiti 140 ricoveri per la diagnosi e per lo “shift” della terapia antiretro-virale, oltreché per malaria, malnutrizione, meningite, infezioni delle vie aeree.

R.F. Schumacher

Lotta all’AIDS pediatrico nel Centro medicoS. Camillo di Ouagadougou (Burkina Faso)

Progetto 1000 giorni: risultati conseguitiEseguita inchiesta sulla copertura eaccesso alle consultazioni prenatali suun campione di 10.000 famiglie

4.316.000 compresse di Ferro/Acidofolico, 275.950 compresse di Sulfados-sina Pirimetamina e 62.300 guantidistribuite nella Regione del CentroOvest

12.000 scatole da 30 sacchetti di pol-veri di micronutrienti ordinate per co-prire il fabbisogno di 6000 bambiniper 6 mesi.

48 operatori sanitari formati

20 animatrici selezionate e formate

20 Centri di Salute equipaggiati

20 tonnellate di farine infantiliarricchite distribuite

Nella Regione d’intervento del progetto, la percentuale di donne che frequenta la consultazioneprenatale è relativamente bassa, tra il 65% e l’80%. Spesso, per giustificare questo dato, vengo-no evocate delle resistenze culturali da parte della popolazione. L’inchiesta ha invece dimostra-to che, se i servizi sanitari sono a distanza ragionevole – meno di 6 km dall’abitazione – oltre il95% delle donne incinte si presenta per la consultazione prenatale. Il problema della scarsa fre-quenza è dunque legato alla scarsa offerta di servizi e non a reticenze della clientela.

I prodotti farmaceutici distribuiti ai cinque distretti della Regione sono stati dati gratuitamentenei Centri di Salute alle donne incinte che si presentano alla Consultazione prenatale.Si tratta di:a) ferro e acido folico, di cui la donna incinta deve prendere una compressa al giorno durantetutta la gravidanza e i tre mesi dopo il parto, che servono a combattere l’anemia ferripriva;b) sulfadossina pirimetamina, per prevenire la malaria, che contribuisce anch’essa a aumentarei casi di anemia;c) infine, i guanti d’esame in latice, che servono per le visite ostetriche di controllo.

Le polveri di micronutrienti (MNP), consigliate dall’OMS, contengono le vitamine e i sali mine-rali la cui carenza è più frequente nel bambino 6-24 mesi: ferro, acido folico, zinco, vitamina A,vitamine del gruppo B, ecc. Servono per la fortificazione domiciliare: è la mamma stessa chemescola il sacchetto di MNP al cibo del bambino. L’OMS consiglia due cicli di 30 sacchetti – unoal giorno – ogni 6 mesi. I 12.000 sacchetti ordinati saranno quindi sufficienti per sei mesi, per i6.000 bambini di 7-24 mesi previsti.

Formazione sul ruolo dei servizi sanitari nell’applicazione della strategia nazionale per il buonsviluppo del bambino durante i 1000 giorni che vanno dal concepimento ai 23 mesi di vita: sor-veglianza dello stato nutrizionale della donna incinta e allattante e del bambino, promozionedella messa al seno nella prima ora di vita e dell’allattamento esclusivo fino ai 6 mesi, educazio-ne alimentare delle mamme per l’introduzione di alimenti di complemento ai 6 mesi d’età e in-formazione sul valore e l’utilizzo delle polveri di micronutrienti.

L’incarico delle animatrici sarà di tenere degli incontri settimanali con le mamme dei bambinidi 5 mesi e più – ossia in età da alimentazione di complemento – ed insegnare loro, in modo pra-tico, con le attrezzature e i materiali messi a disposizione del progetto, come migliorare l’ali-mentazione del loro bambino con gli alimenti disponibili in loco e rispettando le norme d’igienealimentare, per evitare le diarree, che sono una delle grandi cause di malnutrizione. Le anima-trici dovranno inoltre insegnare alle mamme come dare correttamente al bambino le polveri dimicronutrienti acquistate e distribuite dal progetto.

I Centri di Salute sono stati equipaggiati con attrezzature (focolari, pentole, stoviglie…), del pic-colo mobilio (panche, tavoli, sgabelli) e delle materie prime (olio, sale, legna da ardere…) neces-sari per lo svolgimento delle attività di formazione delle mamme alla preparazione di alimentiper bambini nei Centri di salute da parte delle animatrici.

20 tonnellate di farine infantili arricchite sono state distribuite ai 20 Centri di Salute del Di-stretto di Nanoro, che le hanno utilizzate – e le utilizzeranno ancora, fino a giugno 2017 – per ibambini affetti da malnutrizione acuta in via di guarigione e per le donne incinte e allattantimalnutrite.

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9 MMIDOSSIER / IN MEDICUS

I progetti in corso di MMIAFRICA Progetto Co-finanziatore

Salute e nutrizione della mamma e del bambino nella regione del Centro MAECI - Min. Affari Esteri eBurkina Faso Ovest del Burkina Faso: proteggere i 1.000 giorni cruciali per la crescita. Cooperazione Internazionale

MMI (capofila) in consorzio con LVIA e Mani Tese. 8xMille Chiesa ValdeseCosto totale progetto: € 1.074.068

Sviluppo della produzione locale, della promozione e commercializzazionedi farine di complemento alimentare per la lotta alla malnutrizione 8xMille Statoinfantile nelle provincie di Kadiogo, Boulkiemdè e Oubritenga. Costo totale progetto: € 217.429

Lotta all’AIDS pediatrico a Ouagadogou. Fondi privatiProgetto continuo

Comunità resilienti in Mozambico. La collettività del distretto di Morrumbene si attiva 8xMille CEIMozambico per migliorare la nutrizione e la sicurezza alimentare. FNOMCeO (Fed. Naz. Ordini

In consorzio con SCAIP (capofila) e con SVI. Medici Chirurghi e Odontoiatri)Costo totale progetto: € 667.656 Fondazione Museke onlus

Cassa PadanaFondazione Comunità Bresciana

“Transformações para alimentar o planeta”: le filiere di cajù, mango, agrumi e ortaggi Fondazione Cariplonella Provincia di Inhambane. In consorzio con SVI (capofila) e SCAIP. Regione LombardiaCosto totale progetto: € 584.527 Comune di Milano

TERIMBERE KIREMBA - Sostegno alla riqualificazione dell’Ospedale di Kiremba 8xMille CEIBurundi tramite la formazione del personale e il rafforzamento dei servizi di salute materno-infantile Fondi privati

e di medicina interna. MMI (capofila), realizzato con ATS Kiremba.Costo totale progetto: € 342.842

AMERICA LATINAEcuador Promozione della salute comunitaria a Julcuy (parte progetto FOCSIV Ecuador 2015) 8xMille CEI

Costo totale progetto (parte MMI): € 73.478

Brasile Sviluppo integrato delle comunità quilombole di S. Antonio Penalva (MA). 8xMille CEIIn consorzio con Aquilone onlus. Costo totale progetto: € 255.730 FCB / Fondazione Museke

Dal 2005 è iniziata una attività di accompagnamento clinico formativo al per-sonale della Patologia Neonatale (1500-1800 ricoveri/anno) dell’OspedaleSaint Camille di Ouagadougou dotato di una Maternità con più di 5000 par-ti/anno per adeguare gli standard di trattamentodei neonati prematuri e patologici ai più moderniprotocolli assistenziali. Grazie a 20 missioni medi-co-infermieristiche, a cura di personale specialisti-co, attraverso corsi, presentazioni di procedure eprotocolli terapeutici, personalizzazione e respon-sabilizzazione del personale di assistenza, introdu-zione di un metodo di lavoro, utilizzo di sempliciapparecchiature di monitoraggio abbiamo gra-dualmente migliorato gli indici di sopravvivenzaottenendo risultati insperati in un area come l’Africa Occidentale. La strutturaè diventata il riferimento per i punti nascita della capitale e sono in program-ma la costituzione di una rete formativa tra le varie sale parto e di un Master diNeonatologia per infermieri. Paolo E. Villani

L’Ospedaledove i prematuri sopravvivono

(a cura di Massimo Chiappa)

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MMI 10INTERNAZIONALE

parte delle altre strutture sanitarie. Ad accoglierli Pa-dre Paul che, nonostante le difficoltà organizzative,fin da subito ha fatto di tutto per farli sentire “a casa”.Ecco come sono stati vissuti questi momenti di altatensione: “Ogni giorno si sentono spari più o menodistanti e all’orizzonte nuvole nere indicano l’incen-dio delle barricate. La città è irriconoscibile. Stradevuote, botteghe chiuse, silenzio. Guardando i volti della gente capisci che quel-l’atto li sta ferendo profondamente. Non vedo più i volti sorridenti; fronti cor-rugate, espressioni tristi talvolta rassegnate, discussioni animate. Un anno pri-ma la rivoluzione, un anno dopo qualcun altro vuole rendere tutto vano privan-doli di nuovo della libertà e del desiderio di democrazia. Tutti seguiamo con at-tenzione l’evolversi degli eventi con viva preoccupazione, soprattutto da partedi chi ci segue dall’Italia. Fuori la rivoluzione, dentro il Saint Camille noi conti-nuiamo a lavorare senza sosta insieme alle infermiere della Nouvelle Pediatrieche nonostante le difficoltà, i pericoli ed il cattivo umore non ci hanno mai ab-bandonate. Mentre tutti si preoccupavano della nostra incolumità, il nostrounico pensiero, forse da incoscienti, è rivolto ai nostri piccoli pazienti che sfi-dando il coprifuoco sono venuti da noi per prendere le medicine e la necessariagiusta assistenza”. Infatti dei 72 bambini sieropositivi che dovevano venire du-rante i 10 giorni del golpe per visita e soprattutto per il rifornimento dei farma-ci antivirali, solo 49 erano in grado di venire in tempo (alcuni di loro sfidando ilcoprifuoco), mentre 23 hanno subito un interruzione più o meno lunga della lo-ro terapia, che può causare loro problemi di resistenza in un prossimo futuro.Nessuno dei bambini ricoverati in ospedale per malnutrizione o l’HIV è statodimesso in quel periodo, ma abbiamo accolto anche un lattante abbandonatodi circa 10 mesi portatoci dai vigili del fuoco.L’impatto più forte però è stato sulla maternità: visto che molti ospedali eranochiusi, per sicurezza o per lo sciopero indetto dai sindacati, o solo per l’impossi-bilità del personale a venire al lavoro, 888 donne gravide si sono presentate (unaumento di otto volte rispetto all’affluenza normale), 425 di loro per partorire -di cui 107 con taglio cesareo (10 volte l’atteso!). Di questi neonati inoltre 41 ne-cessitavano di ricovero, a loro si sono aggiunti 33 urgenze provenienti da fuori. Questa moltiplicazione di pazienti, per di più con urgenze, ha messo a dura pro-va non solo il settore medico-infermieristico ma anche quello logistico. Ma lacomunità dell’HOSCO ha superato la prova, con l’aiuto dei religiosi normal-mente non impegnati in attività clinica, con il trasporto in ambulanza del per-sonale durante il copri-fuoco e con una buona dose di flessibilità ed improvvi-sazione.Poi, sotto l’imminente minaccia dell’arrivo dei jihadisti, e su consiglio dei Padrie anche dei nostri pazienti stessi, abbiamo dovuto temporaneamente abbando-nare il paese per la prima volta in 13 anni - non senza organizzare l’assistenza innostra assenza. Fortunatamente però la situazione è rientrata e, sebbene con notevole ritardo,le elezioni si sono svolte in modo libero e pacifico. Il nuovo presidente è statoeletto al primo turno e il risultato è stato accettato da tutti. (Da notare che nelsuo discorso inaugurale ha nominato nei suoi obiettivi anche la gratuità dellecure per i bambini sotto i 5 anni di età.) Visto la (apparente) tranquillità, e dopo aver discusso approfonditamente la si-tuazione, già due settimane dopo, a metà dicembre abbiamo potuto riprenderele nostre attività all’HOSCO - anzi rafforzandola grazie alla presenza in Neona-tologia di Veronica Smorta, una bravissima e coraggiosa infermiera in serviziocivile internazionale!Abbiamo dovuto costatare così i postumi del golpe: a gennaio mancano le for-mulazioni pediatriche dei farmaci antiretrovirali e i reagenti per la diagnosiprecoce dell’infezione nei neonati e per il controllo dell’efficacia della terapia! Erimane ancora da vedere quanti pazienti avranno sviluppato resistenze a causadell’interruzione della terapia durante il golpe...Così, mentre ancora stavamo cercando di risolvere questi problemi, la sera ar-

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Impatto della politica sulla “salute”del nostro progettoHIV pediatrico in Burkina Faso:uno sguardo speciale in tempi difficili

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11 MMIINTERNAZIONALE

rivano notizie inquietanti: la prima notizia parla di colpi di arma da fuoco incentro città, poi autobombe, infine si capisce che si tratta di un vero attentatoterroristico a due chilometri dall’HOSCO: un comando terroristico collegatocon Al Qaeda attacca il Café Capuccino (qualche volta frequentato anche danoi, nonché luogo di lavoro di parenti del nostro personale!), prende in ostag-gio gli ospiti dell’Hotel Splendide lasciando 29 morti (di cui anche una bambi-na!) e 57 feriti. Viene nuovamente messo il coprifuoco mentre in città si svolgela caccia all’uomo - non si sa se ci sono altri terroristi…Stavolta si mobilità anche la Farnesina e ci intervista la stampa bresciana, manoi in verità stiamo bene e siamo tutto sommato tranquilli, siamo invitati a ri-manere a casa, a non frequentare luoghi occidentali. I pensieri nel frattempocorrono e temiamo l’idea che ci chiedano di rientrare; in quanto questo mette-rebbe in pericolo tutto il nostro lavoro, il progetto, i nostri anni qui, il rapportocon i burkinabè, con i pazienti e le loro famiglie, con Lolita, i Padri Camilliani,con gli infermieri, con i tanti amici che ormai abbiamo qui!Ma vogliamo finire con una nota positiva, una notizia che quando ci è arrivata afine febbraio dapprima sembrava incredibile: il 3 marzo sarebbe arrivato per

una visita dell’ospedale e soprat-tutto del centro che segue i pazien-ti pediatrici affetti da HIV, nientedi meno che Ban Ki-Moon, Segre-tario Generale delle Nazioni Unite,che durante la sua permanenza inBurkina Faso ha deciso di conosce-re da vicino alcuni dei problemimaggiori di questo Paese, recan-dosi nei luoghi in cui ogni giorno siaffrontano e curano patologie co-me la malnutrizione e l’HIV, giun-gendo quindi presso il nostro Cen-tro e in particolare dritto dentro alnostro Ambulatorio. Un’emozioneindubbiamente unica per tutti. Ipreparativi sono iniziati in fretta efuria, pulizie di Pasqua anticipate,sopralluoghi da parte dei rappre-

sentanti dell’UNICEF, riunioni continue di organizzazione, pianificazione ditutti gli spostamenti, e di ogni singolo minuto; la visita sarebbe stata molto bre-ve, ipoteticamente non avrebbe potuto durare più di 30 minuti. Ed ecco poi fi-nalmente arrivare il grande giorno; l’accoglienza è stata affidata ad una nostrapiccola paziente che in abiti tradizionali e un mazzo di fiori ha preceduto la pre-sentazione dell’Ospedale da parte del Direttore Padre Paul, in rapida succes-sione il Segretario ha visitato l’ambulatorio che segue i pazienti adulti con HIVe successivamente ha raggiunto il nostro Ambulatorio e il Reparto di Pediatria,dove una delle nostre adolescenti ha letto una lettera scritta a nome di tutti i pa-zienti da noi seguiti. Spiegava come la loro malattia li renda diversi da tutti glialtri, come la loro volontà sia quella di poter vivere invece senza discriminazio-ni a scuola e tra le altre persone, e come forti e costanti siano le loro speranzeper il futuro perché i farmaci, le cure e le visite continuino ad essere gratuiti pertutti loro. La visita è poi continuata con il passaggio in Reparto, dove a sorpresaha compiuto una piccola sosta, volendo salutare e conoscere tutti i nostri rico-verati. Con immensa sincerità e tenerezza ha preso in braccio una delle più pic-cole pazienti ricoverati, che si è divertita con i suoi occhiali…Bella l’immagine della bimba che, non vedendo in Ban Ki-Moon la persona piùimportante del mondo, gli toglie gli occhiali come se volesse far vedere a lui (eforse tutti noi?) il mondo con il cuore.

R.F. Schumacher, P.E. Villani, C. Distefano*, V. Folsi*, V. Smorta*Specializzande in Pediatria, Università degli Studi di Brescia,

in servzio con Medicus Mundi Italia all’Hôpital St.Camille de Ouagadougou (HOSCO)

Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle NazioniUnite in visita all’Ospedale HOSCO di Ouagadougou.

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MMI 12RUBRICA DEL MEDICO

Il primo febbraio 2016 il Direttore Generale della Organizzazione Mon-diale della Sanità (OMS) ha dichiarato, dopo la SARS, l’influenza avia-ria, l’influenza H1N1, l’EBOLA, un’altra Emergenza di Sanità Pubblicadi Rilevanza Internazionale. Anche stavolta in causa è un virus, lo Zikavirus, che per oltre 70 anni si è nascosto senza dare notizia di sé dopo lasua accidentale scoperta in una scimmia nella foresta Zika in Ugandanel 1947 durante studi sulla Febbre Gialla. Considerato prima apatoge-no, solo nel 2007, una piccola epidemia in Micronesia ha dimostrato chel’infezione può comportare la comparsa di sintomi per lo più modesti(febbricola, dolori diffusi soprattutto articolari, mal di testa, congiunti-vite, eruzione cutanea). Da allora tuttavia in corso di successive epide-mie, in particolare quella dell’arcipelago della Polinesia Francese inOceania, il virus è stato associato a un aumento della sindrome di Guil-lain-Barré. E intanto il virus ha fatto il giro del mondo e si è portato inAmerica.Solo negli ultimi 6 mesi oltre un milione di casi di malattia non compli-cata si sono verificati in Brasile e nei Paesi sud e centro americani. Inconcomitanza a questa epidemia, in Brasile, si è registrato un aumentosignificativo di casi di neonati e feti con microcefalia soprattutto negliStati di Bahia, Paraíba, and Pernambuco. Notificati nella misura di circa160 all’anno nell’intero Brasile, in precedenza, in tre mesi nel 2015 nesono stati notificati 26 casi solo in Pernambuco.Che i Flavivirus (famiglia alla quale appartiene lo Zika Virus) potesserotrasmettersi dalla madre al feto era in realtà già noto, ma che lo Zika po-tesse causare microcefalia, con quale meccanismo e con quale frequen-za, è ancora oggetto di approfondita ricerca anche se, in effetti, il virus èstato dimostrato nel liquido amniotico, nel sangue e nel tessuto cerebra-le di feti e neonati affetti da malformazioni cerebrali, in particolare ap-punto microcefalia.L’OMS ha dunque sollecitato il massimo degli sforzi nella ricerca e rac-comandato che siano potenziate anche le misure di prevenzione dell’in-fezione stessa, con particolare attenzione al controllo dei vettori. Ciò èparticolarmente importante in quanto lo Zika virus, come altri a lui inqualche modo imparentati nella famiglia dei Flavivirus, il virus dellaDengue, della Febbre Gialla, della Febbre di West Nile ed altri, vengono tra-smessi all’uomo mediante la puntura di zanzare infetta del genere Aedes che ti-picamente pungono durante le ore diurne. Se la più efficiente è la Aedes aegyp-ti, non presente in Italia, anche la Aedes albopictus, nota anche come “zanzaratigre”, potrebbe fare la sua parte. Attualmente sono segnalate epidemie locali in ben 42 Paesi, tutti segnalati al-l’indirizzo dedicato degli ECDC http://ecdc.europa.eu/en/healthtopics/zi-ka_virus_infection/zika-outbreak/Pages/Zika-countries-with-transmis-sion.aspxIl Ministero della Salute italiano invita le donne in gravidanza, o che la pro-grammino, a rimandare soggiorni e viaggi in tali aree del mondo affette, ad in-tensificare la protezione dai vettori durante eventuali inevitabili soggiorni e aeseguire controlli specifici per il monitoraggio della gravidanza e indipendente-mente dal fatto che le stesse abbiano avuto sintomi compatibili o si siano man-tenute asintomatiche. E’ infatti possibile la trasmissione verticale anche da gra-vide senza sintomatologia.

Rubrica del medicoZika Virus: emergenza internazionaledi salute pubblica

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13 MMIDOSSIER

segue da p. 7

Le nostre due équipes in Burkina Faso

L’educazione alla buona nutrizionee la formazione del personale

Allattare correttamente non è così spontaneo e natu-rale. Bisogna insegnare alle mamme in che posizio-ne mettere il bambino e come aiutarlo a prendere be-ne il capezzolo. L’infermiera pediatrica AgneseThiombiano insegna le tecniche corrette al persona-le dei centri di salute del distretto di Nanoro, conl’aiuto di un bambolotto didattico.

La preparazione del cibo per un bambino piccolo èuna novità per il personale sanitario: i problemi d’ali-mentazione infantile sono stati finora delegati allestrutture religiose private, ma la situazione comincia acambiare e la novità è accolta con entusiasmo. Quiun’ostetrica impara a ridurre in purea le verdure cotte.

Oltre al personale sanitario (48 persone, tra ostetri-che e infermieri), abbiamo formato 20 animatrici,una per centro di salute, per insegnare alle mammecome preparare il cibo per il bambino. Primo passo:imparare a lavargli le mani prima di mangiare.

Il materiale didattico in cucina. Per cucinare per ibambini, ci vogliono tante piccole attrezzature. Quel-le che le animatrici stanno lavando, durante la for-mazione (di tutto un po’, dai mortai ai secchi allepentole ai cucchiaini), sono uguali a quelle che MMIha appena distribuito ai 20 centri di salute del di-stretto di Nanoro e che le animatrici avranno a dis-posizione per il loro lavoro.

Un momento della formazione delle animatrici: c’èchi lavora e c’è chi prende appunti...

Secondo passo: la pappa tradizionale, di sola farina di cereale, si può rendere più nutriente. Molti prodotti lo-cali possono essere trasformati in puree o polveri, per migliorare il gusto e il valore nutrizionale del cibo. Traquesti, il Detarium Senegalense (foto a sinistra) e le giuggiole (foto a destra), due frutti selvatici locali ricchi divitamine e sali minerali... E buonissimi!

L’équipe di Koudougou, capoluogo della Regione del Centro Ovest, a circa 100 km da Oua-gadougou, (zona molto, molto rurale... in stagione delle piogge, gli zebù vengono a pascolaredavanti al nostro ufficio; in stagione secca, ci sono le capre) incentra le proprie attività nellalotta contro la malnutrizione infantile. La sede è ospitata in alcuni locali della Direzione Regio-nale della Salute, che abbiamo risistemato. Ne fanno parte: Gigi (Virginio) Pietra, che vive inBurkina dal 1985, con qualche interruzione e che collabora con MMI da oltre dieci anni ed èrappresentante Paese da due; Marina Martinetto, responsabile della formazione, anche lei inBurkina da molto tempo (Gigi e Marina si sono conosciuti e sposati in Burkina, nel lontano1988); Erika Godano, amministratrice e logista, arrivata a inizio 2015 con il Progetto 1000giorni; Giulia Nicole Medici, servizio-civilista; Blanche Ouedraogo, contabile, assunta ad ini-zio 2015; Issa N’Daye e Zakaria Nignan, gli autisti: Issa è con noi da ormai tre anni, Zakaria, in-vece è stato assunto ad inizio 2015.L’équipe di Ouagadougou incentra le attività in ambito pediatrico. Ne fanno parte: Veroni-ca Folsi e Ivana Cortina, specializzande in pediatria; Veronica Smorta, infermiera servizio-ci-vilista.Nel 2015 il neonatalogo dottor Paolo Villani e l’infettivologo pediatra dottor Fabian Schuma-cher hanno continuato il loro impegno e la loro presenza presso Ospedale e Centri di Salute deiReligiosi Camilliani. Il tropicalista dottor Silvio Caligaris e il pediatra dottor Roberto Marzollohanno compiuto una missione breve per una supervisione delle attività progettuali. Il dottorMassimo Chiappa e la dottoressa Marzia Lazzari (rispettivamente direttore e progettista diMMI) hanno svolto una missione di circa venti giorni per verifica e rendicontazione progetti.

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MMI 14SEGRETERIA

Responsabile: Dott. Silvio Caligaris

Si svolgerà a Brescia da lunedì 7 novembre a venerdì 25 novembre 2016 la XXIXEdizione del Corso di Malattie Tropicali e Medicina Internazionale,suddiviso in 3 moduli disgiunti della durata di 5 gg cadauno. Il corso si prefiggedi fornire una preparazione di base sulle patologie più diffuse nei Paesi in Via diSviluppo, con accenni ai problemi organizzativi dei Centri Sanitari, nonché unapreparazione di base sulle patologie più diffuse importate dai recenti flussi im-migratori con riferimento ai presidi sanitari del territorio nazionale.Argomenti trattati: Organizzazione dei Sistemi Sanitari - Primary HealthCare - Applicazione a HIV, TB, Malaria e Malnutrizione - Salute e Malattia inottica antropologica - Malattie della povertà e dell’emarginazione - Medicinadelle migrazioni - Ostetricia e Neonatologia nei Paesi a risorse limitate - Allat-tamento - Malnutrizione - Vaccinazioni dell’infanzia - Malaria - Filariosi - On-cocercosi - Tripanosomiasi - Leishmaniosi - Lebbra - Tecniche di laboratoriodi base.Destinatari: medici, odontoiatri, operatori sanitari (infermieri, ostetrici, bio-logi, fisioterapisti) e sociali in senso lato interessati a partecipare a progetti sa-nitari in Paesi in Via di Sviluppo o che debbano affrontare simili problematichenella loro quotidianità operativa in territorio nazionale, in conseguenza deiflussi migratori e di popolazioni marginalizzate.ECM Crediti formativi - È in corso la richiesta di accreditamento di creditiformativi.Per ulteriori informazioni visitare il sito www.medicusmundi.it

(m.f.)

Corso di Malattie Tropicalie Medicina Internazionale (CMT-MI) 2016

Anche quest’anno, il 14 e 15maggio torna la XIV Edizionedella Campagna “Abbiamoriso per una cosa seria” dellaFocsiv a sostegno di progetti didiritto al cibo e di agricolturafamiliare. Grazie ad un’offerta di5 €, si riceverà un pacco da 1 Kgdi riso di qualità italiana. I fondiraccolti andranno a sostegno delProgetto filiere alimentari inMozambico di MMI.Per saperne di più, per scopriredove sia il banchetto a te più vici-no, visita il sito www.medicu-smundi.it oppure contattaci insede al 030 3752517.

“Abbiamo risoper una cosa seria” Rubrica del medico

Chiunque poi, entro tre settimane (il tempo massimo di incubazione diquesta infezione) dal rientro in Italia da Paesi con trasmissione locale, pre-senti i sintomi tipici della malattia di solito lievi ed a risoluzione spontanea(febbre e/o eruzione cutanea con dolori articolari o mal di testa o congiun-tivite) potrà essere valutato e sottoposto ai test diagnostici ad ora disponi-bili presso laboratori di riferimento distribuiti sul territorio nazionale. Per abbattere poi il rischio di una trasmissione locale dell’infezione, i casidi malattia sospetti e accertati sono da segnalarsi alle aziende sanitarie de-putate al controllo dei vettori, le zanzare appunto, soprattutto nel periodoestivo quando le “tigri” saranno nuovamente attive.Essendo probabile la trasmissione attraverso sangue e suoi derivati o at-traverso gli organi, è stata disposta la sospensione dalla donazione per 4settimane dopo il rientro da aree affette. Anche il seme maschile poi si è di-mostrato potenziale veicolo di infezione e, per questo, pur non essendocompletamente note le condizioni o i fattori che comportino tale via di tra-smissione, oltre a sospenderne l’eventuale per inseminazioni artificiali per3 mesi, il Ministero raccomanda ora rapporti sessuali protetti per 6 mesidopo l’esposizione.

Lina TomasoniMedico Infettivologo

SSVD di Malattie Infettive e TropicaliSpedali Civili di Brescia

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15 MMISEGRETERIA

Farsi sociAssociarsi alla ONG Medicus Mundi Italia è il primo gesto concreto di chine ha compreso il messaggio e di chi ha deciso di intraprendere un viag-gio e condividerlo con Medicus Mundi Italia.

In ricordo di Silvano Boschi27 dicembre 2015...se ne è andatotroppo velocementeCon grande commozione e immen-so affetto ho dovuto salutare perl’ultima volta il collega Silvano Bo-schi, ma soprattutto l’amico.Una di “quelle persone” che anchese non vedi spesso sai che al bisognosono sempre pronte a tenderti lamano… Entrato in Medicus Mundidalla fine degli anni ’80, ha saputoesserci vicino sempre... e per contomio lo è ancora!Ha saputo dare sempre un contri-buto operoso e fondamentale ed es-sere uno stimolo costante. Con pro-fonda gratitudine accompagneran-no il mio ricordo, la ricchezza dei suoi generosi insegnamenti e il suo amo-re per gli altri.

Cinzia Ferrante

Perché un lascito a MMICon il tuo lascito testamentario a MMI, potrai continuare a donare vita atutti quei bambini, alle loro mamme o a tutte le popolazioni che vivono inuno stato di povertà estrema, per il tramite dei nostri progetti socio sani-taria nei Paesi a risorse limitate. Con il tuo lascito testamentario, potre-mo ulteriormente lottare contro la malnutrizione e tutelare la salute ma-terno-infantile (ad esempio, mediante programmi di vaccinazioni e diprevenzione, supporto alimentare all’infanzia, riqualificazione dellestrutture sanitarie locali, formazione di operatori sanitari in loco). Puoidestinare il tuo lascito ad un progetto o ad un Paese specifici.

Il testamento per lasciare al mondo il tuo futuro.Il testamento quale atto di coerenza per tramandare

il tuo impegno, i tuoi ideali.Il testamento per continuare a condividere con chi verrà dopo di te

il senso dell’amore.Il testamento per continuare a donare vita.

Chi volesse parlarne direttamente con noi per avere informazioni, con-tatti e scriva a [email protected]. Per avere informazioni diretta-mente da un notaio, contattare il Consiglio Notarile di Brescia(tel. +39 030 222415) che fornirà il nome di un referente di fiducia.

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Do Solidale srl è una societàcostituita con l’obiettivo di svi-luppare e offrire servizi ad altocontenuto tecnologico che pos-sano consentire a qualificateONLUS di aprire un nuovo ca-nale di raccolta fondi. La mis-sion di Do Solidale è incre-mentare strutturalmente le do-nazioni dei privati verso il mon-do delle Onlus attraverso un ap-proccio moderno, trasparente esicuro. Con questo obiettivo hasviluppato HUG - Tap to do-nate.HUG è una APP di mobile gi-ving, nata con l’intento di ren-dere la donazione un gesto in-formato, semplice e tracciabile;raccoglie fondi per progetti bendefiniti e con obiettivi misura-bili, secondo criteri di traspa-renza, efficienza ed affidabilità;tiene costantemente aggiornatii propri donatori sull’andamen-to della raccolta fondi, sulla rea-lizzazione del progetto, sul suoimpatto sociale e sulla relativarendicontazione economica.Tramite HUG - Tap to dona-te, MMI intende raccoglierefondi in favore del Progetto1000 giorni in Burkina Faso edella Campagna “Faresquadra-controlafame”.

Vuoi donare con il tuo Tap?Scarica la APP sul tuo cellu-lare o sul tuo tablet, utiliz-zando il QR Code

Page 16: Benvenuto ai “generici”: sono equivalenti!...La giornata-tipo della donna contadina burkinabé segue a p. 6 La vita della donna contadina Basziri, andando al mercato in stagione

Edito con il contributo dellaFondazione Banca San Paolo di Brescia

Ogni donazione è fiscalmente deducibile. (Norme deducibilità fiscale: D.L. n.49/87 con DM n. 1988/128/004187/2D del 14/09/1988 e D.L. 4 dicembre1997 n. 460, con modifiche apportate dal D.L. n. 35 del 14/03/2005, conver-tito in Legge n. 80 del 14 /05/2005).

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Medicus Mundi Italia ONLUS (MMI) è una ONGper la cooperazione socio sanitaria internazionale

MMI è Socio

Quote annualiSi ricorda a tutti i Soci di rinnovare la Quota annuale, fissata per il 2015 in due fa-sce di età:1. € 20 dai 18 fino ai 29 anni compresi e adulti dopo i 65 anni.2. € 50 dai 30 ai 64 anni compresi.Tutti i Soci hanno eguali diritti di eleggibilità attiva e passiva nel pieno rispettodella democraticità, prevista dalla Legge 266/91.

Perché associarsi a Medicus Mundi Italia?Associarsi alla ONG Medicus Mundi Italia è il primo gesto concreto: • di chi ha compreso il messaggio e aderisce alle idealità di Medicus Mundi Italia;• di chi promuove e sostiene l’impegno e il lavoro delle persone che operano nel-

l’ambito della cooperazione sanitaria internazionale;• di solidarietà verso quelle popolazioni, quei bambini e quelle mamme che sono na-

ti e vivono in Paesi economicamente svantaggiati, in molti dei quali guerre e con-flitti peggiorano drammaticamente le condizioni di vita e impediscono sviluppo;

• di condivisione di un ideale comune con chi è impegnato da oltre 40 anni nella di-fesa del diritto alla salute (Dichiarazione di Alma Ata 1978).

Assemblea Generale Ordinaria dei SociCon l’Assemblea del 18 aprile 2016, i Soci di MMI hanno approvato il Bilancioconsuntivo 2015 ed hanno inoltre rinnovato tutti gli organi sociali per il qua-driennio 2016-2019. Consiglio Direttivo: Giampiero Carosi Presidente, SilvioCaligaris Vice Presidente, Paolo Candotti, Monica Franchi, Roberto Marzollo,R. Fabian Schumacher, Elena Spinelli. Collegio Revisori: Mario Valenti Presi-dente, Flavio Gnecchi, Antonio Vrenna. Collegio Probiviri: Giuseppe An-dreis, Myriam Brunelli, Mariarosa Inzoli.

Come sostenere le attività di MMI❤ Donazione online con Carta di Credito o PayPal❤ Bonifico bancario IBAN IT 53 C 03500 11202 000000013162 - BICBCABIT21❤ Bonifici continuativi

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Editrice: Medicus Mundi Italia ONLUSVia Collebeato, 2625127 BresciaTel. 030/3752517 - Fax 030/43266Codice fiscale: 98011200171e-mail: [email protected]://www.medicusmundi.it

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Direttore Responsabile: Adalberto MiglioratiRedazione: Monica FranchiStampa: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS)Reg. Trib. Brescia N. 7/1989del 18 febbraio 1989Distribuzione gratuitaPeriodico Sped. in abb. post. - 70%Filiale di BresciaTiratura: 1.800 copieStampato su carta riciclata certificata FSC®

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