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MIUR -Valutazione intermedia – PON “Ricerca scientifica, Sviluppo tecnologico e Alta formazione”, 2000-2006 Rapporto di valutazione intermedia, Dicembre 2003 ATI: ISMERI EUROPA Srl – IZI Spa 37 4. L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DEL PROGRAMMA 4.1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELL’ANALISI Questo capitolo ha per obiettivo l’analisi di efficacia del programma fondata sulla rispondenza degli interventi attivati e dei primi risultati agli obiettivi, finanziari e strategici. Lo stato di attuazione del Programma e la durata degli interventi non consentono, in questa fase, di focalizzare l’analisi sugli output delle azioni attivate 1 . Il concetto di efficacia è stato quindi declinato in tre modalità principali: 1. efficacia finanziaria, intesa come capacità di impegno delle misure attivate e, congiuntamente, raggiungimento degli obiettivi di spesa previsti dal relativo cronogramma; 2. efficacia di realizzazione, ovvero capacità del Programma di attivare le linee di azione previste e attuare un numero congruo di realizzazioni, in termini di numero di interventi e soggetti coinvolti, in relazione ai valori attesi definiti in sede di Programmazione come da complemento del PON; 3. efficacia strategica, vale a dire la capacità di rispondere agli obiettivi strategici del programma e in particolare di incidere sugli elementi di ritardo strutturale della realtà meridionale. L’analisi di efficacia è collegata alle considerazioni valutative effettuate sulla strategia del Programma . L’efficacia strategica 2 , in particolare, è infatti definita come rispondenza degli interventi avviati agli obiettivi strategici del PON e alle “condizioni di successo” 3 enucleate dal Valutatore con particolare riferimento a: - verifica dei soggetti proponenti / beneficiari delle iniziative e la loro corrispondenza alle “popolazioni” target indicate dal Programma (ad esempio le PMI), - distribuzione territoriale degli interventi attivati e delle relative risorse finanziarie, - verifica delle aree tecnologiche / formative in cui si concentrano gli interventi. Per quanto concerne l’analisi di efficienza, lo stato di attuazione e l’avanzamento della spesa del parco progetti non forniscono le informazioni necessarie alla ricostruzione e verifica dei costi unitari per output, che rimandiamo ad analisi di caso. In questa prima fase mediante i dati di monitoraggio sono stati ricostruiti i costi medi degli interventi attivati individuando progetti o tipologie di azione fuori del “range” medio per i quali – su indicazioni anche dell’AdG - potranno essere realizzati focus specifici. 4.1.1. Le attività valutative in corso In considerazione dell’importanza che il cofinanziamento del regime di aiuto alle imprese riveste all’interno del PON, sia a livello di impegno finanziario sia a livello strategico, sono in corso di realizzazione ulteriori analisi tese a verificarne l’efficacia distinguendo tra impatti a livello “macro”, quindi sul sistema economico produttivo di riferimento, e a livello “micro”, cioè sulla singola impresa beneficiaria dell’agevolazione. 1 La valutazione è basata sull’analisi per asse e per misura degli indicatori di avanzamento finanziario raffrontati con i valori previsti dal cronogramma di attuazione e sul livello raggiunto dagli indicatori di realizzazione in relazione alle informazioni ottenute dal monitoraggio del Programma al 30 giugno 2003. Il cronogramma di spesa è definito dall’AdG con riferimento alle singole annualità, le previsioni di spesa riportate nella valutazione sono costruite ipotizzando un andamento lineare della spesa che al giugno 2003 corrisponde alla somma della spesa prevista cumulata al dicembre 2002 e di metà di quella prevista per il 2003. 2 Le analisi sono state realizzate sulla base delle informazioni fornite dal monitoraggio del Programma definite nel documento di revisione del set di indicatori fisici che ha portato alla definizione di specifiche schede di misura tramite le quali l’AdG ha raccolto e sistematizzato le informazioni richieste dal valutatore. La verifica è stata realizzata con riferimento al parco progetti al 30 giugno 2003. 3 Cfr. paragrafo 3.2.4.

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4. L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DEL PROGRAMMA

4.1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELL’ANALISI Questo capitolo ha per obiettivo l’analisi di efficacia del programma fondata sulla rispondenza degli interventi attivati e dei primi risultati agli obiettivi, finanziari e strategici. Lo stato di attuazione del Programma e la durata degli interventi non consentono, in questa fase, di focalizzare l’analisi sugli output delle azioni attivate1. Il concetto di efficacia è stato quindi declinato in tre modalità principali: 1. efficacia finanziaria, intesa come capacità di impegno delle misure attivate e, congiuntamente,

raggiungimento degli obiettivi di spesa previsti dal relativo cronogramma; 2. efficacia di realizzazione, ovvero capacità del Programma di attivare le linee di azione previste e attuare

un numero congruo di realizzazioni, in termini di numero di interventi e soggetti coinvolti, in relazione ai valori attesi definiti in sede di Programmazione come da complemento del PON;

3. efficacia strategica, vale a dire la capacità di rispondere agli obiettivi strategici del programma e in particolare di incidere sugli elementi di ritardo strutturale della realtà meridionale.

L’analisi di efficacia è collegata alle considerazioni valutative effettuate sulla strategia del Programma . L’efficacia strategica2, in particolare, è infatti definita come rispondenza degli interventi avviati agli obiettivi strategici del PON e alle “condizioni di successo”3 enucleate dal Valutatore con particolare riferimento a: - verifica dei soggetti proponenti / beneficiari delle iniziative e la loro corrispondenza alle “popolazioni”

target indicate dal Programma (ad esempio le PMI), - distribuzione territoriale degli interventi attivati e delle relative risorse finanziarie, - verifica delle aree tecnologiche / formative in cui si concentrano gli interventi. Per quanto concerne l’analisi di efficienza, lo stato di attuazione e l’avanzamento della spesa del parco progetti non forniscono le informazioni necessarie alla ricostruzione e verifica dei costi unitari per output, che rimandiamo ad analisi di caso. In questa prima fase mediante i dati di monitoraggio sono stati ricostruiti i costi medi degli interventi attivati individuando progetti o tipologie di azione fuori del “range” medio per i quali – su indicazioni anche dell’AdG - potranno essere realizzati focus specifici.

4.1.1. Le attività valutative in corso In considerazione dell’importanza che il cofinanziamento del regime di aiuto alle imprese riveste all’interno del PON, sia a livello di impegno finanziario sia a livello strategico, sono in corso di realizzazione ulteriori analisi tese a verificarne l’efficacia distinguendo tra impatti a livello “macro”, quindi sul sistema economico produttivo di riferimento, e a livello “micro”, cioè sulla singola impresa beneficiaria dell’agevolazione.

1 La valutazione è basata sull’analisi per asse e per misura degli indicatori di avanzamento finanziario raffrontati con i valori previsti dal cronogramma di attuazione e sul livello raggiunto dagli indicatori di realizzazione in relazione alle informazioni ottenute dal monitoraggio del Programma al 30 giugno 2003. Il cronogramma di spesa è definito dall’AdG con riferimento alle singole annualità, le previsioni di spesa riportate nella valutazione sono costruite ipotizzando un andamento lineare della spesa che al giugno 2003 corrisponde alla somma della spesa prevista cumulata al dicembre 2002 e di metà di quella prevista per il 2003. 2 Le analisi sono state realizzate sulla base delle informazioni fornite dal monitoraggio del Programma definite nel documento di revisione del set di indicatori fisici che ha portato alla definizione di specifiche schede di misura tramite le quali l’AdG ha raccolto e sistematizzato le informazioni richieste dal valutatore. La verifica è stata realizzata con riferimento al parco progetti al 30 giugno 2003. 3 Cfr. paragrafo 3.2.4.

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Per quanto concerne il primo livello di analisi, si procederà allo studio della composizione per settore produttivo e dimensione per addetti delle imprese proponenti rispetto alle stesse caratteristiche osservate per tutte le imprese localizzate in Obiettivo 1. Questo permetterà di analizzare le possibili interrelazioni tra i settori produttori dell’innovazione, ovvero quelli in cui si è collocata la domanda di innovazione delle imprese e i settori potenziali beneficiari/utilizzatori dei risultati delle ricerche. L’analisi sarà realizzata nel prosieguo delle attività valutative in quanto solo recentemente si sono rese disponibili le informazioni relative ai settori produttivi di appartenenza delle imprese proponenti a valere sulle azioni 1.1.a (progetti autonomi delle imprese), 1.1.f. (commesse di ricerca), 1.1.c (cluster), 1.1.e (spin off) e sulla misura 1.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno. Al momento, si è provveduto ad una prima analisi degli indici di specializzazione settoriale dei progetti finanziati dalle misura 1.1 (Progetti di ricerca di interesse industriale) e 1.3 (R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno) calcolati per Regione e ad un primo confronto tra il parco progetti delle misura 1.1. e 1.3 e il parco progetti della misura 1.1 – Legge 488/92 Industria del PON Sviluppo Imprenditoria Locale. L’indagine sugli effetti dell’incentivo sulla singola impresa sarà realizzata mediante somministrazione di un questionario ad alcune delle imprese beneficiarie del regime di aiuto sportello in considerazione del fatto che allo stato attuale si tratta dell’unica tipologia di intervento per cui esistono progetti conclusi o in stato avanzato di realizzazione. L’obiettivo dell’attività è quello di indagare in profondità sulle caratteristiche delle imprese che accedono al regime di aiuto e sui risultati ottenuti con il progetto di ricerca in rapporto all’investimento attivato. L’indagine è finalizzata anche alla verifica degli effetti stimolo (quantitativi e qualitativi) del regime di aiuto sulle attività di RST delle imprese e sugli effetti di impatto sulla performance economica delle imprese (efficienza, redditività, competitività).4 Il panel di imprese che sarà oggetto dell’indagine è stato individuato secondo due specifici criteri: − impresa proponente aventi i requisiti di PMI, − importo di progetto in obiettivo 1 superiore al 70%. Allo stato attuale, si è ritenuto opportuno ritardare l’analisi per avere a disposizione un maggior numero di progetti conclusi su cui concentrare l’indagine e aumentarne quindi la significatività.

4 L’analisi risentirà dei limiti “temporali” trattandosi di effetti che per loro natura andrebbero indagati trascorso un certo lasso di tempo dalla conclusione del progetto di ricerca.

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4.2. LA VERIFICA DELL’AVANZAMENTO FINANZIARIO La lettura degli indicatori di avanzamento finanziario5 al 30 giugno 2003 permette una prima serie di considerazioni di ordine generale sull’avanzamento finanziario del Programma che sarà analizzato più nello specifico a livello di misura nel prosieguo del report. Emerge una capacità di impegno (tabella seguente) che in media appare assai soddisfacente - con alcune misure in lieve overbooking - nonostante il basso livello di impegni dell’asse II - Rafforzamento e apertura del sistema scientifico, per il quale l’Avviso 68/20026 ha attivato solo tre delle azioni contenute nelle misure di cui si compone. Tab. 1: Avanzamento finanziario del Programma al 30 giugno 2003

MISURA Costo totale Impegni Pagamenti Capacità di impegno

Capacità di spesa

Capacità effettiva di

utilizzo I.1 461,48 641,59 141,65 139,03% 30,70% 22,08%I.2 62,97 5,40 0,44 8,58% 0,71% 8,24%I.3 507,93 461,10 38,53 90,78% 7,59% 8,36%

Asse I 1.032,38 1.108,09 180,62 107,33% 17,50% 16,30%II.1 120,59 100,05 8,05 82,97% 6,67% 8,04%II.2 120,59 65,76 1,08 54,53% 0,90% 1,64%II.3 60,30 0,00 0,00 0,00% 0,00% 0,00%

Asse II 301,48 165,81 9,13 55,00% 3,03% 5,50%III.1 88,58 94,64 12,06 106,85% 13,62% 12,74%III.2 28,06 28,59 2,33 101,89% 8,29% 8,14%III.3 23,27 0,00 0,00 0,00% 0,00% 0,00%III.4 394,23 405,35 179,45 102,82% 45,52% 44,27%III.5 83,21 35,89 5,69 43,14% 6,84% 15,86%III.6 67,07 66,75 2,71 99,52% 4,05% 4,07%

Asse III 684,42 631,22 202,24 92,23% 29,55% 32,04%Asse IV 20,40 11,93 1,85 58,48% 9,07% 15,51%

TOTALE 2.038,70 1.917,05 393,84 94,03% 19,32% 20,54%

Fonte: Elaborazioni Ismeri su dati del monitoraggio Il tiraggio degli interventi di valorizzazione delle risorse umane era prevedibile sulla base dell’esperienza della scorsa programmazione trattandosi di interventi, per certa parte affini ad attività ordinarie (la formazione universitaria vanta infatti la più alta capacità di impegno), nelle quali sia l’amministrazione che i soggetti proponenti possono vantare un’esperienza consolidata.

5 Cfr Working paper n. 6, European Commission. 6 L’avviso 68, emanato nel gennaio 2002, ha attivato alcune delle tipologie di intervento previste due misure: misura II.1- Rafforzamento del sistema scientifico meridionale e misura II.2- Società dell’informazione per il sistema scientifico meridionale. Sono comprese in tale avviso l’azione a) della misura I e le azioni b) Sistemi innovativi per l’apprendimento e lo sviluppo delle conoscenze e c) Potenziamento della dotazione di attrezzature scientifico-tecnologiche specificatamente nell’area ICT della misura II. 2. L’azione II.1.a è volta ad “innalzare e riqualificare la dotazione di strutture e di attrezzature scientifico – tecnologiche delle università e degli enti di ricerca meridionali, per avvicinarla agli standard vigenti a livello nazionale e europeo” (CdP p. 78).

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Anche il regime di aiuto alle imprese, sia nella forma sportello che nel bando dedicato ai settori strategici, mostra una notevole capacità di impegno, confermando il trend innescatosi nell’ultimo periodo della precedente programmazione a seguito delle semplificazioni procedurali introdotte e “rivitalizzato” dal riordino complessivo del sistema nazionale di sostegno agli interventi di ricerca industriale. In raffronto con la precedente programmazione, che rappresenta un benchmark di notevole interesse per la valutazione, risultano più significativi i valori corrispondenti alle azioni formative a favore delle imprese e quelle finalizzate alla creazione di competenze specifiche per la realizzazione di progetti di ricerca. L’esperienza acquisita è stata preziosa per indirizzare l’attività dell’Amministrazione, che ha differenziato gli interventi per lo sviluppo del capitale umano di eccellenza, ampliandone la gamma, e ha predisposto dei bandi più rispondenti alle necessità delle imprese e più funzionali alle procedure di selezione dei progetti presentati7. Dall’analisi emergono le seguenti considerazioni di sintesi: - Le misure a nullo o debole tiraggio finanziario risultano quelle aventi un carattere di novità (sia dal punto

di vista dei contenuti che delle procedure attuative) rispetto all’attività “consolidata” (ordinaria) dell’amministrazione e agli interventi sperimentati nel precedente Programma Operativo; altra caratteristica che contraddistingue buona parte degli interventi non decollati è la necessità di raccordo con Regioni per la definizione e/o attuazione degli interventi.

- Andando oltre la performance dell’intero programma e quella specifica di asse, gli interventi che risultano

in linea con le previsioni di spesa sono quelli più “rodati” che hanno un ancoraggio alla normativa di settore nazionale, ossia lo “sportello 488” e gli interventi formativi offerti dalle Università.

4.3. ANALISI DI EFFICACIA Si presenta di seguito l’analisi realizzata per ciascuno degli assi di cui si compone il Programma

4.3.1. Asse I – R&S dell’industria e dei settori strategici del Mezzogiorno La tavole che seguono indicano rispettivamente: le tipologie di azione attivate per singola misura e il numero di interventi ammessi a

cofinanziamento al giugno 2003 (schema 3), il livello raggiunto dagli indicatori di avanzamento finanziario e di realizzazione fisica in relazione

alle informazioni ottenute dal monitoraggio del Programma sempre al giugno 2003; la tavola riporta anche i valori “finali” di efficacia di realizzazione per le misure che hanno praticamente saturato la dotazione finanziaria (tabella 10).

7 Per approfondimenti si rimanda al “Documento sul modello ed i criteri di selezione adottati in relazione al parco progetti effettivo per il FSE”.

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Schema 1: parco progetti avviato al 30 giugno 2003.

Parco progetti e normative di riferimento (30 giugno ‘03) N.Prog

az A Progetti bottom-up Legge 488 Sportello 197

az B Progetti di ricerca industriale ad elevato rischio e di rilevante interesse

non attivata

az C Progetti cluster Dlgs 297/99 Sportello 8

az D Progetti autonomi per ricerca nell’ambito di accordi intergovernativi di cooperazione

non attivata

az E Progetti di spin-off Dlgs 297/99 Sportello 1

mis 1.1 Progetti di ricerca

d’interesse industriale

az F Commesse di ricerca Dlgs 297/99 Sportello 198

az A Servizi di audit scientifico – tecnologici per le PMI Progetto Dirce Affidamento

diretto 1 mis 1.2

Servizi per la promozione di ST

&I az B Servizi di marketing territoriale non attivata

FESR

ASSE

1

mis 1.3 R&ST nei settori strategici tutte Dlgs 297/99 Bando 85

Tab. 2: Livelli di efficacia finanziaria e di realizzazione8

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Efficacia finanziaria L’asse I – R&ST dell’industria e dei settori strategici del Mezzogiorno è quello di maggiore dimensione finanziaria all’interno del programma; assorbe infatti il 50,64% del costo totale del PON ed è fondato sul nuovo regime di aiuto per la ricerca industriale disciplinato dal decreto legislativo 297/99. Tale strumento si

8 Gli indicatori di realizzazione sono stati quantificati sulla base dei progetti avviati, sebbene non conclusi al 30 giugno 2003.

MISURA Capacità di impegno

Capacità di spesa

Spesa effettiva/

spesa prevista

Azioni/tipologie di progetto Indicatori di realizzazione Valore al

30/06/03

Valore previsto

al 30/06/03

Indicatore di efficacia intermedio

Valore previsto al 31/12/08

Indicatore di efficacia

finale

interventi 198 50 396% 270 73%imprese beneficiarie 198 50 396% 270 73%interventi 8 5 160% 25 32%imprese coinvolte 11 5 220% 25 44%univ/centri di ricerca 11 10 110% 50 22%interventi 198 45 440% 220 90%imprese beneficiarie 198 45 440% 220 90%

interventi 1 2 50%imprese coinvolte 350 150 n.d.check-up/audit tecnologici 350 150 233%interventi 0 1 0%imprese coinvolte 0 30 0%univ/ centri di ricerca 0 10 0%

interventi 85 30 283% 180 47%imprese coinvolte 151 30 503% 180 84%univ/ centri di ricerca 98 10 980% 60 163%

Asse I 107,33% 17,50% 101,95%

progetti di cooperazione pubblico - privata di R&ST

Efficacia realizzativa

c) progetti di cooperazione pubblico privata di R&ST

I.1 139,03%

Efficacia finanziaria

30,70%

a) check-up/audit tecnologici

b) mkt territoriale

158,46%

a) progetti autonomi (di cui 1 spin off)

f) commesse di ricerca

I.2 5,21%0,70%

7,60% 48,62%I.3 90,78%

8,58%

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riferisce in particolare alle misure I.1 “Progetti di ricerca di interesse industriale”9 e I.3 “R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno”10 che finanziano rispettivamente progetti di ricerca presentati da imprese nella modalità “sportello” e progetti di ricerca nell’ambito delle priorità tematiche individuate all’interno dei quattro settori strategici di intervento – agro-industria, ambiente, beni culturali, trasporti – enunciati in sede di formulazione del Programma11. In termini di efficacia finanziaria l’asse presenta nel complesso un livello di impegni superiore alla dotazione finanziaria complessiva (oltre 107% rispetto al costo totale) e supera l’obiettivo di spesa previsto secondo le stime del Valutatore al 30 giugno 2003. Va sottolineata l’importanza del regime di aiuto “sportello” in termini di tiraggio finanziario: nella tabella seguente, si nota come la spesa faccia leva prevalentemente sulla prima misura (78% del totale di asse) e in particolar modo sull’azione I.1.a – progetti autonomi delle imprese - (62% del totale di asse). Tab. 3: Avanzamento finanziario per azione al 30 giugno 2003

Azioni/ misure/

assi Descrizione Progetti Impegno

Quota di

impegno su totale di asse

Spesa

Quota di spesa

sul totale di

asse az I.1.a Progetti di ricerca bottom up 197 552.682.814,65 49,88% 112.880.085,89 62,49%az 1.1.c Progetti cluster 8 31.637.942,00 2,86% - - az 1.1.e Progetti di spin off 1 46.480,00 0,00% - - az I.1.f Commesse di ricerca 198 57.227.084,73 5,16% 28.773.155,43 15,93%

misura I.1 404 641.594.321,38 57,90% 141.653.241,32 78,42%

az I.2.a Servizi di audit scientifico-tecnologici per le PMI 1 5.400.589,78 0,49% 444.964,06 0,25%

misura I.2 1 5.400.589,78 0,49% 444.964,06 0,25% az I.3 Progetti di ricerca nei settori strategici 85 461.109.582,18 41,61% 38.529.076,26 21,33%

misura I.3 85 461.109.582,18 41,61% 38.529.076,26 21,33%ASSE I 490 1.108.104.493,34 100,00% 180.627.281,64 100,00%Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Nonostante il forte recupero nel primo trimestre del corrente anno, la misura I.3 presenta un ritardo nella spesa almeno in parte da ricondurre alla complessità delle procedure di contrattualizzazione degli interventi dovute alla numerosità e all’articolazione dei soggetti coinvolti nei singoli progetti. Un discorso a parte va fatto per la misura I.2 “Servizi per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico nel tessuto produttivo meridionale”: per l’attivazione dei servizi di audit è stata affidata all’Istituto

9 La misura ha trovato attuazione attraverso il DM 629/97, relativamente alle agevolazioni per progetti di ricerca a valere sui fondi della Legge 488/92, e il DM 593/00, contenente “modalità procedurali per la concessione delle agevolazioni previste dal Dlgs 297/99”. 10 La misura ha trovato attuazione attraverso l’emanazione del DD 1073/Ric. del 2001 di invito alla presentazione di attività di ricerca industriale e sviluppo per la realizzazione di attività precompetitive nell’ambito dei quattro settori strategici individuati dalla misura: agro-industria, ambiente, beni culturali e trasporti. 11 I temi di ricerca individuati sono il frutto di un processo di concertazione con le amministrazioni regionali che hanno formulato le proprie priorità in coerenza con i dettami del PNR e con i contenuti del protocollo di intesa del 15 novembre 2000. L’“accoglienza” riservata al bando è stata senza dubbio positiva, come conferma il livello di impegno della misura superiore al 90% dello stanziamento relativo. Per maggiori dettagli in merito si rimanda all’approfondimento tematico “L’integrazione PON/POR” e all’analisi di coerenza e pertinenza relativa all’asse I.

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Tagliacarne12 la realizzazione del progetto DIRCE (che prevede un impegno di circa 5 milioni di euro); allo stato attuale sono state attivate alcune iniziative preliminari alla realizzazione degli audit, un’indagine sull’innovazione delle imprese nel Mezzogiorno13 e la costituzione di un albo di professionisti. Efficacia di realizzazione L’obiettivo dell’asse I è quello dell’accesso del maggior numero di imprese, in particolare PMI, alle agevolazioni del regime di aiuto, sia individualmente sia all’interno di reti di cooperazione con centri di ricerca e università. I dati di realizzazione (tabella 10) mostrano un livello di investimento attivato dal regime di aiuto decisamente rilevante – 481 progetti finanziati, 558 imprese coinvolte per oltre un miliardo di euro di investimento - in linea con l’obiettivo di innalzare la propensione all’innovazione delle imprese meridionali. L’introduzione di uno strumento specifico per le agevolazioni finalizzate alla ricerca e all’innovazione nelle aree depresse ha accresciuto la possibilità per le PMI di accedere a tale tipologia di finanziamento fino al 1999 attivata esclusivamente mediante le agevolazioni di politica nazionale della legge 46/82 che le PMI meridionali hanno sempre scarsamente utilizzato14. La misura I.1 – Progetti di ricerca di interesse industriale - ha infatti superato gli obiettivi di realizzazione fissati al giugno 2003 per quel che concerne progetti autonomi delle imprese e commesse di ricerca ma (vd. tabella 11) ma non tutti gli interventi che sostanziano la strategia dell’asse hanno trovato attuazione. La stessa considerazione va fatta per la misura I.2 – Servizi per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo scientifico e tecnologico nel tessuto produttivo meridionale - che quasi triplica il numero di audit previsti nell’ambito della prima azione con il progetto DIRCE del Tagliacarne (350 in luogo dei 150 inizialmente previsti). L’intervento di marketing territoriale non è stato ancora attivato. Schema 2: Azioni attivate dell’asse I al 30 giugno 2003.

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

12 L’Istituto Tagliacarne ha gestito nell’ambito del P.O. 94-99 il progetto DIT che è stato inserito dalla Commissione europea tra le best practice della passata programmazione, cfr Ismeri Europa, Valutazione P.O. MURST 94-99 - “Approfondimento sul progetto DIT” - 2000. 13 Cfr Convegno “Politiche per l’innovazione ed esigenze delle imprese. Il progetto DIRCE: un progetto pilota per le imprese del Mezzogiorno”, 6 marzo 2003, Istituto Tagliacarne, Roma. 14 Cfr. Ismeri Europa, “Rapporto finale di valutazione – P.O. Murst 94-99”, dicembre 2002.

Attivata Non attivata

I.1

Progetti autonomi di ricerca

Progetti di ricerca industriale ad elevato rischio

Progetti cluster

Progetti autonomi di ricerca nell'ambito di programmmi e accordi intergovernativi

Progetti di spin-off

Commesse di ricerca

I.2

Servizi di audit scientifico - tecnologici per le PMI

Servizi di marketing territoriale

I.3

R&ST nel settore dei Beni Culturali

R&ST nel settore Ambiente

R&ST nel settore Agro-Industria

R&ST nel settore Trasporti

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I progetti di ricerca nei settori strategici sulla misura I.3 – RST nei settori strategici per il Mezzogiorno - sono 85. Il numero di interventi attivati supera ampiamente il valore obiettivo fissato al giugno 2003 (30 progetti). Il coinvolgimento di 98 tra università e centri di ricerca denota l’attivazione di positive forme partenariato tra attori pubblici e privati e la creazione di reti di cooperazione focalizzata su obiettivi di realizzazione. La tavola introduttiva riporta anche i valori “finali” di efficacia di realizzazione per le due misure che hanno praticamente saturato la dotazione finanziaria. L’obiettivo di programmazione è stato raggiunto per le commesse di ricerca mentre sono stati ammessi a cofinanziamento progetti autonomi delle imprese di entità finanziaria maggiore di quella allocata; il target di realizzazione finale previsto con quel livello di spesa quanto a numero di progetti autonomi è dunque superiore a quello raggiunto. Di conseguenza il numero di progetti cluster, ammessi a cofinanziamento solo di recente, è in linea al valore intermedio ma inferiore al target finale di realizzazione. Efficacia strategica L’analisi dei dati di contesto socioeconomico ha evidenziato che sul gap del sistema innovativo meridionale incide principalmente il modesto impegno finanziario delle imprese meridionali in attività di ricerca e innovazione. A questo riguardo le analisi valutative riguardanti la ricostruzione e la validità dell’impostazione strategica dell’asse I ne hanno confermato la fondatezza, evidenziando alcune condizioni di successo in grado di rimuoverne i corrispondenti fattori di criticità15 per la realizzazione degli obiettivi dell’asse. L’analisi di valutazione ha condotto a definire delle “condizioni di successo” che qualificano e completano l’obiettivo generale di accesso delle PMI alla R&ST, consentendo di stimolare la crescita di un tessuto di PMI innovatrici, diversificato e ampio, capace di suscitare effetti cumulativi sul sistema produttivo. Le condizioni di successo per stimolare l’accesso delle PMI all’innovazione, che è l’obiettivo generale dell’asse richiedono la creazione di un articolato insieme di strumenti destinati ad influenzare sia le scelte individuali delle imprese sia la “fertilità” del contesto economico in cui esse operano. Essi sono: 1. l’individuazione di una strategia che permetta l’attivazione di progetti di spin off accademico e progetti

cluster, che implicano fenomeni di contagio reciproco tra il “sistema ricerca” e le imprese, 2. la possibilità data alle PMI di affidare commesse di ricerca a soggetti qualificati esterni (centri di ricerca e

università), 3. l’esplicitazione di fabbisogni innovativi latenti di innovazione tecnico-organizzativa delle piccole imprese

mediante i servizi di audit, 4. l’attrazione di investimenti high tech dall’esterno in grado di generare fenomeni di “contagio tecnologico”

in grado di propagarsi nell’intero sistema produttivo. I paragrafi che seguono illustrano nel dettaglio i risultati delle analisi realizzate.

5. Analisi tematiche Per quanto concerne la misura I.1 – Progetti di ricerca di interesse industriale, le analisi sui dati di realizzazione confermano le potenzialità del regime di aiuto nella modalità sportello. Va ricordato e sottolineato che questo strumento riflette la struttura produttiva del territorio, soddisfacendo la domanda di innovazione esplicita, senza priorità settoriali o tecnologiche. Inoltre è uno strumento fruibile da imprese che sono in grado di percepire i propri fabbisogni innovativi e dispongono già al loro interno di capacità tecnico progettuali.

15 Cfr. Blocco B – “L’analisi del ruolo del PON nel contesto di policy – primo report”, luglio 2003.

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Tab. 4: Asse I: distribuzione di impegni e progetti per misura / azione al 30 giugno 2003.

Azioni/misure/ assi Note Progetti Impegno

Quota di impegno sul totale di

misura

az I.1.a Progetti di ricerca bottom up 197 552.682.814,21 86,14% az I.1.c Progetti cluster 8 31.637.942,00 4,93% az I.1.e Progetti di spin off 1 46.480,00 0,01% az I.1.f Commesse di ricerca 198 57.227.084,73 8,92% misura I.1 404 641.594.320,94

az I.2.a Servizi di audit scientifico-tecnologici per le PMI 1 5.400.589,78 100,00%

misura I.2 1 5.400.589,78 az I.3 Progetti di ricerca nei settori strategici 85 461.109.582,18 100,00% misura I.3 85 461.109.582,18

ASSE I 490 1.108.104.492,90 Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Rispetto alla prima condizione di successo (tabella 12) – nell’ipotesi che il parco progetti mantenga l’attuale configurazione - all’attivazione degli interventi più importanti in termini strategici - marketing territoriale, progetti spin off, progetti cluster, progetti di cooperazione internazionale - è dedicata una quota di risorse ancora limitata rispetto alla loro rilevanza per il raggiungimento degli obiettivi di asse. − Si raccomanda la rivisitazione del parco progetti della misura I.1 privilegiando l’inserimento di nuove

tipologie di progetto cluster e spin- off che nel frattempo si fossero resi disponibili. Con riferimento ai progetti autonomi di ricerca (azione 1.1.a) considerando il numero di progetti, la partecipazione delle PMI quasi eguaglia quella della GI (95 progetti su 197 totali) con una percentuale di impegni sul totale piuttosto contenuta, pari al 25%. Il ventaglio di aree tecnologiche investite dai progetti autonomi di ricerca appare vario e articolato con prevalenza di informatica, nuovi materiali, macchine, farmaceutica, alimentari, tecnologie chimiche, trasporti, aree in cui si concentra oltre la metà degli interventi e degli impegni, a fronte di un minor peso dei settori tradizionali, come il tessile-abbigliamento. Appaiono assenti invece le biotecnologie e le nanotecnologie.

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Tab. 5: Azione 1.1.a: Numero di progetti e impegni per area tecnologica al giugno 2003. Area tecnologica dell'intervento Numero progetti Impegni

Aerospaziale 1 7.489.000Alimentare 14 20.582.656Attività manifatturiere- robot industriali 1 1.032.914Automazione e strumentazione 6 5.791.433Cantieristica 2 16.098.473Componentistica elettromeccanica 7 17.914.004Componentistica elettronica 9 29.654.644Ecologia 5 3.446.611Edilizia 1 669.760Elettrica 2 1.095.700Elettronica consumer 9 43.326.552Energia 2 4.152.890Farmaceutica 16 34.123.190Impianti 4 6.136.034Informatica 26 75.412.232Macchine 19 44.026.651Materiali 28 41.016.934Nucleare 1 265.975Tecnologie chimiche 12 20.200.099Tecnologie meccaniche 9 40.619.196Telecomunicazioni 8 54.228.327Tessile-abbigliamento 1 1.145.600Trasporti 10 77.307.031Senza nome 4 6.946.909TOTALE 197 552.682.814Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Considerando l’impegno medio per area tecnologica e per dimensione d’impresa le PMI registrano impegni medi più alti nei settori cantieristica, tecnologie meccaniche e chimiche, trasporti, macchine e alimentare.

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Grafico 1 Azione 1.1.a: Numero di progetti e impegni per area tecnologica al giugno 2003.

Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati del monitoraggio. L’attivazione delle commesse di ricerca (az. 1.1.f) ha avuto, nel primo semestre 2003, una forte accelerazione. L’analisi dei dati disponibili circa le aree tecnologiche in cui insistono i progetti di ricerca indica una fortissima concentrazione nell’ambito dell’Informatica (24%), dell’Alimentare (19%) e in misura minore nei Materiali (9%). Per il resto i progetti sono distribuiti all’interno di un ampio ventaglio di aree tecnologiche. La prossimità delle tre aree tecnologiche appena citate con quelle in cui si concentrano anche i progetti autonomi di ricerca indica evidentemente una domanda di innovazione delle imprese meridionali in ambiti settoriali specifici nei quali le imprese hanno evidentemente raggiunto un sufficiente grado di consapevolezza e capacità tecnico-progettuale.

Az I.1.a: Impegno medio per area tecnologica

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

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Tras

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roImpegno medio

Impegno medio PMI

Impegno medio GI

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Tab. 6:Azione 1.1.f - Numero di commesse di ricerca per area tecnologica al giugno 2003.

Aree tecnologiche Totale Alimentare 37 Cantieristica 3 Componentistica elettronica 5 Ecologia 3 Edilizia 5 Elettrica 2 Fabbricazione di altri articoli in materie plastiche 2 Impianti 7 Informatica 47 Laboratori di analisi cliniche 4 Legatoria Industriale 4 Macchine 5 Materiali 17 Realizzazione e gestione di parchi tematici marini 3 Realizzazione di soluzioni tecniche per implementazione e gestione processi industriali 2 Ricerca e sviluppo 6 Servizi alle imprese 2 Sociosanitario assistenziale 4 Tecnologie chimiche 4 Tecnologie meccaniche 3 Trasporti 2 Non definito 8 Altri 20 Totale 198 Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Gli interventi della misura I.2 – Servizi per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo scientifico-tecnologico nel tessuto produttivo meridionale rappresentano un’occasione per il Programma di sperimentare iniziative che potenzialmente vanno ad incidere su due aspetti “deboli” del sistema innovativo meridionale: − gli audit sono infatti iniziative volte ad esplicitare e indirizzare i fabbisogni innovativi delle microimprese

meridionali che non hanno capacità e strumenti per colmare tale deficit, − con il marketing territoriale si punta sull’attrazione di investimenti high tech in grado di innescare il “salto

tecnologico” che viene da più parti indicato come una possibile spinta allo sviluppo del mezzogiorno in alternativa al potenziamento dei settori tradizionali.

È importante che i risultati degli audit siano presto disponibili per non ridurre la funzione propedeutica dell’azione e sfruttare le sinergie con gli strumenti di sostegno alla ricerca industriale. Il valutatore giudica opportuno l’aumento degli audit ma sollecita una più rapida realizzazione di questi in relazione al loro valore strumentale su alcune azioni del programma e altresì per consentire alla imprese analizzate di attingere ai fondi dell’asse (ad esempio mediante la presentazione di progetti a valere sullo sportello della misura I.1). Per quanto concerne il marketing territoriale si raccomanda una sua rapida attivazione considerato il valore strategico che esso potrebbe avere.

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Con riferimento alla misura I.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno, l’agro-industria si mostra vocazione dell’area e, assieme all’ambiente, si afferma quale settore trainante in termini di numero di progetti e di PMI coinvolte; per tale settore strategico in particolare la quota di impegno attivata dalle piccole e medie imprese rappresenta oltre il 60% del totale. Se si osserva però come gli investimenti sono ripartiti nei vari settori strategici si nota che il settore dell’agro-industria ha un peso pari solo al 24 % del totale degli investimenti, mentre, seppure con meno progetti, i settori dei trasporti e dell’ambiente coprono ciascuno circa il 30 % dell’impegno totale; il restante 15% è relativo ai beni culturali. Tab. 7: Distribuzione progetti per settore strategico e dimensione di impresa

Settore strategico Numero progetti Numero progetti PMI Numero progetti GI Agro-industria 28 18 10 Ambiente 27 13 14 Beni culturali 12 3 9 Trasporti 18 7 11 Totale 85 41 44 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Il confronto tra i progetti finanziati e i “sottotemi” individuati per ciascun settore strategico nel Decreto n. 1073/01- frutto del processo di concertazione e del partenariato MIUR/Regioni Ob. 1 e ulteriormente approfondito nell’analisi di coerenza del parco progetti attivato (cfr. par. 9.1.3.4) - evidenzia per il settore Agro-industria una maggioranza di interventi riguardanti le innovazioni tecnologiche nella filiera agro-alimentare. Per il settore Ambiente, il parco progetti si indirizza principalmente verso le nuove tecnologie, per la tutela dell'ambiente e del territorio, e per la migliore gestione del ciclo dei materiali. Il settore Beni Culturali ha evidenziato nel complesso una buona distribuzione di risorse fra le diverse tipologie d'intervento Nel settore Trasporti, i progetti si concentrano in maniera quasi esclusiva - il 78% dei progetti avviati – infatti, riguardano l'innovazione tecnologica dei vettori di trasporto.

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Tab. 8: Ripartizione dell'importo cofinanziato con la misura I.3 per settore prioritario e temi specifici

Tema Descrizione Impegno Quota su

tot impegni

Quota impegno

PMI

Quota impegno

GI

1 Tecnologia e processi innovativi per la biosicurezza e il controllo degli alimenti 43.946.012,00 9,61% 61,20% 38,80%

2 Innovazione tecnologica nella filiera agro-alimentare 51.093.706,68 11,18% 59,29% 40,71%

3 Miglioramento della competitività delle produzioni tipiche 5.278.770,00 1,15% 53,02% 46,98%

4

Innovazione tecnologica per il miglioramento dell'eco-compatibilità nell'industria agro-alimentare 10.419.100,00 2,28% 75,30% 24,70%

Agr

o-in

dust

ria

110.737.588,68 24,22% 61,25% 38,75%

5 Nuove tecnologie di analisi e monitoraggio per la tutela dell'ambiente e del territorio 9.406.050,00 2,06% 100,00% 0,00%

6 Nuove tecnologie per il rilevamento, analisi e monitoraggio dei parametri ambientali 50.142.941,00 10,97% 28,52% 71,48%

7 Nuove tecnologie e processi per la migliore utilizzazione e gestione delle risorse idriche 26.162.432,00 5,72% 0,00% 100,00%

8

Nuove tecnologie e processi per la tutela dell'ambiente e del territorio e per la migliore gestione del ciclo dei materiali 49.620.138,58 10,85% 35,85% 64,15%

Am

bien

te

135.331.561,58 29,60% 30,66% 69,34%

9 Tecnologie innovative per la valorizzazione e la fruizione dei BBCC 34.318.072,00 7,51% 12,33% 87,67%

10 Tecnologie innovative per la diagnostica dei BBCC 24.384.264,00 5,33% 14,06% 85,94%

11 Tecnologie innovative per la conservazione, il recupero e il restauro dei BBCC 14.091.165,88 3,08% 21,95% 78,05% Be

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72.793.501,88 15,92% 14,77% 85,23%

12 Potenziamento del trasporto intermodale dellemerci 0,00 0,00% 0,00% 0,00%

13 Nuove tecniche di gestione intelligente dei sistemi di trasporto collettivo 0,00 0,00% 0,00% 0,00%

14 Innovazione tecnologica nei vettori di trasporto 111.324.626,36 24,35% 6,06% 93,94%

15 Nuove tecnologie per il miglioramento della sicurezza delle infrastrutture 27.016.340,00 5,91% 63,38% 36,62%

Tras

port

i

138.340.966,36 30,26% 17,26% 82,74% Totale 457.203.618,50 100,00% 31,49% 68,51% Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Le piccole e medie imprese si caratterizzano per un costo medio di progetto per area tecnologica inferiore alle grandi imprese. La maggiore divergenza si presenta nei trasporti; i progetti agro-industriali sono caratterizzati da un costo medio coincidente per le due classi dimensionali di impresa.

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Grafico 2

Impegni e n. progetti per Settore e per Dimensione d'impresa

0

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15

20

25

30

Agro-industria Ambiente Beni culturali Trasporti

Settore

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uro) Numero progetti

Numero progetti PmiNumero progetti GiImpegni medi totaliImpegni medi GiImpegni medi Pmi

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. - Si suggerisce di riconsiderare i settori strategici trasporti, ambiente e beni culturali come ambiti di

intervento per i quali le attività di R&ST possono essere molteplici e per i quali l’efficacia dei primi risultati deve servire per confermare o rivedere la scelta strategica in vista di eventuali nuovi bandi. Si consiglia di porre attenzione nel formulare la scelta, in modo da permettere lo sviluppo di aree tecnologiche rilevanti ma non ricomprese nei settori scelti.

Rispetto alla condizione di successo “attivare effetti rete” l’analisi ha verificato in questa azione che oltre la metà dei progetti coinvolgono università e/o centri di ricerca; 14 interventi su 85 interessano congiuntamente imprese, università e centri di ricerca (la metà sono relativi al settore strategico ambiente). Tab. 9: Misura 1.3 - Distribuzione partecipanti per settore strategico.

Agroindustria Ambiente Beni culturali Trasporti Totale Imprese 19 12 15 14 60Università 18 23 15 7 63Centri di ricerca 7 23 8 4 42Totale 44 58 38 25 165Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Tab. 10: Misura 1.3 - Distribuzione dei progetti per settori strategici e componenti della rete (proponente –cointestatari)

Settori strategici

Una sola impresa

Più imprese

Impresa e centro di ricerca*

Impresa e università*

Impresa, università e centro di ricerca* Totale

Agroindustria 9 2 4 10 3 28Ambiente 8 2 7 3 7 27Beni culturali 3 2 1 4 2 12Trasporti 11 2 1 2 2 18Totale 31 8 13 19 14 85Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. *ricomprende anche i casi in cui ci sono più soggetti delle due categorie. Il giudizio sulle modalità di attivazione del regime di aiuto è positivo in quanto mediante le due misure dedicate si utilizzano due strumenti demand oriented complementari: − lo sportello che opera in una logica bottom up e soddisfa la domanda del sistema produttivo,

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− il bando che coniuga l’impostazione demand oriented con l’individuazione di priorità tecnologiche mediante il processo di partenariato con le regioni.

−−−− Analisi territoriale. L’analisi del parco progetti in relazione alla distribuzione nel territorio ha evidenziato alcune peculiarità. Per quanto riguarda la Misura I.1 – Progetti di ricerca di interesse industriale circa due terzi dei progetti autonomi di ricerca (azione 1.1.a) sono presentati da imprese aventi sede legale in obiettivo 116 per una quota pari al 38% degli impegni (tabella 13). L’impegno medio per le imprese in obiettivo 1, in generale PMI, è inferiore a quelle localizzate nel centro-nord, dove prevale la piccola e media impresa. Tab. 11: Azione 1.1.a: Numero di progetti e impegni per regione del soggetto proponente e dimensione d’impresa al giugno 2003.

Regione Numero progetti Impegni

Impegno medio

Numero progetti

PMI Impegno

medio PMI Numero

progetti GI Impegno medio GI

Basilicata 7 34.540.797 4.934.400 3 2.264.491 4 6.936.831Calabria 5 9.722.971 1.944.594 4 1.845.897 1 2.339.385Campania 69 156.679.869 2.270.723 35 1.178.593 34 3.394.983Puglia 25 46.165.081 1.846.603 21 1.529.670 4 3.510.502Sardegna 9 15.524.737 1.724.971 7 1.127.962 2 3.814.500Sicilia 20 81.809.910 4.090.495 13 1.944.536 7 8.075.849OB 1 135 344.443.366 2.551.432 83 1.454.525 52 4.302.271Abruzzo 2 497.900 248.950 0 0 2 248.950Emilia Romagna 1 105.874 105.874 0 0 1 105.874Friuli Venezia Giulia 1 196.250 196.250 0 0 1 196.250Lazio 15 35.116.419 2.341.095 5 2.477.565 10 2.272.859Liguria 6 19.685.684 3.280.947 1 232.406 5 3.890.656Lombardia 18 111.742.270 6.207.904 0 0 18 6.207.904Marche 2 568.103 284.051 0 0 2 284.051Piemonte 7 12.855.543 1.836.506 0 0 7 1.836.506Toscana 5 4.507.231 901.446 5 901.446 0 0Umbria 3 4.775.014 1.591.671 1 949.619 2 1.912.698Valle D'Aosta 1 17.956.757 17.956.757 0 0 117.956.757NON OB 1 61 208.007.043 3.409.952 12 1.506.423 49 3.876.122Totale 196 552.450.409 2.818.625 95 1.461.081 101 4.095.525Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Quindi, più di un terzo dei progetti, quelli con più elevato costo medio, provengono dall’esterno dell’area confermando come questa azione sia stata in grado di stimolare investimenti esterni nel Mezzogiorno principalmente da parte di grandi imprese e non per motivazioni legate alla disponibilità di forza lavoro a costi contenuti. − Riteniamo tuttavia che, soprattutto in caso di riprogrammazione, nel caso aumentino le risorse

disponibili, si debba operare affinché questa azione sia legata a quella di marketing territoriale, allo scopo di accentuare la capacità di attrazione anche dall’esterno del Paese.

16 Si ricorda che l’ammissione a cofinanziamento avviene solo per la parte di costo di progetto relativo ad attività di ricerca svolte nelle sedi operative delle impresa proponente localizzate in territori obiettivo 1.

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La distribuzione territoriale degli impegni mostra che la Campania è il territorio nel quale confluiscono le risorse (41% del totale degli impegni) in modo maggiore, seguita a distanza da Sicilia (30%) e Puglia (16%). Tab. 12: Azione 1.1.a: Numero di progetti e impegni per regione di svolgimento del progetto al giugno 2003

Regione Progetti Impegni Basilicata 12 42.079.494,52Calabria 6 13.321.126,44Campania 95 229.118.149,70Sicilia 37 167.851.190,10Sardegna 11 13.663.218,78Puglia 33 86.427.563,76Ambito nazionale 3 222.071,38Totale 197 552.682.814,68Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Tale dato mostra una forte concentrazione delle risorse in Campania, che emerge come un importante polo all’interno delle Regioni Ob.1, presente in aree tecnologiche rilevanti (come i nuovi materiali, l’informatica e le macchine) e in cui si realizzano effetti di soglia e di concentrazione capaci di provocare nei prossimi anni un impatto macroeconomico apprezzabile. Anche la Sicilia mostra buoni effetti di concentrazione e fa massa critica con progetti di notevole entità finanziaria concentrati nell’area di Catania. Per quanto concerne le commesse di ricerca (az. 1.1.f), analizzando la sede legale del proponente con il luogo di svolgimento delle commesse, si nota una sostanziale corrispondenza che indica una prevalente interazione tra imprese e organismi di ricerca locali presenti nel territorio Ob.1; tale dato non è da ritenersi completamente positivo in quanto rappresenta una risposta parziale all’obiettivo strategico di dare la possibilità alle PMI di acquisire servizi dai centri di innovazione settoriale più qualificati, anche all’esterno dell’area meridionale. Per tale motivo assume particolare rilevanza progettare i centri di eccellenza e di competenza in un’ottica di apertura della R&ST verso l’esterno. Si suggerisce di rendere più competitivo il mercato locale di R&ST, onde evitare che le strutture già presenti, agendo quasi in regime di oligopolio, forniscano servizi non innovativi o addirittura non adeguati agli standards di mercato. Tab. 13: Azione 1.1.f. Distribuzione dei progetti per regione; dati al 31 giugno 2003 (euro)

Regione (Sede operativa) Numero progetti Impegni Impegno medio

Basilicata 31 5.419.617,26 174.826,36Calabria 38 11.926.212,70 313.847,70Campania 93 30.625.593,62 329.307,46Puglia 28 7.617.611,81 272.057,56Sardegna 6 1.123.823,78 187.303,96Sicilia 2 514.225,56 257.112,78OB 1 198 57.227.084,73 289.025,68Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. La Campania si conferma ancora come la regione che più utilizza lo strumento con 90 progetti cofinanziati che contribuiscono per il 53% all’impegno totale pari a circa 56 MEuro. Più sorprendenti per versi opposti, il secondo posto della Calabria e l’ultimo della Sicilia.

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Grafico 3

Az. 1.1.f: Impegni per Regione di svolgimento ricerca

05

1015202530354045505560

Basilic

ata

Calabri

a

Campa

niaPug

lia

Sardeg

naSicil

iaOB 1

NON OB 1

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Il progetto di spin off di imprese da centri di ricerca (azione 1.1.e) è localizzato in Campania e ha impegnato risorse per 325.614 €. I progetti cluster (azione 1.1.c) sono invece localizzati per la metà in Campania impegnando risorse (10.789.754 €) pari ad un terzo del totale; sotto il profilo del costo di progetto risultano interessanti il progetto localizzato in Sardegna di 11.061.940 € e quello in Sicilia di 7.752.950 €. La distribuzione territoriale dei progetti di ricerca nei settori strategici, a valere sulla misura 1.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno, conferma il ruolo della Campania quale regione “trainante” del Mezzogiorno nella quale si concentra più del 40% degli interventi e l’impegno complessivo maggiore. L’investimento medio maggiore più alto è localizzato in Puglia (6,3 Meuro) mentre il più basso si registra in Sardegna (3,1 Meuro). Esaminando la distribuzione territoriale con l’attenzione rivolta alla dimensione d’impresa si nota come le grandi imprese dominino il panorama degli investimenti campani, con ben 24 progetti su 35 e con un investimento medio pari a 5,7 MEuro circa. La Sicilia, invece, è la regione con più progetti riconducibili alle piccole e medie imprese ed è anche la regione che presenta l’investimento medio delle grandi imprese più elevato, circa 12 Meuro. La Calabria con un totale impegni pari 15,5 Meuro è la regione ove si è investito meno in assoluto. Grafico 4 Grafico 5

Numero di progetti totali e di PMI per regione

0

5

10

15

20

25

30

35

40

Ba silic a t a Ca la br ia Ca mpa nia P uglia S a rde gna S ic ilia

Nume ro proge t t i Nume ro proge t t i P MI

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

Impegni di PMI, GI e totali per regione

0150000003000000045000000600000007500000090000000

105000000120000000135000000150000000165000000180000000195000000

Basilicata Calabr ia Campania Puglia Sar degna Sicilia

tot. impegni impegni Gi impegni Pmi

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Nelle grandi regioni l’impegno complessivo delle PMI è simile, quello che fa la differenza sono le grandi imprese. Rispetto alla condizione di successo “attivare effetti rete” l’analisi ha verificato che oltre la metà dei progetti coinvolgono università e/o centri di ricerca; 14 interventi su 85 interessano congiuntamente imprese, università e centri di ricerca (la metà sono relativi al settore strategico ambiente). Va osservata la maggiore densità in Campania e Sicilia di progetti con proponente impresa o più imprese. Le regioni più deboli sono quelle con più proponenti universitari e pubblici e con il settore privato minoritario. Grafico 6

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. In sintesi la concentrazione degli interventi dell’intero Asse I - sia come numero di progetti che come rilevanza finanziaria – vede il predominio delle regioni più avanzate, Campania in primis, seguita da Puglia e Sicilia. La Basilicata, considerando la limitata dimensione territoriale e demografica, si denota come un territorio dinamico con un sistema produttivo in grado di cogliere le opportunità offerte dal Programma.

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Se si mettono a confronto: − la quota di impegno per regione sull’asse I rispetto al totale degli impegni PON (al giugno 2003) con la

quota regionale di occupati dell’industria in senso stretto rispetto al totale Ob. 1; − la quota di risorse regionali PON e POR 2000-06 per aiuti alle imprese alla R&ST rispetto al totale Ob. 1

con la quota regionale di occupati dell’industria in senso stretto rispetto al totale Ob. 1. Dopo un’analisi dei progetti per area tecnologica, soggetto proponente, misura e azione, se ne è realizzata un’altra in cui i progetti dell’intero asse I sono allocati per regione allo scopo di indagare se vi siano effetti di polarizzazione e dove. Grafico 7

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Si può osservare in entrambe le mappe una forte densità su Campania, Sicilia e Basilicata cui corrisponde una generale debolezza in Sardegna, Calabria e sorprendentemente in Puglia.

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−−−− Prima analisi della realtà produttiva meridionale. L’analisi degli indici di specializzazione settoriale dell’Obiettivo 1, evidenzia come la realtà meridionale si caratterizza per una forte specializzazione nei settori della fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, dell’estrazione di minerali non energetici e della produzione di energia elettrica, gas e acqua. Inoltre, permane la specializzazione nei settori delle industrie alimentari e dell’industria del legno. È da rilevare la diminuzione della specializzazione nel settori dell’estrazione di minerali energetici e non energetici, della produzione di metalli e prodotti in metallo e l’aumento nel settore della fabbricazione di mezzi di trasporto. Tab. 14: Indici di specializzazione settoriale17 1991 e 1996 dell' Ob.1(Italia=100), valori percentuali.

Settori di attività Indice

specializzazione 1991

Indice specializzazione

1996

Variazione indice di

specializzazione

CA Estrazione di minerali energetici 134,3 67,2 -67,1 CB Estrazione di minerali non energetici 387,9 155,3 -232,6 DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 130,0 126,5 -3,6 DB Industria tessile e dell'abbigliamento 57,1 60,9 3,8 DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti di cuoio, pelle e similari 76,6 82,0 5,4 DD Industria del legno e dei prodotti in legno 108,0 103,8 -4,2 DE Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria 60,1 52,8 -7,3 DF Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 211,4 211,9 0,5 DG Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche 57,2 55,2 -2,0 DH Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 48,5 43,3 -5,2 DI Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi 107,5 98,1 -9,4 DJ Produzione di metallo e prodotti in metallo 108,0 62,0 -46,0 DK Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 49,1 32,1 -17,0 DL Fabbricazione di macchine elettriche e ottiche 58,8 60,4 1,6 DM Fabbricazione di mezzi di trasporto 79,6 108,4 28,8 DN Altre industrie manifatturiere 52,5 49,9 -2,5 E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 139,1 148,0 8,8 F Costruzioni 128,7 126,2 -2,5 G Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazioni 130,3 128,0 -2,3 H Alberghi e ristoranti 98,0 92,2 -5,9 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 124,3 128,0 3,8 J Intermediazione monetaria e finanziaria 83,0 91,7 8,7 K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 99,8 99,2 -0,6 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati Istat.

17 L’indice di specializzazione è dato dal rapporto tra la quota degli addetti nel settore X in Ob.1 sul totale degli addetti nel settore X in Italia e la quota degli addetti in Ob.1 (escluso il settore agricolo) sul totale degli addetti in Italia (escluso il settore agricolo).

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L’analisi degli indici di specializzazione settoriale18 delle singole Regioni Ob.1 ha evidenziato come principali ambiti di specializzazione: per la Calabria l’industria del legno; per la Sardegna la fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche e l’estrazione dei minerali; per la Sicilia la fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio e la fabbricazione di prodotti chimici e fibre sintetiche; per la Basilicata e la Campania il settore della fabbricazione di mezzi di trasporto, Tab. 15: Indice di specializzazione settoriale delle regioni Ob.1 –1996

Settori di attività BasilicataCalabria Campania Puglia SardegnaSicilia

CA Estrazione di minerali energetici 117,2 38,4 1,8 12,7 675,8 149,5CB Estrazione di minerali non energetici 89,5 92,5 38,5 90,4 355,6 108,3DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 96,5 147,2 92,0 86,4 114,0 113,8DB Industria tessile e dell'abbigliamento 63,6 75,3 97,8 172,8 45,5 37,6DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti di cuoio, pelle e similari 8,0 15,6 149,4 160,1 10,3 12,7DD Industria del legno e dei prodotti in legno 77,5 181,6 81,4 79,2 167,1 111,9DE Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria 56,9 102,3 109,2 88,6 107,0 106,3DF Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 7,8 51,3 40,3 41,2 149,6 304,2DG Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche 86,5 61,5 78,5 58,7 219,3 158,1DH Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 202,0 76,8 116,3 83,7 80,1 89,3DI Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi 84,6 153,4 77,2 77,5 136,3 143,3DJ Produzione di metallo e prodotti in metallo 82,0 98,8 87,5 114,8 116,8 96,8DK Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 67,0 73,5 93,4 129,1 83,8 91,7DL Fabbricazione di macchine elettriche e ottiche 44,0 55,4 142,5 64,6 77,7 114,1DM Fabbricazione di mezzi di trasporto 331,7 40,5 151,6 59,5 19,6 73,7DN Altre industrie manifatturiere 136,0 115,9 72,7 127,8 70,8 107,5E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 93,8 164,5 80,5 67,9 139,3 144,9Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati Istat. Un primo confronto tra gli indici di specializzazione settoriale calcolati per regione in riferimento ai progetti di ricerca presentati a valere sulle misure 1.1 – Progetti di ricerca di interesse industriale e 1.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno e gli indici di specializzazione regionali (riportati nella tabella precedente) evidenzia .. Per Basilicata c’è una sostanziale corrispondenza tra i settori di specializzazione regionale e i settori che hanno manifestato domanda di ricerca: si parla in particolare dei settori Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, fabbricazione di macchine elettriche e ottiche, fabbricazione di mezzi di trasporto, nonché Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere e Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi. Anche in Calabria si evidenzia una sostanziale corrispondenza tra settori (Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco; Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria; Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, fabbricazione di macchine elettriche e ottiche, fabbricazione di mezzi di trasporto; Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere; Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua). In Campania invece, oltre alla conferma di alcuni settori (Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere) si deve evidenziare la domanda di ricerca manifestata in settori in cui la regione non è fortemente specializzata: Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche; Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi e Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria. In Puglia similarmente si confermano alcuni settori (Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere) e se ne propongono di nuovi (Industrie

18 L’indice di specializzazione settoriale è calcolato come rapporto tra la quota regionale degli addetti del settore X sul totale degli addetti regionali e la quota degli addetti del settore X nell’obiettivo1 e il totale degli addetti dell’Ob.1.

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alimentari, delle bevande e del tabacco; Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi; Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua). In Sardegna c’è una sostanziale corrispondenza dei settori tra cui spiccano quello dell’estrazione di minerali e della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua. In Sicilia si riscontra una sostanziale corrispondenza anche se spicca la domanda di ricerca manifestata dal settore Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria. Tab 16: Indice specializzazione sugli occupati19 2000 (quota settoriale su quote occupati).

Attività economiche Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna Sicilia

A+B Agricoltura, caccia e pesca 4,50 5,60 2,40 32,82 0,00 32,00 C Estrazione di minerali 0,00 0,00 0,00 90,02 849,07 0,00 DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 63,74 602,13 93,30 474,11 543,41 301,11DB Industrie tessili e dell'abbigliamento 10,11 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle 0,00 0,00 23,99 75,25 0,00 0,00 DE Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria 37,35 451,23 178,45 77,19 321,42 1336,73DF+DG Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche 40,06 0,00 255,49 0,00 0,00 0,00

DI Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi 352,72 0,91 251,91 1048,39 18,38 212,23DJ Produzione di metallo e prodotti in metallo 0,00 77,74 14,46 24,81 298,65 23,83 DK+ DL+DM Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, fabbricazione di macchine elettriche e ottiche, fabbricazione di mezzi di trasporto

500,18 259,66 70,14 14,90 265,26 57,80

DD+DH+DN Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere

546,54 504,46 1773,63 835,85 54,71 2899,51

E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 0,00 1871,18 125,01 1881,04 3459,90 0,00 F Costruzioni 0,00 0,00 26,88 18,21 0,00 3,30 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 425,59 16,15 97,11 0,00 0,00 35,90 K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 656,08 448,33 321,74 290,86 286,18 174,66Altri servizi** 5,57 25,88 14,80 9,14 0,00 5,13 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio e Istat. 19 Gli indici di specializzazione sono stati calcolati utilizzando come dati di partenza:

- impegni del PON MIUR per regione e settore di attività produttiva; - occupati al 2000 per regione e settore di attività economica (fonte: Conti Regionali, Istat 2003); - valore aggiunto a prezzi correnti 1999 (fonte: Conti Regionali,Istat 2003).

Per omogeneizzare i flussi di informazione sono stati poi aggregati alcuni settori di attività della banca dati del PON e sono stati inseriti in un’unica voce i settori:

- A+B:Agricoltura, caccia e pesca; - DF+DG: Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio e Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche; - DK+DL+DM: Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, fabbricazione di macchine elettriche ed ottiche, fabbricazione di mezzi di trasporto; - DD+DH+DN: Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere; - Altri servizi: somma dei settori G,H,M,N,O,Q.

Sono state calcolate quindi per ogni regione le quote settoriali degli impegni del PON come rapporto tra l’impegno per il settore x e la regione y e il totale regionale (es.: impegni del settore agricoltura e pesca in Basilicata/totale degli impegni totali in Basilicata) e le quote degli occupati come rapporto tra impegni per il settore x e la regione y e il totale degli occupati per la regione x (es.: occupati nel settore agricoltura e pesca in Basilicata/totale di occupati in Basilicata). Infine si è calcolato l’indice di specializzazione settoriale come rapporto tra le quote degli impegni e le quote degli occupati. Con lo stesso procedimento sono stati calcolati gli indici di specializzazione settoriale utilizzando il valore aggiunto; nello specifico il valore aggiunto è stato sostituito nei calcoli agli occupati.

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Sono stati inoltre elaborati anche gli indici di specializzazione utilizzando il valore aggiunto regionale. Tab. 17: Indice specializzazione sul valore aggiunto20 2000 (quota settoriale su quote valore aggiunto).

Attività economiche Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegna SiciliaA+B Agricoltura, caccia e pesca 5,71 15,04 4,90 66,50 0,00 64,39 C Estrazione di minerali 0,00 0,00 0,00 79,92 1144,55 0,00 DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 45,62 569,68 93,32 431,22 607,85 373,60DB Industrie tessili e dell'abbigliamento 15,57 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari 0,00 0,00 41,47 132,40 0,00 0,00

DE Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria 38,85 553,67 202,00 72,49 341,73 1456,74

DF+DG Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche 18,71 0,00 173,73 0,00 0,00 0,00

DI Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi 322,51 1,14 301,83 1201,58 20,83 294,44DJ Produzione di metallo e prodotti in metallo 0,00 129,25 19,46 23,03 420,31 38,98 DK+ DL+DM Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, fabbricazione di macchine elettriche e ottiche, fabbricazione di mezzi di trasporto

234,12 303,09 73,99 13,79 309,17 77,66

DD+DH+DN Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere

481,95 723,66 2499,75 1056,01 80,21 4793,36

E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 0,00 423,97 32,48 499,58 993,27 0,00

F Costruzioni 0,00 0,00 32,95 23,31 0,00 4,08 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 213,83 12,21 67,33 0,00 0,00 24,32 K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 221,93 191,09 164,43 135,95 133,02 83,86 Altri servizi 9,02 28,52 17,93 10,45 0,00 6,37 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio e Istat.

20 Gli indici di specializzazione sono stati calcolati utilizzando come dati di partenza:

- impegni del PON MIUR per regione e settore di attività produttiva; - occupati al 2000 per regione e settore di attività economica (fonte: Conti Regionali, Istat 2003); - valore aggiunto a prezzi correnti 1999 (fonte: Conti Regionali, Istat 2003).

Per omogeneizzare i flussi di informazione sono stati poi aggregati alcuni settori di attività della banca dati del PON e sono stati inseriti in un’unica voce i settori:

- A+B:Agricoltura, caccia e pesca; - DF+DG: Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio e Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche; - DK+DL+DM: Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, fabbricazione di macchine elettriche ed ottiche, fabbricazione di mezzi di trasporto; - DD+DH+DN: Industria del legno e dei prodotti in legno, Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altre industrie manifatturiere; - Altri servizi: somma dei settori G,H,M,N,O,Q.

Sono state calcolate quindi per ogni regione le quote settoriali degli impegni del PON come rapporto tra l’impegno per il settore x e la regione y e il totale regionale (es.: impegni del settore agricoltura e pesca in Basilicata/totale degli impegni totali in Basilicata) e le quote degli occupati come rapporto tra impegni per il settore x e la regione y e il totale degli occupati per la regione x (es.: occupati nel settore agricoltura e pesca in Basilicata/totale di occupati in Basilicata). Infine si è calcolato l’indice di specializzazione settoriale come rapporto tra le quote degli impegni e le quote degli occupati. Con lo stesso procedimento sono stati calcolati gli indici di specializzazione settoriale utilizzando il valore aggiunto; nello specifico il valore aggiunto è stato sostituito nei calcoli agli occupati.

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−−−− Primo confronto tra gli aiuti alle imprese a valere sul PON Sviluppo Imprenditoria locale e PON Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico e Alta Formazione. Una prima analisi sul parco progetti relativo gli aiuti alle imprese a valere sul PON Sviluppo Imprenditoria locale e PON Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico e Alta Formazione21 ha evidenziato una sostanziale differenza per quanto concerne le regioni proponenti sia sotto il profilo della quota di impegni che di progetti presentati. Inoltre si evidenzia un livello di costo medio di progetto molto vicino. Tab. 18: PON Ricerca: investimenti, agevolazioni e numero di progetti 2000/03.

Regione Numero progetti

Quota sul totale Investimenti Quota sul

totale Agevolazioni Quota sul totale

Investimento medio

Basilicata 50 10,31% 84.816.451 7,70% 10.591.573 5,88% 1.696.329 Calabria 49 10,10% 42.536.398 3,86% 6.493.035 3,60% 868.090 Campania 227 46,80% 451.034.334 40,92% 97.148.690 53,92% 1.986.935 Puglia 79 16,29% 202.232.218 18,35% 29.356.077 16,29% 2.559.901 Sardegna 23 4,74% 41.452.975 3,76% 2.320.011 1,29% 1.802.303 Sicilia 57 11,75% 280.146.067 25,42% 34.272.941 19,02% 4.914.843 Totale22 485 100,00% 1.102.218.443 100,00% 180.182.327 100,00% 2.272.615 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Tab. 19: PON Sviluppo Imprenditoria Locale: investimenti, agevolazioni e numero di progetti 2000/03.

Regione Numero progetti

Quota sul totale Investimenti23 Quota sul

totale Agevolazioni Quota sul totale

Investimento medio

Basilicata 310 5,08% 850.027.656 6,36% 252.364.594 5,62% 2.742.025 Calabria 836 13,70% 1.656.695.486 12,40% 649.417.696 14,45% 1.981.693 Campania 1973 32,34% 3.623.465.141 27,12% 1.143.216.625 25,44% 1.836.526 Puglia 1391 22,80% 2.602.523.809 19,48% 784.191.254 17,45% 1.870.973 Sardegna 365 5,98% 1.398.915.350 10,47% 532.239.831 11,84% 3.832.645 Sicilia 1226 20,10% 3.229.815.602 24,17% 1.132.498.041 25,20% 2.634.434 Totale 6101 100,00% 13.361.443.043 100,00% 4.493.928.041 100,00% 2.190.041 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio PON SIL. Sotto il profilo dei settori di attività economica dei progetti, si conferma il settore Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco; Fabbricazione di macchine elettriche e ottiche; Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e Altri servizi 24.

21 Per il PON Sviluppo Imprenditoria Locale è stata considerata la misura 1.1 - “Legge 488/92 Industria”, per il PON Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico ed Alta Formazione le misure 1.1 – Progetti di ricerca di interesse industriale e 1.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno. 22 Non sono stati considerati tre progetti di ambito nazionale. 23 Per investimento si intende l’intero importo di progetti (chiamato nel testo anche impegno); per agevolazione si intende solo la parte dell’investimento rappresentata dal finanziamento pubblico. 24 In altri servizi sono compresi i settori G,H,M,N,O e Q.

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Tab. 20: PON Ricerca: impegni e agevolazioni per settore di attività economica- 2000/03

Settore attività Numero progetti25

Totale Impegno

Impegno medio

Quote investimento

A+B Agricoltura, caccia e pesca 11 20.442.099 3.554.846 1,87 C Estrazione di minerali 2 3.246.166 1.623.083 0,30 DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 53 64.340.471 1.213.971 5,89 DB Industrie tessili e dell'abbigliamento 1 118.785 118.785 0,01 DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari 3 3.220.204 1.073.401 0,30 DE Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria 8 8.706.229 1.088.279 0,80 DD Industria del legno e dei prodotti in legno 4 3.087.592 771.898 0,28 DH Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 10 6.476.437 647.644 0,59 DN Altre industrie manifatturiere 8 19.562.644 2.445.331 1,79 DF Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 1 2.425.000 2.425.000 0,22 DG Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche 20 50.749.954 2.537.498 4,65 DI Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi 10 6.353.083 635.308 0,58 DJ Produzione di metallo e prodotti in metallo 22 41.838.018 1.901.728 3,83 DK Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 26 49.731.254 1.912.741 4,56 DL Fabbricazione di macchine elettriche e ottiche 48 180.054.913 3.751.144 16,50 DM Fabbricazione di mezzi di trasporto 24 114.612.316 4.775.513 10,50 E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 9 47.100.966 5.233.441 4,32 F Costruzioni 8 12.484.241 1.560.530 1,14 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 10 44.138.246 4.413.825 4,04 K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 161 367.628.488 2.283.407 33,68 Altri servizi 26 39 45225559 14047545 4,14 Totale 478 1.091.542.665 2.283.562 100,00 Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

25 Non sono stati inseriti i 3 progetti di ambito nazionale e 7 progetti non classificabili per settore di attività economica(per un totale d'investimento pari a 10.675.778). 26 In altri servizi sono compresi i settori G,H,M,N,O e Q.

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Tab. 21: PON Sviluppo imprenditoria locale: impegni e agevolazioni per settore di attività economica- 2000/03

Settore Numero progetti Investimenti Agevolazioni Investimento

medio

CA Estrazione di minerali energetici 3 29.105.802 7.402.376 9.701.934 CB Estrazione di minerali non energetici 95 162.964.876 61.106.664 1.715.420 DA Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 500 856.121.383 326.568.606 1.712.243 DB Industrie tessili e dell'abbigliamento 498 646.773.606 266.096.680 1.298.742 DC Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle 176 259.963.745 98.873.091 1.477.067 DD Industria del legno e dei prodotti in legno 277 313.517.149 126.662.608 1.131.831 DE Fabbricazione della pasta-carta e della carta, editoria 303 626.459.417 236.196.409 2.067.523 DF Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio 59 592.074.635 141.304.152 10.035.163 DG Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche 163 601.635.828 195.874.542 3.691.017 DH Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche 274 767.468.238 286.993.541 2.800.979 DI Fabbricazione di prodotti da minerali non metalliferi 535 1.185.769.701 423.376.393 2.216.392 DJ Produzione di metallo e prodotti in metallo 737 1.250.448.199 443.990.765 1.696.673 DK Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici 315 573.290.949 226.094.502 1.819.971 DL Fabbricazione di macchine elettriche e ottiche 373 841.139.997 321.515.598 2.255.067 DM Fabbricazione di mezzi di trasporto 159 718.442.267 197.387.241 4.518.505 DN Altre industrie manifatturiere 500 832.154.890 335.332.880 1.664.310 E Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua 80 1.339.628.338 357.412.964 16.745.354 F Costruzioni 494 434.216.302 149.010.729 878.980 H Alberghi e ristorante 5 4.636.234 1.689.848 927.247 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 55 691.617.904 89.058.859 12.574.871 K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 343 559.240.954 173.323.466 1.630.440 M Istruzione 4 1.072.681 375.465 268.170 O Altri servizi pubblici, sociali e personali 10 19.169.847 4.359.413 1.916.985 Altri servizi 143 54.530.102 23.921.249 381.329 Totale 6.101 13.361.443.043 4.493.928.041 85.126.214 Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio PON SIL.

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4.3.2. Asse II – Rafforzamento e apertura del sistema scientifico meridionale La tavole che seguono indicano rispettivamente: le tipologie di azione attivate per singola misura e il numero di interventi ammessi a cofinanziamento al

giugno 2003 (schema 4), il livello raggiunto dagli indicatori di avanzamento finanziario e di realizzazione fisica in relazione alle

informazioni ottenute dal monitoraggio del Programma sempre al giugno 2003; la tavola riporta anche i valori “finali” di efficacia di realizzazione per le misure che hanno praticamente saturato la dotazione finanziaria (tabella 21).

Schema 3: parco progetti avviato al 30 giugno 2003.

Parco progetti e normative di riferimento (30 giugno ‘03) N.Prog

az A Potenziamento della dotazione Avviso 68 Bando 57 az B Centri di eccellenza non attivata mis 2.1 Rafforzamento

sistema scientifico az C Trasferimento tecnologico non attivata

az A Banda larga Avviso 901/03 Bando (scad luglio 03)

az B Infrastrutture e sistemi Avviso 68 Bando 46 mis 2.2 Società della

informazione

az C strutture ITC Avviso 68 Bando 15

FESR

ASS

E 2

mis 2.3 Centri di competenza tutte non attivata

Tab. 22: Livelli di efficacia finanziaria e di realizzazione

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Efficacia finanziaria

MISURACapacità

di impegno

Capacità di spesa

Spesa effettiva/

spesa prevista

Azioni/tipologie di progetto

Indicatori di realizzazione

Valore al 30/06/03

Valore previsto al 30/06/03

Indicatore di efficacia intermedia

Valore previsto al 31/12/08

Indicatore di efficacia

finale

interventi infrastrutturali per il recupero immobili di particolare pregio 5 4 125,00% 16 31,25%

interventi di potenziamento dotazione attrezzature 52 non previsto n.d. non previsto n.d.mq superficie infrastrutturata/attrezzata n.d. 40.000 n.d. 160.000 n.d.liasons office 0 10 0% 45 0%imprese coinvolte n.d. 30 n.d. 135 n.d.univ/centri di ricerca coinvolti n.d. 10 n.d. 45 n.d.

Servizi telematici interventi 61 25 244%enti collegati n.d. 4 n.d.

sistemi informativi collegati n.d. 2 n.d.terminali n.d. n.q. n.d.ambienti cablati n.d. 100 n.d.nodi di rete n.d. n.q. n.d.

interventi 0 2 0,00%mq superficie infrastrutturata/attrezzata 0 2000 0,00%

Asse II 55,00% 3,03% 19,76%

II.1 82,97% 6,67% 40,94%

0,90% 5,50%Tecnologie ICT per il Sistena Nazionale Ricerca

II.3 0,00%

Efficacia finanziaria

Interventi infrastrutturali e potenziamento

attrezzature

Reti/cluster per l'innovazione

Efficacia realizzativa

0,00% 0,00%

II.2 54,53%

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L’Asse II è quello di minore peso finanziario in linea con la caratterizzazione demand oriented della strategia; gli interventi di rafforzamento strutturale del sistema scientifico hanno un peso finanziario molto ridotto rispetto alla passata programmazione e pesano per una quota di risorse inferiore al 15% del Programma. Al giugno 2003 l’asse II impiega il 55% delle risorse complessive (tabella 21), ma presenta un livello di impegno più basso rispetto allo stato di avanzamento registrato dagli altri assi. Tale situazione è dovuta al mancato decollo di alcune azioni (come illustrato nel dettaglio nei paragrafi seguenti) mentre quelle avviate procedono comunque in modo soddisfacente. Il livello di spesa risulta infatti piuttosto basso a fronte delle previsioni del relativo cronogramma anche se nel trimestre aprile/giugno 2003 la misura II. 1 ha subito un rilevante impulso registrando spese per oltre 8 Meuro pari al 40,94% del livello previsto al giugno 2003. Nel complesso tuttavia meno del 20% della spesa prevista è stata attivata. Efficacia di realizzazione L’avviso 6827, emanato nel gennaio 2002, ha attivato solo alcune delle tipologie di intervento previste dall’asse, riconducibili a due misure: misura II.1- Rafforzamento del sistema scientifico meridionale e misura II.2- Società dell’informazione per il sistema scientifico meridionale (schema 5). Schema 4: Azioni attivate dell’Asse II al 30 giugno 2003.

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Con riferimento alla misura II.1 – Rafforzamento del sistema scientifico meridionale, la maggior concentrazione di risorse finanziarie (oltre il 70%) si ha sulla sotto-azione riguardante il Potenziamento della dotazione di attrezzature cui corrisponde anche il maggior numero di progetti (52 su 57 progetti avviati). Le iniziative di Interventi infrastrutturali per il recupero di beni immobili di particolare pregio storico-artistico sono cinque, quattro dei quali localizzati in Campania e uno in Sardegna (Università di Cagliari). Per quanto riguarda la misura II.2 – Società dell’informazione per il sistema scientifico meridionale la maggior parte degli interventi e degli impegni riguardano l’azione b Infrastrutture e sistemi innovativi per l’apprendimento e la conoscenza (oltre il 74% dei fondi impegnati e 46 dei 61 progetti approvati). I dati di realizzazione disponibili permettono la costruzione di alcuni indicatori di efficacia sulla base dei valori obiettivo desumibili dal Complemento; è evidente dalla tabella presentata ad inizio paragrafo (tabella 21) che l’asse

27 Sono comprese nell’Avviso 68 l’azione a) della misura II.1 e le azioni b) Sistemi innovativi per l’apprendimento e lo sviluppo delle conoscenze e c) Potenziamento della dotazione di attrezzature scientifico-tecnologiche specificatamente nell’area ICT della misura II. 2. L’azione II.1.a è volta ad “innalzare e riqualificare la dotazione di strutture e di attrezzature scientifico – tecnologiche delle università e degli enti di ricerca meridionali, per avvicinarla agli standard vigenti a livello nazionale e europeo” (CdP p. 78). L’Avviso 68 finanzia due tipologie di interventi differenti ricompresi in tale azione: − interventi infrastrutturali per il recupero di beni immobili di particolare pregio storico-artistico, vincolati ai sensi

della Legge del 1 giugno 1939 n. 1089; − interventi mirati al potenziamento della dotazione di attrezzature scientifico-tecnologiche.

Non attivata2000 2001 2002 2003

II.1Potenziamento strutture/attrezzature gennaio

Centri di eccellenza scientifica

Liason officeII.2

Reti a larga banda maggio

Sistemi innovativi per l'apprendimento gennaio

Potenziamento strutture area ICT gennaioII.3

Centri di competenza

Attivata nel

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presenta valori decisamente positivi e ben oltre le previsioni per quanto riguarda il numero di interventi ammessi a cofinanziamento nelle azioni attivate. Efficacia strategica L’analisi della strategia del PON ha enucleato tra le finalità dell’Asse II quella di incrementare l’attrattività del territorio per gli investitori esterni, attraverso il potenziamento delle esternalità prodotte dalla disponibilità di infrastrutture destinate ad attività di ricerca e di reti telematiche, che possano favorire la creazione di networks, tanto tra i centri di ricerca che tra questi e le imprese. Su tali obiettivi sono focalizzate tanto la misura II.1 – Rafforzamento del sistema scientifico meridionale quanto la misura II.3 – Centri di competenza tecnologica. L’esperienza dell’attuazione del POM 1994-99 suggerisce che il rafforzamento della dotazione infrastrutturale del “sistema ricerca” non comporta necessariamente una ricaduta positiva diretta sull’attività innovativa del sistema delle imprese. La misura II.2 – Società dell’informazione per il sistema scientifico meridionale è finalizzata a potenziare la dotazione di piattaforme, applicazioni e soluzioni per l’ICT in modo da favorire la “messa in rete” a livello internazionale dei centri di ricerca e delle Università, superando la loro partecipazione limitata ai networks internazionali. In particolare sono state identificate alcune “condizioni di successo” dalle quali dipende fortemente la capacità delle azioni attivate di raggiungere gli obiettivi strategici di asse: 1. Conferire agli interventi di potenziamento delle infrastrutture una logica di “azioni di sistema”, 2. Potenziare l’efficacia delle metodiche operative delle strutture “intermedie” che alimentano il trasferimento

tecnologico, 3. Garantire standard elevati della performance scientifica degli atenei e degli Enti di ricerca e la conformità delle loro

attività alle esigenze dei sistemi produttivi locali L’asse II presenta un quadro composito in termini di strategie e tipologie di azioni. Ricordando l’architettura complessiva del QCS il perseguimento degli obiettivi di policy previsti per la ricerca risulta dipendente dal potenziamento del sistema di strutture “intermedie” tra il sistema della ricerca e quello produttivo (centri di competenza, centri di servizi alle imprese e Parchi Scientifici e Tecnologici) che catalizzano gli effetti di contagio tecnologico che possono essere favoriti dall’insediamento di imprese high tech. Gli interventi dell’asse ancora fermi - costituzione/potenziamento dei centri e laboratori di competenza tecnologica, costituzione/potenziamento dei liason offices– unitamente alle azioni di TT di competenza dei POR, costituiscono in questa logica gli snodi cruciali della strategia sui quali puntare per rimuovere alcune cause strutturali del ritardo del Mezzogiorno: debole capacità del “sistema ricerca” di supportare l’attività innovativa del sistema produttivo, inefficacia attuale delle strutture che gestiscono/indirizzano i processi di trasferimento tecnologico, debole vocazione a operare in rete degli attori. Seppur in un’ottica di indirizzo e corollario degli interventi previsti dai POR, confermata anche dalla limitata dotazione finanziaria che risulta ancora disponibile a valere sulle diverse misure, l’attivazione di tali interventi viene considerata dal valutatore importante ai fini dell’efficacia della strategia di Asse e del PON. Nel complesso si ritiene che gli interventi attivati abbiano buone potenzialità di spesa per cui non si evincono problemi in termini di possibili necessità di riprogrammazione. L’efficacia di realizzazione delle azioni attivate conduce a considerazioni più articolate: − il giudizio è positivo per gli interventi rispondenti ad una generica domanda di attrezzature rispetto agli interventi

infrastrutturali in considerazione del fatto che hanno un impatto potenziale più diretto; − come analizzato più in profondità nel relativo approfondimento tematico (cfr. Capitolo 5) sarebbe stato preferibile

dare attuazione in via prioritaria all’azione a) della misura II.2 (Reti a banda larga)28 che avrebbe potuto fungere da base e orientamento per le scelte degli Enti proponenti in relazione alle altre due azioni (sistemi innovativi per l’apprendimento e soluzioni e applicazioni per l’ICT).

28Il bando relativo all’azione a) si è chiuso nello scorso mese di luglio ed è attualmente in corso la relativa istruttoria.

Page 31: 4. L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DEL PROGRAMMA … › UserFiles › 1635.pdf4.1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELL’ANALISI Questo capitolo ha per obiettivo l’analisi di efficacia

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− va focalizzata l’attenzione sui problemi di realizzazione inerenti il mancato decollo delle attività e dei centri

demandati al trasferimento ai vari livelli previsti dal complemento. La ragione delle difficoltà e del ritardo è legata all’oggettiva complessità di tale progettazione. Si tratta di azioni di rilevante importanza per affrontare il problema del trasferimento che a tutt’oggi non vede nelle regioni dell’obiettivo 1 soluzioni soddisfacenti. Si concorda d’altra parte con la necessità di non accettare compromessi negoziali di basso profilo strategico operativo con le amministrazioni regionali affrettando interventi che potrebbero non esplicare gli effetti desiderati. L’attivazione di tali azioni darebbe una positiva accelerazione al partenariato istituzionale supportando le Regioni nello svolgimento delle attività di TT innescando un circolo virtuoso che valorizzando le azioni attivate a monte a livello centrale potrebbe generare l’auspicato “effetto sistema”.

−−−−Analisi tematica e territoriale Per quanto concerne i progetti selezionati sull’Avviso 68, per entrambe le misure attivate, l’analisi dei soggetti proponenti evidenzia che Università hanno sfruttato maggiormente le opportunità offerte dall’avviso come evidenziato nel grafico seguente. Il dato risulta proporzionale alla composizione per tipologia degli organismi di ricerca delle regioni obiettivo 1 tra i quali i dipartimenti universitari rappresentano il 61% del totale come da Valutazione ex ante del Programma. Grafico 8

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. Per quanto concerne la misura II.1 – Rafforzamento del sistema scientifico meridionale, l’analisi del parco progetti mostra un’adeguata copertura delle strutture di ricerca potenziali beneficiarie degli interventi di potenziamento delle strutture e delle attrezzature29. Nel complesso gli interventi attivati coprono circa il 12,5% degli organismi pubblici di ricerca presenti nelle regioni obiettivo 1 e il 5,3% degli organismi universitari, distribuiti però in ben 18 Atenei dei 21presenti nelle regioni obiettivo 130. Il grafico seguente mostra il confronto tra la distribuzione territoriale degli organismi di ricerca nelle regioni e la distribuzione nelle stesse dei progetti cofinanziati dal PON. Si evidenzia una concentrazione relativa per la Calabria, per la quale l’incidenza dei progetti cofinanziati è maggiore della relativa presenza di centri e università. Per il resto l’incidenza di organismi beneficiari risulta particolarmente elevata in Sardegna e Campania.

29 L’AdG è in attesa di ricevere comunicazione dai soggetti attuatori della quantificazione degli altri indicatori fisici la cui richiesta, secondo lo schema procedurale adottato, sarà abbinata alla prima rendicontazione dei progetti prevista alla scadenza del primo quadrimestre dal decreto di concessione del finanziamento (giugno 2003). 30 Le informazioni relative alla tipologia ed alla distribuzione territoriale degli organismi di ricerca nelle regioni obiettivo 1 sono tratte dalla valutazione ev ante del PON (cfr. Valutazione ex ante - Mappa dei Sistemi Regionali di Ricerca e Innovazione nel Mezzogiorno)

Page 32: 4. L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DEL PROGRAMMA … › UserFiles › 1635.pdf4.1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELL’ANALISI Questo capitolo ha per obiettivo l’analisi di efficacia

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Grafico 9 Confronto tra la distribuzione territoriale degli organismi di ricerca e la distribuzione dei progetti cofinanziati dal PON

Fonte: Elaborazioni su dati del monitoraggio di Programma e PON RST&AF “Valutazione ex ante - Mappa dei Sistemi Regionali di Ricerca e Innovazione nel Mezzogiorno”. I costi medi31 degli interventi sulla misura II.1 risultano omogenei sia per regione sia per tipologia di attuatore con due “picchi”: in Sardegna in corrispondenza dell’unico progetto relativo a centri di ricerca (CNR) che supera i 4 Meuro di costo complessivo. In Campania fra gli interventi attivati da soggetti universitari emerge il progetto infrastrutturale della II università di Napoli per oltre 10 Meuro complessivo. Grafico 10: Misura II.1: Distribuzione dei progetti per regione e soggetto attuatore con relativi costi medi

Fonte: Elaborazioni su dati del monitoraggio Per quanto riguarda la misura II.2 – Società dell’informazione per il sistema scientifico meridionale, gli interventi relativi all’ICT (grafici 3 e 4) si rilevano delle marcate concentrazioni in Campania per le infrastrutture e sistemi per

31 Per costo si intende il costo complessivo di ciascun intervento ammesso a cofinanziameto; si evidenzia che in corrispondenza di alcune regioni è inopportuno parlare di costo medio in quanto il valore riportato si riferisce ad un unico progetto.

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

Basilic

ata

Calabri

a

Campa

niaPug

lia

Sardeg

naSicil

ia

Multire

giona

le

-

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

3.000.000

3.500.000

4.000.000

4.500.000

Progetti CrProgetti UnivImpegno medio Univ Impegno medio Cr

8,3

6,5

28,6

20,2

13,1

23,2

4,8

9,5

38,1

19,0

4,8

19,0

1,6

5,6

25,0

20,4

7,8

39,6

5,6

11,1

19,4

22,2

19,4

22,2

Basilicata

Calabria

Campania

Puglia

Sardegna

Sicilia

% Univ PON % Univ% Cr PON% Cr

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l’apprendimento e in Puglia per le strutture di ricerca in area ICT. In quest’ultimo caso rileva l’assenza di iniziative in Sardegna e Basilicata. Come si può osservare nei grafici seguenti, i costi medi degli interventi risultano molto variabili sia per regione che tipologia di attuatore, ma a differenza di quanto accade per la misura II.1, sono i progetti delle università ad avere il costo medio maggiore. Grafico 11: Misura II.2 b): distribuzione dei progetti per regione e soggetto attuatore con relativi costi medi Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

0

2

4

6

8

10

12

14

-

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

Univ 0 2 12 9 6 6 4Cr 1 2 2 2Costo medio Univ - - 815.905 1.283.334 1.117.460 1.171.845 1.526.750 Costo medio Cr 300.000 - 366.520 - - 744.037 2.109.000

Basilicata Calabria Campania Puglia Sardegn

a Sicilia Multiregionale

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Grafico 12: misura II.2 c): distribuzione dei progetti per regione e soggetto attuatore con relativi costi medi Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio − Si suggerisce di monitorare la mancata o debole presenza di alcune regioni nel parco progetti per garantire, oltre

ad un’elevata qualità dei progetti finanziati, anche una diffusione equilibrata sul territorio obiettivo 1 di infrastrutture e sistemi per la ricerca.

− Appare positiva la concentrazione su Sardegna e Calabria per permettere alle strutture di queste regioni di

colmare il gap esistente con le stesse strutture delle regioni Ob.1.

0

1

2

3

4

5

6

-

500.000

1.000.000

1.500.000

2.000.000

2.500.000

Univ 5 3 2 1 0Cr 1 1 2Costo medio Univ 975.469 1.333.333 975.000 2.118.396 - Costo medio Cr - 1.100.000 - 730.000 988.000

Puglia Campania Calabria Sicilia Multiregionale

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4.3.3. Asse III – Sviluppo del capitale umano di eccellenza La tavole che seguono indicano rispettivamente: le tipologie di azione attivate per singola misura e il numero di interventi ammessi a cofinanziamento al

giugno 2003 (schema 5); Schema 5: parco progetti avviato al 30 giugno 2003.

Parco progetti e normative di riferimento (30 giugno ‘03) N. Prog

Avviso 4391/01 Bando 41 az A Formazione di personale impiegato nei progetti di

ricerca Legge 488 Sportello 15

az B Riqualificazione del personale di ricerca nei centri di interesse industriale

Avviso 4391/01 Bando 5

Avviso 4391/01 Bando 5 az C Formazione del personale di ricerca per i settori

strategici Dlgs 297/99 Bando 85 az D Distacco di personale di ricerca non attivata

az E Assunzione diretta dei ricercatori non attivata

mis 3.1

Risorse umane nella R e ST

az F Spin-off di imprese Avviso 4391/01 Bando 1

az A Formazione continua di imprenditori e manager di PMI Avviso 4391/01 Bando 22

az B Formazione di personale impiegato e/o da impiegare nell'ambito dei servizi per la promozione dell'innovazione e dello ST

Avviso 4391/01 Bando 34 mis 3.2

Alte professionalità per le imprese

az C Formazione del personale impiegato e/o da impiegare nel settore finanziario per la valutazione di iniziative innovative

Avviso 4391/01 Bando 7

mis 3.3

Formazione nella PA tutte non attivata

az A Percorsi formativi di primo e secondo livello Leggi di settore 15432

az B Dottorati di ricerca Leggi di settore 686 az C Master Avviso 4391/01 Bando 176

az D Assegni di ricerca e borse di studio per dottori di ricerca e giovani ricercatori esperti non attivata

mis 3.4

Formazione superiore

universitaria

az E Formazione di personale per R&ST nei centri di ricerca non attivata

az A Servizi di accoglienza e orientamento nelle università Avviso 4384 Bando 20 mis 3.5

Progetti università

az B Progetto sperimentale per l'autovalutazione degli atenei non attivata

az A Azioni volte a promuovere e sostenere l'occupabilità femminile nel settore della R&ST, della tecnologia e dell'innovazione

Avviso 4391/01 Bando 28

FSE

ASS

E 3

mis 3.6

Partecipaz. femminile

az B Azioni per promuovere l'occupabilità tramite la riqualificazione di percorsi formativi "deboli" Avviso 4391/01 Bando 95

32 Il numero si riferisce ai progetti. I cicli sono invece 288.

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il livello raggiunto dagli indicatori di avanzamento finanziario e di realizzazione fisica in relazione alle informazioni ottenute dal monitoraggio del Programma sempre al giugno 2003; la tavola riporta anche i valori “finali” di efficacia di realizzazione per le misure che hanno praticamente saturato la dotazione finanziaria (tabella 22).

Tab. 23: Livelli di efficacia finanziaria e di realizzazione

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

MISURACapacità

di impegno

Capacità di spesa

Spesa effettiva/

spesa prevista

Azioni/ tipologie di progetto

Indicatori di realizzazione

Valore al 30/06/03

Valore previsto

al 30/06/03

Indic. di efficacia

Valore previsto

al 31/12/08

Indic. di efficacia

finale

interventi 42 50 84% 250 17%destinatari 304 150 203% 750 41%monteore n.d. 150.000 n.d. 750.000 n.d.durata media n.d. 1.000 n.d. 1.000 n.d.interventi 10 40 25% 200 5%destinatari 121 120 101% 600 20%monteore n.d. 120.000 n.d. 600.000 n.d.durata media n.d. 1.000 n.d. 1.000 n.d.interventi 100 50 200% 300 33%destinatari n.d. 50 n.d. 300 n.d.monteore n.d. 78.000 n.d. 468.000 n.d.durata media n.d. 1.560 n.d. 1.560 n.d.imprese 100 30 333% 180 56%

interventi 22 8 275% 60 37%destinatari 217 64 339% 480 45%monteore n.d. 12.800 n.d. 96.000 n.d.durata media n.d. 200 n.d. 200 n.d.interventi 41 8 513% 60 68%destinatari 105 64 164% 480 22%monteore n.d. 19.200 n.d. 144.000 n.d.durata media n.d. 300 n.d. 300 n.d.

interventi 0 4 0%destinatari 0 80 0%monteore 0 24.000 0%durata media 0 300 0%enti coinvolti 0 4 0%

interventi 154 100 154% 480 32%destinatari 13.232 1.500 882% 7.200 184%monteore 2.783.142 450.000 618% 2.160.000 129%durata media 216 300 72% 300 72%interventi 819 530 155% 2.600 32%destinatari 5.665 1.550 365% 7.800 73%monteore 4.792.600 1.550.000 309% 7.800.000 61%durata media 846 1.000 85% 1.000 85%

interventi 70 70 100%destinatari 4779 1.400 341%Azioni di counselling 8 7 114%Azioni di tutoraggio 9 8 113%Durata media 300 300 n.d.interventi 0 n.q. n.d.Soggetti attuatori 0 n.q. n.d.Durata media 0 n.q. n.d.

interventi 120 20 600% 120 100%destinatari 305 300 102% 1.800 17%monteore n.d. 700 n.d. 700 n.d.durata media n.d. 210.000 n.d. 1.260.000 n.d.interventi 3 10 30% 80 4%destinatari 18 80 23% 640 3%monteore n.d. 300 n.d. 300 n.d.durata media n.d. 2.400 n.d. 192.000 n.d.

Asse III 92,23% 29,55% 156,40%

Persone: alta formazione

Persone: formazione per occupati

Persone: incentivi alle imprese per l'occupazione

Persone: formazione continua

Persone: alta formazione

74,48%

Persone: formazione per occupati (o formazione continua)

0,00%

Efficacia finanziaria

III.1 106,85% 13,62% 70,43%

III.2 101,89% 8,29%

III.4 102,82% 45,52%

III.3 0,00% 0,00%

224,83%

Sistemi: sistemi di governo, monitoraggio e valutazione

Persone: alta formazione

Persone: formazione per occupati

Persone: alta formazione nell'ambito dei cicli universitari

Persone: alta formazione post ciclo universitario

Efficacia realizzativa

III.6 99,52% 4,05% 24,17%

III.5 43,14% 6,84% 36,30%

Persone: orientamento, consulenza e informazione

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Efficacia finanziaria L’Avviso 4391/01 ha attivato quattro delle sei misure previste dall’asse III - Sviluppo del capitale umano di eccellenza consentendo praticamente la saturazione della dotazione finanziaria delle misure stesse come risulta dal quadro finanziario. Per quel che riguarda le misure non rientranti nell’avviso 4391, la misura III.5 – Adeguamento del sistema della formazione professionale, dell’istruzione e dell’alta formazione mostra un livello di impegno contenuto nonostante l’abbassamento del costo complessivo a seguito della rimodulazione finanziaria dell’Asse III che ha assegnato ulteriori 92 Meuro alla formazione universitaria. La misura III.1 –Miglioramento delle risorse umane nel settore della R&ST rappresenta un caso particolare in quanto al suo interno è ricompresa anche la parte di formazione dei progetti di ricerca cofinanziati dal bando sui settori strategici e di alcuni progetti sportello a valere sulla legge 488/92. I progetti collegati alla ricerca industriale pesano per oltre il 70% sul totale degli impegni e della spesa della misura. L’asse III, nel suo complesso, mostra la migliore performance di spesa dell’intero programma. Se si guarda alla composizione della spesa è evidente che il tiraggio finanziario dell’asse, secondo i dati disponibili, è assicurato esclusivamente dalla misura III.4 – Formazione superiore e universitaria e quindi dalle azioni attivate da soggetti universitari, per le quali sia l’amministrazione che i soggetti proponenti hanno acquisito e affinato esperienza nell’attivazione e gestione degli interventi. In particolare il tiraggio finanziario è assicurato dall’ammissione a cofinanziamento di cicli di diplomi universitari e borse di dottorato. Efficacia di realizzazione La saturazione della capacità di impegno delle misure attivate (tranne la III. 5 - Adeguamento del sistema della formazione professionale, dell’istruzione e dell’alta formazione) non corrisponde all’avvio di tutte le tipologie di azioni previste; su 19 azioni ricomprese nell’asse, sei non sono ancora state avviate. Grafico 13

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

0,00

25,00

50,00

75,00

100,00

125,00

150,00

175,00

200,00

225,00

Meu

ro

III.1 III.2 III.3 III .4 III.5 III.6 Asse III

Confronto spesa prevista ed effettiva al 30 giugno 2003

Spesa prevista Spesa effettiva

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Tab. 24: Schema azioni attivate dell’asse III al 30 giugno 2003.

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. In particolare, nel caso della misura III.1 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della R&ST si evidenzia la difficoltà a realizzare una politica che spinga i ricercatori verso il mondo imprenditoriale. All’interno della misura non sono infatti decollate le importanti azioni, seppure di limitato peso finanziario, relative al distacco di personale di ricerca nelle imprese e all’assunzione diretta di ricercatori. Anche nel caso della formazione universitaria (misura III.4 – Formazione superiore e universitaria) non sono ancora stati attivati gli interventi per il sostegno dell’attività di ricerca dei giovani ricercatori. Anche l’azione b) progetto sperimentale per l’autovalutazione degli Atenei della misura III.5 e la misura III.3 “Formazione continua a favore di funzionari e dirigenti delle PA del Mezzogiorno” non sono state attivate. Rispetto alla prima, l’AdG ha manifestato l’intenzione di togliere autonomia all’azione e farla confluire nei progetti di orientamento; al loro interno è stata, infatti, sviluppata una sezione dedicata all’autovalutazione, che per la vastità e la completezza dei contenuti costituisce una linea di intervento a se stante. Il valutatore ritiene importante che l’autovalutazione degli Atenei avvenga rapidamente e con metodologie appropriate che ne garantiscano standards e indipendenza, al fine di dotare tali istituzioni e lo stesso MIUR di informazioni precise sulle performance, con particolare riferimento ai fondi spesi per le attività di R&ST. Per quanto concerne la misura III.3, il carattere sperimentale dell’intervento necessita di un’attenta progettazione dei contenuti e definizione delle procedure di attuazione, oltre che di un raccordo con le Regioni per la concertazione degli indirizzi formativi. Potrebbe risultare utile finalizzare la formazione per i funzionari della PA delle regioni meridionali anche al trasferimento del know-how accumulato a livello centrale dall’Autorità di Gestione, ad esempio nella predisposizione di bandi e nelle procedure di selezione.

Attivata Non attivataIII.1

Formazione di personale impiegato nei progetti di ricerca di interesse industriale

Riqualificazione del personale di ricerca nei centri di interesse industriale

Formazione del personale di ricerca per i settori strategici

Distacco di personale di ricerca da enti pubblici e università a PMI

Assunzione diretta di ricercatori

Spin-off di imprese da centri di ricercaIII.2

Formazione continua di imprenditori e manager di PMIFormazione di personale impiegato e/o da impiegare nell'ambito dei servizi per la promozione dell'innovazione e dello sviluppo tecnologicoFormazione del personale impiegato e/o da impiegare nel settore finanziario per la valutazione di iniziative innovative

III.3Formazione di alte professionalità per adeguare le competenze della PA in materia di R&S e relativa valorizzazione

III.4

Percorsi formativi di I e II livello universitario

Dottorati di ricerca

Master

Assegni di ricerca e borse di studio per dottori di ricerca e giovani ricercatori

Formazione di personale nei centri di eccellenza

III.5

Servizi di accoglienza e orientamento nelle università

Progetto sperimentale per l'autovalutazione negli atenei

III.6Promozione e sostegno dell'occupabilità femminile nel settore R&S, della tecnologia e dell'innovazionePromozione e sostegno dell'occupabilità tramite valorizzazione di percorsi formativi deboli

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Per quanto concerne gli interventi partiti, si rileva in generale un ottimo valore degli indicatori di realizzazione, in particolare relativi al numero di interventi avviati e ai destinatari coinvolti, rispetto ai corrispondenti valori obiettivo al giugno 2003. Ma per alcuni interventi si evidenziano delle situazioni particolari: − Misure III.1 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della R&ST e III.2 –Formazione di alte professionalità

per lo sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI: dato che tali misure hanno già saturato la propria capacità di impegno, è sembrato opportuno confrontare i valori effettivi degli indicatori di efficacia con quelli previsti al 2008; da tale confronto si evince come il parco progetti non ha le caratteristiche previste al 2008, per lo meno in termini di interventi avviati e destinatari coinvolti che presentano valori inferiori alle previsioni. Le motivazioni di tale discrepanza, probabilmente frutto di un cambiamento nell’implementazione, saranno indagate in fase successiva.

− Misura III.4 – Formazione superiore e universitaria: sebbene si riproponga la situazione evidenziata per le misure III.1 e III.2, fa eccezione il numero di destinatari dell’alta formazione nell’ambito dei cicli universitari che risulta di gran lunga superiore anche al valore al 2008 (l’indicatore di efficacia di realizzazione al 2008 è pari al 184%). Anche in questo caso saranno indagate le cause di tale dato in futuro.

− Misura III.6 – Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro: anche in questo caso la capacità di impegno è stata saturata, ma a ciò corrisponde l’attivazione prevalente di interventi di alta formazione a scapito della formazione per occupati; la circostanza che gli interventi di alta formazione, già in numero pari al valore previsto per il 2008, coinvolgano un numero di destinatari inferiore al previsto, al momento non deve preoccupare in quanto i dati disponibili al riguardo sono ancora molto parziali.

Ad ogni modo, tutte le azioni attivate dall’Avviso 439133 presentano valori di realizzazione più alti del valore obiettivo previsto dal CdP per il giugno 2003, ad eccezione del numero di destinatari coinvolti nella misura dedicata alla promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro che si attesta comunque su valori prossimi all’85% del valore atteso. −−−− Efficacia strategica L’asse si compone di misure e azioni di differente valenza strategica così suddivise:

- Formazione per le imprese e/o diretta alla produzione (misure III.1 e III.2); - Appoggio al sistema universitario per maggiore valenza tecnico-scientifica (misure III.4 e III.5); - Formazione specifica per la PA e sostegno all’occupabilità femminile (misure III.3 e III.6).

In sintesi gli interventi previsti dall’asse III possono essere suddivisi in due macrocategorie nelle quali ricomprendere da un lato tutti i percorsi formativi finalizzati all’impiego diretto nell’ambito dei progetti di ricerca industriale e dei servizi alle imprese, dall’altro la formazione universitaria che potenzia l’offerta formativa delle università localizzate in obiettivo 1. Il concetto fondante alla base di questo asse è che le competenze umane, le capacità tecnologiche e quelle organizzative, costituiscono fattori strategici di natura intangibile dello sviluppo. Tale asse si caratterizza, infatti, per l’ampiezza degli obiettivi intermedi di policy che definiscono l’obiettivo strategico. Le analisi condotte – esplicate nei paragrafi che seguono – evidenziano che nel complesso l’asse raggiunge le finalità strategiche attraverso le misure attivate: − In primo luogo il coinvolgimento rilevante delle imprese e, comunque, del settore produttivo e dei centri per la

ricerca e il trasferimento nella definizione dei progetti e delle loro finalità. − In secondo luogo, l’accesso ai corsi di personale inoccupato o occupato con elevato titolo di studio è un altro

fattore di efficacia, poiché eleva il livello formativo delle risorse umane per il sistema produttivo delle PMI che in genere non occupano laureati né diplomati.

− In terzo luogo il finanziamento del sistema universitario importante, ma molto ridimensionato rispetto al POM

94/99, in direzione di un maggior peso delle discipline tecniche scientifiche, è un fattore positivo di efficienza, anche per un buon bilanciamento delle discipline sostenute. In questo ambito troviamo invece poco rilevante l’aver

33 Ovvero le azioni a, b, c e f della misura III.1, le azioni a, b e c della misura III.2, l’azione c della misura III.4 e le azioni a e b della misura III.6.

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mantenuto le discipline paramediche e i dottorati in medicina-chirurgia, che non sembrano direttamente contribuire alla crescita del sistema produttivo e industriale del Mezzogiorno.

− Si raccomanda l’attivazione delle azioni previste a sostegno dell’inserimento dei ricercatori nelle imprese e del

distacco temporaneo degli stessi dagli organismi di ricerca ai fini di promuovere lo scambio e l’avvicinamento tra sistema imprenditoriale e enti di ricerca. Si ritiene comunque importante il cofinanziamento degli assegni di ricerca in quanto modalità per consentire ai giovani ricercatori di continuare nell’attività di ricerca a conclusione del proprio ciclo formativo (solitamente dopo il conseguimento del dottorato).

− Le modalità di invito alla presentazione di proposte per il cofinanziamento delle borse di dottorato di ricerca34

sono valutate positivamente in quanto spingono gli Atenei verso la progettazione di percorsi formativi e di ricerca rispondenti alle esigenze del territorio (con particolare attenzione al sistema produttivo) e in sinergia con l’articolato strategico del programma e le relative priorità individuate.

Sotto il profilo quantitativo, i risultati in termini di numero di soggetti coinvolti e operazioni, appaiono in generale soddisfacenti e in alcuni casi superiori al target previsto. Successivi approfondimenti di caso permetteranno di verificare la bontà dei progetti ammessi a cofinanziamento in termini di qualità.

34 MIUR “Invito alla presentazione di proposte di cofinanziamenri relative ai Dottorati di ricerca”, agosto 2002.

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−−−−Analisi non territoriale. L’obiettivo della misura III.1 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della R&ST è la formazione di una forza lavoro qualificata, competente e adattabile. La misura tende a sviluppare le competenze e il potenziale umano nei settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico, ad agevolare il trasferimento delle conoscenze dal sistema scientifico a quello produttivo, e a promuovere lo sviluppo di una cultura imprenditoriale nel personale di ricerca delle università. Tab. 25: Misura III.1: Avanzamento finanziario per azione al 30 giugno 2003

Azione/ misura Descrizione Progetti Impegno

Quota impegno su

totale misura

Spesa

Quota spesa su

totale misura

az III.1.a Formazione di personale impiegato nei progetti di ricerca35 56 26.569.565,03 28,07% 2.738.578,38 22,71%

az III.1.b Riqualificazione del personale di ricerca36 5 2.300.831,62 2,43% 1.302.255,90 10,80%

az III.1.c Formazione del personale di ricerca per i settori strategici37 90 65.448.413,46 69,15% 8.019.472,90 66,49%

az III.1.f Spin-off di imprese 1 325.614,09 0,34% 0,00 misura III.1 152 94.644.424,20 12.060.307,18

Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. − Se si considera l’incidenza finanziaria delle diverse tipologie di intervento si nota come la quota maggiore di

interventi si riferisce alla formazione collegata ai progetti di ricerca nei settori strategici (finanziati dal bando sulla misura I.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno) seguita dagli interventi di formazione per disoccupati/inoccupati comunque finalizzati all’impiego in progetti di ricerca.

− L’incidenza risulta più limitata per gli interventi collegati all’azione b) finalizzata alla riqualificazione di

personale impiegato nei centri di interesse industriale. Si tratta di istituti di ricerca in corso di riconversione38. Riguardo alla distribuzione dei progetti per area formativa, per tipologia di proponente e alle caratteristiche dei formandi, con riferimento al livello di istruzione e alla condizione nel mercato del lavoro, emerge che: − Per gli interventi dell’azione a – Formazione di personale impiegato nei progetti di ricerca cofinanziati

sull’avviso 4391, l’analisi delle aree formative degli interventi evidenzia una concentrazione dei progetti nelle aree relative a industria alimentare, ecologia e informatica in linea con i settori maggiormente interessati dai progetti di ricerca finanziati dallo sportello 488 (tabella 25). Tra i proponenti spiccano le università e le associazioni di categoria (tabella 26).

35 Risultano 41 progetti finanziati con l’avviso 4391/01 e 15 progetti collegati ai progetti di ricerca della misura 1.1 – Progetti di ricerca di interesse industriale. 36 Finanziati con l’avviso 4391/01. 37 Risultano 5 progetti finanziati con l’avviso 4391/01 e 85 progetti collegati ai progetti di ricerca nei settori strategici ex misura 1.3 – R&ST nei settori strategici per il Mezzogiorno. 38 Da intervista ai responsabili di misura

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Tab. 26: Misura III.1 – Numero di progetti per area formativa Area Formativa Azione a) Azione b) Azione c)

BB CC 2 0 0 Chimica 0 0 1 Eco ambiente 8 1 0 Edilizia 1 0 0 Elettricità 1 0 0 Ind. alimentare 10 1 0 Informatica 4 1 2 Lavori d'ufficio 0 0 1 Legno 1 0 0 Meccanica 2 0 0 Nessun settore 9 2 1 Trasporti 1 0 0 Turismo 1 0 0 Varie 1 0 0 Totale 41 5 5 Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Tab. 27: Misura III.1 – Numero di progetti per tipologia di proponente

Proponente Azione a) Azione b) Azione c) Università 15 1 2 Centri di ricerca 4 3 2 Enti pubblici di ricerca 4 0 1 Enti pubblici 4 0 0 Associazioni di categoria 7 0 0 Imprese 4 1 0 Centri di formazione 1 0 0 Centri servizi 2 0 0 Totale 41 5 5 Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio − Più del 60% dei destinatari (sui quali disponiamo di dati) sono in cerca di prima occupazione e quasi il 90% in

possesso di un titolo di studio universitario. Oltre alla riqualificazione del personale nei centri di interesse industriale (azione b), anche l’azione c per la formazione nei settori strategici coinvolge personale dipendente con una piccola quota di lavoratori autonomi e destinatari con titoli di studio inferiori al livello universitario.

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Grafico 14: Azione a) Formazione di personale impiegato nei progetti di ricerca - Destinatari per istruzione e condizione sul mercato del lavoro

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Grafico 15: Azione b) Riqualificazione del personale di ricerca - Destinatari per istruzione e condizione sul mercato del lavoro

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

Tutti i destinatari (96) per cui sono disponibili informazioni relative alla condizione sul mercato del lavoro risultano occupati alle dipendenze.

Destinatari per titolo di studio (% )

3%

95%

2%

Dip Post-Laurea Laurea Master Post-Laurea

Destinatari per condizione nel mdl

381

2 2 639

Inoccupati Disoccupati Lav autonomo Occ alle dipendenze Altro

Destinatari per titolo di studio (% )

34%

9%

55%

2%

Dip di maturità e scuola superiore Dip di qualificaLaurea Licenza media/biennio superiore

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Grafico 16: Azione c)Formazione del personale di ricerca per i settori strategici- Destinatari per istruzione e condizione sul mercato del lavoro

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio In generale, emergono alcuni aspetti interessanti riguardo alla tipologia di soggetti formati: in totale sono coinvolte oltre 550 unità con elevato titolo di studio. L’altro aspetto è che le azioni b e c riguardano in prevalenza destinatari occupati e laureati, mentre l’azione a disoccupati e inoccupati. A valere sulla misura III.1 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della R&ST - risultano anche 4 progetti di formazione attinenti ai progetti di ricerca sulla legge 488/92 per un impegno pari a oltre 2 milioni di euro; 85 progetti di formazione collegata ai progetti di ricerca nei settori strategici della misura 3.1 ex DD 1073/2001, per un importo di oltre 63 milioni di euro; 11 progetti di ricerca e formazione39 ex DD 888/2003 attraverso il quale sono state attivate risorse per più di 3,5 milioni di euro. Per quanto concerne la misura III. 2 – Formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese, con priorità alle PMI, i progetti si concentrano sulle prime due azioni - formazione continua per manager e imprenditori delle PMI e per personale da impiegare nell’ambito dei servizi per l’innovazione – che attivano 56 progetti su 63. Tab. 28: Misura III.2: Avanzamento finanziario per azione al 30 giugno 2003

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio.

39 Ai sensi degli artt. 5, 6, 8 e 9 del D.M. 593/2000.

Azioni/misure Descrizione Progetti Impegno Quota impegno

su totale di misura

Spesa Quota spesa su totale di

misura

az III.2.a Formazione continua di imprenditori e manager di PMI (Avviso 4391/01) 22 9.086.720,18 31,78% 528.469,56 39,52%

az III.2.b

Formazione di personale impiegato e/o da impiegare nell’ ambito dei servizi ‘per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico (Avviso 4391/01)

34 15.061.186,57 52,68% 605.451,11 45,28%

az III.2.c Formazione del personale impiegato e/o da impiegare nels ettore finanziario per la valutazione di iniziative innovative (Avviso 4391/01)

7 4.443.388,29 15,54% 203.268,82 15,20%

misura III.2 63 28.591.295,04 1.337.189,49

Destinatari per titolo di studio (% )

23%

2%

7%

66%

2%

Dip maturità/scuola superiore Dip di qualifica

Dip Post-Laurea Laurea

Licenza media o biennio superiore

Destinatari per condiz ione ne l mdl

5

91

Lavoratore autonomo Occ alle dipendenze

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Tab. 29: Misura III.2 – Numero di progetti per area formativa Area formativa Azione a) Azione b) Azione c)

Attività promozionali 0 1 0 Beni culturali 0 1 0 Chimica 1 0 0 Credito e assicurazioni 0 0 4 Distribuzione commerciale 1 2 0 Ecologia e ambiente 1 0 0 Edilizia 0 1 0 Elettricità elettronica 2 1 0 Industria abbigliamento 0 1 0 Industria alimentare 5 8 0 Industrie alberghiera 0 1 0 Informatica 1 4 2 Lavori d'ufficio 3 4 0 Minerali non metalliferi 0 1 0 Nessun settore 6 7 1 Trasporti 1 2 0 Varie 1 0 0 Totale 22 34 7 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio. − L’azione c) - Formazione di personale impiegato/da impiegare nell’ambito del settore finanziario per la

valutazione delle iniziative innovative è quella meno rilevante come peso finanziario forse in considerazione della relativa novità delle figure professionali da formare. Essa tuttavia affronta una carenza grave del settore finanziario specializzato, che non è in grado di svolgere una attività di “valutazione” dei progetti a più alto rischio, come quelli hightech o che includono importanti attività di R&ST, i cui esiti quindi dipendono dai risultati di quest’ultima. Sono progetti che vanno quindi sottoposti a “valutazioni” specialistiche e prospettiche rispetto alle tendenze di sviluppo delle aree tecnologiche e delle loro applicazioni. Questa azione è quindi di valore strategico per il parallelo sviluppo del capitale di rischio nel settore dell’ high tech.

− L’analisi della tipologia dei soggetti proponenti evidenzia una predominanza delle imprese, seguite dai soggetti

istituzionalmente deputati alla formazione, ovvero università e centri di formazione, in particolare per l’azione b – Formazione di personale impiegato/da impiegare nell’ambito dei servizi per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico.

Tab. 30: Misura III.2 – Numero di progetti per tipologia di proponente

Proponente Azione a) Azione b) Azione c)

Università 2 5 1

Centri di ricerca 1 0 0

Enti pubblici di ricerca 0 3 0

Enti pubblici 1 0 0

Associazioni di categoria 3 3 0

Imprese 12 15 0

Centri di formazione 2 7 1

Centri servizi 1 0 0

Istituti di credito 0 0 1

Totale 22 33 3 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

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− In base ai dati disponibili, nel caso dell’azione a – Formazione continua di imprenditori e manager di PMI il livello di studio dei destinatari si distribuisce equamente tra formazione superiore e formazione universitaria o post universitaria; inoltre risultano essere per la maggior parte occupati, sia autonomi che dipendenti. I destinatari delle altre due azioni sono invece per la maggioranza laureati, ma nel caso dell’azione b – Formazione di personale impiegato/da impiegare nell’ambito dei servizi per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico risultano occupati alle dipendenze e in percentuale minore inoccupati; nel caso dell’azione c - Formazione di personale impiegato/da impiegare nell’ambito del settore finanziario per la valutazione delle iniziative innovative risultano tutti disoccupati con laurea.

Grafico 17: Azione a) Formazione continua di imprenditori e manager di PMI - Destinatari per istruzione e condizione sul mercato del lavoro

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio La formazione di imprenditori e manager vede una prevalenza di diplomi rispetto alla laurea. Vi è un’equa ripartizione tra occupati, non occupati e imprenditori. Grafico 18: Azione b) Formazione di personale impiegato/da impiegare nell’ambito dei servizi per la promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico - Destinatari per istruzione e condizione sul mercato del lavoro Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

Destinatari per condizione nel mdl

1

304

80

1

3

64

1

Co.Co.Co Imprenditore Inoccupati

Disoccupati Lavoratore autonomo Occ alle dipendenze

Occ contratti a causa mista Altro

Destinatari per titolo di studio (% )

44%

13%

34%

9%

Dip di maturità e scuola superiore Dip di qualificaLaurea Licenza media o biennio superiore

Destinatari per condizione nel mdl

4

26125

7

128

8

Co.Co.Co Imprenditore Inoccupato

Disoccupato Lavoratore autonomo Occ alle dipendenze

Destinatari per titolo di studio (% )

14%

2%

2%

81%

1%

Dip di maturità e scuola superiore Dip di qualificaDip universitario o Laurea di base Laurea

Master Post-Laurea di base

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Grafico 19: Azione c) Formazione di personale impiegato/da impiegare nell’ambito del settore finanziario per la valutazione delle iniziative innovative - Destinatari per istruzione e condizione sul mercato del lavoro Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

La misura III. 4 – Formazione superiore e universitaria ha attivato tre delle cinque linee di intervento previste, che vedono una distribuzione dei progetti e delle risorse come presentato nel prospetto che segue, dal quale si evidenzia come la maggior parte dei fondi sia confluita verso le borse di dottorato di ricerca. Tab. 31: Misura III.4: Avanzamento finanziario per azione al 30 giugno 2003

Azioni/misure Descrizione Progetti Impegno

Quota impegno su

totale di misura

Spesa Quota spesa su totale di

misura

az III.4.a Percorsi universitari 154 87.458.651,50 21,58% 26.572.024,63 18,94% az III.4.b Dottorati 337 190.002.095,41 46,87% 109.532.985,39 78,07% az III.4.c Master (Avviso 4391/01) 176 127.895.203,49 31,55% 4.202.326,85 3,00%

misura III.4 667 405.355.950,40 140.307.336,87 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Con riferimento ai percorsi formativi di primo livello (azione III.4.a) vengono ricompresi sia i cicli di DU ancora attivi che i corsi di “laurea breve” attivati nel quadro della riforma del sistema universitario. I percorsi cofinanziati sono 154 comprendenti 288 cicli. − L’analisi evidenzia una netta predominanza dei percorsi dell’area medica che rappresentano quasi il 40% del totale.

Si tratta di figure professionali di tipo paramedico altamente specializzate per le quali esiste una forte domanda nel mercato del lavoro sia nazionale che circoscritto alle aree obiettivo 1. A seguire i percorsi di matrice ingegneristica,che assieme agli interventi in area scientifica raggiungono circa il 30% del totale complessivo ammesso a cofinanziamento.

Grafico 20

13

18

1

32

60

12 12

6

0

10

20

30

40

50

60

AGRARIA ECONOMIA GIURIDICA INGEGNERIA MEDICA P OLITICOS OCIALE

S CIENTIFICAUMANIS TICA

Ar e a d i s c i p l i n a r e

Percorsi universitari di I l ive llo: numero di interventi per area disciplinare

Destinatari per titolo di studio (%)

2%

94%

4%

Dip Post-Laurea Laurea Master Post-Laurea

Destinatari per condizione nel mdl

50

7

Inoccupato Disoccupato

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Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

− La maggior parte degli allievi sono inoccupati da meno di sei mesi. La quota rilevante di lavoratori autonomi si riferisce per più del 50% agli allievi dei percorsi “medici” seguiti da quelli ingegneristici a conferma di quanto affermato rispetto alla forte richiesta sul mercato di tali figure professionali.

Grafico 21

Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Per l’analisi degli allievi dal punto di vista del genere si rimanda al relativo approfondimento tematico40.

− Hanno beneficiato del cofinanziamento 16 dei 21 Atenei presenti nelle regioni obiettivo 1 con una naturale

concentrazione degli interventi nelle regioni più grandi dove sono localizzati il maggior numero di università alcune delle quali di rilevante dimensione. Dal punto di vista degli impegni spicca l’Università degli studi di Bari con circa 20,5 MEuro seguita dall’Università di Catania e dalla Federico II che impegnano singolarmente circa oltre 10 MEuro.

Il programma finanzia 337 dottorati di ricerca (azione III.4 -b) che si concentrano anche in questo caso nel gruppo medicina e chirurgia seguiti dall’area scientifica e ingegneristica, che nel complesso risultano dominanti. Grafico 22 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio 40 Cfr. Capitolo 6, Approfondimento tematico - “Le pari opportunità nel Programma”.

Percorsi universitari di I l ivello: Distribuzione destinatari per condizione sul mercato de l lavoro

81%

2%

17%In ce rca di primao ccupazio ne da meno di 6mes iOccupato a lle dipendenze

Lavo rato re auto no mo

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− I dottorandi sono 3.884 per la stragrande maggioranza inoccupati da meno di sei mesi.

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Grafico 23

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio − Riguardo ai dottorati in medicina e chirurgia, si ritiene che siano eccessivi e che dovrebbero selezionarsi i

percorsi dedicati alla ricerca medica/biologica e non quelli applicati con presumibile destinazione professionale. L’avviso 4391 finanzia l’offerta di percorsi post-laurea professionalizzanti (master) nell’ambito dell’azione III.4.c della misura III.4. Sono stati ammessi a cofinanziamento 176 progetti per un impegno pari a circa 128.000 Meuro. − E’ evidente la finalizzazione dell’intervento verso percorsi afferenti discipline tecnico-scientifiche, in particolare

rilevano i master relativi all’area ingegneria che rappresentano ben il 30% dei percorsi finanziati. Grafico 24

Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

9

5

3

7 7

3

18

2628

64 4

41

9

6

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Nessunsettore

Area formativa MIUR

Az III.4.c - Master (avv 4391): interventi per area formativa MIUR Aree formative: 1. Scienze matematiche e informatiche; 2. Scienze fisiche; 3. Scienze chimiche; 4. Scienze della terra; 5. Scienze biologiche; 6. Scienze mediche; 7. Scienze agrarie e veterinarie; 8. Ingegneria civile e Architettura; 9. Ingegneria industriale e dell’informazione; 10. Scienze dell’antichità, filologiche - letterarie e storico - artistiche; 11. Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche; 12. Scienze giuridiche; 13. Scienze economiche e statistiche; 14. Scienze politiche e sociali.

Dottorati: Distribuzione dottorandi per condizione sul mercato del lavoro

95%

5%

In cerca di primaoccupazione da meno di6 mesiOccupato alle dipendenze

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Tab. 32: Misura III.4: Distribuzione dei progetti per proponente e area formativa Tipologia Proponente Totale complessivo Associazione di categorie 3 Centri di formazione 27 Centri di ricerca 11 Centri di servizi di innovazione e trasferimento tecnologico 5 Centri di servizi finanziari 2 Consorzi interuniversitari 3 Consorzi Universitari 3 Enti pubblici 23 Imprese 16 Istituti di credito 1 Università 82 Totale complessivo 176 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio - Si rileva la positiva presenza di imprese e di enti di ricerca pubblici e privati tra i proponenti dei master. Complessivamente con la misura III. 5 – Adeguamento del sistema della formazione professionale, dell’istruzione e dell’alta formazione sono stati attivati 20 progetti sull’azione a – Servizi di accoglienza e orientamento nelle università che hanno assorbito circa 35 Meuro di risorse per un investimento medio di 1,9 Meuro. − La composizione dei destinatari degli interventi di orientamento per classi di età, titolo di studio e condizione nel

mercato del lavoro41 evidenzia come l’attività di orientamento accompagni gli studenti prima, durante e dopo l’esperienza universitaria e coinvolga, a vario titolo, anche adulti per la realizzazione dei servizi di accoglienza e orientamento. In particolare le iniziative si sono concentrate sull’orientamento in entrata considerando la quota consistente di destinatari dai 15 ai 19 anni (54% del totale)42

41 Per i progetti dell’Università di Sassari manca il dato relativo alla distribuzione per classi di età e condizione nel mercato del lavoro. 42 Si consiglia, per le rilevazioni successive dei dati di avanzamento dei progetti, di distinguere il dato relativo ai fruitori delle iniziative da quello degli operatori che erogano i servizi.

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Grafico 25 Grafico 26 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio La misura III.6 - Promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro tenta di intervenire per attenuare la sottorappresentazione delle donne nei diversi settori della scienza e della tecnologia. Le linee di intervento di questa misura si sviluppano intorno a due direttrici principali, da un lato azioni volte a promuovere e sostenere l’occupabilità femminile nel settore della ricerca e sviluppo, della tecnologia e dell’innovazione, e dall’altro azioni finalizzate a valorizzare e riqualificare percorsi formativi “deboli” caratterizzati da una forte presenza femminile. Tab. 33: Misura III.6: Avanzamento finanziario per azione al 30 giugno 2003

Azioni/ misure Note Progetti Impegno Quota impegno su totale misura Spesa Quota spesa su

totale misura

az III.6.a Sostegno dell’occupabilità femminile in RST 28 14.613.073,21 21,89% 340.651,26 28,05%

az III.6.b Valorizzazione di percorsi formativi deboli 95 52.139.871,89 78,11% 873.693,82 71,95%

misura III.6 123 66.752.945,10 1.214.345,08 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio − Dei progetti ammessi a cofinanziamento quasi l’80% sono riguardano la seconda azione b) valorizzazione e

riqualificazione di percorsi formativi deboli. Complessivamente i progetti finanziati in questa azione sono 95, dei quali 35 in Campania e 22 in Puglia.

− Per quanto concerne l’area formativa degli interventi, si evidenzia una forte concentrazione dei progetti sulle aree

“Informatica”, “Beni culturali”, “Industria alimentare” e “Ecologia e ambiente” e “Turismo”.

Serviz i di accoglienza ed orientamento nel le università: Distribuzione destinatari per condiz ione sul mercato de l lavoro

0% 13%

2%

10%

15%

0%

60%

0%

Co.Co.Co Disoccupati Inoccupati Lavoratore autonomo Occ alle dipendenze Occ contratti a causa mistaStudente Altro

Serviz i di accoglienza ed orientamento ne lle università: Distribuzione destinatari per titolo di studio

29%

1%

40%

11%

18%1%

Licenza media o biennio superiore Dip Qualifica

Dipl Maturità e scuola superiore Dip Universitario o Laurea di base

Laurea Dip Post-Laurea

Servizi di accoglienza e orientamento nelle università: Distribuzione destinatari per classi di età

54%

6%

16%

6%

7%

4%7%

15-19 anni 20-24 anni 25-29 anni 30-34 anni

35-44 anni 45-49 anni 50 e oltre

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− L’analisi della tipologia dei soggetti proponenti evidenzia una lieve predominanza dei soggetti istituzionalmente deputati alla formazione, ovvero università e centri di formazione, subito seguiti dalle imprese e dai centri di ricerca.

− La gran parte delle destinatarie degli interventi risultano possedere almeno la laurea e sul mercato del lavoro

risultano per la maggior parte inoccupate o disoccupate.

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Grafico 27: Azione a) – Destinatarie per istruzione e condizione sul mercato del lavoro

Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Grafico 28: Azione b) - Destinatarie per istruzione e condizione sul mercato del lavoro

Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

Destinatari per titolo di studio (% )

7%2%

3%

88%

Dip di maturità e scuola superiore Dip Post-Laurea

Dip universitario o Laurea di base Laurea

Destinatari per condizione sul mdl

6

59

104

12

22

Co.Co.Co Disoccupati Inoccupati Occ alle dipendenze Altro

Destinatari per titolo di studio (% )

4% 2%

92%

2%

Dip Post-Laurea Dip universitario o Laurea di base

Laurea Master Post-Laurea di base

Destinatari per condizione sul mdl

296

2

475

3 15

1 5

1

Co.Co.Co Imprenditore DisoccupatiLavoratore autonomo altro Occ contratti a causa mistaInoccupati Occ alle dipendenze

Destinatari per titolo di studio (% )

7%2%

3%

88%

Dip di maturità e scuola superiore Dip Post-Laurea

Dip universitario o Laurea di base Laurea

Destinatari per condizione sul mdl

6

59

104

12

22

Co.Co.Co Disoccupati Inoccupati Occ alle dipendenze Altro

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−−−−Analisi territoriale. Per la totalità degli interventi della misura 3.1 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della R&ST, promossi dall’avviso 4391 la Campania, la Puglia e la Sicilia risultano le regioni con la maggiore concentrazione di progetti e di impegni. Grafico 29 Grafico 30

Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Per quanto concerne la misura 3.2 – Formazione di alte professionalità per lo sviluppo della competitività delle imprese con priorità alle PMI, la Puglia è la regione con il maggior numero di progetti presentati nelle prime due azioni. Per entrambe l’industria alimentare è il settore dove si è investito di più. L’informatica rappresenta una quota importante (circa il 14%) degli impegni per l’azione b). In generale, risultano Puglia e Campania le regioni con la maggiore concentrazione di progetti e di impegni. Grafico 31 Grafico 32 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio Per quanto concerne la misura 3.4 – Formazione superiore e universitaria, e nello specifico la localizzazione delle università proponenti percorsi formativi di I e II livello (azione 3.4.a – percorsi formativi di I e II livello), le regioni con la maggiore concentrazione risultano essere la Campania e la Sicilia, seguite dalla Puglia. La distribuzione territoriale degli impegni evidenzia una più forte concentrazione in Puglia (32%) e in secondo luogo in Campania (25%) e Sicilia (21%).

Distribuzione territoriale progetti

8%16%

26%22%

4%

24%

Basilicata

Calabria

Campania

Sicilia

Sardegna

Puglia

Distribuzione territoriale impegni

6% 13%

30%23%

1%

27%

Basilicata

Calabria

Campania

Sicilia

Sardegna

Puglia

Distribuzione territoriale progetti

8% 11%

27%37%

6%11%

BasilicataCalabriaCampaniaPugliaSardegnaSicilia

Distribuzione territoriale impegni

9% 10%

29%39%

3% 10%BasilicataCalabriaCampaniaPugliaSardegnaSicilia

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Tab. 34: Misura III.4 – Numero di progetti per regione del proponente

Regione N. progetti Quota sul totale Impegni Quota sul totale Basilicata 1 1% 156.486 0% Calabria 11 7% 6.568.131 8% Campania 43 28% 22.073.427 25% Puglia 36 23% 27.654.728 32% Sicilia 41 27% 18.635.560 21% Sardegna 22 14% 12.370.320 14% Totale 154 100% 87.458.652 100% Fonte: elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio L’analisi della distribuzione territoriale delle borse di dottorato (azione 3.4.b) finanziate e dei relativi impegni evidenzia una forte concentrazione in Sicilia (rispettivamente il 35% e il 40%), seguita da Campania e Puglia. La distribuzione territoriale dei progetti e degli impegni dei master universitari (azione 3.4.c) si evidenzia una loro forte concentrazione in Campania (con rispettivamente il 34% e il 36%), seguita dalla Sicilia e della Puglia. Per quanto riguarda la misura 3.5 – Adeguamento del sistema della formazione professionale, dell’istruzione e dell’alta formazione, la regione in cui sono stati presentati più progetti è la Campania, con un investimento medio pari a 1,4 MEuro. In Sardegna i due progetti finanziati hanno ricevuto 6,1 Meuro di risorse, generando l’impegno medio più alto pari a 3 MEuro circa. Relativamente alla misura 3.6 – Promozione della partecipazione femminile, se non si considera il Mezzogiorno come un’area omogenea ma come un insieme di realtà regionali abbastanza diversificate e con diversi livelli di sviluppo, si deve sottolineare come questi interventi rivolti alle donne trovino poco spazio proprio nelle regioni meridionali meno sviluppate, ovvero quelle che più sono afflitte dal problema. Calabria e Sardegna contano complessivamente 15 progetti finanziati su un totale di 123 e presentano anche i più bassi investimenti medi, rispettivamente 1 e 0,9 MEuro. Grafico 33 Grafico 34 Fonte: Elaborazioni Ismeri Europa su dati del monitoraggio

Distribuzione territoriale progetti

10% 7%

36%22%

5%20%

BasilicataCalabriaCampaniaPugliaSardegnaSicilia

Distribuzione territoriale impegni

11% 6%

37%20%

4%

22%BasilicataCalabriaCampaniaPugliaSardegnaSicilia

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4.4. CONCLUSIONI VALUTATIVE

4.4.1. Efficacia finanziaria. Il PON ha manifestato una rapida capacità di decollo delle misure che afferiscono agli interventi più “collaudati” nell’attività dell’AdG. A tali misure corrisponde la maggiore dotazione finanziaria all’interno del PON, per cui la capacità d’impegno complessiva, nonostante alcune tipologie di intervento non siano partite, risulta pari al 94% del costo totale di programma. La capacità di impegno risulta in media assai soddisfacente – con lacune misure in lieve overbooking – nonostante il ritardo dell’asse II (che registra comunque un livello di impegni pari a circa il 55% del costo previsto) dovuto alla mancata attivazione di alcune azioni. La capacità di spesa complessiva tuttavia si attesta al 19,32% del costo totale, e appare indietro rispetto ai lusinghieri risultati in termini di impegno, anche se comparata alle performance di altri programmi operativi del QCS appare un buon risultato. La maggior parte delle misure attivate ha speso poco rispetto agli impegni effettuati e la spesa effettiva risale per la maggior parte agli strumenti ereditati dalla passata programmazione e quindi ad alcune misure (III.1, e III.4) di natura “ordinaria” che assicurano un impegno e un tiraggio assai rilevanti. Si ricorda che, tuttavia, l’obsolescenza rapida dei progetti che includono ricerca precompetitiva crea una caduta di “rilevanza” o attualità dei progetti stessi, che possono in tutto o in parte perdere il loro valore economico di innovazione nelle tecnologie in questione. In sintesi dall’analisi dello stato di avanzamento finanziario si ricava un quadro positivo dell’andamento del programma in quasi tutte le sue componenti. Si raccomanda all’AdG di verificare i motivi dei lunghi tempi necessari a fare decollare la spesa presumibilmente dovuti alla durata del processo amministrativo, che pure abbiamo lodato sotto l’aspetto della qualità della gestione, correttezza e coerenza delle procedure, che passano dal bando, alla selezione e poi alla contrattualizzazione con i soggetti assegnatari. Vanno quindi verificati i tempi di tale processo per ridurli al minimo e individuare quei margini che è possibile guadagnare per rendere più efficace e efficiente l’intero processo, in modo da accelerare la spesa e evitare che nei primi due o tre anni di ciascun programma si registri un calo della stessa. Il valutatore è disponibile a contribuire a tale analisi.

4.4.2. Efficacia di realizzazione L’efficacia di realizzazione consiste nella capacità di attivare le linee di azione previste e attuare un numero realizzazioni,in termini di numero di interventi e soggetti coinvolti, congrue rispetto ai valori attesi definiti in sede di programmazione. Si è ritenuto opportuno verificare l’analisi sui dati di realizzazione relativi a tutti i progetti avviati, anche se non conclusi, anche in relazione al fatto che molte delle misure hanno praticamente saturato la dotazione finanziaria prevista. I risultati sull’efficacia di realizzazione, strettamente correlati a quelli sull’efficacia finanziaria, sono globalmente positivi in alcuni casi, anche scontando uno scostamento futuro con i dati finali di realizzazione, essi risultano altamente soddisfacenti. Per talune tipologie di intervento si riscontrano valori più elevati rispetto al programmato dovuti ad un’eccessiva prudenza in fase di programmazione, oppure ad una non perfetta analisi previsionale, in termini di risultati attesi. − Riteniamo auspicabile una revisione dei valori target di realizzazione, almeno per le azioni non ancora attivate, in

modo da rendere più efficace tale verifica da parte del valutatore, che ha poco senso se questi valori sono largamente sottodimensionati o se non corrispondono più alle scelte strategiche dell’AdG.

− Rispetto alla mancata attivazione o al lento decollo di alcune azioni anche se di limitata portata finanziaria si

rimarca la portata strategica delle stesse, in taluni casi propedeutica al successo di altre azioni del programma.

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La valutazione dell’effetto sull’efficacia della mancata realizzazione di alcune misure e azioni importanti è stata collocata nel paragrafo seguente, per analizzarne anche gli eventuali effetti sulla strategia.

4.4.3. Efficacia strategica. L’efficacia strategica indica la capacità di incidere da parte del programma sui fattori di ritardo strutturale del sistema delle imprese delle Regioni obiettivo1 e quindi indica, se quanto finanziato e realizzato sortisca gli effetti voluti sulla struttura e se quanto non è stato ancora fatto incide sulla strategia. Nell’analisi sulla strategia il valutatore ha indicato alcuni dei fattori di successo del programma che qualificano e specificano gli obiettivi generali e specifici del PON, concentrandosi sui seguenti punti: riuscire a coinvolgere le PMI, e soprattutto le piccole, a investire nell’innovazione come fattore cruciale di sviluppo dell’impresa; riuscire a far dialogare e collaborare l’impresa con il mondo della ricerca, sia esso universitario che non, all’interno di progetti comuni; riuscire ad attirare investimenti high-tech oppure a forte innovazione dall’esterno delle regioni obiettivo 1; dare la possibilità alle PMI di acquisire i servizi dei centri di innovazione settoriali più qualificati anche all’esterno dell’area.

Rispetto a questo quadro di obiettivi specifici che sintetizzano e mettono a sistema il quadro degli obiettivi di ciascuna azione e misura del PON le analisi valutative fin qui condotte permettono di tratte alcune, parziali, conclusioni: Il primo obiettivo, ovvero coinvolgere la piccola impresa a richiedere e utilizzare gli aiuti per gli investimenti in RST, è in via di conseguimento. Il programma si muove evidentemente all’interno di una dimensione limitata rispetto all’universo delle migliaia di PMI ma il coinvolgimento (al giugno 2003) di quasi 600 imprese in processi di RST per oltre 1.000 MEuro di investimenti è indubbiamente un buon risultato. Il tutto è stato possibile grazie al mix di tre differenti strumenti che hanno articolato e reso più ricco il ventaglio di opzioni per le imprese: il sostegno a progetti autonomi di ricerca, le commesse di ricerca affidate all’esterno (a centri di ricerca e/o università), i progetti di ricerca nell’ambito dei settori strategici (agroalimentare, beni culturali, trasporti e informatica). Si ravvisa in particolar modo l’efficace complementarietà di uno strumento “sportello” senza priorità settoriali e di uno focalizzato su alcune priorità settoriali. Il successo è dovuto sostanzialmente a due fattori: la funzionalità del regime di aiuto per la ricerca industriale disciplinato dal Dlgs. 297/99, il fatto che gli imprenditori più accorti delle Regioni hanno compreso che senza innovazione sono chiusi sul mercato non avendo più a disposizione quelle soluzioni, sia pure parziali, che avevano avuto nel passato, prime tra tutte le riduzioni nei costi di produzione dovute agli incentivi sul costo del lavoro o altre e peggiori forme di precariato e di lavoro in nero. Peraltro l’entrata dei nuovi membri della U.E. rende la competitività basata sul costo del lavoro una strada non più percorribile per le regioni obiettivo 1. Questo quadro positivo è rafforzato dal fatto che queste azioni di investimento hanno funzionato in un quadro macroeconomico nazionale e mondiale in cui il ciclo è stato decisamente rivolto verso il basso e in cui vi è stato un calo degli investimenti delle imprese e una fase di stanca degli altri strumenti ordinari di aiuto alle imprese. Il mix di settori interessati da progetti autonomi di ricerca delle imprese non appare scontato data la prevalente presenza delle PMI nei settori tradizionali. Oltre all’agroalimentare, un settore di PMI tradizionale ma strategico per i suoi effetti di indotto sull’agricoltura e sullo stesso turismo di cui rappresenta una leva di indubbia efficacia, compaiono aree come farmaceutica, macchine e aree tecnologiche trasversali rilevanti quali l’informatica, l’elettronica e i nuovi materiali. Il ventaglio di aree tecnologiche investite appare vario e articolato, così come l’entità dell’impegno medio per progetto di PMI che è di circa 1.600 mila euro, che fa pensare più ad imprese di media dimensione che a microimprese. La dislocazione regionale dei progetti è in linea con le potenzialità dei sistemi regionali e purtroppo conferma la debolezza di alcune Regioni quali la Calabria e la Sardegna in particolare, comunque presenti seppure in modo marginale. Emerge inoltre la Campania come un importante polo all’interno delle regioni obiettivo 1 e che presenta effetti di soglia e di concentrazione che dovrebbero a breve portare ad un impatto macroeconomico apprezzabile. La Sicilia mostra anch’essa buoni effetti di concentrazione e massa critica con progetti di notevole entità finanziaria.

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Nell’ambito della misura I.3, che focalizza l’intervento sui settori strategici per il Mezzogiorno, emerge la prevalenza dell’ambiente e sopratutto dell’agro-alimentare, mentre meno “appetibili” sono risultati i trasporti e soprattutto i beni culturali. Questo strumento finanzia sia il progetto proposto da imprese singole, a cui ha corrisposto circa la metà dei progetti presentati, che di gruppi di soggetti in cui imprese, centri di ricerca e università collaborano. Le priorità strategiche scelte individuano l’agro-industria, che è indubbia vocazione dell’area e sui non si nutrono riserve, oltre alle aree ambiente, trasporti e beni culturali, che non corrispondono a settori produttivi, ma piuttosto ad ambiti di intervento nei quali per le regioni obiettivo 1 sono previsti e auspicati importanti flussi di investimento pubblico per il recupero e il mantenimento dell’ambiente, per il miglioramento dei trasporti e infine per il recupero e la manutenzione e l’uso appropriato dei beni culturali. Si tratta di beni industriali così come di servizi, sui quali ci si deve attrezzare da parte del territorio per fare fronte alla futura domanda; si tratta di organizzare una offerta tecnologicamente avanzata e che riunisce diverse aree tecnologiche. Le attività di R&ST legate a questi due ultimi settori possono quindi essere molteplici, dall’informatica alla meccanica, dalle tecnologie laser ai nuovi materiali. Tale molteplicità di opzioni tecnologiche unite alla vastità dei tre ambiti, suscitano perplessità per il fatto che tale ampio ventaglio di opzioni aperte ai progetti rischia di non produrre quell’effetto di concentrazione, quindi quelle sinergie e quell’effetto di soglia, che erano auspicate con la definizione di priorità settoriali. − Riteniamo dunque che sia necessario esaminare da vicino i tre ambiti citati per verificare l’efficacia della scelta

strategica, ed eventualmente rivederla o sostituirla nei prossimi bandi. Ci sembra, infatti, che tali scelte possano essere di impedimento allo sviluppo di aree tecnologiche rilevanti ma non coerenti con tali ambiti; oppure che le stesse aree tecnologiche che confluiscono in tali ambiti, non possano essere adeguatamente sviluppate al loro interno per la dimensione di mercato che tali ambiti possono loro assicurare in termini di sbocchi.

Il Valutatore si rende conto che siamo nell’ambito delle analisi che vanno verificate nei fatti, ma che trovano conferma nella limitata risposta a due dei quattro ambiti. Questo primo fattore di successo potrebbe essere rafforzato da una azione come quella degli audit che invero se estesa e resa congruente con un accesso agli aiuti successivo da parte delle imprese, potrebbe razionalizzare e sistematizzare per le PMI delle regioni un percorso di innovazione fortemente sostenuto e aiutato in tutti i suoi aspetti che va dalla definizione di un piano, agli investimenti, alla formazione e all’eventuale monitoraggio. L’azione di audit è partita in modo coerente e ben finalizzato negli obiettivi e nei metodi, essa tuttavia a parere del valutatore dovrebbe essere resa più rapida e anticipare i prossimi bandi per aiuti in modo da renderla propedeutica ad una più efficace ed efficiente utilizzazione degli strumenti del programma stesso. Occorre inserirla nel circuito che dalla rilevazione della domanda di innovazione esplicitata dagli audit, conduce alla realizzazione dell’innovazione stessa. Ci sembrerebbe improprio che alla fine degli audit non vi fossero nel programma più risorse per effettuare quegli investimenti identificati dagli audit stessi o che vi fossero dei tempi lunghi tali da rendere superati gli audit stessi, almeno in termini di interventi di innovazione puntuale. L’accesso delle PMI all’innovazione è anche sostenuto da diverse azioni dell’asse III, ove, sia in collegamento con i progetti di ricerca finanziati sul regime di aiuto, sia indipendentemente da questi, le imprese possono accedere alla formazione continua di manager, imprenditori e del personale di ricerca impiegato; si lamenta la mancata attivazione delle azioni dirette all’assunzione temporanea di ricercatori e al distacco di personale di ricerca da enti di ricerca a imprese. L’asse III contribuisce comunque a questo obiettivo con alcune azioni il cui decollo è avvenuto con rapidità ed efficacia. Riguardo al secondo fattore di successo, vale a dire la creazione di un ambiente di collaborazione imprese e mondo della ricerca, i risultati sono più articolati e lasciano spazi ampi di miglioramento. Tale fattore in primo luogo è oggi una responsabilità comune delle Regioni, giacché queste hanno competenza sul segmento a valle del processo; il PON tuttavia non può chiamarsi fuori se non altro per il peso che ha nell’appoggiare aiuti alle imprese e alle università. Lo stesso asse III, seppure molto più orientato alla domanda delle imprese rispetto alla scorsa programmazione, rimane fortemente orientato nelle azioni finanziariamente più rilevanti al potenziamento e alla riconversione della offerta di formazione superiore universitaria, che non intaccano direttamente e immediatamente tale aspetto del problema.

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Rispetto a tale obiettivo si rimarca l’importanza delle azioni previste dall’asse II ma non ancora attivate. Il decollo delle attività dei centri demandati al trasferimento tecnologico ai vari livelli previsti dal complemento riveste una notevole importanza strategica nell’innescare effetti di sistema. Il giudizio del valutatore su tale condizione di successo è che, seppure vi siano segnali positivi da parte dei due attori, imprese e università, tale processo non sia effettivamente appoggiato in modo sistematico e diffuso e tanto meno che vi siano in essere tutte le premesse perché ciò avvenga. Il terzo elemento, quello dell’attrazione dall’esterno di investimenti high tech o comunque di innovazione, è attualmente perseguito da alcuni progetti sportello promossi da imprese con sede legale esterna all’obiettivo 1, prevalentemente grandi imprese localizzate in Lombardia, Piemonte e Liguria. Questo va visto con favore, perché indica che grandi imprese investono in innovazione al sud laddove in generale prima investivano in lavoro a più basso prezzo. Non si può ravvisare un’inversione di tendenza ma è un segnale positivo. Il giudizio sarebbe stato assai più positivo qualora questi incentivi avessero attirato imprese straniere nel Mezzogiorno, come coronamento degli sforzi di investimento fatti anche su infrastrutture, attrezzature e risorse umane. Sarebbe auspicabile che tale attrazione fosse perseguita nel prosieguo della attuazione del PON. Il marketing territoriale non è ancora partito e la correlata azione nei POR non sembra stia portando risultati su questo fronte così rilevante, per l’effetto di induzione e di contagio che tali investimenti hanno sul tessuto di imprese locali. L’esempio dell’Abruzzo, che è uscito dall’obiettivo 1 proprio grazie a questi investimenti, deve essere di guida nel perseguire l’attrazione di imprese straniere. Il risultato finale è quindi solo parzialmente positivo e va meglio, e più a fondo, perseguito nel prosieguo della attività. Il quarto fattore riguarda l’accesso delle PMI a servizi di innovazione qualificati e mirati, che sono spesso localizzati all’esterno. Questo obiettivo è di duplice interesse; il primo è la possibilità per le imprese di fruire di servizi di qualità e concorrenziali sul mercato, piuttosto che accontentarsi di servizi offerti localmente e non sufficientemente qualificati, se non altro perché non vi è una sufficiente domanda locale e quindi le imprese di servizio non sono attrezzate. Il secondo riguarda gli stessi centri di servizio locali che nel quadro di un mercato aperto possono apprendere e riqualificarsi, sfruttando il vantaggio competitivo dato dalla contiguità spaziale. Su questo versante il programma ha lanciato le commesse di ricerca, che tuttavia sembra che siano fondamentalmente basate sulle prestazione di servizi di imprese locali. Non sono invece i progetti autonomi di ricerca nel quadro di accordi intergovernativi e gli interventi legati alla costituzione di centri di eccellenza e centri di competenza. Anche in questo ambito quindi il giudizio del valutatore, pur apprezzando strumenti e attività avviate, non può non rilevare che rimane molto da fare per sollecitare le PMI all’innovazione e per rafforzare la qualità dell’ambiente produttivo in direzione dell’innovazione e di una dimensione competitiva della RST. Le azioni attivate sul regime di aiuto alle imprese sono importanti per dotare il sistema meridionale di RST di strumenti essenziali per avvicinare le imprese alla ricerca e per creare reti di cooperazione; le azioni dell’Asse II sono forse ancora più rilevanti per dare sbocco alle attività di ricerca applicata e di ricerca precompetitiva, in termini di nuove imprese o nuove produzioni. Dato l’attestarsi del PON del MIUR sulle fasi a monte della RST, uno strumento che possa traghettare i risultati della ricerca sul mercato e che possa far fruttare le risorse spese dallo stesso programma a favore della ricerca universitaria e dei centri di ricerca, assume un carattere strategico. Le azioni dell’asse II sul trasferimento tecnologico intendono affrontare un problema che da tempo risulta irrisolto, all’interno del sistema di sostegno e incentivazione dell’innovazione nelle PMI, e cioè quello dell’esistenza sul territorio di strutture specializzate nel fare da ponte, attraverso servizi, consulenza e assistenza, tra ricerca e innovazione d’impresa; è un compito assai complesso e delicato che sia i centri di competenza che quelli di eccellenza saranno deputati a svolgere. Questo problema non potrà essere risolto dal PON, posto che il trasferimento tecnologico è divenuto un compito dei POR, in base al principio di sussidiarietà, tuttavia l’individuazione dei centri di competenza nelle regioni e delle loro caratteristiche (specializzazione, raggio d’azione ecc) appare una condizione necessaria per l’inizio di una politica organica, che ora manca, di trasferimento tecnologico su base settoriale/territoriale sulla quale anche i POR potranno porre risorse. − Il valutatore ritiene che difficilmente ciascuna Regione potrà ai livelli desiderati affrontare il problema della

dotazione di questi due tipologie di strumenti, rischiando, come già fu per i parchi tecnologici, scelte "localistiche" non fondate sulla specializzazione, che inevitabilmente deve, invece, avere un riferimento sopraregionale, ma sul presidio locale di queste funzioni, indipendentemente dal know-how che si può ragionevolmente pensare di potervi trovare o convogliare.

Page 61: 4. L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DEL PROGRAMMA … › UserFiles › 1635.pdf4.1. OBIETTIVI E METODOLOGIA DELL’ANALISI Questo capitolo ha per obiettivo l’analisi di efficacia

MIUR -Valutazione intermedia – PON “Ricerca scientifica, Sviluppo tecnologico e Alta formazione”, 2000-2006

Rapporto di valutazione intermedia, Dicembre 2003

ATI: ISMERI EUROPA Srl – IZI Spa

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Analogamente importante è il marketing territoriale che deve supportare un processo di attrazione di investimenti esterni, essenziali per il decollo dell’innovazione su una scala e una dimensione apprezzabili sotto il profilo macroeconomico. Vogliamo sottolineare che tutti i processi di sviluppo che hanno comportato un recupero da parte delle regioni in ritardo, in Irlanda come in Spagna e Portogallo, sono avvenute sulla base di un rilevante flusso di risorse di investimento e di know-how proveniente dall’esterno. Il marketing territoriale dunque fa parte di quegli strumenti che possono rendere ancora più efficaci gli sforzi che stiamo attualmente conducendo in termini di infrastrutture, attrezzature, risorse umane, e ambiente esterno compatibile con la localizzazione di investimenti a forte contenuto di innovazione o addirittura in settori high-tech. L’avvio di queste azioni, se concordato in un’ottica di partenariato istituzionale, che non fa sconti al criterio della qualità, delle esperienza pregresse e della specializzazione, potrebbe essere di notevole aiuto alle stesse Regioni, che oggi stentano ad avere interlocutori validi sul processo di trasferimento tecnologico, in tutte le sue possibili manifestazioni, e che non riescono ad attrarre investimenti esterni. Alcuni cenni riguardano la complessità del programma in relazione alla dimensione partenariale delle scelte da effettuare. L’esito finale del PON per molti versi dipende dal successo dei POR e viceversa. In tutti i casi la stessa efficacia strategica ne risulta condizionata, se non altro per la necessità di suscitare nel territorio una utilizzazione efficace ed efficiente degli investimenti effettuati in capitale umano, in infrastrutture e attrezzature e in servizi sia nella precedente che nella attuale programmazione. Abbiamo evidenziato che molte azioni non ancora decollate sono azioni che stanno richiedendo un accordo partenariale con le Regioni, sia in termini strategici di divisione del lavoro, sia concreti relativi a scelte e priorità. La dimensione partenariale e complessa dell’intervento in R&ST. riconosciuta dal valutatore come essenziale, porta a considerare i risultati conseguiti su questo versante come ampiamente positivi, almeno sul piano della razionalità; adesso l’ostacolo è quello della applicazione, che è più difficile da realizzare dell’accordo sul disegno di policy, e che sconta anche problemi di adeguamento delle Regioni alle nuove competenze. − Riteniamo cruciale il ruolo di coordinamento del MIUR su questo campo che invitiamo a concentrare i suoi sforzi

sulla definizione delle altre azioni partenariali, senza fare della fretta di concludere la guida all’azione. Risulta evidente che il funzionamento del partenariato istituzionale in un ambito di competenze non solo concorrenti, ma intrecciate e complementari, risulta cruciale per l’efficacia e efficienza delle azione dei due attori istituzionali e una soluzione non efficace rischia di compromettere l’equilibrio del sistema. Anche il partenariato sociale ed economico è fondamentale per la riuscita del programma visto che la maggior parte delle azioni intraprese richiede non solo una approvazione “politica” o “strategica” dei partners economici ma molto di più, e cioè comportamenti conseguenti e mutamento di atteggiamenti culturali e comportamentali consolidati dal tempo, sia negli imprenditori che nelle risorse umane, che anch’esse debbono investire in istruzione e formazione orientate all’innovazione. Invitiamo pertanto l’AdG ad investire risorse e sforzi adeguati alla posta in gioco anche nell’ambito del partenariato sociale ed economico, attraverso efficaci e diffuse attività di comunicazione e scambio