5 APRILE 2014 Prospettive delle imprese ortofrutticole siciliane … SALVO... · 2014. 4. 6. · 5...
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5 APRILE 2014
Prospettive delle imprese ortofrutticole siciliane alla luce della nuova PAC
SVILUPPO E COMPETITIVITÀ
Salvo Laudani Presidente Fruitimprese Sicilia
FRUITIMPRESE SICILIA N. aziende associate: 25 Fatturato: 270 milioni di € Aziende agricole collegate: 1.780 Fatturato export: 170 milioni di € Tons prodotto trattato: 350.000 Tons destinate all’export: 230.000 Addetti: 5.000 Indotto: 15.000 addetti
PLV E RISORSE I DATI DELLE RIPARTIZIONI
DEI FONDI DI ESERCIZIO
PER REGIONE
Piemonte 4%
Valle d'Aosta 0%
Liguria 0%
Lombardia 3%
Trentino-Alto Adige
6% Veneto
7%
Friuli-Venezia Giulia 0%
Emilia-Romagna 11%
Toscana 2%
Umbria 1%
Marche 1%
Lazio 7%
Abruzzo 4%
Molise 1%
Campania 14%
Puglia 9%
Basilicata 3%
Calabria 8%
Sicilia 16%
Sardegna 4%
Produzione Lorda Vendibile - Ortofrutta - per Regione Anno 2012
Fonte: Elaborazione dati INEA - DIGESA Università di Catania
NORD
SUD
50%
Fonte: Elaborazione dati INEA - DIGESA Università di Catania
Emilia-Romagna 37%
Trentino-Alto Adige 19%
Lombardia 7%
Campania 6%
Veneto 5%
Sicilia 5% Lazio
4%
Piemonte 3%
Calabria 3%
Puglia 3%
Basilicata 2%
Molise 1%
Marche 1%
Abruzzo 1%
Toscana 1%
Sardegna 1%
Friuli-Venezia Giulia
0%
Liguria 0%
Umbria 0%
Valle d'Aosta
0%
Ripartizione dei fondi di esercizio (P.O.) per Regione Anno 2012
OLTRE IL 50%
IL TASSO DI ORGANIZZAZIONE EUROPA
ITALIA
SICILIA
Fonte: Bruxelles, 4,3,2014 -COM (2014) 112 final
EUROPA: LE OP NEI PAESI MEMBRI
ITALIA: LE REGIONI CON UN TASSO DI ORGANIZZAZIONE INFERIORE ALLA MEDIA DEL 47% (2013)
ITALIA: TASSO DI ORGANIZZAZIONE
ITALIA: TASSO DI ORGANIZZAZIONE
Trentino A. Emilia Romagna Sicilia
26741 26790
5692
7 25 45
3820 1072 126
Il divario delle Organizzazioni di Produttori esistenti in Italia (Fonte ISMEA, 2011)
N° PRODUTTORI N° O.P. N° PRODUTTORI PER O.P. (media)
Sicilia
5692
45 126
N° PRODUTTORI N° O.P. N° PRODUTTORI PER O.P. (media)
Sono solo 7 le OP che in Sicilia nel 2012 hanno fatturato più di 10 milioni di euro.
SICILIA: PUNTI DI DEBOLEZZA
ALTRO CHE PICCOLA .….
Corriere Economia Lunedì 17 marzo 2014 Pag 10
27/03/2014 CONSUMI DI FRUTTA, IL TREND DEGLI ULTIMI 10 ANNI: CALI PESANTI PER MELE E AGRUMI; BENE KIWI, SUSINE, CILIEGIE, FRUTTI DI BOSCO Ci sono alcuni frutti che nel corso del tempo vengono dimenticati e altri che cercano di guadagnarsi un posto nei nostri stomaci. Dai dati dell'Osservatorio GfK-Macfrut elaborati da Agroter è emerso che il consumo domestico di frutta tra gli italiani è calato di circa il 7% negli ultimi 10 anni (confronto tra il biennio 2003-2004 e il 2012-2013) a fronte di un aumento della popolazione di circa il 6% (fonte Banca Mondiale). Si propone quindi uno sguardo più approfondito sulla situazione relativamente ai vari prodotti del comparto. Tanti calano, specialmente gli ever green Il calo di circa 280.000 tonnellate di consumo di frutta è da attribuire proprio a quei prodotti che fino ad ora hanno guidato la macrocategoria. Si sta parlando delle mele che hanno perso circa il 14% nell'ultima decade, degli agrumi tra cui arance (-15%), limoni (-17%) e pompelmi (-31%) e delle pere (-19%), il cui calo può essere esemplificato nell'amara frase «se prima vendevi 5 pere sul mercato interno ora ne vendi solo 4». Decrementi a volume più in linea con la perdita media della frutta e quindi meno accentuati sono da attribuire a banane (-8%) e uva da tavola (-11%). Le "speranze" incidono poco a volume L'albicocca è stato uno dei pochi frutti che ha mantenuto stabili i consumi a volume. Cresce a grandi passi un'altra drupacea, la susina (+15%). Tra i frutti che provano a tenere a galla la macrocategoria troviamo la fragola (+12%), la ciliegia (+20%) e i frutti i di bosco che solamente negli ultimi 6 anni hanno incrementato i volumi al consumo di oltre il 50%. Da sottolineare che gli ultimi tre prodotti citatati non sono incisivi a quantità ma si difendono bene sul piano dell'indotto generato godendo di prezzi al kg sostenuti. Questo permette loro inoltre di guadagnare quota in uno stomaco del consumatore sempre a più alta competizione e in continuo ridimensionamento per effetto dei regimi alimentari. Stando ai dati, uno dei risultati più sorprendenti viene proprio dal kiwi che ha segnato un incremento nell'ultima decade di ben il +30%.
Michele Dall'Olio Marketing Specialist
Nell'immagine: i prodotti evidenziati dall'analisi in relazione alla crescita dei consumi domestici tra il biennio 2003-2004 e il 2012-2013.
Relazione della commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio
Bruxelles 4.3.2014
“ […]L’incremento del tasso di organizzazione del
settore ortofrutticolo resta fondamentale, soprattutto
negli Stati Membri dove è ancora molto basso.
Occorre anche prendere in considerazione misure
che stimolino forme di cooperazione per aiutare le OP
e i produttori non organizzati
ad affrontare meglio queste sfide. […]”
CONCLUSIONI
SURPLUS DI FRAMMENTAZIONE + DEFICIT DI AGGREGAZIONE =
PROGETTUALITA’ LIMITATA
PERDITA DI COMPETITIVITA’
MAGGIORI COSTI
MINORI RISORSE
SOLUZIONI UN SISTEMA FRAMMENTATO NON PUO’ ESSERE GOVERNATO, NON HA MASSA CRITICA PER INNOVARSI TANTO MENO RIESCE A TRASFERIRE INNOVAZIONE NE’ PUO’ VALORIZZARE SE STESSO SUI MERCATI. UN SISTEMA FRAMMENTATO NON PUO’ COMPETERE. UN PUNTO DI SVOLTA POTREBBE ESSERE DETERMINATO DALL’APPLICAZIONE SERIA DEI RECENTI ACCORDI QUADRO DELLE FILIERE AGROALIMENTARI.
Il Decreto 11 Dicembre 2013 promuove “Accordi Quadro delle filiere agroalimentari”
- Sviluppo economico e produttivo del territorio attraverso politiche integrate tra fondi comunitari, nazionali e regionali, finalizzate alla competitività e all’innovazione delle imprese, con priorità a quelle organizzate secondo logiche di reti e di filiere - Organizzazione, regolamentazione e valorizzazione delle filiere agroalimentari
- Contratti di coltivazione, produzione e fornitura
- Aggiornamento del prezzo garantito
- Redistribuzione equa e solidale delle risorse per ciascuna fase della produzione
- Sinergie per programmare, qualificare e vendere prodotti agricoli - Formazione di operatori e tecnici per potenziare la filiera siciliana
IMPRESE COMPETITIVE SONO LE IMPRESE PRIVATE CHE REALIZZANO UNA BUONA PARTE DEL FATTURATO DELL’ORTOFRUTTA SICILIANA. LE IMPRESE PRIVATE STANNO SUI MERCATI E COMPETONO, A DISPETTO DI TANTE DIFFICOLTA’ E DI UN CONTESTO AMBIENTALE A VOLTE OSTILE ALL’INIZIATIVA PRIVATA. LE IMPRESE PRIVATE HANNO REALIZZATO AL LORO INTERNO FILIERE FUNZIONANTI. LE IMPRESE PRIVATE HANNO COSTRUITO RELAZIONI STABILI CON I PRODUTTORI DA UNA PARTE E IL MERCATO DI VENDITA DALL’ALTRA, SPECIE CON I GRANDI RETAILERS.
SOLUZIONI LE IMPRESE CON GLI ACCORDI DI FILIERA POTRANNO POTENZIARE I SISTEMI DI ORGANIZZAZIONE, MODERNIZZANDO LA PRODUZIONE E VALORIZZANDOLA AL CONSUMO. QUESTE AGGREGAZIONI, SOLO SE ATTIVE E CONSISTENTI, POSSONO CONTRIBUIRE A REALIZZARE LE STRATEGIE DI CRESCITA CUI INDIRIZZA LA PAC 2014-2020: - INNOVAZIONE VARIETALE - RICERCA E SVILUPPO - TRASFERIMENTO DELLE INNOVAZIONI ALLA PRODUZIONE - PIANI DI COMUNICAZIONE INTEGRATA
SOLUZIONI LE FILIERE DI PRODOTTO CON L’OBIETTIVO DI CONCENTRARE L’OFFERTA, DIVENTERANNO LA VERA ARCHITRAVE DEL SISTEMA, SEMPLIFICANDOLO. AFFINCHE’ CIO’ ACCADA, LE IMPRESE VINCOLATE DA ACCORDI DI FILIERA, DOVRANNO POTER CONTARE SU UN RAPPORTO PRIVILEGIATO CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, IN UN QUADRO DI AUTENTICO PARTENARIATO CARATTERIZZATO DA UNA GESTIONE SNELLA, BASATA SU MODI E TEMPI CERTI ED EUROPEI.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE Salvo Laudani – Presidente Fruitimprese Sicilia - [email protected]