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Marco Ubbiali

PER UN’ASCESAAL SENSO

DELL’EDUCAREVIE PER LA PEDAGOGIA

ATTRAVERSO LA VITAE L’OPERA DI EDITH STEIN

In AppendiceApprendere a chiedere perché

colloquio con Roberta De Monticelli

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ISBN 978–88–548–3363–0

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

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Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: giugno 2010

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A mio nonno Babbo, Custode del Senso

L’estate appassisce silenziosa Foglie dorate gocciolano giù

Apro le braccia al suo declinare stanco E lascia la tua luce in me.

Stelle cadenti incrociano i pensieri I desideri scivolano giù

Mettimi come segno sul tuo cuore Ho bisogno di te.

Sai che la sofferenza d’amore non si cura

Se non con la presenza della sua figura Baciami con la bocca dell’amore

Raccoglimi dalla terra come un fiore Come un bambino stanco ora voglio riposare

E lascio la mia vita a te.

Tu mi conosci non puoi dubitare Fra mille affanni non sono andata via

Rimani qui al mio fianco sfiorandomi la mano E lascio la mia vita a te.

Sai che la sofferenza d’amore non si cura

Se non con la presenza della sua figura Musica silenziosa è l’aurora

Solitudine che ristora e che innamora Come un bambino stanco ora voglio riposare

E lascio la mia vita a te. Mi manca la presenza della sua figura.

Giuni Russo

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Un ringraziamento

Molti e importanti insegnamenti ci sono dati dalla legge, dai profeti e dagli altri scritti successivi, per i quali è be-ne dar lode a Israele quanto a dottrina e sapienza. Però non è giusto che ne vengano a conoscenza solo quelli che li leggono, ma è bene che gli studiosi, con la parola e con gli scritti, si rendano utili a quelli che ne sono al di fuori. Per questo motivo, mio nonno Gesù, dopo essersi dedica-to per tanto tempo alla lettura della legge, dei profeti e degli altri libri dei nostri padri, avendone conseguito una notevole competenza, fu indotto pure lui a scrivere qual-che cosa su ciò che riguarda la dottrina e la sapienza, perché gli amanti del sapere, assimilato anche questo, possano progredire sempre più nel vivere in maniera conforme alla legge1.

Quello che è il mio desiderio di lavoro intellettuale è ben espresso dal tradut-tore del testo ebraico del Siracide, nipote dell’autore dell’originale ebraico Gesù figlio di Sirach. Faccio mie le sue parole, senza la superbia di avere qualcosa da dire di importante su ciò che ho studiato e meditato, ma con il desiderio di condividere con gli altri una ricchezza che l’umanità ha prodotto e che anche noi abbiamo il dovere di arricchire. La mia è stata una semplice traduzione, una tradizione, una consegna – spero fedele – di un dono che ho ricevuto. E del quale sono riconoscente. Ringrazio con l’affetto che mi è più profondo il caro prof. Ivo Lizzola. Der liebe Meister, così chiamava Husserl la nostra Edith Stein: così permetta a me di chiamare lui. Ringrazio di vero cuore il prof. Mauro Ceruti per aver accettato di accompa-gnarmi in questo viaggio, nella realizzazione di questo desiderio, che tanto testardamente ho voluto, e che mi è costato tanta fatica quanta gioia e realiz-zazione. Un ringraziamento ancora al prof. don Massimo Epis e alle professoresse Angela Ales Bello e Roberta De Monticelli, per la loro disponibilità ad in-contrarmi, ascoltarmi e donarmi alcuni momenti di intenso pensiero, di pro-fonda riflessione e di vivo confronto.

1 Prologo del traduttore greco del libro ebraico di Siracide, riportato, senza numerazione

di capitolo e versetto, in La Bibbia, versione italiana della CEI 2008.

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Un grazie particolare al prof. Franco Cambi e al prof. Alessandro Mariani che hanno sostenuto e spinto la pubblicazione di questo testo. Un grazie tutto speciale, grazie che è viscerale come la presenza di sé a sé (perché è l’origine), alla mia famiglia: a mia madre, a mio padre, ai miei fra-telli Andrea e Alessandro. Grazie per il sostegno e l’affetto, grazie per avermi supplito e sopportato nelle assenze e negli umori di questi mesi di “clausura”; grazie per il prezioso aiuto e la generosa disponibilità che mi hanno offerto nell’ingrato lavoro di revisione del testo e dell’impaginazione. Grazie in par-ticolare al piccolo Alessandro che mi ha aiutato dettandomi alcune citazioni di Edith (ormai la conosci anche tu, vero? E la riconosci in fotografia sia con i capelli raccolti che col velo da suora…), volendo trovare a tutti i costi un er-rore di battitura sulle prime stampe, e soprattutto distogliendo i miei occhi stanchi dallo schermo con un suo splendido sorriso. Quale famiglia lavora in-sieme ad un libro? Forse anche io dovrei scrivere quel Bildungsroman da inti-tolare Dalla vita di una famiglia aperta e disponibile… Grazie, infine, a Edith Stein. Grazie per la sua esistenza luminosa anche nella notte. Grazie per la sua intelligenza messa a servizio dell’umanità. Grazie perché mi ha permesso, lei di fronte alla quale anche un papa china il capo, di poterla guardare negli occhi, e di poterle sentire il cuore. Grazie per avermi fatto ancora appassionare al sapere e in modo nuovo (gratuito e graziato) all’arte di educare. E grazie a Chi, tutti questi e tutto, me li ha donati. Ancora una volta cito Edith e a lei lascio le parole conclusive del ringrazia-mento. Solo traduco, con un po’ di libertà, il ‘conservato’ (in senso ontologi-co) con un ‘sostenuto’ (in senso affettivo):

So di essere sostenuto e per questo sono tranquillo e si-curo: non è la sicurezza dell’uomo che sta su un terreno solido per virtù propria, ma è la dolce, beata sicurezza del bambino sorretto da un braccio robusto, sicurezza, oggettivamente considerata, non meno ragionevole. O sarebbe “ragionevole” il bambino che vivesse con il ti-more continuo che la madre lo lasciasse cadere?.2

Marco

E. STEIN, Essere finito e Essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, Città

Nuova, Roma 1988-19994, pagg. 95-96.

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INDICE

INDICE..................................................................................................................9

PRELUDIO Parte Prima: LINEE DI STORIA DELLA BILDUNG

1. DALLE ORIGINI AL SETTECENTO. LA “VIA TEDESCA” DELLA MODERNITÀ ..25 2. LA BILDUNG TRA OTTOCENTO E NOVECENTO. RIPENSAMENTO

COSTRUTTIVO..............................................................................................28 3. PARADIGMI DELLA BILDUNG DEL NOVECENTO: TH. MANN, H.G. GADAMER,

TH. W. ADORNO..........................................................................................32 4. FUORI DAI CONFINI TEDESCHI: LA BILDUNG IN ITALIA E SPAGNA................33 5. DIALOGHI CONTEMPORANEI SULLA BILDUNG. LUHMANN E HABERMAS .....34 6. POST-MODERNITÀ: VERSO UNA NEO-BILDUNG?...........................................35 7. LA BILDUNG EBRAICO-TEDESCA DEL NOVECENTO. .....................................36

Parte Seconda: EDITH STEIN E IL FENOMENO DELLA BILD UNG

PER ESSERE INTRODOTTI AI TESTI.........................................................................48

LA STRUTTURA DELLA PERSONA UMANA ...................................................53

1. PRIMO CAPITOLO: LA CONCEZIONE ANTROPOLOGICA COME FONDAMENTO

DELLA PEDAGOGIA E DELL’OPERA EDUCATIVA ...........................................54 A. Teoria e prassi – Metafisica, pedagogia, azione educativa....................54

I. Antropologie contemporanee e loro conseguenze pedagogiche ................... 55 II. La concezione dell’essere umano nella metafisica cristiana......................... 58

B. Nesso oggettivo tra umanità ed educazione............................................62 2. SECONDO CAPITOLO: L’ ANTROPOLOGIA COME FONDAMENTO DELLA

PEDAGOGIA.................................................................................................63 I. Differenti antropologie e loro significato pedagogico.................................. 63 II. La scelta del metodo..................................................................................... 68 III. Prima analisi preparatoria dell’essere umano. .............................................. 70

3. DA ALCUNI CAPITOLI SUCCESSIVI: L’ ESSERE UMANO PUÒ E DEVE FORMARE

SE STESSO. PAGINE ULTERIORI DI ANTROPOLOGIA PER LA FILOSOFIA

DELL’EDUCAZIONE. .....................................................................................72

PROBLEMI DELL’EDUCAZIONE DELLA DONNA...........................................76

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Indice

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1. INTRODUZIONE ........................................................................................... 78 A. Sviluppo della problematica sulla situazione odierna della donna........ 78 B. Tentativi di soluzione negli ultimi decenni ............................................. 83

2. IL SOGGETTO DELL’EDUCAZIONE................................................................ 84 A. Significato del soggetto per la formazione e per l’opera educativa ....... 84 B. Metodi di ricerca .................................................................................... 86 C. Apporto dei singoli metodi alla conoscenza del soggetto dell’educazione

femminile. ............................................................................................... 88 D. Cenni sul soggetto dell’educazione. ....................................................... 90

3. IL FINE DELL’EDUCAZIONE.......................................................................... 92 A. Fine indicato dall’ordine eterno............................................................. 92 B. Distinzione tra fini tipici: ordine eterno ed esigenze del tempo. ............ 95

4. EDUCATORI E MEZZI EDUCATIVI. IMPORTANZA DELLE COMUNITÀ

EDUCATRICI E DEGLI OGGETTIVI MEZZI EDUCATIVI PER LA FORMAZIONE

DELLE RAGAZZE. ......................................................................................... 96 A. Le comunità che formano gli uomini ...................................................... 97 B. Educazione e mezzi educativi. ................................................................ 99

5. METODI EDUCATIVI .................................................................................. 101 A. Casa e scuola: internato ed esternato. ................................................. 101 B. Articolazione del sistema educativo in vari tipi di scuole. ................... 103

VERITÀ E CHIAREZZA NELL’INSEGNAMENTO E NELL’EDUCAZIONE. 105

VALORE DELLA FEMMINILITÀ E SUA IMPORTANZA PER LA VITA DEL POPOLO ................................................................................................................ 110

I FONDAMENTI TEORICI DI UNA EDUCAZIONE SOCIALE COSTRUTTIVA................................................................................................................................ 113

1. PRESUPPOSTI DELLA RICHIESTA DI UN’OPERA DI EDUCAZIONE SOCIALE. .. 113 2. FONDAMENTI TEORICI DI UNA EDUCAZIONE SOCIALE COSTRUTTIVA ......... 116 3. MEZZI DELL’OPERA DI EDUCAZIONE SOCIALE. .......................................... 117

ETHOS DELLA PROFESSIONE/VOCAZIONE FEMMINILE .......................... 120

INTRODUZIONE: ETHOS, ETHOS VOCAZIONALE, ETHOS DELLA PROFESSIONE

FEMMINILE . ............................................................................................... 120 1. VOCAZIONE NATURALE DELLA DONNA ED ETHOS CORRISPONDENTE. ....... 121 2. ALTRE PROFESSIONI NATURALI DELLA DONNA......................................... 122 3. VOCAZIONE SOPRANNATURALE DELLA DONNA......................................... 123

SULL’IDEA DI FORMAZIONE (BILDUNG) ...................................................... 125

1. MATERIA DELLA FORMAZIONE.................................................................. 126 1.1 Materie inanimate e oggetti.................................................................. 127 1.2 Materia animata ................................................................................... 127

2. LA FORMAZIONE DELLO SPIRITO............................................................... 129 2.1 Come si educano le forze...................................................................... 130

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2.2 La trasformazione dei materiali; l’educazione dell’anima...................130 3. FATTORI FORMATIVI .................................................................................131

3.1 Ogni educazione è «auto-educazione» - Il senso di questi due termini 131 3.2 L’impostazione naturale come fattore formativo..................................132 3.3 L’agire guidato da libera iniziativa ......................................................132 3.4 I materiali formativi esterni e l’educazione umana ..............................133

4. L’ ARCHETIPO............................................................................................134

FONDAMENTI DELL’EDUCAZIONE DELLA DONNA ..................................135

1. ALCUNE IDEE SULL’EDUCAZIONE..............................................................135 2. NATURA E VOCAZIONE DELLA DONNA. .....................................................136 3. OPERA EDUCATIVA ESTERIORE..................................................................137 4. ESIGENZE DELL’ORA PRESENTE. METODI DI PRATICA ESECUZIONE...........138

L’INTELLETTO E GLI INTELLETTUALI..........................................................140

I. LE FACOLTÀ UMANE E IL LORO CONCORSO......................................................141 II. VARIAZIONI DEL CONCORSO DELLE FACOLTÀ UMANE E TIPI DI UOMO............144 III. LA DISPOSIZIONE DELL’ORGANISMO SOCIALE...............................................145

VOCAZIONE DELL’UOMO E DELLA DONNA SECONDO L’ORDINE DELLA NATURA E DELLA GRAZIA ..............................................................................150

VITA MULIEBRE CRISTIANA ...........................................................................162

1. L’ ANIMA FEMMINILE .................................................................................162 2. FORMAZIONE DELLA DONNA .....................................................................166

Parte Terza: PER UN'ASCESA AL SENSO DELL'EDUCARE

1. PEDAGOGIA E ANTROPOLOGIA: FONDAMENTI E BANCO DI PROVA.............172 1.1 Antropologia e antropologie.................................................................172 1.2 Lo studio del fenomeno ‘uomo’, la regione dell’essere ‘persona’........174

1.2.1 Il Leib (il corpo proprio) ...............................................................175 1.2.2 La Psyche (la psiche).....................................................................176 1.2.3 La Seele (l’anima) .........................................................................178 1.2.4 Il Geist (lo spirito) .........................................................................185 1.2.5 L’io e il flusso di coscienza............................................................189

1.3 Antropologia e metafisica cristiana......................................................195 1.4 L’umanità come totalità e l’uomo come essere evolutivo .....................197

2. CHE COS’È LA FORMAZIONE? ....................................................................198 2.1 L’azione dell’educare ...........................................................................198

2.1.1 Materia e forma dell’educazione...................................................198 2.1.2 La formazione dell’essere umano come essere spirituale..............200

2.2 Chi educare: il soggetto/oggetto dell’educazione.................................202 2.2.1 L’uomo nella sua globalità............................................................203

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Indice

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2.2.2 L’uomo secondo la specie maschile e femminile........................... 203 2.2.3 L’uomo come individuo ................................................................. 204 2.2.4 Individuo e comunità ..................................................................... 205 2.2.5 L’uomo come cercatore di Dio...................................................... 206

2.3 In sintesi e a confronto ......................................................................... 207 3. IL FINE DELL’EDUCAZIONE........................................................................ 208

3.1 L’uomo come fine dell’educazione ....................................................... 208 3.2 L’uomo soprannaturale come fine........................................................ 209

4. UNA FILOSOFIA CRISTIANA PER UNA PEDAGOGIA PER TUTTI..................... 210 4.1 Il problema di una filosofia cristiana ................................................... 210 4.2 Fenomenologia e metafisica: tragedia finale, soluzione del contratto o

nuova missione per la filosofia husserliana? ....................................... 214 4.3 Educazione all’unica verità: due sguardi e due livelli ......................... 216 4.4 Un’antropologia teologica per una Bildung completa......................... 218 4.5 Vita vecchia e vita nuova...................................................................... 224

5. SULLA SESSUALITÀ COME SPECIE. SGUARDI PER L’EDUCAZIONE.............. 228 5.1 La sessualità tra genere e specie .......................................................... 228 5.2 Maschio e femmina: l’uni-dualità ........................................................ 230

6. L’ EDUCATORE........................................................................................... 231 6.1 Uomo dell’empatia ............................................................................... 231 6.2 Capo e membro della comunità............................................................ 232 6.3 Tra responsabilità e fiducia, antropologia e personalizzazione........... 233

7. LE COMUNITÀ EDUCANTI E COMUNITÀ DA EDUCARE. SGUARDO

ISTITUZIONALE PER L’EDUCAZIONE........................................................... 234 7.1 Famiglia, Stato e Chiesa ...................................................................... 234 7.2 Educare alla comunità, educare la comunità....................................... 236 7.3 Educazione e responsabilità sociale e politica..................................... 237 7.4 Professione e vocazione........................................................................ 240

8. EDUCAZIONE E STORIA.............................................................................. 243 9. I MEZZI DELL’EDUCAZIONE....................................................................... 245

9.1 L’educazione dello spirito .................................................................... 245 9.2 L’educazione delle potenze................................................................... 248 9.3 Ogni persona e la propria strada ......................................................... 248

Parte Quarta: VIE PER LA PEDAGOGIA ATTRAVERSO LA VI TA E IL PENSIERO DI EDITH STEIN

1. LA VIA DELLA FENOMENOLOGIA ............................................................... 255 2. LA VIA DELL ’EMPATIA .............................................................................. 259 3. LA VIA DELL ’ANTROPOLOGIA................................................................... 264 4. LA VIA DELL ’EPISTEMOLOGIA................................................................... 270 5. LA VIA DELLE RELAZIONI COMUNITARIE ...................................................275 6. LA VIA DELL ’ESSERE E DELL’ONTOLOGIA................................................. 280 7. LA VIA DELLA FEDE, DELLA TEOLOGIA E DELLA MISTICA.......................... 287

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8. LA VIA NARRATIVA ...................................................................................292 9. LA VIA DELLA TESTIMONIANZA E DEL MARTIRIO .......................................296

Appendice: APPRENDERE A CHIEDERE PERCHÉ

FENOMENOLOGIA E RESPONSABILITÀ NELL'USO DELLA PAROLA. COLLOQUIO CON ROBERTA DE MONTICELLI ............................................303

NOTA BIO-BIBLIOGRAFICA.........................................................................321 BIBLIOGRAFIA ...............................................................................................325

Cronologia degli scritti di Edith Stein ..........................................................325 La collana Edith Steins Werke......................................................................335 La collana Edith Stein Gesamtausgabe.........................................................337 Opere complete di Edith Stein.......................................................................339 Siti internet....................................................................................................341 Studi su Edith Stein e la fenomenologia........................................................341 Bibliografia di riferimento ............................................................................344

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PRELUDIO

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Pax!

Münster, 24. II. 1933 Mia cara Hatti1,

[…] Durante questo semestre ho tenuto lezioni sulla antropologia filosofica (per quanto mi è stato possibile con un’ora e mezzo a settimana e dinanzi ad un pubblico in gran parte inesperto); in estate voglio tentare di affronta-re problemi di teologia. Tutti questi sono tentativi che riprendono, amplian-doli, i lavori precedenti e che servono come fondamento della pedagogia. Da settimane discuto intensamente e a fondo con gli altri docenti. Essi hanno già da lungo tempo un contratto di pubblicazione per un compendio di pedagogia che dovrebbe essere pronto in autunno. Inoltre il nostro corso a Berlino in gennaio dovrebbe essere una piccola prova generale. Tuttavia, nella discussio-ne preliminare per questo corso, ho scosso così violentemente le loro idee fondamentali, che ora sono convinti di non pubblicarlo fino a quando non avremo chiarito insieme tutti i problemi. Non è una sciocchezza. Hanno mai pensato una sola volta che cosa è la pedagogia? Non si può giungere a nessu-na chiarezza se non si è fatta luce su tutte le questioni di principio. E noi siamo persone con un passato filosofico totalmente differente (lo psicologo ne è persino privo); allora Lei può capire quanto sia difficile comprendersi. Siamo uniti solo nello scopo di costruire una pedagogia cattolica e nella volon-tà seria di trovare un terreno comune. Ciò è molto bello e io sono molto soddi-sfatta. Sto imparando molto e soffro sempre per la mia spaventosa ignoranza (in modo particolare in pedagogia e nella storia della filosofia) e per l’impos-sibilità di colmarla. Mi consola solo il fatto di poter animare questa comunità

1 Hatti, nome amichevole per Hedwig Conrad-Martius (1888-1966): discepolo “dissiden-

te” di Husserl del periodo di Gottinga, aveva incontrato il fondatore della fenomenologia dopo una prima formazione filosofica a Monaco (fu una delle prime donne ad intraprendere gli stu-di universitari), del quale non poteva dunque dichiararsi discepola diretta. Aveva però abbrac-ciato il metodo husserliano (in particolare la riduzione eidetica) così da professarsi fenomeno-loga per tutta la vita. Fu amica intima e confidente di Edith Stein e la accompagnò nella sua conversione, così come testimoniato dalla fitta e affettuosa (oltre che interessata al confronto scientifico) corrispondenza della quale tuttora disponiamo (e pubblicata a cura della Conrad stessa). La sua ricerca si è interessata soprattutto di metafisica con la sua “fenomenologia on-tologica”, di filosofia della natura e di cosmologia. Dopo la guerra assumerà la cattedra di fi-losofia a Monaco. Tra i testi più importanti e dai quali attinge anche Edith Stein ricordiamo: Metaphysische Gespräche (Dialoghi metafisici tradotto in italiano da Besa ed. nel 2006), Hal-le 1921; altri testi Realontologie, in: Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische For-schung 6 (1923); Zur Ontologie und Erscheinungslehre der realen Außenwelt. Verbunden mit einer Kritik positivistischer Theorien, in: Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung 3 (1916); Die “Seele” der Pflanze. Biologisch-ontologische Betrachtungen, Bre-slau 1934.

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Preludio

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di lavoro, cosa che potrebbe essere fatta in modo fruttuoso anche da altri se il mio lavoro dovesse rimanere sempre inadeguato. In tal modo Lei si è fatta una piccola idea della situazione. Si può accennare appena in una lettera ciò che si prova nel proprio intimo. Ho sentito come un tempo di grazia le settimane da Natale in poi (anzi dal mio ritorno da Berli-no). Dunque se Lei vuole tentare di scoprire per la sua figlioccia2 il significato del compito che deve svolgere nella sua vita, allora Le invierò quest’opera mo-struosa3, naturalmente per una critica rigorosa: una critica radicale, poiché mi sono già chiesta molte volte se con il lavoro filosofico non oltrepassi del tutto le mie possibilità. Credo che questo dubbio sia in me da quando Lipps4 (prima che io lo incontrassi) criticò in modo radicale il mio ampio lavoro nel V libro dello Jarhbuch5, e la signora Reinach6 cercò nello stesso tempo di spie-garmi che i difetti della mia opera, che ella non poteva giudicare, erano fondati in difetti personali che giacevano molto in profondità. In quel tempo ciò mi ha molto angustiato, forse proprio perché non capivo. Negli anni in cui non ho più pensato al lavoro scientifico, ciò naturalmente mi ha inquietato poco. E ora in fin dei conti può anche non inquietarmi più. Ma adesso, poiché sono po-sta dinanzi ad un così grande compito, mi preme naturalmente fare chiarezza riguardo a ciò in cui posso ragionevolmente credere. Ma certo non lo deve fa-re se Le prende troppo tempo che Le serve per cose più importanti. A tutti voi tanti cordiali saluti, sua

Edith7

Ho provato, una volta almeno, anch’io a chiedermi che cosa sia la pedagogia.

2 Conrad-Martius era stata madrina di battesimo di Edith Stein, per desiderio della nostra

stessa Autrice, con una dispensa vescovile a causa della sua confessione evangelica. 3 Si riferisce a Potenza e Atto iniziato nel 1931 e poi ripreso nel Carmelo come base per

Essere finito e Essere eterno. 4 Hans Lipps, esponente del circolo fenomenologico di Gottinga, più tardi ordinario di fi-

losofia a Francoforte. 5 Lo Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung era l’Annuario di filo-

sofia e ricerca fenomenologica diretto da Husserl in cui si curava l’edizione di alcuni testi fe-nomenologici del Maestro e dei suoi collaboratori.

6 Anne Reinach: moglie di Adolf Reinach, amico di Stein e Conrad-Martius, fenomenolo-go del circolo di Gottinga e docente di filosofia nella stessa università; morì durante la prima guerra mondiale.

7 E. STEIN, Lettera a Hedwig Conrad-Martius 24-02-1933 pubblicata in ID., La ricerca della verità. Dalla fenomenologia alla filosofia cristiana (a cura di A. Ales Bello), Città Nuo-va, Roma 1993-19993, pagg. 120-123. Corsivo, nelle prime righe, nostro.

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Preludio 19

Fu proprio un libro dal titolo Cos’è la pedagogia8 il mio primo ac-quisto bibliografico prima di cominciare gli studi. Una raccolta di saggi di uno, per me, sconosciuto Jean Piaget, acquistato nella convin-zione che fosse semplicemente una lettura introduttiva, propedeutica alle problematiche delle scienze dell’educazione. Mi sono dovuto ri-credere subito. E ritrovo la stessa domanda al termine di un percorso, arricchita certamente dalle letture, dai confronti, dagli incontri… ma quella che mi pongo ora, spero ancora con tutta la freschezza di un pensiero che vuole essere sempre aurorale, è davvero una domanda sulle questioni di principio. Ed incontro, per grazia, una figura ecce-zionale della filosofia del Novecento e, in un certo senso, anche della filosofia dell’educazione. Edith Stein.

Non ho potuto evitare una vera conoscenza di Edith Stein. Con E-dith è stato un incontro di anime. Un incontro di quelli che entrano – chissà come e chissà perché – nell’esistenza e vi rimangono e si ri-chiamano, si fanno sentire. Un incontro di anime con Edith perché le sue sono spesso le mie domande; i suoi sono spesso i miei desideri. E così, per una sorta di empatia a distanza, mediata dai testi, ho voluto penetrare nello sguardo pensoso e silenzioso di una donna che mi ha chiamato, come un fenomeno della fenomenologia. Si comprenderà, dunque, se talvolta al posto della riverenza dovuta a così grande Au-trice sfuggirà un confidenziale chiamarla per nome, Edith.

Mi si perdonerà un inizio autobiografico: ma una tesi è il termine e la conclusione, la fine e il fine, di un percorso di studi, e la vita è lo strumento oltre che il fine del pensare. Ma un risvolto autobiografico me lo ha insegnato di nuovo Edith Stein: vita e pensiero intimante uni-ti; vita che si fa pensiero e pensiero che si fa vita, perché nulla ha a che fare con il pensare dei leziosi. «I miei lavori sono sempre e soltan-to il risultato di ciò che mi dà da pensare nella vita, perché sono fatta così, debbo riflettere»9.

Veniamo ora a questo testo. Il titolo e il sottotitolo prendono spunto

dai titoli di due opere importanti della Stein: Essere finito e Essere e-

8 J. PIAGET, Cos’è la pedagogia, Newton & Compton edd., Roma 1999. 9 ID., Lettera n. 78 a Roman Ingarden del 15-10-1921, in ID. Lettere a Roman Ingarden

(1917-1938), LEV, Città del Vaticano 2001, pag. 188, © copyright 2009 Libreria Editrice Va-ticana.

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terno. Per un’ascesa al senso dell’essere e Vie della conoscenza di Dio. Il paragone è certamente azzardato, ma dichiara le intenzioni del mio studio, in risposta alla domanda «cos’è la pedagogia?». Si vuole qui affrontare la tematica del problema fondamentale della pedagogia: la sua costituzione come disciplina, come scienza. Si vuole qui parlare di filosofia dell’educazione: andare cioè alla ricerca del senso dell’educare. Su quali basi si fonda l’opera educativa? Su quali saperi si fonda il pensiero pedagogico? Edith per cercare il fondamento non guarderebbe “in basso”, ma lo troverebbe “in alto”. Il fondamento è la meta da raggiungere, ed è una meta che sta in cima al monte, come la città del vangelo. Un senso che si pone sulla vetta, per il quale bisogna ascendere, salire. E per trovare il quale bisogna predisporsi in una a-scesi. Ascesa e ascesi. Nella loro dinamica fonetica così simili, sebbe-ne con percorsi etimologici diversi10, ma che per tutti risultano una co-sa sola nell’esperienza quotidiana: ogni salire è un esercizio, e un e-sercizio duro; ogni salire è un elevarsi lasciando il superfluo per trova-re l’essenziale. È l’esperienza – in ultima analisi – dei mistici, dei mi-stici carmelitani in particolare, che salgono la grande montagna dell’incontro con Dio (il senso dell’essere) in quell’esercizio quotidia-no che è fatto di scelte. E di abbandoni. Ogni scegliere è un lasciare, ma un lasciare per trovare e non per restare fermi al bivio delle possi-bilità. Edith Stein ci insegna a cercare con tutte le forze di arrivare fin là dove ci è permesso, con un lavoro serio e severo: ma che non può raggiungere l’infinito. Che deve a un certo punto fermarsi, ricono-scendo i propri limiti non scavalcabili. «L’essere è uno, e tutto ciò che è, vi partecipa. Il suo senso pieno corrisponde alla pienezza di ogni en-te. Quando parliamo di essere, intendiamo tutta questa pienezza. Ma uno spirito finito non può cogliere questa pienezza nell’unità di una rappresentazione compiuta. Questo è il compito infinito del nostro co-noscere»11. Non tratteremo qui certo il senso dell’essere, anche se non potremo fare a meno di incrociarlo più volte. Ma se guardiamo a quell’atto particolare dell’essere finito (l’essere umano), che è l’educare e che è – per certi versi – fondamentale nella sua vocazione personale, nel suo essere personale, allo stesso modo avremo necessa-

10 Ascesa, dal latino ascendere, salire; ascesi, dal greco askèo, esercitare. 11 ID., Essere finito e Essere eterno, Città Nuova, Roma, 1988-19994, pag. 358.

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riamente l’esigenza di conoscerne e coglierne il senso, per non girare a vuoto ai piedi di un monte, senza poter gustare la bellezza dello sguardo dall’alto. Tanto più che nell’educare ci è data la responsabilità non solo di noi stessi ma di altri.

La filosofia dell’educazione di Edith Stein è una filosofia della Bil-

dung. Il suo pensiero si inserisce, con tratti peculiari e affascinanti, in quella storia tutta tedesca che parte da Goethe e giunge, rinnovata, fi-no a noi. Per questo prima di iniziare il confronto con l’opera “peda-gogica” dell’Autrice, abbiamo dedicato alcune pagine alla storia della Bildung e del suo concetto filosofico.

Segue una parte di presentazione di alcuni testi di Edith Stein in cui si affronta il tema della Bildung: i testi sono presentati in modo molto fedele e con dovizia di citazioni, per permettere all’Autrice di parlare davvero, e dare al lettore gli strumenti critici per vagliare la ricostru-zione personale di chi scrive.

La terza parte è dedicata proprio alla rilettura dei testi presentati, insieme ad altri non selezionati o a passaggi di opere non dedicate specificamente all’argomento Bildung, come ricostruzione e come proposta per la filosofa dell’educazione di oggi.

Nella quarta parte vengono presentate una serie di pagine antologi-che, che aprono a domande e questioni per tracciare alcune possibili vie per la pedagogia, attraverso la vita e l’opera della Stein. Vie tutte da esplorare, seguendo il filo rosso di una domanda: è possibile rileg-gere, per un educatore di oggi, un’esistenza così straordinaria dal pun-to di vista umano e intellettuale, come stimolo per una ricerca del sen-so dell’educare?

Infine, come un regalo prezioso che ho ricevuto, condivido in ap-pendice il testo di un colloquio con la prof.ssa Roberta De Monticelli, una meditazione fenomenologica dal titolo Apprendere a chiedere perché. Fenomenologia e responsabilità nell’uso della parola. Un do-no ricevuto che a mia volta dono al lettore perché si nutra della bellez-za del pensare e se ne lasci contagiare.

È stata una salita ardua, non c’è che dire. Duro il pensiero raffinato.

Dura la comprensione. Ma affascinante e invogliante (che rapisce!), ad ogni passo di più. Più che un capire il mio è stato un (provare a) senti-

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re. Sentire cosa c’è di vero, di bello, di buono, di unico, sulla vetta del monte della formazione. Possa Edith Stein aiutarmi a sentire ciò che lei ha sentito per essere persona in senso pieno, educatore, amante del-la sapienza.

p.s.: anche io desidero una critica radicale, poiché mi sono già chie-

sto molte volte se, con il lavoro riflessivo, non oltrepassi del tutto le mie possibilità…