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OSSERVATORIO ECONOMICO DELLA BASILICATA L’ECONOMIA DELLA BASILICATA NEL 2007

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OSSERVATORIO ECONOMICODELLA BASILICATA

L’ECONOMIA DELLA BASILICATA NEL 2007

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INDICE

1.

2.2.12.2

3. 3.13.2

4.4.14.2

5.5.15.25.35.4

6.6.16.26.2.16.2.26.2.36.36.4

7.

Il quadro di sintesi della congiuntura regionale

Lo scenario nazionale e internazionaleLa congiuntura internazionaleLa congiuntura nazionale

La congiuntura industriale in BasilicataLa congiuntura manifatturieraLa congiuntura nell’industria delle costruzioni

Le tendenze del mercato del lavoro regionaleOccupazione, disoccupazione e forze di lavoroGli interventi della Cassa Integrazione Guadagni

Il sistema delle impreseLe dinamiche della base imprenditorialeLe dinamiche imprenditoriali per forma giuridicaLe dinamiche imprenditoriali per settoriLe imprese femminili

Gli altri indicatori della congiuntura economica regionaleL’interscambio commerciale con l’esteroL’attività creditiziaGli impieghi bancariTassi di interesse e solvibilità dei debitiLa raccolta bancariaL’andamento dell’inflazione a livello localeI protesti cambiari e le procedure fallimentari

Il consuntivo dell’attività turistica nel 2007

PAG.

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131316

252537

414153

5757626467

7171808086909294

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SCHEDE DI APPROFONDIMENTO SLLE ECONOMIE PROVINCIALI

L’economia della Provincia di PotenzaL’economia della Provincia di Matera

ALLEGATO STATISTICO

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Il presente Rapporto è stato curato da Franco Bitetti, coordinatore scientifico del Centro Studi Unioncamere Basilicata.

PRESENTAZIONE

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1. IL QUADRO DI SINTESI DELLA CONGIUNTURA REGIONALE

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Quello appena trascorso è stato un anno all’insegna di un nuovo indebo-limento dell’economia lucana, che pure aveva mostrato positivi segnali di ri-presa nel corso del 2006. Il cambiamento in negativo del ciclo economico re-gionale riflette il più generale rallentamento della congiuntura nazionale e in-ternazionale, destinato a protrarsi anche nel 2008, i cui effetti sono risultati ulteriormente accentuati dagli irrisolti problemi strutturali di competitività del-l’apparato produttivo locale.

In base alle stime di pre-consuntivo del modello previsionale Unionca-mere, la crescita del PIL della Basilicata, nel 2007, dovrebbe essersi fermata al +1,4%, decelerando notevolmente rispetto al +2,1% dell’anno precedente (dato – quest’ultimo – recentemente rilasciato dall’ISTAT nell’ambito delle sti-me dei conti economici regionali 1). Si tratta, comunque, di una crescita solo di poco inferiore a quella registrata dall’economia italiana (+1,5%) che, nel 2006, non era andata oltre il +1,8%.

Al ripiegamento dell’attività economica regionale dello scorso anno ha concorso la marcata debolezza della domanda interna, in particolare della componente della spesa per consumi delle famiglie, la cui crescita si è più che dimezzata (dal +1,8 al +0,8%).

Il ristagno della domanda di consumo ha risentito dell’evoluzione sfavo-revole di alcuni fattori che concorrono alla formazione del reddito reale dispo-nibile, quali la dinamica dell’occupazione, tornata negativa nel 2007, e la for-te accelerazione dell’inflazione, che ha penalizzato soprattutto i capitoli di spesa che incidono maggiormente sui bilanci familiari. Le difficoltà finanziarie delle famiglie lucane trovano conferma, peraltro, nel forte aumento del ricor-so al credito bancario per le spese di consumo e nella riduzione del risparmio accumulato in depositi, valori mobiliari e riserve.

L’altra componente della domanda interna – la spesa per investimenti – ha mostrato, invece, una discreta tenuta (+2,8% la variazione tendenziale stimata per il 2007), grazie alla dinamica sempre espansiva degli investimenti in costruzioni e fabbricati.

1 Cfr. ISTAT, Principali aggregati dei conti economici regionali – anno 2006, Statistiche in bre-ve, gennaio 2008.

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Se la domanda interna ha proceduto a rilento, quella estera si è confer-mata come un importante fattore di “traino” dell’economia lucana nell’attuale ciclo congiunturale: per il secondo anno consecutivo, infatti, l’export regiona-le è cresciuto a ritmi sostenuti, grazie alle vendite di auto e prodotti energeti-ci, che rappresentano circa il 76% dell’export complessivo.

Il grado di apertura internazionale del “sistema Basilicata” rimane, tutta-via, assai modesto, come segnalato anche dal ridottissimo numero di imprese industriali con fatturato estero (appena il 6,4% del totale, contro una media nazionale del 23,5%).

Graf. 1.1 - L'evoluzione del PIL in Basilicata e Italia:consuntivi e stime

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008Basilicata Italia

0,7

-1,1

1,3

-0,2

2,1

1,4

0,0

Fonte: ISTAT, Unioncamere e ISAE (le linee tratteggiate indicano i valori stimati)

Dal punto di vista settoriale, il rallentamento del PIL regionale nel 2007 riflette, soprattutto, la nuova “frenata” dell’industria manifatturiera, in cre-scita zero dopo i lievi ma significativi recuperi messi a segno nell’anno prece-dente.

Segnali sfavorevoli vengono non soltanto dalle piccole imprese, che non sembrano in grado di invertire il trend negativo in atto ormai dal 2002, ma anche dalle imprese di medio-grandi dimensioni, il cui apporto è stato deter-minante nella ripresa dei livelli produttivi registrata nel 2006.

L’attuale congiuntura manifatturiera è caratterizzata, peraltro, da un’ele-vata differenziazione degli andamenti settoriali, pur in un contesto che vede sempre prevalere i trend recessivi. E’ tornato

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finalmente positivo il bilancio dell’attività produttiva nell’industria del “legno e mobile”, nonostante un lieve regresso nella parte finale dell’anno; in discreta ripresa anche l’industria “meccanica e dei mezzi di trasporto” e l’industria estrattiva, mentre tutti gli altri principali comparti accusano situazioni di “sofferenza”, che risultano par-ticolarmente intense nella “chimica e materie plastiche”, nell’alimentare, nella “carta e stampa” e nel tessile/abbigliamento.

Un elemento di forte preoccupazione è rappresentato poi dalla recrude-scenza dei fenomeni di crisi aziendali di natura strutturale (soprattutto nei settori della “chimica e materie plastiche” e del tessile/abbigliamento), segna-lata dal consistente aumento degli interventi di sostegno della Cassa Integra-zione straordinaria (quasi un milione e 600 mila le ore complessivamente au-torizzate nel corso dell’anno, il 26% in più rispetto al 2006).

Anche per l’industria delle costruzioni il consuntivo 2007 si presenta tut-t’altro che favorevole, come si evince dall’evoluzione sempre negativa del fat-turato dichiarato dalle imprese (-2,3%) e dalla forte flessione dei livelli occu-pazionali (-9,6%). Più che una vera e propria crisi, il settore sembra scontare le crescenti difficoltà delle imprese ad intraprendere nuovi percorsi di svilup-po, diversificando mercati e servizi. Il mercato immobiliare, ad esempio, se-condo i primi dati di consuntivo forniti dall’Agenzia del Territorio, dovrebbe aver esaurito, anche a livello regionale, il suo ciclo di crescita, per effetto di alcuni fattori strutturali, quali il rialzo dei tassi di interesse per i mutui e il li-vello raggiunto dal prezzo degli immobili.

Con riferimento agli altri principali settori, l’agricoltura ha subito una ulte-riore flessione del valore aggiunto (intorno al 10%), la terza consecutiva dal 2005; analogamente in calo, negli ultimi anni, sono gli occupati, e ciò sta de-terminando un significativo recupero dei livelli di produttività.

A sostenere la crescita dell’economia regionale, lo scorso anno, è stato quindi il settore terziario, dove l’incremento del valore aggiunto è stimato nel-l’ordine del 2,6%.

All’interno del comparto va segnalata, tuttavia, l’evoluzione sempre nega-tiva delle attività commerciali (-1,7% la variazione del giro d’affari degli eser-cizi al dettaglio), che riflette non soltanto la

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prolungata debolezza dei consu-mi, ma anche i problemi di tenuta del piccolo commercio tradizionale, alla ricerca di un difficile riposizionamento sul mercato che ne valorizzi i fattori specifici di attrattività. La media e grande distribuzione organizzata continua, invece, a rafforzarsi e ad incrementare le vendite, sebbene il suo grado di penetrazione nel sistema commerciale lucano resti molto inferiore alla media nazionale 2.

In forte difficoltà è il settore dell’autotrasporto, penalizzato anche dai rin-cari dei prezzi dei carburanti, che già da qualche anno accusa consistenti fles-sioni del numero di imprese, in prevalenza artigiane. Per contro, un’elevata vivacità imprenditoriale si registra nei servizi alle persone, la cui crescita è sempre più legata alla domanda di servizi sociali e sanitari da parte della po-polazione anziana, e nei servizi alle imprese, tra i quali spicca la significativa espansione dei servizi informatici e pubblicitari, da un lato, e dei più “tradizio-nali” servizi di pulizia, dall’altro.

2 Cfr. Centro Studi Unioncamere Basilicata, L’andamento del commercio al dettaglio nel 2007, Osservatorio Economico Regionale, marzo 2008.

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2006 2007

Prodotto Interno Lordo (a) 2,1 1,4 produzione industriale 0,5 -0,1 fatturato industriale 0,9 0,2 volume d'affari delle imprese edili -3,8 -2,3 vendite commerciali al dettaglio -1,7 -1,7 presenze turistiche -10,7 4,8 esportazioni 56,5 21,8 importazioni 49,7 1,1 stock di imprese attive (extra-agricole) 0,7 0,8 impieghi bancari alle imprese 0,8 10,0 prezzi al consumo 1,9 2,0 totale occupati 2,3 -1,0 - occupati nell'industria 1,2 -1,8 - occupati nei servizi 4,1 0,2 monte-ore di Cassa Integrazione (b) -29,2 -7,7 tasso di disoccupazione (c) 10,5 9,6

(a) ISTAT per il 2006, stima Unioncamere per il 2007(b) industria manifatturiera(c) livello assoluto

Prospetto 1Principali indicatori della congiuntura economica regionale

- tassi di variazione % nell'anno (salvo diversa indicazione) -

Nel complesso positivo, infine, il bilancio del settore turistico, con una ri-presa delle presenze nelle strutture ricettive che ha sfiorato il 5%, dopo le perdite accusate nell’anno precedente.

La crescita dell’attività economica nel 2007 è stata comunque insufficiente a garantire il mantenimento dei livelli di occupazione nel mercato del lavoro regionale; livelli che hanno subito, anzi, un forte arretramento (circa 2,1 mila unità in meno), determinato, peraltro, da due settori soltanto (l’industria delle costruzioni e l’agricoltura). La disoccupazione ha continuato, tuttavia, a di-minuire (la flessione è stimabile nell’ordine di 2,6 mila unità), per effetto del “passaggio” di molti inoccupati verso uno status di inattività o verso una con-dizione di occupato “irregolare”.

Il minore dinamismo dell’economia lucana trova riscontro anche nel basso grado di vitalità del sistema imprenditoriale, che si

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traduce in una crescita as-sai modesta della base produttiva regionale. Si consolidano, comunque, i pro-cessi di trasformazione del sistema delle imprese verso assetti organizzativi più strutturati, fondati sulle forme giuridiche societarie; mentre un contributo molto positivo allo sviluppo di nuove attività economiche viene dall’imprendi-toria femminile.

Se nel 2007 l’economia regionale ha fortemente rallentato, nel 2008 ri-schia di fermarsi del tutto. Le stime Unioncamere indicano, infatti, una cre-scita zero del PIL per l’anno in corso, a fronte peraltro di un modestissimo +0,5% che i principali Istituti di previsione macroeconomica accreditano all’e-conomia italiana.

2007 2008

Prodotto Interno Lordo 1,4 0,0 Domanda interna 1,3 0,8 - Spesa per consumi delle famiglie 0,8 0,5 - Investimenti fissi lordi 2,8 1,7 Valore aggiunto ai prezzi base agricoltura -10,5 -5,6 industria in senso stretto 0,2 -0,7 costruzioni 4,5 2,9 servizi 2,6 0,4

Fonte: Unioncamere, Scenari previsionali, aprile 2008

Prospetto 2Previsioni macroeconomiche per la Basilicata

- variaz. % su valori concatenati (anno base 2000) -

A tale risultato contribuirebbe l’ulteriore decelerazione della domanda in-terna (dal +1,3% del 2007 al +0,8%), sia nella componente dei consumi del-le famiglie, che verrebbero penalizzati anche dalla crescente erosione di pote-re d’acquisto indotta dall’inflazione, sia nella componente degli investimenti, che risentirebbero del progressivo esaurimento del ciclo delle costruzioni.

Dal punto di vista settoriale, invece, le previsioni più negative riguardano l’industria in senso stretto, che rischia una nuova fase recessiva; gli stessi indicatori prospettici forniti dall’indagine diretta sulle imprese sembrano avva-lorare tale rischio: nella parte finale del 2007, il portafoglio d’ordini delle im-prese ha mostrato un

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andamento molto deludente, mentre il clima di fiducia tra gli operatori è sceso ai livelli più bassi finora rilevati.

Minori stimoli alla crescita, peraltro, verrebbero anche dall’industria delle costruzioni e dal settore terziario; per quest’ultimo, in particolare, è previsto un incremento del valore aggiunto di pochi decimi di punto percentuale.

In tale contesto, le politiche regionali sono chiamate al difficile compito di coniugare interventi compensativi, volti a contrastare i fenomeni di crisi, con interventi in grado di favorire un rapido e diffuso processo di innovazione del-la base produttiva, per adattarla alle nuove condizioni dei mercati e ai nuovi fattori di successo.

2. LO SCENARIO NAZIONALE E INTERNAZIONALE

2.1 La congiuntura internazionaleL’economia mondiale, pur crescendo a ritmi ancora elevati

nell’intero 2007 (+4,9%), ha mostrato evidenti segnali di rallentamento nella parte fina-le dell’anno, iniziando a risentire della crisi finanziaria innescata dal settore immobiliare americano la scorsa estate.

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L’indebolimento del ciclo congiunturale ha interessato finora gli Stati Uniti e, in misura minore, gli altri Paesi industrializzati, mentre non ha perso vigore l’espansione delle economie emergenti. Lo sviluppo di queste economie ha contribuito a sostenere la domanda del commercio mondiale (+6,9% nel 2007) ma anche a creare ulteriori tensioni sui prezzi delle materie prime e-nergetiche e delle derrate alimentari, che rendono ancora più difficile e com-plesso l’attuale scenario internazionale.

I rincari hanno spinto, infatti, al rialzo l’inflazione nei Paesi importatori, in-cidendo negativamente sul reddito disponibile e sui consumi e condizionando gli orientamenti delle politiche monetarie, sempre più “strette” tra la neces-sità di contenere le pressioni inflazionistiche e quella di ridare impulso alla crescita economica.

Per quanto riguarda l’economia americana, la crescita del PIL si è quasi arrestata nell’ultima frazione del 2007 (+0,6% la variazione tendenziale, che porta il consuntivo dell’intero anno al +2,2%), riflettendo non soltanto la con-trazione degli investimenti residenziali ma anche una dinamica più contenuta dei consumi delle famiglie e degli investimenti non residenziali. Il rallenta-mento dei consumi dovrebbe essere proseguito anche nel primo trimestre del 2008, per effetto sia dell’ulteriore deterioramento della situazione finanziaria delle famiglie sia del calo dell’occupazione. Le preoccupazioni e le incertezze sugli scenari di crescita sono evidenti, peraltro, nella politica monetaria della Federal Reserve che, dall’inizio del 2008, è intervenuta con tre riduzioni con-secutive dei tassi di interesse ufficiali (fed funds), considerando prevalenti i rischi di recessione su quelli di una maggiore inflazione.

Le misure di stimolo fiscale, recentemente approvate dal Congresso statu-nitense, insieme al deprezzamento del dollaro e alla politica monetaria espan-siva dovrebbero, tuttavia, contribuire a sostenere l’economia nell’anno in cor-so, attenuandone il rallentamento che potrebbe “fermarsi” al +1,4%, secon-do le stime di alcuni Istituti previsionali (l’ultimo Rapporto del Fondo Moneta-rio Internazionale accredita, invece, l’economia USA di una crescita, nel 2008, non superiore allo 0,5% 3).

Anche nell’area Euro la ripresa ha perso decisamente slancio negli ultimi mesi dello scorso anno, risentendo delle turbolenze dei 3 Cfr. FMI, World Economic Outlook, aprile 2008.

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mercati finanziari, dei forti aumenti del prezzo del petrolio (ormai stabilmente al di sopra dei 100 dollari al barile) e dell’apprezzamento dell’Euro sul dollaro e sulle altre principali valute, che costituisce un fattore di indebolimento per le esportazio-ni al di fuori dell’area.

2007(a) (a) (b)

Mondo 4,9 3,7 Paesi avanzati - Stati Uniti 2,2 0,5 1,4 - Giappone 2,1 1,4 1,3 - Regno Unito 3,1 1,6 1,7 - area dell'Euro 2,6 1,4 1,5 - Francia 1,9 1,4 - Germania 2,0 1,4 - Spagna 3,8 1,8 Paesi emergenti - Brasile 5,4 4,8 4,6 - Cina 11,4 9,3 10,2 - India 9,2 7,9 8,0 - Russia 8,1 6,8 7,0

(a) FMI, World Economic Outlook, aprile 2008 (b) Consensus Forecasts, marzo 2008Fonte: Banca d'Italia, Bollettino Economico, n° 52, 2008

Tab. 2.1 - Andamenti osservati e previsti del PIL - variaz. % su anno precedente -

2008

Nella media del 2007 il PIL dell’eurozona è cresciuto comunque del 2,6%, a fronte del 2,8% dell’anno precedente, grazie soprattutto alla spinta della domanda interna (consumi delle famiglie e investimenti), mentre il contributo degli scambi con l’estero è risultato lievemente negativo.

Le informazioni congiunturali sul primo trimestre 2008 confermano la fre-nata dell’attività economica e segnalano un sensibile peggioramento del clima di fiducia di imprese e consumatori. Un elemento di forte preoccupazione è rappresentato dal sensibile aumento dell’inflazione al consumo (salita al 3,6% nello scorso mese di marzo), che ha indotto la Bce a confermare l’orienta-mento restrittivo della politica monetaria, lasciando invariati (al 4%) i tassi di interesse.

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Le stime di crescita più aggiornate ipotizzano – per Eurolandia – una va-riazione del PIL intorno al +1,5% nel 2008: un rallentamento, quindi, meno pronunciato rispetto a quello atteso per l’economia americana. Nello stesso tempo, vi sono significative differenze tra le maggiori economie dell’area: Germania, Francia e Spagna, ad esempio, continuano a mostrare uno stato della congiuntura ben più solido rispetto all’Italia, se si tiene conto del livello della produzione industriale e dello stesso clima di fiducia.

Graf. 2.1 - Prezzi internazionali del petrolio- quotazioni Brent (dollari per barile) -

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

110,0

gen.06

mag. sett. gen.07

mag. sett. gen.08

Fonte: Fondo Monetario Internazionale

Alle difficoltà dei Paesi sviluppati si contrappone la crescita sempre eleva-ta di quelli emergenti (nell’area asiatica e in quella latino-americana), che hanno assunto ormai il ruolo di locomotiva dell’economia mondiale. In Cina, in particolare, l’aumento del PIL, sospinto dalle esportazioni e dagli investi-menti, è stato dell’11,4% e nel 2008 subirà solo un lieve rallentamento, atte-standosi intorno al 9-10%. Ad attraversare una condizione di boom econo-mico sono anche i Paesi produttori di energia e materie prime (Paesi Opec e Russia), che stanno riversando le maggiori entrate in acquisti dall’estero di beni di investimento e intermedi.

Grazie a questi sviluppi, il prodotto lordo mondiale dovrebbe conservare tassi di crescita intorno al 4%, sia nel 2008 che nel 2009.2.2 La congiuntura nazionale

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Nell’anno appena trascorso il PIL italiano è aumentato dell’1,5%, mo-strando un contenuto rallentamento rispetto all’1,8% messo a segno nel 2006. La crescita ha beneficiato della ripresa dei consumi delle famiglie (+1,4%), sostenuta dal buon andamento dell’occupazione (che, in presenza di retribuzioni lorde unitarie invariate in termini reali, ha favorito un aumento del reddito disponibile) e dalle agevolazioni fiscali previste dalla Finanziaria 2007 per il rinnovo del parco auto.

Si è ridotto, invece, il contributo degli investimenti, il cui trend è risultato in forte decelerazione rispetto all’anno precedente (dal +2,5 al +1,2%), per effetto di una sostanziale stagnazione della domanda di macchinari e attrez-zature da parte delle imprese.

Pressoché trascurabile l’apporto alla crescita del PIL proveniente dalla do-manda estera netta: l’espansione delle esportazioni, infatti, è stata quasi inte-ramente neutralizzata da una dinamica altrettanto vivace delle importazioni.

Graf. 2.2 - L'andamento del Prodotto Interno Lordo nazionale- variaz.. % annue delle quantità a prezzi concatenati -

0,0

0,5

1,51,8

0,6

1,5

0,5

-0,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

Fonte: ISTAT e ISAE per stima 2008

Il consuntivo 2007 si colloca, quindi, al di sopra della performance media del PIL dopo il 2000 (+1,1%), ma è inferiore alle aspettative di metà anno, che indicavano una crescita in linea con quella del 2006. Come l’economia europea, anche quella italiana ha

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subito, infatti, un graduale indebolimento, fino a registrare una completa stagnazione nell’ultimo trimestre 4.

L’accelerazione dei prezzi dei prodotti energetici e alimentari, insieme alle più restrittive condizioni di finanziamento, hanno progressivamente sottratto stimoli alla crescita della domanda interna, mentre l’apprezzamento dell’Euro ha ulteriormente accentuato i problemi di competitività dell’apparato indu-striale, contribuendo a determinare una flessione dell’attività manifatturiera nella parte finale dell’anno.

I trim. II trim. III trim.

PIL 1,8 0,3 0,1 0,4 1,5 Importazioni totali 5,9 -1,2 -0,2 2,4 4,4 Domanda nazionale 1,8 -0,1 0,4 0,8 1,3 Consumi nazionali 1,0 0,5 0,4 0,2 1,4 spesa delle famiglie 1,1 0,7 0,5 0,2 1,4 altre spese 0,9 … -0,1 0,2 1,3 Investimenti fissi lordi 2,5 0,6 0,2 1,5 1,2 costruzioni 1,5 1,6 -1,2 1,4 2,2 altri beni 3,5 -0,4 1,5 1,5 0,2 Variazione delle scorte (a) 0,4 -0,6 0,1 0,4 … Esportazioni totali 6,2 0,2 -1,4 0,9 5,0

(a) contributi alla crescita del PIL sul periodo precedente (%)Fonte: ISTAT

2007 20072006

Tab. 2.2 - Prodotto Interno Lordo e principali componenti - variaz. % su periodo precedente -

Il 2008 non si è aperto, quindi, sotto buoni auspici e i primi mesi hanno confermato la presenza di un quadro congiunturale in progressivo peggiora-mento. Ciò ha indotto i principali Istituti di previsione macroeconomica a rive-dere al ribasso le stime sulla dinamica del PIL che, probabilmente, non andrà oltre un modestissimo +0,5%.

Il divario di crescita del nostro Paese con l’area Euro raggiungerebbe così il punto percentuale: un valore molto elevato, che conferma la situazione di tendenziale declino dello sviluppo 4 In seguito alla revisione straordinaria della contabilità nazionale da parte dell’ISTAT, non è stata ancora fornita la serie completa dei conti trimestrali per l’anno 2007; non è possibile, quindi, valutare l’entità della frenata del PIL nel IV trimestre.

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italiano nell’ultimo decennio, indipendente-mente dalle fluttuazioni cicliche. Alla base di tale declino vi sono, infatti, pro-blemi di natura strutturale che si riflettono, da molti anni, in un insufficiente progresso della produttività.

Alla decelerazione dell’attività economica prevista nel 2008 contribuireb-bero tutte le componenti della domanda. I consumi delle famiglie risentireb-bero dell’erosione di potere d’acquisto indotto dall’inflazione, in una situazio-ne in cui è fortemente aumentata la percezione di deterioramento della situa-zione finanziaria familiare. Gli investimenti rallenterebbero per l’esaurimento del ciclo delle costruzioni e per le più rigide condizioni di accesso al credito. Anche le esportazioni, infine, perderebbero velocità, scontando il minor dina-mismo della domanda mondiale e le ripercussioni dell’Euro forte.

ISAE REF FMI Ocse(mar '08) (gen '08) (apr '08) (dic '07)

PIL 0,5 0,9 0,3 1,3 Consumi delle famiglie 0,7 1,0 0,9 1,7 Investimenti fissi lordi 0,8 -0,6 0,9 1,5 Esportazioni 3,4 2,0 2,7 2,3 Importazioni 3,3 1,0 2,8 2,9 Prezzi al consumo 2,9 2,6 2,5 2,4 Bilancia partite correnti (a) (…) -25,0 -38,0 -34,0 Tasso di disoccupazione 5,9 (…) 5,9 5,8 Cambio dollaro/euro 1,49 1,41 1,47 1,45

(a) miliardi di EuroFonte: Rapporti previsionali

Tab. 2.3 - Previsioni macroeconomiche per il 2008- variaz. % su anno precedente (salvo diversa indicazione) -

In tale contesto risulterà certamente più difficile completare il risanamen-to della finanza pubblica che, nel 2007, ha compiuto significativi passi in avanti, grazie anche al ciclo congiunturale favorevole, purtroppo di breve du-rata.

Lo scorso anno, infatti, l’indebitamento netto (deficit) è sceso all’1,9% del PIL e, allo stesso modo, il rapporto debito/PIL è tornato a diminuire, passan-do dal 106,5 al 104,0%. Peraltro, la pressione fiscale sempre elevata (43% del PIL) costituisce, nel medio periodo, un fattore strutturale di ostacolo alla ripresa economica.

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L’ATTIVITÀ INDUSTRIALE. Dopo la buona espansione registrata nel 2006 (+2,6%), la produzione industriale ha subito un netto ripiegamento, chiuden-do il 2007 con una crescita zero. Il peggioramento del quadro congiunturale si è manifestato, con tutta evidenza, nel corso dell’ultimo trimestre, quando l’indice destagionalizzato ha accusato una sensibile contrazione, dopo un an-damento nel complesso altalenante (ma con tendenza al declino) nei primi due terzi dell’anno.

Graf. 2.3 - Indice destagionalizzato della produzione industriale- 2000 = 100 -

96,0

98,0

100,0

102,0

gen.06

gen.07

gen.08

Fonte: ISTAT

La frenata dell’industria è stata, ancora un volta, più accentuata rispetto agli altri Paesi dell’eurozona, dove la battuta d’arresto ha interessato sia la Germania che la Francia e la Spagna. A determinare questo gap ha certa-mente contribuito la maggiore perdita di competitività di prezzo delle nostre imprese, per effetto non soltanto dall’apprezzamento dell’Euro (elemento co-mune a tutti i Paesi dell’area) ma anche della dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto, spinta al rialzo dall’andamento sfavorevole della pro-duttività 5.

Molto differenziato il consuntivo 2007 nell’ambito dei principali settori in-dustriali: variazioni positive della produzione hanno riguardato i mezzi di tra-sporto, il tessile-abbigliamento, i mobili, la 5 Cfr. Banca d’Italia, Bollettino Economico n° 52, aprile 2008.

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gomma e materie plastiche; in ca-lo, invece, il settore energetico (ma con tendenza al recupero), la chimica, l'elettrotecnica ed elettronica, la carta, stampa ed editoria, i prodotti in legno, le calzature, la lavorazione dei minerali non metalliferi; stabili la metallurgia e i prodotti in metallo.

Graf. 2.4 - Var. % tendenziali della produzione industriale nel 2007

-7,0

-2,5

-2,0 -0,9

-0,6

0,2

1,6

2,6

2,83,3

3,6

-7,2 Calzature

Elettrotecnica

Min. non metall.Chimica

Alimentare

Carta e stampa

Metallurgia

Mezzi di trasporto

MeccanicaMobili

Tessile/abbigl.

Gomma e plastica

Fonte: ISTAT

I dati provvisori e parzialmente stimati del I trimestre 2008 indicano un certo recupero dell’attività manifatturiera (circa l’1% in più sul periodo pre-cedente), che va interpretato, tuttavia, come un semplice rimbalzo rispetto alla caduta dei mesi finali del 2007, non essendoci segnali di un’inversione di tendenza. Le ultime indagini qualitative dell’ISAE, condotte nello scorso mese di marzo, delineano infatti uno scenario di prevalente pessimismo, con un netto calo dell’indice di fiducia degli imprenditori italiani (sceso ai livelli più bassi degli ultimi due anni e mezzo) e crescenti preoccupazioni sull'evoluzione a breve termine degli ordini e della domanda, soprattutto a causa della debo-lezza del mercato interno.

L’INTERSCAMBIO CON L’ESTERO. Anche nel 2007 le esportazioni sono risultate la componente più dinamica del PIL e della domanda (+5,0% la variazione dei volumi), così come era avvenuto un anno prima. Le importazioni, a loro volta, hanno confermato il vivace andamento del 2006, crescendo ad un rit-mo solo di poco inferiore

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a quello dell’export (+4,4%), rendendo così pres-soché neutrale il contributo alla crescita del PIL offerto dalla domanda estera netta.

Se dai dati di contabilità nazionale si passa alle statistiche doganali dell’in-terscambio delle sole merci, il quadro risulta altrettanto favorevole, con un aumento (a valori correnti) delle esportazioni pari all’8,0%, a fronte del +4,4% delle importazioni. Per effetto di tali andamenti, il deficit della bilancia commerciale si è più che dimezzato, passando dai 20,5 miliardi del 2006 ai 9,5 miliardi del 2007 (al netto della bolletta energetica di 46,5 miliardi, l’inter-scambio fa registrare, invece, un surplus di 37 miliardi).

Graf. 2.5 - L'andamento dell'export per macro-aree di destinazione- variazioni % tendenziali -

-6,0

-3,0

0,0

3,0

6,0

9,0

12,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Paesi UE Paesi extra-UE

Fonte: ISTAT

Il trend espansivo delle esportazioni, che ha sostenuto l’attività manifattu-riera nel corso del 2007, evitandone un nuovo declino a causa della debolez-za della domanda interna, ha continuato a riflettere le eccellenti performance dei beni di investimento e, in misura inferiore, di quelli intermedi; mentre do-vrebbero essere in via di superamento le passate difficoltà sul fronte dei beni di consumo – dal tessile/abbigliamento ai prodotti in cuoio e calzature, ai mobili e articoli per la casa – in recupero dopo le pesanti flessioni registrate nel periodo 2001-2005. In particolare, le produzioni di medio-alta qualità del sistema moda e arredo-casa, insieme alla meccanica strumentale, si stanno ormai consolidando anche nei mercati in rapido sviluppo, dall’Europa orienta-le alla Russia e al

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Medio Oriente, segnalando un miglioramento dei fattori di competitività diversi dal prezzo

Graf. 2.6 - La bilancia commerciale italiana con i Paesi UE ed extra-UE- saldi import-export in milioni di Euro -

-25.000

-20.000

-15.000

-10.000

-5.000

0

5.000

10.000

2002 2003 2004 2005 2006 2007Paesi UE Paesi extra-UE

Fonte: ISTAT

Il progressivo peggioramento della congiuntura internazionale, tuttavia, sembra destinato a pesare sulla dinamica dell’interscambio con l’estero nel 2008. Se nei primi mesi di quest’anno l’export ha continuato a correre, il ral-lentamento della domanda mondiale (non solo negli Stati Uniti, ma anche nei maggiori Paesi europei) e l’ulteriore apprezzamento dell’Euro lasciano intra-vedere un’evoluzione più moderata nei prossimi trimestri (le previsioni più aggiornate ipotizzano, per l’intero anno, tassi di crescita dimezzati rispetto al biennio precedente).

L’INFLAZIONE. Gli ultimi mesi del 2007 sono stati contrassegnati da una forte accelerazione del tasso di inflazione, sospinto dai rincari delle materie prime energetiche ed alimentari sui mercati internazionali, solo in parte compensati dall’apprezzamento dell’euro sul dollaro.

L’indice NIC, in particolare, dopo aver toccato il punto di minimo nella pri-mavera-estate (1,5-1,6% la variazione tendenziale) è risalito, a inizio autun-no, sopra il 2%, fino a raggiungere il 2,6% a

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dicembre. La crescita media del 2007 si è fermata, comunque, all’1,7%, per effetto di una prima metà del-l’anno all’insegna della moderazione.

Nei primi mesi del 2008 la situazione sul versante dei prezzi al consumo è decisamente peggiorata, scontando l’ulteriore intensificazione delle spinte inflazionistiche di origine esterna, che si sono tradotte in nuovi rincari nei comparti dei beni energetici e dei prodotti alimentari. A marzo l’inflazione è balzata, infatti, al 3,3% (nuovo record dal 1996), con una netta risalita anche della componente di fondo (calcolata al netto dei prodotti energetici e degli alimentari freschi), nonostante i prezzi dei beni industriali siano rimasti pres-soché invariati, date le modeste pressioni dal lato della domanda.

L’accelerazione dell’inflazione è un fenomeno comune a tutti i Paesi euro-pei, ed anche nell’eurozona i prezzi al consumo viaggiano a velocità sostenu-ta: +3,6% la variazione tendenziale dell’indice armonizzato nello scorso mese di marzo, con l’Italia allineata alla media.

Graf. 2.7 - Indice armonizzato dei prezzi al consumo - Italia ed Eurolandia (variaz. % annue) -

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

mag.06

sett. gen.07

mag. sett. gen.08Italia Euro 12

Fonte: Eurostat e ISTAT

Secondo le attese degli analisti, l’inflazione al consumo nel nostro Paese resterebbe relativamente elevata per tutto il 2008, su valori compresi tra il 2,5 e il 3,0%. Tali previsioni (che, peraltro, non

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incorporano il dato molto alto di marzo), si basano su una quadro di rallentamento della crescita mondiale, che determinerebbe una sostanziale stabilizzazione dei prezzi delle materie prime alimentari e dei corsi petroliferi.

IL MERCATO DEL LAVORO. Nonostante il rallentamento dell’economia, il mer-cato del lavoro italiano ha confermato, nel 2007, i progressi degli ultimi anni.

I dati della rilevazione ISTAT sulle forze di lavoro segnalano, infatti, un andamento ancora vivace dell’occupazione (+1,0% nella media annua), pur se meno espansivo rispetto a quello registrato nel 2006 (+1,9%), e una ulte-riore discesa del tasso di disoccupazione (6,1%), attestato ormai su livelli in-feriori a quelli prevalenti nei Paesi dell’eurozona.

Graf. 2.8 - Livelli dell'occupazione e tasso di disoccupazione in Italia

18,0

19,0

20,0

21,0

22,0

23,0

24,0

'97 '98 '99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07

' milio

ni -

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

- % -

livelli di occupazione (scala sx) tasso di disoccupazione (scala dx)

Fonte: ISTAT

La crescita dell’occupazione appare sempre condizionata dalla spinta dalle regolarizzazioni degli immigrati e degli occupati dipendenti part time, mentre i lavoratori a termine (le cosiddette

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componenti atipiche) hanno mostrato una tendenziale stabilizzazione. I nuovi posti di lavoro si sono concentrati preva-lentemente nel settore terziario e nell’industria delle costruzioni; dal punto di vista territoriale, inoltre, il consuntivo dell’ultimo anno è risultato positivo sol-tanto per le regioni del centro-nord (nel Mezzogiorno, infatti, i livelli occupa-zionali sono rimasti pressoché fermi).

Per quanto riguarda, invece, le retribuzioni contrattuali lorde unitarie, il 2007 ha fatto registrare un aumento del 2,1% nell’intera economia (3,0% nel 2006), equivalente ad una sostanziale stazionarietà in termini reali.

La decelerazione ha riguardato sia l’industria in senso stretto (dal 3,4 al 2,8%) sia, in misura più accentuata, i servizi (dal 2,9 all’1,6%), che hanno risentito del forte rallentamento delle retribuzioni nel settore pubblico.

3. LA CONGIUNTURA INDUSTRIALE IN BASILICATA

3.1 La congiuntura manifatturieraLE TENDENZE GENERALI. Nella media del 2007 la produzione industriale in Ba-silicata ha fatto registrare una crescita zero, a fronte dei lievi ma significativi recuperi messi a segno nel 2006 che avevano lasciato ben sperare nell’avvio di una fase di ripresa.

L’aspetto più negativo dell’anno appena trascorso non risiede, tuttavia, nei risultati a consuntivo – che confermano, pur sempre, l’arresto del ciclo re-cessivo e una certa stabilizzazione dell’attività produttiva sui livelli conseguiti nel 2006 – ma piuttosto nel deterioramento del clima di fiducia degli opera-tori economici, mai così depresso come negli ultimi mesi.

Tale situazione riflette, evidentemente, i forti segnali di rallentamento del-l’economia italiana e le preoccupazioni circa le possibili ripercussioni sull’indu-stria lucana, resa particolarmente vulnerabile da un lungo periodo di perdite di fatturato, di economicità e di mezzi finanziari.

La circostanza che anche le imprese di medio-grande dimensione, il cui apporto è stato determinante nella ripresa dei livelli produttivi registrata nel 2006, inizino ad accusare qualche battuta d’arresto getta ulteriori ombre e incertezze sulle

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prospettive di tenuta complessiva dell’apparato industriale re-gionale nell’anno in corso.

Graf. 3.1 - L'andamento della produzione industriale - var. % annue dei valori trimestrali -

-3,0

-1,0

1,0

3,0

I. '05 III. I. '06 III. I. '07 III.Basilicata Italia

Fonte: Unioncamere, Indagine congiunturaleSulla base delle indagini congiunturali condotte dal Centro Studi

Unionca-mere Basilicata sulle imprese fino a 500 dipendenti, la produzione industriale è rimasta pressoché ferma nella media dei dodici mesi del 2007: la variazione tendenziale (anno su anno) è stata pari, infatti, al -0,1%, mentre nel 2006 l’indice era salito al +0,5%.

Tale stazionarietà è la risultante, tuttavia, di andamenti molto differenziati nei trimestri: dopo una prima frazione dell’anno fortemente negativa (-1,6%), la produzione è tornata a crescere, sebbene a ritmi tutt’altro che elevati, nel II e III trimestre (rispettivamente, +0,4 e +0,6%), per frenare nuovamente nel IV (+0,1%).

A livello nazionale, invece, il trend dell’attività industriale, in forte accele-razione dall’inizio del 2006, si è mantenuto discretamente espansivo fino ai primi mesi del 2007, evidenziando un progressivo rallentamento nei periodi successivi e chiudendo l’intero anno con un incremento medio del +1,2%.

Nell’ultimo biennio l’industria lucana non è riuscita, quindi, a sfruttare gli stimoli alla crescita offerti dalla ripresa produttiva

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manifestatasi nel resto del Paese, subendo inoltre – nella nuova fase di indebolimento del quadro con-giunturale – un arretramento più accentuato.

A tale proposito, è interessante osservare come il trend regionale della produzione risulti abbastanza “allineato” a quello nazionale nelle fasi recessi-ve e molto “distante” in quelle espansive, facendo registrare – in quest’ultimo caso – tassi di crescita assai inferiori, se non addirittura negativi (cfr. graf. 3.1).

Questa diversa “reattività” agli stimoli esterni sembra riconducibile ai limiti strutturali propri dell’industria lucana, che ne pregiudicano fortemente la ca-pacità competitiva. Da questo punto di vista, è certamente emblematico il dato relativo ai livelli di produttività 6, che risultano molto inferiori a quelli medi dell’industria italiana, con un gap che si è progressivamente allargato nel corso degli ultimi anni: tra il 2002 e il 2006, in particolare, il differenziale negativo è passato da 22,5 a 31,8 punti percentuali, secondo i dati di conta-bilità territoriale dell’ISTAT (cfr. graf. 3.2).

Il profilo tendenzialmente stazionario assunto dalla produzione industriale nel corso del 2007 trova riscontro nella distribuzione delle imprese del cam-pione d’indagine in base al “segno” degli andamenti registrati (cfr. graf. 3.3).

6 Ci si riferisce alla produttività misurata dal rapporto tra valore aggiunto e unità di lavoro im-piegate.

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Graf. 3.2 - Valore aggiunto per unità di lavoro nell'industria lucana- numeri indici Italia = 100 -

77,5

73,772,0

68,0 68,2

60,0

65,0

70,0

75,0

80,0

2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali 2000-2006

Nella media dell’anno, il 42% delle imprese ha segnalato una invarianza dei volumi di attività rispetto al 2006, mentre le imprese che hanno dichiarato andamenti produttivi in crescita (32%) sono risultate ancora superiori a quel-le con trend recessivi (26%).

Graf. 3.3 - Quote % di imprese con produzione in aumento, stabilità, flessione rispetto all'anno precedente

0

10

20

30

40

50

60

2004 2005 2006 2007aumento stabilità flessione

Fonte: Unioncamere, Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera

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Il relativo saldo, tuttavia, si è più che dimezzato (da +18 a +7 punti, tra il 2006 e il 2007), a conferma dell’indebolimento della congiuntura produttiva.

Anche per il fatturato industriale lo scorso anno ha fatto registrare anda-menti meno favorevoli rispetto al 2006, quando la crescita ha sfiorato il punto percentuale; a differenza dei volumi di produzione, però, il bilancio finale è stato lievemente positivo (+0,2%).

Va osservato peraltro che, in un contesto di forti tensioni sui prezzi delle materie prime (a partire dal petrolio) e di inevitabili aumenti dei costi di pro-duzione, risultati così modesti sul piano commerciale possono aver ulterior-mente compresso i margini aziendali e appesantito gli oneri finanziari delle imprese lucane.

A sostenere la dinamica del fatturato, nel corso del 2007, hanno contri-buito anche le esportazioni, aumentate dell’1,0% nelle imprese del campione d’indagine, sebbene il IV trimestre dell’anno abbia evidenziato un’inversione del trend positivo in atto dalla seconda metà del 2006.

Graf. 3.4 - L'andamento del fatturato dell'industria lucana - var. % annue dei valori trimestrali -

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

I. '05 III. I. '06 III. I. '07 III.totale estero

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera

L’apporto della componente estera della domanda alla crescita del volume d’affari rimane, tuttavia, strutturalmente basso, in considerazione della mo-desta quota di imprese lucane che operano

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sui mercati internazionali: soltan-to il 6,4%, contro il 23,5% della media nazionale (cfr. tab. 3.1).

Tale situazione riflette, evidentemente, la maggiore presenza, nel tessuto produttivo regionale, di imprese di piccola e piccolissima dimensione, che non hanno la forza – né finanziaria né manageriale – per una penetrazione com-merciale sull’estero. In effetti, l’incidenza di imprese export oriented non su-pera l’1,5% tra le unità produttive con meno di 10 dipendenti, ma raggiunge il 14% tra quelle della classe dimensionale 10-49 dipendenti ed il 50% tra quelle con oltre 50 dipendenti.

Basilicata Italia Basilicata Italia Basilicata Italia

2002 11,0 22,1 29,7 36,7 0,6 -0,3 2003 7,1 18,2 35,8 41,9 0,9 -0,3 2004 6,6 16,8 29,9 40,3 -0,1 0,32005 9,6 21,4 24,6 39,3 -1,1 -0,3 2006 10,1 27,2 29,2 34,9 0,6 2,22007 6,4 23,5 32,8 41,2 1,0 3,1

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

esportatrici su fatturato% di export var. % annue

dell'export % di imprese

Tab. 3.1 - Le imprese esportatrici: principali indicatori- valori medi annui 2002-2007 -

Un aspetto negativo dello scorso anno è rappresentato dalla significativa riduzione del numero di imprese lucane presenti sui mercati internazionali, la cui quota raggiungeva il 10,1% nel 2006; a tale riduzione è corrisposto, tut-tavia, un aumento dell’export realizzato dalle imprese ancora operanti sull’e-stero (anche in rapporto al loro volume d’affari complessivo). In altri termini, se molte imprese sono state costrette, dalle attuali condizioni competitive, ad abbandonare i mercati esteri, altre sono riuscite a consolidare e rafforzare la loro posizione. Ciò suggerisce l’ipotesi che vi sia stato un processo di “scre-matura” degli esportatori lucani a vantaggio di quelli dotati di una più elevata produttività (i dati mostrano, inoltre, che la propensione a vendere all’estero è cresciuta a livello delle imprese di medio-grandi dimensioni).

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GLI ANDAMENTI PER TIPOLOGIE DI IMPRESA. Al rallentamento della congiuntu-ra produttiva nel corso del 2007 ha contribuito, da un lato, il minore dinami-smo delle imprese di medio-grandi dimensioni che, nell’anno precedente, a-vevano “trainato” la lieve ripresa dell’attività manifatturiera, dall’altro, il nuo-vo arretramento delle imprese minori, che non sembrano in grado di invertire il trend negativo in atto ormai dal 2002.

In particolare, le imprese al di sotto dei 10 dipendenti hanno chiuso il 2007 con un regresso della produzione pari al 3,4%, molto più accentuato ri-spetto al 2,2% accusato nell’anno precedente.

E’ aumentata, infatti, la quota di imprese con andamenti recessivi (dal 27 al 34%), a fronte di un’“area” della stazionarietà sempre molto ampia (45%); aspetto – quest’ultimo – anch’esso negativo, stante i bassi livelli assoluti di attività (cfr. graf. 3.6).

Graf. 3.5 - L'andamento della produzione industriale per classi dimensionali delle imprese (var. % annue dei valori trimestrali)

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

4,0

6,0

I. '05 III. I. '06 III. I. '07 III. 1-9 dip. 10-49 dip. 50-500 dip.

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera

Nelle imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), invece, la produzione ha messo a segno un incremento tendenziale dello 0,6%: una crescita note-volmente rallentata rispetto a quella del 2006, quando l’indice aveva raggiun-to il +1,6%. A “pesare” sul consuntivo di fine anno sono stati l’andamento negativo del I trimestre (-1,1%) e la brusca frenata nel IV (+0,1%), che ha interrotto una discreta spinta espansiva della produzione nei due trimestri centrali.

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Miglioramenti significativi della congiuntura produttiva si sono manifestati nelle imprese della classe dimensionale intermedia (tra 10 e 50 dipendenti), dove i livelli produttivi sono aumentati dello 0,7% nella media dei dodici me-si, con un’accelerazione di 4 decimi di punto percentuale rispetto al 2006. Al di là dell’intensità del recupero, va sottolineato il fatto che ben il 44% delle imprese ha segnalato andamenti in crescita e soltanto il 20% trend negativi, per un saldo pari quindi a +22 punti.

Graf. 3.6 - Quote % di imprese con produzione in aumento, stabilità, flessione nel 2007 per classi dimensionali

0

10

20

30

40

50

1-9 dip. 10-49 dip. 50-500 dip. totaleaumento stabilità flessione

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera

GLI ANDAMENTI SETTORIALI. Una delle caratteristiche dell’attuale congiuntura manifatturiera è rappresentata dall’elevata differenziazione degli andamenti settoriali, pur in un contesto che vede ancora prevalere i trend recessivi. L’al-tro aspetto da rimarcare è la forte instabilità del ciclo economico in molti settori, con recuperi e regressi dell’attività produttiva che si alternano tra un anno e l’altro, delineando uno scenario quanto mai incerto, anche nelle pro-spettive a breve.

E’ stata l’industria del “legno e mobile” a registrare i migliori risultati lo scorso anno, sia sul piano produttivo che commerciale: la produzione è au-mentata, infatti, del 2,0%, dopo un lungo periodo di variazioni negative (nel 2006 la flessione era stata del 2,3%); mentre il fatturato ha fatto segnare un incremento del 3,1%. La

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ripresa ha interessato, in particolare, le imprese di medie dimensioni (+6,3%) e, in misura minore, le medio-grandi (+1,5%); sempre sfavorevoli, invece, gli andamenti nelle piccole imprese, dove l’attività produttiva ha subito una ulteriore flessione (-2,6%).

Va osservato, tuttavia, che le spinte espansive si sono progressivamente ridotte nel corso dell’anno e nel IV trimestre il trend è tornato in zona negati-va (-0,4%).

L’altro settore che può vantare un bilancio positivo nel 2007 è quello della “meccanica e mezzi di trasporto”, dove l’incremento della produzione è stato dell’1,8% (-0,9% la variazione nel 2006), mentre il fatturato è aumentato del 2,5%. Anche in questo caso, la ripresa ha mostrato una significativa decele-razione nell’ultima frazione dell’anno (+0,2%), in parte ascrivibile alla con-trazione della domanda estera (l’export delle imprese è diminuito dell’1,1% nel IV trimestre).

media2006

Estrattiva -1,1 -6,8 2,1 4,1 1,4 0,2 Lavorazione dei metalli 4,7 -4,0 -1,3 3,1 -0,1 -0,6 Minerali non metalliferi -1,0 -4,5 3,5 -1,8 2,5 -0,1 Chimica, gomma e plastica 2,5 -4,3 0,4 -1,7 0,6 -1,3 Alimentari e bevande 2,3 -3,0 -4,1 -1,1 -2,8 -2,7 Tessile, abbigliamento -3,1 0,6 1,5 -3,0 0,2 -0,2 Legno e mobile -2,3 3,1 4,4 0,9 -0,4 2,0 Carta, stampa, editoria -3,2 0,2 -10,3 -2,9 1,4 -2,9 Macchine elettriche/elettroniche 1,2 0,9 -3,8 1,6 1,0 -0,1 Meccanica e mezzi di trasporto -0,9 3,1 2,0 2,0 0,2 1,8 1-9 dip. -2,2 -4,4 -4,9 -0,9 -3,4 -3,4 10-49 dip. 0,3 -0,7 2,5 -1,1 2,2 0,7 50-500 dip. 1,6 -1,1 1,1 2,1 0,1 0,6 totale 0,5 -1,6 0,4 0,6 0,1 -0,1 Mezzogiorno 0,4 -2,1 0,3 -0,9 -1,4 -1,0 Italia 1,5 1,9 1,1 0,9 0,9 1,2

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

Tab. 3.2 - La produzione industriale per settori - variaz. % rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente -

I trim. II trim. III trim. IV trim. media 2007

Indicazioni favorevoli si ricavano dagli andamenti dell’industria estrattiva: a partire dal II trimestre 2007, i livelli produttivi hanno ripreso a crescere a ritmi sostenuti, compensando la forte caduta

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registrata nella prima frazione, cosicché il consuntivo di fine anno è risultato lievemente positivo (+0,2%).

Una forte attenuazione del ciclo congiunturale negativo si rileva, inoltre, nei settori dei “minerali non metalliferi” e del tessile/abbigliamento (rispetti-vamente, -0,1 e -0,2%, la variazione della produzione, a fronte di flessioni dell’1,0 e del 3,1% nel 2006). In entrambi i casi, non sono mancati spunti di ripresa nel corso dell’anno, troppo deboli e/o di breve durata, tuttavia, per determinare una vera e propria inversione di tendenza.

Nei restanti settori industriali, invece, la congiuntura ha evidenziato un netto peggioramento: ad eccezione della “carta e stampa”, si tratta infatti di settori che, nel 2006, avevano registrato trend espansivi e nel 2007 sono tor-nati ad accusare flessioni più o meno intense dell’attività.

Graf. 3.7 - L'andamento della produzione per settori- variaz. % tendenziali nella media del 2007 -

-3,0 -2,5 -2,0 -1,5 -1,0 -0,5 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5

Carta, stampa Alimentare

Chimica, plastica Lavorazione metalli

Tessile, abbigl.

totale Macchine

Minerali non metall. Estrattiva

Meccanica Legno, mobile

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera

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Graf. 3.8 - Quote % di imprese con produzione in aumento,stabilità, flessione nel 2007 per settori

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Chimica, plastica

Alimentare

Carta, stampa

Lavorazione metalli

Minerali non metall.

Macchine

Legno, mobile

Estrattiva

Tessile, abbigl.

Meccanica

aumento stabilità flessione

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturieraLe maggiori perdite si sono avute nell’industria alimentare (-

2,7% la va-riazione tendenziale della produzione) e nella “chimica e materie plastiche” (-1,3%), tra i comparti più dinamici nell’anno precedente. Ancora più marcato l’indebolimento dei ritmi produttivi nell’industria della “lavorazione dei metalli” (dal +4,7% del 2006 al -0,6% del 2007), mentre una sostanziale stazionarie-tà ha contrassegnato l’evoluzione del settore della “macchine elettriche ed e-lettroniche”, in crescita dell’1,2% nel 2006.

Sempre critica permane, infine, la situazione della “carta e stampa”, il set-tore che, nell’ultimo biennio, ha sofferto più di tutti la congiuntura negativa (nel 2007 la flessione produttiva ha sfiorato il 3%).

PREVISIONI E PROSPETTIVE. Indicazioni sull’evoluzione della produzione nei primi mesi del 2008 sono desumibili dall’evoluzione del portafoglio d’ordini delle imprese.

Dopo una prima metà dell’anno decisamente deludente, gli ordinativi acquisiti sul mercato interno hanno fatto registrare un certo recupero nel III trimestre (+0,9%), per tornare a segnare il passo nel IV (-0,3%).

Quest’ultimo dato, che assume maggiore valenza prospettica, non lascia ben sperare in una risalita dei livelli produttivi nei prossimi mesi, che rischia-no, anzi, di subire un ulteriore regresso.

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media2006

Estrattiva -0,7 -6,8 1,4 4,8 1,4 0,2 Lavorazione dei metalli 4,4 -2,9 -1,3 2,4 2,1 0,1 Minerali non metalliferi -0,9 -1,6 -0,4 -4,2 1,3 -1,2 Chimica, gomma e plastica 2,5 0,7 -3,5 0,3 -0,5 -0,7 Alimentari e bevande 2,5 -2,1 -2,9 -1,5 -2,0 -2,1 Tessile, abbigliamento -3,8 1,8 -1,4 -2,0 0,8 -0,2 Legno e mobile -2,9 4,0 4,2 2,5 0,2 2,7 Carta, stampa, editoria -2,5 -0,9 -8,4 -2,8 -1,2 -3,3 Macchine elettriche/elettroniche 1,8 4,9 -5,5 1,4 -7,6 -1,7 Meccanica e mezzi di trasporto -0,5 4,2 3,5 1,9 -1,2 2,1 1-9 dip. -2,2 -3,1 -4,0 -1,2 -3,4 -3,0 10-49 dip. 0,8 0,3 1,5 -1,6 3,1 0,8 50-500 dip. 1,1 1,1 -0,1 3,0 -1,0 0,7 totale 0,4 0,1 -0,4 0,9 -0,3 0,1

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

media 2007

Tab. 3.3 - Andamento degli ordinativi acquisiti dalle imprese- variaz. % rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente -

II trim. IV trim.I trim. III trim.

Preoccupa, soprattutto, l’intensità della flessione degli ordinativi affluiti al-le imprese di piccola dimensione (-3,4% nel IV trimestre), ma anche la ridu-zione del portafoglio d’ordini registrato dalle imprese medio-grandi (-1,0%).

A livello settoriale, trend negativi degli ordinativi, nell’ultima frazione del 2007, hanno interessato l’industria delle “macchine elettriche ed elettroniche” (-7,6%), dell’alimentare (-2,0%) e, in misura minore, della “meccanica e mezzi di trasporto” e della “carta e stampa” (-1,2%), dove sembra profilarsi un inizio 2008 all’insegna di una nuova frenata produttiva. Anche nell’indu-stria del “legno e mobile”, dove gli ordinativi sono rimasti pressoché fermi, è ipotizzabile un’attività produttiva molto rallentata nei prossimi mesi.

Per contro, gli unici settori con recuperi significativi del portafoglio d’ordi-ni sono quelli della “lavorazione dei metalli” (+2,1%, sempre nel IV trime-stre) e dell’”estrazione di minerali” (+1,4%).

A conferma di uno quadro congiunturale fortemente esposto al rischio di un nuovo deterioramento è il clima di fiducia tra gli operatori economici, sce-so ai livelli più bassi finora rilevati.

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Alla fine dello scorso anno, soltanto il 14% scommetteva su una ripresa della produzione nella prima parte del 2008, mentre il 68% riteneva probabile un’invarianza degli attuali bassi livelli produttivi e il restante 18% ipotizzava ulteriori flessioni; il saldo tra aspettative di segno opposto è risultato così – per la prima volta – negativo, sebbene per soli 4 punti percentuali.

Graf. 3.9 - Il clima di fiducia tra le imprese manifatturiere - saldi % di previsioni positive e negative della produzione per trimestre -

-20

-10

0

10

20

30

40

III. 2006 IV. I. 2007 II. III. IV. piccole imprese (fino a 10 dip.) totale imprese

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull’industria manifatturieraAnalogamente significativa è la circostanza che anche le

imprese medio-grandi esprimono forti preoccupazioni sull’evoluzione “a breve” della congiun-tura produttiva.

Lo scenario previsionale a livello settoriale (cfr. tab. 3.4) appare abbasta-nza coerente con le indicazioni fornite dall’evoluzione degli ordinativi. Diffusi regressi dell’attività produttiva sono attesi nell’industria delle “macchine elet-triche ed elettroniche” e dell’alimentare; improntate al pessimismo anche le previsioni relative ai settori del “legno e mobile” e della “carta e stampa”, mentre segnali più incoraggianti sembrano emergere dalle valutazioni formu-late dalle imprese della “lavorazione dei metalli” e della “chimica e materie plastiche”.

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Estrattiva 6 91 2 4 Lavorazione dei metalli 23 70 7 16 Minerali non metalliferi 16 72 13 3 Chimica, gomma e plastica 22 71 6 16 Alimentari e bevande 7 63 31 -24 Tessile, abbigliamento 12 79 9 2 Legno e mobile 10 69 21 -10 Carta, stampa, editoria 9 74 16 -7 Macch. elettriche/elettroniche 1 38 61 -60 Meccanica e mezzi di trasp. 22 56 22 0 1-9 dip. 14 60 25 -11 10-49 dip. 22 63 15 6 50-500 dip. 10 74 16 -6 totale 14 68 18 -4

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

Tab. 3.4 - Previsioni della produzione per il I trimestre 2008- % delle segnalazioni e saldo aumento/ flessione -

stabilità flessione saldoaumento

3.2 La congiuntura nell’industria delle costruzioniIl 2007 non ha modificato l’evoluzione molto deludente del

volume d’affari delle imprese di costruzione, in atto già da qualche anno, e le prospettive a breve delineano uno scenario ancora stagnante. Non va certo meglio a livello nazionale, dove si registrano consuntivi di segno analogamente negativo.

E’ quanto emerge dalle ultime indagini condotte su un campione di impre-se del settore che indicano, per l’intero anno, una variazione tendenziale del fatturato pari al -2,3%: una flessione,

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peraltro, più contenuta rispetto a quella rilevata nel 2006 (-3,8%) 7. In effetti, dopo un inizio 2007 molto nega-tivo (-3,8%), il trend ha subito una progressiva attenuazione, attestandosi al -1,4% nel IV trimestre. In Italia, invece, il regresso del fatturato è risultato via via più accentuato nel corso dell’anno, sebbene nell’arco dei dodici mesi il calo si sia “fermato” al 2,0%.

Graf. 3.10 - L'andamento del volume d'affari delle imprese edili - var. % annue dei valori trimestrali -

-10,0

-8,0

-6,0

-4,0

-2,0

0,0

2,0

I. '05 III. I. '06 III. I. '07 III.

Basilicata Italia

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sui servizi

Ad accusare andamenti negativi del volume d’affari è circa 1/4 delle im-prese del campione d’indagine, mentre il 18% ha segnalato un fatturato in crescita e il restante 56% un mantenimento dei livelli registrati nel 2006.

E’ interessante osservare che, nell’ultimi due anni, la quota di imprese con trend negativi si è costantemente ridotta, a fronte di un deciso aumento di quella corrispondente a trend stazionari. Il quadro che emerge, quindi, è quello di un settore non propriamente “in crisi”, ma che non sembra trovare, nell’attuale fase congiunturale, opportunità significative di sviluppo.

7 E’ opportuno precisare che l’andamento del volume d’affari non coincide con l’andamento della produzione “fisica”, dal momento che esiste uno sfasamento temporale tra la realizzazio-ne di un’opera edile e gli incassi monetari da parte delle imprese.

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Graf. 3.11 - Quote % di imprese edili con volume d'affari in aumento, stabilità, flessione rispetto all'anno precedente

0

10

20

30

40

50

60

2004 2005 2006 2007aumento stabilità flessione

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sui servizi

Dal punto di vista delle tipologie di impresa, le maggiori perdite sul piano economico continuano a registrarsi nelle aziende di minori dimensioni che, tuttavia, sono anche quelle dove gli andamenti hanno mostrato un più accen-tuato miglioramento rispetto all’anno precedente.

1-9 dip. -4,8 -5,0 -2,6 -6,0 -1,2 -3,7 10-49 dip. -4,3 -2,4 -3,5 3,6 -2,8 -1,3 50-500 dip. 0,9 -2,9 -0,4 1,9 1,4 0,0

totale imprese -3,8 -3,8 -2,6 -1,6 -1,4 -2,3

Italia -0,8 -0,1 -1,1 -3,5 -3,4 -2,0

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sui servizi

Tab. 3.5 - L'andamento del volume d'affari nelle imprese

I trim. II trim. III trim. IV trim. media 2007

media 2006

dell'industria delle costruzioni (var. % annue)

In particolare, la flessione del volume d’affari ha raggiunto il 3,7% nelle imprese con meno di 10 dipendenti (contro il -4,8% del 2006) e l’1,3% nelle imprese con 10-49 dipendenti (in quest’ultimo

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caso, la variazione negativa è stata inferiore di 3 punti percentuali rispetto a quella dell’anno precedente).

Nelle imprese medio-grandi, invece, il fatturato è rimasto fermo ai livelli del 2006, evidenziando tuttavia un significativo recupero nella seconda metà dell’anno (+1,9 e +1,4% nel III e IV trimestre).

La “precarietà” di molte situazioni aziendali è ben documentata dal ricorso sempre elevato agli interventi di sostegno della Cassa Integrazione Guadagni che, nel 2007, hanno superato il milione e 300 mila ore (un terzo delle quali concesse ad imprese artigiane).

Graf. 3.12 - Interventi della CIG nell'edilizia- n° ore autorizzate (migliaia) -

935

1.136

983

1.131 1.157

1.319

500

750

1.000

1.250

1.500

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: INPS

Molto prudenti, infine, le previsioni degli operatori in ordine all’evoluzione del volume d’affari nel I trimestre dell’anno in corso (cfr. graf. 3.13).

Prevalgono ampiamente, infatti, le segnalazioni di invarianza del fatturato (63%), mentre soltanto il 21% degli intervistati ritiene probabile una ripresa e il restante 16% manifesta preoccupazione per possibili ulteriori flessioni: il saldo tra aspettative di segno opposto si mantiene, quindi, positivo e pari a +5 punti percentuali.

Il quadro previsionale non presenta, infine, scostamenti significativi tra le diverse tipologie di impresa, a conferma di una generale debolezza del mer-cato.

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Graf. 3.13 - Le previsioni relative all'andamento del volume d'affari del settore edile nel I trimestre 2008 (% delle segnalazioni)

0

20

40

60

80

1-9 dip. 10-49 dip. 50-500 dip. totale

aumento stabilità diminuzione

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sui servizi

Graf. 3.14 - Il clima di fiducia nel settore edile in Basilicata e Italia - saldi % di previsioni positive e negative del volume d'affari -

-20

-10

0

10

20

30

40

III. 2006 IV. I. 2007 II. III. IV. Basilicata Italia

Fonte: Unioncamere - Indagine congiunturale sui servizi

4. L’EVOLUZIONE DEL MERCATO DEL LAVORO REGIONALE

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4.1 Occupazione, disoccupazione e forze di lavoroLE TENDENZE GENERALI. L’evoluzione del mercato del lavoro in Basilicata, nel 2007, è stata caratterizzata da un brusco arretramento dei livelli occupazio-nali, che avevano registrato una discreta espansione nel corso dell’anno pre-cedente.

Ciò non ha impedito, tuttavia, un’ulteriore riduzione della disoccupazione, stante un forte aumento dei fenomeni di scoraggiamento, per cui ampie fa-sce di inoccupati hanno abbandonato la ricerca attiva di un’occupazione, col-locandosi così al di fuori delle forze di lavoro.

La fuoriuscita dei disoccupati verso la “non attività”, che trova riscontro in tassi di partecipazione al mercato del lavoro scesi ai minimi storici, costitui-sce, in effetti, l’elemento di maggiore criticità dell’attuale scenario, che rischia inoltre di alimentare una ripresa delle migrazioni verso altre regioni, non sol-tanto nella tradizionale forma dei trasferimenti di residenza ma anche in quel-la degli spostamenti temporanei 8.

Graf. 4.1 - Occupati e persone in cerca di lavoro in Basilicata - variazioni % annue -

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007occupati in cerca di lavoro forze di lavoro

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

8 Evidenze empiriche per l’intera area meridionale segnalano che tale fenomeno è, effettiva-mente, in forte crescita negli ultimi anni (cfr. Svimez, Rapporto 2007 sull’economia del Mezzo-giorno, luglio 2007).

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A differenza del recente passato, inoltre, il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro regionale ha penalizzato soprattutto la popolazione maschile che, a fronte delle minori opportunità di occupazione ad essa rivol-te, ha subito una consistente riduzione della componente “attiva".

Nella media del 2007, in particolare, l’occupazione regionale è diminuita dell’1,0% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 195,0 mila unità; in ter-mini assoluti, la variazione equivale ad una perdita netta di 2,1 mila unità.

Va osservato tuttavia che il 2006 aveva fatto registrare una forte ripresa della domanda di lavoro (+2,3%), che aveva portato lo stock di occupati ai livelli più elevati degli ultimi anni; in effetti, se si considera l’intero biennio, il saldo occupazionale risulta positivo per 2,3 mila unità.

Le tendenze, sia di breve che di medio-lungo periodo, segnalano comun-que una maggiore difficoltà dell’economia lucana, rispetto a quella meridiona-le e nazionale, a creare nuova occupazione e a mantenere i posti di lavoro e-sistenti. Nell’ultimo biennio, infatti, la base occupazionale della regione è cre-sciuta a ritmi (+0,6%) più che dimezzati rispetto alla media italiana (+1,5%) e lievemente inferiori a quella meridionale (+0,8%).

La flessione dell’occupazione regionale nel 2007, anziché tradursi in disoc-cupazione aggiuntiva, si è accompagnata ad una forte riduzione delle perso-ne in cerca di lavoro, il cui stock è sceso da 23,2 a 20,6 mila unità, per una variazione relativa del -11,2%.

Tale evoluzione è la risultante di due distinti fenomeni: da un lato, il pas-saggio di molti soggetti dalla condizione di “ricerca attiva di un lavoro” a quella di “non ricerca” (e, quindi, dalla disoccupazione alle non forze di lavo-ro), dall’altro, uno spostamento in avanti – lungo il ciclo di vita – del primo in-gresso nel mercato del lavoro. Entrambi i fenomeni riflettono effetti di sco-raggiamento dovuti alle maggiori difficoltà di inserimento occupazionale; mentre sul secondo sembra incidere anche l’accresciuta propensione, da par-te della popolazione giovanile, a restare nel sistema formativo. Va consi-derato, tuttavia, un ulteriore aspetto, che attiene alla presenza di un sistema “informale” di

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ricerca del lavoro 9, tanto più diffuso quanto più il mercato del lavoro funziona poco o male nel favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta 10.

La forza lavoro in Basilicata si è quindi notevolmente ridotta nel corso del-l’ultimo anno, perdendo ben 4,7 mila unità rispetto al 2006; e ciò nonostante la crescita sostenuta della popolazione in età lavorativa (circa 1,7 mila unità in più). L’effetto di tali andamenti è stata la caduta dei tassi di attività – indicatore del grado di partecipazione della popolazione in età lavorativa al mercato del lavoro – scesi al 54,8%, il valore più basso registrato negli ultimi anni, con un gap nei confronti della media nazionale che sfiora gli 8 punti percentuali.

Analogamente in calo i tassi di occupazione, tornati nuovamente al di sot-to del 50% (meno di un occupato ogni due persone in età da lavoro).

Basilicata Italia Basilicata Italia Basilicata Italia

2002 57,0 62,1 49,3 56,7 13,5 8,62003 57,5 62,9 49,9 57,5 13,2 8,42004 56,4 62,5 49,2 57,5 12,8 8,12005 56,2 62,4 49,3 57,5 12,3 7,72006 56,3 62,7 50,3 58,4 10,5 6,82007 54,8 62,5 49,6 58,7 9,6 6,1

(a) i tassi di attività e di occupazione sono calcolati con riferimento alla popolazione in età 15-64 anniFonte: ns. elab. su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

Tab. 4.1 - Indicatori sintetici del mercato del lavoro (a)- tassi % -

attività occupazione disoccupazione

In tale contesto, l’ulteriore riduzione del tasso di disoccupazione, che per la prima volta ha sfondato il “muro” del 10%, attestandosi 9 La presenza, quindi, di modalità di ricerca diverse da quelle utilizzate dall’ISTAT per inclu-dere un soggetto nella categoria di “persona in cerca di occupazione” (l’iscrizione presso un centro per l’impiego, l’aver sostenuto un colloquio di lavoro o un concorso pubblico, l’aver inviato inserzioni su giornali o su internet, l’essersi rivolto ad un’agenzia privata di collocamen-to).10 Da questo punto di vista, si dovrebbe verificare, ad esempio, l’efficacia (e l’efficienza) dell’a-zione svolta dalle pubbliche amministrazioni preposte all’intermediazione tra la domanda e l’of-ferta di lavoro.

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al 9,6%, non può essere interpretata come un miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro regionale, riflettendo essenzialmente la contrazione della popolazione attiva, vale a dire, il denominatore del rapporto attraverso cui viene calcolato l’indice.

In effetti, se tra i disoccupati fossero conteggiate anche le persone che, pur essendo disponibili a lavorare, non svolgono azioni attive di ricerca di un lavoro (e, per ciò stesso, non sono considerate dalle statistiche ufficiali), si otterrebbe un valore dell’indice pari al 24,5% (14,9% in Italia), certamente più vicino alla percezione comune del fenomeno.

L’OCCUPAZIONE. Dal punto di vista settoriale, il saldo occupazionale negativo del 2007 (2,1 mila le unità in meno) è stato determinato interamente dalla perdita di posti di lavoro in agricoltura e nell’industria, cui è corrisposta una tendenziale stazionarietà degli occupati nei servizi, in forte espansione nel biennio precedente.

Più in dettaglio, la flessione dell’occupazione agricola ha interessato – lo scorso anno – circa 1,3 mila addetti, vale a dire, il 7,4% della manodopera impiegata nel settore nel 2006: si tratta della terza variazione negativa, su base annua, dal 2005 (un triennio che si chiude con un ridimensionamento dei livelli occupazionali complessivi superiore alle 5 mila unità).

Segni di cedimento sono stati evidenziati anche dall’occupazione dipen-dente, relativamente stabile nel recente passato, che ha accusato un calo del 10,7% (quasi un migliaio di unità, in termini assoluti); più attenuato è ri-sultato, invece, il trend negativo dell’occupazione indipendente, diminuita del 4,2%. In un’ottica di medio-lungo periodo, va sottolineato comunque il pro-cesso di “ricomposizione” della manodopera agricola, all’interno della quale cresce l’incidenza delle posizioni lavorative alle dipendenze, che rappresenta-no ormai la metà dell’intera occupazione del settore.

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2006 2007 2006 2007

agricoltura 16,2 -1,2 -1,3 -6,3 -7,4 industria 55,2 0,7 -1,0 1,2 -1,8 - in senso stretto 33,5 -0,4 1,3 -1,2 4,0 - costruzioni 21,7 1,1 -2,3 4,6 -9,6 servizi 123,6 4,9 0,2 4,1 0,2 - commercio 25,7 -1,4 -0,0 -5,2 -0,1 - altri servizi 97,9 6,3 0,3 6,9 0,3 totale occupati 195,0 4,4 -2,1 2,3 -1,0

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

media 2007

Tab. 4.2 - L'occupazione regionale per settori - valori assoluti (in migliaia di unità) e variaz. annue -

var. ass. annue var. % annue

Sul bilancio negativo dell’occupazione regionale, nell’anno appena trascor-so, ha pesato anche la brusca caduta dell’occupazione nell’industria delle co-struzioni, dopo un lungo periodo in cui ha alternato andamenti in crescita ad andamenti stazionari, attenuando le pesanti “perdite” che, nel frattempo, si andavano accumulando nell’industria manifatturiera 11.

La flessione, rispetto al 2006, è stata di 2,3 mila unità (-9,6%), nella stra-grande maggioranza (2,2 mila) occupati alle dipendenze; è rimasta quasi “ferma”, quindi, la componente autonoma dell’occupazione del settore, se-condo una tendenza già rilevata nei due anni precedenti.

11 In effetti, negli ultimi anni, l’edilizia ha svolto – sul piano occupazionale – una sorta di fun-zione anti-ciclica nei confronti del settore manifatturiero.

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Graf. 4.2 - Occupati per settori di attività economica. Basilicata- variazioni assolute in migliaia di unità -

-4

-2

0

2

4

6

2004 2005 2006 2007

- migl

iaia d

i unit

à -

agricoltura industria in senso stretto costruzioni servizi

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

Segnali finalmente favorevoli provengono, invece, dall’industria in senso stretto (che comprende, oltre al settore manifatturiero, l’industria estrattiva e della produzione e distribuzione di energia e acqua), dove l’occupazione ha ripreso a crescere, interrompendo un trend negativo durato ben 5 anni.

Il 2007 si è chiuso, infatti, con un saldo pari a +1,3 mila occupati, per un incremento relativo del 4,0% (un recupero nettamente superiore a quello messo a segno a livello nazionale, pari al +0,4%).

Determinante il contributo dell’occupazione dipendente, aumentata di 1,1 mila unità (oltre l’80%, quindi, degli occupati aggiuntivi registrati nell’anno); ma analogamente significativa, in termini relativi, è stata la crescita del lavo-ro autonomo (+4,2%), già in ripresa nel 2006.

Va osservato tuttavia che, rispetto al periodo di avvio del ciclo recessivo, coincidente con il biennio 2001-2002, mancano all’appello – nell’industria lu-cana – quasi 7 mila posti di lavoro, il 17% circa dello stock iniziale.

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Graf. 4.3 - L'evoluzione dell'occupazione dipendente e indipendente - variazioni % 2006/ 2007 -

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

agricoltura industria in s.s. costruzioni servizi commerciodipendenti indipendenti

Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

Una tendenziale stazionarietà ha caratterizzato l’evoluzione dell’occupa-zione nei servizi diversi dal commercio (+0,3%), dopo due anni di crescita molto sostenuta, durante i quali lo stock di occupati è aumentato di quasi 10 mila unità. Il risultato del 2007 può essere considerato, quindi, ampiamente positivo, segnalando la capacità di queste attività di “mantenere” i numerosi posti di lavoro creati nel biennio precedente.

Nel settore commerciale, infine, la lieve ripresa del lavoro autonomo (cir-ca 400 unità in più, pari al +2,8%) ha permesso di bilanciare la nuova fles-sione del lavoro dipendente, determinando una sostanziale invarianza dei li-velli occupazionali complessivi tra il 2006 e il 2007.

LA DISOCCUPAZIONE. Il netto miglioramento della disoccupazione regionale, diminuita di 2,6 mila unità nel 2007, è stata favorita, in larga misura, dall’ul-teriore forte contrazione del flusso di nuove leve in entrata nel mercato del lavoro, mentre assai contenuta è stata la riduzione della componente dei di-soccupati in senso stretto.

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Le persone in cerca di primo impiego hanno subito, infatti, una flessione di 2,4 mila unità, pari al -25,2%: un decremento quasi doppio rispetto a quel-lo registrato nel 2006 (-12,3%).

Su tale evoluzione, in atto già da diversi anni, incidono certamente i fatto-ri demografici (in particolare, la costante riduzione della fascia giovanile della popolazione), i cui effetti si traducono in minori ingressi sul mercato del lavo-ro 12. Non meno importanti, tuttavia, sono i fenomeni (di natura più congiun-turale) di “rinvio”, nel tempo, della ricerca del primo impiego o di “ritiro” tem-poraneo dal mercato del lavoro; fenomeni indotti dalle minori probabilità di trovare un’occupazione e, quindi, da aspettative sfavorevoli dei soggetti po-tenzialmente “attivi”.

2006 2007 2006 2007 persone in cerca di lavoro 20,6 -3,7 -2,6 -13,9 -11,2 - disoccupati in senso stretto 13,6 -2,4 -0,2 -14,9 -1,8 - in cerca di 1 ̂occupazione 7,0 -1,3 -2,4 -12,3 -25,2

non forze di lavoro (15-64 anni) 177,6 -0,0 6,3 -0,0 3,7 - cercano lavoro non attivamente 20,2 -0,6 -0,7 -2,9 -3,3 - non cercano ma disponibili a lavorare 22,5 -0,8 6,0 -4,7 36,4 - non cercano e non disponibili 135,0 1,4 1,0 1,1 0,8

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

var. % annuemedia 2007

Tab. 4.3 - Persone in cerca di occupazione e non forze lavoro- valori assoluti (in migliaia di unità) e variaz. annue -

var. ass. annue

Anche l’andamento dei disoccupati con precedenti esperienze lavorative, diminuiti soltanto di poche centinaia di unità (-1,8% in termini relativi), a fronte degli oltre due mila posti di lavoro andati persi nel 2007, sembra ricon-ducibile alla scelta di molte persone espulse dal sistema produttivo di inter-rompere la ricerca attiva di una nuova occupazione 13.

12 Tra il 2001 e il 2006, la popolazione lucana in età compresa tra i 15 e i 24 anni, ha regi-strato una flessione media, per anno, superiore al migliaio di unità.13 Sarebbe interessante, a tale proposito, poter verificare se l’ampio utilizzo di ammortizzatori sociali (dalla CIG alla mobilità) tenda a ridurre la propensione dei soggetti beneficiari a ricerca-re attivamente un lavoro.

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In effetti, lo scorso anno ha fatto registrare una forte crescita della popo-lazione che non cerca lavoro ma è disponibile a lavorare 14, il cui stock ha raggiunto le 22,5 mila unità, 6 mila in più rispetto al 2006 (+36,4%).

Se a questa componente si aggiunge quella di coloro che cercano lavoro non attivamente (20,2 mila unità) 15, si ottiene uno stock complessivo di 42,7 mila persone, che si trovano in una sorta di “zona grigia” tra l’inattività e la disoccupazione, pronti ad entrare o uscire dal mercato del lavoro a seconda delle condizioni più o meno favorevoli in esso presenti 16.

Su un piano più “strutturale”, la disoccupazione regionale si caratterizza, nel confronto con la media nazionale, per i seguenti aspetti tra loro correlati:- una maggiore incidenza delle persone in cerca di primo impiego

(e, quindi, senza esperienza lavorativa), che rappresentano il 33,9% del tota-le, contro il 31,3% dell’Italia;

- un più elevato tasso di disoccupazione giovanile 17, che raggiunge il 31,4%, oltre 10 punti in più rispetto al dato nazionale (20,3%);

- una maggiore incidenza della disoccupazione di lunga durata, corrispon-dente alle persone in cerca di occupazione da oltre 12 mesi (54,2% in Ba-silicata, 46,8% in Italia).Tali aspetti denotano la presenza di più elevate “barriere

all’ingresso” e, in generale, di maggiori “rigidità” del mercato del lavoro regionale, che si tra-ducono in una minore frequenza di passaggi dalla condizione di disoccupato a quella di occupato, e viceversa.

14 A conferma che opportunità più favorevoli potrebbero incidere sulla scelta di presentarsi sul mercato del lavoro.15 Si tratta, in particolare, di soggetti che hanno riferito di non aver effettuato alcuna azione di ricerca nei trenta giorni precedenti l’intervista (condizione che, insieme alla mancanza di una occupazione e della disponibilità a lavorare, identifica lo “stato di disoccupazione” secondo le statistiche ufficiali).16 Non a caso, si tratta delle componenti delle “non forze di lavoro” soggette alla più elevata variabilità nel tempo.17 L’indice è calcolato con riferimento alla popolazione in età 15-24 anni.

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OCCUPATI E DISOCCUPATI PER GENERE. Le dinamiche delle diverse compo-nenti delle forze di lavoro e non forze di lavoro, finora osservate, hanno mo-strato scostamenti significativi in base al genere, sia nel segno che nell’inten-sità.

A tale proposito, va rimarcata innanzitutto la sostanziale “tenuta” dell’oc-cupazione femminile (-0,1% la relativa variazione tendenziale nel 2007), in un contesto caratterizzato, come visto, da un generale arretramento dei livelli occupazionali, che ha penalizzato, quindi, quasi esclusivamente la popolazio-ne maschile; quest’ultima ha accusato, infatti, circa 2 mila occupati in meno tra il 2006 e il 2007, per un decremento dell’1,5%.

uomini donne uomini donne forze di lavoro 137,1 78,5 -3,3 -0,0 occupati 128,4 66,6 -1,5 -0,1 in cerca di lavoro 8,6 12,0 -23,6 0,5 - disoccupati in senso stretto 6,0 7,6 -20,3 20,3 - in cerca di 1 ̂occupazione 2,6 4,4 -30,1 -22,0 non forze di lavoro (15-64 anni) 60,7 116,9 9,9 0,7 - cercano non attivamente 7,7 12,5 4,5 -7,6 - non cercano ma disponibili 7,7 14,8 51,8 29,6 - non cercano e non disponibili 45,3 89,6 5,9 -1,6

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

Tab. 4.4 - Forze di lavoro e non forze di lavoro per genere- valori assoluti in migliaia di unità (media 2007) -

valori assoluti var. % 2006/2007

Una spiegazione di tali andamenti è rintracciabile nel differente dinami-smo occupazionale dei principali settori di attività economica, considerata la diversa incidenza del lavoro maschile e femminile all’interno di ciascuno (cfr. tab. 4.5). Da questo punto di vista, ad esempio, la componente maschile ha pagato fortemente le difficoltà occupazionali dell’industria delle costruzioni, dove ha subito una perdita di 2,3 mila occupati; difficoltà che hanno avuto, invece, un impatto quasi irrilevante sulla componente femminile, che rappre-senta il 3,3% soltanto della manodopera complessiva impiegata nel settore.

Va osservato, altresì, che alla “tenuta” dell’occupazione femminile ha con-tribuito in misura significativa la maggiore

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propensione delle donne ad intra-prendere un lavoro autonomo: nel complesso, l’occupazione indipendente è cresciuta del 6,3% tra le donne, mentre è diminuita dell’1,7% tra gli uomini.

Ciò spiega perché in un settore come quello dei servizi non commerciali, che ha chiuso il 2007 con un saldo occupazionale positivo interamente ascri-vibile al lavoro indipendente, l’occupazione femminile sia aumentata (+1,7%) e quella maschile si sia ridotta (-0,9%).

uomini donne uomini donne agricoltura 9,7 6,5 -1,8 -14,8 industria 48,9 6,3 -2,8 6,4 - in senso stretto 28,0 5,5 3,3 7,9 - costruzioni 20,9 0,7 -9,8 -4,1 servizi 69,8 53,8 -0,6 1,2 - commercio 16,7 9,0 0,3 -0,8 - altri servizi 53,1 44,8 -0,9 1,7 totale occupati 128,4 66,6 -1,5 -0,1

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro

Tab. 4.5 - L'occupazione per genere e settori- valori assoluti in migliaia di unità (media 2007) -

var. % 2006/2007valori assoluti

Ancora più differenziati sono risultati gli andamenti della disoccupazione: in lieve risalita quella femminile (+0,5%), in forte flessione quella maschile (-23,6%), anche nella componente dei disoccupati in senso stretto che, con-siderata la consistente perdita di occupati, avrebbe dovuto registrare un au-mento.

E’ nell’ambito della popolazione maschile, quindi, che si sono determinate le “uscite” più consistenti dalle forze di lavoro verso le non forze di lavoro: il calo degli “attivi” ha raggiunto il 3,3% (pari a circa 4,6 mila unità in meno), mentre l’aumento dei “non attivi” ma disponibili a lavorare ha sfiorato le 3 mila unità (+23,7%). Tendenze – queste – sintetizzate efficacemente dalla forte caduta dei tassi di attività maschile, passati dal 72,0% del 2006 al 69,3% del 2007; pressoché stabili, invece, gli indicatori di offerta della popo-lazione femminile, attestatisi al 40,3%.

E’ certamente sorprendente il fatto che, ad abbandonare il mercato del lavoro, anche se in modo solo temporaneo, sia stata

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soprattutto la compo-nente maschile, tradizionalmente più “attiva” e più stabilmente presente sul mercato stesso. Ciò suggerisce l’ipotesi che, alla base di queste “uscite” pos-sa esserci anche un ampliamento del fenomeno del lavoro sommerso, in altri termini, il “passaggio” dalla condizione di occupato o disoccupato a quella di occupato “irregolare”, non dichiarata come tale dai soggetti intervistati dal-l’ISTAT nell’ambito della rilevazione sulle forze di lavoro. Rafforza questa ipotesi la circostanza che i settori a maggiore assorbimento di manodopera maschile – costruzioni e industria in senso stretto – siano anche quelli carat-terizzati dai più elevati tassi di irregolarità del lavoro 18.

LA DISOCCUPAZIONE “AMMINISTRATIVA”. Il dato amministrativo relativo agli iscritti presso i Centri Pubblici per l’Impiego (124 mila unità a fine 2007) si di-scosta notevolmente dallo stock di disoccupati risultante dalle indagini ISTAT sulle forze di lavoro (21 mila unità, nella media dell’anno).

Tale discrepanza è attribuibile alla diversa definizione degli aggregati: gli iscritti ai CPI sono soggetti che hanno semplicemente dichiarato la loro dispo-nibilità al lavoro; i disoccupati rilevati dall’ISTAT, invece, sono soggetti che hanno dichiarato non soltanto di essere disponibili a svolgere un’attività lavo-rativa, ma anche di non essere occupati e di aver effettuato azioni di ricerca di un lavoro. E’ ragionevole ritenere, quindi, che il dato amministrativo sovra-stimi le dimensioni reali del fenomeno; ma è altrettanto probabile una sotto-stima dello stesso nel dato ISTAT, soprattutto in presenza di diffusi fenomeni di “scoraggiamento” della forza lavoro, come quelli osservati in precedenza.

La tab. 4.6 sintetizza le principali caratteristiche degli iscritti negli archivi dei Centri per l’Impiego in Basilicata. Il primo dato da rimarcare è quello rela-tivo ai soggetti attualmente occupati ma in cerca di altra occupazione, che rappresentano il 13% circa del totale (quasi 16 mila unità). Tra gli inoccupati, la componente di gran lunga più importante è quella dei disoccupati con precedenti esperienze lavorative (circa 50 mila unità), mentre l’incidenza delle

18 L’incidenza delle unità di lavoro non regolari sul totale delle unità di lavoro è pari al 26,1% nell’industria in senso stretto, contro una media nazionale del 3,9%, ed al 19,6% nelle costru-zioni (11,3% in Italia), secondo le stime elaborate dall’ISTAT.

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donne sfiora il 58%, per salire al 69% tra gli iscritti in cerca di prima occupa-zione.

Dal punto di vista professionale, la quasi totalità dei soggetti che si rivol-gono ai CPI (il 97% del totale) è costituita da operai qualificati; irrilevante, quindi, è la presenza – tra gli iscritti – sia della componente impiegatizia sia della componente non qualificata tout court.

totale iscritti disponibili 124.274 100,0 69.066 55,6 occupati in cerca di altra occupaz. 15.880 12,8 6.600 41,6 inoccupati (a) 108.394 87,2 62.466 57,6 - disoccupati in senso stretto 49.503 45,7 27.285 55,1 - in cerca di prima occupazione 33.769 31,2 23.128 68,5 - altri 25.122 23,2 12.053 48,0 - operai qualificati 105.038 96,9 60.071 57,2 - operai non qualificati 1.289 1,2 956 74,2 - impiegati 2.067 1,9 1.439 69,6

(a) le % delle diverse componenti sono calcolate sul totale degli inoccupatiFonte: ns. elaborazioni su dati CPI

v.a. % v.a. % su tot.

Tab. 4.6 - Iscritti ai Centri Pubblici per l'Impiego in Basilicata- valori assoluti e % a fine 2007 -

totale di cui: donne

Nell’arco dell’intero 2007, attraverso i CPI lucani sono stati effettuati circa 72 mila avviamenti, che corrispondono a nuovi rapporti di lavoro subordinato presso le imprese locali; il 46% di tali avviamenti si è concentrato nel ter-ziario, mentre l’agricoltura e l’industria hanno assorbito quote pari, rispettiva-mente, al 29 e al 25%.

Gli archivi statistici dei CPI non consentono, al momento, analisi più ap-profondite, essendo oggetto di revisione e di “adattamento” al nuovo sistema informativo regionale sul lavoro “BASIL” 19.

19 Non sono disponibili neppure serie storiche dei dati sufficientemente omogenee, se non per la Provincia di Potenza ma limitatamente agli ultimi due anni.

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4.2 Gli interventi della Cassa Integrazione GuadagniNel corso del 2007 gli interventi della Cassa Integrazione

Guadagni a so-stegno delle imprese manifatturiere lucane con difficoltà di mercato hanno registrato una moderata flessione, pur permanendo su livelli assoluti ancora molto elevati.

Nell’intero anno, in particolare, sono state autorizzate complessivamente 2 milioni e 128 mila ore, circa 178 mila in meno rispetto al 2006, per un de-cremento del 7,7%. Traducendo questo monte-ore in occupati a tempo pie-no, si può stimare un“eccedenza” di manodopera a carico delle imprese nel-l’ordine di 1,1 mila unità.

Graf. 4.4 - Interventi della CIG ordinaria e straordinaria- valori assoluti annuali (migliaia di ore) -

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

CIG ordinaria CIG straordinaria totale

Fonte: INPS

Anche nel 2007 le due tipologie di interventi di sostegno hanno eviden-ziato andamenti di segno opposto (cfr. graf. 4.4): all’ulteriore marcata flessio-ne degli interventi ordinari è

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corrisposto, infatti, un aumento degli interventi straordinari, in crescita costante negli ultimi 4 anni.

I primi si sono pressoché dimezzati, passando da 1 milione e 33 mila a 529 mila ore (un ammontare – quest’ultimo – mai così basso dal 2000); gli interventi straordinari, per contro, sono tornati a superare la “soglia” del mi-lione e mezzo di ore, per la prima volta dopo 10 anni.

Il sistema industriale lucano è alle prese, quindi, con una forte recrude-scenza dei fenomeni di crisi aziendale di natura strutturale e ciò rappresenta un ulteriore elemento critico in un contesto già difficile dal punto di vista strettamente congiunturale.

Con riferimento ai principali settori produttivi (cfr. graf. 4.5), il maggior volume di interventi si è concentrato nell’industria del tessile/abbigliamento, dove sono state autorizzate, nel 2007, 592 mila ore, un livello più che doppio rispetto a quello concesso l’anno precedente.

A determinare questa impennata sono stati gli interventi straordinari, pas-sati da 60 a 551 mila ore, mentre quelli ordinari si sono fortemente ridimen-sionati, scendendo a 41 mila ore 20.

20 E’ possibile, peraltro, che una parte della CIG ordinaria autorizzata alle imprese del settore si sia successivamente trasformata in CIG straordinaria, in conseguenza di un deterioramento delle situazioni di crisi.

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Graf. 4.5 - Interventi totali della CIG per settori- valori assoluti annuali (migliaia di ore) -

0

200

400

600

800

1.000

tess./abb. legno chimica alimentare meccanica min. nonmetall.

2006 2007

Fonte: INPS

L’altro principale “utilizzatore” della Cassa Integrazione è stata l’industria del “legno e mobile” (segnatamente, il distretto materano del salotto), che ha assorbito circa 554 mila ore, il 33,6% in meno rispetto al 2006, anno che a-veva fatto registrare un monte-ore record per questo settore.

Molto più accentuata la flessione degli interventi ordinari (da 294 a 100 mila ore), mentre quelli straordinari sono scesi a 454 mila ore, dalle 541 mila dell’anno precedente.

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min. non metall. tessile legno/ totale metall. meccanica abbigl. mobile manifatt.

2003 174.755 163.048 1.148.570 9.593 22.743 13.319 1.533.0122004 160.645 134.211 1.372.518 46.169 25.817 42.868 1.782.2282005 180.001 182.781 1.312.484 110.292 207.456 178.413 2.172.3102006 152.403 100.861 209.871 76.977 198.251 293.746 1.033.7192007 137.258 77.049 92.471 81.421 41.027 99.808 529.034

2003 14,9 321,1 56,1 112,4 -79,1 -8,9 45,32004 -8,1 -17,7 19,5 381,3 13,5 221,9 16,32005 12,0 36,2 -4,4 138,9 703,6 316,2 21,92006 -15,3 -44,8 -84,0 -30,2 -4,4 64,6 -52,4 2007 -9,9 -23,6 -55,9 5,8 -79,3 -66,0 -48,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

alimen-tare

variazioni % annue

Tab. 4.7 - Interventi della CIG ordinaria nell'industria manifatturiera - numero di ore -

chimica

min. non metall. tessile legno/ totale metall. meccanica abbigliam. mobile manifatt.

2003 168.328 66.776 89.243 6.996 57.636 64.784 453.7632004 - 270.138 97.030 3.386 301.259 45.376 717.1892005 31.749 98.677 598.670 24.517 30.752 299.952 1.084.3172006 56.412 4.880 408.898 87.238 59.527 541.086 1.271.9162007 21.867 335.280 69.626 118.403 551.189 454.128 1.598.952

2003 14,0 -71,4 -39,6 -76,3 130,1 -43,2 2004 304,5 8,7 -51,6 422,7 -30,0 58,12005 -63,5 517,0 624,1 -89,8 561,0 51,22006 77,7 -95,1 -31,7 255,8 93,6 80,4 17,32007 -61,2 6770,5 -83,0 35,7 825,9 -16,1 25,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

variazioni % annue

Tab. 4.8 - Interventi della CIG straordinaria nell'industria manifatturiera - numero di ore -

alimen-tarechimica

Al peggioramento delle difficoltà di natura strutturale è imputabile, inve-ce, il forte incremento delle ore di CIG concesse all’industria chimica: dalle 106 mila del 2006 alle 412 mila del 2007, l’81% delle quali per interventi straordinari.

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Ancora in flessione il monte-ore autorizzato alle imprese dell’industria meccanica, sceso al livello più basso finora registrato (162 mila) 21. Analoga tendenza negativa si rileva nell’industria dei “minerali non metalliferi”, men-tre segnali di “tensione” sono emersi nel settore alimentare, dove gli inter-venti di CIG hanno raggiunto, per la prima volta, le 200 mila ore.

5. IL SISTEMA DELLE IMPRESE

5.1 Le dinamiche della base imprenditoriale Uno degli aspetti che più efficacemente segnala le difficoltà

dell’economia lucana a riprendere un percorso di sviluppo è 21 Negli anni precedenti, erano state le difficoltà di ordine congiunturale dello stabilimento SATA di Melfi e del relativo indotto a determinare livelli di utilizzo della CIG particolarmente elevati nel settore.

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Page 62: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

rappresentato dal basso livello di vitalità del sistema imprenditoriale, sia dal lato delle aperture di nuove im-prese sia dal lato delle cessazioni, che si traduce in una crescita assai mode-sta della base produttiva regionale.

A preoccupare è soprattutto il tendenziale indebolimento dei fenomeni di creazione di impresa (già, di per sé, molto meno intensi rispetto a quelli os-servabili nel resto del Paese), che sembra riflettere la diffusa presenza di a-spettative di profitto non favorevoli e, più in generale, un clima di fiducia tra gli operatori economici orientato al pessimismo.

Non accennano a rientrare, d’altro canto, i fenomeni di mortalità azien-dale, a conferma della forte selezione in atto nel tessuto imprenditoriale, che colpisce particolarmente le piccole e piccolissime imprese, il cui stock è in costante riduzione negli ultimi anni.

Le difficoltà dell’attuale scenario economico non hanno frenato (anzi, han-no contribuito probabilmente ad accelerare) i processi di trasformazione del sistema delle imprese verso assetti organizzativi più strutturati, fondati sulle forme giuridiche societarie.

Questo, in estrema sintesi, è il quadro che emerge dai dati relativi alla movimentazione anagrafica delle imprese desunti dall’apposito Registro tenu-to presso le Camere di Commercio lucane.

tassi dicrescita (a)

2002 2.875 2.199 676 1,742003 2.615 2.116 499 1,262004 2.584 2.050 534 1,332005 2.607 2.179 428 1,062006 2.703 2.366 337 0,822007 2.693 2.370 323 0,78

(a) tasso di crescita = saldo / imprese registrate a inizio periodo x 100Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tab. 5.1 - Nati-mortalità delle imprese extra-agricole- 2002 / 2007 -

iscrizioni cancellazioni saldi

Nell’intero 2007, in particolare, le iscrizioni di nuove imprese extra-agrico-le, in Basilicata, sono state 2.693, in lieve regresso

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(soltanto 6 in meno) ri-spetto all’anno precedente; le cancellazioni hanno interessato, invece, 2.370 imprese, un numero poco superiore a quello del 2006, che segna il nuovo “massimo” per le chiusure aziendali registrate nei dodici mesi.

I due flussi di nati-mortalità hanno evidenziato, quindi, una sostanziale stazionarietà, cosicché il relativo saldo, che misura la variazione netta di nuo-ve imprese, non si è discostato molto dal valore dell’anno precedente, atte-standosi a +323 unità, cui corrisponde un tasso di crescita della base impren-ditoriale pari al +0,8% (vale a dire, 0,8 imprese in più ogni 100 registrate alla fine del 2006).

Come si può osservare nel grafico seguente, tra il 2002 e il 2007 i tassi di crescita si sono più che dimezzati (dal +1,7 al +0,8%), seguendo un trend di riduzione costante che, nella prima metà al periodo, è stato determinato dalla netta flessione degli indici di natalità aziendale, mentre negli ultimi anni ha scontato soprattutto l’aumento degli indici di mortalità 22.

Graf. 5.1 - Tassi di natalità, mortalità e crescita delle imprese extra-agricole in Basilicata

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

natalità 7,4 6,6 6,5 6,4 6,6 6,5 mortalità 5,7 5,4 5,1 5,4 5,8 5,8 crescita 1,7 1,3 1,3 1,1 0,8 0,8

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: Infocamere

22 Il tasso di natalità (mortalità) è misurato dal rapporto tra le nuove iscrizioni (cancellazioni) e lo stock di imprese registrate alla fine del periodo precedente; il saldo tra i due indici corri-sponde, quindi, al tasso di crescita della base imprenditoriale.

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Nel resto del Paese, invece, le dinamiche imprenditoriali si sono mantenu-te molto espansive fino al 2005, per rallentare notevolmente nei due anni successivi, sotto la spinta di una marcata intensificazione dei fenomeni di mortalità aziendale: l’incremento netto di nuove imprese è sceso così al +0,4%, dopo aver registrato valori stabilmente superiori al +2,0%, soprattut-to nell’area meridionale.

La Basilicata ha annullato quindi il gap, nei confronti dell’Italia, in termini di crescita della base produttiva (un gap particolarmente ampio negli ultimi anni); ma il recupero è avvenuto “verso il basso”, nel contesto cioè di un for-te indebolimento della vitalità complessiva del sistema delle imprese.

Graf. 5.2 - Tassi di crescita delle imprese extra-agricole- Basilicata, Mezzogiorno e Italia -

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

Basilicata 1,7 1,3 1,3 1,1 0,8 0,8 Mezzogiorno 3,0 2,3 2,7 2,3 1,2 0,5 Italia 2,1 2,0 2,2 1,9 1,4 0,4

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: Infocamere

Il graf. 5.3 riporta la graduatoria regionale dei tassi di sviluppo imprendi-toriale: se si esclude il Lazio, tutte le altre regioni presentano valori dell’indice molto bassi e, in alcuni casi, addirittura negativi; mentre la Basilicata occupa la quarta posizione, dopo essere stata, per alcuni anni, il fanalino di coda di questa speciale classifica.

Il dato più interessante riguarda, tuttavia, la diversa intensità che assu-mono i fenomeni di nati-mortalità aziendale in Basilicata e

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nel resto del Pae-se, da cui dipende poi il maggiore o minore dinamismo imprenditoriale (cfr. graf. 5.4).

Graf. 5.3 - Tassi di crescita delle imprese extra-agricole nel 2007- graduatoria regionale -

-1,5 -1,0 -0,5 0,00,51,01,52,02,53,03,5

Lazio

Sicil

ia

Vall

e d'Ao

sta

Bas

ilicat

a

Abr

uzzo

Ven

eto

Umb

ria

Piem

onte

Pugli

a

Cam

pania

Emilia

Ligu

ria

Moli

se

Tosc

ana

Mar

che

Tren

tino

Sard

egna

Lomb

ardia

Cala

bria

Friul

i

Fonte: Infocamere

La regione mostra, in effetti, valori molto inferiori alla media nazionale per entrambi gli indici di nati-mortalità, non solo nel breve ma anche nel me-dio-lungo periodo; in Basilicata, quindi, è relativamente bassa sia la propen-sione ad avviare nuove imprese sia la probabilità di chiusura di quelle esi-stenti.

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Graf. 5.4 - Tassi di natalità e mortalità aziendale nel 2007- Basilicata, Mezzogiorno e Italia -

6,55,8

7,97,47,6

7,1

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

tassi di natalità tassi di mortalitàBasilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: InfocamereCiò significa che è relativamente basso anche il tasso di

ricambio delle im-prese, vale a dire, il grado di rinnovamento della base imprenditoriale: nella media degli ultimi 3 anni, ad esempio, le iscrizioni e cancellazioni anagrafiche hanno interessato il 12,2% dell’intero stock di imprese esistenti, contro una media nazionale del 14,3%.

Il dato, per certi aspetti, più sorprendente è costituito dalla minore inten-sità dei fenomeni di mortalità aziendale in Basilicata (nel 2007, il differenziale con l’Italia del relativo indice è risultato pari a 1,3 punti percentuali), anche in considerazione della maggiore presenza – nel tessuto produttivo regionale – di imprese individuali, di piccola dimensione e poco capitalizzate, che hanno pagato, in generale, il prezzo più alto della crisi degli ultimi anni, in molti casi proprio attraverso l’espulsione dal mercato.

Se, a livello nazionale, la recente recrudescenza dei fenomeni di mortalità sembra riconducile ai processi di riconversione, ristrutturazione, razionalizza-zione e innovazione produttiva e organizzativa, che hanno interessato una parte significativa del sistema produttivo e determinato lo “spiazzamento” di molte imprese marginali, si può ipotizzare che la relativa maggiore “tenuta” delle imprese lucane sia legata anche alla minore intensità

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con cui questi pro-cessi si sono manifestati in ambito regionale e, quindi, ad un minore “effetto selettivo” del mercato locale.

E’ probabile, inoltre, che a questa maggiore “tenuta” abbia contribuito lo spostamento di imprese prima regolari nella zona grigia dell’economia som-mersa, in grado di garantire la sopravvivenza dell’attività imprenditoriale at-traverso la riduzione dei costi e più elevati margini di flessibilità.

Circa la minore propensione a “fare impresa” in Basilicata (tendenza – an-che questa – consolidatasi negli ultimi anni), le spiegazioni possono essere molteplici e riguardare sia fattori di natura più congiunturale (maggiore im-patto della crisi economica sulle aspettative di profitto dei potenziali impren-ditori, maggiore sfiducia nelle prospettive di ripresa dell’economia), sia fattori più propriamente “strutturali” (maggiori difficoltà di accesso al credito, mino-re disponibilità di incentivi finanziari e/o di servizi reali, maggiori deficit infra-strutturali) sui quali sono chiamate a misurarsi le politiche di sviluppo a livel-lo locale.

5.2 Le dinamiche imprenditoriali per forma giuridicaSono sempre meno le imprese che nascono adottando forme

giuridiche “semplici”, come la ditta individuale o la società di persone, e sempre più quelle che, per operare sul mercato, scelgono forme più complesse e articola-te (società di capitali).

Pur restando molto elevato in termini assoluti (1.674 nuove iscrizioni nel 2007, pari al 62,2% del totale), il contributo delle ditte individuali alla crea-zione di nuove imprese ha continuato infatti a ridursi, mentre la loro inciden-za sul flusso delle cancellazioni permane stabilmente superiore al 75%.

Ciò sta determinando un lento ma progressivo ridimensionamento di que-sta tipologia di impresa nel tessuto produttivo regionale, il cui peso relativo – tra il 2000 e il 2007 – è sceso dal 77,3 al 71,9%.

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attive (stock)

società di capitali 19,5 5,8 119,5 11,0 società di persone 13,4 13,5 12,1 13,0 ditte individuali 62,2 76,8 -45,2 71,9 altre forme 5,0 3,8 13,6 4,1 totale 100,0 100,0 100,0 100,0 valori assoluti 2.693 2.370 323 34.482

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tab. 5.2 - Nati-mortalità per forme giuridiche - valori % (anno 2007) -

iscritte cessate saldo

Dinamica opposta quella che caratterizza le società di capitali, che rappre-sentano ormai quasi il 20% delle nuove aperture aziendali registrate ogni an-no, a fronte di un’incidenza molto bassa tra le chiusure (5,8%); dal 2000 ad oggi, la loro quota è aumentata così di quasi 5 punti percentuali, passando dal 6,1 all’11,0%.

Rimane tendenzialmente stabile, invece, al di là di lievi scostamenti tra un anno e l’altro, l’incidenza delle società di persone e delle imprese costituite con altre forme giuridiche (in prevalenza composte da cooperative, oltre che da società consortili, consorzi e raggruppamenti temporanei di impresa), pari – rispettivamente – al 13,0 e al 4,1%.

Il diverso dinamismo delle imprese in base alla forma giuridica è sintetiz-zato, in modo efficace, dal valore del saldo tra iscrizioni e cancellazioni ana-grafiche (cfr. graf. 5.5).

Da diversi anni, ormai, la crescita netta di nuove imprese è imputabile quasi esclusivamente alle società di capitale, che presentano un saldo di nati-mortalità stabilmente compreso tra +300 e +400 unità; per contro, dal 2005 è diventato negativo l’apporto delle ditte individuali (nell’intero triennio, il sal-do è risultato pari a -331 unità), mentre si è fortemente ridotto quello delle società di persone (da +191 a +39).

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Graf. 5.5 - Saldi iscrizioni-cancellazioni per forme giuridiche delle imprese

-200

-100

0

100

200

300

400

500

2003 2004 2005 2006 2007soc. capitali soc. persone ditte indiv. altre forme

Fonte: Infocamere

Va osservato peraltro che, alla base del forte ridimensionamento delle dit-te individuali non vi è soltanto la difficoltà di sopravvivenza di molte imprese marginali e poco competitive, ma anche il “salto di qualità” di alcune verso dimensioni più consistenti e forme giuridiche più complesse, quali quelle so-cietarie. In altri termini, è probabile che un certo numero di cancellazioni di ditte individuali non derivi dalla cessazione tout court dell’attività imprendi-toriale bensì da un cambiamento di forma giuridica 23.

In effetti, soltanto 6 imprese su 10 che, ogni anno, si iscrivono nei Regi-stri camerali in Basilicata corrispondono a nuove iniziative imprenditoriali, mentre le restanti 4 sono il risultato di fenomeni di trasformazione giuridica, fusioni, scorpori o filiazioni di imprese pre-esistenti (spin-off).

5.3 Le dinamiche imprenditoriali per settoriL’analisi delle dinamiche imprenditoriali a livello settoriale

rischia di essere inficiata dall’elevato numero di iscrizioni di imprese non classificate in alcuna attività economica (si tratta del 33% circa dell’intero flusso registrato). Ciò suggerisce di ricorrere ai tassi di

23 Un atto – quest’ultimo – che dà luogo, contestualmente, ad una cancellazione dal Registro Imprese e ad una nuova iscrizione.

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variazione dello stock di imprese attive, anziché ai flussi di iscrizioni e cancellazioni e relativi saldi, quali indicatori del-la “vitalità” dei diversi comparti dell’economia regionale (cfr. tab. 5.3) 24.

Il primo dato da rimarcare è l’arretramento della base produttiva manifat-turiera che, per il secondo anno consecutivo, ha registrato una flessione del numero di imprese operative: 51 in meno rispetto al 2006, per un decremen-to dell’1,0%. Particolarmente negativo il bilancio nei settori del tessile/abbi-gliamento e del legno/mobile, dove le “perdite” di impresa – nel 2007 – am-montano, rispettivamente, a 20 e 17 unità (-4,3 e -2,0%, le variazioni relati-ve). Anche nell’industria meccanica lo stock di imprese ha subito una marcata riduzione (-19 unità, pari al -1,2%), dopo aver evidenziato una dinamica mo-deratamente espansiva nel biennio precedente, mentre una tendenziale sta-bilità ha caratterizzato la base produttiva dell’industria alimentare.

Nonostante una congiuntura economica tutt’altro che favorevole, continua a crescere il numero di imprese operanti nell’industria delle costruzioni: nel-l’ultimo anno, in particolare, se ne contano 85 in più, che equivalgono al 30% circa dell’incremento complessivo registrato (286 unità).

La maggiore spinta all’ampliamento della base imprenditoriale è venuta, tuttavia, dai servizi al sistema produttivo (96 imprese in più, per un incre-mento del 3,9%), in crescita sostenuta già da qualche anno. Se nel 2006 l’espansione di questo settore era stata alimentata dalle attività immobiliari e dall’informatica, nel 2007 ha riflesso soprattutto l’elevato dinamismo dei ser-vizi pubblicitari (20 imprese in più) e dei più “tradizionali” servizi di pulizia (13 imprese in più).

Nell’ambito del terziario va segnalata, inoltre, l’ulteriore crescita dei servizi alle persone 25, con un saldo positivo di imprese attive, tra il 2006 e il 2007, pari a 69 unità, e l’exploit degli intermediari 24 Considerando l’aggregato delle imprese attive (quelle cioè in condizioni di normale funzio-namento), le variazioni dei relativi stock non coincidono con i valori del saldo tra iscrizioni e cancellazioni.25 Un aggregato che comprende un’ampia gamma di attività: dai servizi sanitari ai servizi di istruzione, dai servizi sociali e ricreativi ai servizi più strettamente personali (parrucchieri, este-tisti, …).

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finanziari e delle agenzie assicu-rative, che hanno fatto registrare l’incremento più elevato in termini relativi (+6,6% per 45 imprese in più).

2006 2007 2006 2007 Credito/assicurazioni 16 45 2,4 6,6 Servizi alle imprese 59 96 2,5 3,9 Servizi alle persone 67 69 2,9 2,9 Industria chimica e plastica -3 3 -2,3 2,3 Alberghi e pubblici esercizi 35 44 1,6 2,0 Costruzioni 101 85 1,6 1,3 Commercio ingrosso e dettaglio 28 44 0,2 0,4 Comm. e riparazione autoveicoli 15 3 0,8 0,2 Industria alimentare 11 2 0,9 0,2 Industria meccanica 8 -19 0,5 -1,2 Industria minerali non metalliferi 0 -5 0,0 -1,4 Trasporti/comunicaz. -35 -27 -2,2 -1,7 Industria del legno e mobile -33 -17 -3,7 -2,0 Industria tessile/abbigl. -23 -20 -4,7 -4,3 totale imprese extra-agricole (a) 247 286 0,7 0,8 totale industria 66 32 0,6 0,3 - di cui: manifatturiera -36 -51 -0,7 -1,0 totale servizi 185 274 0,8 1,2 Agricoltura -465 -615 -2,1 -2,9

(a) nel totale sono escluse le imprese non classificateFonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tab. 5.3 - L'andamento dello stock di imprese attive per settori

variaz. assolute variaz. %

- graduatoria decrescente in base ai tassi di var. % 2007 -

Indicazioni favorevoli si ricavano anche dall’andamento del comparto de-gli alberghi e pubblici esercizi, dove lo stock di imprese è aumentato di 44 unità (+2,0%); continua, invece, l’emorragia di imprese appartenenti al set-tore dei trasporti e comunicazioni (27 in meno nel 2007, 62 in meno negli ul-timi due anni).

Non si ferma, infine, la tendenza al ridimensionamento della base impren-ditoriale agricola, che riflette le profonde trasformazioni in atto nel comparto, segnatamente, la scomparsa di molte piccole aziende fondate sulla prestazio-ne lavorativa del conduttore e dei suoi familiari: negli ultimi 5 anni, sono sta-te ben

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2,4 mila le imprese uscite dal mercato. L’agricoltura si conferma, tut-tavia, il settore più importante a livello regionale quanto a numerosità di a-ziende, con un “peso” sul totale pari al 37,8%.

La tab. 5.4 mette a confronto la rilevanza dei diversi settori di attività economica tra il 2002 e il 2007 e consente di valutare le trasformazioni che si stanno determinando nella struttura dell’economia lucana. I settori sono stati accorpati in due macro-raggruppamenti: da un lato, i “grandi settori tradizio-nali”, dall’altro, i “servizi alle imprese e alle persone”.

Nel contesto di un tendenziale ridimensionamento della base produttiva (nell’intero quinquennio, lo stock di imprese attive è diminuito dell’1,9%), cresce l’importanza delle attività di servizio, la cui quota sul totale passa dal 18,7 al 20,6%, per effetto di una dinamica espansiva delle imprese (+8,0%).

imprese impreseattive attive

Agricoltura 23.323 41,3 20.915 37,8 -10,3 Commercio 11.282 20,0 11.491 20,7 1,9 Costruzioni 6.071 10,7 6.512 11,8 7,3 Manifatturiero 4.870 8,6 4.865 8,8 -0,1 totale settori tradizionali 45.546 80,6 43.783 79,0 -3,9 Servizi alle imprese 2.175 3,9 2.531 4,6 16,4 Servizi alle persone 2.114 3,7 2.448 4,4 15,8 Alberghi e pubblici esercizi 2.073 3,7 2.281 4,1 10,0 Comm. e riparaz. autov. 1.915 3,4 1.913 3,5 -0,1 Trasporti/comunicaz. 1.608 2,8 1.521 2,7 -5,4 Credito/assicurazioni 691 1,2 728 1,3 5,4 totale servizi alle imprese e alle persone altri settori e imprese n.c. 369 0,7 192 0,3 -48,0 totale generale 56.491 100,0 55.397 100,0 -1,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

8,010.576 18,7 11.422 20,6

Tab. 5.4 - Evoluzione dell'incidenza dei diversi settori economici- valori assoluti e % 2002 e 2007 -

2002 2007 variaz. % 2002/2007% %

In tale raggruppamento, spiccano i risultati dei servizi alle imprese e dei servizi alle persone, che hanno conseguito tassi di

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incremento nell’ordine del 16%, guadagnando oltre mezzo punto percentuale in termini di quote di rap-presentatività (dal 3,9 al 4,6% i primi, dal 3,7 al 4,4% i secondi). Su un trend negativo si posizionano soltanto i servizi di trasporto, mentre è rimasta stabi-le l’incidenza delle attività di commercio e riparazione di autoveicoli.

Arretra, invece, il complesso dei settori tradizionali (-3,9% la flessione dello stock di imprese), che presentano tuttavia dinamiche molto differenzia-te: in forte regresso l’agricoltura, pressoché “ferma” l’industria manifatturiera, in lieve crescita il commercio, in significativa espansione il settore delle co-struzioni, che tiene quasi il passo dei servizi (+7,3%) e raggiunge, a fine 2007, un’incidenza sul totale delle imprese pari all’11,8%.

5.4 Le imprese femminiliNel corso degli ultimi anni, i “numeri” della Legge 215 hanno

segnalato, in Basilicata come nel resto del Paese, l’esistenza di un potenziale di crescita e-conomica tutto al femminile di assoluto rilievo, che ha spinto il sistema came-rale a monitorare in modo sistematico le imprese promosse e gestite in pre-valenza da donne.

Alla fine dello scorso anno, in particolare, le imprese “in rosa” 26, a livello regionale, ammontavano a 16.415, vale a dire, quasi il 30% del totale delle imprese attive (comprese quelle agricole): un tasso di femminilizzazione am-piamente superiore alla media nazionale, che si attesta intorno al 24%.

Anche escludendo le imprese agricole (settore dove si addensa maggior-mente la presenza di imprenditorialità femminile), il dato regionale rimane più elevato, essendo pari al 25% contro il 23% dell’Italia.

Il numero di donne imprenditrici (in qualità di titolari/soci, amministratori o con altre cariche sociali) raggiunge, invece, le 24.759 unità (16.660 nelle imprese extra-agricole), che rappresentano il 12,7% dell’intera popolazione femminile in età lavorativa.26 Per “imprese femminili” si intendono: a) le imprese individuali i cui titolari sono donne; b) le società di persone i cui soci siano in prevalenza donne; c) le società di capitali i cui organi di amministrazione siano costituiti per più della metà da donne; d) le società cooperative e le restanti forme giuridiche le cui cariche più significative siano ricoperte, in misura pari ad al-meno il 60%, da donne.

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La graduatoria settoriale del tasso di femminilizzazione delle imprese vede in testa l’industria del tessile/abbigliamento (57,4%) ed i servizi alle persone (45,8%); ma diversi sono i comparti che superano la quota del 30% (com-mercio, alberghi e pubblici esercizi, industria alimentare).

Le tendenze più recenti segnalano, peraltro, un crescente orientamento delle donne a cimentarsi in attività tradizionalmente più legate alla presenza maschile: le costruzioni e i servizi di trasporto e comunicazioni, ad esempio, sono i settori che hanno registrato i tassi di crescita più consistenti di imprese femminili nell’ultimo triennio.

imprese % su tot. imprese totalefemminili imprese femminili imprese

Commercio 4.293 32,0 1,2 0,4 Servizi alle persone 1.121 45,8 2,3 2,9 Alberghi e pubblici esercizi 723 31,7 1,4 2,0 Servizi alle imprese 646 25,5 4,7 3,9 Costruzioni 452 6,9 7,1 1,3 Industria alimentare 421 32,6 2,4 0,2 Industria tessile/abbigl. 257 57,4 -5,2 -4,3 altri servizi 392 17,4 8,3 0,8 altre attività industriali 397 14,0 1,3 -1,3 tot. imprese extra-agricole 8.763 25,4 2,0 0,8 totale industria 1.588 13,9 1,9 0,3 totale servizi 7.175 31,3 2,0 1,2 Agricoltura 7.652 36,6 -2,7 -2,9

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio imprenditoria femminile

Tab. 5.5 - Imprese attive femminili per settori di attività economica- stock, incidenza % su totale e variaz. %

2007 var. % 2006/2007

L’imprenditoria femminile ha offerto, inoltre, un importante contributo alla crescita della base produttiva regionale nel corso del 2007: delle 286 imprese attive in più registrate lo scorso anno (+0,8% rispetto al 2006), ben 173 han-no donne al timone. Una conferma indiretta della discreta “vitalità” di questa tipologia di impresa è rintracciabile anche nei dati relativi al lavoro autonomo femminile, aumentato in misura significativa nel 2007, a fronte di

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Page 75: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

una flessio-ne, invece, dell’occupazione indipendente maschile (cfr. parag. 4.1).

Dal punto di vista delle modalità organizzative (cfr. tab. 5.6), la ditta indi-viduale continua ad essere la forma più diffusa (essenzialmente come effetto di fenomeni di self employment della popolazione femminile), anche se con un trend decrescente (-1,3% nella media dell’ultimo biennio); mentre incre-menti molti elevati, sia in termini assoluti che relativi, si rilevano nel caso del-le società di capitale (+31,1%, pari a 142 imprese in più tra il 2005 e il 2007), segno che le imprese femminili tendono a nascere più strutturate, al-meno sotto il profilo giuridico.

A crescere, inoltre, sono soltanto le imprese a componente femminile “esclusiva” 27; il modello in ascesa, quindi, è quello delle società di capitale con l’intera base sociale costituita da donne.

v.a. % su tot. assolute %

società di capitali 598 6,8 142 31,1 società di persone 1.111 12,7 84 8,2 imprese individuali 6.759 77,1 -89 -1,3 altre forme 295 3,4 10 3,6 presenza maggioritaria 23 0,3 -6 -20,8 presenza forte 353 4,0 -19 -5,0 presenza esclusiva 8.387 95,7 172 2,1 totale 8.763 100,0 147 1,7

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio imprenditoria femminile

imprese var. 2005-2007

Tab. 5.6 - Imprese femminili extra-agricole per forma giuridica e tipologia di presenza: stock al 2007 e variazioni annue

27 L’impresa è considerata a conduzione femminile “esclusiva” se è donna il titolare della ditta individuale; se lo è il 100% dei soci delle società di capitale, delle società di persone e delle cooperative; se lo è il 100% degli amministratori delle altre forme giuridiche. Se le quote di controllo sono superiori al 60% (o a 2/3 del capitale sociale per le società di capitale), il controllo è considerato “forte”. E’ a conduzione maggioritaria se il controllo si attesta sopra il 50%.

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bianca

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6. GLI ALTRI INDICATORI DELLA CONGIUNTURA ECONOMICA

6.1 L’interscambio commerciale con l’esteroPer il secondo anno consecutivo l’export regionale è cresciuto a

ritmi mol-to sostenuti, beneficiando delle notevoli performance dell’industria dell’auto e della forte ripresa delle vendite di prodotti energetici. Positivo, peraltro, è sta-to anche il contributo offerto dalle altre merceologie, con l’unica rilevante ec-cezione dell’industria del mobile.

L’export regionale non sembra aver risentito, quindi, della perdita di com-petitività di prezzo legata alla rivalutazione dell’Euro (anche perché fortemen-te concentrato sui mercati dell’Unione europea), né della forte concorrenza esercitata dai Paesi emergenti sulle produzioni più “tradizionali”, e si confer-ma come un importante fattore di “traino” dell’economia lucana nell’attuale ciclo congiunturale.

Più orientato alla stazionarietà è risultato, invece, il trend delle importa-zioni, cosicché l’attivo commerciale ha registrato un’ulteriore impennata.

Graf. 6.1 - L'andamento delle esportazioni e importazioni regionali- valori assoluti in milioni di Euro -

2.096

1.722

1.1001.265

1.5161.517

1.1811.050

475 393 427570

694

1.038

0

500

1000

1500

2000

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007export import

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Fonte: ISTAT

In dettaglio, il valore complessivo del made in Basilicata ha superato per la prima volta, lo scorso anno, i 2 miliardi di Euro: un ammontare quasi dop-pio rispetto a quello del 2005 e superiore di oltre 370 milioni di Euro a quello del 2006, per un incremento pari al 21,8%.

Per effetto di tale crescita, la quota regionale sull’export dell’intero Paese è risalita notevolmente, passando – nell’ultimo biennio – dallo 0,37 allo 0,60%, un valore che rimane comunque molto inferiore al “peso” della regio-ne sia in termini di PIL (0,72%) che di base produttiva, misurata dallo stock di imprese attive (0,81%).

Con riferimento alle principali merceologie, va osservato innanzitutto che oltre il 60% dell’incremento complessivo dell’export regionale registrato nel 2007 è imputabile all’industria dell’auto, il cui fatturato estero ha sfiorato il miliardo e 400 milioni di Euro, quasi il 20% in più rispetto all’anno prece-dente, che aveva interrotto il trend discendente del biennio 2004-2005 (il periodo più difficile per lo stabilimento SATA di Melfi).

Mezzi di trasporto 625.584 1.166.242 1.394.688 -9,8 86,4 19,6 Energetici 726 72.143 201.983 -97,3 180,0 Mobili 216.099 148.673 122.083 -23,1 -31,2 -17,9 Metalmeccanici 62.711 96.402 103.041 -10,8 53,7 6,9 Chimici 49.628 78.045 89.734 -1,5 57,3 15,0 Gomma, plastica 48.196 48.308 57.939 -15,4 0,2 19,9 Agroalimentari 32.383 33.596 38.990 -3,1 3,7 16,1 Tessili, abbigliamento 25.898 34.648 37.476 44,6 33,8 8,2 Pelli, cuoio, calzature 22.722 27.928 25.814 20,6 22,9 -7,6 altri prodotti 14.953 15.535 24.220 0,5 3,9 55,9 totale 1.099.760 1.721.520 2.095.968 -13,1 56,5 21,8 totale - mezzi trasporto 474.176 540.621 701.280 -17,0 14,0 29,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

- valori assoluti (in migliaia di Euro) e var. % su anno precedente -

valori assoluti variaz. % annue

Tab. 6.1 - Esportazioni regionali per categorie merceologiche

2005 2005 2006 20072006 2007

Analogamente importante è stato il contributo alla crescita offerto dai prodotti energetici, “schizzati” da 72 a 202 milioni di

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Page 79: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Euro: un ammontare fi-nora mai raggiunto da questa merceologia, soggetta ad andamenti fortemen-te altalenanti negli ultimi anni.

È proseguito, inoltre, il trend espansivo dell’export dei prodotti metalmec-canici e chimici (rispettivamente, +6,9 e +15,0%), dopo i consistenti recuperi messi a segno nel 2006. Anche i prodotti del tessile/abbigliamento hanno confermato le performance molto positive degli anni precedenti, chiudendo il 2007 con un incremento dell’8,2%.

Importanti segnali di risveglio si sono evidenziati nel comparto dei prodot-ti agroalimentari (+16,1%), dopo un periodo relativamente lungo all’insegna della stazionarietà delle vendite all’estero; inoltre, per la prima volta, l’am-montare dell’export dei prodotti trasformati (20,2 milioni di Euro) ha superato quello dei prodotti agricoli (18,8 milioni).

Non inverte il trend negativo, invece, l’industria del mobile, il cui fatturato estero ha accusato la quarta flessione annuale consecutiva, scendendo a 122 milioni di Euro, a fronte dei 216 milioni registrati soltanto due anni prima.

Gli andamenti osservati hanno contribuito ad innalzare ulteriormente il grado di concentrazione merceologica dell’export lucano, che “dipende” per il 67% circa dalla sola industria dell’auto; se a questa si aggiunge anche l’indu-stria energetica (il secondo settore in termini di volumi esportati) la quota sa-le al 76%.

Circa le principali aree geo-economiche di sbocco delle produzioni regio-nali (cfr. tab. 6.2), i tassi di crescita più elevati si sono registrati sui mercati europei extra-UE (+53,2%), per effetto soprattutto delle consistenti vendite di prodotti energetici alla Turchia (134 milioni di Euro, pari al 66% del flusso complessivo). Ha “frenato”, invece, l’export destinato ai 10 nuovi Paesi mem-bri della UE (-4,5%), il cui valore, peraltro, era più che raddoppiato l’anno precedente.

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v.a. % 2005 2006 2007

Unione Europea (15) 1.468.637 70,1 -9,2 39,5 22,6 - Regno Unito 389.454 18,6 -37,4 75,2 22,4 - Germania 280.079 13,4 9,0 62,3 -15,3 - Francia 213.974 10,2 66,4 -10,0 40,3 - Spagna 214.000 10,2 -24,7 38,4 80,2 nuovi Paesi UE (10) 143.481 6,8 6,4 128,3 -4,5 altri Paesi europei 262.637 12,5 -40,2 166,3 53,2 Paesi extra-europei 221.212 10,6 -26,4 82,6 9,7 totale generale 2.095.968 100,0 -13,1 56,5 21,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

var. % annue2007

Tab. 6.2 - Valore delle esportazioni per Paesi/ aree di destinazione- importi in migliaia di Euro -

Nonostante l’ulteriore arretramento del mercato statunitense (-6,7%), in costante flessione dal 2001, si è mantenuto espansivo il trend dell’export ver-so i Paesi extra-europei (+9,7%); il flusso si concentra, soprattutto, nell’area sud del bacino del Mediterraneo, che assorbe circa il 44% dell’intero export extra-europeo della Basilicata.

Segnali molto positivi vengono, infine, dai mercati dell’Unione Europea, i più importanti per l’interscambio regionale: per il secondo anno consecutivo, l’export è cresciuto a ritmi decisamente elevati (+22,6%), sfiorando il miliar-do e mezzo di Euro. A fare da “locomotiva” è stato soprattutto il mercato in-glese, dove le vendite sono quasi raddoppiate negli ultimi due anni; ma un forte dinamismo ha caratterizzato anche il mercato francese, in recupero do-po la flessione accusata nel 2006, e quello spagnolo. Tra i principali acquiren-ti del made in Basilicata ha perso terreno, invece, la Germania (-15,3%) che, nell’anno precedente, aveva fatto registrare incrementi superiori al 60%.

Il graf. 6.2 consente di valutare le modifiche intervenute nella composi-zione geografica dell’export lucano nell’ultimo biennio.

A livello di macro-aree, si rileva una significativa riduzione della quota di export destinato ai Paesi UE (a 15), che passa dal 78,1 al 70,1%, a fronte di una maggiore importanza degli altri grandi

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Page 81: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

mercati di sbocco; ancora relativa-mente contenuta, tuttavia, è l’incidenza del flusso verso i Paesi extra-europei, di poco superiore al 10%.

Graf. 6.2- I principali mercati di sbocco dell'export regionale- quote % su totale -

0,0

4,0

8,0

12,0

16,0

20,0

Regno Unito Germania Francia Spagna nuovi Paesi UE Paesi europeiextra-UE

Paesi extra-europei

2005 2007

Fonte: ISTATAll’interno dell’area UE, invece, è cresciuto notevolmente il

“peso” del mercato inglese, diventato il principale sbocco dell’export lucano, con una quota pari al 18,6% del flusso complessivo; per contro, si è ridotta l’impor-tanza del mercato tedesco (dal 18,5 al 13,4%, tra il 2005 e il 2007) e di quel-lo francese (dal 15,4 al 10,2%).

Nel complesso, la composizione geografica dell’export appare più “diffe-renziata” rispetto agli anni precedenti; a tale proposito, è sufficiente segnala-re il dato relativo alla quota di vendite realizzate nei primi 3 Paesi di destina-zione, scesa – in due anni – dal 50,4 al 42,2%. Se da un lato, quindi, le pro-duzioni regionali hanno incontrato qualche difficoltà nel consolidare le posi-zioni raggiunte su alcuni mercati tradizionali (Germania in testa), dall’altro, hanno mostrato tuttavia una discreta capacità di penetrazione su nuovi mer-cati, soprattutto nel continente europeo.

L’analisi congiunta di entrambe le dimensioni – settoriale e geografica – dell’export regionale fornisce ulteriori indicazioni sui recenti andamenti dell’in-terscambio con l’estero.

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Unione Europea (15) 22,6 30,7 -19,2 25,7 0,9 16,5 - Regno Unito 22,4 41,3 -39,5 46,8 -10,1 46,2 - Germania -15,3 -24,6 34,6 19,0 -2,2 8,9 - Francia 40,3 46,4 31,1 17,8 -2,9 207,7 - Spagna 80,2 96,0 13,4 131,8 4,0 -64,7 nuovi Paesi UE (10) -4,5 -1,7 21,5 -21,3 -42,3 -5,9 altri Paesi europei 53,2 -28,3 41,4 15,3 -4,8 75,3 Paesi extra-europei 9,7 4,1 -31,5 -39,5 75,6 -5,3 totale generale 21,8 19,6 -17,9 16,9 6,9 16,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

mobilitotale

- variaz. % 2006/ 2007 -Tab. 6.3 - Esportazioni per Paesi di destinazione e principali merceologie

chimica/ plastica

agro-alimentari

mezzi di trasporto meccanici

Con riferimento all’industria dell’auto, si può osservare come la crescita dell’export si sia concentrata prevalentemente nell’area UE, dove il settore ha realizzato quasi l’80% dell’intero fatturato estero del 2007. Con un incremen-to delle vendite di oltre il 40%, il Regno Unito è balzato in testa alla gradua-toria dei principali mercati di sbocco (22,3% la relativa quota), superando la Germania dove l’export ha accusato, invece, una forte flessione (-24,6%).

Andamenti negativi si sono registrati anche nei Paesi europei extra-UE e, in misura meno accentuata, nei nuovi Paesi membri della UE; in entrambi i casi, si tratta tuttavia di aree con quote di mercato relativamente basse (tra il 5 e il 10%).

L’industria del mobile continua a scontare, da un lato, il forte cedimento del mercato inglese (-39,5%, dopo il -36,4% del 2006), sul quale le imprese del settore avevano decisamente “puntato” nella prima metà del decennio in corso 28, dall’altro, le crescenti difficoltà competitive sui mercati extra-euro-pei, legate anche al forte apprezzamento dell’Euro, che hanno determinato un calo dell’export – lo scorso anno – pari al 31,5%. Trend assai positivi si sono registrati, tuttavia, in molti Paesi europei (in Francia e in Spagna, in particolare, anche il valore dei volumi esportati inizia ad

28 La quota di mercato del Regno Unito aveva raggiunto il 54,0% nel 2004, mentre nel 2007 è scesa al 34,2%.

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Page 83: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

essere significativo); e ciò sembra indicare un notevole sforzo di riposizionamento delle imprese sui mercati esteri.

Unione Europea (15) 70,1 79,7 79,0 87,6 48,6 76,3 - Regno Unito 18,6 22,3 34,2 13,2 2,0 27,6 - Germania 13,4 13,3 2,6 38,9 11,3 29,6 - Francia 10,2 12,1 17,5 7,0 7,3 4,0 - Spagna 10,2 12,7 6,0 9,2 6,8 0,9 nuovi Paesi UE (10) 6,8 8,4 2,9 3,6 8,4 3,9 altri Paesi europei 12,5 6,2 6,4 4,1 13,1 9,0 Paesi extra-europei 10,6 5,7 11,7 4,7 29,8 10,7 totale generale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 valore dell'export (*) 2.096 1.395 122 148 103 39

(*) in milioni di EuroFonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 6.4 - Esportazioni per Paesi di destinazione e principali merceologie- indici di composizione % 2007 -

agro-alimentarimeccanicitotale mezzi di

trasporto mobili chimica/ plastica

L’export dei prodotti della chimica e delle materie plastiche ha beneficiato del trend sempre espansivo della domanda proveniente dalla Germania e dal Regno Unito, Paesi che – insieme – assorbono oltre la metà delle vendite complessive realizzate da questa merceologia.

Una forte crescita dell’export verso i Paesi extra-europei (+75,6%) ha ca-ratterizzato, invece, i prodotti metalmeccanici, più in difficoltà – nell’ultimo anno – sui mercati europei, dove è venuta a mancare, soprattutto, la doman-da tedesca e quella dei Paesi extra-UE.

La ripresa dell’export dei prodotti agroalimentari, infine, è imputabile in prevalenza al mercato inglese (+46,2%), in forte espansione anche nel 2006; analogamente positivo il contributo del mercato tedesco (+8,9%), che si con-ferma il più importante in termini di volumi esportati, con una quota di circa il 30%.

Con riferimento all’altra componente dell’interscambio commerciale, le im-portazioni regionali sono aumentate soltanto dell’1,1% nel 2007, dopo un lungo periodo segnato da ritmi di

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incremento a due cifre; i livelli assoluti si mantengono, quindi, assai elevati e superiori al miliardo di Euro.

Mezzi di trasporto 269.806 431.911 410.923 52,3 60,1 -4,9 Metalmeccanici 172.523 306.704 344.183 18,2 77,8 12,2 Chimici 77.198 106.587 104.415 -0,5 38,1 -2,0 Agroalimentari 70.766 72.592 67.815 11,9 2,6 -6,6 Mobili 48.062 57.251 43.046 10,9 19,1 -24,8 Gomma, plastica 18.684 16.394 32.973 20,1 -12,3 101,1 Carta, stampa 11.819 12.819 16.140 7,1 8,5 25,9 Pelli, cuoio, calzature 9.963 10.127 10.602 -37,0 1,6 4,7 Tessili, abbigliamento 4.909 10.092 5.796 -53,0 105,6 -42,6 altri prodotti 8.852 13.806 14.262 4,2 56,0 3,3 totale 693.715 1.038.281 1.050.155 21,8 49,7 1,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tab. 6.5 - Importazioni regionali per categorie merceologiche

valori assoluti variaz. % annue2005 2006 2007 2005 2006 2007

- valori assoluti (in migliaia di Euro) e var. % su anno precedente -

Gli acquisti sui mercati esteri riguardano soprattutto due merceologie: i mezzi di trasporto (411 milioni di Euro) e i prodotti metalmeccanici (344 mi-lioni), per un importo complessivo che equivale al 72% dell’intero import lu-cano. Nel primo caso, si tratta di acquisti riconducibili quasi interamente al Gruppo FIAT: circa 194 milioni corrispondono, infatti, ad importazioni di parti e accessori di autoveicoli e loro motori, mentre 204 milioni riguardano impor-tazioni di autoveicoli dalla Polonia dove sono localizzati stabilimenti del Grup-po.

Insieme alla Polonia, con una quota sulle importazioni complessive pari al 28,5%, l’altro principale partner commerciale della regione è la Germania, dove si concentra il 20,3% degli acquisti all’estero; quest’ultimo Paese, in particolare, è il primo fornitore di prodotti metalmeccanici, chimici e delle ma-terie plastiche.

Considerando il volume complessivo dell’interscambio commerciale, è in-teressante osservare che il 65% dei flussi si sviluppa all’interno dell’Unione Europea a 15 Paesi e l’80% nella UE “allargata” a 25 Paesi.

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v.a. % 2005 2006 2007

Unione Europea (15) 565.710 53,9 18,8 71,7 -3,3 - Germania 213.577 20,3 10,6 49,8 3,2 - Spagna 105.617 10,1 13,1 143,4 6,1 - Francia 66.316 6,3 10,3 37,3 -8,4 - Portogallo 26.076 2,5 71,0 254,9 -21,1 nuovi Paesi UE (10) 331.788 31,6 37,0 35,4 -5,5 - Polonia 299.036 28,5 39,2 38,6 -5,8 altri Paesi europei 82.338 7,8 5,0 -14,9 127,6 Paesi extra-europei 70.318 6,7 -3,5 29,1 6,3 totale generale 1.050.155 100,0 21,8 49,7 1,1

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

2007

Tab. 6.6 - Valore delle importazioni per Paesi/ aree di provenienza- importi in migliaia di Euro -

var. % annue

Sempre molto elevato, infine, è l’attivo della bilancia commerciale che, nel 2007, è tornato nuovamente a superare il miliardo di Euro, oltre 360 milioni in più rispetto al valore registrato l’anno precedente.

Il surplus è quasi interamente determinato dall’interscambio dell’industria dell’auto che, a fronte di un miliardo e 395 milioni di volumi esportati, realizza acquisti sui mercati esteri per 411 milioni. Al “netto” di questo settore e di quello energetico, il saldo import-export risulta, invece, negativo per quasi 140 milioni di Euro, per effetto di importazioni superiori alle esportazioni nei comparti dei prodotti metalmeccanici ed agroalimentari; in quest’ultimo caso, i deficit più elevati si registrano nell’interscambio con la Francia e la Spagna, oltrechè con i 10 nuovi Paesi membri della UE.

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Graf. 6.3 - Saldi della bilancia commerciale lucana- valori assoluti annuali (milioni di Euro) -

-200

0

200

400

600

800

1.000

1.200

2002 2003 2004 2005 2006 2007

saldo "auto" saldo "extra-auto"

Fonte: ISTAT

Unione Europea (15) 902.927 1.001.874 73.831 12.665 -211.135 -2.362 - Regno Unito 377.212 308.868 41.689 15.371 -2.122 9.877 - Germania 66.502 149.116 1.531 -11.409 -83.954 6.908 - Francia 147.658 166.210 16.571 -401 -21.810 -10.781 - Spagna 108.383 125.602 -6.375 -2.257 -11.945 -5.781 nuovi Paesi UE (10) -188.307 -167.589 -12.627 48 -5.461 -9.195 altri Paesi europei 180.299 78.874 5.418 1.663 -47.657 -1.644 Paesi extra-europei 150.894 70.607 12.414 -4.092 23.112 -15.624 totale generale 1.045.813 983.765 79.037 10.285 -241.142 -28.825

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

agro-alimentari

Tab. 6.7 - Saldi della bilancia commerciale per merceologie e Paesi/ aree- importi in migliaia di Euro -

meccanicitotale mezzi di trasporto mobili chimica/

plastica

6.2 L’attività creditizia6.2.1 Gli impieghi bancari

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Page 87: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Nei primi 9 mesi del 2007, i prestiti bancari concessi al sistema economico regionale hanno mantenuto un trend significativamente espansivo, alimen-tato da una crescente domanda di finanziamento delle spese di investimento da parte delle imprese e favorito da un ulteriore miglioramento del grado di solvibilità dei debiti contratti dalle stesse.

In accelerazione è risultata anche la dinamica degli impieghi destinati alle famiglie, per effetto soprattutto di un sempre più diffuso ricorso al credito al consumo, mentre ha iniziato a rallentare il trend di crescita dei mutui per l’acquisto di abitazioni.

In dettaglio, il tasso di variazione tendenziale dei prestiti erogati alle im-prese lucane (al lordo delle sofferenze) ha raggiunto il +10,0% a settembre dello scorso anno, mentre nello stesso periodo del 2006 era “fermo” al +0,8%. A livello nazionale l’incremento è stato invece del 12,0%, con il Mez-zogiorno che si conferma come l’area più “dinamica” dal punto di vista dei fi-nanziamenti all’economia (+14,4%).

Graf. 6.4 - L'andamento dei prestiti bancari al sistema economico in Basilicata e Italia (variaz. % annue)

-4,0

0,0

4,0

8,0

12,0

16,0

set-04 dic. mar-05 giu. sett. dic. mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

Basilicata Italia

Fonte: Banca d’Italia

87

Page 88: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

A spingere la crescita degli impieghi bancari alle imprese in Basilicata è stata la componente a medio-lungo termine, più direttamente legata alle spese di investimento, che ha fatto registrare un aumento del 15,7%, con un’accelerazione di quasi 14 punti percentuali rispetto al 2006.

Se i finanziamenti per gli investimenti in macchinari e attrezzature hanno continuato a ridursi (-10,7%), secondo una tendenza in atto ormai da diversi anni (riconducibile, probabilmente, anche all’ampia disponibilità di incentivi previsti dalle politiche di sostegno alle imprese), sono notevolmente aumen-tati gli impieghi per gli investimenti in costruzioni (+12,2%) e, soprattutto, quelli destinati ad “altri” investimenti non classificabili nelle due categorie precedenti (+33,9%).

Graf. 6.5 - L'andamento dei prestiti bancari al sistema economicoin Basilicata per durata del credito (variaz. % annue)

-20,0

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

set-04 dic. mar-05 giu. sett. dic. mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

a breve a medio-lungo termine

Fonte: Banca d’Italia

Il credito a breve termine ha mostrato, invece, un marcato rallentamento, facendo segnare una variazione tendenziale negativa a fine settembre 2007 (-3,1%), dopo aver chiuso, però, il 2006 in crescita del 21,6%.

Per effetto di tali andamenti, l’incidenza di questa componente sul volume complessivo del credito alle imprese è scesa al 36,0%, il valore più basso fi-nora registrato.

88

Page 89: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Con riferimento alla dinamica degli impieghi nei principali settori di attività economica (cfr. tab. 6.8), lo scorso anno ha evidenziato una “ripresa” del cre-dito concesso all’industria manifatturiera, il cui ammontare è aumentato del 4,6%, a fronte della netta flessione accusata nel 2006 (-6,4%).

Particolarmente significativo l’incremento dei finanziamenti al comparto della meccanica (+21,1%), che ha assorbito circa il 20% degli impieghi com-plessivi destinati all’industria. Tassi di crescita elevati si sono registrati anche nel comparto dei minerali non metalliferi (+16,8%), mentre è proseguito il trend negativo del credito erogato all’industria dei mezzi di trasporto e una sostanziale stazionarietà ha caratterizzato l’evoluzione dei prestiti alle imprese dell’industria alimentare (+1,7%).

Agricoltura 3,4 9,2 -0,2 -1,3 Industria in senso stretto 1,7 4,3 -6,4 4,6 - Minerali non metalliferi -2,5 11,6 31,5 16,8 - Chimica 12,5 0,8 53,2 42,5 - Meccanica 26,7 9,1 -19,2 21,1 - Mezzi di trasporto -12,6 -14,1 -20,4 -16,6 - Alimentare 0,0 10,3 -12,0 1,7 - Tessile, abbigliamento 21,3 0,8 -12,9 12,1 - Carta, stampa, editoria -22,2 17,7 14,4 18,3 - Gomma e plastica -10,0 -4,5 -11,7 4,6 Edilizia, opere pubbliche 6,6 8,6 6,9 19,2 Servizi 2,0 11,3 5,4 14,0 - Commercio 1,9 6,5 2,3 7,6 - Alberghi, pubblici es. 4,3 14,2 -11,5 21,0 totale settori 2,8 8,1 0,8 10,0 Mezzogiorno 8,5 9,1 11,0 14,4 Italia 4,8 6,8 8,8 12,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

Tab. 6.8 - Gli impieghi bancari per settori economici - var. % tendenziali dei valori rilevati a fine settembre -

2004 2005 2006 2007

La vivacità degli impieghi a medio-lungo termine per il finanziamento de-gli investimenti in costruzioni ha contribuito alla forte espansione dei volumi complessivi di credito accordato al

89

Page 90: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

settore dell’edilizia e delle opere pubbliche (+19,2% nei primi 9 mesi del 2007).

Superiore alla media anche i ritmi di crescita degli impieghi destinati alle imprese di servizi (+14,0%), per effetto soprattutto della maggiore domanda di credito da parte del settore del commercio e dei pubblici esercizi.

Per il secondo anno consecutivo, sono lievemente diminuiti, invece, i pre-stiti al settore agricolo (-1.3%, dopo il -0,2% del 2006).

Il graf. 6.6 mette a confronto la distribuzione degli impieghi per macro-settori di attività economica al 2004 e al 2007. L’industria in senso stretto si conferma come il principale utilizzatore del credito bancario, ma la quota di finanziamenti da essa assorbita è diminuita di oltre 5 punti percentuali, pas-sando dal 36,1 al 30,7% del totale. In costante crescita, per contro, è l’inci-denza dei prestiti all’edilizia (dal 16,2 al 18,7%) e, soprattutto, ai servizi non commerciali (dal 14,9 al 19,4%), settori – entrambi – caratterizzati anche da un discreto dinamismo della base produttiva negli ultimi anni (cfr. parag. 5.3).

Graf. 6.6 - La distribuzione degli impieghi bancari alle imprese per settori di attività economica (in % su totale)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

industria insenso stretto

commercio edilizia altri servizi agricoltura

2004 2007

Fonte: Banca d’Italia

Il rapporto tra l’ammontare degli impieghi e lo stock di imprese attive for-nisce ulteriori indicazioni sul diverso grado di utilizzo del

90

Page 91: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

credito bancario da parte dei principali settori produttivi e, quindi, sul diverso livello di indebita-mento di ciascuno (cfr. graf. 6.7).

Nel complesso, i prestiti medi per azienda raggiungono – in Basilicata – i 67 mila Euro, un valore nettamente inferiore al dato nazionale, pari a 168 mi-la Euro.

Molto ampio il ranking dei valori settoriali, che variano dai 19 mila Euro delle imprese agricole ai 230 mila delle imprese industriali; tale situazione ri-flette anche le diverse dimensioni medie che caratterizzano le imprese di cia-scun settore e che generano, evidentemente, una diversa domanda di risorse finanziarie per l’attività produttiva.

In tutti i settori si evidenzia, inoltre, un ricorso al credito bancario molto inferiore alla media italiana: gli scostamenti maggiori si rilevano nelle attività commerciali, dove gli impieghi medi per azienda non superano i 50 mila Euro in Basilicata, mentre nel resto del Paese sfiorano i 200 mila.

Graf. 6.7 - Impieghi bancari medi per impresa in Basilicata e Italia- valori assoluti in migliaia di Euro (settembre 2007) -

0

100

200

300

400

industria edilizia commercio altri servizi agricoltura totale

BasilicataItalia

Fonte: Banca d’Italia

Nel 2007 i finanziamenti destinati alle attività economiche hanno rappre-sentato il 64% delle somme complessivamente impiegate dal sistema banca-rio a livello regionale; il restante 36% (circa un miliardo e 760 milioni di Euro) è stato erogato, invece, alle famiglie consumatrici.

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Page 92: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

A differenza del credito alle imprese che, negli ultimi anni, ha mostrato un andamento molto variabile, il credito concesso alle famiglie è rimasto stabil-mente attestato su un trend espansivo, ed a settembre 2007 ha fatto segna-re una variazione tendenziale del +11,5%, oltre 2 punti in più rispetto alla media nazionale (+9,2%) (cfr. graf. 6.8).

La componente più dinamica è risultata quella del credito al consumo che, dall’inizio del 2006, cresce a ritmi superiori al 20%; in termini assoluti, si trat-ta di ben 804 milioni di Euro che, rapportati alla popolazione residente, corri-spondono a 1.360 Euro pro-capite.

Graf. 6.8 - L'andamento dei prestiti bancari alle famiglie consumatrici in Basilicata e Italia (var. % annue)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

set-04 dic. mar-05 giu. sett. dic. mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

Basilicata Italia

Fonte: Banca d’Italia

92

Page 93: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Graf. 6.9 - L'andamento dei prestiti bancari alle famiglie consumatrici in Basilicata per tipologie (var. % annue)

-20,0

-10,0

0,0

10,0

20,0

30,0

set-04 dic. mar-05 giu. sett. dic. mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

credito al consumo mutui per acquisto abitazioni altri prestiti

Fonte: Banca d’ItaliaIl trend dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che rappresentano

il 34% circa dell’ammontare complessivo degli impieghi alle famiglie, ha mostrato in-vece un certo rallentamento, passando dal +19,5% al +10,3%, tra settembre 2006 e settembre 2007.

Il livello complessivo di indebitamento delle famiglie lucane (considerando tutte le forme di prestito) rimane, in ogni caso, molto inferiore alla media na-zionale, attestandosi a 2.980 Euro pro-capite, contro i 6.249 dell’Italia.

A conferma di un minore ricorso al credito bancario da parte di imprese e famiglie in Basilicata (o, secondo un’altra chiave di lettura, di un minore “im-pegno” del sistema bancario a supporto dell’economia regionale) è il dato re-lativo all’incidenza degli impieghi complessivi sul Prodotto Interno Lordo che, a livello regionale, è pari al 31,9% mentre nel resto del Paese raggiunge il 52,1%.

93

Page 94: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Graf. 6.10 - Impieghi bancari (consistena media annua) in % del PIL

0,010,0

20,030,040,0

50,060,0

70,080,0

Tren

tino

Lomb

ardia

Emi

lia V

eneto

Marc

he T

osca

na U

mbria

Lazio

Abr

uzzo

Friul

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'Aosta

Moli

se Li

guria

Sard

egna

Bas

ilicata

Cam

pania

Pug

lia S

icilia

Cala

bria

Fonte: Banca d’Italia e ISTAT

6.2.2 Tassi di interesse e solvibilità dei debitiLa dinamica sostenuta degli impieghi, nel corso del 2007, non ha

avuto riflessi sul grado di solvibilità dei debiti contratti, che ha mostrato anzi un progressivo miglioramento.

Nel caso delle imprese, in particolare, la quota di crediti inesigibili sul to-tale è scesa al 15,5%, un punto in meno rispetto all’anno precedente, mentre nell’ultimo triennio la riduzione è stata nell’ordine di 5 punti.

Si attesta, invece, al 12,9% la quota di crediti in sofferenza concessi alle famiglie, contro il 13,9% di un anno prima.

94

Page 95: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Graf. 6.11 - L'incidenza dei prestiti in sofferenza sugli impieghi complessivi in Basilicata per tipologie di clientela (%)

7,5

10,0

12,5

15,0

17,5

20,0

22,5

2003 2004 2005 2006 2007

imprese famiglie

Fonte: Banca d’ItaliaRimane molto ampia, tuttavia, la distanza che separa la

Basilicata dal re-sto del Paese relativamente alla capacità di imprese e famiglie di restituire i debiti contratti (cfr. graf. 6.12); e ciò concorre a spiegare il minore apporto di risorse finanziarie all’economia regionale da parte del sistema creditizio.

Graf. 6.12 - L'incidenza dei prestiti in sofferenza sugli impieghibancari complessivi (% a fine settembre di ciascun anno)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

2003 2004 2005 2006 2007Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Banca d’Italia

95

Page 96: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Un altro aspetto interessante riguarda le quote di sofferenze bancarie di pertinenza dei maggiori affidati che, negli ultimi due anni, sono notevolmente aumentate: se nel 2005 il 20,5% del volume complessivo di crediti in soffe-renza era detenuto dal primo 0,5% degli affidati, due anni dopo tale quota era pari al 34,7%; nello stesso periodo, la quota corrispondente al primo 1% degli affidati è salita dal 41,0 al 44,2%.

Il grado di concentrazione delle sofferenze nelle mani dei soggetti in stato di insolvenza risulta, tuttavia, più basso in Basilicata rispetto all’Italia (in altri termini, le sofferenze sono più “diffuse”), e ciò rende certamente più proble-matiche le strategie di recupero dei crediti insoluti da parte del sistema ban-cario.

Graf. 6.13 - Quote % delle sofferenze di pertinenza dei maggiori affidati (2005 e 2007)

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

0,5% 1% 5% 10%- % di affidati -

- % d

i soff

erenz

e dete

nute

- 20052007

Fonte: Banca d’Italia

Spostando l’attenzione sulle situazioni di insolvenza nell’ambito dei princi-pali settori di attività economica (cfr. tab. 6.9), le maggiori criticità si rilevano in agricoltura e nei servizi, dove l’incidenza dei prestiti in sofferenza raggiun-ge, rispettivamente, il 20,3 e il 18,1%. Nel caso dei servizi, in particolare, ri-sultano particolarmente difficili le condizioni del credito nel comparto dei tra-sporti, che registra una quota di crediti insoluti pari al 25,1%; mentre nelle attività commerciali l’indice scende al 13,1%.

96

Page 97: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Inferiore alla media, invece, è il rapporto sofferenze/impieghi nell’indu-stria manifatturiera nel suo complesso (11,6%) 29, con situazioni di insolven-za molto diffuse soprattutto nel tessile/abbigliamento (28,5%).

Nel corso degli ultimi anni, pressochè tutti i settori, con l’unica eccezione dei servizi di trasporto, hanno registrato un miglioramento del grado di solvi-bilità dei debiti contratti. A tale proposito va rimarcato il caso dell’edilizia, do-ve la quota di crediti in sofferenza si è più che dimezzata tra il 2004 e il 2007, scendendo dal 30,4 al 13,5%.

Agricoltura 28,1 24,9 21,0 20,3 Industria in senso stretto 12,6 12,6 11,2 11,6 - Minerali non metalliferi 24,7 27,9 19,4 16,5 - Chimica 22,2 16,7 13,0 10,3 - Meccanica 15,2 13,5 14,2 8,6 - Mezzi di trasporto 1,3 1,8 1,9 2,3 - Alimentare 19,7 17,3 13,7 16,9 - Tessile, abbigliamento 31,6 32,8 30,9 28,5 - Carta, stampa, editoria 21,4 18,8 15,3 15,7 - Gomma e plastica 16,7 17,6 18,1 17,0 Edilizia, opere pubbliche 30,4 28,5 16,2 13,5 Servizi 21,3 19,3 19,4 18,1 - Commercio 19,8 18,5 14,5 13,1 - Alberghi, pubblici es. 31,1 28,1 21,0 18,1 - Trasporti e comunic. 23,5 25,6 34,1 25,1 totale settori 20,4 19,2 16,4 15,5

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

2004 2005

Tab. 6.9 - L'incidenza % degli impieghi alle imprese in sofferenza per settori di attività economica

2006 2007

Con riferimento alle condizioni di accesso al credito, significative spinte al rialzo dei tassi bancari attivi sui finanziamenti a breve termine sono in atto dall’inizio del 2006, in Basilicata come nel

29 Il dato va interpretato tenendo conto del fatto che, negli ultimi anni, gli impieghi concessi all’industria manifatturiera hanno registrato una tendenziale stazionarietà, a fronte di una dina-mica espansiva più o meno intensa negli altri settori.

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Page 98: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

resto del Paese. A livello regionale, in particolare, l’indice è salito al 6,29%, contro il 5,41% rilevato 12 mesi pri-ma, mentre in Italia si è passati dal 4,88 al 5,82%; si è così lievemente ridot-to il differenziale negativo per la regione: da 0,53 a 0,47 punti.

Analogamente in rialzo, ma in misura più contenuta, i tassi sulle operazio-ni a revoca che, alla fine dello scorso mese di settembre, si attestavano al 9,90%, oltre 2 punti in più rispetto alla media nazionale (in questo caso, il differenziale di costo del credito tra la regione e l’Italia ha subito un aumen-to) 30.

tassi attivi sui finanz. per cassa (a) Basilicata 5,11 5,41 5,92 6,29 Mezzogiorno 5,17 5,52 6,00 6,39 Italia 4,52 4,88 5,41 5,82 tassi attivi sui finanz. a revoca Basilicata 9,06 9,04 9,25 9,90 Mezzogiorno 9,15 9,55 9,18 9,84 Italia 7,21 7,34 7,51 7,82

(a) finanziamenti di durata fino ad un annoFonte: Banca d'Italia

settem. marzo settem.marzo2006

Tab. 6.10 - Il costo del denaro nel 2006 e 2007- valori % rilevati a fine trimestre -

2007

6.2.3 La raccolta bancariaLa dinamica dei depositi bancari che rappresenta – a livello

territoriale – una proxy dell’evoluzione delle scelte di risparmio di famiglie e imprese (e, in più in generale, della ricchezza finanziaria da esse detenuta), ha mostrato lo scorso anno una marcata decelerazione, confermando un “profilo” di crescita sempre inferiore a quello nazionale (cfr. graf. 6.14).

A settembre 2007, la variazione tendenziale di questo aggregato era pari, infatti, al +1,1% (che, al netto dell’inflazione, equivale ad

30 Considerato che i tassi tendono ad aumentare al decrescere delle dimensioni del fido accor-dato, è probabile che la differenza con l’Italia rifletta anche la maggiore incidenza della piccola clientela sul totale dei soggetti richiedenti a livello regionale.

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una lieve flessio-ne), contro il +4.0% di 12 mesi prima; mentre in Italia il ritmo di crescita è sceso al +3,7%.

E’ soprattutto il risparmio delle famiglie consumatrici (circa i 2/3 dell’inte-ro ammontare dei depositi bancari raccolti nella regione), ad evidenziare una forte debolezza (+0,4%): un dato che, insieme al crescente indebitamento per le spese di consumo, segnala una situazione difficile per i bilanci familiari, sui quali “pesa” anche la recente accelerazione della dinamica inflazionistica.

In rapporto alla popolazione residente i depositi delle famiglie lucane rag-giungono i 6,0 mila Euro pro-capite, meno della metà del valore registrato a livello nazionale (12,1 mila).

Graf. 6.14 - L'andamento dei depositi bancari in Basilicata e Italia - variazioni % annue -

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

set-04 dic. mar-05 giu. sett. dic. mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

Basilicata Italia

Fonte: Banca d’Italia

L’aggregato dei depositi bancari deriva dalle modalità tradizionali di repe-rimento di risorse finanziarie presso il pubblico, quali i depositi di risparmio, i buoni fruttiferi, i certificati di deposito e i conti correnti liberi e vincolati. Un'altra forma di “intercettazione” del risparmio è costituita dall’attività di in-

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termediazione mobiliare svolta dagli istituti di credito, che si traduce nella raccolta di titoli mobiliari di terzi e nella loro gestione.

In Basilicata, come nel resto del Mezzogiorno, questa forma di raccolta è ancora poco sviluppata: in valore, essa rappresenta soltanto il 47,2% dell’am-montare dei depositi, mentre in Italia è pari a quasi il doppio (196,8%) (cfr. tab. 6.11).

Nel contesto di una crescente difficoltà ad accumulare risparmi da parte di famiglie e imprese, è proprio la raccolta indiretta ad aver subito le maggiori flessioni: tra il 2004 e il 2006 (ultimo anno per il quale sono disponibili i dati), il risparmio gestito attraverso questo “canale” è diminuito, in media, del 6,8%, a fronte di una variazione del +3,1% dei depositi bancari.

raccoltaindiretta

(a) (b) Basilicata Italia

2001 3.018 1.787 59,2 244,02002 3.156 1.908 60,4 247,12003 3.192 2.059 64,5 215,82004 3.269 1.710 52,3 203,52005 3.359 1.635 48,7 197,32006 3.495 1.651 47,2 196,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

depositi (b)/(a) in %

Tab. 6.11 - Raccolta diretta (depositi) e indiretta- valori assoluti in milioni di Euro -

6.3 L’andamento dell’inflazione a livello localeLa seconda metà del 2007 è stata contrassegnata, come visto,

da una forte accelerazione dei prezzi al consumo in Italia; in Basilicata le spinte al rialzo sono state ancora più accentuate, deteminando un differenziale infla-zionistico ampiamente sfavorevole per la regione. Anche i primi mesi del 2008 hanno confermato una “velocità” di crescita dei prezzi a livello locale decisamente superiore alla media nazionale, soprattutto nei capitoli di spesa che incidono maggiormente sui bilanci familiari, come l’alimentare e l’abita-zione.

A dicembre scorso, in particolare, l’inflazione al consumo, misurata attra-verso l’indice dei prezzi per l’intera collettività (NIC),

100

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ha raggiunto il 3,2% in Basilicata (2,6% in Italia), con un’accelerazione di quasi un punto e mezzo ri-spetto a luglio, mese a partire dal quale è iniziata la lunga fase di risalita dei prezzi. La crescita media del 2007 si è fermata, comunque, al 2,0% (1,9% nel 2006), per effetto di una prima parte dell’anno all’insegna della modera-zione.

Il 2008 si è aperto con una ulteriore intensificazione delle tensioni infla-zionistiche, che hanno spinto l’indice NIC al 4,0% a marzo, 0,7 punti in più rispetto alla media nazionale.

Graf. 6.15 - L'andamento dell'inflazione: Basilicata e Italia- indici dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) -

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

4,5

gen06

lug. gen07

lug. gen08Basilicata Italia

Fonte: ISTAT

Con riferimento ai principali capitoli di spesa (cfr. graf. 6.16), gli aumenti più consistenti registrati nella media del I trimestre dell’anno in corso hanno riguardato, nell’ordine: i trasporti (+6,6), dove la risalita dell’inflazione riflette l’impennata dei prezzi dei carburanti; gli alimentari (+6,2%), che scontano soprattutto i rincari dei prodotti della filiera cerealicola (pane, pasta, farina) e lattiero-caseari; l’abitazione (+5,8%), a causa della forte accelerazione delle tariffe energetiche (gas ed elettricità). Si tratta dei capitoli che, anche a li-vello nazionale, hanno subito gli incrementi più elevati dei prezzi; ciò che sor-prende, tuttavia, è la maggiore intensità con cui tali incrementi si sono mani-festati in Basilicata: un

101

Page 102: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

punto percentuale di crescita in più nei trasporti, 1,2 negli alimentari, addirittura 1,7 in più nell’abitazione 31.

Un altro settore che ha contribuito in misura significativa ad alimentare le recenti tensioni inflazionistiche a livello locale è stato quello degli “alberghi e pubblici esercizi” (+5,2%, sempre nei primi 3 mesi del 2008), che già aveva chiuso il 2007 con una crescita sostenuta dei prezzi (+4,4% nella media del-l’intero anno). Nonostante qualche spunto al rialzo negli ultimi mesi, l’inflazio-ne si mantiene assai contenuta nel comparto “abbigliamento e calzature” (+1,4%); favorevole è anche l’andamento nei settori dell’istruzione (+1,6%), nei servizi ricreativi (+1,1%), grazie alla dinamica sempre negativa dell’elet-tronica di consumo, e nei servizi sanitari (-0,3%).

Graf. 6.16 - Indici dei prezzi al consumo (NIC) per capitoli di spesa- Basilicata e Italia (var. % tendenziali - I trimestre 2008) -

-1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0

servizi sanitari

ricreazione

abbigliam. e calz.

istruzione

alberghi, pubbl. es.

beni e servizi vari

mobili, arredamento

abitazione

alimentari

trasporti

Italia Basilicata

Fonte: ISTAT

6.4 I protesti cambiari e le procedure fallimentari

31 Tale situazione potrebbe riflettere anche la presenza di differenze significative nei livelli assoluti dei prezzi tra la regione e il resto del Paese. Alcune analisi hanno verificato, infatti, l’esistenza di una correlazione negativa tra la crescita dei prezzi ed i loro livelli, rilevando un’inflazione più elevata dove quest’ultimi sono più bassi; ciò sarebbe l’effetto di un fattore di fondo dei prezzi dei vari territori che spingerebbe verso uno stesso livello sul territorio nazio-nale.

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I titoli protestati a individui e imprese residenti in Basilicata hanno eviden-ziato una sostanziale stazionarietà nel corso del 2007, rimanendo attestati su livelli storicamente bassi.

Nell’arco dei 12 mesi, infatti, il valore complessivo degli effetti ha raggiun-to i 33,4 milioni di Euro, lo 0,3% in meno rispetto all’anno precedente che, peraltro, aveva fatto registrare una flessione piuttosto marcata (-30,4%).

Il numero di contestazioni è diminuito, invece, del 3,1%, secondo una tendenza ormai consolidata negli ultimi anni. Gli importi medi unitari (vale a dire, i livelli medi di esposizione finanziaria), hanno subìto, quindi, solo una lieve variazione, passando da 2.147 a 2.209 Euro.

Con riferimento alle tipologie di effetti, le cambiali ordinarie si confermano la componente di gran lunga più importante: oltre 11 mila quelle contestate nel 2007, per un importo di 18,6 milioni di Euro, pari al 56% del totale.

Gli assegni bancari emessi senza adeguata copertura si caratterizzano, in-vece, per gli importi medi unitari più elevati (5.183 Euro).

cambiali tratte non assegniordinarie accettate bancari

2005 27.680 2.158 18.289 48.1262006 18.834 1.383 13.285 33.5012007 18.638 1.677 13.071 33.386

2005 12.915 1.814 3.181 17.9102006 11.699 1.299 2.608 15.6062007 11.265 1.329 2.522 15.116

2005 2,14 1,19 5,75 2,692006 1,61 1,06 5,09 2,152007 1,65 1,26 5,18 2,21

Fonte: ns. elaborazioni su dati CCIAA

n° titoli

importi medi per titolo

Tab. 6.12 - Importo e numero degli effetti protestati- valori monetari in migliaia di Euro -

totale

Ulteriori indicazioni sul grado di “rischiosità” delle attività economiche nel-la regione si ricavano dai dati relativi alle aperture

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delle procedure fallimenta-ri e di liquidazione nei confronti delle imprese (situazioni che preludono alla chiusura dell’attività aziendale).

2000 379 1,00 96 0,252001 390 1,00 57 0,152002 429 1,09 79 0,202003 399 1,00 70 0,172004 471 1,16 70 0,172005 486 1,19 75 0,182006 433 1,05 57 0,142007 401 0,97 59 0,14

Fonte: Infocamere

v.a. % su stock v.a. % su stock

Tab. 6.13 - Imprese entrate in liquidazione e infallimento per anno di apertura della procedura

- valori assoluti e % su totale imprese registrate -

imprese entrate in liquidazione

imprese entrate in fallimento

Nel corso dell’ultimo biennio, entrambi i fenomeni hanno mostrato una progressiva attenuazione, sebbene il dato 2007 potrebbe subire un rialzo in sede di assestamento, per effetto dell’iscrizione al Registro delle Imprese del-le pratiche depositate in chiusura di anno nelle prime settimane del 2008.

Anche il confronto con l’Italia fa emergere una situazione meno sfavore-vole per la regione: in rapporto all’universo delle imprese esistenti, quelle in-teressate da procedimenti fallimentari o di liquidazione rappresentano l’1,11% in Basilicata e l’1,82% nel resto del Paese.

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7. IL CONSUNTIVO DELL’ATTIVITÀ TURISTICA NEL 2007

LE TENDENZE GENERALI. Il 2007 si è chiuso con un bilancio complessivamente positivo per il settore turistico lucano, sebbene ciò non abbia consentito di recuperare interamente le perdite accusate nell’anno precedente.

Le presenze complessive registrate nelle strutture ricettive della regione sono aumentate, infatti, del 4,8% (circa 83 mila pernottamenti in più, per uno stock che ha superato il milione e 800 mila), a fronte della flessione del 10,7% registrata nel 2006, equivalente a circa 210 mila pernottamenti in meno. Ancora negativa, invece, la dinamica degli arrivi (il numero di turisti soggiornanti nelle strutture ricettive), diminuiti del 2,3%, dopo il -3,4% di un anno prima.

105

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arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 398.032 1.712.965 43.557 253.685 12,3 17,42002 391.140 1.697.120 -6.892 -15.845 -1,7 -0,9 2003 427.286 1.761.876 36.146 64.756 9,2 3,82004 438.263 1.779.592 10.977 17.716 2,6 1,02005 467.030 1.953.150 28.767 173.558 6,6 9,82006 451.056 1.743.528 -15.974 -209.622 -3,4 -10,7 2007 440.602 1.826.653 -10.454 83.125 -2,3 4,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

Tab. 7.1 - Arrivi e presenze turistiche in Basilicata

variaz. % annuevalori assoluti

- valori assoluti e variazioni annue -

variaz. ass. annue

Per effetto di tali andamenti il numero di giornate di permanenza media dei turisti nella regione ha fatto segnare un forte balzo in avanti 32: dalle 3,87 del 2006 (il valore più basso degli ultimi anni) alle 4,15 del 2007.

Si potrebbe, quindi, sintetizzare affermando che la Basilicata attrae meno turisti ma “trattiene” più a lungo quelli che vi soggiornano 33. L’analisi che se-gue mostrerà come ciò sia il risultato, da un lato, di una crescita del turismo tipicamente “di vacanza” (e, al suo interno, del turismo “di prossimità”), dal-l’altro, di un regresso del turismo legato a motivazioni d’affari, che interessa prevalentemente i centri urbani e che, a differenza del primo, si caratterizza per una relativamente bassa permanenza media degli ospiti nelle strutture ri-cettive.

32 La permanenza media è misurata, infatti, dal rapporto tra il numero di pernottamenti (pre-senze) e il numero di turisti (arrivi).33 Da un punto di vista economico, peraltro, è il dato delle presenze ad assumere una maggio-re valenza ed è ad esso che si ricorre per misurare la crescita del settore turistico.

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Graf. 7.1 - Permanenza media dei turisti nelle strutture ricettive - n° di giornate -

4,34

4,124,06

4,18

3,87

4,15

3,50

4,00

4,50

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Fonte: APT

A livello nazionale, l’ISTAT non ha ancora diffuso le stime di pre-consunti-vo dell’ultimo anno, ma sulla base dei risultati di indagini demoscopiche e dei dati forniti da alcune associazioni di categoria, si può ritenere che il bilancio 2007 sia stato tutt’altro che favorevole per il turimo italiano, dopo le buone performance del 2006.

Per Federalberghi, ad esempio, le presenze alberghiere sono rimaste pressochè ferme (+0,1%), scontando la debolezza della domanda interna (in calo dell’1,1%), “bilanciata” da una discreta vivacità di quella estera (+1,5%) 34. Il rallentamento della domanda interna è confermato, peraltro, dall’inda-gine campionaria dell’ISTAT sui viaggi e vacanze degli italiani nel 2007, che segnala una flessione dei pernottamenti complessivi (effettuati sia in Italia che all’estero) nell’ordine del 4,4% 35.

Il turismo lucano potrebbe aver recuperato, quindi, margini di competitivi-tà nel contesto nazionale, evidenziando, tra l’altro, per il secondo anno con-secutivo, andamenti in contro-tendenza rispetto al resto del Paese. 34 Cfr. Federalberghi, Comunicato stampa del 21 febbraio 2008 (www.Federalberghi.it). 35 Cfr. ISTAT, Viaggi e vacanze in Italia e all’estero (anno 2007), Statistiche in breve, 20 feb-braio 2008.

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GLI ANDAMENTI PER TIPOLOGIE RICETTIVE. Alla recente ripresa delle presenze turistiche in Basilicata hanno contribuito entrambe le principali componenti del sistema ricettivo. Il movimento alberghiero, che concentra circa il 70% delle presenze complessive, è aumentato infatti del 4,2% (52 mila pernotta-menti in più), mentre il movimento extra-alberghiero ha registrato una cresci-ta del 6,2% (32 mila presenze aggiuntive).

Interessanti indicazioni si ricavano dagli andamenti relativi alle diverse ti-pologie di esercizi ricettivi. Nell’ambito della ricettività alberghiera, in partico-lare, le dinamiche più espansive sono state messe a segno dalle strutture del-la fascia alta (4 e 5 stelle), dove le presenze sono aumentate del 9,3%, de-terminando quasi il 90% dell’intero incremento rilevato nel comparto. Ritmi di crescita molto più modesti (inferiori al 4%) hanno caratterizzato, invece, le strutture della fascia media (3 stelle) e le residenze turistico-alberghiere, mentre sono risultate in flessione le presenze negli alberghi con 1-2 stelle.

presenze % su2007 totale assolute %

settore alberghiero 1.283.870 70,3 51.568 4,2 - alberghi 4-5 stelle 536.462 29,4 45.783 9,3 - alberghi 3 stelle 509.956 27,9 18.777 3,8 - alberghi 1-2 stelle 69.526 3,8 -16.480 -19,2 - residenze turistico-alberghiere 167.926 9,2 3.488 2,1 settore extra-alberghiero 542.783 29,7 31.557 6,2 - campeggi 347.779 19,0 -7.200 -2,0 - villaggi turistici 82.479 4,5 3.207 4,0 - agriturismi (a) 43.474 2,4 19.348 80,2 - affittacamere / case vacanza 31.742 1,7 14.792 87,3 - case per ferie 25.648 1,4 1.498 6,2 - B&B / ostelli 11.661 0,6 -88 -0,7 totale presenze 1.826.653 100,0 83.125 4,8

(a) le variazioni si riferiscono a "universi di rilevazione" diversi nel 2006 e 2007Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

variaz. 2006-2007

Tab. 7.2 - Presenze turistiche per tipologie ricettive in Basilicata

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Tali andamenti riflettono anche, evidentemente, le variazioni intervenute nella consistenza ricettiva (misurata in termini di posti letto) di ciascuna tipo-logia, in conseguenza dell’apertura di nuovi esercizi o della chiusura di strut-ture pre-esistenti 36; ma è indubbio che gli alberghi di fascia alta abbiano no-tevolmente aumentato la loro capacità di intercettare i flussi turistici che si in-dirizzano verso la regione. A tale proposito, basti considerare che, a fronte di un’incidenza – in termini di posti letto – pari al 37%, tali strutture concentra-no il 42% delle presenze alberghiere complessive.

Nel comparto extra-alberghiero va segnalato il lieve regresso dei campeg-gi (circa 7 mila pernottamenti in meno rispetto al 2006, per un decremento del 2,0%), a fronte di un bilancio positivo dei villaggi turistici (+4,0%) e, so-prattutto, delle “case vacanza”, dove l’aumento delle presenze ha sfiorato le 15 mila unità (+87,3%), anche per effetto di un consistente ampliamento dell’offerta ricettiva (circa 500 posti letto in più). Analogamente in crescita le presenze nelle case per ferie (+6,2%), mentre i bed & breakfast e gli ostelli hanno chiuso il 2007 con qualche perdita (-0,7%).

Il dato relativo all’evoluzione delle presenze nelle aziende agrituristiche non può essere, invece, oggetto di valutazione dal momento che, negli ultimi due anni, è notevolmente cambiata la base di rilevazione, con un aumento del numero di strutture “monitorate” dall’APT. In ogni caso, si può affermare che il movimento turistico in queste strutture è ancora molto inferiore a quel-lo potenziale: i posti letto negli agriturismi rappresentano, infatti, quasi il 22% dell’intera ricettivà extra-alberghiera, ma intercettano soltanto l’8% dei relativi flussi.

Un indicatore particolarmente significativo delle reali performance del si-stema ricettivo è costituito dall’indice di utilizzo degli esercizi, misurato dal rapporto tra le presenze registrate e le “giornate letto disponibili”, ovvero il numero di posti letto per giornate di effettiva apertura delle strutture (cfr. graf. 7.2).

Si può osservare, innanzitutto, come nel comparto alberghiero esista una forte correlazione tra il valore dell’indice e il livello

36 In effetti, tra il 2006 e il 2007, i posti letto sono aumentati di oltre 800 unità negli alberghi 4-5 stelle (+11,1%); negli alberghi 3 stelle, invece, l’incremento è stato inferiore alle 400 uni-tà, mentre nella fascia “bassa” (1-2 stelle) la capacità ricettiva complessiva si è ridotta di circa 150 posti letto.

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qualitativo delle strutture, nel senso che il grado di utilizzo aumenta passando dagli esercizi della fascia bassa, dove è pari soltanto al 13,3%, agli esercizi della fascia media e alta, dove raggiunge, rispettivamente, il 23,0 e il 35,6%. I valori più elevati si regi-strano, comunque, nelle residenze turistico-alberghiere (56,5%) 37, e ciò di-pende anche dal tipo di turismo che queste strutture servono: un turismo “di vacanza” (caratterizzato, quindi, da una durata del soggiorno relativamente elevata), ma con una significativa tendenza alla destagionalizzazione.

Graf. 7.2 - Indici di utilizzo delle strutture ricettive nel 2007- presenze/ giornate letto disponibili (in %) -

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

agriturismi B&B / ostelli

case vacanza case per ferie

villaggi turistici campeggi

alberghi 1-2 stelle alberghi 3 stelle

alberghi 4-5 stelleresidenze turistico-alb.

Fonte: APT

Nel comparto extra-alberghiero emerge, invece, una netta differenza tra i campeggi ed i villaggi turistici, da un lato, e le altre forme di ricettività, dal-l’altro: nel primo caso, i tassi di utilizzo risultano compresi tra il 30 e il 40%, nel secondo, si attestano su valori decisamente bassi e ben al di sotto degli standard richiesti da una gestione efficiente. Da segnalare, in particolare, il dato relativo agli agriturismi che non supera il 5%, a conferma di un poten-ziale ricettivo assai poco valorizzato.

GLI ANDAMENTI NEI 12 MESI. Una forte variabilità ha caratterizzato il movi-mento turistico nei diversi mesi dell’anno (cfr. graf. 7.3).

37 Si tratta, in particolare, di 3 strutture localizzate nell’area metapontina.

110

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Ampiamente positi-vo il bilancio del periodo estivo: nei mesi di luglio e agosto le presenze sono aumentate del 12,7%, pari a circa 115 mila pernottamenti in più, per un am-montare complessivo che, per la prima volta, ha superato il milione di unità.

Molto deludenti, invece, gli andamenti registrati negli altri periodi dell’an-no, con le uniche eccezioni di settembre (+5,5%) e novembre (+9,4%); da segnalare, in particolare, il forte regresso del flusso turistico a giugno (41 mila presenze in meno, pari al -14,5%).

Sulla base di questi dati è possibile pervenire alle seguenti conclusioni, che troveranno conferma anche nell’analisi delle dinamiche territoriali:▪ la ripresa del turismo lucano nel 2007 è ascribile pressochè

interamente al turismo estivo nelle località balneari della regione;

▪ le altre forme di turismo, tipicamente “destagionalizzate”, come il turismo d’affari e il turismo culturale, hanno segnato il passo;

▪ il turismo balneare continua a caratterizzarsi per una forte concentrazione dei flussi nei periodi “di punta” della stagione estiva che rimane, quindi, ancora troppo “corta”.

Graf. 7.3 - L'evoluzione delle presenze turistiche per mese- variaz. % 2006-2007 -

-16,0

-12,0

-8,0

-4,0

0,0

4,0

8,0

12,0

16,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Fonte: APT

111

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Gli andamenti osservati hanno accentuato ulteriormente il carattere forte-mente stagionale del turismo lucano, ben evidenziato nel graf. 7.4 che mette a confronto la distribuzione delle presenze per mese a livello regionale e na-zionale. Il dato che risalta maggiormente è quello relativo al periodo luglio-agosto, che fa registrare, in Basilicata, un flusso turistico pari al 56% del-l’intero movimento annuale, contro una media del 38% nel resto del Paese.

Graf. 7.4 - La distribuzione delle presenze per mese nel 2007- quote % su totale anno -

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

BasilicataItalia

Fonte: APT e ISTAT

GLI ANDAMENTI PER AREE DI PROVENIENZA DELLA DOMANDA. L’analisi dei flus-si in base alle provenienze segnala un certo recupero della clientela straniera, le cui presenze sono aumentate dell’8,3%, dopo aver subìto un vero e pro-prio tracollo nel 2006 (-21,4%). La consistenza assoluta di questa componen-te della domanda rimane, tuttavia, “strutturalmente” bassa in Basilicata, rap-presentando soltanto il 10,3% del totale, contro una media nazionale del 42,8% e una media meridionale del 29,3%.

Ad alimentare il flusso di turismo internazionale nella regione concorrono soprattutto 2 mercati: quello francese (21,3% delle presenze estere comples-sive), tornato a crescere nel 2007 dopo 3 anni di flessioni consecutive, e quello tedesco (15,8%) che, al contrario, è rimasto pressoché fermo negli ultimi dodici mesi.

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Considerando le giornate di permanenza media, si può ri-tenere che il turismo francese sia, in prevalenza, un turismo “di vacanza”; in questo caso, l’indice si attesta infatti su valori molto elevati (4,9).

Con riferimento al turismo nazionale (cfr. tab. 7.4), il bacino di domanda di gran lunga più importante per la Basilicata si conferma quello pugliese che, con 423 mila presenze registrate nel 2007, rappresenta il 25,8% del mercato italiano e il 23,1% di quello complessivo.

v.a. % su tot. 2005 2006 2007

Francia 40.089 21,3 -6,4 -49,8 31,9 Germania 29.793 15,8 13,8 14,4 -0,2 Regno Unito 17.819 9,5 38,0 -46,1 6,7 Stati Uniti 15.488 8,2 -17,8 6,0 1,1 Belgio 14.509 7,7 -5,7 1,2 53,4 Svizzera 10.914 5,8 -12,5 -11,2 29,3 tot. primi 6 Paesi 128.612 68,2 2,9 -27,6 16,7 altri Paesi 59.921 31,8 7,9 -3,6 -6,2 totale Estero 188.533 100,0 4,1 -21,4 8,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

- valori assoluti e % 2007 e variaz. % annue -

var. % annue

Tab. 7.3 - Presenze turistiche per Paesi di provenienza

2007

La Campania alimenta, invece, il 21,7% del flusso nazionale, mentre una quota significativamente elevata di presenze (12,4%) corrisponde al movi-mento turistico generato all’interno della regione. Il turismo che potremmo definire “di prossimità” (che ha come bacino di domanda la Puglia, la Campa-nia e la stessa Basilicata) pesa, quindi, per il 60% sulle presenze nazionali e per il 54% sulle presenze totali registrate nella regione.

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v.a. % su tot. 2005 2006 2007

Puglia 422.614 25,8 10,5 -8,3 -2,8 Campania 355.917 21,7 12,3 -4,7 11,1 Basilicata 203.309 12,4 20,8 -10,2 7,3 Lazio 163.480 10,0 14,3 1,1 -5,3 Lombardia 125.782 7,7 -4,8 1,7 7,4 Piemonte 52.262 3,2 26,3 -10,2 -1,1 Sicilia 50.746 3,1 11,0 -31,2 14,7 Emilia Romagna 47.759 2,9 6,5 -20,3 1,2 tot. prime 8 regioni 1.421.869 86,8 11,7 -7,4 3,1 centro-nord 528.742 19,1 6,7 -8,8 3,6 sud 1.109.378 67,7 12,4 -9,6 4,7 totale Italia 1.638.120 100,0 10,5 -9,4 4,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

- valori assoluti e % 2007 e variaz. % annue -

var. % annue2007

Tab.7.4 - Presenze turistiche per regioni di provenienza

Tra le altre regioni, soltanto il Lazio e la Lombardia superano le 100 mila presenze annue, con quote pari – rispettivamente – al 10,0 ed al 7,7%.

Graf. 7.5 - Distribuzione % delle presenze turistiche in Basilicata per aree di provenienza (2007)

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

Basilicata Campania Puglia centro nordItalia

altre regionisud Italia

estero

Fonte: APT

Le tendenze dell’ultimo anno indicano un ulteriore arretramento del mer-cato pugliese (-2,8%), già in calo nel 2006 (-8,3); in termini

114

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assoluti, le per-dite di presenze provenienti dalla Puglia, nell’intero biennio, sono quantifica-bili nell’ordine delle 51 mila unità.

Il regresso del mercato pugliese è stato ampiamente compensato, tutta-via, dalla forte espansione sia del mercato campano (+11,1%) sia di quello lucano (+7,3%) che, insieme, hanno determinato ben il 60% dell’incremento complessivo di presenze turistiche registrato in Basilicata nel 2007.

Segnali di ripresa hanno caratterizzato la recente evoluzione del mercato lombardo, che nel 2006 ha interrotto un lungo trend negativo e nel 2007 ha messo a segno un incremento del 7,4%; in flessione, invece, le presenze pro-venienti dal Lazio (-5,3%) e dal Piemonte (-1,1%).

Nel complesso, i mercati del centro-nord hanno registrato una crescita del 3,6%, ma il bilancio degli ultimi 5 anni è ampiamente deludente (-0,1% la variazione media annua nell’intero periodo).

GLI ANDAMENTI PER AREE TURISTICHE. A determinare la crescita delle presen-ze turistiche in Basilicata nel 2007 sono state esclusivamente le aree di turi-smo balneare e montano, mentre negativo è stato il bilancio per le aree di tu-rismo urbano, all’interno del quale è prevalente il movimento legato a moti-vazioni d’affari.

In particolare, il Metapontino, che concentra poco meno dei 2/3 delle pre-senze complessive, ha fatto segnare un incremento del 5,9% (65 mila per-nottamenti in più), recuperando parte delle perdite accumulate nel 2006.

Di uguale intensità relativa la crescita del flusso turistico a Maratea (+5,7%) dove, tuttavia, i livelli assoluti di pernottamenti (164 mila) rimango-no molto al di sotto di quelli registrati tra il 2003 e il 2005 (intorno ai 190 mi-la).

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v.a. % su tot. 2005 2006 2007

Basilicata 1.826.653 100,0 9,8 -10,7 4,8 Metapontino 1.168.834 64,0 10,1 -7,0 5,9 Maratea 164.143 9,0 0,3 -16,8 5,7 Matera città 107.601 5,9 3,9 25,6 -7,2 Vulture/Melfese 105.894 5,8 53,5 -15,4 -1,3 Pollino 65.074 3,6 26,8 -29,7 3,7 Potenza città 60.944 3,3 14,0 -22,6 -3,7 tot. aree turistiche 1.672.490 91,6 11,6 -8,8 4,0 altre aree 154.163 8,4 -4,8 -28,9 14,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

Tab. 7.5 - La distribuzione delle presenze per aree turistiche- valori assoluti e % 2007 e variaz. % annue -

2007 var. % annue

Nonostante il trend nuovamente in crescita delle presenze (+3,7%), il tu-rismo nell’area del Pollino continua a caratterizzarsi per una sostanziale debo-lezza, anche per effetto del più generale declino della domanda di turismo montano tradizionale che si “combina”, a livello locale, con una scarsa pro-pensione all’innovazione di prodotto da parte da parte degli operatori turistici.

Dopo l’exploit del 2006, ha perso colpi il movimento turistico nella città di Matera, accusando una flessione del 7,2% (circa 8 mila presenze in meno), che dovrebbe aver interessato entrambe le principali tipologie di clientela, quella d’affari e quella con motivazioni culturali.

Per il secondo anno consecutivo, si chiude in rosso il consuntivo dell’atti-vità turistica nel comune capoluogo (-3,7%) e nel Vulture/Melfese (-1,3%); in entrambi i casi, ha pesato la riduzione della clientela d’affari, largamente prevalente nelle due aree.

Le tab. 7.6 e 7.7 consentono di valutare il grado di importanza dei princi-pali mercati di riferimento della Basilicata a livello di ciascuna area turistica e le relative dinamiche nel 2007.

Gli aspetti salienti possono così essere sintetizzati:▪ il Metapontino è fortemente legato ai mercati “di prossimità”:

all’elevata quota di presenze generate dalla Puglia (26,2%)

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corrisponde un’incidenza significativa sia delle presenze campane (21,6%) sia di quelle “domesti-che” (13,8%). Le tendenze dell’ultimo anno segnalano, tuttavia, una di-screta crescita dei mercati del centro-nord (+7,9%), “trainati” soprattutto dalla Lombardia (+19,9%) che, insieme alla Campania, ha fatto registrare anche gli incrementi più elevati in termini assoluti; in ripresa, inoltre, è la domanda estera, grazie al ritorno dei francesi;

▪ il principale mercato di riferimento per l’area di Maratea è quello campa-no, che rappresenta il 28,2% delle presenze complessive; seguono, in ordine di importanza, il mercato estero, con una quota del 18,0%, e quel-lo laziale (12,7%). Ad alimentare la crescita del flusso turistico nel 2007 è stata proprio la domanda proveniente dalla Campania (oltre 6 mila pre-senze in più pari al 15,2%); molto vivace è risultata anche la domanda laziale (+14,2%), mentre la domanda estera ha subìto una forte battuta d’arresto (-13,4%);

▪ i deludenti risultati della città di Matera riflettono una flessione pressochè generalizzata delle presenze sui mercati delle regioni italiane; ha tenuto invece, la domanda estera, confermando gli elevati “volumi” raggiunti nel 2006 (quasi 30 mila pernottamenti). La città rimane il principale “attratto-re” di turismo internazionale in Basilicata (la quota di presenze straniere sul totale raggiunge il 27,2%, contro una media regionale del 10,3%);

▪ il Pollino è l’area che presenta il maggior grado di dipendenza da un mer-cato soltanto, segnatamente quello pugliese, dal quale proviene il 42,2% delle presenze complessive; gli altri mercati vicini – quello campano e quello interno – detengono, invece, quote comprese tra il 10 e il 12%. Nel corso dell’ultimo anno, questi mercati hanno evidenziato una tenden-ziale stazionarietà; per contro, sono aumentate le presenze di turisti dal centro-nord e dell’estero;

▪ le perdite di clientela registrate nel Vulture/Melfese nel 2007 sono impu-tabili quasi interamente a due mercati – Lombardia e Piemonte – che, ne-gli anni precedenti, rappresentavano il 25% circa della clientela comples-siva; trend molto espansivi, invece, hanno caratterizzato la domanda pro-veniente dalla Puglia e dalla Campania.

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Vulture/Melfese

Puglia 26,2 9,6 6,7 17,7 42,2 15,5 Campania 21,6 28,2 7,8 14,5 10,7 14,6 Basilicata 13,8 5,1 2,4 8,4 11,6 7,0 Lazio 8,5 12,7 12,7 8,0 8,1 11,8 Lombardia 7,4 5,5 8,2 7,1 3,1 5,5 centro-nord 26,6 31,4 44,9 39,8 19,6 37,7 sud 65,8 50,6 27,8 49,6 72,5 52,3 totale Italia 92,5 82,0 72,8 89,4 92,1 90,0 estero 7,5 18,0 27,2 10,6 7,9 10,0 totale generale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 presenze (v.a.) 1.168.834 164.143 107.601 105.894 65.074 60.944

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

PotenzaMatera

Tab. 7.6 - Composizione % delle presenze per regioni di provenienza nelle aree turistiche della Basilicata (anno 2007)

Metapon-tino Maratea Pollino

Vulture/Melfese

Puglia -6,1 9,2 -8,6 13,6 1,1 -4,0 Campania 13,0 15,2 -20,6 12,7 1,3 9,2 Basilicata 8,4 3,8 -8,2 36,3 -4,0 -7,4 Lazio -4,9 14,2 -17,9 -6,9 -5,7 -26,6 Lombardia 19,9 3,9 -7,1 -41,9 27,6 -23,7 centro-nord 7,9 11,5 -9,9 -15,2 13,8 -10,5 sud 3,7 10,9 -9,6 12,0 -0,2 3,8 totale Italia 4,9 11,1 -9,8 -2,0 3,1 -2,7 estero 20,4 -13,4 0,7 5,3 12,1 -11,5 totale generale 5,9 5,7 -7,2 -1,3 3,7 -3,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

Potenza

Tab. 7.7 - L'evoluzione delle presenze turistiche nel 2007per regioni di provenienza e aree turistiche

Metapon-tino Maratea Matera Pollino

In conclusione, si riportano, nel grafico seguente, gli indici di utilizzo delle strutture alberghiere ed extra-alberghiere nelle diverse aree, che danno im-mediatamente conto sia dell’”intensità” dell’attività turistica realizzata in cia-scuna, sia della capacità

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dell’offerta ricettiva di conseguire risultati adeguati sul piano economico-gestionale.

Gli scostamenti che si osservano riflettono, evidentemente, una moltepli-cità di fattori, che attengono: alle caratteristiche del sistema ricettivo (in ter-mini di tipologie e dimensioni degli esercizi 38), al tipo di turismo presente in ciascuna area nonché all’effettivo grado di competitività degli esercizi.

Tenendo conto di questi aspetti, va rimarcato il valore molto elevato del-l’indice nell’area metapontina (42,9%) e, per contro, quelli assai bassi rileva-ti nel Vulture/Melfese (17,4%) e, soprattutto, nell’area del Pollino (8,4%).

Graf. 7.6 - Indici di utilizzo delle strutture ricettive per aree turistiche- presenze/ giornate letto disponibili (in %) -

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0

Pollino

Vulture/Melfese

Potenza

Maratea

Matera

Metapontino

totale

Fonte: APT

38 Si è visto che esiste, ad esempio, una stretta correlazione tra la categoria alberghiera e il valore dell’indice di utilizzo delle strutture.

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SCHEDE DI APPROFONDIMENTOSULLE ECONOMIE PROVINCIALI

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bianca

L’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI POTENZA

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Provinciadi Potenza

Indicatori di sviluppo PIL pro-capite (2006) in Euro 18.578 18.324 25.862 numero indice (Italia = 100) 71,8 70,9 100,0 posizione nella graduatoria nazionale 79° 16° variaz. % PIL pro-capite 2004-2006 2,2 2,7 3,0 Valore aggiunto (var. % 2005-2006 valori correnti) totale economia 4,3 3,3 3,0 - agricoltura -1,8 -5,6 -3,0 - industria in senso stretto 6,1 4,3 2,5 - costruzioni 4,7 4,3 4,0 - servizi 4,2 3,7 3,3 Indicatori di benessere economico Reddito disponibile pro-capite delle famiglie in Euro 12.468 12.213 16.427 numero indice (Italia = 100) 75,9 74,3 100,0 Patrimonio finanziario delle famiglie (valori pro-capite) 27.196 27.103 55.599 numero indice (Italia = 100) 48,9 48,7 100,0 Indicatori di competitività Grado di apertura al commercio estero (2006) (a) 30,8 25,5 43,5 % dell'export sul valore aggiunto complessivo (2006) 18,6 15,9 21,2 Produttività del lavoro (numeri indici Italia = 100) (b) 81,9 80,5 100,0 Indicatori relativi alle imprese (extra-agricole) Imprese attive per 1.000 abitanti (2007) 59,8 58,3 71,7 % di imprese costituite in forma societaria (2007) 23,8 24,0 37,5 Tassi di natalità aziendale (2007) 6,3 6,5 7,9 Tassi di mortalità aziendale (2007) 5,4 5,8 7,4 Tassi di crescita delle imprese (2007) 0,9 0,8 0,4 Indicatori relativi al mercato del lavoro Tasso di attività (media 2007) 56,1 54,8 62,5 Tasso di occupazione (media 2007) 50,6 49,6 58,7 Tasso di disoccupazione (media 2007) 9,8 9,8 6,1 Variazione % 2006-2007 occupazione extra-agricola 0,3 -0,4 1,3 Indicatori di rischiosità economica Importo titoli protestati per abitante (in Euro) 50,5 56,5 Sofferenze bancarie su impieghi (%) 13,8 13,9 3,3 Indice di dotazione infrastrutturale (c) 43,8 43,3 100,0

(a) (import + export / Valore aggiunto) x100 (b) valore aggiunto per unità di lavoro al 2005 (c) infrastrutture economiche e sociali (numeri indici Italia = 100)

Quadro di sintesi dei principali indicatori

ItaliaBasilicata

L’ECONOMIA POTENTINA HA UN PASSO IN PIÙRISPETTO AL RESTO DELLA REGIONE

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2005 2006 2005 2006

Agricoltura -11,3 -1,8 -11,6 -5,6 - Industria in s.s. -7,4 6,1 -5,9 4,3 - Costruzioni -5,1 4,7 -5,9 4,3 totale industria -6,7 5,6 -5,9 4,3 Servizi 5,0 4,2 5,6 3,7

totale generale 1,0 4,3 1,4 3,3

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT e Istituto Tagliacarne

L'evoluzione del valore aggiunto- variaz. % annue in termini nominali -

Provincia Potenza Basilicata

Valore aggiunto e imprese attive: "peso" %della provincia di Potenza sul totale regionale

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

agric. industria costruz. servizi totale

valore aggiunto imprese

Fonte: Istituto Tagliacarne e Infocamere

Le stime più aggiornate dell’Istituto Tagliacarne segnalano un incremento del reddito prodotto dall’economia pro-vinciale – nel 2006 – del 4,3% in ter-mini nominali, a fronte di un andamen-to quasi stazionario nel 2005 (+1,0%).A ridare vigore alla crescita del PIL ha contribuito soprattutto la ripresa del-l’attività industriale, che aveva accusa-to un pesante regresso nell’anno pre-cedente. Nell’industria in senso stretto, in particolare, il valore aggiunto è au-mentato del 6,1%, dopo 4 variazioni negative consecutive, grazie anche alle buone performance del settore auto; analogamente significativo l’incremen-to registrato nell’industria delle costru-zioni (+4,7%), che concorre per circa un terzo alla formazione dell’intero va-lore aggiunto industriale.E’ proseguito, invece, il trend negativo dell’agricoltura, sebbene a ritmi molto più attenuati rispetto a quelli rilevati nel 2005 (-1,8%); mentre i servizi hanno mantenuto un discreto profilo espansivo (+4,2%) e, negli ultimi 5 anni, hanno aumentato di quasi 4 pun-ti percentuali la loro incidenza sul valo-re aggiunto complessivo.Il confronto con la regione evidenzia un maggior dinamismo dell’economia provinciale in tutti i principali settori: nel complesso, il differenziale di cresci-ta, a

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vantaggio dell’area potentina, è risultato pari a circa un punto.

ANCORA INSUFFICIENTI I RECUPERI DI PRODUTTIVITÀNEL SISTEMA ECONOMICO PROVINCIALE

La produttività del lavoro- valore aggiunto per unità di lavoro (.000 Euro) -

35,0

40,0

45,0

50,0

55,0

2001 2002 2003 2004 2005

Potenza Basilicata Italia

Fonte: ISTAT

Nella prima metà del decennio, i livelli di produttività del lavoro – variabile “chiave” della competitività di un siste-ma economico territoriale – sono cre-sciuti in misura relativamente mode-sta, e ciò ha determinato un ulteriore ampliamento del gap negativo nei con-fronti della media italiana.Nel 2005, in particolare, il valore ag-giunto per unità di lavoro raggiungeva, nella provincia, i 43,0 mila Euro: un valore inferiore del 18% a quello na-zionale (nel 2001, invece, il “ritardo” era misurato nell’ordine del 17%). Dal punto di vista settoriale, i maggio-ri recuperi di produttività si sono regi-strati nell’industria delle costruzioni e nei servizi, mentre l’industria in senso stretto, penalizzata da una difficile congiuntura nel periodo considerato, ha subito addirittura un regresso e sconta un differenziale negativo di ben 24 punti percentuali.

Nel contesto regionale, l’economia po-tentina vanta livelli di produttività del lavoro più elevati nei servizi e anche

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La produttività nei principali settori- numeri indici (Italia = 100) -

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

agricoltura industria costruzioni commercio servizi

Potenza Basilicata

Fonte: ISTAT

nell’industria in senso stretto, dove incide, evidentemente, la maggiore presenza relativa di imprese di medio-grandi dimensioni.Per contro, l’agricoltura, le costruzioni e il commercio sono più “indietro” in termini di capacità competitiva.

RALLENTA NEL 2007 LA CRESCITA DELLA RICCHEZZA PRO-CAPITE

PIL pro-capite 2007- migliaia di Euro -

18,6 18,3 17,5

25,9

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

Potenza Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Istituto Tagliacarne

Il PIL pro-capite, che costituisce una misura sintetica del livello di sviluppo raggiunto da un’area, si è attestato a 18,6 mila Euro nel 2007, il 72% circa del valore nazionale (pari a 25,9 mila Euro).E’ favorevole alla provincia, invece, il confronto con il Mezzogiorno (un mi-gliaio di Euro in più pro-capite) e con il resto della regione (oltre 700 Euro in più).Nel corso degli ultimi anni, la dinamica del PIL per abitante è risultata lieve-mente più espansiva rispetto a quella registrata a livello nazionale (+3,8% la variazione media tendenziale, tra il 2004 e il 2007, contro il +3,0% in Ita-lia); ciò grazie anche al trend negativo

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n° posto(a)

2004 16.839 68,4 80°2005 17.244 70,82006 18.182 72,4 78°2007 18.578 71,8 79°

(a) posizione nella graduatoria delle 103 provinceFonte: Istituto Tagliacarne

Prodotto Interno Lordo pro-capite- Provincia di Potenza -

Euro correnti

n° indici (Italia=100)

della popolazione provinciale.L’incremento maggiore si è avuto nel 2006 (+5,4%), a conferma della ripre-sa dell’attività economica segnalata dai dati sul valore aggiunto; nel 2007, in-vece, la crescita è notevolmente ral-lentata e il processo di convergenza verso i livelli medi nazionali di ricchez-za pro-capite ha subito una battuta d’arresto.

Nella graduatoria delle 103 province italiane del PIL per abitante, Potenza occupa attualmente il 79° posto, dopo essere risalita al 78° nel 2006.

TROPPO DEBOLE LA CRESCITA DEI REDDITI FAMILIARIPER RILANCIARE LA DOMANDA DI CONSUMO

Potenza Basilicata Italia

2003 11.638 11.453 15.6362004 12.090 11.857 16.1262005 12.468 12.213 16.427

2003 74,4 73,2 100,02004 75,0 73,5 100,02005 75,9 74,3 100,0

Fonte: Istituto Tagliacarne

numeri indici (Italia = 100)

Reddito lordo disponibile pro-capitedelle famiglie (Euro correnti)

Al 2005, il reddito lordo disponibile pro-capite delle famiglie residenti nel-la provincia è stimato in 12,5 mila Euro, di poco superiore alla media re-gionale (12,2 mila) e pari a circa il 76% del valore nazionale.Il differenziale negativo nei confronti dell’Italia si concentra soprattutto nel-le famiglie composte da uno o due componenti che coincidono, in molti casi, con persone anziane. Nell’arco del triennio 2003-2005, il trend di crescita del reddito disponi-bile ha subito una progressiva atte-nuazione, a

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Potenza Basilicata Italia

totale 77.291 79.082 146.546 n° indici (Italia=100) 52,7 54,0 100,0

% per categorie attività reali 64,8 65,7 62,1 - abitazioni 56,0 54,8 59,5 - terreni 8,8 10,9 2,6 attività finanziarie 35,2 34,3 37,9 totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT

Il patrimonio delle famiglie nel 2006- Euro pro-capite e distribuz. % per categoria -

livello locale come nel re-sto del Paese, e ciò ha contribuito a frenare sia la spesa di consumo (una delle componenti più deboli della do-manda nell’attuale ciclo economico) sia la capacità di risparmio delle fami-glie.

Per quanto riguarda, invece, la ric-chezza complessiva, stimata sulla ba-se delle attività reali e finanziarie pos-sedute, il suo ammontare per famiglia raggiunge i 77,3 mila Euro nella pro-vincia di Potenza, poco più della metà del dato nazionale.La composizione del patrimonio fami-liare mostra, nel confronto con l’Ita-lia, un minor peso relativo delle attivi-tà finanziarie (depositi bancari, valori mobiliari, riserve) e delle abitazioni, a fronte di una maggiore importanza dei terreni.

MOLTO BASSA LA “VITALITÀ” DEL SISTEMA IMPRENDITORIALE,MA LA BASE PRODUTTIVA CRESCE PIÙ DELLA MEDIA REGIONALE

Uno scarso dinamismo ha contrasse-gnato, nel 2007, l’evoluzione della ba-se imprenditoriale della provincia di Potenza.I tassi di natalità aziendale sono rima-sti attestati su valori storicamente bas-si, accusando inoltre una lieve riduzio-ne rispetto all’anno precedente (dal 6,5 al 6,3%). In calo sono risultati anche i tassi di mortalità (5,4%), dopo la forte

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Tassi di natalità e mortalità aziendale - imprese extra-agricole -

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

natalità mortalità

Fonte: Infocamere

Tassi di crescita delle imprese extra-agricole- var. % annue -

0,00

0,50

1,00

1,50

2003 2004 2005 2006 2007Potenza Basilicata

Fonte: Infocamere

impen-nata registrata nel 2006.Minori chiusure di imprese, quindi, ma anche minori aperture di nuove atti-vità; e ciò si traduce in valori molto bassi dell’indice di ricambio imprendi-toriale, sceso all’11,7% contro il 12,3% rilevato nell’intera regione e il 15,3% in Italia.

Il “rientro” dei fenomeni di mortalità aziendale – che, nel resto della regio-ne, hanno evidenziato invece una forte accelerazione – ha favorito, comun-que, un aumento del saldo positivo tra iscrizioni e cancellazioni nel Registro Imprese: da +191 a +255 l’incremento “netto” di nuove imprese tra il 2006 e il 2007.La base produttiva provinciale è torna-ta così a crescere a ritmi superiori alla media regionale.

IN FORTE CRESCITA LE IMPRESE COSTITUITE IN FORMA SOCIETARIA

L’ampliamento della base produttiva provinciale continua ad

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Saldi iscrizioni-cancellazioni di impresenel 2007 per forme giuridiche

-200

-100

0

100

200

300

soc.capitali

soc.persone

ditteindiv.

altreforme

totale

Fonte: Infocamere

Incidenza % delle società di capitalesullo stock di imprese attive (2007)

10,7 11,0

13,5

17,6

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

Potenza Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Infocamere

accompagnarsi ad un intenso processo di rafforzamen-to qualitativo del sistema imprendito-riale, all’interno del quale aumenta sempre più l’incidenza delle imprese costituite in forma societaria.Lo scorso anno, in particolare, ha fatto registrare un incremento “netto” di so-cietà di capitale pari a 243 unità, a fronte di un saldo di nati-mortalità for-temente negativo per le ditte indivi-duali (-135 unità).Alla crescita dello stock di imprese hanno contribuito, tuttavia, anche le società di persone (+93 il relativo sal-do tra iscrizioni e cancellazioni) e le cooperative e i consorzi (+54).L’incidenza delle società di capitale sul-lo stock complessivo di imprese è sali-ta così al 10,7%, ben 5 punti in più ri-spetto al valore rilevato all’inizio del millennio. L’industria delle costruzioni e il commercio sono i settori dove mag-giore è stata la crescita della quota di imprese che hanno assunto questa for-ma giuridica.

La presenza delle società di capitale nel tessuto imprenditoriale provinciale rimane, comunque, ampiamente infe-riore alla media nazionale (17,6%) e lievemente al di sotto anche della me-dia regionale (11,0%).

130

Page 131: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

CONTINUA AD ARRETRARE LA BASE PRODUTTIVA DELL’INDUSTRIA MANIFATTURIERA E DELL’ARTIGIANATO

Credito/assicuraz. 7,6 Servizi alle persone 3,8 Servizi alle imprese 3,3 Manutenz., riparaz. 1,8

Tessile/abbigliamento -5,4 Min. non metalliferi -3,9 Legno/mobili -2,7 Trasporti, comunic. -2,6

L'evoluzione della base produttiva

si ridimensionano

crescono di più

… e quelli che

- tassi di crescita stock di imprese attive -

i settori che

Fonte: Infocamere

Le dinamiche imprenditoriali a livello settoriale segnalano un regresso piut-tosto marcato dello stock di imprese attive nell’industria manifatturiera: 48 unità produttive in meno tra il 2006 e il 2007 (pari al -1,5%). Particolarmente negativo il bilancio per i comparti del tessile/abbigliamento, dei minerali non metalliferi e del legno, con flessioni molto superiori a quelle registrate nel-l’intera regione.Nell’ambito dei servizi continua a “per-dere” imprese il settore dei trasporti, che rappresenta il 22% circa del ter-ziario non commerciale.Andamenti molto positivi hanno inte-ressato, invece, le altre principali atti-vità, a partire dai servizi alle persone e dai servizi al sistema produttivo: +3,8 e +3,3% la variazione tendenziale dei rispettivi stock di imprese.Ha continuato a crescere, pur se a ritmi inferiori alla media, la base pro-duttiva dell’industria delle costruzioni (+1,1%); mentre una sostanziale sta-zionarietà ha caratterizzato l’evoluzio-ne delle imprese commerciali (+0,4%).

131

Page 132: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Tassi di crescita delle imprese artigiane- 2003/ 2007 -

-1,50

-1,00

-0,50

0,00

0,50

2003 2004 2005 2006 2007

Potenza Basilicata

Fonte: Infocamere

Non accenna ad arrestarsi, infine, l’e-morragia di imprese artigiane: nel cor-so del 2007 l’intero comparto ha evi-denziato un saldo negativo tra nuove aperture e chiusure pari a 62 unità, per una variazione degli stock pari al -0,8% (-0,5% a livello regionale)

Conti in rosso per il mercato del lavoro provinciale

L'evoluzione del mercato del lavoro nel 2007- variaz. % annue -

-1,2

-12,1

-2,4 -1,0

-11,2

-2,1

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

occupati disoccupati forze lavoro

Potenza Basilicata

Fonte: ISTAT

Sono peggiorate, nel corso del 2007, le condizioni del mercato del lavoro pro-vinciale, in conseguenza di un consi-stente ridimensionamento dei livelli oc-cupazionali e di diffusi fenomeni di “u-scita” dalle forze di lavoro di soggetti che rinunciano alla ricerca attiva di un impiego perché “scoraggiati”. Ciò ha determinato una forte riduzione della disoccupazione che, tuttavia, è tale so-lo sul piano puramente statistico, non corrispondendo – ad essa – un reale riassorbimento del deficit occupaziona-le esistente.

Più in dettaglio, il numero di occupati è diminuito, rispetto al 2006, di circa 1,6 mila unità (-2,3%), che corrispondono all’80% dell’intero decremento occupa-zionale registrato a livello

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assolute %

forze di lavoro 143,4 -3,6 -2,4 occupati totali 129,4 -1,6 -1,2 - agricoltura 9,0 -2,0 -18,3 - industria 37,9 -1,4 -3,6 di cui: in senso stretto 23,2 1,0 4,3 costruzioni 14,7 -2,4 -13,9 - servizi 82,5 1,8 2,2 - dipendenti 94,3 -1,7 -1,7 - indipendenti 35,1 0,0 0,1 persone in cerca di lavoro 14,0 -1,9 -12,1

Fonte: ISTAT

valori assoluti

variaz. '06-'07

Le forze di lavoro nella provincia di Potenza- valori assoluti in migliaia di unità (media 2007) -

regionale (2,1 mila unità, pari al -1,0%).Il contestuale abbassamento dei tassi di attività della popolazione (dal 57,6 al 56,1%) ha ridotto di circa 3,6 mila unità lo stock di forza lavoro, favoren-do la discesa della disoccupazione, che ha sfiorato le 2 mila unità (il 12,1% di quella rilevata nel 2006).

La flessione dell’occupazione si è con-centrata nel settore agricolo e nell’in-dustria delle costruzioni, dove sono an-dati persi – rispettivamente – 2,0 e 2,4 mila posti di lavoro, solo parzialmente bilanciati dagli aumenti nell’industria in senso stretto (tornata a crescere, sul piano occupazionale, dopo qualche an-no) e nei servizi.

NELLA PROVINCIA SI È CONCENTRATA L’INTERA OCCUPAZIONE AGGIUNTIVA CREATA DAI SERVIZI IN BASILICATA

L'andamento dell'occupazione per settori- variaz. assolute annue -

-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

agricoltura industria s.s. costruzioni servizi

Potenza Basilicata

Fonte: ISTAT

Il confronto con le dinamiche settoriali dell’occupazione registrate a livello re-gionale mostra come la flessione degli occupati agricoli e dell’edilizia abbia ri-guardato esclusivamente la provincia di Potenza dove, per contro, si è con-centrata gran parte dell’occupazione aggiuntiva registrata in Basilicata nel-l’industria in senso stretto e la totalità di quella creata dal settore terziario.Il saldo occupazionale negativo è im-putabile, inoltre, alla sola componente dei lavoratori alle

133

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2006 2007 2007 tassi di attività totale 57,6 56,1 54,8 - uomini 72,7 69,3 69,3 - donne 42,4 42,8 40,3 tassi di occupazione totale 51,3 50,6 49,6 - uomini 66,9 65,0 64,9 - donne 35,6 36,0 34,1 tassi di disoccupaz. totale 10,8 9,8 9,5 - uomini 7,9 6,1 6,3 - donne 16,0 15,7 15,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Indicatori sintetici del mercato del lavoro

Potenza Basilicata

dipendenze; stabili sono rimasti, infatti, i lavoratori auto-nomi.

Su un piano “strutturale”, il mercato del lavoro provinciale presenta condi-zioni relativamente più favorevoli ri-spetto a quello regionale: infatti, a fronte di un maggiore tasso di offerta (56,1% la quota di popolazione attiva, contro una media del 54,8%), il tasso di occupazione risulta superiore di un punto percentuale. Tali scostamenti sono determinati es-senzialmente dagli indici corrispondenti alla popolazione femminile che, nella provincia di Potenza, trova maggiori opportunità di impiego e, anche per questo, mostra un più elevato tasso di partecipazione al mercato del lavoro.

IN FORTE RIDUZIONE GLI INTERVENTI DI SOSTEGNODELLA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI

Per il secondo anno consecutivo, gli in-terventi di Cassa Integrazione Guada-gni a sostegno dei livelli occupazionali dell’industria manifatturiera provincia-le hanno mostrato un sensibile ridi-mensionamento.Il monte-ore complessivo si è quasi dimezzato rispetto al 2006, scendendo a 539 mila, un livello mai così basso dal 2000. Si tratta, inoltre, del 25% soltanto delle ore

134

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Interventi della CIG per tipologia- migliaia di ore autorizzate -

0

500

1.000

1.500

2.000

2004 2005 2006 2007CIG ordinaria CIG straordinaria

Fonte: INPS

monte-ore var. %complessivo '06-'07

alimentare 150.415 27,9 38,0 metalmeccanico 123.040 22,8 -77,5 chimica 118.105 21,9 173,2 min. non metall. 107.918 20,0 -31,5 tessile/abbigl. 19.113 3,5 -77,4 altre manifatt. 20.534 3,8 -76,5

totale 539.125 100,0 -47,6

edilizia 866.730 15,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

% su tot.

Interventi della CIG nei principali settori - 2007 -

complessivamente autorizzate a livello regionale, a fronte di un “peso” dell’occupazione manifat-turiera provinciale pari al 68%.

Dal punto di vista settoriale, il calo de-gli interventi di CIG, nell’ultimo bien-nio, riflette soprattutto il “rientro” delle difficoltà, di natura prevalentemente congiunturale, dell’industria metalmec-canica (segnatamente, del comparto auto), dove le ore autorizzate sono scese dal milione e 884 mila del 2005 alle 123 mila del 2007.Alla flessione ha contribuito, inoltre, il minor ricorso alla CIG da parte delle imprese del tessile/abbigliamento (sol-tanto 19 mila le ore concesse lo scorso anno) e della lavorazione dei minerali non metalliferi. Una ripresa degli interventi, soprattut-to straordinari, si è registrata invece nell’industria alimentare e nell’industria chimica che, insieme, hanno assorbito la metà del monte-ore complessivo au-torizzato.

MOLTO POSITIVO IL BILANCIO DELL’INTERSCAMBIO CON L’ESTERO

Sempre “trainate” dall’industria dell’au-to, le esportazioni provinciali hanno raggiunto un

135

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Importazioni ed esportazioni provinciali- milioni di Euro -

0

500

1.000

1.500

2.000

2003 2004 2005 2006 2007export import

Fonte: ISTAT

Il grado di apertura al commercio estero (2006)- (export+import)/PIL in % -

42,1

33,129,6

55,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Potenza Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ISTAT

nuovo livello record nel 2007, superando il miliardo e 700 mila Euro, il 28,0% in più rispetto all’anno precedente.Molto meno espansiva la dinamica del-le importazioni (+3,0%) che, tuttavia, nell’ultimo quinquennio, sono cresciute a ritmi assai superiori a quelli del-l’export e sono ormai vicine alla “so-glia” del miliardo di Euro (si tratta di un flusso determinato, in larga misura, dalle esigenze produttive dell’industria dell’auto).L’attivo commerciale ha ripreso così a salire, attestandosi a 833 milioni, con-tro i 479 milioni del 2006.

Il volume monetario dell’interscambio con l’estero rappresenta il 41,2% del valore aggiunto prodotto dall’economia provinciale: un grado di apertura inter-nazionale significativamente elevato, se confrontato con la media regionale e meridionale, e in forte crescita negli ultimi anni.L’indice riflette, in realtà, l’apporto de-terminante dell’automotive, la cui inci-denza sul volume complessivo degli scambi internazionali della provincia è stimabile nell’ordine di almeno il 70%.

Auto e petrolio alimentano la crescita dell’export provinciale

136

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migliaia var. %di Euro '06-'07

Autoveicoli 1.293.952 74,1 21,6 Petrolio greggio 201.980 11,6 180,1 Parti e accessori per auto 90.471 5,2 3,6 Articoli in materie plastiche 47.010 2,7 26,2 Accumulatori, pile 24.302 1,4 -3,0 Altri prodotti alimentari 11.424 0,7 18,3 Pasta da carta 7.642 0,4 -6,1 Apparecchi per la telefonia 7.569 0,4 Prodotti farmaceutici 6.954 0,4 9,7 Piastrelle in ceramica 6.245 0,4 totale prime 10 merceologie 1.697.548 97,3 29,6 totale 1.745.368 100,0 28,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Prime 10 merceologie per valore dell'export (2007)

% su tot.

migliaia var. %di Euro '06-'07

Regno Unito 321.358 18,4 39,4 Germania 219.078 12,6 -20,6 Turchia 193.790 11,1 88,9 Spagna 188.585 10,8 85,9 Francia 185.360 10,6 43,3 Egitto 70.811 4,1 12,1 Paesi Bassi 70.510 4,0 233,6 Polonia 62.777 3,6 2,0 Belgio 45.803 2,6 230,6 Portogallo 43.838 2,5 43,7 totale primi 10 Paesi 1.401.909 80,3 36,1

totale 1.745.368 100,0 28,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Primi 10 Paesi per valore dell'export (2007)

% su tot.

Circa il 60% dell’incremento comples-sivo registrato dall’export provinciale nel 2007 (381 milioni di Euro) è attri-buibile alla vendita di autoveicoli e di parti e accessori per auto; mentre il 34% è riconducibile alle vendite di pe-trolio greggio, quasi triplicate nell’ulti-mo anno (da 72 a 202 milioni).Con riferimento alle altre merceologie, la cui incidenza non raggiunge il 10% del totale, vanno segnalate le positive performance dei prodotti dell’industria alimentare (quasi 16 milioni di Euro), sebbene continuino a segnare il passo le bevande, in calo del 10%.

Tra i principali mercati di sbocco delle produzioni locali, soltanto la Germania ha evidenziato un regresso, con una flessione delle vendite del 21% circa.Ha continuato a crescere a ritmi soste-nuti, invece, il mercato britannico, che è diventato il più importante in termini di assorbimento dell’export provinciale (18,4% la relativa quota).In aumento anche la quota di export destinata alla Turchia (11,1%), rappre-sentata pressoché interamente dalla vendita di greggio.

137

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IN ACCELERAZIONE IL TREND DEI PRESTITI BANCARIA SOSTEGNO DELLE SPESE DI CONSUMO E DI INVESTIMENTO

Gli impieghi bancari per tipologie di clientela- variaz. % annue -

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

imprese famiglie

Fonte: Banca d’Italia

Il trend degli impieghi bancari nella provincia di Potenza ha evidenziato una marcata accelerazione nel corso dell’ultimo anno, riflettendo soprattutto la maggiore domanda di finanziamento da parte delle imprese.Alla fine di settembre 2007, il tasso di crescita medio annuo dei prestiti (cal-colato sui valori nominali) ha raggiun-to, infatti, il +9,4%, contro il +2,9% dello stesso periodo dell’anno prece-dente.E’ sempre il credito concesso alle fa-miglie a registrare la dinamica più e-spansiva (+11,3%), anche per effetto dell’elevato flusso di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni, che rappresen-tano circa un terzo degli impieghi com-plessivi.I prestiti alle imprese sono aumentati, invece, dell’8,8%, invertendo il trend negativo che aveva caratterizzato buo-na parte del 2006. L’incremento ha ri-guardato, inoltre, la sola componente a medio-lungo termine.

I maggiori volumi di credito

138

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L'incidenza dei prestiti in sofferenzasugli impieghi complessivi (% )

13,8 13,9

6,3

3,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

Potenza Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Banca d’Italia

concesso dal sistema bancario non hanno deter-minato particolari problemi sul versan-te della solvibilità dei debiti contratti da famiglie e imprese. La quota di cre-diti inesigibili, tuttavia, rimane strut-turalmente elevata (13,8%), anche nel confronto con la realtà meridionale.

SI RIDUCE LA CAPACITÀ DI RISPARMIO DELLE FAMIGLIEMIGLIORA IL GRADO DI RISCHIOSITÀ ECONOMICA

L'andamento dei depositi bancari- variaz. % annue -

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

Potenza Basilicata

Fonte: Banca d’Italia

Alla dinamica espansiva degli impieghi è corrisposta una tendenziale staziona-rietà dei depositi bancari che, a set-tembre dello scorso anno, registravano un tasso di variazione del +1,9%, sempre in termini nominali.A determinare tale andamento è stato soprattutto il minore risparmio delle fa-miglie (dal +2,7 al +0,3% la relativa crescita tra il 2006 e il 2007), che sconta lo scarso dinamismo del reddito disponibile.Il rallentamento ha interessato, tutta-via, anche il risparmio degli operatori diversi dalle famiglie, il cui trend è sceso dal +5,2 al +1,9%.

L’ammontare medio dei depositi per abitante raggiunge i 5,5 mila

139

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Indice di rischiosità economica- ammontare dei protesti per abitante (Euro) -

60

82

5451

68

81

56 56

40

60

80

2004 2005 2006 2007

Potenza Basilicata

Fonte: CCIAA

Euro, quasi l’8% in meno rispetto alla media regionale.

Indicazioni positive si ricavano, infine, dall’andamento dei titoli protestati, di-minuiti sia nel numero (-6,2%) che ne-gli importi complessivi (-7,8%).Ciò ha favorito un ulteriore migliora-mento dell’indice di rischiosità econo-mica della provincia, che si mantiene più basso rispetto alla media regionale (51 Euro di protesti per abitante, con-tro i 56 della Basilicata).

IN FORTE CRESCITA L’INFLAZIONE AL CONSUMO

L'andamento dell'inflazione- var. % annue dell'indice NIC dei prezzi -

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

gen 0

6

lug.

gen 0

7

lug.

gen 0

8

Potenza Italia

Fonte: ISTAT

A partire dallo scorso autunno, il trend di crescita dei prezzi al consumo nel comune capoluogo si è progressiva-mente discostato da quello nazionale, caratterizzandosi per una maggiore in-tensità delle spinte inflattive. Nell’arco dei tre mesi finali del 2007, in particolare, l’inflazione ha cumulato un incremento di ben 1,3 punti percen-tuali, salendo al 3,1%, contro il 2,6% della media nazionale. Il differenziale inflazionistico è rimasto pressoché invariato nei primi mesi del-l’anno in corso, con il tasso di variazio-ne dell’indice dei prezzi che ha rag-giunto il

140

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comune differenz.Potenza inflazion.

Alimentari e bevande 6,6 5,0 1,6 Bevande alcol. e tabacchi 3,2 3,3 -0,1 Abbigliamento e calz. 1,0 1,6 -0,6 Abitaz., acqua, elettricità 5,8 4,1 1,7 Mobili, arredamento 2,1 3,5 -1,4 Servizi sanitari -1,3 0,1 -1,4 Trasporti 6,1 5,6 0,5 Comunicazioni -6,4 -6,4 0,1 Ricreazione, cultura 0,7 0,7 0,0 Istruzione 1,4 2,3 -0,9 Alberghi e pubbl. es. 5,1 2,7 2,5 Beni e servizi vari 1,3 3,2 -1,9 Indice generale 3,5 3,1 0,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

L'inflazione al consumo per capitoli di spesa

Italia

- variaz. % annue I trimestre 2008 -

3,8% nel comune capoluogo e il 3,3% in Italia.

Rispetto alla situazione nazionale, il comune capoluogo mostra una crescita dei prezzi più elevata in 4 dei 12 capi-toli di spesa (nell’ordine, “alberghi e pubblici esercizi”, “abitazione, acqua, elettricità”, “alimentari” e “trasporti”), mentre nei restanti la dinamica infla-zionistica risulta più favorevole a livello locale, con un differenziale negativo particolarmente ampio nei “beni e ser-vizi vari”.

L’ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI MATERA

141

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Provinciadi Matera

Indicatori di sviluppo PIL pro-capite (2007) in Euro 17.840 18.324 25.862 numero indice (Italia = 100) 69,0 70,9 100,0 posizione nella graduatoria nazionale 83° 16° variaz. % PIL pro-capite 2006-2007 3,9 2,7 3,0 Valore aggiunto (var. % 2005-2006 valori correnti) totale economia 1,4 3,3 3,0 - agricoltura -9,3 -5,6 -3,0 - industria in senso stretto 0,6 4,3 2,5 - costruzioni 3,7 4,3 4,0 - servizi 2,6 3,7 3,3 Indicatori di benessere economico Reddito disponibile pro-capite delle famiglie in Euro 11.724 12.213 16.427 numero indice (Italia = 100) 71,4 74,3 100,0 Patrimonio finanziario delle famiglie (valori pro-capite) 26.926 27.103 55.599 numero indice (Italia = 100) 48,4 48,7 100,0 Indicatori di competitività Grado di apertura al commercio estero (2006) (a) 14,6 25,5 43,5 % dell'export sul valore aggiunto complessivo (2006) 10,2 15,9 21,2 Produttività del lavoro (numeri indici Italia = 100) (b) 77,9 80,5 100,0 Indicatori relativi alle imprese (extra-agricole) Imprese attive per 1.000 abitanti (2007) 55,5 58,3 71,7 % di imprese costituite in forma societaria (2007) 24,4 24,0 37,5 Tassi di natalità aziendale (2007) 6,9 6,5 7,9 Tassi di mortalità aziendale (2007) 6,4 5,8 7,4 Tassi di crescita delle imprese (2007) 0,5 0,8 0,4 Indicatori relativi al mercato del lavoro Tasso di attività (media 2007) 52,5 54,8 62,5 Tasso di occupazione (media 2007) 47,7 49,6 58,7 Tasso di disoccupazione (media 2007) 9,1 9,5 6,1 Variazione % 2006-2007 occupazione extra-agricola -1,9 -0,4 1,3 Indicatori di rischiosità economica Importo titoli protestati per abitante (in Euro) 67,8 56,5 Sofferenze bancarie su impieghi (%) 14,1 13,9 3,3 Indice di dotazione infrastrutturale (c) 42,4 43,3 100,0

(a) (import + export / Valore aggiunto) x100 (b) valore aggiunto per unità di lavoro al 2005 (c) infrastrutture economiche e sociali (numeri indici Italia = 100)

Quadro di sintesi dei principali indicatori

ItaliaBasilicata

QUASI FERMA L’ECONOMIA MATERANA, RALLENTATA DALLA CRISI DEL

142

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SETTORE AGRICOLO E DALLA DEBOLEZZA DELL’ATTIVITÀ INDUSTRIALE

2005 2006 2005 2006

Agricoltura -12,0 -9,3 -11,6 -5,6 - Industria in s.s. -2,6 0,6 -5,9 4,3 - Costruzioni -7,2 3,7 -5,9 4,3 totale industria -4,4 1,8 -5,9 4,3 Servizi 7,0 2,6 5,6 3,7

totale generale 2,2 1,4 1,4 3,3

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT e Istituto Tagliacarne

L'evoluzione del valore aggiunto- variaz. % annue in termini nominali -

Provincia Matera Basilicata

Valore aggiunto e imprese attive: "peso" % della Provincia di Matera sul totale regionale

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

agric. industria costruz. servizi totale

valore aggiunto imprese

Fonte: Istituto Tagliacarne e Infocamere

L’economia materana ha chiuso il 2006 con il freno tirato, scontando la con-giuntura sempre negativa del settore agricolo e il rallentamento del trend di crescita delle attività terziarie; mentre l’industria ha dato qualche segnale di risveglio, in particolare nel settore del-le costruzioni.Il tasso medio annuo di variazione del reddito prodotto (in valori nominali) è sceso, infatti dal +2,2 al +1,4% tra il 2005 e il 2006, a fronte di una signifi-cativa accelerazione dell’economia re-gionale (dal +1,4 al +3,3%).A frenare la crescita del valore aggiun-to ha concorso, innanzitutto, il bilancio fortemente negativo dell’agricoltura (-9,3%), il cui apporto alla formazione del PIL è superiore di oltre 3 punti per-centuali nella provincia di Matera ri-spetto al resto della regione.Nel 2006 si è notevolmente allentata, inoltre, la “spinta” del terziario alla produzione di ricchezza (+2,6%, dopo il +7,0% registrato nel 2005).Una sostanziale stagnazione ha carat-terizzato, invece, l’evoluzione del valo-re aggiunto dell’industria in senso stretto (+0,6%, a fronte del +4,3% ri-levato a livello regionale); mentre ha ripreso a crescere l’industria

143

Page 144: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

delle co-struzioni (+3,7%).

Si è ridotto, quindi, il contributo della provincia di Matera alla formazione del valore aggiunto regionale (dal 34,1 al 33,5%).

IL “DEFICIT” DI PRODUTTIVITÀ CONDIZIONA LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO DELL’ECONOMIA MATERANA

La produttività del lavoro- valore aggiunto per unità di lavoro (.000 Euro) -

35,0

40,0

45,0

50,0

55,0

2001 2002 2003 2004 2005

Matera Basilicata Italia

Fonte: ISTAT

Le prospettive di crescita dell’econo-mia materana sono negativamente condizionate da livelli di produttività del lavoro strutturalmente bassi e in-feriori anche a quelli medi regionali.Nel 2005, in particolare, il valore ag-giunto per addetto era pari a 40,9 mila Euro, il 3% in meno del dato rilevato nell’intera regione e il 22% in meno del dato nazionale.Relativamente modesti sono risultati, inoltre, i recuperi di produttività nel corso degli ultimi anni: nella media della prima metà del decennio, la cre-scita dell’indice è stata di appena il 2,5%, con rialzi significativi soltanto in agricoltura (+6,9%) e nell’industria delle costruzioni (+3,8%).

Dal punto di vista settoriale, i maggiori “deficit” di produttività rispetto alla si-tuazione nazionale si rilevano nell’in-dustria in senso stretto, dove il gap è nell’ordine di 25 punti percentuali, e nel commercio, dove “pesa” la minore presenza relativa della

144

Page 145: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

La produttività nei principali settori- numeri indici (Italia = 100) -

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

agricoltura industria costruzioni commercio servizi

Matera Basilicata

Fonte: ISTAT

grande distribu-zione organizzata nella provincia.Il confronto con la regione evidenzia, invece, livelli di produttività media-mente più elevati nell’industria delle costruzioni, in agricoltura e nello stes-so settore commerciale.

IN LIEVE RECUPERO IL PIL PRO-CAPITE NEL 2007, MA LA PROVINCIA

RESTA MOLTO INDIETRO NELLA GRADUATORIA NAZIONALE

PIL pro-capite 2007- migliaia di Euro -

17,8 18,3 17,5

25,9

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

Matera Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Istituto Tagliacarne

Sulla base delle ultime stime dell’Istitu-to Tagliacarne, il reddito pro-capite a livello provinciale ha raggiunto, nel 2007, i 17,8 mila Euro, circa il 4% in meno rispetto alla media regionale, mentre il differenziale nei confronti della media nazionale (25,9 mila) è pa-ri a 31 punti percentuali.Tra il 2004 e il 2007, la crescita del PIL per abitante, in termini nominali, è ri-sultata lievemente superiore a quella registrata in Italia (+2,9% in media per anno, contro il +1,7%); ciò ha consentito un parziale recupero del differenziale negativo ma non ha mi-gliorato, di fatto, la posizione di rela-tivo svantaggio della provincia matera-na nel

145

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Euro n° indici n° posto(a)

2004 16.377 66,5 82°2005 16.808 69,02006 17.177 68,4 83°2007 17.840 69,0 83°

(a) posizione nella graduatoria delle 103 provinceFonte: Istituto Tagliacarne

Prodotto Interno Lordo pro-capite- Provincia di Matera -

contesto nazionale.

Nella graduatoria delle 103 province italiane costruita sulla base del valore dell’indicatore, quella di Matera è ri-masta, infatti, ferma all’83° posto, ed evidenzia inoltre un “ritardo” di 4 posi-zioni nei confronti della provincia di Potenza.

PIÙ BASSI LIVELLI DI REDDITO MA PIÙ ELEVATA RICCHEZZA PATRIMONIALE PER LE FAMIGLIE MATERANE

Matera Basilicata Italia

2003 11.095 11.453 15.6362004 11.409 11.857 16.1262005 11.724 12.213 16.427

2003 71,0 73,2 100,02004 70,7 73,5 100,02005 71,4 74,3 100,0

Fonte: Istituto Tagliacarne

delle famiglie (Euro correnti)

numeri indici (Italia = 100)

Reddito lordo disponibile pro-capite Al pari del valore aggiunto e del PIL pro-capite, anche il reddito lordo di-sponibile delle famiglie ha mostrato un’evoluzione più a rilento nella pro-vincia di Matera, mettendo a segno un incremento (in termini nominali) del 2,8% nel triennio 2003-2004, a fronte del 3,3% a livello regionale. I livelli assoluti pro-capite risultano, inoltre, inferiori di circa 500 Euro ri-spetto a quelli stimati per l’insieme delle famiglie lucane (11,7 mila contro 12,2 mila).

146

Page 147: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Matera Basilicata Italia

totale 82.493 79.082 146.546 n° indici (Italia=100) 56,3 54,0 100,0

% per categorie attività reali 67,4 65,7 62,1 - abitazioni 52,7 54,8 59,5 - terreni 14,7 10,9 2,6 attività finanziarie 32,6 34,3 37,9 totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns. elab. su dati ISTAT

Il patrimonio delle famiglie nel 2006- Euro pro-capite e distribuz. % per categoria - Le famiglie materane possono

contare, invece, su un valore più elevato della ricchezza patrimoniale posseduta, sti-mata in 82,5 mila Euro – in media per famiglia – contro i 79,1 mila a livello regionale. Differenze si rilevano anche nella com-posizione del patrimonio: a livello pro-vinciale si evidenzia un maggior peso delle attività immobiliari, segnatamen-te, quelle rappresentate dai terreni di proprietà, e una minore importanza re-lativa delle attività finanziarie.

IN FORTE AUMENTO I FENOMENI DI MORTALITÀ AZIENDALECHE RALLENTANO LA CRESCITA DELLA BASE PRODUTTIVA

Tassi di natalità e mortalità aziendale - imprese extra-agricole -

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

natalità mortalità

Fonte: Infocamere

I dati relativi alla movimentazione ana-grafica delle imprese provinciali nel 2007 segnalano una forte intensifica-zione dei fenomeni di mortalità azien-dale, mai così intensi come lo scorso anno, e una sostanziale “tenuta” dei fenomeni di natalità sui livelli del 2006.Il processo di ampliamento della base imprenditoriale ha subito così una bru-sca frenata, mentre ha ripreso un pò di vigore nel resto della regione.In dettaglio, i tassi di mortalità azien-dali sono passati dal 5,8 al 6,4%, un valore – quest’ultimo – superiore di 7 decimi di punto alla media regionale.

147

Page 148: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Tassi di crescita delle imprese extra-agricole- var. % annue -

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2003 2004 2005 2006 2007Matera Basilicata

Fonte: Infocamere

Gli indici di natalità sono rimasti atte-stati, invece, intorno al 6,9%, eviden-ziando – anch’essi – livelli maggiori ri-spetto alla media lucana.

Per effetto di tali andamenti, il saldo tra nuove aperture e cessazioni di im-prese si è più che dimezzato, scenden-do da +146 a +68 unità che, rapporta-te allo stock di imprese esistenti ad ini-zio 2007, equivalgono ad un tasso di crescita della base imprenditoriale del +0,50%: indice nuovamente al di sot-to della media regionale (+0,78%).

SALDI DI NATI-MORTALITÀ AZIENDALE POSITIVI SOLTANTO PER LE SOCIETÀ DI CAPITALE

La componente più dinamica del siste-ma imprenditoriale provinciale conti-nua ad essere quella rappresentata dalle imprese costituite in forma socie-taria.In effetti, l’incremento netto di nuove imprese registrato lo scorso anno (68 unità in più) è interamente riconducibi-le alle società di capitale, il cui saldo iscrizioni-cancellazioni è risultato pari a +143 unità, a fronte di valori negativi per tutte le altre

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Saldi iscrizioni-cancellazioni di impresenel 2007 per forme giuridiche

-100

-50

0

50

100

150

soc.capitali

soc.persone

ditteindiv.

altreforme

totale

Fonte: Infocamere

Incidenza % delle società di capitalesullo stock di imprese attive (2007)

11,5 11,0

13,5

17,6

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

Matera Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Infocamere

tipologie giuridiche.Da sottolineare, in particolare, l’ulterio-re arretramento delle ditte individuali, il secondo consecutivo negli ultimi due anni, per effetto soprattutto di una re-crudescenza dei fenomeni di mortalità.

Il “peso” delle società di capitale nel sistema delle imprese è in costante au-mento, grazie a tassi di natalità supe-riori di 2-3 punti percentuali rispetto a quelli medi e tassi di mortalità inferiori di circa la metà. Alla fine dello scorso anno, l’incidenza delle imprese che hanno adottato questa forma giuridica raggiungeva l’11,5% (11,0% a livello regionale), con punte significativamen-te elevate, anche rispetto al resto della regione, nei servizi alle imprese (22,9%) e nell’industria delle costru-zioni (18,0%).

SERVIZI ALLE IMPRESE E SERVIZI TURISTICI I SETTORIPIÙ DINAMICI DAL PUNTO DI VISTA IMPRENDITORIALE

Ad alimentare la crescita dello

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Servizi alle imprese 5,1 Min. non metalliferi 4,9 Credito/assicuraz. 4,3 Alberghi, pubbl. es. 3,5

Manutenz., riparaz. -2,8 Tessile/abbigliamento -1,5 Meccanica -1,4 Legno/mobili -0,6

si ridimensionano

i settori che crescono di più

… e quelli che

- tassi di crescita stock di imprese attive -L'evoluzione della base produttiva

Fonte: Infocamere

Tassi di crescita delle imprese artigiane- 2003/ 2007 -

-1,50

-1,00

-0,50

0,00

0,50

2003 2004 2005 2006 2007

Matera Basilicata

Fonte: Infocamere

stock di imprese attive, a livello provinciale, ha contribuito in misura rilevante il setto-re dei servizi al sistema produttivo che, già da qualche anno, registra i tassi di incremento più elevati: nel 2007 si contano 42 imprese in più rispetto al 2006 (+5,1%).Molto positivo, anche in termini assolu-ti, l’apporto del settore degli alberghi e pubblici esercizi, dove le imprese attive sono aumentate di 25 unità (+3,5%).In entrambi i casi, si tratta di incre-menti molto superiori a quelli registrati nel resto della regione.Pressoché “ferma”, invece, la base produttiva manifatturiera (-0,2% la va-riazione dello stock di imprese), dove trend negativi continuano ad interes-sare il tessile/abbigliamento e il legno e mobile, pur se in misura meno ac-centuata rispetto al recente passato. Bilancio sempre positivo, infine, per l’industria delle costruzioni, con 37 im-prese in più nel 2007 (oltre un terzo dell’incremento complessivo).

Indicazioni sfavorevoli si ricavano dal-l’evoluzione delle imprese artigiane, che stanno accumulando “perdite” si-gnificative soprattutto nei comparti dei trasporti e delle officine di riparazione.

150

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PEGGIORANO LE CONDIZIONI DEL MERCATO DEL LAVORO PROVINCIALE,

MA IL BILANCIO È MENO NEGATIVO RISPETTO AL RESTO DELLA REGIONE

L'evoluzione del mercato del lavoro nel 2007- variaz. % annue -

-0,7

-9,2

-1,5 -1,0

-11,2

-2,1

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

occupati disoccupati forze lavoro

Matera Basilicata

Fonte: ISTAT

L’evoluzione del mercato del lavoro provinciale non si è discostata da quel-la osservata a livello regionale se non per l’intensità (più contenuta) dei fe-nomeni negativi recentemente eviden-ziatisi.Il calo dell’occupazione, in particolare, si è fermato al -0,7%, contro il -1,0% della media lucana: in termini assoluti, dei 2,1 mila posti di lavoro in meno re-gistrati nell’intera regione, soltanto 0,4 mila (il 21% circa) hanno interessato imprese materane.Analogamente più contenuta è stata la riduzione della disoccupazione, per ef-fetto dei minori “passaggi” dalla condi-zione di “ricerca di un lavoro” a quella di “non ricerca”.

La quasi stazionarietà dei livelli occu-pazionali è la risultante di andamenti molto differenziati a livello settoriale.Alla lieve ripresa dell’occupazione indu-striale – insufficiente, tuttavia, a recu-perare le pesanti perdite accumulate negli anni precedenti – e alla discreta espansione di quella agricola, è corri-sposta una forte flessione dell’occupa-zione nei servizi (-3,7%, pari a circa 1,6 mila unità in

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Page 152: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

assolute %

forze di lavoro 72,2 -1,1 -1,5 occupati totali 65,6 -0,4 -0,7 - agricoltura 7,2 0,7 10,9 - industria 17,3 0,4 2,4 di cui: in senso stretto 10,3 0,3 3,4 costruzioni 7,0 0,1 1,0 - servizi 41,1 -1,6 -3,7 - dipendenti 47,2 -0,7 -1,4 - indipendenti 18,4 0,2 1,3 persone in cerca di lavoro 6,6 -0,7 -9,2

Fonte: ISTAT

Le forze di lavoro nella provincia di Matera- valori assoluti in migliaia di unità (media 2007) -

valori assoluti

variaz. '06-'07

meno). Tale flessione è, forse, anche la conseguenza di un “assestamento” della domanda di lavo-ro nel settore, cresciuta notevolmente nel 2006 (+2,6 mila unità).Nel complesso, va segnalata la sostan-ziale “tenuta” del lavoro autonomo (+0,2%).

PIÙ ELEVATI GLI SQUILIBRI OCCUPAZIONALI NELLA PROVINCIAE PIÙ BASSA LA QUOTA DI POPOLAZIONE “ATTIVA”

L'andamento dell'occupazione per settori- variaz. % annue -

-12,0

-8,0

-4,0

0,0

4,0

8,0

12,0

agricoltura industria s.s. costruz. servizi

Matera Basilicata

Fonte: ISTAT

Molto differenziate si presentano le di-namiche settoriali dell’occupazione a li-vello territoriale.L’agricoltura e l’industria delle costru-zioni hanno registrato incrementi occu-pazionali nella provincia di Matera e flessioni molto consistenti nel resto della regione.Nel settore dei servizi, al contrario, il saldo occupazionale del 2007 è risulta-to negativo nell’area materana e posi-tivo nell’altra provincia.Soltanto nell’industria in senso stretto si rilevano andamenti dello stesso “se-gno” dei livelli occupazionali (in questo caso, tuttavia, soltanto il 25% dell’oc-cupazione regionale aggiuntiva si

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2006 2007 2007 tassi di attività totale 53,7 52,5 54,8 - uomini 70,5 69,3 69,3 - donne 36,9 35,7 40,3 tassi di occupazione totale 48,3 47,7 49,6 - uomini 64,7 64,7 64,9 - donne 31,9 30,6 34,1 tassi di disoccupaz. totale 9,9 9,1 9,5 - uomini 8,1 6,6 6,3 - donne 13,4 14,1 15,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Indicatori sintetici del mercato del lavoro

Matera Basilicata

è concentrato nella provincia di Matera).

Nonostante i più bassi di tassi di attivi-tà (2,3 punti percentuali in meno ri-spetto a quelli medi calcolati nell’intera regione), il mercato del lavoro provin-ciale fa registrare un deficit occupazio-nale più elevato, come segnalato dal tasso di occupazione, inferiore di quasi due punti alla media regionale.Ad essere penalizzata da questa situa-zione è soprattutto la popolazione femminile, che continua a rimanere, in larga parte, ancora esclusa dal merca-to del lavoro (le donne “attive”, nella provincia di Matera, sono soltanto il 35,7% della popolazione femminile in età lavorativa, contro il 40,3% a livello regionale).

IN FORTE AUMENTO LE SITUAZIONI DI CRISI STRUTTURALE NELL’APPARATO PRODUTTIVO PROVINCIALE

Le difficoltà di alcuni settori “di punta” dell’industria materana hanno determi-nato, nel corso del 2007, una forte im-pennata degli interventi di sostegno della Cassa Integrazione Guadagni.Le ore complessivamente autorizzate hanno superato, per la prima volta, il milione e mezzo, con un incremento del 24,4% rispetto all’anno preceden-te.La crescita ha riguardato i soli inter-venti straordinari (1,3 milioni

153

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Interventi della CIG per tipologia- migliaia di ore autorizzate -

0

300

600

900

1.200

1.500

2004 2005 2006 2007

CIG ordinaria CIG straordinaria

Fonte: INPS

monte-ore var. %complessivo '06-'07

tessile/abbigl. 573.103 36,1 230,9 legno/mobile 553.936 34,9 -33,6 chimica 294.224 18,5 370,7 min. non metall. 51.207 3,2 -0,3 alimentare 49.409 3,1 -10,5 metalmeccanico 39.057 2,5 -46,2

totale manifatt. 1.588.861 100,0 24,4

edilizia 451.979 11,4

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

% su tot.

Interventi della CIG nei principali settori - 2007 -

di ore), mentre quelli ordinari, concessi a fron-te di situazioni temporanee di crisi a-ziendale, si sono drasticamente ridotti (246 mila ore).

Dal punto di vista settoriale, il 36% degli interventi complessivi di CIG (573 mila ore) è stato assorbito dall’indu-stria del tessile/abbigliamento, mentre il 35% si è concentrato nell’industria del legno e mobile, dove le ore auto-rizzate sono, comunque, diminuite ri-spetto al 2006 (-34%).E’ notevolmente aumentato, invece, il ricorso alla CIG nell’industria della chi-mica e materie plastiche (da 63 a 294 mila).

CONTINUA A RIDURSI L’INTERSCAMBIO COMMERCIALECON L’ESTERO DELLA PROVINCIA MATERANA

Anche il 2007 si è chiuso con un

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Importazioni ed esportazioni provinciali- milioni di Euro -

0

100

200

300

400

500

2003 2004 2005 2006 2007export import

Fonte: ISTAT

Il grado di apertura al commercio estero (2006)- (export+import)/ valore aggiunto in % -

15,4

33,129,6

55,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Matera Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: ISTAT

bilan-cio negativo per l’export provinciale, come nei due anni precedenti, sebbe-ne la flessione sia risultata abbastanza contenuta (-1,5%). Il valore monetario complessivo delle vendite all’estero si è attestato, in particolare, a 351 milioni di Euro, che equivalgono al 17% circa dell’export lucano.Più accentuata la flessione delle impor-tazioni (-9,6%), scese a 138 milioni di Euro, per una quota che non supera il 13% dell’intero flusso regionale.Il lieve aumento dell’attivo commercia-le (da +205 a +212 milioni) si è deter-minato, quindi, nel contesto di un ridi-mensionamento complessivo dell’inter-scambio con l’estero.

In rapporto al valore aggiunto prodot-to dall’economia provinciale, il volume complessivo di interscambio incide sol-tanto per il 15,4% (meno della metà della media regionale), segnalando – al di là degli andamenti congiunturali –un forte “ritardo” nei processi di aper-tura internazionale del sistema produt-tivo locale.

ANCORA IN CRISI L’EXPORT DEL MOBILE,IN CRESCITA L’EXPORT DEI PRODOTTI CHIMICI

La debolezza dell’export

155

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migliaia var. %di Euro '06-'07

Mobili 120.050 34,2 -18,0 Prodotti chimici di base 53.433 15,2 17,1 Altri prodotti tessili 35.553 10,1 6,2 Cuoio 25.317 7,2 -8,5 Metalli di base non ferrosi 22.339 6,4 11,1 Prodotti dell'agricoltura 18.069 5,2 20,3 Prodotti farmaceutici 16.732 4,8 67,6 Altri prodotti chimici 11.545 3,3 22,5 Articoli in materie plastiche 10.695 3,1 -2,6 Parti e accessori per auto 9.227 2,6 25,6 totale prime 10 merceologie 322.961 92,1 -0,9 totale generale 350.599 100,0 -1,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Prime 10 merceologie per valore dell'export (2007)

% su totale

migliaia var. %di Euro '06-'07

Regno Unito 68.096 19,4 -22,3 Germania 61.003 17,4 11,5 Austria 36.160 10,3 -1,6 Francia 28.614 8,2 23,7 Spagna 25.415 7,2 46,3 Belgio 23.676 6,8 17,2 Stati Uniti 11.405 3,3 -0,7 Svizzera 8.968 2,6 26,4 Cina 7.075 2,0 72,8 Polonia 6.846 2,0 -35,7 totale primi 10 Paesi 277.258 79,1 1,5 totale generale 350.599 100,0 -1,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Primi 10 Paesi per valore dell'export (2007)

% su totale

provinciale ri-flette essenzialmente la crisi produttiva dell’industria del mobile imbottito che, nell’ultimo triennio, ha visto più che di-mezzarsi il proprio fatturato estero (da 281 a 120 milioni di Euro).Ha continuato a crescere a ritmi soste-nuti, invece, l’export di prodotti chimici (+17,1% nel 2007), il cui valore mone-tario complessivo ha raggiunto i livelli più elevati del decennio (82 milioni).In ripresa, inoltre, le vendite di prodot-ti agricoli (circa 3 milioni di Euro in più lo scorso anno, per un incremento re-lativo del 20,3%), ma i livelli assoluti restano molto bassi rispetto a quelli re-gistrati tra il 2000 e il 2002.Si è fermata, infine, la crescita del-l’export di “pelli e cuoio” (pari al 7% del totale) alimentato, in buona parte, dai trasferimenti di semilavorati tra gli stabilimenti dei gruppi industriali del settore del mobile imbottito presenti nei vari Paesi.

Con riferimento ai principali mercati di sbocco, va segnalato il forte regresso del mercato inglese (-22,3%), dove si concentra oltre un terzo dell’intero export del mobile, e la discreta vivacità di quello tedesco (+11,5%). Da segnalare inoltre che, nella gradua-toria dei primi 10 Paesi per valore del-l’export, compare per la prima volta la Cina, con 7 milioni di Euro, 5 dei quali per la vendita di “pelli e cuoio”.

156

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SEMPRE ESPANSIVA LA DINAMICA DEGLI IMPIEGHI BANCARIIN FORTE ACCELERAZIONE I PRESTITI ALLE IMPRESE

L'andamento degli impieghi bancari- variaz. % annue -

0,0

3,0

6,0

9,0

12,0

15,0

mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

imprese famiglie

Fonte: Banca d’Italia

L'incidenza dei prestiti in sofferenzasugli impieghi complessivi (%)

14,1 13,9

6,3

3,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

Matera Basilicata Mezzogiorno Italia

Fonte: Banca d’Italia

La dinamica degli impieghi bancari nel-la provincia di Matera si è mantenuta discretamente espansiva nel corso del 2007, con ritmi di crescita superiori a quelli registrati nel resto della regione.Ad alimentare il trend (+10,6% la va-riazione tendenziale a settembre dello scorso anno) hanno concorso sia i pre-stiti concessi alle famiglie consumatrici (il 40% dei quali riconducibili ai mutui per l’acquisto di abitazioni), sia i presti-ti erogati alle imprese, che hanno rag-giunto un tasso di incremento del 12,0%, 2 punti in più rispetto alla me-dia regionale. Il confronto con la regione segnala, inoltre, un maggior “peso” della com-ponente a breve termine negli impie-ghi alle imprese del materano (39,3% contro 36,5%, nella media degli ultimi 12 mesi).

La crescita degli impieghi si è accom-pagnata ad un lieve miglioramento della qualità del credito bancario, con una riduzione delle situazioni di insol-venza.L’incidenza dei prestiti in sofferenza ri-mane attestata, tuttavia, su livelli mol-to elevati (14,1%), con un differenzia-le

157

Page 158: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

negativo molto ampio anche nei confronti dell’area meridionale.

IN NETTO RIPIEGAMENTO I DEPOSITI BANCARITorna a peggiorare l’affidabilità dei soggetti debitori

L'andamento dei depositi bancari- variaz. % annue -

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

mar-06 giu. sett. dic. mar-07 giu. sett.

Matera Basilicata

Fonte: Banca d’Italia

A differenza della dinamica degli im-pieghi, quella dei depositi bancari ha mostrato una forte decelerazione, fino a diventare negativa a settembre dello scorso anno (-0,1%).A frenare è soprattutto la capacità di risparmio delle famiglie, che detengo-no quasi l’80% dei depositi complessivi (una quota molto superiore alla media nazionale, pari al 61%).L’ammontare pro-capite dei depositi rimane attestato su valori più elevati rispetto a quelli misurati nell’intera re-gione (6,8 mila Euro contro 6,0 mila), a conferma di una migliore situazione patrimoniale delle famiglie materane.

Sono tornati a crescere, infine, i titoli protestati ai residenti nella provincia, in contro-tendenza rispetto al resto della regione. Gli importi per abitante, in

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Indice di rischiosità economica- ammontare dei protesti per abitante (Euro) -

8579

60

68

81

68

56 56

40

60

80

100

2004 2005 2006 2007Matera Basilicata

Fonte: CCIAA

particolare, sono saliti da 60 a 68 Euro, il 16% in più del dato rilevato a livello regionale.

FORTI TENSIONI INFLAZIONISTICHE NEL COMUNE CAPOLUOGO

L'andamento dell'inflazione- var. % annue dell'indice NIC dei prezzi -

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

gen 0

6

lug.

gen 0

7

lug.

gen 0

8

Matera Italia

Fonte: ISTAT

Un elemento di forte criticità della re-cente evoluzione dell’economia provin-ciale è rappresentato dalla marcata ac-celerazione dell’inflazione al consumo rilevata nel comune capoluogo. Si trat-ta certamente di un fenomeno ricon-ducile, in prevalenza, a fattori “esoge-ni”; ma a destare preoccupazione è l’intensità delle spinte inflattive, molto superiore alla media regionale e nazio-nale.La variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto allo stesso mese del 2007 l’accelerazione è stata di 3 punti percentuali.

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comune differenz.Matera inflazion.

Alimentari e bevande 5,4 5,0 0,5 Bevande alcol. e tabacchi 3,1 3,3 -0,2 Abbigliamento e calz. 2,2 1,6 0,6 Abitaz., acqua, elettricità 6,0 4,1 1,9 Mobili, arredamento 5,4 3,5 1,9 Servizi sanitari 2,4 0,1 2,3 Trasporti 7,3 5,6 1,7 Comunicazioni -6,4 -6,4 0,1 Ricreazione, cultura 1,6 0,7 0,9 Istruzione 1,9 2,3 -0,5 Alberghi e pubbl. es. 5,6 2,7 2,9 Beni e servizi vari 4,1 3,2 0,9

Indice generale 4,3 3,1 1,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

- variaz. % annue I trimestre 2008 -

Italia

L'inflazione al consumo per capitoli di spesa

Il differenziale inflazionistico nei con-fronti dell’Italia è sfavorevole al comu-ne capoluogo in quasi tutti i capitoli di spesa, a partire da quelli che incidono maggiormente sui bilanci familiari, co-me l’”abitazione, acqua, elettricità” e l’“alimentare”.

ALLEGATO STATISTICO

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bianca

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INDICE DELLE TAVOLE

Tav. 1Tav. 2Tav. 3Tav. 4Tav. 5Tav. 6Tav. 7Tav. 8Tav. 9Tav. 10Tav. 11Tav. 12Tav. 13Tav. 14

Tav. 15

CONTABILITÀ ECONOMICA TERRITORIALE

Valore aggiunto per attività economica e PIL. 2002-2006Andamento del PIL per regioni (var. % annue). 2002-2006PIL per abitante per regioni. 2002-2006PIL per abitante per regioni (numeri indici Italia = 100). 2002-2006PIL per unità di lavoro per regioni. 2002-2006PIL per unità di lavoro per regioni (numeri indici Italia = 100). 2002-2006Valore aggiunto per unità di lavoro per settori. Basilicata 2002-2006Investimenti fissi per branca proprietaria. Basilicata 2001-2005Conto economico delle risorse e degli impieghi. Basilicata 2002-2006Conto economico delle risorse e degli impieghi (var. % annue). 2002-2006Valore aggiunto per settori nelle province lucane. 2004-2006Reddito disponibile pro-capite delle famiglie. 2001-2005Il patrimonio delle famiglie lucane nel 2006Indici regionali di povertà. 2004-2006

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Tav. 16

Tav. 17

Tav. 18

Tav. 19

Tav. 20

Tav. 21Tav. 22Tav. 23Tav. 24Tav. 25Tav. 26Tav. 27Tav. 28Tav. 29Tav. 30

Tav. 31

Tav. 32

Tav. 33

Tav. 34

LA CONGIUNTURA INDUSTRIALE

Variazioni tendenziali della produzione industriale nel 2007 per settorie classi dimensionali delle imprese Variazioni tendenziali del fatturato nel 2007 per settori e classi dimensionali delle imprese Variazioni tendenziali degli ordinativi acquisiti nel 2007 per settori eclassi dimensionali delle imprese Previsioni della produzione per il I trimestre 2008 per settori e classidimensionali delle imprese Previsioni degli ordinativi interni per il I trimestre 2008 per settori e classidimensionali delle imprese Le imprese esportatrici: principali indicatori. 2006-2007

IL MERCATO DEL LAVORO

Popolazione totale per condizione professionale in Basilicata. 2006-2007Popolazione maschile per condizione professionale in Basilicata. 2006-2007Popolazione femminile per condizione professionale in Basilicata. 2006-2007Occupazione totale per settori e posizione professionale. 2006-2007Occupazione maschile per settori e posizione professionale. 2006-2007Occupazione femminile per settori e posizione professionale. 2006-2007Le forze di lavoro nelle province lucane. 2006-2007L’occupazione non regolare in Basilicata per settori. 2001-2005Cassa Integrazione Guadagni. Interventi totali per settori. 2000-

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Tav. 35

Tav. 36

Tav. 37Tav. 38Tav. 39Tav. 40

Tav. 41Tav. 42Tav. 43Tav. 44Tav. 45Tav. 46

Tav. 47Tav. 48

Tav. 49Tav. 50Tav. 51Tav. 52

Tav. 53Tav. 54

Tav. 55

2007Interventi della Cassa Integrazione Guadagni nell'industriaSerie storica 1997-2007Interventi della Cassa Integrazione Guadagni nell'industria per provinceSerie storica 1997-2007LA DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE

Imprese attive iscritte nel Registro Imprese delle CCIAAValori assoluti a fine anno 2004-2007Imprese attive iscritte nel Registro Imprese delle CCIAAper forma giuridica e settori di attività economica al 31.12.2007Imprese attive iscritte nel Registro Imprese delle CCIAAper forma giuridica e macro-settori di attività economica. 2004-2007Imprese attive iscritte nel Registro Imprese delle CCIAA per province2005-2007Iscrizioni e cancellazioni nel Registro Imprese delle CCIAAValori assoluti annuali 2005-2007Tassi di natalità e mortalità aziendale per settori. 2005-2007Imprese attive iscritte nell’Albo Artigiani. 2006-2007Iscrizioni e cancellazioni di imprese artigiane. 2006-2007Imprese femminili attive in Basilicata per settori. 2005-2007

IL COMMERCIO ESTERO

Esportazioni regionali per categorie merceologiche. 2003-2007Importazioni regionali per categorie merceologiche. 2003-2007Saldi della bilancia commerciale per categorie merceologiche. 2003-2007Esportazioni regionali per Paesi di destinazione e principali merceologieImportazioni regionali per Paesi di provenienza e principali merceologie

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Tav. 56Tav. 57Tav. 58Tav. 59

Tav. 60Tav. 61Tav. 62Tav. 63Tav. 64Tav. 65Tav. 66Tav. 67Tav. 68

Importazioni ed esportazioni per province. 2001-2007IL CREDITO

Impieghi bancari per principali destinatari e per tipologie. 2003-2007Impieghi bancari oltre il breve termine per destinazione economicadell’investimento. 2003-2007Impieghi bancari per branche di attività economica. 2006-2007Sofferenze per branche di attività economica. 2006-2007Rapporto sofferenze/impieghi per branche di attività economica. 2006-2007Depositi bancari per province e comuni capoluogo. 2003-2007INFLAZIONE E PROTESTI

Indici NIC dei prezzi al consumo. 2006-2008 L’evoluzione dei prezzi al consumo per capitoli. Basilicata2005-2007Numero e importi dei protesti per province. 2003-2007R&S E INNOVAZIONE

Le risorse destinate alle attività di R&S in Basilicata. 1997-2005Spesa in R&S in % del PIL per regioni. 2003-2005Numero di domande depositate per marchi. 2001-2006Numero di brevetti europei presentati all’EPO. 2000-2005

IL TURISMO

Arrivi e presenze turistiche complessive in Basilicata. 2001-2006Arrivi e presenze turistiche complessive nel Metapontino. 2001-2006

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Arrivi e presenze turistiche complessive a Maratea. 2001-2006Arrivi e presenze turistiche nella città di Matera. 2001-2006Arrivi e presenze turistiche nella città di Potenza. 2001-2006Arrivi e presenze turistiche nel Parco del Pollino. 2001-2006Arrivi e presenze turistiche nel Vulture/Melfese. 2003-2006Arrivi e presenze turistiche in Basilicata per mese. 2005-2007Arrivi e presenze turistiche in Basilicata per provenienze. 2002-2007

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2002 2003 2004 2005 2006

Agricoltura, silvicoltura e pesca 462 463 569 568 517 Estrazione di minerali 76 60 48 67 .... Industria manifatturiera 1.444 1.353 1.269 1.190 .... - Alimentare 200 188 187 161 .... - Tessile/abbigliamento 94 86 77 78 .... - Pelli e cuoio 19 17 20 18 .... - Carta, stampa, editoria 41 47 40 39 .... - Chimica 82 72 59 54 .... - Minerali non metalliferi 150 135 124 122 .... - Meccanica 583 553 518 476 .... - Legno, gomma e plastica 275 252 242 240 .... Energia, gas e acqua 142 131 123 106 .... Costruzioni 598 650 723 656 668 totale industria 2.261 2.196 2.170 2.023 2.114 Commercio 912 910 901 868 Alberghi e ristoranti 231 237 228 248 Trasporti e comunicazioni 514 491 578 594 Interm. monetaria e finanziaria 230 223 218 222 Servizi alle imprese 1.290 1.244 1.219 1.342 Pubblica amministrazione 667 680 683 673 Istruzione 659 656 648 633 Sanità e altri servizi sociali 558 558 571 608 Altri servizi 159 163 194 191 Servizi domestici 54 57 58 59 totale servizi 5.279 5.225 5.298 5.440 5.542

Valore aggiunto ai prezzi base 8.002 7.884 8.039 8.033 8.190 PIL ai prezzi di mercato 8.843 8.747 8.864 8.847 9.037

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali

2.170

Tav. 1 - Valore aggiunto per attività economiche e PIL. Basilicata- milioni di Euro (valori concatenati - anno di riferimento 2000) -

1.774

1.599

167

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2002 2003 2004 2005 2006

Piemonte -0,5 0,0 1,2 -0,3 1,6 Val D'Aosta 1,3 1,5 1,2 -0,9 0,9 Lombardia 0,9 0,2 0,7 -0,4 2,3 Trentino Alto Adige -0,9 0,8 0,7 1,2 1,8 Veneto -1,2 1,4 2,3 0,5 2,5 Friuli -0,5 -1,9 0,4 3,0 2,7 Liguria -2,1 -0,2 0,5 -0,0 0,8 Emilia Romagna -0,5 -0,5 0,6 1,1 2,2 Toscana 0,5 0,5 0,9 -0,1 2,0 Umbria -1,0 -0,2 1,5 0,7 2,4 Marche 2,1 -0,3 1,3 0,5 2,6 Lazio 2,7 -0,4 4,0 -0,1 1,4 Abruzzo 0,1 -1,2 -2,4 1,5 1,6 Molise 0,7 -1,6 1,2 0,7 1,4 Campania 2,0 -0,6 0,4 -1,1 1,4 Puglia -0,5 -1,0 1,1 -0,4 1,4 Basilicata 0,7 -1,1 1,3 -0,2 2,1 Calabria -0,3 1,4 2,1 -2,4 1,1 Sicilia 0,0 -0,1 0,1 1,3 1,0 Sardegna -0,4 2,1 0,4 -0,0 1,3

Nord Ovest 0,3 0,1 0,8 -0,4 2,0 Nord Est -0,8 0,3 1,3 1,0 2,4 Centro 1,7 -0,1 2,5 0,1 1,8 Mezzogiorno 0,4 -0,2 0,4 -0,2 1,3

Italia 0,3 0,0 1,2 0,1 1,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 2 - Andamento del Prodotto Interno Lordo - var. % annue (valori concatenati anno di riferimento 2000) -

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2002 2003 2004 2005 2006

Val D'Aosta 29.185 30.163 31.380 31.758 32.635 Lombardia 29.837 30.449 31.045 31.154 32.128 Trentino Alto Adige 28.238 28.905 29.847 30.317 31.122 Emilia Romagna 28.378 28.739 29.288 29.723 30.626 Lazio 26.733 27.222 28.756 29.365 29.731 Veneto 26.108 26.957 27.982 28.287 29.226 Friuli 25.209 25.428 26.143 27.136 28.343 Piemonte 24.917 25.575 26.341 26.521 27.317 Toscana 24.894 25.550 26.177 26.512 27.312 Liguria 22.948 23.634 24.383 24.927 25.485 Marche 22.947 23.278 23.926 24.278 25.150 Umbria 21.470 21.777 22.563 22.893 23.703 Abruzzo 19.362 19.455 19.297 19.942 20.501 Sardegna 17.227 17.976 18.581 19.010 19.654 Molise 16.460 16.608 17.290 17.995 18.592 Basilicata 15.732 16.012 16.668 17.031 17.782 Sicilia 14.662 15.054 15.440 16.023 16.532 Puglia 14.962 15.284 15.694 15.971 16.505 Campania 14.764 15.026 15.532 15.753 16.294 Calabria 14.227 14.773 15.457 15.755 16.244

Nord Ovest 27.723 28.367 29.039 29.219 30.105 Nord Est 27.047 27.629 28.436 28.882 29.826 Centro 25.233 25.738 26.805 27.270 27.890 Mezzogiorno 15.260 15.622 16.072 16.455 16.999

Italia 22.661 23.181 23.902 24.281 25.032

(a) in base al dato 2006 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 3 - Prodotto Interno Lordo per abitante - graduatoria in ordine decrescente (a) (Euro correnti) -

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2002 2003 2004 2005 2006

Val D'Aosta 128,8 130,1 131,3 130,8 130,4 Lombardia 131,7 131,4 129,9 128,3 128,4 Trentino Alto Adige 124,6 124,7 124,9 124,9 124,3 Emilia Romagna 125,2 124,0 122,5 122,4 122,4 Lazio 118,0 117,4 120,3 120,9 118,8 Veneto 115,2 116,3 117,1 116,5 116,8 Friuli 111,2 109,7 109,4 111,8 113,2 Piemonte 110,0 110,3 110,2 109,2 109,1 Toscana 109,9 110,2 109,5 109,2 109,1 Liguria 101,3 102,0 102,0 102,7 101,8 Marche 101,3 100,4 100,1 100,0 100,5 Umbria 94,7 93,9 94,4 94,3 94,7 Abruzzo 85,4 83,9 80,7 82,1 81,9 Sardegna 76,0 77,5 77,7 78,3 78,5 Molise 72,6 71,6 72,3 74,1 74,3 Basilicata 69,4 69,1 69,7 70,1 71,0 Sicilia 64,7 64,9 64,6 66,0 66,0 Puglia 66,0 65,9 65,7 65,8 65,9 Campania 65,2 64,8 65,0 64,9 65,1 Calabria 62,8 63,7 64,7 64,9 64,9

Nord Ovest 122,3 122,4 121,5 120,3 120,3 Nord Est 119,4 119,2 119,0 118,9 119,2 Centro 111,4 111,0 112,1 112,3 111,4 Mezzogiorno 67,3 67,4 67,2 67,8 67,9

Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 4 - Prodotto Interno Lordo per abitante - numeri indici Italia = 100 -

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Page 171: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2002 2003 2004 2005 2006

Lazio 61.223 61.879 64.189 65.977 67.357 Lombardia 61.575 62.570 64.402 65.708 66.996 Val D'Aosta 56.764 59.014 62.402 64.349 65.906 Trentino Alto Adige 55.022 56.864 58.616 60.541 62.118 Liguria 54.569 57.775 60.372 61.472 61.838 Emilia Romagna 54.585 55.904 58.338 60.043 61.159 Veneto 53.727 55.298 57.813 59.223 60.654 Friuli 51.788 53.120 55.536 58.172 59.882 Piemonte 54.508 56.493 58.031 58.751 59.771 Toscana 53.802 54.560 56.567 57.786 58.878 Umbria 48.727 50.294 51.658 52.878 54.079 Sicilia 48.016 49.827 51.462 52.725 53.633 Marche 49.036 49.311 50.780 52.097 53.502 Sardegna 46.555 48.419 50.313 51.739 52.794 Campania 46.148 47.006 49.292 51.087 52.635 Abruzzo 47.664 48.802 50.482 51.673 52.594 Puglia 44.745 46.459 48.340 49.781 50.455 Molise 43.532 44.630 46.174 48.438 48.842 Calabria 44.405 45.656 47.031 48.514 48.803 Basilicata 42.872 43.070 45.298 46.637 47.346

Nord Ovest 58.941 60.456 62.284 63.404 64.543 Nord Est 53.969 55.443 57.849 59.548 60.900 Centro 56.134 56.839 58.912 60.418 61.684 Mezzogiorno 46.121 47.488 49.362 50.867 51.831

Italia 53.672 54.992 57.052 58.492 59.671

(a) in base al dato 2006 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 5 - Prodotto Interno Lordo per unità di lavoro - graduatoria in ordine decrescente (a) (Euro correnti) -

171

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2002 2003 2004 2005 2006

Lazio 114,1 112,5 112,5 112,8 112,9 Lombardia 114,7 113,8 112,9 112,3 112,3 Val D'Aosta 105,8 107,3 109,4 110,0 110,4 Trentino Alto Adige 102,5 103,4 102,7 103,5 104,1 Liguria 101,7 105,1 105,8 105,1 103,6 Emilia Romagna 101,7 101,7 102,3 102,7 102,5 Veneto 100,1 100,6 101,3 101,2 101,6 Friuli 96,5 96,6 97,3 99,5 100,4 Piemonte 101,6 102,7 101,7 100,4 100,2 Toscana 100,2 99,2 99,1 98,8 98,7 Umbria 90,8 91,5 90,5 90,4 90,6 Sicilia 89,5 90,6 90,2 90,1 89,9 Marche 91,4 89,7 89,0 89,1 89,7 Sardegna 86,7 88,0 88,2 88,5 88,5 Campania 86,0 85,5 86,4 87,3 88,2 Abruzzo 88,8 88,7 88,5 88,3 88,1 Puglia 83,4 84,5 84,7 85,1 84,6 Molise 81,1 81,2 80,9 82,8 81,9 Calabria 82,7 83,0 82,4 82,9 81,8 Basilicata 79,9 78,3 79,4 79,7 79,3

Nord Ovest 109,8 109,9 109,2 108,4 108,2 Nord Est 100,6 100,8 101,4 101,8 102,1 Centro 104,6 103,4 103,3 103,3 103,4 Mezzogiorno 85,9 86,4 86,5 87,0 86,9

Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 6 - Prodotto Interno Lordo per unità di lavoro - numeri indici Italia = 100 -

172

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2002 2003 2004 2005 2006

Agricoltura, silvicoltura e pesca 78,1 72,5 86,2 101,3 95,8 Estrazione di minerali 78,4 64,9 59,2 74,4 .... Industria manifatturiera 77,7 73,0 70,9 68,8 .... - Alimentare 85,9 78,8 81,9 76,2 .... - Tessile/abbigliamento 61,7 51,4 51,6 57,1 .... - Pelli e cuoio 72,6 56,3 73,9 57,6 .... - Carta, stampa, editoria 59,8 67,6 60,0 59,8 .... - Chimica 68,9 63,8 65,3 50,6 .... - Minerali non metalliferi 75,0 71,3 69,7 67,0 .... - Meccanica 79,0 77,5 71,7 67,9 .... - Legno, gomma e plastica 88,1 82,5 82,5 92,1 .... Energia, gas e acqua 67,8 59,5 57,3 47,3 .... Costruzioni 82,0 81,2 80,8 71,8 67,5 totale industria 77,5 73,7 72,0 68,0 68,2 Commercio 79,1 78,3 76,7 70,8 Alberghi e ristoranti 78,5 79,8 73,2 76,1 Trasporti e comunicazioni 71,9 68,4 76,4 75,1 Interm. monetaria e finanziaria 74,1 69,4 67,2 64,9 Servizi alle imprese 77,8 70,3 65,3 67,0 Pubblica amministrazione 90,7 85,2 81,0 79,3 Istruzione 91,3 86,8 89,8 84,3 Sanità e altri servizi sociali 106,0 102,5 97,7 96,6 Altri servizi 68,9 69,5 78,4 72,5 Servizi domestici 91,5 87,5 87,4 87,5 totale servizi 80,0 76,0 74,9 73,6 72,0

totale generale 75,6 71,7 71,3 70,3 69,1

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali

73,4

64,3

85,4

Tav. 7 - Valore aggiunto per unità di lavoro per settori. Basilicata- numeri indice Italia = 100 -

173

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2001 2002 2003 2004 2005

Agricoltura, silvicoltura e pesca 351 295 307 298 293 Estrazione di minerali 119 61 23 37 .... Industria manifatturiera 406 483 556 671 .... - Alimentare 53 63 76 81 .... - Tessile/abbigliamento 25 11 40 20 .... - Pelli e cuoio 5 5 2 3 .... - Carta, stampa, editoria 19 18 8 10 .... - Chimica 29 20 17 47 .... - Minerali non metalliferi 92 56 31 32 .... - Meccanica 114 220 332 438 .... - Legno, gomma e plastica 70 90 51 39 .... Energia, gas e acqua 80 42 67 79 .... Costruzioni 188 110 192 167 62 totale industria 793 696 839 956 858 Commercio 171 186 154 88 Alberghi e ristoranti 50 34 60 106 Trasporti e comunicazioni 131 197 225 211 Interm. monetaria e finanziaria 31 37 27 29 Servizi alle imprese 512 521 541 502 Pubblica amministrazione 295 254 239 233 Istruzione 25 19 16 10 Sanità e altri servizi sociali 75 42 67 49 Altri servizi pubblici 39 29 33 36 totale servizi 1.329 1.318 1.363 1.263 1.401

totale investimenti fissi 2.474 2.310 2.509 2.515 2.553

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali

437

Tav. 8 - Investimenti fissi per branca proprietaria. Basilicata- milioni di Euro (valori concatenati - anno di riferimento 2000) -

416

548

174

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2002 2003 2004 2005 2006

Prodotto interno lordo 8.843 8.747 8.864 8.847 9.037 Importazioni nette 1.522 1.970 1.849 1.934 …. totale (risorse / impieghi) 10.389 10.691 10.705 10.762 …. Consumi finali interni 7.947 8.003 8.014 8.093 …. - Spesa per consumi delle famiglie 5.366 5.394 5.377 5.429 5.525 Investimenti fissi lordi 2.310 2.509 2.515 2.553 ….

Fonte: ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 9 - Conto economico delle risorse e degli impieghi. Basilicata- milioni di Euro (valori concatenati - anno di riferimento 2000) -

2002 2003 2004 2005 2006

Prodotto interno lordo 0,7 -1,1 1,3 -0,2 2,1 Importazioni nette -15,2 29,4 -6,1 4,6 …. totale (risorse / impieghi) -1,8 2,9 0,1 0,5 …. Consumi finali interni -0,2 0,7 0,1 1,0 …. - Spesa per consumi delle famiglie -0,5 0,5 -0,3 1,0 1,8 Investimenti fissi lordi -6,6 8,6 0,2 1,5 ….

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Tav. 10 - Conto economico delle risorse e degli impieghi. Basilicata - var. % annue (valori concatenati anno di riferimento 2000) -

175

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2002 2003 2004 2005 2002 2003 2004 2005

Agricoltura 255 281 277 246 204 237 284 250 - Industria in s.s. 1.217 1.151 1.101 1.019 544 501 501 488 - Costruzioni 431 482 548 520 216 255 322 299 totale industria 1.648 1.633 1.650 1.540 761 756 824 787 Servizi 3.802 3.899 4.073 4.274 1.854 1.881 1.960 2.096

totale generale 5.705 5.812 5.999 6.060 2.819 2.874 3.068 3.134

Fonte: ISTAT

Tav. 11 - Valore aggiunto per settori nelle province lucane- valori assoluti in milioni di Euro correnti -

Provincia di Potenza Provincia di Matera

Basilicata 10.205 11.087 11.453 11.857 12.213 Provincia di Potenza 9.306 11.131 11.638 12.090 12.468 Provincia di Matera 10.733 11.002 11.095 11.409 11.724 Nord-Ovest 16.772 18.034 18.874 19.501 19.819 Nord-Est 16.743 17.320 17.902 18.362 18.586 Centro 16.004 16.326 17.090 17.646 17.936 Mezzogiorno 11.393 10.959 11.290 11.624 11.921

Italia 14.684 15.032 15.636 16.126 16.427

Fonte: Istituto Tagliacarne

Tav. 12 - Reddito lordo disponibile pro-capite delle famiglie - valori assoluti in Euro e variaz. % media annua nel periodo -

2001 2002 2003 2004 2005

176

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Provincia Provinciadi Potenza di Matera

importi totali attività reali 30.737 19.428 11.309 - abitazioni 25.628 16.787 8.841 - terreni 5.109 2.641 2.468 attività finanziarie 16.027 10.547 5.480 - depositi 7.874 5.453 2.421 - valori mobiliari 5.027 3.108 1.919 - riserve 3.126 1.986 1.140 totale generale 46.764 29.975 16.789

indici % attività reali 65,7 64,8 67,4 - abitazioni 54,8 56,0 52,7 - terreni 10,9 8,8 14,7 attività finanziarie 34,3 35,2 32,6 - depositi 16,8 18,2 14,4 - valori mobiliari 10,7 10,4 11,4 - riserve 6,7 6,6 6,8 totale generale 100,0 100,0 100,0

Fonte: Unioncamere, Istituto Tagliacarne

Basilicata

Tav. 13 - Il patrimonio delle famiglie lucane nel 2006- importi totali in milioni di Euro -

177

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2004 2005 2006 2004 2005 2006

Piemonte 6,7 8,1 6,7 6,4 7,1 6,4 Val D'Aosta 7,1 6,6 9,9 6,0 6,8 8,5 Lombardia 3,7 4,0 5,0 3,7 3,7 4,7 Trentino Alto Adige 8,3 6,2 7,1 7,4 5,1 6,2 Veneto 5,0 4,9 5,0 4,6 4,5 5,0 Friuli 5,7 8,8 7,7 5,3 7,2 8,2 Liguria 7,7 6,5 7,4 5,8 5,2 6,1 Emilia Romagna 3,5 2,9 4,0 3,6 2,5 3,9 Toscana 5,1 5,1 7,7 5,5 4,6 6,8 Umbria 8,4 8,2 7,9 9,1 7,3 7,3 Marche 7,8 5,3 6,7 7,7 5,4 5,9 Lazio 8,8 8,0 8,4 8,1 6,8 7,0 Abruzzo 16,3 11,8 13,2 16,6 11,8 12,2 Molise 22,8 20,4 20,1 22,4 21,5 18,6 Campania 26,9 30,4 24,2 24,9 27,0 21,2 Puglia 26,6 20,2 22,3 25,2 19,4 19,8 Basilicata 28,5 25,5 24,5 28,5 24,5 23,0 Calabria 27,1 26,1 31,4 25,0 23,3 27,8 Sicilia 32,0 34,5 31,5 29,9 30,8 28,9 Sardegna 17,9 17,9 19,5 15,4 15,9 16,9 Nord Ovest 5,0 5,4 5,7 4,8 4,9 5,4 Nord Est 4,8 4,7 5,1 4,5 4,1 5,1 Centro 7,4 6,7 7,9 7,3 6,0 6,9 Mezzogiorno 26,7 26,5 25,2 25,0 24,0 22,6 Italia 13,2 13,0 12,9 11,7 11,1 11,1

(a) popolazione che vive in famiglie al di sotto della soglia di povertà (%)(b) famiglie al di sotto della soglia di povertà (%)Fonte: ISTAT

popolazione (a) famiglie (b)

Tav. 14 - Indici regionali di povertà. 2004-2006

178

Page 179: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

totale 1-9 10-49 50-500imprese dipend. dipend. dipend.

Estrattiva 0,2 -1,0 0,9 0,1 Lavorazione dei metalli -0,6 -2,5 0,5 -0,6 Minerali non metalliferi -0,1 -4,6 0,6 2,0 Chimica, gomma e plastica -1,3 0,2 2,1 -2,6 Alimentari e bevande -2,7 -5,4 -3,4 0,5 Tessile, abbigliamento -0,2 -6,3 0,7 1,3 Legno e mobile 2,0 -2,6 6,3 1,5 Carta, stampa, editoria -2,9 -7,5 -4,1 5,3 Macchine elettriche/elettroniche -0,1 -3,7 4,0 0,0 Meccanica e mezzi di trasporto 1,8 0,9 -0,4 3,5 altre industrie manifatturiere 4,6 3,8 5,9 0,0

totale -0,1 -3,4 0,7 0,6

Fonte: Unioncamere Basilicata - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

Tav. 15 - Var. % tendenziali della produzione industriale nella media del 2007 per settori e classi dimensionali delle imprese. Basilicata

totale 1-9 10-49 50-500imprese dipend. dipend. dipend.

Estrattiva 0,3 -4,3 1,3 0,6 Lavorazione dei metalli -0,9 -4,0 1,0 -1,2 Minerali non metalliferi -0,9 -4,3 -1,0 1,5 Chimica, gomma e plastica -1,5 -1,3 2,5 -2,8 Alimentari e bevande -2,0 -5,6 -2,3 1,9 Tessile, abbigliamento 2,1 -5,7 -0,3 5,9 Legno e mobile 3,1 -2,0 4,8 3,3 Carta, stampa, editoria -3,9 -6,1 -7,7 4,0 Macchine elettriche/elettroniche -0,1 -2,1 3,4 -0,4 Meccanica e mezzi di trasporto 2,5 1,0 1,3 3,7 altre industrie manifatturiere 4,4 4,0 4,9 0,0

totale 0,2 -3,7 0,7 1,3

Fonte: Unioncamere Basilicata - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

Tav. 16 - Variazioni % tendenziali del fatturato nella media del 2007per settori e classi dimensionali delle imprese. Basilicata

179

Page 180: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

totale 1-9 10-49 50-500imprese dipend. dipend. dipend.

Estrattiva 0,2 -2,4 0,7 0,4 Lavorazione dei metalli 0,1 -2,5 0,7 0,7 Minerali non metalliferi -1,2 -3,1 0,1 -1,9 Chimica, gomma e plastica -0,7 -0,7 2,9 -1,9 Alimentari e bevande -2,1 -4,4 -2,9 0,8 Tessile, abbigliamento -0,2 -3,4 -1,5 1,6 Legno e mobile 2,7 -1,6 6,4 2,4 Carta, stampa, editoria -3,3 -7,3 -4,8 4,3 Macchine elettriche/elettroniche -1,7 -4,9 3,9 -2,1 Meccanica e mezzi di trasporto 2,1 1,1 0,7 3,3 altre industrie manifatturiere 5,4 4,9 6,1 0,0

totale 0,1 -3,0 0,8 0,7

Fonte: Unioncamere Basilicata - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

del 2007 per settori e classi dimensionali delle imprese. BasilicataTav. 17 - Var. % tendenziali degli ordinativi acquisiti nella media

totale 1-9 10-49 50-500imprese dipend. dipend. dipend.

Estrattiva 4 12 17 -2 Lavorazione dei metalli 16 2 19 21 Minerali non metalliferi 3 15 -15 24 Chimica, gomma e plastica 16 -26 41 15 Alimentari e bevande -24 -49 11 -25 Tessile, abbigliamento 2 -10 13 0 Legno e mobile -10 9 27 -21 Carta, stampa, editoria -7 -23 4 0 Macchine elettriche/elettroniche -60 -0 -37 -85 Meccanica e mezzi di trasporto 0 30 -41 19 altre industrie manifatturiere 1 -19 30

totale -4 -11 6 -6

Fonte: Unioncamere Basilicata - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

Tav. 18 - Previsioni della produzione per il I trimestre 2008per settori e classi dimensionali delle imprese

- saldo delle segnalazioni di aumento e diminuzione -

180

Page 181: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

totale 1-9 10-49 50-500imprese dipend. dipend. dipend.

Estrattiva 4 14 17 -2 Lavorazione dei metalli 16 -0 18 21 Minerali non metalliferi 6 26 -15 24 Chimica, gomma e plastica 16 -26 41 15 Alimentari e bevande -2 -43 17 25 Tessile, abbigliamento 1 -17 13 0 Legno e mobile -24 17 53 -47 Carta, stampa, editoria -7 -23 4 0 Macchine elettriche/elettroniche -44 -0 0 -69 Meccanica e mezzi di trasporto 2 43 -41 19 altre industrie manifatturiere -11 -19 0

totale -2 -7 11 -7

Fonte: Unioncamere Basilicata - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

per settori e classi dimensionali delle imprese - saldo delle segnalazioni di aumento e diminuzione -

Tav. 19 - Previsioni degli ordini interni per il I trimestre 2008

Estrattiva 3,5 4,2 2,5 9,3 Lavorazione dei metalli 5,6 3,5 22,1 18,8 Minerali non metalliferi 5,5 3,4 28,1 36,4 Chimica, gomma e plastica 25,9 25,3 32,5 23,4 Alimentari e bevande 7,7 2,1 25,8 32,4 Tessile, abbigliamento 9,6 6,7 20,9 32,1 Legno e mobile 15,8 10,7 29,8 44,2 Carta, stampa, editoria 3,9 1,8 25,8 18,3 Macchine elettriche/elettroniche 12,1 6,4 34,4 35,3 Meccanica e mezzi di trasporto 15,1 15,5 30,4 29,5 1-9 dip. 3,7 1,4 21,3 19,7 10-49 dip. 19,1 13,9 22,0 21,2 50-500 dip. 64,4 50,4 31,0 34,8 totale 10,1 6,4 29,2 32,8 Mezzogiorno 16,1 13,5 28,7 34,7 Italia 27,2 23,5 34,9 41,2

Fonte: Unioncamere Basilicata - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera

% imprese % di export esportatrici su fatturato

Tav. 20 - Le imprese esportatrici: principali indicatori- medie annue 2006 e 2007 -

2006 2007 2006 2007

181

Page 182: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

forze di lavoro 222 218 220 213 219 216 occupati 196 199 197 191 199 195 persone in cerca di lavoro 27 20 23 21 20 21 - disoccupati in senso stretto 16 12 14 14 13 14 - in cerca di primo impiego 11 8 9 7 7 7 non forze di lavoro 367 372 370 377 370 374 di cui: - cercano lavoro non attivamente 19 22 21 20 20 20 - non cercano ma disponibili a lav. 16 17 16 22 23 22

totale popolazione 590 591 590 590 589 589

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

I. 06 II. 06 2006

Tav. 21 - Popolazione totale per condizione professionale in Basilicata - valori assoluti semestrali e annuali in migliaia di unità -

I. 07 II. 07 2007

182

Page 183: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

forze di lavoro 142 141 142 136 138 137 occupati 129 132 130 127 130 128 persone in cerca di lavoro 13 10 11 10 8 9 - disoccupati in senso stretto 9 6 8 7 5 6 - in cerca di primo impiego 4 4 4 3 2 3 non forze di lavoro 147 148 148 153 151 152 di cui: - cercano lavoro non attivamente 6 9 7 8 7 8 - non cercano ma disponibili a lav. 5 5 5 8 7 8

totale popolazione 289 290 290 289 289 289

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 22 - Popolazione maschile per condizione professionale in Basilicata - valori assoluti semestrali e annuali in migliaia di unità -

I. 06 II. 06 2006 I. 07 II. 07 2007

forze di lavoro 80 77 79 76 81 79 occupati 66 67 67 64 69 67 persone in cerca di lavoro 14 10 12 12 12 12 - disoccupati in senso stretto 7 6 6 7 8 8 - in cerca di primo impiego 7 4 6 5 4 4 non forze di lavoro 220 224 222 224 219 222 di cui: - cercano lavoro non attivamente 13 14 14 12 13 13 - non cercano ma disponibili a lav. 11 12 11 14 15 15

totale popolazione 300 301 300 300 300 300

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 23 - Popolazione femminile per condizione professionale in Basilicata - valori assoluti semestrali e annuali in migliaia di unità -

I. 06 II. 06 2006 I. 07 II. 07 2007

183

Page 184: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

totale occupati 196 199 197 191 199 195 agricoltura 16 19 18 15 17 16 industria 55 58 56 53 57 55 - di cui: costruzioni 23 25 24 22 21 22 servizi 125 122 123 122 125 124 - di cui: commercio 25 26 26 25 26 26 occupati dipendenti 143 145 144 138 145 141 agricoltura 7 10 9 7 8 8 industria 45 46 45 43 46 44 - di cui: costruzioni 17 19 18 16 15 16 servizi 91 89 90 88 91 89 - di cui: commercio 11 12 11 10 12 11 occupati indipendenti 53 54 53 53 54 54 agricoltura 9 9 9 8 9 8 industria 10 12 11 11 11 11 - di cui: costruzioni 6 6 6 6 6 6 servizi 34 33 34 34 34 34 - di cui: commercio 14 14 14 15 14 15

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 24 - Occupazione totale per settori e posizione professionale- valori assoluti semestrali e annuali in migliaia di unità -

II. 07I. 06 II. 06 I. 072006 2007

184

Page 185: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

totale occupati 129 132 130 127 130 128 agricoltura 9 10 10 9 10 10 industria 49 51 50 47 50 49 - di cui: costruzioni 22 24 23 21 21 21 servizi 71 70 70 70 70 70 - di cui: commercio 16 17 17 17 16 17 occupati dipendenti 91 93 92 88 93 91 agricoltura 4 4 4 3 4 4 industria 40 41 40 38 41 39 - di cui: costruzioni 16 19 17 15 15 15 servizi 48 47 47 47 48 47 - di cui: commercio 7 8 7 7 8 7 occupati indipendenti 38 39 38 39 37 38 agricoltura 6 6 6 6 6 6 industria 9 10 10 10 10 10 - di cui: costruzioni 6 6 6 6 6 6 servizi 23 23 23 23 21 22 - di cui: commercio 10 10 10 10 9 10

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

2007I. 06 II. 06 I. 07 II. 072006

- valori assoluti semestrali e annuali in migliaia di unità -Tav. 25 - Occupazione maschile per settori e posizione professionale

185

Page 186: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

totale occupati 66 67 67 64 69 67 agricoltura 7 8 8 6 7 6 industria 6 6 6 6 7 6 - di cui: costruzioni 1 1 1 1 1 1 servizi 54 52 53 52 55 54 - di cui: commercio 9 9 9 8 10 9 occupati dipendenti 52 52 52 50 51 51 agricoltura 4 6 5 4 4 4 industria 5 5 5 5 5 5 - di cui: costruzioni 1 1 1 1 0 1 servizi 43 41 42 42 42 42 - di cui: commercio 4 4 4 4 4 4 occupati indipendenti 15 15 15 14 17 16 agricoltura 3 3 3 3 3 3 industria 1 1 1 1 2 1 - di cui: costruzioni 0 0 0 0 0 0 servizi 11 11 11 11 13 12 - di cui: commercio 5 5 5 5 6 5

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 26 - Occupazione femminile per settori e posizione professionale- valori assoluti semestrali e annuali in migliaia di unità -

I. 06 II. 06 I. 07 II. 072006 2007

186

Page 187: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2005 2006 2007 2005 2006 2007

forze di lavoro 146 147 143 73 73 72 occupati totali 128 131 129 65 66 66 - agricoltura 11 11 9 8 7 7 - industria 39 39 38 17 17 17 di cui: in senso stretto 22 22 23 10 10 10 costruzioni 16 17 15 7 7 7 - servizi 78 81 82 40 43 41 - dipendenti 94 96 94 46 48 47 - indipendenti 34 35 35 18 18 18 persone in cerca di lavoro 18 16 14 9 7 7 popolazione (a) 329 332 332 173 173 173

(a) 15 anni e oltreFonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 27 - Le forze di lavoro nelle province lucane- valori assoluti annuali in migliaia di unità -

Provincia Potenza Provincia Matera

2001 2002 2003 2004 2005

Unità di lavoro non regolari - Agricoltura 6 6 5 6 5 - Industria in senso stretto 8 9 10 9 10 - Costruzioni 5 5 4 4 4 - Servizi 22 23 24 22 24 totale 41 42 44 41 44

Tassi di irregolarità (*) - Agricoltura 19,1 20,1 18,6 20,0 20,6 - Industria in senso stretto 20,3 21,7 24,5 23,5 26,1 - Costruzioni 24,4 23,3 20,8 17,0 19,6 - Servizi 17,6 17,7 18,5 17,2 18,3 totale 19,0 19,3 19,8 18,7 20,1

(*) % di unità di lavoro non regolari su totale unità di lavoroFonte: ISTAT

Tav. 28 - L'occupazione non regolare in Basilicata- valori assoluti in migliaia di unità di lavoro -

187

Page 188: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

minerali metall. tessile altre totale non metall. meccanica abbigliam. manifatt. manifatt.

2000 91.355 130.095 282.698 2.677 49.720 14.948 1.786 573.2792001 157.300 87.984 672.784 4.832 662.101 42.911 9.260 1.637.1722002 299.750 272.130 883.539 4.517 351.784 42.784 24 1.854.5282003 343.083 229.824 1.237.813 16.589 80.379 78.103 984 1.986.7752004 160.645 404.349 1.469.548 49.555 327.076 88.244 0 2.499.4172005 211.750 281.458 1.911.154 134.809 238.208 478.365 883 3.256.6272006 208.815 105.741 618.769 164.215 257.778 834.832 115.485 2.305.6352007 159.125 412.329 162.097 199.824 592.216 553.936 48.459 2.127.986

2000 -49,8 146,9 -55,5 -96,2 -52,4 -47,2 -46,6 2001 72,2 -32,4 138,0 80,5 1231,7 187,1 185,62002 90,6 209,3 31,3 -6,5 -46,9 -0,3 -99,7 13,32003 14,5 -15,5 40,1 267,3 -77,2 82,6 7,12004 -53,2 75,9 18,7 198,7 306,9 13,0 -100,0 25,82005 31,8 -30,4 30,1 172,0 -27,2 442,1 30,32006 -1,4 -62,4 -67,6 21,8 8,2 74,5 -29,2 2007 -23,8 289,9 -73,8 21,7 129,7 -33,6 -58,0 -7,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

(variazioni % su anno precedente)

Tav. 29 - Cassa Integrazione Guadagni nell'industria. Basilicata- interventi totali per settori (n° ore) -

chimica alimentare legno

188

Page 189: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

ordinari straordinari totale ordinari straordinari totale

1997 605.134 1.772.594 2.377.728 -24,0 -20,1 -21,11998 639.524 810.005 1.449.529 5,7 -54,3 -39,01999 941.531 131.804 1.073.335 47,2 -83,7 -26,02000 461.331 111.948 573.279 -51,0 -15,1 -46,62001 961.418 675.754 1.637.172 108,4 503,6 185,62002 1.054.946 799.582 1.854.528 9,7 18,3 13,32003 1.442.148 359.635 1.801.783 36,7 -55,0 -2,82004 1.681.813 717.189 2.399.002 16,6 99,4 33,12005 2.172.310 1.084.317 3.256.627 29,2 51,2 35,72006 1.033.719 1.271.916 2.305.635 -52,4 17,3 -29,22007 529.034 1.598.952 2.127.986 -48,8 25,7 -7,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

Tav. 30 - Interventi della CIG nell'industria manifatturiera - serie storica 1997-2007 -

variaz. % annuevalori assoluti (n° di ore)

Potenza Matera totale Potenza Matera totale

1997 1.229.917 1.147.811 2.377.728 -45,5 51,8 -21,11998 757.762 691.767 1.449.529 -38,4 -39,7 -39,01999 913.828 159.507 1.073.335 20,6 -76,9 -26,02000 370.151 203.128 573.279 -59,5 27,3 -46,62001 1.377.254 259.918 1.637.172 272,1 28,0 185,62002 1.375.272 479.256 1.854.528 -0,1 84,4 13,32003 1.438.247 363.536 1.801.783 4,6 -24,1 -2,82004 1.724.490 674.512 2.399.002 19,9 85,5 33,12005 2.469.548 787.079 3.256.627 43,2 16,7 35,72006 1.027.910 1.277.725 2.305.635 -58,4 62,3 -29,22007 539.125 1.588.861 2.127.986 -47,6 24,4 -7,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati INPS

variaz. % annue

Tav. 31 - Interventi della CIG nell'industria manifatturiera per province - serie storica 1997-2007 -

valori assoluti (n° di ore)

189

Page 190: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2004 2005 2006 2007 Estrattiva 66 61 61 57 Energia, gas, acqua 26 28 29 31 Industria manifatturiera 4.948 4.952 4.916 4.865 - Alimentare 1.263 1.277 1.288 1.290 - Tessile/abbigliamento 535 491 468 448 - Legno/mobili 886 896 863 846 - Min. non metalliferi 352 359 359 354 - Meccanica 1.500 1.517 1.525 1.506 - Chimica/plastica 132 132 129 132 - Altre manifatturiere 280 280 284 289 Costruzioni 6.202 6.326 6.427 6.512 Comm. e riparazione auto 1.887 1.895 1.910 1.913 Commercio ingr. e dettaglio 11.430 11.419 11.447 11.491 Alberghi e pubblici esercizi 2.156 2.202 2.237 2.281 Trasporti/comunicaz. 1.555 1.583 1.548 1.521 Credito/assicurazioni 662 667 683 728 Servizi alle imprese 2.255 2.376 2.435 2.531 Altri servizi 2.284 2.312 2.379 2.448 non classificate 248 128 124 104 tot. imprese extra-agricole 33.719 33.949 34.196 34.482 tot. industria 11.242 11.367 11.433 11.465 tot. servizi 22.229 22.454 22.639 22.913 Agricoltura 22.229 21.995 21.530 20.915

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tav. 32 - Imprese attive iscritte nel Registro Imprese delle CCIAA- valori assoluti a fine anno -

190

Page 191: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

società società ditte altre di capitali di persone individuali forme

Estrattiva 57 22 12 20 3 Energia, gas, acqua 31 22 4 1 4 Industria manifatturiera 4.865 754 862 3.115 134 - Alimentare 1.290 106 281 873 30 - Tessile/abbigliamento 448 53 56 310 29 - Legno/mobili 846 103 117 608 18 - Min. non metalliferi 354 78 76 190 10 - Meccanica 1.506 284 243 957 22 - Chimica/plastica 132 76 19 33 4 - Altre manifatturiere 289 54 70 144 21 Costruzioni 6.512 1.023 758 4.486 245 Comm. e riparazione auto 1.913 153 309 1.438 13 Commercio ingr. e dettaglio 11.491 705 1.169 9.526 91 Alberghi e pubblici esercizi 2.281 187 435 1.595 64 Trasporti/comunicaz. 1.521 145 191 1.086 99 Credito/assicurazioni 728 33 92 579 24 Servizi alle imprese 2.531 533 407 1.245 346 Altri servizi 2.448 185 234 1.674 355 non classificate 104 21 11 36 36 tot. imprese extra-agricole 34.482 3.783 4.484 24.801 1.414 tot. industria 11.465 1.821 1.636 7.622 386 tot. servizi 22.913 1.941 2.837 17.143 992 Agricoltura 20.915 102 258 20.327 228

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

per forma giuridica e per settori di attività economica al 31.12.2007Tav. 33 - Imprese attive iscritte nel Registro Imprese delle CCIAA

totale

191

Page 192: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

società società ditte altre di capitali di persone individuali forme

2004 totale 33.719 2.897 4.232 25.181 1.409 industria 11.242 1.453 1.580 7.758 451 - di cui costruzioni 6.202 777 728 4.410 287 servizi 22.229 1.390 2.585 17.333 921

2005 totale 33.949 3.186 4.268 25.142 1.353 industria 11.367 1.572 1.595 7.806 394 - di cui costruzioni 6.326 853 733 4.498 242 servizi 22.454 1.586 2.656 17.286 926

2006 totale 34.196 3.484 4.399 24.948 1.365 industria 11.433 1.707 1.623 7.722 381 - di cui costruzioni 6.427 951 749 4.490 237 servizi 22.639 1.754 2.760 17.178 947

2007 totale 34.482 3.783 4.484 24.801 1.414 industria 11.465 1.821 1.636 7.622 386 - di cui costruzioni 6.427 1.023 758 4.486 160 servizi 22.913 1.941 2.837 17.143 992

(a) stock al 31.12 di ciascun annoFonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tav. 34 - Imprese attive iscritte nel Registro Imprese (a) per forma giuridica e macro-settori di attività economica

totale

192

Page 193: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2005 2006 2007 2005 2006 2007 Estrattiva 44 44 43 17 17 14 Energia, gas, acqua 21 22 23 7 7 8 Industria manifatturiera 3.319 3.293 3.245 1.633 1.623 1.620 - Alimentare 815 822 825 462 466 465 - Tessile/abbigliamento 351 335 317 140 133 131 - Legno/mobili 579 553 538 317 310 308 - Min. non metalliferi 254 257 247 105 102 107 - Meccanica 1.081 1.082 1.069 436 443 437 - Chimica/plastica 71 68 70 61 61 62 - Altre manifatturiere 168 176 179 112 108 110 Costruzioni 4.365 4.436 4.484 1.961 1.991 2.028 Comm. e riparazione auto 1.226 1.236 1.258 669 674 655 Commercio ingr. e dettaglio 7.587 7.585 7.616 3.832 3.862 3.875 Alberghi e pubblici esercizi 1.510 1.532 1.551 692 705 730 Trasporti/comunicaz. 1.109 1.089 1.061 474 459 460 Credito/assicurazioni 467 475 511 200 208 217 Servizi alle imprese 1.583 1.617 1.671 793 818 860 Altri servizi 1.559 1.605 1.666 753 774 782 non classificate 45 56 53 83 68 51 tot. imprese extra-agricole 22.835 22.990 23.182 11.114 11.206 11.300 tot. industria 7.749 7.795 7.795 3.618 3.638 3.670 tot. servizi 15.041 15.139 15.334 7.413 7.500 7.579 Agricoltura 13.319 12.983 12.626 8.676 8.547 8.289

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tav. 35 - Imprese attive iscritte nel Registro Imprese per province- stock al 31.12 di ciascun anno -

Provincia di Potenza Provincia di Matera

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2005 2006 2007 2005 2006 2007 Estrattiva 0 0 0 4 2 4 Energia, gas, acqua 0 0 2 0 0 1 Industria manifatturiera 151 195 169 282 309 280 - Alimentare 35 57 55 66 69 81 - Tessile/abbigliamento 14 12 11 47 44 40 - Legno/mobili 39 41 29 61 71 52 - Min. non metalliferi 9 10 11 12 17 13 - Meccanica 40 62 47 71 86 73 - Chimica/plastica 5 1 5 8 4 3 - Altre manifatturiere 9 12 11 17 18 18 Costruzioni 289 330 324 353 412 399 Comm. e riparazione auto 55 68 78 64 93 105 Commercio ingr. e dettaglio 695 683 691 767 839 818 Alberghi e pubblici esercizi 132 130 147 157 156 171 Trasporti/comunicaz. 48 40 44 88 93 103 Credito/assicurazioni 46 46 76 46 51 52 Servizi alle imprese 142 131 148 151 181 173 Altri servizi 94 118 121 118 111 120 non classificate 955 962 893 149 119 144 tot. imprese extra-agricole 2.607 2.703 2.693 2.179 2.366 2.370 tot. industria 440 525 495 639 723 684 tot. servizi 1.212 1.216 1.305 1.391 1.524 1.542 Agricoltura 658 489 424 976 1.002 1.071

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

Tav. 36 - Iscrizioni e cancellazioni nel Registro Imprese delle CCIAA- valori assoluti annuali -

iscrizioni cancellazioni

194

Page 195: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2005 2006 2007 2005 2006 2007 Estrattiva 0,0 0,0 0,0 4,6 2,5 5,1 Industria manifatturiera 2,6 3,3 2,9 4,8 5,3 4,8 - Alimentare 2,4 3,9 3,7 4,5 4,7 5,4 - Tessile/abbigliamento 2,0 1,8 1,8 6,8 6,8 6,4 - Legno/mobili 3,9 4,1 3,0 6,2 7,1 5,3 - Min. non metalliferi 2,0 2,2 2,4 2,7 3,7 2,9 - Meccanica 2,3 3,6 2,7 4,1 4,9 4,2 - Chimica/plastica 2,4 0,5 2,4 3,8 1,9 1,4 - Altre manifatturiere 2,7 3,6 3,3 5,1 5,4 5,4 Costruzioni 3,9 4,4 4,3 4,8 5,5 5,3 Comm. e riparazione auto 2,7 3,3 3,8 3,1 4,5 5,1 Commercio ingr. e dettaglio 5,6 5,5 5,6 6,2 6,8 6,6 Alberghi e pubblici esercizi 5,5 5,3 5,9 6,5 6,4 6,9 Trasporti/comunicaz. 2,8 2,3 2,5 5,1 5,3 5,9 Credito/assicurazioni 6,3 6,2 10,1 6,3 6,9 6,9 Servizi alle imprese 5,3 4,7 5,2 5,6 6,4 6,1 Altri servizi 3,7 4,6 4,6 4,6 4,3 4,5 tot. imprese extra-agricole 6,4 6,6 6,5 5,4 5,8 5,8 tot. industria 3,3 3,9 3,7 4,8 5,4 5,1 tot. servizi 4,9 4,9 5,2 5,7 6,1 6,2 Agricoltura 2,9 2,2 1,9 4,3 4,5 4,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

tassi di natalità tassi di mortalità

Tav. 37 - Tassi di natalità e mortalità aziendale per settori- valori annuali -

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var. % % su tot.'05-'06 imprese

Estrattiva 17 18 5,9 31,6 Industria manifatturiera 3.526 3.451 -2,1 70,9 - Alimentare 988 996 0,8 77,2 - Tessile/abbigliamento 342 317 -7,3 70,8 - Legno/mobili 681 653 -4,1 77,2 - Min. non metalliferi 234 230 -1,7 65,0 - Meccanica 1.077 1.055 -2,0 70,1 - Chimica/plastica 39 40 2,6 30,3 - Altre manifatturiere 165 160 -3,0 55,4 Costruzioni 4.192 4.243 1,2 65,2 Comm. e riparazione auto 1.167 1.146 -1,8 59,9 Commercio ingr. e dettaglio 358 350 -2,2 3,0 Alberghi e pubblici esercizi 31 29 -6,5 1,3 Trasporti/comunicaz. 926 890 -3,9 58,5 Credito/assicurazioni 2 2 0,0 0,3 Servizi alle imprese 489 494 1,0 19,5 Altri servizi 1.422 1.434 0,8 58,6 tot. imprese extra-agricole 12.134 12.061 -0,6 35,0 tot. industria 7.736 7.712 -0,3 67,3 tot. servizi 4.395 4.345 -1,1 19,0 Agricoltura 168 158 -6,0 0,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

2006 2007

Tav. 38 - Imprese attive iscritte nell'Albo Artigiani in Basilicata- stock a fine anno -

196

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2006 2007 2006 2007 2006 2007

Estrattiva 0 2 1 2 -1 0 Industria manifatturiera 230 201 243 226 -13 -25 - Alimentare 80 84 56 57 24 27 - Tessile/abbigliamento 11 12 35 32 -24 -20 - Legno/mobili 42 35 57 49 -15 -14 - Min. non metalliferi 14 11 13 11 1 0 - Meccanica 67 48 70 64 -3 -16 - Chimica/plastica 3 3 2 1 1 2 - Altre manifatturiere 13 8 10 12 3 -4 Costruzioni 308 323 276 274 32 49 Comm. e riparazione auto 36 53 42 78 -6 -25 Commercio ingr. e dettaglio 6 12 63 68 -57 -56 Alberghi e pubblici esercizi 1 0 2 8 -1 -8 Trasporti/comunicaz. 47 44 69 71 -22 -27 Credito/assicurazioni 0 0 2 0 -2 0 Servizi alle imprese 29 41 38 33 -9 8 Altri servizi 96 75 54 63 42 12 tot. imprese extra-agricole 754 758 790 824 -36 -66 tot. industria 538 526 520 502 18 24 tot. servizi 215 225 270 321 -55 -96 Agricoltura 11 5 12 27 -1 -22

Fonte: ns. elaborazioni su dati Infocamere

iscrizioni cancellazioni saldi

Tav. 39 - Iscrizioni e cancellazioni di imprese artigiane

197

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2005 2006 2007 2005 2006 2007

Agricoltura 8.051 7.867 7.652 36,6 36,5 36,6 Estrattiva 4 4 4 6,6 6,6 7,0 Energia, gas, acqua 3 3 2 10,7 10,3 6,5 Industria manifatturiera 1.157 1.129 1.130 23,4 23,0 23,2 - Alimentare 415 411 421 32,5 31,9 32,6 - Tessile/abbigliamento 294 271 257 59,9 57,9 57,4 - Legno/mobili 146 145 142 16,3 16,8 16,8 - Min. non metalliferi 69 64 69 19,2 17,8 19,5 - Meccanica 153 164 168 10,1 10,8 11,2 - Chimica/plastica 22 19 18 16,7 14,7 13,6 - Altre manifatturiere 58 55 55 20,7 19,4 19,0 Costruzioni 412 422 452 6,5 6,6 6,9 Commercio 4.276 4.244 4.293 32,1 31,8 32,0 Alberghi e pubblici es. 697 713 723 31,7 31,9 31,7 Trasporti/comunicaz. 174 173 196 11,0 11,2 12,9 Credito/assicurazioni 193 189 196 28,9 27,7 26,9 Servizi alle imprese 616 617 646 25,9 25,3 25,5 Altri servizi 1.059 1.096 1.121 45,8 46,1 45,8 non classificate 25 21 16 19,5 16,9 15,4

totale generale 16.667 16.503 16.435 29,8 29,6 29,7 totale industria 1.576 1.558 1.588 13,9 13,7 13,9 totale servizi 7.015 7.032 7.175 31,2 31,1 31,3

Fonte: ns. elab. su dati Osservatorio imprenditoria femminile

Tav. 40 - Imprese femminili attive in Basilicata per settori

valori assoluti % su totale imprese

- valori assoluti a fine anno e % su totale imprese -

198

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2003 2004 2005 2006 2007

Agricoli 18.908 18.411 18.949 16.934 18.812 Energetici 70.146 27.240 726 72.143 201.983 Alimentari 12.655 14.995 13.434 16.663 20.178 Tessili 14.991 16.790 25.504 34.314 37.220 Abbigliamento 1.135 1.114 394 335 256 Pelli e cuoio 12.203 18.846 22.722 27.928 25.814 Legno 652 429 778 302 265 Carta e stampa 7.770 10.041 11.866 12.968 13.043 Coke, petroliferi 19 0 51 13 0 Chimici 49.644 50.369 49.628 78.045 89.734 Gomma e plastica 54.343 56.999 48.196 48.308 57.939 Min. non metall. 4.136 4.835 3.087 2.195 10.465 Meccanici 51.945 70.286 62.711 96.402 103.041 Mezzi di trasporto 928.046 693.598 625.584 1.166.242 1.394.688 Mobili 289.084 281.134 216.099 148.673 122.083 Altri prodotti 67 100 31 59 447

totale 1.515.744 1.265.187 1.099.760 1.721.520 2.095.968

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 41 - Esportazioni regionali per categorie merceologiche- valori annuali in migliaia di Euro -

199

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2003 2004 2005 2006 2007

Agricoli 52.806 39.055 40.633 29.351 34.276 Energetici 341 311 780 678 1.083 Alimentari 23.040 24.199 30.133 43.241 33.539 Tessili 5.719 9.094 3.799 8.814 4.694 Abbigliamento 1.126 1.348 1.110 1.278 1.103 Pelli e cuoio 21.370 15.822 9.963 10.127 10.602 Legno 5.906 4.808 4.935 6.015 5.309 Carta e stampa 9.882 11.037 11.819 12.819 16.140 Coke, petroliferi 469 24 47 1.432 829 Chimici 65.614 77.607 77.198 106.587 104.415 Gomma e plastica 16.704 15.554 18.684 16.394 32.973 Min. non metall. 1.686 3.374 3.136 4.578 5.653 Meccanici 132.031 145.984 172.523 306.704 344.183 Mezzi di trasporto 55.964 177.123 269.806 431.911 410.923 Mobili 34.084 43.347 48.062 57.251 43.046 Altri prodotti 403 937 1.085 1.102 1.388

totale 427.147 569.626 693.715 1.038.281 1.050.155

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 42 - Importazioni regionali per categorie merceologiche- valori annuali in migliaia di Euro -

200

Page 201: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2003 2004 2005 2006 2007

Agricoli -33.898 -20.645 -21.684 -12.417 -15.463 Energetici 69.805 26.929 -54 71.464 200.899 Alimentari -10.385 -9.204 -16.699 -26.578 -13.362 Tessili 9.272 7.696 21.705 25.500 32.526 Abbigliamento 9 -234 -716 -944 -847 Pelli e cuoio -9.168 3.024 12.758 17.801 15.212 Legno -5.254 -4.379 -4.157 -5.713 -5.043 Carta e stampa -2.111 -996 47 148 -3.096 Coke, petroliferi -451 -24 4 -1.420 -829 Chimici -15.970 -27.238 -27.570 -28.542 -14.681 Gomma e plastica 37.639 41.445 29.512 31.914 24.966 Min. non metall. 2.450 1.461 -49 -2.384 4.812 Meccanici -80.086 -75.698 -109.813 -210.301 -241.142 Mezzi di trasporto 872.082 516.476 355.779 734.331 983.765 Mobili 255.000 237.787 168.038 91.422 79.037 Altri prodotti -336 -838 -1.054 -1.043 -941

totale 1.088.598 695.561 406.045 683.239 1.045.813

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

- valori annuali in migliaia di Euro -Tav. 43 - Saldi della bilancia commerciale per categorie merceologiche

201

Page 202: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

Unione Europea (15) 1.468.637 1.111.575 129.426 96.485 50.126 29.758 - Regno Unito 389.454 311.702 19.450 41.692 2.027 10.772 - Germania 280.079 185.290 57.518 3.225 11.695 11.559 - Spagna 214.000 176.453 13.528 7.382 6.976 366 - Francia 213.974 168.376 10.289 21.350 7.564 1.545 - Paesi Bassi 77.157 66.459 1.995 3.028 1.449 1.871 - Belgio 69.479 43.295 2.390 11.619 5.607 50 - Portogallo 47.244 43.745 558 320 73 37 - Grecia 35.884 30.425 2.124 1.252 250 634 nuovi Paesi UE (10) 143.481 116.770 5.284 3.508 8.678 1.531 altri Paesi europei 262.637 86.241 6.054 7.802 13.520 3.526 altri Paesi extra-europei 221.212 80.101 6.908 14.288 30.717 4.175 totale generale 2.095.968 1.394.688 147.673 122.083 103.041 38.990

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 44 - Esportazioni regionali per Paesi di destinazione e principali merceologie- valori in migliaia di Euro (anno 2007) -

mobilichimica/ plastica

mezzi di trasporto

agro-alimentaritotale meccanici

Unione Europea (15) 565.710 109.701 261.261 116.761 32.120 22.654 - Germania 213.577 36.174 95.648 68.926 4.651 1.694 - Spagna 105.617 50.852 18.922 15.785 6.147 13.756 - Francia 66.316 2.166 29.375 10.689 12.327 4.779 - Portogallo 26.076 3.466 21.310 0 126 1.155 - Belgio 21.474 3.163 9.063 5.054 2.459 57 - Paesi Bassi 17.129 2.675 8.036 3.204 2.077 2 - Regno Unito 12.242 2.834 4.149 4.079 895 3 nuovi Paesi UE (10) 331.788 284.360 14.140 5.236 10.726 16.135 altri Paesi europei 82.338 7.368 61.177 4.391 5.170 2.384 altri Paesi extra-europei 70.318 9.494 7.605 11.000 19.799 1.873 totale generale 1.050.155 410.923 344.183 137.388 67.815 43.046

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 45 - Importazioni regionali per Paesi di provenienza e principali merceologie- valori in migliaia di Euro (anno 2007) -

mezzi di trasporto meccanici chimica/

plasticatotale mobiliagro-alimentari

202

Page 203: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

import export saldo import export saldo

valori assoluti2001 323.264 828.008 504.744 151.664 352.936 201.2722002 266.644 1.151.581 884.938 126.778 365.598 238.8202003 305.968 1.097.011 791.043 121.179 418.733 297.5552004 430.110 831.444 401.334 139.517 433.744 294.2272005 563.451 733.197 169.747 130.264 366.563 236.2992006 885.532 1.364.093 478.561 152.749 357.427 204.6772007 911.997 1.745.368 833.371 138.158 350.599 212.442

var. % annue2001 3,3 11,3 17,0 28,8 1,1 -13,0 2002 -17,5 39,1 75,3 -16,4 3,6 18,72003 14,7 -4,7 -10,6 -4,4 14,5 24,62004 40,6 -24,2 -49,3 15,1 3,6 -1,1 2005 31,0 -11,8 -57,7 -6,6 -15,5 -19,7 2006 57,2 86,0 181,9 17,3 -2,5 -13,4 2007 3,0 28,0 74,1 -9,6 -1,9 3,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 46 - Importazioni ed esportazioni per province. 2001-2007- valori in migliaia di Euro -

Provincia di Potenza Provincia di Matera

203

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famiglie oltre il breveconsum. termine

marzo 2003 4.408 2.928 1.215 2.556 670 giugno 4.456 2.981 1.222 2.588 663 settembre 4.515 2.999 1.253 2.605 617 dicembre 4.543 3.033 1.256 2.629 583 marzo 2004 4.577 3.040 1.279 2.661 549 giugno 4.695 3.133 1.317 2.762 535 settembre 4.678 3.084 1.340 2.735 494 dicembre 4.833 3.220 1.361 2.836 484 marzo 2005 4.909 3.282 1.366 2.871 466 giugno 4.960 3.302 1.420 3.005 450 settembre 5.037 3.336 1.460 3.029 419 dicembre 4.991 3.247 1.461 3.155 408 marzo 2006 5.030 3.244 1.496 3.157 374 giugno 5.180 3.321 1.548 3.198 349 settembre 5.251 3.364 1.580 3.234 332 dicembre 5.458 3.521 1.620 3.378 325 marzo 2007 5.551 3.547 1.636 3.512 288 giugno 5.652 3.625 1.720 3.655 284 settembre 5.768 3.701 1.761 3.691 251

Fonte: Banca d'Italia

di cui:impieghi totali

Tav. 47 - Impieghi bancari per principali destinatari e per tipologie- consistenze a fine mese in milioni di Euro -

imprese agevolati

di cui: alle

204

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impieghi acquisto acquistototali abitazioni beni durev.

marzo 2003 2.556 313 328 99 1.641 giugno 2.588 279 322 115 1.703 settembre 2.605 281 363 128 1.688 dicembre 2.629 274 365 131 1.705 marzo 2004 2.661 276 377 136 1.713 giugno 2.762 287 390 142 1.780 settembre 2.735 291 404 144 1.732 dicembre 2.836 282 431 142 1.818 marzo 2005 2.871 288 423 146 1.833 giugno 3.005 297 466 155 1.886 settembre 3.029 304 480 160 1.890 dicembre 3.155 313 514 163 1.951 marzo 2006 3.157 316 524 170 1.896 giugno 3.198 320 549 178 1.894 settembre 3.234 329 570 181 1.896 dicembre 3.378 324 584 185 2.013 marzo 2007 3.512 355 578 186 2.101 giugno 3.655 371 608 186 2.181 settembre 3.691 370 627 177 2.202

Fonte: Banca d'Italia

investimenticostruzioni

Tav. 48 - Impieghi bancari oltre il breve termine

- consistenze a fine mese in milioni di Euro -per destinazione economica dell'investimento

205

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marzo giugno sett. dic. marzo giugno sett.

Agricoltura 388 379 400 396 401 385 395 Energia 66 81 79 82 97 97 107 Minerali e metalli 27 29 27 28 27 28 28 Minerali non metalliferi 101 106 113 117 117 122 132 Chimica 21 28 28 28 27 33 40 Prodotti in metallo 106 106 110 123 126 123 133 Macchine agricole e industriali 27 30 30 32 33 31 32 Macchine per ufficio 12 12 12 11 11 10 11 Materiali e forniture elettriche 26 26 28 30 33 39 42 Mezzi di trasporto 248 234 219 228 202 208 182 Alimentare 189 190 185 179 174 165 171 Tessile, abbigliamento 52 52 50 53 53 56 56 Carta, stampa, editoria 17 18 19 19 20 21 22 Prodotti in gomma e plastica 28 27 30 32 30 31 32 Altre industrie 182 181 175 159 154 149 150 tot. industria in senso stretto 1.103 1.120 1.105 1.123 1.101 1.114 1.138 Edilizia e opere pubbliche 520 557 581 637 648 672 692 Servizi del commercio 658 700 703 708 730 745 757 Alberghi e pubblici esercizi 123 118 123 137 143 152 149 Trasporti e comunicazioni 108 107 111 114 134 139 141 Altri servizi 344 349 358 405 390 418 429 totale servizi 1.233 1.275 1.295 1.364 1.397 1.454 1.476 totale branche 3.244 3.332 3.381 3.521 3.547 3.625 3.701

(a) al lordo delle sofferenzeFonte: Banca d'Italia

Tav. 49 - Impieghi bancari per branche di attività economica (a)- consistenze a fine mese in milioni di Euro -

2006 2007

206

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marzo giugno sett. dic. marzo giugno sett.

Agricoltura 89 81 84 79 79 75 80 Energia 3 3 3 3 2 2 2 Minerali e metalli 2 2 2 2 2 7 7 Minerali non metalliferi 22 22 22 22 23 22 22 Chimica 3 4 4 4 4 4 4 Prodotti in metallo 15 15 15 15 15 16 9 Macchine agricole e industriali 4 4 4 5 3 3 3 Macchine per ufficio 2 2 2 2 2 1 1 Materiali e forniture elettriche 5 5 5 5 6 5 5 Mezzi di trasporto 4 4 4 4 4 4 4 Alimentare 25 24 25 26 26 26 29 Tessile, abbigliamento 15 15 15 16 16 16 16 Carta, stampa, editoria 3 3 3 3 3 3 4 Prodotti in gomma e plastica 6 5 5 6 6 6 5 Altre industrie 15 15 15 16 17 18 20 tot. industria in senso stretto 123 123 124 128 128 134 132 Edilizia e opere pubbliche 96 94 94 95 95 93 94 Servizi del commercio 87 103 102 102 101 97 99 Alberghi e pubblici esercizi 23 24 26 27 27 26 27 Trasporti e comunicazioni 20 39 38 37 37 38 35 Altri servizi 84 84 86 88 104 105 106 totale servizi 214 250 252 255 270 266 267 totale branche 522 548 554 557 573 568 573

Fonte: Banca d'Italia

2006 2007

Tav. 50 - Sofferenze per branche di attività economica- consistenze a fine mese in milioni di Euro -

207

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marzo giugno sett. dic. marzo giugno sett.

Agricoltura 23,1 21,5 21,0 20,0 19,8 19,4 20,3 Energia 3,9 3,3 3,4 3,4 2,5 2,4 2,1 Minerali e metalli 6,0 5,5 6,0 6,1 6,2 25,7 26,8 Minerali non metalliferi 22,1 21,0 19,4 19,0 19,5 18,0 16,5 Chimica 15,9 13,1 13,0 12,9 14,0 11,3 10,3 Prodotti in metallo 14,2 14,0 13,6 12,5 12,2 12,7 6,7 Macchine agricole e industriali 14,2 12,6 12,9 14,3 9,4 9,8 9,7 Macchine per ufficio 15,0 15,9 16,7 18,1 18,6 14,4 12,9 Materiali e forniture elettriche 17,5 18,1 16,7 16,2 16,9 14,1 12,9 Mezzi di trasporto 1,7 1,8 1,9 1,9 2,2 2,0 2,3 Alimentare 13,1 12,6 13,7 14,3 14,8 15,9 16,9 Tessile, abbigliamento 29,1 29,5 30,9 29,9 29,8 28,3 28,5 Carta, stampa, editoria 18,5 17,5 15,3 15,4 14,0 15,9 15,7 Prodotti in gomma e plastica 20,2 20,0 18,1 18,0 19,8 18,0 17,0 Altre industrie 8,1 8,3 8,6 9,9 11,0 12,2 13,0 tot. industria in senso stretto 11,2 10,9 11,2 11,4 11,6 12,0 11,6 Edilizia e opere pubbliche 18,4 16,9 16,2 15,0 14,7 13,9 13,5 Servizi del commercio 13,2 14,6 14,5 14,4 13,9 13,0 13,1 Alberghi e pubblici esercizi 18,5 20,6 21,0 20,0 19,1 17,3 18,1 Trasporti e comunicazioni 18,6 36,2 34,1 32,4 27,4 27,4 25,1 Altri servizi 24,5 24,2 24,0 21,7 26,8 25,0 24,6 totale servizi 17,3 19,6 19,4 18,7 19,3 18,3 18,1 totale branche 16,1 16,5 16,4 15,8 16,1 15,7 15,5

Fonte: ns. elaborazioni su dati Banca d'Italia

Tav. 51 - Rapporto sofferenze/ impieghi per branche di attività economica- valori % -

2006 2007

208

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totale capoluogo totale capoluogo

marzo 2003 3.107 1.851 1.256 giugno 3.108 1.837 1.271 settembre 3.192 1.879 1.313 dicembre 3.309 1.970 690 1.339 556 marzo 2004 3.204 1.891 1.313 giugno 3.270 1.947 1.323 settembre 3.269 1.930 1.339 dicembre 3.390 2.017 716 1.372 631 marzo 2005 3.305 1.964 1.341 giugno 3.360 2.002 1.357 settembre 3.359 1.997 1.363 dicembre 3.514 2.099 751 1.415 658 marzo 2006 3.416 2.049 1.367 giugno 3.496 2.083 1.413 settembre 3.495 2.100 1.394 dicembre 3.642 2.201 786 1.442 714 marzo 2007 3.504 2.113 1.392 giugno 3.592 2.176 1.416 settembre 3.532 2.140 1.393

Fonte: Banca d'Italia

Provincia di PotenzaBasilicata Provincia di Matera

Tav. 52 - Depositi bancari per province e comuni capoluogo- consistenze in milioni di Euro -

209

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comune di comune diPotenza Matera

Gennaio '06 2,4 2,1 1,8 2,2 Febbraio 2,2 2,2 2,0 2,1 Marzo 2,0 2,0 1,5 2,1 Aprile 1,8 1,8 1,4 2,2 Maggio 2,0 2,1 1,3 2,2 Giugno 2,0 1,9 1,6 2,3 Luglio 2,2 2,2 1,6 2,2 Agosto 2,1 2,1 1,6 2,2 Settembre 1,7 1,9 1,3 2,1 Ottobre 1,6 1,5 1,3 1,8 Novembre 1,5 1,5 1,1 1,8 Dicembre 1,6 1,6 1,4 1,9 Gennaio '07 1,5 1,6 1,2 1,7 Febbraio 1,5 1,5 1,2 1,8 Marzo 1,4 1,4 1,4 1,7 Aprile 1,6 1,8 1,3 1,5 Maggio 1,8 1,6 1,9 1,5 Giugno 1,9 1,8 1,8 1,7 Luglio 1,8 1,7 1,9 1,6 Agosto 1,9 1,6 2,3 1,6 Settembre 2,3 1,8 2,7 1,7 Ottobre 2,4 2,2 2,9 2,1 Novembre 2,9 2,8 3,4 2,4 Dicembre 3,2 3,1 3,4 2,6 Gennaio '08 3,7 3,4 4,4 3,0 Febbraio 3,5 3,3 4,3 2,9 Marzo 4,0 3,8 4,3 3,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Tav. 53 - Indici NIC dei prezzi al consumo - variazioni % tendenziali -

Basilicata Italia

210

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2005 2006 2007 2005 2006 2007

Alimentari e bevande analcoliche 116,6 119,1 124,0 1,0 2,1 4,1 Bevande alcoliche e tabacchi 132,2 139,3 144,3 7,8 5,4 3,6 Abbigliamento e calzature 108,3 108,1 109,2 1,0 -0,2 1,0 Abitazione, acqua, elettricità 127,0 133,7 135,8 5,6 5,3 1,6 Mobili, articoli di arredamento 112,9 116,3 117,7 3,2 3,0 1,2 Servizi sanitari e spese per la salute 104,4 103,5 102,7 -0,1 -0,9 -0,8 Trasporti 122,1 125,5 129,2 3,9 2,8 2,9 Comunicazioni 77,2 74,4 68,5 -6,1 -3,6 -7,9 Ricreazione, spettacoli,cultura 107,9 108,4 110,0 0,7 0,5 1,5 Istruzione 123,3 127,2 129,3 3,4 3,2 1,7 Alberghi e pubblici esercizi 120,5 119,7 125,0 1,3 -0,7 4,4 Beni e servizi vari 121,9 125,6 127,9 2,3 3,0 1,8 Indice generale (con tabacchi) 116,0 118,2 120,6 2,2 1,9 2,0 Indice generale (senza tabacchi) 115,4 117,5 119,8 7,2 1,8 2,0

(a) prezzi al consumo per l'intera collettività (indici NIC)Fonte: ISTAT

numeri indici (1998=100) variaz. % tendenziali

Tav. 54 - L'evoluzione dei prezzi al consumo (a) per capitoli. Basilicata

n° effetti importi n° effetti importi n° effetti importi 2000 25.498 35.304 14.836 23.127 10.662 12.1772001 23.672 35.279 13.010 21.236 10.662 14.0432002 20.871 40.617 12.201 25.256 8.670 15.3612003 20.713 41.336 12.542 25.232 8.171 16.1042004 18.694 40.871 10.798 23.520 7.896 17.3512005 17.910 48.126 10.407 31.997 7.503 16.1292006 15.606 33.501 9.103 21.237 6.503 12.2642007 15.116 33.386 8.542 19.579 6.574 13.807

Fonte: ns. elaborazioni su dati CCIAA

Tav. 55 - Numero e importi dei protesti per province - importi in migliaia di Euro -

Potenza MateraBasilicata

211

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Istituzionipubbliche

Personale addetto (a)

1997 346 61 4071998 75 91 1661999 399 106 5052000 550 331 8812001 615 344 9592002 510 373 165 6782003 507 391 200 7082004 506 375 200 7092005 544 410 179 726

Spesa (migliaia di Euro)

1997 14.346 4.115 18.4601998 4.925 6.493 11.4181999 33.170 12.299 45.4692000 55.389 15.258 70.6472001 49.329 37.049 75.5952002 29.661 19.846 15.873 45.5532003 29.566 19.071 18.833 48.4182004 36.133 25.813 19.440 55.6562005 33.502 23.966 20.360 53.937

(a) il totale include anche i dati relativi alle Istituzioni private non profit(b) unità espresse in equivalenti tempo pienoFonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

di cui: Università Imprese totale (a)

Tav. 56 - Le risorse destinate alle attività di R&S per settore istituzionale in Basilicata. 1997-2005

212

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2003 2004 2005 2003 2004 2005

Lazio 1,37 1,33 1,27 0,49 0,45 0,54 Piemonte 0,36 0,36 0,32 1,25 1,32 1,41 Liguria 0,55 0,62 0,55 0,65 0,65 0,67 Emilia Romagna 0,49 0,46 0,45 0,71 0,68 0,72 Friuli 0,65 0,64 0,62 0,49 0,53 0,54 Lombardia 0,35 0,29 0,27 0,82 0,83 0,87 Campania 0,69 0,73 0,68 0,37 0,42 0,43 Toscana 0,74 0,76 0,73 0,36 0,35 0,36 Abruzzo 0,56 0,59 0,54 0,51 0,47 0,49 Sicilia 0,61 0,65 0,57 0,18 0,23 0,21 Umbria 0,66 0,64 0,58 0,20 0,16 0,20 Trentino Alto Adige 0,45 0,49 0,45 0,25 0,25 0,25 Puglia 0,44 0,47 0,48 0,15 0,16 0,18 Veneto 0,36 0,36 0,28 0,31 0,28 0,30 Marche 0,37 0,26 0,32 0,28 0,27 0,25 Sardegna 0,63 0,61 0,53 0,06 0,03 0,04 Basilicata 0,31 0,36 0,33 0,20 0,20 0,20 Molise 0,36 0,37 0,35 0,05 0,06 0,11 Calabria 0,38 0,36 0,34 0,02 0,02 0,03 Val D'Aosta 0,08 0,08 0,06 0,29 0,27 0,24

Centro nord 0,57 0,55 0,51 0,64 0,64 0,68 Mezzogiorno 0,56 0,59 0,54 0,22 0,24 0,25 Italia 0,57 0,56 0,52 0,54 0,54 0,58

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT

Spesa pubblica Spesa delle imprese

Tav. 57 - Spesa per attività di Ricerca & Sviluppo in % del PIL- graduatoria in ordine decrescente in base al valore complessivo 2005 -

213

Page 214: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Basilicata 158 125 102 118 104 121 Provincia di Potenza 106 86 75 82 71 86 Provincia di Matera 52 39 27 36 33 35 Mezzogiorno 4.978 4.951 5.526 5.903 6.557 7.198 Italia 42.962 44.669 48.128 48.787 51.259 55.057

Fonte: Ministero delle Attività Produttive

Tav. 58 - Numero di domande depositate per marchi. 2002-2007

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Basilicata 0,0 6,7 3,4 3,4 3,4 7,6 Provincia di Potenza 0,0 0,0 2,5 2,5 2,6 7,7 Provincia di Matera 0,0 19,6 4,9 4,9 4,9 7,4 Mezzogiorno 5,3 4,9 6,0 5,4 6,4 7,4 Italia 54,2 57,2 58,2 66,1 65,2 68,8

Fonte: EPO (European Patent Office)

Tav. 59 - Numero di brevetti europei presentati all'EPO. 2001-2006- valori pro capite (per milione di abitanti) -

214

Page 215: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 351.853 1.498.481 46.179 214.484 398.032 1.712.9652002 342.587 1.478.914 48.553 218.206 391.140 1.697.1202003 376.111 1.543.922 51.175 217.954 427.286 1.761.8762004 388.399 1.566.733 49.864 212.859 438.263 1.779.5922005 409.228 1.731.553 57.802 221.597 467.030 1.953.1502006 396.240 1.569.443 54.816 174.085 451.056 1.743.5282007 386.954 1.638.120 53.648 188.533 440.602 1.826.653

2001 11,5 15,6 18,6 31,8 12,3 17,42002 -2,6 -1,3 5,1 1,7 -1,7 -0,9 2003 9,8 4,4 5,4 -0,1 9,2 3,82004 3,3 1,5 -2,6 -2,3 2,6 1,02005 5,4 10,5 15,9 4,1 6,6 9,82006 -3,2 -9,4 -5,2 -21,4 -3,4 -10,7 2007 -2,3 4,4 -2,1 8,3 -2,3 4,8

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

variazioni % annue

Tav. 60 - Arrivi e presenze turistiche complessive in Basilicata

italiani stranieri totale

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 115.494 790.088 21.544 135.840 137.038 925.9282002 122.425 887.077 21.869 136.722 144.294 1.023.7992003 126.917 921.159 21.667 136.396 148.584 1.057.5552004 136.936 959.180 17.353 118.041 154.289 1.077.2212005 136.072 1.068.540 21.740 117.887 157.812 1.186.4272006 135.695 1.030.736 12.299 73.149 147.994 1.103.8852007 133.478 1.080.777 13.706 88.057 147.184 1.168.834

2001 17,1 20,6 25,6 44,6 18,4 23,62002 6,0 12,3 1,5 0,6 5,3 10,62003 3,7 3,8 -0,9 -0,2 3,0 3,32004 7,9 4,1 -19,9 -13,5 3,8 1,92005 -0,6 11,4 25,3 -0,1 2,3 10,12006 -0,3 -3,5 -43,4 -37,9 -6,2 -7,0 2007 -1,6 4,9 11,4 20,4 -0,5 5,9

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

variazioni % annue

Tav. 61 - Arrivi e presenze turistiche complessive nel Metapontino

italiani stranieri totale

215

Page 216: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 28.323 130.598 7.759 32.278 36.082 162.8762002 30.205 144.761 8.787 35.613 38.992 180.3742003 36.809 158.505 9.050 32.853 45.859 191.3582004 36.025 150.825 9.210 35.119 45.235 185.9442005 35.724 152.402 9.259 34.114 44.983 186.5162006 33.774 121.142 10.095 34.078 43.869 155.2202007 34.250 134.626 8.482 29.517 42.732 164.143

2001 12,5 12,9 17,3 9,9 13,1 11,82002 6,6 10,8 13,2 10,3 8,1 10,72003 21,9 9,5 3,0 -7,7 17,6 6,12004 -2,1 -4,8 1,8 6,9 -1,4 -2,8 2005 -0,8 1,0 0,5 -2,9 -0,6 0,32006 -5,5 -20,5 9,0 -0,1 -2,5 -16,8 2007 1,4 11,1 -16,0 -13,4 -2,6 5,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

stranieri totale

variazioni % annue

Tav. 62 - Arrivi e presenze turistiche complessive a Maratea

italiani

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 33.923 78.925 6.357 14.967 40.280 93.8922002 33.114 71.135 7.511 16.811 40.625 87.9462003 37.601 67.707 9.046 18.176 46.647 85.8832004 44.371 69.815 10.128 19.037 54.499 88.8522005 48.510 72.328 12.059 19.986 60.569 92.3142006 57.944 86.806 18.427 29.119 76.371 115.9252007 50.317 78.280 17.044 29.321 67.361 107.601

2001 11,4 7,0 4,7 11,6 9,9 6,42002 -2,4 -9,9 18,2 12,3 0,9 -6,3 2003 13,6 -4,8 20,4 8,1 14,8 -2,3 2004 18,0 3,1 12,0 4,7 16,8 3,52005 9,3 3,6 19,1 5,0 11,1 3,92006 19,4 20,0 52,8 45,7 26,1 25,62007 -13,2 -9,8 -7,5 0,7 -11,8 -7,2

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

variazioni % annue

Tav. 63 - Arrivi e presenze turistiche nella città di Matera

italiani stranieri totale

216

Page 217: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 34.341 80.199 1.786 3.235 36.127 83.4342002 31.537 69.856 2.105 5.602 33.642 75.4582003 36.048 72.457 2.258 4.120 38.306 76.5772004 36.452 66.125 2.862 5.555 39.314 71.6802005 38.970 75.404 3.223 6.327 42.193 81.7312006 37.039 56.373 3.428 6.899 40.467 63.2722007 36.912 54.840 3.463 6.104 40.375 60.944

2001 11,7 11,1 18,8 17,4 12,1 11,32002 -8,2 -12,9 17,9 73,2 -6,9 -9,6 2003 14,3 3,7 7,3 -26,5 13,9 1,52004 1,1 -8,7 26,7 34,8 2,6 -6,4 2005 6,9 14,0 12,6 13,9 7,3 14,02006 -5,0 -25,2 6,4 9,0 -4,1 -22,6 2007 -0,3 -2,7 1,0 -11,5 -0,2 -3,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

Tav. 64 - Arrivi e presenze turistiche nella città di Potenza

italiani stranieri totale

variazioni % annue

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2001 44.363 102.984 1.909 4.150 46.272 107.1342002 39.389 88.969 1.701 3.976 41.090 92.9452003 34.885 75.648 1.836 4.347 36.721 79.9952004 33.893 66.540 1.554 3.773 35.447 70.3132005 41.701 85.319 1.741 3.843 43.442 89.1622006 28.485 58.133 1.990 4.589 30.475 62.7222007 29.175 59.928 1.720 5.146 30.895 65.074

2001 8,9 7,5 12,6 21,1 9,1 8,02002 -11,2 -13,6 -10,9 -4,2 -11,2 -13,2 2003 -11,4 -15,0 7,9 9,3 -10,6 -13,9 2004 -2,8 -12,0 -15,4 -13,2 -3,5 -12,1 2005 23,0 28,2 12,0 1,9 22,6 26,82006 -31,7 -31,9 14,3 19,4 -29,8 -29,7 2007 2,4 3,1 -13,6 12,1 1,4 3,7

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

variazioni % annue

italiani stranieri totale

Tav. 65 - Arrivi e presenze turistiche nel Parco del Pollino

217

Page 218: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

2004 33.637 74.413 3.631 11.396 37.268 85.8092005 42.327 106.255 4.761 20.484 47.088 126.7392006 42.893 96.569 4.224 10.692 47.117 107.2612007 42.806 94.631 4.326 11.263 47.132 105.894

2005 25,8 42,8 31,1 79,7 26,3 47,72006 1,3 -9,1 -11,3 -47,8 0,1 -15,4 2007 -0,2 -2,0 2,4 5,3 0,0 -1,3

Fonte: ns. elaborazioni su dati APT

variazioni % annue

italiani stranieri totale

Tav. 66 - Arrivi e presenze turistiche nel Vulture/ Melfese

arrivi presenze arrivi presenze arrivi presenze

Gennaio 17.592 36.982 17.632 31.521 15.197 30.639 Febbraio 17.945 39.153 17.747 30.097 14.606 28.257 Marzo 23.918 55.076 20.609 37.217 17.929 34.575 Aprile 31.568 66.513 35.199 58.300 31.234 58.853 Maggio 39.284 101.354 35.186 64.742 30.867 64.089 Giugno 55.551 276.878 56.573 282.954 60.290 242.053 Luglio 72.208 450.159 70.245 396.541 64.313 433.203 Agosto 82.009 517.022 82.404 510.456 86.945 588.605 Settembre 46.634 225.783 45.148 197.255 46.483 208.053 Ottobre 35.593 88.193 30.092 57.328 30.200 57.707 Novembre 22.766 50.342 19.126 36.822 20.782 40.267 Dicembre 21.962 45.695 21.095 40.295 21.756 40.352

tot. anno 467.030 1.953.150 451.056 1.743.528 440.602 1.826.653

Fonte: APT

2005 2006 2007

Tav. 67 - Arrivi e presenze turistiche in Basilicata per mese. 2005-2007

218

Page 219: 5 · Web viewLa variazione tendenziale dell’indice NIC dei prezzi al consumo ha raggiun-to, infatti, il 4,3% a marzo 2008, un punto in più rispetto al dato nazionale; mentre rispetto

2002 2003 2004 2005 2006 2007

Puglia 381.183 409.663 428.975 474.071 434.910 422.614 Campania 265.419 290.493 299.143 335.908 320.268 355.917 Basilicata 153.953 184.173 174.584 210.861 189.425 203.309 Lazio 155.078 151.505 149.365 170.700 172.594 163.480 Lombardia 129.108 124.205 120.932 115.142 117.089 125.782 Piemonte 43.975 50.461 46.593 58.848 52.867 52.262 Sicilia 64.069 59.788 57.901 64.267 44.239 50.746 Emilia Romagna 53.233 53.201 55.589 59.175 47.178 47.759 Veneto 39.786 40.436 40.791 42.880 36.079 38.660 Toscana 38.926 39.766 39.924 41.071 29.841 36.713 Calabria 35.243 35.427 35.468 40.736 33.551 33.350 Abruzzo 27.566 28.229 30.783 31.424 25.586 32.711 Marche 26.675 20.888 25.568 25.056 17.380 21.420 Umbria 14.965 13.454 14.093 15.589 14.105 12.780 Trentino 10.334 9.239 7.645 6.403 7.557 11.473 Liguria 9.834 11.423 11.523 11.829 7.384 8.979 Friuli 12.849 8.776 9.351 9.931 7.223 8.578 Molise 11.357 7.403 7.850 7.347 8.121 6.686 Sardegna 4.394 4.320 7.859 7.652 3.172 4.045 Valle d'Aosta 1.094 1.027 2.796 2.663 874 856 tot. Italia 1.479.041 1.543.877 1.566.733 1.731.553 1.569.443 1.638.120 Paesi esteri 218.079 217.999 212.859 221.597 174.085 188.533 totale generale 1.697.120 1.761.876 1.779.592 1.953.150 1.743.528 1.826.653

Fonte: APT

Tav. 68 - Presenze turistiche in Basilicata per provenienze. 2002-2007

219