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LA SCIENZA DI

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LA SCIENZA DI

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INDICE

Introduzione ........................................................................................................................................ 5

Effetti della risonanza propriocettiva globale a vibrazione multifocale sul sistema

neuromuscolare stomatognatico e posturale - Rivista scientifica DENTAL CADMOS ............. 7

CNR: VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI KEOPE SUL RECUPERO DELLA PRESTAZIONE FISICA

DOPO ESERCIZIO AFFATICANTE ..................................................................................................... 16

CONGRESSO 44° INTERNATIONAL SIDO “Global Proprioceptive Resonance: Long

Term Results on Postural Systems” e “Global Proprioceptive Resonance: Long Term Results

on Neuromuscolar Systems” .......................................................................................................... 38

XXI WORLD CONGRESS OF NEUROLOGY “Global Proprioceptive Resonance: effects on

Neuromuscolar and Postural Systems” ......................................................................................... 39

VIII EUROPEAN SPORTS MEDICINE CONGRESS OF EFSMA - “Keope: Ergonomic

Proprioceptive Resonance Structure” .......................................................................................... 40

Dott. Francesco Coscia - MODIFICHE DELL’ATTIVITÀ FISIOLOGICA DURANTE E DOPO LA

TERAPIA KEOPE GPR ........................................................................................................................ 43

DENTAL TRIBUNE - Rivista scientifica Nuove frontiere con Keope GPR .................................... 47

Ricerca Università degli studi di Mi lano EFFETTI DELLA RISONANZA PROPRIOCETTIVA

GLOBALE KEOPE GPR A VIBRAZIONE MULTIFOCALE SUL SISTEMA NEUROMUSCOLARE

STOMATOGNATICO E SUL SISTEMA POSTURALE ........................................................................... 56

XX Congresso Nazionale Collegio dei docenti di Otontoiatria “Risonanza propriocettiva

globale: Effetti sul sistema neuromuscolare” e “Risonanza propriocettiva globale: Effetti sul

sistema posturale” ........................................................................................................................... 69

INTERNATIONAL MEETING SIDO / SICOI “Effects of Global Proprioceptive Resonance on

Neuromuscolar and Postural Systems” ......................................................................................... 72

Testo Universitario ORTOGNATODONZIA CLINICA - Capitolo dal titolo: “RIPOLARIZZAZIONE

SCHELETRO MUSCOLARE: KEOPE MFV” ........................................................................................ 73

C O N G R E S S O A . I . K . E . C . M . “EFFETTI DELLA GLOBAL PROPRIOCEPTIVE

RESONANCE KEOPE SUL SISTEMA NEURO-MUSCOLARE STOMATOGNATICO E SUL SISTEMA

POSTURALE” ...................................................................................................................................... 77

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V I E X P O D I A U T U N N O “CORRELAZIONE TRA POSTURA E TRATTAMENTO CON

UNA STRUTTURA ERGONOMICA” e “CORRELAZIONE TRA ATTIVITÀ ELETTROMIOGRAFICA –

ELETTROGNATOGRAFICA E TRATTAMENTO CON UNA STRUTTURA ERGONOMICA” ............... 78

RICERCA SCIENTIFICA PARAMETRI DI VALUTAZIONE SULL’EFFETTO ACUTO DEL PROGRAMMA

DI RIPOLARIZZAZIONE....................................................................................................................... 79

RICERCHE IN CORSO ....................................................................................................................... 87

Università di Torino – Dott.ssa Consuelo Valentini – “Effetti di Keope sulla modulazione sul

network neurale del dolore e sulla riduzione del dolore sociale” ........................................ 87

Università di Perugia e di Verona – Dott. Francesco Coscia e Dott.ssa Paola Gigliotti –

Influenza di Keope GPR nel recupero post esercizio massimale, attraverso il

monitoraggio del lattato ematico ............................................................................................ 90

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Introduzione

Dal momento della sua apparizione sul mercato ad oggi, Keope GPR è stata oggetto di

un grande interesse da parte della scienza ufficiale. Diversi soggetti, tra Università e Centri

di Ricerca, hanno affrontato, ciascuno nel proprio ambito specifico, argomenti che

hanno consentito di collegare i risultati che Keope GPR ottiene sulla salute delle persone a

valide ragioni scientifiche. È importante osservare infatti che la maggior parte delle

ricerche sono scaturite dall’osservazione di effetti su persone che si sono sottoposte a

trattamenti su Keope GPR, quindi da casistiche soggettive, che, in prima battuta hanno

stupito la stessa scienza per almeno due ragioni, ovvero la rapidità di ottenimento del

risultato e la straordinarietà dello stesso, poiché si trattava di ambiti nei quali la terapie

mediche difficilmente ottenevano risultati con la stessa intensità e profondità, ponendo

quindi le basi dell’interesse in termini di ricerca.

Le prime ricerche hanno riguardato la sfera fisiologica. L’Università statale di Milano,

precisamente il Dipartimento di Ortognatodonzia, ha indagato gli effetti di Keope GPR sul

sistema posturale e sul sistema neuromuscolare. Questa Università ha prodotto la prima

ricerca scientifica riguardante Keope GPR, la pubblicazione di un articolo sulla rivista

scientifica Dental Tribune, la redazione di 6 poster scientifici presentati in altrettanti

congressi scientifici internazionali nei quali sono stati presentati i risultati delle ricerche ed

infine, l’inserimento di Keope GPR in un capitolo del testo universitario “Ortognatodonzia

clinica”.

Ricerche nell’ambito della medicina dello sport sono state condotte dal Prof. Francesco

Coscia, dell’Università di Perugia e direttore della commissione medica della International

Federation Sport Climbing. Queste ricerche hanno indagato le modifiche dell’attività

fisiologica durante e dopo la terapia con Keope GPR. I risultati dei sui studi di ricerca sono

anche stati portati al Congresso Europeo di Medicina dello Sport.

Sempre nell’ambito dell’attività sportiva una importante ricerca è stata condotta dal CNR

(Consiglio Nazionale delle Ricerche), con la quale si è attestata l’efficacia di Keope GPR

sul recupero della prestazione fisica dopo esercizio affaticante.

Altre importanti ricerche sono già iniziate e sono prossime alla pubblicazione.

Una di queste, condotta da un importante team di ricerca dell’Università di Torino diretto

da Maria Consuelo Valentini, è la prima ricerca in assoluto ad indagare la sfera

psicologica dei risultati di Keope GPR. Il suo obiettivo è quello di verificare la modulazione

sul network neurale del dolore per comprovare l’efficacia di Keope GPR in termini di

riduzione del dolore fisico e sociale.

Altra prestigiosa ricerca in corso di pubblicazione è quella realizzata dal Prof. Giacomo

Rizzolatti, candidato al premio Nobel e vincitore del Brain Prize 2014, che, assieme al suo

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team dell’Università di Parma, sta indagando la modificazione delle frequenze cerebrali,

in particolare le onde mu, a seguito del trattamento dell’individuo con Keope GPR, in

relazione alle problematiche delle patologie di soggetti affetti da autismo.

Citiamo anche un’altra ampia ricerca da parte del Prof. Coscia, che coinvolge

l’Università di Perugia e quella di Verona, il cui scopo è validare l’influenza di Keope GPR

nel recupero post esercizio massimale, attraverso il monitoraggio del lattato ematico.

Un elevato numero di casistiche soggettive che riportano miglioramenti delle condizioni

dei pazienti affetti da SLA e Parkinson hanno alimentato, attraverso i report forniti dai

medici curanti dei soggetti interessati, un notevole interesse da parte della scienza

ufficiale, che certamente produrrà ricerche scientifiche specifiche.

Altri riconoscimenti che comprovano l’efficacia di Keope GPR sono arrivati dalla

Federazione Italiana Climbing, la Federazione Italiana Pallacanestro, Comsubin

(Comando Subaquei e incursori della Marina Militare Italiana), l’Ambasciata Italiana in

Abu Dhabi.

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Effetti della risonanza propriocettiva globale a vibrazione multifocale sul

sistema neuromuscolare stomatognatico e posturale - Rivista scientifica

DENTAL CADMOS

Aprile 2015

G. Farronato., U. Garagiola, A. Maffei, P.

Cressoni, R. Soido, G. Sesso, L. Terzi

Università degli Studi di Milano, Dipartimento di

Scienze Biomediche Chirurgiche e

Odontoiatriche, Fondazione IRCCS Ca'Granda

Ospedale Maggiore Policlinico, Scuola di

Specializzazione in Ortognatodonzia

RIASSUNTO

OBIETTIVI. Scopo di questo lavoro è stato quello di studiare gli effetti di una struttura ergonomica

Keope GPR a vibrazione multi focale (MFV) sul sistema neuromuscolare e posturale in soggetti sani.

MATERIALI E METODI. 30 volontari (16 maschi e 14 femmine, di età compresa tra 19-25 anni) sono

stati sottoposti, all'esame elettromiografico (EMG) e stabilometrico prima della seduta di risonanza

propriocettiva globale mediante vibrazioni multi focali, ripetendo gli stessi esami subito dopo la

MFV.

RISULTATI. Gli effetti della MFV sulla elettromiografia di superficie dei muscoli masseteri e temporali

anteriori hanno evidenziato cambiamenti statisticamente significativi ne i muscoli masseteri (p

<0,05). Effetti significativi sono stati evidenziati anche nei test posturali e stabilometrici (p <0,05).

CONCLUSIONI. La vibrazione multi focale ha indotto modificazioni sia nei test neuromuscolari che

nei test posturali.

PAROLE CHIAVE. Elettromiografia, Electrognatografia, Stabilometria, Postura, Vibroterapia

ABSTRACT

OBJECTIVES. The purpose of this study was to investigate the effects of an ergonomic structure

Keope GPR by multi focal vibrations (MFV) on muscle performance and body balance in healthy

subjects.

MATERIALS AND METHODS: 30 volunteers (16 males and 14 females, aged 19-25 years) underwent,

in a randomized order, both the electromyography (EMG) and stabilometry before the multi focal

vibration and immediately after it.

RESULTS: The effects of Keope GPR on the surface EMG of masseters and anterior temporalis

muscles induced statistically significant change in masseters muscles (p<0.05). There were effects in

body balance tests, too (p<0.05).

CONCLUSIONS: MFV induced changes in both neuromuscular and in postural tests.

KEYWORDS: Electromyography, Electrognatography, Stabilometry, Posture, Vibrotherapy

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Consiglio Nazionale delle Ricerche

ISTITUTO DI BIOIMMAGINI E FISIOLOGIA MOLECOLARE

(IBFM)

CNR: VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA DI KEOPE SUL RECUPERO

DELLA PRESTAZIONE FISICA DOPO ESERCIZIO AFFATICANTE

RELAZIONE FINALE

Mauro MARZORATI

Con la collaborazione di Benedetta Crociani e Simone Porcelli Dr. Mauro MARZORATI Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare Consiglio Nazionale delle Ricerche Palazzo LITA Via F.lli Cervi 93 20090 Segrate (Milano)

Sede: Edificio LITA � Via F.lli Cervi, 93 � 20090 Segrate (MI) Tel. 02/21717514 - Fax 02/21717558 - e-mail: [email protected] U.O.S. Genova U.O.S. Cefalù U.O.S. Germaneto

c/o DINOGMI c/o Fondazione Istituto S. Raffaele- G.Giglio Campus Universitario V.le

Europa

Via De Toni, 5 - 16132 Genova Contrada Pietra Pollastra-Pisciotto 88100 Germaneto (CZ) 010 353 7466 � Fax 010 353 8631 90015 Cefalù (PA) Tel. 0961 3695910 Fax 0961-

3695919

e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] e-mail: [email protected]

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SOMMARIO

SOMMARIO

1. INTRODUZIONE E SCOPO DELLO STUDIO p. 3

2. MATERIALI E METODI p. 5

SOGGETTI p. 5

DISEGNO SPERIMENTALE p. 6

REPEATED SPRINT CYCLE TEST p. 8

VIBRAZIONI p. 9

MISURE p. 10

ANALISI STATISTICA p. 12

3. RISULTATI p. 12

INDICI PRESTATIVI p. 12

LATTATO EMATICO p. 15

RPE e TQR p. 15

4. DISCUSSIONE p. 17

5. CONCLUSIONI p. 20

6. BIBLIOGRAFIA p. 21

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SOMMARIO

1. INTRODUZIONE E SCOPO DELLO STUDIO

Le vibrazioni sono delle oscillazioni di tipo meccanico trasmesse da dispositivi posti a contatto con

una parte o con diversi distretti corporei. Durante l’applicazione dello stimolo vibratorio viene provocata

una contrazione muscolare involontaria riflessa: il Tonic Vibration Reflex (TVR) (Matthews, 1966). Questo

meccanismo sembra essere alla base di diversi fattori di natura nervosa indicati in letteratura come

responsabili di una maggior attivazione dei motoneuroni, un miglior reclutamento delle unità motorie e una

miglior sincronizzazione dei muscoli sinergici. Durante lo stimolo vibratorio, a causa delle continue

contrazioni e decontrazioni muscolari stimolate per via riflessa, l’attività e il metabolismo muscolare

aumentano. Connesso all’incremento del metabolismo energetico muscolare, vi è un aumento nella

produzione di calore da parte della muscolatura interessata dallo stimolo vibratorio e la necessità di una

sua maggior perfusione tissutale. A livello della cute, le modificazioni sono state attribuite alla frizione

meccanica sulle cellule cutanee, che causerebbe la liberazione e un aumento della circolazione di ossido

nitrico. L’entità della perfusione tissutale dipende da alcuni fattori, tra i quali il livello di attività metabolica

dei muscoli interessati e la pressione intramuscolare che si crea durante lo stimolo vibratorio.

Negli sport di squadra (ad es. calcio, hockey, pallacanestro, rugby etc.) la prestazione atletica

richiede di alternare attività a bassa intensità a sforzi di intensità più elevata, rapidi ed improvvisi,

tipicamente di breve durata (Bishop e coll., 2001; Impellizzeri e coll., 2008). Fondamentale per mantenere il

livello prestativo risulta essere la capacità di contrastare l’insorgenza della fatica. L’atleta deve essere in

grado di recuperare, nelle brevi fasi di recupero attivo, la grande quantità di energia utilizzata.

Recentemente, alcuni studi hanno mostrato come l’utilizzo delle vibrazioni possa rappresentare un efficace

intervento per accelerare il recupero muscolare dopo una seduta di allenamento o un esercizio intenso e

affaticante (Kosar e coll., 2012; Marin e coll., 2012; Padulo e coll., 2014). I motivi che hanno suggerito un

simile impiego, risiedono nei diversi benefici, acuti e cronici, riscontrati a livello del tessuto muscolare dopo

applicazione di vibrazioni.

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SOMMARIO

Bakhtiary e coll., 2007 hanno studiato gli effetti delle vibrazioni sulla prevenzione dei DOMS (Delayed Onset

Muscle Soreness) che si instaurano in seguito ad esercizio muscolare di tipo eccentrico, e vengono

interpretati come manifestazione dell'avvenuto danno muscolare. Proponendo un solo minuto di vibrazioni

applicate direttamente sulla superfice dei muscoli dell’arto inferiore prima di un lungo esercizio di corsa in

discesa, è stata riscontrata una significativa differenza tra il gruppo di controllo e il gruppo sottoposto a

vibrazioni nei test di massima contrazione isometrica volontaria (MVC) e di risposta al dolore pressorio;

anche i valori di creatinchinasi, un enzima considerato un importante marcatore del danno muscolare,

misurati nel sangue il giorno dopo il test sono risultati più bassi nel gruppo trattato. La prevenzione

dell’insorgenza del danno muscolare porta quindi ad accelerare il recupero dalla prestazione con importanti

ripercussioni pratiche. Gli autori hanno spiegato questi risultati ipotizzando che le vibrazioni abbiano agito

positivamente sui muscoli coinvolti nell’esercizio affaticante, attraverso un più efficace reclutamento di

fibre, una miglior sincronizzazione delle unità motorie, un incremento nell’attività dei fusi neuromuscolari,

riducendo quindi lo stress meccanico imposto alle miofibrille durante l’esercizio.

Accanto a questi meccanismi neurofisiologici, altri studi hanno ipotizzato che la riduzione del tempo

di recupero e la più rapida ripresa della funzionalità muscolare conseguente all'applicazione di vibrazioni,

possa essere legata all’aumento del flusso sanguigno e linfatico, in grado di facilitare la rimozione delle

tossine e dei metaboliti di scarto prodotti in seguito a sforzi fisici intensi (idrogeno ioni, lattato, fosfato

inorganico, etc.), causa dei sintomi di indolenzimento muscolare. E' questo infatti il meccanismo proposto

da Marin e coll., (2012) per spiegare i dati ottenuti in un gruppo di giovani calciatori. In questo studio, la

sensazione di dolore muscolare valutata a distanza di 24, 48 e 72 ore dall’esecuzione di un test di Repeated

Sprint Abilitity (RSA, 6 sprint di 40 m con cambio di direzione), è risultata significativamente ridotta nel

gruppo di atleti sottoposti al trattamento defaticante con vibrazioni rispetto al gruppo di controllo che ha

eseguito gli esercizi tradizionali di defaticamento. Anche il recupero della funzionalità muscolare, valutata

eseguendo un salto con contro movimento (CMJ), è risultato più veloce nel gruppo trattato rispetto al

gruppo di controllo.

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SOMMARIO Vi sono quindi diverse evidenze sperimentali che incoraggiano l’utilizzo delle vibrazioni al fine di ottenere

un precoce e miglior recupero dopo esercizio affaticante.

In tutti gli studi fino ad oggi pubblicati l'applicazione delle vibrazioni è stata ottenuta utilizzando

delle pedane sulle quali il soggetto saliva o appoggiava una parte del corpo. E' stato dimostrato (Caryn e

coll., 2014) che quando un soggetto sale su queste pedane , la trasmissione delle vibrazioni viene

amplificata e questo può causare danni a livello cefalico ed oculare. Per ridurre il rischio di queste lesioni,

gli stessi autori raccomandano di evitare onde vibratorie con frequenza inferiore a 30 Hz e di assumere una

posizione con ginocchia flesse.

Il dispositivo utilizzato in questo studio permette di applicare le vibrazioni al soggetto in posizione

di decubito supino grazie a dei sostegni posti in corrispondenza del tendine di Achille, dell’incavo popliteo

delle due articolazioni delle ginocchia, della zona sacro-iliaca, infrascapolare e, con il sostegno di due

braccioli per l’appoggio delle mani.

Scopo di questo studio è stato quello di valutare se l’utilizzo di una struttura ergonomica a

vibrazione multi focale (Keope GPR) nell’intervallo tra due attività intermittenti ad alta intensità, sia in

grado di ridurre il deterioramento della prestazione nella seconda attività. I test sono stati condotti presso il

Laboratorio di fisiologia dell’esercizio dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio

Nazionale delle Ricerche.

2. MATERIALI E METODI

SOGGETTI

Per lo studio sono stati reclutati 20 soggetti maschi, sani ed in buone condizioni fisiche. Le

caratteristiche antropometriche dei soggetti che hanno partecipato allo studio sono riassunte nella tabella

1:

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SOMMARIO

Età Altezza Peso BMI Anni Cm Kg

MEDIA 24 179 75 23,3 DEV. ST 3 8 9 2,3

N 20 20 20 20 ERR. ST 1 2 2 0,5

Tabella 1 Caratteristiche antropometriche dei soggetti. Criteri di inclusione al progetto sono stati:

Pratica regolare di un’attività sportiva con frequenza minima di tre allenamenti a settimana, con

preferenza per i giocatori di sport di squadra;

Assenza di infortuni agli arti inferiori insorti nei sei mesi precedenti la partecipazione allo studio, di

patologie al rachide vertebrale e patologie oculari note.

Sono inoltre stati esclusi soggetti che avevano già utilizzato in precedenza pedane vibranti e/o che

seguivano un programma di allenamento comprendente esercizi con pedane vibranti. Ai soggetti è stato

chiesto di non assumere caffeina e di astenersi da sforzi fisici e affaticanti nella giornata prima dei test e di

rimanere a digiuno nelle tre ore precedenti le sedute sperimentali. Prima di fornire il loro consenso scritto

alla partecipazione allo studio, i soggetti sono stati ampiamente informati in merito alla finalità del progetto

di ricerca, al protocollo utilizzato, alle modalità e procedure di misurazione dei parametri indagati e ai

possibili rischi . Diciannove dei venti soggetti hanno completato le valutazioni comprese nel disegno

sperimentale mentre un soggetto ha interrotto la partecipazione per problemi personali ed è stato

eliminato dall’analisi finale. Tutte le procedure previste dal protocollo sperimentale sono state approvate

dal locale Comitato Etico.

DISEGNO SPERIMENTALE

Lo studio sperimentale (Figura 1) è stato condotto secondo un protocollo cross-over di tipo

randomizzato. Ad ogni soggetto è stato chiesto di eseguire due test “repeated sprint cycle”

22

SOMMARIO separati da un recupero passivo della durata di 22 minuti. Durante l’intervallo i soggetti sono stati

sottoposti ad un protocollo di vibrazioni (VIBR) o una condizione di controllo (CON). Tra le due sedute

sperimentali sono trascorsi 7-14 giorni.

Prima di iniziare la fase sperimentale ai soggetti reclutati è stato richiesto di recarsi in laboratorio

per due sedute preliminari a distanza di almeno 24 ore l’una dall’altra, in modo da familiarizzare con la

procedura e l’ambiente sperimentale. Nella prima seduta i soggetti hanno eseguito un solo test ”repeated

sprint cycle” mentre nella seconda è stato richiesto loro di eseguire il protocollo sperimentale completo.

Durante queste sedute preliminari sono state rilevate le principali caratteristiche antropometriche ed è

stata regolata l’altezza e la distanza del sellino dal centro di rotazione dei pedali mantenute poi nei

successivi test.

Prima di ogni seduta, è stato misurato il peso corporeo, l’altezza e, attraverso indagine

bioimpedenziometrica (Tanita 300A/TBF, Tokyo, Japan), è stata stimata la composizione corporea in

percentuale di massa magra (89±4,6%, media e dev. standard) e massa grassa (11±4,6%, media e dev.

standard), applicando uno specifico algoritmo per la popolazione atletica (Battistini e coll., 1994). Le

eventuali variazioni del peso corporeo di un soggetto sono state considerate al fine di adeguare il carico

imposto al cicloergometro, stabilito in funzione del peso corporeo. Prima di ogni test, i soggetti hanno

svolto un riscaldamento di 5 minuti pedalando ad una potenza costante (70 watt).

Figura 1 Protocollo del disegno sperimentale

23

SOMMARIO

REPEATED SPRINT CYCLE TEST

Il test di Repeated Sprint Cycle 5 x 6s valuta la capacità RSA attraverso una serie di 5 sprint

massimali sul cicloergometro della durata di 6 secondi intervallati da pause della durata di 24 secondi

(Bishop e coll.,

Figura 2 Soggetto durante l'esecuzione del test RSA in

laboratorio. Nel caso specifico sono stati misurati gli

scambi gassosi respiro per respiro, attraverso

l'analizzatore dei gas.

2001). Al soggetto è chiesto di raggiungere nel minor tempo possibile la massima frequenza di pedalata,

contrastando la resistenza del carico di cercare di mantenerla fino allo scadere dei 6 secondi di sprint. Il

recupero tra uno sprint e quello successivo è trascorso passivamente.

La ripetitività della misura del test utilizzato è stata valutata calcolando il coefficiente di variazione

del picco di potenza (PP) che è risultato pari a 2,9%, se espresso in valore assoluto, e 2,8% se normalizzato

per Kg di peso corporeo. Questo valore è in accordo con quelli riportati in letteratura (CV di 2,7% dopo due

sedute di familiarizzazione, McGawley e Bishop, 2014).Il test è stato condotto utilizzando un cicloergometro

a frizione meccanica (Monark 894 Peak Bike, Stokholm, Sweden, vedi Figura.2); il carico frenante è stato

calcolato in funzione del peso corporeo del soggetto (8% del peso corporeo).

24

SOMMARIO

Cinque secondi prima dell’inizio del test l’operatore comunicava il segnale di countdown: il

soggetto, precedentemente istruito, prendeva posizione di partenza con coscia parallela al suolo e angolo

al ginocchio di circa 45°, in modo da poter imprimere alla partenza la maggior forza possibile sul pedale. Il

software di controllo trasmetteva al cicloergometro lo sgancio del carico solo quando veniva raggiunta la

frequenza di 70 pedalate al minuto (rpm), consentendo così al soggetto di vincere l’inerzia iniziale delle

prime pedalate. Durante l’esercizio è stato chiesto al soggetto di mantenere la posizione seduta. Durante gli

sprint i soggetti venivano incitati verbalmente ad esprimere la miglior prestazione possibile.

VIBRAZIONI

Al soggetto, è stato trasmesso un ciclo di vibrazioni attraverso la struttura ergonomica Keope GPR

(Andromeda, Lecco, Italia) illustrata in Figura 3. Il soggetto assumeva una posizione di decubito supino

grazie a dei sostegni posti in corrispondenza del tendine di Achille, dell’incavo popliteo delle due

articolazioni delle ginocchia, della zona sacro-iliaca, infrascapolare e, con il sostegno di due braccioli per

l’appoggio delle mani. Il ciclo applicato consisteva in 13 minuti di vibrazioni meccaniche discontinue di tipo

sinusoidale dalla frequenza costante (72 Hz) e dall’ampiezza variabile in relazione alla massa corporea dei

soggetti posizionati sulla struttura (2±2mm); l’applicazione continua di vibrazioni si è protratta alla massima

intensità per un massimo di 3 minuti. Nella condizione di controllo, la medesima posizione era assunta

grazie ad una struttura identica a quella precedentemente descritta, ma non in grado di vibrare (CON).

25

SOMMARIO

Figura 3 Immagine della struttura Keope GPR.

MISURE

Durante il test la velocità dei giri del volano del cicloergometro è stata rilevata mediante sei

magneti equidistanti tra loro e disposti lateralmente sulla superficie della ruota e un sensore

elettromagnetico fisso che registra l’intervallo di tempo trascorso tra il passaggio di due successivi magneti.

Un software apposito permette la visualizzazione istantanea dei dati raccolti e la loro archiviazione per le

successive analisi.

I parametri di interesse sono stati rielaborati successivamente a partire dai dati grezzi rilevati dal

software, ossia le rpm del volano e le rpm dei pedali insieme ai dati inseriti manualmente (peso del

soggetto, carico imposto). Il lavoro istantaneo è stato ottenuto moltiplicando la forza applicata ai pedali

(prodotto del carico imposto per la forza di gravità e il coefficiente di attrito dinamico) per il rapporto dei

diametri delle due ruote (pedali e volano) del cicloergometro, mentre la potenza istantanea è stata

calcolata come il lavoro nell’unità del tempo di passaggio tra un magnete e il successivo.

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SOMMARIO

Per la valutazione finale del test ed il confronto tra le due prove sono stati poi considerati: la

Potenza Media (MP) sviluppata considerando tutti valori di potenza registrati nei 5 sprint, il Picco di

Potenza nell’intervallo di tempo di 0,2 secondi (PP) prendendo in analisi il valore di potenza più alto

raggiunto mediando i valori registrati in un intervallo di tempo di 0,2 secondi. Inoltre è stato considerato il

Lavoro Totale (TW) sommando il lavoro prodotto nei 5 sprint del test, e il Fatigue Index (FI). Quest’ultimo

parametro è stato calcolato sulla base del lavoro prodotto come percentuale del decremento relativo tra il

migliore e il peggiore dei 5 sprint:

F.I. = 100 x (Best sprint Work – Worst sprint Work) / Best sprint Work

A riposo e per tutta la durata del test è stata della misurata la frequenza cardiaca (FC), rilevata

attraverso cardiofrequenzimetro (Polar S810I, Finland) con campionamento ogni 5 secondi. A riposo e in

modo seriato (al 3°, 5°, 7° minuto) durante il recupero, la concentrazione di lattato ematico ([La]s) è stata

determinata mediante metodica enzimatica (BiosenC-Line, EKFdiagnostic, Eppendorf, Germania) su

campioni di 20μL di sangue capillare prelevato al lobo dell’orecchio.

Per avere un riscontro della percezione soggettiva di fatica, alla fine del test è stato richiesto ai

soggetti di indicare un valore numerico della scala RPE (Rate of Perceived Exertion) di Borg, definita dai

valori estremi minimi e massimi di 6 e 20, (Borg, 1970). Al termine dei 13 minuti di riposo (CON o VIB), e

prima di iniziare il secondo test, ai soggetti è stato richiesto di indicare un valore numerico corrispondente

alla qualità del recupero mediante la scala di Kennta o scala TQR (Kennta e Hassmen, 1998). Entrambe le

scale erano state in precedenza illustrate ai soggetti.

27

SOMMARIO

ANALISI STATISTICA

Le analisi statistiche sono state eseguite con il software Prism 6.0, (GraphPad Software, San Diego,

California Inc.). La differenza statistica significativa (P<0.05) tra due variabili è stata verificata tramite il test

statistico t-Student a due code per dati appaiati ponendo a confronto i valori pre-post Vibrazioni e pre-post

Controllo. I risultati sono espressi come media e deviazione standard (x ± DS).

Il calcolo del coefficiente per la riproducibilità della misura di PP tra i soggetti di uno stesso

campione, segue le indicazioni definite da Hopkins nel 2000 (Hopkins, 2000); esso è basato sul

cambiamento della media della performance in seguito alle prove effettuate nelle diverse sedute dei

soggetti, escluso la seduta di familiarizzazione, e sulla loro successiva trasformazione logaritmica secondo la

seguente formula:

CV = 100 x (eSD/100-1)

3. RISULTATI

INDICI PRESTATIVI

Il picco di potenza (PP) è risultato essere stato raggiunto dai soggetti sempre al primo sprint del test di

Repeated Sprint Cycle.

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SOMMARIO

Figura 4 Nel pannello in alto: Peak Power raggiunto nel primo e nel secondo RSA nella sessione di controllo (I RSA

C, II RSA C) e nella sessione con vibrazioni (I RSA V, II RSA V); Nel pannello in basso: Peak Power pro Kg di massa

corporea raggiunto nel primo e nel secondo RSA nella sessione di controllo (I RSA C, II RSA C) e nella sessione con

vibrazioni (I RSA V, II RSA V).

Nel gruppo controllo (CON), il PP assoluto registrato nel secondo test (989,3 ±146 W) è risultato

statisticamente inferiore, con p-value P=0.05, rispetto al PP del primo test (1007,7 ±141,8 W). Nel gruppo

sottoposto alla somministrazione di vibrazioni durante il recupero (VIB), il PP assoluto del secondo test

(1011 154 W) non è risultato significativamente diverso dal PP del primo test (1018 141 W). Lo stesso

risultato è stato registrato per i valori di potenza normalizzati per il peso corporeo sia in CON (13,5 1,62

W*kg e 13,7 1,45 W*kg rispettivamente nel primo e secondo RSA) sia in VIB (13,8 1,36 W*kg e 13,7 1,5

W*kg rispettivamente nel primo e secondo RSA), Figura 4.

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SOMMARIO

Figura 5a: Nel pannello a destra: Mean Power, e a sinistra: Mean Power pro Kg, nel primo e nel secondo RSA

nella sessione di controllo (I RSA C, II RSA C) e nella sessione con vibrazioni (I RSA V, II RSA V).

Figura 5b. Nel pannello a destra: Total Work, e Fatigue Index a sinistra, nel primo e nel secondo RSA nella sessione di

controllo (I RSA C, II RSA C) e nella sessione con vibrazioni (I RSA V, II RSA V).

Risultano invariati tutti gli altri indici, quali la potenza media (MP) assoluta (871,1 ±109,6W vs 871,8

±109,6 W (VIB); 866,1 ±105,2 W, vs 861,7 ±107,6 W (CON)) e la MP normalizzata per massa corporea (11,82

±0,9 W*kg vs 11,83 ±1,02 W*kg (VIB); 11,78 ±1,03 W*kg vs 11,73 ±1,13 W*kg (CON) espressa nei 5 sprint

(Figura 5a) e il lavoro totale (TW) compiuto durante il test (25904 ±3165 J pre vs 25932 ±3155 J post VIB;

25725 ±3061 J pre vs 25626 ± J post CON), Figura 5b.

Per quanto riguarda il Fatigue Index, nel secondo RSA il valore calcolato risulta statisticamente

inferiore a quello del primo RSA nel gruppo CON (14,84 ±4,24 pre vs 12 ±5 post). In VIB invece il FI tra

30

SOMMARIO

il primo e il secondo test RSA (14,7 ±5,32 pre vs 14,1 ±5,7 post) non è significativamente diverso (Figura.

5b).

LATTATO EMATICO

La Figura 6 (pannello superiore) riporta i dati di lattato ematico calcolati come differenza tra il

valore basale, misurato prima di effettuare l’RSA, e il massimo valore misurato nella fase di recupero. In

CON, nel primo RSA la quantità di lattato accumulata è di 9,22 ±2,64 mmol/L mentre nel secondo RSA,

partendo da un valore più alto, l’accumulo di acido lattico è minore e corrisponde a 4,71 ±1,69 mmol/L. In

VIBR, nel primo RSA la quantità di lattato accumulata è di 9,59 ±2,37 mmol/L mentre nel secondo RSA è

minore 5,18 ±1,46mmol/L.

Calcolando però la differenza di concentrazione di lattato ematico tra l’inizio e il termine dei 22

minuti di recupero tra il primo e il secondo RSA, si osserva che il delta dopo VIBR è maggiore (4,9 ±1,4

mmol/L) rispetto a CON (3,8 ±0,9 mmol/L), pari rispettivamente al 48% e 39% (Figura 6, pannello inferiore).

Infatti a parità di accumulo di lattato durante esercizio, un delta maggiore è indice di un miglior

smaltimento e rimozione dal circolo ematico.

RPE e TQR

Infine l’analisi dei dati riferiti alla percezione soggettiva della fatica e del recupero sono riportati

nella Figura 7. Per quanto riguarda la scala di Borg, i valori indicati dopo il secondo RSA (16,7±2 VIB vs

16,7±2,2 CON) sono risultati sempre maggiori rispetto a quelli indicati dopo il primo RSA (16,3 ±2VIB vs 16,1

±2,1CON).

31

SOMMARIO

Figura 6. Nel pannello in alto: Accumulo di lattato a fine esercizio, rappresentato dal delta tra il valore basale e

picco raggiunto al 7min di recupero, al termine del primo e nel secondo RSA nella sessione di controllo (I RSA C, II RSA

C) e nella sessione con vibrazioni (I RSA V, II RSA V). Nel pannello in basso: Wash out del lattato durante 22min di

vibrazioni e di controllo, dato dal delta del lattato ematico tra il picco raggiunto al 7min di recupero del I RSA e il

valore basale prima del II RSA.

Il confronto dei valori di percezione soggettiva della fatica nel secondo RSA non sono stati influenzati dal

trattamento con vibrazioni.

Infine la percezione soggettiva di recupero è risultata maggiore in VIBR (15,7±1,8), indice della percezione

di un miglior recupero rispetto a CON (14,4±2,3).

32

SOMMARIO

Figura 7 Nel panello in alto: RPE percepito a fine test di Repeated Sprint Cycle. Nel panello in basso: TQR

percepito dopo 22 minuti di recupero tra un test e il successivo.

4. DISCUSSIONE

I risultati di questo studio mostrano che una singola seduta di vibrazioni della durata totale di circa

13 minuti: 1) ha un effetto benefico sulla percezione soggettiva della fatica e della qualità del recupero; 2) è

in grado di migliorare, parzialmente, la prestazione di un’attività discontitnua ad alta intensità dopo una

simile precedente attività.

Infatti, il Peak Power non diminuisce come invece si verifica nella condizione di controllo, mentre

altri indici caratterizzanti la prestazione (MP e TW) non sono risultati diversi dalla condizione di controllo.

33

SOMMARIO

L’entità del decremento del Peak Power osservato dopo le vibrazioni è pari al 1,8%, e si colloca

all’interno della variabilità della misura del 2,9% precedentemente studiata. Anche lo stesso indice

normalizzato per la massa corporea (PP*Kg-1), con l’1,75% di variazione nel secondo RSA (CON), rientra

ampiamente nei margini percentuali della variabilità dello stesso (2,8%), pur rivelandosi significativo al test

statistico.

Tra gli indici di performance presi in analisi, Il Peak Power è il parametro che potrebbe riflettere

meglio gli effetti sul potenziamento dei meccanismi neuromuscolari dati dalle vibrazioni, (reclutamento e

sincronizzazione delle unità motorie, pre-attivazione neuromuscolare, etc.) riportati in letteratura.

Cochrane e Stannard (2008) riportano, in 18 atlete di hockey su prato, un incremento nella prestazione di

ACMVJ (arm swing countermovement vertical jump), un test molto diffuso nelle squadre sportive per

valutare la potenza degli atleti. Pur valutando un parametro diverso rispetto al Peak Power del test RSA al

cicloergometro, l’ACMVJ è un indice della capacità muscolare di esprimere la massima forza muscolare

possibile in intervallo di tempo molto breve. Il Peak Power nel presente studio è sempre stato raggiunto dai

soggetti dopo pochi secondi dall’inizio del primo sprint, quando la muscolatura coinvolta è in condizioni di

“freschezza”.

I risultati osservati nella situazione di controllo e gli altri indici della prestazione RSA al

cicloergometro sono concordi con i dati in letteratura, infatti, il Mean Power e Total Work sono

maggiormente limitati rispetto al Peak Power, dalla fatica di tipo metabolico che comincia ad insorgere con

il susseguirsi degli sprint e a condizionare in maniera importante la capacità del muscolo di generare

potenza, come emerso dagli studi sui fattori limitanti la capacità di RSA e l’insorgenza di fatica (Bishop,

2012).

Il maggior Fatigue Index riscontrato in seguito alle vibrazioni sembra apparentemente in contrasto

con i risultati attesi, ma bisogna tenere in considerazione che i valori di FI sono correlati alla potenza

espressa nel primo sprint del test: maggiore è la prestazione che si raggiunge nel primo sprint,

tanto più rapida sarà l’insorgenza della fatica muscolare e maggiore il calo prestativo negli sprint successivi,

determinando così alti valori di FI (Girard e coll. 2011).

34

SOMMARIO

Il maggior Fatigue Index raggiunto dopo il trattamento con vibrazioni, alla luce dal recente studio

del 2013 di Maffiuletti e colleghi e con quanto ipotizzato già da Rittweger nel 2010, non sembra essere un

risultato discordante con l’ipotesi inizialmente formulata: le vibrazioni sono uno stimolo che promuove

l’attività e un accresciuto metabolismo delle fibre muscolari, e se modulato nella sua durata, intensità e

modalità può rappresentare una condizione di lavoro affaticante per il muscolo. Quindi, seppur non in

maniera accentuata rispetto a un classico esercizio di forza, nel presente studio le vibrazioni possono in

parte essere considerate come stimolo in grado di produrre un affaticamento.

Un risultato rilevante emerge dal miglioramento significativo della qualità del recupero percepito

dai soggetti dopo il trattamento con vibrazioni e dichiarato attraverso un valore numerico della scala TQR.

L’indice di percezione dello sforzo, RPE indica che in ogni test di repeated sprint cycle l’impegno raggiunto è

stato costante, sia per quanto riguardai test della seduta con vibrazioni che per i test della seduta di

controllo. In conclusione si può dire che a parità di sforzo, il recupero con il trattamento con le vibrazioni

sembra essere più efficace. A livello speculativo, si può ipotizzare che la ridotta sensazione di

indolenzimento muscolare post vibrazioni, possa essere stata attenuata dall’innalzamento della soglia di

attivazione dei nocicettori (recettori del dolore) durante i tredici minuti di trattamento con vibrazioni

(Lundberg nel 1984 e Weerakkody e coll, 2003). Questa conclusione trova conferma in uno studio recente

di Marin e coll. che ha la peculiarità di essere stato condotto su una simile popolazione di soggetti,

costituita da 19 giovani calciatori ,e con un disegno sperimentale che ha proposto le vibrazioni in seguito ad

un test di RSA (Marin e coll., 2012). Lo studio si proponeva di valutare il recupero funzionale dei giocatori,

attraverso il test di salto verticale e contrazione massimale MVC, e l’attenuata percezione di

indolenzimento muscolare, attraverso scala VAS (Visual Analogue Scale). Entrambe le ipotesi sono state

confermate, tuttavia le vibrazioni erano proposte in associazione a degli esercizi di defaticamento

tradizionali, e si poteva ipotizzare che lo stimolo vibratorio di per se, non fosse sufficiente a raggiungere

l’obiettivo di un recupero migliore della fatica post esercizio.

35

SOMMARIO

Un miglior ripristino delle condizioni fisiologiche potrebbe essere confermato indirettamente anche

dai risultati della rimozione del lattato ematico durante il trattamento con vibrazioni. In seguito ai test RSA, i

soggetti raggiungono concentrazioni picco di lattato ematico simili e indicative di uno sforzo massimale, tanto

nella seduta con l’applicazione di vibrazioni quanto quella di controllo. Quello che sembra migliorare infatti

non è l’ef ficienza del meccanismo di produzione del lattato, ma l’efficienza dell’insieme delle risposte

fisiologiche messe in atto dall’organismo al fine di favorire la sua rimozione dal circolo ematico. Questa

ipotesi trova un riscontro nella differenza statisticamente significativa tra il delta pre post vibrazioni e il delta

pre post controllo. Una possibile spiegazione risiede nelle modificazioni di ordine metabolico provocate dallo

stimolo vibratorio documentate da numerosi studi, tra le quali vi sono l’aumento della temperatura, dei

processi energetici, l’accresciuto apporto di flusso sanguigno ai tessuti interessati da vibrazione e una

miglior circolazione periferica, (Rittweger e coll., 2010; Cochrane e coll., 2011). La modificazione che gioca

il ruolo più interessante, è la possibilità di una miglior perfusione sanguigna, stimolata forse dal rilascio di

ossido nitrico a livello cutaneo in seguito allo stimolo meccanico, in grado di promuovere una più rapida

rimozione dei metaboliti di scarto e di lattato.

5. CONCLUSIONI

In conclusione, il presente studio dimostra che le vibrazioni, applicate in una singola seduta dopo uno sforzo

ad alta intensità di tipo intermittente (Repeated Sprint Cycle), attenuano la percezione di fatica muscolare,

rispetto ad un recupero passivo di controllo, e promuovono la rimozione dell'acido lattico dal sangue. Inoltre

migliorano in acuto la capacità muscolare di esprimere potenza.

36

SOMMARIO BIBLIOGRAFIA

Bakhtiary, A. H.; Safavi-Farokhi, Z. & Aminian-Far, A. Influence of vibration on delayed onset of muscle soreness following eccentric exercise. Br J Sports Med, 2007, 41, 145-148 Battistini, N.; Virgili, F. & Bedogni, G. Relative expansion of extracellular water in elite male athletes compared to recreational sportsmen. Ann Hum Biol, 1994, 21, 609-612 Bishop, D. J. Fatigue during intermittent-sprint exercise. Clin Exp Pharmacol Physiol, 2012, 39, 836-841 Bishop, D.; Spencer, M.; Duffield, R. & Lawrence, S. The validity of a repeated sprint ability test. J Sci Med Sport, 2001, 4, 19-29 Borg, G. Perceived exertion as an indicator of somatic stress. Scand J Rehabil Med, 1970, 2, 92-98 Caryn, R.C.; Hazell T. J. & Dickey J.P. Transmission of acceleration from a synchronous vibration exercise platform to the head. Int J Sports Med, 2014, 35, 330-338 Cochrane, D. J. Vibration exercise: the potential benefits. Int J Sports Med, 2011, 32, 75-99 Cochrane, D. J.; Stannard, S. R.; Sargeant, A. J. & Rittweger, J. The rate of muscle temperature increase during acute whole-body vibration exercise. Eur J Appl Physiol, 2008, 103, 441-448 Girard, O.; Mendez-Villanueva, A. & Bishop, D. Repeated-sprint ability - part I: factors contributing to fatigue. Sports Med, 2011, 41, 673-694 Hopkins, W. G Measures of reliability in sports medicine and science. Sports Med, Department of Physiology, 2000, 30 (1): 1-15 0112-1642/ Impellizzeri, F. M.; Rampinini, E.; Castagna, C.; Bishop, D.; Ferrari Bravo, D.; Tibaudi, A. & Wisloff, U. Validity of a repeated-sprint test for football. Int J Sports Med, Neuromuscular 2008, 29, 899-905

37

SOMMARIO Kenttä, G. & Hassmén, P. Overtraining and recovery. A conceptual model. Sports Med, 1998, 26, 1-16 Kosar, A. C.; Candow, D. G. & Putland, J. T. Potential beneficial effects of whole-body vibration for muscle recovery after exercise. J Strength Cond Res, 2012, 26, 2907-2911 Lundberg T.Long-term results of vibratory stimulation as a pain relieving measure for chronic pain. Pain, 1984, 20:13–23 Maffiuletti, N. A.; Saugy, J.; Cardinale, M.; Micallef, J.-P. & Place, N. Neuromuscular fatigue induced by whole-body vibration exercise. Eur J Appl Physiol, 2013, 113, 1625-1634 Marin J.; Zarzuela R.; Zarzosa F.; Herrero A.; Garatachea N.; Rhea M.; Garcia-Lopez D. Whole body vibration as a method of recovery for soccer players Eur J Sport Sci, 2012, 12 (1), 2-8 Matthews, P. B. The reflex excitation of the soleus muscle of the decerebrate cat caused by vibration applied to its tendon. J Physiol, 1966, 184, 450-472 McGawley, K. & Bishop, D. J. Oxygen uptake during repeated-sprint exercise. J Sci Med Sport, 2014 Padulo, J.; Di Giminiani, R.; Ibba, G.; Zarrouk, N.; Moalla, W.; Attene, G.; Migliaccio, G. M.; Pizzolato, F.; Bishop, D. & Chamari, K. The acute effect of whole body vibration on repeated shuttle-running in young soccer players. Int J Sports Med, 2014, 35, 49-54 Rittweger, J. Vibration as an exercise modality: how it may work, and what its potential might be. Eur J Appl Physiol, 2010, 108, 877-904 Weerakkody, N. S.; Percival, P.; Hickey, M. W.; Morgan, D. L.; Gregory, J. E.; Canny, B. J. & Proske, U. Effects of local pressure and vibration on muscle pain from eccentric exercise and hypertonicsaline. Pain, 2003, 105, 425-435.

38

CONGRESSO 44° INTERNATIONAL SIDO “Global Proprioceptive Resonance: Long Term Results on Postural Systems” e

“Global Proprioceptive Resonance: Long Term Results on Neuromuscolar Systems”

(Società Italiana di Ortodonzia)

7-9 novembre 2013 Roma – Italia Relatori: P. Cressoni, G. Sesso, U. Garagiola

39

XXI WORLD CONGRESS OF NEUROLOGY

“Global Proprioceptive Resonance: effects on

Neuromuscolar and Postural Systems”

Vienna – Austria 21-26 settembre 2013

Vienna - Austria

Lavoro scientifico:

GLOBAL PROPRIOCEPTIVE RESONANCE: EFFECTS ON NEUROMUSCOLAR AND POSTURAL SYSTEMS Relatori: U. Garagiola, A. Maffei, G. Farronato Abstract pubblicato su JNS Journal of the Neurological Sciences http://ebooks.meetingxpert.net/wcn/jns%20for%20wfn/#/0

40

VIII EUROPEAN SPORTS MEDICINE

CONGRESS OF EFSMA - “Keope: Ergonomic

Proprioceptive Resonance Structure”

(European Federation Sports Medicine Association)

Lavoro scientifico:

KEOPE: ERGONOMIC PROPRIOCECTIVE RESONANCE STRUCTURE

Autori: F. Coscia, P.V. Gigliotti, A. Bigi, A. Maffei, R. Sartore

41

42

43

Dott. Francesco Coscia

Medico Chirurgo

Specialista in Medicina Interna

Specialista in Medicina dello Sport

Professore a contratto Università di Perugia

Direttore Commissione Medica Federazione Arrampicata Sportiva Italiana (FASI)

Direttore Commissione Medica International Federation Sport Climbing (IFSC)

STUDIO SCIENTIFICO

Dott. Francesco Coscia -

MODIFICHE DELL’ATTIVITÀ

FISIOLOGICA DURANTE E

DOPO LA TERAPIA KEOPE

GPR

44

“Keope GPR Global Proprioceptive Resonance è una struttura ergonomica a risonanza

propriocettiva globale. Tale struttura presenta punti d'appoggio, oppositori gravitari, a livello

nucale, dorsale, gluteo, popliteo, a livello delle mani e dei calcagni ed attua una vibrazione focale

multipla.

Il soggetto appoggia il proprio corpo solo nei punti di maggiore stimolo dell’attività propriocettiva,

così da ottenere una risposta sia periferica che centrale.”

Amedeo Maffei

L’appoggio a livello del tendine di Achille determina uno stimolo riflesso che si diffonde a livello

della pianta del piede.

La pianta del piede è una zona ricca di propriocettori sensitivi esterocettori e meccanocettori ad

alta sensibilità. La combinazione degli stimoli provenienti dalla pianta del piede sono determinanti

sulla reattività rapida (massima intensità e breve durata della risposta) e sull’informazione

centrale relativa al posizionamento del corpo nello spazio. La risposta rapida è determinata dalla

struttura anatomico funzionale dei tendini che determinano la risposta elastica della forza

esplosiva.

Lo stimolo proveniente dalla pianta del piede agisce a livello della corteccia cerebrale influenzando

l’aspetto posturale e fa percepire al corpo il suo stato fisico rispetto all’ambiente che lo circonda. Il

riflesso plantare agisce stimolando a livello centrale le ampie aree deputate al controllo sensitivo e

motorio rappresentate nella corteccia cerebrale dall’homunculus della postura sia statica che

dinamica.

L’appoggio a livello del cavo popliteo stimola i propriocettori del Golgi posizionati nelle giunzioni

muscolo tendinee del quadricipite e nel tessuto connettivo, denso di legamenti e della capsula

articolare.

L’effetto di stimolo con Keope rilevato con EMGs è quello della ripolarizzazione muscolare, quindi

l’induzione di keope stimola gli organi muscolo tendinei del Golgi che inducono il riflesso

miotattico inverso il quale decontrae la struttura muscolare e quindi determina il rilassamento

delle fibre muscolari. Quando le fibre muscolari si sono ripolarizzate e sono decontratte (rilassate)

sono pronte uniformemente per ricevere nuovi stimoli depolarizzanti e quindi nuove contrazioni

muscolari.

Keope agisce attraverso uno stimolo costante ottenendo un effetto uniforme sui recettori e

conseguentemente depolarizza e rilassa uniformemente tutte le fibre muscolari interessate.

45

La decontrazione delle fibre muscolari determina una vasodilatazione del microcircolo muscolare

che permette un aumento del ritorno venoso e quindi dello shuttle dell’acido lattico e degli altri

metaboliti dell’attività muscolare.

Un effetto vasomotorio che parte dallo stimolo della pianta del piede, attraversa la safena che

proprio a livello del cavo popliteo (punto di stimolo di Keope) presenta una valvola che facilita il

ritorno venoso. Naturalmente l’effetto vasomotorio non è solo di ritorno venoso ma anche del

microcircolo muscolare arterioso, favorendo così il recupero muscolare attraverso anche l’apporto

di ossigeno e substrati energetici.

L’aumento della frequenza cardiaca durante lo stimolo con “Keope” è sicuramente dovuto

all’aumento del ritorno venoso, infatti è più marcato nel soggetto che si sottopone allo stimolo di

“Keope” dopo un’attività fisica intensa.

L’ampia area cutanea dei glutei presenta una sensibilità superficiale che quando viene stimolata si

trasforma a livello centrale in una sensazione di benessere. A livello del sottocutaneo è presente

tessuto adiposo dove si localizzano i corpuscoli lamellari di Vater-Pacini e Paciniformi i quali sono

ad adattamento rapido e reagiscono in modo crescente immediatamente ed al termine della

sollecitazione.

Lo stimolo di Keope a livello del rachide dorso-lombare induce la ripolarizzazione dei muscoli

paravertebrali con conseguente miglioramento dell’elasticità e della mobilità articolare del

rachide. Per risonanza induce ripolarizzazione dei muscoli paravertebrali cervicali. Spesso la

contrazione dei muscoli paravertebrali cervicali induce patologie muscolo tensive, spesso

concausa o causa prima di alcuni tipi di cefalea.

Percepire la propria colonna vertebrale con sensazione di benessere contribuisce a diminuire il

senso di fatica. Basti pensare quanto una lombalgia anche lieve affatica una persona, fino a far

percepire come gravosi, i semplici gesti della vita quotidiana.

Lo stimolo propriocettivo di Keope in più punti del corpo determina una ripolarizzazione dei

muscoli, stimola i propriocettori ed esterocettori che controllano l’equilibrio e la postura non solo

con un riflesso periferico, ma anche centrale a livello della struttura che controlla lo schema

motorio.

L’induzione con partenza periferica agisce a livello centrale, la risposta non è solo periferica loco

regionale (solo a livello di un gruppo muscolare) ma di tutto lo schema corporeo posturale e

questa risposta è favorita in modo rilevante dall’induzione diretta centrale attraverso la cuffia. La

combinazione di questi effetti determina un recupero psicofisico del soggetto e soprattutto una

progressiva attività di recupero del proprio schema corporeo fisiologico.

“Keope” a livello del palmo delle mani e delle dita, induce uno stimolo ai corpuscoli ramificati e

lanceolati di Meissner che sono esterocettori posti tra epidermide e derma, che rispondono a

46

variazioni pressorie. Tanto più è rapido lo stimolo tanto maggiore è la risposta della fibra nervosa.

La risposta rapida ma adattata allo stimolo permette di eseguire i movimenti fini con precisione ed

esattezza.

Lo stimolo dei corpuscoli di Meissner, combinando assieme stimoli e risposte, permette di

avvertire la perdita di gravità cioè l’effetto fluttuazione e la sensazione di leggerezza e,

successivamente, permette di riacquisire la percezione delle diverse parti del corpo.

Questi passaggi modulati determinano, a livello centrale, un “reset” dello schema corporeo e la

successiva raffigurazione corretta dello stesso. Questa percezione è più avvertita da chi ha un

difetto posturale.

Eseguendo una valutazione della postura con Spinal Mouse prima e dopo lo stimolo di Keope in

tutti i soggetti si rilevano correzioni delle asimmetrie posturali e maggiore elasticità del rachide.

“Keope” induce anche un miglioramento soggettivo ed oggettivo nell’esecuzione di esercizi di

coordinazione. Ciò è dovuto al “reset” dello schema corporeo ed alla successiva rielaborazione a

livello centrale.

47

DENTAL TRIBUNE - Rivista scientifica

Nuove frontiere con Keope GPR Giugno 2013

http://www.dentaltribune.com/articles/specialities/general_dentistry/13497_nuove_fr

ontiere_con_keope_gpr_struttura_ergonomica_a_risonanza_propriocettiva_.html

Dental Tribune Italian Edition - Giugno 2013

Nuove frontiere con Keope GPR:

struttura ergonomica a risonanza propriocettiva

A.<Maffei*,<C.<Batia**,<N.<Cenzato***,<L.<Solidoroº,<P.<Pereiraºº,<G.<Farronatoººº

*Prof. a.c. Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia – Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche – Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico **Specialista in Ortognatodonzia – Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche – Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico ***Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia – Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche – Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico °Medico frequentatore – Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia – Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche – Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico °°Studentessa CLOPD – Reparto di Ortognatodonzia – Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche – Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico °°°Direttore Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia – Presidente del Corso di Laurea in Igiene dentale – Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche – Università degli Studi di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico

Clinicamente, nel mondo scientifico si risveglia l’interesse per le possibili applicazioni

terapeutiche delle vibrazioni meccaniche, e queste ricerche negli anni hanno dato luogo

a una letteratura imponente.

I primi lavori scientifici riguardanti l’utilizzo delle vibrazioni a scopo terapeutico sull’uomo

risalgono al 1949, quando Whedon e coll. Riferiscono degli effetti positivi ottenuti grazie

all’applicazione di vibrazioni generate da uno letto oscillante sulle anormalità

metaboliche di pazienti allettati in immobilizzazione gessata.

48

Hettinger, nel 1956, in un studio sperimentale dimostrò come la somministrazione di

vibrazioni fosse in grado di aumentare l’area di sezione muscolare nonché di diminuire il

tessuto adiposo all’interno del muscolo stesso. Flieger e coll. (1998) dimostrarono come

nell’animale sottoposto a vibrazioni si registrasse un incremento nella proliferazione ossea.

Bosco e coll. (1999) elaborarono un metodo di allenamento vibratorio in grado di

migliorare la potenza, la resistenza e la velocità del soggetto in esame, mediante

l’esecuzione di esercizi su una pedana vibrante a determinate frequenze.

Diversi studi hanno evidenziato gli effetti positivi della terapia vibrazionale sull’apparato

scheletrico, nella cura dell’osteoporosi, nel recupero dei traumi, sulla degenerazione

ossea, sulla diminuzione della calcificazione negli astronauti; sull’apparato muscolare, la

possibilità di incremento delle capacità contrattili dei muscoli sottoposti a sollecitazioni di

tipo vibratorio, riabilitazioni funzionali, rilassamento neuromuscolare; sul sistema ormonale,

sulla circolazione sanguigna, nella terapia del dolore, nella patologia del Parkinson.

Da oltre vent’anni il Centro di Ricerca sul Comportamento Umano di Sirtori ha avviato una

ricerca sugli effetti biologici vibrazionali, sonori e meccanici sul corpo umano in completo

scarico funzionale.

Ulteriori ricerche sull’ergonomia della postura in associazione agli effetti della stimolazione

cutanea a risonanza propriocettiva, hanno portato alla realizzazione della struttura

ergonomica ad appoggio vibrazionale Keope GPR (Global Proprioceptive Resonance)

(Figg. 1a, 1b) frutto dell’inveterata esperienza del suo inventore Amedeo Maffei.

Negli ultimi anni, gruppi di ricerca afferenti a diversi istituti universitari, con attenzione

scientifica, hanno messo in atto diversi protocolli sperimentali utilizzando Keope come

struttura ergonomica a stimolazione propriocettiva, documentando i suoi benefici

nell’ambito medico e sportivo, dando un approccio terapeutico alla vibrazione

meccanica.

Gli obiettivi di questo lavoro sono descrivere il funzionamento della struttura ergonomica e

valutarne le sue applicazioni; per fare ciò sono stati analizzati i risultati di questa innovativa

modalità di applicazione della vibrazione meccanica, sia dal punto di vista soggettivo dei

pazienti, studiandone gli effetti di rilassamento globale tramite un questionario, sia dal

punto di vista oggettivo, analizzandone i risultati ottenuti tramite elettromiografi e su

specifici muscoli pre e post seduta.

Il concetto di vibrazione meccanica

Il termine “vibrazione” descrive un movimento di tipo oscillatorio intorno a una posizione di

riferimento, a intervalli regolari. L’espressione “vibrazione meccanica” si riferisce in

particolare a un’oscillazione meccanica attorno a un punto di equilibrio.

Il corpo umano è sottoposto quotidianamente, in modo consapevole e non, a vibrazioni

di differente tipologia (vibrazioni prodotte da un’automobile, da un treno, generate da

macchine industriali, da utensili elettrici come trapani, martelli pneumatici ecc.), con

effetti sia positivi che negativi sull’organismo. L’esposizione del sistema mano-braccio alle

vibrazioni a bassa frequenza e alta ampiezza, ad esempio, è correlata all’incremento del

rischio di insorgenza di lesioni vascolari, neurologiche e muscolo-scheletriche a carico del

sistema mano-braccio stesso.

Le ripercussioni sul corpo umano all’esposizione alle vibrazioni sono influenzate

dall’ampiezza della superficie di contatto con l’oggetto che vibra, dalla frequenza della

vibrazione, dall’ampiezza (potenza d’onda trasmessa) del tempo di esposizione e dalla

direzione di propagazione della stessa.

Il corpo umano non vibra come una massa unica con una frequenza naturale, ma gli

organi e ogni singolo segmento del corpo hanno a propria frequenza di risonanza.

49

Questo provoca un’amplificazione o un’attenuazione delle vibrazioni di input da parte di

ogni zona del corpo, secondo la propria frequenza di risonanza. Un corpo vibra quando

descrive un movimento oscillatorio attorno a una posizione di equilibrio statico.

MFV: Multi Focal Vibration

L’evoluzione degli studi sulle vibrazioni meccaniche applicate al corpo umano ha portato

alla definizione di tre forme a cui le vibrazioni meccaniche possono giungere in relazione

al nostro corpo:

Whole Body Vibration (WBV): raggiunge l’intero corpo in carico funzionale;

Focal Vibration (FV): limitata a singoli muscoli o gruppi di muscoli adiacenti;

Multi Focal Vibration (MFV): una forma di vibrazione interessante l’intero corpo che

viene applicata con postura in completo scarico funzionale, con articolazioni in

decoaptazione. È somministrata in punti precisi, con frequenze mirate.

Localizzando le vibrazioni in specifi che aree corporee, coinvolgenti l’intero

apparato muscolo scheletrico, e localizzando l’effetto della vibrazione nella zona

desiderata, si ottiene l’optimum, evitando nocive dispersioni.

Quest’ultima ha concentrato l’attenzione sulla creazione di una struttura con effetti

positivi indotti da più vibrazioni meccaniche focali. Keope GPR è l’unica struttura

ergonomica a somministrare la vibrazione attraverso più sorgenti vibrazionali. Questa

multi-applicazione permette di somministrare vibrazioni a bassissima ampiezza che

interessano solamente il tessuto cutaneo con una lieve dispersione nella struttura

muscolare. Non attiva in alcun modo la conducibilità ossea e non può quindi produrre

risonanza in alcun organo.

Effetti positivi della vibrazione sul corpo umano

Gli effetti della vibrazione sul sistema ormonale

L’applicazione di vibrazioni meccaniche al corpo umano è in grado di produrre una

risposta ormonale di tipo adattivo, producendo un aumento della concentrazione

plasmatica di testosterone e dell’ormone della crescita GH, riconducibile all’azione dei

metabo-recettori muscolari, contestualmente a una diminuzione della concentrazione di

cortisolo. Anche la secrezione di serotonina e endorfine viene fortemente stimolata dalle

vibrazione meccaniche.

Gli effetti della vibrazione sul sistema muscolo-scheletrico

Si è dimostrato che l’applicazione di vibrazioni meccaniche di elevata intensità di breve

durata producano effetti positivi sulla struttura muscolare e articolare, tanto che sia la

massa che la forza dei tessuti sono mantenuti a un elevato livello, con conseguente

riduzione della perdita muscolare.

Gli effetti della vibrazione sul tessuto osseo

L’azione delle vibrazioni meccaniche nei confronti dei meccanismi di rimodellamento

osseo è riportata in molti studi clinici effettuati su pazienti affetti da fratture ossee o

osteoporosi. In entrambi i casi, i soggetti trattati con terapia vibratoria dimostrano

un’accentuazione vera e propria dell’attività osteogenica, favorendo un aumento della

BMD. La terapia vibrazionale può rappresentare una strategia sicura, non invasiva e non

farmacologia, atta a prevenire l’osteoporosi.

Gli effetti della vibrazione nella terapia del dolore

L’effetto analgesico delle vibrazioni si basa sulla teoria del “gate control”, già enunciata

da Melzack e Wall nel 1965, sui cui si fonda il razionale scientifico delle correnti di tipo TENS

50

(Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation). Le vibrazioni, l’utilizzo del caldo e del freddo

e le correnti elettriche sono in letteratura i metodi maggiormente citati come mezzi di

stimolazione periferica a scopo antalgico. In bibliografia è possibile riscontrare l’utilizzo

delle vibrazioni, a scopo antalgico, per il dolore di origine cefalica, nei dolori

muscoloscheletrici, e nel low back pain.

Gli effetti della vibrazione sulla circolazione sanguigna

L’applicazione di vibrazioni meccaniche sul corpo produce un aumento della

circolazione sanguigna, con un incremento della velocità media del flusso sanguigno e

un considerevole abbassamento dell’indice di resistenza, misurato attraverso esami

Doppler. Questo aumento della circolazione sanguigna produce effetti benefici sul

metabolismo, sull’apporto di ossigeno ai tessuti e favorisce la diminuzione della pressione

arteriosa con possibili indicazioni nei casi di disturbi circolatori, quali l’arteriosclerosi e lo

scarso drenaggio linfatico.

Keope: struttura ergonomica a risonanza propriocettiva globale

È una struttura a risonanza propriocettiva globale che veicola al corpo umano la

vibrazione meccanica in sinergia con quella sonora. È un sistema innovativo che si basa

sulla concezione olistica della propriocezione: propriocezione esterosensoriale,

psicosensoriale e interosensoriale.

Opera esclusivamente sul tessuto cutaneo e, essendo distribuita nei punti più sensibili alla

propriocezione, si qualifica come un attivatore globale dei meccanocettori della cute. La

struttura ergonomica Keope, attraverso i suoi oppositori gravitari, consente al corpo

umano di assumere una postura in completo scarico funzionale e riduce al minimo il

contatto con il corpo, eliminando compressioni inutili e migliorando la circolazione

ematica, la ventilazione polmonare, riducendo così il lavoro cardiaco.

Sostiene il corpo attraverso undici punti di contatto che corrispondono a precise giunture

articolari, precisamente in zona nucale, dorsale, glutea, publitea, dei calcagni e delle

mani (Figg. 1a, 1b). I principali effetti della struttura ergonomica Keope sono la

ripolarizzazione muscolare con effetto defaticamento, la stimolazione dei muscoli gravitari

e il potenziamento esplosivo dei muscoli scheletrici, tutti effetti che si ottengono dopo 13-

15 minuti di trattamento, a seconda del programma scelto.

I cardini della forza di queste applicazioni consistono in:

1. una struttura ergonomica posturale, che pone il corpo in completo scarico

funzionale e in decoaptazione articolare;

2. una stimolazione propriocettiva, che attraverso l’effetto di autorisonanza, a

seconda dei meccanocettori stimolati, produce un risultato terapeutico

immediato;

3. ascolti sonori, creati per eliminare i pensieri circolari, attivare visioni creative e

sincronizzare suoni ed eventi fisiologici.

Tutto questo attiva in senso sinergico l’esterocezione, l’immaginocezione e l’interocezione,

rendendo un evento unico la terapia entecopro.

Postura

La postura corretta è l’anima del benessere. Intervenendo sulla postura possiamo

migliorare gli equilibri psicofisici dell’uomo e ritrovare una condizione di armonia.

Nella sua evoluzione, l’uomo ha modificato la postura ponendosi in posizione eretta, con

notevole cambiamento della struttura dello scheletro e in particolare della colonna. I

muscoli gravitari, quelli addetti all’equilibrio, che sono più coinvolti in questa evoluzione,

sono ancora oggi in via di sviluppo e denunciano difficoltà a sostenere per lungo tempo

la nostra postura verticale. Questo è uno dei motivi per cui il mal di schiena non è

51

considerato solo una patologia, ma uno stato naturale della permanenza in postura

verticale.

La postura ideale dove possiamo ritrovare le condizioni di equilibrio scheletrico è la stessa

dove il nostro corpo si è sviluppato senza subire particolari forzature meccaniche: la

postura del feto materno nel suo alveo del primo sviluppo.

La particolare struttura ergonomica di Keope ci consente di assumere la stessa posizione

fetale: riduce le contratture, le articolazioni tendono a decoaptare, il corpo si

abbandona in completo scarico funzionale e i punti di appoggio sono ridotti

all’essenziale, così da evitare compressioni e favorire la circolazione venosa, arteriosa e

linfatica.

Stimolazione propriocettiva

La propriocezione è la percezione di sé nello spazio. Il senso dell’esistenza consiste nella

consapevolezza che occupiamo uno spazio, e quello spazio non può essere occupato

nello stesso istante da nessun altro.

La consapevolezza propriocettiva è un’interazione di tre fattori: l’esterocezione, ossia la

percezione di tutto ciò che è esterno alla nostra pelle, attraverso i nostri cinque sensi (“il

fuori”); l’interocezione, ovvero la percezione del nostro interno attraverso i propriocettori

interiori (“il dentro”); e infine l’immaginocezione, che ci distingue dagli animali e che

influenza tutto ciò che percepiamo con i sensi (l’immaginazione). La scienza ha scoperto

che i meccanocettori sono sensibili alla vibrazione meccanica e sono presenti in tutto il

nostro corpo. Con le frequenze appropriate, la vibrazione di Keope è in grado di attivare i

vari meccanocettori che, per un effetto chiamato “driving”, pongono in risonanza il

sistema neuromuscolare.

Ascolti sonori

Poiché tutto quello che percepiamo dall’esterno prima di arrivare alla nostra mente passa

attraverso l’immaginazione, il nostro stato d’animo influenza la nostra propriocezione; per

questo motivo le frequenze armoniche sincrone alle vibrazioni meccaniche e la voce

guida che accende l’immaginazione sono il supporto indispensabile per la massima

predisposizione propriocettiva al risultato della vibrazione meccanica multifocale. Un

pensiero circolare, infatti, attraverso l’immaginocezione attiva la stimolazione muscolare,

la quale, veicolata da meccanocettori che arrivano alle fibre e interagiscono con

l’acetilcolina, determinano cronicità alla depolarizzazione; in questo modo, anche in

condizione di apparente rilassamento e inattività, i nostri muscoli mantengono una

contrattura significativa registrabile dagli elettromiografi. Gli eventi sonori che

accompagnano il trattamento su Keope sono creati per eliminare questi pensieri circolari

e sincronizzare ogni sensore propriocettivo al trattamento.

La vibrazione meccanica come forma di stimolazione propriocettiva

La percezione vibratoria costituisce di fatto una sensibilità di tipo meccanico e coinvolge

delle strutture recettoriali sensibili allo stimolo meccanico, ossia i meccanorecettori,

microstrutture con varie funzioni atte a ricevere segnali di tipo vibratorio, presenti in

concentrazioni diverse in tutto il corpo a livello del derma. Il corpo umano ne ha quattro,

in diverse profondità del derma, due dei quali sono particolarmente sensibili alla terapia

della risonanza vibrazionale: i corpuscoli di Meissner e corpuscoli di Pacini.

Questi meccanorecettori sono localizzati in concentrazione maggiore nelle zone del

corpo dove non sono presenti peli, come ad esempio i palmi delle mani, i calcagni, i cavi

poplitei, i glutei e la zona dorso lombare: punti di contatto attraverso i quali Keope

somministra la vibrazione.

52

Tensione neuromuscolare dei muscoli masticatori: studio sperimentale su maestri di sci

L’obiettivo di questo studio è quello di verificare e documentare la correlazione tra la

risposta del sistema neuromuscolare e l’utilizzo di una struttura ergonomica a stimolazione

propriocettiva globale che favorisca una ripolarizzazione muscolare e psicofisica.

Materiali e metodi

Il nostro studio preliminare si è svolto presso la Scuola di sci e snowboard Courmayeur nelle

seguenti modalità: sono stati selezionati 21 maestri di sci, 6 femmine e 15 maschi, di età

compresa tra 20 e 32 anni, che avessero avuto una giornata lavorativa definita

impegnativa (7 ore di lezione), e che si prestassero a più sedute di Keope GPR.

Gli obiettivi erano quelli di determinare clinicamente e tramite la compilazione di

questionari se i partecipanti allo studio avessero notato un rilassamento muscolare

generale, se questo rilassamento migliorasse di seduta in seduta e se i muscoli interessati

nella masticazione (masseteri e temporali) subissero anch’essi un rilassamento e un

riequilibrio neuromuscolare, tramite l’analisi di esami elettromiografici.

Il protocollo di studio per i primi due obiettivi ha preso in considerazione le risposte

ottenute con i questionari sottoposti ai soggetti al termine della seduta, mentre per

verificare la situazione dei muscoli masticatori sono stati eseguiti esami elettromiografici

pre e post seduta su un terzo del campione.

I soggetti si presentavano alla Scuola di sci immediatamente terminate le ore di lezione,

quindi ancora affaticati. Veniva eseguita un’elettromiografia per verificare la tensione e

l’armonia tra i principali muscoli masticatori; quindi venivano sottoposti a una seduta sulla

struttura Keope GPR (programma 1) e, infine, senza modificare la posizione degli elettrodi

di superficie, venivano sottoposti a un’ulteriore elettromiografia.

Tutti i dati raccolti venivano dunque paragonati. L’elettromiografia di superficie di cui ci

siamo serviti in questo studio, utilizzando l’elettromiografo Freely, consiste nella valutazione

delle differenze di potenziale di azione muscolare tramite elettrodi bipolari, monouso,

posizionati sulla superficie cutanea in corrispondenza del muscolo da esplorare.

Gli elettrodi sono connessi all’unità di acquisizione, ovvero alla base che compie tutte le

funzioni di acquisizione e filtraggio del segnale e invio dati al pc mediante cavetti

elettromiografici. Un computer visualizza i dati acquisiti, li elabora e li archivia.

Risultati e discussione

Per il confronto dei dati ottenuti con gli esami elettromiografici si sono osservati i seguenti

indici:

– indice di assimetria: confronta attività muscolare espressa dai muscoli omologhi nei

due antimeri;

– indice di attivazione: analizza l’intensità dell’attività muscolare espressa dai

masseteri vs i temporali;

– indice di tors: indica l’eventuale torsione a cui è sottoposta la mandibola sotto

l’azione di una coppia di muscoli temporale e massetere dx e temporale e

massetere sn);

– indice di POC (percentage overlapping coefficient): indice della simmetrica

distribuzione dell’attività muscolare determinata dall’occlusone (differenziale tra

contatti dentali e non); (impact: indica il lavoro che svolge il muscolo).

Dai risultati analizzati si evince un miglioramento generale di tutti gli indici valutati (Figg.

2a-2d)

53

Fig. 2a - Istogramma POC prima della seduta con Keope.

Più precisamente, l’indice di asimmetria è variato da 6.3% a -0.3% dopo la seduta Keope

GPR; l’indice di attivazione da -2.5% a 3.10%); e l’indice di tors da 8.30% a 6.80%. Per

quanto riguarda l’indice di POC del massetere è variato da 87% a 89.17%, mentre quello

del temporale da 88.62% a 88.50% (unico dato leggermente diminuito).

Si può quindi affermare che le sedute sulla struttura ergonomica Keope GPR permettono il

raggiungimento di un equilibrio neuromuscolare e un miglioramento del rilassamento

psicofisico.

I risultati preliminari ottenuti offrono buone premesse per il proseguimento e

l’approfondimento di ricerche scientifiche, con l’applicazione sia in pazienti sani sia

disfunzionali, nonché negli operatori clinici a fine giornata lavorativa.

Fig. 2b - Istogramma POC dopo la seduta con Keope.

54

Fig. 2c - Aerogramma POC prima della seduta con Keope.

Fig. 2d - Aerogramma POC dopo la seduta con Keope.

Conclusione

La ricerca ha dimostrato come la vibrazione meccanica applicata con il sistema

multifocale MFV rappresenta un forte stimolo per l’intero organismo, specialmente per il

sistema neuromuscolare e scheletrico, e conferma ulteriormente il valore terapeutico

delle vibrazioni. Keope GPR, unica struttura ad applicare la MFV, si dimostra un ottimo

supporto per le persone che svolgono prestazioni sportive, sia per la preparazione della

struttura scheletro-muscolare alla performance, sia per il recupero post prestazione

attraverso una rapida e globale ripolarizzazione delle fibre (defaticamento).

Bibliografia

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Ed. AM. 2013.

15. Farronato G, Garagiola U, Biagi R, Assandri F, Batia G, Cornalba R, Cressoni P, Sesso G, Terzi L,

Maffei A. Effetti della risonanza propriocettiva globale a vibrazione multifocale sul sistema

neuromuscolare stomatognatico e sul sistema posturale. Dental Cadmos. In Press.

56

Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia Il Direttore Prof. Giampietro Farronato

Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia Il Direttore Prof. Giampietro Farronato

Milano 21/03/13

Progetto di Ricerca dell’Università degli Studi di Milano, Scuola di Specializzazione di Ortognatodonzia, Direttore: Prof. Giampietro Farronato

Ricerca Università degli studi di Milano

EFFETTI DELLA RISONANZA PROPRIOCETTIVA GLOBALE

KEOPE GPR A VIBRAZIONE MULTIFOCALE SUL SISTEMA

NEUROMUSCOLARE STOMATOGNATICO E SUL SISTEMA

POSTURALE

AUTORI :

Giampietro Farronato Professore Ordinario

Amedeo Maffei Professore a contratto

Umberto Garagiola Ricercatore Universitario

AUTORE DI RIFERIMENTO : Prof. Giampietro Farronato

Clinica odontoiatrica - via della Commenda, 10 - 20122, Milano

57

RIASSUNTO

Obiettivo: Lo scopo di questo studio è stato quello di studiare gli effetti di una struttura ergonomica Keope GPR a vibrazione multi focale (MFV) sul sistema neuromuscolare e posturale in soggetti sani.

Materiali e Metodi: Trenta volontari (sedici maschi e quattordici femmine, di età compresa tra 19-25 anni) sono stati sottoposti, all'esame elettromiografico (EMG) e stabilometrico prima della seduta di risonanza propriocettiva globale mediante vibrazioni multi focali, ripetendo gli stessi esami subito dopo la MFV.

Risultati: Gli effetti della keope GPR sulla elettromiografia di superficie dei muscoli masseteri e temporali anteriori hanno evidenziato cambiamenti statisticamente significativi ne i muscoli masseteri (p <0,05). Effetti significativi sono stati evidenziati anche nei test posturali e stabilometrici (p <0,05).

Conclusioni: In questo studio preliminare la vibrazione multi focale ha indotto modificazioni sia nei test neuromuscolari che nei test posturali. Ulteriori studi futuri dovrebbero concentrarsi sulla valutazione degli effetti sui pazienti con problematiche ortodontiche e gnatologiche, così come degli effetti a lungo termine.

Parole chiave: Elettromiografia, Electrognatografia, Stabilometria, Postura, Vibroterapia

ABSTRACT

Aim: The purpose of this study was to investigate the effects of an ergonomic structure Keope GPR by multi focal vibrations (MFV) on muscle performance and body balance in healthy subjects.

Materials and Methods: Thirty volunteers (sixteen males and fourteen females, aged 19-25 years) underwent, in a randomized order, both the electromyography (EMG) and stabilometry before the multi focal vibration and immediately after it.

Results: The effects of Keope GPR on the surface EMG of masseters and anterior temporalis muscles induced statistically significant change in masseters muscles (p<0.05). There were effects in body balance tests, too (p<0.05).

Conclusions: In this preliminary study it was concluded that the multi focal vibration (MFV) induced

changes both in neuromuscular and in postural tests. Further and future studies should focus on evaluating the effects on orthodontic and temporomandibular disease patients, as well as the long term effects.

Keywords: Electromyography, Electrognatography, Stabilometry, Posture, Vibrotherapy

58

Gli studi e le ricerche su KEOPE GPR hanno portato a discutere i risultati in alcuni eventi scientifici

come:

6° EXPO DI AUTUNNO – Le terapie mini-invasive in Odontoiatria

30 Novembre – 1 Dicembre 2012 – Milano - Italia

Con i lavori Scientifici:

CORRELAZIONE TRA POSTURA E TRATTAMENTO CON UNA STRUTTURA ERGONOMICA

Relatori: U. Garagiola, P. Cressoni, G. Sesso, L. Terzi, R. Biagi, G. Batia

CORRELAZIONE TRA ATTIVITA' ELETTROMIOGRAFICA - ELETTROGNATOGRAFICA E

TRATTAMENTO CON UNA STRUTTURA ERGONOMICA

Relatori: U. Garagiola, P. Cressoni, L. Terzi, G. Sesso, R. Biagi, G. Batia

CONGRESSO DELL’ ACCADEMIA ITALIANA DI KINESIOGRAFIA ED

ELETTROMIOGRAFIA CRANIO MANDIBOLARE

22-23 Febbraio 2013 – Torino – Italia

Con la relazione:

EFFETTI DELLA GLOBAL PROPRIOCEPTIVE RESONANCE KEOPE SUL SISTEMA NEURO-

MUSCOLARE STOMATOGNATICO E SUL SISTEMA POSTURALE

Relatori: U. Garagiola, G. Farronato

INTERNATIONAL MEETING SIDO (Società Italiana di Ortodonzia)/SICOI (Società Italiana di

Chirurgia Orale e Implantologia)

21-23 Marzo 2013 – Roma – Italia

Con il lavoro scientifico:

EFFECTS OF GLOBAL PROPRIOCEPTIVE RESONANCE KEOPE ON NEUROMUSCULAR AND

POSTURAL SYSTEMS

Relatori: U. Garagiola, P. Cressoni, R. Soldo

XX CONGRESSO NAZIONALE COLLEGIO DEI DOCENTI DI ODONTOIATRIA

18-20 Aprile 2013 – Roma- Italia

Con i lavori scientifici:

GLOBAL PROPRIOCEPTIVE RESONANCE: EFFECTS ON NEUROMUSCULAR SYSTEM

Relatori: U. Garagiola , P. Cressoni, R. Cornalba, G. Sesso, L. Terzi

GLOBAL PROPRIOCEPTIVE RESONANCE: EFFECTS ON POSTURAL SYSTEM

Relatori: U. Garagiola, P. Cressoni *, F. Assandri, R. Biagi, G. Batia

59

Sono in press alcune pubblicazioni di articoli su GPR Keope come:

DENTAL CADMOS

EFFETTI DELLA RISONANZA PROPRIOCETTIVA GLOBALE A VIBRAZIONE MULTIFOCALE

SUL SISTEMA NEUROMUSCOLARE STOMATOGNATICO E SUL SISTEMA POSTURALE

Autori: Giampietro Farronato, Umberto Garagiola, Amedeo Maffei et al

Un capitolo scritto dal Prof. Amedeo Maffei sulla “Struttura ergonomica a risonanza propriocettiva

globale KEOPE” nel libro “Ortognatodonzia Clinica” autore G. Farronato Edizioni Ermes Milano

2013.

DENTAL TRIBUNE

EFFETTI DELLA GPR KEOPE SUGLI SCIATORI PROFESSIONISTI

Autore: G. Farronato

Inoltre con il Prof. Francesco Coscia dell’Università di Perugia è in corso uno Studio Scientifico su

MODIFICHE DELL’ATTIVITÀ FISIOLOGICA DURANTE E DOPO LA TERAPIA KEOPE GPR

Con il Prof. Adolfo Panfili dell’Università La Sapienza di Roma sono in corso alcuni studi sulla

applicazione di KEOPE GPR nel campo della Chirurgia Robotica della colonna vertebrale.

60

EFFETTI DELLA RISONANZA PROPRIOCETTIVA GLOBALE A VIBRAZIONE

MULTIFOCALE SUL SISTEMA NEUROMUSCOLARE STOMATOGNATICO E SUL

SISTEMA POSTURALE

INTRODUZIONE:

L’occlusione rappresenta l’estrinsecazione oggettiva di uno stretto rapporto biologico e funzionale tra

apparato stomatognatico e stato di salute di tutto l’organismo.

Il corpo umano può essere considerato come un sistema ad n gradi di libertà, non vibra come una massa

unica con una sola frequenza naturale, ma ogni massa, ovvero ogni sua parte ha una propria e specifica

frequenza di risonanza, e pertanto l'applicazione delle vibrazioni non può essere effettuata partendo da un

unico punto del corpo e propagandone poi gli effetti sul resto del corpo. Ciò non solo non produce i risultati

desiderati, ma genera effetti negativi sull'intero organismo.1,2

L'optimum si ottiene localizzando le vibrazioni in specifiche aree corporee, in modo ben preciso, cosi da

focalizzare l'effetto della vibrazione nella zona desiderata, dove è quindi necessario applicare le vibrazioni,

evitando inutili dispersioni.

In anni recenti è stata individuata una nuova modalità di applicazione della vibrazione sul corpo umano:

Multi Focal Vibration (MFV), che opera attraverso la vibrazione meccanica a frequenze mirate, applicata su

aree del corpo specifiche, corrispondenti a precise inserzioni delle catene muscolari; aree che coinvolgono

l'intero apparato muscolo scheletrico 1.

L'azione di alcuni micro vibratori in zone specifiche con frequenze mirate consente di massimizzare i

benefici effetti della vibrazione dimostrati dalle molteplici ricerche scientifiche degli ultimi anni. 3-6

Da tempo si conosce l’importanza del ruolo del sistema neuromuscolare nel determinare i problemi di

crescita e sviluppo strutturali della mandibola e della maxilla. L’occlusione abituale rappresenta spesso una

relazione non ottimale della mandibola al cranio, quindi una diagnosi eseguita su parametri dentali e

cefalometrici è basata su punti di riferimento inadeguati e spesso patologici. L’introduzione

dell’elettromiografia e della kinesiografia nella pratica clinica permette all’ortodontista di ottenere

riferimenti diagnostici occlusali e cefalometrici a partire da una posizione normale rilassata dal punto di vista

neuromuscolare e articolare.7 Queste nuove tecniche di indagine della kinesiologia mandibolare soddisfano

la necessità ortodontica di riportare i muscoli a una lunghezza di riposo e di permettere una normale

posizione posturale dei condili nella fossa glenoidea. La diagnosi ortodontica a partire da una posizione di

riposo rilassata del sistema dinamico neuromuscolare della mandibola, aumenterà la previsione del risultato

finale, diminuirà i tempi di trattamento, minimizzerà i danni dentali, parodontali, articolari e i problemi di

contenzione.8,9

Considerando l’apparato stomatognatico parte integralmente collegata all’interno del sistema funzionale

dell’organismo, si sottolinea l’importanza della relazione esistente tra occlusione e postura come condizione

di fondamentale rilevanza clinica. L’occlusione si esprime in funzione della posizione dei singoli elementi

dentari e della mandibola rispetto alle ossa mascellari. La postura è l’atteggiamento somatico caratteristico

della specie, attinente al corpo nell’insieme, o a parte di esso, diverso nelle diverse condizioni statiche e

61

dinamiche e risultante da complessi meccanismi di correlazione e integrazione neuromuscolare. La sua

regolazione dipende da riflessi di natura propriocettiva ( o riflessi posturali), che si integrano a vari livelli del

sistema nervoso e nei quali il sistema extrapiramidale gioca un ruolo fondamentale. Si tratta di contrazioni

toniche più o meno durature. I recettori per questi riflessi, oltre ai propriocettori, posti nei muscoli (fusi

neuromuscolari), nei tendini (fusi neurotendinei) e nelle caspule articolari, sono i recettori tattili, visivi e

vestibolari (che avvertono la posizione del capo nello spazio e i suoi movimenti). Per postura abituale si

intende quella posizione delle strutture ossee e muscolari in cui l’individuo impiega la minor quantità di

energia per il mantenimento dell’equilibrio. L’espressione controllo posturale si riferisce all’insieme dei

processi statici e dinamici che condizionano la posizione del corpo nello spazio e quella delle sue parti

mobili le une in rapporto alle altre, con conservazione del caratteristico orientamento rispetto alla gravità. I

muscoli antigravitari, ovvero i muscoli maggiormente interessati nel mantenimento della postura, necessitano

solo di una leggera, benché prolungata, contrazione muscolare senza esercitare uno sforzo energetico

maggiore per equilibrare il sistema all’interno della sua area fisiologica. I sistemi di controllo della postura,

ovvero il sistema oftalmico, il sistema vestibolare, il sistema propriocettivo e quello esterocettivo, assolvono

ai problemi di rapporto con lo spazio, con la forza di gravità e tra le componenti del corpo. La migliore

postura è pertanto quella che si esprime con il massimo equilibrio, la massima armonia e la massima

economia.10

La postura è essenzialmente la posizione assunta dalle varie parti del corpo le une rispetto alle altre (sistema

di coordinate egocentriche) e rispetto all’ambiente circostante (sistema di coordinate esocentriche). Il terzo

sistema di riferimento è quello del campo gravitazionale (sistema di coordinate geocentriche).11

Con l’utilizzo della pedana stabilometrica, strumento dotato di migliaia di sensori di forza di tipo

baropodometrico, si obiettiva la ripartizione del peso corporeo sulle basi di appoggio podaliche valutando la

distribuzione spaziale dei carichi (posturometria), la posizione e le oscillazioni del baricentro in un tempo

prestabilito (stabilometria).

Il binomio occlusione e postura è un tema caro alla Letteratura internazionale e ampiamente studiato in

quanto le due entità sono strettamente correlate tra loro e fondamentali per un equilibrio e benessere

organismico. Esistono vari esami strumentali attraverso cui è possibile indagare il sistema neuromuscolare e

il sistema posturale, in particolar modo elettromiografia-elettrognatografia e pedana posturometrica e

stabilometrica.

Lo scopo di questo lavoro è verificare e documentare gli effetti della vibrazione multifocale, MFV, generata

da una struttura ergonomica ad appoggio vibrazionale, sul sistema neuromuscolare stomatognatico, misurati

con elettromiografia ed elettrognatografia, e sul sistema posturale, intesi come analisi della distribuzione dei

carichi e analisi delle oscillazioni.

In specifico si è analizzato come variano l'attività neuromuscolare dei muscoli elevatori e la chinesiologia

mandibolare in pazienti a T0, mai stati sottoposti a sedute terapeutiche con MFV, e a T1, dopo seduta con

struttura ergonomica ad appoggio vibrazionale. Altrettanto per ciò che riguarda la distribuzione del carico

plantare e le oscillazioni del baricentro corporeo.

MATERIALI E METODI: E’ stato indagato un gruppo di studio di soggetti volontari sani. Si è cercato di

ottenere un campione quanto più omogeneo possibile, includendo giovani adulti che non presentassero

rilevanti quadri disgnatici, che non avessero precedentemente subito traumi al distretto cranio-facciale e che

non riferissero sintomatologia articolare né patologie sistemiche.

62

Sono stati esclusi dal campione i soggetti trattati ortodonticamente (trattamento mobile o fisso) negli ultimi 5

anni.

Il campione studiato è risultato composto da 30 soggetti, 16 maschi e 14 femmine, di età compresa tra i 19 e i

25 anni omogenei dal punto di vista fisico. L’altezza e il peso medio erano rispettivamente di 1.67 m e 53.9

Kg nei soggetti di sesso femminile, 1.76 m e 70.5 Kg nei soggetti di sesso maschile.

Il protocollo seguito ha previsto per ciascun paziente scansioni elettromiografiche-elettrognatografiche ed

analisi mediante pedana stabilometrica-posturometrica eseguite prima (T0) e dopo (T1) una seduta con

struttura ergonomica ad appoggio vibrazionale, Keope.

Keope Multi Focal Vibration (MFV) è una struttura ergonomica a risonanza propriocettiva globale (fig. 1).

L’inventore è il Prof. Amedeo Maffei fondatore del Centro di ricerca di Sirtori. Tale struttura presenta punti

d'appoggio, oppositori gravitari, a livello nucale, dorsale, gluteo, popliteo e a livello delle mani e dei calcagni

ed attua una vibrazione focale multipla. Il programma utilizzato in questo studio è il numero 1 di una serie

terapeutica protocollata, che consente un rilassamento psico-fisico. Esso si fonda su tre principi

fondamentali: riposizionamento ergonomico del corpo, ripolarizzazione delle fibre muscolari e induzioni

sonore per il rilassamento psichico. Keope consente un completo scarico funzionale del corpo, il quale si

trova nella condizione in cui ogni muscolo si pone in uno stato di riposo e la maggior parte delle articolazioni

sono decoaptate, consentendo maggior ossigenazione e rilassamento dei legamenti. Gli oppositori gravitari

sono supporti regolabili secondo le dimensioni individuali. La vibrazione meccanica su cui si basa la

struttura è un modo naturale attraverso cui stimolare i meccanocettori cutanei su più punti delle catene

muscolari; in tal modo la vibrazione di modesta ampiezza e frequenza mirata agisce con precisione nei punti

previsti senza creare effetti deflettenti.12

La componente vibrante è costituita da 10 motori a bassa tensione

con eccentrico ad ampiezza e accelerazione controllate. E’ bene specificare che non si tratta di

un’elettrostimolazione bensì di un’azione sui meccanocettori del derma e del tessuto cutaneo, coinvolti in

una risposta riflessa. La percezione della sensazione vibratoria è da attribuirsi essenzialmente all’attivazione

dei corpuscoli di Pacini e di Meissner, i primi a livello sottocutaneo e i secondi a livello dermico. La

frequenza vibratoria a cui sono sensibili tali corpuscoli è di 90-600 Hz per quanto riguarda i Pacini, mentre di

5-40 Hz i Meissner. 13,14

Durante la seduta il paziente indossa cuffie auricolari che, mediante musica e suoni,

condizionano il tessuto esterocettivo contribuendo in modo determinante al processo di stimolazione dei

meccanocettori cutanei.

I benefici scientificamente dimostrati della struttura ergonomica si esprimono in termini di: rimodellamento

della postura scheletrica, rilassamento psico-fisico e muscolare, abbattimento dello stress, accrescimento

delle abilità creative, miglioramento delle prestazioni sportive, defaticamento post-prestazione, decontrattura

muscolare. Si è visto inoltre che contribuisce ad alleviare rachialgie ed algie articolari, migliorando la

circolazione linfatica, venosa ed arteriosa.15-17

La componente neuromuscolare del sistema stomatognatico è stata finemente studiata con l’esecuzione di

esami elettrognatomiografici eseguiti con un sistema K6 MyoTronics.

Con l’analisi elettromiografica (EMG) è possibile ottenere informazioni sulla frequenza di scarico delle

varie unità motorie, sull’entità delle unità motorie attive, sulla sincronizzazione delle stesse e sulle loro

variazioni di fase. In tal modo è possibile documentare il comportamento dei muscoli del paziente.

I muscoli stomatognatici sottoposti ad analisi EMG in questo studio sono stati:

63

Masseteri dx e sx (capo superficiale)

Temporali anteriori dx e sx

L’elettrognatografia (EGN) è un esame strumentale che permette di oggettivare le determinanti

dell’occlusione del soggetto in esame, i tragitti di apertura/chiusura della mandibola, la sua velocità, la

posizione di riposo che questa assume abitualmente nei tre piani dello spazio e nel tempo e durante l’attività

funzionale, consentendo di analizzare la dinamica della deglutizione ed i cicli masticatori.

Le analisi EMG/EGN sono state eseguite in un ambiente isolato, lontano da fonti elettromagnetiche che

potessero interferire coi segnali mioelettrici. Ogni paziente è stato fatto sedere con la schiena eretta, la pianta

dei piedi appoggiata a terra e le mani appoggiate sulle ginocchia, in una posizione definita, natural head

position, ossia una postura spontanea rilassata con lo sguardo rivolto all’orizzonte.

Le scansioni eseguite per ogni soggetto del campione di studio sono state le seguenti:

Scan 9: scansione EMG in cui si valuta il grado di attività muscolare in riposo abituale (AMR) dei muscoli

monitorati.

Scan 11: scansione EMG analizza il grado di attività muscolare alla massima contrazione volontaria sulla

dentatura esistente in massima intercuspidazione e su rulli di cotone posti a livello dei molari.

Scan 1 e 2: scansioni EGN dove si sono registrati il tracciato e la misura del movimento di massima

apertura/chiusura della bocca, protrusiva e lateralità, in visione sagittale e frontale (scan 1) e la velocità del

movimento mandibolare (scan2)

Scan 3: scansione EGN in cui si analizzano la posizione di riposo abituale della mandibola (RP) le

dimensioni e caratteristiche dello spazio libero interocclusale (FWS) ed il tragitto dalla RP all’occlusione

abituale, quindi gli spostamenti verticali, anteriori, posteriori e laterali della mandibola nei tre piani dello

spazio e nel tempo.

Scan 20: scansione EGN, poligrafico composto da elettromiografia e kinesiografia, dove è possibile

conoscere con precisione la dinamica mandibolare durante la deglutizione e le sue modalità di esecuzione.

L’analisi del sistema posturale è stato eseguito con una pedana stabilometrica in grado di misurare, mediante

software dedicato, le forze esercitate su di essa dal soggetto, scalzo ed in posizione eretta con lo sguardo

all’orizzonte. Il software è stato sviluppato servendosi della tecnologia GUI - Graphics User Interface per

una visualizzazione dettagliata dell’esame eseguito che conduce l’utilizzatore in modo intuitivo

all’individuazione e allo studio delle problematiche connesse alla postura del paziente.

Nello specifico nel nostro studio sono state effettuate le seguenti valutazioni stabilometriche:

1. Stabilometria classica in posizione ortostatica ad occhi aperti ed arcate discluse (30 secondi)

1. Stabilometria classica in posizione ortostatica ad occhi chiusi ed arcate discluse (30 secondi)

2. Stabilometria ad occhi chiusi ed arcate a contatto (30 secondi)

3. Stabilometria ad occhi chiusi e serramento su rulli di cotone (30 secondi)

64

4. Test di Romberg (occhi aperti e chiusi) (60 secondi)

Riassumendo il protocollo utilizzato per lo studio del campione di soggetti e la raccolta dei dati ha previsto:

1. Esame elettrognatomiografico prima della seduta MFV

2. Esame con pedana stabilometrica e posturometrica prima della seduta con MFV

3. Seduta di MFV su Keope, programma 1, 12 min

4. Esame elettrognatomiografico dopo MFV

5. Esame con pedana stabilometrica e posturometrica dopo MFV

RISULTATI:

Esame elettrognatomiografico EMG/EGN:

Si sono calcolate media e Deviazione Standard di ogni acquisizione EMG/EGN, previa eliminazione dei dati

anomali grazie alla Extreme Studentized Deviate Test (ESD), procedura statistica parametrica fondata sulla

distribuzione t di Student. Un dato, per essere considerato valore anomalo, deve essere maggiore o minore

della media di almeno Z volte la deviazione standard, con probabilità di sbagliare p < 0,05. Si considera Z il

valore critico per l’Extreme Studentized DeviateTest in outlier statistici per test bilaterali. E’ stata quindi

effettuata un’analisi statistica con test-t di Student per campioni appaiati per confrontare i valori al tempo T0,

al tempo T1.

Nella maggior parte dei soggetti analizzati si nota un netto cambiamento dell'attività elettrica a riposo (scan

9) dei muscoli monitorati, massetere e temporale anteriore. L'attività elettrica muscolare a riposo decresce

mediamente da T0 a T1.Nell’analisi delle caratteristiche del Freeway Space (scan 3) su 30 soggetti: in 16

soggetti (53%) si assiste ad incremento, in 11 (37%) diminuisce mentre in 3 (10%) resta invariato. In media

quindi il freeway space aumenta, segno che c’è stato rilassamento muscolare dopo seduta con Keope. (Figg.

2-6) Dall’analisi statistica effettuata si osserva un cambiamento significativo (p < 0,05) solamente nei

masseteri di destra e sinistra che, in media, presentano diminuzione dell’attività elettrica. (Tab. I)

In alcuni casi di soggetti inizialmente asimmetrici per l’attività fra muscoli dx e sx, dopo Keope, si nota

anche un bilanciamento tra i muscoli dx e sx.

Risultati pedana stabilometrica e posturometrica:

A T0, prima della seduta di MFV con Keope, soltanto 2 soggetti si trovavano in una situazione di perfetto

equilibrio (analisi stabilometrica) ed ottimale distribuzione dei carichi sui pilastri d’appoggio (analisi

posturometria). I restanti 28 soggetti deviavano in misura più o meno marcata dalla situazione ideale, come

evidenziato dalla scorretta ripartizione e distribuzione dei carichi (nel 90% dei casi il baricentro risultava

retroposizionato). (Figg. 7-10)

A T1 in 4 casi (di cui uno in equilibrio perfetto a T0 e tre in disequilibrio) il quadro iniziale rimane invariato

dopo seduta MFV. In altri 4 casi il quadro stabilometrico e posturometrico (di cui uno in equilibrio perfetto a

T0 e tre in disequilibrio) peggiora, allontanandosi ulteriormente dall’asse ideale. In 22 soggetti infine si

65

assiste ad un generale sensibile miglioramento, in termini di distribuzione dei carichi, localizzazione del

baricentro rispetto all’asse ideale ed equilibrio.

Tra T0 e T1 il quadro stabilometrico e posturometrico rimane quindi invariato nel 13% dei soggetti del

campione, mentre si modifica in misura più o meno significativa nell’ 87% dei casi. In quest’ultima

situazione, in particolare, nel 14% dei casi complessivamente peggiora, mentre nell’ 73% dei casi migliora.

In tutti i casi però, dopo seduta ergonomica, la ripartizione del peso corporeo si modifica, localizzandosi in

misura nettamente superiore sull’uno o sull’altro piede.

DISCUSSIONE

La vibrazione multifocale MFV opera attraverso la vibrazione meccanica a frequenze mirate, applicata su

aree del corpo specifiche, corrispondenti a precise inserzioni di catene muscolari. Keope è l’unica struttura

ergonomica essenziale che consente al corpo umano di assumere una postura in completo scarico funzionale:

riduce al minimo il contatto con il corpo eliminando così compressioni inutili e migliorando la circolazione

ematica, la ventilazione polmonare e riducendo il lavoro cardiaco; permette inoltre l’applicazione delle

vibrazioni in decoaptazione vertebrale e delle grosse articolazioni.

La vibrazione meccanica rappresenta infatti un forte stimolo per l’intero organismo, specialmente per il

sistema neuromuscolare e scheletrico. Si è dimostrato che l’applicazione di vibrazioni meccaniche di elevata

intensità e di breve durata produce effetti positivi sulle strutture ossea, muscolare e articolare, tanto che sia la

massa che la forza dei tessuti sono mantenute ad un elevato livello con conseguente riduzione della perdita

muscolare ed ossea.18

Questi cambiamenti nella risposta neuromuscolare sono da attribuirsi principalmente all’aumento

dell’attività dei centri motori superiori e al miglioramento dei comandi nervosi che regolano la risposta

neuromuscolare.

Le vibrazioni meccaniche applicate localmente al muscolo e/o alla struttura tendinea (40 Hz) provocano

l’attivazione dei recettori dei fusi neuromuscolari a livello del complesso muscolo-tendineo, ma anche dei

gruppi muscolari adiacenti. Questo tipo di risposta da parte del muscolo alla sollecitazione vibratoria viene

definita con il termine di “riflesso tonico di vibrazione” (RTV). È scientificamente documentato il fatto che

l’RTV induca un aumento della forza contrattile dei gruppi muscolari coinvolti e che ciò si traduca in un

evidente cambiamento sia della relazione forza-velocità, sia della relazione forza-potenza.19

La struttura ergonomica Keope, sotto forma di risonanza propriocettiva globale, stimolando specifici neuroni

a specchio e compiendo un reset sinaptico, annulla la memoria imposta da fattori esterni (ad esempio fattori

occlusali deflettenti) in modo da ripristinare la memoria genetica.20

L’effetto che MFV/ Keope sembra sortire a livello globale e sui sistemi stomatognatico e posturale può

essere assimilabile all’effetto che un’apparecchiatura funzionale, quale un attivatore monoblocco, produce a

livello stomatognatico. Si può infatti affermare che il soggetto disgnatico si trova in un equilibrio

compensatorio seppur patologico, grazie al quale il suo organismo si adatta alla disgnazia così da poter

attendere alle principali multifunzioni stomatognatiche. Nel momento in cui si interviene con terapia

funzionale, il paziente entra in una fase di cosiddetto “squilibrio terapeutico”. Tale transizione terapeutica

comporta un periodo di disagio, da intendersi non come aggravamento della condizione clinica ma piuttosto

66

discomfort al cambiamento. L’organismo poi può superare questa fase e raggiungere un nuovo equilibrio

definito fisiologico, che rappresenta il successo della terapia.

Similmente, l’effetto della MFV, sembra essere anche assimilabile alla somministrazione di TENS a bassa

frequenza al V° e VII° paio di nervi cranici, che riequilibrando e rilassando il sistema neuromuscolare

stomatognatico, come sembrerebbero dimostrare i dati EMG/EGN pre e post MVF, permette di evidenziare

posizioni e tragitti mandibolari fisiologici rispetto a traiettorie mandibolari abituali patologiche, spesso fonte

di patia disfunzionale.

La MFV ottenuta con Keope agendo sulla muscolatura attraverso la perdita di memoria muscolare, provoca

comunque effetti rilevabili strumentalmente ed il dato elettromiografico evidenzia una diminuzione media

dell’attività elettrica dei muscoli stomatognatici monitorati. L’aumento dell’attività dei muscoli temporali (

posturali della mandibola) riscontrata in alcuni pazienti, deve quindi essere interpretato come il tentativo del

sistema di ritrovare un equilibrio, superando uno stato di stress muscolare, evidenziato dalla

somministrazione di MFV.

Il sistema posturale sembra tentare di ritrovare l’equilibrio fisiologico, con l’avvicinamento del baricentro

all’asse ideale, a scapito però di uno sbilanciamento netto nei carichi podalici.

CONCLUSIONI

Pur trattandosi di uno studio preliminare, sulla base dei risultati finora ottenuti possiamo concludere che

l’applicazione della vibrazione multifocale, evidenzia una risposta caratterizzata da rilassamento del

sistema neuromuscolare stomatognatico, con modificazioni delle caratteristiche del FWS, che nel 53 % dei

casi aumenta decisamente.

Tali dati, che si evincono dai risultati delle analisi elettrognatomiografiche eseguite prima e dopo la

somministrazione di MFV con Keope, sono statisticamente significativi, pur trattandosi di un campione di

studio non numericamente elevato.

Per quanto riguarda gli effetti sul sistema posturale indagati attraverso stabilometria, si riscontra un

significativo miglioramento dell’equilibrio e della localizzazione del baricentro corporeo nel 73% dei casi,

mentre nel 13% dei soggetti il quadro posturale iniziale si è mantenuto tale (sbilanciato in 3 casi, ideale nel

quarto caso) dopo seduta di MFV con Keope. In alcuni casi (14%) il quadro è peggiorato dopo Keope, a

causa del rilassamento muscolare indotto e quindi perdita dell'equilibrio compensatorio.

Anche in questo aspetto emerge quindi che già una singola somministrazione di MFV è in grado di indurre

una «modificazione» significativa al quadro posturale iniziale nella maggior parte del campione (87%).

Il peggioramento del quadro posturale riscontrato in alcuni soggetti va interpretato come l’effetto e la

dimostrazione dell’avvenuto rilassamento muscolare, con conseguente perdita di «memoria» da parte dei

muscoli con tentativo di ritorno ad una situazione originaria ideale e fisiologica.

Gli Autori stanno studiando gli effetti a lungo termine e dopo diverse sedute di Keope anche sui pazienti con

problematiche ortodontiche e gnatologiche. I risultati degli studi saranno oggetto di future pubblicazioni.

67

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DIDASCALIE:

Fig.1 Struttura ergonomica Keope

Fig.2 Scan 9 attività muscolare a riposo pre-Keope al tempo T0 – prima della seduta con Keope

Fig. 3 Scan 9 attività muscolare a riposo post-Keope al tempo T1 – dopo la seduta con Keope

Fig. 4 Scan 3 pre-Keope chinescologia mandibolare tridimensionale attraverso lo spazio libero interocclusale

(freeway space) al tempo T0 - prima della seduta Keope

Fig. 5 Scan 3 post-Keope chinescologia mandibolare tridimensionale attraverso lo spazio libero

interocclusale (freeway space) al tempo T1 - post seduta Keope

Fig.6 Attività neuromuscolare a riposo (AMR T0=pre-Keope; T1=post-Keope)

Fig. 7 Esame stabilometrico T0 pre-Keope (CARICHI)

Fig 8 Esame stabilometrico T1 post-Keope (CARICHI)

Fig. 9 Esame stabilometrico T0 pre-Keope (OSCILLAZIONI)

Fig. 10 Esame stabilometrico TI post-Keope (OSCILLAZIONI)

Tab. I Analisi statistica con Student’s t-test

69

XX Congresso Nazionale Collegio dei docenti di Otontoiatria

“Risonanza propriocettiva globale: Effetti sul sistema

neuromuscolare” e “Risonanza propriocettiva globale:

Effetti sul sistema posturale”

70

71

72

INTERNATIONAL MEETING SIDO / SICOI “Effects of Global Proprioceptive Resonance on Neuromuscolar and

Postural Systems”

Società Italiana di Ortodonzia / Società Italiana di Chirurgia Orale e Impiantologia

21-23 marzo 2013 - Roma - Italia

Relatori: U. Garagiola, P. Cressoni, R. Soldo

73

Testo Universitario ORTOGNATODONZIA

CLINICA - Capitolo dal titolo:

“RIPOLARIZZAZIONE SCHELETRO MUSCOLARE: KEOPE

MFV”

Autore: A. Maffei

74

75

76

77

CONGRESSO A . I .K .E .C .M. “EFFETTI DELLA GLOBAL PROPRIOCEPTIVE RESONANCE

KEOPE SUL SISTEMA NEURO-MUSCOLARE STOMATOGNATICO

E SUL SISTEMA POSTURALE”

21-23 febbraio 2013

Torino - Italia

Accademia Italiana di Kinesiografia ed Elettromiografica Cranio

Mandibolare

Relatori: U. Garagiola, G. Farronato

78

VI EXPO DI AUTUNNO

“CORRELAZIONE TRA POSTURA E TRATTAMENTO CON UNA

STRUTTURA ERGONOMICA” e “CORRELAZIONE TRA ATTIVITÀ

ELETTROMIOGRAFICA – ELETTROGNATOGRAFICA E

TRATTAMENTO CON UNA STRUTTURA ERGONOMICA”

Le terapie mini invasive in Odontoiatria 30 novembre, 1 dicembre 2012

Milano - Italia

Relatori: U. Garagiola, P. Cressoni, G. Sesso, L. Terzi, R. Biagi, G. Batia

79

RICERCA SCIENTIFICA

PARAMETRI DI VALUTAZIONE SULL’EFFETTO

ACUTO DEL PROGRAMMA DI

RIPOLARIZZAZIONE

NELLE PRESTAZIONI PRE E POST ATTIVITÀ AGONISTICA

SU ATLETI DELLA SQUADRA

PORTOGRUAROSUMMAGA CALCIO

COMITATO SCIENTIFICO

Fabio Esposito – Preparatore Atletico

Giorgio Cason - Fisioterapista

Giammario Specchia – Direttore Generale

Giampaolo Mio – Presidente

Stagione calcistica 2011-2012

80

INTRODUZIONE

Lo scopo di questo lavoro è la valutazione dell’impiego della struttura ergonomica a

risonanza propriocettiva “KEOPE MFV” nel recupero in acuto della fatica muscolare nel

calciatore professionista, nel nostro caso negli atleti del Portogruarosummaga Calcio.

Grazie alla preziosa collaborazione dei nostri calciatori siamo riusciti ad effettuare una

raccolta dati riguardanti la frequenza cardiaca e la risposta del sistema nervoso, nelle

diverse sedute di attività agonistica associate ai trattamenti di ripolarizzazione su Keope

MFV, in parallelo ad un gruppo di controllo attivato nelle stesse modalità di allenamento.

PROTOCOLLO DI LAVORO

Sei (6) dei nostri calciatori professionisti hanno preso parte alla nostra analisi.

Tre (3) (altezza: media 177,3 cm SD: 2,03) (peso: media 74 kg SD: 7,2) sono stati

sottoposti subito dopo l'allenamento con la squadra al programma di ripolarizzazione su

KEOPE MFV.

Gli altri tre (3) calciatori (altezza: media 180,6 cm SD: 3,78) (peso: medie 80,6 kg SD: 3,5),

fungevano da gruppo di controllo, cioè erano liberi di sottoporsi ai massaggi e alla doccia a

fine seduta.

A tutti i calciatori facenti parte dell’osservazione era rilevato il battito cardiaco (tracciato R-

R) subito dopo la seduta di allenamento e dopo aver effettuato la seduta di

ripolarizzazione su KEOPE MFV.

Per tutti i calciatori sottoposti alla nostra analisi, la seduta di allenamento consisteva in:

a) esercizi a corpo libero;

b) sedute di forza aerobica

c) esercitazioni tecniche con il pallone.

I trattamenti su KEOPE MFV sono stati applicati secondo quanto previsto dal protocollo

n°1, con una seduta di ripolarizzazione della durata di 13’50’’, ripetuta due volte con 10

minuti di pausa tra la prima e la seconda seduta.

L'osservazione è stata eseguita nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì.

Prima e dopo il programma su Keope, è stata rilevata la frequenza cardiaca e la HRV

tramite cardiofrequenzimetro Polar RS800.

In seguito i dati sono stati analizzati tramite il software KUBIOS HRV sviluppato

dall'Università di Kuopio (Finlandia).

81

DESCRIZIONE DEI PARAMETRI UTILIZZATI

Variabilità della frequenza cardiaca (HRV)

La HRV è la naturale variabilità della frequenza cardiaca in risposta a stimoli interni o

esterni tipo la respirazione, la digestione, gli stati emozionali, lo stress, il relax etc.

Un cuore sano risponde velocemente a tutti questi fattori, modificando il ritmo secondo la

situazione, per meglio far adattare l'organismo alle situazioni cui è sottoposto.

Il controllo della frequenza e quindi della sua variabilità è soprattutto regolamentato dal

sistema nervoso autonomo con controllo simpatico e parasimpatico (nervo vago).

In condizioni normali il tono parasimpatico risulta dominante. Il sistema simpatico e il

sistema parasimpatico lavorano in tandem in maniera agonista o antagonista.

Il sistema simpatico

In particolare, il sistema simpatico è deputato a fornire energia e risposte specifiche in

situazioni di stress o estrema attività fisica. Si ha allora aumento della pressione

sanguigna, della frequenza cardiaca, un aumento del rifornimento di sangue al muscolo

scheletrico a spese del tratto gastro-intestinale, delle reni e della cute.

Le pupille si dilatano e così i bronchioli migliorando la visione e l’ossigenazione.

Il sistema parasimpatico

A riposo l’organismo ha bisogno di rilassarsi e ottenere nuova energia.

Questi compiti sono sotto il controllo del sistema parasimpatico che abbassa la frequenza

cardiaca e la pressione sanguigna, devia il sangue alla cute e al tratto gastro-intestinale,

contrae le pupille e i bronchioli, stimola la secrezione delle ghiandole salivari e la peristalsi.

Gli organi innervati dal sistema neurovegetativo (simpatico e parasimpatico) includono

cuore, polmoni, esofago, stomaco, intestino tenue e crasso, fegato, vescica e organi

genitali.

La capacità dell'organismo di modificare il proprio bilanciamento verso l'uno o l'altro

sistema è fondamentale ai fini dell'equilibrio dinamico dell'organismo, sia dal punto di vista

fisiologico, sia psicologico.

82

Inoltre:

RMSSD è la radice quadrata della media delle differenze quadratiche tra ogni successivo

intervallo RR in ms.

L’analisi del HRV è stata eseguita sulle registrazioni degli intervalli R-R mediante

l’applicazione della trasformata di Fourier.

I valori sono presentati come media ± SD. Sono state considerate statisticamente

significative le variazioni che avevano una P < 0.05.

L'analisi spettrale dell'intervallo RR nel dominio della frequenza fornisce informazioni sulla

distribuzione della variabilità in funzione della frequenza. Si possono individuare fino a tre

picchi

1. Frequenze molto basse (0,003-0,04 Hz; very low frequency, VLF);

2. Basse (0,04-0,15 Hz; low frequency, LF).

3. Alte (0,15-0,4 Hz; high frequency, HF).

La componente HF della HRV è un indice dell'attività vagale sincrona con il ritmo

respiratorio; le componenti LF e VLF riflettono la variabilità secondaria ad una più fine

modulazione simpato-vagale.

83

DOVE INTERVIENE LA VIBRAZIONE DEL PROGRAMMA KEOPE MFV

Da considerare che la vibrazione indotta dalla struttura KEOPE non è

un’elettrostimolazione, ed agisce sui meccanorecettori del derma e del tessuto

sottocutaneo.

Nello specifico, i meccanorecettori muscolari prendono parte ai fenomeni di risposta

riflessa.

A livello cutaneo, nell’uomo sono identificabili, mediante tecnica microneurografica, quattro

tipi di meccanorecettori, ma non tutti si dimostrano sensibili alla percezione vibratoria, e

quelli che lo sono dimostrano delle differenze di risposta dettate dalla frequenza dello

stimolo vibratorio stesso (Mountcastle e coll.,1969).

Questi meccanorecettori si dividono, per le loro unità recettoriali deputate alla ricezione

sensitiva, in tre classi:

1. meccanorecettori ad adattamento rapido, sensibili al movimento, situati a livello

del derma, che corrispondono ai corpuscoli di Meissner (FA-1, fast adaptation-1)

2. meccanorecettori ad adattamento lento, sensibili sia al movimento, sia

all’intensità del movimento stesso, ritrovabili sempre a livello del derma, che

corrispondono ai dischi di Merkel (SA-1, Slow adaptation)

3. corpuscoli di Pacini, localizzati nel tessuto sottocutaneo (FA-2 Fast Adaptation-2)

Per la nostra ricerca consideriamo che le sensazioni psicofisiche sono varianti a livello

liminare, e si differenziano secondo le frequenze somministrate attorno ad un valore

variabile da 5 hz a 40 Hz.

Questa sensazione total body si ottiene a livello globale solo su Keope MFV, grazie al

posizionamento multiplo in zone precise e latero simmetriche dei diffusori di frequenza

meccanica. In altro modo, ma solo in aree ristrette e localizzate, si sono ottenute queste

sensazioni e sono state definite con il termine “effetto flutter” (Talbot e coll., 1969), e sono

molto simili ad un tremore.

Questo effetto è addebitato ai corpuscoli di Meissner la cui ricezione ottimale si trova

attorno ad un range compreso tra i 5 e i 40 Hz.

La percezione della sensazione vibratoria è da addebitarsi essenzialmente all’attivazione

dei corpuscoli di Pacini, sensibili ad una frequenza vibratoria con un range recettoriale da

90 a 600 Hz (Loewenstein e Skalak, 1966).

84

ANALISI DEI DATI:

85

= p<0.05

I dati sopra esposti mostrano l'andamento Pre e Post Keope nel gruppo che ha effettuato

la seduta di ripolarizzazione e nel gruppo di controllo.

La significatività statistica è stata fissata al 5% e notiamo che nel gruppo di controllo non è

quasi presente, mentre quasi tutti i dati del Gruppo Keope sono significativi, quindi il

risultato ottenuto si può ascrivere all'effetto della Keope.

L'analisi dei dati mostra chiaramente che prima della seduta su KEOPE MFV, i soggetti,

come ci aspettavamo, si trovavano in una situazione di stress. Infatti, l'attività del simpatico

era molto alta (LF/HF: 6.78 (4.249) - VLF: 35.31% (33.86%)), e questo è dovuto

sicuramente agli stress ai quali è stato sottoposto l'atleta e quindi a tutti i meccanismi che

ha dovuto mettere in atto il corpo per contrastare tale situazione di emergenza.

Dopo i 13' effettuati su KEOPE MFV, si nota una situazione molto diversa: infatti il sistema

sembra tornato in equilibrio ed i parametri che mostravano una situazione di allerta sono

migliorati notevolmente.

Inoltre i dati sono significativi solo nel gruppo che ha effettuato la ripolarizzazione.

86

CONCLUSIONI E OSSERVAZIONI

Il dato osservato nella nostra ricerca rispecchia l'effetto acuto della procedura di

ripolarizzazione della KEOPE MFV.

Tale procedura mostra un’efficacia nel riequilibrio del sistema simpato-vagale, utile senza

dubbio nelle fasi di recupero rapido.

È interessante notare come, oltre ai parametri vagali che si attivano per riequilibrare il

sistema, ne benefici anche il dato del TotalPower che mostra un notevole aumento, segno

di un’efficienza maggiore del sistema.

Queste osservazioni rappresentano la prima analisi svolta sul campo e con calciatori

professionisti, dopo vere sedute di allenamento e quindi stimoli sia fisici sia psicologici

reali e non riprodotti in laboratorio.

È interessante notare l'effetto prolungato della KEOPE nel tempo.

Ritengo che in uno sport come il calcio, dove occorre disporre di un sistema attivo è

straordinario usufruire di un’attivazione vagale prolungata e stabile per 90 minuti.

Nel breve periodo e soprattutto nelle società dove gli impegni agonistici sono molto

ravvicinati, è sicuramente importantissimo applicare tutte le procedure utili ad ottimizzare il

recupero nel tempo più breve possibile.

In questa ottica l'osservazione fatta sui nostri calciatori conferma che l'uso della KEOPE

MFV può essere un coadiuvante assolutamente utile al rapido recupero dell'equilibrio

simpato-vagale.

87

RICERCHE IN CORSO

Università di Torino – Dott.ssa Consuelo Valentini – “Effetti di Keope sulla

modulazione sul network neurale del dolore e sulla riduzione del dolore

sociale”

Torino, 20 ottobre 2014

Ill.mo Professor

Amedeo Maffei

Presidente Keope World

Scrivo in qualità di Responsabile del Centro di Brain Imaging RM 3T dell’Università di

Torino e di Direttore della Struttura Complessa di Neuroradiologia dell’ Azienda Ospedaliera

Universitaria Città della Salute e della Scienza, in merito al progetto di ricerca “Studio mediante

fMRI della modulazione del dolore fisico e sociale attraverso la Sua struttura ergonomica a

risonanza propriocettiva cutanea globale “Keope GPR” (Globa Proprioceptive Resonance)”.

L’innovativa struttura ergonomica a risonanza propriocettiva globale (Keope GPR),

attraverso i suoi oppositori gravitari statici, ripristina gli equilibri ergonomici del corpo riportandolo

ad una corretta postura e, in questa condizione, attiva la modulazione meccanica multifocale con

conseguente ripolarizzazione della muscolatura striata e quella liscia. Vengono attivate inoltre

induzioni sonore a modulazioni mirate e multiple per il completo coinvolgimento propriocettivo.

L’azione avviene sia mediante la stimolazione dei meccanorecettori del derma (Meissner e Pacini),

sia attraverso una stimolazione acustica neurosensoriale, ottenendo una risposta fisiologica a

88

largo spettro. Parecchi studi (Benenzon R. 1982 Manarolo G. 1998 Lehmann et Al. 2001) hanno

evidenziato il duplice effetto psicoterapeutico della musica a livello fisico e psichico. La via nervosa

coinvolta ha il suo fulcro nella corteccia limbica che è in relazione con la corteccia orbito-fronto-

mesiale, i nuclei settali, l’amigdala, l’ipotalamo ed alcuni nuclei del mesencefalo e del ponte.

Queste stesse strutture interconnesse tra loro sono coinvolte anche nella percezione ed

elaborazione del dolore .

L’approfondimento delle conoscenza di base sull’uomo e sul suo ambiente possono avere

successive ricadute nello studio della psicopatologia o altri fenomeni che possono essere associati

all’esclusione e al dolore sociale. L’esperienza di esclusione sociale, cioè il sentirsi escluso in una

determinata relazione interpersonale, è considerata una delle situazioni più dolorose, da punto di

vista psicologico, per un individuo. Essa è recentemente definita da Eisenberger (2012) come

un’esperienza emotiva sgradevole associata a un danno alla propria capacità di relazionarsi con

gli altri individui. L’autore sottolinea come l’interruzione di legami sociali importanti, come anche la

perdita di una persona cara, possa provocare uno stato emotivo negativo di forte impatto sulla

propria vita e come questo venga solitamente descritto come un’esperienza molto dolorosa.

Recentemente alcuni studi si sono occupati di stabilire come il dolore evocato

dell’esclusione sociale possa coinvolgere alcune delle aree cerebrali che si attivano durante

un’esperienza di dolore fisico (Eisenberger, 2011; macDonald & Leary, 2005). Anche se

l’esperienza di dolore fisico può sembrare un processo unico, in realtà alcune ricerche hanno

individuato due componenti strettamente interconnesse tra loro, una sensoriale (localizzazione

dello stimolo, intensità, etc.) ed una affettiva associata alla sensazione spiacevole del dolore che

motiva le persone a terminare o evitare quel determinato stimolo (Treede et al.,1999; Price, 2000).

Ad oggi ci sono evidenze scientifiche che dimostrano come il supporto sociale, come ad

esempio il semplice contatto fisico, possa influire sul dolore provato in un’esperienza di dolore

fisico e di esclusione o isolamento sociale.

Nel corso della presente ricerca vorremmo analizzare come il dolore fisico ed il dolore

sociale possano essere modulati e alleviati attraverso l’uso dell’ apparecchiatura Keope Multi Focal

Vibration. L’ obiettivo dello studio è pertanto quello di verificare la modulazione sul network neurale

del dolore e di comprovare l’efficacia dell’ apparecchiatura Keope.

89

RESEARCH TEAM

Principal Investigator:

Maria Consuelo Valentini

MD, specialist in Neurology and Radiology

Director of Neuroradiology Department, Città Della Salute e Della Scienza Torino, Italy

Head of Brain Imaging Center -NIT- University of Turin, Italy

Adjunct Professor in Neuroradiology, University of Turin, Italy

Bruno Giuseppe Bara

MD, Ph.D. in Clinical Psychology

Full professor of Cognitive Psychology, Department of Psychology, University of Turin, Italy

Director of the Center for Cognitive Science, University and Polytechnic, Italy

Director of Brain Imaging Center - Neuroscience Institute of Turin, Italy

Director of the Schools of Cognitive Psychotherapy of Como and Turin, Italy

Francesca Marina Bosco

Master Degree in Psychology, Ph.D. in Cognitive Sciences

Associate Professor in Cognitive Psychology, Department of Psychology, University of Turin, Italy

Member of the Center for Cognitive Science, University of Turin and Polytechnic

Specialist degree in Cognitive psychotherapy

Giorgia Silani

Researcher and Lab Director of Collective Emotions and Social Cognitive Neuroscience Lab

cognitive neuroscience sector

SISSA (International School for Advanced Studies), University of Trieste, Italy

Rosalba Morese

Degree in Psychology

Ph.D student in Neuroscience

Department of Psychology, University of Turin, Italy

Giovanni Bosco

MD, specialist in Neurology

Neuroradiology Department, Città Della Salute e Della Scienza Torino, Italy

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Università di Perugia e di Verona – Dott. Francesco Coscia e Dott.ssa Paola

Gigliotti – Influenza di Keope GPR nel recupero post esercizio massimale,

attraverso il monitoraggio del lattato ematico

Laboratorio di Fisiologia dello Sport Gigliotti Coscia in convenzione con l’Università degli Studi di Perugia e Università di Verona Responsabili:

Dott Gigliotti Paola Virginia Medico Chirurgo, Prof. Francesco Coscia Medico Chirurgo Specialista in

Medicina Interna, Specialista in Medicina dello Sport, Master Internazionale in Medicina di Montagna

Dal 1992 il laboratorio studia le capacità fisiche, gli adattamenti e le modificazioni dell’organismo umano

indotte dall’ esercizio fisico, soprattutto in ambiente critico.

Dal 1999 effettua studi su materiali tecnici, strumentazioni medicali, vestiario ed equipaggiamento.

Oggetto: Variazioni del Lattato dopo induzione propriocettiva con Keope.

Introduzione

Keope Multi Focal Vibration (MFV) è una struttura ergonomica a risonanza propriocettiva globale . Tale

struttura presenta punti d'appoggio, oppositori gravitari, a livello nucale, dorsale, gluteo, popliteo e a livello

delle mani e dei calcagni ed attua una vibrazione focale multipla. Keope consente un completo scarico

funzionale del corpo, il quale si trova nella condizione in cui ogni muscolo si pone in uno stato di riposo e la

maggior parte delle articolazioni sono decoaptate, consentendo maggior ossigenazione e rilassamento. Gli

oppositori gravitari sono supporti regolabili secondo le dimensioni individuali. La vibrazione meccanica su

cui si basa la struttura è un modo naturale attraverso cui stimolare i meccanocettori cutanei su più punti delle

catene muscolari; in tal modo la vibrazione di modesta ampiezza e frequenza mirata agisce con precisione

nei punti previsti senza creare effetti deflettenti.1 La componente vibrante è costituita da 10 motori a bassa

tensione con eccentrico ad ampiezza e accelerazione controllate. E’ bene specificare che non si tratta di

un’elettrostimolazione bensì di un’azione sui meccanocettori del derma e del tessuto cutaneo, coinvolti in

una risposta riflessa. La percezione della sensazione vibratoria è da attribuirsi essenzialmente all’attivazione

dei corpuscoli di Pacini e di Meissner, i primi a livello sottocutaneo e i secondi a livello dermico. La

frequenza vibratoria a cui sono sensibili tali corpuscoli è di 90-600 Hz per quanto riguarda i Pacini, mentre di

5-40 Hz i Meissner.2,3

Durante la seduta il paziente indossa cuffie auricolari che, mediante musica e suoni,

condizionano il tessuto esterocettivo contribuendo in modo determinante al processo di stimolazione dei

meccanocettori cutanei.

I benefici scientificamente dimostrati della struttura ergonomica si esprimono in termini di: rimodellamento

della postura scheletrica, rilassamento psico-fisico e muscolare, abbattimento dello stress, accrescimento

delle abilità creative, miglioramento delle prestazioni sportive, defaticamento post-prestazione, decontrattura

muscolare. Si è visto inoltre che contribuisce ad alleviare rachialgie ed algie articolari, migliorando la

circolazione linfatica, venosa ed arteriosa.4,5,6,7

In precedenti lavori è stata evidenziata l’influenza della struttura a risonanza propriocettiva, Keope, sul

sistema propriocettori-nervo-muscolo. Keope determina la ripolarizzazione muscolare. Inoltre, durante

l’induzione, la frequenza cardiaca è tra 40 e 50 % del Vo2Max quindi su valori di recupero che si associano a

vasodilatazione e ritorno venoso. Inoltre dopo il sesto minuto la SpO2 è del 99% .

91

La vasodilatazione dopo l’esercizio facilita il ritorno venoso e lo schuttle dei lattati e dei metaboliti

dell’attività muscolare8, determinando condizioni ottimali per il recupero post esercizio.

Scopo del lavoro Dimostrare l’influenza della struttura ergonomica a risonanza propriocettiva,Keope, nel recupero post

esercizio massimale, attraverso il monitoraggio del lattato ematico. Lo studio viene svolto in atleti di élite di

livello nazionale e internazionale

Materiale e Metodo Vengono inclusi nella ricerca gli Atleti praticanti attività massimale aerobica e anaerobica lattacida ad alta

intensità e di lunga durata (Thriatlon). Soggetti omogenei per età, misure antropometriche e profilo di

fitness.

Strumenti di valutazione:

- Zephyr BioHarness . Permette il monitoraggio continuo durante il test valutativo dei seguenti parametri:

ECG, atti respiratori, postura, temperatura di superficie, forza esplosiva, costo energetico, intensità del

lavoro.

-- Il BioHarness è un modulo sensoriale multi-parametrico, non invasivo di ultima generazione. Il modulo

Bioharness viene associato ad una cintura multi sensoriale indossabile, che insieme ai sensori integrati nel

modulo (accelerometro, termometro, ecc.), è in grado di rilevare più parametri in tempo reale :

1) Parametri Fisiologici • Atti respiratori • Frequenza cardiaca • Tracciato ECG

2) Parametri Biomeccanici • Attività • Postura • Accelerazione • Temperatura

3) Parametri Aerobici • Soglia di ventilazione • Consumo calorico • VO2, VO2Max

Il modulo BioHarness, insieme alla cintura ed un sofisticato software di analisi detto“ Omnisense”

costituisce un sistema di telemonitoraggio live con analisi combinata dei parametri misurati in tempo reale.

- Cicloergometro Monark con controllo del ritmo di pedalata (RPM), intensità di resistenza variabile espressa

in Watt,

- Emergenza: segue le linee guida dei protocolli BLSD e ILS (Immediate Life Support)

- Carrello di emergenza con Defibrillatore ed altro presidio sanitario per garantire la sicurezza dei soggetti

esaminati

- Strumento di valutazione del lattato ematico (Accutrend Plus Roche) da sangue intero prelevato da

capillare, con misurazione fotometrica a riflettenza. La goccia di sangue viene posizionata su una striscia

reattiva specifica compatibile con lo strumento valutativo.

-Lancette monouso pungi dito auto disattivante

- Tamponi di cellulosa con disinfettante e guanti monouso utilizzati dal Medico per le operazioni di prelievo

del sangue secondo le indicazioni di sicurezza e protezione dalle infezioni. Smaltimento dei prodotti residui

che sono entrati direttamente o potenzialmente in contatto con il sangue.

Temperatura ambiente di circa 20° indicati anche come ottimali nel range di sicurezza dell’esecuzione del

test. Prima dell’inizio dei test con una nuova confezione di strisce reattive avviene sempre la

taratura/codifica delle strisce con l’apparecchio valutativo.

Metodo di prelievo e misurazione del sangue capillare: Lavaggio delle mani con acqua calda; prima di

pungere il dito, assicurarsi che le mani siano calde ed asciutte,massaggiare il polpastrello per favorire la

vasodilatazione; con pungi dito monouso si punge il polpastrello del 2°dito della mano dx sulla porzione

laterale (meno dolente) e dopo aver scartato la prima goccia di sangue, viene fatta cadere la seconda goccia

nel location della striscia reattiva.

Dopo aver eseguito il test viene eseguito il controllo di plausibilità come previsto dal sistema valutativo.

Terminato ogni test valutativo viene eseguita la pulizia e disinfezione del sistema valutativo secondo quanto

raccomandato dall’azienda (miscela di 1-propanololo 400 mg/g, 2 propanololo 200mg/g e glutaraldeide 81,0

mg/g, Bacillon Plus). La pulizia comprende le parti esterne, della camera di misurazione,della guida, della

striscia reattiva, del sistema ottico di misurazione.

92

Il protocollo di esecuzione prevede valutazione lattato ematico a riposo. Successivamente inizia il test

incrementale massimale trapeziodale al cicloergometro Monark a coppia costante con step di 2 minuti. Il test

inizia con 25 Watt per 3’ e successivamente si aumenta a 50 Watt mantenuto per 2’ ed i successivi

incrementi sono di 50 watt in incremento ogni 2’, fino al raggiungimento del lavoro massimale e questo

viene mantenuto per 2’ , al cui termine si effettua il prelievo e valutazione del lattato ematico.

A questa fase segue il recupero per 3’ con decremeto dell’intensità a 25 Watt. Al termine del recupero viene

eseguito un terzo esame del lattato.

Ogni Atleta eseguirà il test una prima volta ed al termine di questo primo test recupera in posizione seduta

per 13’ e ripete il quarto esame del lattato. Il giorno successivo l’Atleta ripete lo stesso test del giorno

precedente ed al termine del test effettua la stimolazione su Keope della durata di 13’, al termine della quale

effettua il quarto esame del lattato.

Il protocollo necessita di una fase (fase1) di valutazione del medesimo che prevede un maggior numero di

valutazioni del lattato ematico durante ogni test e l’esecuzione di più test da parte degli stessi atleti prescelti

per la fase di ottimizzazione del protocollo.

Tutti gli atleti firmano una liberatoria di accettazione di partecipazione all’intera attività di ricerca.

Il protocollo verrà sottoposto all’approvazione del comitato etico per la ricerca scientifica su campione

umano.

Il protocollo e l’intera attività rispetteranno i criteri generali della ricerca scientifica: validità (la misura

effettiva della qualità che si vuole studiare); attendibilità (sovrapponibilità dei risultati utilizzando breve

distanza di tempo tra le diverse valutazioni); obbiettività (in particolare il tetst viene eseguito da due soli

ricercatori entrambi Medici, nello stesso laboratorio, ma con compiti diversi che vengono standardizzati

durante la fase di valutazione del protocollo (fase1); tecnica di esecuzione (perfette condizioni fisiche

dell’atleta, condizioni climatiche standard del laboratorio (temperatura, umidità); protocollo trapeziodale

(come descritto nel metodo); specificità (verrà utilizzato il cicloergometro in quanto gli Atleti di Trihatlon lo

utilizzano come sistema allenante di una delle tre attività sportive praticate).

Verrà eseguita l’analisi statistica dei dati. I valori di lattato verranno elaborati ed analizzati con sistema di

confronto diretto si per ogni singolo Atleta che dell’intero gruppo con media e deviazione standard, inoltre la

viene valutata la significatività con lo “Student’s t”.

Schema del protocollo valutativo:

1) Reclutamento di un gruppo uniforme di Atleti praticanti attività massimale aerobica e anaerobica lattacida

ad alta intensità di lunga durata (Thriatlon).

2) Illustrazione del protocollo ad ogni singolo Atleta, risposte circostanziate ad eventuali questioni poste,

firma del modulo di accettazione alla partecipazione della ricerca ed all’utilizzo dei dati anche a scopo di

pubblicazione.

3)Inizio fase 1 per ottimizzare il protocollo. Questa fase coinvolge un numero sufficiente di Atleti per

favorire lo scopo di questa fase che è determinante per l’esecuzione della fase2.

4) Fase 2, segue lo schema riassuntivo seguente:

Atleta To riposo T1 inizio test 3’/25W T2 2’/50W T3 2’/100W Tmax 2’/…W Tr 4’/25W Tr seduto 13’ Tr dopo Keope

Lattato Lattato Lattato Lattato Lattato

93

5) Analisi statistica dei dati

6) Esame dei Risultati

7) Conclusioni

8) Impostazione e scrittura del lavoro in Inglese

9) Revisione del lavoro ad un referente collaboratore di altra università

10) Revisione del lavoro da parte di un insegnante madrelingua esperto di lavori scientifici

10) Invio ad una rivista specializzata e conseguente rapporto di revisione.

Bibliografia essenziale

1. Torvinen S, Kannus P, Sievänen H, Järvinen TA, Pasanen M, Kontulainen S, et-al. Effect of four-

month vertical whole body vibration on performance and balance. Med Sci Sports Exerc. 2002;

34:1523-8.

2. LaMotte RH, Mountcastle VB. Capacities of humans and monkeys to discriminate vibratory stimuli

of different frequency and amplitude: a correlation between neural events and psychological

measurements. J Neurophysiol. 1975 May;38(3):539-59.

3. Mountcastle VB, Talbot WH, Sakata H, Hyvärinen J. Cortical neuronal mechanisms in flutter-

vibration studied in unanesthetized monkeys. Neuronal periodicity and frequency discrimination. J

Neurophysiol. 1969 May;32(3):452-84.

4. Bosco C, Colli R, Introini E, Cardinale M, Tsarpela O, Madella A, et-al. Adaptive responses of

human skeletal muscle to vibration exposure. Clin Physiol. 1999; 19:183-7.

5. Albasini A, Krause M, Rembitzki I. Using Whole Body Vibration in physical therapy and sport.

Clinical practise and treatment exercises. London: Churchill Livingstone Elsevier; 2010.

6. Farronato G, Garagiola U, Carletti V, Cressoni P, Bellintani C. Psoriatic arthritis:

temporomandibular joint involvement as the first articular phenomenon. Quintessence Int. 2010;

41(5):395-8.

7. Farronato G,Garagiola U,Biagi R,Assandri F,Batia G,Cornalba R,Cressoni P,Sesso G,Terzi L,

Maffei A:

Effetti della risonanza propriocettiva globale a vibrazione multifocale sul sistema neuromuscolare

stomatognatico e sul sistema posturale. Articolo rivista Dental Cadmos.

8. CosciaF1,Gigliotti PV1,Bigi A2,Maffei A2,Sartore R2

Keope: ergonomic propriocective resonance structure

1Sport sciences University Perugia, Perugia, ITALY

2Research Center Sirtori, Sirtori (LC), ITALY

European Journal Sport Medicine European Federation of Sports Medicine Associations

Volume 1, Supplement 1, September 2013 pp 164-165

94

Per visionare o scaricare le ricerche scientifiche su Keope:

www.keopebook.it/site/

Via di Crippa 11, 23896 Sirtori (LC) Tel. +39 039.92 .17.578 - Fax +39 039.95.40.814

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