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IGR Srl Via Adriatica 111/G – 06135 - Perugia Tel. 075.7910039 – Fax: 075.5977527 Studio di screening di incidenza ambientale

INDICE

1 INTRODUZIONE 2 GENERALITÀ 2.1 Normativa di riferimento 2.2 Comuni interessati 2.3 Proponente 3 AMBITO DI RIFERIMENTO DELL’INTERVENTO 4 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO 5 PREVISIONI DI TRASFORMAZIONE TERRITORIALE 5.1 Infrastrutture 5.2 Interventi con movimentazione di terreno 5.3 Insediamenti abitativi, turistici e produttivi su aree naturali e/o seminaturali 5.4 Cambi colturali su vaste superfici 5.5 Riduzioni di aree ecotonali 5.6 Modifica di ambienti fluviali e perifluviali 5.7 Modifica di ambienti costieri 5.8 Modifica di ambienti collinari e montani 6 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DELLA PARTE DEI SITI NATURA 2000 INTERESSATI DALL’INTERVENTO 6.1 Formulario SITI Natura2000 SIC IT5340012 “Boschi ripariali del Tronto” 6.2 Habitat naturali della Direttiva 92/43/CEE ed altri habitat naturali interessati dall’intervento 6.3 Specie protette dalla Direttiva 92/43/CEE interessate dall’intervento 7 VERIFICA DI COMPATIBILITÀ 7.1 Compatibilità con gli strumenti di pianificazione delle Aree Naturali Protette (Parco Nazionale dei Monti Sibillini) 7.2 Compatibilità con i fattori di vulnerabilità segnalati nel Formulari del SIC IT5340012 7.3 Compatibilità con le Aree Floristiche di cui alla L.R. 52/1974 8 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI 8.1 Cause e fattori di impatto 8.2 Individuazione degli impatti 8.3 Valutazione della significatività degli impatti

ALLEGATI

- FORMULARIO STANDARD SITI NATURA 2000 - SIC IT5430012 - ALLEGATI AI SENSI DELLA D.G.R. MARCHE N. 220/2010:

� Tav 1 - Habitat naturali della Direttiva 92/43/CEE ed altri habitat naturali interessati dall’intervento;

� Tav 3 - Lista di controllo dello studio di screening � Tav 4 - Dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà � Tav 5 - Fattori di impatto e caratteristiche dei rispettivi impatti � Tav 6 - Tipi di impatto � Tav 8 - Valutazione della significatività degli impatti

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Vedi anche Tavole Tematiche allegate al Progetto Definitivo TAV 005 INQUADRAMENTO CARTOGRAFICO AREA VASTA (IGM) TAV 010 COROGRAFIA AREA DI INTERVENTO E SITI NATURA2000 TAV 050 INQUADRAMENTO TOPOGRAFICO – C.T.R TAV 100 STRALCIO AEROFOTOGRAMMETRICO SCALA 1:5.000 TAV 110 STRALCIO AEROFOTOGRAMMETRICO SCALA 1:10.000 TAV 115 A CARTA GEOLOGICA TAV 115 B CARTA IDROGEOLOGICA TAV 116 A SEZIONE GEOLOGICA TAV 116 B SEZIONE IDROGEOLOGICA TAV 120 A STRALCIO PPAR (TAV 01) VINCOLI PAESISTICO AMBIENTALI VIGENTI TAV 120 B STRALCIO PPAR (TAV 03) SOTTOSISTEMI TEMATICI TAV 120 C STRALCIO PPAR (TAV 04) SOTTOSISTEMI TEMATICI DEL SOTTOSISTEMA BOTANICO VEGETAZIONALE TAV 120 D STRALCIO PPAR (TAV 05) VALUTAZIONE QUALITATIVA DEL SOTTOSISTEMA BOTANICO VEGETAZIONALE TAV 120 E STRALCIO PPAR (TAV 06) AREE PER RILEVANZA DEI VALORI PAESAGGISTICI E AMBIENTALI TAV 120 F STRALCIO PPAR (TAV 07) AREE DI ALTA PERCETTIVITÀ VISIVA TAV 120 G STRALCIO PPAR (TAV 10) LUOGHI ARCHEOLOGICI E DI MEMORIA STORICA TAV 120 H STRALCIO PPAR (TAV 11) PARCHI E RISERVE NATURALI TAV 130 STRALCIO PIANO REGOLATORE GENERALE TAV 135 STRALCIO DELLA CARTA DELLA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE DI ARQUATA DEL TRONTO TAV 140 PIANO STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL FIUME TRONTO - CARTA DEL DISSESTO E DELLE AREE ESONDABILI TAV 150 STRALCIO PIANO PAESISTICO AMBIENTALE REGIONALE - CARTA VINCOLO IDROGEOLOGICO R. DECRETO N.3267/1923 TAV 153 CARTA DELL’USO DEL SUOLO TAV 154 CARTA DEI CORRIDOI ECOLOGICI TAV 157 TAVOLA DELLE OPERE DI MITIGAZIONE AMBIENTALE TAV 170 MAPPA DI INTERVISIBILITÀ TEORICA (MIT) TAV 180 UBICAZIONE DEI RICETTORI SENSIBILI E DEI PUNTI DI MISURA FONOMETRICI TAV 185 CARTA DELLA VEGETAZIONE (FITOSOCIOLOGICA) SIC IT5340012 CON SOVRAPPOSTE LE OPERE DI PROGETTO TAV 190 CARTA DEGLI HABITAT PRIORITARI IN BASE ALLA DIRETTIVA 92/43/CEE SIC IT5340012 CON SOVRAPPOSTE LE OPERE DI PROGETTO TAV 190/A CARTA DEGLI HABITAT IN BASE ALLA DIRETTIVA 92/43/CEE SIC IT5340012 CON SOVRAPPOSTE LE OPERE DI PROGETTO TAV 195 TRALCIO CARTA DEI CONFINI E ZONIZZAZIONE - PIANO DEL PARCO DEI MONTI SIBILLINI

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Vedi anche Tavole Grafiche allegate al Progetto Definitivo

TAV 200/A PLANIMETRIA DI INQUADRAMENTO CATASTALE IMPIANTO - STATO DI FATTO E PROGETTO TAV 200/B INQUADRAMENTO CATASTALE CAVIDOTTO DI CONNESSIONE BT TAV 210/A PLANIMETRIA GENERALE TAV 210/B INQUADRAMENTO PERCORSO CAVIDOTTO DI CONNESSIONE BT SU BASE CTR TAV 300 PIANTE, SEZIONI E PROSPETTI DELLE OPERE DI CAPTAZIONE OGGETTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA TAV 400 PIANTE, SEZIONI E PROPETTI VASCA DI CARICO, LOCALE CENTRALE E OPERE DI RESTITUZIONE - STATO DI FATTO E PROGETTO TAV 900/A PROFILO LONGITUDINALE E SEZIONI TRASVERSALI CONDOTTE - PROGETTO TAV 900/B PROFILO LONGITUDINALE E SEZIONI TRASVERSALI CONDOTTE - PROGETTO TAV 1100 SCHEMA DELLE FASI DI CANTIERE TAV 1200 PROFILI LONGITUDINALI SCHEMATICI TAV 1300 PLANIMETRIA DELLE SISTEMAZIONI ESTERNE E DELLE OPERE DI MITIGAZIONE TAV 2200 PLANIMETRIA DELLE AREE DI ESPROPRIO E DI OCCUPAZIONE

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1 INTRODUZIONE La presente documentazione è stata redatta dalla società IGR Srl per conto della ditta proponente Piciacchia Srl ed è parte integrante del Progetto Definitivo e dello Studio di Impatto Ambientale per la realizzazione di un nuovo impianto micro idroelettrico ad alto salto atto a valorizzare le acque sorgive in Loc Pescara del Tronto (Toponimo Costa le Cese), Comune di Arquata del Tronto (AP), con restituzione nel fiume Tronto.

La società proponente il progetto è Piciacchia Srl con sede in Arquata del Tronto (AP), Via Bucciarelli n. 15, CF/PI: 01671750444, PEC [email protected], nella persona dell’Amministratore Unico Sig. Piciacchia Pier Giuseppe nato a Ascoli Piceno il 08/07/1977, CF: PCCPGS77L08A462V.

La cantierabilità del progetto verrà autorizzata con procedimento di Autorizzazione Unica ai sensi dell’art. 12 del D. Lgs 387/03 e del DMSE 10/09/2010 come recepito dalla Regione Marche con DGR n. 255/2011.

Le opere in progetto prevedono l’assoggettamento al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs n. 152/06 e s.m.i e dell’art. 12 della L.R. Marche n. 3/2012, in quanto previste al punto n.7 lettera d dell’allegato B2 della L.R. n. 3/2012 ed interne ad Area Naturale Protetta ai sensi della L. n. 394/1991.

Il progetto proposto prevede la valorizzazione di opere esistenti, grazie anche al recupero conservativo di condotte e fabbricati a servizio di un vecchio impianto idroelettrico attivo fino agli anni ’60 ad oggi risultato parzialmente dismesso.

Il presente documento rappresenta lo studio di screening volto alla Verifica dell’Incidenza Ambientale del progetto anzidetto, in quanto le opere proposte ricadono in parte nel Sito di Interesse Comunitario IT 5340012 che tutela l’area a livello comunitario secondo le Direttive 92/43/CE (Habitat) e 79/409/CE (Uccelli).

Il corrente documento, dunque, è stato articolato ai sensi del DPR 357/97 e ss.mm.ii e della DGR Marche 220/2010, sulla base dei dati tratti dal Formulario Standard “Natura 2000” del Ministero dell’Ambiente e Assetto del Territorio (Banca dati gestione rete Natura 2000: www.minambiente.it).

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2 GENERALITÀ Denominazione intervento: Progetto per la realizzazione di un nuovo impianto micro idroelettrico ad alto salto atto a sfruttare delle acque sorgive in Loc Pescara del Tronto (Toponimo Costa le Cese), Comune di Arquata del Tronto (AP), con restituzione nel fiume Tronto presso la stessa località.

2.1 Normativa di riferimento

Si riporta a seguire un elenco indicativo e non esaustivo delle principali norme di settore:

Livello Comunitario:

Livello Nazionale:

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Livello Regionale:

DGR 220/2010. Adozione delle linee guida regionali per la valutazione di incidenza di piani ed interventi

2.2 Comuni interessati

Comune di Arquata del Tronto (AP)

2.3 Proponente Sig. Piciacchia Pier Giuseppe in qualità di Amministratore Unico della società PICIACCHIA SRLU con sede legale in Via Bucciarelli, 15- 63096 – Arquata del Tronto (AP) - CF/PI: 01671750444

3 AMBITO DI RIFERIMENTO DELL’INTERVENTO L’area di intervento è localizzata nel territorio del Comune di Arquata del Tronto (Provincia di Ascoli Piceno), in

loc. Pescara del Tronto presso il toponimo Costa le Cese, a circa tre chilometri a S-W del capoluogo.

La zona è individuata nella Carta d’Italia Serie 25 V nel Foglio 132 II Tavoletta NO, (Tav. 005) nella Carta Tecnica

Regionale della Regione Marche nelle Sezioni n. 337040 e 337080 (Tav. 050) e nel N.C.T. del Comune di

Arquata del Tronto (vedi Tav 055): Foglio n. 44, particelle: 593, 594, 598 e 1032; Foglio n. 59, particelle: 209,

215, 216, 223, 224, 225, 552, 553, 631, 632, 639, 640, 641, 643 e 1110 (Tav. 200/A).

L’area di progetto è facilmente raggiungibile percorrendo la SP N. 129 “Trisungo d’Arquata - Tufo” per

raggiungere le opere di captazione e la S.S. n. 4 “Salaria” per raggiungere l’area di centrale e di restituzione.

L’area di intervento è compresa tra le quote di 767,0 m e 654,21 m slm in sinistra idrografica del F. Tronto.

Le opere di progetto ricadono completamente all’interno di area sottoposta a Vincolo Idrogeologico ai sensi

del .D.L. n. 3267 del 30 dicembre 1923 (vedi Tav 150) e parzialmente all’interno del Sito di Interesse

Comunitario IT5340012 “Boschi ripariali del Tronto”.

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Allo stesso modo le opere di progetto ricadono completamente all’interno di aree tutelate ai sensi del D. Lgs

42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” ed in particolare:

• Internamente ad aree vincolate ai sensi degli art. 136 e 157 D.lgs 42/2004 “Beni Immobili ed aree di

notevole interesse pubblico”.

• Internamente ad aree vincolate ai sensi dell’art. 142 comma 1, lettera f - Parco Nazionale dei Monti

Sibillini (vedi Tav 010)

• Internamente ad aree vincolate ai sensi dell’art. 142 comma 1, lettera c “i fiumi, i torrenti, i corsi

d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti

elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli

argini per una fascia di 150 metri ciascuna “ - fascia di rispetto del Fiume Tronto

Per maggiori approfondimenti, circa i vincoli suddetti e la relativa compatibilità delle opere in progetto con gli stessi, si rimanda al paragrafo 5.12 dello Studio di Impatto Ambientale.

Il progetto proposto non prevede sovrapposizione con altri interventi che possono condurre fenomeni di cumulo sulle pressioni ambientali esercitate.

Il progetto proposto ha lo scopo di valorizzare, ai fini idroelettrici, le acque di falda che ad oggi scaturiscono da opere di captazione esistenti recuperando manufatti dismessi negli anni ’60.

In particolare presso l’area di intervento esistono tre opere di captazione, funzionanti e parzialmente utilizzate ad uso industriale, che derivano dal deflusso idrico sotterraneo diretto alla falda di subalveo del F. Tronto e scaricano, tramite condotte esistenti, al limitrofo Fosso Cavone. L’idea progettuale proposta prevede l’uso idroelettrico di parte di queste acque con restituzione al Fiume Tronto, garantendo sempre una portata diretta al Fosso Cavone maggiore del Deflusso Minimo Vitale previsto dalla normativa vigente.

Il progetto prevede anche il recupero, tramite risanamento conservativo, di condotte e manufatti di una vecchia centrale idroelettrica rilevante ai fini dell’identità storica e sociale dell’area, in quanto capace di garantire fino agli anni ’60 l’autosufficienza energetica dell’abitato di Pescara del Tronto.

Il progetto proposto prevede la produzione di 335 kWh/anno di energia elettrica garantendo un risparmio di emissioni di gas clima alteranti pari a 231ton/anno di CO2.

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4 CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO Si riportano a seguire i dati amministrativi e tecnici di sintesi del progetto proposto, rimandando al paragrafo 6 dell’elaborato R01 “Relazione Tecnica” per maggiori approfondimenti circa le azioni e le opere previste dal progetto.

Dati di derivazione Idrica chiesti in concessione:

1) Uso industriale (lavaggio e lavorazione inerti)

Periodo di prelievo 9 mesi/anno

Portata massima: Qmax= 10l/s

Portata media: Qmed= 4,25l/s

Portata minima: Qmin= 0,50l/s

Periodo di prelievo: 9 mesi/anno (gen, feb, mar, apr, mag, giu, lug, ago e set)

Prelievo 16 ore giorno per 273gg/anno

Volume massimo di prelievo: 88.504m3/anno

2) Uso idroelettrico

Portata massima: Qmax= 55,00l/s

Portata media: Qmed= 47,17l/s

Portata minima: Qmin= 18,77l/s

Periodo di prelievo 12 mesi/anno

Prelievo 24 ore giorno per 365gg/anno

Volume massimo di prelievo: 1.484.332m3/anno

Si riporta a seguire una tabella riepilogativa del piano di derivazione richiesto in concessione contenente anche il Deflusso Minimo Vitale previsto dalla normativa vigente e le portate effettivamente rilasciabili al Fosso Cavone. Si ricorda che le portate utilizzabili ai fini industriali saranno comunque restituite al Fosso Cavone, mentre quelle ad uso idroelettrico saranno restituite al Fiume Tronto. (per maggiori approfondimenti vedi Par. 7, 8, 9 dell’elaborato R01 - “Relazione Tecnica” e R05 “Relazione Idrogeologica”).

Uso idroelettrico Uso Industriale Deflusso Minimo Vitale Portata realmente rilasciata Mese (l/s) (l/s) (l/s) (l/s)

GEN 50,00 3,34 80,02 80,02 FEB 55,00 10,00 136,42 162,36 MAR 55,00 10,00 111,60 120,99 APR 50,00 3,66 80,49 80,49 MAG 50,00 2,43 78,64 78,64 GIU 52,97 10,00 94,46 94,46 LUG 55,00 10,00 99,44 100,74 AGO 50,00 1,02 76,53 76,53 SET 50,00 0,50 75,75 75,75 OTT 32,43 0,00 48,65 48,65 NOV 18,77 0,00 46,54 46,54 DIC 46,85 0,00 70,27 70,27 Q medie 47,17 4,25 83,23 86,29

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Dati caratteristici dell’impianto idroelettrico

Si riportano a seguire i dati amministrativi e tecnici di sintesi dell’impianto micro-idroelettrico proposto, rimandando al paragrafo 9 e 10 dell’elaborato R01 - “Relazione Tecnica” per maggiori approfondimenti

CARATTERISTICA U.M. VALORE

Salto geodetico m 100,19

Salto netto (escluse perdite di carico) m 98,82

Portata media annua di concessione l/s 47,17

Portata massima derivabile di concessione l/s 55,00

Potenza media nominale di concessione kWe 46,3

Potenza massima (ai sensi del punto 11.6 del DM 10/09/2010) kWe 49,0

energia media annua producibile GWh/a 0,335

Dati Caratteristici delle opere di progetto:

Si riporta a seguire una sintesi delle opere previste per la realizzazione del progetto, rimandando all’elaborato R01 - Relazione Tecnica - Paragrafo 6 e relativi elaborati grafici, per maggiori approfondimenti.

Opera di Captazione S1

Opera esistente e funzionante la cui derivazione è ad oggi concessionata per 10l/s ad uso industriale. L’opera di derivazione è a gravità e verrà mantenuta nella configurazione attuale previa manutenzione straordinaria di pulizia e efficientamento.

Opera di Captazione S2

Opera esistente e funzionante la cui derivazione è ad oggi restituita in toto al Fosso Cavone tramite condotte anch’esse esistenti. L’opera di derivazione è a gravità e verrà mantenuta nella configurazione attuale previa manutenzione straordinaria di pulizia e efficientamento.

Opera di Captazione S3

Opera esistente e funzionante la cui derivazione è ad oggi restituita in toto al Fosso Cavone tramite condotte anch’esse esistenti. L’opera di derivazione è a gravità e verrà mantenuta nella configurazione attuale. Il progetto non prevede prelievo da tale opera, né quantomeno interventi sulla stessa.

Condotta di adduzione S1

Le condotte che ad oggi convogliano le acque derivate dall’opera di captazione S1 a delle vasche per il lavaggio inerti (uso industriale) sono esistenti e parzialmente funzionanti. Il progetto prevede la sostituzione delle stesse tramite la posa di una nuova condotta interrata lunga 168,47m, il cui tracciato interesserà esclusivamente la viabilità sterrata esistente interna all’area di cava. La nuova condotta convoglierà le acque derivate ad una nuova vasca di carico da realizzarsi in prossimità delle vasche esistenti per il lavaggio degli inerti.

Condotta di adduzione S2

Le condotte che ad oggi convogliano le acque derivate dall’opera di captazione S2 al Fosso Cavone verranno dismesse. Le acque addotte dalla captazione S2 saranno convogliate alla nuova vasca di carico per l’uso idroelettrico ed industriale tramite la posa di una nuova condotta interrata lunga 163,68m, il cui tracciato

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interesserà esclusivamente la viabilità sterrata esistente interna all’area di cava.

Condotta di scarico acque ad uso industriale esistente

La condotta che ad oggi scarica le acque utilizzate presso le vasche per il lavaggio degli inerti al Fosso Cavone (lunga 108m) verrà conservata e utilizzata per il rilascio del DMV e delle portate in esubero rispetto al piano di derivazione. La conservazione della condotta, ai fini del progetto, prevede interventi puntuali di manutenzione atti a garantirne la funzionalità.

Nuova Vasca di carico

Il progetto prevede la realizzazione di una nuova vasca di carico, ai fini idroelettrici, che verrà realizzata nelle immediate vicinanze delle attuali vasche per il lavaggio degli inerti. La vasca avrà un ingombro a terra di circa 28m2 e sarà parzialmente interrata. La vasca riceverà le acque derivanti dalle opere di captazione S1 e S2 e alimenterà l’uso industriale (presso le vasche di lavaggio inerti) e l’uso idroelettrico (presso il locale centrale). Dalla nuova vasca di carico, il DMV ed eventuali esuberi idrici, rispetto al piano di derivazione, verranno restituite al Fosso Cavone attraverso la condotta di scarico anzidetta.

Condotta forzata

Ai fini della produzione idroelettrica, le acque in uscita dalla nuova vasca di carico verranno convogliate, attraverso una condotta in pressione, fino al locale centrale dove un gruppo di produzione (turbina + alternatore) le valorizzerà ai fini energetici.

Nella logica di minimizzare gli impatti sull’ambiente, con il progetto si propone di recuperare un tratto di condotta forzata esiste (a servizio del vecchio impianto idroelettrico dismesso) per un tratto di circa 100m. Tale scelta, anche se economicamente non vantaggiosa, consentirebbe di interferire in modo irrilevante sulla vegetazione esistente (esclusivamente circa 7m in habitat naturale: dalla SP n. 129 alla vecchia vasca di carico).

A tal fine verrà realizzata una nuova condotta forzata ∅ 250mm interrata, dalla nuova vasca di carico fino alla vecchia vasca di carico, per una lunghezza di 254,01m e rifunzionalizzata la condotta in pressione esistente, attraverso un intervento di relining, per i restanti 100,09m. Gli interventi di relining non richiedono opere di scavo e vengono eseguiti operando esclusivamente all’interno della condotta senza interagire con l’ambiente esterno.

Fabbricato di centrale idroelettrica.

Il progetto prevede di recuperare il locale centrale esistente (a servizio del vecchio impianto idroelettrico dismesso) posto presso la nuova Strada Statale n. 4, per l’installazione del gruppo di produzione e la valorizzazione ai fini idroelettrici della risorsa. Il recupero del locale centrale esistente prevede esclusivamente il rifacimento del tetto, l’adeguamento degli interni della struttura e l’installazione di nuovi infissi, lasciando inalterate le opere murarie perimetrali e quindi la percezione visiva dello stesso.

Condotta di restituzione

La realizzazione del progetto prevede il recupero della condotta di scarico esistente (lunga circa 26m) che ad oggi collega il Fabbricato di centrale con il Fiume Tronto passando al disotto della Strada Statale n. 4 “Salaria”. Per la rifunzionalizzazione della condotta di restituzione sono previsti esclusivamente interventi di pulizia che non richiedono opere di scavo, ma che possono essere realizzati dall’interno della condotta stessa.

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Cavidotto di connessione alla linea di distribuzione elettrica nazionale

Il fabbricato di centrale idroelettrica sarà connesso in bassa tensione alla linea di distribuzione elettrica nazionale tramite cavidotto interrato lungo circa 400m. Il cavidotto verrà posto in opera lungo la Strada Statale n. 4 e collegherà un armadietto da realizzare accanto al locale centrale, ad una cabina esistente posta circa 350m a sud presso un’area industriale.

5 PREVISIONI DI TRASFORMAZIONE TERRITORIALE

Il progetto proposto prevede un’occupazione areale totale di circa 2.671m2 di cui 673,37m2 rappresentati da opere esistenti che verranno ristrutturate e rifunzionalizzate ai fini dell’iniziativa. La superficie di 2.671m2 occupata dalle opere di nuova realizzazione è interessata per 2.653,58m2 da condotte interrate e per 17,42m2 da opere parzialmente interrate (nuova vasca di carico).

Le stesse opere in progetto interesseranno per 473m2 il Sito di Interesse Comunitario IT5340012, di cui 7m2 sono relativi alla realizzazione di un breve tratto (circa 7m) di nuova condotta forzata e 466m2 relativi ad opere esistenti e ad oggi in completo stato di abbandono che verranno ristrutturate e valorizzate.

5.1 Infrastrutture

Il progetto prevede la realizzazione di opere infrastrutturali lineari e puntuali. Le infrastrutture lineari saranno caratterizzate esclusivamente da opere interrate come condotte ed elettrodotti. Per quantificare le opere infrastrutturali lineari in progetto si riportano i seguenti dati:

• Condotta interrata di adduzione S1 (sostituzione dell’esistente): Lunghezza 168,47m, larghezza in superficie dello scavo 1,0m, larghezza della base dello scavo 0,60m, profondità di scavo 1,35m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 168,47m2, Volume di terreno movimentato circa 182 m3. Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo circa 132 m3. Tempi di realizzazione 15gg.

• Condotta interrata di adduzione S2 (nuova realizzazione): Lunghezza 163,68m, larghezza in superficie dello scavo 1,0m, larghezza della base dello scavo 0,60m, profondità di scavo 1,35m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 163,68m2, Volume di terreno movimentato circa 177 m3. Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo circa 128 m3. Tempi di realizzazione 15gg.

• Condotta interrata di scarico uso industriale e DMV (conservazione dell’esistente): Lunghezza 108m. Tempi per eventuali interventi di riparazione dei tratti ammalorati: 7gg.

• Condotta forzata interrata tratta dalla nuova vasca di carico alla S.P. n. 129 (nuova realizzazione): Lunghezza 95,0m, larghezza in superficie dello scavo 1,0m, larghezza della base dello scavo 0,60m, profondità di scavo 1,35m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 95,0m2, Volume di terreno movimentato circa 102 m3. Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo circa 74 m3. Tempi di realizzazione 15gg.

• Condotta forzata interrata tratta S.P. n. 129 (nuova realizzazione): Lunghezza 144,0m, larghezza in superficie dello scavo 0,60m, larghezza della base dello scavo 0,60m, profondità di scavo 1,35m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 86,4m2, Volume di terreno movimentato circa 117 m3. Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo circa 78 m3. Tempi di realizzazione 20gg.

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• Condotta forzata interrata tratta dalla S.P. n. 129 alla vecchia vasca di carico (nuova realizzazione interna area SIC): Lunghezza 7,0m, larghezza in superficie dello scavo 1,0m, larghezza della base dello scavo 0,60m, profondità di scavo 1,35m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 7,0m2, Volume di terreno movimentato circa 7,56 m3. Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo circa 5,5 m3. Tempi di realizzazione 5gg.

• Condotta forzata interrata tratta dalla vecchia vasca di carico alla centrale idroelettrica (ripristino condotta esistente tramite relinig in area interna SIC): Lunghezza 100,9m. Tempi di realizzazione 15gg.

• Condotta interrata di restituzione (ripristino condotta esistente in area interna SIC): Lunghezza circa 26m. Tempi di realizzazione 7gg.

• Cavidotto interrato di collegamento (nuova realizzazione): Lunghezza 400 m, larghezza in superficie dello scavo 0,60m, larghezza della base dello scavo 0,60m, profondità di scavo 1,20m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 240m2, Volume di terreno movimentato circa 288 m3. Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo circa 168 m3. Tempi di realizzazione 10gg.

Le infrastrutture puntuali previste dal progetto sono:

• Nuova vasca di carico (nuova realizzazione): ingombro 5,62x3,10x2,60h m. Profondità di scavo 1,60m. Superficie di terreno interessata dall’opera circa 17,5m2, Volume di terreno movimentato circa 28 m3. Tempi di realizzazione 20gg.

• Fabbricato di centrale idroelettrica (ristrutturazione esistente): ingombro 5,20x7,15x4,85h m. Tempi di realizzazione 30gg.

5.2 Interventi con movimentazione di terreno

La realizzazione del progetto prevede una movimentazione di terreno pari a circa 901,40 m3 di cui circa 584,40 m3 verranno riutilizzati per la tombatura dello scavo da cui provengono e i restanti 219,08 m3 saranno in parte utilizzati per le sistemazioni esterne ed in parte eventualmente conferiti per il ripristino ambientale dell’area di cava circostante le opere di derivazione. I quantitativi di terreno movimentati per ogni attività in progetto sono riportati nel paragrafo precedente. All’interno del SIC è prevista la movimentazione di terreno per un volume pari a 412m3 di cui circa 251 m3

verranno riutilizzati per la tombatura dello scavo da cui provengono e i restanti 161 m3 saranno in parte utilizzati per le sistemazioni esterne ed in parte eventualmente conferiti per il ripristino ambientale dell’area di cava. Le opere interne al SIC che prevedono la movimentazione di terreno sono:

• Condotta forzata interrata tratta S.P. n. 129

• Condotta forzata interrata tratta dalla S.P. n. 129 alla vecchia vasca di carico

• Cavidotto interrato di collegamento 5.3 Insediamenti abitativi, turistici e produttivi su aree naturali e/o seminaturali

L’impianto idroelettrico in progetto è a tutti gli effetti un’unità produttiva che verrà realizzata interessando aree antropiche, aree naturali e seminaturali. Le seguenti opere interesseranno un’area di cava (area antropica):

• Condotta Adduzione S1;

• Condotta adduzione S2;

• Condotta di scarico;

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• Nuova vasca di carico;

• Nuova condotta forzata (tratta vasca di carico - SP n. 129). Le seguenti opere interesseranno la viabilità locale (area antropica):

• Nuova condotta forzata (tratta SP n. 129).

• Condotta di restituzione (parte su S.S. n. 4).

• Cavidotto di connessione (S.S. n. 4) Le seguenti opere interesseranno il SIC IT5340012 (area naturale e seminaturale):

• Nuova condotta forzata (tratto SP n. 129 - Vecchia vasca di carico);

• Condotta forzata esistente (Vecchia vasca di carico - locale centrale).

• Condotta di restituzione (parte) La realizzazione del progetto non prevede nuovi insediamenti abitativi/turistici.

5.4 Cambi colturali su vaste superfici

La realizzazione del progetto non prevede cambi colturali di alcun tipo. 5.5 Riduzioni di aree ecotonali

La presenza di diversi habitat circostanti l’area di intervento fa si che le aree di confine tra gli uni e gli altri possano configurarsi come aree ecotonali di dimensioni variabili. La realizzazione del progetto, prevedendo opere prevalentemente interrate ed il ripristino di opere esistente, non modifica ne sottrae aree ecotonali e non può condurre a frammentazione degli habitat. Si ricorda a tal proposito che l’unica opera parzialmente fuori terra (nuova vasca di carico: area di sedime pari a circa 17,5m2) verrà realizzata all’esterno del SIC e all’interno dell’area di cava in un contesto antropico lontano da aree ecotonali. L’intervento di posa del breve tratto di condotta forzata interrata, che scende dalla S.P. n. 129 alla vasca di carico (circa 7,0m), verrà realizzato prevedendo un limitato decespugliamento (circa 21m2) che verrà mitigato con la messa in opera di fascinate con talee vive atte a rimpiazzare gli arbusti rimossi. 5.6 Modifica di ambienti fluviali e perifluviali

La realizzazione del progetto si inserisce in un contesto in cui la dinamica idrogeologica locale è da tempo stata modificata dall’uomo. Il deflusso della falda sotterranea, che naturalmente scorreva ad alimentare il subalveo del Fiume Tronto, è stato intercettato in più punti per esigenze antropiche (es. sorgente Pescara d’Arquata, sorgente Capodacqua, Sorgente S1, etc..). Gli esuberi di tali derivazioni sono poi stati artificialmente convogliati in condotte al Fosso Cavone incrementandone notevolmente le portate naturali. Il progetto proposto prevede quindi di ripristinare, seppur in piccolissima parte, l’originario corso delle acque derivate restituendole al Fiume Tronto (naturale destinazione), garantendo sempre il rilascio di un quantitativo idrico sufficiente a salvaguardare le comunità biocenotiche che ad oggi esistono presso il Fosso Cavone. In questa logica le opere in progetto non modificano gli ambienti fluviali e perifluviali ne direttamente (con interventi diretti sugli habitat) ne indirettamente con drastiche variazioni delle disponibilità idriche. Si ricorda a tal proposito che ai fini di minimizzare gli impatti sull’ambiente fluviale, si è proposto di restituire le portate turbinate attraverso una condotta esistente ed ampiamente integrata nel contesto naturale degli argini del F. Tronto. 5.7 Modifica di ambienti costieri

La realizzazione del progetto non prevede interazioni con ambienti costieri.

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5.8 Modifica di ambienti collinari e montani

La realizzazione del progetto prevede prevalentemente opere interrate ed il ripristino di manufatti esistenti che da secoli sono inseriti nel contesto ambientale locale. Per i suddetti motivi la realizzazione del progetto non prevede modifiche rilevanti ad ambienti collinari e montani, questo anche in virtù delle limitatissime movimentazioni di terreno che non alterano minimamente la morfologia dei luoghi né quantomeno inficiano endemismi di interesse comunitario. 6 DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DELLA PARTE DEI SITI NATURA 2000 INTERESSATI DALL’INTERVENTO

L’area di intervento ricade parzialmente nel Sito di Interesse Comunitario IT3540012 “Boschi ripariali del Tronto” (vedi Tavole Tematiche - Tav 010) i cui dati sullo stato di conservazione del sito sono contenuti nel Formulario Standard “Natura 2000” del Ministero dell’Ambiente e Assetto del Territorio consultabili al seguente indirizzo internet: ftp://ftp.dpn.minambiente.it/Natura2000/TrasmissioneCE_2013. Le caratteristiche generali, gli habitat, le specie animali e quelle vegetali presenti in ogni sito di interesse sono raccolte in una banca dati consultabile nel suddetto portale del Ministero dell’Ambiente e descritte secondo il criterio illustrato nella tabella a seguire.

POPOLAZIONE CONSERVAZIONE ISOLAMENTO VALUTAZIONE GLOBALE

Il campo contiene i dati relativi alla dimensione e alla densità della popolazione della specie presente nel sito, rispetto alle popolazioni presenti sul territorio nazionale, secondo la seguente codifica: � A : popolazione

compresa tra il 15,1% ed il 100% della popolazione nazionale;

� B: popolazione compresa tra il 2,1% ed il 15% della popolazione nazionale;

� C: popolazione compresa tra lo 0% ed il 2% della popolazione nazionale;

� D: popolazione non significativa

Nei casi in cui la popolazione sia significativa (A,B,C) sono disponibili informazioni relative ai campi: CONSERVAZIONE, ISOLAMENTO E VALUTAZIONE GLOBALE

Esprime il grado di conservazione degli elementi dell’habitat importanti per la specie in questione e possibilità di ripristino, secondo la seguente codifica: A = conservazione eccellente – elementi in condizione eccellenti indipendentemente dalla notazione relativa alla possibilità di ripristino B = buona conservazione – elementi ben conservati indipendentemente dalla notazione relativa alla possibilità di ripristino C = conservazione media o limitata – le altre combinazioni.

Questo criterio delinea il grado di isolamento della popolazione presente sul sito rispetto all’area di ripartizione naturale della specie in Italia. Ciò significa che più la popolazione è isolata, maggiore sarà il suo contributo alla diversità genetica della specie riferita ad un contesto più ampio: applicato anche agli stretti endemismi, alle sottospecie, varietà, razze, nonché alle sottopopolazioni di una metapopolazione secondo la seguente codifica: A = popolazione (in gran parte) isolata B = popolazione non isolata, ma ai margini dell’area di distribuzione C = popolazione non isolata all’interno di una vasta fascia di distribuzione

Questa categoria si riferisce alla stima globale del valore del sito per la conservazione delle specie interessate e può essere utilizzato per riassumere gli altri criteri e valutare il sito. Tali elementi possono variare da una specie all’altra e includere attività umane, sul sito e nelle aree circostanti in grado di influenzare il grado di conservazione della specie, la gestione del territorio, la protezione statuaria del sito, le relazioni ecologiche tra i diversi habitat e specie, ecc. Il sistema di classificazione da applicare è: A = valore eccellente B = valore buono C = valore significativo

LEGENDA DI CRITERIO UTILIZZATA PER LA DESCRIZIONE DEI SITI NATURA 2000.

Al fine di definire e descrivere lo stato di conservazione del SIC, oltre a quanto sopra, si sono eseguite ricerche bibliografiche, rilievi di campo e consultazioni delle banche dati naturalistiche disponibili. La descrizione del SIC fornita rappresenta lo stato di conservazione del sito al “momento zero”, inteso come stato attuale sul quale poggiano le previsioni di trasformazione contenute nel progetto di intervento. L’area di studio è stata estesa oltre i perimetri del SIC ad interessare un’area vasta estesa planimetricamente 20 volte la larghezza e 2 volte la lunghezza dell’area di intervento (superficie area vasta analizzata 4,8km2 - Vedi Tavole Tematiche - Tav 010).

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Si riporta a seguire una sintesi dei dati caratteristici del SIC IT5340012 contenuti nel Formulario Standard ”Natura 2000” aggiornati ad Ottobre 2010, per maggiori approfondimenti si rimanda alla scheda originale allegata alla presente.

6.1 Formulario SITI Natura2000 SIC IT5340012 “Boschi ripariali del Tronto”

Il sito si inserisce nella Regione Bio-Geografica “CONTINENTALE” ed è classificato nel Progetto Bioitaly siti NATURA 2000 come biotipo e habitat di interesse comunitario (SIC). Tale progetto, avviato dal Ministero dell’Ambiente attraverso il Servizio Conservazione Natura (SCN) con la collaborazione delle Regioni, recepisce sia la Direttiva Habitat 92/43/CEE sia la Legge 6 dicembre 1991 n. 394 (Legge quadro sulle aree protette).

Codice del Sito: IT5340012 Data proposta sito 06/1995 Prima compilazione 12/1995 Ultima revisione 10/2013 Tipo sito: B- SIC senza relazioni con un altro sito NATURA 2000. Superficie: 153,00 ha Regione Biogeografica: Continentale Data I compilazione: dicembre 1995 Data ultimo aggiornamento: ottobre 2010 Informazioni Ecologiche Tabella Tipi Habitat presenti sul sito e relativa valutazione.

Nome habitat

Co

dic

e

PF

NP

Co

pe

rtu

ra h

a

Qu

alit

à d

ei d

ati

Rap

pre

sen

tati

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Co

nse

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ion

e

Val

uta

zio

ne

glo

bal

e

classi habitat

Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.

3270

7,67 G C C C C Habitat d’acqua dolce

Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli

5130

10,93 G C C B C Macchie e Boscaglie di Sclerofille (Matorral)

Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*importanti siti d'orchidee)

6210 X

14,46 G B C B B Formazioni Erbose Naturali e Seminaturali

Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile

6430

0,81 G C C C C Formazioni Erbose Naturali e Seminaturali

Boschi orientali di quercia bianca

91AA

19,9 G B C C C Foreste

Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion

91E0

8,43 G B C B B Foreste

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PF: PER I TIPI DI HABITAT CHE POSSONO AVERE UNA NON-PRIORITÀ, NONCHÉ UNA FORMA DI PRIORITÀ (6210, 7130, 9430) IMMETTERE "X" NELLA COLONNA PF PER INDICARE LA FORMA PRIORITÀ. NP: NEL CASO IN CUI UN TIPO DI HABITAT NON ESISTE PIÙ NEL SITO DIGITARE: X (OPZIONALE) COPERTURA: VALORI DECIMALI POSSONO ESSERE INSERITI GROTTE: PER I TIPI DI HABITAT 8310, 8330 (GROTTE) INSERIRE IL NUMERO DI GROTTE, SE LA SUPERFICIE STIMATA NON È DISPONIBILI. QUALITÀ DEI DATI: G = 'BUONO' (AD ESEMPIO SULLA BASE DI INDAGINI); M = 'MODERATO' (AD ESEMPIO BASATA SU DATI PARZIALI CON ALCUNE ESTRAPOLAZIONI); P = 'POVERO' (AD ESEMPIO STIMA APPROSSIMATIVA)

DESCRIZIONE DEL SITO

Caratteri generali del sito

HABITAT % COPERTURA

N08 Brughiere, boscaglie, macchia, garighe. Friganee. 18,0

N12 Colture cerealicole estensive (incluse e colture in rotazione con maggese regolare)

7,0

N20 Impianti forestali a monocoltura (inclusi pioppeti o specie esotiche) 1,0

N23 Altri (inclusi centri abitati, strade, discariche, miniere e aree industriali) 12,0

N16 Foreste di caducifoglie 51,0

N09 Praterie aride, steppe 9,0

N06 Corpi d’acqua interni (acque stagnanti e correnti) 1,0

N10 Praterie umide, praterie di mesofite 1,0

Copertura totale 100,0

Altre caratteristiche del Sito Tratto di fondovalle in corrispondenza di Pescara del Tronto (m 700 circa) relativamente pianeggiante, percorso dal fiume Tronto, che vi forma terrazzi alluvionali ed isole fluviali, con la vegetazione ripariale delle ontanete a ontano nero e dei saliceti a salice bianco. Qualità ed Importanza Area fluviale di notevole importanza per la presenza di un nucleo abbastanza rappresentativo di vegetazione ripariale, quasi ovunque distrutta dall'uomo con le bonifiche, drenaggi e dissodamenti.

albae)

Foreste di Castanea sativa 9260

0,2 G C C C C Foreste

Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba

92A0

14,84 G B C B B Foreste

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Specie di cui all'articolo 4 della direttiva 2009/147 / CE ed elencati nell'allegato II della direttiva 92/43 / CEE e relativa valutazione di sito per le stesse

SPECIE POPOLAZIONE VALUTAZIONE SITO

GRUPPO CODICE NOME

Tip

o

Un

it

Cat

D.Q

ual

it

à

A/B

/C/D

A/B

/C

Po

p

Co

n

Iso

Glo

I 1074 Eriogaster catax P P DD C C C B

GRUPPO: A = ANFIBI, B = UCCELLI, F = PESCI, I = INVERTEBRATI, M = MAMMIFERI, P = PIANTE, R = RETTILI S: NEL CASO IN CUI I DATI SULLE SPECIE SONO SENSIBILI E DEVONO QUINDI ESSERE BLOCCATO PER QUALSIASI PUBBLICO ACCESSO ENTER: SÌ NP: NEL CASO CHE UNA SPECIE NON È PIÙ PRESENTE NEL SITO INSERISCI: X (OPZIONALE) TIPO: P = PERMANENTE, R = RIPRODUZIONE, C = CONCENTRAZIONE, W = SVERNAMENTO (PER IMPIANTO E NON MIGRATORI SPECIE USANO PERMANENTE) UNITÀ: I = INDIVIDUI, P = COPPIE O ALTRE UNITÀ SECONDO L'ELENCO STANDARD DELLE UNITÀ DI POPOLAZIONE E CODICI AI SENSI DELL'ARTICOLO 12 E 17 DI RIFERIMENTO (VEDI PORTALE DI RIFERIMENTO) CATEGORIE DI ABBONDANZA (CAT.): C = COMUNE, R = RARA, V = MOLTO RARA, P = PRESENTE - DA COMPILARE SE I DATI SONO CARENTE (DD) O IN AGGIUNTA ALLE INFORMAZIONI DI DIMENSIONE DELLA POPOLAZIONE QUALITÀ DEI DATI: G = 'BUONO' (AD ESEMPIO SULLA BASE DI INDAGINI); M = 'MODERATO' (AD ESEMPIO BASATA SU DATI PARZIALI CON ALCUNE ESTRAPOLAZIONI); P = 'POVERO' (AD ESEMPIO STIMA APPROSSIMATIVA); VP = 'MOLTO SCARSO' (UTILIZZARE SOLO QUESTA CATEGORIA, SE NON ANCHE UNA STIMA APPROSSIMATIVA DELLA DIMENSIONE DELLA POPOLAZIONE PUÒ ESSERE FATTO, IN QUESTO CASO I CAMPI PER DIMENSIONE DELLA POPOLAZIONE PUÒ RIMANERE VUOTA, MA IL CAMPO "CATEGORIE ABBONDANZA" DEVE ESSERE COMPILATO) Eriogaster catax La specie è inserita nella Direttiva “Habitat” 92/43/CEE (Allegati II e IV), è elencata nell’Appendice 2 della Convezione di Berna ed è considerata “specie per la quale non esistono informazioni sufficienti circa il rischio (“DD = data deficient”) secondo i criteri IUCN (D’Antoni, 2003). E’ specie a distribuzione europea, il suo areale è notevolmente frammentato con popolazioni localizzate approssimativamente entro la fascia compresa fra il 40° ed il 50° parallelo, dall’Olanda a nord fino alla Spagna settentrionale, spingendosi fino in Italia peninsulare, Europa Centrale, Romania, regione balcanica e Urali (D’Antoni, 2003). Per il territorio italiano esistono pochissime segnalazioni, tutte antecedenti il 1950, per lo più localizzate nella parte centrale della penisola dove sembra essere maggiormente diffusa. In Italia la specie è presente solo in 45 siti tra cui quello di interesse. La specie presenta dimorfismo sessuale. La femmina è di dimensioni maggiori rispetto al maschio e presenta un vistoso ciuffo di squame grigie all’estremità dell’addome. Gli adulti sfarfallano dall’inizio di settembre restando in attività fino a ottobre - novembre a seconda della latitudine e dell’altitudine. Presentano fenologia spiccatamente notturna e sono discretamente fototropici. Le uova sono deposte in gruppo sulle piante alimentari a formare un manicotto, coperto di peli addominali della femmina, intorno ad un ramo, di solito a livello di una biforcazione. Le uova schiudono all’inizio della primavera, quando sui rami compaiono le prime foglie; le giovani larve presentano habitus gregario e costruiscono un nido di seta comunitario, nel quale rimangono durante le ore diurne (soprattutto nelle giornate più calde) e dal quale escono per nutrirsi la notte. All’ultima età le larve si disperdono. All’inizio di luglio scendono al suolo e costruiscono, tra i detriti, alla base delle piante, un bozzolo giallastro nel quale si impupano. Le larve sono polifaghe; le piante alimentari larvali note sono: Prunus, Crataegus, Pyrus, Betula, Populus, Ulmus, Berberis (Rougeot & Viette, 1978). Questo lepidottero frequenta ambienti aperti e xerotermofili calcarei colonizzando le zone ecotonali riparate dal vento (siepi, margini di bosco) principalmente a bassa quota (raggiunge al massimo i 700 m s.l.m.). È legata in particolare alla componente arbustiva dell’habitat 6210 Formazioni erbose secche

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seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco - Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee), e alle piante legnose che ricolonizzano gli ambienti di prateria secondaria del 6220* Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero - Brachypodietea. E. catax è un lepidottero considerato minacciato in diversi paesi dell’Europa occidentale; è in forte rarefazione con popolazioni che presentano un trend di contrazione in tutto l’areale. Le principali minacce sono rappresentate da varie forme di alterazioni degli habitat preferenziali ed in particolare dagli incendi. Inoltre, ulteriori fattori di minaccia consistono nella mancanza di piani di gestione delle praterie montane espressamente finalizzati alla conservazione degli habitat d’elezione per la specie e nella conseguente utilizzazione irrazionale delle formazioni a prato - pascolo (aree in abbandono o sottoutilizzate, localizzate aree con sovrapascolo) e degradazione e/o scomparsa delle formazioni vegetali di maggior pregio naturalistico e delle specie animali ad essi legate. Gestione del sito

• Per il territorio del SIC ricadente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini (condizione di progetto):

Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini: Piazza del Forno, 1 (62039) Visso Tel. 0737.972711, fax

0737.972707

• Per il territorio del SIC ricadente nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga: Ente

Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga Via del Convento, 1 (67010) Assergi Tel.

0862.60521, fax 0862.606675

Il SIC IT5340012 non ha ad oggi un Piano di Gestione. La distribuzione spaziale dei dati riportati nelle tabelle suddette è cartografata nelle Tavole allegate 185 e 190.

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6.2 Habitat naturali della Direttiva 92/43/CEE ed altri habitat naturali interessati dall’intervento

Gli habitat naturali interessati dal progetto sono riepilogati nella sottostante tabella ai sensi della DGR Marche n. 220/2010 - Tavola 1.

Si riporta a seguire una breve descrizione degli habitat interessati dagli interventi e le fonti da cui si sono acquisiti i dati riportati. 9 1 A A Boschi orientali di quercia bianca (dati tratti dal Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE) Descrizione Boschi mediterranei e submediterranei adriatici e tirrenici (area del Carpinion orientalis e del Teucrio siculi-Quercion cerris ) a dominanza di Quercus virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens e Fraxinus ornus, indifferenti edafici, termofili e spesso in posizione edafo-xerofila tipici della penisola italiana ma con affinità con quelli balcanici, con distribuzione prevalente nelle aree costiere, subcostiere e preappenniniche. Si rinvengono anche nelle conche infraappenniniche. L’habitat è distribuito in tutta la penisola italiana, dalle regioni settentrionali (41.731) a quelle meridionali, compresa la Sicilia dove si arricchisce di specie a distribuzione meridionale quali Quercus virgiliana, Q. congesta, Q. leptobalana, Q. amplifolia ecc. (41.732) e alla Sardegna (41.72) con Quercus virgiliana, Q. congesta, Q. ichnusae.

Rapporti seriali: in rapporto dinamico con i querceti si sviluppano cenosi arbustive dell’alleanza Cytision sessilifolii (ass. di riferimento: Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii) e praterie della classe Festuco-Brometea riferibili all’habitat 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*notevole fioritura di orchidee) e all'habitat 62A0 “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneretalia villosae)” sia per l'Italia meridionale-orientale (Puglia) sia per l'Italia settentrionale-orientale.

Rapporti catenali: i contatti catenali possono essere con le leccete (habitat 9340 “Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia”), con ostrieti o cerrete delle suballeanze Lauro-Quercenion e Laburno-Ostryenion o

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con boschi dell’alleanza Teucrio siculi-Quercion riferibili all’habitat 91M0 “Foreste pannonico balcaniche di quercia cerro-quercia sessile”.

Opere interferenti All’interno dell’area naturale individuata come “Bosco orientale di quercia bianca” ricadono le seguenti opere di progetto:

• Tratta della condotta forzata esistente che si intende recuperare: il tratto in questione è lungo 97,0m e corre lungo la massima inclinazione del versante a raggiungere il locale centrale presso il fondovalle. Se tecnicamente possibile, la condotta verrà recuperata con la tecnica del relining che permetterà il risanamento conservativo dell’opera. La tecnica del relining permette di inserire all’interno della condotta una speciale calza, grazie al soffiaggio con area compressa. Man mano che la calza avanza si gonfia e aderisce alle pareti della condotta grazie a speciali resine. Una volta in opera, la calza conferisce alla condotta caratteristiche idrauliche analoghe ad una nuova installazione. Adottando tale tecnologia, le pressioni esercitate dall’intervento sull’ambiente circostante saranno limitate esclusivamente alla fase di cantiere e circoscritte all’area del fabbricato di centrale (o in alternativa della vecchia vasca di carico) da dove verranno eseguite le opere di risanamento. Qualora la tecnica del relining non fosse applicabile, la nuova condotta verrà posta in opera in sostituzione all’esistente utilizzando, laddove possibile, i supporti di fondazione esistenti.

• Locale centrale (ristrutturazione): il locale centrale esistente ha dimensioni e caratteristiche idonee ad ospitare il nuovo gruppo di produzione e la relativa strumentazione elettrica e meccanica. Il fabbricato presenta buone condizioni statiche e strutturali che non richiedono interventi di consolidamento. Il progetto prevede quindi esclusivamente il rifacimento della copertura con una nuova soletta in cls, l’adeguamento impiantistico interno e l’installazione di idonei infissi. Gli interventi progettuali anzidetti produrranno pressioni sull’ambiente circostante prevalentemente in fase di cantiere (cantiere edili) per un periodo massimo di circa 30gg. In fase di esercizio il locale centrale sarà fonte di emissioni sonore e vibrazioni ampiamente sostenibili dall’ambiente circostante come documentato nell’Elaborato R01 “Relazione Tecnica”.

• Parte iniziale della condotta di restituzione esistente che si intende recuperare (circa 7m): Il progetto prevede di recuperare la condotta esistente che restituiva le acque turbinate dal vecchio impianto idroelettrico al fiume Tronto. Tale condotta interratta esce dal locale centrale, attraversa la S.S. n. 4 in direzione NE e scarica nell’antistante Fiume Tronto. Tale condotta è idoneamente dimensionata agli scopi del progetto e potrà essere recuperata tramite un intervento di pulizia con idrogetto senza necessità di ricorrere a sostanze chimiche di alcun tipo. L’intervento proposto produce quindi pressioni sull’ambiente circostante solo in fase di cantiere per una durata di circa 7gg.

9 1 E 0 Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (dati tratti dal Manuale italiano di interpretazione degli habitat della Direttiva 92/43/CEE) Descrizione Foreste alluvionali, ripariali e paludose di Alnus spp., Fraxinus excelsior e Salix spp. presenti lungo i corsi d’acqua sia nei tratti montani e collinari che planiziali o sulle rive dei bacini lacustri e in aree con ristagni idrici non necessariamente collegati alla dinamica fluviale. Si sviluppano su suoli alluvionali spesso inondati o nei quali la falda idrica è superficiale, prevalentemente in macrobioclima temperato ma penetrano anche in quello mediterraneo dove l’umidità edafica lo consente. "Ontanete paludose" Boschi a dominanza di Alnus glutinosa dell’alleanza Alnion glutinosae che colonizzano le zone paludose con ristagni idrici non necessariamente collegati alla dinamica fluviale su suoli da torbosi a minerali, a reazione da acida a neutro-alcalina. La permanenza dell’acqua e l’asfissia dei suoli facilitano la dominanza di Alnus glutinosa. La classe Alnetea glutinosae, a differenza della Salici-Populetea nigrae, comprende associazioni forestali sviluppate in ambienti paludosi, al di fuori dell’influenza diretta dei corsi d’acqua; infatti tali ambienti si

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incontrano in depressioni o terreni pianeggianti, sempre con falda freatica affiorante e con suoli idromorfi che spesso contengono un’alta percentuale di sostanza organica non decomposta (torba) Dinamiche e contatti I boschi ripariali e quelli paludosi sono per loro natura formazioni azonali e lungamente durevoli essendo condizionati dal livello della falda e dagli episodi ciclici di morbida e di magra. Generalmente sono cenosi stabili fino a quando non mutano le condizioni idrologiche delle stazioni sulle quali si sviluppano; in caso di allagamenti più frequenti con permanenze durature di acqua affiorante tendono a regredire verso formazioni erbacee (ciò che non avviene per le ontanete paludose che si sviluppano proprio in condizioni di prolungato alluvionamento - caso specifico di riferimento); in caso di allagamenti sempre meno frequenti tendono ad evolvere verso cenosi forestali mesofile più stabili. Rispetto alla zonazione trasversale del fiume (lungo una linea perpendicolare all’asse dell’alveo) le ontanete ripariali possono occupare posizione diverse. Nelle zone di montagna si sviluppano direttamente sulle rive dei fiumi, in contatto catenale con le comunità idrofile di alte erbe (habitat 6430 “Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile”) e con la vegetazione di greto dei corsi d’acqua corrente (trattata nei tipi 3220 “Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea”, 3230 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica”, 3240 “Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos”, 3250 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum”, 3260 “Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion”, 3270 “Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p.”, 3280 “Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba”, 3290 “Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion”). In pianura questi boschi ripariali si trovano normalmente, invece, lungo gli alvei abbandonati all’interno delle pianure alluvionali in contatto catenale con i boschi ripariali di salice e pioppo. Lungo le sponde lacustri o nei tratti fluviali dove minore è la velocità della corrente, i boschi dell’habitat 91E0* sono in contatto catenale con la vegetazione di tipo palustre riferibile agli habitat 3110 “Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale delle pianure sabbiose (Littorelletalia uniflorae), 3120 "Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp.”, 3130 “Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea”, 3140 “Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.”, 3150 “Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition”, 3160 “Laghi e stagni distrofici naturali” e 3170 “Stagni temporanei mediterranei”. Verso l’esterno dell’alveo, nelle aree pianeggianti e collinari, i boschi ripariali sono in contatto catenale con diverse cenosi forestali mesofile o termofile rispettivamente delle classi Querco-Fagetea e Quercetea ilicis, verso cui potrebbero evolvere con il progressivo interramento. In particolare possono entrare in contatto catenale con i boschi termofili a Fraxinus oxycarpa (91B0 “Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia”), i boschi a dominanza di farnia (habitat 9160 "Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa Centrale del Carpinion betuli”) e le foreste miste riparie a Quercus robur dell'habitat 91F0 “Foreste miste riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)”. Contatti possono avvenire anche con le praterie dell’habitat 6510 “Praterie magre da fieno a bassa altitudine Alopecurus pratensis, Sanguisorba officinalis”. In montagna sono invece in contatto con le praterie dell’habitat 6520 "Praterie montane da fieno” o con le foreste di forra del Tilio-Acerion (habitat 9180 “Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion”). In stazioni montane fresche si osserva la normale evoluzione delle alnete di Alnus incana verso boschi più ricchi di abete rosso (climax della peccata montana). Opere interferenti All’interno dell’area naturale individuata come “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior” ricadono le seguenti opere di progetto:

• Tratta terminale della condotta di restituzione che si intende recuperare: il tratto in questione è lungo circa 6,0m ed interessa la scarpata della S.S. n. 4 che funge da argine sinistro del Fiume Tronto. Gli interventi in progetto prevedono il recupero di tale condotta tramite pulizia interna con idrogetto, senza modificazione alcuna dello stato dei luoghi. In particolare la condotta esistente,

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come anche gli interventi di difesa idraulica della scarpata, risultano idonei ai fini del progetto e non sono previste modificazioni allo stato dei luoghi. Le pressioni condotte, quindi, dall’intervento sull’ambiente naturale in questione sono riferibili esclusivamente alla fase di cantiere per un periodo massimo di circa 7gg.

N C 1 Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia (dati tratti da rilievo diretto con metodo di metodo Braun-Blanquet ) Al fine dello studio di questo habitat “naturale” non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE, ma comunque riportato nella cartografia fitosociologica del SIC come vegetazione antropogena, è stata eseguita un’indagine volta a delineare le potenzialità nonché la presenza di specie vegetali protette e/o di particolare interesse.

È da sottolineare che nell’area interessata dal progetto (cunetta laterale della S.P. n. 129), la presenza di vegetazione è praticamente limitata a specie infestanti tipiche delle aree notevolmente antropizzate.

Detto ciò, si è comunque provveduto ad analizzare il sito per individuare la vegetazione naturale presente.

Approccio metodologico

La prima operazione effettuata è stata quella dell’individuazione delle possibili condizioni fitoclimatiche e i possibili tipi vegetazionali potenziali.

Per Vegetazione potenziale si intende come sarebbe il contesto floristico vegetazionale se l'uomo con la sua attività non facesse altro che “assecondare gli equilibri e le naturali spontanee tendenze evolutive della vegetazione.”

Quindi, dopo aver effettuato un rilievo floristico vegetazionale puntuale, si può determinare quanto la situazione reale sia distante dalla situazione potenziale e si riesce a stabilire il grado di disturbo che possiede un determinato contesto ambientale. Il rilevo in campo è stato condotto in piena attività vegetazionale e con molte specie vegetali in fase di fioritura, in un momento in cui le specie più rigogliose ancora non hanno sopraffatto quelle inferiori e quindi in una fase con la massima varietà floristica.

Questo ha permesso un facile e completo riconoscimento anche delle specie meno presenti o con sviluppo meno rigoglioso. L’indagine vegetazionale è stata condotta con il metodo Braun-Blanquet nel quale oltre all’individuazione delle specie presenti, viene anche analizzata la loro copertura e l’indice di sociabilità.

Nel rilievo Braun-Blanquet sono riportati i seguenti indici:

COPERTURA :

+) copertura trascurabile ;

1) inferiore al 5% ;

2) tra il 6% e il 25% ;

3) tra il 26% e il 50%;

4) tra il 51% e il 75% ;

5) copertura superiore al 75%;

SOCIABILITA’:

1) individui di una stesa specie isolati;

2) individui di una stessa specie riuniti in piccoli gruppi;

3) individui di una stessa specie riuniti in piccole colonie, alcune delle quali coprono il 25% della superficie;

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4) individui di una stessa specie riuniti in colonie estese tali da coprire almeno il 50 % della

superficie;

5) individui di una stessa specie che costituiscono popolamenti puri.

L’area di studio ha una superficie di circa 100 mq ed è stata localizzata nel punto oggetto di maggiori impatti da parte delle opere o in fase di cantiere.

In ultima analisi, sulla base del rilievo floristico vegetazionale, il sito analizzato è stato ricondotto, ove possibile, ad un tipo forestale ben determinato.

Quindi, si riporta a seguire per la stazione rilevata una scheda con indicate le seguenti informazioni: descrizione del sito, vegetazione potenziale, scheda di rilievo Braun-Blanquet, situazione reale in riferimento alla situazione potenziale, tipo forestale del sito analizzato ed eventuali note.

Sito analizzato

Lo studio ha interessato la cunetta di valle della S.P. n. 129, dove il nuovo tratto di condotta forzata, proveniente dalla nuova vasca di carico, abbandonerà il tracciato della strada per raggiungere la vecchia vasca di carico e allacciarsi al tratto di condotta forzata esistente.

La realizzazione della strada provinciale ha fortemente influenzato questo contesto ecologico ed in particolare quello vegetazionale portando l'ecosistema montano ben lontano dallo stadio fitosociologico potenziale. La stazione rilevata presenta allora un'associazione vegetale tale da essere ricondotta a tipi forestali quali Bosco deciduo di Robinia pseuoacacia, in condizioni potenziali dove tale sito sarebbe riconducibile a quercete.

AREA CUNETTA S.P. N. 129

Vegetazione potenziale Querceti

Altitudine 737,50 m slm

Inclinazione 40°

Copertura totale: 50%

Superficie 100 mq

Strato Arboreo Copertura: 5 %

SPECIE COPERTURA SOCIABILITA’

Robinia pseudoacacia 1 2

Strato Arbustivo Copertura: 25 %

SPECIE COPERTURA SOCIABILITA’

Robinia pseudoacacia 2 3

Sambucus nigra 1 1

Rubus fruticosus 2 3

Clematis vitalba 1 2

Ailantus spp 2 2

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Strato erbaceo Copertura: 20 %

SPECIE COPERTURA SOCIABILITA’

Plantago lanceolata 1 2

Avena fatua 1 1

Taraxacum officinale 1 1

Ranunculus sceleratus 1 1

Poa pratensis 1 1

Hordeum murinum 1 2

Rubus fruticosus 1 1

Sorghum halepense 2 2

Urtica dioica 1 1

Artemisia verlotorum 1 2

Lolium pratense 1 1

Cynodon dactylon 2 2

Opere interferenti All’interno dell’area individuata come “Bosco deciduo di Robinia pseuoacacia” ricadono le seguenti opere di progetto:

• Tratta della nuova condotta forzata dalla S.P. n. 129 alla Vasca di carico esistente: il tratto in questione è lungo circa 7,0m e corre lungo la massima inclinazione del versante dalla strada provinciale alla vasca di carico esistente. Il tratto di condotta descritto verrà posto in opera interrato, adottando le prescrizioni tecniche descritte nell’elaborato R01 “Relazione Tecnica” al fine di minimizzare la movimentazione del terreno e l’impatto sulla vegetazione arbustiva esistente. La trincea di posa verrà scavata principalmente dall’alto (con escavatore a braccio lungo), poi con un piccolo escavatore dal basso si completerà la tratta. L’escavatore potrà raggiungere la vasca di carico percorrendo il tracciato della vecchia viabilità di servizio o calato dall’alto. Dalla S.P. n. 129 alla vecchia vasca di carico, la condotta verrà realizzata con tronconi di 3,0m, assemblati sulla strada provinciale e calati dall’alto. L’ultimo tratto della condotta, sul ciglio della provinciale, verrà provvisto di un dissipatore per i colpi di ariete e ammorsato nella sezione di scavo con un getto di 0,5m di calcestruzzo che poi verrà ricoperto con terreno naturale fino al p.c. Nel tratto interessato dall’opera, circa 10 m di lunghezza per 2 di larghezza, non si rilevano esemplari arborei. La chiusura degli scavi avverrà contestualmente alla messa in opera della condotta e il terreno movimentato verrà protetto da biostuoia in juta (o similare) fissata con fascinate sorrette da talee vive interdistanziate 1,5m l’una dall’atra nella direzione della massima pendenza. Le fascinate saranno estese ai lati dello scavo per 1,5m per parte. Sulla biostuoia si provvederà ad eseguire idrosmina con miscela di erbacee a veloce crescita scelte tra specie presenti in zona. Date le modeste dimensioni del diametro della condotta, si può ipotizzare anche un intervento alternativo ponendo in opera il tubo a giorno, sorretto da piccoli plinti prefabbricati in cls chiodati nel substrato con micropali. Le scelte tecniche proposte rimangono comunque aperte al recepimento di eventuali indicazioni o prescrizioni che confluiranno dagli enti preposti in sede di conferenza dei servizi. La realizzazione delle opere in progetto prevedono l’espianto di alcuni esemplari arbustivi che verranno integrati con la messa in opera di fascinate con talee vive ed idrosemina. Gli impatti previsti sono legati esclusivamente all’attività di cantiere che si protrarrà per un massimo di 5gg. Nella fase di esercizio no sono previste pressioni condotte sull’ambiente circostante.

• Area di deposito temporaneo dei materiali utili al relining della condotta forzata esistente. Tale area verrà individuata nelle immediate vicinanze della vasca di carico esistente al fine di garantire l’approvvigionamento dei materiali utili alle lavorazioni. L’area verrà scelta privilegiando quella con minore vegetazione arbustiva e verrà occupata limitatamente al periodo di esecuzione delle

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operazioni di relining della condotta forzata esistente (circa 15gg). Ai fini dell’utilizzo, l’area verrà ripulita dalla vegetazione arbustiva e perimetrata con recinzione provvisoria di cantiere, non è prevista movimentazione di terreno. Nel deposito temporaneo non verranno stoccate sostanze tossiche o pericolose e i materiali verranno approvvigionati dall’alto attraverso un’autogru posta sulla S.P. n. 129. Gli impatti previsti sono legati esclusivamente all’attività di cantiere.

6.3 Specie protette dalla Direttiva 92/43/CEE interessate dall’intervento

Gli interventi in progetto non prevedono interazioni dirette ed indirette con specie tutelate ai sensi della Direttiva 92/43/CEE. In particolare, in riferimento alla presenza del lepidottero Eriogaster Catax all’interno del SIC, si precisa che le opere di intervento non interessano né l’habitat naturale 6210 “Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco - Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)”, né aree ecotonali: ambienti entrambi riconosciuti come legati alla presenza e riproduzione del lepidottero suddetto.

Si ritiene comunque utile, ai fini della riqualificazione ambientale dell’area di intervento privilegiare, nel rimpianto di specie arbustive ai fini della mitigazione degli impatti, specie come il prugnolo ed il biancospino, particolarmente indicate per la riproduzione del Eriogaster Catax.

7 VERIFICA DI COMPATIBILITÀ

Ai sensi della D.G.R. Marche n. 220/2010 si illustra a seguire la compatibilità degli interventi in progetto con gli strumenti di pianificazione e regolamentazione del Sito di Interesse Comunitario IT 5340012.

7.1 Compatibilità con gli strumenti di pianificazione delle Aree Naturali Protette (Parco Nazionale dei Monti Sibillini)

Il SIC IT5340012 ricade all’interno dell’Area Naturale Protetta Parco Nazionale dei Monti Sibillini regolamentata dal Piano per il Parco approvato con delibera del C.D. n.59 del 18 novembre 2002. In base alla cartografia ufficiale del Piano ed particolare alla Tavola B3 “Articolazione Territoriale” Sezione n. 33704, le opere di progetto ricadono all’interno delle seguenti zone (vedi Tavole Tematiche - Tav. 350):

- Aree degradate (ex area di cava): all’interno di questa zona ricadono le opere di captazione esistenti, le condotte di adduzione della sorgente S1 e S2, la nuova vasca di carico, la condotta esistente di scarico e parte della nuova condotta forzata.

- Zona D2 (Nuclei e agglomerati rurali): all’interno di questa zona ricade parte della condotta forzata interrata.

- Zona C (Area di protezione): all’interno di questa zona ricadono le opere del vecchio impianto idroelettrico dismesso (condotta forzata, locale centrale e condotta di restituzione) che si intende recuperare/ristrutturare/rivalorizzare.

- Zona D4 (Aree Produttive): all’interno di questa zona ricade il cavidotto interrato di collegamento in bassa tensione alla rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica.

Le categorie d’interventi ammissibili e le attività ed usi compatibili con ognuna delle zone sopraelencate è regolamentato dall’art. 8 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano per il Parco. In particolare nelle zone suddette sono possibili interventi di riqualificazione (RQ) che ai sensi dell’art. 5 delle NTA “comprende le azioni e gli interventi volti prioritariamente al miglioramento delle condizioni esistenti e alla valorizzazione di risorse male o sottoutilizzate, con modificazioni fisiche o funzionali, anche radicalmente innovative ed interventi di sistemazione paesistica atti a guidare ed organizzare i processi evolutivi, ma tali da non aumentare sostanzialmente i carichi urbanistici ed ambientali, da ridurre od

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eliminare i conflitti o le improprietà d'uso in atto, o da migliorare la qualità paesistica nelle situazioni di particolare degrado e deterioramento”. All’interno delle stesse zone sono consentite le seguenti attività e usi compatibili: UA (Urbani e Abitativi) “comprendenti gli usi orientati alla qualificazione ed all'arricchimento delle condizioni dell'abitare, le utilizzazioni per residenze temporanee e permanenti, coi servizi e le infrastrutture ad esse connessi, nonché le attività artigianali, commerciali e produttive d'interesse prevalentemente locale; ..........” In base a quanto detto non sussitono elementi di incompatibilità tra gli interventi in progetto e gli strumenti di pianificazione delle Aree Naturali Protette interessate.

7.2 Compatibilità con i fattori di vulnerabilità segnalati nel Formulari del SIC IT5340012

Il formulario standard dei siti Natura 2000, nell’aggiornamento Ottobre 2010, inquadra l’area del SIC IT5340012 come Area fluviale di notevole importanza per la presenza di un nucleo abbastanza rappresentativo di vegetazione ripariale, quasi ovunque distrutta dall'uomo con le bonifiche, drenaggi e dissodamenti. Gli interventi finalizzati alla realizzazione del progetto sono stati scelti e dimensionati per non interferire significativamente sulla vegetazione ripariale e sulle specie tutelate che in essi vivono. In particolare il progetto non prevede tagli di alberature e/o interferenze con la vegetazione ripariale. Allo stesso tempo, essendo necessario il taglio di alcuni esemplari arbustivi in habitat naturale non riconosciuto dalla Direttiva 92/43/CEE (superficie interessata circa 21m2 habitat NC1), è previsto l’impianto di nuove talee di specie arbustive privilegiando specie come il prugnolo ed il biancospino, particolarmente adatta alla riproduzione del Eriogaster catax (specie tutelata ai sensi dell’art. 4 della Direttiva 2009/147/CEE presente all’interno del SIC). In base a quanto detto non sussitono elementi di incompatibilità tra gli interventi in progetto e i fattori di vulnerabilità segnalati dai Formulari Standard del Siti Natura 2000.

7.3 Compatibilità con le Aree Floristiche di cui alla L.R. 52/1974

In base alla Tavola 04 Sud della cartografia ufficiale del PPAR Marche, le opere in progetto ricadono tutte esternamente alle aree vincolate ai sensi dell’art. 7 della L.R. 52/1974 “aree soggette a tutela delle specie floristiche rare o in via di estinzione”. In particolare si osserva che la distanza minima tra le opere di progetto e tali aree è superiore a 3,0 km (vedi Tavole tematiche - Tav. 120C).

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8 VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI

8.1 Cause e fattori di impatto

Ai sensi della D.G.R. Marche n. 220/2010, si illustrano a seguire le cause e i fattori di impatto che insistono sugli habitat naturali individuati all’interno del SIC IT 5340012, definendo per ogni impatto il relativo genere e quantità (vedi Tav 5).

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Escavazione e movimentazione di terreno:

Impatto individuato: potenziale degrado o danneggiamento di habitat naturale.

Habitat naturale interessato previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: nessuno

Habitat naturale interessato non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE N C 1 “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia”

Genere: Temporaneo in quanto legato esclusivamente alla fase di cantiere (7gg)

Quantità dell’impatto: l’impatto è legato esclusivamente alla realizzazione del tratto di nuova condotta in pressione che dalla S.P. n. 129 scende lungo il versante a raggiungere la vecchia vasca di carico (L=7,0m). Volume di terreno movimentato 5,46m3.

Mitigazione:

• Riutilizzo della porzione di suolo vegetale asportato (circa 21m2) per la tombatura della parte superficiale dello scavo al fine di garantire un rapido rinverdimento e facilitare l’attecchimento delle specie arbustive messe a dimora.

• Messa a dimora di fascinate con talee vive di specie arbustive autoctone privilegiando specie quali il prugnolo ed il biancospino.

• Idrosemina con specie erbacee locali.

Occupazione temporanea di suolo per movimentazione macchine operatrici: non previsto.

Le macchine operatrici utili ai fini del cantiere sosteranno all’interno dell’area di cava lontano dagli habitat naturali individuati ed esternamente al perimetro del SIC. La movimentazione di terreno necessaria ai fini di progetto prevede lo stoccaggio di minimi volumi di terre e rocce da scavo che avverrà esclusivamente all’interno dell’area di cava lontano dagli habitat naturali individuati ed esternamente al perimetro del SIC. Si precisa che le terre e rocce da scavo eventualmente in deposito temporaneo saranno accumulate su superfici prive di vegetazione.

Occupazione temporanea di suolo per deposito materiali

Impatto individuato: potenziale degrado o danneggiamento di habitat naturale.

Habitat naturale interessato previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: nessuno

Habitat naturale interessato non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: N C 1 “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia”

Genere: Temporaneo in quanto legato esclusivamente alla fase di cantiere (15gg)

Quantità dell’impatto: l’impatto è legato alla realizzazione di una modesta area di deposito materiale affianco alla vecchia vasca di carico esistente. Nel suddetto deposito temporaneo verrà posizionato il materiale necessario al relining della condotta forzata esistente, che verrà approvvigionato calandolo dalla sovrastante S.P. n. 129 attraverso un’autogrù. Superficie di terreno occupata circa 50m2.

Mitigazione:

• Scelta dell’area più idonea con minor vegetazione arbustiva.

• Recinzione dell’area di deposito.

• Nessuno stoccaggio di sostanze pericolose.

• Ripristino dello stato dei luoghi a lavorazioni ultimate, con eventuale piantumazione di specie arbustive privilegiando specie quali il prugnolo ed il biancospino.

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Urbanizzazioni residenziali e produttive: non previste.

Cambio di destinazione d’uso di ampie superfici agricole: non previste.

Si precisa che il progetto per la sua realizzazione non necessita di alcun tipo di variante urbanistica essendo pienamente compatibile con l’attuale destinazione d’uso attribuita dagli strumenti urbanistici vigenti.

Realizzazione di drenaggi superficiali e/o profondi: non prevista.

Si precisa che le opere di captazione utilizzate ai fini del progetto sono tutte esistenti e funzionanti per cui non verranno realizzate opere di drenaggio di alcun tipo.

Captazioni e derivazioni idriche: non previste.

Si precisa che le opere di captazione utilizzate ai fini del progetto sono tutte esterne all’area SIC, esistenti e funzionanti per cui non verranno realizzate nuove opere di captazione e non verranno incrementate le portate di prelievo attualmente derivate dalla falda.

Ai fini della produzione di energia idroelettrica non sono previste nuove derivazioni, ma una modificazione del riconoscimento d’uso di derivazioni esistenti in parte già concessionate.

Scarico di rifiuti al suolo: non previsto.

Emissioni di rifiuti in atmosfera:

Impatto individuato: potenziale degrado o danneggiamento di habitat naturale.

Habitat naturale interessato previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: nessuno

Habitat naturale interessato non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: N C 1 “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia”

Genere: Temporaneo in quanto legato esclusivamente alla fase di cantiere in orario diurno (180gg)

Quantità dell’impatto: l’impatto è legato alla presenza di macchine operatrici per la realizzazione dell’impianto nelle aree limitrofe agli habitat naturali individuati. Le emissioni prodotte dalle attività di cantiere sono comunque poco significative rispetto alle emissioni prodotte dal traffico veicolare che interessa la viabilità circostante.

Mitigazione:

• utilizzo di macchine operatrici di ultima generazione con idonei dispositivi di abbattimento delle polveri sottili e dei COV.

Si precisa che in fase di esercizio l’impianto idroelettrico concorrerà alla diminuzione delle emissioni climalteranti contribuendo con una riduzione di emissioni di CO2 pari a 231ton/anno

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Produzione di rumori e vibrazioni:

Impatto individuato: potenziale degrado o danneggiamento di habitat naturale.

Habitat naturale interessato previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: 91AA* Boschi orientali di quercia bianca - 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior

Habitat naturale interessato non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: N C 1 “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia”

Genere:

Temporaneo indiretto per la fase di cantiere (circa 180gg): L’impatto è legato alle attività di cantiere svolte con mezzi meccanici quali escavatori, camion e autobotti. L’impatto è generato in aree esterne agli habitat naturali individuati, ma a distanza tale da interferire con gli stessi. Il rumore e le vibrazioni generate in fase di cantiere sono comunque compatibili con la normativa vigente ed il piano di zonazione acustica del Comune di Arquata del Tronto (vedi Elaborato R 08 “Previsione Impatto Acustico”).

Permanente indiretto per la fase di esercizio: L’impatto è legato alla presenza di parti meccaniche in rotazione (gruppo turbina/alternatore) e circuiti elettrici in tensione (quadri e trasformatori elettrici), all’interno del locale centrale, che generano rumore e vibrazioni. Il locale centrale verrà idoneamente insonorizzato al fine di limitare le emissioni sonore verso l’esterno. In particolare alla distanza di 1,0m dal locale centrale la pressione sonora prodotta dall’impianto sarà pari a 49,61 dB e a 55,0m dall’edificio centrale il rumore generato sarà pari a 0,0 dB.

Il gruppo turbina alternatore è ottimizzato per ridurre al minimo le vibrazioni emesse dal sistema a vantaggio della resa. Le vibrazioni emesse dal gruppo di produzione sono comunque trasmesse alla fondazione del locale e smorzate in corrispondenza del contatto fondazione/terreno naturale. In base a quanto detto le vibrazioni emesse all’interno della locale centrale sono impercettibili e non significative all’esterno dello stesso.

Quantità dell’impatto:

Fase di cantiere: la pressione esercitata dal cantiere interessa esclusivamente le aree limitrofe per una fascia di circa 100m all’interno della quale ricadono anche gli habitat naturali rilevati. La pressione condotta dal cantiere sulle componenti ambientali si realizza esclusivamente nella fascia diurna e non si discosta da quella che è la normale pressione acustica generata dalle attività di lavorazioni inerti presenti all’interno dell’attività di cava e dal traffico veicolare che interessa la viabilità circostante (S.S. n. 4, S.P. n. 129 e S.P. n. 230).

Fase di esercizio: la pressione esercitata dal mini impianto idroelettrico in fase di esercizio interessa esclusivamente l’area circostante il locale centrale per un raggio di circa 45,0m, all’interno del quale si smorza completamente la pressione sonora prodotta. Va sottolineato che il rumore generato dall’impianto mini idroelettrico è notevolmente inferiore a quello ambientale circostante.

Mitigazione:

Fase di cantiere:

• utilizzo di macchinari di ultima generazione con idonei dispositivi di insonorizzazione

Fase di esercizio:

• Utilizzo di gruppi turbina/generatore di ultima generazione a ridotte emissioni sonore e vibrazioni

• Utilizzo di materiali fonoassorbenti per la schermatura interna del locale centrale

• Utilizzo di infissi a ridotta conducibilità acustica per la chiusura delle aperture del locale centrale.

• Schermatura interna degli infissi con materiali fonoassorbenti.

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Produzione di campi elettromagnetici: irrilevante.

Si precisa che l’impianto mini-idroelettrico proposto ha una potenza massima pari a 49,0kw e sarà allacciato alla rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica attraverso cavidotto interrato in bassa tensione. In particolare le parti in tensione che potranno generare campi elettromagnetici sono i trasformatori interni al locale centrale e il cavidotto interrato di connessione. Considerando la tensione di esercizio degli impianti suddetti ed il potere di schermatura del manufatto di centrale (per i trasformatori) e del terreno (per il cavidotto), è ragionevole assumere che le emissioni elettromagnetiche, all’esterno del locale centrale e lungo il tracciato del cavidotto interrato, garantiranno il rispetto sia del limite di esposizione al campo elettrico pari a 5 kV/m (art. 3 comma 1 del D.P.C.M. 8 Luglio 2003), sia dell’obiettivo di qualità pari a 3 microtesla (art. 4 del D.P.C.M. 8 Luglio 2003).

Realizzazione di infrastrutture lineari:

Impatto individuato: potenziale degrado o danneggiamento di habitat naturale.

Habitat naturale interessato previsto dalla Direttiva 92/43/CEE: 91AA* Boschi orientali di quercia bianca - 91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior

Habitat naturale interessato non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE N C 1 “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia”.

Temporaneo per la fase di cantiere (circa 30gg): L’impatto è legato alle attività di cantiere per la posa delle condotte interrate e per le operazioni di relining/pulizia delle condotte esistenti, come anche per la posa del nuovo cavidotto interrato di collegamento.

Permanente per la fase di esercizio: L’impatto è legato alla presenza delle condotte realizzate ex novo, di quelle rifunzionalizzate o sostituite e del nuovo cavidotto di collegamento.

Quantità dell’impatto:

Condotta interrata di adduzione Sorgente S1: il tracciato delle condotte esistenti, che verranno sostituite con una nuova condotta di adeguate dimensioni, ricade all’interno di un’area di cava e completamente all’esterno dell’area SIC, ad oltre 100m dagli habitat naturali individuati.

Condotta interrata di adduzione Sorgente S2: Il tracciato di questo nuovo tratto di condotta ricade all’interno di un’area di cava e completamente all’esterno dell’area SIC, ad oltre 70m dagli habitat naturali individuati.

Condotta interrata di scarico uso industriale e DMV: La riparazione puntuale dei tratti di condotta ammalorati ricade all’interno di area di cava e completamente all’esterno dell’area SIC, ad oltre 70m dagli habitat naturali individuati.

Condotta forzata interrata tratta dalla nuova vasca di carico alla S.P. n. 129: Il tracciato di questo nuovo tratto di condotta ricade interamente in un’area di cava e parzialmente all’interno del SIC senza interessare in alcun modo gli habitat naturali individuati. Lunghezza condotta interna ad area SIC: 22,0m; Area SIC interessata dagli scavi 66m2; Habitat naturali interessati dagli scavi: nessuno; Volume di terreno movimentato in area SIC circa 23,0 m3; Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo in area SIC circa 17,0 m3.

Condotta forzata interrata tratta S.P. n. 129: La realizzazione di questo nuovo tratto di condotta interessa esclusivamente l’area pavimentata della viabilità esistente che in questo tratto corre internamente al SIC. La strada risulta bordata dagli habitat naturali individuati che comunque non verranno in alcun modo interessati dalle opere. Lunghezza condotta interna ad area SIC: 144,0m; Area SIC interessata dagli scavi 86m2; Habitat naturali interessati dagli scavi: nessuno; Volume di terreno movimentato in area SIC circa 116,0 m3; Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo in area SIC circa 77,0 m3.

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Condotta forzata interrata tratta dalla S.P. n. 129 alla vecchia vasca di carico: La realizzazione di questo nuovo tratto di condotta ricade interamente in area SIC ed interessa l’Habitat naturale non previsto dalla Direttiva 92/43/CEE “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia” Lunghezza condotta interna ad area SIC circa 7,0m; Area SIC interessata dagli scavi circa 22,0m2; Habitat N C 1 interessato dagli scavi circa 22,0m2; Volume di terreno movimentato in Habitat naturale circa 8,0 m3; Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo in habitat naturale circa 5,5 m3.

Condotta forzata tratta dalla vecchia vasca di carico alla centrale idroelettrica: questo tratto di condotta verrà realizzato ripristinando una vecchia condotta esistente tramite interventi di relining. La condotta ricade interamente all’interno di area SIC: in parte in habitat naturale N C 1 “Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia” (circa 4m) ed in parte in habitat naturale 9 1 A A “Boschi orientali di quercia bianca” (circa 96,0m). Qualora il relining della condotta esistente non fosse tecnicamente possibile, una nuova condotta potrebbe essere messa in opera a sostituire l’esistente riutilizzando i plinti di appoggio presenti. Lunghezza condotta interna ad area SIC circa 100,1m; Area SIC interessata dagli scavi 0,0 m2; Area SIC interessata dall’ingombro planimetrico dell’opera circa 25m2 (di cui 1,0m2 in habitat NC1 e 24m2 in habitat 91AA); Volume di terreno movimentato in Habitat naturale 0,0 m3;.

Condotta interrata di restituzione: questo tratto di condotta verrà realizzato ripristinando una vecchia condotta interrata esistente tramite interventi di pulizia con idrogetto. La condotta ricade interamente all’interno di area SIC: in parte in habitat naturale 9 1 A A “Boschi orientali di quercia bianca” (circa 7,0m); in porte al disotto della S.S. n. 4 (circa 13m) ed in parte in habitat naturale 9 1 E 0 “Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus exc.” (circa 6,0m). Lunghezza condotta interna ad area SIC circa 26,0m; Area SIC interessata dagli scavi 0,0 m2; Area SIC interessata dall’ingombro planimetrico dell’opera circa 6,5m2 (di cui 1,75m2 in habitat 91AA e 1,5m2 in habitat 91E0); Volume di terreno movimentato in Habitat naturale 0,0 m3.

Cavidotto interrato di collegamento: La realizzazione del cavidotto interrato di collegamento alla rete nazionale di distribuzione dell’energia elettrica ricade interamente in area SIC ed interessa esclusivamente l’area pavimentata della S.S. n. 4. Il tratto di strada statale interessato dall’opera risulta bordata dagli habitat naturali individuati, che comunque non verranno in alcun modo interessati dall’intervento. Lunghezza cavidotto interno ad area SIC circa 400,0m; Area SIC interessata dagli scavi circa 240m2; Habitat naturali interessati dagli scavi: nessuno; Volume di terreno movimentato in area SIC circa 288,0 m3; Volume di terreno scavato e riutilizzato per la tombatura dello stesso scavo in area SIC circa 168,0 m3.

Mitigazione:

Condotta forzata interrata tratta dalla S.P. n. 129 alla vecchia vasca di carico: per la posa in opera di questo tratto di condotta verranno attuate particolari accortezze al fine di minimizzare il potenziale impatto sulla vegetazione esistente e garantire un rapido rinverdimento del tracciato. In particolare verranno eseguite le seguenti opere di mitigazione:

• Riutilizzo della porzione di suolo vegetale asportato per la tombatura della parte superficiale dello scavo al fine di garantire un rapido rinverdimento e facilitare l’attecchimento dell’idrosemina

• Realizzazione di fascinate con talee vive al fine di garantire la stabilità del terreno, evitare fenomeni erosivi, garantire un rapido rinverdimento.

• Posa in opera di biostuoia e successiva idrosemina per evitare fenomeni erosivi e garantire un veloce inerbimento.

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Committente: Progettista: Rif. Job. Rev. Data Pag.

b 12/2014 33/34 DITTA PICIACCHIA Srl Via Bucciarelli, 15 63096 – Arquata del Tronto (AP)

IGR Srl Via Adriatica 111/G – 06135 - Perugia Tel. 075.7910039 – Fax: 075.5977527 Studio di screening di incidenza ambientale

Realizzazione di infrastrutture verticali fisse o in movimenti: non previsto.

Impianti luminosi: non previsti.

Immissioni faunistiche: non previste.

Immissioni di specie vegetali: non previsto.

Si precisa che laddove il progetto prevede la piantumazione di specie arbustive/erbacee verranno utilizzate esclusivamente specie presenti naturalmente in loco privilegiando specie quali il prugnolo ed il biancospino, in quanto particolarmente adatte alla riproduzione del Eriogaster catax (specie tutelata ai sensi dell’art. 4 della Direttiva 2009/147/CEE e presente all’interno del SIC.

8.2 Individuazione degli impatti

Ai sensi della D.G.R. Marche n. 220/2010 si illustrano a seguire i tipi di impatto che insistono sugli habitat naturali individuati all’interno del SIC IT 5340012, definendo per ogni impatto il relativo genere e quantità (vedi Tav 6).

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Committente: Progettista: Rif. Job. Rev. Data Pag.

b 12/2014 34/34 DITTA PICIACCHIA Srl Via Bucciarelli, 15 63096 – Arquata del Tronto (AP)

IGR Srl Via Adriatica 111/G – 06135 - Perugia Tel. 075.7910039 – Fax: 075.5977527 Studio di screening di incidenza ambientale

Da quanto riportato ai paragrafi precedenti e riepilogato nel Tav 6, l’unica tipologia di impatto connesso alla realizzazione del progetto riguarda il potenziale degrado o danneggiamento dei seguenti habitat naturali:

• 9 1 A A Boschi orientali di quercia bianca;

• 9 1 E 0 Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior;

• N C 1 Bosco deciduo di Robinia pseudoacacia.

8.3 Valutazione della significatività degli impatti

Ai sensi della D.G.R. Marche n. 220/2010 si illustra a seguire la significatività degli impatti che insistono sugli habitat naturali individuati all’interno del SIC IT 5340012, come da schema proposto nella Tav 8 a seguire.

Da quanto riportato ai paragrafi precedenti e riepilogato nella sovrastante tabella, gli impatti individuati determinano incidenza non significativa sul SIC IT5340012 e sull’area vasta analizzata.

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NATURA 2000 - STANDARD DATA FORMFor Special Protection Areas (SPA), Proposed Sites for Community Importance (pSCI),Sites of Community Importance (SCI) and for Special Areas of Conservation (SAC)

SITE IT5340012

SITENAME Boschi ripariali del Tronto

TABLE OF CONTENTS

1. SITE IDENTIFICATION2. SITE LOCATION3. ECOLOGICAL INFORMATION4. SITE DESCRIPTION5. SITE PROTECTION STATUS6. SITE MANAGEMENT7. MAP OF THE SITE

1. SITE IDENTIFICATION

1.1 Type 1.2 Site code

B IT5340012

1.3 Site name

Boschi ripariali del Tronto

1.4 First Compilation date 1.5 Update date

1995-12 2013-10

1.6 Respondent:

Name/Organisation: Regione Marche Servizio Territorio Ambiente Energia

Address:       Via Tiziano,44 - 60125 ANCONA       

Email: [email protected]

Date site proposed as SCI: 1995-06

Date site confirmed as SCI: No data

Date site designated as SAC: No data

National legal reference of SAC designation: No data

2. SITE LOCATION

2.1 Site-centre location [decimal degrees]:

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Longitude13.2755555555556

Latitude42.7519444444444

2.2 Area [ha]: 2.3 Marine area [%]

153.0 0.0

2.4 Sitelength [km]:

0.0

2.5 Administrative region code and name

NUTS level 2 code Region Name

ITE3 Marche

2.6 Biogeographical Region(s)

Continental(100.0%)

3. ECOLOGICAL INFORMATION

3.1 Habitat types present on the site and assessment for them

Annex I Habitat types Site assessment

Code PF NPCover[ha]

Cave[number]

Dataquality

A|B|C|D A|B|C

            RepresentativityRelativeSurface

Conservation Global

3270 

    7.67    G  C  C  C  C 

5130 

    10.93    G  C  C  B  C 

6210 

X     14.46    G  B  C  B  B 

6430 

    0.81    G  C  C  C  C 

91AA 

    17.9    G  B  C  C  C 

91E0 

    8.43    G  B  C  B  B 

9260 

    0.2    G  C  C  C  C 

92A0 

    14.84    G  B  C  B  B 

for the habitat types that can have a non-priority as well as a priority form (6210, 7130, 9430) enterPF:"X" in the column PF to indicate the priority form.

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in case that a habitat type no longer exists in the site enter: x (optional)NP: decimal values can be enteredCover: for habitat types 8310, 8330 (caves) enter the number of caves if estimated surface is notCaves:

available. G = 'Good' (e.g. based on surveys); M = 'Moderate' (e.g. based on partial data withData quality:

some extrapolation); P = 'Poor' (e.g. rough estimation)

3.2 Species referred to in Article 4 of Directive 2009/147/EC and listed in Annex II of Directive92/43/EEC and site evaluation for them

Species Population in the site Site assessment

G CodeScientificName

S NP T Size Unit Cat. D.qual. A|B|C|D A|B|C

            Min Max     Pop. Con. Iso. Glo.

I 1074Eriogastercatax

    p        P  DD  C  C  C  B 

A = Amphibians, B = Birds, F = Fish, I = Invertebrates, M = Mammals, P = Plants, R = ReptilesGroup: in case that the data on species are sensitive and therefore have to be blocked for any publicS:

access enter: yes in case that a species is no longer present in the site enter: x (optional)NP:

p = permanent, r = reproducing, c = concentration, w = wintering (for plant and non-migratoryType:species use permanent)

i = individuals, p = pairs or other units according to the Standard list of population units andUnit:codes in accordance with Article 12 and 17 reporting (see )reference portal

C = common, R = rare, V = very rare, P = present - to fill if data areAbundance categories (Cat.):deficient (DD) or in addition to population size information

G = 'Good' (e.g. based on surveys); M = 'Moderate' (e.g. based on partial data withData quality:some extrapolation); P = 'Poor' (e.g. rough estimation); VP = 'Very poor' (use this category only, if noteven a rough estimation of the population size can be made, in this case the fields for population sizecan remain empty, but the field "Abundance categories" has to be filled in)

4. SITE DESCRIPTION

4.1 General site character

Habitat class % Cover

N08 18.0

N12 7.0

N20 1.0

N23 12.0

N16 51.0

N09 9.0

N06 1.0

N10 1.0

Total Habitat Cover 100

Other Site CharacteristicsTratto di fondovalle in corrispondenza di Pescara del Tronto (m 700 circa) relativamente pianeggiante,percorso dal fiume Tronto, che vi forma terrazzi alluvionali ed isole fluviali, con la vegetazione ripariale delleontanete a ontano nero e dei saliceti a salice bianco.

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4.2 Quality and importanceArea fluviale di notevole importanza per la presenza di un nucleo abbastanza rappresentativo di vegetazioneripariale, quasi ovunque distrutta dall'uomo con le bonifiche, drenaggi e dissodamenti.

5. SITE PROTECTION STATUS (optional)

5.1 Designation types at national and regional level:

Code Cover [%] Code Cover [%] Code Cover [%]

IT00 55.0 IT01 45.0

6. SITE MANAGEMENT

6.1 Body(ies) responsible for the site management:

Organisation:Per il territorio del SIC compreso in quello del Parco Nazionale del Gran Sasso edei Monti della Laga: Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti dellaLaga

Address: Via del Convento, 1 (67010) Assergi Tel. 0862.60521, fax 0862.606675

Email: [email protected]

Organisation:Per il territorio del SIC compreso in quello del Parco Nazionale dei Monti Sibillini:Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Address: Piazza del Forno, 1 (62039) Visso Tel. 0737.972711, fax 0737.972707

Email: [email protected]

6.2 Management Plan(s):An actual management plan does exist:

Yes

No, but in preparation

No

7. MAP OF THE SITES

INSPIRE ID:

Map delivered as PDF in electronic format (optional)

Yes No

Reference(s) to the original map used for the digitalisation of the electronic boundaries (optional).

C3e2, C3e3, C3e4 1:10000 Gauss-Boaga

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9 1 A A Boschi orientali di quercia bianca 350 0,85 0,19

9 1 E 0 Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus exc. 10 0,06 0,01 N C 1 Bosco deciduo di robinia pseudoacacia 91,4 0,1 0,06 --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

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X

X

XX XX

X

X

X

XNON APPLICABILE

X

X

X

XX

XXX

X

XXX

X

XXX

X

X NON APPLICABILE

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XX

XX

X

X NON APPLICABILE

XXX

X

XXXXXXX

X

- 1 X

XX

XX

XX

XX

XX

XX

X

X

XXX

X

X

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XX

X

X

X

XXX

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i o DOTT. GEOL. ROMANI GABRIO

o SPOLETO (PG) 05/07/1973

SPOLETO (PG) Fraz. Sant'Angelo in Mercole n. 46

075 7910039 [email protected]

.

ScreeningProgetto per la realizzazione di un nuovo impianto micro idroelettrico ad alto salto atto a sfruttare delle acque sorgive in Loc Pescara del Tronto (Toponimo Costa le Cese), Comune di Arquata del Tronto (AP), con restitu- zione nel fiume Tronto presso la stessa località.

Laura magistrale in scienze geologiche

Abilitazione professionale di Guida Naturalistica rilasciata dalla Regione Umbria e Amministrazione Provinciale di Perugia in data 07/09/1994 a seguito corso di formazione professionale di 900 ore (1993/1994)

Perugia 24/10/2014

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3-------------------------- -------------------

------------ mc 5,46

3 Temp mq 50,00

------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------3 Temp non valutabile3 Temp non quantificabile-----------------------------------------------------------------------3 Temp mq 22,00

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91AA - 91E0 NC1

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